Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.11 del 17/09/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SALIZZONI



(I lavori iniziano alle ore 14.33 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)


Argomento: Personale socio - assistenziale

Interrogazione a risposta immediata n. 25 presentata da Marello, inerente a "Carenza di Operatori Socio Sanitari (OSS) in Piemonte"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori, esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 25.
La parola al Consigliere Marello per l'illustrazione.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente.
Il tema oggetto dell'interrogazione riguarda la carenza (non è cosa di adesso, ormai è di qualche anno, ma la situazione è sempre più preoccupante e difficile) degli Operatori Socio Sanitari, cosiddetti OSS, nella nostra regione.
Come è noto, si tratta di una figura professionale importante, riconosciuta espressamente dalla legge n. 3 del 2018 al pari di quella degli assistenti sociali, piuttosto che degli educatori professionali.
È una figura importante: sono coloro che si occupano della cura costante e quotidiana delle persone negli ospedali, piuttosto che nelle residenze per anziani, nelle strutture per disabili ed anche nell'ambito dell'assistenza domiciliare. È una figura, per la verità non la sola nell'ambito della sanità e della socio-assistenza, che necessita ancora di una regolamentazione, di un profilo specifico anche dal punto di vista contrattuale. Spesso, le organizzazioni sindacali ne hanno anche lamentato una paga oraria eccessivamente bassa.
Ciò detto, l'oggetto dell'interrogazione riguarda un'oggettiva carenza di tale figura un po' in tutto il Piemonte. Si tratta di una carenza legata al problema della loro formazione, poiché per poter svolgere questa professione, quindi diventare OSS, bisogna partecipare a corsi della durata di 1.000 ore. In Piemonte, sono corsi pubblici e gratuiti, sostenuti dalle Agenzie di formazione professionale. Il tema, pertanto, è a cavallo tra la sanità e la formazione professionale.
Nel tempo, questi corsi sono stati ridotti anche a causa dei tagli, ma soprattutto non sono assolutamente sufficienti a sostenere la reale domanda ed anche le reali possibilità e potenzialità di questa figura professionale.
Cito un dato riguardante l'ASL CN2, da cui provengo: lo scorso anno, a fronte di 287 domande presentate, il corso era per 25 posti. Vi renderete conto della sproporzione e differenza.
L'interrogazione chiede alla Giunta e agli specifici Assessorati quali provvedimenti intendono adottare, tenendo conto che in altre Regioni questi corsi sono pubblici e gratuiti. A fianco c'è anche il tema dei corsi a pagamento, i quali peraltro hanno manifestato delle problematiche segnalate da coloro che si occupano di questi temi, legate proprio alla qualifica e all'adeguatezza di tali corsi. Spesso vengono formate persone in maniera non coerente rispetto alle esigenze.
Chiedo alla Giunta, agli Assessorati e all'Assessore competente come intendano muoversi in merito ad una problematica che riguarda molte famiglie e che soprattutto non consente alle strutture di lavorare a pieno regime, non avendo sufficienza di personale.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rosso per la risposta.



ROSSO Roberto, Assessore regionale

Intervengo a nome dell'Assessora Chiorino, che non ha potuto essere presente, ma ha lasciato una relazione, quindi spero di essere esaustivo con il Consigliere Marello.
La figura professionale di Operatore Socio Sanitario svolge quell'attività tesa a soddisfare i bisogni primari della persona nei diversi contesti di cura e assistenza, favorendone il benessere e l'autonomia.
La formazione professionale per tale figura è finanziata dalla Regione Piemonte e si sostanzia in corsi da 1.000 ore, che si rivolgono in via prioritaria alle persone con bassa scolarità e costituiscono uno dei principali canali di accesso al mercato del lavoro per tali persone, con un impatto occupazionale molto significativo.
L'attuale programmazione triennale (2018-2019, 2019-2020 e 2020-2021) della formazione per il mercato del lavoro prevede l'attivazione, per ciascun anno formativo, di 56 corsi, 33 solo sulla Città metropolitana e 23 sul resto del territorio piemontese, finanziati con risorse del Fondo Sociale Europeo, per un totale di 5.566.000 euro di risorse investite e un inserimento complessivo di qualificati sul mercato del lavoro piemontese di oltre 3.500 unità.
Il Piemonte vincola il finanziamento dei corsi ad accordi con gli enti gestori dei servizi socio-assistenziali (Consorzi e Comuni), in modo che la formazione tenga conto dei bisogni reali dei rispettivi territori. I corsi prevedono una selezione in ingresso sia in termini attitudinali che motivazionali. Oltre ai corsi già programmati e avviati, è sempre possibile che le Agenzie formative accreditate richiedano, anche su sollecitazione della struttura assistenziale, l'autorizzazione di percorsi finanziati da fonti diverse da quelle comunitarie, come, ad esempio, i fondi interprofessionali o con finanziamenti terzi o anche autofinanziati dalle medesime strutture, a patto però che rispettino gli standard previsti per i corsi finanziati con il Fondo Sociale, che vengono sottoposti a specifica valutazione da parte degli uffici regionali per il riconoscimento della qualifica finale.
È evidente su tutto il territorio regionale il disagio determinato dall'elevato turnover delle persone occupate con tali qualifiche, dovuto all'onerosità della mansione specie se continuativa nel tempo, che evidenzia problematiche anche di natura contrattuale.
Le dinamiche anagrafiche di invecchiamento della nostra popolazione e l'effettiva disponibilità di persone adeguatamente formate sul mercato del lavoro interpellano l'Amministrazione regionale, che intende verificare tutte le possibilità di incremento dell'offerta formativa sull'intero territorio regionale, nella consapevolezza che le risorse ad esso dedicate dalla programmazione del POR FSE (Fondo Sociale Europeo) attuale e futura debbano correlarsi con le altre richieste di specifica qualificazione avanzate dagli altri settori produttivi della nostra Regione.
Ciò non toglie che la Regione sia consapevole della necessità di queste figure professionali e cercherà di ottimizzare le risorse a disposizione per incrementare la formazione di questa e di altre professionalità richieste dal mercato del lavoro.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Rosso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta immediata n. 24 presentata da Valle, inerente a "Prima calendarizzazione della job-fair IOLAVORO"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta immediata n. 24.
Risponderà l'Assessore Rosso.
La parola al Consigliere Valle per l'illustrazione.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
In realtà, è una domanda molto semplice: dal 2005 l'Agenzia Piemonte Lavoro, in collaborazione con l'Assessorato al lavoro regionale organizza la job-fair IOLAVORO, che, con il passare degli anni, è diventata sicuramente il più importante appuntamento per chi cerca lavoro nella nostra regione, ma anche la più grande di questo genere di fiere in tutta Italia.
Negli ultimi due anni, questa fiera si è tenuta a Torino nel periodo autunnale, ma, al momento - consultando il sito della fiera - non sono ancora comparse notizie circa il prossimo appuntamento. L'autunno è ormai alle porte, pertanto chiediamo se ha intenzione di organizzare questa fiera anche quest'anno e, se sì, quando. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rosso.



ROSSO Roberto, Assessore regionale

Preso atto dell'esperienza ormai consolidata della manifestazione "Io Lavoro" e degli ottimi risultati raggiunti a livello occupazionale, che abbiamo potuto desumere dalle analisi di valutazione effettuate sull'efficacia dell'evento, non solo si conferma l'impegno a sostenere l'iniziativa per il futuro, ma anche a svilupparla con ulteriori contenuti ed a realizzarla anche sul resto del territorio regionale. L'appuntamento del prossimo ottobre sarà purtroppo rinviato per ragioni riconducibili a problemi gestionali ed amministrativi in capo all'Agenzia Piemonte Lavoro Ente strumentale della Regione che realizza l'evento. In considerazione delle tempistiche organizzative richieste da una manifestazione importante come quella di Torino, si è ritenuto opportuno ripianificare la data dell'evento, lavorando da subito ad un rilancio e rinnovamento della formula, anche per garantire alle imprese e ai lavoratori, che attendono di partecipare, un servizio ancora più efficiente e di qualità.
Di certo, restano fondamentali gli obiettivi che desideriamo perseguire e il format vincente: garantire alle aziende un servizio diversificato e personalizzato di selezione del personale, grazie alle proposte di modalità di partecipazione differenti, e alle persone in cerca di impiego la possibilità di incontrare direttamente i selezionatori delle imprese, oltre a poter fruire di altri servizi per orientarsi nel mondo del lavoro.
La prossima manifestazione torinese sarà un'occasione importante per lanciare il tema dell'innovazione e dei cambiamenti che riguardano le nuove competenze richieste ai lavoratori. Il focus della prossima edizione sarà infatti rivolto alle nuove work skills o future skills. Quali sono le competenze chiave ritenute necessarie al lavoratori nei prossimi anni? Come evolvono le professioni? Quali sono i mestieri del prossimo futuro? Resta inoltre confermato l'impegno a garantire il proseguimento dell'esperienza dell'edizione locale di "Io Lavoro".


Argomento: Contributi allo sport e al tempo libero

Interrogazione a risposta immediata n. 26 presentata da Bongioanni inerente a "DMO VISIT PIEMONTE - Scarse risorse destinate alla promozione della montagna invernale"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
26.
La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
L'interrogazione verte sulle attività della Società Partecipata DMO Visit Piemonte. Ho avuto la possibilità nei giorni scorsi di dare una lettura al Piano programmatico di attività 2019 di questa società che deve promuovere il Piemonte in Italia, in Europa e nel mondo. Il fattore che mi è saltato agli occhi e che mi ha destato preoccupazione, che ho condiviso con alcuni operatori, è quello della spesa destinata alla promozione dello sci, alla promozione della stagione invernale, che è il prodotto turistico che negli anni ha raccolto più investimenti da parte del pubblico e del privato e che genera nell'indotto la ricaduta economica più importante. Cosa intendo per ricaduta economica nell'indotto? Gli studi statistici ci dicono che per ogni euro speso nell'acquisto di un biglietto per andare a sciare, la ricaduta sull'indotto è di 8-12 euro. Dove vanno a cadere? Vanno a cadere sul biglietto dell'autostrada, sulla pompa di benzina, sull'outlet, sulle professioni turistiche (i maestri di sci e le guide alpine) ed ovviamente su ristoranti, alberghi, bar e tutto quello che gravita intorno a questo mondo. La ricaduta economica sul Piemonte è un dato importante, perché sono stati stimati sui 700 milioni di euro. La provincia da cui arrivo io ne genera 200 e in Piemonte significano 20 mila posti di lavoro.
Il fatto che il 4,5% sia il budget totale programmato dalla nostra Agenzia di promozione su questo settore, lascia quantomeno perplessi. Oltre tutto considerando una società che ha sistematicamente disatteso quella che è una delle linee più importanti, che ho, tra l'altro, poco fa enunciato con l'Assessore Poggio, cioè che tutte le politiche di sviluppo e di programmazione devono essere il risultato di un dialogo con chi in quel settore ci lavora. Dialogo che non c'è stato, perché è sempre stata un'agenda imposta dall'alto. Il fattore più eclatante è che sistematicamente alla fiera di settore più importante, che è lo Skipass di Modena che si terrà fra una quarantina di giorni, il Piemonte da 5 anni è assente. Sono presenti le singole ATL e le singole stazioni sciistiche, ma ci sono la vicina Lombardia, il Veneto, il Trentino, l'Emilia-Romagna e la Val d'Aosta e il Piemonte non c'è. L'interrogazione mira a sapere quale sia la formula per porre rimedio a questa situazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessora Poggio.



POGGIO Vittoria, Assessora al turismo

In merito all'interrogazione con oggetto "DMO Visit Piemonte", che va a toccare il tema preoccupante delle scarse risorse destinate alla promozione della montagna invernale, il Consigliere ha già dettagliato tutto in maniera puntuale. Rispondo e comunico quanto segue, partendo da una premessa generale. In questi primi mesi di lavoro da Assessore al turismo è vero, ho rilevato una situazione di sovrapposizioni e duplicazioni di ruoli e compiti, che crea disordine e porta inefficienza nella gestione di un'attività fondamentale per lo sviluppo di un settore strategico dell'economia regionale, quale quello del turismo e, ancor più, con riferimento a quello invernale. A dimostrazione di questa labile definizione di ruoli ed attribuzioni di funzioni, infatti, l'attività di partecipazione alla Fiera Skipass di Modena, in programma, come ha detto il Consigliere, dal 31 ottobre al 1° novembre, che risultava assente dal programma, è in realtà inserita nel calendario, ma in quello del Settore Promozione Turistica e Sportiva, che fa capo alla Direzione Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport.
Anche sull'aspetto dell'investimento economico, occorre precisare che sempre il Settore che fa capo alla Direzione sopra citata, in data 1 agosto 2019, quindi già con questa Amministrazione insediata, ha pubblicato il bando per la presentazione di domande di contributo per l'organizzazione turistica a favore dei consorzi, di operatori turistici per l'anno 2019 con un impegno di spesa complessivo pari a 240 mila euro.
Inoltre, sempre il Settore, in data 14 agosto 2019, ha pubblicato il bando per la presentazione della domanda di contributo per la promozione e la commercializzazione dei prodotti turistici piemontesi, a favore delle ATL dei consorzi e di operatori turistici riconosciuti in base all'articolo 21 della l.r. 14/2016, con un impegno complessivo di spesa pari a 1.292.693 euro, che ammette anche i progetti mirati a favorire la fruizione delle eccellenze turistiche del territorio di competenza, tra le quali ovviamente rientra il "prodotto neve" e prevede anche, fra le spese ammissibili quelle sostenute per la partecipazione a fiere, a borse tematiche, a saloni, a workshop e, in generale, alle manifestazioni di promozione e commercializzazione del prodotto turistico.
Quindi, se da un lato risulta evidente che in tal senso l'attività della



DMO Visit Piemonte non è strategica in questo momento per la promozione del

settore neve, dall'altro risulta chiaro l'intento di questa Giunta, e vi confermo in questa sede il mio intento di Assessore con delega al Turismo di promuovere un Settore tanto strategico come quello della montagna infatti gli interventi di stanziamento della Direzione in questo comparto sono stati confermati tutti.
Infine, da questa situazione risulta evidente che vada ripensata profondamente l'organizzazione della governance del Turismo regionale ridefinendo i ruoli e competenze tra Assessorato, Settore, ATL e DMO, anche nel rispetto delle richieste fatte dalla Corte dei Conti in riferimento al numero delle società partecipate e in house.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Poggio.


