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Dettaglio seduta n.79 del 22/09/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione dei Consiglieri Sartoris e Cerchio inerente l'utilizzazione della legge regionale 73/1978 per la S.S. di Ceresole

Argomento: Norme generali sui trasporti

interrogazione dei Consiglieri Sartoris, Petrini e Martinetti inerente la legge regionale 73/1978 - applicazione rispetto a tutto il territorio regionale

Argomento: Norme generali sui trasporti

interrogazione del Consigliere Sartoris inerente la legge regionale 73/1978; utilizzazione della legge per collegamento S.S. n. 11 con S.S. n. 590

Argomento: Norme generali sui trasporti

interrogazione del Consigliere Sartoris inerente la legge 73/1978 direttissima proveniente e di collegamento con Caselle


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", vengono discusse: l'interrogazione dei Consiglieri Sartoris e Cerchio inerente l'utilizzazione della legge regionale 73/1978 per la S.S. di Ceresole l'interrogazione dei Consiglieri Sartoris, Petrini e Martinetti inerente la legge regionale 73/1978 - applicazione rispetto a tutto il territorio regionale l'interrogazione del Consigliere Sartoris inerente la legge regionale 73/1978: utilizzazione della legge per collegamento S.S. n. 11 con S.S. n.
590 l'interrogazione del Consigliere Sartoris inerente la legge regionale 73/1978 - direttissima proveniente e di collegamento con Caselle.
Risponde a tutte l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Le interrogazioni possono essere esaminate contestualmente, perch trattano gli stessi problemi.
La legge regionale n. 73/1978 che consente di assegnare agli enti già oggetto dei benefici della legge regionale n. 28/1975 contributi in c/c fino al 100% della spesa necessaria per l'esecuzione di opere pubbliche e la successiva legge 30/5/1980 n. 71 che estende ai medesimi enti contributi in conto interessi fino al 100% della rata annuale, sono volte all'intervento finanziario regionale a favore degli enti che in conseguenza di un intervento di Azienda di Stato (ANAS, FF.SS., ENEL. ecc.) si trovano nella necessità o nella palese convenienza di realizzare opere di interesse comunale, complementari e quindi non realizzabili dall'Azienda di Stato esistono, infatti, condizioni nelle quali un intervento dello Stato, per cause diverse, ma soprattutto per l'entità e il rilievo dell'opera (per esempio l'effetto dell'opera sul traffico e la circolazione locale ristrutturazione di ampie porzioni di viabilità in conseguenza di opere ferroviarie) provoca sulle infrastrutture circostanti e collegate effetti dannosi con aggravio di condizioni spesso già precarie cui il Comune non è in grado di far fronte con i propri mezzi.
Sono situazioni nelle quali l'interesse nazionale o sovracomunale alle realizzazioni dell'opera principale, che corrisponde a programmi ed anche ad iniziative regionali, è decisamente preponderante all'interesse del Comune, peraltro si trova a dover sostenere costi di razionalizzazione più ampia o trova conveniente un intervento collaterale che migliora l'efficacia dell'opera.
In questi casi la Regione facendosi carico del costo correlato da evidenti interessi di più ampia scala non addossa, come avviene per la normale legge regionale n. 28/1975, alcun onere al Comune stesso.
Infatti, l'applicazione della legge che è dunque vincolata all'esistenza delle ragioni suddette è stata finora effettuata nelle seguenti situazioni: 1) opere connesse con l'intervento statale del traforo del Frejus e alla mancata esecuzione della viabilità d'accesso sottopassi pedonali in Chiomonte e Salbertrand ponte a Bussoleno fra la S.S. 24 e la S.S. 35 ponte a Susa fra la S.S. 24 e la S.S. 35 viabilità minore e complementare ad Avigliana sistemazioni viarie e parcheggi in Bardonecchia.
Le deliberazioni della Giunta regionale sono le seguenti: n. 22-2430 del 2/12/1980; n. 30-31021 dell'8/7/1980; n. 39-29965 del 27/5/1980; n. 25-28697 del 22/4/1980; n. 420-29752 del 29/5/1980; n. 23 28144 dell'1/4/1980.
2) Opere connesse con l'esecuzione del quadruplicamento in asse del binario ferroviario in Moncalieri, sul tratto Trofarello - Torino Lingotto, che le Ferrovie dello Stato in coerenza con le indicazioni regionali hanno in corso; l'importante intervento comporta la modifica di alcuni sotto ferrovia e cavalca ferrovie.
Si è riscontrato utile da parte del Comune di Moncalieri eseguire contestualmente lavori di miglioramento di tali opere per consentire più adeguati passaggi veicolari. Sono quindi state stipulate convenzioni fra Regione, Comune e FF.SS. sulle quali il maggior intervento finanziario è stato assunto dalla Regione riconoscendo, anche in questo caso, l'interesse più ampio definito dal piano regionale dei trasporti e il raggiungimento di consistenti economie.
Le deliberazioni della Giunta regionale sono le seguenti: n. 32-19587 del 6/3/1979; n. 29-19584 del 6/3/1979; n. 30-19585 del 6/3/1979; n. 31-19586 del 6/3/1979; n. 433-19588 del 6/3/1979.
La stipulazione delle convenzioni ha consentito di erogare direttamente all'Azienda delle FF.SS. il contributo per i lavori eseguiti per conto del Comune, utilizzando lo stesso appalto e quindi realizzando semplificazioni di procedure ed economie di produzione.
Occorre infine specificare che per la legge in questione non è stato predisposto un apposito capitolo di bilancio, essendo stato preferito fare riferimento alle disponibilità previste per la consueta legge n. 28/1975.
L'intendimento del legislatore è dunque stato quello di costituire per i Comuni una linea finanziaria più favorevole per l'esecuzione di opere di particolare interesse regionale eseguite in concomitanza con altri maggiori interventi.
Da tale premessa emerge che la legge in questione non modifica l'intervento regionale nei confronti di opere pubbliche come stabilito dalle competenze fissate dal D.P.R. n. 8/1972 né tanto meno introduce campi nuovi di azione sostitutiva nei confronti delle competenze delle Aziende di Stato (ANAS, FF.SS., ecc.).
In particolare le proposte di intervento formulate nell'interrogazione n. 215/306 e 213/305 riguardano viabilità in variante a strade statali delle quali già esiste il progetto e, in alcuni casi, il parere favorevole della Regione all'ANAS (il collegamento fra la S.S. 11 e la S.S. 590), per le quali dunque l'Azienda di Stato dovrà farsi carico a norma di legge salvaguardando da un lato le proprie competenze e dall'altro impedendo che come peraltro la Regione Piemonte ha più volte affermato, si avvii un processo di pericoloso disimpegno il cui esito potrebbe essere tutt'altro che incerto, e in ogni modo tale da non favorire la chiarezza dei compiti istituzionali.
La rete stradale piemontese di competenza statale, è stato detto in più occasioni, con particolare riguardo ai grandi itinerari internazionali, ma ciò vale soprattutto per la rete interna, non corrispondente ai bisogni di un'area attiva ed industrializzata come la nostra. Inoltre la coerenza e la tempestività degli interventi non sempre corrisponde alle reali e più impellenti necessità della rete viaria regionale descritti a grandi linee dal piano regionale dei trasporti e dai piani socio-economici e territoriali, ove anche gli interventi citati dai Consiglieri interroganti trovano una collocazione nella scala delle priorità e per la quale si ritiene debbano operare gli enti nazionali o territoriali competenti.
In questo periodo i Comprensori e le Province stanno definendo le opere prioritarie che dovranno trovare finanziamento e copertura nel prossimo bilancio pluriennale dell'ANAS.
Per la prima volta si cerca di far coincidere le indicazioni territoriali provinciali con le indicazioni programmatiche dei Comprensori.
Sul territorio regionale ci sono circa 2.600 chilometri di strade ANAS e per risolvere i problemi più urgenti occorrono circa 1.200 miliardi.
Nella migliore delle ipotesi dal piano pluriennale ANAS la Regione avrà circa 200 miliardi. E' necessario nel piano triennale ANAS e nel parere che la Regione dovrà dare, raccogliere una serie di problemi che l'ANAS deve risolvere. Da parte della Regione c'é questa disponibilità: su infrastrutture che vengono realizzate in variante, che modificano il territorio, la viabilità e il tessuto urbano cittadino, c'è la possibilità che la Regione completi l'opera per quella parte che non ricade più nelle competenze dell'ANAS, delle FF.SS. e dell'Amministrazione provinciale fornendo al Comune i mezzi necessari per raccordare un'opera o per rendere operante l'intera struttura. Nel caso della strada di Ceresole (impegno di spesa circa 5 miliardi, richiesta di finanziamento circa 16 miliardi l'opera completa sfiorerà i 20 miliardi) non è pensabile che la Regione si debba sostituire all'ANAS per realizzare la circonvallazione di Pont e la costruzione di paravalanghe. Contiamo su due direttrici (Ministro Andreatta e politica regionale consentendo) ossia di disporre delle cifre necessarie non solo sul piano pluriennale ma anche su quelle quote che vengono assegnate negli interventi straordinari che le strade ANAS dispongono solitamente nell'arco del piano pluriennale.
Esiste un finanziamento di circa 1.000 miliardi, richiesto dall'ANAS per intervenire in forma straordinaria sulla viabilità di cui l'ANAS pu avere una destinazione prima di conoscere le priorità. Mi auguro che questi finanziamenti possano rientrare nell'ordine di uno o due miliardi non solo per migliorare la viabilità, ma per evitare interruzioni che hanno riflessi sull'attività economica e turistica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Ringrazio l'Assessore per la dettagliata illustrazione. Avevamo rivolto separatamente le interrogazioni perché ritenevamo opportuno conoscere in quale situazione la legge 73 è stata resa operativa nel passato. Non ho capito bene dall'elencazione delle deliberazioni per quali lavori è stata applicata tale legge, anche perché si è parlato di imputazione di spesa sulla legge n. 28. Chiedo ulteriori chiarimenti in ordine all'effettiva utilizzazione della legge n. 73 del 1978. Se i lavori fossero stati eseguiti con imputazione sulla legge 28 (a parte la considerazione che alcuni fondi di non rilevante dimensione sarebbero stati sottratti ad altre opere pubbliche) vi sarebbe un'altra considerazione da fare attorno all'utilità di una legge, che venne approvata nel 1978 e che non ha mai trovato applicazione ancorché si fosse proposto di intervenire su quelle grandi opere a cui l'Assessore ha fatto cenno.
Abbiamo anche chiesto con le interrogazioni se la legge 73 può essere applicata per la soluzione di quei problemi contingenti ed urgenti a cui faceva cenno l'Assessore come, per esempio, la statale per Ceresole di competenza dell'ANAS.
L'Assessore dice che sono stati incaricati i Comprensori e le Province ad individuare le priorità di intervento da inserire nel programma dell'ANAS.
La Regione, per Statuto, deve contribuire allo sviluppo economico e sociale del Piemonte, quindi non può limitarsi a chiamare in causa Comprensori e Province nella stesura di una graduatoria di priorità da indicare all'ANAS, ma dovrebbe trovare altre forme di intervento (e la legge n. 73 era stata proprio perciò promulgata) per la soluzione dei problemi indicati nelle interrogazioni.
Il richiamo alla crisi generale del Paese, della Regione e ai tagli del Governo può giustificare una situazione di attendismo. Chiediamo alla Giunta che cosa intende fare in conto proprio per la soluzione dei problemi di grande viabilità, risolti i quali si potrebbe guardare con maggiore calma ad una programmazione nel campo della viabilità stradale e ferroviaria.
La legge 73, come ci ha comunicato l'Assessore, sarebbe stata applicata esclusivamente per la viabilità nella Valle di Susa.
L'aver affrontato in passato il problema della viabilità in Valle di Susa in modo scoordinato e confuso ha portato agli interventi di oggi che servono poco e lasciano grossi problemi irrisolti.


