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Dettaglio seduta n.47 del 18/03/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il punto primo all'ordine del giorno ci richiama all'approvazione del verbale della precedente seduta.
Il processo verbale dell'adunanza del 12 marzo 1981 è stato distribuito in precedenza ai Consiglieri: se non vi sono osservazioni, si intende approvato.


Argomento:

Interrogazioni ed interpellanze (rinvio)


PRESIDENTE

Il punto secondo all'ordine del giorno prevede: "Interrogazioni ed interpellanze", che però si rinviano in quanto non sono presenti gli Assessori per le risposte.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Possiamo procedere, quindi, con il punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente".
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Astengo, Carazzoni Enrietti, Majorino e Sartoris.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 5 febbraio 1981: "Modifica dell'art. 15 della legge regionale 22/11/1978, n. 69 'Coltivazione di cave e torbiere' ".
alla legge regionale del 5 febbraio 1981: "Norme provvisorie per il regime autorizzativo delle strutture e personale del servizio sanitario regionale'" alla legge regionale del 5 febbraio 1981: "Norme straordinarie per l'approvazione di pianta organica.provvisoria da parte delle U.S.L. ed il conferimento di incarichi nelle more delle graduatorie regionali".


Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 5 febbraio 1981: "Interventi straordinari a favore dei cittadini con redditi insufficienti per sostenere prioritariamente il rincaro del costo del riscaldamento per l'inverno 1980/1981".


Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Rendo note le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 3 e 10 marzo 1981 in attuazione dell'art. 7, primo comma, della legge regionale 6 novembre 1978; n. 65.



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 3 MARZO 1981 44 - Impegno aggiuntivo per la deliberazione n. 87/23846 del 311011979 L. 3.000.545. Capitolo 10690 - Esercizio 1980.
BAJARDI Sante 71- Eventi alluvionali.Spese relative all'incarico conferito con deliberazione n. 121-8673 del 31/5/1977, concernente indagini geologiche.
Liquidazione somma di L. 1.950.000 sul cap. 12750 (residui perenti in via amministrativa) anno 1981.
CERUTTI Giuseppe 141- Stampa di una serie di sei manifesti. Affidamento incarico per l'impostazione grafica e la composizione dei titoli. Autorizzazione alla licitazione privata per la stampa. Spesa di L. 2.760.000. Cap. 8230 del bilancio 1981.
MARCHESOTTI Domenico 166- D.G.R. n. 214-3146 del 22/12/1980 relativa alla messa a punto del Sistema Fastrak con intervento della Ditta Laser Scan - Importo L.
3.500.000 (Capitolo 7110/81): revoca.
SIMONELLI Claudio 167 - Messa a punto del Sistema Fastrak. Intervento della Ditta Laser Scan. Stanziamento importo L. 4.500.000 (Cap. 7110/81) per spese viaggio e diarie giornaliere incaricate.
SIMONELLI Claudio 172 - Affidamento al dr. Italo Lavanda di incarico per una ricerca bibliografica sul sistema degli orari di lavoro. Spesa L. 905.625. Capitolo n. 2200/1981.
SIMONELLI Claudio 173 - Legge regionale 19/12/1978 n. 77. Compenso ai relatori esterni di cui alle lettere b, d, e, f, ed m; nonché a quelli di cui al quinto comma dell'art. 76 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 per la redazione delle relazioni. Spesa di L. 4.312.010 sul cap. 7160 per l'esercizio finanziario 1981.
SIMONELLI Claudio 198 - Autorizzazione a proporre appello avanti il C.D.S. contro la sentenza T.A.R. Piemonte n. 595/77 (pronunciata sul ricorso proposto dal Gruppo Finanziario Tessile) ed affidamento incarico legale. Spesa di L.
600.000 (Cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi 199 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte ed affidamento incarico legale. Ricorrente: S.p.A. Centrale del Latte Torino - avverso il D.P.G.R. n. 672 del 13/11/1972 e n. 1048 del 30/7/1973 concernenti la dichiarazione di pubblica utilità nonché l'urgenza e l'indifferibilità e l'espropriazione di un'area di proprietà della società ricorrente per la costruzione di una scuola media. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 200 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: sig. Bruna Massaia avverso la circolare dell'Assessorato alla sicurezza e sanità della Regione n. 22330 del 19/11/1979 concernente l'equiparazione del personale amministrativo esecutivo al personale ospedaliero. Spesa di L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 201 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: sig. Antonio Talesca avverso la circolare dell'Assessorato alla sicurezza e sanità della Regione n. 22330 del 19/11/1979 concernente l'equiparazione del personale amministrativo esecutivo al personale ospedaliero. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 202 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Richiero Andrea avverso deliberazione della Giunta regionale n. 23 del 30/6/1980 concernente l'approvazione del PEEP del Comune di Avigliana. Spesa L.
300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 203 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Rossi Romeo ed altri avverso il silenzio- rifiuto e la deliberazione di. G.R. 25/2/1980 concernente la recezione della domanda intesa ad ottenere dichiarazione di pubblica utilità per opere alberghiere.
TESTA Gianluigi 188 - Liquidazione parcella al dr. arch. Sergio Nicola relativa alla progettazione e direzione dei lavori di ristrutturazione "F" del complesso immobiliare denominato ex "Colonia Medail" di Bardonecchia. Spesa L.
19.721.189 oneri fiscali compresi sul cap. 1000/81.
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 10 MARZO 1981 72 - Corsi di riqualificazione a favore dei lavoratori della Società Keller Italia - Convenzione con la Società Elea-Olivetti di Burolo (Ivrea) Spesa L. 142.750.000. Capitolo 11560/1981.
FERRERO Giovanni 120 - Liquidazione parcella al prof. Mario Boidi relativa all'incarico.di esprimere parere in merito al trattamento fiscale degli emolumenti corrisposti ai componenti di Commissioni regionali. Spesa di L.
125.400. Cap. 580/1981.
TESTA Gianluigi 121 - Liquidazione parcella al dr. Mario Boidi relativa all'incarico di determinare il valore e consistenza di beni mobili ed immobili di proprietà della Cartiere Burgo S.p.A. ed acquistati dalla Regione, Piemonte. Spesa di L. 2.163.150, oneri fiscali compresi. Cap. 580/1981.
TESTA Gianluigi 122 - Liquidazione parcelle agli architetti Angelo Gerbi, Paolo Ceresa e al dr, ing. Guido Barba Navaretti relative alla progettazione dei ;lavori di ristrutturazione e sistemazione dell'immobile denominato, "Palazzo delle Feste" di Bardonecchia. Spesa di L. 49.046.208 - oneri fiscali compresi (cap. 1000/81).
TESTA Gianluigi 123 - Pagamento alla Società semplice Edilstudio, corrente in Torino Corso Lombardia n. 241, delle prestazioni rese per le determinazioni dei canoni di affitto e di locazione a dei fondi rustici ed immobili urbani di proprietà regionale. Spesa di L. 741.000, oneri fiscali compresi. Cap.
580/81.
TESTA Gianluigi 144 - Liquidazione di onorari all'avv. Sergio Sibille a seguito di assistenza giuridica e rappresentanza dello stesso prestata in ricorso avanti all'Autorità Giudiziaria Ordinaria del, Piemonte. Maggior spesa di L 194.285 (cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi 145 - Autorizzazione à resistere in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Fassio Gabriella avverso la deliberazione della Giunta regionale n. 69 del 12/6/1979 concernente la reiezione della richiesta di rilascio della certificazione prevista dall'art. 3 della legge 6/8/1954, n. 604.
TESTA Gianluigi 146 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R. Piemonte ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Lima avv. Irma avverso la deliberazione della Giunta regionale n. 10-2808 del 26/3/1980 concernente i provvedimenti di nomina per il concorso pubblico a n. 20 posti di istruttore. Spesa L. 300.000 sul capitolo 1080/81.
TESTA Gianluigi 149 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Spagnolini Italo avverso silenzio-rifiuto opposto dall'Amministrazione regionale all'istanza presentata dal ricorrente per ottenere il beneficio di cui all'art. 72 legge regionale n. 22/1974. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 150 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Centro Medico Albese avverso delibera Giunta regionale del Piemonte con il quale al Centro Medico Albese non è stato confermato il rapporto convenzionale di cui al punto 1 del D.P.R. 16/5/1980. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 151 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Ospedale M. Vittoria di Torino avverso Provvedimento CO. RE. CO. Sezione di Torino n. 6884 del 14/1/1980 concernente l'annullamento della deliberazione del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale ricorrente; data 30/9/190. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 152 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il T.A.R.
piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Società O.S.T.
avverso D.P.G.R. n. 706 del 31/1/1980 con cui il Presidente della Giunta regionale ha approvato il P.R.G.C. di Cavallermaggiore. Spesa di L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 153 - Autorizzazione a resistere giudizio avanti il T.A.R. piemontese ed affidamento incarico legale. Ricorrente: Società avverso D.P.G.R. n. 706 del 31/1/1980 con cui il Presidente defila. Giunta regionale ha approvato il P.R.G.C. di Cavallermaggiore. Spesa L. 300.000 sul cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 177 - Anagrafe minori ospiti presso Istituti e Comunità alloggio del Piemonte. Aggiornamento archivio ed elaborazioni statistiche. Impegno di spesa L. 6.532.000 sul cap. 2170 del bilancio di previsione 1981.
CERNETTI BERTOZZI 178 - Costituzione di un gruppo di lavoro per l'approfondimento dei criteri di strutture sociali alternative all'istituzionalizzazione minorile e per l'integrazione delle attività connesse alle funzioni di competenza degli Enti locali per la sperimentazione di alcune comunità per adolescenti. Rifinanziamento: impegno di spesa di L. 1.000.000 per l'anno in corso, cap. 1900/81.
CERNETTI BERTOZZI 179 - Conferimento alla SPEA S.p.A. consulenza per progettazione generale del tratto della superstrada Gravellona Toce - Domodossola compreso tra la variante di Ornavasso e Domodossola sud, della lunghezza di circa 19,3 km. Spesa L. 172.500.000 (cap. 2250/81).
CERUTTI Giuseppe 181 - Formazione professionale - Affidamento alla Soc. Service Data di Torino dell'incarico di analisi, programmazione ed elaborazione dei dati anagrafici inerenti ai lavoratori Fiat in C.I.G. - Spesa L. 5.678.896 I.V.A. compresa - Cap. 2250/81.
FERRERO Giovanni 182 - Automazione delle procedure relative ai servizi di assistenza scolastica mediante utilizzo del Centro di calcolo del C.S.I. - Piemonte.
Spesa di L. 3.450.000 da impegnarsi sul cap. 21 70 del bilancio 1981.
FERRERO Giovanni 183 - Legge regionale 4/6/1975 n. 47 - art. 13. Commissione tecnico consultiva. Liquidazione gettoni di presenza a tutto il 31/12/1980. Importo di L. 765.000. Cap. 1900 esercizio 1981.
MARCHESOTTI Domenico 184 - Liquidazione delle indennità di missione e di rimborso spese di viaggio ai componenti le Commissioni provinciali di collaudo degli impianti di distribuzione carburanti ad uso auto trazione. Cap. 1900 bilancio 1981.
L. 641.895.
MARCHESOTTI Domenico 185 - Legge regionale 30/10/1919 n. 62 - Commissione regionale consultiva per i mercati all'ingrosso - liquidazione gettoni di presenza sino al 31/12/1980 per L. 825.000 - cap. 1900 - esercizio 1981.
MARCHESOTTI Domenico 188 - Partecipazione dei dottori Giovanni Negro e Franco Tecchiati funzionari regionali, al corso organizzato dal C. S.I. - Piemonte avente per tema: "Gli elaborati statistici". Autorizzazione in sanatoria.
Liquidazione fattura n. 2769 del 18/11/1980. Cap. 380/81. Spesa di L.
182.400.
SALERNO Gabriele 191 - Impegno di spesa di L. 18.000.000 + L. 4.000.000 di rimborso spese ed I.V.A. dal 14 % al 15% relativo alla delibera n. 215-3147 del 22/12/1980. Incarico di consulenza tecnica, organizzativa ed elaborativa nel settore dell'urbanistica regionale all'arch. prof Attilia Peano, L.
24.520.000. Spesa complessiva di L. 2 7.000.000 (cap. 2250/81).
SIMONELLI Claudio 192 - Affidamento di incarico di consulenza all'Istituto Finanziario Regionale Piemontese - Finpiemonte S.p.A. per la predisposizione degli strumenti e dei documenti finanziari connessi all'attuazione del piano regionale di sviluppo (capi. 2200/81 - L. 15.525.000).
SIMONELLI Claudio 194 - Integrazione I.V.A. dal 14 al 15% concernente la delibera della Giunta regionale n. 120-30046 del 25/5/1980 "Affidamento al dr. Maino Renato di consulenza per la ricerca sulle possibilità applicative alle situazioni agricole e dei Comprensori piemontesi e sull'interpretabilità dei risultati di metodi di Analisi Statistica Multivariata". Spesa complessiva L. 13.400.000 (cap. 2200/80). Spesa suppletiva L. 50.000 (cap.