Argomento: Nomine

Interrogazione a risposta immediata n. 27 presentata da Frediani, inerente a "Possibile conflitto d'interessi all'interno della partecipata Società Interporto Torino (S.I.To) S.p.A."


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 27.
La parola alla Consigliera Frediani, per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Ho ricevuto una segnalazione rispetto alla situazione che si verifica nella Partecipata Società Interporto Torino SITO relativa a due figure che operano all'interno di questa società. Sappiamo che SITO è una società Partecipata della Regione attraverso Finpiemonte, che si occupa di gestire la piattaforma logistica torinese e di progettazione di infrastrutture e servizi per il trasporto e la logistica.
L'organizzazione aziendale prevede un Consiglio d'Amministrazione composto da 5 membri e un Collegio sindacale di controllo e vigilanza composto da 3 membri. Al Consiglio d'Amministrazione sono attribuiti i poteri, di cui all'articolo 16 dello Statuto della Società stessa; il Collegio sindacale è un organo di vigilanza previsto dal Codice Civile obbligatorio nelle Società per Azioni, con particolare riferimento al compito di vigilare sull'adeguatezza dell'assetto organizzativo amministrativo e contabile della Società.
All'interno del Consiglio d'Amministrazione il ruolo di Vicepresidente è ricoperto dal dottor D'Alicandro Enzo, mentre all'interno del Collegio sindacale vi è, nel ruolo di Sindaco effettivo, il dottor Zollo. Risulta che queste due persone, come emerge dal Curriculum presentato e pubblicato sul sito istituzionale della Società, siano fondatori e soci di uno studio di consulenza fiscale, quindi entrambi lavorano in questo studio di consulenza, esercitando la professione di ragioniere e commercialista.
Secondo il Codice Civile, ovviamente, ci sono diverse condizioni per cui non possono essere eletti alla carica di Sindaco e, se eletti, decadono dall'ufficio, coloro che sono legati alla società o alle società da questa controllate o alle società che la controllano o a quelle sottoposte a comune controllo da un rapporto di lavoro o da un rapporto continuativo di consulenza o di prestazione d'opera retribuita, ovvero da altri rapporti di natura patrimoniale che ne compromettano l'indipendenza.
Quello che vorrei approfondire, in seguito a questa segnalazione, è se si sia a conoscenza di questa situazione e se si sia verificato che non esista un conflitto di interessi, considerato che un membro di rilievo del Consiglio d'Amministrazione e un membro del Collegio sindacale, che dovrebbero controllare l'azione societaria, sono soci del medesimo studio di professionisti e quindi sono legati da un concreto rapporto di lavoro.
Quindi, l'interrogazione è per cercare di capire se effettivamente si stia verificando una situazione di conflitto d'interessi e, in tal caso come s'intenda procedere.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La parola all'Assessora Caucino, per la risposta.



CAUCINO Chiara, Assessora regionale

Grazie, Presidente.
Intervengo per conto dell'Assessore Ricca.
Con riferimento al caso portato all'attenzione di questo Consiglio, con l'interrogazione pervenuta nella giornata di ieri, si conferma la volontà dell'Assessore competente a effettuare le opportune verifiche su un eventuale conflitto di interessi.
A tale fine gli Uffici hanno già interessato Finpiemonte e Partecipazioni SpA, socio che detiene le partecipazioni nella Società SITO SpA.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora Caucino.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 28 presentata da Graglia, inerente a "Quali misure straordinarie si intendono adottare per sostenere l'apicoltura piemontese?"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata n. 28.
La parola al Vicepresidente Graglia, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



GRAGLIA Franco

Grazie, Presidente.
Parliamo di apicoltura. In Piemonte sono attivi circa 6.000 apicoltori che detengono circa 200.000 alveari. Si tratta di numeri importanti che posizionano la nostra Regione al primo posto sia come numero di alveari (circa il 16% del totale nazionale) sia per numero di operatori (circa l'11%).
L'apicoltura inoltre ha un'importante valenza economica in quanto il Settore, con circa 5.000 tonnellate di miele, pari al 20% della produzione nazionale, ha un valore produttivo di 35.000.000 di euro.
Da diversi anni il Settore dell'apicoltura sta attraversando una crisi riconducibile soprattutto ai cambiamenti climatici, con sempre più frequenti fenomeni meteorologici estremi: temperature stagionali anomale violente grandinate, prolungati periodi piovosi o di siccità. Le api dipendono totalmente dalle piante da cui traggono le sostanze nutritive indispensabili alla loro sopravvivenza. Se le piante soffrono la siccità il gelo, il freddo o il caldo anomalo le api ne risentono immediatamente e pesantemente.
L'annata 2019 purtroppo si sta presentando come la più problematica di sempre per l'apicoltura piemontese; le pessime condizioni climatiche caratterizzate da una persistente siccità e temperature sopra la media ad inizio anno, cui sono seguite copiose precipitazioni e un importante calo termico, hanno causato una fioritura estremamente scarsa e la perdita pressoché totale della produzione di miele di Acacia.
Secondo alcune prime stime, la produzione di miele si può ipotizzare in una perdita del 70% della produzione annuale, pari a circa 3,5 tonnellate per un valore di circa 24.000.000 di euro. Contestualmente, le citate condizioni meteo climatiche hanno causato un'elevata mortalità negli alveari e un importante fenomeno di sciamatura, causando un notevole danno indiretto alle aziende.
Interrogo l'Assessore per capire, nelle more della definizione di un eventuale ed importante riconoscimento dello stato di calamità in capo al Governo, quali siano le azioni e le misure straordinarie che la Giunta regionale intende assumere per garantire la sopravvivenza di un intero comparto produttivo, che rappresenta un fiore all'occhiello nel panorama nazionale e non solo.



PRESIDENTE

Grazie, collega Graglia.
La parola all'Assessore Protopapa, per la risposta.



PROTOPAPA Marco, Assessore all'agricoltura

Grazie, Presidente.
Il problema dell'apicoltura è sicuramente uno dei tanti problemi che si sono presentati in Assessorato nei primi tempi del nostro insediamento.
Sicuramente, la problematica, come situazione di presa d'atto, è andata man mano crescendo. Quando siamo arrivati, nei primi di luglio, a fronte di una situazione comunque prevista, c'era ancora fiducia. La situazione climatica non ha assolutamente aiutato un miglioramento della situazione di partenza.
La nostra attività è stata inizialmente, con la delibera del 26 luglio, di aiutare le aziende riaprendo i bandi che avevamo ancora a disposizione con delle economie per aiutare sicuramente la normale attività o, comunque migliorare le aziende non in stato di emergenza, quindi con un'agevolazione sui servizi di sviluppo, valorizzazioni varie, ricerche e investimenti sugli acquisti delle arnie stesse, quindi una continuità con massima fiducia.
Indubbiamente, arrivando poi ai tempi odierni, abbiamo capito che la situazione non era per niente facile, abbiamo avuto segnalazioni da diverse associazioni che mettevano in risalto questa criticità, non ultimo anche una contestualità di una situazione che non colpisce soltanto il Piemonte ma anche altre regioni d'Italia. Abbiamo guardato come si sono comportate le altre Regioni, abbiamo cercato di vedere cosa avevamo a disposizione e siamo ormai giunti alla conclusione, tra l'altro con dati certi, di predisporre un bando fra la concessione di contributi negli interessi a favore di apicoltori professionali piemontesi.
Faccio un piccolo accenno ai dati che dovremmo confermare e che, tra l'altro, ci vedranno come una Regione che sicuramente rispetto alle altre oserà di più, proprio per questo critico momento. Il contributo sarà pari all'1%. Di conseguenza i nostri apicoltori potranno recarsi nei propri istituti bancari dove troveranno delle agevolazioni e degli interessi aiutati dalla Regione. L'1% per le imprese ubicate in zone di pianura o di collina, l'1,5% per quelle ubicate in zone di montagna.
Abbiamo cercato di vedere quali sono le aziende che potranno beneficiare di questa opportunità e abbiamo fatto un calcolo in base al numero delle arnie, dando un valore cadauna, quindi partiamo con degli investimenti che andranno tra i cinque e gli ottanta mila euro. Tra l'altro, stante una situazione di economia segnalataci dall'ARPEA, potremmo anche, addirittura parlare di un sostegno che andrà sicuramente nei due anni successivi quindi parliamo di tre anni in totale.
E' un intervento importante che ci siamo sentiti di affrontare in modo diretto. Faccio un esempio su tutti: la Regione Toscana avrà un riferimento tra i due mila e i venti mila euro e per un solo anno. Grazie.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta immediata n. 29 presentata da Grimaldi, inerente a "Piena attuazione della DGR 71-8681 e dell'esenzione D99 per le donne portatrici di mutazioni Brca1 e Brca2"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
29.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Quando le donne piemontesi affette da una mutazione ereditaria del gene Brca1 e Brca2 chiedono informazioni, si sentono rispondere che l'esenzione non è ancora attiva e così devono continuare a pagare il ticket. Come l'Assessore di certo saprà, seppur in rari casi, le mutazioni sono ereditarie e, nel caso delle mutazioni ereditarie del gene Brca1 e Brca2 fanno parte di un complesso di proteine riparatrici. Avere mutazioni in uno di questi geni vuol dire non essere in grado di riparare correttamente ai danni delle DNA.
Per la Fondazione Veronesi nei portatori di mutazioni di Brca1 e Brca2 ogni cellula del corpo contiene questa proteina difettosa e possiede, in teoria la capacità di trasformarsi da cellula normale in tumorale. Emerge una preoccupazione perché oggi sono più o meno circa mille in Piemonte le donne portatrici di mutazione di questi geni e già solo queste sono quelle riconosciute dal test genetico effettuato, ma la stima potrebbe addirittura portarci a dei numeri considerevolmente più alti, circa 2000, con un'identificazione più o meno di 189 nuovi casi all'anno. Non parlerò del rischio ereditario familiare che c'è dietro e, ovviamente, l'urgenza di attivarsi, ma di sicuro voglio ricordare alla Giunta che il 3 luglio 2018 quest'Aula consiliare ha approvato all'unanimità un ordine del giorno avente oggetto l'esenzione alla compartecipazione nelle spese sanitarie per le classi di screening Brca e, successivamente, alla fine di dar corso alle richieste del Consiglio di farà prevenire un aiuto concreto alle donne a rischio la Regione, attraverso la DGR n.71-8681 del 29 marzo 2019 avente oggetto "Disposizioni in merito alla diagnosi precoce del tumore della mammella e dell'ovaio in persone con riscontri rischio eredo-familiare" aveva stabilito che il percorso di presa in carico per i soggetti sani residenti in Piemonte risultati essere ad alto rischio genetico di tumore sono esenti dal pagamento del ticket.
L'Assessore avrà ovviamente letto - la vicenda è apparsa sui giornali forse perché mediaticamente è rimbalzata più di altre - quando un'attrice famosa come Angiolina Jolie ha fatto diventare il suo caso privato un caso di pubblico dominio. Tuttavia oggi, a prescindere dagli intendimenti di quest'Aula e della DGR che dà già un indirizzò alla nuova Giunta per avere un atto concreto, non abbiamo riscontrato nessuna proposta attuativa di quella DGR. Per questo quella determina promessa, in tutta fretta anche dalla Giunta, deve arrivare subito, perché si tratta di donne che rischiano molto più di altre e che devono sottoporsi a regolari visite d'esame.
Non possiamo continuare a pensare che debbano pagare il ticket, nell'attesa che l'esenzione diventi attiva.
Per questi motivi - consapevole, ovviamente, della sensibilità dell'Assessora, che discuterà o che ha già discusso con l'Assessore Icardi in merito - chiedo di poter esaminare celermente in Commissione e dare il via libera a questi intendimenti, che immagino e spero arrivino presto.
Grazie.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessora Caucino.



