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Dettaglio seduta n.10 del 17/09/19 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SALIZZONI



(I lavori iniziano alle ore 9.32 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Trasporti su gomma

Interpellanza n. 6 presentata da Canalis, inerente a "Qual è la posizione della Regione Piemonte in merito al rinnovo della concessione autostradale di Torino?"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo. La Giunta regionale si è resa disponibile a rispondere all'interpellanza n. 6, presentata dalla Consigliera Canalis, avente a oggetto "Qual è la posizione della Regione Piemonte in merito al rinnovo della concessione autostradale di Torino?".
Risponde l'Assessore Gabusi. Vi ricordo che per le interpellanze è prevista l'illustrazione di cinque minuti da parte dell'interpellante, seguirà la risposta della Giunta regionale e la replica dell'interpellante per cinque minuti.
La parola alla Consigliera Canalis per l'illustrazione.



CANALIS Monica

Grazie, Vicepresidente.
Quest'interpellanza è stata presentata a luglio, quindi sembra strano dirlo adesso, che siamo a settembre - politicamente un'era geologica fa, perché nel frattempo molte cose sono cambiate: innanzitutto è cambiato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L'interpellanza è rivolta all'Assessore Gabusi, con il quale abbiamo già avuto, in sede di Consiglio metropolitano, un primo confronto all'inizio di agosto in merito all'oggetto, vale a dire la posizione della Regione Piemonte circa il rinnovo della concessione autostradale di Torino.
Ricordiamo, innanzitutto, che questa concessione è in regime di prorogatio dall'agosto del 2016 e quindi ci aspettiamo davvero a brevissimo termine che il bando per il rinnovo sia lanciato dal Ministero che oggi è l'organismo cui fa capo questa responsabilità.
Proprio per questa ragione, da quasi due anni - dal novembre dicembre 2017 - sia il Consiglio metropolitano sia la Conferenza metropolitana, che riunisce i 312 Sindaci del nostro territorio, si sono espressi in maniera unanime (quindi al di là dei posizionamenti e delle appartenenze di partito) in merito a questo tema, facendo tre ordini di proposte, quindi avanzando una rosa di opzioni.
La prima è quella di gestire direttamente in capo all'Ente metropolitano la tratta autostradale di competenza del territorio torinese chiaramente scorporando quella che viene chiamata "Autostrada Ativa" (cioè tutte le tratte che insistono sul territorio torinese) dalla Torino Piacenza.
La seconda opzione che era stata proposta era quella di una società in house, facente capo sempre alla Città metropolitana.
La terza proposta, invece, era quella di mantenere il modello misto pubblico-privato che era stato realizzato in questi decenni (sin dagli anni Cinquanta) o con l'attuale compagine societaria o con un'altra compagine, ma comunque mantenendo la partnership.
Su quest'ultima ipotesi noi avevamo rilevato diversi aspetti positivi: innanzitutto la possibilità dell'Ente pubblico di far parte del Consiglio di Amministrazione di questa compagine e, quindi, di avere voce in capitolo diretta nella regia della gestione autostradale. Un secondo aspetto positivo, non secondario però, è quello dell'introito di dividendi piuttosto cospicui (circa quattro milioni di euro) che ogni anno, grazie alla partecipazione ad Ativa, entrano nelle casse della Città metropolitana, e che possono essere spesi, ad esempio, per asfaltare le tratte ordinarie provinciali, che purtroppo non versano in ottime condizioni, soprattutto dopo la riforma delle Province.
Alla luce di questa rosa di proposte, purtroppo in questi quasi due anni l'interlocuzione con il Ministero è stata piuttosto zoppicante, o comunque a singhiozzo. Ci sono stati incontri e alcune risposte, ma mai un'espressione chiara della volontà ministeriale, fino a una risposta data poche settimane fa in aula al Parlamento dal Ministro Toninelli, che si dichiarava indisponibile a scorporare le due tratte quindi Torino-Piacenza e Ativa vanno a bando insieme - ma aveva dimostrato una sorta di apertura rispetto alla possibilità di creare una società in house con il coinvolgimento non tanto di Città metropolitana, quanto delle tre Regioni interessate (prima di tutto il Piemonte, ma anche Lombardia ed Emilia Romagna) nella gestione delle autostrade.
Oggi Ministro non è più Toninelli, per cui è chiaro Assessore, che non ci aspettiamo una risposta definitiva. Però ci aspettiamo, con la risposta che ci fornirà oggi, di iniziare un proficuo confronto anche in sede regionale su un argomento che non riguarda soltanto la Provincia di Torino, ma riguarda anche la sua provincia, Asti, e la Provincia di Alessandra. È un tema davvero d'interesse di tutta la comunità piemontese, che chiama in ballo anche alcuni temi politici di ampio respiro, come il rapporto tra il pubblico e il privato e la salvaguardia dell'interesse del territorio (perché sappiamo che quando ci sono dei bandi vengono anche richieste delle opere compensative fondamentali per il territorio). E in ballo c'è anche il ruolo dell'Ente pubblico nella gestione e nel controllo, in corso d'opera, dello svolgimento del bando.
Grazie.