Argomento: Viabilità

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli e Fassio Ottaviano inerente la statale 231 Asti-Alba


PRESIDENTE

L'Assessore Cerutti risponde ancora all'interrogazione dei Consiglieri Paganelli e Fassio Ottaviano inerente la statale 231 Asti-Alba.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Prima di rispondere a questa interrogazione voglio assicurare il collega Sartoris che gli invierò l'elenco degli interventi. Qualora si verificasse la disponibilità dell'ANAS, l'Assessore sarà disponibile ad intervenire in termini concreti per favorire gli interventi.
Alla segnalazione della chiusura al traffico del ponte sul Tanaro la Regione, valutando la seria gravità degli inconvenienti prodotti - danno economico, allungamento dei percorsi e abbassamento della sicurezza del transito deviato su una viabilità collaterale e inadeguata, ha risposto con un invito all'ANAS (Fono n. 28031 dell'8/6/1981) alla massima sollecitudine per il ripristino della viabilità.
Con nota 10/6/1981 l'ANAS - Compartimento di Torino fra l'altro così rispondeva: "I lavori di ripristino del ponte sono stati disposti ed attualmente si sta provvedendo alla formazione di isole intorno alle pile per accedere con le macchine operatrici. L'esecuzione dei lavori di consolidamento è stata prevista in giorni cento. Per quanto riguarda il richiesto passaggio provvisorio sul fiume, questo Compartimento non ritiene possibile tecnicamente alcuna soluzione, compresa quella di tubazioni metalliche, data la velocità dell'acqua, la notevole ampiezza dell'alveo la sua profondità (dai 2 ai 4 metri) ed infine l'eventuale improvvisa variazione di quota a seguito di precipitazioni, che esclude la possibilità di agibilità in condizioni di sicurezza. Inoltre la costruzione del passaggio provvisorio richiederebbe comunque tempi lunghi sia per l'acquisizione della tubazione a grande diametro sia per la posa e l'ancoraggio della medesima. Questo Compartimento assicura invece la massima celerità dell'intervento di consolidamento compatibilmente con le esigenze tecniche dei lavori che si svolgono nell'alveo del fiume".
Attualmente, da informazioni assunte direttamente, i lavori sono in corso e sono volti al consolidamento della terza pila alla ricucitura delle nuove strutture a quelle precedenti, cui seguirà l'intervento sull'impalcato, che ha subito un abbassamento ed una rotazione, di riallineamento e livellamento.
Purtroppo la duplice asportazione da parte del Tanaro di un guado provvisorio eseguito dall'impresa per suo esclusivo uso di cantiere, ha confermato l'alto grado di rischio cui un'opera di quel genere avrebbe avuto, confermando la correttezza della valutazione iniziale dei tecnici dell'ANAS.
Il Compartimento prevede che i lavori, salvo difficoltà impreviste possano essere terminati per la fine del mese di settembre confermando anche in questo caso, le stime di massima effettuate all'inizio dei lavori sulla durata degli stessi e la non utilità all'esecuzione di costose opere provvisionali.
Si ritiene che con i primi di novembre sarà ripristinata la viabilità sul ponte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

E' indubbio che il peso dell'intervento dell'Assessorato regionale, per i costanti rapporti che ha con l'ANAS, è stato rilevante. Nessuno contesta l'opportunità dei lavori sul ponte che era pericolante. Comunque, stante il disagio nella circolazione nel punto di congiungimento tra Alba e le grandi linee di comunicazione, si dovevano dare certezze sui tempi di attuazione dei lavori.
L'intervento dell'Assessorato è servito a sensibilizzare l'ANAS in ordine al completamento dei lavori. Sentita la risposta all'interrogazione credo si possa informare l'opinione pubblica delle zone di Asti e di Alba che con i primi di novembre si prospetta la riapertura della cosiddetta direttissima Asti-Alba.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione dei Consiglieri Ratti, Bergoglio Cordaro, Lombardi Beltrami, Devecchi e Martinetti ed interpellanza del Consigliere Viglione inerenti l'Ospedale San Giovanni


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Ratti Bergoglio Cordaro, Lombardi, Beltrami, Devecchi e Martinetti e l'interpellanza del Consigliere Viglione inerenti l'Ospedale San Giovanni.
Risponde ad entrambe l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

In riscontro all'interrogazione ed all'interpellanza indicate in oggetto, relative alla prevista chiusura nel mese di agosto di 500 posti letto presso l'Ospedale San Giovanni, si precisa quanto segue.
La chiusura di alcuni reparti di ricovero e la concentrazione delle degenze è stata disposta dagli organi competenti dell'Amministrazione ospedaliera per il mese di agosto per consentire la migliore utilizzazione del personale infermieristico ed una ordinata turnazione delle ferie estive dello stesso personale, tenuto conto della notevole consueta riduzione dei ricoveri che si verificano nello stesso periodo a causa dell'effettiva e massiccia diminuzione della popolazione presente in città.
Complessivamente nel complesso San Giovanni sono stati temporaneamente disattivati circa 700 posti letto (sul totale complessivo di circa 3.500) di cui 500 circa nelle Molinette e 200 circa nelle altre sedi.
Si tratta di una riduzione del 20% circa della dotazione normale di posti letto, contro la consueta riduzione dei ricoveri nel mese di agosto che è di oltre il 35% rispetto alla media annuale.
Infatti, nel 1980 la media giornaliera dei malati presenti in Ospedale nel mese di agosto è stata di 1.593 degenti, mentre nel mese di giugno dello stesso anno è stata di 2.602 degenti e mediamente nell'anno è risultata di 2.442 degenti.
La concentrazione delle degenze risulta essere stata realizzata mediante aggregazione di reparti affini ed attigui, in modo da assicurare la continuazione di funzionamento, anche nel mese di agosto, di tutte le divisioni e servizi ospedalieri, seppure a regime ridotto.
Anche l'attività degli ambulatori risulta essere stata concentrata per settori specialistici senza spostamento delle sedi ambulatoriali cui il pubblico è abituato ad accedere.
L'Amministrazione dell'Ente ospedaliero tiene infine a precisare che non sono stati segnalati inconvenienti e disagi per gli ammalati che si sono rivolti all'Ospedale per ricovero o per altre prestazioni, in quanto la struttura ospedaliera ha mantenuto in funzione in piena efficienza i servizi di emergenza e tutte le altre attività di ricovero e ambulatoriali proporzionate al volume delle richieste di prestazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Ringrazio l'Assessore Bajardi della risposta e mi dichiaro soddisfatto.
Le previsioni che avevo formulato dei 550 posti letto sono state superate nella realtà perché ormai siamo vicini agli 800 posti letto eliminati per un lungo periodo.
In questi anni sono stato sempre critico verso l'Ospedale San Giovanni perché, avendolo visitato in tante occasioni, avevo riscontrato disfunzioni ed inefficienze, che sono note a tutti.
Tuttavia, negli ultimi tempi la situazione è migliorata notevolmente.
Devo dare atto al Presidente, ing. Poli, al Consiglio di amministrazione e agli operatori sanitari che, con uno sforzo congiunto, risultati evidenti si sono raggiunti.
L'Ospedale Molinette oggi dispone di quasi 4.000 posti letto, ma un numero così elevato di posti aveva una ragione quando ogni ammalato costituiva una fonte di reddito. Oggi, che si è superata quella fase, le Molinette possono divenire luogo di scienza e di ricerca oltre che di degenza, attraverso un'attrezzatura definitiva e adeguata che può essere realizzata con l'Ospedale di Rivoli.
Il nuovo Ospedale di Rivoli nel momento in cui si dovesse aprire potrebbe raggiungere i 500 o 600 posti letto, l'Ospedale San Giovanni potrebbe essere alleggerito di altrettanti posti letto e potrebbe divenire luogo di ricerca scientifica e tecnologica, unico nel Paese. Peraltro non saprei dove dovrebbero essere indirizzati i fondi per la ricerca se non nel luogo classico sia per quanto riguarda la spedalità sia per quanto riguarda le cliniche universitarie.
L'Ospedale di Rivoli, come riferisce "La Stampa", questa mattina, ha aperto i primi 120 posti letto del Pronto Soccorso. Probabilmente in primavera aprirà un altro reparto e, per la fine del 1982 o del 1983, si potrebbe ipotizzare un impianto funzionante nel suo insieme.
Completata l'operazione dell'Ospedale di Rivoli, si potrà valutare la soluzione dell'Ospedale San Giovanni che oggi è diventato un deposito di malati lungodegenti.
Desidererei che l'Assessore proponesse una discussione su questo tema all'interno dell'assemblea.



PRESIDENTE

La parola alla signora Bergoglio Cordaro.



BERGOGLIO Emilia

L'oggetto dell'interrogazione non è più attuale visto che l'estate è ampiamente passata, quindi, la nostra preoccupazione che fosse garantita nel periodo estivo un'adeguata assistenza sanitaria nell'Ospedale Molinette è da intendersi per il prossimo anno. Pertanto ci limitiamo all'oggetto dell'interrogazione e rimandiamo ad altra occasione le considerazioni su eventuali aperture o chiusure di reparti ospedalieri in una zona o in un'altra del Piemonte.
Va ricordato che l'Ospedale di Rivoli, per quanto si riferisce ai posti letto, sostituisce il vecchio ospedale quindi quel numero di posti letto va ripristinato, non credo, peraltro, che si possa prescindere dalla struttura dell'Ospedale Molinette, che é sede anche delle Cliniche universitarie per l'attività di ricerca. Sono argomenti complessi che andranno trattati nelle sedi opportune e non in sede di interrogazione. La verità è che non si pu chiudere un certo numero di posti letto o ridurre i servizi ospedalieri nel periodo estivo con un semplice rapporto numerico tra popolazione residente e popolazione degente perché, se è vero che una serie di interventi ordinari non aventi carattere di urgenza possono essere rinviati in sedi e in occasioni diverse, è altrettanto vero che gravi inconvenienti si verificano o per la chiusura di alcuni reparti o per la riduzione di posti letto giustificata dal fatto che la maggioranza della popolazione non è presente. La durata della chiusura spesso supera il periodo feriale normale. Ci risulta, infatti, che si sono verificate serie disfunzioni in ordine alle visite nei reparti di oncologia. Sappiamo che ogni giorno perduto può essere deleterio nel trattamento di malattie specifiche e che gli ammalati non possono aspettare due mesi la riapertura dei reparti salvo rivolgersi alle strutture private (ma questa non è l'intenzione della maggioranza).


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione dei Consiglieri Sartoris, Petrini e Martinetti inerente i contributi alle Comunità montane per sgombero neve


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Sartoris Petrini e Martinetti inerente i contributi alle Comunità montane per sgombero neve.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento

L'erogazione dei contributi è avvenuta in ritardo in quanto la disponibilità di cassa era stata azzerata per l'assestamento del bilancio 1981.
Con deliberazione del Consiglio regionale n. 82 del 3/6/1981 sono stati prelevati dal capitolo del fondo comune di cassa 400 milioni per il pagamento dei mandati.
L'erogazione dei contributi per sgombero neve ha avuto un iter non semplice e non facile.
La legge 59 interviene in due casi: acquisto dei mezzi per lo sgombero neve e contributo per lo sgombero neve vero e proprio.
La scelta fatta dal mio predecessore, dopo l'intervento massiccio del 1979, che è costata circa 500 milioni per sgombero neve, è stata di dirottare per il 1981 alle Comunità montane i mezzi perché operassero direttamente lo sgombero neve.
Sono note a tutti le vicissitudini che hanno accompagnato la deliberazione di impegno di spesa (il ritardo del finanziamento della Cassa DD.PP., le elezioni del 1980, la ricostituzione delle Comunità montane).
Cosa possiamo prevedere per il 1982? Diventa difficile fare previsioni in questo settore. Che cosa succederà alle Comunità montane in ordine al tema caduta neve? Nel 1979 c'è stato un ingente intervento finanziario affiancato alla spesa per sgombero neve e oggi tutte le Comunità montane dispongono almeno di un mezzo per lo sgombero.
L'Assessorato intende proporre per il 1982 una cifra non eccessiva, ma compatibile con le disponibilità di bilancio tenendo conto delle reali condizioni operative delle Comunità montane, dell'estensione chilometrica dei disagi, ecc.
In questi giorni l'Assessorato sta raccogliendo le indicazioni programmatorie delle Comunità montane, che valuterà accanto alle reali disponibilità finanziarie e alla programmazione che intendiamo dare al bilancio. Per assicurare l'autonomia alle Comunità montane intendiamo contribuire con una cifra dell'ordine dei 100/200 milioni a completamento delle necessità di fronte ad eccessive nevicate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Devo rilevare che la scelta fatta a suo tempo in ordine alla dotazione alle Comunità montane di attrezzature per porle in condizione di provvedere autonomamente allo sgombero neve, è una scelta che condividiamo solo parzialmente.
Conosciamo casi di Comunità montane che sono state dotate di mezzi ma che non erano nella condizione di operare lo sgombero neve per mancanza di personale.
La maggior parte delle Comunità montane avevano sottolineato l'opportunità di inquadrare lo sgombero neve come servizio sociale. Venne però esclusa questa impostazione preferendo, attraverso un'indagine finanziare l'acquisto dei mezzi. La stessa scelta è stata fatta dall'Amministrazione provinciale con un intervento di oltre un miliardo di lire.
Condivido l'impostazione data dall'Assessore soprattutto per quanto riguarda l'impegno di procurare, compatibilmente con le esigenze di bilancio, finanziamenti costanti alle Comunità montane. Desidero raccomandare che per il futuro si differenzino le zone montane dalle zone collinari e dalle zone di pianura e si programmino gli interventi. Nella stagione scorsa non vi sono state precipitazioni nevose nelle zone collinari e nelle zone di pianura, mentre i Comuni montani per il ritardo dell'erogazione dei contributi si sono trovati in difficoltà come hanno sottolineato all'Associazione dei Comuni e delle Comunità montane.