PRESIDENTE

2200181).
SIMONELLI Claudio 195 - Progettazione e verifica di indici congiunturali relativi alla cosiddetta "Economia sommersa" con particolare riferimento alla Regione Piemonte. Elaborazione automatica dei dati mediante l'utilizzo, del Centro di calcolo - C.S.I. Piemonte. Spesa di L. 4.101.476 da impegnarsi sul capitolo 2200 del bilancio 1981.
SIMONELLI Claudio 198 - Incarico di consulenza al sig. Guerci prof. Mario relativa alla definizione delle previsioni e degli scenari economici necessari alla redazione del piano regionale di sviluppo per gli anni 1981/85. Spesa L.
6.900.000 - cap. 2200/1981.
SIMONELLI Claudio 199 - Realizzazione di un osservatorio congiunturale per il Piemonte per la valutazione degli effetti della spesa regionale. Convenzione relativa all'indagine mensile per il 1981 ed all'aggiornamento dell'indicatore sintetico con l'Istituto Nazionale per lo studio della congiuntura (I.S.C.O.). Spesa complessiva di L. 8.400.000. Cap. 2200/81.
SIMONELLI Claudio 200 - Legge regionale 16/5/1975 n. 28. Pagamento gettoni ai membri esterni del CROP. Indennità di trasferta per i componenti residenti fuori Torino quale rimborso spese per le sedute nel periodo 1/1/1979 - 22/7/1980 Spesa L. 3.256.728 (cap. 1900/81).
SIMONELLI Claudio 201 - Proposizione di metodologie di lavoro per lo studio dei parametri fisici del territorio e l'individuazione di linee di intervento prioritario per la difesa attiva e passiva della fascia padana. Incarico alla Società Cooperativa a.r.l. Politheama, corrente in Torino, Via Lamarmora n. 41.
Spesa L. 46.000.000 (cap. 9300/1981).
SIMONELLI Claudio 207 - Deliberazione Giunta regionale n. 145-2122 del 18/11/1980 relativa all'affidamento ai signori Padovani e Garesio dell'incarico di collaborazione con il Servizio Stampa. impegno di spesa di L. 13.000000.
Cap. 2250/81.
TESTA Gianluigi 208 - Deliberazione Giunta regionale n. 56-600 del 9/9/1980 di proroga incarico alla sig.na Mirella Fontana - Impegno di spesa di L. 1.200.000 sul capitolo 2250 del bilancio 1981.
TESTA Gianluigi Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Problemi energetici

Prosecuzione dibattito sul problema dell'energia


PRESIDENTE

Proseguiamo con il dibattito sul problema dell'energia come dal punto quarto all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, il mio sarà un intervento in qualche misura conclusivo delle posizioni che il nostro Gruppo in questo dibattito ha assunto, ed essendo intervento conclusivo mi esime dal ripercorrere, con la stessa attenzione e con la stessa cura con cui ha svolto il suo intervento il compagno Ferro, i vari temi che abbiamo ritenuto di dover mettere all'attenzione di questo Consiglio.
Vorrei solo ricordare, di quell'intervento che ho particolarmente apprezzato, lo sforzo di individuare in una materia certamente complessa quale è lo specifico piemontese e le possibilità che abbiamo nel quadro di una politica energetica a livello nazionale. Detto questo mi sembra di dover sottolineare due aspetti: il primo riguarda l'esperienza che ci siamo fatti in questi anni. Certamente l'esperienza che abbiamo fatto in Piemonte, ma credo che il concetto vada esteso a tutta la comunità nazionale.
Si è parlato in questa sede di presa di coscienza del problema dell'energia: io parlerei, meglio, di un crescere che si è andato accentuando in questi ultimi anni, della consapevolezza della necessità di una cultura dell'energia. Sappiamo che i ritardi, anche gravi, che in questo settore dobbiamo registrare, sono derivati da una somma di cause, ma una di quelle a cui potremmo attribuire carattere di fondo è quella di aver concepito le fonti energetiche, come far andare avanti le nostre strutture produttive e la nostra vita civile, essenzialmente negli anni passati come strumento tecnico, senza collegare un discorso che abbiamo poi visto essere la realtà, quello delle risorse complessive del Paese, quello del modello di sviluppo e quello, soprattutto, di un modo di intendere globalmente i rapporti tra domanda di energia, prodotti energetici ed offerta di energia.
In questo senso credo che il lavoro che abbiamo svolto qui in Piemonte anche occasionato dalle responsabilità che ci siamo assunti a partire dal '76 per quanto riguarda il tentativo di individuare il sito per una centrale nucleare - ci abbia fatto nascere la consapevolezza che oggi occorre partire da un dato nuovo rispetto a quella che è stata una considerazione costante negli ultimi trent'anni, quella cioè che la cultura del consumo e dell'uso delle energie deve essere organica ad Una condizione di scarsità di risorse energetiche. In questo senso, il fatto che anche negli ultimi suoi atti il Governo abbia mostrato un'attenzione nuova a questo problema ed abbia, radicalmente, fatto una virata rispetto ad alcune previsioni contenute nel primo piano nucleare dimostri come l'esperienza di questi anni vada tenuta in conto per determinare il modo con cui si riesce poi ad arrivare alla soluzione dei problemi.
Intanto, credo che il principio dell'uso corretto delle risorse e dell'uso di tutte le risorse, anche di quelle che danno delle quote non alte in termini assoluti, è un concetto che sia venuto dai grandi interrogativi di fondo che in questi anni sono corsi in mezzo alla società quelli, appunto, relativi non solo a quanto produrre in più di energia, ma a quale tipo di modello di sviluppo dobbiamo riferire lo sforzo energetico.
In questo senso noi siamo stati e siamo sostenitori della necessità di un nuovo modello di sviluppo. Se c'è già un elemento di cambiamento e di qualità nuova a cui riferire le stesse politiche energetiche in relazione allo sviluppo, lo registriamo già oggi, proprio nel momento in cui si passa da una filosofia del tutto petrolio, si supera anche quella del tutto nucleare, e si giunge ad una politica più articolata, più complessa, che certo deve avere riferimento nelle fonti che danno maggiore consistenza quantitativa di produzione energetica, ma che si basa anche su un concetto che è i dato duro della realtà, cioè il deficit spaventoso della bilancia commerciale, la perdita prospettica di peso delle risorse petrolifere.
Se non facciamo questo ripensamento non comprendiamo come abbia avuto grande utilità e grande significato un dibattito culturale. Noi non siamo dell'opinione che la battaglia per una società "bucolica" sia adeguata al tipo di società che ci proponiamo; certamente, però, dentro alle battaglie che anche dei gruppi antinucleari hanno svolto, abbiamo colto un grande interrogativo di fondo: quello sulla democrazia, sullo Stato e sulla possibilità di avviare complessivamente delle politiche che avessero riguardo anche ad altre fonti. Non dimentichiamo che questo sarebbe stato possibile fare in passato, se ci fosse stata una classe dirigente, a livello governativo ed economico, più attenta al problema della deperibilità, della consumabilità delle risorse ed al fatto che, comunque un'analisi del genere non si può fare né in un Paese, né per aree, ma che tocca fare i conti con i Paesi produttori.
Detto questo, credo che recuperare gli elementi qualitativi nuovi e questo stimolo che è venuto dal dibattito di questi ultimi anni alla questione del risparmio, delle energie rinnovabili, delle energie pulite, è diventato una componente non solo di una cultura di qualcuno, ma di una cultura complessiva della nostra società e, quindi, di una cultura delle nostre istituzioni. Mi sembra anche ovvio, nel momento in cui andiamo ad affrontare un dibattito all'inizio di questa legislatura, parlare di necessità, per tutto il sistema istituzionale, di decisioni.
Credo che il problema energetico sia davvero grave e pesante, ma credo che sia governabile, a condizione che siano assunte alcune decisioni politiche da portare avanti con fermezza, con correttezza, con serietà.
Insisto su questi tre sostantivi, perché mi sembra che se c'è un elemento da rilevare nella vicenda energetica del nostro Paese, è che non si sono fatti i conti a sufficienza non tanto con un movimento contrario alle centrali nucleari, ma con l'oggettiva complessità di una democrazia che non accetta né metodi superficiali, né salti in avanti, né puri appelli, n tanto meno, ordini; ma, invece, intende in maniera dialettica e con opinioni diverse, portare avanti un proprio ruolo e, questo, ripeto, con una grande chiarezza della necessità di fare dei passi seri e corretti.
Tralascio le analisi sulle altre fonti dell' energia. Credo che un intervento conclusivo nostro oggi debba mettere l'accento su questi elementi che sono anche ricorsi nel dibattito. Vale a dire, sia da quanto è scritto nella bozza di piano energetico nazionale, sia da quanto abbiamo appreso dai giornali ieri , a proposito dell'incontro con la Giunta del Ministro Pandolfi (penso che la Giunta ci informerà di queste conclusioni) si rileva che il Governo la lezione di questi anni, di una legge che non è stata applicata e che in qualche misura è stata dallo stesso Governo dichiarata poi morta, la 393, l'abbia colta: non era la strada percorribile per arrivare ad una decisione in materia. Ma non solo: mi pare che dalle iniziative legislative in corso, dall'attenzione che viene posta oggi a nuove competenze per certi ambiti di intervento a livello locale, emerga una consapevolezza da parte del livello centrale che il sistema deve unirsi complessivamente è non scaricare, invece, responsabilità se non ha dietro il supporto, l'impegno dei massimi livelli sia governativi, sia degli enti che in questo settore operano.
Credo ché questa consapevolezza abbia dei risvolti concreti; ritengo che sia stato giusto partire con decisioni (da parte nostra con questo dibattito, con l'iniziativa della mozione socialista, con l'ordine, del giorno del P.L.I.) perché ci rendiamo conto che non possiamo perdere tempo.
Cogliamo l'occasione per fare un richiamo a quelli che possono sembrare momenti di corsa ma, se non abbiamo presente con che serietà, correttezza fermezza e senso di responsabilità ci facciamo carico di tutti i problemi rischiamo di correre di nuovo verso l'impatto negativo.
Occorre allora comporre un quadro complessivo, che vada dalle centrali idroelettriche, dall'uso plurimo delle acque, al recupero delle piccole centratine, alla stessa questione della centrale di Chivasso, alla questione del risparmio.
Noi abbiamo proposto insieme al Gruppo socialista ed al Gruppo socialdemocratico sostanzialmente la stessa legge che venne bocciata dal Governo la scorsa legislatura, ma con l'aggiunta di quella parte che riguardava il servizio risparmio energetico. Ci sembra importante anche qui uscire dal vago: se si parla di risparmio occorre determinare chiaramente le competenze, affidandole legislativamente ai Comuni. Questo è un grande capitolo su cui do per scontato che sia entrato nella coscienza di tutti ma non do per scontato che le scarse campagne promozionali possano servire a molto: occorre darsi una strumentazione che duri nel tempo e che faccia del risparmio il modo di pensare permanente ed il proprio modo di vivere.
Dicevo risparmio, per il rilievo che hanno fonti rinnovabili e tutte quelle fonti su cui mi pare giusta la politica degli incentivi, ma mi pare altrettanto giusto un impegno consistente per la ricerca, in quanto la ricerca in questi settori, cioè la possibilità di sviluppare a livelli utilizzabili ed economicamente appetibili queste nuove tecnologie sia una delle strade di fondo. L'incentivo per mettere in moto delle iniziative è positivo, perché può recuperare e convincere gente ed entusiasmarla, però a me sembra che il problema, se lo riportiamo alle grandi scale economiche su cui ci dobbiamo misurare per fare delle scelte di impiego di risorse, debba essere posto nella direzione della ricerca, anche perché credo che il conto economico del tutto vada pur fatto, alla fine, e deve darci, rispetto alle grandi variabili (quelle della sicurezza, quelle sociali, quelle dello sviluppo più complessivo) i settori su cui impegnare massicciamente, per un arco pluriennale, le risorse della comunità nazionale.
Ho richiamato questi temi, già presenti in altri interventi, perché a me sembra che proprio nel momento in cui un complesso di strumenti si mette in moto, anche con un occhio attento e un po' più modesto nei confronti delle Regioni, sapendo che localmente si possono fare dei passi in avanti si possa riprecisare complessivamente una strategia. Una strategia che abbia come uno dei perni fondamentali anche dei comportamenti che noi riusciamo ad avviare insieme a livello governativo. Qui viene la questione del nucleare. Noi siamo convinti che per far fronte - anche in armonia con le previsioni di consumi che sonda contenute nella bozza di piano nazionale, mi pare 200 Megatep nel 1990 - con questo tipo di obiettivo siano necessarie tutte le fonti e, quindi, anche il nucleare.
Detto questo, il problema è quello di come riusciamo a mettere in, moto non iniziative demagogiche e superficiali, ma l'assunzione complessiva solidale di responsabilità per portare a compimento gli impegni che riteniamo di dover, assumere. Qui, allora, è necessario considerare intanto la 393 come una legge nei fatti superata: lo dimostra il fatto, tra l'altro, che quando tanto in Molise (dove si disse "no") quanto qui dove stabilimmo nel luglio '79 che non vi erano le condizioni per procedere alla localizzazione, non si è proceduto alla sostituzione da parte del Governo.
Lo dimostra anche il fatto che questa bozza di piano energetico nazionale cambia radicalmente i termini, prevedendo entro il 1990 16 mila Mw a carbone, oltre ai 4 mila a nucleare. Proprio perché questa procedura ha dimostrato i suoi limiti (ma, più che la legge in sé o la procedura, i limiti li ha dimostrati un comportamento), e tutti ricordiamo quale superficialità di atteggiamento sia stato tenuto dà parte del Governo ed anche di rappresentanti di questi enti (ricordo per tutti le consultazioni i momenti di incontro, gli impegni presi, quello preso con il collega Franzi, della D.C., recatosi apposta a Roma per sviluppare un'iniziativa televisiva di massa, per arrivare a quel progetto di informazione che riteniamo necessario per sensibilizzare la gente), è necessario mettere le carte in tavola: mi pare sia emersa dall'incontro con il Ministro Pandolfi una sua consapevolezza sul fatto che non si può continuare a credere che le cose vadano avanti perché sono necessarie; c'è molta gente che non le pensa necessarie e quindi bisogna avere un rapporto per riuscire ad orientare, a convincere; intanto bisogna mettere in campo delle politiche complessive allora la 655 è un fatto importante anche per questo. In questo senso la richiesta che dobbiamo fare al Governo mi pare sia che, insieme alla bozza di piano energetico nazionale, venga ridefinita una carta dei siti, ma con la raccomandazione che non sia la stessa uscita nei primi mesi dell'80 (prevedeva 50 siti, abbastanza differenziati e con una ricerca di ottimalità non molto approfondita).
Noi chiediamo che, se l'orientamento del Governo è quello di andare a due centrali e in prospettiva si pensa di farne altre, si indichino i siti ottimali relativi sul territorio nazionale, con un accertamento serio e reale. Una politica di questo genere deve essere governata a questo livello e deve trovare un momento di raccordo, di partecipazione nel livello regionale e locale.
Se questa è la procedura e se abbiamo tutte le garanzie per quanto riguarda una corretta ricerca dell'ottimalità dei siti, accoppiate a quelle altre questioni, ancora non sciolte, sulla sicurezza dei siti sull'emergenza e sull'impatto economico, noi concordiamo.
E' stata spesso concepita questa partita in termini di indennizzi o di incentivi economici; è una via sbagliata profondamente: mi pare che qualche, segno di novità ci sia nell'atteggiamento del Ministro, non si tratta né di incentivi né di indennizzi, ma di un progetto complessivo di sviluppo di quelle zone e di quelle aree, il che è una cosa molto diversa.
Anche localizzazioni di impianti possono trovare nella coscienza della gente la fiducia che questo possa essere un fattore comunque necessario, se posto dentro un quadro ed un'attenzione nuova per i problemi dello sviluppo. Quando abbiamo posto la questione della famosa diga del Mastellone, che per noi non era solo recuperare dell'acqua per Trino, ma era la questione di un progetto di sviluppo di quella zona, e quando su questo non ci è stato detto nulla, abbiamo avuto la dimostrazione della superficialità con la quale si è proceduto. Le zone interessate vedranno realizzati tutti questi interventi e noi li confideremo se saranno inseriti in un piano di sviluppo organico di quelle zone che abbia riguardo alle risorse e quindi alle attività, produttive.
Partendo da questo impegno, noi potremo affrontare anche l'ultima fase a cui potrà darci un supporto notevole sia lo Stato quanto gli enti preposti sotto il profilo tecnico, per il rapporto con la gente; rapporto che abbiamo avviato in questi anni, che faccia in qualche misura le popolazioni protagoniste non passive di un' progetto di sviluppo che in questa regione si deve verificare in occasione di interventi nel settore energetico.
Compiti rilevanti per noi, che hanno attinenza al nostro progetto di sviluppo, stanno da un lato nella questione degli usi plurimi delle acque e qui mi sembra che vadano spinte tutte quelle occasioni che possano portare ad una trasformazione in prospettiva, per esempio agricola, delle zone interessate -. Abbiamo già in discussione alcune grosse questioni (Moiola, Tanaro), abbiamo attorno a questo programma - energia un grosso lavoro da compiere, anche in collegamento con la stessa legge Merli bis sul piano di risanamento delle acque e, soprattutto, sul piano di censimento delle risorse idriche, uno degli elementi fondamentali per riuscire à determinare una politica complessiva.
Un altro punto da sottolineare è il raccordo che ipotesi del genere, le quali poggiano sulla diversificazione, su un ruolo delimitato e con quel livello ci assunzione di responsabilità del nucleare, necessitano una grande azione politica nei riguardi dell'apparato produttivo regionale.
Dobbiamo aver presente che è l'occasione per riuscire a determinare, in un momento grave di assetto dell'apparato produttivo regionale, anche e soprattutto nuovi interessi e nuova occupazione. Siamo soliti pensare in termini di grande industria, ma se abbiamo presente questa diversificazione delle fonti, abbiamo campi interessanti di azione anche per la piccola e per la media industria, oltre che per la grande impresa.
In questo, però, dobbiamo potenziare, in prosecuzione di quanto si è fatto in passato, i rapporti con il CNR, con il CNEN, con l'Università, con il Politecnico; l'uso intelligente delle stesse facilitazioni concesse dalla legge 655 nella direzione della riconversione di questo apparato piccola - media impresa, nonché un'utilizzazione corretta di tutti quegli enti che si sono buttati su questi temi ed hanno lavorato.
Certo, non tutta la sperimentazione è possibile sempre tenerla, perch vuol dire impiego di risorse e, a volte, dispersione; occorre fare un bilancio, tirare le somme. Già ora, avendo individuato questi traguardi questi settori, avendo presente questo modo di operare ed il raccordo attorno al progetto di sviluppo complessivo del Piemonte la grave e pesante situazione può essere, secondo me, padroneggiabile.
E' importante che si parta subito, ma ciò non vuol dire partire male o senza avere dietro fatto tesoro di una esperienza politica di democrazia di difficoltà e di cultura che deve ancora crescere, che abbiamo avuto su questo terreno.
Ultima cosa, sulla questione istituzionale: sono d'accordo sul Comitato misto, vorrei solamente precisare che comunque vi è da tenere ferma una sede, i due organi Consiglio e Giunta, come sede di responsabilità politica e come sede di interlocuzione politica nei confronti del livello nazionale.
C'è poi un apporto di tipo tecnico ed operativo che può essere conferito e che va utilizzato. Questo Comitato misto si propone di fare dei passi in avanti, con un rapporto organico e stretto, ma mantenendo una forma di rappresentatività e di ruolo politico agli organi a ciò deputati, dalla Giunta al Consiglio ed alle forme di lavoro comune che su questo tema mi sembrano necessarie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare per il dibattito generale, quindi inizio a dare la parola agli Assessori per la replica.
Ha facoltà di intervenire l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