PRESIDENTE

Prego, Assessore Gabusi.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Consigliera Canalis e grazie, Presidente.
Devo rilevare, sostanzialmente, che nei cinque minuti d'illustrazione è già stato detto praticamente tutto.
L'interrogazione era stata presentata a luglio e io non avevo risposto principalmente perché non era stato più convocato alcun Consiglio regionale, e la settimana scorsa non avevo messo in calendario questa risposta perché mercoledì avremmo dovuto avere, finalmente, l'incontro con il Ministero, prima fissato col Ministro Toninelli e poi confermato a me e alla Sindaca Appendino dalle strutture ministeriali; incontro che doveva prevedere anche la presenza del Ministro De Micheli, che, giustamente all'ultimo minuto.
Capisco bene che, probabilmente, dopo tre giorni d'insediamento, non avesse come priorità quella di incontrare i Sindaci del territorio o, comunque, le Amministrazioni piemontesi, ma soprattutto non avesse ancora gli elementi per risposte esaustive. Questa, chiaramente, non è colpa del neoministro.
Certamente - ha detto bene la Consigliera Canalis - sono un po' superati i tempi e le argomentazioni del Ministro precedente. La cosa che non è superata, però, è la posizione della Città metropolitana, ma anche della Regione; posizione che io ho cercato di esprimere anche in quel Consiglio metropolitano. Perché se si sono espressi 312 Sindaci (o comunque l'unanimità di quelli presenti), è evidente che si tratta di una proposta di buonsenso, che dà al Ministero e al Governo una possibilità di uscita su più fronti.
Si tratta di una proposta ben articolata, perché tiene insieme le esigenze di un territorio, che sono comprese nelle opere compensative ma anche nella gestione dell'infrastruttura, che non è banale, sia dal punto di vista della gestione, sia dal punto di vista degli introiti. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che oggi, vista la situazione finanziaria delle Province e delle Città metropolitane, non è banale trovare quei quattro milioni di euro in altri capitoli di bilancio.
Quindi è cambiato il mondo o è girato il mondo intorno a noi ma noi - e in questo "noi" ci metto anche la Regione Piemonte - siamo rimasti fermi su un'idea di fondo. Al termine del primo e unico incontro avuto dal Presidente Cirio e dal sottoscritto col Ministro delle infrastrutture Toninelli si citava nei comunicati che le opere sul Piemonte non vanno decise dal Piemonte - perché, forse, mi sembra una cosa anche un po' eccessiva - ma vanno concordate col Piemonte. Certamente ci sono linee guida che vanno dettate dal Ministero, ma poi le opere di cui tutti i giorni godiamo e di cui usufruiamo devono essere concordate con noi. E le tre possibilità date dalla Città metropolitana vanno in questo senso.
Io ne aggiungo un'altra, che nel corso delle settimane ho provato a elaborare, che non è certamente esaustiva e non vuole avere il valore di essere l'unica ad aver le gambe per andare avanti, ma in questo ragionamento complessivo penso che si debba anche ragionare con un po' di pragmatismo.
E, allora, se il nuovo Ministro - ribadisco "se" - confermerà l'indirizzo di non scorporare la Torino-Piacenza-Brescia da Ativa, avremo un problema: perché in pochi mesi - se anche questa scadenza di bando verrà confermata, perché doveva essere luglio, ma adesso gli Uffici parlano di dicembre - mi sembra obiettivamente difficile che tre Regioni riescano a fare una società in house, che, a quel punto, sarebbe l'unica soluzione.
Certamente è una strada da percorre, ma la vedo un po' complicata.
Dunque, in un disegno complessivo che mi sembra accomuni sia il Ministro Delrio sia il Ministro Toninelli - quindi riconoscendo certamente a tutti la buona fede e i principi di carattere generale richiamati anche dall'Europa, nel fatto di tenere delle concessioni più ampie affinché siano più appetibili e perché rispondano a un disegno complessivo - provo a dire una cosa che mi sembra un po' più percorribile ma che naturalmente deve però avere un'apertura e su cui dobbiamo concordare, tenendo conto che potrebbe essere una soluzione alternativa che però tiene conto delle istanze del territorio.
Forse, con una deroga a questa grande unione con la Torino Piacenza-Brescia, provando a percorrere una strada insieme alla Torino Aosta, la cui concessione scade fra una decina d'anni, sarebbe più facile immaginare un in house, di cui ho già accennato naturalmente solo a livello informale e non ho trovato chiusura con il Governo aostano, su un modello che possa essere simile a quello del Brennero anche geograficamente.
Infatti, sono due strade parallele ed è un po' più facile ragionare di un traffico internazionale, quindi ci sono anche dei crismi che ci consentono di ragionare diversamente con il Ministero.
Pertanto, propongo questa soluzione alternativa, che è tutta da vagliare, valutare e concordare con il Ministero. Certamente, quello su cui non possiamo transigere è che le opere compensative vengano ragionate con il territorio e che il territorio (la Città metropolitana, se parliamo della tangenziale, e le province di Asti e Alessandria, se parliamo della Torino-Piacenza-Brescia) debba avere un ruolo nella concessione futura.
Questo, perché sul territorio ci sono tanti temi: penso al pedaggiamento al nodo idraulico di Ivrea, alle barriere, alla sicurezza richiamata anche nelle concessioni autostradali, ma penso anche a tanti ragionamenti che si fanno sui territori di Asti e Alessandria. Da anni, Asti aspetta una tangenziale a sud-ovest e Alessandria un altro ponte sul Bormida, perch quello esistente è un po' vecchio e collega stabilimenti industriali con materiale pericoloso, quindi anche con difficoltà, in alcuni casi, ad arrivare all'ospedale.
Ci sono, dunque, tanti temi che il territorio deve vivere come protagonista. Da questo punto di vista, l'interlocuzione con la Sindaca Appendino, a rappresentanza della Città metropolitana, è ottima. Stiamo aspettando la calendarizzazione di un nuovo incontro con il Ministero, dove proporremo il buonsenso e quella che, insieme ai Consiglieri presenti nella Commissione della settimana scorsa, abbiamo definito un'autonomia ragionata, nel senso che chiediamo non solo di comandare, ma di scegliere insieme le opere da realizzare.
Questa - ritengo - è la risposta che il Governo regionale deve dare e può dare e che sicuramente non ci metterà a rischio, dalla settimana prossima, dal mese prossimo, dall'anno prossimo, quando un bando potrebbe escludere la gestione della Città metropolitana. Non tenere in conto le opere che servono al territorio, potrebbe creare (non ultimo) un danno, un mancato introito al bilancio della Città metropolitana che, poi, come Stato, come Governo, come Istituzioni dovremo tenere in considerazione.
Infatti, avremmo un danno non solo per le opere che non verranno realizzate sull'anello tangenziale, ma anche per le manutenzioni che non verranno fatte sulle altre strade provinciali.


Argomento: Trasporti pubblici

Interpellanza n. 11 presentata da Avetta, inerente a "Mobilità ed emissioni zero - Ivrea sito UNESCO città industriale del XX secolo"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 11.
Risponderà l'Assessore Gabusi.
La parola al Consigliere Avetta per l'illustrazione.



AVETTA Alberto

Grazie, Presidente.
L'interpellanza nasce da un'iniziativa che CGIL, CISL e UIL del Canavese hanno proposto congiuntamente nel mese di luglio, che poi ha avuto una sua eco mediatica sui giornali locali ed anche su La Stampa.
Un'iniziativa che abbiamo subito ritenuto (noi che siamo di Ivrea ovviamente mi rivolgo al Presidente, oggi facente funzioni, della nostra Assemblea) molto sintonica con la storia, con la tradizione e con il know how che ancora pervade quella che è l'eredità industriale dei tempi olivettiani, che oggi a Ivrea c'è ancora, sull'innovazione tecnologica.
L'iniziativa, com'è stato ricordato, riguarda un'idea progettuale che mette insieme la tutela ambientale e quel know how, quindi quell'innovazione tecnologica, e avanza una proposta. Abbiamo interesse a capire se questa proposta (quella di fare una sperimentazione, di individuare quel territorio come un territorio a sperimentazione rispetto a un trasporto completamente elettrico) possa essere nelle corde di questa Giunta e possa essere un'idea praticabile. Poi, qui ci sono tutte le ragioni di carattere storico-culturale e anche strategico rispetto a un territorio che rappresenta ancora oggi, nell'immaginario collettivo, il territorio sul quale è stata fatta l'innovazione tecnologica industriale di questo nostro Paese e non solo (mi riferisco evidentemente all'idea olivettiana).
Ci sono anche ragioni meno alte e una di queste è il fatto che il parco autobus circolante sul servizio urbano di Ivrea, che coinvolge tutta una serie di Comuni che abbiamo indicato nell'interpellanza, è tra i più vecchi in Piemonte. Infatti, l'età media degli autobus, calcolata dalle organizzazioni sindacali, è di 18,5 anni.
Pertanto, ci sarebbe l'occasione per mettere insieme un'idea interessante rispetto a quel progetto. Sa benissimo, Assessore, che Ivrea è diventata da poco tempo anche sito dell'UNESCO, tra l'altro sul rispetto al patrimonio industriale, quindi sarebbe ulteriormente sintonica. È altrettanto vero che nella storia olivettiana, nel linguaggio olivettiano la tutela dell'ambiente e il rispetto del rapporto tra l'azienda l'innovazione tecnologica e il territorio che ospita tale innovazione è sempre stata una linea guida che ritroviamo nell'azione industriale di Adriano Olivetti, ma anche negli scritti e nell'attività politica che Adriano Olivetti sviluppò in quegli anni.
L'idea ci sembra molto interessante. Vorremmo capire come si rapporterà, se la ritiene interessante come la riteniamo noi e se l'Assessorato ha intenzione di rapportarsi a quest'idea, e qualora ne abbia intenzione, come intende farlo nel concreto.
Ovviamente, richiamo le specifiche domande che abbiamo fatto nell'interpellanza.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gabusi per la risposta.



