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Dettaglio seduta n.81 del 07/10/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo con il punto quarto all'o.d.g.: "Comunicazioni della Giunta regionale", in merito ai problemi della sanità.
Ha la parola il Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Prendo la parola per riferirmi ad alcune osservazioni espresse dalla Giunta questa mattina, in aggiunta alle considerazioni del mio collega Gastaldi, in merito a certe iniziative del Governo in fatto di ticket.
Il Presidente della Giunta si è chiesto: dove vogliamo arrivare attraverso le iniziative che il Governo sta portando avanti? Questo interrogativo merita una risposta, però, per saperlo, bisogna anche conoscere da dove partiamo. Quando il Governo ha fissato il tetto di indebitamento in 50.000 miliardi abbiamo letto che questa cifra è stata addirittura il risultato di una rissa all'interno del Governo, ma credo che sia democratico che si litighi e che di questi litigi il popolo sappia.
Il tetto di 50.000 miliardi fa tremare le vene dei polsi soltanto a sentirlo nominare! Di fronte ad un'iniziativa così importante vale la pena di dare uno sguardo a ciò che avviene nei Paesi, dei quali siamo alleati in Europa ed in America. Il Ministro al bilancio, un paio di sere fa, in una riunione pubblica qui a Torino (alla quale era presente anche il Presidente della Giunta), ha detto che 5000 miliardi è il tetto degli Stati Uniti, dove il reddito nazionale è venti volte superiore a quello dell'Italia; in Europa e precisamente la Gran Bretagna e la Germania si avviano a difendere il tetto di 15.000 miliardi e la Francia di 25.000 miliardi.
Per rispondere alla domanda del Presidente della Giunta, diciamo che l'Italia vuole arrivare ad occupare in Europa una posizione dignitosa, non vuole essere considerata un'alleata scomoda come è stata finora soprattutto per queste carenze , nel settore della spesa pubblica.
L'obiettivo che si pone il Governo è importante, per il cui raggiungimento ha bisogno del consenso di tutte le parti che concorrono peraltro, alla formazione del deficit pubblico, le Regioni, i Comuni e le Province.
Il Governo indica in modo preciso i settori sui quali è necessario intervenire, consapevole che nell'impatto con l'opinione pubblica gioca delle battaglie molto pericolose e molto difficili; questi settori sono la sanità, la previdenza e l'istruzione.
Perché il Governo ha scelto questi settori? Perché appartengono a quelle che nella relazione previsionale per il 1982 vengono chiamate le "zone grigie", cioè quelle zone nelle quali negli anni passati, e ancora recentemente, si sono verificati i maggiori sprechi e i maggiori abusi. Con questa politica il Governo non vuole andare contro il sociale, come ha detto ieri l'Assessore Cernetti in un incontro con le USL. semmai va ricercando i modi migliori per favorire e salvaguardare le categorie che in Italia ancora soffrono delle differenze sociali.
Intanto, le pensioni non vengono assolutamente toccate, anzi, il Governo intende eventualmente rafforzare i minimi e, per quanto riguarda i ticket, prevede, per le persone con redditi inferiori a 3.600.000 lire annue, la possibilità di esenzione. A questo riguardo, riferendomi particolarmente ai ticket farmaceutici, vorrei sapere se l'Assessore alla sanità è al corrente dello stato di gravissimo disagio in cui vengono a trovarsi i cittadini che hanno dichiarato un reddito inferiore a 3.600.000 lire, perché il predisposto non è ancora applicato e il cittadino in farmacia si sente richiedere un particolare timbro sulla tessera sanitaria timbro che L'USL non può mettere fin quando non dispone della certificazione. Devo ammettere che, nel frattempo, l'Assessorato alla sanità ha inviato alle USL una circolare esplicativa per favorire il modo di pervenire a tale esenzione, tuttavia in questi primi giorni di applicazione del decreto, soprattutto i cittadini anziani, sono obbligati a spiacevoli battibecchi con i farmacisti che si rifiutano di dare i medicinali se non in presenza della documentazione prevista.
Ma, per ritornare al problema chiave, appunto quello dei tagli, e per definire la nostra posizione, devo dire che rifiuto l'affermazione dell'Assessore Cernetti: 4700 miliardi sono molti ma, per quanto riguarda il ticket, essi si riducono a poche decine di miliardi.
Una regione, se lo vuole, ha l'opportunità di risparmiare rispetto a questo problema e non sono nemmeno convinta che l'introduzione del ticket che è discrezionale, possa provocare delle differenziazioni regionali o addirittura, come ha detto stamattina l'Assessore Bajardi, la pendolarità.
Non credo che un cittadino di Torino vada in ospedale a Milano, affrontando spese e disagi, per il solo fatto che là l'ospedale è gratuito, mentre qui viene applicato il ticket. Credo, invece, che questo sia un modo di dare alla regione la possibilità di qualificare la sua spesa e ai cittadini di meritare i servizi ai quali hanno diritto, ma nei quali negli anni passati si sono verificati molti sprechi e abusi da parte di tutti.
L'argomento, che abbiamo affrontato stamattina così diffusamente, ne pone un altro squisitamente politico, quello che è nell'aria e che il Presidente della Giunta ci ha citato: il tentativo da parte di taluno di affossare la riforma sanitaria.
Non credo che si tratti di questo. Penso che il modello che il legislatore si era posto anni fa di voler estendere eguali prestazioni a tutti i cittadini italiani, sia un modello ancora valido che dobbiamo tutti cercare di realizzare.
Sono però cambiate le condizioni nelle quali la riforma sanitaria è venuta a cadere. Il modello sanitario nazionale, del tutto gratuito e del tutto generalizzato, è stato pensato nel momento del miracolo economico nel momento in cui anche la finanza pubblica aveva ampi margini di ritardo nel momento in cui si pensava al miglioramento della qualità della vita degli individui. Nei dibattiti in questo Consiglio sulla presentazione del programma quinquennale della Giunta, molti di noi parlavano di iniziative per migliorare la qualità della vita. Negli ultimi tempi non si parla più di migliorare la qualità della vita, ma di mantenere i livelli raggiunti e di sopravvivere.
Sono cambiate repentinamente le condizioni nelle quali la riforma sanitaria è venuta a collocarsi: su queste condizioni bisogna ritornare perché da un sistema generalizzato che protegge alla stessa maniera tutti i cittadini da tutti questi rischi, qualunque sia il loro reddito probabilmente dovremo passare a un sistema selettivo che copra soltanto i grandi e medi rischi. Queste cose non le dico soltanto io,' non le dicono soltanto i governanti di Roma, lo stesso Berlinguer, in una intervista di "Repubblica" del 28 luglio (intervista destinata a stabilire una tappa miliare nel dibattito politico), diceva che "sarebbe insensato pensare ad un tipo di riforma sanitaria che preveda tutto in termini gratuiti per tutti".
Oggi le condizioni sono profondamente mutate. Ci troviamo nella situazione di dover e di poter governare la spesa: responsabilità maggiore e una coraggiosa presa di coscienza da parte degli Enti locali di fronte a queste cifre.
Soltanto in questo modo sarà possibile, signor Presidente, rispondere alla sua domanda. Vogliamo avanzare in un'Europa nella quale l'Italia possa fare la sua parte con dignità e non comportandosi sempre come parente povero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