La relazione del collega Salerno ha soprattutto guardato alle cose da fare ed è giusto perché si tratta di procedere e di realizzare.
Il dibattito, tuttavia, è ritornato su quanto è stato fatto in passato evidenziando carenze e imprecisioni di informazione. Intervengo interloquendo con questi richiami per correggere le imprecisioni e le carenze di informazione emerse perché è difficile definire quanto si dovrà fare, oggi e domani, se non si ha p iena coscienza dell'esperienza condotta fino ad oggi.
La prima questione che voglio richiamare è relativa all'applicazione della legge 393. Questa legge fa esplicito riferimento all'insediamento di centrali nucleari per il Lazio, a Montaldo di Castro e per il Molise. La centrale nucleare di Montaldo di Castro ha avuto una fase di predisposizione molto faticosa e si è rimasti alla fase di avvio. La Regione Molise non ha assunto nessuna iniziativa per definire i siti e per dare avvio alla realizzazione della centrale nucleare.
La legge 393 prevede inoltre che gli organi competenti, sul piano politico i Ministeri competenti e il Governo, sul piano tecnico il CNEN elaborino una carta dei siti suscettibili di insediamento delle centrali nucleari, sulla base della quali: procedere con procedura normale alla localizzazione delle centrali.
Solo nella primavera '80 venne presentata dal Ministro Andreatta una carta dei siti, ritenuta dalle Regioni unanimemente non soddisfacente e non atta a consentire scelte.
In attesa della carta dei siti, la legge 393 prevedeva una procedura accelerata per individuare il sito per altre due centrali oltre quelle del Molise e del Lazio; procedura accelerata messa in moto da una dichiarazione di volontà a procedere delle Regioni, in base alla quale il CIPE avrebbe approvato la deliberazione individuante le due Regioni impegnate a ricercare almeno due aree suscettibili di recepire l'impianto.
La Regione Piemonte e la Regione Lombardia dichiararono la loro disponibilità a procedere per la scelta dei siti nell'ambito della procedura accelerata, prevista dalla legge in attesa della procedura normale. In base a ciò il CIPE nell'ottobre del 1975 deliberò che il Piemonte e la Lombardia procedessero alla scelta di almeno due aree. La scelta delle aree doveva essere fatta entro 60 giorni. Questi termini ristretti sono indicativi dell'imprevidenza e della superficialità con la quale si è affrontato il problema.
Imprevidenze e superficialità che derivavano dalla mancanza di una cultura e di una coscienza adeguata ad affrontare i problemi dell'energia quelli generali e quelli specifici, e in particolare quelli che la costruzione di centrali nucleari comportano.
La Regione Piemonte non potè entro 60 giorni procedere alla scelta delle aree; non potè effettuare la scelta neppure nel periodo successivo.
Il CNEN fornì l'elaborato tecnico soltanto nella primavera del 1976 (d'altra parte era difficile pensare che in 60 giorni si facesse una qualsiasi elaborazione per la scelta delle aree). Da allora sono trascorsi cinque anni e i siti non sono stati ancora scelti.
Problemi ce ne sono stati molti, e ce ne sono tuttora. Proprio dal momento in cui abbiamo incominciato a discutere della centrale nucleare hanno preso corpo non solo i problemi riguardanti la produzione di energia ma anche quelli del suo consumo.
Abbiamo consultato i Comuni. La legge 393 stabilisce che le Regioni devono scegliere i siti "d'intesa con i Comuni interessati" e non già "sentiti i Comuni interessati". La Regione pertanto può operare la scelta soltanto sulla base di una deliberazione consensuale del Consiglio comunale. Dai verbali della discussione della passata legislatura emerge con evidenza come nessun Consiglio comunale si sia espresso a favore della scelta del proprio territorio come area suscettibile di Insediamento. Anzi in generale, si sono avute posizioni nettamente contrarie. Uguale risposta abbiamo avuto da alcune forze sociali e associazioni; mentre da altre abbiamo avuto prese di posizione positive.
All'interno delle forze politiche ci sono state posizioni non chiare.
Se i Consiglieri che hanno operato in questo settore nella passata legislatura fossero intervenuti, avrebbero probabilmente espresso tutto il travaglio che loro stessi hanno vissuto là dove sono andati a prospettare la scelta dell'area. Tuttavia, credo che non sia stato tutto tempo perso e che non del tutto vano sia stato il dibattito che si è aperto nell'ambito della Regione. Chi volesse ripercorrere lo svolgimento della discussione di questi ultimi anni potrebbe rendersi conto che non solo essa è servita a far recuperare alla comunità una cultura che nel passato era assente, ma è servita a far capire ai livelli politici governativi, alle strutture statali di ricerca e di elaborazione, a quelle tecniche di Progettazione alcune problematiche che non erano state assolutamente prese in considerazione fino a quel momento, E' servita a far Rapire, oltre alla questione generale del rapporto tra produzione, consumo e modello Ai vita una serie di questioni specifiche. Si possono anche cogliere gli effetti di quel dibattito: L'ENEL non affronta più il problema dell'energia nello stesso modo in cui lo aveva affrontato prima del 1975 e negli anni immediatamente successivi; il CNEN, insieme con il cambiamento delle persone preposte alla direzione e alla presidenza, ha sostanzialmente modificato il suo atteggiamento sui problemi dell'energia. Il nuovo Ministro, onorevole Pandolfi, ha assunto un atteggiamento diverso dai suoi predecessori e mostra una sensibilità diversa. Quel dibattito ci ha messi tutti nella condizione di apprendisti stregoni. In definitiva ha fatto fare al Paese un salto di qualità, seppure ancora insufficiente, nella presa di coscienza della dimensione del problema dell'energia, nei suoi aspetti sia della produzione sia del consumo.
Siamo tutt'oggi, però, ancora in assenza di un piano energetico e continuiamo ad andare avanti con bozze. Le incertezze di linea permangono: siamo passati dalla posizione del tutto petrolio assunta fino al 1973 alla posizione successiva del tutto nucleare (la prima bozza di piano energetico nazionale prevedeva la produzione di 16 mila Mgw di energia attraverso la fonte nucleare e 4.000 attraverso la fonte a carbone). Oggi la bozza di piano ribalta la situazione (4 mila Mgw di nucleare e 16 mila di carbone).
Questo sottolinea come abbiamo vissuto anni di confusione dovuta ad una impreparazione collettiva che, purtroppo, ancora oggi è in parte presente.
Tuttavia, la Regione non si è mai rifiutata di cooperare per affrontare i problemi dell'energia.
Nell'ottobre del 1975, come ho detto, dichiarò la propria disponibilità a procedere. A quella data, collega Brizio, la Regione Piemonte ha fatto la dichiarazione di volontà e di accettazione della procedura accelerata che la Puglia ha fatto in questi giorni.
I Consiglieri che hanno partecipato alle discussioni allora avutesi hanno certamente, insieme alle manifestazioni di contrapposizione al nucleare, assistito anche ad un processo di diffusione dei problemi dell'energia e all'emergere di tendenze varie. La Regione da parte sua ha promosso una serie di altre iniziative di cui solo oggi possiamo cogliere alcune possibilità positive di sbocco.
Voglio rapidamente richiamare alcuni aspetti della politica avviata. I suoi precipui contenuti sono espressi da quella legge approvata dal Consiglio regionale, la quale, forse in modo un po' programmatico ma completo, poneva in evidenza, tutti gli aspetti riguardanti il problema dell'energia. Con quella legge (che il Governo purtroppo ci ha bocciato malgrado che i Ministri Pandolfi e Andreatta ci avessero assicurato il loro sostegno nel Consiglio dei Ministri) si intendeva avviare una serie di iniziative aventi come fondamento quello di introdurre il principio Culturale di uso corretto e parsimonioso delle risorse. Questa è la condizione basilare per la nostra società, che è povera, che è dipendente per le materie prime dall'estero, che deve importare finanche il legname e gli alimenti, prodotti questi che con una diversa politica agraria e forestale potremmo invece produrci e garantirci dall'interno. Gli obiettivi di quella legge sono stati convalidati dagli studi commessi al Politecnico avviasti in quel periodo e oggi arrivati a conclusione e di cui si hanno i primi risultati. Intanto è convalidata l'ipotesi di impianti idroelettrici anche se di apporto limitato: il bacino del Tanaro, del Moiola, Borbera dell'Ingragna, del Ravasanella, dell'Ossola, del Lago Paradiso e il recupero della diga di Molare.
Gli studi preliminari relativi sono già in una fase avanzata. Stanno andando avanti le progettazioni e per l'Ingragna e il Ravasanella la realizzazione. Prossimamente l' Assessorato all'agricoltura inizierà l'intervento sul Lago Paradiso, per un invaso di un milione e mezzo di metri cubi, con una spesa di 4 miliardi.
Attraverso molteplici assemblee, ad Ovada, abbiamo recuperato la fiducia delle popolazioni locali per la Riorganizzazione del bacino dell'Orba, sopra Molare. E non è stato facile, perché nel 1936 sono saltate le sponde, lateralmente alla diga, e l'alluvione conseguente ha provocato alcune decine di morti.
Sempre nel campo dell'idroelettrico, i risultati della ricerca condotta dall'Unione regionale degli Industriali confortano lo spirito della legge regionale bocciata dal Governo. Secondo questa ricerca con il recupero delle piccole centraline (uno degli interventi che si sarebbe potuto promuovere con la legge inopinatamente bocciata) si potrebbe arrivare ad una produzione annua di 1 miliardo e 343 milioni di Kwh, con un aumento del 63 % rispetto alla produzione attuale di questo comparto. Forse una briciola, ma neanche così minuta. Ciò potrebbe consentirci di recuperare risorse sul posto senza dover dipendere da fonti che ci provengono dall'estero, comunque riducendo il ricorso alle fonti di maggior costo e rischio.
Abbiamo avviato inoltre lo studio per dirimere la questione della Valle Gesso. Le preoccupazioni espresse dalle comunità locali, circa i canali di gronda (in verità si tratta di canali di adduzione da una valle all'altra) hanno suggerito di valutare le condizioni entro le quali non si promuovono alterazioni ambientali o per lo meno queste sono contenute in limiti sopportabili dall'ecosistema. Qualcuno intervenendo ha detto che non si è fatto nulla: quanto ho detto evidenzia che si è fatto e discusso; tutto ci su un terreno in cui non esistevano le necessarie condizioni culturali di base. Con ciò non intendo attribuire colpe, ma esprimere un'oggettiva constatazione. La discussione ha consentito di capire meglio i problemi e di individuare e proporre delle soluzioni più corrette.
Nel contempo è andata avanti, come ho detto, la ricerca effettuata in base alla convenzione, dal Politecnico. L'Istituto di Fisica tecnica sta studiando il sistema di produzione e di consumo dell'energia e sistemi integrati che consentono di risparmiare l'energia. Tale ricerca, che in questi giorni ci verrà consegnata, dà delle indicazioni estremamente positive nel settore dell'agricoltura. Il biogas, ad, esempio dall'allevamento dei bovini potrebbe teoricamente trarre una produzione di 250 mila tep all'anno e dall'allevamento dei suini 10 mila tep all'anno.
Attualmente il settore agricolo della Regione consuma 200 mila tep annui di prodotti petroliferi. Particolarmente importante appare l'ipotesi di utilizzo delle foglie dei cereali; nella nostra Regione significa trarre dalla paglia di riso una potenzialità teorica di 30 mila tep all'anno.