GABUSI Marco, Assessore ai trasporti

Grazie, Consigliere Avetta.
Certamente, l'idea è interessante, quindi rispondo subito senza tanti giri di parole.
Mi sembra sia un'idea non solo interessante, ma che si attagli bene rispetto alla candidatura e poi al riconoscimento di sito industriale perché - come ha raccontato e ha ricordato bene un protagonista del territorio come lei - quel territorio si è candidato e ha avuto il riconoscimento per l'innovazione tecnologica che negli anni ha saputo portare avanti.
Pertanto, se la domanda è: la Regione è interessata, la Regione condivide il progetto e la Regione vuole valorizzare il sito (lo dico quando entra l'Assessore al turismo) UNESCO di Ivrea? Certamente, la risposta è sì. Ma non dico solo sì in termini generali, dico anche sì nel concreto con le azioni che stiamo portando avanti. L'unico realismo che mi permetto di portare alla risposta, che però dev'essere anche onestà intellettuale, che rimanda un po' ai discorsi fatti nella Commissione dell'altro giorno, è che noi dobbiamo tenere conto del fatto che, se Ivrea piange, gli altri hanno poco da sorridere, nel senso che certamente tutte le conurbazioni di Torino, ma anche del resto del Piemonte, hanno difficoltà, da questo punto di vista, sul materiale e sulla qualità del materiale.
Ecco perché ritengo importante che a quest'interrogazione risponda io, rappresentando le dichiarazioni d'intenti dell'Assessora Poggio, ma anche le dichiarazioni, nei fatti, per cui stiamo lavorando insieme, dell'Assessore Marnati, e per la prima volta mettere insieme i fondi FESR legati all'ambiente e al rinnovo del materiale a quelli dei trasporti, cercando di fare un bando unico, che probabilmente uscirà nel mese di ottobre, con la possibilità di aumentare i 24 milioni dei fondi FSC che la Regione ha per il materiale fino ad arrivare a 67, dando una grossa possibilità al territorio.
Questo bando, che però è in fase di elaborazione e di cui non posso ancora darvi elementi, perché non li ho esattamente a conoscenza, è certamente molto spinto sulle emissioni zero e sul rinnovo del materiale in maniera ecocompatibile, quindi incentiva molto l'uso e l'acquisto dell'elettrico. Inoltre, tiene in considerazione due fattori: l'età media che a questo punto agevolerebbe certamente la conurbazione di Ivrea, del parco mezzi e il numero massimo di veicoli utilizzati, considerando anche le scorte, e dei chilometri percorsi.
Da questo punto di vista, ci sarà un'agevolazione per la Città metropolitana e per la Città di Torino, che però cercherei di smorzare.
Secondo me, infatti, è importante valutare la situazione in un quadro complessivo di finanziamenti che ci saranno nei prossimi mesi e anni sul bacino padano e che certamente agevoleranno la Città di Torino direttamente, con i finanziamenti diretti. Tenendo conto anche di questo credo di poter dire che non sarà un progetto che realizzeremo nel giro di un anno.
Se sapremo mettere a sistema tutti i fondi, come abbiamo fatto in questo primo indirizzo mettendo a disposizione 67 milioni di euro per il primo bando, credo che, nel giro di due, tre o quattro anni, quindi nel corso della legislatura, potremmo arrivare a sostituire non solo il parco mezzi complessivo della conurbazione di Ivrea, che ne ha motivo e che ne ha certamente ben donde, ma anche di buona parte del territorio regionale.
Questo ci consente naturalmente di rispondere al progetto, che magari valuteremo in sede di Commissione e dei sindacati in maniera più approfondita, naturalmente tenendo conto che c'è tutto il resto del territorio che, per motivazioni diverse, magari meno culturali e turistiche, per ragion di Stato o, comunque, di ambiente, ha le stesse necessità di quella conurbazione.
Dovremo essere bravi a fare delle scelte che ci portino a raggiungere un obiettivo comune, che sarà certamente di Ivrea, ma credo possa e debba essere anche di tutto il territorio piemontese.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Gabusi.
Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 9.54 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(Alle ore 10.00 il Presidente Allasia comunica la convocazione della Conferenza dei Capigruppo e che la seduta inizierà al termine della Conferenza dei Capigruppo)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



(La seduta inizia alle ore 11.04)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Sarebbe importante per le relazioni fra maggioranza e minoranza che, una volta chiesta la sospensione e una volta - credo, spero auspico - che la maggioranza abbia trovato un'unica posizione, ci venga almeno comunicato, anche solo con una Capigruppo volante, magari presso il banco della Presidenza, se stiamo per rimandare in Consiglio la discussione o no.
Sarebbe buon uso e costume, quindi le chiedo un attimo di soprassedere sull'apertura del punto e sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Grazie, collega Grimaldi.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
Mi associo alla riflessione del collega Grimaldi.
Al di là della Capigruppo, come ho detto nella Capigruppo precedente, noi abbiamo bisogno di capire l'oggetto dell'emendamento.
Ho anche chiesto, a nome del mio Gruppo, la possibilità di convocare la I Commissione, perché pensiamo che si debba passare da lì anche questa mattina, per poi ritornare in Aula.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
Altri interventi? Mi scuso per l'irruenza e la velocità di esecuzione d'inizio seduta. Dato che mi sembrava che la maggioranza avesse trovato un'intesa che potesse trovare una larga partecipazione anche per il prosieguo dei lavori secondo l'o.d.g., mi sembrava non dico ovvio procedere, ma è stata una mia mancanza di rispetto.
Se i Capigruppo vogliono avvicinarsi alla Presidenza, possiamo così concordare l'iter preciso.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.07 riprende alle ore 11.10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Trovata l'intesa, convoco la I Commissione in Sala A. Il Presidente della I Commissione e i componenti della Commissione che hanno interesse a fare una valutazione tecnica in merito alla votazione dell'emendamento prescritto e proposto dalla maggioranza, sono convocati immediatamente in Commissione.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.11 riprende alle ore 11.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono in disposizione e riproducibili, su richiesta, i processi verbali delle sedute del 10 settembre 2019.


Argomento:

b) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo Chiorino, Icardi, Ricca e Tronzano.


Argomento:

c) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 30 luglio 2019 e dell'1 agosto 2019.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri

Esame proposta di legge n. 3, inerente a "Rideterminazione degli assegni vitalizi in attuazione dell'articolo 1, commi 965, 966 e 967 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021)" (atto di indirizzo collegato ordine del giorno n. 30)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della proposta di legge n. 3, inerente a "Rideterminazione degli assegni vitalizi in attuazione dell'articolo 1 commi 965, 966 e 967 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021)", di cui al punto 3) all'o.d.g.
È relatrice di maggioranza la Consigliera Zambaia, che ha facoltà di intervenire.



