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Dettaglio seduta n.67 del 18/06/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Chiabrando e Penasso relativa all'invio delle circolari ai Consiglieri regionali


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni e interpellanze".
Esaminiamo per prima l'interrogazione dei Consiglieri Paganelli Chiabrando e Penasso relativa all'invio delle circolari ai Consiglieri regionali.
Risponde il Presidente Enrietti



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio i Consiglieri per aver posto all'attenzione con l'interrogazione in oggetto un problema di così delicata importanza.
Preciso di aver immediatamente segnalato con una lettera ai colleghi Assessori il problema, affinché provvedano con metodicità ad inviare ai Consiglieri copie di tutte le circolari emesse dagli uffici ed indirizzate ai Comuni, alle Comunità montane, ai Comprensori.
Questo non solo in conformità con quanto sancito all'art. 12 dello Statuto regionale, ma soprattutto per consentire agli Amministratori una doverosa e tempestiva informazione in un corretto e dialettico rapporto politico.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ringrazio e mi dichiaro soddisfatto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Informazione

Interrogazione dei Consiglieri Cerchio, Sartoris, Lombardi e interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio relativa all'installazione dei ripetitori RAI TV


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione dei Consiglieri Cerchio, Sartoris Lombardi e l'interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio relative all'installazione dei ripetitori RAI TV.
Risponde ad entrambe il Presidente Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

La necessità di riconoscere in concreto forme di autonomia decisionale e gestionale alle Comunità montane, aveva indotto a suo tempo la Regione a predisporre la legge regionale n. 72/79 che stanzia contributi alle Comunità montane per la realizzazione di impianti ripetitori dei programmi televisivi nazionali nelle zone d'ombra non servite dalla RAI, con il pieno coinvolgimento delle amministrazioni locali, affidando alle Comunità montane stesse l'intero iter realizzativo delle opere assistite da contributo regionale.
Ciò ha portato inevitabilmente a tempi di attuazione relativamente lunghi, dovendo ogni Comunità predisporre i progetti più opportuni per le peculiarità delle singole zone e verificare gli stessi con la collaborazione tecnica che la RAI, tramite i servizi tecnici della sede di Torino, non ha potuto prestare in unica soluzione, bensì graduandoli nel tempo.
E' noto che per gli anni 1979 e 1980 sono stati assegnati contributi pari a 1.000 milioni, sul complesso di 1.500 stanziati dalla legge 72 finanziamento in qualche misura simbolico, ove si consideri che lo si è attuato sulla base di 10 milioni per ciascun impianto proposto, quindi per un totale di cento ripetitori.
Assai diversa è risultata l'azione delle Comunità montane.
Alcune disponevano già di progetti esecutivi ed hanno immediatamente iniziato i lavori. Altre, pur avendo progetti e volontà di fare, sono state bloccate dall'impossibilità di impegnare finanziamenti del proprio bilancio a integrazione del contributo regionale, non sufficiente a coprire costi in continua lievitazione. Altre ancora - e sono la maggioranza - hanno dovuto impostare progetti esecutivi o rifare vecchi progetti sulla base delle indicazioni fornite dalla RAI e quindi non hanno potuto avviare alcun lavoro, considerata anche la particolarità delle zone di montagna nelle quali per parecchi mesi non è possibile, a causa del maltempo, l'esecuzione di opere pubbliche.
Attualmente risulta che una quindicina di impianti siano già ultimati.
Per altri 40 sono stati avviati i lavori e se ne prevede la conclusione entro l'autunno prossimo.
Intanto la Presidenza della Giunta ha provveduto - tramite il servizio stampa al quale è affidata l'attuazione della legge - alla rilevazione sia dello stato dei lavori, sia delle ulteriori necessità di finanziamento per coprire opere già previste o da prevedere a carico delle Comunità montane per giungere ad una quasi totale copertura delle zone ancora non servite almeno dai programmi televisivi del primo e secondo canale.
Sono almeno 35 le Comunità montane interessate al problema e che hanno segnalato le loro necessità.
Risulta che almeno un centinaio di altri impianti dovranno essere realizzati per servire comunità minime per numero di abitanti, ma non certo per rilevanza sociale e si escludono già da questo conteggio i nuclei non abitati permanentemente lungo tutto l'arco dell'anno.
L'onere finanziario è ingente, considerato che ormai la spesa media per ogni ripetitore supera i 30 milioni di lire, valutiamo in circa un miliardo e mezzo le necessità urgenti, cioè destinate a coprire gli oneri per opere già avviate o immediatamente realizzabili sulla base di progetti esecutivi e valutiamo in circa due miliardi le necessità a breve termine (1982/1983) cioè destinate a coprire gli oneri, a prezzi attuali, per opere che le Comunità hanno già individuato come fattibili perché escluse dai programmi della concessionaria RAI.
La somma oggi disponibile sul bilancio 1981 è di soli 500 milioni che verranno assegnati, come prevede la legge, con criteri definiti in collaborazione con l'UNCEM e con le Comunità stesse che, già convocate e riunite presso la sede della Giunta il 28 gennaio scorso, lo saranno nuovamente nei prossimi giorni. E' peraltro già verosimile che alcuni dei criteri oggettivi di riparto possano privilegiare quelle Comunità che hanno saputo usare rapidamente i fondi già ottenuti, avviando ed in alcuni casi avendo già ultimato parte dei lavori, e disponendo di progetti esecutivi per ulteriori lotti di lavori, al fine di dare vita a sistemi completi e funzionali per singole Comunità o parti di Comunità.
Su tale impostazione concordano anche i servizi tecnici RAI che tramite gli uffici di Torino, hanno svolto nei mesi scorsi una preziosa collaborazione nei confronti della Regione e delle Comunità. Al 15 marzo la situazione dell'impegno svolto era la seguente: 104 studi cartografici, 21 sopralluoghi preliminari, 70 punti controllati, 12 sopralluoghi definitivi 22 punti definiti, 21 progetti eseguiti, 14 progetti in studio.
Dalla collaborazione Regione-RAI-Comunità, nasce anche un quadro preciso delle necessità tecniche, per le quali occorrono ulteriori finanziamenti come prima ricordato.
In proposito la Giunta regionale è disponibile a predisporre un programma finanziario che, sulla base della situazione di bilancio e delle effettive priorità articolate nel tempo, possa soddisfare tutte le reali esigenze, rispettando in tal modo lo spirito della legge regionale che tende a fornire a tutti i cittadini piemontesi uguali possibilità di fruire del diritto all'informazione televisiva.
E' chiaro che in tale direzione occorrerà un impegno non solo tecnico di soggetti quali la RAI e l'Enel. Contatti sono in corso con questi Enti.
Alla RAI sono state richieste collaborazioni anche finanziarie, a fronte della riscossione dei canoni di abbonamento che pagano e pagheranno tutti gli utenti, compresi coloro che saranno serviti da ripetitori diversi da quelli della Concessionaria. All'Enel è stato richiesto di valutare i singoli progetti di allacciamenti elettrici, non solo rispetto alle necessità degli impianti radio, bensì nel più organico confronto con la politica di elettrificazione rurale.
Rispetto alla gestione e diffusione dei programmi della terza rete, la Giunta ritiene che la RAI debba provvedere in tempi brevi ad un potenziamento delle attuali strutture, anche sulla base di proposte, che potranno essere formulate, per un più ampio utilizzo di tale strumento da parte della comunità regionale ed in particolare delle collettività periferiche. La Giunta è ovviamente disponibile ad inserire, nel menzionato programma finanziario, iniziative atte a dotare anche di apparecchiature per la ripetizione del terzo canale quegli impianti che attualmente si stanno realizzando per il primo ed il secondo. Ciò potrà essere realizzato in fasi successive, non appena si avrà notizia particolareggiata dei programmi di lavoro della RAI in tale direzione, al fine di ottenere una rete omogenea e di evitare dispendiose duplicazioni o inutili supplenze.
Gli oneri per tali realizzazioni dovranno essere quantificati in aggiunta alle cifre già segnalate come necessità di massima a breve e medio termine.
Per quanto concerne il ruolo svolto dal Comitato Regionale per il servizio radiotelevisivo del Piemonte nell'impegno di estensione della ricezione del servizio pubblico nazionale, devo ricordare come tale organismo abbia svolto correttamente la sua funzione, mediante un'azione consultiva propositiva della legge a suo tempo varata e collaborando attivamente alle diverse fasi della sua gestione operativa.
Sui problemi più generali del rapporto tra Regione e RAI-TV, ed in particolare in relazione alla situazione della sede piemontese dell'Azienda e alle questioni connesse all'inizio di attività della terza rete televisiva, il Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo ha svolto a quanto risulta un proficuo lavoro di collegamento tra i diversi soggetti interessati (in particolare con la Commissione consiliare per l'informazione), di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e delle forze politiche e sociali (basti pensare alla Conferenza regionale sulla terza rete dello scorso anno oppure agli incontri organizzati a livello comprensoriale), di attiva partecipazione alle iniziative interregionali di pressione nei confronti della dirigenza nazionale della RAI-TV per valorizzare e potenziare adeguatamente la nuova rete televisiva.
Ovviamente, quanto già detto a proposito della terza rete, ha valore anche per la risposta all'interrogazione dei consiglieri Bastianini Marchini e Turbiglio; debbo solo aggiungere che la situazione di disagio e disparità di trattamento denunciata per le zone dell'Alto Novarese, pu valere anche per la maggior parte delle aree periferiche al capoluogo di Torino: circa la metà dei piemontesi non è in grado di ricevere i programmi irradiati su tale rete, mentre una piccola percentuale ne fruisce ma ironia della sorte per i segnali emessi dai ripetitori della Lombardia, quindi per una rete regionale diversa da quella di appartenenza. E' logico che il nostro sollecito alla RAI per una tempestiva installazione degli apparati ripetitori dei programmi regionali piemontesi, riguardi tutto il territorio e quindi comprenda necessariamente anche le aree di utenza segnalate nell'interrogazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

E' un problema importante e delicato che investe l'interesse degli abitanti delle Comunità montane che si trovano in categoria di serie B rispetto agli altri cittadini del Piemonte. La risposta peraltro arriva a quattro mesi dalla presentazione dell'interrogazione. A volte capita che con il passare del tempo i problemi si risolvono e certi aspetti si superano. In questo caso, viceversa, il problema si è aggravato in quanto i 500 milioni sono ancora da distribuire a quelle comunità montane che hanno lodevolmente avviato per tempo progetti ed impianti e che sono nell'impossibilità di completare le opere.
Ritengo che le Comunità montane siano state lasciate troppo sole e che la Regione avrebbe potuto contattare direttamente le ditte al fine di ottenere maggiori garanzie e migliori condizioni di prezzo. Ci chiediamo se la Regione potrà coprire le necessità emergenti. I 500 milioni per l'anno 1981 rischiano o di essere polverizzati senza incidere sulle esigenze o di essere indirizzati a pochi interventi per completare lavori di comunità più vaste. La risposta del Presidente della Giunta è appunto in questo senso: localizzare le disponibilità finanziarie a quelle poche Comunità montane che hanno i progetti già avviati e che attendono l'ulteriore tranche di finanziamento per completare l'opera.
La spesa per tutta la realtà piemontese è stata quantificata nell'ordine di alcuni miliardi, quindi sarà opportuno assegnare con tempestività i 500 milioni della prima tranche e predisporre immediatamente l'iter per il successivo intervento. Mi chiedo perché la Regione non abbia scelto strade diverse come ha fatto per esempio il Trentino, che ha concordato un accordo con la RAI per cui la Provincia paga le opere accessorie e la RAI installa le apparecchiature radioelettriche.
L'interrogazione chiedeva inoltre notizie sugli impegni del Comitato RAI-TV.
La risposta del Presidente della Giunta elogia il Comitato RAI-TV per il rapporto esistente con la Commissione informazione della Regione. Al di là degli aspetti formali, non abbiamo notizie sui risultati concreti che possono incidere sul territorio, salvo si voglia considerare un concreto risultato la convenzione con G.R.P.
Non si parla poi delle possibilità di usare la Terza Rete come strumento di collegamento a livello delle Comunità o come strumento di formazione e di cultura gestito, in taluni momenti, tramite accordi RAI Regione come in alcune Regioni già avviene.
Nel ringraziare per la risposta articolata vorrei che la Giunta registrasse questi suggerimenti e queste osservazioni. Alcune Comunità montane sanno che esiste la possibilità di ottenere finanziamenti in conto interesse anziché in conto capitale. Sappiamo quali sono le difficoltà di alcune Comunità montane, quindi il nostro suggerimento è di intervenire rapidamente e di non procedere con interventi finanziari in conto interesse, bensì con interventi in conto capitale proprio per agevolare quelle Comunità che hanno grosse aspettative.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Non è la prima volta e non è la prima materia in cui il Partito Liberale che si è opposto al provvedimento in origine alla discussione, si dimostri in realtà uno dei più convinti assertori che le cose, una volta decise, debbano funzionare.
Noi siamo stati contro la costituzione della Terza Rete radiotelevisiva perché vedevamo in questo fatto un elemento di spreco di risorse, senza che potesse corrisponderne un reale beneficio per la collettività, ma siamo anche convinti che le cose una volta decise debbano funzionare e non possiamo quindi accettare come elemento non modificabile che la Terza Rete costituita per dare spazio ad una qualificata informazione locale, di fatto sia risucchiata in una logica che nulla ha a che fare con queste finalità.
A distanza di anni dalla formazione della Terza Rete e dopo che i cittadini pagano, almeno dalle nostre parti, con regolarità il canone, una metà circa del Piemonte, ivi comprese zone ad alta densità di popolazione e le zone montane, non è raggiunta dalla Rete stessa, inoltre una parte del Piemonte è raggiunta da una Terza Rete che con l'informazione piemontese non ha nulla a che fare.
In questo stato di cose vi sono due elementi di forte critica che devono richiamare la nostra attenzione: 1) se non si crea una reale capacità di informazione regionale, viene meno la giustificazione che aveva portato alla costituzione della Terza Rete 2) si creano delle oggettive situazioni di disparità all'interno della realtà regionale.
Nella zona dell'Alto Novarese il Partito Liberale ha raccolto circa 1500 firme di cittadini che vogliono sapere se, oltre a pagare il canone della Terza Rete televisiva avevano anche la speranza un giorno o l'altro di vedere i programmi. Ci siamo attivati su questa linea, abbiamo avuto una serie di incontri presso la sede RAI di Torino, abbiamo anche interessato il nostro membro del Consiglio di Amministrazione RAI, Battistuzzi, ed abbiamo avuto delle risposte sostanzialmente elusive del problema: nulla si ha intenzione di cambiare in questa materia. La RAI dal punto di vista quantitativo sembra aver già superato il livello di saturazione di informazione secondo gli accordi intervenuti e non ha particolare intenzione di muoversi su questa linea, anche in relazione al problema che certe zone del Piemonte sono più facilmente accessibili alle emittenti milanesi che non alle emittenti piemontesi.
L'azione della Regione in questa materia ci pare apprezzabile, ma forse non sufficientemente finalizzata ad affrontare questi elementi di maggiore pericolosità. Pertanto, il Gruppo Liberale riesprime il proprio dissenso da una politica RAI che, avendo costituito la Terza Rete, sembra aver assolto la totalità dei suoi compiti senza preoccuparsi di rendere uno strumento di crescita dell'informazione regionale e raccomanda alla Giunta perché nella spesa delle risorse per il potenziamento delle reti di comunicazioni si ottengano i massimi risultati, associando anche i ripetitori della Terza Rete ai ripetitori della Prima e della Seconda Rete, cominciando a vedere a tempi lunghi, quando cioè queste strutture possano divenire elemento di supporto di un sistema di comunicazioni di emergenza per far fronte alle esigenze della difesa civile in relazione ai provvedimenti che su questa materia andremo ad assumere.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione del Consigliere Viglione inerente il cantiere di rimboschimento a Castelmagno