L'immagine delle condizioni in cui versa la sanità nel nostro Paese che il Presidente della Giunta ci ha dato attraverso le sue dichiarazioni è un'immagine corretta: siamo passati alla fase del "si salvi chi può".
Ma chi può salvarsi in questa fase se prevalgono le linee denunciate come avverse alla riforma? Non abbiamo nessuna sensazione fastidiosa nel ripetere cose dette e ridette e cioè che si salveranno i più fortunati, i più furbi, i più abbienti e che, ancora una volta, il prezzo più alto verrà scaricato sui ceti popolari, sugli strati più deboli e indifesi delle popolazioni, su chi più di ogni altro gruppo sociale ha bisogno che la riforma vada avanti.
Contro i preannunciati orientamenti ci batteremo in Parlamento per togliere l'iniquità delle misure che sono state decretate e per ridare impulso alla riforma che sta vivendo una fase di grande difficoltà.
Il Presidente della Giunta osservava che occorre far venire allo scoperto gli avversari della riforma sanitaria. Crediamo anche noi che questo sia un terreno di lotta aperta nei confronti di chi impedisce l'avvio della riforma sanitaria. Non vogliamo fare il censimento degli avversari probabili della riforma, ma vogliamo esprimere qui giudizi su alcuni atteggiamenti.
Tra gli avversari della riforma ci sono coloro che la sostengono a parole ma che la contraddicono nei fatti, tra questi c'è chi difende in maniera acritica l'esistente e che lega tale difesa a valori giudicati esterni, che invece stanno dentro al processo di trasformazione che costituisce l'elemento centrale della riforma e che ha enormi riflessi di carattere sociale e di carattere culturale.
Un appunto, magari con poco stile - dirà il collega Marchini - va fatto nei confronti di chi pur non condividendone l'impostazione è stato chiamato a dirigere la fase di attuazione. Non possiamo infatti non notare che varata la legge 833, uno dei primi atti è stato quello di affidare la nave della riforma ad un ammiraglio della flotta nemica.
Riconosciamo senza riserve la lealtà formale del Ministro nei confronti della rotta stabilita; non possiamo però dire che egli sia un nocchiere entusiasta della riforma.
Sul versante degli ostacoli all'avvio della riforma, dobbiamo poi richiamare la mancanza delle cosiddette navi appoggio, previste dalla riforma stessa, che sono la riforma dell'assistenza e delle autonomie locali.
Inoltre la mancanza del piano socio-sanitario nazionale è uno degli elementi di fortissima contraddizione nella fase di avvio della riforma.
Esso individuerebbe punti di riferimento precisi sui quali orientare il suo processo di attuazione.
Circa il controllo e la qualificazione della spesa sanitaria partiamo dalla considerazione che il punto fondamentale della linea di Governo sono le restrizioni della spesa.
Il nostro Partito ha presentato un documento per rendere più razionale e più efficace la spesa sanitaria proponendone una razionalizzazione e una maggiore efficienza: ne ricordo i punti essenziali. La spesa sanitaria è eccessiva per quel che riguarda quella parte rilevante dei consumi sanitari che è inutile o addirittura nociva. E' invece insufficiente in quelle forme di intervento che possono produrre più elevati livelli di tutela della salute, la prevenzione, la riabilitazione, l'umanizzazione del rapporto e del servizio al malato.
E' stato impedito finora l'inizio reale della riforma sanitaria. La spesa sanitaria nazionale è collocata ad un livello non molto diverso da quello degli altri Paesi dell'Europa occidentale. Essa rivela tuttavia il prevalere, rispetto al modello degli altri Paesi di influssi mercantili e speculativi. La spesa ospedaliera ha, per esempio, segnato una continua crescita (50% del totale agli inizi degli anni '60 e 55% nel '77; nel 1980 l'importo ha raggiunto la cifra di 10330 miliardi) e questo fenomeno è legato all'aumento rilevantissimo del parco ospedaliero che ha raggiunto il livello della Germania federale (11 posti letto per mille abitanti).
Altre considerazioni potremmo fare a proposito della spesa farmaceutica ma non c'é qui il tempo per scendere in un'altra analisi di dettaglio. Le cifre che danno la misura dell'eccessivo consumismo sanitario italiano possiamo individuarle nel tasso di ospedalizzazione (170% per mille all'anno) la durata della degenza media, le prescrizioni farmaceutiche, le analisi cliniche, gli accertamenti radiognostici, le visite specialistiche.
I livelli di questi consumi sanitari ci pongono mediamente al primo posto in Europa occidentale e contengono un alto quantitativo di consumi inutili o dannosi, quindi costituiscono un fattore generale di nocività. Si aggiunga che le disposizioni governative e attuatine della riforma hanno contenuto sempre forti incentivi alla privatizzazione, in particolare verso le prestazioni di servizi e presidi privati convenzionati entro i quali è cresciuto e cresce il numero degli operatori sanitari pubblici cointeressati.
E' questa una delle molle mercantili che agiscono in direzione opposta a quella della riforma sanitaria.
L'introduzione del meccanismo dei ticket non ha agito in Italia, come neppure in altri Paesi occidentali, quale strumento per la riduzione dei consumi, ma come congegno per l'incasso da parte dello Stato di una tassa sui consumi sanitari, poiché tutti i consumi sanitari passano attraverso la prescrizione medica e per l'alto valore che viene attribuito dall'opinione pubblica a tali consumi, per la propaganda che su di essi viene svolta, si realizza il risultato che l'applicazione del ticket, non riduce il consumo né di visite mediche, né di farmaci, né di analisi cliniche o radiologiche né di degenza ospedaliera, anzi, lo Stato interessato ad incassare il più alto provento dei ticket, diviene una forza interessata al mantenimento dei più alti consumi sanitari.
La prova di tutto ciò si è avuta con l'introduzione della tassa sui farmaci; è aumentato il consumo di farmaci del 5% in quantità e del 24% in valore nell'ultimo anno.
Di fronte a queste analisi che, sia pur velocemente, ho richiamato dobbiamo dire che le recenti misure governative sanno opporre soltanto la formula magica delle restrizioni.
A complemento di questa analisi il nostro Partito ha presentato un documento con proposte per la razionalizzazione dei bilanci e la riduzione delle spese inutili o dannose, oltre al blocco delle costruzioni ospedaliere, alla riduzione dei posti letto nelle regioni super dotate oltre alle misure di prevenzione che incidono positivamente sulla spesa solo a lungo termine. Non ho l'opportunità di illustrare in maniera dettagliata questi punti, sui quali però ritengo opportuno richiamare l'attenzione del Consiglio e sviluppare un confronto. Possono essere fatte operazioni sulla spesa ospedaliera, sulla spesa farmaceutica, sul ricorso a prestazioni private e indirette che non richiedono quelle misure che sono state preannunciate e decretate a livello nazionale e che consentono effettivamente di razionalizzare la spesa stessa.
Concludo questo intervento ponendomi nell'ottica della Regione rispetto a questi temi e rispetto alla volontà di fare la nostra parte per attuare la riforma sanitaria.
Fare la nostra parte significa investire la comunità regionale di questi problemi e dei contenuti sociali e culturali che sono dietro ad alcuni temi, significa dotare la Regione di un piano che affronti le grandi questioni, significa fare andare avanti quelle leggi attuative della riforma, alcune delle quali già giacciono da tempo in Commissione significa far sì che la Regione, con l'attivazione dei meccanismi attuativi della riforma, dia il suo contributo, si muova per attuarla, non consenta che la situazione resti in uno stato di paralisi, quale è oggi la riforma sanitaria a livello nazionale.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Comunicazioni della Giunta regionale sui danni alluvionali


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore Cerutti per comunicazioni sui danni alluvionali.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento.

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le piogge del mese di settembre hanno causato sul nostro territorio una serie di danni che hanno richiesto pesanti interventi per il ripristino delle opere e per il consolidamento delle strutture.
Sento il dovere di ringraziare i funzionari dell'Assessorato e del Genio Civile, che con la loro opera tempestiva e rigorosa hanno consentito la presenza amministrativa e politica della Regione in molti piccoli Comuni delle Comunità montane colpite dall'alluvione.
Gli organi tecnici hanno ricevuto precise disposizioni in ordine al criterio da adottare su tutto il territorio, al tipo di intervento e al modo di raccogliere i dati sulle necessità urgenti e ogni Comune ha comunicato all'Assessorato l'entità dei danni subiti nel proprio territorio e alle proprie strutture, sottoscrivendo una scheda e avendo la certezza del pronto intervento da parte dell'organo regionale. Questa operazione permette alla Regione di definire una previsione di spesa realistica sul 95% dei casi.
Con l'Assessore Salerno ho incontrato Sindaci, Comunità montane Comprensori e ho potuto raccogliere direttamente indicazioni e preoccupazioni in ordine a questo ulteriore evento calamitoso. Mai prima d'ora si era registrato un così alto senso di responsabilità dei Comuni delle Comunità montane e dei Comprensori.
Questi danni si riferiscono alla legge 38 sul pronto intervento, quindi non riguardano né l'agricoltura, né le strutture provinciali (circa 5 miliardi nelle sole province di Torino, Novara e Vercelli) né la viabilità che è a carico dell'ANAS, né la struttura idrogeologica che interessa il Magistrato del Po.
Il quadro si presenta in questi termini: nel Comprensorio di Torino sono stati colpiti 10 Comuni, in quello di Ivrea 38 Comuni, in quello di Biella 46 Comuni, in quello di Borgosesia 33 Comuni, in quello di Novara 8 Comuni (oltre 2 Comuni del territorio provinciale di Novara), per quello di Verbania 67 Comuni, per quello di Alessandria 12 Comuni. In totale sono 216 Comuni.
La richiesta di pronto intervento è di 6 miliardi e 930 milioni. Si richiedono interventi urgenti per 13 miliardi circa. Per interventi definitivi di sistemazione alle infrastrutture e strutture di difesa idrogeologica la richiesta è di 14 miliardi circa; per un ammontare complessivo di 34 miliardi e 300 milioni.
Questi interventi si rendono necessari perché, in caso di ulteriori piogge, i danni sarebbero maggiori.
Tutto questo capita in un momento particolare della vita regionale, nel momento dell'assestamento del bilancio, al termine di una gestione finanziaria e alla vigilia del bilancio preventivo.
La disponibilità attuale, per quanto riguarda il pronto intervento, è di circa 500 milioni: si tratta di dover recuperare circa 6 miliardi sul bilancio 1982.
La situazione non è diversa per l'ecologia: disponibilità circa 650 milioni, richiesta d'intervento per 20 miliardi circa.
Se analizziamo questa situazione non solo in vista dell'assestamento di bilancio che opereremo entro il mese, ma in vista del bilancio previsionale per l'82, dopo i tagli e i recuperi che sul bilancio si dovranno operare compresa la contrazione dei mutui, registriamo una situazione di pareggio per gestione ordinaria senza la minima previsione di investimento su qualsiasi legge della Regione.
La Presidenza della Giunta regionale ha fatto ricorso un'altra volta alla facoltà della legge speciale per ottenere dallo Stato i 34 miliardi necessari. Ci auguriamo che il Governo accetti questa richiesta che è stata formulata al Ministero dei LL.PP.
Ritengo che il Presidente della Giunta abbia già richiesto una riunione con il Ministro competente, il Presidente della Commissione LL.PP, ed i parlamentari del Piemonte per illustrare la situazione drammatica a causa di questo ulteriore danno alluvionale.
Nella malaugurata ipotesi che la legge speciale non venga concessa, ho formulato un'ipotesi alternativa al delegato tecnico del Presidente del Consiglio Spadolini. La Regione è costretta a contrarre mutui con la Cassa DD.PP., per 27/28 miliardi su 34.
Questo potremmo averlo in forma prioritaria dalla Cassa DD.PP, con il rischio di penalizzare ulteriormente la possibilità di contrazione di mutui che gli Enti locali hanno sull'ammontare globale di 203 miliardi assegnati l'anno scorso al Piemonte.
Abbiamo chiesto, nel caso in cui non si potrà ricorrere alla legge speciale, che sia concessa la possibilità di contrarre questo mutuo a fianco dell'ammontare globale assegnato agli Enti pubblici della Regione Piemonte.
A fianco di queste azioni di carattere finanziario, abbiamo incaricato una società specializzata di fornire la situazione del dissesto con una consegna di carte topografiche al 1:1000 e al 1:2000, carte che costituiranno un patrimonio indispensabile per l'Assessorato all'ecologia.
Le Comunità montane hanno lamentato ancora una volta la grave situazione di spopolamento e di limitato reddito derivante dall'agricoltura montana, osservando come la mancata azione dell'uomo porti a situazioni di dissesto naturale.
Con l'Assessore Testa ho compiuto una valutazione in ordine alle attrezzature per sgombero neve che l'anno scorso la Regione ha fornito alle Comunità montane ed ho valutato la possibilità di fornire, attraverso un intervento leasing, i piccoli mezzi necessari a garantire l'ordinaria manutenzione dei torrenti, delle rogge, dei rii e a prevenire situazioni anomale che si possono verificare.
Tale forma, nelle more della contrattazione dei mutui con la Cassa DD.PP., dovrebbe assicurare l'acquisizione dei mezzi a prezzi contrattati metterli immediatamente a disposizione delle Comunità montane evitando il meccanismo della revisione prezzi e maggiori interessi.
Questo meccanismo dovrà essere ulteriormente discusso e perfezionato.
Con gli Assessori Salerno e Rivalta si dovranno avviare studi di carattere idrogeologico.
Questo discorso lungo e complesso - deve trovare in primo luogo da parte del Parlamento una risposta concreta. A fianco della proposta di legge del Governo c'è stata la presentazione di proposte da parte di vari gruppi politici, le quali si trovano d'accordo su quella formulazione di legge.
La sua approvazione consentirebbe un intervento razionale e una disponibilità immediata di forme di finanziamento.
Anche la proposta di legge sulla protezione civile merita una particolare attenzione da parte della Commissione competente e del Consiglio regionale. Tale legge prevede la costituzione di un comitato tecnico e la raccolta di dati e di elementi conoscitivi del territorio.
L'aspetto principale della protezione civile è la prevenzione, quindi la conoscenza del territorio che permette di programmare gli interventi in modo corretto. Solo per il Piemonte occorrerebbero circa 3000 miliardi cifra ben difficilmente racimolabile in breve tempo.
Chiudo tornando ad alcune mie dichiarazioni che hanno sollevato alcune reazioni. Sarebbe stato comodo per me promettere alle Comunità l'applicazione dell'art. 9, quindi il pagamento da parte della Regione dei danni ai privati. Avrei fatto bella figura e riscosso popolarità: l'atteggiamento da me tenuto è stato invece di estrema prudenza, dettato da un accordo di Giunta.
Valutati in modo approssimativo, i danni ai privati e alle strutture turistico - alberghiere, artigianali, commerciali industriali e ammontano a circa 10 miliardi e sono suddivisi tra 20/30 Comuni.
Ritengo che le forze presenti in Consiglio regionale dovranno fare un'attenta valutazione proprio in funzione della situazione economica che la Regione sta attraversando.
Nella valle Cervo, nella Val Chiusella, nella valle della Dora Baltea vi sono dei privati che hanno perso casa, mobili, suppellettili. Altri hanno subito danni minori di carattere alluvionale per lo straripamento dei fiumi, danni dovuti alla necessità di liberare scantinati da melma e fango.
Alcune industrie hanno avuto danni notevoli alle strutture, alle macchine produttive, alle scorte nei magazzini peraltro colmi di materiali. Parecchi alberghi, ristoranti, ed esercizi commerciali sono stati allagati con gravi danni a scorte e ad attrezzature.
Ritengo che, raccolti i dati della situazione relativi a privati e a strutture, sia corretto definire la zona, valutare la natura dei danni e la quantità dei danni e non generalizzare in senso assoluto la situazione come in passato avremmo potuto fare. La settimana prossima avremo il quadro della situazione che porteremo all'esame della II Commissione, prima di assumere qualsiasi provvedimento.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione della scomparsa del Sindaco di Roma, Luigi Petroselli


