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Dettaglio seduta n.92 del 03/12/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto primo dell'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 19 novembre 1981 si intendono approvati.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio concernente la distribuzione gratuita di periodici di informazione da parte dell'USL n. 39 (Chivasso)


PRESIDENTE

Circa il punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", viene discussa l'interpellanza dei Consiglieri Bastianini Marchini e Turbiglio concernente la distribuzione gratuita di periodici di informazione da parte dell'USL n. 39 (Chivasso).
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Nel rispondere all'interpellanza presentata dai Consiglieri Bastianini Martini e Turbiglio tendente a conoscere il punto di vista della Giunta regionale sulla "opportunità" e sulla "accettabilità" di iniziative che come quella portata ad esempio, riguardante l'USL di Chivasso, sono intraprese in materia di informazione dalle USL. non pare del tutto inutile richiamare alcuni presupposti di carattere generale.
La legge "Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale" n. 833 stabilisce all'articolo 2, che il primo degli obiettivi del Servizio Sanitario Nazionale è la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un'adeguata educazione del cittadino e della comunità.
Sempre la 833 nel determinare le competenze delle USL pone al primo posto, non casualmente, l'attività dell'educazione sanitaria e quindi dell'informazione sanitaria.
Anche la proposta di piano sanitario nazionale riprende in più paragrafi il tema dell'educazione e dell'informazione sanitaria. In una parte interamente dedicata, si afferma che "la realizzazione degli obiettivi posti dalla riforma sanitaria presuppone anche il concorso di comportamenti coerenti da parte delle persone che, come utenti ed operatori, costituiscono il sistema".
Tra gli obiettivi specifici da raggiungere, tralasciando ciò da altro che il capitolo propone, il piano nazionale raccomanda la "realizzazione di una consapevole partecipazione dei cittadini nella tutela della propria salute anche negli aspetti che concernono l'organizzazione dei servizi e la loro conoscenza "assicurando" la massima divulgazione delle informazioni onde accrescere il livello delle conoscenze degli utenti del Servizio Sanitario Nazionale".
Lo stesso piano socio-sanitario della Regione Piemonte, attualmente in discussione in Commissione, regge gran parte della sua possibilità di successo sul concorso degli utenti e sulla consapevolezza di cui parla il piano nazionale.
L'allegato n. 4 infatti, inquadra anche l'educazione e l'informazione sanitaria tra i grandi problemi della riforma e prevede tutta una serie di precisi adempimenti che la Giunta dovrà svolgere appena il Consiglio, nel discutere la proposta di piano gliene darà occasione.
Infine, per ultimo ma non di minore importanza, occorre richiamare alla memoria l'unanimità con cui il Consiglio regionale si impegnò, nella seduta del 31 ottobre 1980 "a promuovere con la collaborazione della Giunta forme adeguate di formazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica in materia socio-sanitaria", dimostrando di considerare nella giusta e corretta misura l'importanza che questa assume in attuazione della riforma e, ovviamente, come fatto positivo in generale.
Ciò premesso riconoscendo le necessità di un giusto equilibrio tra iniziative da assumere e risorse disponibili in relazione al contenimento della spesa pubblica alla necessità di meglio qualificare e razionalizzare la spesa pubblica sanitaria, ci aiuterà il lavoro avviato dalla Giunta in coerenza con le indicazioni contenute nella proposta di piano regionale socio-sanitario e richiamato anche dalla deliberazione oggi in ratifica al Consiglio, con la quale si avvia una fase nuova per quanto riguarda la spesa corrente con destinazione vincolata.
Va rilevato tra l'altro che gli stanziamenti per l'educazione sanitaria per il 1982 sono stati soppressi e sappiamo le ragioni, e sono stati soppressi anche quelli per gli altri progetti obiettivo e per la ricerca finalizzata e che le risorse disponibili per il 1.981 nel settembre scorso sono state ridotte, per cui dovremo usarle con il massimo di oculatezza anche per il 1982 sperando in una situazione migliore per il 1983.
Anche in relazione a questa situazione, nella riunione dei Presidenti delle USL dell'ottobre scorso si era convenuto di soprassedere ad assumere nuove iniziative. Mi risulta che ciò sia avvenuto.
Inoltre si è suggerito alle USL di individuare un proprio referente in ogni USL con il quale avviare il lavoro a livello tecnico in attesa dell'approvazione dei documenti di piano.
L'11 e il 12 dicembre prossimo le Regioni si ritroveranno a Perugia per elaborare in comune ed in accordo con il Ministero della sanità, alcune linee operative che rispondano all'esigenza di portare a sintesi superiore le iniziative finora assunte, peraltro poche e settoriali, ed ora da unificare a livello di USL e di Servizio Sanitario Nazionale.
Tra le decisioni che le Regioni stanno di comune accordo prendendo, c'è quella di orientare le iniziative di educazione sanitarie anche verso un corretto uso dei servizi e contro l'abuso delle richieste di prestazioni.
Nello specifico, ed in conclusione, due parole sull'esperienza esemplarmente richiamata dell'USL 39. La documentazione agli atti è a disposizione presso l'Assessorato alla sanità chiarisce quale sia stato il tipo di attività intrapreso unanimemente dall'USL di Chivasso.
Si tratta di una guida ai servizi e di alcuni periodici informativi per i quali, dietro presentazione di apposita domanda, la Giunta regionale aveva concesso nel 1980 un finanziamento di L. 10 milioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

A nome del Gruppo dichiaro la parziale soddisfazione per la risposta dell'Assessore. Conveniamo sul richiamo di carattere generale con il quale l'Assessore ci ha ricordato che tra le finalità della riforma esiste una corretta informazione.
L'Assessore ci ha anche dato atto della preoccupazione che i primi comportamenti delle USL non siano nella linea di equilibrio che deve esserci tra le risorse e gli obiettivi che si vogliono perseguire.
Noi avremmo gradito su questo una risposta più ferma e più incisiva in ordine ad iniziative di carattere tattico.
Si ha l'impressione che esistano delle resistenze a questa riforma che vogliano ridurre nel Paese tutta la tematica ed il comportamento delle USL.
al di là del limite che trova l'incompatibilità finanziaria, finisce per dare un'immagine della riforma sanitaria conosciuta per questa slabbrature periodiche di informazioni non così puntuali e necessarie, partecipazione a convegni non così significativi, partecipazione dei rappresentanti delle USL in delegazione più nutrita di quelle degli Enti rappresentanti (Viareggio). Sono comportamenti e situazioni che, se non vengono tenute sotto controllo, al di là del danno immediato che producono, per un uso di risorse non equilibrato, aggiungono argomenti ad argomenti a chi in questa riforma non solo non crede, ma soprattutto è mobilitato per ostacolarla.
Avremmo preferito che l'Assessore avesse colto l'occasione per un richiamo preciso agli amministratori delle USL ad evitare comportamenti che offrono argomentazioni a chi vuole dare di questa riforma e soprattutto dei nuovi organismi di gestione della spesa sanitaria, un'immagine che è ben lontana da quella che la Regione e l'Assessore vogliono che si realizzi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Forse lei non ha colto il richiamo da me fatto alla riunione dei Presidenti delle USL dell'ottobre scorso, nel corso della quale li abbiamo invitati a non assumere nessuna decisione se non dopo l'impostazione complessiva del piano. Ciò per evitare equivoci.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Chiabrando e Penasso relativa alla sospensione dell'attività di profilassi e di risanamento della tubercolosi e della brucellosi dei veterinari della Provincia di Cuneo


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione del Consiglieri Lombardi, Chiabrando e Penasso relativa alla sospensione dell'attività di profilassi e di risanamento della tubercolosi e della brucellosi dei veterinari della provincia di Cuneo.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