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Viglione inerente il cantiere di rimboschimento a Castelmagno.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

I problemi di Castelmagno sono nati a seguito del protrarsi dell'iter di approvazione della legge finanziaria in quanto la prosecuzione di quel cantiere, come di altri, era legata alla disponibilità dei fondi che l'Assessorato all'agricoltura ha potuto disporre con l'approvazione della legge finanziaria.
E' già stata adottata la deliberazione che ha assegnato all'Ufficio decentrato di Cuneo 125 milioni con i quali è possibile la ripresa di alcuni cantieri.
Aggiungo che per le province di Cuneo e di Alessandria erano garantite attraverso il finanziamento che in parte viene anticipato e in parte direttamente pagato dalla Regione nella misura del 50%, 12/13 miliardi di investimenti nel triennio. Tutti i progetti previsti all'interno delle due province non hanno avuto interruzione in quanto si è inteso assicurare il finanziamento ai progetti che permettono di attivare altri finanziamenti da parte della CEE.
I lavori di Castelmagno riprenderanno nei prossimi giorni.



VIGLIONE Aldo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta e ringrazio


Argomento: Commercio al dettaglio

Interpellanza del Consigliere Viglione relativa all'enoteca del Barbaresco


PRESIDENTE

Interpellanza del Consigliere Viglione relativa all'enoteca del Barbaresco.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'enoteca del Barbaresco inizialmente era stata definita "bottega del vino" dal Comune che aveva richiesto di riconoscerla come tale. Di fronte ad una nuova richiesta di riconoscimento dell'enoteca si è provveduto alla modifica del piano delle enoteche: quindi anche a Barbaresco è stata riconosciuta. Al Comune è stato erogato un primo contributo finanziario di lire 15 milioni; un secondo contributo di 10 milioni, quest'ultimo sui fondi del bilancio '81 di 25 milioni.
L'enoteca di Barbaresco, come tutte le altre enoteche, potrà avere un ulteriore contributo in relazione alle iniziative e ai programmi che avvierà.
Da alcune parti vengono critiche all'Assessorato perché insisterebbe troppo su questi vini di qualità. Credo ai vini leaders, come ho affermato nel convegno nazionale che si è tenuto a Siena, e respingo le critiche secondo le quali daremmo troppa importanza a questi vini. Credo sia giusta la politica di sostenere i vini Barolo, Barbaresco, Asti, perché questa politica ha avuto successo in Francia per i grandi vini all'interno del paese ed all'estero, tanto che la Francia è riuscita a collocare bene anche i vins du midi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Sono lieto che l'Assessore abbia sposato la causa delle enoteche. Nel 1975, quando affrontammo questo problema, esisteva una sola enoteca, quella di Grinzane, il cui autore e Presidente è l'amico Paganelli (astemio).
Proprio sull'onda del successo di Grinzane-Cavour, disegnammo una serie di enoteche che rappresentassero i vini del basso e dell'alto Piemonte l'enoteca di Barolo per il barolo e quella di Barbaresco per il solo barbaresco. Si disegnarono poi altri interventi per altri vini non nobili.
Prendo atto della dichiarazione dell'Assessore e cioè che il finanziamento potrà essere ulteriormente erogato in base ai programmi ed alle iniziative assunte.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione dei Consiglieri Cerchio, Fassio Ottaviano e Penasso relativa ai danni arrecati dalla grandinata del 27 maggio ultimo scorso


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Cerchio, Fassio Ottaviano e Penasso relativa ai danni arrecati dalla grandinata del 27 maggio ultimo scorso.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Questa interpellanza mi è giunta soltanto ieri. Sono state date le istruzioni del caso e lunedì prossimo sono convocati presso l'Assessorato i responsabili degli I.P.A. per mettere a punto la deliberazione relativa all'evento del 27.5.1981.
Devo dire che la politica che abbiamo condotto in questi anni era individuata spesso ad anticipare fondi per conto dello Stato. L'anticipo a tutt'oggi arriva a 20 miliardi. Se lo Stato non ci rimborsa di questa cifra, vuol dire che il meccanismo dell'anticipazione non funziona e che occorre trovare un altro meccanismo e stabilire che tali interventi sono di competenza della Regione, tentativo già esperito ma che venne respinto dal Governo.
Per il momento garantisco agli interpellanti che sono in corso l'accertamento dei danni e gli atti per avviare con rapidità il pagamento.
Purtroppo i giornali di questa mattina parlano di rischio di blocco degli interventi da parte degli istituti di credito finché non si risolvono le questioni aperte nel campo dell'agricoltura.
A fronte delle grandinate è stato avviato l'iter per assicurare nel tempo più breve possibile le previdenze attuali o quelle triplicate previste dalla legge nazionale che è già stata approvata dalla Camera e che era in attesa del voto del Senato, se non fosse intervenuta la crisi di Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Anche a nome dei colleghi Penasso e Fassio Ottaviano, mi dichiaro perplesso della risposta dell'Assessore. La mattina successiva alla grandinata del 27 maggio, come da protocollo, insieme con i colleghi presentavo questa interrogazione urgente e mi fa specie che l'Assessore l'abbia ricevuta solo ieri. Evidentemente la crisi delle poste nazionali colpisce anche la posta interna della Regione.
I tecnici dell'Ispettorato agrario su segnalazione immediata delle Amministrazioni comunali delle province di Torino e di Asti colpite dalla grandine, si sono recati sul posto per un sopralluogo, quindi spero che nell'incontro di lunedì possano fornire una relazione dettagliata dei danni.
Nel Comune di Baldissero Torinese, per esempio, il raccolto delle fragole è stato danneggiato al cento per cento. Invito l'Assessore a verificare attentamente le quote di percentuale indicate dai tecnici.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Ferro, Bruciamacchie, Revelli, inerente la raccolta dei tartufi


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione dei Consiglieri Ferro, Bruciamacchie Revelli, inerente la raccolta dei tartufi.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Posso informare gli interpellanti che il giorno 26 ultimo scorso presso l'Assessorato all'agricoltura ho presieduto alla prima riunione della Commissione apposita a suo tempo istituita con decreto del Presidente. Poiché sono sorti i soliti contrasti, ho incaricato tre tecnici di approfondire il problema e di presentare entro oggi una relazione. Oggi sentiremo il parere di tutti e, se sarà possibile riportarli ad una unica sintesi, tutto sarà risolto, altrimenti, confortati dalla relazione tecnica, rientreremo nell'alveo della legge, la quale stabilisce appunto che il Presidente convochi le organizzazioni, stabilisca una data che sia accettata da ambo le parti e, sulla base della relazione tecnica, assuma le sue decisioni con l'assistenza dell'Assessore competente. Definiremo così il calendario per la raccolta dei tartufi nella prossima campagna.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Prendo atto della risposta dell'Assessore. Sulla decisione che si assumerà c'è molta attesa nelle zone interessate, dal momento che le decisioni che sono state assunte negli anni passati hanno suscitato scontento e proteste.
Chiunque abbia un minimo d'esperienza tecnico-scientifica nel settore sa che i fioroni, per esempio, non devono essere raccolti in agosto, perch hanno scarso pregio sul piano commestibile è concorrono a rendere più ricca la tartufaia. Inoltre è risaputo che il magnatum meranosperum non è maturo ad agosto, e quindi la raccolta di quel mese oltre che rappresentare una vera e propria opera di bracconaggio, compromette la tartufaia, perché ne impoverisce il terreno delle spore.
Nella riunione di oggi, raccomanderei di tener salde queste convinzioni che non sono mie, ma degli esperti del settore.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione del Consigliere Chiabrando relativa al Museo dell'agricoltura


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Chiabrando relativa al Museo dell'agricoltura.
Risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore ai beni culturali

Mi riservo di fornire al Consigliere interrogante gli estremi analitici delle affermazioni che faccio. La deliberazione è stata onorata per il primo anno con l'erogazione di lire 10 milioni, non risultano ulteriori pagamenti negli anni successivi per quanto attiene quella deliberazione.
Risultano però negli anni 1979 e 1980 due contributi che sono stati erogati utilizzando i fondi legati alla legge 58 dell'Assessorato alla cultura rispettivamente di lire 20 e 25 milioni.
E' in corso una valutazione ulteriore. Posso assicurare che l'interesse per il Museo dell'agricoltura da parte dell'Assessorato alla cultura prescindendo dalla deliberazione in oggetto, è grande e che vi sono già stati incontri e valutazioni per caratterizzare correttamente l'iniziativa in campo museale utilizzando l'esperienza e il patrimonio di detto Museo.



PRESIDENTE

La parola al collega Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Questa interrogazione ha avuto una triste vicenda perché è arrivata prima all'Assessorato all'agricoltura e poi a quello all'istruzione. Tra l'altro a questa interrogazione si poteva dare risposta per iscritto quindi poteva essere risolta in via breve.
A parte la forma, insisterei sul merito. La deliberazione prevedeva tre diversi finanziamenti. La deliberazione era stata approvata all'unanimità quindi non ha dietro problemi di parte. Invito l'Assessore ad approfondire la natura delle erogazioni dei fondi perché se contributi sono stati dati successivamente erano a fronte di iniziative assunte da quella organizzazione.


