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Dettaglio seduta n.83 del 22/10/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Penasso inerente i danni causati dalla selvaggina nel Parco regionale di Stupinigi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendendo il punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando e Penasso inerente i danni causati dalla selvaggina nel Parco regionale di Stupinigi.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Con l'interrogazione n. 243/346 i Consiglieri Chiabrando e Penasso richiedono alla Giunta regionale di avere risposta ai seguenti quesiti relativi al Parco di Stupinigi e, più in particolare, ai danni arrecati dalla selvaggina alle colture agrarie, facendo presente di essere più volte e senza risultato intervenuti presso gli uffici regionali competenti al fine di sollecitare il pagamento dei danni ed al fine di applicare le normative di cui alla legge regionale 50/1977 relative ai piani di abbattimento nelle aree a parco: a) le motivazioni per le quali non è stata data risposta all'uguale interrogazione del 10/4/1981: a tale domanda è difficile dare risposta in quanto l'interrogazione è stata rivolta al Presidente della Giunta ed all'Assessore competente: peraltro l'interrogazione in argomento non è mai pervenuta all'Assessorato ai parchi e ciò spiega il silenzio dell'Assessore competente. Evidentemente gli Assessorati a cui è pervenuta l'interrogazione non avranno ritenuto di loro competenza la risposta b) perché nessun ufficio regionale, nonostante anche i continui solleciti degli interroganti, ha provveduto ad effettuare accertamenti e a dare risposte di alcun genere: la risposta al quesito va articolata su due punti: il primo relativo alla richiesta di danni alle colture derivanti dalla presenza di selvaggina ed il secondo relativo alla contemporanea richiesta di abbattimento di selvaggina a norma della legge regionale n.
50/1977. In merito al primo punto va rilevato che la prima segnalazione relativa ai danni è pervenuta all'Assessorato ai parchi il 27/5/1981 ed era stata prodotta dall'Ordine Mauriziano, tramite l'Assessorato alla caccia il 26/5/1981.
Peraltro, nell'interrogazione del 10/4/1981, i Consiglieri Chiabrando e Penasso chiedevano se fosse pervenuto un esposto da parte degli affittuari dei terreni agricoli di Stupinigi: tale esposto, datato 31/1/1981, era peraltro stato inviato al Presidente della Provincia e, per conoscenza all'Ispettorato Agrario. Pertanto l'Assessorato ai parchi è venuto a conoscenza della questione soltanto il 27/5/1981 e perciò in data successiva alla prima interrogazione. A seguito di questa presa di conoscenza si è immediatamente provveduto, con fonogramma prot. n. 3085 del 2/6/1981, a richiedere all'Ispettorato Agrario di voler provvedere a sopralluogo per l'accertamento dei danni e, in data 4/6/1981, con nota prot. n. 3093, ad inviare l'esposto dell'Ordine Mauriziano. A tali richieste l'Ispettorato Agrario rispondeva con lettera del 29/6/1981, prot.
n. 7206, specificando di non essere competente in materia di abbattimenti e perciò non fornendo risposta alla richiesta di sopralluogo. In data 23/7/1981 perveniva inoltre una formale richiesta degli affittuari della Riserva di caccia al fine di poter esercitare la caccia anche nell'anno in corso, richiesta dalla quale si poteva evincere che la Riserva era stata fino a quel momento, tenuta in attività: questo fatto ha notevolmente spostato i termini della questione in quanto fino dal 7/3/1980 era stata emanata sentenza definitiva dal Consiglio di Stato che aboliva di fatto la Riserva di caccia. Pertanto ogni responsabilità relativa ai danni alle colture era da addebitarsi alla Riserva e non, come poteva sembrare fino a quel momento, al vincolo di divieto di esercizio venatorio posto dalla Regione.
Sul secondo punto si precisa che anche in questo caso la Regione si è sollecitamente attivata al fine di valutare la possibilità di addivenire ad abbattimenti selettivi nello spirito della legge regionale n. 50/1977: infatti in data 11/6/1981, con lettera prot. n. 3290, si è provveduto a richiedere il necessario parere all'Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina di Bologna che ha risposto con lettera 2338/A10, del 19/6/1981 esprimendo il proprio parere favorevole: in base a tale parere è stato approvato uno specifico piano di abbattimento di conigli selvatici da parte della Giunta regionale, nella seduta del 22/9/1981 c) se, viste le inadempienze gravi segnalate, la Regione intenda risarcire i danni fatti accertare dagli agricoltori da un tecnico CATA della Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Torino: per quanto sopra evidenziatosi nel corso delle istruttorie condotte dagli uffici regionali, fatti salvi i necessari interventi per le vie legali da attivarsi nelle sedi opportune da parte della Regione, il pagamento dei danni non spetta alla Regione bensì agli affittuari della Riserva che hanno abusivamente, come da loro stessi dichiarato, continuato l'attività attraverso lanci di selvaggina effettuati ancora nel marzo del corrente anno.
Avevamo inserito il Parco di Stupinigi nel piano dei parchi, abbiamo approvato le leggi perché l'attività si introducesse davvero in una gestione corretta, le quali sono state bocciate due volte dal Commissario di Governo. Abbiamo stipulato convenzioni per poter gestire il bosco, anche queste bocciate a Roma dopo che si era addivenuti non solo in termini sostanziali, ma in termini definitivi, ad una conclusione.
Se davvero vogliamo esercitare un'azione di tutela su quel bosco, che sta progressivamente degradando e degenerandosi, dovremo giungere ad una soluzione attiva e non ad una soluzione passiva. Ripropongo, sia pure indirettamente, la necessità di giungere alla conclusione del problema dell'uso delle aree boccate di Stupinigi e all'istituzione del Parco di Stupinigi. Se il Parco fosse già stato istituito avremmo avuto un organo di gestione che avrebbe evitato tutte le questioni che sono nate, intanto perché ci sarebbe stato un organo di vigilanza che impediva di svolgere la caccia e ci sarebbe stato un organo che avrebbe potuto intavolare e stabilire rapporti permanenti e quotidiani con gli agricoltori per evitare i danni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

L'imbarazzo dell'Assessore nel rispondere così in ritardo possiamo capirlo, sono cose che possono capitare. I colleghi avranno però notato l'imbarazzo dell'Assessore anche nel rispondere nel merito dell'interrogazione. E' la dimostrazione di quanto intendevamo mettere in evidenza: l'assoluto non funzionamento degli uffici regionali.
La situazione è contorta perché interessa parecchi uffici; nessun ufficio ha avuto la capacità di risolverlo e di venire a capo in qualche modo. Questo è un caso emblematico di come funzionano molti uffici regionali.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Alcuni si sono mossi con tempestività.



CHIABRANDO Mauro

Sì, però con estrema difficoltà. Seguo il problema dal mese di gennaio e da allora avrò fatto 150 telefonate, parlato con funzionari di Assessorati diversi...



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Se parlavi con me, mettevo in moto gli uffici.



CHIABRANDO Mauro

Sono d'accordo, però i funzionari con i quali ho parlato responsabilmente potevano informare l'Assessore. In questo caso si è trattato di un ufficio che ha informato un altro ufficio il quale si è rifiutato di accertare i danni: incomunicabilità, competenze non chiare e non definite. Ho parlato con gli Assessorati alla caccia e ai parchi, con l'Ispettorato agrario, con l'Assessorato alla Provincia: nessuno è mai riuscito a stabilire le competenze su questo tema.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

L'istituto del Parco era l'unico da interpellare.



CHIABRANDO Mauro

L'Assessorato ai parchi dovrebbe essere il responsabile. Questo è il rilievo di massima. Per entrare nel merito, rileviamo che non sono stati fatti gli accertamenti dei danni. La lettera citata dall'Assessore è molto strana. Di fatto quella riserva, secondo una sentenza del Consiglio di Stato, non esiste. Abusivamente però gli affittuari della riserva hanno continuato a praticare la caccia causando i danni. Gli agricoltori danneggiati dovrebbero rivolgersi agli abusivi per avere il rimborso dei danni.
Come possono gli agricoltori rivolgersi a degli abusivi? Secondo me, la Regione, titolare e responsabile della riserva, deve fare azione di rivalsa nei confronti degli abusivi che hanno compiuto il reato. E' questione di procedure.



MARTINI Mario

Se trattiamo così le istituzioni possiamo andarcene a casa.
E' un problema di merito e di fondo.



VIGLIONE Aldo

Martini Mario, ma il Commissario è Vittorio Roux, democristiano.



MARTINI Mario

La Regione ha la competenza di far rispettare la legge.



CHIABRANDO Mauro

Dal 7 marzo non esiste più la riserva.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Si deve dire che il Commissario del Mauriziano non sa che cosa succede in casa sua.
Le guardie, i funzionari del Mauriziano non si sono mai accorte che lì andavano a caccia?



