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Dettaglio seduta n.70 del 09/07/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame progetto di legge n. 87: "Rendiconto dell'esercizio finanziario 1980" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Prosegue il dibattito sul rendiconto dell'esercizio finanziario 1980.
La parola al Consigliere Mignone per dichiarazione di voto.



MIGNONE Andrea

Il Gruppo socialdemocratico condivide le indicazioni e le motivazioni contenute nella relazione fatta dal Consigliere Biazzi. Quindi esprime voto favorevole al progetto di legge n. 87.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

E' fatto comprensibile che al dibattito sul rendiconto dell'esercizio '80 il nostro Gruppo non abbia partecipato con la completezza di analisi che l'importanza del documento richiede. Abbiamo assistito ad un dibattito di alto livello, ad una relazione accurata ed approfondita del Consigliere Biazzi, ad una presentazione incisiva ed intelligente dell'Assessore Testa e ad un intervento documentato del Capogruppo della D.C., Paganelli, che ha dimostrato come nell'azione dell'opposizione spesso vi sia più governo che nelle azioni dei singoli Assessorati.
Quando le forze di opposizione, senza gelosie interne, si riconoscono nei diversi settori in letture dei fatti politici, tecnici ed amministrativi, della profondità e dell'apertura di quanto condotto dal Capogruppo della D.C. vuol dire che, almeno per quanto riguarda le opposizioni, questo Consiglio funziona, fa il suo dovere di vigilanza, di proposta, di indirizzo, di capacità di indicazione, di linee alternative per il governo della Regione.
Devo rilevare che per la discussione di temi di questa importanza, a parte il Presidente che aveva avuto il buon gusto di scusare la sua assenza, cosa di cui lo ringraziamo, erano presenti a volte due, a volte tre Assessori. Capisco che fosse più importante ricevere altri amministratori nelle sale attigue al Consiglio, però, proprio per la profondità degli argomenti portati, l'intervento del Capogruppo della D.C.
meritava maggior attenzione, non solo da parte dell'Assessore responsabile.
Per parte nostra ci rimane semplicemente da sottolineare come il rendiconto 1980, nel bene e nel male, sia lo specchio fedele, tecnicamente accorto, delle luci, delle ombre, dei nodi non risolti dell'azione regionale.
Nel confermare il nostro giudizio negativo, teniamo a sottolineare gli elementi di attenta riflessione che l'Assessore competente ha portato all'attenzione del Consiglio, cioè che qualche indulgenza e qualche maggiore facilità con la quale nel passato si poteva anche avvicinare il tema dell'impostazione della successiva gestione del bilancio regionale oggi debba lasciare spazio ad un rigore del tutto diverso, ad un'impostazione del tutto diversa, ad un ripensamento di fondo di come riuscire a tradurre le risorse regionali in azioni strategiche di reale incisività per un diverso futuro della comunità. Non sono le prediche che servono in queste materie, ma sono i fatti. Ci aspettiamo da questa Giunta da questa maggioranza, con la quale continuiamo ad essere disponibili ad un confronto serrato sul merito dei provvedimenti, che dalle parole dell'Assessore Testa non derivino soltanto delle raccomandazioni vuote, ma dei fatti concreti che ci portino a valutare diversamente il bilancio di rendiconto del prossimo anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ho avuto la fortuna di partecipare ai dibattiti sui rendiconti degli scorsi anni e devo dire che questa mattina ho registrato sfumature ed affermazioni da parte dell'opposizione diverse rispetto al passato. Infatti si dà atto del miglioramento della capacità di spesa e di intervento della Regione e da questo riconoscimento si deve partire.
Il mio giudizio politico complessivo sul dibattito è soddisfacente. Non ho mai avuto remore nel riconoscere il contributo che viene dai Gruppi che non sono in maggioranza, ma questa non è una novità perché è una caratteristica dell'istituto regionale dalla seconda legislatura in poi.
L'intervento di Paganelli propone temi di confronto concreto sulle proposte di legge presentate dal Gruppo D.C. Non ci sottraiamo assolutamente al confronto, anzi, la proposta di legge sull'agricoltura è già all'esame della Commissione proprio perché riteniamo che la capacità di governare vada misurata sulla capacità di adattare continuamente gli strumenti. Non abbiamo testi sacri ed immutabili per nessun settore.
La maggioranza, da parte del Gruppo socialista e da parte del Gruppo comunista, ha pure presentato una serie di proposte di legge e credo che tutto questo lavoro vada nella direzione di una maggiore efficienza, di una maggiore capacità dell'istituto regionale. Dobbiamo invece criticare aspramente il ridimensionamento che si vuole fare delle Regioni, che pure alcune innovazioni hanno portato nei rapporti con gli enti e con la comunità. Né sarebbe possibile rivendicare ruoli di governo all'opposizione, come fa il Consigliere Bastianini, senza cogliere nel segno questo grave deterioramento strutturale della ragion d'essere delle Regioni, della loro capacità di spesa, della loro legittimità quali soggetti dentro il quadro nazionale economico e finanziario in grado di rispondere alle loro funzioni e alle loro responsabilità. Dico questo perché, nel momento in cui si ritorna sulla questione dei residui e della composizione della spesa della Regione, dobbiamo sì cercare di rimontare i problemi, lavorare sulle leggi, ma dobbiamo anche rivolgere la mente l'occhio e l'attenzione un pochino più in là: la questione dei 25 mila miliardi di residui passivi dello Stato è una questione clamorosa che dimostra quanto noi comunisti abbiamo da sempre asserito con forza e cioè che da quando sono state istituite le Regioni si spende di più e meglio qui in Piemonte e in altre Regioni in coerenza con certe presenze politiche e certe caratteristiche politiche. Crediamo che la forza del movimento autonomistico, del movimento riformistico sta soprattutto nei nuclei politici della sinistra. Questa maggioranza rappresenta un punto di riferimento importante, non può permettersi di stare ferma, anzi segna con la sua presenza un indirizzo che deve rimanere fondamentale anche per giudicare a livello nazionale gli atti che qui compiamo.
Il Consigliere Vetrino Nicola rilevava l'importanza del rendiconto rispetto al bilancio preventivo. Facciamo nostra questa affermazione. Le verifiche delle azioni programmatiche, delle azioni legislative devono essere fatte attorno al consuntivo e certamente questo è un momento di grande importanza.
Vorrei però ricordare al Partito Repubblicano che ha governato per anni al Comune di Roma che per dieci o undici esercizi finanziari in quel Comune non è stato presentato il conto consuntivo.
Forse tutti, con umiltà, possiamo trarre dal passato una lezione su quello che si deve fare per il futuro.



PRESIDENTE

La parola al collega Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi socialisti non ci poniamo di fronte al consuntivo del 1980 in posizione acritica. Riteniamo che si debba esaminare il nodo della questione, al di là delle cifre, alla luce delle opere che si sono eseguite e dei programmi che si sono realizzati.
Il consuntivo non è il bilancio di previsione. Non concordo con quanti pur lodevolmente ed abilmente come hanno fatto Paganelli e Vetrino, hanno approfondito temi che sono propri di un bilancio di previsione e non di un bilancio consuntivo. Quando ci troviamo di fronte ad un bilancio consuntivo, dobbiamo vedere se le scelte che erano state compiute dalle forze di maggioranza sono state realizzate. In Piemonte siamo passati dai 475 miliardi dei residui del 1979, ai 346 miliardi nel 1980 quindi un grosso passo è stato compiuto. Tutto questo avviene in due momenti molto importanti: nel 1980 ci sono state le elezioni, quindi le scelte non sono state così prorompenti come potrebbero essere in altri momenti. Il 1980 è stato un momento di attesa del giudizio degli elettori su quello che è stato fatto nei cinque anni precedenti. E su questo gli elettori ci hanno dato ragione, senza alcun dubbio, come ci hanno dato ragione il 21 giugno nel '79/'80 vi è stato un fatto inflattivo notevole, l'entrata è cresciuta credo intorno al 28/30 %, talché la riduzione a 346 miliardi dei residui di fronte ai 475 miliardi rappresenta un ulteriore balzo.
Se paragoniamo la Sicilia (i cui residui passivi ammontano a circa 2 mila miliardi) con il Piemonte (346 miliardi che in termini monetari vogliono dire meno di 300 miliardi) dobbiamo rilevare che il Piemonte in termini di attuazione, di realizzazione, ha operato rettamente. Se diamo un'occhiata ai residui passivi, dovremmo dare un'occhiata anche ai residui attivi. Lo Stato non ci corrisponde neanche più le somme che devono essere corrisposte. Se non giungono più i soldi dalla tesoreria centrale, qualche cosa dovremo pur fare per averli, quindi le difficoltà non vengono tanto dai residui passivi che per la Regione Piemonte quasi non esistono, ma vengono dai residui attivi, cioè mancheranno 23/24 miliardi che erano gli interessi che venivano accreditati alla Regione sulle somme erogate dallo Stato.
Il Gruppo socialista proporrà delle modifiche allo Statuto in ordine alla delega agli Enti locali. La Regione deve spogliarsi di competenze per determinarle all'esterno, Unità Sanitarie Locali, Comunità montane Comprensori, Consorzi di Comuni, proprio per consentire che la spesa sia ulteriormente dominata e qualificata.
Il Gruppo socialista dà un giudizio positivo al rendiconto consuntivo del 1980. Non si pone in termini trionfalistici, ma ritiene che si sia fatto un passo avanti e che nel 1981 si potrà ancora procedere in questo senso se esisteranno le condizioni per arrivare alle realizzazioni ed alle attuazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Non avevo previsto di intervenire, ma avendo seguito con attenzione gli interventi, credo di dover aggiungere alcune considerazioni. Mi riferisco fondamentalmente ai Consiglieri Vetrino e Paganelli.
Alla dottoressa Vetrino devo dire che non c'è bisogno di fare nessun opuscolo, di organizzare niente, in quanto le domande pervenute alla Regione e in corso di istruttoria sono 4/5 volte le risorse disponibili.
Nel corso del dibattito sui problemi dell'agricoltura ho parlato di crisi di intervento pubblico. Quindi non c'è carenza di domande.
Per quanto riguarda i 119 miliardi di residui passivi in agricoltura ci sono problemi interni, ci sono inefficienze della Regione. E' in corso un confronto fra la proposta presentata dalla D.C. e la proposta presentata dalla Giunta.
Ci sono inoltre molte inefficienze esterne, determinate dai singoli dalle comunità, dai loro progettisti, dagli istituti bancari che lamentano la carenza di fondi e i ritardi nel pagamento da parte delle Regioni. Gli istituti bancari rendicontano dopo 6/8 mesi e la Regione paga sulla rendicontazione, sulla presentazione di un pezzo di carta. Le banche fanno due rendicontazioni. E' chiaro che la rendicontazione presentata a dicembre non può essere pagata sul bilancio dell'anno. Ci sono due possibili soluzioni: o prendiamo quei 40 miliardi di annualità passive, li affidiamo alle banche e aspettiamo che li utilizzino (ma non credo che l'Assessore alle finanze possa accogliere questa proposta) oppure si mandano in economia le annualità e l'Amministrazione si impegna a pagare le annualità quando arriveranno. Questo è un modo per ridurre fisiologicamente i residui passivi.
Altra soluzione è quella di operare non con acconti, ma con congrui anticipi. In questo senso è aperto il confronto in Commissione. Spero che si arrivi nei prossimi giorni ad una definizione che consenta di avviare i pagamenti. Si tratta poi di operare da una parte sul bilancio pluriennale e dall'altra con le modifiche alla legge finanziaria.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