CAUCINO Chiara, Assessora al sociale

La Regione Piemonte è stata la prima in Italia a strutturare percorsi diagnostici nell'ambito dei tumori eredo-familiari.
Con determinazione regionale n. 485 del 30 novembre 1999, infatti, ha approvato e finanziato il Progetto sperimentale di Rete di unità funzionali multidisciplinari di riferimento per la diagnosi genetica dei tumori ereditari, al quale è stato dato pratico avvio tra la fine del 2000 e l'inizio del 2001.
Scopo della fase sperimentale del progetto era istituire una rete di collegamento per il coordinamento delle potenziali sinergie tra gruppi e strutture coinvolti in questo settore; potenziamento delle competenze professionali e delle risorse strutturali già operanti in questo ambito garantire l'offerta dei test genetici da parte di laboratori di ricerca accreditati su alti standard di qualità.
Le varie strutture già coinvolte nella fase sperimentale hanno strutturato delle Cancer Family Clinics, ovvero ambulatori di consulenza genetica oncologica e laboratori per la diagnosi molecolare della maggior parte delle patologie note e percorsi clinico-strumentali di sorveglianza diagnosi precoce e prevenzione.
Il Progetto è proseguito in ambito assistenziale dal 2004 al 2010, e adesso si è affiancato un progetto sperimentale finanziato dalla Compagnia di San Paolo, grazie al quale sono state realizzate iniziative parallele a quelle puramente assistenziali.
Quanto sopra a dettagliare l'attenzione che da sempre la nostra Regione ha posto in questo ambito. In Italia, precedentemente alla pubblicazione del vigente Piano Nazionale della Prevenzione, soltanto la Regione Emilia Romagna aveva avviato dal 2012 un programma di identificazione delle donne ad alto rischio, organizzato nell'ambito del servizio di screening regionale e coinvolgente i medici di medicina generale.
Il programma prevede un percorso con tre passaggi di selezione sempre più specialistici e strumenti di valutazione del rischio da utilizzarsi nei diversi passaggi. Il medesimo modello è stato adottato anche dalla Regione Val d'Aosta con deliberazione del dicembre 2016.
Infine, la Regione Lazio ha approvato nel maggio 2017 un documento di indirizzo sulla gestione delle donne ad alto rischio di tumore al seno anch'esso impostato in modo simile a quello della Regione Emilia Romagna.
Con DGR n. 71-8681 del 29 marzo 2019 sono state approvate in Piemonte le disposizioni in merito alla diagnosi precoce del tumore della mammella e dell'ovaio in soggetti sani con diagnosi di rischio eredo-familiare individuando il codice di esenzione D99 per i portatori di mutazione genetica BRCA1 e BRCA2, e demandando a successivo atto della Direzione Sanità la definizione dei percorsi di presa in carico dei soggetti in parola, nell'ambito di un programma di screening dedicato che si integri e si compenetri con il programma istituzionale di screening oncologici attivo in Regione Piemonte.
Gli uffici competenti della Direzione Sanità hanno lavorato in questi mesi al fine di dettagliare il percorso di presa in carico delle persone con rischio eredo-familiare dal punto di vista organizzativo, gestionale ed informatico, con lo scopo di perfezionare e rendere pienamente operative le procedure per l'assegnazione e la corretta registrazione del codice di esenzione ai soggetti titolari.
L'atto direzionale di formalizzazione di tale percorso è in via di ultima definizione e sarà approvato entro il mese di settembre corrente.
Si ritiene di precisare, infine, che posta la doverosa necessità di chiudere in tempi brevi il percorso di definizione delle modalità di assegnazione e di registrazione del codice di esenzione, le dovute tempistiche amministrative di formalizzazione dell'atto suddetto non impediscono né inficiano in nulla la sostanza del percorso di prevenzione delle persone a rischio eredo-familiare che sono da tempo - come sopra precisato - concretamente prese in carico dal nostro Servizio sanitario regionale, all'interno del quale, peraltro, a fronte di persone con mutazione del BRCA1/2 viene dagli specialisti comunemente posta anche l'opzione, oltre che di screening personalizzato, anche di mastectomia bilaterale e/o ovariectomia a scopo profilattico, effettuati rigorosamente a carico del Sistema sanitario regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata.



(Alle ore 15.10 il Presidente dichiara esaurita la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata)



(La seduta inizia alle ore 15.11)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Chiorino, Icardi, Ricca e Tronzano.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Esame ordine del giorno n. 10 presentato da Preioni, Cane, Cerutti, Fava Gagliasso, Gavazza, Lanzo, Leone, Marin, Nicotra, Perugini, Poggio G. e Zambaia, inerente a "Riordino funzioni e ordinamento della Polizia Locale: rientro nel Comparto Pubblico e novero delle Forze dell'Ordine"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 10, di cui al punto 4) all'o.d.g, avente ad oggetto "Riordino funzioni e ordinamento della Polizia Locale: rientro nel Comparto Pubblico e novero delle Forze dell'Ordine".
La parola al Consigliere Preioni per l'illustrazione.



PREIONI Alberto

Buongiorno, Presidente.
L'ordine del giorno in oggetto lo illustrerà la collega Nicotra. Tengo comunque a spendere due parole in qualità di Capogruppo.
È un ordine del giorno che impegna la Giunta e che è stato fortemente voluto dal nostro Assessore Ricca. L'intento è avere una normativa uniforme anche in Piemonte in merito alla Polizia locale. Il nostro modello segue l'esempio della Regione Veneto e della Regione Lombardia: sicuramente con una normativa nuova, più efficace ed efficiente, possiamo andare a rispondere in maniera più adeguata alle Forze dell'Ordine che tutti i giorni garantiscono stabilità e sicurezza al nostro Paese.
Sappiamo benissimo che ci sono dei problemi strutturali che affliggono questo settore da tempo - mi riferisco alla mancanza di strumentazione talvolta anche delle divise - e pensiamo che una nuova normativa generale che venga della nostra nuova Giunta, naturalmente con la possibilità di andare ad attingere qualche risorsa anche dal bilancio, possa garantire delle risposte alle Forze dell'Ordine che noi, politicamente, come sempre dimostriamo, abbiamo naturalmente nel cuore e a cui riconosciamo l'importante compito che svolgono nella nostra società. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Nicotra.



NICOTRA Letizia Giovanna

Grazie, Presidente.
Come ha ben detto il Consigliere Preioni, quest'ordine del giorno è stato fortemente voluto dall'Assessore Ricca.
La scelta del Governo precedente di riordinare le funzioni e l'ordinamento della Polizia locale attraverso una delega è sicuramente una scelta condivisibile e necessaria. La sicurezza dei cittadini e dei territori non dipende soltanto dall'ordine pubblico gestito dalla Polizia e dalle forze di Polizia, ma vi contribuiscono la Polizia locale, i Vigili del fuoco e la Polizia penitenziaria.
Noi, come Lega, pensiamo che la Polizia locale dovrebbe, quindi, essere compresa dall'articolo 3 del decreto legislativo 165/2001, come avviene per le altre forze di Polizia nel comparto pubblico. Dobbiamo mettere gli operatori della Polizia locale nelle condizioni di poter svolgere le proprie funzioni, che in questi anni sono notevolmente accresciute, ma in modo adeguato e con dignità. Ciò succede soltanto se si ha una riforma del loro ordinamento, con la medesima formazione e dotazione di strumenti di autotutela, da uniformare su tutto il territorio nazionale, come già avviene in Europa, con collegamenti diretti tra tutta la Polizia, per avere uniformità di conoscenza e formazione, razionalizzazione dei costi ottimizzazione delle risorse e raggruppamento delle sale operative.
Il Governo delegato dovrebbe adottare entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge uno o più decreti legislativi per la disciplina dei contenuti del rapporto di impiego del personale. Pertanto, invitiamo il Presidente e il Consiglio regionale a chiedere al Governo di prevedere la modifica dell'articolo 3 del decreto legislativo del 30 marzo del 2001, n.
165, inserendo la Polizia locale e ricomprendendola nel novero delle Forze dell'ordine.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, devo fare la polemica di giornata: posso? Poi discuteremo anche del testo e, dal nostro punto di vista, ci sono luci ed ombre rispetto a quanto che abbiamo letto.
Presidente, devo dire che stiamo discutendo di una tema che riguarda in particolare, se non abbiamo capito male, la sicurezza, il cui riferimento in Giunta, come ha ben detto la collega intervenuta prima, è l'Assessore Ricca.
Come al solito, ringrazio l'Assessore Rosso, che ha i rapporti con il Consiglio regionale, per l'assidua presenza; dico, però, che noi vorremmo discutere di questi argomenti con gli Assessori competenti. Abbiamo due modalità per poterlo fare: in Commissione, quando ci sono loro, a partire dagli ordini del giorno come questo, che - devo dire la verità - meritano attenzione, perché la questione posta dai colleghi della Lega non è una questione marginale, ma importante.
Tra l'altro, in quel testo ci sono dei contenuti che ci convincono. Ne cito uno, ma interverranno altri colleghi del mio Gruppo: la necessità di avere strumenti informatici, in particolare, che possano mettere la Polizia locale nelle migliori condizioni per interagire con altre forze dell'ordine e su alcuni interventi che riguardano la sicurezza.
Quello che ci preoccupa maggiormente è il tema occupazionale, cioè il trasferimento del personale in qualche ambito ministeriale e la mancanza di certezze per quanto riguarda la possibilità di mantenere inalterato oppure, visto che ce n'è bisogno, la possibilità di aumentare la pianta organica, in genere.
Diremo altro in seguito per quanto riguarda lo svuotamento della competenza della Regione in tema di Polizia locale, che non coincide con la volontà espressa più volte in quest'Aula (non l'unica volontà, però la volontà più evidente) da parte della Lega, di avviare un percorso serio di autonomia.
Questa è una proposta che lede il principio dell'autonomia o comunque non permette alla Regione Piemonte di avere nemmeno lo stesso ruolo attuale.
Presidente, valuti: per noi potrebbe anche non essere del tutto inusuale e insolito chiederle di rinviare la discussione o ad un'altra seduta di Consiglio, alla presenza del Presidente Ricca (scusate, questo è un lapsus freudiano, per dire che la figura del Presidente riguarda un po' la Lega) dell'Assessore Ricca, oppure sempre alla presenza dell'Assessore competente in Commissione.
Noto, perché è evidente (è l'inizio del mandato, non possiamo non notare) una non assidua presenza del Presidente Cirio, ma siamo certi che in questo avvio di legislatura utilizzi il proprio tempo per avviare la macchina in genere, per costruire relazioni. Ci auguriamo, nel prossimo futuro, di vederlo un pochino più presente di quanto non lo sia stato sino ad oggi.



PRESIDENTE

La ringrazio. Indubbiamente, solleciteremo la presenza degli Assessori di competenza degli argomenti prescritti all'o.d.g.
Ringrazio gli Assessori presenti ed anche l'Assessore Rosso, che è onnipresente, con noi, in Consiglio.
Permettetemi la battuta, riguardo alla Presidenza di Ricca: una Presidenza non si nega a nessuno! Posso essere testimone di questo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Solo per dire che gli Assessori mi sembra stiano andando nelle varie Commissioni a relazionare sul programma e su quanto intendono fare in questa nuova legislatura. L'Assessore Ricca oggi è occupato a Roma, per faccio presente con un po' di orgoglio che il Gruppo che mi onoro di rappresentare, formato da ben 23 Consiglieri e 2 Assessori esterni, è talmente un monolite che quando c'è una linea della Lega, la linea della Lega è quella. Questo è un atto di indirizzo dei Consiglieri nei confronti della Giunta.
Voglio sgombrare il campo da ogni questione e faccio una battuta, quando c'è una linea della Lega, la linea è questa e la nostra posizione è quella.
Poi è naturale andare a riverificare quale legge faremo e quale legge proporremo, ma avremo tempo in futuro per farlo. Questo è un semplice ordine del giorno che propone una legge che verrà alla luce più avanti e in sede di discussione avremo il tema di scindere tutti i vari aspetti. Per la linea sulla Polizia locale è questa. Grazie.



