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Dettaglio seduta n.71 del 16/07/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che per difficoltà tecniche i processi verbali relativi alle sedute del 9 luglio scorso non sono stati distribuiti verranno quindi approvati nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Enti strumentali

Interpellanza dei Consiglieri Guasso, Revelli e Bontempi inerente i rapporti con il CSI-Piemonte


PRESIDENTE

Circa il punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", iniziamo con l'interpellanza presentata dai Consiglieri Guasso, Revelli e Bontempi inerente i rapporti con il CSI-Piemonte.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore agli enti strumentali

L'interpellanza solleva un duplice ordine di problemi In primo luogo quelli connessi ai rapporti con il CSI-Piemonte nell'ambito della politica regionale concernente gli enti strumentali.
In secondo luogo, la più specifica prospettiva concernente la definizione degli indirizzi, degli obiettivi e delle linee politiche del sistema informativo regionale.
Si tratta, evidentemente, di problemi strettamente connessi e correlati, ai quali, peraltro, si fornisce una risposta articolata.
Rapporti con il CSI-PIEMONTE Sin dalla prima formulazione, ma in termini che potranno essere ulteriormente specificati nell'elaborazione in corso, il piano regionale di sviluppo recava un'impostazione precisa in ordine agli indirizzi per la definizione del sistema informativo regionale, che possono così essere sintetizzati: a) la definizione di un sistema non "statico", di pura classificazione della realtà, ma "dinamico", in grado cioè di promuovere dei processi di trasformazione dell'esistente b) la garanzia di una gestione democratica di tale sistema, attraverso il suo controllo da parte dei livelli istituzionali elettivi e delle forme di partecipazione organizzata; ciò acquista un ancor maggiore significato dopo l'approvazione del D.P.R. n. 616 e nella successiva fase del dibattito sulla riforma generale della legge comunale e provinciale ancora aperta c) il legame necessario che tale sistema deve assumere, con i processi di riforma istituzionale in corso, per assicurare un'evoluzione coerente con il disegno costituzionale di uno stato pluralista e decentrato; in questo senso l'azione svolta fino ad oggi è sempre stata tesa ad una coerenza con le riforme in atto (con speciale riguardo all'istituzione del servizio sanitario nazionale) d) l'individuazione degli aspetti qualificanti del sistema informativo negli uomini e nell'organizzazione, e non nelle macchine; con ciò si è inteso porre le premesse per una radicale inversione di tendenza per quello che riguarda l'uso dell'informatica nella pubblica amministrazione in Italia: i ritardi e gli sprechi presenti in essa sono ormai certi e dettagliati (basti pensare che vengono individuati da tempo anche nelle relazioni annuali di parificazione del rendiconto consuntivo dello Stato da parte della Corte dei Conti), per cui occorre ancora oggi superare dei gravi ritardi anche "culturali" presenti nella pubblica amministrazione locale, che spesso considera l'informatica come una "panacea" in grado di risolvere problemi che sono di carattere organizzativo - procedurale e) la finalizzazione prioritaria del sistema informativo alle esigenze dell'operatore pubblico, con particolare riguardo per gli enti locali territoriali e le aziende ad essi collegate f) la necessità di definire progetti coordinati di hardware e software orientati all'utente pubblico, attraverso i quali sviluppare una domanda pubblica coordinata nei riguardi del comparto industriale dell'informatica g) lo sviluppo della didattica e della ricerca nel settore informatico collegato, da un lato, alle competenze istituzionali della Regione nel campo della formazione professionale; dall'altro ai rapporti costituiti con l'Università ed il Politecnico sia direttamente (convenzioni) che indirettamente (Consorzio - Regione - Università - Politecnico) h) lo sviluppo di un'attività di promozione, di stimolo e di coordinamento nei confronti degli enti locali territoriali da par te della Regione, avvalendosi del Consorzio, sulla base di precise direttive politiche; in tal senso sono da vedersi con favore le ulteriori operazioni di consorziamento (come, ad esempio, quelle delle Province piemontesi), già in parte realizzate.
Tali contenuti trovano, ad avviso della Giunta, adeguata strumentazione nelle procedure di cui, in particolare, alla legge regionale 15/3/1978, n.
13, recante: "Definizione dei rapporti tra Regione e Consorzi per il trattamento automatico dell'informazione", a suo tempo approvata all'unanimità dal Consiglio regionale.
La legge, come noto, reca una definizione di sistema informativo che ne caratterizza contenuti, modalità e finalizzazione all'interno di un contributo strumentale che il Consorzio arreca alla Regione e agli altri enti pubblici.
Ed in quella sede la gestione del supporto in formativo, anche attraverso l'acquisizione di contenuti che gli Atenei sono in grado di fornire, specie sul piano della ricerca, assicura una strumentazione efficace ed una informazione idonea agli interventi della Regione.
Il lavoro del Consorzio, sviluppato attraverso reciproche iniziative della Regione e del CSI stesso - nei termini previsti dagli artt. 3 e 4 della citata legge n. 13 del 1978 copre un ampio settore di interventi, come può essere verificato dall'insieme dei progetti in gestione presso il CSI.
Vi sono, peraltro, le premesse per iniziative di maggior respiro che nell'ambito dei contatti organizzati che legano il CSI alla macchina regionale, il CSI stesso sta presentando, per un esame preliminare, ai competenti Assessorati.
Si tratta di progetti che, mentre integrano alcune delle realizzazioni già in gestione in ambito più ampio, aprono anche prospettive più significative nei confronti del problema generale del sistema informativo regionale.
Sul secondo ordine di problemi: quello concernente la politica relativa agli enti strumentali e la collocazione, in questo ambito, dei rapporti con il CSI-Piemonte, la Giunta assume l'impegno di presentare il relativo quadro generale al Consiglio, entro il settembre p.v., per sviluppare adeguatamente quel tema in stretta connessione con le determinazioni che si assumeranno intorno al rinnovato piano di sviluppo.
Entro lo stesso termine, naturalmente, la competente Commissione consiliare sarà investita, al livello di dettaglio che la complessità del problema comporta, delle specifiche problematiche concernenti: le proposte in ordine all'impostazione generale dei rapporti tra Regione ed enti strumentali, anche con particolare riguardo alla singolare fisionomia del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione la definizione degli indirizzi, degli obiettivi e dei riferimenti, a carattere generale e specifici, del sistema informativo in questa fase della programmazione regionale e dell'attività del CSI-Piemonte.
Quanto sopra, sulla base della relazione programmatica del Consorzio e del documento organico della Giunta sullo stato di attuazione del sistema informativo regionale e sul programma di sviluppo del medesimo, di cui all'art. 3, secondo comma, della già citata legge regionale 15/3/1978, n.
13.
Il quadro complessivo delle elaborazioni e degli studi da commissionare al Consorzio o ai quali la Regione intende contribuire, ai sensi della stessa disposizione di legge e l'insieme dei costi relativi.
Ivi troveranno analitica illustrazione i progetti, in precedenza richiamati, in corso di elaborazione e di presentazione preliminare ad opera del CSI-Piemonte.
E' incominciata l'opera di coordinamento delle attività dei vari enti strumentali. L'ESAP, l'IPLA, l'IRES, la Finpiemonte e il CSI-Piemonte hanno promosso un quadro di elaborazioni, di programmi, di ricerche e di attività che coinvolge tutti gli aspetti ambientali e territoriali delle risorse primarie a cui sono interessati i vari enti strumentali richiamati. Si procederà a collegare ed integrare fra di loro le attività dei vari enti per singoli settori e questa attività richiederà necessariamente e puntualmente l'apporto del CSI-Piemonte.
E', peraltro, disponibile, fin d'ora, il quadro d'insieme dei progetti cui si è fatto riferimento. Si sottolinea, nel merito, come, non solo in base all'impostazione che la Regione ha inteso conferire al sistema informativo, ma, altresì, per specifiche iterate richieste che pervengono dallo stesso Consorzio, sia necessaria una più attiva presenza degli organi regionali in ordine a quelle problematiche.
Presenza cui la Giunta si impegna e che troverà nel Consorzio un interlocutore attento e consapevole che solo da tale rapporto con la Regione e con gli enti locali quell'importante insieme di risorse pu derivare la sua corretta collocazione e reali prospettive di sviluppo.
L'interpellanza faceva ancora riferimento all'esigenza di finanziamento cogliendo una situazione di difficoltà del momento. In parte quella situazione di difficoltà burocratica ed amministrativa è stata risolta fin dal mese di maggio. La Regione promuoverà i programmi di finanziamento che si renderanno necessari per sostenere il quadro operativo dopo che l'avremo discusso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi dichiaro completamente soddisfatto per la completezza delle informazioni e per gli impegni che sono stati assunti e che sono stati esplicitati nel corso dell'esposizione.


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente l'esclusione dei farmacisti comunali - D.P.R. 671


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza presentata dai Consiglieri Bastianini Marchini e Turbiglio inerente l'esclusione dei farmacisti comunali - D.P.R.
671.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

I Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio mi interpellano per conoscere i motivi per i quali i farmacisti comunali sono stati esclusi dai ruoli regionali del servizio sanitario La normativa richiamata dagli interpellati non può essere sufficiente a suffragare il diritto dei farmacisti utilizzati nell'ambito delle farmacie comunali, ad essere iscritti nel ruolo nominativo del personale del servizio sanitario.
Infatti, la richiamata normativa va applicata - e non potrebbe essere diversamente - come precisa espressamente il primo comma dell'art. 68 della legge 833/1978 al personale dipendente dei Comuni che risulti addetto ai servizi sanitari trasferiti alle U.S.L.
In relazione a ciò appare quindi evidente che non essendo ricompresa la vendita dei medicinali tramite farmacie tra le funzioni affidate alle U.S.L. (vedasi art. 28 della citata legge 833), il personale farmacista e non addetto alle farmacie comunali non possa trovare iscrizione nel ruolo nominativo regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'interpretazione dell'Assessore è utile a fare chiarezza su questa materia. A noi pare peraltro che sussista qualche dubbio sul rapporto letterale tra la legge 833 e la legge 1979/761. In questo senso ci consideriamo parzialmente soddisfatti, consapevoli peraltro di avere collaborato a rendere di pubblico dominio un'interpretazione che indubbiamente, ha un suo pregio.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Questa è l'interpretazione di tutte le Regioni italiane


Argomento: Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente le "barriere architettoniche"


PRESIDENTE

L'Assessore Rivalta risponde all'interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente le "barriere architettoniche".



RIVALTA Luigi, Assessore all'edilizia residenziale e scolastica

Le norme contenute nel D.P.R. n. 384 del 1978 prevedono una serie di disposizioni atte all'eliminazione delle cosiddette barriere architettoniche. Per barriere architettoniche si intendono quegli impedimenti strutturali che rappresentano altrettanti ostacoli per coloro che hanno delle minorazioni fisiche. L'applicazione di tale normativa si riferisce sia alle costruzioni di ordine civile (case, strade) sia agli edifici destinati a scopi culturali e ricreativi (biblioteche, cinema teatri, giardini, piscine, palestre).
Il beneficio che si ottiene dalla realizzazione di dette opere non è prerogativa degli handicappati, ma è rivolto alla tutela di vaste e varie categorie di persone, quali anziani, donne incinte, bambini convalescenti quindi riguarda un'estesa parte della popolazione.
Anche se l'eliminazione delle barriere architettoniche non risolve del tutto la complessa problematica dell'emarginazione sociale degli handicappati, rappresenta tuttavia oltre ad un atto di giustizia e di uguaglianza nella considerazione di queste persone, un contributo iniziale ed indispensabile ad un loro reinserimento nella vita quotidiana.
L'interpellanza riguarda, quindi, un tema di grande importanza, che richiede una particolare attenzione da parte di tutti gli enti pubblici.
La Regione ha promosso finora un'attività promozionale, volta alla divulgazione della normativa contenuta nel D.P.R. 384, un'azione che si è concretata nel corso del 1980 con la pubblicazione dell'opuscolo dal titolo "E' permesso" curata dall'Assessorato alla pianificazione territoriale.
Tale pubblicazione è stata attuata nell'ambito di quel programma di studi dell'Assessorato tendente a fornire un quadro di orientamenti coordinati nel campo della progettazione, programmazione e realizzazione di opere di edilizia scolastica. Però è stata intesa nel senso che costituisce una base di indicazione di problemi e di possibili soluzioni tecniche che riguardano l'insieme del sistema dei servizi per le istituzioni pubbliche che concorrono alla formazione di occasioni di vita, di animazione e polarizzazione sociale sul territorio regionale.
In quest'ambito, a partire dal 1979, le scuole in corso di realizzazione con i programmi della 412, hanno avviato l'attuazione degli accorgimenti per eliminare o comunque per ridurre gli impedimenti fisici di dette barriere architettoniche.
Analoga azione è stata svolta nel campo dell'edilizia residenziale pubblica che tiene conto nella progettazione dell'Istituto Autonomo Case Popolari dell'esigenza di eliminare tutti gli impedimenti strutturali alla deambulazione delle persone handicappate. Molti Comuni hanno incominciato ad operare per modificare quelle barriere che esistono nell'ambito della struttura urbana.
Per quanto riguarda l'edilizia residenziale si è cominciato addirittura dal 1974 a garantire che il 10% degli alloggi rispondessero alle barriere architettoniche. Si è poi modificato questo atteggiamento assumendo come riferimento la richiesta dell'associazione degli handicappati che è diversa per dimensione e per condizione nelle varie zone.
Questo riguarda l'edificazione nuova. L'interpellanza fa invece riferimento al preesistente, che purtroppo è di gran lunga maggiore di quanto è stato fatto in questi ultimi anni. Il problema si pone nei termini di controllare, di stimolare perché il nuovo, davvero, continui a muoversi sulla strada dell'eliminazione delle barriere architettoniche. Una gran parte delle strutture di vita pubblica, dai municipi, alle biblioteche agli ospedali, alle altre attrezzature pubbliche realizzate da tempo non contengono norme e risoluzioni tecniche che possano rispondere al problema posto dall'interpellanza.
La Giunta ha affrontato il problema posto dall'interpellanza e ha assunto l'indirizzo che la stessa pone: una legge apposita.
Pur assumendoci l'impegno di verificare questa possibilità, abbiamo rimandato questo problema, intanto perché il bilancio è già avviato, e poi perché non siamo a conoscenza dell'entità e della qualità della situazione.
Peraltro crediamo che debbano essere utilizzate le leggi settoriali della Regione che forniscono contributi agli enti pubblici e che riguardano i municipi, le biblioteche (legge 28 per le opere pubbliche, legge sulla cultura), che riguardano gli interventi di ristrutturazione dell'edilizia scolastica. Quindi è possibile introdurre degli accorgimenti per risolvere questo problema. Stiamo compiendo un'azione di sensibilizzazione nei confronti dei Comuni informandoli che la Regione è disponibile a considerare come prioritarie quelle opere che riguardano l'eliminazione delle barriere architettoniche.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Esprimo un apprezzamento per l'attenzione che la Giunta e l'Assessore competente hanno riservato alla nostra interpellanza, che se non fosse stata letta con attenzione e con interesse al problema, probabilmente avrebbe sortito in una risposta parziale.
Il fatto che la Giunta abbia colto la necessità di intervenire sul pregresso, ci convince che l'Assessore competente e la Giunta hanno a questo riguardo la dovuta attenzione.
Il problema si presenta sotto tre aspetti: quello della legge nazionale che garantisce per il futuro qualche rimedio; quello relativo al pregresso quello inerente le strutture non strettamente architettoniche (per esempio i mezzi di trasporto ed altri accessori della vita sociale e consociata).
Questa attività ci troverà impegnati ben al di là dei limiti della nostra interpellanza.
La risposta è però insoddisfacente. Manca, infatti, una risposta alla nostra richiesta relativa agli impegni di carattere finanziario. Mi rendo conto che ragioni tecnico-giuridiche lo hanno impedito.
Peraltro, a noi pare che il problema avrà una precisa e concreta soluzione soltanto quando si sarà passati ad impegni precisi di spesa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate

Interrogazione dei Consiglieri Sartoris, Martini e Petrini inerente le aree attrezzate artigianali


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione presentata dai Consiglieri Sartoris Martini e Petrini inerente le aree attrezzate artigianali.
Risponde l'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore all'artigianato

L'incarico è stato affidato alla Finpiemonte su deliberazione del 29/12/1980. Non è stato affidato un sub-incarico, bensì, come la deliberazione precisa al quarto comma, la Finpiemonte nella redazione degli studi preliminari acquisisce, come oggetto di aggiornamento e di approfondimento, le ricerche già svolte in materia dalla s.r.l. Ricerche e Progetti per conto dell'Amministrazione regionale. La Finpiemonte si avvale della professionalità della società R.P. Siamo in grado di garantire sull'autenticità e sulla tempestività degli studi anche perché la Finpiemonte ha già riferito in una conferenza tenuta a Stresa sugli studi e sulla situazione attuale.
I documenti sono a disposizione dei Consiglieri che desiderano maggiori chiarimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Ringrazio l'Assessore e preciso che la nostra interrogazione era stata presentata a seguito di notizie emerse nel corso di una consultazione effettuata a Vercelli.
Mi permetto di suggerire alla Giunta di far conoscere queste notizie agli operatori direttamente interessati attraverso le loro forme associative. In quella occasione fu affermato che la Regione aveva affidato lo studio alla società R.P.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore all'artigianato

La Giunta aveva portato la deliberazione in Consulta, quindi le organizzazioni regionali erano informate. Provvederò ad informare ulteriormente.


Argomento: Protezione civile

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente il servizio di protezione civile ed interrogazione dei Consiglieri Bastianini Marehini e Turbiglio inerente il servizio antincendi - protezione civile


PRESIDENTE

Discutiamo congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Bastianini Marchini e Turbiglio inerente il servizio di protezione civile e l'interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente il servizio antincendi - protezione civile.
Risponde ad entrambe il Presidente della Giunta regionale, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

L'Assessore Cerutti è impegnato sino verso mezzogiorno, quindi rispondo io all'interrogazione presentata dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio. Rispondo anche all'interrogazione presentata dagli stessi Consiglieri sul servizio antincendi.
La Giunta regionale del Piemonte annette particolare importanza all'organizzazione di un'articolata ed efficiente struttura della protezione civile nella nostra Regione con il compito non solo di organizzare la "macchina" dei soccorsi alle popolazioni ed ai territori colpiti da calamità, ma anche di predisporre gli opportuni provvedimenti atti ad evitare o ridurre le possibilità dell'insorgere di prevedibili e possibili calamità.
La Regione Piemonte finora ha dimostrato in ogni occasione, dall'opera di soccorso alle popolazioni terremotate del Mezzogiorno d'Italia, agli eventi calamitosi che hanno colpito il nostro territorio, alle alluvioni del Biellese e dell'Ossola, alle trombe d'aria e agli incendi boschivi dello scorso inverno, alto senso di responsabilità ed efficacia di intervento, mobilitando e coordinando in uno sforzo comune e straordinario le enormi potenzialità che esistono sia nel tessuto istituzionale (Province, enti locali ed organismi pubblici) sia nel tessuto sociale piemontese (associazioni ed organizzazioni volontarie di soccorso ed assistenza).
Tali esperienze sono state certamente utili sia sul piano del metodo che nel merito dei problemi, per l'impostazione e l'avvio di un organico piano regionale per la prevenzione, l'organizzazione dei soccorsi e per la ricostruzione dei territori colpiti.
Agendo a tale fine l'Assessore Cerutti ha predisposto e presentato all'ordine della Giunta regionale, che l'ha approvato, un complesso disegno di legge riguardante la protezione civile contro le calamità pubbliche.
Con tale disegno di legge va all'esame del Consiglio regionale, la Giunta riaffermando il principio della programmazione degli interventi quale metodo di governo sul proprio territorio, ha inteso proporre uno strumento legislativo "quadro" che disciplini l'azione concorsuale della Regione Piemonte, nell'ambito delle funzioni proprie, trasferite o delegate dallo Stato e della normativa vigente, sul tema della protezione delle popolazioni, dei territori, delle attività produttive e dei beni, dalle conseguenze di pubblica calamità.
Giova però qui ricordare che l'emergenza che si determina al verificarsi di un evento calamitoso non solo non fa venir meno lo svolgimento delle funzioni che istituzionalmente competono alle varie Amministrazioni dello Stato, delle Regioni e degli enti locali e di tutti gli enti pubblici e parapubblici che possono essere coinvolti in attività di protezione civile, ma, al contrario, esalta l'importanza del più efficace e pronto esercizio di tali funzioni, del quale peraltro si rende necessario il coordinamento delle iniziative in un quadro certo e programmato.
La Regione Piemonte peraltro intende assumere pienamente le funzioni e responsabilità eminentemente pubbliche che gli sono proprie, riaffermando inoltre il ruolo di direzione e di coordinamento complessivo degli interventi sul territorio regionale.
Più in particolare la Regione Piemonte assume quali funzioni e responsabilità eminentemente pubbliche: la difesa del suolo - intesa come insieme di attività preordinate alla preservazione, alla conservazione ed alla salvaguardia della natura del suolo stesso, della sua attitudine alla produzione ed all'utilizzazione a scopi sociali, nonché delle installazioni e delle opere che vi sono collocate - da cause straordinarie di aggressione, che ne turbano l'assetto e gli equilibri ecologici la tutela dell'ambiente - intesa come insieme di attività preordinate alla preservazione, alla conservazione ed alla salvaguardia delle risorse naturali, degli insediamenti urbanistico-edilizi per la residenza con le relative strutture ed infrastrutture di servizio, degli insediamenti produttivi - da cause straordinarie di aggressione che ne determinano la distribuzione o il degrado, anche in riferimento all'esigenza dell'incolumità pubblica e della normativa della vita collettiva la tutela della salute - intesa come insieme di attività integrative e rafforzative dell'ordinario servizio sanitario, a salvaguardia dei singoli e delle comunità - dagli attacchi che possono esserle arrecati da cause straordinarie di emergenza.
Il dibattito che si aprirà tra le forze politiche e sociali sia in sede regionale sul disegno di legge proposto dalla Giunta regionale, sia in sede nazionale su un assestamento della legislazione statale vigente già annunciato dall'Alto Commissario per la protezione civile, on.le Zamberletti, offrirà certamente ulteriori elementi di chiarimento per un riordino complessivo della materia e per l'organizzazione di un'efficiente struttura pubblica pronta a rispondere con immediatezza ad ogni necessità.
Nell'immediato, comunque, assume particolare rilievo l'insediamento del Comitato regionale per la protezione civile nella Regione Piemonte avvenuto il 10 luglio u.s.
Il Comitato, presieduto dal Presidente della Regione Piemonte così come previsto dalla legge 996 del 1970 e dal successivo regolamento di attuazione del febbraio 1981, è stato nominato con decreto del Ministro dell'Interno il 9 febbraio 1981.
Ad esso partecipano inoltre i Presidenti delle Amministrazioni provinciali, i Sindaci dei Comuni capoluogo, l'Ispettore regionale dei Vigili del Fuoco, il Direttore dell'Ufficio regionale della protezione civile e il rappresentante regionale della Croce Rossa Italiana.
Il Comitato deve provvedere per legge ai compiti di studio, di programmazione e di coordinamento dei piani di emergenza articolati su base provinciale integrando l'apporto degli uffici decentrati dello Stato (Commissariati di Governo e Prefetture) con quelli della Regione e delle Amministrazioni degli Enti locali (Province e Comuni).
In tale sede si è convenuto di procedere nell'immediato ad un esame complessivo dell'organizzazione e delle strutture della protezione civile nella Regione concordando per il prossimo mese di settembre riunioni operative su base provinciale del Comitato regionale per la protezione civile con le Amministrazioni degli Enti locali interessati e con le Prefetture al fine di verificare: a) l'aggiornamento dei piani della protezione civile predisposti anche attraverso il completamento del censimento in corso di esecuzione delle attrezzature, delle strutture e dei materiali di pronto intervento da utilizzare in caso di evento calamitoso b) l'andamento dell'addestramento del personale volontario che intende prestare la propria opera in attività di protezione civile, nonché la predisposizione agli appositi corsi di istruzione ed addestramento c) l'organizzazione di opportune esercitazioni al fine di sperimentare la validità dei piani predisposti e l'uso delle attrezzature.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Non esprimiamo un giudizio di completa soddisfazione perché è mancata un'attenzione particolare ad un aspetto specifico dell'interrogazione quello relativo al servizio antincendi e all'attività dei Vigili del Fuoco.
La risposta del Presidente fa riferimento ad aspetti di tipo istituzionale che hanno trovato la loro collocazione nella proposta di legge elaborata dalla Giunta e ora all'attenzione della Commissione.
Peraltro, il nostro riferimento al censimento delle forze realmente disponibili e ad un'ipotesi di primo coordinamento, si riferiva a qualcosa di diverso che non alla soluzione dal punto di vista istituzionale. Ci pare che un'attenzione non in contrasto con la linea che la Giunta intende perseguire possa essere data. Sarà opportuno arrivare al coordinamento di tutte le iniziative e pervenire all'istituzione di strutture di protezione civile.
Per quanto attiene allo specifico problema del quale siamo stati investiti dai soggetti interessati, non possiamo non rimarcare come i grandi centri industriali e le strutture industriali siano del tutto non protette da tecniche di intervento, delle quali possano disporre i Vigili del Fuoco, così come lo erano dieci anni fa. In una delle nostre interrogazioni sottolineiamo la mancanza di servizi antincendio nelle valli alpine indicando per servizi antincendio i servizi affidati ai centri professionali. La Valle di Susa, per esempio, in un'ipotesi di incidenti non sarebbe raggiungibile da strumenti e da mezzi di intervento moderni ed attuali; analoga situazione esiste in tutte le altre valli alpine.
Nell'ultima parte della risposta fornita dal Presidente si parla di corsi di aggiornamento del personale. Vorrei richiamare l'attenzione del Presidente della Giunta e dell'Assessore alla sanità su un aspetto specifico che è emerso in modo eclatante nella recente dolorosa vicenda di Vermicino e delle Grotte. E' emerso che anche la più razionale e la più efficiente organizzazione è in grado di produrre un risultato legato alla media della professionalità impiegata, risultato che il più delle volte non è sufficiente a superare un dramma. In tutte e due le occasioni, in un caso purtroppo senza risultato, nell'altro caso con un risultato positivo, è emerso come situazioni difficili possano essere superate soltanto con il ricorso al volontariato altamente qualificato. E' certo che il volontariato non raggiungerà mai livelli di professionalità altamente specializzati.
Nell'impostare i corsi non si dovrà mortificare il volontariato altamente qualificato (questo è un caso simile a quello del bisturi d'oro) che coinvolge quei personaggi e quelle tecniche che possono sbloccare vicende drammatiche. Nelle Grotte, dove erano intrappolati i tre ragazzi, è arrivato uno speleologo che è passato dove il manometro dei vigili non passava per un problema di forze fisiche. Difficilmente il professionismo organizzato risolve problemi del genere.
A Vermicino, se ci fosse stata una possibilità di soluzione, il problema si risolveva attraverso il volontariato altamente qualificato. Il risultato sarebbe stato diverso se un po' di fortuna avesse arriso al volontariato altamente qualificato. Il volontariato qualificato ha necessità, per esempio, di agilità di intervento. La Regione dovrebbe dotarsi di strumenti di intervento e di un elicottero, al di là degli accordi con l'Esercito, con l'Arma dei Carabinieri, con l'Arma della Finanza. I tempi necessari per mettere in movimento gli interventi sono tali che la vicenda di Vermicino sembrerebbe un capolavoro di efficienza: per ottenere l'intervento di un elicottero dell'Esercito ci vuole l'autorizzazione del Ministero dell'Interno, che richiede parecchie ore.
Mi auguro che l'Assessore dia alla nostra idea-proposta l'opportuno corso. Mi dispiace di non poter esprimere una completa soddisfazione per la risposta del Presidente perché, a nostro avviso, non ha tenuto nel debito conto la difficoltà di intervento dei Vigili del Fuoco nei centri industriali e nelle vallate alpine.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Intervengo per integrare la risposta del Presidente della Giunta in merito agli incendi boschivi, il Presidente della Giunta ha chiesto informazioni all'Assessorato quando io ero assente per malattia e il funzionario preposto in ferie. Forse non gli hanno fatto pervenire tutte le notizie utili. Il servizio antincendi boschivi procede su quattro linee: in attuazione del piano approvato dal Consiglio con la prosecuzione della realizzazione dei viali tagliafuoco e degli invasi per la raccolta d'acqua l'azione basata sulle squadre del volontariato le quali sono già operanti in numero adeguato, ma che vanno ampliate e meglio articolate a livello di Comunità montana e di Comuni. Nel programma di quest'anno la Giunta ha previsto la dotazione ai Comuni e alle Comunità montane di tutto il materiale necessario per l'incolumità personale dei volontari perch possano agire. Un tempo queste strutture erano date soltanto alle squadre formate, oggi invece si ritiene di dare una dotazione minima ai volontari perché nei momenti in cui si sviluppano gli incendi possano dare un contributo l'avvistamento. Stiamo proseguendo con gli impianti televisivi.
Quando tutta la regione sarà servita di impianti televisivi si tratterà di rinnovare il contratto con gli aerei che danno l'allarme l'intervento aereo degli elicotteri. Avevamo una sola base e siamo passati a tre basi. Il contratto scade il prossimo mese. Propongo che con il rinnovo si vada verso una migliore articolazione nelle valli. E' vero che per ottenere gli interventi degli elicotteri dell'Esercito occorre del tempo, ma è anche vero che siamo stati in grado di mobilitare nelle 24 ore 7/8 elicotteri.
Il disegno delle quattro o cinque basi con un elicottero in dotazione e un altro reperibile potrebbe dare una garanzia non soltanto per gli incendi dei boschi, ma anche per altri eventi che si presentassero.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Apprezziamo il modo con cui l'Assessore ha affrontato il problema degli incendi boschivi e l'aspetto generale della sicurezza in montagna. L'ho apprezzato anche leggendo il disciplinare dove né l'Assessorato né qualche funzionario si sono arrogati la capacità di intervento, ma si è data la possibilità di decidere la richiesta di intervento a personaggi preziosi pur nella loro modestia, come i Comandanti delle stazioni della Forestale anche fuori del campo strettamente istituzionale.
Questa mi pare che sia la linea sulla quale ci si deve muovere: massima responsabilizzazione ai nostri collaboratori, anche ai più modesti e ai più periferici.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione dei Consiglieri Valeri e Acotto inerente irregolarità edilizie nel Comune di Scopello in Valsesia