Argomento: Personale del servizio sanitario - Formazione professionale

Interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Martinetti e Martini relativa al corso per qualificazione di ausiliari socio sanitari tenuto all'Ospedale Civile di Saluzzo


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Lombardi, Martinetti e Martini relativa al corso per qualificazione di ausiliari socio-sanitari tenuto all'Ospedale Civile di Saluzzo.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

L'interrogazione si riferisce all'istituzione di un corso di 270 ore per la qualificazione di ausiliari socio-sanitari.
E' convincimento dell'Assessorato alla sanità che la figura dell'ausiliario socio-sanitario, nel contesto dei principi della riforma sanitaria e nell'ottica dell'integrazione fra le aree della sanità, del sociale e dell'assistenziale, debba assumere una connotazione polivalente e che predominante debba essere la preparazione di carattere sociale.
Si ritiene cioè debba essere considerata l'esigenza di una operatività nuova degli ausiliari socio-sanitari da cui far discendere modelli nuovi di professionalità e quindi processi formativi che rendano questa figura capace di attuare in modo diretto e contribuendo in un rapporto organico con altre figure professionali, non solo interventi sugli effetti di una situazione, quanto sui processi produttori di effetti negativi.
Ciò comporta che tale figura professionale acquisisca gli strumenti operativi e metodologici che la rendano in grado di partecipare a pieno titolo, in stretta interrelazione con gli altri operatori all'identificazione delle relazioni che sussistono tra bisogni individuali e bisogni collettivi, tra particolare e generale, da cui possano discendere interventi multipli ed articolati nella direzione della riduzione dei fattori di rischio socio-sanitario e di emarginazione.
Evidentemente la figura dell'ausiliario socio-sanitario così caratterizzata costituisce un elemento di modificazione dell'attuale assetto dei servizi sanitari e, al loro interno, dell'organizzazione del lavoro, in quanto verrà ad assumere funzioni e ruoli marcatamente innovativi rispetto all'impiego che tradizionalmente è stato operato, nelle strutture ospedaliere, di tale figura.
Ne consegue, come già in precedenza accennato, che sarà necessaria la programmazione di corsi di qualificazione che perseguano le finalità e gli obiettivi di cui sopra.
Sulla definizione del grafico dell'ausiliario socio-sanitario e della conseguente programmazione di attività formative stanno lavorando gli Assessorati istruzione, assistenza, sanità.
Solo l'attuazione di tali programmi consentirà le procedure di inquadramento nella qualifica "ausiliario socio-sanitario specializzato" che, come già detto, è subordinata alla definizione del profilo professionale.
Pertanto, per le iniziative formative già avviate è allo studio dell'Assessorato alla sanità, la predisposizione di un programma di integrazione perché i programmi realizzati siano omogenei con gli orientamenti e le direttive che questo Assessorato emanerà in materia corrispondendo alle attese dei lavoratori che hanno partecipato a quelle iniziative formative citate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Ringrazio l'Assessore dell'esauriente risposta e lo invito a farmi la risposta scritta in modo da poter rassicurare i partecipanti ai corsi. La soluzione prospettata è condivisibile, quindi si tratterà di rassicurare gli interessati.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio relativa ai concorsi per veterinari


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio relativa ai concorsi per veterinari, risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

1) Da una verifica effettuata è risultato che nelle province di Asti Alessandria, Novara, Vercelli, Torino, non esistono procedure in atto per la copertura tramite concorso pubblico di posti di veterinario condotto ovvero che le relative procedure sono portate avanti con le modalità e nei tempi dovuti.
La situazione è effettivamente diversa per quanto attiene le procedure concorsuali riguardanti alcune condotte veterinarie della Provincia di Cuneo, e precisamente: a) procedura iniziata nell'anno 1973: ha subito rallentamenti nell'espletamento, sia a causa della mancanza di personale ed in modo particolare di personale amministrativo, sia per la necessità di attendere che diventasse operante la decisione del Comune di Trinità di sopprimere la condotta e di riunirla al Comune di Santalbano Stura. I posti di veterinario condotto di Cuneo e Trinità erano stati, infatti, banditi insieme ed il necessario stralcio di Trinità dal bando ha potuto essere fatto soltanto alcuni anni dopo l'emissione del bando stesso.
L'espletamento delle successive operazioni concorsuali portano alla convocazione dei candidati al posto di Cuneo, per le prove di esame ai primi di gennaio del 1979. Dette prove, essendo pressoché alla loro vigilia, stata pubblicata la legge 23 dicembre 1978, n. 833, vennero sospese in base al disposto dell'art. 47, quinto comma, lettera e) della legge stessa nelle more dell'emanazione della norma delegata che avrebbe dovuto disciplinare i concorsi riservati.
Sopravvenuta tale norma e bandito il concorso riservato che non comprendeva alcuna condotta di quelle ricomprese nel bando di pubblico concorso, quest'ultimo avrebbe dovuto effettivamente essere espletato.
b) Procedura iniziata nell'anno 1975: il concorso ai posti di veterinario di Frabosa Soprana, Magliano Alpi, Mango, Mombasiglio e Saluzzo, vacanti al 30/11/75 era prossimo all'espletamento: le procedure erano state completate e le prove d'esame, poi sospese per le ragioni di cui al punto precedente, erano previste subito dopo l'espletamento del concorso di Cuneo.
c) Procedura iniziata nell'anno 1976 e 1977: il concorso ai posti di Cervere, Montà e Verzuolo, vacanti al 30/11/1976, nonché il concorso ai posti di Busca, Carrù e Roccadebaldi, vacanti al 30/11/1977, erano avviati malgrado le difficoltà richiamate. Successivamente la procedura è stata fermata essendo stato accertato il diritto degli interni a beneficiare del concorso riservato previsto dal più volte citato art. 67/761.
Quest'ultima procedura, comprendente anche i posti di veterinario di Bossolasco, Cortemilia, Cossano Belbo, Garessio, Lagnasco, Paesana Peveragno, Polonghera, Pradleves, Prazzo, S. Michele Mondovì e Vinadio, è stata impugnata come è noto agli interroganti, presso il T.A.R.
Si precisa che per tutte le procedure è stato rivolto all'ufficio del veterinario Provinciale di Cuneo - cui compete l'istruttoria delle pratiche un invito a sollecitare l'adozione dei provvedimenti atti a perseguire la dovuta tempestiva conclusione della procedura.
2) I concorsi pubblici sono stati legittimamente sospesi in relazione al disposto dell'art. 47, punto 5 lettera e) della legge n. 833 e dell'art.
67 del citato D.P.R. 761 dovendosi procedere alla verifica degli aventi diritto ai concorsi riservati disciplinati da detta ultima norma dal momento che la stessa non faceva derivare alcuna conseguenza dal fatto che anteriormente al 20 dicembre 1979, fossero state attivate le procedure concorsuali pubbliche.
3) In relazione alla "sospensiva" disposta dal T.A.R. Piemonte nell'unico caso in cui il suddetto organo giurisdizionale è stato udito, si precisa che, l'ufficio del veterinario provinciale competente (Cuneo) d'intesa con l'ufficio legale della Regione sta valutando quale sia il comportamento più opportuno da porre in essere in accordo con specifico studio legale esterno stante l'importanza della questione, e ciò anche per le implicazioni che potrebbe avere verso le altre analoghe situazioni.
4) Si conferma che la Regione, in relazione alla consapevolezza degli effetti negativi dei ritardi, si è adoperata e continua ad adoperarsi perché le procedure concorsuali abbiano il più tempestivo svolgimento.
5) Il sopravvenuto superamento dei limiti di età per quanto concerne la partecipazione a concorsi pubblici già banditi, non ha alcuna rilevanza in quanto per l'ammissione agli stessi si fa riferimento, relativamente al suddetto requisito soggettivo, alla data di scadenza del termine per la presentazione delle domande.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Ringrazio l'Assessore per la risposta puntuale e molto approfondita e chiedo di averne una copia.
La situazione è così grave che ha messo in difficoltà tutto il sistema e sono sicuro che l'Assessore si adopererà per trovare delle soluzioni.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza del Consigliere Viglione inerente i progetti di bioingegneria del C.N.R.


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interpellanza del Consigliere Viglione inerente i progetti di bioingegneria del C.N.R.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

La Giunta regionale con propria deliberazione n. 84-6298 del 5 maggio 1981 ha provveduto ad integrare il finanziamento già assunto con la deliberazione n. 275-48947 del 22/4/1980 con un ulteriore stanziamento di L. 6.000.000, al fine di consentire una piena attuazione del programma precedentemente approvato.
In tal modo i risultati della ricerca C.N.R. sul "Progetto di interventi regionali nel settore della bioingegneria" vengono a trovare piena applicazione anche se in ritardo rispetto ai tempi previsti.
D'altra parte tale ritardo è stato determinato dalla necessità di rivedere le modalità di erogazione delle somme stanziate dalla Regione a copertura delle spese che verranno sostenute dai ricercatori, per adeguare dette modalità alle disposizioni vigenti.
Gli uffici regionali competenti hanno mantenuto costanti rapporti con i ricercatori del C.N.R. e del Politecnico, in modo particolare numerosi sono stati i contatti intrattenuti con l'Ingegnere Merletti, responsabile della ricerca, al fine di elaborare di comune intesa le lettera inviata al C.N.R.
in riscontro alla nota del 31/3/1981 cui fa riferimento l'interpellante e che pertanto ha così avuto puntuale ed esauriente riscontro.
Il corso di aggiornamento per tecnici ospedalieri già svolto nel passato anno ha consentito di coprire il fabbisogno di tutti gli Ospedali della Regione maggiormente forniti di strumentazione elettromedicale, col ché, considerato che non si è manifestata da parte dei presidi ospedalieri regionali alcuna richiesta di nuovi tecnici di strumentazione elettromedicale, non si è ravvisata la necessità di organizzare, per il momento, un nuovo corso di formazione.
Indubbiamente corsi di aggiornamento o di formazione di nuovi tecnici potranno essere organizzati allorquando se ne manifesterà la necessità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Mi sembra che la risposta alla nostra interrogazione sia interlocutoria se non negativa.
Per il passato vi sono stati determinati adempimenti. Si tratta di rendere sicura l'apparecchiatura di utilizzo nel campo sanitario ed ospedaliero. Proprio in questi giorni, il Paese ha verificato che l'intervento in situazioni di emergenza per la vita umana è carente.
La nostra interpellanza era diretta a rendere evidente il problema della sicurezza degli impianti che sono adibiti al servizio sanitario attraverso modelli di formazione del personale atti a garantire questo processo. La prima parte della risposta mi pare che corrisponda a questo obiettivo. Nella seconda parte ho ravvisato una certa incertezza in ordine ad eventuali decisioni per l'ulteriore formazione di personale. La risposta è soddisfacente solo in parte. Chiedo all'Assessore di fornirmi per iscritto il suo pensiero, talché io possa dichiararmi totalmente soddisfatto o meno.


Argomento:

Interpellanza del Consigliere Viglione inerente i progetti di bioingegneria del C.N.R.

Argomento:

Richiesta di risposta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Mi è stato riferito che la Giunta avrebbe la risposta a interrogazioni presentate da vecchia data. Il nostro Gruppo ha presentato un'interrogazione il 25 novembre 1980 in materia di urbanistica e ancora aspetta notizie.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Ne abbiamo in cantiere delle altre alle quali risponderemo prossimamente.


Argomento:

Richiesta di risposta ad interrogazioni

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo all'ordine del giorno: "Congedi".
Comunico che ha chiesto congedo il Consigliere Sanlorenzo.


Argomento:

b) Presentazione progetto di legge


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente progetto di legge: N. 103: "Orari-ferie e turni delle farmacie " presentato dalla Giunta regionale in data 10 giugno 1981.


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

c) Risultato referendum regionale consultivo del 17/5/1981


PRESIDENTE

Comunico il risultato concernente il referendum regionale consultivo del 17/5/1981 svoltosi nei Comuni di Ivrea e Romano Canavese (relativo alla separazione del nucleo abitato di Canton Moretti appartenente alla Frazione Cascine del Comune di Romano Canavese ed all'aggregazione al Comune di Ivrea secondo la nuova delimitazione proposta dai Consigli Comunali interessati): in base ai risultati della votazione il quesito sottoposto a referendum è stato dichiarato non accolto.


Argomento:

d) Deliberazioni assunte dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Rendo note le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 2 giugno 1981, in attuazione dell'art. 7, primo comma della legge regionale 6 novembre 1978, n. 65.
Seduta del 2 giugno 1981 116 - Deliberazione n. 51-3935 del 3.2.1981. Nomina altri docenti dei corsi di preparazione all'esame colloquio ai sensi art. 1 legge 3.6.1980 n.
243. Anno finanziario 1979 Cap. 10720.
Ferrero Giovanni 127 - Monografia sull'artigianato della stampa artistica in Piemonte.
Affidamento realizzazione stesura testi e disegni a Giani M. Impegno di spesa L. 5.600.000 (Cap. 5545/1981).
Ferrero Giovanni 149 - Attuazione della D.G.R. n. 399-29071 del 22 aprile 1980. Spesa L.
26.650.000, oneri fiscali inclusi (Cap. 2200/81) a saldo competenza Soricer.
Ferrero Giovanni 150 - Legge regionale 2.7.1976 n. 33. Liquidazione e pagamento gettoni di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria. Provincia di Vercelli - Anno 1980 - Art. 33 Legge regionale 17.10.1979 n. 60.
Ferrero Giovanni 162 - Ristrutturazione e restauro "ex Palazzo delle Feste" in Bardonecchia. Approvazione progetto per il rifacimento copertura corpo centrale e corpo levante. Strutture in cemento armato. Appalto delle opere e nomina direzione dei lavori (Ing. G. Barba Navaretti. Arch. P. Ceresa.
Arch. A. Gerbi). Spesa di L. 447.894.107 oneri fiscali compresi.
Ferrero Giovanni 169 - Liquidazione parcella al Dr. Arch. Cesare Volpiano relativa alla progettazione ed alla Direzione dei Lavori per l'arredo e le opere di finizione del posto di guardia, nonché per le opere di difesa e protezione dell'ingresso verso via Palazzo di Città nell'immobile di Piazza Castello n. 165 - Torino. Spesa di L. 5.619.182 oneri fiscali compresi di cui L.
3.596.861 già impegnati sul cap. 1060/80 e lire 2.022.321 da imputarsi al cap. 1060/81.
Testa Gianluigi 183 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR Piemonte ed affidamento incarico legale all'avv. Casavecchia. Ricorrente: Centro Medico Aras s.r.l. avverso deliberazione della Giunta regionale n. 2 del 3.12.1980. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
Testa Gianluigi 184 - Liquidazione onorari all'avv. M. Casavecchia a seguito di consulenza legale e assistenza in giudizio avanti il T.A.R. nella causa Vercelli Anna (Lire 734.745 sul Cap. 1080/81).
Testa Gianluigi 185 - Liquidazione onorari al Prof Avv. A. Comba a seguito di rappresentanza e consulenza nelle vertenze T.A.R. Peiretti, Soc. Cravetta Porro, Cambiano, Scaletti (L. 4.013.960 sul Cap. 1080/81).
Testa Gianluigi 186 - Parziale modifica delle deliberazioni della Giunta regionale relative alla liquidazione di onorari all'avv. G. Peverati.
Testa Gianluigi 221 - Adeguamento costo del servizio di analisi settoriale acquistato da Darabank s.p.a. in esecuzione della D.G.R. n. 69-16527 del 3.10.1978.
Spesa di L. 7.168.147 Cap. 2250 bilancio 1981.
Sanlorenzo Dino Le comunicazioni sono così esaurite.


