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Dettaglio seduta n.76 del 29/07/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Per quanto riguarda il punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute" comunico che per difficoltà tecniche i processi verbali delle adunanze consiliari del 9 e del 16 luglio 1981 non sono stati distribuiti e pertanto verranno approvati nella prossima seduta.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente la creazione di un centro specializzato per correggere l'acondroplasia


PRESIDENTE

Il punto secondo all'ordine del giorno reca: "Interrogazioni ed interpellanze". Iniziamo con l'interrogazione presentata dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente la creazione di un centro specializzato per correggere l'acondroplasia.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Dal punto di vista clinico l'acondroplasia o condrodistropia fetale si caratterizza come malattia congenita ereditaria che colpisce le ossa lunghe degli arti del neonato, sovente già dagli ultimi mesi della vita fetale causando, alterazioni più o meno gravi della cartilagine di accrescimento da cui dipende lo sviluppo di ogni osso in senso longitudinale e va ricondotta nel più vasto alveo delle malattie disendocrine.
Il piano socio-sanitario regionale di prossima approvazione relativamente a quest'ultima ne fa esplicito richiamo in ordine alle azioni di particolare rilevanza sociale che dovranno essere perseguite per qualificare gli interventi sotto la voce "assistenza alle malattie croniche ed invalidanti".
In ragione del diverso intreccio di esigenze, necessità, alcune peculiari, ma altre comuni fra le diverse malattie si è ritenuto puntare per risolvere i problemi assistenziali, innanzitutto sui normali servizi e in particolare su quelli collocati nell'area distrettuale, attraverso un coordinamento degli stessi sia a livello zonale sia in rete regionale piuttosto che puntare sulla logica dei servizi di settore.
Tale strategia comporta ovviamente alcune puntualizzazioni (elaborazione di programmi specifici) che vanno dalla conoscenza esatta delle dinamiche quali-quantitative dei fenomeni e dalla loro distribuzione territoriale, dalla documentazione delle necessità di ogni paziente secondo standards scientificamente validi alla predisposizione delle modalità di intervento polarizzate in primo luogo sulla prevenzione (informazione ed educazione della popolazione, del malato e dei familiari), sul coordinamento dell'attività degli operatori delle Unità Sanitarie Locali individuando all'uopo alcuni referenti per l'approfondimento delle singole materie, sull'individuazione di aree (in special modo area internistica) più complesse con riferimento territoriale in prima istanza ai quattro quadranti previsti (Torino, Novara, Alessandria e Cuneo) all'interno delle quali allocare le funzioni consulenziali per gruppi di problemi diffuse alle corrispondenti Unità Sanitarie Locali e trattamento diretto solo dei casi più complessi, nonché formazione degli operatori.
Il coordinamento a rete regionale di tali attività di riferimento dovrà essere gestito dal Consiglio regionale di Sanità di prossima istituzione da cui dovranno discendere la formazione dei protocolli, i programmi di ricerca finalizzata, la sperimentazione, ecc, e fermo restando la valutazione delle connessioni con il progetto obiettivo tutela - materno infantile e le azioni di prevenzione degli handicaps.
All'interno della griglia sopra tracciata dovranno pertanto essere ricercate le soluzioni assistenziali più adeguate nei confronti dei soggetti acondroplasici per i quali l'intervento chirurgico organizzato a livello di dipartimento ospedaliero rappresenta solo una delle alternative possibili.
Per rispondere più puntualmente alle richieste degli interroganti in ordine alla possibilità di correggere alcuni esiti invalidanti dipendenti da forme di acondroplasia, attraverso tecniche di chirurgia ortopedica messe a punto dalla scuola italiana, si vuole in questa sede solo segnalare alcune esperienze avviate dall'equipe degli ortopedici che opera all'Ospedale di Cuorgné con interventi di tecnica chirurgica mirati su alcuni soggetti acondroplasici al momento ristretti a poche unità e che comunque hanno dato risultati positivi.
Si tratta, evidentemente, di approfondire tali esperienze e raccordarle congiuntamente all'intera problematica assistenziale con le indicazioni di programmazione regionale sopra esplicitate: eventuale collegamento con i programmi di ricerca sanitaria finalizzata, conoscenza della dimensione del fenomeno, esemplificazione della gamma dei possibili interventi di tipo sanitario e socio-assistenziali, a livello di prevenzione primaria (periodo preconcezionale, prenatale), secondaria (interventi nella fase di sviluppo fisico del bambino) e così via, attraverso infine l'individuazione di uno o più quadranti, in prima istanza quello torinese previo riassetto delle specialità ospedaliere (progetto obiettivo ospedali di Torino), cui aggregare competenze specifiche e che dovranno fungere da polo consulenziale per le altre Unità Sanitarie Locali di riferimento e per i casi più difficili sede eventuale di trattamento ad hoc.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il linguaggio tecnico dell'Assessore ha forse reso difficilmente comprensibile il problema che sembrerebbe marginale rispetto alla complessità della problematica. Siccome al fondo del problema sanitario esiste pur sempre l'uomo con i suoi drammi, le sue tristezze e le sue angosce, la nostra interrogazione giunge sui tavoli del Consiglio in occasione di un fatto di cronaca che ha turbato la città di Torino al punto di meritare, in data odierna, un interessante articolo in prima pagina, il che fa pensare come la politica non debba soltanto occuparsi dei grandi problemi dal punto di vista dimensionale, ma anche dei problemi di dimensione più ridotta ma che determinano drammi ed angosce per i nostri cittadini.
La risposta dell'Assessore mi trova completamente soddisfatto soprattutto per la prudenza con la quale è stata data: senza precipitose fughe in avanti e senza miopie o chiusure al problema indicando una strategia complessa e soddisfacente che va dalla prevenzione alla presa d'atto che è necessario potenziare il momento consulenziale sia di tipo preventivo sia di tipo curativo. L'Assessore ci dà atto che è necessario puntare o comunque riconoscere la maturazione di un fatto specialistico che si è collocato, guarda caso, in una città di provincia ed ipotizzare sul quadrante torinese la localizzazione di un servizio specifico ad hoc.
Queste considerazioni mi confortano e, nel confermare il giudizio di soddisfazione, esprimo all'Assessore i migliori ringraziamenti.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione del Consigliere Chiappando inerente la richiesta di danni del Comune di Campiglione Fenile per la grandinata del 29 luglio 1980


PRESIDENTE

L'Assessore Ferraris risponde all'interrogazione presentata dal Consigliere Chiabrando inerente la richiesta di danni del Comune di Campiglione Fenile per la grandinata del 29 luglio 1980.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Il Comune di Campiglione Fenile non è stato a suo tempo delimitato ai fini della legge n. 364/70 perché l'estensione della zona danneggiata e l'entità del danno risultarono essere inferiori al 30% della produzione aziendale lorda vendibile. I danni non sono stati ritenuti dagli uffici proponenti tali da poter essere riconosciuti. Il Comune ha richiesto dei chiarimenti. Al Comune è stato risposto nei termini che ora ho detto.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Già supponevo che la risposta sarebbe stata questa per la mancanza dei requisiti. Si lamenta però il fatto che la risposta non sarebbe mai stata data al Comune forse per disguido di posta.
Invitiamo l'Assessorato a dare comunque le risposte anche se negative quando sorgano problemi di questo tipo.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Lombardi e Penasso inerente i trattamenti antiparassitari nella provincia di Asti


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando Lombardi e Penasso inerente i trattamenti antiparassitari nella provincia di Asti.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

La Giunta è a conoscenza delle deliberazioni dei Sindaci di alcuni Comuni dell'Astigiano con le quali hanno stabilito limiti ed aree di rispetto per quanto riguarda il trattamento antiparassitario con elicottero. Senza contestare questo diritto, ho invitato i Sindaci a considerare l'importanza del nuovo trattamento antiparassitario che, del resto, in Piemonte si pratica da 20 anni ed interessa 10/11 mila aziende soprattutto viticole.
In particolare ho fatto rilevare che un'azione fiscale avrebbe gravi difficoltà stante anche il grado di invecchiamento di quelle popolazioni e l'equilibrio del terreno che impedisce l'utilizzo ottimale di altri mezzi da terra.
La Giunta e l'Assessorato stanno studiando la possibilità di stabilire una normativa, ma non basta un accordo fra i Comprensori, i Comuni e le organizzazioni professionali, come si cita nell'interrogazione. La normativa deve essere elaborata dai Ministeri dell'Agricoltura, della Sanità, dei Trasporti (Aviazione Civile).
Purtroppo tale attività si svolge in modo precario; ogni volta per mantenerla in piedi si deve intervenire o presso l'Aviazione Civile o presso la Sanità o presso l'Agricoltura. Nel 1979 sembrò che tutto dovesse cessare, poi, in seguito all'intervento della Regione Piemonte, venne elaborata una circolare interpretativa nella quale si stabiliva, dopo una serie di riserve, che l'uso del mezzo aereo doveva essere autorizzato, caso per caso, dalle autorità sanitarie ed agricole locali.
Con deliberazione della Giunta sono stati autorizzati gli Assessori alla sanità e all'agricoltura ad autorizzare a loro volta, con firma congiunta, l'uso dell'elicottero.
Per questo, a suo tempo, sono stato chiamato con gli Assessori dell'epoca, Enrietti e Fonio, dal Pretore di Nizza Monferrato il quale non ha proceduto nei nostri confronti, ma ha proceduto contro i privati, contro i proprietari degli elicotteri, contro i Presidenti dei Consorzi, contro i piloti in seguito ad istanze di civili o ad istanze di parte.
Il problema sta diventando esplosivo, è un fatto di cultura, di letteratura, che nel nostro Paese ancora non è sentito. Si è tenuto un convegno, ma non tutti lo hanno seguito, quindi è continuata questa campagna: esiste una divisione anche all'interno del mondo contadino.
Riteniamo che questa tecnica debba continuare e che lo Stato debba fare la sua parte. Gli Assessori alla sanità, all'agricoltura e all'ecologia hanno affidato l'incarico di un'indagine triennale che deve verificare tutti gli aspetti di questa attività e che riguarda la popolazione, i generi alimentari, la durata del veleno sui prodotti, gli aspetti ecologici e farmacologici.
La ricerca, che costerà 90 milioni all'anno e sarà a carico dei tre Assessorati, dovrà indurre i Ministeri della Sanità e dell'Agricoltura a fornire al Paese un disciplinare di volo.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ammetto che il problema è complicato e difficile e condivido in gran parte quanto ha detto l'Assessore. Ciò non toglie però che la Giunta assuma qualche iniziativa se non giuridicamente impegnativa, quanto meno pratica: un indirizzo agli amministratori e ai Sindaci i quali sappiano che esiste la volontà della Regione di continuare tale esperimento. Ci dicono che gli agricoltori sono divisi, chi è favorevole, chi è contrario; nulla vieta però che si faccia una verifica, che si invitino le Amministrazioni pubbliche e le organizzazioni agricole per fare il punto sulle volontà alle quali i Sindaci dovrebbero, poi, adeguarsi.
Non so se queste volontà sono già state espresse ufficialmente; al di là delle parole dette questa mattina, è opportuno fare un altro passo avanti e definire in modo netto e chiaro questo concetto il che servirebbe se non a convincere tutti i Sindaci, quanto meno a ridurre l'oggetto del contendere.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interrogazione del Consigliere Carazzoni inerente il piano idroviario del


CHIABRANDO Mauro

Po



PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Carazzoni inerente il piano idroviario del Po.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Com'é noto la Regione Piemonte ha aderito all'intesa interregionale per la navigazione interna sul fiume Po ed idrovie collegate.
Ha partecipato, pertanto, ai lavori dell'intesa ed ha collaborato alla formulazione delle prime proposte per la formazione del piano di massima della rete idroviaria padano-veneta.
Tale piano, partendo da considerazioni sulla funzione nazionale ed europea delle idrovie e dalla situazione della rete idroviaria padano veneta, formula delle ipotesi di estensione della rete idroviaria e delle ipotesi di spesa che interessano anche la Regione Piemonte.
Trattasi in ogni caso di prime proposte per la formazione di un piano predisposto in un'ottica tendente a rendere sempre più funzionali i rapporti tra le Regioni dell'Italia settentrionale, ma che non presuppone l'esclusione del complesso progettuale idroviario predisposto dal Comitato e richiamato nella lettera n. 361 del 2 giugno 1981.
Fatte tali premesse la Regione é disponibile al confronto con enti o privati per la valorizzazione di tutte le energie e di tutte le risorse disponibili e, pertanto, é anche disponibile all'esame dei progetti da tempo predisposti dal Comitato idrovie piemontesi e liguri allo scopo di verificarne la validità, la fattibilità e la congruità nel contesto generale dei sistemi di trasporto che interessano oggi e in futuro la Regione.
Pur avendo avuto contatti informali con il Comitato, abbiamo ritenuto di rinviare il discorso ad approvazione avvenuta da parte del Consiglio di adesione all'intesa. In quel progetto ci sono indicazioni forse non sopportabili né della situazione di bilancio, né da situazioni oggettive (di fabbricati ed estensioni residenziali), però ritengo che una parte dovrà essere recuperata; anche nell'approvazione dei piani territoriali ci siamo riservati un minimo di spazio per vedere, alla luce dell'esame comparativo delle proposte che l'intesa avanzerà, di salvaguardare gli interessi della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

La lettera del Presidente del Comitato idrovie piemontesi e liguri era una protesta per non essere quel Comitato stato interpellato su studi e su progettazioni in corso ormai da oltre un decennio.
L'Assessore Cerutti viene a dare un'interpretazione su quello che sarà l'atteggiamento della Regione, sul quale non possiamo non dichiararci consenzienti. In sostanza, ci pare che si sia affermata l'intenzione dell'Assessorato e della Regione stessa di tenere conto di tutto quanto è stato fatto nel passato dal Comitato idrovie piemontesi e liguri.
Ad una specifica nostra domanda, il Presidente Enrietti, nell'ultima seduta, annunciando la costituzione di un Comitato tecnico-politico per la navigazione sul fiume Po, aveva escluso che questo Comitato potesse prendere in esame anche progetti interessanti le vie d'acqua affluenti al Po. La risposta del Presidente della Giunta ci pare in contrasto non lieve con quanto or ora affermato dall'Assessore Cerutti. Vogliamo dare atto che come responsabile ai trasporti, l'Assessore Cerutti abbia una più approfondita conoscenza del problema e saremmo ben lieti se alle sue parole seguiranno fatti concreti, vale a dire se la Regione vorrà tenere conto di quella che è stata la meritoria opera svolta nel passato dal Comitato di navigazione idroviaria in Piemonte e in Liguria.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Carazzoni e interrogazione dei Consiglieri Revelli, Ferro e Alasia entrambe inerenti la cassa integrazione alla Michelin


PRESIDENTE

Infine, esaminiamo congiuntamente l'interrogazione del Consigliere Carazzoni e l'interrogazione dei Consiglieri Revelli, Ferro e Alasia inerenti la cassa integrazione alla Michelin.
Risponde ad entrambe l'Assessore Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Assessore ai problemi del lavoro

Dai contatti informali che abbiamo avuto con l'azienda, risulta che il Gruppo Michelin si trova, in questo periodo, ad avere una notevole eccedenza di scorte, ormai al di sopra dei ragionevoli limiti di guardia dovuta alla crisi mondiale del mercato dell'auto.
E' per questo che la Direzione ha deciso di utilizzare la cassa integrazione ordinaria per diminuire le scorte e per smaltire le merci invendute.
Sono confermate le notizie circa le intenzioni di effettuare gli investimenti (circa 40 miliardi) di cui si è parlato, negli incontri con le organizzazioni sindacali che dovrebbero migliorare la tecnologia dei prodotti del Gruppo e ci sono state date anche generiche assicurazioni che tali investimenti non comporterebbero quindi esuberi di personale.
Subito dopo le ferie ci sarà ancora una settimana di cassa integrazione ordinaria per quasi tutti gli addetti alle produzioni. Comunque, proprio per chiarire meglio programmi ed iniziative del Gruppo, all'inizio di settembre sarà fatto un apposito incontro con la Direzione, di cui riferir gli esiti al Consiglio ed anche alla Commissione competente, se questo verrà richiesto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Evidentemente quella dell'Assessore al lavoro è una risposta interlocutoria.
Restiamo con le stesse perplessità e le medesime preoccupazioni che avevamo esternato con un'interrogazione che, lo annotiamo per inciso portava la qualifica di urgente (era datata 9 giugno 1981), ma trova risposta solo oggi quando il primo periodo di cassa integrazione non solo si è iniziato, ma si è addirittura concluso.
Di fronte alla situazione che ci è stata prospettata, non possiamo evidentemente esprimere alcun giudizio. Ricordiamo soltanto che la Michelin, da un anno circa, aveva fatto discutere ed aveva messo a rumore il mondo sindacale per la decisione di aumentare unilateralmente gli stipendi ai dipendenti. Siamo sorpresi che, a distanza di alcuni mesi siamo passati da una situazione che addirittura era anomala rispetto al mercato sindacale italiano, alla situazione di oggi, dovuta senza dubbio a crisi sui mercati internazionali.
Prendiamo atto della volontà di verificare nuovamente la situazione in settembre e speriamo che non abbia da aggiungersi anche questo caso agli altri già disgraziati del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta del Vicepresidente Sanlorenzo anche se si tratta di una risposta interlocutoria.
Non mi faccio delle illusioni sulla possibilità di avere delle risposte più articolate perché una delle caratteristiche della multinazionale Michelin, sia in Italia che in Francia, è quella di tentare di avere il meno possibile un rapporto con le istituzioni e di evitare, sin quando è possibile, di discutere con le istituzioni i piani di investimento, le finalità che si intendono perseguire. Una dimostrazione di questo fatto sta in alcune cifre che credo sia opportuno sottolineare. Da un lato la Michelin conferma, nelle cose dette al Vicepresidente e nelle cose sostenute durante gli incontri con le organizzazioni sindacali, che è sua intenzione investire, in Italia 40 miliardi di cui 20 miliardi a Cuneo dall'altro scopriamo che nell'incontro con il Consiglio di fabbrica dello stabilimento Dora, promette un investimento di 50 miliardi solo in quello stabilimento, investimento che viene promosso a fronte di una tregua sindacale.
Poc'anzi il Consigliere Carazzoni sosteneva che la politica della Michelin due anni fa, nel momento in cui elevò "motu proprio" gli stipendi è stata una politica di carattere anomalo. A me pare che quell'atteggiamento della Michelin era rivolto ad attenuare le spinte e le pressioni di carattere sindacale.
La richiesta di oggi della tregua sindacale in cambio degli investimenti ha coerenza ed una continuità rispetto all'orientamento assunto in passato. L'esperienza dimostra che tali ricatti non possono essere accolti né dalle istituzioni né dal movimento sindacale. Si consideri che tre anni fa erano stati promessi degli investimenti per lo stabilimento di Torino-Dora. Questi investimenti sono stati mantenuti solo in parte e dietro pressioni e lotte portate avanti dal movimento sindacale.
Guai se il movimento sindacale e le istituzioni accettassero politiche di questo tipo che, mentre sbandierano a destra e a manca investimenti cercano di ridurre gli elementi di conflittualità al punto più basso.



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così discusse.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Carazzoni e interrogazione dei Consiglieri Revelli, Ferro e Alasia entrambe inerenti la cassa integrazione alla Michelin

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale".
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bastianini Martinetti, Testa, Turbiglio e Vetrino Nicola.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 129: "Modificazione alla legge regionale 19/12/1978 n. 80 'Istituzione del Circondario di Saluzzo - Savigliano - Fossano'", presentato dal Consigliere Martinetti in data 22 luglio 1981 N. 130: "Composizione e funzionamento della Commissione di disciplina dell'Unità Sanitarie Locali", presentato dalla Giunta regionale in data 22 luglio 1981 N. 131: "Modifica all'art. 6 della legge regionale 12/5/1980 n. 38" presentato dalla Giunta regionale in data 22 luglio 1981 N. 132: "Modifica all'art. 25 della legge regionale 19/12/19 78 n. 78 per lo sviluppo delle strutture culturali locali", presentato dalla Giunta regionale in data 22 luglio 1981 N. 133: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21/1/1980 n. 3" presentato dalla Giunta regionale in data 22 luglio 1981 N. 134: "Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a nonna dell'art. 45 del D.P.R.
24/7/19 77, n. 616", presentato dai Consiglieri Paganelli, Martinetti Villa, Beltrami, Bergoglio Cordaro, Cerchio, Martini e Fassio Ottaviano in data 23 luglio 1981 N. 135: "Completamento del piano di interventi di cui ai titoli II e III della legge regionale 1° marzo 1979 n. 10 - Norme per la programmazione sportiva in Piemonte", presentato dalla Giunta regionale in data 23 luglio 1981 N. 136: "Provvedimenti straordinari per il finanziamento di interventi in conseguenza delle calamità atmosferiche del periodo 28 marzo - 2 aprile 1981", presentato dalla Giunta regionale in data 24 luglio 1981.