Argomento: Viabilità

Interrogazione del Consigliere Viglione inerente le comunicazioni stradali in Acqui Terme


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione presentata dal Consigliere Viglione inerente le comunicazioni stradali in Acqui Terme.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Faccio una premessa di carattere tecnico per arrivare alla conclusione della risposta all'interrogazione.
Con deliberazione n. 532 del 1979 il Consiglio regionale ha approvato il piano regionale dei trasporti che, nella parte riguardante il sistema delle comunicazioni stradali, fra i percorsi bisognosi di interventi urgenti, al gruppo 14) indica il tratto della statale 456 Acqui-Terme e al gruppo 16) il tratto Acqui - Terme - Nizza Monferrato. Inoltre al gruppo 14) degli interventi urgenti viene inserito l'allargamento della statale 30, da Cassine ad Acqui Terme, nonché l'allargamento della 344, da Acqui Terme alla Liguria.
Su iniziativa della Provincia di Alessandria è stata avanzata la proposta di introdurre nel piano regionale dei trasporti una variante che consiste nella sostituzione della statale 334 e dei relativi interventi con la statale 30 anche nel tratto da Acqui alla Liguria.
Tale proposta è stata istruita favorevolmente da parte degli uffici dell'Assessorato e la Giunta regionale ha approvato con deliberazione del 3/3/1981 la proposta al Consiglio regionale della variante in questione.
Il provvedimento esaminato in II Commissione il 17/6/1981 è stato ritirato dietro proposta di attesa per una raccolta più organica di eventuali ulteriori varianti al piano regionale dei trasporti.
Dal punto di vista tecnico e amministrativo la questione va posta all'interno di una lettura ragionata degli strumenti di piano che la Regione si è data e dei compiti istituzionali suoi propri.
Dal piano regionale dei trasporti e dai piani comprensoriali emerge che la città di Acqui è all'incrocio di tre strade statali, la 456, la 30 e la 334, tutte prese in considerazione e sulle quali vengono indicati interventi di carattere urgente.
La seconda fase di preparazione del piano dei trasporti che è in atto con riunioni presso tutte le Province e con la partecipazione dei Comprensori, è volta fra l'altro all'individuazione di quegli interventi specifici (varianti agli abitati, incroci, ponti, ecc.) che sull'intero itinerario indicato nel piano regionale dei trasporti costituiscono l'elemento o gli elementi di maggiore penalizzazione dell'efficienza della rete.
Il lavoro in corso che potrà con tutta evidenza riguardare anche il caso in questione, si prevede possa essere concluso entro il mese di settembre.
Rispetto agli obblighi di carattere istituzionale, trattandosi in particolare di viabilità ANAS, si fa osservare che la Regione dovendo esprimere il parere di competenza stabilita dal D.P.R. n. 8 del '72 in ordine ai ' programmi dell'ANAS, usa quale criterio per la determinazione delle opere prioritarie proprio l'ordine desunto dal piano regionale che costituisce, dunque, il riferimento principale per le decisioni da assumere.
Nel caso in questione, il Comune di Acqui chiede, con nota del 30/12/1980, che l'opera venga inclusa fra le opere viarie prioritarie come è già stato previsto a suo tempo dal piano regionale dei trasporti precisando nella deliberazione che l'opera ha già avuto un progetto approvato dal Consiglio generale dell'ANAS nel 1970, che peraltro n on risulta negli archivi del Compartimento ANAS di Torino.
La presa d'atto che l'opera è un nodo di sistema viario regionale preso in considerazione dai piani, che il tracciato su cui insiste è stato riesaminato nella proposta di deliberazione del Consiglio regionale per la variante del piano, che la seconda fase operativa di formazione del piano volta alla determinazione degli interventi più urgenti, all'avvio degli studi di fattibilità e alle necessarie progettazioni è in corso e potrà prendere in considerazione l'opera in questione in confronto con altre tenuto conto che ha funzioni complementari con la Pedemontana, fanno ritenere che la Giunta regionale abbia operato correttamente e coerentemente con l'impostazione che si era data.
La circonvallazione di Acqui, proprio per le scelte prioritarie indicate nel passato, avrà nel piano regionale dei trasporti una giusta collocazione, pertanto, si potrà passare alla seconda fase della progettazione e dell'approvazione definitiva del progetto, ammesso che ci saranno i fondi necessari per la realizzazione delle opere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta. Vorrei che la parte più consistente dell'intervento dell'Assessore fosse inviata ai singoli Gruppi politici della città di Acqui che avevano sollevato la protesta. Conosco il problema, conosco la difficoltà della circolazione. E' vero che Acqui si trova all'incrocio di tre strade statali, ma è anche vero che si trova in un "cul de sac", dove è difficile arrivare e da dove è difficile ripartire.
Acqui ha un'importanza notevole dal punto di vista geografico, socio economico e culturale.
Giustamente, si chiede il reperimento di quel progetto, di cui non si conosce la sorte, o la formulazione di un altro progetto.
Ringrazio l'Assessore della risposta.


Argomento: Viabilità

Interpellanza dei Consiglieri Guasso, Revelli, Bontempi, Biazzi, Avondo Ferro, Bruciamacchie, Ferrari, Acotto e Valeri e interrogazione del Consigliere Mignone inerenti alla situazione dei trasporti e della grande viabilità


PRESIDENTE

L'Assessore Cerutti risponde congiuntamente all'interpellanza dei Consiglieri Guasso, Revelli, Bontempi, Biazzi, Avondo, Ferro Bruciamacchie, Ferrari, Acotto e Valeri e all'interrogazione del Consigliere Mignone entrambe sulla situazione dei trasporti e della grande viabilità.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e alla viabilità