Argomento: Rapporti con altre Regioni - Rapporti Regioni - Governo

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

Mi ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, Signori Consiglieri, faccio due comunicazioni di grande rilevanza.
Il giorno 17 giugno si è svolto a Roma presso Palazzo Madama, un incontro tra una rappresentanza dei Presidenti delle Regioni e la Commissione Affari Costituzionali del Senato sul problema dei Decreti Legge 246 e 248.
La delegazione dei Presidenti composta dal sottoscritto, dal Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Comelli, dal Presidente della Lombardia Guzzetti, dal Presidente della Liguria Persico, ha sottolineato gli aspetti specifici di incostituzionalità dei due decreti legge e l'attacco in generale alle disposizioni costituzionali sul ruolo dell'Istituto regionale.
In particolare sul D.L. 246 che riduce al 18% la percentuale di incremento del fondo comune di cui all'art. 8 della legge 281/70, cioè al fondo disponibile delle Regioni, è stato sottolineato il contrasto con l'art. 119 della Costituzione che assicura alle Regioni un'autonomia finanziaria nelle forme e nei limiti stabiliti dalle Leggi della Repubblica e tributi propri o quote di tributi erariali in relazione ai bisogni di istituto. Quote che evidentemente non possono essere modificate nel corso dell'anno e nel vigore di una legge, la 281, che ha ispirato anche la predisposizione dei bilanci di previsione.
Inoltre le leggi di bilancio per molte Regioni sono state già approvate e pertanto, ove il D.L. fosse convertito, si determinerebbe un contrasto tra le leggi regionali a tutti gli effetti vigenti e la legge dello Stato.
A questo va ancora aggiunta una disparità nei confronti di quelle Regioni che non hanno approvato ancora il loro bilancio e che sarebbero quindi costrette, nell'attuale situazione, ad adeguarsi alla normativa statale.
Per quanto attiene il D.L. 248, che prevede che in caso di disavanzo delle Unità Sanitarie Locali, lo stesso è ripianato mediante riduzione della quota spettante alle Regioni interessate a valere sul fondo comune di cui all'art. 8 della legge 281, l'incostituzionalità appare altrettanto evidente.
In questo caso va infatti ulteriormente considerato che la spesa sanitaria è soddisfatta attraverso un proprio fondo; che non esiste un rapporto di sovraordinazione delle Regioni nei confronti delle Unità Sanitarie Locali, ma che le Regioni hanno, come è noto, solo compiti di programmazione e di legislazione e che nell'ambito delle linee regionali le Unità Sanitarie Locali hanno piena autonomia, che infine gli strumenti che le Regioni possono predisporre in base al D.L., in realtà non consentono una reale possibilità di contenimento della spesa.
La situazione è tanto più grave ove si consideri che per effetto dell'inflazione e dei disavanzi che alcune Regioni hanno evidenziato rispetto alla gestione della spesa sanitaria, il fondo sanitario è sicuramente insufficiente Pertanto si tratterà semmai di individuare gli strumenti per ridurre la spesa sanitaria o renderla adeguata alle esigenze attuali, ma questo non può avvenire attraverso la penalizzazione del fondo comune delle Regioni unico strumento reale della loro autonomia e delle loro scelte politiche.
La Commissione affari costituzionali presieduta dal Senatore Murmura presenti tra gli altri il Senatore Bonifacio e il Senatore Modica e Barca è apparsa estremamente interessata alle problematiche esposte ed ha richiesto alle Regioni copia dei ricorsi alla Corte Costituzionale avanzati contro i Disegni di legge e contro altri provvedimenti, recependo la preoccupazione di un attacco costituzionale in senso complessivo all'Istituto regionale.
I Presidenti si sono impegnati a trasmettere copia delle memorie depositate per un più completo esame della situazione.
Con l'occasione preciso che nella seduta del 16 u.s. anche la Giunta regionale del Piemonte ha ricorso alla Corte Costituzionale contro i D.L.
Il giorno 12.6 u.s. una delegazione composta dal sottoscritto dall'Assessore Cerutti, dal Vice Presidente del Consiglio Picco dall'Assessore Alfieri del Comune di Torino, dal Presidente della Camera di Commercio Salza, dal Presidente della Sagat ing. Parenti e dai funzionari regionali Dr. Clemente e Dottoressa Tasselli, si è incontrata con il Presidente dell'Alitalia Nordio, con l'Amministratore delegato Maspes, con il Direttore della programmazione Dal Pezzo e con il Direttore della programmazione internazionale Ganci, per la soluzione del problema relativo ai collegamenti europei dell'Aeroporto di Caselle.
L'incontro ha fatto seguito ad uno precedente tenuto da una delegazione di questa Giunta guidata dal sottoscritto il 25 marzo, ad un successivo approfondimento in sede tecnica e ad uno scambio di corrispondenza avuta con l'Alitalia per un sondaggio sulla situazione su mandato al sottoscritto del Ministro ai trasporti Formica, per ottenere i collegamenti aerei tra Caselle - Barcellona - Bruxelles Zurigo e Ginevra.
Nel corso della riunione nella quale la delegazione piemontese ha ribadito la necessità per l'economia ed il turismo della nostra Regione dei collegamenti richiesti, si è concordato su una ipotesi di collegamento offerta dall'Alitalia, per numero tre frequenze settimanali sul volo Torino Barcellona e due frequenze sul Torino-Bruxelles, con accollo sino al 50 delle eventuali perdite da parte degli Enti locali.
E' ovvio che a nostro giudizio, tenuto anche conto del traffico passeggeri su altri aeroporti, delle valutazioni delle forze economiche nonché delle pressioni pervenute da parte della Comunità piemontese, non dovrebbe registrarsi alcun passivo.
L'avvio dei collegamenti dovrebbe iniziare sperimentalmente in autunno per arrivare a regime ai primi mesi del prossimo anno.
Per quanto attiene ai voli di collegamento con la Svizzera, nel riconfermare l'esigenza della comunità piemontese ai collegamenti per i quali si era dichiarata disponibile la Società svizzera Crossair, si è concordato di attendere un prossimo incontro che l'Alitalia dovrà avere con la Compagnia di bandiera svizzera, per un accordo complessivo che consenta l'attivazione dei voli.
Pertanto il problema potrà essere definito nella seconda metà di luglio.



PRESIDENTE

La parola al collega Picco.



PICCO Giovanni

Intervengo sulle comunicazioni del Presidente Enrietti per quanto si riferisce all'incontro di Roma relativo ai collegamenti internazionali.
Esprimiamo soddisfazione per i risultati raggiunti e sottolineiamo come questi siano conseguenti ad una modificazione di atteggiamento da parte della Giunta regionale nel considerare la politica di programmazione e di incentivazione dei traffici per sostenere la fase delicata nella quale sta guadando l'economia piemontese.
Vogliamo però sottolineare come nel corso dell'incontro siano riemerse le negative valutazioni che la stessa compagnia di bandiera fece a suo tempo sulle scelte della Giunta regionale del Piemonte in ordine all'aeroporto di Caselle.
L'aver sostenuto in polemica con quanto sostenevano altre forze politiche che l'aeroporto di Caselle dovesse avere limitati collegamenti internazionali, ha portato la stessa Compagnia di bandiera in collegamento con le possibilità e l'operatività di altre compagnie estere ad una programmazione complessiva che relegava l'aeroporto ad un ruolo che non corrisponde alle nostre esigenze di sviluppo economico e sociale.
E necessario che scelte sbagliate del passato, in polemica o meno con scelte antecedenti, debbano essere realisticamente riviste. La scelta relativa ad un certo ruolo di Caselle, seppur giustificata nel contenimento degli investimenti, di fatto ha prodotto effetti negativi anche sulla programmazione degli investimenti dei traffici. Comunque il nostro aeroporto, quand'anche si attivino sperimentalmente e speriamo definitivamente tali collegamenti, è complessivamente inadeguato ad affrontare ulteriori ruoli di traffici internazionali. Il riscontro maggiore credo che lo si debba dare su un settore, sul quale nel passato sono stati fatti degli investimenti, cioè quello della stazione merci e del traffico merci.
Riteniamo che questo problema debba essere visto nella sua unitarietà non separando il traffico passeggeri dal traffico merci, con una visione della funzionalità della società di gestione dell'aeroporto che non sia gretta valutazione dell'economicità o delle economie che si possono realizzare su questo esercizio, quando piuttosto con una visione di prospettiva che incentivi i traffici, i collegamenti, anche a terra.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 55: "Costituzione dell'Istituto Cartografico regionale"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n. 55: 'Costituzione dell'Istituto Cartografico regionale' ".
Chiede di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Il disegno di legge n. 55 inerente alla "costituzione dell'Istituto Cartografico" mi è pervenuto senza relazione. Se debbo ascrivere questo a disordine mio faccio pubblica ammenda e mi assumo la colpa, se invece la relazione non è stata consegnata non rispettando il nostro regolamento chiedo al Presidente del Consiglio regionale se ritenga corretto questo modo di procedere.



PRESIDENTE

Collega Paganelli, neppure io sono in possesso della relazione alla quale lei accenna.
Il Consigliere Astengo, Presidente della Commissione, ci darà una spiegazione.



ASTENGO Giovanni

Per la verità il disegno di legge era inizialmente accompagnato dalla relazione. La relazione ha poi subito dei ritocchi susseguenti ai rilievi fatti durante i lavori della Commissione. L'ho tenuta in borsa per distrazione e non l'ho consegnata ritenendo di poterla leggere questa mattina.
Decida il Presidente se questo penalizza la prosecuzione dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Chiediamo il rigido rispetto del Regolamento, quindi il rinvio della discussione.



PRESIDENTE

E' vero che questo disegno di legge è stato consegnato da tre settimane però l'ultimo comma dell'art. 32 del Regolamento stabilisce: "Le relazioni delle Commissioni al Consiglio sono distribuite almeno 24 ore prima che si apra la discussione, tranne che il Consiglio non ne autorizzi ugualmente il suo esame".
Chiede di intervenire il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Occorre distinguere: vi è una relazione che accompagna il progetto o il disegno di legge ed una relazione del relatore allo stesso disegno di legge, sono due momenti distinti: l'uno è la relazione, a cui fa riferimento il Regolamento, che deve essere distribuita con gli atti 24 ore prima della seduta del Consiglio, l'altra è la relazione del relatore che può essere fatta oralmente o per iscritto. In Consiglio abbiamo sempre accolto il principio che la relazione possa essere scritta o orale. Questo principio oggi viene messo in discussione. Se viene messo in discussione occorre risolvere il problema una volta per tutte. Questo disegno di legge è all'ordine del giorno da tre settimane ed è già stato consegnato a tutti i Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore agli enti strumentali

Il Consiglio decida se discutere o meno la legge sulla semplice relazione verbale. E' però importante che il Consiglio prenda coscienza che con questa legge si intende costruire la struttura che dovrà gestire l'operazione avviata di costituzione del Cartografico.
Il problema formale del Regolamento va valutato sulla base della sostanza. Questa legge sarebbe operante da un anno se il Commissario di Governo non l'avesse rinviata, il Consiglio regionale valuti il problema di sostanza più che il problema formale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

D'intesa comune, di volta in volta, abbiamo scelto la strada della relazione scritta o quella della relazione verbale. E' chiaro che se si determina l'applicazione rigorosa del Regolamento, questo deve valere d'ora in poi. Questo però va commisurato all'importanza del provvedimento ed alla sua utilità. Si può accogliere il suggerimento che viene dai Gruppi della Democrazia Cristiana e del Partito Liberale senza fossilizzarsi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Ho sentito dire che il merito dovrebbe fare premio sulla forma, però se il merito era di tanta e tale importanza ed urgenza, mi stupisce che non ci si sia fatti carico di dare la relazione ai Consiglieri i quali devono appunto meditare su leggi la cui spesa non è di poco conto.
E' vero che il Consiglio spesso si è avvalso della deroga e ha accettato la relazione orale. Bisogna però vedere per quali disegni di legge ci si è avvalsi della relazione orale. Se un provvedimento merita un approfondimento, la relazione deve essere consegnata, a tempo debito: questo è un principio dal quale in questa occasione e nelle successive non derogheremo.
Per quanto riguarda questa discussione decida la maggioranza. Ogni Gruppo prenderà le sue determinazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Richiamo l'attenzione dei colleghi sul carattere interpretativo dell'ultimo comma dell'art. 32 del Regolamento.
In primo luogo il comma va corretto perlomeno per rispetto della lingua italiana. E' scritto: "Le relazioni delle Commissioni del Consiglio sono distribuite ..., almeno 24 ore prima che si apra la discussione, tranne che il Consiglio non autorizzi egualmente il 'suo' esame". Per lo meno si corregga con "il loro esame".
Peraltro soggetto di questa frase sono "le relazioni", quindi le relazioni debbono esserci e pertanto debbono essere scritte e depositate agli atti all'apertura del dibattito. Pertanto l'interpretazione della relazione orale è del tutto arbitraria. Il concetto di relazione orale nel Regolamento non esiste, quindi non utilizziamo termini impropri. Si tratta di valutare se le motivazioni che la Commissione adduce al deposito ritardato siano accoglibili dal Consiglio.