Argomento:

e) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 18 giugno 1 9 8 1: "Aumento di capitale della PROMARK spa".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 18 giugno 1981: "Istituzione del fondo regionale di solidarietà e partecipazione della Regione a Comitati di soccorso".


Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Rendo note le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 16 e 21 luglio 1981, in attuazione dell'art. 7, primo comma, della legge regionale 6/11/1978, n. 65.
Seduta del 16 luglio 1981 3 - Costituzione di gruppo di lavoro per i lavori preparatori di revisione e coordinamento della legislazione regionale. Spesa presunta L. 2.000.000 (cap. 1900/81).
Presidente 13 - Indagine e raccolta di dati e documentazione in materia di enti sanitari ed assistenziali. Spesa L. 2.000.000 (cap. 10670/81). Affidamento incarico di collaborazione ai proff. Levra e Vaccarino.
BAJARDI Sante, CERNETTI, FERRERO 21 - Legge regionale 12/10/1978 n. 63 - art. 47 - ultimo comma. Programmi applicativi di studi, indagini, ricerche e sperimentazione nel settore agricolo. Contributi per il 1981 - Cap. 3 793 del 1981 - L. 167.219.000 cap. 3795 del 1981 L. 12.681.000.
FERRARIS Bruno 32 - Legge regionale n. 63 art. 25 - punto 7 - Studi, ricerche sperimentazioni, ecc, in campo forestale. Inventario della pioppicoltura industriale per le province di Asti, Cuneo, Torino. Affidamento alla S.A.F.
Inventario globale delle risorse forestali della Bassa Val di Susa e Val Cenischia. Affidamento all'I.P.A. spa - Impegno di L. 61.461.750 (IVA compresa 15 %) sul cap. 3290 bilancio '81. Prenotazione di L. 40.974.500 (IVA compresa 15%) nel corrispondente capitolo del bilancio 1982.
FERRARIS Bruno 53 - Proroga dello studio affidato al Politecnico di Torino sulle interferenze tra attività estrattiva di inerti ed uso del territorio.
Impegno di spesa di L. 24.400.000 (cap. 550/81).
MARCHESOTTI Domenico 64 - Affidamento esecuzione delle indagini e prospezioni geologico-tecniche alla Società Corin - Studi e Progetti di Torino ed Idromin di Milano per le ipotesi di trafori stradali del Colle della Croce, del Colle della Scala e del Sempione nell'ambito delle ricerche per le comunicazioni tra l'Italia e l'estero attraverso il Piemonte. Spesa presunta L. 38.525.000 oneri fiscali inclusi (cap. 7000/81).
RIVALTA Luigi 74 - Parco regionale delle Vallere. Lavori di pronto intervento e di sistemazione delle sponde del torrente Sangone e del fiume Po. Spesa di L.
21.000.000 (cap. 9300/81 e 7930/81).
CERUTTI Giuseppe, RIVALTA 104 - Legge regionale 2/7/1976 n. 33 - Liquidazione e pagamento gettoni di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria.
Provincia di Alessandria. Anno 1980. Art. 33 legge regionale 17/10/1979 n.
60.
SIMONELLI Claudio 313 - Attività Comitato Esperti di cui all'art. 2 della legge regionale 3 011 211 9 74 n. 39. Liquidazione compensi - Anno 1980 - L. 6.155.554 (cap.
1900/81).
BAJARDI Sante SEDUTA DEL 21 LUGLIO 1981 96 - Legge 11/6/1981 n. 426. Commissione Regionale Commercio. Liquidazione gettoni di presenza sino al 30 giugno 1981. L. 570.000 (cap. 1900/81).
MARCHESOTTI Domenico 122 - Parco delle Vallere. Tabellazione interna ed esterna. Affidamento incarico della progettazione alla ditta ABACO 5 e dell'esecuzione alla Serigrafia Elio Gastaldi. Spesa L. 13.256.740 (cap. 7930/81).
RIVALTA Luigi 135 - Convenzione con le "Officine Idroelettriche della Maggia" (OFIMA S.a.
Locarno) per il sistema di previsione delle piene del torrente Melezzo Orientale (Valle Vigezzo). Impegno di L. 50.600.000 (IVA inclusa) - (Cap.
8920/81).
SALERNO Gabriele 142 - Legge regionale 2/7/1976 n. 33 Liquidazione e pagamento gettoni di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria.
Provincia di Asti - Anno 1980 - Spesa di L. 915.000 (cap. 1900/81).
SIMONELLI Claudio 143 - Legge regionale 21711976 n. 33. Liquidazione e pagamento gettoni di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria.
Provincia di Cuneo - Anno 1980 - Spesa di L. 1.941.820 (cap. 1900/81).
SIMONELLI Claudio 144 - Legge regionale 21711976 n. 33. Liquidazione e pagamento gettoni di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria.
Provincia di Novara - Anno 1980 - Spesa di L. 3.387.500 (cap. 1900/81).
SIMONELLI Claudio 161 - Approvazione del progetto per l'esecuzione delle opere di finizione relative al restauro e alla ristrutturazione del fabbricato "B" dell'immobile denominato "ex colonia Medail" sito in Bardonecchia.
Autorizzazione affidamento lavori a licitazione privata. Nomina Direttore dei lavori. Spesa di L. 1.023.349.971 oneri fiscali compresi di cui L.
450.000.000 sul cap. 1000/81.
TESTA Gianluigi 163 - Approvazione progetto per l'esecuzione delle finiture e degli impianti occorrenti per la realizzazione dell'officina e del corpo scale e ascensori nel Centro di formazione professionale di Vercelli.
Autorizzazione affidamento lavori a licitazione privata. Nomina Direzione Lavori. Spesa di L. 970.510.035 oneri fiscali compresi di cui L.
400.000.000 sul cap. 1000/81.
TESTA Gianluigi 164 - Conferimento incarico all'arch. Enrico Bonifetto con studio in Torino Via Petrarca 2 7 - all'ing. Giuseppe Zavaglia con studio in Torino - Via Bagetti 18 - e al dr. ing. Carmelo Rinaldis per la progettazione delle opere di completamento e di sistemazione definitiva dell'immobile regionale sito in Orbassano - Via Rivalta 50 - destinato a sede di Centro di formazione professionale. Spesa presunta di L. 35.000.000 oneri fiscali compresi (cap. 1000/81).
TESTA Gianluigi 172 - Liquidazione parcella al dr. arch. Emilio Sironi relativa alla progettazione e direzione dei lavori di sistemazione dei locali siti in Verbania - Via Vittorio Veneto 8 - Spesa di L. 8.703.491 oneri fiscali compresi sul cap. 100 del bilancio 1979 e 1981.
TESTA Gianluigi 196 - Liquidazione di onorari all'avv. Adolfo Anselmi a seguito di assistenza giuridica e rappresentativa dallo stesso prestata in ricorso avanti all'autorità giudiziaria ordinaria del Piemonte. Spesa di L. 225.450 oneri fiscali compresi. Cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 197 - Deliberazione n. 146-7025 del 28 /5 /1981 concernente la liquidazione di spese ed onorari di causa allo Studio legale avv. Bodino, Vercellotti Barale, Pasi, s.s.: modificazione. Maggior spesa di L. 66.205 (cap.
1080/81).
TESTA Gianluigi 198 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prof, avv. Paolo Scaparone. Ricorrente: Bergamaschi Pizzamiglio Angioletta avverso Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 2875/2898 e 2900 concernenti l'approvazione del progetto della strada di circonvallazione del Comune di Omeno.
TESTA Gianluigi 199 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prof, avv. C.E. Maiorca. Ricorrenti: Coletti Moia dott. Gianpiero e Coletti Moia rag. Luciano avverso Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 990 del 10/2/1981 concernente la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori di potenziamento, dell'acquedotto consortile per i Comuni di Piano e Cafasse.
TESTA Gianluigi 200 - Autorizzazione a resistere in giudizioavanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prof, avv. Andrea Comba. Ricorrenti: Beltrami Benito, Conti Angiola, Rattazzi Celestina e Francesco avverso Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 3975 del 4/7/1978 concernente l'approvazione del P.E.E.P. del Comune di Borgosesia.
TESTA Gianluigi 201 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prof, avv. C.E. Maiorca. Ricorrenti: Davy Emilia vedova Coletti Maia, avverso Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 3911 del 14/5/1981 concernente l'autorizzazione al Consorzio Acquedotto Fiano Cafasse ad occupare d'urgenza gli immobili ivi indicati necessari ai lavori di potenziamento dell'acquedotto consorziale.
TESTA Gianluigi 202 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prof, avv. C.E. Maiorca. Ricorrente: Coletti Maia rag. Luciano avverso Decreto del Presidente della Giunta regionale n.
3911 del 14/5/1981 concernente l'autorizzazione al Consorzio Acquedotto Fiano Cafasse ad occupare gli immobili necessari ai lavori di potenziamento dell'acquedotto consorziale. Spesa L. 300.000 (cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi 203 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prov, avv. Guido Sertorio. Ricorrente: s.r.l. Azienda Agricola Borello avverso deliberazione della Giunta regionale n. 113 del 9/6/1981 concernente l'annullamento delle licenze edilizie rilasciate in data 7/1/1977 dal Sindaco del Comune di Pocapaglia al sig. Francesco Borello. Spesa L. 300.000 (cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi 205 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prof. Ettore Gliozzi. Ricorrente: Cerutti Giuseppe avverso Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 380/78 concernente la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera di formazione di spazio verde attrezzato in regione Sotti di Vinovo. Spesa di L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 206 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale all'avv. Marco Casavecchia. Ricorrente: Consorzio Cooperative di Produzione e Lavoro. C.C.P.L. avverso la deliberazione della Giunta regionale n. 13 del 51811980 concernente la reiezione della riserva formulata dalla ricorrente in ordine all'impianto della revisione dei prezzi contrattuali. Spesa di L. 300.000 sul cap.
1080/81.
TESTA Gianluigi 207 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR-Piemonte ed affidamento incarico legale al prof, avv. Andrea Comba. Ricorrente: Chiapusso Pietro ed altri avverso il provvedimento della Giunta regionale in data 31611 98 O concernente l'approvazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Susa. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 208 - Autorizzazione a resistere nel giudizio promosso avanti il P.d.R. ed affidamento incarico legale agli avvocati G. Borio e G. Scalvini.
Ricorrente: Gabotto Giorgio avverso la deliberazione della Giunta regionale n. 189 del 201111981 concernente il "parere sull'applicazione dell'art. 72 della legge regionale 1974 n. 22 al dipendente dott. Giorgio Gabotto".
Spesa L. 300.000 (cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi


Argomento: Commemorazioni

f) 2 agosto: celebrazione del primo anniversario della strage di Bologna


PRESIDENTE

Egregi colleghi, il 2 agosto si celebra il primo anniversario della strage di Bologna, uno degli episodi più atroci della violenza eversiva del nostro Paese. In quell'occasione il Consiglio regionale e il Comitato regionale per l'affermazione dei valori della Resistenza si erano tempestivamente ed attivamente impegnati per mobilitare l'opinione pubblica piemontese e promuovere concrete iniziative di solidarietà a cui hanno aderito Enti locali e singoli cittadini. I fondi raccolti (oltre 138 milioni) sono stati destinati a favore delle famiglie delle vittime.
0ggi ci rivolgiamo ancora alla comunità piemontese per invitarla a ricordare e a riflettere su quel drammatico evento, pur nella convinzione che nell'animo della gente resta lo sdegno, l'indignazione e la ferma richiesta di verità che fu espressa con tanta determinazione da tutti all'indomani della strage.
Un appello in questo senso è stato pubblicato nell'inserto speciale della "Gazzetta del Popolo" ed altre iniziative seguiranno al fine di riconsolidare l'impegno unitario di tutti i democratici per consentire come detto nelle dichiarazioni, alle forze dell'ordine e alla Magistratura di portare avanti la lotta quotidiana al terrorismo.
Molto sentita da tutti è infatti l'esigenza di individuare i responsabili della strage, condizione indispensabile per ristabilire i presupposti di una vita civile e democratica. Auspichiamo pertanto che l'istruttoria ancora in corso si concluda al più presto possibile secondo le aspettative di tutti i cittadini democratici, perché solo l'individuazione e la condanna sia dei mandanti che degli esecutori e di quanti siano in qualche modo responsabili può costituire, ancor più alla luce di notevoli risultati finora ottenuti nella lotta all'eversione, la base essenziale per debellare il terrorismo.
Una delegazione del Consiglio regionale, di cui faranno parte il Vicepresidente Mar chiaro e i Consiglieri Avondo e Devecchi, parteciperà alle manifestazioni indette per la ricorrenza dalle Amministrazioni comunale e provinciale di Bologna e della Regione Emilia per rinnovare la solidarietà della nostra Regione, più volte provata da gravi episodi di violenza terroristica, alle famiglie delle vittime e a quanti rimasero feriti e per testimoniare il costante impegno e la vigilanza democratica delle forze politiche e sociali piemontesi dirette ad affrontare e a stroncare le trame eversive.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Voglio intervenire molto brevemente sulle comunicazioni inerenti la strage del 2 agosto a Bologna. Propongo alle altre forze politiche di partire dalle comunicazioni del Presidente per farne una presa di posizione comune.



PRESIDENTE

Ritengo che altre forze politiche aderiranno a questa richiesta.
Formulate un ordine del giorno che poi metteremo ai voti.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sull'incontro avuto con i Ministri Andreatta ed Aniasi sulla finanza locale e sulla spesa sanitaria regionale


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Enrietti per alcune comunicazioni.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Ieri pomeriggio, dopo l'incontro della scorsa settimana con il Presidente del Consiglio Spadolini promosso per l'esame delle decisioni sulla finanza regionale, c'è stato un incontro con i Ministri Andreatta ed Aniasi. Vi hanno partecipato il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e Lazio e funzionari del Tesoro fra i quali il dott. Milazzo.
L'incontro, lungo ed articolato, è iniziato con l'esposizione da parte del Ministro Andreatta dei vari temi che riguardano la situazione italiana ed è proseguito con l'illustrazione di un processo che veda le Regioni a reperire fonti autonome di risorse. Il discorso è di grande rilevanza ed occorre averlo ben presente per la futura programmazione delle attività regionali.
Il Presidente ha parlato della spesa sanitaria osservando che in Italia è troppo elevata non tanto in riferimento con gli altri Paesi europei ma in quanto negli altri Paesi europei il tasso di imposizione fiscale è superiore del 4/5% a quello italiano.
Si sta esaminando l'opportunità di una legge generale che stabilisca una serie di controlli sulla spesa sanitaria.
Per quanto riguarda i tagli alla finanza regionale il decreto verrà riproposto questa mattina con queste modifiche. Le Regioni, pur accettando il taglio di 562 miliardi, chiedevano che non venissero presi dall'ex art.
8, ma dalle leggi sull'agricoltura e sui trasporti e si sono impegnate con i fondi dell'art. 8 a fare gli investimenti necessari sia sui trasporti che sull'agricoltura. Questa tesi è passata soltanto parzialmente.
Il Ministro ci ha comunicato che dei 562 miliardi, 221 miliardi che sono la nota di variazione al bilancio dello Stato del mese di marzo verranno sicuramente tagliati. Dei rimanenti 341 miliardi, 175 verranno tagliati ancora sull'art. 8 e gli altri 175 verranno tagliati sulle leggi dell'agricoltura e dei trasporti. Con questo meccanismo vi è di fatto un risparmio di 175 miliardi perché i fondi sull'agricoltura e sui trasporti sono inseriti nel bilancio dello Stato come competenza, ma non come cassa quindi di fatto non ci sono.
Per quanto riguarda la spesa sanitaria ha assicurato che l'erogazione nonostante queste difficoltà di cassa, è in via di normalizzazione.
Infatti, le tesorerie provinciali più carenti come quelle del Lazio e della Lombardia hanno già avuto l'immissione di fondi freschi. Così sarà per il futuro, quindi non ci sarà, secondo le parole del Ministro, la paventata carenza di liquidità per la gestione ordinaria della sanità.
Si è impegnato inoltre - e questo è il dato positivo dell'incontro prima di prendere qualsiasi altro provvedimento che riguarda la finanza regionale a sentire sempre le Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Non ho nulla da dire sulle comunicazioni del Presidente, delle quali prendo nota.
Chiedo al Presidente se può integrare le sue comunicazioni con un'informazione sulla legge che dovrebbe normalizzare i finanziamenti alle Regioni. Com'è noto, la legge che stabilisce i finanziamenti alle Regioni si esaurisce con il 1981: quindi, già per la predisposizione del bilancio 1982, ci dovrà essere una legge che stabilisca in quale modo le Regioni verranno finanziate.
Vorrei anche sapere se si sono fatte delle anticipazioni sui criteri da seguire.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Non siamo entrati nel merito di questo argomento. Vi è stato semplicemente l'impegno che su qualsiasi provvedimento che riguarda le Regioni ci sarà una consultazione preventiva.



GUASSO Nazzareno

Quando il Ministro parla di trasporti e di taglio nelle leggi per i trasporti, si riferisce alla legge nuova sul fondo nazionale dei trasporti?



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Si riferisce alla legge 151 "Fondo Nazionale Trasporti". Con l'accettazione di questo taglio di fatto si guadagna perché i fondi di queste leggi sono solo di competenza e non di cassa. Avendo accettato di tagliarli, di fatto mettendoli sull'art. 8, si sono guadagnati da parte delle Regioni.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Esame progetto di legge n. 100: "Adesione all'intesa interregionale per la navigazione interna sul fiume Po ed idrovie collegate"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 100: "Adesione all'intesa interregionale per la navigazione interna sul fiume Po ed idrovie collegate".
La parola al relatore, Consigliere Ferrari.



