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Dettaglio seduta n.317 del 21/03/85 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Artigianato

Esame progetto di legge n. 118: "Norme per la valorizzazione degli organi rappresentativi dell'artigianato e per la delega alle Province ed alle Comunità Montane di funzioni concernenti la materia" e presentazione relativo ordine del giorno (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendiamo la discussione sul punto quarto all'ordine del giorno che reca: "Esame progetto di legge n. 118: 'Norme per la valorizzazione degli organi rappresentativi dell'artigianato e per la delega alle Province ed alle Comunità Montane di funzioni concernenti la materia'" e presentazione relativo ordine del giorno.
La parola al Consigliere Mignone che interviene a nome del Gruppo PSDI.



MIGNONE Andrea

Giungiamo finalmente alla discussione di questo provvedimento di legge e debbo innanzitutto dire che non condivido l'opinione espressa da quei colleghi che ritengono che esso giunge in aula in modo affrettato rispetto ai normali tempi di esame delle Commissioni. In realtà questo provvedimento è stato presentato nella prima versione nella primavera del 1981, quindi credo che vi sia stato tempo sufficiente per l'esame, ancorché per un certo periodo di tempo non si è proceduto al suo esame perché pareva prevalere all'interno della I Commissione consiliare l'opinione di non procedere in modo spezzato all'assegnazione di deleghe per competenze settoriali, quanto piuttosto tendere ad elaborare una armatura legislativa che valutasse la delega nel suo complesso e che individuasse gli enti delegati e le materie da delegare. Nell'ultima parte della legislatura, non potendo addivenire ad una soluzione organica auspicata, si è ritenuto di procedere almeno per alcuni settori per i quali esistevano già delle proposte di legge.
Tuttavia anche noi in allora avevamo ritenuto di non dover procedere perché ci pareva opportuno come ci pare tutt'ora che il provvedimento predisposto nel 1981, ancorché modificato dalla Giunta regionale, dovesse essere ancora sottoposto al giudizio delle categorie interessate. La IV Commissione ha espletato le consultazioni recependo suggerimenti indicazioni, proposte e valutazioni attorno a questa materia, tenendo presente che nel frattempo per quanto riguarda il credito e entrata in vigore una legge regionale. Assai opportunamente questo dato veniva richiamato dalle associazioni. Il disegno di legge 118 tiene conto del fatto che nel frattempo è entrata in vigore la legge n. 17 sul credito quindi occorre un raccordo tra quella legge e la legge che oggi andiamo ad approvare.
Occorre peraltro ricordare che alle consultazioni non sono emersi atteggiamenti univoci in ordine al disegno di legge 118, anche se non è venuto un atteggiamento pregiudiziale negativo rispetto al discorso di deleghe in materia di artigianato. Per questo motivo assumiamo un atteggiamento favorevole al provvedimento in esame ancorché vengano recepiti alcuni emendamenti che abbiamo presentato alla Presidenza del Consiglio regionale. Per questo rispondiamo ad alcuni interventi che nella seduta precedente volevano quasi far prefigurare che il Gruppo socialdemocratico era contrario al discorso di deleghe in tema di artigianato, cosa che non è vera. Vogliamo ribadire il nostro intendimento favorevole alle deleghe in generale, ed in particolare anche in questa competenza specifica, purché si tenga conto della realtà del settore, senza fare delle fughe in avanti precipitose, ma cercando di recuperare per quanto possibile l'esperienza precedente. Le nostre proposte di emendamento da un lato cercano di precisare maggiormente il ruolo della Consulta dell'artigianato per quanto riguarda le indicazioni programmatiche per l'erogazione dei contributi e per quanto riguarda le competenze dei Comuni e dall'altro prevedono la possibilità di stipulare da parte degli enti delegati le convenzioni con le Camere di Commercio per quanto riguarda in particolare la tenuta degli Albi.
Un altro emendamento riguarda l'ulteriore specificazione sui contributi versati dagli artigiani, contributi che fino ad oggi andavano alle Camere di Commercio, mentre ora (art. 7) vanno alla Regione con la precisazione che siano destinati per le finalità di cui alla legge 51.
Il Gruppo PSDI voterà a favore del progetto di legge n. 118.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Come avevo preannunciato, abbiamo predisposto un ordine del giorno per il non passaggio all'esame degli articoli ed il rinvio della legge alla Commissione.



CARAZZONI Nino

Siamo d'accordo per il non passaggio agli articoli.



PRESIDENTE

Vi sono altri Consiglieri che desiderano illustrare la loro posizione? La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Non siamo d'accordo. Chiediamo che si proceda all'esame degli articoli ed alla votazione della legge.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione sul non passaggio all'esame degli articoli.
In base al regolamento la votazione avviene per alzata di mano. Mentre aspettiamo che l'ordine del giorno venga definito darei la parola all'Assessore Bruciamacchie per la replica.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore all'artigianato