CHIABRANDO Mauro

La Regione deve saperlo. E' un Parco regionale, è zona palinata. Se qualcuno pratica la caccia abusivamente, la Regione che ha palinato la zona, deve saperlo.
Leggo dai documenti che dal 7 marzo la riserva non c'è più. Quella gente ha avuto dei danni e giustamente si rivolge al titolare della riserva per avere il rimborso. Se poi la Regione scopre che abusivamente è stata praticata la caccia, che sono stati fatti dei lanci abusivi, dovrà agire di conseguenza contro l'organismo che ha fatto questa azione. Mi pare non giusto e non corretto dire a quella gente di rivolgersi agli abusivi. A quale titolo, su quale base possono andare dagli abusivi? Prego l'Assessore e la Giunta di esaminare a fondo questo problema e di definire le competenze.
Per quanto riguarda la caccia abusiva gli atti relativi ai danni sono stati trasmessi al Pretore. Non credo che il Pretore possa pronunciarsi. Il danno al grano è una questione amministrativa.
Insisto sulla questione dei danni perché non è né giusto né serio che la Regione risponda in quei termini. Non è la caccia che crea il danno, è la riserva che ha favorito l'aumento degli animali. La caccia si è svolta abusivamente ma non in modo sufficiente. La questione è intricata perch interessa vari Assessorati e vari uffici. C'é qualche difficoltà a chiarire, insisto però che siano chiarite le competenze e sia rivista la decisione di non accogliere la richiesta dei danni. Chiedo, inoltre, i motivi per cui gli uffici non hanno eseguito gli ordini ricevuti.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Richiesta di sollecita risposta ad interpellanza


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Ho presentato un'interpellanza urgente sul Mauriziano nella quale chiedo che, finalmente, e a differenza di quanto hanno fatto i precedenti Presidenti del Consiglio dei Ministri, l'on. Spadolini proponga al Presidente della Repubblica la nomina dell'Ordine Mauriziano e che il Consiglio regionale ponga quanto prima all'ordine del giorno la nomina dei suoi tre rappresentanti, così come prevede la legge del 1962. Il commissariamento è scaduto da lunghissimi mesi, pertanto, per evitare quelle vicende che ci ha narrato il Consigliere Chiabrando, così attento a questi problemi da dimenticare che eventuale denuncia doveva essere fatta contro Vittorio Roux, Commissario del Mauriziano che si avvede che nel suo territorio vanno a caccia gli abusivi (Pianelli, il Presidente del "Torino", è sconosciuto in questa città, quindi quando va a caccia è del tutto sconosciuto), la costituzione del Consiglio di amministrazione dell'Ordine Mauriziano diventa un'esigenza fondamentale per questa città.
Chiedo al governo regionale (non vedo in questo momento organismi rappresentativi della Giunta: manca il Presidente, manca il Vicepresidente c'è un Assessore anziano), se nella seduta del 29 prossimo intende rispondere alla mia interpellanza urgente.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Dato che alla precedente interrogazione del collega Viglione avevo risposto io, desidero ricordare che quella discussione si era conclusa con un ordine del giorno con il quale il Consiglio avrebbe inviato all'incontro una delegazione rappresentativa delle forze politiche. In effetti il Consiglio aveva avocato a sé la linea di procedura.
Dopo il dibattito che conseguirà all'interpellanza del Consigliere Viglione prenderò atto delle decisioni che in esso emergeranno.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza dei Consiglieri Martinetti, Genovese, Sartoris, Picco Petrini e Ratti inerente il riparto dei fondi legge regionale n. 28/1975


PRESIDENTE

Esaminiamo ancora l'interpellanza presentata dai Consiglieri Martinetti, Genovese, Sartoris, Picco, Petrini e Ratti inerente il riparto dei fondi legge regionale n. 28/1975.
La parola al Consigliere Martinetti per l'illustrazione.



MARTINETTI Bartolomeo

Credo che sia necessario informare brevemente il Consiglio sul contenuto dell'interpellanza.
Siamo venuti a conoscenza in maniera informale di un documento, senza data, dell'Assessorato alla programmazione socio-economica e all'urbanistica intitolato: "Criteri per il riparto dei finanziamenti legge regionale 28 - per acquedotti, fognature e sedi municipali" documento che, come è detto alla pagina 3, è fatto per essere presentato alla Giunta ed al Consiglio regionale come esemplificazione di metodo per una gestione programmata dei contributi per le opere pubbliche.
Purtroppo questo documento non è stato presentato alla Commissione competente e di questo penso debbano dolersene tutti i membri della Commissione stessa. E' stato invece presentato alla Giunta regionale, la quale in data 6 agosto l'ha fatto proprio e ha provveduto, sulla base delle proposte ivi contenute, a suddividere, a ripartire, ad assegnare contributi per finanziamento di opere di urbanizzazione, acquedotti, fognature e sedi municipali, per una spesa complessiva di circa 30 miliardi di lire.
Le modalità di assegnazione sono state suddivise in due parti. Si sono assegnati contributi tali da mettere in moto circa 18 miliardi di opere chiamate "interventi suppletivi ed urgenti". Su questa parte dei contributi la Giunta ha deliberato autonomamente senza coinvolgimento dei Comprensori.
Per altri 12 miliardi circa, la Giunta ha approvato una serie di priorità, sulla base di calcoli effettuati da calcolatori elettronici e ha trasferito questo insieme di priorità ai Comprensori richiedendo il loro parere.
Questo modo di operare della Giunta è stato oggetto di sorpresa e di contestazione da parte degli operatori comprensoriali, perché rappresenta una volta di più un metodo che non tiene conto né dei dettati di legge, che richiamano la necessità del coinvolgimento comprensoriale, né dell'ordine del giorno, unanimemente approvato dal Consiglio regionale il 10/4/1981, il quale chiede che, in ogni assegnazione di fondi, sia data prevalenza alla programmazione comprensoriale.
Gli interventi suppletivi ed urgenti possiamo comprenderli qualora si tratti di revisione prezzi, di contributi che seguono quasi automaticamente a progetti già precedentemente approvati e facenti parte di altre priorità di altre programmazioni, benché anche in questo gruppo di interventi suppletivi, ci sono le cosiddette perizie suppletive che molte volte possono essere utilizzate per nuovi lotti autonomi di opere pubbliche. Ci sono, soprattutto, le opere così dette urgenti. Nessuno potrà negare che nel riconoscimento dell'urgenza di un'opera ci sia un vasto spazio di discrezionalità. Tanto è vero che su 3 miliardi di opere finanziate ritenute urgenti, un miliardo e 690 milioni appartengono alla Provincia di Alessandria.
Per quanto riguarda i 12 miliardi di opere che riguardano interventi su fabbisogni pregressi o aggiuntivi, per la prima volta l'Assessorato ne ha proposto la scelta sulla base di elaborazioni automatiche, utilizzando una modulistica molto ben elaborata compilata dai Comuni, senza che i Comprensori abbiano potuto anche in questo caso, dare il loro parere privilegiando le opere inserite in piani di attuazione, le opere per cui esistono dei progetti attuativi ed escludendo ogni valutazione delle situazioni economiche e sociali delle zone, che in passato aveva sempre costituito un mezzo per favorire in qualche modo, anche attraverso gli interventi finanziari della Regione, il riequilibrio di zone particolarmente depresse.
Prima di tutto abbiamo delle riserve sulla provenienza e sull'origine dei dati.
In secondo luogo, mentre riteniamo giusto che la Regione in ogni modo favorisca la formazione dei programmi di attuazione, non riteniamo che si debbano punire i Comuni piccoli, i quali per difficoltà tecniche non sono in grado di essere al passo con le difficili procedure della legge 56.
Non siamo d'accordo sul sistema adottato. Ci sembra che la distribuzione non sia da considerarsi equa. La stessa distribuzione effettuata attraverso gli elaboratori elettronici sembra aver privilegiato alcune province piuttosto che altre.
Questo fatto è stato attentamente valutato da vari Consigli comprensoriali. Ho qui l'ordine del giorno, votato all'unanimità il 9 ottobre dal Consiglio del Comitato comprensoriale di Vercelli, nel quale la D.C. non è in maggioranza, il quale dice: "Constatato che la Giunta regionale ha escluso l'intervento deliberativo dei Comprensori nella ripartizione delle risorse regionali provenienti dalla legge 28, richiama l'attenzione della Giunta regionale, dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, delle Commissioni consiliari, dei Comprensori e delle Province sui pericoli di un accentramento burotecnocratico indotto da un uso autoritario delle tecnologie informatiche, qual è il caso di cui si tratta.
Infatti, né nella predisposizione della scheda di indagine per i Comuni, n nella costruzione del modello di elaborazione dei dati, gli Enti locali sono stati consultati, per cui i risultati sono predeterminati dalle due operazioni sopraddette. Il Consiglio del Comprensorio di Vercelli non protesta per se stesso, ma perché, mentre non si sviluppa l'ente intermedio, si tolgono funzioni e compiti ai Comprensori, cioè ai Comuni con il risultato di accentrare a Torino, Giunta regionale o qualche Assessorato addirittura, le funzioni che devono essere programmate e gestite dalla base del sistema autonomistico". Mi pareva che questo allarme, che viene condiviso da altri Comprensori, dovesse echeggiare in quest'aula, per cui sarò lieto se l'Assessore competente vorrà chiarire le ragioni che hanno condotto la Giunta al comportamento che ho sottolineato.