Attraverso l'organizzazione dell'Ente riso sarebbe possibile utilizzare questa fonte energetica che attualmente va dispersa. L'Assessorato all'agricoltura ha finanziato numerose aziende per l'utilizzo del biogas.
E' stato definito il finanziamento, in collaborazione con la CEE, per la sperimentazione di, un'azienda energetica nell'Istituto Bonafous a Chieri.
Il Politecnico ha anche condotto !una ricerca sul teleriscaldamento; i primi risultati ci permettono di passare ora alla fase di progettazione e di realizzazione del teleriscaldamento a partire dalla centrale termoelettrica, dall'Azienda Elettrica Municipale di Torino, sita a Moncalieri. La possibilità reale è di interessare una popolazione di circa 140 mila abitanti della zona sud di Torino, in un'area dove strutture ospedaliere possono assorbire cadute di calore anche nel periodo estivo (che gli usi civili abitativi non utilizzano).
Sono state fatte ipotesi per .valutare la possibilità di teleriscaldamento a partire da Chivasso, in direzione di Torino. Ipotesi realizzabile, perché già sperimentata per lunghe distanze in altri paesi.
Nonostante i costi elevati della costruzione delle condutture, il costo della rete (Non degli allacciamenti) sarebbe di 250 mila lire per abitante e 300/400 mila lire per abitante il costo della centrale. Le possibilità di ammortizzo riguardano un periodo non troppo lungo. Altri dati tecnici saranno messi a disposizione non appena ci verrà consegnato il lavoro. Il Politecnico ha portato avanti anche una ricerca nel settore della geotermia che nella Regione sembrava applicabile, con elevati costi economici e con limitate possibilità di utilizzo, soltanto nella zona dell'Acquese. Sono state invece sondate altre possibilità di utilizzo di fonte geotermica a Torino nelle zone della Falchera e del Centro Europa. Il costo della perforazione dei due pozzi dovrebbe ammontare a 4 miliardi con possibilità di accedere ai contributi della CEE. Sempre nell'ambito di questa ricerca sono andati avanti gli studi per la cogenerazione industriale. Ho richiamato tutte queste ipotesi di lavoro per ribadire come in questi ultimi anni si sia rapidamente passati dalla fase di discussione e di presa di coscienza del problema energetico al merito delle possibili soluzioni e concretizzazioni.
Si pone il problema di chi può sostenere finanziariamente queste operazioni. Gli interventi sui bacini, gli interventi di teleriscaldamento gli interventi nel campo della geotermia non possono essere sostenuti dalla Regione, né dal punto di vista finanziario né dal punto di vista tecnico.
Ecco allora, l'esigenza di un rapporto diverso tra Regione, Governo e strutture tecniche. Sulla base dell'impostazione della Regione Piemonte, e di altre Regioni, si devono covare le condizioni strumentali per passare alle fasi di progettazione e di finanziamento delle realizzazioni. Per esempio, l'ENEL deve essere chiamato a collaborare sul piano tecnico nella fase di progettazione. I bacini idroelettrici che possono essere realizzati devono trovare finanziamento nei programmi di intervento energetico dello Stato e finanziamento nei programmi per l'irrigazione. L'ENEL. a Torino, ha una struttura progettuale di alto valore tecnico che è oggi quasi inutilizzata. Ad essa si deve far ricorso. E così per il teleriscaldamento e per la geotermia. La SES, su commessa della Regione, ha avviato studi per la coimbentazione degli edifici. Un apporto sul bilancio energetico degli edifici è venuto anche dall'Istituto di Fisica tecnica del Politecnico. Ora gli appalti degli IACP per i programmi di edilizia residenziale sovvenzionata avvengono tenendo, conto di queste analisi.
Credo non sia possibile non prendere atto dello sforzo che la Regione ha compiuto.
Lo stesso piano dei trasporti (deve essere considerato una base importante per procedere versò la limitazione dei consumi di energia. Un contributo alla riduzione dei consumi si può perseguire nel settore dei trasporti come momento che t, riduce la dispersione degli usi preferendo dove è possibile il pubblico al privato, il ferro alla gomma.
Un altro contributo proviene dalla politica territoriale con la difesa delle aree agricole più fertili. In questo campo siamo in ritardo perch nonostante attenzione portata in direzione della difesa delle aree agricole (si pensi alla carta della fertilità), purtroppo continuano le realizzazioni delle grandi infrastrutture sui terreni di maggiore fertilità.
Certo, tutte queste politiche non sono sufficienti a risolvere il problema energetico regionale. Ritengo, peraltro, che il bilancio energetico debba essere visto a livello interregionale (la Valle d'Aosta e la Liguria trasferiscono energia nel resto d'Italia); la visione dei bilanci energetici per singola regionale è troppo limitativa.
E' comunque evidente l'esigenza di attingere a nuove fonti energetiche.
Negli anni passati mi sono mosso con molta cautela su questo problema, non certo per strumentalizzazioni o interessi k o timori politici, ma perché le problematiche poste dalla comunità erano fondate (si pensi ad esempio ai problemi agricoli di Torino). Personalmente ritengo che non si possa fare a meno delle centrali nucleari: il risparmio e il miglior utilizzo dell'energia non eliminano l'esigenza di produrre più energia. Nel nostro Paese è forte l'esigenza di qualificazione, di riorganizzazione, di ristrutturazione produttiva. L'automazione nell'industria come in altri settori, vuol dire minor consumo di energia, comporta anzi maggiore consumo di energia.
Il settore del nucleare diventa importante per affrontare aliquote consistenti di produzione d'energia. In questo modo si potrebbe alleggerire il peso attribuito alle centrali a carbone che ritengo sotto molti profili più distruttive delle condizioni ambientali di quanto non siano le nucleari; d'altra parte la tecnologia per la sicurezza che il nucleare presenta è di livello superiore alle tecnologie del carbone.
Ritengo poi importante l'inserimento nel settore nucleare come problema culturale, oltre che industriale. Per esso si deve dare impulso alla ricerca scientifica. Non è possibile che un Paese che voglia avere una prospettiva nel campo dello sviluppo industriale e del rinnovo delle tecnologie, e che per questo intenda produrre sistemi nucleari, non promuova nel contempo un'adeguata ricerca scientifica. Il settore nucleare è uno dei settori trainanti per la ricerca scientifica.
L'impegno tecnologico e scientifico non deve escludere i settori del solare e delle fonti alternative, ma, giunto a questo livello di sviluppo industriale, il nostro Paese non può rinunciare sul piano dello sviluppo della ricerca, ad una sua aggiornata acculturazione tecnico-Scientifica nel settore nucleare, non può rinunciare a mettere mano, a provarsi nel campo del controllo e uso di una fonte importante come quella dell'atomo.
Come procedere? Richiamando le scadenze delle procedure accelerate della legge 393? Non mi sembra rilevante se si tiene conto che sono saltate tutte le altre scadenze: quella della formazione della carta dei siti e quella dell'esercizio del potere sostitutivo da parte del Governo. O non dobbiamo invece chiedere, come abbiamo chiesto al Ministro Pandolfi, di portare a conclusione, in modo serio, la formazione della carta dei siti? Il Ministro Pandolfi si è dichiarato d'accordo sull'esigenza di .portare a conclusione la carta dei siti in, modo che essa non solo individui in modo indifferenziato 40/50 aree dove ipoteticamente si potrebbero insediare centrali nucleari, ma valuti il diverso grado di compatibilità, di ottimalità per l'insediamento.
E' un problema di interessi nazionale. L'errore della politica governativa è stato quello di credere, in ragione di una falsa democrazia che si potesse, procedere sfogliando la margherita, chiederci cioè ai venti petali del Paese quali di essi acconsentiva all'insediamento della centrale nucleare.
No, la carta dei siti deve giungere ad indicare ordini di priorità. Non tutte le aree sono uguali. Di fronte ad un impegno nazionale, ad una precisazione politica, che investa Governo e Parlamento, sostenuta scientificamente, e quindi ché su basi oggettive operi scelta e priorità se l'indicazione chiamerà in causa il Piemonte, il Piemonte procederà rapidamente.
Dovremmo però impegnarci tutti, se vogliamo conquistare l'intesa con i Comuni. Dovremo giungere ad un impegno solidale di tutti i partiti. Il problema è di interesse nazionale; la solidarietà nazionale su questo tema diventa fondamentale; senza di essa non raggiungeremmo l'intesa con i Comuni, non potremmo scegliere. Sappiamo che nella nostra Regione le scelte tono limitate dal problema della densità di popolazione a due aree. Se il problema della sicurezza è fondamentale, il problema della bassa densità di popolazione è un'ulteriore garanzia che ci si dà. Fra queste due aree credo però che non possa essere privilegiato Trino rispetto a Filippona solo perché a Trino la densità della popolazione è più bassa rispetto a Filippona. Non possiamo ragionare in termini di differenziazioni così limitate di densità. Sotto questo profilo credo non ci siano differenziazioni sostanziali tra Trino e Filippona. A Filippona, peraltro c'è più acqua. Se la centrale nucleare ha bisogno di molta acqua (a meno che non si introducano le torri a secco) non può che essere preferibile una centrale collocata in una zona più a valle del corso del Po. Sotto questo profilo, la zona di Filippona presenta maggiori opportunità rispetto a Torino.
Comunque, qualunque discorso, su Filippona o su Trino che sia, deve essere collegato ad un progetto integrato che non riguardi soltanto il nucleare, ma che garantisca la regimazione delle acque e la possibilità di utilizzo del calore di caduta. Se la centrale nucleare dovrà essere realizzata a Filippona, l'ENEL deve intervenire contemporaneamente per la regimazione del fiume Tarraro: realizzare i bacini per la produzione dell'energia elettrica, con il concorso finanziario del Ministero e dell'Assessorato all'agricoltura per le parti di utilizzo agricolo. La centrale di Filippona deve coincidere con la soluzione dei problemi del bacino del Tanaro; l'acqua di scarico deve essere utilizzata per potenziare le capacità di produzione orticola della zona (si trasportano ogni giorni a Torino dalla Sicilia gli ortaggi; si potrà forse far viaggiare di meno le merci utilizzando il calore di scarico delle centrali nucleari per le produzioni in serra di ortaggi).
Se la centrale sarà a Trino, il discorso è analogo: regimazione dei fiumi a nord di Vercelli che possono garantire disponibilità d'acqua nella zona di Trino.
Abbiamo chiesto un'integrazione di interventi per una politica che si basi solo sul nucleare, né sul solo carbone. In ogni sistema territoriale devono essere sfruttate tutte le risorse energetiche possibili. L'ENEL e gli organi governativi ci devono aiutare per la geotermia, per il teleriscaldamento, per gli impianti idroelettrici in un progetto integrato all'interno del quale si colloca la centrale nucleare.
Il Ministro Pandolfi ha mostrato molta sensibilità a questo problema e ha dichiarato di voler procedere per sistemi integrati regionali ed interregionali; per questo sarà promosso l'incontro fra le cinque Regioni del bacino padano.
Se così si procederà potremo dire che i cinque anni passati non sono trascorsi del tutto invano.
Sia a livello governativo, sia a livello delle strutture tecniche, sia a livello regionale esistono i segni dei passi avanti compiuti, seppur lentamente e contraddittoriamente.
Oggi possiamo sperare di precedere con maggiore coscienza e maggiore celerità, ricercando tutte le garanzie necessarie, a partire da quelle fondamentali della sicurezza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Salerno.