Le argomentazioni portate in riferimento ai tempi stretti di esame del progetto di legge 118, se può avere un senso per altri provvedimenti, credo non lo possa avere per questo disegno di legge. La Giunta approv l'articolato nel mese di giugno 1981 che era il portato di un impegno politico-programmatico assunto nell'ambito della I e della II Conferenza regionale sull'artigianato. L'articolo stesso veniva poi sottoposto a consultazione ed accoglieva le osservazioni che erano state avanzate in sede di IV Commissione. Pertanto non ci troviamo di fronte ad un testo valutato affrettatamente, è invece un testo che è stato confrontato con i Comuni, le Comunità Montane, le associazioni, le Camere di Commercio. Quasi come un rito continuiamo a dire che la Regione sempre di più deve diventare momento di programmazione, di legislazione, di coordinamento, ma lo deve diventare concretamente. Purtroppo in tema di deleghe il sistema delle Regioni registra dei ritardi consistenti, anche perché il dibattito sulla riforma delle autonomie locali c'è stato, ma non ha prodotto effetti legislativi.
Con questo disegno di legge vogliamo passare dalle annunciazioni sui compiti della Regione, alla fase attuativa, quindi sulla materia dell'artigianato riteniamo giusto ed opportuno procedere ad un atto legislativo che significhi decentramento e delega delle funzioni che hanno il carattere essenzialmente amministrativo. Mi sembra che ormai a livello generale non ci sono divergenze nel considerare la provincia ridisegnata non solo in termini territoriali, ma anche in termini di competenza come unico livello intermedio tra Comune e Regione, ente di base fondamentale dello Stato; spetta il governo complessivo del territorio e quelle funzioni amministrative che le leggi ed i regolamenti nazionali e regionali possono demandare.
Ci muoviamo su una linea che attribuisce correttamente ai vari livelli statuali compiti precisi e definiti, in armonia con quanto stabilisce la Costituzione e il DPR 616 un salto di qualità per ridare più capacità di direzione funzionale al sistema delle autonomie.
Ci muoviamo in un'ottica di valorizzazione delle istanze inferiore e di valorizzazione delle commissioni provinciali per l'artigianato. E' stato ricordato che questo progetto di legge cade in un periodo in cui il Parlamento sta esaminando la legge nazionale per l'artigianato e che sarebbe conveniente attendere il varo di quella nuova legge. Siamo ancora in presenza della legge nazionale 860 del 1956 e sono almeno 13 o 14 anni che il Parlamento affronta varie proposte ed iniziative dei Gruppi parlamentari o dei Ministeri dibattiti su questa materia. Il Consiglio regionale del Piemonte nell'ottobre-novembre 1983 approvò all'unanimità un ordine del giorno che chiedeva al Parlamento di procedere rapidamente.
Purtroppo, dopo l'approvazione da parte del Senato, il testo è passato alla Camera che lo rielaborò, lo rinviò al Senato, ed i tempi di approvazione della nuova legge nazionale evidentemente nessuno è in grado di prevederli.
Non pensiamo di dover attendere ancora. E' possibile già oggi approvare atti legislativi di delega e di valorizzazione delle Commissioni provinciale e regionale dell'artigianato intanto perché questo ci deriva dall'art. 117 della Costituzione, ma anche perché è stabilito dal DPR 616 che demanda alle Regioni competenze precise. Quindi ci muoviamo all'interno di norme precise che ci permettono di fare queste scelte. Seguiamo con attenzione quanto accade nella Commissione parlamentare che non pu modificare il vecchio testo e certo non modificherà il campo delle deleghe e del ruolo delle Commissioni provinciali dell'artigianato (il dibattito in corso è riferito al sistema elettivo delle stesse). Non ci sono pregiudiziali nei confronti del processo e di delega. Non vogliamo una legge che peggiori la situazione dei servizi erogati, mi riferisco agli Albi delle Camere di Commercio, né che invada campi altrui o che possa presentare aspetti di illegittimità. Il Consiglio regionale, in forza del DPR 616 ha approvato nel 1981 la legge 14 ed ha già operato una scelta precisa, quindi oggi possiamo legiferare senza il rischio che la parte che si riferisce alla tenuta degli albi possa essere invalidata.
All'art. 7 si evidenzia che le Commissioni provinciali per l'artigianato hanno sede presso il capoluogo di Provincia. Il problema è stato sollevato dalle Camere di Commercio. Noi rimaniamo dell'avviso che questa materia non debba essere regolamentata a livello di ente periferico avendo presente che è possibile andare a convenzioni che regolano i rapporti tra l'amministrazione provinciale e le Camere di Commercio.
Come spenderà la Regione i circa 5 miliardi incamerati dalle Camere di Commercio? Su questo argomento ci sono tanti elementi di esagerazione. La legge norma l'utilizzo di quelle risorse, quindi verranno destinate alla Regione che li indirizzerà alla promozionalità. Se dobbiamo ulteriormente specificare nella legge questo aspetto, credo che non ci siano difficoltà da parte nostra a specificarlo. Queste risorse non vengono utilizzate totalmente a favore della promozione. Noi operiamo nell'ambito del nostro programma promozionale con i centri esteri e con le Camere di Commercio quindi facciamo opera di coordinamento che è l'unica capace di produrre risultati superiori. Un'altra parte va nella direzione del personale.
Quando la Regione Piemonte disporrà di questa risorsa e la destinerà al settore artigiano in modo finalizzato, non potrà che favorire il settore stesso e la categoria artigiana. L'attività incentivante è fortemente utile ed indispensabile per la ripresa e lo sviluppo regionale.
Al Consigliere Cerchio vorrei dire che gli slogan elettorali servono molto più all'esterno che non all'interno. Se valutiamo le linee che la Regione ha portato avanti vediamo che non si è limitata alle enunciazioni ma ha realizzato dei risultati. Il bilancio che se ne trae non è certo quello che dice il Consigliere Cerchio, è ben altro. Voglio riferirmi alla ripresa degli investimenti, i finanziamenti sono passati da 3800 circa nel 1983 a 6980 nel 1984. Sono 20 le aree artigiane attrezzate che la Regione Piemonte ha promosso, di cui 5 sono finanziabili con il bilancio 1985.
La coerenza dell'impostazione dell'articolato ci porta ad esaminare questa legge in modo aperto, i contributi che vengono dalla maggioranza sono la portata dell'impegno significativo che si è sviluppato a livello regionale in campo artigiano.



PRESIDENTE

Ho ricevuto l'ordine del giorno del Gruppo D.C., a firma dei colleghi Brizio e Cerchio, sul non passaggio ai voti.
La parola al Consigliere Brizio per l'illustrazione.



