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Dettaglio seduta n.110 del 20/01/21 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.10 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Buongiorno a tutte e a tutti.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione indifferibile e urgente n. 531, presentata dal Consigliere Daniele Valle cui risponderà il Vicepresidente Fabio Carosso; interrogazione a risposta orale n. 381 presentata dalla Consigliera Monica Canalis, cui risponderà l'Assessore Elena Chiorino; interrogazione indifferibile e urgente n. 514 presentata dal Consigliere Sean Sacco, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi interpellanza n. 523 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione indifferibile e urgente n. 488 presentata dal Consigliere Alberto Avetta, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interpellanza n. 540 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione indifferibile e urgente n. 561 presentata dal Consigliere Domenico Rossi cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi dal momento che abbiamo iniziato un po' in ritardo, ed è espressa richiesta di questa Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interrogazioni indifferibili e urgenti è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per due minuti, la risposta dell'Assessore per tre minuti e non è prevista replica.
Invece, per quanto riguarda le interpellanze, è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante, per cinque minuti, la risposta dell'Assessore per cinque minuti e la replica dell'interpellante, se richiesta, per cinque minuti.


Argomento: Problemi energetici - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Parchi e riserve

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 531 presentata da Valle, inerente a "Realizzazione nuovo parco fotovoltaico nei comuni di San Benigno e Lombardore"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 531, presentata dal Consigliere Valle, inerente a "Realizzazione nuovo parco fotovoltaico nei comuni di San Benigno e Lombardore".
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle per l'illustrazione; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Come ha anticipato, l'interrogazione ha come oggetto la realizzazione di un campo fotovoltaico tra il Comune di San Benigno e Lombardore, una procedura che è già iniziata e che ha previsto il coinvolgimento del Comune e dell'area metropolitana.
Si tratta di un intervento molto importante, perché interesserebbe circa venticinque ettari di terreno al momento libero, per un ciclo vita dell'impianto stimato in una ventina d'anni circa.
Questa interrogazione ha lo scopo di conoscere innanzitutto se è previsto se è stato o se dev'essere coinvolto anche l'Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali, in quanto si tratta di un sito contiguo alla Riserva Naturale Orientata della Vauda; inoltre, se dev'essere o sarà in qualche modo coinvolto, qual è l'opinione che il nostro Ente strumentale intende esprimere.
Inoltre, ci interessa conoscere se è in corso un procedimento di variante urbanistica, oppure se la destinazione è già consona e congrua rispetto alla destinazione rispetto a questo progetto d'intervento, con una domanda un po' più politica, cioè quale sia l'orientamento della Regione rispetto a questi tipi d'installazioni, perché un conto è stabilire parchi fotovoltaici su dei terreni compromessi, altro conto è andare nuovamente a distruggere nuove porzioni di suolo agricolo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Valle per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto alla Presidenza di rispondere all'interrogazione indifferibile e urgente, delegando il Vicepresidente Carosso, che ha pertanto facoltà di intervenire per tre minuti.



CAROSSO Fabio, Assessore ai parchi

Grazie, Presidente; buongiorno a tutti.
Avendo solo tre minuti a disposizione, dovrò essere sintetico, perché le domande sono molte. Come ha detto lei, arriverà la risposta completa via PEC direttamente agli interessati, perché se dovessi leggere tutto il complesso della risposta, il tempo non basterebbe.
Fatta questa premessa, andrei agli elementi di risposta, così come ha richiesto il Consigliere Valle.
La prima domanda è "per sapere, vista la contiguità del sito con la Riserva Orientata della Vauda, area sotto la gestione dell'Ente di gestione delle aree protette dei Parchi reali, se vi sia stata una interlocuzione, e nel caso come stia procedendo, tra il Settore Parchi della regione e la società Kyan s.r.l. in merito all'installazione del parco fotovoltaico in oggetto".
La risposta è questa: non c'è stata interlocuzione tra il settore regionale e la società Kyan s.r.l.
La seconda domanda è "per sapere l'opinione dell'Ente regionale di gestione delle aree protette dei Parchi Reali riguardo all'installazione del parco fotovoltaico". Con nota protocollo 4202 del 17 novembre 2020 il soggetto gestore, quindi EGAP Parchi Reali, esaminata la documentazione ricevuta e gli allegati alla scheda guida dell'assoggettabilità alla procedura di valutazione d'incidenza e considerata l'ubicazione delle aree di progetto la quale ricade al di fuori dei confini della ZSC della Vauda, ha ritenuto che il progetto di realizzazione d'impianto fotovoltaico non sia da assoggettare a valutazioni d'incidenza, ex articolo 43 della legge n.
19/2009.
Per rispondere alla terza domanda, "per sapere in che modo siano stati coinvolti i Comuni interessati nella progettazione dell'opera", come indicato nella premessa - che mi spiace di non aver letto, ma che troverà allegata - la Città metropolitana di Torino, in quanto autorità competente in data 4 agosto 2020 con nota protocollo n. 54361 ha avviato la verifica di assoggettabilità al VIA, coinvolgendo quali soggetti istituzionali i Comuni interessati.
Per quanto riguarda la domanda "per sapere se è in corso un procedimento di variante urbanistica sui terreni in questione", entriamo più nel dettaglio che, forse, è quello più interessante. Per quello che attiene agli aspetti urbanistici dei progetti in via generale, risulta compatibile se rientra nell'ambito dell'articolo 12, comma 7, del decreto legislativo n. 387.
Gli impianti di produzione di energia elettrica, di cui all'articolo 2 comma 1, lettere b) e c), possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici.
Nell'ubicazione si deve tenere conto delle disposizioni in materia di "Sostegno del settore agricolo", con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57 (articoli 7 e 8), nonché del decreto legge 18/5/2011, n. 228 (articolo 14). Peraltro, l'intervento è afferibile ai casi di cui all'articolo 17 bis, comma 15 bis della legge n. 56/77 e della circolare del Presidente della Giunta regionale dell'8 novembre 2016 n. 4. Pertanto, non soggetto a variante ordinaria, in quanto concerne opere relative a progetti la cui approvazione comporta variante per espressa previsione di legge.
Nell'ambito di tali procedure andrà valutata anche la coerenza con il Piano Paesaggistico Regionale, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 5 del regolamento. A tal proposito, si evidenzia, in particolare, la prescrizione dell'articolo 39, comma 9, del PPR che richiama la necessità che gli interventi siano coerenti con le norme del Piano e con i criteri localizzativi e quantitativi definiti a livello nazionale e regionale per gli impianti di energia rinnovabile.
Infine, alla domanda che recita "per sapere quale sia l'orientamento della Regione Piemonte al fine di incentivare la costruzione di parchi fotovoltaici su terreni irrimediabilmente compromessi senza distruggere nuove porzioni di suolo agricolo e senza contribuire ad aumentare il consumo di suolo del nostro territorio", rispondiamo così: ferma restando l'applicabilità del caso di specie della DGR n. 3 del 14 dicembre 2010 in materia di aree inidonee alla localizzazione d'impianti fotovoltaici a terra, la Giunta regionale, a seguito del Piano nazionale integrato dell'energia e clima, ha avviato il processo sperimentale d'individuazione delle aree a vocazione energetica, prima di tutto per gli impianti fotovoltaici nelle more del recepimento nazionale della direttiva n. 2002 del 2018, cosiddetta RED II, mediante l'approvazione della DGR n. 16-2528 dell'11 dicembre 2020, prevedendo la costituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale per favorire l'avvio del processo in argomento, sulla base di un approccio integrato, multidisciplinare e multilivello con le zone del territorio. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Vicepresidente Carosso per la risposta.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 381 presentata da Canalis, inerente a "Applicazione nelle ASL piemontesi e nell'Ente regionale della legge n. 68/1999: 'Norme per il diritto al lavoro dei disabili'"


PRESIDENTE

Si proceda con l'esame dell'interrogazione n. 381.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'interrogazione risale ormai al 6 agosto 2020, quindi con dispiacere certifico che la risposta arriva soltanto cinque mesi dopo e riguarda un tema molto importante, cioè il diritto al lavoro delle persone con disabilità. È un tema su cui l'Italia ha recepito la Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite riguardante i diritti delle persone con disabilità, ma soprattutto la nostra Regione ha anche legiferato. Mi riferisco, in particolare, alla legge regionale n. 3/2019.
L'interrogazione verte in primo luogo su un'altra legge che, invece, è nazionale, ed è la legge cardine in questo settore: la legge n. 68 del 1999; una legge che ha fatto la storia dell'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Infatti, la legge non riguarda soltanto le persone affette da minorazioni fisiche, psichiche, sensoriali o portatrici di un handicap intellettivo, ma anche le persone invalide del lavoro, con un grado d'invalidità superiore al 33%, le persone non vedenti e sorde, quindi una legge molto ampia che riguarda molte tipologie di persone svantaggiate.
Soprattutto, questa legge va a fissare delle quote obbligatorie di assunzione di queste categorie protette, quote che variano a seconda della dimensione aziendale. Chiaramente, la percentuale d'inserimento dei lavoratori svantaggiati è superiore nelle imprese che occupano più di cinquanta dipendenti. Ed è proprio il caso dell'oggetto dell'interrogazione, cioè delle nostre ASL, della Giunta regionale e del Consiglio regionale che sono imprese sui generis, perché sono enti pubblici, ma che proprio perché datori di lavoro, anche se enti pubblici non sono esentate da questi obblighi di legge, anzi dovrebbero proprio fare da apripista ed essere di esempio per le imprese private.
Ricordo sempre quello che mi disse una grande testimone di vicinanza alle persone disabili della città di Torino, un esponente del Cottolengo, quando evocò il fatto che non si possono fare leggi se l'ente pubblico non è il primo a rispettarle. Di conseguenza, non si può normare una materia così delicata e non si possono dare degli obblighi alle aziende private se l'ente pubblico non è il primo ad assolvere questi obblighi.
Orbene, le domande che faccio sono tre: in quale misura le dodici ASL piemontesi ottemperano alle quote obbligatorie di assunzione previste dalla legge n. 68 del 1999? In quale misura la Giunta e il Consiglio regionale contemperano a questi obblighi? Quali provvedimenti la Giunta regionale intende mettere in atto per adeguarsi agli obblighi previsti dalla legge nel caso non li avessimo ancora ottemperati?



PRESIDENTE

Ringraziamo per la Consigliera Monica Canalis, per l'illustrazione.
La parola all'Assessore Elena Chiorino per la risposta.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, proprio dalla DGR del luglio del 2017 e, successivamente, dal decreto ministeriale del 2 novembre 2010, che stabilisce che i soggetti obbligati inviano il prospetto informativo entro il 31 gennaio di ogni anno. Questo vuol dire che il quadro completo della situazione, in realtà si riesce sempre a dare dal febbraio dell'anno successivo (questo anche in riferimento alla questione delle tempistiche dell'interrogazione), quindi comunque, fino a febbraio, proprio per le varie disposizioni normative, non c'è la possibilità di avere un quadro puntuale e preciso, perché si è ancora, a oggi, in inattesa - come da normativa - di quella che è la fotografia e lo stato dell'arte.
Nello specifico, dobbiamo dire che il quadro è fortunatamente e assolutamente positivo, in quanto, riferendomi al primo punto dell'interrogazione, cioè in quale misura le ASL piemontesi ottemperino alle quote obbligatorie di assunzione delle categorie protette, facciamo costantemente le verifiche con Agenzia Piemonte Lavoro. A seguito delle verifiche a oggi portate avanti, risulta che le varie ASL piemontesi hanno dato seguito alla stipula delle relative convenzioni a eccezione dell'Azienda Sanitaria di Alessandria, che è in corso di regolarizzazione e che, comunque, risulta avere un tasso di copertura abbastanza alto, nel senso che siamo all'85%, nonostante sia in corso di perfezionamento la convenzione e sia l'unica ASL che ancora non ha perfezionato.
Nello specifico, allegherò una tabella insieme con la risposta scritta quindi troverà tutti i dati dettagliati. Adesso ne estrapolo qualcuno per sintesi, ma poi troverà tutto nella tabella allegata, dove avrà modo di vedere che nella quota d'obbligo prevista, che è di 1.828, ci sono in forza, quindi in attesa di perfezionamento della convenzione, 1.122 unità.
Il punto successivo dell'interrogazione chiede in quale misura l'ente Regione ottemperi agli obblighi previsti dalla legge n. 68 del 1999. Su questo possiamo dire che sull'articolo 1 la Regione non ha scoperture.
Sempre nella tabella, avrà modo di verificare che, a fronte di una quota d'obbligo di 161 unità, ne abbiamo in forza 167, quindi ne abbiamo sei in più (quelle previste obbligatorie).
In merito all'articolo n. 18, ovvero alle altre categorie protette, a fronte di una quota d'obbligo di ventitré unità, ne sono in forza tredici però sono in corso le procedure di regolarizzazione di tutto l'articolo n.
18. Anche in questo caso, sulle tempistiche che ho dato prima avremo modo di aprire un dato che è aggiornato.
In merito alla terza domanda, ovvero quali provvedimenti la Giunta Regionale intenda mettere in atto per adeguarsi agli obblighi previsti dalla legge n. 68/1999 e con quali tempistiche, per quanto riguarda le tempistiche, come dicevo, attraverso Agenzia Piemonte Lavoro attuiamo un costante monitoraggio in merito all'adozione dei vari piani di assunzione previsti dalle convenzioni che sono state stipulate. A tal proposito evidenzio che sono già anche in corso i lavori d'integrazione delle varie convenzioni anche a seguito dei prospetti informativi che perverranno entro il 31 gennaio e sui quali faremo le ulteriori verifiche del caso.
L'azione dei Centri per l'impiego è costante e questi provvedono attraverso le varie chiamate pubbliche, così come previsto dalla procedura anche agli avviamenti e all'inserimento lavorativo, secondo tutte le varie normative.
Per avere gli altri dati, ribadisco che dobbiamo attendere febbraio, perch la scadenza per l'anno scorso (2020) cade il 31 gennaio 2021, quindi è solo da lì che avremo un quadro davvero completo e puntuale, ma i numeri estrapolati sono quelli che ho appena portato in risposta all'interrogazione.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Elena Chiorino per la risposta.
Come recita il Regolamento, la Consigliera Canalis ha facoltà di replica per cinque minuti.
Prego, Consigliera, ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore Chiorino per queste risposte che, per quanto ho avuto modo di comprendere, sono confortanti. Mi riservo di approfondire ulteriormente quando gli Uffici vorranno inviarmi una risposta scritta, per entrare un po' più nel dettaglio di ogni singola ASL, mentre mi pare che per la Giunta e per il Consiglio regionale si stiano adoperando i propri.
Pertanto, ringrazio anticipatamente per l'invio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per la replica.
Avviso tutti i colleghi che ho fatto un cambio, per questioni di logistica sulle risposte da parte degli Assessori.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza n. 540 presentata da Magliano, inerente a "Casa della Salute Valdese, adesso le cure odontoiatriche riprendano in fretta"


PRESIDENTE

Si procede con l'esame dell'interpellanza n. 540.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
L'interpellanza parla delle cure odontoiatriche, argomento di cui mi ero già occupato, Presidente, come lei si ricorderà certamente, rispetto alla chiusura di questo servizio, servizio che appare quanto mai necessario soprattutto perché, come ben immagina il Presidente e la Giunta, ci troviamo nella situazione in cui chi si rivolge alle nostre case della salute per avere cure odontoiatriche, non è in grado di sostenere le spese che altrimenti dovrebbe sostenere presso professionisti nell'ambito del mondo privato. Stiamo parlando di persone che pagano il ticket per avere prestazioni odontoiatriche.
La Casa della Salute Valdese era stata chiusa. Mi era stato risposto dall'Assessore Icardi, nel corso dalla seduta del Consiglio regionale dell'8 settembre, quanto riporto: "Tutti gli accertamenti previsti per garantire l'apertura in sicurezza saranno rispettati e avranno esito favorevole ed è prevista, per lunedì 14 settembre, l'apertura delle seguenti sedi ambulatoriali"Segue poi un elenco.
Avevo ricordato, però, che le case della salute in giro per i nostri territori provinciali avevano già riaperto da tempo e che, di conseguenza c'era un ritardo strutturale rispetto alle case della salute di Torino. Mi disse che corso Corsica, via Monginevro, corso Toscana, via Del Ridotto e via Cavezzale avrebbero trovato riapertura già il 14 settembre e nelle settimane successive avrebbero aperto le altri due sedi di via Pacchiotti e del Valdese, cosa che, purtroppo, non ha avuto riscontro rispetto alle aspettative che questa Giunta aveva suscitato in Aula.
Nel "rilevato che" faccio notare che, a oggi, non sono state né recuperate le visite non effettuate durante il periodo di lockdown, né risulta possibile programmare una visita in tempi brevi. Ci sono pazienti, con i quali ho parlato, che da mesi attendono di essere contattati per ultimare le cure odontoiatriche iniziate prima del lockdown e che, nonostante le varie chiamate ai numeri dedicati, ricevono solo informazioni e risposte vaghe ed evasive.
Lo scrivente, cioè il sottoscritto, è a conoscenza di casi di persone in attesa da sette mesi di ricevere una protesi dentaria già pagata e mai consegnata, Presidente, perché le protesi odontoiatriche devono essere sempre pagate in anticipo in un'unica soluzione. Avrete capito bene quindi, che ci sono persone che hanno pagato tutto in una sola tranche e ancora non sono state contattate. A fare le spese di questa situazione sono le fasce di utenza con minore possibilità economica.
Questo è evidente a tutti, perché quando uno decide di farsi curare i denti, o di chiedere protesiche, e si rivolge al pubblico, vuol dire che non forse non ha tutte le risorse per potersi recare da un dentista o da un odontoiatra privato.
Allora pongo una serie di domande. Quanti sono i pazienti in lista di attesa per prestazioni odontoiatriche presso la Casa della Salute Valdese di via Silvio Pellico? Quanti sono? Quanti pazienti ritenuti urgenti sono stati dirottati su altri ambulatori? Potrebbe essere una pratica sensata: guardi, non riusciamo a trovare posto su questo, andiamo verso.
Ho cinque minuti o tre, Presidente?



PRESIDENTE

Cinque.



MAGLIANO Silvio

Cinque. Va bene, sto concludendo.
Quanti pazienti ritenuti urgenti sono stati dirottati? Quanti pazienti hanno già pagato il ticket senza ricevere la prestazione? I pazienti in lista d'attesa sono stati ricontattati ed è stato previsto un rimborso per i pazienti che hanno già provveduto al pagamento, senza però avere usufruito della prestazione richiesta (protesi odontoiatriche)? Concludo, Presidente, dicendo che non si pensi che le cure odontoiatriche non siano importanti, soprattutto per gli anziani e per coloro che, magari nella loro attività lavorativa o nella loro vita hanno bisogno di stare bene, dal punto di vista fisico, perché il dolore ai denti, piuttosto che l'incapacità di mangiare correttamente, crea dei problemi. Sappiamo anche che un non corretto posizionamento dei denti crea problemi alla schiena e alla postura, per cui mi chiedo, con queste domande, se su questo settore vogliamo provare a trovare una sintesi, cosa che a oggi non abbiamo trovato, soprattutto sanando l'assurdità di chi ha pagato e non è mai più stato ricontattato, quindi abbiamo denaro dei piemontesi nelle nostre tasche e non siamo ancora riusciti a dargli una risposta adeguata.
Ho concluso, Presidente, e la ringrazio.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto alla Presidenza di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore, ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
A seguito di questa interpellanza ho fatto degli accertamenti con la Città di Torino e con l'ASL, quindi posso comunicare che la riapertura dell'odontoiatria presso la Casa della Salute Valdese sta subendo effettivamente dei ritardi, rispetto alle altre sedi, a causa di problemi piuttosto complicati relativi alla sanificazione dei riuniti (che sono apparecchiature), cui si è sopperito spostando i pazienti, secondo un'ottica distrettuale, presso la sede di Corso Corsica.
L'ASL mi comunica che si è concordato, con i professionisti, un piano di consegna delle protesi ultimate e che tutti i sette pazienti in attesa sono stati contattati telefonicamente dai rispettivi professionisti di riferimento.
L'assenza di circa due mesi di un professionista ha anche determinato un rallentamento dell'attività, quindi, sine culpa da parte dell'Azienda sanitaria, ma i suoi sei pazienti contattati hanno preferito - ci hanno dichiarato - di voler attendere, invece che portare a termine la protesi con un altro professionista. Evidentemente, c'è un rapporto consolidato di fiducia.
Sempre L'ASL precisa che, a oggi, i pazienti in lista di attesa per prestazioni odontoiatriche sono trentaquattro, di cui cinque prenotati nella sede di via Cavezzale e ventinove nel poliambulatorio di via Monginevro. È stato richiesto ed erogato un unico rimborso per una protesi non ancora iniziata. In realtà, non abbiamo soldi dei piemontesi che sono in attesa di protesi.
Dalla citata nota risulta, inoltre, che sono previste visite domiciliari finalizzate a garantire l'intervento odontoiatrico alle persone più fragili.
Ho concluso e la ringrazio, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta e, come recita il Regolamento, l'interrogante ha diritto di replica.
Prego, Consigliere Magliano; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore.
Sarà mia cura fornirle il nome e il cognome della persona che, in questo momento, ha pagato una protesi attraverso ticket e alla quale non è ancora stata data risposta, in modo tale che anche lei possa valutare le risposte che le danno i suoi Uffici.
È evidente che un Assessore quando va in Aula risponde quello che, di fatto, la macchina che lui governa lo porta a rispondere, quindi sarà mia cura inviarle una breve nota in modo tale che lei potrà, da questo punto di vista, chiedere conto, perché ho verificato ancora prima di discutere dell'interpellanza se la situazione che le ho raccontato in questa interpellanza era ancora attuale. Ripeto, sarà mia cura mandarle una nota in modo tale che anche lei possa capire la situazione di questa cittadina piemontese e capire se le risposte che le forniscono i suoi Uffici rappresentano i fatti della realtà.
C'è un dato, Assessore, e mi piacerebbe che poi lei su questo facesse un approfondimento con chi governa quella struttura: se c'è un problema di sanificazione dei riuniti odontoiatrici,perché c'è solo lì e non c'è nelle case della salute della provincia di Torino e non c'è negli altri ambulatori in cui abbiamo l'odontoiatria? Perché c'è solo al Valdese? Qual è il problema? Si vuole togliere questo servizio dal Valdese? Lo vogliamo spostare altrove? Diciamolo con chiarezza. Noi abbiamo dipendenti regionali che sono dedicati all'odontoiatria che, in questo momento, non fanno nulla.
Ci sono infermieri, operatori - non parlo dei professionisti -e personale legato all'attività odontoiatrica che non è ancora ripartita che, in questo momento, non fanno nulla, che non possono prendere prenotazioni perché non riusciamo a sanificare i riuniti odontoiatrici che, come lei giustamente ha detto, abbiamo spostato in altre strutture. Ma nelle altre strutture perch si riescono a sanificare i riuniti? C'è un problema strutturale? Abbiamo dei problemi nelle tubature? Non riusciamo a portare i prodotti per sanificare i riuniti? Se nelle altre case della salute i riuniti li sanifichiamo, perché lì no? Viene da pensare, Assessore, che se ovunque si riesce e lì no è perché c'è non da parte sua, ma da parte di chi oggi governa le strutture, l'idea di chiudere l'odontoiatria al Valdese. Se tutti i laboratori odontoiatrici fossero bloccati, lo capirei, ma bisognerebbe fare una riflessione su come siamo in grado o non in grado di sanificare dei riuniti, ciò che tutti i privati riescono a fare, perché riescono a lavorare.
Non me la prendo con lei, Assessore, tuttavia chiedo a lei una collaborazione e una chiarezza rispetto a chi collabora con lei e chi dirige questa struttura. Perché i privati riescono a sanificare? Perch altre case della salute sanificano e al Valdese ci sono sempre problemi? Non è che lì vogliamo chiudere? Potrebbe essere una scelta politica, ma almeno non usiamo la scusa che non siamo in grado di sanificare i riuniti.
Assessore, le chiedo di avere una nota, perché lei giustamente mi ha riferito punto per punto tutti i casi che sono stati dirottati su altre strutture e tutti i casi che sono in attesa di ricevere la prestazione, ma sarà mia cura fornirle la pratica che mi è giunta sulla persona che ha pagato e che, in questo momento, non ha trovato soddisfazione. Detto questo, si apre un caso politico, nel senso che non riesco a capire perch lì - ho concluso, Presidente, e comunque ringrazio l'Assessore per la disponibilità che sempre dimostra per mie interpellanze - non riusciamo a fare quello che i privati fanno dalla mattina alla sera e quello che altri nostri ambulatori fanno senza problemi.
Questo è un arcano che non riesco a comprendere e capire. Mi auguro di avere insinuato il dubbio anche nell'Assessore. Magari ci torneremo in futuro, anche perché abbiamo dipendenti regionali che, lavorando per l'odontoiatria del Valdese, sono inattivi e non c'è niente di peggio che pagare del personale e non spostarlo per fare altre cose, perché in questo momento la Regione non si può permettere di avere persone che poi non rendono al massimo delle loro potenzialità.
Ho concluso e chiedo all'Assessore di avere la nota. Sarà mia cura, sulla base di quella nota, dare ulteriori indicazioni.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per la replica e proseguiamo.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Scusi, Presidente.
Solo una specificazione. Intanto ringrazio il Consigliere Magliano e le chiedo se mi fa avere anche i dettagli. Se le risposte che mi vengono fornite non sono corrette, il Consigliere mi fa una cortesia a sottolinearlo, per cui farò ulteriori e approfonditi accertamenti.
Grazie.



MAGLIANO Silvio

Certamente. Grazie Assessore.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 488 presentata da Avetta, inerente a "Vaccinazione antinfluenzale stagionale e taxi: la Regione considera questa categoria tra quelle per cui è raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 488.
Ha chiesto di illustrare il Consigliere Alberto Avetta; prego, Consigliere ne ha facoltà per due minuti.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore e buongiorno a tutti.
L'interrogazione che illustrerò brevemente richiama una nota che il Ministro della Salute aveva pubblicato. È stata, infatti, depositata a novembre e la nota credo sia di qualche settimana prima. Si tratta di una nota sulla prevenzione e controllo dell'influenza, quindi le raccomandazioni per il controllo e la gestione dell'influenza stagionale.
In questa nota è previsto un elenco, che pare non sia esaustivo, delle categorie che possono usufruire delle vaccinazioni antinfluenzali. Dalla nota si evince che la Regione ha piena facoltà di integrare queste categorie.
Tra queste categorie, ed è l'oggetto dell'interrogazione, c'è la categoria dei tassisti, che evidentemente è molto esposta, in quanto a contatto con il pubblico, ma ce ne sono molte altre.
Volevo capire se la Regione intenda - o l'abbia già fatto nel frattempo, da quando abbiamo depositato l'interrogazione - considerare i tassisti una categoria per la quale la vaccinazione antinfluenzale stagionale può essere raccomandata e offerta dalla Regione e, magari, visto che nel frattempo è iniziata la vaccinazione COVID, se l'Assessore ci può rispondere e capire se questa categoria sarà tra quelle che verranno anche sottoposte alla vaccinazione per quanto riguarda il COVID.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Alberto Avetta per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto alla Presidenza di rispondere all'interrogazione indifferibile e urgente delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per tre minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
In accordo con gli obiettivi di pianificazione sanitaria nazionale per il perseguimento di specifici obiettivi del programma d'immunizzazione parlavo di influenza, ma ovviamente possiamo estendere il discorso, come lei ha chiesto, anche sul COVID - la vaccinazione antinfluenzale viene offerta attivamente e gratuitamente ai soggetti che, per le loro condizioni personali, corrono un maggior rischio di complicanze nel caso contraggano l'influenza.
Le indicazioni ministeriali citate in una circolare (sono particolarmente dettagliate) prevedono di rivolgere prioritariamente l'offerta gratuita ai soggetti ultrasessantacinquenni e ai soggetti con patologie di rischio predisponente. Tra questi rientrano prioritariamente i soggetti anziani e i soggetti con queste patologie (quest'anno, straordinariamente, l'abbiamo abbassata a sessanta invece che a sessantacinque anni, con costi a carico della Regione).
La vaccinazione antinfluenzale viene inoltre raccomandata ai medici e al personale sanitario, che, oltre alla salvaguardia della salute del singolo hanno il duplice scopo di proteggere i soggetti con cui il lavoratore pu venire a contatto e ai quali può trasmettere l'infezione, proprio al fine di evitare l'interruzione dei servizi essenziali per la collettività.
La vaccinazione viene anche offerta gratuitamente a tutti i soggetti addetti ai servizi pubblici di primario interesse collettivo, che potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa. Tra questi, sono comprese le forze dell'ordine, la polizia, i vigili del fuoco e altre categorie simili.
Nella prima fase della campagna di vaccinazione, tra novembre e la prima settimana di dicembre, le dosi disponibili sono state destinate ai medici di famiglia e alle ASL per le vaccinazioni di questi specifici soggetti dettagliatamente elencati nella circolare ministeriale.
A partire dalla seconda metà del mese di dicembre, vista la carenza che quest'anno si è straordinariamente manifestata, la Regione ha messo a disposizione dalle farmacie per il libero mercato (perché normalmente le farmacie li acquisiscono per conto loro da Farmindustria) una prima tranche di 30 mila dosi, poi altre successive, per consentire l'accesso alla vaccinazione anche a quei soggetti non rientranti nelle categorie LEA che ho citato, con un rischio più basso, tra le quali possono essere considerate nelle attuali previsioni ministeriali (quindi indipendentemente dalla volontà della Regione) anche i tassisti. Per questi soggetti purtroppo non è prevista l'erogazione gratuita della vaccinazione.
Posso sollecitare però il Ministero, trattandosi di un servizio importante che tra i servizi pubblici essenziali possano essere accodati anche i tassisti. Questo lo posso richiedere.
Al momento, però, la normativa non lo prevede.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 561 presentata da Rossi, inerente a "Difformità tamponi accesso PS/DEA"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 561.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
La mia interrogazione nasce da una notizia che abbiamo appreso, e su cui chiediamo spiegazioni all'Assessore, che ci ha preoccupato.
Da quello che ha dichiarato e denunciato uno dei più importanti sindacati dei dirigenti medici piemontesi, nella nostra regione, almeno alla data del 7 gennaio, quando ho presentato l'interrogazione, non c'era una politica uniforme di somministrazione dei tamponi all'accesso ai pronto soccorso degli ospedali.
Abbiamo appurato - è su questo che chiediamo, per l'appunto, spiegazioni all'Assessore - che mentre in alcuni pronto soccorso del Piemonte viene fatto un tampone a tutte le persone che vi accedono, al di là delle valutazioni epidemiologiche o legate ai sintomi (in pratica, tutti coloro che si recano al pronto soccorso per una prestazione, che quindi sono sottoposti al tampone perché hanno bisogno di essere assistiti), così da capire se sono positivi o negativi (venivano citati, se non erro l'Ospedale di Chivasso e il pronto soccorso dell'Ospedale Maggiore della Carità di Novara), in altri pronto soccorso si applicava una metodologia diversa, per cui il tampone non veniva fatto a tutti, ma soltanto a coloro che rispettavano alcuni criteri sintomatici o epidemiologici.
Se una persona non aveva sintomi (peraltro, non sappiamo se questa prassi sia o meno così ancora adesso) né aveva avuto contatti con qualcuno di ammalato, seguiva un percorso cosiddetto "pulito". Sappiamo bene, però, che nel pronto soccorso è complicato mantenere la distanza, perché ci sono anche momenti di sovraffollamento, per cui quella persona veniva inviata in uno spazio di attesa "pulito", composto da persone cui non era stato fatto il tampone.
Non entro nel merito di quale sia la procedura corretta. Dico solamente che sappiamo benissimo che le strutture ospedaliere sono uno dei posti più a rischio per quanto riguarda il contagio, e che i pronto soccorso sono stati spesso oggetto di sovraffollamento per l'eccesso di richiesta che si è verificata. Mi sembra alquanto strano, direi anche preoccupante sotto certi aspetti, che nella stessa regione in alcuni pronto soccorso si proceda in un modo e in altri pronto soccorso in un altro.
La presente interrogazione vuole intanto capire dall'Assessore se le cose stanno veramente così; se sì, qual è la procedura corretta e qual è quella più tutelante, sia per gli operatori sanitari, sia per i pazienti? Se scatta un focolaio in un ospedale, sappiamo cosa vuol dire: vuol dire bloccare diversi operatori sanitari; vuol dire che alcuni reparti vengono chiusi; vuol dire che un'attività che è già allo stremo, viene ulteriormente penalizzata.
Questa interrogazione serviva a chiedere all'Assessore se e come intende intervenire, al fine di uniformare la procedura di gestione dei pazienti che accedono nei DEA o nei pronto soccorso del Piemonte, al fine di individuare, isolare e minimizzare il contagio da Coronavirus tra i pazienti in attesa di valutazione, diagnosi e cura.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego Assessore; ne ha facoltà per tre minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Quando sono messe in luce delle questioni che teoricamente non funzionano pertanto, ho ringraziato il sindacato - noi le approfondiamo.
In realtà, c'erano tutte queste problematiche? È stata, comunque l'occasione per fare una ricognizione e verificare che cosa? Il rispetto delle linee guida della circolare che, alla data del 14 maggio 2020 l'Unità di crisi per l'emergenza aveva diramato con obbligo di osservazione a tutte le strutture ospedaliere del Piemonte.
La circolare del 14 maggio conteneva le linee d'indirizzo per la gestione delle attività sanitarie e, in particolare, al punto 4) venivano impartite le indicazioni di accesso in DEA pronto soccorso e le modalità di selezione dei pazienti. Tali indicazioni sono tuttora valide. In quel contesto inoltre, si davano anche indicazioni relative alla somministrazione dei test specifici da effettuarsi e la modalità di utilizzo.
Ci sono state delle interpretazioni diverse della nota e sono specifiche responsabilità, ma certo non si può dire che manchi una linea uniforme della Regione Piemonte, che è stata poi aggiornata l'8 gennaio, proprio a seguito della circolare del Ministero della Salute avente per oggetto "Aggiornamento della definizione di caso COVID e strategie di testing", che fornisce ulteriori indicazioni circa la sensibilità dei test rapidi e dei molecolari.
Nella stessa recente nota si danno specifici ragguagli circa l'uso del test antigenico rapido nelle persone con sintomi. Tra le categorie che possono utilizzare questi test rapidi rientrano le persone operanti in contesti sanitari e socio-assistenziali o per il triage dei pazienti residenti sintomatici, al momento dell'accesso alla struttura, o per la diagnosi precoce, quindi anche per l'accesso al pronto soccorso. Pertanto, l'abbiamo aggiornata l'8 gennaio con l'adeguamento alla Circolare ministeriale.
L'antigenico rapido, preferibilmente a lettura fluorescente o, ancor meglio, i test basati su immunofluorescenza con lettura micro. - scusate qui è scritto malissimo, ma sono i cosiddetti test di terza generazione va eseguito il più presto possibile e in ogni caso entro cinque giorni dall'insorgenza dei sintomi. In caso di eventuale risultato, il test dev'essere ripetuto con metodica RTPCR o con un secondo test antigenico rapido a distanza di due-quattro giorni. Questo è quello che è contenuto nell'ulteriore nota. Anche a seguito di un primo risultato negativo e in attesa di un secondo test, restano tuttavia valide le misure previste dalla circolare 32850 del 12 ottobre 2020, per la durata e il termine dell'isolamento da quarantena.
Alla luce di tale indicazione ministeriale, sono in corso ulteriori indicazioni particolari per i DEA pronto soccorso, che possono quindi utilizzare il test antigienico rapido per la selezione dei pazienti sintomatici o provenienti da contesti ad alta prevalenza, senza necessità del molecolare.
Con questo voglio dire che c'è stata la circolare del 14 maggio, c'è stata la precisazione sui test dell'8 gennaio, per cui abbiamo una linea comune molto dettagliata sull'accesso in pronto soccorso. Se avvengono episodi in contrasto a queste linee, ringrazio chiunque ce lo segnali, perch interveniamo prontamente.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Congediamo e ringraziamo l'Assessore Icardi per la risposta.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 514 presentata da Sacco, inerente a "Riduzioni del servizio di trasporto pubblico locale"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 514.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Ho deciso di depositare questa interrogazione e chiamare in causa l'Assessore Gabusi su sollecitazione di ciò che riportavano alcuni quotidiani, in quanto alcune sigle sindacali - la FILT-CGIL, FILT-CISL, UIL Trasporti e UGL - denunciavano corse ridotte del 40% con i cittadini costretti a utilizzare l'auto privata con conseguenti disagi e aggravi per i costi delle famiglie, già provate da questa pandemia. Considerato che è uscita questa nota stampa sulla provinciale di Alessandria con questa importante riduzione, abbiamo voluto capire di più rispetto a quale fosse la strategia dell'Assessorato sull'incremento delle corse e per quale motivo ci fosse questa riduzione.
Come abbiamo spesso sottolineato all'Assessore in Commissione, le aziende di trasporto ricevono i compensi previsti dal contratto di servizio nonostante le riduzioni di servizio sostanziali, che producono risparmi per le aziende stesse in termini di costi di manutenzione, di riduzione del consumo di carburante e del personale in cassa integrazione. Certo, viene meno una parte legata alle entrate da bigliettazione, ma anche le risorse risparmiate, considerando determinati picchi di riduzione dei servizi, sono decisamente ingenti.
Questa interrogazione risale al 25 novembre, ma sostanzialmente non è cambiato tantissimo nella nostra conoscenza rispetto alla programmazione dell'Assessorato su come s'intende affrontare la situazione. Quando l'interrogazione è stata presentata alcune classi di alunni erano ancora in didattica a distanza, quindi c'era addirittura una minore pressione sul trasporto pubblico. A maggior ragione, oggi vorremmo capire in che modo s'intende affrontare la situazione.
Concludo, elencando le tre domande che abbiamo deciso di porre all'Assessore, ovvero quale sia la strategia legata ai tagli del servizio che si stanno e stavano verificando nella provincia di Alessandria, ma a questo punto anche in tutta la regione; quali sono gli obiettivi che s'intendono raggiungere, considerate le premesse e le problematiche di mobilità che i cittadini stanno riscontrando; quali azioni s'intendono intraprendere affinché il servizio di trasporto pubblico locale sia di supporto alla popolazione in questo periodo di crisi pandemica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sacco per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto alla Presidenza di rispondere all'interrogazione indifferibile e urgente, delegando l'Assessore Gabusi.
Mi scuso sia con l'Assessore Gabusi sia con il Consigliere Sacco per aver fatto slittare la loro scaletta.
La parola all'Assessore Gabusi.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente, è solo un discorso di metodo.
L'ho già detto al telefono, ma tengo a ripetermi. Tutti abbiamo impegni e credo sia opportuno dirlo pubblicamente, nel senso che credo che Sacco avesse qualcosa da fare anche lui come ce l'ho io e come ce l'ha certamente il collega Icardi, quindi non mi sembra corretto non da parte sua, ma che ci si rivolga al Presidente non in maniera pubblica e si dica di cambiare la scaletta che è nota a tutti, almeno da ieri.
Se lo si chiede pubblicamente e si concorda come si fa in un consesso civile e democratico, poi le soluzioni si trovano, ma saperlo all'ultimo secondo provoca danni a tutti. Ritengo non sia corretto, visto che abbiamo avuto tutti ieri il calendario delle interrogazioni, ma questo può essere a mio vantaggio a mio svantaggio. Anch'io l'ho fatto, quindi non voglio fare il "maestrino", ma l'ho fatto probabilmente in maniera scorretta anch'io e bisogna che si faccia trasparentemente. Questo è un consiglio.