FERRARI Maria Sofia, relatore

Considero letta la relazione che è già stata distribuita ai Consiglieri, precisando che l'adesione è stata votata all'unanimità in sede di II Commissione. La Giunta presenterà un emendamento aggiuntivo relativamente alla copertura finanziaria. L'intesa con il Veneto, la Lombardia e l'Emilia si muove nella prospettiva di elaborare uno studio ed una ricerca per un nuovo assetto idrogeologico della grande via fluviale e per un suo più razionale utilizzo alla luce degli indirizzi sanciti dal piano regionale dei trasporti, legge regionale del dicembre 1979.
La validità di questa adesione è rafforzata dalle iniziative delle varie associazioni, tendenti a richiamare l'attenzione sul Po, e dall'incontro della scorsa settimana dei Presidenti delle Regioni aderenti all'intesa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

In sede di II Commissione abbiamo esaminato la proposta di adesione all'accordo interregionale e le conclusioni alle quali siamo pervenuti, con l'assenso anche del nostro Gruppo, richiedevano una precisazione in Consiglio regionale sul taglio e sulla collocazione politica rispetto a questo assenso.
L'accordo riguarda la navigabilità del Po, come momento centrale per una serie di Regioni che sono già attualmente interessate all'assetto idroviario e quindi interessate ad apportare a questo assetto quelle correzioni minime o massime che sono o possono essere tali da attivare una serie di relazioni. Il Piemonte è escluso da queste possibilità perché, a partire da Piacenza risalendo a monte la navigabilità del Po, questo obiettivo è ancora da raggiungere. Si tratta di operare con rilevanti programmi in accordo tra lo Stato e le Regioni. Anche rispetto a quanto è stato detto nella risposta alla recente interrogazione, promossa dal Consigliere Carazzoni, va sottolineato come il Piemonte viene a collocarsi in una posizione di subordine, comunque di traino, rispetto alle iniziative di altre Regioni, quando invece, proprio per le ragioni che ho ricordato cioé la non sufficiente attrezzatura alla navigabilità resa ovviamente tale da condizioni anche naturali, il Piemonte sarebbe stato la prima Regione interessata a promuovere iniziative di questo tipo.
Questo va sottolineato anche per ricordare come rispetto ad altre iniziative il ruolo del Piemonte, nonostante le enfatizzazioni che possono essere state fatte a suo tempo dalla Giunta Viglione, con la cosiddetta ipotesi della "regione Padania", in realtà poi non abbia operato in modo determinante.
E' vero che abbiamo grossi problemi di raccordo con le realtà internazionali limotrofe, però non dimentichiamo che per l'interconnessione delle economie nell'Italia settentrionale si stanno realizzando condizioni di sviluppo, di crescita del reddito, delle economie, delle attività industriali e delle relazioni molto maggiori nelle Regioni orientali che non in quelle occidentali che pure avevano le condizioni economiche di base per potere realizzare quella crescita di sviluppo funzionale che tutti auspichiamo. Questo atteggiamento di subordine è in fondo scontato, è uno dei limiti che abbiamo denunciato più volte e che riprendiamo brevemente oggi nell'atteggiamento di questa maggioranza di sinistra rispetto al problema complessivo delle relazioni e delle infrastrutture. Non si tratta solo e sempre di problemi di destinazione di risorse, quindi di realizzazione, si tratta di compiere atti preliminari e di preparare supporti progettuali iniziali che sono condizione necessaria perché negli anni in cui le risorse saranno disponibili e le possibilità di realizzazione possibili queste cose si possano realizzare.
Mi sarebbe troppo facile ricordare come questo atteggiamento di sufficienza rispetto ad un tipo di attrezzatura adeguata alle condizioni di sviluppo future se non immediate sia già stato scontato negativamente rispetto ad altre infrastrutture viarie. Rischiamo lo stesso errore e quindi in prospettiva la stessa mortificazione ad un ruolo subalterno anche nel settore relativo ai trasporti per via d'acqua.
Nella relazione è stato ricordato, riprendendo alcune affermazioni fatte nel resoconto che accompagna l'accordo, come questo trasporto via acqua, nonostante i costi di infrastrutturazione, di impostazione ed anche nonostante l'impatto sul territorio, ha a tutt'oggi e avrà ancora nel futuro una prospettiva di economicità di indubbia validità.
La Regione Piemonte dovrebbe approfondire, come ricordava il Consigliere Carazzoni, tutti gli studi che sono stati compiuti dalla società delle idrovie piemontesi che meritoriamente ha portato avanti, su iniziativa di Enti locali torinesi e piemontesi, una serie di approfondimenti progettuali. Dovremmo portare avanti il discorso nel senso di focalizzare l'economicità ad oggi e negli anni futuri.
Credo che possa essere fatta una proiezione ventennale su questo argomento valutando l'utilità economica che il Piemonte potrà avere nell'attivare o vie naturali oppure infrastrutture nuove di trasporto su via acqua, non dimenticando - e questo nella relazione è ripreso più volte che su questi temi esistono accordi internazionali soprattutto con le Regioni nord-occidentali dell'Europa, accordi sui quali la Regione Piemonte come le altre Regioni debbono sentirsi impegnate per il tipo di relazioni fisiche che sono determinanti rispetto al proprio territorio.
Ricordo brevemente quanta importanza abbia per il Piemonte l'attivazione di relazioni tra i porti liguri e le nazioni a nord del Piemonte che, ovviamente, passano per il Piemonte, non solo per quanto attiene alle infrastrutture stradali e ferroviarie, ma anche per altri sistemi di trasporto, soprattutto per merci povere, per merci ingombranti per le quali c'é l'interesse ad operare su sedi che non siano quelle stradali.
Il problema non è di aderire ad un accordo che veda nel Po la centralità dei sistemi di trasporto delle Regioni padane. Siamo interessati a questo discorso relativamente, siamo invece interessati al discorso dei porti interni e degli attestamenti interni rispetto a questa navigabilità.
E' urgentissimo che il piano dei trasporti ridefinisca questo tema e lo riprenda da capo perché non è stato accantonato dimenticandolo, ma è stato accantonato responsabilmente nell'unanime accettazione dell'esigenza di un approfondimento e di una valutazione che ponesse i nostri problemi in accordo ed in relazione con le Regioni limitrofe, soprattutto con la Liguria per quanto attiene al sistema portuale, e in subordine con le altre Regioni padane per quanto riguarda il sistema del Po. L'esigenza, tra l'altro, diventa urgente anche rispetto alle specificazioni che abbiamo fatto sui piani territoriali comprensoriali che pure dovranno essere, in un tempo relativamente breve, conclusi.
Quindi, la nostra posizione è di adesione positiva solo nella misura in cui ciò serva a stimolare una presa di coscienza di questi problemi, un coinvolgimento delle forze politiche nelle sedi istituzionali opportune.
Raccomandiamo all'Assessore Cerutti il riferimento alla II Commissione per tutte le informazioni che seguiranno agli accordi e alle relazioni con le Regioni, sulla base di questo accordo. E' un'adesione nella previsione di sviluppo del Piemonte e non di un ritardo che finirebbe per accodarsi ad iniziative di altri e che non sarebbe funzionale alle esigenze di proiezione delle nostre economie e delle nostre relazioni in futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non ho alcuna difficoltà a condividere quanto è detto nella relazione tenuta dalla collega Ferrari e nell'intervento del collega Picco.
Tengo a ricordare due cose importanti all'Assessore Cerutti: 1) non bastano gli studi, occorrono delle decisioni ferme e chiare certamente correggibili, ma senza grandi scarti nel tempo perché sono destinate a durare nei decenni. Ho sempre una certa perplessità quando vedo un patrimonio di progetti distaccato da una visione d'insieme. Questa visione d'insieme qui è richiamata. Il piano dei trasporti regionale, tutto perfettibile, si basa su questo metodo e mi auguro che anche per questo problema ci sia questo modo di lavorare 2) nessuno dubita che una politica integrata dei trasporti sia fondamentale per i trasporti stessi, per un terziario inteso correttamente per ridurre i costi e per gettare le basi di uno sviluppo industriale qualitativamente diverso come si impone per gli anni a venire. Bisogna ricordare che malgrado ci si intenda tutti sul ruolo del Piemonte, nella maggioranza, come nell'opposizione, e molto meglio oggi che nel passato non è un fatto puramente linguistico o sintattico parlare del rapporto nord sud e non del rapporto Piemonte-Europa. Pensiamo allo sviluppo della zona alta del territorio sovietico che richiede uno sviluppo ed una politica coordinata più a nord, non più a sud. Non c'entra il ruolo del Piemonte della Lombardia, dei porti liguri, e non importa più se funziona il porto di Genova. La qualità di un porto non è neanche nelle distanze, ma è nell'insieme dello scalo. Si può andare con maggior convenienza a Rotterdam non perché le navi non possono arrivare a Genova o negli altri porti italiani, ma perché il porto non finisce nel porto, è ciò che c'é dietro sono le occasioni di sviluppo, di smistamento e di lavorazione delle merci di rapporti, di contatti. Tutto questo riguarda il ruolo dell'Europa e del nostro Paese nell'Europa. E saremmo miopi se pensassimo (se abbiamo sbagliato facciamo ammenda) che il nostro Paese possa essere diviso in due.
La politica del Piemonte non è diversa da quella di Ragusa, da quella di Palermo, da quella di Parigi. O si hanno rapporti con l'altro sud, con l'Africa, con i Paesi terzi e si favorirà anche un rapporto sud all'interno di quei Paesi oppure siamo tagliati fuori. Le tendenze del traffico europeo vanno tutte in un altro senso, vanno a servirsi di un sistema integrato là dove esiste.
Il nostro sistema autostradale è abbastanza sviluppato, ma ha dei nodi che non sono risolti. Ma non sono sufficienti: c'é bisogno di un qualificato trasporto stradale, autostradale e per via acqua. Questo vuol dire che il Piemonte, se fa una politica per le idrovie, deve fare sentire con forza all'insieme dell'Italia che è necessaria una politica dei porti siamo a bagno in mezzo al mare come nessun altro paese, abbiamo occasioni di trasporto a bassi costi, formidabili, che abbiamo sistematicamente non potenziato e distrutto; gli attestamenti interni sono molto importanti.
Tutti capiscono che il costo del trasporto del carbone o di qualunque materiale sfuso, pregiato o non pregiato, attraverso le bettoline è ben diverso. In Francia il trasporto interno delle merci, anche complesso avviene attraverso la Senna. Interroghiamoci: a chi serve il porto di Genova? Serve sì e no alla Liguria. Si tratta allora di fare una politica delle Regioni italiane per ridare ai nostri porti un ruolo nazionale e di lì partire per uno scatto più avanti, per farli diventare dei porti europei collocati nel punto giusto, per evitare anche altri tipi di concentrazione.
Allora, si potrà offrire un sistema alternativo all'asse Reno-Danubio, Reno Rodano - Atlantico. Ad un operatore di Torino conviene imbarcare la merce a Genova se ha i servizi adatti per fare questo. Questo vale per Trieste e vale per tutto il sistema portuale italiano, così come per il cabotaggio.
E' possibile pensare che avremo un sistema idroviario, più o meno funzionante, e non avremo il cabotaggio nel nostro Paese? Se questo è un tassello, nell'insieme mi va bene, ma attenti: le priorità negli investimenti vanno viste con estrema chiarezza, secondo un disegno complessivo. Faremo quel tratto di navigabilità del Po o risolveremo prima il problema dell'entroterra del porto di Genova? Faremo prima quegli investimenti o risolveremo le strozzature? Faremo applicare il piano delle ferrovie? Se questo non c'è, se questo lo smarriamo per strada o se quest-o ce lo fanno smarrire le altre Regioni con le quali entriamo nel sistema delle idrovie, allora imbocchiamo un'altra pazzia. Nessuno è contro alle grandi opere infrastrutturali, ma bisogna sapere a chi e a che cosa sono finalizzate.
La Regione e le altre Regioni hanno le condizioni favorevoli per presentare una visione d'insieme ed una progettualità. Non è detto che debba avere il consenso di tutti. Può essere una proposta del Piemonte anche per il territorio di altre Regioni perché questi problemi iniziano a Torino e in Piemonte, ma finiscono nel resto d'Italia.
Se questo è lo spirito ben venga anche questo tipo di iniziativa, ma se significasse da un lato distrazione sul piano pratico ed amministrativo e dall'altro fuga negli studi, il P.C.I. avrebbe grandi preoccupazioni.
Abbiamo molta carne al fuoco e molta disponibilità di fondi, prestiti europei, che non siamo in grado di far valere per beghe continue. E' impossibile che un pugno di uomini della Commissione Lavori Pubblici decida come vuole e quando vuole. Non si decide sulla base di qualche preferenza personale o di mediazione. La programmazione regionale può far fare i conti su queste questioni, può vedere delle priorità, può dire che gli investimenti fatti a nord non sono antimeridionalisti.
Sono queste le osservazioni che volevo fare e accetto le critiche e le affermazioni che i comunisti stanno facendo alle autocritiche rispetto al passato. C'é un dato: il Piemonte non è niente in Europa come non è niente in Italia. Grossi Paesi chiedono il ribaltamento dello sviluppo a sud, che vuol dire una politica nazionale verso Paesi terzi, che vuol dire preparare le nostre infrastrutture. Se non si fa questo, Torino continuerà ad avere rapporti con Chambery di tipo turistico, alpinistico, sportivo, ma non certamente di tipo culturale oltre che commerciale. Questa è la raccomandazione che faccio all'Assessore Cerutti. Ho letto la sua intervista dell'altro giorno, che condivido, ma che non coglie sufficientemente, a mio avviso, una visione d'insieme. Forse varrebbe la pena che la Giunta esprima più compiutamente questa volontà.
Questa, comunque, è la nostra posizione ferma sulla quale valuteremo gli atti della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi limito a due considerazioni sui lineamenti della legge. La prima è che ho riscontrato come manchi la norma sulla copertura finanziaria. La collega Ferrari ha preannunziato che questa lacuna verrà colmata con una norma aggiuntiva che, peraltro, non è ancora stata distribuita: mi si consenta allora di affermare che questo piccolo episodio si colloca nel più gran quadro del "disfunzionamento" delle attività del Consiglio, sul quale si è già soffermato più autorevolmente di me (e in altre occasioni) il Capogruppo della Democrazia cristiana che ha anzi richiesto un dibattito al riguardo.
Questo piccolo episodio non consente ai Consiglieri di esercitare compiutamente il loro diritto-dovere di esaminare il provvedimento e di intervenire. E questo discorso vale anche per l'ordine del giorno odierno che, stilato in data 27 luglio, è pervenuto solo ieri pomeriggio ai Consiglieri, e non a tutti. Un discorso identico era stato fatto ieri, in sede congiunta delle Commissioni I e II, da parte del Consigliere Brizio per quanto riguarda il provvedimento sul centro intermodale che, pur essendo stato licenziato da diverse settimane dall'Assessore, per un disfunzionamento della Presidenza della II Commissione, è stato distribuito solo qualche minuto prima dell'esame da parte della Commissione.
A parte queste considerazioni preliminari, non si conosce l'ammontare di questa norma aggiuntiva relativa alla copertura finanziaria, quindi non si può fare alcuna osservazione al riguardo. La legge della Lombardia aveva previsto un miliardo di spesa per l'adesione a questo protocollo, la Regione Veneto 220 milioni.
Inoltre, nel disegno di legge si parla di adesione "dal 1° gennaio 1981". A me pare inopportuno fissare un'adesione con efficacia retroattiva.
Il momento in cui il Presidente della Giunta in esecuzione della le e firmerà il relativo protocollo, sarà il momento in cui la Regione diventerà soggetto parte integrante dell'accordo. Questo non è solo un rilievo formale, è un rilievo sostanziale perché le spese partiranno dal giorno in cui il Presidente firmerà il protocollo. Nel merito, pur riservandoci di prendere posizione in sede di dichiarazione di voto, non possiamo non condividere le approfondite considerazioni svolte dal Consigliere Picco alle quali aderiamo integralmente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

Alla luce delle osservazioni fatte testè dal Consigliere Majorino e delle notizie date dal relatore in or dine all'inserimento di un articolo finanziario, potremo chiudere il dibattito con la replica dell'Assessore e spostare la votazione del disegno di legge nella seduta pomeridiana.
La parola all'Assessore Cerutti per le conclusioni.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai porti e navigazione interna

Ringrazio i colleghi che sono intervenuti dai quali ho colto alcuni aspetti di carattere generale e aspetti di carattere specifico.
E' inutile nasconderci un aspetto importante del problema: quando affrontiamo il tema dei trasporti dobbiamo in primo luogo prendere atto che manca nel nostro Paese un piano nazionale dei trasporti. Questo dato di fondo porta le Regioni a sostituirsi allo Stato, di conseguenza tutte le pressioni nel campo delle ferrovie, delle autostrade, degli aeroporti della navigazione sono disarticolate da un contesto generale.
Le Regioni continuano a fare tale pressione nei confronti dello Stato.
Il Piemonte è una delle poche Regioni che dispongono di un piano regionale dei trasporti che sarà magari oggetto di un'ulteriore verifica con la presentazione del secondo piano di sviluppo, ma che comunque traccia delle linee sulle quali confrontare, misurare, attuare.
E' rimasta lettera morta lo studio che il Comitato Idrovie liguri piemontesi aveva fatto.
L'intesa, per il potere che i decreti delegati 616 hanno dato alle Regioni che le rendono competenti della navigazione interna, ha ovviamente preso lo spunto dalla situazione reale. Il tratto del Po che interessa la Lombardia, l'Emilia Romagna, il Veneto, è diventata una grossa realtà mentre il tratto da Pavia a Torino è rimasto quasi deserto per una serie di problemi idraulici che non consentono quella fattibilità.
Attraverso l'intesa delle Regioni c'é la possibilità di intervenire presso lo Stato per quelle funzioni che ancora non sono delegate alle Regioni, la gestione del territorio, l'utilizzo delle acque al di là della pura e semplice navigabilità: conservazione del suolo, utilizzo delle risorse idriche. Si cerca di passare attraverso la scorciatoia dell'intesa per raggiungere altri risultati che però non possono essere disgiunti negli obiettivi precisi che ognuno deve porsi affrontando i problemi della navigazione.
Il Consigliere Revelli ha ricordato i grossi assi che Francia ed altri Paesi del nord stanno attuando per dare un enorme sviluppo al trasporto su acqua che, com'è stato riconosciuto da tutti, è il più economico.
Ha ragione Revelli quando evidenzia il ritardo di Genova nei confronti di Marsiglia, dovuto alla struttura del porto e ai problemi dell'entroterra. Non credo ai programmi dell'ENEL che dice di essere in grado, entro dieci anni, di raddoppiare le ferrovie. Mancano i mezzi di traino, i vagoni, le strutture. Dobbiamo con realtà affrontare la tematica della navigazione senza favorire né il Veneto né la Liguria né altre Regioni, ma tenendo fermi i collegamenti naturali che il Piemonte ha: Frejus, Voltri - Sempione, Torino - Savona, porti liguri e, in un discorso di questo genere, non può essere disattesa la navigabilità del Po.
La ragione che ci ha indotti a retrodatare al 1° gennaio 1981 l'adesione è per il fatto che abbiamo ottenuto dallo Stato 10 miliardi di investimenti per l'esecuzione di opere sull'asta che interessa la Regione Piemonte, sia in ordine alla difesa idrogeologica del territorio sia in ordine alla bacinizzazione. Uno spostamento della data rischierebbe di compromettere queste destinazioni finanziarie e di creare problemi di investimento.
In ordine all'articolo finanziario sono d'accordo di votare oggi pomeriggio il disegno di dopo opportuno esame in sede di I Commissione.


Argomento: Fondi sanitari

Esame progetto di legge n. 85: "Norme per la costituzione ed il riparto del fondo sanitario regionale"; esame deliberazione Giunta regionale n. 305 8771: "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente tra le Usl" esame deliberazione Giunta regionale n. 5-8752 : "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente, quote integrative a destinazione vincolata, tra le Usl"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'ordine del giorno che reca: Esame progetto di le:e n. 85: "Norme per la costituzione ed il riparto del fondo sanitario regionale"; esame deliberazione Giunta regionale n. 305-8771: "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente tra le Unità Sanitarie Locali" ed esame deliberazione Giunta regionale n. 5-8752: "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente, quote integrative a destinazione vincolata, tra le Unità Sanitarie Locali" La parola al relatore, Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio, relatore

