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Dettaglio seduta n.68 del 25/06/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

I processi verbali delle adunanze consiliari dell'11 e del 18 giugno sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell' inizio della seduta odierna.
Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente l'insediamento presso il Comune di Novara di una Commissione per l'energia


PRESIDENTE

Al punto secondo all'ordine del giorno esaminiamo le interrogazioni ed interpellanze.
Interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente l'insediamento presso il Comune di Novara di una Commissione per l'energia.
Risponde l'Assessore Salerno.



SALERNO Gabriele, Assessore all'energia

Attraverso comunicazioni telefoniche intercorse tra l'Assessorato per l'ambiente e l'energia e il Comune di Novara, nonché dietro invito del suo Sindaco, ho avuto l'occasione di partecipare, insieme ad un funzionario dell'Assessorato, alla riunione della Commissione per l'energia svoltasi il 16 aprile u.s. presso la sede del Comune di Novara.
Presieduta dal Consigliere comunale Rucci, la Commissione, che si avvale della collaborazione di professionisti, di ricercatori dell' Istituto Donegani e di alcune società di engineering, ha svolto finora studi e indagini sull'utilizzo delle energie alternative, sullo sfruttamento idroelettrico di grandi portate e di piccoli salti d'acqua sul biogas in agricoltura, sul teleriscaldamento.
L'indagine condotta nel settore idroelettrico ha evidenziato la esistenza di 46 salti d'acqua nella provincia di Novara e la conseguente necessità di affidare uno studio, ad una società di settore, finalizzato alla riattivazione degli impianti dismessi e alla realizzazione di nuove piccole centrali.
Il progetto sul teleriscaldamento, destinato a servire un'utenza civile di circa 70.000 abitanti del comune di Novara, presuppone l'utilizzazione del vapore spillato dalla centrale di Turbigo, in Lombardia; per l'applicazione di tale tecnologia la Commissione assegnerà l'incarico per uno studio di prefattibilità alla s.p.a. "Lombardia Risorse".
Nel settore del biogas la Commissione intende promuovere la sperimentazione di nuove tecnologie per il recupero di energia nel settore della zootecnia; a tale proposito sono già stati presi contatti con l'IPLA di Torino per una proposta di collaborazione.
Inoltre, uno studio sulle strutture edilizie pubbliche e una ipotesi di primo programma d'intervento sul tessuto edilizio esistente, costituiscono un primo impegno, nel settore della bioclimatizzazione, volto al risparmio energetico e allo sfruttamento di energie alternative da concretizzarsi attraverso l'adozione dei pannelli solari e di opportuni interventi di coibentazione degli edifici.
E' intenzione, infine, della Commissione istituire un Servizio Energia come organo di consulenza tecnica e di informazione che divulgherà i lavori della Commissione e procederà insieme alla Giunta comunale, non appena saranno realizzati i primi interventi, ad organizzare un Convegno cittadino sui temi dell'energia a cui ho già garantito la collaborazione e la presenza della Regione Piemonte.
Durante la riunione ho ribadito come sia importante che gli Enti locali assumano un ruolo preciso nella definizione e risoluzione dei problemi energetici, e ho ricordato quali sono gli impegni della Regione Piemonte in materia di energia, soprattutto a fronte delle preoccupazioni, degli amministratori comunali presenti, relative agli incentivi e ai finanziamenti per la realizzazione di grossi progetti, ed ai rapporti con gli Enti energetici di Stato, in particolare l'Enel.
Ritengo, quindi, di poter rispondere alla seconda parte dell'interrogazione del collega Montefalchesi, riprendendo proprio questi ultimi temi che tanto interesse hanno destato nelle Amministrazioni locali del Piemonte e sui quali proprio ultimamente la Giunta regionale ha assunto dei precisi impegni per combattere la crisi economica.
In assenza di potestà legislativa in materia energetica e in attesa della legislazione nazionale che permetta alle Regioni di legiferare in materia e di assegnare cospicui fondi e incentivi per la realizzazione di interventi tesi sia al risparmio energetico che alla diversificazione delle fonti, la Regione assume il coordinamento delle iniziative degli Enti locali e delle aziende pubbliche e private tese alla realizzazione di progetti e di interventi di varia natura che si collocano in campo energetico.
I problemi dell'energia pongono però dei seri vincoli agli Enti locali territoriali che, trovandosi completamente sprovvisti di dati, informazioni tecniche, strutture operative, necessitano di un momento permanente di informazione e consulenza per meglio assorbire e gestire il trasferimento normativo e tecnologico di prossima esecuzione.
La politica delle conversioni e dei comitati misti è appunto orientata nella direzione di trasferire sul territorio regionale un insieme di servizi e prodotti che soltanto le strutture più qualificate dell'Enel, del Cnen e dell'Eni sono in grado di fornire.
I problemi sollevati nella Commissione per l'energia del Comune di Novara relativi al settore idroelettrico, al teleriscaldamento, alla fornitura di gas metano, ai rapporti con l' Enel, dimostrano come sia necessario e indispensabile riunire intorno ad un tavolo gli enti centrali che detengono il monopolio della produzione e della distribuzione dell'energia, insieme all'ente regionale che si assume il compito statutario della programmazione degli interventi nel quadro delle esigenze locali e della difesa delle proprie risorse, sentite le amministrazioni locali.
La volontà della Regione di essere cardine della programmazione e dell'intervento in materia energetica si è concretizzata a Roma durante la battaglia delle Regioni con il Governo, per apportare modifiche e inserire integrazioni migliorative al disegno di legge 2383 che oltre a delegare alle Regioni la gestione di alcuni interventi nel campo del risparmio dell'energia e delle applicazioni di nuove tecnologie, permetterebbe alle stesse di legiferare in materia.
Infine, sono stati presentati in sede Cee alcuni progetti la cui realizzazione comporterà un notevole risparmio energetico e confermerà la bontà delle scelte già assunte dalla Regione Piemonte nell'ambito di politiche settoriali tese alla tutela dell'ambiente e alla difesa delle risorse.
Le iniziative e i progetti settoriali, la politica delle convenzioni e dei comitati misti con gli enti energetici centrali, la presenza puntuale della Regione alla formulazione di provvedimenti centrali relativi all'energia e, in ultimo, l'azione di promozione in sede comunitaria di progetti tesi al risparmio energetico e alla utilizzazione delle fonti rinnovabili, stanno a dimostrare la volontà della Regione Piemonte di risolvere i problemi posti dall'attuazione della politica energetica nazionale e di operare per lo sviluppo dell'applicazione delle tecnologie convenzionali e nuove nel quadro del risparmio energetico e di una più generale efficienza del sistema energetico del territorio piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ringrazio l'Assessore per l'ampia risposta che ha fornito alla mia interrogazione.
Erano due i motivi dell'interrogazione: conoscere le esigenze e le eventuali iniziative degli Enti locali in ordine ai supporti tecnici avere notizie sul controllo di queste iniziative perché lasciate alla spontaneità, delle amministrazioni locali.
L'Assessore ha detto che la Regione assume il coordinamento delle iniziative, questo era il punto nodale della nostra interrogazione, ma vorremmo però capire in che modo la Regione e l'Assessorato ne diventano cardini e coordinatori. Non voglio mettere in dubbio le capacità dell'Assessore, ma ritengo che da solo non possa essere il coordinatore e che sia opportuno dotare la Regione di un apposito Comitato regionale. In questo senso abbiamo presentato una proposta di legge.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PICCO


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consigliere Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente i ritardi dei pagamenti legge 63/1978


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione dei Consigliere Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente i ritardi dei pagamenti legge 63/1978.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura

Ringrazio gli interroganti per questa interrogazione che mi consente una risposta chiara e articolata.
Non è chiaro se i ritardi sono riferiti alla erogazione dei contributi in conto capitale o a quelli in conto interesse.
Presumibilmente però gli interroganti volevano fare riferimento ai contributi in conto capitale e ciò perché per quelli in conto interessi il meccanismo dell'erogazione, se pur con qualche difficoltà iniziale, in parte derivante anche dai ritardi nella rendicontazione da parte degli Istituti di Credito, ha iniziato a funzionare con regolarità e molta tempestività.
Tanto per dare qualche cifra, alla data del 15 giugno 1981, da parte dell'Assessorato Finanze e pertanto su deliberazioni di liquidazioni disposte dal mio Assessorato è stata erogata agli Istituti di Credito una somma di L. 11.273.800.400 pari al 90-100% di tutte le spettanze maturate dagli stessi alla data del 31 dicembre 1980 e beninteso rendicontate alla Regione.
Inoltre alla data del 23.6.1981 il mio Assessorato aveva provveduto al completamento di ogni atto relativo alla liquidazione della somma di L.
21.819.012.329 comprendente quindi già gran parte se non tutte le spettanze maturate e rendicontate dagli Istituti di Credito nel corso di questi primi 5-6 mesi del 1981.
Come è noto, le difficoltà che incontrano oggi gli Istituti di Credito nell'erogazione del credito agevolato di esercizio e di miglioramento sono in prevalenza di ben altra natura: la stretta creditizia e la crisi del mercato delle obbligazioni.
Per quanto riguarda invece i contributi in conto capitale come risulta anche dall'interrogazione, è però, certa una cosa: si tratta di pratiche per le quali è stato completato l'iter burocratico e ciò vuol dire che gli uffici dell'agricoltura hanno terminato il loro compito e pertanto le mancanze vanno cercate altrove.
Non ho timore ad affermare che si sono verificati ritardi nell'erogazione dei contributi per pratiche già definite, ma ciò ha riguardato quasi esclusivamente pratiche presentate ai sensi della legge regionale 51/75 e non tanto la legge regionale 63/78.
Le cause sono quasi esclusivamente connesse a difficoltà di bilancio che derivano dall'applicazione della legge di contabilità che non consente di conservare somme a residui passivi per più di due anni; ciò se collegato con i tempi lunghi di realizzazione delle opere comporta la necessità di rideliberare sui residui perenti buona parte dei contributi concessi con ovvio allungamento dei tempi di erogazione.
A questa prima causa se ne aggiunge un'altra e precisamente quella derivante dalla necessità di rideliberare la concessione di quei contributi che seppur non ancora caduti in perenzione sono stati concessi utilizzando stanziamenti che sono stati poi fatti slittare alla competenza del 1981.
Un'ulteriore causa di ritardi può derivare dall'applicazione del decreto legge 28.5.81, n. 246 che limita le disponibilità di cassa a disposizione delle Regioni.
Infine, non bisogna dimenticare che altra causa di ritardo, sicuramente non imputabile alla Regione, è quella derivante dai tagli operati dal Governo su assegnazioni già disposte e già utilizzate dalla Regione con provvedimenti di concessione (vedere legge 403).
Come è noto nel corso dell'esercizio 1980 si è avuta una riduzione di 30 miliardi sui fondi della 403 di cui 10 miliardi a valore sul 1979 (fondi tutti già impegnati), 10 miliardi a valere sul 1980 e 10 miliardi a valere sul 1981.
Altre conseguenze negative - dello stesso tipo, cioè difficoltà di pagamenti - si potranno avere nel corso di quest'anno ed ancora nel 1982 per il continuo slittamento dei fondi sulla legge 984.
Ad esempio fra le osservazioni al bilancio 1981 il Governo ci ricorda che una quota di ben 22 miliardi dei fondi ripartiti sull'esercizio 1979, e da noi inseriti sul bilancio 1980, va considerata in parte sull'esercizio 1983 ed in parte addirittura sull'esercizio 1984.
Credo di aver chiarito la causa o quantomeno le cause principali dei ritardi nei pagamenti che si stanno verificando e che si potranno ancora verificare.
Ritengo di dover ancora aggiungere che naturalmente la Giunta ed io personalmente non ci siamo fermati qui: è nota l'azione svolta ed in corso a tutti i livelli per sbloccare la situazione del credito. Fino ad ora debbo dire che gli interventi a livello governativo o ministeriale sono restati senza esito forse anche a causa della crisi di Governo.
Domani stesso avrò un nuovo incontro con gli Istituti di Credito.
Per quanto riguarda lo snellimento delle procedure, molto è già stato fatto e qualcosa si potrà ancora fare e si farà non solo e tanto sulle procedure della 63/78 ma, a mio avviso, ora è sulle procedure della legge finanziaria che occorre agire dalla istituzione del ruolo di spesa fissa alla riorganizzazione e snellimento del sistema degli accrediti e dei rendiconti.
Altri snellimenti potranno essere apportati attraverso la riorganizzazione di alcuni servizi e quindi attraverso la modifica della legge delle strutture o meglio ancora attraverso le leggi di delega.
Tutto ciò, sia però ben chiaro, non risolverà i veri problemi provenienti dalla crisi economica e finanziaria.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

La nostra interrogazione era stata lasciata in un ambito ampio proprio per dare la possibilità all'Assessore di darci una risposta totale su tutti i problemi che riguardano i ritardi nell'agricoltura.
Mi pare di aver capito che, soprattutto per quanto riguarda i contributi in conto interesse, non ci sono problemi che riguardano la burocrazia e questo ci fa piacere, non possiamo che complimentarci con l'Assessore. I guai più grossi riguardano gli altri contributi, che non sono da imputare al lavoro della Giunta, ma a problemi tecnici di slittamento, di potenzialità contributiva.
La nostra interrogazione voleva mettere in luce questa situazione di particolare disagio per gli operatori in agricoltura anche perché, privi delle informazioni necessarie, possono fare accuse ingiuste. Le operazioni in corso a tutti i livelli che l'Assessore ha annunciato, debbono essere perseguite con la massima attenzione. Ci auguriamo che le risposte che non sono pervenute possano giungere al più presto. Invitiamo la Giunta e l'Assessore ad essere estremamente presenti in queste azioni per poter rispondere alle richieste dell'agricoltura che in questo momento ne ha particolari necessità.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Cerchio, Brizio e Petrini inerente l'opuscolo: "Informazioni per chi lavora"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Cerchio, Brizio e Petrini inerente l'opuscolo: "informazioni per chi lavora".
Risponde l'Assessore Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Assessore al lavoro

L'interrogazione consente di informare su una iniziativa che, prima di tutto, risponde ad un dettato statutario più volte ricordato e non compiutamente attuato. La Regione riconosce che presupposto della partecipazione è l'informazione sui programmi, sulle decisioni e sugli atti di rilevanza regionale e cura a tal fine l'istituzione di mezzi e strumenti idonei. Oltre a questo la Giunta nell'attivare un nuovo strumento di informazione si è ispirata a un punto specifico del suo programma, discusso e approvato dal Consiglio regionale là dove si dice che la Giunta regionale "afferma la necessità di attivare un sistema di informazione sui luoghi di lavoro e ai lavoratori attraverso pubblicazioni specifiche e periodiche tali da mettere in condizione questa parte importante e fondamentale della nostra comunità di conoscere e di fruire dei provvedimenti e delle leggi" In effetti, se si prendono in esame le caratteristiche generali dell'informazione non si può non riconoscere che anche oggettivamente, non solo soggettivamente non si è ancora data la possibilità di divulgare quel tipo di notizie che servono ai lavoratori per fruire di leggi, di provvedimenti, di atti, di deliberazioni di rilevanza regionale. In sostanza, il sistema informativo, pubblica in breve sintesi, il fatto che succede, l'atto che è più o meno rilevante per rendere noto ai lavoratori e all'opinione pubblica ciò che accade. Anche la stampa sindacale e quella dei partiti non entrano nel merito delle leggi, dei provvedimenti e dei dispositivi che consentono ad una legge e a un provvedimento di attuarsi.
Questa lacuna esiste in tutti i campi.
L'originalità della pubblicazione sta nella distribuzione. In tutte le stazioni delle FF.SS. del Piemonte sarà esposto un foglio informativo in modo da poter informare anche quei lavoratori che sovente sono tagliati fuori dai circuiti tradizionali sindacali di informazione perch appartenenti a piccole o medie fabbriche.
La spesa è estremamente modesta (122 lire a copia) attraverso trattativa privata cui hanno partecipato 8 ditte. La redazione del giornale è curata da funzionari della Regione e non da consulenti esterni. Tutto questo ha destato un interesse grande da parte dei collaboratori dell'Assessorato perché in questo modo trovano la forma per qualificare la loro partecipazione all'attività dell'Assessorato.
La Giunta è pronta a riferire alla Commissione informazione del Consiglio regionale sul programma complessivo in campo editoriale, sugli indirizzi, sui contenuti e sulle decisioni che intende prendere in questa materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

La prima osservazione sull'iniziativa assunta dalla Giunta è che, manca un quadro complessivo delle iniziative. Ogni iniziativa della stampa, della radio, della televisione, può avere la sua legittimazione e la sua contenutezza nella spesa purché non venga falsato il quadro d'assieme. La seconda osservazione è che, proprio per evitare queste critiche, è stata nominata la Commissione informazione, alla quale il Presidente della Giunta aveva dichiarato che tutte le iniziative sarebbero state viste in un quadro complessivo, sarebbero cioè state raccordate e discusse.
Non discutiamo il principio dell'iniziativa, ma riteniamo che ogni iniziativa informativa debba avere il più ampio consenso possibile e non debba sorgere autonomamente come iniziativa di questo o di quell'Assessorato.
Il punto sta nel solco, lievissimo e pesante, che divide l'informazione dalla propaganda, dalla formazione del consenso. Se è informazione ha un significato, se è formazione del consenso ne ha un altro e su questo le forze politiche non possono deflettere.
L'interrogazione è stata fatta per portare nella sede competente del Consiglio il problema. La correttezza o la non correttezza dell' iniziativa la valuteremo quando avremo letto due o tre numeri di questa informazione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza del Consigliere Montefalchesi inerente al reimpiego dei lavoratori in Cassa Integrazione


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza del Consigliere Montefalchesi inerente al reimpiego dei lavoratori in Cassa Integrazione.
Risponde l'Assessore Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Assessore al lavoro

Non è possibile esprimere il giudizio della Giunta regionale su una materia così delicata e importante come quella che è stata sollevata, anche perché la Giunta regionale intende sottoporre a tutte le forze politiche del Consiglio gli esiti dell'incontro che avremo lunedì con la direzione della Fiat. L'iter di preparazione della risposta al Consiglio dovrebbe essere il seguente: lunedì ci sarà l'incontro della Giunta con la Fiat successivamente un incontro con le Organizzazione sindacali, dopodiché la conferenza dei Capigruppo deciderà in quale modo il parere della Regione dovrà essere formulato. La Giunta è disponibile a qualunque forma che consenta la corresponsabilizzazione di tutte le forze politiche del Consiglio su questa materia che va certamente trattata in tempi brevi perché siano coerenti con le scadenze che sono in questo momento sul tappeto.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La mia interrogazione nasce dalle informazioni comparse sui giornali il 12 maggio secondo le quali la Giunta intenderebbe promuovere un confronto con le autonomie locali per verificare il numero dei posti di lavoro che si potranno rendere disponibili nel settore pubblico per avanzare alcune proposte legislative.
In questo periodo si parla frequentemente di terziario come settore in cui è possibile creare dell'occupazione. Sarebbe importante verificare che cosa vuol dire terziario. Con la nostra interrogazione vogliamo capire se è possibile ed utile un passaggio dal settore privato al settore pubblico dei lavoratori in Cassa integrazione.
Le aziende del settore privato continuano a produrre delle eccedenze.
Conosciamo le vicende della Montedison e della Montefibre che sono prive di piani aziendali che ne possano prefigurare la loro ripresa.
Dalle notizie di stampa la stessa Fiat usa l'accordo di ottobre per creare ulteriori eccedenze. Dico "creare" perché nel 1980 l'azienda ha venduto in Italia 200 mila auto importate dall'estero raddoppiando la quota del 1979. Di fronte ad una situazione del genere è sbagliato tentare di scaricare i lavoratori eccedenti attraverso la mobilità facendoli gestire dagli enti pubblici.
E' invece opportuno studiare ogni possibilità per ricollocare i lavoratori ora in Cassa integrazione all'interno delle aziende riconfermando attraverso i piani aziendali la necessità di verificare la congruenza delle scelte aziendali con i piani di settore. In quest'ottica anche il discorso del terziario può essere utile come sostegno al settore industriale. La risposta dell'Assessore non è stata sufficientemente chiara su questo. Nel dibattito che avremo successivamente riprenderemo questo tema.