PRESIDENTE

Assessore, farò tesoro dei suoi suggerimenti in seguito; comunque, i lavori iniziano alle ore 9 e si concludono questa sera alle ore 20.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Per venire all'interrogazione del Consigliere Sacco, che, seppur datata, ha degli elementi ancora di attualità, credo che il contesto in cui si muove il trasporto pubblico locale, per essere molto onesti e trasparenti, è vero quello per cui il "Cura Italia" ci obbliga, correttamente, a pagare il servizio di trasporto pubblico nonostante questo non venga svolto appieno o anche dove non viene svolto appieno. Penso, soprattutto, ai periodi di marzo-aprile e maggio 2020, quando le corse erano ridotte al 15-20%, ma anche oggi che c'è una riduzione non credo del 40%, ma di qualche corsa.
Il tema è che la rappresentazione del Consigliere Sacco non è esattamente attinente alla realtà rispetto al sistema economico complessivo, nel senso che i mancati guadagni da bigliettazione non sono stati ristorati completamente, ma neanche in una percentuale vicina alla totalità. Non ne faccio un discorso politico, tutt'altro, ma faccio un discorso numerico, ed è evidente: basta vedere la mole della bigliettazione che tiene insieme i piani economici finanziari del trasporto pubblico nazionale e quanti sono stati i ristori, che seppur corposi, perché arrivano a 900 milioni, non sono sufficienti per garantire quella parte.
Questo è un dato. L'altro dato è che è certamente evidente (questa è l'ultima domanda che mi fa il Consigliere Sacco su come il trasporto pubblico sia a servizio della cittadinanza), lo sappiamo e tutti dati ce lo confermano, che, purtroppo, al netto di questa settimana in cui abbiamo ricominciato con il trasporto scolastico, che però è un'altra partita soprattutto quest'anno, le percentuali di affollamento dei mezzi rispetto all'ordinario (rispetto a febbraio-marzo 2019) sono del 40-45-50%, quindi certamente non si può dire che le nostre corse non siano legate strettamente all'utenza, tant'è che abbiamo ridotto gradualmente dal febbraio 2020 e abbiamo reintrodotto gradualmente in base all'utenza, cosa che stiamo monitorando continuamente, di settimana in settimana, cercando di aggiungere corse dove ne mancano.
La strategia è di non sprecare, di aggiungere dove serve, ma anche con le sigle sindacali e anche con le aziende di trasporto soprattutto dell'Alessandrino (il caso citato), ma in tutto il territorio noi siamo in contatto costantemente e vi devo dire che, purtroppo, non ci sono corsie piene. Chiaramente, lo sappiamo, ma questo è un problema diverso, ci sono fasce a domanda non debole, ma debolissima, quasi singole, quasi unitarie che possono rimanere scoperte, perché se abbiamo tolto una corsa alle 11.30 del mattino, probabilmente quella corsa aveva due utenti, ma siamo in una fattispecie diversa.
Concludo dicendo che sul trasporto scolastico le risorse ci sono e che siamo una Regione capofila tra quelle che hanno iniziato davvero il 18 gennaio la scuola. Tanti stanno guardando a noi, e anche il Ministero, per farne un caso studio, un esempio di quale potrebbe essere il riverbero sui fondi nazionali, però devo dire che, da questo punto di vista, anche con l'incontro di ieri sul monitoraggio è andato molto bene, grazie alle aziende, ai Prefetti e al rinforzo che abbiamo fatto e alle risorse che sono arrivate da parte del Ministero o che arriveranno, ma che ci sono state garantite e che ci consentono di essere molto efficaci sul discorso scolastico.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 523, presentata da Magliano, inerente a "Reparto Volo VVF Piemonte, quando vedremo la nuova sede?"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 523.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la disponibilità a rispondere a quest'interpellanza.
Come avrà letto, Assessore, il tema è quello del reparto Volo dei VVF Piemonte e mi chiedo quando avrà una sede. Il problema arriva da lontano ed è, a mio giudizio, una grande opportunità che dovremmo poter cogliere sapendo che potremmo cogliere quest'opportunità dando veramente un primato alla nostra Regione, da questo punto di vista, fornendo un campo volo di assoluta qualità a un sistema regionale dei nostri Vigili del fuoco, a un sistema di controllo del nostro territorio decisamente blasonato rispetto ai reparti delle altre Regioni, ma al quali daremo un ulteriore segno di attenzione.
Come l'Assessore sa, e penso che abbia letto con attenzione la mia interpellanza, vado a riportare lo storico che cosa è capitato negli ultimi anni. Parliamo addirittura di attività che partono nel 2005, quando cito la nascita della società TNE. Ricordo soprattutto che TNE, in data 9 luglio 2019, aveva pubblicato nella sezione bandi e gare un avviso pubblico riguardante la ricerca di manifestazione d'interesse proprio per l'area Campo Volo di Collegno, un'area che, come sa bene l'Assessore, è di proprietà di TNE, che è così costituita: Finpiemonte Partecipazioni 48,86 Finanziaria Città di Torino 48,86%, FCA Partecipazioni 2,28 Dopo tutta una serie di ragionamenti e anche di approfondimenti, nel 2018 l'ex Direttore Generale dei Vigili del Fuoco avviò le fasi di studio per la realizzazione del nuovo Reparto Volo e solo dopo diversi mesi di studi di fattibilità, sia nel sedime aeroportuale Sandro Pertini sia nel territorio circostante, ha prodotto una relazione tecnica (n. 2816 del 20 febbraio 2019) con tre possibili soluzioni e a oggi si ha una reale conferma di fattibilità unicamente nell'ipotesi C, quindi della suddetta relazione tecnica, ossia la realizzazione all'interno dell'Aeroporto Aeritalia di Torino.
A gennaio 2020, si è tenuto un incontro cui hanno partecipato alcuni rappresentanti del Politecnico di Torino, della Direzione Regionale VVF alcuni rappresentanti delle organizzazioni sindacali e la TNE. In tale occasione, la società TNE ha offerto la sua totale apertura alla realizzazione del progetto, un progetto che sarebbe anche utilissimo Assessore, per i nostri corpi e per tutto il sistema degli antincendi boschivi. Tutte le organizzazioni sindacali regionali, che cito tutte nella completezza delle sigle, sono favorevoli al progetto.
Con la nota protocollo n. 22567 del 5 luglio 19 il Ministero dell'Interno (Dipartimento Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile) ritiene indispensabile, anche per i motivi indicati nella relazione, dotare il reparto Volo di Torino di una sede più ampia. Inoltre si precisa che i fondi necessari alla realizzazione del progetto ritenuto più idoneo saranno individuati negli stanziamenti del comma n. 1072 dell'articolo 1 della legge 205/17.
Valutato che - e vado alla conclusione, Presidente - alla luce di quanto valutato durante i vari incontri per la realizzazione del reparto Volo dei Vigili del fuoco all'interno del sedime aeroportuale Alitalia di Torino, il sedime potrebbe avere potenzialità anche per sviluppi futuri, in particolare, come dicevo prima Assessore, con le convenzioni e il dislocamento permanente di alcune aeromobili della flotta impiegata per l'operazione di spegnimento incendi.
Allora interpello - e mi auguro che questa Giunta dia un nuovo corso rispetto al fermarsi che a oggi abbiamo visto rispetto a una non presa in carico vera di questo problema da parte di chi l'ha preceduta, Assessore per sapere se questa Giunta approvi il progetto per la realizzazione del nuovo reparto Volo dei Vigili del fuoco Piemonte presso l'aeroporto Alitalia di Torino e se questa Giunta sta continuando un confronto con la Direzione regionale dei Vigili del fuoco, al fine di conoscere lo stato di avanzamento del progetto.
Sono due domande molto ampie che, però, dicono di un'attenzione che, a mio giudizio, dovremmo dare a queste persone che, oggettivamente, vanno ringraziate tutte le volte per quello che fanno e per come si espongono loro e i loro familiari, ai rischi. Occorre capire se vogliamo andare avanti su questo progetto.
Mi pare che il contesto narrato dalle persone che ho incontrato, e che fanno parte delle sigle sindacali dei Vigili del fuoco, sia un contesto favorevole.
Oggi serve una politica, e su questo, Assessore, che ho imparato a conoscerla come uomo del fare piuttosto che della parola (e questo le fa onore), acceleriamo - acceleriamo - perché, a mio giudizio, ci sono tutte le condizioni per dotarci di un reparto Volo di estrema eccellenza, che già lo è, ma, logisticamente e strutturalmente, un reparto Volo che potrebbe essere veramente un'eccellenza in una regione come la nostra che, sul tema incendi, sul tema dissesto idrogeologico e, purtroppo a volte, sulle varie catastrofi che sono accadute in questi anni, necessita di avere anche una logistica adeguata.
Pertanto mi auguro, Assessore, di trovare in lei un interlocutore attento.
Attendo la sua risposta e poi replicherò.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto a questa Presidenza di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore alle opere pubbliche

Sì, grazie, ma credo di metterci qualche secondo in meno.
La relazione fatta dal Consigliere Magliano è più puntuale di quella che avrei potuto fare io.
Voglio essere molto onesto: quest'argomento lo conosco perché, in una fase iniziale del mio mandato, avevo interloquito e ho un ottimo rapporto, non solo personale, ma anche istituzionale, con il Direttore regionale La Malfa dei Vigili del fuoco. Credo, e lo dico con rispetto istituzionale che sapete ho, in generale, con tutte le Istituzioni, che la pandemia e i meccanismi ampi e complessi dei vari Ministeri hanno un po' rallentato questa pratica.
Quando ho affrontato questo tema, mi sembrava in dirittura d'arrivo già all'inizio del 2020. Mi sembrava individuato e definito. Vorrei non dire troppo e di più rispetto anche agli ultimi colloqui che ho avuto con il Direttore La Malfa, perché credo che la soluzione possa davvero arrivare a breve, anche qui nel rispetto delle decisioni che dobbiamo prendere noi, ma che, come ha detto giustamente il collega Magliano, stanno sul nostro territorio (e penso a tante altre di cui abbiamo parlato in questo Consiglio, come l'Autorità regolatrice dei trasporti).
Noi dobbiamo essere politici attenti, soprattutto quando il riverbero di quelle azioni e il riflesso di quelle scelte incidono direttamente sulla vita dei nostri concittadini e sui servizi che diamo, ancora di più sui servizi che diamo in fase emergenziale, di cui siamo certamente leader in Italia rispetto al sistema degli antincendi boschivi e al sistema che coinvolge il nostro territorio in questo periodo dell'anno, su cui vogliamo essere e recitare ancora un ruolo.
Credo che, pur non dipendendo da noi questa scelta, debba essere da noi sollecitata, com'è stato fatto, e debba essere da noi monitorata e seguita.
Pertanto, chiedo anche al Consigliere Magliano, anche lui molto attento e molto sensibile, di sentirci, non solo in Consiglio, ma anche per le vie brevi, se ci sono altri suggerimenti che mi può dare.
Tuttavia, ho rassicurazioni che la Direzione regionale sta seguendo e credo arriverà a breve a una scelta che, penso, vada nel solco della logica. La logica è che il sito unico idoneo e migliore possa essere quello e che certamente è certificata l'esigenza e la necessità di ampliare la sede e averne una più idonea.
Tutto, quindi, depone a favore del racconto e della ricostruzione fatta dal Consigliere Magliano che, peraltro, è anche quella che era nell'aria già dai primi mesi del nostro mandato, quindi quella che, secondo noi, doveva anche essere conclusa prima, ma capita al Ministero, capita alla Direzione capita all'Assessore alle opere pubbliche che, purtroppo, i rallentamenti ci siano, anche se dovremmo limitarli al minimo.
Credo che fra qualche settimana, al più tardi mesi, potremmo essere contenti di una scelta che migliorerà la qualità del servizio per i cittadini, ma anche la sicurezza per tutti gli operatori che si dedicano al nostro territorio e che operano quotidianamente a servizio dei nostri Enti locali, delle nostre città, dei nostri Comuni e dei nostri abitanti.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.
Come recita il Regolamento, l'interpellante, il Consigliere Silvio Magliano, ha diritto di replica.
Prego, Consigliere; ne ha facoltà per cinque minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Mi permetto di ringraziare l'Assessore e fare due considerazioni.
La prima: TNE è, in parte, proprietà di una nostra partecipata. È vero che possiamo fare un'azione politica di moral suasion, ma noi siamo anche proprietari di TNE o, almeno, Regione Piemonte, attraverso una sua partecipata, è proprietaria di TNE e, come sa l'Assessore Gabusi, TNE spesso è stata al centro di tutta una serie di questioni rispetto alla sostenibilità o meno della società in quanto tale.
Pertanto, anche nell'ottica del buon padre di famiglia e del buon amministratore, dobbiamo fare in modo che le nostre società, che hanno proprietà di azioni di altre società, non si trovino ad avere perdite o meglio, le partecipazioni che abbiamo fruttino o, se non fruttano dal punto di vista economico finanziario, che almeno siano utili alla pubblica utilità, che è anche una responsabilità della politica.
La politica e le Istituzioni (chi ha fatto il Sindaco lo sa) spesso fanno azioni in perdita, ma perché è il valore di quello che viene fatto dal servizio pubblico, che è necessario che venga erogato, anche se non sostenibile dal punto di vista economico e dal punto di vista dell'efficientismo economicista. Da questo punto di vista, è una preoccupazione che ho.
D'altra parte, c'è il tema della politica, perché è evidente che è un rapporto tra Ministero dell'Interno e la Direzione regionale, ma è anche evidente che la nostra Istituzione può chiedere al Ministero di accelerare come può chiedere al Comando regionale dei Vigili del fuoco di far partire tutte le pratiche, anche perché abbiamo tutto (c'è anche lo studio di fattibilità).
Mi auguro, e lo dico senza polemiche, che sia stato un problema di COVID cioè che sia stato un problema legato al COVID, e non che ci sia stato un rallentamento o un raffreddamento. Può anche essere che i Direttori, quando devono fare scelte del genere, si prendano più tempo per ponderare e valutare le situazioni, ma mi auguro che questo progetto si realizzi, come mi hanno chiesto - lo dico con grande chiarezza in conclusione del mio intervento - i rappresentanti delle sigle sindacali. È bello vedere quando dei lavoratori spingono perché la loro realtà possa crescere ed evolversi e lo fanno con spirito di iniziativa e con spirito di affetto e di passione per il loro mestiere e per il prestigio della loro Istituzione. Istituzione che portano sulle loro divise.
Mi auguro che si chiuda a breve, mi auguro che sia l'Assessore Gabusi e questo nuovo Consiglio nella sua totalità a inaugurare, insieme con le Istituzioni dedicate, questo tipo di nuovo Campo Volo, perché sarebbe un bel segnale di attenzione.
È evidente: le Istituzioni interessate che devono decidere sono altre. Noi possiamo fare l'azione politica, noi possiamo chiedere con forza che venga sviluppato quanto prima questo progetto e, nello stesso tempo, fare attenzione alle nostre partecipazioni.
Non possiamo rallentare né fermarci in una fase come questa. Mi auguro che questo mio atto e la sollecitazione che ho fatto all'Assessore Gabusi possa permettere al Direttore regionale dei Vigili del fuoco e al Ministero dell'Interno di accelerare e non perdere altro tempo.
Se poi l'Assessore Gabusi vuole inviarmi la nota che ha letto oggi in Aula come fanno i suoi colleghi, lo ringrazio moltissimo.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per la replica.
Prima di chiudere la seduta, ricordo agli interroganti che il resoconto della seduta, che viene trasmesso via e-mail in visione a tutti i Consiglieri, è pubblicato integralmente in banca dati, dove è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi sia degli interroganti sia degli Assessori.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Grazie a tutti e a tutte. A breve il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale. Buon lavoro a tutti.



(Alle ore 10.18 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.29)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do il via allo streaming.
Comunico che, come stabilito in sede di Conferenza delle Presidenze dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante il collegamento in videoconferenza.
Per la gestione della seduta si replicano le disposizioni della deliberazione n. 185 dell'Ufficio di Presidenza.
Procederò all'appello nominale sia ai fini della conferma della presenza sia ai fini della votazione chiamando primi Gruppi maggioranze o poi i Gruppi di minoranza.
Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Ricca, Tronzano e Icardi.
Il numero legale è, pertanto, venticinque.
Procedo quindi all'appello nominale per l'indicazione dei partecipanti.
Chiamerò anche gli Assessori esterni all'esclusivo fine di consentire la rilevazione della loro presenza per il verbale.
Chiedo di mantenere attiva la telecamera e il proprio dispositivo e di rispondere all'appello in modo intelligibile e di confermare la presenza in chat.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Chiedo l'inserimento della proposta di legge n. 72, che era quella trattata in attrazione in Commissione alla proposta di legge n. 66, che era stata richiamata in Aula, al fine da poter continuare la discussione in maniera congiunta.
Ne approfitto per fare due ulteriori considerazioni. La prima è di metodo come suggerimento per il futuro: quando ci sono più proposte di legge in trattazione congiunta in Commissione e una di queste viene attratta, a mio avviso sarebbe una buona cosa avvisare contestualmente anche i primi firmatari delle PDL attratte, affinché possano scegliere, se ritengono, di attrarle alla discussione e di richiamare anch'esse, a loro volta, in Aula.
È vero che viene detto in Conferenza dei Capigruppo, però il giro è lungo e la catena del passaparola rischia poi di farci ricorre al richiamo in Aula e all'attrazione soltanto all'ultimo momento, come stiamo facendo ora.
La seconda considerazione, più di natura generale, è un'opzione di metodo che propongo all'Aula. Sulla proposta di legge n. 66, che era quella più complessa, sicuramente, e anche forse la più divisiva, si era comunque fatto un importante lavoro di rifinitura in un gruppo di lavoro che era durato il suo tempo e che ci aveva fatto pervenire a un testo di legge non condiviso da tutti su tutti i punti (lo dico interpretando anche il sentimento delle altre forze di opposizione), ma sicuramente con un grado di condivisione superiore, soprattutto molto diverso da quello presentato in partenza. Pertanto, perorerei la causa, se è possibile, di ritornare in Commissione anche solo per una seduta per poter "cristallizzare" il lavoro che noi abbiamo fatto in questi mesi nel gruppo di lavoro.
Poi - per carità! - se si vuole tornare in Aula, che si torni in Aula partendo però da quello nelle nostre discussioni, non da capo, altrimenti avremmo veramente buttato del tempo e ci troveremmo a dover recuperare tutte le questioni che pensavamo di avere ormai condiviso tra tutti quanti nel gruppo di lavoro.
Lo chiedo senza alcun intento dilatorio: fare almeno un passaggio in Commissione per fissare il punto rispetto al lavoro che avevamo svolto in questi mesi. Secondo me, è d'uopo. Anche perché ci consentirebbe soprattutto per chi vuole ancora proporre modifiche (questo vale per tutte le forze politiche dell'Aula) di ragionare più agevolmente sul testo condiviso e definitivo, come di districarci meglio fra gli emendamenti.
Diversamente, ci troveremmo inondati da tutti gli emendamenti necessari a riportare questo testo a coincidere con il testo finale del gruppo di lavoro, più gli emendamenti che, più o meno legittimamente, chiunque vorrà proporre perché non si trova ancora nella mediazione che si era raggiunta.
Se procediamo per livelli successivi di approssimazione, proverei almeno a bloccare quel lavoro che abbiamo fatto in questi mesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Io invece volevo sollevare una questione sempre sull'o.d.g. chiedendo di poter sospendere il Consiglio almeno per un'oretta, per poi riprenderlo successivamente.
Come tutti sanno, è stato convocato il Tavolo sulla trasparenza del nucleare; Tavolo cui i Consiglieri sono invitati.
In una condizione normale non avrei chiesto la sospensione del Consiglio.
Tuttavia, visto che il 26 gennaio è calendarizzato un Consiglio aperto proprio su quel tema, sarebbe particolare se i Consiglieri non potessero partecipare, almeno alla parte introduttiva dei lavori, sul tavolo della trasparenza indetto dalla Regione Piemonte sul nucleare. Considerato che è convocato per le ore 15, penso che possa essere utile riprendere il Consiglio successivamente (ci saranno comunque i question time), in modo da consentire ai Consiglieri di partecipare alla parte più rilevante dei lavori del tavolo sulla trasparenza, in maniera da attuare un'azione coerente rispetto a quello che andremo poi a discutere il 26 gennaio.
È pur vero che abbiamo deciso noi di convocare il Consiglio il 20 gennaio ma la comunicazione della convocazione del tavolo è stata fatta successivamente alla nostra richiesta di spostare il Consiglio. Per questo motivo, non eravamo nelle condizioni di decidere una data diversa del Consiglio, né disponevamo di informazioni sul tavolo del nucleare, che, a quanto ci è stato riferito, è stato spostato a mercoledì proprio pensando che non ci fosse Consiglio, proprio per dare la possibilità ai Consiglieri di potervi partecipare.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In realtà, chiedo anch'io, come i colleghi, un chiarimento sull'ordine dei lavori di oggi.
Faccio ovviamente anche mia la richiesta avanzata dal Consigliere Sacco, in quanto, come lei sa, ci siamo sentiti di prima mattina e mi sembrava giusto che almeno i Capigruppo e tutti i Consiglieri che sono stati invitati (credo quelli delle Commissioni competenti) al tavolo di trasparenza sul nucleare potessero ascoltarne almeno l'introduzione. Sarebbe, infatti assurdo non sapere niente dell'oggetto e convocare poi un Consiglio regionale aperto la prossima settimana sullo stesso tema, dovendoci far riassumere dall'Assessore Marnati i punti salienti magari in una Commissione. Quindi almeno per un'oretta, secondo me.
Se adesso l'Assessore prenderà la parola, ci potrà dire più o meno gli orari del Tavolo sulla trasparenza, ma ci piacerebbe almeno seguire quei lavori, ovviamente garantendo il massimo rispetto degli impegni assunti fra noi.
Vengo alla seconda considerazione, Presidente, visto che questa era già stata avanzata dal Movimento 5 Stelle.
Siamo d'accordo con quello che ha poc'anzi chiesto il Consigliere Valle. Le chiederei un'ulteriore cosa: come lei sa, c'è un punto all'ordine del giorno che prevede un nostro atto d'indirizzo sul tema dell'abbandono scolastico e sulle disuguaglianze nella didattica a distanza.
Mi piacerebbe stringere un accordo fra noi intanto per capire quando discutere degli atti d'indirizzo nella giornata odierna, magari fissando assieme un orario, per stabilire l'inizio di quella trattazione. Però le chiederei, sin da subito, la presenza degli Assessori competenti. Nel senso che, come lei sa, già la scorsa volta i nostri atti d'indirizzo erano stati rimandati perché dovevate chiedere un parere tecnico agli Uffici; cosa che come lei sa, in teoria non dovrebbe esistere, nel senso che è una cosa opportuna ma non necessaria.
Essendo che, tra l'altro, i nostri sono stati gli unici interrotti - non so se si ricorda il fatto - le chiedo già in anticipo di chiedere agli Assessori competenti di esserci. Il tema dell'abbandono scolastico è centrale - non so se ha letto i dati drammatici - e abbiamo dovuto nuovamente rimandare a questo lunedì l'inizio della scuola in presenza per il 50% dei ragazzi delle superiori, per cui questa vicenda continua ad andare avanti.
Pertanto, le chiederei, se possibile, di mettere un punto su quest'oggetto e di rendere per noi tutti possibile una discussione aperta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In realtà, voglio rinforzare le due richieste principali che abbiamo sentito finora, ovvero da una parte quella di tornare in Commissione con la proposta di legge n. 66, sulla quale la nostra posizione di forte opposizione è chiaramente nota. Ci siamo trovati al richiamo in Aula in modo improvviso, mentre sapevamo che si dovesse fare almeno una seduta di Commissione per analizzare gli esiti del tavolo di lavoro, sebbene questi esiti non siano condivisi da noi.
Allo stesso modo, rinforzo la richiesta presentata dal Consigliere Sacco di sospendere per almeno un'ora la seduta del Consiglio per partecipare ai lavori del Tavolo di trasparenza sul nucleare. Secondo me, utilizzeremmo anche meno di un'ora, perché l'ora di apertura del Consiglio è alle ore 15 ma è difficile che inizi puntuale, perché magari i question time sforano un po', per cui inizierebbe un po' più tardi.
Se avessimo a disposizione un'ora di tempo, dalle ore 15 alle ore 16 riusciremmo a sentire qualche relazione, proprio perché il 26 gennaio c'è un Consiglio aperto sul tema. Sarebbe un po' strano arrivare al Consiglio aperto - nel quale per definizione noi, oltre a parlare, dobbiamo soprattutto ascoltare gli altri - sapendone un pezzettino in meno perch oggi non abbiamo potuto partecipare al Tavolo di trasparenza, che è già importante normalmente, ma lo è ancor più in questo momento.
Pertanto, rinforzo e ribadisco la richiesta di poter partecipare almeno a una parte di questi lavori.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marin; ne ha facoltà.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Come primo firmatario della proposta di legge n. 66, sono disponibile a tornare, possibilmente già la prossima settimana, in Commissione, perch c'è la Commissione III e VI congiunta, per poi serenamente riprendere la discussione nel primo Consiglio utile successivo, ricalendarizzandola perché ormai tredici mesi sono passati e mi pare che sia giusto portarla.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Vedo calendarizzato all'o.d.g., come da mia richiesta, il mio atto d'indirizzo inerente alle azioni di contrasto alla dispersione scolastica.
Mi chiedevo per quale motivo la discussione non fosse accorpata con quella del Capogruppo Grimaldi, perché credo che l'oggetto sia lo stesso. Se si dovesse discutere l'atto d'indirizzo a firma Grimaldi, chiederei di attrarlo. Non so quale sia l'ordine, ma credo che la richiesta sia arrivata in contemporanea o poco prima.
Inoltre, torno a sollecitare una comunicazione sulla scuola, perché non siamo ancora riusciti ad avere una Commissione congiunta e la questione sta diventando un po' surreale, perché sono settimane che chiediamo un approfondimento, anche alla luce degli incontri che si sono avuti tra i Presidenti di Regione, il Ministro Speranza e il CTS. Avremmo piacere di avere un chiarimento in Aula, per comprendere la situazione e fare il punto rispetto ai dati che quotidianamente sono trasmessi al DIRMEI.
Se non è possibile oggi, chiedo che almeno ci sia la prossima settimana, ma ripresenterò la richiesta nella Conferenza dei Capigruppo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
È evidente che il tema che stiamo affrontando si occupa di una parte della nostra società che riveste un ruolo a mio giudizio fondamentale nelle modalità con le quali noi saremmo in grado di garantire il maggior sostegno possibile, ma anche, come dirò nel mio intervento, un cambio di mentalità un cambio di rotta e un cambio di passo su come noi andremo a riprogrammare tutto il comparto della terza età per i nostri piemontesi.
È evidente che questa Giunta cerchi,con questa legge, una modalità di ristoro per le numerose realtà profit e no profit della nostra Regione che si occupano di terza età, e voglia garantire questo ristoro per fornire in qualche modo un aiuto e un sostegno e per dare un segnale di vicinanza.
Nello stesso tempo, come abbiamo visto ieri in Commissione, si è voluto iniziare a dare un segnale di attenzione anche a tutto il mondo della domiciliarità. Non torno su quello che è stato ottimamente espresso dalla collega Canalis rispetto ai numeri e alle statistiche relative al personale interessato. Mi preme però segnalare oggettivamente la differenziazione che non possiamo non notare - perché è sotto gli occhi di tutti - tra la tipologia di soggetti che si occupano di queste persone.
Abbiamo alcuni colossi del mondo profit e poi una miriade di realtà nate dalla storia, dalla cultura e dalla tradizione cattolica e laica della nostra Regione (come le ex IPAB e tante altre realtà sul territorio), che come principio di umanità e di solidarietà, realizzavano strutture che accoglievano le persone alla fine del loro percorso di vita, nell'ultima parte del percorso di vita, in modo dignitoso, in modo assolutamente amorevole. Da queste tradizioni nasce tutto il comparto che oggi noi definiamo "RSA". Ci sono, poi, anche tutte quelle strutture che, come giustamente si ricordava, si occupano di disabilità, di psichiatria e di fragilità.
Certo è che noi abbiamo di fronte una sfida importante che non possiamo approcciare solo con questa dimensione. Oggettivamente, i dati demografici spaventerebbero chiunque. E mi preoccupa molto la non capacità di lettura di questi dati fino in fondo. Perché questi dati demografici e l'invecchiamento della popolazione portano a dover ripensare completamente il sistema socio-sanitario legato a queste tipologie di soggetti. E non possiamo che ripensarlo partendo proprio dalle famiglie di queste persone che necessitano di sostegno e di accoglienza.
Noi dovremo investire molto di più sulle famiglie - è questo, forse, il grande tema da affrontare - non solo come soggetti che pagano le rette e i servizi, ma anche come soggetti che potrebbero iniziare a fornire questi servizi o quantomeno avere voce in capitolo.
Questo spesso già capita, ma per la buona volontà delle famiglie, in collaborazione con le realtà che si occupano di domiciliarità.
È vero che abbiamo un problema legato a queste strutture, le RSA, dal punto di vista della convenzione,ma, anche qui, le regole del gioco dovranno essere riscritte.
Da tempo, anche gli operatori del settore chiedono una rivisitazione delle tariffe. Da tempo, si cercano soluzioni per rendere più sostenibile il sistema, sia per parte loro sia per parte nostra. Nello stesso tempo, le scelte che ha fatto quest'Amministrazione di non accettare nuovi convenzionamenti o di ridurne il numero, in parte a causa dell'emergenza COVID (per non dover ricorrere, poi, a questa forma di sostegno) sembrano di fatto, fragili e dettate, talvolta, dall'incapacità di una lettura completa dei dati di realtà.
Noi ci auguriamo che si apra in fretta una stagione di ripensamento partendo dai dati demografici e dai dati relativi all'invecchiamento della nostra popolazione. Pensiamo, infatti, che sia necessario pensare a un altro modello; un modello che metta al centro la persona e il nucleo familiare.
Come Gruppo dei Moderati, siamo molto preoccupati che una non corretta gestione di questo fenomeno rischi, oggettivamente, tra qualche anno, serie problematiche. Vista anche l'incapacità di pagare rette troppo esose da parte dei cittadini, e visto che questo numero di cittadini rischia di non avere pensioni adeguate o nuclei familiari attorno che possano compensare dal punto di vista economico le rette, si rischia di trovare strutture di serie A e strutture di serie B. E alcune strutture di serie B potrebbero avere alcuni connotati oggettivamente preoccupanti, se pensiamo a tutto il tema delle tariffe orarie e al tema delle prestazioni aore o a minuti (ormai siamo arrivati a questo!) rispetto alla pulizia o alla somministrazione del cibo all'anziano.
Il tema delle tariffe, a mio giudizio, per com'è pensato oggi, non è più all'altezza del fabbisogno di una popolazione che ha reso evidentemente grande la nostra Regione. Perché sono stati i nostri nonni ad aver fatto tanto per consegnarci un Piemonte che, di fatto, rappresenta ancora una delle Regioni italiane che ha grande capacità di lavoro e d'innovazione.
Questo lo dobbiamo alla loro storia! Pertanto, questa è una misura che, oggettivamente, la Giunta ha fatto per dare un segnale, poiché è stata sollecitata e tirata per la giacchetta da tutta una serie di attori sul territorio; ma dentro non ha una possibilità di cambiamento e di approccio al problema, se non a parole, com'è stato detto ieri in Commissione.
Invece, nei momenti di crisi, quando le istituzioni devono far fronte a difficoltà come quella che stiamo vivendo.
I momenti di crisi possono essere forieri di nuove visioni e di nuove possibilità di approccio sullo stesso tema. Ed è importante farlo oggi e nei prossimi mesi, perché ancora oggi c'è un tessuto familiare in grado di sostenere le persone e i nostri anziani, a volte anche tenendoli a casa.
Quando una famiglia decide di tenere queste persone a casa - parlo, quindi della domiciliarità - se lo Stato e le istituzioni non sono loro alleati in questa scelta, si rischia soltanto che questo tentativo di azione delle famiglie, proprio perché non sostenuto né aiutato dalle istituzioni, di fatto poi si vanifica. E anche le famiglie dopo un po' si rassegnano.
Pertanto, siamo critici su questo provvedimento, perché non tiene conto della totalità della partita in gioco, tiene conto di alcune giuste esigenze degli operatori e inizia a mettere qualche risorsa sulla domiciliarità ma, di fatto, arriva in modo tardivo rispetto a un problema che, come ha denunciato il collega Grimaldi, abbiamo più volte sottolineato.
Serve da subito - e questo noi, come forze di opposizione e minoranza in Consiglio regionale, lo diciamo da tempo - un tavolo per ripensare questa tipologia di servizi, ripensarla in ogni sua dimensione, coinvolgendo il maggior numero di realtà possibili, anche e soprattutto quelle del terzo settore, aprendo anche ad altre forme associative che sappiamo bene come mantengano oggi così importante questo settore. Penso al mondo del volontariato e alle realtà che fanno da agente collaterale e di ausilio al mondo che ruota attorno alle RSA. Spesso all'interno di queste strutture troviamo realtà associative che si mettono a disposizione degli ospiti.
Il nostro è un giudizio critico, perché s'interviene in modo tardivo e solo ed esclusivamente guardando l'elemento economico, senza mettere sul tavolo tutte le problematiche e tutte le questioni che in questo momento sono da prendere in considerazione.
Abbiamo avuto modo di audire le realtà che si stanno occupando di coloro che, purtroppo, hanno perso la vita all'interno di queste strutture. Anche su questo sarà oggettivamente importante riflettere, perché se vi saranno o verranno ravvisate responsabilità penali da parte di qualche struttura dovremo poi chiederci se ha avuto un senso ristorarle. Essendo di cultura giuridica, so bene che fino al terzo grado non possiamo impedire a costoro di fare richieste rispetto a questo né alla Regione Piemonte di erogare fondi, ci mancherebbe.
Tutto questo però ci dice che abbiamo veramente bisogno di una nuova programmazione, che non parta solo ed esclusivamente dal costo dei servizi con un approccio economicista - sappiamo benissimo dell'approccio economicista alla vita e alla fine vita nel Nord Europa,ma è una cosa che ci troverà sempre contrari - ma con un approccio che metta al centro la persona, i suoi bisogni e la famiglia della persona, in modo tale che l'ultima parte della vita non sia un peso né per la famiglia né per chi la sta affrontando né per l'istituzione, ma un'opportunità. Dev'essere un'opportunità che metta al centro l'idea di comunità e il tornare a essere comunità passa anche da tutto questo. Ritornare a costruire legami sociali forti parte anche da come noi andiamo a pensare quest'ultima parte della vita dei nostri piemontesi, cercando di fare rete il più possibile e di essere il meno attaccati possibile esclusivamente a un ragionamento di costi e di risorse da mettere sul campo.
Il mio ragionamento politico sarà forse un po' idealista, ma penso alla storia del nostro Piemonte, alla storia dei Santi sociali e dei grandi imprenditori del terzo settore, perché oggettivamente non possiamo che riconoscere oggi al terzo settore la capacità di fare impresa sociale senza dividersi o spartirsi gli utili o i profitti, ma reinvestendoli tutti affinché i servizi che loro erogano siano all'altezza delle piemontesi e dei piemontesi che vivono all'interno di queste strutture.
Questo era quello che volevo comunicare. Con alcuni Consiglieri di maggioranza ho anche parlato del tema della domiciliarità e mi pare che ci sia una disponibilità a fare un ragionamento, perché questo ci è chiesto ma, soprattutto, non possiamo far finta che i dati sull'invecchiamento non siano quelli che abbiamo davanti. Il Presidente dell'ISTAT ogni volta che parla di questo tema mette il nostro Paese in guardia. Abbiamo un problema di gestione legato alla vecchiaia, a come forniamo i servizi a questa parte di popolazione, ma abbiamo anche il problema della denatalità.
Mi auguro che in questi anni di legislatura si vogliano seriamente prendere in considerazione questi due problemi, altrimenti consegneremo, di fatto un Piemonte meno capace di rispondere a queste sfide e meno umano, perch se il problema è solo economico, alla fine rischiamo di dare servizi scarsi a persone che, invece, si meriterebbero il meglio, loro e le loro famiglie.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Un breve intervento per ringraziare della disponibilità il primo firmatario Consigliere Marin e per chiedere solo formalmente se dobbiamo aggiungere un punto all'o.d.g. di oggi per votare il ritorno in Aula di quella proposta di legge o se lo faremo la settimana prossima.
Noi siamo intervenuti sul tema della proposta di legge n. 66, ma ovviamente le richieste di tutti i Gruppi di opposizione fatte precedentemente hanno il vostro sostegno. Credo che la sospensione di un'ora per seguire i lavori del Tavolo sulla trasparenza nucleare non infici il piano di lavoro ipotizzato per oggi, visti anche gli emendamenti depositati e la programmazione che ci siamo dati.



PRESIDENTE

Ha chiesto nuovamente la parola il Consigliere Grimaldi. Per quale argomento?



GRIMALDI Marco

Per una precisazione.
Ovviamente ipotizzavo alle ore 18 la trattazione del mio ordine del giorno con le comunicazioni anche dell'Assessora, ma se ci fosse la disponibilità visto che lo chiediamo io e la Consigliera Frediani credo da giugno dello scorso anno, di fare un punto sulle disuguaglianze nella didattica a distanza, sul tema del rientro a scuola e, ovviamente, sulle novità, noi siamo disponibilissimi anche a farlo in mattinata, ma questo lo deciderà lei, come anche di trattare tutti gli ordini del giorni assieme, che tra l'altro è previsto dal Regolamento, alla fine delle comunicazioni della Presidenza, qualora si potesse, naturalmente.



PRESIDENTE

Sì, quello sicuramente.
Se non vi sono altre richieste, lascerei la parola all'Assessore Marnati.
Sul richiamo in Aula, per l'economia dei lavori, non lo metterei in votazione. Il Regolamento prevede che ci sia la votazione, però essendo all'unanimità, maggioranza e minoranza favorevoli a rimandare in Commissione la proposta di legge n. 66. Viene rimandata, dopo la richiesta della minoranza con l'avallo della maggioranza, da quello che ho capito altrimenti si può mettere in votazione, ma mi sembrava evidente che ci fosse la volontà di rimandarla.
Com'era stato richiesto anche dal Consigliere Valle, la proposta di legge n. 72 a sua firma era attratta d'ufficio alla n. 66, quindi era evidente che la trattazione in Aula delle proposte di legge n. 66 e n. 72 sarebbe avvenuta in concomitanza, però c'era stato un esplicito richiamo in Aula della n. 66 e nell'o.d.g. ed era stata inserita soltanto la n. 66, ma era evidente che in Aula si sarebbero trattate entrambe. Non è un problema: finita la Commissione, ci sarà l'inserimento nella prima riunione del Consiglio regionale utile nell'o.d.g. di entrambe le proposte di legge.
Per quanto riguarda la richiesta di comunicazioni, la Giunta è presente. Se c'è la disponibilità degli Assessori competenti per trattare gli argomenti richiesti, come da Regolamento si tratteranno gli ordini del giorno collegati, non solo quelli iscritti nell'attuale o.d.g., è evidente.
Se non vi sono altre questioni, al resto risponderei dopo.
Se l'Assessore Marnati è collegato e se vuole relazionare sulle richieste effettuate, può intervenire; prego.