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, è di oggi un'altra triste notizia,i la morte del Sindaco di Roma, Luigi Petroselli, all'età di 49 anni.
Ho conosciuto Petroselli venti giorni fa e sono rimasto colpito dalla sua cultura, dal suo desiderio di lavorare e di fare il possibile per il bene della nostra Nazione.
Era particolarmente legato a Roma, ma aveva una simpatia particolare per Torino e per i piemontesi. Era molto cordiale, molto aperto, non aveva mai, nelle sue affermazioni, ostilità verso nessuno. Aveva grande comprensione per i problemi che travagliano tutti. Le parole che esprimo in questo momento rappresentano i sentimenti di un amico che ha perso un amico.
Petroselli aveva appena terminato il suo intervento al comitato centrale del PCI quando è stato colto da malore. Immediatamente soccorso, è stato trasportato all'ospedale S. Giacomo dove è deceduto dopo poco.
Luigi Petroselli era diventato Sindaco della capitale tre anni fa raccogliendo l'eredità di Giulio Carlo Argan e guidava una Giunta formata da comunisti e socialisti, eletta poche settimane or sono.
La scomparsa di Petroselli non è una perdita solo per il suo partito, a cui questa assemblea rivolge le più sentite condoglianze, ma è una perdita per le istituzioni democratiche nel loro complesso. Tutti abbiamo seguito le difficili 'vicende per la composizione della Giunta della capitale.
Molti di noi conoscono quale sia l'impegno che l'attività nelle istituzioni democratiche richiede. Luigi Petroselli è morto proprio nel momento in cui stava compiendo il proprio dovere di Sindaco, attivamente impegnato nel dibattito democratico. Per questo, la notizia della sua morte è ancora più triste.
Egregi colleghi, osserviamo un minuto di raccoglimento in suo onore.



(I presenti in aula osservano un minuto di raccoglimento)


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Comunicazioni della Giunta regionale (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con le comunicazioni della Giunta regionale.
La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste.

Intervengo per integrare le informazioni fornite dal collega Cerutti sui danni provocati dalle intense piogge di settembre, piogge che in alcune zone montane si sono trasformate in vere e proprie alluvioni e che hanno richiesto la mobilitazione delle Comunità montane, dei nostri uffici, dei servizi forestali, regionali e statali, che si sono prodigati per salvare il bestiame negli alpe 14: i. Anch'io rivolgo l'apprezzamento e il ringraziamento i funzionari.
Non è ancora possibile fornire dati certi, completi e definitivi sui danni all'agricoltura, soprattutto nelle zone collinari e di pianura. Le notizie finora pervenute e controllate dagli uffici periferici, riferiscono per le zone montane un danno complessivo di 3 miliardi e 250 milioni così ripartiti: 450 milioni a strutture aziendali 790 milioni ad infrastrutture (strade vicinali, interpoderali, acquedotti rurali) un miliardo e 980 milioni ad opere di bonifica montana o integrale.
Torino è la provincia più colpita, per la quale si dispone di un accertamento pressoché definitivo sempre per le zone montane: 2 miliardi e 776 milioni di danni accertati, avvenuti in 17 Comuni, di cui 4 situati nella Comunità montana Dora Baltea - Canavesana, 9 Comuni nella Comunità montana Valchiusella, 2 Comuni nella Comunità dell'Alto Canavese e 2 nella Comunità montana Valle Sacra.
Per la provincia di Alessandria si sono avuti danni accertati finora per 260 milioni nei Comuni di Cartosio e Malvicino.
Danni per 210 milioni sono pure già stati segnalati ed accertati nella provincia di Vercelli in 8 Comuni, fra questi, quelli maggiormente danneggiati sono Campertogno e Piedicavallo.
Sono in corso di accertamento i danni nelle altre province. L'entità dei danni è destinata ad aumentare a completamento degli accertamenti e alla presentazione delle domande che seguirà alla delimitazione delle zone che la Giunta predisporrà ai sensi della legge 364 del 25/5/70 e ai sensi della legge regionale 63.
Rispondendo alla richiesta del Gruppo socialdemocratico e all'interrogazione del Gruppo comunista devo dire che, nel corso di quest'anno, gli eventi calamitosi dovuti agli incendi, alle gelate e alle grandinate fino al 3/9/81, quindi esclusa quest'ultima avversità, hanno provocato soprattutto alle produzioni, danni per oltre 50 miliardi di lire.
Nel 1980 ammontavano ad oltre 80 miliardi. I Comuni variamente interessati sono stati 247; la superficie agraria danneggiata è stata pari a 28.617 ettari. Gli eventi calamitosi più salienti e più drammatici sono dovuti alle ricorrenti grandinate, segnatamente quelle del 27 maggio e del giugno che hanno colpito 6 mila ettari di coltivazioni sparse in 50 Comuni, con una perdita di, produzione agricola per un ammontare di 11 miliardi e 700 milioni e successivamente alle grandinate di fine luglio e 6/7/8 agosto.
Queste ultime grandinate, che ebbero il loro epicentro nella provincia di Alessandria, sono state le più estese e le più intense e da sole hanno provocato danni su 19 mila ettari sparsi in 97 Comuni per un ammontare di 30 miliardi di lire al prodotto agricolo lordo vendibile.
Il personale degli uffici periferici dell'Assessorato e l'Assessore nonostante il periodo feriale, hanno partecipato alle assemblee ed ai dibattiti, che sempre e giustamente s'impongono in tali circostanze e che si sono svolte nei Comuni più colpiti ed hanno immediatamente provveduto all'accertamento dei danni ed alla predisposizione degli atti relativi alla delimitazione delle zone per la presentazione delle pratiche di concorso o sostegno.
Le pratiche vennero disposte entro i 20 giorni previsti dalla legge 364 e dalla legge 63, infatti, entro il 31/8/81 la Giunta ha provveduto ai sensi di legge alla delimitazione delle zone danneggiate per una superficie di ettari 19.841 in 210 Comuni e per una perdita accertata e dichiarata dagli uffici, in collaborazione con le Commissioni comunali, di ben 38 miliardi e 429 milioni.
Sono pure state predisposte, da parte dell'Assessorato all'agricoltura gli atti per delimitare gli altri 8.770 di superficie agraria insistente su 37 Comuni per una perdita di circa 12 miliardi di prodotto agricolo.
Complessivamente i Comuni interessati alle avversità, a tutto il 15 settembre, sono 247; 28.617 sono gli ettari di superficie agraria danneggiata. Il danno dichiarato ed accertato in via provvisoria da parte degli uffici, è di oltre 50 miliardi di lire, con un onere presunto, a carico dello Stato, di 7 miliardi e 283 milioni, con possibilità di maggiorazione per i continui aumenti del tasso di interesse. A questi oneri occorrerà aggiungere quanto andremo ad accertare in via definitiva relativamente alle piogge del 25 e 30 settembre.
Ho avuto inoltre diversi incontri a livello ministeriale e a livello di Commissione per sollecitare l'approvazione della modifica alla legge 364.
I giornali di venerdì davano la notizia che è stata approvata. Non ho notizie precise in relazione al taglio di 45 miliardi che verrebbe fatto con la legge finanziaria.
Il fondo in dotazione della nuova legge doveva essere di 400 miliardi ne sono stati reperiti soltanto 275, adesso pare che con la legge finanziaria ne vengano tagliati altri 45. E' chiaro che ci troveremo con una legge che sulla carta sarà più ampia e in grado di soddisfare le richieste dei produttori, dei coltivatori danneggiati, ma che sarà inadeguata nelle risorse. La Regione Piemonte ha anticipato circa 18 miliardi. E' sicura di riavere, sia pure con un anno o due di ritardo, 7/8 miliardi (quote a favore dei Consorzi). Le altre risorse, a questo punto si dovranno caricare sul bilancio regionale con evidenti complicazioni e difficoltà. La Giunta, sia alla luce della nuova legge che dovrebbe snellire i meccanismi di riparto dei fondi, sia alla luce delle difficoltà che ricordava Cerutti per quanto riguarda la delimitazione di cui all'art.
9, valuterà la misura, la natura e l'intensità dei danni (i danni alle strutture, o alle infrastrutture, se non saranno tempestivamente riparati possono provocare conseguenze negative ulteriori alla produzione) e porterà le sue valutazioni e le sue proposte in sede di III Commissione e in Consiglio.
Colgo l'occasione per informare sull'istruttoria, la definizione e il pagamento dei danni 1980. Su 19.229 domande, per un importo di 79 miliardi gli uffici hanno rilasciato 14.523 nulla-osta e decreti, per un importo ammesso di 27 miliardi, con un onere a carico della Regione di 5 miliardi e 327 milioni. Sono istruiti, pronti da emettere, 766 nulla-osta.
Questa situazione è aggiornata al 30 agosto; essendo trascorso un mese da allora, dovrebbe essere migliorata ulteriormente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni degli Assessori si apre il dibattito.
La parola al Consigliere Petrini.