BRIZIO Gian Paolo

L'ordine del giorno si illustra da solo salvo richiamare l'intervento svolto questa mattina dal collega Cerchio che ha chiarito le due ragioni fondamentali dell'inopportunità dell'approvazione del provvedimento. In primo luogo: è un provvedimento che ha l'ostilità dichiarata dalle categorie artigiane (90 per cento del settore) ed ha l'ostilità altrettanto dichiarata dalle Camere di Commercio. Inoltre l'approvazione del provvedimento a quattro giorni dalla conclusione della legislatura appare chiaramente forzata. Per queste ragioni proponiamo il non passaggio agli articoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Questo progetto di legge insieme a quello dei trasporti è uno dei pochi provvedimenti che avvia realmente il tanto auspicato processo di delega e prospetta una Regione che fa meno gestione e più programmazione. Questo è il senso del provvedimento. Forse va ad intaccare interessi particolari, ma non credo che vogliamo aggrapparci agli interessi particolari soprattutto in situazioni contingenti come questa a due mesi dalle elezioni, ma vogliamo coerentemente ragionare sulla riorganizzazione della Regione come ente che fa programmazione e che delega le attività gestionali. Mi sembra strano si dica che il provvedimento non è ancora maturo visto che è dal 1980 che se ne discute. Ci sono frutti che non paiono mai maturi, poi per marciscono sull'albero: la questione delle deleghe sta marcendo e con la questione delle deleghe rischia di marcire la Regione intesa come ente di programmazione. Credo invece che il provvedimento sia maturo e perciò pu essere approvato dal Consiglio.



PRESIDENTE

La discussione è chiusa.
Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dal Gruppo democristiano che chiede il non passaggio agli articoli.
Il testo recita: "Il Gruppo D.C., considerato il dissenso della maggioranza sulle categorie artigiane e della Camera di Commercio e la chiara non maturità del provvedimento proposto chiede il non passaggio agli articoli del disegno di legge n. 118".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli, 28 contrari e 2 astensioni.
Possiamo passare alla votazione degli articoli della legge.
Titolo I Deleghe agli Enti locali Art. 1 (Finalità) "Con le disposizioni della presente legge la Regione Piemonte si propone di avviare un processo di delega di funzioni agli Enti locali nella materia dell'artigianato, in ossequio a quanto previsto dall'art. 118 ultimo comma, della Costituzione e dall'art. 67 dello Statuto regionale nonché di valorizzare il ruolo delle Commissioni provinciali e regionale per l'artigianato quali organi di tutela, promozione ed autogoverno del settore, conformemente ai principi stabiliti con la legge regionale 14 marzo 1980, n. 14".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

La dichiarazione non può che essere negativa. Non voglio dire che la D.C. sia contraria al processo di delega all'artigianato, ma è contraria a disposizioni che la categoria non approva al contrario di quanto esprime il Consigliere ex Gruppo Pdup (domani non si sa di quale Gruppo farà parte).
Questa mi pare una forzatura politica. Questa forzatura l'ha recitata in questi mesi nei confronti della politica degli anziani, nei confronti della politica della scuola, nei confronti della politica dei trasporti negando funzioni di autogoverno della categoria e l'autentico pluralismo nella realtà piemontese. In questo senso ci esprimiamo negativamente sull'articolo primo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Chiedo la parola per fatto personale.
Il Consigliere Cerchio, riferito al sottoscritto, ha detto che prima ero di un partito, ora sono indipendente, domani non si sa. Vorrei chiarire al collega che sicuramente non correrà il rischio di vedermi al suo fianco in nessuna occasione politica. Questo deve essere chiaro.
In quest'aula il sottoscritto ha mantenuto sempre una sua coerenza nei contenuti politici e questa coerenza la manterrà anche in futuro tenendo conto che il sottoscritto si è sempre ritenuto appartenente all'area comunista e continuerà a mantenere questa coerenza. Questo per fargli sapere dove il sottoscritto sarà collocato in futuro.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'art. 1.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Oggetto della delega alle Province) "Alle Province è delegato l'esercizio delle seguenti funzioni in materia di artigianato: a) concorrere alla elaborazione degli indirizzi della programmazione di settore per tutte le iniziative concernenti l'artigianato e svolgere in questo ambito un'azione di coordinamento e promozione sul territorio provinciale b) agevolare, ai sensi dell'art. 2 del DPR 14 gennaio 1972, n. 2, e dell'art. 63 del DPR 24 luglio 1977 n. 616, l'adozione di ogni utile iniziativa, promossa dalla Commissione provinciale per l'artigianato intesa a far conoscere, tutelare, migliorare e sviluppare le attività artigiane della provincia, nonché ad aggiornale i metodi produttivi in armonia con il progresso tecnico e scientifico e con le esigenze del mercato e della valorizzazione dei prodotti artigiani, incoraggiando in modo particolare quella produzione che meglio risponde alle tradizioni ed alle possibilità locali c) svolgere, ai sensi delle norme di legge riportate nel precedente punto b), rilevazioni statistiche, indagini di settore, studi e documentazioni sulle attività interessanti l'artigianato in collaborazione con i Comuni, le Comunità montane e l'Istat, sulla base di precise proposte delle Commissioni provinciali per l'artigianato d'intesa con la Regione d) erogare, sentito il parere della Commissione provinciale per l'artigianato territorialmente competente, le agevolazioni finanziarie e creditizie disposte dalla Regione a favore delle imprese artigiane singole od associate e delle cooperative artigiane di garanzia. Le agevolazioni finanziarie e creditizie sono erogate secondo criteri di priorità determinati dalle stesse amministrazioni provinciali nei limiti degli indirizzi vincolanti e, più in generale, delle indicazioni programmatiche emanate dalla Regione e) provvedere alla nomina delle cooperative artigiane di garanzia, su designazione della Commissione provinciale per l'artigianato, dei rappresentanti attualmente riservati alla Regione in base allo Statuto-tipo in vigore per le cooperative medesime f) provvedere alla nomina, per sostituzione, dei membri delle Commissioni provinciali per l'artigianato che vengono a decadere nel corso del loro mandato.
Per l'esercizio delle funzioni delegate, le Province d'intesa con la Regione nonché con le Comunità Montane eventualmente interessate, possono istituire uffici distaccati presso le sedi delle Comunità montane stesse per la gestione delle funzioni di cui ai punti b) e d) del presente articolo, nell'ambito della competenza territoriale della singola Comunità".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Mignone e Cerutti: alla fine della lett. d), dopo le parole "dalla Regione" aggiungere: "previo parere della Consulta regionale per l'artigianato" 2) dai Consiglieri Moretti, Valeri e Montefalchesi: il punto d) è sostituito dal seguente: "d) determinare criteri di priorità per l'erogazione delle agevolazioni finanziarie e creditizie di cui al successivo art. 3, punto g) nei limiti degli indirizzi vincolanti e, più in generale, delle indicazioni programmatiche emanate dalla Regione".
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore all'artigianato