ZAMBAIA Sara, relatrice

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito più tecnico della proposta di legge, ci tengo giustappunto a effettuare un cappello introduttivo, a titolo assolutamente generico.
Oggi ci troviamo a discutere di una proposta di legge che prevede, sostanzialmente, un taglio ai vitalizi. Si tratta di una normazione regionale di recepimento, a sua volta, di una normazione nazionale, che è quella che scaturisce dalla legge di bilancio del 30 dicembre 2018.
Tale proposta di legge va a rideterminare i famosi "assegni vitalizi" comunque denominati, andando a inserire il cosiddetto "metodo contributivo", con un taglio assolutamente importante e con un risparmio assolutamente considerevole, che è stimato intorno ai 550.000 euro annui grazie, per l'appunto, a tale rideterminazione.
Per entrare invece nel merito più tecnico, la proposta di legge in oggetto opera in attuazione dei commi 965, 966 e 967 dell'articolo 1 della legge del 30 dicembre 2018, n. 145 ("Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021"), disposizioni che, ai fini del coordinamento della finanza pubblica e del contenimento della spesa, impongono di provvedere, come dicevo prima, alla rideterminazione attraverso il metodo del calcolo contributivo dei trattamenti previdenziali e degli assegni vitalizi già in essere nei confronti di coloro che abbiano rivestito la carica di Consigliere regionale, Assessore regionale o Presidente della Regione.
I criteri che stanno alla base della legge regionale sono stati determinati in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, e sono racchiuse all'interno della famosa "intesa" datata 3 aprile 2019 della Conferenza.
Si tratta, pertanto, di un testo assolutamente condiviso da tutte le Regioni e, di conseguenza, anche da tutte le varie forze politiche che siedono tra i banchi dei Governi dei rispettivi Enti. Quindi tutte le norme che noi adesso andiamo a recepire all'interno di questa legge regionale scaturiscono da questa intesa.
Sulla base del comma 965 dell'articolo 1 della legge n.
145/2018 (quindi quella nazionale), il termine entro il quale le Regioni dovevano normare era il 30 di maggio, con esclusione di quelle Regioni (pertanto anche della Regione Piemonte) che andavano al voto. Per queste Regioni - dunque anche per la nostra - il termine era di tre mesi dalla data d'insediamento del Consiglio regionale. Questo è il motivo per cui occorre normare entro il 30 dicembre. Chiaramente sono state previste delle sanzioni: vi è, infatti, una sanzione severissima, che prevede la decurtazione del 20% dei trasferimenti erariali, con esclusione dei fondi destinati alle politiche sociali di assistenzialismo e al trasporto pubblico locale.
I criteri individuati e che sono racchiusi all'interno dell'intesa del 3 aprile (quindi quella della Conferenza) prevedono che la rideterminazione secondo il metodo del calcolo contributivo venga applicata agli assegni vitalizi, comunque denominati, diretti e indiretti o di reversibilità, considerando il loro importo lordo, senza tener conto delle riduzioni temporanee disposte dalla normativa vigente. Conseguentemente, la proposta di legge prevede che sono oggetto di rideterminazione gli assegni vitalizi spettanti, senza tenere conto delle decurtazioni poste in essere dal cosiddetto "contributo di solidarietà" introdotto dalla normativa regionale piemontese per il periodo dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2019 (pertanto in fase di scadenza).
La rideterminazione si applica agli assegni vitalizi già in corso di erogazione e a quelli ancora da erogare, con esclusione di quei trattamenti previdenziali il cui ammontare è stato definito esclusivamente sulla base del sistema di calcolo contributivo, fattispecie non prevista nel nostro ordinamento regionale.
A seguito della rideterminazione, la spesa per gli assegni vitalizi non può superare, al momento dell'applicazione della nuova disciplina, la spesa necessaria all'erogazione dei medesimi ricalcolati con metodo contributivo, sulla base della Nota metodologica allegata all'intesa del 3 aprile, incrementata fino al 26%, e comunque non può essere inferiore a due volte il trattamento minimo INPS.
Venendo, invece, all'articolazione della legge regionale, essa è composta da sei articoli.
Il primo articolo è dedicato alla finalità della legge, che chiaramente precisa che vi rientrano anche alcune caratteristiche specifiche, come i casi di sospensione o di esclusione dall'erogazione dell'assegno vitalizio.
L'articolo 2, quello assolutamente più tecnico, è dedicato a normare tecnicamente la rideterminazione degli assegni vitalizi comunque determinati, diretti, indiretti o di reversibilità, secondo il metodo del calcolo contributivo.
L'articolo 3 è invece dedicato al montante contributivo individuale, che è determinato applicando alla base imponibile contributiva l'aliquota determinata ai sensi dei commi 3 e 4 del medesimo articolo della legge regionale, i quali prevedono che la quota di contribuzione a carico del Consigliere sia pari all'aliquota percentuale della base imponibile prevista dalle leggi regionali per il periodo di riferimento, integrata dalla contribuzione eventualmente versata ai sensi dei commi 5, 6 e 7, e che la quota di contribuzione a carico della Regione sia pari al 2,75 volte quella a carico del Consigliere.
L'articolo 4 è dedicato alla rivalutazione e stabilisce che vi sia per tutti gli assegni vitalizi una rivalutazione automatica annuale su base ISTAT, a partire ovviamente dall'anno successivo alla rideterminazione stessa.
L'articolo 5 è dedicato alla clausola d'invarianza finanziaria e dispone che dall'applicazione della proposta di legge non derivino altri oneri chiaramente a carico della Regione Piemonte.
Infine, l'articolo 6 dispone la data di entrata in vigore della presente legge regionale, che è il 1° gennaio 2020.
Questi sono gli articoli recepiti dall'intesa che scaturisce come dicevo prima, dalla Conferenza Stato-Regioni su un tema di assoluta condivisione.
Chiaramente, come parte politica mi sento di dire, in chiave assolutamente generale, che si tratta di un risultato di cui siamo assolutamente contenti. Come dicevo prima, la Regione Piemonte si trova a normare adesso unicamente perché eravamo una di quelle Regione che andava al voto e, in assoluta condivisione, ci troviamo oggi a promuovere questa proposta di legge.
Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sacco, relatore di minoranza.



