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Dettaglio seduta n.59 del 07/05/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo con il punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute". Non essendovi osservazioni, il processo verbale dell'adunanza consiliare del 22 aprile 1981 si intende approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Lombardi e Martini inerente l'area attrezzata del Consorzio del Monregalese ed interrogazione dei Consiglieri Martini, Lombardi e Martinetti inerente la convenzione Regione SNAM per il metanodotto del Monregalese


PRESIDENTE

In merito al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Lombardi e Martini inerente l'area attrezzata del Consorzio del Monregalese e l'interrogazione dei Consiglieri Martini, Lombardi e Martinetti inerente la convenzione Regione-SNAM per il metanodotto del Monregalese.
Risponde ad entrambe l'Assessore Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Assessore all'industria

Con riferimento all'interrogazione presentata dai Consiglieri Martinetti, Lombardi e Martini il 1° aprile 1981 sullo stato di avanzamento della domanda del Consorzio per l'area industriale attrezzata del Monregalese per l'ammissione del nucleo di Ceva ai benefici della legge regionale n. 21/1975 si comunica quanto segue.
Già in data 6/2/1981, su analoga richiesta del Consorzio suddetto l'Assessorato regionale all'industria aveva comunicato che "il ritardo nell'istruttoria della pratica era determinato soprattutto dalla necessità di consentire un esame coordinato degli interventi previsti dalla legge regionale n. 21/75 con quelli realizzabili ai sensi della legge regionale n. 9/80 sul riequilibrio regionale del sistema industriale".
Tale coordinamento si rendeva, in particolare, necessario perché nel frattempo il Comprensorio di Mondovì aveva richiesto l'intervento regionale della legge regionale n. 9/80 anche per i Comuni di Dogliani e di Garessio.
Oggi, ad avvenuta presentazione della propria proposta per il programma di intervento ai sensi della legge regionale 9, la Giunta regionale ribadisce la validità dell'iniziativa industriale nel Comune di Ceva scelta per altro operata a larga maggioranza degli Enti locali e conforme agli obiettivi del piano socio - economico - territoriale del Monregalese.
Questa scelta non può tuttavia esimere dall'esaminare compiutamente la fattibilità tecnico-economica ed urbanistica dell'area industriale attrezzata in questione.
La Commissione di esperti nominata dalla Giunta regionale, sulla base degli elaborati di progetto, ha infatti rilevato la necessità di approfondire alcune problematiche ed avviare verifiche concrete sulla disponibilità di energia elettrica nell'area cebana e sull'idoneità geomorfologica e infrastrutturale della stessa a recepire insediamenti industriali.
Per quanto riguarda l'energia elettrica, accertato che la disponibilità attuale nell'area cebana è molto scarsa, l'Assessorato all'industria si è fatto premura di richiedere ufficialmente all'ENEL - Esercizio Distrettuale del Piemonte Occidentale - precisi dati sulla disponibilità di potenza attuale, su quella prevedibile per il 1982 e per gli anni successivi nella zona in questione. E' stato inoltre richiesto all'ENEL di comunicare i costi complessivi della fornitura sopra indicata, nonché i contributi a carico degli utenti.
Da contatti telefonici avuti in questi giorni con i responsabili dell'ENEL risulta che la risposta dovrebbe essere trasmessa alla Regione in tempi brevissimi.
Per quanto concerne l'idoneità geomorfologica e la fattibilità dell'area, il giorno 9 aprile u.s. ha avuto luogo a Ceva un incontro tra una rappresentanza dell'Amministrazione regionale e del Comune.
L'incontro è stato utile per approfondire e verificare alcune questioni, ma da esso è emersa la necessità di recepire ulteriori elementi tecnici dagli architetti progettisti che quel giorno erano assenti.
Da quanto è stato esposto risulta con chiarezza che la Giunta regionale è impegnata a definire la questione dell'area industriale attrezzata di Ceva in tempi brevi, anche se è altrettanto evidente che per verificare la concreta fattibilità dell'area e la spendibilità ottimale dei fondi regionali, risulta necessario effettuare tutti gli approfondimenti istruttori che la pratica comporta.
Con riferimento all'interrogazione presentata dagli stessi Consiglieri sull'inserimento, nei programmi previsti dall'art. 2 della legge regionale n. 9/80, delle aree industriali attrezzate proposte dai Comitati comprensoriali della provincia di Cuneo devo innanzitutto denunciare che le notizie diffuse - a quanto risulta dall'Unione Industriale - e pubblicate dalla stampa locale alla fine dello scorso mese di marzo non corrispondono assolutamente al vero e, per di più, sono state inventate in quanto sull'argomento non vi è stata alcuna pronuncia né da parte della Giunta regionale, né da parte degli Assessori competenti nella materia.
Anche se la proposta della Giunta regionale per la formazione del primo programma pluriennale di interventi e del programma di attuazione relativo al 1981 è stata già trasmessa al Consiglio regionale con nota del 16/4/1981, n. 249 e i Consiglieri interrogati ne avranno quindi certamente già presa visione, colgo volentieri l'occasione per richiamarne, sia pure a grandi linee, i contenuti, con specifico riferimento alla Provincia di Cuneo e, soprattutto, al Comprensorio di Mondovì, nell'intento di fugare subito quell'allarmismo e quelle preoccupazioni che le false notizie - come giustamente hanno rilevato gli interroganti - hanno sollevato nelle popolazioni e nelle categorie produttive interessate.
Le richieste di intervento relative alla provincia di Cuneo che sono state presentate alla Regione secondo la procedura stabilita dalla legge regionale 9/80, riguardano il solo Comprensorio di Mondovì e si riferiscono: all'ampliamento dell'A.I.A. di Mondovì realizzata ai sensi della legge regionale n. 21/75 alla realizzazione di un'area attrezzata a Garessio alla realizzazione di un'area attrezzata a Dogliani.
Tutti e tre questi interventi, in quanto rispondenti agli obiettivi della programmazione regionale, alle finalità della legge n. 9 e ai criteri specifici di scelta industriale della Giunta, sono stati inseriti, come richiesto dal Comitato comprensoriale, nella proposta di programma pluriennale per la cui realizzazione è stato previsto il periodo 1981/1985.
In quanto ineccepibilmente rispondente alle scelte sopra indicate la Giunta regionale, ai sensi del secondo comma dell'art. 2 della già citata legge n. 9, ha autonomamente proposto di inserire nel programma pluriennale di che trattasi anche la realizzazione di un'area industriale attrezzata nel "Dronerese" da individuare in relazione ai contenuti dello schema di piano comprensoriale e agli approfondimenti e alle verifiche che in ordine a tali contenuti sono stati e saranno effettuati anche in sede di pianificazione urbanistica locale.
L'inserimento nel programma annuale di attuazione degli interventi predetti - riferibile, comunque, ai sensi di legge, alla sola autorizzazione alla predisposizione del progetto di massima -, non è apparso invece allo stato attuale possibile; per nessuna delle aree indicate, infatti risulta ancora individuata, nel quadro della strumentazione urbanistica, la sua precisa ubicazione.
Spetta dunque ai Comuni interessati di definire con urgenza tali siti e, quindi, di consentire che, nell'arco di riferimento adottato per il programma pluriennale, gli interventi proposti possano trovare concreta attuazione.
La proposta della Giunta è comunque all'esame del Consiglio regionale e ad esso spetta di formare in via definitiva, i programmi di intervento sia pluriennale che annuale.
Per ultimo, come richiesto dagli interroganti, alcune precisazioni sullo stato di attuazione del metanodotto di Mondovì.
L'impegno che la Giunta regionale ha dispiegato per consentire di risolvere l'annoso problema dell'estensione verso il Monregalese della rete dei metanodotti SNAM, ha avuto, nella passata legislatura, uno dei punti più elevati. Infatti, com'è noto, nel breve volgere di pochi mesi si sono compiuti gli atti politico-amministrativi necessari a realizzare tale infrastruttura così importante per lo sviluppo della comunità monregalese e strettamente correlata con la politica di riequilibrio territoriale che la Regione, anche con la realizzazione dell'A.I.A. di Mondovì, sta fattivamente perseguendo. A seguito della definitiva formalizzazione degli atti tecnico-amministrativi, conclusasi con la stipula della convenzione tra Regione e SNAM S.p.A. per la realizzazione del metanodotto per Mondovì (avvenuta il 28 gennaio 1980), la SNAM S.p.A. ha dato immediato inizio alle procedure amministrative e tecnico-progettuali di sua competenza per la realizzazione dell'opera secondo il programma dei lavori allegato al progetto elaborato il 20/11/1979 ed approvato dal Consiglio regionale il 20/12/1979.
La Giunta regionale, tramite l'Assessorato alla pianificazione del territorio ha costantemente e scrupolosamente seguito il dispiegarsi delle fasi di attuazione dell'opera attraverso ripetuti contratti con la SNAM contatti che saranno assiduamente mantenuti in queste ultime fasi del lavoro, al fine di contribuire a rimuovere gli eventuali ostacoli che potrebbero frapporsi alla definitiva realizzazione dell'opera.
Alla luce delle conoscenze scaturite dai rapporti informativi avuti di recente con la SNAM S.p.A. è possibile precisare quanto segue: 1) i lavori di esecuzione procedono secondo il programma temporale concordato 2) la realizzazione dell'opera sarà, pertanto, conclusa entro i termini concordati in convenzione, vale a dire entro il mese di ottobre 1981 3) non si sono riscontrati particolari problemi circa l'acquisizione dei permessi di occupazione dei terreni da parte dei privati e degli enti pubblici 4) i materiali necessari alla realizzazione dell'opera sono a disposizione e sono in fase di trasferimento presso il cantiere 5) l'apertura effettiva del cantiere è prevista entro il mese di maggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Ringrazio l'Assessore per le sue puntuali risposte. In particolare quelle relative ai programmi pluriennali, ai sensi della legge 9 del 1980 e quelli relativi al progetto SNAM sono tali da rassicurare l'opinione pubblica allarmata da notizie che, come l'Assessore ha dichiarato, sono sostanzialmente infondate. Prendiamo atto che il programma comprensoriale relativo alle aree attrezzate, avanzato dal Comprensorio di Mondovì, è recepito nelle proposte della Giunta, che la Giunta si è fatta carico della più volte avanzata ipotesi dell'area industriale di Dronero e che i termini di esecuzione della convenzione SNAM-Regione sono attuati; pertanto si presume che entro ottobre l'impianto dovrebbe entrare in funzione.
Ringrazio anche della risposta relativa al nucleo dell'area attrezzata del Monregalese che deve sorgere a Ceva. Lì le distanze tra le date sono tali da non poter essere facilmente giustificate con la motivazione addotta, sia per iscritto il 6 febbraio 1981 e sia oralmente da parte dell'Assessore. La domanda del Consorzio era del 10 marzo 1980, la legge n.
9 è in vigore dal 25 febbraio 1980 per cui anche una giusta valutazione della domanda e delle proposte in connessione con la nuova legislazione non avrebbe dovuto richiedere tutto questo tempo, che ormai è superiore all'anno. Prendo atto con soddisfazione che l'argomento è sul tavolo dell'Assessorato e che sono stati fatti alcuni passi importanti per dare avvio alla pratica.
Alla riunione tenuta nel mese di aprile a Ceva non sono stati convocati né il Consorzio dell'area attrezzata né i progettisti; la presenza di questi ultimi forse avrebbe potuto evitare la permanenza di alcuni dubbi relativi all'idoneità geomorfologica dei terreni che, per quanto mi risulta, sono stati ampiamente valutati e superati in sede di progettazione di massima.
Mi permetto di suggerire che a tempi molto brevi si rifaccia un incontro in sede locale o a Torino, nel quale il Comitato tecnico sia messo a confronto con gli interessati al problema, in modo che l'avvio dell'area industriale di Ceva, che per cause dipendenti dai ritardi dell'Assessorato regionale e per cause sostanziali ha raggiunto limiti eccessivi, possa andare velocemente a soluzione.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente le aziende di liquori in crisi


PRESIDENTE

L'Assessore Ferraris risponde all'interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente le aziende di liquori in crisi.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Penso che l'interpellanza doveva essere diretta all'Assessorato all'artigianato e commercio o a quello dell'industria.
Rilevo ancora che data la specifica materia, l'interpellanza doveva rivolgersi direttamente al Ministero competente che dovrebbe essere quello delle Finanze.
In Piemonte esistevano circa 80 distillerie e molte di esse si dedicavano anche all'industria liquoristica. Attualmente vi sono circa 20 distillerie che non producono direttamente alcool ma preferiscono comprarlo per produrre i loro liquori.
Per ragioni di opportunità non è possibile fare un elenco delle ditte liquoristiche che hanno smesso di distillare e ciò per ragioni che non hanno bisogno di essere illustrate.
Qualche azienda ha smesso del tutto la propria attività. Nel campo dell'industria liquoristica non esiste alcuna forma di agevolazione creditizia. In Piemonte si distillano tra i 500 e i 600 mila quintali di vinacce delle quali circa 30 mila sono esportate a Modena.
In Piemonte le maggiori ditte che lavorano la vinaccia sono la ditta Bocchino con q.li 180-200 mila annui, la ditta Gambarotta con q.li 120 mila annui, cui seguono la ditta Sacco che ha una potenzialità di 200 mila q.li e ne lavora 15 mila, la ditta Bosso con q.li 15 mila, la ditta Beccaris con q.li 15 mila ed altre minori; quasi tutte le distillerie lavorano a livelli molto bassi rispetto alla loro potenzialità.
Per l'elevato costo del denaro si profila un minor ritiro di vinacce da distillare ed il sensibile aumento delle imposte fiscali che sono passate da L. 120.000 a L. 290.000 ad ettanidro, ha provocato una stasi quasi completa del settore per la pesante esposizione debitoria delle aziende (D.L. 31/10/1980, n. 639).
Si lamenta il cattivo funzionamento dell'AIMA (e voci sono giunte anche a questo Assessorato) perché mentre fa distillare i sottoprodotti della vinificazione, procede con molto ritardo ai pagamenti.