Argomento: Commercio

Interrogazione del Consigliere Viglione inerente l'adesione della Regione al Comitato difesa dei consumatori


PRESIDENTE

Per ultima esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Viglione inerente l'adesione della Regione al Comitato difesa dei consumatori.
Risponde l'Assessore Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Assessore al lavoro

L'interrogazione del Consigliere Viglione è quanto mai opportuna perch viene in un momento in cui è viva l'attenzione a tutte le forme che consentono al consumatore di essere più tutelato e più difeso di quanto non sia stato finora.
Con il Comitato difesa dei consumatori abbiamo già avuto dei contatti soprattutto per quanto concerne la formulazione di un progetto di legge da parte delle forze democratiche del Paese tendenti a garantire e a tutelare il consumatore. Da questo punto di vista la Regione darà il contributo che gli verrà richiesto. Se il progetto di legge sarà varato sarà opportuno esaminarlo in sede di Consiglio regionale tanto più se vi sarà l'adesione di tutte le forze democratiche.
Nel frattempo, hanno preso il via alcune iniziative tendenti a organizzare i consumatori. E' un fatto nuovo già attuato a livello nazionale e che si verificherà anche a livello regionale. La giunta regionale dopo mesi di discussione ha stabilito una collaborazione con le Organizzazioni sindacali che si dovrà tradurre in numerosi atti in un campo in gran parte inesplorato.
Sono nate inoltre alcune libere associazioni di consumatori di diversa dimensione e di diverso impegno, che noi salutiamo con favore perché questo dimostra che c'è la tendenza all'associazionismo in questo campo.
Questi fatti ancorché positivi per il loro pluralismo, non devono essere dispersivi. L'intenzione della Giunta sarebbe quella di proporre anche con un disegno di legge, la costituzione di un comitato regionale che raggruppi tutte queste associazioni nel quale si possano avanzare proposte suggerimenti e coordinare le iniziative di difesa a livello regionale.
Rimane in sospeso la questione delle adesioni. La situazione che si è venuta a creare, consiglia alla Regione di avere un ruolo di coordinamento più che di adesione all'una o all'altra associazione. Questa questione sarà sottoposta all'attenzione dei Comitati direttivi delle associazioni, ai sindacati perché ormai si è creata la condizione per un'azione incisiva di coordinamento da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il problema relativo ai Comitati difesa dei consumatori in molti Paesi costituisce uno degli strumenti più efficaci per la difesa del consumatore dal punto di vista della quantità e dal punto di vista del costo.
Lo sviluppo di queste iniziative in Italia è giunto in ritardo rispetto agli Stati Uniti e ad altri Paesi dell'Europa. Sono note le iniziative di alcuni Comitati e Associazioni degli Stati Uniti che hanno assunto iniziative contro industrie farmaceutiche, alimentari o automobilistiche.
La Regione ha introdotto questo argomento nel programma della Giunta e forse non e' stata capita tant'è vero che il Comitato difesa dei consumatori sembrava quasi un oggetto misterioso, comunque un elemento trascurabile. Noi invece riteniamo che questo strumento sia importante.
Sono lieto della risposta dell'Assessore e approvo che attorno a questo problema debba esserci un coinvolgimento generale.
Mi rallegro che la voce del governo regionale si pronunci in quel senso, e mi auguro che questa iniziativa non si realizzi soltanto con l'adesione al Comitato, ma riesca a raccordare tutte le iniziative che le grandi organizzazioni, la cooperazione e le forze responsabili portano avanti.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bergoglio Cordaro Genovese, Marchesotti e Ratti.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 104: "Nuove norme a favore degli assegnatari degli alloggi di edilizia residenziale pubblica già assegnati in locazione semplice" presentato dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio in data 16 giugno 1981 N. 105: "Costituzione della Edilfinpiemonte S.p.A. e piano regionale di alloggi in locazione", presentato dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio in data 16 giugno 1981 N. 106: "Interventi per stimolare l'attuazione dei piani di recupero per promuovere la disponibilità di aree edificabili e per favorire interventi in nuclei di sviluppo urbano integrato", presentato dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio in data 16 giugno 1981 N. 107: "Modifica alla legge regionale n. 56 del 5 dicembre 1977 'Tutela ed uso del suolo' e successive modifiche e integrazioni" presentato dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio in data 16 giugno 1981 N. 108: "Provvidenze regionali per agevolare la costituzione di demani comunali di aree in attuazione dei piani regolatori generali" presentato dai Consiglieri Viglione e Astengo in data 16 giugno 1981 N. 109: "Trasformazione dell'Azienda regionale per la gestione della Tenuta La Mandria in Azienda regionale dei parchi suburbani", presentato dalla Giunta regionale in data 18 giugno 1981 N. 110: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981, relativamente all'iscrizione di contributi provenienti dal fondo sociale europeo", presentato dalla Giunta regionale in data 18 giugno 1981 N. 111: "Normative inerenti alla ricerca e raccolta di minerali a scopo collezionistico e scientifico", presentato dalla Giunta regionale in data 18 giugno 1981 N. 112: "Norme per il finanziamento e l'accelerazione delle procedure per la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale e norme modificative della legge regionale 16/5/1975, n. 28", presentato dai Consiglieri Brizio, Sartoris, Genovese, Martinetti, Petrini, Picco e Ratti in data 22 giugno 1981.


Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

La Giunta regionale ha adottato le seguenti deliberazioni nelle sedute del 9 e 16 giugno 1981 - in attuazione dell'art. 7, 1° comma della legge regionale 6 novembre 1978, n. 65.
SEDUTA DEL 9 GIUGNO 1981 45 - Legge regionale n. 63, art. 48, comma 1°. Concessione contributo all'Istituto Nazionale di Economia Agraria (I.N.E.A.) per la collaborazione con il Servizio Regionale Assistenza Contabile e Gestionale. L. 20.000.000.
(Capitolo 3790/1981)



FERRARIS Bruno

120 - Conferimento incarico alla Prodim s.r.l. nella persona del socio Dr.
Marco Filippi per la progettazione e la direzione dei lavori degli impianti tecnologici, climatizzazione, elettrico e idrico-sanitario nell'edificio denominato ex "Ospedale Maggiore S. Giovanni Battista" sito in Via Giolitti Torino, destinato a sede del Museo regionale di Scienze Naturali. Spesa di L. 59.000.000 oneri fiscali compresi. (Cap. 11690/81).



TESTA Gianluigi

144 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte ed affidamento incarico legale all'avv. Marco Casavecchia - Ricorrente: S.p.A.
"Ma Ros" avverso provvedimento Assessorato alla Sicurezza Sociale e Sanità n. 1934 in modo negativo sulla diffida notificata dalla Società ricorrente.
Spesa L. 300.000. (Cap. 1080/81).



TESTA Gianluigi

145 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte ed affidamento incarico legale all'avv. Ugo Sogno Rata del Vallino.
Ricorrente: Buffa Daniela ed altri avverso provvedimento Co.Re.Co. Sezione di (AL) n. 4359 del 9.2.1981 concernente l'annullamento della deliberazione del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale Civile di Acqui Terme n.
328/80. Spesa L. 300.000. (Cap. 1080/81).



TESTA Gianluigi

146 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte ed affidamento incarico legale all'avv. Alberto Predieri. Ricorrenti: s.r.l.
Investimenti S. Gregorio e S.p.A. Immobiliare Albert avverso D.P.G.R. n.
3672 del 18/4/1979 concernente l'approvazione di un P.E.E.P, del Comune di Torino. Spesa L. 600.000. (Cap. 1080/81).



TESTA Gianluigi

147 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il C. di Stato ed affidamento incarico legale agli avv. ti M. Casavecchia ed E. Romanelli.
Appellante: s.a.s. Società Ediltauro avverso sentenza T.A.R. Piemonte n.
207/80, concernente la reiezione del ricorso proposto avanti il T.A.R.
Spesa L. 600.000. (Cap. 1080/81).



TESTA Gianluigi

148 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il C. di Stato ed affidamento incarico legale agli avv. ti G. Sertorio ed E. Romanelli.
Appellante: S.p.A. Cave di Mongrando e Vigliano avverso sentenza T.A.R.
Piemonte n. 168/81 concernente la reiezione del ricorso proposto dalla Società appellante. Spesa L. 600.000. (cap. 1080/81).



TESTA Gianluigi

149 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il Tribunale di Vercelli ed affidamento incarico legale all'avv. G. Radice - Ricorrente: Bianco arch. Giovanni avverso deliberazioni Co.Re.Co. Sez. Vercelli nn.
23451-23452-23453 in data 9.12.1980 concernenti l'annullamento delle deliberazioni nn. 1-2-3 del 13.11.1980 del Consorzio tra i Comuni di San Germano, Salasco, Crova ecc. Spesa L. 300.000. (Cap. 1080/81).



TESTA Gianluigi

150 - Liquidazione onorari all'avv. Marco Casavecchia a seguito di consulenza legale e assistenza in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte nelle cause Sella prof. Giuseppe e Vercelli A.Maria. L. 1.098.408. (Cap.
1080/81).



TESTA Gianluigi

170 - Conferimento di una consulenza al dr. Renato Balena. Spesa di L.
4.000.000. (Cap. 2250/81).



PRESIDENTE

171 - Acquisizione di pareri su problemi la cui soluzione richiede specifici interventi del Presidente della Giunta regionale. L. 10.000.000.
(Cap. 2250/81).



PRESIDENTE

172 - Acquisizioni pareri su specifici problemi relativi allo svolgimento dell'attività regionale per l'anno 1981. Spesa impegnata L. 30.000.000.
(Cap. 2250/81).



PRESIDENTE

173 - Conferimento di consulenza al C.R.E.S.A. per la predisposizione di studi e ricerche relative agli aspetti organizzativi, amministrativi e contabili delle Unità Sanitarie Locali. Impegno di spesa L. 46.000.000.
(Cap. 106 70/81).



BAJARDI Sante

176 - Seminario sui problemi tecnici l'applicazione dei regolamenti - tipo regionali. Affidamento organizzazione conduzione al sig. Silvio Cervi.
Spesa complessiva L. 1.455.000 sul Cap. 520.1981.



MARCHESOTTI Domenico

177 - Attuazione programmi edilizi finanziari ai sensi dell'art. 9 della legge 15 febbraio 1980 n. 25. Affidamento incarico di analisi ed elaborazione dati, finalizzate alla formulazione delle graduatorie integrative ed alla formazione del programma di localizzazioni. Spesa L.
21.885.000. (Cap. 7790/81).



RIVALTA Luigi

178 - Studi e ricerche nel campo delle fonti energetiche e riflessi ecologici sull' ambiente nel quadro della difesa delle risorse. Affidamento d'incarico per una consulenza tecnica al Prof Ing. Cesare Botta e al prof.
Ezio Pelizzetti. Impegno di spesa L. 7.500.000 (I.V.A. inclusa) sul cap.
2250 del bilancio 1981.



SALERNO Gabriele

179 - Conferimento incarico di consulenza alla dott.ssa Maria Teresa Gayta Forno per lo studio, l'impostazione e l'avviamento delle metodologie di lavoro per la costituzione di un centro documentazione nell'ambito dell'Assessorato alla Programmazione e urbanistica (L. 12.730.000 I.V.A.
inclusa cap. 2250/82).



SIMONELLI Claudio

180 - Conferimento incarico di consulenza all'arch. Mauro Porta per attività di supporto tecnico e di assistenza alla pianificazione degli Enti locali da svolgere di concerto con gli istruttori regionali decentrati, con particolare riferimento alla predisposizione di metodologie e di orientamento per l'attuazione degli strumenti urbanistici. Spesa complessiva L. 10.970.000 I.V.A. compresa (Cap. 2250/1981).



SIMONELLI Claudio

185 - Proroga per mesi 4 della consulenza del Prof. Lelio Lantella per attuazione di provvedimenti normativi in materia di pesca e caccia. Spesa L. 4.571.335 (Cap. 2250 bilancio 1981).



SIMONELLI E MORETTI

186 - Costituzione di Commissione Tecnico-scientifica per i problemi giuridico-amministrativi e per l'addestramento e qualificazione professionale del personale addetto al contenzioso regionale. Spesa presunta di L. 17.056.800. (Cap. 380/1981).



TESTA Gianluigi

187 - Affidamento incarico consulenza al prof. Elia Guglielmo per raccordo generale di studio e ricerca nel settore della formazione professionale del personale regionale. Spesa L. 40.250.000 (Cap. 380/1981).



TESTA Gianluigi

201 - Consulenza per studio e ricerca in materia di pianificazione e valorizzazione di beni ambientali. Incarico al prof. Guido Sertorio (Capitolo 2250 bilancio - 1981).



RIVALTA Luigi

202 - Integrazione della precedente deliberazione n. 51-2211 del 25.11.1980. Impegno di spesa L. 15.000.000 - Cap. 10670 bilancio 1981 Affidamento di incarico all'Ing. Angeletti Rolando.



BAJARDI Sante

SEDUTA DEL 16 GIUGNO 1981 133 - Leggi regionali: 12.10.1978 n. 63; 20.5.1980 n. 53; 6.11.1978 n. 68.
Finanziamento di un programma triennale di indagini sperimentali sugli effetti collaterali dei trattamenti antiparassitari con mezzi aerei. Spesa prevista per il 1 anno L. 90.000.000 di cui: L. 30.000.000 sul cap. 3795 del bilancio per l'anno 1981; L. 30.000.000 sul cap. 10670 del bilancio per l'anno 1981; L. 30.000.000 sul cap. 8950 del bilancio per l'anno 1981.



BAJARDI Sante

212 - Liquidazione onorari all'avv. U. Barosio a seguito di sentenza T.A.R.
n. 282/81 pronunciata sul ricorso proposto da Martino Margherita c/ Regione Piemonte. Spesa L. 500.000 sul cap. 1080/81.



TESTA Gianluigi


Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale

Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto settimo dell'ordine del giorno, vengono effettuate le seguenti "Nomine".


Argomento: Nomine

Nomina di un dipendente della Regione all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta - Comitato di Controllo.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 42 ha riportato voti: Viviano Vito n. 38 Schede bianche n. 4 Il Presidente lo proclama eletto.


Argomento: Nomine

Nomina di sette rappresentanti con voto limitato a quattro all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta Consiglio di Amministrazione.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno riportato voti: ZANONI Walter n. 27 BORGIA Bruno n. 27 RIPA Franco n. 29 CARGNINO Paolo n. 27



FENOGLIO Pier Arrigo n. 12

BOSTICCO Attilio n. 11 VALZANIA Sergio n. 10 Schede bianche n. 3 Il Presidente li proclama eletti.


Argomento: Nomine

Nomina del Presidente ed un membro supplente all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta - Collegio dei Sindaci.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno riportato voti: Presidente CERUTTI Giuseppe n. 34 Membro supplente AIMAR Paolo n. 32 Schede bianche n. 6 Il Presidente li proclama eletti.


Argomento: Nomine

Nomina di un esperto all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta - Comitato tecnico-scientifico: nomina di un esperto.


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Nell'ultima seduta dei Capigruppo era stata avanzata la candidatura Cava da parte del Consigliere Viglione ed in quella sede non erano emerse sostanziali osservazioni.



PAGANELLI Ettore

Ho partecipato all'ultima riunione dei Capigruppo ed ho qui un biglietto del collega, ora è assente, il quale indica a nome del nostro Gruppo il candidato Cicogna.



LOMBARDI Emilio

Mi pare opportuno ricordare al Consiglio che esiste una Commissione Nomine e non so se questi nomi siano stati vagliati dalla Commissione competente. Non conosco il nome di Cava: vivo da 20 anni nel mondo dell'agricoltura e non l'ho mai sentito, il nome invece di Cicogna qualche volta è venuto all'attenzione dell'opinione pubblica per problemi inerenti l'agricoltura.



PRESIDENTE

Mi pare che il problema essendo stato esaminato nella riunione dei Capigruppo abbia superato anche il parere della Commissione nomine. Il problema è noto e i Consiglieri hanno libertà di esprimere il loro voto.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 42 hanno riportato voti: CICOGNA MOZZONI n. 18 CAVA n. 10 LOMBARDI n. 6 Scheda nulla n. 1 Schede bianche n. 7 Proclamo eletto il signor Cicogna Mozzoni.


Argomento: Nomine

Nomina di quattro membri con voto limitato a due al Comitato consultivo del Centro Gianni Oberto.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti:



ARIOTTI Anna Maria n. 27

SALVETTI Giorgio n. 27 OBERTO Giorgio n. 15 DE ANGELI Fiorenza n. 14 Scheda nulla n. 1 Schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Sostituzione membro dimissionario supplente (Mica Franco) alla Sezione decentrata Co.Re.Co. del Verbano-Cusio-Ossola.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 ha riportato voti: Uberti Ernesto n. 34 Scheda nulla n. 1 Schede bianche n. 10 Lo proclamo eletto.


Argomento: Nomine

Nomina di tre rappresentanti sentito il parere del Comitato Comprensoriale di Casale Monferrato, al Consiglio Direttivo del parco naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea.


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il gruppo D.C. partecipa a questa votazione dove è necessario nominare alcuni rappresentanti in alcuni parchi, sentito il parere del Comitato Comprensoriale; non parteciperemo invece ad altre votazioni se non saranno inseriti in quelli ancora da votare, quei due parchi per cui non si era votato l'altra volta, cioè quello della Argentera e Valle Pesio perché non si poteva non tener conto delle designazioni.



PRESIDENTE

Prendiamo atto di questa dichiarazione del Capogruppo della D.C.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: Padre BRUNETTI n. 43 BERTOLONE Giampiero n. 38 BARBERO Amilcare n. 38 Schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Nomina di tre rappresentanti sentito il parere del Comitato comprensoriale di Pinerolo, nel Consiglio Direttivo del parco naturale della Val Troncea.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: BERTON Alex n. 42 CANDELLERO Giuseppe n. 39 DEIDIER Mauro n. 39 Schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Nomina di tre rappresentanti sentito il parere del Comitato comprensoriale di Borgosesia al Consiglio di Amministrazione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: REGALDI Paolo n. 41 DE LUCA Marco n. 39 BOSSI Alberto n. 41 Schede bianche n. 4 Li proclamo eletti


Argomento: Nomine

Nomina di tre rappresentanti sentito il parere della Provincia di Torino al Consiglio Direttivo del Gran Bosco di Salbertrand.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: SIBILLE Paolo n. 39 ABTONIAZZI Bruno n. 38 BARRILE Francesco n. 38 Schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Nomina di sei membri effettivi al Comitato misto paritetico Regione Autorità Militari sulla nuova regolamentazione delle servitù militari.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: RIVALTA Luigi n. 27 NAHOUM Isacco n. 24 BONINO Giovanni n. 27 CARAMELLINO Carlo n. 24 CORNAGLIA Enrico n. 19 VILLA Antonino n. 12 Schede nulle n. 8 Schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Nomina di sei membri supplenti al Comitato Misto paritetico Regione Autorità Militari sulla nuova regolamentazione delle servitù militari.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: ACOTTO Ezio n. 25 BOSCAROLO Roberto n. 23 VOLPIANO Cesare n. 21 MARTINI Mario n. 20 BAIOTTO Giuseppe n. 8 BENZO Gianfranco n. 10 Schede nulle n. 7 Schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.