MARNATI Marco, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Per quanto riguarda il tavolo straordinario (noi facciamo il tavolo sulla trasparenza nucleare almeno un paio di volte all'anno), in questo caso ho cercato di coinvolgere, in prima battuta, i Sindaci, soprattutto quelli di diritto, che sono coloro che fanno parte della CNAPI e coloro che già hanno, così come ben sapere, l'80% delle scorie su altri Comuni come Trino Vercellese, Saluggia.
Poi ci sono i sindacati che partecipano, insomma tutti quelli che sono di diritto nel Tavolo sulla trasparenza nucleare, con l'aggiunta di questi nuovi Sindaci, ma anche essendo in diretta streaming, l'incontro sarà registrato e sarà fruibile il video di presentazione. In questo caso, è il primo evento, ma ce ne saranno tanti altri, almeno uno o due al mese, di confronto e di metodo, in modo che si potrà rivedere esattamente quello che è stato fatto in streaming già anche questa sera, perché è registrato quindi chiunque potrà successivamente collegarsi sulla pagina FB della Regione Piemonte.
Ciononostante, voglio dirvi, per correttezza, che ho inviato l'invito ai Sindaci e anche ai Presidenti delle Commissioni III, IV e V (Presidenti e Vicepresidenti, perché sono coloro che credo abbiano più attinenza con la tematica del nucleare). La richiesta l'ho inviata il 12 gennaio protocollata dall'Ufficio di Gabinetto della Presidenza il 13 gennaio.
Probabilmente è arrivata un po' più tardi, forse, se ho capito bene, per via del protocollo, quindi è difficile per me posticipare questo evento.
Comunque, la presentazione sarà uguale, mi sembra, il 26 gennaio all'interno del Consiglio regionale dedicato a questo tema. Pertanto, ci sarà occasione sul video, ma sarà ripetuto esattamente da SOGIN durante il Consiglio regionale.
Inoltre, oggi non ci sarà dibattito, ma ci sarà la presentazione di SOGIN.
Ci saranno delle osservazioni scritte che potranno pervenire attraverso un modulo che abbiamo mandato a tutti i Sindaci, in modo tale che rimanga tutto scritto e che ci sia una documentazione cui noi potremo rispondere o comunque, che rimanga agli atti e che potrà essere rivista anche dai cittadini. Questa era la nota dovuta che dovevo riferirvi.



PRESIDENTE

Grazie.
Sulle richieste d'informativa, attendiamo la Giunta. Non appena ci saranno le condizioni, la Giunta è disponibile e possiamo lasciare lo spazio agli ordini del giorno collegati.
Sulla sospensione delle ore 15, mi sembra che siamo tutti d'accordo d'interrompere per un'ora (dalle 15 alle 16).
Ricordo che il Tavolo proposto dall'Assessore Marnati è riferito ai Presidente e ai membri delle Commissioni competenti e non ai Consiglieri regionali. Non so se il link di collegamento è stato inviato a tutti i Consiglieri regionali, però a quello penseranno gli Uffici dell'Assessorato, essendo un incontro sviluppato dalla Giunta.
Detto questo, possiamo proseguire con i lavori del Consiglio.
La proposta di legge n. 66 è rimandata in Commissione, come convenuto da tutti i Gruppi.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Icardi, Ricca e Tronzano.


Argomento:

b) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono a disposizione e visibili sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" i processi verbali relativi alle sedute del 10 dicembre 2020 e del 15 dicembre 2020.


Argomento: Gruppi consiliari

c) Variazione denominazione Gruppi consiliari-Gruppo Misto "Movimento 4 ottobre"


PRESIDENTE

Con deliberazione n. 4 dell'8 gennaio 2021, l'Ufficio di Presidenza ha preso atto che i Consiglieri Giorgio Bertola e Francesca Frediani aderiscono al Gruppo Misto, con la denominazione "Movimento 4 ottobre" qualificandosi quali Consiglieri di opposizione, a decorrere dal 1° gennaio 2021. Conseguentemente, alla stessa data, il Gruppo Movimento 5 Stelle passa da cinque a tre componenti. Hanno, inoltre, presentato espressa richiesta di partecipare alla Conferenza dei Presidenti e a tutti gli organi e organismi consiliari in cui sia prevista la presenza della rappresentanza per ogni Gruppo consiliare.


Argomento:

d) Assegnazione in fase referente


PRESIDENTE

È pervenuto il disegno di legge n. 129 sul bilancio di previsione finanziario 2021-2023, presentato dalla Giunta regionale il 7 gennaio 2021 e assegnato, per l'esame in sede referente, alla I Commissione in sede consultiva, alla II, III, IV, V, VI e VII Commissione dell'8 gennaio 2021.


Argomento:

e) Non impugnabilità


PRESIDENTE

Il Consiglio dei Ministri ha esaminato rispettivamente, in data 30 dicembre 2020 e in data 14 gennaio 2021, le seguenti leggi regionali e ha deliberato la non impugnabilità della legge n. 27 del 6 novembre 2020 "Valorizzazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico" e della legge n. 28 del 26 novembre 2020 "Modifiche alla legge regionale 5 agosto 2020, n. 19 'Disposizioni in ordine alla specificità montana della Provincia del Verbano Cusio Ossola e interventi a favore dei territori montani e delle province piemontesi".



PRESIDENTE

Con questo, si concludono le comunicazioni.
Se non vi sono richieste di intervento, proseguiamo con l'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Mi sembra non sia pervenuta, nelle comunicazioni, quello che il Presidente Cirio aveva ipotizzato in un Tavolo con i Capigruppo, con lei e con l'allora Amministratore delegato di FCA, di aggiornarci appena la fusione Stellantis sarebbe stata conclusa.
Le chiedo se è un suo errore o se il Presidente Cirio, alla fine, non ha mandato nessuna comunicazione in tal senso.
Grazie.



PRESIDENTE

No. Abbiamo verificato e non c'è nessuna comunicazione, da parte dalla Giunta, su incontri con FCA.
Se non vi sono altre richieste specifiche sulle comunicazioni, passerei al secondo punto all'o.d.g.


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Esame proposta di deliberazione n. 131, inerente a "Ratifica della DGR n. 2 2737 del 30 dicembre 2020. Indirizzi per l'utilizzo delle risorse trasferite alla Regione Piemonte, ai sensi dell'articolo 22 del decreto legislativo 30 novembre 2020, n. 157 Ulteriori misure urgenti connessi all'emergenza epidemiologica da COVID-19, individuazione categorie beneficiari, adozione ai sensi dell'articolo 57 dello Statuto"


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 131, di cui al punto 2) all'o.d.g.
In data 30 dicembre 2020, la Giunta regionale, per motivi urgenti, ha approvato la deliberazione 2-2737 del 2020.
Mediante l'assunzione dei poteri del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 1, dello Statuto e ai sensi dell'articolo 57, comma 2, dello Statuto regionale, la deliberazione, adottata con i poteri del Consiglio, dev'essere sottoposta al medesimo, per la ratifica, nella sua prima successiva seduta, da tenersi non oltre sessanta giorni.
Prima di dare la parola per l'illustrazione, ricordo che chi volesse intervenire può cominciare a prenotarsi sulla chat e, nel momento in cui avrà la parola, dovranno essere attivati telecamere e microfono.
Do ora la parola all'Assessore Poggio per l'illustrazione.
Prego, Assessore.



POGGIO Vittoria, Assessore al commercio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Questa deliberazione, che vuole avere la ratifica dell'Aula, è proprio in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 22 del disegno di legge n. 157 del 30 novembre 2020, che prevedeva e prevede una riduzione del debito a carico delle Regioni a Statuto ordinario, quindi un abbuono dei mutui in essere tra le Regioni e il MES, il Ministero dell'Economia e Finanza.
Era in scadenza nell'anno 2020, per cui la Giunta regionale ha deliberato un quadro generale, una delibera contenitore, per un totale di euro 20.568.026,32, che prevede quei ristori da assegnare alle categorie più soggette alle restrizioni e a tutte quelle limitazioni, che voi ben conoscete, a seguito dei DPCM e, soprattutto, dell'emergenza sanitaria.
Tale deliberazione, come previsto dall'articolo stesso, doveva essere assunta entro il 31 dicembre, pena il riversamento sul bilancio dello Stato. In via prudenziale, vista la particolarità dello Statuto della Regione Piemonte, che prevede che ogni volta che viene imputata la competenza generica al termine Regione si possa intendere anche Consiglio regionale, si è ritenuto di assumere la deliberazione e che passasse con la ratifica dal Consiglio, come previsto dall'articolo 57 dello Statuto.
Non tutte le Regioni hanno operato in questo modo, ma noi l'abbiamo voluto fare al fine, da un lato, di garantire massima certezza sulla regolarità della procedura e, dall'altro, di sottolineare una volontà politica di condividere questo provvedimento con quest'Aula.
Come ho già avuto modo di spiegare durante una Conferenza dei Capigruppo prima dell'interruzione natalizia, questa deliberazione non va a identificare puntualmente i beneficiari, ma individua una cornice all'interno della quale rientrano dei codici ATECO generali, che saranno successivamente approfonditi in Commissione, la Commissione di competenza al fine di definire l'ammontare del bonus di ciascuna categoria, rapportato ai ristori che il Governo concederà alle stesse categorie penalizzati. Sono ristori che al momento, da parte del Governo, non conosciamo ancora, in termini di quantificazione.
In ogni caso, sarà comunque possibile aggiungere altre categorie compatibilmente con quanto avremo a disposizione in termini di budget. La cosa importante che ha visto l'approvazione della Giunta era di bloccare in tempo le risorse e questa delibera approvata a fine dicembre ci ha permesso di farlo.
Come già detto, potremmo successivamente calibrare le singole erogazioni e in modo equo sulla base dei ristori nazionali. È inequivocabile che le categorie già indicate all'interno di questa delibera, che sono identificate come i beneficiari, sono quelle duramente colpite da tutte le limitazioni dell'operare delle stesse categorie economiche, ma anche le sospensioni. Basti pensare agli impianti di risalita, agli hotel montani oltre a tutto l'indotto del comparto montagna. Ma voi avete la delibera per cui potete anche considerare quelli che sono stati indicati come immediati beneficiari.
Non dimentichiamo, visto che se ne parla sempre meno, che anche i locali di spettacolo - penso alle discoteche e alle sale da ballo - chiusi durante il periodo di fine anno, quindi durante le feste, hanno subito in maniera pesante il mancato introito a causa della chiusura stessa e a causa di limitazioni alla veicolazione, di passaggi da un Comune all'altro o da una regione all'altra.
Concludo sottolineando che, all'interno della delibera, abbiamo anche individuato il soggetto cui affidare le risorse statali l'abbiamo individuato in Finpiemonte S.p.A. che, oltre ad essere una finanziaria della Regione, è anche un ente che ha delle piattaforme dedicate all'erogazione del bonus a fondo perduto. Una volta approvata, con la ratifica che quest'Aula andrà a porre, potremmo cominciare a lavorare insieme per una celere definizione di questi aiuti che, nonostante non siano mai abbastanza, daranno sicuramente una boccata d'ossigeno e soprattutto, la possibilità di una prospettiva a tante realtà economiche fortemente compromesse.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
È aperta la discussione generale.
Chiedo se ci sono Consiglieri che vogliono intervenire in discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; prego, ne ha facoltà per dieci minuti.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Accogliamo con favore l'arrivo di questo provvedimento, che mette a disposizione di un sistema fragile, come quello della montagna, risorse importanti e rese disponibili dall'intervento del Governo, in particolare come già richiamava l'Assessore prima, dal decreto legge n. 157 che assumendosi l'onere di restituire e di pagare al posto della Regione quote di finanziamento di debiti regionali, libera, per la Regione Piemonte, una cifra superiore a venti milioni di euro.
Un sistema fragile, come dicevo, perché ovviamente il Coronavirus ha colpito tutte le attività economiche che sono state sottoposte alle chiusure, ma ne abbiamo discusso a lungo in questi mese in occasione dei bonus e della discussione sui ristori. È evidente che il sistema montano presenta una peculiarità da questo punto di vista rispetto agli altri. Lo rappresenta, innanzitutto, per via dell'estremo legame che molte parti, non tutte a dire la verità, del comparto alpino piemontese hanno con il settore turistico. Settore turistico che è sicuramente legato allo sci su pista quindi agli impianti di risalita, ma non solo, e che quindi vive con particolare disagio il momento come quello attuale in cui sono impediti gli spostamenti, è impedita la possibilità di spostarsi da un Comune all'altro e, ovviamente, sono ridotte a lumicino le possibilità di spostarsi da altre nazioni.
Ovviamente in molte occasioni questo turismo vive grazie alla presenza degli impianti di risalita che, come sappiamo, di rinvio in rinvio, non è ancora stato possibile aprire. Ovviamente, questo ha messo in crisi tutto quello che è il comparto.
L'impianto di risalita è il centro di un sistema economico che si sviluppa per la maggior parte, esternamente agli impianti perché si sviluppa sulla ricettività, sul divertimento, sulla compravendita, sul noleggio, sui maestri. Tutto un settore che gravita intorno e che vive grazie alla presenza dell'impianto di risalita.
Come dicevo, il tema della montagna non è soltanto legato al turismo, in particolare a quello della neve, ma è un problema più ampio, perché ci sono anche parti del territorio montano che questo flusso lo intercettano molto poco o non lo intercettano affatto. La realtà è che il sistema montagna, al di là della crisi e dello stop del settore turistico, è un sistema fragile in ogni caso, perché vive dimensioni difficili, legate agli spostamenti legate alla collettività, legate alla dispersione su un territorio ampio e complicato e che vive di limitazioni legate al tempo, in particolare alla neve. Ragion per cui, per tutte queste ragioni, conosce un equilibrio estremamente fragile, legato anche a un progressivo spopolamento, sicché è evidente che un granello di polvere all'interno dell'ingranaggio pu mettere in difficoltà l'intero sistema economico.
La montagna non è solo turismo, non è solo sciare, ma è anche aziende camerieri, artigiani, ristoratori, piccoli negozi di vicinato, artigiani persone che hanno una vita normale, in un contesto difficile e che trovandosi in una situazione difficile proprio perché abitando lì assolvono anche un compito importante di presidio del territorio che può essere svolto solo dalle comunità locali, necessita del nostro sostegno e della nostra attenzione.
Rimarchiamo, da un primo punto di vista, l'importanza di prevedere questi ristori e apprezziamo l'idea che le risorse che il Governo ha reso disponibili, assumendosi la quota di pagamento di questi oneri finanziari vengano riversate sul sistema montano, che è sicuramente in grande sofferenza. Devo rilevare, al tempo stesso, che ci aspettiamo, una volta definito un ulteriore passaggio in Commissione, un'ulteriore discussione su come suddividere queste risorse fra tutte le categorie che la delibera individua, perché sono tante e sono diverse.
Individuarle non basta, evidentemente. Perché non possiamo, in una situazione come questa, pensare di dividere venti milioni (che comunque non saranno ancora sufficienti per ristorare tutte le perdite del settore) in maniera uguale tra diseguali. Diversamente, andremmo a creare soltanto ulteriori ingiustizie. E sarà molto difficile farlo, vista anche la diversità dei soggetti di cui si parla in delibera: alcuni sono liberi professionisti o imprenditori individuali (penso ai maestri di sci, alle guide o ad alcune tipologie di esercizi commerciali), altre invece sono grandi compagnie, che impiegano decine e decine di dipendenti (penso, ad esempio, agli impianti di risalita o ad alcune strutture alberghiere).
Perciò, per garantire un giudizio più o meno positivo, dal nostro punto di vista sarà cruciale l'analisi dei criteri e delle modalità con cui questi fondi saranno allocati.
Prima di allora, però, sottolineando comunque la positività della destinazione individuata e la provenienza delle risorse nazionali, il Gruppo del Partito Democratico esprimerà un voto di presenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Ho apprezzato l'analisi del Vicepresidente di Commissione Valle e l'attenzione che il sistema neve genera sul territorio, che giudico essenziale e fondamentale per il mantenimento del presidio in montagna e per la sussistenza delle attività lavorative nelle nostre valli.
Questo è un provvedimento che cerca di offrire una boccata di ossigeno a un sistema cui la Regione Piemonte deve guardare sempre con grandissima attenzione, legato agli impianti di risalita, ma soprattutto all'indotto.
Non mi stancherò mai di ricordare che per ogni euro che viene speso nell'acquisto di un biglietto presso una stazione sciistica, ne ricadono altri dieci su tutta una serie di categorie lavorative, che vanno dai ristoranti, agli alberghi, ai bar, alle agenzie di viaggio, a tutte le professioni turistiche che ruotano attorno (per prime, i maestri di sci) quel mondo di negozi commerciali che passano dall'affitto del materiale tecnico, al noleggio, alla vendita del materiale sportivo; non ultime le attività d'intrattenimento che ruotano attorno alla "vacanza sciistica".
Non dimentichiamo, inoltre, che in questo momento vi è un comparto particolarmente in crisi, che è quello delle agenzie di viaggio. Oggi dovremmo avere 4.000 persone - quindi 4.000 famiglie! - che lavorano grazie alle stazioni sciistiche, che in questo momento sono ferme, per cui sono a casa. Alcune sono stagionali, ma molte altre hanno un contratto a tempo indeterminato.
Il mondo della neve genera in Piemonte una ricaduta economica che si pu stimare in un miliardo di euro. Quest'anno questo miliardo di euro non ci sarà.
Bisogna anche considerare che i lavori eseguiti in una stazione sciistica sugli impianti (battipista, innevamento) non si limitano al periodo invernale. Ce ne sono alcuni eseguiti durante i mesi autunnali, che sono propedeutici alla stagione invernale che segue. Tutti questi lavori rappresentano dei costi; costi che verrebbero poi ristorati dall'attività dell'impresa neve, dalla società degli impianti con il lavoro degli impianti di risalita. Quest'anno, però, tutti questi lavori che sono stati eseguiti non verranno ristorati. A questo si aggiunge il mancato incasso e il mancato guadagno di attività che lavorano dodici mesi, quindi spendono per dodici mesi ma incassano per quattro.
Come diceva prima il collega Valle, quando andremo in Commissione a definire gli importi per ogni singola categoria che verrà ristorata quest'aspetto andrà tenuto molto bene a mente.
E quando lo dovremo fare? Quando avremo capito quanto il Governo intende stanziare, a sua volta, come ristoro per le stazioni sciistiche. Perch sulla base di questo potremo parametrare quello che sarà il nostro intervento.
Probabilmente, ci sono delle professioni turistiche che lavorano grazie al mondo della neve, i maestri di sci in primis. In Piemonte abbiamo più di 3.000 maestri che quest'anno non lavorano, 2.000 dei quali svolgono tale attività come impiego principale. Hanno già perso quello che era il momento d'oro della stagione, quello che va dall'8 dicembre, festa dell'Immacolata fino all'Epifania, che quota fra il 50% e il 60% della stagione.
Il Governo, dopo che aveva previsto la riapertura delle piste il 7 gennaio poi slittata al 18, adesso parla del 5 febbraio: insomma, vedere la sponda al di là dell'oceano diventa difficile! Verso queste categorie di lavoratori dobbiamo essere immediatamente pronti a intervenire con questi ristori, per il giusto sostegno.
Io, però, vorrei soffermarmi anche sul discorso sugli sci club. Gli sci club sono importanti, perché offrono ai nostri figli e ai nostri ragazzi un'occasione importante per praticare sport e, soprattutto, per avvicinarsi all'attività agonistica. Bisogna ristorarli per un principio base, che si basa sul fatto che lo sci è l'unico sport che paga per svolgere la propria attività: perché deve richiedere a dei privati, in questo caso i gestori degli impianti, degli spazi per allenarsi.
Tendenzialmente, gli altri sport usano i palazzetti di proprietà pubblica i cui prezzi di affitto sono poi calmierati con Comuni e Province. Invece in questo caso, i club pagano i gestori delle piste con un esborso annuale che quota fra i 400 e i 500 mila euro più IVA; situazione che quest'anno è peggiorata perché con il COVID le stazioni aperte sono pochissime e quindi i ragazzi iscritti agli sci club devono fare molti più chilometri.
Tra l'altro (lo spero, ma sono sicuro che così sarà), parliamo di un anno in cui presteremo tutti una grande attenzione ai risultati sportivi di una "figlia del nostro territorio", che mi onoro di aver la sponsorizzata quando fece il suo debutto fra i professionisti, la borgarina Marta Bassino, di Cuneo, che si sta avviando a vincere la Coppa del Mondo di slalom gigante. I risultati ottenuti finora, con le tre straordinarie vittorie, lo stanno confermando, portando un'immagine positiva al nostro territorio e quindi anche - mi aggancio a quello che dicevo prima all'attività degli sci club.
Teniamo conto che in questo momento abbiamo il settore del turismo, degli alberghi, dei ristoranti, dei bar, delle case per le ferie e delle agenzie di viaggio totalmente fermo. Avrebbero lavorato a pieno regime, mentre in questo momento sono totalmente fermi, proprio perché è fermo il sistema del turismo invernale, tra l'altro, con delle prospettive che non sono rosee.
Infatti, avremo probabilmente non prima del 2022-2023 - così dicono gli addetti ai lavori - un ritorno graduale dei mercati americani e asiatici. E dobbiamo sperare nel prossimo anno, dall'inizio del 2022, di cominciare a intravedere il mercato inglese, francese e tedesco, che sono i fruitori base delle nostre montagne, tenendo anche conto che abbiamo tutte le flotte aeree che in questo momento sono a terra. Al momento, le proiezioni non sono sicuramente luminose.
Questo intervento abbraccia anche il mondo delle discoteche. Non più tardi di martedì scorso ho incontrato la Presidente regionale della categoria Federica Toselli, che mi ha palesato che, su circa 300 aziende, undici hanno già consegnato i libri in tribunale, quindi non apriranno più.
Iniziamo a vedere questa ecatombe delle nostre aziende.
Pertanto, voteremo questo provvedimento con la massima convinzione rimandando poi alla definizione di ogni singola voce di finanziamento alla Commissione, ma una volta che avremo visto cosa il Governo metterà a sua volta in campo per queste categorie essenziali al nostro prodotto interno lordo, all'occupazione e al turismo del Piemonte e del Nord Ovest dell'Italia.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, presidente.
Intanto ringrazio l'Assessora Poggio per l'impostazione data a tutta la trattazione del provvedimento e anche alla condivisione delle categorie in modo prioritario, quindi dall'approvazione di questo documento in Consiglio regionale alle successive definizioni in Commissione delle ripartizioni delle risorse. Come diceva bene, sono delle risorse nazionali stabilite dal decreto legge n. 157 per il finanziamento delle quote capitali dei debiti finanziari in scadenza nell'anno 2020 per la Regione Piemonte, che ammontano a circa 20,5 milioni di euro.
Sempre all'interno del decreto è stato definito che queste risorse sarebbero destinate al ristoro delle principali categorie colpite dall'emergenza e non che ci sia chi merita una via preferenziale, anche se è innegabile che ci siano delle categorie che hanno subito delle problematiche maggiori rispetto alle altre. È proprio il caso del comparto neve della Regione Piemonte. Di conseguenza, è piuttosto naturale che la scelta della Regione Piemonte ricada su questo settore che sta vivendo tuttora la crisi dovuta all'emergenza epidemiologica, per cui ben venga la definizione di un provvedimento specifico proprio sul tema della montagna.
È chiaro che tutte le azioni di ristoro devono essere coordinate con le azioni di governo, proprio per cercare di evitare sia di escludere determinate categorie, sia perché si deve applicare un principio di equità.
Come sottolineava bene il Consigliere Valle, ci sono diverse tipologie di lavoratori all'interno del settore neve. Si parla di grandi impianti, ma si parla anche di partite IVA, di autonomi e di collaboratori. È un settore piuttosto frammentato. Mi ricorda un po' quello dello sport tradizionale che anch'esso sta subendo enormi disagi per la crisi.
L'altro giorno ho partecipato a una manifestazione dei collaboratori, dei lavoratori e delle lavoratrici del mondo dello sport. Devo dire che effettivamente, dopo quasi un anno - perché si tratta ormai quasi di un anno di chiusura - gli effetti iniziano a farsi sentire. Ed è proprio questa la sfida che devono affrontare, a mio avviso, le Istituzioni cercando di dialogare il più possibile e lasciando le polemiche da parte coordinandosi sui singoli interventi, perché si tratta di comparti che prevedono al loro interno delle risorse umane e tantissime tipologie di contratti di lavoro. Per questo si rischia a volte, non per volontà ma per sbaglio e anche per via delle normative che sono stringenti su determinati settori, di creare figli e figliastri. Questo non dovrebbe accadere.
Per questo ho apprezzato molto la ratio dell'Assessora Poggio, che ci sta invitando a collaborare. Ho letto le categorie all'interno del documento e immagino che in Commissione si andranno poi a definire a seguito degli interventi di governo, per quanto riguarda gli importi e le categorie. Per immagino che, comunque, il contenuto di questa delibera non cambi quelli che sono effettivamente i beneficiari, cioè penso che nessuna delle categorie presenti a livello di questo documento verrà esclusa dopo l'approvazione. È stato, infatti, detto che è stato definito un contenitore generico, però mi premeva sapere se tutte le categorie contenute all'interno prenderanno, chi in misura maggiore chi in misura minore, un bonus a prescindere dagli interventi nazionali.
Pertanto, vorrei sapere, a prescindere dalla ripartizione che sarà fatta in Commissione, se verranno toccate tutte le categorie o se si potrà decidere in un secondo luogo di escluderne qualcuna, perché questo sarebbe sbagliato. È proprio questo il problema che affrontiamo con i singoli provvedimenti. C'è stato anche il periodo in cui con il "Riparti Piemonte" sono state fatte delle scelte a livello regionale e altre a livello nazionale. Certe categorie sono state toccate da più bonus, altre meno però penso che l'importante sia il coordinarsi.
Se posso riportare un episodio infelice, mi sento di farlo perch ricollegandomi alla questione della manifestazione avvenuta in piazza Castello con le categorie dello sport, ho letto una dichiarazione davvero infelice da parte del Presidente Cirio. Non penso che sia quello l'approccio giusto nei confronti dell'emergenza e delle categorie che chiedono un aiuto e un sostegno in questo momento. È stato detto che il Governo si è dimenticato dei lavoratori dello sport e mi sento di smentirlo con forza, perché i ristori sono arrivati a tutte le categorie. Come dicevo prima, si tratta di un mondo frammentato. Se pensiamo al comparto della montagna e al comparto degli sport tradizionali, non quelli legati alla montagna, c'è un mondo, ci sono tantissime figure professionali. Proprio queste saranno oggetto di una riforma dello sport, che andrà a intervenire soprattutto sui contratti e sui lavoratori.
Pertanto, è facile che ci siano problematiche nel momento in cui si devono erogare o si devono coordinare gli stanziamenti dei fondi. È però insensato dire che il Governo non ha fatto nulla e che si devono battere i pugni sul tavolo, quando invece la consapevolezza dei problemi c'è e le risorse sono state messe in campo. Forse ci sarebbe voluta proprio quella coordinazione che invece oggi l'Assessore Poggio, con senso di responsabilità, sta cercando di porre all'attenzione del Consiglio.
Invito tutti ad agire in questo modo e a cercare di polemizzare il meno possibile, perché le risorse ci sono anche se, a volte, non sono nemmeno tante, però bisogna cercare di destinarle nel modo migliore, però cerchiamo veramente di non soffiare sul fuoco, perché questo mi viene da dire, e di affrontare la questione in modo professionale e anche con spirito di unità.
Le categorie soffrono e non meritano di assistere a divisioni o a polemiche interne ai partiti sui ristori.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marin.



MARIN Valter

Grazie, Presidente.
Non vorrei ripetere quanto hanno già effettivamente detto i colleghi, per credo che non ci sia nessuna industria, perché qui parliamo di industria della neve, che dall'8 marzo scorso è totalmente ferma e ora, con l'ultimo DPCM, si parla di apertura il 15 febbraio. Lo auspichiamo, ma non è detto.
Un mondo, un'industria che non è che un DPCM, in ventiquattr'ore, riattivi perché c'è tutto una logistica di preparazione delle piste e di sistemi legati al mondo dell'impiantistica che richiede settimane di tempo.
Ben venga il provvedimento e ringrazio l'Assessore Poggio, anche per come l'ha posto. Diventa indifferibile e urgente riuscire ad approvare questo provvedimento che, tra l'altro, aggiungo, coinvolge molte categorie di cui c'è tutto un comparto sconosciuto, che sono i lavoratori stagionali, privi di tutele, perché non sono stati assunti all'inizio della stagione invernale, che era chiusa. Pareva che si attendesse eventualmente il provvedimento del 7 gennaio, quindi poteva essere un'ulteriore opportunità che non si è aperta.
Si tratta di gente che lavora esclusivamente durante la stagione invernale quindi non hanno né cassa integrazione né tutele. Probabilmente, credo che sia in assoluto l'industria più dimenticata in questi momenti dai vari ristori.
Ringrazio l'Assessore. Si proceda rapidamente e poi in Commissione si entrerà ancora di più nel dettaglio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Riva Vercellotti.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Rinnovo anch'io il ringraziamento all'Assessore Poggio per la possibilità di avere toccato un tema così importante per l'economia piemontese e la vita di tante famiglie, un comparto che vive di sport di montagna, che vive delle attività sciistiche. Sono attività che non durano tutto l'anno, ma attività stagionali, come diceva poc'anzi il collega Marin.
Ringrazio perché ha raccolto alcune sollecitazioni che il nostro Gruppo ha fatto in queste ultime settimane, per far fronte a una situazione drammatica che il Governo probabilmente poteva gestire in mondo diverso. Da sempre sostengo e ritengo che lo sci, con regole chiare e decise, poteva tranquillamente essere aperto; l'importante, appunto, è mettere delle regole assolutamente chiare. È uno sport come tanti altri che si può fare all'aperto. Il problema delle telecabine poteva essere gestito tranquillamente con le regole che si stanno applicando in altri paesi europei.
Penso sia bene che la Regione svolga il suo ruolo per cui, Assessore l'invito è solo duplice: sarà certamente oggetto di discussione anche in Commissione, ma il primo obiettivo è quello che diceva adesso il collega Marin, essere veloci e rapidi. La gente se l'aspetta e, così com'è stato fatto con i bonus assegnati nella scorsa primavera, dobbiamo fare altrettanto, quindi convocare velocemente la Commissione e la Giunta deve deliberare il più rapidamente possibile.
Solo un accenno a un criterio della delibera sul quale invito a riflettere con attenzione, per evitare che qualcuno si trovi un po' più sfortunato rispetto ad altri. Mi riferisco a un'attività presente dalle mie parti presso il Comune di Sospello, che si trova a un'altitudine molto bassa, ma nel cui territorio vi è una località sciistica, l'Alpe di Mera, a un'altitudine maggiore, dove si trovano tutte le attività che fanno riferimento al mondo dello sci. Facciamo solo attenzione che il tema dell'altimetria si colleghi con il luogo fisico dove si esercita l'attività sportiva e sciistica, con tutte le attività dei maestri, delle guide, delle attività di ristorazione, degli alberghi che si rifanno a questo mondo.
Chiudo ringraziando ancora, perché con questo provvedimento la Regione non lascia da sole persone che, ogni anno, contribuiscono alla vita e al progresso economico della nostra regione, che ha nella montagna uno degli elementi più importanti e più rilevanti della sua economia.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Ruzzola.



RUZZOLA Paolo

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo per sostenere ancora due elementi, quindi cercherò di non ripetere quanto è già stato detto dai miei colleghi, ma intendo sottolineare in modo particolare due aspetti.
Il primo è quello della capacità (per questo lo ringrazio) dell'Assessore per aver elaborato e proposto un atto che, come abbiamo potuto sentire prima dalle parole del Consigliere Valle e dalla Consigliera Disabato, è ampiamente condiviso. Oggi noi dimostriamo, come Consiglio regionale, di saper far fronte e di proporre un provvedimento che va a beneficio di quei lavoratori e di quelle lavoratrici del mondo e del comparto della montagna e dello sci. Riusciamo a proporre un documento condiviso, nel giusto modo con cui operare per dare le risposte ai territori.
Quello che intendo sottolineare è che questo è un ulteriore atto che si va ad aggiungere ai numerosi atti che già noi, come Regione Piemonte, abbiamo messo in atto ormai da svariati mesi, con i vari ristori, per sostenere tutte le categorie, quindi tutti quei ristori che abbiamo fatto per sostenere le categorie in senso ampio delle partite IVA, degli artigiani dei commercianti, dei ristoratori, del settore della cultura, di quelli che stiamo mettendo in atto per sostenere la parte del .



(Audio mancante o non comprensibile)



RUZZOLA Paolo

Credo sia importante sottolineare questo perché noi, complessivamente ormai come Regione Piemonte abbiamo superato i 150 milioni di euro messi a disposizione per i ristori, ma credo che a conti fatti, approvati anche gli altri provvedimenti, saremo una Regione che si sta avvicinando ai 200 milioni di euro messi a disposizione di tutte le varie categorie che purtroppo, la pandemia ha messo in ginocchio, sotto l'aspetto economico.
Siamo altrettanto consapevoli che non sono sufficienti, nonostante che la Regione Piemonte stia mettendo a disposizione tutte le risorse che abbiamo non solo in modo diretto, ma anche in modo indiretto. Siamo andati a prendere anche da quello che era la nostra finanziaria, perché sono le nostre partecipate.
È ovviamente indispensabile, com'è stato ricordato, che il Governo faccia la sua parte, anch'esso a 360 gradi, nei confronti .



(Audio mancante o non comprensibile)