Desidero innanzitutto ringraziare gli intervenuti al dibattito per il contributo dato al problema globale della finanza regionale. Non condivido in pieno l'intervento del Capogruppo Paganelli e su alcuni punti intendo replicare.
Per quanto riguarda il miglioramento dei pagamenti non credo che si possa in tempi brevissimi avere l'accelerazione dei pagamenti a quel 10 che nella relazione è indicato, ma indubbiamente siamo incamminati su questa via e ci auguriamo che le difficoltà di cassa, che segnalavo in apertura, non costituiscano un elemento frenante rispetto al fenomeno di fluidificazione della spesa.
Il Consigliere Paganelli faceva riferimento a cifre previste e non impegnate. Forse dimentica il meccanismo della revoca, che è stato attuato in sede di assestamento 1980, al fine di evitare di tenere impegnate delle somme che in ogni caso non sarebbero andate a pagamento alla fine dell'anno. Il dato che il Consigliere Paganelli ha fornito in realtà andrebbe depurato di quelle cifre che avevano delibera di impegno, ma la cui delibera di impegno è stata revocata in sede di assestamento al fine di liberare delle somme che potevano far fronte a delle necessità più urgenti.
Quindi il dato di un quarto che Paganelli ha fornito è molto inferiore.
Non vi è dubbio che il meccanismo delle revoche e degli slittamenti è un meccanismo che porta ad elementi di confusione nell'interpretazione dei dati di bilancio e credo che il bilancio 1981 sarà l'ultimo che avrà questo tipo di meccanismo, perché è nostra intenzione, approvata la nuova legge di contabilità ed attuata la revisione degli impegni, applicare nel 1982 meccanismi diversi.
Anche il discorso delle spese correnti va dimensionato nella sua giusta logica. La Regione Piemonte è al limite del 50 % dell'art. 8, ma questo limite non è ancora superato e credo che il bilancio 1982 costituirà dal punto di vista della compressione delle spese correnti un ulteriore passo avanti rispetto al bilancio 1981.
C'è la volontà di governare il bilancio e credo che con l'eliminazione degli slittamenti e del meccanismo delle revoche, con la reimpostazione dei piani statali, il governo del bilancio sia più facile.
Non si può non condividere l'osservazione relativamente ai mutui.
L'attivazione del bilancio pluriennale richiederà necessariamente la suddivisione delle spese mutuabili in più esercizi.
Non mi è chiara la linea politica che ha ispirato l'intervento del Consigliere Vetrino. Mi è sembrato che alcune osservazioni non rispondano ad un'analisi precisa e puntuale del rendiconto. Mi sono stupito che il Consigliere Vetrino faccia il discorso della modifica dell'ultima ora. Se le modifiche dell'ultima ora fossero state apportate sul bilancio, avrei capito le osservazioni del Consigliere, ma portate su un rendiconto, che non è altro che la presa d'atto di una situazione storica, hanno un significato diverso. Attraverso la modifica dell'ultima ora abbiamo recuperato 6 miliardi sul 1981. Mi pare corretto che un Assessore al bilancio, di fronte alle difficoltà del bilancio 1981, sopravvenute quando il primo rendiconto era già stato stampato, si sia preoccupato ed abbia messo sotto pressione gli uffici per trovare marchingegni tecnici legittimi che consentissero di migliorare il bilancio 1981. Non capisco l'accenno critico, semmai si sarebbe dovuto dare atto all'Assessorato di avere fatto il possibile per migliorare il bilancio '81.
Il secondo discorso del Consigliere Vetrino riguarda gli scorrimenti.
Ho già detto che è nostra intenzione modificare sostanzialmente il tipo di approccio al bilancio; questo sarà già fatto nel 1982.
Sul problema della documentazione credo che non riuscirò mai ad accontentare il Consigliere Vetrino.
Quest'anno la relazione al rendiconto era allegata ed era completa di molte tabelle. E' vero che alcuni dati erano mancanti, ma questo non è ascrivibile alla volontà dell'Assessorato. Credo sia opportuno che i Consiglieri Capigruppo dicano come deve essere prodotta la documentazione e l'Assessorato si atterrà alle indicazioni. Non entro nel tema dei residui passivi. Comunque, su questo argomento o in sede di Commissione o in sede di Consiglio, ci sarà ancora l'occasione di confrontarsi. Aggiungo che sul problema del diverso funzionamento delle Regioni sia sbagliato considerare le Regioni meridionali più arretrate rispetto alle Regioni settentrionali così come mi sembra sbagliata la caccia alle streghe in senso opposto. Ci sono Regioni che vanno più forte e Regioni che vanno meno forte, la velocità media delle Regioni è rilevante ai fini del provvedimento che il Governo prenderà nei loro confronti.
Mi sembra vi sia identità di vedute sul modo con cui questi documenti contabili e questi importanti strumenti di gestione debbono evolversi.
Credo vi sia anche sintonia fra la linea della Giunta e la linea del Consiglio, il che potrà portare nei prossimi documenti a risultati anche più tangibili.



PRESIDENTE

La parola alla signora Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Ho detto stamattina che il consuntivo realizza l'ora della verità e che le cifre parlano delle cose fatte e delle promesse che sono state mantenute o disattese.
Un'occasione come questa dovrebbe anche far sentire la responsabilità della verità sull'incertezza della situazione politico-amministrativa che il Consiglio vive o soffre da qualche tempo per un malessere diffuso che finisce per provocare insicurezza in tutti: maggioranza o minoranza.
In ogni caso, un'occasione come questa è anche un'occasione per tutti i Gruppi, di maggioranza o di minoranza, che siedono in Consiglio per dimostrare la loro attenzione ai problemi veri della comunità, uno dei quali è certamente il controllo e la rigorosità della spesa, dove la maggioranza deve impegnare rigorosità nella gestione e la minoranza la stessa rigorosità nel controllo. Questa rigorosità abbiamo cercato di impegnare nell'esame del rendiconto del 1 980, nel quale, nonostante l'impegno personale e l'ottima competenza dell'Assessore non si sono ancora raggiunte quelle condizioni di coerenza e di trasparenza che l'Assessore si è impegnato peraltro a perseguire con la prossima predisposizione del bilancio '82, condizione che noi peraltro avevamo già apprezzato nel momento in cui la Giunta presentava il bilancio pluriennale 1981-1983.
Il nostro voto negativo quindi non è pregiudiziale, è un voto motivato responsabile, è un giudizio sereno nella consapevolezza che, al di là di un voto e al di là di posizioni di maggioranza e di opposizione, i tempi finanziari ed economici che le Regioni saranno chiamate a vivere obbligheranno tutti, forze politiche e società, ad una grande prova di austerità che, come ci ha detto l'Assessore, sarà il dato di fondo sul quale informare i nostri futuri atti regionali. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Nell'iniziare il mio intervento ero partito dalla considerazione che discutendo il consuntivo del 1979, avevamo trovato un terreno su cui confrontarci. Su quel terreno mi sono mosso nel mio intervento. Oggi, in qualche posizione ho trovato che da questo terreno ci si vuole rapidamente allontanare.
Il senso dell'intervento del Gruppo della D.C. è questo: non siamo di fronte ad una situazione drammatica. Ho fatto raffronti, ho analizzato la spesa, i miglioramenti, i punti di crisi, però siamo di fronte ad una situazione seria e ho indicato dei punti perché se non si individuano i punti, non si potrà governare la situazione. Oggi, forse, qualcuno ha voluto minimizzare. Se si vuole minimizzare, si perde di vista l'obiettivo si perde di vista il terreno del confronto e si ritorna indietro. Noi non siamo disposti a ritornare indietro. Ripeto, c'è una "non spesa" nel 1980 di oltre 600 miliardi; questa è una realtà da non dimenticare. E' una situazione seria.
Il dibattito si innesta in un confronto più ampio sulla situazione finanziaria che ho invitato l'Assessore a predisporre. Dobbiamo tener conto che il Governo ci darà entro brevissimo tempo la legge che dovrà alimentare i fondi delle Regioni. Siamo attenti a questa legge, siamo attenti al modo con cui dovranno essere finanziate le Regioni, ma diciamo sin d'ora che se il Piemonte non fa, anche nel 1981, delle nette correzioni su certi punti non ci uniremo al coro di protesta verso lo Stato per avere dei soldi che poi si spendono in direzioni non giuste.
Con queste precisazioni, diamo voto contrario al consuntivo del 1980.
Il nostro "no" era già implicito nel motivato e critico intervento di stamane, ma poiché il dibattito ha cercato di portarci distanti dalla realtà che è al nostro esame ho creduto opportuno fare queste puntualizzazioni con la fermezza di chi questi discorsi intenderà ancora riprendere.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Approvazione del rendiconto) "Il rendiconto generale della Regione, per l'anno finanziario 1980, è approvato con le risultanze di cui alla presente legge.
Al rendiconto di cui al precedente comma è allegato ai sensi dell'art.
13 della legge regionale 2/9/1974, n. 29, il conto consuntivo dell'Istituto Ricerche Economico-Sociali del Piemonte per l'anno finanziario 1980 e il conto consuntivo dell'Azienda Regionale 'Tenuta La Mandria' per l'anno finanziario 1980".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Entrate di competenza dell'esercizio finanziario 1980) "Le entrate tributarie, le entrate per quote di tributi statali, le entrate extra-tributarie, le entrate per alienazione ed ammortamento di beni patrimonali, le entrate per rimborso di crediti ed accensione di prestiti, le entrate per contabilità speciali, per la competenza dell'esercizio finanziario 1980, risultano accertate dal rendiconto consuntivo del bilancio in L. 1.706.208.701.642.
Le entrate di cui al primo comma furono riscosse in L.
1.477.863.294.334 e rimasero da riscuotere in L. 228.345.407.308".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Spese di competenza dell'esercizio finanziario 1980) "Le spese dell'area di attività e delle aree di intervento, nonch delle contabilità speciali dell'esercizio finanziario 1980 risultano stabilite dal rendiconto consuntivo del bilancio in L. 1.849.612.464130.
Le spese di cui al precedente comma furono pagate in L.
1.633.110.569.805 e rimasero da pagare in L. 216.501.894.325".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Fondo di cassa) "Il fondo di cassa al termine dell'esercizio finanziario 1980 risulta di L. 53.153.064.707, come si deduce dal prospetto seguente: Fondo di cassa all'1/1/1980 L. 150.832.429.660 Entrate complessive L. 1.798.145.263.412 Totale L. 1.948.977.693.072 Spese complessive L. 1.895.824.628.365 Fondi di cassa al 31/12/1980 L. 53.153.064.707" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Residui attivi degli esercizi finanziari 1979 e precedenti) "I residui attivi degli esercizi finanziari precedenti risultano stabiliti, alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979, in L.
492.510.134.433.
I residui di cui al precedente comma sono stati riaccertati al 31/12/1980 in L. 490.584.723.767, riscossi in L. 320.281.969.078 e rimasti da riscuotere per L. 170.302.754.689".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Spese residue degli esercizi finanziari 1979 e precedenti) "I residui passivi degli esercizi finanziari precedenti risultavano alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979, in complessive L.
475.515.324.446.
I residui di cui al precedente comma sono stati riaccertati al 31/12/1980 in L. 385.629.546.017, pagati per L. 262.714.058.560 e rimasero da pagare L. 122.915.487.457".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1980) "I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1980 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio in L.
398.648.161.997 e si riferiscono per L. 228.345.407.308 alle somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1980 come risulta indicato nel precedente articolo 2, e per L. 170.302.754.689 alle somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi finanziari 1979 e precedenti come risulta indicato nel precedente articolo 5".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1980) "I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1980 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in L.
339.417.381.782.
I residui di cui al precedente comma si riferiscono per L.
216.501.894.325 alle somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1980, come risulta indicato nel precedente art. 3, per L. 122.915.487.457 alle somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi finanziari 1979 e precedenti, come risulta nel precedente art. 6".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Avanzo finanziario) "L'avanzo finanziario dell'esercizio 1980 è di L. 112.383.844.922 così come risulta dal seguente prospetto: Fondo cassa L. 53.153.064.707 Residui attivi L. 398.648.161.997 Totale L. 451.801.226.704 Residui passivi L. 339.417.381.782 Avanzo finanziario L. 112.383.844.922" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Disposizioni speciali) "E' approvata l'eccedenza di cassa di cui al capitolo 11840 dello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1980".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Attività finanziarie e patrimoniali) "La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979 risultava stabilita nel relativo rendiconto generale in L. 711.944.682.353.
La consistenza delle attività di cui al precedente comma alla chiusura dell'esercizio finanziario 1980 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale in L. 550.698.660.843".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Difesa idrogeologica

Esame proposta di legge regionale n. 20 e disegno di legge regionale n. 51: "Normative inerenti alle modificazioni del suolo in terreni sottoposti al vincolo idrogeologico"