PRESIDENTE

Risponde all'interpellanza l'Assessore Simonelli.
SIMONELLI Claudio, Assessore al coordinamento e gestione opere pubbliche Cercherò di sintetizzare ricordando che in materia di finanziamenti per opere pubbliche ci troviamo in una situazione che presenta due elementi preoccupanti, sui quali a lungo abbiamo già discusso in Consiglio e nelle Commissioni: il declinare di risorse a disposizione della Regione per questi tipi di interventi la lunghezza delle procedure e dei tempi di finanziamento che ha generato il fenomeno dei residui passivi.
Ci sono necessità di programmazione e necessità di rapidità nell'erogazione dei finanziamenti che devono presiedere alla politica delle opere pubbliche. Esiste anche una disposizione di legge, che finora la Regione non ha applicato in modo rigoroso, che vincola la concessione dei contributi per opere pubbliche ai Comuni dotati di programma pluriennale di attuazione. L'Assessore alla programmazione aveva svolto nel 1978 un'indagine sui motivi di formazione dei residui passivi e sull'andamento dei finanziamenti della legge 28, dalla quale emerse l'indicazione fondamentale di superamento del meccanismo del finanziamento su semplice domanda dei Comuni, per arrivare al finanziamento dei programmi, cioè per finanziare delle opere che stessero nella volontà dell'amministrazione significata da strumenti amministrativi, dal programma pluriennale di attuazione e che consentissero di avvicinare i tempi tra l'erogazione e l'inizio dell'opera.
Partendo da queste premesse, abbiamo tentato di fare qualche passo nella direzione di una politica di spesa non più casuale ma programmata consapevoli del fatto che c'erano esigenze urgenti, soprattutto legate ad opere in corso, sulle quali bisognava intervenire attraverso perizie suppletive. Una parte delle risorse è stata destinata a coprire queste necessità. Non c'é stata la discussione dei criteri di riparto in Commissione in quanto avevamo ritenuto che in parte questa discussione fosse superata, avendo discusso in Consiglio regionale le priorità di finanziamento della Cassa DD.PP. Quando si trattò di rispondere alle richieste della Cassa DD.PP. avevamo indicato come priorità assoluta il finanziamento di opere già avviate, quindi: contributi per il pronto intervento a seguito di calamità naturali contributi per opere a carattere sovracomunale interventi relativi all'infrastruttura primaria per aree attrezzate industriali e per insediamenti di edilizia economica e popolare interventi viari di competenza provinciale e comunale a completamento degli assi fondamentali.
Se avessimo cambiato le priorità ci saremmo trovati nella situazione paradossale per cui la Cassa DD.PP. avrebbe erogato mutui per i quali la Regione non avrebbe dato i contributi.
Sono passati alcuni mesi e la necessità di intervenire sulle priorità già individuate si rendeva particolarmente pressante, abbiamo ritenuto di dar corso a questa parte di finanziamenti e quindi abbiamo finanziato tutte le domande giacenti relative a supplementi, aumenti d'asta e perizie suppletive. Quindi, per questa parte non sono state fatte scelte. Questa operazione ha comportato un finanziamento complessivo di opere da completare per circa 13 miliardi e mezzo. In questi finanziamenti ci sono opere urgenti che sono state individuate attraverso i rapporti tra gli uffici e gli Enti locali e, in qualche caso, i Comprensori, che peraltro rientrano in buona parte nelle finalità che abbiamo indicato.
Per quanto riguarda la seconda parte, mi pare che il Comprensorio di Vercelli mostri di avere un certo timore nell'uso delle macchine. Mi pare invece, che le elaborazioni elettroniche dovrebbero essere uno strumento utile. Si è tentato di avviare un meccanismo di distribuzione di risorse che tenga conto della capacità programmatoria degli Enti locali. Si sono individuate categorie di opere che rispondessero a determinati requisiti e cioè: che il Comune avesse approvato e si fosse dotato di piano pluriennale di attuazione che l'opera fosse compresa nel piano pluriennale di attuazione che i dati che riguardano l'opera fossero tratti dalle schede gialle (procedura adottata da diversi anni. Un tempo questi dati non erano analizzati, oggi invece vengono usati).
Per i Comuni che non sono obbligati al piano pluriennale di attuazione si è fatto un altro riparto. I piccoli Comuni non sono penalizzati, perch vengono considerati a parte. Mentre i Comuni, tenuti a fare il piano pluriennale di attuazione e che non l'hanno fatto, sono penalizzati. Questo lo dice la legge, ma ce lo dice anche la necessità di impiegare i fondi.
Devo dire che, avendo a disposizione risorse insufficienti al riequilibrio non ci è parso possibile individuare altri criteri. In questo modo sappiamo che le opere sono nei programmi delle Amministrazioni comunali.
Per quanto riguarda la parte destinata a coprire il fabbisogno aggiuntivo, anche qui si è fatto riferimento a strumenti di attuazione urbanistica, cioè alle opere previste nei piani di edilizia industriale e nei piani di edilizia economica popolare, anche qui immaginando che se c' una piccola fetta del fabbisogno aggiuntivo di opere pubbliche che si pu soddisfare, valga la pena di prevedere gli interventi dentro i piani di zona che rappresentano iniziative in atto, zone industriali e zone di edilizia residenziale pubblica, che sono i due strumenti attuativi che hanno priorità nell'ambito delle Amministrazioni comunali. Peraltro queste sono soltanto proposte che devono essere verificate e discusse. La macchina si è limitata ad evidenziare i Comuni che rientrerebbero in questa sfera di priorità. Naturalmente possiamo decidere di introdurre altri criteri.
E' un elemento innovativo, quindi è materia opinabile sulla quale possiamo discutere. Tra l'altro, al di là del primo impatto che ha sollevato polemiche, sta venendo dai Comprensori una sostanziale accettazione di questi criteri.
Si potrebbe avviare un dibattito, nelle Commissioni I e II in sede congiunta, sui criteri di gestione e sul rapporto finanziario tra Regione ed Enti locali, quindi, sulla spendibilità delle somme in bilancio tenendo conto, peraltro, che, a partire dal 1981, gli Enti locali hanno a disposizione risorse erogate dalla Cassa. DD.PP. i cui oneri sono posti interamente a carico del bilancio dello Stato e che non vengono filtrati dalla Regione. Il discorso del Comune povero che, non avendo approvato il piano pluriennale di attuazione, viene penalizzato, è un discorso che non regge più, perché i Comuni sono in grado di ricevere comunque i finanziamenti dallo Stato. La legge sulla finanza locale, approvata lo scorso anno, garantisce per il triennio 1981-1983 un finanziamento ai Comuni che prescinde dalla coerenza con il piano regionale di sviluppo.
Mi pare non sbagliato tentare di organizzare in modo razionale questa spesa per evitare che si traduca in dispersione di risorse casualmente allocate sul territorio.
La programmazione non si garantisce soltanto facendo sì che i Comprensori abbiano parte nel processo di erogazione delle risorse, ma si garantisce introducendo criteri di programmazione. Può darsi che ci sia stato un momento accentratore ed autoritario da parte di questa Giunta.
Siamo disponibili a verificare e a correggere, ma siamo attenti a non considerare democratico e partecipato il riparto delle somme sparpagliate in tutti i Comuni, secondo la prassi degli anni passati, perché l'unico risultato che si otterrebbe sarebbe di non fare programmazione e di buttar via risorse, che sono marginali, che non sono le uniche di cui i Comuni dispongono, ma sulle quali è giusto esercitare una guida ed un indirizzo programmatico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

L'Assessore si è chiesto se esistevano altri criteri. Noi riteniamo che la collaborazione della Commissione sarebbe stata utile per trovare altri criteri.
Non ritengo che siano negativi i criteri adottati nel passato, tanto è vero che la Giunta recentemente per l'assegnazione dei contributi relativi alle opere di viabilità e di pubblica illuminazione (legge 28) ha adottato tutto un altro criterio.
L'Assessorato alla viabilità e ai trasporti aveva stabilito un criterio di ripartizione basato su parametri oggettivi, anche giungendo a valorizzare ed accentuare gli interventi per le zone in cui sono necessari interventi di riequilibrio: questo criterio, in questo momento, è il criterio migliore. Esso, nel caso specifico, avrebbe portato a risultati molto diversi e, tanto per fare un esempio, nel complesso dei contributi assegnati, la Provincia di Alessandria avrebbe avuto circa L'11% delle risorse e non il 20,84% come invece ha avuto.
L'Assessore si è dilungato nello spiegare che è alla ricerca di una procedura razionale sul piano della programmazione. E' chiaro che programmare non vuol dire suddividere una torta, ma non vuol dire neanche premiare quelli che per qualche ragione si trovano in condizioni tecnico urbanistiche migliori rispetto agli altri. Non dimentichiamo che presso i Comprensori, per le incapacità di istruire le pratiche e la carenza di dotazioni tecniche, ci sono programmi di attuazione fermi da molti mesi. La programmazione non può essere un fatto puramente tecnico o puramente numerico, né può basarsi su fattori pratici come l'esistenza di un'operatività immediata (a cui magari corrisponde una non operatività nella realtà pratica), ma deve essere un fatto politico che punta al raggiungimento del riequilibrio.
Ripeto ed insisto che quanto meno per i contributi cosiddetti urgenti era possibile fare una valutazione globale a livello periferico e a livello di territorio.
Infine, osservo che queste opere sono tutte finanziate sul 1982. Siamo ancora a livello di proposte, quindi il 1981 passerà e nessun intervento sarà fatto. Temiamo che tutto questo sia in relazione ai finanziamenti convulsi, esagerati e a indirizzo unico che sono stati fatti l'anno scorso in occasione della campagna elettorale.
Prendo atto che si tratta di proposte e della volontà di discutere (anche se a qualche Comune si è già detto di prendere atto delle decisioni della Giunta). La Commissione potrà dedicare tutto il tempo e tutta la sua energia per collaborare con l'Assessorato per la ricerca di sistemi migliori che siano accettati dai Comprensori.
Non concordo con il giudizio negativo dato dall'Assessore sul comportamento dei Comprensori negli anni passati. Qui dentro siamo in molti ad avere l'esperienza comprensoriale e possiamo dire di aver agito con fatica, con spirito di collaborazione, superando mentalità campanilistiche.
Si è sempre cercato di fare programmazione. Se la Giunta era in grado di suggerire criteri più giusti, avrebbe dovuto segnalarli. Il comportamento della Giunta è negativo e contrastante con la volontà più volte espressa dal Consiglio e con le aspirazioni che i Comprensori hanno più volte manifestato.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 155: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno 1981" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il punto quarto all'ordine del giorno che reca: Esame progetto di legge n. 155: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno 1981".
La parola all'Assessore Testa per la replica.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