RUZZOLA Paolo

È un appello che faccio, a partire dai doverosi ristori che stiamo ancora attendendo, per sostenere il mondo della sanità e quant'altro, per un lavoro congiunto, per un lavoro che vada a sostegno di tutti quei settori che sono in grande sofferenza.
In questo caso, abbiamo fatto un atto ampiamente condiviso, quindi ancora grazie all'Assessore. Questo è il modo giusto di continuare a lavoratore. È un modo con cui auspico potremmo andare ancora di più incontro a tutte quelle categorie che hanno bisogno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Anche noi, come Gruppo, prendiamo atto della bontà del provvedimento soprattutto della capacità di provare a trovare soluzioni, in questo caso utilizzando al meglio il Regolamento, che mettano innanzitutto la nostra Regione in una posizione di ascolto e di attenzione verso quelle categorie danneggiate da questa crisi pandemica.
È evidente che, se noi possiamo utilizzare queste risorse, lo dobbiamo anche a una scelta del Governo, rispetto al calcolo che viene fatto, quindi a una riparametrazione degli interessi di esposizione finanziaria.
Pertanto, va bene che ci sia un lavoro comune e mi auguro anch'io che quanto prima, si trovino le chiarezze di cui necessitiamo rispetto a dove interverrà il Governo, in modo tale da non creare doppioni o intervenire su quelle categorie che in questo momento non sono ancora state ristorate.
C'è un grande tema legato a tutto il mondo dello sport, in questo caso lo sport dilettantistico, ma che riguarda in generale tutte le professioni sportive (e l'abbiamo visto l'altro giorno in piazza Castello, sotto il Palazzo della Regione). Tutte le professioni sportive portano con loro una fragilità, dal punto vista contrattuale e giuslavoristico, quindi su questo, in questa fase, giustamente ci occupiamo del tema dei ristori, ma prima o poi, sia a livello nazionale sia a livello regionale, dovremo fare una riflessione su come delle professioni, che un tempo venivano considerate hobby o secondi lavori, oggi rappresentano vere e proprie professionalità, con tanto di titoli di studio universitari e master di perfezionamento anche nel mondo sportivo, che quindi dovrebbero trovare dal punto di vista giuslavoristico, un inquadramento di maggiori tutele.
Questo penso sia necessario affrontarlo quanto prima, oltre alla tipologia delle fattispecie giuridiche, all'interno delle quali vanno sviluppate tutte le attività sportive, perché anche su questo ci sono diverse configurazioni di attività molto simili, ma che in base alla configurazione giuridica vanno a trovare leggi di riferimento diverse, che in alcuni casi rappresentano oggettivamente un nocumento, dal punto di vista della possibilità di appostamento dei ricavi, rispetto ai bilanci delle varie attività, e in altri casi delle condizioni di maggior favore. Anche su questo, insomma, occorre ragionare.
Tornando sul tema, come diceva uno dei colleghi che mi ha preceduto, il Consigliere Bongioanni, è evidente che, rispetto a ogni euro speso sul mondo sportivo, riguardo all'indotto legato alle case vacanze, ma non solo a tutta la parte del comparto del mondo della neve della nostra regione dobbiamo fare una grande riflessione.
Sono luoghi frequentati da sportivi, da famiglie e da persone anziane, come luogo di ristoro e di tranquillità. C'è tutto il mondo della ristorazione del noleggio e della vendita. Ci sono delle microcomunità economiche che fortunatamente, non si accendono solo durante l'inverno, perché gli imprenditori e i popoli delle montagne sono stati in grado di diventare appetibili per quasi tutte le stagioni dell'anno, per ogni tempo, cercando di proporre attività sportive, attività culturali e attività turistiche di diverso tenore, ma è evidente che massimizzano durante il periodo invernale.
Mi auguro che l'interlocuzione con il Governo, da parte della Giunta, sia veloce, sia puntuale e che il Governo sia in grado di darci le certezze affinché le misure e le risorse che metteremo in campo vadano a soddisfare tutti gli attori di questo comparto.
Mi pare che su questo, anche dagli interventi degli altri colleghi, ci sia un'attenzione unanime su come bisogna dare attenzione, ristoro, forza e vicinanza a un settore del nostro Piemonte che, evidentemente, ci rappresenta più di tanti altri, rispetto a quello che noi siamo in grado di proporre ai turisti, ma anche di raccontare delle nostre terre e delle nostre valli, sapendo che dalle Olimpiadi in poi siamo riusciti a crescere anche dal punto di vista del posizionamento, a livello nazionale.
Pertanto, bene un'operazione di questo tipo. Vigiliamo e cerchiamo di far sì che si possa definire quanto prima - quanto prima - una definizione più precisa e puntuale del dove allocare le risorse e di farle pervenire affinché questo mondo e il suo indotto non si sentano abbandonati dalla nostra Istituzione.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Brevemente. Mi associo alle considerazioni fatte dai colleghi in precedenza, ma in particolare ne sottolineo due.
Intanto, a mio avviso, un ottimo esempio di buona politica che l'Assessore ha saputo mettere in campo, in questo periodo di riflessione che abbiamo fatto come opposizione e come maggioranza sul tema. L'ho apprezzato e ho apprezzato il modo in cui ha condiviso i ragionamenti. Devo anche dire, ed è una cosa non sempre diffusissima nella nostra categoria e nella storia non solo recente, politica, che ha mostrato una sufficiente dose di umiltà nell'accogliere le sollecitazioni e nel rimanere aperta, con spirito direi inclusivo rispetto agli interlocutori, durante tutto questo periodo di riflessione comune.
Il secondo aspetto rilevante è legato al fatto che un sostegno al comparto della montagna e dello sci che, com'è stato già detto, è in grande sofferenza, ha anche a che fare con una dimensione identitaria della nostra regione, dove abbiamo una buona parte del suolo e una buona parte dell'economia legata alla montagna. Molti di noi la amano, molti di noi la frequentano, quindi non c'è solamente un elemento legato alla solidarietà con categorie in difficoltà, ma c'è anche un elemento legato a chi siamo noi e a qual è il sistema di valori che contraddistingue il nostro territorio e quindi anche le persone che vi abitano. È un po' come se attraverso questo, noi sostenessimo non solo la nostra identità, ma anche la nostra storia.
Altro elemento rilevante è legato al fatto che la montagna e questi comparti sono moltiplicatori, dal punto di vista economico, di diversi aspetti perché, com'è stato già detto, non solo ci sono diverse categorie che ci lavorano, e sono state già richiamate, ma lo sci e l'esercizio sportivo, sia a livello agonistico sia a livello amatoriale, hanno tra i cittadini delle ricadute sulla salute e sull'educazione all'attenzione alla propria salute e al proprio corpo.
Rifletto spesso sul fatto che la passione della pratica degli sport alpini abbia una ricaduta, se vogliamo, anche sulle condizioni sanitarie di una popolazione, perché è chiaro che una persona che conduce una vita sana e che ha delle attività sportive che gli consentono di mantenere la salute ha anche, da un punto di vista dell'impegno economico-sanitario, una ricaduta positiva. Non c'è solo l'elemento del lavoro, non c'è solo l'elemento della salute, ma c'è anche l'elemento turistico, che è un altro moltiplicatore di economia, è elemento di richiamo.
Chiudo il mio intervento richiamando ciò che ha già ricordato il Capogruppo di Fratelli d'Italia: è chiaro che il fenomeno, come quello cui al momento abbiamo la fortuna di assistere, della sciatrice Bassino ha una ricaduta in visibilità e in richiamo da tanti punti di vista per il nostro territorio che difficilmente sarebbe stata possibile se questo comparto non avesse funzionato bene, non avesse potuto vivere e continuare a promuovere le capacità di talenti che poi, gratuitamente, restituiscono al territorio in visibilità e in capacità di richiamo economico che è, per certi versi incalcolabile.
Ringrazio l'Assessora per il lavoro, mi unisco anch'io alle considerazioni positive su quanto svolto e spero che questo esempio, da tutti i punti di vista, venga riportato anche in altri ambiti e in altri Assessorati.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Intanto, ovviamente, anch'io ringrazio l'Assessora Poggio per i toni, le modalità e per le cose che ha detto. Essendo stato riconosciuto da tutti i colleghi, mi pare che questo fa la differenza nei provvedimenti. Tuttavia vorrei mettere un dito nella piaga.
L'impostazione di questa delibera è chiara, in quanto i soggetti beneficiari sono una categoria importante, che sta al centro della crisi soprattutto quella più invernale, di questa seconda ondata. Parliamo dei soggetti gestori degli impianti di risalita, ma anche degli esercizi a esso collegati, ma, come vedete, lì dentro ci sono anche altri esercizi, come quelli commerciali di vendita al dettaglio, quelli di noleggio o leasing.
Vediamo di nuovo il tema delle attività di ristorazione mobile, vediamo i club sportivi iscritti alla FISI, vediamo le guide alpine e vediamo altre attività ricreative e di divertimento.
Che cosa vi voglio dire? Intanto dobbiamo capirci, perché questa delibera parla di ristori.
Il termine "ristoro" vuol dire, di per sé, il fatto che a delle mancate entrate diamo delle risorse, chiamiamoli bonus, così come viene citato nella delibera. Tant'è vero che, se andate a leggere la delibera, a un certo punto si spiega che tutto deriva dal cosiddetto "Bonus Piemonte" quello una tantum. Peccato che il cosiddetto "Bonus Piemonte" venga dato in investimenti e quindi la definizione ristoro genera una dispercezione genera un fraintendimento, in quanto quelle categorie non possono prendere le risorse come ristoro, ma le possono prendere per investimenti utili a contenere la pandemia. Tant'è vero che nel nostro emendamento noi presentiamo un codice ATECO molto importante, che è quello dell'editoria ma soprattutto delle edicole.
Perché parlo delle edicole? Come sapete, le edicole sono state aperte per tutto il lockdown. Ovviamente hanno avuto un calo enorme di fatturato tant'è vero che continuano a ricordarci che in tutta Italia hanno avuto dei bonus o dei ristori, perché mediamente - non so se lo sapete - non solo in Italia, ma nel nostro territorio piemontese, chiudono in media tre o quattro edicole al giorno. Senza queste misure urgenti di cui vi sto parlando, si rischia davvero che un settore, che già sta cercando di ripensarsi in mille modi, chiuda.
Voglio farvi capire anche la contraddizione, cioè se sono soldi che vengono utilizzati come il "Bonus Piemonte" - è questo che viene anche citato nella delibera - allora sono soldi d'investimento utili alla pandemia. Poiché le edicole hanno dovuto aprire più degli altri e hanno avuto la necessità di fare quegli investimenti urgenti, non si capisce perché le abbiamo escluse.
D'altra parte, se parliamo di ristori, possiamo invece escluderle e non metterle insieme con altre categorie.
Vi chiederei - poiché so già che l'intendimento della Giunta è di parlare di questo nostro emendamento in seguito - di chiarire bene la definizione e la copertura delle risorse, precisando come mai queste sono in spesa corrente e vengono utilizzate come ristori, a differenza dei bonus, anche se citiamo i bonus come legge centrale per continuare a erogare queste risorse.
Spero di essere stato chiaro. Su questo punto vorremmo un'interlocuzione con la Giunta.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Se per lei va bene, terrò il video disattivato: mi scuso, ma sento un po' a scatti e temo che la connessione oggi non sia particolarmente stabile.
Mi unisco all'apprezzamento per lo stile dell'Assessore, che ormai abbiamo imparato a conoscere come persona certamente disponibile al confronto e all'ascolto, ma anche impegnata nelle attività che svolge. Da questo punto di vista, riconosciamo assolutamente il grande impegno e il lavoro fatto dall'Assessore in questi mesi, non solo relativamente a questo tema.
L'apprezzamento per il provvedimento ovviamente c'è, perché siamo consapevoli del fatto che il sistema montano e tutto quello che ruota in particolare intorno al mondo dello sci sia un sistema importantissimo per la nostra economia.
D'altra parte, vorremmo ricordare in questa sede, anche se lo facciamo spesso anche in altre sedi, che la montagna non è solo "sci" e non è neanche solo "indotto dello sci": bisognerebbe ricordarsi della montagna anche quando affrontiamo altri temi, in particolar modo quelli legati ai servizi che devono essere garantiti per far sì che quel territorio non viva solamente di quei pochi mesi che offrono attività ai turisti e alle persone che hanno le seconde case.
Se vogliamo mantenere la vita in montagna, bisogna far sì che l'ambiente sia vivibile tutto l'anno e, soprattutto, sia realmente a misura di famiglia. Perché il fatto di riportare le famiglie in montagna è sicuramente un primo passo per evitarne lo spopolamento.
Per quello che riguarda i criteri, oltre ad associarmi alla richiesta del Consigliere Grimaldi di un chiarimento rispetto alla natura di questi ristori, alle modalità e alle ragioni per cui vengono elargiti in questo modo, chiederei di avere anche un occhio di riguardo rispetto alle condizioni dei lavoratori della montagna. Al di là delle grandi società che gestiscono gli impianti, al di là delle strutture, ricordiamoci anche che il lavoro in montagna è spesso precario, dove a fare le spese di questi cali di attività sono i lavoratori che hanno poche tutele (se non nessuna) e che magari, da un giorno all'altro, si sentono dire da chi li ha assunti che possono far ritorno alla loro abitazione, che magari si trova anche a chilometri di distanza, perché si tratta di lavori stagionali e quindi di lavori che richiedono molto spesso anche spostamento da altre regioni, se non da altre nazioni.
Dunque, nel momento in cui - spero - avremo un confronto in Commissione su questi aspetti, vorrei che si facesse anche un focus rispetto alle condizioni dei lavoratori stagionali, anche per capire come poterli sostenere: dobbiamo valutare anche tutte quelle persone che magari avevano un contratto avviato, o comunque una prospettiva d'impiego, e che poi, di punto in bianco, hanno visto svanire quest'opportunità. Non so se attraverso questo provvedimento si possano far rientrare, o se si possa intanto iniziare a valutare di fare un'indagine rispetto a queste situazioni.
Nei mesi scorsi ho visto su diversi quotidiani alcune indagini e alcune interviste, con alcune testimonianze dirette: mi chiedevo se fosse possibile approfondire anche questo tema, per andare a intervenire laddove c'è più bisogno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Non risultano esserci ulteriori richieste d'intervento. Possiamo chiudere la discussione generale e passare all'esame del provvedimento e dei relativi emendamenti.
C'è un emendamento che insiste sul punto 1) della delibera.



GRIMALDI Marco

Presidente, possiamo avere sulle nostre argomentazione e sulle nostre richieste un chiarimento, almeno?



PRESIDENTE

Sì, chiedo alla Giunta se vuole intervenire.



GRIMALDI Marco

Lo dico solo perché è importante sia per il contesto in cui è nata la delibera, sia per la copertura economica. E sia perché - lo dico al collega Ruzzola, che ha mischiato 200 milioni di euro tutti insieme - si sono combinate spese correnti con investimenti.
Lei capisce che se noi diamo dei ristori per mancate entrate è un conto; se stiamo dando dei bonus per affrontare la pandemia, è un altro discorso.
Perché sono investimenti su cui la Corte dei Conti va a controllare se esattamente sono stati spesi così.
Non è un aspetto da poco. È per questo che l'accettazione di alcuni codici ATECO c'entra a seconda di che cosa stiamo discutendo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Assessore Tronzano, desidera intervenire? Prego, ne ha facoltà.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Buongiorno, Presidente, e buongiorno a tutti.
Mi pare di aver raccolto due domande, una da parte della Consigliera Disabato, l'altra del Consigliere Grimaldi.
Per quanto riguarda la domanda della Consigliera Disabato, le categorie inserite in delibera sono quelle: non possono essere escluse, ma, come ho detto, se ne possono aggiungere delle altre.
Per quanto concerne la risposta alla domanda del Presidente Grimaldi preciso che sono ristori, quindi sono spesa corrente a fondo perduto.
Queste sono le due specificazioni che volevo dare. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Chiedo se vi sono altre richieste d'intervento da parte dalla Giunta sulla discussione generale. In caso contrario, passerei agli emendamenti che insistono sulla delibera.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Grimaldi, Sacco e Gallo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Se ho ben compreso, sono spesa corrente a fondo perduto. Ripeto, allora che non capisco bene - ma questo me lo spiegherà l'Assessora Poggio perché citare il "Bonus Piemonte", da cui, di fatto, la delibera prende spunto sin dall'inizio.
Non so se avete letto i vari punti, ma alla fine l'appoggio della delibera è quello del bonus, che in realtà sono investimenti per affrontare la pandemia.
Rimango al tema dell'emendamento, che è molto semplice. Avete ricevuto tutti le lettere delle edicole piemontesi, le quali ci ricordano che nel periodo del lockdown, nonostante la chiusura di tutte le attività commerciali, il Governo ha loro richiesto di restare aperte. Per loro in molti casi è stato uno svantaggio, nel senso che, come sapete, in quei giorni circolava per le nostre strade il 10% della popolazione. Loro non hanno avuto né ristori né bonus, quindi non hanno avuto neanche la possibilità di ricevere i 2.000 euro per comprare anche solo banalmente il plexiglass piuttosto che le mascherine o i gel disinfettanti. E ricordo a tutti che sono stati aperti anche durante la prima ondata e non hanno avuto ristori.
Tra l'altro, questa congiuntura è legata anche a un problema più in generale che hanno le edicole, perché sapete che il mondo dell'editoria è in crisi da anni, soprattutto quello dei quotidiani. Se le edicole esclusive erano poco più di 14 mila nel 2019, nel 2017 erano 16 mila mentre nel 2016 erano 17 mila. Pertanto, le chiusure sono pesanti, perch vanno dalle 1.000 alle 2.000 l'anno. Quest'anno si dice che il rischio è che ne chiudono addirittura 3.000, ma questi numeri li conoscete, perch avete ricevuto anche voi questa richiesta.
Ricordo a tutti che altre Regioni (la Sicilia, l'Emilia Romagna, ma anche il Lazio e il Veneto) hanno avuto per loro un'attenzione, quindi non è una questione di colore politico, così come non si può fare sui codici ATECO.
Vi chiedo di sostenere questa ipotesi, senza mettere cifre, anche se indicativamente potrebbero essere dai 1.000 ai 2.000 euro che abbiamo dato a tutte le altre attività. Se non fosse possibile, perché pensate che dovrebbero stare nelle spese d'investimento e non in spesa corrente troviamo le modalità per registrare questa vicenda.
In realtà, avete già bocciato emendamenti sulle edicole relativi agli investimenti e se li bocciate anche oggi sulla spesa corrente, alla fine la verità è che alle edicole piemontesi non volete dare un euro, e non si capisce perché. Le perdite le hanno avute, quindi le mancate entrate. Da una parte sono dovute sempre rimanere aperte come servizio pubblico (e non solo le farmacie), dall'altra non hanno avuto neanche gli investimenti per dotarsi delle misure adeguate per fronteggiare la pandemia.
Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se ci siano altri firmatari che vogliono intervenire sull'emendamento.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Grimaldi, Sacco e Gallo.
(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso) Consigliere Grimaldi, l'emendamento rubricato n. 2) vuole illustrarlo o possiamo procedere?



GRIMALDI Marco

Presidente, il senso è lo stesso, quindi lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Era quello che chiedevo per precisazione.
Non essendovi altri interventi, chiedo se vi sono dichiarazioni di voto sugli emendamenti.
Non essendoci dichiarazioni di voto, chiedo il parere della Giunta sugli emendamenti.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Due rapide considerazioni.
La prima: abbiamo citato e ricordato il "Bonus Piemonte" soltanto perché la modalità di erogazione è la stessa.
In secondo luogo, i due emendamenti in questo momento riteniamo di non accoglierli, ma non perché ci sono delle valutazioni tecniche differenti o cose di questo genere, ma soltanto perché riteniamo che la prossima DGR potrà ampliare queste categorie, quindi vedremo in quell'occasione che cosa fare.
Pertanto, il parere della Giunta è negativo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Tronzano.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 1) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 2) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Chiedo se vi sono dichiarazioni di voto sulla proposta di deliberazione n.
131.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Brevemente, volevo ringraziare l'Assessore Poggio e la Giunta per quanto fatto, tutti i Consiglieri che hanno a cuore la montagna e questo comparto importantissimo per la nostra economia. Non è un caso che ci si chiami Piemonte: siamo ai piedi dei monti.
Purtroppo, questo comparto, come hanno detto tutti, è stato colpito dal COVID e ha dovuto chiudere oltremodo. Non ci sono ancora certezze sull'apertura delle attività.
Siamo contenti, come Gruppo della Lega, di dare questi bonus, questi aiuti concreti, efficaci, veloci e snelli a tutte le aziende e a tutti gli operatori del settore montagna, perché sappiamo benissimo quanto cuba in termini di PIL e quanto sia importante in termini di miliardi di euro sul nostro territorio.
Oggi, con il fatto che la stagione invernale è stata chiusa, è un provvedimento che ci riempie d'orgoglio, rappresenta un aiuto deciso verso questo mondo. Sappiamo che sarà apprezzato e che darà anche un po' di fiducia, perché finalmente con una vaccinazione sempre più puntuale e sempre più diffusa usciremo da questo COVID e si tornerà alla normalità.
Oggi però servono misure d'emergenza, misure efficaci, misure e aiuti a tutti, altrimenti è a rischio la tenuta di un settore economico che è fondamentale, un settore economico importantissimo che deve ritornare a risplendere.
L'Assessore Poggio, finito il COVID, attuerà anche una campagna di sponsorizzazione e di promozione del territorio piemontese in giro per il mondo, per fare tornare nuovamente anche i tanti turisti e i tanti stranieri che sono venuti e vengono sulle nostre montagne.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto procediamo con la votazione della proposta di deliberazione n. 131.
Indìco la votazione per appello nominale sulla proposta di deliberazione n.
131, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame disegno di legge n. 128, inerente a "Misure urgenti per la continuità delle prestazioni residenziali di carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del disegno di legge n. 128, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Comunico che il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla IV Commissione il 19 gennaio ultimo scorso.
Prima di dare la parola ai relatori ricordo, a chi volesse intervenire, che può cominciare a prenotarsi sulla chat e, nel momento in cui si avrà la parola dovranno essere attivati telecamera e microfono.
Do la parola alla relatrice di maggioranza, Consigliera Zambaia.
Prego, Consigliera; ne ha la facoltà per quindici minuti.



ZAMBAIA Sara, relatrice

Grazie, Presidente.
È già stato detto moltissimo, soprattutto nella giornata di ieri relativamente a questo importantissimo testo. Un testo per il quale ringrazio moltissimo, innanzitutto, la Giunta regionale, nella fattispecie l'Assessore Caucino, perché è la chiara dimostrazione della grande sensibilità e della grande attenzione che tutta la Giunta, i suoi Uffici ovviamente e noi Consiglieri tutti, abbiamo nei confronti delle strutture sanitarie socio-sanitarie e socio-assistenziali, che in questo periodo di pandemia COVID hanno indubbiamente sofferto molto.
Questo disegno di legge in gergo viene detto "DDL ristori". In effetti, si tratta di un'importante cifra, una dotazione complessiva di circa quarantaquattro milioni e mezzo (e più, perché la cifra esatta è quarantaquattro milioni e 600 mila euro) dedicati ai ristori delle RSA, di cui adesso farò, in ordine analitico, la ripartizione.
Di fatto, si tratta di una forma riassuntiva dei singoli articoli del disegno di legge.
Troviamo trenta milioni, così ripartiti: per il 2020, diciannove milioni per il 2021, 10,5 milioni, per tutte quelle spese derivanti dalla gestione della pandemia, in particolare per andare a integrare tutte quelle spese sostenute dalle strutture per sanificare gli ambienti, acquistare i dispositivi di protezione individuale, pagare il personale, smaltire i rifiuti speciali, mettere in sicurezza gli ospiti e gli operatori e migliorare la qualità dell'assistenza. Come dicevo prima in chiave riassuntiva, sono tutte quelle spese che le strutture hanno dovuto sostenere in questi mesi di pandemia COVID, che indubbiamente sono moltissime.
Poi troviamo dieci milioni e 100 mila euro per i titolari di autorizzazione al funzionamento delle strutture residenziali di tipo socio-sanitario e socio-assistenziale, attraverso un contributo una tantum; tre milioni di euro complessivi ripartiti un milione di euro per ciascun anno (2021, 2022 e 2023), per esentare dall'IRAP le aziende pubbliche dei servizi alla persona e un milione e mezzo, in ultimo, dopo i lavori di ieri, per i fornitori accreditati di prestazioni domiciliari sociali e sanitari.
Ieri è stata una giornata veramente importante, non solo perché abbiamo licenziato per l'Aula il testo dalla IV Commissione, ma perché abbiamo avuto anche una I Commissione molto tecnica, dove siamo riusciti a recepire questo importante emendamento per le prestazioni domiciliari sociali e sanitarie.
Ripeto, perciò, che si tratta di una dotazione importantissima di quarantaquattro milioni e mezzo di euro per le strutture, che sono moltissime.
Come dicevo in incipit, si tratta di un provvedimento estremamente importante, non solo per tutto quello che le strutture hanno dovuto sopportare in questi duri mesi di pandemia, ma anche perché - mi permetta Presidente, di fare questo cappello politico e poi concludo - perché molto è già stato detto in questi giorni sul presente disegno di legge.
Tengo a precisare che, ancora una volta, è la Regione che va a sopperire su determinate mancanze. È la Regione Piemonte che, con le sue forze, quasi al 100%, si prende la responsabilità e l'onere, indubbiamente economico, di andare a ristorare tutte le strutture, ovviamente quelle destinatarie e che sono inserite nel titolo del disegno di legge, per tutti i danni economici derivanti da questa pandemia.
Non vado oltre, perché è stato già detto veramente moltissimo, però ci tengo a ringraziare ancora una volte l'Assessore Caucino, tutti gli Uffici tecnici di supporto della Giunta, anche il dottor Vignale, nonch ovviamente gli Uffici del Consiglio regionale, che anche e soprattutto nella giornata di ieri, Uffici e Presidenti delle Commissioni di riferimento, hanno veramente fatto un grande lavoro tecnico.
Grazie, Presidente.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Zambaia per la relazione.
Do ora la parola alla relatrice di minoranza, la Consigliera Canalis.
Prego, Consigliera; ne ha facoltà per quindici minuti.



CANALIS Monica, relatrice

Grazie, Presidente.
Quello che stiamo discutendo oggi è un provvedimento importante. Infatti nelle RSA e nelle altre strutture residenziali del Piemonte si concentrano le persone più fragili della nostra regione. Si tratta di più di 50 mila ospiti: persone anziane, disabili, minori, persone con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza, spesso non autosufficienti e con molte patologie. Si tratta anche di più di 40 mila lavoratori coinvolti.
Per tutte queste persone le RSA e le altre strutture residenziali non sono un ospedale o un centro di riabilitazione, ma una vera e propria casa. Le RSA, in particolare, sono state, soprattutto nella prima ondata della pandemia, l'epicentro del contagio e purtroppo anche l'epicentro delle vittime del Piemonte. Infatti, quasi la metà delle 8.453 vittime piemontesi del Coronavirus vivevano proprio nelle RSA.
Occorre, quindi, accostarsi a questo disegno di legge con il rispetto dovuto ai fatti luttuosi, ben sapendo che, purtroppo, per molto tempo, la Giunta Cirio ha negato pervicacemente le responsabilità della Regione sulle RSA. Ancora il 19 maggio, alla fine della prima ondata, l'Assessore Icardi dichiarava pubblicamente che le RSA non sono soggetti che riguardano la Regione, sono soggetti estranei al Sistema Sanitario Regionale (testuali parole).
Sappiamo, invece, che le RSA non sono semplici soggetti privati, ma strutture accreditate che svolgono per conto dell'ente pubblico un servizio essenziale, erogano un pubblico servizio e garantiscono il diritto ai LEA cioè ai livelli essenziali di assistenza a titolarità sanitaria. Non sono semplici fornitori, ma veri e propri partner dell'ente pubblico nello spirito del principio di sussidiarietà.
Le RSA del Piemonte si reggono per circa la metà dei posti autorizzati su una convenzione finanziata dal Fondo Sanitario Regionale e quindi dall'Assessorato di Icardi. La loro gestione e coordinamento è in capo all'Assessorato di Caucino. Siamo, quindi, in un settore che non è solo sociale ma, a tutti gli effetti, socio-sanitario. Eppure questo settore cruciale, nella seconda regione più anziana d'Italia, fino a pochi mesi fa era oggetto di un deliberato disimpegno della Giunta Cirio ed era quasi oggetto di un senso di fastidio.
Le RSA e le altre strutture residenziali sono state la prima linea del contagio, eppure il protocollo che li riguardava è stato varato solo a pandemia inoltrata e l'osservatorio sulle RSA si è insediato solo a fine agosto 2020. Ci sono stati molti ritardi e pasticci sui tamponi, sulla fornitura di DPI, sulla garanzia della presenza di personale e soprattutto, soltanto il 18 dicembre, in zona Cesarini, la Giunta Cirio ha proposto questo disegno di legge per dare sollievo a residenze che nel 2020 hanno avuto molti posti vuoti, con forte rischio per la tenuta dei loro bilanci.
Il presente provvedimento era, pertanto, molto atteso e necessario soprattutto in una regione come la nostra, caratterizzata da una maggioranza di strutture piccole e medio-piccole, legate al terzo settore no profit e alle comunità locali, non ai colossi della cura che sulle RSA hanno costruito potenti business.
Il presente provvedimento era necessario per la tenuta del sistema ma, lo diciamo con chiarezza, si è rivelato tardivo, insufficiente, frammentario confuso, iniquo, a rischio per il bilancio e non risolutivo.
Parto dal primo aggettivo: tardivo. C'è voluta la letteraccia dei vescovi piemontesi del 2 novembre 2020 per svegliare la Giunta Cirio dalla sua indifferenza verso la grave crisi delle strutture per anziani e disabili.
Ancora una volta è emerso che questa Giunta non ha consapevolezza e padronanza delle riforme urgenti di cui le cure territoriali hanno bisogno e, badate bene, volutamente non parlo soltanto di medicina di territorio ma, in senso più ampio, di cure territoriali che non sono solo sanità in senso stretto.
Il Presidente Cirio, i suoi Assessori, la sua task force e i suoi capi di Gabinetto intervengono solo quando qualcuno grida più forte e minaccia di macchiare l'immagine mediatica della Giunta. Attenzione, però, non è a colpi di annunci e rattoppi dell'ultimo minuto che si fanno le riforme.
Finora abbiamo visto tanto fumo e poco arrosto, questo provvedimento non fa eccezione.
Va anche ricordato che le altre Regioni italiane sono intervenute ben prima del Piemonte per soccorrere le RSA. L'intervento a favore delle nostre RSA era dovuto sulla base dell'economia 2020. La Giunta non sta mettendo soldi in più rispetto al dovuto, non fa una gentile concessione come ha espresso più volte l'Assessore Caucino in Commissione, ma semplicemente ripristina una parte di quanto previsto dalle DGR regionali per i convenzionamenti.
Inoltre, come dicevo, il provvedimento è insufficiente. La cifra messa in campo è sottodimensionata rispetto a quanto sarebbe dovuto. Ci ha colpito la reticenza della Giunta nel fornire i dati sul risparmio 2020, sugli inserimenti in convenzione. La normativa vigente, la DGR 45 del 2012 e la DGR 85 del 2013, prevedono un budget regionale annuale per convenzionamenti pari a 265 milioni di euro. Nel 2018 la spesa regionale ammontava a 267 milioni di euro, quindi superava il budget, nel 2019 a 250 milioni e nel 2020 a circa 220 milioni.
I fondi a disposizione delle RSA sono, pertanto, diminuiti durante il mandato del Presidente Cirio, nonostante il progressivo invecchiamento dei piemontesi e il relativo aumento dei bisogni di assistenza. Le risorse per i convenzionamenti sono attinte dal Fondo Sanitario Regionale e quindi sono LEA. Sui LEA non si può risparmiare: lo diciamo forte! I 19,5 milioni allocati in questo disegno di legge sul 2020 sono meno della metà della cifra risparmiata nel 2020 dalla Regione, senza contare che i ristori per le RSA di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno importi decisamente superiori a quelli del Piemonte e salvaguardano meglio i livelli occupazionali.
Inoltre, il provvedimento è frammentario, perché si limita a dare una boccata d'ossigeno alle residenze, dà un sollievo momentaneo, ma lo fa guardando al dettaglio e ignorando la visione d'insieme. La Giunta non ha ancora affrontato il nodo vero, che è la revisione della residenzialità unitamente al potenziamento della domiciliarità.
In Piemonte occorre avviare un ampio processo di confronto e concertazione con il Consiglio regionale e con le parti sociali per arrivare, in tempi brevi, alla revisione delle DGR 45 e 85 non limitandosi a garantire la sopravvivenza finanziaria delle RSA, ma realizzando una loro riforma complessiva e organica. Urge una rivisitazione del modello dell'integrazione con la sanità e dei livelli tariffari, senza dimenticare il comparto fondamentale delle cure domiciliari, colpevolmente assenti nel provvedimento fino all'approvazione dell'emendamento del Partito Democratico.
Non si può parlare di residenzialità senza domiciliarità: sono entrambi pilastri complementari del Piano Socio Sanitario che il Piemonte deve al più presto presentare.
Il provvedimento è confuso; non si capisce con che criterio di priorità verranno distribuite le risorse alle oltre 1.800 strutture interessante. In particolare, per quanto riguarda le strutture convenzionate, non si capisce quali saranno le concrete modalità di rimborso, perché i due criteri quello delle spese documentate e quello dell'integrazione tariffaria - non sono ben distinti.
Il provvedimento, inoltre, ci pare iniquo, perché i ristori vengono distribuiti a pioggia anche ai grandi colossi, che certamente hanno meno problemi di bilancio delle realtà piccole e di comunità.
Il provvedimento è a rischio, perché ci sono dubbi sulle coperture finanziarie, soprattutto per le strutture non convenzionate: infatti, i quattro milioni che deriverebbero dalle derivazioni idroelettriche sono a rischio d'impugnativa del Governo.
Ci chiediamo, ancora, come sia possibile che una legge approvata nel 2021 finanzi interventi del 2020, pur utilizzando importi presenti in quel bilancio.
Inoltre, l'eliminazione dell'IRAP per le strutture ex IPAB per il 2021 è problematica, perché avrebbe dovuto essere approvata già nel 2020.
Infine, last but not least, il provvedimento non è risolutivo: la continuità delle prestazioni residenziali si garantisce innanzitutto garantendo il diritto all'inserimento in convenzione nelle RSA. Questa sarebbe stata la strada maestra per garantire sia i LEA di anziani e altre persone fragili, sia la sostenibilità finanziaria delle strutture. Perch invece di limitarsi a dare dei ristori alle imprese la Giunta non ha previsto di aumentare le risorse per i convenzionamenti? Si sarebbe almeno potuto convenzionare i posti attualmente occupati e non convenzionati sollevando nuove famiglie di almeno metà retta. Invece non c'è stato nulla in tal senso.
Senza un impulso delle ASL ai nuovi inserimenti in convenzione, favoriti dai rapidi progressi delle vaccinazioni sugli over ottanta, tra tre mesi saremo daccapo e saranno necessari ulteriori ristori.
Il sistema ripartirà veramente solo con nuovi convenzionamenti. Un provvedimento una tantum che utilizza risorse del Fondo sanitario regionale per finalità solo indirettamente sanitarie non risolve nulla e non è pienamente coerente con la garanzia del diritto ai LEA.
Per tutte queste ragioni, il voto del Partito Democratico non sarà contrario a questo provvedimento, ma non sarà neppure favorevole. Il nostro Gruppo consiliare ha depositato tre emendamenti e due ordini del giorno collegati, che speriamo verranno accolti, per tentare di migliorare, almeno parzialmente, il testo.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Monica Canalis per la relazione.
La parola al Consigliere Marco Grimaldi, secondo relatore di minoranza prego, ne ha facoltà per dieci minuti.



GRIMALDI Marco, relatore

Grazie, Presidente.
Noi invece crediamo che i ristori alle RSA debbano essere destinati appunto, per le nuove convenzioni.
Riteniamo che si debba garantire la possibilità agli anziani malati non autosufficienti e ai più fragili di poter entrare in quelle strutture. Ma dato che i piani della Regione prevedono sempre contributi a pioggia chiedevamo almeno di non premiare le multinazionali del settore, quelle che hanno strutture in tutta Italia e in tutto il mondo, ma che non hanno avuto lo ripeto - delle ripercussioni economiche per la crisi.
Vorrei citarle dei dati, Presidente, perché si parla spesso delle piccole RSA e di chi, giustamente, rischia di pagare un doppio prezzo, oltre al fatto di essere stato lasciato solo durante la crisi. Farò delle considerazioni che non sono emerse da questo dibattito, ma non vorrei che queste risorse fossero una pietra tombale su una vicenda molto grave, che è avvenuta soprattutto durante la prima ondata.
Faccio questo inciso perché spesso, in queste settimane, abbiamo parlato di quanto le RSA siano inserite nel mondo socio-sanitario, ma solo qualche mese fa qualcuno ha avuto il coraggio di dire che erano semplicemente dei privati e che erano figli, di fatto, di un dio minore. Ricordo alla Consigliera Zambaia che intanto queste risorse sono per trenta milioni di euro della sanità. Ricordo ancora che cosa ci diceva Coccolo non più di un mese fa nella Commissione d'indagine conoscitiva: ci ricordava che finch non è arrivato lui, nessuno - nessuno! - si era occupato delle RSA nella prima pandemia. Vi rammento le lettere e le mail che ci sono pervenute in quel periodo. Vi ricordo qual è stato il disastro, la cronaca di una morte e di una strage annunciata nelle RSA allora! Che cosa c'entra tutto questo? C'entra perché non siamo riusciti a proteggerle. E adesso arriviamo, di fatto, a un provvedimento che mette insieme piccole RSA con grandi colossi. Ed è proprio di alcuni di questi che vorrei parlare.
Il gruppo KOS, detenuto, se non erro, al 59,5% da CIR, che, come sapete, è la finanziaria della famiglia De Benedetti, credo abbia un fatturato in Italia di 595 milioni di euro, con utili pari a trenta milioni di euro (solo a luglio del 2020).
Se vogliamo andare oltre, il gruppo Korian, che credo abbia fra i principali azionisti Crédit Agricole, ha un fatturato in Italia di 368 milioni di euro (anche loro lo scorso anno hanno chiuso con grandi utili).
Vogliamo parlare del gruppo Sereni Orizzonti? Purtroppo, ne avrete sentito parlare per altri motivi: come sapete, hanno un fatturato in Italia di 150 milioni. Sì, solo a metà dello scorso anno ne avevano già ricavati dodici come utile! Potrei andare avanti con il gruppo Edos, con il gruppo Gheron, con il Gruppo Orpea, insomma con chi in questa crisi non ha risentito degli stessi problemi delle altre RSA.
Allora, noi vi rivolgiamo un appello, perché non ci avete ascoltato durante le Commissioni, ma forse, nel frattempo, avete avuto il tempo di ragionare: magari alcuni di voi hanno anche capito perché sia sbagliato, dal punto di vista dell'uguaglianza, che quelle risorse vengano date alle grandi multinazionali del settore, che a questo punto tolgono anche risorse alle piccole RSA.
Spero che abbiate aperto gli occhi, perché è come se i nostri bonus li avessimo dati non solo alle categorie di cui abbiamo sempre parlato, ma anche alla H&M, alla Nike o alla Apple. Qualcuno di voi si sarebbe reso disponibile a un'operazione del genere? Sareste stati d'accordo? Non ho capito perché su questa vicenda sento un gran silenzio da parte della maggioranza. Fate i sovranisti quando vi fa comodo, poi quando abbiamo delle multinazionali come queste, mi pare che non ci siano stati neanche tanti distinguo.
In più, vi chiediamo una cosa. Siete stati molto giustizialisti e senza nessuno scrupolo costituzionale nei confronti di quei ragazzi che si sarebbero macchiati - perché su questo sì che possiamo usare il condizionale - di aver manifestato illegalmente all'interno degli Atenei.
Sapete cosa ci avete fatto scrivere? Ci avete fatto scrivere nei criteri che quei ragazzi potrebbero in qualche modo perdere la borsa di studio perché pensate che la sanzione amministrativa equivale al terzo grado di giudizio penale. Siete stati voi a scriverlo e avete parlato di quelle sanzioni amministrative degli Atenei.
Adesso mi dovete spiegare - perché nessuno di noi parla del terzo grado di giudizio e delle vicende penali che hanno riguardato tante RSA - come mai è possibile non escludere almeno quelle che i NAS hanno sanzionato. Ieri l'Assessore Caucino si è infervorata, dicendo che lei fa l'avvocata - sono tutti avvocati quando c'è bisogno di difendere alcuni interessi - e non si sa come mai proprio ieri, dimenticandosi di aver votato in Giunta altre questioni per gli studenti, si è dimenticata che, oltre ai processi penali ci sono già delle sanzioni. Ci sono già delle vicende che la Regione Piemonte ha sanzionato e, in qualche modo, ha registrato.
Presidente, faccio un intervento un po' in controtendenza, nel senso che ovviamente siamo i primi a essere felici se riusciamo a dare le giuste e necessarie risorse, collegandole però ai bilanci della sanità. Cioè, ci sembra assurdo trattare i soldi della sanità come un ristoro, quindi crediamo, ripeto, che quei trenta milioni di euro debbano essere destinati a nuove convenzioni per garantire la possibilità agli anziani malati non autosufficienti e ai più fragili di poter entrare in quelle strutture. Ma ripeto, siamo felicissimi anche del fatto che sia stato approvato l'emendamento della Consigliera Canalis, perché non autosufficienza vuol dire anche e soprattutto domiciliarità, ma continuiamo a non capire questa vicenda di fondo che ci porta davanti a un provvedimento fatto in fretta secondo noi per chiudere una partita aperta, con molte responsabilità da parte della Giunta.
Pertanto, non abbiamo, a oggi, nessun giudizio positivo su quello che è stato l'iter di questo provvedimento. Siamo solo molto orgogliosi del fatto che siamo riusciti a far uscire delle notizie, perché in questo momento mediaticamente è più importante dire che le RSA non devono chiudere quando sono state lasciate sole "come cani", come ci hanno detto loro stessi durante le audizioni. Oggi prevale il fatto che con quaranta milioni di euro chiudiamo una partita molto grave di quest'anno.
Noi però vogliamo continuare a tenerla aperto con questi emendamenti, che vi ricordano cosa c'è dietro quel mondo. Non c'è solo la casa di cura dei più fragili, cosa giusta, ma ricordiamoci anche che la vicenda delle RSA ci ha mostrato anche tante cose negative: tanta domiciliarità inesistente tanti assegni di cura che non vengono dati al posto di alcune istituzionalizzazioni, secondo noi, errate. Ricordiamoci che c'è dietro anche tanta diversità e non ci sono solo le piccole RSA, ma ci sono anche i grandi colossi che hanno fatto il fatturato.
E fatemi dire che ci sono tante famiglie che ancora oggi chiedono verità e giustizia per quello che è successo ai propri cari, morti in alcune di quelle strutture. Così come penso che ci siano delle responsabilità politiche e istituzionali che hanno fatto sì che per più di un mese e mezzo non ci fossero risposte per loro. Non voglio ricordarvi la delibera famosa ma prima o poi troveremo il modo di capire che cosa è successo. Intanto però vi ricordo che ci sono responsabilità delle RSA e diversi fascicoli aperti nelle Procure piemontesi. La richiesta di questi familiari e di queste associazioni mi sembra molto chiara, perché vi dicono "state attenti a non premiare chi non si è comportato correttamente e chi non ha rispettato le regole di questa Regione".
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Grimaldi per la relazione.
Ha ora la parola il terzo relatore di minoranza, Consigliere Sacco, per quindici minuti; prego.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente.
Devo dire che molte questioni sono state già sollevate dai colleghi e le condivido. Mi permetto anch'io di fare alcuni passaggi.
Per incominciare, dovremmo considerare il fatto che le risorse che stiamo andando a investire in questo provvedimento sono risorse dei piemontesi che dovrebbero essere gestite in un'ottica di buona gestione del denaro pubblico, visto che derivano anche dalle tasse che vengono pagate dai cittadini per, in questo caso, sostenere e, soprattutto, dare il miglior servizio possibile ai nostri anziani e alle persone con difficoltà.
Insomma, non sono denari dovuti, cioè che dobbiamo per forza dare alle RSA ma che decidiamo di spendere attraverso una maggiore contribuzione per le RSA, per il benessere dei nostri anziani e anche delle altre strutture, che però, mi permetto di dire, in maniera minore incorrono dal punto di vista del peso economico di questo provvedimento. Sono importantissime, ma la maggior parte delle risorse saranno destinate alle RSA.
Per questo, mi permetto anch'io di collegarmi a quanto è già stato sottolineato. Forse, se avessimo fatto uno sforzo di maggiore equità rispetto alla distribuzione delle risorse, avremmo fatto un migliore servizio ai nostri anziani e soprattutto alla nostra comunità, poiché noi dobbiamo andare a rispondere alle esigenze di quelle piccole case di riposo nei nostri paesi e spesso anche ex IPAB, che hanno questo forte legame territoriale e sono strutture molto famigliari. Non sono quei - passatemi il termine - "casermoni" con centinaia di persone assistite all'interno degli stessi, ma sono delle realtà molto familiari e residenziali, dove come già anticipato anche dalla Consigliera Canalis, è la casa di queste persone, dove queste persone vivono.
Infatti, la maggior parte delle richieste di aiuto a livello territoriale sono arrivate da quelle piccole realtà che hanno bilanci piccoli e non hanno la fortuna di essere paracadutate da situazioni più floride a livello di grosse società, cioè grandi aziende che hanno anche entrate magari rispetto ad altre attività economiche, ma che comunque hanno la forza di affrontare momenti di difficoltà, come può essere appunto un anno in cui le entrate non sono quelle previste. Ecco, in quest'ottica dobbiamo anche cercare di ragionare, perché questo sarebbe un vero intervento a livello normativo e non un semplice ristoro, su cosa vogliamo incentivare e cosa immaginiamo rispetto all'assistenza nei prossimi anni.
Penso che questa epidemia ci abbia dimostrato che le eccessive concentrazioni all'interno di strutture molto grandi non sono il massimo per quanto riguarda per la gestione di casi epidemici che, purtroppo abbiamo dovuto affrontare in quest'ultimo anno, proprio legato anche a un aspetto di globalizzazione del mondo, che fa sicuramente viaggiare velocemente le merci, ma anche tanti agenti patogeni o appunto virus che prima si estinguevano dove nascevano e, quindi, dovremmo anche fare i conti rispetto a un mondo sempre più globalizzato e tenere sempre più alta la guardia.
Non solo per questo motivo, però, sicuramente le realtà più piccole e più familiari creano anche un contesto più casalingo per i nostri anziani assistiti all'interno di queste strutture. Penso che il loro benessere debba essere la nostra prima fonte d'ispirazione e, soprattutto, il nostro principale obiettivo, motivo per cui questi soldi vengono stanziati.
Mi permetto di dire che, per quanto riguarda gli annunci della maggioranza e della Giunta rispetto a risorse e che continuamente vengono trovate e spese per diverse attività, per ora soprattutto legate a dei ristori, non sono risorse che sono state ricavate grazie a una grandissima capacità amministrativa, capacità gestionale o bravura politica, ma semplicemente sono delle economie che si sono generare perché era impossibile spendere determinate risorse e, in altri casi, si è andati a intaccare quello che è il patrimonio della nostra Regione e, quindi, non certo virtuosismi, ma scelte politiche che in alcuni casi dovevano essere fatte. Non si tratta di grossi sforzi dal punto di vista amministrativo o gestionale che hanno garantito maggiori risorse in un'ottica di gestione efficiente ed efficace della pubblica amministrazione.
Di conseguenza, cerchiamo di non raccontarcela troppo, rimaniamo sul concreto e cerchiamo di giudicare delle scelte che non sono certo operazioni di distribuzione di nuove risorse liberate grazie alla bravura appunto di un certo tipo di amministrazione, perché così non è. Utilizzare gran parte delle risorse che erano accantonate o, comunque, messe in un'ottica di risparmio per la riduzione del debito della Regione Piemonte non può essere certo un vanto e la stessa cosa è impiegare delle risorse che semplicemente sarebbero dovute essere erogate nel 2020 e nel 2021 quindi questo vuol dire che non è che stiamo covando milioni di euro in più, ma semplicemente li stiamo spostando da qualche altra parte.
Non sono delle economie che sono state generate grazie a una buona amministrazione, ma semplicemente perché non c'era nessuna possibilità di erogarli precedentemente. Pertanto, cerchiamo di riportarci alla realtà perché le risorse sono sempre quelle, anzi meno, quindi semplicemente stiamo spostando in là l'erogazione di alcune risorse. In questo caso appunto, questi trenta milioni che derivano da una delle partite che non sono state erogate nel 2020 per motivi legati all'epidemia.
Per concludere, oggi stiamo semplicemente approvando un intervento che arriva in ritardo e, mi permetto di dire, neanche troppo puntuale rispetto alle realtà e alle esigenze delle nostre RSA e delle nostre realtà residenziali. Lo è anche per quanto riguarda la decisione di erogare a chi ha già ricevuto delle sanzioni amministrative, perché non ha rispettato le regole della gestione di questa residenza, il che ci vede un po' interdetti, perché chi ha fatto il possibile per erogare il massimo del servizio si vede trattato allo stesso modo di chi invece quest'attenzione non l'ha avuta.
Secondo noi non è un assolutamente una scelta coraggiosa, una scelta certo necessaria, ma da questa Giunta è stato fatto proprio il minimo sindacale.
Una maggiore attenzione e una maggiore oculatezza per quanto riguarda la distribuzione di questa risorsa sarebbe stato sicuramente un servizio migliore per il nostro Piemonte, ma soprattutto per i nostri anziani e per le persone che necessitano di assistenza all'interno di queste strutture residenziali.
Speriamo - speriamo - che si possa realmente avviare una riforma del sistema attuale perché, come abbiamo visto, non è il sistema migliore per rispondere alle esigenze del 2020 e degli anni a venire.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sacco per la relazione.
Vista l'ora, sospendiamo la seduta del Consiglio regionale, che verrà aggiornata alle ore 16.
Nel frattempo, ricordo a tutti che oggi, alle ore 14, si procederà con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 13.00)



(I lavori proseguono alle ore 14.02 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Buongiorno a tutti e a tutte.
Per delega del Presidente Stefano Allasia, in merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ricevute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 571 presentata dal Consigliere Andrea Cerruti, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 572 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 573 presentata dalla Consigliera Sarah Di Sabato, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n.574 presentata dal Consigliere Diego Sarno, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 575 presentata dal Consigliere Maurizio Marello, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n.
576 presentata dal Consigliere Raffaele Gallo, cui risponderà l'Assessore Chiara Caucino; interrogazione a risposta immediata n. 577 presentata dal Consigliere Sean Sacco, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi interrogazione a risposta immediata n. 578 presentata dalla Consigliera Francesca Frediani, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 579 presentata dal Consigliere Ivano Martinetti cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 580 presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio in posta elettronica della risposta alle interrogazioni agli interroganti.
Ricordo fin d'ora che l'interrogante ha tre minuti a disposizione per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ne ha a disposizione cinque per la risposta.
Ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento, sulle interrogazioni a risposta immediata non sono previste repliche.