Trattandosi di atti parlamentari ho necessariamente dovuto fare ricorso alla documentazione del Parlamento e all'intervento immediato presso il Ministro dei Lavori Pubblici da parte di esponenti parlamentari, che abbiamo letto in quei giorni sui giornali.
I problemi del Frejus e quelli della grossa viabilità sono essenziali per lo sviluppo della Regione e fanno parte degli 84 progetti. Ovviamente la Regione non poteva essere assente, o non conoscere lo stato delle cose in atto in sede di Parlamento.
Vi leggo la risposta che il Ministro dei Lavori Pubblici ha dato alle mie sollecitazioni: "Rispondo alla tua richiesta di conoscere lo stato dell'iter parlamentare del disegno di legge, definito della grande viabilità, con talune considerazioni e precisazioni.
Il 27 luglio del 1979 presentai al Consiglio dei Ministri, che li approvò, due disegni di legge n. 899 e 900, rispettivamente per la costruzione della superstrada Torino - Frejus (300 miliardi) e per la deroga dell'art. 18 bis della legge 492 del 1975 per il completamento di talune autostrade che all'entrata in vigore della citata legge già erano provviste di concessioni (la Voltri - Sempione, la Torino - Savona nonch la Fiano - San Cesareo).
Nel presentare i provvedimenti dichiarai che il Governo era disponibile ad accettare altre proposte del Parlamento interessanti grandi arterie come, ad esempio, la Livorno - Civitavecchia e la Palermo - Messina. Se il Parlamento avesse accettato questa impostazione i lavori di costruzione delle arterie previste nei due provvedimenti sarebbero in fase avanzata e non sarebbero insorti gravi problemi di copertura, in quanto per la superstrada del Frejus era prevista per l'approvvigionamento dei fondi l'intervento della BEI e per la Voltri - Sempione, la Torino - Savona e la Piano - San Cesareo avrebbero provveduto direttamente le società concessionarie. I problemi del Piemonte pertanto sarebbero stati risolti da tempo.
Alla freddezza iniziale con cui fu accolta soprattutto la proposta di deroga all'art. 18 bis, la Commissione Lavori Pubblici stabilì con decisione unanime di visitare alcune Regioni del territorio nazionale al fine di un approfondimento di altri problemi autostradali e di grande viabilità per la quale ultima fu avanzata la proposta di un intervento dello Stato con lo stanziamento di 1.000 miliardi. Per detto stanziamento si attende ancora la risposta del Ministero del Tesoro il quale a suo tempo ha manifestato una certa disponibilità che sarà accertata nei prossimi giorni.
Dopo la crisi del marzo 1980, che non mi vide riconfermato (seduta del 7 maggio), la Commissione decise di unificare i due provvedimenti decisione che non fu mai da me condivisa in quanto coinvolgeva un lungo ritardo, così come è avvenuto, della soluzione di problemi del Piemonte.
A nome del Governo, il Sottosegretario Gilia aderiva alla proposta e per il Gruppo comunista, l'on. Ciuffini, precisava che l'eventuale abbinamento non deve significare alcuna preferenza rispetto ad altre priorità esistenti nella materia in discussione.
Pertanto, venivano approvate sia l'unificazione dei provvedimenti che la nomina di un Comitato ristretto.
Dopo l'unificazione dei provvedimenti fu altresì convenuto di introdurre l'approfondimento e la definizione del riordino del settore autostradale e il riassetto delle società concessionarie.
Questo problema portò a profonde divergenze tra i gruppi rappresentati e in seno agli stessi, pregiudicando ulteriormente i tempi di approvazione del provvedimento.
Altro motivo di ritardo fu dato dall'inserimento nello stesso testo di norme dirette ad accelerare le procedure per gli appalti e l'esecuzione delle opere pubbliche, parte che è già stata successivamente stralciata e che ha costituito oggetto di apposito provvedimento di iniziativa parlamentare.
Dopo il mio ritorno al Dicastero dei Lavori Pubblici, mi procurai di sollecitare l'iter del provvedimento e di ribadire in ogni occasione l'urgenza rappresentata anche da molti Enti locali. Nella riunione del 4/3/1981 il relatore on. Botta faceva rilevare le difficoltà che il Comitato aveva incontrato nella definizione di un testo unificato ed invitava il sottoscritto a chiarire, in via definitiva, la posizione del Governo al fine di consentire alla commissione di discutere sulla base di indicazioni concrete.
Dopo aver illustrato il mio provvedimento in merito alla soluzione dei vari problemi derivanti dal provvedimento unificato, accettavo, su proposta del Presidente Sullo, di presentare, entro 12 giorni, un testo di proposte formulate in modo da rispondere anche ai molti quesiti che mi erano stati rivolti durante la seduta. Puntualmente in data 12/3/1981 il testo veniva trasmesso alla Commissione Lavori Pubblici.
Nella successiva seduta del 25 marzo si discusse sulle proposte da me presentate e si convenne che le stesse potessero costituire una base per un approfondito dibattito. Mi impegnai altresì a fornire gli ulteriori dati richiesti che riguardavano in particolare la situazione finanziaria delle autostrade in attivo.
Nella parte conclusiva del documento da me presentato sottolineavo la necessità che qualora il provvedimento generale dovesse per varie ragioni ovviamente anche finanziarie, ritardare notevolmente i tempi di approvazione si dovesse dare luogo comunque allo stralcio del provvedimento generale di tutta la parte concernente gli investimenti, concetto questo da me in seguito sempre sottolineato. Nella seduta del 1 aprile feci presente che la relazione presentata il 12 marzo conteneva concetti informatori e precise proposte per la definizione di un nuovo testo di norme prevedendo solo su alcuni punti soluzioni alternative. Su tale documento dichiarai che il Governo intendeva attestarsi, tuttavia ero disposto a valutare proposte integrative o alternative.
Nella seduta del giorno 8 aprile, dopo un'ampia e approfondita discussione alla quale presero parte tutti i rappresentanti delle varie forze politiche, la Commissione decise all'unanimità di rinviare il proseguimento dell'esame del testo unificato al Comitato ristretto già costituito, confermando la sua precedente composizione e fissando, per la ripresa dell'esame in Commissione, il termine del 15 maggio, termine che il Comitato non fu in grado di rispettare. Al termine di quella seduta, dopo vari interventi e prima della votazione, presi atto con soddisfazione della volontà emersa di proseguire il dibattito in sede di Comitato ristretto per definire il testo sul quale mi auguravo potesse essere richiesto il trasferimento dell'esame in sede legislativa.
A proposito di quanto affermato in documenti del P.C.I. circa una presunta assenza del Governo nella penultima seduta del 29 luglio precisamente alla chiusura del Parlamento, faccio presente quanto segue: fui preventivamente avvertito dal Presidente on. Botta che si sarebbe concordato il rinvio a settembre della definizione del provvedimento. Lo stesso, infatti, come da atti parlamentari, non figurava iscritto all'ordine del giorno. Il Governo era presente nella persona del Sottosegretario on. Santuz per gli altri adempimenti. Tuttavia, in quella seduta si trattò egualmente l'argomento e il Presidente on. Botta comunic che il Comitato ristretto aveva terminato i propri lavori con la formulazione di un testo unificato che poteva essere considerato una base di discussione in Commissione.
La Commissione deliberò di rinviare alla prima seduta dopo la ripresa dei lavori il seguito della discussione della proposta di legge Sullo e dei progetti di legge in materia autostradale nel testo unificato predisposto dal Comitato.
Nel mio intervento presso la Commissione Lavori Pubblici nella seduta del 30 luglio, antecedente al periodo feriale, ritenni doveroso, pur affrontando in quella sede i delicati problemi relativi all'edilizia residenziale, richiamare l'attenzione sul fatto che da due anni si dibatteva il problema della viabilità ed espressi il mio apprezzamento sull'orientamento manifestato dalla Commissione di richiedere il trasferimento in sede legislativa del testo unificato predisposto dal Comitato.
Non mancai di informare la Commissione stessa dei miei ulteriori contatti avvenuti nella stessa giornata con il Ministro del Tesoro per la soluzione del problema finanziario derivante dall'approvazione del provvedimento stesso e di aver ricevuto conferma della disponibilità a risolverlo.
Quanto ho esposto e la stessa documentazione parlamentare in allegato portano alle seguenti constatazioni: che il Governo, e per esso il Ministro dei Lavori Pubblici, non pu essere accusato né di insensibilità né di inadempienze né di aver procurato ritardo. Gli si riconosca, come risulta dagli atti, l'iniziativa e si sottolinei semmai la fermezza con cui fu proposta la deroga all'art. 18 bis che spetta al Parlamento, nell'espressione soprattutto di quelle forze politiche che all'esterno si fanno promotrici di tante iniziative, di trovare dopo così approfondita analisi un'intesa per approvare almeno i provvedimenti più urgenti che riguardano gli investimenti che in troppi, dopo quasi due anni, organizzano convegni e si ritengono protagonisti. Tutto ciò può anche avere un senso se sarà tradotto in atti parlamentari sin dalle prossime riunioni della Commissione e che tenendo conto dell'attuale situazione, si approvi subito quanto possibile senza la richiesta di globalità delle proposte".
Leggo l'ultima parte della decisione presa all'unanimità dal Comitato ristretto: "Dopo ulteriori interventi del Presidente Botta, dei Deputati Ciuffini Gilia, Astone e Porcellana, la Commissione delibera di rinviare, alla prima seduta, dopo la ripresa dei lavori a settembre, il seguito della discussione della proposta di legge Sullo, n. 2417 (che riguarda i provvedimenti per accelerare i tempi di appalto) e dei progetti di legge in materia autostradale nel testo unificato che sarà presentato dal Comitato ristretto e che nel frattempo sarà distribuito ai componenti della Commissione".
Il che significa che il 29 luglio esisteva un testo concordato dal Comitato ristretto, ma non ancora articolato per essere sottoposto alla Commissione Lavori Pubblici.
Nella Commissione i maggiori partiti erano d'accordo, mancavano però i rappresentanti dei partiti radicale e missino, i quali non avevano ancora accettato l'articolato concordato; pertanto il provvedimento non poteva passare alla fase legislativa.
Purtroppo, alla ripresa dell'attività parlamentare la Commissione Lavori Pubblici non ha risolto tutti i problemi; domani si riunirà nuovamente e mi auguro che si arrivi alla soluzione ormai concordata.
Rispondendo al collega Mignone, sulla situazione dei trasporti, devo ricordare che la legge 151 sul fondo nazionale dei trasporti, aveva avuto nell'iter di approvazione una serie di inconvenienti, non ultimo il ritorno in aula, per la mancata firma del Presidente Pertini, in quanto dovevano essere superati alcuni ostacoli di carattere finanziario. Questo aspetto è stato superato attraverso un accordo fra le Regioni che penalizza il Piemonte. Personalmente non condivido l'atteggiamento di parecchie Regioni che hanno rivendicato una quota per il Mezzogiorno. Non capisco come 10 o 50 autobus in più possono risolvere i problemi del Mezzogiorno, tant'è vero che il Piemonte è stato penalizzato e con una percentuale ridotta al 7 circa potrà contare, a partire da quest'anno, su una cifra attorno ai 31 miliardi di investimenti in materia di autobus. Nei prossimi tre anni potremo programmare l'ammodernamento dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture. Inoltre, a partire dal 1° gennaio 1982, scatterà il fondo vero e proprio dei trasporti.
Ci sono molte incertezze per quanto riguarda il problema delle tariffe e dei costi di gestione. Dovremo definire un costo standard che non sappiamo se dovrà essere unico per tutta la Regione Piemonte o se potrà essere differenziato fra costi urbani e costi extra urbani, costi per la pianura, per la collina e per la montagna. A partire dall'anno prossimo, le tariffe saranno vincolate alla percentuale che il Ministero fisserà per il Piemonte. Il resto sarà pianificato con il fondo nazionale dei trasporti.
Indubbiamente con il 1° gennaio 1982, dovendo recuperare il rapporto fra costi e ricavi, l'impatto economico sugli utenti sarà rilevante a meno che come la legge prevede, il disavanzo sarà assunto interamente nel bilancio degli enti proprietari, privati o pubblici, che dovrà rientrare in quel 16 che è il limite massimo di indebitamento che lo Stato prevede a carico degli Enti locali.
Spero di aver fornito sufficienti risposte all'interpellanza e all'interrogazione e mi auguro di poter integrare quanto ho detto oggi con notizie migliori quando saranno superate le incertezze che hanno contraddistinto la parte che riguarda gli investimenti per la realizzazione di opere relative alla grossa viabilità del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Il problema è che il Presidente Spadolini e il Ministro Andreatta affermarono chiaramente che non si mettevano fondi a disposizione. La polemica è nata dall'intervento del nostro compagno Libertini, prima dell'intervento dell'on. Ciuffini, e aveva di mira questo fatto.
Sono totalmente d'accordo sull'esposizione dei fatti e sul lavoro svolto dalla Giunta regionale. C'è stato un grande contributo da parte di tutte le forze politiche piemontesi, in particolare bisogna darne atto alla D.C. Questa legge è importante. Sin dalla primitiva presentazione da parte del Ministro Nicolazzi sono state concordate con l'allora Giunta regionale dall'Assessore Bajardi e dal Presidente Viglione, questioni fondamentali in ordine alle procedure e agli investimenti. Il testo approvato dal Comitato ristretto afferma in primo luogo il metodo della programmazione come fatto generale, poi va nella sostanza riconoscendo che il sistema autostradale e stradale italiano è abbastanza diffuso ma ha delle strozzature che ne impediscono la funzionalità e, tenuto conto che le richieste che erano state fatte, anche da parte dei comunisti, sono in gran parte state soddisfatte (piano integrativo delle ferrovie, indipendentemente dal modo in cui viene attuato) fa delle scelte precise. Questa legge che promuove investimenti enormi non costa allo Stato come nel passato. Infatti: la Voltri - Sempione non costa allo Stato perché la Stroppiana Invorio e l'Invorio - Gravellona Toce la realizza l'IRI senza alcun contributo e senza garanzie dello Stato viene portata avanti la viabilità normale da Gravellona Toce a Domodossola e sino al passo del Sempione così come era stata concordata nella programmazione regionale da parte dell'ANAS per la Torino - Savona vi è un contributo per invogliare l'IRI ad assumerne la proprietà, però a termini di costi reali con la disponibilità delle Regioni Piemonte e Liguria a contribuire alla progettazione e i fondi per il tratto da Ceva - Altare perché venga realizzato prima della fine della scadenza dell'attuale piano quinquennale dell'ANAS. Gli oneri sono totalmente assunti da parte dell'IRI il Frejus non costa in denaro corrente. C'è l'approvazione della BEI e degli altri Governi europei di accedere ai mutui con la preferenza per la parte alta della valle dove ci saranno, senza dubbio, maggiori costi ci sono svincoli in ordine all'art. 18 bis (Livorno - Civitavecchia).
In questo caso si spendono soldi dello Stato per completare l'Aurelia che diventa invece opera dell'ANAS; la Messina - Palermo; la circonvallazione di Roma; la Fiano - San Cesareo - Val Montone, il completamento della Roma Venezia.
Questi investimenti tolgono le strozzature del sistema autostradale italiano e lo rendono fluibile.
C'è il grande problema degli investimenti nel Piemonte. Il P.C.I. su questo è stato chiaro. Ci sono questioni che riguardano strettamente il Piemonte ma che si collegano con i porti liguri, con lo sviluppo al sud su cui si è trovato un accordo superando vecchie polemiche.
Sono totalmente d'accordo e solidale con l'iniziativa della Giunta. Il pronunciamento dei partiti del Piemonte che hanno dato un contributo di elaborazione e di presenza è questo: approvare il piano dei trasporti difenderlo così com'è perché forse è la prima volta che una legge in un campo tanto contrastato esce con criteri su cui ci si può davvero riconoscere per correttezza e limpidezza. Se così non fosse non si potrebbe passare alla fase delle società concessionarie che risolverebbe il vecchio problema delle tangenziali di Torino. Se ci saranno le elezioni anticipate faranno la propaganda su altri temi. Non con questo che è importante e che coinvolge 300 miliardi di danno che scatterebbero con il 1 gennaio 1982 nei confronti del Governo francese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, dichiaro la completa soddisfazione per le risposte fornite dall'Assessore in ordine alla viabilità e sono pienamente d'accordo con le conclusioni che ha tratto.
Le sue informazioni hanno contribuito a rafforzare le iniziative che la Regione ha assunto in materia, iniziative che hanno un riscontro reale con l'andamento legislativo dei provvedimenti.
Lo ringrazio anche per la parte di risposta che mi ha voluto dare relativamente al problema dei trasporti anche se non posso non rilevare la sottolineatura un po' preoccupata che faceva l'Assessore attorno al bilancio complessivo del settore e all'impatto che potrebbe avere la collettività piemontese con l'aumento delle tariffe, il che forse può anche farci rimeditare sull'assetto istituzionale e gestionale dato al Piemonte con le leggi regionali. E' un interrogativo che l'Assessore non ha posto ma che dal suo intervento si poteva cogliere.
Su questo aspetto ci saranno ovviamente altre occasioni di verifica e di confronto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

La risposta dell'Assessore e l'ampia illustrazione sui problemi della viabilità può costituire risposta anche ad una mia interrogazione presentata l'11/6/1981, che si riferiva esclusivamente agli allarmi e alle preoccupazioni che erano sorte nella zona sud del Piemonte e nella provincia di Savona, in seguito alle notizie dei rinvii di cui siamo stati informati. Accettando e concordando con molte delle considerazioni fatte dagli altri interroganti, auspico che nel quadro della definizione dei problemi stradali, anche il raddoppio della Torino - Savona vada in porto.
Pertanto l'interrogazione da me presentata può essere cancellata dall'elenco.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Esame progetto di legge n. 97: "Adeguamento dei contributi di annualità a parziale modifica del dispositivo di cui alla legge regionale 16/5/1980, n. 28" (rinvio)


PRESIDENTE

Circa il punto quinto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n.
97: "Adeguamento dei contributi di annualità a parziale modifica del dispositivo di cui alla legge regionale 16/5/1980, n. 28", chiede di parlare l'Assessore Cerutti. Ne ha facoltà.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità e trasporti

Poiché in sede di II Commissione sono stati portati contributi validi propongo di rinviare in seduta congiunta delle Commissioni I e II l'esame definitivo del progetto di legge n. 97.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 115: "Interventi straordinari a favore dei Comuni per attività socio-assistenziali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 115: "Interventi straordinari a favore dei Comuni per attività socio assistenziali".
La parola al relatore, Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe, relatore

Se i Consiglieri sono d'accordo do per letta la relazione già a loro mani.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Martinetti. Ne ha facoltà.