PRESIDENTE

C'è la volontà di sospendere per fare una valutazione.
Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente. Ho seguito la lettura dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri della Lega. Innanzitutto non ho ben capito quale sia il tema trattato, se sia l'ordine del giorno o se sia il discorso appena presentato dal Presidente Preioni che indica un altro argomento. Da quello che ho capito, questo ordine del giorno tende ad impegnare la Giunta e il Presidente a chiedere un impegno al Governo, che quello è di adeguare o di variare l'aspetto contrattuale degli agenti della Polizia locale. Quindi, è una competenza del Governo. È un ordine del giorno con cui il Consiglio regionale vorrebbe impegnare il Governo su un argomento.
Posto che è urgente e necessario un intervento del legislatore per valorizzare il corpo della Polizia locale, o comunque le funzioni della Polizia locale, mi viene una domanda. Viene chiesto un impegno del Governo perché nel Decreto Sicurezza questo tema non è stato trattato. C'era il Ministro dell'Interno Salvini e quel decreto viene definito anche Decreto Salvini, decreto che non prevede questo tipo di richiesta al suo interno.
Quindi, noi adesso stiamo chiedendo al Governo di variare un aspetto che poteva tranquillamente essere variato prima, in un anno di legislatura modificando l'articolo 3 del Decreto Legislativo n. 165. Mi viene quindi da chiedere come possa essere modificato senza agire sulla legge quadro che norma le competenze della Polizia locale, la n. 65 del 7/3/1986. Questo è un aspetto che non conosco e che chiederei ai Consiglieri di spiegarmi: come si fa a prevedere l'inserimento di questo cambio dei contratti della Polizia locale, senza agire sulla legge quadro.
Inoltre chiedo perché questo non sia stato previsto nel Decreto Sicurezza e non sia stato previsto nemmeno con degli emendamenti successivi. Della questione relativa alla Polizia locale ho seguito anche il dibattito sul Forum della OSPOL, che è l'Organizzazione Sindacale delle Polizie Locali nel quale si lamentava la mancata trattazione dell'argomento proprio all'interno del cosiddetto Decreto Salvini.
Non essendo stata prevista prima un'operazione di questo tipo, perch adesso come primo atto rivolto nei confronti della Polizia locale, si chiede di impegnare il Governo su un tema che poteva tranquillamente essere trattato dall'allora maggioranza? Tra l'altro, dal Movimento 5 Stelle furono presentati degli emendamenti al Decreto Sicurezza, che non furono recepiti, tant'è che lo stesso Movimento 5 Stelle a livello parlamentare ha depositato una proposta di legge che prevede la valorizzazione del comparto della Polizia locale con delle deleghe ben precise.
Quello che chiedo innanzitutto è perché questo ordine del giorno viene depositato adesso e invece non ci si chieda come mai non sia stato trattato prima l'argomento. Ma, soprattutto, diciamoci la verità: il Movimento 5 Stelle a livello parlamentare ha preso in mano la situazione e le problematiche della Polizia locale. Ad esempio, sono previste delle deleghe ben precise nel disegno di legge da noi depositato sul riordino della normativa sul personale, sugli strumenti e le dotazioni del personale di Polizia locale. Prima il Presidente Preioni ne stava parlando: i nostri corpi di Polizia lamentano un deficit anche dal punto di vista delle dotazioni e questo con la nostra proposta di legge verrebbe superato, cosi come tutto ciò che riguarda lo scambio delle informazioni per l'attuazione delle politiche integrate di sicurezza. Inoltre la delega include anche il riconoscimento dello svolgimento di lavori faticosi e pesanti per il corpo della Polizia locale, che è un po' il tema che si vorrebbe andare a sistemare con questa richiesta di cambiamento dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 165, con l'istituzione di una specifica classe di rischio equivalente al trattamento previsto per gli appartenenti delle forze di Polizia. È quello che viene chiesto di variare con l'articolo 3, ma che in realtà non sembra tanto fattibile e comunque non era stato previsto nemmeno da Salvini in quei pochi giorni in cui ha presieduto il Ministero dell'Interno, in quei pochi giorni in cui è stato presente. Non era previsto prima e non vedo perché dovremmo prendercene carico noi dalla Regione.
Oltre a ciò, vorrei chiedere una cosa: le competenze regionali in tema di Polizia locale sono ben definite. Ad esempio, abbiamo in capo i corsi di formazione. Io arrivo da un Comune dove qualche anno fa c'è stata una polemica proprio inerente al fatto che la Polizia locale lamentava la mancata erogazione dei corsi di formazione. Questo perché? Perché i Comuni oggi sono tenuti a stabilire dei corsi di formazione, anticipando dei soldi, che poi vengono rimpinguati dalla Regione successivamente. Il problema, però, è che questi fondi, nel corso degli anni, sono sempre stati diminuiti, quindi i Comuni avevano una certa paura ad erogare i relativi corsi di formazione, per il timore di rimanere scoperti. Questo si ripercuote sulla sicurezza del corpo della Polizia locale, ma anche e soprattutto sulla sicurezza dei cittadini, perché se non abbiamo degli agenti messi nella condizione di poter operare, o comunque di svolgere il loro lavoro correttamente, automaticamente anche la sicurezza dei cittadini può venire meno. A noi servono degli agenti che siano sicuri, che abbiano le dotazioni necessarie e che siano formati in modo congruo per la propria sicurezza, ma anche per la sicurezza dei cittadini.
Questo è un argomento che mi aspetterei che la maggioranza trattasse in sede di Consiglio regionale, senza andare ad impegnare il Governo su cose che si potevano fare tranquillamente prima. O comunque si potrebbe mettere all'o.d.g. la richiesta di trattare proprio la proposta di legge del Movimento 5 Stelle sulla valorizzazione del Corpo della Polizia municipale prevedendo l'inserimento di questa specifica classe di rischio, equivalente peraltro a quella delle altre forze di Polizia - che è il punto cruciale secondo me.
Quindi, mi aspetto che la Giunta tratti in generale il tema della formazione della Polizia locale e, anzi, che aumenti anche i fondi destinati alla formazione. Questo per non mettere in difficoltà i Comuni e nemmeno le forze di Polizia locale che - ricordiamolo - sono fondamentali e sono il primo punto di contatto tra i cittadini e l'Ente, perch garantiscono la sicurezza. Negli anni, ovviamente, la situazione è cambiata: nel 1986 non c'erano i problemi che ci sono adesso, però a maggior ragione, secondo me, sarebbe da trattare il tema della formazione essenziale; meglio concentrarsi sulle nostre competenze, sulle cose che possiamo fare subito.
A livello governativo ci sono delle proposte, poi certe cose potevano essere fatte anche prima, quindi interrogherei prima l'ex Ministro dell'Interno per chiedergli come mai lui non aveva previsto questa modifica del contratto da privato a pubblico degli agenti di Polizia locale.
Evidentemente, non era fattibile in questo modo, ma comunque qualche ragione sicuramente ci sarà, come anche sul fatto che, appunto, gli agenti dell'Organizzazione sindacale OSPOL si siano lamentati in tal senso proprio nei confronti dell'ex Ministro dell'Interno. Quindi, cerchiamo di capire che cos'è successo e poi, mal che vada, secondo me, possiamo tranquillamente agire sul nostro livello locale, per garantire la sicurezza dei nostri agenti.



PRESIDENTE

Grazie, collega Disabato.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Una battuta velocissima di sostegno a questo punto all'o.d.g. bench per i miei trascorsi, io sia più attento ai corpi di ordinamento militare come l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e le Autorità portuali.
Penso che questo passaggio sia importante, perché la situazione in Italia è obsoleta; basta guardare cosa succede al di là del confine, in Francia, dove sia Polizia che gendarmeria sono state fuse sotto un unico cappello.
L'unica nota è che se alla Polizia locale riconosciamo le funzioni e le qualifiche delle altre forze dell'ordine, quindi corpi di ordinamento militare, cioè la Polizia di Stato, bisogna dotare i vigili delle stesse forme di autotutela in mano a Polizia e carabinieri, ma allo stesso tempo bisogna prevedere quella che manca nelle forze della Polizia locale, che è la formazione a monte.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bongioanni.
La parola al Consigliere Perugini.



PERUGINI Federico

Grazie, Presidente.
Al di là di rafforzare i concetti fin qui esposti dai colleghi del mio Gruppo, sia dalla relatrice Nicotra che dal Presidente del Gruppo, devo però correggere la collega del Movimento Cinque Stelle che, probabilmente non è sintonizzata sul Governo, perché lo scorso luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato l'avvio della riforma sulla Polizia locale.
Leggo testualmente, perché uso anch'io le piattaforme: "Un intervento normativo che, viene messo in evidenza nel testo, nasce dall'esigenza di adeguare le disposizioni su funzioni e ordinamento della Polizia locale disciplinati ancora oggi da una legge del 1986. - come giustamente citato .(la n. 65) alle nuove governance sulle politiche per la sicurezza che si sono sviluppate negli ultimi dieci anni. 'Dopo più di 30 anni.', ha sottolineato - scusi, eh - il Ministro dell'Interno Matteo Salvini '.comincia un percorso virtuoso di cambiamento, meritocrazia e novità per la Polizia Locale.'".
Premesso che, quando Matteo Salvini era Ministro dell'Interno, il Governo è già intervenuto e quindi ha detto delle cose che oggettivamente non trovano riscontro nell'attualità; presso la Camera sono incardinate tutta una serie di proposte di legge che sono tutte in discussione in Commissione. Quindi, di fatto, se nella sostanza siamo tutti d'accordo nel ritenere che la Polizia locale abbia necessità di un sostegno e soprattutto, di un adeguamento contrattuale, perché quando viene citato il riferimento all'articolo 3 della legge n. 165 del 2001, nella sostanza parliamo di quello, perché anche gli agenti della Polizia locale dai paesini di montagna alla città metropolitana sono già in rete attraverso le Prefetture con le altre forze di Polizia. Il problema è che c'è una serie di vulnus normativi e bisogna di fatto andarli a coordinare, ma come già detto, soprattutto dal punto di vista della contrattualistica. È tutto lì è una cosa semplice.
Quindi, anche al collega Ravetti, che sostiene che questo cozza un po' con il tema dell'autonomia, dico che non è vero, perché parliamo della Polizia locale, non abbiamo proposto nessun nome diverso; insistiamo sul tema Polizia locale e pertanto sappiamo benissimo che molti Sindaci, tanti altri Consiglieri comunali e Assessori, che hanno svolto attività presso i Comuni di provenienza sono tra le spine dorsali nel garantire sicurezza alle nostre comunità.
Allora, se di fatto siamo d'accordo sul principio non è che, in punta di Regolamento, ci dobbiamo occupare di discuterne in Commissione o da un'altra parte, perché noi stiamo chiedendo al Presidente del Consiglio di legittimarlo con un nostro voto, per scrivere due righe al Governo che un'Assemblea legislativa come la nostra ha delle esigenze di territorio e per sottoscrivere, a nome di tutti, una richiesta d'intervento. Dalla Polizia locale, come giustamente anche lei ha detto, è sentita la necessità di questa riforma, vi è più quella di carattere contrattuale, così come, in alcuni casi, anche quella di coordinamento. Faccio un esempio a caso, ma non è lontano visto che però è recente: in IV Commissione abbiamo audito i sindacati in tema di numero unico, i quali hanno raccontato che il problema del 112 del numero unico è quello di non avere di fatto una sala operativa in cui siano presenti contemporaneamente tutte le forze dell'ordine, è da lì che nasce una disfunzione. Dunque, sono loro stessi, gli stessi operatori - per quanto questo sia un esempio di altro carattere, ma che è sempre parte della spina dorsale della garanzia di sicurezza delle nostre comunità - che sostengono che serve un coordinamento. E allora se le Divise, una a fianco all'altra, svolgono un'attività concreta, nella pratica la stessa e con gli stessi ruoli, al netto delle specifiche competenze che sono loro affidate (Guardia di Finanza, la Polizia di Stato i Carabinieri, la Polizia locale, la Polizia penitenziaria, ne abbiamo parlato in occasione della relazione del Garante), ebbene, se sul principio siamo tutti d'accordo, non è il marchio che accompagna questa richiesta, ma è una proposta di buonsenso che non può che vedere la sottoscrizione da parte di tutti, perché mi pare di capire che questi principi, di fatto siano emersi anche nel discorso della collega del Movimento 5 Stelle.
Quindi, se la sostanza deve superare la forma, per motivi di necessità ancor di più quando il Consiglio dei Ministri ha già provveduto e avviato questo iter (succedeva all'11 o 12 luglio di quest'anno), non possiamo far altro che continuare a dare sostegno, perché è una risposta - l'unica su questo tema che in questo momento possiamo dare - a tutti quegli agenti di Polizia locale che svolgono quotidianamente un servizio.
Dobbiamo offrire un servizio con abnegazione, ma dobbiamo dare loro anche gli strumenti adeguati e, come ha detto bene la relatrice, dignità. Sarei veramente stupito se qualche collega qui dentro non dovesse, in fase di votazione, schiacciare il pulsante numero quattro e sostenere la Polizia locale del nostro Piemonte. Grazie Presidente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Io non credo che se schiacciamo il pulsante quattro siamo con la Polizia locale e se schiacciamo il due siamo contro. Siamo in un piccolo Parlamento e il ruolo di un piccolo Parlamento è di discutere e cercare le soluzioni migliori.
Mi permetto di entrare un po' nel merito della vicenda, al di là degli intenti che sono indubbiamente positivi e che vengono portati avanti anche con l'ordine del giorno. Che ci sia necessità di un riordino delle funzioni, e non soltanto di quelle, della Polizia locale credo sia un dato di fatto. Chiunque arrivi dagli enti locali, dai Comuni, ha avuto modo di sperimentare. Parlo di cose molto concrete, parlo di un'estensione delle funzioni che oggi è necessario anche sotto il profilo dei compiti di Polizia giudiziaria, che vengono caricati sempre di più anche sulla Polizia locale. Parlo del tema degli organici, il più rilevante in questo momento.
Ogni Comune dovrebbe avere un Vigile urbano per ogni ottocento abitanti non so quale Comune della nostra regione o del nostro Paese raggiunga questo numero. Forse ottocento sarebbe troppo, ma 1000-1200 potrebbe già andare bene, ma siamo molto lontani.
Così come credo sia necessario un maggiore collegamento con le altre forze di Polizia, la possibilità di costituire sale operative con accesso ai dati diretti, senza dover passare attraverso le altre forze dell'ordine. Tutta una serie di obiettivi che peraltro vengono elencati nell'ordine del giorno. Tuttavia la domanda che io mi pongo è : raggiungiamo questo obiettivo usando lo strumento esatto, oppure no? Lo strumento che viene proposto è il passaggio della Polizia locale al contratto pubblico. Per dirla in parole povere, qui si cambia non soltanto il contenuto del contratto, ma anche il datore di lavoro. Oggi chi è il datore di lavoro dalla Polizia locale? È il Comune. Chi è il capo della Polizia locale? E' il Sindaco. Si chiama Polizia locale proprio per questo. Chiunque abbia fatto il Sindaco conosce bene quali sono le differenze tra la Polizia locale e le altre forze dell'ordine. Con le altre forze dell'ordine Carabinieri, Vigili del fuoco, Polizia, ecc. ecc.- - un Sindaco, o un Presidente di Regione, o un Presidente di Provincia (ci sono anche le Polizie provinciali) ha un rapporto di collaborazione, spesso di ottima collaborazione, ma rispetto a un'entità che è esterna al suo Comune. Oggi la Polizia locale è un'entità interna, che fa parte dell'organizzazione di un Comune. Capite che questa cosa è molto diversa. L'elemento contrattuale è un elemento fondamentale in questo. Se io lavoro e sono dipendente del Comune il mio interlocutore è il Comune, se sono un dipendente dello Stato applicato al Comune, credo che le cose siano leggermente diverse.
Non dico che la scelta del contratto pubblico sia sbagliata, dico che mi viene qualche dubbio anche sotto l'aspetto del fatto che siamo in presenza di una Polizia locale. Nella premessa di questo ordine del giorno si dice che nella stessa legge delega emerge chiaramente le preoccupazioni dell'esecutivo a non invadere competenze riservate, ex legge, alla Regione e quindi a non aprire a conflitti di competenza.
In questo momento noi saremo a dire: Regione Piemonte dì anticipatamente al Governo che, sostanzialmente, qualsiasi cosa farà in questa materia, noi siamo disponibili a fare un passo indietro. Questo è. Penso che bisogna andare un po' con i piedi di piombo sotto questo profilo e mi pare che anche le stesse Organizzazioni sindacali delle forze di Polizia locale abbiano manifestato e evidenziato delle criticità, non negli obiettivi che devono essere una maggiore qualifica e una maggiore formazione della Polizia locale e che sono anche indicati nell'ordine del giorno. Tuttavia questi obiettivi si devono raggiungere attraverso una sostanziale parificazione della Polizia locale a quella che chiamerei, più in generale Polizia nazionale, e quindi facendo perdere quei tratti di specificità che ha la Polizia locale stessa.
Dopodiché so bene che in altri Paesi è diverso, ma per mutuare ciò che dice spesso il Presidente della Regione, Cirio, copiamo dove è il caso di copiare e non copiamo dove è il caso di non farlo. Meglio, cerchiamo di declinare la nostra normativa anche alle nostre realtà e anche alla nostra storia. Ci sono indubbiamente degli obiettivi, dei tratti e degli scopi positivi in questo ordine del giorno, tuttavia credo debba essere approfondita meglio anche attraverso una interlocuzione con gli Enti locali stessi, con i Sindaci e con i comandanti delle Polizie municipali, la questione relativa al passaggio tout-court della Polizia locale nell'ambito del contratto pubblico. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Lanzo; ne ha facoltà.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire, ma l'ultima battuta del Consigliere Marello merita un riscontro, soprattutto in merito al dubbio che si potrebbe avere un nuovo datore di lavoro della Polizia municipale qualora si chiedesse un cambio di contratto. E' una paura, un timore o perplessità piuttosto infondata in quanto viene fatta semplicemente una richiesta di adeguamento a un contratto che, ovviamente, è di carattere nazionale, ma il datore di lavoro, ergo il Sindaco, sarà sempre comunque il soggetto al quale la Polizia municipale dovrà ovviamente rispondere.
Questo tipo di timore non può far presupporre un venire meno di quella che è la richiesta nell'ordine del giorno.
Tutti questi aspetti - mi rivolgo al Consigliere Marello, ma lo ribadisco a tutti - potranno essere dipanati in maniera assolutamente conveniente per tutti gli Enti qualora si riuscisse ad approvare in tempi rapidi il nostro progetto di autonomia, Presidente.
Perché tutti questi aspetti, che si distinguono in programmazione attività legislativa e attività amministrativa, possono essere delineati con delle richieste che, come Regione, avanziamo al Governo in tema di autonomia proprio sulla Polizia locale, perché è una di quelle materie concorrenti per le quali si possono attrarre molte funzioni (tra cui proprio l'aspetto organizzativo, contrattuale e formativo della Polizia locale).
Questo ordine del giorno, dunque, cade a pennello in questa fase di discussione, signor Presidente. Perché se vogliamo dare un senso a tutte le cose che facciamo e a tutte quelle che sono le nostre competenze, dobbiamo unicamente velocizzare tutte le proposte che stiamo portando avanti contestualmente a tutte le altre attività della Giunta. E l'autonomia regionale, l'autonomia differenziata per quelle materie così importanti come quella relativa alla Polizia locale, è urgente ed imprescindibile.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Lanzo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Intervengo per dichiarazione di voto.
Presidente, noi avremmo bisogno di avviare un ulteriore approfondimento sull'ordine del giorno presentato dal Gruppo della Lega, avente come primo firmatario il Consigliere Preioni.
Abbiamo già detto in premessa e nel merito con l'intervento del collega Marello quali sono gli aspetti che ci convincono e quali sono, invece quelli che meriterebbero un ulteriore approfondimento.
Non credo di dover accettare la provocazione del collega che ritiene che pigiando un tasto piuttosto che un altro si sta a fianco, dietro o davanti qualcuno, si ragiona in maniera un pochino più complessa e si cerca di affrontare diversamente la discussione. Per cui le anticipo un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Intervengo solo per annunciare che il Gruppo Movimento 5 Stelle esprimerà un voto di presenza.
Noi abbiamo ben presente, ovviamente, le problematiche legate all'attività della Polizia locale e le loro difficoltà quotidiane, che meriterebbero un ben più ampio approfondimento rispetto alle tre righe contenute in un ordine del giorno.
Come ricordava prima il Consigliere Perugini, sono depositate ben otto proposte di legge a Roma, che saranno oggetto di un ampio dibattito in Commissione. Quindi credo che sia un po' riduttivo pensare che la soluzione a tutti i problemi e le necessità di riordino della Polizia locale per andare incontro alle esigenze delle persone che tutti i giorni vivono sul territorio e aiutano i cittadini si possano risolvere semplicemente con una modifica spiegata in due righe e mezzo.
Tra l'altro, rimarco anch'io, ovviamente, e sottolineo l'assenza dell'Assessore competente in materia: posso capire che sia impegnato costantemente sul territorio, però su un tema come questo mi aspettavo un maggior confronto, per poter far arrivare al Governo centrale, da parte del Piemonte, una proposta anche un pochino più articolata, magari confrontandosi anche con gli amministratori locali e con i sindacati in un'audizione.
Io non credo che sintetizzare la questione in un impegno così ridotto possa far fare una bella figura al Consiglio regionale e possa indicare che il Piemonte ha a cuore la Polizia locale.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di intervento? Vi comunico che l'Ufficio di Presidenza ha apportato una correzione formale sul dispositivo dell'invito: le parole "il Presidente del Consiglio regionale a chiedere al Governo" sono sostituite dalle parole "il Presidente della Giunta regionale a chiedere al Governo".
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 10, il cui testo, come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva


Argomento: Fondi sanitari

Esame ordine del giorno n. 22 presentato da Gallo, Canalis, Marello Ravetti, Salizzoni, Sarno e Valle, inerente a "Incremento del fondo sanitario nazionale"

Argomento: Fondi sanitari

Esame ordine del giorno n. 31 presentato da Stecco, Lanzo, Dago, Preioni Cane, Zambaia, Nicotra, Perugini, Gagliasso, Cerutti, Demarchi, Gavazza Fava, Leone, Mosca e Marin, inerente a "Incremento del fondo sanitario nazionale e efficientamento sanità regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 22, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Chiedo alla Presidenza la possibilità di attrarre, come da prassi l'ordine del giorno avente primo firmatario il Consigliere Stecco, dal momento che la materia è analoga. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, è già stato inserito.
La parola al Consigliere Gallo, per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Grazie, Presidente.
Mi riservo di guardare con attenzione l'ordine del giorno della maggioranza. Il Consigliere Stecco mi ha accennato che avrebbero depositato un ordine del giorno: la preghiera è di depositarlo, nelle prossime occasioni, almeno qualche ora prima, in modo che si possa leggere con attenzione e analizzare.
Noi abbiamo depositato quest'ordine del giorno, che è volutamente succinto nelle premesse e nelle considerazioni di carattere generale. Se sul tema della sanità, che è il tema sul quale abbiamo discusso maggiormente in questo primo scorcio di legislatura, dovessimo scrivere tutte le premesse le condizioni, le prospettive e i problemi che dobbiamo affrontare scriveremmo delle enciclopedie o, meglio, scriveremmo un Piano socio sanitario, perché tanti sono i problemi e le questioni aperte o da affrontare.
Lo spirito dell'ordine del giorno vuole essere soprattutto uno: partire dai presupposti base, che ci vedono tutti allineati. Li elenco velocemente: l'invecchiamento della popolazione e l'aumento dell'età media della popolazione, quindi un aumento della domanda di sanità e di servizi sanitari; la necessità di investire e continuare a investire nell'edilizia sanitaria, perché i nostri ospedali hanno bisogno di essere costruiti ex novo, rinnovati e ristrutturati; affrontare le cronicità e garantire il diritto alla salute ai cittadini, in un contesto in cui aumenta la domanda di servizi legata all'età e dove le risorse del fondo sanitario sono stabili; tutto quello che gira attorno al personale medico e alle innovazioni tecnologiche, che anche nell'ambito della sanità stanno portando enormi innovazioni (nel campo farmaceutico, con i nuovi farmaci nel campo delle innovazioni tecnologiche, con la robotica applicata alla sanità e alla cura delle persone e a molti degli interventi chirurgici che conosciamo). Questo ha trasformato in modo sostanziale la permanenza del paziente nelle nostre strutture ospedaliere, riducendola e facilitandone la cura.
Nel nostro ordine del giorno, nelle premesse e nelle considerazioni, sono presenti, per macro punti, queste questioni importanti, non per ultima la necessità di assumere nuovo personale medico e nuovo personale infermieristico e garantire il loro rinnovo contrattuale. Si tratta di grandi temi, che uniscono tutti: chi oggi è maggioranza e prima era minoranza, chi oggi è minoranza ed era maggioranza, chi era al Governo e oggi, per le vicende che conosciamo, invece non lo è più e viceversa. Sono i grandi temi sui quali ci dobbiamo interrogare tutti insieme e sui quali dobbiamo lavorare, perché la risposta al cittadino sia migliore.
Quest'ordine del giorno, quindi, non vuole entrare nel merito di questioni specifiche, non vuole dare giudizi di alcun tipo, ma vuole fare in modo che l'Assemblea regionale si esprima con forza su questo tema (sperando all'unanimità e in modo ampiamente condiviso, partendo da questi presupposti), affinché ci sia un messaggio chiaro e forte al Governo.
Quando abbiamo scritto questo documento il Governo era un altro; conosciamo le dinamiche nazionali, ma - come ho detto - chiunque sia al Governo ha chiara la questione.
Chiediamo, con forza, al Governo tre questioni centrali per la sanità, in generale, ma in particolare per quella piemontese: rimettere al centro dell'agenda politica del Governo il tema della salute e della sanità questo, essendoci noi, come Partito Democratico, insieme al Movimento 5 Stelle, garantiamo che sarà uno dei temi al centro dell'agenda politica dell'azione del nuovo Governo. Occorre fare delle scelte, attuare delle politiche, approvare delle norme, ma soprattutto, per tutte le premesse che ho detto, occorre un incremento del fondo sanitario che, nell'anno passato per la prima volta, non è stato incrementato, ritoccato ed ha bisogno di adeguarsi alle nuove domande ed esigenze.
Questo non significa che non si deve perseguire e non si deve continuare a perseguire l'efficienza e la riorganizzazione del sistema in una chiave di miglioramento della gestione delle risorse: tutt'altro. Noi, quando abbiamo avuto la responsabilità della sanità, abbiamo inciso in modo determinato su questo aspetto, cercando di garantire la gestione corretta delle risorse e i servizi ai cittadini, per una sostenibilità del sistema. Vuol dire, per rendersi conto che, quando si dice che la priorità sono la salute e il diritto alla sanità, occorre fare delle scelte attraverso la legge di bilancio, che è in scrittura ed in fase di avvio di discussione in Parlamento.
Pertanto, la volontà è quella di far esprimere in modo unanime la nostra Assemblea nella richiesta forte, non solo per il Piemonte - ci mancherebbe altro - ma per tutti, di rimettere il tema della salute al centro delle politiche di Governo, quindi destinare nuove risorse che possano dare una risposta ai nuovi farmaci, all'esigenza di innovare e rinnovare le nostre tecnologie mediche e robotiche, assumere personale e dare continuità o avvio, come su Torino, al nuovo Piano di edilizia sanitaria.
Su questo secondo punto, c'è una richiesta specifica. Annuncio una modifica al secondo punto dell'ordine del giorno (lo dico al Presidente), poich mi rendo conto - essendo presente il nome del Presidente Chiamparino, pu essere visto in modo politicizzato. Il mio emendamento modifica questa frase, senza ricondurla a nomi e riferimenti nella persona del Presidente dalla Giunta precedente, ma rimane il cuore dell'impegno, che è quello di continuare nel solco del Piano di edilizia sanitaria avviato negli anni passati con una forte e importante interlocuzione.
Presidente, non vedo il timer: quando ho raggiunto i dieci minuti, mi avvisi. Chiedo ancora due minuti di attenzione.
Riguardo all'edilizia sanitaria, ne parliamo oggi e mi spiace che non sia presente l'Assessore Icardi, che è a Roma. Leggiamo delle notizie di stampa che ci annunciano questo incontro che non so se si è già svolto o si sta svolgendo al Ministero e delle proposte in merito al cambio e alla riformulazione dell'investimento sulla Città della Salute di Torino. Non è chiaro con quale posizione stiamo andando sulla Città della Salute di Novara, per citare due principali interventi. La nostra preoccupazione è che non si ritardi l'avvio di queste opere e che si proceda nel solco già tracciato che ci permette di dare una risposta sull'edilizia sanitaria senza ritardare ulteriormente.
Ve lo anticipo, ma era già previsto che l'Assessore Icardi venga a riferirci in Commissione Sanità sull'esito degli incontri che sta svolgendo al Ministero, perché è interesse di tutti che, anche se non si è mai perso tempo, non si allunghi ulteriormente la procedura e si possano veramente iniziare entrambe le opere di edilizia. Queste sono le due principali sulle quali ci stiamo interrogando, ma non dobbiamo dimenticare il piano di edilizia degli anni passati, che ha identificato un nuovo Polo ospedaliero a Moncalieri, in un'area definita, e un nuovo ospedale nel VCO, entrambi già avviati come progetti in fase di finanziamento e di definizione dei progetti esecutivi. Pertanto il secondo punto dell'ordine del giorno, con le modifiche enunciate prima, vuole soltanto definire di accelerare su questo piano, condividendo tutti l'esigenza di avviare nuova edilizia sanitaria e non perdere ulteriore tempo.
Il terzo punto è un punto che evidentemente sta dentro un Piano socio sanitario e ne potremmo discutere a lungo, ma sta dentro ad un quadro di visione della politica sanitaria che abbiamo portato avanti negli anni passati, come quello della riorganizzazione della rete ospedaliera e dell'edilizia sanitaria sul territorio, che oggi non è assolutamente sufficiente, ma che ha tracciato un modello di sanità legato all'ospedale e al territorio che va portato avanti e sul quale si deve continuare ad investire e che è il modello rispetto al quale il Piemonte può migliorare la sua risposta sanitaria ed affrontare le sfide dei prossimi anni. È un ordine del giorno, se mi permettete, magari di carattere un po' banale ed ampio, ma che vuole veramente far sentire la voce forte del Piemonte presso il Governo, quindi auspico che possa essere condiviso da tutte le forze politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stecco.