LEGISLAZIONE PER LA DISTILLAZIONE

Fu emanato un D.L. il 3/7/1980 n. 288 G.U. n. 281 che elevava l'imposta di fabbricazione da L. 120.000 a L. 600.000 l'ettanidro, vale a dire un aumento di cinque volte. Con D.L. del 30/8/1980 n. 503 G.U. n. 239, vale a dire circa due mesi dopo, l'imposizione fiscale fu ridotta da L. 600.000 a L. 300.000 La legge 28/10/1980 n. 687 G.U. n. 299 riporta la regolamentazione dei rapporti giuridici sorti sulla traccia dei decreti precedenti (parla anche della benzina).
Il D.L. 31/10/1980 n. 693 G.U. n. 300 tratta delle disposizioni urgenti in materia tributaria (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo stesso giorno della sua emanazione); l'art. 23 di questa legge concede una proroga di 30 giorni per il pagamento delle imposte di fabbricazione, senza interessi, ma con garanzia di titoli e fidejussioni.
Al secondo comma dello stesso articolo si legge che il Ministero potrebbe decretare un'ulteriore dilazione di pagamento di altri 60 giorni con pagamento di interessi in misura pari al tasso medio posticipato di interesse dei BOT con scadenza 3 mesi per investimenti liberi comunicati dalla Banca d'Italia con riferimenti al trimestre precedente all'emanazione del decreto stesso. Questo secondo comma non è stato mai applicato.
Esistono numerose difficoltà piccole e grandi per la lavorazione dei liquori come ad esempio per i prodotti che vengono esportati: bisogna lavorarli in un magazzino fiduciario il che comporta un doppiaggio del macchinario, laboratorio, ecc, ed in mancanza del magazzino fiduciario bisogna pagare l'imposta che non viene rimborsata quando il prodotto viene esportato, il quale, poi, gravato dell'imposta locale, non è più competitivo sul mercato estero.
DIFFICOLTA' Attualmente i liquorifici sono in difficoltà per il susseguirsi dei decreti legge sopra citati che variavano l'imposta di fabbricazione a distanza di pochissimo tempo l'una dall'altra. I predetti decreti legge per la caduta del Governo non sono mai stati trasformati in legge per cui si ebbe un repentino ritorno all'imposta di fabbricazione iniziale di L.
120.000 all'ettanidro.
I commercianti prevedendo che con il nuovo Governo l'imposta sarebbe aumentata, hanno fatto delle scorte e quindi si è creata una stasi del mercato.
L'alto prezzo conseguente alla nuova imposta ha fatto diminuire il consumo di liquori. In Piemonte esiste una sola distilleria che produce distillati di frutta (prugne, albicocche, ecc.), la ditta Sibbona di Piobesi d'Alba. Lavorava circa 25 mila q.li di frutta all'anno ed oggi ha in magazzino prodotti che corrispondono a circa 30 mila q.li di frutta. Nel 1980 ha lavorato solo q.li 83 di albicocche.
Si chiede che: 1) il Ministero delle Finanze emani il decreto di proroga di cui all'art. 23 della legge 31/10/1980 n. 693 di due mesi.
2) Possibilmente un credito agevolato per le scorte soggette all'invecchiamento.
3) Il funzionamento dell'AIMA per la distillazione agevolata.
4) Finanziamenti solleciti per l'impianto dei depuratori i cui costi gravano fortemente sulla gestione aziendale.
5) Minor costo del denaro.
6) Si profila un sensibile calo nel ritiro delle vinacce.
7) Quasi certamente, almeno in Piemonte, non si produrranno più i tartrati per l'alto costo dei carburanti e conseguentemente non si utilizzeranno neppure i vinaccioli che vengono estratti dopo la lavatura delle vinacce. Importeremo dall'Africa, dove esiste già qualche fabbrica, i tartrati sintetici e così aumenteremo...l'occupazione della nostra manodopera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

I Consiglieri del Gruppo liberale, nel proporre questo documento all'attenzione del Consiglio, erano ben coscienti come il ruolo e la funzione della Regione in questa materia non fossero prioritari e centrali ma hanno inteso sottoporre all'attenzione delle forze politiche le difficoltà in cui si viene a trovare un settore significativo dell'economia piemontese per effetto di una serie di misure, prima ancora che ingiuste nella sostanza, gravi per il cattivo coordinamento in cui venivano inserite.
Voglio anche ricordare che il documento liberale era stato preceduto da analogo documento, pendente la conversione in legge del decreto sui problemi economici. Concordo con quanto affermato dall'Assessore che quel decreto, non convertito in legge, ha provocato danni certi perché ha esplicato subito l'aspetto negativo della sua azione senza esplicarne la parte positiva.
Voglio anche sottolineare che la posizione delle associazioni di categoria su questa materia è una posizione molto ragionevole; non c'è una difesa o un'opposizione totale ad un adeguamento dell'imposizione su queste lavorazioni ai livelli delle Comunità Europee, ma da una parte la richiesta di un adeguamento progressivo ai livelli delle Comunità Europee per poter consentire l'adattamento delle realtà economiche e produttive a questa nuova situazione e, dall'altro, fatto più importante, che alcune norme regolamentari per l'applicazione di questa maggiore imposta fossero studiate in modo tale da non far gravare sulle aziende, oltre al maggior carico fiscale, anche i pesantissimi oneri finanziari per l'immobilizzo di scorte. Spesso succede che problemi di aggiustatura che non avrebbero grande rilievo nel quadro del bilancio complessivo dello Stato non si assumono proprio perché interessano un numero esiguo di aziende o una qualità ridotta di promozione.
Prendiamo atto della risposta dell'Assessore Ferraris, ne condividiamo gran parte delle valutazioni, dobbiamo però affermare che non abbiamo avuto l'impressione che la Regione Piemonte abbia fatto ogni possibile azione in questa materia per cercare di sensibilizzare i parlamentari piemontesi e forze politiche ad una migliore definizione di questi aspetti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interpellanza del Consigliere Viglione inerente l'ampliamento del concorso di primario di servizio recupero e rieducazione funzionale al C.T.O.


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza del Consigliere Viglione inerente l'ampliamento del concorso di primario di servizio recupero e rieducazione funzionale al C.T.O.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Il concorso bandito nell'anno 1978 ha subito vari ritardi in relazione all'indisponibilità manifestata da alcuni membri della Commissione esaminatrice. Si è trattato nella maggior parte dei casi di rinunce a partecipare ai lavori della suddetta Commissione da parte dei componenti la cui individuazione era avvenuta tramite sorteggio da effettuarsi sulla base della normativa vigente.
Dalle notizie verbali risulta che sono in corso ulteriori sorteggi per consentire l'integrazione di componenti rinunciatari.
L'Assessorato alla sanità ha chiesto all'Ente ospedaliero C.T.O. una relazione dettagliata sulle varie fasi delle procedure concorsuali fin qui poste in essere e le motivazioni che non ne hanno consentito il completamento a tutt'oggi.
Non appena la suddetta relazione verrà acquisita, questo Assessorato si riserva di intervenire nei modi ritenuti atti per evitare un ulteriore procrastinarsi del ritardo.
Di tali iniziative verrà data comunicazione anche all'interpellante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Ringrazio l'Assessore Bajardi per la sua risposta.
Ci sono concorsi nel campo sanitario-ospedaliero che si trascinano da quattro anni. Non posso pensare che per successive rinunce di Commissari d'esame una spiegazione come questa possa essere credibile. Di queste vicende negli ospedali piemontesi ne possiamo contare a decine: concorsi che si trascinano da mesi e mesi, spesso perché vi sono dei piccoli tasselli che debbono essere collocati per permettere determinate sistemazioni che già si sanno a priori.
Impegniamo l'Assessore perché entro 60 o 90 giorni, dopo un'inchiesta accurata, porti in aula una documentazione complessiva sullo stato della sanità in Piemonte rispetto a problemi che attengono a sistemazioni concorsi, inserimenti di unità giovani o meno giovani che aspettano di avere una sistemazione. Non trasformeremo questa interpellanza in mozione nell'accettazione di questo impegno.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

D'accordo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione del Consigliere Sartoris inerente l'Ospedale di Lanzo Torinese


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione del Consigliere Sartoris inerente l'Ospedale di Lanzo Torinese.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Con deliberazione commissariale 21/4/1980, n. 434, l'Ordine Mauriziano di Torino aveva richiesto un contributo di L. 1.200.000.000 per l'acquisto di mobili ed attrezzature di arredamento per il nuovo Ospedale di Lanzo Torinese; la stessa deliberazione risultava però carente dell'elenco dettagliato delle attrezzature ed arredi da destinare ai vari reparti e servizi.
Invitata ad integrare la richiesta, l'Amministrazione dell'Ordine Mauriziano in data 3/4/1981 provvedeva a fornire all'Assessorato alla sanità l'elenco delle attrezzature necessarie per arredare il nuovo Ospedale di Lanzo Torinese.
Con nota assessorile 30/4/1981, n. 2223/138/134, si esprimeva parere favorevole in ordine al finanziamento delle spese evidenziate dall'Ente con nota C1/43 del 23/2/1981, tra le quali anche quella oggetto dell'interrogazione, dichiarando che tale fabbisogno, conteggiato in complessive L. 1.407.786.914 delle quali L. 1.100.000.000 per la sede di Lanzo Torinese, sarà contabilizzato in sede di definizione della quota di riparto del Fondo Sanitario Nazionale riferito all'Ente per l'anno 1980.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Ringrazio l'Assessore per la risposta e mi dichiaro soddisfatto.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Lombardi e Penasso inerente l'acquisto di vivai canavesani


PRESIDENTE

L'Assessore Ferraris risponde all'interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Lombardi e Penasso inerente l'acquisto di vivai canavesani.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

All'Assessorato all'agricoltura e foreste è pervenuta in data 27/2/1981 una domanda per un importo di 557 milioni riguardante l'acquisto del complesso dei vivai canavesani.
Mi si chiede se questa domanda è già stata esaminata. La Commissione non ha ancora esaminato la domanda. Si tratta di una cooperativa fondamentalmente florivivaista che produce anche piante da frutta. E' soprattutto orientata alla produzione di piante e alla sistemazione e alla messa a dimora di piante che rientrano in quella che chiamiamo la forestazione urbana fondamentale cioè la sistemazione di giardini e di verde cittadino. E' un'azienda di ettari 6,5 con 20 dipendenti fissi alcuni stagionali; ha un fatturato di 419 milioni; è stata costituita a suo tempo dall'impresa Olivetti, diventata poi della famiglia Olivetti. Gli attuali proprietari sono Umberto Rossi, ex dirigente della Olivetti, Davide Olivetti, nipote di Adriano, Gino Martinoli. I proprietari hanno concordato la cessione dell'azienda a una cooperativa che si è costituita fra i 20 dipendenti.
Quando la Commissione avrà esaminato la pratica e dopo che l'argomento sarà stato portato in Giunta, sarò in grado di riferire con maggiori dettagli.
Posso aggiungere che questa iniziativa non interferisce con l'attività dei vivai forestali che sono stati impostati e che mirano a soddisfare prevalentemente la forestazione protettiva e la forestazione produttiva anche se abbiamo cercato di soddisfare le richieste e le esigenze sollevate dal "Telefono Verde" e dal tema della forestazione urbana. I nostri vivai non producono fiori ed alberi da frutta.
Mi pare di avere dato tutte le informazioni possibili in un momento in cui la pratica è ancora davanti alla Commissione competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Prendiamo atto che contrariamente a quanto si legge sui giornali la questione è ancora ad uno stadio istruttorio e di esame. Ci dichiariamo soddisfatti della risposta, non senza raccomandare all'Assessore di essere molto cauto perché 500 milioni sono tanti in un momento di stretta e di esigenza di ridurre le spese non produttive.
Questa ci pare un'operazione un po' azzardata, non totalmente produttiva anche se valida. E' un'azienda commerciale più che forestale e non so se sia di competenza regionale finanziaria o assorbirla.
Facciamo queste segnalazioni che, nelle sedi competenti, potranno essere approfondite.