MARTINETTI Bartolomeo

Dalla relazione del Consigliere Reburdo non appare che la proposta di legge n. 115 è una specie di tampone, posto dopo che il Governo ha respinto la legge sul riscaldamento. La necessità di questo provvedimento nasce dal fatto che (e il nostro Gruppo l'aveva già stigmatizzato) si erano alimentate le aspettative dei Comuni e dei cittadini più bisognosi, prima di avere la garanzia che quel provvedimento potesse avere corso, anzi prima che fosse portato all'esame del Consiglio. Peraltro non può essere un provvedimento autonomo, senza connessioni con una visione più ampia di programmazione. Mi sembra anche forzato il richiamo alla prossima legge quadro di riordino dei servizi assistenziali.
Per queste ragioni il nostro Gruppo si astiene su questo provvedimento raccomandando nel contempo che gli altri provvedimenti a suo tempo annunciati e volti a utilizzare una parte del finanziamento per il riscaldamento vengano portati a conoscenza della Commissione e siano inquadrati in una visione programmatoria complessiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Decreto presidenziale 616 consente alla Regione di emanare provvedimenti legislativi aventi contenuto assistenziale purché siano diretti a categorie generali di persone suscettibili di essere individuate, a loro volta, con atto legislativo o con un provvedimento amministrativo. Nel caso del progetto di legge n. 115 si usa l'espressione "cittadini più bisognosi". La legge per i contributi al riscaldamento varata nell'ottobre - novembre 1979 con la formula "capifamiglia o cittadini che avessero redditi inferiori al minimo vitale" era passata. La stessa formula usata un anno dopo non è passata perché il Commissario di Governo ha ritenuto, con eccessivo rigore, che il riferimento a categorie di persone che avessero redditi inferiori al minimo vitale creava una disparità di trattamento tra Comune e Comune. L'attuale formula dei "cittadini più bisognosi" rimette ad una valutazione di carattere discrezionale, perché il cittadino "più bisognoso" per il Sindaco di un determinato Comune può essere diverso dal cittadino "più bisognoso" del cittadino di un altro Comune. Quindi, sotto questo profilo, la legge potrebbe venire censurata. Inoltre, nel progetto di legge non si parla della delega, ma è chiaro che l'erogazione delle somme sarà attuata attraverso una delega ai Comuni o alle U.S.L. Per questa estrema genericità della delega esprimerò voto di astensione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Finalità) "Al fine di corrispondere all'aumento della domanda di servizi e prestazioni socio-assistenziali da parte dei cittadini più bisognosi determinatasi a seguito della crisi che incide pesantemente sulla situazione socio-economica del Piemonte, la Regione Piemonte assegna ai Comuni contributi straordinari 'una tantum' per complessive L.
1.000.000.000".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 21 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Modalità di riparto e di erogazione) "I contributi di cui al precedente articolo verranno assegnati in base alla popolazione di ciascun Comune e saranno erogati, con provvedimento della Giunta regionale, alle U.S.L. entro 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 21 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Disposizioni finanziarie) "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1981, la spesa di L. 1.000.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa del fondo speciale di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1981 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione 'Contributi straordinari ai Comuni per interventi e prestazioni socio-assistenziali ai cittadini più bisognosi' e con lo stanziamento di L. 1.000.000.000 in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 21 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Dichiarazione di urgenza) "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 21 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 21 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame progetto di, legge n. 131: "Modifica dell'art. 6 della legge regionale 12/5/1980, n. 38"


PRESIDENTE

Il punto settimo all'ordine del giorno reca: Esame progetto di legge n.
131: "Modifica dell'art. 6 della legge regionale 12/5/1980, n. 38".
La parola al relatore, Consigliere Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca, relatore

Il provvedimento che viene sottoposto all'esame del Consiglio, che è stato approvato all'unanimità dalla I Commissione in data 16/9/1981, tende a sistemare in ruolo 60 giovani facenti parte di un contingente di circa 500 assunti dall'Amministrazione regionale ai sensi della legge 285.
Il disegno di legge consiste in un unico articolo. La Commissione lo sottopone al Consiglio regionale con l'avvertenza che il provvedimento, per essere attuabile, necessita di un altro provvedimento, attualmente all'esame in sede referente della VI Commissione, che sollecitiamo affinch possa essere portato in aula nella prossima riunione.
Le organizzazioni sindacali hanno espresso parere favorevole relativamente al progetto di legge n. 131. Pertanto raccomando la votazione favorevole da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolo unico.
Articolo unico "E' introdotto all'art. 6 della legge regionale 12/5/1980, n. 38, il seguente quarto comma: '- la copertura dei posti vacanti nei ruoli organici degli Enti che hanno contribuito all'esecuzione dei progetti regionali utilizzando, nella propria struttura organizzativa, i giovani assunti dalla Regione, ai sensi della legge 285 dell'1/6/1977 sopracitata, avviene mediante l'immissione in ruolo degli iscritti già utilizzati nell'esecuzione dei progetti presso gli Enti medesimi, con preferenza rispetto agli altri iscritti anche se questi precedono nella graduatoria'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 32 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'articolo unico è approvato.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame deliberazione Giunta regionale n. 11-8477: "Legge regionale 25/2/1980, n. 9 - Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale. Aggiornamento del programma pluriennale degli interventi e del programma di attuazione relativo all'anno 1981 approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 159-5264 dell'11/6/1981"


PRESIDENTE

Passiamo al punto nono all'ordine del giorno: esame deliberazione Giunta regionale n. 11-8477: "Legge regionale 25/2/1980, n. 9 - Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale. Aggiornamento del programma pluriennale degli interventi e del programma di attuazione relativo all'anno 1981 approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 159-5264 dell'11/6/1981".
La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

La proposta di deliberazione è stata licenziata unanimemente dalla I Commissione. Si tratta di un aggiornamento del programma annuale del 1981 in applicazione della legge regionale 25/2/1980, n. 9.
Nella sostanza si è accolta la richiesta dell'inserimento del secondo lotto di un comparto già avviato nell'area industriale attrezzata di Verbania che è ritenuto urgente e che completa gli interventi già in atto.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 9/1980 vista la propria deliberazione n. 159 - C.R. 5264 dell'11/6/1981 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 11-8477 del 16/7/1981 ritenuto di dover riconfermare, in sede di aggiornamento, il programma pluriennale degli interventi in materia di predisposizione, o ampliamento di aree industriali attrezzate, nonché per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alla razionalizzazione di zone industriali già esistenti ritenuto di aggiornare il programma di attuazione relativo all'anno 1981, mediante l'inserimento, al punto 3-A della suddetta deliberazione n.
159 - C.R. 5264 dell'11/6/1981, dell'intervento relativa alle spese di urbanizzazione e acquisizione delle aree per il completamento del comparto C1 - progetto 2° lotto - dell'area industriale attrezzata di Verbania individuata ai sensi delle leggi regionali n. 21/1975 e n. 50/1978 visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di confermare il programma pluriennale degli interventi approvato con deliberazione in data 11/6/1981 n. 159 - C.R. 5264 di aggiornare il programma di attuazione relativo all'anno 1981 approvato con la stessa deliberazione, aggiungendo agli interventi previsti quanto segue: COMPRENSORIO INTERVENTO ENTE ENTE RICHIEDENTE RICHIEDENTE VERBANO- Opere di urbanizzazione Consorzio per Società di CUSIO- e acquisizione aree per lo sviluppo intervento OSSOLA completamento comparto del Basso SAIA S.P.A.
C, - progetto 2° lotto - Toce dell'A.I.A. di Verbania individuata dalla Giunta Regionale ai sensi della L.R. n. 21/1975 e n. 50/1978 La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 35 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame progetto di legge n. 139: "Anticipazione al Comune di Orta di L. 200.000.000 per far fronte agli oneri di gestione dei beni ex O.N.P.I."


PRESIDENTE

Il punto ottavo all'ordine del giorno reca: Esame progetto di legge n.
139: "Anticipazione al Comune di Orta di L. 200.000.000 per far fronte agli oneri di gestione dei beni ex O.N.P.I.".
La parola al relatore, Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo, relatore

Signori Consiglieri, con questo provvedimento si anticipano 200 milioni al Comune di Orta che deve provvedere alla gestione di una struttura assistenziale dell'O.N.P.I. Con questo passaggio di proprietà il Comune deve accollarsi l'onere di 46 dipendenti e del mantenimento dell'Istituto di assistenza.
Con lo scioglimento il Governo si è impegnato a trasferire al Comune di Orta le risorse per la gestione e poiché il Comune non può attendere lo Stato, chiede alla Regione questo anticipo fintanto che il Ministero del Tesoro non avrà riversato tale somma al bilancio del Comune che, a sua volta, la girerà alla Regione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Vista l'impossibilità del Comune di Orta di far fronte agli oneri connessi alla gestione dei beni trasferiti ai Comuni a seguito della soppressione dell'O.N.P.I. ai sensi del D.P.R. 24/7/1977 n. 616 e della legge 21/10/1978 n. 641, la Regione provvede ad anticipare al Comune di Orta, per sostenere tali oneri per l'anno 1981, la somma di L. 200.000.000 in attesa dell'erogazione a carico del bilancio dello Stato dei trasferimenti a pareggio del bilancio comunale per l'anno 1981, ai sensi del D.L. 28/2/1981 n. 38, convertito con modifiche con legge 23/4/1981 n.
153.
Il Comune di Orta provvederà a restituire integralmente alla Regione la somma anticipata all'atto del versamento da parte dello Stato dei trasferimenti dovuti per l'anno 1981, ai sensi della normativa di cui al comma precedente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "L'anticipazione di cui all'art. 1 della presente legge è determinata per l'anno finanziario 1981 in 200 milioni.
Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1981 è istituito apposito capitolo con la denominazione: 'Recupero dal Comune di Orta dell'anticipazione di fondi assegnati per far fronte ad oneri connessi alla gestione dei beni ex O.N.P.I.' e con la dotazione di 200 milioni in termini di competenza e cassa.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo è conseguentemente istituito un apposito capitolo con la denominazione 'Anticipazione di fondi al Comune di Orta per far fronte ad oneri connessi alla gestione dei beni ex O.N.P.I.' e con lo stanziamento di 200 milioni in termini di competenza e cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio". Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 34 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame deliberazione: "Costituzione del Centro regionale di riferimento di immunogenetica dell'istocompatibilità, ai sensi dell'art. 13 della legge 2/12/1975, n. 644 e dell'art. 11 del D.P.R. 16/6/1977, n. 409"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la deliberazione di cui al punto decimo all'ordine del giorno: "Costituzione del Centro regionale di riferimento di immunogenetica dell'istocompatibilità, ai sensi dell'art. 13 della legge 2/12/1975, n. 644 e dell'art. 11 del D.P.R. 16/6/1977, n. 409".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 21-6462 del 12/5/1981 vista la legge 2/12/1975, n. 644 visto il D.P.R. 16/6/1977, n. 409 sentito il parere espresso dalla V Commissione consiliare permanente delibera di approvare le seguenti determinazioni: le funzioni di Centro regionale di riferimento di immunogenetica dell'istocompatibilità sono svolte dal Servizio di immunologia dei trapianti, istituito presso l'Istituto di Genetica Medica dell'Università di Torino, in virtù di apposita convenzione stipulata con l'Ospedale Maggiore di San Giovanni Battista e della Città di Torino, approvata dalla Giunta regionale con deliberazione 5/2/1980 n. 174-26792.
Il Centro regionale di riferimento deve svolgere le funzioni indicate all'art. 12 del D.P.R. 16/6/1977 n. 409 ed inoltre: a) eseguire, qualora non sussistano, le strutture per l'esecuzione in loco: la tipizzazione tessutale dei candidati al trapianto la tipizzazione tessutale dei possibili donatori d'organo la ricerca di immunizzazione antitessuto nei candidati al trapianto b) curare la compilazione e l'aggiornamento di un registro dei trapianti, con le informazioni sul decorso successivo al trapianto.
Gli aspetti tecnico-organizzativi sono curati dal Consiglio regionale di Sanità; in attesa della sua costituzione, la Giunta regionale nomina un Comitato tecnico provvisorio.
Le Unità Sanitarie Locali in cui operano ospedali autorizzati ad effettuare prelievi e trapianti di organi, ai sensi degli artt. 3 e 10 della legge 2/12/1975 n. 644, devono sottoscrivere un protocollo operativo d'intesa con l'U.S.L. in cui ha sede il predetto Centro di riferimento secondo uno schema-tipo predisposto dalla Giunta regionale.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Comprensori

Esame deliberazioni di modifica alle deliberazioni del Consiglio regionale del 24/7/1981 in merito all'adozione del primo schema di piano socio economico territoriale dei Comprensori di Ivrea, Pinerolo, Vercelli Biella, Borgosesia, Novara, Verbano - Cusio - Ossola, Cuneo, Saluzzo Savigliano - Fossano, Alba - Bra, Mondovì, Asti, Alessandria e Casale Monferrato


PRESIDENTE

Procediamo con il punto undicesimo all'ordine del giorno: "Esame deliberazioni di modifica alle deliberazioni del Consiglio regionale del 24/7/1981 in merito all'adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale dei Comprensori di Ivrea, Pinerolo, Vercelli, Biella Borgosesia, Novara, Verbano - Cusio - Ossola, Cuneo, Saluzzo - Savigliano Fossano, Alba - Bra, Mondovì, Asti, Alessandria e Casale Monferrato".
La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

I provvedimenti sono stati licenziati all'unanimità dalla I Commissione. Trattandosi di rettifiche formali il Gruppo D.C. ha espresso voto di astensione per riconfermare il voto di astensione che aveva a suo tempo espresso sulle deliberazioni di approvazione dei primi schemi di piani socio-economici territoriali dei Comprensori.