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Valeri e Acotto inerente irregolarità edilizie nel Comune di Scopello in Valsesia.
Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore all'urbanistica

I Consiglieri Valeri e Acotto si richiamano ad alcuni esposti presentati da gruppi di cittadini circa irregolarità edilizie gravi e reiterate nel Comune di Scopello.
In verità, gli esposti riguardavano questioni marginali mentre le irregolarità sono gravi. Sono state segnalate dal funzionario istruttore della Regione che, in sede di esame del P.P.A. del Comune di Scopello e andando a verificare sul posto la situazione urbanistica del Comune stesso ha riscontrato una serie assai vasta di irregolarità che ha tempestivamente segnalato al servizio vigilanza urbanistica e all'Assessore alla pianificazione territoriale e ai parchi. Sulla base di questi illeciti è stata compiuta un'istruttoria da parte del servizio vigilanza che si è conclusa con l'invio al Sindaco del Comune di Scopello di una lettera di constatazione (che ora riprenderò) e con la trasmissione per conoscenza della medesima al Pretore di Varallo competente, visto che dalle questioni emerse possono anche derivare delle risultanze di ordine penale.
Analogamente ha fatto l'Assessore alla pianificazione territoriale e ai parchi per le parti di sua spettanza.
L'insieme degli illeciti, che sono stati rilevati dai sopralluoghi compiuti dai funzionari del servizio vigilanza urbanistica della Regione attengono innanzitutto all'illegittimità di edificazioni, anche di rilevante entità, avvenute in zona vincolata ai sensi della legge 1497 del '39, in particolare in località Alpe di Mera. Questa parte di rilievi è stata trasmessa all'Assessorato alla pianificazione territoriale e ai parchi perché di sua competenza. In effetti, risulta che una serie di edificazioni compiute in zona vincolata siano avvenute al di fuori di qualunque richiesta di autorizzazione e senza tener conto delle prescrizioni della legge del '39, le cui competenze, per questo aspetto sono ora passate alla Regione. Anche di questi addebiti è stata data notizia al Pretore di Varallo.
Dalla consultazione degli atti giacenti presso il Comune è stata rilevata in molte pratiche una notevole insufficienza dei corredi amministrativi necessari. Il registro delle concessioni è tenuto in modo sommario, con scarse indicazioni e scarsa specificazione delle opere.
Mancano in molti casi i progetti e non si capisce come la Commissione edilizia abbia potuto determinarsi in ordine alle concessioni. Ho parlato impropriamente di concessioni mentre trattasi di licenze, quindi, dal punto di vista della concessione formale, tutte le licenze rilasciate prima dell'entrata in vigore della legge statale n. 10 sono soggette alla proroga. Formalmente le licenze sono valide fino al 31/12/1983, ma hanno questa notevole gamma di irregolarità dal punto di vista amministrativo.
Inoltre, in relazione ad un numero cospicuo di licenze pare che l'inizio dei lavori non sia avvenuto entro sei mesi, così come stabilisce il vigente regolamento edilizio del Comune di Scopello. Alcune licenze non contengono né la data, né la firma del Sindaco. I piani di lottizzazione sono stati presentati e licenziati senza il rispetto delle procedure previste dalla legge, quindi manca la deliberazione consiliare e manca il nullaosta regionale. Ci sono poi licenze edilizie rilasciate scadute per le quali si è avanzata una richiesta di rinnovo e per le quali il Comune non ha risposto. Infine, vi sono licenze per le quali non esiste agli atti la dichiarazione da parte dei privati di inizio lavori.
Sulla base di questo corredo di atti che sono effettivamente gravi e rilevanti, ma che non sono quelli sottolineati dagli esposti dei privati ma che furono evidenziati dai funzionari regionali in sede di istruttoria del P.P.A., si è provveduto a trasmettere al Sindaco la contestazione di questi elementi con l'invito a verificare la totalità delle licenze rilasciate e ad applicare i disposti dell'art. 15 della legge 10. Né alla lettera inviata dall'Assessorato alla pianificazione territoriale e ai parchi, che ha contestato le costruzioni in zona vincolata, né alla lettera di addebito inviata dall'Assessore all'urbanistica, il Sindaco di Varallo ha finora risposto. L'ultima lettera dell'Assessore all'urbanistica con l'indicazione di tutte le illegittimità è datata 25 maggio.
La Regione ha condotto un'indagine accurata ed analitica e oggi è in possesso di tutti gli elementi del caso compresa un'ampia documentazione fotografica degli edifici oggetto dell'ispezione. In caso di inadempienza del Comune e del Sindaco, proporrò alla Giunta di procedere secondo legge quindi con gli annullamenti d'ufficio delle licenze irregolari. La questione è sotto controllo e ci auguriamo che il Sindaco voglia rispondere alle contestazioni.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

La risposta dell'Assessore è stata soddisfacente, tuttavia desidero esprimere alcune considerazioni. Al di là della completezza o meno della denuncia dei cittadini, l'esposto è servito a richiamare opportunamente l'attenzione su una situazione che, da quanto l'Assessore ha illustrato, è sconvolgente, addirittura incredibile.
In una circostanza di questo genere è opportuno richiamare l'attenzione sull'opportunità che i cittadini ricorrano più frequentemente a tali procedure e a tali mezzi. Nel momento in cui la nostra istituzione pensa di limitare rigorosamente i controlli alla sola legittimità degli atti dei Comuni, è evidente che il controllo sulle deliberazioni è in larga parte affidato anche all'attenzione dei cittadini.
Peraltro l'Assessore Simonelli non ha fatto cenno alle costruzioni sulle rive del Sesia in ordine alle quali nell'esposto dei cittadini era invocata l'illegittimità e l'assenza di autorizzazioni da parte dei competenti uffici.
Ho ricevuto in copia una lettera del Genio Civile di Vercelli concernente una situazione venutasi a determinare nel Comune di Mollia e per la quale non sarebbero state rilasciate autorizzazioni alle costruzioni in atto.
Pertanto, mentre auspico che vengano assunti con la tempestività e il rigore necessari i provvedimenti che Simonelli proponeva, ritengo opportuno suggerire all'Assessore di svolgere un'indagine nell'intera area da Scopello ad Alagna, sulla quale non sono pervenuti esposti, ma sono molte le voci e le lamentele su palesi e macroscopici presunti illeciti edilizi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Richiesta di una più sollecita risposta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Rimane da discutere un'interrogazione all'Assessore Ferrero che per momentaneamente è assente.
Chiede di intervenire il Consigliere Devecchi. Ne ha facoltà.



DEVECCHI Armando

Signor Presidente, prendo atto che l'Assessore Ferrero probabilmente arriverà in aula e risponderà ad un'interrogazione che abbiamo presentato tre mesi or sono. Mi corre però l'obbligo di sottolineare ancora una volta che il Gruppo della D.C. pur presentando interrogazioni in numero abbastanza ridotto in proporzione al numero dei Consiglieri di cui è composto difficilmente vede accolte le richieste. Questa mattina su dieci interrogazioni iscritte all'ordine del giorno, è stata data risposta ad una sola presentata dalla D.C. e forse sarà risposto ad una seconda.
A nome dei colleghi della D.C. chiedo che la Giunta regionale risponda con maggiore tempestività a tutte le interrogazioni dei Consiglieri, in modo parti colare chiedo che le nostre interrogazioni non debbano più subire ritardi di mesi, come purtroppo sta accadendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Confermo quanto ha detto il collega Devecchi. Ricordo che un'interrogazione da noi presentata il 25 novembre 1980 è ancora in attesa di risposta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Che tutte le volte, per un motivo o per l'altro succedano questioni di questo tipo, non è possibile! Manca una regolamentazione precisa.
Ho già proposto, in sede di conferenza dei Capigruppo, di dedicare una giornata intera del Consiglio alle risposte alle interrogazioni. La Giunta non si sottrae assolutamente a questo impegno. Debbo, in ogni caso, far osservare che questa mattina si sono dedicate due ore alle risposte ad interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Richiesta di una più sollecita risposta ad interrogazioni ed interpellanze

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale".
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bastianini, Bergoglio Cordaro, Brizio, Genovese, Paganelli, Turbiglio e Vetrino Nicola.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente progetto di legge: N. 124: "Modifica degli ambiti territoriali delle Unità Sanitarie Locali del Comune di Torino e norme per il coordinamento delle loro attività", presentato dai Consiglieri Paganelli, Beltrami, Bergoglio Cordaro, Devecchi, Lombardi, Martinetti e Ratti in data 9 luglio 1981.


Argomento:

e) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale 4 giugno 1981: "Integrazioni e modificazioni alle leggi regionali 4/6/1975 n. 46 e 5/6/1979 n. 28 relative allo smaltimento dei rifiuti solidi".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale 11 giugno 1981: "Partecipazione della Regione Piemonte alla S.p.A. STEF (Studi Tecnici Economici Finanziari) di Torino".


Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Rendo note le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 30 giugno e 7 luglio 1981, in attuazione dell'art. 7, primo comma, della legge regionale 6 novembre 1978, n. 65.



PRESIDENTE

Seduta del 30 giugno 1981 100 - Avvio del sistema bibliografico regionale. Proposte di collaborazione col CSI-Piemonte. Spesa L. 78.000.000 cap. 11755/81.
Ferrero Giovanni 125- Approvazione progetto dl sistemazione dei locali da destinare c nuova sede del Comitato comprensoriale di Borgosesia, siti secondo piano dell'immobile di Vic alle Manifatture n. 4 angolo Vic Giordano.
Autorizzazione affidamento lavori a licitazione privata - Nomine direzione dei lavori. Spesa di L. 174.800.000 oneri fiscali compres (Cap. 1000/81).
Testa Gianluigi 135 - Liquidazione onorari all'avv. Marcc Casavecchia a seguito di consulenze legale e di assistenza in giudizi(avanti il T.A.R. del Piemonte nelle cause Lusiem, Montemeline, Messe Spesa di L. 2.431.730 sul cap 1080/81.
Testa Gianluigi 136 - Liquidazione onorari all'avv. Guide Sertorio a seguito di consulenze legale e di assistenza in giudizio avanti il T.A.R. del Piemonte nelle cause SIP e Garino. Spesa di L. 2.233.935 sul cap. 1080/81.
Testa Gianluigi



PRESIDENTE

Seduta del 7 luglio 1981 94 - Rimborso spese di viaggio al sig. Riccardo Ottino residente a Cascinette d'Ivrea, per sopralluoghi effettuati presso Ospedali della Regione dal 3 giugno 1980 al 13 marzo 1981 - Spesa di L. 373.190 cap. 10670 bilancio 1981.
Bajardi Sante 95- Affidamento alla "Sistemi Audiovisuali" di Torino della parte finale dello studio esecutivo per la successiva realizzazione di materiale informativo esemplificativo della riforma sanitaria. Spesa di L. 5.278.500 (cap. 10670/1981).
Bajardi Sante 100 - Costituzione di un gruppo di lavoro per la determinazione di criteri omogenei per l'organizzazione e le attività dei Centri trasfusionali. Spesa L. 8.000.000 (cap. 10677/81).
Bajardi Sante 136- Realizzazione filmato sull'orientamento professionale affidato alla Cooperativa KWK, di cui alla D.G.R. n. 30 del 29/11/1979. Maggiore spesa L. 9.717.500 (Cap. 11615/81).
Ferrero Giovanni 168 - Studio e redazione dei piani di sistemazione idrogeologica e forestale del bacino del fiume Bormida e del fiume Scrivia e del torrente Curone, approvato con deliberazione n. 5-12998 del 713/1978. Liquidazione a saldo alle Società CORIM s.r.l. e COPITER s.r.l. L. 44.574.000 cap. 2250/79 2250/81.
Salerno Gabriele 172 - Legge regionale 19/12/1978 n. 77. Compenso ai relatori esterni di cui alle lettere b, d, e, f ed m, nonché a quelli di cui al quinto comma dell'art. 76 della legge regionale 5/1211977 n. 56 per la redazione delle relazioni. Spesa L. 9.208.043 - Cap. 7160/81).
Simonelli Claudio 180- Approvazione progetto di ristrutturazione e restauro della cascina di proprietà regionale, in località "Le Vallere" - Moncalieri Autorizzazione- Affidamento lavori e licitazione privata - Nomina direzione dei lavori. Spesa di L. 1.055.712.254 oneri fiscali compresi.
Testa Gianluigi 181- Esecuzione lavori e forniture necessari per il completamento dell'arredo del Parco fluviale delle "Vallere" e affidamento direzione lavori. Spesa di L. 68.655.000 oneri fiscali compresi (Cap. 1000/81).
Testa Gianluigi 186 - Modifica deliberazione Giunta regionale 172-7051 del 28/5/1981 per oneri di ritenuta di acconto su parcelle fotoreporter Nazzaro. Impegno di spesa per L. 1 76.250 (Cap. 540181).
Testa Gianluigi 188 - Autorizzazione ad intervenire ad opponendum avanti il T.A.R.
Piemonte ed affidamento incarico legale al prof. avv. Guido Sertorio.
Ricorrente: Gilardi Clemente, avverso ordinanza del Sindaco di Castelletto Ticino in data 17/4/1980 concernente la revoca di nullaosta a destinare un terreno di proprietà del ricorrente ad attività ricreativo-sportiva di mezzi meccanici fuori strada. Spesa di L. 300.000 sul cap. 1080/1981.
Testa Gianluigi 189 - Liquidazione onorari al prof. A. Comba a seguito di consulenza legale e di assistenza in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte nelle cause Martini, Baccon, Venere, Dotto. Spesa di L. 3.177.700 sul cap. 1080/81.
Testa Gianluigi 190 - Liquidazione di onorari al prof. A. Comba a seguito di consulenza legale e di assistenza in giudizio avanti il T.A.R. nelle cause Mordazzi Poliani, Soc. Eridania. Spesa di L. 2.222.870 sul cap. 1080/81.
Testa Gianluigi 191 - Liquidazione onorari all'avv. A. Sartoris a seguito di sentenza T.A.R. n. 736/80 pronunciata sul ricorso proposto da Dotto Lodovica c Regione Piemonte. Spesa di L. 507.750 sul cap. 1080/81.
Testa Gianluigi Le comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale sono così terminate.


Argomento: Informazione

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale sulla vicenda della "Gazzetta del Popolo"


PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Presidente della Giunta regionale per una comunicazione.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Per doverosa informazione al Consiglio devo fare una breve comunicazione, anche se la stampa cittadina ne ha già dato notizia, sulla vicenda della "Gazzetta del Popolo" Sabato si è tenuta una riunione al Palazzo della Giunta alla presenza dei rappresentanti degli Enti locali, nella quale si è verificata la disponibilità degli stessi Enti locali del Piemonte ad un intervento finanziario in corrispettivo degli inserti. Ciascun ente prenderà gli accordi sulla realizzazione direttamente con la Direzione della "Gazzetta del Popolo". Dopo la dichiarazione di fallimento e la proroga dell'esercizio provvisorio, vi è questa possibilità di intervento da parte degli Enti locali.
E' all'esame della Giunta regionale una deliberazione per lo stanziamento di 100 milioni in corrispettivo di un inserto redazionale di 32 pagine. L'inserto redazionale verrà curato dall'Ufficio Stampa della Giunta e del Consiglio, di concerto con la Commissione informazione.