In relazione all'interrogazione n. 256/379 del 28/10/1981 dei Consiglieri Lombardi, Chiabrando e Penasso relativa ai ritardi nei pagamenti delle profilassi obbligatorie e del risanamento della tubercolosi e della brucellosi si riferisce quanto segue: con deliberazione n. 35-11309 del 10/11/1981 sono stati accreditati all'ufficio del Veterinario provinciale di Cuneo L. 106.827.000 per procedere alla liquidazione di una parte della somma di L. 256.378.540 dovuta ai veterinari operatori per le profilassi effettuate nei riguardi della tubercolosi e della brucellosi nell'anno 1980.
In seguito all'approvazione con Legge regionale n. 48 del 26/11/1981 dell'assestamento del bilancio regionale 1981 si è potuto provvedere ad approntare la deliberazione che accredita all'ufficio del Veterinario provinciale di Cuneo la somma di L. 149.551.540 a saldo delle spettanze.
Tale deliberazione iscritta all'ordine del giorno della seduta della Giunta regionale del 2/12/1981 è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi della Legge n. 62 del 10/2/1953 art. 49.
Per ciò che riguarda i fondi relativi ai piani di profilassi della peste suina e dell'afta per l'anno 1980 si fa presente che la comunicazione dell'accreditamento da parte del Ministero della sanità è pervenuta nel mese di settembre del 1981 e di conseguenza per provvedere all'assegnazione di tali fondi agli Uffici dei Veterinari provinciali ed in particolare di L. 239.273.000 all'Ufficio del veterinario provinciale di Cuneo si è dovuto attendere come nel caso precedente la legge di assestamento del bilancio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Non ho potuto accettare presso l'Ordine dei veterinari se questi fondi sono stati assegnati. Credo che almeno i 111 milioni dovrebbero essere assegnati in tempi brevi.
L'interrogazione poneva anche il problema del pagamento degli indennizzi per l'abbattimento dei capi infetti, oltre a problemi di competenza di Assessorati diversi. Il risanamento del bestiame della razza bovina piemontese è un grosso problema della zootecnia piemontese che pu essere affrontato solo attraverso una collaborazione fra produttori zootecnici e operatori del settore, in questo caso specifico i veterinari.
I ritardi e l'inadeguato compenso ai veterinari fanno sì che la collaborazione fra produzione ed operatori non sia in grado di affrontare problemi così complessi.
E' inutile teorizzare e programmare lavori in un campo così importante sia sul piano economico che sul piano della salute pubblica se questi problemi non vengono affrontati in tempi adeguati.
.La risposta dell'Assessore è soddisfacente per quel che riguarda il pagamento delle spettanze ai veterinari. Mi auguro che le deliberazioni della Giunta non si arenino negli uffici, come è avvenuto in passato.
Pertanto mi dichiaro parzialmente soddisfatto, perché i ritardi purtroppo ci sono e invito l'Assessore a impegnarsi perché le spettanze ad una categoria così importante vengano effettuate in tempi stretti e in modo adeguato rispetto alle esigenze di chi svolge quel tipo di lavoro.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione dei Consiglieri Devecchi, Genovese, Martinetti, Ottaviano Villa e Bergoglio relativa ai criteri della deliberazione della Giunta regionale del 30/9/1981 "Contributi straordinari a Comuni, Enti ed istituzioni assistenziali"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Devecchi, Genovese Martinetti, Ottaviano, Villa e Bergoglio relativa ai criteri della deliberazione della Giunta regionale del 20/9/1981 "Contributi straordinari a Comuni, Enti ed istituzioni assistenziali".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Con la deliberazione n. 24 9/1 0411 del 30 settembre 1981 non è stato approvato l'intero piano degli interventi di finanziamento previsti per l'anno 1981, ma soltanto la prima parte. All'inizio del mese di settembre il piano era stato in effetti predisposto per l'intero ammontare dei fondi a disposizione per il 1981, cioè per 750 milioni. L'esigenza di limitare anche in conformità delle indicazioni in proposito date dal Consiglio regionale in sede di approvazione del bilancio preventivo 1981, gli impegni di spesa 1981 a quei soli interventi le cui obbligazioni di pagamento venissero a scadenza certa ed effettiva entro l'esercizio finanziario 1981 e l'impossibilità di assumere per gli interventi di finanziamento di cui si tratta impegni di spesa sul bilancio pluriennale 1981/1982 il quale non presentava le occorrenti disponibilità di fondo, hanno tuttavia costretto l'Assessorato a ridurre le assegnazioni previste nel piano da 750 a 400 milioni, somma che ad una prima affrettata ricognizione di massima è risultata erogabile nell'esercizio 1981.
La fretta nel condurre l'indagine è stata posta dalla necessità di riuscire a deliberare, almeno in parte, i finanziamenti previsti in modo da lasciare a comuni ed enti interessati uno spazio di tempo pur minimo, in pratica neppure un mese e mezzo, per preparare e presentare i documenti occorrenti all'erogazione dei contributi assegnati.
Per gli interventi di cui si tratta la scadenza nell'anno 1981 delle obbligazioni di pagamento dei contributi assegnati, condizione indispensabile al fine di poter assumere il corrispondente impegno di spesa sul bilancio 1981, si intende verificata infatti se l'esecuzione dei lavori o l'acquisto degli arredi e delle attrezzature, considerati nel piano, sono avvenuti o avvengono nell'anno 1981. Comuni ed enti beneficiari dei contributi presentano in tempo utile metà novembre per consentire all'amministrazione regionale di procedere alle erogazioni, i documenti all'uopo occorrenti, in particolare le fatture quietanzate delle spese sostenute. Ciò che comuni ed enti, compresi nella prima parte del piano, è sembrato fossero in grado di garantire.
Nella lettera con la quale ai comuni e agli enti interessati è stata data comunicazione del l'avvenuta assegnazione dei contributi straordinari in argomento è stato del resto ben chiaramente precisato che la mancata osservanza del termine 13 novembre 1981 entro il quale documenti e fatture avrebbero dovuto essere presentati, non soltanto "ritarderà fino al prossimo esercizio finanziario l'erogazione del contributo, ma renderà oltremodo incerta la possibilità che l'erogazione stessa abbia luogo di fronte all'esigenza di contenere e anche di ridurre la spesa pubblica evitando in ogni caso la formazione di improduttivi residui passivi risulterà difficile conservare nel bilancio 1982 per interventi di finanziamento come quello di cui si tratta, deliberati nel 1981, la disponibilità di fondi impegnati, ma non tempestivamente erogati e quindi non utilizzabili nell'anno di competenza".
La seconda parte del piano, già predisposta sin dallo scorso mese di settembre verrà sottoposta alla formale approvazione della Giunta non appena saranno stati a loro volta approvati il bilancio di previsione 1982 nonché il bilancio pluriennale 1982/1983.
I criteri con i quali il piano degli interventi relativi all'anno 1981 è stato predisposto sono fissati dalle deliberazioni della Giunta regionale n. 31/3127 del 26/5/1976 e n. 58/26163 del 16/1/1980. Nella predisposizione del piano sono state prese in considerazione tutte le 131 domande presentate entro il 31/8/1981. Ventisette da parte di Comuni, 104 da parte di Enti ed istituzioni.
27 delle 131 domande presentate sono state escluse dall'assegnazione di contributo in quanto: la natura giuridica dell'Ente o dell'istituzione richiedente non rientra tra quelle previste e considerate dalla deliberazione della Giunta regionale i dati e gli emendamenti forniti da enti e istituzioni sono rimasti insufficienti ad una corretta e completa valutazione del caso nonostante le richieste di chiarimenti e precisazioni ad opera dell'Assessorato i lavori, gli arredi e le attrezzature per i quali sono stati richiesti i contributi o non riguardano attività e servizi socio assistenziali o rientrano nell'ordinaria manutenzione le spese per le quali sono stati richiesti i contributi non possono ammettersi al finanziamento in quanto riguardanti la gestione dei servizi o l'acquisto di materiale ludico comuni, enti od istituzioni richiedenti risultano disporre di sufficienti ed adeguate risorse finanziarie proprie e aver già ottenuto altri contributi per gli stessi lavori ed acquisti.
Sono state per conseguenza accolte 104 domande di cui 20 di Comuni e 84 di Enti. Suddivise le domande accolte per Comprensorio e per oggetto del finanziamento richiesto i contributi sono stati assegnati secondo le priorità indicate nelle citate deliberazioni della Giunta regionale ed anche in relazione alle spese previste ed occorrenti segnalate da Comuni ed Enti. Il numero dei contributi assegnati corrisponde comunque a quello delle domande risultate accoglibili e pertanto accolte.
Per verificare se i criteri sopra indicati sono stati in effetti applicati al piano degli interventi di cui si tratta, non appare sufficiente, come è stato fatto dai Consiglieri interroganti, raggruppare i finanziamenti per Provincia ed operare conseguentemente un raffronto tra gli importi complessivi delle assegnazioni effettuate in ciascuna Provincia. Questo modo di procedere può infatti fare emergere erroneamente un'apparente disomogenea distribuzione dei finanziamenti, che di fatto non c'è stata. Gli importi complessivamente assegnati in ciascuna provincia debbono invece essere divisi per il numero delle domande che sono state accolte e che hanno dato luogo all'assegnazione dei contributi.
Per effettuare una verifica corretta occorre quindi in primo luogo considerare il contributo medio assegnato. Questo dimostra che in realtà anche in quelle province, come Novara, Torino, Cuneo, dove l'importo complessivo dei contributi assegnati risulta essere elevato rispetto a quello delle restanti province, il contributo medio non supera mai i nove milioni e rimane quindi al di sotto dell'importo massimo di dieci milioni di norma assegnabile,ai sensi della deliberazione della Giunta regionale.
Riepilogando, con il piano generale degli interventi per il 1981 non soltanto in ciascuna provincia sono stati assegnati tanti contributi quanti sono stati richiesti, ma i contributi sono stati assegnati soprattutto in relazione allo stato di necessità ed urgenza di opere, lavori, arredi e attrezzature, alla loro natura ed alle loro caratteristiche tipologiche e tecniche, alla loro importanza ai fini sociali ed assistenziali o all'intenzione e allo sforzo dichiarati da Enti ed istituzioni di uniformarsi e dare reale attuazione agli indirizzi ed agli obiettivi regionali in favore di minori, anziani e handicappati. Per le ragioni esposte nelle premesse, il piano parziale di 400 milioni è stato limitato a 48 casi su 104 considerati nel piano generale, che ad una prima e necessariamente affrettata indagine, è sembrato potessero offrire la garanzia di presentare in tempo utile i documenti di spesa occorrenti e di consentire all'amministrazione regionale l'erogazione dei contributi nell'anno in corso.
Il piano parziale non può ovviamente offrire il quadro esatto di come l'Assessorato ha operato nell'assegnazione dei contributi straordinari per l'anno 1981. Neppure bisogna dimenticare che anche con il piano parziale mentre nella provincia di Alessandria il contributo medio assegnato copre il 98% della spesa segnalata e nella provincia di Cuneo copre il 64%, nella provincia di Asti il 38%, nella provincia di Vercelli il 36%, nelle province di Torino e Novara, dove l'importo complessivo dei contributi assegnati appare più elevato rispetto a quello delle restanti province, il contributo medio copre rispettivamente il 35% e il 3% della spesa media segnalata. I 56 Comuni ed Enti che beneficeranno con la seconda parte del piano 1981 dei contributi, che sarà deliberato all'inizio del 1982, avranno a disposizione un adeguato e sufficiente periodo di tempo per produrre i documenti occorrenti e per ottenere l'erogazione dei contributi. Con l'assestamento del bilancio 1981 sono risultati poi immediatamente disponibili purché impegnati ed erogati entro l'esercizio finanziario in corso ulteriori fondi del capitolo 10810. La Giunta regionale ha per conseguenza ritenuto di doverli utilizzare al fine di assegnare i contributi straordinari del piano 1981 rimasti inassegnati con la prima parte del piano medesimo per l'ottenimento dei quali Comuni ed Enti interessati, appositamente interpellati e di ciò espressamente richiesti sono stati in grado di presentare le fatture quietanzate della spesa sostenuta rendendo in tal modo certa ed effettiva l'erogazione dei contributi stessi nel 1981.
Nella seduta del 1/12/1981 la Giunta regionale ha quindi approvato la seconda parte del piano 1981 mediante la quale sono stati assegnati con gli stessi criteri precedentemente adottati altri 31 contributi straordinari per complessive 200.470.000 lire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Intanto chiedo alla cortesia dell'Assessore di farci avere copia della risposta scritta. Continuiamo a manifestare le nostre perplessità: su 400 milioni di contributi complessivi, 226 milioni sono assegnati alla provincia di Novara, qualche dubbio sull'apparente sproporzione può nascere a meno che si venga a dimostrare che la Provincia di Novara ha dimostrato particolare solerzia nel presentare le pratiche, mentre le altre Province sono o non presentano le richieste di contributi o le presentano in modo sbagliato per cui non si possono inserire nelle scelte prioritarie.
La sproporzione è così evidente da indurci a chiedere che su questi argomenti non ci si limiti a fare delle deliberazioni di Giunta, ma si abbia la sensibilità politica di discutere delle assegnazioni, ancorch questo non sia previsto da norme di legge in sede di Commissione.
Per tutti i contributi, nel campo della cultura, dello sport o in altri settori, sarebbe utile un'informazione preventiva in sede di Commissione competente in modo da evitare ai Consiglieri di doverci trovare di fronte a deliberazioni come questa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Ripeto che l'avere erogato i contributi 15 giorni prima a determinate Province, torna loro di pericolo in quanto con ogni probabilità le perdono se non presentano le fatture. Difatti non tutte le fatture sono state presentate in tempo. Le domande sono state accolte tutte. Alle due Province che apparentemente hanno i contributi più alti, è stato coperto solo il 33 della spesa, alle altre che apparentemente hanno la cifra più bassa, è stato coperto fino al 96% della spesa. Il contributo medio per tutte è stato di 9 milioni.



BRIZIO Gian Paolo

Rilevo che la procedura non è stata osservata.



PRESIDENTE

Il regolamento prevede che la Giunta possa brevemente chiarire o replicare in ogni momento.



BERGOGLIO Emilia

Se la norma non lo consente, mi riservo di presentare un'altra interrogazione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente l'eredità del Sig. Venturello


PRESIDENTE

L'Assessore Testa e l'Assessore Cerutti rispondono all'interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente all'eredità del Signor Venturello.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

Con la nota prot. n. 11618 del 20/10/1981 è stata trasmessa a questo Assessorato, con invito a fornire risposta, copia dell'interrogazione indicata in oggetto presentata dai Consiglieri regionali Attilio Bastianini, Sergio Marchini e Antonio Turbiglio al fine di conoscere: 1) i motivi che, fino ad oggi, hanno impedito l'attuazione della volontà testamentaria del Signor Federico Venturello, abitante in Cortandone, il quale ha lasciato tutti i suoi beni alla Regione di concerto con il Comune, per costruire una casa di riposo per anziani bisognosi 2) le concrete iniziative e procedure avviate dalla Giunta in proposito 3) per quali motivi l'Amministrazione regionale non abbia partecipato alla riunione tenutasi il 1 ottobre scorso a Cortandone.
Per quanto di competenza di questo Assessorato, si riporta di seguito la risposta che sarà fornita agli interroganti.
Con riferimento al primo quesito si fa presente che, ai sensi dell'art.
473 del codice civile l'eredità deve essere accettata con beneficio di inventario e, in conformità a quanto disposto dall'art. 17 dello stesso codice e dalla legge 5 giugno 1850 n. 1037, l'accettazione è soggetta ad autorizzazione governativa.
Con deliberazione n. 143-23337 del 4/9/1979 la Giunta regionale ha pertanto disposto di accettare con beneficio di inventario l'eredità disposta dal signor Venturello con testamento olografo, pubblicato con verbale rogito notaio Gramaglia di Torino in data 21/6/1979.
Il Pretore di Asti, a seguito di apposita domanda presentata ai sensi dell'art. 769 del codice di procedura civile, autorizzò con provvedimento in data 28/1/1980, l'Amministrazione regionale a procedere all'inventario dei beni, nominando per lo svolgimento di tale incombenza la dottoressa Anna Maria Prima, notaio in Rocca d'Arazzo.
Nel settembre 1981 il notaio ha consegnato l'inventario completo dei beni del defunto e in data 27/10/1981 esperite tutte le formalità previste dall'art. 5 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile, è stata inoltrata al Presidente della Repubblica, tramite la Prefettura di Torino l'istanza diretta ad ottenere l'autorizzazione prevista dal sopracitato art. 17 del codice civile e dalla legge del 1850.
Conseguita tale autorizzazione, si procederà alla formale dichiarazione di accettazione dell'eredità e successivamente, in conformità agli indirizzi forniti in proposito dall'Assessorato all'assistenza, alla realizzazione della volontà del defunto.
In merito infine all'ultimo quesito, l'Assessorato al patrimonio non è stato invitato ad alcuna riunione e quindi non ha potuto partecipare.
Ciò è stato spiegato anche al Sindaco di Cortandone, recentemente ricevuto dall'Assessore Testa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

In merito all'attuazione della volontà testamentaria del defunto sig.
Federico Venturello, che, con testamento in data 1/1/1979, ha istituito erede universale del proprio patrimonio la Regione Piemonte allo scopo di costruire, di concerto con il Comune di Cortandone, una Casa di riposo per bisognosi, si fa preliminarmente presente che ogni intervento regionale a ciò finalizzato è di possibile realizzazione solo previo rilascio, da parte della Prefettura, dell'autorizzazione ad accettare il lascito.
Gli adempimenti amministrativi della Regione al riguardo sono di competenza esclusiva dell'Assessorato al patrimonio.
Nelle more dell'emissione del provvedimento di autorizzazione, si fa presente, fin d'ora, che è negli intendimenti della Giunta dare attuazione alla volontà del testatore, di concerto col Comune di Cortandone, nelle forme e con le modalità che, nel rispetto delle intenzioni testamentarie del de cuius, si rivelino più opportune, alla luce dei bisogni della comunità anziana locale, compatibilmente con le linee programmatiche della Regione in materia di assistenza agli anziani.
In merito alla mancata partecipazione dell'Amministrazione regionale alla riunione tenutasi il 1 ottobre u.s. a Cortandone, si precisa che, per quanto riguarda l'Assessore all'assistenza, si è trattato di un involontario disguido e non certamente di indifferenza rispetto al problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ringrazio gli Assessori per le risposte e per la correttezza usata nei confronti degli interroganti mettendo all'ordine del giorno questa risposta prima dell'incontro con gli interessati.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Chiabrando e Penasso inerente la deliberazione della Giunta regionale n. 25.3560 del 6/1/1981. Erogazione contributo alla Piemonte Asprovit


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Chiabrando e Penasso inerente la deliberazione della giunta regionale n. 25-3560 del 6/1/1981. Erogazione contributo alla Piemonte Asprovit. La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

Il contributo di cui si parla, ammontante complessivamente a 166.215.000 lire è stato disposto con deliberazione del 6/1/1981 approvata dal Commissario di Governo solo in data 24/9/1981 e a patto che si tenesse conto delle modifiche apportate con la deliberazione n. 106 del 1/9/1981.
Con tale atto, infatti, a correzione di un errore materiale contenuto nella deliberazione precedente, si è provveduto a impegnare l'intera somma di lire 166.215.000 sul capitolo 3040, capitolo che attualmente ha una disponibilità di cassa di soli 82 milioni. Si sottolinea comunque come anche a legge di assestamento approvata, l'erogazione materiale per il contributo non verrà effettuata dal servizio ragioneria dell'Assessorato al bilancio, bensì dal funzionario a ciò delegato presso l'Assessorato per l'agricoltura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Non capisco per quale motivo la risposta viene data dall'Assessore Testa essendo l'argomento di competenza dell'Assessorato all'agricoltura né ho capito qual è l'Assessorato che ha commesso l'errore causa del rinvio da parte del Commissario di Governo. A parte questo, prendo atto come una deliberazione che era stata approvata il 6 gennaio 1980, alla fine dell'anno non abbia ancora trovato la sua concretizzazione. Se questo è difficile da capire per un Consigliere, immagino come possa essere difficile da capire da parte degli interessati che hanno visto pubblicato sul Bollettino Ufficiale il pagamento, ma che non hanno ancora riscosso il contributo.
Questo disordine dimostra lo scarso coordinamento fra gli Assessorati.
Mi auguro che gli 82 milioni vengano erogati velocemente e che la differenza venga sì concessa in tempi stretti anche perché in questo periodo sono stati fatti dei pagamenti su pratiche singole presentate in tempi successivi. Non si capisce il motivo di questa discriminazione fra l'associazionismo e l'azienda privata.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bergoglio e Villa inerente contributi assegnati per la festa del Forte di Exilles