PRESIDENTE

Il punto settimo all'ordine del giorno reca: Esame proposta di legge regionale n. 20 e disegno di legge regionale n. 51: "Normative inerenti alle modificazioni del suolo in terreni sottoposti al vincolo idrogeologico".
La parola al relatore, Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo progetto di legge unificato parte da due disegni di legge, presentati l'uno dai Consiglieri del Gruppo D.C. l'altro dalla Giunta. Esso è il risultato di un lavoro proficuo ed attento concluso anche grazie all'impegno dei funzionari del Consiglio e degli Assessorati interessati. Questo lavoro comune si traduce nell'articolato che è all'esame del Consiglio. Parallelamente è emersa la richiesta, pressoché unanime, di una circolare esplicativa che faciliti l'interpretazione delle norme.
La legge 57, come si sa, è parte di un corpo di leggi con le quali la Regione si propone di arrestare il degrado dell'ambiente e di difendere il territorio da ulteriori compromissioni. I provvedimenti che hanno contribuito a questa svolta sono molti. La legge 57, la legge 56, per fare un esempio molto significativo, e una serie di altri interventi miranti allo stesso scopo. Quelle disposizioni non erano che il punto d'arrivo di un'elaborazione portata avanti dalle comunità regionali negli anni precedenti. Non a caso la legge 57 è stata approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, il che indica come il consenso su certe indicazioni al di là di maggioranze o di minoranze, esprima convinzioni ormai radicate nella nostra comunità regionale.
Particolare attenzione era stata posta sui problemi delle zone soggette a vincolo idrogeologico. Unanime è stato lo sforzo di trovare norme che permettessero di snellire al massimo le procedure di svincolo.
L'applicazione della legge 57 nel primo periodo è stata incisiva e non insoddisfacente. Le istanze pervenute in base agli artt. 12 e 14 della legge, che concernono interventi in materia boschiva, sono state 382 nel 1980 delle quali solo una è in sospeso. Nel 1979 su 214 istanze ne sono state evase 200. Nel 1981, su 192 domande, 87 sono state evase entro il mese di giugno.
Più difficoltosa è stata l'applicazione degli artt. 10 e 11 della legge relativi alle attività estrattive. In questo caso le pratiche sono più complesse. In Commissione si è cercato di semplificare questa parte delle procedure.
Dalle consultazioni è emerso un atteggiamento di diffidenza sulla discrezionalità che verrebbe lasciata agli uffici regionali. Penso che questo sia frutto della generale diffidenza che investe gli apparati pubblici. L'intenzione dei proponenti è invece di lasciare una certa discrezionalità nell'applicazione delle norme per semplificare le procedure. E' stata altresì richiesta nelle consultazioni la contemporaneità, per quanto possibile, dei sopralluoghi e delle istruttorie. La Commissione nel raccomandare che si vada effettivamente in questa direzione non ha ritenuto di tradurre questa raccomandazione in una norma precisa, in quanto la mancata contemporaneità, derivante da cause più diverse, potrebbe complicare ulteriormente le procedure, rischiando l'annullamento di atti già svolti singolarmente. In futuro, per snellire ancora di più le pratiche occorrerà arrivare ad una mappa dei rischi nella Regione.
La proposta di legge è stata approvata senza opposizione dalle Commissioni interessate e la si raccomanda all'approvazione del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Confermo quanto ha detto il relatore in ordine alla disponibilità della maggioranza e al buon lavoro svolto in Commissione. Ciononostante questo lavoro non si è concluso con pareri unanimi per i motivi che dirò.
Devo fare alcuni rilievi che sottopongo all'assemblea dall'accoglimento dei quali valuteremo il nostro atteggiamento sul voto.
Eravamo partiti con la proposta di legge n. 20, a cui è seguito il disegno di legge della Giunta n. 51, per rettificare una legge sulla tutela idrogeologica del territorio e dell'ambiente la quale, dopo le prime attuazioni, ha dimostrato alcune carenze. Nel confermare i principi che hanno ispirato la legge 57, riteniamo che alcune norme burocratiche siano troppo pesanti e sproporzionate rispetto all'entità di alcuni interventi piccoli movimenti di terra, tagli di poche piante, aperture di strade per brevi tratti, infissione nel terreno di alcuni pali di linee elettriche opere di piccola entità e tali da non compromettere il suolo. Molti finanziamenti di opere pubbliche, agricole o forestali, hanno subito dei rallentamenti proprio per la lentezza delle procedure.
Nella nostra proposta presentavamo tre ipotesi di soluzione distinguendo le opere in tre categorie: le opere già finanziate dalla Regione le quali non avrebbero dovuto subire altre procedure quindi non duplicazione di documenti e di tempi, ma unificazione opere agro-silvo-pastorali e forestali che dovrebbero essere autorizzate dagli uffici decentrati e non dal Presidente della Giunta regionale opere infrastrutturali (cave, acque minerali) che avrebbero dovuto seguire le procedure della legge 57.
In Commissione la nostra proposta è stata integrata con la proposta della Giunta. Accettiamo in grande parte questa integrazione ma riteniamo di dover approfondire alcune questioni: 1) le procedure di finanziamento e di autorizzazione restano distinte per cui gli interessati devono presentare le domande a due uffici diversi 2) queste pratiche interessano uffici centrali, uffici periferici ed uffici forestali.
L'Assessore all'agricoltura aveva ipotizzato la riorganizzazione dei servizi forestali. Se oggi fosse attuata, non ci troveremmo di fronte ad un vuoto nei confronti di questa legge. Noi riteniamo che su questi aspetti debba vigilare un ufficio forestale. Spesso nelle leggi si menzionano uffici decentrati dell'agricoltura; in questa legge, per esempio, è citato l'Ispettorato Dipartimentale delle Foreste, che, com'è noto, non esiste più o per lo meno non ha più quella denominazione. Quindi la riorganizzazione dei servizi forestali dovrà risolvere anche questa incongruenza.
Riconosciamo che alcune semplificazioni ci sono, i tempi vengono ridotti e i documenti vengono semplificati specialmente per gli interventi di limitata entità.
La "limitata entità", però, di cui all'art. 7, non viene definita e viene lasciata alla discrezione dei funzionari.
Inoltre nella legge manca la certezza dei tempi. Purtroppo abbiamo delle esperienze negative. Scriviamo che certi adempimenti devono essere svolti entro un dato termine, ma poi gli uffici per vari motivi non riescono a rispettare i tempi.
La nostra risposta, anche se un po' provocatoria, è che, trascorsi i termini, l'autorizzazione sia considerata rilasciata (silenzio-assenso).
Altrimenti come tuteliamo il cittadino? Mi risulta che la proposta di legge sul difensore civico vada avanti. Riuscirà il difensore civico a seguire queste procedure? Abbiamo presentato alcuni emendamenti che ci riserviamo di illustrare di volta in volta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Effettivamente più di una proposta è stata presentata per l'istituzione dell'ufficio del difensore civico, quella del Gruppo liberale è la prima presentata in questa legislatura regionale.
Nella mia qualità di coordinatore dell'intercommissione debbo dare atto dell'impegno con cui i colleghi hanno partecipato ai lavori.
La discussione di questo provvedimento è stata anche un'esercitazione per molti di noi. In sostanza, si è avvertita la mancanza di professionalità a fare leggi comprensibili. Per esempio, non condivido l'osservazione dell'esperto della D.C., Chiabrando, il quale lamenta che una stessa pratica debba passare presso due uffici (per risolvere il problema ambientale dello svincolo idrogeologico da una parte e per ottenere il finanziamento dall'altra).
Queste sono quelle capacità di lavoro interassessorile che noi auspichiamo perché non si può pensare che le leggi comprendano sempre tutto. A mio avviso vanno tenute ben scisse le finalità delle diverse leggi, le competenze degli Assessorati. La capacità o meno della Giunta di gestire il coordinamento degli uffici sarà poi oggetto di preoccupazione politica funzionale.
L'intercommissione ha ritenuto di far prevalere gli interessi ambientali del territorio. Certamente la famigerata legge 56 continuerà a pendere su questa legge come una spada di Damocle: queste sono norme di procedura che non riescono a superare certi limiti e certi vincoli precisi posti dalla legge sulla tutela del suolo. Questo problema andrà affrontato.
Questa legge, probabilmente, si troverà in condizione di non poter operare se passerà il progetto Nicolazzi sulla tutela in ordine alle grandi opere pubbliche; il territorio soggetto a vincolo idrogeologico sarà soggetto di nuovo ad una situazione di assoluta incertezza che probabilmente ancora una volta verrà fatta ricadere sulla funzionalità o meno della nostra istituzione.
Il nostro giudizio è positivo, anche se rileviamo che sarà difficile sistemare questa legge nel corpus delle leggi che interessano da una parte l'ambiente e dall'altra le attività produttive.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Autorizzazioni) "Ai sensi del terzo comma dell'art. 30 della legge regionale 5/12/1977 n. 56, così come modificata dalla legge regionale 20/5/1980, n. 50, nelle porzioni di territorio soggette al vincolo idrogeologico ogni intervento ivi compresi quelli di cui all'art. 7 del R.D. 30/12/1923, n. 3267, è condizionato al rilascio di autorizzazione secondo le procedure e le modalità di cui alla presente legge.
Gli artt. 10 e 11 della legge regionale 4/9/1979, n. 57, e successiva modificazione con legge regionale 10/12/1979, n. 68, sono abrogati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Procedure) "Le domande, in duplice copia, devono essere indirizzate, a cura del richiedente, al Presidente della Giunta regionale ed inoltrate, previa pubblicazione di entrambe le copie all'albo pretorio del Comune o dei Comuni interessati per 15 giorni, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste competente per territorio.
L'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, ricevute le copie pubblicate, istruisce le domande indicando tutte le prescrizioni necessarie per l'esecuzione delle opere e le trasmette quindi, con proprio parere entro 40 giorni dalla data di ricevimento, salvo motivate cause di forza maggiore o connesse alla mancanza di documentazione idonea che debbono essere comunicate all'interessato entro lo stesso termine, al Presidente della Giunta regionale per la predisposizione del provvedimento autorizzativo.
Il Presidente della Giunta regionale si avvale, per la predisposizione del provvedimento autorizzativo relativo alle attività estrattive ed alle strade, fatta eccezione per le strade ad uso silvo-pastorale e per le piste forestali, nonché alle opere di cui al primo comma dell'art. 7 della presente legge, oltre che del parere di cui al comma precedente, anche delle risultanze istruttorie del Servizio Geologico Regionale. A tale fine l'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste competente per territorio nell'ambito delle procedure di cui al comma precedente, invia, nel termine di cinque giorni dalla data di ricevimento delle domande, copia dell'istanza e relativa documentazione al Servizio Geologico. Il Servizio Geologico predispone, tramite attività e procedure per quanto possibile contestuali a quelle esperite dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, le risultanze istruttorie inerenti alla compatibilità delle opere con i caratteri geomorfologici delle aree interessate entro 40 giorni dalla data di ricevimento delle istanze, salvo motivate cause di forza maggiore o connesse alla mancanza di documentazione idonea che debbono essere comunicate all'interessato entro lo stesso termine.
Le risultanze istruttorie, limitatamente a quelle attinenti alle attività estrattive, sono comunicate alla Commissione tecnico-consultiva di cui all'art. 6 della legge regionale 22/11/1978, n. 69".
Viene presentato dai Consiglieri Chiabrando e Paganelli il seguente emendamento: all'art. 2 è aggiunto il seguente comma: "In ogni caso, trascorsi 90 giorni dalla data di presentazione della domanda all'Ispettorato Forestale, fatte salve le eventuali interruzioni dei termini, l'autorizzazione si intende tacitamente concessa".
La parola al Consigliere Chiabrando per l'illustrazione dell'emendamento.



CHIABRANDO Mauro

Siccome è facile prevedere che questi termini non saranno perentori come ci dimostrano tante leggi che abbiamo votato, con questo emendamento proponiamo un termine di 90 giorni. In ogni caso, trascorsi i 90 giorni dalla data di presentazione della domanda, l'autorizzazione si intende tacitamente concessa.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Ritengo pericoloso introdurre il principio del silenzio-assenso sia per le responsabilità che ciò comporta sia per gli equivoci che si possono determinare. Ho anche il dubbio che sia ammessa una norma di questo genere essendo richiesta un'autorizzazione esplicita dalle leggi nazionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'Assessore Rivalta in chiusura del suo intervento ha anticipato l'obiezione che intendevo fare all'emendamento della D.C. Siccome l'agire senza autorizzazione comporta anche delle sanzioni di carattere penale agire in una situazione apparentemente legittima la condizione del silenzio assenso, che però non si è ancora concretata nel provvedimento al quale è subordinata la possibilità di agire, evidentemente significherebbe l'apertura di procedure sanzionatorie che potrebbero poi rientrare sulla verifica della condizione.
Suggerisco alla D.C., qualora intenda insistere su questo argomento, di sostituire il silenzio-assenso con l'obbligo per la Giunta, al novantesimo giorno, di emettere il decreto di autorizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il nostro ordinamento non prevede - come regola generale - il silenzio assenso, ma prevede piuttosto il silenzio-rifiuto: quindi penso che un emendamento del genere, sotto il profilo tecnico, potrebbe incorrere nella censura del Commissario del Governo.
L'impostazione della norma può essere strutturata nel senso che decorsi i 90 giorni, si intende il rigetto: dopodiché è possibile il ricorso al TAR.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

La nostra proposta era provocatoria e l'avevo detto. Siamo aperti a soluzioni alternative, purché siano corrette dal punto di vista procedurale. Lascio alla Giunta il compito di garantire questo rispetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

L'emendamento del Consigliere Chiabrando non deve essere sottovalutato.
L'Amministrazione deve attivarsi in tempi e modi tali, da essere in grado di dare delle certezze al cittadino. Il termine di 30 giorni non è proponibile, mi pare invece ragionevole quello di 60 giorni o di 90 giorni.
Il Gruppo socialista esaminerà questo problema in generale per tutte le istanze che il cittadino pone alla pubblica amministrazione.
Questo potrebbe essere un segno democratico di attenzione, potrebbe smuovere gli uffici che se non sono pressati dai termini, vivono in tranquillità. Un accenno a questo problema dobbiamo pur farlo. Vi è tanta tranquillità, i sindacati dicono che è colpa dell'Amministrazione che non procede ad un'organizzazione efficace, altri accusano altre vicende che si sarebbero introdotte per impedire un reale funzionamento; effettivamente vediamo che nell'Amministrazione attuale l'assenteismo per malattia è cresciuto a dismisura, constatiamo modi e termini che non ci piacciono e che dobbiamo affrontare realisticamente e concretamente. Non trascureremo questo problema perché attiene ad un corretto e democratico rapporto con i cittadini.