Il disegno di legge è composto di due parti: una parte generale che descrive i criteri sulla base dei quali si è andati a definire la ripartizione del fondo e l'altra parte che descrive i contenuti degli articoli.
La legge, avendo forti caratteristiche tecniche, dà possibilità ai Consiglieri di approfondire gli aspetti tecnici. Il riparto del Fondo sanitario regionale tra le Unità Sanitarie Locali è affrontato dalle legge 833/78 in due sedi: all'art. 51 dove si dettano gli obiettivi di tale riparto, in conformità al precedente riparto del Fondo sanitario regionale tra le Regioni all'art. 53 dove si prevede per il Piano Sanitario Nazionale il potere di indirizzo alle Regioni in tema di riparto del Fondo sanitario regionale tra le Usl In particolare l'art. 51 prescrive che "le Regioni sulla base di parametri numerici da determinarsi, sentiti i Comuni, con legge regionale ed intesi ad unificare il livello delle prestazioni sanitarie, provvedono a ripartire tra le Unità Sanitarie Locali la quota loro assegnata per il finanziamento delle spese correnti, riservandone un'aliquota non superiore al 5% per interventi imprevisti. Tali parametri devono garantire gradualmente livelli di prestazioni uniformi nell'intero territorio nazionale. Per il riparto della quota loro assegnata per il finanziamento delle spese in conto capitale, le Regioni provvedono sulla base delle indicazioni fornite dal Piano Sanitario Nazionale".
L'art. 53 prevede invece che il Piano Sanitario Nazionale stabilisca per il periodo della sua durata "gli indirizzi ai quali devono uniformarsi le Regioni nella ripartizione della quota regionale ad esse assegnata fra le Unità Sanitarie Locali".
L'applicazione dell'art. 51 della legge 833/78 pone preliminarmente il problema della scelta dell'approccio metodologico che può fare riferimento: 1) al "bisogno sanitario" 2) alla domanda effettiva di servizi 3) all'offerta, potenziale o effettiva, di servizi 4) all'utilizzo dei fattori produttivi.
Nel primo caso l'attenzione si accentua sul parametro "popolazione" opportunamente pesato per tenere conto del diverso grado del bisogno.
In entrambi i casi le difficoltà applicative non sono di poco conto: nel primo caso, le difficoltà sono connesse alla determinazione del bisogno sanitario ed alla non omogenea distribuzione dei servizi; infatti l'unificazione del livello delle prestazioni vuol dire assicurare risposte omogenee a pari bisogni, risposte che possono derivare da servizi a valenza territoriale variabile (distretto, Unità Sanitarie Locali, più Unità Sanitarie Locali, Regione) in base alle caratteristiche di frequenza del bisogno e di specializzazione del servizio nei restanti casi, le difficoltà sono connesse alla determinazione dei costi standard per prestazione.
Le soluzioni 2, 3 e 4 presentano inoltre alcuni aspetti negativi: rischiano di congelare la situazione storica, essendo legate alle prestazioni ed introducendo meccanismi perequativi nel costo delle prestazioni rischiano di produrre un aumento delle prestazioni (il livellamento del costo medio per prestazione può infatti essere ottenuto per tale strada) richiedono, per evitare effetti distorti, una complessa definizione degli standards quantitativi e qualitativi di prestazioni ritenuti necessari.
La prima soluzione pare pertanto preferibile, pur tenendo conto della complessità dell'applicazione, perché: porta l'attenzione sul "bisogno", anziché sulla domanda o sull'offerta e sembra quindi più coerente con l'obiettivo della riallocazione delle risorse per privilegiare la prevenzione e l'assistenza di base innesca più agevolmente un processo di riequilibrio territoriale.
La presente proposta di legge, soddisfatti in sede di consultazione i rapporti istituzionali, viene pertanto formulata in tale ottica; il riparto viene sostanzialmente centrato sulla popolazione, con le seguenti modalità di carattere generale: a) la popolazione di riferimento può essere quella della zona o quella del bacino di riferimento, per le funzioni a valenza multizonale b) la popolazione viene articolata in fasce di età per tenere conto del diverso grado di bisogno sanitario c) si prevede che la popolazione venga altresì "pesata", ove necessario e possibile, mediante ulteriori significativi indicatori .del bisogno sanitario.
La proposta tiene infine conto della mancanza di indicazioni in merito al riparto del Fondo sanitario regionale nell'ambito del dispositivo di legge circa il Piano Sanitario Nazionale, come previsto dall'art. 53 della legge 833/ 78, ad eccezione del vincolo di destinazione per alcune quote aggiuntive destinate ai progetti obiettivo, alla formazione del personale all'educazione sanitaria ed alla ricerca finalizzata.
L'art. 1 - costituzione del fondo sanitario regionale - precisa, in ossequio all'art. 51 della legge 833/78, che il Fondo sanitario regionale si articola in due componenti (parte corrente e in conto capitale).
Mentre per la parte corrente la fonte di alimentazione può essere solo quella del Fondo sanitario nazionale, per la parte in conto capitale si prevedono tre fonti accessorie e cioé: appositi stanziamenti a carico del bilancio regionale, per i quali si prevedono all'art. 17, secondo comma, vincoli di destinazione che costituiscono congiuntamente la motivazione di tali stanziamenti il ricavato dall'alienazione o trasformazione del patrimonio non destinato all'erogazione dei servizi, ai sensi dell'art. 65, secondo comma e 66, settimo comma, della legge 833/78 eventuali contributi di terzi, per evitare di porre ostacoli di natura legislativa ad una fonte di finanziamento che può rivestire ancora un certo interesse.
Gli articoli dal 2 al 16 trattano quindi del Fondo sanitario regionale di parte corrente, quelli dal 17 al 18 del Fondo sanitario regionale in conto capitale, l'art. 19 detta norme procedurali ed il 20 norme transitorie.
L'art. 2 - destinazione del Fondo sanitario regionale di parte corrente seguendo le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale in discussione al Parlamento distingue tre componenti fondamentali di tale fondo e cioè: la quota a destinazione indistinta h quota a destinazione vincolata, ulteriormente suddivisa per tenere conto delle finalizzazioni, lettere b), c), d) ed e) del primo comma la quota da accantonare per interventi imprevisti di cui all'art. 51 quarto comma, della legge 833/78.
Il livello regionale sembra infine prevalente per il settore della ricerca finalizzata; pertanto, per tali fondi, non si è posto limite all'intervento regionale.
L'art. 3 - ripartizione del fondo sanitario regionale di parte corrente demanda al Consiglio regionale la ripartizione del Fondo sanitario regionale tra le componenti previste dall'art. 2. Tale ripartizione dovrà ovviamente tenere conto delle indicazioni in tal senso fornite dal Piano Sanitario Nazionale e da quello regionale.
L'articolo prevede, in ossequio all'art. 51, quarto comma, della legge 833/78, che l'accantonamento per interventi imprevisti non possa eccedere il 5% del Fondo sanitario regionale di parte corrente.
L'art. 4 - determinazione della quota a destinazione indistinta del Fondo sanitario regionale di parte corrente - definisce la logica cui si ispira il processo di allocazione delle risorse correnti, in analogia alla soluzione adottata dal Piano sanitario nazionale. per il riparto. tra le Regioni: definire un riparto teorico da porre come obiettivo cui pervenire nel tempo, al fine di tener conto dei vincoli posti dalla spesa storica che possono essere rimossi con gradualità, intervenendo sulle cause che hanno creato le sperequazioni e ponendo - con l'avvicinamento graduale al riparto obiettivo - incentivi ad un diverso uso delle risorse.



PRESIDENTE

La parola al collega Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Il Gruppo Democrazia cristiana darà voto favorevole al disegno di legge n. 85 anche se permangono alcune incertezze ed alcune perplessità in merito alle modalità di erogazione del fondo sanitario nazionale, soprattutto sull'applicazione dell'art. 51 della legge 833, che prevede che vengano sentiti i Comuni. Le modalità di applicazione di questa norma hanno suscitato perplessità che lo stesso parere richiesto dalla Commissione al servizio legale del Consiglio non ha completamente dissipato. Tuttavia rendendoci conto dell'importanza e dell'urgenza della legge, sorvoliamo su tali perplessità e diamo il nostro voto favorevole al disegno di legge.



PRESIDENTE

Non vi sono altre richieste di parola.
La parola all'Assessore Bajardi per la replica.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Il disegno di legge n. 85 sarà a regime dal 1982 in poi, mentre le successive delibere che ineriscono al capitolo organizzato dalla legge 281 sulla contabilità delle Unità Sanitarie Locali che prevede le norme transitorie, riguardano il 1981.
E' stato avviato uno studio con l'Università di Torino (il cui materiale è stato consegnato a suo tempo ai Consiglieri) ed è stato tenuto un seminario di studi con i dirigenti del Ministero. Pertanto, ci pare di poter dire che, anche in carenza di direttive nazionali, la legge corrisponda in larga parte agli orientamenti. In ogni caso è intenzione della Giunta di presentare un'ampia documentazione sul capitolo di spesa in occasione del dibattito sulla proposta di piano. Questo costituisce già un rilevante lavoro, tuttavia ci proponiamo di approfondire il capitolo dell'economia sanitaria.
Su questa materia sovrastano le decisioni sui tagli alla spesa che dovrà prendere il Consiglio dei Ministri. Notizie di stampa hanno dato adito a varie interpretazioni e proprio questa incertezza che si trascina da mesi sulle risorse per il 1981 rendeva indispensabile una decisione.
Vorrei ancora giustificare l'assenza della deliberazione che riguarda il fondo investimenti, che non è stato possibile presentare per una sequenza logica di atti. Due mesi fa abbiamo approvato una proposta di deliberazione al CIPE, relativa all'autorizzazione all'uso delle risorse del 1980 secondo determinate procedure; il CIPE ha approvato nelle settimane passate la nostra richiesta; in questi giorni la Giunta delibera le risorse del 1980 in investimenti e, solo dopo, sarà possibile fare una proposta per l'utilizzo delle risorse del 1981. La deliberazione, che riguarda le risorse '80 e che sarà sottoposta domani o dopodomani all'esame della Giunta, paga solo i debiti che sono maturati.
La delibera relativa agli investimenti 1981 sarà approvata dalla Giunta dopo le ferie e a settembre sarà sottoposta, come prevede la legge all'esame del Consiglio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La discussione è conclusa.
Passiamo alla votazione del progetto di legge n. 85: "Norme per la costituzione ed il riparto del fondo sanitario regionale".
Art. 1 (Costituzione del fondo sanitario regionale) "Il fondo sanitario regionale si articola in due componenti: a) fondo sanitario regionale di parte corrente b) fondo sanitario regionale in conto capitale.
Il fondo sanitario regionale di parte corrente è alimentato dalla quota del fondo sanitario nazionale assegnata alla Regione ai sensi dell'art. 51 secondo comma, della legge 23/12/1978, n. 833.
Il fondo sanitario regionale in conto capitale è alimentato: 1) dalla quota del fondo sanitario nazionale assegnata alla Regione ai sensi dell'art. 51, secondo comma, della legge 23/12/1978, n. 833 2) da eventuali apporti aggiuntivi a carico del bilancio regionale stabiliti per legge, in base al piano socio-sanitario regionale 3) dai capitali ricavati dall'alienazione o trasformazione del patrimonio non destinato all'erogazione dei servizi 4) da eventuali contributi di terzi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Destinazione del fondo sanitario regionale di parte corrente) "Il fondo sanitario regionale di parte corrente è destinato al finanziamento: a) delle spese correnti delle Unità Sanitarie Locali relative al servizio sanitario, quota a destinazione indistinta b) delle spese connesse al raggiungimento di particolari obiettivi fissati dal piano socio-sanitario regionale c) delle spese connesse alla formazione, aggiornamento, specializzazione e riqualificazione del personale del servizio sanitario d) delle spese connesse all'educazione sanitaria e) delle spese connesse alla ricerca finalizzata f) delle spese connesse ad interventi imprevisti ai sensi dell'art. 51 quarto comma, della legge 23/12/1978, n. 833.
L'eventuale articolazione del fondo sanitario regionale di parte corrente in più capitoli di spesa del bilancio regionale è rinviata alla legge di approvazione del bilancio stesso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Ripartizione del fondo sanitario regionale di parte corrente) "Il Consiglio regionale provvede a determinare annualmente le quote del fondo sanitario regionale di parte corrente da destinare agli interventi di cui all'art. 2, primo comma, lettere b), c), d), e) ed f).
L'accantonamento per interventi imprevisti di cui all'art. 2, primo comma lettera f), non può superare il 5% della quota del fondo sanitario nazionale assegnata alla Regione per il finanziamento delle spese correnti.
Il fondo sanitario regionale di parte corrente, previa deduzione della quota di cui al primo comma, viene ripartito tra le Unità Sanitarie Locali con le modalità di cui agli articoli da 4 a 14".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Determinazione del riparto della quota a destinazione indistinta del fondo sanitario regionale di parte corrente) "Il riparto della quota a destinazione indistinta del fondo sanitario regionale di parte corrente avviene sulla base del riparto posto come obiettivo, definito con le modalità degli articoli da 5 a 14 tenendo conto dei vincoli posti dalla spesa storica.
Le modalità per pervenire nel tempo al superamento dell'articolazione storica della spesa ed al raggiungimento del riparto obiettivo vengono definite dal Consiglio regionale, sulla base delle indicazioni del piano socio-sanitario regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Determinazione del riparto obiettivo) "Il riparto obiettivo viene determinato con riferimento alle funzioni sanitarie esercitate, articolate ai sensi della legge regionale 22/5/1980 n. 60, prevedendo, ove necessario, sottoarticolazioni: a) igiene ambientale e dei luoghi di lavoro e igiene degli alimenti articolato in: funzioni zonali funzioni sovrazonali b) medicina legale c) igiene ed assistenza veterinaria d) assistenza sanitaria di base, articolata in: assistenza medico generica e pediatrica ordinaria assistenza medico generica e pediatrica occasionale e nelle località turistiche servizio di guardia medica altra assistenza sanitaria di base e) assistenza farmaceutica f) assistenza sanitaria integrativa di base, articolata in: assistenza ordinaria senza ricovero assistenza ad alta specializzazione senza ricovero assistenza con ricovero in strutture del servizio sanitario regionale ed equiparate assistenza con ricovero in strutture convenzionate assistenza termale assistenza indiretta altra assistenza sanitaria integrativa di base g) tutela salute mentale, articolata in: attività territoriale attività di ricovero in strutture del servizio sanitario regionale attività di ricovero in strutture convenzionate h) funzioni amministrative.
Le quote relative alle singole funzioni, o sottoarticolazioni, concorrono a costituire la quota globale a destinazione indistinta assegnata a ciascuna Unità Sanitarie Locali e, pertanto, non costituiscono destinazioni vincolanti di spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Determinazione del riparto per le funzioni di igiene ambientale e dei luoghi di lavoro e di igiene degli alimenti) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni di igiene ambientale e dei luoghi di lavoro e di igiene degli alimenti viene suddivisa in due componenti per: a) le funzioni zonali b) le funzioni sovrazonali (laboratori di sanità pubblica).
La componente per le funzioni zonali viene ripartita tra le Unità Sanitarie Locali in base alla popolazione residente.
La componente per le funzioni sovrazonali viene ripartita tra le Unità Sanitarie Locali interessate, sede dei laboratori di sanità pubblica, in base alla popolazione residente nelle zone di riferimento per il singolo laboratorio di sanità pubblica, come individuate nel piano socio-sanitario regionale.
Il riparto come sopra definito, può essere rettificato sulla base dell'indice di urbanizzazione, nonché mediante idonei indicatori del bisogno sanitario relativo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Determinazione del riparto per le funzioni di medicina legale) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni di medicina legale viene ripartita, tra le Unità Sanitarie Locali in base alla popolazione residente.
Il riparto di cui al primo comma può essere rettificato sulla base di idonei indicatori del bisogno sanitario relativo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Determinazione del riparto per le funzioni di igiene ed assistenza veterinaria) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni di igiene ed assistenza veterinaria viene suddivisa in due componenti per: a) l'attività presso i macelli b) le restanti attività veterinarie.
La quota per l'attività presso i macelli viene ripartita tra le Unità Sanitarie Locali interessate in base al numero dei capi macellati, tenendo conto delle diversificate condizioni di esercizio dell'attività veterinaria.
La quota per le restanti attività veterinarie viene ripartita tra le Unità Sanitarie Locali in base alla popolazione animale ed alla sua dislocazione in territori di pianura, collina o montagna ed alla presenza, nei vari ambiti territoriali, di laboratori e stabilimenti di lavorazione e confezionamento di alimenti di origine animale, di magazzini di deposito di spacci di carni delle diverse specie, di depositi e spacci di prodotti ittici".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Determinazione del riparto per le funzioni di assistenza sanitaria di base) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni di assistenza sanitaria di base viene suddivisa in quattro componenti: a) assistenza medico generica e pediatrica ordinaria b) assistenza medico generica e pediatrica occasionale e nelle località turistiche c) servizio di guardia medica d) altra assistenza sanitaria di base.
La quota per l'assistenza medico generica e pediatrica ordinaria è calcolata e ripartita tra le Unità Sanitarie Locali in conformità alla convenzione di cui all'art. 48 della legge 23/12/1978, n. 833.
La quota per l'assistenza medico generica e pediatrica occasionale e nelle località turistiche è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali in base ad idonei indicatori della mobilità interregionale ed interzonale e delle presenze nelle località turistiche.
La quota per il servizio di guardia medica viene ripartita tra le Unità Sanitarie Locali sulla base delle indicazioni del piano socio-sanitario regionale, adottando il parametro del numero di turni previsto annualmente per Unità Sanitarie Locali, od altro idoneo a rappresentare il livello necessario del servizio.
La quota per la restante assistenza sanitaria di base viene ripartita tra le Unità Sanitarie Locali in base alla popolazione residente, suddivisa in fasce di età ed opportunamente pesata, per tenere conto del diverso grado di bisogno sanitario e del diverso grado di dispersione territoriale della popolazione.
Il finanziamento di cui al precedente comma comprende l'assistenza medico generica e infermieristica prestata a favore di residenti nell'Unità Sanitarie Locali ricoverati in istituti assistenziali e strutture protette per anziani, secondo le indicazioni del piano socio-sanitario regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Determinazione del riparto per le funzioni di assistenza farmaceutica) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni di assistenza farmaceutica viene ripartita tra le Unità Sanitarie Locali con i seguenti criteri: una prima quota viene assegnata tenendo conto delle visite medico generiche e pediatriche occasionali, del numero medio di prescrizioni farmaceutiche per visita e del costo medio per prescrizione la restante parte della quota globale viene ripartita in base alla popolazione residente, suddivisa in fasce di età ed opportunamente pesata per tenere conto del diverso grado di bisogno sanitario".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Determinazione del riparto per le funzioni di assistenza sanitaria integrativa di base) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni di assistenza sanitaria integrativa di base viene suddivisa in sette componenti: a) assistenza ordinaria senza ricovero b) assistenza ad alta specializzazione senza ricovero c) assistenza con ricovero in strutture del servizio sanitario regionale o equiparate d) assistenza con ricovero in strutture convenzionate e) assistenza termale f) assistenza indiretta S) altra assistenza sanitaria integrativa di base.
La quota per l'assistenza ordinaria senza ricovero è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali con i seguenti criteri: una prima quota viene assegnata tenendo conto delle visite medico generiche e pediatriche occasionali, del numero medio di prescrizioni specialistiche e del costo medio per prescrizione la restante parte della quota globale viene ripartita in base alla popolazione residente, suddivisa in fasce di età opportunamente pesate per tenere conto del diverso grado di bisogno sanitario.
La quota per l'assistenza ad alta specializzazione senza ricovero è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali interessate in base alle indicazioni del piano socio-sanitario regionale.
La quota per l'assistenza con ricovero in strutture del servizio sanitario regionale, o equiparate, è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali interessate tenendo conto dei bacini d'utenza dei vari reparti e del diverso costo standard, nonché di elementi indicativi delle caratteristiche del servizio svolto dai reparti stessi.
La quota per l'assistenza con ricovero in strutture convenzionate è calcolata e ripartita tra le Unità Sanitarie Locali sulla base della retta determinata annualmente per i vari tipi di strutture e dell'utilizzo medio delle strutture convenzionate, come previsto dal piano socio-sanitario regionale.
La quota per l'assistenza termale, per l'assistenza indiretta e per la restante assistenza sanitaria integrativa di base è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali in base alla popolazione residente, opportunamente pesata per quanto attiene l'assistenza termale, per tenere conto del diverso grado di bisogno".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Determinazione del riparto per le funzioni di tutela della salute mentale) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni di tutela della salute mentale viene suddivisa in tre componenti: a) assistenza svolta a livello territoriale b) assistenza svolta mediante strutture di ricovero del servizio sanitario regionale c) assistenza svolta mediante strutture di ricovero convenzionate.
La quota per l'assistenza svolta a livello territoriale è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali in base alla popolazione residente.
La quota per l'assistenza svolta mediante strutture di ricovero del servizio sanitario regionale viene determinata e ripartita in base al numero dei ricoverati, prevedendo una graduale riduzione di tale numero sulla base delle indicazioni del piano socio-sanitario regionale.
La quota per l'assistenza svolta mediante strutture di ricovero convenzionate è calcolata e ripartita in base alla retta determinata annualmente per i vari tipi di strutture e dell'utilizzo medio delle strutture stesse, prevedendo una graduale riduzione del numero dei ricoverati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art. 13 (Determinazione del riparto per le funzioni amministrative) "La quota parte del fondo sanitario regionale di parte corrente per le funzioni amministrative viene suddivisa in due componenti: a) funzioni connesse ad attività sanitarie zonali b) funzioni connesse ad attività sanitarie sovrazonali.
La quota per le funzioni connesse ad attività zonali è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali parte in quota fissa, parte in base alla popolazione residente.
La quota per le funzioni connesse ad attività sovrazonali è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali interessate in proporzione alla somma delle quote per le funzioni, o sottoarticolazioni, di cui agli artt. 6, primo comma lettera b), 11, primo comma, lettere b) e c), 12, primo comma, lettera b)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Elementi e parametri per l'applicazione dei criteri di riparto) "Per dare applicazione ai criteri di riparto di cui agli articoli da 5 a 13 la Giunta regionale, sulla base delle indicazioni del piano socio-sanitario regionale, sentita la competente Commissione consiliare, provvede annualmente a determinare: a) l'incidenza percentuale delle varie funzioni e delle relative sottoarticolazioni b) la popolazione di riferimento, tenendo conto della disponibilità di dati certi c) gli indici, pesi e standards previsti nei suddetti articoli".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Ripartizione delle quote del fondo sanitario regionale di parte corrente a destinazione vincolata) "Le quote del fondo sanitario regionale di cui all'art. 2, primo comma lettere b), c), d) ed e), dedotta la parte destinata ad interventi di livello regionale, vengono ripartite tra le Unità Sanitarie Locali in conformità al piano socio-sanitario regionale, mediante deliberazione della Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Ripartizione della quota del fondo sanitario regionale di parte corrente accantonata per interventi imprevisti) " L'utilizzo dell'accantonamento per interventi imprevisti di cui all'art.
2, primo comma, lettera f), avviene mediante deliberazione della Giunta regionale da trasmettere entro cinque giorni al Consiglio regionale.
L'eventuale richiesta da parte delle Unità Sanitarie Locali dell'assegnazione di una quota integrativa deve essere deliberata dall'assemblea generale e deve essere motivata dall'insorgere di esigenze obiettive ed inderogabili di spesa cui non sia possibile far fronte con le assegnazioni ordinarie.
La Giunta regionale, entro 15 giorni dal ricevimento della richiesta di cui al comma precedente, delibera in merito".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Determinazione del fondo sanitario regionale in conto capitale) "Il fondo sanitario regionale in conto capitale è destinato al finanziamento: a) delle spese relative a nuove costruzioni di edilizia sanitaria b) delle spese relative all'ampliamento, ristrutturazione e rinnovo edilizio di strutture sanitarie esistenti c) delle spese relative al rinnovo ed al potenziamento del patrimonio tecnologico.
Gli eventuali apporti di cui all'art. 1, terzo comma, punto 2), possono essere destinati unicamente al finanziamento di spese in conto capitale che rispondano congiuntamente ai seguenti requisiti: a) siano spese non finanziabili mediante il fondo sanitario nazionale, o con l'utilizzo del ricavo delle alienazioni del patrimonio non destinato ai servizi sanitari b) siano spese relative ad opere previste dal piano socio-sanitario regionale c) siano spese relative: al completamento di opere di edilizia sanitaria d) ad investimenti edilizi a scopo di riequilibrio interzonale, fermo restando il vincolo di non dar luogo all'attivazione di nuovi posti letto senza la contestuale disattivazione di almeno pari numero di posti letto in altri presidi o ad opere nelle quali non sia nettamente distinguibile la componente sanitaria da quella sociale, ivi comprese quelle destinate a Comuni servizi amministrativi, generali ed economali.
I capitali ricavati dall'alienazione o trasformazione del patrimonio non destinato all'erogazione dei servizi sono trattenuti dal Comune che ha disposto l'alienazione o trasformazione, previo parere dell'assemblea dell'Unità Sanitarie Locali, ai sensi dell'art. 83 della legge regionale 13/1/1981, n. 2, per l'utilizzo in opere di realizzazione e di ammodernamento dei presidi destinati all'erogazione dei servizi nell'ambito dell'Unità Sanitarie Locali stessa.
Gli eventuali contributi di cui all'art. 1, terzo comma, punto 4), vengono trattenuti dall'Unità Sanitaria Locali per l'utilizzo in conformità alle indicazioni del piano socio-sanitario regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Art. 18 (Ripartizione del fondo sanitario regionale in conto capitale) "Lo stanziamento di cui all'art. 17, primo comma, lettere a) e b), previo accantonamento di una quota per interventi urgenti e non prevedibili e per revisioni prezzi, è ripartito mediante deliberazione del Consiglio regionale sulla base delle indicazioni del piano socio-sanitario regionale tenuto conto di quanto disposto dal terzo comma dello stesso art. 17.
Lo stanziamento di cui all'art. 17, primo comma, lettera c), è ripartito mediante deliberazione della Giunta regionale, tra le Unità Sanitarie Locali, per un quarto tenendo conto congiuntamente di due termini di riferimento: la popolazione residente la popolazione di riferimento per l'attività ospedaliera.
La restante parte dello stanziamento, di cui all'art. 16, primo comma lettera c), previo accantonamento di una quota per interventi urgenti e non prevedibili, è ripartito, mediante deliberazione del Consiglio regionale sulla base delle indicazioni del piano socio-sanitario regionale, tenuto conto di quanto disposto dal quarto comma dell'art. 17.
L'utilizzo dell'accantonamento per interventi urgenti e non prevedibili e per revisioni prezzi avviene mediante deliberazione della Giunta regionale da trasmettere entro cinque giorni al Consiglio regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Art. 19 (Procedure per l'adozione degli atti previsti dalla presente legge) "Le deliberazioni del Consiglio regionale di cui agli artt. 3, primo comma e 4, secondo comma, devono essere adottate entro il 30 luglio dell'anno precedente quello cui si riferiscono.
La deliberazione del Consiglio regionale di cui all'art. 18, primo comma deve essere adottata entro il 15 settembre dell'anno precedente quello cui si riferisce.
Le deliberazioni della Giunta regionale di cui agli artt. 14, 15 e 18 secondo comma, devono essere adottate entro il 15 settembre dell'anno precedente quello cui si riferiscono.
Nei casi in cui per le deliberazioni della Giunta regionale è previsto il parere della Commissione consiliare competente, il parere si considera espresso ove la Commissione, per qualsiasi motivo, non si pronunci entro trenta giorni dalla presentazione della documentazione al Presidente del Consiglio.
Per la predisposizione degli atti di propria competenza la Giunta regionale si avvale della consulenza tecnica del Consiglio Regionale di Sanità".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Norme transitorie) "In sede di prima applicazione della presente legge e, comunque, fino alla definizione degli elementi previsti dall'art. 11, quarto comma, la quota destinata all'assistenza con ricovero in strutture del servizio sanitario regionale o equiparate è ripartita tra le Unità Sanitarie Locali interessate tenendo conto congiuntamente di due termini di riferimento: la popolazione di riferimento, determinata in base alla mobilità interzonale il costo medio di un posto letto per tipo di divisione o reparto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.
Per quanto riguarda le due deliberazioni previste al punto quinto all'ordine del giorno do la parola al Consigliere Lombardi per dichiarazione di voto.



