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Dettaglio seduta n.107 del 15/12/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.03 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENTE

Per delega del Presidente Stefano Allasia, dichiaro aperta la trattazione delle interrogazioni e delle interpellanze.
In merito allo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze, come recitano gli articoli 99 e 101 del Regolamento, iniziamo con l'esame delle interrogazioni pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interpellanza n. 464 presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Icardi.
Prego i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa richiesta di questa Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione, da parte dell'interrogante, per due minuti, la risposta dell'Assessore per tre minuti e la replica dell'interpellante, se richiesta, per cinque minuti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 464 presentata da Magliano, inerente a "Ex Astanteria Martini: anche e soprattutto la Regione può e deve dare la sua parte per un futuro che non sia più di abbandono e degrado"


PRESIDENTE

Iniziamo con l'esame dell'interpellanza n. 464.
La parola al Consigliere Magliano per l'illustrazione.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Mi sente bene?



PRESIDENTE

Forte e chiaro.
Proceda, prego.



MAGLIANO Silvio

Perfetto, la ringrazio.
L'interpellanza ha una valenza, a mio giudizio, molto importante per una parte della nostra città, per una parte di Torino, in particolare il quartiere Aurora. Presso l'indirizzo di largo Irpinia 74 ha sede un compendio immobiliare, da tempo comunemente noto come "ex Astanteria Martini".
Nell'interpellanza ripercorro la storia di questo luogo e cosa ha rappresentato per Torino e per quella parte di Torino.
Nel "considerato che" scrivo che il compendio ex Astanteria Martini risulta essere di proprietà della Regione (dell'ASL quindi), avendola acquisita dalla Città di Torino nel 1954. Dal 2003, l'edificio è inutilizzato.
Come indicato dallo scrivente, cioè da me, in un'interpellanza presentata in qualità di Consigliere comunale a Torino in data 30 novembre 2018, l'ex Astanteria Martini risulterebbe essere abitata nottetempo da non aventi titolo. Mi viene riferito, da cittadini, di luci accese e di rumori provenienti dallo storico edificio e, al di là dell'attuale, saltuaria abituale o accertata occupazione indebita del compendio, è certo che, nel corso di tutti questi anni, esso sia stato abitato da senza tetto e da altri soggetti, ed è arduo non ammettere che degrado e abbandono siano tratti caratterizzanti dell'immobile.
A questo punto, interpello per sapere dalla Regione, dal Governatore e dall'Assessore, che ringrazio della sua presenza, se vi sia un progetto per la rifunzionalizzazione o rivitalizzazione del compendio ospitante l'ex Astanteria Martini e se possano avere concreta soddisfazione gli auspici dei residenti in merito alla realizzazione di un poliambulatorio, ad esempio; se la Giunta regionale abbia intenzione di avviare le opportune interlocuzioni sia con l'Amministrazione comunale torinese sia con l'ASL al fine di individuare una soluzione per restituire ai cittadini una porzione di territorio da troppo tempo dimenticato e abbandonato; se la Giunta abbia intenzione, almeno, di sollecitare l'ASL per un intervento di manutenzione e di sicurezza dell'immobile, dal punto di vista strutturale.
Questo è un immobile che rappresenta, oggettivamente, una grande opportunità. Come ben sa, Presidente, lasciare immobili di quella portata e di quella metratura completamente abbandonati è oggettivamente fonte di degrado.
Il quartiere Aurora è lo specchio di alcuni tentativi veri di riqualificazione, grazie all'insediamento, ad esempio, di residenze per studenti universitari, ma quell'immobile rappresenta ancora una grande ferita all'interno del tessuto di Aurora; una ferita che noi dovremmo rimarginare immaginando che cosa farne, perché non c'è niente di peggio di avere un immobile di quel tipo, che peraltro, come narro all'interno della mia interpellanza, ha una storia importante, anche dal punto di vista architettonico, e ha una valenza decisamente eccezionale. Abbandonato così lasciato in quel modo, rappresenta un ulteriore elemento di degrado in una città che in questi ultimi quattro anni e mezzo non è riuscita a ridare slancio a un quartiere di questo tipo.
Visto che la proprietà è della Regione, come mi è stato più volte ribadito sia dagli Uffici sia in Consiglio comunale, a questo punto chiedo di capire se, in questa legislatura, l'Assessore Icardi voglia, di questo immobile fare qualcosa. I cittadini chiedono un poliambulatorio, certo, perché in quella zona i servizi sono pochi da questo punto di vista e, mai come oggi avere un presidio sanitario sul territorio è importante, ma anche se non fosse questo, il grande tema è: che cosa vogliamo fare di un immobile di questo tipo? Vogliamo immaginarci una residenza per studenti universitari? Una residenza per anziani? Vogliamo fare un centro polivalente per i cittadini? Penso - e concludo, Presidente, per non rubare secondi importanti alla risposta - che, in questa fase, la sicurezza passi anche dalla riqualificazione d'immobili, portando sul territorio attività e servizi ai cittadini che, ma allontanando, di fatto, i delinquenti, la microcriminalità e lo spaccio di droga.
Pertanto, mi auguro che Regione Piemonte, da questo punto di vista, possa darmi una risposta che abbia dentro un'ipotesi di futuro.
Presidente, attendo la documentazione dell'Assessore, in modo da poterla leggere.
Grazie. Mi riservo poi di intervenire.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interpellanza delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ringrazio il Consigliere Magliano, ma il problema di questo immobile mi è noto e faccio una breve cronistoria.
L'immobile non è di proprietà della Regione, ma è di proprietà dell'ASL Città di Torino, già TO2.
Con deliberazione n. 546 del 19 luglio 2013, l'allora ASL TO2 ha fatto richiesta di autorizzazione alla Regione per la cancellazione dell'immobile dal patrimonio indisponibile, quindi per farlo passare patrimonio disponibile, e per la successiva alienazione per la vendita dell'immobile con tutte le relative pertinenze.
Con successiva determinazione, la n. 772 del 7 ottobre 2013, la Regione Piemonte autorizzò l'ASL TO2, oggi Città di Torino, alla cancellazione di questo bene dal patrimonio indisponibile e la successiva iscrizione in quello disponibile, autorizzando, contestualmente, la vendita.



PRESIDENTE

Assessore, la stiamo perdendo. Assessore? Assessore, la stiamo perdendo.
Consigliere Magliano, abbia pazienza, adesso vediamo di entrare in comunicazione. Lei sente?



MAGLIANO Silvio

No, Presidente. Come lei sento tutto in modo meccanico.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Abbiamo perso la connessione. Assessore...



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Assessore Icardi, mi sente?



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Si, forte è chiaro. Io sento bene.



PRESIDENTE

Noi no. Tenga il video spento, perché l'abbiamo persa.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Ripeto quello che ho detto, ma se non mi sentite fate un segno.
Dicevo che l'immobile è di proprietà dell'ASL Città di Torino. Con la deliberazione n. 546 del 19 luglio 2013, l'ASL TO2 di allora ha fatto richiesta di autorizzazione alla Regione Piemonte per la cancellazione di questo immobile dal patrimonio indisponibile e per l'alienazione dell'immobile stesso con tutte le pertinenze.
Con determinazione n. 772 del 7 ottobre 2013 la Regione Piemonte ha autorizzato l'ASL TO2, adesso ASL Città di Torino, alla cancellazione di questo immobile dal patrimonio indisponibile, alla successiva iscrizione in quello disponibile e, contestualmente, ne ha autorizzato la vendita.
Attualmente, alla luce di quello che era stato previsto dalle precedenti Amministrazioni, non c'è un progetto di riqualificazione dell'immobile proprio perché era destinato alla vendita. Io credo che, nell'immediato anche alla luce di quanto segnalato dal Consigliere Magliano, richieder immediatamente all'ASL Città di Torino di intervenire per garantire la messa in sicurezza dell'immobile, affinché non ci siano quegli episodi che lei mi ha appena citato, quindi non ci siano occupazioni abusive o quant'altro che possano mettere in pericolo anche l'incolumità delle persone che dovessero entrare nell'edificio.
Dopodiché sono disponibilissimo - poiché, probabilmente, il tentativo di vendita, da quanto risulta, non è andato a buon fine - anche a rivalutare la scelta che, in passato, è stata messa in atto dalle precedenti Giunte per dare un futuro diverso, evitando l'alienazione di questo immobile ovviamente confrontandoci con il Comune di Torino e con l'azienda ASL Città di Torino. Se ci sono delle necessità migliori rispetto a un'eventuale alienazione, se ci sono degli utilizzi pubblici migliori, certamente la disponibilità dall'Assessorato e della Regione Piemonte è totale. Anzi invito il Consigliere Magliano a farsi anche parte diligente nel perseguire una strada condivisa per un utilizzo di questo immobile. Siamo tutti disponibili.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.
Se l'interrogante lo richiede, ha facoltà di replica per cinque minuti.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Nel ringraziare l'Assessore, chiedo se posso ricevere la nota di cui mi ha parlato e anche le note precedenti, quelle delle interpellanze e dei question time della scorsa settimana. Capiamo benissimo, come Consiglieri che la Segreteria dell'Assessore sia oggettivamente oberata di lavoro, ma avere la documentazione ci permette di essere precisi e puntuali nella nostra azione politica.
Per quello che riguarda la risposta, Assessore, nell'interpellanza citavo che è di proprietà della Regione attraverso l'ASL (perché l'ASL è oggettivamente la proprietaria). Sapevo bene che l'ASL ha chiesto di poter togliere tra i beni indisponibili questo nostro bene che, oggettivamente rappresenta un luogo molto importante. Da questo punto di vista, potremmo immaginare addirittura un ragionamento e una Commissione anche in Consiglio comunale, dove lei potrebbe venire, in modo tale da ascoltare le istanze dei territori.
L'unica mia preoccupazione è che, forse, le condizioni con cui venne messo in vendita a suo tempo oggi potrebbero essere mutate. Forse oggi ci potrebbero essere soggetti che hanno un interesse diverso rispetto al passato, quindi la vendita potrebbe essere interessante. Non mi precluderei, da questo punto di vista - anche alla luce dell'interesse che ha Regione Piemonte, in qualche modo, di acquisire delle risorse fresche l'ipotesi della vendita. Certo è che possiamo valutare di fare un tavolo con il Comune di Torino per capire se ci sono altri utilizzi. Benissimo, ma l'unica preoccupazione che ho, come ben immagina l'Assessore, è prendere delle decisioni. L'immobilismo non è solo di questa Giunta, perché è dal 2013, come ho scritto nell'interpellanza, che l'immobile è inutilizzato quindi sette anni di inutilizzo, hanno creato attorno a questo immobile oggettivamente, un ecosistema che non è affatto tollerabile. Soprattutto perché in quella zona, Assessore, vi sono residenze di edilizia popolare e perché l'immobile è situato in una posizione veramente particolare di confine tra due Torino diverse.
Da questo punto di vista, ringrazio l'Assessore, proviamo a esperire un tentativo di dialogo con il Comune di Torino, ma se ci rendessimo conto Assessore, che questo ragionamento comporterebbe delle difficoltà, anche alla luce della condizione che sta vivendo il Comune di Torino, che è a fine mandato di una consiliatura, forse varrebbe la pena dare mandato all'ASL di provare un altro tentativo di messa sul mercato, magari, come che spesso viene fatto, con un progetto di selezione d'idee. Che cosa potrebbe essere portato lì da soggetti privati? Evidentemente questa selezione e questo bando potrebbe dare ulteriori spunti a noi come Regione per capire a chi affidare, con tutti i meccanismi previsti dalla norma, per far rinascere quel territorio.
Ringrazio l'Assessore e sarà mia cura farmi parte diligente, come richiesto dall'Assessore, per provare ad attuare un'interlocuzione con il Comune di Torino, per capire come avviare tra Comune e cittadini una progettazione partecipata, un vero débat public - questo sì potrebbe essere interessante di cui tutti parlano ma che pochissimi attuano.
Nel caso in cui ci rendessimo conto che questo non può aver seguito perch equivarrebbe a ulteriore spesa pubblica o non si riuscisse a trovare partner privati adeguati per le finalità che verranno individuate, a quel punto Regione Piemonte potrebbe tentare un altro tentativo di alienazione sapendo che prima del COVID quella zona era davvero molto attenzionata per nuove residenze universitarie.
Torino è una città universitaria, il COVID un po' ha rallentato l'ulteriore implementazione del numero di studenti e anche quella potrebbe essere una chance.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, attendo la relativa documentazione e ringrazio anche lei, Presidente.
Buona giornata e buon lavoro a tutti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Consigliere Magliano.
In giornata riceverà tutto.



MAGLIANO Silvio

Grazie mille.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Magliano e l'Assessore Luigi Icardi.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta che viene trasmesso via mail, in visione a tutti i Consiglieri prima della pubblicazione, e poi pubblicato integralmente in banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori che rispondono.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.
Alle ore 10 il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.
Grazie a tutti e a tutte. Buon lavoro.



(Alle ore 9.20 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 10.06)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Buongiorno a tutti. Avvio lo streaming e do inizio ai lavori.
Comunico che, come stabilito in sede di Conferenza delle Presidenze dei Gruppi consiliari, la seduta si svolgerà mediante collegamento in videoconferenza.
Per la gestione della seduta si applicano le disposizioni della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 29 ottobre 2020, n. 160, a specificazione di quanto previsto dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
Comunico che procederò all'appello nominale, sia ai fini della conferma della presenza sia ai fini della votazione, chiamando primi i Gruppi maggioranza e poi i Gruppi di minoranza.
Ai soli fini dell'appello, comunico che sono in congedo i Consiglieri Chiorino, Icardi e Tronzano.
Pertanto, il numero legale è 25.
Procedo all'appello nominale per l'identificazione dei partecipanti.
Chiamerò anche gli Assessori esterni, all'esclusivo fine di consentire la rilevazione della loro presenza per il verbale. Chiedo di mantenere attiva la telecamera del proprio dispositivo, di rispondere all'appello in modo intelligibile e di confermare la presenza in chat.



(Il Presidente Allasia procede all'appello nominale e constata la presenza del numero legale)


Argomento:

Richieste di modifica dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Chiedo se vi siano proposte di modifica.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Chiedo, se è possibile, l'inserimento all'o.d.g. dell'odierna seduta dell'ordine del giorno n. 454, che ho caricato ieri sera, avente a oggetto "Estensione del programma sperimentale della fornitura dei dispositivi di protezione individuale agli agenti di polizia locale denominati body cam anche nei comuni turistici (ai sensi dell'articolo 17 della LR14/2016) delle comunità di comuni con più di 10.000 abitanti e dei comuni sopra i 10.000 abitanti" e la relativa attrazione, sempre se è possibile, alla proposta di deliberazione n. 118 "Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie in materia di sicurezza integrata, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della Legge Regionale 10 dicembre 2007, n. 23 (Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata)" che andremo a discutere e a votare questa mattina.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Vi sono altre richieste di modifica dell'o.d.g.? Prego, Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come lei saprà, siamo entrati in zona gialla. Abbiamo appreso dai giornali e prima ancora, informalmente, dalla Giunta - che la Regione avrebbe emanato subito una nuova ordinanza.
Abbiamo votato un ordine del giorno, per noi molto importante, sulle linee d'indirizzo per evitare la terza ondata. Devo dire stranamente - non so se lei l'ha notato - che questo parere è arrivato dall'Assessore Tronzano indirettamente, perché l'Assessore Icardi non era presente in quel momento.
Ieri abbiamo fatto un'interessante riunione di IV Commissione su temi molto diversi, ad esempio sulle Commissioni di vigilanza, con l'Assessora Caucino. Inoltre, abbiamo fatto un'altra audizione molto importante sui suicidi dei minori e su tutto quello che può fare la Regione per prevenirli.
Dopodiché non abbiamo avuto un momento di confronto con l'Assessore Icardi su queste strategie. Paradossalmente, le opposizioni sono molto felici di avervi dato delle linee d'indirizzo, che abbiamo approvato, ma sulle quali non abbiamo avuto un confronto. Lo dico a verbale, solo perché sembra che quest'Aula virtuale non sia immersa nella pandemia. Vi chiedo se non sia il caso di aprire un confronto e un'informativa su questo.
Ricordo anche un secondo aspetto: non c'è solo la parte sanitaria, perch c'è anche la parte che riguarda la vita di molti operatori, di molti commercianti, di molti imprenditori, ma anche di noi cittadini, degli studenti, dei ricercatori; in sostanza, la vita di tutta la comunità.
Faccio un esempio sempre legato agli ordini del giorno della scorsa settimana. Sono il primo firmatario di un atto firmato anche dalla Consigliera Canalis e dai Consiglieri Valle, Rossi e Sarno, ma è una battaglia che ho visto che stanno portando avanti molti colleghi in tante Province: quella della parificazione agli esercenti, ad esempio, dei circoli e delle SOMS.
Come sa, lei, Presidente, ha favorito una mediazione, togliendo la parte dei ristori, perché dicevate che non ci sono risorse, ma avete votato anche voi un atto d'indirizzo che parifica questo settore, che fa anche somministrazione, al mondo del commercio e degli esercenti. È passata qualche ora (ormai più di 48) e non c'è nessuna FAQ, non c'è nessun punto nell'ordinanza che faccia sì che queste SOMS e questi circoli possano aprire negli stessi orari dei ristoranti. Pertanto, chiedo: qual è la sede nella quale ci confrontiamo su questo? C'è un atto d'indirizzo? Ci sarà un atto conseguente della Giunta? Perché se non lo fa nelle quarantotto ore in cui fa l'ordinanza, per quale motivo abbiamo votato un atto d'indirizzo? Sono stato chiaro, Presidente Allasia? Credo che un'interlocuzione o un'informativa del Presidente Cirio o dell'Assessore Icardi sarebbero non solo necessarie, ma anche opportune.
Dopodiché ormai questa parte la facciamo a ogni inizio di seduta e ringrazio tutti i piemontesi, le piemontesi e i cittadini che vivono in questo territorio per il fatto di ascoltare ancora un Consiglio regionale che sembra un po' avulso dalla realtà. La ringrazio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di modifica dell'o.d.g., possiamo procedere.
Alla richiesta del Consigliere Bongioanni di collegare l'ordine del giorno rispondo che è già collegato.
Per quanto riguarda la richiesta d'informativa del Consigliere Grimaldi, la Giunta è presente e può intervenire.
Ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Se lei è d'accordo, proporrei qualche minuto di sospensione per chiedere agli Assessori competenti se sono disponibili a rendere in Aula l'informativa richiesta dal Consigliere Grimaldi, anche per cercare di smussare le posizioni che, alla fine dello scorso Consiglio, erano un po' assestate su una specie di ostruzionismo.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.19, riprende alle ore 10.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Ho sentito telefonicamente l'Assessore Icardi per chiedergli se fosse già in grado di rendere le comunicazioni richieste dal Consigliere Grimaldi. Mi ha fatto sapere che purtroppo non è in grado di farlo in questa seduta d'Aula, però dà la sua disponibilità nella prossima IV Commissione utile insieme ai tecnici funzionari competenti.
Mi ha comunque dato una comunicazione da riferire all'Aula rispetto al fatto che, proprio nella giornata di oggi, si riunirà insieme ai Direttori delle ASL piemontesi e ai responsabili dei SISP delle relative ASL territoriali, per ragionare insieme sulle strategie di contact tracing sulla base delle osservazioni fornite dagli epidemiologi.
Riferisco da parte sua questa comunicazione. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Chiederei l'apertura di un dibattito, ma soprattutto chiederei agli altri membri della Giunta di dare le stesse informative. Intanto non ho capito qual è la risposta sui circoli. Ripeto, se votiamo un atto d'indirizzo che nelle misure che stanno per essere adottate (quelle che sono arrivate neanche quarantotto ore dopo, ma venerdì), contiene una richiesta di omologare e parificare (di non discriminare, mettiamola così) i circoli e le SOMS, questo non è ancora avvenuto.
Direi che ci sono tutti gli Assessori presenti possibili, c'è il Presidente Cirio, che mi pare possa essere in collegamento, c'è l'Assessora Poggio c'è anche chi si occupa della parte normativa della Regione, lo stesso Assessore Marrone potrebbe prendere la parola, visto che gli uffici giuridici potrebbero aver fatto un'analisi se è vero che gli stessi circoli, così come in altre Regioni, possono essere omologati ai ristoratori.
Poi, c'è il tema legato anche alla parte che non riguarda la sanità: ci siamo lasciati su un tema grande come una casa, che è quello della riapertura della scuola il 7 gennaio. Mi pare che adesso i Presidi boccino questo piano e, addirittura, anche il Piano dei trasporti; insomma, non vorrei fosse trattato con sciatteria questo enorme e gigantesco argomento.
Va benissimo se l'Assessore Icardi non è presente e speriamo che si riesca ad ascoltarlo nella prossima Commissione sanità, per capire esattamente come riprenderà il contact tracing, come faremo lo screening, così come abbiamo scritto nero su bianco, ai sanitari, alle scuole e agli operatori della sicurezza, perché è scritto anche questo nel nostro atto d'indirizzo.
Benissimo, quella parte lì possiamo delegarla alla Commissione sanità, ma a chi verrà delegato tutto il resto delle altre nostre domande e richieste? L'Assessore Chiorino non risponde oggi in Aula, ma risponderà in Commissione? L'Assessore Gabusi non risponde oggi in Aula, ma lo farà in Commissione? Glielo chiedo, Presidente, perché è chiaro che sarebbe meglio che il Presidente Cirio ogni tanto prendesse la parola e, tra l'altro, non sempre dopo la sollecitazione dei Capigruppo all'interno dell'Aula.
L'altra settimana ci siamo lasciati con un nuovo metodo. "Non avevo capito", ha detto il Presidente Cirio. "Allora, convochiamo le Commissioni sanità e i Capigruppo! Avevo capito che la Commissione sanità avrebbe svolto queste funzioni!". Eh, Presidente, si vede di no. Non funziona così.
Il metodo non funziona: non funziona perché la Conferenza dei Capigruppo non è permanente, perché le Commissioni sanità non sono permanenti. Nelle Commissioni non sono date le informative e nemmeno in Aula, per cui apprendiamo tutto sempre dalle conferenze stampa! È incredibile quest'atteggiamento, Presidente Allasia! Credo che lei debba aiutarci perché questo lede, tra l'altro, i diritti non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo, sull'ordine dei lavori.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato anche la risposta dell'Assessore Marrone.
Sui temi sanitari oggi non abbiamo sollevato la questione, perché dopo la IV Commissione un po' agitata di ieri, in cui abbiamo precisato il nostro disappunto sul fatto che l'Assessore Icardi non fosse presente, ci è giunta notizia dal Consigliere Stecco che si è reso disponibile per lunedì e quindi, affronteremo i temi sulla sanità nella Commissione di lunedì 21 dicembre. Ci mancherebbe altro, vista la serie continua di conferenze stampa che ha contraddistinto in questo primo anno e mezzo di legislatura.
Tuttavia, intervengo perché oggi sarebbe molto utile, invece, avere un confronto e una comunicazione sul tema dei trasporti. Ritengo che ci concentriamo molto sulla sanità, ma il tema dei trasporti è centrale almeno quanto quello della sanità: il tema della riorganizzazione in vista del 7 gennaio o la trattiamo oggi, oppure non lo trattiamo in Aula, perché il prossimo Consiglio regionale sarà il 22 dicembre e, presumibilmente, si discuterà sull'esercizio provvisorio e sulle questioni legate alla chiusura del bilancio entro la fine dell'anno, perché è l'ultimo Consiglio programmato.
Pertanto, vi chiedo uno sforzo e lo chiedo all'Assessore Marrone, in quanto referente per i rapporti con il Consiglio regionale, ma anche all'Assessore Gabusi, di discutere oggi, anche - se volete - nel primo pomeriggio, su quanto sta capitando relativamente ai trasporti. Perché è un problema enorme che tocca la vita di centinaia di migliaia di cittadini piemontesi e su cui non siamo mai riusciti a discutere nel merito e purtroppo nonostante gli annunci di questi mesi, per il 7 gennaio non saremo di nuovo pronti e questo impatterà sulla riapertura delle scuole.
Credo che oggi sia importante che l'Assessore Gabusi faccia il punto rispetto a questa situazione.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano, sull'ordine dei lavori.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Penso che, da questo punto di vista, anche la maggioranza potrà essere d'accordo sul fatto che oggettivamente alcune questioni, secondo me, devono essere affrontate o, comunque, occorre fare un po' di chiarezza.
È evidente se i Presidi delle scuole affermano alcune cose rispetto all'ipotesi del Piano trasporti, c'è un problema che dev'essere risolto non pensando che il Natale lo risolva da solo, perché quando riaprirà la scuola noi non sappiamo se la proposta della Regione potrà essere accolta o no dai Presidi. Inoltre, penso che oggi la politica, Presidente, non possa indugiare su un'affermazione, come quella che ho letto sui giornali, "o così o state tutti in DAD", perché è evidente che il nostro compito è di trovare soluzioni e su questo le soluzioni si possono trovare con un'opposizione assolutamente responsabile. Penso che anche a voi, colleghi stiano arrivando immagini di linee del trasporto pubblico locale (penso a Torino, ad esempio), dove oggettivamente ci sono assembramenti. È evidente che se i Presidi si pongono in questa posizione c'è un problema da risolvere, perché il futuro didattico dei nostri ragazzi non può essere lasciato a margine della nostra discussione.
Vanno benissimo gli interventi che si stanno facendo per tante categorie ma oggettivamente il futuro di questi ragazzi passa anche da una buona capacità di apprendere attraverso una scuola fatta in presenza e garantendo appunto che il trasporto pubblico sia oggettivamente adeguato.
Inoltre, Presidente, su questi temi comincio a essere un po' preoccupato per le segnalazioni che mi arrivano rispetto al tema degli screening e dei vaccini: continuo a dire che il mondo del volontariato dev'essere incluso e considerato come una categoria fragile non perché lo è, ma perché è costantemente in prima linea. Ho chiesto con forza che nel primo piano dei vaccini fossero inseriti anche i volontari, non solo quelli che stanno negli ospedali, ma anche quelli che trasportano i pazienti, quelli che danno il cibo alle persone indigenti, quelli che vanno a fare le commissioni per gli anziani e non hanno nessun altro che li possa aiutare perché sono esposti al rischio. Da questo punto di vista, lo screening deve riguardare anche loro, perché non possiamo fare a queste persone che gratuitamente si mettono a disposizione della comunità una marea di complimenti e poi non dare loro nessuna possibilità di essere più prudenti proprio per le funzioni che svolgono.
In ultimo - e ho concluso, Presidente, e le chiedo scusa per la lunghezza del mio intervento - iniziano ad arrivarmi segnalazioni su ritardi nel piano vaccinale, non quello COVID, per i neonati. Evidentemente, abbiamo le strutture molto impegnate a gestire l'emergenza pandemica, però ricevo segnalazioni di mamme e di papà che si vedono il piano vaccinale che, come sapete, per i neonati ha delle scadenze ben precise, procrastinato o allungato, mettendo fortemente a rischio tutti questi bimbi, oltre al rischio che corrono anche loro dal punto di vista COVID.
Mi auguro che su questo, in Consiglio, ci sia la possibilità di parlare e di dire alcune parole chiare ai piemontesi per tranquillizzarli, perché il prossimo Consiglio sarà un Consiglio dove dovremmo affrontare le questioni di fine anno. Mi rivolgo anche a lei, Presidente, e all'Assessore Marrone che sarebbe importante, da questo punto di vista, almeno su questi punti dire delle parole chiare e dirle in Aula perché - sono d'accordo con il Consigliere Grimaldi - noi siamo chiamati a rappresentare i cittadini piemontesi e non a essere uditori di conferenze stampa della Giunta.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sacco sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo intervenire in merito a questo, perché è da marzo, anzi aprile, che come Movimento 5 Stelle abbiamo chiesto una tavolo di lavoro sui trasporti. Sapevamo benissimo, perché era facile immaginarlo, quali sarebbero state le difficoltà con la ripresa della scuola e dell'attività lavorativa ordinaria.
Poiché ci stiamo preparando per ritornare alla normalità, mi sembra assurdo che non si sia ancora affrontato questo tipo di discorso con il Consiglio.
Se non vogliamo fare discussioni di questo tipo in Consiglio, vanno fatte in settimana, al massimo nei primi giorni della prossima, con una Commissione trasporti straordinaria. L'abbiamo chiesto più volte e non siano mai stati assecondati; poi siamo sempre venuti a sapere le cose alla fine e poi, ovviamente, queste cose nascondevano delle criticità.
Affrontando le questioni per tempo (ma qui, come al solito, il ritardo ci assiste) sarebbe stato possibile risolvere vari problemi poi emersi, com'è normale che emergano quando si pensa di affrontare problemi straordinari con delle misure ordinarie. Andava maggiormente potenziato il trasporto coinvolgendo tutti gli attori coinvolti e includendo anche ulteriori figure rispetto a quelli che sono i normali attori del trasporto pubblico. Questo avrebbe consentito, anche con poche risorse in più, di ridurre le problematiche legate ai fortissimi assembramenti che abbiamo visto sugli autobus. Parlo soprattutto degli orari di punta, dove ci sono sia lavoratori sia molti studenti a bordo degli stessi, non solo in città, ma anche in provincia.
Anche sul rientro a scuola mi sembra che gli attori scolastici non abbiano preso benissimo il piano che avete presentato; tra l'altro, piano che avete presentato senza condividere assolutamente niente con il Consiglio, quando c'era tutto il tempo di condividerlo insieme con noi e quando, fra l'altro era anche stata accolta la richiesta di fare un tavolo di lavoro. Peccato che non sia mai stato convocato. Quella era la sede dove fare determinati ragionamenti, non adesso, a due settimane dall'inizio di gennaio. In questo modo, a cose fatte, non potete pensare di ottenere il favore dell'opposizione e, soprattutto, la collaborazione delle stesse.
È chiaro, poi, che la polemica è molto semplice, nel momento in cui non si viene coinvolti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Non vi sono altri interventi sull'ordine dei lavori.
L'o.d.g. è approvato, ai sensi articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento interno del Consiglio regionale hanno chiesto congedo i Consiglieri Chiorino, Icardi e Tronzano.
b) Processi verbali precedenti sedute È a disposizione e visibile sulla Intranet del Consiglio regionale alla sezione "Supporto sedute istituzionali-sedute di Aula" il processo verbale relativo alle sedute dell'1 dicembre 2020.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, va bene che lei vada avanti in attesa che l'Assessore Marrone ci dia una risposta. Ora, non dico di sospendere il Consiglio in attesa di verificare la disponibilità dell'Assessore Gabusi, però mi attendo non risposta dalla Giunta, se è disponibile, al pomeriggio o più tardi, per dare questa informativa, oppure se programmiamo, entro pochi giorni, l'informativa in Commissione sul tema dei trasporti.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenie il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Velocissimo: anch'io per sapere sulla parte di Gabusi e di Chiorino, ma anche su quella dei circoli. Per un'informativa, ci vogliono veramente tre minuti per farla; magari la Giunta sta per aggiungere alle FAQ l'omologazione, o magari "stiamo per mandare una circolare interpretativa alle Prefetture".
Possiamo avere delle risposte, anche solo rimandando alle Commissioni? Ma almeno siano date le risposte. Ha ragione il Consigliere Gallo.



PRESIDENTE

Grazie.
Prego, Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Sì, per rispondere ai Consiglieri Gallo e Grimaldi, magari senza sospendere di nuovo, perché non immaginavo ce ne fossero di più, però adesso è in corso il Consiglio, quindi chiedo agli Assessori chiamati in causa se sono disponibili in Aula o in Commissione.



PRESIDENTE

Grazie.
Possiamo proseguire sullo svolgimento dell'attuale o.d.g.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 118, inerente a "Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie in materia di sicurezza integrata, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della legge regionale 10 dicembre 2007, n. 23 (Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata)"


PRESIDENTE

Possiamo riprendere a esaminare la proposta di deliberazione n. 118, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Nella seduta del 10 dicembre scorso è iniziato l'esame del provvedimento.
L'Assessore Ricca ha svolto l'illustrazione e in sede di discussione generale sono intervenuti i Consiglieri, Gallo, Frediani, Grimaldi, Sarno e Valle.
Prosegue la discussione generale.
Prima di dare la parola ricordo, a chi volesse intervenire, che pu iniziare a prenotarsi sulla chat. Nel momento in cui si avrà la parola dovranno essere attivate telecamere e microfono.
Si erano iscritti a intervenire i Consigliere Preioni e Ravetti.
Il Consigliere Preioni vuole intervenire in discussione generale? Nel frattempo, vedo che si sono iscritti i Consiglieri Rossi e la Consigliera Frediani.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni.



FREDIANI Francesca

Scusi, Presidente, volevo intervenire sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Scusate, se volete intervenire sull'ordine dei lavori, dovete scriverlo.



FREDIANI Francesca

Volevo solo sapere se l'Assessore Ricca è presente.