PRESIDENTE

Pongo ai voti l'emendamento presentato dai Consiglieri Chiabrando e Paganelli. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con il seguente esito: presenti e votanti 42 favorevoli 16 Consiglieri contrari 22 Consiglieri astenuti 4 Consiglieri Pongo ai voti l'art. 2 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 29 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Documentazione per gli interventi connessi alle attività estrattive) "Le domande relative agli interventi connessi alle attività estrattive debbono essere corredate in duplice copia della seguente documentazione: a) rilevamento topografico che illustri la situazione plano-altimetrica dell'area interessata, in scala non inferiore al rapporto 1:2000 e con equidistanza tra le curve di livello comunque non superiore a m. 5 b) relazione geologica tecnica che illustri le condizioni geologiche geomorfologiche ed idrogeologiche locali, nonché la compatibilità dell'intervento estrattivo con la stabilità dell'area interessata c) relazione, con relativo schema grafico, che illustri le opere da realizzarsi per l'esercizio della cava o torbiera, i metodi di coltivazione, la stima dei volumi che verranno posti a discarica nonché la loro ubicazione prevista.
Il decreto autorizzativo del Presidente della Giunta regionale rilasciato ai sensi della presente legge, relativo all'attività di cava non ha effetto ai fini del provvedimento di autorizzazione di cui alla legge regionale 22/11/1978, n. 69, con il quale sono determinate le prescrizioni in ordine alle modalità e durata dei lavori di coltivazione ed alle opere di recupero ambientale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Documentazione per gli interventi connessi alle acque minerali e termali) "Le domande relative agli interventi connessi alle acque minerali e termali debbono essere corredate in duplice copia da una relazione descrittiva dei lavori che si vogliono intraprendere con indicazione plano altimetrica della loro ubicazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Strade in zone sottoposte al vincolo idrogeologico) "Le domande relative alle strade debbono essere corredate in duplice copia della seguente documentazione: a) relazione generale che illustri il tipo di viabilità che si intende realizzare, l'uso previsto, nonché l'indicazione dei carichi massimi di esercizio, la copertura vegetale della zona interessata, le caratteristiche geomorfologiche nonché geologico-tecniche dei terreni interessati dal tracciato, le eventuali opere di difesa realizzate dalla pubblica amministrazione e presenti nell'area in esame b) planimetria a curve di livello del tracciato e zone circostanti in scala non inferiore al rapporto 1:10.000 e con equidistanza tra le curve di livello non superiore a m. 5 c) profili topografici disposti secondo la massima pendenza del versante. Tali profili debbono essere realizzati ogni 200 metri di sviluppo planimetrico del tracciato e comunque nei punti più significativi del tracciato medesimo d) profilo longitudinale del tracciato e) sezioni trasversali al corpo stradale eseguite ogni 100 metri di sviluppo planimetrico e comunque nei punti più significativi del tracciato f) progetto delle opere d'arte quali ponti, muri di sostegno canalette, ecc.
g) relazione scritto-grafica riguardante lo smaltimento delle acque di ruscellamento superficiale raccolte dal tracciato in progetto.
Le domande relative ad interventi per la costruzione di strade ad uso silvo-pastorale e piste forestali, ossia di opere viarie a fondo naturale o a fondo stabilizzato finalizzate esclusivamente all'utilizzazione e/o salvaguardia di complessi silvo-pastorali, debbono essere corredate in duplice copia dalla seguente documentazione: a) relazione che illustri le necessità immediate e future a cui è finalizzata la strada, la rispondenza dell'opera alle necessità medesime il modo in cui si intende procedere allo smaltimento delle acque di ruscellamento superficiale raccolte dal tracciato in progetto b) planimetria a curve di livello del tracciato e zone circostanti in scala funzionale ad una precisa individuazione del tracciato medesimo e in ogni caso non inferiore al rapporto 1:25.000.
E' facoltà degli uffici istruttori richiedere l'integrazione dei documenti presentati nel caso essi non garantiscano l'esatta valutazione della compatibilità dell'opera con i caratteri geomorfologici dell'area.
Nel caso di domande inerenti all'apertura di strade ad uso silvo pastorale e piste forestali, nell'ambito delle procedure di cui all'art. 2 e fermo restando quanto previsto dal secondo comma del presente articolo, è compito degli uffici istruttori valutare, oltre alla compatibilità dell'opera con i caratteri geomorfologici delle aree interessate dal tracciato: a) prioritariamente la possibilità di utilizzo della rete viaria esistente e l'eventuale modifica del tracciato proposto b) nel caso di opere finalizzate prevalentemente all'esbosco, la possibilità di sostituire le medesime con altri più opportuni sistemi di esbosco.
Le strade ad uso silvo-pastorale e le piste forestali sono interdette al passaggio di ogni tipo di mezzo motorizzato, fatta eccezione per i mezzi impiegati nei lavori agricoli e forestali, di vigilanza e antincendio, per i mezzi dei proprietari del fondo, nonché per i mezzi di chi vi debba necessariamente accedere per motivati scopi professionali.
Il divieto di passaggio di cui al comma precedente è reso noto al pubblico mediante l'affissione, a cura del proprietario, di un apposito segnale recante gli estremi della presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale può altresì subordinare l'autorizzazione relativa all'apertura di strade ad uso silvo-pastorale e di piste forestali all'interdizione al traffico mediante l'installazione di apposite chiudende purché ne venga costantemente garantito il passaggio ai soggetti aventi diritto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Cauzioni ed opere di rimboschimento) "L'autorizzazione di cui all'art. 1 della presente legge è subordinata all'impegno, da parte del richiedente, a rimboschire e ad eseguire, a proprie spese, le opere di cura colturale di una superficie pari a 10 volte la superficie oggetto della richiesta di trasformazione e al versamento di una cauzione di L. 1.500.000 per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno soggetto a trasformazione. Qualora non siano reperibili aree atte al rimboschimento, oltre al versamento cauzionale il richiedente è tenuto al versamento del corrispettivo del rimboschimento sul bilancio della Regione. Dalle prescrizioni del presente comma si deroga quando la trasformazione: a) é finalizzata all'esclusiva valorizzazione agro-silvo-pastorale del territorio b) è finanziata da leggi o provvedimenti statali, regionali o C.E.E.
c) riguardi interventi di trasformazione che costituiscano mera ristrutturazione, risistemazione e manutenzione di opere esistenti.
Il decreto di autorizzazione del Presidente della Giunta regionale stabilisce il termine entro il quale debbono essere terminati i lavori, le modalità dell'eventuale rimboschimento nonché la durata delle relative cure colturali.
Il versamento della cauzione e del corrispettivo del rimboschimento deve essere effettuato direttamente alla Tesoreria della Regione Piemonte ovvero tramite conto corrente postale intestato alla Regione Piemonte. Il versamento del deposito cauzionale può essere altresì effettuato anche tramite fidejussione bancaria.
La restituzione della cauzione avviene a seguito di accertamento della regolare esecuzione dei lavori e delle eventuali opere di rimboschimento e/o di quelle accessorie previste nel decreto di autorizzazione. Alla restituzione della cauzione si provvede con decreto del Presidente della Giunta regionale, a norma del quarto comma dell'art. 55 della legge regionale 14/3/1978, n. 12.
Le normative di cui al presente articolo non si applicano per l'apertura di cave, per le quali si applica il terzo comma dell'art. 7 della legge regionale 29/11/1978, n. 69, nonché per le opere ad esse accessorie.
La cauzione di L. 1.500.000 di cui al primo comma del presente articolo può essere annualmente rivalutata con deliberazione della Giunta regionale.
Ai fini dell'introito delle somme versate a norma del presente articolo è fatto salvo quanto previsto dall'art. 22 della legge regionale 4/9/1979 n. 57".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: dal Gruppo D.C.: al terzo comma la parola "bancaria" è soppressa dal Gruppo P.L.I.: al terzo comma, ultima riga, sopprimere la parola "bancaria".
dal Consigliere Biazzi: al terzo comma, ultima riga, aggiungere dopo "fidejussione bancaria", "o assicurativa".
I Gruppi D.C. e P.L.I. ritirano i loro rispettivi emendamenti, mentre si accede alla nuova formulazione dell'emendamento del Consigliere Biazzi: al terzo comma, ultima riga, aggiungere dopo "fidejussione bancaria" "o assicurativa, ovvero di altri Enti pubblici a ciò autorizzati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
Vengono inoltre presentati i seguenti emendamenti: dal Gruppo D.C.: alla nona riga, le parole "o frazione di ettaro" sono soppresse dal Gruppo D.C.: alla dodicesima riga, le parole "oltre al versamento cauzionale" sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Non ci pare corretto far valere per uno le frazioni di ettaro successive, crediamo sia giusto moltiplicare i 500 mila per gli ettari e le frazioni di ettaro.
Proponiamo inoltre di togliere alla quarta riga le parole "oltre al versamento cauzionale".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

L'emendamento inerente la frazione di ettaro è accettabile. Si tratta di trovare una formulazione perché tutti i tagli boschivi non avvengano per superficie di poco inferiore all'ettaro, perché nessuno versi cauzioni ed impegni di rimboschimento. Propongo il seguente emendamento: "... la superficie oggetto della richiesta di trasformazione e al versamento di una cauzione proporzionale a L. 1.500.000 per ogni ettaro di terreno soggetto a trasformazione".
Per quanto riguarda il secondo emendamento sul versamento cauzionale la legge precedente prevedeva un versamento cauzionale per impegnare chi aveva richiesto l'opera di trasformazione ad eseguire le opere secondo le prescrizioni fissate. Il versamento cauzionale ha lo scopo di sottoporre l'attuazione delle opere al vincolo della perdita della cauzione, che è cosa diversa dal versamento che riguarda il piantamento di alberi. Sono del parere di accettare l'emendamento proposto dal Consigliere Chiabrando nella prima formulazione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Ho l'impressione che l'emendamento relativo al versamento di un milione e mezzo e in proporzione per frazioni di ettaro potrebbe essere molto sperequativo. Per esempio, nel caso di una villa del costo di decine o centinaia di milioni il versamento sarà di poche decine di migliaia di lire, quindi notevolmente sproporzionato rispetto ad altri interventi più estesi come superficie ma meno rilevanti come valore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Il Consigliere Biazzi introduce un altro problema. Propongo di aggiungere: "... e al versamento di una cauzione proporzionale a L.
1.500.000 per ogni ettaro di terreno soggetto a trasformazione con vincolo di versamento minimo di un milione".



PRESIDENTE

Vengono ritirati gli emendamenti presentati dal Gruppo D.C. e si accede alla nuova formulazione dell'emendamento da parte dell'Assessore Rivalta: al primo comma, sostituire "di L. 1.500.000 per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno soggetto a trasformazione" con il seguente testo: "proporzionale a L. 1.500.000 per ogni ettaro di terreno soggetto a trasformazione, e comunque non inferiore a L. 1.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
Pongo in votazione l'art. 6 nel testo così modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Interventi di limitata entità) "Per tutti gli interventi di limitata entità in zone sottoposte al vincolo idrogeologico che, a discrezione dell'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste competente per territorio, siano tali da non pregiudicare la stabilità dei versanti o l'assetto idrogeologico dei luoghi, l'Ispettorato Ripartimentale medesimo predispone un proprio nulla osta, contenente le modalità di esecuzione delle opere a cui il richiedente deve attenersi entro il termine di 40 giorni dalla data di ricevimento della domanda.
Gli interventi autorizzabili secondo le modalità di cui al comma precedente devono essere finalizzati all'attività agro-silvo-pastorale ovvero devono costituire mera ristrutturazione, risistemazione e manutenzione di opere esistenti, ovvero devono riguardare gli interventi relativi alle opere di cui al secondo comma del successivo art. 8.
Copia del nulla osta e copia della relativa istanza debbono essere inviati dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste al Presidente della Giunta regionale. Trascorsi 15 giorni dalla data di ricevimento senza che sia sollevata alcuna eccezione, il nulla osta viene rilasciato al richiedente dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste e sostituisce a tutti gli effetti l'autorizzazione del Presidente della Giunta regionale.
Gli interventi di cui al presente articolo sono esenti dalle prescrizioni del primo comma dell'art. 6 della presente legge".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: dal Gruppo D.C.: prima dell'ultimo comma è aggiunto il seguente comma: "Gli eventuali rilievi e le condizioni del Presidente della Giunta regionale sono inclusi nell'autorizzazione rilasciata, entro gli stessi 15 giorni, ai sensi dell'art. 1 della presente legge".
dal Gruppo D.C.: all'art. 7 è aggiunto il seguente ultimo comma: "In ogni caso, trascorsi 90 giorni dalla data di presentazione della domanda all'Ispettorato Forestale, fatte salve le eventuali interruzioni dei termini, l'autorizzazione si intende tacitamente concessa".
La parola al Consigliere Chiabrando per l'illustrazione degli emendamenti.



CHIABRANDO Mauro

All'art. 7 c'è una lacuna perché non si prevede nulla nel caso in cui sia sollevata qualche eccezione.
Il secondo emendamento è aggiuntivo ed è coerente al primo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Sarebbe opportuno completare l'emendamento con una salvaguardia.
Propongo di aggiungere al terzo comma dopo la parola "eccezione" le parole "richiedente ulteriori istruttorie".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento proposto dal Consigliere Biazzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
Pongo ora in votazione il primo emendamento del Gruppo D.C.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
Pongo infine in votazione il secondo emendamento del Gruppo D.C.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con il seguente esito: presenti e votanti 46 favorevoli 15 Consiglieri contrari 31 Consiglieri Pongo in votazione l'art. 7 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Opere di interesse pubblico nelle zone sottoposte a vincolo) "Le opere previste dall'art. 31 della legge regionale 5/12/1977, n. 56 così come modificata dalla legge regionale 20/5/1980, n. 50, sono soggette alla procedura di cui al primo comma dell'art. 2 della presente legge: l'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste competente per territorio invia nel termine di cinque giorni dalla data di ricevimento delle domande, copia dell'istanza e relativa documentazione al Servizio Geologico Regionale.
Le opere di palificazione relative agli elettrodotti non superiori a 30 mila volts ed agli impianti di telecomunicazione, sono soggette alla procedura di cui al precedente art. 7.
Sono esenti da autorizzazione tutte le opere di pronto intervento successive a calamità naturali e le opere di inverdimento e di rimboschimento.
Le opere di cui al presente articolo sono esenti dai versamenti e dalle opere di rimboschimento di cui al precedente art. 6".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Il Gruppo D.C. presenta la seguente proposta di un nuovo art. 8 bis: "L'art. 13 della legge regionale 4/9/1979, n. 57, è sostituito dal seguente:



PROCEDURE - Le autorizzazioni di cui al precedente art. 12 sono

rilasciate dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste con le procedure di cui all'art. 7 della presente legge".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Questo articolo riguarda l'applicazione delle stesse procedure anche per il taglio delle piante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

In linea di principio l'articolo potrebbe essere preso in esame: a me parrebbe opportuno anche per non introdurre diversità di procedura. La questione è che bisognerebbe modificare il Titolo III della legge. L'art.
12, in attuazione dell'art. 56 della legge 56, regola il taglio boschivo nelle zone sottoposte alla tutela della legge dei parchi. Vi è ancora l'art. 14 che regola le aree sottoposte al vincolo idrogeologico e l'art.
15 che riguarda le altre aree per le quali l' autorizzazione è concessa dal Sindaco. Questo aspetto dovrebbe essere visto organicamente su tutti i tagli boschivi. Propongo invece una leggina che modifichi il Titolo riguardante i tagli boschivi. Renderemo così organica tutta la normativa.