PRESIDENTE

Nella seduta di ieri l'Ufficio di Presidenza del Consiglio ha stanziato 15 milioni per la "Gazzetta del Popolo".
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, per dovere di chiarezza, mi corre l'obbligo di comunicare che il Gruppo M.S.I. si dissocia e non condivide le iniziative già varate dall'Ufficio di Presidenza e prossime a vararsi secondo quanto comunicato dal Presidente della Giunta regionale.
Riconfermiamo in questo momento la posizione che assumemmo durante la crisi della "Gazzetta del Popolo" del mese di ottobre. Siamo contrari al sostegno verso un organo di informazione che nei confronti della nostra parte ha sempre mantenuto un comportamento non corretto, parziale soprattutto fazioso.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Mancata risposta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Ho aspettato di intervenire perché ritenevo che il Vicepresidente rispondesse alle mie due interrogazioni.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

I Capigruppo hanno deciso di fissare per le sedute del 23 e 24 luglio la discussione sui problemi industriali sollevati dalla relazione presentata dalla Giunta. In quella sede si pensava di inglobare queste risposte anche perché le domande pongono rilevanti problemi.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 71: "Svincolo di destinazione dell'Ospedale di Pra-Catinat e sua ristrutturazione a fini socio-assistenziali"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto quarto all'ordine del giorno che reca: Esame progetto di legge n. 71: "Svincolo di destinazione dell'Ospedale di Pra Catinat e sua ristrutturazione a fini socio-assistenziali".
La parola al relatore, Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

L'approvazione da parte del Consiglio regionale del presente disegno di legge rappresenta una tappa importante e significativa nella tormentata e ormai lunga vicenda dell'ex sanatorio di Pra-Catinat. Una vicenda che data ormai da almeno un decennio, da quando cioè il progressivo venir meno dell'originaria ragione clinica e terapeutica per cui era sorto il presidio (la cura della tubercolosi) ha sempre più gravemente e irreversibilmente messo in crisi l'utilizzazione della struttura a fini ospedalieri, vista anche l'obiettiva difficoltà o impossibilità di caratterizzare il presidio con altri indirizzi terapeutici, fortemente controindicati dall'altitudine ragguardevole (1.700 metri) e dalla dislocazione disagiata.
Negli ultimi anni la crisi si è aggravata al punto che si è clamorosamente evidenziata, agli occhi dell'opinione pubblica, la questione dello spreco di pubblico denaro indotto da una struttura a così bassa utilizzazione circa 2.300 milioni all'anno in lire 1980 i costi, per un numero medio giornaliero di degenti che è stato di 77 unità nel 1979 e di 62 unità nel 1980 (mentre il presidio conta 300 posti letto disponibili ridotti della metà dopo la chiusura del padiglione "Nasi" avvenuta nel 1977), a cui corrispondono al l ° gennaio 1981 120 addetti tra personale sanitario ed amministrativo (58) e personale ausiliario (62).
Sono cifre queste che da sole, nella loro concretezza, illustrano eloquentemente una situazione divenuta un caso emblematico dello spreco di risorse anche al di fuori della zona del Pinerolese e degli stessi confini regionali.
Di fronte a tale stato di cose si è nel tempo sviluppata una presa di coscienza delle Amministrazioni e delle comunità locali, stimolata anche dalla crescente preoccupazione dei lavoratori del presidio per la sorte del posto di lavoro e più in generale dall'incertezza di prospettive per il futuro della zona dell'alta valle, già pesantemente colpita dagli effetti dello spopolamento e dalla crisi occupazionale in atto da tempo in tutta la zona montana.
Peraltro, il passaggio da una comune e diffusa presa di coscienza della necessità di un intervento su una situazione non più ragionevolmente sostenibile all'individuazione dei modi e degli obiettivi di intervento e di riconversione della struttura si è rivelato alquanto difficile e tormentato, comunque pesantemente gravato dai vincoli oggettivi esistenti nonché da diversità di valutazioni soggettive da parte delle diverse forze politiche, sociali ed istituzionali.
Di fatto, fino al 1979 il tempo trascorre in rinvii ed ipotesi contrastanti tra Regione - Consiglio di amministrazione dell'Ospedale Comunità montana - Comprensorio di Pinerolo - sindacati - partiti ed Amministrazioni comunali, su cosa fare di Pra-Catinat.
Finalmente, nei primi mesi dell'80, in presenza della "Proposta di piano socio-sanitario regionale" che esclude Pra-Catinat dalla rete ospedaliera regionale, dopo una serie di incontri informali Regione Provincia - Comune di Torino - Comunità montana, scaturisce la proposta formalizzata nella lettera dell'11 marzo 1980 del Presidente della Giunta regionale alla Comunità montana, per l'utilizzazione del complesso edilizio di Pra-Catinat a fini di turismo sociale.
Tra ottobre e novembre, prima a livello di riunioni di Giunta regionale, poi a livello di incontri tra Regione - Comune di Torino Provincia di Torino - Comunità montana e di sopralluoghi a Pra-Catinat dell'Assessore al turismo della Regione e dell'Assessore all'istruzione del Comune, prende corpo un'ipotesi di utilizzazione turistico-sociale della struttura edilizia di Pra-Catinat.
Frattanto, sul piano locale, tra novembre e dicembre, avvengono, su iniziativa della Giunta della Comunità montana (che ha anche le funzioni di Comitato di gestione dell'U.S.L. n. 42), importanti incontri, formali ed informali (Consiglio comunale di Fenestrelle aperto alla popolazione assemblea di Comunità montana e di U.S.L., assemblee di lavoratori di Pra Catinat), che servono ad orientare gli amministratori locali, la popolazione residente ed i lavoratori di Pra-Catinat sulla validità della scelta della Comunità montana e dell'U.S.L. di abbandonare l'uso ospedaliero della struttura di Pra-Catinat e di attivare in alternativa una fruizione turistico-sociale che inserita nel quadro degli interventi di prevenzione che stanno alla base della riforma sanitaria e della politica di piano adottati dalla Regione, permetta un utilizzo reale e sufficientemente continuativo della struttura in oggetto, rivolgendosi all'ingente, potenziale utenza delle zone urbane, a cominciare dalle popolazioni dell'area metropolitana.
Per un'illustrazione compiuta dell'ipotesi su cui si basa il provvedimento legislativo, si rinvia alla lettura della relazione al disegno di legge della Giunta regionale.
Pare opportuno in questa sede riprendere sinteticamente le ragioni e le motivazioni che rendono realisticamente percorribile cd attuabile l'ipotesi della nuova destinazione: collocazione geografica della struttura, in zona climatica e di notevoli pregi paesaggistici e naturalistici; la sua collocazione all'interno del grande Parco Orsiera - Rocciavrè istituito con legge regionale il 30 maggio 1980; presenza di impianti sportivi nel fondo valle e nelle località vicine, integrabili con ulteriori piccole strutture esterne a diretto servizio dell'immobile; possibilità di scoperta e fruizione di valori storico-culturali originali della zona e delle sue popolazioni.
In sintesi, si tratta di una soluzione che puntando alla valorizzazione e alla fruizione delle risorse complessive, naturali e socio-culturali della zona, può costituire l'occasione di un rilancio "vivo" della zona se perseguito con concretezza, coraggio e lungimiranza.
Per questo motivo appare largamente giustificato il consistente impegno finanziario che con il presente provvedimento viene ad assumersi la Regione, nel quadro di una politica di attenzione della Regione per le zone e le popolazioni montane ed allo scopo di contribuire in modo concreto ad ipotesi stabili di sviluppo e di formazione dell'occupazione e della giusta valorizzazione delle specifiche risorse locali.
Peraltro, l'ampia dizione dell'art. 2 della legge, laddove si destina l'immobile a "fini di assistenza sociale a soggetti che necessitano di soggiorni in località climatiche nel quadro di interventi previsti dal piano socio-sanitario regionale" permette di ipotizzare una fascia più ampia e diversificata di utenza e di fruizione, in coerenza con le esigenze e gli obiettivi degli Enti locali che parteciperanno alla gestione del complesso.
Due ultimi aspetti sono da evidenziare: il personale e le forme ed i criteri di gestione della struttura e delle sue attività.
Per quanto riguarda il personale, attraverso il meccanismo previsto dall'art. 5 della legge (opportunamente emendato per quanto riguarda date e scadenze), si prevede che, partendo dall'ovvia garanzia del mantenimento del posto di lavoro, tutto il personale sanitario ed amministrativo possa trovare collocazione nei servizi dell'U.S.L., con integrazione di qualche altra unità (circa 60 complessivamente), attraverso opportuni corsi di aggiornamento. Una decina può essere collocata utilmente nell'U.S.L. n. 44 di Pinerolo.
Altre 15 unità circa possono trovare sistemazione nei Parchi dell'Orsiera Rocciavré e della Val Troncea e nella Comunità montana.
Restano circa 35 unità costituite da personale con spiccate caratteristiche alberghiere (cuochi, camerieri, addetti alla funivia, autisti, addetti alla manutenzione e alle centrali termiche, portinai) che dovrebbero trovare, in linea di massima, idoneo utilizzo nella nuova struttura turistica.
Per quanto riguarda le forme di gestione, l'art. 4 così come risulta nella formulazione proposta dall'emendamento allegato a firma Bontempi e Viglione, si prevede che "i servizi di cui al primo comma del precedente art. 2 sono gestiti in comune dagli enti che intendono avvalersi dei servizi stessi sulla base di accordi con la Regione ed il Comune di Fenestrelle".
Restando ovviamente a totale discrezionalità degli enti stessi la scelta della forma di gestione comune da attivare, è comunque già fin d'ora prevedibile uno strumento come il Consorzio tra Enti locali: disponibilità in tal senso è già stata manifestata dal Comune di Fenestrelle, dalla Comunità montana Valli Chisone e Germanasca e con lettera in data 7 luglio u.s. (che hanno fatto seguito ad analoghi impegni assunti in via informale) il Comune di Torino e la Provincia di Torino. Analoga disponibilità ci risulta sia stata manifestata dal Comune di Pinerolo: resta comunque inteso che il più ampio coinvolgimento di Enti locali, attraverso un Consorzio aperto a tutti i soggetti interessati e con una forte presenza degli Enti locali della zona, costituirà la concreta garanzia di un modo attivo partecipato e pluralistico di avviare questa importante esperienza.
Signori Consiglieri, il testo che viene rassegnato al Consiglio per l'approvazione è stato approvato a maggioranza, con il voto contrario del Gruppo della Democrazia Cristiana, che ha motivato il suo "no" con una serie di riserve sulla praticabilità concreta del progetto di trasformazione nonché con contrarietà rispetto alla destinazione a cui viene orientata la struttura; lo stesso Gruppo si è altresì riservato di proporre emendamenti in aula.
Sul testo di legge si sono svolte le consultazioni con i rappresentanti degli Enti locali della zona (Comune di Fenestrelle, Comunità montana Valli Chisone e Germanasca, Comunità Val Pellice, Comprensorio) nonché i rappresentanti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali e dell'ULT.
Dalle consultazioni sono venute approvazioni e valutazioni positive sul disegno di legge proposto, insieme richieste di approfondimento e di chiarimento sullo status per personale e sull'iter di passaggio del personale, riserve e perplessità da parte del rappresentante del Comprensorio di Pinerolo sulla soluzione ipotizzata, nonché proposte aggiuntive da parte del rappresentante dell'ULT rispetto ad un utilizzo per altre categorie di persone, specie ex malati polmonari.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Signor Presidente, riteniamo che la Giunta regionale insistendo sull'approvazione di questa legge così com'è stata presentata, compia uno dei più grossi errori tra quanti ne ha già compiuti.
Rileviamo intanto una grande incoerenza tra gli impegni verbali e gli impegni scritti che la Giunta ha assunto in ordine alla partecipazione e al rispetto delle volontà degli Enti locali e della gente, in questo caso avviene tutto il contrario: si calpestano i più elementari principi di democrazia e si va contro la volontà per tanti anni manifestata tenacemente da enti e popolazioni locali.
La storia è lunga ed è anche documentata. Per la storia e per i colleghi che non l'hanno seguita desidero citare alcuni fatti partendo dall'anno 1977 quando l'allora Assessore alla sanità, ora Presidente della Giunta, aveva affermato che ogni decisione doveva venire dopo la più ampia consultazione nel Comprensorio, nei Comuni, nella Comunità montana, con i sindacati e le forze politiche e sociali. Si sono tenute tavole rotonde convegni e riunioni. Cito alcuni pronunciamenti: un ordine del giorno del 30/10/1978, approvato dalla maggioranza del Comitato comprensoriale costituita da D.C., P.S.D.I., P.L.I., P.R.I. con, la richiesta di utilizzo ospedaliero immediato di una parte, debitamente riorganizzata e resa funzionante, e con l'impegno di un esame successivo per l'utilizzo della parte restante.
Un altro ordine del giorno votato nella stessa occasione dall'opposizione P.C.I. e P.S.I. non molto diverso dal precedente, in cui si affermava che "un blocco di edificio può essere mantenuto per destinazione sanitaria, per convalescenti e riabilitandi, mentre l'altro blocco, sempre mantenendo un chiaro indirizzo pubblico e sociale, pu essere destinato ad un uso per il benessere psicofisico degli utenti".
Le Amministrazioni comunali dell'alta valle si sono in più occasioni espresse per il mantenimento dell'intero complesso di Pra-Catinat ad usi sanitari.
In un ordine del giorno i sindacati dei lavoratori dell'Ospedale chiedevano il recupero del presidio sanitario, riorganizzandolo e qualificandolo per soddisfare le nuove richieste e invitavano il Consiglio di amministrazione ad assumere una deliberazione con la proposta alla Regione Piemonte dell'esame di un'eventuale concentrazione nell'Ospedale civile Agnelli di Pinerolo.
Delibera del 21/12/1978 del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale di Pra-Catinat in cui si esprimeva l'orientamento favorevole al recupero del presidio sanitario, debitamente riorganizzato e riqualificato, e si invitava la Regione ad adottare i provvedimenti conseguenti.
La Comunità montana Val Chisone, oggi Unità Sanitaria Locale n. 42, ha assunto diverse iniziative e ha anche avuto incontri con i responsabili regionali.
In un comunicato l'Assessore Enrietti diceva allora che: "Non è stata assolutamente prefigurata una decisione di chiusura definitiva del complesso e si è deciso di procedere su linee generali al mantenimento del posto di lavoro, del personale e di utilizzare il padiglione ospedaliero tuttora funzionante nell'ambito delle esigenze del Comprensorio secondo i criteri del piano della Regione".
Il 9/2/1979 c'è stato un dibattito nella Comunità montana e il documento votato ed approvato quasi all'unanimità, parlava di: "individuazione e qualificazione dell'utilizzo sanitario del padiglione ospedaliero di Pra-Catinat e l'inserimento di tale struttura nel primo piano sanitario regionale, che la Regione è tenuta a varare entro il 31/10/1979." e ancora: "...in questo quadro la Regione doveva individuare il presidio sanitario ospedaliero di Pra-Catinat a servizio di territorio la cui estensione include più Unità Sanitarie Locali e ne disciplina conseguentemente l'organizzazione come previsto dalla legge stessa" inoltre: "..l'adozione fin d'ora di provvedimenti anche straordinari per permettere il recupero e l'avvio della piena funzionalità della struttura ospedaliera". L'unica voce contraria è stata quella delle strutture sindacali orizzontali CGIL. CISL. UIL. il P.C.I. ha detto in Commissione che "la gente ha cambiato idea". Noi riteniamo che questo è vero apparentemente perché nella sostanza alcuni assensi formali sono stati "strappati" non dico con il ricatto, ma con le continue dichiarazioni della Regione che è contraria, che non può far diversamente, che il costo è alto che bisogna arrivare ad una decisione drastica. Queste voci arrivate in periferia hanno snervato l'attesa della gente, dei dipendenti, dei dirigenti ed anche degli Enti locali, hanno stroncato ogni azione ed ogni aspirazione di decisioni che continuavano a sperare. Caro Bontempi, questa è la situazione provocata dalla Regione, che non ha concesso nemmeno delle piccole modifiche, delle piccole ristrutturazioni o anche solo un'infermiera in certi periodi: ovviamente nell'Ospedale non potevano essere accolti altri ricoverati.
Se la Regione avesse avuto il coraggio di prendere prima questa decisione avrebbe risparmiato quei miliardi che il Consigliere Bontempi ha citato questa mattina.
Veniamo alla situazione di oggi. Si vogliono chiudere tre ospedali su quattro nel Pinerolese. Tutti, tranne quello di Pra-Catinat, sono pieni di ammalati, persino nei corridoi. Come si possono scrivere nei documenti delle cose così gravi e così fuori della realtà?