Argomento: Caccia

Risposta scritta alle interrogazioni n. 50/78 e n. 113/166


PRESIDENTE

Informo i Consiglieri interessati che alle interrogazioni n. 50/78 e n.
113/166 risponderanno per iscritto gli Assessori Bajardi e Cernetti Bertozzi.
Chiede di parlare il Consigliere Penasso. Ne ha facoltà.



PENASSO Alfredo

Invito l'Assessore Simonelli a rispondere alle interrogazioni presentate dal nostro Gruppo in ordine ai danni provocati dalla selvaggina.



PRESIDENTE

Purtroppo questo accade perché è assente l'Assessore o perché è assente uno degli interroganti.
Sospendo brevemente la seduta e convoco i Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 10,30, riprende alle ore 10,40)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Piani pluriennali

Provvedimenti di politica economica di pronto avvio. Anticipazioni del secondo piano di sviluppo regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La conferenza dei Capigruppo ha convenuto la prosecuzione dell'ordine del giorno con l'esame del punto sesto: "Provvedimenti di politica economica di pronto avvio. Anticipazioni del secondo piano di sviluppo regionale".
Svolgerà la relazione il Presidente della Giunta regionale, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, il discorso sulla politica economica della Regione non comincia oggi. Siamo una Regione fondamentale per la produzione del reddito.
Sono concentrati in Piemonte più di un milione di lavoratori; malgrado la crisi, siamo stati la Regione che anche nel 1980 ha esportato più di mille miliardi di merci e prodotti.
Grave però è il nostro deficit energetico ed il nostro disavanzo di prodotti alimentari.
Questa Giunta regionale, fin dall'inizio della legislatura, ha focalizzato la propria attenzione sui problemi economici, ritenendo che il ruolo attivo di governo che aveva rivendicato e che la comunità chiedeva che svolgesse, esigessero questa prima scelta prioritaria.
Abbiamo approfondito e discusso con voi i problemi economici durante la vertenza Fiat; abbiamo, nell'ottobre, esaminato insieme i punti di crisi e le soluzioni necessarie; vi abbiamo, nel novembre, presentato il nostro ampio ed approfondito disegno programmatico, anch'esso saldamente ancorato alle realtà economiche regionali, nazionali, internazionali; abbiamo analizzato insieme le proposte della Giunta in dibattiti settoriali, ma sempre inquadrati nello scenario economico complessivo, nell'ottobre per il carovita, nel febbraio per il piano auto, nel marzo per le fonti energetiche, nell'aprile per il settore agro-alimentare.
Sempre, dal confronto, a volte serrato, a volte aspro, sempre utile abbiamo acquisito il contributo di idee e di posizioni, che riflettono nelle diverse sfaccettature, le idee e le posizioni della comunità piemontese.
Ulteriore occasione di approfondimento dei temi economici la presentazione del bilancio 1981, agganciato al bilancio pluriennale che sia pure nella sua essenzialità e nella sua tecnicità, è insieme scelta di rigore amministrativo, di chiarezza di gestione di dirottamento, almeno emblematico, per la limitatezza dei fondi, delle risorse della spesa corrente a quella di investimento.
Proprio durante la presentazione del bilancio, la Giunta regionale si è impegnata a presentare al Consiglio, in tempi brevi, in concomitanza con i primi provvedimenti assunti dal Governo per fronteggiare l'inflazione, una serie articolata di progetti, ispirata ad una rigorosa logica economica.
Progetti di pronta fattibilità, tesi ad incidere sulle cause strutturali dell'inflazione ed a contribuire quindi ad innescare meccanismi di rilancio della competitività, di ripresa della capacità di investimento, di sostegno dell'occupazione, nell'ottica del riequilibrio della bilancia dei pagamenti.
Oggi la Giunta regionale ritiene di aver soddisfatto a questo impegno.
Sia per i tempi, estremamente brevi, ove si consideri che i progetti sono stati presentati a seguito della consultazione e del coinvolgimento di tutte le forze economiche, sociali e politiche, sia per la loro gamma, che testimonia insieme lo sforzo di colpire gli obiettivi e di farli discendere dal quadro programmatorio regionale.
La Giunta regionale si è avvalsa dei suggerimenti e dei documenti presentati dalle forze politiche del Consiglio, dalle forze economiche (Federpiemonte, API, Federazioni Artigiane, Commercianti, Agricoltori Unione edilizia), organizzazioni sindacali, Gruppi politici, enti strumentali (Finpiemonte, IRES, Promark, ESAP) ed istituti di credito.
Mi sia consentito qui di ringraziarli pubblicamente, e non è un grazie rituale, un grazie sincero e sentito, non solo per il tributo di idee, ma per la prontezza della risposta, per la partecipazione dimostrata, a testimonianza, se ancora ce ne fosse bisogno, che il Piemonte risponde sempre, che la Regione-Ente è anche la comunità regionale e che la comunità regionale, pur nelle divergenze politiche o ideologiche, offre la sua fiducia alla Regione-Ente.
Di questa fiducia cerchiamo sempre, con tutte le nostre forze, e speriamo di riuscirci, di fare buon uso.
Ed i nostri progetti che qui presentiamo tendono proprio a dare una risposta in senso complessivo, un contributo che va al di là delle cifre pur imponenti se si tiene conto del pacchetto globale, perché tendono attraverso la calendarizzazione dei tempi, la stessa scelta dei settori e delle localizzazioni ad offrire un quadro di riferimento certo, a catalizzare quindi le risorse economiche degli operatori regionali azionando un volano di un meccanismo più ampio che coinvolge il sistema produttivo economico regionale.
Non si deve infatti dimenticare che il Piemonte, per la sua struttura economica, è fra le Regioni che più risentono degli effetti negativi della stretta monetaria.
Al debole vantaggio che le imprese esportatrici conseguono dalla svalutazione, si deve infatti contrapporre l'aggravio dei costi fissi per unità di prodotti, che la stretta è destinata a provocare.
A questo panorama si deve aggiungere l'arresto di un processo di ristrutturazione e riconversione che soltanto recentemente aveva incominciato a manifestarsi a livello di alcuni settori industriali e che diventa ancor più necessario in relazione alle prospettive molto incerte del settore dell'auto.
Pertanto, nel corrispondere all'impegno assunto, la Giunta regionale ha tenuto conto di alcune coordinate fondamentali: il programma della Giunta regionale il metodo, in analogia alla logica del piano a medio termine che rappresenta una svolta positiva nella politica economica del nostro Paese caratterizzata dal superamento di concezioni globali e totalizzanti sulla carta. Metodo che privilegia quegli interventi significativi, che siano contenuti ad un disegno strategico e che costituiscono "segnali" precisi capaci di guidare il sistema degli operatori regionali verso scelte prioritarie la logica che sarà propria del secondo piano regionale di sviluppo che si caratterizza per il coinvolgimento di organismi, strutture, enti strumentali già nella fase di formazione e per la capacità di appropriarsi ed avviare progetti idonei al raggiungimento degli obiettivi. Gli obiettivi non possono essere che quelli del programma di legislatura e del piano nazionale a medio termine.
Infatti il secondo piano regionale di sviluppo, che verrà presentato tra breve al Consiglio, prima per la metodologia e poi nei contenuti, deve tenere conto di due aspetti essenziali: 1) che la specificità dei problemi dello sviluppo del Piemonte deve essere commisurata agli obiettivi fissati nel piano a medio termine attraverso il confronto dialettico.
Nelle varie conferenze dei Presidenti delle Regioni è stata richiesta una concertazione stabile Regione-Governo, in cui possa essere sviluppato in modo funzionale il confronto tra piano a medio termine e piano di sviluppo regionale.
Sarà possibile in questo modo far diventare operativi progetti con finanziamenti governativi, ampliando così il campo di intervento della Regione.
Una prima eco di questa positiva azione sta nel fatto che il Governo sembra intenzionato, nell'attuale situazione di taglio di risorse regionali, che peraltro le Regioni respingono, a finanziare esclusivamente i progetti regionali già fattibili, che colpiscono gli obiettivi del piano a medio termine 2) necessità di mettere in atto comportamenti dettati dalla constatazione che dobbiamo convivere con la "crisi".
Dove con questo termine si vuole indicare la situazione in rapida evoluzione (anche a volte drammatica) che il sistema produttivo attraversa nel nostro Paese per essere competitivo.
I provvedimenti di pronto avvio, l'eccezionale consultazione che sta a monte della proposta che la Giunta sottopone al Consiglio, si collocano dunque come contenuti all'interno della strategia che formerà il secondo piano regionale di sviluppo ed attivano nei fatti il metodo che, come si è detto, caratterizzerà, con la flessibilità e la rapidità di risposta, il modo d'essere del piano stesso.
Ne costituiscono altresì la riserva (progetti da avviare successivamente), che sarà sottoposta a verifica nei prossimi mesi.
Tali provvedimenti sono resi possibili anche dallo stadio di elaborazione di progetti già avviati, di scelte già operate, di un metodo programmatorio da tempo consolidato.
In questo contesto assume indubbia rilevanza una corretta politica di pianificazione territoriale che non può non rappresentare il riferimento complessivo delle politiche di settore che incidono sul territorio.
Nell'ottica sopra indicata acquistano particolare valore i progetti nel campo energetico, alcuni dei quali vengono presentati per la prima volta e tengono conto anche dei suggerimenti offerti dalla consultazione.
Nella logica del riequilibrio della bilancia dei pagamenti, i progetti tendono a ricavare energia utilizzando nuovi metodi o metodi già maturi per la produzione di energia ed, insieme, per il risanamento dell'ambiente, o potenziando lo sfruttamento delle fonti energetiche tradizionali.
Stretta è peraltro la connessione del risparmio energetico nel settore agricolo, ove solo si pensi all'uso plurimo delle acque, alla produzione di biogas: in tale settore sono stati già presentati due progetti dimostrativi comunitari alla CEE, con integrazione tra produzione di servizi in agricoltura, risanamento ambiente, produzione e risparmio energia emblematici della scelta di progetti che colpiscono insieme più obiettivi.
Sempre nel settore agricolo, sono state sottolineate le iniziative più rilevanti che hanno già preso l'avvio, finanziate con fondi regionali, del Governo e della CEE e che, per la loro rilevanza, abbisognano di forte accelerazione.
Il settore agro-alimentare è infatti tra quelli che pesano di più sulla nostra bilancia di pagamenti e, non a caso, nel programma della Giunta regionale era stato posto tra quelli abbisognevoli di maggiore attenzione nella strategia dello sviluppo economico complessivo piemontese.
I progetti di investimento sulla zootecnia, sulla forestazione, sul potenziamento, l'ammodernamento delle strutture e gli interventi nei settori collinari e montani rappresentano già una risposta alle sollecitazioni di intervento, in attuazione del programma, per condizioni di sviluppo delle aree più deboli.
Di centrale rilevanza in questo settore sono gli interventi sull'irrigazione, la realizzazione delle opere alternative all'invaso del Moiola, secondo un preciso scadenziario di interventi: progettazione della Regione e degli Enti locali, costituzione di un Consorzio tra ENEL Regione, Istituti finanziari e Finpiemonte per reperire, oltre a finanziamenti dello Stato e della CEE, gli ulteriori finanziamenti sul mercato obbligazionario.
Al Governo chiediamo di stornare fondi stanziati nel piano nazionale dall'invaso del Borbera al lago collinare Paradiso e la ripresa delle trattative insieme all'ENEL ed alla Regione Liguria per l'utilizzazione delle acque del Tanaro (diga del Casotto e del Ponte di Nava) per la stretta rilevanza nel settore energetico.
Nel settore industriale, il tentativo è stato quello, pur nella limitatezza delle competenze regionali, di difendere e qualificare l'occupazione e contrastare la tendenza allo sviluppo zero, creando nuove occasioni ed investimenti.
Ferme restando le richieste già avanzate al Governo per un maggiore spazio al ruolo delle Regioni, specie nella gestione del mercato al lavoro in questo settore si è battuta la strada di realizzare aree industriali attrezzate in zone determinate ed infrastrutture finalizzate al completamento di zone già esistenti, con impegno finanziario parzialmente già imputato al bilancio, per il riequilibrio del sistema industriale; si sta lavorando per l'attuazione di una sezione consorzio garanzia FIDI FIDIPiemonte per il sostegno alle industrie in via di ristrutturazione, un leasing immobiliare nel Comprensorio Verbano - Cusio - Ossola, zona duramente colpita dalla crisi, per favorire gli investimenti da parte delle imprese ed un progetto per il recupero della carta da macero, sollecitato da più parti, considerata la nostra dipendenza dall'estero nel settore.
Verrà pure avviato un progetto conoscitivo per l'industria della componentistica auto, che coinvolge il settore pubblico e privato, con l'intento di razionalizzare il settore e di favorire il consorzio tra imprese per massima cooperazione; un progetto pilota di mobilità interaziendale, su un territorio individuato per un anno di sperimentazione, sulla base di un accordo tra i vari soggetti sociali ed istituzionali (organizzazioni sindacali, organizzazioni industriali Ministero del Lavoro, Enti locali, corsi di formazione professionale ecc.), il cui costo dovrebbe essere finanziato dal Ministero del Lavoro e dal Fondo Sociale Europeo.
Significativo è il progetto osservatorio sul mercato del lavoro già finanziato per L. 50 milioni dal Fondo Sociale Europeo che partendo dai dati conoscitivi, la cui richiesta è già avviata, consentirà di elaborare una strategia per l'offerta di forza lavoro nella Regione.
Strettamente collegati a questa strategia dovranno essere i corsi della formazione professionale, specie per le zone più colpite dalla crisi (Comprensorio Verbano - Cusio - Ossola) quelli di sostegno alle imprese ad un punto di vista tecnologico e scientifico.
Va segnalato come elemento, davvero capace di dirottare risorse ed investimenti, il grande progetto di rilievo culturale, e di manovra ad ampio respiro, Ignitor, esempio di progetto integrato nel settore industriale e scientifico che trova attuazione ed utilizzazione nel settore energetico.