CHIABRANDO Mauro

Potremmo anche accettare la proposta dell'Assessore, tuttavia ritengo che modificando l'art. 12 si modificano anche gli artt. 13 e 14 perché sono concatenati.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Le autorizzazioni rilasciate dall'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, ai sensi dell'art. 7, interessano le aree a parco e le aree sottoposte a vincolo idrogeologico.
Le autorizzazioni per le altre aree vengono rilasciate dal Sindaco. Se accettiamo questa procedura per queste due situazioni, dovremmo accettarla per il resto del territorio forestato, pertanto ritengo sia più opportuno studiare una modifica del Titolo III che sia organica.



PRESIDENTE

Il Gruppo D.C. ritira l'emendamento.
Art. 9 (Sanzioni) "Gli interventi di cui alla presente legge eseguiti senza la prescritta autorizzazione del Presidente della Giunta regionale o in difformità della stessa comportano le sanzioni di cui all'art. 17 della legge regionale 4/9/1979, n. 57.
Le violazioni alle norme di cui all'art. 5, commi quinto e sesto, della presente legge, comporta la sanzione amministrativa da un minimo di L.
50.000 ad un massimo di L. 1.000.000; la vigilanza è affidata al personale dipendente dal Corpo Forestale dello Stato ed agli agenti di polizia locale, urbana e rurale.
Delle violazioni di cui al comma precedente viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che deve essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data di notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronuncia entro 90 giorni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Disposizioni contabili per il versamento delle sanzioni) "Ai fini dell'introito delle somme versate a titolo di sanzione per le violazioni alle norme di cui all'art. 5, commi quinto e sesto, della presente legge, è istituito, nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1981, apposito capitolo con la denominazione 'Proventi connessi alle sanzioni amministrative derivanti dalle violazioni del divieto di transito su strade silvo-pastorali e piste forestali e derivanti da omissione di segnalazione del divieto di transito medesimo' e con la dotazione di L. 5.000.000, in termini di competenza e di cassa.
Nei bilanci per gli anni finanziari 1982 e successivi saranno istituiti i capitoli di cui al precedente comma, con stanziamenti che saranno determinati ai sensi delle singole leggi di approvazione dei bilanci stessi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Norma finale) "La denominazione del capitolo n. 3045 dello stato di previsione dell'entrata del bilancio 1981 è così modificata: 'Proventi connessi al versamento di cauzioni e versamenti effettuati a seguito di trasformazioni nelle zone sottoposte a vincolo idrogeologico ed utilizzabili per l'esecuzione di interventi inerenti alla ricostruzione ed al miglioramento del patrimonio silvo-pastorale'.
Analogamente la denominazione del capitolo n. 14145 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1981 è così modificata: 'Restituzione di somme versate a titolo di cauzione ed interventi da effettuarsi per la ricostruzione ed il miglioramento del patrimonio silvo-pastorale'" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Se l'Assessore si impegna a proporre una leggina in tempi brevi per la modifica del Titolo che riguarda il taglio delle piante, il Gruppo democristiano vota a favore della legge.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Confermo l'impegno a mettere in atto uno studio del Titolo III e a portarlo in Commissione.



VIGLIONE Aldo

Voglio rappresentare al Consiglio il pericolo di questi scambi di impegni. Il nostro Gruppo non si sente impegnato.
La verifica deve avvenire fra tutte le forze politiche.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Ho precisato che, a partire dalla sollecitazione di Chiabrando, c'è l'impegno a rivedere il problema del Titolo III. Il merito lo discuteremo.



MARCHINI Sergio

Questa legge è stata un'occasione per fare dell'accademia legislativa.
Tutti ci siamo resi conto come sia difficile fare delle buone leggi e soprattutto fare un buon sistema di leggi. Questa contrattazione a priori se è comprensibile sul piano dei rapporti e della stima reciproca che corre tra i Gruppi e l'Assessore, non può essere accettata dal punto di vista formale degli atti che rimangono per i nostri posteri. Questa trattativa rimane un accordo tra gentiluomini e in qualche misura è estranea ai lavori del Consiglio.



BONTEMPI Rinaldo

Non è affatto una trattativa, ma è una dichiarazione di un Gruppo relativamente ad un impegno. Il merito non potrà che essere sottoposto all'esame delle forze politiche, della Commissione e del Consiglio.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre osservazioni, pongo in votazione l'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Cave e torbiere

Esame proposta di legge regionale n. 102: "Modifica dell'art. 5 della legge regionale 22/11/1978, n. 69, in materia di cave e torbiere"


PRESIDENTE

Passiamo al punto ottavo all'ordine del giorno: Esame proposta di legge regionale n. 102: "Modifica dell'art. 5 della legge regionale 22/11/1978 n. 69, in materia di cave e torbiere".
La parola al relatore, Consigliere Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, relatore

La modifica all'art. 5 della legge 69/1978 in materia di cave e torbiere è scaturita dalla necessità di snellire le procedure.
La relazione è a mani dei Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Il disegno di legge n. 102 mi suggerisce l'opportunità di fare presente agli Assessori competenti la necessità che si proceda, con urgenza, ad ulteriori e più incisivi snellimenti in materia. Intendo riferirmi a quelle due norme della legge urbanistica che prevedono che l'imprenditore (il quale abbia già ottenuto l'autorizzazione a procedere all'attività estrattiva) debba sobbarcarsi l'onere di ottenere anche la licenza edilizia. Al riguardo ci sono state - com'è noto - intense dispute, sia sotto il profilo politico che sotto il profilo dottrinario, che sono confluite in due decisioni dell'autorità giudiziaria di cui non si può non tener conto: e si tratta di quelle due note sentenze, l'una del Consiglio di Stato (del febbraio 1980), l'altra più recente del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, le quali hanno messo in rilievo come la legge Bucalossi non preveda l'obbligo, per l'escavatore, di ottenere anche la licenza edilizia. Le considerazioni e le motivazioni si incentrano in un'osservazione che è essenziale ed è decisiva, cioè a dire che l'attività estrattiva è un'attività di impresa diretta a perdurare nel corso di molti anni (ed anche di decenni) e non si può conciliare con l'attività urbanistica che, per sua natura, è limitata all'erezione di una determinata opera.
Ritengo quindi necessario che si debba rimediare all'evidente scollamento esistente tra la legge regionale urbanistica e la legge nazionale, tanto più che c'è un ulteriore "sottoscollamento" fra legge regionale urbanistica e legge regionale sulle cave e torbiere, la quale ultima, a sua volta (senza poterla abrogare) vanifica la legge urbanistica laddove prevede che i Comuni, allorquando vengono a conoscenza di giacimenti estrattivi, devono provvedere alle opportune varianti di piano.
Il che significa che il titolare della cava, dopo aver ottenuto l'autorizzazione a sfruttarla, sa con ragionevole previsione che otterrà la concessione edilizia. Deve però passare egualmente sotto oneri che sono assurdi sia sotto il profilo burocratico, sia sotto il profilo della spesa.
Siamo nel quadro degli snellimenti legislativi in senso lato e mi auguro che l'Assessore vorrà preannunciare una volontà della Giunta in tal senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Questa è un'altra di quelle leggi che richiedono un esame analitico sulla loro tecnica di attuazione.
Abbiamo testé votato la precedente legge che ci esime da alcune osservazioni.
Mi soffermo soltanto su alcune considerazioni di carattere squisitamente politico ed attinenti a questa legge, che disciplina il settore delle cave e delle torbiere e che viene modificata per la seconda volta in Consiglio.
E' evidente che le motivazioni che hanno indotto prima la Giunta e poi i colleghi del Gruppo comunista a proporre le modifiche attengono più ad argomentazioni legate alla tecnica amministrativa che non al merito della legge. Non ribadirò il concetto che ho espresso in un mio precedente intervento ; devo però dire che questa legge, che è applicativa della delega ai Comuni, ha messo i Comuni stessi in condizione di affrontare critiche che non attengono all'organo locale che deve esercitare la delega.
Purtroppo la responsabilità dei ritardi è da attribuirsi a calcoli erronei fatti da tutte le forze politiche, in particolare da quelle proponenti e dalla Giunta.
Sulla modifica che viene oggi proposta noi abbiamo dato il nostro assenso. Certo, non possiamo sottrarci ad una riflessione sull'intero tema delle deleghe e cioè la Regione deve concedere le deleghe solo nei casi in cui esse siano effettivamente esercitabili. Questa è una delle sfaccettature del problema. Un'altra sfaccettatura sarà, per esempio relativa ai propositi della Giunta regionale di procedere alla delega agli Enti locali anche nel settore dell'artigianato. Qualcuno ha l'impressione che la delega diventi un alibi per il trasferimento di competenze da un ente ad un altro ente preferito a livello politico.
Per stare all'argomento in discussione oggi, va osservato che ci sono delle motivazioni tecniche che hanno impedito alla legge di procedere, ci sono dei buoni propositi per rimuovere queste motivazioni, c'è però una motivazione politica sulla quale dobbiamo richiamare la piena responsabilità della Giunta: l'applicazione dell'art. 2. Se non si vuole mettere i Comuni in condizione di essere dei semplici passacarte della Regione, si deve fornire ai Comuni strumenti di programmazione, un giudizio che sia legato ad un quadro di riferimento.
L'art. 2 obbliga la Giunta regionale a predisporre un piano regionale di sfruttamento dei giacimenti delle cave e torbiere e stabilisce che tale piano sia inserito nelle previsioni dei piani territoriali. Concorreranno i piani territoriali, con specifica normativa regionale di settore, a disciplinare la materia delle cave e torbiere.
Mi rendo conto che dobbiamo ricorrere a personale esterno, a consulenze, a studi, ma poiché la Regione paga profumatamente queste prestazioni, deve stabilire dei termini precisi. D'altra parte la concorrenza a livello regionale è tale che è possibile esigere il rispetto dei tempi.
Il piano regionale di sfruttamento non esiste. Il Gruppo della D.C. dà voto favorevole alla modifica della legge e chiede all'Assessore notizie in ordine alla predisposizione del piano regionale di sfruttamento.
La risposta dell'Assessore non condiziona il voto della D.C. su questa legge. Se la risposta sarà insoddisfacente, questa insoddisfazione ricadrà come condanna politica della Giunta regionale che in questo, come in altri settori, è corresponsabile con gli uffici di ritardi, che nel caso specifico hanno una rilevanza politica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore alle cave e torbiere