PRESIDENTE

È arrivato adesso. Non era in congedo, l'Assessore Ricca è presente. Non so chi dovesse ancora rispondere degli Assessori. Ricordo che sono presenti il Presidente Cirio, l'Assessore Poggio e l'Assessore Marrone.
La parola al Consigliere Preioni; ne ha facoltà per dieci minuti.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Utilizzerò molto meno dei dieci minuti solo per entrare nel merito di questa proposta che, a mio avviso, tutela chi commette un reato e chi è vittima di un reato, chi lavora nelle Forze dell'ordine, nella polizia locale nello specifico.
Il fatto di dotare sperimentalmente tutti i capoluoghi di provincia di una body cam è un metodo su cui non vedo nulla di riprensivo o una politica di destra che vuole assolutamente reprimere alcuni fenomeni rispetto a condivisioni di riuscita sociale. Io la vedo, realmente, come la possibilità per qualcuno che è in una situazione di pericolo particolare in una situazione che può andare incontro a un processo, di avere una prova tangibile di quello che è avvenuto. L'eventuale vittima di un reato o l'eventuale imputato hanno contezza precisa di quello che è avvenuto in un momento preciso. Ci sono tante situazioni che possono essere male interpretabili, quindi cosa c'è di meglio di una telecamera che fotografa la situazione, che filma tutta la situazione e che può essere patrimonio di tutti e può servire per dirimere delle questioni di responsabilità? Io la leggo esclusivamente in questo modo.
Essendo una sperimentazione, è naturale che si vedrà sul campo se funziona se ci saranno degli aggiustamenti, ma c'è l'urgenza di approvare la delibera oggi per una questione di bilancio: siamo a fine anno, queste sono risorse sul 2020 e quindi vanno assegnate sul 2020.
Penso che negli anni futuri ci sarà l'apertura a ragionamenti aggiustamenti e valutazioni in merito a quale sia la misura più efficace.
Non vedo assolutamente una deriva estremista, una deriva che guarda verso una direzione repressiva, ma vedo un aspetto che può veramente servire a fare chiarezza su alcuni episodi che sono magari poco chiari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutte e a tutti voi.
Stiamo per votare le "Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie in materia di sicurezza integrata". Questo è l'argomento in discussione, la proposta che è stata letta dall'Assessore Ricca. Sono contento della presenza dell'Assessore Marrone, così almeno riesco anche a cogliere alcuni spunti che i giornalisti - sono molto attento al lavoro di tutti, in particolare dei giornalisti - quando riportano anche le posizioni differenti all'interno della maggioranza, lo fanno con attenzione raccogliendo spunti di cronaca e di confronto con gli interlocutori.
Che ci siano anche articolazioni differenti delle posizioni all'interno della maggioranza, non sull'intero testo ma su alcune questioni contenute all'interno del testo, lo trovo anche un elemento positivo. Quando all'interno della maggioranza ci sono posizioni diverse, le opposizioni sono lì per riuscire a capire quali posizioni prevalgono.
Dopodiché, fatta questa premessa, non ho capito di quale sicurezza parlino sia l'Assessore Ricca sia l'Assessore Marrone. Non mi è chiaro. Il concetto di sicurezza della maggioranza, in questo caso delle due maggioranze, mi sfugge; è un concetto troppo vago, tant'è che il documento presentato quelle delle linee programmatiche, dal mio punto di vista, non è completamente criticabile, ma ha alcuni spunti assolutamente interessanti.
Coloro che sostengono che è tutto da buttar via, sempre e comunque soltanto perché il documento lo presenta un'altra parte politica commettono, dal mio punto di vista, un errore. Anche in questo caso, non solo per prassi ma per buonsenso, ritengo che vi siano alcuni spunti interessanti ma, in linea di massima, il documento è un documento molto debole e molto confuso proprio perché non passa un'idea di sicurezza e un ruolo della Regione su questo tema.
Per essere chiaro: la sicurezza è un bene pubblico, è scritto nell'incipit del documento stesso. La legalità è un bene pubblico, saranno d'accordo con me sia l'Assessore Ricca sia l'Assessore Marrone.
Sia chiaro, non voglio personalizzare, ma è evidente che tengo in considerazione due parti politiche che sostengono che l'ordine pubblico non è un bene pubblico, ma è uno strumento per garantire sicurezza e legalità.
Lo dico perché mi ha un po' stancato la discussione che cerca di mettere in difficoltà la mia parte politica, il centrosinistra in genere, quando si parla di sicurezza. La sicurezza è un bene pubblico e lo è sinceramente.
Tra l'altro, la sinistra riesce a essere vincente quando interpreta correttamente il bisogno di sicurezza, soprattutto di quella parte più debole e più fragile della popolazione. Il tema non è ideologico né da una parte né dall'altra, il tema è molto concreto.
Aggiungo, sempre perché non mi è chiaro il punto di vista delle maggioranze sulla questione sicurezza, che non sono nemmeno d'accordo sulla definizione di "insicurezza percepita". Ma quale insicurezza percepita! Il numero dei reati, il numero delle denunce, il numero dei fatti che generano insicurezza (su alcuni reati è numericamente in calo, su altri no) è talmente evidente che non parlerei di "insicurezza percepita". C'è un tema che riguarda la sicurezza dei nostri concittadini? Allora, va affrontato ma va affrontato per competenze, peraltro, e leggendo il territorio per quello che è.
Il Sole 24 Ore qualche mese fa ha pubblicato una ricerca intitolata "Indice della criminalità", contenente una classifica finale sugli oltre venticinque tipi di reati denunciati che, complessivamente, dal punto di vista dell'analisi sociale, diciamo così, possono essere inseriti nel contesto dell'insicurezza.
Quella pubblicazione dimostra che su 106 province, quella di Torino è quinta in termini di denunce per "n" fattori che determinano l'insicurezza (dai furti, alle rapine, all'usura, incendi, spacci, stupefacenti, omicidi insomma, l'elenco è lungo e abbondante).
La provincia di Torino è quinta. La prima è Milano, la seconda è Firenze la terza è Rimini, la quarta è Bologna. Sono tutte province del Nord, per cui anche su questo dovremmo fare una riflessione.
Tuttavia, la riflessione su cui vorrei portarvi è un'altra: noi proponiamo una delibera per il Piemonte. Nella vostra confusione, peraltro, non c'è nemmeno una lettura attenta delle diversità del nostro Piemonte: se la provincia di Torino è quinta e rappresenta la metà del Piemonte, la seconda provincia più grande del Piemonte, ovvero Cuneo, sempre su 106 province, è novantasettesima. Di conseguenza, il tema non può non essere affrontato diversamente, per concretezza.
Mi pare che le differenze all'interno della nostra Regione e la necessità di trattare con intensità differenti questo tema non facciano parte della cultura delle maggioranze su questa vicenda, che è divisa in tre parti (così è stato letto dall'Assessore): interventi di supporto, sistemi di sicurezza integrata, interventi d'inclusione sociale.
Sugli interventi di supporto - l'ho anticipato in premessa - ci sono alcune questioni che mi convincono. Perché no? Quando le istituzioni decidono di stanziare dei soldi per dare forza agli agenti che, sul territorio o nelle sale operative, sono dedicati a garantire sicurezza, non posso che esserne felice. Penso che sia una scelta corretta. Lo stesso discorso vale quando si chiede di valutare positivamente le proposte che vanno nel senso del potenziamento e dell'innovazione tecnologica per garantire maggiore sicurezza sul territorio. Perché no? Anche quando, rispetto ad alcuni interventi, si chiede di condividere proposte a sostegno delle attività di alcune associazioni.
Su questo mi sia permessa, però, una considerazione. Qualche collega ha richiamato il tema delle ronde, ma non ci crede più nessuno! Cioè se è questa la proposta, è talmente antiquata e vecchia, che - mi rivolgo alle due maggioranze - non serve che vi stiate a dividere su questo tema, perch non ci credete neanche voi. Il tema delle ronde andava di moda.
Dato che alcune forze politiche sono sempre alla ricerca del consenso con il tema di giornata, vi annuncio che le ronde non sono nemmeno più un tema di giornata, per cui lasciate perdere, insomma non dividetevi per questo.
Il tema è un altro: è molto più complesso e non può essere affrontato e risolto attraverso battaglie di bandiera e d'ideologia, ma nemmeno con proposte così deboli, senza una visione complessiva sul tema, senza comprendere che queste linee programmatiche altro non sono che il finanziamento di bandi. Mettetela per quello che è! Non avendo voi chiaro che cos'è il tema "sicurezza", e avendo buttato in quel testo un po' di roba cui avete dato il titolo "linee programmatiche" se ne desume che, molto banalmente, era sufficiente finanziare i bandi per i Comuni per l'innovazione tecnologica. Bastava quello, senza la pomposità delle linee programmatiche sulla sicurezza! Ho ancora tempo, Presidente?



PRESIDENTE

In realtà, ha superato i dieci minuti. Si avvii alla conclusione.



RAVETTI Domenico

Vado a concludere.
Bastava destinare qualche soldo in più agli Enti locali che hanno la polizia che opera sul territorio.
Sull'inclusione sociale, tra l'altro, ricordate anche la necessità di adoperarsi contro la ludopatia: basta ritirare la vostra proposta di legge che modifica la legge contro il gioco d'azzardo patologico e provare a costruire, con una visione differente e un pochino più concreta, il punto di vista operativo di Regione Piemonte sulla sicurezza.
Chiudo, davvero, perché ha ragione quando mi chiede di restare nei dieci minuti.
Non c'è nemmeno l'idea della destra di alimentare paure, di chiudersi e di difendersi.
Questo è il mio pensiero, ovviamente.



PRESIDENTE

Grazie.
Aveva chiesto la parola l'Assessore Marrone.
Assessore, preferisce intervenire dopo?



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Rispetto l'ordine degli interventi.



PRESIDENTE

Va bene.
Ha chiesto la parola il Consigliere Rossi; ne ha facoltà.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in questa discussione generale. In realtà, molte cose le ha dette il collega Ravetti e mi ritrovo molto nel suo intervento. Provo ad aggiungere qualche considerazione rispetto al documento che stiamo per andare a votare.
La prima considerazione è che il diritto a sentirsi protetti è certamente fondamentale. In tutte le società potremmo dire che è uno degli elementi principali, alla base del contratto sociale che porta poi alla nascita delle nostre società. È uno dei momenti fondativi, ma anche uno dei momenti più delicati, perché si delega, in qualche maniera, in una dimensione verticale l'uso della violenza, che viene delegato a qualcuno, allo Stato per garantire la sicurezza rispetto all'abuso, tramite violenza e sopraffazione, che spesso, purtroppo, si sviluppa in maniera orizzontale.
Questo, che è un elemento di fondo delle nostre comunità e che in questo momento storico, come in altri, assume un'importanza fondamentale chiaramente va affrontato con estrema delicatezza, perché anche nel tentativo di risposta a questo, che è un bisogno di tutte le società e di tutti gli esseri umani che vivono insieme, ci sono delle derive e dei rischi che un legislatore illuminato e lungimirante deve tenere conto. Su questo sappiamo che, storicamente e anche negli ultimi periodi, si è costruita molto anche la ricerca del consenso; spesso in maniera effimera ma è avvenuto.
Noi abbiamo però un compito importante, che è quello di dare una risposta reale a questo bisogno, che ci permette poi una vita comune di qualità superiore e sappiamo benissimo che la risposta a questo bisogno non pu arrivare solamente da "più controllo" e da "più uso della forza". Questo non lo dico io in maniera ideologica, perché storicamente abbiamo visto che le condizioni di sicurezza di una società e di una comunità hanno certamente bisogno che ci sia qualcuno delegato a garantire l'ordine quando è necessario, ma non si può esaurire semplicemente così il tema.
Provando a fare un parallelo, introduco una metafora con una dimensione che in questi mesi ci ha accompagnato e che, forse, oggi ci aiuta a capire anche nell'ambito della sicurezza, qual è l'approccio. È come se noi dicessimo che la questione della salute si risolve con il potenziamento degli ospedali e dimenticassimo che la promozione di politiche della salute avviene attraverso il potenziamento del territorio, ma anche e soprattutto attraverso comportamenti di prevenzione, cosa che anche dentro la metafora della salute, forse, ci stiamo dimenticando. Adesso siamo tornati a parlare di territorio e nessuno parla ancora di prevenzione, ma noi, in realtà sappiamo o, meglio, dovremmo sapere che, quando parliamo di salute, abbiamo l'ospedale e la medicina territoriale, ma abbiamo anche la prevenzione.
Uscendo dalla metafora e tornando al tema della sicurezza, leggendo le linee guida e considerando anche la visione che vi sta dietro, è come se noi ci approcciassimo al tema della salute dicendo che basta potenziare gli ospedali. E stiamo facendo questo errore anche nell'ambito della politica della sicurezza, perché qui non si discute il potenziamento di elementi di videocontrollo e di collaborazione con le Forze dell'ordine. Non è questo il tema, cioè nessuno dice che non servono queste cose. Il problema è che se noi facciamo solo queste cose, stiamo commettendo un errore. Ed è un errore che rischia di vanificare anche questo tipo di azione, perché alla base manca il territorio e manca la prevenzione.
Andiamo a prendere alcuni elementi delle motivazioni per le quali la Consulta ha bocciato la legge regionale veneta, se non ricordo male, poche settimane fa. La Consulta ricorda alcuni punti, interessanti anche per noi secondo me. Tanto per cominciare, parla di sicurezza primaria e sicurezza secondaria. La sicurezza primaria, che è l'attività di prevenzione di reati affidata alle forze di polizia, è di titolarità dello Stato. Questo è uno dei primi motivi per cui la Consulta ha bocciato la legge del Veneto.
Ma la cosa interessante è anche che la Consulta parla di sicurezza secondaria, quindi di azioni volte a rafforzare - e questi sono il territorio e la prevenzione citati nella metafora di prima - nel contesto sociale la cultura della legalità e anche a rimuovere le condizioni nelle quali possono svilupparsi fenomeni di criminalità.
Nel provvedimento della nostra Regione tutto questo non lo trovo Presidente. Nelle linee programmatiche questa sicurezza integrata non la vedo, ma vedo solo degli elementi che scimmiottano tutti la sicurezza primaria. Ripeto, quest'ultima è utile e necessaria, ma se immaginiamo che la questione della sicurezza nel XXI secolo si risolva con le telecamere stiamo dicendo che di sicurezza non abbiamo capito nulla. Perché alle telecamere, che sono l'intervento in acuto - stando sempre alla metafora sanitaria - dobbiamo affiancare politiche serie di territorio e di prevenzione, che vuol dire promozione di una cultura non solo della legalità, ma anche della convivialità e della fiducia nell'altro. L'altro non è soltanto una minaccia, l'altro è anche qualcuno con cui insieme devo costruire e prendermi cura del luogo in cui vivo.
Sono necessarie serie azioni di rigenerazione urbana. Ognuno di noi ha esperienza di come, nelle piccole e grandi città e nei quartieri abbandonati, basti rigenerare un parco e creare dei servizi per vedere come un quartiere cambia. Certo, non cambia dall'oggi al domani, ma genera dei processi positivi.
Faccio un esempio a me caro, che non riguarda il Piemonte, ma che ci pu servire a entrare nell'ottica di quello che sto dicendo. Un caro amico del quale mi onoro dell'amicizia - che si chiama Rosario Esposito La Rossa è di Scampia. Come sapete, Scampia era conosciuta soprattutto come piazza di spaccio. Non c'erano biblioteche, librerie, cinema.
A un certo punto, dopo una storia che adesso non ho tempo di raccontare perché non ho abbastanza minuti a disposizione, ma che meriterebbe davvero una discussione a sé, questa persona, insieme a sua moglie e insieme a tanti compagni di viaggio, decide di aprire una libreria, una scuola di teatro e di recitazione per i ragazzi di Scampia.
Tutti gli avevano detto che era assurdo, che era folle, che non sarebbe mai riuscito ma, in realtà, è diventata una delle esperienze più belle a livello nazionale. Ne parlano anche i giornali internazionali e attorno a questa esperienza di libreria, di corsi per i ragazzi, del "libro sospeso" e dello "spacciatore di libri" sono stati messi in campo percorsi - quelli sì di sicurezza integrata - che stanno cambiando profondamente un quartiere difficile come Scampia.
Lasciamo stare un attimo Scampia e l'esperienza illuminante e profetica di Rosario Esposito La Rossa e torniamo in Piemonte.
Di tutto questo, in queste linee programmatiche non vediamo nulla, ma solamente telecamere. Ripeto, nessuno è contro un utilizzo intelligente e moderno delle tecnologie, considerando pure il dibattito che incrocia, in generale, anche nella nostra epoca, il diritto alla privacy e alla riservatezza, di cui mi sembra abbiamo parlato troppo poco. Il tema è che manca soprattutto la prevenzione, il territorio, la sicurezza secondaria.
Questa è una mancanza grave in questo provvedimento, perché il Piemonte ha tanto bisogno di questo tipo d'intervento e ne avremo bisogno tantissimo anche noi.
Da questo punto di vista, non credo che ci sia disponibilità da parte della maggioranza a modificare questo testo, però sicuramente dovremmo farci carico, come Consiglio regionale, di avanzare delle proposte per migliorare questa che è una proposta monca, una proposta che guarda solo un aspetto che, probabilmente, farà aumentare un po' il consenso, ma non risolverà a fondo i problemi di sicurezza integrata.



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliera Frediani, è riferito a una sua richiesta precedente?



FREDIANI Francesca

Sì, Presidente. Sono già intervenuta in discussione generale.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Vicepresidente Salizzoni in qualità di Consigliere.



SALIZZONI Mauro

Grazie, Presidente.
Brevemente, la legge regionale n. 23 del 2007 sulla sicurezza integrata all'articolo 7 istituisce la Conferenza regionale che dovrebbe riunirsi quantomeno una volta l'anno, con gli Enti locali, le Prefetture e le Forze dell'ordine. Mi risulta che questo non sia mai stato fatto e, quindi, è un elemento che porta alla mancata condivisione dei problemi.
In assenza, inoltre, di un'analisi sullo stato della sicurezza è difficile valutare la congruità delle misure. Certo è che investire in tecnologia è positivo ed è lodevole, anche perché è la misura più semplice, per quanto efficacissima. Nella relazione della proposta si citano altre misure, quali ad esempio quella sugli spazi pubblici più critici e la prevenzione delle devianze che, giustamente, sono citate, ma non sviluppate e tantomeno finanziate.
Ritengo quindi che questa proposta deliberativa sia in sé valida, per carente sotto alcuni aspetti, alcuni dei quali davvero importanti.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Marrone, anzi il Consigliere Marrone in questo caso; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
In qualità di Assessore ne approfitto, per economia d'Aula, con il suo permesso, per fare una comunicazione rispetto alle richieste sull'ordine dei lavori presentate dai colleghi delle minoranze. Ho sentito gli Assessori anche se manca ancora la risposta dell'Assessore Chiorino, ma per quello che riguarda l'Assessore Gabusi, ha dato disponibilità nella parte pomeridiana della seduta a dare una comunicazione, chiedendo però che si possa evitare il dibattito e che questo magari possa essere fatto in un secondo momento in Commissione.
Per quanto riguarda l'Assessore Poggio (sto verificando), leggo che anche lei ha dato l'ok a dare una comunicazione nella parte pomeridiana.
Comprenderete che così ogni Assessore può preparare al meglio con i suoi Uffici la risposta per gli approfondimenti. Questa è la parte relativa all'ordine dei lavori.
Approfitto, perché mi ha chiamato in causa anche il Consigliere Ravetti per fare un intervento invece come Consigliere, come membro di questo Consiglio.
Personalmente, mi ritrovo a condividere gran parte di questo provvedimento.
L'ho votato in Giunta proprio perché è un adempimento, fortunatamente, con questa Giunta, approdato anche in Consiglio, dopo che in Giunta, quindi è un adempimento di legge regionale, perché noi come Regione Piemonte abbiamo il dovere di dare il giusto peso al tema della sicurezza e predisporre un piano integrato.
Ci sono anche, peraltro, dei contenuti che io personalmente sposo appieno e ne cito uno tra tutti, perché è un'esigenza davvero molto sentita anche quello della videosorveglianza estesa anche al trasporto pubblico, per anche privato, in particolare dei tassisti, proprio perché è una categoria che vive sulla strada il disagio dei problemi di microcriminalità diffusa sul territorio.
Peraltro, magari anche non condividendo proprio tutto il provvedimento, ma ritenendo che questi temi fossero importanti, l'ho votato in Giunta proprio perché condivido anche l'urgenza di questo provvedimento. D'altra parte proprio per l'esperienza che ho di attività istituzionale, le giuste dinamiche prevedono che la Giunta proponga e che il Consiglio disponga e quindi, che le fasi emendative, di confronto e di miglioramento, se necessario, siano da individuarsi proprio nei passaggi in Commissione e in Aula.
Sinceramente, ritengo che su qualche aspetto qualche miglioramento possa essere fatto. So che comunque è stata avviata un'interlocuzione interna tra i Gruppi di maggioranza, in particolare tra i Capigruppo.
Sul tema dei bandi riservati ai Comuni capoluogo, visto che su altre amministrazioni locali, che magari ne hanno più bisogno, interverranno altri colleghi dopo di me, non voglio rubare tempo rispetto ad altri colleghi anche più preparati. Vorrei soffermarmi, invece, su un altro aspetto sollevato.
Su alcuni comunicati ufficiali ho letto che alcuni sindacati di polizia penso in particolare al SIAP, ma non è l'unico - hanno evidenziato una criticità che io mi sento di condividere, su un tema delicato. Tra l'altro lo dico sinceramente, com'è stato correttamente ricordato dall'Assessore Ricca, la competenza della Regione è nei confronti delle polizie locali e quindi, per la parte della Polizia di Stato, piuttosto che del personale delle altre Forze dell'ordine come l'Arma dei Carabinieri o la Guardia di Finanza, è giusto che quell'interlocuzione istituzionale fosse interna agli ambiti di Questura piuttosto che di altri Comandi. È anche vero, però, che ricavare anche solo un'ora di audizione in Commissione, per consentire a quelle realtà che rappresentano gli operatori che vivono sul campo, sulla strada giorno per giorno, di conoscere le strategie che ci accingiamo a mettere in campo, avrebbe arricchito la portata della norma e, quindi anche il confronto.
In particolare ho registrato, da parte loro, la preoccupazione che alcune misure (penso alle body cam per la polizia municipale) per loro non siano previste.
Non può essere previsto, dalla Regione, su altre forze di polizia impegnate, forse anche di più, in campo (per esempio, al mantenimento dell'ordine pubblico nelle manifestazioni, piuttosto che nel contrasto alla criminalità di strada e al controllo del territorio).
Da parte di alcuni sindacati di polizia è stato registrato il timore che si porti una specie di principio dell'autonomia in campi come la sicurezza quindi anche l'esercizio della forza pubblica da parte delle Istituzioni che, come prevede la Costituzione, e come peraltro noi Fratelli d'Italia convintamente sosteniamo, devono rimanere ad appannaggio esclusivo dello Stato centrale, dello Stato nazionale.
Sinceramente confido che, come centrodestra, come maggioranza e come Giunta regionale, possiamo essere tutti garanti sul fatto che non si andrà mai a modificare quest'assetto istituzionale e che, peraltro, al limite dipende dal Governo nazionale, quindi dal Ministero dell'Interno se la Polizia di Stato e le altre forze armate impegnate in attività di polizia non sono adeguatamente fornite di supporti come le body cam.
D'altra parte, però, c'è un punto che invece è di nostra competenza: gli interventi per l'inclusività sociale che, in questa deliberazione, è il controllo di vicinato, che ritengo meriti un supplemento di riflessione. Lo dico perché sono sempre stato un grande sostenitore del coinvolgimento dei cittadini che vivono sulla loro pelle i disagi dell'assenza di controllo istituzionale del territorio, di mancanza d'incisività nell'azione di repressione della criminalità diffusa.
Nella mia pluridecennale attività politica ho avuto modo di partecipare, e in molti casi anche di promuovere iniziative sul territorio (passeggiate per la sicurezza, fiaccolate, che poi sono state più volte impropriamente definite ronde, ma sono sempre state, e ci tengo a sottolinearlo in questa sede, anche per il ruolo istituzionale che ricopro, delle manifestazioni di natura politica o civica), volte a fare emergere un disagio, a segnalare un problema e, quindi, a chiedere una risposta concreta e incisiva a quelle istituzioni che hanno il ruolo istituzionale di fornire queste risposte che sono appunto le Forze dell'ordine. Non è mai stato un tentativo di sostituzione rispetto a quelle organizzazioni.
Sono convinto che nelle nostre intenzioni c'è il mantenimento di questa netta distinzione di ruoli, però allora credo che, per rassicurare quelle forze di polizia o, meglio, quegli operatori che si riuniscono nelle associazioni rappresentative che appartengono alle Forze dell'ordine, forse sarebbe opportuno, senza assolutamente rinunciare a questa forma di coinvolgimento della cittadinanza e a questo coinvolgimento civico precisare che la figura dedicata, come per esempio il ruolo del coordinatore, che noi vediamo in questa delibera, sia inderogabilmente un pubblico ufficiale, un esponente delle Forze dell'ordine.
Lo dico, intanto, per ribadire la netta distinzione di ruoli, perché è giusto che i cittadini segnalino e che siano ascoltati, soprattutto con la chimera della sicurezza percepita, che è una cosa inesistente, perché la sicurezza c'è o non c'è, non può essere percepita l'insicurezza. Forse è quello che ha allontanato tanta parte di cittadinanza dalle forze politiche, che in passato hanno più volte sventolato questo concetto.
Questo coinvolgimento deve vedere poi il controllo dell'operatività inderogabilmente nelle mani di quelle figure che rivestono gli onori e i poteri, ma anche gli oneri della responsabilità di quest'autorità.
Credo che precisare, che non vuol dire né stravolgere né contraddire quello che è attualmente scritto in questo testo, che la figura del coordinatore debba essere un esponente delle Forze dell'ordine, individuato in sede di Prefettura, in sede di Questura, in Comando interforze o in altre autorità competenti, sia una precisazione importante, anche per un profilo di privacy, poiché dovrebbe essere, se ho capito bene, la figura che raccogliere le segnalazioni che arrivano dai gruppi di vicinato e che vengono poi trasferite alle Forze dell'ordine operative sul campo, per cui si profila anche una questione di responsabilità su dati sensibili piuttosto che su elementi che coinvolgono questioni di privacy. Un esponente delle Forze dell'ordine ha gli strumenti e, soprattutto, ha i titoli per una responsabilità da gestire, che invece un privato cittadino non avrebbe, come neanche l'autorità e gli strumenti.
Penso anche a eventuali profili di responsabilità che potrebbero insorgere come ho letto su alcuni quotidiani, se fosse investita una figura - faccio un caso - come un eletto delle amministrazioni locali decentrate, che invece ha un ruolo politico, perché sono eletti all'interno di una coalizione di partiti e soprattutto sono, sì, pubblici ufficiali nel loro mandato, ma non sono esponenti delle Forze dell'ordine.
Credo esista fermamente una sola maggioranza, che giustamente al suo interno si confronta, e l'oggettiva urgenza di questo provvedimento magari non ha consentito di svolgere con la consueta ritualità questi confronti all'interno di convocazioni, per esempio di Commissione, che sono state inevitabilmente piuttosto veloci e quindi contingentate, a livello di convocazione o di svolgimento.
Tuttavia, come Fratelli d'Italia, come esponente di un partito che ha sempre avuto molto a cuore la sicurezza, ma anche il ruolo delle Istituzioni, quindi anche delle Forze dell'ordine, ritengo che sia una precisazione davvero fondamentale, mi sento di dire quasi irrinunciabile.
Pertanto, non la vedo assolutamente come un contrasto interno, perché siamo nella fase di dibattito generale sulla norma e siamo ancora assolutamente nelle condizioni di andarla a integrare e migliorare, ma è una sensibilità che è giusto, come componente solida, e mi sento di dire anche forte, di questa coalizione e di questa maggioranza, rendere manifesta e portare agli alleati, come anche a tutti i Gruppi consiliari di questo Consiglio regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Questa maggioranza ci presenta sempre delle sorprese. Credo che non si sia mai visto in cinquant'anni un Assessore che interviene come Consigliere per spiegare una posizione diversa all'interno della maggioranza e per illustrare anche il fatto che c'è ancora un ampio dibattito all'interno della maggioranza. Non so se dobbiamo aspettarci emendamenti dell'ultima ora della Giunta sul testo, ma invito l'Assessore Marrone e il suo Gruppo di riferimento a votare gli emendamenti rubricati n. 1) e n. 2) depositati dalle opposizioni sul controllo di vicinato, così lo togliamo da questa delibera.
Al di là di quello, volevo ritornare sulla disponibilità dell'Assessore Gabusi - che ringrazio - a dare un'informativa sui trasporti. Tuttavia devo dire che non va molto bene dare un'informativa e poi chiedere di non discuterla. Capisco l'esigenza dei tempi rispetto ad alcuni provvedimenti ma se si dà un'informativa possiamo metterci d'accordo che interviene uno per Gruppo - se lo si ritiene, perché poi verifichiamo l'informativa su cosa verte - ma dire "vi do un'informativa, ma non si discute, la discutiamo in Commissione", magari chissà quando, per noi non va bene.
Chiederemo una specifica migliore alla Giunta, noi ben contenti se ci dà un'informativa che abbiamo chiesto noi. Lo ringraziamo, ma vorremmo poi discutere nel merito.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
La riflessione che faccio, dopo aver letto con attenzione il provvedimento e partecipato alla discussione attiva all'interno della maggioranza per la quale l'Assessore Ricca si è reso disponibile, è che il provvedimento sia un buon piano integrato sulla sicurezza e sia, nella sua complessità, ben scritto e ne condivido quasi completamente i vari punti.
Tuttavia, ho avanzato delle perplessità che poi sono state recepite dall'ordine del giorno che ho chiesto di attrarre in apertura di seduta firmato dal sottoscritto e dal Consigliere Preioni, Capogruppo della Lega e anche condiviso dall'Assessore Ricca, sulla questione che le body cam vengano estese oltre, ovviamente, agli agenti che operano nei Comuni capoluogo di provincia nella Città metropolitana, anche ad altri Comuni piemontesi.
Questo chiaramente sarà fatto, ovviamente dovrà avere un'altra annualità e quindi la richiesta..



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

Lo illustrerò quando andremo a discutere dell'ordine del giorno in cui si chiederà di intervenire in Unioni montane che superano i 10 mila abitanti o nei Comuni turistici, perché si è visto che con il turismo è necessaria anche una maggiore sicurezza.
Mi permetto alcuni suggerimenti per l'avvenire, come quello di provare a inserire un fondo per gli oneri di difesa nei procedimenti penali a carico degli agenti della polizia locale. So che altre Regioni, prima fra tutte la confinante Lombardia, l'hanno già fatto.
Io vivo nella provincia di Cuneo, una provincia che confina con la Francia.
Penso che inserire nel documento un cenno sulla cooperazione transfrontaliera tra agenti locali e agenti francesi potrebbe essere proficuo per tutta una serie di relazioni e di situazioni che si vengono a creare in territori transfrontalieri.
Poi c'è sicuramente il discorso formazione. Sulla formazione abbiamo già trattato in Consiglio. È importante promuovere una cultura della prevenzione, secondo me, fra gli operatori della polizia locale. La necessità di una formazione mirata e di un aggiornamento costante costituisce un problema fra i principali che abbiamo noi come Regione, che hanno gli Enti locali e la stessa categoria della polizia municipale, anche in relazione alla rapidità con cui cambiano le norme e la loro applicabilità, alle quali dobbiamo riuscire, in qualche modo, a essere di sostegno è fare fronte. La formazione e l'aggiornamento professionale della polizia municipale diventa, a questo punto, una conditio sine qua non per percorrere anche la strada delle autonomie, per stare in Europa, progredire e fare crescere le nostre comunità locali.
L'unico punto, che ha toccato anche l'Assessore Marrone, sul quale ho delle perplessità, tanto poi ci sarà la replica finale dell'Assessore Ricca che lo chiarirà, è sul controllo di vicinato. Ho sentito la proposta del Consigliere Gallo. Io non sono per abolire il controllo di vicinato.



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

Sappiamo che il Veneto ci ha provato e la Corte Costituzionale gliel'ha bocciato, ma sul controllo di vicinato il punto critico è andare a chiarire sotto quale contesto rientra, sotto quale egida. Secondo me non potrà e non deve essere mai privata, ma deve essere sotto l'egida..



(Audio mancante o non comprensibile)



BONGIOANNI Paolo

Si tratta di un punto importante, sul quale mi aspetto un'attenzione e la replica finale dell'Assessore.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in discussione generale. Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi che si sono susseguiti sia la settimana scorsa sia questa mattina. Ho ascoltato non solo la mia parte politica, i colleghi che sono intervenuti o solo i colleghi di opposizione, ma anche, ovviamente, i colleghi di maggioranza.
Da parte mia non ci sono questioni, steccati ideologici riguardanti il tema della sicurezza né in negativo né in positivo. Mi ritengo, tutto sommato, a dispetto di tutto e di tutti, ancora post-ideologico. Certo è che ci sono alcune parti della delibera che non trovano il mio consenso, e su questo vado in scia a quanto hanno sostenuto molti dei colleghi non solo di Gruppo, ma di opposizione, che sono già intervenuti.
La sicurezza, reale o percepita, è chiaramente importante. Però bisogna uscire da una visione un po' ristretta, nel senso che - banalizzo semplifico - vogliamo la polizia locale non solo più attrezzata, diciamo così, ma anche e soprattutto più formata, innanzitutto. Inoltre, la sicurezza, in generale, è anche una situazione di contesto.
Sono d'accordo, quindi, con chi ha detto che va presa tutta una serie d'iniziative a contorno di ciò che porta alla sicurezza, reale o percepita che sia. Io la chiamo "sicurezza di contesto": sono questioni che non riguardano solo competenze ad alti livelli, ma riguardano anche competenze regionali, ancor più, com'è stato evidenziato, del fatto che ci sono alcune parti nella delibera che sono potenzialmente in conflitto con le norme nazionali.
Non ho paletti ideologi sulla sicurezza - lo ripeto - però non vorrei che passasse una visione della sicurezza alla "Commissario Winchester" della serie dei Simpson, tanto per fare una battuta! Penso che ce ne sia la possibilità e si abbia il dovere di mostrare una visione complessivamente matura, diciamo così, della questione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti.
Aggiungo anch'io qualche breve considerazione su questa delibera, che dà attuazione, per il triennio 2020-2022, alla legge 23/2007, approvata, se ricordo bene, dal nostro Consiglio regionale ai tempi della Presidenza Bresso, che riguarda proprio la cosiddetta "sicurezza integrata", ovvero tutti i profili di sicurezza di cui è competente la Regione, in modo particolare i profili della qualità urbana, i profili della polizia municipale, della prevenzione, della socialità e quant'altro.
In questo quadro legislativo, oggi andiamo ad approvare una delibera che traccia, diciamo così, il solco dell'azione regionale per i prossimi tre anni. Lo fa fissando delle linee programmatiche e, soprattutto individuando delle azioni prioritarie, insomma dei progetti sui quali investire dei soldi, per dirla in parole molto povere.
Per quanto riguarda la parte di questa delibera relativa ai principi generali, penso che possano essere sostanzialmente condivisi. Stiamo parlando non tanto di repressione - anzi, direi ben poco - o del concetto di sicurezza dal punto di vista punitivo, che non è di nostra competenza ma di prevenzione. Stiamo parlando dell'ambiente in cui i nostri cittadini vivono, delle comunità in cui i nostri cittadini vivono, dei contesti in cui può maturare una buona qualità della vita, se ci sono determinate condizioni, oppure dove possono maturare, invece, situazioni di disagio sociale che portano con sé, ovviamente, una crescita della criminalità. Ma parliamo anche del tema della sicurezza - su quest'aspetto mi permetto di non essere d'accordo con l'Assessore Marrone - da un punto di vista reale cioè per quella che è, valutando il numero dei reati, distinguendo le zone del Piemonte in base a questi dati, ma anche alla cosiddetta "sicurezza percepita", che non è un aspetto secondario.
Andiamo nelle province con meno densità abitativa, costituite da piccoli Comuni o da Comuni montani con forti aree interne. Io provengo da una di queste province: a Cuneo registriamo un dato reale di reati decisamente più basso rispetto a quello della Città metropolitana, ma abbiamo un livello di sicurezza cosiddetta percepita o, meglio, di insicurezza, che talvolta, in talune comunità dove si sente di più la dimensione della solitudine, è maggiormente percepita.
In questo quadro mi permetto di evidenziare alcuni aspetti della delibera non per quanto riguarda le linee di principio, ma per quanto riguarda le azioni, cioè che cosa si vuole mettere in campo.
La maggior parte dei soldi sono destinati per i cosiddetti "strumenti tecnologici": parliamo di 800 mila euro destinati ai bandi per acquistare questi "cellulari telecamera" di cui dotare gli agenti di polizia municipale, per adesso di Torino, della Città metropolitana e dei capoluoghi di provincia. Parliamo, ancora, di 300 mila euro destinati anche in questo caso, all'acquisto di dispositivi di sicurezza per i taxi.
Infine, parliamo di cifre minori che riguardano la videosorveglianza.
A mio avviso, tutto ciò che la tecnologia può apportare, diciamo così nella direzione di consentire agli operatori dalla sicurezza (quindi, per quanto ci riguarda, alla polizia locale) di lavorare nelle migliori condizioni e nelle condizioni più efficaci possibili, credo che vada accolto positivamente.
Occorre, però, che questi soldi siano spesi bene. E vengo, ad esempio, al tema della videosorveglianza, che è un tema importante; tanto più importante se pensiamo che ha una funzione preventiva, ma anche una funzione di repressione.
È evidente che molti reati (pensiamo ai furti negli appartamenti o alle rapine ad esempio) vengono oggi sventati se c'è una buona rete di videosorveglianza. Ma dev'esserci una rete! Quindi, anche in questo caso non è questione di quantità.
Spesso e volentieri leggo articoli, soprattutto di politici che fanno riferimento alla Lega, secondo i quali le città dovrebbero disporre di centinaia di migliaia di telecamere, eccetera. Il problema non è il numero delle telecamere; anche perché, poi, ci vuole qualcuno che le visioni! E siccome il personale è sempre di meno, se ci sono le telecamere ma nessuno le guarda, questi strumenti servono sostanzialmente a nulla! Ci vengono incontro, invece, le tecnologie, la qualità, la rete l'integrazione. Quindi, ad esempio, l'integrazione tra i Comuni. Su questo credo che occorra assolutamente potenziare le strategie per cui le tecnologie vengono soprattutto laddove abbiamo molti Comuni piccoli. Spesso assistiamo al fatto che in Comuni limitrofi molto piccoli, dove c'è il cartello di confine tra un Comune e un altro, ci sono le telecamere sia in ingresso sia in uscita di entrambi i Comuni. Questo serve assolutamente a nulla, se non ad aver sprecato dei soldi. Ma questo succede anche sull'integrazione tra polizie locali, Prefetture e Polizia di Stato.
Questo è il punto su cui ritengo sia più interessante il documento soprattutto per quanto riguarda l'integrazione e la condivisione dei dati la lettura delle targhe, il costruire delle sale operative nei Comuni più importanti e che abbiano questa capacità.
Io sono stato sindaco di Alba e abbiamo iniziato un percorso in questa direzione, dietro esempio della Città di Torino. Questo è molto importante perché aumenta l'efficacia della capacità di controllo (quindi l'intercettazione anche dei reati) e della prevenzione, senza spreco di denaro e senza un'eccessiva invasione di quella che è la cosiddetta privacy dei cittadini, che peraltro ormai è invasa da tutte le parti.
Però c'è un secondo punto sul quale occorre fare una riflessione. Questo documento, che stanzia un milione e mezzo di euro sulle tecnologie, poi mette 100 mila euro sulla formazione della polizia municipale, in tre anni.
Penso che quest'aspetto sia assolutamente carente. I Comuni hanno due problemi in questo momento: il personale della polizia municipale è sotto organico. È personale che spesso si trova a dover svolgere funzioni amministrative. Addirittura negli ultimi anni fanno anche i messi notificatori per conto del tribunale, più di quanto non li facessero prima per cui hanno carichi di lavoro che hanno poco a che vedere con quella che dovrebbe essere la loro funzione. C'è meno personale e, soprattutto, con meno formazione, in un mondo totalmente cambiato. Pertanto, quando parliamo di sicurezza a livello comunale e a livello di comunità, è importantissimo riuscire a dare una corretta e adeguata formazione agli operatori della polizia municipale.
L'invito è di aumentare questa cifra e potremmo farlo già subito in maniera molto semplice. Il controllo di vicinato, così com'è disciplinato o non è disciplinato da questa delibera - che è tutt'altra cosa rispetto alla legge del Veneto, che peraltro è stata dichiarata incostituzionale - non serve a nulla. Stanziare 20 mila euro per i coordinatori del controllo di vicinato significa buttare i soldi dalla finestra. Se fin da ora prendessimo quei 20 mila euro e li mettessimo sulla formazione della polizia municipale, credo che faremmo un qualcosa di più veloce e avremmo già 20 mila euro in più per un settore estremamente importante.
L'ultimo tema che voglio toccare, sul quale mi pare che questa delibera che ho apprezzato per alcuni aspetti - invece sia molto carente, è che si dimentica di essere una delibera di sicurezza integrata a tutto tondo, di sicurezza urbana, che non è soltanto polizia municipale, ma è decoro dei quartieri. La sicurezza è legata al contesto urbano in cui si vive, è decoro delle periferie, è illuminazione pubblica adeguata, è socialità. I dati lo dicono chiaramente: i quartieri più vivi e più attivi sono quelli in cui i fenomeni criminali si manifestano di meno. Su tutto questo, che è un compito precipuo della Regione, non troviamo nulla o quasi, se non delle dichiarazioni di principio, e soprattutto non troviamo delle risorse.
Pertanto, credo che, sotto il profilo della formazione e della qualità della vita in generale su cui la Regione può incidere, si possa e si debba fare molto di più.
Termino, dicendo che il documento ha delle parti condivisibili e delle parti migliorabili, ma sinceramente non ho apprezzato la presentazione del documento che ha fatto l'Assessore Ricca nel precedente Consiglio regionale, quando, ancora una volta, inquadra il tema in una logica propagandistica. La sicurezza è un bene comune, la sicurezza non è né di destra né di sinistra, tanto più la sicurezza integrata che, ripeto concerne la prevenzione di reati e la qualità della vita dei cittadini.
Voler strumentalizzare a fini elettorali un tema così importante, credo sia un aspetto che vada stigmatizzato in maniera negativa. Cerchiamo tutti - e noi stiamo dando il nostro contributo - di lavorare affinché i piemontesi che abitino in una grande metropoli o in un piccolo paesino di collina e di montagna, possano essere nelle condizioni di vivere con una buona qualità della vita, anche sotto il profilo della sicurezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola l'Assessore Marrone; ne ha facoltà.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
È solo per un aggiornamento rispetto alla richiesta del Consigliere Gallo.
L'Assessore Gabusi dà la sua disponibilità con la proposta di un intervento per Gruppo, solo per limitare un po' le tempistiche della durata del dibattito. Però chiede di farlo alle ore 15 a inizio della sessione pomeridiana, rispetto alla sua agenda.
Se siamo tutti d'accordo, potrebbe inserirsi successivamente l'Assessore Poggio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.



