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Dettaglio seduta n.95 del 10/12/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 96: "Partecipazione della Regione Piemonte alla Società Interporto di Torino (S.I.T.0.) S.p.A."


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il punto quinto all'o.d.g. reca: Esame progetto dir legge n. 96: "Partecipazione della Regione Piemonte alla Società Interporto di Torino (S.I.T.O.) S.p.A.".
La parola al relatore Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la relazione sul progetto di legge n. 96, è semplicemente orale, in quanto il suo esame in Commissione è stato ultimato solamente ieri. Il compito di relazionare mi è oltremodo facilitato dal fatto che già la relazione della Giunta che lo accompagna è esaustiva e rappresentativa della volontà del legislatore. Devo rilevare che il passaggio in aula di questo disegno di legge è stato reso possibile anche dalla disponibilità e dalla responsabilità di tutti i Gruppi presenti in Commissione. Con questa importante legge la Regione assume una partecipazione azionaria alla società S.I.T.O. il cui fine precipuo è la realizzazione del centro intermodale per il trattamento delle merci da realizzare nelle aree vicine allo smistamento di Orbassano. Il precedente legislativo dato dalla legge n. 11 del 1980 che, peraltro, prevedeva, per una prima fase, la sottoscrizione di un capitale di 450 milioni da parte della Finpiemonte e delle associazioni degli imprenditori più rappresentative. Ora si passa ad un'ulteriore fase che fa assumere alla Regione responsabilità di coordinamento, di propulsione di promozione, di iniziativa attraverso la sottoscrizione azionaria.
E' superfluo, credo, rilevare il peso, l'importanza e il ruolo strategico di questo intervento rispetto ai collegamenti con il traforo del Frejus e con i porti liguri. I privati stessi chiedono un impegno diretto dell'istituzione regionale come garanzia che la società SITO che oggi risente di qualche difficoltà non essendo ancora approvata la legge, possa decollare nelle piene potenzialità e quindi passare rapidamente alla fase di realizzazione.
La sottoscrizione è del 49% del capitale sociale con l'impegno della Regione di cedere in un secondo tempo le proprie quote agli Enti locali che potranno partecipare, trattenendo comunque una partecipazione pari al 19 del capitale della società.
La Regione acquisirà le aree necessarie per l'intera struttura intermodale di Orbassano e cederà il diritto di superficie alla società SITO in quanto si ritiene che, specie nella prima fase, il ruolo di governo della Regione debba essere completo e tempestivo per portare a concreta realizzazione questo intervento che definiamo tra quelli centrali della legislatura per gli effetti indotti, e per il rapporto che stabilirà con il tessuto economico ed imprenditoriale del Piemonte. In sede di Commissione si è anche rilevata l'opportunità di rivedere lo Statuto relativamente alle presenze concrete politiche e professionali che dovranno far parte della società SITO.
Gli Assessori Cerutti e Rivalta hanno dichiarato la loro disponibilità.
C'è stato un atteggiamento di riserva da parte delle forze politiche D.C.
PLI e PRI. I partiti della maggioranza si sono espressi a favore. In questi termini portiamo il testo in aula, testo che potrà ancora essere rivisto in qualche parte con la nostra piena disponibilità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La discussione è aperta. La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nel dare il nostro giudizio al disegno di legge n. 96, non possiamo non rilevare il ritardo con il quale il provvedimento giunge in aula consiliare, ritardo comune a molti provvedimenti che però in questo caso, attiene alla responsabilità della Giunta.
Ci troviamo di fronte ad un provvedimento molto importante che dobbiamo portare avanti, non soltanto perché siamo obbligati da dati legislativi precedenti (art. 13 della legge n. 11) ma per quegli atti gestionali conseguenti che si impongono di notevole portata, in grado di accelerare i lavori per l'utilizzazione dello scalo di Orbassano.
Il provvedimento odierno ci sottopone una partecipazione della Regione alla società SITO in una percentuale tale che consentirà di agire quale centro coordinatore dell'intervento pubblico. La Regione si riserva peraltro la facoltà di collocare i titoli presso altri enti pubblici, in ogni caso mantenendo una partecipazione del 19%.
Noi siamo da sempre sostenitori convinti di una Regione che sappia indirizzare e guidare lo sviluppo della Comunità, che sappia programmare le grandi scelte, in una parola siamo da sempre convinti assertori di un ruolo regionale programmatore e coordinatore, interprete principale delle istanze comunitarie, ma mai gestore o amministratore improprio delle soluzioni conseguenti.
In occasione del dibattito sul programma della Giunta indicavo nel progetto del Centro Intermodale di Orbassano un esempio nel quale un coinvolgimento gestionale della Giunta non soltanto non ci avrebbe scandalizzati ma ci avrebbe visti favorevoli.
Nel disegno di legge in esame non ci convince l'assetto azionario. Ci sembra squilibrato l'intervento pubblico rispetto a quello privato.
Esaltare il ruolo del pubblico, riducendo la percentuale della Finanziaria, secondo noi demotiva, da un lato, la funzione della Finanziaria e dall'altro, i privati i quali sono minoranza e riteniamo che si comporteranno come azionariato di minoranza.
Sembra a noi che una situazione paritaria (45% di privato 45% di pubblico) con una mediazione credibile della Finpiemonte (10%) sia la più corretta e la più rispondente allo spirito con il quale la Regione dovrebbe affrontare una sua partecipazione in un assetto misto nel quale il suo ruolo non deve essere monopolizzatore ma amalgamatore e coordinatore di molteplici apporti.