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Bergoglio e Villa inerente i contributi assegnati per la festa del Forte di Exilles.
Risponde l'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore allo sport

L'interrogazione dei Consiglieri Bergoglio e Villa si riferisce ad un contributo che la Giunta ha assegnato all'ARCI di Collegno ai sensi della legge 144. L'ammissione al contributo non vuol dire erogazione immediata: l'erogazione avviene dopo che i richiedenti abbiano presentato un consuntivo spesa. E' stata anche richiesta una relazione al sindaco di Exilles e una alla Comunità montana. Non appena perverrà la documentazione si deciderà l'erogazione del contributo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Credo sia lodevole l'attesa dell'Assessore prima dell'erogazione della somma, anzi, la lodevole attesa potrebbe arrivare al diniego della concessione nell'eventualità quasi certa che le relazioni se condotte seriamente siano negative. Abbiamo appreso dalla stampa che la manifestazione non aveva forse le caratteristiche così esimie da essere appoggiata dalla Regione e, d'altra parte, volevamo sottolineare anche il pericolo del bis in idem, ossia dell'erogare contributi due volte per la stessa manifestazione; una all'ARCI di Collegno che tiene la manifestazione ad Exilles e l'altra alla rosticceria Club Maschera di ferro dove avviene la manifestazione. In questo caso, diamo anche un aiuto all'Assessore alle finanze Testa nel contenimento o meglio nella repressione drastica della spesa pubblica, soprattutto quando potrebbe trattarsi di estemporaneità carnevalesche in momenti di "quaresima" di finanza pubblica, estemporaneità che molte volte non si addicono alla cultura delle zone in cui avvengono.
Quindi occorre negare contributi a pseudo-culture che possono arrivare di colpo in ambienti non preparati a certe manifestazioni.
Ringrazio l'Assessore che ha sospeso l'erogazione in attesa di questa verifica e raccomando che la verifica sia fatta in termini concreti e seri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Vorrei brevemente integrare quanto già detto dal collega Villa.
Sono un'abituale villeggiante dell'alta Valle di Susa ed ho avuto modo di accertare personalmente parlando con la gente il tipo di manifestazione.
Vorrei suggerire all'Assessore Moretti che se, in questo caso, dopo gli accertamenti negherà il contributo farebbe fare al paese una bella figura.


Argomento: Partecipazione e informazione: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente una lettera-esposto di cittadini delle frazioni Costa e Carbonere del Comune di Locana


PRESIDENTE

Esaminiamo l'ultima interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente una lettera-esposto di cittadini delle frazioni Costa e Carbonere del Comune di Locana.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura

In riferimento alla lettera-esposto sottoscritta da alcuni cittadini delle frazioni Costa e Carbonere del Comune di Locana si precisa quanto segue.
Costa e Carbonere non sono frazioni del Comune di Locana ma del Comune di Noasca. Le precitate frazioni non sono oggetto, finora, di progetti che usufruiscono dei contributi CEE stanziati dal Fondo europeo agricolo (FEOGA).
Presso l'Assessorato all'agricoltura è in atto un progetto Feoga, n.
3804, tranche undicesima dell'1/6/1974, presentato nel mese di dicembre del 1 973 dagli Uffici raggruppati dei Consorzi di bonifica montana per la spesa in allora preventivata di un miliardo 493 milioni, approvato dal MAF per lire 903 milioni. Successivamente, con lo scioglimento dei consorzi di bonifica, questo progetto è stato ripreso dalla Comunità montana Valle Orco e Soana.
Da quanto ho potuto sapere, il progetto prevede il miglioramento dei pascoli nel Comune di Locana e di Sparone per un importo di 338 milioni costruzione di un acquedotto al servizio dei pascoli del Comune di Locana dell'importo di 90 milioni; viabilità per accesso esclusivo degli alpeggi nonché per il miglioramento dei pascoli ubicati nei comuni di Locana e Sparone per un importo di un miliardo e 662 milioni.
Da quel progetto non risulta che siano finanziate opere relative alla viabilità rurale nella zona, tranne quelle che ho citato.
Non so se le dichiarazioni del Presidente siano andate oltre o se abbiano dato un'altra valenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Pur nelle incertezze geografiche, con la nostra interrogazione chiedevamo quale risposta dava la Giunta alle preoccupazioni contenute nell'esposto e cioè che i finanziamenti vadano a supporto di una speculazione edilizia di tipo tradizionale.
Non ritengo la risposta soddisfacente in questo senso. Colgo l'occasione per raccomandare all'Assessore la vigilanza per quanto di competenza su questa vicenda.



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così esaurite.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno "Comunicazioni del Presidente" rendo noto che sono in congedo i Consiglieri: Benzi, Carazzoni Carletto, Ferrari, Ferrero, Genovese, Paganelli, Rivalta, Salerno Simonetti e Turbiglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 163: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte 'Modifiche all'art. 34 della legge 20 maggio 1980, n. 300 relativa alle norme sul collocamento", presentato dai Consiglieri Viglione Mignone, Vetrino e Bastianini in data 18 novembre 1981 N. 164: "Integrazione alla legge regionale 39 maggio 1980, n. 65 'Istituzione della riserva naturale speciale del popolamento di juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni - Saben'", presentato dalla Giunta regionale in data 18 novembre 1981 N. 165: "Promozione delle attività di tempo libero", presentato dai Consiglieri Cerchio, Villa, Beltrami, Bergoglio, Ottaviano e Martini in data 19 novembre 1981 N. 166: "Assicurazione contro gli infortuni dei Consiglieri regionali", presentato dall'Ufficio di Presidenza in data 26 novembre 1981 N. 167: "Norme per l'esercizio delle funzioni relative alla rivendita di giornali e riviste", presentato dal Consigliere Cerchio in data 20 novembre 1981 N. 168: "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale'", presentato dalla Giunta regionale in data 26 novembre 1981 N. 169: "Contributi ai Consorzi di produttori agricoli per la difesa delle produzioni ai sensi dell'art. 10 della legge 15/10/1981, n. 590" presentato dai Consiglieri Chiabrando, Lombardi e Penasso in data 27 novembre 1981 N. 170: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5/12/1977 n.
56", presentato dalla Giunta regionale in data 1 dicembre 1981.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 22 ottobre 1981: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno 1981" alla legge regionale del 29 ottobre 1981: "Integrazione della legge regionale 13 agosto 1979, n. 41".


Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Rendo note le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 24 novembre scorso in attuazione dell'art. 7 primo comma, della legge regionale 6 novembre 1978, n. 65.



PRESIDENTE

56 - Integrazione D.G.R. n. 32-8498 del 16/7/1981 relativa all'affidamento all'I.P.L.A. s.p.a. dell'inventario globale delle risorse forestali della Bassa Val di Susa e Val Cenischia. Approvazione dello schema di convenzione.
FERRARIS Bruno



PRESIDENTE

76 - Promozione di visite guidate presso Musei e mostre. Impegno di spesa L. 37.529.200 (cap. 11755/81).
FERRERO Giovanni



PRESIDENTE

113 - Liquidazione parcella al Dr. Arch. Cesare Volpiano relativa all'espletamento dell'incarico di progettazione delle opere di restauro e ristrutturazione dell'immobile sito in Casale Monferrato denominato ex "Caserma Mazzini" in Piazza Baronino. Spesa di L. 21.177.329 oneri fiscali compresi (Cap. 1000/81).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

114 - Pagamento all'arch. Angelo Gerbi delle prestazioni rese per la redazione del progetto e la direzione dei lavori di sistemazione dei locali siti in Torino Via S. Francesco d'Assisi 35. Spesa di L. 18.250.630 oneri fiscali compresi (Cap. 1000/81 gestione residui 1979).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

119 - Deliberazione n. 109-10669 del 13/10/1981, relativa ai lavori di restauro e ristrutturazione dell'edificio "B" dell'immobile ex "Caserme Bricherasio". Rettifica.
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

139 - Liquidazione di onorari all'Avv. Adolfo Anselmi a seguito di assistenza giuridica e rappresentanza dallo stesso prestata in ricorso avanti all'Autorità giudiziaria ordinaria del Piemonte - Maggiore spesa di L. 142.720 (Cap. 1080/1981).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

140 - Autorizzazione a costituirsi in giudizio avanti il T.A.R.
Piemonte ed affidamento incarico legale agli Avv.ti Bardi e De Costanzo.
Ricorrenti Borsetta Pietro più altri (Dr. Proc. Allasio) c/ Regione Piemonte e Ministero dell'agricoltura e foreste per l'annullamento previa sospensione della D.G.R. n. 247/9298 del 28/7/1981. Spesa prevista L.
300.000 (cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

141 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il C.d.S. ed affidamento incarico legale agli Avvocati C.E. Maiorca ed Enrico Romanelli.
Appellante s.r.l. Gru Ge.Di. Gruppo Generale distribuzione avverso sentenza T.A.R. Piemonte n. 497/1981. Spesa L. 600.000 (Cap. 1080/1981).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

142 - Liquidazione onorari all'avv. Antonio Sartoris a seguito di sentenza T.A.R. Piemonte n. 736 180 pronunciata sul ricorso proposto dal Dr. Lodovica c/ Regione Piemonte. Spesa L. 507.750 (cap. 1080/1981).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

431 - Conferimento incarico temporaneo di responsabile dell'Ufficio del Medico Provinciale di Vercelli al dr. Luigi Binelli.
BAJARDI Sante



PRESIDENTE

Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Organi, strumenti e procedure della programmazione

Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto all'ordine del giorno: "Comunicazioni della Giunta regionale".
La parola al Presidente della Giunta.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'incontro della Giunta regionale con il Presidente del Consiglio ha confermato l'esattezza delle analisi da noi fatte sulla crisi che investe tutto il Paese e in maniera particolare il Piemonte. Gli 84 progetti, l'approfondimento fatto in Consiglio regionale, il disegno per combattere l'inflazione e per sostenere l'occupazione sono stati argomenti al centro dell'attenzione del Governo delle forze sociali e dell'opinione pubblica. E' fuor di dubbio che il Piemonte è antesignano nel proporre al paese linee di politica economica che poi sono diventate proprie di tutta la cultura economica nazionale. Il giudizio su questo incontro è sostanzialmente positivo per il rapporto corretto e per le prospettive che esso apre, anche se non dobbiamo n illuderci né illudere.
Siamo di fronte ad una crisi drammatica dell'economia del Paese e i cortei che circolano per la città, il nostro incontro, le comunicazioni che farà il Vice Presidente Sanlorenzo sulla Indesit, confermano sempre più la drammaticità della situazione.
Ci riserviamo di dare un giudizio definitivo tra due mesi, termine entro il quale il Presidente del Consiglio si è impegnato a dare una risposta concreta sulla attuazione degli 84 progetti.
Ritengo pure doveroso informare il Consiglio sugli incontri con i Ministri La Malfa, Altissimo e Nicolazzi.
Con il Ministro La Malfa si sono approfonditi i temi relativi all'energia, alla viabilità, all'artigianato, all'industria, con particolare riguardo alla situazione del Verbano-Cusio-Ossola, al piano per l'elettronica, ai problemi occupazionali, alla mobilità, al mercato del lavoro. E' stato altresì fatto il punto sulla situazione del raccordo fra programmazione regionale e programmazione nazionale. Sono stati brevemente illustrati i temi di fondo del secondo Piano di sviluppo. Si è iniziato l'esame degli 84 progetti e, per entrare nel concreto, si è ritenuto di continuare l'approfondimento attraverso incontri separati da calendarizzare con i singoli Assessori.
La Giunta si è impegnata anche ad approfondire con i Ministri e con le Commissioni parlamentari gli aspetti di competenza.
Mercoledì 25 c'è stata alla presenza di alcuni Capigruppi consiliari un'audizione presso la Commissione lavori pubblici della Camera sulla grande viabilità in Piemonte. Su questo informerà l'Assessore Cerutti.
Il 26 novembre c'è stato un incontro tra l'Assessore Sanlorenzo ed il Ministro De Michelis (che a giorni dovrebbe essere in Piemonte).
Alla Giunta, in vista degli ulteriori approfondimenti sono stati richiesti i progetti di massima ed esecutivi già elaborati, i costi articolati, una valutazione dell'occupazione indotta dalla realizzazione dei progetti, i dati specifici dei singoli settori. La documentazione raccolta è stata rimessa entro venerdì scorso alla Segreteria del Ministro e l'esame è continuato in sede tecnica presso la Giunta con il Dr.
Carbonara, incaricato dal Presidente del Consiglio e del Ministro La Malfa per l'approfondimento dei progetti.
Per i progetti relativi all'energia, per quelli relativi alla viabilità e per quelli concernenti l'artigianato, gli incontri di settore proseguiranno alla fine di questa settimana in sede tecnica per giungere successivamente ad una valutazione complessiva, verso la fine della prossima settimana, dopo che il Ministro La Malfa avrà ascoltato la voce di tutte le forze politiche, sindacali e sociali della comunità piemontese.
Lunedì 30 si è svolto un incontro con il Ministro Altissimo a cui hanno partecipato, oltre al sottoscritto, gli Assessore Bajardi e Cernetti, il Sindaco Novelli e gli Assessori Oliveri e Migliasso del Comune di Torino.
In quella sede sono stati approfonditi i temi relativi alla sanità ed all'assistenza, alla rilevanza che assumono oggi nelle situazioni di crisi economica i problemi sociali, alla necessità di una corretta e chiara attuazione del servizio sanitario riformato e di una idonea risposta alle esigenze dei ceti più deboli.
Il giudizio sugli incontri è positivo per il metodo, per la concretezza operativa, per il confronto con tutte le parti a riprova da un lato della difficoltà e complessità della crisi, dall'altro della volontà congiunta del Governo e della Regione di cercare di risolverla.
Per lunedì il Ministro Nicolazzi ha fissato un incontro con la Giunta regionale, con i Presidenti delle Province del Piemonte ed il Presidente della Commissione lavori pubblici della Camera, onorevole Botta, per esaminare i problemi della grande viabilità in Piemonte.
Per il pomeriggio ha fissato un incontro con la Giunta, con i sindaci dei Capiluogo di provincia per esaminare e dare valutazioni nostre nei confronti del decreto sulla casa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Prendiamo atto delle comunicazioni del Presidente della Giunta e riteniamo di dover esprimere le nostre valutazioni.
Il nostro giudizio su questa visita è parzialmente positivo. Non ci riferiamo all'impegno ed alla disponibilità del Presidente del Consiglio ma al complesso dell'organizzazione e agli incidenti che ne sono derivati sul piano politico.
L'intervento del Sindaco di Torino che ha toccato il tema degli 84 progetti scavalcando di fatto la Regione ed anticipando soluzioni che il Presidente del Consiglio doveva ancora comunicare, ha creato alcune incertezze.
Anche l'incontro con i Gruppi consiliari, al di là della buona volontà e della disponibilità della Giunta, è stato troppo breve e poco indicativo infatti, è avvenuto in tempi estremamente ristretti e accavallati, quando ancora non si conosceva quanto era stato detto tra la Giunta e il Presidente del Consiglio, quindi nell'impossibilità di esprimere da parte dei Gruppi separate valutazioni. Quel clima aleggiava anche nell'incontro della domenica mattina con gli amministratori pubblici. L'incontro non è stato brillante per la scarsa presenza degli amministratori, quindi non ha avuto quel calore che sarebbe auspicabile in occasioni così importanti.
Venendo alla sostanza, siamo grati al Ministro La Malfa per la disponibilità che ha dimostrato nel ricevere i Gruppi consiliari separatamente consentendo di dare le valutazioni sulla situazione del Piemonte e sulle sue prospettive.
Al Ministro abbiamo innanzitutto fatto presente le riserve sullo svolgimento dell'incontro in modo che ne possa riferire al Presidente del Consiglio e abbiamo insistito con lui sulla necessità di dare priorità agli interventi più significativi e più importanti nel campo delle infrastrutture in quanto degli 84 progetti solo pochi riguardano le infrastrutture regionali, mentre la maggioranza sono progetti dispersivi e di difficile attuazione. Abbiamo quindi richiamato il Governo ad operare nel campo della viabilità, dei trasporti, dell'energia elettrica. Abbiamo toccato anche il tema occupazionale fornendo dettagliate indicazioni circa il funzionamento o il non funzionamento della Commissione regionale sull'occupazione e le nostre perplessità in ordine ai progetti per i cassa integrati che finiscono di avere carattere meramente assistenziale.
Come forza che rappresenta la maggioranza relativa in Piemonte e forza di sostegno al Governo, abbiamo espresso il nostro appoggio per tutto quanto potrà essere fatto a favore del Piemonte senza richiedere al momento un progetto speciale per la nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Non capisco perché il Consigliere Brizio insiste su un fatto invece di fare l'autocritica. Tutti sbagliamo, anche noi abbiamo commesso a volte degli errori colossali, ma abbiamo fatto l'autocritica.
I Capigruppo che erano presenti possono dire che abbiamo fatto tutto il possibile perché il Consiglio fosse degnamente rappresentato nell'incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente Enrietti nella riunione disse che all'incontro con i Capigruppo sarebbe stato riservato lo stesso tempo richiesto dalla Giunta. Bastianini disse che si doveva andare in Giunta per questo incontro. Non comprendo queste misure: la Giunta è l'esecutivo ed ha un suo ruolo, il Parlamento ne ha un altro. Brizio e non so quali altri Consiglieri sono stati espulsi dalla polizia e caricati sull'ascensore perché la conferenza stampa era della Giunta. Abbiamo detto che poiché la maggioranza si riconosceva nelle dichiarazioni del Presidente, avremmo lasciato all'opposizione uno spazio di 45 minuti per esporre le tesi del Piemonte viste secondo l'ottica dei liberali, dei democristiani e dei repubblicani. Questa proposta fu perdente perché vi opponeste in modo netto. Voi pensate di rompere le uova nel paniere della Giunta, ma per raggiungere la Giunta dovete percorrere altre strade.
Il mio giudizio della visita di Spadolini è positivo. E' un uomo di grande cultura, è un vero statista anche se alle sue spalle non ha una grande forza politica. La Giunta ha compiuto interamente il suo dovere e non credo che abbia compiuto verso il Consiglio nessun atto offensivo. Devo dire invece che il Consiglio non ha saputo cogliere quell'occasione per presentarci di fronte al Presidente Spadolini e come governo regionale e non come forze politiche.
Il Gruppo socialista è d'accordo di proseguire sulla strada intrapresa dalla Giunta; ringrazio il Presidente del Consiglio dei Ministri e ancora la Giunta per l'iniziativa che ha assunto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la nostra parte politica rispetto alla visita del Presidente del Consiglio ha già avuto modo di esporre la sua posizione nella conferenza dei Capigruppo A noi non interessava tanto essere ricevuti dal Presidente del Consiglio insieme con la Giunta o in sede separata e il tempo che a questo incontro veniva dedicato, ma ci interessavano le risposte del Governo. Mi stupisce che una grossa forza politica come la D.C. si limiti a dare giudizi sul fatto che non ha potuto partecipare alla conferenza stampa.
Siamo piuttosto preoccupati perché il Governo doveva venire a darci delle risposte ed invece non le ha date.
Il nostro Gruppo ha consegnato al Ministro La Malfa un documento che riprende alcune priorità nel campo dell'industria, del terziario qualificato e finalizzato allo sviluppo industriale, dell'energia, delle infrastrutture, del credito, del mercato del lavoro e della casa (in ordine a quest'ultimo argomento abbiamo dichiarato che ci opponiamo al decreto Nicolazzi).
Il nostro giudizio sull'iter è positivo perché consentirà ai Gruppi politici ed alle istituzioni locali di arrivare a decisioni operative.
Il giudizio sui provvedimenti governativi per il Piemonte lo daremo sulle risposte che riceveremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Non voglio rinvangare l'antefatto in ordine alle prese di contatto dei Capigruppo con il Presidente Spadolini, devo però rimarcare come i Capigruppo delle forze politiche presenti in Consiglio siano stati trattati nella medesima guisa con cui il codice di diritto canonico tratta i tollerati cioè a dire quella categoria di fedeli i quali, o per errori dottrinari o per essersi ribellati al vescovo, non vengono ammessi a tutte le funzioni della Chiesa, ma partecipano solo di straforo a qualche manifestazione. A parte questo paragone, sta di fatto che i Capigruppo della maggioranza e dell'opposizione hanno partecipato di straforo all'incontro con il Presidente Spadolini, ed hanno avuto a disposizione soltanto pochi minuti per esporre le loro opinioni.
Nell'ambito dell'incontro, c'è poi stata di fatto un'ulteriore disparità di trattamento tra la maggioranza e l'opposizione: perché ai Capigruppo della maggioranza bastavano indubbiamente tre minuti di dialogo posto che si riconoscevano nel pensiero della Giunta, anche se non avevano sentito quello che la Giunta aveva detto a Spadolini) mentre gli esponenti delle opposizioni, che non avevano partecipato all'incontro della Giunta con Spadolini e che avevano a disposizione anch'essi soltanto tre minuti erano in linea di fatto in una posizione minoritaria, e non hanno quindi avuto modo di esprimersi compiutamente.
Le forze politiche presenti nel Consiglio hanno invece potuto esprimere con maggiore ampiezza le loro opinioni al Ministro La Malfa. Da parte nostra, abbiamo ribadito la nostra opinione non favorevole agli 84 progetti per le ragioni già note ed esposte in questo Consiglio; abbiamo fatto presente che un po' di ossigeno potrebbe venire attraverso una sollecita approvazione di quel disegno di legge che consente alle piccole industrie ed alle aziende artigiane di assumere attraverso la chiamata nominativa abbiamo fatto presente la necessità che si provveda a sbloccare ed a risolvere in maniera seria e responsabile il problema dell'impiego degli operai in cassa integrazione; infine, abbiamo sollecitato la preparazione a tempi brevi di una seria e concreta linea di politica economica che, fino a questo momento, è mancata se è vero, come è vero, che il Ministro Marcora (in una dichiarazione rilasciata ai giornali due giorni fa) ha detto che la situazione sta sempre più precipitando, che la crisi industriale si allarga, e che se il Governo non riuscirà ad attivare almeno 20 mila miliardi di investimenti, la recessione sarà ancora più dura: queste cose le dice un esponente del Governo, ma si tratta sostanzialmente di un soliloquio,di un discorso che fa con sé stesso; e sarebbe all'evidenza più interessante e, soprattutto, più costruttivo se la risposta fosse il Governo a darla a tempi brevi, su questo problema che investe l'intera vita nazionale e non solo il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri. Sono francamente perplesso nel rilevare come alcuni interventi siano centrati più su questioni metodologiche che non sui problemi reali: questo comportamento fa torto alla gravità dei problemi ed alla serietà dell'approccio tra Giunta Governo e forze politiche.
Non ripeterò le cose dette con vivacità da Viglione che mi trovano del tutto d'accordo. Dirò invece che l'attenzione che è stata prestata dal Governo è un fatto positivo e un elemento nuovo.
Questo incontro non è piovuto dal cielo, ma è venuto dopo un lungo lavoro di costruzione sul merito che dura ormai da mesi.
Potrei anch'io dire la mia opinione sull'antefatto, ma preferisco esprimere un concetto, il nostro Gruppo è stato ricevuto dal Ministro La Malfa in un modo anomalo, ovvero senza folklore e senza contorni. Il nostro Gruppo, come altri Gruppi ha espresso le sue opinioni e ha sollecitato risposte in tempi molto rapidi. Abbiamo parlato della viabilità, delle questioni dell'energia. Devo dire che anche se giudichiamo urgente il provvedimento sull'energia, e in questo quadro la centrale nucleare, non vorrei che alla fine di questi incontri tutto si concludesse con la sola centrale nucleare o poco più. Altri nodi importanti vanno assolutamente sciolti, come quello dell'edilizia.
Non pretendiamo che le nostre valutazioni vengano fatte proprie degli altri Gruppi politici ma che siano elemento di meditazione e di riflessione. La società del comportamento del Governo deriva anche dall'affermazione del Ministro La Malfa che i lavori saranno intensificati al fine di poter dare a fine anno le risposte necessarie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Prendo la parola anche per chiarire che non sono stato respinto dalla polizia, non sono stato caricato sull'ascensore, non sono stato ibernato n chiuso in un carro bestiame e mandato in Siberia. La condizione ed i tempi dell'incontro si sono risolti in termini accettabili soprattutto per la squisita cortesia e per la sensibilità del Presidente del Consiglio Spadolini. Nell'occasione noi abbiamo presentato un documento estremamente rigoroso, non 'abbiamo in alcun modo polemizzato con il programma della Giunta, abbiamo semplicemente rilevato che bisognava selezionare quei progetti che sono fattibili e producibili.
Abbiamo ribadito che il caso Piemonte è un aspetto del caso Italia, che si risolverà nella soluzione del caso Italia affrontando i temi fondamentali, cosa che il Governo sta facendo. Il giudizio finale sarà dato su quanto il Governo farà, i comportamenti politici hanno comunque un valore a prescindere dai risultati che sanno produrre. Non può non essere espresso un giudizio positivo sull'attenzione che il Governo ha mostrato nei confronti del problema Piemonte. Qualcuno potrà polemizzare sui metodi che sta adottando il Governo, ma proprio coloro che dicono che c'è un "caso Piemonte" non debbono scandalizzarsi se il Governo affronta il caso Piemonte con metodologie originali e interessanti anche se sul piano istituzionale possono dar luogo a qualche preoccupazione e a qualche riflessione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Il Gruppo repubblicano concorda con le valutazioni che sono state fatte dal Presidente della Giunta e da alcuni colleghi sulla validità dell'incontro con il Presidente del Consiglio Spadolini.
Non vorrei soffermarmi oltre sulle querelles che sono sorte sul modo in cui si è svolta la visita, sulla poca disponibilità di tempo riservato ai Capigruppo segnatamente per quelli della minoranza, perché ritengo che questo capitolo debba essere chiuso per andare a scoprire le idee, se ancora ce ne fossero, per dare un contributo alla risoluzione della crisi che ci sta colpendo.
Il Presidente Spadolini ha rifiutato di considerare il "caso Piemonte" io stessa alcuni giorni fa parlando della crisi mi ero rifiutata di farne una questione particolare, ma che essa doveva essere inquadrata nella crisi nazionale. Di caso Piemonte si può parlare in quanto gli effetti che da un aggravamento della crisi possono derivare, hanno effetti moltiplicatori sul resto dell'economia nazionale: in questo caso si può parlare di "caso Piemonte" nel bene e nel male. Ricordiamo la bella immagine che ha dato Spadolini del Piemonte anticipatore, nel bene e nel male. Peraltro la Regione Piemonte e la Regione Sardegna erano state scelte fin dal mese di settembre quali Regioni con le quali attuare nell'elaborazione del piano a medio termine un raccordo più stretto verificando la possibilità di una programmazione nazionale strettamente collegata con la programmazione regionale.
Questi giorni hanno significato l'intensificazione dei rapporti che peraltro erano già inseriti nel calendario degli incontri tra il Ministero del bilancio ed i funzionari dell'Assessorato alla programmazione regionale e che erano stati allargati attraverso un incarico speciale che la Presidenza del Consiglio aveva affidato ad un suo funzionario per l'esame degli 84 progetti del Piemonte. Queste esplorazioni dovrebbero collegare gli 84 progetti al piano a medio termine, che per altro deve essere raccordato con il secondo Piano di sviluppo regionale. Io continuo a ripetere che questo piano non c'è malgrado l'impegno preciso della Giunta alla sua presentazione entro il 1981.
La programmazione regionale dovrà essere attentamente considerata dalla nostra Regione in questo momento in cui si parla del secondo Piano di sviluppo tenendo tra l'altro conto che lo Stato parla di un raccordo non soltanto con il Governo per l'inquadramento della nostra politica nella politica dello Stato, ma anche di un raccordo molto stretto con i Comuni e con le province. Il futuro dovrà vedere impegnata la Regione a stabilire questi raccordi in stretto collegamento con le realtà comunali e provinciali. Non a caso nel presentare il disegno di legge di riforma della legge 56. L'Assessore Simonelli ha detto che in fondo questa legge si rende necessaria proprio perché, mancando la riforma delle autonomie locali, non si è potuto adattare la legge 56 che era stata pensata in una logica diversa delle autonomie. La legge di riforma delle autonomie non è ancora approvata e questo è anche uno dei motivi per cui alcune leggi regionali hanno trovato difficoltà di applicazione.
L'incontro con il Presidente Spadolini è un avvenimento importante anche perché ha rilevato la maturità delle forze politiche e delle forze sociali del Piemonte le quali tutte hanno dimostrato ampia disponibilità a collaborare, ad impegnarsi, a sottoporre programmi, idee e progetti per fare uscire il Piemonte dalla crisi.
Il Presidente Spadolini ha detto che sarebbe stato facile, soprattutto per le forze all'opposizione cogliere questa occasione per portare avanti discorsi di rivendicazione e di critica verso la maggioranza socialcomunista che governa il Piemonte; viceversa, ha avvertito un atteggiamento di grande consapevolezza verso la comunità piemontese. Questo avvenimento probabilmente ci aiuterà a fare un passo avanti nel procedimento di recupero della produttività e dell'efficienza del Piemonte ma sarà un fatto importante anche perché le forze politiche e le forze sociali hanno avuto la consapevolezza di essere migliori di quanto a volte possono apparire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Devo dire che nessuno mi ha accompagnato alla porta, nessuno mi ha caricato sull'ascensore e che certi toni canzonatori usati dopo l'intervento politico quale quello del Gruppo della D.C., offendono la dignità del Consiglio e dovrebbero essere ripresi dalla Presidenza. Questo tema sarà oggetto di discussione quando si tratterà il funzionamento del Consiglio. Chi tanto parla del Parlamento dovrebbe fare dichiarazioni conformi alla verità e non confondere l'aspetto politico con aspetti di carattere superficiale. Siamo insoddisfatti di come si è svolta una parte dell'incontro. Avevamo una linea, l'abbiamo sostenuta, siamo andati all'incontro con la Giunta e con il Presidente del Consiglio come avevamo chiesto. Non tutto si è svolto senza malintesi e di quanto successo è testimone il Consigliere Vetrino. Non abbiamo mai avuto l'intenzione di andare in Giunta a fare dei pasticci, come è dimostrato chiaramente dalla serietà dell'intervento che abbiamo fatto, pertanto il nostro Gruppo non ha alcuna autocritica da fare.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Comunicazione della Giunta regionale