(Audio mancante o non comprensibile)



GIACCONE Mario

Alcune considerazioni rispetto agli interventi che mi hanno preceduto finora, la maggior parte dei quali sono stati svolti da componenti dell'opposizione.
Emerge chiaramente che la sicurezza, come ha detto alla fine del suo intervento il collega Marello, non è un tema di una sola parte politica, ma è una consapevolezza diffusa in tutte le ali del parlamentino regionale piemontese. Vale a dire che sia per il centrodestra sia per il centrosinistra sia per il Movimento 5 Stelle, come abbiamo ascoltato dalle parole del collega Bertola, il tema è cruciale per tutte le maggiori forze rappresentate all'interno del Consiglio regionale piemontese.
Per noi, in ogni caso, se le misure non sono repressive, ma di gestione intelligente integrata della dimensione sicurezza, non c'è nulla in contrario. Invece, possono esserci dei ragionamenti volti, a definire il modo o il miglioramento dei provvedimenti previsti dalla maggioranza, in questo caso.
In particolare - lo dico tranquillamente, senza strumentalizzazioni, anche se mi trovo all'opposizione - ci sono alcuni elementi che, proprio sulla base dei principi che ho appena espresso, secondo me, sono importanti e di rilievo e vanno presi in considerazione.
Lo scambio d'informazioni tra la polizia locale e le forze di polizia territoriale, l'interconnessione tra le varie forze, la possibilità di scambiarsi informazioni che consentano, in un clima di collaborazione, di raggiungere più rapidamente l'obiettivo comune sono senz'altro aspetti fondamentali, come anche (è già stato detto, ma lo ripeto, perché lo è anche per il nostro Gruppo) l'aggiornamento dei professionisti. È chiaro che mi riferisco ai professionisti sempre più al passo con i tempi, con nuove tecnologie e a conoscenza dei meccanismi, anche psicologici, che preludono ai rapporti sia con i cittadini sia con i cittadini che eventualmente stanno infrangendo la legge. Sono tutti aspetti anche per noi positivi.
Non altrettanto positiva (lo dirò in una seconda parte dell'intervento) è la necessità di formare, invece, gli eventuali coordinatori dei gruppi, in relazione con la polizia, del controllo di vicinato che, invece rappresenta per noi una dimensione più critica del provvedimento, ma del resto mi sembra sia un elemento di criticità che è stato sollevato non solo dalle forze di opposizione, ma anche da alcuni componenti delle forze di maggioranza.
Nel momento in cui diamo un sostegno alle forze di polizia in termini economici e straordinari, e qui lo stiamo facendo in maniera forte e significativa, anche noi ci troviamo favorevoli.
Direbbe qualcuno in quest'Aula: ci mancherebbe che non si pongano delle quote a copertura degli straordinari delle Forze dell'ordine per quanto si sono impegnate nel periodo del COVID che ancora non è terminato, quindi niente in contrario. Osservo che c'è una grossa cifra destinata allo strumento tecnologico del body cam, addirittura 800 mila euro, cosa che pu aiutare nell'individuazione e, soprattutto, nella possibilità di portare come elemento di prova determinati comportamenti devianti. Tuttavia, mi duole solo dire che se, da un lato, sostengo tutte le Forze dell'ordine che si comportano correttamente, dall'altro siamo in un paese in cui facciamo sempre difficoltà a individuare eventuali abusi inversi, segnalare con facilità e addivenire all'individuazione di chi, invece, le Forze dell'ordine le macchia con dei comportamenti di abuso nei confronti dei cittadini.
Rispetto agli strumenti di maggiore sicurezza all'interno dei taxi, anche qui, è un provvedimento dal quale non ci differenziamo e neanche prendiamo le distanze: è legittimo, perché i tassisti si trovano costantemente sul suolo pubblico anche nei momenti decisamente più pericolosi della giornata come può essere la notte, e si trovano anche in situazioni di difficoltà rispetto alla possibilità di potersi proteggere.
Mi domando, però, perché ci sia solamente una categoria così specifica singola e individuata a beneficiare di un importo, alla fine, decisamente significativo di 300 mila euro, quando i lavoratori che sono presenti non soltanto in città a Torino, ma anche su tutto il territorio piemontese sono in realtà molto più numerosi e differenziati. Ci sono molti altri lavoratori che sono in situazioni di pericolo e ai quali un contributo rispetto alla possibilità dell'installazione di strumenti di sorveglianza potrebbe dare un ulteriore beneficio. Ce ne sono altri che vivono in una situazione di pericolo e di costante possibilità di incorrere in fenomeni di microcriminalità cui questo provvedimento non si rivolge.
Nulla da dire in contrario per quanto riguarda maggiori protezioni sui taxi, ma mi chiedo perché andiamo a scegliere una singola categoria o un singolo comparto lasciandone molti altri scoperti e senza un qualche elemento di sostegno quando, magari, con sacrifici sono già state affrontate spese significative per la propria sicurezza.
Veniamo, invece, all'argomento che ho trovato più ostico e sul quale ci sono le maggiori perplessità da parte nostra rispetto al documento: il controllo di vicinato e, soprattutto, la presenza all'interno di questo di un coordinatore o di una figura che dovrebbe fare da interconnessione tra le forze di polizia e gli stessi cittadini.
Penso che la creazione di questa figura, come anche la creazione di questo sistema, dev'essere ben valutato, perché mi pare che si configurino dei rischi oggettivi di abusi o di concentrazione, anche se piccoli, di poteri che potrebbero creare squilibri all'interno tra i cittadini in un medesimo quartiere. Mi sembra che la medesima preoccupazione sulle difficoltà che potrebbero emergere sia stata già manifestata addirittura dalle forze di maggioranza.
Oltretutto, se scegliendo un cittadino rappresentante di un certa area prendiamo anche l'iniziativa di remunerarlo e di incentivarlo nella partecipazione, mi sembra che si voglia creare una sorta non voglio dire di "stato di polizia", ma di possibile creazione di punti di abuso. Dal nostro punto di vista, chi deve vegliare sull'ordine pubblico sono le Forze dell'ordine, che sono dei professionisti che svolgono bene questa funzione.
Sosteniamo i professionisti e non creiamo figure terze che rivestono anche un ruolo inquietante nella loro possibile evoluzione, perché non si capisce a chi debbano rispondere dei loro comportamenti.
Un elemento finale, che mi consente di concludere anche la riflessione riguarda la riqualificazione urbana e il miglioramento degli spazi all'interno dei quali i cittadini vivono.
Questo, che è uno degli elementi che all'origine potrebbe ricondizionare i comportamenti devianti di un quartiere di un'intera città, è posto come ultimo elemento all'interno del provvedimento, quasi come se si trattasse di un elemento più teorico, filosofico, che tutti condividono e che non si può non introdurre, ma che, in realtà, passa in secondo piano. Dico perch passa in secondo piano: non solo perché messo alla fine, rispetto a tutti gli altri punti del provvedimento, ma anche perché su tutti gli altri punti, forse anche per l'incentivazione dei coordinatori del controllo di vicinato, non è stanziata nessuna cifra. Sembra non esserci nessuna reale volontà, se non un generico cenno, al fatto di dare seguito a questa discussione.
È su questa suggestione che concludo l'intervento, dicendo che l'aspetto forse più critico del provvedimento è l'impossibilità di leggervi un paradigma di natura preventiva e di sistema, se non un'azione nell'ultimo anello del provvedimento. Noi, insomma, stiamo andando a mettere un palliativo sulla coda di un fenomeno, ma non ci occupiamo, o dimostriamo già solo considerando la struttura del provvedimento, di non volerci occupare della testa del problema, cioè di qual è l'origine. Non prevediamo azioni - l'ha detto bene il collega Rossi - riguardo alla cultura della legalità o riguardo alle condizioni in cui certi comportamenti devianti si generano.
Il fatto che manchi una convinzione su questo tema, determinata anche da eventuali poste di natura economica su quei capitoli, giustifica la nostra perplessità nei confronti del provvedimento, alla luce della sua stessa debolezza e scarsità di lunga visione prospettica.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Consigliere Gallo, vuole intervenire sull'ordine dei lavori o sulla discussione generale?



GALLO Raffaele

Ero già intervenuto.



PRESIDENTE

Era già intervenuto, sì.
Ha chiesto di intervenire la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Tengo il video spento perché a tratti sento l'audio e a tratti no, quindi spero che si senta bene.
Partirei dall'esposizione della settimana scorsa, o la chiamerei piuttosto lettura, dell'Assessore Ricca.
Mi sarei aspettata su questo tema, che dovrebbe essere uno dei temi più sentiti da parte di questa maggioranza, una maggiore attenzione, un maggiore approfondimento e anche una maggiore profondità nella trattazione degli argomenti riportati in questo documento. Tutto mi sarei aspettata tranne che assistere a una banale lettura di un testo, benché fosse utile.
A parte che è stato letto soltanto fino a metà, quindi avrei invitato l'Assessore almeno a concluderne la lettura, e poi grazie mille per l'aiuto e il sostegno, perché da soli non ce l'avremmo fatta ad approfondirlo in questo modo.
A parte questa piccola parentesi, mi rivolgo alla Presidenza, con l'intento ovviamente di rivolgermi alla Giunta, nella persona dell'Assessore Ricca ma anche dell'Assessore Marrone, che ha messo del suo all'interno della discussione, quindi volgerò le mie riflessioni su tutti i temi riportati a queste persone.
Francamente, trovo l'atto abbastanza scontato, per non dire superficiale e banale, perché, benché i temi siano condivisibili, avrebbero dovuto essere affrontati in una maniera più approfondita. Vediamo dei capitoletti in cui sono destinate delle risorse per interventi generici; alcuni, dal mio punto di vista, recepibili, alcuni no.
Inizierei, per esempio, dal riferimento contenuto nelle linee guida al disegno di legge del 20 febbraio 2017, il n. 14, che richiede, tra i principi, un approccio non improntato sulla risposta reattiva, perch questa non è sufficiente a rimuovere le cause profonde dei fenomeni di devianza e di degrado che si nascondono sul tema delle dinamiche sociali ed economiche. Questo, quindi, già all'interno del decreto legge ci dice che dobbiamo affrontare tale tema da un altro punto di vista, che è quello della rimozione delle disuguaglianze e della lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze sociali, vale a dire non soltanto con un approccio di tipo reattivo o, comunque, improntato sulla repressione dei fenomeni criminosi. Si vada a rimuovere non il fenomeno criminoso, ma le cause che stanno alla base di questa problematica.
Di tutto questo, però, all'interno di queste linee guida non vedo traccia perché si parla di telecamere e di controllo del vicinato, si fa sfoggio delle parole "rimozione delle problematiche sociali e superamento di queste problematiche", ma, di fatto, non se ne fa riferimento.
Queste frasi sono inserite nel contesto del documento quasi a fare sfoggio di un intento che, in realtà, questo documento non riporta. All'interno del provvedimento si chiede di fare prevenzione attraverso una buona programmazione di quegli interventi che mirerebbero a ridurre questi fenomeni tramite la rimozione delle cause di cui dicevo prima ma, come ho detto, non ne vedo traccia.
Passerei alla trattazione dei vari punti contenuti all'interno del documento. Si parla di riqualificazione e di rigenerazione degli spazi urbani, quasi a dire che queste opere mirano direttamente alla rimozione del degrado e dei fenomeni di criminalità, di quei fenomeni che disturbano la cittadinanza, che vorrebbe vederli repressi e rimossi senza più averne tracce.
In realtà, quando andiamo a fare un intervento mirato alla rigenerazione e alla riqualificazione, facciamo ben più che ammodernare e sistemare gli spazi. Noi andiamo a fare degli interventi proprio dal punto di vista del tessuto sociale della città.
Mi spiego meglio. Alcuni interventi che si sono visti in questi anni in alcune città mirano al miglioramento della qualità degli spazi, ma questi comportano anche un'altra questione: soprattutto in quei quartieri che prima erano di tipo popolare, che racchiudevano un certo ceto sociale, si è passati da questi contesti a una totale gentrification. È un concetto che spesso viene espresso quando i quartieri cambiano, vengono rigenerati e qualificati ma, di fatto, va posta un'attenzione alle dinamiche sociali.
Il processo non può e non deve mettere a margine le persone che ci vivono aumentando ed evidenziando le disuguaglianze di cui parlavo prima incrementando anche, ad esempio, il costo della vita. Questa è un'operazione che è inserita nel contesto delle linee guida e viene posta sotto forma di riqualificazione di un qualcosa di buono.
Tuttavia, dobbiamo stare attenti a quello che succede con queste riqualificazioni, soprattutto se vanno a cambiare la vocazione di un quartiere e vanno a essere aumentate ed evidenziate le disuguaglianze, con la conseguenza che certi cittadini vengono messi a margine e non si possono più permettere la vita all'interno del contesto di quel quartiere. Viene aumentata anche la disparità e, a volte, anche la disuguaglianza e la differenza tra i vari ceti che viene così evidenziata, ma vivere queste situazioni in malo modo da parte della cittadinanza porta anche del malcontento. In questo documento non è riportato.
Sul coinvolgimento dei cittadini, hanno detto praticamente molto i miei colleghi, così come sulla questione relativa al controllo di vicinato. È stata posta l'attenzione alla sentenza n. 236 della Corte Costituzionale che boccia, di fatto, la legge regionale del Veneto per il motivo secondo cui spetta allo Stato legiferare in materia di sicurezza primaria, mentre alle Regioni è consentito fare interventi a sostegno della sicurezza secondaria, come rafforzare le opere legate alla promozione della legalità e rimuovere le condizioni favorevoli alla criminalità e quant'altro.
Soprattutto mi pongo anche una riflessione alla base di quest'azione magari fatta proprio in questo preciso momento storico.
Tutti quanti abbiamo assistito alle scene durante il periodo del lockdown.
Siamo sicuri che, inserendo un'azione di questo tipo, proprio in questo momento, non si vada invece a creare una sorta di controllo spropositato? Un sentiment all'interno della popolazione in qualcuno che si arroga magari il diritto di giudicare azioni di altri cittadini, giustificandole o comunque, tacciandole come pericolose, come non aderenti al momento sociale che stiamo vivendo? Francamente, la vedo un po' azzardata come scelta, anche per quanto riguarda tutte le scene, che abbiamo visto durante il lockdown, di persone che venivano addirittura aggredite se portavano fuori il cane o se andavano a farsi la corsetta. Se la condizione è questa, al momento ritengo che un'azione di questo tipo non possa essere assolutamente accettabile, perch poi non è quello magari il concetto, ma verrebbe percepita dalla cittadinanza in questo modo e potrebbe essere assolutamente un errore intraprenderla in questo momento, soprattutto a maggior ragione dopo una sentenza che riporta la bocciatura della legge regionale del Veneto.
Sicuramente sarebbe rigettato in qualche modo.
Sul tema delle body cam, si rischia di fare figli e figliastri, come sottolineava prima il Consigliere Bongioanni quando ha chiesto d'inserire un ordine del giorno che richieda interventi anche per i Comuni turistici.
Tutto il resto? Perché noi non lo finanziamo? Perché soltanto i capoluoghi di provincia? Non vengono rilevati problemi al riguardo anche in altri Comuni? Questi contributi sono erogati sulla base di non si sa bene quali criteri - perché ovviamente all'interno delle linee guida non sono riportati - e non si tiene assolutamente conto dei progetti presentati, per cui non si dà nemmeno la possibilità, con questa restrizione, di permettere a un Comune, che non è capoluogo, di presentare un progetto per quanto riguarda l'utilizzo delle body cam e poi si chiede di fornire effettivamente, delle relazioni in base alla buona riuscita del progetto.
Buona riuscita in quale senso, visto che sono delle telecamere che acquisiscono delle immagini durante il lavoro degli agenti? Soprattutto mi chiedo anche se sia stato magari acquisito dalla Giunta, poiché si tratta di riprese e quindi anche di privacy, un parere da parte del Garante su questo tema, giusto per agire anche con qualche parere in più sull'argomento.
A parte questi rilievi, che sono anche stati portati da altre forze politiche di minoranza, credo che il sentore sia lo stesso da parte di tutti. Forse sarebbe il caso di analizzare punto per punto la delibera perché vedo che ci sono delle perplessità anche all'interno della maggioranza stessa.
L'Assessore Marrone si è sentito di dover intervenire come Consigliere per evidenziare anche quelle che secondo lui sono le problematiche all'interno di queste linee guida. Io non voglio sindacare sul perché non sia stato fatto prima, da parte della Giunta, un approfondimento. Certo è che in Consiglio regionale bisogna approfondire, perché anche le minoranze hanno il diritto di dire la loro.
Forse, la prossima volta, affrontando un provvedimento di questo tipo, con maggiore attenzione e con maggiore dialogo al fine di costruire effettivamente un documento che comporti le ragioni per cui dev'essere scritto, cioè quello che dicevamo prima, quella di rimuovere le motivazioni che stanno alla base e sulle quali sono fondati questi atti criminosi forse allora il nostro coinvolgimento sarebbe più auspicabile e potremmo anche dare un contributo.
Così improntato e così costruito, secondo me, questo provvedimento è banale, è quello che tutti si aspettavano da parte di un esecutivo di centrodestra. È un provvedimento che non comporta, secondo me, soluzioni concrete e che doveva essere affrontato in modo diverso e più approfondito.
Perlomeno questo mi sarei aspettato da un esecutivo di centrodestra.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Magliano; ne ha facoltà.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà in parte diverso, almeno per l'indicazione politica da quello dei miei colleghi.
Riprendo in parte le parole del Consigliere Marrone, perché penso che ci siano alcuni punti critici; ed è evidente che, anche a mio giudizio, la figura del coordinatore dev'essere formalmente e sostanzialmente agganciata a una figura di riferimento della comunità a livello istituzionale e non può essere solo ed esclusivamente un cittadino che riveste questo ruolo.
Quella preoccupazione la faccio mia, ben sapendo - questo lo dico con grande chiarezza - che vi dev'essere una netta divisione tra i compiti istituzionali che, in questo momento, sono dati dal nostro ordinamento costituzionale, e non solo dal punto di vista del mantenimento della sicurezza e del relativo controllo da parte delle istituzioni.
Certo è, però, che la mia esperienza di Consigliere comunale, e prima di Consigliere di Circoscrizione, non mi esime dal sottolineare che il problema esiste: è un problema grosso come una casa, che, forse frequentando le periferie della nostra città come faccio io (purtroppo, la sensazione d'insicurezza e di degrado, ahimè, nel nostro capoluogo non riguarda più soltanto gli spazi periferici della nostra città, ma è arrivata anche nel centro di Torino) è più facile percepire. Credo che questo problema necessiti, da parte nostra, di una riflessione; riflessione che, purtroppo, negli anni, non si è fatta.
È evidente che dobbiamo tenere distinte le due categorie di soggetti quando si parla di questo tema: un conto sono le Forze dell'ordine, altro conto sono i vigili urbani, quindi la polizia municipale. Sarebbe decisamente lungo un ragionamento su quanto e come il Governo dovrebbe potenziarle, anche in termini di unità, di equipaggiamento e di possibilità di regole d'ingaggio.
Per quello che riguarda la polizia municipale, mi rendo regolarmente conto che esiste un problema che non credo si limiti solo alla preparazione, perché penso che spesso e volentieri i vigili delle nostre città fanno oggettivamente di tutto e ancora di più rispetto al loro numero e rispetto alla dotazione di cui dispongono. Ritengo, però, che ogni forma di attenzionamento rispetto al tema della sicurezza sia doveroso da parte delle istituzioni.
Ho ascoltato gli interventi di alcuni colleghi della minoranza: con alcuni ci divide anche proprio un'idea d'intervento dal punto di vista della sicurezza. Certo è che ci sono delle cause, evidentemente, come diceva la collega Disabato che mi ha preceduto, su cui bisognerà lavorare ma non si può pensare che questa delega - la delega che è stata espressa con quest'atto - possa occuparsi di tutto ciò che ruota attorno alle cause.
Le cause legate alla delinquenza sono molteplici ed è evidente che i piani istituzionali coinvolti che dovrebbero prendere parte a una risoluzione di quelle cause (cause che hanno a che fare con il disagio sociale, con il problema economico, con il problema delle dipendenze) sono molti. È evidente che parlare di cause e aspettarsi che una legge che concepisce un intervento di questo tipo si possa occupare di tutto ancorché venga scritto nella norma, è effimero.
Penso, però, che la vera questione non sia tanto parlare di repressione, ma di "deterrenza". Noi dobbiamo mettere in campo tutte le misure che permettano il più alto livello di deterrenza possibile. Perché è evidente che c'è una cittadinanza (almeno quella dei capoluoghi, almeno quella del capoluogo torinese e non solo) molto stanca, affaticata, che ha la percezione di non essere tutelata, di non essere salvaguardata, che vi siano due pesi e due misure. Questo, evidentemente, è il sentire comune.
Nella mia attività politica, in questi ultimi nove anni d'impegno nella città di Torino ho avvertito l'aumento, dal punto di vista anche del discredito, della non capacità di dare risposte effettive ed efficaci. E non c'è niente di peggio - questo lo dico anche rispetto ad alcuni interventi che ho sentito - da parte delle forze che si dicono "sociali" di non rendersi conto che forse proprio le fasce più deboli avrebbero bisogno di un intervento, a maggior ragione, sul tema della sicurezza.
È evidente che alcune fasce sociali, una parte della loro sicurezza una parte della protezione della loro vita personale e dei loro beni sono in grado di garantirsela, forse perché hanno risorse adeguate per farlo.
Penso, invece, che il tema della sicurezza riguardi trasversalmente tutti e che chi ha a cuore gli ultimi, le fasce sociali più in difficoltà, le persone che hanno un più alto tasso di povertà, debbano trovare nelle istituzioni realtà capaci di garantire la sicurezza, anche in quei quartieri che, in questo momento, stanno scivolando oggettivamente in una difficoltà del controllo sociale e del controllo giuridico di quello che accade.
Mi auguro, insomma, che nella replica l'Assessore Ricca possa recepire nel testo anche alcune perplessità e alcune preoccupazioni espresse dall'Assessore Marrone. Perché penso che non dobbiamo correre il rischio di creare ronde che poco hanno a che fare con il controllo di vicinato e che riflettono una "giustizia fai da te". Noi dobbiamo consentire ai cittadini di fungere da "antenne" e "sentinelle" in sostegno e aiuto alle Forze dell'ordine e ai nostri vigili urbani. Evidentemente, stiamo parlando del capoluogo come forma di sperimentazione, ma ho avuto modo di valutare la bontà di alcuni di questi progetti soprattutto in paesi del più vicino hinterland, soprattutto in paesi che magari vivono una dimensione collinare, dove ci sono poche case.
Il fatto che ci si possa aiutare con un controllo di vicinato l'ho percepito addirittura come possibilità di "cittadinanza attiva", cioè di qualcuno che si mette nelle condizioni di guardare cosa capita a casa propria e anche nel circondario. Certo è che, nel caso in cui il progetto si estenda a tutti i Comuni, sarà doveroso gestire bene la filiera dell'informazione e la filiera del comando, che faccia sempre e comunque riferimento, in ultima istanza (penso nei Comuni limitrofi a Torino o nei piccoli Comuni), al Comandante dei vigili urbani (ho visto esperienze di questo tipo, ad esempio, a Baldissero).
Vado alla conclusione, Presidente, ribadendo che sarò attento alla risposta che darà l'Assessore Ricca rispetto alle osservazioni del Consigliere Marrone. Penso che su questo tema certo si poteva fare di più si poteva intervenire con più forza, si potevano mettere più risorse insomma si potevano fare tante altre azioni. Ritengo, però, che qualsiasi cosa che possa far crescere il livello di deterrenza e, quindi, far capire a chi vuole, purtroppo, scegliere la via del microcrimine o del crimine come condizione di vita che non gli conviene, sia quantomai auspicabile.
Occorre far sapere a costoro che le istituzioni, compattamente, faranno di tutto per dotare i nostri agenti di polizia municipale e gli altri agenti di polizia territoriale di ogni misura, affinché siano tutelati innanzitutto, coloro che fanno rispettare le leggi, i regolamenti urbani e i regolamenti legati alla sicurezza cittadina (quindi un ulteriore sostegno e aiuto verso queste persone che non finirò mai di ringraziare). In secondo luogo, occorre far capire che noi, da questo punto di vista, non saremo affatto benevoli verso comportamenti che poco hanno a che fare con una convivenza civile.
Detto questo, concludo il mio intervento attendendo con interesse che cosa sarà proposto dalla Giunta o se saranno recepite alcune preoccupazioni che sono state espresse in Aula.
Però, come Gruppo, pensiamo che in questa fase la sicurezza e qualsiasi forma di deterrenza e di contrasto alla criminalità vada vista quantomeno con un'attenzione che non si limiti solo ed esclusivamente ai luoghi maggiormente abitati. Per intenderci meglio, stamattina ho discusso un'interpellanza legata all'Astanteria Martini, per chi conosce questa struttura.
Sappiamo bene che tutti i luoghi abbandonati rappresentano un polo attrattivo per il degrado, per la microcriminalità e per lo spaccio, per cui dobbiamo intervenire, ridando vita ai luoghi e opportunità agli spazi in modo tale che i cittadini se ne possano riappropriare. Non possiamo pensare però, in base al mio pensiero politico, che questa sia l'unica forma di contrasto alla microcriminalità. Dobbiamo avere parti delle nostre città maggiormente illuminate, ma questa non può essere l'unica forma di contrasto alla microcriminalità. Per contrastare il degrado e la criminalità dobbiamo evidentemente agire, mettendo il maggior numero di strumenti di deterrenza nelle disponibilità dei nostri agenti, in modo tale che anche su questo ci sia maggiore controllo e attenzione.
Per quello che riguarda il tema della videosorveglianza, quest'ultima ormai è diventata una dimensione strutturale su come noi possiamo garantire tanti aspetti della nostra vita, ma anche e soprattutto l'aspetto della sicurezza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sull'aspetto della sicurezza ci sarebbe moltissimo da dire, ma andando al sodo, senza fare ragionamenti filosofici su cosa sia la sicurezza o altro posso dire una cosa. Quando pensiamo di risolvere il problema con le telecamere, ricordo che ci sono tantissime realtà locali e tanti piccoli Comuni che, in situazioni di bilancio favorevole, come il Comune di Alessandria, hanno fatto un programma d'installazione di telecamere sul territorio della città. Nel giro di poco, però, queste telecamere hanno iniziato ad avere problemi, in alcuni casi si sono rotte e non si avevano le risorse per ripararle.
Nel momento in cui andiamo a fare degli interventi per avere maggiori punti di visione e di monitoraggio e più telecamere, dobbiamo renderci conto che aumentiamo anche il costo di gestione. Le telecamere, tra l'altro, sono dei deterrenti fino a un certo punto, perché laddove riescono a essere da deterrente rispetto a tutta una serie di azioni criminali - ad esempio furti e rapine che possono avvenire in città - non risolvono il problema del denaro e il modo di vivere del criminale, che compirà le sue azioni in un altro punto dove, invece, le telecamere non ci sono. Pertanto, questo non va assolutamente a risolvere il problema della criminalità, ma la sposta, creando dei luoghi di serie A e di serie B, che non possono essere monitorati.
C'è anche proprio un discorso di risorse umane, perché se dovesse avvenire un fatto criminale - ad esempio, una rapina o quant'altro - le telecamere ci consentirebbero probabilmente di ricostruire la scena laddove avviene e non di evitarla. Bisognerebbe avere una persona che, con un tot di terminali, può monitorare quello che avviene all'interno della città. In una città grande serviranno più persone per monitorare diversi terminali collegati alle telecamere, in modo da intervenire tempestivamente e informare le Forze dell'ordine nel momento in cui avviene un certo fatto ammesso che riesca a decifrarlo dalla telecamera, il che non è facile perché anche i software fanno fatica a fare questo. A meno che non si abbia un cospicuo numero di personale adibito, si può solamente intervenire ex post, quindi ricostruendo il fatto che è avvenuto e che è stato ripreso da quella singola telecamera.
E, torno a dire, nel momento in cui si sparge la voce che in un dato luogo c'è una telecamera, oppure i vari criminali di città si accorgono che in un certo posto non possono commettere determinate azioni, semplicemente si sposteranno a farle in un altro punto. Di conseguenza, è un po' semplicistico pensare di risolvere un problema mettendo delle telecamere perché il problema si sposta. È come nascondere la polvere sotto il tappeto: non è che, se non la vedi in quel punto, vuol dire che non c'è c'è da un'altra parte ed è comunque presente.
Per quanto riguarda il discorso di quelle che sono definite le ronde o il controllo di vicinato, mi permetto di dire che se s'investisse un po' di più sulla coscienza civica di tutti, di questo non ci sarebbe bisogno.
Tutti dovremmo essere cittadini attivi e controllare, ma controllare in senso positivo, partecipando alla vita di comunità e a quello che avviene nel territorio dove si risiede. C'è anche da dire che questo non pu avverarsi se non c'è una forte compattezza a livello sociale nel luogo in cui andiamo a fare questo tipo di valutazioni. Ad esempio, in un piccolo paese dove si conoscono tutti è molto più semplice avere un'azione di controllo civico, perché ognuno fa la sua piccola parte senza organizzarsi in ronde, a differenza della città.
Mi permetto di dire che un'organizzazione da parte di persone che girano come se fossero delle guardie per garantire la sicurezza dei cittadini non è proprio il massimo, anche dal punto di vista del decoro. È come militarizzare con dei civili un determinato territorio per contrastare tutta una serie di eventi, ammesso che poi li si riesca a contrastare. Se si arriva a fare questo, vuol dire che lo Stato ha palesemente fallito e non è riuscito a risolvere il problema della criminalità La criminalità non nasce perché mancano i controlli, ma perché c'è del disagio e perché c'è un basso livello culturale tra le persone che commettono determinati fatti. Parlo di un certo tipo di reati, ovviamente mi riferisco ai reati comuni, ai reati di strada e non certo ai reati da "colletto bianco" che, forse, sono quelli meno percepiti, ma che provocano i danni maggiori all'interno della nostra società.
Mi sono permesso di fare questo ragionamento per dire che non è così semplice anche il segnale che si manda alle varie comunità, mettendo in campo tutta una serie di azioni che voi definite "deterrenti" ma che, a mio avviso, non lo sono, semplicemente perché vanno a spostare un problema senza affrontarlo, cercando di reprimerlo, senza rendersi conto che questo problema si sposta, perché non lo si risolve reprimendolo ma prevedendolo.
Questo non si può fare con una politica di paura e di controllo, ma con una politica di coinvolgimento e di educazione, come ci dimostrano i paesi nordici, che hanno un altro tipo di approccio alla criminalità e al contrasto alla criminalità rispetto al nostro.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altri iscritti a parlare, dichiaro conclusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Ricca, per la replica.