PRESIDENTE

Vi do lettura delle deliberazioni che verranno votate separatamente.
"Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 187 - C.R. 6565 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Ivrea, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 187 - C.R. 6565 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Ivrea da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 75-8541 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Ivrea così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4) punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 188 - C.R. 6566 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprimere parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio economico territoriale del Comprensorio di Pinerolo, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 188 - C.R. 6566 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Pinerolo da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 76-854 2 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Pinerolo così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perch si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti;' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 189 - C.R. 6567 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-eco-nomico territoriale del Comprensorio di Vercelli, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 189 - C.R. 6567 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Vercelli da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 77-8543 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Vercelli così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perch si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 190 - C.R. 6568 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Biella, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 190 - C.R. 65 68 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Biella da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 78-8544 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Biella così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 191 - C.R. 6569 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Borgosesia, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 191 - C.R. 6569 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Borgosesia da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 79-8545 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Borgosesia così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 192 - C.R. 6570 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Novara, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 192 - C.R. 6570 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Novara da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 80-8546 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Novara così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 193 - C.R. 6571 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio del Verbano - Cusio - Ossola, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 193 - C.R. 6571 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio del Verbano - Cusio - Ossola da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 81-8547 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio del Verbano - Cusio - Ossola così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri.
"Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 194 - C.R. 6572 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Cuneo, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 194 - C.R. 6572 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Cuneo da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 82-8548 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Cuneo così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 195 - C.R. 6573 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Saluzzo - Savigliano - Fossano, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 195 - C.R. 65 73 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Saluzzo - Savigliano - Fossano da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 83-8549 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Saluzzo - Savigliano - Fossano così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 196 - C.R. 6574 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Alba - Bra, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 196 - C.R. 6574 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Alba - Bra da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 84-8550 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Alba - Bra così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 197 - C.R. 6575 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Mondovì, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 197 C.R. 6575 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Mondovì da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 85-8551 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Mondovì così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4) punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 198 - C.R. 6576 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Asti, con la proposta di modificazioni ed integrazioni constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 198 - C.R. 6576 del 24/7/1981 possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Asti da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 86-8552 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Asti così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 199 - C.R. .6577 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Alessandria, con la proposta di modificazioni ed integrazioni; constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 199 C.R. 6577 del 24/7/1981, possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio economico territoriale del Comprensorio di Alessandria da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 87-8553 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Alessandria così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4); punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale, diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere, nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri "Il Consiglio regionale vista la deliberazione n. 200 - C.R. 6578 approvata nell'adunanza del 24/7/1981, con la quale si esprime parere favorevole, al provvedimento della Giunta regionale di adozione del primo schema di piano socio economico territoriale del Comprensorio di Casale Monferrato, con la proposta di modificazioni ed integrazioni; constatato che alcuni punti delle modifiche proposte alla deliberazione della Giunta regionale di cui al comma precedente, così come formulati nell'allegato, che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione del Consiglio regionale n. 200 - C.R. 6578 del 24/7/1981, possono ingenerare perplessità nella stesura definitiva del provvedimento di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Casale Monferrato da parte della Giunta regionale ritenuto di dover riformulare, a maggior chiarimento, i suddetti punti ritenuto di dover correggere l'errore materiale che presenta il quinto comma della premessa della deliberazione del Consiglio regionale n. 200 C.R. 6578 del 24/7/1981 visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di riformulare i punti 3, 5 e 6 delle modifiche proposte alla deliberazione n. 88-8554 del 16/7/1981 della Giunta regionale, di adozione del primo schema di piano socio-economico territoriale del Comprensorio di Casale Monferrato così come segue: punto 3) - il nuovo punto 2) del deliberato della Giunta regionale recita: 'di dare atto che, in assenza di casi espressamente indicati nell'allegato A, non sussistono le condizioni perché si producano gli effetti di cui all'ottavo comma dell'art. 80 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 e successive modificazioni ed integrazioni; e che le indicazioni dello schema di piano costituiscono il quadro di riferimento per la formazione e la valutazione degli strumenti urbanistici comunali, ai fini di non contraddirne i contenuti' punto 5) - il punto 3) della deliberazione della Giunta regionale diventa punto 4) punto 6) - il punto 4) della deliberazione della Giunta regionale diventato punto 5), recita: 'di impegnare la Giunta regionale ad assumere nei tempi previsti dalla legislazione in materia, le iniziative per la costituzione di strutture tecniche comprensoriali e per il supporto tecnico metodologico, ivi compresa la fornitura di idonea cartografia di base ai fini di un ulteriore sviluppo dell'attività di programmazione regionale e comprensoriale' di correggere il quinto comma della premessa della deliberazione del Consiglio regionale n. 200 - C.R. 6578 approvata nell'adunanza del 24/7/1981 come segue: 'constatato che la Giunta regionale ha dato notizia dell'avvenuta trasmissione dello schema di piano da parte del Comprensorio di Casale Monferrato, con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 24 del 17/6/1981'.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 34 favorevoli 22 Consiglieri astenuti 12 Consiglieri


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno presentato dal Gruppo P.L.I. sugli Stati Generali d'Europa


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno presentato dal Gruppo P.L.I.
sugli Stati Generali d'Europa, di cui al punto dodicesimo all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'argomento è così complesso, articolato ed interessante da meritare uno spazio di tempo maggiore.
Mi limito a spiegare la ragione per la quale siamo passati da un ordine del giorno di parte ad un ordine del giorno comune. L'ordine del giorno presentato dal P.L.I. impegnava la Giunta a proporre un proprio documento.
Le circostanze hanno voluto che questa materia venga in Consiglio quando ormai le relazioni delle delegazioni sono pubblicate e a disposizione di tutti, quindi sembra del tutto inopportuno impegnare la Giunta.
Abbiamo ritenuto, con rappresentanti di altri Gruppi, di raccogliere le argomentazioni che erano nell'originario ordine del giorno liberale e di fare un ordine del giorno di carattere generale.



PRESIDENTE

La parola alla signora Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Il Gruppo repubblicano, nel condividere il documento proposto dal Gruppo liberale, ha chiesto di introdurre un sesto punto all'ordine del giorno e cioè esortare il Parlamento Europeo ad addivenire, rispettando i trattati, alla formulazione di una legge elettorale comune. E' un capoverso che gli altri Gruppi possono accettare perché a livello europeo tutte le forze politiche hanno richiesto tale legge che, comunque, è una delle condizioni per andare a votare nel 1984.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Sono totalmente d'accordo con la richiesta della collega Vetrino Nicola. Teniamo però presente che l'organizzazione degli Stati Generali d'Europa non riguarda i Comuni che stanno nel MEC, ma riguarda gli altri Paesi, ivi compresi i Comuni africani e quelli del Medio Oriente. Questa sollecitazione da parte della Regione Piemonte è una cosa giusta e si pu fare direttamente al Parlamento Europeo oppure si può mandare all'AICCE perché la proponga nelle sedi di incontro con il Parlamento Europeo, ma è fuori tema nella sede di Madrid.
Questa sollecitazione potrà semmai essere fatta al convegno dell'ANCI a Viareggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ho l'impressione che per un problema di metodo, finiamo per non capirci soprattutto con il collega Revelli.
Questo documento non è un mandato del Consiglio, è invece un documento che raccoglie alcune riflessioni del Consiglio regionale, quindi, tutto sommato, esaurisce il suo effetto in questa sede, per cui l'ulteriore riflessione sui problemi dell'integrazione europea, che attengono anche al fatto elettorale e non soltanto al fatto strumentale ed economico probabilmente non è fuori luogo come potrebbe sembrare e come sarebbe stato se l'ordine del giorno fosse stato presentato nella prima stesura.



VETRINO Bianca

Questo documento è talmente importante che se il capoverso che voglio aggiungere dovesse dividerci, ritiro immediatamente la mia proposta.



VIGLIONE Aldo

Devo rilevare ancora una volta che l'ordine del giorno non è rispettato.
Chiedo la convocazione dei Presidenti dei Gruppi per esaminare questa proposta di ordine del giorno.



PICCO Giovanni

Se il Presidente del Consiglio ha iscritto l'ordine del giorno è perch c'era stato l'assenso nella riunione dei Capigruppo. Si tratterà di controllare la verbalizzazione della riunione stessa.
Nel merito dell'emendamento proposto dal Consigliere Vetrino a nome del Gruppo D.C. desidero dare l'adesione alla formulazione suggerita. Le preoccupazioni che avanza il Consigliere Revelli, che si tratti di una richiesta in una sede impropria, non dovrebbero sussistere perché gli Stati Generali prevedono la partecipazione dei Comuni e delle autonomie locali di tutti i Paesi europei, però con maggior forza e maggior presenza rispetto alle prospettive di unificazione e di integrazione europea proprio i Paesi che hanno eletto i loro rappresentanti nel Parlamento Europeo; quindi che vi sia in quella sede una richiesta al Parlamento Europeo di accelerare l'esame del progetto di legge riguardante il sistema elettorale, è più che legittimo. Poiché l'argomento è già stato dibattuto nelle Commissioni e vari progetti sono già in discussione, non credo che sia estraneo n all'interesse del Parlamento né nell'interesse della Comunità Europea. Non credo pertanto che questa sollecitazione possa rappresentare aspetti di divisione tra le forze politiche perché, da quanto mi risulta, tutte sono d'accordo sull'opportunità di addivenire entro il 1984 ad un nuovo sistema elettorale.
I Gruppi consiliari che non avevano apposto la firma all'ordine del giorno possono prenderne visione per sottoscriverlo.



PRESIDENTE

D'accordo. Sospendiamo la discussione di tale punto per concordare un documento unitario.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno presentato dai Consiglieri Reburdo e Montefalchesi sulla fame nel mondo (rinvio)


PRESIDENTE

In merito al punto tredicesimo all'ordine del giorno: "Esame ordine del giorno presentato dai Consiglieri Reburdo e Montefalchesi sulla fame nel mondo" chiede di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

L'ordine del giorno sulla fame nel mondo a firma del Consigliere Reburdo e mia viene ritirato perché riteniamo che, data l'ora e l'importanza dell'argomento, non possa avere la rilevanza adeguata.