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per la seconda comunicazione della Giunta.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Voglio informare il Consiglio ed i colleghi della parte che riguarda il tema trattato della grande viabilità che è stato da tutte le forze politiche considerato uno dei progetti di immediata fattibilità e di estrema importanza che riguarda la Regione Piemonte.
Nell'incontro con il Ministro La Malfa abbiamo presentato la situazione della viabilità ed i grossi temi che debbono essere affrontati con l'approvazione del disegno di legge che il Governo a suo tempo aveva presentato (la viabilità del Frejus, delle autostrade Voltri-Gravellona Torino-Savona, il completamento e l'ammodernamento di alcune strade di grande comunicazione). Abbiamo rilevato come da parte della Regione si erano fatti grandi passi avanti per consentire l'immediata attuazione di tali lavori essendo già predisposti il progetto per il tratto da Bardonecchia a Susa (dove tre tronchi sono già approvati dall'Anas e potrebbero essere già oggetto di appalto), il progetto Gravellona-Sempione che coinvolge le Province, il progetto di intervento sulle grandi strade di comunicazione con i porti liguri.
Abbiamo anche sollecitato l'approvazione del piano pluriennale delle Ferrovie dello Stato, che interessa il Piemonte in ordine al miglioramento della struttura ferroviaria, abbiamo chiesto adeguati finanziamenti per la realizzazione e l'ammodernamento di tratti di ferrovie in concessione (Torino-Ceres e la canavesana) abbiamo chiesto l'approvazione della legge sulle metropolitane (Torino, Milano, Roma, Napoli) e una particolare attenzione per i problemi dell'aeroporto.
Inoltre abbiamo chiesto di accedere all'audizione dei lavori della Commissione lavori pubblici per seguire da vicino il disegno di legge in discussione, che contiene una serie di problemi che riguardano le grosse infrastrutture del Piemonte.
L'articolo 2 del disegno di legge prevede un piano decennale per la grande viabilità sentite le Regioni; l'art. 3 comprende un piano stralcio 1981/86 per un totale di mille miliardi nel quale sono indicate le possibilità di intervento per il collegamento della Gravellona-Sempione e del collegamento con il Monte Bianco; l'art. 4 prevede 450 miliardi per il Frejus e la soluzione globale nel tratto Bardonecchia-Susa e nel tratto Susa-Rivoli.
Nell'articolato è prevista la partecipazione societaria del 30 dell'Anas che permetterebbe un'integrazione finanziaria per gli oneri suppletivi risultanti dalla realizzazione del traforo.
L'art. 5 riguarda l'autostrada Messina-Palermo (finanziata nel bilancio dello Stato prima dello sblocco). Il Parlamento dovrà farsi carico del fatto che se questo disegno di legge non verrà approvato entro la fine dell'anno una buona parte dei finanziamenti previsti per questa autostrada salterebbero (70 miliardi) perché finalizzati entro l'anno 1980, pertanto l'approvazione nel 1982 li vanificherebbe.
L'art. 6 riguarda lo sblocco dell'art. 18 bis per quanto riguarda le seguenti strade: completamento della Milano-Napoli con la realizzazione della circonvallazione di Roma completamento della Voltri-Sempione per il tratto Stroppiana Gravellona e la bretella di Sesto Calende per la Livorno-Civitavecchia è data delega al Governo per approfondire mediante un apposito disegno di legge le condizioni di fattibilità. L'art. 7 bis riguarda la Torino-Savona. Si consente alla Società autostradale di acquisire il pacchetto azionario della Torino Savona e vi è l'impegno per la Società autostradale di predisporre un progetto finanziario e di fattibilità per l'intero raddoppio. Nello stralcio iniziale è prevista la realizzazione dei tratti Carmagnola-Priero Altare con uno stanziamento iniziale di 20 miliardi sul bilancio 1982.
L'ultima parte dell'articolato riguarda la gestione di alcune autostrade che consentirebbe di superare alcuni ostacoli che erano stati frapposti alla definizione del disegno di legge.
Dopo l'incontro con la Commissione lavori pubblici siamo stati ricevuti dal Capogabinetto della Presidenza del Consiglio, al quale abbiamo fatto ufficiale richiesta affinché il disegno di legge venga assegnato alla Commissione pareri del bilancio.
Il disegno di legge è stato presentato nella giornata di ieri.
Speravamo di ottenere già il parere della Commissione, ma questo non è stato possibile.
Non voglio polemizzare su questo anche perché mi sono giunte notizie frammentarie di ulteriori ostacoli a causa di richieste di inserimento di altri tratti autostradali da parte di alcune forze politiche. La Commissione pareri del bilancio ha rinviato a mercoledì prossimo ogni decisione in ordine al benestare per il passaggio in sede legislativa.
Mi riservo di dare ulteriori comunicazioni al Consiglio giovedì prossimo nel caso di ulteriori ritardi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La discussione è aperta.
E' iscritto a parlare il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Il problema del trasporto in Piemonte, come in altre aree geografiche del Paese lo abbiamo ben presente, tuttavia l'approvazione del relativo disegno di legge, che viene rinnovato da ogni Governo, perché tutti ne proclamino la necessità, non è ancora venuta.
Il superamento di questa vicenda è legato a fattori nazionali locali che ciascun Gruppo porta.
Il problema è stato trattato, ritrattato, mitizzato e io direi che dovremo sintetizzarlo. Dell'autostrada del Frejus abbiamo parlato a lungo ne abbiamo definito ogni caratteristica e così è stato per il Sempione,per l'autostrada di Savona, abbiamo a lungo discusso dei collegamenti tra l'Europa ed il Frejus pare, però, un autentico provvedimento che dia il via a queste prospettive, io non lo vedo.
Bisogna verificare le forze che si esprimono in quella direzione e che in Parlamento tengono invece altri comportamenti sia di riferire sui lavori della Commissione parlamentare di seduta in seduta in modo che il Consiglio e la comunità piemontese possano rendersi conto di come opera questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Colgo l'occasione dell'informazione dell'Assessore Cerutti per informare che il Gruppo del P.C.I. ha inviato una lettera alla Giunta regionale su una serie di questioni relative alla legge finanziaria dove è trattato anche il problema dei trasporti e delle metropolitane e ha precisato il rischio che dal 1 gennaio 1982 la Regione sia costretta ad anticipare i fondi per la gestione ordinaria qualora la legge finanziaria non venga approvata.
Sulla questione dei collegamenti autostradali vorrei aggiungere una specificazione a quanto detto dall'Assessorato in merito ai finanziamenti.
Occorre tener presente che gli interventi previsti per il Piemonte, al di là di quelli ordinari del piano triennale Anas, sono essenzialmente di carattere giuridico, che deve approvare la Commissione lavori pubblici della Camera.
infatti, per quanto riguarda l'art. 18 bis, del tratto Stroppiana Gravellona, c'è già un impegno finanziario da parte dell'Iri che negli anni passati ha reperito, parte sul mercato nazionale e parte sul mercato mondiale, insieme ad altri strumenti che fanno sì che l'azione dell'Iri vada un po' oltre al quadro nazionale e a quello europeo, strumenti sufficienti per completare l'opera autonomamente sia come progettazione sia come finanziamenti. Quindi, nel rispetto al capitolo che riguarda l'Ossola, lo Stato non sborsa nulla, è un provvedimento meramente giuridico che permette di avere l'autorizzazione ad hoc del famoso articolo 18 bis.
Per quanto riguarda la Torino-Savona la società autostrade dell'Iri acquisterebbe la Torino-Savona e il contributo messo a bilancio di 20 miliardi è molto ridotto e riguarda in parte la progettazione e in parte le opere. Lo stato giuridico dell'autostrada Torino-Savona non cambierebbe nel senso che oggi è una S.p.A. e non entrerebbe a far parte della società Iri è la società autostrade Iri che acquista la maggioranza azionaria quindi è una S.p.A. autonoma con partecipazione maggioritaria dell'Iri attraverso la società autostrade e non entra a far parte del sistema autostradale. In questo può permettere la soluzione del consorzio a cui ha lavorato la Giunta sin dalla passata legislatura per permettere il risanamento delle società autostradali piemontesi, per lo meno di quelle che hanno maggioranze In, come in questo caso quelle che dipendono da Enti locali o hanno azionisti pubblici e privati.
Per quanto riguarda la questione del Frejus non vi è un impegno finanziario diretto. Viene dato un contributo di 35 miliardi alla società italo-francese del Frejus ma questo riguarda i minori introiti. Tra l'altro questa somma diminuirà sempre perché negli ultimi 4 mesi il passaggio dei camions è salito alla media di 520 camions giornalieri, il che creerà un problema per la valle Susa sia pure con la dequalificazione della dogana del Moncenisio e la chiusura annuale. L'Anas si avvarrà di tutte le strutture di cui ritiene di avvalersi per rendere più rapidi i lavori (la Regione, attraverso la Stef, offre la progettazione esecutiva dei tratti difficili, in particolare quello da Bardonecchia a Susa) e ha già messo in costruzione 4 lotti nel tratto Bardonecchia-Susa. I 400 miliardi previsti sono quasi totalmente rappresentati da mutui dell'ordine del 13-14 della Bei dell'Anas. Quindi tutto ciò che viene reperito per la strada del Frejus.
Chi non permette questa operazione? La posizione dei comunisti è nota. Noi eravamo contrari al traforo pensavamo che non fosse un'opera prioritaria allora e che dovesse essere fatto un traforo a Sud. Il traforo è stato avviato in seguito a decisioni di Enti locali, governativi e del Parlamento; è stata ratificata la convenzione internazionale. Per quanto ci riguarda non abbiamo rivisto la posizione iniziale, di cui siamo pienamente coerenti, ma abbiamo insistito sul fatto che un'opera iniziata va portata a termine e abbiamo agito, qui ed altrove, in concordanza con tutte le forze politiche perché la questione fosse portata avanti nel più breve tempo possibile e con la minor spesa.
Senza strada i problemi sono gravi, le stesse comunità locali hanno posto il problema con grande responsabilità. Oggi non siamo per questa approvazione e abbiamo anche detto che questa è una buona legge perch introduce il principio della programmazione e tende ad eliminare quelle strozzature che rendono improduttivo il sistema autostradale italiano e non gli permette il collegamento in un sistema integrato dei trasporti.
Forse ci sono solo 100 miliardi invece dei 1000 previsti. Noi siamo perché questi 100 miliardi vengano suddivisi per tutte quelle parti in cui mancano finanziamenti, per esempio per l'Aurelia.
Ieri si è riunita la Commissione Pereri della Camera che è presieduta da un comunista ma non vi è potuto intervenire il Sottosegretario perché è ammalato. C'è una resistenza da parte di altri partiti, sono usciti alla ribalta i parlamentari veneti della D.C. i quali pongono delle condizioni.
Per noi la situazione è molto semplice. Se questa legge non è approvata, non solo perdono i finanziamenti i siciliani, ma gli interessi sui mutui non saranno più del 13-14% ma saranno dell'ordine del 18-19-20% e diventerà un'impresa difficile costruire a quei tassi.
Ne conseguirebbe immediatamente la disdetta della convenzione da parte del Governo francese e penalizzerà il Frejus puntando sull'autofinanziamento da una parte del Bianco non interverrà nella viabilità, manterrà i centri doganali dove sono, e quello sarà un passaggio di seconda categoria come lo è il S. Bernardo sino a quando gli italiani non saranno in grado di adempiere alla loro funzione.
Debbo dire che l'insipienza, l'ingovernabilità, il gioco dei Gruppi, di lobbies del nostro Paese sono diventati tali che c'è forse da disperare sulla democrazia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

L'intervento del Consigliere Revelli integra l'informazione dell'Assessore Cerutti. La nostra forza politica è sempre stata favorevole all'operazione del Frejus ed ha anche subito delle penalizzazioni in termini elettorali per avere sostenuto vie di grande comunicazione come quella del Frejus ed altre.
Mi risulta che si starebbe per varare l'approvazione di tre lotti per un importo di 45 miliardi...