SALERNO Gabriele, Assessore all'energia

Cercherò di essere il più possibile sintetico in questa mia replica anche perché ritengo che dal dibattito siano emerse una serie di proposte ed una serie di chiarimenti che ci consentiranno di arrivare ad un ordine del giorno che tutte le forze politiche potranno, auspico, nella loro autonomia, approvare.
Vorrei dire che in materia di energia, come già nella relazione ho detto, la Regione Piemonte non parte dall'anno zero: già molte cose in passato erano state fatte, direi in maniera molto egregia. Nella stessa relazione io avevo delineato alcune proposte e linee generali di grosso intervento e, quando da parte di alcuni intervenuti mi si è detto che non si tiene conto della centralità del Consiglio, che certe iniziative sono state prese scavalcando la realtà del Consiglio, io debbo rispondere che per esempio, il Comitato ENEL-Regione lo avevo proposto in sede di discussione del programma della Giunta regionale e, in quella sede, è stato ampiamente disaminato, insieme alla proposta del Comitato misto, ed approvato da parte del Consigliò regionale. La firma del protocollo d'intesa fra la Regione e l'ENEL discende da quell'atto, non è stata nient'altro che la formalizzazione di un atto già discusso. Qual è il significato di questo protocollo? La Regione, insieme a tecnici dell'ENEL.
affronterà tutto il problema della produzione di energia e, data anche la disponibilità che ci è stata data da parte del Ministro Pandolfi e dal Presidente Corbellini, porterà l'ENEL in sede regionale a discutere di centrali idroelettriche, di produzione di energia, di recupero delle centratine, di varie tematiche, per affrontarle concretamente insieme a questo ente di Stato e risolvere questi problemi. Noi tendiamo soprattutto alla diversificazione delle fonti di produzione di energia; tendiamo ad impegnare gli Enti locali con noi ad affrontare ed a risolvere la tematica dell'energia, sia per quanto riguarda il risparmio energetico che per la ricerca e l'individuazione su progetti di fattibilità di energie rinnovabili, fonti alternative ed integrate di energia.
Puntiamo al coinvolgimento delle popolazioni, all'informazione, che è assolutamente necessaria perché è necessario che con le nostre popolazioni (tutte le realtà di democrazia espressa, i Consigli comunali, le organizzazioni sindacali, economiche) sia instaurato uno stretto rapporto con i dibattiti che faremo sulla materia energetica e, quindi, non solo sulla scelta o meno del nucleare, ma su tutta la tematica energetica e su come il Piemonte vuole andare verso una risoluzione dei problemi o, quanto meno, alleviare la fame e la sete di energia che la nostra regione e la nostra Nazione hanno.
Tendiamo all'uso plurimo delle acque per potere, nell'ambito della predisposizione, per esempio dei piani di bacino, creare degli invasi per produrre l'energia, utilizzare l'acqua per l'agricoltura, per uso potabile ecc.
L'ipotesi del teleriscaldamento - qui vorrei rispondere a chi chiedeva quanto costerà, quando verrà fatto, che cosa vi è di concreto - è ancora un'ipotesi: cerchiamo di arrivare, in breve tempo, all'affidamento di progetti di fattibilità a Torino, con l'AEM, con la quale definire dalle priorità, un modo di essere e per la pale ritrovare un ruolo.
Teleriscaldamento a Vercelli, a Novara, con l'ENEL stesso sulla centrale 1i Chivasso, per la quale bisogna sciogliere il nodo che significa se l'ENEL vuoi portare avanti l'ipotesi del raddoppio della centrale, o una sua conversione o, invece, ha altre ipotesi, come lo spostamento di questa centrale che ci sta portando dei problemi notevoli di inquinamento sul territorio del Chivassese.
Il Forum: da parte di qualcuno è stato detto che sia una maniera di far filtrare attraverso questo la scelta nucleare; non è nelle nostre intenzioni; è invece il voler creare un momento di dibattito costante e permanente e di informazione,' ai nostri cittadini su che cosa significhi produrre energia e quali sono le risorse che la producono, che cosa significa risparmio, spreco, contenimento delle necessità e dei consumi energetici. Il risparmio è uno dei punti cardine della nostra politica politica che abbiamo delineato sia nel programma della Giunta regionale sia nella relazione che la scorsa settimana ho tenuto e che è emersa da parte di molti degli intervenuti, soprattutto dell'opposizione; i quali si sono trovati largamente d'accordo su l'imiti punti, addirittura stimolando richiedendo che la Giunta vada più in là rispetto alle ipotesi, facendo dei passi notevoli Verso delle soluzioni di questi problemi.
Dicevo anche, la proposta di predisposizione di un bilancio della Regione, il quale arrivi anche alla definizione del ruolo della Regione nel delineare la politica energetica. Allora veniamo anche a dire che se un ruolo la Regione deve e può avere, può averlo solo nel momento in cui venga cambiata la legislazione Nazionale(e vi sono degli interventi in questo senso in sede governativa e parlamentare) nel momento in cui possiamo avere anche dei supporti finanziari, certamente. Oggi nel bilancio 1981 sono previsti solo 300 milioni per interventi di ricerca nel settore dell'energia: non è sufficiente, ma fino a che non potremo avere degli strumenti legislativi nostri non potremo certamente nemmeno prevedere un supporto finanziario tale che ci permetta di intervenire su progetti di fattibilità; possiamo oggi limitarci a fare una battaglia sul piano legislativo e a tendere ad un raccordo per raccogliere progetti di fattibilità nelle energie rinnovabili e cercare di farli ammettere al finanziamento CEE. Non è molto, lo so, ma è una strada che comunque va perseguita e che, a mio giudizio, ci consentirà di avviarci concretamente ad affrontare questo tipo di realtà.
Veniamo al discorso sulla centralità del Consiglio. Già nel documento programmatico si era parlato delle iniziative sulla materia energetica che avremmo voluto assumere e prima di iniziare con esse abbiamo aspettato l'approvazione del programma della Giunta regionale. La Giunta, quindi coerentemente con quanto contenuto nel documento programmatico, ha assunto una deliberazione che approvava il protocollo d'intesa ed istituiva il Comitato misto, senza per questo lede re la centralità del Consiglio che peraltro, era già stato informato di questa iniziativa. E ancora, per arrivare alla funzione del Consiglio e della Commissione consiliare, vorrei dire che allo scioglimento del nodo nucleare viene giustamente chiamato in causa il Consiglio regionale, affinché attraverso la partecipazione di tutte le forze politiche presenti nell'assemblea piemontese venga garantito il rispetto di quella pluralità di interventi e di interessi che tale problema solleva. Quale organismo meglio del Consiglio regionale pu garantire la partecipazione democratica alla risoluzione del nodo nucleare? Il Comitato misto provvederà - è nelle nostre intenzioni - a formulare criteri, parametri e condizioni relativi alla sicurezza e ad altri problemi, mentre la Commissione consiliare esperirà quelle consultazioni che rientrano nei compiti definiti dall'art. 20 dello Statuto regionale. Ed ecco allora la proposta: il Comitato misto sia formato per la parte della Regione dalla VII Commissione, nella quale sono presenti tutte le forze politiche del Consiglio regionale e dalla Giunta: insieme all'ENEL ed al CNEN affronteremo soprattutto i problemi della sicurezza.
Credendo di aver dato risposta ai problemi della centralità del Consiglio, vorrei arrivare al momento legislativo. In VII Commissione sono state presentate una serie di leggi e i primi di aprile discuteremo tutti insieme queste leggi: da parte della maggioranza ve n'è una unica; da parte del Gruppo liberale (la D.C. si riserva di presentarla), da parte del P.D.U.P. vi sono già; le discuteremo, fra l'altro, forti anche del disegno di legge n. 655 che è già stato approvato da parte della Commissione competente al Senato ed oggi è in sede di Camera e che stiamo discutendo con il Ministro Pandolfi perché vi è l'ampia disponibilità da parte del Ministro di recepire proposte delle Regioni che consentano a queste ultime di partecipare al momento di programmazione sulle scelte energetiche e nello stesso tempo, di avere poteri in materia di energie rinnovabili.
Veniamo all'incontro che lunedì scorso abbiamo avuto con il Ministro Pandolfi. Debbo dichiarare che abbiamo incontrato la più ampia disponibilità da parte del Ministro, ed anche del Governo, ad un rapporto diretto fra Governo e Regioni nell'affrontare la tematica dell'energia.
Direi che è un momento nuovo, non eravamo abituati a rapporti di questo tipo e di questo genere; non eravamo abituati a sentirci dire, rispetto alle proposte che le Regioni fanno, "sono qui; disponibile alla discussione con voi è ad affrontare concretamente i problemi, perché la volontà del Governo è quella - nel momento in cui in Italia vi è un buco energetico di questa portata e si prevedono nei prossimi anni grosse difficoltà particolarmente nel 1985, nella produzione di energia - di affrontare insieme la risoluzione di queste tematiche".
Al Ministro Pandolfi abbiamo richiesto di conoscere le linee di indirizzo del piano energetico nazionale, di sapere quando questo verrà presentato al Consiglio dei Ministri, di poter dire la nostra, insieme alle altre Regioni, rispettò alle scelte che il piano energetico nazionale farà.
Ci è stato risposto che il piano energetico nazionale verrà presentato al Consiglio dei Ministri la Settimana immediatamente seguente alla presentazione del piano a medio termine, che vi è la disponibilità del Governo ad affrontare con noi il piano energetico nazionale, almeno in Sede consultiva, e che nell'ambito di questo piano, sul problema della scelta carbone-nucleare o produzioni di energia, vi sarà una ridefinizione, sulla base di priorità, ed una garanzia di sicurezza sui siti.
La carta dei siti della 393 metteva una sventagliata di siti in Italia e diceva alle Regioni, d'intesa con le popolazioni interessate: "scegliete". Oggi quello che noi chiediamo e ritengo abbiamo ottenuto è stato di poter avere una carta dei siti che più puntualmente individui intanto al 1990, quali sono le necessiti ed i fabbisogni di energia e di che tipo di energia; che nell'ambito del piano energetico si ridimensioni quella scelta del tutto nucleare che era, a nostro giudizio, esagerata, ma la si riconduca alla scelta inevitabile (perché di inevitabilità si parla) e che comunque impegnerà le Regioni ed anche la Regione Piemonte, nel momento in cui quella scelta sul sito dovesse cadere sul suo territorio, a servire gli interessi nazionali e, di conseguenza, fare una scelta di grossa responsabilità che dovrà essere fatta da parte di tutte le forze politiche con molta fermezza.
Il rapporto con le popolazioni: anche qui con il Ministro Pandolfi ci siamo trovati d'accordo nell'andare insieme, Governo, forze politiche della Regione Piemonte, con le popolazioni dei siti che eventualmente saranno individuati, a discutere di questa scelta. Addirittura il Ministro Pandolfi ci diceva: "già Montalto di Castro è stato fatto, verrà costruito un centro di informazioni, che successivamente diventerà un centro di monitoraggio dove i cittadini potranno andare a vedere che cosa significa centrale nucleare, che cosa capita all'interno, dove verranno date tutte quelle informazioni necessarie a smitizzate alcune delle preoccupazioni che vi sono". Se queste sono le premesse, se soprattutto viene garantita la sicurezza e la tutela della salute del cittadino, anche rispetto a piani di intervento successivi al momento dell'entrata in funzione della centrale nel momento stesso in cui con la legge 655 proposte sono quelle di inserire la possibilità di dare una lira a Kwh al Comprensorio delle zone dove una centrale verrà insediata (che significa dagli 8 ai 10 miliardi) al momento dell'inizio della costruzione e da 0,50 a una lira nel momento in cui questa entrerà in funzione, se questo viene visto come momento non assistenziale, ma di aiuto allo sviluppo di quelle zone, aiuto a risolvere dei problemi che abbiamo (agricoltura, uso delle acque), un discorso di questo genere inserito nel nostro piano di sviluppo regionale con il quale possiamo prevedere uno sviluppo di queste zone unitamente alla creazione di una centrale da 1000 Mw che ha necessità di essere creata, allora il quadro diventa decisamente più chiaro.