La Giunta non accetta l'emendamento presentato dai Consiglieri Moretti Valeri e Montefalchesi.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Nell'intervento generale questa mattina ho espresso il giudizio della D.C., giudizio che non ha sapore né di freno né di ostruzionismo, per correttezza sarebbe corretto che i proponenti di questi emendamenti ne illustrassero il significato visto che sono pervenuti soltanto ora in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Con questo emendamento presentato con i colleghi Moretti e Montefalchesi si intende ribadire e rafforzare il concetto della delega all'amministrazione provinciale in ordine alla fissazione delle priorità per l'erogazione dei contributi, sottolineando il ruolo di programmazione che dovrà caratterizzare l'amministrazione provinciale dopo la riforma del sistema autonomistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe

Personalmente sono contrario ad investire i Comuni di un compito che non riuscirebbero ad assolvere. E' già difficile concentrare nell'ambito della provincia questi compiti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio per dichiarazione di voto.



CERCHIO Giuseppe

L'illustrazione fatta dal collega Valeri tende a rafforzare una impostazione e una filosofia che noi contestiamo. La nostra dichiarazione si allinea con le motivazioni addotte dal Consigliere Cerutti, quindi votiamo contro l'emendamento presentato dai colleghi Moretti, Valeri e Montefalchesi. Utilizziamo questo spazio per esprimere parere favorevole viceversa, sull'emendamento del Gruppo socialdemocratico che propone di aggiungere dopo le parole "dalla Regione", le parole "previo parere della Consulta regionale per l'artigianato".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Sono sorpresa dell'andamento di questo dibattito e da alcune dichiarazioni che ho sentito. Premesso che voteremo contro a questo disegno di legge perché pur trattando argomenti estremamente importanti si colloca in un momento di profonda incertezza istituzionale alla fine della legislatura. Siamo rimasti senza le deleghe fino ad oggi, probabilmente possiamo aspettare che si definiscano alcune posizioni che peraltro in questi ultimi tempi si sono mosse sulla spinta del disegno unito alle Province piemontesi. Secondariamente, se effettivamente c'è stata una posizione di dissenso e di opposizione da parte delle categorie interessate, un approfondimento, una valutazione più attenta di questo dissenso sarebbe importante perché non si può legiferare contro coloro sui quali si rifletteranno queste deleghe.
Questi sono i motivi fondamentali per cui abbiamo un atteggiamento di sospensione. Nel caso specifico però mi sembra che gli emendamenti siano perfettamente coerenti verso quel disegno di legge di riordino delle autonomie locali del quale si sta discutendo a livello regionale e segnatamente abbiamo discusso in occasione dell'esame del disegno di legge presentato dalle province. Alcune deleghe da un lato accentuano la titolarità del Comune e dall'altro danno alla Provincia quello spazio che noi vogliamo rivendicare e vogliamo affermare perché la provincia abbia finalmente un ruolo di coordinamento su una serie di problemi, tra i quali ci sarà probabilmente l'artigianato, con quello dei trasporti, della viabilità, ecc. Sembra strano che alcune forze politiche abbiano da un lato questo atteggiamento e dall'altro nel momento in cui si tratta di mettere in moto questo strumento non sono d'accordo. Francamente non riesco a riscontrare coerenza. Noi siamo contrari a questo disegno di legge, ma, nel momento in cui tocchiamo questo principio, riteniamo che gli emendamenti debbano essere appoggiati e a questi emendamenti voteremo favorevolmente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Sono favorevole a questo emendamento per molte ragioni.
In più occasioni ho individuato nel Comune l'ente che ha la responsabilità diretta su alcuni problemi anche perché può offrire momenti di impegno per alcune attività artigianali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento n. 1.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 21 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astensioni.
Chi approva l'emendamento n. 2 è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli, 20 contrari e 1 astensione.
Si proceda alla votazione dell'art. 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Oggetto della delega ai Comuni) "Spettano ai Comuni: a) l'esercizio delle deleghe espressamente previste dalle leggi regionali in materia di artigianato b) le funzioni concernenti gli interventi finalizzati al miglioramento delle dotazioni infrastrutturali delle aree attrezzate per insediamenti artigiani nonché delle aree che utilizzano immobili industriali dismessi da ristrutturare oppure dei piani particolareggiati per i centri storici c) gli atti di istruzione e di certificazione ai fini dell'iscrizione all'albo delle imprese artigiane d) gli atti di istruzione e la rilevazione per la revisione dell'albo delle imprese artigiane, secondo quanto disposto dall'art. 6 del DPR 23 ottobre 1956, n. 1202 e) l'apprestamento e la gestione di aree attrezzate per l'insediamento di imprese artigiane, nel rispetto della pianificazione territoriale regionale f) la predisposizione dei programmi per l'artigianato di servizio.".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Mignone e Cerutti: alla lett. f), dopo le parole "di servizio" aggiungere: "nell'ambito di linee programmatiche indicate dalla Giunta regionale, sentita la Consulta regionale per l'artigianato".
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore all'artigianato

La Giunta accetta l'emendamento presentato dai Consiglieri Mignone e Cerutti.