REVELLI Francesco

Questo è vero, perché l'Anas indipendentemente dalla legge, deve andare avanti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Per questo abbiamo i fondi, mentre rimangono scoperti due lotti. Sono decisamente contrario a utilizzare il piano normale Anas, per realizzare i due tronchi del Frejus e penalizzare tutta l'altra viabilità che riguarda il Piemonte.
Abbiamo invitato l'Anas ad approvare i progetti, ad appaltare il primo lotto che ha la copertura finanziaria e attendere l'approvazione del disegno di legge per utilizzare i fondi previsti.



SARTORIS Riccardo

Ringrazio per questa risposta. L'annunciato dibattito in Consiglio su questi argomenti consentirà di manifestare le nostre posizioni in relazione a queste osservazioni.
Mi risulta che dieci miliardi sarebbero destinati al tratto Aosta Courmayeur e che verrebbero prelevati dagli utili della società del traforo del Montebianco, quindi non graverebbero sul bilancio dello Stato, Vorrei sapere se questo risponde a verità.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

E' vero



SARTORIS Riccardo

Lo sblocco dell'art. 18 bis è stato sempre sollecitato e sostenuto dalla D.C. Gli inconvenienti ricordati da Revelli ci auguriamo che vengano superati perché la nostra Regione è interessata particolarmente alla legge che sblocca l'art. 18.
Invitiamo il Governo regionale a far sentire con insistenza la voce del Piemonte a livello nazionale seguendo l'iter dei lavori della Commissione lavori pubblici che credo abbia anche bisogno di sostegni politici che provochino determinazioni positive.
La seduta della Commissione è stata spostata alla prossima settimana.
Se tutti insieme faremo arrivare nella sede opportuna la voce del Piemonte probabilmente riusciremo anche a superare posizioni strumentali o precostituite.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

L'introduzione dell'Assessore Cerutti ed i successivi interventi hanno fatto decollare il dibattito su uno dei problemi più importanti sia per costruire le opportunità per un futuro diverso per la nostra Regione, sia per alimentare, per quanto possa avere effetti, con una domanda pubblica finalizzata l'attuale difficile congiuntura economica.
Desidero in premessa sottolineare la solidità dell'informazione che ci ha dato l'Assessore Cerutti, che è lo specchio della solidità del lavoro che l'Assessore svolge, che penetra nella complessità di una materia difficile ed importante senza troppo preoccuparsi degli echi negli organi di informazione.
Noi vorremmo fare alcune considerazioni senza anticipare il dibattito generale che ci sarà sulla materia dei trasporti, che possono essere il contributo che la nostra parte politica dà all'Assessore ed alla Giunta su questa materia.
Vorrei cominciare proprio dal problema del Frejus non per farne una storia ancorché breve, ma per trarre dalle lezioni del passato, alcuni insegnamenti per il futuro.
Credo che la vicenda, del Frejus sia una dimostrazione emblematica di come il nostro sistema legislativo ed amministrativo non sia adeguato ad affrontare i problemi della società che cambia. Non voglio con questo dare dei giudizi né aprire o riaprire delle polemiche. Voglio soltanto riflettere a voce alta su questo fatto.
Di fronte ad un problema sicuramente complesso ma monosettoriale quale quello del Frejus e dei collegamenti internazionali, le nostre risposte amministrative e legislative sono state sempre da un lato viziate di ideologismo e dall'altro viziate di inefficienza.
Ho apprezzato le parole del Consigliere Revelli, ma non posso non ricordare come la contrarietà al traforo abbia provocato al Piemonte prima di tutto un danno di ordine generale. Quando da una parte di una forza politica quale quella comunista si è per anni nascosta l'importanza di un traforo di questo genere poteva avere nel creare le condizioni per una stabilizzazione a scala europea dell'economia torinese, credo che da questa vicenda debbano venire insegnamenti per tutti.
Il secondo elemento di critica è di aver trascinato questa pregiudiziale di natura quasi ideologica sulla necessità di dare comunque completamento alle attrezzature viabili per la sua realizzazione.
Oggi questa posizione è superata. Le indicazioni che le forze politiche nella loro concordia stanno sviluppando a scala nazionale per dare, in .tempi che ci auguriamo non lunghi, una risposta alle esigenze di collegamento al traforo possono farci sperare in bene. Non vorrei che si cercassero dei capri espiatori se si incontrano a livello parlamentare degli ostacoli nel varare un provvedimento che è complesso perché è difficile la situazione nella quale si cala.
Il nostro è un Paese in cui per decenni si sono fatte le autostrade inutili e non si sono fatte nemmeno le autostrade indispensabili. Allora, è evidente che un provvedimento che sblocchi questo settore, possa trovare delle resistenze corporative, sicuramente non lodevoli, ma che non necessariamente devono essere condotte ad una logica di stampo non dichiarabile.
Mi auguro che il Paese non debba più subire in futuro l'umiliazione di leggi per non fare: quando un Paese è costretto a fare una legge in cui si dice non che cosa si fa, ma che cosa non si fa, vuol dire che quando le cose si facevano erano fatte in modo distorto e che non si ha una capacità propositiva e selettiva di tipo diverso. Da questo elemento di fondo nascono i ritardi, gli equivoci, le incertezze e la incapacità di selezionare le cose importanti dalle cose meno importanti.
I fondi dei piani ordinari dell'Anas servono per le strade ordinarie e non per i grandi tragitti internazionali. Al Piemonte è indispensabile la stradi per il Frejus, ma è altrettanto indispensabile, per esempio, la Pedemontana per realizzare una infrastruttura fondamentale di quel disegno di riequilibrio in cui tutti ci riconosciamo. Quindi è giusta la posizione dell'Assessore Cerutti che dice: le cose straordinarie si fanno con procedure e mezzi straordinari, avvalendosi di una larga disponibilità delle Comunità Europee.
Credo che all'Assessore Cerutti dobbiamo chiedere di fare qualcosa di più. Se l'Assessore Cerutti, vivesse felicemente in una Giunta che funzionasse, potrebbe recare al disegno di governo della Giunta l'apporto del suo settore.
La Giunta non funziona e sappiamo che il nostro giudizio non è condiviso né dalla Giunta (e questo sembra ovvio), né dai partiti di maggioranza (e questo mi sembra legittimo).
Occorre allora che chi ha la responsabilità dei trasporti riesca a farsi carico di un disegno di coordinamento e di programmazione di tipo diverso. L'Assessore Cerutti non deve essere soddisfatto se in Piemonte si fanno tanti metri quadri di asfalto nei posti giusti o tanti metri lineari di traversine, ma deve preoccuparsi che questi metri quadri d'asfalto e questi metri lineari di traversine o di rotaie si inseriscano in un disegno reale di cambiamento delle condizioni del Piemonte. Non chiediamo di risolvere il problema della strada per il Frejus ma di risolvere il problema della movimentazione delle merci nel complesso rapporto tra il Frejus e le restanti infrastrutture del Piemonte: quindi l'impegno per il centro di Susa, l'impegno per il centro di Orbassano, che sono elementi collegati di una politica complessa e di un patrimonio che non appartiene né a questa maggioranza né a quella passata, ma alla comunità piemontese.
Personalmente sono convinto di avere contribuito alla maturazione della concezione di una integrazione fra infrastruttura viaria e le infrastrutture per la movimentazione delle merci anche operando dall'opposizione attraverso gruppi di pressione e di intervento che in questa Regione pluralista fortunatamente esistono ancora.
Questo disegno deve essere sviluppato con grande coerenza sapendo che se se ne perde un pezzo per strada, ne avremmo dei danni e delle penalizzazioni.
La stessa logica l'Assessore deve recuperarla nel settore delle ferrovie concesse. L'obiettivo prioritario della Giunta regionale nella funzione di programmazione e di coordinamento, è dell'immediata operatività di questi interventi. Non possiamo assistere ai ritardi degli Enti direttamente responsabili nel definire le condizioni di intervento sulle infrastrutture fondamentali dell'area torinese senza assumere iniziative.
Lo stesso diciamo per la metropolitana. Gli investimenti sulla rete metropolitana di Torino sono troppo importanti per essere lasciati alla gestione della realtà torinese. C'è il rischio che prevalgano logiche troppo settoriali, troppo territorialmente limitate, troppo inefficienti rispetto al disegno complessivo che ci siamo proposti. Ecco perch chiediamo che l'Assessorato regionale riprenda in mano il complesso di questi problemi.
Mi rendo conto che gli Assessori del Comune di Torino sono più forti degli Assessori regionali, che il Sindaco di Torino è più forte del Presidente della Giunta regionale fino al punto di appropriarsi delle proposte che, nel bene è nel male, nascono in quest'aula ma noi dobbiamo battere questa logica perché vi è una prospettiva di governo complessivo dell'economia regionale che passa soprattutto attraverso la politica dei trasporti che è politica di armatura territoriale.
Chiudo questo intervento, che anticipa alcuni temi che intendiamo sviluppare più a fondo quando faremo il dibattito sui trasporti, con il nodo fondamentale dei porti liguri.
Il collegamento dei porti liguri non si esaurisce con la realizzazione dell'infrastruttura Torino-Savona o con il potenziamento di alcuni servizi ferroviari, ma è un problema di strategia generale. Leggiamo sui giornali che cosa sta capitando nell'area di Marsiglia.



REVELLI Francesco

Sono 10 anni che ne parliamo.



BASTIANINI Attilio

Non c'è dubbio. Noi vi chiediamo di far maturare in Giunta una proposta, una indicazione operativa, praticabile in tempi relativamente brevi, graduabile con le risorse effettivamente disponibili; in sostanza fare il governo di una Regione.
Non voglio aprire delle polemiche anche perché sono già andato oltre i tempi concessi. Sono anticipazioni di appuntamenti che diamo per il dibattito generale sui trasporti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Nella Conferenza dei Capigruppo si è sostenuto che la Giunta dovesse parlare per pochi minuti e nel mio intervento ho rispettato il tempo previsto dal regolamento, così come l'Assessore Cerutti. Qui però si sono fatti dei discorsi sui quali non voglio intervenire in quanto la Giunta sostiene la necessità di fare un dibattito sui trasporti da tre mesi.
Chiedo che questi comportamenti vengano regolati.



PRESIDENTE

Gli interventi dal punto di vista quantitativo sono stati equilibrati tra le forze politiche che hanno chiesto di intervenire. Che nel merito si sia debordato dagli argomenti delle comunicazioni è anche vero. La parola al Consigliere Bontempi.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Riconosco la legittimità della richiesta del Presidente della Giunta.
La responsabilità è di tutti e dovremo tenerne conto nella prossima riunione.



PRESIDENTE

Soprattutto del principio di autoregolamentazione da parte dei Capigruppo.
Il dibattito è così concluso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazione della Giunta regionale


PRESIDENTE

Passiamo alla terza comunicazione della Giunta. La parola al Vice Presidente Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Vice Presidente della Giunta regionale