PRESIDENTE

Al primo comma dell'art. 26 si stabilisce: "Su autorizzazione del Consiglio la relazione può essere orale".
A questo punto convoco i Capigruppo per trarne una conclusione.



(La seduta, sospesa alle ore 11,30 riprende alle ore 11,55)



PRESIDENTE

La seduta riprende. I Capigruppo hanno deciso di svolgere in mattinata la relazione del disegno di legge 55 e di rimandare la discussione alla prossima seduta.
La parola al Presidente della Commissione II, Consigliere Astengo.



ASTENGO Giovanni, relatore

I motivi ispiratori e la stessa genesi della legge oggi sottoposta all'esame del Consiglio regionale traggono origine da un disegno complessivo di cui è necessario dar conto, almeno nei suoi atti fondamentali, che era teso a consentire la formazione, all'interno del sistema informativo regionale, di uno specifico sistema cartografico, in grado di fornire un'adeguata ed omogenea base conoscitiva del territorio indispensabile per attuare un serio processo di pianificazione.
L'emergere di questa esigenza portava, già nel dicembre del '75 (9.12.1975) alla costituzione di una Commissione di lavoro coordinata dal Prof. Abbate con il compito di effettuare uno studio sulla situazione esistente, avanzando proposte ed ipotesi di lavoro. L'indagine evidenzi che la stragrande maggioranza dei documenti cartografici esistenti era, per l'assoluta inadeguatezza tecnica degli stessi, oltre che per la loro eterogeneità e disorganicità, assolutamente inidonea a costituire un supporto conoscitivo valido per la realizzazione della politica di pianificazione.
Si poneva, quindi, l'esigenza di avviare la costruzione di una nuova cartografia di base omogenea unificata, coerentemente finalizzata, perci continuamente aggiornabile e capace, quindi, di fornire informazioni scientificamente corrette.
La risposta a questi problemi venne data con la legge n. 48 del 12.10.1977 significativamente intitolata : "Formazione della cartografia regionale di base" In cui, accanto ad una definizione puntuale e specifica degli obiettivi che si intendevano raggiungere, venivano indicati i modi attraverso cui conseguirli; veniva ad essere definito il quadro generale di riferimento e di indirizzo entro cui attivare le successive iniziative di carattere operativo. Tali iniziative, se da un lato dovevano avere immediata operatività quali soluzioni tampone per rispondere alle esigenze degli Enti locali, impegnati in un generale processo di revisione degli strumenti urbanistici, dall'altro tendevano invece a definire, in tempi brevi, un programma operativo per la realizzazione del sistema cartografico.
I tempi di compimento di tali operazioni furono relativamente brevi: il programma di primo intervento, approvato dalla Giunta regionale il 13.12.1977, ricevette il parere favorevole della Commissione consiliare in data 12.1.1978 e fu successivamente integrato, previa diffusione in Consiglio regionale, il 16.11.1978; il progetto del sistema cartografico fu approvato dalla Giunta regionale il 13.12.1979 e dal Consiglio regionale in data 23.4.1980.
Il progetto generale del sistema cartografico, frutto del lavoro della Commissione Cartografica regionale, costituiva quindi lo strumento tecnico attraverso cui, mentre veniva data organicità ed unitarietà sia alle iniziative già in corso sia a quelle che, sulla sua base, dovevano decollare, veniva definita, in modo esplicito e certo, la domanda cartografica presente nella Regione, riferita sia agli Assessorati che agli Enti locali. Definita la domanda complessiva venivano fissati i modi, i mezzi e i tempi per soddisfarla; venivano così stabilite le caratteristiche essenziali dei vari tipi di carte tecniche, ai vari livelli di rappresentazione del territorio ed il quadro delle principali carte tematiche.
Nel progetto venivano analizzati i modi per produrre le carte e per consentirne il continuo aggiornamento; avendo stimato in modo sufficientemente certo la domanda, sia in termini di quantità che di qualità, fu accertata l'impossibilità, anche materiale, di affidare alle aziende private del settore la produzione totale della cartografia necessaria.
Venne così prevista, quale condizione necessaria per la realizzazione del programma, una soluzione mista, che affidava solo una parte (dal 30% al 50%) della realizzazione della cartografia di base alle ditte private e la restante parte ad una struttura pubblica da costituire: il Laboratorio Cartografico regionale. Peraltro la presenza di una struttura pubblica garantiva una guida certa, capace, anche dal punto di vista tecnico, di indirizzare l'intera produzione, rendendola omogenea, di sperimentare le metodologie di produzione più adeguate, di procedere in modo globale alle attività di archiviazione e successiva elaborazione dei dati cartografici consentendo un aggiornamento continuo dei materiali prodotti ed, in definitiva, la garanzia della loro idoneità a costituire strumenti scientificamente corretti per la conoscenza approfondita della realtà territoriale.
Il problema della gestione di una struttura avente compiti così complessi e specialistici, sia per il grado di sofisticazione delle attrezzature e degli impianti necessari, sia, correlativamente, per il grado di alta specializzazione del personale ad essi addetto, doveva essere affrontato garantendo la massima flessibilità, operatività ed efficienza.
Per conseguire questi risultati si ritenne necessario proporre la costituzione di una S.p.A. a prevalente partecipazione regionale.
E' dunque una politica complessiva di settore, articolata in indagini conoscitive, leggi, atti normativi, studi e ricerche, da una, politica che ha trovato una precisa collocazione nell'ambito del Piano di sviluppo '77 '80 come parte e tassello della generale scelta pianificatoria operata dalla Regione, che discende, come atto conseguente, la legge che il Consiglio è oggi chiamato ad esaminare, relativa alla creazione dell'Istituto Cartografico regionale.
Prima di illustrare questa proposta legislativa mi pare, per opportuno ricordare che l'attività della Regione Piemonte, nel settore della cartografia, non è un fatto isolato nel panorama delle iniziative delle Regioni, ma è, invece, parte di un più generale impegno, comune alle Regioni, derivante dalla consapevolezza che, ai fini dell'efficienza e dell'efficacia di un'azione di governo del territorio, ha una particolare rilevanza la disponibilità di adeguati strumenti di conoscenza del territorio stesso e di analisi ed interpretazione dei processi di trasformazione che lo investono.
E' sulla base di questa consapevolezza che le Regioni attivarono una serie di iniziative sfociate nella costituzione di un centro interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti alle informazioni territoriali "al fine di delineare una strategia unitaria e di definire norme di comportamento comune con particolare riferimento alla programmazione della produzione cartografica, alla sperimentazione di nuove tecniche, alla disciplina dei lavori e dei collaudi". (Così articolo 2 Finalità del Centro Interregionale).
E', dunque, in questa azione complessiva, che trae origine e ragione dalle attribuzioni legislative ed amministrative conferite alle Regioni in materia di tutela e di uso del territorio, che la Regione Piemonte è pienamente inserita sia per aver saputo dotarsi di chiari strumenti normativi, sia perché, attraverso questi, ha individuato e creato strutture operative per raggiungere, in tempi definiti, gli obiettivi che si era assegnata.
Lo stato di attuazione di queste strutture, e almeno di una consistente parte di esse, inteso come predisposizione e sistemazione, anche fisica dei mezzi e degli strumenti è, ad oggi, praticamente realizzata. Sono in corso infatti, e saranno ultimate entro il mese di luglio le operazioni di collaudo di tutte le apparecchiature e, per quella data, saranno anche completate le ultime strutture tecnologiche (cabina autonoma per la fornitura di energia elettrica, impianto di condizionamento dell'aria) necessarie per il funzionamento a regime del Laboratorio cartografico.
In complesso, gli investimenti effettuati dalla Regione per l'acquisto e l'installazione delle attrezzature ubicate al B.I.T. ammontano complessivamente a L. 2,5 miliardi.
L'ormai avvenuto completamento materiale del Laboratorio, impone quindi, con particolare urgenza di avviare l'attività del Laboratorio cartografico; la legge che oggi il Consiglio regionale è chiamato a discutere ed approvare è il necessario presupposto di tale attività. Già presentata dalla Giunta regionale in data 11/6/1979 la legge, istitutiva dell'Istituto cartografico regionale, approvata dalla Commissione competente in data 2/4/1980, era stata approvata dal Consiglio 23/4/1980.
Il Governo nel rinviare la legge rilevò l'esistenza di alcuni problemi che per il sopravvenire delle elezioni amministrative non poterono essere risolti con gli opportuni emendamenti al testo.
La legge è stata quindi ripresentata. La stesura attuale, approvata dalla Giunta in data 4/2/1981, e dalle Commissioni Consiliari competenti in data 6/5/1981, consente di superare le osservazioni già formulate. Il testo che viene presentato recepisce, infatti i rilievi formulati dal Governo al testo già votato in quest'aula, inserendoli in modo organico nel complesso della legge, che viene quindi migliorata anche da un punto di vista formale.
In particolare si è provveduto ad eliminare completamente la normativa relativa al regime provvisorio, a meglio definire il rapporto tra l'attività dell'istituto ed il quadro complessivo della programmazione regionale, a meglio specificare i rapporti tra Regione ed Istituto, ad eliminare il finanziamento ordinario annuale, ancorando le eventuali erogazioni finanziarie della Regione all'Istituto a specifiche commesse di lavori predeterminati dai programmi annuali.
La legge così come ora si presenta provvede innanzitutto ad inquadrare l'attività di produzione cartografica all'interno del più complessivo sistema informativo regionale (art. 1) ed a coordinarla con Enti già esistenti che di questo stesso sistema, per ambiti di lavoro settoriale definiti, sono già parte proficuamente operante (art. 2).
Ribaditi i fini generali dell'attività di carattere cartografico, con il richiamo all'art. 1 della legge n. 48/77 che esplicitamente e compiutamente li definisce, ed inquadrandoli nell'ambito delle scelte complessive della Regione (il Piano regionale di sviluppo) e della legge organica per la tutela e l'uso del territorio n. 56/77 (che costituisce il punto di riferimento necessario di ogni iniziativa regionale avente attinenza con le problematiche relative alla gestione del territorio stesso), l'art. 3 del d.d.l. oggi presentato, determina come modi necessari per realizzare tali finalità: l'individuazione degli obiettivi specifici del sistema informativo territoriale, la predisposizione della necessaria dotazione strumentale, la costituzione di una azienda che, creata sulla base dell'art. 72 dello Statuto, sia in grado di costituire il braccio operante della Regione nel settore.
Lo stesso art. 3 ribadisce (nel secondo comma) l'esigenza che il complesso delle attività relative alle informazioni cartografiche sia dalla Regione messo in relazione con quello delle altre Regioni, dello Stato e di altri soggetti (quali I.G.M., C.S.I. e banche dati dei grandi Comuni) operanti nel settore.
L'art. 4 individua la forma giuridica della struttura aziendale in una S.p.A. denominata Istituto cartografico regionale a prevalente partecipazione regionale, cui potranno associarsi una serie di operatori: Enti pubblici territoriali e locali, Enti pubblici economici, Società pubbliche e private e Aziende di credito operanti nella Regione; non soltanto, quindi, operatori istituzionali, ma anche soggetti diversi la cui presenza, significativamente prevista dalla legge potrà, tra l'altro garantire che l'attività dell'Istituto cartografico regionale si svolga secondo criteri di economicità di gestione e di produttività.
Con lo stesso articolo l'attività dell'Istituto cartografico regionale viene descritta e precisata quanto a soggetti fruitori, a modalità ed a caratteristiche di realizzazione per quanto attiene ai suoi aspetti necessari ed istituzionali, prevedendosi inoltre, all'ultimo comma, la possibilità, per l'Istituto cartografico regionale stesso di "assumere ...
commesse di lavoro da parte di altri Enti pubblici o privati". Tale possibilità, che deve comunque esplicarsi nell'ambito delle finalità generali di cui all'art. 3, è conseguente alla forma di gestione scelta dall'Istituto cartografico regionale, alle caratteristiche di economicità di gestione, già richiamate, che da questa naturalmente discendono, alle potenzialità, infine, che la struttura creata per l'altissima qualità dei macchinari e delle attrezzature di cui è dotata, possa divenire fornitrice di servizi aggiuntivi purché evidentemente compatibili con gli scopi per cui è stata ideata.
L'utilizzo di strumenti scientificamente assai avanzati impone la presenza di personale altamente specializzato, la cui formazione dovrà essere direttamente curata, o comunque promossa, dallo stesso istituto cartografico regionale che, per far fronte ai propri compiti, potrà, ai sensi dell'art. 5, anche ricorrere ad Enti, Società pubbliche o private o assumere partecipazioni; viene quindi assicurata, in sostanza, all'Istituto snellezza ed agilità operativa, pur sottoposta alla necessaria azione di verifica da parte della Regione.
Normative specifiche sono dettate, all'art. 6, per quanto attiene al capitale sociale ed alla presenza in esso, sempre maggioritaria, della Regione e inoltre alla possibilità di emissione, da parte dell'Istituto cartografico regionale (ex art. 7) di titoli obbligazionari garantiti dalla Regione stessa.
L'attività di controllo e di indirizzo da parte della Regione nei riguardi dell'Istituto cartografico regionale viene formalizzata, ex art.
8, nell'obbligo di presentazione annuale oltre che del bilancio, di una documentata relazione sull'attività svolta mentre, quanto alle prospettive future, l'Istituto dovrà presentare ogni anno, oltre al programma delle attività previste una relazione sugli sviluppi del sistema cartografico regionale che potrà consentire di valutarne lo stato e le prospettive di attuazione, anche nei tempi, rispetto alla previsione generale contenuta nel progetto del sistema cartografico regionale.
Alla snellezza ed agilità operativa riconosciuta alla Società si accompagna, perciò, la predisposizione di adeguati strumenti capaci di consentire un controllo effettivo sulla congruità dei risultati rispetto ai progetti enunciati.
Con l'art. 9 vengono individuate le modalità per la nomina, da parte della Regione dei propri rappresentanti nel Consiglio di Amministrazione e nel Collegio Sindacale, nonché quella dei Presidenti dei due organi, mentre con l'art.12 vengono definite le modalità di affidamento(e di eventuale integrazione) sia dei locali che delle attrezzature del laboratorio alla S.p.A. Quanto alle erogazioni finanziarie a carico della Regione, l'art. 11 dispone che, per gli oneri di impianto e le spese connesse all'attività dell'istituto si provvede con la quota di capitale azionario sottoscritto (che, ai sensi dell'art. 13, è inizialmente di 500 milioni) e con il finanziamento di commesse o di progetti speciali finalizzati (che, ai sensi dell'art. 13, ammontano, per il 1981, a 200 milioni) relativi alla fornitura di carte tecniche di base, di carte tematiche e di operazioni di manipolazione dei dati cartografici a mezzo dei sistemi interattivi di cui è dotato il Laboratorio, che verrà gestito dalla S.p.A.
E' certamente necessario, a questo riguardo, rilevare l'esigenza che quanto meno le commesse regionali siano programmate in un piano a lungo termine e non affidate ad episodici stanziamenti annuali, infatti esse dovrebbero costituire le tranches attuative degli obiettivi istituzionali prefissati (e contenuti esplicitamente nell'art. 4) dando all'Istituto garanzia di organicità e tranquillità operativa ed alla Regione sicurezza dei tempi di attuazione degli obiettivi fissati.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Enti strumentali