(Voci in aula)



CHIABRANDO Mauro

Resta il fatto che la soluzione proposta è inconcepibile. E' chiaro che la gente crede sempre di meno agli studi, ai piani, ai programmi che vengono fatti. Si pensa che i 126 mila abitanti del Pinerolese siano serviti sufficientemente dall'Ospedale di Pinerolo. Nel quadro delle necessità ci sta anche l'Ospedale di Pra-Catinat, come uso sanitario in generale. I documenti e gli studi dimostrano che i letti sono necessari.
Uno studio di qualche anno fa indicava che i posti letto necessari per acuti dovevano essere 755, ne esistevano solo 560; per convalescenti e riabilitandi necessari 378, ne esistevano 157.
Vengo al disegno di legge presentato dalla maggioranza. Le relazioni e i documenti parlano di turismo sociale, di turismo scolastico, di Estate ragazzi, di soggiorni per lavoratori, di convegni, di soggiorni estivi ecc., collocando il complesso di Pra-Catinat nelle aree a vocazione turistica. Non crediamo in questo tipo di utilizzo, sia perché i costi sarebbero altissimi, sia perché mancano le infrastrutture, le strutture, il personale. Comunque, l'uso di quella struttura, sia pure obbligando la gente ad andarvi, sarebbe molto limitato e i costi, tornando dalla padella alla brace, sarebbero altissimi; infatti il periodo estivo è molto breve e il periodo invernale è da escludere quasi totalmente. Se i fatti dimostreranno che questa soluzione sarà possibile a costi economici sopportabili noi l'accetteremo.
Abbiamo sempre dichiarato che un padiglione poteva essere destinato ad usi diversi, comunque la nostra linea è per una destinazione socio sanitaria, come prevede l'art. 2 della legge. Se questo potesse essere realizzato come è ipotizzato da due articoli della legge e dagli emendamenti successivi, potremmo acconsentire.
La legge, così com'è strutturata tecnicamente e giuridicamente, non va.
E' la peggior legge che sia stata presentata in questi ultimi tempi.
Abbiamo predisposto una serie di emendamenti per darle chiarezza linearità, coerenza. Non c'è l'indicazione del soggetto che gestirà il complesso. Proponiamo come soggetto gestore (e la nostra proposta è discutibile, perché non perfetta) l'U.S.L. n. 42 titolare del territorio della Val Chisone e, nel caso in cui non abbia forza organizzativa ed economica sufficiente, un Consorzio delle U.S.L. n. 42, 43, 44 (se giuridicamente proponibile). Tutto il resto verrà di conseguenza, la gestione, la convenzione con il Comune. Si dice che il Comune cede i mobili e le attrezzature. Il Comune di Fenestrelle non può decidere che cosa serve e che cosa non serve, ma sarà l'ente che gestirà gli impianti sulla base dei suoi programmi. Si dice che la Regione dà dei soldi per la ristrutturazione, ma a chi li dà? In che modo li dà? Quanto al personale mi pare troppo semplicistico dire che passerà alla Comunità montana o al Parco. Procediamo con calma, andiamo a vedere se alla Comunità montana servirà nuovo personale. Se ci sarà un ente di gestione, si assumerà l'onere del personale e al personale si darà la facoltà di chiedere il trasferimento a questi enti.
Non è detto come si fa fronte al finanziamento della gestione. Se resta nel campo sanitario la risposta c'è, sarà a carico degli enti che parteciperanno alla gestione direttamente o attraverso le convenzioni, ma se non resta nel campo sanitario dove si prenderanno i soldi, chi li erogherà, quali saranno gli stanziamenti? Se siamo d'accordo sull'art. 1 e sul primo comma dell'art. 2, non accettiamo l'art. 3, che è il massimo della bruttura. Parla di "beneficio da parte di tutti gli assistiti della Regione" di "accordo con il Comune di Fenestrelle" che "contribuisce alla ristrutturazione". Si parla di una spesa di 4 mila milioni negli anni '81 '82, '83, senza specificare quanto si spenderà nel 1981, quanto nel 1982 quanto nel 1983.
Un problema di fondo è questo: può il Comune di Fenestrelle che ha avuto gli immobili per destinarli ad usi sanitari, cederli per usi non sanitari? Secondo me, non può perché un articolo della legge 833 vieta queste operazioni. Vi è poi anche un'altra contraddizione. Se l'attività resta nel campo socio-sanitario, com'è affermato dagli artt, l e 2, non si vede la necessità di una legge per il cambio di destinazione. E' un punto interrogativo che pongo. C'è poi una discordanza totale tra la legge le cui finalità sono socio-sanitarie e le relazioni allegate che parlano di turismo, di soggiorni, di convegni, di scuole.
I nostri rilievi sono di carattere formale, di carattere giuridico, di carattere sostanziale e le nostre proposte dovrebbero rimediare a queste incongruenze. Le evidenzieremo ulteriormente con gli emendamenti.
Invitiamo la maggioranza a meditare perché trovi una soluzione più chiara, più corretta, più aderente alla realtà, alle esigenze locali e alle aspettative.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Per giudicare appieno l'importanza della legge che stiamo votando dobbiamo conoscere l'effettiva situazione dell'Ospedale di Pra-Catinat.
Attorno agli anni '20 c'era la tendenza a costruire in località alpine di altitudine attorno ai 1.700/2.000 metri i cosiddetti sanatori. Questa struttura fu costruita dalla famiglia Agnelli e fu donata successivamente all'INPS.
Oggi la scienza, che ha fatto molti passi in avanti, ha stabilito che quelle altitudini sono nocive sia ai malati polmonari, sia agli anziani.
Sembra che l'unica persona nel nostro Paese che non conosce questa realtà scientifica sia il Consigliere Chiabrando, ma se si riferisce al gruppo di lavoro del suo partito, il sen. Cravero, Beltrami, Ratti che si occupano a fondo di questi problemi potrà avere notizie più aggiornate.
Siamo però d'accordo con il Consigliere Chiabrando dal punto di vista della salute. La salute nella società moderna è identificata nel momento della prevenzione, nell'età neonatale, nell'età giovanile. L'unica possibilità di utilizzazione è nel campo della prevenzione.
La Giunta, nella passata amministrazione, ha compiuto sforzi notevoli nel recupero del binomio turismo-sanità, che ha più risvolti, uno dei quali molto importante: la politica a misura d'uomo. Non possiamo assistere impassibili all'aumento dei costi dell'Ospedale di Pra-Catinat (5/6 miliardi all'anno che non abbiamo). Il Ministro Andreatta taglia continuamente i fondi e qui, dove dovremmo tagliare veramente, troviamo invece la D.C. che non vuol tagliare: siete in contraddizione.
Questa legge non può essere perfetta. Se avessimo competenza nello stabilire i Consorzi dei Comuni, se avessimo competenza in tanti altri momenti della realtà e se questa competenza non fosse spezzata tra Stato e Regione, non esisterebbe questo problema. Potremmo stabilire un Consorzio tra il Comune di Torino, quello di Pinerolo e quello di Fenestrelle e il problema sarebbe risolto. Ma, come voi sapete, il tema della formazione dei Consorzi non è di competenza della Regione. Quindi la legge deve essere una legge di intenti che potrebbe poi sfociare nella volontà dichiarata dai Comuni.
Voi della D.C., che vi siete sempre posti come moralizzatori all'interno della Regione e del Paese, che avete voluto sempre eliminare gli sprechi dai bilanci, che vi siete battuti con fermezza e con forza perché non avvenissero in nessuna realtà del Paese questi sprechi, credo che oggi voterete questa legge perché l'Ospedale di Pra-Catinat pu costituire un momento di prevenzione per il mondo giovanile.
La legge ha delle incertezze e non poteva non averle per il costante conflitto esistente tra Stato e Regioni, ma questa legge di intenti ci permetterà di proseguire in quel processo che fin dal 1977 la Giunta ha avviato. Credo che voi amici democristiani non potrete sottrarvi al vostro dovere di votarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il Consigliere Chiabrando mi ha stupito per il livello del suo intervento che ha smorzato solo nel finale.
Il problema è esploso tre anni fa circa e in questi tre anni la Regione è stata accusata di non decidere, oppure, come oggi, di decidere in contrasto con le volontà espresse.
La Regione dal 1977 in poi si è misurata in tutte le sedi sugli elementi proposti dalle comunità locali. Se oggi il risultato delle consultazioni porta a posizioni diverse non è perché si è attuato un ricatto, ma perché nessuna posizione ha mai avuto la capacità di proporre una via d'uscita da una situazione insostenibile.
Alla Giunta regionale bisogna invece dare atto di aver portato avanti questo ampio processo e di aver proposto una via d'uscita concreta.
Semmai la Regione si è espressa troppo in ritardo. Continuo a non capire quali siano le ragioni per cui si continua a mettere il bastone tra le ruote, a difendere una posizione non sostenibile.



MARTINI Mario

Non si tratta di mettere il bastone fra le ruote, ma di sostenere una tesi diversa.