PETRINI Luigi

Signor Presidente, Consiglieri, come abbiamo appena sentito dagli Assessori Cerutti e Ferraris, nubifragi e piogge intense per quantità e concentrazione hanno flagellato vaste zone del Piemonte, mentre fiumi e torrenti in piena allagavano gli stessi territori provocando gravi e ingenti danni a infrastrutture pubbliche e private, a insediamenti agricoli, artigianali e industriali.
Abbiamo appreso che interessati a questo fenomeno sono stati parecchi Comprensori: di Torino, di Ivrea, del Verbano, del Biellese, di Borgosesia di Novara, di Alessandria e infine che la Giunta regionale ha già stanziato quasi 7 miliardi di pronto intervento per far fronte ai gravi danni arrecati e causati dal mal tempo nella nostra Regione.
Il Piemonte chiude di nuovo il bilancio su queste calamità con una cifra che si aggirerà quasi certamente sui 35 miliardi di lire.
Desidero anch'io in apertura d'intervento associarmi ai ringraziamenti fatti dall'Assessore ai funzionari della Regione, in particolare ai Geni civili e ai Comprensori che si sono adoperati, al di là delle funzioni loro richieste, sopperendo alle inevitabili carenze che si sono verificate, con una capacità, una sensibilità e una abnegazione certamente non comuni.
Il tema dei danni alluvionali in Piemonte è discorso e argomento talmente ripetuto in Consiglio regionale da esimerci dai soliti richiami alla necessità della difesa del suolo, all'assetto idrogeologico, al decollo dei piani di bacino nei loro aspetti di prevenzione e di manutenzione.
Vorrei però fare, se mi è consentito dalla cortesia del Presidente alcune brevi puntualizzazioni. Oggi, si tratta di affrontare innanzitutto l'emergenza provvedendo contemporaneamente alla difesa dei territori colpiti in un quadro generale di difficoltà finanziarie assai pesanti per la Regione e per gli Enti locali piemontesi e in un contesto di crisi economica generale.
Stante la gravità dei danni e l'altrettanto grave situazione finanziaria regionale, condivido l'affermazione che la nostra azione debba essere anche indirizzata al Governo centrale sotto forma di una richiesta di riconoscimento dell'entità e dell'estensione dell'evento calamitoso.
Premessa per determinare un intervento nazionale che stanzi gli importi ritenuti necessari, anche se permangono in me forti dubbi sull'attuale quadro delle competenze giuridiche dopo il decreto presidenziale 616 e soprattutto sulla disponibilità finanziaria governativa.
Dico subito però che per noi qualificare la spesa in sede regionale significa, ancora una volta, ridurre la spesa corrente, tagliare le spese inutili, stringere i cordoni della borsa in un quadro di austerità, salvare gli investimenti produttivi, quindi non solo si richiede una selezione delle uscite e lo sveltimento delle realizzazioni, ma soprattutto risparmio effettivo per la Comunità regionale. Si consideri l'entità delle somme erogate in questi anni per i pronti interventi in caso di calamità naturali.
Qualificare la spesa significa per noi operare con interventi stralcio nei punti neri del territorio che tutti conosciamo, perciò senza ulteriori indagini e ulteriori spese. Da quando siedo su questi banchi non sento parlare che di indagini, di iniziative aereofotogrammetriche del territorio. Credo che ormai ne abbiamo una decina nei cassetti. Occorre intervenire nei punti neri, in quei tratti, in quei luoghi ove sistematicamente e con crescente frequenza si verificano gravi disastri qualche volta anche perdite di vite umane.
L'assenza di previsioni ragionate e soprattutto di interventi sulle conseguenze del degrado ambientale in questi punti neri rende ineluttabili i pronti interventi in caso di calamità. Finora si è operato soprattutto dilatando le cifre del pronto intervento che ormai assommano a decine di miliardi.
Questo deve far riflettere l'intero Consiglio regionale. Per ridurre a medio termine gli interventi costosissimi di pronto soccorso non resta che agire attraverso una sistematica iniziativa nel campo dell'assetto idrogeologico considerando le precarietà attuali di alcuni torrenti piemontesi, coscienti come siamo che gli investimenti richiesti per la generale tutela dell'ambiente raggiungono cifre elevatissime, ma altrettanto coscienti che su questo argomento, così vitale, non potremmo non avere al nostro fianco Province, Comunità montane, Enti locali e Comprensori non solo per quanto riguarda la parte finanziaria ma soprattutto in azioni di convincimento in ordine agli interventi sull'ambiente, degrado dei boschi, abbandono del territorio montano incuria dell'uomo, cause che coincidono pesantemente con le ricorrenti calamità.
Come conciliare la gravità dei danni con la pesante situazione di Bilancio? Questo è il problema da affrontare seriamente. L'Assessore Cerutti ha accennato ad alcune manifestazioni di dissenso nel Biellese. A mio avviso, di fronte alle Comunità interessate non si può sminuire l'entità dell'evento o cercare di scaricare sull'Ente locale le responsabilità, scaricare cioè su altri soggetti le responsabilità. Non dobbiamo dare lezione di serietà e di severità ai Comuni in quanto gli Enti locali piemontesi operano una politica finanziaria quanto mai severa, fatta eccezione per qualche amministratore furbastro, cosa comunque da dimostrare, soprattutto quando qualche furbastro c'é pure tra noi. Dico questo dopo quanto è avvenuto in seguito alle ultime alluvioni e con i recenti interventi della Giunta per i finanziamenti alle opere pubbliche.
Ma di questo discuteremo assai presto avendo richiamato l'attenzione della Giunta con una nostra interpellanza.
Infine, non possiamo confondere il piano tecnico e il piano finanziario subordinando quello tecnico a quello finanziario. Mi pare, infatti profondamente iniquo invertire i termini della questione. Non è la disponibilità dei fondi a rendere più o meno grave un'alluvione. Attestarsi su questa posizione significa fare una scelta critica, significa non voler approfondire il fatto, significa troncare di netto senza creare possibilità di operare sulla spesa regionale cercando di indirizzare sui ripristini a seguito di calamità risorse magari già altrimenti destinate.
Con senso di responsabilità e con il massimo di applicazione, dobbiamo constatare che esiste la legge regionale la 38 del '78, modificata nel '79 che disciplina gli interventi in dipendenza di calamità naturali.
Quella legge precisa appunto quali sono i compiti ed incarichi della Regione che, quindi, non possono essere scaricati sui Comuni, sugli Enti locali o sui privati. Per questo motivo, dobbiamo chiedere, come chiedevano gli amministratori del Biellese, che venga applicato l'art. 9 della legge regionale 38, dichiarando l'evento alluvionale del 29 settembre "calamitoso e grave", sulla scorta dei precedenti criteri adottati dal Consiglio regionale nello stesso spirito della legge. Riteniamo poi giusto intervenire per i ripristini definitivi delle infrastrutture pubbliche e per coloro che hanno avuto forti danni agli edifici privati agli edifici per le attività artigianali, commerciali, agricole e industriali, con forme di sostegno economico. Dovremo magari prendere in considerazione il conto interessi che richiede un impegno più ridotto da parte della Regione ma che comunque è un impegno per attivare una quota di lavori vicini e necessari alle esigenze delle popolazioni colpite.
Nel solo Comprensorio di Biella i danni alle piccole industrie tessili e alle industrie artigianali, tuttora in corso di definitiva valutazione superano già il miliardo di lire.
Intervenire con rigore significa: comprendere nell'art. 9 solo i Comuni o i bacini effettivamente disastrati affidare tale accertamento, sulla scorta di criteri univoci su tutto il territorio regionale, agli uffici del Genio Civile con il coordinamento dell'Assessorato e dei comitati comprensoriali promuovere accertamenti periodici sul grado di realizzazione delle opere per accertare, anche a posteriori, il grado di operatività dell'Ente locale.
Accetto dunque la proposta dell'Assessore di una rigorosa verifica in sede di II Commissione che non prescinda da quanto ho poc'anzi affermato.
Il collega Viglione, oggi assente, ci ricordava nell'ultima seduta che risolvere la questione morale vuol dire fare ognuno il proprio dovere. Noi siamo qui per assolverlo compiutamente. Siamo certi che altrettanto faranno gli Assessori impegnati nel governo del territorio e al servizio del bene comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario

E' doveroso da parte nostra ringraziare l'Assessore per le ampie informazioni, che sono andate ben oltre la richiesta da noi avanzata. In questa situazione abbiamo, a differenza di altri momenti, una capacità d'intervento di particolare significato, una capacità d'intervento tempestiva che muta radicalmente il tradizionale modo di intervento dello Stato. Infatti passiamo da tempi di intervento attorno ai tre anni dello Stato, per riconoscere e risarcire, a tempi attorno ai 12 mesi della Regione. Questo riconoscimento non viene solo dal Gruppo comunista che fa parte della maggioranza, ma viene dalle forze sociali che sono state coinvolte nell'assemblea che si è tenuta a Cremolino, in provincia di Alessandria, epicentro di quella tremenda grandinata che ha distrutto in modo totale il raccolto di quest'anno, pregiudicando il raccolto dei vigneti per un paio di anni almeno, alla presenza dell'Assessore Ferraris che con molta opportunità politica aveva interrotto le ferie. I contadini stessi hanno riconosciuto la maggiore capacità di intervento della Regione.
Mi permetto semplicemente di fare una considerazione. E' positivo che, nel momento in cui la credibilità delle istituzioni, dei Comuni, delle Province, delle Regioni e dello Stato è fortemente messa in discussione che categorie economiche e sociali riconoscano la validità del ruolo del livello regionale.
Questo riconoscimento ci spinge a migliorare le forme di intervento in questo e in altri settori e ci spinge anche a dare più voce a quelle categorie economiche perché portino avanti le rivendicazioni che in quella sede sono state proposte, tra le quali, la modifica della legge sul fondo di solidarietà, con maggiore forza e con il consenso del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Intervengo per una questione particolare che avevo sollevato attraverso una interpellanza urgente all'Assessore Cerutti, ma che, non essendo stata discussa stamane, deve ritenersi assorbita dalla lunga comunicazione da lui resa al Consiglio.
Trascuro quindi più ampie considerazioni che meriterebbero di essere fatte nella circostanza, limitandomi a dire che mi associo all'auspicio di un intervento governativo che concede una legge speciale per venire incontro ai danni provocati dalle alluvioni in Piemonte, pur facendo presente - ed in questo aveva perfettamente ragione il collega Petrini che anche la Regione debba fare nel contempo la sua parte con l'applicazione dell'art. 9 della legge regionale e cioè con la dichiarazione delle zone disastrate in particolari territori della Regione.
Vengo alla questione che ho annunciato di voler sollevare.
Mi riferisco in particolare alla piena alluvionale del Lago Maggiore e ripeto la domanda già presentata attraverso l'interrogazione: l'eccezionale aumento delle acque del lago, che sono salite a oltre 5 metri sullo zero idrometrico, va imputato soltanto allo scatenarsi di elementi naturali o a responsabilità precise e specifiche di uomini e di enti. Mi riferisco in particolare alle decisioni, forse tardive, assunte dal Consorzio idrico del Ticino cui spetta di regolamentare le acque del lago attraverso la chiusa di Colasecca a nord di Sesto Calende.
E' vero che i danni avrebbero potuto essere limitati se - considerato il perdurare del mal tempo che infuriava già da alcuni giorni - il Consorzio idrico per la regolamentazione delle acque del Ticino fosse intervenuto con più tempestività tenuto anche conto che l'apertura eventuale delle dighe a valle non avrebbe prodotto in allora conseguenze eccezionali sulla valle Padana, che non era ancora investita dall'ondata di mal tempo? A questa domanda vorrei avere una risposta precisa anche perché le conseguenze di questa azione si sono fatte sentire pesantemente su un settore che è ridotto ad essere il settore cardine di tutta la zona: hanno colpito cioè l'attività turistica ponendo fine anticipata alla stagione e creando non poche difficoltà agli operatori, per i quali mi auguro che la Regione voglia in un secondo tempo adeguatamente provvedere.
Per troncare le polemiche che insorgono regolarmente ogni qual volta si verificano eventi calamitosi del genere, chiedo se vi è o meno responsabilità del Consorzio idrico del Ticino. Nel caso in cui l'Assessore non fosse in grado di rispondere chiederò una seria indagine della Regione per accertare le eventuali colpe.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

La relazione dell'Assessore sui danni dell'agricoltura, come al solito è completa. Si è preso atto dei danni procurati dai recenti eventi calamitosi e anche di quelli più lontani che hanno colpito le aziende agricole della nostra Regione. Sappiamo che la legge nazionale 364 attribuisce alle Regioni il compito di delimitare le zone danneggiate. E' un compito di istituto; portarlo a termine in tempi brevi è solo un atto d'ufficio. Mi preme invece sottolineare che non sempre alla segnalazione del danno consegue un pagamento tempestivo o per lo meno in linea con la velocità posta nel delimitare le zone. Mi stupisce che il collega Bruciamacchie, intervenendo, abbia esaltato la validità della legge regionale che anticipa ai coltivatori i fondi dello Stato e non sappia che questa legge, non per cattiva volontà o per inefficienza ma per questioni di disponibilità di fondi, non funziona così bene come lui ha detto.
Non è vero che nel passato occorrevano tre anni per ottenere il pagamento dei danni in base alla 364. Personalmente ho operato in questo settore, ho presentato migliaia di domande e posso dire che i tempi erano più o meno quelli di oggi. Affermare che i danni vengono pagati nel giro di 12 mesi contrasta con la realtà oggettiva dei fatti. In una assemblea tenuta a S. Stefano Belbo, presente l'allora Presidente dell'Amministrazione regionale, Viglione, l'Assessore all'agricoltura disse ai coltivatori: "State tranquilli, quando i vostri amici che non hanno subito la grandine porteranno le uve sui mercati e percepiranno il riconoscimento delle loro fatiche, voi avrete i contributi previsti dalla legge regionale". Le uve del 1980 e quelle dell'81 sono state vendute tuttavia ci sono ancora dei coltivatori diretti che non hanno ricevuto i finanziamenti...



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste.

Le banche hanno bloccato i finanziamenti.



LOMBARDI Emilio

Ci saranno dei motivi, non discuto. E' falsa però l'affermazione fatta in questo Consiglio che entro i 12 mesi i danni vengono liquidati: nella migliore delle ipotesi occorrono 24 mesi. Senza trionfalismi occorre prendere atto della realtà, delle difficoltà incontrate nella modifica della legge 364. Le forze politiche devono impegnarsi perché la legge sia finanziata. La delimitazione dei danni sta bene e ringraziamo gli uffici e i funzionari sempre molto zelanti e molto operosi, però occorre anche assicurare la gestione e il funzionamento della legge. Nella prima legislatura fu approvata una legge che tendeva ad anticipare i tempi di erogazione dei finanziamenti per calamità. Successivamente quella legge con il nostro contributo e con il nostro voto favorevole, fu migliorata.
Non possiamo dirci soddisfatti del modo in cui la legge ha funzionato. Il nostro Gruppo s'impegnerà per far sì che a livello nazionale e a livello regionale ci siano i mezzi finanziari necessari e i contributi da erogare nei tempi previsti dalla legge. Oggi di passi in avanti purtroppo non ne abbiamo fatti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti per una brevissima replica.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento.

I responsabili della diga del Ticino, da me interpellati, dichiarano di aver rispettato rigorosamente i temi tecnici, quindi non si è trattato n di trascuratezza né di ritardi nell'apertura della diga. Hanno fatto presente che operando come hanno operato, hanno già creato una serie di danni lungo la sponda del Ticino perché la massa d'acqua scaricata era tale da rendere pericolosa una situazione idrogeologica già precaria almeno sulla sponda piemontese del fiume, pertanto era impossibile aumentare il deflusso.
Personalmente sono scettico sulla validità della risposta, tant'è vero che al fine di verificare eventuali responsabilità l'ho richiesta per iscritto. E' ormai indispensabile l'installazione di meccanismi di rilevazione sulle sponde del lago di cui la Svizzera già dispone. Oltre ai danni al settore trainante della zona, vanno calcolati anche danni per 200/300 milioni causati dal ritiro delle acque alle infrastrutture portuali.
Mi riservo di produrre successivamente una documentazione per esaminare anche questo aspetto.