Argomento: Caccia

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Brizio e Cerchio inerente il libro sulla caccia


PRESIDENTE

Riprendiamo il punto secondo dell'ordine del giorno per rispondere all'Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Brizio e Cerchio inerente il libro sulla caccia.
Risponde l'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla caccia

L'interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Brizio e Cerchio sottopone tre problemi: l'opportunità di una spesa di oltre 200 milioni in un momento di difficoltà finanziaria per la Regione l'affidamento della pubblicazione i criteri di distribuzione della medesima.
Innanzitutto desidero ricordare che la spesa relativa all'iniziativa editoriale è finanziata col capitolo 8865 del bilancio, quindi con proventi che derivano dai tesserini venatori, in pratica una partita di giro interna alla caccia.
Il capitolo è destinato a iniziative a latere della caccia di carattere promozionale, di divulgazione, di propaganda. Su questo capitolo sono state sempre finanziate tutte le spese di stampa della Regione.
Nel caso specifico questo, che viene chiamato libro, è un volume molto piccolo. Il suo prezzo unitario è di 1960 lire più IVA. La delibera prevede una spesa di 207 milioni perché ne vengono stampate 100.000 copie. Il volume contiene la nuova legge sulla caccia e una serie di articoli illustrativi e divulgativi.
Ci troviamo nella necessità di ristampare le norme della legge sulla caccia sia per divulgare le modifiche approvate dal Consiglio regionale sia perché si sono esauriti i precedenti testi.
Anche di fronte alla contestazione sollevata dalla campagna per il referendum, avevamo pensato di arricchire la presentazione del volume con una serie di articoli e saggi che illustrassero i diversi aspetti della situazione venatoria, e cioè una esposizione con fotografie delle specie cacciabili e un profilo delle specie cacciabili in Piemonte, una descrizione geografica o geomorfologica della Regione con le capienze faunistico venatorie delle diverse province, una esposizione e commento della legge nei suoi diversi risvolti amministrativi e penali, un'analisi della situazione territoriale per quanto attiene ai rapporti fauna ambiente, un rapporto fauna-agricoltura e una valutazione degli impatti degli animali selvatici con l'ambiente naturale, un rapporto sulla situazione faunistica in Piemonte, una valutazione delle forme di caccia praticate, tecniche di allevamento della selvaggina, effetti economici dell'attività venatoria.
I cacciatori sono circa 80.000. Il piano prevede la distribuzione di 6.000 copie a Comuni, Province, Comprensori, Comunità montane, consorzi comunali e alpini di caccia, 4000 copie alle organizzazioni agricole, alle associazioni venatorie, naturalistiche e protezionistiche, 10.000 copie alle scuole, ai musei e agli istituti scientifici.
Le varie parti del volume saranno affidate a esperti e a tecnici. La Giunta è disponibile a discutere in sede di Commissione informazione sui nominativi degli estensori delle varie parti del volume.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Anche in questo caso debbo rilevare quanto già esposto relativamente alla risposta del Vice Presidente Sanlorenzo. Tutte le pubblicazioni, se viste ad una ad una, hanno una loro legittimazione, ma andando avanti di questo passo con pubblicazioni di qua e pubblicazioni di là, la spesa assumerà toni troppo rilevanti e non compatibili con l'attuale situazione.
Che i soldi vengano presi sul capitolo 8865 che viene alimentato dai tesserini venatori non è una spiegazione sufficiente. Guai se ci mettessimo a fare uno specifico raffronto tra entrate e uscite perché la programmazione e il quadro di assieme del bilancio andrebbero a pallino.
L'interrogazione critica il sistema con cui si è arrivati a questa pubblicazione, anche se è ancora in fase di elaborazione.
Quando la Regione intende divulgare una pubblicazione acquista la pubblicazione da una casa editrice che l'ha edita in proprio e sulla quale avviene una trattativa per ridurre il costo unitario, oppure per stamparla rivolge la richiesta ad un adeguato numero di case editrici concorrenti così come si fa per qualsiasi altra fornitura.
Desideriamo anche conoscere il nominativo delle persone alle quali viene affidata la trattazione dei saggi e degli articoli. L'Assessore ha detto che di questo si discuterà in Commissione. Lo sentiremo in quell'occasione.
Invitiamo la Giunta a non ripetere questi tipi di affidamento di lavori e di forniture perché riteniamo che siano al limite della correttezza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Prosecuzione esame progetto di legge n. 55: "Costituzione dell'Istituto Cartografico regionale"


PRESIDENTE

Il punto quarto all'ordine del giorno ci richiama alla "Prosecuzione esame progetto di legge n. 55: 'Costituzione dell'Istituto cartografico regionale' ".
Ha chiesto di intervenire per primo il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la legge sull'Istituto cartografico ritorna dopo più di un anno in Consiglio regionale per registrare ancora una volta dissensi, incertezze, dissociazione di responsabilità più o meno palesi nella stessa maggioranza, elementi che però purtroppo non riusciranno a far arretrare la Giunta e la maggioranza da questa operazione, che non esitiamo a definire unicamente collocata nell'arrogante logica del potere.
Non abbiamo dubbi a dimostrare e a denunciare che siamo di fronte a un colossale errore politico ed amministrativo, a uno spreco di denaro pubblico, al dolo, che tradotto vuol dire inganno rispetto alla comunità perché la Giunta vuole sostenere che questa operazione si colloca nella sola ottica possibile, in alternativa rispetto a quanto stanno facendo le altre Regioni e in alternativa rispetto a quanto possono fare ditte italiane o estere, nel settore, il che, come ben capite, è una tesi ben difficilmente sostenibile.
Se, nonostante tutti i dubbi e tutte le incertezze che esistono all'interno della maggioranza, se nonostante le osservazioni che il Commissario di Governo ha fatto, delle quali diremo qualche cosa a commento e a seguito delle correzioni che sono state apportate al disegno di legge si vorrà procedere su questa strada, dobbiamo dire che non sarà facile reperire un rimedio a questa situazione.
Diciamo fin d'ora che il fallimento operativo dell'Istituto cartografico regionale coinvolgerà non solo ingenti risorse finanziarie ma, al di là della responsabilità personale degli amministratori, la credibilità stessa dell'Istituto regionale.
Per questo abbiamo rifiutato qualsiasi coinvolgimento all'assenso preliminare, né potremo garantire la possibilità di ricercarlo nella prospettiva di aggiustamenti che, a nostro avviso, si pongono sempre più difficili. Vediamo il perché.
Siamo di fronte ad acquisti di apparecchiature fotografiche fatti dalla Regione che, in fondo, sono la motivazione più impellente che guida parecchi membri della maggioranza ad affrontare nel merito e a risolvere in qualche modo questo problema, apparecchiature che sono state per anni improduttive e giacenti nei sotterranei di corso Bolzano e che solo in questi giorni sono state collaudate e siamo di fronte ad un complesso di altre apparecchiature e di sofisticate strutture produttive attualmente depositate al BIT e non funzionanti per un investimento di parecchi miliardi sul quale non abbiamo alcuna certezza delle cifre. Questo investimento acquista il chiaro significato di un'operazione del tutto impropria rispetto alle priorità di programmazione e di investimenti, non finalizzate rispetto agli obiettivi che con molta velleità la maggioranza vuole enunciare.
Gli acquisti, che sono stati fatti con criteri che non intendiamo aggettivare, né corrispondono ad una logica economica né sono stati finalizzati ad una ottimizzazione delle prestazioni. Si è deciso di acquistare apparecchiature di case italiane e di case estere, però chi ha deciso di comprarle, siccome non le aveva mai usate né poteva sapere quali usi fossero i più propri, non ha avuto l'accortezza di capire, al di là delle difficoltà che si sarebbero prospettate in sede di manutenzione, la difficoltà che si sarebbe individuata successivamente quando si sarebbero dovuti coordinare i sistemi informativi che producono le diverse macchine.
La megalomania cartografica che ha caratterizzato un certo momento della Giunta social-comunista di Viglione - meno male che ha incontrato un momento di disponibilità finanziaria breve - questa megalomania - dicevo ci ha dato un patrimonio di attrezzature che non possiede neppure l'Istituto geografico Militare di Firenze. Ciò che lascia esterrefatti è l' eterogeneità delle apparecchiature le quali sono provenienti da disparate case costruttrici italiane e straniere e delle quali sono state verificate le rispettive compatibilità degli strumenti di informazione. Questo, mi si dice, richiederà a cascata degli altri costi e degli altri investimenti per uniformare i nastri, per uniformare i dischi a sistemi informativi che, non essendo simili, non possono integrarsi vicendevolmente.
Siamo di fronte ad una campionatura di apparecchi che se non saranno ulteriormente integrati da altri supporti non riusciranno ad assolvere ai compiti per i quali sono stati costruiti. Tali macchine poi non sono state coordinate con quelle altre apparecchiature, simili come case costruttrici oppure come affinità di sistemi produttivi.
Mi si dice che è macroscopico il caso del cartoscan che richiederebbe altre ingenti spese. La macchina, così come è stata acquistata oggi non riesce a produrre nulla proprio perché manca anche al di là delle apparecchiature cosiddette tecniche, di quella struttura di cervelli e di personale in grado di farla funzionare.
Al di là delle fasi di obsolescenza alle quali sono sottoposte queste macchine, siamo di fronte ad una carenza macroscopica di organizzazione della struttura pesante che dovrebbe porsi attorno a queste macchine. Il tema del personale è stato dibattuto più volte in questa sede ed anche in occasione di discussioni in Commissioni ed è proprio sul tema del personale che la maggioranza sostiene sia necessario costituire l'Istituto cartografico regionale, però, bisogna anche che ci rendiamo conto che la struttura occorrente per far funzionare queste apparecchiature richiede una fase di formazione e di addestramento di almeno quattro o cinque anni e che è perlomeno dubbio che in Italia possa esistere personale o un nucleo istruttore adatto per tale formazione.
Tutto ciò ci induce, ancora una volta a richiedere con forza e ad insistere nell'evitare di compiere se non l'errore generale che è scontato altri ulteriori errori.
Per quali ragioni il Piemonte presume di poter addivenire produttore di carte con una struttura qual è quella prospettata nel disegno di legge contrapponendosi ad una cinquantina di società esistenti in Italia (per non accennare a quelle estere) delle quali si avvalgono con soddisfacenti risultati altre Regioni? Credo che varrebbe la spesa di meditare attentamente le prospettive possibili, tenendo conto che è fallita l'operazione iniziale delle carte di primo impiego. I Comuni sono penalizzati nella predisposizione dei piani e degli strumenti urbanistici esecutivi; alcuni hanno beneficiato della sola erogazione finanziaria nel senso che questi soldi sono stati spesi a sostegno di prodotti cartografici sulla cui qualità non ho esitazione ad affermare che la Regione non ha minimamente inciso.
Abbiamo acquistato ciò che era disponibile, ma, al di là dei voli e dei relativi fotogrammi, che peraltro non sono nemmeno utilizzabili da parte di tutti i Comuni, l'elaborazione cartografica ha continuato ad essere prodotta senza alcun coordinamento anzi, con sovrapposizioni negative di investimenti, di competenze, sovrapposizioni che hanno inciso sulla stessa qualità del prodotto informativo finale.
Questo è un indice di mal governo. Se il servizio cartografico non è nemmeno in grado di coordinare la produzione cartografica che viene effettuata dai diversi Assessorati ci chiediamo a che cosa serva questo servizio, quali finalità ha e come si colloca rispetto al generale problema dei dati informativi tradotti con elaborazioni, cartografici o similari.
C'è una sfasatura tra gli obiettivi di programmazione, e i comportamenti, che rivela come questa operazione sia destinata a relegarsi ad un ruolo velleitario autonomo, improduttivo ed inutile.
La presunzione che l'Istituto cartografico sia in grado di sostituirsi e di competere con il privato appare tanto più evidente se guardiamo all'interessante opera di sostegno e di coordinamento della committenza pubblica che svolta dal Centro interregionale del quale lo stesso relatore parlava nella relazione che si definisce centro interregionale di coordinamento e di documentazione per i problemi inerenti all'informazione territoriale. Questo centro funziona da alcuni anni e dal 1979 esiste una unificazione per l'ortofotocartografia che è una delle tecniche più recenti delle quali si sono avvalse altre Regioni italiane.
Perché il Piemonte continua ad insistere di volere operare su di una strada del tutto autonoma quando a fronte di una definizione di capitolati di normative ormai unificate e assunte dal Centro interregionale come valida è possibile avvalersi della collaborazione delle committente delle produzioni delle ditte private specializzate nel settore per realizzare quanto di più innovativo sia stato finora fatto sia in Italia e sia negli altri Paesi? Quasi tutte le altre Regioni hanno conseguito già risultati che sono apprezzabili non solo rispetto alle produzioni delle carte ma rispetto ai benefici sui piani regolatori e sugli strumenti di attuazione dei piani regolatori.
Il Friuli, che a suo tempo ha realizzato una cartografia in scala 1/5000 è stato in condizione qualche anno fa di predisporre i piani territoriali. Il Veneto ha iniziato il progetto di foto-piano e ora sta appaltando i primi lotti della cartografia. L'Emilia Romagna, il cui progetto cartografico è illustrato nel bollettino del Centro interregionale sta per concludere l'operazione cartografica.
La Toscana è tra le Regioni che si sono poste il problema in termini problematici nel senso che, disponendo di una struttura come l'IGM a Firenze, ha avuto modo di valutare le opzioni possibili; ciò nonostante ha avviato il progetto di partenza. La Liguria sta già sviluppando carte tematiche; l'Umbria ha già appaltato il primo lotto delle ortofoto, la Regione Marche sta predisponendo il primo lotto ed ha integrato le ricognizioni aeree con i famosi sistemi del Remozensing. L'Abruzzo è partita con il sistema dell'ortofoto, lo stesso dicasi della provincia di Foggia; la Sicilia ha già appaltato le carte tematiche. Non possiamo tacere come tutto questo sia stato conseguito a fronte di investimenti che sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli che la Regione Piemonte ha fatto complessivamente.
Con ciò che ha speso finora, il Piemonte potrebbe disporre da almeno un paio di anni, di una nuova cartografia in scala 1:10000 per i due milioni di ettari di territorio. D'altra parte basta confrontare i dati di mercato che il Consigliere Astengo ha prodotto sulle ipotesi di fattibilità nei primi due anni di funzionamento del laboratorio cartografico per vedere come, sommando questi dati unitari rispetto alla dimensione della realtà regionale, sarebbe stato possibile in termini di investimenti avere a disposizione queste cose, avvalendosi, ovviamente di strutture non pubbliche (non vi è dubbio che l'avvalersi di strutture pubbliche comporta dei costi indotti, costi indiretti o derivati che sottendono il discorso relativo alla preparazione del personale, all'addestramento, a tempi, alle spese di impianto, di ammortamento e di investimenti che sono scontate nelle strutture private in una logica di produttività che è del tutto diversa da quella della struttura pubblica).
Insistiamo nel dire che la memoria presentata non è credibile e che i costi unitari delle cartografie saranno per lo meno cinque volte superiori a consuntivo.
Abbandono per un momento la polemica per dire ancora una volta che la nostra posizione critica e di opposizione alla costituzione dell'Istituto cartografico non coincide assolutamente con la non volontà di volere attivare un serio laboratorio cartografico regionale il quale sia all'avanguardia sia per quanto attiene alla possibilità di usare sperimentalmente delle apparecchiature di alto interesse scientifico e di contenuto tecnologico per poter sperimentare delle realizzazioni che vengono fatte dalle ditte produttrici dei prodotti informativi cartografici di tipo nuovo. Non dimentichiamo come sia presente in Italia nella dialettica tra le tematiche emergenti quella relativa alla documentazione del patrimonio edilizio esistente e del tessuto patrimoniale, quindi il problema della lettura di questo tessuto anche rispetto alle componenti sociologiche, quindi la connessione dell'utilizzazione del prodotto cartografico rispetto ai dati del censimento che dovrebbe essere effettuato prossimamente nel Paese. Su queste tematiche noi riteniamo che vi sia tutto lo spazio e tutta la possibilità da parte di una struttura pubblica quale quella del laboratorio cartografico regionale per operare effettivamente in termini credibili e sperimentali ed innovativi su temi sui quali ovviamente solo la committenza pubblica si può esporre e sulla quale il riscontro delle strutture private è accettabile e sensibile solo nella misura in cui vi siano delle possibilità reali di collocazione del prodotto.
Non escludiamo questa possibilità, anzi, in questa direzione vorremmo ci fosse un ripensamento. Non sarà la costituzione dell'Istituto cartografico di per sé a permettere la costituzione di equipes ad alto livello scientifico che associ la posizione, l'esperienza, la capacità di integrazione della Regione, del Politecnico, dell'Università, delle strutture private, specializzate nel settore e di enti strumentali dei quali già la Regione dispone e che dovrebbero essere messi in stretta connessione con questa struttura.
Riteniamo che questa equipe possa solo rivolgersi ad elaborazioni sperimentali specifiche non quelle generali già compiute da altri, con risultati più che ottimi, con risultati economici che sono comparabili e competitivi, quindi non vediamo perché la Regione debba porsi in termini alternativi e di concorrenza.
Noi escludiamo quindi che vi sia in prospettiva un ripensamento di questo tipo, cioè di collocazione di questa struttura in una dimensione di pura sperimentalità applicativa e non di produttività cartografica, per riteniamo di dover denunciare come la costituzione di una S.p.A. a questi scopi sia del tutto fuori luogo, improduttiva incapace di affrontare i problemi che sono connessi agli obiettivi che l'Istituto stesso si poneva.
Il budget indicato non è credibile né per gli esercizi finanziari attuali ed immediatamente futuri né per quelli che verranno, perché anche solo le incognite relative ai temi di addestramento del personale, al reperimento, alla possibilità di far funzionare le macchine, disparatissime tra loro, alle loro connessioni, alla possibilità di individuare una utenza, una committenza e quindi un minimo di riscontro economico sulla produzione di questi prodotti non sono affrontabili con lo strumento della S.p.A. in quanto tale.
Vi sono dei presupposti di reperimento patrimoniale, di cervelli, di idee, di capacità produttiva che non passano necessariamente attraverso la logica della messa a disposizione alla struttura pubblica. Molte volte queste strutture, questi cervelli, queste capacità sono reperibili per collaborazioni saltuarie, al di fuori dalla logica dell'impiego pubblico o para-pubblico.
Riteniamo che si vada in una direzione senza prospettive. La partecipazione dei privati, che potrebbe essere significativa solo nella misura in cui raggiungesse una certa quota credibile per quanto riguarda il controllo e la capacità di operare anche un minimo di verifica dei contenuti economici dell'operazione, non è assolutamente certa. Non mi si dica che una partecipazione delle due maggiori aziende che potrebbero essere interessate in Piemonte a titolo di bandiera con alcune centinaia di milioni sia credibile: è una partecipazione destinata, al riscontro dei primi 5/6 anni di deficit, a rientrare come per una qualsiasi gestione di attività improduttiva pubblica. Esperienze di questo tipo ne abbiamo già avute parecchie.
E' necessario un ripensamento. Se però è scontato che, per logica di potere e di gestione di potere all'interno della maggioranza, si vada avanti in questa direzione era nostro dovere fare alcune denunce e alcune precisazioni.
E' in programma per il prossimo autunno un seminario europeo di cartografia, riterremmo che vi fosse in quel confronto internazionale l'opportunità di un momento di verifica su cosa si sta facendo in Europa e nel mondo in questo settore, quindi l'opportunità anche di verificare se è opportuno che la Regione Piemonte si avventuri su questa strada senza prospettive.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri. Con questo disegno di legge si propone l'istituzione di un nuovo ente strumentale, ai fini di risolvere il problema della domanda cartografica. Nel disegno di legge e nella relazione si richiama espressamente l'art. 72 dello Statuto, che prevede la possibile istituzione degli enti satelliti. Lo spirito e la lettera di questa norma statutaria sono nel senso che un servizio di rilievo e di rilevanza regionale, va innanzitutto attuato attraverso il sistema normale della delega, a meno che ciò sia obiettivamente impossibile. In tal caso si deve ripiegare sulla gestione diretta da parte della Regione nell'ambito del competente Assessorato, e con le sue proprie strutture. Quando la Regione non abbia adeguate strutture per gestire un determinato servizio, si procede allora alla costituzione dell'ente strumentale.
La Giunta, nel proporre questo disegno di legge istitutivo di un ente strumentale, avrebbe pertanto dovuto previamente farsi carico di dimostrare che la gestione diretta nell'ambito del competente Assessorato e tramite il proprio laboratorio cartografico, non era oggettivamente possibile, oppure che era eccessivamente onerosa e problematica. Questa dimostrazione indicativa e previsionale non è invece stata data, né esiste nella relazione in atto.
Va poi ricordato che la Commissione regionale cartografica (che era stata istituita ai sensi della legge n. 48), era arrivata a certe conclusioni sia sul piano tecnico e sia sul piano programmatico.
Trascurando quelle che concernono il profilo tecnico (perché riguardavano le modalità di formazione e di confezione della cartografia) ed esaminando invece quelle programmatiche, va osservato che quella Commissione aveva prospettato tre possibili soluzioni, per rispondere alla domanda cartografica: a) - incarico di produrre le carte da conferirsi a ditte o imprese private (soluzione questa attuata da altre Regioni) b) - produzione diretta ed esclusiva da parte dell'Ente Regione c) - soluzione mista: cioè in parte mediante la collaborazione convenzionata di imprese private e in parte attraverso la produzione diretta da parte del laboratorio cartografico regionale.
Con questo progetto di legge viene scelta la soluzione mista la quale d'altro canto, rappresenta uno stato di necessità nel senso che essendosi già provveduto all'acquisto di costosi e sofisticati macchinari per l'importo di 2 miliardi e mezzo, non è più possibile rivolgersi in via esclusiva ai privati.
Nella relazione del Presidente della II Commissione si legge che il 30 o il 50% della produzione cartografica andrà pur sempre commesso a imprese private mentre l'altro 50% verrà svolto dall'Istituto cartografico. Rimane a questo punto da dimostrare che questo 50% debba necessariamente attuarsi attraverso la creazione di una società per azioni ad hoc.
Ora, l'argomento che viene portato a giustificazione della costituzione della società per azioni è quello del "problema" del personale. Non ritengo però che (di fronte al già avvenuto acquisto dei macchinari) la questione del personale fosse del tutto preclusiva: posto che la Commissione regionale cartografica aveva additato la soluzione del problema del personale attraverso istituendi corsi di istruzione professionale, da attuarsi con l'aiuto dell'Università e del Politecnico, onde pervenirsi alla costituzione di una prima compagine di operatori. Pertanto (e quantomeno in una prima fase) si sarebbe potuto provvedere a svolgere la parte di lavoro di competenza della Regione, attraverso un laboratorio cartografico interno senza avventurarsi nella costituzione di una società per azioni. In ordine alla quale costituzione valgono tuttora le considerazioni che erano state svolte dalle opposizioni nella seduta del 23 aprile 1980, in sede di prima discussione della legge. In quella seduta, si parlò di un autentico "salto nel buio", a proposito dei costi, e penso che questa formula possa serenamente essere ripetuta oggi. Infatti, le previsioni che si leggono nel documento del relatore accennano a un costo a carico della Regione, di 1400 milioni: a proposito dei quali, il Consigliere Picco ha realisticamente parlato di una presumibile quintuplicazione. Dal canto mio, rilevo che nella spesa di 1400 milioni si tiene conto di un dato discutibile, cioè del possibile utile che l'Istituto cartografico ricaverà, in seguito a commesse da parte di enti pubblici o di privati. Ma sulla fattibilità in concreto di commesse da parte di enti pubblici o di privati vanno formulate alcune riserve: e su questo argomento ritornerò in sede di emendamenti, ricollegandomi ad una osservazione che aveva fatto il Commissario di Governo nel rinviare la legge.
L'atteggiamento sostanzialmente negativo del nostro Gruppo si ricollega in altri termini alla "non necessità" della costituzione di un nuovo ente strumentale, in conseguenza della sua eccessiva onerosità; e su questo punto si erano soffermati i Gruppi di opposizione già nell'aprile 1980, in particolare il Gruppo repubblicano, il Gruppo democratico-cristiano e il Gruppo socialdemocratico, ...in quel momento in cui stava con noi dall'altra parte della barricata...