PRESIDENTE

Il Consiglio concorda di rinviarlo alla prossima seduta consiliare.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame deliberazione Giunta regionale n. 131-9499: "Estensione della riserva del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata concessa con deliberazione del Consiglio regionale n. 582 - C.R. 2521 in data 27/3/1980, agli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'ordine del giorno il seguente punto: Esame deliberazione Giunta regionale n. 131-9499: "Estensione della riserva del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, concessa con deliberazione del Consiglio regionale n. 582 - C.R. 2521 in data 27/3/1980, agli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla votazione della deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale del 6/8/1981, n. 131 9499, per l'estensione della riserva del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, concessa con deliberazione del Consiglio regionale n. 582 - 2521, in data 27/3/1980, agli appartenenti al Corpo Forestale dello Stato sentita la competente Commissione consiliare delibera Art. 1 - di estendere la concessione della riserva alloggi del 15 disposta ai sensi del primo comma dell'art. 10 del D.P.R. 30/12/1972, n.
1035, con deliberazione del Consiglio regionale del Piemonte n. 582 - 2521 in data 27/3/1980, per la sistemazione abitativa di nuclei familiari di appartenenti al Corpo Forestale dello Stato Art. 2 - ai fini dell'individuazione dei beneficiari della riserva di cui all'articolo precedente, nonché all'assegnazione dei relativi alloggi si applicano le disposizioni stabilite dalla deliberazione del Consiglio regionale del Piemonte n. 582 - 2521 in data 27/3/1980 e dalla deliberazione della Giunta regionale del Piemonte n. 111 - 720 in data 16/9/1980".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Zootecnia

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente i mercati all'ingrosso di bestiame


PRESIDENTE

Riprendendo il punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo l'interrogazione presentata dal Consigliere Cerchio inerente i mercati all'ingrosso di bestiame.
Risponde l'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore alle fiere e mercati

L'interrogazione urgente presentata dal Consigliere Cerchio ci porge l'occasione per precisare ulteriormente l'ipotesi di piano regionale dei mercati all'ingrosso che la Giunta ha presentato al Consiglio.
Occorre, innanzitutto, precisare che l'elaborato relativo al piano di settore dei mercati, in cui non si tratta affatto di macelli, mira non alla penalizzazione del settore, ma alla sua rivitalizzazione e adeguamento a quelle che sono le tendenze attuali.
E' inoltre doveroso far presente che di proposta si tratta e non di documento definitivo, documento aperto quindi, ai contributi, suggerimenti ampliamenti e correzioni che il Consiglio regionale sta iniziando a raccogliere proprio in questi giorni, come prevede la legge regionale n.
43/1977 sulle procedure della programmazione per i piani di settore.
Entrando nel merito della questione sollevata dal Consigliere Cerchio faccio rilevare che l'ipotesi di convogliamento della commercializzazione di bestiame dai mercati di Chivasso e Moncalieri sul centro carni di Torino è il risultato di una serie di elementi oggettivi, quindi esistenti e verificabili.
Il mercato di Chivasso dispone di ubicazione e strutture che non rispondono ormai più alle esigenze degli operatori; presenta una contrazione nelle presenze di capi che è rilevante se paragoniamo le affluenze della metà degli anni '60 e quelle della fine degli anni '70; in questi ultimi anni poi i capi bovini hanno registrato un lieve, ma costante calo (si è passati infatti dai 51.119 capi del 1976 ai 47.419 capi del 1980).
Il mercato di Moncalieri si presenta non solo in stato di avanzato degrado strutturale, ma il raddoppio dell'asse ferroviario Torino Trofarello renderà sempre più difficile la già penalizzata attività commerciale; in ordine alle contrattazioni, mentre hanno tenuto negli anni '60 ed all'inizio degli anni '70, hanno registrato una diminuzione del 15 dal 1978 al 1980.
Non è d'altra parte un fenomeno locale quello della sensibile contrazione della commercializzazione sui mercati del bestiame; nei mercati piemontesi si è passati dai 735.000 capi del 1964, ai 355.000 del 1980 con un calo di poco più del 50%, a fronte di un aumento del patrimonio zootecnico in capi bovini, suini, equini ed ovicaprini del 34%.
Il circuito della commercializzazione delle carni è passato dai mercati, direttamente ai macelli; un'ipotesi di rete che voglia essere credibile ne deve tener conto, come ci sembra tenta di tenerne conto l'ipotesi che la Giunta ha trasmesso al Consiglio per le consultazioni.
Ci sembra abbia senso, in questa situazione, parlare di centri annonari carne. Perde sempre più peso invece il distinguere tra mercato del bestiame, macello e mercato delle carni, anche se occorre ammettere che questi, in particolari situazioni, possono ancora avere un loro ruolo.
Il Centro carni di Torino, pensato nel lontano 1951 forse con qualche leggerezza ed entrato in attività definitiva all'inizio degli anni '70 esiste ed è lì che non si fa ignorare. Si caratterizza per essere un centro integrato, adeguatamente localizzato e fornito di impianti produttivi e di servizio completi. Ciò al di là di ogni giudizio politico.
Il mercato fu dotato di impianti atti a soddisfare le esigenze di mattazione dei capi provenienti dai quattro mercati di Carmagnola Chivasso, Moncalieri e Torino.
Quello che successe, penso, che sia cosa ormai nota a tutti: il mercato del bestiame ha visto in dieci anni sostare una sparuta rappresentanza del mondo animale, il macello lavora intorno al 30% delle proprie capacità di lavorazione; il mercato carni di conseguenza non ha assunto quel ruolo di ridistribuzione che negli anni '60 gli si voleva affidare; il risultato di questo è una gestione economica che vede i vari bilanci di esercizio chiudersi con passivi intorno al miliardo. In questa sede tralasciamo il giudizio politico e le responsabilità.
L'individuazione del Centro di Torino quale impianto da potenziare, o meglio da rendere efficiente ci sembra lineare all'assoluta necessità che tutti noi abbiamo di evitare gli sprechi specie quelli finanziari; di fare delle scelte di investimento tenuto conto delle risorse che - come si sa sono limitate, in particolare in questi tempi del bilancio regionale.
Riteniamo nostro dovere mettere in rilievo i fatti e le realtà oggettive, lasciando alle forze politiche le decisioni e le scelte che gli competono.
Quello che ci sembra doveroso, rispetto alla spesa pubblica, è la coerenza. Naturalmente ognuno può continuare ad errare; perseverare si dice sia diabolico.
Accogliere le richieste di edificazione di nuovi mercati a Chivasso e a Moncalieri comporta una spesa valutabile in una decina di miliardi; per il necessario adeguamento degli impianti torinesi invece da uno a due miliardi, senza contare la possibilità di ridurre - se non di eliminare il deficit di bilancio nel possibile caso di un aumento della capacità utilizzata del macello.
Per rendere efficienti alcuni centri occorre disincentivarne altri, se quest'ultima scelta in passato non si è avuta la lungimiranza o il coraggio di fare, occorre se non altro proporla alla discussione seria e documentata degli operatori economici e degli enti pubblici, così come la Giunta ha fatto con l'ipotesi di piano di settore dei mercati all'ingrosso.
La strumentalizzazione e lo scandalizzarsi delle ipotesi avanzate non dà certo lustro né alla stampa che acriticamente le ha diffuse, né alle forze politiche che localmente soffiano sulla colpevole disinformazione.
Val certamente la pena di aggiungere che l'eredità che ci troviamo a riorganizzare è frutto (anche e principalmente nel caso di Torino) di scelte che sono state fatte quando chi oggi grida allo scandalo e alla contraddizione, governava.
Concordiamo con il Consigliere Cerchio sulla necessità di approfondire questa problematica.
Se occorre dotarsi di altri elementi conoscitivi ai vari livelli, che ancora mancassero facciamolo, ma per sapere decidere e operare affinché le decisioni prese siano realizzate adeguatamente nell'interesse della comunità piemontese e non di questo o quelle forze politiche e sociali o di questo o quel campanile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per l'ampia risposta che è in linea con l'impostazione data dall'Assessorato al commercio allorquando, con deliberazione del 20/5/1981, ha presentato il piano dei mercati all'ingrosso. Se la risposta dell'Assessore è stata ampia - e lo ringrazio non altrettanto devo dire in ordine alle conclusioni del piano che saranno messe in discussione con gli operatori interessati, con i Comuni e con le categorie professionali a partire da domani.
Nella risposta dell'Assessore ci pare di cogliere la necessità di far rivivere il mercato di Torino e sostanzialmente il mercato dovrebbe rivivere sulla pelle e ai danni dei mercati di Moncalieri e di Chivasso.
L'Assessore concorda con noi sulla necessità di approfondire una problematica importante per l'economia piemontese dato il volume di affari che ruota attorno alle aree di Chivasso e di Moncalieri. Le consultazioni che inizieranno domani permetteranno un approfondimento e soluzioni se non altro partecipate.
Siamo d'accordo che la potenzialità del mercato di Torino debba essere vitalizzata. Sappiamo che è utilizzato solo al 30%, ma anche i mercati di Moncalieri e di Chivasso per il ruolo economico e sociale che svolgono non debbono essere sacrificati.
L'Assessore parla di scelte, di responsabilità del passato. Possiamo concordare sulle responsabilità di tutti, del Comune di Torino che peraltro, non ha saputo utilizzare in questi anni una struttura ottima, e dei Comuni di Moncalieri e di Chivasso. A proposito di quest'ultimo da cinque o sei anni si parla di rilocalizzazione del Foro Boario e le decisioni delle Amministrazioni comunali sono state disattese soprattutto dalle ultime Amministrazioni. Mi auguro che dal confronto che inizierà domani, si addivenga ad una soluzione partecipata.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente la morte di un ricoverato nell'Ospedale psichiatrico di Collegno