Argomento: Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 97: "Adeguamento dei contributi di annualità a parziale modifica del dispositivo di cui alla legge regionale 16/5/75, n. 28"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'o.d.g. con l'esame del progetto di legge n. 97: "Adeguamento dei contributi di annualità a parziale modifica del dispositivo di cui alla legge regionale 16/5/75, n. 28".
La relazione al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido, relatore

Signor Presidente, le modifiche che vengono proposte alla legge 28 sono piuttosto limitate. Altre più consistenti verranno apportate partendo dalle proposte di legge presentate dai vari Gruppi consiliari, concordi nel ritenere indispensabile una normativa che modifichi complessivamente l'intera materia delle opere pubbliche.
Le modifiche proposte scaturiscono essenzialmente dall'andamento del mercato finanziario negli ultimi mesi e dalle limitazioni che la Cassa DD.PP, ha posto alle possibilità di accesso ai mutui sia per quanto riguarda la durata dell'ammortamento, che per quanto riguarda l'entità del tasso di interesse sui mutui stessi.
Quando venne approvata la legge n. 28 nel '75, la Cassa DD.PP.
concedeva i mutui al 9% per 35 anni con una rata d'ammortamento del 9,46 circa annuo. Dal gennaio '81 la Cassa ha ridotto i mutui a 10 anni, per la manutenzione straordinaria degli edifici, la bitumatura delle strade l'acquisto di mezzi pubblici di trasporto o autoveicoli speciali e per i mutui inferiori ai 20 milioni.
Con decreto del Ministro del Tesoro del maggio scorso il periodo d'ammortamento è stato ridotto da 35 a 20 anni per i mutui relativi e qualsiasi tipo di opera o di intervento.
Con altro decreto, il Ministro del Tesoro ha poi disposto l'elevamento del tasso di interesse dal 9 al 10,50%. La rata d'ammortamento del 9,46% ' salita al 15% circa per i mutui con un periodo d'ammortamento di 20 anni e al 16,62% per i mutui con un periodo d.!ammortamento di 10 anni.
Se c'é una ragione oggettiva nell'adeguare il periodo d'ammortamento del prestito alla durata reale dell'investimento (basti pensare alla durata massima degli automezzi) meno fondate sono le ragioni di ridurre il periodo di ammortamento per i mutui in generale qualunque sia il tipo di intervento che vanno a finanziare. E' anche discutibile il fatto che tutto questo sia stato disposto o con Decreto del Ministro del Tesoro o con circolari interne senza preventivamente sentire il parere delle autonomie.
In conseguenza di tali provvedimenti sono aumentati notevolmente gli oneri per i Comuni; pertanto vengono proposte le modifiche che riguardano i tassi e i contributi previsti dalla legge regionale del '75. Si coglie questa occasione inoltre per apportare alcune modifiche ad altre disposizioni della legge 28. Si propone di adeguare l'elenco degli enti che sono ammessi a contributi in relazione alle nuove realtà istituzionali che sono sorte dal 1975 ad oggi. Si chiarisce inoltre che i contributi verranno dati d'ora in avanti per il periodo di effettiva durata del mutuo. La legge regionale precedente concedeva 35 anni creando casi anomali su mutui con un periodo di ammortamento di 15 anni.
Viene inoltre stabilita la possibilità di ottenere contributi per l'acquisizione di immobili da destinare a sedi di uffici municipali, anche in centri storici, laddove sarebbe impossibile costruire nuovi edifici come prevedeva la legge 28. Vengono previsti contributi in annualità per enti che provvedono al completamento, all'ampliamento e alla ristrutturazione di opere sanitarie ospedaliere, possibilità puramente teorica, per ora, in quanto non sarebbero ammessi dalla legge statale interventi in aggiunta a quanto previsto dal Fondo Sanitario Nazionale. I provvedimenti proposti avranno una durata limitata e si dà un'indicazione di massima (31/12/81) in quanto si prevede che entro tale termine sarà intervenuta la revisione complessiva dei provvedimenti sulle opere pubbliche. In coerenza con questa impostazione è previsto il ritorno al tasso del 6% per i mutui da contrarre con la Cassa DD.PP., dopo la fine dell'anno; invece, fino al 31/12/81, il contributo è del 7,50% sui mutui contratti con la Cassa DD.PP., con durata di 20 anni e del 10% sui mutui con durata di 10 anni. Per i mutui contratti con altri istituti di credito si propone di elevare al 10% i contributi sui mutui con durata di 20 anni al 12,5% sui mutui che abbiano una durata di 10 anni, al 12% per quelli con periodi diversi.
Sarà però opportuno specificare che cosa s'intende per "periodi diversi".
Il maggiore onere complessivo è di circa 750 milioni. Si raccomanda inoltre l'approvazione urgente di questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Ci troviamo nella necessità di dover approvare il progetto di legge n.
97, che ha carattere provvisorio avendo una validità limitata fino al 31/12/81.
La legge 28 del '75 ha rappresentato la prima possibilità d'intervenire organicamente nel settore delle opere pubbliche permettendo agli enti locali la autodeterminazione nella destinazione delle risorse per l'esecuzione delle opere pubbliche.
Con il passare del tempo si è verificata la necessità di revisionare la legge al fine di trovare un corretto meccanismo di applicazione della legge stessa in ordine alla destinazione delle risorse ai Comprensori e attraverso i Comprensori, alle micro-zone.
Il nostro Gruppo aveva a suo tempo presentato una proposta di legge che riafferma la validità dei contenuti della legge 16/5/75 n. 28 e tende a migliorare le procedure. Data l'esigenza e l'urgenza che si sono venute manifestando in riferimento ai provvedimenti assunti dalla Cassa DD.PP.
sacrifichiamo alcune obiezioni che dovremmo fare con riferimento al decreto sulla finanza locale, tradotto nella legge 153. Si tratta di una modifica finanziaria che agevola la contrazione dei mutui e la realizzazione delle opere, accoglie la proposta che avevamo rappresentato, consente agli uffici regionali di avviare le pratiche ancora in sospeso e non pregiudica la possibilità di procedere alla modifica della legge 28.
Al di là delle osservazioni che dovremmo formulare, vogliamo riaffermare alcuni principi ai quali l'attività della Giunta dovrebbe informarsi. Il primo è che in virtù dell'approvanda legge, si proceda rapidamente al perfezionamento dei mutui per le opere che sono già state approvate. Il secondo è che venga presentato dalla Giunta il disegno di legge di modifica della legge 28, annunciato sin dalla fine della scorsa legislatura. In terzo luogo che si proceda agli adempimenti collegati e conseguenti alla proposta di legge presentata dal Gruppo della D.C.
Chiediamo che la Giunta s'impegni e non abbia incertezze in ordine alla presentazione del d.d.l, di modifica alla legge n. 28 entro il 31/12/81.
Non vorremmo che il ritorno del tasso al 6% costituisca motivo per ulteriori rinvii lasciando la legge 28 nel limbo della sua operatività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Come ha detto il relatore, si tratta di un provvedimento dovuto in quanto la Regione è costretta ad adeguare i contributi delle annualità, che aveva dato a suo tempo, alle nuove norme introdotte dalla Cassa DD.PP.: avendo la Regione scelto una strada, se questa strada la vuole completare deve adeguarsi a decisioni che provengono da un vincolo che si era creato.
Indipendentemente da questo, vorrei attirare l'attenzione del Consiglio regionale sull'articolo finanziario della legge. In Commissione a questo proposito ho ricevuto assicurazioni da parte dell'Assessore competente tuttavia il problema permane.
Con l'art. 4 s'impegnano i bilanci '82/83 con cifre che dovranno esistere, ma che per il momento non esistono. Quando diciamo che per gli anni '82/83 avremo un fondo comune sul quale definiremo l'approvazione del piano di sviluppo, le scelte, i campi e quelli che Simonelli chiama gli scenari dei possibili interventi facciamo la programmazione, ma se continuiamo così come stiamo facendo dall'inizio dell'anno, a precostituire dei vincoli, il fondo comune che dovrebbe servire finalmente per la programmazione delle opere e delle scelte prioritarie, sarà completamente prosciugato.
Questa legge avrà attuazione se si reperiranno i fondi relativamente a questi aspetti.
Questo provvedimento ha consentito alla Commissione di entrare nel vivo dell'altra problematica che ha sollevato il Consigliere Genovese. Credo che il Consiglio, e ancor più la I Commissione, dovrebbero prontamente affrontare, anche perché molto presto si dovrà definire il bilancio della Regione Piemonte del 1982, questa problematica che deve stimolare alla riflessione sul modo di utilizzare le risorse della Regione negli anni futuri. Occorre valutare l'opportunità di privilegiare i contributi in conto interessi, anche perché le condizioni dei Comuni sono profondamente cambiate, soprattutto con la legge del 1977 con la quale gli Enti locali riescono a far entrare gli oneri di ammortamento nel ripiano a carico dello Stato, quindi si crea un circolo chiuso che è contrario ad un sistema finanziario dinamico e che dovrebbe agire da moltiplicatore e che invece non fa che rimandare a casa fondi che erano già stati erogati. Inoltre va ricercato un altro equilibrio tra finanziamenti in conto interessi e finanziamenti in conto capitale.
Nella considerazione che le risorse saranno poche, come continuiamo a dire tutti i giorni, occorrerà utilizzarle al meglio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento.