BENZI Germano, Presidente del Consiglio regionale

E' vero, è verissimo.



MAJORINO Gaetano

... e si preoccupava, giustamente, dei "molti miliardi" che sarebbero stati spesi senza che si potesse sapere se i "molti miliardi" avessero o meno superato i possibili preventivi formulati dalle ditte private per fornire la cartografia.
C'è poi una terza considerazione, in base alla quale verrà da parte del nostro Gruppo, espresso voto contrario. Questa considerazione nasce dall'ultimo comma dell'art. 4, laddove si prevede la possibilità che la futura società per azioni (denominantesi Istituto Cartografico Regionale) possa ricevere commesse "da altri enti pubblici o privati".
E qui si ritorna al concetto dell'ente strumentale quale è congegnato oggi dalla Costituzione e dallo Statuto: l'ente strumentale è un "alter ego" della Regione, e non può conseguentemente svolgere funzioni (né pu raggiungere fini) diversi da quelli istituzionali della Regione.
Qualora la Regione potesse, o volesse, con le sue strutture produrre la cartografia, non potrebbe certo ricevere commesse da enti pubblici o privati, a fini speculativi, perché non potrebbe trasformarsi in un imprenditore. E questo identico divieto deve valere anche per l'ente strumentale: mi ero già permesso di fare questa osservazione, in sede di Commissione al Presidente il quale mi aveva cortesemente risposto dicendo: "il nostro vuole essere un ente strumentale aperto". A mio avviso non esistono però enti strumentali "aperti" oppure "meno aperti". La realtà è che, allo stato attuale della Costituzione e dello Statuto, esiste solo un tipo di ente strumentale, cioè un tipo di ente che trova un limite invalicabile nello svolgimento delle sue funzioni, e che sono quelle istituzionali dell'ente Regione.
Un'ultima considerazione: ho rilevato che, nel disegno di legge, si prevede che la futura e costituenda società per azioni dovrà, ogni anno presentare alla Giunta il bilancio preventivo e consuntivo oltreché una relazione previsionale e programmatica della propria attività. Questo significa corretta attuazione del controllo previsto dall'art. 72 dello Statuto. Devo però rilevare che, quando una settimana fa la nostra forza di opposizione proponeva (a proposito dell'ente strumentale Promark) un emendamento di identico contenuto ci si è sentiti rispondere dalla maggioranza che tutto ciò suonava "a sfiducia" della Promark. Questa è soltanto una constatazione, ai fini di rilevare che quando i controlli sono chiesti dalle opposizioni non vanno bene, quando sono condivisi dalla maggioranza, stanno bene.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

La proposta di costituzione di questa nuova S.p.A., che viene dibattuta oggi in Consiglio, è motivo per sollecitare il Gruppo liberale ad avere tutte le informazioni e per esprimere un giudizio competente, aggiornato serio e nello stesso tempo anche sereno.
I liberali conoscono perfettamente l'insufficienza attuale del supporto informativo, sotto tutti gli aspetti e quindi anche sotto il profilo della cartografia e pertanto i liberali sono consci che gli operatori regionali sono obbligati ad agire non nella completezza delle necessarie conoscenze ma solo con informazioni spesso lacunose, confuse, contraddittorie e certamente non omogenee e quasi sempre superate. Sappiamo che le funzioni delegate alle Regioni sono tante, che per la loro gestione occorrono conoscenze precise e che le problematiche emergenti si intrecciano e che per raggiungere validi risultati nella programmazione, nei piani e nei progetti di ogni settore occorrono validi quadri di riferimento e occorrono le informazioni, le carte suggeritrici di insufficienze esistenti, di possibilità attuative e di scale di priorità.
Questo discorso sappiamo che è valido sempre e per tutti, per chi si interessa di tutela dell'ambiente o di politica agraria, di insediamenti industriali o di controllo delle acque e via di seguito.
Con queste premesse vogliamo quindi porci anche noi tra quelli che richiedono nuove normative, nuove operatività e nuove leggi sull'informazione, per le statistiche, cartografie e per la conoscenza in genere delle realtà esistenti e dei fatti.
Ma, chiarito l'aspetto culturale con il quale i liberali affrontano questo problema, dobbiamo anche dire che ci sono domande da porre: siamo insufficienti di informazioni perché mancano gli istituti preposti, oppure perché essi pur essendoci non funzionano? E se non funzionano quali sono le cause? Sono le strutture che sono invecchiate oppure sono invecchiate le organizzazioni che le sovrintendono? Lo Stato nel suo complesso non risponde sufficientemente alla richiesta di informazioni perché non pu con gli impianti in essere o perché la confusione e la disorganizzazione anche qui, rende impossibile ogni risposta? Ho cercato di fare una ricerca sugli istituti cartografici in Italia.
E' stata una ricerca non molto facile perché anche qui, per avere informazioni sull'informazione, ci troviamo subito in difficoltà.
Tuttavia quello che è emerso con assoluta chiarezza è che di Istituti cartografici in Italia ce ne sono molti, anzi troppi e forse proprio per questo mancano le carte. E devo anche dire che se troppi sono gli Istituti cartografici, pur tuttavia continuano a nascerne di nuovi in continuazione segno che uno non sa quello che fa l'altro ed il disordine è solo pari all'insufficienza della produzione perché enormi sono le dispersioni, le frantumazioni, le interferenze, le disarmonie nei programmi e negli indirizzi. Il risultato è di una produzione non finalizzata, il costo è enorme, direi quasi vergognoso.
Tra gli enti operanti in Italia ce ne sono parecchi che hanno grandi tradizioni e grandi valori anche operatività importante (forse una volta) come: a) Istituto geografico militare italiano che ha fatto la cartografia di tutta l'Italia al 25.000; è stata abbandonata per la scala al 50.000.
Questo Istituto dipende dal Ministero della Difesa. Perché questo Istituto ha cambiato opinione e direzione? b) Direzione generale del Catasto e Servizi tecnici erariali.
Questo dipende dal Ministero delle Finanze. E' anch'esso un istituto centenario, ha fatto moltissime carte al 300.000, al 100.000, al 4.000, al 2.000. Vorrei ricordare che in questo istituto lavorano 5.000 persone di cui 550 ingegneri, 1500 geometri e 3000 disegnatori.
c) Istituto Geografico della Marina: fa carte geografiche e dipende dal Ministero della Marina.
d) Servizio geologico d'Italia. Dipende dal Ministero dell'Industria e Commercio, ha circa 650 dipendenti.
e) Sezione Fotocartografica dell'Aeronautica.
Tutti questi enti dello Stato, come sono omogeneizzati, come sono coordinati nella loro attività, come sono programmati, ma soprattutto come reagiscono alle richieste delle necessità civili? L'Istituto geografico militare non concede dei rilevamenti se non c' prima l'impegno di sottoporre a controllo i lavori derivati e magari impone di cancellare un binario o un pezzo di molo o di porto ritenendolo un segreto militare. Oggi, che la terra è fotografata dai satelliti in ogni particolare anche insignificante.
Ma ci sono altri enti di altri Ministeri che producono altre carte: f) Servizio idrografico. Questo dipende dal Ministero dei Lavori Pubblici; fa carte tematiche varie, sui corsi d'acqua o bacini imbriferi.
E' dislocato con compartimenti in tutto il territorio nazionale.
g) Servizio sismico che dipende dal Ministero dei Lavori Pubblici.
h) Istituto mareografico che fa carte tematiche sulla difesa dei mari.
i) Istituto nazionale di geofisica.
l) Istituto nazionale delle ricerche; produce carte magnetiche, carte sulla popolazione; aveva iniziato un interessante lavoro su un atlante tematico; anche qui l'iniziativa è arrivata a buon punto, ma adesso si è fermata perché mancano i finanziamenti. L'atlante tematico potrebbe darci un'infinità di informazioni, potrebbe essere un validissimo strumento di base per successivi ampliamenti come sintesi tematiche. Mancano i fondi. In Italia non si può fare, ma c'è in Uganda, in Kenia, nella Nuova Guinea.
m) Istituto centrale per le fotointerpretazioni e aerofotogrammetria questo dipende dal Ministero dei Beni Culturali; ha già raccolto 500.000 fotogrammi e potrebbero tutte queste cose, essere preziosissime per le Regioni.
n) Servizio beni ambientali, sempre del Ministero per i Beni Culturali.
o) Ministero dell'agricoltura e foreste; produce carte per il catasto agrario, carte sulle montagne, sulle risorse naturali.
p) Istituto sperimentale di selvicoltura di Arezzo; produce carte forestali.
q) istituto sperimentale per lo studio e difesa del suolo.
r) Istituto centrale di statistica.
s) Istituto dipendente dalla Cassa del Mezzogiorno; questo dipende direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
t) Istituto cartografico dell'AGIP.
Ci eravamo chiesti che mancavano gli Istituti o se mancavano le carte.
Mi pare di aver detto qualche cosa a questo proposito.
Sono poi arrivate le Regioni: Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, ecc sono già in movimento e hanno costituito qualche cosa che può essere interpretato come un Istituto cartografico.
Se nei Ministeri, la mano destra non sa quello che fa la sinistra, mi pare di aver capito che anche nelle Regioni accade la stessa cosa, e ogni Regione ha scelto il suo tipo di cartografla; chi fa rilievi aerofotogrammetrici con restituzione secondo il metodo Gaus, chi fa cartografia fotografica senza restituzione con ortopiani, chi commissiona tutto ai privati, chi istituisce centri autonomi o semiautonomi, che ha preparato normative simbologiche, chi no. Mi dimenticavo che c'è anche il Touring Club Italiano che produce carte e l'istituto Geografico De Agostini, per nominare il più grosso dei privati.
All'estero ci sono una cinquantina di istituti che si interessano di queste cose. Ci sono anche i Comuni che hanno predisposto dei tipi di cartografie. Lo stesso Mondovì ha già fatto qualche cosa. Non è tra i più grossi. Non parliamo delle grosse città. Di fronte a questa situazione, ci pare che non siano fuori luogo le domande che ci siamo posti, per verificare la necessità di creare nuovamente in Piemonte, un nuovo Istituto cartografico soprattutto sotto la forma che ci è stata proposta. A noi pare che di istituti ce ne siano troppi, che manchino invece le carte o per lo meno che esse non rispondono alle reali necessità, quindi è un raccordo che manca tra produzione e richiesta, fra decisioni centrali e aspettative periferiche.
All'art. 3 ultimo comma, c'è scritto: "la Regione cura i rapporti con le altre Regioni, con lo Stato e con gli altri soggetti interessati". Ci chiediamo come sono stati curati questi rapporti con lo Stato e le altre Regioni, quali esiti hanno dato, quali sono state le risposte? A noi piacerebbe avere qualche risposta in merito; sapere che non c'è nessun discorso o se non si sono tentati per lo meno, se la decisione di creare un altro ente deriva da impotente rassegnazione o da volontà di autonomia questo a noi non va.
Siamo spaventati leggendo il quarto comma dello stesso articolo: "Compito dell'istituto cartografico è di promuovere la sperimentazione nel campo della cartografia automatica". Si vogliono promuovere sperimentazioni cartografiche nella Regione Piemonte? In questo caso diciamo di no. Ho citato decine di enti che da anni, da centinaia di anni producono carte questi enti hanno già sperimentato tutto; oggi operano loro stessi con l'automatismo, hanno il personale tecnico, scientifico in numero molto alto e possono usare i processi tecnologici avanzati proprio nel settore cartografico senza ulteriori sperimentazioni.
Per noi, il personale, non c'è ancora. Dovremo farlo, dovremo impostare una nuova cultura. Ma perché non lasciarla dove c'è già? Noi possiamo forse memorizzare, catalogare le carte che ci interessano, indicare le necessità e i tipi. Nella legge si vogliono proteggere brevetti, licenze e programmi che derivano dall'attività dell'Istituto cartografico regionale. Davvero abbiamo il coraggio di pensare questo? Abbiamo il coraggio di pensare che in questa nuova S.p.A. troveremo dei geni, dei cervelli così grandi che potranno creare delle cose da brevettare e vendere agli altri? Stiamo attenti a incamminarci su una strada così difficile, e andare via come se non esistesse niente, come se venissimo da soli in contrasto con tutti.
Perché, non tentiamo perlomeno di camminare contro questa tendenza nazionale, che è tesa allo spreco di ogni iniziativa valida nella confusione di ruoli e di responsabilità. A me pare che proprio partendo dal Piemonte potremo far sentire un richiamo più non differibile rispetto all'efficienza dell'apparato pubblico. Abbiamo bisogno di cartografie, ma ci sono decine di enti preposti a questo servizio. Non dobbiamo ignorarlo.
La Regione Piemonte con altre Regioni consorziate o consociate ha certamente tutti i diritti e forse il dovere di chiedere al Ministero dell'agricoltura o dei Lavori pubblici di poter disporre direttamente dei servizi cartografici esistenti già in funzione, alle loro dipendenze, per ottenere con le deleghe delle attività anche le deleghe sulle infrastrutture che per la loro operatività sono indispensabili e già funzionanti.
Ci sono parecchie migliaia di ingegneri, di geometri, di disegnatori nell'azienda cartografica di Stato, oggi impropriamente utilizzati e noi qui vogliamo crearne ancora delle altre? Le Regioni non sono un corpo avulso dello Stato, sono una sua emanazione e con i mezzi dello Stato devono integrarsi per l'economicità e la reale utilità del decentramento.
La Regione Piemonte può rivolgersi all'Istituto Geografico Militare per chiedere anche a nome di altre Regioni che il servizio militare oggi, nel campo specifico della cartografia nazionale, si orienti anche a prospettive civili e rispondere alle domande che si impongono per la realizzazione di programmi che riguardano la vita della Nazione oltre che la difesa.
Noi liberali, e penso di esprimermi anche a voce di tutte le forse politiche qui rappresentate, vogliamo opporci ad un sistema che ci coinvolge per amministrare un fallimento anziché un'attività.
Non vogliamo collaborare con lo sfascio completo del Paese, vogliamo e dobbiamo farci sentire per operare non soltanto con frasi vuote e retoriche nella ricerca di qualcosa di nuovo, ma realmente nel modo diverso e nuovo nel senso operativo.
Se anche noi di fronte alle difficoltà non avremo il coraggio di affrontare queste situazioni, ma per semplicità o per comodità o per paura ci accomoderemo esaltando il sistema di inefficienza e di sprechi che riscontriamo nello Stato e come in grande andremo a ripetere nel nostro piccolo, errori e imprevidenze, allora con gravissime responsabilità avremo perso un momento irripetibile, importante e qualificante per dei politici e per degli amministratori.
Chiudo a nome del mio Gruppo, invitando la Giunta a ritirare questo progetto di legge, che sul momento, anche per il prospetto finanziario che abbiamo letto e che non ci ha affatto convinti, è per noi un'ulteriore palla al piede per le spese e gli impegni che altrove, dobbiamo in questo momento collocare.
Riteniamo che il problema si possa e si debba rinviare, per cercare altre vie, convinti che qualche ritardo se ben speso, ci premierà.
Nel caso la legge venga votata, noi voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola alla collega Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, farò un breve intervento per definire la posizione del nostro Gruppo rispetto a questo provvedimento che, già presentato nell'altra legislatura ebbe il nostro voto contrario.
Abbiamo già avuto modo di esprimere nelle sedi competenti della I e della II Commissione il nostro giudizio rispetto a questo nuovo provvedimento che la Giunta ripropone al Consiglio dopo che lo stesso è stato rinviato al Consiglio stesso da parte del Governo per un nuovo esame.
Abbiamo riesaminato l'intero provvedimento e tutta la documentazione dopo la lunga relazione resa al Consiglio dall'illustre relatore Consigliere Astengo come peraltro in precedenza avevamo particolarmente considerato lo studio di fattibilità che la gestione dell'Istituto laboratorio cartografico regionale nei primi due anni di attività si propone, studio che avevamo richiesto e che ritenevamo indispensabile per la formulazione di un giudizio la cui importanza non sottovalutiamo perch siamo ben consapevoli di trovarci di fronte ad un provvedimento di notevole portata ed i cui obiettivi, che possiamo sinteticamente riassumere nella ricerca e nella disponibilità di uno strumento in grado di fornire un'adeguata ed omogenea base conoscitiva del territorio ai fini di un suo processo serio di pianificazione, li condividiamo anzi, apprezziamo.
Siamo anche perfettamente convinti della inadeguatezza dei documenti cartografici esistenti e delle difficoltà dei nostri enti locali a disporre o a produrre dei supporti conoscitivi idonei, omogenei, organici unificati e anche corretti.
A tali carenze e soprattutto allo scopo di colmarle, il Consiglio regionale peraltro cercava di porre rimedio negli anni trascorsi con apposite leggi e proprio con questo riferimento ci sembrava opportuno cogliere l'occasione di questo appuntamento consiliare perché la Giunta informasse il Consiglio stesso sulla situazione degli Enti locali del Piemonte rispetto agli adempimenti loro derivanti per effetto delle leggi regionali sulla strumentazione urbanistica.
L'ultima informazione ufficiale, rilasciata dal Consigliere Astengo risale al momento di presentazione e dibattito sul programma della Giunta avvenuto a fine novembre e quindi ormai a parecchi mesi di distanza. Anche perché lo studio di fattibilità che c'è stato presentato prevede introiti da parte dei Comuni per un miliardo e 700 milioni (operazioni previste ai punti uno e quattro), cifra non indifferente e che rappresenterebbe il 60 del valore delle operazioni fattibili previste in tre miliardi e cento milioni.
Queste cifre ci sembrano eccessive, e soprattutto utopistiche dipendendo esse da decisioni che non solo e non sempre l'ente regionale pu condizionare, ma da decisioni per le quali nemmeno i Comuni possono impegnarsi essendo note non soltanto le ristrette risorse con quali già si devono fare i conti nel presente anno, ma con le quali ancora più probabilmente si dovrà fare i conti negli anni a venire.
Se ci è consentita una valutazione spassionata, che vorremmo che ci venisse inequivocabilmente contestata, abbiamo l'impressione che i progetti di fattibilità più che nati dall'acquisizione di dati realisticamente attendibili ed esigenze compatibili con le possibilità operative delle sofisticate strutture, siano nati dalla necessità di far quadrare i conti.
Abbiamo parlato di strutture sofisticate e della loro preziosità; ci siamo resi conto non soltanto considerando le deliberazioni della Giunta per il loro acquisto, ma anche visitandole di persona nel corso di una riunione in loco della II Commissione, accompagnati dal Presidente Astengo.
Vorremmo anche conoscere, poiché sono noti i rischi di obsolescenza precoce di tali strutture, se esse oggi sono tuttora valide e quali sono le previsioni di superamento. Non solo, ma sarebbe interessante conoscere se la previsione di operazioni fattibili contemplate nello studio si riferiscono ad un regime completo o riguardino invece soltanto taluni strumenti o parti di strumenti.
E ancora, il personale previsto di 15 persone si riferisce ad una ipotesi di regime completo o alla previsione calibrata sulle operazioni fattibili previste nei 3 miliardi? Poiché in occasione della visita già ricordata, il Presidente Astengo parlò della necessità di disporre di personale specificatamente addestrato all'uso di quel tipo di impianto, qualora lo studio riguardasse il pieno regime delle macchine, come si supererebbero le difficoltà di non disporre ancora di personale che ci risulta dovrebbe recarsi per i corsi di formazione all'estero presso le aziende produttrici di macchinari? E sempre a proposito di personale, l'art. 14 prevede che la Giunta possa mettere a disposizione dell'Istituto un nucleo di dipendenti regionali. Non ci sembra possibile questa operazione, a meno che non ci si affidi per il superamento degli ostacoli, che secondo noi esistono fissandone le modalità del distacco.
Queste sono le domande che ci siamo posti prima di apprestarci a dare un voto su questo provvedimento della Giunta, provvedimento sul quale avevamo chiesto alla Giunta un atteggiamento di prudenza in più di una occasione sia durante la presentazione del bilancio di previsione '81 che in occasione del dibattito sui progetti di emergenza, atteggiamento di prudenza non per lasciare le cose come sono, perché la strumentazione ormai c'e e occorre impiegarla al più presto, ma per ragionare di più attorno al futuro di questo Istituto.
Dicemmo allora e diciamo adesso che non siamo aprioristicamente contrari a questa decisione della Giunta, ma che ritenevamo l'avvio di questa struttura un passo troppo impegnativo rispetto alle possibilità attuali e anche future delle finanze regionali. Chiedevamo cioè che data la dimensione dell'Istituto, l'incertezza delle sue possibilità operative in termini brevi, fosse necessario non soltanto lo studio, poco approfondito che ci è stato anticipato, ma si esplorassero per il suo avvio a regime tutte le opportunità possibili, magari con fantasia per evitare di trovarci tra breve con uno strumento sofisticato, forse unico in Italia, ma con dei costi di gestione gravosi e non più sopportabili; o anche, quando si trovassero le risorse per sopportarli, ci chiediamo quali sarebbero le rinunce alle quali obbligare la comunità piemontese.
In occasione dei dibattiti nelle Commissioni competenti abbiamo ipotizzato un'assunzione di responsabilità interregionale rispetto a questo Istituto date anche le possibilità operative degli strumenti in grado diceva Astengo - di soddisfare esigenze anche europee.
L'art. 4 e l'art. 5 del progetto di legge in esame prevede l'allargamento della proprietà ad altri, ma questi "altri" debbono operare nella Regione ed allora ogni possibilità di corresponsabilità di altre Regioni è esclusa, mentre ci si augura che le altre Regioni possano diventare clienti di questa società per azioni che, proprio per la forma giuridica assunta, dovrebbe perseguire criteri di efficienza gestionale.
Non riteniamo che le prospettive di attività elencate rispondano alle previsioni fatte dallo studio di fattibilità e soprattutto ai criteri di economicità e di reddito sui quali tale studio avrebbe dovuto impostarsi.
Per questo motivo confermiamo il nostro voto negativo, mentre invitiamo la maggioranza, qualora il Consiglio ritenga di approvare il provvedimento a fare in modo che le norme previste all'art. 8 del disegno di legge in esame, siano puntualmente osservate affinché il Consiglio possa esercitare con tempestività e con efficacia il controllo sull'Istituto verificandone costantemente le attività sulla base dei preventivi e necessari indirizzi e valutando con costanza la sua coerenza con le politiche e gli interessi della comunità regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, il mio breve intervento è anche dichiarazione di voto.
Questo disegno di legge va verificato alla luce delle necessità che hanno la Regione, gli Enti locali, i Comprensori. Le necessità si valutano rispetto alle difficoltà che la comunità regionale ha nell'attuare un reale processo di pianificazione. Tutti conosciamo le difficoltà soprattutto degli Enti locali e dei Comprensori a predisporre piani e strumenti urbanistici per permettere alla Regione di operare la programmazione territoriale, difficoltà che sono riportabili alla mancanza di strumenti carenza di supporti tecnici.
Non c'è dubbio che c'è carenza di materiale cartografico.
In merito a questi problemi alcune forze politiche propongono la modifica della legge 56. Noi siamo di questo avviso. E' necessario dotare la Regione di uno strumento che sia funzionale a una reale programmazione e pianificazione territoriale e che sia di supporto agli Enti locali.
Dobbiamo porci il problema della formazione di tecnici che siano in grado di far fronte alle nuove tecnologie, se non vogliamo essere al livello del Terzo Mondo.
Il nodo non sta nel verificare se le macchine sono di una ditta o di un'altra, se abbiamo i tecnici, o non li abbiamo, il nodo sta nel predisporre i tecnici necessari e di dare una valutazione politica: se questo Istituto serve o meno. La risposta è chiara: ci sono solo le ditte private, c'è anche una grossa carenza nella produzione di cartografia e c'è una forte domanda di questi strumenti da parte degli Enti locali. Sotto questo aspetto la legge dà risposta positiva.
Il nostro Gruppo darà voto favorevole.