Argomento: Trasporti su ferro - Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 571 presentata da Cerutti, inerente a "Disagi subiti dai pendolari sulla linea ferroviaria Ceres-Torino"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 571.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Andrea Cerutti prego, Consigliere, ne ha la facoltà per tre minuti.



CERUTTI Andrea

Grazie, Presidente.
La settimana scorsa ho presentato questa interrogazione all'Assessore Gabusi per alcuni disservizi che si sono presentati sulla linea Torino Ceres.
Sappiamo essere una linea ferroviaria importante perché è l'unico mezzo di trasporto, oltre la strada provinciale 1, che collega le Valli di Lanzo con la città di Torino.
Nella giornata del 7 gennaio sono stati riportati da organi di stampa i grandi disservizi che gli utenti hanno riscontrato, quindi mi è sembrato opportuno attivarsi con l'Assessore per capire quali sono oggi queste problematiche. Sappiamo che il gestore GTT ha già dato delle risposte, ma secondo me è doveroso che oggi una linea così importante che collega le Valli di Lanzo con la città di Torino debba essere messa in sicurezza e con delle priorità per gli utenti e i pendolari.
Sono a conoscenza che l'Assessore si è già attivato nelle sedi opportune per cui attendo di ricevere anche la risposta dell'Assessore per iscritto.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Andrea Cerruti per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Marco Gabusi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie Presidente.
In effetti, ha ragione il Consigliere Cerutti: in quei giorni ci sono stati dei disagi, ci dispiace e ce ne scusiamo con i pendolari e con tutti gli utenti.
Sapete che la linea ferroviaria Torino-Ceres è momentaneamente limitata a Borgaro a causa dell'indisponibilità della tratta complessiva, per i lavori del passante e per i lavori infrastrutturali sul ponte dello Stura di Lanzo, tra Borgaro e Venaria.
I servizi che hanno subìto dei ritardi importanti sono il treno 10, che era in arrivo a Borgaro alle ore 7.25 e che quel giorno ha accumulato diciannove minuti di ritardo, arrivando alle ore 7.44. I viaggiatori hanno dovuto prendere il pullman in partenza da Borgaro alle 7.48per Venaria e alle 8.05 per Torino, dal momento che i bus in partenza alle 7.28 per Venaria e alle 7.35 per Torino hanno dovuto, comunque, effettuare la corsa per potersi riposizionare e garantire la coincidenza in senso inverso quindi hanno dovuto far perdere una quarantina di minuti agli utenti.
Il bus per Venaria delle ore 8.58 ha avuto un carico anomalo, non riscontrato nei giorni precedenti e successivi. Data la capacità ridotta dei mezzi per le misure COVID, non ha potuto caricare tutti i viaggiatori in attesa. Gli otto passeggeri che non hanno potuto prendere il bus sono stati trasportati dalla linea FM2 che è stata fatta transitare per Venaria dal bus FM2 in partenza sette minuti dopo che ha modificato il percorso transitando per Venaria.
Dico questo solo per spiegare quanto è successo, perché era importante che fosse reso trasparente. Devo dirvi cosa avevamo fatto per arrivare fino lì.
La linea ferroviaria della linea SFM A in vigore dal 7 gennaio prevede quarantuno treni giorno in un giorno feriale, che è il livello di produzione attivo sin da settembre, con la data della riapertura ipotetica e, per qualche settimana, anche reale delle scuole.
Dal 7 dicembre, come vi dicevo, i treni sono stati limitati per i lavori sul ponte e per ilpassante di corso Grosseto, ma dal 13 gennaio - non solo per i disagi che sono, come avete visto, molto circostanziati, ma perch quella data e il giorno dell'inizio scuola preventivato erano quelli che insieme con i Prefetti ci hanno consentito di analizzare bene la situazione è stato completamente riorganizzato il servizio anche grazie ai consigli degli Amministratori, dei Sindaci e dei Consiglieri regionali che si sono interessati e soprattutto - devo dirlo per onestà - ai tavoli che, con il Prefetto, abbiamo convocato in quei giorni.
Precedentemente era strutturato con due servizi: Borgaro-Venaria e Borgaro Torino.Adesso c'è un servizio unico, che è Torino Porta Susa-Venaria Borgaro, in coincidenza con ogni treno in partenza e in arrivo a Borgaro.
Questo permette certamente una migliore gestione sia dei mezzi sia dei flussi viaggiatori, senza aver perso tempo di viaggio, cioè senza aver aumentato la percorrenza.
Inoltre, nelle ore di punta è prevista la realizzazione di un servizio con un numero di bus maggiore, in maniera da evitare quelle situazioni che si potrebbero verificare (magari saltuariamente) che, con la diminuzione della capienza, potrebbero creare ulteriori disagi.
In questo momento (diciamo nei primi sette o otto giorni di servizio) non ci risultano segnalazioni al riguardo in termini di disagi.
Inoltre, per trasparenza, vi dico anche che c'è stato un problema di comunicazione da parte di GTT, che aveva pubblicato e affisso in stazione gli orari validi dal 7 gennaio, indicando solo i treni e rimandando a un QR Code la consultazione degli orari dei bus che, invece, integravano il servizio nella tratta Germagnano-Ceres, creando evidentemente delle difficoltà al riguardo. La gente, infatti, non trovandoli sul sito non poteva immaginare che ci fosse questa nuova modalità di consultazione quindi immaginavo che il treno non ci fosse, destando disservizi e stupore.
Pertanto, qualcuno ha immaginato che il servizio fosse sospeso, cosa che non era. Di questo ce ne facciamo carico un po' tutti, in primis GTT.
Al momento - dopo sette o otto giorni di servizio - devo rilevare che la situazione mi sembra stabilizzata verso il meglio, cioè senza disservizi ulteriori. Purtroppo è capitato su una linea già complicata, nel senso che è stato un problema che non avrebbe dovuto verificarsi, ma che è stato contingente. Soprattutto non ha dietro una scelta politica.Ha rappresentato solo una difficoltà, magari anche di GTT, a comprendere bene tutti i meccanismi; problema su cui abbiamo subito posto rimedio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 572 presentata da Magliano, inerente a "Vaccino anti-COVID prioritario per le persone non autosufficienti"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
572, presentata dal Consigliere Magliano, che la illustra; ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Come tutti sanno, il 2 dicembre 2020 sono state presentate le linee guida del Piano strategico per la vaccinazione anti Sars Cov2 COVID-19, elaborato dal Ministero della Salute, dal Commissario straordinario per l'emergenza dall'Istituto Superiore di Sanità, da AgeNaS e da AIPA.
Il 27 dicembre 2020, in pompa magna e con tutto il mondo dei media rivolto a questo evento, è iniziata la vaccinazione in Italia e in Europa.
È evidente che la disponibilità limitata dei vaccini ha obbligato il nostro Paese a fare delle scelte rispetto alle priorità, quindi il mondo sanitario innanzitutto.
Mi è apparso assolutamente strano, quantomeno discordante rispetto alla tanta retorica che si sente sul mondo della non autosufficienza e sulla disabilità, vedere che le persone non autosufficienti e i disabili non fossero inserite in questa prima fase.
Ho presentato questa interrogazione a risposta immediata proprio perch molte persone non autosufficienti presentano vulnerabilità respiratorie: ci sono circa 20 mila persone con tetraplegia residenti nel nostro Paese. È doveroso e giusto garantire alla popolazione più a rischio un diritto prioritario al vaccino. Anche perché vaccinare subito o, comunque, nel più breve tempo possibile, le persone in tali condizioni è fondamentale anche al fine di evitare il cosiddetto "effetto domino".
Come sappiamo, una persona che ha una disabilità grave spesso è aiutata e sostenuta da caregiver, da familiari, da parenti. Pertanto, sarebbe importante bloccare subito questo "effetto", visto che hanno bisogno di persone che stiano loro accanto. Inoltre, è necessario prevenire il più possibile i contagi, al fine di evitare un'ulteriore impennata pandemica sapendo che queste sono persone che già vivono una condizione respiratoria di grande fatica e che spesso, nel caso si ammalassero in forma grave difficilmente riuscirebbero ad avere tutte le cure necessarie, perch partono già da un quadro clinico in parte compromesso e rischierebbero evidentemente, più di altri il decesso.
Porto sempre dei paragoni con altre Regioni simili alla nostra, che, a mio giudizio, mettono in campo delle operazioni sensate su questo tema così sensibile. La Regione Lazio, ad esempio, con propria determinazione, ha inserito tra le categorie prioritarie nella fase due della campagna vaccinale le persone di ogni età con comorbilità severa, immunodeficienza e fragilità, ossia le persone con disabilità, e anche le persone che frequentano le RSA in modo semiresidenziale. Idem sta pensando di fare la Regione Abruzzo.
Interrogo quindi l'Assessore per sapere se, come e quando s'intende intervenire affinché le persone non autosufficienti siano incluse tra le categorie prioritarie per la vaccinazione anti-COVID, così come previsto da altre Regioni.
Mi sembra - e ho concluso, Presidente - un atto di assoluta giustizia sociale verso persone che, per loro condizione, già vivono in una situazione di cronicità difficile, anche per i loro familiari.
Mi auguro che nella fase due anche la Regione Piemonte, alla luce di questa interrogazione e sollecitazione, possa pensare di avere questo tipo di sensibilità.
Grazie, Presidente, ho concluso. Attendiamo la risposta dell'Assessore.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente, ma impiegherò meno tempo.
Ringrazio anche il Consigliere Magliano per questa precisazione, che ci offre anche la possibilità di confermare pubblicamente che questa categoria di cittadini rientra già nell'ambito di quei soggetti fragili (indicati più in generale nella disabilità) che, essendo affetti da patologie severe sono considerati prioritari fra i vaccinandi nella fase due.
Ne deriva che anche in Piemonte, ovviamente, si procederà a sottoporli a vaccinazione contro il COVID-19 già all'inizio della fase 2 (mi auguro già a febbraio), insieme con i soggetti ultraottantenni.
È una previsione che deriva, ovviamente, non da scelte della Regione Piemonte, ma del Ministero con la struttura commissariale di Arcuri.
Vi assicuro che i soggetti con queste patologie severe sono già assimilati agli ultraottantenni, quindi nella scala delle priorità della fase due saranno certamente in cima alla lista. Non appena sarà disponibile il vaccino, con tutte le problematiche che stiamo vedendo in questi giorni (parliamo di AstraZeneca, di Johnson e di altri vaccini che rientreranno nella fase 2) sono tra i soggetti che prioritariamente verranno vaccinati.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 573 presentata da Disabato, inerente a "Garantire il servizio di pagamento del ticket sanitario nel Comune di Santena"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
573.
La parola alla Consigliera Disabato per l'illustrazione.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Ho deciso di portare questa problematica all'attenzione dell'Assessore Icardi. È una problematica locale che riguarda i cittadini di Santena, che ormai da diverso tempo non possono più pagare il ticket per le prestazioni sanitarie presso il proprio Comune. Questo è successo, perché lo sportello cassa dell'Istituto San Paolo, dove prima era garantito questo servizio, ha chiuso. C'è anche una sede ASL, quindi qualcuno potrebbe chiedere come mai non ci si reca nella sede per pagare il ticket presso i punti rossi.
Peccato che ci informano che anche presso la sede ASL questo non sia possibile.
È chiaro che diventa una problematica rilevante laddove ci sia un'emergenza sanitaria in corso, perché non poter pagare il ticket sul proprio territorio costringe i cittadini a spostarsi di Comune. Questo succede perché molti si recano presso i Comuni limitrofi, come Trofarello, per usufruire di questo servizio. In un periodo di emergenza sanitaria, capiamo bene che gli spostamenti contribuiscono non poco al contagio, soprattutto per le persone anziane costrette a muoversi per diversi chilometri al di fuori del proprio Comune.
So che questa tematica è stata portata anche all'attenzione del Consiglio comunale di Santena ed è stato richiesto un intervento da parte delle istituzioni. Siccome ritengo che sia una questione che riguarda soprattutto la tematica sanitaria - quindi sono sicura che l'Assessorato, dopo aver appreso questa problematica, si mobiliterà in merito - chiedo all'Assessore Icardi se ci sia la possibilità di ovviare a questo problema, ripristinando un servizio di pagamento ticket che garantisca ai cittadini di Santena di non doversi spostare. Pertanto, chiediamo un intervento puntuale, al fine di risolvere al più presto la problematica.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Disabato per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ringrazio la Consigliera Disabato, perché ha messo il dito nella piaga di un problema che non è soltanto del territorio piemontese, ma è nazionale.
Noi stiamo assistendo in generale su tutto il territorio regionale, ma anche nazionale, a un progressivo diradamento (con riduzione dell'orario) declassamento e anche chiusura di sportelli bancari sul territorio.
Corrispondentemente, purtroppo, le istituzioni non aumentano il numero degli sportelli, per politiche aziendali.
È, ahimè, un'evoluzione irreversibile di questa tipologia di servizi parlo soprattutto di quelli bancari - legata alla dematerializzazione dei rapporti bancari, in quanto si tende sempre più spesso a fare tutto online o anche, peggio ancora, alla disintermediazione della maggior parte dei servizi fisici. Questo però crea un problema serio, soprattutto alla popolazione più fragile e più anziana, come sottolineava la Consigliera Disabato, ed è un fatto su cui certamente dobbiamo agire.
Per evitare alla popolazione - soprattutto all'utenza di quei servizi sanitari che, essendo la più debole, è la più delicata - i disagi di non trovare nel proprio Comune lo sportello per il pagamento, e in particolare proprio per coloro che non sanno e non possono pagare online per l'età e per una serie di altri motivi, è stato previsto, a livello di ANCI piemontese, il servizio PagoPa, progettato e sviluppato per consentire ai cittadini di fruire di una pluralità di canali di pagamento, non solo online ma anche fisici, per i pagamenti a favore della Pubblica Amministrazione e dei servizi pubblici in Italia. A questo servizio aderiscono anche gli uffici postali, le tabaccherie con Lottomatica e Sisal. Di conseguenza, dal momento in cui saranno operativi, ci sarà una diffusione sul territorio. Solo per citare i principali attori di questo settore.
L'ASL-TO4 nello specifico ha aderito al progetto PagoPA - ha aderito perch la Regione lo ha chiesto - e sta completando la cosiddetta fase tre, che consente l'accesso a questa pluralità di canali per i vari pagamenti.
Dopo l'intervento e la segnalazione della Consigliera Disabato, ho subito sollecitato il Direttore generale affinché questa fase prosegua celermente perché in questo momento il pagamento non è ancora possibile, ma ho sollecitato di fare il più presto possibile per ripristinare questi servizi non con lo sportello bancario ma sotto un'altra forma, attraverso gli uffici postali e le tabaccherie, che permetta alla popolazione di Santena come altri Comuni del Piemonte, un facile accesso al pagamento fisico, in assenza della possibilità o nell'incapacità di pagare online.
In questi giorni sono in conclusione i test per tutti i ticket sanitari con l'eccezione dei laboratori analisi, che si prevede sarà attivato entro il mese di febbraio. Lo speriamo, ma monitoreremo.
Va detto che il sistema di pagamento più adatto in un periodo infettivo, in particolare per gli utenti deboli e più bisognosi di tutela, rimarrebbe quello online, posto che abbiano un caregiver in grado di farlo per loro per evitare contatti e spostamenti. In alternativa, il pagamento del ticket nelle sedi ASL è contestuale quando è accessibile, ma lei mi segnalava che questo non è possibile, quindi sarà motivo di ulteriore approfondimento presso l'Azienda TO5, ma soprattutto il potenziamento e lo sveltimento di quelle pratiche che consentono di pagare presso gli uffici postali e le tabaccherie.
Monitoreremo la velocità dell'ASL TO5 e le sono grato per la segnalazione che puntualmente ribalteremo sull'Azienda sanitaria.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 574 presentata da Sarno, inerente a "Ospedale unico ASL TO5 tempi e modi per la progettazione e realizzazione"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
574.
La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Assessore, dopo qualche mese presentiamo nuovamente un'interrogazione sul tema dell'ospedale unico in zona sud, ASL TO5. L'interrogazione è condivisa con molti Sindaci del territorio.
Ricordo a lei e a tutti che il 19 giugno, a un'interrogazione presentata sempre dal sottoscritto, lei riferiva quanto segue, come risulta dai verbali del Consiglio: "Tale perizia" - cioè la perizia che lei ha richiesto all'ASL e quindi assegnata al Politecnico - "dovrà valutare in conclusione, alla luce delle risultanze delle analisi e degli approfondimenti di cui sopra, l'identità dell'area in oggetto per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero. La perizia dovrà esaminare inoltre, l'idoneità dell'area alla realizzazione dell'opera (fatta salva la variante di carattere urbanistico) anche in relazione alle corrispondenti norme idrogeologiche vigenti nel piano regolatore. Fatta tale perizia, nel momento in cui ci diranno che il sito è idoneo, partiranno tutte le procedure".
Assessore, la domanda che esplicito è molto semplice rileggendo l'interrogazione: s'interroga il Presidente e la Giunta, per conoscere quando l'Assessorato alla sanità darà mandato all'ASL TO5 di avviare le procedure per la pubblicazione del bando per la progettazione definitiva e poi esecutiva per la realizzazione dell'ospedale unico.
Utilizzo gli ultimi secondi, Assessore, per dire, provando ad anticipare eventualmente la sua risposta (perché penso che la sua risposta è che si dovranno ancora valutare i lavori aggiuntivi) che nello studio di fattibilità, già presente all'interno dell'Assessorato, questi lavori eventuali aggiuntivi sono già previsti e conteggiati, quindi oltre 202 milioni di euro resi disponibili dall'INAIL, sessanta della Regione e, tra l'altro, ci sono anche quelli dei privati per la realizzazione delle opere non sanitarie.
La domanda è, appunto, quando avvieremo, essendo che - e chiudo, Presidente la relazione e lo studio affidato al Politecnico ha detto che l'area è idonea con dei lavori aggiuntivi (questo, però, era previsto nelle vecchie relazioni) già previsti dallo studio di fattibilità.
Ci aspettiamo che l'Assessorato produca il bando, attraverso l'ASL, di progettazione definitiva ed esecutiva dell'ospedale unico.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Icardi per la risposta.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore all'edilizia sanitaria

Grazie, Presidente.
Brevemente, poiché ha già detto tutto il Consigliere Sarno.
Effettivamente, la procedura relativa alla fase progettuale del nuovo ospedale viene attivata successivamente al completamento del percorso di valutazione dei finanziamenti previsti. La procedura è in corso (con un DPCM e l'INAIL) per l'intervento, ai sensi dell'articolo 71, legge 488 del 1998, avviato con il Ministero della Salute, nonché degli approfondimenti ma non solo le valutazioni, necessari a seguito della perizia idrogeologica, idraulica e sismica, pervenuto dalla Direzione sanitaria il 7 gennaio, protocollo 409.
Gli Uffici stanno lavorando, perché la procedura è già in atto.



PRESIDENTE

Grazie.


Argomento: Viabilità

Interrogazione a risposta immediata n. 575 presentata da Marello, inerente a "Autostrada A33 Asti-Cuneo. Cronoprogramma dei lavori Lotto II.6"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 575.
La parola al Consigliere Marello per l'illustrazione.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
La domanda dice "quando". Ecco, quando quest'autostrada sarà finita e sarà fruibile dagli utenti? Quanti anni mancano ancora? La domanda nasce dagli eventi delle ultime settimane, quando, direi molto positivamente, con la firma dell'atto aggiuntivo che mancava da parte del Ministro Gualtieri, si è chiuso un iter che permette oggi la cantierabilità del Lotto o, meglio, di una parte del Lotto che manca, che parte da Alba e va in direzione Cherasco. Per la prima parte (sono circa cinque chilometri), per la quale stiamo già intravedendo - diciamo così - delle reti arancioni che servono per delimitare il percorso e per preparare il cantiere e per la quale - mi pare di avere capito così dalle dichiarazioni sarebbero necessari circa due anni e mezzo.
Tuttavia, c'è una seconda parte che dovrebbe essere attuata e cioè quella che va da Verduno a Cherasco, altri quattro-cinque chilometri, perché a oggi c'è un progetto, già perfezionato, già sentito e che potrebbe partire domani mattina, ma che prevede un tunnel sotto la collina di Verduno, un tunnel che la società concessionaria negli ultimi anni si è rifiutata di realizzare, perché lo ha ritenuto antieconomico.
Inoltre, negli ultimi anni si è andati nella direzione di cambiare questa parte di progetto e di fare un passaggio di superficie attraverso.



(Audio mancante o non comprensibile)



MARELLO Maurizio

Di questo progetto c'è soltanto un progetto preliminare, quindi c'è ancora tutta la fase della progettazione definitiva, esecutiva, ma anche tutta la fase della valutazione dell'impatto ambientale. Ricordo che quando venne approvato l'intero Lotto erano stati necessari circa tre-quattro anni per addivenire a tutte queste.



(Audio mancante o non comprensibile)



MARELLO Maurizio

Per quanto riguarda i tempi, ho sentito diverse dichiarazioni, da quelle più ottimistiche del Presidente Cirio, che due settimane fa ha dichiarato che vorrebbe finire tutta l'opera (nove chilometri) entro la fine del suo mandato di Presidente, quindi di qui a tre anni e mezzo. Ho anche sentito in sedi ufficiali, la conferenza stampa di Grinzane e delle dichiarazioni un po' meno ottimistiche, e cioè la necessità di maggiore tempo per questa seconda parte del Lotto: si parla di circa quattro anni, tra progetti e realizzazioni.
Dopo tutti questi anni, qualcuno potrebbe dire che dopo trent'anni, un anno più o un anno meno non fa differenza. E invece no: proprio perché sono trent'anni di promesse disattese, credo che dovremmo cercare, nel limite del possibile, di dire ai cittadini che l'opera si farà, di dire come si fa, nel suo complesso, ma anche entro quanto si fa.
A questo punto, la domanda è: c'è un cronoprogramma? E quali sono verosimilmente, i tempi perché si possa transitare completamente sulla Asti Cuneo su questo Lotto e anche sulla tangenziale di Alba, che ricordo essere oggetto di restyling, di un restauro complessivo molto impegnativo, per renderla un'autostrada funzionale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Marello per la sua interrogazione.
Oggi, mi trovo a rispondere spesso su opere o su argomenti che non sono di nostra attinenza, ma che sono ancora più importanti o altrettanto importanti per lo sviluppo della nostra Regione.
Nel merito specifico dell'autostrada A33 Asti-Cuneo, abbiamo la certezza di essere arrivati sostanzialmente al termine dell'iter, nel senso che l'unica cosa che manca è la registrazione della Corte dei Conti. Speriamo sia questione - io direi - di ore e, se non di ore, di giorni, ma è l'unica cosa che manca affinché partano ufficialmente i cantieri,seppure le minutaglie siano in corso.
Da quel momento, il cronoprogramma per il completamento del lotto 6B (Alba Cantine Roddi-Verduno) è di trenta mesi, quindi due anni e mezzo. Su questo, c'è una data molto certa.
Sul resto, siamo nel campo delle ipotesi. Sono ipotesi ragionevoli, visto che stanno nell'alveo di una procedura articolata, ma non più soggetta a passaggi autorizzativi ministeriali. Quindi ha detto bene il Consigliere Marello: completamento del progetto e valutazione d'impatto ambientale, ma che gestiamo all'interno dell'ambito regionale e locale.
Riteniamo che nel prossimo anno si possano completare questi iter, anche perché c'è l'interesse di tutti i soggetti (sia i concessionari sia gli Enti locali) a completare quest'opera tanto attesa. Da lì parte un cronoprogramma analogo di circa due anni-due anni e mezzo.
Naturalmente, come sa il Consigliere Marello, che è stato Sindaco per tanti anni, questi sono tempi stimati che, spesso, sono compressi in fase di cantierizzazione, nel senso che possiamo aspettarci, ragionevolmente qualche mese in meno di lavoro.
Solitamente, la perdita di tempo sta più nelle pastoie burocratiche e nella fase autorizzativa, sicuramente complicata per il lotto 6B.
Le affermazioni del Presidente sono realistiche, per quanto non entusiastiche, proprio perché dopo quarant'anni un'opera non è più da inaugurare, ma è da utilizzare velocemente. Riteniamo che il primo lotto non vada inaugurato, ma lo vedremo utilizzato con quest'amministrazione regionale e, auspicabilmente, anche la seconda parte.
La verità è che non sarà più questione di sei mesi in più o sei mesi in meno, ma che inizi davvero questo cantiere e che non si fermi più, perch nessuno, come il Presidente Cirio e il Consigliere Marello, sanno quanto sia importante quell'asse viario per quel tessuto produttivo.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Gabusi per la risposta.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione a risposta immediata n. 576 presentata da Gallo, inerente a "Edilizia convenzionata, risorse ferme da maggio 2019. Sono necessari urgenti chiarimenti a riguardo"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
576.
La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
L'interrogazione nasce per avere dei chiarimenti in merito anche a quanto emerso sugli organi di stampa nelle settimane precedenti. Più precisamente ripercorrendo gli atti normativi vigenti e in vigore, capire quali saranno i tempi, le modalità e come mai, a oggi, non risulta pubblicato alcun bando.
Di cosa parliamo? Di edilizia convenzionata, di un bando pubblico per mettere a disposizione le risorse, già oggi disponibili nel bilancio regionale 2020 e anche 2021, per mettere in moto un processo di costruzione di alloggi di edilizia convenzionata, che da un lato risponde a una domanda, a un'esigenza impellente di edilizia sociale e di emergenza abitativa e, dall'altro, anche come volano e stimolo economico per il nostro territorio.
Ripercorrendo i dati già in vigore, quindi pienamente operativi, vi cito brevemente la delibera del 22 febbraio 2019, nella quale vengono definiti i criteri e gli indirizzi per interventi nell'ambito delle politiche di welfare abitativo, con la definizione e classificazione di tutti i Comuni e degli ambiti delle politiche di welfare abitativo.
Tale delibera identificava i criteri e gli indirizzi per gli interventi del welfare abitativo, stabiliva che oltre alle risorse regionali in forza della legge 28 del 1976, articolo 4 ter, già presso il nostro bilancio si potevano utilizzare anche le risorse presso il Fondo Unico della Cassa Depositi e Prestiti e demandava a un'ulteriore delibera attuativa la messa a bando di queste risorse; delibera attuativa che è avvenuta con delibera del 27 maggio 2019, che dà attuazione al piano generale e alla programmazione per interventi di welfare abitativo, di cui veramente quattro parole ho detto prima, della delibera del febbraio 2019.
Pertanto, dà attuazione a questo e dà mandato agli Uffici di fare gli atti conseguenti, identificando, nella delibera, già i capitoli e le risorse presenti nel bilancio regionale allora vigente, 2019-2020, con uno stanziamento di risorse, oltre a quelle della Cassa Depositi e Prestiti di sei milioni, anche di risorse regionali disponibili, circa quattro milioni nel bilancio regionale. Tutte risorse - e chiudo su questo - versate a valere sulla legge n. 28 del 1976, che prevede, dal punto di vista delle cooperative di edilizia, il versamento del canone delle risorse al bilancio regionale e la necessità, da parte della Regione, e l'obbligo per legge articolo 4 ter, di mettere in circolazione queste risorse per ulteriori interventi di welfare abitativo.
Tutto questo, brevemente, per ripercorrere l'iter normativo che sottostà alla domanda, quindi tutti gli atti eseguiti e pronti per essere resi esecutivi, ma che a oggi, anche da notizie di stampa, non ci risulta, da maggio 2019, la pubblicazione di alcun bando.
La domanda è di sapere quali sono i motivi che hanno bloccato questo bando attuativo della delibera del maggio 2019, che interviene su un tema delicatissimo come quello dell'emergenza abitativa.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Raffaele Gallo per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Caucino.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Grazie, Presidente, e grazie anche al Consigliere Gallo, che mi dà l'occasione e la possibilità di rispondere in modo compiuto, finalmente, a un tema che in questi giorni era stato riportato erroneamente da alcune testate giornalistiche, quindi questa è proprio l'occasione per mettere fine anche a certe informazioni piuttosto errate.
Il 22 febbraio 2019, l'Amministrazione (quindi quella precedente), peraltro proprio a fine mandato, ha approvato una delibera di programmazione nel campo, come diceva il Consigliere Gallo poc'anzi, quindi del welfare abitativo, la DGR 21-8447, che è stata però consegnata assolutamente inattuata alla nuova Amministrazione.
La successiva DGR 27 maggio 2019, la n. 31-9080, che è stata peraltro citata dal Consigliere Gallo, di programmazione attuativa, rinviava proprio a successivi provvedimenti per l'approvazione del bando, del modello di domanda, del modello QTE (il cosiddetto Quadro Tecnico Economico) e del modello PEF (Piano Economico Finanziario).
Nel momento in cui noi ci siamo insediati, è stata verificata la carenza dei provvedimenti attuativi della deliberazione che abbiamo appena citato che ha condotto a tutta una serie di analisi su due fronti. Innanzitutto su quello delle misure sperimentali per quanto riguarda la riserva del 20% di alloggi di edilizia agevolata, di nuova realizzazione a favore di famiglie inserite nelle graduatorie dell'edilizia sociale e sovvenzionata con costi interamente a carico del sistema pubblico, poi sul fronte delle linee di finanziamento basate sia su stanziamenti di bilancio regionale, stimati su due milioni di euro annui per la quota di finanziamento in conto interessi ai sensi della legge regionale n. 28 del 1976, sia sull'utilizzo di risorse ex GESCAL, che sono disponibili sul conto, come noi sappiamo bene, presso la Cassa Depositi e Prestiti (parliamo di sei milioni di euro a fondo perduto, di contributo sempre in conto capitale).
Tuttavia quest'approfondimento ha fatto emergere, Consigliere Gallo, tutta una serie di criticità sia rispetto all'utilizzo delle risorse ex GESCAL sia rispetto alla diversità di valutazioni, quindi alle misure sperimentali che ho appena indicato.
Sostenere che l'applicazione della legge regionale n. 28 del 1976 sia un'azione di rilancio a costo zero - questo ovviamente per le casse regionali - è assolutamente non vero. La Giunta, a un certo punto, pur ritenendo di non revocare la delibera del 22 febbraio 2019, perché per alcuni principi l'ha ritenuta valida e assolutamente condivisibile (pensiamo, ad esempio, alla classificazione dei Comuni in classi di disagio abitativo), a dicembre 2019 ha ritenuto di sottoporla a rimodulazione nelle proposte del DEFR 2020-2022, quindi non l'ha in alcun modo cassata, ma ha dovuto sottoporla a rimodulazione per la parte delle misure sperimentali d'integrazione, d'interventi e utenti di edilizia agevolata e sovvenzionata. In seguito l'abbiamo posta sotto approfondimento per il tema, invece, dell'affittanza di alloggi e di edilizia agevolata.
Il DEFR, nel richiamare anche le risorse derivanti dall'attuazione della legge regionale n. 28 del 1976, le finalizza allo sviluppo di una nuova programmazione, che è quella sovvenzionata. Non ho mai fatto mistero del fatto, Consigliere, che in questa fase, soprattutto di grave crisi, do priorità alla sovvenzionata, perché ritengo sia necessario fare una scelta di campo che, devo dire, abbiamo fatto fin dall'inizio. Con una norma del "Riparti Piemonte" - stiamo parlando dell'articolo 19 della legge regionale n.13 del 29 maggio 2020 - è stata disposta la riprogrammazione delle risorse ex GESCAL per il ripristino e la manutenzione del patrimonio di edilizia sociale delle case popolari, dei Comuni e delle ATC.
Queste risorse sono state vincolate a interventi di edilizia sovvenzionata.
Parte, quindi, di questi finanziamenti, con la delibera del 22 febbraio venivano invece destinati a un nuovo bando di agevolata, senza tener conto del fatto che queste risorse fossero vincolate da un accordo di programma ministeriale alla sovvenzionata. Ragion per cui ab origine c'è stato un uso improprio e un'indicazione impropria di risorse vincolate alle sovvenzionate che sono state impropriamente riportate con questa DGR, in barba a un accordo di programma ministeriale all'agevolata. Il vulnus Consigliere Gallo, sta in origine di questa DGR, noi non abbiamo fatto altro che riportare la risorse che erano destinate alla sovvenzionata in capo alla sovvenzionata stessa.
Si segnala, infine, che il meccanismo di gestione delle restituzioni della legge n. 28 del 1976 per il finanziamento di nuovi interventi opera compatibilmente alle disponibilità finanziarie della Regione (in base all'articolo 4 bis).
Nell'ambito della programmazione di bilancio che deve tener conto di necessità straordinarie, ad esempio proprio la moratoria delle restituzioni per l'anno 2020, è stabilita dall'articolo 30 della legge regionale n.13 del 2020 "Riparti Piemonte" proprio a favore delle cooperative di edilizia a proprietà indivisa (parliamo di tre milioni di euro).
L'amministrazione non ha, insomma, bloccato nessun bando, Consigliere perché nessun bando, in sostanza, è mai stato approvato, tantomeno a costo zero, dato che quello ipotizzato nella programmazione del febbraio 2019 avrebbe comportato sicuramente costi a carico del settore pubblico, anche a discapito d'interventi di edilizia sovvenzionata, così come avrebbe dovuto essere in origine. Un bando di edilizia agevolata, che interessa un tema così delicato come quello dell'abitazione, secondo noi deve fondarsi su presupposti assolutamente solidi. Inoltre, la programmazione del mio Assessorato, la programmazione regionale tout court dev'essere, a nostro avviso, assolutamente attenta ai bisogni effettivi, con una visione che noi riteniamo concreta, soprattutto del contesto socio-economico nel quale oggi ci troviamo purtroppo a vivere.
Ripeto, personalmente non ho mai nascosto che la mia azione politica voglia privilegiare le fasce sociali più deboli e più fragili, soprattutto in un momento di pandemia e di grave crisi come quello attuale, che ci sta portando ad avere dinanzi a noi anche scenari di nuove povertà assolutamente inattesi e inaspettati.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Chiara Caucino per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 577 presentata da Sacco, inerente a "Somministrazione vaccini COVID ASL TO4"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
577.
La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Ho deciso di depositare questa interrogazione a seguito di un articolo di giornale che ho letto circa due settimane fa; articolo cui non mi sembra siano seguite smentite. Ho quindi pensato di portarlo in Aula anche alla luce di alcune questioni che, nel frattempo, sono emerse rispetto alle difficoltà di programmazione e somministrazione dei vaccini.
Veniamo al caso specifico che ho portato alla luce all'interno del mio question time.
Da un articolo pubblicato da un giornale locale si apprende che nell'ASL TO4, all'interno delle 3.086 dosi somministrate alla data del 7 gennaio 2021, ci sono state, diciamo così, delle somministrazioni a "raccomandati" così li definisce il giornale, fra l'altro anche di un paio di consulenti dell'ospedale di Settimo senza rapporto diretto con la struttura. E sempre a Settimo si registra la vaccinazione di un consulente indicato alla "comunicazione".
Considerato che tutti, ovviamente, vorrebbero avere la possibilità di fare il prima possibile il vaccino, giustamente prima il Governo e poi l'Unità di crisi si sono coordinati per individuare delle categorie da vaccinare con maggiore celerità.
Inoltre, sempre attraverso l'Unità di crisi, si è applicata un'organizzazione che fino adesso, per quanto riguarda le strutture ospedaliere, sembra funzionare bene (si registrano un po' più di difficoltà nelle RSA, anche per questioni logistiche).
Sembra, però, com'è emerso anche nella scorsa seduta di IV Commissione, che all'interno delle Aziende spesso avanzino delle dosi e ci sia una certa discrezionalità nell'identificare qualcuno cui somministrarle.
È piuttosto ovvio, da un punto di vista organizzativo, che se convoco 100 persone per la somministrazione del vaccino, molto probabilmente non si presenteranno tutte e 100 per "n" motivi, per cui bisognerebbe cercare di organizzarla con un'ottica di overbooking: cioè se ho 100 prenotazioni del vaccino, dovrò avere almeno 130 o 140 soggetti pronti a riceverlo, almeno per quanto riguarda questa prima fase di vaccinazione, fra le persone che sono indicate come prioritarie (quindi fra gli operatori sanitari e socio sanitari, personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani, anziani over ottanta, anziani presenti nei presidi residenziali, eccetera).
Purtroppo, questa discrezionalità, che talvolta finisce sui giornali, mina anche un po' la credibilità del nostro sistema sanitario regionale, che non merita di essere compromesso per queste "disattenzioni" dal punto di vista organizzativo, che poi portano a correre ai ripari facendo delle scelte discrezionali per quanto riguarda la somministrazione di dosi che altrimenti, sarebbero buttate. Ma non dovrebbero essere buttate, semmai somministrate il più velocemente possibile a chi rientra in questa graduatoria di persone che ho appena elencato, come gli operatori sanitari e socio-sanitari, che hanno diritto di fare il prima possibile questo vaccino rispetto ad altre persone che, quando sarà il loro turno (come tutti gli altri) avranno la possibilità di accedere a questo tipo di prestazione.
Con questa interrogazione chiedo a lei, Assessore, se sono stati intrapresi dei provvedimenti in considerazione di queste violazioni rispetto alle indicazioni dell'Unità di crisi. Perché, comunque, a meno che la questione non venga smentita, non si è rispettato un certo tipo di graduatoria.
Soprattutto, le chiedo cosa si pensa di fare (questo non è all'interno dell'interrogazione, ma forse sarebbe utile saperlo) per evitare che questo tipo di fenomeno possa continuare anche all'interno di altre ASL, per i motivi che ho prima citato.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Sacco per illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Non avevo letto quest'articolo di giornale e non mi era stato segnalato, ma devo rilevare che anche la sua ricostruzione dei fatti, delle modalità operative e dell'organizzazione non è corretta. Anzi, non è affatto così.
Nel senso che trovo anche un po' stucchevoli citazioni come "largo ai raccomandati" o "si sono imbucati alcuni", perché mi sembra veramente una cosa surreale. Anche parlare di "violazione" credo che non solo non sia rispondente alla realtà, ma lo giudico anche poco corretto e lesivo dell'onorabilità di chi somministra le vaccinazioni e di chi si sottopone alle vaccinazioni. Perché glielo dico? Perché già si fa un po' di overbooking, ma non è vero che quando si avanzano delle dosi si chiama il primo che passa per somministrarle. Tutt'altro! C'è una circolare ministeriale e c'è una condivisione con la struttura commissariale di Arcuri che determina le categorie e le priorità di vaccinazione nella fase uno, nella quale, come lei ha giustamente citato rientrano i sanitari, i medici, gli infermieri, gli operatori degli ospedali.
Ma la ratio che è stata poi spiegata meglio con la Direzione commissariale è quella di rendere la struttura ospedaliera COVID free, ossia di vaccinare le persone che, a vario titolo, frequentano l'ospedale. Perché le dico questo? Perché c'è una circolare diramata dal DIRMEI che allarga la procedura anche alle categorie della sanità privata (perché anche quelle magari vanno in ospedale), quindi la allarga ai medici di medicina generale, ovviamente in accordo con la struttura commissariale, ai medici di medicina legale, pediatri di libera scelta, guardia medica, sumaisti medici, infermieri, veterinari, biologi, odontoiatri, chimici, fisici personale tecnico-sanitario, farmacisti, personale tecnico, studenti universitari che fanno stage, personale con funzioni riabilitative personale amministrativo e dirigenziale, personale di vigilanza e d'ispezione, personale alberghiero (è stato vaccinato anche il personale di trasporto e manutenzione), informatori farmaceutici, personale volontario inquadrato a qualunque titolo.
Tutte le persone che frequentano un ospedale ci devono dare la garanzia di non infettare i pazienti ricoverati in ospedale. Questa è la ratio che sottende la vaccinazione della fase uno.
Nel caso specifico, ho chiesto delucidazioni all'ASL TO4, la quale ha risposto dicendo che ha somministrato i vaccini secondo gli obiettivi assegnati dal DIRMEI sia in termini di numero di vaccini medi giornalieri e delle relative scorte, sia per quanto attiene le categorie di persone da ricomprendere nella prima fase che, come dicevo, nella circolare ministeriale sono elencate. Inoltre, c'è un allargamento al personale che frequenta l'ospedale.
In allegato c'è anche un documento del DIRMEI attestante il consuntivo delle prime due settimane di campagna vaccinale - se vuole, glielo trasmetto - e la programmazione delle prossime. Nel caso specifico, viene anche fatto il nome e cognome dell'Amministratore dell'ospedale di Settimo che ha l'ufficio all'interno dell'ospedale e frequenta l'ospedale.
Pertanto, a pieno titolo è stato sottoposto alla vaccinazione, secondo le indicazioni diramate dal DIRMEI.
Mi sento di smentire, almeno dalla lettura degli atti, il fatto che ci siano state delle violazioni o degli imbucati o altro personale non appropriato che sia stato vaccinato. Non mi risulta. Nel caso specifico queste persone potevano e dovevano essere ricomprese nella fase uno dalla vaccinazione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 578 presentata da Frediani, inerente a "Dati relativi a soggetti in isolamento e ricoverati per COVID-19"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
578.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò brevissima, anche perché fra un po' ci sarà il Tavolo sul nucleare.
Non sto a riepilogare i dati che ho inserito nella premessa dell'interrogazione, perché alla fine il tema è uno ed è quello che ha sollevato il sindacato.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Consigliera Frediani, non la sentiamo più.
Attendiamo un momento per vedere se la Consigliera Frediani riesce a ricollegarsi, altrimenti passiamo all'esame dell'interrogazione successiva.