Non voglio ricercare spiegazioni maliziose alla percentuale del 49% e cioè che la Regione voglia assicurarsi una rappresentanza maggioritaria all'interno del Consiglio di amministrazione. Non possedere la maggioranza capitaria non vuol dire non poter accedere alla maggioranza del Consiglio di amministrazione, perlomeno in teoria, perché se volessimo negare questo nessuno di noi crederebbe nella democrazia.
In ogni caso riteniamo che su questo aspetto il Consiglio debba ritornare nel momento in cui esaminerà lo Statuto della SITO.
Proponiamo quindi alla Giunta la revisione dell'assetto azionario e la ridefinizione dei termini, che sabbiamo indicato nel 45%. Siamo disposti a cambiare il nostro atteggiamento di astensione, nel caso in cui la nostra proposta venga accolta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, indubbiamente vanno condivisi gli intenti e i fini del disegno di legge n. 96 in quanto costituiscono un ulteriore attuazione della legge regionale n. 11 del 1980, attuazione che aveva avuto un primo avvio nel maggio '80, allorquando si è costituita la SITO. In sede di costituzione, c'è stata una felice combinazione fra il pubblico e il privato in quanto il privato era costituito dalla SOCOTRAS (la quale, a sua volta, è una società per azioni costituita da due società di agenti doganali e di spedizionieri, che aveva all'incirca il 40% della partecipazione nella SITO) e, in posizione minoritaria, quasi figurativa dall'Unione Industriale di Torino e dall'Associazione delle Unioni Industriali che avevano 50 azioni ciascuno. Con l'ingresso della Regione Piemonte (che, peraltro, è utile ai fini di un ulteriore avvio della legge) si verifica, come è già stato messo in luce, uno squilibrio della situazione.
Indubbiamente è da condividere l'affermazione fatta dal Consigliere Vetrino di un più attento dosaggio: in ragione del 45% alla Regione Piemonte, del 45% ai privati, del 10% alla Finpiemonte. In questa maniera verrebbe esaltato il ruolo della SOCOTRAS, la quale (in vista della costituzione della SITO) affermava, nel proprio atto costitutivo, di volersi porre come autorevole partner della Regione e della Finpiemonte ai fini di realizzare il centro intermodale e affermava di voler portare l'esperienza dei propri imprenditori, spedizionieri agenti e operatori doganali. Un dosaggio più perfetto, fra l'altro, potrebbe realizzare l'intento della SOCOTRAS di portare l'esperienza professionale degli imprenditori. Fatta questa premessa, va rilevato che ci sono peraltro alcuni dettagli del disegno di legge che, a mio avviso, meritano qualche censura. Innanzitutto, non è dato di cogliere nella relazione la ragione per cui l'operazione avviene in due tempi. Inoltre, nel disegno di legge si accenna alla successiva operazione di cessione agli Enti locali senza precisare l'identità degli stessi; così come non si precisano le aziende di Stato che verrebbero interessate dalla cessione, e tutto ciò quantunque nel vigente Statuto del SITO si precisi che potranno essere portatori di azioni solo Enti locali territoriali e si precisi che una sola azienda di Stato potrà essere portatrice di azioni, cioè l'Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato.
A parte questa considerazione che potrebbe anche apparire secondaria va fatto un altro rilievo. Se il disegno di legge verrà approvato con questa formulazione, in cui prevale il pubblico sul privato, sarebbe allora stato opportuno fissare anche il principio comune alle società a partecipazione regionale, precisando la "regola dei controlli" (che esiste per gli enti strumentali tipo Finpiemonte, e tipo l'Istituto Cartografico) cioè a dire l'obbligo della futura società di trasmettere annualmente alla Regione le relazioni previsionali ed i bilanci; in modo che se questa maggioranza azionaria della Regione, o degli Enti locali a cui saranno cedute le azioni e della Finpiemonte, dovesse continuare a perpetrarsi, ci sarà da parte di questo Consiglio regionale, in sede di discussione e di approvazione dei bilanci preventivi e consuntivi, la possibilità di svolgere la funzione di controllo; possibilità che è doverosa sia per non creare disparità di trattamento tra questo ente strumentale e gli altri enti strumentali a partecipazione maggioritaria della Regione e sia perch anche nella SITO, la Regione avrà, in base ad una normativa della legge, la facoltà di prestare garanzie fidejussorie; quindi è una ragione di più perché il controllo in sede di bilanci possa essere attuato.
Di fronte a questi rilievi sul testo legislativo, la mia posizione sarà di astensione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Il provvedimento all'esame del Consiglio ci impone di verificare le posizioni delle diverse forze politiche su tre aree di confronto: l'opera per la quale questa legge viene emanata, le funzioni dell'opera, la sua importanza nella politica regionale. La seconda area di confronto riguarda le norme specifiche della legge in discussione, norme che devono essere esaminate, non solo con riguardo al testo sottoposto al nostro esame, ma anche con riguardo alla leve 11/80, a cui questo provvedimento riferisce, e in rapporto all'attuale Statuto della società, a cui si decide di partecipare direttamente con la quota di capitale.
Vi è poi un'area di confronto generale, che mi sembra la più importante, e cioè, analizzando in controluce questo provvedimento l'evoluzione di questa scelta rispetto a quanto avvenuto nel passato quinquennio per la realizzazione dei grandi progetti strategici di armatura regionale, per il ruolo della finanziaria Finpiemonte, per la funzione, il ruolo e le caratteristiche delle società di intervento.