Arrivo allora alle proposte emerse da questo dibattito e che dovranno essere (se lo ritenete) riprese in un ordine del giorno: prendendo atto della disponibilità del Governo ad assumere questo, ruolo di rapporto con le Regioni per affrontare in maniera concreta e seria i problemi dell'energia, che il Governo verifichi la carta dei siti dandoci le priorità e le inevitabilità di una scelta nucleare e a carbone, ecco che allora si deve dire che comunque la scelta sul piano energetico nucleare sul nucleare in Italia, è una scelta che bisogna fare e che si farà per quanto riguarda il Piemonte, nel momento in cui uscirà il piano energetico nazionale con i siti individuati.
Pronti a fare la nostra parte nel momento in cui vi è l'assunzione di responsabilità da parte del Governo, ma anche alla possibilità di utilizzo di tutte quelle risorse produttive che vanno dall'idroelettrico alla produzione combinata del calore con l'energia, all'energia rinnovabili, al teleriscaldamento, al risparmio, ecc., alla predisposizione di un bilancio energetico nazionale, alla costituzione di un Comitato misto di cui faccia parte la Giunta e, con la VII Commissione, tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, quindi chiamare a raccolta, su singoli progetti di fattibilità, tutti i cervelli che possono darci una mano nella concretezza ad affrontare e a tendere a risolvere questi problemi.



PRESIDENTE

Il dibattito e le relative repliche sono concluse. Ritengo che sia opportuno sospendere la seduta per un incontro tra i Capigruppo, per decidere le modalità di votazione dell'ordine del giorno.
Ci sono proposte diverse? La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Invece di sospendere, forse, potremmo sentire i vari Gruppi con le dichiarazioni di voto, perché mi sembra che allo stato dei fatti, proposte di modifica potrebbero essere accolte, nel qual caso rimedieremo subito.



PRESIDENTE

Benissimo, diamo corso allora agli interventi dei vari Gruppi.
La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Mi pare di poter registrare con soddisfazione che il dibattito svolto in aula su questo problema è stato approfondito, sufficientemente completo ed articolato, per farci dire che queste ore passate su questo tema non sono passate invano. L'Assessore Rivalta poc'anzi ci diceva che cinque anni non erano passati invano; noi riteniamo che forse su questo terreno alcune ore spese bene, con un esame approfondito dei temi che ci stanno di fronte e delle volontà politiche che a monte muovono le iniziative dei gruppi e le linee che si intendono perseguite per offrire un contributo serio e severo in una materia come questa, in cui i cittadini ai chiedono di intervenire e di offrire delle proposte, mi pare che l'utilità di questo confronto sia un elemento importante sul quale ci si debba soffermare.
Mi pare dover sottolineare che la tempestività e l'opportunità con cui il Ministro Pandolfi ha voluto essere presente in queste ore nella nostra regione dimostrano come a tutti i livelli .(Governo ed enti centrali) a livello centrale e a livello periferico (Consiglio regionale, Giunta regionale, VII Commissione) siamo in questi mesi impegnati per offrire delle soluzioni, a richiedere tempestivamente (con t attenzione, diceva Bontempi) dei provvedimenti per non portare il nostro Paese complessivamente e la Regione Piemonte in particolare, fra alcuni anni, in una situazione "ad imbuto" dalla quale certamente con grosse difficoltà riusciremmo ad uscire. Mi bare, quindi, che la visita del Ministro Pandolfi dimostri come il Ministro sia oggi impegnato per sensibilizzare gli Enti locali e per raccordarsi più strettamente con le Regioni: anche questo dato viene a conforto dell'e iniziative che le forze politiche hanno intrapreso e stanno sostenendo.
Vorrei, in questa breve dichiarazione di voto, fare alcuni flashes rispetto alle risposte che puntualmente l'Assessore Rivalta ha dato alle mie osservazioni, indicando che fra le cause più significative di stasi in questa materia c'è il non aver dato delle risposte ad alcuni temi nella passata legislatura. Temi che io avevo indicato nel mio intervento, sulla mancata definizione di studi per il teleriscaldamento, sulla mancata indagine sui consumi e sull'utilizzo di energia, sulla mancanza di scelte e provvedimenti definiti, sull'ipotesi di risparmio energetico, tutti punti che, a mio giudizio, hanno avuto delle lacune legislative ed anche politiche.
Sono d'accordo, Assessore, che cinque anni non sono passati invano prendo atto della pacatezza e della correttezza del suo intervento di stamattina, che ho apprezzato: non posso rinunciare al dover rimarcare che comunque, dei ritardi sono stati realizzati, ritardi su materie di competenza regionale o degli Enti locali sulle quali la Regione poteva e doveva offrire un contributo in termini di qualità, di supporto, di sensibilizzazione, di momento di raccordo. Sappiamo come l'Ente Regione possa e debba svolgere quel ruolo di raccordo per realizzare concretamente lo Stato delle autonomie; sappiamo come possa la Regione, in materie come queste, essere un punto di riferimento nel senso di offrire un contributo a dibattiti, a confronti, e a far fare a questi Enti locali quei salti che spesso da soli non riescono a realizzare.
Noi chiediamo dei passi avanti concreti e ci auguriamo che l'Assessore Salerno voglia compiere questo salto di qualità, avendo alle spalle tutta l'esperienza cui faceva riferimento l'Assessore Rivalta, e che certamente è utile a tutti noi per la crescita che dobbiamo sforzarci di fare come cittadini, in una materia sulla quale forse abbiamo scherzato troppo e forse ha scherzato troppo anche il Governo, quando ha pensato di passare dal tutto petrolio al tutto nucleare, mentre era forse opportuno fare quello che si sta facendo oggi, cioè capire che le soluzioni sono in una .scelta che arrivi attraverso una verifica costante dei motivi, degli obiettivi che ci poniamo e delle opportunità che realtà sociali economiche, politiche, ci offrono. Chiediamo quindi questi passi avanti e chiediamo anche che l'energia venga sì gestita dal Governo, ma che il Governo si confronti con le Regioni proprio per fare un salto di qualità come prima dicevo.
Una nuova carta dei siti ritengo sia un fatto assolutamente indispensabile; è necessario che i siti vengano definiti ed il numero che corrisponda credibilmente alle intenzioni del Governo; Credo che debba essere definita con chiarezza Urgenza di approfondire il discorso della sicurezza. Mi pare che su questo terreno si possano fare, al di là dei dibattiti che sono stati fatti, dei confronti che sono avvenuti, delle difficoltà nelle quali in questi confronti le forze politiche che rappresentavano i). Consiglio regionale nelle varie sedi periferiche hanno dovuto affrontare, sforzi di Chiarezza e precisione, per una tutela seria e severa anche in relazione al tipo di impianto che si intende realizzare ed alle diverse, portate di acqua che sono utilizzabili. Il problema delle acque è fondamentale, è stato ripreso anche quest'oggi, individuato ed approfondito nei documenti raccolti sul dibattito avvenuto nella passata legislatura. Su questo problema chiediamo che sia fatta chiarezza e che si addivenga a delle scelte tenendo il conto.
Ci pare anche utile l'indicazione delle classi e delle aree che potenzialmente possono essere oggetto di localizzazione dei siti. Su questo siamo d'accordo con l'Assessore Rivalta: è tempo di offrire soluzioni concrete avendo attenzione anche per questo aspetto.
Il progetto globale di sviluppo economico delle zone interessate è un altro argomento sul quale vorrei offrire un brevissimo contributo. Siamo per gli incentivi, per, gli indennizzi, i, ma siamo perché con questi si verifichi uno sviluppo serio dei fatti produttivi nelle zone che eventualmente fossero interessate. Ci pare questo un altro modo - e il Ministro Pandolfi mi pare disponibile su questa strada - per offrire alle comunità interessate la disponibilità del Governo e degli. Enti locali per il raggiungimento del salto di qualità sul piano sociale ed economico.
Se iniziative di questo tipo verranno portate avanti, se verranno portate avanti le iniziative concrete della Regione per la diversificazione delle fonti energetiche attraverso la realizzazione di fonti rinnovabili credo che potremo, trovare un momento di confronto e di dibattito approfondito e, soprattutto, un momento di unità.
L'ordine del giorno presentato dai Gruppi di maggioranza sostanzialmente trova il nostro consenso; chiediamo, però, che vengano inserite alcune rettifiche su alcuni punti che per noi sono irrinunciabili se i Gruppi di maggioranza saranno d'accordo, sostanzialmente anche noi saremo d'accordo nel dare il nostro assenso a questo documento.
Nella seconda pagina, quando si dice: "propone la costituzione di un Comitato misto", si chiede di Sostituire "Regione - ENEL - CNEN" con "formato dalla competente Commissione consiliare" - per ribadire il concetto di centralità del Consiglio e le osservazioni negative che avevamo fatto in sede di dibattito - "dalla Giunta, dall'ENEL e dal CNEN". Nel paragrafo successivo chiediamo che si aggiunga "dà mandato alla Giunta regionale" e si inserisca "informando periodicamente la Commissione consiliare competente, di predisporre un piano energetico regionale" chiediamo che venga inserito "raccordato con il piano energetico nazionale".
Concludo con una richiesta all'Assessore ed al Presidente della VII Commissione, affinché la relazione della Giunta, gli atti di questo dibattito, possano essere oggetto di ulteriore esame e valutazione all'interno della VII Commissione, perché la relazione dell'Assessore possa trovare un momento di approfondimento nel merito degli interventi che vi si ipotizzano, anche ai fini di una più corretta interpretazione delle iniziative legislative in corso.
Voi sapete che vi sono in VII Commissione, in attesa di essere esaminate, delle proposte di legge; la D.C. ne presenterà una. Credo che affrontare in VII Commissione un momento di dibattito sulla relazione dell'Assessore e sul dibattito che abbiamo avuto su questo tema in aula sia un modo per accrescere la nostra conoscenza nella materia e, soprattutto per approfondire le posizioni dei singoli Gruppi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Le osservazioni che ci vengono proposte dal Gruppo D.C. credo siano accoglibili.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire la collega Vetrino Nicola. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Attribuiamo molta importanza a questo ordine del giorno anche per il fatto che su di esso sta per coagularsi l'unitarietà del Consiglio, ordine del giorno che, più che un punto di sintesi e di conclusione del dibattito che si è sviluppato nella comunità e nel Consiglio regionale, è un punto di partenza per scelte finalmente reali e definitive. Tra l'ampia documentazione che il Consiglio regionale e la comunità hanno prodotto in presti ultimi anni c'è l'interpellanza del Consigliere Gandolfi che cinque anni fa proponeva al Consiglio i terni che proprio in questi giorni sono stati oggetto di acceso dibattito: sono stati infine cinque anni non spesi invano perché tutti abbiamo maturato una maggiore responsabilità e oggi esistono nella comunità responsabilità e maturità per queste scelte.
Abbiamo qualche perplessità relativamente alla proposta di costituire un Comitato misto. Nel nostro intervento avevamo proposto una Commissione mista che potesse confrontarsi su tutti i temi dell'energia perch riteniamo che convogliare una Commissione sola sul fatto nucleare possa essere dispersivo rispetto agli altri campi dell'energia. Soprattutto auspicavamo che nella Commissione debbano essere inseriti esperti esterni: nominati evidentemente dai partiti.
Qualora la nostra proposta, non venisse accolta ci adegueremo alle proposte della maggioranza che ha proposto il Comitato misto e chiederemo l'inserimento in esso di tutti i partiti perché, per esempio, il nostro Gruppo non fa parte della Commissione.