I progetti nel settore artigianato e commercio testimoniano della volontà di andare ad una manovra complessiva, pur nella settorialità dei progetti presentati dalla Giunta regionale, tesi a sostenere l'occupazione ed il rilancio degli investimenti.
Alcuni dei progetti sono in tutto od in parte finanziati (e ne appare determinante l'accelerazione) e tendono a facilitare il credito, sia come accesso che come costo, a favorire gli investimenti, al ridurre dei costi.
Ma particolare significato assumono, secondo anche le sollecitazioni venute da più parti, i grandi progetti sulle comunicazioni (Frejus Voltri - Sempione viabilità Piemonte - Liguria) già avviati come studio per alcuni dei quali la scelta è già avvenuta e mancano i relativi finanziamenti statali.
Un avvio anticipato dei lavori, una funzionale indicazione dei tempi di realizzo, raggiungono il duplice scopo di sostenere l'occupazione rilanciare gli investimenti e di facilitare vasti settori di attività economica strettamente collegati alla riduzione dei tempi e dei costi dei trasporti.
In questo senso, la Regione chiederà al Governo l'immediata approvazione della legge sulla viabilità della Valle Susa, in ottemperanza alla convenzione italo-francese, la partecipazione dell'ANAS alla società SITAF e la concessione alla stessa della rapida ultimazione dei lavori.
La Regione provvederà da parte sua a tutti gli adempimenti per consentire la realizzazione della grande infrastruttura (approvazione legge di acquisto STEF).
Sempre nel settore trasporti occorre sottolineare il potenziamento e la riqualificazione della rete ferroviaria e delle aree metropolitane (metropolitana di Torino), del sistema delle merci (interporti, quale quello di particolare rilevanza, di Orbassano), l'estensione ed il miglioramento delle vie navigabili collegato al progetto energia.
Nel settore edilizia residenziale è stato già anticipato l'intervento regionale, in termini progettuali o di funzionamento; si tratta ora di assicurarne l'attuazione dei programmi, nella consapevolezza che una grossa spinta nel settore, oltre a garantire livelli di occupazione, consenta di dare alcune risposte nel settore casa di evidente importanza sociale ed economica.
La Regione intende costituire un fondo di rotazione che anticipi i finanziamenti per l'acquisizione delle aree e per le opere di urbanizzazione, ed attenuare alcune vischiosità in campo urbanistico nel rilancio delle concessioni edilizie e nel campo di applicazioni dei P.P.A.
Sempre nella logica dello stimolo nel settore edilizio, in riferimento a compiti istituzionali della Regione di rilevante valore sociale, il completamento di programma nel settore dell'edilizia scolastica e quello socio-assistenziale, dove appare significativa la definizione della sperimentazione già avviata per gli impianti solari negli asili nido.
I progetti sul carovita, già approfonditi anche in sede consiliare tendono, ovviamente, per loro propria natura, a contrastare l'inflazione.
Sono previsti una campagna informativa già nell'età giovanile, il raccordo diretto tra produttori agricoli e collettività, la rilevazione dei prezzi all'ingrosso, come primo passo per il progetto più generale dell'osservatorio sui prezzi.
Nel settore urbanistico, particolare impegno è quello della revisione in tempi brevi di alcuni nodi della legge 56, l'avvio, entro maggio, della revisione della convenzione ex art. 78 della legge 10 con il coinvolgimento dei Comuni e delle rappresentanze degli operatori, nonché la messa in opera di tutti gli strumenti idonei a facilitare l'attività degli operatori privati e pubblici.
E', in definitiva, il discorso dell'efficienza della macchina regionale, delle sue leggi e delle sue strutture: tutti i progetti elaborati abbisognano, per la loro stessa efficacia, di essere realizzati in modo rapido e nel rispetto dei tempi prestabiliti, al fine di consentire a tutto il sistema degli operatori di fondare la propria attività su un quadro di riferimento che diventa esso stesso parametro economico essenziale.
Per questo motivo è necessario un processo di revisione legislativa che sulla base delle sperimentazioni ormai acquisite, consenta una risposta sempre più pronta.
La stessa rapidità e duttilità deve informare il sistema dei servizi regionali che devono essere in grado, anche in situazioni di emergenza, di corrispondere ai compiti propri della Regione e garantire, attraverso il massimo dell'agilità e dell'automatismo, l'attuazione delle iniziative assunte.
Questo è stato un impegno centrale del programma di legislatura, questo impegno abbiamo inteso rispettare.
Come intendiamo già in questa prima "tranche" di provvedimenti economici, riconoscere il ruolo determinante che dovranno svolgere tutte le autonomie locali della Regione, in un articolato sistema e, a questo fine intendiamo procedere per la delega di alcune funzioni, nel quadro di un progetto più approfondito e concordato, che consenta all'autonomia locale l'efficienza della sua azione per diventare essa stessa strumento economico positivo nella realizzazione dei programmi.
Ritengo che sarà particolarmente apprezzatala proposta di una Commissione mista che riferisca entro giugno in Consiglio per le successive decisioni sulle deleghe.
Il costo complessivo del pacchetto, valutato in L. 3.850 miliardi appare piuttosto elevato, ed inoltre occorre considerare che il bilancio 1981, pure già approvato dal Governo, dovrà essere ridimensionato in base ai tagli proposti dallo stesso Governo, per un importo ancora da definire.
Va però considerato: 1) che il Governo intende finanziare i progetti finalizzati e tra questi con priorità assoluta quelli che possano ricevere contributi dalla Comunità Europea 2) che gli istituti di credito si sono dichiarati disponibili a reperire finanziamenti per progetti che vanno nella linea della lotta all'inflazione e del riequilibrio della bilancia dei pagamenti 3) che gli Enti locali dispongono di risorse monetarie proprie per finanziare alcune opere pubbliche.
Va pure segnalato che alcune esigenze di immediato avvio non compaiono nel pacchetto presentato perché fanno parte degli adempimenti istituzionali della Regione che troveranno sollecita attuazione (nomine e funzioni della SITO, revisione dello Statuto dell'ESAP).
Dovranno altresì essere puntualizzati e rilanciati, specie nel piano regionale di sviluppo, il ruolo centrale della Finpiemonte, inteso come soggetto economico attivo nello stimolo all'attività imprenditoriale e della Promark che, in stretto collegamento con le Camere di Commercio sostenga le imprese negli scambi con l'estero e più in generale di tutti gli enti strumentali della Regione.
Va pure precisato, che altri progetti di notevole rilevanza, suggeriti dalla consultazione, saranno approfonditi nel piano regionale di sviluppo e la loro assenza non assume il significato di una mancata considerazione; la Giunta ha ritenuto di presentare progetti precisi, definiti o sufficientemente definiti con propri tempi di attuazione, da avviare celermente.
Viceversa tutti i progetti condizionati o dalla mancanza di un quadro legislativo nazionale di riferimento o dalla necessità di ulteriore elaborazione, ovvero che in qualunque modo risultassero solo manifestazioni di volontà, non figurano nell'attuale pacchetto.
Ritengo peraltro che è una gamma abbastanza ampia di progetti, alcuni dei quali integrati, capaci di rappresentare in questa fase un primo impulso ed un primo concreto indirizzo per il sistema economico complessivo piemontese.
La scelta verrà operata sulla base delle risultanze del dibattito della possibilità di concretizzazione dei finanziamenti con il Governo, con gli istituti di credito, con la CEE.
La scelta non potrà comunque prescindere dal nodo energetico, da quello agro-alimentare, specie per quanto riguarda l'irrigazione e l'uso plurimo delle acque, dalla nostra strada dell'innovazione tecnologica, dalla realizzazione della viabilità del Frejus.
Prima di concludere sulle questioni economiche per combattere l'inflazione e sostenere l'occupazione, mi preme svolgere alcune considerazioni di carattere politico, per inquadrare questi provvedimenti nell'azione quotidiana che questa maggioranza svolge, per rispondere alle aspettative di chi ha avuto fiducia in noi e contemporaneamente anche a quelli che sinora non ci hanno confortato con il loro consenso, ma sono in posizione di attesa per verificare le nostre capacità di governo.
Siamo a nove mesi dalle elezioni di questa Giunta ed in questo periodo il Paese è stato tormentato da avvenimenti sconvolgenti per la vita politica, sociale ed economica del nostro Paese.
Molte cose sono successe, dalla crisi drammatica riguardante il settore automobilistico, alle tragedie del terremoto in Basilicata ed in Campania alla crisi economica degenerata nell'inflazione galoppante, alla stasi dell'economia nazionale, a forti contrasti sul piano delle coscienze, come il recente dibattito ideologico e culturale sul tentativo di abrogare la legge sull'aborto.
Abbiamo risposto con un'azione programmatica precisa presentando all'approvazione del Consiglio regionale il programma per la legislatura.
Voglio a questo proposito ricordare una lettera del Ministro Andreatta che sottolineava l'importanza e l'incisività di quel documento, uno dei pochi fra tutte le Regioni italiane.
Azione di governo di fronte ai vari settori in crisi della nostra società, in maniera particolare nei confronti dell'agricoltura: basti ricordare la grande manifestazione dei coltivatori diretti che ha avuto come interlocutore il governo regionale in una vertenza, la vertenza Europa, che non è nata contro la Regione, ma ha avuto al contrario nella Regione un soggetto attivo di solidarietà.
In questo quadro di difficoltà nazionale e regionale e di sommovimenti politici, è nata l'attuale maggioranza.
Essa trae le sue radici nella continuità dell'esperienza del 1975, nel forte successo elettorale del P.S.I. alle elezioni del 1980, e si colloca quale risposta ad un dibattito politico più elevato, più corrispondente alle esigenze della società piemontese per gli anni '80.
L'associazione alla maggioranza del Partito Socialista Democratico determinante sia sul piano politico che sul piano programmatico, è la risposta all'evoluzione politica e sociale della società piemontese.
Riteniamo, quindi, dopo nove mesi, valida la scelta politica e la filosofia che è stata a monte di questa maggioranza. La riteniamo valida come scelta organizzativa; e non posso fare a meno di rivolgere un caldo ringraziamento ed elogio a tutti gli Assessori che, in una situazione drammatica e difficile, hanno risposto adeguatamente alle responsabilità che loro competono.
Il metodo di lavoro che questa Giunta si è dato, basato sull'elaborazione quotidiana di una linea che è frutto del lavoro collegiale di tutti gli Assessori ci appare opportuno ed idoneo.
E' nostra volontà sviluppare un'azione di coinvolgimento di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale perché ciò non sia confuso con debolezza organizzativa e politica.
Con ciò ripetiamo l'invito che avevamo già fatto all'inizio di questa legislatura, e nell'atto della costituzione di questa maggioranza, al Partito Repubblicano, al Partito Liberale, per il loro appoggio ed il loro sostegno.
Siano loro a determinare le forme, il metodo ed i tempi.
Per noi quella proposta fatta allora rimane valida, e sollecitiamo quindi delle risposte, anche se in questi nove mesi abbiamo avuto con questi due partiti contatti in alcuni momenti positivi ed in altri negativi.
Vogliamo sollecitarli ad un confronto sempre più serrato, per coinvolgere sempre maggiormente queste forze in una logica di progresso ed efficienza.
Abbiamo grande rispetto nei confronti della Democrazia Cristiana, un partito di grandi tradizioni e con il quale collaboriamo a livello nazionale, ma non riteniamo oggi, nel Piemonte, che ci siano le condizioni per una altrettanto valida collaborazione. Ci sono piuttosto le condizioni per un franco confronto, con l'augurio che la D.C. possa superare velocemente i momenti di crisi che la travagliano, specialmente nella provincia di Torino.
Noi siamo avversi ai trionfalismi, noi non abbiamo come metodo di governo quello di sostenere che ciò che fa la maggioranza è sempre bello e buono, ma abbiamo la modestia di chi lavora sodo e con metodo, di chi sa accettare le critiche costruttive e non demagogiche, ed adeguarsi conseguentemente ad un aggiustamento del metodo di lavoro.
Oggi occorre fare emergere da un elevato dibattito politico, il pluralismo delle idee e nel far ciò non perdere mai di vista i filoni storici che legano i vari partiti, e conseguentemente promuovere la propria azione nell'interesse del progresso e, per quanto ci riguarda, degli strati più umili e bisognosi della società.
Nei confronti delle minoranze vogliamo mantenere un confronto aperto e rispettoso dei ruoli. Ripeto quanto ho detto all'inizio di questa legislatura: in un regime di democrazia le opposizioni hanno lo stesso valore della maggioranza.
Questo documento, che vuole essere di governo dell'economia del Piemonte, credo che aumenti il nostro credito; il credito della comunità piemontese, delle sue aziende, dei suoi commerci, del suo export, nei confronti dell'Italia e dell'Europa.
Crediamo di rappresentare, con umiltà ma con grande dignità, i valori di modestia, di lavoro, di onestà, di capacità di adeguarsi alle situazioni più difficili, di intraprendenza delle popolazioni del Piemonte.
Dicevo all'inizio che la situazione è difficile, lo è oggi più che mai ma come in questi nove mesi abbiamo assicurato continuità, stabilità e governabilità dell'istituto regionale, intendiamo continuare nei prossimi anni.
Un'ultima considerazione: in tutti questi nove mesi, in questo Consiglio regionale fra le forze politiche, fra le forze sociali nella comunità piemontese, non è emersa sino ad oggi una proposta alternativa a questa maggioranza, né sul piano politico, né sul piano organizzativo, n sul piano programmatico.
Ciò ci fa dire che siamo sulla strada giusta.
Signor Presidente, signori Consiglieri, il documento che vi è stato consegnato forse non è tutto o il meglio, ma è certamente importante frutto di lavoro appassionato, serio e responsabile, e può contribuire a risolvere i problemi dell'economia piemontese.
I Consiglieri si apprestino ad esaminarlo con spirito critico, ma nella certezza che abbiamo lavorato con serietà e nell'altrettanta certezza che se dovessero venire, come mi auguro, contributi positivi, certamente verranno accolti nello spirito della massima collaborazione nell'interesse del Piemonte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazione dell'Assessore Bajardi sulla situazione sanitaria