PRESIDENTE

Esaminiamo ancora l'interpellanza presentata dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente la morte di un ricoverato nell'Ospedale psichiatrico di Collegno.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Con riferimento alla nota del 30/7/1981, prot. n. 8566 e relativa all'oggetto, si precisa quanto segue.
La risposta all'interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio non può non iniziare da alcune brevi considerazioni di carattere generale riguardanti le profonde trasformazioni apportate dalla legge 13/5/1978 n. 180 e dalla legge di riforma sanitaria che hanno da una parte posto le premesse per restituire dignità al malato mentale e d'altra parte inserito l'assistenza psichiatrica nell'insieme dei servizi delle strutture che si occupano della salute complessivamente considerata.
Le conseguenze dei provvedimenti legislativi appena citati hanno comportato e comportano un radicale mutamento culturale ed operativo a livello istituzionale, nella professionalità degli operatori sanitari per quanto attiene la qualità dei servizi erogati ed anche nella collettività in modo da permettere al malato mentale di non essere più considerato un diverso e pertanto un cittadino emarginato o da emarginare.
La Regione Piemonte si è mossa sin dall'entrata in vigore della legge 180/1978 nell'ottica di una sua completa e corretta applicazione ed i risultati acquisiti a tutt'oggi permettono di dichiarare che comunque la legge approvata dal Parlamento, in modo del tutto affrettato, il che ha comportato, fra l'altro, l'impossibilità materiale di approntare tempestivamente i servizi adeguati, era valida ed applicabile alle concrete realtà seppur fra difficoltà e problemi rilevanti. Negli "Indirizzi programmatici e linee attuative del servizio psichiatrico nella Regione Piemonte" approvati dalla Giunta nel mese di luglio 1978 vennero delineate le modalità di funzionamento dei nuovi servizi territoriali (ambulatori strutture cosiddette intermedie, servizi psichiatrici di diagnosi e cura) nella direzione di privilegiare il momento preventivo e per evitare per quanto possibile l'istituzionalizzazione e l'ospedalizzazione degli utenti.
Gli indirizzi suddetti, dei quali si conferma tuttora la validità contenevano anche le prime linee operative per lo svuotamento degli ospedali psichiatrici, con il conseguente nuovo impiego del personale via via esuberante nei servizi territoriali.
In effetti il processo di demanicomializzazione, avviato fra l'altro nella realtà della provincia di Torino nei primi anni '70, consente di registrare una diminuzione di circa il 30% delle presenze degli ospedali psichiatrici piemontesi nel periodo 1978/'81, diminuzione obiettivamente notevole che ha permesso un decisivo, ma ancora insufficiente, spostamento di risorse finanziarie ed operative sul versante territoriale.
L'Assessorato regionale alla sanità ha lavorato dal 1° gennaio scorso data del trasferimento alle U.S.L. del territorio delle competenze in materia sanitaria, anche sul versante dell'assistenza psichiatrica per il graduale superamento degli ospedali psichiatrici, come previsto dal primo comma dell'art. 64 della legge 833/1978; in primo luogo non è stata chiesta al Ministero della Sanità la proroga del termine per le ammissioni di pazienti volontari negli ospedali psichiatrici, per cui dal giorno 2 marzo scorso non si è più registrata alcuna nuova ammissione. In secondo luogo disponendo la costituzione negli spazi manicomiali di aree socio-sanitarie extra-ospedaliere ad esaurimento in cui debbano essere organizzate le attività di socializzazione e riabilitazione dei degenti in previsione della loro dimissione e, se possibile, del loro definitivo ritorno nel proprio contesto sociale originario.
Fanno parte delle suddette aree le comunità ospiti, già attivate con buoni risultati nell'area degli Ospedali di Collegno e composte di oltre 300 degenti, nelle quali vengono gradualmente inserite persone per cui risulta possibile, sotto il profilo clinico, la dimissione dall'ospedale mancando però ancora le condizioni per un effettivo ritorno sul territorio (per problemi di abitazione, di lavoro, ecc.) e le comunità protette.
Inoltre, nell'ambito dell'attività di socializzazione, dovrà essere prevista la costituzione in collaborazione con i Comuni e gli organismi associativi e partecipativi locali di centri sociali aperti a tutta la popolazione e l'organizzazione di attività ricreative e culturali, quali ad esempio le manifestazioni dei "Punti Verdi", che si tengono nei parchi degli ospedali psichiatrici di Collegno e Grugliasco.
Le disposizioni relative al graduale superamento degli ospedali psichiatrici sono comunque contenute nell'allegato relativo alla tutela della salute mentale della "Proposta di piano socio-sanitario per il triennio 1981/'83", che verrà quanto prima portato alla discussione del Consiglio regionale; l'allegato citato prevede inoltre le modalità di organizzazione, funzionamento e sviluppo dei servizi di salute mentale nell'ambito dei servizi socio-sanitari dell'U.S.L.
Riteniamo che la programmazione di questo settore debba rispondere alle seguenti principali esigenze, tenuto anche conto che è in corso di elaborazione un'apposita proposta di legge sulla salute mentale: garantire una rete di servizi (ambulatoriali, residenziali ed ospedalieri) in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni di salute mentale della popolazione evitando le situazioni di abbandono e di emarginazione garantire un effettivo inserimento ed integrazione dei servizi di salute mentale con gli altri servizi territoriali, in modo da superare nei fatti la storica separatezza cui è stato oggetto la psichiatria ridurre tendenzialmente e per quanto possibile il ricorso ai trattamenti sanitari obbligatori (come d'altra parte previsto dall'art. 33 della legge di riforma sanitaria) e comunque il ricorso all'ospedalizzazione (presso strutture pubbliche e private) degli utenti anche mediante lo sviluppo di un piano di servizi residenziali (comunità secondo la tipologia prevista dal piano socio-sanitario) a livello di U.S.L.
superare gradualmente gli ospedali psichiatrici garantendo da una parte il tendenziale rispetto della soggettività degli attuali degenti ed ospiti e d'altra parte il mantenimento di livelli di assistenza in grado di assicurare il rispetto dei bisogni delle persone.
Per quanto riguarda la recente drammatica morte di un ricoverato occorre rilevare che l'U.S.L. n. 24 ha comunicato che non si è accertata nell'episodio una carenza assistenziale specifica; il degente deceduto da oltre due anni aveva dimostrato un buon miglioramento delle sue condizioni psichiche e fruiva di autonomia fuori del reparto, ritornando regolarmente in esso per i pasti e per dormire.
Anche le accuse mosse alla linea del superamento delle arcaiche strutture manicomiali sono risultate in larga parte frutto di cattiva informazione o di interessata deformazione ad opera di quella parte di personale che appare ostile alla riforma. Non c'è dubbio, tuttavia, che il superamento di una grossa istituzione psichiatrica come quella di Collegno in un Comune di soli 45.000 abitanti ponga problemi e contraddizioni specifiche che debbono essere affrontate con iniziative opportune atte a salvaguardare il diritto dei degenti e degli ospiti alla riabilitazione ed alla socializzazione e l'esigenza della cittadinanza e delle forze sociali del territorio di essere informate del processo di smantellamento partecipando all'impegno degli amministratori e degli operatori. Su questo piano l'U.S.L. n. 24 sta organizzando un centro sociale che veda partecipare la collettività alle iniziative di socializzazione dei degenti e degli ospiti ed un presidio socio-psichiatrico esterno che possa essere chiamato ad intervenire sul territorio a richiesta della cittadinanza.
Occorre da ultimo sottolineare che i problemi relativi al superamento degli ospedali psichiatrici rivestono carattere di sostanziale originalità si tratta di elaborare soluzioni senza avere alcuna precedente esperienza cui fare riferimento stante la peculiarità della legislazione italiana in materia.
Riteniamo che la direzione indicata dalla Regione Piemonte e successivamente da altre Regioni, nella costituzione delle aree extra ospedaliere sia complessivamente valida in quanto garantisce la gradualità nelle dimissioni degli attuali degenti i quali, occorre ricordarlo, sono nella grande maggioranza persone da lungo tempo istituzionalizzate, con tutti i problemi che questa condizione comporta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

E' dovuto da parte del nostro Gruppo il ringraziamento all'Assessore per l'ampiezza della risposta anche se il giudizio che dobbiamo dare non è di completa soddisfazione.
Se infatti tutta la materia, qui richiamata a buon motivo dall'Assessore, troverà occasione di dibattito nel piano socio assistenziale, occasione alla quale facciamo rinvio, rileviamo che sta verificandosi il problema al quale abbiamo accennato questa mattina: la responsabilità politica di certe vicende attinenti alle U.S.L. è difficilmente trasferibile a sedi diverse, politicamente più significative quindi probabilmente il processo di razionalizzazione delle "repubbliche" sanitarie italiane si impone e comincia a diventare un argomento specifico.
E' certo che le vicende degli ospiti dell'ex struttura manicomiale sono di dominio pubblico e sono oggetto di qualcosa di più della cronaca nera e qualcosa di peggio della barzelletta. Siamo arrivati a livelli intollerabili di degradazione della personalità umana in una collettività matura come la nostra.
Oggettivamente, non per responsabilità dell'Assessorato, la risposta non è soddisfacente.



PRESIDENTE

Le interrogazioni che riguardano l'Assessorato all'agricoltura non possono essere svolte perché il Consigliere Chiabrando è assente.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno sugli Stati Generali d'Europa (seguito)


PRESIDENTE

Circa l'ordine del giorno sugli Stati Generali d'Europa, di cui al punto dodicesimo, do lettura del nuovo testo concordato e firmato da tutti i Gruppi: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto che gli Stati Generali del Consiglio dei Comuni d'Europa si svolgeranno dal 23 al 26 settembre 1981 sul tema 'Le autonomie locali e regionali fondamento della democrazia e unità politica d'Europa allargata' considerato che agli Stati Generali di Madrid parteciperanno migliaia di eletti locali e regionali di vari Paesi europei, non solo per testimoniare il loro concreto impegno, ma anche per esercitare la necessaria pressione sulla pubblica opinione in favore di decisivi progressi di rafforzamento politico, istituzionale e finanziario dell'attuale Comunità Europea che la scelta di Madrid come sede dei prossimi Stati Generali richiama l'attenzione dell'opinione pubblica ed in particolare degli amministratori locali di quel Paese sulle regioni e le prospettive dell'adesione della Spagna alla Comunità Europea considerato che gli Stati Generali in Spagna devono essere l'occasione per il nostro Paese di riaffermare il particolare interesse ed il ruolo dell'Italia nell'area meridionale della Comunità Europea e più in generale nel Mediterraneo che l'attuale fase della Comunità, contrassegnata da incertezze carenze e contraddizioni richiede più che mai una forte pressione popolare nei confronti delle istituzioni europee e dei Governi nazionali considerato inoltre che l'AICCE ha predisposto un'ampia piattaforma cui aderiscono la stragrande maggioranza delle autonomie locali italiane, tra le quali la nostra Regione sottolinea in particolare 1) il vivo interesse ed assenso del Piemonte all'allargamento della Comunità affinché il processo di integrazione europea rappresenti un vero ponte tra i problemi dei Paesi a grande industrializzazione e quelli dei Paesi meno sviluppati 2) la non rinunciabile necessità di armonizzare le autonomie locali e regionali con la programmazione nazionale e comunitaria 3) l'esigenza del passaggio dall'unione doganale a quella economica europea sulla base della realizzazione coordinata di una serie di politiche comuni, volta a superare gli squilibri regionali, ad aumentare la produttività complessiva, a migliorare la qualità della vita 4) l'importanza di una corretta politica regionale che attui uno sviluppo comune contestualmente ad una politica comune del territorio condotta in accordo con i poteri locali e regionali europei, in un quadro di programmazione democratica.
Il Consiglio regionale del Piemonte auspica che dagli Stati Generali d'Europa venga all'opinione pubblica una spinta all'azione comunitaria che deve essere un punto di riferimento e di indirizzi che accelerino il processo di evoluzione comunitaria, e garantiscono lo sviluppo all'interesse della CEE e ribadisce la convinzione che il dibattito e le conclusioni dei lavori degli Stati Generali di Madrid - che investono il futuro dell'Europa e delle stesse comunità autonome e territoriali - vedranno il convinto impegno e partecipazione dei Consiglieri piemontesi.
Il Consiglio regionale del Piemonte ritiene che non vi sia reale soluzione negli sforzi separati dei singoli Paesi e neppure in una Comunità europea che non sia in grado di adottare politiche comuni per i comuni problemi degli europei: la politica regionale di sviluppo e riequilibrio in primo luogo, quella sociale, energetica industriale e della ricerca.
Il Consiglio regionale del Piemonte, infine, rilevato, nel corso della discussione, che a tutt'oggi il Parlamento Europeo non ha ancora formulato rispettando i trattati, una legge elettorale che consenta un adeguamento uniforme di tutti i Paesi della CEE delle norme per l'elezione del Parlamento di Strasburgo invita il Presidente del Consiglio a sollecitare, tramite la Consulta Europea tale impegno al Parlamento Europeo di Strasburgo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione del Consigliere Mignone relativa alla Casa di Riposo Belletti Bona di Biella


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione del Consigliere Mignone relativa alla Casa di Riposo Belletti Bona di Biella.
Risponde l'Assessore Cernetti Bertozzi.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La Casa di Riposo Belletti Bona di Biella (Vc) è un IPAB ai sensi della legge 17/7/1980 n. 6972 che per Statuto ha lo scopo di provvedere gratuitamente al ricovero degli inabili di ambo i sessi.
Attualmente ospita circa 250 anziani, la maggioranza dei quali paga in proprio la retta di mantenimento.
Nei confronti dell'Ente era stata a suo tempo avviata la procedura di soppressione ai sensi della legge regionale 10/4/1980, n. 20, procedura ora interrotta a seguito della nota sentenza della Corte Costituzionale n.
173/81 che ha dichiarato l'illegittimità delle norme dell'art. 25 del D.P.R. 24/7/1977 n. 616 concernenti il trasferimento delle IPAB ai Comuni.
Nelle more di attuazione della legge citata, l'Ente, a motivo della propria grave situazione finanziaria, proponeva L'autoscioglimento soluzione quest'ultima che appare ora l'unica possibile per consentire la conservazione dell'importante servizio a favore della popolazione anziana e per salvaguardare i posti di lavoro del personale dipendente della Casa di Riposo.
Per quanto riguarda i problemi finanziari, connessi con il funzionamento della struttura, la Giunta regionale, con provvedimento in data 30/6/1981, ha stanziato, a fronte delle richieste presentate dall'U.S.L. n. 47 di Biella, la somma di L. 70.000.000, da erogare non appena verranno presentati specifici programmi di intervento socio-sanitari nell'ambito dell'U.S.L. stessa; ciò consentirà di risolvere positivamente i problemi della Casa di Riposo.
Infine, per il personale, con atto in data 30/6/1981, la Giunta ha autorizzato un parziale ampliamento della pianta organica, riservando ad un successivo provvedimento la decisione sulla proposta globale avanzata dall'Ente.
Con questo siamo ben coscienti di avere risolto in modo temporaneo il caso della Casa di Riposo Belletti Bona che, come altre IPAB, non può più reggere per il divario esistente fra le pensioni minime sociali, di cui fruiscono gran parte degli utenti e il costo delle rette che continuamente aumenta per l'inflazione galoppante.
Gli Assessorati alla sanità e all'assistenza stanno verificando le limitate disponibilità finanziarie soprattutto dopo i tagli ventilati dal Governo e le possibilità di intervenire razionalmente sapendo che il 70-80 degli anziani ricoverati nella Casa di Riposo Belletti Bona e in altre Case di Riposo sono non autosufficienti, quindi, oltre ai problemi di assistenza, pongono problemi prevalentemente sanitari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Ringrazio l'Assessore Cernetti Bertozzi per la rapidità e la puntualità delle risposte fornite e dichiaro di condividere l'iniziativa annunciata di uno studio coordinato con l'Assessorato alla sanità per valutare le possibili soluzioni migliorative della situazione esistente.



PRESIDENTE

Comunico infine che il Consiglio verrà convocato per il giorno 7 ottobre 1981.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,45)



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