Farò alcune brevi considerazioni sull'opera, sulla sua importanza e sulla sua funzione esaminando successivamente il nodo di fondo, cioè l'opzione politica che vi è dietro al provvedimento assunto dalla Giunta e che viene sottoposto all'esame del Consiglio, fermandomi su alcuni elementi specifici del documento presentato al nostro voto, questo per economia di discussione e per sgombrare subito il campo dalle cose, su cui la nostra forza politica è d'accordo. Invece mi soffermerò su quei punti che ci vedono in disaccordo o per i quali abbiamo delle preoccupazioni.
Siamo d'accordo nell'affermare che la realizzazione del Centro intermodale per il trattamento delle merci nell'area torinese è opera importante ed urgente. Lo è per motivi di settore, per rispondere in modo compiuto al nuovo assetto per la movimentazione delle merci che si attiva nell'area metropolitana in conseguenza dell'apertura del traforo del Frejus, per le condizioni di maggiore razionalità che introduce nel settore; lo è perché sarà un importante centro dove l'interscambio gomma rotaia potrà avvenire al di fuori delle diseconomie che hanno caratterizzato e caratterizzano gran parte del trasporto merci nel nostro Paese. Anche se la capacità di coordinamento della Regione, in qualche misura, tende ad essere schiacciata dall'attivismo operativo delle realtà locali, il settore della movimentazione delle merci vede nella nostra Regione una prospettiva di programmazione che non può che essere condivisa.
Non si tratta della realizzazione di singole opere, quanto del tentativo di innervare il territorio regionale con un complesso di punti organizzati in gerarchia funzionale per garantire una complessità di servizio alla movimentazione delle merci. In questa ottica rientrano il polo specializzato di Susa, il recupero di una logica maggiormente orientata agli interessi della programmazione pubblica dell'iniziativa di Rivalta l'avvio dell'intervento di Novara (anche se risponde più alla logica di complementarietà al bacino milanese che non alla logica di programmazione della realtà torinese) e le altre iniziative che si stanno studiando in altre parti del territorio regionale. Ma è importante ed urgente, anche come elemento fondamentale della riorganizzazione del sistema metropolitano torinese perché può costituire punto di riferimento per l'accorpamento funzionale sul territorio di altre funzioni, ad esempio, della grande distribuzione commerciale che oggi stenta a trovare una razionale localizzazione sul territorio, perché permette il recupero di vaste aree all'interno della città necessarie per avviare una politica di trasformazione che non sia soltanto una politica di controllo statico e di arresto delle possibilità di evoluzione.
Siamo contenti che questo provvedimento giunga all'esame del Consiglio e non riteniamo di dare interpretazioni sui motivi per cui il provvedimento è rimasto fermo a lungo e sui motivi per cui è rimasta ferma a lungo la sottoscrizione dell'aumento di capitale.
Una sola considerazione voglio fare sull'importanza di quest'opera e cioè la politica per i centri intermodali nel Piemonte è uno dei frutti più maturi di quella stagione felice della concertazione. Dopo il 1975, ferme restando le posizioni delle diverse forze politiche, vi è stato uno sforzo per individuare occasioni importanti di cambiamento della realtà piemontese; questo sforzo ha portato all'individuazione di una serie di progetti strategici i quali erano la parte solida del Piano di sviluppo del passato quinquennio, a cui, paradossalmente, oggi si richiama più l'opposizione che non l'azione di governo della Giunta.
Sul provvedimento, sui suoi obiettivi, sull'urgenza e sull'importanza vi è un consenso convinto del nostro partito. Non è con le gelosie degli esclusi, di coloro cioè che non hanno responsabilità di gestione che si fa politica nel nostro Paese, oggi le responsabilità ci sono anche se si è all'opposizione, quindi, di fronte ad interventi di questa importanza, noi ci sentiamo responsabilizzati come e quanto le forze di governo.
Il secondo punto su cui si addensano le preoccupazioni del Gruppo liberale è la modifica che si introduce in ordine alle modalità di realizzazione dei grandi progetti di armatura territoriale, al ruolo che la Finpiemonte è chiamata a svolgere in queste politiche, al ruolo e ai compiti che le società di intervento assolvono riguardo a questi obiettivi.
Il modello di riferimento, a cui abbiamo dato una adesione convinta era quello di individuare negli organi della Regione lo strumento per la programmazione per progetti strategici di cambiamento da affidare alla realizzazione e ai compiti amministrativi ordinari degli Enti locali, e di individuare apposite società di intervento ovunque si manifestino complessità di intervento, che possono essere di natura tecnica amministrativa o relativa ad aspetti di realizzazione gestionale tali da sconsigliare il ricorsi alle procedure amministrative tradizionali. Questo per rendere più incisiva l'azione nelle fasi operative, per rendere più economicamente trasparenti le partite attive e passive degli interventi.
La Finpiemonte doveva essere l'elemento centrale di coordinamento, di stimolo e di attivazione in questa azione, una politica amministrativa che affida un compito di programmazione alla Regione, che vede una partecipazione degli Enti locali negli atti che li riguardano, ma subordinata all'interesse strategico che la Regione può individuare per determinati progetti e che affida un compito alla Finpiemonte come polmone finanziario che opera anche nella raccolta dei capitali e che ha una sua partecipazione nelle diverse società di intervento che si vengono a creare.
Su questo modello si sono costruite le politiche di armatura territoriale dagli anni '75/80: le aree attrezzate i cui statuti riconoscevano agli Enti locali la rappresentatività politica all'interno delle società di intervento anche in presenza di una partecipazione di capitale ridicola e una sostanziale responsabilità affidata all'azionariato della Finpiemonte come espressione derivata dalle scelte della Regione.