PRESIDENTE

L'Assessore Bajardi chiede di parlare per una comunicazione. Ne ha facoltà.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

E' in corso la chiusura (per 10 giorni) degli ambulatori dei medici generici e dei pediatri convenzionati. In parallelo si svolgono agitazioni che possiamo definire minori rispetto a questa principale, in effetti prosegue dal 1° gennaio di quest'anno lo stato di agitazione nel complessivo sistema sanitario producendo gravi conseguenze.
Questa può essere definita un'agitazione di particolare gravità. Fa stupire che interventi autorevoli, verificatisi in altri casi, non si siano espressi e non abbiano contribuito a sbloccare la situazione e che una parte dei medici, formalmente partecipi all'agitazione, sostanzialmente accetti le richieste degli utenti. Sono state date disposizioni urgenti alle strutture periferiche sanitarie, agli ospedali, alle U.S.L., affinch si utilizzino le strutture ospedaliere, le strutture ambulatoriali, la Guardia Medica per affrontare in particolare i casi di cura. Abbiamo esaminato il problema giuridico - amministrativo connesso allo stato di agitazione in quanto i lavoratori non riescono in certi casi a produrre la documentazione necessaria per giustificare lo stato di malattia e di assenza dal posto di lavoro. Per superare questo scoglio giuridico si sono svolte anche riunioni con le Federazioni regionali degli industriali, dei lavoratori e con l'INPS. Non è stata accolta la proposta del ricorso all'auto-certificazione da parte dei lavoratori per non incorrere in conseguenze che potrebbero determinarsi serie. E' stato considerato utile il suggerimento dato personalmente dall'Assessore secondo il quale i lavoratori che non siano in grado di documentare la propria malattia producano un documento personale di auto-certificazione. Il Consiglio Sanitario Nazionale è convocato domani per una presa di conoscenza ufficiale delle posizioni del Ministero della Sanità in coerenza con le posizioni generali di cui tutti abbiamo sentito parlare in relazione alla restrizione da assumere sugli aspetti economici e finanziari che hanno un riflesso all'interno della politica sanitaria.
Alla conclusione della riunione di ieri con il Ministro della Sanità è stato firmato dagli Assessori il seguente comunicato conclusivo: "Gli Assessori regionali alla sanità, ascoltate le dichiarazioni del Ministro della Sanità, rese a nome del Governo sulla grave situazione esistente nel settore sanitario a seguito di agitazioni e scioperi in corso o annunciati, valutate le comunicazioni secondo le quali il Governo, nel quadro della particolare gravità della situazione economica, non ritiene possibile destinare quote di risorse alla soluzione complessiva di tutte le vertenze in atto, nello spirito e nella linea di accordi precedenti ribadiscono l'esigenza che, in coerenza con il documento comunemente sottoscritto il 19 marzo scorso, sia perseguita una soluzione globale anche se commisurata alla nuova situazione di crisi economica generale ed ai provvedimenti restrittivi che si stanno assumendo. In tale spirito gli Assessori chiedono che il Governo formuli nuove proposte al fine di riportare tranquillità nell'intero comparto sanitario, manifestando pure l'esigenza di un confronto conclusivo anche con i Ministri del Tesoro e della funzione pubblica".
Non abbiamo nessuna documentazione attendibile sui provvedimenti annunciati dal Ministro (slittamento della convenzione per i medici generici al 1° luglio, estensione del ticket sui farmaci, introduzione di un ticket per il ricorso agli esami e alle analisi presso le strutture private, ipotesi di decreti-legge o di proposte di legge). Tutti gli Assessori hanno richiesto al Governo una formulazione globale in relazione alla situazione economica. Qualcuno nelle settimane addietro ha inteso presentare le proposte e le posizioni degli Amministratori regionali come se fossero in contraddizione alle misure prese o che intende elaborare il Governo. Per onestà di informazione va detto che gli Assessori regionali e loro delegazioni hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni mediche nei mesi di febbraio e di marzo per trovare una soluzione affinch con una diversa organizzazione della convenzione dei medici generici, si potessero recuperare risorse per affrontare i problemi legittimi del personale medico e non medico, del servizio sanitario.
Oggi le cose si pongono in termini radicalmente diversi. Quelle che potrebbero essere chiamate economie per la convenzione dei medici generici non restano nel comparto sanitario, vengono recuperate a livello generale nel quadro delle complessive misure di risanamento della situazione economica del Paese e rientrano quindi in quelle misure sulle quali sta operando il Governo. Gli Assessori chiedono che il Governo formuli quelle proposte che nel quadro generale possano permettere di riportare la calma nel servizio sanitario. La soluzione di un solo comparto non porta assolutamente la calma nel settore.
Su richiesta del Presidente del Consiglio ho ricevuto questa mattina una delegazione di cittadini che mi hanno consegnato questo ordine del giorno: "L'esasperata condizione sanitaria che affligge noi tutti utenti del servizio sanitario nazionale e particolarmente i più poveri, i più deboli e gli anziani, ci fa sentire il dovere di esercitare la nostra funzione di cittadini non soltanto al momento del voto, ma quando diventa giusto esprimere una ben fondata volontà. Chiediamo alla Regione che, per quanto attiene alle sue funzioni e alle sue possibilità di pressione sul Governo si adoperi per ottenere che venga istituita una particolare struttura attraverso la quale si muovano ed abbiano equa e soddisfacente definizione tutte le vertenze che riguardano gli addetti alla sanità nazionale. Non è più possibile pensare che il bene della salute e della conservazione della vita rimanga la materia di pressione nelle lotte fra le parti: ciò è avvenuto e sta anche avvenendo con mortificazione del significato del lavoro e del più elementare diritto umano".


Argomento: Piani pluriennali

Provvedimenti di politica economica di pronto avvio. Anticipazioni del secondo piano di sviluppo regionale (seguito)


PRESIDENTE

La parola al collega Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, chiedo scusa se reintroduco l'argomento trattato dal Presidente della Giunta in ordine ai provvedimenti economici di pronto avvio.
Chiedo alla Giunta di inviare ai Consiglieri il documento unitario delle Regioni che è stato trasmesso al Ministero dell'Industria, alle Commissioni parlamentari in ordine alla delega alle Regioni di specifiche competenze in materia di politica industriale, documento di estrema importanza anche per la discussione generale che terremo nel merito.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Comunicazione dell'Assessore Bajardi sulla situazione sanitaria (seguito)


PRESIDENTE

In merito alla comunicazione dell'Assessore Bajardi sulla situazione sanitaria ha chiesto di parlare la signora Bergoglio Cordaro. Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

BERGOGLIO.



PRESIDENTE

Non intendo aprire un dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Bajardi in quanto, non essendo previsto, rischia di spostare l'ordine dei lavori di questa mattina. Tuttavia i temi sollevati meritano un'attenzione ed un approfondimento che potrebbero essere rimandati ad una prossima riunione per la puntualizzazione su una serie di interventi che la Regione sia da un punto di vista di proposte sia da un punto di vista di iniziative autonome proprie potrebbe assumere in questa fase estremamente delicata della vertenza.
Mi preme ora sottolineare quanto in altre occasioni il Gruppo democristiano ha ricordato. Siamo in presenza di giustificati diritti di categorie professionali a rivendicare un quadro contrattuale e normativo rispondente alle esigenze degli operatori. Non possiamo dimenticare la delicatezza di una questione che non riguarda soltanto la normativa contrattuale, ma i cittadini, le loro condizioni di malattia e le loro esigenze di cure che non possono essere poste in secondo piano rispetto alle pur legittime richieste di lavoratori. Le rivendicazioni di una categoria non devono creare danni alla salute dei cittadini. La chiusura degli ambulatori, gli scioperi più o meno bianchi nelle strutture ospedaliere di fatto si traducono in un danno diretto alla salute. C'è poi tutta una serie di problemi di carattere amministrativo e burocratico quali quelli che l'Assessore ha ricordato circa la certificazione delle assenze dal lavoro e il rimborso delle spese per le visite mediche. La Regione potrebbe istituire un servizio regionale sostitutivo per quanto si riferisce alla certificazione delle assenze. Questo non entrerebbe nel merito dello sciopero e consentirebbe di svolgere alcune pratiche di carattere formale non strettamente collegate alla fase sanitaria. Non so se questa sia una forma possibile, certamente ha dei grossi limiti di carattere formale ed istituzionale, è però necessario trovare delle forme che consentano una specie di arbitrato. Possiamo sollecitare il Governo a svolgere una funzione collegiale, come ha ricordato l' Assessore Bajardi.
Forse l'impostazione della vicenda contrattuale, prima attraverso un solo Ministero poi con il coinvolgimento degli Assessori regionali e di altri Ministeri, non è stata completamente soddisfacente ed ha creato in fase applicativa altri problemi che non hanno favorito la comprensione e la distensione tra le parti e certamente non hanno accelerato il processo conclusivo di accordo che tutti quanti auspichiamo, nell'interesse innanzitutto dei cittadini che hanno queste esigenze di servizio e nella chiarezza delle funzioni che i lavoratori del settore devono poter svolgere. Grazie.