LOMBARDI Emilio

Con queste deliberazioni si assegnano alle Unità Sanitarie Locali del Piemonte ben 1.553 miliardi.
La mole di lavoro che si è riversata sulla V Commissione e la mancanza di strutture e mezzi adeguati per affrontare tali problemi non hanno permesso un esame approfondito delle due deliberazioni.
La legge 281 parla di riequilibrio e di perequazione a livello regionale. Ho fatto pochi conti, suddivisi per provincia, e mi sono reso conto che le sperequazioni sono forti nel territorio della Regione: prima di destinare i 20 miliardi in base al criterio della popolazione, a nostro avviso, si poteva discutere e valutare se non era il caso di aumentare tale quota mettendo in moto già da quest'anno un meccanismo di riequilibrio nel territorio regionale. Questo non è stato possibile per la ristrettezza dei tempi, pertanto ci asteniamo su questa importantissima delibera.
Allo stesso modo siamo perplessi per quel che riguarda il riparto del fondo a destinazione vincolata. Al punto 5 si fa riferimento alla deliberazione del mese di dicembre 1980 con la quale si erano distribuite ad alcune case di riposo per anziani notevoli cifre per gli aspetti socio sanitari. Temiamo che possano sorgere delle sperequazioni per cui alcune case di riposo usufruiscano di due erogazioni: l'Assessore aveva a suo tempo, dietro nostra interrogazione, assicurato che avrebbe presentato un disegno di legge sulla regolamentazione di questo aspetto importante.
Lo invitiamo a procedere in tal senso. Per queste motivazioni ci asteniamo anche sulla seconda deliberazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Le preoccupazioni espresse dal Consigliere Lombardi mi paiono più che comprensibili. Sono le mie stesse preoccupazioni. Su tutta questa materia sovrasta il peso della "spesa storica", le retribuzioni del personale ed il funzionamento ordinario che vincolano fortemente i nostri comportamenti. I colleghi avranno rilevato che parliamo di presunta spesa storica 1980. Solo in questi giorni incominciano ad arrivare i resoconti delle Unità Sanitarie Locali e fino al mese di settembre non sarà possibile conoscere la spesa storica reale del 1980.
Si potrà allora avviare una riflessione seria sul modo in cui la spesa è collocata nel territorio.
Perché i 100 miliardi? Se i consuntivi dell'80 resteranno entro certe previsioni è ragionevole operare nella direzione dell'utilizzo di quanto resta dell'accantonamento del 5%, da aggiungere ai 100 miliardi di ridistribuzione in termini di riequilibrio. Se però - e mi auguro che non sia così - il 5% sarà largamente utilizzato si prenderà atto che la spesa storica dell'80 era diversa da quella prevista. Credo che, mettendo sul tappeto tutte le risorse e, tutto sommato, sappiamo che l'unico strumento di riequilibrio della spesa sul territorio è quel 5% di accantonamento connesso alla presentazione dei consuntivi del 1980, nulla mi impedisce di dire che tutto quanto risulterà eccedente dalla spesa storica sarà indirizzato al riequilibrio. Va anche detto che non sappiamo come incideranno le misure del Governo in questo campo.
Dovremo ritornare su queste deliberazioni perché è certo che nessuna Unità Sanitarie Locali avrà meno di quanto è previsto oggi.
Successivamente, con senso di responsabilità, il che non impedirà alle forze politiche presenti in Consiglio di esprimere opinioni diverse sui riflessi che ci saranno e sulle misure del Governo, i provvedimenti saranno attuati nel pieno rispetto delle norme nazionali, leggi o decreti, che regolamentano la materia.
Per quanto attiene ai 17 miliardi per gli anziani, l'orientamento della Giunta è di predisporre un provvedimento legislativo per la messa a regime per il 1982 e, con il meccanismo contenuto nella deliberazione, di recuperare tutti quegli elementi di disomogeneità che si saranno presentati sul territorio.
Dopo la risposta all'interrogazione furono recuperate tutte le situazioni che emersero, comprese Biella ed Asti, nell'ambito di questo vincolo di spesa. Abbiamo inserito tutte le risorse che dal punto di vista giuridico era possibile inserire in quel capitolo proprio perché ci rendiamo conto che questa è una scelta qualificante, che corrisponde anche agli impegni assunti dalla Giunta. Tecnicamente non si poteva andare oltre quella soglia. Anche però su questa parte sovrastano le decisioni del Consiglio dei Ministri. Il Governo intenderebbe effettuare un taglio di 200 miliardi alla spesa finalizzata e poiché la spesa complessiva nazionale è di 550 miliardi, e per il Piemonte di 45 miliardi, certamente questa delibera verrà profondamente rimaneggiata. Dovremo valutare i vincoli che deriveranno dal taglio. Spero che durante il mese di agosto vengano dei chiarimenti e che nel mese di settembre si possano assumere i provvedimenti per rendere le due deliberazioni conseguenti alle disponibilità reali.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della prima deliberazione: "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente, quote integrative a destinazione vincolata, tra le Unità Sanitarie Locali".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 5-8792 del 21/7/1981 sentito il parere espresso dalla I e dalla V Commissione consiliare permanente delibera di approvare la ripartizione dei fondi integrativi finalizzati previsti nel Fondo Sanitario Nazionale, pari per la Regione Piemonte a L.
49.300.000.000, con la seguente procedura: 1) riparto dei fondi integrativi finalizzati nei seguenti termini: progetto obiettivo 'tutela materno-infantile ': L. 6.300.000.000 progetto obiettivo 'tutela della salute dei lavoratori ': L.
6.300.000.000 progetto obiettivo 'tutela delle persone anziane ': L. 17.000.000.000 formazione ed aggiornamento del personale: L. 9.900.000.000 ricerca finalizzata: L. 4.410.000.000 educazione sanitaria: L. 4.900.000.000 ricerca finalizzata negli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (accantonamento provvisorio, quale componente del Fondo Nazionale globale non ripartito tra le Regioni): L. 490.000.000 riparto del fondo per la tutela materno-infantile tra le Unità Sanitarie Locali con i seguenti criteri: a) riparto provvisorio in base alla popolazione residente con età fino a 11 anni b) attribuzione delle quote di cui al punto a) mediante deliberazione della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 35 della legge 119/1981, subordinata alla verifica di un piano operativo da presentare alla Regione entro il termine massimo del 30 settembre c) utilizzo delle quote non attribuite ai sensi del punto b) per mancata presentazione del piano operativo o per accoglimento parziale del piano mediante ulteriore riparto alle Unità Sanitarie Locali che hanno evidenziato o giustificato fabbisogni superiori a quelli coperti dalla quota sub a), disposto con deliberazione della Giunta regionale riparto del fondo per la tutela della salute dei lavoratori tra Unità Sanitarie Locali con i seguenti criteri: a) riparto provvisorio in base alla popolazione residente con età tra 15 e 59 anni b) attribuzione delle quote alle Unità Sanitarie Locali secondo le procedure sub 3 b) e 3 c) riparto del fondo per la tutela della salute degli anziani tra le Unità Sanitarie Locali, mediante successivo atto deliberativo da adottare dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, sulla base dei fabbisogni evidenziati dalle Unità Sanitarie Locali entro il 30 settembre; sono a carico di tale fondo gli oneri sanitari gravanti sulle rette assistenziali degli istituti di ricovero per anziani, ivi compresi quelli erogati nel 1981 in applicazione alla deliberazione della Giunta regionale n. 26-25966 del 27/12/1979 riparto del fondo per la formazione e riqualificazione del personale nei seguenti termini: a) per L. 1.900.000.000 mediante interventi diretti disposti dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare nell'ambito della formazione 'dei responsabili della formazione ' della 'formazione dei formatori' degli interventi di formazione che si giustificano solo in ambito regionale della predisposizione di materiale didattico per le iniziative di formazione ed aggiornamento professionale delle Unità Sanitarie Locali b) per L. 8.000.000.000 alle Unità Sanitarie Locali in base ad un successivo piano di riparto disposto dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare utilizzo del fondo per la ricerca finalizzata mediante apposito piano disposto dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare riparto del fondo per l'educazione sanitaria con i seguenti criteri: a) riparto provvisorio in base alla popolazione residente nella misura di L. 4.000.000.000 e attribuzione di tali quote alle Unità Sanitarie Locali secondo la procedura sub 3 b) e 3 c) b) mediante interventi diretti per L. 900.000.000 predisposti dalla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare rinvio dell'utilizzo dell'accantonamento per la ricerca finalizzata negli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, non essendo ancora definito il riparto del fondo indistinto nazionale per tali istituti i programmi operativi di cui i punti 3 b), 4 b), 5 b), 8 b), devono avere le seguenti caratteristiche: a) essere aderenti alla metodologia ed alle priorità contenute nella 'Proposta di piano socio-sanitario per il triennio '80/'82' approvata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 44-27024 del 13/2/1980 e assunta come documento tecnico di primo e transitorio riferimento per le Unità Sanitarie Locali, con ordine del giorno del Consiglio regionale il 23/4/1980 o nella normativa di piano socio-sanitario in vigore alla data di presentazione dei programmi stessi articolazione degli interventi per distretto b) contenere una proposta di programma operativo generale di Unità Sanitarie Locali nella materia, articolata per distretto, sulla base delle indicazioni di cui al punto a) c) contenere il programma operativo particolare per il 1981, con l'indicazione dettagliata e destinata delle spese previste per personale attrezzature o altre spese. Va tenuto conto, a questo proposito, che la quota integrativa a destinazione vincolata deve essere destinata a interventi straordinari per lo sviluppo e il programma, ad integrazione delle quote di spesa corrente già destinate ad interventi ordinari ricompresi nei programmi medesimi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 41 favorevoli 24 Consiglieri astenuti 17 Consiglieri Pongo ora in votazione la seconda deliberazione: "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente tra le Unità Sanitarie Locali" nel testo già in vostro possesso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con il seguente esito: presenti e votanti 41 favorevoli 24 Consiglieri astenuti 17 Consiglieri


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Esame progetto di legge n. 122: "Proroga e modifiche della legge regionale 22/8/1979 n. 48 - Provvidenze in materia di promozione e diffusione della cultura e dell'informazione locali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 122: "Proroga e modifiche della legge regionale 22/8/1979 n. 48 Provvidenze in materia di promozione e diffusione della cultura e dell'informazione locali".
La parola al relatore, Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Il disegno di legge "Proroga e modifiche della legge regionale 22/8/1979 n. 48 - Provvidenze in materia di promozione e diffusione della cultura e dell'informazione locali" risponde all'opportunità di non interrompere la sperimentazione voluta con la legge regionale 48 e limitata agli anni scolastici 1979/1980 e 1980/1981, dato il risultato sostanzialmente positivo che la sua applicazione ha conseguito.
La legge 48 nasceva dall'esigenza di offrire al mondo della scuola strumenti di informazione e di conoscenza della realtà sociale economica culturale nei suoi aspetti di rilevanza locale e regionale e di sostenere il settore dell'editoria giornalistica, in crisi anche per la limitatezza della domanda.
Si cercava, così, di favorire un più stretto rapporto tra scuola e società, tra attività educative e i concreti problemi che i giovani devono affrontare, dando, nello stesso tempo, l'opportunità per un rinnovamento dei metodi di lavoro e, ai giovani in particolare, l'occasione per imparare a servirsi, in modo critico, dei mezzi di informazione.
Si voleva, inoltre, sollecitare i giovani, potenziale area di lettori tramite l'interesse suscitato dall'ingresso dei giornali in aula, ad usare i quotidiani come strumenti importanti per la comprensione della realtà in cui vivono.
Eravamo e siamo tutti consapevoli che di ben altri provvedimenti ha bisogno la scuola per uscire dalle difficoltà in cui versa, tuttavia, anche questo intervento, se pur parziale e limitato, si pone come contributo al rinnovamento dell'attività scolastica, se usato con intelligenza e prudenza.
La discussione che aveva accompagnato l'iter della legge, in Commissione, ma soprattutto in aula, nella vivacità e nella varietà delle posizioni che si erano evidenziate, aveva sottolineato due aspetti: l'opportunità del carattere sperimentale e temporaneo della legge l'importanza che si voleva dare al mondo della scuola, alla cui adesione e collaborazione era affidata l'applicazione della legge e, in fondo, il giudizio e la decisione di prorogarla.
Il materiale che è stato raccolto sulla sperimentazione attuata oggetto di una prima informazione alla Commissione, ha permesso di valutare positivamente i risultati ottenuti.
Da qui il presente disegno di legge, semplice proroga della legge precedente, con il rifinanziamento e modesti aggiustamenti che non ne intaccano la sostanza, quale l'iscrizione, all'elenco dei periodici, anche di testate con soli quattro fascicoli annui.
La VI Commissione suggerisce una circolare esplicativa in cui siano precisate le modifiche apportate, ma soprattutto ritiene opportuno riprendere ed approfondire la materia in esame, con necessari rapporti con il mondo della scuola, nella prospettiva ottimale di provvedimenti più organici sull'assistenza scolastica.
All'unanimità raccomanda, ora, al Consiglio, l'approvazione del disegno di legge e, per ovvi motivi, la sua dichiarazione d'urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio Cordaro.