PRESIDENTE

Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti.
Vi sono altri emendamenti: 2) Dai Consiglieri Moretti, Valeri e Montefalchesi: è aggiunto il seguente punto g): "g) erogare le agevolazioni finanziarie e creditizie disposte dalla Regione a favore delle imprese artigiane singole od associate e delle cooperative artigiane di garanzia".
3) Dai Consiglieri Moretti, Valeri e Montefalchesi: è aggiunto il seguente ultimo comma: "Per l'esercizio delle funzioni delegate di cui al punto g) i Comuni possono, attraverso apposite intese, avvalersi degli uffici delle Amministrazioni provinciali territorialmente competenti".
Chi è favorevole all'emendamento 2) è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 22 astensioni.
Chi è favorevole all'emendamento 3) è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 22 astensioni.
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Per le motivazioni già dette precedentemente il nostro Gruppo si esprime negativamente sull'art. 3.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'art. 3 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 56 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Oggetto delle attribuzioni alle Comunità Montane) "Le Comunità Montane istituite nel territorio della Regione possono promuovere progetti in ordine alla valorizzazione, tutela e promozione dell'artigianato artistico, tipico e locale, accedendo alle agevolazioni di cui al precedente articolo 2 lett. b).
Le stesse Comunità concorrono: a) all'elaborazione degli indirizzi della programmazione regionale di settore per tutte le iniziative concernenti l'artigianato b) alla determinazione dei criteri di priorità per la gestione delle funzioni di agevolazione finanziaria e creditizia, oggetto di delega alle Province, a norma del precedente articolo 2 lett. d)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 55 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Norme di attuazione) "Nei termine di dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale provvede a definire i necessari rapporti con gli enti delegati in ordine all'attuazione delle deleghe.
La Giunta regionale fisserà altresì la data a decorrere dalla quale le domande di agevolazione finanziaria e creditizia dovranno essere presentate agli enti delegati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 55 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 5 e approvato.
Art. 6 (Competenze della Regione) "La Regione esercita sull'intera materia 'artigianato' funzioni di indirizzo, coordinamento e programmazione; emana, sentiti gli enti delegati, le indicazioni programmatiche e gli indirizzi per la determinazione di criteri di priorità in materia di agevolazioni finanziarie e creditizie e per la gestione di queste ultime, secondo il combinato disposto dell'art. 2 lett. d) della presente legge e dell'art. 2 della legge regionale 4 marzo 1985, n. 17; gestisce gli interventi finanziari di cui all'art. 4, lett. d), all'art. 12 - limitatamente al consorzio regionale fra le cooperative artigiane di garanzia - agli artt.
19 e 21 della legge regionale 4 marzo 1985, n. 17, esercita i propri poteri, a norma dell'art. 67 dello Statuto regionale, sulle funzioni amministrative delegate con la presente legge alle Province ed ai Comuni svolge funzioni di vigilanza sulle Commissioni provinciali e regionale per l'artigianato; svolge funzioni di vigilanza sulle cooperative artigiane di garanzia; esercita ogni altra funzione attribuita dalle leggi".
I Consiglieri Mignone e Cerutti presentano il seguente emendamento: alla seconda riga, dopo la parola "programmazione" aggiungere: "tenuto conto del ruolo propositivo e consultivo della Consulta regionale per l'artigianato".
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore all'artigianato

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio per dichiarazione di voto.



CERCHIO Giuseppe

Mi stupisce che su un analogo emendamento del PSDI la Giunta si è espressa negativamente.
Registro questo dissenso nell'arco di dieci minuti, comunque esprimo voto favorevole.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
E' approvato all'unanimità, dei 53 Consiglieri presenti.
Si proceda alla votazione dell'art. 6 modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Titolo II Organi di tutela, di promozione e di autogoverno dell'artigianato Art. 7 (Commissioni provinciali per l'artigianato) "La Commissione provinciale per l'artigianato è costituita con provvedimento del Presidente della Giunta regionale ed ha sede nel capoluogo della Provincia territorialmente competente.
Essa assolve alle funzioni previste dalla legge 25 luglio 1956, n. 860 fino all'entrata in vigore della legge quadro nazionale sull'artigianato.
La Commissione disciplina con norme regolamentari il proprio funzionamento.
I rappresentanti in seno alla Commissione, di enti o di organismi che risultano sciolti o che comunque hanno cessato le proprie funzioni alla data di entrata in vigore della presente legge, sono sostituiti da rappresentanti di nomina regionale.
Dalla data di entrata in vigore della presente legge i diritti di segreteria dovuti dagli imprenditori artigiani ai sensi della legge 27 febbraio 1978 n. 49, per le certificazioni di competenza delle Commissioni provinciali per l'artigianato, spettano alla Regione.
A decorrere dal 1985 i diritti annuali di cui all'art. 34 del D.L. 22 dicembre 1981 n. 786, convertito in legge 26 febbraio 1982 n. 51, dovuti dalle imprese artigiane iscritte agli albi provinciali spettano alla Regione, correlativamemte all'assunzione da parte della Regione stessa, ai sensi dell'art. 64 del DPR 24 luglio 1977 n. 616, delle funzioni esercitate dalle Camere di commercio nella materia dell'artigianato".
Il Consigliere Mignone presenta i seguenti emendamenti: 1) dopo il secondo comma è aggiunto il seguente: "Apposite convenzioni, redatte sulla base di uno schema tipo definito dalla Giunta regionale e stipulate dalle Province con le Camere di Commercio territorialmente competenti, disciplinano quanto necessita al corretto funzionamento della Commissione in ordine alla tenuta dell'albo provinciale artigiani" 2) l'ultimo comma è modificato come segue: "A decorrere dal 1985 i diritti annuali di cui all'art. 34 del D.L. 22 dicembre 1981 n. 786, convertito in legge 26 febbraio 1982 n. 51, dovuti dalle imprese artigiane iscritte agli albi provinciali spettano alla Regione, correlativamente all'assunzione da parte della Regione stessa, al fine di accrescere gli interventi promozionali in favore del settore ed ai sensi dell'art. 64 del DPR 24 luglio 1977 n. 616, delle funzioni esercitate dalle Camere di Commercio nella materia dell'artigianato".
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore all'artigianato