BONTEMPI Rinaldo

Si vogliono mantenere quei posti letto, quel carico di personale prevalentemente non sanitario, per una funzione sanitaria che non approvo salvo che si voglia utilizzare quel complesso per alcolisti e drogati o per la riabilitazione. Sappiamo, pero, che le terapie moderne vedono il problema della riabilitazione non più nei presidi ospedalieri, ma nelle famiglie. La D.C. è forza di governo locale e ha la responsabilità di fare andare avanti o meno le iniziative. Questo lo riconosco e mi rammarico che di fronte alla prospettiva oggi delineata ci venga risposto con un "no" aprioristico e con accuse sbagliate, ingenerose e facilmente smentibili di non aver tenuto conto delle opinioni delle popolazioni e degli Enti locali.
In realtà non di rassegnazione si tratta, ma di presa di coscienza dell'impossibilità nel continuare in una situazione come quella di questi anni e della vacuità di qualsiasi proposta alternativa.
Gli altri ospedali del Pinerolese non sono da mettere insieme a quello di Pra-Catinat. E che Pra-Catinat sia un'altra cosa deriva dalle affermazioni di Chiabrando.
E' stata imboccata la strada che nella relazione viene definita del "turismo sociale", la quale risponde ad un criterio di prevenzione, ma risponde anche all'esigenza di rendere viva e praticabile una struttura che si vuol far vivere non con inganni o con mistificazioni, ma in una prospettiva.
Perché non vedere in Pra-Catinat un nucleo portante e praticabile che ci faccia rientrare degli alti costi che venivano richiamati? Perché non valorizzare gli elementi che esistono in quella zona e non dare sbocco alle necessità degli Enti locali in particolare a quelli delle grandi aree di concentrazione urbana? 11 Consigliere Viglione richiamava il Gruppo della D.C. a compiere un passo avanti, a non giocare sulla mistificazione dei posti letto, in Commissione avete citato la casa di riposo per anziani.
Quale criterio vi spinge a chiedere questo considerata quell'altitudine? Suggerite altri tipi di cure? Leggiamo la declaratoria dell'art. 14 della legge 833: quali cure potrebbero trovare una motivazione plausibile e sostenibile? Diverso è il discorso della prevenzione, in questo senso uno sforzo va compiuto, rimandando come stabilisce la legge, la definizione degli enti che dovranno gestire la struttura.
Approvata la legge, si potranno studiare modi e forme della gestione.
Abbiamo parlato di gestione comune degli Enti locali che salvi un presidio attivo, dinamico e pluralistico. Bisogna però metterci dentro un elemento soggettivo, bisogna credere in un'operazione che si apre sì con delle incognite, ma che comunque ha altri tipi di opzioni, altri tipi di destinazione e di scelte.
Credo che si debba compiere uno sforzo anche nell'interesse delle comunità locali e dell'economia della valle. Non c'è né arroganza n prepotenza, anzi, c'è la modestia e l'umiltà di chi avendo cercato per anni una soluzione, si trova sulle spalle accuse immeritate di non essere in grado di decidere. D'altronde, il modo in cui si è mossa la Comunità montana, il modo in cui si è riusciti a stabilire un'intesa e un clima positivo è la riprova che il provvedimento non cala dall'alto. Non dobbiamo che rallegrarci di questa decisione.
La D.C. è localmente partito di governo e di responsabilità, faccia la sua parte perché l'operazione riesca nel miglior modo possibile, dia quelle garanzie che in questi anni sono mancate e che hanno fatto di Pra-Catinat un caso emblematico di spreco e di cattivo governo della cosa pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Questo disegno di legge trae la sua origine dall'art. 66 della legge 833, laddove si prevede che deve essere una legge regionale sia a disciplinare lo svincolo di destinazione di quei beni che siano stati acquisiti e trasferiti ai Comuni in sede di riforma sanitaria e sia a destinare quanto si realizza dall'alienazione a nuove attività.
Con questo disegno di legge mi pare però che si sia al di fuori della previsione della legge 833. Non si tratta infatti di uno svincolo di destinazione (che, a mio avviso, va interpretato come "cessazione definitiva" di destinazione, se è vero come è vero che l'art. 66 parla di "successiva alienazione" dei beni mobili ed immobili), ma si tratta piuttosto di un mutamento di destinazione. Si impone un'osservazione di fondo, anche se formale, che però va tenuta presente in vista di eventuali censure. L'osservazione di fondo formale è questa: non poteva essere una legge regionale a disciplinare il puro e semplice mutamento di destinazione. Avrebbe piuttosto dovuto essere un provvedimento di competenza dell'U.S.L. territoriale, sia pure nel quadro del piano sanitario regionale.
Non voglio però esaurire il mio intervento soltanto con questa prospettata possibile preclusione di forma: quindi, passando al merito del disegno di legge, e ipotizzando che la legge regionale (cui si riferisce l'art. 66 della legge 833) possa essere oltre che dichiarativa dello svincolo in atto, anche attuativa di una nuova destinazione del reimpiego e della realizzazione dei beni mobili ed immobili che non vengono incorporati nella nuova destinazione, si impongono altre osservazioni.
Il disegno di legge, nella parte in cui si dichiara lo svincolo di destinazione e la necessità di un mutamento, è senz'altro da condividersi.
Responsabilmente si deve affermare che, stanti gli ingenti costi della gestione dell'Ospedale e stante il superamento sul piano medico-terapeutico delle cure in atto, quell'attività è da chiudersi. Non si può invece condividere l'articolato del disegno di legge nelle altre parti che sono, a mio avviso, non concrete e non determinate. Standosi allo spirito dell'art.
66, la legge regionale doveva essere attuativa, nelle sue linee essenziali non solo della nuova destinazione, ma anche del reimpiego e del reinvestimento, nell'ambito delle U.S.L. e a favore dei presidi sanitari di quei capitali e di quei beni immobili o mobili che dovranno essere alienati.
Il miglior riconoscimento di questa indeterminatezza proviene da un'affermazione che è stata fatta dal Consigliere Mignone. Leggo testualmente ciò che egli ha dichiarato, in sede di lavori della Commissione, così come è stato verbalizzato: ".la necessità che vengano individuati in modo preciso, eventualmente da un'apposita Commissione tutti i possibili utilizzi futuri del complesso va tenuta presente". Ed è proprio qui il vizio di merito del disegno di legge perché, a mio giudizio dovevano essere individuati nelle linee essenziali i "possibili e futuri utilizzi del complesso": in sostanza, la "nuova destinazione".
Di fronte a questa "indeterminatezza" della nuova e futura destinazione del complesso ospedaliero, oltreché del reimpiego e del reinvestimento delle somme ricavande dall'alienazione dei beni mobili ed immobili che non verranno incorporati nella nuova destinazione; di fronte allo stanziamento annuale di i miliardo da parte della Regione e, infine, a causa della totale assenza di indicazione dell'ente gestore, il giudizio del nostro Gruppo è negativo.
Ci riserviamo, in sede di dichiarazione di voto, di precisare se rimarremo arrocati su una posizione di voto negativo oppure su una posizione di astensione: e questo, a seconda dell'esito del prossimo dibattito sugli emendamenti, che mi risultano massicci e sostanziosi così come sono stati proposti dal Gruppo della D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Faccio mie le conclusioni del collega del Movimento Sociale. In effetti, per i Gruppi minori o comunque per i Gruppi meno presenti in questa vicenda, ci sono molte ragioni di perplessità. Se l'Ospedale non ha più ricoverati, vuol dire che le ragioni per le quali era nato non esistono più, vuol dire che abbiamo un Paese che si nutre e che vive regolarmente.
Si pone il problema di trovare un'utilizzazione della struttura, che sia con forme alla programmazione regionale specificatamente alla programmazione sanitaria, ovviamente, considerando le esigenze locali e cercando di inventare qualche cosa di nuovo. Osservo che mentre si è stati puntuali nel constatare le ragioni di tipo campanilistico che tendono alla conservazione della struttura ospedaliera, non si è stati sufficientemente puntuali ad andare nel dettaglio per capire le ragioni per le quali è insufficiente la proposta della Giunta. In effetti, recuperare quella struttura per delle destinazioni diverse da quelle precedenti è un'impresa che ci impegnerà: Consiglio, Giunta, Comunità montana, Comuni e U.S.L.
competente.
Dico però che ho qualche difficoltà ad accettare l'enfatizzazione con cui si parla, per esempio, del turismo sociale e del parco. Non c'é niente di più difficile da gestire che il turismo sociale in relazione ad una realtà naturalisticamente interessante.
Sono andati in crisi nel nostro Paese, in particolare nella nostra Regione, tutti i tentativi, tutte le realizzazioni cosiddette sociali. Ci saranno delle ragioni precise per cui la gente non va più in colonia. In effetti, si è recuperato un concetto diverso del tempo libero. Facciamo molta attenzione a pensare che il turismo sociale sia una riproposizione di turismo di massa organizzato. Pensate che una gestione corretta di una struttura turistica sia meno onerosa di una struttura sanitaria? Una struttura di turismo sociale inserita in una realtà ambientale ed economica richiede l'introduzione di meccanismo e di iniziative dal punto di vista finanziario enormemente onerose.
Sono d'accordo nel dire che un parco è una realtà che va vista anche in questa funzione, ma allora si tratta di capire se ha ancora senso la legge dei parchi volta alla difesa del territorio e alla rivitalizzazione delle realtà socio-economiche, cose molto belle e meritorie, ma che hanno bisogno di un supporto economico reale per stare in piedi. I francesi pagano i contadini perché rimangano sulle montagne. Il fenomeno è molto più complesso di quanto possa essere un intervento su una struttura. Nel parco della Vanoise in Francia c'è una struttura fisica che ha queste possibilità di utilizzazione. Il parco naturale coincide con un turismo sociale qualificato e non un turismo sociale di massa, di recupero e di assistenza.
Tutto quello che si fa, viene gestito dai diretti interessati e non da enti e associazioni e il momento propulsore di tutto il fenomeno turistico ha sede a Parigi, nel cuore della Francia. Questo che cosa significa ? Significa che si cerca di convogliare su quel parco una domanda turistico sociale altamente significativa e qualificata.
Nel parco del Gran Paradiso, invece, non si è fatto niente. Si direbbe circondato da fili spinati perché gli animali non escano e la gente non entri. Quei fili andrebbero fatti con le spine girate da una parte sola in modo che impediscano agli animali di uscire ma che permettano alle persone di entrare. Così dovrebbe essere per il Parco d'Abruzzo e per il Parco dello Stelvio.
L'Assessore penso voglia attivare una forma di turismo di massa pendolare e cioè di turismo per gruppi di persone di estrazione ben precisa, di collocazione geografica ben precisa, probabilmente della conurbazione torinese, che si trasferisce periodicamente ogni anno nelle nostre strutture, noi parchi e, nella specie, nella struttura di Pra Catinat.
Secondo me, questo metodo farebbe rivivere con molto velleitarismo le colonie di antica o più recente memoria, care ad un certo signore nato in Romagna e al prof. Valletta, con il grosso rischio di creare un'altra struttura come la precedente.
Esprimo molte riserve sull'ipotesi di misurarsi con il turismo sociale in un ambiente bellissimo, ma per certi versi difficile perché privo delle attrattive sciistiche durante i periodi invernali e delle caratteristiche del turismo di massa, cioè l'esistenza di una vecchia stazione, di un vecchio paese.
Vogliamo misurarci su questo? Misuriamoci pure. Esprimerò il mio giudizio finale considerando il modo in cui l'Assessore e quelli che replicheranno insieme a lui intendono impostare il turismo sociale, con che taglio, con quale responsabilità e con che tipo di fantasia.
Sono convinto che sia possibile in qualche misura venire incontro alle richieste dei locali che desiderano che là rimanga, almeno in parte, un presidio ospedaliero, perché si rendono conto che la realtà del nostro Paese ha ancora ragione di una struttura di quel tipo, sia pure ridimensionata, riqualificata e specializzata. Questo tra l'altro fa parte della cultura sanitaria delle vallate del Pinerolese, quindi la sua caduta potrebbe determinare una serie di scompensi.
Quindi la richiesta di Chiabrando di garantire la continuità del presidio ospedaliero sia pure parziale, riqualificato, ristrutturato è conciliabile con un'ipotesi di localizzazione, di funzioni nuove di grande significato e di grande fantasia. Tutte le volte che sento parlare di una ex proprietà di cui più nessuno sa cosa farne, sento parlare di corsi di formazione e di turismo sociale. Sono due cose estremamente complesse e delicate. In quanto alla formazione professionale poi, non si può pensare di andare a localizzare nei centri alpini delle scuole professionali senza rivedere tutta la concezione dell'economia delle nostre vallate.
Il Presidente ricorderà che avevo proposto in un'altra sede un convegno sulla formazione professionale nelle realtà alpine dei diversi Paesi europei. Non possiamo continuare a pensare che la formazione professionale relativa all'ambiente alpino possa formarsi sulle nostre esperienze.
Misuriamoci con le esperienze straniere e allora scopriamo, per esempio che a Briançon esiste un sistema integrato di formazione professionale che va dalla formazione dei camerieri alla formazione degli operatori per gli impianti turistici.
Nella più moderna stazione estiva di sci, "Les deux Alpes", in Francia il direttore della stazione (che ha un'utenza pari a quella di Courmayeur e di Cervinia messe insieme), in cui si fa equitazione, si scia e dove c'è la piscina, ha 24 anni ed ha frequentato l'Università specifica, ossia non è uno che abbia cugini o zii che contano. A 19 anni si è iscritto ad un corso di turismo specializzato in stazioni invernali e poi si è laureato, ha vinto il concorso e oggi dirige la più moderna stazione di sci di Francia.
Quindi, parlare di formazione professionale nell'ambiente alpino è molto più difficile che parlare della riqualificazione dei dipendenti dell'Emanuel.
Ci aspettiamo che questa legge esca con proposte più significative, più concrete, più stimolanti sulle quali poter dire il nostro parere e soprattutto impegnare quel tanto della nostra intelligenza su questo obiettivo. Sono certamente obiettivi significativi ed esaltanti.
Misuriamoci su questi problemi, però con estrema prudenza. Se prudenza ci vuole nel costruire il nuovo, prudenza massima ci vuole nel ridimensionare l'esistente. I grandi urbanisti della storia non hanno usato la matita, ma il cerino: se non si distrugge prima non si fa niente dopo. Non vorrei che si cominciasse la politica alla Nerone da Pra-Catinat: bruciamo Pra Catinat, poi costruiamo dalle rovine. Prudenza quindi sulle cose nuove che vogliamo fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Il nostro giudizio sulla legge è favorevole. Le ragioni riportate dal relatore per la modificazione di destinazione delle costruzioni in discussione sono sufficienti e ragionate, perché la destinazione nuova, tra le varie proposte fatte nelle varie sedi, ci pare data la localizzazione (altezza sul mare), caratteristiche costruttive, possibilità di adattamenti ecc., una delle più giustificate. Che il Pinerolese necessiti di posti letto ospedalieri può essere vero, però localizzarli a 1.700 metri oltretutto difficilmente raggiungibili, non pare motivo sufficiente per mantenere l'uso di Pra-Catinat ad ospedale generico, anzi, l'altezza di 1.700 metri, anche se presenta un'aria meno inquinata, presenta una rarefazione di ossigeno tale da provocare un ispessimento di sangue per aumento del numero dei globuli rossi, che sconsiglia l'uso di Pra-Catinat ad ospedale generico. L'ispessimento del sangue, infatti, potrebbe dare danno a vari tipi di malati quali ipertesi, arteriosclerotici, asmatici ed enfisematosi specie in fase di cure polmonari.
Siamo pertanto favorevoli alla proposta di legge in discussione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi per la replica.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Questa legge è doverosa perché l'art. 66 della legge 833 stabilisce che per la modificazione della destinazione vi debba essere un provvedimento di legge.
Tuttavia la situazione non è drammatica trattandosi di soli due padiglioni. Sono stati fatti alcuni rilievi in relazione al soggetto che potrà ottenere il patrimonio e i finanziamenti e alla gestione del personale. L'art. 66 della legge 833 individua nel Comune e nelle U.S.L. i protagonisti delle decisioni. E' altrettanto chiaro che la destinazione seppure rientri nel concetto generale della salute, non potrà più essere finanziata dal Fondo Sanitario Nazionale. E' condivisa da tutti l'impossibilità di proseguire in quell'uso, che storicamente è andato decrescendo in modo tale da non poter più corrispondere ai bisogni della gente.
Rassicuro il collega Chiabrando che le ultime formulazioni fanno chiarezza sul destino della struttura e che, per quanto riguarda la Val Chisone e la Val Pellice, sono state svolte concrete verifiche sulle proposte contenute nell'ultima stesura, le quali corrispondono esattamente alla volontà e alle decisioni assunte dalle rispettive U.S.L. Inoltre poiché la Regione deve lavorare in parallelo con gli enti proprietari di tali patrimoni, la Chiesa Valdese e l'Ospedale Mauriziano, si sono avuti alcuni incontri per giungere alla formulazione delle convenzioni-quadro circa l'utilizzo dei patrimoni dell'Ospedale Mauriziano e dei patrimoni valdesi della Val Chisone in Val Pellice e nella città di Torino.
Il problema del riutilizzo del patrimonio esistente rappresenta una delle questioni più grandi nel campo della politica sanitaria. Sembrerebbe di estrema facilità, ma poi diventa difficile da tradurre nella concretezza.
Siamo riusciti ad andare molto avanti nell'individuazione e nell'organizzazione del sistema dei rapporti e delle relazioni, che sono impostate in modo aperto ad alcuni aggiornamenti ed integrazioni, ma che sono già definite, per farne delle ipotesi di riutilizzo molto realistiche.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Vorrei spiegare i motivi per i quali si è pervenuti alla scelta della struttura ricettiva di tipo sociale.
Ci troviamo di fronte ad una struttura che ha un costo molto elevato e non soddisfa le esigenze sanitarie.
Già negli anni 1963-'64 la Previdenza Sociale intendeva dare a Pra Catinat una destinazione non sanitaria.
Ho già avuto occasione di soffermarmi sull'aspetto economico e sociale del turismo. Dobbiamo pensare ad un turismo esterno e ad un turismo interno legato alla vacanza, al soggiorno settimanale, al fine settimana. Siamo carenti sul piano delle strutture e dei punti di riferimento per le attività di carattere sociale.
La futura destinazione della struttura avrà dei costi inferiori.
Infatti, ho avuto un colloquio con l'Amministrazione comunale di Pinerolo che dimostra la disponibilità di fruire di Pra-Catinat. Per cui ci sarà un intervento della Regione, ma ci sarà anche l'intervento dell'utente e questo ci dà motivo di ritenere che la spesa sarà inferiore rispetto a quella di un'utenza per ragioni sanitarie. Dovremmo anche discutere il problema gestionale e siamo del parere di avviare uno studio specifico di cui porteremo in Consiglio le conclusioni, in ordine ad una gestione non passiva.
D'altro canto nel piano del turismo della comunità piemontese vi è una carenza di strutture se si vuole allargare e rivolgere il turismo ad altri strati sociali, senza voler fare dell'assistenza.
Pra-Catinat potrà anche essere utilizzata per seminari di studio e congressi. Poiché i problemi occupazionali e di valorizzazione economica sono sempre alla nostra attenzione, credo che questa destinazione possa coinvolgere anche la valle in ragione economica.
Questa scelta è nata anche per la spinta e per la volontà di molti amministratori comunali della valle, di molti dipendenti dell'Ospedale. A Pra-Catinat sono presenti una quarantina di persone che per la maggioranza dei casi non hanno bisogno di cure. Pra-Catinat è una preoccupazione sul piano economico. Parlare di strutture sociali non vuol dire fare dell'assistenza, ma vuol dire intendere il turismo rivolto a strati che hanno bisogno di soggiorni e di una qualità della vita diversa da quella delle aree urbane.
Pra-Catinat è una struttura che si può adattare a quanto abbiamo previsto nel piano del turismo sociale della Regione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Ai sensi e per gli effetti dell'art. 66, ultimo comma, della legge 23/12/1978, n. 833, i beni mobili ed immobili e le attrezzature dell'Ospedale di Pra-Catinat, già trasferiti dal 1° gennaio 1981 al patrimonio del Comune di Fenestrelle, sono, per esaurimento del fine dell'istituzione, svincolati dall'utilizzo per l'erogazione delle prestazioni sanitarie di cui all'art. 14 della legge medesima".
I Consiglieri Viglione e Bontempi hanno presentato il seguente emendamento modificativo dell'ultima riga: in luogo di "..sanitarie di cui all'art. 14 della legge medesima" sostituire con "ospedaliere".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla votazione dell'art. 1 cosi emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il Comune di Fenestrelle destina i beni mobili ed immobili e le attrezzature già dell'Ospedale di Pra-Catinat a fini di assistenza sociale a soggetti che necessitano di soggiorni in località climatiche, nel quadro di interventi previsti dal piano socio-sanitario regionale.
Su conforme parere della Comunità montana Val Chisone e Germanasca quale U.S.L. competente per territorio, il Comune di Fenestrelle procederà fatta salva l'utilizzazione dei beni mobili e delle attrezzature di carattere sanitario nell'ambito dei presidi dell'U.S.L. stessa all'alienazione di altri beni mobili ed attrezzature esistenti nel patrimonio già dell'ospedale di Pra-Catinat e non compatibili con la nuova destinazione d'uso del complesso.
Il ricavato dovrà essere destinato ad opere di realizzazione ed ammodernamento dei presidi sanitari esistenti nel territorio dell'U.S.L.
interessata".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: dal Gruppo D.C.: 1) il primo comma è sostituito dal seguente: "I beni mobili ed immobili e le attrezzature già dell'Ospedale di Pra-Catinat sono destinati a fini di assistenza sociale e sanitaria a soggetti che necessitano di soggiorni e cure nel quadro degli interventi previsti dal piano socio-sanitario regionale".
2) Al primo comma è aggiunto il seguente: "A tal fine, entro il 31/12/1981, è costituito il consorzio 'Pra-Catinat' tra le Unità Sanitarie Locali n. 42, 43 e 44 a cui il Comune di Fenestrelle concede in comodato tutti i beni immobili già di pertinenza dell'Ospedale di Pra-Catinat. 1 beni mobili e le attrezzature sono invece ceduti al prezzo convenzionale di L. 1.000.000".
3) Al primo comma è aggiunto il seguente: "A tal fine, entro il 31/12/1981, la gestione del complesso dell'attuale Ospedale di Pra-Catinat è trasferita all'U.S.L. n. 42 a cui il comune di Fenestrelle concede in comodato tutti i beni immobili già di pertinenza dell'Ospedale Pra-Catinat.
I beni mobili e le attrezzature sono invece ceduti al prezzo convenzionale di L. 1.000.000".
4) Il secondo comma è sostituito dal seguente: "Il Consorzio Pra Catinat, fatta salva l'utilizzazione di quanto necessario nell'ambito dei presidi delle tre U.S.L., può procedere all'alienazione di beni mobili e attrezzature esistenti nel patrimonio già dell'ospedale di Pra-Catinat non compatibili con la nuova destinazione d'uso del complesso".
5) il secondo comma è sostituito dal seguente: "L'U.S.L. n. 42, fatta salva l'utilizzazione di quanto necessario nell'ambito del presidio dell'U.S.L. stessa, può procedere all'alienazione di beni mobili ed attrezzature esistenti nel patrimonio già dell'Ospedale di Pra-Catinat non compatibili con la nuova destinazione d'uso del complesso".
6) 11 terzo comma è sostituito dal seguente: "Il ricavato è destinato alla realizzazione ed ammodernamento di presidi sanitari esistenti nel territorio delle U.S.L. interessate".
7) Il terzo comma è sostituito dal seguente: "Il ricavato è destinato alla realizzazione ed ammodernamento di presidi sanitari esistenti nel territorio dell'U.S.L. interessata".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Intanto rileviamo che non è il Comune di Fenestrelle che destina i beni mobili ed immobili a fini di assistenza, ma è il soggetto che sarà istituito in seguito.
Chiediamo, inoltre, di aggiungere, per coerenza con quanto detto all'art. 1, "assistenza sociale e sanitaria" e di togliere la parola "climatiche" perché è limitativa.
Proponiamo la seguente riformulazione: "I beni mobili ed immobili e le attrezzature già dell'Ospedale di Pra-Catinat sono destinati a fine di assistenza sociale e sanitaria a soggetti che necessitano di soggiorni e di cure nel quadro degli interventi previsti dal piano socio-sanitario regionale".
Inoltre, nell'intento di individuare un soggetto capofila di tutta una serie di discorsi, proponiamo di aggiungere dopo il primo comma un secondo comma che può essere articolato in due modi alternativi: "A tal fine, entro il 31/12/1981, è costituito il Consorzio 'Pra catinat' tra le U.S.L. n. 42, 43 e 44, a cui il Comune di Fenestrelle concede in comodato tutti i beni immobili già di pertinenza dell'Ospedale di Pra-catinat. I beni mobili e le attrezzature sono invece ceduti al prezzo convenzionale di L. 1.000.000".
Se non viene accettato questo emendamento che individua l'ente nel Consorzio delle tre Unità Sanitarie Locali, pro poniamo di individuare il soggetto gestore nelle U.S.L. n. 42.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