Esame progetto di legge n. 88: "Aumento di capitale della Promark S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n. 88 'Aumento di capitale della Promark S.p.A.' ".
La parola al relatore Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo, relatore

Signori Consiglieri, la Giunta regionale ha predisposto questo disegno di legge, che ha come scopo e come proposta l'aumento di capitale della società Promark da 300 milioni a circa 500 milioni.
Il disegno di legge è stato oggetto di attenta valutazione. Vorrei introdurre alcuni argomenti emersi nel corso del suo esame. Alcune forze politiche hanno fatto presente la necessità di un incontro in sede di Commissione con la Promark per meglio precisare gli scopi dell'aumento di capitale, l'attività futura della società ed ogni elemento atto a mettere i Gruppi politici in condizione di poter dare un contributo.
Le varie parti politiche presenti in Commissione hanno approvato, sia pure in modo diversificato, il disegno di legge che la Giunta ha predisposto. La Regione sottoscrive n. 13.000 nuove azioni nominali di lire 6 mila, quindi opera pro quota l'aumento del capitale, autorizzando la Giunta regionale ad assumere anche quella parte dell'aumento di capitale spettante agli altri azionisti in causa nella Promark che risultassero inoptati. Questo vuol dire fiducia nell'azione condotta dalla Promark e vuol dire un maggior peso della Regione nella società.
Proponiamo al Consiglio regionale di votare favorevolmente questo disegno di legge, di aprire in sede di Commissione una serie di incontri con i dirigenti della Promark per definire il programma futuro della società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Il collega Viglione ha presentato il disegno di legge n. 55 in modo rapido ma conciso sottolineando la "grande fiducia" della Regione Piemonte nella Promark. Questa fiducia forse è minore da parte degli altri partners.
Come profano e come Consigliere democristiano che vuole andare con i piedi di piombo, voglio capire il senso di questo discorso prima di esprimermi su questo disegno di legge a nome del mio Gruppo.
Ci pare scorretto e poco chiaro proporre al Consiglio regionale un disegno di legge che prevede la sottoscrizione di nuove azioni, senza fornire sufficienti elementi di giudizio per poter esprimere la nostra posizione. Il Presidente della Promark, appena venne nominato, fornì alla I Commissione una relazione piena di buona volontà, ma priva della minima certezza sulle linee che la società intendeva perseguire nella promozione dei prodotti piemontesi. Capimmo in quel momento la difficoltà che poteva avere un Presidente appena nominato a proporre le linee di intervento perché ancora non aveva avuto modo di definirle a distanza di tre mesi.
Oggi, a distanza di tre mesi, il Presidente della Promark deve essere in grado di fornire una relazione in vista di un confronto all'interno del Consiglio sulle ipotesi di lavoro. La Promark si interessa di promozione dei vini piemontesi in Italia e nel mondo, si interessa parzialmente di artigianato piemontese, organizza Sport Uomo e ipotizza di occuparsi di attività promozionali di accessori per auto. Mi scappa da ridere. Con forza chiediamo la sospensione di questo provvedimento e la Presentazione alle forze politiche di una relazione sulle ipotesi di sviluppo della società.
Manca poi un accordo con la Camera di Commercio, con l'Ice e con l'Esap. In sede di I Commissione abbiamo espresso queste preoccupazioni malgrado il provvedimento sia passato in gran fretta. Spesso siamo sollecitati a votare con urgenza e noi siamo disponibili a dare il nostro contributo perché i disegni di legge diventino legge, ma non approviamo un meccanismo così accelerato da non consentire un esame approfondito dei provvedimenti. Rinnoviamo la richiesta fatta più volte di un confronto approfondito sulle linee operative degli Enti strumentali, in particolare chiediamo che il provvedimento sulla Promark sia rinviato. In caso contrario daremo voto sfavorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, concordo con quanto detto dal Consigliere Carletto, nel senso che non siamo in grado di valutare l'opportunità o meno, di aderire alla sottoscrizione dell'aumento di capitale, perché manca una relazione del Presidente della Promark e perch la situazione attuale della società non ci è stata sufficientemente prospettata dal relatore. E conoscere le prospettive della Promark è tanto più necessario in quanto nel corso dell'assemblea tenutasi il 27 giugno 1980, si è preso atto di una perdita di 192 milioni per far fronte alla quale sì è dovuto ridurre il capitale sociale da 500 a 300 milioni decurtando il valore nominale di ogni azione da 10 a 6 mila lire. Ma a parte questa considerazione di fondo, ritengo che il disegno di legge sia carente in quanto, pur divenendo la Regione (in seguito alla sottoscrizione di nuove azioni) azionista di maggioranza non si prevedono - ciononostante quei controlli previsti dallo Statuto per gli Enti strumentali. Per l'ipotesi in cui la discussione sul d.d.l. prosegua fino alla votazione, è stato da me presentato un emendamento che trascrive le disposizioni di controllo che sono previste per la Finpiemonte e per gli altri Enti strumentali nei quali la Regione ha il pacchetto di maggioranza. (E sul fatto che la Regione diventi nella Promark un azionista di maggioranza non sussistono dubbi, perché già nel corso dell'assemblea del 10 dicembre 1980 si è aumentato il numero dei Consiglieri di amministrazione a 15, nove dei quali sono stati già designati dalla Regione, previa approvazione del Consiglio).
Pertanto se la Regione ha ed avrà nel Consiglio di amministrazione della Promark - n. 9 rappresentanti su 15 - ben potrà pretendere l'attuazione dei controlli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho sentito gli interventi e la relazione sin qui svolti e, anche se questo provvedimento è meramente tecnico, credo meriti qualche considerazione generale.
Che cosa sono gli Enti strumentali o le società per azioni creati negli ultimi anni dalla Regione? In quale disegno si inseriscono? Ci sono molti sospetti. Qualcuno può vedere che la costruzione di questi Enti intesi come esplicazione dell'incontro di qualche punto della Regione con la società regionale, imprenditori, operatori economici operatori sociali, possa implicare un rimescolamento delle carte nella distribuzione del potere reale, di come vive e si esplica la vita sociale nella nostra Regione e possa implicare un attacco ad altre istituzioni consolidate, quali le Camere di Commercio o altri Enti (anche se il bisogno di riforma, di ridefinizione è presente in tutte le forze politiche).
Le società per azioni hanno una loro natura e una loro caratteristica e sono state fatte proprio per rendere più agevoli le forme di incontro tra pubblico e privato. Non debbono risolvere i problemi che l'istituzione o che la società non è in grado di affrontare per proprio conto, ma debbono offrire nuove occasioni per un discorso più complessivo e più globale che ha anche degli aspetti di riforma e di coordinamento.
Sul coordinamento credo sia necessario insistere. Penso per esempio che una finanziaria come la Finpiemonte, debba sempre di più acquistare la caratteristica di finanziaria da un lato e di agenzia dall'altro su alcuni grandi progetti regionali sia che esplichi le sue capacità con un know-how che ha acquistato (aree attrezzate), sia che possa redigere progetti per renderli operativi verso agenzie dello Stato, Enti statali, verso iniziative private.
Una società come la Promark che cosa deve fare se non unificare in sé? Una società come la Promark che cos'è se non la società che ha tutta la promozionalità, in accordo con altri Enti, in accordo con i privati, in un coordinamento, in un dialogo, in un confronto con la Camera di Commercio? Questo vuol dire che l'Esap non può più fare una promozionalità di questo tipo, questo vuol dire che la Finpiemonte ed altre società che hanno esigenze specifiche per le attività che svolgono, non debbono più svolgere né operazioni di marketing né di promozionalità. La stessa promozionalità non va intesa come un fatto generico di buona volontà, di presenza, di rapporti con l'Istituto del Commercio estero.
La Promark deve essere quella società che assume tutte le questioni di marketing in dialogo con la società regionale, con le Camere di commercio e che si rivolge agli altri Enti strumentali o agli altri Assessorati regionali per assolvere a quella funzione che essi possono presentare come indispensabile. Non si tratta tanto di promuovere il vino od altri prodotti piemontesi. Si tratta prima di cercare il mercato e di promuovere poi le cose utili verso i clienti. Non vedrei bene un discorso di promozionalità o di marketing fatto dalla Finpiemonte, mentre vedo bene un tale progetto portato avanti dalla Promark, la quale si potrebbe rivolgere alla Finpiemonte per ricavarne dei finanziamenti o dei modelli organizzativi.
Il compito prioritario dell'Esap, per esempio, è la programmazione l'assistenza tecnica, la capacità di guida e di supporto delle imprese.
Certo di lì ricava una committenza immediata per una promozionalità o per una ricerca di mercato, ma a questo deve assolvere una società che sia in grado di farlo e che abbia il carattere di società mista.
La Promark può essere una società di promozione e di marketing nel rispetto dell'autonomia dei privati, nel rispetto delle capacità imprenditoriali, può essere un punto di incontro, di raccordo tra coloro che operano nel settore, che hanno bisogno di quelle strutture, di quelle forme di aggregazione che non possono trovare come singoli o anche come associati.
Non ci troviamo di fronte ad una costellazione o alla proliferazione di Enti inutili, ma ad un vero e proprio sistema che vede da un lato il sistema delle autonomie elettive, i loro compiti di governo e di programmazione, la società cosiddetta civile nelle sue organizzazioni e nelle sue associazioni professionali e sindacali e dall'altro lato altri Enti intermedi, come quelli di emanazione dei Ministeri come le stesse Camere di Commercio che sono costrette dalle leggi a raccordarsi maggiormente con le Regioni, ed infine un sistema di società miste che non è detto che possa corrispondere a tutte le esigenze del Paese, ma certo alla vivacità, alla capacità, alle risorse intellettuali e professionali.
In questo senso ritengo che debba essere approvato l'aumento di capitale. Si verifichino le ragioni della perdita e soprattutto si apra un ampio dibattito regionale sulla scorta del programma e delle premesse per la formazione del piano regionale, della rappresentanza dell'istituzione del modo in cui si esplicano ed agiscono in campo economico per dare al Consiglio regionale la possibilità di esprimersi e di decidere in merito al comportamento che l'esecutivo regionale deve avere di volta in volta verso tali società che, ripeto, come società per azioni, mantengono pur sempre la loro autonomia così come è previsto dalle leggi e dai codici.