Oggi ci troviamo di fronte ad un'opera per la quale si sceglie una strada diversa, una strada in cui gli Enti locali del governo politico della realtà piemontese si riappropriano della partecipazione diretta, non filtrata attraverso la Finpiemonte, in una società di intervento. Vi è una profonda differenza logica fra queste due impostazioni: c'è la tendenza a proiettare l'azione della Regione e degli Enti locali non solo nella individuazione degli elementi di programmazione e nel controllo che non si "deragli per strada", ma nella diretta partecipazione degli organi di rappresentanza politica all'interno della società.
A noi sembra un passo indietro, che tende a riprodurre un modello in cui tutto è politica (non vorrei che questa frase fosse fraintesa).
Sono d'accordo che tutto è politica, specie in questo settore, ma tutto continua a restare politica anche negli aspetti in cui, fatta la grande scelta, si deve avere più attenzione al controllo dell'economicità degli interventi, alla specializzazione delle competenze, alla rispondenza in termini tecnocratici delle modalità di gestione rispetto agli obiettivi che si intendono conseguire. Questo è l'elemento di preoccupazione e di involuzione che noi osserviamo nel provvedimento che ci viene presentato.
C'è da riflettere anche sugli effetti pratici di questo provvedimento.
In termini generali, con alcuni provvedimenti, depotenzieremo la Finanziaria piemontese la quale verrebbe ad avere in modo sistematico un compito di azionista di minoranza con una scarsa responsabilizzazione nei riguardi dell'intera vicenda. La Finanziaria piemontese, dopo un avvio sicuramente incoraggiante, oggi tende a ripiegare su se stessa. In fondo la Finpiemonte non ha mai operato sul mercato dei finanziamenti, avendo svolto un ruolo, positivo o negativo, di supporto alla realizzazione di determinate opere con spesa di finanziamenti regionali non intervenendo mai nel reperimento di risorse aggiuntive.
Ma vi è un secondo aspetto di carattere generale sul quale richiamo la vostra attenzione. Nell'impostazione di tipo "A", quella che consideriamo più propria all'esperienza della programmazione del quinquennio '75/80, la responsabilità nella selezione degli uomini chiamati a condurre queste società era affidata alla Finpiemonte come polo di incontro tra capitale pubblico e capitale privato, una impostazione che riporti agli enti a rappresentanza politica questo compito di gestione complessiva, alle trattative, agli equilibri, ai dosaggi tra i partiti anche la selezione del personale chiamato ad affrontare questi problemi. Con questo non voglio dire che questo porti a selezioni migliori o peggiori, sicuramente porta ad una selezione sulla base di criteri diversi. Non vi è scandalismo in questa nostra posizione, ma soltanto una constatazione: attenzione che questo provvedimento non è indolore, segna, almeno per questo tema, un gomito rispetto all'orientamento su cui, a mio avviso, era preferibile marciare.
La terza area di confronto riguarda il provvedimento in sé. Prima ancora di addentrarmi nell'esame di alcuni punti specifici, voglio fare una considerazione di carattere generale. La mia impressione è che, una volta individuata la funzione, la localizzazione e le caratteristiche generali se si avesse il coraggio di privatizzarla al cento per cento, questa iniziativa sarebbe in grado di marciare con le sue gambe anche dal punto di vista economico perché la realizzazione di questi centri è, probabilmente un buon affare. Perché questo non è opportuno? E non essendo io un reaganauta lo propongo in questa sede. Perché è evidente come nel corso di sviluppo di un intervento così complesso possono intervenire degli elementi di deviazione, di deformazione, di difficoltà di fronte ai quali il privato, lasciato da solo, reagisce cercando comunque di tutelare in modo spietato i propri interessi e quindi al limite potendo creare delle difficoltà all'obiettivo generale e pubblico che ci eravamo proposti.
Ma, il meccanismo del controllo pubblico non deve costituire alibi per i privati per non investire in questo settore. Ho la forte impressione che un meccanismo che di fatto riporti al potere pubblico, per di più attraverso un meccanismo che fa riappropriare alle forze politiche la totalità delle responsabilità in questa materia, sia un elemento di alibi per rallentare la capacità di marcia che l'iniziativa da sola potrebbe avere per affidarsi invece in modo più marcato al bastone dell'iniziativa pubblica.
In questo senso vanno letti alcuni articoli che ci vengono sottoposti alla nostra attenzione. E' un lavoro che si sarebbe potuto fare più opportunamente in Commissione, se il testo non ci fosse stato dato questa mattina. Ad esempio, una norma che consente alla Regione di acquisire direttamente le aree e che assicura i finanziamenti per le urbanizzazioni ai sensi della legge 11. Successivamente le aree saranno cedute alla società, la quale realizzerà le opere di urbanizzazione primarie e che dovrà poi cedere la cessione dei diritti stessi agli operatori attraverso convenzioni da stipularsi alla Regione.
Noi chiediamo che questo articolo sia modificato, intanto riflettendo sulla acquisizione diretta delle aree. L'acquisizione diretta delle aree avviene ai sensi della legge n. 11, tramite esproprio (ecco perché l'esame degli articoli deve avvenire in combinato disposto); siccome ho l'impressione che si deve attendere la maturazione della strumentazione urbanistica di supporto alle espropriazioni e i tempi rischiano di essere così lunghi da vanificare il conseguimento degli obiettivi, ritengo che una norma opportuna potrebbe essere quella, in modifica del primo articolo della legge n. 11, di assicurare i finanziamenti alla società perch provveda all'acquisto. Quindi su questo primo punto sono contemporaneamente più garantista e meno garantista. Occorrerà semplicemente che le iniziative che avverranno senza adeguate garanzie non vengano fatte dall'Ente Regione.