La filosofia che anima il disegno di legge tende a renderlo polivalente nell'ambito socio-sanitario. L'introdurre altri elementi in questo momento significherebbe snaturare questa filosofia e riportare l'Ospedale alla sua antica origine che, invece, non ha più ragione di essere dal punto di vista scientifico e della trasformazione avvenuta con il tempo. Abbiamo detto che non è possibile per ora individuare nessun altro ente se non quello del Comune di Fenestrelle al quale i beni sono stati trasmessi e che è l'unico elemento di certezza. Se vincolassimo altri enti verremmo ad invadere una sfera non di nostra competenza e quindi scatterebbe automaticamente il rinvio della legge.
Non possiamo accogliere gli emendamenti proposti dalla D.C. salvo quello relativo alla dizione socio-sanitaria al posto di quella sociale.
Possiamo stipulare tra di noi un "patto d'onore" con l'impegno di definire con legge questi punti. Non possiamo chiedere al Comune di Fenestrelle di impegnare 100 milioni per gestire Pra-Catinat, perché tale cifra quel Comune non la vede neanche in due anni di bilancio. Certo qualche sforzo finanziario dovrà pur farlo, ma la Regione non può vincolare oggi il Comune ad uno sforzo finanziario prestabilito.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Prendo atto della dichiarazione del Capogruppo socialista che h a parlato a nome della maggioranza. Giustamente questo è il punto nodale.
Dall'impostazione di questo articolo discende tutta la struttura della legge. Questo punto nodale renderà approvabile o non approvabile la legge da parte del Governo. Insistiamo sulla necessità di individuare un ente gestore, qualunque esso sia; in caso contrario non so come tutti gli aspetti successivi possano essere accettati e correttamente collocati. Ci chiediamo come può il Comune di Fenestrelle destinare beni mobili ed immobili a questi usi se non potrà accollarsene la gestione. Il Comune non potrà neanche vendere le attrezzature, né sarà sufficiente il parere della Comunità montana, perché se la gestione sarà tra enti diversi, saranno questi enti a giudicare se le attrezzature saranno da alienare o meno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Sono invece dell'opinione che non sia opportuno indicare l'ente anche perché si devono individuare due classi di soggetti interessati a quella struttura: i gestori e i fruitori. Facciamo attenzione a non farli coincidere.
Non vedo perché una struttura di questo genere, che potrebbe diventare sofisticata e preziosa, non possa venir messa in un circuito, oltre che regionale. Allora stiamo attenti ad identificare il soggetto fruitore con il soggetto gestore e a ridurre la struttura in uno spazio provinciale.
Visto che l'ombrello della Regione sarà piuttosto ponderose), riserviamoci la facoltà di finalizzare la struttura ad un'utenza più mobile. L'ente gestore e gli enti fruitori, secondo me, dovrebbero essere completamente distinti. L'ente gestore sarà individuato e concretato a tempi stretti con opportuna legge, tenendo presente che la gestione da parte di un Consorzio non significa monopolio dell'utilizzazione e che la fruizione deve essere lasciata libera al convenzionamento perché può interessare soggetti ed aree diverse da quelle rappresentate dagli enti gestori.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli emendamenti presentati dal Gruppo D.C.
Chi è favorevole al primo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 14 favorevoli ed 1 astensione.
Chi è favorevole al secondo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 14 favorevoli ed 1 astensione.
Chi è favorevole al terzo emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 14 favorevoli ed 1 astensione.
Chi è favorevole al quarto emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 14 favorevoli ed 1 astensione.
Il Consigliere Chiabrando ha ritirato il quinto emendamento.
Chi è favorevole al sesto emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 14 favorevoli ed 1 astensione.
Il Consigliere Chiabrando ha ritirato il settimo emendamento.
I Consiglieri Viglione e Bontempi hanno presentato i seguenti emendamenti: 1) al secondo comma, sesta riga, sopprimere "altri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 25 voti favorevoli e 15 astensioni.
2) All'ottava riga, sopprimere la congiunzione "e".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 25 voti favorevoli e 15 astensioni.
Il Consigliere Majorino ha presentato il seguente emendamento: aggiungere dopo il terzo comma dell'art. 2 quanto segue: "In conformità dei criteri che verranno enunciati da un'emananda legge regionale".
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il terzo comma dell'art. 2, così come è formulato, si limita a ripetere, nella sostanza, l'art. 66 della legge 833, la quale stabilisce che la legge regionale deve disciplinare il reimpiego e il reinvestimento del ricavato. Nella parte generale avevo rilevato l'indeterminatezza di alcune norme, compresa questa che non disciplina la destinazione del ricavato dalle alienazioni di beni mobili ed immobili. Ritengo quanto meno necessario precisare che sarà una futura emananda legge regionale a disciplinare la destinazione di questo ricavato.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

La Giunta è contraria.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Majorino è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 25 voti contrari, 1 favorevole e 15 astensioni.
I Consiglieri Viglione e Bontempi presentano ancora un ultimo emendamento: al primo comma, terza riga, inserire "sanitaria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 45 voti favorevoli ed l astensione.
Passiamo alla votazione dell'art. 2 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 46 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Per consentire la nuova destinazione del complesso edilizio, in modo che dell'attività sociale di cui all'articolo precedente possano beneficiare tutti gli assistibili della regione, l'Amministrazione regionale, in accordo con il Comune di Fenestrelle, contribuisce alla ristrutturazione del predetto complesso con l'importo massimo di L. 4.000 milioni da stanziarsi nei bilanci degli esercizi finanziari 1981 - 1982 1983".
Il Gruppo D.C. ha presentato i seguenti emendamenti: 1) l'art. 3 è sostituito dal seguente: "Per agevolare la trasformazione della destinazione, come previsto dalla presente legge, l'Amministrazione regionale concede al Consorzio Pra Catinat un contributo a fondo perduto di L. 4.000 milioni da ripartire per L. 1.000 milioni nel 1981, L. 1.500 milioni nel 1982 e L. 1.500 milioni nel 1983, da destinare alla ristrutturazione del complesso edilizio".
2) L'art. 3 è sostituito dal seguente: "Per agevolare la trasformazione della destinazione, come previsto dalla presente legge, l'Amministrazione regionale concede all'U.S.L. n. 42 un contributo a fondo perduto di L.
4.000 milioni da ripartire per L. 1.000 milioni nel 1981, L. 1.500 milioni nel 1982 e L. 1.500 milioni nel 1983, da destinare alla ristrutturazione del complesso edilizio".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Non possiamo fare a meno di far notare la non chiarezza di questo articolo e le sue discordanze.
Pertanto, ne proponiamo un altro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Mi astengo sull'emendamento e quindi sull'art. 3 perché, pur apprezzando l'intendimento di dare certezza di comportamento finanziario e secondo la D.C., dei destinatari, rilevo che non sempre la Regione ha preso impegni e tempi ultimi e definitivi.



PRESIDENTE

Chi è favorevole al primo emendamento presentato dal Gruppo D.C. è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 29 voti contrari, 13 favorevoli e 2 astensioni.
Il Consigliere Chiabrando ha ritirato il secondo emendamento.
Passiamo alla votazione dell'art. 3 nel testo originale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Gli enti che intendono avvalersi dei servizi di cui al primo comma del precedente art. 2 prenderanno accordi con la Regione e con il Comune di Fenestrelle per la gestione in comune dei servizi stessi in ragione del loro interesse".
Il Gruppo D.C. ha presentato i seguenti emendamenti: 1) l'art. 4 è sostituito dal seguente: "Al fine di far beneficiare il maggior numero di cittadini dei servizi di assistenza socio-sanitaria del complesso di Pra-Catinat, il Consorzio stesso è autorizzato a stipulare convenzioni con altre Unità Sanitarie, Comuni, Comunità montane e altri enti della Regione".
2) L'art. 4 è sostituito dal seguente: "Al fine di far beneficiare il maggior numero di cittadini dei servizi di assistenza socio-sanitaria del complesso di Pra-Catinat, l''U.S.L. n. 42 è autorizzata a stipulare convenzioni con altre Unità Sanitarie, Comuni, Comunità montane e altri enti della Regione".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ritiriamo i nostri emendamenti anche se l'articolo non è meno nebuloso del precedente.