PRESIDENTE

La parola alla signora Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Malgrado questo sia un provvedimento tecnico pensavamo che la Giunta approfittasse di questa occasione per quell'approfondimento di tipo politico che avevamo richiesto in diverse sedi. Stando ai documenti che la Promark ci ha dato relativamente all'attività del 1981 rileviamo che questa attività è molto scarsa. In una paginetta sono indicati 10/12 campi di intervento, infatti il programma della Promark si doveva indirizzare alla Fiera di primavera, Vinincontri, Tecnovino, Vino Uomo, alla Fiera d'autunno.
Proprio per questa scarsità di idee e di programmi, la Regione avrebbe dovuto sentire l'obbligo di un tempestivo dibattito consiliare. Le Camere di Commercio hanno costituito recentemente una Commissione intercamerale per il commercio con l'estero e probabilmente sarebbe il caso che la Promark ridefinisse i suoi contatti non soltanto con l'Istituto Commercio Estero, ma anche con le Camere di Commercio che, vanno ad interferire negli stessi campi nei quali agisce la Promark.
Nel dichiarare voto contrario, sollecitiamo un dibattito propedeutico sulla politica degli Enti strumentali della Regione così come è previsto dagli Statuti che appunto contemplano una funzione di indirizzo e di controllo della Regione.



PRESIDENTE

La parola al collega Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Il nostro voto è negativo sull'aumento di capitale della Promark perch non è possibile o non è opportuno procedere a degli atti di fiducia a società che, per ora, la nostra fiducia non hanno meritato.
Pensiamo che la Promark abbia da svolgere un ruolo ed una funzione nella Regione Piemonte tanto più importante quanto maggiori sono le nuvole di crisi che si addensano sui settori tradizionali dell'economia piemontese. Tuttavia l'importanza della società e dei problemi che dalla società devono trovare risposta, non ci possono consentire alcuna indulgenza per le iniziative di proiezione poco più che provinciale cui sembra essersi dedicata, peraltro con scarso successo, la Promark stessa.
Sarebbe stato preferibile far seguire un aumento di capitale alla formazione di un programma credibile per l'azione della Promark. Questo non è avvenuto. Si fa precedere l'aumento di capitale alla verifica delle effettive capacità operative e delle linee di indirizzo della società stessa. Resta in noi il rammarico per un'occasione perduta e per il rinvio ad un appuntamento, che ci auguriamo prossimo, per una discussione dei problemi di gestione e di indirizzo legati all'uso delle società strumentali.
La nostra posizione sul provvedimento è negativa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La Giunta regionale è autorizzata a sottoscrivere n. 13.000 nuove azioni nominali da L. 6.000 ciascuna, emesse dalla Promark S.p.A. di Torino in esecuzione dell'aumento del proprio capitale sociale da L. 300.000.000 a L. 499.998.000.
La Giunta regionale è altresì autorizzata a sottoscrivere le nuove azioni che dovessero risultare inoptate dagli azionisti aventi diritto per un importo massimo di L. 122.000.000.
Le somme non utilizzate ai sensi del precedente comma potranno essere impiegate, in caso di ulteriori variazioni del capitale sociale della Promark S.p.A., per acquisire al patrimonio della Regione ulteriori azioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Il Consigliere Majorino propone un emendamento aggiuntivo dopo l'art.
1.
La parola al proponente.



MAJORINO Gaetano

L'emendamento non è che l'attuazione di quella norma dello Statuto relativa alle modalità dei controlli sugli Enti strumentali. Le norme di controllo non erano contenute nella prima legge della Promark perché in allora l'ingresso della Regione era minoritario. Con questa legge la Regione diventerà invece socio maggioritario: e ci vogliono quindi i controlli previsti dallo Statuto.



PRESIDENTE

Vi dò lettura del nuovo articolo 1 bis, presentato dal Consigliere Majorino: Dopo l'articolo 1, aggiungere il seguente articolo 1 bis: "La Promark S.p.A. presenta ogni anno alla Regione Piemonte il proprio bilancio redatto a norma dell'art. 2423 e seguenti del Codice Civile e una documentata relazione sull'attività svolta, oltreché una relazione previsionale e programmatica della propria attività.
Con le modalità previste dalle disposizioni del Regolamento del Consiglio Regionale, i Consiglieri regionali hanno facoltà di ottenere direttamente dalla Promark S.p.A. informazioni e notizie relative alle attività, alle operazioni ed agli atti di gestione compiuti o programmati".
La parola al collega Bastianini.



BASTIANINI Attilio

La nostra posizione su questo emendamento è contraria.
Gli Enti strumentali, organizzati in società per azioni, hanno un senso in quanto sono dei momenti di azione operativa della Regione e in quanto non rispondono al controllo delle istituzioni. Pertanto la società in questione risponde all'assemblea degli azionisti. Toccherà alle forze politiche di far svolgere le verifiche e di richiedere le informazioni necessarie per tenere sotto controllo l'azione dell'Ente strumentale.



PRESIDENTE

La collega Vetrino Nicola chiede di parlare. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Quanto è detto nella seconda parte del primo comma dell'emendamento è ormai entrato nella normativa delle altre società. Nella legge di contabilità peraltro è previsto che gli Enti strumentali presentino i propri bilanci e una documentata relazione sull'attività svolta.



PRESIDENTE

La parola al collega Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il problema ha una caratteristica generale in quanto con tutti gli enti strumentali la Regione deve poter avere una relazione continua in ordine all'attività dell'Ente stesso. Con questa norma ogni Consigliere potrebbe accedere alla Promark per chiedere informazioni, cosa non consentita dal Codice Civile relativamente alle società per azioni.
E' una sorta di sfiducia verso una società che, sia pure tra difficoltà enormi, ha avuto un aumento di operatività.
Il nostro Gruppo è contrario all'intero emendamento.



PRESIDENTE

La parola al collega Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il nostro Gruppo dà un giudizio diverso in merito al primo e al secondo comma Il primo comma è proponibile perché rientra nella prassi di comportamento di tutte le grandi società per azioni. Il secondo comma è assolutamente improponibile perché porta un contatto diretto fra un Consigliere che non è azionista (l'azionista è la Regione) e la società per azioni.
Pertanto votiamo a favore sul primo comma e contro sul secondo comma dell'emendamento proposto.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parola il Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Nel dibattito che si terrà sugli Enti strumentali discuteremo di eventuali modifiche legislative in un quadro unitario. Sul merito non abbiamo nulla da dire. Respingiamo però l'emendamento proposto perché non lo riteniamo accettabile per le motivazioni addotte dal Consigliere Viglione.



PRESIDENTE

Ha la parola la signora Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

La legge di contabilità n. 12 prevede questa norma. Infatti l'art. 45 recita: "I bilanci di previsione degli Enti, Istituti, Aziende ed altri organismi dipendenti dalla Regione, in qualunque forma costituiti, sono presentati annualmente alla Giunta regionale nei termini e con le modalità indicati dallo Statuto e dalle leggi regionali...". Dal momento che abbiamo in discussione un progetto di legge per regolamentare gli aspetti amministrativi di questa società, mi sembra che sia opportuno inserire soltanto il primo comma dell'emendamento proposto.



MAJORINO Gaetano

Rinuncio al secondo comma dell'emendamento e mantengo il primo comma.



PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano il primo comma dell'articolo 1 bis.
L'emendamento è respinto con 35 voti favorevoli e 27 contrari.
Art. 2 "Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 1981 la spesa di L. 200.000.000.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di L. 200.000.000, in termini di competenza e di cassa, dello stanziamento di cui al cap. 12600 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1981, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, di apposito capitolo con la denominazione: 'Oneri relativi alla sottoscrizione di nuove azioni della Promark S.p.A. di Torino' e con lo stanziamento di L. 200.000.000 in termini di competenza e di cassa'.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni del bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame del rendiconto spese 1980 del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Punto sesto all'ordine del giorno: "Esame del rendiconto spese 1980 del Consiglio regionale".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, la relazione a questo disegno di legge è scritta quindi rinuncio ad intervenire e la dò per letta.



PRESIDENTE

Vi dò lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale visto il D.P.R. 3/12/1970, n. 1171, relativo al coordinamento del sistema di classificazione delle entrate e delle spese delle Regioni a Statuto ordinario, con le norme della legge 1/3/1964, n. 62 vista la legge 6/12/1973, n. 853, recante norme sull'autonomia contabile e funzionale dei consigli regionali delle Regioni a Statuto ordinario considerato che l'art. 5 delle predette norme stabilisce che la Presidenza del Consiglio regionale sottopone all'assemblea consiliare secondo le norme previste dal Regolamento interno di questa, apposita rendicontazione delle spese. Le correlative risultanze finali sono incluse nel rendiconto generale della Regione' vista la legge regionale 14/3/1978, n. 12 'Legge di contabilità regionale' visto il Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale, in attuazione della legge 6 dicembre 1973, n. 853, ed in particolare l'articolo 3 che detta le norme sull'approvazione del rendiconto vista la deliberazione datata 24 marzo 1981 con cui l'Ufficio di Presidenza ha predisposto il rendiconto delle spese relative all'esercizio finanziario 1980 sia per quanto riguarda la gestione dei residui passivi alla chiusura dell'anno 1979, sia per quanto riguarda la gestione di competenza dell'esercizio 1980 stesso visto il parere della I Commissione consiliare permanente, la quale riferisce altresì sulla situazione delle spese per l'attività e l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana (Legge regionale 22/1/1976, n. 7) e sulla situazione al 31 dicembre 1980 dei fondi di previdenza e di solidarietà, di cui alla legge 30 ottobre 1972, n. 11, allegate al rendiconto di cui sopra Approva il rendiconto delle spese del Consiglio regionale 1980, presentato dall'Ufficio di Presidenza nelle seguenti risultanze finali:" Attività Fondo cassa all'1/1/1980 951.897.539 Somme messe a disposizione della Giunta 3.945.000.000 Interessi attivi 80.139 280 Entrate diverse 6.304.506 Partite di giro 267.471.795 _______________ 5.250.813.120 Passività Somme pagate in competenza 2.840.652.194 Somme pagate sui residui 374.685.916 Partite di giro 267.469.943 Versamenti alla Giunta regionale 437.775.118 Residui passivi al 31/12/80 437.775.118 Economie di spesa 485.963.985 _______________ 5.250.813.120 Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 51 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Comprensori

Esame modifica del Regolamento comprensoriale di Mondovì


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno: "Esame modifica del Regolamento comprensoriale di Mondovì".
La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto, relatore

Il Consiglio del Comitato Comprensoriale di Mondovì ha deliberato ai sensi dell'art. 20 della Legge regionale 4/6/1975, N. 41 in merito alla modifica degli articoli 19 e 22 del Regolamento del Comitato comprensoriale.
La modifica all'art. 22 di tale Regolamento prevede che per la validità delle sedute e delle votazioni in sede di Commissione non sia più richiesta la maggioranza dei componenti, bensì la presenza di almeno tre membri appartenenti a tre diversi Gruppi consiliari, rappresentanti la maggioranza dei componenti il Consiglio. La norma regionale di riferimento in materia è l'art. 35, terzo comma del Regolamento del Consiglio regionale che prevede per la validità delle sedute di ciascuna Commissione la presenza di almeno cinque membri effettivi della Commissione, rappresentanti almeno la metà più uno dei membri del Consiglio regionale.
La I Commissione del Consiglio regionale ritenendo che a fondamento della richiesta di modifica dell'art. 22 vi sia l'esigenza di garantire la speditezza dei lavori delle Commissioni senza per questo far venir meno la tutela dei Gruppi minori, ha espresso parere favorevole, autorizzando il Consiglio regionale a deliberare in merito.
La modifica dell'art. 19 del Regolamento comprensoriale prevede l'inserimento di un ulteriore comma concernente la facoltà attribuita ad ogni Gruppo consiliare di designare per le singole Commissioni un membro esterno al Consiglio comprensoriale, il quale partecipando pur senza diritto di voto alle sedute delle Commissioni stesse, assicuri la presenza del Gruppo e l'apporto della forza politica rappresentata.
La composizione delle Commissioni consiliari permanenti dei Comitati comprensoriali deve essere disciplinata in armonia a quanto stabilito in materia per le Commissioni regionali dallo Statuto regionale e dal Regolamento del Consiglio regionale.
Lo Statuto regionale, mentre nulla dispone all'art. 18 riguardante la composizione delle Commissioni permanenti circa la partecipazione di membri esterni alle sedute delle Commissioni, all'art. 20 prevede l'esclusione in ogni caso della partecipazione e della presenza di membri estranei al Consiglio, alle sedute delle Commissioni in cui si proceda alla stesura ed all'approvazione di documenti, relazioni e pareri.
Tale normativa aderisce pienamente alle caratteristiche dell'attività delle Commissioni in quanto, essendo i Consigli comprensoriali titolari di tutti i poteri deliberativi, le Commissioni, quali articolazioni dei medesimi, ne riflettono in prima istanza tutti i poteri.
L'art.18 dello Statuto regionale rinvia in materia alle modalità per la composizione delle Commissioni stabilite dal Regolamento del Consiglio regionale: l'art. 22 di tale Regolamento non contiene alcuna previsione circa la possibilità di ammettere alle sedute delle Commissioni dei membri esterni al Consiglio, così come tale possibilità non è prevista neppure dall'art. 36 riguardante i poteri di consultazione.
La I Commissione del Consiglio regionale ha pertanto espresso parere contrario all'accoglimento della richiesta di modifica dell'art. 19 del Regolamento del Comprensorio di Mondovì; tuttavia tenendo conto dell'opportunità di far partecipare all'attività delle Commissioni comprensoriali risorse di lavoro esterno, la I Commissione fa presente l'esperienza compiuta e tuttora in atto al Comprensorio di Torino ed in altri Comprensori relativamente alla partecipazione di membri esterni ad eventuali Gruppi di lavoro costituiti dalle Commissioni per l'esame in fase istruttoria di argomenti specifici.
La deliberazione che viene proposta al Consiglio regionale è limitata al parere positivo di cui è detto nella prima parte della relazione.
Qualora però il Consiglio condivida anche la seconda parte negativa del parere espresso dalla Commissione, si raccomanda di unire nell'invio al Comitato comprensoriale di Mondovì il parere espresso dal Consiglio regionale, la deliberazione relativa, e la relazione che riprende il suggerimento della Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