SACCO Sean, relatore

Grazie, Presidente.
Prima di entrare nel merito del provvedimento, vorrei fare anch'io un piccolo cenno storico. In pochi sanno che i vitalizi dalla nostra Repubblica sono stati introdotti in gran segreto con una riunione riservata fra deputati dei vari schieramenti.
Era il 21 dicembre 1954 quando i politici decisero di farsi un regalo natalizio a spese dei cittadini: con un blitz, così possiamo definirlo, in Ufficio di Presidenza approvarono la delibera che stanziava 452 milioni di lire a favore delle pensioni privilegiate dei deputati, alle spalle dei contribuenti. Un atto accolto con profondo sdegno da un unico deputato trentino di nome Giuseppe Veronesi, che inviò una lettera al Presidente della Camera, Gronchi, per annunciare le proprie dimissioni, che poi furono respinte.
Veronesi era originario di Rovereto, era un ingegnere aeronautico, una persona di grande spessore morale. Fu, infatti, membro della Commissione antimafia: un politico nel senso più nobile del termine.
Nella lettera protestava per la scelta di tenere nascosta ai cittadini la delibera sui vitalizi e invocava la necessità per i parlamentari di dare il buon esempio. Nonostante siano passati 65 anni, il messaggio di Veronesi è ancora attuale.
Oggi è una giornata importante per la nostra Regione, perché è finalmente ristabilito un principio di equità. Abbiamo dovuto aspettare l'intervento da Roma per mettere mano in maniera permanente a un privilegio ormai anacronistico. Questa, infatti, purtroppo, non è una vera libera iniziativa del Consiglio; parlerei più di un'imposizione.
Si è trovato il coraggio di intervenire sui vitalizi in essere solo per paura di perdere i trasferimenti, ma siamo soddisfatti ugualmente perché - ripeto - con l'introduzione del meccanismo contributivo per il ricalcolo dei vitalizi, viene eliminata in maniera permanente una situazione di privilegio ingiustificato.
Questa norma, che ricade su di noi, a livello nazionale è stata fortemente voluta dal Gruppo che rappresento (il Movimento 5 Stelle) che una volta al Governo ha agito celermente per varare una misura capace di collocare i politici alla pari dei cittadini, almeno per quanto riguarda la garanzia di un reddito congruo al momento del raggiungimento dell'età pensionabile, con qualche eccezione ovviamente: sia mai che con il metodo contributivo qualcuno rischiasse di percepire meno di due volte la cifra che viene erogata a un pensionato minimo. Un politico non può sopravvivere con così poco, mentre un cittadino, a quanto pare, sì. Deve avere qualche dote speciale! C'è una cosa da aggiungere, Presidente: in questa Regione, a dire il vero, siamo già intervenuti per una riduzione sui vitalizi; una misura, però, a scadenza (parlo del contributo di solidarietà istituito con la legge del 2014, che cesserà a fine anno). È una legge che comporta un risparmio di circa un milione e 100 mila euro, mentre con il nuovo metodo che andremo ad approvare con questa legge purtroppo il risparmio si ferma a 550 mila euro, al netto dell'emendamento, ovviamente.
Per questo motivo, noi del Movimento 5 Stelle abbiamo chiesto di fare uno sforzo maggiore, perché oltre a ricevere il vitalizio dalla Regione Piemonte, se ne cumulano altri da altre Istituzioni. E non ci si venga a dire che questo incide poco sul risparmio, perché non è una questione di cifre, ma è una questione di principio e giustizia.
Nel 2017 è stata approvata una legge per rendere trasparente il numero dei percettori: elenchi lunghissimi di Consiglieri che, a oggi sono percettori del vitalizio o che hanno deciso di incassare i contributi versati in un'unica soluzione. Sempre nel sito dedicato alla trasparenza si scorge una voce: elenco dei Consiglieri che hanno rinunciato sia al vitalizio sia all'assegno di restituzione dei contributi. Si tratta di un elenco breve, con un solo nome: Davide Bono, che ha rinunciato a 81.500 euro (dalle mie parti ci si compra un bell'appartamento!).
Per concludere, Presidente, votiamo questo provvedimento e mettiamo la parola fine a un'indecorosa pratica che si è alimentata per troppo tempo sulle spalle dei contribuenti piemontesi.
Grazie.