STECCO Alessandro

Grazie, Presidente. Gentili colleghi, ho chiesto la parola per presentare l'ordine del giorno che abbiamo preparato. La motivazione di partenza è simile a quelle esplicitate dal Consigliere Gallo, che sono condivisibili nelle premesse, sebbene abbiamo voluto approfondirle e tiene conto della situazione contingente attuale che è misurata sulla situazione odierna perché gli obiettivi possono essere anche simili, ma il metodo con cui arrivare a questi obiettivi e la situazione che si ha a disposizione per arrivarci, quest'anno può essere diversa rispetto a due anni fa, come potrà essere diversa in futuro rispetto a quest'anno.
Cosa vuol dire questo? Vuol dire che dobbiamo contestualizzare la situazione della sanità regionale, accennando al fatto che, pur riconoscendo il merito di un'attività normativa e legislativa della Giunta precedente - perché normative, DGR, regolamenti e legislazione in merito alla sanità è stata fatta - nel momento in cui è stata fatta, in alcuni casi come l'edilizia sanitaria e il Piano direttorio dell'ASL Cuneo 1, non è seguita una corrispondenza di fondi e di risorse per poterle portare a termine. Questo significa che la situazione del conto economico, in questo momento storico e contestuale del 2019, è sotto osservazione. E si desume dall'attività della minoranza in questi pochi mesi iniziali di governo regionale, dai loro accessi agli atti, interrogazioni e richieste, così come dall'attività della Commissione sanità. Non entro nel merito, perch non è questa la sede.
È chiaro che dobbiamo tener conto di tutto quello che è stato detto e dell'avanzamento dell'età dei piemontesi. Abbiamo un bel rapporto stilato dall'IRES in riferimento al 2019, che ora non sto a leggere, però abbiamo inserito i dati nell'ordine del giorno che riguardano la cronicità, l'età dei piemontesi che avanza e la necessità di risorse sempre maggiori nell'ambito territoriale. Non lo dice solamente il rapporto IRES, ma lo dicono vari studi ed analisi di diverse organizzazioni: è necessario fare uno scatto in avanti per la sanità piemontese su tutti i fronti, che sono stati anche accennati dal Consigliere Gallo. Chiaramente i tre fronti principali di azione individuati sia nel vostro ordine del giorno sia nel nostro riguardano chiaramente un rinnovamento delle strutture sia tecnologiche sia dell'edilizia sanitaria, che ha un grave tasso di obsolescenza in tutto il Piemonte, sia un'azione nei confronti di una serie di situazioni che, pur essendo state recepite normative nazionali, non hanno ancora una soluzione o non vedono un miglioramento. Questo è oggettivo e non è questo un fatto politico; stiamo parlando di situazioni oggettive, che in un contesto di sofferenza del Sistema Sanitario pubblico generale, riguardano la gestione delle liste d'attesa, l'edilizia sanitaria e i servizi all'utenza della sanità.
È stato accennato ai farmaci innovativi: sempre di più la spesa per i farmaci innovativi (farmaci oncologici) incide sul conto economico; se non ricordo male (vado a memoria) stiamo parlando di una cifra intorno ai 32 milioni all'anno e di un incremento annuo di questa spesa del 7%, a fronte contemporaneamente, sì di una politica di risparmio in generale sul resto della politica sul farmaco, perché c'è una riduzione della spesa del 5 rispetto all'anno precedente. Quindi è tutta una situazione in divenire in cui aumentano delle voci di spesa e ne diminuiscono altre e cambiano le esigenze dei cittadini che vivono di più, che hanno un'età maggiore con una maggiore cronicità. Diamo anche atto che esiste un Piano di edilizia sanitaria, che è stato precedentemente approvato, ma questo Piano di edilizia dobbiamo capire anche come coprirlo economicamente, e quindi riguardo i vari ambiti, alcune cose sono state avviate e altre devono essere avviate.
Il Fondo Sanitario Nazionale, nel 2019, è stato incrementato di 1 miliardo di euro rispetto al 2018 e di 2 miliardi per l'anno 2020 e di ulteriori 1,5 miliardi per il 2021. Ma qual è la situazione della Regione Piemonte? La Regione Piemonte quest'anno si avvia a vedere, grosso modo (dati che vedremo a fine anno) uno sbilancio rispetto a quanto previsto dal riparto del Fondo sanitario che cuberà qualche centinaio di milioni di euro. È quindi giusto che questo Consiglio regionale possa anche chiedere un impegno politico alla Giunta per esprimere a Roma e al Governo regionale la necessità di procedere per facilitare un rinnovo delle strutture tecnologico-ospedaliere e anche la necessità di dare il via alle due Città della salute (Torino e Novara) e a proseguire il dialogo istituzionale nella Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni che vede l'Assessore della Regione Piemonte come Presidente di tale Commissione: questa è un'opportunità per poter aumentare il dialogo istituzionale con l'organo centrale.
Inoltre, bisogna procedere al riordino e all'efficientamento di quanto attualmente in essere nella rete ospedaliera e, soprattutto, nella rete territoriale, a livello delle cure primarie dove tutti gli indicatori dicono che bisogna operare e a incidere in modo attivo, assicurando la maggiore uniformità possibile in un territorio difficile come quello piemontese, che vede differenze di erogazione del servizio tra la Città metropolitana di Torino e una delle altre aree del Piemonte che hanno una differenza sia geografica che di viabilità e di connessione che rendono meno accessibili le cure, alla luce della necessità di equiparare tutti i cittadini ad avere le stesse possibilità di cure e trattamenti.
Sostanzialmente, questo è il senso del nostro ordine del giorno che non è tanto dissimile, se vogliamo, sia in premessa sia nella parte dispositiva dell'ordine del giorno a prima firma Gallo, ma si vuole contestualizzare la situazione anche per quanto riguarda quello che si ha a disposizione per raggiungere il fine: in questo momento, la situazione non è rosea e questo è stato ben evidenziato dalle attività di questi primi mesi e, pertanto, è necessaria una pianificazione.
Fermo restando che l'attività di pianificazione della Sanità regionale è in capo alla Giunta, oltre al controllo da parte del Consiglio regionale sulla componente legislativa, ma in ogni caso, sia che facciano l'ordine del giorno sia che non lo facciamo, nessuna Giunta e nessun governo regionale si potrà mai sottrarre a tale programmazione: entrambi stiamo parlando di dare delle indicazioni a un qualcosa che dev'essere comunque compiuto, perché fa parte proprio di quei compiti istituzionali dai quali non esiste nessun colore politico che si possa sottrarre.



PRESIDENTE

Grazie, collega Stecco.
È aperto il dibattito.



ROSSI Domenico

Presidente, sull'ordine dei lavori: il Consigliere Gallo ha presentato l'ordine del giorno a sua prima firma, il Consigliere Stecco cos'ha fatto? Ha presentato il suo o abbiamo discusso prima uno e poi l'altro? Vorrei capire come procediamo.



PRESIDENTE

Ai sensi del Regolamento, abbiamo fatto una discussione unica.
L'ordine del giorno è stato attratto.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Il mio sarà un intervento molto breve. Volevo solo contribuire alla discussione generale e non entrerò nel merito delle questioni regionali perché i dispositivi riguardano una richiesta d'intervento verso lo Stato nazionale. Molti dati sono già stati forniti sia dal collega Gallo siadal Consigliere Stecco.
Faccio notare un dato che la Ragioneria dello Stato ha pubblicato nei giorni scorsi: la situazione del finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale in rapporto al PIL. Per esempio, se prendiamo il 2008 e il 2017 come due anni di riferimento, notiamo che la situazione è cambiata, è peggiorata per quanto riguarda l'investimento in Italia. La spesa in Italia, in rapporto al PIL, nel 2008, era del 7% a fronte di una media europea del 6,7%. In questi dieci anni la situazione si è invertita: e abbiamo una media europea che è salita al 7% e la spesa italiana è scesa al 6,8%.
Questo, a conti malfatti (poi, potrei sbagliarmi, non sono un economista), significa che mancano almeno 4 miliardi di euro a livello nazionale in termini assoluti. E anche la crescita che, in questi anni comunque c'è stata, che si può riassumere in circa lo 0.9% all'anno - no scusate, l'investimento a bilancio - si scontra con un'inflazione media annua dell'1,07%.
Quindi, è vero che abbiamo aumentato un pochino anche l'investimento ma sempre sotto l'inflazione media Il potere d'acquisto di chi doveva spendere questi soldi, di fatto, è diminuito al netto, comunque, di un dato politico grave. L'Italia, da un Paese che spendeva qualche zero virgola sopra la media europea nel 2008, è diventato uno dei Paesi che investe meno della media europea sulla sanità nazionale. Questo è il dato politico che noi dobbiamo, in qualche maniera da un lato, denunciare e chiedere in maniera anche unanime di superare per tornare non soltanto a un livello di media europea, ma anche di implementare questo investimento, tenendo conto che in questi anni, mentre definanziavamo il Sistema Sanitario Nazionale, intanto i LEA li abbiamo ampliati.
I farmaci innovativi sono arrivati e le tecnologie sono migliorate. Allora è vero che questo permette dei risparmi. Se penso alla degenza media in termini di durata rispetto a 10-15 anni fa, oggi un post intervento richiede un ricovero di meno giorni, è chiaro che questo ci fa anche risparmiare solo per fare un esempio nell'ambito ospedaliero. Tuttavia è anche vero che noi rischiamo di aver allargato la lista dei servizi nei LEA, ma poi di non poterli finanziare, oltre al fatto che rischiamo di non finanziare neanche i servizi che già avevamo.
L'auspicio del mio intervento, Presidente, è quello che si possa arrivare a un voto unanime su questi dispositivi. Su questo devo chiedere al Consigliere Stecco la revisione di alcuni passaggi nella premessa per metterci nella condizione di votarlo, con una minima sospensione della seduta possiamo provare a parlarci. Ritengo che i due dispositivi, nella fase conclusiva dell'impegno, possano andare d'accordo. Dal nostro punto di vista non ci sono pregiudizi contro l'ordine del giorno del Consigliere.
È chiaro che la valutazione che noi abbiamo sul governo precedente e sulle azioni fatte, soprattutto anche sulla valutazione del termine significativo, se noi andiamo a prendere le condizioni del 2014, per noi i progressi sono stati molto significativi. Non possiamo votare un documento che dia una verifica negativa dell'operato dello scorso governo sulla sanità perché riteniamo che, pur non avendo risolto tutti i problemi, ha determinato un passo avanti significativo e sicuramente migliorativo per i cittadini piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sul fatto che sia necessario incrementare il Fondo sanitario nazionale direi che siamo tutti d'accordo. Il problema è cercare di capire esattamente di quanto necessitiamo che il Fondo sanitario sia aumentato e se dargli una valenza strutturale nell'incremento negli anni.
Io non sono un amante del guardare quello che fanno i vicini; magari gli altri Paesi hanno un investimento e una spesa rispetto il PIL maggiore rispetto alla nostra ma, dal punto di vista dell'efficienza del sistema sanitario, non vuol dire che tanto più spendo tanto migliore è il sistema sanitario. È l'organizzazione che conta, è la capacità di gestire la spesa che conta.
Per quanto riguarda il Piano di edilizia sanitaria, sul fatto che siano necessari nuovi ospedali e sul fatto che i nuovi ospedali individuati siano utili per il Piemonte di nuovo siamo tutti d'accordo, ma il problema è: come li finanziamo questi ospedali? Siamo sicuri che saremo in grado di mantenere la sostenibilità economica con le attuali previsioni? Siamo appena usciti da un piano di rientro e definire in maniera oculata le nostre capacità di spesa anche delle aziende sanitarie della regione è fondamentale per evitare di incappare in un circolo vizioso che poi ci porterà a dover sempre più esternalizzare i servizi nei confronti dei privati. Non abbiamo denaro da investire e, come abbiamo discusso anche con l'Assessore Icardi in Commissione la scorsa settimana, il fatto che un servizio esternalizzato, dato in gestione ai privati, diventa quasi impossibile internalizzarlo.
A nostro, avviso bisognerebbe fare un ragionamento un po' più profondo e un po' più complesso per evitare che sia un ordine del giorno approvato così tanto per fare qualcosa, tanto per dimostrare che avanziamo una richiesta.
Probabilmente, l'impegno che ci viene richiesto per individuare le necessità specifiche del nostro sistema sanitario regionale implica un ragionamento più organico che deve essere condiviso da tutte le forze politiche all'interno del Consiglio regionale, proprio per il buon andamento della misura che andiamo a chiedere e la buona spesa dell'incremento del fondo che andremo a chiedere, altrimenti è pura demagogia, non ha nessun tipo di fondamento concreto.
Per riassumere il punto centrale dell'intervento, bene la richiesta di un incremento del Fondo sanitario nazionale, ma chiediamoci esattamente come andremo a spendere quei soldi.
Il punto non è "cosa", come è stato detto anche da altri colleghi, ma "come".