PRESIDENTE

La parola al collega Viglione.



VIGLIONE Aldo

Nel dare il nostro assenso alle modifiche che sono state richieste così come ha sottolineato l'Assessore Salerno riteniamo che la trattativa debba essere globale e debba riguardare la molteplicità delle situazioni presenti in Piemonte. Nella relazione al bilancio ho posto l'accento sull'uso plurimo delle acque e delle energie e sul coinvolgimento generale di tutta la popolazione della Regione Piemonte. Su questi argomenti avremo modo di ritornare, legando la discussione al bilancio e ai sistemi creditizi in discorso ulteriormente allargato.
Approviamo l'ordine del giorno e le modifiche che sono state suggerite dal Gruppo D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno presentato dal nostro Gruppo in quanto non condivido quello presentato dai partiti che compongono la Giunta che contiene la scelta nucleare.
Non è possibile scindere la scelta delle fonti di energia che si privilegiano dalla necessità e di ridefinire il tipo di sviluppo tenendo presente che non si possono riproporre le condizioni che hanno portato alla crisi attuale. Il nucleare non riprodurrà le condizioni che hanno portato allo sviluppo che oggi è in crisi, non solo perché non sono approvate le norme di sicurezza, ma anche perché non ci sono precise indicazioni e precisi calcoli sull'economicità dell'energia nucleare; una centrale negli Stati Uniti è stata fermata nel mese di febbraio perché troppo vicino a New York.
Mi sembra che le centrali si decentrano dove vi è meno popolazione appunto perché non sono definiti gli standards di sicurezza. Sarebbe opportuno che il Consiglio avesse dall'Ente federale degli Stati Uniti preposto alla sicurezza nucleare gli standards di sicurezza vigenti negli Stati Uniti per quanto riguarda la scelta dei siti, tenuto conto delle condizioni del suolo, della sismicità, della stabilità, della densità della popolazione, dell'idrologia e quindi della, responsabilità di acqua per il raffreddamento delle centrali nucleari di eccezionale potenza. Sarebbe interessante sapere se è opportuno scartare a priori l'installazione di una centrale nucleare di una potenza di 2 milioni di Mgw data l'impossibilità in caso di guasto, di sopperire alla mancanza improvvisa di energia oppure, se vivremo nei prossimi anni in regime di black-out appunto perch quando si guasteranno le centrali non sarà possibile con queste potenze prevedere un adeguato ricambio.
In quanto ai costi penso che i Paesi che possiedono l'uranio non lo segnaleranno, quindi è ancora da provare che l'energia nucleare sia più economica. Dato poi che le centrali nucleari incominceranno a funzionare tra 10/12 anni sarà impossibile una stima dei costi comparati tra le diverse produzioni di energia elettrica a così lunga distanza. Leggendo le dichiarazioni del Ministro Pandolfi mi preoccupa il fatto che sulla scelta nucleare non ci sia l'incentivo dato dall'1% sul costo della centrale e da una lira ad ogni Kwh. Non vorrei che le norme di sicurezza venissero scavalcate dagli incentivi fatti balenare ai Comuni.
Mi sembra che non si debbano investire delle grosse risorse finanziarie sottraendole ad altri investimenti su altre fonti di energia alternative e riproducibili appunto perché non è vero che le due cose possano andare avanti contemporaneamente. Le fonti di energia riproducibili ed alternative al nucleare non devono essere viste come tappabuchi per dieci anni. Oggi decidiamo di costruire centrali nucleari per dare più energia, per esempio alla Fiat che metterà in Cassa integrazione i lavoratori, e così alla Montedison e alle aziende. Si tratta di collegare la ricerca e l'individuazione di nuove fonti di energia alternativa al nucleare collegandola alla trasformazione dello sviluppo, collegandola allo sviluppo dell'agricoltura, della zootecnia, collegandola allo sviluppo alternativo all'attuale che crea disoccupati e brucia più energia. E' necessario costituire un Comitato regionale per la programmazione e lo sviluppo delle scelte energetiche alternative che raccordi la ricerca delle fonti di energia alternativa al programma di sviluppo regionale complessivo nei diversi settori. Questo non può essere delegato od appaltato all'ENEL.



PRESIDENTE

La parola al collega Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, telegraficamente per dire che il Gruppo socialdemocratico conferma l'adesione all'ordine del giorno già sottoscritto. Sono, del resto, note le posizioni del nostro Gruppo, dal momento in cui si definì il programma regionale. D'altronde, in questo ordine del giorno non vi è soltanto il discorso del nucleare, ma l'attivazione di un complesso di fonti energetiche tra le quali non può non essere presente l'energia nucleare.
Il Gruppo socialdemocratico rileva con soddisfazione la serietà del dibattito che si è sviluppato in questi giorni in seno al Consiglio regionale, dibattito fatto senza velleitarismo e senza preconcetti, ma responsabile ed attento riguardo alle esigenze di sviluppo della nostra comunità ed alle esigenze di incentivazione di un sistema complessivo di energie attivabili. Si tratterà ora di avviare un rapporto più proficuo con le comunità interessate dai vari interventi, per i quali registriamo anche la volontà del Governo di essere presente a fianco delle Regioni in questa ampia consultazione che dovrà essere fatta con le comunità interessate.
Siamo anche d'accordo con le modifiche presentate ed illustrate dal Gruppo D.C., al fine di arrivare ad un ordine del giorno che riunisca quanto più possibile le forze politiche presenti in Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo ritira l'ordine del giorno presentato perché di fatto è emerso che viene accettato da tutti, compreso il Governo.
Lo scopo del nostro ordine del giorno era di rendere possibile attraverso una sollecita individuazione delle aree, gli studi, le consultazioni e le specificazioni sui siti. Mi pare di capire, invece, che attraverso la convenzione e il Comitato che si va istituendo e attraverso un impegno di tipo manageriale del Governo si tende ad andare ad un'indagine precisa sulle condizioni esistenti sui siti e sul riconoscimento delle condizioni per l'indicazione del sito (non dell'area) e si ritornerà poi a deliberare sull'area e sul sito (a meno che nel frattempo non venga modificata la legge).
E' certo che da parte di miti ci si è resi conto che non si pu continuare la fase estremamente defatigante della seconda legislatura senza incentrare l'indagine e le decisioni su questioni specifiche e localizzate sul territorio. La legge 393 deve essere considerata superata, superata nella realtà e allora la giriamo, superata anche formalmente ed allora ci avviamo attraverso le procedure che stiamo individuando all'anticipazione delle procedure che probabilmente una nuova legge indicherà.
Vorrei richiamare due argomenti del dibattito. Non vorrei che, quando arriveremo alla stretta finale, si dimenticassero le cose che abbiamo detto. Si è sottolineato con apprezzamento il fatto che si lasciata l'idea del tutto nucleare, avveniristica e fuori di giustificazioni reali, ma non gi considera che il piano sul quale ci stiamo muovendo è insufficiente rispetto alle esigenze reali dell'economia, dell'industria, della vita civile. Nel mio intervento ho richiamato un grafico, che tra l'altro è pubblicato sulle riviste specifiche, in cui emerge che all'anno '90, nella migliore delle ipotesi, il nostro piano energetico lascerà sempre il nostro Paese a più alta dipendenza dal petrolio e il debito assoluto verso gli idrocarburi sarà eguale a quello del 1979. Colgo questo limite nel ragionamento del collega Montefalchesi e cioè che il piano nucleare non risolve assolutamente nulla. Probabilmente nel corso di questo quinquennio dovremo avanzare proposte diverse. Sono d'accordo con Montefalchesi che l'energia nucleare costerà molto. Ma il problema non è di sapere se costerà di più o di meno, ma è di sapere in che modo costerà rispetto all'economia degli altri Paesi concorrenti.
Dovremmo giudicare quello che stiamo facendo in termini europei e dovremmo cercare di capire se ci stiamo muovendo verso un modello energetico e verso costi energetici finali che siano armonizzati con quelli europei. Il grafico a cui facevo cenno mette in evidenza la differenza tra la situazioni italiana e quella degli altri Paesi della CEE. Queste nostre decisioni sono probabilmente di tipo minimale e non decisioni a regime.
Se riteniamo che sia sufficiente la localizzazione di due centrali in Italia perché, per esempio, dovrebbe essere il Piemonte ad accettare la scelta nucleare e non un'altra Regione? La scelta nell'immediato è di due centrali, ma la scelta nel realistico sarà ben diversa, se non vorremo trovarci nel 1990 con un costo diverso rispetto agli altri Paesi della CEE.