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Grazie, Presidente.
Ho ascoltato in maniera attenta e interessata tutti gli interventi.
Anzitutto, mi preme ricordare, essendo questa deliberazione frutto di una condivisione, così come ha ricordato il Vicepresidente Salizzoni dell'articolo 7 della legge del 2007, così come ho fatto in entrambe le sessioni delle due Commissioni intercorse prima della liberazione per l'Aula e durante l'incipit del mio intervento all'inizio dello scorso Consiglio, che quella Conferenza regionale sulla sicurezza integrata si è svolta il 26 ottobre, quindi non è vero che non è mai stata fatta. Mi preme ricordare che la prima edizione è avvenuta nel 2008 e le successive nel 2009, 2012 e 2013. Dal 2013 al 2020 c'è stata una vacatio che siamo riusciti a colmare quest'anno. Ci tenevo a ricordarlo giusto perch rimanesse a verbale.
Presidente, mi permetto una doverosissima considerazione, ringraziando sia i Consiglieri di minoranza, che hanno giustamente espresso le loro riflessioni, sia quelli di maggioranza, con i quali c'è stata un'interlocuzione nel corso di questa settimana.
Mi preme ricordare che noi siamo lo Stato. La Regione Piemonte si configura nel meccanismo legislativo dello Stato e lo Stato italiano è, allo stesso tempo, rigido e flessibile; rigido nelle sue istituzioni, flessibile nell'interlocuzione tra le stesse. La Regione Piemonte non può obbligare la Prefettura a fare qualcosa, ma può, senza nessun problema, lavorare insieme con la Prefettura e consigliare dei tavoli appropriati, così come avviene quotidianamente nel corso delle proprie interlocuzione.
Ed è per questo che mi sento di accogliere quello che diceva il Consigliere/Assessore Marrone nel suo intervento di prima, perché la preoccupazione, che qualsiasi amministratore pubblico può porsi, che ci possano essere delle interferenze nel meccanismo del controllo di vicinato è legittima.
Noi non possiamo imporre, quindi non possiamo mettere nero su bianco su una deliberazione, che cosa deve fare la Prefettura. Noi però possiamo lavorare con la Prefettura e lavoreremo nei tavoli in cui la Prefettura è coinvolta che saranno aperti dopo la votazione di questa deliberazione, così come concordato il 26 ottobre durante quella Conferenza sulla sicurezza integrata, dove con la Prefettura, il Questore e tutte le Forze dell'ordine abbiamo concordato e condiviso questo testo.
Mi permetterei, in quanto il lavoro con il Capogruppo Bongioanni è stato assolutamente proficuo, perché ha portato a un ordine del giorno che è condiviso, tanto che è stato sottoscritto anche dal Consigliere Preioni, di autoimpegnarci, perché impegnando la Giunta impegniamo noi stessi medesimi: impegna me, in quanto io voto in Consiglio e attuo in Giunta, il Consigliere/Assessore Marrone idem come me, in quanto fa parte della Giunta regionale e partecipa ai tavoli in presenza congiunta con me.
L'impegno è d'inserire questa richiesta all'interno dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Bongioanni da portare ai tavoli preposti, per il motivo che spiegavo prima: la Regione non può imporre alla Prefettura che cosa fare, la Regione può però lavorare insieme con la Prefettura, ed è un impegno che noi mettiamo nero su bianco, lo votiamo, poi lo facciamo nostro come Giunta e lo portiamo appunto alla Prefettura. Su questo, sono assolutamente favorevole.
È stato detto molto sulla formazione e mi permetto di dire che la formazione, però, è stato e continuerà a essere uno degli assi fondamentali della Regione Piemonte, in quanto mi preme ricordare che la Regione non ha nessun tipo di possibilità d'intervenire sull'ordine pubblico. La Regione partecipa ai Comitati di ordine di pubblica sicurezza in quanto invitata perché condivide e, tante volte, pone - grazie alla sicurezza integrata delle soluzioni o, comunque, può aiutare a trovarne, sia dal punto di vista logistico sia economico. La Regione Piemonte ha permesso l'assunzione di quasi 200 agenti di polizia locale nell'anno 2020 con l'ultimo corso che partirà la prossima settimana, il 21 dicembre, con un corso di aggiornamento per ufficiali, impegnando quasi un milione di euro in formazione.
Quanto al tema che giustamente che ha posto, mi pare, il Consigliere Marello, sui 100 mila euro, noi non possiamo programmare la spesa del prossimo anno sulla formazione in un piano triennale, perché non sappiamo in anticipo qual è l'esigenza di ogni Comune l'anno successivo in cui si deve assumere. Possiamo intervenire modificando, così com'è stato fatto anche quest'anno, le poste di bilancio all'interno dei capitoli, per fare in modo, nel momento in cui si attiva un nuovo corso per assumere nuovi agenti, di andare a contribuire e pagare nella sua interezza quel corso.
Quei 100 mila euro visti per la formazione sono quelli per gli aggiornamenti. I corsi di aggiornamento costano sicuramente meno dei corsi tradizionali per i neoassunti, perché i nuovi agenti hanno bisogno di una formazione più specifica e nuova rispetto a chi è già in servizio da tanti anni.
Mi preme ricordare che, con le modalità online che stiamo sviluppando, la parte teorica di questi corsi, essendo svolta online, permette l'abbattimento del costo stesso del corso (scusate il gioco di parole).
Pertanto, quello che vi voglio dire è che la Regione è sul pezzo, sulla formazione in maniera decisa, impegnando strumenti ed energie, dando la possibilità ai nuovi agenti di inserirsi. È già in programmazione, per il 2021, un altro corso, ma è chiaro che, nel momento in cui noi individueremo il numero esatto di persone, metteremo le poste necessarie per fare in modo che quei nuovi agenti possano essere formati come si deve.
Ripeto: la sicurezza integrata è una parte importante che la Regione mette a disposizione per aiutare le Forze dell'ordine, per rendere la polizia locale integrata e non meri vigili urbani, coloro che agitano la paletta in mezzo all'incrocio per far girare le auto, ma per renderli responsabili e dare la possibilità di essere di supporto, così come lo sono stati durante il primo lockdown, al netto di avere inserito i 500 mila euro per gli straordinari. Il Governo ha dato la possibilità di derogare ai compiti di pubblica sicurezza, ha permesso loro di essere una parte integrante e fondamentale per il controllo del territorio.
Questo è il mio auspicio, ma anche di questo Consiglio regionale, che ad agosto del 2019 votò un ordine del giorno che chiedeva al Governo, nella riforma della polizia locale, di modificare la legge n. 121 e dare la possibilità alla polizia locale di avere compiti di pubblica sicurezza.
Questo, a oggi, non è ancora avvenuto, ma ci auguriamo che possa venire al più presto, così da poter trasformare la sicurezza integrata della Regione in qualcosa di diverso.
Detto questo, Presidente, mi permetto di illustrare brevemente anche i tre emendamenti che ho presentato. Due inseriscono i sistemi di videosorveglianza, sempre per i Comuni, all'interno di questo protocollo quindi andiamo già a finanziare con i fondi di quest'anno i sistemi di videosorveglianza per i Comuni.
Il terzo prende spunto da un suggerimento del collega Riva Vercellotti che, avendo avuto un'esperienza diretta di amministratore provinciale, mi ha fatto notare la necessità di dotare immediatamente di strumenti nuovi e all'avanguardia non solamente la polizia locale e provinciale della Città metropolitana di Torino, ma anche tutte le altre polizie provinciali e i piccoli comandi che lavorano su un territorio più vasto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Grimaldi, vuole intervenire sull'ordine dei lavori?



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'Assessore Ricca ha illustrato brevemente alcuni emendamenti, ma mi pare che la discussione di questa mattina abbia aperto anche dei risvolti, che tra l'altro non conoscevamo, anche d'interlocuzione all'interno della maggioranza e delle opposizioni. Si tratta di alcune cose dette durante la discussione generale, poi ci sono anche dubbi sulla costituzionalità, di cui vi parleremo a brevissimo.
Le chiederei senza ulteriori indugi, mancando nove minuti all'interruzione prevista, di riprendere la discussione oggi pomeriggio. Non so se lei vuole riprendere da questo punto oppure, come ci siamo detti, con le comunicazioni dell'Assessore Gabusi, tra l'altro con un intervento a testa.
Voglio già rassicurare l'Assessore Ricca, perché mi pare che il Consiglio sia convocato fino alle ore 20, quindi ci sarà tutto il tempo per discutere gli emendamenti. Certo è, alla luce delle cose dette sia da esponenti di maggioranza sia di opposizione, che magari ci sarà ancora la possibilità di depositarne uno o due, anche per definire meglio le cose che ci siamo detti questa mattina.
Presidente, le chiedo, formalmente, se possiamo sospendere adesso la discussione di questo punto e riprendere nel pomeriggio, dopo i question time, con l'Assessore Gabusi, per poi riprendere con tutta la serenità nelle quattro ore di tempo che ci separeranno, la discussione finale su questo provvedimento.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Sì, adesso interromperemo anche perché c'è la presentazione dei nuovi emendamenti e in dieci minuti sicuramente non si riescono a discutere perciò possiamo tranquillamente sospendere i lavori. I lavori riprenderanno alle ore 14 con la trattazione dei question time, dopodiché riprenderemo l'esame della deliberazione in materia di sicurezza.
Alle ore 15 ci sarà l'Assessore Gabusi che interverrà per una discussione con il Consiglio sui temi richiesti. Gli lasceremo lo spazio e poi, come concordato, avremo la possibilità di discutere in merito. Successivamente riprenderemo il lavoro dall'esame degli emendamenti presentati. Possiamo tranquillamente sospendere la seduta, anche perché dobbiamo risolvere una questione tecnica a lavori interrotti.
La seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 12.54)



GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori proseguono alle ore 14.09 con l'esame delle interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

In merito allo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, come recita l'articolo 100 del Regolamento, iniziamo con l'esame dell'interrogazione a risposta immediata pervenute.
Oggi si provvederà a rispondere come segue: interrogazione a risposta immediata n. 533, presentata dal Consigliere Silvio Magliano, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n.
534, presentata dal Consigliere Daniele Valle, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 535, presentata dal Consigliere Alberto Avetta, cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi interrogazione a risposta immediata n. 536, presentata dal Consigliere Domenico Rossi, cui risponderà l'Assessore Luigi Icardi; interrogazione a risposta immediata n. 537, presentata dalla Consigliera Francesca Frediani cui risponderà l'Assessore Marco Gabusi; interrogazione a risposta immediata n. 538, presentata dal Consigliere Marco Grimaldi, cui risponderà l'Assessore Icardi.
Prego fin d'ora i Consiglieri e gli Assessori di attenersi rigorosamente ai tempi ed è espressa volontà della Presidenza l'invio delle risposte tramite posta elettronica agli interroganti.
Ricordo che l'interrogante ha a disposizione tre minuti per l'illustrazione, mentre il componente della Giunta ne ha a disposizioni cinque per la risposta, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 533 presentata da Magliano, inerente a "Le visite siano consentite a tutti i famigliari e parenti e non solo nelle RSA"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n. 533.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Magliano; prego ne ha facoltà per tre minuti.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Cercherò di rispettare i tempi e ringrazio l'Assessore per la presenza.
Questa mia interrogazione parte dal fatto che noi abbiamo una categoria debole tra i più deboli. Noi sappiamo bene che in questo momento, al fine di tutelare gli ospiti nelle RSA e le persone con disabilità intellettiva e autismo inserite presso comunità alloggio e strutture equivalenti, questa situazione di emergenza sta privando, di nuovo, alle famiglie di stare vicino ai propri cari. Nel senso che noi sappiamo che i genitori di queste persone, in questo momento, non riescono ad avere contatti fisici e nemmeno contatti visivi, se non attraverso strumenti tecnologici dei propri cari.
Con la circolare del 30 novembre 2020 il Ministero della Salute fornisce chiarimenti e indicazioni per l'accesso dei visitatori a strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice e indicazione per i nuovi ingressi nell'evenienza di assistiti positivi nella struttura.
Sempre la stessa circolare indica, al fine di ristabilire e favorire gli accessi ai visitatori in sicurezza, come già messo in atto in alcune Regioni, di promuovere strategie di screening immediato tramite la possibilità di esecuzione dei test antigenici rapidi ai familiari e parenti visitatori degli assistiti.
In data 2 dicembre la Giunta regionale ha dichiarato, come da misure contenute nella circolare del Ministero della Salute, di consentire l'accesso ai familiari degli ospiti nelle RSA e per aumentare il livello di sicurezza metterà a disposizione gratuitamente i tamponi rapidi per i visitatori. La valutazione del possibile accesso e la redazione di protocolli per la sicurezza degli ospiti, dei lavoratori, dei volontari e dei visitatori, viene affidata al Direttore della struttura.
Tenuto conto che, per permettere una ripresa delle visite nelle strutture per anziani e disabili in modo programmato e contingentato, alcune Regioni come ad esempio l'Emilia Romagna, sono al lavoro per dotare i gestori delle varie strutture di tamponi rapidi per favorire una modalità di screening immediato rivolti ai familiari e ai parenti e ritenuto che è indispensabile trovare una soluzione per permettere ai familiari e parenti di stare vicino ai propri affetti, soprattutto in un momento così delicato e doloroso come quello che stiamo vivendo, sempre ritenuto conto che la sicurezza va garantita e rimane la priorità assoluta, ricordo che accanto alle esigenze sanitarie ne esiste un'altra altrettanto importante, che è quella affettiva e umana.
Interrogo per sapere se sia intenzione di questa Giunta attivarsi presso le sedi competenti, affinché sia permessa la frequentazione di familiari e parenti nelle strutture di accoglienza per persone con disabilità fisica e psichiatrico-intellettiva, come concesso nelle RSA. L'attenzione alle RSA è altissima, e ringraziamo Regione Piemonte per farlo, ma c'è un'altra parte del mondo di queste strutture, legata a chi ha una disabilità intellettiva o motoria che, in questo momento, pare dimenticata. Persone che non vedono i genitori ormai da mesi, persone che sono recluse all'interno della propria struttura per garantirne la sicurezza sanitaria. Noi chiediamo a questa Giunta se sta mettendo in campo misure affinché le mamme e i papà di questi ragazzi e di queste ragazze che spesso sono anche uomini e donne adulte possano, da qui alle feste, trovare la modalità per incontrarsi o vedersi.
È evidente, Presidente, che chi vive questa disabilità ha bisogno di un rapporto, un legame affettivo ancor più di altre categorie e che spesso non avere rapporti, non riuscire a fare attività e non avere una relazione rischia anche di causare una regressione con relative manifestazioni anche preoccupanti dal punto di vista fisiologico e mentale.
Chiedo, su questo, se Regione Piemonte, oltre a occuparsi delle RSA, pu mettere anche un focus su questa tipologia di persone, che ne hanno estremamente bisogno. Per loro e i loro familiari, sia in strutture residenziali sia in comunità alloggio.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Silvio Magliano per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Assessore, non la sentiamo.



(Audio mancante o non comprensibile)



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Ho provato a staccare il video. Adesso mi sentite?



PRESIDENTE

Adesso la sentiamo.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

La Regione Piemonte ha attivato un sistema molto importante di monitoraggio e di controllo delle RSA che prevede anche uno screening con dei tamponi rapidi, ogni quindici giorni, basato su base di rischio.
Per rispondere al discorso che faceva il Consigliere Magliano su quello che sta facendo l'Emilia-Romagna, anche noi stiamo predisponendo e stiamo facendo tamponi per effettuare le visite. Lei ha citato una circolare del 13 novembre 2020 del Ministero della Salute, che introduce indicazioni per avviare una graduale forma di accesso nei presidi residenziali.
Successivamente, il 3 dicembre, è stato emanato un DPCM che lascia inalterato il quadro normativo già presente questa primavera e questa estate rispetto ai precedenti DPCM, ed è anche una norma di rango superiore.
L'articolo 1, comma 10, lettera d) testualmente recita: "L'accesso ai parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungodegenza, RSA hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani autosufficienti e non è limitata ai soli casi indicati dalla Direzione sanitaria dalla struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione." Ne consegue, stante la gerarchia delle fonti normative, che il DPCM successivo alla circolare pone le forme d'accesso ai presidi esclusivamente in capo alla Direzione sanitaria, cioè in capo alla struttura, che, in tal caso, deve dotarsi di tutte le modalità e le tecnologie più opportune per tutelare e favorire questa possibilità.
La Regione Piemonte aveva già adottato un documento che raccomandava delle linee d'indirizzo, ovviamente non vincolanti, per consentire le visite parentali, che - condivido il pensiero del Consigliere Magliano - sono importantissime anche per l'equilibrio psicologico degli ospiti delle strutture. Risultano comunque già attivati in alcuni presidi delle modalità di contatto tra i parenti e gli ospiti, favorite dalle cosiddette "stanze degli abbracci", che, opportunamente installate e sanificate, possono permettere alcuni contatti. A oggi risulta che questa modalità sia stata già utilizzata da ben 150 visitatori (siamo ancora in fase iniziale), che hanno avuto un accesso in strutture residenziali.
Le ASL sono chiamate a ogni forma di supporto alle Direzioni dalle strutture di ogni tipo, proprio per favorire questi contatti. Abbiamo anche sensibilizzato le Aziende sanitarie proprio a farsi parte diligente nel collaborare con le strutture per dare indicazioni, consigli e aiuti proprio per consentire questa importantissima attività (importantissima anche ai fini terapeutici).
Il DIRMEI si sta adoperando per approfondire ulteriormente l'argomento anche attraverso apposita istanza all'Istituto Superiore di Sanità, proprio per diramare delle disposizioni di dettaglio e dei consigli, come dicevo prima, che permettano alle Direzioni sanitarie dalle strutture residenziali che lo ritengono opportuno di garantire l'accesso ai parenti degli ospiti.
In parallelo è stata avviata anche una ricognizione presso i soli presidi sanitari COVID free, al fine di censire la disponibilità delle singole Direzioni sanitarie di presidio ad avviare, anche qui, percorsi di accesso ai familiari degli ospiti.
Per concludere, Consigliere Magliano, quello che lei ha illustrato nella sua interrogazione è un tema cui teniamo molto, cui siamo molto sensibili perché è importante, come lei ha sottolineato, per gli ospiti ma anche per i figli e per i parenti, questa possibilità di contatto, perché questo isolamento perdura da troppo tempo. Mettiamo in campo tutto quello che è possibile fare proprio per favorire queste iniziative.
Grazie, Presidente.



MAGLIANO Silvio

M'invia la nota scritta. Giusto, Assessore?



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Naturalmente.



PRESIDENTE

Come sempre.
Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione a risposta immediata n. 534 presentata da Valle, inerente a "Indicazioni regionali relative alla cura dei cittadini stranieri privi di documento d'identità che accedono al Pronto soccorso e alle strutture ospedaliere"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
534.
Ha chiesto la parola il Consigliere Valle per l'illustrazione; ne ha facoltà per tre minuti.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Impiegherò un solo minuto per illustrare brevemente questa interrogazione anche se ieri ho già ricevuto degli elementi di parziale risposta direttamente dall'Azienda.
Con nota prot. n. 0238391 il Direttore sanitario del Maria Vittoria e Amedeo di Savoia in data 9 dicembre emanava una circolare che istituiva e perimetrava un iter relativo al riconoscimento e all'identificazione dei cittadini stranieri privi di documenti d'identità, che prevedeva, peraltro anche la partecipazione della polizia locale, e che consisteva in prendere le impronte a questi soggetti, eccetera.
Ovviamente, questo tipo di procedura contrasta con il testo unico dell'immigrazione, quando si specifica: "L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non pu comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano".
Inoltre, in questo periodo, tale procedura mi sembra ancora più problematica, perché avrebbe finito per dissuadere il cittadino straniero in condizioni non regolari ad accedere all'ospedale, favorendo una situazione di potenziale pericolosità sociale, oltre che per la persona interessata. In questo momento di difficoltà, la necessità di tenere sotto controllo le epidemie e i potenziali rischi connessi diventa ancora più significativa.
Come dicevo, in realtà già ieri l'Azienda mi ha comunicato che ha provveduto ad annullare questa circolare. Volevamo comunque ricevere una risposta ufficiale anche dalla Regione in questo senso, anche perché la risposta mi è pervenuta dopo la deadline per la presentazione del question time. Volevamo quindi sapere se c'erano state delle indicazioni in tal senso dalla Regione, non solo a queste due Aziende, ma anche alle altre.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Daniele Valle per l'illustrazione.
La Giunta si è resa disponibile alla risposta delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Effettivamente, il decreto legislativo n. 286/1998 dispone che ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno - quindi parliamo di clandestini sono assicurate, nei presidi pubblici e accreditati, le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia e infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva, a salvaguardia della salute individuale e collettiva.
In particolare, il comma 5 del citato articolo 35 dispone che l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme di soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con i cittadini italiani. Per questo, come ha detto il Consigliere Valle, la disposizione non prevede alcuna ipotesi derogatoria salvo quelle espressamente indicate, e va ritenuta pacificamente vincolante non solo nei confronti del personale sanitario, ma anche nei confronti di tutto il personale amministrativo che opera presso gli ospedali e le strutture sanitarie, nonché nei confronti del personale di polizia presente presso la struttura sanitaria, che addirittura non può procedere a controlli e acquisizioni di informazioni su pazienti stranieri relativi alla regolarità del soggiorno.
Questa è una norma che, da una parte, va a tutela della persona malata perché non dev'essere posta alcuna barriera all'accesso alle cure, in quanto dobbiamo curare tutti, ma anche a tutela della collettività.
Infatti, la cura di un soggetto che, magari, soffre di malattie infettive è anche tutelante per la restante popolazione. Su questo, nulla questio.
Nel 2009, a fronte di dubbi interpretativi in relazione alla portata applicativa di queste disposizioni, in relazione all'articolo 10 bis introdotto nel "Testo unico sull'immigrazione" - che prevedeva il reato contravvenzionale d'ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato straniero - l'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte ha provveduto a diramare chiare e tempestive disposizioni volte a confermare che l'accesso alle strutture sanitarie, da parte di stranieri non in regola con le norme sull'ingresso e sul soggiorno, non può comportare alcun obbligo per il personale sanitario, ma neanche la facoltà di denuncia degli stranieri in oggetto, se non nei limiti di quanto disposto dall'articolo 35 comma 5 del decreto n. 286/98.
Nonostante la nuova legge prevedesse comunque il reato d'ingresso e soggiorno illegale per gli stranieri, il personale sanitario, pur rivestendo qualifica di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, non soggiace all'obbligo di denuncia derivante dall'articolo 331 del Codice di procedura penale, proprio in ragione del divieto di segnalazione che ho citato in premessa.
La tutela del diritto alla salute delle persone straniere indipendentemente dal loro status giuridico e con particolare riferimento alle donne e ai minori, tutelata dalla specifica convenzione internazionale, è da ritenersi comunque prioritaria. Disposizioni diverse per il rilascio del codice STPENI (straniero temporaneamente presente europeo nonché iscrivibile) per i soggetti ricoverati o trattati presso il pronto soccorso sono contenute in una nota circolare datata 7 aprile 2011 protocollo 10230, tuttora valide ed efficaci, che adesso vado sinteticamente a elencare.
Per rispondere alla sua domanda, Consigliere Valle, l'ultima disposizione della Regione risale alla circolare della dottoressa Nizza del 2011, in cui si rileva la necessità di identificare la persona straniera non in regola che accede all'ospedale o al pronto soccorso, per finalità diverse da quella segnalazione, cioè per la cartella clinica, per segnalarlo all'ISI ai centri per la salute degli immigrati, per i codici e le procedure di cui dicevo prima, che nulla hanno a che vedere con le denunce per la violazione di norme sull'immigrazione.
Questa circolare, che posso inviarle, prevede l'identificazione e, in caso di assenza di documenti, c'è un modulo allegato di autocertificazione, in cui sono autocertificati i dati anagrafici, sempre per le finalità che ho citato prima, cioè finalità legate all'assistenza e alla cura e anche alla segnalazione nei centri di salute degli immigrati, ma certamente non per finalità diverse, quali l'identificazione e la segnalazione per reati relativi al permesso di soggiorno. Le posso fare avere la circolare e gliela posso mandare immediatamente su Whatsapp.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 535 presentata da Avetta, inerente a "Linea Torino-Aosta: i nuovi orari di Trenitalia penalizzano il Canavese"

Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione a risposta immediata n. 537 presentata da Frediani, inerente a "Soppressione fermate sulla linea Chivasso-Ivrea-Aosta"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
535.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

L'interrogazione riguarda la tratta ferroviaria Aosta-Torino che, come sappiamo, corre per gran parte del territorio piemontese e, in particolare nell'area che collega l'Eporediese (Ivrea) con Torino, passando attraverso alcuni nodi che noi consideriamo cruciali, seppur siano considerate fermate cosiddette intermedie. Mi riferisco a quella di Borgofranco, a quella di Strambino e a quelle di Caluso e di Montanaro, prima di raggiungere il nodo di Chivasso, che è un nodo ferroviario molto importante.
Il nuovo orario di Trenitalia, in vigore dal 13 dicembre, ha introdotto alcune novità che hanno fatto sobbalzare sia i pendolari, attraverso le loro associazioni, sia i sindaci dei Comuni interessati.
Il problema, in particolare, è la soppressione di alcuni treni che correvano a orari molto interessanti per i pendolari, ma soprattutto la soppressione delle fermate intermedie, che certamente avvantaggiano - lo comprendiamo - i viaggiatori che si recano da Aosta a Torino, perché riduce in modo significativo (dodici minuti circa) la tratta Aosta-Torino, ma genera certamente un forte disagio nei confronti dei pendolari canavesani che, invece, si vedono costretti, nel caso abbiano ancora voglia di affidarsi al servizio ferroviario, a prendere l'auto per raggiungere le stazioni di Ivrea o di Chivasso, secondo le loro abitazioni e della città a loro più vicine, intasando il traffico e i parcheggi. Insomma, una situazione che, dal nostro punto di vista, certamente non agevola l'utilizzo del treno per dirla in modo chiaro, perché induce le persone a utilizzare le auto private, con tutte le conseguenze ben note.
Per questo motivo, attraverso questa interrogazione, abbiamo chiesto all'Assessore se, in che modo e con quali tempi intenda affrontare e ovviamente, anche risolvere le criticità che abbiamo evidenziato, ma soprattutto anche i pendolari hanno evidenziato, insieme con i Sindaci.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Avetta.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Presidente, poiché c'è un'interrogazione della Consigliera Frediani di pari argomento, come ho scritto nell'e-mail che le ho inviato, ma che credo lei non abbia letto, le chiedo di procedere con una risposta unica, altrimenti dovrei ripetere sostanzialmente gli stessi argomenti.



PRESIDENTE

Chiedo subito, perché la vedo collegata.
Propongo di fare intervenire prima anche la Consigliera Frediani.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'interrogazione a risposta immediata n. 537.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Le avevo inviato un messaggio su Whatsapp anch'io per segnalarglielo.
Il tema, ovviamente, è lo stesso. Io mi sono concentrata in particolare sulla fermata di Borgofranco, perché avevo ricevuto diverse segnalazioni da parte degli utenti di questa tratta che usufruivano, per l'appunto, di questa stazione. Il tema è quello che ha già posto il collega Avetta.
Si tratta della soppressione della fermata nel nuovo orario invernale.
Ovviamente, non riguarda soltanto la stazione di Borgofranco perché, come diceva prima il collega, ci sono altre stazioni interessate dalle soppressioni: a partire dall'orario invernale, ci sono state queste riduzioni di servizi che, di fatto, così si configurano per gli utenti.
Sappiamo che la gestione e la responsabilità sono regolate da due contratti di servizio che sono stipulati tra Regione Piemonte e Trenitalia, per quello che riguarda la tratta Ivrea-Chivasso-Torino; invece, c'è un coinvolgimento della Valle d'Aosta e Trenitalia per la tratta Ivrea-Aosta.
Pertanto, la responsabilità non è interamente, diciamo, sulle spalle della Regione Piemonte e nel dettaglio dell'Assessore Gabusi, però vorremmo capire quali azioni s'intendano intraprendere per garantire la riapertura della stazione di Borgofranco e garantire a tutti gli utenti di quest'area di usufruire pienamente dei servizi di mobilità su treno.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Gabusi per la risposta congiunta alle due interrogazioni.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente.
Cerco di inquadrare il percorso che abbiamo utilizzato e svolto e di inquadrare le problematiche, che sono simili,ma diverse allo stesso tempo.
La fermata di Borgofranco, infatti, si trova nella tratta Aosta-Ivrea della linea Aosta-Ivrea-Chivasso-Torino: su tale tratta non sono programmati treni di competenza di Regione Piemonte, come ha ben specificato la Consigliera Frediani, ma solo treni di competenza della Regione Valle d'Aosta. In particolare, la fermata di Borgofranco è servita dai treni locali tra Aosta e Ivrea, mentre non è mai stata servita dai treni diretti.
La Regione Valle d'Aosta ha effettuato una gara per l'affidamento dei propri servizi ferroviari, conclusasi nel 2018 con l'aggiudicazione a Trenitalia. Dal momento che il ricorso da parte dell'azienda seconda classificata è stato respinto prima dal Tribunale Amministrativo Regionale e, successivamente, anche dal Consiglio di Stato, la Regione Valle d'Aosta ha potuto stipulare il nuovo contratto di servizio il 26 agosto 2020.
Il 3 agosto 2020, la Regione Valle d'Aosta ha informato l'Agenzia della mobilità e Regione Piemonte sull'offerta prevista dal nuovo contratto di servizio che sarebbe entrato invigore con il cambio d'orario di dicembre 2020.
Si prevedeva, all'interno di questo contratto, una significativa evoluzione sia per quanto riguarda il programma di esercizio, sia per quanto riguarda altri aspetti del servizio, naturalmente a vantaggio della Regione Valle d'Aosta che li aveva inseriti come richiesta in quella gara. La Regione Piemonte e l'Agenzia della mobilità hanno immediatamente riscontrato una serie di criticità che invece erano relative al territorio piemontese elaborando un documento di sintesi che abbiamo inviato alla Regione Valle d'Aosta nel mese di agosto.
A partire dal mese di settembre si sono svolti ulteriori incontri tecnici con la Regione Valle d'Aosta e alcuni incontri politici, seppure un po' in ritardo viste le elezioni che hanno coinvoltola Valle d'Aosta. Sono state analizzate alcune delle criticità e, a seguito di tali incontri,comprendendo parzialmente le ragioni del Piemonte e anche in un contesto di pandemia che rende difficili altre ipotesi e soluzioni nel breve periodo, la Regione Valle d'Aosta ha deciso di rimandare alcune misure previste dal nuovo contratto e di effettuare le modifiche che erano evidenziate nella prima proposta che ci era arrivata ad agosto.
Per quanto riguarda i treni del mattino verso Torino, i primi due treni diretti da Aosta a Torino effettuavano alcune fermate intermedie nella tratta Ivrea-Chivasso al servizio delle località piemontesi, quelle citate dal Consigliere Avetta. Tali fermate sono particolarmente importanti, in quantopermettono ai pendolari piemontesi di raggiungere Torino negli orari di punta delle 7.35 e 8.35.
A seguito dei colloqui e vista l'eventualità di eliminare le fermate di Strambino, Caluso e Montanaro, abbiamo assunto un accordo con la Regione Valle d'Aosta per cui il treno 2702, che arriva a Torino Porta Nuova alle 7.35, fino a giugno 2021 effettuerà le fermate di Strambino, Caluso e Montanaro. Questo non vuol dire che dopo non le effettuerà più, ma vuol dire che ci siamo dati appuntamento alle prime settimane dell'anno per immaginare insieme a RFI lo scenario successivo.
Per quanto riguarda l'altro orario, Regione Piemonte e Agenzia della mobilità hanno introdotto un nuovo treno in sostituzione che arriverà a Torino alle 8.35 richiedendo una traccia nuova a RFI. Per permettere un miglior interscambio e per ridurre i tempi di percorrenza,è stata anche richiesta la modifica dell'orario di fermata a Chivasso del treno regionale veloce.
Per quanto riguarda Borgofranco, prima del 13 dicembre erano previsti 17 treni al giorno, quelli di cui vi dicevo prima, da Aosta a Ivrea. Il numero di saliti e discesi è relativamente basso, nel senso che sono pochi utenti ma la verità è che su questa tratta, salvo i treni della Valle d'Aosta, non ci sono altri treni. Perciò, seppure Borgofranco, come città, sia servita da molte linee di pullman, l'eliminazione completa di tutte le fermate vuol dire anche la chiusura totale di una stazione, una depauperazione a livello territoriale e del patrimonio immobiliare.
Ecco perché, nel nuovo programma di esercizio, non essendo prevista la fermata, abbiamo richiesto alla Valle d'Aosta, essendo anche logisticamente quasi tutta tratta valdostana (nel senso che parte da Ivrea e va in Valle d'Aosta, con Borgofranco come ultima fermata in Piemonte) di rivalutare questa possibilità.
La Valle d'Aosta si è resa disponibile, ma da subito abbiamo detto e chiesto alla Valle d'Aosta e a RFI di ripristinare immediatamente le fermate che non creano disagio alla circolazione, intendo dire le fermate che oggi - e sono quattro o cinque treni, mi risulta - fermano a Borgofranco per motivi tecnici di scambio del binario, ma che non aprono le porte. Questo ci sembra davvero un'assurdità. Comprendiamo l'esigenza della Valle d'Aosta di arrivare più velocemente a Torino; comprendiamo che ci siano difficoltà, avendo avuto un'offerta, in un contratto di servizio, che prevedeva tempi più celeri, ma riteniamo assurdo che i treni, che siano tanti o pochi, che oggi fermano a Borgofranco comunque, non aprano le porte. Riteniamo che questo vada fatto da domani e senza indugiare oltre.
Se la domanda è cosa pensa di fare la Regione Piemonte o quando pensa di agire, dico che abbiamo agito da subito, persino ancora prima che ci fosse l'ufficialità del contratto di servizio. Appena abbiamo avuto le comunicazioni abbiamo anche - tra virgolette - ottenuto qualcosa, nel senso che le fermate di Caluso, Montanaro e Strambino si sono ripristinate, anche se non comparivano nel contratto della Valle d'Aosta. Naturalmente lavoreremo - e la Valle d'Aosta lo sa - dalle prime settimane del prossimo anno, affinché questa non sia una soluzione d'emergenza, ma sia una soluzione stabile, così come abbiamo chiesto alla Valle d'Aosta di inserire nuovamente la fermata di Borgofranco da subito con quei treni, come vi ho detto, che oggi fermano per motivi tecnici, ma anche sugli altri.
Sappiamo che la Valle d'Aosta deve tutelare i suoi cittadini e i suoi utenti e ne siamo rispettosi; d'altro canto, abbiamo fatto presente al gestore dell'infrastruttura, a RFI, che la tratta è una tratta pubblica una tratta di tutti. Probabilmente Trenitalia, nel momento in cui ha fatto l'offerta, ha fatto i conti senza l'oste o, almeno, senza uno degli osti in questo caso la Regione Piemonte, che ha pari diritti, almeno pari diritti, su una tratta che viaggia da Ivrea a Chivasso in territorio piemontese. Questo non dà diritto di scegliere le tratte, ma certamente dà diritto di sedersi almeno al tavolo e capire insieme qual è il modo migliore per servire i cittadini che, rispetto al trasporto pubblico, come spesso diciamo in tema di turismo e di affari, non sono diversi se attraversano una Regione o se risiedono in un'altra Regione.
Pertanto, dobbiamo cercare di tutelare il trasporto pubblico. Abbiamo messo una toppa a un contratto ben fatto per la Valle d'Aosta, ma mal fatto per noi, che certamente non tiene conto di tutti gli interessi in campo.
Abbiamo tamponato sulle tre fermate, un po' meno su Borgofranco, su cui dobbiamo rimediare immediatamente, e ci poniamo l'obiettivo di trovare una soluzione stabile, perché queste sono tre fermate importanti, sono tre fermate che non possono certamente essere saltate per una decisione unilaterale, che certamente non ci può vedere favorevoli.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Marco Gabusi, sempre puntuale con le sue risposte.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Interrogazione a risposta immediata n. 536 presentata da Rossi, inerente a "Visite ai parenti in RSA"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
536.
La parola al Consigliere Rossi per l'illustrazione.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, ma ho un problema di linea e non riesco ad accedere il video.