Inoltre va chiarito che i finanziamenti per le urbanizzazioni non sono a fondo perduto e sarà un confronto serrato in termini di rendimento degli investimenti effettuati, e l'iniziativa dovrà cercare di pagarsi con le sue gambe (se poi ci sarà bisogno di un soldo integrativo tanto peggio).
Occorre inserire una norma di questo genere.
Infine va tolto il riferimento alle convenzioni con la Regione. Una volta deciso che la gestione degli interventi e dell'intero complesso è affidato alla SITO, le convenzioni le faccia la SITO, non capisco per qual motivo debbano ritornare alla Regione, sottoponendole il compito degli atti di concessioni sui singoli operatori.
C'è poi una serie di elementi che ci rimangono ancora ignoti. Noi entriamo in una società che in questo momento non è fatta per ospitarci. Lo Statuto della SITO, contiene una serie di norme importanti. Per esempio, la riserva per la designazione di determinate cariche sociali in cui il ruolo della Regione non è previsto ed è previsto il ruolo della Finpiemonte o di altri. Nello Statuto è anche scritto che fin quando vi sono membri del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte, determinate cariche sono riservate ai membri designati da quella componente. Io presumo che queste norme siano modificate nello Statuto stesso. E' obiettivamente elemento interessante il capire come a fronte di una partecipazione azionaria di questa rilevanza si situi la posizione regionale. In Commissione su questo non è stato possibile avere delle risposte. Non intendiamo imporre delle battute d'arresto ad una legge di questa importanza. Ci riserviamo di proporre un ordine del giorno nel quale sia chiaro che le modifiche che interverranno allo Statuto della società debbono essere preventivamente esaminate dalla Regione perché questo potrebbe essere un elemento di una qualche garanzia rispetto agli effetti della partecipazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il nostro Gruppo concorda sull'opera che il disegno di legge n. 96 prevede, in quanto è convinto che il centro intermodale di Orbassano sia un'opera di notevole importanza e questo lo abbiamo sostenuto sempre negli incontri di Commissione.
Il nostro Gruppo tuttavia si asterrà nella votazione della legge per un complesso di ragioni che cercherò di sintetizzare e che sono in parte vicine a quelle indicate dai colleghi Vetrino e Bastianini, ma che non si identificano completamente con esse. Riteniamo che sia una via valida da perseguire quella della società di intervento Finpiemonte, ma non riteniamo che debba essere l'unica via. L'Assessore Cerutti ha riferito della richiesta specifica dei privati per un intervento diretto della Regione nella società e noi consideriamo positivo questo intervento diretto o quanto meno accettabile. E' però il complesso della partecipazione che non appare convincente. Intanto, per quel che attiene alla Finpiemonte dobbiamo notare che c'é una caduta di tono nell'attività di questa finanziaria. E' una caduta di attività che emerge anche dal bilancio che in questi giorni ci è pervenuto. La società con 20 miliardi di capitale ha 23 miliardi di risorse liquide investite in Buoni del Tesoro quindi, ha una grossa disponibilità finanziaria non utilizzata e attraverso questa disponibilità di liquidità, ottiene un utile di bilancio di alcuni miliardi, tra l'altro detassato, perché abilmente ha investito in titoli di Stato esenti da ogni imposta passata, presente e futura. Ma, questo non pu essere il complesso dell'attività che dovrebbe svolgere una finanziaria di intervento. E' chiaro che questa caduta di tono deriva dalle incertezze della programmazione regionale e dall'impossibilità per uno strumento, così agile come è la Finpiemonte, ad operare e ad incidere sui progetti. E' singolare che di fronte alla disponibilità finanziaria della Finpiemonte la Regione debba intervenire direttamente. Tuttavia, non respingiamo l'intervento diretto, di fronte alle ragioni che ieri l'Assessore ha espresso in Commissione. Riteniamo però che l'intervento diretto di partecipazione debba avvenire a condizioni di chiarezza.
Con questa proposta la Regione entra nella società SITO attraverso tre vie diverse: una a partecipazione diretta per il 49%, una a partecipazione indiretta attraverso la Finpiemonte, una terza infine attraverso la società di gestione SOCOTRAS nella quale la Regione entrerebbe con un ulteriore 10%.
C'è un'incertezza che si ricollega allo Statuto. L'azionista, nel momento in cui compra le azioni non è obbligato ad approvare lo Statuto: questo è implicito. Sennonché noi andiamo ad un accordo con la Finpiemonte che ci cede le azioni, e con i privati che sono nella SOCOTRAS senza conoscere il piano dell'accordo, quindi senza conoscere le modifiche allo Statuto, le modalità di gestione, il ruolo della Regione nella conduzione di questa società. La Regione entra a far parte della società con uno Statuto vigente che, tra l'altro, pone limiti importantissimi circa la stessa approvazione dello Statuto. L'art. 16 stabilisce infatti che l'assemblea straordinaria, competente per le modifiche statutarie necessita del voto favorevole del 66% dei soci.
Anche l'articolo che definisce l'oggetto sociale origina parecchie incertezze con la modifica dell'assetto azionario. In sostanza, come Regione, decidiamo l'acquisto di una maggioranza senza nessuna garanzia di poter effettuare quel compito di gestione che è la condizione per cui noi acquistiamo il 49% delle azioni della società. Per questo motivo non possiamo condividere il disegno di legge che viene sottoposto alla nostra attenzione. Siamo profondamente incerti sull'effettiva gestione della società e abbiamo delle perplessità che, giustificano la nostra astensione.