Vorrei fare alcune considerazioni sugli interventi che sono stati fatti stamattina, anche se mi sembra che il dibattito sia un po' zoppo perché ho capito che qualcuno si è riservato le cartucce in sede di dichiarazione di voto.
Ringrazio coloro che sono intervenuti per il contributo dato alla discussione; ringrazio anche i funzionari che hanno collaborato con me alla preparazione di questo assestamento e che sino all'ultimo minuto sono stati impegnati nella messa a punto delle cifre.
Vorrei fare alcune considerazioni che concernono, in particolare, gli interventi dei Consiglieri Brizio e Vetrino Nicola.
E' stato ricordato il problema della leggibilità e della trasparenza di bilancio, problema che non sarà mai totalmente risolto perché il bilancio è di per se stesso uno strumento ostico e difficile se non per persone che abbiano specifica competenza in materia. Nell'ambito della leggibilità di questo bilancio abbiamo fatto dei passi avanti, anche se sono cosciente che non sono ancora il punto di arrivo. L'assestamento è oggi più leggibile di quanto non fosse stato il bilancio 1981. Al bilancio 1982 abbiamo previsto di dare un diverso assetto delle colonne, in particolare per evidenziare i fondi slittati e differenziati da quelli freschi.
Per quanto concerne il discorso della revisione degli impegni ho detto che ne è stata fatta una prima e che una seconda sarà fatta dopo che sarà approvato il bilancio 1982, anche se con lo slittamento dei 54 miliardi proprio attraverso il meccanismo di revisione si è già ripulito il bilancio di grosse fette; manca forse un'individuazione più precisa delle scadenze e degli impegni negli anni successivi, qui entra in campo il discorso di attivazione completa del bilancio pluriennale.
Per quanto concerne il discorso dei mutui non voglio essere noioso nel ripetere le stesse cose, ma devo ricordare che vanno distinti il problema della competenza e il problema della cassa. In ordine al discorso di competenza, i mutui sono sempre stati inseriti nel bilancio regionale alla cifra massima possibile per consentire alla Regione il massimo degli investimenti nel breve periodo. Con l'attivazione di un bilancio di più ampio respiro, una parte dei mutui potrebbe anche essere prevista a copertura delle opere slittate o a copertura delle opere la cui realizzazione è prevista in più anni.
Relativamente al discorso di cassa, invece, va sottolineato come la differenza esistente fra tassi passivi e tassi attivi sconsigli la contrazione di mutui fin quando la situazione di cassa, pur tartassata dal Decreto Andreatta, sia in grado di reggere rispetto alle esigenze. Vi è un meccanismo molto semplice che determina la disponibilità di cassa a fronte del bilancio ed è il cuscinetto dei residui passivi. Fin quando i mutui non contratti bilanciano o sono inferiori rispetto alla somma dei residui passivi, è evidente che vi sono delle disponibilità di cassa; quando invece, la contrazione dei residui passivi scendesse ad un livello inferiore alla quantità dei mutui, è chiaro che in quel momento si verifica la necessità di contrarre i mutui per ragioni di cassa.
Oggi siamo ancora nella prima fase, quindi la contrazione dei mutui è un elemento di ulteriore irrigidimento del bilancio, perché porterebbe all'iscrizione effettiva di rate e di ammortamenti da pagare, laddove la sola iscrizione attraverso questo meccanismo consente di ottenere gli stessi identici risultati in termini di investimento, ma con un costo inferiore.
In questo assestamento il capitolo inerente l'assistenza contiene alcune variazioni in più o in meno. Vi è una variazione in più di risorse regionali pari ad un miliardo e 700 milioni sul capitolo 10810. Vi è una variazione in meno di L. 643.011.290 derivante dal decremento del fondo comune che è stato abbassato dal 36% al 26%.
Per quanto riguarda gli investimenti la somma slittata è di 995 milioni, che sono annualità. Questi investimenti sono slittati perché, in base al deliberato dell'art. 55, non sarebbero venuti a scadenza quest'anno e quindi sarebbero andati in residui passivi. Questi fondi sono già stati compresi fra quelli del 1982 e saranno inseriti nella legge finanziaria che verrà successivamente presentata in Consiglio e che sarà fatta dopo l'assestamento. La legge finanziaria non è ancora stata presentata al Consiglio, dato che influisce solo sul 1982, e quindi non ha l'urgenza che invece ha l'assestamento.
Per quanto riguarda le spese di funzionamento dei singoli Assessorati condivido le osservazioni del Consigliere Brizio. L'Assessorato sta attivando un progetto di controllo dei costi sui singoli Assessorati che ci auguriamo vada in porto entro il 1982 e che consentirà di determinare le spese fisse e le spese generali della Regione.
Il dato dei pagamenti è oggetto di diatriba costante fra il Consigliere Brizio e me. Quello che è chiamato "gonfiamento" della cassa, è una misura precauzionale che viene presa anche in fase di assestamento in modo da avere la possibilità, in sede di pagamenti di fine anno, di pagare il più possibile, misura che non ha alcuna ripercussione dal punto di vista contabile e che non crea residui passivi. L'anno scorso abbiamo avuto degli ostacoli nei pagamenti a causa della cassa sottovalutata, tant'è vero che l'assestamento dell'anno scorso fu fatto soprattutto per ragioni di cassa.
Quest'anno ci siamo tenuti abbondanti in modo da evitare questi ostacoli.
Vorrei, però, confermare al Consigliere Brizio che al 30 luglio i pagamenti erano passati dai 272 miliardi dell'anno precedente a 375 miliardi. A fine anno faremo il calcolo della percentuale pagata sull'intero bilancio, tolti i fondi slittati e tolte le somme che abbiamo sottratto con questo assestamento, e il dato migliorativo ci sarà senz'altro.
In un primo momento i proventi da mutui che la Regione riusciva a contrarre erano fuori dei limiti di cassa posti dal Ministro, nella legge finanziaria, invece, saranno contenuti. Questo comporta che la cassa deve arrivare a zero per essere impinguata, di conseguenza ci sono dei tempi morti fra il momento in cui la cassa sta per essere a zero e il momento in cui tornano i finanziamenti. Questo comporta uno slittamento mediamente di 15-20 giorni nei pagamenti che durante l'anno può avere poco significato.
Il Consigliere Vetrino Nicola osservava che alcuni impegni sono senza copertura. Non è esatto perché gli impegni presi hanno sempre una copertura perché hanno una verifica della ragioneria. In sede di assestamento facciamo una serie di slittamenti e di revoche di impegni per creare la disponibilità di quadratura. Nel momento in cui l'impegno viene preso la quadratura c'è anche nella sostanza: gioca il discorso del meccanismo dei mutui, ovvero c'è nella sostanza, nel senso che se contraessimo il mutuo il giorno dopo avremmo la copertura. E' evidente che le nuove risorse inserite sono finanziate invece da fenomeni di slittamento. In conclusione, non abbiamo impegni senza copertura che tra l'altro sarebbe un atto illegittimo. Lo stesso Commissario di Governo, il quale nel momento in cui fa il controllo degli atti della Regione ha a disposizione il bilancio naturalmente boccerebbe le deliberazioni prive di copertura.
Il discorso degli slittamenti, come ho già spiegato, risponde a più concetti. Intanto risponde alle necessità legate alla quadratura dell'assestamento, inoltre risponde all'esigenza di applicare la legge 335 legge che ha riformato la contabilità delle Regioni portando le spese in senso programmatico e non in una concentrazione puramente annuale.
L'Assessorato vuole utilizzare gli slittamenti in questo senso. Nella relazione si prevede di non fare più slittamenti, ossia, fatta la seconda revisione e stabilito, in quale anno esattamente vanno a scadere, gli slittamenti non dovrebbero più esserci.
L'Assessorato ha intenzione di presentare quanto prima, un bilancio che tenga conto della proposta di legge finanziaria dello Stato, attualmente in discussione alla Camera e al Senato e che tenga conto degli impegni di cui ho già riferito in Commissione. Non sono in grado oggi di precisare esattamente i tempi di presentazione. L'obiettivo è di presentare il bilancio in tempi tali da evitare l'esercizio provvisorio.
Il turismo è stato oggetto di osservazione da parte del Consigliere Vetrino Nicola. Preciso che è vero che in sede di assestamento sono state inserite spese e contributi sui capitoli 8230, 8260 e 8270, però vorrei far notare che l'ammontare dei fondi del 1980 era di 6 miliardi e 482 milioni l'ammontare di fondi assestati nel 1981 è di 3 miliardi e 700 milioni, un risparmio rispetto all'anno precedente su questa spesa corrente di 2 miliardi e 780 milioni. La Giunta è cosciente che su certe spese correnti vada ulteriormente ridotto l'impegno della Regione. Va però tenuto presente che la decelerazione non può essere brusca, anche perché vi sono impegni assunti dalla Giunta e anche dai colleghi Consiglieri nei confronti dei Comuni e di altri enti che vanno mantenuti, mentre si manda il messaggio che queste somme saranno diminuite.
E' stata fatta un'osservazione relativamente alle variazioni intervenute all'ultimo momento. Probabilmente l'Assessorato al bilancio dovrebbe adottare una maggiore rigidità rispetto ai colleghi che arrivano all'ultimo momento con la variazione, ma vi sono ragioni oggettive. Dal momento della presentazione al momento dell'arrivo in Consiglio del bilancio o dell'assestamento, passa mediamente un mese o un mese e mezzo nel frattempo intervengono le variazioni. Con questo voglio dire che ci sono due componenti: una componente è evitabile e da questo punto di vista accetto l'osservazione che è stata fatta, l'altra componente è inevitabile perché legata alla necessità di aggiornare il documento all'ultimo momento.