Desidero assicurare il collega Sartoris che la modifica alla legge 28 sarà presentata al Consiglio prima della fine dell'anno, tenendo conto delle proposte di legge presentate dal Gruppo democristiano e dal Gruppo comunista. La collega Vetrino ha puntualizzato il fatto che si fa ricorso alle risorse degli anni '82 e '83. L'entità di questa spesa ha consentito di superare la diga che l'Assessore alle finanze Testa pone come ipoteca di carattere finanziario sui bilanci futuri, ma per sbloccare la pesante situazione che si era venuta a creare, che non consente ai Comuni che hanno predisposto e inoltrato le domande alla Cassa DD.PP., di avere i finanziamenti per la modifica dei tassi, è indispensabile che questa modifica di legge, seppure temporale, venga approvata.
Chiedo di aggiungere l'articolo che consente l'immediata applicazione della legge. Devo peraltro far presente ai colleghi che, siccome si fa ricorso ai bilanci finanziari '82/83, sarà opportuno che, assieme all'assestamento di bilancio, il collega Testa presenti una legge finanziaria che consenta la copertura adeguata; in caso contrario qualsiasi nostro provvedimento non avrebbe l'apposita copertura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

Ritengo opportuno, con l'anno prossimo, rivedere la legge 28, perché i contributi che diamo ai Comuni servono solo nel caso in cui il Comune abbia raggiunto il tetto di indebitamente; in sostanza è un trasferimento di fondi che facciamo al Ministero degli Interni. Credo che per i prossimi esercizi questo contributo dovrebbe essere dato solo a quei Comuni che siano vicini al plafond, in quel caso il contributo della Regione consentirebbe il mutuo. Dato però che la maggior parte dei Comuni del Piemonte, in conseguenza del nuovo regime della finanza locale, non è vicina al plafond, quindi non contrae mutui, questo contributo rischia di essere illusorio, nel senso che al Comune serve molto poco; alla Regione invece serve come esborso e per le ragioni che sono state più volte dette relative al bilancio. Può sembrare inizialmente un'operazione fatta contro il Comune, bisogna invece spiegare che è fatta a loro favore perché quelle risorse possono essere date in conto capitale per altre opere.
In questo senso l'Assessorato approva il progetto di legge, con l'impegno, peraltro contenuto nella relazione, di fare un'azione effettiva e non simbolica nei confronti dei Comuni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Mozione d'ordine. Voglio rilevare come ancora una volta è l'opposizione che garantisce i lavori d'aula. In questo momento rileviamo che in aula ci sono 14 Consiglieri, 4 Assessori di maggioranza e la restante parte sono Consiglieri di opposizione.
L'osservazione non è né gratuita né pretestuosa né vuole creare un incidente.
Vuole invitare tutte le forze politiche a riflettere sull'importanza dei lavori d'aula. Abbiamo la netta sensazione che l'attività regionale si risolva sempre di più in conferenze stampa, manifestazioni, riunioni.
Questo è un elemento di preoccupazione per tutti, su cui tutti devono riflettere per evitare problemi più gravi in futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Convengo certamente su questo tema, però voglio dire che il mantenimento del numero legale e la garanzia che le leggi vengano approvate è compito di tutti.
Siamo presenti in numero superiore rispetto alla maggioranza.



(Voci in aula)



BONTEMPI Rinaldo

La responsabilità è pari per tutte le forze politiche. In questo senso mi pare del tutto legittimo che, come ha fatto il collega Bastianini anch'io mi richiami al problema della tenuta del Consiglio.
Abbiamo anche detto che si devono organizzare i lavori in modo che non si arrivi a quest'ora a votare due leggi, per le quali occorre il numero legale, e passare il mattino e buona parte del pomeriggio discutendo su altri argomenti. Ne abbiamo parlato anche in sede di conferenza di Capigruppo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "L'art. 1 della l.r. 16/5/75, n. 28 è sostituito dal seguente: 'La Regione, nell'ambito dei programmi settoriali di intervento per l'esecuzione delle opere pubbliche indicate nei successivi articoli, di competenza delle Province, dei Comuni e loro Consorzi, degli Enti ospedalieri fino alla cessazione delle funzioni degli organi amministrativi degli Enti stessi, delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e delle istituzioni di beneficenza non previste dalla legge 17/7/1 89 0 n.
6972 e successive modificazioni, concede contributi in capitale e contributi costanti in annualità sulla spesa riconosciuta necessaria'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 Il primo comma dell'art. 3 della l.r. 16/5/75 n. 28 è sostituito dai seguenti: "Il contributo in annualità costanti di cui al precedente art. 1 è concesso, per il periodo di ammortamento del mutuo, ai Comuni e loro Consorzi che provvedano: a) alla realizzazione delle opere indicate nel precedente art. 2, paragrafi 1), 2) e 3); alla costruzione ed ampliamento di sedi municipali ed all'acquisizione di immobili da destinare a tale scopo. Sono ammessi lavori di ristrutturazione, consolidamento e sistemazione interna, ivi compresa la dotazione di impianti termici, elettrici ed idrosanitari, in edifici di proprietà adibiti o da destinarsi a sede municipale, quando i lavori stessi siano diretti ad assicurare la funzionalità dei servizi di Istituto.
c) alla costruzione, sistemazione o ampliamento di cimiteri (esclusa la costruzione e manutenzione di loculi), di mattatoi o di altre opere igieniche d) alla costruzione, sistemazione o ampliamento di strutture commerciali e di mercati e) alla costruzione di edifici destinati ad attività culturali f) alla costruzione di impianti per l'incenerimento dei rifiuti solidi urbani g) alla costruzione, completamento o adeguamento delle opere occorrenti per il rifornimento di energia elettrica a capoluoghi, frazioni e borgate nonché per gli impianti di illuminazione pubblica.
Per mutui da contrarre con la Cassa DD.PP., il contributo è concesso nella misura del 6%.
Nel caso di mutui accesi con Istituti di credito diversi dalla Cassa DD.PP., il contributo è concesso nella misura del 10% per mutui ad ammortamento ventennale, nella misura del 12,50% per mutui ad ammortamento decennale e nella misura del 12% per mutui da ammortizzare in periodi diversi da quelli indicati'.
Il quarto comma dell'art. 3 della l.r. 16/5/75 n. 28 è sostituito dal seguente: 'Il contributo in annualità è concesso nella misura e per la durata occorrenti al totale ammortamento, compresi gli oneri per spese di interessi, dei mutui da contrarsi con la Cassa DD.PP., agli Enti che provvedono al completamento, ampliamento e ristrutturazione di opere sanitarie ospedaliere, nonché agli Enti che devono far fronte a maggiori oneri relativi al completamento di opere che, ammesse a contributo ai sensi della l.r. 16/5/75 n. 28, hanno beneficiato dei contributi integrativi di cui alla l.r. 31/8/77 n. 46'.
E' abrogato il nono comma dell'art. 3 della l.r. 16/5/75 n. 28".
Sono stati presentati dal Consigliere Biazzi i seguenti emendamenti: 1) al terzo comma, dopo le parole "nella misura del 10% per mutui ad ammortamento ventennale", aggiungere: "o per un periodo di tempo superiore".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
2) al terzo comma, sostituire le parole "in periodi diversi da quelli indicati" con: "in periodi compresi tra i 10 ed i 20 anni".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si passi alla votazione dell'art. 2 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Agli Enti ammessi a fruire di contributo in annualità costanti, fino al 31/12/81, che non abbiano già contratto il mutuo, possono essere attribuiti i benefici della elevazione del contributo alla misura di cui al precedente art. 2 per mutui da contrarsi con Istituti diversi dalla Cassa DD.PP., ed alla misura del 7,50 e del 10, rispettivamente, per mutui con ammortamento ventennale o decennale da contrarre con la Cassa DD.PP.".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Al maggior onere derivante dall'integrazione dei contributi previsti dalla presente legge, valutabile in L. 675.000.000, si farà fronte con i singoli stanziamenti di bilancio pluriennale, esercizi 1982 e 1983, così come sotto ripartiti a seconda del settore di intervento finanziato".
1982 1983 Strade L. 100.000.000 200.000.000 Impianti ill. pubblica L. 15.000.000 35.000.000 Cimiteri ed opere igieniche L. 15.000.000 Sedi Municipali L. 60.000.000 90.000.000 Acquedotti e Fognature L. 85.000.000 65.000.000 Strutture commerciali L. 5.000.000 Edifici destinati ad attività Culturali L. 5.000.000 TOTALE L. 285.000.000 390.000.000 Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Il Consigliere Biazzi propone di aggiungere il seguente emendamento: Art. 5 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti.
Si passi alla votazione del nuovo art. 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
La parola al Consigliere Genovese per dichiarazione di voto sul d.d.l. 97.



GENOVESE Piero Arturo

Il Gruppo D.C., conferma il voto favorevole al provvedimento, che è già stato annunciato dal collega Sartoris. Nel confermare questa posizione ci preme fare due precisazioni: non è vero, come è emerso dal dibattito, che questo sia un provvedimento transitorio e che abbia termine con il 1981, in quanto che si è proceduto ad una modifica della legge 28 prevedendo al secondo comma dell'art. 2, qualora non si addivenga alla revisione della legge stessa, che a partire dal 1° gennaio '82 saranno ripristinati i meccanismi contributivi in conto interesse che erano in vigore, prima della revisione che stiamo per approvare, nella misura del 6% sui mutui contratti con la Cassa DD.PP.
Siccome riteniamo che questa normativa debba essere radicalmente mutata, in relazione alle modifiche dei provvedimenti finanziari di interesse degli Enti locali e alle conseguenze richiamate nelle dichiarazioni dell'Assessore Testa, chiediamo un impegno preciso delle forze politiche a provvedere alla revisione della legislazione in materia di opere pubbliche anche sulla base delle proposte di legge che già sono state presentate.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni possiamo passare alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 36 Consiglieri L'intero testo del d.d.l. è approvato.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame progetto di legge n. 132: "Modifica all'art. 25 della l.r. 19/12/78 n. 78 per lo sviluppo delle strutture culturali locali"


PRESIDENTE

Il punto sesto all'o.d.g. ci richiama all'esame progetto di legge n.
132: "Modifica all'art. 25 della l.r. 19/12/78 n. 78 per lo sviluppo delle strutture culturali locali".
Il disegno di legge è stato licenziato dalla VI Commissione all'unanimità.
Relatore è il Consigliere Ariotti che dà per letta la sua relazione.
La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Il Gruppo consiliare della D.C, voterà a favore del p.d.l. n. 132. In relazione ad alcune perplessità sollevate dal Consigliere Cerchio, riprese anche in sede di I Commissione, dobbiamo precisare che anche in relazione a questa legge si pongono quei motivi di attenzione che l'Assessore Testa ha richiamato per la legge che abbiamo appena approvato. In questo caso la somministrazione di fondi da parte della Regione va a sanare la situazione del personale assunto con la legge 285. Sono rimborsi relativi a spese che ordinariamente spettano agli Enti locali ma che sono coperte da somministrazioni specifiche da parte dello Stato.
Anche in questo caso, come nel caso precedente, si rischia di mettere in moto un meccanismo abnorme di somministrazione di fondi "di ritorno" dalla Regione al Ministero del Tesoro; occorrerà quindi che in sede di convenzione si accerti la possibilità da parte dei Comuni interessati di inquadrare il personale nei ruoli organici e di coprire la spesa prioritariamente con somministrazioni dello Stato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore ai beni culturali.