La D.C. accoglie favorevolmente la deliberazione così come e stata licenziata dalla I Commissione.
Ci uniamo all'invito espresso dal Presidente della Commissione all'Ufficio di Presidenza del Consiglio di trasmettere al Comitato comprensoriale di Mondovì la relazione che accompagna la deliberazione; ci affinché risulti evidente che la Commissione e il Consiglio regionale non hanno inteso censurare la richiesta del Comprensorio di Mondovì, ma anzi hanno proposto delle soluzioni alternative per raggiungere lo scopo che il Comitato comprensoriale ha prospettato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Pur rendendomi conto delle motivazioni della Commissione che ha approvato solo in parte la proposta di modifica, comunico al Consiglio che mi asterrò da questa votazione.



PRESIDENTE

Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale visto l'art. 20 della Legge regionale 4/6/1975, n. 41 relativo all'approvazione del Regolamento comprensoriale vista la deliberazione n. 11/1 del 14/10/1978 del Consiglio del Comitato comprensoriale di Mondovì visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione permanente del Consiglio regionale in merito alla richiesta di modifica dell'articolo 22 primo comma, del Regolamento comprensoriale Delibera di approvare la proposta del Comitato comprensoriale di Mondovì riguardante la modifica dell'art. 22, primo comma, del proprio Regolamento comprensoriale, secondo quanto di seguito riportato il primo comma dell'articolo 22 viene interamente abrogato e scisso in due commi come segue: I membri delle Commissioni dispongono di voto plurimo, corrispondente al numero di Consiglieri comprensoriali appartenenti ai rispettivi Gruppi".
"Per la validità delle sedute e delle votazioni è richiesta la presenza di almeno tre membri, appartenenti a tre diversi Gruppi consiliari e rappresentanti, ai sensi del primo comma del presente articolo, la maggioranza dei componenti il Consiglio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 52 voti favorevoli e l astensione.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame deliberazione Giunta regionale n. 106-5788: "Legge regionale 27/4/1978, n. 20 art. 6, modificata ed integrata dalla Legge regionale 23/1/1979, n. 5 e dalla Legge regionale 1/4/1980, n. 27 Individuazione provvisoria Associazioni produttori agricoli per Commissioni piano agricolo zonale e determinazione relativo numero rappresentanti"


PRESIDENTE

Passiamo al punto ottavo all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale n. 106-5788: "Legge regionale 27/4/1978, n. 20 art. 6 modificata ed integrata dalla Legge regionale 23/1/1979, n. 5 e dalla Legge regionale 1/4/1980, n. 27 Individuazione provvisoria Associazioni produttori agricoli per Commissioni piano agricolo zonale e determinazione relativo numero rappresentanti".
Vi do lettura della deliberazione: Il Consiglio regionale vista la legge 27/4/1978, n. 20 dal titolo: "Norme per la formazione e l'approvazione dei piani di sviluppo agricolo", modificata ed integrata dalla Legge regionale 23/1/1979, n. 5 e dalla Legge regionale 1/4/1980, n.
27 vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 464 C.R. 2948 in data 18/4/1979 dal titolo: "Legge regionale 27 aprile 1978, n. 20, art. 6 Individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria nonch determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale" vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 537 - C.R. 8773 in data 21/12/1979, nonché la deliberazione della Giunta regionale n. 47 in data 27/1/1981, di modifica ed integrazione alla deliberazione del Consiglio regionale prima citata considerata la riserva, contenuta nella citata deliberazione del Consiglio regionale n. 464 - C.R. 2948, in data 18/4/1979 con la quale si era proceduto all'assegnazione alle Associazioni dei produttori agricoli del numero dei rappresentanti loro spettante globalmente nelle Commissioni per il piano agricolo zonale, di individuare con successivo provvedimento le Associazioni dei produttori agricoli aventi titolo a nominare propri rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale preso atto che ancora non sono state riconosciute le Associazioni dei produttori agricoli ai sensi della legge 20/10/1978, n. 674, applicata in Piemonte con la legge regionale 22/4/1980, n. 27 ritenuto necessario ed urgente completare la composizione delle Commissioni di zona provvisoriamente con le Associazioni dei produttori agricoli che, sebbene non siano ancora state riconosciute ai sensi della citata legge n. 674/78, abbiano almeno i requisiti fondamentali per svolgere le funzioni di Associazioni dei produttori agricoli visto che tali requisiti fondamentali sono già stati accertati per le Associazioni dei produttori agricoli esistenti ai sensi della Legge regionale 30/8/1976, n. 45 e dell'art. 46 della Legge regionale 12/10/1978 n. 63 preso atto che per il settore risicolo sono in corso di costituzione Associazioni del settore ad iniziativa delle Federazioni coltivatori diretti e delle Unioni degli agricoltori e che si ritiene opportuno assegnare alle Associazioni alcuni posti incaricando l'Assessorato agricoltura e foreste di procedere all'assegnazione come indicato nei prospetti allegati vista la deliberazione della Giunta regionale, di proposta al Consiglio, n. 106-5788 del 15/1/1981 il Consiglio regionale delibera ai sensi dell'art. 6 della Legge regionale 27/4/1978 n. 20 e successive modificazioni ed integrazioni, l'individuazione provvisoria delle Associazioni dei produttori agricoli e la determinazione del relativo numero dei rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale come indicato nell'allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante con la riserva per il settore risicolo indicata nell'allegato stesso.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 84: "Istituzione del fondo regionale di solidarietà e partecipazione della Regione a Comitati di soccorso"


PRESIDENTE

Il punto nono all'ordine del giorno ci richiama all'Esame progetto di legge n. 84: "Istituzione del fondo regionale di solidarietà e partecipazione della Regione a Comitati di soccorso".
La parola alla collega Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca, relatore

Con questo disegno di legge si regolamenta l'attività che l'Ufficio di Presidenza svolge in caso di calamità.
Il fondo è istituito presso la Presidenza del Consiglio regionale ed è gestito dalla Giunta regionale sulla base delle proposte che sono avanzate dal Comitato regionale di solidarietà, il Comitato è composto dal Presidente del Consiglio, da un rappresentante per ogni Gruppo consiliare e da un rappresentante della Giunta regionale; dura in carica per l'intera legislatura.
Il provvedimento è stato licenziato dalla competente Commissione all'unanimità. Per questo motivo la I Commissione chiede al Consiglio il voto favorevole su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato: Art. 1 (Istituzione del Fondo) "E' istituito presso la Presidenza del Consiglio regionale un fondo da destinare ad interventi per il soccorso a popolazioni colpite da eventi calamitosi.
Tale fondo può essere destinato anche ad altri interventi in occasione di avvenimenti che comunque richiedano che la comunità regionale manifesti la sua solidarietà.
La deliberazione regionale di intervenire è di competenza del Consiglio regionale.
Gli interventi attuati nell'ambito regionale devono essere svolti in armonia con le previsioni dell'art. 7 della legge 8 dicembre 1970 N. 996.
Gli interventi attuati nell'ambito nazionale devono essere coordinati con le analoghe iniziative che fossero assunte dal Governo.
Tali interventi devono svolgersi nel rispetto della normativa statale vigente ed in particolare degli artt. 4 e 25 del D.P.R. 24/7/1977 n. 616".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Comitato regionale di solidarietà) "Il fondo è gestito dalla Giunta regionale sulla base delle proposte avanzate dal Comitato regionale di solidarietà.
Il Comitato regionale di solidarietà dura in carica per l'intera legislatura ed è composto dal Presidente del Consiglio regionale che lo presiede, da un rappresentante per ciascun Gruppo consiliare e da un rappresentante della Giunta regionale.
Il Comitato ha sede presso la Presidenza del Consiglio regionale e si avvale delle strutture regionali e di quelle eventualmente messe a disposizione dagli Enti locali o da altri soggetti.
Per quanto non disposto dalla presente legge, al Comitato si applicano le norme previste dal Regolamento del Consiglio regionale per le Commissioni consiliari permanenti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Compiti del Comitato) "Compiti del Comitato sono: a) Avanzare proposte alla Giunta regionale circa gli interventi di soccorso a carico del fondo.
b) Indire pubbliche sottoscrizioni di somme da far affluire al capitolo di bilancio di cui al successivo articolo 5, nonché la raccolta di beni e servizi da destinare, attraverso la Regione, agli interventi di soccorso.
c) Indicare i possibili impieghi di somme di denaro, beni e servizi che Enti o privati destinassero comunque al soccorso delle popolazioni colpite.
d) Avanzare proposte circa la destinazione finale dei beni recuperabili dopo l'uso ai sensi delle precedenti lett. a), b) e c).
Il Comitato presenta annualmente al Consiglio regionale in occasione della discussione sul bilancio preventivo, una relazione sul proprio operato.
La Giunta regionale adotta i provvedimenti necessari per l'attuazione delle proposte del Comitato di cui alle lett. a) e d)".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Partecipazione a Comitati) "La Regione sulla base di una deliberazione del Consiglio, pu partecipare a Comitati disciplinati dagli artt. 39 e seguenti del Codice Civile, costituiti per i fini di cui all'articolo 1, che si impegnino a fornirle un rendiconto annuale della propria attività.
L'ammontare dell'onere finanziario e le altre modalità di esecuzione della deliberazione del Consiglio sono stabilite dalla Giunta regionale su proposta del Comitato regionale di solidarietà.
I componenti dei Comitati di designazione regionale sono nominati dal Consiglio regionale in modo da garantire la rappresentanza delle minoranze.
I contributi regionali possono consistere sia in somme di denaro che in beni e servizi.
L'onere finanziario della partecipazione a tali Comitati grava sul capitolo di cui all'art. 5 della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Norme finanziarie) "Per l'attuazione della presente legge è istituito un apposito capitolo dello stato di previsione dell'entrata del bilancio regionale denominato: 'Somme versate da Enti o privati per il fondo regionale di solidarieta' nello stato di previsione della spesa sarà corrispondentemente istituito apposito capitolo con analoga denominazione.
Il Comitato può proporre al Consiglio regionale di aumentare lo stanziamento originario mediante prelievo dal fondo di riserva, per spese impreviste, secondo gli artt. 12 e 15 della legge 19/5/1976, n. 335.
In tale capitolo devono essere fatte affluire altresì le somme versate da Amministrazioni, Enti e privati per gli scopi del fondo di solidarietà anche in seguito alle sottoscrizioni indette secondo la lettera b) dell'articolo 3.
Le somme versate in seguito ad una sottoscrizione non possono essere distolte dalla relativa destinazione.
Il Comitato tuttavia può proporre destinazione il più possibile simili di eventuali residui non spesi e non più utilizzabili per la loro destinazione originaria".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Norma transitoria) "Alla data di entrata in vigore della presente legge il Comitato di solidarietà istituito con deliberazione del Consiglio regionale n. 545-263 in data 10/1/1980, è sostituito da quello istituito ai sensi, della presente legge, che gli succede a tutti gli effetti".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Esame legge regionale approvata dal Consiglio il 13/2/1981 e rinviata dal Governo: "Integrazione e modifiche della legge regionale 12/8/1976, n. 42 concernente norme per il funzionamento dell'Organo regionale di controllo" (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto decimo all'ordine del giorno reca: "Esame legge regionale approvata dal Consiglio il 13/2/1981 e rinviata dal Governo: Integrazione e modifiche della legge regionale 12/8/1976, n. 42 concernente norme per il funzionamento dell'Organo regionale di controllo".
Relatore è la signora Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Chiedo al Consiglio di rinviare la discussione di questo disegno di legge alla prossima seduta, in quanto come relatrice ho acquisito alcuni elementi che intenderei raccogliere in una relazione scritta per farla pervenire ai Consiglieri.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta avanzata dal Consigliere Vetrino per un ampliamento della discussione.
La richiesta è accolta all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
La prossima riunione del Consiglio sarà convocata a domicilio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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