Vorrei concludere facendo una considerazione di carattere politico. La Giunta dal 1981 ha impostato una politica coerente rispetto ai tempi diversi che stiamo vivendo. L'assestamento 1981 e il bilancio 1981 ne sono la dimostrazione. Il Consigliere Bastianini, nella sua relazione in occasione dell'approvazione del bilancio 1981, esprimeva forti dubbi circa la capacità della Regione di mantenere le spese per beni e servizi al livello indicato nel bilancio. Devo dire che non solo si sono mantenuti quegli stanziamenti, ma si è scesi ulteriormente di 2 miliardi e 250 milioni. Questo sta a dimostrare che l'impostazione data al bilancio 1981 "fiutava" il cambiamento che sarebbe sopravvenuto nei mesi successivi e quindi, politicamente, non è esatto affermare che l'assestamento viene a tamponare delle situazioni che non si erano previste prima.
Questa Giunta, sin dall'impostazione del proprio programma e del lancio delle proprie attività, ha impostato una politica di rigore e di austerità su una serie di voci e di spese. Le parole che erano contenute nella mia relazione, relativamente al cambio di immagine della Regione, stavano a significare la necessità che la Regione divenga un ente di programmazione di coordinamento che la stessa Costituzione prevede, quindi che si scarichi a mano a mano di funzioni di gestione, per la maggior parte improprie ma che sono rimaste delegate alla Regione e che svolga il compito di programmazione; più alleggerita, quindi, e con una migliore prospettiva di concentrazione delle risorse sui compiti istituzionali. Il bilancio 1981 e l'assestamento seguono questa scelta politica. Non la realizzano ancora compiutamente, ma sarebbe stato illusorio pensare ad un cambiamento di così grande portata. Anticipano gli sviluppi del bilancio 1982 che seguirà questa linea politica che, a giudizio della Giunta, è la più corretta per ridare alla Regione un ruolo ed un significato all'interno delle autonomie locali.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo socialista voterà a favore la legge dell'assestamento al bilancio 1981 e ringrazia l'Assessore per la sua fatica e soprattutto per avere avuto un costante rapporto con la Commissione e con il Consiglio. Questo è un dato importante che caratterizza le società anglosassoni, un po' meno le istituzioni del nostro Paese.
Sull'approvazione del documento non farò rilievi tecnici che maestri inconsumati in tante battaglie hanno già fatto. Porrò invece altre questioni.
Sappiamo che il documento è condizionato dai provvedimenti governativi.
Rilevare continuamente questo dato e metterlo sotto accusa, significa quasi sconfessare da parte di noi socialisti, che siamo nel pentapartito, le linee che il Governo nazionale persegue. Sarebbe un errore che non vogliamo commettere. Le decisioni del Governo possono essere oggetto di critica aspra sia per il ritardo con il quale si è mosso sia per la natura dei provvedimenti, spesso ingiusti, perché colpiscono le classi più deboli.
Siamo indotti a non esprimere critiche rispetto a questo fatto e al documento che l'Assessore presenta, perché tale gli è consegnato dalla storia del Governo nazionale attualmente chiamato a presiedere le sorti del nostro Paese. E' un documento indisponibile nelle mani dell'Assessore quindi non comprendo i rilievi fatti da parte di qualche voce dell'opposizione.
I provvedimenti del Governo si rendevano assolutamente indispensabili di fronte all'inflazione che inesorabilmente marciava verso un tasso del 22 23-24%, esplodendo in certi momenti al 30%. L'esclusione dell'Italia dal Convegno di Cancùn vuol dire che siamo andati fuori dai Paesi più industrializzati e che rischiamo di collocarci nell'area del Terzo e Quarto Mondo.
Evidentemente quei provvedimenti andavano assunti.
Questo documento vuol essere anche un sostegno al Governo nazionale che, pur con tutti i suoi errori, le sue lentezze, le sue incertezze, non ha ancora assunto decisioni, che noi vorremmo coraggiose, soprattutto verso quelle classi che ancora oggi esportano capitali, che non compiono interamente il loro dovere, che quindi eludono quei principi che esse invocano.
Siamo invece critici sulla presentazione del documento così tardiva.
Nell'incontro in Commissione e con il Governo ho manifestato l'opinione che i documenti, indipendentemente dalle decisioni governative, debbono essere presentati tempestivamente.
Questo assestamento, presentato con così grave ritardo, finisce di essere vanificato in tutti i suoi aspetti, anche se sono aspetti riduttivi.
E' un bilancio che ho chiamato "alla Spadolini", che persegue le linee nazionali e che non potrebbe essere diverso ma che presentato così in ritardo, finisce di non avere nessun effetto. Approviamo questo documento in modo fortemente critico ed aspettiamo la Giunta al prossimo appuntamento del bilancio preventivo 1982, per la presentazione del quale ogni giorno di ritardo sarà colpevole.
L'Assessore dice che dovremo andare all'esercizio provvisorio. Io dico che noi non dovremo arrivare a questo. Il Gruppo socialista nelle sedi in cui si troverà, opererà sempre perché le leggi che sono legate al bilancio e alla contabilità abbiano un iter rapido.
Nella scarsità di risorse in cui ci troviamo, occorre operare delle scelte non attestandosi ad una sorta di fatalismo: se la sorte sarà benigna, riusciremo a fare qualche cosa, ma dovremo dominare le poche risorse disponibili.
L'anno scorso, con la presentazione del bilancio, parlavamo di mobilitazione delle risorse; quest'anno invece non parliamo soltanto di mobilitazione di tutte le risorse presenti nella nostra città, ma di erogazione delle varie forze sociali, economiche o imprenditoriali che operano nella società, perché il disegno, oggi ridotto all'aspetto finanziario, diventi alto dal punto di vista politico e gestionale della cosa pubblica.
Un discorso più approfondito va fatto sui residui passivi. E' l'accento più critico che muovo. Non si tratta di dire che vi sono delle leggi carenti. Si tratta di determinare le modalità con le quali interveniamo. Il Governo ha il dovere di scegliere. Con l'opposizione, specialmente con il Consigliere Bastianini, ci siamo scontrati su questo argomento. Questo Governo, di fronte ad una crisi come quella attuale in Piemonte, ha il dovere di intervenire con forme e con interventi i più rapidi possibili e non con metodi lunghi che sono quelli delle galline d'oro. Voglio dire anche con gli stessi interventi critici con i quali la precedente Amministrazione intervenne in periodi di minore crisi rispetto all'attuale realizzando notevolissime opere all'interno del Piemonte. Non vorrei che i residui diano ragione ad Andreatta, che sta aspettando le Regioni dietro l'angolo (Costanzo nella sua trasmissione diceva: "Chi c'è dietro l'angolo?"). Mi rivolgo al governo della Regione (che in momenti così importanti dovrebbe essere numeroso sui banchi) per dire che tempo per intervenire ce n'è e piuttosto di dilaniarsi sul fatto che Andreatta ha ridotto le risorse, investa le risorse subito, perché a gennaio se non avrà investito nemmeno quelle risorse che ci sono state date in forma ridotta la questione si porrebbe in modo diverso e il nostro giudizio sul documento, che in questo momento è favorevole, potrebbe anche tradursi in un voto negativo: i bilanci sono fatti perché si intervenga e non perch restino sulla carta.
Il dubbio dell'opposizione era sui 2 miliardi collocati in questo settore o in quell'altro, il che, tutto sommato, non cambia la situazione attuale: il nostro dubbio invece è che quei 2 miliardi posti in agricoltura o nelle opere pubbliche o negli investimenti culturali o nell'istruzione professionale, non siano investiti; quindi, dietro l'angolo, ad aspettare ci sarà quel robusto uomo che è l'on. Andreatta con un grosso bastone per liquidare definitivamente le Regioni! Siccome io ho amato le Regioni anche quando non c'erano ancora, questo sarebbe il peggiore dispiacere della mia vita. Più che contestare l'Assessore sulle risposte puntuali date alla maggioranza e all'opposizione, vorrei avvertirlo di questo pericolo, affinché il voto critico di oggi non possa tradursi in un fatto di sconvolgimento nel mese di gennaio 1982.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Per riguardo alla Presidenza del Consiglio, alla Giunta, all'Assessore e ai colleghi, mi atterrò strettamente ai tempi e ai contenuti propri di una dichiarazione di voto per evitare di usare in modo improprio di questo strumento e per non mettere in difficoltà la Giunta che ha già replicato agli interventi che si sono succeduti.
Il nostro Gruppo ed io in particolare, che sono responsabile di questo settore, non siamo intervenuti nel dibattito in relazione al succedersi di impegni gravosi, ma soprattutto perché è mancato il tempo per approfondire i documenti. Quindi, mi limito ad una valutazione politica di ordine generale.
L'Assessore Testa merita tre complimenti: per aver mantenuto con la Commissione un rapporto di reale disponibilità che, in realtà, ci ha infastidito e messo in difficoltà perché ci ha impedito di utilizzare incisivamente delle colpe nei ritardi nella presentazione di questo documento delle variazioni che, ancora all'ultima ora, si sono succedute (per l'assalto alla diligenza da parte dei diversi Assessorati) alle cifre del bilancio regionale per aver reso comprensibile il bilancio nella sua struttura logica anche ad un ingegnere, non particolarmente versato in queste materie, come sono io. Questi sono meriti verso l'opposizione e verso il Consiglio l'Assessore ha un merito soprattutto per la maggioranza: di aver reso credibile una quadratura di bilancio che non c'è.