BERGOGLIO Emilia

Esprimo il voto favorevole del Gruppo Democrazia Cristiana rispetto alla proposta di legge che è stata illustrata dalla collega Ariotti.
Abbiamo predisposto una proposta di legge di iniziativa del Gruppo democristiano per quei provvedimenti in materia di assistenza scolastica a cui faceva riferimento la collega nella relazione.
In ogni caso riteniamo che la maggior diffusione della lettura dei giornali nelle scuole debba essere oggetto di un'ulteriore ed attenta verifica da parte della Commissione. Se è vero che in molte scuole questo strumento è stato utilmente utilizzato a fini didattici e culturali, in altre scuole i giornali gratuiti sono arrivati, qualcuno li ha letti e tutto è finito così, il che non mi pare rientri nello spirito con cui la Regione ha impostato il provvedimento.
L'intenzione era di dare, con la varietà delle testate, delle articolazioni e delle posizioni, uno strumento di lavoro in più. In questo senso sollecitiamo una verifica per recuperare da questa esperienza quelli che potrebbero essere utili suggerimenti circa l'uso di questo mezzo.
Con questa raccomandazione ribadiamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale aveva espresso voto favorevole alla legge in sede di Commissione, quindi riconferma il voto favorevole in questa sede.
Non concordo sui giudizi esposti" dalla collega democristiana. Non possiamo esprimere dei giudizi di valore su dei fatti, per esempio, su quei docenti, su quelle scuole che non hanno ritenuto di utilizzare i giornali secondo la logica nostra. A noi compete di mettere a disposizione delle scuole gli strumenti, ma non abbiamo alcun diritto di giudicare l'uso che di quegli strumenti viene fatto. E' un processo complesso che verrebbe, a mio avviso, del tutto stravolto se giudicassimo qualche comportamento, che riteniamo non consono all'obiettivo della legge.
Guai dare dei giudizi e magari porre dei deterrenti o fenomeni di incentivazione di certi comportamenti o di disincentivazione di altri comportamenti.
I giornali sono entrati nelle scuole come fatto di libertà e l'uso dei giornali deve essere un fatto di libertà. Se qualche istituto o qualche insegnante, ritiene di non seguire questo indirizzo, dobbiamo riconoscere la legittimità di questo comportamento e non ne dobbiamo trarre alcuna conclusione.
Un professore da me interpellato mi disse che il liceo è stato realizzato per insegnare il greco, il latino e la filosofia e non per leggere i giornali. Quindi non facciamo polemiche oltre misura su comportamenti che qualcuno di noi può giudicare in un modo o in un altro.
Soprattutto non condivido il continuo richiamo alla Commissione che sembra una Camera di Consiglio in cui l'attività non è pubblica.
Se qualcuno ha qualche considerazione da fare sul modo in cui questo strumento viene gestito, l'assemblea è il luogo in cui queste cose possono essere dibattute.
Il nostro voto è favorevole. Questo è uno strumento di libertà e di democrazia e, come tale, deve essere lasciato alla sperimentazione più diversa e più aperta anche quando non coincide con le finalità che ci siamo prefissati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore all'istruzione

Quando la V Commissione realizzò questo disegno di legge si rese conto di trattare non soltanto una proposta per l'acquisto di giornali per le scuole, ma di trattare una materia assai delicata per aprire nei confronti delle comunità locali fatti della vita e del mondo.
La proroga temporanea di quella legge dimostra che, alla prova dei fatti, al provvedimento è venuto un giudizio positivo.
Vorrei però ricordare che nel momento in cui la Regione valuta l'uso che da parte delle scuole si è fatto di questo strumento, non compie un giudizio nei confronti degli insegnanti. Dall'intervento del Consigliere Bergoglio Cordaro mi pare di cogliere un altro elemento. La legge nella procedura prevede che questi strumenti vengano dati sulla base di una richiesta e che a questa richiesta segua una documentazione dell'uso che se ne è fatto. Non si tratta di imporre a tutti gli insegnanti l'uso di questo strumento piuttosto che di altri strumenti, si tratta di verificare soltanto se alla dichiarazione di voler utilizzare uno strumento corrisponde l'uso adeguato dello strumento. La libertà dell'insegnante e dell'insegnamento sta nel decidere all'interno della scuola se utilizzare o meno lo strumento. A noi compete una valutazione complessiva degli effetti che questo intervento produce.
La proroga è di un anno non perché si voglia mettere in forse la validità della proposta, ma perché da una serie di incontri e di riflessioni tra i Consiglieri,la Giunta e gli organi scolastici nasce il suggerimento di estendere questa forma di supporto anche al di là dell'uso del quotidiano e cioè musei, biblioteche locali, che stanno diventando strumenti attorno ai quali organizzare alcune fasi definite dell'attività didattica.
Quindi la proroga di un anno offre la possibilità, a tempi relativamente brevi, anche in concomitanza con altre leggi che riguardano la regolamentazione dell'assistenza scolastica e dei rapporti con la scuola non settorializzati, di riprendere il dibattito su questi argomenti.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "E' prorogata a tutto l'anno scolastico 1981-1982 la validità delle provvidenze previste dalla legge regionale 22/8/1979, n. 48, sulla promozione e diffusione della cultura e dell'informazione locali, tramite l'assegnazione gratuita di abbonamenti a giornali quotidiani e periodici alle scuole medie di primo e secondo grado ed ai Centri di formazione professionale del Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il secondo comma dell'art. 4 della citata legge regionale viene così sostituito: 'Nell'elenco di cui al comma precedente sono inclusi i periodici le cui direzioni ne facciano pervenire richiesta, entro il 31 agosto, alla Giunta regionale, specificando le tariffe di abbonamento e allegando un esemplare del periodico da cui risulti che lo stesso sia edito da almeno un anno e per almeno quattro fascicoli all'anno'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "L'art. 6 della citata legge regionale viene così sostituito: 'I soggetti di cui agli articoli precedenti fanno pervenire alla Giunta regionale, entro il 15 ottobre, richiesta scritta corredata da una relazione sull'utilizzo didattico dei quotidiani e dei periodici stessi nell'ambito delle iniziative di programmazione educativa. La Giunta regionale predispone un piano, di ripartizione dei fondi e, sentita la Commissione consiliare competente, assegna gli abbonamenti entro il successivo 30 novembre'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Alla spesa derivante dall'applicazione della presente legge si provvederà in sede di definizione del bilancio 1982, che fisserà l'entità della spesa stessa e la relativa copertura finanziaria".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto regionale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame progetto di legge n. 93: "Ulteriori modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 12/10/1978 n. 63 - Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste"


PRESIDENTE

Il punto settimo all'ordine del giorno reca: esame progetto di legge n.
93: "Ulteriori modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 12/10/1978 n. 63 - Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste".
La parola al relatore, Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico, relatore

Davanti al settore economico-agricolo la Regione, con le sue leggi e le sue iniziative, si pone come ente programmatore e soprattutto, nella considerazione comune degli agricoltori, come ente erogatore di aiuti per il miglioramento delle sue strutture, intervenendo nei vari momenti economici dalla produzione alla commercializzazione del prodotto non a scopo assistenziale con il fine di migliorarne il reddito.
Come in tutti i settori, anche in agricoltura, i problemi compaiono e si affinano nel tempo in aspetti sempre più precisi. La vitalità della Regione si manifesta appunto nella capacità di recepirli e risolverli in modo rapido. E ciò deve essere ottenuto non tanto con leggi nuove ripetitive o sostitutive di leggi precedenti, che creerebbero incertezze e vuoti legislativi, ma piuttosto tenendo come base una legge ed apportando ad essa le necessarie modifiche.
Per regolare i rapporti Regione-agricoltura, la Regione Piemonte, dopo l'esperienza delle leggi 45, 51 e 15, è arrivata alla le:4:e 63 che presenta scelte politiche fondamentali e inderogabili per cui ha le caratteristiche di legge base. Essa, perciò, non va sostituita, ma soltanto modificata, perfezionata e adeguata.
Le leggi 27/80 e 33/80 hanno avuto questa caratteristica e così pure l'attuale disegno di legge n. 93.
Negli ultimi tempi dalle discussioni delle forze sociali e politiche sono emersi e si sono evidenziati due problemi: tempi lunghi che intercorrono tra la domanda di interventi regionali e la risposta della Regione e la conseguente incertezza da parte degli agricoltori di ottenere l'aiuto richiesto il permanere di grosse somme di residui passivi nella gestione del bilancio degli interventi per l'agricoltura.
Tempi lunghi. Essi sono condizionati dalla necessità di un esame approfondito e sicuro sull'utilità della spesa richiesta dalla realtà funzionale e numerica degli uffici regionali, sia centrali che periferici dal numero delle domande (26.283 nell'80), dalla complessità di alcune (basti pensare a quelle sulle cooperative) e dall'entità dei capitali disponibili per il loro finanziamento.
Nell'iter che la domanda deve necessariamente seguire si possono distinguere due tempi: un primo tempo corrisponde all'esame dell'ammissibilità teorica della domanda, corrispondenza alla programmazione regionale, all'utilità economica e possibilità agronomica dell'azienda. Un secondo tempo corrisponde all'esame dell'ammissibilità pratica della domanda, possibilità di finanziamento da parte della Regione.
Conseguentemente si possono avere due tipi di risposta: una sull'ammissibilità teorica della domanda ed un'altra sulla possibilità di finanziamento. La prima esige tempi più brevi, la seconda tempi variabili perché legati al numero delle domande e all'entità di capitali stanziati a bilancio. Un altro motivo di ritardo va ricercato nei tagli fatti dal Governo sui finanziamenti già promessi e garantiti da leggi nazionali e già utilizzati dalla Regione, ad esempio, i 30 miliardi sulla 405 e vari miliardi sulla .legge 984. Tali slittamenti obbligano la Regione a sospendere contributi già concessi, a spostarli su bilanci degli anni successivi e a rideliberarli seguendo tutta la burocrazia necessaria. Lo stesso effetto provocano la le :e di contabilità per il disposto che non permette di conservare residui passivi per più di due anni e il decreto le :4: e 246 del 18/5/1981 che impone limiti alle disponibilità di cassa delle Regioni.
La soluzione quindi del problema a tempi lunghi sta nell'accettare una risposta sull'ammissibilità teorica della domanda e nel non pretendere a tempi rapidi il nullaosta.
Residui passivi. Essi sono la conseguenza non dell'inefficienza regionale, ma di tante cause variamente localizzate. La loro elencazione completa e la loro precisa localizzazione è difficile. Le più importanti sono da ricercarsi in: 1) tempo di esecuzione delle opere.
Dall'emissione del nullaosta al termine del lavoro devono intercorrere varie incombenze, in parte di natura burocratica (concessione edilizia ecc.), in parte di natura tecnica (esecuzione materiale dei lavori).
L'iscrizione a bilancio avviene all'emissione del nullaosta, le somme stanziate costituiscono quindi residui passivi finché, tra acconti ed erogazioni a termine dei lavori, non saranno totalmente consumate 2) diversità dell'intervento tra conto capitale e conto interesse. E' evidente che è più facile evitare residui passivi con il conto capitale che spende soldi già in mano alla Regione, che con il conto interesse, che esige invece l'intervento degli enti, Casse di Risparmio e banche autorizzate a praticare il credito agrario con la loro burocrazia, con la loro disponibilità, più o meno giustificabile, a concedere in prestito capitali a tasso ridotto e con la difficoltà a reperire fondi sia per la stretta creditizia sia per la crisi del mercato delle obbligazioni.
Come interviene il disegno di legge n. 93? Sull'ammissibilità della domanda la legge 63 aveva proposto l'autorizzazione provvisoria ad eseguire i lavori per i quali veniva fatta richiesta. Essa, però, si limitava a dichiarare che i lavori non erano ancora né iniziati né eseguiti, quindi non da escludere dall'intervento regionale.
Il disegno di legge 93 invece, all'art. 2, punto 3, propone un documento che perfeziona ed amplia l'autorizzazione della 63 e che prevede l'esame sulle aderenze alla programmazione, sull'economicità e rispondenza tecnico - agro - economica, non ingegneristica o di costruzione, alle necessità aziendali, cioé sull'ammissibilità teorica di cui ho parlato prima. In più la 93 propone e fissa dei tempi massimi entro i quali emettere tale provvedimento (120 giorni).
Sui residui passivi, all'art. 2, punto 3, quarta modifica dell'art. 5 della 63, fissa i tempi di erogazione degli acconti, delle anticipazioni e la loro quantità (80%) sia per le domande dei singoli e sia per quelle delle forme associate, naturalmente solo sul conto capitale, che dipende esclusivamente dalle responsabilità della Regione.
Le proposte del disegno di legge n. 93 sono di grande portata, forse non ancora oggi tutte valutabili, certamente ridurranno i residui passivi nel bilancio dell'area agricoltura, però potrebbero provocare e rendere indispensabile la ristrutturazione degli uffici regionali, sia centrali che periferici, e la modifica di qualche legge ora vigente. Basti pensare infatti, alla mole di lavoro alla quale saranno costretti gli uffici regionali ed i loro funzionari per tener fede ai tempi di risposta, alle richieste così come concepite da questo disegno di legge all'art. 2.
Inoltre, potrebbero produrre anche effetti negativi, quali: aumento delle richieste di intervento in conto capitale che, oltre a non essere giudicato da tutti utile nell'interesse degli agricoltori diluirà nel tempo gli interventi regionali speculazioni sui capitali anticipati all'inizio dei lavori data la loro notevole entità (80%).
Il disegno di legge 93 propone ancora soluzioni ad altri problemi di minore importanza: variazioni nelle priorità da seguire nelle concessioni degli interventi, conferimento di compiti nuovi alle varie Commissioni agricole, precisazioni di criteri, modalità e procedure in caso di inadempienza da parte del richiedente, variazioni nelle procedure dei ricorsi, modificazioni delle percentuali dei contributi regionali su vari interventi.
In conclusione, il disegno di legge 93 vuole risolvere i problemi sorti oggi nel settore economico-agricolo la cui soluzione dipende esclusivamente dall'Assessorato all'agricoltura. Esso è passato in Commissione con l'approvazione della maggioranza e del Partito Repubblicano e con l'astensione della Democrazia cristiana Se ne raccomanda l'approvazione in Consiglio proponendo come base di giudizio il quesito se sia più conveniente per il mondo agricolo porre in ridiscussione tutta la legge regionale 63 o proporre altri miglioramenti che potrebbero essere adottati in tempi più brevi e quindi in modo più utile per l'agricoltura. Alla legge è unito un ordine del giorno che vuole risolvere il problema in campo zootecnico del risanamento degli allevamenti dalla TBC e dalla brucellosi che impegna oltre che l'Assessorato all'agricoltura anche quello alla sanità e che quindi non può trovare soluzione in una legge agricola, ma in un documento concordato tra i due Assessorati. Esso propone un programma triennale di risanamento degli allevamenti che ne fissi strumenti e metodologie da inserire nelle ristrutturazioni previste dal piano triennale e socio-sanitario.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Dobbiamo premettere, così come il relatore ha evidenziato, che stiamo discutendo del disegno di legge della Giunta regionale n. 93 e non della proposta di legge n. 92 presentata dalla Democrazia cristiana che, cammin facendo, si è persa per strada.
La Commissione ha esaminato le due proposte di legge essendo entrambe state assegnate dal Presidente del Consiglio alla III Commissione. La maggioranza, entrando nel merito, ha dichiarato ufficialmente che non avrebbe accolto nessuna innovazione di carattere politico, quindi l'attenzione si è concentrata sulla proposta di legge n. 93 che affronta i problemi procedurali e marginali e non quelli di sostanza.
Abbiamo quindi camminato su un binario diverso e riduttivo rispetto al dibattito e al documento recentemente approvato dal Consiglio regionale.
Le attese della periferia erano diverse.
E' per questo che noi diciamo che è un'occasione mancata.
Le modifiche che avevamo proposto, pur mantenendo l'intelaiatura della legge 63 (che è l'intelaiatura delle leggi 45 e 51 della precedente legislatura), derivavano dall'esperienza maturata nel frattempo e riguardavano: la valorizzazione dell'albo professionale di cui abbiamo parlato in più occasioni i piani di sviluppo, che accettiamo ma che paiono strumenti troppo complicati e complessi tanto che gli agricoltori non ne hanno colto in pieno il significato la cooperazione e l'associazionismo specie nel settore della produzione (stalle sociali) in cui non tutto funziona in modo produttivo soprattutto in proporzione agli sforzi finanziari le procedure dei ricorsi le Commissioni che a volte costituiscono una remora più che un aiuto per portare avanti i piani di intervento.
L'occasione sarebbe stata propizia per fare un discorso sulle priorità dei finanziamenti a certi settori piuttosto che ad altri. L'Assessore stesso ha dichiarato che si sarebbe dovuto valutare se era il caso di finanziare tutto o se era opportuno modificare qualche cosa nel campo della zootecnia, delle coltivazioni pregiate, dell'irrigazione. Se è vero che siamo garantiti e coperti per quanto si riferisce alle coltivazioni pregiate e alla viticoltura, campi in cui l'Assessore ha competenza per la sua provenienza, non altrettanto si può dire per altri settori. L'Assessore ha fatto delle dichiarazioni azzardate dicendo che la viticoltura va bene perché è di sua competenza.
Apprezziamo la disponibilità della maggioranza a recepire i nostri punti di vista, tuttavia non possiamo non commentare che l'Assessore e la Giunta avrebbero potuto introdurre qualche modifica anziché attendere il nostro contributo.
Confermiamo la posizione che abbiamo tenuto in Commissione di approvazione delle modifiche che vengono proposte, e di riserva perché tali modifiche sono collocate in un quadro che non ci soddisfa: di qui il nostro voto di astensione.
La relazione del Consigliere Gastaldi è dichiaratamente una relazione di maggioranza. Egli dice che la legge 63 contiene scelte fondamentali ed inderogabili e che non ci vogliono leggi nuove. Non condividiamo questa affermazione così come non condividiamo quando dice che i residui passivi "non sono conseguenza dell'inefficienza regionale". Se avesse detto che "non sono solo conseguenza dell'inefficienza regionale" avrei potuto accettare la sua osservazione.
La sua relazione conclude con una posizione più elastica e possibilista ove parla di altri miglioramenti che potrebbero essere adottati in tempi brevi. Se così é, non presentiamo gli emendamenti che avevamo predisposto che, per le dichiarazioni fatte in Commissione, sarebbero respinti con un'inutile perdita di tempo per l'assemblea.
Cogliamo, tuttavia, l'apertura che viene dalla relazione in ordine all'esame in tempi successivi di quelle parti non recepite e contenute nella nostra proposta di legge n. 92.
Ci risulta che altri partiti stanno elaborando dei documenti in proposito e noi saremmo lieti che la parte non recepita dalla legge venisse confrontata con altre forze politiche in un prossimo futuro, sulla base delle esperienze maturate perché siamo convinti che sia necessario apportare alcune modifiche non per distruggere e buttare alle ortiche una legge, ma per migliorarla in quelle parti che riteniamo debbano essere migliorate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