In sede di dibattito avevamo dichiarato la completa disponibilità a recepire precisazioni in questo campo, quindi la Giunta accetta i due emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Cogliamo lo spirito propositivo del primo emendamento letto anche se in realtà non risolve la questione oggetto di particolare attenzione in questo Consiglio regionale, pertanto non siamo in grado di andare oltre ad un voto di astensione perché il vero problema non viene risolto. Sul secondo emendamento daremo invece voto negativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Noi siamo più estremisti del Consigliere Cerchio, perché siamo contrari al secondo emendamento in quanto non sposta assolutamente i termini della questione. Siamo anche contrari al primo emendamento che è soltanto una finzione perché lascia inalterata la realtà del provvedimento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento n. 1.
E' approvato con 28 voti favorevoli, 4 contrari e 17 astensioni.
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento n. 2.
E' approvato con 28 voti favorevoli e 20 contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 7 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Commissione regionale per l'artigianato) "La Commissione regionale per l'artigianato è costituita con decreto del Presidente della Giunta regionale.
La Commissione ha sede presso l'Amministrazione regionale.
Essa è competente sulle funzioni disciplinate dalla legislazione statale in vigore. Elabora i criteri per il coordinamento delle attività delle Commissioni provinciali per l'artigianato. Promuove, inoltre, lo studio dei mercati nazionali ed esteri ai fini dell'assorbimento dei prodotti artigiani, fornendo periodiche informazioni alle Commissioni provinciali circa i risultati conseguiti. Svolge ogni altro compito attribuito dalle leggi regionali.
La Commissione disciplina con norme regolamentari il proprio funzionamento. Essa può organizzarsi in sezioni permanenti di lavoro con competenza limitata allo studio ed all'esame di problematiche di specifico interesse. Ha facoltà di chiamare a titolo consultivo, secondo le norme del regolamento interno, esperti esterni dotati di particolari competenze tecniche.
Entro il mese di luglio di ogni anno presenta alla Regione il consuntivo dell'attività svolta ed un programma di attività per l'anno successivo indicando il fabbisogno finanziario previsto per la realizzazione del programma stesso.
La Commissione regionale è composta: a) dai Presidenti delle Commissioni provinciali per l'artigianato b) da due rappresentanti della Regione con voto limitato a uno c) da tre esperti in materie concernenti l'artigianato e da due esperti in materia giuridica, scelti per cooptazione degli altri membri della Commissione.
I componenti la Commissione regionale per l'artigianato eleggono nel proprio seno un presidente e due vice presidenti.
Il personale regionale addetto ai servizi di segreteria esercita la propria attività funzionale alle dirette dipendente del Presidente della Commissione stessa.
Per quanto non espressamente previsto da leggi regionali vigono, nei confronti delle Commissioni provinciali e regionale per l'artigianato tutte le disposizioni contenute nelle leggi di emanazione statale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Organici assegnati alle Commissioni) "Gli uffici di segreteria delle Commissioni provinciali per l'artigianato sono dotati, complessivamente, di un organico fino ad un massimo di 46 unità suddivise nelle seguenti qualifiche funzionali: IV n. 11 V n. 7 VI n. 12 VII n. 10 VIII n. 6 La Giunta regionale, sentite le Commissioni provinciali per l'artigianato territorialmente competenti, dispone il contingente di personale da assegnare a ciascuna Commissione ed assume ogni provvedimento necessario alla organizzazione ed al funzionamento degli uffici di segreteria.
Il predetto personale esercita la propria attività alle dirette dipendenze del Presidente della Commissione provinciale.
L'ufficio di segreteria della Commissione regionale per l'artigianato per lo svolgimento dei propri compiti, è dotato di un organico non superiore a 6 unità suddivise nelle seguenti qualifiche funzionali: IV n. 1 V n. 1 VI n. 2 VII n. 1 VIII n. 1 Alla copertura degli organici di cui ai precedenti commi, si provvede con la dotazione organica prevista dall'art. 10 della Legge regionale 17/12/1979 n. 73, e successive modifiche".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Titolo III Norme finanziarie e transitorie Art. 10 (Disposizioni finanziarie) "Le somme rivenienti dai diritti di cui all'art. 7, quarto e quinto comma, della presente legge sono versate alla Regione secondo le modalità che saranno indicate dalla Giunta regionale, ed introitate in apposito capitolo da istituire nello stato di previsione dell'entrata del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985 e successivi con la denominazione 'Entrate derivanti dai diritti annuali dovuti dalle imprese artigiane iscritte agli albi provinciali e dai diritti di segreteria per gli atti e certificati rilasciati dalle Commissioni provinciali per l'artigianato'.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985 e successivi è istituito apposito capitolo con la denominazione 'Rimborso alle Camere di commercio delle spese sostenute per la riscossione dei diritti di segreteria per gli atti ed i certificati rilasciati dalle Commissioni provinciali per l'artigianato'.
Gli oneri conseguenti l'esercizio delle deleghe previste dalla presente legge sono determinati annualmente dalla legge di bilancio. Ad essi sarà fatto fronte con le maggiori entrate derivanti dai proventi per la certificazione.
Alle spese di funzionamento delle Commissioni provinciali e regionale per l'artigianato, si fa fronte con le disponibilità e gli stanziamenti di bilancio iscritti negli appositi capitoli a norma di quanto previsto dall'articolo 5 della legge regionale 14 marzo 1980, n. 14.
Alle spese derivanti dall'attuazione degli interventi oggetto di delega si fa fronte con i capitoli di spesa già iscritti nel bilancio per l'esercizio finanziario 1985, in correlazione con le specifiche leggi regionali di intervento.
La spesa per ciascuno degli esercizi finanziari successivi al 1985 sarà determinata con la legge di approvazione dei relativi bilanci.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Disposizione transitoria) "Fino all'emanazione dei provvedimenti di cui al primo comma degli articoli 7 ed 8 della presente legge, restano in carica le Commissioni provinciali e regionale per l'artigianato già costituite e funzionanti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
La parola al Consigliere Cerchio per dichiarazione di voto.