Vorrei dare due valutazioni di sintesi sul documento che ci viene presentato per confermare e per dare motivazione al voto negativo che ci apprestiamo a dare all'assestamento di bilancio che ci viene presentato.
Il primo è di ordine tecnico e il secondo è invece di ordine più politico. In chiave tecnica condividiamo la manovra che l'Assessore ci aveva promesso l'anno passato e che ci ha solo scarsamente potuto regalare quest'anno, di trasformare in profondità la struttura del bilancio della Regione Piemonte, dividendo in modo chiaro e netto l'atto programmatorio che attiene al bilancio pluriennale, dall'atto dell'attivazione di spesa che attiene al bilancio annuale, togliendo quindi dalle cifre del bilancio annuale, salvo il residuo passivo fisiologico che possiamo anche accettare nell'ordine del 20-25%, le somme dell'atto programmatorie per trasferirle nel quadro del bilancio pluriennale. Questo atto di trasformazione della struttura del bilancio ci consentirebbe di vedere inseriti in bilancio e successivamente attivati i mutui per investimenti, come elemento reale di sostegno della politica per programmi della Regione.
Invece, per un concorso convergente di due motivi, da un lato la mancata attivazione della trasformazione nel comportamento della Giunta regionale e dall'altro il disavanzo che si veniva a creare per effetto congiunto dei minori avanzi dell'esercizio precedente e dei tagli della spesa regionale, ci troviamo con un bilancio a forma di ameba, cioè un bilancio che da un lato è gonfiato di previsioni di spesa non realizzabili e dall'altro è gonfiato dall'inserimento in bilancio della totale capacità di indebitamento che compete alla Regione; di fatto, è per i cittadini piemontesi un bilancio non leggibile, non trasparente, che non dà la misura, il termometro della capacità della macchina regionale di utilizzare le risorse per rispondere ai bisogni della realtà piemontese. In questa valutazione tecnica vi è anche la parola magica usata dall'amico Testa per chiudere il bilancio. Ha mantenuto "l'uso degli ormoni" per dilatare le entrate, continuando a mantenere in attivo tutte le capacità di indebitamento della Regione Piemonte, invece slittando agli esercizi successivi, sia pure in termini corretti, le capacità di spesa della Regione su determinati voci, su determinate aree di intervento. L'aver contemporaneamente svuotato le uscite trasportandone, per competenza e per cassa, una parte agli anni successivi, e l'aver mantenuto il complesso delle entrate totalmente ipotizzabili per la Regione, è l'elemento di chiusura formale del bilancio, ma è anche l'elemento della sua debolezza in termini di proposta e di governo per la Regione stessa.
La seconda valutazione è di carattere più generale e deve vederci impegnati tutti a riflettere sul ruolo dell'Ente Regione. Le Regioni è probabile che trovino sulla loro strada un Ministro killer come Andreatta (cui va molta della mia simpatia per la sua capacità di dire le cose come stanno in un Paese che si è illuso sempre sentendosi dire le cose come non stavano), ma avranno fatto di tutto per trovarsi nel vicolo cieco dell'assassinio del Ministro Andreatta, perché se valutiamo (sono dati forniti ancora recentemente dal Ministero dei Lavori Pubblici) come hanno risposto le Regioni al ruolo programmatorio e di spesa nel settore dell'edilizia abitativa, abbiamo l'alibi e quello del Ministro Andreatta sarà un delitto d'onore, anche se nel nostro codice non c'é più questo elemento di riduzione, comunque sarà un motivo di particolare valore morale e sociale, perché in un Paese in cui la fame di case si misura in centinaia di migliaia di vani, Regioni e Comuni sono riusciti a non spendere 4.000 dei 6.000 miliardi disponibili negli ultimi quattro o cinque anni. Più in generale, invitando tutti a riflettere su questi elementi, che cosa ce ne facciamo tutti noi come maggioranza di oggi e come opposizione di oggi e mi auguro, come opposizione di domani e maggioranza di domani, di una Regione che abbia un bilancio strozzato, compresso tra il dilatarsi delle spese correnti e la diminuzione delle risorse? Di una Regione che sempre di più si ridurrà ad un'attività gestionale venendo meno alla sua funzione strategica di cambiamento nelle linee di governo del Paese, cioè l'attivazione dei programmi regionali di sviluppo? Noi liberali abbiamo lavorato a fondo su questi temi. Richiamo il mio intervento sulle esperienze esemplari che proponevamo al Piemonte quando si discusse del bilancio dell'81. Il convegno che abbiamo svolto sabato per onorare nel concreto dei problemi il decennale delle Regioni proponendo la "Regione dei liberali" come modo autentico di interpretare l'Ente Regione, siamo preoccupati di un bilancio che, per il 1982 non dà speranza di poter operare incisivamente non nell'attività gestionale ordinaria degli Assessorati, ma nel rilancio delle attività strategiche di cambiamento.
Chiudo con un invito alla riflessione. Sono convinto che se responsabilmente tutte le forze politiche, accettando quelle di maggioranza di dialogare in termini concreti con le forze di opposizione, e le forze di opposizione, accettando di non strumentalizzare i tagli che sono necessari nella spesa regionale, facendoci carico tutti insieme delle rinunce che dovremo fare senza coltivare il particolare di determinati settori economici o sociali, possiamo, a partire dal bilancio dell'82, ridurre del 10% le spese correnti e le spese fisse e recuperare alla capacità di investimento della Regione almeno 50 o 60 miliardi. Questa è la proposta che noi diamo a chiusura dell'intervento sull'assestamento per l'81 che ci ripromettiamo di riprendere e di sviluppare quando si discuterà del bilancio del 1982.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io mi limito ad una motivazione telegrafica del voto negativo che il Gruppo D.C. darà sull'assestamento al bilancio. Mi richiamo all'intervento del collega Brizio di questa mattina e, se i colleghi degli altri Gruppi me lo consentono, agli interventi dei Consiglieri Bastianini e Vetrino Nicola.
Ritengo che le considerazioni che autonomamente i Gruppi di opposizione hanno fatto su questa materia per poi convergere, partendo dall'autonoma valutazione, in valutazioni pressoché concordanti, dovrebbero essere sufficientemente meditate dalla Giunta regionale e dovrebbero spingerla a cambiare, a voltare pagina in tanti settori di gestione del bilancio regionale.
L'approvazione dell'assestamento al bilancio in genere non è un fatto importante, ma normale, un fatto scontato che avviene sui documenti contabili, nei bilanci, nei consuntivi con il contributo di tutte le forze che però hanno una prefigurazione scontata: la maggioranza da una parte che dice "si"; l'opposizione dall'altra che dice "no".
Il voto di oggi è un fatto diverso, è un po' meno rituale perché si accompagna con un grido di allarme che l'Assessore Testa ha lanciato.
Vogliamo augurarci che questo grido di allarme sia un grido di tutta la Giunta anche se questo aspetto, a nostro avviso, è ancora da verificare.
Diceva il Consigliere Bastianini che "l'assalto alla diligenza" intervenuto negli ultimi giorni da parti settoriali, mette un po' in forse il discorso complessivo. Per parte nostra questo grido di allarme lo faremo circolare nella comunità regionale, alla quale, assieme a questo doveroso grido di allarme, dovremo ricordare che frasi come quelle che l'Assessore Testa ha scritto nella sua relazione: "la tradizionale immagine della Regione grande dispensatrice di risorse, sta per sparire forse per sempre" le abbiamo dette con tre o quattro anni di anticipo. Nel richiamare il periodo in cui da questi banchi venivano dette queste frasi, vogliamo dire che abbiamo sostanzialmente detto allora e ripetiamo oggi che l'attuale crisi di bilancio non è solamente una crisi che si innesta a delle valutazioni e a delle restrizioni intervenute a livello nazionale, ma anche a specifiche componenti regionali.
Il grido di allarme è accompagnato dalla constatazione dell'Assessore che oggi, più che mai, ci vuole capacità di governo e fantasia dei governanti.
E' una frase che può dire tutto o può dire poco.
Riteniamo che, se si vogliono salvare le Regioni, se si vuol salvare questa Regione, perché il Piemonte non fa eccezione rispetto alle altre occorre cambiare mentalità e modo di governo, occorre non limitarsi a compiacersi di ciò che si riesce far apparire all'esterno, bensì di quello che si riesce concretamente a fare, occorre modificare profondamente la struttura funzionale dell'Amministrazione (e torneremo su questo argomento nel dibattito sul personale), oggi caratterizzata da una forte politicizzazione in certe direzioni.
Abbiamo seri dubbi, ed è per questo che diamo il voto negativo, che questa Giunta abbia la capacità e la volontà politica di incidere nelle direzioni indicate.
Assessore Testa, il riferimento ai 2 miliardi e mezzo di risparmio in certi capitoli e in certi settori, non vuole ancora dire nulla perché è sempre un punto di partenza.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Perché nulla? Due miliardi in un anno non sono nulla.