Desidero brevemente informare sulla situazione dell'Indesit. La fase che si sta attraversando, dopo l'avvio delle procedure di licenziamenti collettivi da parte della direzione aziendale avvenuta il 27 novembre scorso, è iniziata nella primavera quando la società dopo aver conferito con la Regione circa la situazione produttiva, allora corrente, richiedeva un impegno di sostegno al progetto di sviluppo per il settore dell'elettronica civile da attuare con altre aziende del settore in condizioni similari.
In data 20 maggio la situazione si presentava nel seguente modo: occupati in tutto il gruppo 11 mila dipendenti, di cui 6 mila in Piemonte con un indotto esterno calcolabile attorno alle 7 mila unità lavorative. Il 60 del personale è femminile. La forza lavoro in Cassa integrazione straordinaria era di 5 mila unità con una prevedibile esuberanza rispetto a tutto il complesso produttivo elettronico ed elettrodomestico di circa 2500 unità, di cui 1800 al nord e 700 al sud.
In quell'occasione veniva resa nota alla Regione in forma ufficiale la volontà aziendale di conseguire una ipotesi di aggregazione industriale con le consorelle Voxon di Siena ed Emerson di Roma, una società consortile al fine di analizzare attraverso dovute ristrutturazioni delle singole unità produttive una funzione comune di programmazione produttiva di progettazione, di ricerca, di commercializzazione associando all'operazione un partner straniero ad alta qualificazione tecnologica.
Nell'operazione avrebbe potuto rientrare anche la Elcit di Sant'Antonino di Susa. Alla GEPI veniva chiesto di intervenire attraverso una partecipazione ai fini del sostegno finanziario attraverso la Indesit elettronica a Sud appositamente costituita.
Gli orientamenti su questo tipo di ipotesi si rivelavano subito discordi ed in particolare non molto favorevoli da parte dell'Associazione nazionale industria elettronica. L'ipotesi in questione, infatti, pareva direttamente l'obiettivo della creazione di un secondo polo italiano per l'elettronica civile.
A fronte di questa realtà, la Regione Piemonte assumeva, dì concerto con il Lazio e la Toscana, l'iniziativa di convocare a Torino il giorno 24 giugno una riunione fra le citate aziende e tutti i livelli delle organizzazioni sindacali interessate al fine di esaminare i vantaggi generali della proposta del consorzio e muovere i necessari passi verso le sedi decisionali in particolare il Ministero dell'industria.
L'iniziativa superava la logica del recupero delle situazioni particolari dal punto di vista aziendale per muovere verso una vera e propria proposta di settore. Dalla riunione scaturiva la necessità pratica di fronte alle varie situazioni economiche e giuridiche pendenti sulle aziende, di addivenire alle decisioni ministeriali politiche ed operative entro il mese di luglio per impedire che altre prendessero altre decisioni.
Veniva inoltre ravvisata l'esigenza, visto il peso della questione, che le forze politiche in prima persona in sede parlamentare muovessero un'iniziativa verso il Governo. Altrettanto veniva richiesto nelle sedi competenti della conferenza dei Presidenti delle Regioni.
Alle riunioni delle parti presso il Ministero, si giungeva il 28 luglio dopo un incontro ufficiale con il Ministro dell'industria a Roma svolto alcuni giorni prima in preparazione dell'iniziativa. Dall'incontro emergevano alcune ipotesi e decisioni: difficoltà costitutive del Consorzio a causa della mancanza di strumenti pubblici di intervento e successivo rimando alla GEPI conferma dell'obiettivo strategico del Consorzio, ma posticipato, per l'immediata attivazione di provvedimenti anticrisi verso il gruppo maggiore costituzione di una società mista (GEPI, Indesit) esclusivamente per lo stabilimento del gruppo al Sud, al fine di alleggerire i carichi della gestione finanziaria complessiva. Su questo impegno però la GEPI non si dichiarava disponibile disponibilità all'attivazione delle norme previste dalla 675 per gli stabilimenti Indesit dal Sud immediata revisione del programma finalizzato per l'elettronica approvato dal CIPI nel 1978 predisposizione di concerto fra i ministri dell'industria, delle finanze, del commercio con l'estero di adeguate misure di controllo sull'importazione dei prodotti elettrodomestici.
Il Ministro dell'industria a quel punto richiedeva alla GEPI un recupero di disponibilità per la partecipazione e articolava una serie di verifiche le cui conclusioni avrebbero dovuto scaturire entro il 9 agosto successivo. Il 6 agosto veniva nuovamente convocata la riunione delle parti a Roma da cui emergeva che la GEPI avrebbe esaminato ed istruito il piano entro il mese di agosto e successivamente che il Ministero dell'industria avrebbe presentato al CIPI una richiesta di autorizzazione al finanziamento GEPI per 20 miliardi al fine dello specifico intervento entro la prima settimana di settembre.
A fronte di questi impegni la società sospendeva l'avvio delle procedure di licenziamento, cosa che aveva fatto perché era in attesa delle decisioni che sperava positive sulla materia. A causa della pausa estiva i dovuti contatti con la GEPI venivano posticipati a settembre.
Alla ripresa il Ministero disponeva la preparazione di una nuova proposta che avrebbe dovuto articolarsi nel seguente modo: unico polo al nord con Zanussi ed eventuali altri che avrebbero deciso autonomamente di aderire al polo, polo al Sud con Voxon e GEPI con la maggioranza di quest'ultima. Su questa ipotesi l'azienda si dichiarava non concorde pur rimanendo disponibile ad esaminare eventuali altre condizioni entro la fine di ottobre.
Se tutto ciò non fosse avvenuto, la procedura di licenziamento avrebbe avuto immediato inizio ed è ciò che è successo il 27 novembre ultimo scorso.
La situazione è seria e grave, e necessita di decisioni urgenti. Sono problemi che riguardano il rapporto Nord-Sud.
Il secondo aspetto grave è che dalla fase della possibile Cassa integrazione si passerebbe ai licenziamenti con un salto di qualità negativo. Il terzo elemento di gravità è rappresentato dal fatto che è in gioco il settore dell'elettronica nel quale l'Italia ha avuto un primato.
Gli elementi positivi che sottolineo all'attenzione dei Consiglieri sono i seguenti. Il primo anno di amministrazione controllata si è chiuso positivamente. Con 198 miliardi di ricavi c'è stato un utile di 924 milioni. Inoltre la maggioranza dei ricavi (65%) viene dalle esportazioni il che vuol dire capacità di competizione sui mercati internazionali.
La rete commerciale presente in Spagna, in Francia, in Olanda, in Scandinavia, vuol dire che siamo in presenza di un tipo di struttura che vorremmo realizzare in altre aziende che sono in difficoltà. I sindaci di un gruppo di Comuni interessati hanno richiesto all'azienda la sospensione dei licenziamenti e al Governo l'approvazione della costituzione del consorzio per il secondo polo e la relativa definizione degli strumenti finanziari e legislativi necessari con l'obiettivo di costruire intorno alla Indesit un'aggregazione industriale che sia in grado di esprimere un'autonomia produttiva e di competere con gli altri produttori nazionali ed internazionali.
Richiedono la definizione da parte del Ministro dell'industria dei provvedimenti legislativi a sostegno della produzione dell'elettronica civile, il rifiuto di ogni ipotesi assistenziale quale potrebbe configurarsi attraverso la gestione diretta da parte della GEPI o di sue società. Questo vuol dire il rifiuto di far assumere alla GEPI una funzione gestionale perché si pensa che il gruppo dirigente ed i tecnici dell'Indesit siano in grado di gestire il complesso.
Richiedono di conseguenza la predisposizione da parte dell'azienda e del costituendo consorzio di un preciso piano di ristrutturazione e di sviluppo, ravvisando nei risultati del primo anno di esercizio di amministrazione controllata, conclusosi con un ricavo di 198 miliardi e un attivo di 994 milioni, un elemento di valutazione che conferma la possibilità di un rilancio produttivo dell'azienda nel suo complesso.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alasia.



ALASIA Giovanni

Ringrazio l'Assessore per l'estrema tempestività con la quale ci informa sulla Indesit.
Un'ora fa il Capogruppo Bontempi discutendo sull'informazione generale del Presidente Enrietti, ricordava con lucidità politica, anche se con amarezza, che viviamo in tempi di cerimoniali e, aggiungeva rispetto al rapporto avviato con la delegazione del governo, che non ci appagheremo di riti e di convenevoli, ma guarderemo i problemi nella realtà.
Credo che la situazione della Indesit abbia in se un grosso valore ma anche un valore paradogmatico rispetto alle vicende industriali; intanto per il rapporto Nord-Sud, che si ripropone per la Olivetti, per la Fiat e per altre aziende, poi nel rapporto fra industria ed indotto, e nel rapporto con i piani di settore che proprio questa mattina, Pininfarina richiama opportunamente sulla Stampa; non convengo sulle altre osservazioni di Pininfarina, ma convengo sulle critiche per il ruolo che ha avuto il Governo.
Consentitemi, signori Consiglieri, di spendere alcune parole stringate perché questo è l'impegno; vorrei ricordare che nel documento del 2 dicembre l'azienda afferma che l'avviata procedura dei 1.700 licenziamenti dell'elettronica, "è l'ultima tappa di un iter tormentato durato 18 mesi".
Vorrei aggiungere che l'ultima parte di questa ultima tappa ha qualcosa di sconcertante come dimostra l'illustrazione che l'Assessore ci ha fatto.
Nessuno avrà dimenticato che nel Consiglio comunale aperto di Pinerolo dell'8 giugno e in questa sede l'11 giugno partiti, parlamentari dei vari Gruppi, Viglione, Brizio, Montefalchesi, noi del P.C.I., abbiamo sostenuto un documento unitario per la costituzione del consorzio. Vale la pena di ricordare che non si trattava di uno dei tanti ordini del giorno generici quanto piuttosto di un lungo ed argomentato ragionamento che veniva da lontano in un confronto tra le forze sociali, sindacali e l'azienda.
Due cose vale la pena di richiamare rispetto agli sviluppi di questi giorni: 1) la possibilità di costituire il consorzio era espressamente prevista dal programma finalizzato del settore dell'elettronica. Vi faccio grazia di che cosa recita il piano finalizzato di settore a proposito della possibilità di costruire il consorzio perché è a disposizione dei colleghi che volessero rinfrescarsi la memoria 2) la proposta del consorzio veniva analizzata e formulata sotto il profilo della produzione e sotto il profilo del mercato, ricordando sia le concentrazioni ed i coordinamenti intervenuti a livello mondiale, con i quali dovremo fare i conti e li stiamo facendo come dirò dopo, sia il fatto che la produzione nazionale copriva allora soltanto il 30%del mercato italiano, mentre il 70 % era coperto da prodotti stranieri.
Da fonte parlamentare pare ora che nell'indeterminatezza di questi mesi si sia raggiunto il risultato che la quota italiana sarebbe scesa al 16 bellissimo risultato per un paese che pone in cima dei programmi e degli impegni l'obiettivo di ridurre l'inflazione. Non neghiamo che ci sono delle difficoltà, ma sta di fatto che il 21 giugno Sanlorenzo ha incontrato il Ministro Marcora che gli assicurava che il 28 successivo ci sarebbe stata la risposta sul consorzio.
L'aspettiamo ancora adesso.
Poiché c'è da presumere che in questi giorni se ne parlerà, vorrei chiarire che il P.C.I. nei due convegni sulla Indesit che ha promosso a Caserta, dove abbiamo contattato in carenza di iniziative locali 500 imprenditori dell'indotto, e a Pinerolo dove si è confrontato con l'azienda, ha lealmente difeso la proposta sottoscritta qui da tutti i Gruppi.
La nostra proposta per il coinvolgimento della GEPI non è una proposta di tipo gestionale, ma teneva presente le necessità di un coordinamento nella componentistica e dell'eventuale confluenza della Elcit.
Noi diciamo no alla gestione GEPI e tanto meno no ad una gestione Ipo GEPI per le sciagurate esperienze che Brizio conosce quanto me e che conoscono i colleghi, che si risolverebbero in una iniziativa surrettizia fatta solo per accedere alla Cassa integrazione e diciamo in questo ambito no al monopolio della Zanussi per il fatto ovvio e documentato che non coprirebbe il mercato nazionale.
L'ultima questione che sollevo in questa sede è di diretta pertinenza della Giunta. Ricordo che il Gruppo comunista ha insistito in questa sede sui programmi di formazione professionale e di riqualificazione finalizzati ai programmi Indesit, evidentemente anche come fattore di ripresa, cioè di stabilizzazione di impegni, di definizioni di organici, di definizioni di ruoli e mansioni.
La Giunta si è data da fare ed ha avuto nelle settimane scorse gli opportuni rapporti con le parti sociali e mi risulta che ha predisposto una bozza dì deliberazione per sette corsi per 177 lavoratori per una spesa complessiva di 680 milioni.
Uno di questi corsi è di informatica distribuita per 24 lavoratori, un altro di elettronica applicata al prodotto per 38 lavoratori.
Vogliamo augurarci che questa parte minima di impegno della Indesit unita al fatto che l'azienda prevede il mantenimento sia pure minimo, di impegno nell'elettronica, rappresenti uno spiraglio per riaprire la discussione.
Né il Gruppo comunista, né la Giunta non assumeranno atteggiamenti di rivalsa che sarebbero fuori luogo. In questi sei anni abbiamo bloccato il corso di formazione professionale della Montefibre di Pallanza proprio perché, mentre la Giunta attuava la deliberazione, la Montefibre a Natale licenziava i lavoratori.
La Giunta però mentre si accinge a spendere 680 milioni, e nel momento in cui si verifica il fatto nuovo dei 1700 licenziamenti, ha il diritto di capire che cosa stia capitando e cosa si stia preparando.
La deliberazione faccia il suo iter a sostegno dei programmi di ripresa della Indesit, ma l'azienda interrompa la procedura di licenziamento in modo da discutere tutti gli aspetti, questo compreso, con una situazione che non sia ulteriormente pregiudicata, con tutte le parti a cominciare dal Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Condivido le argomentazioni dell'Assessore Sanlorenzo e di Alasia.
Quello che deve fare il Ministro dell'industria e quello che deve fare il Governo è stato detto con chiarezza.
Che cosa può fare la Regione? Il Gruppo socialista aderisce all'ordine del giorno votato dai Sindaci di Orbassano, Nichelino, Beinasco, Giaveno, Rivalta, Piossasco, Trana Bruino e Pinerolo, dai Presidente dei Comprensori di Torino e Pinerolo e della Provincia di Torino, non in modo meccanico e formale, ma ponendosi nell'ottica di un problema di carattere internazionale.
Questo problema può essere portato avanti tra la Regione, gli Enti locali, Comuni e Provincia, il Governo ed il Parlamento. Il Piano di sviluppo regionale 1977/1980 aveva come finalità lo sviluppo della produzione di industrie diversificate rispetto al settore portante dell'automobile.
Tutto il gruppo indotto elettrodomestico, quindi l'Indesit, è diversificato rispetto al settore strategico e storico del Piemonte che è quello della Fiat. Questi settori hanno un futuro dato che tutti li hanno indicati nei loro piani e nei programmi come settori portanti da sviluppare, quindi rientrano nel programma '75/'80 che la Giunta si è dato.
Questo comporta riflessioni e delle conseguenze anche se non dirette perché la Regione può intervenire solo sulla base di pareri.
La Regione segue le linee del suo Piano di sviluppo che rientra nei modelli che la maggioranza e tutte le forze politiche si sono date in questi 10 anni, quindi questa linea diventa un momento importante del Piano di sviluppo che vogliamo realizzare e che è incentrata in numerosi progetti diversificati da quelli del settore storico dell'automobile.
Sono d'accordo sulle dichiarazioni di Alasia rispetto all'intervento della Regione sulla formazione professionale. Il ruolo della Regione è quello di far emergere con il Governo e con il Parlamento l'importanza della costituzione del consorzio per uscire dalla crisi che travaglia questa azienda e le altre aziende per attivare e rendere più forti i rapporti attraverso un modello di concentrazione di forze finanziarie, di capacità imprenditorili e di capacità umane.
Il Gruppo socialista si riconosce in quell'ordine del giorno e ritiene opportuno che su un problema così importante i Gruppi sottoscrivano un documento comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La nostra parte politica non ha dato un giudizio sul modo in cui si è svolta la visita del Presidente del Consiglio in Piemonte, dà invece un giudizio di merito sul caso della Indesit e sui ritardi delle risposte che il Governo deve dare.
Se non vengono risposte su questioni risolvibili subito e che concernono una decisione del Governo e gli atti che si dovranno fare successivamente saranno ancora più difficili. Il ruolo della Regione è importante nell'ambito del Piano di sviluppo. Se lo sviluppo e la riqualificazione dell'industria è un punto prioritario, il Governo deve agire di conseguenza, altrimenti tutto il lavoro che sta facendo il Ministro La Malfa è pura propaganda.
Il problema Indesit è possibile risolverlo subito e concerne una decisione da parte del Governo. Sui licenziamenti da parte dell'azienda ci sono delle responsabilità precise. Il nostro è un Paese strano in cui non si capisce mai di chi sono le responsabilità, è un Paese in cui si tende a non far emergere le responsabilità rispetto alle decisioni o le non decisioni.
La nostra parte politica non ha nessuna remora a dire che la responsabilità dei licenziamenti è del Governo, che non ha deciso sul secondo polo dell'elettronica. In un documento che faremo pervenire ai Capigruppo ci siamo espressi favorevolmente sul secondo polo. Non si possono fare in Piemonte delle affermazioni ed a Roma fare delle cose completamente diverse o opposte.
Non solo il Governo non ha fatto la sua parte, ma anche l'azienda deve rispettare gli impegni presentando un piano preciso sulle prospettive del secondo polo.
Noi ci riconosciamo nell'ordine del giorno proposto da Sanlorenzo.
Chiediamo all'azienda il ritiro dei licenziamenti anche perché la Regione spende 680 milioni per la formazione professionale deve avere la garanzia che questi fondi siano finalizzati al mantenimento dell'occupazione.
Chiediamo al Governo una decisione immediata sul secondo polo e la predisposizione degli opportuni strumenti legislativi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Valutiamo positivamente l'attenzione della Giunta in relazione a questo problema. Ci sembra che stia facendo correttamente il suo lavoro di raccordo, di mediazione e di evidenziazione della situazione del Piemonte sappiamo però che questo problema riguarda il Governo e ricordo che il Presidente Spadolini nel momento in cui annunciava la sua disponibilità a valutare i problemi del Piemonte, evidenziava alcuni aspetti e tra questi l'Indesit.
Abbiamo anche apprezzato il piglio e la decisione del Ministro Marcora alcuni giorni fa in occasione dell'incontro con l'API.
L'Assessore Sanlorenzo ha posto all'attenzione alcuni problemi: la questione Nord-Sud, il passaggio immediato al licenziamento per cui viene tolta l'opportunità, che a nessuno piace ma che è pur sempre uno strumento di difesa dei diritti dei lavoratori, della Cassa integrazione.
Diciamo spesso in quest'aula che uno dei modi per uscire dalla crisi è quello di affrontare il problema dell'innovazione: in questo caso siamo di fronte ad un'azienda che al suo interno questa capacità di innovazione e di tecnologia avanzata l'ha avuta e, nonostante questo anche questa azienda è andata in crisi.
C'è poi un altro aspetto che non è estraneo alla mia sensibilità di donna e cioè il fatto che il 60 dei lavoratori che oggi sono sulla porta sono donne: questa è un'ulteriore conferma che quando la crisi arriva, le prime ad essere colpite sono le donne. Questo è un motivo ulteriore di attenzione che dobbiamo portare a questo argomento.
Ho esaminato l'ordine del giorno che i sindaci dei paesi più direttamente interessati hanno firmato ieri. La proposta del Consigliere Viglione di una attenzione da patte dei Capigruppo a questo problema per arrivare ad un ordine del giorno comune, mi trova consenziente, quindi la mia parte politica è disposta ad iniziare la discussione e, se ci sarà l'accordo, a firmare l'ordine del giorno proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Non faremo la lunga storia della Indesit, Né recriminiamo l'ordine del giorno dell'I 1 giugno che abbiamo firmato e sostenuto e che riteniamo una base per avviare la soluzione dell'elettronica. E' semplicistico attribuire alle responsabilità del Governo i ritardi e i problemi che derivano dalla Indesit come ha fatto il collega Montefalchesi.
La Indesit è in amministrazione controllata, quindi è un'azienda che ha dei grossissimi problemi sotto il profilo amministrativo ed industriale e le conseguenze sono evidenti. Noi avevamo accettato anche l'ipotesi del consorzio a tre.
Il nostro Gruppo in tutti i dibattiti ha però sempre fatto presente che non era l'unica soluzione, si deve considerare che il consorzio è debole sotto il profilo finanziario e industriale in quanto sarebbe costituito tra un'azienda in amministrazione controllata, e due aziende in situazioni finanziarie e giuridiche anche peggiori.
Le riflessioni sulle possibili soluzioni possono aver provocato dei ritardi, ma è stato un atto di responsabilità. La soluzione del problema dell'Indesit e dell'elettronica non è semplicistica, non si possono creare uno o due poli, senza affrontare le prospettive di mercato a livello internazionale.
Per quanto riguarda l'azione del Governo, ci risulta che ieri c'è stato un incontro tra il Ministro Marcora e la Commissione industria, della Camera e che in quella sede il Governo ha assicurato l'intenzione di portare avanti un disegno di legge per la riorganizzazione dell'elettronica in cui si farebbe riferimento ad un possibile intervento della GEPI al Nord.
L'intervento GEPI è comunque necessario anche se la promozione si occuperà soltanto degli stabilimenti del Sud. La Commissione giuridica che nasce dal consorzio fa comunque configurare un intervento della Gepi, ma non si tratta di portare avanti interventi di carattere assistenziale o di parcheggio tipo quelli Ipo-Gepi.
Abbiamo chiesto che questo sia chiaramente esplicitato. L'abbiamo detto anche nell'incontro di lunedì con il Ministro La Malfa: deve trattarsi di un intervento che consenta la partecipazione finanziaria.
La Gepi non può intervenire finanziariamente se non ha la ragione giuridica e se non ha l'autorizzazione ad intervenire. Ma la Gepi non è un industriale: il discorso va affrontato da tutte le parti con una certa disponibilità ad accogliere le indicazioni degli esperti del settore o di aziende a carattere internazionale. Mi pare debba essere attentamente valutata la difesa totale ed assoluta di una sola soluzione.
Per altri complessi industriali i contributi venivano concessi a condizione di valutarne i risultati e, in questo caso, questo discorso è valido trattandosi di un complesso industriale la cui gestione Lascia alcuni dubbi. Il Governo è anche impegnato ad approvare entro breve termine una delibera del CIPI sulle linee di riorganizzazione con il coinvolgimento di tutte le imprese che operano nel settore. Credo che non si debba fare dei due poli un tabù. L'Indesit non è stata assorbita da altre aziende.
Su quali dimensioni può reggere un complesso industriale moderno? Questo discorso va approfondito.
Gli studi fatti in questi ultimi tempi dicono che un complesso per essere vitale deve produrre dimeno 700 mila unità. Due poli per 700 mila fanno un Milione e quattrocentomila, una cifra che comporta l'assorbimento totale del nostro mercato, il che non è fattibile.