PRESIDENTE

Là parola al Presidente della II Commissione.



ASTENGO Giovanni

Come è noto, l'introduzione di ogni innovazione tecnologica nel processo produttivo suscita inevitabili difficoltà di adattamento.
A maggior ragione ogni tentativo di innovazione gestionale della cosa pubblica, che si basi su modifiche tecnologiche avanzate e che sia inoltre finalizzato all'ampliamento dell'area di intervento e di controllo democratico nel processo produttivo, comporta difficoltà di comprensione di adattamento e di concreto avviamento.
Ma alla fine, se l'innovazione tecnologico-amministrativa contiene in sé non solo la forza di persuasione, ma soprattutto evidenti segnali di quello che essa propone come trasformazione positiva nel processo produttivo e gestionale in atto, logica vorrebbe che l'innovazione risultasse vincente.
E' anche questo il caso della legge in votazione, che dando vita all'Istituto cartografico regionale, sotto forma di S.p.A. pubblica, si pone come elemento decisivo per la messa in moto del processo produttivo a controllo pubblico nel settore avanzato della cartografia automatica consentendo il varo operativo del laboratorio cartografico regionale faticosamente costruito, in clima di diffidenza, nella passata legislatura e che anche se non ancora del tutto compiuto nelle apparecchiature costitutive, era da tempo pronto alle prime sperimentazioni. Attualmente fermo per mancanza della necessaria ed adeguata capacità di autonoma gestione, che, con l'approvazione di questa legge, potrà essere acquisita in tempi strettissimi, il laboratorio potrà mettersi in moto.
E contribuire sostanzialmente a chiudere, con una produzione tecnologicamente avanzata, l'anello mancante della pianificazione territoriale e urbanistica, del cui successo operativo esso si pone come strumento essenziale e complementare.
In quest'ottica va formulato il giudizio politico su questa iniziativa.
Staccata dal processo di pianificazione cosciente del territorio, che la passata legislatura con fatica ed impegno proporzionalmente maggiore ha messo in moto, l'iniziativa di dar vita al laboratorio cartografico assumerebbe il significato, certamente ancora apprezzabile, di ingresso dell'ente pubblico in un settore finora esclusivamente privato, con funzioni di controllo, di sperimentazione e di produzione concorrenziale oltreché di stimolo nella ricerca scientifica nel settore cartografico, ma non sarebbe ancora così profondamente motivata come immediatamente appare se la si colloca nel più ampio processo di pianificazione territoriale e urbanistica.
La base cartografica è strumento indispensabile. E indispensabile appare che la copertura cartografica a grande scala dell'intero territorio regionale, occorrente per tutte le operazioni conoscitive, progettuali decisionali e gestionali del processo pianificatorio sia resa in modo omogeneo, secondo un unico sistema di coordinate, e che essa sia costantemente e rapidamente aggiornata.
Ciò che richiede un coordinamento generale, non solo di guida, ma anche operativo. Ai fini della realizzazione del sistema informativo cartografico, delineato nel piano di sviluppo regionale del 1977, e definito dalla legge regionale 12 ottobre 1977, n. 48, si è proceduto passo passo, alla costruzione delle carte di primo impiego, alla redazione del progetto generale cartografico, alla realizzazione del laboratorio cartografico ed alla ripresa aerea dell'intero territorio regionale, con una copertura a varie quote per la produzione di carte a varie scale (dal 25.000 al 10.000, al 5.000, al 2.000, al 1.000 ed al 500) secondo un capitolato rigoroso, con piano di volo scientificamente predisposto e con un minuzioso collaudo tuttora in corso. Le operazioni preliminari alla operatività del laboratorio sono dunque state compiute o sono in fase di realizzazione.
Ciò che occorre è che ora si realizzi la produzione cartografica vera e propria, previa in parte con operazioni dirette da parte del laboratorio in parte con operazioni affidate a ditte private, ma sottola guida ed il controllo del laboratorio.
Con la messa in funzione del laboratorio, resa possibile a mezzo della gestione da parte dell'I.C.R., il coordinamento e l'operatività nella formazione della base cartografica sono dunque assicurate.
Ma questo non è che il primo passo nella formazione del sistema cartografico regionale.
Si tratta cioè, fino a questo punto, di costruire la carta tecnica di base, alle varie scale, dentro al cui quadro omogeneizzare, aggiornare ed integrare anche la cartografia esistente, realizzando così in modo integrato e coerente la copertura delle vaste aree scoperte del territorio regionale ed il riordino cartografico delle aree già dotate di attendibile base cartografica.
Sia ben chiaro che questo primo passo è tutt'altro che breve e poco costoso.
Si tratta di un investimento, valutabile complessivamente in alcune decine di miliardi, da ripartire in cinque o più anni, da coprire con commesse della Regione all'I.C.R. assorbendo il costo in tutto in parte a proprio carico, facendo cioè partecipare alla spesa, in maggiore o minor misura, gli Enti locali, che in ogni caso fruiranno del beneficio di un prodotto tecnicamente corretto a prezzo controllato, il che li convincerà anche dell'opportunità di rivolgersi in esclusiva all'I.C.R. per il loro fabbisogno cartografico. Il riparto della spesa, tra Regione ed Enti locali sarà ovviamente oggetto di decisione politica. Ma un fatto è certo. Che la pianificazione territoriale ed urbanistica non potrà assestarsi in modo tecnicamente valido se non su di un affidabile supporto cartografico e che l'operazione della fornitura agli Enti locali di una corretta, omogenea ed aggiornabile cartografia di base si impone come uno dei doveri essenziali della Regione per i prossimi anni. Da inserire dunque come voce insopprimibile nei prossimi bilanci pluriennali. Ma questo, dicevo, non costituisce che il primo passo del sistema informativo territoriale, verso la cui realizzazione il laboratorio cartografico è stato ideato, progettato e già parzialmente realizzato.
L'idea di un organico sistema informativo territoriale è di questi anni. Su di essa ho avuto modo di intrattenermi in due Congressi nazionali: nel Congresso Regioni-ANCI-CRESME su "Esigente informative degli Enti locali per la gestione del territorio" del 26 e 27 marzo 1979 e nel Congresso sulla Informatica territoriale dell'aprile di quest'anno a Padova. Entrambe le relazioni sono a disposizione di chi volesse entrare più diffusamente nell'argomento.
L'idea del sistema informativo territoriale per la costruzione del quale sta lavorando una Commissione interregionale cartografica, che fa capo alla Regione Toscana, parte dalle opportunità che offre l'impiego dell'automatizzazione nella produzione e manipolazione delle carte. In particolare dalle applicazioni della cartografia automatica nella costruzione di carte tematiche, di carte cioè in cui siano evidenziate particolari informazioni, ad esempio su determinati usi del suolo urbanizzato e non. Già questa produzione, resa automatica nella lettura delle foto aeree o delle carte tecniche, nella memorizzazione dei dati oltreché nella loro restituzione grafica a mezzo dei tavoli da disegno automatici, rappresenta un rilevante passo avanti nell'analisi degli aspetti fisici del territorio e soprattutto nelle sue utilizzazioni economico-urbanistiche. Ma la produzione rapida ed automatica di una serie anche rilevante di carte tematiche a piccola e grande scala e soprattutto di quelle concernenti l'uso del suolo, già di per sé di estremo interesse per la pianificazione territoriale ed urbanistica non costituisce ancora il passo decisivo verso il sistema informativo territoriale.
Fino a questo punto si ha soltanto la sostituzione del lavoro manuale con il lavoro meccanico a mezzo delle tecniche fotogrammetriche più moderne ed a mezzo dell'automatizzazione nelle operazioni di manipolazione dei dati.
Ed è già un progresso spettacolare, che comporta possibilità esecutive in termini quantitativi e qualitativi finora impensabili. Basti ricordare qui la fatica e i tempi impiegati nell'elaborazione manuale delle carte del secondo volume del Rapporto sulla Pianificazione e Gestione del territorio 1975-80 o di altre carte regionali, per apprezzare il risparmio che la loro elaborazione automatizzata avrebbe consentito. Anche solo per conseguire migliori e più rapidi risultati in queste ricerche sarebbe stato fin da allora auspicabile l'impiego del Laboratorio cartografico, come certamente lo sarà in futuro nella formazione dei Piani territoriali comprensoriali e del loro riassuntivo piano regionale, oltreché nella formazione dei vari piani urbanistici a livello locale. Ma un passo successivo si prospetta come traguardo, per la completa costruzione del sistema informativo regionale.
Questo passo sarà costituito dall'abbinamento fra informazioni fisico cartografiche da un lato, ed informazioni socio-economiche ed urbanistiche dall'altro.
Per ogni porzione territoriale, cioè, sia essa rappresentata a piccola e piccolissima scala geografica, o a grande e grandissima scala topografica, purché delimitata da forme geometriche chiuse, individuabili con vertici certi, topograficamente definiti a mezzo di coordinate, è possibile per ora solo teoricamente, ma domani concretamente, abbinare una serie di informazioni, anche molto numerose, provenienti da varie fonti tanto censuarie che da indagini dirette da tradurre a mezzo di indicatori numerici o simbolici, e rappresentare quindi su carte, automaticamente elaborate e disegnate, la distribuzione spaziale di queste informazioni e delle loro correlazioni al supporto cartografico di base.
Ottenendo, così, risultati di estremo interesse per l'analisi della realtà socio-economica e fisico-urbanistica del territorio, risultati la cui portata potrà essere valutata solo in sede di seria ed attenta sperimentazione e la cui elaborazione dovrebbe avvenire come previsto dalla legge in stretta collaborazione con il C.S.I., quale fornitore e fruitore principale delle informazioni socio-economiche regionali.
Dovrebbero quindi esser resi possibili in un prossimo futuro ed utilizzando a pieno le potenzialità del laboratorio cartografico: 1) la realizzazione delle carte dell'uso del suolo del territorio urbanizzato e non, contenenti le informazioni essenziali e caratterizzanti dei vari usi ad una certa data, oltreché le carte relative allo stato delle infrastrutturazioni sotterranee e di superficie, carte, queste suscettibili di esser aggiornate a varie date e da cui possano esser estratte, con opportune manipolazioni, una quantità ulteriore di informazioni, tra cui ad esempio, la quantificazione delle superfici delle aree per classi di destinazione d'uso, delle aree acquedottate e fognate dello stato dei servizi sociali e così via 2) la memorizzazione delle prescrizioni di piano, contenute tanto nei piani territoriali e settoriali, quanto nei piani urbanistici locali generali ed attuativi, e delle previsioni dei programmi pluriennali di attuazione 3) il confronto tra lo stato dell'uso del suolo prima del processo di pianificazione e di programmata attuazione e lo stato dell'uso dopo un certo periodo di gestione del piano, creando in tal modo una serie storica tra: stato d'uso del suolo antepiano- prescrizioni di piano - stato d'uso del suolo postpiano, che dovrebbe consentire la verifica del processo gestionale e costituire le premesse per ragionati ed accertati assestamenti successivi del processo pianificatorio.
Ma non è tutto. Il sistema informativo, così concepito, è anche applicabile, in scala micro urbanistica, a livello di isolato e di immobile. In tal caso, l'abbinamento sul supporto topografico memorizzato dei dati fisici dell'immobile e di quelli socioeconomici degli abitanti con la memorizzazione dei dati censuari per unità immobiliare, dovrebbe aprire la strada alla fondata conoscenza della realtà urbana, oggi sfuggente, nonostante le indagini capillari, ad una completa valutazione e soprattutto ad una elaborazione sufficientemente rapida: tutti i tentativi di elaborazione finora sperimentati senza l'abbinamento dei dati socio economici al supporto cartografico ed alla loro elaborazione automatica sono risultati inadatti o insufficienti a stimare con buona approssimazione il fabbisogno abitativo ed a registrare le modificazioni del tessuto abitativo e sociale su cui intervenire: l'allarme in questo campo ci viene ufficialmente dal CER.
Anche a questo problema essenziale per una programmazione locale regionale e nazionale, il sistema informativo cui si è fatto cenno appare a tutt'oggi il solo adeguato a fornire una risposta concreta ed esauriente.
In questa direzione ci si è mossi fin dalla primitiva ideazione del laboratorio e c'è solo da rammaricarsi che l'insufficienza dei mezzi messi a disposizione in questo periodo non abbia ancora consentito alcune prime prove sperimentali.
Ma tutto è pronto, o quasi, per l'avviamento.
E il compito della S.p.A. pubblica di gestione dell'I.C.R. è precisamente questo, di consentire di mettere in moto la macchina per le tre fasi operative che sono state qui sinteticamente ricordate: formazione della cartografia di base, formazione di carte tematiche ed avviamento del sistema informativo territoriale integrato, fasi che erano contenute e descritte nel programma generale, approvato dal Consiglio regionale in data 28 aprile 1980 con Delibera Consiliare e che si presentano ora in tutta la loro massima imponenza come temi necessari per una pianificazione operativa, scientificamente controllata.
Signor Presidente, signori Consiglieri, l'impegno che questa operazione comporta per il futuro è certamente consistente, ma le prospettive che essa apre valgono bene l'impegno che richiede.
Impegno di risorse finanziarie, certo, ma ancor più impegno di uomini non solo di studiosi, di informatici, di programmatori, di operatori specializzati, ma soprattutto di ideatori di questo nuovo processo conoscitivo dell'uso del suolo e di creatori di nuove elaborazioni a supporto del processo progettuale, decisionale e gestionale nella politica di pianificazione. La messa in moto del laboratorio ne sollecita anche una rapida formazione.
E' verso questo traguardo che ci siamo mossi fin dalla messa in cantiere delle fondamenta di questo nuovo processo. Il cammino è stato lungo e faticoso. Siamo ora giunti alla fase cruciale dell'avvio di questo processo, che sarà elemento decisivo per la riforma urbanistica della nostra Regione su cui il P.S.I. si è tenacemente impegnato dal '75 ad oggi.
Per concludere, mi sia consentito di citare un pensiero di chi oggi siede all'Eliseo, dopo la clamorosa vittoria socialista in Francia.
Francois Mitterand in "Ici et maintenant", alla domanda su quali saranno i contraccolpi, in futuro, alle prevedibili applicazioni dell'informatica negli anni '80, risponde: "Per evitare trasferimenti di popolazione e di occupazione, la pianificazione appare una volta di più come il solo regolatore del cambiamento a profitto dell'uomo. E la formazione come il solo strumento di adattamento".
Noi siamo su questa linea. E riteniamo di dare un segno tangibile di avviamento in questa direzione, presentando ed appoggiando questa legge ed invitando al voto favorevole quanti hanno nella mente e nel cuore l'aspirazione ad un processo serio e convinto di pianificazione democratica, di cui, come abbiamo dimostrato, l'I.C.R. costituisce strumento essenziale per la razionalità delle scelte e per la trasparenza gestionale.
Per una significativa affermazione, infine, in sede nazionale ed europea che ponga la nostra Regione, in questo campo, in una posizione di frontiera, a livello della Baviera di Stoccolma, posizione da onorevolmente conquistare e mantenere.
Torneremo per verificare lo stato di attuazione non soltanto su idee astratte.
Questo processo conoscitivo è importante anche per assumere decisioni in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Dopo l'intervento appassionato e documentato del collega Astengo, credo che mi torni in conto di precisare la posizione politica del Gruppo.
Noi comunisti siamo convinti dell'opportunità di varare questa legge e ne spieghiamo il perché.
Questo progetto è partito da molto tempo e perplessità e dubbi sul come era partita l'operazione vennero espresse in varie sedi. Certo, non venne contestata da nessuna forza politica né la bontà del suo fine né il coraggio dimostrato in un'operazione così ambiziosa che va a dotare l'Ente Regione e la Comunità di un patrimonio di conoscenze, di esperienze e di strutture, non indifferente.
Oggi riproponiamo la legge e invitiamo le altre forze politiche che si sono espresse in maniera contraria a riflettere perché l'approvazione di questa legge e la messa in opera di un'operazione così grande, è opportuna e necessaria. Potremmo discutere su opportunità e su priorità. Vorrei ricordare che spesso in questo Consiglio specie nel corso di questa legislatura, è stato rimproverato, alla maggioranza un certo timore di pensare a qualche cosa di grande che, collocandosi in un processo di terziarizzazione qualificata del tessuto economico e culturale piemontese fosse un elemento nuovo per lo sviluppo. Ebbene, credo che questa operazione, l'applicazione corretta della legge, la ricerca, il coraggio il debito attivismo di tutti i collegamenti che la legge presuppone un'ampia partnership siano elementi di grande rilievo. Su questa legge ci collochiamo con coraggio non solo per i risultati che se ne possono trarre ma per i risultati complessivi in termini di know-how, di esperienze, di strutture e di condizioni di terziario altamente qualificato. Le perplessità da parte di alcuni gruppi riguardano la fattibilità e la possibilità di produrre dei risultati concreti. Non nascondiamo che, di fronte ad operazioni, non altrimenti sperimentate, che hanno queste forti valenze politiche e di sviluppo, ci possano essere dei rischi.
Perché non dobbiamo collocarci in un quadro che impegni tutte le forze politiche sapendo che quei fini e quei risultati sono difficilmente contestabili? Il discorso che sul mercato ditte private possono fornire le stesse carte risponde in maniera inadeguata allo spirito dell'operazione.
Dobbiamo cercare di sciogliere le difficoltà gestionali, le perplessità, i punti interrogativi. Non dobbiamo avere remore o ristrettezze mentali. Dobbiamo sapere che questa operazione deve nascere da ampi processi di collaborazione e di integrazione con altri enti e con altre forze. In questo senso quindi la Regione ha una funzione di promozione, di guida. Questa operazione non deve risolversi in un mero e semplice laboratorio chiuso per i nostri usi.
Più grande e diverso è il senso dell'operazione.
Per quanto riguarda gli aspetti gestionali od operativi crediamo che ci siano nell'immediato delle possibilità di recupero del tempo perduto. E' importante porre all'ordine del giorno forme di convenzione per la parte informatica. Lo stesso problema della restituzione può essere esaminato in una chiave del genere purché, dopo un processo formativo del personale che sarà abbastanza lungo, abbiamo la capacità di mettere in moto concretamente questo meccanismo. In questo senso mi è parso di cogliere le suggestioni sia pure in chiave critica, che venivano dagli interventi dell'opposizione.
Così come mi pare di dover convenire con quanto diceva il Consigliere Vetrino sull'applicazione rigorosa dell'art. 8. In realtà questa operazione non può essere definita alla pari di quelle relative agli altri enti strumentali il cui percorso è più piano e più tranquillo. Il problema delle produzioni delle carte tematiche è un grosso problema e non è l'unico.
Questo processo necessita di una grande apertura non solo nei confronti delle classi politiche ma soprattutto di quelle forze economiche, mi richiamo anche agli enti pubblici, che possono essere coordinati sotto la guida della Regione per elevare il livello di formazione e di qualificazione del personale e di produzione culturale in funzione della pianificazione e del controllo del territorio.
Auspichiamo che l'approvazione di questa legge da parte del Consiglio e soprattutto da parte del Governo, dia modo di metterci alla prova e il metterci alla prova deve essere inteso in senso estensivo oltre alla Regione e alla maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al collega Viglione per dichiarazione di voto.