PAGANELLI Ettore

Può essere nulla in riferimento al punto di partenza. Ridurre di 2 miliardi e mezzo se si è fatta una previsione già contenuta, vuol dire incidere veramente, ma se si sono fatte previsioni che sono la continuazione di quanto già in precedenti bilanci si è fatto in certi settori, quando da più parti si raccomandava di essere molto attenti, vuol dire praticamente nulla. Riprenderemo questi argomenti nella discussione del bilancio di previsione.
In questi giorni il mio Gruppo assumerà iniziative di controllo in tanti settori perché i due episodi che riferiva il collega Brizio di 10 milioni in sei mesi per costo di radiotelefoni e di 7 milioni in due mesi per uso di autovetture a Roma sono esempi vivi, eclatanti, che non si sta facendo una politica seria.
Quella di oggi è solo una fotografia in miniatura del bilancio di previsione del 1982. Quella sarà l'occasione per aggredire ancora più profondamente la realtà: l'appuntamento di Bastianini sarà anche il nostro appuntamento, visto che ci volete sul piano concreto. Ci riserviamo di controllare tutta la gestione regionale.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Siamo ben lieti di questo!



PAGANELLI Ettore

Il confronto non sfuggirà dai termini reali e concreti. Anche noi accettiamo la sfida di Bastianini e non staremo inerti. Nella premessa al documento che abbiamo presentato alla comunità regionale, abbiamo anche scritto che "in tempi difficili le istituzioni non possono andare in vacanza". E poiché ci sentiamo e siamo tanta parte di queste istituzioni spenderemo ogni nostra energia come democratici cristiani, perché il buio non sia fatale all'istituto regionale come l'Assessore ha scritto in questa pagina che resterà fondamentale nella vita della Regione.
Anch'io pensavo al buio perché presentando da una modesta tribuna agli amministratori democristiani quel documento, sabato scorso, ho ricordato un proverbio cinese: "Meglio accendere una candela che maledire il buio". Noi siamo qui a svolgere la nostra azione proprio per accendere questa candela.
Vogliamo che la Regione si salvi e sia migliore di quella di oggi accettando, come giustamente diceva il Consigliere Bastianini, "le rinunce al particolare" anche da parte nostra. In ognuno di noi deve essere presente la visione generale e non quella particolare. Vogliamo che questa Regione si salvi e sia migliore perché quella di oggi la sentiamo tanto lontana e tanto diversa dalla nostra concezione ideale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Anch'io ho alle spalle una valutazione politica completa e lucida fatta questa mattina a nome della maggioranza, da parte di un Consigliere del mio Gruppo; quindi mi atterrò ai tempi di una dichiarazione di voto, anche se c'é stata un'anomalia, che forse dovremo pensare di correggere nei nostri dibattiti, perché si sono fatte impegnative ed interessanti dichiarazioni al di là della semplice dichiarazione di voto, togliendo spazio alla replica a cui la Giunta aveva pieno diritto.
I temi introdotti meriterebbero un intervento lungo e piuttosto deciso da parte del nostro Gruppo, perché c'è il modo di vedere tante piccole cose o tante piccole verità, di intuirle, di constatarle, ma c'è anche il modo in un giudizio politico di perdere i contorni della realtà. Si rischia di parlare in maniera mistificata e sbagliata del momento grave delle finanze e dell'istituto regionale portando, come ha fatto il collega Paganelli, in forma molto vaga, e per la prima volta, accuse che questa Giunta non merita.
Il mio voto sull'assestamento al bilancio è un voto positivo e convinto; proprio la relazione e la linea politica ed operativa che sottende alla relazione sono l'espressione dell'indirizzo e del comportamento di tutta la Giunta.
Occorre, con molta attenzione, valutare i fatti avvenuti quest'anno.
L'anno scorso avevamo già avuto la sensazione di una situazione finanziaria che sarebbe stata diversa. In questa legislatura la Regione, di fronte al vuoto del Governo nazionale nell'ambito della spesa, si è adeguata alla situazione mutata, alle urgenze di oggi. Non dico che tutto funziona, che tutto va bene. Ben venga la critica e l'approfondimento perché le cose vadano in una certa direzione. Non si può però scambiare osservazioni o pezzi di un processo non ancora compiuto e che si vuole compiere con la linea seguita costantemente dalla Giunta. Abbiamo aperto questa legislatura con una sfida sullo sviluppo facendo però i conti con la crisi strutturale del sistema produttivo ed economico, rivendicando una funzione di governo in armonia con la funzione svolta nei cinque anni precedenti. Accolgo volentieri i discorsi sulla nuova fase. Anche se non ci fossero stati i tagli, questo sarebbe stato un passaggio obbligato: andate a leggere i discorsi e gli interventi che il Gruppo del P.C.I., a partire dal luglio 1980, faceva. C'era la consapevolezza che si andava verso una crisi complessiva dell'istituto regionale. Noi le responsabilità le sentiamo tutte e non chiediamo che di discutere e di dibattere sui punti concreti del programma che sta alla base delle responsabilità di governo e abbiamo la responsabilità di avere agito ed operato all'interno della Giunta per definire una linea vera di adeguamento alla nuova fase.
Brizio ci parla di 10 milioni spesi per le radiotelefono e di 7 milioni di macchine a Roma, ma, al di là del giudizio sull'utilità o meno, questo è un modo per scambiare lucciole per lanterne, per non fare chiarezza agli occhi dell'opinione pubblica. D'altra parte un partito i cui aderenti e militanti vivono all'insegna del rigore, forse fin eccessivo, non si spaventa dei discorsi di rigore. E' una sfida che non ci fa paura, anzi, ci stimola. Quello che è certo è che l'istituto regionale deve riacquistare totalmente la sua completa titolarità e funzione di governo, facendo i conti su una legittimazione democratica, non per comandare o vincolare, ma per dirigere ed orientare, attraverso l'egemonia delle idee, un comportamento complessivo che non tenga fuori dal Piemonte quelle forze che nel governo reale delle cose hanno molto da dare. Quando ci riferiamo alle banche e alle forze sociali, quando ci riferiamo alla mobilitazione delle risorse, non vendiamo semplici slogan, perché sappiamo che contengono grandi elementi di lotta politica. Siamo disponibili a fare questa lotta stabilendo un raccordo con i privati ed accettando fino in fondo il criterio del profitto e dell'utile? Mi rivolgo a tutte le forze politiche per chiedere se sono disponibili a fare insieme a noi un'azione non eterodiretta, ma democratica.
Non abbiamo mai inteso il rapporto con il Governo in termini conflittuali o di contrapposizione; certo diamo battaglia alla legge finanziaria proposta dal Governo e che il Parlamento deve discutere.
Il ruolo delle Regioni rischia di andare in crisi sia sul versante del ruolo politico che su quello delle risorse e i tagli alla spesa pubblica sono determinanti nel processo di involuzione dell'istituto regionale che era già ad un passaggio obbligato. Se non compiremo una lettura critica della legislazione di spesa nei vari settori, che si sta manifestando, una legislazione con effetti sul territorio molto atomizzati e parcellizzati non avremo il terreno per ricavare gli elementi nuovi. L'occasione, per organizzare il lavoro politico e di indirizzo della Regione nei rapporti con enti e ceti, sia quella del piano di sviluppo. La Giunta si è impegnata a presentare la proposta di piano di sviluppo entro la fine dell'anno.
Penso che la preoccupazione del compagno Viglione sui residui passivi che avremo alla fine dell'anno possa rientrare tranquillamente. L'Assessore Testa ha evidenziato come i residui passivi siano diminuiti rispetto all'altra legislatura. Credo anch'io che è lì che ci si aspetta dietro l'angolo.
Andreatta ha cambiato versione più volte: adesso ci raccomanda di tenere i residui passivi, prima dava i voti belli o brutti alle Regioni, a seconda dei residui passivi che potevano avere. A me la politica di Andreatta francamente fa paura e preoccupa, perché nella testa fina di questo economista ci sta tutto, meno lo Stato-ordinamento, meno il ruolo delle Regioni. Nel dire che lo Stato è in crisi, grazie alle Regioni e ai Comuni, non ci è dato di capire come stanno le cose, di che entità sono i buchi nel bilancio dello Stato in 30 anni di governo. In qualche misura le riflessioni che faceva l'on. Bozzi davano più ragione ai miei ragionamenti che non ai discorsi che sono stati fatti qui. La capacità di spesa, di intervento e di realizzazione della Regione è infinitivamente superiore a quella dello Stato. La nostra carta la giochiamo nel dimostrarci più bravi nel correggere gli errori e nel correggere le rotte là dove vanno corrette.
Guai se si passasse ad un giudizio di fallimento dell'istituto regionale per ricavarne un giudizio negativo su una Giunta che in continuazione è in evoluzione rispetto a quella precedente, che ha correttamente operato e, a mio avviso, resta l'unica soluzione adeguata all'altezza dei problemi del momento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

Il dibattito è stato esauriente sia da parte della Giunta che da parte dei Consiglieri di maggioranza e di opposizione.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981 sono introdotti, ai sensi dell'art. 42, secondo e terzo comma, della legge regionale 14/3/1978, n. 12, gli aggiornamenti e le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e allo stato di previsione della spesa riportati nelle parti seconda, terza, quarta e quinta di cui la presente legge si compone".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il fondo di riserva di cassa di cui all'art. 38 della legge regionale 14/3/1978, n. 12, destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nell'ulteriore corso dell'esercizio finanziario 1981 sui singoli capitoli di spesa, è determinato in L. 1.947.056.325 ed è iscritto al capitolo n. 12900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "E' approvato l'assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981 dell'azienda regionale per la gestione della tenuta 'La Mandria' di cui alla parte sesta della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "A parziale modificazione ed integrazione dell'art. 12 della legge regionale 27/4/1981, n. 13 e dell'art. 5 della legge regionale 25/8/1981 n.
32, è autorizzata la con trazione di mutui per un importo complessivo di 161.196 milioni.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al presente articolo previsti in L. 186.500.000 per l'anno finanziario 1981 e in L.
35.000.000.000 per l'anno finanziario 1982 e successivi si provvede per l'anno 1981 con le disponibilità iscritte in corrispondenza dei capitoli n.
13050 e n. 13060 del bilancio per l'anno finanziario 1981 nella rispettiva misura di L. 172.000.000 e L. 14.500.000 e per gli anni finanziari 1982 e successivi con le somme che sono iscritte nell'ambito delle disponibilità esistenti alla voce 'Oneri non ripartibili' del bilancio pluriennale 1981 1983.
Le spese al cui finanziamento è fattibile provvedere mediante l'assunzione dei mutui sono quelle iscritte nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 1981, sui capitoli numero: 1000 - 1020 - 1060 - 1355 - 1680 - 1790 - 2365 - 2375 - 2385 - 2690 2775 - 2815 - 2975 - 3085 - 3170 - 3320 - 3350 - 3395 - 3410 - 3460 - 3480 3535 - 3560 - 3650 - 3670 - 3805 - 3715 - 3815 - 3765 - 3776 - 3840 4192 - 4260 - 4270 - 4545 - 5001 - 5010 - 5025 - 5165 - 5175 - 5200 - 5285 5300 - 5305 - 5420 - 5640 - 5650 - 5663 - 5680 - 5700 - 5750 - 5760 5820 - 5925 - 6005 - 6010 - 6015 - 6020 - 6025 - 7110 - 7140 - 7250 - 7260 7590 - 7611 - 7730 - 7760 - 7770 - 7780 - 7800 - 8350 - 8370 - 8450 8510 - 8530 - 8540 - 8600 - 8610 - 8620 - 8900 - 8960 - 8970 - 8995 - 9100 9110 - 9130 - 9180 - 9300 - 10110 - 10806 - 11400 - 11500 - 11505 - 11690 11695 - 11765 - 11785 - 12600 - 12760".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "L'assegnazione di L. 31.641.000.000 disposta a favore della Regione Piemonte per gli interventi previsti dalla legge 10/4/1981, n. 151, è destinata quanto a L. 20.621.000.000 ad un'autorizzazione di spesa per l'anno 1981 per gli interventi previsti dalla legge 10/4/1981, n. 151, e quanto a L. 11.029.000.000 al recupero a favore del bilancio regionale della pari somma anticipata dalla Regione Piemonte per le stesse finalità sul bilancio di previsione per l'anno 1980 ed iscritta al capitolo n.
5615".
La Giunta regionale ha presentato il seguente emendamento aggiuntivo: all'art. 5 è aggiunto il seguente comma: "La compensazione ai sensi dell'art. 69, lettera b), della legge 23/12/1978, n. 833, per la quota a parte afferente all'esercizio 1979 e per l'intera quota all'esercizio 1980, verrà effettuata a favore delle spese per il servizio sanitario in sede di predisposizione del bilancio di previsione per l'esercizio 1982".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 28 voti favorevoli e 26 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 5 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
La Giunta propone il seguente nuovo articolo (di conseguenza l'art. 6 diventa art. 7): Art. 6 "E' autorizzata l'ulteriore spesa di L. 46 milioni da iscrivere ad integrazione dello stanziamento del capitolo 12600 per far fronte ai maggiori oneri derivanti dalla sottoscrizione del capitale sociale della S.p.A. Aeroporto di Cuneo-Levaldigi".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 28 voti favorevoli, 2 contrari e 24 astensioni.
Passiamo alla votazione del nuovo art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri Il nuovo art. 6 è approvato.
Art. 7 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 26 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame relazione sull'attività del Comitato regionale di solidarietà (febbraio 1981 - agosto 1981)