Il problema della concessione edilizia è dibattuto nei. Consigli regionali. Le leggi sulle cave l'hanno risolto in un modo o in un altro.
In sede di revisione della legge urbanistica, questo problema sarà discusso e risolto. Vi sono le sentenze del Consiglio di Stato e del TAR della Lombardia e ci sono giuristi che sostengono che la legge Bucalossi debba essere applicata così com'è stata approvata.
E' vero che è la seconda volta che modifichiamo la legge 69, d'altra parte era estremamente difficile o pressoché impossibile prevederne gli sviluppi in un campo che non era conosciuto.
Ricordo che l'autorizzazione a procedere all'attività estrattiva è in atto in Piemonte dal 1978 e che le leggi dello Stato comportavano una pura e semplice modificazione. Dico questo senza ricercare delle responsabilità politiche ma per dire che il fatto di cambiare le leggi sulle esperienze maturate è positivo e non negativo.
Siamo disponibili a discutere delle deleghe ai Comuni per le cave e torbiere. Ci sono delle opinioni diverse sulle altre deleghe, però è assurdo dire che l'avvicinamento del potere decisionale ai lavoratori e alle categorie interessate sia fatto per scelta politica. A me non risulta che i Presidenti delle Province siano tutti comunisti, anzi, molti sono della corrente del Consigliere Martini.
Per quanto riguarda il piano, il lavoro è partito dal censimento ed è proseguito attraverso uno studio affidato al Politecnico e da questo avviato sin dal 1975.
Tale indagine, che prevedeva una serie di documenti di sintesi tematica si è caratterizzata in una schedatura delle cave attive e inattive della fascia montana e pedemontana dalle Alpi Marittime al Biellese, interessante circa 450 punti estrattivi.
Il Politecnico non ha potuto ultimare lo studio in quanto nel '76 è stato impegnato per il terremoto nel Friuli. Pertanto ci siamo trovati da un lato con uno studio avviato e non concluso e dall'altro con la legge da applicare. Conosciamo oggi la quantità delle cave attive e delle cave inattive. Si tratta di impostare in altro modo la collaborazione del Politecnico e di altre società o enti in ordine a questi studi.
Tale programma risulta così articolato: 1) elaborazione di carte geolitologiche e delle potenzialità estrattive su aree campione già oggetto del censimento effettuate dal Politecnico (in cui il bacino della Pietra di Luserna). Per tale lavoro si tratta di addivenire alla rappresentazione cartografica più opportuna per i nostri fini e in grado di poter essere utilizzata per eventuale riproduzione automatica all'elaboratore su determinate zone o dati.
2) Studio della fascia alluvionale del fiume Po a sud di Torino (zona Casalgrasso-Moncalieri), comprendente la zona di massima concentrazione produttiva per la sabbia e ghiaia dell'intero territorio regionale. Tale studio è svolto in collaborazione con il Politecnico e comprende l'esecuzione di indagini stratigrafiche mediante i sondaggi geognostici effettuati direttamente a cura della Regione (sono stati già effettuati n.
3 sondaggi alla profondità di 75-80 metri).
3) Bacino estrattivo di inerti, sabbie e ghiaie zona Volvera - fiume Orco a nord di Torino, con esclusione delle zone urbanizzate. L'area di indagine si prospetta come alternativa rispetto alla fascia alluvionale fiume Po, a sud di Torino, per materiali meno pregiati (specie inerti per rilevati, parzialmente per granulati classificati), in collaborazione con il Politecnico.
4) Studio dei bacini estrattivi di maggior interesse per le argille destinate alla produzione di laterizio (Comprensorio di Asti, Alba e Mondovì) e concomitante valutazione della formazione di sabbie Astiane da utilizzarsi come inerti naturali o selezionati, in collaborazione con il Politecnico.
5) Indagini sui giacimenti e cave di inerti della provincia di Novara.
Tale studio, che si prospetta in collaborazione con la società Aquater del gruppo ENI e con l'IPLA, è di primaria importanza sia in relazione alle esigenze di rilocalizzazione estrattiva che si pongono in relazione alla gestione del Parco del Ticino piemontese ed alla chiusura di cave già operata nella zona del Parco della Lombardia, sia in particolare per il reperimento di inerti per la costruenda autostrada Voltri Sempione (tratto Stroppiana - Gravellona Toce). Questo progetto non è ancora stato assegnato.
6) Studio dei principali depositi alluvionali delle province di Alessandria e Cuneo ai fini del fabbisogno provinciale, avuto riguardo delle notevoli contrazioni verificatesi nelle possibilità di approvvigionamento dall'alveo dei corsi d'acqua.
7) Studio dell'attività estrattiva nella Valle Susa, con particolare riferimento alle esigenze derivanti dalle opere viarie del Frejus (studio condotto dal Servizio Cave in collaborazione con il Servizio Geologico).
8) Studio del bacino dei calcari da cemento nel Cuneese, il più importante della Regione e di fondamentale importanza per l'alimentazione dei grossi cementifici esistenti (in collaborazione con il Politecnico).
9) Studio del bacino estrattivo degli gneiss (serizzo) della Valle Ossola.
Le indagini summenzionate sono rivolte a coprire la maggior parte delle esigenze conoscitive e di piano.
Come già ai precedenti studi, nonché alla fase di elaborazione finale si prevede inoltre che collabori attivamente lo stesso servizio regionale alle Cave, eventualmente con l'aiuto di altri servizi regionali che si interessano del territorio.
Tenendo conto della notevole mole di lavoro che il complesso di indagini suddette comporta, e della necessità di farne fronte, con impegno veramente notevole, al completamento dell'esame delle cave del regime transitorio della legge regionale 69/1978 entro il 1981, si prevede realisticamente di pervenire entro il 1982 alla predisposizione degli strumenti operativi del piano cave.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo unico "Il secondo comma dell'art. 5 della legge regionale 22/11/1978, n. 69 è così modificato: 'La domanda deve essere corredata dai seguenti allegati in triplice copia che ne formano parte integrante: a) progetto di coltivazione che illustri le opere da realizzarsi per l'esercizio della cava, i metodi di coltivazione da adottare, i macchinari da impiegarsi, il programma di coltivazione, il numero dei dipendenti occupati, gli impegni finanziari previsti, i tempi di investimento b) progetto delle opere necessarie al recupero ambientale della zona da realizzarsi durante e al termine della coltivazione, con annesse planimetrie e sezioni quotate in scala idonea a rappresentare l'aspetto dei luoghi dopo l'intervento estrattivo c) rapporto geotecnico che illustri dettagliatamente la compatibilità dell'intervento estrattivo con la stabilità dell'area interessata d) rilevamento topografico che illustri la situazione plano-altimetrica dell'area stessa e) per le persone fisiche il certificato di iscrizione della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura; per la società di persone il certificato della cancelleria del Tribunale da cui risulti essere la società nel pieno esercizio dei propri diritti nonché l'atto costitutivo in vigore; per le società di capitali il certificato della cancelleria del Tribunale da cui risulti essere la società nel pieno esercizio dei propri diritti, il capitale sociale, il nome dei legali rappresentanti e i poteri ai medesimi conferiti, il testo integrale dello Statuto in vigore, nonch ove occorra, l'estratto autentico della deliberazione dell'assemblea o del Consiglio di amministrazione da cui risulti il nome del rappresentante della società abilitato alla sottoscrizione della domanda f) il titolo giuridico in base al quale il richiedente risulti legittimato alla coltivazione g) il provvedimento autorizzativo del competente organo per le zone assoggettate ad eventuali vincoli di natura pubblicistica, ad eccezione di quanto previsto al punto h) h) copia autentica della domanda presentata, ai sensi della legge regionale 4/9/1979, n. 57, per le aree sottoposte a vincolo idrogeologico con il referto di avvenuta pubblicazione all'Albo Pretorio comunale.
L'Amministrazione delegata si avvale, per l'istruttoria, dell'ufficio del competente Assessorato regionale, facendone richiesta entro 15 giorni dal ricevimento della domanda.
L'istruttoria si conclude con il parere della Commissione prevista dal successivo art. 6 che deve essere emesso entro 60 giorni.
Nel caso che la cava ricada in area sottoposta a vincolo idrogeologico la Commissione tecnico-consultiva esamina le risultanze istruttorie del provvedimento autorizzativo di cui alla legge regionale 57/1979 e successive modificazioni.
Le spese tecniche per l'istruttoria della domanda sono a carico del richiedente'".
Il Gruppo P.L.I. ha presentato il seguente emendamento: alla lettera b), seconda riga, sostituire "e" con "e/o".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla votazione dell'articolo così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'articolo è approvato.
Il Gruppo P.L.I. presenta il seguente nuovo art. 2.
Art. 2 "L'art. 10 della legge regionale 22/11/1978, n. 69, è così modificato: 'L'autorizzazione non può essere rilasciata per un periodo superiore ad anni 10 e può essere rinnovata previa l'osservanza delle norme previste per il rilascio.
L'eventuale indicazione di durata temporale nell'autorizzazione a trasformazione o modificazione di beni sottoposti a vincolo idrogeologico di cui alla legge regionale 4/9/1979, n. 57 e successive modifiche, non influisce sulla durata dell'autorizzazione prevista nel presente articolo'".
La parola al Consigliere Marchini per l'illustrazione dell'emendamento.



MARCHINI Sergio

La materia è a conoscenza soprattutto di quei colleghi che seguono questi problemi, ma di fatto è acquisita nella legge che abbiamo test approvato.
Insisto anche per una ragione sistematica perché la normativa della concessione deve essere contenuta nella legge che disciplina la concessione e non nella legge che disciplina lo svincolo idrogeologico. Abbiamo già fatto nostro questo principio nella legge n. 102, ma mi sembra opportuno riportarla nella legge che disciplina il rilascio della concessione da parte del Comune proprio per cercare di portare ad unità e ad integrazione tutti i provvedimenti legislativi e per far sì che in una sola legge ci sia tutta la materia oggetto della legge stessa senza doverla cercare in più leggi. Si tratta di evitare che il Sindaco si trovi nella condizione di dover rilasciare una concessione limitata nel tempo in corrispondenza al tempo previsto per l'autorizzazione ad operare in zone soggette a vincolo idrogeologico. Questo significa rifare integralmente la procedura di concessione, mentre con la soluzione che suggeriamo si tratterà semplicemente di rifare la procedura per ottenere l'autorizzazione ad operare dal punto di vista idrogeologico.



PRESIDENTE

La Giunta è d'accordo.
Poniamo quindi in votazione, per alzata di mano, l'emendamento presentato dal Gruppo P.L.I.
E' approvato all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti in aula.
Si passi alla votazione del nuovo art. 2.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si passi alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 39 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Organizzazione turistica

Esame disegno di legge regionale n. 99: "Proroga e modifiche della legge regionale 31/8/1979, n. 56 - Provvedimenti per l'incentivazione turistico ricettiva"


PRESIDENTE

Procediamo con il punto decimo all'ordine del giorno: Esame disegno di legge regionale n. 99: "Proroga e modifiche della legge regionale 31/8/1979, n. 56 - Provvedimenti per l'incentivazione turistico-ricettiva".
La parola al relatore, Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea, relatore

Se il Presidente ed i Consiglieri sono d'accordo, darei per acquisita agli atti della seduta la relazione che è stata distribuita.
Mi permetto solo di ricordare che con questa legge viene rifinanziata la legge n. 56, che prevede interventi per l'incentivazione turistico ricettiva, e ne ripete le modalità operative.
E' introdotto, come norma straordinaria e del tutto temporanea, l'art.
3 bis che riguarda interventi a favore degli operatori turistici che sono stati danneggiati dalla mancanza di neve nella stagione invernale '80/'81.
In Commissione è stata rilevata la necessità che si addivenga ad un dibattito complessivo sulle politiche turistiche e che si definisca un quadro programmatico che individui priorità di intervento ed aree.
E' stato predisposto un ordine del giorno che si collega a quella norma straordinaria derivante dai provvedimenti per il mancato innevamento discendente da interrogazioni presentate in Consiglio da alcuni colleghi.
Questo provvedimento e l'ordine del giorno vanno nel senso indicato dalle interrogazioni stesse.
Con queste osservazioni, la Commissione raccomanda al Consiglio regionale l'approvazione del disegno di legge n. 99.



PRESIDENTE

La parola alla collega Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Nel concordare con quanto ha detto il Presidente della VI Commissione nella sua qualità di relatore della legge, debbo rilevare che questa era un'occasione idonea per determinare un dibattito sulla situazione del turismo nella nostra Regione e poiché ci troviamo di fronte ad un disegno di legge di rifinanziamento, era anche occasione per dare al Consiglio lo stato di attuazione della legge stessa. Avevamo rivolto una richiesta in tal senso.
Entrando nel merito di questa legge rileviamo che l'art. 3 rimanda il finanziamento della legge stessa al bilancio pluriennale entro l'ammontare complessivo di 3.400 milioni. Nel bilancio pluriennale relativamente a questo aspetto dell'attività regionale non c'è finanziamento. C'è invece un fondo per gli impegni programmati. Non più tardi di due ore fa per bocca dell'Assessore abbiamo sentito che questo era un metodo da abbandonare.
Credo che questo sia il primo modo di smentire la politica che era stata portata avanti nel momento in cui si presentava la metodologia del secondo piano regionale di sviluppo e si avanzavano, con una parola molto affascinante sotto il profilo letterario, gli "scenari dei possibili interventi".
Questa legge ha ottenuto in Commissione il voto unanime ma evidentemente, non è stata approfondita nei suoi aspetti finanziari.
La nostra posizione su questo disegno di legge è negativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Questa legge ha avuto una sollecitazione politica e un rapido iter in sede delle Commissioni I e II. Questo è uno dei pochi settori che, data la richiesta di investimenti immediati e data la contingenza legata alla stagione turistica invernale '80/'81, non può non essere messa in movimento.
La legge non ha un valore rilevante ai fini finanziari ma ha un valore rilevante ai fini politici.
Ci siamo responsabilmente pronunciati su di essa lasciando da parte critiche sostanziali sul tipo di politica condotta dalla Giunta nel settore del turismo perché ci siamo resi conto che occorre una legge che permetta la routine normale nel settore degli investimenti turistici. La legge risponde a queste esigenze, sia con la previsione di aumento di finanziamento globale sia con la modifica che è stata proposta dall'Assessorato ed accettata dai Gruppi per quanto riguarda le sovvenzioni per i danni subiti nella stagione invernale '80/'81. E' una boccata di ossigeno ad un settore in crisi che, ovviamente, ha bisogno di molto di più. Questo di più non riteniamo di chiederlo esplicitamente questa sera ma lo chiederemo facendo una lunga analisi in occasione di quel dibattito che mi risulta sia già stato proposto dal Presidente della Commissione e dai Capigruppo.
In quella sede svilupperemo a fondo la nostra critica alla Giunta perché esca da alcune enunciazioni di principio rimaste finora sulla carta.
In questa legge c'è un'innovazione: per il 1981 potranno essere ammesse a contributi istanze con una prenotazione di impegno di spesa in misura non superiore al 50 % dello stanziamento globale disponibile. E' una limitazione venuta dalla Giunta che ha trovato pieno consenso in sede di Commissione perché questa legge di fatto è inoperante da oltre un anno.
Sarà casuale, ma tutti i finanziamenti sono stati fatti in un periodo che è coinciso con le consultazioni elettorali (vorrei che ci fossero le elezioni tutti gli anni se permettono di incentivare gli investimenti). Questa è una norma cautelativa per impedire che una legge, che ha un arco di azione di due o tre anni, venga esaurita in due o tre mesi e, guarda caso, in particolari periodi.
Ci sono, tuttavia, alcuni aspetti che è opportuno sottolineare. Se la Regione non esce allo scoperto per affrontare alcuni problemi rischia di perdere il suo ruolo come istituzione e di lasciarlo coprire da altri enti.
Capisco le difficoltà che possono esserci nel determinare il ruolo degli Enti Provinciali per il Turismo, sono difficoltà non soltanto per una Giunta di sinistra, ma per tutte le Giunte regionali che tuttavia non giustificano un provvedimento quale quello assunto dall'Assessore e dal Presidente della Giunta regionale che, venendo a morire un Presidente di un Ente Provinciale per il Turismo, smobilita il Consiglio di amministrazione e lo sostituisce con un Commissario lasciando che queste situazioni si perpetuino nel tempo dando la sensazione che non si tratti di un provvedimento amministrativo, ma di un provvedimento prevaricatore.
Agriturismo. Sono previsti 20 milioni per contributi costanti e 30 milioni per contributi a fondo perso. Il contributo massimo che si pu concedere per la ristrutturazione di una casa per favorire l'agriturismo è di 3 milioni. Ho la sensazione che si vogliano programmare nell'arco di tre anni una decina di interventi (tra l'altro è difficile trovare un impresario, anche nel più piccolo Comune del Piemonte, che sia disposto ad eseguire un lavoro di soli 4/5 milioni).
Sovente parliamo di turismo sociale e poi non sappiamo sostanziare di significato la socialità. E' un fenomeno che, così come si è manifestato non deve più verificarsi ma che controllato può dare dei buoni risultati.
Risulta che la Cassa di Risparmio di Torino stia assumendo un'iniziativa in merito ed auspico che prenda i contatti con gli Enti locali per venire incontro a quei contadini i quali vogliono procedere ad una ristrutturazione di alcuni locali del loro caseggiato per avviare il settore dell'agriturismo. Ho però la sensazione che questa, pur essendo una nobile iniziativa, parta da una sede impropria, o comunque da una di quelle sedi che dovrebbe essere interpellata perché possa coordinare le sue eventuali disponibilità finanziarie e i suoi eventuali indirizzi nell'ambito di una legislazione regionale.
Confermo il voto positivo e gli stimoli che sono dietro a questo voto.
Attendiamo le risposte della Giunta nel dibattito preannunciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