PRESIDENTE

È aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Il provvedimento che approviamo oggi, la proposta di legge n.
3, si spera sia l'ultimo capitolo della vicenda dei vitalizi nella nostra Regione.
I vitalizi sono un privilegio, un vero e proprio privilegio della politica; un privilegio odioso. Basti pensare che, senza andare a scomodare i lauti vitalizi percepiti da chi è stato membro del Parlamento nazionale o del Parlamento europeo, cinque anni in Consiglio regionale sono sufficienti per una persona per percepire per tutta la vita un assegno mensile in molti casi superiore a quello che percepisce un comune cittadino che ha lavorato quarant'anni. Un comune cittadino fortunato, perché oggi chi arriva alla fine della vita lavorativa e si accorge di avere tutti i contributi versati nell'arco di 30, 35, quarant'anni è un cittadino fortunato. Altri lo sono meno, perché magari si accorgono di avere dei "buchi" nei contributi e quindi non percepiscono nemmeno quell'assegno.
Pertanto, chi è stato presente cinque anni in Consiglio regionale percepisce più di chi ha lavorato quarant'anni. Questo rappresenta un privilegio ed è uno degli elementi che ha allontanato i cittadini dalla politica, vista come un mondo a parte e non una parte del mondo.
Fin dall'inizio abbiamo combattuto anche in Piemonte contro questo privilegio: già dalla IX Legislatura (due legislature fa) e, a maggior ragione, nella passata legislatura, presentando una proposta di legge per l'abrogazione totale dei vitalizi in senso retroattivo, bocciata in modo unanime. Poi, proponendo il divieto di cumulo dei vitalizi approvato da molte Regioni, come ex Consiglieri parlamentari e come ex Consiglieri regionali. Andavamo almeno a toglierne uno, ma è stata bocciata anche quella.
Abbiamo dovuto attendere, come componenti di una forza politica nazionale, che in Parlamento cambiasse un po' l'aria, cambiasse il vento e che l'Ufficio di Presidenza di Camera e Senato avesse i numeri dati dal risultato delle elezioni politiche del 2018 per cambiare la situazione.
Gli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, sfruttando il principio di autodichia, così com'era stato fatto in modo repentino e nascosto alla vigilia di un Natale degli anni Cinquanta, hanno introdotto un diverso meccanismo, un metodo contributivo, avvicinando gli ex parlamentari a tutti gli altri cittadini. Quindi, non più un mondo a parte ma una parte del mondo, che, per sua definizione, dovrebbe essere una parte del mondo che si mette al servizio dei cittadini.
Non solo: si è giustamente voluto estendere questa misura a tutto il Paese, quindi anche ai Consigli regionali, ed è stata inserita una norma precisa nella legge di bilancio. Abbiamo approvato un provvedimento in Commissione, la Conferenza dei Capigruppo ha calendarizzato questo provvedimento in Aula, ma oggi siamo qui perché eravamo obbligati.
Diversamente, probabilmente avremmo rivisto il film delle passate legislature, nelle quali una forza politica (la nostra) proponeva un provvedimento per ridurre e penalizzare i vitalizi e qualcuno lo bocciava.
Invece, dobbiamo ottemperare a questa misura entro il termine del 30 settembre.
Per questo motivo, è stata presentata una proposta di legge che è stata firmata dall'Ufficio di Presidenza, come organo di garanzia rappresentativo di tutto il Consiglio regionale. Questa proposta di legge riprende lo schema di rideterminazione e di ricalcolo dei vitalizi approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.
Si creano due paradossi nella nostra Regione, rispetto a quanto è avvenuto nelle altre.
Il primo è che, anche con l'applicazione di questa legge andiamo oggi a spendere più di quello che abbiamo speso negli ultimi anni.
Perché? Perché dal 2014 a oggi, in luogo di una più giusta ed equa abrogazione dei vitalizi, si è applicato un contributo di solidarietà, che andava in proporzione alla grandezza dell'assegno (da un sei a un 15%).
Contributo di solidarietà che era a tempo e che vedrà il suo termine il 31 dicembre 2019. Essendo che questo tipo contributo di solidarietà ci permetteva di risparmiare un milione e 100 mila euro all'anno, ora spenderemo di più perché ne risparmiamo "solo" 550 mila.
L'altro paradosso è che, rispetto ad altre Regioni, il risparmio totale, presi i vitalizi tout-court e applicata questa legge, è un po' inferiore rispetto ad altre Regioni. Quindi, rispetto ad altre Regioni che risparmiano molto di più, in Piemonte, presi i vitalizi pieni e applicata questa legge dal 1° gennaio 2020, si risparmiano 550 mila euro che è un po' meno di quello che risparmiano altre Regioni che avevano uno sbilanciamento maggiore, un gap maggiore tra il versato e il vitalizio riconosciuto.
Abbiamo posto in Commissione, come Gruppo Movimento 5 Stelle un tema, che è quello di chi percepisce un doppio vitalizio; se già il vitalizio è fastidioso per i comuni cittadini, il doppio vitalizio è doppiamente fastidioso. Nella passata legislatura, nell'applicazione dei contributi di solidarietà, si era trovata la soluzione di applicare un contributo di solidarietà del 40%, in luogo di percentuali molto più basse per chi aveva un doppio vitalizio. Chiaramente anche questa misura viene meno con la fine del contributo di solidarietà.
Abbiamo voluto introdurre lo stesso principio, cioè decurtare maggiormente il vitalizio a chi ne ha due, senza creare delle nuove povertà; senza, per carità, voler ampliare la platea dei percettori del reddito di cittadinanza. Assolutamente non andiamo a creare delle nuove povertà.
Il nostro emendamento è stato bocciato in Commissione. Si è poi aperta una discussione e siamo molto contenti e soddisfatti che - non senza fatica, perché anche questa mattina non è stato facile, ma l'importante è il risultato - tutto il Consiglio regionale abbia potuto convergere sulla nostra idea, sul principio di andare ad applicare misure diverse per chi ha il doppio vitalizio e si sia trovata una soluzione condivisa. C'è un emendamento firmato da tutto l'Ufficio di Presidenza che va a ragionare sui percettori del doppio vitalizio, praticamente escludendoli dalla clausola di salvaguardia. È una misura che fa risparmiare circa 145 mila euro all'anno, che non è tanto in valore assoluto, ma è tanto rispetto al risparmio della legge. Aumentiamo più del 25% il risparmio portato da questa legge.
Ma vogliamo fare di più. Siccome tutti ci troveremo dei Consiglieri, soprattutto d'opposizione ma anche di maggioranza, a presentare piccoli emendamenti al bilancio, chiedendo 50, 100 o 150 mila euro per incrementare capitoli di bilancio che ne hanno bisogno perch sottofinanziati, noi oggi dimostriamo che, in realtà, con questi 145 mila euro, questo risparmio è reale e serve alla nostra Regione. Pertanto, il Consiglio con un atto d'indirizzo andrà a dire che diamo una destinazione e vogliamo destinare questi risparmi alle scuole del Piemonte, perch vogliamo contribuire a rendere più sicure le nostre scuole.
Questo renderà anche chiaro a chi guarderà questo provvedimento, non solo i cittadini piemontesi ma anche chi è interessato dal provvedimento, che è una misura importante e fondamentale per la nostra Regione e che il Consiglio regionale finalmente ha avuto il coraggio di guardare agli interessi di più di quattro milioni di cittadini piemontesi e non solo alla litigiosità o alla possibilità di presentare ricorsi di pochi cittadini, come già è avvenuto in passato quando un provvedimento logico e di buonsenso come il contributo di solidarietà era stato impugnato, senza successo, da 38 ex Consiglieri regionali.
Per questi motivi, esprimo la massima soddisfazione per queste soluzioni molto positive condivise da tutto il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Come maggioranza, come Lega, anche noi siamo soddisfatti di questa rideterminazione e di portare alla normalità la questione dei vitalizi. Da oggi i vitalizi diventano contributivi e il fatto che siano contributivi è una questione di equità sociale che ci può solo vedere soddisfatti. La Lega ha fatto un percorso politico di un anno al Governo con il Movimento 5 Stelle, dove sono stati tagliati e sono stati rideterminati i vitalizi parlamentari. Eravamo convinti allora e ne siamo convinti ancora oggi, quindi non rinneghiamo le cose buone ottenute in quest'anno di Governo.
Abbiamo fatto alcune riunioni di maggioranza e la Conferenza dei Capigruppo. C'è voluta qualche mezz'ora per partorire quest'emendamento, ma al risultato ci siamo arrivati e ne siamo soddisfatti. È un risultato che fortifica e che aumenta l'ipotesi iniziale del Consigliere Bertola, che prevedeva il taglio del 40%. Abbiamo riflettuto e siamo arrivati a quest'ipotesi di eliminazione della clausola di salvaguardia per i doppi vitalizi, aumentando addirittura il risparmio perché lo portiamo a 145 mila euro.
Abbiamo fatto un'ulteriore proposta migliorativa, che poi è diventata patrimonio di tutti, però tengo a sottolineare che questa maggioranza ci ha creduto fortemente e l'ha voluta analizzare, pur nella brevità di tempo, ma alla fine siamo arrivati al risultato. Non volevamo assolutamente perdere, vista l'importanza del Consiglio regionale, la giornata di oggi e rimandare la discussione alla settimana prossima, perch già i tempi del Consiglio sono impegnativi e lunghi, giustamente, per quanto riguarda alcune procedure democratiche, ma in alcuni casi vanno anche un po' oltre e vengono poco compresi dalla cittadinanza. Figurarsi rimandare una questione come quella dei vitalizi a un Consiglio successivo quando comunque c'era un'ampia condivisione.
Abbiamo cercato di metterci al riparo da eventuali ricorsi naturalmente la certezza matematica non la possiamo avere. Gli Uffici non possono stilare un documento che ci dica che al 100% non ci saranno dei ricorsi, però ci sembra di avere trovato un sistema di equità e una buona mediazione, che porta a un ulteriore risparmio. Siamo consci che, rispetto al precedente contributo di solidarietà, andiamo a risparmiare meno, per non potevamo fare altrimenti, perché il contributo di solidarietà per sua natura era temporaneo, andava a scadenza, al 31 dicembre si rientrava nella gestione ordinaria e i vitalizi sarebbero ancora aumentati. Da quel punto di vista, non avevamo altre possibilità.
Esprimo pertanto la piena soddisfazione del Gruppo della Lega che ha fortemente auspicato tale risultato. Per ribadire la serietà - ma ci mancherebbe, visto che per me è una cosa scontata - abbiamo detto in Commissione: "Ti bocciamo questo emendamento, ma siamo disponibili a ragionarci e vogliamo arrivare a questo risultato, perché siamo consci dell'antipatia che il doppio vitalizio suscita nella gente comune che deve lavorare per quarant'anni". La Lega proprio per questo ha fatto la riforma della legge Fornero, per concedere a milioni di persone di andare in pensione con qualche anno di contributi in meno.
Quindi, abbiamo detto "ridiscutiamolo" e ne abbiamo ridiscusso per un'ora, un'ora e mezza e siamo arrivati al risultato. Sono soddisfatto di questa maggioranza, perché quando questa maggioranza prende un impegno lo porta a casa, e sono soddisfatto della credibilità di questa maggioranza su un tema così delicato.
Si è deciso anche di legare questo maggiore risparmio a un tema importantissimo che riguarda la sicurezza nelle scuole; naturalmente 150.000 euro su milioni d'investimento sono una piccola goccia, ma importante, dimostrano un'attenzione seria che questo Consiglio regionale vuole dare alle scuole e alla messa in sicurezza delle scuole. Inoltre magari, serve per limitare o per essere meno attaccabili dai futuri possibili e, spero, improbabili ricorsi: per dire, vorrei vedere chi farebbe un ricorso contro questo Consiglio regionale, che sarebbe un ricorso contro i soldi che vanno ai nostri giovani, alle generazioni future per sistemare situazioni che, purtroppo, in Italia e anche nella nostra regione, per mancanza di fondi, si sono verificate e sono anche aumentate.
Insomma, grande soddisfazione del Gruppo della Lega per questa riforma e per questa legge.