VIGLIONE Aldo

Il Gruppo socialista voterà a favore di questa legge, senza riserve conscio del grande ruolo che l'Istituto potrà svolgere nel tempo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.
1



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica

La Giunta è d'accordo sulla relazione del Presidente della II Commissione e sulla proposta di votare questa legge.
Il dibattito, attraverso un ampio scambio di opinioni, ha consentito di mettere a fuoco un problema che non può essere trascurato nel momento in cui ci accingiamo a votare; buona parte delle critiche attengono ad un fatto che ormai appartiene al passato e alla storia: la decisione di acquisire un complesso di apparecchiature in grado di far svolgere al laboratorio cartografico regionale un insieme di funzioni di ampio rilievo.
Ripresentare in sede di istituzione della società polemiche e critiche che attengono alla scelta del macchinario e delle attrezzature è un modo di spostare i termini del problema. Semmai possiamo rilevare che proprio il ritardo e le vicissitudini della legge, che hanno rallentato le operazioni connesse all'entrata in funzione dei macchinari, sono una ragione di più per spingere ad una sollecita approvazione della norma: proprio la complessità, le dimensioni, il disegno ambizioso del laboratorio presupponevano una struttura ad hoc.
Deve essere comunque garantita in questa fase di passaggio il funzionamento delle macchine, deve essere garantito il raccordo con il servizio cartografico regionale che non sarà inglobato nelle società e che continuerà ad esistere dialogando con il laboratorio.
Durante i lavori della Commissione si è allargata l'area dei possibili partners della società, quindi non mi pare che vi sia la volontà di creare un organismo funzionale per le sole necessità della Regione, anzi l'ambizione è di farne una struttura che sia potenzialmente in grado di servire un'utenza più vasta.
Non è né velleitaria né tanto meno deviante l'ipotesi che questa società possa anche avere delle partite attive derivanti da compensi per lavoro svolto per conto di altri soggetti.
Perché dobbiamo escludere la possibilità che tale struttura diventi il referente di tutti i soggetti privati e pubblici? Abbiamo cercato di dare alla intelaiatura della legge l'ampiezza necessaria per raccogliere tutte le possibili adesioni dei soggetti interessati.
Per ora il budget è modesto perché si è tenuto conto delle necessità che una società, appena operante, può avere e perché si è voluto evitare di caricare i costi prima di aver definito con realismo i programmi, i tempi le modalità e le possibilità di finanziamento.
La società sarà sottoposta a tutte le forme di controllo, quelle del codice civile, essendo una S.p.A. a quelle del controllo politico essendo una società a partecipazione regionale. Non capisco quali rischi possa correre. Sarà sottoposta sia nella fase dei programmi sia nella fase dei rendiconti a controlli tali da garantire a tutte le forze politiche il massimo di trasparenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai piani territoriali

Mi compiaccio che con la riadozione della legge istitutiva della società per l'Istituto cartografico la vicenda di questa struttura trovi questa mattina una fase ulteriore di definizione, che spero conclusiva nel senso che alla decisione del Consiglio regionale segua un atteggiamento positivo da parte del Governo.
L'istituzione della società che deve governare questa struttura avviene troppo tardi; se le parole di Viglione, che richiamava le forti opposizioni che ci sono state verso l'impianto del Cartografico, si riferivano ai ragionamenti che io ho fatto nella passata amministrazione attorno a questo problema, preciso che le mie opposizioni sono venute a cadere quando per la prima volta abbiamo votato questa legge. Le mie critiche non erano sulla istituzione di un centro cartografico, ma sul fatto che fin dall'inizio è parso a me necessario che con l'intenzione e la volontà di costruire il centro cartografico si procedesse alla definizione di una struttura di gestione amministrativa capace di svolgere una politica nei confronti dei possibili utenti presenti nella Regione e nel Paese, capace di realizzare lo staff tecnico necessario per poter reggere prima alla costituzione e poi alla messa in attività e al controllo del Centro cartografico.
L'intervento del Consigliere Turbiglio ha paradossalmente messo in evidenza l'esigenza che la Regione Piemonte vada avanti su questa strada.
Il lungo elenco di istituti e di centri che operano nel campo della cartografia, del rilievo ed elaborazione di informazioni ci ha messo in evidenza come proprio da questo arcipelago non ci si possa attendere granché. Questo arcipelago è nato senza controllo degli organi nazionali; è nato funzionalmente deformato proprio dal tipo concorrenziale di articolazione; è ormai difficilmente ricuperabile se non attraverso una politica attiva e ripropositiva. Credo che il cartografico piemontese possa giocare il ruolo di una politica attiva rispetto a quella miriade di istituti che operano in maniera del tutto parziale e del tutto settoriale con strumenti insufficienti, inadeguati e sorpassati. Il cartografico piemontese ha la possibilità di svolgere in attivo una politica di coordinamento, di indirizzo, di adeguamento. In qualche misura proprio quegli enti potrebbero essere dei potenziali committenti o addirittura dei potenziali partecipanti alla società per azioni che stiamo per costituire.
Si tratta di operare in fretta perché le macchine, quelle già acquistate, sono sottoposte a un processo rapidissimo di obsolescenza tecnologica. Dobbiamo seguire questo processo riadeguando gli strumenti di cui ci siamo dotati e acquisendo la capacità di aggiornamento. E' un cammino non breve, che richiede prove, messa a punto delle macchine, delle procedure, definizione di programmi.
Senza questa società per azioni non è possibile compiere i passi necessari, che saranno ancora onerosi, e che richiederanno tempi dell'ordine di 1-2 anni.
L'Istituto Cartografico si può scomporre in due componenti. Una prevalentemente informativa che opera alla lettura e alla codificazione informatica delle carte, alla loro riproduzione attraverso a plotter e all'inserimento in esse di dati socio-economici e territoriali. In questo campo siamo nelle condizioni di procedere speditamente perché disponiamo un Centro di Calcolo dotato di una propria esperienza.
Un'altra parte riguarda i procedimenti ottici necessari per la formazione di una cartografia. In questo campo non abbiamo all'interno della Regione delle esperienze e dovremo pertanto cercare apporti di strutture tecniche, pubbliche o private, capaci di darci garanzie. Dovremo cercare strutture con le quali convenzionare una sorta di consulenza e di apporto tecnico capace di far crescere competenza e professionalità all'interno della struttura del cartografico in modo che, fatti i primi passi, questa possa diventare autonoma.
Con l'istituzione del Cartografico la Giunta regionale ritiene di aggiungere un anello qualificante e importante sulla strada del potenziamento della funzione terziaria nella regione e nell'area torinese.
Da anni si parla del problema del recupero del terziario nella regione e nell'area torinese. Se ne parla però in termini troppo generici e troppo mitici.
Oggi, la Giunta regionale e il Consiglio regionale, approvando questa legge, compiono dei passi concreti. Il Piemonte ha bisogno di un terziario qualificato, che sia finalizzato alla qualificazione della struttura industriale.
Il Centro di Calcolo e il Cartografico possono costituire un accumulo significativo di esperienze e di capacità amministrative, di relazioni tecniche e scientifiche attraverso alle quali migliorare sia le condizioni di relazioni terziarie e le relazioni industriali della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al collega Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Mi limito a leggere una dichiarazione di voto che è la dichiarazione congiunta dei Gruppi democristiano, liberale e repubblicano.
Il voto per l'istituzione dell'Istituto Cartografico regionale è di particolare gravità per tre motivi: 1) viene a sanare, senza adeguati approfondimenti, un complesso di iniziative assunte nel passato al di fuori di ogni programmata finalizzazione degli investimenti pubblici e senza che il Consiglio si potesse esprimere sulla reale utilità dei rilevanti impegni di spesa che si assumevano 2) costituisce anche per il futuro una prevedibile fonte di forte disavanzo e di spesa pubblica, particolarmente grave in un momento in cui le finanze regionali dovranno subire un taglio per effetto della bassa congiuntura 3) introduce una presenza pubblica in un settore ove molti sono gli istituti pubblici, privati e universitari già operanti. La gravità della decisione assunta sarà misurabile.
Prendiamo impegno con la comunità regionale di dare, ad un anno dalla data odierna, una rendicontazione di quanto sarà stato fatto e dei costi che si saranno dovuti affrontare.



PRESIDENTE

Possiamo passare alla votazione del disegno di legge.