CERCHIO Giuseppe

Esprimo un giudizio molto negativo non per una presa di posizione come forza di opposizione, ma per testimoniare con il nostro atteggiamento di essere sostanzialmente forza di governo dell'opposizione. Abbiamo interpretato la voce dei soggetti interessati per dare voce autentica in questa istituzione di una categoria che ha un ruolo, uno spazio. Non possiamo non esprimere una preoccupante valutazione su quanto l'Assessore nella sua replica ha detto osannando le aree attrezzate che altro non hanno rappresentato che una spaccata localizzazione molto ridotta di poche decine di imprese a fronte delle 130 mila aziende artigiane operanti sul territorio piemontese.
E' un capitolo che da anni si trascina e che poteva serenamente coinvolgere l'attenzione delle categorie interessate e delle Camere di Commercio in un momento diverso. Rischiamo di attivare una conflittualità fra un mondo produttivo significativo e il governo del Piemonte. Il rischio è anche di accelerare una conflittualità che non serve né all'immagine della Regione né al mondo produttivo artigiano.
Il Gruppo della D.C. ritiene che l'aver affrontato questo problema nei modi e nei tempi nei quali è stato affrontato sia negativo perché in questo caso la Regione non guida un processo, ma forza lo sviluppo del Piemonte attraverso una sua interpretazione che avrà risvolti negativi in futuro.
Chiedevamo che sull'istituto delle deleghe fossero compartecipi le categorie. Questo obiettivo non è stato raggiunto e per queste motivazioni esprimiamo dissenso e soprattutto preoccupazione. Non si tratta di constatare chi ha vinto, certo, ha perso immagine e credibilità una maggioranza nel momento in cui non si è fatta soggetto attivo delle necessità e delle esigenze di una categoria non indifferente dell'attività produttiva piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Riconfermiamo il nostro voto favorevole sul disegno di legge 118 perch crediamo nell'istituto della delega: Siamo favorevoli anche perché gli emendamenti che sono stati accolti vanno nella direzione richiesta dalle categorie. Vi è un discorso di programmazione e di piani di coinvolgimento diretto dalle categorie attraverso la Consulta. Vi è un ruolo delle Camere di commercio per la tenuta degli albi e per altre funzioni, soprattutto c'è il vincolo delle somme prima versate alla Camera di Commercio in modo esplicito alle finalità della legge 51 del 1982. Ci pare poco comprensibile il non accoglimento dell'emendamento all'art. 2 né ci convince del tutto l'emendamento introdotto con la delega ai Comuni per quanto riguarda l'erogazione dei contributi. Una valutazione più attenta all'intera realtà regionale, forse avrebbe potuto portare a considerazioni di ordine diverso.
Ci saranno probabilmente questioni di ordine giuridico rispetto a questo elemento, tuttavia, malgrado queste perplessità sugli emendamenti introdotti all'ultimo momento, il nostro giudizio è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Barisione.



BARISIONE Luigi

Nei contatti con le associazioni artigiane periferiche ho avuto modo di apprezzare l'importanza di questo decentramento di funzioni per avvicinare sempre più la gestione alla realtà territoriale ed alla realtà degli operatori. Questa legge dà un contributo notevole al fine di radicare ulteriormente l'artigianato nella nostra Regione.
A titolo personale mi rammarico, come il collega Mignone, che la Giunta non abbia accettato l'emendamento; all'art. 2 probabilmente è frutto di un equivoco perché ricordo che la legge 17 stabilisce che la Regione nell'emanare i suoi indirizzi e le sue linee programmatorie deve sentire la Consulta regionale dell'artigianato anche se non è in questa legge di delega, è ampiamente prevista nella legge 17 e quindi sia recuperata in quella sede la funzione della Consulta regionale dell'artigianato, forse era meglio detto in altro modo averla anche nell'art. 2.
Con questa osservazione approviamo questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Noi richiamiamo le valutazioni già espresse in sede di dibattito generale e quindi riconfermiamo il voto negativo che alla legge avevamo anticipato. Ci sembra che venga a determinarsi con questa normativa la possibilità di un contenzioso molto approfondito e soprattutto ci pare che con questa normativa vengano deluse le aspettative del mondo artigiano.
Avevamo chiesto questa mattina una pausa di riflessione, sostenendo che i tempi non ci sembravano essere maturi per la discussione di questa legge.
Ebbene, oggi vogliamo aggiungere una considerazione su di un fatto di cui siamo stati oggi pomeriggio testimoni: cioè le divisioni, le contraddizioni, le incertezze che si sono sviluppate tra i Gruppi della maggioranza ed all'interno degli stessi Gruppi della maggioranza stanno a dimostrare in modo inequivocabile che non eravamo pronti per il varo di questa legge. Aver voluto procedere ad ogni costo è una pesante responsabilità che la maggioranza stessa si è assunta. Noi voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Il Gruppo liberale voterà contro questa legge. Il futuro dirà quello che vorrei dire in questo momento: la legge non è assolutamente accettabile da una categoria che si aspetta ben altre cose.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 53 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 24 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Artigianato

Esame progetti di legge nn. 409 e 366 relativi all'istituzione dell'Agenzia regionale per lo sviluppo dell'artigianato in Piemonte


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno: "Esami progetti di legge n. 409 e 366 relativi all'istituzione dell'Agenzia regionale per lo sviluppo dell'artigianato in Piemonte".
Il disegno di legge 409 è stato richiamato in aula, ai sensi del Regolamento, dai Consiglieri Cerchio e Brizio. Il disegno di legge 366 è stato richiamato in aula, ai sensi del Regolamento, dal Consigliere Carazzoni. Il Presidente della IV Commissione, in base al Regolamento dovrebbe illustrare l'iter relativo a queste due proposte di legge che spiegano le ragioni del richiamo in aula.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Circa un mese e mezzo fa il Consiglio regionale ha discusso queste due proposte di legge ed a norma di Regolamento ha rinviato all'esame della Commissione le due proposte di legge unitamente alla proposta di legge presentata dal Gruppo PSDI; la Commissione ha svolto le consultazioni ma non ha potuto completarne l'esame per mancanza del tempo necessario.