PRESIDENTE

Non è un problema. Prego, prosegua pure.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Come lei ha già annunciato, si tratta di un tema molto delicato e, in particolare, della possibilità di effettuare visite, da parte dei parenti per gli ospiti delle RSA.
In realtà, il 30 novembre di quest'anno una circolare del Ministro della Salute aveva già normato: infatti, nel titolo c'erano le indicazioni per i nuovi ingressi, nell'evenienza di assistiti positivi nella struttura.
In questo documento si davano indicazioni per la riapertura delle visite.
In particolare, nell'articolo 2 della circolare si fa riferimento ai test rapidi come strumento per consentire un accesso in sicurezza, al fine di ristabilire e favorire gli accessi dei visitatori in sicurezza, come già messo in atto in alcune Regioni. Si raccomanda di promuovere strategie di screening immediato, tramite la possibilità di esecuzione di test antigienici rapidi ai familiari, parenti e visitatori degli assistiti.
Diciamo, insomma, che questa circolare ministeriale apriva a questa possibilità.
La Regione, in una nota stampa già del 2 dicembre, proprio sulla base di questa circolare aveva annunciato che avrebbe messo a disposizione delle RSA i test rapidi per i visitatori e nella medesima comunicazione diceva che questa possibilità era riservata alle strutture cosiddette COVID free.
C'è stata poi anche una riunione del DIRMEI con i rappresentanti delle strutture, se non sbaglio il 4 dicembre, e il giorno successivo è seguita una missiva di ANASTE, che è l'Associazione nazionale strutture terza età del Piemonte, in cui si comunicavano perplessità sulle procedure di visita perplessità soprattutto tutte legate alla responsabilità di eventuali contagi, ma anche alle procedure da seguire, rispetto anche alle preoccupazioni di riportare il virus in struttura.
Il problema è che a questa missiva di ANASTE non mi risulta ci sia stata una risposta da parte della Regione e molte RSA stanno aspettando segnalazioni e indicazioni da parte delle ASL, o della Regione, per capire come risolvere i dubbi che loro hanno posto con questa lettera.
In questo momento, la situazione è una situazione di stallo perch nonostante la circolare e nonostante gli annunci da parte della Regione, di fatto le visite agli ospiti delle RSA sono, in realtà, bloccate. Questo pu diventare un problema, anzi è sicuramente un problema, perché una cosa è chiedere un sacrificio agli anziani su un evento epidemico di una durata breve, di uno o due tre mesi, ma qui ormai stiamo parlando di un isolamento che, per alcuni, si protrae da alcuni mesi, da febbraio-marzo 2020.
Noi sappiamo benissimo che, soprattutto per quanto riguarda gli ospiti delle RSA, spesso anziani con pluripatologie e con fragilità anche da un punto di vista cognitivo, un isolamento e una separazione totale dagli affetti familiari incidono in maniera negativa sullo stato di salute.
Tantissimi ospiti, tantissime persone si sono ammalate non di COVID, ma di solitudine e lo stato di salute legato ad altre patologie è peggiorato anche per la mancanza di una dimensione affettiva, non dico di normalità ma sufficientemente consentita.
Al netto delle lettere e delle circolari, il senso di questa interrogazione, Presidente, è quello di capire come la Regione intenda intervenire per non lasciare sole, da un lato, le strutture a sciogliere una questione molto complicata ma, soprattutto, per fare in modo, dove è possibile, nelle strutture dove la cosa si può fare senza aumentare troppo i rischi, di consentire la riapertura delle visite in presenza all'interno delle strutture residenziali per anziani. Questo è vitale per moltissimi dei nostri anziani.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Domenico Rossi per l'illustrazione.
La Giunta ha chiesto di rispondere all'interrogazione delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente.
Ho già risposto prima all'interrogazione del Consigliere Magliano esattamente identica, ma repetita iuvant, sono disponibile a ripetere la risposta.
Innanzitutto, come ho detto prima, sono totalmente d'accordo sul fatto che sia importante, anche per l'equilibrio psichico e per la cura delle persone anziane, non separarli ulteriormente dai propri affetti, perché hanno già subito veramente un distacco considerevole. Tuttavia, questo non dipende dalla Regione Piemonte.
Il Consigliere ha citato la circolare del 30 novembre del Ministero della Salute, che introduce indicazioni per avviare una graduale forma di accesso ai presidi residenziali. Due o tre giorni dopo, cioè il 3 dicembre di quest'anno, un nuovo DPCM lascia, invece, inalterato quell'argomento rispetto ai precedenti DPCM. Quest'ultimo - praticamente uguale a quelli precedenti - all'articolo 1, comma 10, lettera d) recita: "L'accesso a parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, RSA, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non è limitato ai soli casi indicati dalla Direzione sanitaria della struttura che è tenuta ad adottare tutte le necessarie misure a prevenire possibili trasmissioni di infezione".
Ne consegue anche che, data la gerarchia delle fonti normative, il DPCM, è successivo e anche di grado più alto rispetto alla circolare e pone queste forme di accesso ai presidi esclusivamente in capo alla Direzione della struttura, che dovrà dotarsi di tutti gli accorgimenti, le modalità operative e le metodologie più opportune e tutelanti per evitare il contagio.
La Regione Piemonte già mesi fa aveva emanato delle linee d'indirizzo, con modalità di comportamento molto dettagliate che ha inviato a tutte le strutture come forma di aiuto. È ovvio che la responsabilità resta in capo alla struttura, ma noi abbiamo dato degli indirizzi su come fare e su come muoversi.
Le Aziende sanitarie sono molto collaborative, hanno ricevuto da noi indicazione di dare anche la massima assistenza per fare in modo che siano fugati eventuali dubbi. Restiamo, comunque, in attesa di ulteriori disposizioni, da parte dell'Istituto Superiore di Sanità e del Ministero che abbiamo già richiesto.
Tuttavia, in alcuni presidi risultano già attivate modalità di contatto fra i parenti e gli ospiti, le cosiddette "stanze degli abbracci", che hanno una serie di garanzie affinché non avvengano i contagi e che opportunamente installate e costantemente sanificate, possono garantire l'ospite da eventuali contagi portati da fuori. A oggi, risulta che questa modalità sia utilizzata da circa 150 visitatori che hanno avuto accesso in strutture.
Il DIRMEI si sta adoperando per approfondire ulteriormente l'argomento anche attraverso, come dicevo, delle istanze che abbiamo presentato all'Istituto Superiore di Sanità e al Ministero con richiesta di apposite disposizioni e ulteriori chiarimenti, ma le linee guida ci sono già. Ma non solo; dal punto di vista degli screening che il Consigliere citava, c'è una task force proprio sulle RSA che si sta occupando di fare uno screening massimo quindicinale agli occhi delle strutture a seconda del rischio che sta funzionando bene, per cui stiamo monitorando tutti gli ospiti e il personale.
I tamponi sono consegnati settimanalmente a tutte le strutture e possono essere anche utilizzati eventualmente, secondo le indicazioni del DIRMEI per i parenti. Resta, comunque, il dubbio espresso da ANAAO, per cui abbiamo ovviamente richiesto al Ministero e all'Istituto Superiore di Sanità di fugare questi dubbi, ma guardate che le indicazioni tecniche per le visite già sono state emanate due mesi fa da parte del Comitato scientifico e dal DIRMEI. Insomma, tutto quello che era possibile fare da parte della Regione è stato fatto. Siamo ulteriormente disponibili a ogni consulto e a ogni richiesta da parte delle strutture per dare indicazioni tecniche a supporto della loro attività.
Credo di aver concluso, ma se non sono stato esaustivo, per carità, potremo ulteriormente approfondire e vi ringrazio.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Luigi Icardi per la risposta.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione a risposta immediata n. 538 presentata da Grimaldi, inerente a "Occupazione posti letto e piano ospedali"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori esaminando l'interrogazione a risposta immediata n.
538.
Ha chiesto di illustrare l'interrogazione il Consigliere Marco Grimaldi; ne ha facoltà per tre minuti.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come l'Assessore sa, il 6 ottobre è stata inaugurata l'area temporanea per la cura dei pazienti affetti da coronavirus nell'Oftalmico.
Il senso è che i primi quaranta posti, con gli altri venticinque per fine mese e gli ultimi quindici dedicati alla subintensiva, dovevano, di fatto far fronte alla possibile seconda ondata. Anche perché - così mi aveva già risposto l'Assessore - le stime e le ipotesi erano diverse. Allora, il Presidente Cirio dichiarava che l'apertura di questo COVID hospital era importante perché dava al nostro territorio un supporto fondamentale per questa emergenza sanitaria.
Contrariamente a quanto aveva auspicato la Giunta, all'ultimo, durante i primi giorni di novembre, dopo alcuni sopralluoghi, è stato costruito un nuovo COVID hospital temporaneo (ospedale da campo) a Torino Esposizioni ne avevamo parlato, tra l'altro, in un altro question time - che, come ricorderete, ospita cinquantacinque tensostrutture fornite per lo più dalla Croce Rossa, dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Regione, attraverso la Protezione civile e la Maxiemergenza 118.
La presentazione di questa struttura è avvenuta quasi un mese e mezzo dopo quella dell'Oftalmico: è costata (almeno così ci risulta) un milione e mezzo, secondo i comunicati stampa che abbiamo lento, oltre al lavoro di 500 volontari, e ha impiegato risorse considerevoli (anche umane) del nostro sistema sanitario, in accordo, appunto, con la Città della Salute.
Di fatto, da allora abbiamo iniziato a chiedere esattamente quanti luoghi (oltre a quelli) nella Città di Torino sono diventati, nel frattempo, COVID hospital. Perché, come ricorderete, in un weekend altre strutture, fra cui il Martini, sono state trasformate in COVID hospital proprio durante questa seconda ondata.
Poiché la sensazione nostra e dell'opinione pubblica è che la Giunta abbia un po' rincorso questa emergenza, abbiamo chiesto i dati giornalieri di queste strutture - cioè dell'Oftalmico e del padiglione 5 - ma a oggi Assessore, anche se abbiamo sollecitato più volte la richiesta, questi dati non ci sono ancora pervenuti.
Oltre ai dati aggiornati, per noi sarebbe importante sapere se queste strutture sono le stesse indicate per la terza ondata; se si prevede, di fatto, visti i numeri che lei mi sta per esporre, una ridefinizione anche dei ruoli; se non sia il caso di dotare uno dei grandi ospedali direttamente delle funzioni da COVID hospital (un'ipotesi era, appunto, il Martini) o se, di fatto, questo tipo di definizione che è stata rincorsa nella seconda ondata è quella ottimale per prevenire la terza o, purtroppo per fronteggiarla.
A oggi - non so se gliel'hanno detto, Assessore Icardi - non abbiamo ricevuto alcuna informativa sulle misure utili per prevenire la terza ondata, se non il nostro ordine del giorno votato la scorsa settimana, che immagino abbia incontrato il suo parere favorevole (altrimenti non sarebbe stato approvato), che prevede lo screening di specifiche categorie (fra cui gli over sessantacinquenni, ovviamente il sistema sanitario e quello scolastico, chi si occupa di servizi di sicurezza, cioè le Forze dell'ordine) e la ripresa del tracciamento.
Se queste sono le nostre linee guida (purtroppo, per adesso, dico "le nostre", intese del Consiglio, ma siamo in attesa di conoscere quelle della Giunta, però questa indicazione immagino che sia importante anche per voi) vorremmo sapere qual è lo storico giorno per giorno aggiornato all'ultima data utile dei posti letto occupati all'ospedale COVID del padiglione 5 e al COVID hospital presso l'Oftalmico, in particolare in quale modo queste strutture sono state inserite nel piano ospedali per la terza ondata dell'emergenza COVID a Torino e in Piemonte.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Consigliere Marco Grimaldi per l'illustrazione.
La Giunta si è resa disponibile alla risposta delegando l'Assessore Luigi Icardi.
Prego, Assessore; ne ha facoltà per cinque minuti.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Grazie, Presidente; grazie, Consigliere Grimaldi.
Mi spiace che non le siano arrivati i dati, però mi sono fatto inviare tutti gli elementi aggiornati, che intendo illustrarvi.
Intanto sono stati fatti sedici ospedali COVID nella seconda andata. Nei piani pandemici - per rispondere all'ultimo punto della sua interrogazione è previsto un numero minimo, ma vengono modulati, così come i posti in terapia intensiva e gli altri posti. Vengono creati gradatamente, nel modo più fluido possibile, trasformando altri reparti, in maniera da avere sempre un margine minimo di sicurezza e cercando di mantenere il massimo numero di posti dedicati anche alle altre patologie, affinché non diventino un nuovo problema.
Tenterò di condividere i contenuti del mio monitor, affinché possiate visionare direttamente i dati (glieli invierò comunque in seguito). Abbiate solo un attimo di pazienza, spero di riuscire a condividerli. Si vedono?



PRESIDENTE

Trattandosi di un'interrogazione, può girarli direttamente all'interrogante, magari tramite Whatsapp o mail.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Credo che adesso siano visibili.



PRESIDENTE

Sì vedono. Grazie.



ICARDI Luigi Genesio, Assessore alla sanità

Sommariamente, questa è la nota stampa con cui abbiamo identificato e spiegato tutta la dinamica dei posti di terapia intensiva. È sostanzialmente un riassunto dei posti e della loro collocazione.
Più nel dettaglio, questo è il quadro dei vari ospedali e dei posti di terapia intensiva, quelli attivati nella prima fase, gli attivabili, i 299 posti strutturali di Arcuri, il totale, i 160 posti che la Regione ha finanziato con quasi 22 milioni di euro, più venti posti di terapia intensiva, per un totale di 766.
Poi c'è l'obiettivo finale comprensivo dei posti di Arcuri, che è di 733.
Questi sono i posti dell'Ospedale Oftalmico, visti anche storicamente nelle varie giornate, dal 19 ottobre fino a oggi. Sono attualmente cinquantatre occupati. L'Oftalmico ha ospitato, dopo gli adeguati lavori di ristrutturazione e di adattamento, tutti i posti che erano previsti alle OGR, che non era casa nostra, ma dove eravamo in affitto. Quest'estate c'è stato il tempo per fare tutti i lavori, per cui tutti i posti presenti nell'ospedale temporaneo delle OGR sono stati ricostituiti, trasportando le varie strutture e attrezzature presso l'Oftalmico. Ora siamo in un edificio di proprietà che sarà dedicato a questo.
Parallelamente è stato costruito l'ospedale del Valentino, inaugurato a ottobre. Ricordo bene che, in base ai numeri di allora, avevamo quasi 5.200 persone negli ospedali in terapia ordinaria più le terapie intensive, che erano intorno alle 400. Nel giro di tre-quattro settimane abbiamo dimesso ahimè, qualcuno è anche deceduto - 1.400 pazienti, quindi oggi siamo a circa 3.760 di posti a ricovero ordinario e 266 di terapie intensive.
C'è stata una grande riduzione della pressione sui reparti ospedalieri, che resta tuttavia alta, ma in quel momento la costruzione dell'ospedale da campo del Valentino era ulteriormente sentita. Lo è ancora, anche se abbiamo soltanto pochi ricoverati (mi pare una ventina, poi le mando il dettaglio). L'ospedale è pronto ed è mantenuto in piena efficienza per un eventuale aggravamento della situazione legato alla terza ondata e sarà sicuramente utilizzato nella fase successiva, per effettuare in modo organico le vaccinazioni contro il COVID. Pertanto, è stato un intervento e un investimento che ritengo utile e che credo sarà molto utile soprattutto per il futuro, ma che intendiamo mantenere fino a quando ogni rischio di recrudescenza dell'epidemia sarà fugato.
Non voglio entrare nel dettaglio dei numeri, ma le invio tutta la documentazione. Ricordo anche che le procedure e la definizione degli ospedali relativi all'emergenza COVID sono tutte dettagliatamente definite nel piano pandemico regionale, che è in corso di aggiornamento per alcuni dettagli, e nei piani delle Aziende Sanitarie Regionali validati dalla Regione Piemonte.
Grazie, Presidente. Ho concluso.



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Icardi per la risposta.
Ricordo agli interroganti che nel resoconto della seduta che viene trasmessa via mail in visione a tutti i Consiglieri prima della pubblicazione e poi pubblicato integralmente nella banca dati, è reperibile la trascrizione integrale di tutti gli interventi, sia degli interroganti sia degli Assessori.
Nel ringraziare il Presidente Stefano Allasia per la delega, dichiaro chiusa la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata. Grazie a tutti e a tutte.
A breve, il Presidente aprirà la seduta del Consiglio regionale.



(Alle ore 15.09 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta prosegue alle ore 15.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Visto che, come avevo inteso, non era ancora stata chiusa la discussione generale sulla delibera in materia di sicurezza, volevo sapere se posso presentare ancora un emendamento sulla discussione che abbiamo avuto sul controllo di vicinato. È un emendamento condiviso con l'Assessore.



PRESIDENTE

Adesso c'è la relazione dell'Assessore Gabusi. La delibera la riprendiamo successivamente, appena terminata la relazione e gli interventi, come concordato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Se ho capito bene, la discussione generale non è ancora finita, ma finirà dopo.



PRESIDENTE

Sì, adesso lasciamo la parola all'Assessore, poi riprendiamo la discussione sulla delibera sulla sicurezza integrata. Avete ancora tempo per presentare degli emendamenti.


Argomento: Commercio - Trasporti pubblici

Comunicazioni della Giunta regionale inerenti a "Ripartenza scolastica e del trasporto scolastico dal 7 gennaio 2021" e ad "Attività di somministrazione dei centri culturali e ricreativi con il passaggio del Piemonte in zona gialla"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gabusi sulle comunicazioni richieste in materia di trasporti scolastici.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Presidente Se ho ben capito,il Consiglio chiedeva una relazione in merito al tema della ripartenza scolastica e del trasporto scolastico dal 7 gennaio 2021 su cui mi accingo a fare una piccola illustrazione.
Noi abbiamo cercato, come Assessorato insieme con l'Agenzia della mobilità di prevenire un po' i tempi, nel senso che il DPCM, come voi sapete, è uscito il 3 dicembre.Si sapeva che sarebbe uscito, però noi, in base alla nostra sensibilità e alle fonti giornalistiche, ma anche alla logica che andava verso un indirizzo della ripartenza delle scuole a gennaio - che riteniamo un indirizzo corretto - ci siamo mossi nella seconda metà del mese di novembre con una proposta ufficiale.
Analizzando i problemi che ci sono stati quest'estate, poi resi evidenti dal 14settembre in poi, abbiamo cercato di fare un'analisi molto pratica e pragmatica, per sottoporre al mondo scolastico e poi alle Prefetture - ma non sapevamo che le Prefetture avrebbero avuto un ruolo e lo abbiamo scoperto con il DPCM del 3 dicembre - una riflessione e una proposta che consentisse di riportare il 100% degli utenti a scuola in sicurezza.
L'analisi è basata non su ipotesi avveniristiche e non su dei desiderata o su dei progetti di lungo periodo che prevedono, come sarebbe logico, una riflessione importante sulla rivisitazione dei tempi delle città e degli orari degli uffici, degli orari delle attività economiche e su buona parte delle modalità operative dei nostri centri più importanti, ma su quello che siamo in grado di fare, nel giro di un mese, da qui ad arrivare al 7 o all'11 gennaio che ipotizzavamo, perché non sapevamo ancora quale sarebbe stata la data indicata dal Governo.
In questo modo, abbiamo provato ad analizzare quali sono stati i problemi.
A settembre lo scenario era quello per il quale dovevamo riportare a scuola il 100% degli studenti, con l'80% di capienza dei mezzi.
Lo dico subito, perché è corretto che questo consesso lo sappia e credo che lo sappiano già tutti. Ad esempio, su un mezzo urbano di Torino il 100 vuol dire sei persone al metro quadro, per l'80% vuol dire 4,8 persone al metro quadrato. Il 50%, limite che è in vigore anticipato dal Presidente Cirio con una propria ordinanza di qualche giorno fa, che però sarà in vigore per tutto il prossimo anno scolastico, significa tre persone al metro quadro, quindi comprendete tutti voi che non è il metro di distanziamento al quale siamo stati abituati ormai dalle misure di contenimento della pandemia. Queste sono scelte non dell'Amministrazione regionale piemontese, ma sono linee guida approvate dal Comitato Tecnico Scientifico, che ci danno questo quadro, un quadro mediato dalle esigenze sanitarie, ma anche dalle esigenze di trasporto che altrimenti vedrebbero ridurre la capienza a poche unità. Su un mezzo extraurbano, il classico pullman con posti a sedere e un po' di posti in piedi, vuol dire circa quaranta persone per mezzo, quindi qualche posto vuoto qua e là, ma anche qui certamente non il metro di distanza.
Dicevo che, dall'analisi fatta oggi, abbiamo avuto un problema comunicativo, intanto perché non tutti, soprattutto sui mezzi urbani avevano la percezione che si stesse rispettando le linee guida e le prescrizioni del DPCM, perché vedevano plasticamente una riduzione della distanza che non corrispondeva, soprattutto i ragazzi si trovavano a scuola dopo pochi minuti. Inoltre, c'è stato un problema evidente, e credo sia quello su cui concentrarsi di più nel ragionamento, che è quello delle salite, delle discese e dei piazzali antistanti le scuole, quindi di quel momento che non è di nessuno, ma che poi è dei Sindaci, perché è un luogo di contagi: di fatto, non è gestito dal trasporto pubblico, non è gestito dalle scuole, ma è una terra di nessuno di cui non possiamo non tenere in considerazione le problematiche e i risvolti.
Poi c'è il problema della scuola, che ha fatto certamente una grande opera di rivisitazione dello scaglionamento degli orari. Non ha rivisto i turni ma ha rivisto a settembre in buona parte del territorio piemontese una differenziazione degli orari per far entrare quel 100% di utenti a distanza di una decina di minuti, anche cambiando le entrate, dividendole in maniera che nell'edificio scolastico fossero in sicurezza.
Noi abbiamo anche fatto l'analisi dei rinforzi messi in campo.I numeri non ve li do, perché ve li ho dati tante volte, ma parliamo di centinaia di corse in più al giorno fatte sia con mezzi del trasporto pubblico sia con oltre un centinaio di mezzi di noleggiatori, che però hanno riscontrato la difficoltà per cui in buona parte del territorio questi mezzi non erano percepiti, probabilmente per colpa nostra di comunicazione, ma un po' anche per voglia di socialità, spesso e volentieri, dove c'erano quattro mezzi al posto dei soliti due, tutti salivano sui primi e gli ultimi due rimanevano vuoti, ammassando ancor di più la gente e non facendo percepire lo sforzo che agenzie e consorzi del trasporto avevano fatto in pochi giorni dall'emanazione delle linee guida degli ultimi giorni di agosto.
La proposta che abbiamo condiviso con tutto il sistema di trasporto dicevo, ben prima che uscisse il DPCM e primi in Italia, mi risulta, con una proposta del genere, che fosse tesa a riportare tutti i ragazzi a scuola, era quella che rimane tuttora e vi spiegherò perché.
Anche quando il DPCM ha stabilito che si riparte solo con il 75%, anche se poi l'obiettivo a tendere è quello di arrivare al 100%, il ragionamento è stato molto semplice ed è composto da tre misure.
La prima è quella dello scaglionamento di orari alle 8 e alle 10.Alle 8 portando anche il 40% dell'utenza, cioè due annualità - dividendo le superiori in cinque anni - da decidereda parte dell'autonomia scolastica così come le altre tre, che andrebbero alle 10.Noi non ci addentriamo rispetto alla scelta di quali annualità devono andare alle 8 e quali alle 10. Questo consentirebbe all'orario solito, quello delle 8, di utilizzare il trasporto scolastico classico, che una volta portava il 100% e che oggi ne porterebbe il 40%, con una capienza del 50%, quindi stando abbondantemente dentro le previsioni normative.
Inoltre, utilizzando, alle 10 del mattino, in quella cosiddetta fascia morbida nell'extraurbano, gli stessi mezzi che tornerebbero a riprendere i ragazzi hanno bisogno almeno di un'oretta, perché i percorsi mediamente sono attorno ai quarantacinque-cinquanta minuti, un'ora, un'ora e dieci minuti di tempo, quindi tornerebbero indietro dalla scuola e potrebbero riprendere il secondo giro e portare gli altri ragazzi a scuola,per poi fare lo stesso discorso alle 14 e alle 16, quando indicativamente si tornerebbe a casa. Questo consente, dal punto di vista del trasporto, di essere assolutamente gestibile, di non creare disallineamenti rispetto alle capienze e, ragionevolmente, di portare tutti a scuola in sicurezza.
Questa proposta regge anche rispetto al 75% nella misura in cui al mattino non possiamo portare più del 40% e ci resterebbe da portare, se non il 60 alle 10 del mattino, l'altro 35% con altre due classi, quelle che decideranno le scuole.
È certamente evidente a tutti che è impensabile rifare l'errore di settembre e ipotizzare, per tanti motivi, di portare, invece che il 100 con l'80% di capienza, il 75% con il 50% di capienza, perché saremmo sempre allo stesso punto e le agenzie di trasporto si troverebbero nella condizione di non rispettare le norme o di non riuscire a trasportare tutti in sicurezza,ma questo non ce lo possiamo permettere.
Le misure che abbiamo proposto vanno di pari passo con un altro intervento che è quello, ove è possibile insieme e d'intesa con i Comuni, di ampliare i luoghi di carico e di scarico, soprattutto nei piazzali antistanti le scuole, dove spesso rischiano di ammucchiarsi i ragazzi, misura che viene già mitigata e in parte risolta con il fatto che si divide in due il momento d'ingresso, quindi non c'è mai il 100% delle persone che si ritrovano sulla stessa piazza e sulla stessa fermata.
Terza misura, con quella che abbiamo definito, a eccezione degli urbani dove è impossibile, la 'bolla' o il 'gruppo bus', cioè l'individuazione di un gruppo stabile che consentirebbe di tracciare il contagio. Lo stesso gruppo potrebbe viaggiare sempre sullo stesso pullman e sempre con gli stessi compagni, in maniera da distribuire uniformemente le persone e non avere un pullman da sessanta e l'altro da venti, ma averli tutti da quaranta, quindi non avere la ressa su alcuni pullman e altri vuoti, ma avere anche un trattamento migliore, visto che, purtroppo, l'epidemia e il virus ci accompagneranno ancora nei prossimi mesi.
Questo piano, che evidentemente è stato realizzato con le aziende di trasporto e con Trenitalia, che è da questo punto di vista una garanzia, si scontra, non nel senso politico, ma tecnicamente, con un'altra difficoltà che è quella del mondo della scuola, che in questi giorni abbiamo visto nelle varie Prefetture, avere molte complicazioni e difficoltà nella modifica degli orari e nella distribuzione degli spazi per la regolamentazione del momento della mensa, che sarebbe fondamentale, nel momento in cui la scuola dovesse finire intorno alle 15-15.15, per poi prendere i mezzi attorno alle 16.
Sono state poste questioni su cui non entriamo nel merito perché non sono di nostra competenza, e ci mancherebbe altro che entrassimo nelle questioni scolastiche, ma essendo state poste da tanti dirigenti scolastici e da tanti professionisti della scuola, sono problematiche concrete su cui ripeto, non possiamo fare altro che convenire.
In questo caso, credo sia evidente che c'è un problema che non si pu eludere e che probabilmente si conosceva già: probabilmente, in estate si è voluto raccontare che sarebbe stato tutto semplice e quindi qualcuno ha dormito. Secondo me, come abbiamo detto spesso, manca una decisione seria da parte di chi può prendere questa decisione.
Credo che il DPCM abbia individuato i Prefetti, perché si conosce la capacità dei Prefetti, essendo gli Ufficiali di Governo sul territorio quindi hanno una possibilità di incidere. Non so se la avranno in questo caso, perché il DPCM dà loro il compito di redigere un verbale e di provare a mettere d'accordo due mondi che fanno faticaa trovare un punto di sintesi, non perché non hanno voglia di mettersi d'accordo, ma perché ci sono problemi oggettivi.
Credo che il DPCM sbagli nel momento in cui riporta la palla al Presidente di Regione, nel momento in cui un Ufficiale di Governo non è riuscito a risolvere la situazione. Ho detto, in Conferenza delle Regioni, che sarebbe stato più opportuno, una volta presa la decisione di affidare un compito così gravoso all'Ufficiale di Governo, che l'ordinanza la facesse poi il Ministro dell'Istruzione o dei Trasporti, comunque un Ministro che fosse uno scalino superiore al Prefetto.
Tutto ciò non sarà così. Credo, come sta nascendo sul territorio regionale che sia necessaria un'interpretazione del DPCM in maniera più ampia, nel senso che molti dirigenti scolastici si sono avventurati nel tentativo di una lettura più ampia, che sostanzialmente prevedesse una riapertura al 50 e tendesse verso il 75%, ma che non fosse così perentoria.
Dal DPCM non sono in grado di capirlo, ma certamente non sono io che devo interpretarlo, quindi noi porremo questo tema in Conferenza delle Regioni per capire se c'è la volontà, da parte del Ministro Azzolina e del Governo di interpretarlo in maniera più ampia. Credo che, a oggi, il punto d'incontro tra esigenze differenti sia complicato. Da un lato, perché è oggettiva, secondo il mondo della scuola (e io, ripeto, non lo metto in dubbio), la difficoltà nel cambiare gli orari e nell'erogare la mensa in qualche maniera o consentire uno spazio mensa all'interno di quegli orari soprattutto se dilatati; dall'altro, è altrettanto oggettiva, e fa parte anche di una circolare del MIT, che è arrivata a tutti i Prefetti l'impossibilità, da parte dei trasporti, di avere mezzi a sufficienza per gestire il trasporto al 75%, e magari tendere al 100%, alle otto del mattino.
Dico anche che alcune Regioni hanno provato a immaginare il numero di mezzi che servirebbero per garantire il trasporto pubblico alle otto del mattino.
È complicato pensare che ci siano e probabilmente vorrebbe anche dire, nei nostri centri urbani, ingessare completamente la viabilità, perché parliamo di oltre un centinaio di mezzi sul Comune di Torino e arriviamo a oltre sessanta-settanta mezzi negli altri capoluoghi di provincia in più rispetto a quelli che già ci sono. È chiaro ed evidente che sarebbe complicato da gestire alle otto del mattino.
In questo momento, i Tavoli sono stati molto ragionevoli e cordiali, almeno ognuno ha capito le ragioni dell'altro, nel senso che si sono capite le difficoltà oggettive, quindi non c'è una posizione antitetica a prescindere, ma siamo al dunque, nel senso che cerchiamo di capire se il Governo vuole interpretare o se, forzando le maglie, riterrà di risolvere il problema in un'altra maniera, che naturalmente io non posso ipotizzare.
Siamo assolutamente a disposizione. Il sistema del trasporto pubblico piemontese - dico questo perché l'ho vissuto sulla mia pelle - da questo punto di vista è stato parte diligente nel prendersi in carico queste problematiche e nel proporre una soluzione che, ripeto, per quanto complicata e difficile da immaginare con il mondo della scuola, vuole provare a lanciare un segnale propositivo, dove tutti gli attori si mettono in gioco, anche immaginando programmi di esercizio non banali e turni pesanti per gli autisti, ma che credo possano garantire la sicurezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
L'Assessore Poggio è presente per fare una comunicazione.
Vuole intervenire, Assessore? Prego.



POGGIO Vittoria, Assessore al commercio

Grazie Presidente.
Intervengo in merito alla questione di tutti quei centri culturali e ricreativi come le SOMS, le ACLI e le APS, che sono centri che svolgono un'importante azione sociale aggregativa.
Proprio dalla settimana scorsa mi sono attivata, alla luce delle misure contenute nel DPCM, che prevedevano, nel passaggio in zona gialla l'apertura delle attività di somministrazione. Considerando la valenza sociale di queste realtà, ho iniziato un'interlocuzione con la Prefettura di Torino, per avere dei chiarimenti in merito.
Nell'attesa di avere delle risposte, perché era proprio il Governo che disponeva, all'interno del DPCM, la chiusura dei circoli, dato che in molte di queste realtà ci sono attività di somministrazione, ho voluto approfondire l'argomento per capire se anche queste realtà possono svolgere un'attività rivolta ai propri soci. Dalle interlocuzioni avute con la Prefettura, pur dicendo il DPCM che i circoli sono chiusi e non si pu svolgere attività di somministrazione al loro interno, per dare una possibilità a queste realtà che vivono anche dell'esercizio della somministrazione, stiamo predisponendo una FAQ che permetta a questi circoli di consentire la vendita per asporto, ovviamente seguendo le indicazioni del DPCM, ossia fino alle ore 22 e di fare la consegna a domicilio rivolta solo ai propri soci.
Stiamo predisponendo una FAQ che, a breve, sarà sul sito della Regione, per chiarire la questione che, di fatto, è molto importante per la sopravvivenza degli operatori all'interno dei circoli ricreativi e per dare loro la possibilità di avere un'opportunità di reddito in questo momento di chiusura che, peraltro, è voluta dalle misure del Governo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
È aperta la discussione sulle comunicazioni della Giunta.
Ha chiesto di intervenire il Consiglio Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Molto velocemente. Intervengo sulla relazione dell'Assessora Poggio per quanto concerne i circoli e la questione sollevate dal collega Grimaldi, su cui c'è stato un confronto in tutti i territori del Piemonte, quindi mi permetto semplicemente di esporre un'osservazione. Decida poi l'Assessore come muoversi di conseguenza o decida anche di non fare nulla.
Mi sfugge la ragione per cui nella preparazione della FAQ si debba fare una sorta di domanda con una risposta implicita, cioè quella di domandare se è possibile consentire a quei circoli di poter attivare l'asporto esclusivamente ai loro soci. Se fosse soltanto attività di asporto esclusivamente per i loro soci andrebbe benissimo ma, aggiungo io, perch nella FAQ non si prova a essere incredibilmente coraggiosi - mi perdonerà certamente l'ironia - e cioè provare a chiedere se, con massima osservanza delle regole e nel pieno rispetto di tutte le indicazioni per evitare assembramenti, quello che succede in un bar di un circolo, riservato ai soci, non può essere simile, almeno simile, a ciò che succede in qualsiasi altro bar? Qui il tema non è quello di autorizzare il gioco delle carte, il biliardo la lettura dei giornali ecc. ecc., ma in spazi che, magari, sono anche molto più ampi rispetto a quelli dei bar, dove adesso possono servire il caffè al bancone, perché non si può prevedere, almeno nella FAQ, la stessa modalità anche per i circoli ed esclusivamente riservata ai loro soci? Me lo domando, così almeno diamo una risposta a tutti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Se i Capigruppo mi vengono in sostegno, non so se c'era stata un'intesa di un intervento a Gruppo.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Se posso intervenire, Presidente, alla fine si era concordato che sulle comunicazioni dell'Assessore Gabusi ci fosse un intervento a Gruppo, ma sulle comunicazioni dell'Assessore Poggio non si era detto nulla. Tuttavia mi appello al senso di responsabilità delle minoranze, nell'economia complessiva dei lavori.



PRESIDENTE

Eventualmente a non utilizzare.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, Consigliere Gallo? Se poi avete spezzettato gli interventi, va bene. Il Consigliere Ravetti ha utilizzato due minuti e mezzo.



GALLO Raffaele

Sì, esatto.



PRESIDENTE

Se era riferito a quello. Vi ricordo che se utilizzate dieci minuti ciascuno, le comunicazioni degli Assessori sono due, dieci più dieci fa venti, sono diciotto Consiglieri solo della minoranza.
Vogliamo capire.



GALLO Raffaele

Cerchiamo di stare nei tempi.
L'intesa era quella.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Purtroppo ho perso l'ultimo minuto dell'intervento del collega Ravetti, ma intervengo anch'io sulla comunicazione dell'Assessore Poggio e, per ragioni di brevità, mi associo pienamente a quanto ha detto.
Credo che, con tutti gli accorgimenti e il buon senso, sia possibile una piena equiparazione dei circoli ricreativi agli esercizi pubblici, dopo circa due mesi, e anche di più, di chiusura. Sappiamo bene che i circoli ricreativi in quanto tali non sono esercizi pubblici, ma dei circoli che hanno mescita e somministrazione.
Assessore, il tema dell'asporto, come ha detto bene il collega Consigliere Ravetti, è un tema implicito. Le aggiungo, come lei saprà, che in Toscana agli inizi di novembre, quando bar e ristoranti erano chiusi, ma potevano fare l'asporto, fu consentito, proprio per interpretazione analogica l'asporto ai circoli. Ma oggi, e sino a quando i bar e i ristoranti sono aperti, credo che, con la stessa analogia, si potrebbe consentire, senza violare nulla, l'accesso dei soci alle strutture ricreative, così come la gente e i comuni cittadini possono accedere sia ai bar sia ai ristoranti rispettando le regole.
Aggiungo anche che, oltre all'elemento mescita c'è anche l'elemento ricreazione. Abbiamo dei circoli che svolgono attività interne e su cui c'erano anche già stati dei protocolli con tanto di ordinanza della Regione e quant'altro, quindi si potrebbe anche affrontare questo tema. Tuttavia se si ritiene di non affrontare, per ora, il tema delle singole attività ricreative, quantomeno si consenta l'apertura dei circoli ai propri soci (e non semplicemente l'asporto), perché sono chiusi da tantissimo tempo, senza però mettere in discussione gli aspetti di sicurezza sanitaria, che ovviamente, sono sempre prioritari.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il Consigliere Avetta; ne ha facoltà.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
Se posso, terrò spenta la telecamera.



PRESIDENTE

Prego, prego.



AVETTA Alberto

Ho ascoltato con molto interesse la relazione dell'Assessore Gabusi, che ringrazio per averla svolta.
Tuttavia, non posso non far notare all'Assessore che su un tema così delicato e rilevante ci saremmo attesi un'iniziativa che vedesse, fin da subito, coinvolto il Consiglio.
Non è un caso che il nostro Gruppo, insieme con altri colleghi di minoranza, aveva chiesto in qualche modo di non leggere le proposte.



(Audio mancante o non comprensibile)



AVETTA Alberto

Questo modo di fare indispone anche coloro che hanno tutta l'intenzione di dare un contributo costruttivo. E noi - lo ricorderà l'Assessore, lo ricorderanno i colleghi - avevamo chiesto.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Avetta, è saltata la comunicazione.
Non la sentiamo più.
Direi che possiamo procedere con l'intervento della collega Canalis. Poi appena sarà possibile, riprenderemo il collegamento con il Consigliere Avetta.



AVETTA Alberto

Mi sente, Presidente?



PRESIDENTE

Non abbiamo sentito il suo intervento.



AVETTA Alberto

Niente?



PRESIDENTE

Peraltro, non sentivo neanche la collega Canalis.
Provi a riprendere l'intervento. Nel frattempo, la Consigliera Canalis potrà riavviare il sistema. Grazie.



AVETTA Alberto

Abbia pazienza, cercherò di essere il più sintetico possibile.



PRESIDENTE

Prego, prego.



AVETTA Alberto

Ma non si è sentito nulla? Lo chiedo per capire dove sono arrivato.



PRESIDENTE

Riprenda, per sommi capi, dall'inizio.



AVETTA Alberto

Va bene.
Sinteticamente, abbiamo ascoltato con interesse l'Assessore Gabusi e ci saremmo aspettati un'iniziativa da parte sua rispetto al coinvolgimento del Consiglio.
Insieme con altri colleghi avevamo sollecitato un approfondimento del tema in Commissione e, soprattutto, riprendevo le considerazioni che avevamo già avuto modo di esprimere quest'estate durante le Commissioni e anche i suggerimenti che noi avevamo cercato di offrire alla discussione, in particolare sul coordinamento con i dirigenti scolastici che, a nostro avviso, avrebbe dovuto essere più efficace.
Sapevamo che non sarebbe stato facile trovare un equilibrio tra le corse gli orari dei bus e gli orari non definitivi degli istituti, a maggior ragione se la scelta di questa Giunta (che poi, appunto, si è rivelata tale, ma lo dico tra virgolette, cioè non voglio entrare in questa dinamica conflittuale) fosse stata quella di non avvalersi dei fondi che ha messo a disposizione il Governo e che altre Regioni sono state in grado di.