Prima che il disegno di legge sia attuato occorre un protocollo di intesa fra la Regione, la Finpiemonte e la SOCOTRAS che fissi il testo dello Statuto e le modalità di gestione. Senza di che, pur volendo prendere una via più rapida attraverso l'intervento diretto della Regione, finiremmo di imboccare una via difficile che non ci consentirà di dare attuazione rapida al progetto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio tutti coloro che sono intervenuti a nome dei loro Gruppi per l'atteggiamento, il tono e le proposte che hanno formulato in ordine al disegno di legge n. 96 che vede una fase attuativa e operativa della Regione Piemonte in uno dei punti di estrema qualificazione ed importanza per quanto riguarda la problematica del trattamento delle merci. Anch'io, nel rispondere ad alcune osservazioni e ad alcune riserve che i colleghi Consiglieri hanno manifestato nei loro interventi, spendo alcune brevissime parole sul concetto generale che ci spinge oggi ad affrontare il tema di Orbassano.
Sono chiamato in questo momento a rispondere su una problematica che riguarda la partecipazione regionale in forma diretta (la materia è di competenza del collega Rivalta, che però mi ha delegato per alcuni aspetti operativi inerenti la problematica dei trasporti e delle viabilità).
Orbassano, nel quadro della politica dei trasporti è un centro di primaria importanza. Bastianini ha ricordato Rivalta, Novara, e io potrei aggiungere Cuneo, Asti, perché siamo sollecitati. Indubbiamente Orbassano è una grossa scommessa che la Regione Piemonte fa in risposta alle problematiche degli operatori privati direttamente interessati i quali seguono con estremo interesse quanto sta avvenendo in questo settore.
Vale la pena di evidenziare l'importanza dell'opera. Dagli interventi sono emerse delle contraddizioni: Brizio ha chiesto che la partecipazione diretta sia accompagnata dalla conoscenza della modifica allo Statuto Bastianini diceva: non vorremmo che con l'intervento diretto della Regione si possa sovvertire lo spirito iniziale che aveva mosso la costituzione di un ente finanziario portatore o attivatore di politiche regionali nei diversi settori, quale poteva essere quello dei trasporti e, nella sostanza chiede, quasi con apprensione, di conoscere come verrà modificato lo Statuto per giustificare la presenza regionale. Dico che se incertezza c' e oggi è evidente, è che noi deleghiamo un ente strumentale a rappresentarci, e molto meno incertezza ci dovrebbe essere al di là di certe politiche partitiche come rappresentanza della Regione Piemonte.
Qualche collega vorrebbe conoscere come è ripartita la quota del 49%. La collega Vetrino quasi teme che il ritardo nella presentazione della legge nasconda qualche contrasto che possa vanificare lo spirito, le finalità e gli obiettivi della legge. Devo tranquillizzare i colleghi.
Non abbiamo sprecato questo tempo. In effetti ci sono state difficoltà nella trattativa. Abbiamo svolto un accertamento nei confronti del privato e nei confronti della problematica che il pubblico rappresenta. Gli enti interessati saranno le Ferrovie dello Stato come aziende e non altre aziende e gli enti territoriali locali saranno il Comune e la Provincia di Torino.
Con le Ferrovie dello Stato abbiamo avuto vari incontri, anche a livello nazionale per conoscere le condizioni alle quali le FF.SS.
partecipano nella SITO. Si parla di interscambio, si parla di centro integrato di trattamento delle merci, quindi o si ritorna a camminare esclusivamente su strada o si ricerca, per questioni di risparmio energetico e di razionalizzazione dei trasporti, un discorso serrato con le FF.SS. Nei vari incontri con la direzione generale e con i funzionari delegati delle FF.SS., non solo abbiamo definito le condizioni numeriche di rappresentanza nel Consiglio di gestione o nel controllo attraverso il collegio di Sindaci, ma abbiamo discusso anche dei termini statutari e dei vincoli che un ente rappresentante dello Stato deve osservare.
Vi è poi una serie di enti che possono dare un contributo, l'ANAS attraverso la quale si possono ottenere i collegamenti viari adeguati alla struttura stessa, il Ministero delle Finanze per quanto riguarda le funzioni doganali. Tutte queste trattative hanno dilungato i tempi della presentazione della legge.
Il privato non è mortificato né è mortificata la Finpiemonte in primo luogo perché la Finpiemonte, sin dal momento della costituzione della SITO partecipava con una quota del 10% in quanto non aveva la specifica finalità di intervento se non di consentire con la sua presenza di attivare politiche di investimento. Il 6% della Finpiemonte costituisce la garanzia nei confronti del privato, riconoscendo nella Finpiemonte l'ente strumentale dove fanno capo una serie di presenze societarie. Possiamo ribadire che questo rilievo di carattere determinante nell'ambito della società stessa, la Finpiemonte lo mantiene sia con il 6% sia con il 10%.
La Finpiemonte nonostante la disponibilità finanziaria dei 20 miliardi che il collega Brizio ha citato e la sua possibilità operativa non sarebbe stata in grado di assicurare l'intervento che il Centro richiede. Di qui la volontà dei privati a richiedere la presenza della Regione Piemonte presenza che, al di là della credibilità che viene data all'ente pubblico darà la sicurezza su una serie di interventi di carattere finanziario.
Questo è il pedaggio che l'Ente Regione deve pagare se vuole attivare una politica di razionalizzazione nel quadro dei trasporti. Bastianini vorrebbe che fossero i privati, i proprietari? Certo, la Regione non avrebbe potuto condizionare o per lo meno dirigere gli obiettivi che ci siamo posti e sicuramente ci sarebbero state delle deviazioni che il privato comporta.