PRESIDENTE

La questione è molto importante. Ora darò ancora la parola al Consigliere Reburdo su questo tema avvertendo il Consiglio che, nel caso vorrà ampliare l'argomento, sarà opportuno concordarne con i Capigruppo l'iscrizione all'ordine del giorno.



REBURDO Giuseppe

La comunicazione dell'Assessore Bajardi ci obbliga a riflettere su una questione delicata, dal punto di vista etico e politico. La categoria dei medici di base ha attuato una forma di sciopero alla rovescia, nel senso che è uno sciopero che permette ai medici di incassare di più di quello che normalmente incasserebbero svolgendo il loro normale lavoro. Il problema però pone delle questioni che vanno al di là dello sciopero e obbligano ad una riflessione più ampia sullo stato di attuazione della riforma e sul ruolo che nella riforma dovrebbero svolgere le categorie.
Siamo d'accordo di aprire un dibattito più approfondito. E' indubbio che lo sciopero dei medici, la proposta di istituire il ticket in termini indiscriminati (non si dimentichi il rinvio della legge sul riscaldamento) richiedono una discussione più ampia e più approfondita che va al di là di una valutazione immediata sulla situazione delineata dall'Assessore Bajardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Non intervengo su questa materia per rispetto alla Presidenza e alle decisioni assunte dai Capigruppo e protesto fortemente per l'intervento del Consigliere Reburdo che ha con lo stesso introdotto delle tematiche di carattere generale su cui ogni forza politica avrebbe avuto diritto di parlare. Se facevamo questo dibattito oggi bloccavamo i lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

Siamo d'accordo, Consigliere Bastianini.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il problema introdotto inopinatamente stamane ci riporta all'organizzazione dei lavori all'interno del Consiglio. Il problema degli ambulatori e delle convenzioni sono di un'importanza eccezionale. Allora l'introduzione a questi temi deve avvenire o perché le forze politiche possano intervenire o perché si apra un dibattito in tempi successivi.
L'introdurre furbescamente qualche intervento sul problema significherebbe aprire in questo Consiglio un varco senza confini. Sappiamo perfettamente che di istanze e di esigenze, quale quella oggi rappresentata, ce ne sono moltissime e le forze politiche sono interessate a che questi problemi siano dibattuti in modo corretto. Rileviamo il modo anomalo della presentazione l'incoscienza da parte dei Gruppi dell'introduzione di questo problema, quindi la non conoscenza e la sorpresa che è stata generata in noi da questa vicenda. Protesta anche il Gruppo socialista ben conscio dell'importanza del problema e della necessità che esso debba essere trattato in una forma diversa dando la possibilità di preparazione, di intervento, di distinzione delle forze politiche all'interno del Consiglio.
Non consentiremo più che siano introdotti argomenti così di sorpresa quali quelli di oggi.



PRESIDENTE

La mia sorpresa è maggiore della vostra. Normalmente gli Assessori che hanno trascorso la notte in treno per portare le ultime notizie hanno sempre dato un resoconto di quello che è stato fatto. E' chiaro che il dibattito si farà in altra forma.
Purtroppo è difficile far tacere i Consiglieri quando hanno la parola.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, concordo con Lei sul fatto che spesso gli Assessori riferiscono in aula specie su questioni afferenti a grandi problemi sul tappeto. In questo caso la ragione era rafforzata dal fatto che una delegazione di cittadini aveva sollecitato un incontro con l'Assessore.
Sarebbe buona norma, per quanto riguarda il dibattito, convenire nell'economia dei lavori tutti gli argomenti anche se è diritto dei Consiglieri di intervenire sulle comunicazioni della Giunta.
Raccolgo la raccomandazione di Viglione e di Bastianini nel considerare con maggiore attenzione anche la spedizione delle comunicazioni perché c'è il rischio che effettivamente si introducano discussioni più ampie da cui qualcuno possa essere tagliato fuori.
Sono favorevole ad uno scambio di opinioni sulle comunicazioni per chiarire molti equivoci.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

E' stabilito per Regolamento che all'inizio della seduta ci sono le comunicazioni del Presidente del Consiglio e del Presidente della Giunta il quale può farle direttamente o delegare un Assessore.
Abbiamo svolto i nostri lavori e, ad un certo punto, viene introdotto questo argomento. Il mio partito o altre organizzazioni possono venire qui nel corso della seduta, a discutere di problemi importanti quali l'inquinamento, l'agricoltura e così via.
Questo comportamento è anomalo e irrituale.
Presenteremo oggi un documento che riguarda i lavori di un parlamento.



PRESIDENTE

Grazie per questa bella lezione!


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione urgente dei Consiglieri Bergoglio Cordaro e Beltrami relativa al contributo per finanziare l'audiovisivo sull'aborto diffuso dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Come convenuto svolgiamo l'interrogazione urgente presentata dai Consiglieri Bergoglio Cordaro e Beltrami relativa al contributo per finanziare l'audiovisivo sull'aborto diffuso dalla Giunta regionale.
La parola al Vicepresidente della Giunta, Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

I criteri che hanno ispirato la Giunta regionale a produrre un video tape sulla legge 194 sono: 1) il dovere istituzionale relativo all'art. 8 dello Statuto regionale laddove stabilisce che presupposto della Regione è la partecipazione l'informazione sui programmi, le decisioni e gli atti di rilevanza regionale e l'applicazione della legge 194 è di grande rilevanza non soltanto a livello regionale.
2) La scelta del video-tape è stata fatta in base all'art. 8 dello Statuto regionale là dove si dice che la Regione stabilisce rapporti permanenti con gli organi di informazione anche audiovisivi Con l'avvicinarsi delle scadenze referendarie si è inteso mettere a disposizione delle strutture sociali che lo desiderino, uno strumento che illustri le caratteristiche della legge 194.
Tuttavia non voglio sfuggire all'interrogativo politico dell'interrogazione. La posizione della Giunta sulla legge 194 è facilmente desumibile dalla composizione della Giunta stessa. Tuttavia, questa posizione non è riflessa nel video-tape, che si limita ad un'informazione sulle caratteristiche e sull'applicazione della legge 194: in questa iniziativa quindi non c'è nemmeno quel tipo di influenza indiretta che potrebbe derivare, per esempio, da un'esaltazione dei risultati della legge in Piemonte che, tuttavia, in questa sede non voglio evitare di dire.
La posizione della Giunta parte dai dati di fatto relativi all'applicazione della legge e i dati di fatto sono quelli resi noti ieri dal Ministro della Sanità che ci ha informati che 450 mila donne sono state sottratte all'aborto clandestino da quando è entrata in vigore la legge 194. Tale legge ha quindi dimostrato di tutelare la salute psico-fisica della donna (ed era uno degli obiettivi fondamentali della legge) e che il tasso di mortalità legato alla maternità è sceso dall'1,6 allo 0,9%.
In Piemonte l'applicazione della legge ha dato buoni risultati, in qualche caso eccellenti, grazie alla costituzione di 170 consultori familiari che hanno funzionato, grazie anche alla solerzia che ha caratterizzato la precedente e l'attuale Giunta regionale in una unità di intenti e di comportamenti. Si è cominciato ad uscire da una situazione di gravissima ignoranza, che il video-tape tende a combattere.
Per effetto del funzionamento dei consultori il 53% delle donne del Piemonte che ha eseguito l'aborto in ospedale è tornata al consultorio per visite di controllo; di queste il 77 % ha fatto una scelta contraccettiva cioè ha deciso di usare uno dei metodi che potranno consentire alla coppia di decidere se e quando avere un figlio.
Se chiedete che cosa vogliamo rispetto al problema generale posso dire che non vogliamo più l'aborto clandestino, ossia non vogliamo più quel milione di eventi che l'Organizzazione della Sanità alla vigilia dell'applicazione della legge 194 stimava essere la dimensione di questa piaga sociale nel nostro Paese.
Se poi ci chiedete se in questa scelta c'é anche un contenuto ideale allora possiamo anche dire che l'iniziativa della Regione ha teso ad evitare ogni contrapposizione (aborto "sì", aborto "no") che appare minacciosa in questi giorni.
Siamo contro l'aborto clandestino, siamo per la vita, ma siamo per la difesa di una legge che ne ha salvate tante. Siamo contro l'esaltazione dell'aborto e siamo per il rispetto delle convinzioni morali e religiose di ciascuno, siamo perché il nostro Paese abbia una legislazione avanzata europea, come recentemente ha raccomandato il Parlamento Europeo. Siamo per la difesa di una conquista recente delle donne e della coscienza democratica del Paese.



PRESIDENTE

La parola alla signora Bergoglio Cordaro.



PRESIDENTE

BERGOGLIO.



PRESIDENTE

Il senso della nostra interrogazione è stato giustamente compreso dal Vicepresidente Sanlorenzo e nella breve replica che intendo svolgere non desidero entrare nelle differenti valutazioni che facciamo come democristiani nel merito dell'applicazione della legge 194. In altre sedi e in altri momenti è possibile differenziare le posizioni su questa legge.
Non ci sentiamo di sottoscrivere il giudizio dato sull'applicazione della legge 194, che nella nostra Regione, nel 1980, registra 22.276 aborti: non lo riteniamo un risultato né soddisfacente, né eccellente.
Ma, questo è un altro aspetto della questione.
Al di là della risposta formale, che tiene conto dell'art. 8 dello Statuto, non può sfuggire la stranezza di aver sentito l'esigenza di un'informazione di questo genere nell'imminenza della consultazione referendaria e di aver coinvolto direttamente l'istituzione Regione in una posizione di parte sapendo anche (e questo certamente non è sfuggito alla Giunta o comunque a chi nell'ambito della Giunta ha proposto questa iniziativa) che la stessa iniziativa proposta da un gruppo di giornaliste e di operatrici del settore era stata presentata all'Ufficio di Presidenza dalla Consulta regionale femminile che - voglio sottolineare - con molta correttezza e con molto rispetto delle posizioni diversificate e dissimili delle forze sociali e politiche presenti in sede di Consulta, aveva ritenuto di non dare il proprio contributo finanziario a questa iniziativa ritenendo più corretto che ogni forza politica e ogni forza sociale, nelle sedi di dibattiti e di informazione sul referendum potessero svolgere autonomamente la loro funzione.
Ci duole che analogo corretto comportamento di rispetto delle posizioni del pluralismo non sia stato assunto dalla Giunta regionale e ci duole anche che, dietro la facciata formale di rispetto di un Regolamento, si sia sentito in questo momento e solo per questo argomento, il dovere di ricorrere ad una forma di questo genere, chiaramente strumentale ai fini del referendum, indipendentemente dal suo contenuto.
Perché la Giunta non ha seguito la strada di dare contributi perch venissero diversamente illustrate le varie posizioni? Non dico che l'Ente Regione avrebbe dovuto fare così, ma avrebbe dovuto rispettare la funzione che hanno le diverse forze politiche, i Gruppi, i partiti e le forze sociali.
Ci dissociamo fortemente da questa iniziativa perché riteniamo che i denari della collettività non possano essere impegnati in posizioni di parte. Se la Giunta sente il dovere di informare la collettività su provvedimenti o su leggi, lo faccia in altri momenti ed usi altre forme e altri metodi che non siano palesemente di parte e che non siano così chiaramente strumentali ad un risultato elettorale.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Formazione professionale

Esame progetto di legge n. 67: "Autorizzazione all'acquisto di un immobile da destinare a sede di Centro di formazione professionale della Regione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 67: "Autorizzazione all'acquisto di un immobile da destinare a sede di Centro di formazione professionale della Regione".
La parola al relatore, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto, relatore

La legge è stata esaminata dalla I Commissione ed è stata approvata in data 22 aprile 1981.