FREDIANI Francesca

Presidente, mi sono collegata dal telefono, perché il modem non funziona.
Comunque concludo brevemente per non sottrarre altro tempo. Il tema è quello della discrepanza tra i dati relativi ai ricoveri e agli isolamenti nella nostra regione. La battuta del sindacato è quella se esista una variante piemontese del COVID meno infettiva. Noi, in realtà, per rimanere nell'ambito dei rapporti istituzionali, chiediamo semplicemente quale sia la modalità d'isolamento, quindi di ricerca e di tracciamento dei contatti se tutti i contatti dei positivi e, soprattutto, dei ricoverati siano sottoposti a tampone e, di conseguenza, messi in isolamento. Non riusciamo a spiegarci questa discrepanza, quindi come mai siano così pochi i soggetti in isolamento, a fronte di un alto numero di ricoveri.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo la Consigliera Frediani per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione, delegando l'Assessore Icardi, che ha facoltà di intervenire per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho chiesto ai nostri epidemiologi informazioni su questi dati e vi faccio partecipi della risposta. Mi rispondono come segue: "I dati delle Regioni non sono facilmente comparabili e, in particolare, le guarigioni. Si passa da percentuali di guariti sul totale dei casi superiori all'85%, come Piemonte, Liguria e Toscana, a valori inferiori al 60% come la Puglia, la Sardegna e la Sicilia. Queste differenze sono semplicemente determinate da andamenti diversi dell'epidemia in termini di dimensione e di tempi. Sono ascrivibili a diverse caratteristiche della popolazione colpita e a tempistiche differenti di aggiornamento dei dati.
È di tutta evidenza che l'elevato numero dei guariti sul totale dei casi falsa la percentuale dei ricoverati rispetto al numero degli attualmente positivi. Nelle Regioni con alta percentuale di guariti si calcola un rapporto più alto tra ricoverati e gli attualmente positivi, come ad esempio Piemonte, Liguria e Toscana e, viceversa, in Puglia e nel Lazio.
Per i motivi appena citati risulta totalmente inaffidabile la stima del numero degli asintomatici non diagnosticati, utilizzando un valore medio percentuale (ricoverati su attualmente positivi) calcolato a livello nazionale, a partire da dati delle Regioni tra loro così variabili. È un calcolo peraltro non corretto dal punto di vista metodologico, visto che si confrontano fenomeni che avvengono in tempi differenti, e si è osservato che il picco dei ricoveri è in ritardo dai sette ai quattordici giorni rispetto al picco delle nuove diagnosi. Quindi, non dobbiamo ostinarci a voler calcolare questa proposizione.
I ricoveri di questi ultimi giorni dovrebbero essere confrontati con i positivi della prima settimana di gennaio, che è un valore certamente più elevato soltanto a quello di oggi".
Grazie, Presidente, ho concluso.


Argomento: Trasporti pubblici

Interrogazione a risposta immediata n. 579 presentata da Martinetti inerente a "Monitoraggio trasporto pubblico locale per evitare problemi di sicurezza all'apertura delle scuole"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
579.



FREDIANI Francesca

Mi scusi se la interrompo, Presidente. Sono uscita con volontà dalla riunione, ma adesso non riesco più a entrare, c'è l'organizzatore che mi dice che sono fuori e mi è già successo una volta. Chiedo se qualcuno in aula può aiutarmi, grazie.



PRESIDENTE

Lo facciamo presente a chi si occupa dei collegamenti.
La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione dell'interrogazione n. 579.



MARTINETTI Ivano

Grazie, Presidente.
Tra i vari provvedimenti che questa Giunta ha adoperato per tutelare la salute dei cittadini e risolvere il problema della sicurezza della circolazione causata dalla pandemia, c'è un'ordinanza del 15 gennaio 2021 che prevede un sistema di monitoraggio: un progetto importante che coinvolge le Aziende sanitarie, l'Assessorato ai trasporti, oltre che gli enti scolastici. Il DIRMEI, che deve ricevere i dati per competenze e pertinenza di questi enti, dovrebbe monitorare per ritrasmettere per fare un quadro sia all'Agenzia della mobilità sia all'Assessore.
In relazione al rientro nelle scuole al 50%, come tutti sappiamo, con la rotazione degli studenti dovranno fare il 50% tra DAD e presenza, il servizio di trasporto pubblico in realtà è stato potenziato. Sono state aggiunte diverse corse, un piano di potenziamento che è nato da un lavoro tra l'Assessorato, per quello che ci risulta, l'Agenzia della mobilità e i Prefetti. Tuttavia, nonostante questo lavoro, permangono alcune criticità.
Qualcuna è già emersa in interrogazioni precedenti: c'è il grosso problema su alcune fermate della città di Torino che, in determinati orari della giornata, presentano delle problematiche. Per contro, in alcuni Comuni, su iniziativa privata, si sono intraprese iniziative di ampliamento dei piazzali, ad esempio, che in parte hanno ovviato al problema del sovraffollamento.
Non voglio stare a fare l'elenco della spesa, ma la domanda molto semplicemente è: alla luce di questi monitoraggi, Assessore, sa indicarci quali siano le criticità principali da risolvere, per evitare che si verifichino ulteriori problematiche sul sistema del trasporto pubblico locale, anche nella logica che potremmo fronteggiare questa situazione per un lungo periodo?



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Martinetti, anche se non ascolta la raccomandazione di togliersi da quelle vigne e di farci soffrire tutti i giorni, ma va bene lo stesso.
Il tema è ampiamente dibattuto, quasi allo sfinimento, perché la tensione era tanta. Credo che fosse anche la preoccupazione del Ministro Speranza che ha convocato un comitato tecnico-scientifico, nella giornata di domenica, rispetto alla ripartenza delle scuole.Noi possiamo dire che siamo una Regione che ha aspettato, ma poi a un certo punto ha deciso di aprirle senza negare che qualche difficoltà ce l'avremo. L'abbiamo fatto grazie a un grosso lavoro, di cui noi siamo stati un soggetto, una parte, ma che ha visto coinvolti, in una sapiente regia, tutte le prefetture piemontesi l'Agenzia della mobilità, le aziende di trasporto e il mondo della scuola.
In una prima fase, abbiamo analizzato le problematiche e le abbiamo condivise. Ci siamo resi conto dei problemi del mondo scolastico e il modo dalla scuola si è reso conto dei problemi del mondo dei trasporti. Credo che questo sia stato il momento nodale per la risoluzione dei problemi.
Da quel punto in poi si è partiti con il potenziamento tecnico, con l'aggiunta di corse, perché, come sapete, il sistema ferroviario è molto meno dinamico e, soprattutto, ha molto meno spazio. Devo dire che la richiesta del Presidente, corretta, di monitorare quotidianamente sta dando i suoi frutti, anche se, come ho detto ad alcuni giornalisti, siamo in una fattispecie in cui, le aziende di trasporto, avendo a disposizione le risorse o, comunque, avendo la garanzia che le corse saranno realizzate, e avendo interesse a produrre chilometri di servizio, sono i primi controllori. I primi che hanno interesse a far rispettare le norme, quindi ad avere i pullman coperti in maniera equa e non sovrabbondanti sono loro quindi non c'era la necessità di un controllo pazzesco. Naturalmente, c'è la necessità di affinare il servizio, che continuerà per tutto lo svolgimento delle lezioni in presenza, perché i disservizi possono esserci.
Devo dire che, sulle migliaia di corse che abbiamo messo a disposizione in questi giorni, fino a ieri, le segnalazioni arrivate sono una decina, di cui tra l'altro quattro o cinque sostanzialmente già chiuse. Alcune di queste derivano da foto che spesso denotano, soprattutto perché sono quasi tutte fatte sull'urbano di Torino, una difficoltà anche di comprensione delle linee guida. Tre persone per metro quadro sono molto diverse da un metro di distanza, che è quello che abbiamo in tutti gli altri luoghi della vita pubblica, ma sappiamo anche come si è arrivati a queste linee guida da parte del Comitato tecnico-scientifico nazionale.
Noi, però, abbiamo deciso di mantenere e monitorare molto puntualmente questo servizio, che ci ha dato soddisfazione ieri alle 18 quando abbiamo avuto un incontro con tutti i Prefetti, i Presidenti di Provincia e i Sindaci dei capoluoghi di Provincia per analizzare le segnalazioni e per accertarci che non ci fossero altri refusi e che non ci fosse qualcosa di dimenticato. Dobbiamo dire che è evidente che sul territorio piemontese nelle sette Province non c'è stata nessuna segnalazione. Su Torino, poich soltanto come capoluogo è un quinto di tutta la Regione Piemonte e ha folti assembramenti, c'è stata qualche segnalazione, cui l'Agenzia della mobilità, GTT e tutte le aziende che compongono il servizio urbano stanno mettendo fine.
Devo dire che è percettibile il buon lavoro svolto, intanto perch davvero, non ci siamo risparmiati, e per il fatto che, anche sui social girano molte meno foto rispetto al mese di settembre. Questo è un dato molto pratico, che però dà il senso e la misura di quanto sta succedendo.
Non dimentichiamo che il lavoro va aggiornato costantemente e non dimentichiamo che questo metodo, che ci ha portato ad avere un servizio nei primi tre giorni sicuramente efficiente, va continuamente aggiornato e soprattutto, che è frutto di un lavoro di squadra che prevede la collaborazione tra il mondo della scuola e con i Prefetti che continuerà nelle prossime settimane.
Se la domanda è che cosa pensa di fare la Regione e quali sono le criticità, le criticità saranno - credo - a questo punto, diciamo, di piccolo cabotaggio, nel senso che sono singole criticità e non derivanti da problemi strutturali. La Regione pensa di monitorarle quotidianamente e di risolverle puntualmente.
Ci sarà un secondo step, che speriamo possa partire presto. Non so quando perché non dipende dalla preparazione del sistema trasportistico e neanche della scuola, ma dall'analisi epidemiologica. Il piano al 75%sarà un altro pianeta e comporterà un'altra problematica, analizzata con lo stesso metodo dalle stesse persone che hanno preparato il piano al 50%, quindi sono abbastanza tranquillo che, seppur cambierà drasticamente rispetto ai numeri, alle persone in campo e anche agli orari scolastici, possa per funzionare in egual misura.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi per la risposta.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interrogazione a risposta immediata n. 580 presentata da Grimaldi, inerente a "Ipotesi di vendita di IVECO e FPT"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
580.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

La storia di IVECO è abbastanza nota: è una società che ha sede a Torino specializzata nella produzione di veicoli industriali e di autobus. Come sapete, fa parte del gruppo CNH Industrial e ne è controllata al 100%. Di per sé, costruisce da sempre veicoli commerciali leggeri, medi, pesanti e anche autobus urbani. Rappresenta in Italia un po' la storia di questo tipo di mezzo da lavoro.
Come sapete, IVECO ha impianti produttivi dovunque: in Europa, in Cina, in Russia, in Australia, in Africa, in Argentina, in Brasile ed è presente in oltre 160 Paesi, con 5.000 punti vendita. I marchi della società sono: IVECO, IVECO Bus, Astra Magirus, Defence e fanno parte della proprietà di FPT-Industrial, dedicata appunto alla progettazione, produzione e vendita di motopropulsori.
Secondo le notizie che abbiamo appreso, CNH Industrial avrebbe riavviato le trattative per vendere la maggioranza di IVECO al gruppo automobilistico cinese FAW, prima società nel settore in Cina, con partecipazione statale.
Con l'acquisizione di IVECO, questa società punterebbe a uscire dal mercato cinese, dato che l'offerta riguarderebbe tutte le attività dei veicoli commerciali di IVECO, inclusi i camion e gli autobus. Dopo il rifiuto di quest'estate, FAW sarebbe ritornata sull'accordo, facendo un'offerta migliore di circa 3,5 miliardi. La possibile vendita di parte di PPT Industrial e gruppo IVECO a FAW, il più grande produttore di camion della Cina, costituisce una notizia estremamente allarmante, perché stiamo parlando di un pezzo importante della storia industriale italiana, con ricadute molto forti dal punto di vista occupazionale, soprattutto in Piemonte e nel torinese.
Per la situazione in corso, non pare ci sia una grande mobilitazione politica sul tema. Gli stessi sindacati sembrano un po' lasciati soli, me lo faccio dire, Presidente Gavazza.
La CNH in Italia conta sedici poli di produzione, una grande fetta di persone, quindi, è impiegata in questo comparto e, di fatto, un trasferimento di proprietà potrebbe essere nefasto ed esporre il personale a rischi che finirebbero con l'avere ripercussioni importanti su una buona parte del Paese.
Molto spesso, quando pezzi industriali italiani finiscono sotto il controllo di multinazionali straniere, il rischio è che anche le produzioni emigrino verso altri Paesi. In questo settore strategico, non ce lo possiamo ovviamente permettere.
Nel pacchetto di vendita, come già abbiamo ricordato, ci sarebbe anche FBT Industrial, dedicata alla progettazione, alla produzione e alla vendita di motopropulsori per applicazioni di veicolari industriali on road o full road, fiore all'occhiello della CNH e società indispensabile per lo sviluppo e per il know how.
Con questo caso, il Governo ha rafforzato, in questa legislatura, la golden power, quale strumento di tutela dei settori strategici per il Paese, tra cui rientrano i trasporti.
Se la trattativa perseguirà, come sembra, occorrerà tutelare il nostro Paese, e l'Europa in generale, perché se ci sono i presupposti per attivare la normativa del golden power, quei poteri esercitabili nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché di taluni ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti (come in questo caso) e delle comunicazioni, che permetterebbero allo Stato di dettare specifiche condizioni all'acquisto di partecipazioni, e anche di porre il veto all'adozione di determinate delibere societarie di opporsi all'acquisto di partecipazione.
L'implicazione di una vendita di IVECO e, se confermata, la cessione di quote, rende anche potenzialmente problematica la progettualità intorno al Piemonte Hydrogen Valley, quel progetto sull'idrogeno di cui ci siamo candidati, come nodo centrale, per lo sviluppo dell'idrogeno in Italia.
Come sapete, di queste vicende abbiamo interessato anche il Governo. Oggi proprio in questo momento, Federico Fornaro alla Camera sta illustrando lo stesso question time. Noi chiediamo quali siano le azioni messe in campo dalla Giunta per governare questa situazione, tutelare ovviamente gli impianti produttivi e i lavoratori piemontesi, ma, soprattutto, il futuro industriale del nostro territorio e, se insieme al Governo, meditiamo di utilizzare quel golden power per evitare che questa cessione non sia sotto l'occhio vigile degli interessi del nostro Paese.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo, come sempre, il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Andrea Tronzano.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



TRONZANO Andrea, Assessore sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese (industria, artigianato, imprese cooperative attività estrattive)

Grazie, Presidente.
Mi permetterà se sforerò un po', ma la domanda è molto pertinente e ci consente di dire ciò che stiamo facendo ed è, oggettivamente, complesso.
Partirei dai dati, perché questi sono sempre importanti, poiché una fotografia sui dati ci permette anche di ragionare con più cognizione.
Innanzitutto, IVECO ha 5.400 dipendenti in tutta Italia e a Torino sono 2.078. Gli addetti alla produzione a Torino sono cinquantasei sui 3.600 mentre nel mondo si parla di 25 mila dipendenti.
I primi nove mesi del 2020, IVECO ha perso il 18,1% di fatturato in Europa.
Passando a FPT Industrial, Torino ha circa 3.400 addetti su un totale di 5.300 e produce, come diceva il Consigliere Grimaldi, motori e trasmissioni per camion, trattori, macchine movimento terra e imbarcazioni.
Sulla filiera, che è la nostra principale preoccupazione, abbiamo 736 aziende con un fatturato di circa 18,6 miliardi di euro che, purtroppo, è in calo del 4,8%, con 60.311 addetti che sono, in questo momento, con un trend in stabilità.
L'incidenza delle imprese con sede in Piemonte sul comparto automotive italiano è del 34% e in provincia di Torino addirittura l'84%.
La produzione industriale è diminuita nel 2019 di mezzo punto. Il settore più colpito è quello dei mezzi di trasporto e la componentistica ha perso 5,5 punti.
La dipendenza da FCA-CNH da parte della filiera è importante anche conoscerla. Oggi i rapporti con i gruppi FCA-CNH interessano ancora l'80 delle aziende piemontesi (erano l'87% cinque anni fa) e sono scese al 48 le aziende che li collocano tra i primi tre clienti.
Le aziende che producono oltre il 75% del fatturato con questi clienti sono il 29% (in calo dal 39% di cinque anni fa) e nel complesso, in media, il 41% dei fatturati deriva da rapporti con FCA-CNH.
Per l'export è importante sottolineare che il Piemonte è la prima regione per esportazione di componentistica con il 33% del totale nazionale, ed è ancora davanti a Lombardia ed Emilia Romagna.
Questi sono i dati che ci permettono di dire che noi siamo molto attenti perché il tema è veramente importante e, soprattutto, perché vogliamo dare certezza alla filiera. In queste settimane ci sono state interlocuzioni continue sia con i corpi intermedi - compreso ANFIA - sia con il MISE perché il punto è soprattutto capire che cosa succederà eventualmente con un'eventuale vendita.
Naturalmente bisogna dire che questa è una trattativa, quindi le informazioni sono ancora parziali perché, comunque, ci sono dei ragionamenti in corso che certamente l'azienda non ha in messo in evidenza.
C'è, peraltro, da dire che la Giunta regionale già nella scorsa estate attraverso l'Assessore Chiorino in particolare, ha parlato con CNH, che nel piano di ristrutturazione ha stabilito, anche insieme con i sindacati, che comunque, non ci saranno esuberi. Certamente l'estate scorsa Iveco era già tra le opzioni di vendita, quindi non è che questa situazione ci colga di sorpresa. Certamente - lo ripeto - siamo ancora in fase di trattativa.
È nostra convinzione, ma questa è una convinzione politica basata anche su osservazioni e su valutazioni su dati, che la pandemia porterà certamente ad avere in Europa una second source da parte di queste grandi multinazionali. Valutando, quindi, che FAW è una società comunque solida e che investe sul medio-lungo periodo, certamente sarebbe assurdo, dovesse mai succedere che comprerà Iveco, investire per poi portare tutto in Cina.
In più, dobbiamo dire che in questa fase, in quest'ultimo anno, certamente l'automotive e tutta la sua filiera è stata oggetto di grande attenzione anche economica, sia da parte della Regione sia da parte del Governo. Parlo di due temi in particolare, ovvero da una parte il fatto che quella di Torino è stata riconosciuta come area di crisi industriale complessa dall'altra l'avvio del Manifacturing and Technology Center. Si tratta di due azioni che, una volta che saranno attivate sia nelle infrastrutture sia, soprattutto, in anticipo rispetto alle infrastrutture sulla Carta dei servizi, cioè definendo quali servizi potranno essere resi da CNH e dalla Città dello Spazio, certamente rafforzeranno l'attrazione d'impresa sul territorio piemontese. Come sappiamo tutti, la storia, il know how, la competenza, le qualità e le capacità dei lavoratori del tessuto territoriale piemontese sono enormi e impareggiabili rispetto a qualunque altra area.
L'altra evento importante da sottolineare è che oggi, alle ore 17, proprio al MISE ci sarà un incontro fra la Sottosegretaria Todde, la proprietà di CNH, i sindacati e anche le Regioni interessate (la Regione Piemonte sarà presente), ove si parlerà di tutti gli stabilimenti previsti. A oggi, a seguito delle interlocuzioni con il MISE che ho personalmente avuto in questi giorni, non sono previste riduzioni del personale. L'interlocuzione con il MISE conferma, comunque, la possibilità di attivare il golden power che giustamente sottolineava il Capogruppo Grimaldi.
Il golden power è uno strumento che sarebbe auspicabile attivare. Ci stiamo lavorando, perché potrebbe anche esserci questa vendita, ma noi possiamo inserire, come giustamente sottolineava il Consigliere Grimaldi, delle prescrizioni. Prescrizioni che, comunque, saranno tese a tutelare la filiera produttiva dell'Automotive.
In più, il Presidente Cirio nei prossimi giorni avrà un'interlocuzione diretta con il Presidente Elkann e personalmente parlerò con i vertici di CNH.
C'è un altro ragionamento importante che voglio fare prima di arrivare alla conclusione parlando anche d'idrogeno. Sulle multinazionali abbiamo una strategia ben precisa che ha già dato i sui frutti in passato (parlo di Vishay e Michelin in particolare, due esempi fra tutti), che è quella di un'attenzione alla loro azione sul territorio per far sì che la presenza piemontese diventi la sede locale strategica per la casa madre. Questo risultato si ottiene attraverso investimenti e, certamente, la Regione non è stata a guardare e non starà a guardare neanche in questo caso, nel caso in cui la vendita dovesse avvenire.
La partita dell'idrogeno è certamente una priorità per la Giunta regionale e per l'Assessore Marnati in particolare. Come ricordava il Consigliere Grimaldi, l'abbiamo inserita fra le azioni del Recovery Fund attraverso l'Hydrogen Valley. Naturalmente, questo tipo di azione, questo tipo di strategia, questo tipo di traiettoria e di prospettiva si è basata sulla mappatura di una pluralità di stakeholder, di portatori di interessi industriali, tra cui c'è anche stata CNH con FPT, Alstom, IREN, SMAT Giacomini e altre imprese.
CNH è stata più volte coinvolta e ovviamente la Regione nulla ha da aggiungere, nel senso che certamente ci saranno ulteriori interlocuzioni perché l'Hydrogen Valley è una priorità.
Questo è quanto volevo dire, Presidente, e ringrazio il Consigliere Grimaldi per questo tipo d'interrogazione.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Andrea Tronzano per la risposta.
Prima di chiudere, ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail in visione a tutti i Consiglieri è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata. I lavori dell'Aula riprenderanno alle ore 16.
Grazie a tutti e a tutte.



(Alle ore 15.28 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta riprende alle ore 16.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame disegno di legge n. 128, inerente a "Misure urgenti per la continuità delle prestazioni residenziali di carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche" (seguito)