La Giunta è disponibile a perfezionare alcuni articoli. Pertanto chiederò alla Presidenza di sospendere brevemente la seduta. E' stato richiesto di valutare le modifiche che si vogliono apportare allo Statuto.
La modifica allo Statuto spetta al Consiglio di amministrazione della SITO.
Chiederò di poterle discutere in modo che emerga chiara la politica che la Regione intende attuare. La presenza regionale richiederà un'adeguata presenza nel Consiglio di amministrazione. Saremo così in grado di definire le percentuali di partecipazione.
Le riserve sullo Statuto sono date dal fatto che la selezione degli uomini passa attraverso le forze politiche e non dalla Finpiemonte. Non credo che la Finpiemonte nomini rappresentanti che non siano espressione delle forze politiche. Ritengo che le nomine che spettano ai privati se non rappresentano i partiti politici, per lo meno rappresentano idee politiche.
Pertanto penso che si possa dissolvere la preoccupazione che alcune forze politiche hanno manifestato.
Quanto all'acquisizione delle aree il discorso è tecnico. Se si potesse contare sulla modifica della legge 56, non si sarebbe sollevata questa questione. Proprio perché l'avvio avviene su territori pubblici o di controllo pubblico, ritengo che sarà possibile acquisire le aree a prezzi accettabili.
Quanto agli oneri di urbanizzazione non vogliamo favorire i privati.
Quando parliamo di cessione di diritto di superficie intendiamo dire che questa dovrà raccogliere il costo del terreno e il costo dell'urbanizzazione. Questo aspetto potrà essere puntualizzato nelle norme.
La minoranza si è dichiarata per l'astensione. Mi auguro che dopo le modifiche che verranno apportate agli articoli possano passare al voto favorevole.



PRESIDENTE

Accogliendo la proposta dell'Assessore, sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17 riprende alle ore 17,35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La Regione Piemonte - in armonia con gli indirizzi generali del Piano di sviluppo e con quelli del Pieno dei trasporti ed al fine di coordinare la realizzazione delle opere per l'infrastrutturazione del Centro Intermodale plurifunzionale per il trattamento delle merci, collegato allo smistamento ferroviario di Orbassano, previsto dall'art. 13 della L.r.
6/3/80 n. 11 - assume, ai sensi dell'art. 4 della stessa L.r. n. 11, una partecipazione azionaria nella S.p.A. SITO con sede in Torino".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari per l'acquisizione al patrimonio della Regione di azioni della S.p.A. SITO per un valore complessivo nominale di L. 441.000.000, pari al 49% del capitale sociale.
La Giunta regionale è, altresì, autorizzata a cedere ad Enti locali della Regione e ad aziende di Stato azioni, acquisite o da acquisire, ai sensi della presente legge, in misura tale da assicurare alla Regione Piemonte una quota minima di partecipazione pari al 19% del capitale della Società.
La Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere - in relazione alle disponibilità di bilancio previste dalle leggi di approvazione dei bilanci stessi - azioni della SITO, in relazione all'aumento del capitale sociale della stessa fino ad un massimo di L. 10 miliardi, per mantenere la propria percentuale di partecipazione nella quota di cui al comma precedente.
La Giunta regionale è autorizzata a prestare garanzie fidejussorie alla S.p.A. SITO, per le eventuali necessità di finanziamento, nei limiti degli stanziamenti di bilancio annualmente determinati con le lezi di approvazione dei bilanci stessi".
La Giunta regionale presenta i seguenti emendamenti: al secondo comma, terza riga, sostituire le parole "da assicurare" con le parole: "che sia comunque assicurata".
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 23 voti favorevoli e 15 astensioni.
Al terzo comma, terza riga, sostituire le parole "all'aumento" con le parole: "agli aumenti"; alla penultima riga, sostituire le parole "nella quota di cui al comma precedente" con le parole: "nei limiti delle quote di cui ai commi precedenti".
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "I membri del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale della S.p.A. SITO, la cui nomina sarà riservata alla Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 2458 e seguenti del Codice Civile, saranno designati dal Consiglio regionale, assicurando la rappresentanza della minoranza.
I Consiglieri di amministrazione, come sopra nominati, sono vincolati nell'esercizio del mandato, all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartiti dai competenti organi della Regione".
Viene presentato dalla Giunta regionale il seguente emendamento.
All'ultimo comma, sostituire le parole "impartiti dai" con la parola: "dei".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si passi alla votazione dell'articolo così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Per l'attuazione della presente legge, è autorizzata, per l'anno finanziario 1981, la spesa di L. 441.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, del fondo speciale di cui al cap. 12.600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1981.
Nello stato di previsione della spesa per l'esercizio finanziario 1981 sarà conseguentemente istituito apposito capitolo con la denominazione 'Oneri relativi alla sottoscrizione o all'acquisto di azioni della S.p.A.
SITO di Torino' e con lo stanziamento, in termini di competenza e di cassa di L. 441.000.000.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le variazioni di bilancio conseguenti all'attuazione del presente articolo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "La Regione acquisirà direttamente le aree necessarie per l'intera struttura intermodale di Orbassano e provvederà ai finanziamenti per l'urbanizzazione primaria, ai sensi della L.r. 6/3/80 n. 11.
La Giunta regionale è autorizzata alla cessione dei diritti di superficie alla S.p.A. SITO, delegata all'esecuzione delle urbanizzazioni primarie e che potrà provvedere alla cessione degli stessi diritti di superficie agli operatori, attraverso convenzioni da stipularsi con la Regione Piemonte".