PRESIDENTE

Grazie, collega Preioni.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Grazie, Presidente.
La prima parte di questo breve intervento è a nome del Gruppo.
Anticipo il voto favorevole sia sull'emendamento presentato dall'Ufficio di Presidenza, sia sull'intero testo e anche sull'ordine del giorno volto a impegnare la Giunta a utilizzare circa 145.000 euro derivanti dal risparmio a interventi di messa in sicurezza di edifici scolastici nel nostro Piemonte.
Ora mi accingo a spiegare una posizione che, francamente, non so bene quanto sia condivisa dal mio Gruppo e nemmeno dall'intera Aula però sento il dovere di esprimerla, Presidente, in questa discussione perché o ci si adeguata al vento che spira o s'indica una direzione.
Vorrei, con i margini di chi può commettere errori, provare a dare un contributo nell'indicare una direzione e non semplicemente farmi trascinare dal vento più forte.
Sento il bisogno, in questa discussione, di porre al centro del dibattito il tema del costo della democrazia e del costo della politica, perché incide sulla qualità della nostra libertà e sulla possibilità di scegliere con libertà, appunto, ogni volta che ci troviamo di fronte agli interessi, in questo caso, dei piemontesi. Ed è della qualità della democrazia, appunto, che dovremmo discutere di fronte a un provvedimento che, come ho detto in premessa, riteniamo corretto, riteniamo equilibrato, riteniamo giusto.
Tuttavia, vorrei provare ad andare oltre la logica della raccolta del consenso; francamente, non credo nemmeno che la logica della raccolta del consenso riguardi qualche Gruppo di questo Consiglio regionale o qualche singolo collega di questo Consiglio regionale. Io credo che negli ultimi tempi ci siamo lasciati, però, troppe volte condizionare, guidare da pensieri che non preservavano il ruolo della politica nel nostro Paese anzi, consideravano il ruolo della politica e quello delle Istituzioni un problema e non lo strumento per affrontare e per risolvere questioni più importanti che interessano il nostro Paese.
Soprattutto, rivolgendomi alle nuove generazioni dei Consiglieri regionali presenti qui in Aula, ma anche rispetto a coloro i quali ascoltano fuori, ritengo che, per chi fa politica, dedicare il tempo alla politica è un vero onore, ma è anche una scelta che, molte volte, non concede spazi a carriere professionali, che non concede spazi ad altre strade e ad altri percorsi. Fare politica nelle Istituzioni non è un momento del tutto marginale della propria vita: molte volte è una vocazione, una qualità che il singolo mette a disposizione della sua comunità.
Allora noi abbiamo bisogno delle persone migliori (quindi ovviamente, non parlo di me), abbiamo bisogno dei migliori talenti che decidano di mettersi a disposizione delle varie comunità. E dobbiamo, con equilibrio e saggezza, fare il possibile per metterli nelle condizioni come ho detto prima, di essere liberi, sì, ma anche di essere tutelati da un punto di vista delle indennità che percepiscono, della salvaguardia dei loro diritti, anche quando terminano il loro percorso nelle Istituzioni.
Io credo che, in questo momento, quest'intervento non possa raccogliere appunto il consenso popolare, ma debba essere tenuto in considerazione. Sentivo in questo dibattito la necessità d'intervenire in questo senso e lo faccio anche perché ho fatto parte della X Legislatura in cui noi, tutti insieme, all'unanimità, abbiamo deciso di diventare i Consiglieri regionali che costano meno in Italia e, quindi, ho buone ragioni per fare il mio intervento in quest'apertura di nuova legislatura perché non parlo di me e non parlo di noi, ma della qualità della democrazia.
No agli eccessi, altrimenti se si sostituisce l'impegno del singolo per la propria collettività sempre e soltanto con la gratuità di un attimo e di un momento, si mettono in un angolo le responsabilità e non si mettono al centro le responsabilità, ma le responsabilità, come dire, vanno premiate perché vanno affidate - l'ho detto prima - alle persone che vorrei definire "migliori" che possono assumersele, altrimenti correremmo Presidente, sempre dietro la logica dell'indebolimento delle Istituzioni.
Ne ha pagato un prezzo, per esempio, un ente come la Provincia: una discussione iniziata, ma non ancora terminata. Ne ha pagato un prezzo chi si è assunto in questi anni responsabilità nella guida di enti, senza avere alcun tipo di ritorno e molte volte, diciamo così, anche pagando di tasca sua. Ne hanno pagato un prezzo, sempre perché si è andati alla ricerca del consenso, quelle piccole amministrazioni comunali del territorio piemontese (ne abbiamo tantissime) che hanno visto ridurre il numero di Consiglieri comunali e di Assessori che per loro rappresentavano lo spirito alto del volontariato e che sono sempre tornati molto utili per affrontare il destino di quelle comunità.
Allora, cari colleghi e care colleghe, se proviamo ad affrontare questa discussione con equilibrio e con saggezza, restituiamo la buona politica al nostro Piemonte. Credo che, se facciamo bene a votare all'unanimità questo provvedimento, faremmo altrettanto bene anche a riflettere rispetto alle cose che vi ho appena detto.