(Audio mancante o non comprensibile)



PRESIDENTE

Consigliere Avetta, sono saltati nuovamente gli ultimi quindici secondi del suo intervento.



AVETTA Alberto

Allora riprendo. Mi scusi.
Dicevo, sul tema delle risorse da destinare al TPL noi vogliamo essere davvero molto chiari: non faremo passare sotto silenzio nessun tipo di sottrazione in favore di qualche altro capitolo di spesa. Lo dico per chiarezza, anche a futura memoria.
Oggi, al netto delle considerazioni che ha fatto l'Assessore Gabusi, che peraltro capisco (cioè comprendiamo le difficoltà che ci sono nel gestire una partita così complessa), scopriamo che il nuovo piano dalla Regione quello che avremmo voluto approfondire in Commissione, in realtà, a quanto si legge sui giornali (peraltro, sono gli unici mezzi che ci consentono di capire le intenzioni della Giunta!), è stato di fatto bocciato dai presidi sempre - guarda caso - a mezzo stampa.
Anche in questo caso, noi avevamo suggerito di ponderare bene queste proposte e, magari, di ascoltare qualche nostro suggerimento. Per esempio avremmo potuto approfondire in Commissione il fatto che le scuole tecniche hanno evidentemente orari diversi dai licei, così come gli istituti di provincia hanno esigenze e caratteristiche particolari rispetto a quelli di città, ragion per cui sarebbe stato opportuno assumente ogni decisione tenendo anche conto di queste differenze territoriali. Infatti, eventuali lezioni di pomeriggio impattano in modo diametralmente diverso sulla vita degli studenti e delle loro famiglie se si abita vicino alle scuole di appartenenza oppure in zone più disagiate, come le nostre valli, di cui il Piemonte è ricco. Pertanto, credo che sia necessario strutturare un programma molto calibrato sulle esigenze territoriali, diversificandolo secondo le esigenze di trasporto urbano ed extraurbano, che, come ha anche detto l'Assessore, hanno evidentemente caratteristiche molto diverse.
Posso anche condividere quello che dice l'Assessore: probabilmente, c'è stato qualche errore nel comunicare male le azioni che, invece, sono state intraprese anche sul trasporto extraurbano. Perché se è vero che sono state aggiunte delle corse - e non ho motivo per metterlo in dubbio - la sensazione che mi pare sia evidente a tutti è che nessuno sia riuscito a percepire questi arricchimenti del servizio a opera della Giunta.
Noi abbiamo chiesto - e mi avvio a concludere - azioni che sono, per certi aspetti, anche molto tecniche, nel luogo giusto, che è la Commissione, ma a oggi non ci pare che sia stata condivisa questa disponibilità.
Trovo che questo sia uno sbaglio grosso, anche alla luce dell'esperienza negativa che i nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno vissuto a settembre. Tutti abbiamo in mente le fotografie e i video degli autobus affollati.
Parte della responsabilità, come ha rilevato l'Assessore, è anche probabilmente riferibile al non corretto utilizzo delle corse messe a disposizione. Però è altrettanto vero che, per quota parte a ogni livello istituzionale, dobbiamo assumerci la responsabilità delle scelte. Non voglio fare polemica politica su questo, però non è che possiamo pretendere autonomia su certi temi e poi scaricare sul livello nazionale le scelte che, invece, competono, come nel caso del trasporto pubblico locale, alla Regione Piemonte e al governo regionale.
Credo che ci sia ancora lo spazio, ma evidentemente la disponibilità deve venire prima di tutto dall'Assessore, per approfondire in modo più puntuale queste tematiche e magari trovare qualche punto di equilibrio e di condivisione, anche ascoltando i suggerimenti che già la scorsa estate avevamo dato, che non sono stati ascoltati e si sono visti i risultati.
Quello che sarebbe intollerabile è che, al ritorno alle lezioni in presenza, questa Regione si facesse di nuovo cogliere impreparata.
Noi siamo pronti a dare una mano all'Assessore e alla Giunta, ma certamente accettare o no questa mano non dipende da noi, dalla Giunta stessa. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Spero che l'Assessore Poggio sia ancora presente, perché il mio intervento riguarda la sua relazione, di cui la ringrazio. Credo, però, che ci sia un grandissimo equivoco. Le richieste che abbiamo fatto la scorsa settimana (comunicati stampa, question time e ordini del giorno) non riguardavano il delivery o l'asporto, ma riguardavano la riapertura dei circoli dell'ARCI delle ACLI e di AICS che oggi la norma equipara a dei circoli sociali e ricreativi, ma che, da sempre, svolgono a tutti gli effetti attività di somministrazione e di mescita rivolta ai soci.
La richiesta - che era stata fatta all'Assessore e che è stata approvata con la votazione dell'ordine del giorno proposto dal Consigliere Grimaldi riguardava la riapertura dei circoli, non la garanzia di poter effettuare l'attività di asporto e delivery. Temo che ci sia davvero un equivoco su questo punto.
I circoli non sono più pericolosi di bar e ristoranti che, con il passaggio alla zona gialla, hanno potuto riaprire le loro attività dalle 8 alle 18 naturalmente nel rispetto delle limitazioni sanitarie e logistiche.
Chiediamo la stessa cosa anche per le realtà di ARCI, AICS e ACLI, che sono realtà che rappresentano su tutto il territorio regionale anche un presidio democratico molto forte, non solo per la loro origine, ma per il ruolo di aggregazione e il ruolo culturale che svolgono a favore dei propri soci.
Temo che l'Assessore, purtroppo, non abbia proprio capito qual è il punto e chiederei che vada a correggere la FAQ che sta predisponendo l'interlocuzione che sta intavolando con la Prefettura, altrimenti rischiamo soltanto di perdere giorni preziosi.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
La Consigliera Canalis ha poc'anzi interpretato molto bene le parole del nostro ordine del giorno e avevamo colto che anche la Giunta le avesse comprese fino in fondo, nel senso che la Giunta si doveva impegnare a mettere in campo tutte le iniziative di sensibilizzazione utili, affinch nel momento in cui il Piemonte sarebbe diventato zona gialla, fosse superata la chiusura totale delle attività culturali, sociali e ricreative delle associazioni di promozione sociale, ovviamente compreso il divieto di somministrazione.
In tal senso, la parte successiva spiegava proprio questo, cioè un conto è dire che le attività culturali in questo momento sono ferme e impedire che queste attività ricreative riprendano lo svolgimento (ad esempio, i tornei di carte piuttosto che tipi di ricreazione e aggregazione che possono contribuire, in questo momento ancora di alto rischio, all'aumento della curva e, quindi, della ripresa dell'azione devastante di questa pandemia) ma un altro conto è discriminarli. Quello che abbiamo provato a spiegarvi nella scorsa seduta - e mi era parso di capire che voi avreste voluto omologare quel tipo di somministrazione a quella delle altre attività almeno per i soci ovviamente - è proprio legato al fatto che non si capisce perché uno possa entrare nella sua vineria preferita o nel suo bar preferito e non possa farlo in un circolo, in cui ovviamente continueranno a essere vietate le altre attività, che non si possono fare.
Ovviamente oggi non si possono sanificare le carte da gioco per fare una partita a scopa, non si possono sanificare alcune attività di tipo sportivo, magari non si può continuare a fare lo spettacolo dal vivo con le stesse possibilità di qualche mese fa, ma non si capisce perché non si possa svolgere un'attività che, tra l'altro, è più facilmente soggetta alle restrizioni dei numeri, perché le attività dei circoli sono sempre legate alla tessera, quindi si può contare benissimo quante persone entrano in un circolo. Noi vorremmo semplicemente, senza andare contro le circolari interpretare nel senso più estensivo possibile e far sì che almeno la somministrazione sia consentita ai soci.
Comprendo anche lo spirito delle parole dell'Assessore Poggio quando, se capisco bene, dice: "Secondo me, non si può fare, quindi gli facciamo fare il delivery". Assessore Poggio, se lei vuole essere così coraggiosa, a questo punto dia davvero la possibilità di fare somministrazione, anche perché gliela dico così: il 95% di quelle attività il delivery non lo faceva prima e non lo farà oggi. In più, quando sono aperte tutte le altre attività, mi spieghi perché dovrebbero iniziare a farlo proprio ora.
Inoltre, se lo fa in termini estensivi, lo può fare anche in termini di somministrazione. Non si capisce perché dovrebbe autorizzare il delivery e non fare il resto.
Sappia, Assessore Poggio, che siamo tutti con lei se riscriverà le FAQ come le abbiamo chiesto e, soprattutto, se darà seguito all'ordine del giorno che tutti insieme abbiamo votato. È a mia prima firma, ma tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione l'hanno sottoscritto e votato. Stia certa che, semmai ci dovesse essere anche solo un'azione da parte del Governo noi sosterremo l'azione della Regione Piemonte. E le dico già che non avverrà, perché, in qualche modo, noi non stiamo andando contro quella parte di disposizioni e neanche la FAQ nazionale.
Noi non stiamo riaprendo le attività culturali dei circoli ARCI, ACLI eccetera. Non stiamo permettendo alle bocciofile, ai circoli canottieri o a quelli sportivi di riaprire tutte le attività sociali, sportive e ludiche: stiamo semplicemente dicendo che l'attività di somministrazione è possibile tanto lì quanto negli altri locali pubblici. Vedrà che questo, secondo me è una grande azione per riprendere anche una parte di quelle attività economiche, di quel terzo settore che davvero sta pagando più di altri questa crisi.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Magliano.



MAGLIANO Silvio

Grazie, Presidente.
Intervengo su entrambe le comunicazioni.
Relativamente alla prima, quella dell'Assessore Gabusi, è oggettiva la sensazione dei cittadini piemontesi che, come diceva il Consigliere Avetta in questo momento l'aumento, delle linee, quindi la possibilità di avere più mezzi di trasporto, non si è percepito, non si è visto, non è stato colto, non è stato utilizzato appieno, tant'è vero che ancora oggi, come avevo detto in precedenza, riceviamo segnalazioni di mezzi pubblici assolutamente stracarichi e troppo carichi di utenti per garantire gli stanziamenti.
Penso che forse sarebbe stata opportuno, questo sì, magari una maggiore interlocuzione con l'Aula, una maggiore condivisione delle progettualità.
Questo ci avrebbe permesso anche, magari per le sensibilità e le esperienze di ognuno di noi, di consigliare, aiutare o quantomeno mettersi a disposizione per raggiungere un obiettivo che è quello che tutti ci siamo posti, cioè rendere questa pandemia il più sostenibile possibile rispetto soprattutto, a quelle attività scolastiche che a molti di noi stanno veramente a cuore.
Per quello che riguarda l'informativa dell'Assessora Poggio, non me ne voglia, Assessora, ma quest'apertura al delivery sa tanto di beffa, nel senso che è evidente che l'obiettivo che c'eravamo prefissati era un altro: era quello di permettere a queste realtà di riaprire nell'attività di somministrazione e mescita per i propri soci, al fine di terminare quest'agonia all'interno della quale sono finite queste realtà, che rappresentano luoghi di coesione sociale, luoghi di dibattito, luoghi d'incontro e, soprattutto, luoghi dove poter ricostruire pezzi di società che, in questo momento, è ferita da questa pandemia.
Inoltre, c'è anche un altro dato che mi pare assolutamente importante, e la prego di farlo notare. Poiché parliamo di circoli culturali e ricreativi se si rispettano le regole, chi partecipa alla vita di un circolo è un socio. Pertanto, l'associazione dispone di un'anagrafica dei soci, quindi c'è anche la possibilità di tenere sotto controllo un potenziale rischio di contagi e un tracciamento, perché è evidente che il socio può accedere a quella struttura solo perché associato, ma essendo associato si può essere tranquillamente sicuri del fatto che si può raggiungere telefonicamente per capire, nel caso in cui ci fossero stati problemi, come sta o come non sta.
La stessa cosa non è assolutamente possibile con le attività normali di ristorazione, quelle aperte al pubblico, dove non si deve dichiarare le proprie generalità e non bisogna iscriversi da nessuna parte per essere oggetto di somministrazione e di mescita. Da questo punto di vista, la possibilità di apertura al delivery sa un po' di beffa, non me ne voglia anche perché queste realtà spesso e volentieri sono strutturate per fare una certa tipologia di ristorazione e non per potersi strutturare sul delivery.
Io le chiedo, invece, con forza di cogliere fino in fondo l'atto che abbiamo votato come Consiglieri, perché questo potrebbe garantire una rinascita, una riapertura e quindi non un rischio vero di chiusura definitiva di questa realtà. Lo dico proprio per la natura che hanno e perché non vedo all'interno di queste realtà differenze sostanziali rispetto a un esercizio aperto al pubblico, anzi forse hanno un vantaggio: il database dei loro soci è facilmente rintracciabile, è facilmente gestibile, soprattutto per quanto riguarda le associazioni che hanno una collocazione più territoriale e che, quindi, possono conservare nell'elenco dei propri soci una documentazione utile da fornire nel caso in cui vi fossero la necessità di fare un tracciamento di chi è andato a usufruire del servizio di somministrazione.
Di conseguenza, Assessora, le chiedo di cambiare un po' la rotta dei suoi intendimenti e di battersi per questa causa che, a mio giudizio, è un'ottima causa, perché non possiamo lasciare indietro coloro che della somministrazione spesso fanno proprio l'utilizzo necessario grazie a quello che ne guadagnano, ossia per garantire alle altre attività culturali e ricreative di poter esistere. Queste attività ricreative e culturali, in questo momento, sono vietate e ci mancherebbe, però se si dà alle realtà associative la possibilità di ripartire, una volta che saranno permesse anche le altre attività, si potrà ripartire con maggiore slancio e maggiore fiducia.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Giaccone.



GIACCONE Mario

Grazie, Presidente.
Brevemente, ho molto rispetto del lavoro dell'Assessore Gabusi, perché si è trovato senz'altro in uno degli anelli deboli della catena che doveva garantire la prevenzione e doveva sforzarsi di evitare il contagio.
Sappiamo tutti bene che, più che la destinazione finale, le scuole, che erano state presidiate e adeguatamente organizzate fin da giugno e luglio con enormi sforzi da parte del personale, non per responsabilità diretta dell'Assessore - comunque ne abbiamo preso consapevolezza nel corso dell'espandersi della pandemia - quello sarebbe stato il luogo delicato e l'anello debole di tutta la catena.
L'Assessore ha fatto tutti i suoi sforzi che bisogna riconoscere, ma purtroppo, a mio avviso, e di questo si è reso conto anche lui, non sono stati sufficientemente percepiti e, forse, non sono stati sufficientemente apprezzati dalla popolazione e nemmeno da chi ha osservato il fenomeno nella sua interezza.
Tuttavia, sulla comunicazione dell'Assessore che, come al solito, è stata esaustiva, dimostrando competenza e impegno, non voglio dare una valutazione negativa, ma è oggettivo che buona parte della comunità, anche scientifica, abbia individuato in quel luogo metaforico uno dei punti appunto, più delicati, malgrado gli sforzi profusi.
Rispetto alla relazione dell'Assessora Poggio, mi spiace ripetere cose ovvie che i miei colleghi hanno già evidenziato. Anche per me risulta un po' difficile da accettare che attività del tutto sovrapponibili dal punto di vista del rischio siano penalizzate. Di fatto, stiamo parlando di attività di somministrazione e mescita che in altri esercizi vengono normalmente svolte e che possono essere svolte da quando è migliorata la situazione sanitaria, ma in questo caso no.
Come hanno già detto i miei colleghi prima, noi preserviamo comunque il cittadino e il fruitore del servizio sugli aspetti più oggettivamente legati alla sfera culturale e meno a quella della somministrazione di alimenti. Oggettivamente, tutti gli aspetti, che comporterebbero un assembramento legato sia a fenomeni di socializzazione all'interno dei circoli sia a manifestazioni che, per loro natura e per loro stesso obiettivo, intendono raccogliere più persone nei locali cui facciamo riferimento, non sono oggetto dell'ordine del giorno del collega Grimaldi.
L'ordine del giorno del collega Grimaldi, assolutamente sottoscritto da tutte le sensibilità dell'Aula, diceva ben altra cosa: diceva che era una contraddizione troppo forte quella di penalizzare un'attività in quanto svolta in un luogo, pur essendo questa assolutamente identica a quella svolta in altri luoghi.
Anch'io sono perplesso rispetto al fatto che il delivery sia, a quel punto una soluzione che sistemi la faccenda, anche perché altri esercizi, che hanno come scopo l'allestimento di cibi, hanno anche una capacità organizzativa e rivestono un'attrattiva superiore per il consumatore. I circoli non sono famosi per la qualità, ma in quanto uno dei possibili servizi. Il delivery, alla fine, ha meno attrattiva rispetto ad altri esercizi.
Anch'io richiamo l'Assessora a rivalutare le considerazioni che ha fatto e a rivalutare la decisione, in relazione alla possibilità, da parte dei circoli, di somministrare cibo e bevande.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendoci altre richieste di intervento sulle comunicazioni della Giunta, possiamo riprendere la deliberazione.



POGGIO Vittoria, Assessore al commercio

Mi scusi, Presidente, posso rispondere velocemente?



PRESIDENTE

Sì, se intende replicare; prego.



POGGIO Vittoria, Assessore al commercio

Dato che sono solidale con le richieste pervenute dai Consiglieri, ho anche il coraggio di portare avanti un'azione che vada a far riaprire soprattutto quelle attività di ristorazione.
Io faccio un gesto coraggioso - e io di coraggio ne ho - ma il DPCM non prevede l'apertura. C'è proprio una nota di una FAQ del Governo, che dice che sono sospese le attività di somministrazione di alimenti e bevande e di ristorazione nei centri culturali, nei centri sociali e nei centri ricreativi.
Pur comprendendo, e mi farò portavoce presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per avere chiarimenti, la domanda non la dovete girare a me ma la dovete girare al Governo, perché queste sono le disposizioni. Io percorrerò l'iter per cercare di fare aprire il più presto possibile e anche di sensibilizzare sul tema, però sono disposizioni sulle quali le Regioni non hanno potere di attivare misure di ampliamento o di allargamento, se non quelle di restringere secondo le condizioni del territorio.
Sicuramente il mio lavoro sarà di andare a chiedere ulteriori indicazioni e dare anche la possibilità, il più presto possibile, di vedere l'apertura di questi centri, di cui riconosco la valenza sociale, ma al momento non posso fare nient'altro che recepire, cioè le recepisce la Regione, le misure indicate dal Governo. Questo per fare chiarezza.
Sulla questione del delivery, era una misura che poteva essere di sostegno.
Certamente sono d'accordo con voi che se il Governo assume altre misure all'interno del DPCM, che permettono a queste realtà di lavorare, sono d'accordo e scriverò subito una lettera da inviare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per sensibilizzare sul tema.



PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Mi scusi se mi sono prenotata tardi, ma pensavo intervenisse qualche collega.



PRESIDENTE

No, prego, prego.



FREDIANI Francesca

Poi l'ultimo intervento dell'Assessore Poggio mi ha stimolato.
È chiaro, noi sappiamo perfettamente che l'Assessore Poggio ha possibilità rispetto ad alcuni temi, come questo posto dai colleghi sui circoli, ed è chiaro, altresì, che alcune decisioni dipendono dal Governo, ma il nostro interlocutore in Consiglio regionale rimane l'Assessore, quindi noi possiamo formalmente rivolgerci solo a lei per far sì che le nostre istanze e le nostre richieste possano trovare uno spazio di confronto.
Noi possiamo avere dei contatti informali con alcune persone che lavorano in Parlamento o, comunque, hanno contatti con il Governo, ma formalmente è corretto, da parte nostra, rivolgerci all'Assessore per cercare di portare avanti richieste che ci sembrano assolutamente ragionevoli, come quella che consentirebbe ai circoli di riprendere la loro attività, che è un'attività che ha un alto valore sociale, soprattutto nei piccoli paesi. Questa cosa l'abbiamo scritta e presentata negli emendamenti in occasione delle discussioni sul "Riparti Piemonte".
Ci piacerebbe che una volta si parlasse anche di cultura, quindi della riapertura dei luoghi culturali e capire come, pian piano, si potrà ripartire anche lì, perché ci concentriamo sempre sul commercio e sulle attività economiche, ma trascuriamo un po' questo settore, che oltre a essere un settore importantissimo dal punto di vista economico, ha anche un alto valore per la nostra società. Credo che non sia più collegato l'Assessore Gabusi. È vero? Me lo conferma, Presidente? Non lo vedo più nei quadrettini del collegamento. Era solo per capire se ci possa essere uno spazio d'interlocuzione anche in Commissione, rispetto all'organizzazione dei trasporti, in vista della riapertura delle scuole. Tra l'altro, quella di creare un tavolo in cui sedersi e affrontare a tutto tondo il tema dei trasporti è, da qualche mese, una richiesta che abbiamo avanzato già da tempo, con una proposta del collega Martinetti.
Era solo una domanda puntuale, ma la rivolgerò all'Assessore Gabusi nel prosieguo, non essendo più presente: capire per quale motivo, per gli orari scaglionati, si parla di ingresso alle 8 e alle 10, se non sbaglio, e non di ingresso alle 9 e alle 10, perché un ingresso alle nove e alle 10 consentirebbe anche di evitare una sovrapposizione con la gran massa dei pendolari, quindi evitare l'orario delle otto secondo me potrebbe essere vantaggioso.
Tra l'altro, mi piacerebbe anche affrontare il tema della scuola con l'Assessora Chiorino, perché i dati che abbiano avuto non evidenziano in modo così lampante che i contagi avvengano unicamente sui mezzi di trasporto. Vorrei che trovassimo uno spazio, magari in una Commissione congiunta sanità e istruzione, per analizzare tutti insieme questi dati e dire come fare a rendere sicuro il rientro dei nostri studenti, anche all'interno delle aule scolastiche, quindi affrontare il tema della sicurezza dei nostri studenti dal momento in cui scendono dai mezzi di trasporto ed entrano nelle aule.



PRESIDENTE

Non vedo l'Assessore Gabusi. Comunque c'erano l'Assessore Poggio e l'Assessore Marrone, Assessore ai rapporti con il Consiglio, che è collegato. Segnaliamo la richiesta che è stata avanzata dalla Consigliera Frediani per le Commissioni congiunte, in modo tale da continuare la discussione. Se non vi sono altri richieste d'intervento, possiamo considerare concluso il dibattito sulle comunicazioni della Giunta.


Argomento: Ordine pubblico e sicurezza

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 118, inerente a "Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie in materia di sicurezza integrata, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della legge regionale 10 dicembre 2007, n. 23 (Disposizioni relative alle politiche regionali in materia di sicurezza integrata)" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame della proposta di deliberazione n. 118, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Scusi, Presidente, solo una questione tecnica. Questa è una proposta di delibera del Consiglio regionale e quindi il deposito degli emendamenti doveva avvenire prima dell'inizio delle discussioni o anche.



PRESIDENTE

Entro la fine della discussione generale.



GALLO Raffaele

Anche se è una delibera di Consiglio regionale? Non è un disegno di legge.



PRESIDENTE

Proprio perché è una delibera di Consiglio regionale, altrimenti l'emendamento si può depositare prima di cominciare l'esame dell'articolo stesso. Apriamo la discussione generale e si valutano gli emendamenti.



GALLO Raffaele

Mi sembrava di ricordare che si dovessero depositare prima.



PRESIDENTE

Anche la scorsa settimana, sulla delibera sul DEFR, gli emendamenti sono stati presentati entro la discussione generale.



GALLO Raffaele

Va bene, ricordo male io.



PRESIDENTE

Ci sono ancora interventi in discussione generale? Mi sembrava che nella seduta antimeridiana ci fosse ancora un iscritto a parlare.
Se non ci sono interventi, chiudiamo la discussione generale e procediamo alla presentazione degli emendamenti. Gli emendamenti devono essere a tre firme come sono stati sviluppati.
Sospendiamo un attimo i lavori per una questione di procedura.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.25, riprende alle ore 16.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Possiamo riprendere la discussione sugli emendamenti.
Emendamento rubricato n. 12) presentato da Grimaldi, Sacco, Magliano e Giaccone.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Presidente, è tutto fermo, visto che non sento nulla?



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, avevamo incominciato la discussione sugli emendamenti e le relative presentazioni.
Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Cerutti ne ha facoltà.



CERUTTI Andrea

Grazie, Presidente.
Lei ha detto che stiamo caricando gli emendamenti sul preambolo, ma sono già stati caricati o saranno girati agli Uffici via e-mail?



PRESIDENTE

Quelli sono stati caricati.



CERUTTI Andrea

Perfetto.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Proseguiamo con la presentazione degli emendamenti. Siamo all'emendamento 11) a prima firma del Consigliere Grimaldi.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Un attimo, perché ho problemi di collegamento. Mi sente?



PRESIDENTE

Si, adesso sì.



GRIMALDI Marco

L'emendamento rubricato n. 11) è un emendamento all'allegato A delle linee programmatiche e chiarisce che la sicurezza urbana è una questione su cui in Italia si riflette, ovviamente, e si discute da più di vent'anni, ma che in Europa è oggetto di attenzione ancora più ampia.
Si tratta di una dimensione della qualità della vita che interessa tutte le città del mondo e viene richiamata, sempre più spesso, in programmi di interventi e in strategie di sviluppo di rilevanza globale.
Questo emendamento serve, di fatto, anche ad aggiornare queste linee d'indirizzo, tuttavia vorrei darle una notizia, Assessore.
La relazione dell'Assessore Ricca ci ha portato a voler indagare su quelle parole, poiché ce le ha volute scandire alla lettera rileggendole, ma sa che cosa abbiamo scoperto? Che la relazione dell'Assessore Ricca è copiata dalle linee d'indirizzo di ben dieci anni fa della Regione Piemonte.
Mi sono posto un tema: perché, soprattutto nella narrativa, riprendere delle parole di dieci anni fa, quando il contesto è totalmente cambiato? È vero che, soprattutto la relazione del 2012 da cui è stata copiata alla lettera la relazione (ma proprio copiata e incollata!) è di una Giunta dello stesso vostro colore (erano gli anni del Presidente Cota, mi pare fosse la sua seconda relazione sulla sicurezza), ma ha davvero senso fare in fretta e furia delle linee d'indirizzo con dei preamboli così lontani nel tempo, senza un dato, senza un'analisi di contesto, senza dirci che il Piemonte da allora è comunque cambiato, nel bene e nel male? Quanti minuti ho ancora, Presidente?



PRESIDENTE

Se li illustra tutti.



GRIMALDI Marco

No, uno alla volta.



PRESIDENTE

Se li illustra uno alla volta, ha tre minuti per ciascun emendamento.
Adesso sono trascorsi due minuti, le rimane poco più di un minuto.



GRIMALDI Marco

Dicevo, ha senso aver fatto in fretta e furia delle linee d'indirizzo senza aggiornare l'analisi di contesto, senza capire quali sono, per esempio, i reati che sono risultati in aumento in questi dieci anni, senza illustrarci l'analisi e le differenza fra i grandi e i piccoli Comuni? Ha senso non parlare di percezione della sicurezza? Ha senso non mettere dentro tutto quello che non c'è, come dicevamo nella relazione introduttiva, cioè tutta quella parte legata, ad esempio, ai veri dati sulla criminalità organizzata, ai veri dati sulle nuove emergenze? Penso anche a tutto il tema di cui abbiamo parlato durante il bilancio dell'usura, della cosiddetta "vampirizzazione" dell'economia. Di tutto questo qui dentro non c'è niente. Ma non c'è niente neanche su quella parte dedicata alle violenze, soprattutto a quelle private. Non c'è niente di educazione. Non c'è niente rispetto ad altri valori che, per fortuna, sono emersi nel discorso pubblico sulla sicurezza, a partire dalla sicurezza urbana, dalla rigenerazione e dalla riqualificazione di alcuni quartieri, a partire da quello che è il vero cambiamento e paradigma del ruolo degli agenti di polizia, ma anche della polizia locale.
Per questo, credo che tutti i nostri interventi nel merito e nell'illustrazione della delibera serviranno ad aggiornare quello che l'Assessore Ricca, purtroppo, ha copiato e incollato.
Grazie.



PRESIDENTE

Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento da parte dei cofirmatari passerei all'illustrazione del successivo emendamento.
Emendamento rubricato n. 11) presentato da Grimaldi, Sacco, Magliano e Giaccone.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Presidente, le chiedo di concedermi solamente dieci secondi.



PRESIDENTE

Prego, prego.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
L'emendamento n. 12) emenda sempre l'allegato A delle linee programmatiche e spiega che solo negli ultimi anni, con il crescente impegno dello Stato e a cascata delle articolazioni locali, in materia di lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, con la spinta verso una maggiore trasparenza dell'azione pubblica e responsabilizzazione dei cittadini al senso civico i Comuni hanno cominciato ad affrontare il tema della promozione della cultura della legalità dal punto di vista delle competenze dell'ente locale.
All'interno di diversi ambiti delle politiche urbane - dall'educazione alla tutela del territorio fino agli interventi in campo abitativo e sociale si sono sviluppate numerose iniziative ed esperienze con l'obiettivo di prevenire e ridurre gli effetti dell'illegalità diffusa sul benessere sociale ed economico delle comunità locali.
Che cosa ribadisce l'emendamento? Intanto che la sicurezza non è certo solo body cam, non riguarda certo solo tutti gli interventi volti alla repressione, ma è un qualcosa di più ampio, che dovrebbe anche toccare tutti gli aspetti abitativi del sociale, che riguarda anche la vera percezione della presenza dello Stato.
Anche la lotta contro le mafie e la criminalità organizzata non passa più solo dalla repressione, giusta e necessaria, per esempio dello spaccio e delle attività di tratta. Ormai le mafie si sono organizzate e strutturate dentro i nostri territori, per utilizzarli soprattutto nel campo legale. In che senso dico "legale"? Perché utilizzano le nostre attività legali, le nostre attività economiche (parlo di "nostre" perché spesso sono invisibili dentro quei luoghi) e le utilizzano come grandi "lavatrici" delle loro attività illegali, quindi anche per riciclare il loro denaro sporco e utilizzare quella grande massa di liquidità per vampirizzare, come dicevo prima, l'economia locale. Per questo motivo, questa introduzione deve essere arricchita di ampie parti, che non sono presenti, come quella che le ho appena descritto.
Mi scusi, ma ho fatto che disattivare il video, così riesce a seguirmi anche in questa fase.



PRESIDENTE

Prego, nessun problema.
Emendamento rubricato n. 13) presentato da Grimaldi, Sacco, Magliano e Giaccone.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Tale emendamento cerca di collegare alcune delle cose che ho poc'anzi detto sottendendo che si tratti di agire per migliorare la sicurezza dei luoghi o di contrastare condotte illegali.
L'attenzione delle amministrazioni locali dev'essere appunto rivolta alla città, intesa come insieme di fenomeni, spazi, comportamenti e relazioni che concorrono a determinare le condizioni per costruire comunità sicure solidali e coese. Cito questo documento (FESU 2012) proprio perché voglio scavare nelle stesse argomentazioni e narrazioni che già erano sballate nel 2012, ai tempi della Giunta Cota.
Mi sembrava più corretto attingere a un'interpretazione internazionale di quelle che sono le azioni per la sicurezza urbana. Anche se questa visione è ormai condivisa, ciò che rende vivo il dibattito e la ricerca di strategie d'intervento efficaci è la varietà e l'eterogeneità degli aspetti della vita sociale contemporanea che concorrono a definirne i contenuti.
Sono aspetti che riguardano la dimensione locale e hanno assunto significati e contenuti vari in virtù della loro declinazione nella vita quotidiana dei cittadini e delle comunità.
Per questo, visto che l'Assessore Ricca sa leggere così bene e si sta sempre di più dotando anche di una formazione continua e permanente nella lettura di atti, gli consigliamo di mettersi a studiare. Visto che gli piacciono gli argomenti del passato, ricostruisca un po' la storia della vita della politica in termini di sicurezza e di contrasto alle condotte illegali. Con questi emendamenti, credo che potrà riallineare la sua formazione che si nutre di vecchie linee programmatiche di Giunte passate con, invece, il meglio della letteratura internazionale. Noi, purtroppo l'abbiamo potuto fare solo in pillole e grazie al fatto che il Consigliere Bongioanni ha voluto all'ultimo emendare il testo, per cui abbiamo avuto l'opportunità in poche ore di presentare questi nuovi emendamenti. Siamo veramente grati e lieti che ci abbiate dato questo spazio.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 14) presentato da Grimaldi, Sacco, Magliano e Giaccone.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Chiunque a vario titolo si sia imbattuto nella domanda di sicurezza dei cittadini, sa bene che non si tratta solo di una questione che può essere affrontata in modo puntuale e assoluto, senza aver chiaro lo scenario in cui essa si qualifica e si manifesta o senza aver considerato i dati e la percezione dei cittadini.
La sicurezza urbana è un termine dai contorni indefiniti e sfumati. Viene usato per riferirsi a problemi molto diversi tra loro e per questo ci sembra assurdo che non sia stato detto. Ormai si tratta di definire questo tema in un contesto che ormai è sfaccettato e per questo bisogna definirne i contorni. È un tema che viene usato per riferirsi a problemi diversissimi, dal terrorismo alle guerriglie urbane, dalla microcriminalità all'accattonaggio per strada, dalla devianza giovanile al degrado ambientale.
Ci vuole più sostanza, lo diciamo all'Assessore Ricca. Se vuole utilizzare certi termini è bene che li contestualizzi dentro una letteratura internazionale, dentro delle linee guida nazionali e, soprattutto articolando meglio quelli che sono i pensieri che inizia a farsi. È un giovane Assessore, che si è sempre occupato di sicurezza dal punto di vista probabilmente più politico e propagandistico, ma adesso c'è bisogno di un salto di qualità.
Per questo gli consigliamo di evitare "sparate" come ha fatto in alcuni luoghi torinesi, fra cui in questa campagna permanente sulla pelle dei più poveri. Penso al tema del libero scambio, penso a quello che è stato il contrasto col Prefetto che ha portato addirittura la Curia a prendere posizione.
Credo che sia dovere dell'Assessore Ricca capire che cos'è la sicurezza urbana. La sicurezza urbana non è certo cancellare la vita dei più poveri non è certo fermare quelle attività che danno, invece, dignità a quegli ultimi. Pertanto, questi emendamenti servono anche a ribadire all'Assessore che il confronto con le Prefetture non va solo scritto e detto a parole, ma va poi anche agito quotidianamente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 15) presentato da Grimaldi, Sacco, Magliano e Giaccone.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Quando si prova a definire la legalità, si ha anche a che fare con un termine dai contorni indefiniti e sfumati, ma soprattutto bisogna in qualche modo andare oltre queste definizioni ed entrare un po' nel merito delle questioni più operative.
Quando si ha a che fare con la definizione di legalità e i suoi contorni sfumati s'intende non tanto o non soltanto la sua accezione giuridica di principio di legalità e rispetto delle norme, la cui definizione non dovrebbe sollevare solo dubbi sul piano del contenuto né dell'obbligo di rispetto, quanto tutto ciò che attiene al mantenimento dell'ordine sociale e dei valori fondanti di una convivenza civile, quali la responsabilità, il rispetto verso gli altri, la cosa pubblica, la solidarietà, la libertà.
Anche le espressioni "educazione alla legalità" o "promozione della cultura della legalità", sebbene molto utilizzate, sono di poco aiuto, in quanto troppo ampie e generaliste. Se è vero che sono entrambi concetti contenitori, non sono però mancati i tentativi di fornire interpretazioni e definizioni di natura sociologica e, recentemente, anche di natura politica.
V'invitiamo a entrare dentro questa discussione, ad attraversarla utilizzando nuove parole e nuovi strumenti, ma soprattutto nuova cultura.
Ci sembra davvero che l'Assessore Ricca si sia fermato ai B-movie degli anni Novanta, fatti di telecamere pre-cognitive, di body cam e di ronde padane.
Crediamo che questa vicenda sia più complessa e che ci parli tanto di libertà e di solidarietà della cosa pubblica, anche di errori fatti, come quelli di ieri, magari in buona fede, da un direttore sanitario che ci spiega che doveva denunciare a tutti i costi la presenza di una persona irregolare. Vi ricordo che la legalità passa soprattutto dal rispetto delle nostre regole costituzionali e quando c'è il rispetto, ad esempio, della vita, viene prima di tanti altri codici, che siano civili o penali.
Pertanto, credo che questa relazione andava riscritta dall'inizio alla fine.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 17) presentato da Gallo, Sacco, Giaccone, Sarno.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallo per l'illustrazione.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Pensavo li presentasse il collega Sarno, ma lo farò io.
Sono quattro emendamenti che abbiamo depositato in queste ore, grazie al tempo che abbiamo ricavato per la costruzione, il deposito e la firma dell'emendamento.