TITOLO I



REGIME GIURIDICO E FINALITA'

Art. 1 "La formazione della cartografia regionale di cui alla legge regionale 12/10/1977 n. 48, è elemento costitutivo del sistema informativo regionale disciplinato dalla legge n. 13 del 15/3/1978".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "All'art. 1 della legge regionale 12/10/1977 n. 48 sono aggiunti i seguenti commi: 'Le attività e le iniziative di cui al presente articolo costituiscono strumenti dell'azione di indirizzo e di programmazione della Regione, che la Regione stessa realizza nell'ambito del sistema informativo coordinandole con l'attività del CSI-Piemonte.
Alla realizzazione delle attività di cui al comma precedente concorrono nel quadro del sistema informativo regionale, gli enti di cui all'art. 6 della presente legge' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La Regione, al fine di realizzare le finalità di cui all'art. 1 della legge regionale 12/10/1977 n. 48, nel quadro del piano regionale di sviluppo e delle attività di indirizzo di programmazione e di gestione urbanistica di cui alla legge regionale n. 56/77 e successive modificazioni ed integrazioni: determina, con le modalità di cui agli artt. 3 e successivi della legge regionale 15/3/1978 n. 13, gli specifici obiettivi del sottosistema territoriale del sistema informativo regionale predispone la necessaria dotazione strumentale, per assicurare un idoneo supporto alle attività di cui alla presente legge si avvale, a mente dell'art. 72 dello Statuto regionale, di una struttura aziendale, configurata nei termini di cui alla presente legge.
La Regione, in relazione all'attività di cui alla legge regionale 12/10/1977 n. 48, cura i rapporti con le altre Regioni, con lo Stato e con gli altri soggetti interessati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "La Regione Piemonte, promuove la costituzione, secondo le norme degli artt. 2328 e seguenti del Codice Civile, di una S.p.A. denominata Istituto Cartografico Regionale - I.C.R. - a prevalente partecipazione regionale regolata da apposito Statuto, da approvarsi con deliberazione del Consiglio regionale.
Con la Regione possono essere soci dell'I.C.R. enti pubblici territoriali e locali, enti pubblici economici, società a prevalente partecipazione pubblica ed aziende di credito operanti nella Regione.
L'Istituto Cartografico Regionale opera a fini di interessi regionali nell'ambito stabilito dall'art. 72 dello Statuto della Regione, per la realizzazione del sistema cartografico regionale, così come definito dalla legge regionale 12/10/1977 n. 48.
Compito prioritario dell'I.C.R. è di promuovere la ricerca scientifica nel campo della cartografia automatica, di memorizzare le informazioni cartografiche, di guidare e controllare la produzione di carte tecniche di base e di carte tematiche, affidata a ditte private, e di concorrere in proprio alla loro produzione, al fine di dotare gli Assessorati e gli uffici regionali, l'ESAP, i Comprensori e gli Enti locali delle carte a grande e grandissima scala, estese all'intero territorio regionale ed occorrenti per pianificazione territoriale ed urbanistica nonché per gli interventi settoriali.
L'Istituto Cartografico Regionale, per conseguire i predetti scopi, assume le iniziative ed effettua le operazioni occorrenti per la realizzazione dei relativi servizi tecnico gestionali; promuove inoltre, o predispone direttamente, la formazione del personale tecnico-scientifico per l'uso dei processi tecnologicamente avanzati propri del settore cartografico.
Esso può inoltre assumere, in quanto compatibile con le finalità di cui al primo comma dell'art. 3, commesse di lavoro da parte di altri enti pubblici o privati nazionali ed esteri. L'Istituto gestisce autonomamente brevetti licenze e programmi derivanti dalla sua attività di ricerca".
Il Consigliere Majorino presenta il seguente emendamento: sopprimere la prima parte dell'ultimo comma dell'art. 4 che è del seguente tenore letterale: "Esso può inoltre assumere, in quanto compatibile con le finalità di cui al primo comma dell'art. 3, commesse di lavoro da parte di altri enti pubblici o privati".
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

L'ente strumentale non può svolgere funzioni diverse da quelle che potrebbe svolgere la Regione di cui è un "alter ego".
La Regione non potrebbe diventare imprenditore né potrebbe ricevere commesse da enti pubblici o privati. Lo stesso vale per l'ente strumentale.
In questi termini era già l'osservazione del Commissario di Governo.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

La Giunta non accetta l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Majorino è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 29 contrari e 19 astensioni.
I Consiglieri Astengo e Viglione presentano inoltre il seguente emendamento: dopo il sesto comma dell'art. 4 viene inserito il seguente comma: "Lo stato giuridico-economico del personale assunto è regolato dal contratto collettivo nazionale delle categorie interessate".
La parola al Consigliere Astengo per l'illustrazione.



ASTENGO Giovanni

Proprio perché non esistono nell'ambito delle strutture regionali le categorie interessate, il riferimento per le assunzioni che farà l'Istituto Cartografico deve essere quello del contratto nazionale relativo alle categorie.
Pertanto si propone di inserire dopo il sesto comma, il seguente comma: "Lo stato giuridico-economico del personale assunto è regolato dal contratto collettivo nazionale delle categorie interessate".



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica ed urbanistica

Non so se una norma del genere possa essere accolta dal Governo. Non vorrei che questa normativa, che richiama contratti di categoria, possa far sollevare dei rilievi.



ASTENGO Giovanni

Esiste un contratto nazionale di queste categorie.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dai Consiglieri Astengo e Viglione è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 29 voti favorevoli, 2 contrari e 19 astensioni.
Vi è ancora un emendamento presentato dal Consigliere Majorino: aggiungere all'art. 4 (dopo l'emendamento proposto dai Consiglieri Astengo e Viglione): "Le assunzioni del personale avvengono mediante concorso per titoli ed esami".
La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Propongo una domanda a titolo personale. Vorrei capire in che cosa consistono i concorsi e gli esami in una S.p.A.?



MAJORINO Gaetano

Questo emendamento completa l'emendamento proposto dai Consiglieri Astengo e Viglione.
Ritengo che le assunzioni del personale possano avvenire mediante concorso per titoli ed esami anche con riferimento alle Società per Azioni. In questo caso si tratta di una S.p.A. pubblica.
Per esempio, l'Istituto Bancario S. Paolo, normalmente assume il personale con concorso ed esami. Affermare il principio nella legge mi pare opportuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.
BASTIANINI.
Io che sono uno dei più convinti oppositori di questa legge, devo anche dire che non ci si può infilare in questioni di questo genere. Gli enti strumentali della Regione hanno un senso se riescono a mobilitare una professionalità adeguata.
I veri esperti di questi settori sono contesi a colpi di decine di milioni.
Una disposizione di questo genere che autolimita la società su questo punto è contraddittoria con la finalità della società stessa.
Siamo convinti che saranno fatte delle assunzioni che non risponderanno sempre al grado di qualificazione professionale richiesto ed anche da questo ne deriverà l'inefficienza dell'organismo. Comunque lo verificheremo a posteriori. Non ci sentiamo di dirlo a priori.



CARAZZONI Nino

Ritiriamo l'emendamento convinti dei chiarimenti forniti.



PRESIDENTE

Passiamo allora alla votazione dell'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "L'Istituto Cartografico Regionale, per realizzare gli scopi previsti dalla presente legge, oltre a svolgere attività in forma diretta, può avvalersi di enti, società pubbliche e private, oppure può assumere partecipazioni.
Gli atti costitutivi, gli statuti e relative modificazioni degli enti e delle società in cui l'I.C.R. assume partecipazione, devono essere trasmessi alla Regione a cura dell'I.C.R. unitamente alla documentazione di cui al successivo art. 8".
Il Consigliere Majorino presenta il seguente emendamento: aggiungere dopo il secondo comma dell'art. 5: "E' esclusa la facoltà di assumere partecipazioni, dirette od indirette, in società e imprese commerciali e industriali".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

Questo emendamento mi è stato suggerito dalla lettura della legge istitutiva della Finpiemonte, ente strumentale identico, nelle strutture all'Istituto Cartografico Regionale.
La ragione che suggerì l'inserimento di questa norma nella legge istitutiva della Finpiemonte è altrettanto valida per questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica ed urbanistica

L'inserimento di questa norma nella legge istitutiva della Finpiemonte aveva un senso in quanto finanziaria e non società di servizi. Nel caso della Finpiemonte si poteva configurare una finanziaria di intervento cioè di partecipazione al capitale delle imprese, possibilità che questa società non ha.
La Finpiemonte in base al suo Statuto avrebbe potuto essere configurata come una GEPI regionale; questa società non può entrare a far parte del capitale delle imprese, può però utilmente fare parte di organismi sovra regionali o di altre Regioni o nazionali operanti nel territorio. Quindi la norma è dettata da una diversa situazione giuridica e di fatto.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Majorino è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 29 voti contrari, 2 favorevoli e 19 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 5 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 5 è approvato.



TITOLO II



CAPITALE FONDI DI GESTIONE ORGANI SOCIALI

Art. 6 "La Regione Piemonte, sottoscrive all'atto della costituzione dell'Istituto Cartografico Regionale la maggioranza assoluta delle azioni ed esercita nei casi di aumento del capitale, il diritto di opzione allo scopo di mantenere tale maggioranza azionaria".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 "La Regione Piemonte può con legge autorizzare la prestazione della propria garanzia ai titoli obbligazionari, emessi dall'I.C.R., nei limiti dei previsti stanziamenti di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 "L'I.C.R. presenta ogni anno alla Regione Piemonte insieme al proprio bilancio redatto a norma degli artt. 2423 e seguenti del Codice Civile, una documentata relazione sull'attività svolta e sugli sviluppi del sistema cartografico regionale, nonché le attività previste.
Le informazioni relative alle attività, operazioni ed atti dell'I.C.R. sono fornite ai Consiglieri regionali a richiesta degli stessi, con le modalità previste dalle disposizioni del Regolamento del Consiglio regionale attuative dell'art. 12, terzo comma, dello Statuto regionale".
Il Consigliere Majorino presenta il seguente emendamento: completare il secondo comma dell'art. 8 aggiungendo quanto segue: "Dette informazioni sono fornite dai competenti uffici dell'Istituto Cartografico Regionale".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

La ragione che mi ha suggerito di proporre l'emendamento deriva dal tenore letterale dell'art, 12 dello Statuto relativo alle facoltà dei Consiglieri regionali di ottenere informazioni dall'Amministrazione regionale, dagli uffici, dagli enti o dalle aziende da essa dipendenti. Siccome non ci sono dubbi che questa S.p.A. sia un ente dipendente dalla Regione, ritengo necessario individuare con precisione il soggetto al quale i Consiglieri regionali possono chiedere le informative.
Qualora non si faccia questa precisazione, la norma potrebbe anche essere eliminata, perché avrebbe il valore di mera "formula di stile", nel senso che se i Consiglieri regionali per chiedere le informative devono rivolgersi ai competenti uffici della Giunta, questi uffici non potranno che far rilevare che la Giunta (o l'Assessorato competente) ricevono annualmente i bilanci preventivi, i consuntivi e le relazioni previsionali dell'Istituto Cartografico, ma non sono in grado di dire di più.
Pertanto: o questo diritto di informativa va esercitato in concreto, e allora la fonte legittima deve essere l'Istituto Cartografico; oppure si elimina il secondo comma.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica ed urbanistica

La Giunta non è d'accordo. Il comma vuole ribadire che anche le attività di questa società sono sottoposte al controllo politico dei Consiglieri regionali. Se si dovesse stabilire la norma che i Consiglieri regionali hanno accesso diretto agli uffici per raccogliere le informazioni, a parte che entreremmo ancora di più nel dettaglio della disciplina interna di funzionamento della S.p.A., stabiliremmo una norma non compatibile né con la funzionalità né con le norme di Codice Civile che regolano la vita delle S.p.A.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Majorino è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 29 voti contrari, 2 favorevoli e 18 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 8 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 "La Regione Piemonte, a norma dell'art. 2458 del Codice Civile, nomina direttamente la maggioranza dei membri del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale dell'I.C.R., assicurando la rappresentanza delle minoranze, ai sensi dell'art. 72 dello Statuto regionale, nella misura di almeno un terzo dei membri da nominare.
Il Presidente del Consiglio di amministrazione ed il Presidente del Collegio sindacale devono essere scelti tra i membri di nomina della Regione.
Il Presidente del Consiglio di amministrazione è designato dal Presidente della Giunta regionale, sentito il parere della Commissione delle nomine previste dall'art. 24 dello Statuto della Regione. Eguale procedura vale per la designazione del Presidente del Collegio sindacale.
Il Direttore tecnico-amministrativo e quello di laboratorio sono nominati dal Consiglio di amministrazione in base ai requisiti di competenza tecnica".
I Consiglieri Viglione ed Astengo presentano il seguente emendamento: dopo il quarto comma aggiungere: "Il Consiglio regionale nomina altresì il Comitato scientifico formato da cinque esperti di alta qualificazione nella materia, il cui Presidente è designato dal Presidente della Giunta regionale".
La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica ed urbanistica

E' la prima volta che la Giunta si trova di fronte a questo problema. Di questo non si è discusso in Commissione.
Le preoccupazioni della Giunta sono solo di natura giuridica. E' pensabile disciplinare per legge quello che la S.p.A. ha facoltà di istituire autonomamente con decisione del Consiglio di amministrazione. Qui si richiama un adempimento che è proprio del Consiglio regionale.
Che ne è degli altri partners?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Sono d'accordo su questa impostazione a condizione che si specifichi: "non retribuito".



VIGLIONE Aldo

Si potrebbe ritirare l'emendamento con la raccomandazione che all'interno della società sia costituito un Comitato scientifico.



PRESIDENTE

Tale emendamento è allora ritirato dai proponenti.
Passiamo alla votazione dell'art. 9 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 9 è approvato.



TITOLO III



NORME FINALI DI ATTUAZIONE

Art. 10 "Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato a compiere tutti gli atti necessari per la costituzione dell'I.C.R. secondo le norme dei Titoli I e II".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 "La Regione provvede agli oneri di impianto e alle spese connesse allo svolgimento dell'attività dell'Istituto: con la quota di capitale azionario sottoscritto ai sensi dell'art. 6 della presente legge con il finanziamento dei progetti speciali finalizzati, affidati all'I.C.R., anche su proposta dello stesso, con deliberazione della Giunta regionale, per la realizzazione dei programmi di attività di cui al precedente art. 4, redatti in conformità dell'ultimo comma dell'art. 4 d ella legge regionale n. 13 del 15/3/1978".
Il Consigliere Majorino presenta il seguente emendamento: modificare il comma primo, punto secondo, aggiungendo dopo le parole "con deliberazione della Giunta regionale", quanto segue: "da sottoporsi ad approvazione del Consiglio".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

L'emendamento trova un ulteriore supporto nella dichiarazione di voto resa dal Consigliere Paganelli, il quale ha accennato alla necessità che, da parte dei Gruppi di opposizione, venga svolta una particolare sorveglianza sulla gestione dell'Istituto Cartografico. Siccome la deliberazione di cui all'art. 11 del disegno di legge, è la delibera che approva le commesse dei progetti speciali finalizzati (i quali comportano una spesa, che per l'anno 1981 è prevista in 200 milioni e che presumibilmente sarà maggiore nei prossimi anni) ritengo che sia necessario sottoporla all'esame e all'approvazione del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica ed urbanistica

E' un problema di competenza degli organi. Non vi è dubbio che l'attribuzione delle commesse spetti all'organo esecutivo. Il controllo pu essere risolto con la trasmissione della deliberazione al Consiglio oppure attraverso l'esame complessivo dell'attività della società che il Consiglio fa in tutti gli altri enti strumentali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

All'art. 11, secondo capoverso, si dice: "con il finanziamento di commesse da parte della Regione o di progetti speciali finalizzati". Per questione di forma si proponeva in II Commissione di modificare in sede di Consiglio con questa dizione: "con il finanziamento di sue commesse di progetti speciali finalizzati". E' una questione di forma.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento presentato dal Consigliere Majorino è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 29 voti contrari, 2 favorevoli e 18 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 11.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 "La Giunta regionale affida all'I.C.R. i locali e le attrezzature predisposte per il Servizio Cartografico Regionale e definisce con propria deliberazione le modalità ed i tempi dell'affidamento di detti beni nonch i corrispettivi eventualmente dovuti dall'I.C.R. per l'utilizzo di tali beni. Con ulteriori atti definisce le modalità per l'eventuale integrazione di locali e di attrezzature da affidare all'I.C.R. sulla base dei programmi annuali di cui all'art. 8.
A tale scopo la Regione Piemonte dovrà presentare ai sensi dell'articolo succitato una relazione giurata di un esperto designato dal Presidente del Tribunale contenente la descrizione dei beni utilizzati e il criterio di valutazione seguito.
La predetta relazione dovrà essere allegata all'atto costitutivo della società".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art. 13 "Per il finanziamento della quota iniziale di capitale azionario da sottoscrivere ai sensi dell'art. 6 della presente legge è autorizzata la spesa di 5 miliardi.
All'onere di cui al precedente comma si provvede per l'anno finanziario 1981 mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al capitolo n. 12600 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Oneri relativi al finanziamento iniziale della quota di capitale azionario dell'Istituto Cartografico Regionale' e con lo stanziamento di 500 milioni in termini di competenza e di cassa.
Per il finanziamento dei progetti finalizzati di cui al precedente art. 11 da definire con programma presentato entro tre mesi dalla costituzione dell'I.C.R. è autorizzata per l'anno finanziario 1981 la spesa di L. 500 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per lo stesso anno e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo di apposito capitolo con la denominazione: 'Contributo nelle spese di impianto e di funzionamento dell'Istituto Cartografico Regionale', con lo stanziamento di 500 milioni in termini di competenza e di cassa.
Le spese per il finanziamento dei progetti speciali finalizzati per gli anni successivi saranno determinati con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 "Nel primo anno di attività dell'I.C.R. ed a parziale compenso dei progetti finalizzati, di cui al precedente art. 11, la Giunta regionale d'intesa con l'I.C.R. può distaccare al servizio dell'I.C.R. stesso un nucleo di dipendenti regionali fissando le modalità del distacco".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri.
L'art. 14 è approvato.
Art. 15 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45, sesto comma dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
La parola al Consigliere Vetrino Nicola per dichiarazione di voto.



VETRINO Bianca

La dichiarazione fatta dal Consigliere Paganelli era una dichiarazione congiunta delle forze di minoranza con la quale si voleva far constatare un atteggiamento comune della minoranza rispetto a questo problema di notevole portata. La maggioranza ha sfidato la comunità piemontese con questo provvedimento, la minoranza in questa occasione ha voluto far constatare una presa di coscienza comune relativamente a questo argomento.
Ho detto i motivi per i quali il P.R.I. è contrario a questo progetto di legge, motivi che si riconducono alla dichiarazione ufficiale presentata dal Consigliere Paganelli a nome dei tre Gruppi.
Vorrei aggiungere alcune cose che mi derivano dai numerosi interventi che si sono susseguiti, particolarmente alla replica del Consigliere Astengo.
Il Consigliere Astengo ha detto che qualunque forza politica che avesse nel suo programma politico l'aspirazione alla pianificazione democratica del territorio avrebbe dovuto votare quel provvedimento di legge. Vorrei rassicurare il Consiglio che certamente nell'aspirazione del P.R.I. non c' soltanto una pianificazione democratica, ma anche una programmazione democratica dell'economia, una maggiore democratizzazione delle istituzioni. Ciò non di meno non ci sentiamo di votare un provvedimento che non è opportuno, per lo meno non è tempestivo.
Siamo perfettamente consapevoli della prospettiva innovativa del provvedimento. Così come ci rendiamo conto delle funzioni di stimolo nella ricerca che possono venire da un provvedimento di questo tipo e della grande utilità che può venire alla comunità nel momento in cui le possibilità operative saranno a regime completo. Riteniamo che in questo momento questo provvedimento non sia opportuno. E' stato approvato dal Consiglio circa un anno e mezzo fa e probabilmente in quel momento attorno ad esso si è ragionato di più. E' passato un anno e mezzo, le condizioni dell'Italia e della Regione in questo momento sono profondamente diverse.
Chiedevamo un maggior ragionamento, un maggior approfondimento perché si arrivasse a disporre di questa struttura con delle corresponsabilità dei programmi, dei rischi, dei costi.
Per l'intempestività di questo provvedimento e per la poca prudenza che la Giunta ha voluto usare rispetto a questo provvedimento confermiamo il nostro voto sfavorevole.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Esame legge rinviata dal Governo: "Integrazione e modifiche della legge regionale 12/8/1976, n. 42, concernente 'Norme per il funzionamento dell'Organo Regionale di Controllo' " (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto quinto all'ordine del giorno reca: Esame legge rinviata dal Governo: "Integrazione e modifiche della legge regionale 12/8/1976, n. 42 concernente 'Norme per il funzionamento dell'Organo Regionale di Controllo' ".
La parola al Consigliere Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Abbiamo concordato nella riunione dei Capigruppo di rinviare questa legge ad un successivo esame da parte della I Commissione e riportarla al momento opportuno in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Il Consiglio concorda di rinviare ad altra seduta la discussione di tale punto.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame deliberazione Giunta regionale n. 83-6868: "Permessi retribuiti ai dipendenti eletti a cariche pubbliche"


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale n. 83-6868: "Permessi retribuiti ai dipendenti eletti a cariche pubbliche".
La parola al Presidente della I Commissione, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Il provvedimento ha ottenuto l'approvazione unanime in sede di Commissione.
Propongo un'integrazione al secondo paragrafo del punto 1) laddove si citavano "i Sindaci e gli Assessori" si dovrebbe leggere "per tutti coloro che sono investiti di mandato amministrativo".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento che propone la seguente modifica al secondo comma del punto 1): sopprimere le parole "sia per i Sindaci, gli Assessori,..." e sostituirle con: "per tutti coloro che sono investiti di mandato amministrativo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 49 Consiglieri presenti in aula.
Pongo ora in votazione la deliberazione nel testo emendato. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge 12/12/1966, n. 1078 visto l'art. 32 della legge regionale 17/12/1979, n. 74 viste le proposte della Giunta regionale - adottate con deliberazioni - in ordine ad una regolamentazione uniforme dell'utilizzazione della facoltà dell'art. 2 della citata legge 12/12/1966, n. 1078, e ritenendole meritevoli di approvazione visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera 1) i dipendenti regionali, nei confronti dei quali sia applicabile la legge 12/12/1966, n. 1078, con esclusione di quelli ricadenti sotto la disciplina dell'art. 1 della legge stessa, sono autorizzati ai sensi dell'art. 32 della legge regionale 17/12/1979, n. 74 - per tutta la durata del mandato amministrativo - ad assentarsi dal servizio per il tempo occorrente all'espletamento del mandato stesso secondo i limiti indicati dall'allegato A per ogni seduta di Consiglio, Commissione consiliare, consortile o tecnica, oppure per ogni riunione pubblica attinente il mandato (le cui ore di permesso sono comunque comprese nel quantitativo di ore assegnato), per tutti coloro che sono investiti di mandato amministrativo, sarà necessaria specifica autorizzazione, rilasciata di volta in volta, su presentazione di semplice comunicazione documentata 2) ai dipendenti regionali è fatto obbligo di comunicare agli uffici regionali competenti (Servizi del personale) la data di cessazione del mandato amministrativo 3) i periodi di assenza autorizzati ai sensi del presente provvedimento sono considerati, a tutti gli effetti, come periodo di servizio effettivamente prestato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 49 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 110: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981, relativamente all'iscrizione di contributi provenienti dal Fondo Sociale Europeo"


PRESIDENTE

L'Assessore Ferrero chiede l'iscrizione all'ordine del giorno del progetto di legge n. 110 relativo a: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981, relativamente all'iscrizione di contributi provenienti dal Fondo Sociale Europeo".
La parola al Presidente della I Commissione, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

La I Commissione non ha potuto esaminare il progetto di legge n. 110 essendo giunto solo questa mattina.