PRESIDENTE

Grazie, collega Ravetti.
La parola al Consigliere Marrone.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Confermo quanto anticipato dai colleghi di maggioranza: anche la scelta d'intervenire rispetto all'emendamento originariamente proposto sulla soluzione della clausola di salvaguardia è stato frutto di un percorso condiviso proprio all'interno delle forze di maggioranza. Siamo contenti che abbia raccolto anche l'adesione di tutte le altre forze consiliari.
Appartengono a una generazione che, probabilmente, non vedrà mai un ritorno pensionistico neanche per la parte professionale.
Figuriamoci per quella dell'indennità consiliare e istituzionale.
Noi, come Fratelli d'Italia, ci inseriamo a pieno titolo al fianco delle forze che combattono contro qualsiasi privilegio della politica, ma visto che il Partito Democratico ha aperto una riflessione anch'io ci tengo a dare un contributo, neanche politico, ma semplicemente culturale.
Posto che tanto questa legge la voteremo tutti, sarebbe anche il caso di ragionare, visto che spesso s'insegue anche la popolarità di questi provvedimenti e si crea una sorta di gara a chi taglia di più e a chi quindi può indossare la maglia del vincitore sul taglio dei costi della politica, se poi ai cittadini non farebbe maggior piacere spendere qualcosa di più e vedere dei risultati concreti e apprezzabili anche da loro.
Più che una politica che costa poco, forse i cittadini gradirebbero una buona politica, una politica che funziona e che produce dei risultati. Credo che il Piemonte, dovendo scegliere, piuttosto che risparmiare 150 mila euro, preferirebbe magari spenderli e poi vedere un ritorno di qualche milione di euro in termini di maggiore sviluppo economico, di maggiore occupazione e di maggiore benessere apprezzabile da tutti. Funziona così nelle aziende, funziona così negli enti locali e io credo che dovrebbe funzionare così anche in Consiglio regionale e in Giunta regionale, fino al Parlamento nazionale. Magari un giorno, addirittura sognare che questo avvenga nel Parlamento europeo, dove non mi risulta che ancora soffi questo vento di autocritica.
Questo lo dico solo per una ragione, perché se non assumiamo questa consapevolezza, la corsa al taglio e all'autoriduzione può andare teoricamente non dico fino all'infinito - perché poi c'è un limite - ma pu andare progressivamente sempre più avanti, spostando semplicemente un po' l'attenzione.
Vedo tanta distrazione indotta in questo genere di misure per cui votiamole, ben venga, nessuno qui voleva difendere privilegi, anzi, al limite si chiedeva, proprio per difendere l'Ente regionale, di agire nella direzione - e su questo ringraziamo gli Uffici per la loro assistenza - che più andasse a garantire l'Ente e noi legislatori, che andiamo a metterci la faccia e anche il sigillo del voto.
Concludo semplicemente dicendo che un giorno bisognerà cominciare a ragionare indistintamente - maggioranza e minoranza - sui risultati piuttosto che sui costi. Penso che i cittadini preferiranno giudicarci su quell'aspetto.
Concludendo, esprimo soddisfazione per la scelta di destinare comunque, queste maggiori risorse che verranno risparmiate, più che rinvenute, al tema della sicurezza scolastica. Quella è un'emergenza.
L'auspicio è che - su questo mi sono confrontato anche con l'Assessore Chiorino, che ha la delega alla scuola e quindi concorda su questi temi si cercherà, secondo uno spunto emerso in Commissione e, se non vado errato, anche con altri Consiglieri di altri Gruppi, di fare in modo che essendo questa una cifra non stratosferica rispetto a un bilancio complessivo di quella voce, vada a inserirsi su interventi mirati.
Sarebbe bene che le singole famiglie, al di là dei bambini e degli operatori delle scuole, fossero in grado di non vedere questo contributo come una goccia in un mare, quindi in modo del tutto non percepibile, ma che questo maggior risparmio possa essere davvero incarnato in singoli interventi mirati e apprezzabili, ragion per cui lavoreremo in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riva Vercellotti; ne ha facoltà.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere il voto favorevole del nostro Gruppo al provvedimento in esame e, più in generale, a tutti quei provvedimenti finalizzati a ridurre la spesa improduttiva. Tanto più favorevole quando si parla, come oggi, di eliminare quei privilegi giustamente mal sopportati dalla gente, quando si tratta di eliminare quelle esagerazioni ed esasperazioni del passato, come ha fatto nella passata legislatura il Consiglio regionale per quanto riguarda gli stipendi e le pensioni. Oggi possiamo dirlo, probabilmente con questo provvedimento eliminiamo l'ultimo privilegio della casta.
Riprendo il ragionamento che faceva poc'anzi il Capogruppo del Partito Democratico e il Capogruppo dei Fratelli d'Italia e anch'io invito questo consesso a ragionare un po' meno di pancia e un po' più di testa.
Come invito anche i cittadini e la politica in generale.
Ragionare di testa vuol dire non solo parlare del fatto che la democrazia ha un costo, ma vuole anche dire parlare di diritti acquisiti e di dubbi di costituzionalità su una norma nazionale. Significa parlare del fatto che, indubbiamente, andiamo a risparmiare dei soldi rispetto al passato, ma in realtà a risparmiare poco più di un centesimo al mese per ogni cittadino piemontese, circa 15 centesimi all'anno per ogni cittadino piemontese.
Vedete, io sono già passato dal tritacarne del populismo perché sono stato Presidente di Provincia, per tre anni nella gratuità più totale. E vi racconto che, quando mi presentavo in un teatro davanti a mille persone, era per me imbarazzante sentire il parlamentare di turno che, dopo aver detto che lasciava il 20, il 30 o il 50% della sua indennità per iniziative a favore dei cittadini, ricevere l'ovazione del pubblico e della platea. Chi, come me, invece si sbagliava a dire di fare l'amministratore gratuitamente, sentiva rumoreggiare il pubblico: "Figurati se è vero che quello lì lo fa gratuitamente, chissà cosa ci sarà dietro?".
Questo è un imbarazzo che abbiamo condiviso con tanti colleghi in Italia in questi anni e di cui dobbiamo essere coscienti. Ancora oggi ci sono sette Presidenti di Provincia in Piemonte, un Sindaco metropolitano e un Vicesindaco metropolitano che svolgono questo ruolo nella gratuità più assoluta e con responsabilità enormi.
Credo che la politica debba porsi i temi del costo della politica e del costo della democrazia. È giusto che le responsabilità vengano prese in considerazione. Ricordo che il nostro Paese ha aderito a un trattato internazionale che si chiama Carta europea sulle autonomie locali, che afferma che chi svolge incarichi amministrativi e politici giustamente deve essere remunerato secondo ragionevolezza. Allora credo sia giusto andare nell'ottica della riduzione delle spese, anche quelle della politica, ma con il buonsenso. Così come con il buonsenso dobbiamo iniziare ad affrontare il tema della revisione della spesa all'interno della Regione Piemonte o all'interno del Consiglio regionale, ma in modo che non produca soltanto un centesimo al mese di risparmio per i cittadini del Piemonte, ma ben altri volumi di risparmio.
Anche rispetto all'emendamento, noi siamo favorevoli: garantirà un coinvolgimento di una platea più ampia, un risparmio maggiore e l'utilizzo delle risorse per temi legati alla pubblica incolumità di bambini, bambine, ragazzi e ragazze delle scuole piemontesi, oltre ovviamente di insegnanti e del personale che lavora nelle scuole.
Così posso concludere che ogni euro tolto ai privilegi e utilizzato per finanziare la sicurezza dei cittadini, non può che vederci favorevoli. Auspico, infine, che nel prossimo futuro la discussione del Consiglio regionale possa vertere su altri temi importanti, a partire proprio da quello della riduzione della spesa improduttiva che si annida nei tanti gangli della nostra regione.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Proseguiamo con l'esame dell'articolato degli emendamenti a esso riferiti.
ARTICOLO 1 Qualcuno intende intervenire sull'articolo 1? Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'articolo 1.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ARTICOLO 2 Emendamento rubricato n. 2) presentato da Allasia, Bertola, Gavazza Graglia, Mosca e Salizzoni.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Si tratta di un emendamento tecnico, nella cui nota illustrativa è specificato che l'emendamento è finalizzato a precisare che la tutela del doppio del minimo INPS si applica anche ai titolari delle quote di assegno vitalizio, ossia ai titolari di segno di reversibilità maturate successivamente all'applicazione della rideterminazione dell'assegno vitalizio, ossia successivamente al 1° gennaio 2020.
Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 2).
Il Consiglio approva.
Ricordo che il numero legale è 25.
Indìco la votazione palese sull'articolo 2, così come emendato.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 2 bis Emendamento rubricato n. 1) presentato da Allasia, Bertola, Gavazza Graglia, Mosca e Salizzoni.
(Testo inserito nell'allegato al resoconto integrale dell'adunanza in corso) Non essendovi richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'emendamento rubricato n. 1).
Il Consiglio approva. (Il voto è esteso al nuovo articolo) ARTICOLO 3 Indìco la votazione palese sull'articolo 3.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 4 Indìco la votazione palese sull'articolo 4.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 5 Indìco la votazione palese sull'articolo 5.
Il Consiglio approva.
ARTICOLO 6 Indìco la votazione palese sull'articolo 6.
Il Consiglio approva.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 30 presentato da Allasia, Bertola, Gavazza, Mosca e Graglia, inerente a "Destinazione risparmi derivanti dall'applicazione della proposta di legge n. 3" collegato alla proposta di legge testé discussa.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 30, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Se non vi sono richieste di intervento per dichiarazione di voto procederei alla votazione dell'intero testo di legge.
Indìco la votazione per appello nominale sull'intero testo di legge.
Il Consiglio approva.
(Esito della votazione nel processo verbale dell'adunanza in corso).
Con quest'ultima votazione sospendiamo i lavori della seduta antimeridiana, per riprendere alle 14.30 con la trattazione delle interrogazioni a risposta immediata ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento e, a seguire, la seduta pomeridiana.
Grazie a tutti e buon lavoro.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12.41)



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