PRESIDENTE

Se non vi sono richieste di intervento possiamo procedere alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "E' autorizzato l'acquisto dell'immobile sito in Ceva, Via IV Novembre angolo Via Regina Margherita, di proprietà dei signori Berruti Pia, Viola Giovanni e Giaccone Anna Maria, da destinare a sede di Centro di formazione professionale della Regione, al prezzo di L. 62.000.000 (sessantaduemilioni).
La Giunta regionale stabilirà, con propria deliberazione, le altre condizioni del contratto per l'acquisto dell'immobile di cui al precedente comma".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "All'onere di cui al precedente articolo, valutato in L. 62.000.000 (sessantaduemilioni), si farà fronte con lo stanziamento del capitolo 1000 del bilancio per l'esercizio 1981".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame progetto di legge n. 79: "Modifiche alla legge regionale 17/12/1979 n. 73. Istituzione di due nuovi servizi a supporto delle Commissioni permanenti VI e VII del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Il punto ottavo all'ordine del giorno reca: Esame progetto di legge n.
79: "Modifiche alla legge regionale 17/12/1979, n. 73. Istituzione di due nuovi servizi a supporto delle Commissioni permanenti VI e VII del Consiglio regionale".
La parola al relatore, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto, relatore

Il testo è stato licenziato dalla I Commissione con parere unanime.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "In attuazione dell'art. 18 dello Statuto della Regione sono istituiti due nuovi servizi a supporto delle Commissioni permanenti VI e VII del Consiglio regionale previste dal vigente Regolamento consiliare.
Tali servizi le cui attribuzioni sono descritte nell'allegato A alla presente legge operano secondo i principi di cui alle leggi regionali 20/2/1979 n. 6 e 17/12/1979 n. 73".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "L'allegato A della presente legge costituisce l'allegato 1 bis all'art. 2 della legge regionale 17/12/1979, n. 73".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 42 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 94-5162 relativa a: "Alluvione 16/17 ottobre 1980. Riconoscimento di calamità grave per i Comuni di Terruggia e Cellamonte"


PRESIDENTE

Punto decimo all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale n. 94-5162 relativa a: "Alluvione 16/17 ottobre 1980.
Riconoscimento di calamità grave per i Comuni di Terruggia e Cellamonte".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale viste le leggi regionali 29/6/1978, n. 38 e 20/12/1979, n. 79 preso atto della proposta della Giunta regionale n. 94-5162 del 24/3/1981 di dichiarare grave l'evento alluvionale dei giorni 16 e 17 ottobre 1980 anche per i Comuni di Terruggia e Cellamonte nel Comprensorio di Casale Monferrato sentita la competente Commissione consiliare delibera 1) è dichiarato grave l'evento alluvionale dei giorni 16 e 17 ottobre 1980 abbattutosi sui territori dei Comuni di Terruggia e Cellamonte 2) nell'ambito dei predetti territori si applicano le disposizioni dell'art. 9 della legge regionale 29/6/1978, n. 38, integrato dall'art. 5 della legge regionale 20/12/1979, n. 79.
La presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 e del penultimo comma dell'art. 17 della legge regionale 29/6/1978, n. 38, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Se non vi sono dichiarazioni, pongo in votazione per alzata di mano la deliberazione.
E' approvata all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Fondi sanitari

Esame deliberazione Giunta regionale n. 21-5089 relativa a: "Assegnazione alla Regione Piemonte della quota del fondo sanitario nazionale 1980 conto capitale, pari a L. 18.026.667.000"


PRESIDENTE

Chiedo al Consiglio di autorizzare l'inserimento nell'ordine del giorno della deliberazione della Giunta regionale n. 21-5089 relativa a: "Assegnazione alla Regione Piemonte della quota del fondo sanitario nazionale 1980 conto capitale, pari a L. 18.026.667.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti in aula.
Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 21-5089 del 24/3/1981 sentito il parere espresso dalla V Commissione consiliare permanente delibera 1) di richiedere al Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica l'assegnazione della somma di L. 18.026.667.000, già accantonata per il Piemonte quale quota del fondo sanitario nazionale 1980, in conto capitale, da destinare, con successivo provvedimento della Giunta regionale: per L. 10.897.702.460 a copertura dei pagamenti effettuati in conto residui ex legge 16/10/1975, n. 492 per L. 873.392.397 a copertura degli impegni assunti in conto residui ex legge 16/10/1975, n. 492 per L. 6.255.572.143 per il pagamento dei maggiori oneri di spesa connessi all'esecuzione dei lavori previsti dai progetti in corso per opere di edilizia ospedaliera, già approvati e finanziati ai sensi della legge 16/10/1975, n. 492 e della legge regionale 16/5/1975, n. 28 2) di dare atto che tale assegnazione è richiesta in via provvisoria e fermo restando l'esigenza di acquisire un'integrazione del fondo sanitario nazionale conto capitale, per gli oneri per opere già finanziate ed avviate ai sensi della legge 16/10/1975, n. 492, che ammontano globalmente a L.
20.861.756.000 e di cui una quota (L. 10.897.702.460) è stata provvisoriamente imputata al fondo sanitario nazionale conto capitale per l'anno 1980 3) di rinviare a successivo atto deliberativo la copertura finanziaria della differenza di L. 123.402.105 (L. 6.378.974.248 - L. 6.255.5 72.143) relativa ai suddetti maggiori oneri di spesa, a carico del competente capitolo del bilancio regionale 1981.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva, ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 42 Consiglieri presenti in aula.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto undicesimo all'ordine del giorno vengono effettuate le seguenti "Nomine".


Argomento: Nomine

Rinnovo Commissione tecnico-consultiva in materia di coltivazione di cave e torbiere: 6 esperti di cui 2 in rappresentanza della minoranza (legge regionale 22/11/1978, n. 69).


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: OCCELLA Enea n. 22 FASSI Bruno n. 23 BOFFA Gianfranco n. 13 DOGLIO Giacomo n. 26 FRANCESCHETTI Bortolo n. 19 SERTORIO Marco n. 16 Schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Commissione tecnico-consultiva in materia di coltivazione di cave e torbiere: 6 membri supplenti.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti:



MANCINI Renato Ugo n. 21



BARBIERI Carlo Alberto n. 20

BERTOLINO Domenico n. 20 GRASSO Franco n. 18 BASSO Paolo n. 17 DI AICHELBURG Anna n. 16 Scheda nulla n. 1 Schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Consiglio Direttivo della riserva naturale speciale del Parco di Burcina: nomina di un esperto in materia botanica.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 ha riportato voti: PIACENZA Guido n. 37 Schede bianche n. 4 Proclamo eletto il signor Guido Piacenza.


Argomento: Nomine

Consiglio Direttivo del Parco naturale dei Laghi di Avigliana: 3 esperti in materia zoologica, botanica e idrobiologica.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: LODI Elso n. 38 ROLANDO Antonio n. 37 CASTAGNERI Laura n. 35 KORWIN Alessandro n. 2 Schede bianche n. 2 Proclamo eletti i signori Lodi, Rolando e Castagneri.


Argomento: Nomine

Consiglio Direttivo della riserva naturale speciale della Garzaia di Valenza: 3 esperti in materia zoologica, botanica e idrobiologica.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: BADINO Guido n. 38 MINGOZZI Antonio n. 37 GULINO Angela n. 38 Schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.
Terminate le nomine sospendo la seduta per una riunione dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 12,20 riprende alle ore 13,10)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Comprensori

Proseguimento esame ricorsi presentati avverso le operazioni elettorali ai sensi dell'art. 9 del Regolamento per le elezioni dei Consigli dei Comitati comprensoriali, di cui alla legge regionale 4/6/1975, n. 41


PRESIDENTE

La seduta riprende con il punto quarto all'ordine del giorno: "Proseguimento esame ricorsi presentati avverso le operazioni elettorali ai sensi dell'art. 9 del Regolamento per le elezioni dei Consigli dei Comitati comprensoriali, di cui alla legge regionale 4/6/1975, n. 41".
La parola al relatore, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto, relatore

Informo i colleghi del Consiglio che in seno alla conferenza dei Capigruppo si è svolto un ulteriore esame dell'argomento e si è ritenuto che vi siano elementi probanti per un approfondimento con gli esperti che già per altre evenienze collaborano con l'Ufficio Legislativo della Regione.
Nel medesimo tempo, a giudizio del Presidente del Consiglio oltre che dei Capigruppo presenti alla riunione, si ritiene di precisare che la prosecuzione dei lavori non avrà influenza sugli atti che il Comprensorio di Asti è chiamato a svolgere con l'elezione del Presidente e degli organi comprensoriali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Sottolineo positivamente l'attenzione delle forze politiche a questo problema, che è marginale nella sua essenza e che poteva quindi essere risolto con una votazione che facesse leva sulla forza dei raggruppamenti politici, ma che è invece importante per la sua delicatezza. Noi apprezziamo questa sensibilità e ribadiamo la necessità di mantenere gli impegni assunti nella riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Desidero motivare l'adesione del nostro Gruppo al rinvio che si fonda su tre fatti: opportunità di questo parere. Il "fosso" dei 15 giorni l'abbiamo sorpassato l'altra volta, quindi siamo già al di là. A questo punto forse non è inopportuno sentire l'autorevole parere di alcuni esperti.
Il Capogruppo del Partito Liberale, che ha presentato il ricorso, ha dichiarato di non valersi assolutamente di questi rinvii o di non inficiare in futuro gli atti deliberativi del Comprensorio di Asti.
Il parere espresso da tutte le forze e cioè che all'interno degli eletti del Comprensorio di Asti si può procedere a tutti gli adempimenti in sostanza che il Comprensorio di Asti può funzionare.



PRESIDENTE

Dopo la discussione pongo in votazione la proposta per la costituzione di una Commissione di esperti giuristi per esaminare tali ricorsi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Ordini del giorno presentati dai Consiglieri Montefalchesi e Reburdo e dai Consiglieri Bastianini, Paganelli, Vetrino Nicola e Viglione sul prete operaio licenziato dalla Lancia di Chivasso


PRESIDENTE

Sono stati presentati due ordini del giorno dai Consiglieri Montefalchesi e Reburdo e dai Consiglieri Bastianini, Paganelli, Vetrino Nicola e Viglione sul prete operaio licenziato dalla Lancia di Chivasso.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Nella scorsa riunione abbiamo chiesto il rinvio di questo ordine del giorno, non per non voler dare la nostra solidarietà, ma perché di questo caso si sta interessando la Magistratura, quindi ci parrebbe un'interferenza nell'opera che la Magistratura sta compiendo.
Se i presentatori intendono sottoporre al voto l'ordine del giorno, il Gruppo socialista presenterà un ordine del giorno in cui si chiede che la Magistratura faccia rapidamente luce sull'episodio.
A Torino stiamo assistendo a due processi ai terroristi che hanno insanguinato la città, nel Paese si sta manifestando un forte senso di ripresa contro i movimenti eversivi: la pronuncia di parole in certi contesti a noi non sta bene. Non possiamo approvare ordini del giorno di solidarietà quando non conosciamo come si sono manifestati i fatti. In altre occasioni, non dal nostro Gruppo, è stata manifestata la solidarietà in modo superficiale per casi che hanno avuto risvolti giudiziari; alcuni casi avevano ricevuto solidarietà e sono poi risultati implicati nei fatti delle b.r. ed essere dentro la gabbia del processo.
Ci inchiniamo alle decisioni della Magistratura che deve accertare i fatti e stabilire se si tratta di ricostituire la figura di un uomo che pu essere stato ingiustamente accusato.
Se i presentatori intendono sottoporre al voto questo ordine del giorno, chiedo al Presidente di sospendere la seduta affinché possa presentare un ordine del giorno che si richiami alle decisioni della Magistratura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Sono sostanzialmente d'accordo con quanto ha detto il Consigliere Viglione, perché è in corso un'inchiesta dell'autorità giudiziaria penale per accertare se - effettivamente - sono state pronunciate dal prete operaio quelle espressioni riferite dai giornali: nel quale caso, si potrebbero ravvisare gli estremi dell'apologia di reato.
A parte questa considerazione, ritengo che la proposta fatta dal Consigliere Viglione vada accolta anche in base ad un preciso precedente di questo Consiglio: infatti, nell'ottobre del 1979, quando emerse inopinatamente la notizia dei 61 licenziamenti della Fiat, in sede di riunione dei Capigruppo (convalidata poi con decisione del Consiglio) all'unanimità, si decise di non presentare "ordini del giorno" relativamente a quei licenziamenti, proprio per la ragione che sarebbero stati sicuramente proposti ricorsi alla Magistratura e che questa avrebbe dovuto procedere ai relativi accertamenti. Oggi, la situazione è sostanzialmente identica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Credo di dover convenire sulla delicatezza della questione, soprattutto in riferimento al fatto che ci troviamo in presenza di un provvedimento giudiziario e quindi della remissione del giudizio sui fatti alla Magistratura. Lo spirito dell'ordine del giorno va però anche nella direzione di chiedere alla Fiat che, solo dopo la pronuncia della Magistratura, compia atti come quello del licenziamento. La richiesta dell' integrazione dell'ordine del giorno manifestata dal Capogruppo socialista Viglione, può rispettare le due finalità: la non intromissione da parte nostra in decisioni che spettano esclusivamente alla Magistratura, un richiamo nei riguardi della Direzione dell'azienda, affinché valga lo stesso principio. Proporrei di sospendere la votazione per valutare se su questa strada è possibile trovare un accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