La proposta di legge presentata dalla Giunta rappresenta un punto di approdo di un dibattito generale sui problemi dell'agricoltura, dibattito che si è sviluppato in Consiglio in primavera, che è sfociato in un ordine del giorno unitario del Consiglio e che, per quanto riguarda la concretizzazione degli indirizzi concordati, ha avuto una continuità nei lavori della III Commissione. E' stata una continuità non priva di risultati positivi che è giusto sottolineare poiché la proposta di le ::e recepisce indicazioni e proposte emerse in III Commissione quindi rappresenta 'un più alto grado di risposta possibile e realizzabile davanti alle concrete richieste avanzate dai Gruppi, compresi quelli di opposizione.
In questi mesi da parte di talune forze politiche, in primo luogo da parte della Democrazia cristiana, si è teso a caricare sulla legge 63 una problematica più vasta sull'agricoltura che non può esaurirsi né tanto meno risolversi con una legge. Certo, nell'ordine del giorno votato dal Consiglio il 7 maggio, la legge 63 c'entra.
Quell'ordine del giorno ribadisce priorità ed indirizzi che sono già contenuti nella legge 63.
L'unico aspetto di fondo, concreto e reale che quell'ordine del giorno aveva e mantiene, è il riferimento specifico alla legge 63 per quanto riguarda le procedure sulla concessione di finanziamenti e sulle modalità di liquidazione. Su questo la proposta di legge della Giunta dà una risposta. Con questo non voglio dire che non si ponga il problema della revisione della politica agraria e che gli altri aspetti della legge 63 non debbano avere un impatto con l'acuirsi dei problemi dell'agricoltura, con l'acuirsi di problemi che stanno nell'oggettività delle cose. La revisione della legge si potrà, per esempio, nel momento del suo impatto con le questioni della delega delle funzioni agli Enti locali.
Pensiamo, per esempio, ai compiti che sono venuti assumendo le Unità Sanitarie Locali in materia di polizia veterinaria. Ma anche su altre questioni i problemi di delega si pongono nel quadro di una omogeneizzazione della politica regionale del ruolo che dovranno assumere Comuni, Province e Comunità montane.
La legge 63 contiene tutti gli indirizzi di politica agraria, ma rimanda alle istruzioni le concrete attuazioni di questi indirizzi e la realizzazione in questo contesto delle priorità. E' indubbio che questa impostazione consente all'Assessorato e alla Regione un uso agile della legge, nel senso che il mutamento di condizioni oggettive e di risorse non implica un mutamento della legge, ma delle sue istruzioni. Ci si chiede se nell'attuale situazione di stretta economica non si renda necessaria una maggiore rigorosità della legge per dare riferimenti più certi ai soggetti sociali che ne possono usufruire. Non voglio entrare nel merito di questi problemi; è certo, comunque, maggiore rigorosità implica una più stretta connessione tra il sistema delle agevolazioni e degli interventi previsti dalla legge da un lato e i piani aziendali e i piani zonali di sviluppo agricolo dall'altro. Non è detto che un siffatto indirizzo di maggiore connessione riduca i residui passivi, anzi, molto probabilmente li aumenterebbe dal momento, per esempio, che per quanto riguarda i piani zonali di sviluppo agricolo siamo nella fase iniziale della loro elaborazione. Stupisce il tipo di risposta che si è tentato di dare da parte della Democrazia cristiana Abbiamo sentito il Consigliere Chiabrando dire che non proporrà emendamenti alla legge 63, perché si ritiene che il discorso di merito debba essere rinviato. Ho sentito il Consigliere Chiabrando sostenere che la proposta di legge della Democrazia cristiana, che Paganelli sollecita alla discussione del Consiglio, non butterebbe alle ortiche la legge 63. Ho dei grossi dubbi su questo fatto. Esentare dai piani aziendali, come si è chiesto in quella proposta di legge, le aziende sino a due unità lavorative porterebbe, di fatto, ad una situazione in cui quasi l'80% delle aziende piemontesi può accedere tranquillamente alla legge 63 senza ricorso ai piani aziendali. E questo ribaltamento dell'impostazione è ancora più evidente quando si considera che quella proposta di legge porta a 43.030 unità di conto per ogni unità lavorativa, anche senza piani aziendali contro il dispositivo della legge 63 che impone il piano aziendale quando l'importo degli investimenti previsti supera le 15.000 unità di conto per ogni unità lavorativa. Non so, essendo ancora da verificare, se questa proposta può rappresentare il toccasana per ridurre i residui passivi.
Sarei meno sicuro, per esempio, del Capogruppo della Democrazia cristiana Paganelli in questo senso, anche perché, come più volte ci siamo permessi di far rilevare, questa questione per alcuni aspetti è condizionata da fattori fisiologici, per altri aspetti dipende da fattori esterni all'Assessorato e alla politica regionale. Non mi soffermo su questo punto perché la relazione di Gastaldi risponde con argomenti molto rigorosi e molto lucidi a queste considerazioni.
Una cosa però mi sento tranquillamente di dire: che la vostra proposta di legge, proprio perché muta gli indirizzi di fondo della legge 63 rappresenta un contributo per ritornare in pieno ad un regime di interventi a pioggia e in questo contesto viene richiesta una maggiore rigorosità per quanto riguarda la cooperazione e questa rigorosità per non avere strutture cooperativistiche sovradimensionate potrebbe anche essere oggetto di un'attenta valutazione, partendo da fatti e da situazioni specifiche, ma non si può accettare un indirizzo di principio, che presiede alla normativa da voi proposta, che forza l'interpretazione dello Statuto.
Non si può accettare questa interpretazione dello Statuto partendo dal presupposto che la cooperazione sarebbe un fatto complementare quando si tratta di cooperative di trasformazione e di commercializzazione e un fatto che cozza contro la centralità dell'impresa quando si tratta di cooperative di produzione.
Per il nostro Gruppo diventa difficile accogliere osservazioni di principio che, comunque, puntano a stravolgere la legge 63.
Nella proposta di legge della Giunta, frutto di un lavoro unitario compiuto in Commissione, il nostro Gruppo vi si ritrova. E' una proposta che concentra quasi tutta la sua attenzione sulle procedure, sulle istruttorie. Noi la condividiamo anche se riteniamo che una parte del testo che ci viene posto forse dovrebbe essere più oggetto della modifica delle istruzioni che non della legge.
Ci permettiamo alcuni brevi incisi di merito. Per quanto riguarda la modifica del punto f) dell'art. 5, pensiamo che il nuovo dispositivo previsto, che eleva le anticipazioni alle cooperative per i contributi in capitale e le estende con parità di trattamento alle aziende singole rappresenta un fatto importante ai fini della riduzione dei residui passivi.
La raccomandazione che ci permettiamo di formulare è che ci sia una gestione attenta di questo dispositivo per garantire che le risorse finanziarie, pur passando dalla Regione ai soggetti sociali interessati siano utilizzate nel più breve tempo possibile. E questo è fattibile se per tutti i casi in cui vengono erogate anticipazioni è previsto il controllo da parte della Regione.
Il secondo riguarda il certificato di idoneità inserito al punto e) dell'art. 5. Anche noi come altri siamo convinti che questo certificato superando il vecchio sopralluogo che si concludeva senza dare alcun esito all'azienda interessata, introduce immediatamente degli elementi di certezza o meno sull'idoneità ad accedere alle agevolazioni. In una situazione in cui le risorse non sono infinite e la disponibilità finanziaria è inferiore alle richieste che si accumulano ogni anno, è prevedibile comunque che con questo certificato si accentui la tendenza ad un allargamento della forbice tra richieste e risorse anche per gli interventi che vengono considerati prioritari. L'allargamento di questa forbice accumula le domande, mentre è indubbio che il certificato di idoneità suscita delle attese e può accrescere quindi anche forme di malessere verso la Regione, perché dal certificato di idoneità al provvedimento di concessione possono passare due o tre, forse anche quattro anni. E questo nel momento in cui l'operatore agricolo fa i conti non solo con gli investimenti che intende fare, ma anche con i tassi di inflazione che richiederebbero, ovviamente, di usufruire subito dei contributi.
Queste osservazioni ci portano a sostenere il carattere sperimentale di questa proposta. E' fuor di dubbio che essa alimenta ancora di più tensioni che già oggi esistono nelle campagne. Si tratta di vedere nei mesi che verranno l'insieme della politica agraria che si impone per attenuare queste tensioni. Da questo punto di vista, non tutto dipende dalla Regione.
E' chiaro che ci troveremo di fronte ad appuntamenti che non possono essere elusi e noi come Gruppo comunista, non vogliamo sottrarci.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, molte questioni agrarie restano aperte, alcune si sono aggravate come quella del vino, quelle del credito per le quali forse abbiamo trovato alcuni canali di soluzione.
Tuttavia siamo ancora ben lontani dalla soluzione di tutti i problemi.
Recentemente ne abbiamo parlato con il Ministro dell'Agricoltura che ha promesso che avrebbe convocato gli Assessori regionali prima della pausa estiva.
Agli impegni che abbiamo preso in quel dibattito cerchiamo di dare soluzioni non con strumenti legislativi, ma con scelte programmatiche.
Non escludo che con l'impostazione del nuovo piano regionale di sviluppo possa essere necessaria qualche modifica di legge; sarà certamente necessaria soprattutto se avremo la forza di compiere una scelta che vada verso la ristrutturazione dell'intervento pubblico fortemente in crisi.
Si tratterà, con la ripresa dei lavori a settembre, di definire la delega. Quelli saranno temi che potranno comportare una modifica alla legge fondamentale dell'agricoltura.
Quando si parla di legislazione in agricoltura si dimentica che le Regioni non possono decidere tutto in questa assemblea nonostante abbiano quasi la totalità delle competenze. Le Regioni hanno due grandi condizionamenti, quello nazionale e quello comunitario. Quando il Consigliere Chiabrando fa il discorso dei settori non dimentichi che c'é la legge 984.
Del resto i programmi che presentammo a suo tempo, in riferimento al piano nazionale agricolo, passarono a larga maggioranza e senza l'opposizione della Democrazia cristiana Per me, fondamentale è l'aggiornamento di quei programmi che dovrà tradurre in essere le conclusioni a cui siamo arrivati al dibattito in Consiglio al cui approfondimento arriveremo con la conferenza regionale sulle questioni agrarie.
Il disegno di legge 93 ha voluto invece dare attuazione a uno dei punti di quell'ordine del giorno: un ulteriore sveltimento o accelerazione dei pagamenti. Mi pare che gli arricchimenti e le integrazioni apportate nel corso dell'esame in sede di Commissione siano riusciti a creare le condizioni per andare in quella direzione: parlo di condizioni, Andreatta permettendo: sapete che altre difficoltà si stanno creando con riferimento agli slittamenti degli stanziamenti e con riferimento alla giacenza di cassa.
Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti, soprattutto il compagno Ferro che ha risposto alle questioni poste dal Consigliere Chiabrando sulle ragioni che ci dividono dall'impostazione contenuta nella proposta di legge n. 92.
Voi dite che non siete aprioristicamente contro i piani. D'accordo allora cerchiamo di creare le condizioni perché, sia pure gradualmente, la maggior parte dell'intervento pubblico vada in quella direzione. La filosofia della legge 63 resta quella di indirizzare le risorse regionali e le risorse pubbliche verso investimenti produttivi, individuati per settore e per territorio perché concorrano al riequilibrio socio-territoriale e verso la cooperazione. Queste sono le ragioni che ci dividono dall'impostazione della proposta di legge n. 92 e queste sono le ragioni che ci fanno confermare le scelte compiute con la legge 63.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Premessa - Finalità) "Alla legge regionale 12/10/1978 n. 63 dal titolo: 'Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste' sono state apportate modificazioni ed integrazioni con le seguenti leggi regionali: 1) legge regionale 22/4/1980 n. 27 dal titolo: 'Norme regionali per l'attuazione del Regolamento del Consiglio delle Comunità Europee del 19/6/1978 n. 1360 e della legge 20/10/1978 n. 674, riguardanti le Associazioni dei Produttori agricoli e le relative Unioni' 2) legge regionale 2/5/1980 n. 33 dal titolo: 'Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 12/10/1978 n. 63 - Interventi regionali in materia di agricoltura e foreste'.
Con la presente legge regionale vengono apportate ulteriori modificazioni ed integrazioni alla le 4:e regionale 12/10/1978 n. 63.
I richiami contenuti nella presente legge si riferiscono al testo della legge regionale 12/10/1978 n. 63 già integrato e modificato dalla legge regionale 22/4/1980 n. 27 e dalla legge regionale 2/5/1980 n. 33".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 26 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Modificazioni ed integrazioni al Titolo I della legge regionale 12/10/1978 n. 63) "1 - All'art. 3, lettera a), sono soppresse le parole: 'Le strutture fisse, che siano realizzate fruendo dei contributi previsti dalla presente legge, non possono essere distolte dall'uso e dalle finalità per cui sono stati ottenuti i benefici, per almeno 10 anni; le attrezzature mobili per almeno 5 anni' e sono sostituite dalle seguenti parole: 'Le strutture fisse, che siano realizzate fruendo dei contributi previsti dalla presente legge, non possono essere distolte dall'uso e dalle finalità per cui sono stati ottenuti i benefici, per almeno 20 anni; le attrezzature mobili per almeno 5 anni'.
All'art. 3, lettera b), Disposizioni varie punto 1) Acquisto terreni in pianura sono soppresse le parole: '(...) ampliamento, accorpamento ed arrotondamento(...) ' e sono sostituite dalle parole: '(.) formazione, ampliamento, accorpamento ed arrotondamento(...) '.
2 - All'art. 4, comma primo, punto 1), dopo le parole: '1) le opere(...) ' sono aggiunte le parole: '(...) e le iniziative(...) '.
All'art. 4, comma primo, al punto 1) sono aggiunte le seguenti parole: 'nonché opere e iniziative connesse col trasferimento delle aziende dalle zone previste dai piani regolatori a destinazione non agricola a quelle agricole'.
All'art. 4 sono aggiunte le parole: 'E' assicurata priorità, nell'ordine alle opere ed iniziative da realizzarsi rispettivamente nelle zone classificate di montagna, di collina e di pianura'.
3 - All'art. 5, lettera a), Istruzioni sono soppresse le parole: '(...) sentito il Comitato Tecnico consultivo regionale di cui all'art. 28 della legge regionale 22/2/1977 n. 15(...) ' e sono sostituite dalle parole: '(...) sentito il parere della Commissione consultiva regionale di cui al successivo art.
All'art. 5, lettera c), sono soppresse le parole: 'L'Amministrazione regionale è comunque tenuta a dare una risposta entro 60 giorni dalla ricezione dell'istanza'.
All'art. 5, la lettera e), realizzazione anticipata di opere ed acquisti, è soppressa e così sostituita: 'e) Istruttoria - Idoneità - Impegno - Collaudo - Liquidazione L'Amministrazione regionale è tenuta ad effettuare l'istruttoria con visita in azienda, ove necessario, comunicando l'esito ai richiedenti, entro 120 giorni dalla data di ricevimento della domanda.
Nel caso di esito negativo la domanda viene respinta con risposta motivata.
Nel caso che esistano i requisiti soggettivi ed oggettivi, previsti dalla legge e dalle relative istruzioni per l'applicazione, viene rilasciato il certificato di idoneità in cui risulti, tra l'altro: il limite massimo di finanziamento concedibile in base ai dati disponibili ed ai parametri vigenti al momento dell'istruttoria; la rispondenza tecnico-agronomica ed economica dell'iniziativa alle esigenze delle aziende e la coerenza con gli obiettivi della presente legge le caratteristiche, la quantità e le dimensioni di massima dell'iniziativa le eventuali condizioni e prescrizioni se esiste o meno la necessaria disponibilità finanziaria.
Il certificato non comporta impegno di finanziamento da parte dell'Amministrazione regionale e non dà diritto a precedenze o priorità, ma rappresenta autorizzazione per l'eventuale attuazione dell'iniziativa ed esecuzione delle opere.
Resta fermo che il provvedimento di concessione delle agevolazioni regionali potrà essere emesso soltanto: nel caso esista la necessaria disponibilità finanziaria qualora venga confermata la sussistenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi sulla base della documentazione e di eventuali accertamenti nel rispetto della normativa, procedure, priorità e preferenze previste dalla legge e dalle relative istruzioni vigenti.
Il certificato di idoneità viene rilasciato per iscritto dal responsabile del Servizio, il quale può delegare a tale scopo il funzionario istruttore o altro funzionario.
Nel caso di iniziative assistite dal concorso regionale negli interessi il richiedente, sulla base del certificato di idoneità, può ottenere il finanziamento da parte dell'Istituto di credito sottoscrivendo, a proprio rischio, la relativa obbligazione.
La sottoscrizione dell'obbligazione con l'Istituto di credito agrario prima del rilascio del nullaosta da parte dell'Amministrazione regionale non preclude - di per sé - la successiva eventuale concessione del concorso regionale negli interessi.
Trascorsi i 120 giorni di cui al primo comma senza che sia stata fornita risposta, l'interessato può, a proprio rischio, realizzare l'iniziativa senza che ciò precluda - di per sé - l'ammissibilità alle agevolazioni qualora sussistano tutti gli altri requisiti.
Comunque l'acquisto di bestiame, di macchine e di attrezzature agricole, è consentito anche prima del rilascio del certificato di idoneità purché sia successivo alla data di presentazione della domanda di agevolazione.
L'Amministrazione regionale, entro 30 giorni dall'accertamento dell'esistenza della disponibilità finanziaria, richiede, a completamento della domanda, la presentazione della documentazione tecnica ed amministrativa, prevista dalle istruzioni, che deve essere prodotta entro i termini stabiliti dalle istruzioni per l'applicazione della legge.
L'Amministrazione regionale, qualora venga confermata la sussistenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi e sulla base della normativa e dei parametri vigenti in quel momento, è tenuta ad emettere il provvedimento di impegno, entro 60 giorni dal completamento della documentazione, nel rispetto della normativa, procedure, priorità e preferenze previste dalla legge e dalle relative istruzioni vigenti in quel momento.
L'interessato deve attuare l'iniziativa, entro il periodo indicato nel provvedimento, e comunicare all'Amministrazione regionale l'avvenuta esecuzione delle iniziative allegando la documentazione prevista.
L'Amministrazione regionale è tenuta ad effettuare gli adempimenti di competenza dell'Assessorato agricoltura e foreste necessari per la liquidazione entro i 45 giorni successivi alla presentazione della documentazione.
Le presenti procedure entrano in vigore a partire dalla data stabilita dalla Giunta regionale con le istruzioni per l'applicazione della legge fino a tale data valgono le precedenti procedure'.
All'art. 5, la lettera f) è soppressa e così sostituita: 'f) Anticipazione ed acconti L'Amministrazione regionale può erogare anticipazioni ed acconti: 1) sui contributi in capitale per opere o impianti fissi, compresi reimpianti, coltivazioni e rimboschimenti: a) alle cooperative agricole e loro consorzi, forme associative, enti pubblici o a maggioranza pubblica anticipazioni fino all'80% da liquidarsi anche contestualmente all'emissione del provvedimento di concessione ulteriori anticipazioni fino al 90% su dichiarazione del beneficiario sull'entità delle opere eseguite b) agli altri beneficiari singoli anticipazioni fino all'80% da liquidarsi anche contestualmente all'emissione del provvedimento di concessione.
Nel caso che i lavori non vengano realizzati, il beneficiario è tenuto a restituire le somme introitate maggiorate degli interessi.
2) Su tutte le altre agevolazioni previste dalla presente legge e nelle percentuali stabilite dalla Giunta regionale.
Per tutti i casi di cui ai precedenti punti 1, 2 possono essere inoltre concessi acconti sulla base dei lavori eseguiti e delle attività effettuate.
Inoltre le anticipazioni e gli acconti possono essere estesi in favore di coloro che sono già in possesso di provvedimenti di concessione ai sensi di leggi regionali.
Con deliberazione della Giunta regionale vengono stabiliti i criteri, le modalità e le procedure prevedendo in particolare, nell'ipotesi di inadempienza, la restituzione immediata delle somme introitate, maggiorate degli interessi pari a cinque punti in più del tasso di riferimento del credito agrario di esercizio vigente al momento dell'erogazione dell'anticipazione e dell'acconto.
Il recupero delle somme, maggiorate degli interessi, viene attivato secondo la seguente procedura: 1) Relazione del Servizio che ha espletato l'istruttoria 2) Deliberazione della Giunta regionale di revoca o di presa d'atto della revoca effettuata dal Servizio competente.
La restituzione deve essere effettuata entro i 30 giorni successivi al ricevimento della richiesta a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno.
Nel caso di mancata restituzione nel tempo indicato, il recupero viene effettuato secondo le procedure previste dal R.D. 14/4/1910, n. 639.
Le somme introitate vengono iscritte in apposito capitolo di entrata a cui fa fronte un corrispondente capitolo della spesa per il loro riutilizzo nello stesso tipo di intervento.
Inoltre, fino a quando non sono state interamente recuperate le somme rimane sospesa per l'inadempiente e l'azienda, ditta, ente, istituto società rappresentata, l'erogazione di tutte le agevolazioni amministrate dall'Amministrazione regionale'.
All'art. 5, la lettera h), Reclami, è soppressa e così sostituita: 'h) Reclami Avverso le determinazioni dei servizi decentrati e centrali è ammesso entro 30 giorni dalla comunicazione o, in difetto della pubblicazione reclamo alla Giunta regionale, la quale decide entro i successivi 6 0 giorni, sentito il parere della Commissione consultiva regionale di cui al successivo art. 8.
La Giunta regionale può delegare la decisione sui reclami all'Assessore regionale competente per l'agricoltura e le foreste, il quale è tenuto a sentire il parere della Commissione consultiva regionale di cui al successivo art. 8'.
All'art. 5 sono aggiunte le seguenti lettere: 'p) Variazioni voci spesa opere miglioramento fondiario Nel caso di opere di miglioramento fondiario nell'ambito della somma globalmente ammessa, il richiedente, senza autorizzazione, può apportare tra le voci di spesa già autorizzate, variazioni in aumento o diminuzione fino al 15% di ognuna di esse.
Comunque le variazioni debbono garantire che continuino a sussistere i requisiti oggettivi e soggettivi voluti dalla legge e dalle relative istruzioni.
Per la casa di abitazione possono essere apportate variazioni soltanto in diminuzione.
q) Esonero responsabilità funzionari Le dichiarazioni, rese nei modi previsti dalle vigenti leggi, per dimostrare condizioni e requisiti oggettivi e soggettivi, esonerano da ogni responsabilità i funzionari incaricati delle istruttorie e dell'emissione dei provvedimenti di concessione e di liquidazione'.
4 - All'art. 6, comma secondo, dopo le parole: 'La Giunta regionale pu attribuire(...) ' sono aggiunte le parole: '.all'Assessore competente, ai servizi regionali central i(...) '.
All'art. 6, comma terzo, dopo le parole: 'L'individuazione(...) ' sono aggiunte le parole: '(...) dei servizi centrali'.
5 - All'art. 8, lettera b), sono aggiunte le parole: 'Inoltre la Commissione esprime il parere: 1) sulle istruzioni per l'applicazione della legge 2) sui reclami avverso le determinazioni dei servizi 3) sul riparto di fondi ai servizi periferici e sulle linee generali di utilizzazione di tali fondi'.
6 - All'art. 10, comma secondo, sono soppresse le parole: 'L'esatta misura, riferita ai singoli interventi, è stabilita con delibera del Consiglio regionale entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge e potrà essere modificata entro 60 giorni dall'inizio di ciascun anno solare' e sono sostituite dalle parole: 'L'esatta misura riferita ai singoli interventi è stabilita dalla Giunta regionale, sentita la Commissione del Consiglio regionale per l'agricoltura e le foreste'.
7 - All'art. 11, sono soppresse le seguenti parole: 'Il provvedimento relativo alla concessione della fidejussione è adottato dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale' e sono sostituite dalle parole: 'Il provvedimento relativo alla concessione della fidejussione è adottato dalla Giunta regionale' ".
La Giunta regionale ha presentato il seguente emendamento: al paragrafo 3, dopo le parole "l'Amministrazione regionale è tenuta ad effettuare(...) ", sono aggiunte le parole "(...) gli adempimenti necessari per.".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