La Giunta è d'accordo sulle considerazioni fatte dal Consigliere Genovese. Voglio solo osservare che non è prevista l'obbligatorietà di quella procedura. Si tratta di possibilità, quindi di migliore utilizzo del personale.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni, passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "L'art. 25 della l.r. n. 78 del 19/12/78 è integrato dal seguente ultimo comma: 'Le disposizioni di cui al comma precedente si estendono a titolo di ulteriore contributo della Regione, agli Enti locali, Comunità montane Istituzioni, Fondazioni, Associazioni che lo richiedano per promuovere le iniziative culturali e sviluppare le strutture del settore delle Biblioteche e Musei, per le spese sostenute da tali Enti per l'immissione in ruolo del personale a tempo indeterminato della graduatoria unica regionale, di cui alla l.r. 12/5/80 n. 38 in possesso degli specifici profili professionali del settore biblioteche, musei e attività culturali (per i livelli VI - V - IV - II) individuato in base ai criteri della l.r.
12/5/80, n. 38 sopracitata e successive integrazioni' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Alla spesa di cui al precedente articolo, valutata per l'anno finanziario 1981 in L. 260.000.000, si fa fronte con la somma stanziata al cap. n.
11795 del bilancio dello stesso anno, la cui denominazione viene modificata in: 'Contributi agli Enti locali, Comunità montane, Istituzioni, Fondazioni e Associazioni per attività di promozione Culturale nonché per la gestione e la manutenzione di biblioteche e musei non statali..
Le spese per gli anni finanziari 1982 e successivi saranno determinate con le di approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Si passi alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il testo della legge è approvato.


Argomento: Comunita' montane

Esame progetto di legge n. 138: "Modifiche alla l.r. 10/12/79 n. 72 Contributi alle Comunità montane per le attività divulgative della cultura e dell'informazione locale"


PRESIDENTE

Punto settimo all'o.d.g.: esame progetto di legge n. 138: "Modifiche alla l.r. 10/12/79 n. 72 - Contributi alle Comunità montane per le attività divulgative della cultura e dell'informazione locale".
Relaziona il Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

Questo provvedimento rappresenta un adeguamento di carattere procedurale e finanziario rispetto al provvedimento già in attuazione. La modifica è stata resa necessaria perché il ritardo, per difficoltà tecniche dei progetti e difficoltà nei rapporti con la Rai, ha fatto sì che lo stanziamento originario della legge non potesse corrispondere a tutte le esigenze. Soprattutto la norma che stabilisce il pagamento del 25% della somma a compimento dei lavori rende impossibile ad oggi la spendibilità delle somme residue. Spendere tali somme è invece importante per permettere la prosecuzione di questi interventi. Questa legge non viene ad interferire con altre iniziative.
Il Gruppo D.C., ha presentato un progetto di legge che prevede l'ampliamento degli interventi.
In sede di Commissione si è ritenuto di approvare questo provvedimento che rappresenta una sanatoria ad una situazione di incertezza e di ritardo nei pagamenti e che permette di effettuare almeno una parte dei lavori già programmati. Altra sede avrà il provvedimento o i provvedimenti eventuali che riguardano nuove iniziative di ampliamento.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Il quarto capoverso dell'art. 2 della l.r. 10/12/79 n. 72 viene così modificato: 'Le Comunità montane devono presentare alla Regione, entro 60 giorni dalla data di comunicazione del provvedimento di concessione del contributo, il progetto esecutivo dell'opera.
L'erogazione del contributo è disposta con decreto del PGR nelle seguenti misure: 1) acconti fino alla concorrenza del 75% alla documentata comunicazione di inizio dei lavori 2) fino alla concorrenza del residuale 25% al documentato compimento dei lavori.
Per le opere finanziate negli anni '79 e '80 il residuale 25% potrà essere erogato al documentato avanzamento dei lavori per una spesa non inferiore all'entità del contributo regionale.
La Giunta può procedere alla revoca del contributo: a) quando il beneficiario non abbia provveduto, entro 120 giorni dalla data di comunicazione del provvedimento di concessione del contributo, alla presentazione del progetto esecutivo dell'opera b) quando il beneficiario non abbia dato comunicazione dell'avvio dei lavori entro 90 giorni dal data di erogazione del primo acconto di contributo'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale, ed entrerà in vigore il giorno stesso della ma pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.
E' approvata con 31 voti favorevoli ed 1 astensione.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame deliberazione Giunta regionale n. 229-6116: "Legge 5/8/75 n. 412 - 2 programma triennale di edilizia scolastica '78/80, approvato con deliberazione consiliare n. 221 del 28/10/77"


PRESIDENTE

Il punto nono all'o.d.g. ci richiama all'esame deliberazione Giunta regionale n. 229-6116: "Legge 5/8/75 n. 412 - 2, programma triennale di edilizia scolastica '78/80, approvato con deliberazione consiliare n. 221 del 28/10/77".
Il provvedimento è stato licenziato dalla VI Commissione all'unanimità.
Se non vi sono interventi possiamo passare alla votazione.
"Il Consiglio regionale visto l'art. 3 della legge 5/8175, n. 412 che fa riferimento all'eventualità che si effetuino variazioni dei programmi di intervento come approvati dalla Regione vista la deliberazione n. 221 del 28/10177, con la quale il Consiglio regionale ha approvato i criteri di formazione ed il programma di localizzazione degli interventi per grado e tipo di scuola per il '78/80 formulato ai sensi dell'art. 3 della legge 5/8/75, n. 412 visto che il suddetto piano assegnava al Comune di Livorno Ferraris la somma di L. 185.000.000 per la nuova costruzione di una scuola materna visto che il Comune di Livorno Ferraris richiede, in ossequio alla deliberazione della Giunta municipale n. 129 del 30/12/80, di poter utilizzare lo stanziamento già assegnato per la costruzione di una palestra scolastica, anziché per la scuola materna, come inizialmente previsto considerato che tale richiesta consegue ad una più attenta valutazione dei fabbisogni comunali e delle possibilità di ristrutturazione della scuola materna esistente considerate valide le motivazioni esposte dal Comune di Livorno Ferraris sentito il parere delle Commissioni consiliari competenti.
visto l'assenso del Ministero della Pubblica Istruzione ai sensi del quarto comma dell'art. 3 della legge 5/8/75, n. 412, espresso con nota n. 1222 del 1818181 allegata alla presente deliberazione delibera di recepire la proposta di modificazione del 2° programma triennale di interventi ai sensi della legge 5/8/75, n. 412 nella forma seguente: Comune di Livorno Ferraris nuova costruzione palestra scolastica L. 185 milioni.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/53, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva tale deliberazione è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32' Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione per alzata di mano l'immediata esecutività di tale deliberazione.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Elezioni

Proposta d'iscrizione all'o.d.g.: "Parere in merito al regolamento delle elezioni per la rinnovazione parziale dell'assemblea generale dell'U.S.L. n. 54 di Borgomanero"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. l'argomento sul: "Parere in merito al regolamento delle elezioni per la rinnovazione parziale dell'assemblea generale dell'U.S.L. n. 54 di Borgomanero".
Chi approva la proposta è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Pongo ora in votazione il documento già a vostre mani il cui testo resterà a disposizione dei signori Consiglieri presso l'Ufficio Aula del Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 31 voti favorevoli ed 1 astensione.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Ordine del giorno dei Consiglieri Bruciamacchie, Montefalchesi, Cerutti Moretti, Genovese, Devecchi, Bastianini e Vetrino relativo alla soppressione del rimborso delle cure termali


PRESIDENTE

Vi do lettura dell'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bruciamacchie, Montefalchesi, Cerutti, Moretti, Genovese, Devecchi Bastianini e Vetrino relativo alla soppressione del rimborso delle cure termali proposta nella legge finanziaria del Governo: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che tra gli annunciati provvedimenti contenuti nella legge finanziaria proposta dal Governo vi è la soppressione del rimborso cure termali valutato che a fronte di un risparmio di 80 miliardi, cioè circa lo 0,50% della spesa sanitaria, si verificherebbe: a) una riduzione delle entrate tributarie a carico delle aziende e di tutto il settore indotto b) un onere per cassa integrazione oppure per indennità di disoccupazione per i lavoratori fissi e stagionali c) trasferimento del conseguente deficit delle aziende termali pubbliche nel bilancio generale dello Stato d) rischio di una successiva definitività del provvedimento ritenuto che le cure termali svolgono una importante funzione di tipo preventivo e riabilitativo, contribuendo a ridurre il ricorso a cure farmaceutiche e al ricovero ospedaliero considerati gli effetti negativi del provvedimento, anche per i riflessi nel settore commerciale e turistico, sull'intera economia di zone già in crisi, come l'Acquese e alcune valli del Cuneese invita Governo e Parlamento a riesaminare le norme relative alla soppressione del rimborso per cure termali, alla luce delle più generali problematiche connesse al provvedimento sollecita il Parlamento ad adottare i provvedimenti legislativi indispensabili sia per una rigorosa e scientifica classificazione delle stazioni termali con dichiarate capacità terapeutico-curative, sia per l'attuazione concreta del disposto della riforma sanitaria in ordine al passaggio delle terme alle Regioni invita la Giunta regionale, i Comprensori interessati e gli Enti locali ad assumere le idonee iniziative atte a concretizzare le proposte contenute nel documento predisposto dalla Commissione di studio all'uopo costituita e nella ricerca effettuata nel 1980 per conto della Regione in ordine ad un programma di valorizzazione delle attrezzature termali".
Pongo in votazione per alzata di mano l'ordine del giorno.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Il Consiglio verrà convocato a domicilio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,30)



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