(Audio mancante o non comprensibile)



GALLO Raffaele

Immagino che i Capigruppo di maggioranza abbiano sanato la frattura fra le due maggioranze sul tema della sicurezza, che dovrebbe essere il tema che più li tiene uniti, perché rileviamo che su questo tema avete avuto uno dei più aspri confronti all'interno della maggioranza di questo primo anno e mezzo di legislatura.
Abbiamo predisposto questi emendamenti in quest'ora e mezza, per dimostrare e per depositare formalmente quello che noi abbiamo detto fin dall'inizio della discussione su questo piano integrato della sicurezza. Li illustro tutti assieme in senso generale, poi interverrà il mio collega di Gruppo Sarno, se li vorrà illustrare nello specifico.
Il senso di questi emendamenti è quello di cui abbiamo detto.
Il tema della sicurezza appartiene a tutte le forze politiche e rispetto a esso devono essere fatte delle politiche integrate, ma non ci convince il mix d'interventi che avete inserito in questo piano integrato, come viene chiamato. Come sappiamo, ogni politica regionale, per quanto scritta bene per quanto argomentata in modo preciso, se non ha risorse, non ha sostanza.
Poiché abbiamo rilevato che in questo documento di undici pagine sono inserite una serie di misure che cercano di compensare ed equilibrare, da un lato, l'esigenza di nuove tecnologie al servizio della sicurezza dall'altro, però, la continua ricerca delle politiche più in generale.



(Audio mancante o non comprensibile)



GALLO Raffaele

L'equilibrio c'è solo sulla carta perché, di fatto, nella stesura e nella definizione di dove allocare le risorse, sono tutte sostanzialmente allocate alle body cam e alle tecnologie connesse.
Poiché è molto complicato fare un ragionamento unico sui vari singoli interventi che sono inseriti in questo piano integrato, su alcuni si pu essere d'accordo, su altri assolutamente no, quindi nel suo complesso.



(Audio mancante o non comprensibile)



GALLO Raffaele

Sapete come voteremo su questo provvedimento, però noi abbiamo voluto rimodulare le risorse economiche, 1.700.000 euro.



(Audio mancante o non comprensibile)



GALLO Raffaele

Vorremmo che le risorse fossero allocate sulle voci del piano integrato in modo più equilibrato, perché per noi hanno pari dignità e pari importanza le politiche legate all'inclusione sociale, che devono essere quindi non soltanto scritte come assunzione di principio, ma anche finanziate affinché possano avere un inizio e un progetto vero le politiche della formazione del personale di polizia locale, le politiche di rigenerazione urbana, le politiche di riqualificazione e di politiche culturali.
Guardate che Torino, in alcuni suoi quartieri, ha vissuto davvero queste politiche di rigenerazione urbana. Penso alle zone di San Salvario e al Quadrilatero romano, che grazie a queste politiche sono state restituite alla collettività, ma sicuramente anche l'introduzione di nuovi strumenti tecnologici va, secondo noi, nella direzione dell'integrazione dei dati tra le forze di polizia.



(Audio mancante o non comprensibile)



GALLO Raffaele

Ricordiamo che quello della body cam è uno strumento che ha radici in culture di paesi esteri che poco hanno a che vedere con le nostre.
In questi quattro emendamenti sono rimodulate le risorse economiche, per dare ossigeno anche alle altre politiche inserite nella deliberazione che avete portato all'attenzione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie.
Passerei all'emendamento successivo, l'emendamento n. 18), a firma Gallo.
Prego, Consigliere Sarno.



SARNO Diego

Presidente, scusi. L'emendamento che ha chiesto di presentare prima.



PRESIDENTE

Era il n. 17) e adesso siamo al n. 18).



SARNO Diego

Va bene.
Mi scusi, ma il n. 16)?



PRESIDENTE

Il n. 16) è successivo.



SARNO Diego

Per noi era precedente rispetto agli altri, nel senso che aveva.



PRESIDENTE

Sì, ma si è collocato nella legge e non.
È collegato all'allegato A, pagina 5; si è inserito successivamente.



SARNO Diego

Scusi, Presidente, solo per capire.
Il n. 16) riguarda la riduzione delle risorse legate alle body cam e poi la rimodulazione dei restanti. Solo per dare un ordine alla presentazione logica, da questo punto di vista. Altrimenti, procedo come crede.



PRESIDENTE

Gli emendamenti, che vanno a modificare una parte della legge, in questo caso, della deliberazione, sono inseriti a scalare della legge, proseguendo la legge. In altre parole, l'emendamento n. 16) va a inserirsi in un punto successivo rispetto all'emendamento 18), che va a inserirsi in un punto della deliberazione antecedente rispetto al n. 16).



SARNO Diego

Quindi, adesso presento il n. 18)?



PRESIDENTE

Sì.
Emendamento rubricato n. 18) presentato da Gallo, Sacco, Giaccone, Sarno.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
L'emendamento 18) prevede, come diceva il mio Capogruppo Gallo, una nuova attività rispetto alle politiche della sicurezza integrata, perché bisogna avere la capacità di metterla insieme anche agli altri interventi. Se infatti, questa deliberazione ci porta a ragionare di politiche sulla sicurezza e di politiche integrate, le politiche integrate sono politiche con più sfaccettature e con più obiettivi.
Tra queste politiche abbiamo inserito, per un importo di 200 mila euro, una formazione specifica, nonché un aumento della dotazione del personale rispetto a una peculiarità in termini di sicurezza, che è una sicurezza di risoluzione, ad esempio, di alcune conflittualità tra le persone all'interno dei quartieri, piuttosto che anche all'interno di alcuni edifici popolosi, con uno strumento (chiamiamolo così) ideato ormai molti anni fa e utilizzato da molti Comuni. Parliamo dei vigili di prossimità.
Pensiamo sia fondamentale, in un'ottica di politica integrata sulla sicurezza, aumentare la formazione, da un lato, e la dotazione della pianta organica dall'altro, nei singoli Comuni (in particolare, in questo emendamento si fa riferimento ai capoluoghi di provincia), rispetto ai vigili di prossimità. Chi ha avuto la fortuna di essere, nel passato, anche un amministratore pubblico, è venuto a contatto con questa buona pratica pubblica: i vigili di prossimità permettono la risoluzione dei conflitti e anche un controllo maggiore, puntuale e specifico di tutta una serie di elementi legati alla sicurezza del cittadino, inteso in senso trasversale e in senso integrato.
Questa è la dimostrazione di un emendamento di contenuto importante, che l'Assessore Ricca dovrebbe tenere in considerazione se davvero vuole costruire un documento di politica integrata in termini di sicurezza e non solo su altri aspetti più di propaganda e di costruzione esclusiva del consenso, andando a impegnare esclusivamente risorse sulle telecamere.
L'emendamento 18) - e concludo, Presidente - è un inserimento nuovo sul tema dei vigili di prossimità, con una dotazione di 200 mila euro.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 19) presentato da Gallo, Sacco, Giaccone, Sarno.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

L'emendamento 19), come detto per il precedente, cerca di attivare un'ulteriore attività, rispetto alle politiche integrate sulla sicurezza perché sappiamo che il tema della sicurezza è molto legato al tema della rigenerazione urbana e in termini di arredo urbano.
Come dicono noti sociologi, che costruiscono le proprie riflessioni, che sono molto utili a chi, come noi, deve costruire delle politiche pubbliche quindi organizzare la vita sociale delle persone all'interno di quartieri più difficili, il tema della rigenerazione urbana, di una qualità alta e di una buona qualità dell'arredo urbano, piuttosto che una rivitalizzazione degli spazi che devono essere maggiormente illuminati all'interno dei quartieri e all'interno delle città, serve per costruire politiche integrate sulla sicurezza.
Pertanto, sì, si mettono maggiori telecamere, ma si aumentano le dotazioni in termini di formazione del personale, e con una dotazione di 300 mila euro si dà un segnale chiaro alle città più popolose del nostro Piemonte dicendo alle stesse: mettiamo mano agli spazi urbani, a quei piccoli spazi urbani, che però sono quelli più dimenticati e, quindi, con una politica regionale si cerca di dotare di nuovo le città capoluogo per costruire progetti di rivitalizzazione e di rigenerazione urbana.
Questo per noi è un elemento fondamentale, quindi anche su questo chiediamo alla Giunta, all'Assessore e a tutta la maggioranza di metterci testa perché evidentemente questa deliberazione, come già detto in precedenza, è una deliberazione che coglie solo un aspetto, mentre noi, invece, vi stiamo sollecitando il tema di occuparsi di una politica integrata sulla sicurezza a 360 gradi, come dovrebbe essere fatto da un buon legislatore e da un buon amministratore.
In conclusione, Presidente, l'emendamento 19) dà soldi, quindi copre economicamente quote parziali di questa politica pubblica: 300 mila euro per la rivitalizzazione e la rigenerazione urbana delle nostre città e dei luoghi più difficili e più dimenticati delle nostre città piemontesi.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 6) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 7) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 6.1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) L'emendamento è dato per illustrato.
Emendamento rubricato n. 17) presentato da Gallo, Sacco, Giaccone, Sarno.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

Mi faccia dire, Presidente, che, come nella passata seduta di Consiglio trovo davvero poco piacevole, anche da un punto di vista istituzionale, che l'Assessore Ricca, dopo averci letto parzialmente la delibera, non raccontata e non argomentata, nella passata seduta, oggi non abbia neanche la. forse voglia, non lo so, di presentarci gli emendamenti.
Credo che l'illustrazione degli emendamenti non sia, certo, un atto dovuto che non prevede obbligatorietà, ma credo ci sia una correttezza istituzionale per cui si debba procedere alla presentazione degli stessi, a maggior ragione poiché si tratta di emendamenti che sono arrivati dopo.
Veniamo alla presentazione dell'emendamento, perché i fondi che abbiamo ipotizzato, sia nell'emendamento 18) sia nell'emendamento 19) sia anche nell'emendamento 17), sono soldi e sono imposte che derivano da una riduzione dei fondi assegnati all'acquisto delle body cam. Crediamo, come diceva già il mio Presidente di Gruppo Gallo, che questa sperimentazione e questa strumentazione da acquistare, e quindi da diffondere sul territorio piemontese, se di sperimentazione si deve parlare, si può parlare di una sperimentazione pari a un conto di 200 mila euro.
Pertanto, non neghiamo la possibilità di sperimentare questa nuova strumentazione, purché che sia tale, purché sia una sperimentazione perch comunque, nutriamo alcuni dubbi e alcune perplessità. Crediamo nelle fasi di sperimentazione di nuovi strumenti in termini di sicurezza integrata.
Poiché abbiamo continuato a sollecitare la maggioranza di prendere in considerazione nel vero senso del significato la sicurezza integrata quindi integrata e non solo alcuni aspetti sui temi della sicurezza l'emendamento 16) diminuisce l'importo da 800 mila a 200 mila euro.
L'emendamento in questione mira a ridurre di 600 mila euro le risorse di cui al punto 2 dell'allegato A, che è quello che riguarda il "Progetto sperimentale finalizzato a elevare i livelli di sicurezza degli operatori di polizia locale mediante l'impiego di body cam".
Crediamo, Presidente, che lavorando su progettualità diverse, come l'inclusione sociale, i vigili di prossimità e la rivitalizzazione e rigenerazione urbana si possa discutere in Consiglio regionale di politiche integrate in termini di sicurezza; cosa che, invece, l'Assessore Ricca, che da inizio legislatura considera questo Consiglio regionale come un orpello fastidioso da sopportare, ha dimostrato di non voler fare.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sarno.
Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 7.1) presentato dalla Giunta regionale.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) L'Assessore Ricca lo dà per illustrato.
Emendamento rubricato n. 3) presentato da Grimaldi, Bertola, Frediani Sacco, Disabato, Valle, Canalis, Giaccone, Gallo, Sarno, Rossi, Ravetti Avetta.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Volevo intervenire prima sull'emendamento che l'Assessore Ricca ha appena dato per illustrato. Non è possibile - supplicando lei, Presidente cambiare questo atteggiamento? Lo so che l'Assessore li dà per illustrati. Stamattina nella relazione ha detto velocemente che avrebbe illustrato questi emendamenti, perché non li abbiamo capiti.
Se l'Assessore Ricca ci sta ascoltando, gli chiedo ovviamente se pu illustrarli, altrimenti sto facendo della moral suasion.



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, considero il suo intervento come sull'ordine dei lavori perché solo i firmatari possono illustrare gli emendamenti.
Eventualmente può intervenire sugli emendamenti della Giunta anche in discussione generale.
Chiedo alla Giunta di rispettare anche il Consiglio e, se ha la possibilità e la facoltà, di intervenire per illustrare i propri emendamenti.
Se così non è, proseguirei i lavori.
Ha chiesto di intervenire l'Assessore Ricca; ne ha facoltà.



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Presidente, ho già ampiamente illustrato durante la mia replica questo emendamento, che prevede l'estensione anche alla polizia provinciale dei servizi destinati alla polizia locale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione dell'emendamento rubricato n. 3).



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento soppressivo. Come sapete, vorremmo che venisse eliminato l'uso comune dei sistemi di controllo tecnologico del territorio.
Vorremmo eliminarlo, perché pensiamo che sia giusto modificare le linee d'intervento in merito agli interventi di sistemi di sicurezza integrata e come le dicevo, vorremmo avere più delucidazioni in tal senso, soprattutto sull'uso di tecnologia "precognitiva" e tutta la parte di controllo facciale.
Come abbiamo detto, Presidente, siamo molto preoccupati perché questi sistemi, soprattutto quelli legati al riconoscimento facciale e alla sicurezza, hanno già suscitato diverse critiche da parte di chi si occupa tra l'altro, dei diritti del digitale, spesso facendo emergere tutti i pregiudizi che ci sono dietro. Se non stiamo parlando di azioni illegali ma di azioni preventive, l'uso di telecamere e di riconoscimenti facciali rischia di essere davvero una non soluzione dei problemi.
Ripeto, c'è un grande dibattito negli Stati Uniti che, in realtà, ricollego anche alla battuta che facevo all'Assessore Ricca, cioè se avesse visto più "Minority Report" e meno "Demolition Man" scoprirebbe anche che nella precognizione ci sono tutti i pregiudizi dovuti al fatto che non è detto che l'uomo faccia esattamente quello che si pensa stia per fare.
Un conto è utilizzare le telecamere, per esempio, per capire chi ha commesso dei reati, un altro è utilizzare le telecamere per comprendere anche chi era vicino a quei reati e chi può testimoniare; chi può in qualche modo dare un'idea diretta di quanto accaduto.
Invece, in termini di riconoscimento facciale rispetto a vicende non ancora successe, non vorrei entrare dentro l'altro tema che è quello del trattamento dei dati, il che ci preoccupa, perché questa discussione non è stata affrontata. A parte aver letto qualche pagina di questo documento noi non abbiamo neanche ricostruito l'esigenza di arrivare a nuovi punti di linee d'indirizzo sulla sicurezza.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Passiamo all'esame dell'emendamento successivo.
Emendamento rubricato n. 5) presentato da Grimaldi, Bertola, Frediani Sacco, Disabato, Valle, Canalis, Giaccone, Gallo, Sarno, Rossi, Ravetti Avetta.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
"Nell'ambito del potenziamento di strumenti tecnologici idonei a monitorare le zone maggiormente a rischio e garantendo la tutela della riservatezza del cittadino, l'Amministrazione regionale s'impegna a promuovere progetti di controllo elettronico del territorio in ambito locale, che attengono a nuove installazione e al potenziamento di quelle già operative sul territorio, previo monitoraggio qualitativo e quantitativo degli impianti esistenti.
In particolare saranno promossi la qualificazione e l'incremento dei sistemi di videosorveglianza esistenti che non utilizzino - ripeto, che non utilizzino - alcun sistema di riconoscimento facciale, anche al fine di costituire reti integrate e tecnologicamente compatibili di scambio e condivisione di informazioni e immagini, eventualmente recuperando esperienze progettuali temporaneamente sospese, previa valutazione e attualizzazione (a titolo puramente esemplificativo progetto 'Observo') ritenute particolarmente significative. Specifiche progettualità avranno come fine l'implementazione dei sistemi di videosorveglianza 'dinamici' quali quelli che consentono la tracciabilità delle targhe ovvero l'implementazione delle connessioni dei sistemi locali di lettura delle targhe dei veicoli con la banca dati nazionale del Sistema di Controllo Nazionale Targhe e Transiti".
Questo emendamento ha lo scopo di modificare le linee d'intervento in merito agli interventi di sistemi di sicurezza integrata. Ai colleghi che magari ci chiedevano: "Come? Siete contrari?", rispondo: "No, non è che siamo contro, siamo contro alcune modalità". Siamo per un utilizzo di questa pratica, però con un'analisi quantitativa e qualitativa di quello che stiamo andando a fare.
Per questo, oltre a uno stralcio, abbiamo proposto anche delle riscritture che possano almeno edulcorare il testo o far comprendere, per esempio, che il tema del riconoscimento facciale, essendoci grandi dubbi anche da parte della letteratura scientifica mondiale, sia da escludere dalle procedure di sicurezza intergrata, invece di sottolineare il fatto che ne sarà parte.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 4) presentato da Grimaldi, Bertola, Frediani Sacco, Disabato, Valle, Canalis, Giaccone, Gallo, Sarno, Rossi, Ravetti Avetta.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

L'emendamento ha lo scopo di modificare le linee d'intervento in merito agli interventi di sistemi di sicurezza integrata.
In particolare, se parliamo dell'emendamento n. 4), all'allegato A, pagina 8, "Linee programmatiche di intervento e azioni prioritarie per il triennio 2020-2022" parte integrante e sostanziale della PDCR, al programma 2) sistemi di sicurezza integrata, il punto 4) "Condivisione dei dati sull'andamento della criminalità e sistematizzazione informativa tra Polizia locale e Forze statali di Polizia presenti sul territorio", è soppresso.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Emendamento rubricato n. 8) presentato da Grimaldi, Sacco, Magliano.
Giaccone.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Dopo le parole "La condivisione dell'analisi dei dati statistici sui fenomeni criminali con le amministrazioni comunali favorirà lo sviluppo di nuove strategie di comunicazione, in grado di contenere quegli allarmi derivanti anche dai media sui quali può fondarsi una percezione distorta delle condizioni della sicurezza da parte della popolazione." sono aggiunte le seguenti: "Per addivenire agli obiettivi preposti è espressamente vietato l'analisi predittiva e, in particolare, l'utilizzo di software che eseguano analisi sofisticate che possono implicare la combinazione di diversi database, in quanto tali strumenti hanno dimostrato molte difficoltà ad ottenere valutazioni solide che, invece, producono spesso esiti contraddittori. All'attualità infatti non vi sono ancora evidenze chiare sui risultati ottenibili mediante l'impiego di questi software rispetto ad un approccio tradizionale al contrasto dei reati".
Presidente, quando noi chiediamo all'Assessore Ricca di riprendere la parola, è solo perché non vorremmo aver utilizzato impropriamente il nostro spazio e il nostro tempo.
Se noi ci prestiamo in qualche modo a non fare un'attività emendativa doppia, in Commissione e in Aula, chiediamo, almeno, che il dibattito che non viene svolto in Commissione venga poi sviluppato in Aula. Perch altrimenti, la prossima volta non ci staremo più a delle discussioni in cui ci dite che nel merito interverremo e potremo discuterne in altre sedi.
Perché, poi, se le cose che avete scritto non siete neanche in grado di sostenerle in termini di presentazione di una frase, di un'istanza o di una politica.
Io non so davvero, alla fine di questa discussione, che cosa pensa l'Assessore Ricca di questi software di riconoscimento facciale, o del tema della precognizione e degli studi che noi vorremmo che fossero tolti da questa relazione; non abbiamo idea di che cosa avete in mente.
Vi abbiamo illustrato i nostri dubbi di natura giuridica e di natura legislativa; abbiamo dei seri dubbi anche sulla letteratura scientifica che ci sta dietro. Quando il collega Sarno parla di "non rispetto dell'istituzione del Consiglio" intendiamo anche questo.
Perché il problema della relazione dell'Assessore Ricca della scorsa settimana è che eravamo buoni anche noi a leggere quelle pagine! Il punto è saperle argomentare! E in questo.
Aspettiamo l'ultima discussione da brivido sui controlli dei territori perché l'Assessore Ricca fino alla scorsa settimana ci spiegava che dovevano essere svolti da cittadini comuni, adesso ci spiegherete che sono Forze dell'ordine.
Speriamo che, almeno su questo, l'Assessore Ricca intervenga, per farci capire qual è la discussione in atto. Poi, non volete farlo? Volete trattare così le istituzioni? Io credo che sia deprecabile, Presidente quest'atteggiamento.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 1) presentato da Grimaldi, Bertola, Frediani Sacco, Disabato, Valle, Canalis, Giaccone, Gallo, Sarno, Rossi, Ravetti Avetta.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Il punto "coinvolgimento dell'associazionismo diffuso e di organismi spontanei emergenti nella società civile nei limiti ed entro le cornici normative vigenti di cui in premessa, con la valorizzazione delle forme di controlli di vicinato, quali efficaci canali di comunicazione tra i cittadini e le istituzioni, anche in considerazione della spinta derivante dalla diffusione dell'uso dei social network nel contesto sociale" dev'essere soppresso.
Tra l'altro, le giustificazioni sono terribili: cioè l'uso dei social network nel contesto sociale spinge al coinvolgimento dell'associazionismo diffuso nel controllo di vicinato? Per carità! Ma di cosa stiamo parlando? Esistono le Forze dell'ordine; esiste la polizia municipale; esistano le Circoscrizioni, i Comuni; esistono le rappresentanze sociali. Ma quale controllo di vicinato può essere "espressione del coinvolgimento diffuso di organismi spontanei emergenti" dalla spinta derivante dalla diffusione dell'uso di social network nel contesto sociale? Ma no, no e no! E lo dice una forza di sinistra, ma la destra dove cavolo è finita in questo mondo? Davvero pensate di voler entrare dentro la dimensione nuova dell'uso della tecnologia e poi ci spiegate che tutto deve stare dentro a un "grande fratello", ma attraverso l'uso strumentale dell'associazionismo che cresce dalle istanze dei social network? Davvero credo che queste linee d'indirizzo non abbiano né capo né coda.
Hanno un'introduzione di dieci anni fa, dei copia-incolla dell'Assessore Ricca dai bestseller americani e, in più, avete delle visioni contrastanti anche fra di voi su che cosa sarà la sicurezza nei prossimi anni. Altro che body cam ai vigili urbani! Credo che ci sia davvero una gran confusione e che sia bene che anche voi votiate questo emendamento, perché almeno rimuoviamo dal campo questa nuova sicurezza che passa dalle istanze social. Per carità!



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
Emendamento rubricato n. 2) presentato da Grimaldi, Bertola, Frediani Sacco, Disabato, Valle, Canalis, Giaccone, Gallo, Sarno, Rossi, Ravetti Avetta.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Mai emendamento è stato più semplice. Chiediamo di sopprimere il punto degli interventi d'inclusione sociale (perché inclusione sociale non è) quindi il punto 1 "Controllo di vicinato".
Per tanti motivi: intanto non c'entra niente con l'inclusione sociale.
Niente! Consultate qualsiasi manuale o qualsiasi linea d'indirizzo nazionale, europea e mondiale: il controllo di vicinato non fa parte dell'inclusione sociale. In più, il controllo di vicinato articolato come lo dite voi è davvero la quintessenza della vostra confusione mentale. Fate i securitari e un giorno delegittimate le istituzioni democratiche e il loro valore civile, ma il giorno dopo delegittimate pure le Forze dell'ordine, che dite da anni essere il baluardo vero della democrazia e della tenuta sociale di questo Paese.
Adesso non so se ve la cavate con un emendamento o un subemendamento. Credo solo che queste linee d'indirizzo siano il peggio delle vostre relazioni politiche, perché non sapete neanche fra di voi come argomentare queste inversioni a U. In più, credo che non facciate del bene neanche alla vostra cultura di fondo. Potete riprendere in salsa minnitiana le ronde padane, ma in realtà entrate in confusione con voi stessi, perché non c'è nessuna attinenza con tutto il resto della narrazione.
Noi ve lo diciamo così: per smettere di litigare fra voi, per farvi delle idee più chiare, per non fare stupidaggini con questo tipo di azioni, vi chiediamo di sostenere questo emendamento che sopprime tutto il paragrafo.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Emendamento rubricato n. 9) presentato da Gallo, Sacco, Giaccone, Sarno.



(Testo allegato al processo verbale dell'adunanza in corso)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sarno per l'illustrazione.



SARNO Diego

L'emendamento 9) insiste sul tema del controllo di vicinato, posto che, per alcune considerazioni che ha esposto il collega Grimaldi e per molte altre siamo molto dubbiosi e perplessi su questo strumento. Personalmente l'ho raccontato e descritto per come l'ho vissuto in alcuni Comuni nella zona dove abito con molte difficoltà di gestione. Rendere questo ufficialmente una politica di livello regionale lo trovo pericoloso. Troviamo altresì molto difficile gestire correttamente l'eventuale obiettivo di condividere il tema della sicurezza con singoli cittadini che dovrebbero osservare da dietro le tapparelle le cose che capitano davanti alla propria casa.
In questo senso, sperando che la Giunta e la maggioranza facciano dei passi indietro su questo, abbiamo presentato un emendamento di contenuto che secondo noi, tiene in considerazione l'obiettivo generale di condividere le politiche integrate sulla sicurezza con i cittadini e le realtà associative e non solo.
Pertanto, l'emendamento n. 9) che cosa dice? Al punto 1 a pagina 9 si propone sostanzialmente di sostituire "controllo di vicinato" con "tavolo della sicurezza integrata". E si prevede l'istituzione, per ogni Comune aderente all'idea delle linee programmatiche di sicurezza integrata, un vero tavolo di sicurezza integrata, al quale possono sedersi il Comune, le Forze dell'ordine con la polizia municipale, le scuole, gli enti e le associazioni territoriali, anche e soprattutto di promozione sociale, e altri soggetti qualificati che, secondo l'indicazione del tavolo del Comune e degli enti territoriali, potrebbero evidentemente essere qualificati a prenderne parte.
Sostanzialmente chiediamo alla maggioranza di inserire questo strumento e non altri, perché da questo strumento, con una reale e puntuale attività di verifica territoriale sulle specificità del territorio del Comune, si possono costruire politiche integrate di sicurezza, tenendo conto anche di alcune zone specifiche, perché un conto è il controllo di vicinato quando ci sono delle villette in zone residenziali, un conto è quando parliamo di controllo di vicinato con palazzi a più piani, con più alloggi sui pianerottoli. Questo vuol dire decine e decine di persone inserite in queste - le abbiamo definite così per far comprendere - ronde digitali che si vorrebbero creare. Diventa davvero pericoloso anche con una gestione diversa.
Chiediamo che la maggioranza sostituisca il "controllo di vicinato" con i "tavoli di politiche integrate sulla sicurezza", cioè tavoli fisici di confronto in cui le persone si guardano vis-à-vis e con un confronto sulla realtà specifiche del territorio, con delle competenze vere e formate negli anni, sociali o di ordine pubblico. Tuttavia, chiediamo davvero all'Assessore Ricca particolare attenzione su questo emendamento, perch non l'abbiamo letto, ma abbiamo cercato di fargli capire quanto sia importante per noi questo tema, quanto sia fondamentale nella costruzione di città adatte alla convivenza.
Presidente, concludo su questo emendamento, che ribalta quel contributo di 20 mila euro, quindi è molto, molto poco, ma è un contributo ribaltato sulla sperimentazione dei tavoli sulla sicurezza integrata.



PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento rubricato n. 10) presentato da Bongioanni, Ruzzola, Preioni.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) La parola al Consigliere Bongioanni per l'illustrazione.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, l'emendamento n. 10) s'inserisce nell'allegato A sulle linee programmatiche: al punto 1, quando parliamo dell'ormai ampiamente dibattuto controllo di vicinato, dopo la parola "coordinatore", si vuole aggiungere "figura da individuarsi auspicabilmente all'interno delle Forze dell'ordine competenti".



PRESIDENTE

Grazie.
Procediamo con la discussione generale sugli emendamenti.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
In realtà, non volevo intervenire, però l'ultimo intervento del Consigliere Bongioanni mi ha stimolato e vorrei chiedere un chiarimento, perché dice "auspicabilmente". Questo termine all'interno di un emendamento su una norma di legge non ha valore normativo, quindi un elemento dev'essere individuato tra quei soggetti, altrimenti si scrive "ove presenti" oppure "ove è possibile", ma "auspicabilmente" è un avverbio che non ha carattere e non ha valore normativo.
Vorrei un chiarimento su quest'aspetto.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Presidente, "auspicabilmente" lascia un compasso sufficiente semplicemente ampio a quella che sarà l'autorità competente nel muoversi sulla scelta di questa figura che, quindi, riteniamo sia da scegliere non fra i privati come abbiamo già ampiamente relazionato questa mattina, ma all'interno delle Forze dell'ordine.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Rossi.



ROSSI Domenico

Grazie, Presidente.
Non sono intervenuto neanche sull'emendamento di cui ero cofirmatario, ma tengo a fare un passaggio e, in realtà, anche a esprimere un auspicio perché siamo abituati, purtroppo dall'inizio della legislatura, sia sugli emendamenti di natura ostruzionistica, sia su quelli di merito, come quelli su questo provvedimento, ad avere sempre la stessa risposta da parte della Giunta. Di conseguenza, ci auguriamo che questa volta saranno accolti tutti o parzialmente i suggerimenti migliorativi al testo che abbiamo cercato di portare avanti.
Dagli emendamenti presentati emerge e rimane un vulnus in questo provvedimento, perché è tutto sbilanciato sull'aspetto del controllo e ignora completamente, al di là del titolo "Sicurezza integrata", tutti gli altri elementi d'inclusione sociale, di riqualificazione, di rigenerazione urbana e d'interventi anche a favore di quelle associazioni che nei quartieri più difficili possono portare avanti progetti volti a sviluppare coesione sociale e cultura della legalità. Di tutto questo, purtroppo, non abbiamo visto traccia.
Noi ci auguriamo che con alcune rimodulazioni da noi presentate o con alcune aggiunte il provvedimento finale possa uscire migliorato rispetto a come ci è stato presentato. Diversamente, dovremmo prendere atto che la Regione, di fatto, abdica al suo ruolo di lavoro sulla sicurezza cosiddetta "secondaria" e cerca in qualche maniera, probabilmente più per ragioni di natura ideologica, d'intestarsi iniziative che, però, afferiscono più allo Stato, lasciando scoperto un aspetto che avrebbe molto bisogno d'intervento.
Inoltre, com'è emerso oggi, la sicurezza è un tema trasversale. Ecco perch parliamo di politiche sociali, di inclusione e di rigenerazione, e non è un tema che riguarda solo telecamere, controllo o difesa da qualcuno, ma è anche un lavoro che serve a costruire un'idea dello stare insieme, della vita comune che forse si sta un po' perdendo, ma che non è detto che si debba perdere per sempre, perché dipende anche da quanto le istituzioni riescono a mettere in campo.
Davvero, Presidente, ci auguriamo che almeno parte dei nostri emendamenti o di quelli della minoranza siano accolti.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Grazie, Presidente.
Non rubo tempo, ma ci tenevo solo a ringraziare personalmente i Capigruppo di maggioranza che hanno raccolto l'invito a trovare una sintesi su quel punto di criticità che riguardava il coordinatore del controllo di vicinato e, quindi, aver concordato, insieme anche con l'Assessore Ricca, un testo che vada a dare un'indicazione (perché di linee guida si tratta), di dare preferenza, di sottolineare che è meglio.



(Audio mancante o non comprensibile)



MARRONE Maurizio Raffaello, Assessore ai rapporti con il Consiglio

regionale Poiché il coordinatore avrebbe questi profili di responsabilità e comunque, di grande autorità e possibilità d'intervento anche su temi come i dati sensibili e la privacy, riteniamo che vada prioritariamente e preferibilmente individuato tra le Forze dell'ordine.
Inoltre, mi permetto, per precisare rispetto all'osservazione del collega Bertola, è chiaramente "auspicabilmente", perché essendo sicurezza integrata, la Regione non può dare delle indicazioni autoritative - ci mancherebbe altro - alle Prefetture, però in ogni caso si dà un segnale molto chiaro anche di rassicurazione nei confronti delle Forze dell'ordine sul mantenimento in via esclusiva in quelle che sono le loro competenze e il loro ruolo, assolutamente irrinunciabile, di protagoniste esclusive all'interno del contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Non vorrei fare un teorema sulla parola "auspicabilmente", ma credo non abbia valore normativo questo emendamento e che, piuttosto, sia più da trasformare in un ordine del giorno, allegato semmai alla delibera, perch non si capisce il valore normativo di questa frase.
Secondo me non è neanche ricevibile come emendamento, ma andrebbe bene come ordine del giorno che si allega alla delibera, in cui s'impegna la Giunta auspicabilmente, a individuare, all'interno delle Forze dell'ordine, una figura di coordinatore.
Non credo possa essere un articolo di legge, scritto così, però mi rimetto a lei, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, ma tecnicamente la parola "auspicabilmente" è accettabile.
Essendo una delibera, non una legge, come emendamento è assolutamente accettabile e si può prendere in considerazione. Pertanto, ha un valore emendativo la proposta del Consigliere Bongioanni, quindi possiamo sicuramente proseguire,poi ognuno farà le proprie considerazioni politiche sulle parole di un emendamento o sulla sua applicabilità.
È una delibera, non è una legge, per cui possiamo proseguire.



GALLO Raffaele

Non voglio interloquire, ma mi metto nei panni di chi leggerà la delibera e dovrà applicarla: auspicabilmente gli verrà il dubbio di poterlo fare.
Grazie.



PRESIDENTE

Sì, sì, ma è un atto programmatorio, non è un atto normativo, perciò non essendo una legge, si può assolutamente considerare accettata la definizione dell'emendamento del Consigliere Bongioanni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Giaccone; ne ha facoltà.