PRESIDENTE

Mi pare che il Consigliere Gallo volesse fare una precisazione.



(La seduta, sospesa alle ore 16.24, riprende alle ore 16.33)



PRESIDENTE

La seduta è ripresa.
Le due mozioni sono state modificate in alcuni particolari. Cedo quindi la parola al Consigliere Gallo per la lettura delle parti modificate.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Abbiamo modificato l'ordine del giorno n. 22 cancellando il secondo punto degli impegni, così com'era formulato, e riscrivendolo in questo modo: "a procedere al rinnovo delle attrezzature sanitarie e a dare corpo al Piano di edilizia sanitaria vigente avviando un processo di modernizzazione della rete ospedaliera piemontese".



PRESIDENTE

Il Gruppo della Lega chiede una sospensione; accordata, naturalmente.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.34, riprende alle ore 16.50)



PRESIDENTE

Si è trovato un accordo? La parola al Consigliere Gallo, che ha ulteriormente modificato il proprio testo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Dopo un'ulteriore interlocuzione, abbiamo modificato alcune parti che rendono gli impegni ampi, pertanto immagino che saranno oggetto di discussione nei prossimi mesi.
Il secondo punto, che era già stato sostituito, viene ancora modificato in ".procedere al rinnovo delle attrezzature straordinarie delle strutture ospedaliere, avviando un processo di modernizzazione della sanità piemontese".
Il terzo punto, ".continuarne il progetto della rete territoriale" diventa ".promuovere la rete territoriale". Si ferma qui.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Stecco.



STECCO Alessandro

La modifica del nostro ordine del giorno vede l'eliminazione del secondo capoverso della seconda pagina, ".durante il precedente Governo regionale a fronte dell'attività normativa, legislativa.", eccetera, mentre il capoverso successivo rimane ".dato atto della situazione economica di spesa corrente 2019 del Servizio Sanitario Regionale.".
Il resto viene eliminato. Seguono i restanti capoversi.
Nella parte dispositiva, al secondo capoverso, l'impegno diventa "a procedere al rinnovo delle attrezzature sanitarie delle strutture ospedaliere, avviando un processo di modernizzazione della rete sanitaria piemontese".



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione degli ordini del giorno.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 22, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 31, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame ordine del giorno n 26 presentato da Bertola, Disabato, Frediani Martinetti e Sacco, inerente a "Istituzione dell'ecobonus regionale"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 26, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere per l'illustrazione.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Tra le questioni che dominano il dibattito politico in Regione, ma non solo, quando si parla di ambiente ci sono sicuramente quella dei cambiamenti climatici e del contrasto ai cambiamenti climatici, e di questo discuteremo tra non molto in Consiglio regionale. Vi è poi la questione della qualità dell'aria, che non è legata solo al capoluogo; lo dico perché c'è, comprensibilmente, una maggiore attenzione mediatica su Torino rispetto al resto della regione, soprattutto sulla ZTL, piuttosto che sulle misure che vanno a migliorare la qualità dell'aria in senso lato, quindi l'accesso di determinati veicoli in tutta la città.
Questo tema è molto sentito ed anche in Commissione, rispondendo alla domanda di un Consigliere riguardante le limitazioni al traffico in tutta la regione, l'Assessore si è concentrato sulla ZTL di Torino. Ovviamente la questione è più ampia.
I cambiamenti climatici e la qualità dell'aria sono due temi molto diversi tra loro: i cambiamenti climatici riguardano un ambito più globale, mentre la qualità dell'aria, purtroppo, è un tema più puntuale anche della nostra regione. È chiaro che possono avere soluzioni, in alcune parti, comuni perché tutto ciò che contribuisce a migliorare la qualità dell'aria ha sicuramente un effetto positivo, complessivamente, sul contrasto ai cambiamenti climatici.
La nostra Regione, come previsto da legge, si è dotata del Piano regionale di qualità dell'aria, che - per usare un'espressione che purtroppo è diventata d'abitudine per chi fa politica in Piemonte, soprattutto a livello regionale - è anche un Piano di rientro. C'era un Piano di rientro per la sanità e il Piano regionale di qualità dell'aria è anch'esso un Piano di rientro ambientale. È un Piano di rientro rispetto alla qualità dell'aria, perché bisogna rientrare, entro un tempo il più possibile breve all'interno di determinati parametri, perché siamo sotto una serie di sanzioni per gli sforamenti, rispetto ai limiti imposti dalla legge, sui PM 10 e anche sui PM 2,5, che sono assai più dannosi.
Viviamo in un'area problematica da questo punto di vista, perché viviamo nel bacino padano e la sua conformazione fa sì che, se da una parte si è protetti dalle montagne per tutta una serie di questioni, le stesse montagne proteggono anche dal vento e dall'aria. Quindi, è una zona più soggetta ad inquinamento atmosferico, non solo perché è un'area industriale e fortemente urbanizzata, ma proprio per conformazione geografica.
È chiaro che sulla questione dell'inquinamento ci sono tutta una serie di misure che, ai vari livelli, si devono intraprendere per migliorare la qualità dell'aria. C'è un Protocollo stipulato il 9 giugno 2017 a Bologna dal Ministero dell'Ambiente e dai Presidenti delle Regioni Emilia-Romagna Lombardia, Piemonte e Veneto sull'Accordo di programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano. È il cosiddetto Protocollo padano sulla qualità dell'aria. Ci sono una serie di misure, alcune sono emergenziali e contingenti e vengono applicate nei vari Comuni, sotto la regia della Regione o delle Città metropolitane. Uno su tutti i blocchi del traffico cioè impedire a determinate vetture di entrare in città, con tutto quello che ne consegue (il dibattito sulle modalità, su eventuali deroghe eccetera). Poi ci sono misure, più importanti queste, che sono invece strutturali e che possono portare effetti a lungo termine e devono portare a una situazione che, a lungo termine, possa far sì che non ci sia più o meglio, sia decisamente mitigato il problema della qualità dell'aria.
Non c'è dubbio che una delle più importanti soluzioni strutturali sia quella di permettere il ricambio del parco auto circolante. Quindi, da una parte certamente c'è il trasporto pubblico e qui c'è una contraddizione ed un problema, perché cresce la domanda di trasporto pubblico, cresce l'esigenza di avere un trasporto pubblico efficiente e moderno per far sì che i cittadini lascino a casa l'auto privata, però per esigenze di Bilancio ai vari livelli, si comprimono le disponibilità anche per la sostituzione dei mezzi pubblici. Certamente una buona compensazione deve venire dai mezzi privati, quindi da una parte ci sono le misure emergenziali, cercando nel contempo di andare a modernizzare il parco auto circolante. Certamente c'è il parco auto circolante dei mezzi commerciali ma soprattutto anche, poiché è in quantità sicuramente maggiore, anche il parco auto circolante delle autovetture private, tra l'altro cogliendo un altro effetto positivo: riducendo decisamente la dipendenza del nostro Paese dalle fonti fossili, effetto non certo trascurabile.
Anche su questo le Regioni e le Amministrazioni di tutti i colori politici hanno portato avanti delle iniziative: c'è l'ecobonus a livello statale, un meccanismo di bonus-malus deciso dal passato Governo. Poi ci sono delle misure a livello regionale, anche dalla Regione Piemonte che ha iniziato nell'ottobre 2018 con un programma regionale di finanziamento per la concessione di contributi per lo sviluppo della mobilità sostenibile nel settore delle micro, piccole e medie imprese, attraverso i rinnovi dei veicoli commerciali. Abbiamo un mondo commerciale che lavora e che ha delle limitazioni al traffico, con problemi a sostituire i mezzi commerciali.
Quindi, è giusto incentivare. La misura non è partita nel migliore dei modi, non ha attirato, non è stata coinvolgente, perché molti concessionari avevano il parcheggio pieno di furgoni diesel da vendere e quindi lo sconto che andavano ad applicare era più allettante dell'ecoincentivo regionale.
Il bando è stato poi rinnovato a marzo 2019, inserendo più categorie di veicoli aziendali: N1, N2 e N3 e, in più, anche i veicoli per il trasporto di persone M1 ed M2 di proprietà dell'impresa. Anche noi avevamo chiesto questo: non solo il furgone dell'idraulico o il furgone dell'ambulante, ma anche l'auto dell'agente di commercio, quindi anche le autovetture.
Ci risulta che su questa misura ci sono 6 milioni e mezzo di euro ma finora, da quello che ha detto l'Assessore Gabusi in Commissione, sono stati utilizzati solo 600 mila euro. Quindi, dal punto di vista delle risorse un po' di margine su questo c'è. Abbiamo l'esempio di altre Regioni che si sono mosse anche sugli ecoincentivi e gli ecobonus per le autovetture private. C'è una delibera della Giunta dell'Emilia Romagna del giugno 2019, che ha rilanciato un bando per ridurre l'inquinamento atmosferico, approvando l'ecobonus per dare ai cittadini la possibilità di avere un contributo per la sostituzione delle auto inquinanti con modelli a basso impatto ambientale o a zero emissioni. Inoltre vi è la Valle d'Aosta per citare un'altra Regione, che sta discutendo proprio un disegno di legge regionale che prevede l'istituzione di una serie di misure integrate per l'incentivazione dello sviluppo della mobilità sostenibile, con anche i contributi per l'acquisto di veicoli elettrici ibridi (plug-in e a celle di combustibile).
Quindi, per rendere la Regione parte attiva nello svecchiamento e nel cambiamento del parco veicoli circolanti - così come peraltro presente nei programmi di tutti i candidati Presidenti, non solo del Movimento 5 Stelle ma anche nel programma del centrosinistra del candidato Presidente Chiamparino e nel programma del centrodestra, che oggi governa il Piemonte chiediamo con questa mozione che la Giunta regionale effettui una verifica sulle disponibilità finanziarie della Regione, al fine di concedere contributi ai soggetti privati per la sostituzione dei veicoli più inquinanti, a favore di veicoli a ridotto impatto ambientale, come veicoli elettrici e ibridi plug-in, a valutare di replicare il meccanismo dell'ecobonus introdotto con il Decreto 20/3/2019 anche a livello regionale, prevedendo unicamente il meccanismo della rottamazione del veicolo. Vale a dire: si concede un contributo a fondo perduto per l'acquisto di veicoli a ridotte emissioni di Co2, quindi siamo sotto i 70 grammi al metro quadro, vincolato alla rottamazione di un veicolo della stessa categoria omologata alle classi Euro 1, 2, 3 e 4 e a prevedere questo è importante, ovviamente - la cumulabilità del contributo con qualsiasi altro contributo previsto dalla normativa statale vigente.



PRESIDENTE

Grazie, collega Bertola.
La parola al Consigliere Lanzo.