PRESIDENTE

Il punto sesto all'ordine del giorno reca: "Esame relazione sull'attività del Comitato regionale di solidarietà (febbraio 1981 - agosto 1981)".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Ritengo opportuno prendere la parola per manifestare un certo senso di disagio non solo a titolo personale, come componente del Comitato di solidarietà e dell'esecutivo che si è occupato delle vicende che attengono all'assistenza ai Paesi terremotati del Salernitano, ma come rappresentante del Consiglio e delle forze politiche.
Un primo disagio debbo manifestarlo con riferimento all'attenzione che complessivamente le forze politiche e i loro rappresentanti hanno dedicato alla fase congiunturale attuale nella quale ci troviamo. Il richiamo non vuole essere rivolto soltanto nei confronti della Giunta, ma anche alle responsabilità che tutti ci siamo assunti quando abbiamo deciso di incamminarci su una strada di rappresentatività delle volontà delle comunità locali e delle componenti che hanno concorso a determinare il nostro fondo e al successivo utilizzo.
L'altro richiamo va alla Giunta in quanto esiste una fase per la quale al di là degli umanismi sui quali siamo d'accordo, dobbiamo attivare strumenti e capacità di intervento conseguenti. E' un richiamo alla coerenza rispetto alle dichiarazioni, un richiamo all'efficienza rispetto agli impegni che in un modo o nell'altro debbono concludersi.
I Consiglieri hanno ricevuto le relazioni relative alle ultime fasi di attività e all'operazione di rientro delle roulottes, impegno che sta dando, dal punto di vista finanziario, alcune preoccupazioni ed alcune sollecitazioni a stornare risorse che erano accantonate con l'intenzione di destinarle a finalità programmatorio più contenute e più canalizzate.
Riteniamo di dover gestire con attenzione la fase del rientro delle roulottes. Manifesto preoccupazione relativamente all'utilizzazione del restante fondo rispetto al quale ci siamo preposti con unanime decisione nell'ultima riunione del Comitato di solidarietà, di dare una destinazione finalizzata nella direzione dell'incentivazione delle attività produttive locali e della promozione delle risorse umane e naturali sui luoghi terremotati.
I Comuni hanno manifestato una grande responsabilità nei confronti delle volontà di finalizzare l'intervento nel settore agricolo che è caratterizzante le fasi della rinascita dopo la fase di emergenza.
Questa è una correzione rispetto atteggiamenti di spicciola politica rivendicativa che ritenevamo scontati in queste realtà disastrate.
Questo atteggiamento, al di là del fatto positivo in sé, è un richiamo al senso di responsabilità delle forze politiche di tutti i livelli istituzionali, ivi compresa la Regione.
Con senso di responsabilità e con tutta umiltà richiamo le forze politiche e la Giunta ad un maggiore impegno per cercare non solo di utilizzare nel modo migliore le risorse disponibili che rischiano di depauperarsi in inflazione, ma soprattutto di essere credibili rispetto all'impegno che il Piemonte ha assunto e che finora ha assolto con dignità e soddisfazione delle comunità locali.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Concordo con le valutazioni del Consigliere Picco.
Desidero assumere l'impegno, da parte della Giunta, di recuperare anche un certo ritardo che c'é stato negli ultimi due mesi, non tanto nella fase di progettazione e di raccolta delle risorse nuove da parte del sistema delle autonomie locali piemontesi, nella continuazione e nella finalizzazione più qualificata degli aiuti alle zone terremotate, quanto nel tradurle in un progetto concreto nel settore dell'agricoltura. Forse avremo la possibilità di verificare tale progetto con il prof. Rossi Doria che domani sarà a Torino.
In questi giorni partirà un altro staff di funzionari regionali che si recheranno sul posto per completare l'opera di raccolta e di recupero delle roulottes al duplice fine di recuperare quelle dei privati e quelle pubbliche che faranno parte della prima quota del sistema di protezione civile.
Sarebbe opportuno che le due Regioni maggiormente colpite, la Basilicata e la Campania, promuovessero, nell'anniversario del terremoto un'assise di carattere nazionale delle autonomie locali, che hanno contribuito e che sono ancora impegnate nell'azione di sostegno alla rinascita delle zone terremotate, per fare il punto della situazione.
Avanzo questa proposta da questa tribuna dopo averla avanzata in altre sedi. Credo che la Regione Piemonte dovrebbe farsi promotrice di una proposta del genere perché, in ogni caso, ci sarà ancora bisogno del concorso di tutti per continuare l'opera di risanamento e di ricostruzione che è appena agli inizi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il documento, già a vostre mani, il cui testo e relativo allegato resterà a disposizione dei signori Consiglieri presso l'Ufficio Aula del Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 54 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 116: "Omogeneizzazione dei trattamenti di quiescenza e di previdenza del personale regionale, degli Enti sub o para regionali e degli altri Enti locali" (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto nono all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 116 : "Omogeneizzazione dei trattamenti di quiescenza e di previdenza del personale regionale, degli Enti sub o para regionali e degli altri Enti locali" chiede di parlare il Presidente della I Commissione, Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Avevamo informato l'Ufficio di Presidenza che avendo la Giunta proposto di non passare alla discussione del progetto di legge n. 81: "Inquadramento del personale comandato ai sensi delle leggi 17/8/1974 n. 386, 29/6/1977 n.
833, e del personale messo a disposizione ai sensi del D.P.R. 24/7/1977 n.
616" questo disegno di legge non può essere discusso dato che, a giudizio unanime della I Commissione, ne è stato sospeso l'esame, giudicandone l'approvazione condizionata all'approvazione preventiva del progetto di legge n. 81, dopo aver definito con il Governo le materie controverse.



PRESIDENTE

Ringrazio dell'informazione.
La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al personale

In realtà non mi pare che i due provvedimenti siano strettamente collegati.
Comunque risolveremo la questione in sede di Commissione.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Esame deliberazioni relative a:


TESTA Gianluigi, Assessore al personale

a) Legge 2/2/1974 n. 64 art. 3, secondo comma. Parere in ordine alla classificazione delle zone sismiche del territorio regionale ed attribuzione del relativo grado di sismicità b) Riconoscimento di calamità grave dell'evento alluvionale 22/29 settembre 1981 ai sensi dell'art. 9 della legge regionale 29/6/1978, n. 38



PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'ordine del giorno l'esame delle seguenti deliberazioni: a) Legge 2/2/1974 n. 64 art. 3, secondo comma. Parere in ordine alla classificazione delle zone sismiche del territorio regionale ed attribuzione del relativo grado di sismicità b) Riconoscimento di calamità grave dell'evento alluvionale 22/29 settembre 1981 ai sensi dell'art. 9 della legge regionale 29/6/1978, n. 38.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 54 Consiglieri presenti in aula.
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento

Questa deliberazione è stata esaminata e concordata con i componenti la II Commissione.
I Comuni che hanno avuto danni alle strutture pubbliche sono 52: 8 Comuni sono nel Comprensorio di Torino; 18 Comuni nel Comprensorio di Biella; 5 Comuni nel Comprensorio di Borgosesia; 20 Comuni nella provincia di Novara.
La selezione è stata fatta dietro indagini rigorose.
Preciso inoltre che i Comuni che non sono inseriti in questa delimitazione saranno inseriti in un disegno di legge per la realizzazione di una serie di strutture pubbliche. Gli altri Comuni potranno utilizzare i benefici dell'art. 9 della legge 38.
I danni ai privati sono di due categorie: beni immobili, escluse le masserizie e le attrezzature connesse all'abitazione strutture commerciali, artigianali, industriali che potranno beneficiare, attraverso apposito provvedimento, di mutui agevolati per il ripristino delle attrezzature e delle attività.
L'Assessorato all'industria avrà il compito di attivare i mutui agevolati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la prima deliberazione relativa a: "Legge 2/2/1974 n. 64 art. 3, secondo comma. Parere in ordine alla classificazione delle zone sismiche del territorio regionale ed attribuzione del relativo grado di sismicità".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 64-9947 del 15/9/1981 relativa a 'Legge 2/2/1974, n. 64 art. 3, secondo comma. Parere in ordine alla classificazione delle zone sismiche del territorio regionale ed attribuzione del relativo grado di sismicita'; sentita la competente Commissione consiliare delibera 1) di esprimere parere favorevole ai sensi dell'art. 3, comma secondo della legge 2/2/1974 n. 64, alla classificazione sismica in seconda categoria (grado di sismicità S = 9) di 41 Comuni piemontesi di cui all'allegato elenco, che forma parte integrante della presente deliberazione, come richiesto dal Ministero dei Lavori Pubblici 2) di dar mandato al Servizio geologico regionale di continuare gli studi attualmente in corso, con particolare riferimento alle aree del territorio regionale per i quali si richiede, a seguito delle indagini condotte dal Progetto Finalizzato Geodinamica del CNR. ulteriori approfondimenti per la definizione del rischio sismico al fine di proporre agli organi ministeriali competenti l'eventuale classificazione di ulteriori porzioni di territorio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 54 Consiglieri presenti in aula.
Esaminiamo, infine, la seconda deliberazione relativa a: "Riconoscimento di calamità grave dell'evento alluvionale 22/29 settembre 1981 ai sensi dell'art. 9 della legge regionale 29/6/1978, n. 38".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale viste le leggi regionali 29/6/1978, n. 38 e 20/12/1979, n. 79 preso atto della proposta della Giunta regionale di dichiarare grave l'evento calamitoso dei giorni 22/29 settembre 1981 che ha interessato alcuni Comuni delle province di Torino, Vercelli e Novara e precisamente i territori dei Comuni di cui all'elenco predisposto dalla Giunta stessa preso atto del parere favorevole espresso dalla II Commissione nella seduta del 21/10/1981 delibera 1) è dichiarato grave l'evento alluvionale dei giorni 22/29 settembre 1981 abbattutosi sui territori di cui all'elenco che alla deliberazione si allega per farne parte integrante 2) nell'ambito dei predetti territori si applicano le disposizioni dell'art. 9 della legge regionale n. 38 del 29/6/1978, integrato dall'art.
5 della legge regionale 20/12/1979, n. 79.
La presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 e del penultimo comma dell'art. 17 della legge regionale n. 38".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 54 Consiglieri presenti in aula.
Pongo in votazione, per alzata di mano, l'immediata esecutività della stessa deliberazione.
E' approvata all'unanimità dei 54 Consiglieri presenti in aula.
Comunico, infine, che il Consiglio è convocato per il 29 ottobre 1981.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



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