PRESIDENTE

Nella mattinata odierna è iniziato l'esame del disegno di legge n. 128 "Misure urgenti per la continuità delle prestazioni residenziali di carattere sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale per anziani persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche", di cui al punto 3) all'o.d.g., e sono state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Magliano, che ha facoltà di intervenire per dieci minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
È evidente che il tema che stiamo affrontando si occupa di una parte della nostra società che riveste un ruolo a mio giudizio fondamentale nelle modalità con le quali noi saremmo in grado di garantire il maggior sostegno possibile, ma anche, come dirò nel mio intervento, un cambio di mentalità un cambio di rotta e un cambio di passo su come noi andremo a riprogrammare tutto il comparto della terza età per i nostri piemontesi.
È evidente che questa Giunta cerchi,con questa legge, una modalità di ristoro per le numerose realtà profit e no profit della nostra Regione che si occupano di terza età, e voglia garantire questo ristoro per fornire in qualche modo un aiuto e un sostegno e per dare un segnale di vicinanza.
Nello stesso tempo, come abbiamo visto ieri in Commissione, si è voluto iniziare a dare un segnale di attenzione anche a tutto il mondo della domiciliarità. Non torno su quello che è stato ottimamente espresso dalla collega Canalis rispetto ai numeri e alle statistiche relative al personale interessato. Mi preme però segnalare oggettivamente la differenziazione che non possiamo non notare - perché è sotto gli occhi di tutti - tra la tipologia di soggetti che si occupano di queste persone.
Abbiamo alcuni colossi del mondo profit e poi una miriade di realtà nate dalla storia, dalla cultura e dalla tradizione cattolica e laica della nostra Regione (come le ex IPAB e tante altre realtà sul territorio), che come principio di umanità e di solidarietà, realizzavano strutture che accoglievano le persone alla fine del loro percorso di vita, nell'ultima parte del percorso di vita, in modo dignitoso, in modo assolutamente amorevole. Da queste tradizioni nasce tutto il comparto che oggi noi definiamo "RSA". Ci sono, poi, anche tutte quelle strutture che, come giustamente si ricordava, si occupano di disabilità, di psichiatria e di fragilità.
Certo è che noi abbiamo di fronte una sfida importante che non possiamo approcciare solo con questa dimensione. Oggettivamente, i dati demografici spaventerebbero chiunque. E mi preoccupa molto la non capacità di lettura di questi dati fino in fondo. Perché questi dati demografici e l'invecchiamento della popolazione portano a dover ripensare completamente il sistema socio-sanitario legato a queste tipologie di soggetti. E non possiamo che ripensarlo partendo proprio dalle famiglie di queste persone che necessitano di sostegno e di accoglienza.
Noi dovremo investire molto di più sulle famiglie - è questo, forse, il grande tema da affrontare - non solo come soggetti che pagano le rette e i servizi, ma anche come soggetti che potrebbero iniziare a fornire questi servizi o quantomeno avere voce in capitolo.
Questo spesso già capita, ma per la buona volontà delle famiglie, in collaborazione con le realtà che si occupano di domiciliarità.
È vero che abbiamo un problema legato a queste strutture, le RSA, dal punto di vista della convenzione,ma, anche qui, le regole del gioco dovranno essere riscritte.
Da tempo, anche gli operatori del settore chiedono una rivisitazione delle tariffe. Da tempo, si cercano soluzioni per rendere più sostenibile il sistema, sia per parte loro sia per parte nostra. Nello stesso tempo, le scelte che ha fatto quest'Amministrazione di non accettare nuovi convenzionamenti o di ridurne il numero, in parte a causa dell'emergenza COVID (per non dover ricorrere, poi, a questa forma di sostegno) sembrano di fatto, fragili e dettate, talvolta, dall'incapacità di una lettura completa dei dati di realtà.
Noi ci auguriamo che si apra in fretta una stagione di ripensamento partendo dai dati demografici e dai dati relativi all'invecchiamento della nostra popolazione. Pensiamo, infatti, che sia necessario pensare a un altro modello; un modello che metta al centro la persona e il nucleo familiare.
Come Gruppo dei Moderati, siamo molto preoccupati che una non corretta gestione di questo fenomeno rischi, oggettivamente, tra qualche anno, serie problematiche. Vista anche l'incapacità di pagare rette troppo esose da parte dei cittadini, e visto che questo numero di cittadini rischia di non avere pensioni adeguate o nuclei familiari attorno che possano compensare dal punto di vista economico le rette, si rischia di trovare strutture di serie A e strutture di serie B. E alcune strutture di serie B potrebbero avere alcuni connotati oggettivamente preoccupanti, se pensiamo a tutto il tema delle tariffe orarie e al tema delle prestazioni aore o a minuti (ormai siamo arrivati a questo!) rispetto alla pulizia o alla somministrazione del cibo all'anziano.
Il tema delle tariffe, a mio giudizio, per com'è pensato oggi, non è più all'altezza del fabbisogno di una popolazione che ha reso evidentemente grande la nostra Regione. Perché sono stati i nostri nonni ad aver fatto tanto per consegnarci un Piemonte che, di fatto, rappresenta ancora una delle Regioni italiane che ha grande capacità di lavoro e d'innovazione.
Questo lo dobbiamo alla loro storia! Pertanto, questa è una misura che, oggettivamente, la Giunta ha fatto per dare un segnale, poiché è stata sollecitata e tirata per la giacchetta da tutta una serie di attori sul territorio; ma dentro non ha una possibilità di cambiamento e di approccio al problema, se non a parole, com'è stato detto ieri in Commissione.
Invece, nei momenti di crisi, quando le istituzioni devono far fronte a difficoltà come quella che stiamo vivendo.
I momenti di crisi possono essere forieri di nuove visioni e di nuove possibilità di approccio sullo stesso tema. Ed è importante farlo oggi e nei prossimi mesi, perché ancora oggi c'è un tessuto familiare in grado di sostenere le persone e i nostri anziani, a volte anche tenendoli a casa.
Quando una famiglia decide di tenere queste persone a casa - parlo, quindi della domiciliarità - se lo Stato e le istituzioni non sono loro alleati in questa scelta, si rischia soltanto che questo tentativo di azione delle famiglie, proprio perché non sostenuto né aiutato dalle istituzioni, di fatto poi si vanifica. E anche le famiglie dopo un po' si rassegnano.
Pertanto, siamo critici su questo provvedimento, perché non tiene conto della totalità della partita in gioco, tiene conto di alcune giuste esigenze degli operatori e inizia a mettere qualche risorsa sulla domiciliarità ma, di fatto, arriva in modo tardivo rispetto a un problema che, come ha denunciato il collega Grimaldi, abbiamo più volte sottolineato.
Serve da subito - e questo noi, come forze di opposizione e minoranza in Consiglio regionale, lo diciamo da tempo - un tavolo per ripensare questa tipologia di servizi, ripensarla in ogni sua dimensione, coinvolgendo il maggior numero di realtà possibili, anche e soprattutto quelle del terzo settore, aprendo anche ad altre forme associative che sappiamo bene come mantengano oggi così importante questo settore. Penso al mondo del volontariato e alle realtà che fanno da agente collaterale e di ausilio al mondo che ruota attorno alle RSA. Spesso all'interno di queste strutture troviamo realtà associative che si mettono a disposizione degli ospiti.
Il nostro è un giudizio critico, perché s'interviene in modo tardivo e solo ed esclusivamente guardando l'elemento economico, senza mettere sul tavolo tutte le problematiche e tutte le questioni che in questo momento sono da prendere in considerazione.
Abbiamo avuto modo di audire le realtà che si stanno occupando di coloro che, purtroppo, hanno perso la vita all'interno di queste strutture. Anche su questo sarà oggettivamente importante riflettere, perché se vi saranno o verranno ravvisate responsabilità penali da parte di qualche struttura dovremo poi chiederci se ha avuto un senso ristorarle. Essendo di cultura giuridica, so bene che fino al terzo grado non possiamo impedire a costoro di fare richieste rispetto a questo né alla Regione Piemonte di erogare fondi, ci mancherebbe.
Tutto questo però ci dice che abbiamo veramente bisogno di una nuova programmazione, che non parta solo ed esclusivamente dal costo dei servizi con un approccio economicista - sappiamo benissimo dell'approccio economicista alla vita e alla fine vita nel Nord Europa,ma è una cosa che ci troverà sempre contrari - ma con un approccio che metta al centro la persona, i suoi bisogni e la famiglia della persona, in modo tale che l'ultima parte della vita non sia un peso né per la famiglia né per chi la sta affrontando né per l'istituzione, ma un'opportunità. Dev'essere un'opportunità che metta al centro l'idea di comunità e il tornare a essere comunità passa anche da tutto questo. Ritornare a costruire legami sociali forti parte anche da come noi andiamo a pensare quest'ultima parte della vita dei nostri piemontesi, cercando di fare rete il più possibile e di essere il meno attaccati possibile esclusivamente a un ragionamento di costi e di risorse da mettere sul campo.
Il mio ragionamento politico sarà forse un po' idealista, ma penso alla storia del nostro Piemonte, alla storia dei Santi sociali e dei grandi imprenditori del terzo settore, perché oggettivamente non possiamo che riconoscere oggi al terzo settore la capacità di fare impresa sociale senza dividersi o spartirsi gli utili o i profitti, ma reinvestendoli tutti affinché i servizi che loro erogano siano all'altezza delle piemontesi e dei piemontesi che vivono all'interno di queste strutture.
Questo era quello che volevo comunicare. Con alcuni Consiglieri di maggioranza ho anche parlato del tema della domiciliarità e mi pare che ci sia una disponibilità a fare un ragionamento, perché questo ci è chiesto ma, soprattutto, non possiamo far finta che i dati sull'invecchiamento non siano quelli che abbiamo davanti. Il Presidente dell'ISTAT ogni volta che parla di questo tema mette il nostro Paese in guardia. Abbiamo un problema di gestione legato alla vecchiaia, a come forniamo i servizi a questa parte di popolazione, ma abbiamo anche il problema della denatalità.
Mi auguro che in questi anni di legislatura si vogliano seriamente prendere in considerazione questi due problemi, altrimenti consegneremo, di fatto un Piemonte meno capace di rispondere a queste sfide e meno umano, perch se il problema è solo economico, alla fine rischiamo di dare servizi scarsi a persone che, invece, si meriterebbero il meglio, loro e le loro famiglie.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Valle; ne ha facoltà.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io su questo disegno di legge, perché ne ravviso alcuni elementi positivi di risposta all'emergenza, quanto però alcuni decisivi motivi di criticità, soprattutto in termini di visione generale e di ripensamento dell'intero sistema.
Innanzitutto, per quello che riguarda la contingenza dell'emergenza, è da notare che - e l'abbiamo potuto ravvisare anche nel corso delle audizioni svolte non più tardi di due settimane fa - tanto le associazioni di gestori e altrettanto le associazioni rappresentative dei familiari, dei parenti e degli utenti delle RSA si sono soffermate tutte sullo stesso punto, essendo di comune accordo. Ovvero sarebbe preferibile, ed è preferibile tuttora, un investimento potente da parte della Regione in materia di nuovi inserimenti, più che di ristori straordinari. Questo perché, come tutte le realtà economiche, i gestori preferiscono lavorare e poter contare su risorse consolidate nel tempo e non una tantum, che quindi non hanno un seguito negli anni a venire e nella programmazione delle strutture.
Lo stesso vale per gli utenti, perché dal punto di vista dei cittadini sarebbero risorse che non andrebbero soltanto trasferite alle strutture private, ma sarebbero trasferite a strutture private in cambio di nuovi servizi per i cittadini, nella fattispecie per gli abbattimenti di rette che i cittadini che s'inseriscono privatamente devono pagare o che magari non avendo quella disponibilità, non pagano semplicemente perché non riescono a garantire il pagamento della retta intera con le proprie finanze, proprio per l'onerosità di questo tipo di servizio cui faceva riferimento il collega Magliano poc'anzi.
In questo senso, comprendo tutte le difficoltà dell'anno che abbiamo appena passato legate alla pandemia, grazie alla quale abbiamo avuto una finestra d'inserimenti molto ristretta questa estate, quando si è preferito un approccio molto prudenziale in tema di visite, di aperture e quant'altro.
Sicuramente nella pausa che l'epidemia ci ha offerto quest'estate c'era la possibilità di fare dei ragionamenti, ricorrendo al convenzionamento delle persone che erano già inserite in struttura, quindi che erano già dentro e che non dovevano affrontare nessun rischio epidemico legato all'ingresso in struttura.
Questo l'abbiamo rappresentato anche in Commissione all'Assessore e al Direttore Aimar, che ci ha mostrato delle difficoltà di carattere giuridico, in particolare rispetto alle graduatorie e al loro rispetto. Se però pensiamo che alcune Regioni hanno, proprio con le RSA, adottato un meccanismo di pagamento "vuoto per pieno", superando, direi abbondantemente, tutte queste difficoltà con un provvedimento anche più impegnativo dal punto di vista della spesa pubblica e della sua giuridicità, ecco che si poteva probabilmente fare uno sforzo in più perché questo sarebbe almeno servito a ristorare anche le famiglie di una spesa importante e avrebbe garantito alle strutture le stesse entrate quindi in realtà non ci avrebbero guadagnato, ma sicuramente avrebbe loro garantito una prospettiva più lunga nel tempo, perché un commissariamento una volta convenzionato, dura per tutta la vita degli utenti.
Da questo punto di vista, abbiamo avanzato delle riserve, anche di carattere formale, e continuiamo ad avanzarle sul fatto che, invece, i soldi risparmiati per i mancati inserimenti vadano ad atterrare sul pagamento delle maggiori spese per i dispositivi di protezione individuale e non, invece, per continuare a fare quello per cui erano state stanziate queste risorse, cioè la soddisfazione dei livelli essenziali di assistenza cui erano destinate originariamente.
Nelle altre Regioni, lo dicevamo già prima, non solo si sono adottate soluzioni molto coraggiose, come per esempio il pagamento "vuoto per pieno" che ha garantito il budget anche quest'anno con un ridotto numero d'inserimenti, ma anche in termini di ristori straordinari alle strutture ci sono state scelte più coraggiose e, sicuramente, un investimento più importante anche di risorse proprie da parte della Regione.
Noi, effettivamente, abbiamo tralasciato questo tema; noi come Consiglio regionale, ma in particolare questa Giunta, nel suo onere di proposta al Consiglio, e lo dico se penso ai nostri discorsi e ai nostri dibattiti sui bonus, sugli oltre 100 milioni di euro che abbiamo deciso come destinare prima dell'estate, alle categorie che erano in insofferenza, ma questa sicuramente era una di quelle.
Un ultimo passaggio, riprendendo quanto hanno già detto i miei colleghi prima di me, lo dedico al tema nella sua complessità, che mi pare necessiti ormai di un ripensamento legato al cambiamento socio-demografico della popolazione piemontese, in particolare al suo invecchiamento, all'età più tarda di pensionamento e - diciamolo pure - anche all'impoverimento della nostra regione e al progressivo erodersi del patrimonio netto dei piemontesi, che ci pone un tema di tenuta del sistema terza età negli anni da qui in avanti, ma che potrà trovare risposte soltanto in una complessiva ristrutturazione del sistema (abbiamo parlato d'istituire un gruppo di lavoro in IV Commissione, che spero possa cominciare a trovarsi e a lavorare in questo senso il prima possibile, perché è un'esigenza che sentiamo molto forte). Tuttavia, tutto questo trova il suo naturale complemento soltanto in una rivisitazione del sistema dei servizi di carattere domiciliare che quest'Amministrazione mi pare continui a considerare ancillare rispetto al resto o, comunque, di carattere veramente secondario.
Non erano previsti nei ristori di questo disegno di legge e sono rimasti inclusi soltanto grazie all'intervento delle opposizioni e, devo dire questa scarsa sensibilità cozza in maniera importante con quello che abbiamo appreso in questa pandemia.
Sapevamo già prima che i servizi di carattere domiciliare sono più economici, sono più efficienti e sono anche più apprezzati dagli utenti.
Questo già è un fatto acclarato, fintanto che sono disponibili, possibili e compatibili con la situazione delle persone e con l'evoluzione della loro situazione personale. Oggi abbiamo anche imparato che un'assistenza di carattere domiciliare offre maggiori garanzie in termini di tutela della salute, per esempio, in caso di epidemia e vale, in questo caso, con la tragedia inaspettata del Coronavirus, ma vale anche per tutte quelle epidemie che affrontiamo ogni anno. Penso all'influenza stagionale, che ogni anno ritorna e che è un ospite ingombrante nelle strutture di carattere residenziale, al di là delle situazioni di quest'anno.
Ecco che un investimento deciso sullo strumento e sulla diffusione della domiciliarità diventerà e sarà inevitabilmente una via maestra con cui affrontare il tema del progressivo invecchiamento della nostra popolazione e di tutte quelle problematiche che richiamavo poc'anzi.
Di conseguenza, non possiamo dirci completamente soddisfatti di questo disegno di legge che, invece, interviene in maniera estremamente ridotta e settoriale. A nostro avviso, anche nell'emergenza non dà tutte quelle risposte, anche solo di carattere emergenziale, che il settore chiedeva peraltro, in una situazione in cui, una volta tanto, utenti e gestori avevano il medesimo punto di vista, il che non è assolutamente scontato, ma è un fatto, se non nuovo, comunque abbastanza inusuale.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Marello.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Unisco il mio breve intervento alle considerazioni che ho sentito fare già dai colleghi dell'opposizione molto, molto interessanti su questo disegno di legge, inerente ai ristori nei confronti delle RSA per un totale di circa quaranta milioni o qualcosina in più, cui poi, grazie a un emendamento che abbiamo presentato come Partito Democratico, si uniscono anche un milione e mezzo con i ristori nell'ambito dell'assistenza domiciliare.
Due brevi riflessioni.
La prima riguarda il provvedimento in esame, che indubbiamente è positivo nella parte in cui prevede di andare incontro a delle realtà che hanno patito anche dal punto di vista economico in quest'anno terribile soprattutto in ragione del venir meno non solo delle maggiori spese affrontate per far fronte a degli adempimenti che la pandemia ha comportato.
Sappiamo, infatti, che in queste strutture residenziali, nelle case di riposo in particolare, il venir meno dei nuovi convenzionalmente ormai da più di un anno e, purtroppo, il venir meno anche di molti ospiti a causa della pandemia o per altre ragioni, ha determinato delle passività, dei buchi, delle difficoltà di bilancio che si stanno facendo veramente insopportabili.
Ipotizzare un aiuto è sicuramente positivo. Del resto, era stato richiesto, come ricordava la collega Canalis, da associazioni che rappresentano questa realtà e anche dal mondo cattolico, ma non possiamo fermarci e non possiamo pensare di affrontare, com'è già stato detto, la vicenda delle RSA semplicemente con dei bonus; così come non ci si pu fermare ai bonus rispetto agli interventi sull'economia. Sappiamo bene che quaranta milioni sono tanti, ma se li suddividiamo tra le 1.800 strutture (poi non ho ancora capito bene quali saranno i criteri con cui questi fondi verranno assegnati), alla fine parliamo di qualche migliaio di euro a struttura, che sicuramente non è risolutivo, soprattutto per le piccole e medie strutture, che non sono consolidate come le aziende grandi e medio grandi del settore. Sicuramente non va a risolvere questi problemi significativi che esse hanno.
Mi sarei atteso e mi attenderei che nella discussione, rimanendo sempre nei profili economici del bilancio di previsione che inizieremo a discutere le prossime settimane, si vada a una previsione e a un progetto che sia almeno triennale, in modo da mettere sul piatto dei fondi che possano consentire tenuto conto che la pandemia non è ancora finita, di aiutare le strutture e le RSA a traghettare questi anni difficili, ad attraversare il fiume e a rimettere in pista e in piedi questo tipo di servizio, un servizio fondamentale per le nostre famiglie. Penso a tutte quelle famiglie che, in questo momento, non hanno la possibilità di usufruire di convenzioni per i loro anziani o per le persone che hanno bisogno di assistenza, perché tutto è bloccato.
Ciò detto, la seconda riflessione che voglio fare è che noi non possiamo chiudere la questione con questo tipo d'intervento economico, senza riflettere su ciò che è accaduto nell'ultimo anno, com'è già stato detto e sottolineato, con le profonde difficoltà che hanno attraversato le RSA a causa del COVID e le condizioni di lavoro, soprattutto nella prima fase decisamente difficile e insicura, cui sono stati obbligati gli operatori gli infermieri e le OSS; le difficoltà nel reperimento della manodopera degli operatori stessi e il tasso di mortalità altissimo.
È tutta un'esperienza rispetto alla quale, com'è già stato sottolineato, la Regione Piemonte ha ovviamente delle responsabilità. Non posso dimenticare quel provvedimento del 20 marzo 2019 quando, in piena pandemia, la Giunta regionale ha pensato di assumere una decisione che prevedesse la possibilità di ricovero, sia pure per una serie di condizionalità, presso queste strutture di malati COVID, che magari erano in una fase di bassa intensità (cosa che ha fatto anche la Lombardia, e sappiamo poi con quali risultati nefasti).
Tra l'altro, mi pare che questa delibera non sia mai venuta meno, non sia mai stata cancellata. Credo andrebbe quantomeno cancellata perché, a mio parere, costituisce un fatto vergognoso che non fa onore alla Regione Piemonte.
Detto questo, sappiamo che purtroppo ci sono state anche delle realtà singole realtà, singole RSA che non hanno affrontato in maniera adeguata il problema pandemico, mentre altre invece - e sono la maggior parte - hanno fatto i salti mortali in una situazione d'incertezza, di difficoltà e di carenza di personale, per riuscire a superare, sia nella prima fase sia nella seconda fase, momenti di straordinaria difficoltà.
La riflessione su ciò che è accaduto lo scorso anno la dobbiamo tenere presente, almeno per due ragioni. Innanzitutto perché il sistema delle RSA che è un sistema corposo con tanti ospiti e con tanti lavoratori probabilmente sarà oggetto di maggiore attenzione da parte della Regione perché all'interno di questi luoghi vengono resi i servizi verso le persone più fragili, le persone più deboli, servizi fondamentali per una comunità.
Dobbiamo riflettere sul fatto che forse, per troppo tempo, ci siamo dimenticati di questa realtà, di sostenerle e di seguirne le evoluzioni.
La seconda considerazione - e chiudo - fatta in modo particolare dal collega Magliano, è quella di un continuo ripensamento e di un affiancamento a questo tipo di assistenza in strutture, di altre realtà anche fondate su una centralità maggiore dell'aspetto domiciliare, che possono andare a creare un sistema, un vero e proprio sistema capace di affrontare i prossimi anni, quando, necessariamente, il calo demografico comporterà un ulteriore aumento delle persone che necessitano di assistenza, dovuta anche, fortunatamente, all'allungamento della vita media delle persone.
Creare un sistema che sia capace di dare assistenza, ma anche dignità, a queste persone, per far sì che queste persone, sia pure nelle loro difficoltà fisiche, abbiano la possibilità di condurre ancora un percorso di vita che sia dignitoso e d'inclusione, e non di marginalità e di esclusione.
Credo sia questa la riflessione che dobbiamo cercare di fare a livello politico anche nei prossimi mesi e nei prossimi anni, traendo spunto dagli insegnamenti che questa vicenda COVID ci ha dato.
Per prima cosa, però, dovremmo cercare di fare - e torno all'argomento da cui ero partito, quello economico - un programma, un progetto almeno triennale, nel prossimo bilancio di previsione, in modo da accompagnare e dare sicurezza a queste strutture, continuando ad andare avanti e riprendere ad accogliere, sulla base di nuovi convenzionamenti, le persone che ne hanno bisogno.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Su questo provvedimento sono già intervenuti alcuni colleghi. Un provvedimento che ci sta particolarmente a cuore come opposizione e ritengo anche come maggioranza. Senz'altro da parte nostra c'è un interesse molto forte all'argomento, perché le RSA, nello specifico, sono state un luogo centrale di grande difficoltà e di grande criticità. Sono state, come ha detto stamattina bene la collega Canalis, l'epicentro della diffusione del COVID, un luogo dove davvero più che in altri si è combattuta la battaglia conto contro questo virus e dove numerosi sono stati i lutti, dove è stato svolto uno sforzo enorme da parte degli operatori che operano in queste sedi.
Ci tenevamo e siamo attenti a quest'argomento, perché quegli stessi luoghi sono luoghi di sofferenza. Sono luoghi di sofferenza delle persone più fragili e delle persone più in difficoltà e, a maggior ragione, come ho detto, lo sono state in questo periodo. Non possiamo dimenticare che l'anello debole di questa nostra comunità sono gli anziani, sono i disabili, sono i minori, sono i tossicodipendenti, i malati psichiatrici e chi, più di altri, soffre la difficoltà del vivere o il fatto di essere vicini al termine della propria esistenza. Sono luoghi di delicatissimo equilibrio. Se, da un lato, devo riconoscere l'equilibrio con la quale è stata gestita la Commissione e l'approfondimento del tema da parte della Presidenza, non posso non rilevare alcuni elementi di criticità nel provvedimento e nell'equilibrio con cui lo stesso è stato costruito.
È stato già detto sia questa mattina sia nel corso del pomeriggio quali sono queste criticità e volevo aggiungerne alcune e metterle in fila.
Avremmo preferito vedere un maggior coraggio nel destinare le risorse perché se è vero che quarantadue milioni sono una cifra già considerevole probabilmente questo comparto aveva bisogno ancora di più. Ancora di più forse non solo in termini quantitativi dal punto di vista economico, ma anche qualitativi dal punto di vista della capacità di progettazione, di costruzione e di ripensamento di un settore che è così importante per noi.
Non dimentichiamo che questi sono luoghi nei quali oramai viene svolta una funzione di pilastro fondamentale dell'assistenza sanitaria e totale dei nostri cittadini. Com'è stato già detto, la popolazione invecchia e sempre più numerose sono le persone destinate a soggiornare in questi luoghi quindi avremmo preferito dover assistere e collaborare a un progetto di riformulazione, di riforme e di ripensamento di tutto questo sistema che tutti noi consideriamo così fondamentale, ma al quale, alla fine destiniamo soldi a pioggia, più che una capacità progettuale e una visione d'insieme che proietti le trame dell'intero settore verso il futuro.
Non nascondo che qualche altro elemento di criticità è rappresentato dal tempismo con cui ci si è occupati del problema fin dall'origine non dico del problema, ma dei problemi che questo settore ha, sin dal momento in cui l'opposizione aveva segnalato che era un anello debole nella filiera dell'accesso alla salute ma, ancor più adesso, quando in maniera forse un po' tardiva arrivano questi ristori.
Anche noi abbiamo rilevato la mancata distinzione tra le realtà che compongono quest'ambito. Tutti sappiamo che, al suo interno, ci sono realtà di una certa dimensione, senz'altro con le spalle larghe, che fanno significativi e anche legittimi utili, ma ci sono anche molte realtà di dimensioni minori che, in questi mesi, hanno fatto senz'altro molta più fatica.
Voglio sottolineare che la necessità di una riforma e dell'attenzione a quest'ambito è proprio legata anche alla sopravvivenza di queste realtà più piccole, per certi versi meno in condizione di affrontare circostanze di difficoltà come queste ma che, al tempo stesso, garantiscono una presenza capillare e diffusa sul territorio - abbiamo detto che sono 1.800 realtà che consente loro di essere molto più vicine al cittadino e ai familiari del cittadino ricoverato. Se polarizziamo e centralizziamo su realtà imprenditoriali di sempre maggiori dimensioni, inevitabilmente depaupereremo il territorio di una presenza capillare che, invece consentirebbe una maggior vicinanza sia al tessuto della comunità, sia ancora più fisica ai parenti che devono andare a visitare i propri cari.
Anche per noi non è da dimenticare che, purtroppo, alcune di queste realtà e non siamo noi a dirlo, ma sono stati i NAS e le forze dell'ordine a verificarlo - non si sono comportate in maniera corretta e non hanno garantito i termini di tutela, sicurezza e garanzia di salute necessarie sia per i propri assistiti sia per gli operatori. È certo che, se al momento forse non è possibile fare nulla, comunque anche noi rimaniamo molto perplessi a fronte del fatto che i ristori non possono, in questo momento, essere distinti secondo il comportamento che le diverse gestioni hanno avuto all'interno di questo fenomeno.
Viene sempre da domandarsi che cosa può venire in mente al direttore o anche al proprietario di una realtà piccola che, magari, ha fatto tutti gli sforzi possibili dal punto di vista economico e dal punto di vista organizzativo e logistico per evitare rischi per la salute propria, quando vede poi arrivare il ristoro in maniera non distinta anche al collega che si è comportato meno correttamente. Peraltro, i tre gradi di giudizio daranno ragione a chi ce l'ha, ma certo anche questo è un elemento che ci ha lasciato perplessi.
In conclusione, abbiamo cercato di ovviare a un provvedimento che purtroppo, prendeva in considerazione questo tema così delicato e con tutte le criticità di cui abbiamo detto. Magra consolazione è che sia stato, e di questo va reso atto, accolto l'emendamento presentato dalla collega Canalis, che prevedeva un maggiore equilibrio coinvolgendo coloro che sono fornitori di prestazioni domiciliari sociali e sanitarie. Questo è un altro elemento di riflessione perché, com'è stato già detto, sarà sempre più necessario viaggiare su entrambi i canali, cioè sia su quello della residenzialità sia su quello della domiciliarità, perché è una necessità ineludibile costruire un sistema sempre più efficace per questo tipo di necessità, che sono crescenti e sempre più diffuse, per le quali, per dar loro una risposta adeguata, sarà necessario muoversi, come dicevo, su due binari diversi.
Dal nostro punto di vista, è un'occasione mancata nella possibilità di essere ancor più efficaci nel provvedimento, nonostante l'utilizzo di una cospicua cifra di risorse.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Sarò breve, perché oggi la mia connessione è peggio del solito.
Sottoscrivo ovviamente le parole dei colleghi, con i quali ci siamo confrontati a lungo in Commissione durante le diverse sedute nelle quali abbiamo analizzato questo documento, quindi evidenzierei le medesime criticità. Mi ricollego, in particolare, a quelle sottolineate nel suo ultimo intervento dal Capogruppo Giaccone. Per evitare di ripetermi, farei anche una proposta sul futuro. Perché, come ho già detto in diversi interventi durante le sedute di Commissione, credo che da questa pandemia dovremmo anche imparare che il tipo di residenzialità cui siamo abituati probabilmente è un modello che non può più avere futuro.
Intanto abbiamo visto che nelle strutture di dimensione più piccola il virus è stato più monitorato e tenuto sotto controllo. Ricordo alcune realtà qui in Piemonte che sono riuscite controllare meglio i loro ospiti rispetto a strutture di più grandi dimensioni o rispetto a strutture gestite da grandi gruppi. Sono i grandi gruppi cui si faceva riferimento proprio poco fa per evidenziare come non sia propriamente corretto dare i ristori sia agli operatori di strutture più piccole, che hanno correttamente operato, sia a quelli sui quali sono aleggiate alcune ombre.
È chiaro che queste ombre devono poi essere definite ed eventualmente possono anche essere spazzate via dal lavoro della magistratura.
È altrettanto vero, però, che abbiamo enti che effettuano dei sopralluoghi nelle strutture: credo, quindi, che anche solo valutando le difformità rispetto alle indicazioni o alle prescrizioni (se siano state o meno seguite e risolte le difficoltà evidenziate), si possa già avere un quadro di quali strutturate abbiamo operato meglio e di quali abbiano operato in modo non propriamente corretto.
Si tratta sicuramente di un provvedimento che va accolto con favore e che noi aspettavamo, perché sappiamo che molte strutture si sono trovate in difficoltà, soprattutto all'inizio dalla pandemia, per riuscire a identificare correttamente i protocolli, poi per riuscire ad adeguare le strutture e formare i lavoratori.
Chiaramente, tutte le difficoltà iniziali hanno poi provocato le conseguenze che tutti purtroppo ben conosciamo.
Credo che, con lo sguardo rivolto al futuro, dovremo iniziare a considerare queste strutture come una parte integrante del nostro sistema sanitario.
Perché talvolta mi sembra che anche nella discussione con l'Assessore Icardi ci sia stata un po' la tendenza a identificarle come realtà distinte, rispetto alle quali le strutture sanitarie o, meglio, le strutture dell'Assessorato, non avevano grande interesse a intervenire, o perlomeno non avevano la dovuta attenzione e non c'è stato sempre il corretto coinvolgimento. Poi, andando avanti, si è un po' corretto il tiro quindi ci sembra che le cose siano un po' migliorate.
Chiaramente, è una pandemia che ha preso tutti alla sprovvista, quindi ci si è trovati di fronte anche a situazioni mai vissute prima e le RSA ovviamente, si son trovate anche a dover fronteggiare problemi legati al tipo di popolazione, al tipo di ospiti; dunque, alle difficoltà iniziali si sono sommate ovviamente altre difficoltà legate alle condizioni di salute delle persone ospitate nelle varie strutture.
Da qui, oltre ai ristori, sarebbe opportuno partire ripensando al modello di RSA della nostra Regione, valutando un modello di dimensioni più piccole, a misura più umana, più integrato sul territorio. Perché è importante anche mantenere il contatto con il territorio per le persone che vivono all'interno delle strutture. Abbiamo anche visto che uno dei fattori di aggravamento della situazione è stato proprio l'isolamento, il fatto di non poter vedere i parenti. E questo vale, ovviamente, sia per chi è all'interno delle strutture, sia per chi è all'esterno.
Credo che, al di là del provvedimento che stiamo discutendo oggi, sarebbe il caso di rivedere un po' tutto il sistema delle residenze e iniziare a pensare se non sia possibile diffondere maggiormente un modello più a misura d'uomo, a misura umana, e non vedere soltanto le RSA come un "deposito" in cui si va a vivere per l'ultimo periodo della vita.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chiedo se vi sono altre richieste d'intervento.
Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo per conto del mio Capogruppo e a nome di tutto il Gruppo del Partito Democratico.
Come ha visto, abbiamo ritirato un paio d'interventi dalla discussione generale, perché non abbiamo nessuna intenzione di rallentare i lavori sul disegno di legge in oggetto.
Però sono a chiederle, Presidente, la possibilità, all'interno del Consiglio di oggi, di ritagliarci uno spazio affinché ci sia un'informativa urgente dell'Assessore Icardi sul tema della riduzione delle consegne dei vaccini da parte di Pfizer alle Regioni. Perché a quella già annunciata del 29% dei giorni scorsi si è aggiunta un'ulteriore comunicazione di un'ulteriore riduzione. Alcune Regioni hanno già interrotto le vaccinazioni perché c'è il rischio di non terminare la prima fase. Ma, soprattutto, per chi ha già ricevuto la prima dose, c'è il rischio di non poter somministrare la seconda.
Da questo punto di vista, è fondamentale capire quali sono le conseguenze di questa situazione per il Piemonte, ed è fondamentale che tutto il Consiglio ne sia informato.
Pertanto, chiediamo che la Giunta rilasci un'informativa urgente su questo tema, compatibilmente con i tempi della giornata, anche per avere qualche ragguaglio su quello che abbiamo ascoltato nelle conferenze stampa sull'accordo dei medici di medicina generale con i farmacisti, ma di cui non conosciamo alcun dettaglio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Rossi.
Sa benissimo che non può essere richiesto in questo momento, perché è una richiesta d'inserimento di nuovo punto all'o.d.g.
La Giunta sta ascoltando la seduta di Consiglio regionale e, come ho già detto, il Regolamento le concede la possibilità di intervenire quando vuole.
Se c'è un'intesa per interrompere i lavori e proseguire con un altro tema me lo fate sapere. I Capigruppo si confrontino, ma ricordo che dovremmo anche svolgere, nella giornata odierna, la Conferenza dei Capigruppo altrimenti dovremmo convocarla domani mattina.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come stava suggerendo lei, la Giunta può in qualsiasi momento dare informative. Abbiamo letto quanto le agenzie, ad esempio l'Adnkronos, hanno da poco riportato, così come le preoccupazioni dell'Assessore Icardi, anche perché si ricorderà che la scorsa settimana lo stesso Assessore rivendicava di aver tenuto da parte il 20% delle riserve. A oggi, se ricordiamo bene abbiamo già adempiuto per l'88%, quindi, se capisco bene, abbiamo meno del 12% di riserve. Questa conferma del taglio della Pfizer fa sì che o abbiamo delle garanzie rispetto alla redistribuzione e al taglio lineare da parte dello Stato - e ho sentito su questo delle prese di posizioni anche da parte delle altre Regioni - oppure dobbiamo capire esattamente come mai siamo andati oltre anche con le riserve che, ricordo, dovevano andare dal 20% al 30%.
Siamo felici che l'Assessore Icardi non abbia detto le stesse demenzialità di altri Assessori, perché l'Italia è una e tutti hanno lo stesso diritto di vaccinarsi, soprattutto rispettando i criteri. Non dobbiamo per vanificare - e questo credo sia chiarissimo anche all'Assessore - gli sforzi fatti, perché se non ci fossero le dosi per il secondo richiamo sarebbe gravissimo.
Mi pare che questa notizia stia rimbalzando su tutti i giornali e su tutte le prime pagine delle varie agenzie. Le chiederei, come ha già richiesto il Consigliere Rossi, di avere una piccola informativa anche per comprendere esattamente come vogliamo procedere, posto che mi pare che tutti siano d'accordo sul fatto di agire, anche in sede legale, contro queste multinazionali, qualora non venissero rispettati i patti.



PRESIDENTE

Non l'ho interrotta nella discussione, perché era una richiesta d'intervento sull'ordine dei lavori generale che poteva essere d'interesse però devo censurarla sulla frase che ha citato poc'anzi sulla demenzialità di alcuni Assessori.



GRIMALDI Marco

Di alcune affermazioni.



PRESIDENTE

È comunque una terminologia poco rispettosa.



GRIMALDI Marco

Lo è anche pensare di vaccinare in base al PIL, lo sa bene.



PRESIDENTE

Sono punti di vista che non metto in discussione né da una parte n dall'altra. Chiedo il rispetto verso la Giunta, come quando chiedo il rispetto della Giunta verso il Consiglio e verso i Consiglieri.
Chiedo se ci sono altre richieste d'intervento sull'ordine dei lavori. La Giunta ha ascoltato le richieste. Se i Capigruppo si sentono in modo informale, mi faranno pervenire la loro decisione per non interrompere i lavori per convocare una Conferenza dei Capigruppo che è calendarizzata nelle ore successive.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Condivido, ci sentiamo tra Capigruppo e verifichiamo la possibilità. Nel frattempo, non interrompiamo i lavori sul disegno di legge, ma è sicuramente una cosa importante di cui discutere.



PRESIDENTE

So che l'Assessore Marnati è ancora al tavolo iniziato alle ore 15 con SOGIN e con altri soggetti, per cui forse non è disponibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Non voglio esautorare la Giunta, ma intervengo solo per ottimizzare i lavori. Ho sentito telefonicamente l'Assessore Icardi e mi ha detto che oggi, purtroppo, è impegnato fisicamente a Cuneo, dove stanno parlando dell'ospedale.
Pertanto, oggi per lui è abbastanza un problema, in quanto ha una serie di incontri e non riesce a liberarsi. Però mi ha detto che da domani dà la massima disponibilità, anzi è interessato a fare la massima chiarezza rispetto a questa riduzione dei vaccini e a continuare, com'è stato fatto finora, la campagna vaccinale, che sta già producendo i giusti effetti.
Grazie.



PRESIDENTE

Chiedo se vi sono altre richieste d'intervento in discussione generale sul disegno di legge n. 128.
Non essendovi ulteriori interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ARTICOLO 1 Emendamento rubricato n. 7) presentato da Sacco.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sacco per l'illustrazione.



SACCO Sean

Abbiamo presentato una serie di emendamenti. Il primo è sull'articolo 1, in quanto abbiamo notato che sarebbe più corretto sostituire la parola "tossicodipendenze" con la parola "dipendenze".
Al di là del fatto che si utilizza una terminologia diversa, queste strutture residenziali vanno a contrastare i fenomeni legati anche all'alcolismo, quindi non per forza legati alla tossicodipendenza, ma alle dipendenze più in generale. Per questo pensiamo che sia più corretto fare una modifica per quanto riguarda le parti dell'articolato in cui viene utilizzata la parola "tossicodipendenza", perché in realtà si vanno a ricomprendere anche altre dipendenze, considerato che queste strutture sono deputate anche ad altro e non solo alle tossicodipendenze.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste d'intervento, chiedo il parere della Giunta.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Il parere è contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi dichiarazioni di voto sull'emendamento n. 7), procediamo con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 7) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
La parola al Consigliere Sacco, sull'ordine dei lavori.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Considerando che ci sono cinque emendamenti, nel caso in cui la Giunta dà il parere contrario è possibile sapere anche la motivazione? Per esempio, questo emendamento ha avuto un parere contrario, ma non si capiva la motivazione della contrarietà, considerando che è un dato di fatto quanto abbiamo riportato nell'emendamento.



PRESIDENTE

Non c'è l'obbligatorietà, ma se la Giunta espone la questione in modo più esplicativo sulla contrarietà o sul parere favorevole, in modo tale da esaudire e dare chiarezza sul voto fra chi è contrario e chi è favorevole possiamo procedere in modo più ordinato.
Se non vi sono richieste d'intervento sull'articolo n. 1, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 1, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 1) presentato da Canalis.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie.
L'emendamento rubricato n. 1) riguarda la riscrittura dell'articolo 2 del provvedimento, una riscrittura che non comporta oneri finanziari aggiuntivi a carico del bilancio regionale, ed è finalizzato a rendere più chiare le modalità di rimborso e di ristoro alle strutture residenziali e semiresidenziali.
È un emendamento molto legato a quello che illustreremo successivamente che invece insiste sull'articolo 3.
Nella nostra riformulazione, cerchiamo di distinguere, in maniera più netta, i due criteri di ristoro, che sono quello fatto sulla base delle spese documentate per acquisti straordinari, sanificazione, smaltimento rifiuti particolari e quello, invece, per l'integrazione tariffaria per le giornate di assistenza.
Temiamo che, nel caso non fosse accolta questa riformulazione, si potrebbero creare degli elementi di confusione e le strutture beneficiarie (stiamo parlando più di 1.800 strutture, quindi sono veramente tantissime a spartirsi questa cifra) potrebbero non comprendere la priorità data alle richieste di ristoro.
Confido che verrà data attenzione o, perlomeno, un'argomentazione in risposta alla nostra proposta.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi richieste d'intervento, chiedo alla Giunta di esprimere il parere sull'emendamento.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Grazie, Presidente.
Come già ampiamente argomentato in sede di IV Commissione ieri, riteniamo che la proposta, così come formulata, sia già ampiamente esaustiva ed efficace.
Pertanto, il parere della Giunta è contrario.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 1) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto sull'articolo 2, procediamo con la votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 2, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 3 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Canalis.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'emendamento che stiamo illustrando, l'emendamento rubricato n. 2) insiste sull'articolo 3 e va sostituire il testo proposto attualmente nel provvedimento. Anche questo emendamento non ha oneri finanziari aggiuntivi per il bilancio e mira a elevare l'integrazione tariffaria anche per le strutture residenziali per persone con disabilità, per persone affette da patologie psichiatriche e per i minori. Va a equiparare l'integrazione che è attualmente presente nel testo a quella degli anziani, quindi la porta a 2,65 euro per giornata di assistenza.
Per quale ragione ho proposto questo innalzamento per i minori e le patologie psichiatriche e per i disabili? Perché anche queste strutture hanno dovuto sostenere spese straordinarie molto ingenti durante il 2020 e le sosterranno anche nei prossimi mesi, nel 2021, per l'acquisto di DPI per la sanificazione e via dicendo, ma anche perché queste strutture, pur avendo avuto un numero di decessi inferiore rispetto alle strutture residenziali per anziani, hanno, comunque, avuto anch'esse molte difficoltà a effettuare nuovi inserimenti, proprio per le complicazioni legate alle quarantene e all'isolamento dei nuovi ingressi.
La proposta chiaramente è già stata discussa in Commissione. In quella sede ci è stato fatto notare che il Piemonte ha fatto più di altre Regioni per quanto riguarda queste altre tre tipologie di beneficiari, ma noi riteniamo che si possa fare ancora di più, quindi proponiamo un livellamento al rialzo anche per minori, psichiatrici e disabili.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Canalis



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
L'emendamento rubricato n. 3) riguarda sempre l'articolo 3 ed esplicita ancora più nel dettaglio qual è il valore di riferimento dell'integrazione tariffaria aggiornata. Ripeto, 2,65 euro per le strutture residenziali non soltanto per anziani, ma anche per disabili, per persone psichiatriche e per minori e un euro per le strutture residenziali per persone affette da tossicodipendenze e per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità.
Si mira a elevare l'integrazione tariffaria anche per le altre categorie di beneficiari. Auspichiamo un'attenzione, visto che si tratta di categorie fragili e che hanno sofferto in modo particolare negli ultimi mesi.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
L'emendamento rubricato n. 8) è decaduto a seguito della votazione dell'emendamento rubricato n. 7) all'articolo 1 che aveva lo stesso oggetto. Se fosse stato approvato, sarebbe stato integrato con un coordinamento formale del testo.



SACCO Sean

Scusi, Presidente, posso gentilmente sapere per quale motivo sono stati bocciati?



PRESIDENTE

Non ho ancora chiesto il parere alla Giunta.



SACCO Sean

Ha dichiarato l'emendamento rubricato n. 8) decaduto.



PRESIDENTE

L'emendamento rubricato n. 8) è decaduto perché fa riferimento all'emendamento rubricato n. 7). Non essendo stato approvato l'emendamento rubricato n. 7) che fa riferimento all'articolo 1, non è possibile mettere in votazione tale emendamento, perché non starebbe nella legge una modifica dell'articolo 3 senza modificare l'articolo 1. Sono uno legato all'altro.
Fosse stato approvato l'emendamento 7), per coordinamento formale l'articolo 3 veniva modificato nella sua parte, perché la parola "tossicodipendenza" sarebbe stata cambiata con la parola "dipendenza".
Non voglio offendere la posizione del suo Gruppo o della sua persona nel chiederle se vuole illustrarlo. Glielo posso concedere, ma nella normalità della situazione è un emendamento che non può stare in piedi, perch nell'eventualità dovesse essere accolto, andrebbe a stravolgere la legge.
Il coordinamento formale dovrebbe essere modificato nella parte precedente.



SACCO Sean

Per non farle perdere ulteriore tempo, volevo solo sapere per quale motivo non si vuole sostituire quella parola.



PRESIDENTE

Ho capito. Chiedo alla Giunta regionale di esprimere il parere sugli emendamenti rubricati n. 2) e 3) della Consigliera Canalis.
Dato che la Giunta non aveva espresso una motivazione precisa sull'emendamento rubricato n. 7), le viene altresì chiesto di riportare la motivazione per cui aveva espresso parere contrario sull'emendamento n. 7) e, per analogia, anche sull'emendamento n. 8), nell'eventualità che non fosse decaduto.
Prego, Assessore.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Grazie, Presidente.
Partirei dagli emendamenti rubricati n. 2) e n. 3), in merito ai quali la Giunta ritiene di non dover in qualche modo riformulare il valore di riferimento dell'integrazione tariffaria, così com'è attualmente indicata per le singole categorie di strutture di cui all'articolo 3.
Per quanto riguarda l'emendamento n. 2) e per l'emendamento n. 3), la Giunta esprime parere contrario.
Per quanto riguarda l'emendamento 8), esattamente come per l'emendamento 7), la Giunta esprime e rinnova il proprio parere contrario. In questo caso, devo specificare che a tutt'oggi per la denominazione dei presidi residenziali oggetto di convenzione, Consigliere Sacco, viene utilizzata la parola "tossicodipendenza".
Questo è il motivo per cui non riteniamo di dover approvare il suo emendamento.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Vi sono ulteriori richieste d'intervento in merito agli emendamenti rubricati n. 2) e n. 3)? Come ho specificato poc'anzi, l'emendamento n. 8) è decaduto.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, metterei in votazione prima l'emendamento 2) della Consigliera Canalis, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 2) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 3) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Non essendovi dichiarazioni di voto sull'articolo 3, passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 3, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 4 Emendamento rubricato n. 4) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 5) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

Emendamento rubricato n. 6) presentato da Grimaldi.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Il senso degli emendamenti è noto a tutti i colleghi ed è quello di non dare contributi e ristori a grandi aziende, soprattutto a quelle multinazionali del settore che hanno macinato utili stellari anche quest'anno. Lo dico, perché sarebbe assurdo far sì che, grazie ai nostri provvedimenti, grandi aziende o grandi store come la Apple o grandi multinazionali come FCA ricevessero anche solo un euro dei nostri bonus.
Non si capisce perché per le RSA dovrebbe valere un principio diverso. Per questo, abbiamo ipotizzato l'emendamento.
Avremmo anche potuto distinguere tra piccole e medie imprese e grandi imprese, ma abbiamo trovato più giusto far sì che anche alcune grandi imprese (con fatturati superiori al milione di euro) venissero comunque ristorate, mentre ci sembra più che legittimo che grandi gruppi, che macinano più di centinaia di milioni di euro e hanno fatto utili anche lo scorso anno, non ricevano nessuna delle nostre risorse. Anche perché, come lei ben sa, non abbiamo utilizzato le risorse sanitarie per fare nuovi accreditamenti.
A quel punto avremmo anche acconsentito a non lasciare questo discrimine perché se si utilizzano i fondi sanitari solo per i nuovi malati, per i nuovi malati cronici e per i nuovi anziani, può anche non esistere questo discrimine fra grandi, piccole e medie imprese o fra chi macina utili o chi ha anche altre sedi all'estero. Ma siccome parliamo di un ristoro, ci mettiamo anche in una vicenda molto complicata.
Presidente, illustro anche gli altri due emendamenti.
Ci sono delle indagini penali delle Procure della Repubblica e sono d'accordo con chi dice che dobbiamo essere garantisti. Dopodiché, ci sono delle sanzioni delle nostre Commissioni di vigilanza, ci sono delle sanzioni dei NAS, quindi c'è anche il tema della flagranza di reato, c'è il tema del comminare delle sanzioni, perché non si sono rispettati già oggi i protocolli. Non c'è bisogno di nessun grado di giudizio, perché non c'è stato ricorso contro quelle sanzioni, quindi ci sembra giusto che chi non ha rispettato le regole non prenda questi ristori.
Mi pare una pratica normale e, ripeto, non stiamo parlando di due studenti che hanno manifestato dentro l'Ateneo e cui avete voluto togliere la borsa di studio, ma stiamo parlando di bonus e di rimborsi, che volete dare anche a chi ha fatto dei gravi errori dentro la pandemia.