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento sostitutivo dell'intero articolo: "Art. 5 - La Regione mediante apposito provvedimento legislativo potrà acquisire direttamente le aree necessarie per l'intera struttura intermodale di Orbassano e provvedere ai finanziamenti per l'urbanizzazione primaria, ai sensi della L.r. 6/3/80, n. 11.
In tal caso, la Giunta regionale è autorizzata alla cessione dei diritti di superficie alla S.p.A. SITO a mezzo convenzioni che definiranno il corrispettivo, tenuto conto degli oneri affrontati dalla Regione. La S.p.A. SITO è delegata alla esecuzione delle urbanizzazioni primarie, e potrà provvedere alla cessione dei diritti di superficie stessi agli operatori".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione del nuovo articolo 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 "Agli oneri derivanti dall'esercizio della facoltà di cui al terzo comma dell'art. 2 della presente legge, si farà fronte con l'istituzione nel bilancio di previsione per l'esercizio 1982 e successivi, di apposito capitolo con la denominazione 'Oneri relativi alla sottoscrizione o all'acquisto di azioni della S.p.A. SITO', i cui stanziamenti, in termini di competenza e di cassa, saranno determinati con le leggi di approvazione dei bilanci.
I proventi derivanti dall'eventuale alienazione delle azioni deliberata dalla Giunta regionale in favore degli Enti locali piemontesi e di aziende di Stato, ai sensi del secondo comma dell'art. 2 della presente legge, saranno introitati in apposito capitolo, che sarà istituito nello stato di previsione dell'entrata per l'esercizio finanziario 1982 e successivi, con la denominazione 'Proventi connessi all'alienazione di azioni della S.p.A. SITO' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Si proceda alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
La parola al Presidente della Giunta.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta si impegna a presentare la bozza del nuovo Statuto alla I Commissione consiliare.


Argomento: Comunita' montane

Esame progetto di legge n. 171: "Modifica ed integrazione dell'art. 15 della legge regionale 21/1/80, n. 3".


ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Esame progetto di legge n. 172: "Integrazione agli artt. 5 e 6 della legge regionale 11/8/73 n. 17 concernente delimitazione delle zone montane omogenee, - costituzione e funzionamento delle Comunità montane"



PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'o.d.g.: "Esame p.d.l. n. 171: 'Modifica ed integrazione dell'art. 15 della l.r. 21/1/80, n. 3' e p.d.l. n. 172: 'Integrazione agli artt. 5 e 6 della l.r. 11/8/73 n. 17 concernente delimitazione delle zone montane omogenee - costituzione e funzionamento delle Comunità montane' ".
Progetto di legge n. 171 Art. 1 "All'art. 15 della legge regionale 21/1/80, n. 3 sono apportate le seguenti modifiche: 1) Al terzo comma è apportata la seguente aggiunta: 'Essa è invece cumulabile, per il Presidente e i Membri della Giunta delle Comunità Montane di cui al penultimo comma dell'art. 10 della presente legge, nella misura pari alla differenza tra l'indennità percepita come Presidente, Vicepresidente e Assessore della Comunità Montana oppure come Sindaco o Assessore di Comune, e l'indennità spettante quale Presidente o membro del Comitato di Gestione dell'Associazione dei Comuni'.
2) Il quarto comma è soppresso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'art. 45 dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri Il testo della legge è approvato.
Progetto di legge n. 172 Art. 1 "Alla legge regionale 11/8/73 n. 17, sono apportate le seguenti modifiche: 1) L'art. 5 è sostituito dal seguente articolo: 'La Giunta, oltre che dal Presidente e dal Vicepresidente, è composta: a) da 3 membri, nel caso in cui la Comunità Montana sia costituita da non più di 8 Comuni b) da 5 membri, nel caso in cui la Comunità Montana sia costituita da 9 a 14 Comuni c) da 7 membri, nel caso in cui la Comunità Montana sia costituita da oltre 14 Comuni' 2) E' introdotto all'art. 6 il seguente secondo comma: Vicepresidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di assenza o impedimento ed inoltre può essere titolare di deleghe amministrative' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 1 è approvato.


Argomento: Comunita' montane: Statuti

Deliberazione relativa alle modifiche allo Statuto della Comunità montana delle Valli di Lanzo


PRESIDENTE

Esaminiamo infine la deliberazione relativa alle "Modifiche allo Statuto della Comunità montana delle Valli di Lanzo", di cui al punto ottavo all'o.d.g., la quale recita: "Il Consiglio regionale visto l'art. 10 della legge regionale 11/8/73, n. 17 relativo alle modifiche ed alle integrazioni degli Statuti delle Comunità montane viste le deliberazioni n. 8 in data 7/2/81 e n. 41 in data 27/4/81 del Consiglio della Comunità montana delle Valli di Lanzo; visto l'art. 29 dello Statuto della Comunità montana delle Valli di Lanzo relativo alle modifiche ed integrazioni dello Statuto stesso visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione permanente del Consiglio regionale delibera di approvare la richiesta della Comunità montana delle Valli di Lanzo riguardante le modifiche al proprio Statuto, secondo quanto di seguito riportato l'ultimo comma dell'art. 9 è sostituito dal seguente: 'La seconda convocazione non può aver luogo prima di tre giorni dalla prima per le sedute ordinarie del Consiglio, mentre per le sedute straordinarie la seconda convocazione può avvenire un'ora dopo la prima convocazione' la lettera g) dell'art. 13 è sostituita dalla seguente: 'g) delibera sui contratti di compravendita e in generale sulle spese di importo non superiore a L. 7.500.000' ".
Chi approva tale deliberazione è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Comunico che il Consiglio è convocato per il giorno 17 dicembre prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,00)



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