La discussione attorno al disegno di legge n. 99 consente di approfondire già oggi, prima di un dibattito più generale, i temi del turismo.
Il settore del turismo soffre di una crisi che si è aggravata nell'ultimo anno. Questo intervento può apparire non programmato, ma tale giudizio non è rispondente alla realtà. Certo, si devono individuare le aree di intervento, definire i programmi e, nel momento in cui ci impegneremo in un dibattito generale, non ci sottrarremo a questa verifica non senza prescindere dal fatto che manca un riferimento legislativo fondamentale nazionale che consenta alla politica regionale di esprimersi in termini di programmazione. Mi riferisco alla legge sulla classificazione alberghiera e alla legge quadro in materia di turismo.
Il nostro Paese ed anche la nostra Regione da questo punto di vista segnano un elemento di arresto nelle presenze e nei richiami del turismo.
Il nostro Paese troppe volte non è in grado di proporre al turista iniziative certe: le disparità di trattamento in una stessa zona e all'interno delle stesse strutture, vanno affrontate e risolte. Il Consiglio regionale deve avere un'attenzione ed una tensione tale da sollecitare il Parlamento italiano a dare una risposta adeguata che consenta alla Regione di legiferare e di intervenire nell'ambito di quella programmazione che tutti rivendichiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Non mi sembra corretto lasciar passare quello che sta diventando un luogo comune: che il turismo in Piemonte è in crisi. Se fra due mesi ci avvicineremo al dibattito dando per scontato questo, secondo me, partiremo sul piede sbagliato.
Il turismo in Piemonte non è in crisi, esistono situazioni di crisi che non dipendono da errori o da provvidenze di questa Giunta o dello Stato.
Certamente, nota siamo completamente soddisfatti perché vorremmo attenderci dal nostro contraddittore di più e di meglio. Nel nostro dibattito dovremmo chiedere di più e di meglio pensando ad una Regione che è in sviluppo e che deve rivitalizzare le sue valenze. Sul piano nazionale esiste la crisi di un modello di turismo superato che, guarda caso, non ha nella nostra Regione la sua roccaforte. Alcuni Paesi europei hanno maggiori introiti turistici proprio perché hanno puntato ad un tipo di turismo non consumistico che in Italia era molto vicino al boom industriale che si riduceva al basso costo di energia, al basso costo di manodopera, al poco peso fiscale di certe attività.
In Piemonte non c'è emergenza. La capacità di sviluppare un'immagine turistica sta nella fantasia politica. Che poi questa fantasia politica possa in qualche misura avere le ali tarpate o avere maggiori difficoltà di quante ne avrebbe in un quadro legislativo più certo è un altro discorso.
E' apprezzabile il tentativo della Giunta di inserire provvidenze che non sono assistenziali per un settore che non soffre di crisi strutturale ma che soffre di crisi di contingenza. Approfitto della presenza del Vicepresidente responsabile dei problemi dell'occupazione e del lavoro per anticipare il mio parere sull'ordine del giorno presentato da tutte le forze politiche. Anticipo il mio parere segnalando la necessità che, al di là di queste provvidenze, queste aziende siano assistite nel passare il guado che va di qui al mese di dicembre. Queste aziende nel mese di dicembre incasseranno gli abbonamenti di due stagioni, quindi saranno in grado di risolvere i loro problemi contingenti.
I problemi del contingente sono affidati alla capacità del Vicepresidente Sanlorenzo di intervenire con capacità di mediazione presso gli istituti bancari e gli enti previdenziali affinché non vengano fatte delle isteriche azioni nei confronti di queste società che, per problemi di liquidità di cassa, potrebbero trovarsi in condizioni disastrose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il Gruppo socialista vota a favore del disegno di legge n. 99.
E' vero, il turismo in Piemonte non soffre una gravissima crisi, certo il turismo di massa strutturalmente è nato in anni abbastanza recenti sia in luoghi turistici per le attrezzature turistiche, sia in luoghi turistici per la bellezza di monumenti, paesaggi, siti. Di questo dobbiamo dare atto all'Assessore Moretti che da circa sei anni, con la sua fantasia e la sua capacità, ha introdotto delle novità che hanno avuto richiamo non soltanto nazionalmente ma anche internazionalmente.
Mi riferisco ai momenti che Moretti seppe esaltare con manifesti, con l'indicazione di percorsi di strade, di paesaggi, di bellezze naturali artistiche e monumentali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Moretti.



MORETTI Michele, Assessore al turismo

Concordo con quei Consiglieri che affermano: in Piemonte il turismo non è in crisi. Sono in crisi quegli imprenditori che avevano deciso di destinare le entrate di quest'anno all'ammodernamento delle strutture.
La crisi non ha toccato il resto del settore, infatti, siamo passati da circa 900.000 presenze nel 1974/75 ad oltre 2 milioni nel 1980. Questo dato deve farci riflettere se consideriamo che il settore industriale di tutta l'Europa è in crisi.
In Piemonte si è incominciato a parlare di turismo solo da qualche anno. C'è stato uno sviluppo monoculturale e monoindustriale che ha impedito lo sviluppo del terziario e tra questi il turismo.
Nel corso di questi anni non si è consentita la speculazione, anzi, si è cercato di dare un'impronta ad un turismo non degradante, un'impronta culturale su quanto si è visualizzato, sull'aspetto paesaggistico, in sostanza si è valorizzato il patrimonio turistico piemontese.
E' opportuno che questi problemi vengano affrontati nell'ambito di un dibattito generale.
Darò alcune risposte agli intervenuti.
L'intervento regionale, per quanto riguarda l'incentivazione, è stato di circa 36 miliardi e ha creato investimenti di privati per oltre 100 miliardi. E' poco questo? Nel 1979 sono state presentate 373 domande, ne sono state esaminate 265 e negate 108.
Sono state ammesse in deliberazione e finanziate 301 domande.
L'impegno della Regione è stato di circa 2 miliardi e 916 milioni per il 1979 e ha provocato investimenti per circa 39 miliardi. Collega Martini non sono solo enunciazioni, sono dati che si riferiscono a realizzazioni.
E' chiaro che il problema non si risolve solo con l'incentivazione dell'industria alberghiera. C'è il problema delle leggi. I Ministri del Turismo che si sono avvicendati hanno cercato di portare avanti la legge quadro per l'organizzazione turistica periferica impedendo alle Regioni di legiferare. Alcune leggi sono in attesa del giudizio della Corte Costituzionale.
In questi giorni, dopo due anni, c'è stato un pronunciamento favorevole alla legge della classificazione alberghiera.
Ci sono poi altri problemi. Quando si è in attesa di una legge nazionale, per riformare il settore, non credo sia utile sostituire ogni anno un presidente o un commissario. Pensiamo allo svuotamento attuale degli E.P.T. per effetto del D.P.R. 616. Quasi tutte le materie sono state delegate ai Comuni e gli E.P.T. provvedono solo alla classificazione alberghiera. Siamo del parere che la classificazione alberghiera debba essere demandata ai Comuni che già rilasciano le licenze agli alberghi.
Conclusa la classificazione, gli E.P.T. si svuoteranno completamente e le Regioni dovranno decidere sulla loro sorte prima di affrontare la legge quadro.
Purtroppo si è perso del tempo, ma non per colpa della Giunta regionale. Ci siamo sforzati notevolmente di portare avanti il problema del turismo senza né osannare né condannare quelli che ne hanno la responsabilità.
Turismo sociale. Quando sento parlare di questo problema ho la sensazione che chi ne parla non sappia nemmeno come impostarlo. La Regione Piemonte non ha una tradizione agrituristica come l'Alto Adige. Non pu inventare questa attività. Tuttavia la Giunta si è posta la questione in termini di integrazione di reddito e ha incaricato le associazioni agricole di portare avanti un progetto circa l'impostazione dell'agriturismo.
Anche questo problema sarà oggetto di dibattito e spero di poterlo sviluppare con maggiore ampiezza.
La Regione non è carente in questo settore, semmai deve affrontarlo in termini più corretti e con ricchezza di dati che, comunque, mi impegno a fornire al Consiglio per entrare nel merito e per ampliare il discorso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione

Il rilievo fatto dalla collega Vetrino Nicola sul finanziamento pluriennale della legge è esatto. In effetti, gli stanziamenti del bilancio pluriennale non contengono un esplicito rifinanziamento degli interventi ma contengono soltanto un fondo globale per finanziare gli interventi del piano di sviluppo. Ovviamente su quel fondo si potrà incidere solo in sede di bilancio pluriennale.
L'articolo finanziario è fatto in modo tale da contenere una previsione di spesa pluriennale. Il concreto utilizzo peraltro è condizionato al fatto che il bilancio pluriennale contenga la possibilità di fare queste previsioni. Del resto, in base alla nuova normativa di contabilità, sono le leggi del bilancio che possono fissare l'entità dei finanziamenti.
In questo senso il rinvio alle decisioni da prendere in sede di programmazione è corretto. La legge non impedisce di fare questo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La legge regionale 31/8/1979, n. 56 'Provvedimenti per l'incentivazione turistico-ricettiva' è prorogata e modificata come segue.
L'ultimo comma dell'art. 2 è così sostituito: 'Sono esclusi dalle provvidenze di cui ai commi precedenti le opere che hanno ottenuto l'abitabilità o l'agibilità anteriormente al 17/4/1977 e gli acquisti anteriori alla medesima data'.
Dopo l'art. 3 è inserito il seguente art. 3 bis: 'Intervento straordinario per il mancato innevamento': 'Per la costruzione, il completamento e la ristrutturazione di impianti di trasporto a fune utilizzati per la pratica dello sci nonché per l'acquisto di mezzi meccanici per la battitura delle piste da sci sono concesse limitatamente all'anno 1981 alle imprese concessionarie danneggiate dalla mancanza di neve nella stagione invernale 1980-81 le seguenti provvidenze in alternativa: a) contributo costante in relazione a mutui di cui all'art. 3, lett.
a) b) contributo una tantum in conto capitale fino al 20 % dell'importo dei ratei o canoni scaduti o in scadenza nel 1981 relativi a mutui contratti con Istituti di credito o ad operazioni di locazione finanziaria intraprese con società di leasing.
Le provvidenze di cui al comma precedente sono concesse in deroga ai criteri indicati dall'art. 5 con priorità alle piccole e medie imprese secondo il seguente ordine di precedenza: a) per interventi di ristrutturazione degli impianti da realizzarsi obbligatoriamente nel 1981 b) per la realizzazione di impianto od acquisto di mezzi che vengano ad integrare in modo determinante la funzionalità della struttura esistente.
L'ordine di precedenza di cui alle lett. a) e b) del presente comma si osserva altresì per le altre imprese'.
L'art. 4 è così sostituito: 'Le domande per la concessione dei contributi devono essere presentate alla Regione - Assessorato al turismo - corredate del progetto dell'opera della relazione tecnica e del preventivo dettagliato di spesa, nei seguenti termini: a) entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, per l'anno 1981 b) entro il 30 giugno, per l'anno 1982.
Nei termini di cui al precedente comma, una copia della domanda e della documentazione a corredo, dovranno essere presentate al Comune per il parere di conformità dell'opera allo strumento urbanistico generale.
Per le opere da realizzarsi in territorio montano il Comune esprimerà il proprio parere sentita la Comunità montana al fine di accertare la coerenza dell'iniziativa alle indicazioni del piano di sviluppo.
Entro 60 giorni dal ricevimento della domanda il Comune farà pervenire il parere alla Regione - Assessorato al turismo -; qualora il parere non pervenga entro tale termine si intenderà negativo'".
Il Gruppo P.L.I. ha presentato il seguente emendamento: dopo il secondo comma è aggiunto il seguente comma: "All'art. 3, alla cifra '30.000.000' è sostituita la cifra '40.000.000'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo alla votazione dell'art. 1 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 43 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Le domande presentate ai sensi della legge regionale 31/8/1979, n. 56 successivamente alla scadenza dei termini previsti dalla medesima e non oltre la data di pubblicazione della presente legge, si ritengono presentate ai sensi della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 43 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "All'onere derivante dall'applicazione della presente legge si farà fronte con appositi stanziamenti del bilancio pluriennale, così come sotto ripartiti, entro l'ammontare complessivo di L. 3.400 milioni per gli anni 1981/1982 e 1983: L. 200 milioni a partire dall'esercizio finanziario 1982 e L. 1.300 milioni a partire dall'esercizio finanziario 1983 per la concessione di contributi costanti di durata non superiore a 15 anni, in relazione a mutui per la realizzazione ed il miglioramento di strutture ricettive ed impianti complementari all'attività turistica nonché di impianti di trasporto a fune L. 20 milioni a partire dall'esercizio finanziario 1983 per la concessione di contributi di durata non superiore a 10 anni, in relazione a mutui per opere di ristrutturazione ed adattamento di immobili rurali L. 100 milioni a partire dall'esercizio finanziario 1983 per la concessione di contributi costanti per un periodo di 3 anni per il miglioramento di strutture degli impianti fissi di alberghi, pensioni e locande L. 200 milioni nell'esercizio finanziario 1981, L. 100 milioni nell'esercizio finanziario 1982 e L. 300 milioni nell'esercizio finanziario 1983 per la concessione di contributi in conto capitale per opere, impianti e servizi complementari all'attività turistica, nonché per la realizzazione di impianti di trasporto a fune e per l'acquisto di mezzi meccanici per la battitura delle piste da sci L. 150 milioni nell'esercizio finanziario 1982 e L. 800 milioni nell'esercizio finanziario 1983 per la concessione di contributi in conto capitale per opere di arredamento o rinnovo dell'arredamento L. 30 milioni nell'esercizio finanziario 1983 per la concessione di contributi in conto capitale per opere di ristrutturazione ed adattamento di immobili rurali.
L'iscrizione degli stanziamenti negli appositi capitoli dei bilanci annuali sarà autorizzata con le singole leggi di approvazione dei bilanci.
Per l'anno 1981 viene istituito il capitolo avente per oggetto 'Contributi in conto capitale per opere, impianti e servizi complementari all'attività turistica, nonché, per la realizzazione di impianti di trasporto a fune e per l'acquisto di mezzi meccanici per la battitura delle piste da sci', con lo stanziamento di L. 200 milioni in termini di competenza e di cassa alla cui copertura si provvede mediante riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa del capitolo n. 1000 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1981.
Per l'ammissione ai contributi previsti dalla presente legge delle istanze presentate per l'anno 1981 la Giunta regionale può disporre prenotazione di impegno di spesa in misura non superiore al 50 % dello stanziamento disponibile globalmente per ogni voce di spesa; le istanze non rientranti in tale limite di finanziamento sono riesaminate congiuntamente a quelle presentate per l'anno 1982.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 43 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
La parola al Consigliere Vetrino Nicola per dichiarazione di voto.