MONTEFALCHESI Corrado

La condizione è di allargare le quote di mercato.



BRIZIO Gian Paolo

Le quote di mercato non si possono allargare surrettiziamente. Le quote di mercato si allargano con la competitività e con la capacità dell'azienda, non con l'assistenzialismo. Non siamo per regalare alla Zanussi questo complesso, ma non siamo neanche d'accordo sul secondo polo che potrebbe creare problemi all'industria nazionale. Occorre trovare una soluzione per la Indesit che serva per l'oggi e per il domani.
Condividiamo in gran parte il documento a condizione che si parli di consorzio e che il tema del secondo polo venga depennato perché lo riteniamo un vincolo.
Il secondo polo potrà anche essere valido se ci sarà un aggancio tra il primo e il secondo se ci sarà una garanzia di economicità.
Siamo per il consorzio, siamo per garantire attorno alla Indesit una capacità produttiva autonoma, ma non siamo d'accordo di dare in un ordine del giorno determinazioni chiare e nette che poi non troverebbero conforto a livello di disposizioni legislative e di soluzioni definitive che potranno emergere.
Cerchiamo insieme quello che ci unisce più di quello che ci divide. Su questa base siamo disponibili ad un incontro con i Capigruppo per trovare una formulazione che sia soddisfazione per tutti, fermo restando che nel complesso il documento è valido semmai, dovrebbe essere rafforzato con la richiesta di una deliberazione del CIPI che fissi le linee generali di riorganizzazione dell'intero settore elettronico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo esprime l'apprezzamento per l'attenzione che la Giunta dedica al problema dell'Indesit e per l'immediatezza dell'informazione. Su questa vicenda si scontrano alcuni errori di valutazione. Andando indietro nel tempo ricordo che una delle poche occasioni in cui i liberali sono stati al governo era nel periodo in cui si diceva che gli italiani non erano maturi per la televisione a colori.
Considerazioni di quel tipo (che a quei tempi erano sostegno di determinati gruppi industriali) forse ce le ritroviamo oggi.
E' da considerarsi con realismo e preoccupazione il dato che ci ha fornito il Consigliere Alasia e cioè che la quota di mercato che era già ridotta al 30%, si sia ulteriormente ridotta al 16%. Devo quindi pensare che sia ridottissima la nostra capacità di penetrazione all'estero (sarebbe utile conoscere anche questo dato). Se non riusciamo a coprire che in minima parte il nostro mercato, difficilmente abbiamo capacità di penetrazione negli altri mercati che hanno come produttori i soggetti che monopolizzano il mercato.
Dietro a questi dati esistono delle arretratezze di ordine tecnologico manageriale e di ordine produttivo. Si tratta anche in questo campo di recuperare competitività alla nostra azienda ed alla nostra imprenditoria.
Su quali leve intendiamo muoverci? E' opportuno insistere perché il Governo si muova sul piano di settore. Si tratta di arrivare ad un dimensionamento ottimale del consorzio (che sia polo o che sia un qualche cosa di diverso è un problema che attiene più alla concezione manageriale che non alla concezione politica). I poli sono due e contrapposti. Non vorrei che l'indicazione dei poli facesse nascere la ricerca di dimensione ottimale come una prospezione di tipo politico, magari rivendicativo, che potrebbe provocare fenomeni di provincialismo politico.
Concordo sulla considerazione di lasciare la gestione al management delle aziende. Mi sembra giusto che si incominci ad utilizzare le risorse regionali per la formazione professionale, non dico per farne uno strumento di contrattazione, uno strumento dì dignità e di presenza nella misura in cui la Regione è conferente quanto meno di risorse per 680 milioni. Questo conferimento di risorse alla soluzione del problema deve fare la Regione protagonista con il diritto di essere informata puntualmente.
Devo peraltro dire che il richiamo alla formazione professionale mi fa riflettere sulla necessità che questo ragionamento vada fatto non soltanto sul piano del recupero istituzionale della Regione (in una materia in cui competenza non ha), ma anche sul piano della verifica facendo un riesame o una rilettura critica di ciò che ha determinato l'impegno, certamente non secondario, sulla formazione professionale per valutare in quale misura si è riusciti a realizzare la formazione professionale e non semplicemente un "parcheggio" per disoccupati e per cassaintegrati.
Mi pare che il collega Viglione sia incorso in un infortunio quando ha detto che la posizione odierna, che ci vede tutti sostanzialmente concordi avrebbe le sue radici nel Piano di sviluppo della passata legislatura.
Non ricordo di avere ascoltato da parte di questa maggioranza a sostegno del Piano di sviluppo, della legge sulla tutela del suolo, e di tutte le leggi di impianto e dei quaderni di programmazione, una percezione anche minima di ciò che stava per succedere nel Paese.
Questa maggioranza non si preoccupava dell'inflazione che incominciava ad esprimersi in termini preoccupanti, non ho mai evidenziato come la forbice del costo del lavoro avrebbe probabilmente determinato qualche impatto anche nella nostra Regione. Ricordo invece una assoluta rigidità uno schematismo ideologico. La battaglia per i 70 dipendenti di Peveragno mi è rimasta come indicazione della cultura che tutti, non solo la maggioranza, avevamo su questi temi.
La maggioranza del 1975 aveva nella testa un felix Piemonte che bisognava tenere a dieta, non solo perché era in ottima salute, ma perch rischiava addirittura di mettere pancia! Con questa filosofia affrontavate i problemi e non vi siete mai preoccupati che un giovane in pienezza di salute poteva, come tutti, avere a tempi brevi qualche problema. Su quella immagine in qualche misura ci siamo accollati tutti.
Prendiamo atto che le cose non stanno in questi termini, ma non veniamo a dire che questa situazione l'avevate prevista sette anni fa, perché non è vero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Nel quadro della crisi della Indesit desidero rimarcare gli unici due dati positivi: quello che è stato opportunamente ricordato dall'Assessore e cioè a dire che si tratta di un'azienda che, sia pure in amministrazione controllata, ha avuto un utile di circa un miliardo. E' noto che vi è una certa diffidenza verso le aziende soggette al controllo del commissario giudiziale perché la committenza teme che le proprie commesse (soprattutto se sostanziose), possano venire inopinatamente troncate e possano crearsi dei problemi per un ipotetico e possibile fallimento.
L'altro dato positivo è quello che si ricava dalla dichiarazione resa dall'amministratore delegato della Indesit, che è ripresa testualmente dal "Sole-24 ore" del 28 novembre, laddove dice di avere ricevuto richieste da società e gruppi interessati ad investire da un minimo di 20 ad un massimo di 50 miliardi.
Questi due dati positivi, però, contrastano a loro volta con la decisione dei 1700 licenziamenti e difficilmente si spiegano.
Peraltro, l'Ipotesi prospettata dalla collega Vetrino di un possibile passaggio alla Cassa integrazione penso che non sia proponibile perché, una volta calati nella Cassa integrazione, si rimane attestati fatalmente in questa posizione di sostanziale assistenzialismo. Se, nonostante l'interessamento attivo e intelligente che verrà attuato dall'Assessore, ai fini di un possibile "rientro" dei licenziamenti, tutto ciò non si verificherà, i non brevi tempi tecnici della relativa procedura penso che questa volta, ci vengano incontro; e consentano di attuare da parte della Regione quel necessario interessamento anche in considerazione del fatto che a quanto ha detto il collega Brizio, dovrebbe essere di prossima emanazione e di prossima cognizione il testo del disegno di legge sull'elettronica. Penso che al contenuto di questo disegno di legge (che oggi conosciamo solo sommariamente) sarà opportuno prestare la dovuta attenzione, per trovare in quel contesto un possibile inserimento dell'operazione GEPI.
Anche da parte nostra auspichiamo, sentite le altre forze politiche, la confluenza in un comune ordine del giorno e concreto disegno per avviare a soluzione la grave crisi dell'Indesit.



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, comunico che i lavori proseguiranno nel pomeriggio alle ore 15,30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,35)



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