LANZO Riccardo

Grazie, Presidente.
Vista la presenza dell'Assessore Marnati, che è competente in materia chiederemmo a lui un parere, se è possibile, sulla mozione presentata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marnati.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche per avermi dato la possibilità di fare una relazione su quanto viene richiesto oggi dai Consiglieri.
È ovvio che ogni Consigliere ha il pieno diritto di presentare ciò che ritiene più opportuno e non sarò io sicuramente a dire ciò che è utile e ciò che è sbagliato, perché è diritto di tutti i Consiglieri deciderlo a fine della votazione, però è doveroso anticipare che in questo momento state rafforzando quanto sto già facendo, perché all'interno della delibera, che io ho approvato il 9 agosto, è prevista l'intenzione della Regione Piemonte individuare fondi per l'anno successivo da destinare anche ai privati. Perché? Perché, in corso d'opera ci siamo trovati già con le risorse stanziate e un bando, in essere ancora in questo momento, che scadrà verso la fine di novembre.
I soli che sono stati messi a disposizione dalla Giunta precedente riguardano la sostituzione dei mezzi aziendali e dei mezzi comunali o comunque, degli enti pubblici e si tratta di 4 milioni di euro. Del bando in essere attualmente è stato utilizzato poco più del 10%, quindi, se posso dare un giudizio, non ha funzionato moltissimo, perché stati stanziati soldi sufficienti che non sono mai stati richiesti da Associazioni di categoria, da imprenditori e da artigiani.
Quindi, ho già chiesto all'Assessore Tronzano che questi soldi vengano riproposti per l'anno successivo, ma saranno da ridefinire i criteri di assegnazione, perché se qualcosa non ha funzionato, dobbiamo capire cosa non ha funzionato. Io il mio parere ce l'ho, però credo opportuno, sentendo la Commissione e anche la Consigliera Azzarà della Città metropolitana di Torino, che mi ha contattato, le Associazioni di categoria rivedere i criteri di assegnazione.
Un milione di euro è destinato per la sostituzione dei mezzi comunali sono stati previsti i soldi per i contributi, ma non stati previsti i soldi per fare il bando, pertanto ci sono risorse ferme. Ho chiesto a Tronzano il quale ha risposto in maniera positiva, di farmi avere entro l'anno i soldi per preparare il bando da dare a Finpiemonte, altrimenti non potrei avviarlo. Inoltre, dovremmo capire, al netto del rendiconto di ciò che avverrà entro l'anno, di quanti soldi non saranno stati utilizzati, come potremo impiegarli l'anno successivo, sia in sede di assestamento quest'anno e sia a livello del bilancio preventivo dell'anno prossimo.
Quindi, quanto voi ci state chiedendo in questo momento, io l'ho già portata avanti, ma è anche scritto, basta leggere la delibera.
"Prevedere la cumulabilità del contributo con qualsiasi altro contributo previsto dalla normativa statale vigente." , assolutamente, sì lo è già per i mezzi aziendali e credo che si possa fare senza nessun problema anche a livello privatistico. Questo dipende dagli altri bandi e non dal nostro, non dipendenti dalla Regione Piemonte: l'Emilia Romagna l'ha fatto, la Regione Lombardia l'ha fatto, lo faremo sicuramente anche in Piemonte, perché credo che oggi bisogna dare degli incentivi che valgano la pena, affinché i finanziamenti vengano totalmente utilizzati, cosa che ad oggi non è avvenuto, purtroppo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marnati.
La parola al Consigliere Preioni.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Penso che l'ordine del giorno sia superato dalle parole dell'Assessore perché sono previste iniziative che si stanno già portando avanti. Ci significa che, dal punto di vista formale e pratico della questione, il tema ha già interessato la Giunta, la quale sta già lavorando in questo senso.
Quindi, accolgo favorevolmente quest'idea e questo modo di lavorare però a questo punto il Gruppo della Lega si astiene: siamo contenti delle parole dell'Assessore.



PRESIDENTE

Grazie, collega Preioni.
Ci sono altri interventi per dichiarazione di voto? La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Se il Consigliere Ravetti vuole un'introduzione ci accodiamo alla richiesta.
Fa un po' sorridere che si dica che si è in accordo con un ordine del giorno, un atto d'indirizzo che potrebbe dare ancora maggior forza anche a future azioni della Giunta, perché non credo che l'attività della Giunta si esaurisca in una delibera, si dovranno portare avanti delle azioni e quindi, credo che il sostegno del Consiglio regionale sia assolutamente positivo anche per l'Assessore. Nel momento in cui si condivide una proposta, anche se arriva dall'opposizione, mi sembra un po' assurdo che non la si possa votare in Aula, dicendo che lo si sta già facendo. Non so mi sembra un po' surreale come posizione, però se se possiamo magari sospendere la seduta per confrontarci, come chiedeva anche il Presidente Ravetti, siamo ovviamente disponibili.



PRESIDENTE

Grazie, collega Frediani.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.15, riprende alle ore 17.17)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SALIZZONI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lanzo



LANZO Riccardo

Riprendo quanto ha detto il Consigliere Preioni, semplicemente perché più che la presentazione di una mozione o di un ordine del giorno bastava la presentazione di un'interrogazione all'Assessore Marnati e avremmo esaurito l'argomento. Sembra quasi che l'impegno richiesto sia ricalcato esattamente sulla delibera di Giunta approvata.
Noi, in linea con quello che ha detto il Consigliere Preioni, ci asteniamo dalla forma più che dalla sostanza perché la sostanza è rappresentata dalla Giunta e quindi ribadiamo la nostra posizione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Prometto, ci farò l'abitudine perché faccio l'abitudine a tutto, ma è la terza volta in due giorni che la Lega cambia idea in pochi minuti.
Ho appena parlato con il Consigliere Preioni che mi ha chiesto di modificare il documento in un certo modo e il sottoscritto, ascoltando le parole del Consigliere Preioni e non quelle di un collega o di un amico fuori dall'Aula, era pronto a modificare la mozione con un'aggiunta: "Preso atto che tali azioni sono presenti nelle linee di mandato della Giunta regionale e che l'Assessore Marnati sta già operando in tal senso.ecc.
ecc".
Ripeto, la nostra proposta di modifica perché l'ha chiesta il Consigliere Preioni, ma se poi, invece, c'è l'intenzione di astenersi, astenetevi, va benissimo, ma secondo me lavoriamo meglio per cinque anni e anche in modo più efficiente in Aula e in Commissione se non si cambia idea ogni tre minuti. Se diventa difficile per noi, diventa difficile anche per voi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
È veramente una seduta complicata, ma siamo in democrazia e quindi l'affrontiamo per quella che è, una gran bella cosa.
Abbiamo iniziato a discutere di ordini del giorno e i colleghi della Lega hanno citato una proposta sulla sicurezza e la Polizia locale dell'Assessore Ricca, l'Assessore competente non era presente, ma era presente l'Assessore Rosso che li rappresenta tutti. L'abbiamo affrontata così e i numeri e la democrazia dimostrano che, ancora una volta, è passata la volontà della Lega.
Dopodiché siamo passati a discutere di sanità. Non era presente l'Assessore competente, ma durante la discussione ho capito che non se ne veniva fuori finché la Lega ha chiesto l'interruzione dei lavori dell'Aula e ha chiesto telefonicamente all'Assessore, assente, cosa dovevano fare. Per carità, è legittimo, si sono chiariti, ci hanno fatto una proposta e abbiamo votato la mozione.
Adesso passiamo all'Assessore Marnati. L'Assessore Marnati, su una proposta del Movimento 5 Stelle, dice che "si poteva fare di più". Un refrain che ascolteremo ancora per un po'di tempo: "Si poteva fare di più prima", "non sono stati utilizzati tutti i soldi", ecc. ecc.
"Io sarei d'accordo a fare quello che dite voi, ma dato che siete voi a dirlo, la Lega risponde: non lo votiamo". Siamo il Consiglio regionale del Piemonte, dato che lo dice un altro, lo vogliamo fare anche noi, però non ve lo votiamo. Va bene tutto. Abbiamo detto siamo in democrazia, è finita così.
Traduco, noi vorremmo semplicemente, e lo dico con molto rispetto, non essere confusi. Se siete confusi voi, va bene, ma ci mettete nelle condizioni di essere confusi anche noi perché non sappiamo più cosa fare.
Sapete che c'è? Rispetto a questo ordine del giorno, Presidente, onde evitare di cercare di capire ed interpretare il volere della Lega e i ragionamenti dell'Assessore con delega alla ricerca che coniuga i verbi al futuro e quindi vedremo più in là nel tempo quello che farà, noi votiamo a favore del documento del Movimento 5 Stelle senza modifiche, in attesa del prossimo Consiglio regionale e dei nuovi eventi che sicuramente il Gruppo della Lega ci riserverà.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Siamo stati molto citati, Presidente, per cui vorrei fare un attimo di chiarezza.
Mi sembra che il Consiglio regionale di oggi abbia lavorato bene, ha iniziato questa mattina a parlare di vitalizi - magari si pensava di sospendere l'argomento e di portarlo alla settimana prossima - ha ridimensionato i vitalizi, ha tagliato i doppi vitalizi, quindi qualcosa di buono lo ha portato a casa rendendo così un servizio alla comunità piemontese.
Per l'amor di Dio, gli ordini del giorno sono delle linee di indirizzo e la maggioranza, in alcuni casi, potrebbe bocciare quelli della minoranza e votare i suoi, invece noi abbiamo dato disponibilità, abbiamo voluto ragionare insieme alla minoranza perché quando c'è il buonsenso - ci mancherebbe, si parla di sanità - e si parla di questioni che colpiscono tutti, vogliamo trovare una quadra.
Tuttavia la quadra va trovata nelle giuste dimensioni. E' impensabile che il Gruppo della Lega possa votare un ordine del giorno del PD dove c'è scritto che noi riportiamo la vostra riforma sanitaria e facciamo per filo e per segno quello che è stato fatto dalla precedente Giunta regionale. Noi siamo un'altra Giunta regionale e abbiamo un'altra impostazione. Siamo tutti d'accordo nel volere sviluppare la sanità, ma in alcuni casi noi avremmo delle idee diverse, noi vogliamo aumentare il privato e quindi dobbiamo modificare dei documenti per ovvie ragioni politiche e futura gestione della nostra Giunta e della nostra linea. Questo è stato fatto.
Il nostro pensiero sulla Polizia locale l'abbiamo espresso prima e poi si arriva al discorso della questione ambientale. Fuori microfono ho parlato di un'eventuale ipotesi di modifica stante che, in maniera ufficiale, avevo parlato di astensione per il Gruppo della Lega, pur condividendo. Questo è un ordine del giorno che indica alla Giunta di fare delle cose che sta già facendo, che ha già fatto. Cosa promuoviamo o indichiamo alla Giunta? Cose che sta già facendo. Pensandoci meglio, ci sembrava un pochettino strumentale, quasi ad attribuirsi un merito per una cosa che la nostra Giunta e il nostro Assessore stanno facendo.
A quel punto, veramente, si presentava un'interpellanza, si chiedeva all'Assessore che cosa stava facendo e veniva fornita una risposta sembrava la cosa più ideale.
Poi, per l'amor di Dio, riconosco che abbiamo un Gruppo magari nuovo e più giovane, ci stiamo smaliziando adesso da tutti i "meccanismi" del Consiglio regionale e ogni tanto. sono le 17.30 e dopo una giornata di lavoro la lucidità inizia a perdersi. Capite, però, anche la nostra buona volontà: alla fine, non mi sembra che sia successo niente di grave, la cosa è chiarita - giustamente - solamente in questi termini. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere regionale; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Volevo solo chiarire il mio pensiero, perché mi capita spesse volte di spiegarmi male.
Se la Lega vuole astenersi o votare contro questa mozione, mi va benissimo.
L'importante, per un'efficienza dei lavori, è che quando si dice una cosa poi si fa, non si cambia idea dopo cinque minuti. Sia che si dica bene, sia che si dica male, per noi va bene lo stesso. Anche se sul già fatto. poi lo vedremo il "già fatto". Però, per carità, liberissimi.
Faccio solo rilevare che anche noi ci sentiamo un attimo disorientati se prima si dice "Modificalo così" e poi "Noi ci asteniamo". Tutto lì.
Mi dispiace e comprendo che alle 17.27 magari il Presidente Preioni, il suo Gruppo e la Lega siano stanchi dopo una giornata di Consiglio. Ci sarà modo di allenarsi, perché faremo delle serali e delle notturne se si va avanti così su quelli che saranno i provvedimenti importanti. Perché - lo ripeto quando diventa difficile per noi, per riflesso diventa difficile anche per la maggioranza.
Volevo solo dire questo. Vi astenete? Va benissimo, cono contento, non è un problema.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
Se non vi sono altri interventi ritengo che si possa passare alla votazione.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 26, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame ordine del giorno n. 29 presentato da Grimaldi, Gallo e Valle inerente a "Confermare gli assegni di cura e garantire l'assistenza domiciliare ai non autosufficienti" (Rinvio)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 29, di cui al punto 7) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Se i colleghi sono d'accordo, vista l'importanza dell'oggetto, vista anche la relazione del Garante della scorsa settimana e visto che, a mio avviso ci vorrà un po' più di discussione su questo tema, anche se mi pare di capire dagli intendimenti di tanti Consiglieri di maggioranza che c'è il favore a confermare gli assegni di cura, se l'Aula concorda chiederei di rinviarne la trattazione alla prossima settimana (se è possibile, però, di trattarlo per primo). Ovviamente se anche la maggioranza è favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Il Gruppo della Lega concorda sulla possibilità di rinviarlo. Tuttavia, non possiamo garantire oggi che possa essere per forza il primo in ordine di trattazione, nel senso che potrebbe sopravvenire qualcos'altro. Vediamo un attimo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Mettiamola così: per Regolamento e per prassi, di solito quando sospendiamo la discussione su un punto, la riaggiorniamo la volta successiva. Non faccio la furbizia di iniziare per poi rinviarlo.
Facciamo così: sospendiamo la seduta e lo rinviamo alla prossima settimana.
Sono sicuro che sarà uno dei primi punti all'o.d.g. Credo che anche il collega Preioni avrà tutto il tempo per ragionarci. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a tutti.
Dichiaro chiuso il Consiglio.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 17.31)



< torna indietro