PRESIDENTE

Grazie.
Se non vi sono altre richieste d'intervento sugli emendamenti 4), 5) e 6) chiedo il parere dell'Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, riteniamo che una legge regionale non possa che sostenere tutti il più possibile, quindi tutti i soggetti coinvolti in questa pandemia rispetto a questa fattispecie d'intervento da parte di questa misura straordinaria devono essere oggetto di ristoro.
Tutte le strutture, a nostro avviso, hanno assolutamente dovuto sostenere un maggior costo, appunto, a seguito di questa grave crisi, quindi riteniamo che questa misura debba estendersi massimamente al maggior numero di soggetti.
Per queste motivazioni e per quelle che ho già ampiamente illustrato in sede di IV Commissione, la Giunta esprime parere contrario in ordine a tutti e tre gli emendamenti, sia in riferimento all'emendamento n. 4), sia in riferimento all'emendamento n. 5), sia in riferimento all'emendamento 6).



PRESIDENTE

Grazie. Assessore Caucino.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 4) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 5) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 6) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 4, nel testo originario.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 5 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 6 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Volevo proporre, se i Capigruppo sono d'accordo, di dare lo stesso esito al voto sugli altri articoli e poi di votare nuovamente l'intero articolato.
Il Capogruppo Preioni ha scritto in chat.



PRESIDENTE

Sì, dobbiamo verificare che tutti abbiano votato.
Sull'articolo 3 avevano votato tutti? Perché c'era difformità tra i Gruppi nelle varie votazioni sugli articoli.



CANALIS Monica

Stesso esito dell'ultimo articolo, cioè dell'articolo 6.



PRESIDENTE

No, perché nella votazione dell'articolo 6 mancava il Consigliere Gallo.



CANALIS Monica

Allora saremo tutti presenti nella votazione dell'articolo 7!



PRESIDENTE

Esatto! Era quello che stavamo guardando.
Infatti, sugli articoli precedenti c'erano votazioni diverse, sia di presenza sia di contrarietà.



CANALIS Monica

Allora votiamo l'articolo 7 e poi stessa votazione per i successivi.



PRESIDENTE

Precisamente.
Procediamo allora con la votazione sull'articolo 7. Comunque ci sono 13 articoli, perciò diciamo che il più è passato! ARTICOLO 7 Se non vi sono richieste d'intervento o dichiarazioni di voto sull'articolo 7, lo possiamo porre in votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 7.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 8 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 8.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 9 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 9.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 10 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 10.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 11 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 11.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 12 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 12.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
ARTICOLO 13 Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo 13.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Sul titolo insisteva l'emendamento rubricato n. 9) del Consigliere Sacco che decade come l'emendamento precedente, perché fa riferimento alla sostituzione della parola "dipendenza" con la parola "tossicodipendenza" perciò non è possibile metterlo in votazione.
. Ordine del giorno n. 469 "Attivazione di nuovi inserimenti in convenzione nelle RSA piemontesi" presentato da Canalis, Rossi, Avetta Magliano, Salizzoni,Sarno, Marello, Gallo, Valle . Ordine del giorno n. 470 "Ristori alla domiciliarità e piena applicazione e finanziamento della Legge regionale 10/2010 riguardante i 'Servizi domiciliari per persone non autosufficienti'" presentato da Canalis, Sarno, Marello, Salizzoni, Valle, Rossi, Avetta, Gallo Magliano Procediamo, quindi, con l'esame degli atti d'indirizzo collegati: sono stati presentati dalla Consigliera Canalis l'ordine del giorno n. 469 e l'ordine del giorno n. 470.
Consigliera Canalis, desidera illustrarli congiuntamente?



CANALIS Monica

No, vorrei illustrarli separatamente.



PRESIDENTE

Va bene.
Esaminiamo l'ordine del giorno 469 presentato da Canalis, Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Attivazione di nuovi inserimenti in convenzione nelle RSA piemontesi".
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Partirei dall'illustrazione dell'ordine del giorno n. 469, che riguarda l'attivazione di nuovi inserimenti in convenzione nelle RSA piemontesi.
Quest'atto d'indirizzo parte dal presupposto che la normativa vigente, in particolare la DGR n. 45 del 2012 e la DGR n. 85 del 2013, prevede un budget regionale annuale per convenzionamenti nelle RSA pari ad almeno 265 milioni di euro l'anno.
Nel 2018 la spesa regionale per convenzionamenti ammontava a 267 milioni di euro, quindi era stata superata la soglia; nel 2019 purtroppo siamo stati al di sotto della soglia, con 250 milioni di euro; nel 2020, nelle audizioni che abbiamo fatto in Commissione, è emerso che purtroppo ci siamo assestati su 220 milioni di euro, quindi quarantacinque milioni di euro in meno rispetto alla soglia stabilita dalle DGR. Pertanto, i fondi a disposizione delle RSA sono diminuiti nel corso degli anni, nonostante di pari passo ci sia stato un progressivo invecchiamento della popolazione piemontese e, quindi, un conseguente aumento dei bisogni di assistenza per questa fascia di popolazione e anche per le persone disabili che possono avere meno di sessantacinque anni.
La Regione Piemonte in questi anni ha risparmiato risorse sulle RSA risorse che ora dovrebbero essere reimmesse per abbattere drasticamente le liste d'attesa che sono lunghissime - si parla di 30 mila persone - e alleviare le difficoltà dei malati e delle loro famiglie. Ricordiamo anche che le risorse per i convenzionamenti sono attinte dal Fondo Sanitario Regionale, quindi sono a tutti gli effetti dei LEA (livelli essenziali di assistenza).
Pertanto, in un quadro economico così preoccupante come quello in cui siamo immersi, che andrà peggiorando purtroppo nel 2021 - un quadro nel quale le famiglie fanno fatica a far fronte all'assistenza dei propri congiunti e anche alla sostenibilità di una retta in RSA - i fondi sanitari LEA devono continuare a essere destinati a garantire il diritto ai livelli essenziali di assistenza dei cittadini. Sono, infatti, dei diritti esigibili e devono essere corrisposti nella forma di prestazioni ai cittadini e di riconoscimento di un maggior costo sostenuto dalle strutture residenziali per assicurare i LEA in una fase complicata come quella della pandemia. Di conseguenza, non possono essere usati per un mero ristoro indirizzato a delle imprese, ma per garantire il diritto ai LEA, in una fase in cui l'erogazione dei LEA in sicurezza ha comportato costi più elevati.
La via maestra è quella della riattivazione degli inserimenti in convenzione, cioè al di là di quest'intervento straordinario che viene licenziato oggi dal Consiglio regionale, è necessario tornare all'impostazione originaria e fare di tutto - complice anche il progressivo aumento delle persone over ottanta vaccinate contro il COVID - affinché gli inserimenti in convenzione aumentino.
Pertanto, nell'ordine del giorno impegno la Giunta regionale su tre fronti.
Il primo: non limitarsi a erogare dei ristori straordinari una tantum, ma assicurare la sostenibilità finanziaria delle RSA e, al contempo, la riduzione delle lunghissime liste d'attesa, garantendo nel bilancio 2021 la spesa di almeno 265 milioni di euro per inserimenti in convenzione nelle RSA.
Secondo impegno: supportare le RSA nella ricerca di personale, per evitare che i nuovi inserimenti siano rallentati dalle difficoltà organizzative e dalle carenze di organico.
Terzo impegno: avviare un processo ampio di confronto e concertazione innanzitutto con il Consiglio regionale, che è la sede primaria, e poi con le parti sociali, per arrivare in tempi brevi alla revisione del modello di residenzialità in Piemonte e, in particolare, alla revisione della DGR n.
45/2012 e della DGR n. 85/2013, quindi non limitandosi a garantire la sopravvivenza finanziaria delle RSA, ma realizzando una loro riforma complessiva, organica e strutturale di ampio respiro.
Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno n. 470 presentato da Canalis Rossi, Salizzoni e Valle, inerente a "Ristori alla domiciliarità e piena applicazione e finanziamento della legge regionale 10/2010 riguardante i servizi domiciliari per persone non autosufficienti".
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

L'ordine del giorno n. 470 riguarda la domiciliarità, di cui abbiamo già in parte discusso in Commissione con l'accoglimento dell'emendamento del Partito Democratico, di un'attenzione anche ai fornitori di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie a domicilio, quindi non soltanto nelle residenze, ma anche presso le abitazioni dei pazienti.
L'ordine del giorno va a integrare in maniera più diffusa e più ampia quello che si è già accennato nell'emendamento, cioè il fatto che se, da un lato, l'offerta di posti letto residenziali dev'essere in misura congrua alla richiesta e ai bisogni della popolazione, dall'altro occorre prestare altrettanta attenzione alla garanzia di cura e assistenza presso il domicilio, considerando che questa soluzione non soltanto porta a un miglioramento della qualità della vita degli utenti e delle loro famiglie pensiamo, ad esempio, a tutto il tema delle visite che sono state così problematiche nelle RSA durante i mesi di pandemia e lo sono tuttora - ma l'assistenza domiciliare è anche economicamente più efficiente e, quindi più sostenibile per il bilancio regionale nel medio e nel lungo periodo. La cura a domicilio non soltanto garantisce un maggiore agio per i beneficiari, ma garantisce anche un risparmio per la sanità pubblica.
Va poi tenuto conto che su questo tema la Regione Piemonte ha una sua tradizione legislativa storica. In particolare, mi riferisco alla legge regionale n. 10/2010 sui servizi domiciliari per persone non autosufficienti. È una legge che, badiamo bene, non è stata abrogata, ma è una legge in vigore che, però, oggi non è ancora dotata né di un regolamento attuativo né di un finanziamento da parte nella Giunta.
Avvicinandoci, speriamo, alla discussione su un nuovo Piano Socio Sanitario, che attualmente è scaduto, ho proposto quest'ordine del giorno collegandolo al disegno di legge sui ristori per le strutture residenziali perché non può esserci residenzialità senza domiciliarità. Non possiamo considerare l'una senza l'altra: entrambe sono pilastri indispensabili e complementari per un ripensamento complessivo della cura e dell'assistenza alle persone anziane e alle persone più fragili.
Occorre davvero un cambiamento di mentalità per concepire la domiciliarità come centrale, come uno strumento veramente innovativo per la riforma della sanità, non soltanto in Piemonte, ma soprattutto in Piemonte, che è la seconda regione più anziana d'Italia e che, ancor più di altre regioni, ha un numero estremamente elevato di persone che oggi sono in attesa di assistenza e che, da un lato, non potranno mai trovare posti a sufficienza nelle RSA e, dall'altro, hanno il diritto di scegliere, senza discriminazioni, se essere accolte in una struttura residenziale - anche una volta che saranno riformate - oppure essere seguite a domicilio.
Dobbiamo dare questa libera scelta ai cittadini e, soprattutto, dobbiamo farlo anche in un contesto territoriale come quello del Piemonte, che è caratterizzato da ampie aree montane. Il 50% della nostra regione, di fatto, ha una struttura morfologica montana, quindi è un territorio in cui purtroppo, nelle aree più periferiche non c'è la possibilità di avere delle risposte residenziali. Pertanto, un maggiore investimento sulla domiciliarità potrebbe, al contempo, essere anche uno strumento di contrasto allo spopolamento delle aree più periferiche e interne.
Che cosa proponiamo come impegno alla Giunta regionale? Cinque cose.
La prima è ricomprendere nei ristori per le spese straordinarie dovute per la pandemia anche l'attività di assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti; in parte il nostro emendamento è già stato accolto, per in previsione di eventuali future iniziative di ristoro, abbiamo riproposto questo impegno.
Secondo. Dare piena applicazione e finanziamento alla legge regionale n. 10 del 2010. Ormai la Giunta Cirio si è insediata da quasi due anni e deve darci una risposta, perché non è la prima volta che vi sollecitiamo su questo punto. Dovete dirci se volete applicare una legge che è attualmente in vigore, oppure se la volete abrogare. Se la vogliamo applicare, essendo una legge che, tra l'altro, riscuote molto consenso tra le parti sociali dobbiamo farlo dotandola di un regolamento e di un finanziamento.
Terzo impegno. Aumentare nel bilancio 2021 lo stanziamento sul fondo regionale per la coesione sociale dedicato appunto alle fragilità sociali ex legge regionale n. 1 del 2004, perché è questo il capitolo che finanzia tra le varie voci anche gli assegni di cura a domicilio. Di conseguenza non accontentiamoci di fare una ripartizione del Fondo nazionale per la non autosufficienza, ma dimostriamo come Regione di credere nella domiciliarità, aumentando i trentasette milioni che sono stati allocati su questo capitolo nel 2020.
Quattro. Dare attenzione e centralità alla domiciliarità nella stesura del prossimo e, speriamo imminente, Piano Socio Sanitario.
Cinque. Coordinare e potenziare gli investimenti regionali sulle cure domiciliari con i fondi del Next Generation EU. Noi abbiamo visto le schede proposte dall'Assessore Tronzano e sappiamo bene che sono state redatte in modo frettoloso, perché purtroppo non c'era stato un sufficiente preavviso per procedere a una stesura più oculata e più riflessiva, però possiamo già fare una prima valutazione.
In quelle schede, per quanto frettolose, non c'era nulla sulla domiciliarità, quindi riteniamo che, essendo veramente un tema innovativo e strategico per la sanità e anche per le politiche socio-sanitarie riteniamo che, invece, nelle future stesure, nell'interlocuzione che avremo con il Governo nazionale, che avrà la titolarità del Next Generation EU sarà necessario, come Regione, porre l'accento e sottolineare la priorità da dare alla domiciliarità, proprio per le peculiarità sia demografiche sia territoriali dalla nostra regione.



PRESIDENTE

Grazie.
Passerei alla discussione sugli atti d'indirizzo e chiederei se vi sono interventi, altrimenti passerei alla votazione degli ordini del giorno.
Chiedo il parere della Giunta; prego, Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Grazie, Presidente.
In relazione all'ordine del giorno n. 469, la Giunta esprime parere contrario, in relazione a tutta una serie di considerazioni, che ho già avuto modo di fare.
Ripeto, questo è un disegno di legge che è un "salva RSA". In una seconda fase - lo voglio rimarcare - andremo a porre in essere tutta una serie di azioni e di misure, proprio a salvaguardia delle RSA, affinché queste siano oggetto di una riforma e di una ristrutturazione profonda, perché questo è necessario e perché la pandemia e questa crisi hanno evidenziato questa necessità.
In particolare, volevo espressamente ricordare che il Fondo per le convenzioni ammonta a circa 265 milioni di euro e che, assolutamente, negli anni passati, a partire dal 2017, di questo fondo, in realtà, anche la precedente Amministrazione non aveva utilizzato tutte le risorse. In particolare, ho sotto mano lo schema che si riferisce alle spese del Sistema Sanitario Regionale. Per quanto riguarda gli inserimenti e per quanto riguarda le rette di ricovero in RSA, nel 2017 del Fondo per le convenzioni sono stati spesi soltanto 244 mila euro. Esattamente, nel 2018 invece, 249 mila euro. In quegli anni, ovviamente, non amministrava la presente Giunta, mentre, effettivamente, anche nel 2019 la spesa è stata di circa 250 milioni. Effettivamente, il trend in questi anni è stato costante: non c'è stato evidentemente un cambio di passo così consistente come qualcuno vuole fare comprendere e credere.
Ritengo che questa Giunta abbia già detto più volte del suo impegno di voler vincolare il Fondo per le convenzioni per incentivare assolutamente gli inserimenti; quindi, in questo senso assolutamente provvederemo. Del resto, ci siamo altresì impegnati a far sì che 265 milioni siano implementati e che si aggiungano risorse a questo fondo, fino ad arrivare a 280 milioni.
Questo, in via generale è un po' il quattro e ritengo altresì che sia necessario, come da più parti ci viene rappresentato ormai da tempo l'istituzione di un tavolo socio-sanitario per l'integrazione cosiddetta socio-sanitaria delle RSA piemontesi, ma ritengo che tale azione sia già in essere. Sto già concertando la creazione di questo tavolo con la sanità e a breve ne vedremo fattivamente la prima convocazione. Nonostante questo, la Giunta esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 469.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 470, per quanto concerne il tema sulla domiciliarità, anche rispetto a quest'ordine del giorno, la Giunta esprime parere contrario. Prima di tutto, è necessario evidenziare che, con l'approvazione che avverrà del disegno di legge n. 128, già si attiva tutta una serie di forme di ristoro, ovviamente, per i fornitori accreditati di prestazioni domiciliari cui destiniamo, come ben sapete, 1,5 milioni di euro.
In questo caso la richiesta, rispetto al primo punto dell'ordine del giorno n. 470, sicuramente sarebbe, in parte, già esaudita. Ciò detto, gli interventi di sostegno alla domiciliarità sono espressamente trattati da disposizioni anche di carattere nazionale, da ultime contenute, come voglio ricordarvi specificamente, nel Piano nazionale della non autosufficienza di cui al DPCM del 21 novembre 2019 e nella legge regionale n. 10 del 2010 precedente ai dispositivi normativi nazionali sopra citati.
Pertanto, oggi può considerarsi, a nostro avviso, assolutamente attuata solo nella cornice normativa sopraggiunta, che quindi ha portato al recepimento del DPCM del 21 novembre 2019, proprio attraverso la DGR 32257 sempre del novembre 2020, che ha riversato sui territori regionali specifiche risorse. Stiamo parlando di circa 150 milioni di euro in ben tre anni.
Tutte queste risorse sono state adibite a sostegno degli interventi domiciliari per le persone non autosufficienti e per la disabilità.
Inoltre, lo stanziamento regionale destinato alla legge regionale n. 10 del 2010 è stato raddoppiato - anche questo lo voglio ricordare - rispetto al passato, con l'approvazione del bilancio 2020, e anch'esso è stato ripartito in toto agli enti gestori dei servizi sociali, per sostenere la domiciliarità. Anche questo è stato un lavoro grosso che la Regione ha compiuto.
Ricordo che questi interventi non prevedono la compartecipazione obbligatoria del fondo sanitario, stando appunto alle norme regionali di cui ai livelli essenziali di assistenza descritti dal sempre citato DPCM del 12 gennaio 2017.
La nostra Regione sostiene assolutamente gli interventi domiciliari. Sapete che non ho mai nascosto che questa è un po' la mia visione ed è assolutamente la strada che stiamo iniziando a percorrere e che vogliamo portare avanti in modo determinato, oltre che con le risorse regionali che ho appena citato, anche attraverso i fondi destinati alle fragilità sociali, di cui alla legge n. 1 del 2004, che è un po' la nostra Bibbia con un valore complessivo di 53 milioni di euro per l'anno 2020.
Diciamo che, nei fatti, l'applicazione della legge regionale 10 del 2010 è già avvenuta, ma ciò non toglie che riteniamo che i principi lodevoli della stessa possano essere posti anche in altri atti di programmazione regionale, che successivamente e certamente andremo ad approvare.
Nonostante questa volontà da parte della Giunta, da parte della sottoscritta e da parte della mia struttura, di operare a favore della domiciliarità, il nostro indirizzo è di dare parere negativo all'ordine del giorno n. 470.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono richieste d'intervento? Prego, Consigliera Canalis.



CANALIS Monica

Grazie.
Chiaramente, il voto del Partito Democratico sarà invece favorevole su entrambi gli ordini del giorno. Sono abbastanza stupita, se non preoccupata, per le argomentazioni portate dall'Assessorato Caucino, in particolare sulla domiciliarità, nel senso che un Assessore dovrebbe sapere quando una legge è applicata e quando non lo è.
Attualmente, la legge regionale 10 del 2010 non è applicata, non è dotata di un regolamento attuativo e non è stata finanziata.
Ritengo, quindi, anche abbastanza offensivo, verso quest'Assise, che l'Assessore dica il contrario, sapendo di dire il falso, perché non possiamo permettere che questa Giunta si nasconda dietro al Piano nazionale della non autosufficienza e dietro al Fondo nazionale per la non autosufficienza, esordito nel 2020, per nascondere il proprio disimpegno sulla domiciliarità. Nel 2020, le risorse messe in campo dalla Regione sulla legge regionale 1/2004 e sul capitolo di bilancio regionale dedicato al fondo per la coesione sociale, quindi alle fragilità sociali, sono passate da cinquantaquattro a trentasette milioni. Questa riduzione è stato mascherata dall'aumento di risorse statali, quindi non è possibile che una Giunta regionale s'intesti risorse statali e nasconda il proprio disimpegno dietro a queste risorse, arrivando addirittura a dire che la legge regionale 2010, che è una legge avanzatissima, fiore all'occhiello della nostra Regione, pionieristica e invidiata dalle altre Regioni, non sia attuata e si dica anche che è attuata. Qui siamo tutti buoni, ma fessi no! Un'argomentazione diversa avremmo potuto accettarla, ma dire il falso non è accettabile, soprattutto in una sede ufficiale e formale come questa.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 469, siamo ugualmente dispiaciuti, perché il documento va semplicemente a esprimere concetti che non potevano essere ridotti in semplici emendamenti al testo di legge che stiamo per votare.
Qual è il principio che abbiamo voluto ribadire nell'ordine del giorno? È chiaro che, in una situazione eccezionale come quella che abbiamo vissuto nel 2020, è stato difficile procedere a fare gli inserimenti in convenzione che normalmente si facevano negli anni precedenti, quindi le strutture residenziali hanno particolarmente sofferto con il rischio di fallire (e molte di queste stanno già fallendo).
Il provvedimento dei quaranta milioni messo in campo rappresenta una boccata di ossigeno per queste strutture, ma non è un "salva RSA" e non illudiamoci che lo sia. Se non c'è - e purtroppo non c'è neanche oggi - un impegno serio della Giunta regionale per fare di tutto per raggiungere, se non superare, i 265 milioni annui del fondo sanitario regionale destinati ai convenzionamenti, queste strutture non saranno salvate dai quaranta milioni che licenziate oggi e questi quaranta milioni non sono soldi che la Giunta sta mettendo per le RSA, ma sono una parte, ribadisco una parte quindi una quota parziale di quello che non è stato corrisposto nel 2020.
Non solo noi ne stiamo corrispondendo una quota parziale ma, addirittura la stiamo spalmando su due anni: 2020 e 2021. Se la matematica non è un'opinione, bilanci che prima si reggevano su 265 milioni di convenzionamenti l'anno non potranno più reggersi con decine di milioni in meno.
L'ordine del giorno era semplicemente orientato ad affermare il principio che il primo modo per salvare le RSA e le altre strutture residenziali è quello di farle lavorare, non è un ristoro una tantum che le mette in sicurezza. Fermo restando che, comunque, i fondi LEA devono essere usati per delle prestazioni, non tanto per un salvagente a delle imprese no profit o addirittura profit. Il modo migliore per garantire la sostenibilità finanziaria è quello di inserire persone che poi auspicabilmente, vivono mesi, addirittura anni, in queste strutture e quindi mese dopo mese, anno dopo anno ne garantiscono la sopravvivenza in maniera non così lineare, ma in una maniera sana e vitale che quindi dà un contributo alla comunità.
Spiace che l'ordine del giorno non sia stato accolto. Addirittura ho l'impressione che non sia stato compreso, perché l'intento era semplicemente di aggiungere dei contenuti che non potevano essere ridotti all'interno di semplici emendamenti.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessore al sociale

Scusi, Presidente, se è possibile vorrei fare solo una puntualizzazione sull'ordine n. 470.
È stata detta un'imprecisione molto grave, quindi è necessario che la Giunta, in qualche modo, dia indicazioni precise di quella che è la realtà.
Sono stata accusata dalla Consigliera Canalis di non comprendere e di non sapere la reale attuazione della legge n. 1 del 2004. Vorrei ricorderei alla Consigliera Canalis che i fondi destinati alle fragilità sociali proprio di cui alla legge regionale n. 1 del 2004 hanno un valore di ben cinquantatré milioni di euro per l'anno 2020, tant'è vero che sono stata io stessa a sottoscrivere una DGR di riparto, la n. 3-2515 dell'11 dicembre 2020, con cui ho ripartito cinquantatré milioni.
Se, ovviamente, si vuole capire da dove provengano i trentasette milioni che la Consigliera Canalis ha indicato come dato riferito alla legge n.1 del 2004, sarei curiosa di capirlo e di comprenderlo perch effettivamente, noi come Regione Piemonte abbiamo invece sottoscritto e ripartito cinquantatré milioni di euro.
Confermo ovviamente il parere contrario sull'ordine di giorno 470.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Voleva intervenire, Consigliera Canalis?



CANALIS Monica

Eviterei un ping pong.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Canalis.
Non essendovi altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 469 con il parere contrario della Giunta.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 469, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Ci sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 470? Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 470, con il parere contrario della Giunta.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 470, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo del disegno di legge n.
128, chiedo se vi sono richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo della Lega, volevo esprimere la soddisfazione per questo importante provvedimento. Volevo ringraziare l'Assessore Caucino per quello che ha fatto, per il grande lavoro che ha svolto. Siamo felici di dare un bonus e un aiuto importante, dell'ordine di più di quaranta milioni di euro, alle nostre RSA piemontesi convenzionate o addirittura solo pubbliche. È un grande aiuto anche per le piccole RSA, che hanno rischiato di fallire. Parliamo di un comparto che ha pagato un prezzo pesantissimo in questa battaglia al COVID, che purtroppo colpisce in primis le fasce deboli e la fascia anziana della nostra popolazione.
Questi aiuti serviranno in primis a coprire i buchi, perché, di fatto, in questi mesi queste case di cura hanno creato nei loro bilanci dei buchi pesantissimi; in secondo luogo, serviranno per uno sviluppo futuro post COVID, perché l'esperienza del COVID ha insegnato che, soprattutto nelle RSA e nelle RA, bisogna sempre più specializzarsi e avere un personale sanitario formato per essere pronti a evenienze del genere. Abbiamo sempre più bisogno di personale sanitario di alta professionalità che lavori in queste strutture, per offrire un servizio migliore agli ospiti, evitando loro il minor rischio possibile, per un futuro migliore.
Ci dichiariamo soddisfatti, perché è un provvedimento importante che già altre Regioni italiane hanno approvato prima di noi. Anche noi, come Regione Piemonte, facciamo questo passo importantissimo.
Ringrazio veramente la Giunta e tutti coloro che hanno lavorato e contribuito per raggiungere questo risultato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Mi unisco al commento positivo del Consigliere Preioni verso tutti coloro che hanno lavorato per comporre questo testo di legge che adesso andiamo ad approvare, che recepisce quel grido d'allarme pervenuto nei giorni scorsi dalle RSA piemontesi, che hanno evidenziato che, oltre alle difficoltà nella gestione del COVID, con il personale contagiato o a rischio di contagio e con una situazione sanitaria ovviamente difficilissima, hanno vissuto momenti economici difficili, con i bilanci in rosso, soprattutto a causa di problematiche generate dal COVID.
Peraltro, nel mio territorio c'è stata anche qualche gestione un pochettino "leggera", dal punto di vista amministrativo, che ha dato vita a una situazione drammatica che peggiora di giorno in giorno con l'epidemia in corso.
Credo che oggi la Regione faccia una bella figura con questo provvedimento provvedimento che ha visto ancora adesso una discussione pacata sui vari emendamenti e sugli atti d'indirizzo e che mira a dare una risposta importante al territorio, una boccata d'ossigeno, perché parliamo di quarantuno milioni di euro che andranno spalmati su tante strutture (1.800 strutture!) che erogano queste prestazioni a carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, indirizzate agli anziani ai minori e - lo sottolineo - ai disabili. Perché è proprio da qui che è arrivato un grido d'aiuto importante da parte delle famiglie che si sono trovate in situazioni che non erano più in grado di gestire.
Oggi ci facciamo quindi carico di un obbligo che è morale, sociale e direi anche umano, perché si vanno ad aiutare le persone più fragili, come i nostri anziani, che sono tanti. È un universo che interessa 52.000 ospiti ma è anche un sistema che dà lavoro a 40 mila persone. Credo, quindi, che sia un finale di giornata positivo, iniziato bene e concluso forse ancora meglio.
Con questo, annuncio ovviamente il voto favorevole del Gruppo di Fratelli d'Italia e ringrazio tutti i componenti della Giunta e tutto il Consiglio maggioranza e minoranza, per questo risultato.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Grazie, Presidente.
Non ripeterò l'intervento che ho illustrato questa mattina. Mi ricollegherò, però, a quanto ho poc'anzi ascoltato nelle parole dei Capigruppo di maggioranza.
Come ho detto stamattina, il voto del Partito Democratico non sarà contrario a questo provvedimento, che era atteso, quasi tardivo, necessario per dare un po' di sollievo a queste numerose strutture sparse sul territorio.
Però, attenzione: certifichiamo anche con piacere che c'è stata una sorta di conversione negli ultimi sei mesi. Infatti, gli esponenti dello stesso partito dell'Assessore Icardi, fino alla prima ondata inoltrata affermavano che le RSA sono enti privati e soggetti del tutto estranei al Sistema Sanitario Regionale, di cui non doveva assolutamente occuparsi nonostante che in molti di loro le rette fossero finanziate per il 50% dal Fondo sanitario regionale.
Oggi abbiamo ascoltato da esponenti del suo stesso partito che c'è un riconoscimento inedito, che accogliamo con favore, del fatto che le RSA invece, sono concessionarie di pubblico servizio, che svolgono un servizio essenziale, in convenzione o, comunque, sono autorizzate al funzionamento dalle nostre ASL e sono soggette anche alla vigilanza delle nostre ASL.
Pertanto, non c'è alcuna estraneità rispetto al Sistema Sanitario Regionale. Sono, anzi, dei partner della nostra sanità e delle nostre politiche socio-sanitarie, per cui va bene questa conversione.
La riteniamo, però, tardiva e, purtroppo, questo ritardo ha fatto molto male alle nostre RSA e alle altre strutture residenziali del Piemonte perché questo sollievo, che oggi stiamo approvando in Consiglio regionale arriva tardi rispetto alle altre Regioni e in misura insufficiente.
Infatti, l'integrazione tariffaria delle strutture convenzionate è nettamente al di sotto di quella che è stata riconosciuta, ad esempio, in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
È un primo passo, ma non pensiamo - perché sbaglieremmo - che sia risolutivo e non illudiamoci. Questo grido d'allarme che è giunto a tutti noi dalle strutture residenziali è rimasto inascoltato troppo a lungo e purtroppo, ha danneggiato in maniera profonda i bilanci delle RSA. Non saranno quaranta milioni distribuiti su più di 1.800 strutture a risanare i loro bilanci e a garantirne una duratura sostenibilità economico finanziaria. L'unica cosa che può veramente garantire un rilancio e una nuova vita per queste strutture è la riattivazione, in maniera consistente e veloce, degli inserimenti in convenzione.
Faccio ancora una piccola annotazione. Noi non stiamo erogando dei bonus perché con i fondi sanitari non si possono erogare dei bonus e credo anche riceveremmo immediatamente i rilievi della Corte dei Conti e l'impugnazione del Governo nazionale. Noi stiamo assicurando un'integrazione tariffaria nel caso delle strutture convenzionate. È un'integrazione che viene riconosciuta con fondi LEA, perché in fase di pandemia le prestazioni hanno subito dei costi maggiori rispetto agli altri periodi. Di conseguenza, non chiamiamoli bonus, perché sconfineremmo nell'illecito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
In sede di dichiarazione di voto esprimo, a nome del Gruppo Consiliare regionale dei Moderati, un voto di presenza, proprio perché sottoscrivo e condivido parte dell'intervento della collega Canalis e di altri colleghi che mi hanno preceduto.
Mi riferisco, ad esempio, all'intervento del collega Martinetti,perch penso proprio che da questo punto di vista sia importante sottolineare che questo intervento abbia giustamente il sapore descritto dai Capigruppo Preioni e Bongioanni, cioè l'idea di intervenire per mettere una pezza a una situazione che, di fatto, ci era scappata di mano. Ci era scappata di mano perché, come giustamente detto poc'anzi, inizialmente non erano considerate come strutture all'interno del nostro piano di politica pubblica. Noi ci siamo sentiti dire questo sulle RSA, ma ricordano i colleghi quando cose simili le abbiamo sentite dire dai medici di famiglia o dalle associazioni di volontariato che,dalla mattina alla sera, si sono occupate di gestire l'emergenza COVID.
In particolare, noi non voteremo a favore, perché come tutte le misure emergenziali si poteva avere il coraggio di ripensare il sistema, proprio perché stiamo mettendo sul piatto risorse ingenti. E mai come in questo caso le crisi possono essere foriere di ripensamento dei servizi. So che all'interno della maggioranza ci sono dei dibattiti aperti sul tema delle RSA, anche relativi alla loro tipologia e natura giuridica,sulla tipologia di servizio che viene erogato,sulla vicinanza alle famiglie, sulla corresponsabilizzazione dei soggetti territoriali. So anche che il tema della domiciliarità possa essere un ai a integrazione delle rette e che diano una boccata d'ossigeno.
Certo è chesi potevano pensare altre misure. La Regione avrebbe potuto far scorrere le graduatorie e ci sarebbero state tante misure da mettere in campo o più misure in modo complementare, perché spesso si sceglie una strada quando, invece,si potrebbe fare un ragionamento che comprenda più interventi. Forse un'aggregazione d'interventi avrebbe potuto dare più forza all'azione politica che la nostra Regione sta sviluppando su questo tema.
Mi auguro, però,che quanto prima, questo sì, si tenga conto delle proiezioni che abbiamo sull'invecchiamento della cittadinanza e sulle composizioni attuali delle famiglie, perché è evidente che la composizione delle famiglie è molto diversa rispetto a quella di trenta-quarant'anni fa.
Anche il luogo dove risiedono figli e nipoti delle persone anziane è diverso rispetto a quello di quarant'anni fa, perché il mercato del lavoro e gli studi hanno portato le persone a cambiare addirittura il luogo dove vivere e dove lavorare.
Pertanto, o affrontiamo questa problematica in fretta, oppure saremo in costante emergenza, perché oggi c'è il problema del COVID, ma tendenzialmente i numeri dei nostri anziani cresceranno. La piramide - che penso sia un'immagine che tanti Consiglieri conoscono - rispetto al nostro stato sociale si sta rovesciando. Grazie, Presidente.
In sede di dichiarazione di voto esprimo, a nome del Gruppo Consiliare regionale dei Moderati, un voto di presenza, proprio perché sottoscrivo e condivido parte dell'intervento della collega Canalis e di altri colleghi che mi hanno preceduto.
Mi riferisco, ad esempio, all'intervento del collega Martinetti,perch penso proprio che da questo punto di vista sia importante sottolineare che questo intervento abbia giustamente il sapore descritto dai Capigruppo Preioni e Bongioanni, cioè l'idea di intervenire per mettere una pezza a una situazione che, di fatto, ci era scappata di mano. Ci era scappata di mano perché, come giustamente detto poc'anzi, inizialmente non erano considerate come strutture all'interno del nostro piano di politica pubblica. Noi ci siamo sentiti dire questo sulle RSA, ma ricordano i colleghi quando cose simili le abbiamo sentite dire dai medici di famiglia o dalle associazioni di volontariato che,dalla mattina alla sera, si sono occupate di gestire l'emergenza COVID.
In particolare, noi non voteremo a favore, perché come tutte le misure emergenziali si poteva avere il coraggio di ripensare il sistema, proprio perché stiamo mettendo sul piatto risorse ingenti. E mai come in questo caso le crisi possono essere foriere di ripensamento dei servizi. So che all'interno della maggioranza ci sono dei dibattiti aperti sul tema delle RSA, anche relativi alla loro tipologia e natura giuridica,sulla tipologia di servizio che viene erogato,sulla vicinanza alle famiglie, sulla corresponsabilizzazione dei soggetti territoriali. So anche che il tema della domiciliarità possa essere un aiuto alle famiglie e non solo una prestazione da farsi erogare attraverso player del settore cooperativo e non solo. Pertanto, ci auguriamo che queste siano risorse che vadano a integrazione delle rette e che diano una boccata d'ossigeno.
Certo è che si potevano pensare altre misure. La Regione avrebbe potuto far scorrere le graduatorie e ci sarebbero state tante misure da mettere in campo o più misure in modo complementare, perché spesso si sceglie una strada quando, invece,si potrebbe fare un ragionamento che comprenda più interventi. Forse un'aggregazione d'interventi avrebbe potuto dare più forza all'azione politica che la nostra Regione sta sviluppando su questo tema.
Mi auguro, però,che quanto prima, questo sì, si tenga conto delle proiezioni che abbiamo sull'invecchiamento della cittadinanza e sulle composizioni attuali delle famiglie, perché è evidente che la composizione delle famiglie è molto diversa rispetto a quella di trenta-quarant'anni fa.
Anche il luogo dove risiedono figli e nipoti delle persone anziane è diverso rispetto a quello di quarant'anni fa, perché il mercato del lavoro e gli studi hanno portato le persone a cambiare addirittura il luogo dove vivere e dove lavorare.
Pertanto, o affrontiamo questa problematica in fretta, oppure saremo in costante emergenza, perché oggi c'è il problema del COVID, ma tendenzialmente i numeri dei nostri anziani cresceranno. La piramide - che penso sia un'immagine che tanti Consiglieri conoscono - rispetto al nostro stato sociale si sta rovesciando. Di conseguenza, il peso di molti graverà sulle spalle di pochi, dato il tasso di natalità del nostro Paese. Se non affrontiamo questo tema con forza e con nettezza, con tutti i dialoghi da fare a livello nazionale e territoriale, con ANCI, rischieremo di vivere questa emergenza in modo costante.
L'altro rischio è che tante piccole e medie realtà, che rappresentano la tipicità e la particolarità della solidarietà sociale nata in lustri e lustri in questa regione, rischiano di essere acquisite in un solo boccone da grandi player internazionali che, di fatto, già in qualche modo gestiscono parti della nostra economia. Se lo concederemo, senza mettere delle barriere forti, senza un'interlocuzione politica forte e senza un'attenzione a questo tema, rischieremo che gestiscano anche l'ultima parte della vita dei piemontesi. E questo una classe dirigente sensata non lo può permettere.
Di conseguenza, il peso di molti graverà sulle spalle di pochi, dato il tasso di natalità del nostro Paese. Se non affrontiamo questo tema con forza e con nettezza, con tutti i dialoghi da fare a livello nazionale e territoriale, con ANCI, rischieremo di vivere questa emergenza in modo costante.
L'altro rischio è che tante piccole e medie realtà, che rappresentano la tipicità e la particolarità della solidarietà sociale nata in lustri e lustri in questa regione, rischiano di essere acquisite in un solo boccone da grandi player internazionali che, di fatto, già in qualche modo gestiscono parti della nostra economia. Se lo concederemo, senza mettere delle barriere forti, senza un'interlocuzione politica forte e senza un'attenzione a questo tema, rischieremo che gestiscano anche l'ultima parte della vita dei piemontesi. E questo una classe dirigente sensata non lo può permettere.



PRESIDENTE

Grazie.
Non vi sono altre richieste d'intervento per dichiarazione di voto.
Procediamo con la votazione del disegno di legge n. 128.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Ordinamento sportivo

Proposta di legge n. 66, inerente a "Modifiche alla l.r. 26 gennaio 2009 n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell'attività di volo in zone di montagna)" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Non passerei al punto successivo all'o.d.g., il n. 4), che prevede l'esame della proposta di legge n. 66, ma lo rimanderei alla seduta successiva come concordato all'unanimità all'inizio della seduta, anche senza aver votato sul punto, perché i Gruppi erano tutti d'accordo. Pertanto, la proposta di legge n. 66 è rinviata in Commissione.
Se non vi sono altre richieste d'intervento in merito all'o.d.g. e all'attuale Consiglio, mi pare ci sia l'intesa da parte di tutti i Gruppi di sospendere il Consiglio e di aggiornarlo alla prossima settimana.
Mi pare che siamo tutti d'accordo per la Conferenza dei Capigruppo di domani alle 12.30.
Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.21)



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