MONTEFALCHESI Corrado

Teniamo presente che gli altri Paesi hanno l'uranio e noi non l'abbiamo.



MARCHINI Sergio

Le frontiere in questi momenti non vengono più governate dai doganieri ma vengono governate dai trattati internazionali. Si tratta però di sapere se noi siamo su un piano armonizzato con l'Europa.
L'ordine del giorno individua un Comitato nel quale viene inserita la VII Commissione e non le forzo politiche e non i singoli Consiglieri.
Vorrei che: i colleghi Consiglieri riflettessero su:l rilievo istituzionale di questa soluzione e vorrei che non fosse disattesa l'importanza del collegamento diretto e del riconoscimento di pari dignità della Giunta e della VII Commissione come organi della Regione.
La VII Commissione dovrà collocarsi come organo della Regione, non come un complesso di Consiglieri e di forze politiche, quindi a pronunciamenti della Giunta dovrà contrapporre ci giustapporre o far seguire suoi pronunciamenti nella VII Commissione dove opereranno i membri effettivi e i colleghi che hanno diritto di esserci qualora non rappresentanti, cioè tutte le forze politiche che non hanno propri rappresentanti e dovrà riportarne le sue decisioni e le sue valutazioni ad un momento unitario ed organico (ogni Consigliere non andrà a briglie sciolte).
Per sciogliere i dubbi detta collega repubblicana aggiungo che non vi è alcun divieto a che la VII Commissione si doti di propri strumenti tecnici conoscitivi esterni. Ribadisco non l'adesione di sei o 7 Consiglieri, ma l'adesione del Consiglio regionale al Comitato attraverso la sua espressione tecnica che è la Commissione; quindi la Commissione richiamerà la libertà politica nei confronti della Giunta, la legittimità e, se sarà il caso, gli strumenti di tipo conoscitivo ed anche finanziario che si renderanno necessari.
In questo senso esprimiamo voto favorevole all'ordine del giorno presentato.



PRESIDENTE

La parola al collega Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Una brevissima dichiarazione di voto a titolo personale, per dire che di fronte al dibattito molto interessante che si è svolto in questo Consiglio, e di fronte anche alle posizioni espresse dalla maggioranza sulle proposte per riprendere in termini seri una programmazione ed un intervento sul piano energetico, dopo aver rilevato le posizioni corrette ed importanti della maggioranza, si deve assumere una posizione articolata rispetto alla questione delle centrali nucleari.
Attorno alla questione delle centrali nucleari si è creato un forte movimento di opinioni, di iniziative, di presenza che ha coinvolto settori non secondari della nostra popolazione (agricoltura, ecc.) che si sono mossi non tanto nell'ottica del rifiuto, ma nell'ottica di evidenziare difficoltà ed incertezze che la scelta nucleare viene ad incrementare di fronte alla crisi energetica che stiamo attraversando. Prima di tutto perché abbiamo di fronte a noi dei dati che non sono assolutamente certi e anzi, credo che sotto certi aspetti vanno sottoposti a delle manipolazioni.
D'altra parte siamo di fronte ad un altro dato: come la centrale nucleare abbia delle tecnologie così costose rispetto alle quali il nostro Paese sia sul piano della ricerca che sul piano degli investimenti, è sostanzialmente tagliato fuori. Abbiamo, inoltre, una serie di drammatici interrogativi, come il problema della sicurezza delle popolazioni, la quale non è assolutamente garantita. Vi è poi da rilevare come attraverso le centrali nucleari vi sia un'ulteriore concentrazione di potere all'interno delle multinazionali.
Il problema della sicurezza determina anche conseguenze non facilmente individuabili e definibili sul territorio. D'altra parte, credo sia nota la posizione di alcuni studiosi che mettono in evidenza come il costo dell'energia nucleare non sia competitivo, così come verrà prodotto rispetto anche ad altri costi.
Volevo porre l'attenzione anche sul fatto che esiste un forte movimento di opinione e di iniziativa politica che pone il problema dei rifiuti problema che va tenuto presente nel momento in cui questa maggioranza si propone di affrontare il problema dell'energia.
Pertanto, riguardo al problema della produzione energetica attraverso il nucleare c'è una mia posizione di astensione, non ritenendo questa soluzione atta a superare le incertezze che su questo piano si stanno portando avanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Salerno.



SALERNO Gabriele, Assessore all'energia

Solo per un chiarimento a due Interrogativi, uno del collega Montefalchesi, l'Altro della collega Vetrino Nicola: nel momento in cui si individua la VII Commissione, aperta a tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, come un momento nel quale non solo partecipa al Comitato misto, e quindi si affronta il problema del nucleare, ma la Giunta va a riferire anche in merito agli altri programmi, credo che venga: superata la richiesta della collega Vetrino Nicola, di costituire una Commissione ad hoc per altri tipi di energie.
Sia il Comitato Misto che la VI I Commissione possono, qualora i Consiglieri della Commissione lo, richiedano, avvalersi dell'aiuto di tecnici o, di esperti nelle materie che di volta in volta tratteremo.



PRESIDENTE

La parola al collega Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Le valutazioni che mi portavano a richiedere una Commissione che fosse di raccordo tra le scelte energetiche e la programmazione regionale, non sono riconducibili all'interno del Comitato misto. Abbiamo presentato una proposta di legge nella quale il Comitato misto è formato dagli Assessorati che incidono sulla programmazione regionale. Parteciperemo al Comitato misto, il quale però non inciderà sulla programmazione regionale: discuterà dei siti, discuterà della sicurezza delle centrali nucleari, ma non potrà avere il ruolo di raccordo tra la programmazione regionale nei diversi campi e le scelte energetiche che si vanno a compiere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Salerno.



SALERNO Gabriele, Assessore all'energia

Io intendevo Comitato misto, ma, dall'altra parte, che sia la VII Commissione ad affrontare le altre tematiche (energia idroelettrica energia rinnovabile, ecc.) e la Giunta è disponibile ad andare in VII Commissione per affrontare la programmazione dell'energia. Il Comitato misto è una cosa a sé per il nucleare. La VII Commissione affronta tutti gli altri temi.



PRESIDENTE

Possiamo concludere. Abbiamo una mozione socialista in data 27 gennaio abbiamo un ordine del giorno del P.L.I., il quale ha dichiarato poco fa di ritirarlo; abbiamo la proposta del collega Montefalchesi, un ordine del giorno che metterei in votazione per primo in quanto è stato presentato per primo.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte nel rilevare come tra le cause della crisi strutturale dell'apparato produttivo industriale italiano e della generalizzata grave recessione internazionale, vi sia l'irriproducibilità dei fattori che hanno consentito nel passato quel tipo di sviluppo industriale e tra essi, in considerevole misura, la possibilità di reperire ed usare a bassissimi costi prodotti energetici non rinnovabili ritiene indispensabile porre mano all'avvio di una profonda riconversione dell'apparato produttivo con criteri di programmazione e le cui finalità produttivi, occupazionali, energetiche, debbono tenere conto degli elementi di crisi strutturale causa dell'attuale situazione ribadisce a questo proposito come l'individuazione dello scelte energetiche, la sua qualità e finalità non, può essere disgiunta dallo sviluppo produttivo e dalla dinamica dei consumi ritiene che il ricorso per l'ottenimento di energia attraverso lo sfruttamento di una risorsa non rinnovabile quale l'uranio è basata su tecnologie e requisiti di sicurezza le cui caratteristiche in rapporto alle esigenze di tutela della salute, all'ambiente, del territorio, non sono allo stato attuale scientificamente provate e i cui effetti non sono riscontrabili che a posteriori, vada nell'ottica, della riproposizione e mantenimento dell'attuale modello di produzione e di consumi ritiene inoltre che tale tipo di scelta richieda l'impiego di rilevanti disponibilità finanziarie tali da bloccare automaticamente ogni reale possibilità di investimenti programmati per lo sviluppo di tecnologie, atte allo sfruttamento di fonti energetiche alternative e rinnovabili.
Il Consiglio regionale si impegna pertanto: 1) a manifestare al Governo ed al competente Ministero il proprio netto dissenso circa l'impostazione di metodo e di merito dell'attuale piano energetico nazionale in discussione e le previste scelte di installazione di centrali termonucleari sul territorio nazionale e regionale 2) a promuovere tutte le iniziative e realizzazioni atte a perseguire un risparmio energetico nei vari settori produttivi e dei consumi modificandone la qualità e la quantità e a incentivare lo sfruttamento delle attuali tecnologie alternatine basate sul razionale utilizzo di tutte le risorse rinnovabili e disponibili 3) a dotarsi di un apposito Comitato regionale per lo sviluppo e la programmazione delle scelte energetiche alternative in armonia con i piani programmatici di sviluppo regionale 4) a promuovere su scala regionale idonee iniziative, in raccordo e con la partecipazione degli enti pubblici di ricerca, delle aziende municipalizzate per la produzione di energia e dei servizi generali, tese all'obiettivo di favorire la sensibilizzazione e la partecipazione alle scelte energetiche delle popolazioni locali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 1 voto favorevole e 42 contrari.
Passiamo all'ordine del giorno presentato dalle forze di maggioranza con l'adesione degli altri partiti e le parti integrate dal Gruppo D.C. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte ritiene che la soluzione del problema energetico nazionale debba essere perseguita nelle due direzioni del contenimento della domanda attraverso una politica di risparmio dell'energia e, in secondo luogo, attraverso l'incremento della produzione facendo ricorso a diversificazioni energetiche. Sottolineato che sia la relazione presentata dalla Giunta regionale sia il conseguente dibattito; hanno posto l'accento sul fatto che l'impegno degli Enti locali e dello, Stato deve essere rivolto ad affrontare in modo globale il problema della diversificazione delle fonti energetiche e che il piano energetico nazionale, in via di definizione in questi giorni presso il Ministero dell'Industria, ridisegna adeguatamente il ruolo dell'energia nucleare preso atto che in Piemonte numerosi Enti locali ed Enti pubblici stanno impegnando le loro risorse per attivare fonti alternative ed integratile di energia invita il Parlamento ad approvare rapidamente un quadro complessivo dell'intera materia affidando competenze dirette agli, Enti locali e alle Regioni nella promozione delle diversificazioni delle fonti energetiche approva gli indirizzi sostanziali contenuti nella bozza di piano energetico nazionale che prevede la costruzione e la messa in funzione entro il 1990 di due nuove centrali nucleari, le quali si ritengono indispensabili per far fronte ai gravi deficit produttivi sollecita il Governo ed il Parlamento a definire sulla base di parametri oggettivi la carta dei siti individuando, secondo una scala di priorità, le localizzazioni che sono da ritenersi sotto i diversi profili (ambiente territorio, socio-economico, distribuzione produttiva) ottimali rispetto ad altre ribadisce che per la soluzione di tale problema si impongono condizioni determinanti ed irrinunciabili in relazione alla sicurezza degli impianti alla protezione sanitaria, alla capacità di pronto intervento in casi di emergenza, all'informazione del, comunità interessate, nonché agli impegni di natura economica finalizzati ai miglioramenti ambientali e sociali propone la costituzione di un Comitato misto formato dalla competente Commissione consiliare, dalla Giunta, dall'ENEL e dal CNEN, al fine di definire in via ultimativa le possibilità di utilizzare in Piemonte la tecnologia nucleare di produzioni elettrica dà mandato alla Giunta regionale, informando periodicamente la Commissione consiliare competente, di predisporre un piano energetico regionale raccordato con il piano energetico nazionale, che comprenda in modo particolare l'utilizzo delle fonti rinnovabili impegna la Giunta ad aprire un confronto globale con il Governò che abbia per oggetto tutti i temi e le questioni che compongono il quadro complessivo delle politiche da avviare in Piemonte per affrontare a livello adeguato la questione energetica (energie rinnovabili, risparmio, centrali idroelettriche, teleriscaldamento, uso plurimo delle acque, recupero centraline, centrale di Chivasso, nodo nucleare) al fine di garantire alla Regione un'effettiva partecipazione a questi processi attraverso il riconoscimento di specifiche competenze regionali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 42 voti favorevoli, l contrario ed un'astensione.
Vista l'ora, sospendiamo la seduta e la convochiamo per oggi pomeriggio alle ore 15 precise.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 12,45)



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