PRESIDENTE

I Consiglieri Viglione e Bontempi hamno presentato il seguente emendamento: l'intero art. 4 è sostituito dal seguente: "I servizi di cui al primo comma dell'art. 2 sono gestiti in comune dagli enti che intendono avvalersi dei servizi stessi in ragione del loro interesse sulla base di accordi con la Regione ed il Comune di Fenestrelle".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Esprimo voto contrario all'emendamento e all'art. 4 perché ribadisco che bisogna tener ben distinte la figura del gestore dalla figura del fruitore. Con questo emendamento e con questo articolo si fanno coincidere il gestore con il fruitore della struttura, tanto che l'Ospedale di Pra Catinat diventerà una caserma. Questo mi pare estremamente pericoloso per i risultati che potrà dare e molto riduttivo delle possibilità di impiego della struttura stessa.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dai Consiglieri Viglione e Bontempi è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli e 14 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 4 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "Fermo restando il diritto all'iscrizione nei ruoli nominativi regionali del servizio sanitario nazionale di cui alla legge regionale 20/5/1980 n. 52, i dipendenti, già nella pianta organica dell'ente ospedaliero che comprendeva lo stabilimento di Pra-Catinat ed in servizio alla data del 30/6/1981, possono richiedere, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, di essere destinati: alla Comunità montana Val Chisone e Germanasca ai Parchi dell'Orsiera-Rocciavrà e della Val Troncea all'Ospedale Valdese di Pomaretto all'organismo che sarà costituito per la gestione delle strutture di cui all'art. 2 della presente legge.
Le destinazioni di cui al precedente comma sono effettuate dalla Giunta regionale, in base a criteri di professionalità e nel rispetto delle preferenze espresse dagli interessati ed in relazione alle esigenze che saranno espresse dagli enti destinatari, entro il 30/6/1982, d'intesa con le istituzioni suindicate, le quali devono comunque garantire al personale la conservazione della posizione giuridica e di livello funzionale corrispondente a quella ricoperta nel ruolo di provenienza.
Il personale che permane nel comparto sanitario e che risultati in soprannumero all'atto della prima collocazione, da effettuarsi sulla base dell'art. 66, primo e terzo comma, del D.P.R. 20/12/1979 n. 761, nelle piante organiche dell'U.S.L. n. 42, può essere trattenuto presso questa U.S.L. in attesa dell'applicazione della normativa da emanarsi dalla Regione ai sensi del quarto comma dello stesso articolo.
Nelle more dell'approvazione della pianta organica e della normativa regionale di cui al precedente comma, al personale è consentito di richiedere l'assegnazione ad altra Unità Sanitaria Locale con istanza da presentare al Presidente della Giunta regionale entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. L'assegnazione avviene con decreto del Presidente della Giunta regionale in relazione alla vacanza di posti nell'Unità Sanitaria Locale prescelta".
Il Gruppo D.C. ha presentato i seguenti emendamenti: 1) L'art. 5 è sostituito dal seguente: "I dipendenti già nella pianta organica dell'ente ospedaliero Pra-Catinat ed in servizio alla data del 31/12/1980, sono trasferiti, alla data dell'1/1/1981, al Consorzio Pra Catinat mantenendo la posizione giuridica e il livello funzionale corrispondenti a quelli ricoperti nel ruolo di provenienza.
I dipendenti stessi, su richiesta loro e degli enti interessati possono anche essere trasferiti dalla Giunta regionale, alle stesse condizioni giuridiche, alle Comunità montane Val Chisone e Germanasca, Val Pellice e Pinerolese Pedemontano e ai Parchi Orsiera-Rocciavrà e Val Troncea".
2) L'art. 5 è sostituito dal seguente: "I dipendenti già nella pianta organica dell'ente ospedaliero Pra-Catinat e in servizio alla data del 31/12/1981, sono trasferiti, alla data dell'1/1/1982, all'U.S.L. n. 42 mantenendo la posizione giuridica e il livello funzionale corrispondenti a quelli ricoperti nel ruolo di provenienza.
I dipendenti stessi, su richiesta loro e degli enti interessati possono anche essere trasferiti dalla Giunta regionale, alle stesse condizioni giuridiche, alle Comunità montane Val Chisone e Germanasca, Val Pellice e Pinerolese Pedemontano e ai Parchi Orsiera-Rocciavrè e Val Troncea".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Anche questo articolo, così come è impostato, non sarà realizzabile perché se nessuno degli enti riterrà idoneo il personale di Pra-Catinat l'articolo non sarà attuato.
Inoltre si parla di un organismo che "sarà" costituito. Si fa riferimento all'art. 2, mentre lo stesso non parla di nessun organismo.
Continuano ad esserci confusione ed incongruenze.
Comunque ritiriamo i nostri emendamenti.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'art. 5 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
Art. 6 "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 1981 la spesa di L. 1.000 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa dello stanziamento di cui al cap. 1000 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1981.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1981 è conseguentemente istituito il capitolo con la denominazione 'Spese per la ristrutturazione del complesso edilizio di Pra-Catinat da destinare a fini di assistenza sociale' con lo stanziamento di L. 1.000 milioni in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Le spese per gli anni finanziari 1982 e 1983 saranno stabilite con le leggi di approvazione dei relativi bilanci".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

La posizione del Gruppo D.C. risulta dai numerosi emendamenti presentati che hanno dato il senso dell'atteggiamento del nostro partito nella realtà del Pinerolese e in tutte le realtà, sia come forza di opposizione sia come forza di governo. E' un atteggiamento responsabile di una forza politica che vuole entrare nel merito dei problemi, che vuole confrontarsi sul territorio con le altre forze politiche e con le forze sociali per fare delle proposte non demagogiche, clientelari, ma tese ad interpretare le aspirazioni e le aspettative della gente che, nel caso del Pinerolese, guarda con attenzione e con preoccupazione alla soluzione che si intende dare a Pra-Catinat. Nelle consultazioni con il Comprensorio, con le Comunità montane, con i Comuni, con le forze sociali sono emerse preoccupazioni sulla scelta e posizioni varie.
Il testo di legge che andiamo a votare è migliore del precedente grazie al nostro contributo. Tuttavia non si sono sciolti quei nodi che avevamo evidenziato.
Non siamo per l'utilizzo ospedaliero, non è questa la nostra posizione.
La nostra posizione è per un utilizzo sociale e sanitario, da verificare momento per momento con le realtà sociali, con le forze politiche perch nessuno oggi è in grado di individuare e definire soluzioni valide.
Abbiamo chiesto l'individuazione dell'ente di gestione che attraverso il meccanismo del convenzionamento può aprirsi ad altri enti regionali ed extra regionali e che fosse in grado di svolgere tutte le azioni procedurali, formali e sostanziali inerenti l'immobile.
Il Capogruppo socialista ha parlato di un patto d'onore. Ne prendiamo atto, ma alla comunità piemontese non possiamo parlare di patti d'onore, ma dobbiamo spiegare le cose che si decidono o meno in quest'aula.
Voglio ancora sottolineare che di strutture di questo tipo sul territorio regionale ce ne sono altre: quelle di Limone Piemonte e l'Ospedale di Demonte.
Forse il dibattito sull'Ospedale di Pra-Catinat era l'occasione per fare una verifica complessiva di tutte le strutture ospedaliere che si ipotizza di abbandonare. Siamo contrari agli sprechi di qualsiasi tipo, ma gli sprechi si eliminano con interventi finalizzati, altrimenti si rischia di passare da un tipo di sprechi ad altri sprechi forse maggiori.
Per queste ragioni il voto della D.C. sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Finalmente il Consigliere Viglione questa mattina era di buon umore e ho capito il perché: la poltrona del Presidente della Giunta è vuota.



PRESIDENTE

Questo è umorismo macabro.



MARCHINI Sergio

Direi che il buon gusto va di pari passo con l'intelligenza e con l'età e quindi si richiede...



VIGLIONE Aldo

Telefonate a Bastianini.



MARCHINI Sergio

Probabilmente è a spasso con il Presidente Enrietti. Chiedo poi al Presidente di fare una censura precisa, perché questi comportamenti non sono accettabili sul piano personale. Oltre un certo li mite non sono più un fatto personale, ma riguardano il comportamento dei Consiglieri in aula che diventa di competenza del Presidente. La nostra dignità e quella dei Gruppi deve essere tutelata dal Presidente.
E' una questione sulla quale non c'entra né la maggioranza né l'area progressista, visto che adesso si farà, ma c'entra la misura del humor di taluni personaggi. Non è un fatto politico, ma è un fatto di educazione.
Venendo al merito, faccio mia la totalità delle considerazioni della D.C. Il nostro voto sarà di astensione in quanto il voto negativo da parte nostra sarebbe stato giustificato qualora, come ha fatto la D.C., ci fossimo misurati in termini dialettici con la maggioranza. Non abbiamo fatto questo lavoro, quindi riteniamo di non aver sufficientemente scandagliato le ragioni di non consenso con la proposta della maggioranza.
Dobbiamo peraltro dire che elemento positivo di questa legge è l'aver posto un punto fermo sul problema di Pra-Catinat. Non è una struttura che può continuare nell'attuale situazione e con l'attuale destinazione.
E' però estremamente pericoloso e delicato lasciare nascere un'ipotesi senza individuare parametri e riferimenti in ordine all'ente gestore e senza alcun riferimento sulla funzione e i fruitori della funzione. Sarà certamente un lavoro estremamente delicato per la Giunta che dovrà farsene carico. Ci auguriamo che questo materiale possa ritornare in aula con un più approfondito livello di determinazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Non pronuncerò frasi oscure e minacciose. Sono allegro perché passa la legge: vedo che una battaglia, condotta fin dal 1977, riesce ad andare in porto attuando quel concetto della spesa pubblica che tanto auspichiamo e questo mi rende sereno. Sono lieto che su questa strada si siano portate altre forze politiche che sostenevano esattamente il contrario. Mi riferisco a coloro che nel 1977, quando incominciammo l'opera di trasformazione di Pra-Catinat, ne sostenevano il potenziamento, a quanti chiedevano il potenziamento delle divisioni mediche, il rafforzamento del personale, talché oggi non avremmo alcuna possibilità di trasformare una cosa del tutto inutile in una cosa utile.
Pra-Catinat ha esaurito il compito che gli era stato assegnato nel corso degli anni '20 e si trasforma oggi in un momento di prevenzione di tempo libero e di turismo, cioè un nucleo complesso.
Il patto che proponiamo è un patto per far sì che la gestione sia estremamente corretta. Manteniamo questo significato e dichiariamo che il Gruppo socialista voterà favorevolmente questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Per le motivazioni addotte nel mio intervento darò voto pienamente convinto e favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Richiamo le argomentazioni già svolte a proposito della indeterminatezza di questo testo legislativo che lo rende non puntualmente attuativo dell'art. 66 della legge 833, dal quale il disegno di legge vuole, invece, trarre il suo titolo di legittimità.
E' vero che nella relazione al disegno di legge svolta dal Consigliere Bontempi, e nel corso dell'intervento svolto dall'Assessore Moretti, si sono messi in evidenza futuri intenti e future volontà politiche di utilizzazione socio-turistica del complesso, ma è anche vero che il tenore letterale dell'art. 2 - così come è stato formulato e votato - è indicativo di una volontà di mutare la destinazione del complesso ospedaliero da sanatorio vero e proprio ad attrezzatura ricettiva per chi necessiti di soggiorni in località climatiche: in sostanza, per chi abbia bisogno di tutelare la propria salute.
Se così stanno le cose - ed anche alla luce dell'interpretazione secondo cui il futuro ente gestore dovrà svolgere funzioni di prevenzione delle malattie in senso lato - ci si trova nella tematica delle competenze delle U.S.L., previste dall'art. 14: competenze che non sono elencazioni tassative ma esemplificative. Pertanto non si può condividere quella norma del disegno di legge che prevede stanziamenti pluriennali della Regione a favore dell'istituendo ente gestore, perché la spesa dovrebbe rientrare fra le spese previste dal piano sanitario.
Esprimo, in conclusione, un giudizio negativo per le ragioni di indeterminatezza già esposte; rilevando però che non si può non condividere l'intento di questa legge relativo alla cessazione dell'attuale destinazione, che è molto onerosa.
Pertanto il mio voto sarà di astensione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.


Argomento:

Esame progetto di legge n. 71: "Svincolo di destinazione dell'Ospedale di Pra-Catinat e sua ristrutturazione a fini socio-assistenziali"

Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto sesto all'ordine del giorno si proceda alla seguente: "Nomina":


Argomento: Nomine

- Comitato consultivo regionale per la pesca: tre esperti nelle discipline naturalistiche e forestali scelti dal Consiglio regionale, con voto limitato a due, su proposta delle Facoltà universitarie di Scienze matematiche, fisiche, naturali, di agraria e di veterinaria.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 38 hanno riportato voti: Lodi Elso n. 26 Currado Italo n. 26 Forneris Gilberto n. 10 scheda bianca n. 1 scheda nulla n. 1 Li proclamo eletti.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame proposta di deliberazione: "Legge regionale 12/6/1978, n. 31 Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica . Programma 1981 - III Stralcio"


PRESIDENTE

Infine, esaminiamo il punto quinto all'ordine del giorno che reca: Esame proposta di deliberazione: "Legge regionale 12/6/1978, n. 31 Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica - Programma 1981 III Stralcio".
La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Nella proposta di deliberazione è scritto che il testo sarebbe stato approvato all'unanimità dalle Commissioni II e VI.
In qualità di coordinatore della II Commissione devo dire che nessun Consigliere del nostro Gruppo è stato convocato per esaminare questa deliberazione. Mi riservo di proporre il problema generale del funzionamento della II Commissione, sia rispetto alle convocazioni che arrivano in ritardo oppure in forma non corretta sia rispetto allo svolgimento dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

La riunione congiunta della il e della VI Commissione si è tenuta venerdì scorso e vi hanno partecipato anche i Consiglieri Ariotti e Martinetti delegati dalla II Commissione. Mi risulta che la deliberazione era stata consegnata ai Consiglieri da alcuni giorni.
Sul merito devo dire che l'assegnazione dei fondi della legge 31 è stata fatta tenendo conto delle indicazioni comprensoriali fuorchè per il Comprensorio di Torino, non ancora in grado di poter fare delle proposte.
L'Assessorato, d'intesa con i tecnici di tale Comprensorio, ha predisposto la bozza di deliberazione sulla quale le Commissioni Il e V I hanno discusso e proposto alcune modifiche.
La proposta di deliberazione è stata approvata dalla Commissione all'unanimità.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Non è assolutamente vero che alla riunione di venerdì abbia partecipato il Consigliere Martinetti, che la convocazione sia stata fatta, che la deliberazione sia stata presentata ai Consiglieri giorni prima.
Siamo d'accordo di esaminare la deliberazione nel merito, sul piano delle dichiarazioni però è scorretto venire qui ad indicare delle circostanze che non sono veritiere.



PRESIDENTE

L'incidente sollevato dal Consigliere va effettivamente esaminato.
La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore all'edilizia scolastica

Desidero fare una precisazione in risposta alle osservazioni che il Consigliere Villa aveva fatto in Commissione e in Consiglio regionale la volta scorsa.
Questa deliberazione, come le due precedenti, impegna i fondi sulla competenza del 1981. Questo chiarisce quella questione che era sorta sul bilancio relativa ai 5 miliardi circa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Prendo atto che sia il primo, che il secondo che il terzo stralcio vanno tutti imputati sui 5 miliardi di competenza dell'81 e che ci sono fondi in cassa. Come volevasi dimostrare e come avevo sostenuto in Commissione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 121611978, n. 31, nonché la ripartizione comprensoriale dei finanziamenti effettuata in base all'art. 3 della legge stessa viste le richieste di finanziamento formulate a termini di legge dai Comuni interessati; sentiti i Comprensori sulla situazione scolastica e finanziaria dei Comuni in ordine alle priorità di intervento, ai sensi dell'art. 3 della legge stessa sentito il parere delle Commissioni consiliari competenti delibera di approvare il III stralcio del programma degli interventi relativo all'anno 1981, in riferimento all'ambito territoriale del Comprensorio di Torino così come indicato nell'elenco allegato che fa parte integrante della presente deliberazione.
La spesa complessiva di L. 401.700.000 graverà sul capitolo 7800 del bilancio regionale relativo all'esercizio finanziario 1981.
Data l'urgenza di procedere alla realizzazione degli interventi prima della riapertura del nuovo anno scolastico, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
Pongo in votazione la proposta che tale deliberazione venga dichiarata immediatamente esecutiva. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
Comunico, infine, che il Consiglio verrà convocato per i giorni 23 e 24 luglio 1981. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,30)



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