L'emendamento della Giunta ripristina il testo dell'articolo precedente che noi avevamo proposto di togliere per dare maggiore certezza alle scadenze.
Comprendo tutti gli iter delle deliberazioni di Giunta, del Commissario di Governo, delle banche, tutti anelli che si aggiungono ai passaggi precedenti.
Però, con la reintroduzione di queste parole non poniamo più nessun limite, perché un conto è dire che entro 45 giorni viene fatta la liquidazione, altro è dire che vengono attuati gli adempimenti per la liquidazione.
Faccio una proposta mediana e cioè propongo il seguente emendamento: "L'Amministrazione regionale è tenuta ad effettuare gli adempimenti di competenza dell'Assessorato all'agricoltura entro i 45 giorni".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Sono d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Siccome anche il Gruppo socialista sta presentando un testo unico delle leggi dell'agricoltura, che verrà discusso in autunno, non vorrei che venissero introdotti oggi dei principi che non potranno poi essere rispettati e mantenuti. Mi chiedo come si possa, entro 45 giorni, procedere alla liquidazione quando sappiamo che occorrono almeno 90 giorni.
Non ci si può arrendere così alla Coltivatori Diretti.
La resa alla Coltivatori Diretti deve essere ragionata e non senza condizioni.
Sono d'accordo nel mantenere la dizione precedente.
Di questo discuteremo nel momento in cui presenteremo il testo unico delle leggi sull'agricoltura, che stiamo predisponendo, con il quale ipotizziamo il trasferimento delle pratiche della liquidazione e della garanzia alle banche.
Facciamo attenzione a parlare di "adempimenti relativi", senza definirne i termini. Consideriamo i tempi occorrenti per arrivare alla liquidazione: formalizzazione della deliberazione, approvazione, invio al Commissario di Governo, ritorno alla ragioneria, richiesta dell'accredito ad un ufficio bancario, che può essere anche periferico, emissione del mandato. Ritenete che tutto ciò possa compiersi in 45 giorni? Anche Chiabrando, pur essendo così bravo in agricoltura, non riuscirebbe ad andare avanti su questa strada.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Ringrazio il Presidente del Gruppo socialista per questo intervento però lo invito a considerare che con l'aggiunta delle parole: "di competenza dell'Assessorato" esclude i tempi occorrenti alle banche.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento nel nuovo testo proposto: al paragrafo 3, dopo le parole "l'Amministrazione regionale è tenuta ad effettuare(...) ", sono aggiunte le parole ".gli adempimenti di competenza dell'Assessorato agricoltura necessari per(...) ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 41 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 2 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 20 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Modificazioni ed integrazioni al Titolo V della legge regionale 12/10/1978 n. 63) "1 - All'art. 29 sono soppresse le parole: 'La Giunta regionale può provvedere anche direttamente al finanziamento degli interventi di cui al comma precedente a favore dei Canali Demaniali' e sono sostituite dalle parole: 'La Giunta regionale può provvedere anche direttamente al fmanziamento degli interventi di cui al comma precedente a favore dei Canali ex Demaniali trasferiti, comprese le spese di gestione'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Modificazioni ed integrazioni al Titolo VI della legge regionale 12/10/1978 n. 63) "1 - All'art. 33, comma primo, dopo le parole: 'Nelle zone collinari e montane, ai coltivatori diretti(...) ' sono aggiunte le parole: ai lavoratori agricoli dipendenti ed agli altri beneficiari previsti dalle vigenti leggi statali in materia(...) '.
2 - All'art. 36, primo comma, punto 1), per opere al servizio di aziende agricole singole sono aggiunte le parole: 'Per gli allacciamenti elettrici in collina il contributo può essere elevato al 60% della spesa'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Modificazioni ed integrazioni al Titolo VIII della legge regionale 12/10/1978 n. 63) "1 - Al titolo dell'art. 52 all'inizio è inserita la parola: 'Opere(...) '.
All'art. 52 dopo le parole: 'Al fine di favorire la realizzazione(...) ' sono aggiunte le parole:".di opere.'.
All'art. 52 sono aggiunte le parole:'La Giunta regionale pub concedere, in alternativa al concorso negli interessi, un contributo in capitale entro la misura massima dell'80% per i progetti presentati dalle Comunità montane ai sensi del Regolamento C.E.E. n. 17 del 5/2/1964 aventi i seguenti requisiti: 1) rientrano nelle linee della programmazione regionale 2) siano già state approvate dalla C.E.E.
3) siano già stati iniziati i lavori 4) siano di sicura e sollecita realizzazione a seguito del contributo regionale'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Modificazioni ed integrazioni al Titolo X della legge regionale 12/10/1978 n. 63) "All'art. 61, lettera v), dopo le parole: '(...) per i contributi di cui all'art. 53(...) ', sono aggiunte le parole: 'le spese di cui all'art. 55 ultimo comma(...) ' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Prima della votazione finale passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signori Consiglieri, il Gruppo socialista vota a favore del disegno di legge n. 93. Sappiamo che i problemi dell'agricoltura in Piemonte sono difficili e seri. Per questo intendiamo porre all'attenzione del Consiglio una sostanziale modifica delle lezi e degli interventi in questo campo.
Riteniamo che sia superato il momento dell'assistenza in agricoltura e che sia giunto il momento di verificare se gli interventi strutturali di piccola portata che sono stati attuati in questi ultimi anni hanno dato dei risultati e se debbano essere Mantenuti o modificati.
Occorre verificare se esistono le condizioni di procedere ad interventi radicali di sostegno che non si rivolgano alle aziende singole ma si rivolgano alle strutture in generale, l'irrigazione, la ricerca scientifica, il mercato interno ed internazionale.
Se vogliamo l'espansione dell'agricoltura, l'acquisizione della tipicità dei prodotti, l'allargamento nei mercati internazionali specie nei settori vitivinicolo, lattiero-caseario, ortofrutticolo, dobbiamo procedere in modo radicalmente diverso.
Nel votare questa legge che indica alcuni snellimenti delle pratiche avvertiamo la gravità della situazione in agricoltura in Piemonte che si collega alla difficoltà enorme del settore industriale e sottolineiamo il pericolo che una caduta generale potrebbe anche avere conseguenze di lunga durata e di enorme portata economica.
Vi sono degli indirizzi che noi socialisti con le altre forze politiche andremo a verificare. Nel collocarci in questa linea, che ha dei punti di convergenza ma anche dei punti di distanza dalle forze politiche della maggioranza e dell'opposizione, ci ripromettiamo di fare questo discorso in modo più ampio in autunno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questa legge è conseguenza di un dibattito programmatico molto più vasto tenuto in questo Consiglio nel quale si sono fissate tre questioni che ribadisco: la necessità di guardare con un'ottica diversa le questioni dell'agricoltura e di parlarne non come di un corpo separato, ma come di un corpo che va integrato alla questione economica.
E' necessario dar vita ad una conferenza economica con al centro i problemi dell'agricoltura. In quella sede si esprimeranno le forze sociali e si coinvolgeranno in modo ampio le forze economiche piemontesi.
La seconda questione riguarda il Governo e il rapporto tra Stato Regione, aziende, protagonisti dell'agricoltura, fatti sociali all'interno dei quali passano le grandi scelte, gli investimenti, i contributi.
L'impegno della Giunta è chiaramente in direzione dell'irrigazione e della ricerca così come ha ricordato il Consigliere Viglione. Bisogna riuscire a riformare su un doppio fronte, quello dell'economia dando vita ad investimenti pubblici che abbiano immediato riflesso sulla condizione delle aziende,, quello delle realtà delle aziende agricole piemontesi che hanno un tessuto del tutto particolare rispetto ad altre regioni in cui l'imprenditorialità medio-piccola va vista come un interessante complesso da rafforzare.
Bisogna tener conto che la Regione e lo Stato nel suo complesso devono avere un rapporto con queste aziende. Non si tratta solo di assistenza o di assistenzialismo. Bisogna tener conto di valori generali e di fatti sociali che hanno favorito la fuga dalle campagne. Non si tratta di cedere, come diceva Viglione, alla Coldiretti o ad altra associazione, si tratta di avere rispetto di quella realtà sociale che è importante e portante nel tessuto economico.
Questo implica il terzo punto. Se si vuole avere una certezza di diritto anche maggiore bisogna essere "eversivi" nei confronti dell'Amministrazione. Dobbiamo avere un coraggio eversore per cambiare l'amministrazione pubblica. Bisogna riformare la Regione, bisogna essere in grado di far tutto il possibile per dare una struttura amministrativa nuova. Non possiamo avere Assessorati verticali. Dobbiamo fare una scelta: o vogliamo gli Assessorati-Ministero e andiamo avanti in questo modo modifichiamo le ragionerie e il comportamento amministrativo; oppure facciamo una scelta centralizzata, com'è adesso, con un'unica tesoreria ed accettiamo le cose che diceva Viglione nei confronti delle banche. Non dobbiamo essere subalterni, ma in grado di indirizzare anche il sistema creditizio e di avere Assessorati trasversali, più grandi, alcuni di programmazione, altri di indirizzo, di azione specifica. Se vogliamo misurarci su una questione così complessa e intricata com'è quella dell'agricoltura, vista la pluralità di aziende, la disparità territoriale gli interventi strutturali e la capacità di governo che si può esprimere dobbiamo dare una struttura amministrativa diversa.
Per questo, proponevo in quell'ordine del giorno una conferenza economica con al centro questi problemi, dove si misurano le grandi e piccole imprese industriali su questo tema, dove si discute il ruolo dell'agricoltura piemontese come tessuto portante dello stesso sviluppo industriale del Piemonte.
Lì si potrà intravedere una sera.da che davvero ci porti ad un sistema di riforma che ha una sua radicalità non giacobina, non drastica, di invenzione; lì porteremo tutti gli operatori a comprendere questi problemi e la portata di questa posta in gioco. Se è così e se iniziamo questa strada, ben venga la legge che sveltisca le procedure, che permetta qualche vantaggio, che permetta di affievolire le difficoltà. Peraltro, anche se questa fosse la migliore legge del mondo, le difficoltà ci sarebbero sempre perché sono esterne, il sistema delle banche non lo mutiamo, è un problema che non si risolve con l'inno ai residui passivi di Andreatta, il quale lo adotta quasi conte metodo per evitare di tagliare la spesa pubblica. Avremo davvero un momento di grande confronto costruttivo, che getti le basti di un sistema in cui si possano riconoscere, come forze politiche rappresentative del Consiglio, maggioranza ed opposizione.
Alla maggioranza toccherà poi gestire la nuova gerarchia di valori e in questo campo, come in altri, può trovare la più ampia convergenza possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il mese di luglio non è il più favorevole alla riflessione, però,s visto che la Giunta, per bocca del suo Presidente, ha ritenuto di fare un bilancio vittimista e trionfalista nello stesso tempo sul suo anno di vita mi pare che quello che imprudentemente hanno detto i rappresentanti della maggioranza su questa leggina, tra l'altro non provocati, meriti da parte di una forza di opposizione una doverosa attenzione. Questi discorsi in questa settimana e di questi giorni stanno diventando continui e quotidiani, allora - mi si consenta - se la Giunta fa i suoi consuntivi anche l'opposizione deve fare i suoi consuntivi e presentare i suoi conti e soprattutto perché questi conti ci vengono presentati dalla maggioranza su un piatto d'argento, non provocati e non richiesti.
A proposito dell'idrovia, questa mattina ci veniva detto chiaramente che l'ipotesi proposta dall'Assessore era riduttiva rispetto ad una strategia più generale, quindi, da parte del c'era la preoccupazione che ci fosse un'insufficiente attenzione al quadro generale europeo ed internazionale.
Sul dibattito sull'occupazione il Capogruppo socialista aveva detto che il documento non era condiviso e non sarebbe stato votato, se non emendato.
Non si è votato, quindi, non c'é stata la necessità di emendare, peraltro quello non era un documento della Regione perché una forza di maggioranza non lo condivideva. Sul piano territoriale c'é stato lo scontro tra Rivalta ed Astengo, e su questo non ci sono dubbi.
Se fossi l'Assessore incomincerei a chiedermi se sono un santo in paradiso o se sono in paradiso a dispetto dei santi. Sostanzialmente è stata fatta una radiografia della situazione dell'agricoltura nella Regione, ancora una volta si è ricordato che ben otto anni fa, la Democrazia cristiana aveva la responsabilità di governo del settore, si è ritornati a dire che si è partiti da concetti assistenziali, in sostanza si è detto chiaramente che la crisi dell'agricoltura esiste e si sono riconosciute le carenze della politica agricola regionale, l'incapacità di creare le condizioni e gli strumenti di tipo operativo, l'incapacità di trovare sbocchi ai nostri prodotti, di riqualificarne l'immagine e il contenuto, di proporre campagne promozionali.
Alla stessa conclusione arriva il rappresentante del P.C.I., il quale peraltro, ne fa più un problema istituzionale che non di prospettiva perch ritiene che i ritardi della capacità di governo della Regione su questo terreno non siano tanto per la mancanza di prospettive e di strategie, ma per la mancanza di meccanismi di governo ad hoc. In conclusione, la maggioranza esce con un quadro abbastanza desolante sul modo in cui gestisce l'agricoltura in Piemonte.
Vogliamo mettere anche questo argomento nel bilancio consuntivo e trionfalistico della Giunta? Mettiamolo pure insieme al piano territoriale insieme al piano sull'occupazione. Sono queste le dimostrazioni di una maggioranza efficiente? Tra l'altro attiene alla maggioranza di rispettare il senso delle istituzioni non con i numeri o le opportunità, ma con una volontà politica un disegno, una prospettiva e un ideale. Sui grossi appuntamenti di questo primo anno la maggioranza è arrivata sempre divisa. Un giorno o l'altro sarà pure doveroso trarne le conclusioni! Il nostro Gruppo non ha fatto polemiche sullo scontro tra l'Assessore competente e il prof. Astengo, ma non può non registrare una serie di infortuni su cui è caduta la maggioranza nel giro di 10 giorni.
Caro Revelli, riconosco che la conferenza sull'economia sia uno strumento di conoscenza della realtà, ma in quella conferenza la maggioranza non potrà andare da pari a pari, non potrà accogliere ciò che pensa la società sull'agricoltura, dopo di che, con un sistema di tipo assembleare in cui non ci siano responsabilità istituzionali e politiche di governo, mettere sullo stesso piano la relazione dell'Assessore, la relazione della Coltivatori Diretti, la relazione della Confagricoltura.
Questo non è corretto.
Il Governo, caro Revelli, non è soltanto un'istituzione, il Governo deve avere un obiettivo, deve avere la capacità di proporre e perseguire l'obiettivo. Questo obiettivo o lo avete o non lo avete, e andarlo a cercare in una conferenza non è serio. Non si può, in Consiglio regionale accusare un Assessore di miopia gestionale e politica, riconoscere le insufficienze, dopo di che dire: "facciamo la rifondazione della politica agricola in Piemonte con una conferenza".
In quella conferenza la maggioranza deve sentire, deve parlare e deve portare un proprio disegno, una propria strategia con la quale confrontarsi con gli altri soggetti della società.
Il modello deve essere originale, autonomo e deve portare alla responsabilità delle forze di maggioranza che lo propongono. Le forze di opposizione hanno una funzione diversa.
Non si vuole fare della strumentalizzazione, ma non è neanche corretto che si lascino passare quotidianamente le incapacità della Giunta di tenere comportamenti coerenti su problemi così vitali, di fronte .ad un'opposizione intermedia che, in attesa dell'anno fatidico in cui le cose cambieranno, continuano, in qualche occasione, a non fare il proprio dovere. Io ho ritenuto di doverlo fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

All'inizio della discussione, quando il Presidente ha chiesto se qualcuno intendeva intervenire su questa proposta di legge, in aula non c'era nessuno. Poi l'amico Chiabrando è intervenuto, dopodiché si è innestata la discussione come spesso succede.
Gli interventi del Capogruppo del P.S.I. e del collega Revelli hanno ulteriormente confermato quello che è stato sostenuto dall'amico Chiabrando: siamo di fronte ad un provvedimento legislativo modesto parziale, che non affronta i problemi che l'ordine del giorno e la discussione avevano posto, quindi, non ci soddisfa anche se affronta degli argomenti sui quali siamo d'accordo.
Sono misure parziali che affrontano questioni procedurali ma che non toccano la drammatica realtà dell'agricoltura piemontese. Non voglio ricordare le migliaia di domande che sono da anni ferme presso l'Assessorato, senza risposta, non voglio ricordare che i piani agricoli zonali non vanno avanti. Dieci anni fa l'attuale Assessore criticava l'Assessore dell'epoca perché in Piemonte si faceva politica agraria in assenza dei piani agricoli zonali. Per la soluzione di questo problema non ci sono ostruzionismi, c'è impegno delle categorie interessate, della Coltivatori Diretti che - collega Viglione - non è da identificare con la Democrazia cristiana I problemi infrastrutturali dell'agricoltura, il problema dell'irrigazione nel Piemonte sud sono temi grossi ed importanti ma fermi e bloccati. Finiamola una buona volta di dire che un tempo c'erano gli interventi a pioggia. Colleghi, oggi non è vero che le aziende agricole non possono presentare le domande perché non hanno i titoli. Tutte le aziende agricole che hanno le caratteristiche per essere iscritte nell'Albo professionale possono presentare le domande, ma, a differenza di una volta le domande vengono presentate e poi giacciono senza risposta. Una volta almeno si rispondeva.
Quindi, al di là delle affermazioni demagogiche, bisogna prendere atto di una realtà che è molto difficile, molto complessa, che deve vedere impegnati tutti per trovare delle soluzioni, ciascuno per il ruolo che svolge all'interno del Consiglio.
Non entro nel merito della nostra proposta non essendo in discussione questa mattina. Certo, però, che non è corretto cercare di distruggere una proposta che non è ancora all'esame del Consiglio.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Tra le cose da discutere c'é anche quella. La dichiarazione di voto è una dichiarazione di voto.



LOMBARDI Emilio

E' una proposta che può avere delle lacune. Non pretendiamo di aver presentato il toccasana dei problemi dell'agricoltura. Ho sentito che il P.S.I, ne presenterà una propria. Mi auguro che altre forze politiche presentino delle proposte, in modo che, in autunno, alla ripresa dell'attività, si possano prendere tutte in esame ed affrontare i problemi in termini nuovi, non per voler gettare alle ortiche la legge 63, che è una riedizione delle leggi 45 e 51, ma per affrontare in termini nuovi i drammatici problemi dell'agricoltura. La legge 63 venne varata in un determinato periodo, oggi l'agricoltura vive un momento completamente diverso. Può darsi che la nostra proposta non li affronti in modo completo.
Aspettiamo la presentazione di altre proposte per discuterle in Commissione e per offrire il nostro apporto.



PRESIDENTE

La parola al collega Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Farò una brevissima dichiarazione di voto.
Consideriamo questa legge un insieme di procedimenti volti a snellire le procedure burocratiche e, come tale, è accettabile anche dal nostro punto di vista. Evidentemente restano irrisolti, anzi non sono neppure sfiorati, i grandi problemi di fondo dell'agricoltura di cui si è molto parlato.
Per questo motivo il nostro sarà un voto di astensione.
Vogliamo aggiungere che abbiamo ascoltato con divertito interesse le considerazioni svolte dal collega Marchini, che hanno fatto irritare il Vicepresidente. Onestamente, condividiamo il suo punto di vista sulle continue lacerazioni che vengono appalesate e che si dimostrano tra i partiti formanti l'attuale maggioranza. Ci permettiamo di aggiungere, con una punta di malignità, che notiamo però anche una sostanziale differenza di tono tra gli interventi del collega Marchini, che apprezziamo, e quelli del collega Bastianini che invece ci paiono andare in direzione molto diversa dalla sua.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Comunico, infine, che l'ordine del giorno collegato al suddetto progetto di legge verrà esaminato nell'adunanza pomeridiana.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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