FERRERO Giovanni, Assessore all'istruzione

Il Consiglio è sovrano di decidere, tuttavia voglio fare presente che la disponibilità sui capitoli della formazione professionale è oggi di un miliardo e mezzo circa e che è stato siglato il contratto nazionale che comporta un maggiore onere per la Regione Piemonte di alcuni miliardi e che il contratto richiederà il pagamento nel mese di luglio di acconti e di conguagli. E' evidente che il pagamento degli stipendi e l'applicazione del contratto non possono rientrare nelle disponibilità degli attuali capitoli di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

La questione è radicalmente nulla se la Commissione non si riunisce per dare il parere.



PRESIDENTE

Sospendo l'esame di tale progetto di legge e convoco la I Commissione.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Problemi connessi alla Commissione regionale per l'informazione


PRESIDENTE

Chiede ora di parlare il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Stamane sono stato fermato per caso da un operatore della Rai-Tv che mi ha chiesto se facevo delle dichiarazioni sul decennale dello Statuto.
Gli ho chiesto quando mai ero stato interpellato per una trasmissione e se qualcuno l'avesse saputo in precedenza. Lui si è meravigliato e mi ha detto che il mio nome, bontà sua e di chi aveva avuto l'idea, gli era stato segnalato da un tal signore che dirò poi al Presidente. Mi disse che questa trasmissione era stata programmata, che ne era al corrente l'Ufficio competente del Consiglio regionale. Perché i Gruppi politici non sono stati informati di questo? Se questa mattina avessi avuto la tosse e non fossi venuto in Consiglio nessuno si sarebbe ricordato che per i 2/3 delle due legislature precedenti qualche ruolo l'ho avuto nelle Presidenze. Mi ha ancora spiegato che la trasmissione si divideva in due parti, una di serie "A" in cui partecipavano alcuni e l'altra alla quale partecipavano gli altri.
Mi sono rifiutato di fare dichiarazioni, eleverò violenta protesta sia in sede nazionale che in sede locale.
Aggiungo altri due fatti. Recentemente per caso passavo nel cortile e sono stato fermato da un altro membro dell'Ufficio Stampa il quale mi ha chiesto se intendevo partecipare ad un'altra trasmissione del decennale. Se quel giorno non passavo di lì per andare in I Commissione, non ci sarebbe stato il minimo ricordo di questa vicenda.
Ho risposto di no, perché a quel livello non intendo partecipare.
In ultimo, Giorgio Agosti ha inviato una lettera ai Capigruppo, rispetto a determinati comportamenti.
Oggi ho dato le dimissioni dalla Commissione Informazione, non perché abbia qualcosa contro il Presidente, ma perché noto che l'informazione va al di fuori della Commissione e gioca dei ruoli che non riusciamo in alcun modo a dominare; né voglio essere responsabile di questo ruolo che è portato innanzi. Questo offende la dignità del Consiglio.
Invito il Presidente del Consiglio a fare alcuni accertamenti per conoscere alcuni oscuri retroscena e dei risvolti come la lettera di Giorgio Agosti.
Non credo che si possa parlare del decennale dello Statuto sedendosi ad un tavolo per alcuni minuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Le dichiarazioni sul funzionamento del Consiglio regionale e sul ruolo dei Gruppi all'interno del Consiglio regionale fatte dal Capogruppo socialista non solo in questa occasione, sono di notevole gravità.
Dobbiamo intenderci. Non sfugge a nessuno la posizione anomala nella maggioranza del Capogruppo del Partito Socialista.
Le forze di opposizione non possono impunemente assistere a quanto sta avvenendo in quest'aula da molto tempo.
Ci vogliono dei chiarimenti che non sono dei chiarimenti politici perché al mio Gruppo non importa la questione della maggioranza o dell'opposizione conscio della sua collocazione in questo momento, ma chiarimenti sul funzionamento del Consiglio regionale e sulla collocazione delle forze politiche all'interno del Consiglio regionale. Non possiamo essere continuamente scavalcati dalla maggioranza. Chiedo un dibattito sul funzionamento del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

La nostra forza politica è interessata a qualsiasi atto, momento, sede in cui gli aspetti del funzionamento dell'istituzione siano esaminati e discussi con attenzione.
Non possiamo non essere anche noi preoccupati di questo stato di fatto. E' vero che non c'è niente di politico, ma è facile e semplice, nei rapporti tra le forze del Consiglio, cambiare il merito e la sostanza dei problemi.
Tutti siamo interessati ad un corretto funzionamento, alle giuste regole del gioco istituzionale, al rispetto delle leggi e dei regolamenti.
Le regole e i codici di comportamento non sono sufficientemente chiari e dobbiamo avere il coraggio, la tranquillità e la serenità di chiarirceli proprio perché la responsabilità del funzionamento e della produttività delle istituzioni che la sentiamo, anche con tormento, sulle spalle non solo perché siamo in maggioranza ma perché rappresentiamo un grande partito che ha grandi legami con il Paese e con la società e in questo Paese e in questa società dobbiamo operare con attenzione anche nelle questioni formali e nei rapporti.
Sul fatto specifico, devo dire che ho ricevuto con dispiacere la lettera di dimissioni del Consigliere Viglione della Commissione Informazione. Non ero informato della questione, né come Presidente della Commissione, né come Capogruppo. La Rai solitamente ha poca attenzione per la Regione, in occasione del decennale, invece, ha avuto un momento di attenzione. Forse ciò si è verificato in modo criticabile perché non c'è stato un accordo preventivo.
E' opportuno che ci sia un'informazione preventiva. Francamente io non vengo contattato né nel corridoio, né nel cortile; per queste cose normalmente si rivolgono ad altre figure. Ritengo che su queste cose ci sia una franca discussione all'interno della Commissione competente dell'Ufficio di Presidenza anche perché corriamo il rischio di perdere molto tempo per le questioni formali o procedurali, e di generare dei rapporti non troppo sereni e tranquilli.



PRESIDENTE

La parola al collega Bastianini.



BASTIANINI Attilio

In chiusura di riunione sono emersi (dovremmo anche riflettere sull'opportunità di fare queste chiusure prolungate che tolgono serenità al comportamento di tutti) tre problemi.
Il primo riguarda la richiesta di approvare un provvedimento che non aveva avuto il consenso formale della I Commissione.
Pur essendoci dichiarati disponibili a far sì che quel provvedimento potesse avere l'approvazione, crediamo che la Giunta debba riflettere sulla necessità di programmare i lavori in modo da non porre né le Commissioni n il Consiglio di fronte a scadenze e a impegni urgenti.
In secondo luogo, rispondendo a Bontempi, devo dire che noi abbiamo la coscienza di svolgere con serietà ed impegno il nostro ruolo. La votazione sull'Istituto Cartografico dimostra, per esempio, che se vi fosse la volontà di boicottare l'azione della maggioranza da parte dell'opposizione la legge non sarebbe passata perché la maggioranza non disponeva dei voti sufficienti a garantire il numero legale in aula. Questo va rilevato soprattutto perché quello era un provvedimento importante. Abbiamo ritenuto, per rispetto all'istituzione di fare una dichiarazione congiunta una dichiarazione forte che richiami la Giunta all'appuntamento fra un anno, al di là dell'assenza della maggioranza, che non sempre è giustificabile.
Sul problema del decennale sono emerse due iniziative: quella della Rai-Tv e quella del giornale che è stato commissionato dalla Regione ad un'emittente privata per poi essere diffuso su altre emittenti.
Sul primo problema diciamo che è evidente che la Rai-Tv ha tutti i diritti di organizzare il servizio come meglio crede, ma siccome risulta che l'Ufficio Stampa della Regione era a conoscenza di questo servizio e del taglio che gli si voleva dare, era doveroso comunicare alle forze politiche modi e tempi del programma. Libera la Rai di svolgerlo, libere le forze politiche di fare delle osservazioni. Verrà addirittura intervistato il Segretario nazionale del mio partito, cosa che mi sembra opportuna, ma che mi spiace di apprendere da una voce captata in quest'aula.
Sul secondo punto chiedo maggiori chiarimenti per iscritto. Se è vero che è in formazione un bollettino regionale che riguarda il decennale dello Statuto, i Gruppi siano portati a conoscenza sui modi in cui si intende formare questo numero, perché ci stupiremmo che in materia tanto delicata non venissero sentiti. Già accettiamo con fastidio la discrezionalità con cui nei numeri monografici a turno sono invitati i Consiglieri a fare delle dichiarazioni come se fossimo dei bambini il cui unico desiderio fosse quello di far vedere alle vecchie zie che compariamo sui televisori. Non ci interessa questo. Ci interessa svolgere il nostro ruolo.
Invito pertanto la Giunta a ridurre al minimo le esigenze di emergenza in Consiglio e a invitare l'Ufficio Stampa a comunicare per iscritto ai Gruppi i modi, i tempi e le forme dell'informazione che si intende dare sull'attività del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Non so quale giudizio darebbe la comunità piemontese se vedesse il Consiglio regionale bloccato di fronte a questioni procedurali. I problemi sociali che dobbiamo affrontare sono di una drammaticità tale da imporre ad ognuno di noi un comportamento diverso. Non so se il distacco tra il Paese reale, le istituzioni e le forze politiche dipenda dal menefreghismo della popolazione o dal modo in cui funzionano le istituzioni. Dobbiamo fare tutti una riflessione approfondita.
Rispetto al merito dei problemi ritengo anch'io opportuna una discussione sul funzionamento del Consiglio.
Se non risolveremo questi problemi ben difficilmente risolveremo problemi ben più gravi.
Mi spiace che in sede pubblica sia stato sollevato il problema della lettera di Agosti prima che, con la necessaria discrezione, se ne fossero verificati i termini nelle sedi adeguate. A questo punto occorre fare una verifica sulle reali responsabilità altrimenti si rischia di mettere in negativo un problema che potrebbe anche non sussistere.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda la questione Rai farò gli opportuni accertamenti, per quanto riguarda la questione dell'amico Agosti, non ho potuto approfondirla perché è fuori Torino.
Non appena mi sarà possibile informerò i Capigruppo.
Sono d'accordo sul dibattito in ordine al funzionamento del Consiglio.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 110: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981, relativamente all'iscrizione di contributi provenienti dal Fondo Sociale Europeo" (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'esame del progetto di legge n. 110: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981, relativamente all'iscrizione di contributi provenienti dal Fondo Sociale Europeo" ha facoltà di parlare il Presidente della I Commissione, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

La I Commissione si è riunita, ma poiché mancava il numero legale, ha dovuto rinviare il provvedimento.
La mancanza del numero legale è dovuta alla non partecipazione di alcuni membri motivata da una presunta non corretta convocazione della Commissione stessa. Vorrei ricordare che già altre volte sono state fatte convocazioni come questa mattina. Se non vogliamo rinviare il provvedimento, vista l'esigenza sottolineata dall'Assessore Ferrero, prego di rinnovare la convocazione della Commissione dopo una breve sospensione, chiedendo a chi ha eccepito sulla convocazione di soprassedere alla pregiudiziale posta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Questa mattina ho aderito alla richiesta dell'Assessore affinché il disegno di legge per il recepimento nel bilancio regionale di 15 miliardi circa fosse discusso anche se non iscritto all'ordine del giorno.
E' stata eccepita da parte di un esponente della maggioranza l'irritualità della discussione posto che il disegno di legge non era passato all'esame della competente I Commissione. Si è allora convocata la I Commissione.
Signori Consiglieri, se ci formalizziamo sui regolamenti è evidente che, se era irrituale presentare un disegno di legge prima che fosse passato all'esame della I Commissione, è anche irrituale convocare la I Commissione in aula dove alcuni Consiglieri membri della I Commissione occasionalmente non sono presenti. Non si può sanare una irritualità con un'altra irritualità. Su queste cose dobbiamo intenderci. Il Consigliere Viglione si è giustamente appellato al Regolamento. Ma, questo piccolo Gruppo di venti persone (che non è cosa insignificante in quest'aula) non assiste passivamente a tutto e quindi deve eccepire che la Commissione non è ritualmente convocata, anche se è disposto a dare il voto favorevole sia per l'inserimento all'ordine del giorno del disegno di legge sia al disegno di legge stesso.
Il discorso del Consigliere Montefalchesi riguarda alcuni Consiglieri (33/34), non certo i Consiglieri che siedono in questi banchi. Da questi banchi non è mai venuta la più piccola remora al funzionamento delle istituzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Che un disegno di legge debba essere esaminato dalla I Commissione competente non l'ho stabilito io, lo hanno stabilito la legge e il Regolamento.
Il problema resta soltanto di questa vicenda. In quest'aula le Commissioni furono riunite nel corso del dibattito. Se non vi è opposizione da parte dei Gruppi e dei Consiglieri, gli argomenti possono essere introdotti sia come disegno di legge in aggiunta a quanto già è iscritto all'ordine del giorno, sia per quanto riguarda la Commissione per il parere.
Siccome il Capogruppo D.C. si è dichiarato disposto all'introduzione del disegno di legge nell'ordine del giorno e a partecipare alla Commissione per quanto riguarda l'iter formativo della legge, non c'è alcun problema perché la Commissione si riunisca, stante la non indisponibilità dei membri che vi partecipano.
Devo ancora una precisazione. Il nostro partito è radicalmente all'opposto di quanto ha dichiarato il Consigliere Montefalchesi.
Le grandi democrazie occidentali, il Parlamento che forma le leggi e che legifera. Quando si legifera si debbono rispettare alcune norme. La garanzia che è data ai parlamentari e ai Consiglieri che partecipano alla formazione di leggi non può essere elusa con dichiarazioni populistiche ed inutili. E' vero, i problemi urgono. Ebbene, le leggi che danno certezza e diritto ai cittadini risolvono i problemi urgenti. Non abbiamo nessun altro modello che sostituisca il Parlamento.
Rifiutiamo quel discorso.
Se la D.C. è d'accordo a riprendere il provvedimento, in Commissione, si può riunire la Commissione che la esamini prima di tornare in aula.



PRESIDENTE

La parola al collega Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Se il Consigliere Viglione fosse stato presente alla riunione, la cosa si sarebbe risolta nel senso che ci sarebbe stato il numero legale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Le parole del Consigliere Montefalchesi mi hanno colpito, Non le ritengo assolutamente demagogiche, ma schiette e fondate perché rilevano una sensazione che a noi forse sfugge.
Credo che davvero dobbiamo avere la coscienza che stiamo perdendo un'ora in discussioni su un punto non iscritto all'ordine del giorno.
La discussione è nata spontaneamente, senza tenere conto della sostanza del problema, e cioè che martedì scorso è stato firmato a Venezia il contratto nazionale dei dipendenti delle scuole di formazione professionale. Questo impone alla Regione degli oneri aggiuntivi che non erano previsti nel bilancio regionale. Ci troviamo quindi di fronte ad un problema che è stato posto di recente e che ha delle ripercussioni immediate.
Su questa questione c'é esigenza di dare una risposta. Poiché il Consiglio è convocato tutto il giorno, possiamo ritrovarci oggi e dare così il tempo alla I Commissione di riunirsi per esaminare il provvedimento. Oggi possiamo votare la legge. In caso contrario chiedo, a termini di legge, che il Consiglio sia riconvocato immediatamente e straordinariamente dopo che la Commissione abbia esaminato il disegno di legge.



PRESIDENTE

Propongo di sospendere per alcuni minuti i lavori ed invito il Presidente della I Commissione a riunire la Commissione stessa.



(La seduta, sospesa alle ore 14,50 riprende alle ore 15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Presidente della I Commissione, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

La Commissione ha approvato il progetto di legge n. 110 con due correzioni: la cancellazione degli ultimi due capoversi dell'articolo unico che riguardando misure di carattere procedurale ed organizzativo, è pleonastico introdurre nella legge la suddivisione dell'articolo unico in due articoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Nello spirito delle dichiarazioni che ho fatto poc'anzi, il Gruppo della D.C. non eccepirà l'irritualità della convocazione della I Commissione alla quale, peraltro, per nostra scelta, non ho partecipato. Per quanto riguarda il progetto di legge, rileviamo che si tratta di un provvedimento che attiene al bilancio, ma che non riguarda la sostanza del bilancio, e pertanto diversifichiamo il voto e votiamo a favore del progetto di legge n. 110.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Ai fini dell'introito delle somme spettanti alla Regione in applicazione dell'art. 24 della legge 21/12/1978, n. 845, è iscritto in termini di competenza e di cassa l'importo di L. 15.250.968.350 al capitolo n. 2460 dello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno finanziario 1981.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1981 la somma di L. 15.250.968.350 è iscritta in termini di competenza e di cassa al corrispondente capitolo n. 11561.
Ai sensi dell'art. 61, secondo comma, della legge regionale 14/3/1978, n.
12, è autorizzata la gestione delle spese previste al capitolo n. 11561 mediante aperture di credito a favore del funzionario delegato della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 43 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'intero testo di legge è approvato.
Comunico, infine, che il Consiglio verrà convocato per i giorni 9 e 10 luglio 1981.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15,15)



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