VETRINO Bianca

Dopo l'intervento molto interessante e molto stimolante dell'Assessore Moretti è confermata la necessità di un dibattito politico, cosa che avverrà a posteriori. L'Assessore ha annunciato che avrà molte cose da comunicarci, quindi mi auguro che settembre sia il mese ideale per definire la politica della Regione Piemonte rispetto al turismo.
Ringrazio l'Assessore Simonelli per le precisazioni che ha voluto darmi circa le mie preoccupazioni di tipo finanziario. Credo però che si debba dire che questa rimane una spesa autorizzata a livello politico a base pluriennale, quindi è assimilabile a tutte quelle spese che hanno determinato i 25 mila miliardi di residui passivi e che tanto ci hanno scandalizzato per le eccezioni che ha fatto la Corte dei Conti.
In ogni caso questa legge ha un punto a favore che può suonare come motivo nuovo: il modo con cui è stato impostato l'intervento straordinario per il mancato innevamento.
Non è un intervento assistenziale ma è un intervento che responsabilizza il beneficiario.
Soprattutto per questi motivi ho cambiato la mia posizione da contraria ad una posizione di astensione.
Il Piemonte non è in crisi nel campo turistico come l'Assessore peraltro ha dichiarato in un'intervista a "Stampa Sera". Questo è un motivo di conforto nella crisi generale. Ma proprio perché il turismo non è in crisi, va affrontato un dibattito serio perché ci sono opportunità ed opzioni da cogliere anche pensando al futuro del Piemonte.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 43 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Formazione professionale

Regolamento di attuazione dell'art. 28 della legge regionale 25/2/1980, n. 8. Attività formative libere con presa d'atto regionale


PRESIDENTE

Esaminiamo il punto undicesimo all'ordine del giorno che reca: "Regolamento di attuazione dell'art. 28 della legge regionale 25/2/1980, n.
8. Attività formative libere con presa d'atto regionale".
L'Assessore Ferrero ha presentato il seguente emendamento sostitutivo: il primo capoverso di cui al primo comma dell'art. 3 è così sostituito: "Per ottenere la 'presa d'atto' regionale per l'esercizio di attività formative libere:".
La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Sono d'accordo sull'emendamento proposto dall'Assessore Ferrero. La Commissione si è trovata di fronte alla necessità di formulare un regolamento ex novo.
Dopo lunga discussione, si è arrivati ad una conclusione concordata. Le ultime osservazioni vengono dall'emendamento presentato al quale diamo voto favorevole.



FERRERO Giovanni, Assessore alla formazione professionale

Ringrazio la Commissione per il lavoro proficuo e serrato che ha compiuto. La materia, che in parte è normata dalle legge n. 8, impinge in moltissime normative statali. E' opportuno che venga riassunta in un regolamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dall'Assessore Ferrero è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo ora alla votazione della deliberazione. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge 21/12/1978, n. 845 'Legge quadro in materia di formazione professionale, ed in particolare l'art. 4, lettera g) vista la legge regionale 25/2/1980, n. 8 'Disciplina delle attività di formazione professionale', ed in particolare l'art. 28; ravvisata l'opportunità di regolamentare le attività formative libere con 'presa d'atto' regionale sentito il parere della Commissione consiliare competente delibera di approvare l'allegato Regolamento in attuazione dell'art. 28 della legge regionale 25/2/1980, n. 8 - Attività formative libere con 'presa d'atto' regionale, qui di seguito riportato.
Attesa l'urgenza di impartire disposizioni ai gestori di attività formative libere con 'presa d'atto' regionale, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione a norma dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Pongo quindi ai voti, per alzata di mano, la proposta che tale deliberazione venga dichiarata immediatamente esecutiva.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Organizzazione turistica

Ordine del giorno presentato dai Consiglieri Viglione, Mignone, Avondo Martini, Vetrino Nicola, Marchini e Majorino in materia turistica


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Viglione, Mignone, Avondo, Martini, Vetrino Nicola, Marchini e Majorino in materia turistica. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preso atto che i provvedimenti contenuti nel disegno di legge n. 99 proposto dalla Giunta ed approvato dal Consiglio in data odierna e le altre iniziative assunte dall'Assessore competente in questa materia rispondono sostanzialmente alle esigenze prospettate dai vari Gruppi politici a favore delle aziende turistiche in crisi per il mancato innevamento nella stagione invernale 1980-1981 rileva come alcune aziende del settore siano in condizioni di difficoltà tali da pregiudicarne la stessa sopravvivenza con gravi prevedibili conseguenze sul piano turistico ed occupazionale invita gli Istituti bancari e gli enti interessati a considerare l'eccezionalità della situazione e quindi ad essere disponibili a concreti interventi e provvedimenti raccomanda alla Giunta regionale la massima attenzione al problema".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Edilizia scolastica

Esame deliberazioni relative a:


PRESIDENTE

a) "Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica - Legge regionale 12/6/1978, n. 31 - Programma 1981 - I Stralcio" b) "Legge regionale 12/6/1978, n. 31 - Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica - Programma 1981 - II Stralcio"



PRESIDENTE

Mi è stato raccomandato da diverse parti di inserire nell'ordine del giorno le seguenti deliberazioni: a) "Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica - Legge regionale 12/6/1978, n. 31 - Programma 1981 - I Stralcio" b) "Legge regionale 12/6/1978, n. 31 - Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica - Programma 1981 - II Stralcio".
Il Consiglio concorda all'unanimità.
Passiamo pertanto alla votazione della prima deliberazione: "Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica - regionale 12/6/1978, n. 31 Programma 1981 - I Stralcio". Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 12/6/1978, n. 31, nonché la ripartizione comprensoriale dei finanziamenti effettuata in base all'art. 3 della legge stessa viste le richieste di finanziamento formulate a termini di legge dai Comuni interessati; sentiti i Comprensori sulla situazione scolastica e finanziaria dei Comuni in ordine alle priorità di intervento, ai sensi dell'art. 3 della legge stessa sentito il parere delle Commissioni consiliari interessate delibera di approvare il I Stralcio del programma degli interventi relativo all'anno 1981, in riferimento agli ambiti territoriali dei singoli Comprensori, così come indicato negli elenchi allegati che fanno parte integrante della presente deliberazione e che riguardano i Comprensori di Pinerolo, Vercelli, Borgosesia, Novara, Verbania, Cuneo, Saluzzo, Alba Mondovì, Asti, Alessandria, Casale.
La spesa complessiva di. L. 2.157.600.000 graverà sul capitolo 7800 del bilancio regionale con riferimento all'esercizio finanziario 1981.
Data l'urgenza di inviare le relative comunicazioni agli enti obbligati alla realizzazione degli interventi, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n.
62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta che tale deliberazione venga dichiarata immediatamente esecutiva.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Esaminiamo la seconda deliberazione: "Legge regionale 12/6/1978, n. 31 Contributi per limitati interventi di edilizia scolastica - Programma 1981 - II Stralcio".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 12/6/1978, n. 31, nonché la ripartizione comprensoriale dei finanziamenti effettuata in base all'art. 3 della legge stessa viste le richieste di finanziamento formulate a termini di legge dai Comuni interessati; sentiti i Comprensori sulla situazione scolastica e finanziaria dei Comuni in ordine alle priorità di intervento, ai sensi dell'art. 3 della legge stessa sentito il parere delle Commissioni consiliari competenti delibera di approvare il II Stralcio del programma degli interventi relativo all'anno 1981, in riferimento agli ambiti territoriali dei singoli Comprensori, così come indicato negli elenchi allegati che fanno parte integrante della presente deliberazione e che riguardano i Comprensori di Ivrea e Biella.
La spesa complessiva di L. 356.300.000 graverà sul capitolo n. 7800 del bilancio regionale con riferimento all'esercizio finanziario 1981.
Data l'urgenza di realizzare gli interventi anteriormente all'inizio del prossimo anno scolastico e di inviare le relative comunicazioni agli enti obbligati alla realizzazione degli interventi stessi, la presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

In Commissione era sorta una perplessità per l'imputazione della spesa (1 miliardo sul bilancio 1981 e 2 miliardi sul bilancio pluriennale). La perplessità è maggiore ora in quanto risulta che sul capitolo 7800 sono stati imputati 13 miliardi e probabilmente non se ne sono spesi più di 2 o 3. Sarà utile al momento opportuno vedere quanti e in quali anni sono stati o saranno spesi questi fondi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Farò due osservazioni.
Nella deliberazione è indicato il Comprensorio di Torino, sul quale dobbiamo ancora esprimerci in sede di Commissione.
L'altra osservazione si riferisce alle considerazioni fatte dal Consigliere Villa. Non sono del tutto d'accordo con lui perché la legge n.
31 è fra le poche che sono state prontamente attuate. Probabilmente molti Comuni chiedono le proroghe perché non riescono a rispettare i termini.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Pongo ai voti, per alzata di mano, la proposta che tale deliberazione venga dichiarata immediatamente esecutiva.
E' approvata all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Informazione

Ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bontempi, Viglione, Mignone Bastianini, Montefalchesi e Paganelli relativo allo stato di disagio in cui versa l'emittenza privata in conseguenza della mancata regolamentazione del settore


PRESIDENTE

Infine è stato presentato un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Bontempi, Viglione, Mignone, Bastianini, Montefalchesi e Paganelli relativo allo stato di disagio in cui versa l'emittenza privata in conseguenza della mancata regolamentazione del settore. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte individua nell'ordinanza con cui sono stati sigillati gli impianti di sette fra le maggiori radio private torinesi gli effetti del disagio in cui si trova l'emittenza privata in conseguenza della mancata regolamentazione del settore ritiene che la funzione dell'emittenza privata in Piemonte sia socialmente e culturalmente utile e che pertanto è importante favorirne la vitalità auspica che il problema del pagamento dei diritti d'autore alla SIAE debba risolversi, tenendo conto delle dimensioni di ascolto reale, di introito pubblicitario, del carattere delle singole emittenti, al fine di non avere provvedimenti punitivi verso le emittenti più piccole chiede al Governo di assumere provvedimenti, anche transitori, al fine di evitare che l'applicazione dell'art. 271 della legge del 1941 sui diritti d'autore provochi, come sta avvenendo in Piemonte, il blocco delle attività dell'emittenza privata invita il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni a presentare rapidamente il progetto di legge di regolamentazione che, salvaguardando il criterio della funzione sociale e locale delle emittenti, eviti il formarsi di concentrazioni alternative al servizio pubblico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 34 Consiglieri presenti in aula.
Comunico infine che il Consiglio verrà convocato per il giorno 16 luglio p.v.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,40)



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