La nostra posizione è quella che è stata con molta chiarezza espressa dal Consigliere Viglione. In sostanza, manchiamo di quegli elementi di giudizio che debbono essere presenti in ciascun Consigliere regionale nel momento in cui è chiamato a pronunciarci su qualsiasi fatto.
Non so quale sarà l'epilogo di questa discussione. Se dovesse risultare che quella frase è stata travisata, ingigantita per essere l'occasione per eliminare dalle strutture dell'azienda una persona, un prete operaio, che poteva essere scomodo, il Gruppo della D.C. sarà dalla parte del prete operaio; se invece risulta che quella frase è stata pronunciata ed ha i toni ed i caratteri che da certa parte della stampa ci sono stati riportati, non abbiamo difficoltà a dire che siamo dalla parte di coloro che devono espellere questa persona dalla struttura aziendale. Questa è la nostra posizione, ma, ripetiamo, non siamo in grado in questo momento di decidere e di valutare l'effettiva portata di quella frase. Ecco perch riteniamo che la posizione del Consigliere Viglione sia in questo momento la più aderente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Sono d'accordo con la proposta fatta dal Capogruppo del Partito Comunista e sono disponibile, se gli altri Gruppi lo sono, a discutere e a perseguire quella strada.
Se da parte degli altri Gruppi non c'è questa disponibilità mi riservo un ulteriore intervento.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il collega Bastianini. Ne ha facoltà.



BASTIANINI Attilio

La nostra posizione su questa materia è estremamente chiara: bisogna evitare qualsiasi uso strumentale di questo documento.
Sottopongo al Consiglio regionale un testo breve ed incisivo che afferma quanto è possibile in questa materia: "Il Consiglio regionale, a conoscenza dei provvedimenti assunti dalla Fiat nei confronti di un lavoratore sacerdote, e che attualmente è in corso un processo avanti l'autorità giudiziaria di Torino, auspica che la Magistratura stessa si pronunci rapidamente e chiarisca fino in fondo la reale entità dei fatti ricostituendo, ove le frasi incriminate non siano state pronunciate, la figura del lavoratore".



BONTEMPI Rinaldo

La formulazione proposta dal Consigliere Bastianini non è sufficiente perché non è rappresentativa delle esigenze che abbiamo posto nel nostro intervento. Rinnovo l'invito a trovare una posizione comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il processo di lavoro è un processo assai rapido e non si può certo accusare i giudici della Sezione Lavoro della Pretura di Torino di avere qualche pregiudiziale verso i lavoratori o verso i diritti dei lavoratori.
Detto questo, non mi sento, al di là della formulazione di dire che si ricostituisca rapidamente la figura del lavoratore e il posto di lavoro qualora tutto questo non sia avvenuto da parte della Magistratura.
La Magistratura di Torino ha sempre agito con rapidità e correttamente quindi l'ordine del giorno deve essere portato al Pretore dirigente della Pretura di Torino perché l'auspicio che formula il Consiglio sia di immediata applicazione in una decisione del giudice di Torino.
Se questi fatti non sono avvenuti la Magistratura deve rapidamente ricostituire la posizione del lavoratore, se sono avvenuti deve agire di conseguenza.
Non parteciperò a nessun altro scritto e neppure altre motivazioni potranno essere di nostra soddisfazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Poiché dalle forze politiche non viene la disponibilità all'incontro chiedo che si dia tempo anche al nostro Gruppo di stilare una sua formulazione che riprenda i concetti che ho espresso.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Sono stati richiamati il processo di Torino e i fatti di terrorismo.
Credo che sia il caso di approfondire questa vicenda.
Ritengo sia utile un pronunciamento del Consiglio regionale che valuti il pronunciamento della Magistratura e che richiami l'esigenza affinch dalle due parti non vengano atti irreversibili come quello che ha compiuto l'azienda. Il sottoscritto e molti altri lavoratori hanno vissuto questo problema. Alcune persone (due o tre) che erano presenti alla trattativa per conto dell'azienda possono avere più credibilità di otto componenti del Consiglio di fabbrica, i quali smentiscono quelle dichiarazioni? Troppe volte si è assistito a licenziamenti di lavoratori in cui la parola di una persona per conto dell'azienda valeva più della parola di decine di lavoratori. Tutti, chi più chi meno, hanno in questi anni contribuito alla lotta contro il terrorismo. Qui dentro c'è chi ha pagato di più, chi ha pagato di meno, certamente tutti abbiamo pagato. Il collega Picco ha pagato gravemente, io ho pagato e chi voglia accertarsene può andare dal dott.
Fiorello.
In quest'aula non c'è la possibilità di arrivare ad un pronunciamento mentre altre istituzioni, come la Provincia e come autorevoli rappresentanti della Chiesa sono arrivati ad un pronunciamento. C'è gente che lavora nell'ombra, che ha lavorato nell'ombra anche all'interno delle file del movimento operaio. Questo è un altro aspetto che dovrebbe farci riflettere. E veniamo ai 61 licenziati.



CERCHIO Giuseppe

Li avete difesi!



MONTEFALCHESI Corrado

Non li difendiamo. La Magistratura è stata sovrana nel giudicare.
Quelli che erano colpevoli sono giustamente in galera, ma quelli che la Magistratura ha ordinato di riassumere non sono ancora rientrati in fabbrica e non rientreranno: Gianni Montani, non era dei 61, è stato licenziato prima del periodo di prova perché la Fiat ha scoperto, prima del tredicesimo giorno, che era un ex dirigente sindacale; la Magistratura ne ha ordinato il suo rientro in fabbrica, ancora è fuori e la Fiat lo paga per tenerlo fuori.
L'ordine del giorno che aveva proposto il compagno Bontempi è fattibile. Credo che si debba far capire alla comunità piemontese chi sta dalla parte dei lavoratori e chi no anche se ci sono delle radici alle quali vi richiamate.



VIGLIONE Aldo

I 61 sono nel gabbione!



MONTEFALCHESI Corrado

Non metto in votazione l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ritengo che si possa rinviare la questione alla prossima seduta, nella quale presenteremo un nostro ordine del giorno, altrimenti ci vedremo costretti a collocarci sull'ordine del giorno presentato a firma dei Consiglieri Viglione, Bastianini, Paganelli e Vetrino Nicola sul quale dovremo esprimerci negativamente.



BASTIANINI Attilio

Per quanto mi riguarda accolgo la richiesta ragionevole di Bontempi.



VIGLIONE Aldo

Senz'altro.



PAGANELLI Ettore

D'accordo.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Ordine del giorno presentato dai Consiglieri Revelli, Viglione, Turbiglio Gastaldi, Montefalchesi, Mignone e Chiabrando sull'agricoltura


PRESIDENTE

Infine, è stato presentato un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Revelli, Viglione, Turbiglio, Gastaldi, Montefalchesi, Mignone e Chiabrando sull'agricoltura. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte, a conclusione del dibattito svoltosi nelle sedute del 9 e 10 aprile 1981 sulla politica agraria preso atto della relazione e della replica dell'Assessore nonché degli importanti contributi dei numerosi Consiglieri intervenuti nella discussione ribadisce la centralità, anche in una Regione ad alto sviluppo industriale quale è il Piemonte, della questione agraria nel contesto della crisi che investe il Paese invita la Giunta regionale a promuovere, entro il corrente anno, una conferenza economica che affronti i temi della programmazione e dello sviluppo dell'agricoltura nei suoi rapporti con il territorio, l'industria il terziario, la ricerca, la crisi e la necessaria riforma dell'intervento pubblico.
Il Consiglio regionale sollecita innanzitutto il Governo affinché intervenga nelle competenti sedi per ottenere, sia un adeguamento del bilancio CEE (anche al fine di consentire un maggior equilibrio tra politiche dei prezzi delle strutture, del commercio esterno e sociale) sia una più generale ridefinizione della P.A.C., che preveda parità di difesa delle colture mediterranee con quelle continentali nonché la definitiva soppressione delle corresponsabilità e dei montanti compensativi, sia infine la realizzazione di un progetto di sviluppo, integrati a favore dei territori e delle zone svantaggiati attraverso un coordinamento dei fondi CEE per la politica agricola, la politica regionale e la politica sociale ed un ampio coinvolgimento delle Regioni dà mandato alla Giunta regionale di affrontare tale argomento, invitando le altre Regioni italiane (alla presenza del Governo, dei rappresentanti del Parlamento nazionale ed europeo, delle organizzazioni professionali e sindacali) in occasione della conferenza agraria di cui al precedente punto.
Il Consiglio regionale chiede al Governo a) una sollecita presentazione in Parlamento del piano agricolo alimentare b) un'immediata erogazione dei fondi a sostegno del settore agricolo di cui alla legge finanziaria recentemente approvata invita il Parlamento ad approvare con urgenza i provvedimenti legislativi in materia di: contratti agrari, riforma del credito agrario, dell'AIMA e della Federconsorzi; fondo di solidarietà e disciplina contro le frodi e sofisticazioni.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a) a proseguire la politica di programmazione accelerando la definizione e l'elaborazione dei piani zonali di sviluppo agricolo sottolineando il ruolo primario dei produttori agricoli b) ad adeguare, in via prioritaria, i finanziamenti a favore del settore agricolo - compiendo ogni sforzo possibile anche a partire dal presente esercizio con l'assestamento di bilancio - nonché a sollecitare nelle competenti sedi, gli Istituti bancari affinché assicurino all'agricoltura piemontese la necessaria provvista di capitali c) a predisporre ogni azione possibile per la ristrutturazione della commercializzazione dei prodotti agricoli (mercati generali e mercati di settore) nell'ambito della riforma della rete distributiva d) a favorire la valorizzazione delle produzioni agricole: potenziando ulteriormente la cooperazione (ad ogni livello: raccolta lavorazione, conservazione, trasformazione) favorendo nuove relazioni con l'industria alimentare attraverso una politica di promozione dei prodotti (DOC, marchio di tipicità, ecc.) che eviti inutili e costosi doppioni, assicuri efficienza e professionalità alle azioni promozionali e contribuisca a creare un'immagine adeguata della produzione agricola piemontese e) a riconoscere il Comitato Difesa Consumatori, attraverso l'adesione ad esso della Regione stessa.
Il Consiglio regionale impegna inoltre la Giunta regionale a concentrare le risorse a favore: a) degli investimenti produttivi (con particolare riferimento al comparto zootecnico) esaltando il ruolo delle imprese diretto-coltivatrici singole od associate b) delle opere infrastrutturali necessarie per l'irrigazione attraverso la formulazione di un piano regionale dell'irrigazione che fissi criteri e scale di priorità e si coordini con la pianificazione regionale nel campo delle acque e dell'ecologia c) della forestazione, con particolare riferimento alla forestazione produttiva, protettiva ed urbana (servizio telefono verde) d) della ricerca e della sperimentazione e) dell'assistenza tecnica che, di norma, nelle attuali forme autogestite dei produttori ed in subordine degli Enti pubblici locali dovrà essere sempre più finalizzata alle scelte della programmazione agricola zonale e raccordata all'Università ed agli Istituti di ricerca.
Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a) a procedere, nel pieno rispetto della programmazione, alla revisione delle procedure vigenti nell'attuale legislazione regionale, relative alla concessione dei finanziamenti e sulla modalità della loro liquidazione, per accelerare al massimo gli investimenti in considerazione anche dell'alto tasso di svalutazione, tenendo conto della professionalità dei beneficiari in ottemperanza alla normativa sull'albo professionale b) a risolvere, comunque, tale problema, in via definitiva, attraverso la delega delle funzioni agli Enti locali ed alla conseguente ristrutturazione e riorganizzazione degli uffici regionali c) ad applicare e gestire le leggi regionali in materia di tutela ed uso del suolo per una reale difesa del terreno agricolo, strumento di lavoro per gli operatori del settore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 43 voti favorevoli ed 1 astensione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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