GIACCONE Mario

Scusi, Presidente, ma questo avverbio diventa protagonista delle nostre discussioni.
Faccio solo una considerazione. Non la metto dal punto di vista normativo ma dal punto di vista della scelta.
L'Assessore Marrone ha tutta la legittimità a dire che è un riconoscimento alle Forze dell'ordine, però io, pur avendo già detto nella discussione generale che sul tema del controllo non siamo d'accordo, ma visto che siamo in minoranza, e presumendo come potrà andare la votazione, il fatto che questa figura sia affidata a un componente delle Forze dell'ordine per me non è un contentino a loro favore, ma una garanzia per la collettività e per evitare che ci fosse una deriva preoccupante, in relazione a chi sarebbe stato affidato questo compito che, oggettivamente, ha una sua delicatezza.
Pertanto, rimango deluso da questo che, chiaramente, è un compromesso tra visioni diverse all'interno della maggioranza per trovare la soluzione perché ho detto e ripetuto, per un'altra volta, che non ero già d'accordo sul controllo cui facciamo riferimento e sulla creazione di questa figura.
Almeno avrei avuto una forma di garanzia che questa sarebbe stata affidata a persone che rispondono, sia in termini di formazione sia anche lasciatemi dire, di deontologia professionale, di formazione per tutta una vita di conoscenza, a determinati crismi.
Diversamente non può essere, se viene affidato a un'altra persona che non ha tutte le medesime competenze. Non lo dico per dare un contentino, ma lo dico perché oggettivamente vi sono determinate questioni .
Questo "auspicabilmente" lo considero.
Almeno vuole dire che può essere tranquillamente - tranquillamente ignorato e si può affidare anche a chiunque, che non abbia nessuna competenza in merito, quel ruolo così delicato. Questa scelta compromissoria - e capisco, perché la politica è fatta anche di questo - in questo caso veramente mi preoccupa e mi lascia molto perplesso rispetto alla decisione della maggioranza, in considerazione del fatto che i voti li ha la maggioranza stessa, quindi possiamo immaginare come le cose andranno a finire.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie.
Ci sono altre richieste d'intervento in discussione generale sugli emendamenti? Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Come avrà colto, abbiamo fatto molto di più di quello che dovevamo fare come opposizioni, nel senso che all'inizio ci siamo limitati a sottolineare le cose che non ci convincevano e, purtroppo, non c'è stata data risposta.
Poi abbiamo iniziato abrogando parti intere che non ci convincevano e abbiamo fatto il nostro dovere. Poi abbiamo provato anche a riscriverle proprio perché la mancanza di comunicazione ha fatto sì che ci provassimo almeno nell'interpretare, in positivo, alcune cose che non condividevamo nel senso generale e nel contesto che avete fatto. Poi, provando a ricanalizzare ancora il testo, visto che c'è stato riletto e mai spiegato davvero, che cosa abbiamo provato a fare? Abbiamo cercato di capire quali erano le radici culturali - non quelle politiche vostre, quelle le conosciamo - le radici culturali, scientifiche e, in generale, le linee programmatiche da cui avete tratto queste considerazioni.
Abbiamo scoperto che erano un copia e incolla di otto anni fa; peraltro non ve l'abbiamo detto, ma la stessa Giunta Cota arrivava da altri strumenti. Da quell'illustrazione avete copiato e incollato altre vicende che entrano in conflitto fra loro. Non sto qui a ribadirle, ma dall'utilizzo, secondo noi improprio, delle telecamere al riconoscimento facciale, dall'utilizzo improprio di quelle azioni di vicinato, di controllo di vicinato che porterebbero a delle ronde legalizzate, in cui adesso vedremo chi le coordinerà, se saranno persone delle Forze dell'ordine o della società civile, ma poi dentro alle nuove istanze social.
Davvero una confusione che non c'entra niente con le priorità della sicurezza integrata e con gli allarmi che ogni giorno leggiamo da parte delle Procure, delle Prefetture e delle Questure.
Insomma, mi sarei aspettato che dopo questa pandemia tutti i riflettori andassero verso chi si sta muovendo rapidamente per conquistare altre fette di economia legale, per poi riciclare un quantitativo incredibile di denaro sporco che gira nelle nostre strade. Mi aspettavo qualcosa di più sulla discussione del contrasto all'usura e su che cosa stanno facendo le grandi organizzazioni criminali dentro l'organizzazione, tra l'altro, degli appalti pubblici.
Guardate che ogni volta che noi leggiamo che qualcuno viene beccato in Piemonte, anche in questa provincia, anche nel capoluogo con mazzette dentro le valigette, vuol dire che è la punta di un iceberg. Pensate se la criminalità organizzata non si sta infiltrando e iniziando a radicarsi ancora meglio magari per ottenere appalti dentro la crisi e dopo la crisi.
Nessuna di queste parole! Neanche un accenno. Purtroppo, per quello che pu fare l'Assessore Ricca, parliamo solo di body cam e di attività di vicinato, ma ci sarebbe tanto altro. Neanche un artificio retorico.
Presidente, la ringrazio, ma spero che dopo le nostre parole qualcun altro della Giunta, se non vuole essere l'Assessore Ricca, ci spieghi esattamente cosa c'era dietro a questa delibera.
V'interrogo tutti affinché si possa riprendere a parlare anche di che cosa serve davvero ai nostri Comuni, di come si fa sicurezza urbana, di come si può parlare ancora d'illuminazione e servizi pubblici. In questa pandemia che ci ha chiusi tutti a casa noi vogliamo davvero riprenderci quegli spazi pubblici non con le ronde, ma con la nostra socialità, con la nostra vita che dobbiamo riprenderci in mano. Speriamo che dopo i vaccini questo avvenga, senza bisogno di metterci le telecamere addosso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Solo rapidissimo. Un sincero ringraziamento all'Assessore per il lavoro svolto, anche in questi ultimi giorni e in questi ultimi momenti per inserire alcuni emendamenti che abbiamo apprezzato molto.
Ho apprezzato particolarmente - e di questo lo ringrazio sinceramente l'emendamento che riguarda l'equiparazione del personale di polizia della Città metropolitana di Torino a quello delle altre Province piemontesi. Un segnale di attenzione e di vicinanza a tutto il mondo della polizia locale in Piemonte, senza escludere nessuno. Questo lo trovo un messaggio molto forte, molto chiaro e molto positivo.
Si tratta di personale in avvalimento alle Province e alla Città metropolitana, ragion per cui è giusto che abbiano un trattamento uguale ed è giusto che sia messo nelle condizioni di massima sicurezza. Quindi diamo un bel segnale.
Grazie davvero, Assessore per quello che ha fatto e per la sua sensibilità.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
Non vi sono altre richieste d'intervento in discussione generale.
Chiederei il parere della Giunta sugli emendamenti.



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Tutti insieme o emendamento per emendamento?



PRESIDENTE

Emendamento per emendamento.
Parere sull'emendamento rubricato n. 11)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 12)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 13)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 14)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 15)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Se vuole, può anche dare le motivazioni.
Parere sull'emendamento rubricato n. 17)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 18)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 19)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 6) della Giunta?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere favorevole.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 7) della Giunta?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere favorevole.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 6.1) della Giunta?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere favorevole.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 16)?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n 7.1) della Giunta?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere favorevole.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 3) del Consigliere Grimaldi sul punto 3 del paragrafo 3?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 5) del Consigliere Grimaldi sul punto 3, capoverso 1?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 4) del Consigliere Grimaldi?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 8) del Consigliere Grimaldi sul capitolo 2, punto 4?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 1) del Consigliere Grimaldi sul capitolo 3, sul primo punto elencato?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 2), capitolo 3.1 del Consigliere Grimaldi?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n. 9) Consigliere Gallo sul punto 1 del capitolo 3?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere contrario.



PRESIDENTE

Parere sull'emendamento rubricato n.10) del capitolo 3.1 del Consigliere Bongioanni?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Parere favorevole.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi richieste d'intervento per dichiarazione di voto, inizierei con le votazioni sull'emendamento rubricato n. 11) a prima a firma del Consigliere Grimaldi.
Ricordo che il numero legale è 25.
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 11) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 12) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 13) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 14) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 15) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 17) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 18) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 19) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 6).
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 7).
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n.
6.1).
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 16) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Siamo a metà, però vi inviterei ad attivare il monitor in queste votazioni in modo tale che rimanga registrata anche l'immagine (alcuni Consiglieri non li abbiamo ancora visti!).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n.
7.1), sul quale la Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 3) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 5) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 4) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 8) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 1) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 2) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 9) sul quale la Giunta regionale ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Indìco la votazione per appello nominale sull'emendamento rubricato n. 10 Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
. Ordine del giorno collegato, il n. 454, presentato da Bongioanni e Preioni, inerente a "Estensione del programma sperimentale della fornitura dei dispositivi di protezione individuale agli agenti di polizia locale denominati 'body cam'".
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno collegato, il n. 454 Ci sono dichiarazioni di voto sull'intero testo della deliberazione? Prego, Consigliere Gallo.



GALLO Raffaele

Grazie, Presidente.
Solo per riepilogare la discussione di questi due giorni di Consiglio regionale su questo testo, che voi chiamate sistema integrato della sicurezza, ma che noi non consideriamo essere un sistema integrato sulla sicurezza, ma un elenco di fondi destinati, secondo noi male, a una serie di politiche scollegate tra di loro, senza un filo logico. Anzi, sono collocati in modo assolutamente non equilibrato rispetto al mix degli investimenti delle politiche che devono essere messe in campo per mettere a sistema un vero sistema integrato di sicurezza e rispondere a un'esigenza che c'è nella comunità, che è quella della sicurezza e verso cui si devono mettere in campo sì politiche d'investimento sulla tecnologia, ma anche politiche d'integrazione, di rigenerazione urbana, di cultura d'integrazione sociale e di formazione del personale in modo equilibrato.
Questa è una delibera che mostra l'impronta assolutamente di destra nell'approccio al tema della sicurezza, un tema che sentiamo anche noi, che facciamo nostro, ma che affrontiamo in modo diverso, con un mix diverso di proposte per rispondere a questa esigenza dei cittadini.
Qui vediamo, ed è plastico nella destinazione delle risorse, soltanto risorse per body cam, per telecamere e controllo di vicinato, ma poco o nulla del resto. O, meglio, voi l'avete scritto per dire che forse c'erano tutti i temi dell'inclusione sociale e della rigenerazione urbana ma, non avendo risorse, è come se non ci fosse.
È una delibera che, per quanto ci riguarda, può anche avere dei lati positivi, come per esempio quello dell'integrazione dei dati e dello scambio dei dati tra forze di polizia, come quello delle telecamere all'interno dei taxi, come quello delle risorse - ci mancherebbe altro per gli straordinari ai vigili, ma su tutto il resto ha delle lacune enormi e non risponde, nel suo complesso, all'esigenza di sicurezza dei cittadini.
È la vostra visione, non è la nostra. Noi avremmo fatto diversamente, negli emendamenti abbiamo provato a spiegarvi come avremo collocato le risorse in modo diverso e come avremmo diversificato anche i temi più delicati.
Avremmo cancellato il controllo di vicinato, avremmo modificato alcune destinazione sulle tecnologie.
Tuttavia, questa è la vostra delibera e noi ci asterremo perché al suo interno ha delle cose che possiamo ritenere positive, tipo l'integrazione dei dati tra le forze di polizia ma, nel suo complesso, non è accettabile e sconta un'impronta di destra che noi non condividiamo nel suo complesso.
Forse abbiamo perso un'occasione per fare una politica effettivamente integrata di sicurezza efficace suonando tutti i tasti della tastiera, non soltanto quelli della tecnologia, del maggior controllo, della videosorveglianza e delle body cam. Un'esperienza di paesi esteri che nulla ha a che fare con il nostro, per cui noi avremmo destinato quelle risorse più che altro nella formazione del personale che quotidianamente è sul territorio a controllare il nostro territorio, a rendere più sicura la vita delle persone e garantire il rispetto delle regole.
Noi ci asterremo per tutto quello che abbiamo detto. Abbiamo tentato di modificare la delibera, ma con un atteggiamento poco dialogante, anche solo nel merito, dell'Assessore Ricca, non abbiamo avuto modo di discutere di nulla, perché questo è il vostro atteggiamento da un po' troppe delibere ve lo dico, su cui spesso ci dovremmo interrogare all'interno di questo Consiglio.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Nelle linee programmatiche d'intervento, come abbiamo sentito dalla dettagliata relazione dell'Assessore Ricca in materia di sicurezza integrata, abbiamo visto questo progetto sperimentale che è finalizzato a elevare i livelli di sicurezza degli agenti della polizia locale e quindi assegna, di fatto, dei contributi ai Comuni capoluogo di Provincia e alla Città metropolitana di Torino per favorire l'acquisto di dispositivi individuali.
In Regione Piemonte abbiamo la bellezza di 440 Comuni turistici individuati ai sensi dell'articolo 17 della legge n. 14 del 2016 e 104 Comuni montani.
Sulla base di questi dati, secondo me c'è da rilevare la necessità di estendere questo programma anche agli altri Comuni piemontesi, a cominciare dai Comuni turistici e montani che, durante alcuni periodi dell'anno, vuoi quello della stagione invernale dello sci vuoi quello estivo, hanno un afflusso maggiore rispetto all'effettivo numero di abitanti residenti.
Faccio l'esempio delle realtà di Prato Nevoso, che ha diciassette residenti e arriva alla bellezza di 22 mila abitanti durante i momenti di punta della stagione invernale (non purtroppo quella che stiamo vivendo quest'anno).
Credo, quindi, che la sicurezza dei visitatori avrebbe dei benefici importanti se gli agenti di polizia locale in forza ai Comuni turistici e montani fossero dotati di questi dispositivi che possono aiutare a individuare tutti i fenomeni e i reati di microcriminalità.
Tuttavia, questo programma non bisognerebbe limitarlo ai Comuni montani e turistici. Adesso è dedicato ai Comuni capoluogo di provincia, ma chiedo di non limitarlo ai Comuni montani e turistici e di estenderlo oltre, quindi ai Comuni con almeno più di 10 mila abitanti, per la considerazione che è necessario tutelare sempre gli agenti in servizio e dare in questi Comuni le stesse opportunità che hanno nel Comune capoluogo di Provincia e nella Città metropolitana.
Il succo dell'ordine del giorno è di chiedere l'impegno del Presidente della Giunta regionale a estendere questo programma sperimentale nell'anno 2021 e anche nel 2022 con la fornitura dei dispositivi di protezione individuale anche ai Comuni turistici, ai Comuni montani, ai Comuni con più di 10 mila abitanti e anche alle unioni di Comuni, vuoi unioni montane o unioni spontanee di Comuni che superano questa soglia.
Questo è il contenuto dell'ordine del giorno che penso vada incontro e soddisfi le richieste di tanti Sindaci, di tanti amministratori e di tanti cittadini che vedono in questo provvedimento una garanzia per la loro sicurezza.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bongioanni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Solo per esprime il nostro favore rispetto a quest'ordine del giorno.
Abbiamo parlato prima con il Consigliere Bongioanni e con l'Assessore Ricca perché vedremmo bene inserire nell'ordine del giorno quello che l'Assessore Ricca, informalmente, ci ha dato la disponibilità di valutare di inserire ossia "tutti i Comuni del Piemonte" nel programma triennale, per quanto riguarda le body cam e le iniziative per la sicurezza che devono riguardare non soltanto i tassisti della città capoluogo della nostra Regione, ma i tassisti di tutto il Piemonte.
Ovviamente, si tratta di un programma importante e oneroso, ma è giusto e doveroso che, da parte nostra, ci sia un segnale che vada verso una programmazione pluriennale, affinché nessuno venga escluso, nessun Comune nessun tassista.
Abbiamo raccolto informalmente la disponibilità dell'Assessore e ne abbiamo parlato prima anche con il Capogruppo Bongioanni.
Se è d'accordo, Presidente, come Gruppo di Forza Italia vorremmo proporre queste due piccole modifiche all'ordine del giorno: chiediamo, in sintesi di estendere a tutti i Comuni piemontesi nel 2021 e nel 2022 il programma sperimentale della fornitura di dispositivi e il progetto sperimentale finalizzato a elevare i livelli di sicurezza di licenza taxi, in modo tale da estenderlo nella programmazione pluriennale sia per i Comuni sia per i tassisti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Stiamo valutando le modifiche.
Consigliere Bongioanni, ha preso visione delle modifiche?



BONGIOANNI Paolo

Presidente, le ho valutate e sono assolutamente favorevole ad ampliare il più possibile il compasso, vista anche la disponibilità dell'Assessore Ricca.
Sappiamo che alcuni Comuni vivono questa realtà in forma associata, quindi sono numeri effettivamente irrisori rispetto a quelli della Città metropolitana. Dunque, se si può estendere l'orizzonte, ben vengano queste modifiche: sono assolutamente disposto ad accoglierle, compresa quella sui tassisti.



PRESIDENTE

Grazie.
Invito il Consigliere Riva Vercellotti a presentare esplicitamente le modifiche, in modo tale che tutti, con il testo dell'ordine del giorno primario sottomano, possano valutarle. Se preferite, possiamo sospendere per un momento i lavori.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Comunico che il testo è stato inviato agli Uffici.



PRESIDENTE

Sì, ce l'abbiamo, ma è stato inviato adesso.
Se preferisce, sospendo la seduta, ma ricordo che alle ore 20 è prevista la chiusura dei lavori e dovremmo approvare il documento.
C'era anche l'intesa di approvare la modifica dello Statuto del CSI.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Come ritiene, Presidente.



PRESIDENTE

Se riesce a fare una sintesi delle modifiche, noi la seguiamo.
Prego.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

La sintesi delle modifiche è estremamente semplice, nel senso che nel testo del dispositivo finale si aggiungono le parole "estendere a tutti i Comuni piemontesi nel 2021 e 2022" - questa è la modifica sostanziale - "il programma sperimentale della fornitura di dispositivi di protezione individuale e il progetto sperimentale finalizzato a elevare la sicurezza dei titolari di licenze taxi contenuti nella deliberazione n. 118". In pratica, si elimina il limite dei 10 mila abitanti e quello dei Comuni turistici e si allarga a tutti i Comuni. E si aggiungono le licenze dei taxi.
Queste sono le due sostanziali modifiche che abbiamo inviato agli Uffici.



PRESIDENTE

Le modifiche insistono sull'oggetto: dopo le parole "agli agenti di polizia locale denominati body cam" si aggiungono le parole "e del progetto sperimentale finalizzato a elevare i livelli di sicurezza dei titolari di licenza taxi e dei loro clienti a tutti i Comuni piemontesi".
Dopo "considerato che" viene eliminato il secondo capoverso: "Nella nostra Regione a oggi si contano circa 440 Comuni turistici (individuati ai sensi dell'articolo 17 della l.r. 14/2016) e 504 comuni montani (in base alla DCR 826-6658 del 1988)".
Il paragrafo che inizia con "Tale programma, ove possibile," viene modificato come segue: "Tale programma, ove possibile, andrebbe esteso anche a tutti i comuni piemontesi non considerati nella PDCR, nella considerazione che sia necessario tutelare anche gli agenti in servizio in tali comuni e di dare loro le stesse opportunità offerte ai comuni capoluogo e alla città metropolitana di Torino".
Questa è la modifica che è stata fatta.
Viene anche introdotto "Considerato inoltre che interventi di supporto declinati nell'articolazione del programma recano anche un progetto sperimentale finalizzato a elevare i livelli di sicurezza dei titolari di licenza taxi e dei loro clienti e di supporto nella ricostruzione dei sinistri, dedicato nella prima fase ai titolari di licenza taxi di Torino considerato il valore del programma in parola e che problematiche analoghe sono proprie di tutta la categoria, anche negli altri Comuni piemontesi".
Successivamente, c'è la seguente frase: "Il Consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta regionale" e le parole "da estendere nel 2021" vengono modificate in "a estendere a tutti i Comuni piemontesi nel 2021 e 2022 il programma sperimentale della fornitura dei dispositivi di protezione individuale agli agenti di Polizia locale denominati body cam e il progetto sperimentale finalizzato a elevare i livelli di sicurezza dei titolari di licenza taxi contenuti nella deliberazione n. 118 'Linee programmatiche d'intervento e azioni prioritarie in materia di sicurezza integrata ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della legge regionale n. 23 del 10 dicembre 2007', anche con richiesta di ulteriori fondi al Ministero dell'Interno, qualora non disponibili nel bilancio regionale".
Queste sono le modifiche dell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Bongioanni, al quale chiedo se è d'accordo.



BONGIOANNI Paolo

Presidente, le modifiche vanno tutte bene. Lascerei però a titolo informativo quanto è previsto nel secondo capoverso del "considerato che" quando si fa riferimento al numero dei comuni turistici e dei comuni montani, che non è assolutamente ostativo delle modifiche inserite, che condivido totalmente.



PRESIDENTE

Nel secondo capoverso.



BONGIOANNI Paolo

I 440 Comuni e 504 Comuni montani.



PRESIDENTE

Va bene, non toglie nulla alla modifica che chiede il Consigliere Riva Vercellotti.
Se non vi sono ulteriori richieste d'intervento, metterei in votazione l'ordine del giorno n. 454 del Consigliere Bongioanni con le modifiche proposte dal Consigliere Riva Vercellotti.
Il parere della Giunta?



RICCA Fabrizio, Assessore alla sicurezza

Il parere è favorevole.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre richieste d'intervento o dichiarazioni di voto metterei in votazione l'ordine del giorno n. 454, con il parere favorevole della Giunta.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Ho sentito il parere favorevole dell'Assessore Ricca, però mi chiedo se l'Assessore Tronzano sia d'accordo, nel senso che mi sembra che si estenda un programma che, comunque, ha dei costi. A me fa piacere se la Regione trova dei fondi, anche se preferirei che li spendesse per altro piuttosto che invadere di body cam tutti i nostri Comuni, soprattutto quelli turistici.
Normalmente negli atti d'indirizzo si mette sempre la formula "valutare" se ci sono le risorse. In questo caso si dà un parere favorevole senza nemmeno sentire cosa ne pensi l'Assessore Tronzano, quando si cita lo stanziamento di risorse e addirittura si pensa di chiederne al Ministero, qualora non bastassero.
Mi sembra che non sia il caso di approvare tanto per approvare, senza mettere, come si fa di solito, la forma attenuativa del "valutare che".
Bisognerebbe forse fermarsi un attimo a ragionare su quante risorse stiamo impegnando con quest'atto d'indirizzo. Gli atti d'indirizzo hanno comunque un valore, non sono parole che poi vanno via con il vento. Qualche riflessione in più sulle risorse che stiamo spendendo non vogliamo farla con l'Assessore?



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Solo un minuto per dire con quando un ordine del giorno impegna delle risorse, dovremmo avere non dico il passaggio in I Commissione, ma almeno il parere dell'Assessore al bilancio. Mettiamo la formula dubitativa "a valutare che", perché stiamo impegnando delle risorse con un atto formale del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ruzzola; ne ha facoltà.



RUZZOLA Paolo

Intervengo solo per dire che mi sembra che gli emendamenti presentati non prevedano aggiunta di risorse. Poiché la legge e il bando prevedono un contributo, credo che, in base ai numeri e alla modulazione, si dia per scontato che si stia dentro all'impegno assunto.
Di conseguenza, non vedo l'importo legato a un numero predefinito, perch neanche al momento era così predefinito. Credo che non sia scontato che le risorse debbano essere aggiunte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Disabato; ne ha facoltà.



DISABATO Sarah

Presidente, sono rimasta senza parole, perché non ho capito praticamente nulla di quello che è successo negli ultimi dieci minuti, salvo l'arrivo di modifiche lette alla veloce di un ordine del giorno del Consigliere Bongioanni, che, di fatto, vanno quasi a modificare e stravolgere l'intento del documento che abbiamo appena trattato in Consiglio regionale.
Adesso ho sentito il Consigliere Ruzzola.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliera Disabato, non vorrei interromperla, ma le modifiche le ho lette io.



DISABATO Sarah

Lo so. Non voglio polemizzare su come sono state lette, però il documento è sottomano e non riesco a visualizzarlo con le modifiche che lei ha citato.
Pertanto, chiedo se ci manda via mail queste modifiche per leggerle. Penso inoltre, che una sospensione sarebbe dovuta essere d'obbligo per permetterci di valutare bene.
Quello che ho compreso dalla sua lettura è che si stanno facendo delle modifiche su questo provvedimento che non hanno più quasi nulla a che vedere con la sicurezza integrata, perché si tratta di aggiungere dispositivi e telecamere su determinati e specifici settori. Oltretutto quello che ha detto il Consigliere Ruzzola non lo condivido, perché se stiamo andando a non modificare le risorse, quindi a utilizzare quelle che erano previste all'inizio, vuol dire che andiamo a togliere delle risorse che sarebbero destinate a forniture per la polizia municipale o, comunque per gli agenti coinvolti in questo tipo di attività, per fornire un'attività per la sperimentazione di questi nuovi metodi.
Francamente, ci penserei un attimo. Soprattutto, però, rimango basita perché ogni volta che presentiamo un ordine del giorno, per fare le valutazioni di tipo economico, bisogna chiedere l'intervento dell'Assessore Tronzano, che, ovviamente, non sa mai se potrà permettersi queste risorse.
Invece adesso, in quattro e quattr'otto si decide di fare una modifica di questo tipo, di non si sa quale importo e non si sa di quale entità, quindi non sappiamo nemmeno se avremo effettivamente le risorse per farlo.
Non so che dire. A questo punto, si applicano due pesi e due misure, perch quando propone l'opposizione, definendo tra l'altro anche delle cifre, ci viene detto di no a prescindere, ma adesso che viene fatta una proposta senza nemmeno indicare una cifra, si dice sì a prescindere, "tanto le risorse le troveremo". Mi pare che ci siano questioni che, secondo me, non vanno affatto bene, soprattutto per la serietà con cui il provvedimento è stato affrontato da parte delle opposizioni.
Sono le 19.50 e ditemi voi se a quest'ora ha senso fare questo tipo di ragionamento.



PRESIDENTE

Grazie La parola al Consigliere Bongioanni.



BONGIOANNI Paolo

Grazie, Presidente.
Sulle osservazioni dei rappresentanti delle opposizioni faccio notare che al quinto capoverso del "considerato che" è scritto "tale programma, ove possibile". Pertanto, non è impositivo rispetto agli 800 mila euro di far crescere questa cifra, che penso sia quella assegnata.
Sulla proposta dei colleghi Gallo e Frediani sull'intervento che riguarda i taxi, se sono favorevoli anche i colleghi Riva Vercellotti e Ruzzola accetterei le osservazioni dell'opposizione.



RUZZOLA Paolo

Per me nessun problema.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Per fortuna, non si finisce mai d'imparare e questo è positivo, perch finché s'impara non s'invecchia, però oggi abbiamo imparato che in un atto normativo si può inserire l'avverbio "auspicabilmente" e, secondo me, sono morti quattro giuristi mentre lo si diceva, perché è una deliberazione e comunque, un atto normativo, anche se non è una legge.
Adesso impariamo che, diversamente da come si è fatto finora, si presenta tranquillamente un ordine del giorno anche se comporta impegni di spesa e chiaramente non c'è il parere dell'Assessore al bilancio, quando al contrario, se si tratta delle opposizioni, o si dice che si valutano ordini giorno purché non impegnino oneri di bilancio e si mette un bel "valutare" oppure accade, com'è accaduto una volta con me, che l'Assessore competente (nel caso specifico, Protopapa) dice di sì e un minuto dopo l'Assessore al bilancio dice no. Quando si tratta delle "maggioranze", però, fanno e disfano come vogliono e va tutto bene.
Il Consiglio è sovrano, qui come negli altri casi, per carità, però è solo per farvi capire che dall'altra parte dell'emiciclo non è proprio che ci sono dei fessi! Il Consiglio è sovrano, vota e si vota a maggioranza, ma sappiate che non abbiamo proprio la sveglia al collo!



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Sacco.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Anch'io vorrei intervenire su quest'aspetto del "valutato che".
Nel momento in cui viene definito, apprezzo l'onestà intellettuale di un Assessore che se dice che non è sicuro, quindi uguale a "molto probabilmente no", suggerisce di mettere un "valutato che", cioè una valutazione della possibilità di adottare o meno l'ordine del giorno e soltanto a seguito di questo c'è il parere favorevole dell'Assessorato al bilancio.
Questo è un sistema che condivido, perché preferisco che mi si dica subito mettendo le mani avanti, che molto probabilmente non si riuscirà ad attuarlo, anziché farlo passare come se fosse già fatto o, comunque, come se dovesse essere realizzato a breve, senza però avere un riscontro, e penso che in questo caso sarebbe utile farlo.
Il Consigliere Bongioanni ha detto che era disposto ad accogliere le osservazioni delle opposizioni, ma spero che sia un modus operandi da ora in avanti. In ogni caso, il parere dell'Assessore al bilancio ci dev'essere, perché deve anche valutare se tale opzione è percorribile o no dal punto di vista finanziario.
Se le possibilità sono zero, allora il parere dev'essere negativo, ma se c'è qualche possibilità, allora si può inserire il "valutato che".



PRESIDENTE

Grazie.
La parola all'Assessore Tronzano.



TRONZANO Andrea, Assessore al bilancio

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa se non ho acceso il video.
Abbiamo valutato quest'aspetto.
Quello che mi tranquillizza, oltre al fatto che il Capogruppo Bongioanni abbia detto di valutare, è anche il fatto che è citato anche il Ministero dell'Interno, quindi mi pare, da quanto ho letto, che il parere possa essere positivo proprio per questo motivo, perché nel caso in cui non ci fossero risorse disponibili, si ricorrerebbe all'ausilio del Ministero dell'Interno.
In ogni caso, la proposta del Capogruppo Bongioanni mette d'accordo tutti quindi proseguirei sulla proposta del Capogruppo Bongioanni.



PRESIDENTE

Grazie.
Non essendovi altre richieste d'intervento, possiamo procedere con la votazione dell'ordine del giorno n. 454, con le modifiche apportate e con il parere favorevole della Giunta.
Indìco la votazione per appello nominale sull'ordine del giorno n. 454, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Passiamo alla votazione dell'intero testo della delibera per appello nominale.
Ricordo che durante la votazione è necessario mantenere attiva la telecamera e che dopo l'espressione verbale del voto occorre confermarlo in chat.
Indìco la votazione per appello nominale sulla proposta di deliberazione n.
118, il cui testo, come modificato, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).


Argomento: Sistema informativo regionale

Proposta di deliberazione n. 116, inerente a "Modifiche allo statuto del CSI-Piemonte" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo a esaminare la proposta di deliberazione n. 116, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Il provvedimento è stato licenziato a maggioranza dalla I Commissione in data 9 dicembre scorso.
Prima di dare la parola per l'illustrazione ricordo, a beneficio di chi volesse intervenire, che può prenotarsi sulla chat.
Prego, Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Mi scusi, Presidente, il Consiglio mi risulta convocato fino alle 20.
Ho ricevuto un'informazione errata?



PRESIDENTE

No, è corretto, e sapevo che c'era un accordo per approvare la modifica dello Statuto del CSI, però ditemi voi.



FREDIANI Francesca

Non ci fosse stata magari la discussione sull'o.d.g., modifiche e tutto quanto.



PRESIDENTE

Quello non dipende dalla Presidenza. La Presidenza cerca solo di far rispettare il Regolamento.



FREDIANI Francesca

Sì, però dovrebbe far rispettare l'orario di fine della seduta.



PRESIDENTE

Sì, tutte le volte che sforiamo leggermente l'orario la questione viene fuori. Sapete benissimo qual è la questione.



FREDIANI Francesca

Ma non è detto che andavamo leggermente fuori, Presidente.



PRESIDENTE

Non lo so. Non lo so e chiedo a voi.



FREDIANI Francesca

Glielo dico io che non andiamo leggermente fuori.



PRESIDENTE

Ho capito, posso fidarmi della sua parola come posso metterla anche in dubbio, come mettete sempre in dubbio la mia.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi.
Se i Capigruppo mi danno conferma, proseguiamo, altrimenti sospenderei la seduta e ci riaggiorniamo.
Ricordo a tutti che domani c'è il C.d.A. del CSI.
Si era prenotata anche la Consigliera Canalis.
Se volete, lascio la parola all'Assessore Marnati.
Prego, Assessore.



MARNATI Matteo, Assessore regionale

Mi ha anticipato lei, Presidente. Volevo solo dire che domani abbiamo l'assemblea del CSI. In Giunta abbiamo già votato la delibera, condizionata al parere del Consiglio, che è appunto sovrano, e senza di questo non potremmo approvarla in tempo.
Non so quando il C.d.A. del CSI potrebbe essere riconvocato. Spero che, nel caso non si facesse oggi, si possa riunire entro la fine dell'anno.
Chiedo solo quest'aiuto al Consiglio, perché i tempi sono purtroppo strettissimi e non abbiamo tanto tempo per approvarlo, anche perché è già stato discusso e presentato in Commissione, per chi c'era, ed è una modifica relativamente semplice, che riguarda un articolo, peraltro votato anche dal Consiglio regionale, di una legge regionale. C'è proprio solo bisogno di questo supporto da parte di tutti, se è possibile, gentilmente.



PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo ai Presidenti dei Gruppi di esprimersi.
Avevamo inteso alla Conferenza dei Capigruppo che domani era una data inderogabile.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Grimaldi; ne ha facoltà.



GRIMALDI Marco

Dalle parole dell'Assessore Marnati non credo che sia inderogabile, ma per rispettare quello che ci siamo detti, di certo la prossima settimana voteremo tutti insieme, così almeno faremo una discussione che non possiamo iniziare alle ore 20.03. Questo stesso ordine dei lavori sarà ripreso la prossima settimana.
La ringrazio e buona serata a tutti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Canalis; ne ha facoltà.



CANALIS Monica

Presidente, sono le ore 20. Penso che non sia mai accaduto che si sia modificato un orario senza concordarlo.
Chiedo, anche da un punto di vista di gestione dell'Aula, se i Consiglieri che si assentano adesso sono penalizzati in termini d'indennità o altro visto che la convocazione era fino alle ore 20.



PRESIDENTE

Scusatemi, ma fino a quando non viene chiusa la sessione d'Aula i Consiglieri devono rimanere collegati da remoto. Tutte le volte che si va oltre l'orario di chiusura, viene fuori la questione. Come sapete, c'è un orario d'inizio, ma è un prescritto. Se vogliamo, possiamo anche pensare di non inserire più l'orario di chiusura, ma sembra brutto. Sono questioni regolamentari.
Si può anche decidere di proseguire, ma come prassi si è sempre ritenuto di indicare un orario di chiusura. Si è già esteso l'orario di chiusura alle ore 20. Mi sembra, dalle parole dell'Assessore, che ci siano le condizioni dato che faremo un ulteriore Consiglio martedì 22, e le tempistiche per una successiva convocazione del C.d.A. del CSI.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Gallo; ne ha facoltà.



GALLO Raffaele

Come sempre capita in questo dibattito, non c'è un Presidente dei Gruppi di maggioranza che intervenga nel dare qualche indicazione.
Vi siete fatti ostruzionismo da soli, è mezz'ora che discutiamo del vostro ordine del giorno e io non so cosa fare. Sono le ore 20. Mi sembra che l'Assessore abbia detto che si può riconvocare il Consiglio di Amministrazione e l'Assemblea dei soci del CSI. Abbiamo un Consiglio il 22 e abbiamo opzionato anche di fare Consiglio il 29 dicembre. L'abbiamo deciso nella Conferenza dei Capigruppo, quindi direi che, senza forzature possiamo riconvocarci il 22 dicembre e mettere il punto in cima all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bongioanni; ne ha facoltà.



BONGIOANNI Paolo

Vorrei solo chiedere all'Assessore Marnati - vorrei che si esprimesse in modo chiaro anche per me - qualora l'assemblea convocata domani per il CSI andasse deserta, se è possibile che la Regione, che è socio di maggioranza possa chiederne una riconvocazione per la prossima settimana.
Se si può riconvocare l'assemblea del CSI per mercoledì o giovedì della prossima settimana, nella Conferenza dei Capigruppo di domani calendarizziamo come primo punto all'o.d.g. l'approvazione di questo provvedimento per martedì 22 dicembre.
Altrimenti, se non si può fare, bisogna risolvere questo problema.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'Assessore Marnati; ne ha facoltà.



MARNATI Matteo, Assessore regionale

Ho sentito il Direttore del CSI. Non è che cade il mondo, ma i soci sono già stati convocati e dobbiamo riconvocarli sotto le festività natalizie.
Considerate che sono molti i soci consorziati e noi siamo l'unico ente che non ha ancora votato. L'hanno fatto tutti, tranne la Regione Piemonte.
È ovvio che non è vitale, ma se si riuscisse a farlo subito tempo sarebbe meglio. Durante la Commissione è già stato detto che si tratta principalmente della modifica di un articolo, prevista anche da una legge regionale votata da voi, ragion per cui non mi sembra ci voglia tanto tempo per approvare il provvedimento.
Ovviamente rimango a vostra disposizione, non è che posso forzarvi. Diciamo che non faremmo una bella figura con gli altri soci, perché siamo gli unici a non avere ancora approvato la modifica statutaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente, ma rinuncio all'intervento.
È già intervenuto l'Assessore Marnati che ha fatto il quadro della situazione.



PRESIDENTE

Non mi sembra che vi siano le condizioni di serenità per proseguire con una modifica di statutaria con una delibera da discutere in poco tempo.
Sappiamo benissimo che la discussione per questa delibera può andare anche oltre le quattro ore, per cui mi vedo costretto a dover interrompere la discussione e inserirla al primo punto dell'o.d.g. del prossimo Consiglio che si svolgerà martedì prossimo. Questo è indubbio.
Dispiace solo per le questioni di cui precedentemente avevamo parlato poiché c'era un'intesa, ma così non è stato. Abbiamo cercato, come Ufficio di Presidenza, di svolgere al meglio e in modo più lineare possibile le procedure di lavoro e le operazioni di voto e dare la possibilità a tutti i Gruppi di presentare gli emendamenti utilizzando una manica larga per avvicinarci anche al Santo Natale in modo amichevole e piacevolmente condiviso fra maggioranza e opposizione. Non è che siamo legati alle ore 20, ma il problema sta solo nel fatto che se il Consiglio tutto maggioranza e opposizione, si mette a discutere, arriviamo di certo alle ore 24 a chiudere il provvedimento, ma sapete benissimo che non possiamo assolutamente andare oltre le ore 24. Detto questo, possiamo concludere la seduta di oggi.
Domani alle ore 14 sarà convocata la Conferenza dei Capigruppo.
Auguro a tutti una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 20.11)



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