PRESIDENTE

Sul disegno di legge 409 è relatore il Consigliere Cerchio che ha facoltà di intervenire.



CERCHIO Giuseppe, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'artigianato piemontese rischia di fare una brutta fine oggi 21 marzo 1985. Questa mattina scendeva dalle colline, bianca era la campagna innevata, un paesaggio bucolico, virgiliano che ispirava momenti di gioia e di distensione e in quella distensione speravo di non dover registrare venature di rosso viceversa, registriamo l'"uccisione" in termini simbolici della potenzialità e della capacità che il mondo degli artigiani sa esprimere. La proposta dell'agenzia generale per lo sviluppo dell'artigianato si riscontra contro gli atteggiamenti dell'Assessorato, mentre si collocava nell'ottica di creare delle opportunità, strutture operative con finalità e con compiti di ricerca, di studio, come supporto all'azione delle organizzazioni artigiane, in sintesi, di supporto alla stessa Regione Piemonte nella individuazione e nella definizione delle politiche riferite al settore. Una normativa, insomma, che accanto alla normativa sul credito che all'inizio dell'anno è finalmente decollata, potrebbe creare condizioni favorevoli per risolvere i molti problemi del settore, fra i più importanti la valorizzazione dell'artigianato artistico piemontese radicato in molte realtà decentrate e in molte valli del Piemonte.
Il nostro Gruppo ha presentato una proposta di normativa sull'agenzia non ripetitiva di enti strumentali o di agenzie, di memoria recente che non hanno colto nel segno e nelle finalità, ma un'agenzia agile e capace di operare in simbiosi con l'esecutivo regionale. La nostra proposta di legge si è ispirata ad altre Regioni d'Italia che hanno esperimentato simili forme, alcune fallite per impostazioni analoghe a certi enti strumentali attivati nella Regione Piemonte, altre, viceversa, positive ed a queste ultime ci siamo rivolti.
Abbiamo assistito ad un rimbalzo di responsabilità tra alcune forze politiche che hanno per un verso attivato una accelerazione e per contro attivato un freno su queste iniziative il che dimostra, semmai ce ne fosse stato ancora bisogno, quale valenza l'Assessorato riserva alla categoria quale interesse dimostra nei confronti della stessa. La nostra proposta di legge dà la possibilità di attivare studi, ricerche, offre assistenza tecnica ed attività promozionale a tutela della categoria.
Noi riteniamo che su questa strada ci si debba muovere per creare condizioni favorevoli per sfruttare tutte le occasioni opportune per agire non solo a parole, ma nei fatti e nella sostanza.
Siamo convinti che la nostra proposta di legge, come altre proposte similari, possano dare questa risposta e siamo certi che l'Assessorato regionale non vorrà essere latitante alla domanda che il mondo artigiano esprime e vorrà essere attento ai problemi del mondo artigiano.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni che illustra il p.d.l. 366.



CARAZZONI Nino, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando il Gruppo del MSI ebbe a proporre, primo fra le forze politiche di questa assemblea, la costituzione di una agenzia di sviluppo per l'artigianato, altro non intese fare che dare corpo e veste legislativa ad una richiesta di tutto il mondo artigiano che era nell'aria formulata da oltre un decennio.
Infatti dal dicembre del 1972 gli artigiani chiedevano concordemente un organismo tutto loro che, a somiglianza di quanto fatto in altre Regioni ad esempio nel Friuli-Venezia Giulia, nell'Emilia Romagna, in Toscana fosse finalizzato a favorire la tutela e la crescita dell'artigianato nonché lo stretto collegamento tra programmazione regionale e problemi interessanti la categoria che venivano man mano emergendo.
Da allora gli anni (e quanti! ) sono passati, gli Assessori al commercio ed all'artigianato sono andati succedendosi (prima Libertini, poi Marchesotti, poi Bontempi, adesso Bruciamacchie) l'idea dell'Ente di sviluppo è stata più volte proposta e portata avanti in convegni di settore ad Alessandria, a Stresa, a Vercelli, tuttavia senza risposta è rimasta per tutto questo tempo la soluzione da dare al problema.
Di fronte a questa esitazione, di fronte a questo tergiversare e prendendo per buone le assicurazioni che venivano date episodicamente di volta in volta da questa o da quella componente di maggioranza, abbiamo ritenuto che non si dovesse continuare, a parole, a professare verso la categoria artigiana un interessamento e un desiderio di andare incontro alle aspettative del settore, ma che si dovesse alfine passare ai fatti concreti, alla realizzazione di qualche cosa di preciso. Per cui considerato tutto questo, noi ci eravamo prefissi, e d'altra parte lo scriviamo a chiare lettere nella relazione illustrativa della nostra proposta di legge, di affrontare di petto questo problema e di mettere tutte le forze politiche di fronte a ben precise responsabilità.
Questo era e questo è il nostro intendimento e ci sembra adesso che almeno in parte, lo scopo possa essere raggiunto, poiché risulta ben chiara ed inconfutabile, anche dalla dichiarazione fatta poc'anzi dal Presidente della IV Commissione consiliare (sulla quale ritorneremo poi) la totale mancanza di volontà politica di questa maggioranza e del governo regionale di realizzare l'agenzia di sviluppo. E questo ci porta anche a concludere che l'atteggiamento di una componente della maggioranza, quella socialdemocratica, è stata apertamente, chiaramente, manifestamente contraddittoria, presentando prima con il collega Benzi una proposta di legge al riguardo e poi in pratica lasciandola cadere avendone chiesto il ritorno per ulteriori consultazioni e ulteriori approfondimenti in sede di Commissione.
Proprio la richiesta che il PSDI ha avanzato, come noi stessi denunciammo apertamente nell'intervento che sull'argomento facemmo qui in aula, aveva soltanto uno scopo dilatorio, aveva soltanto la veste di un pretesto cui si ricorreva per guadagnare tempo e per impedire che si passasse all'esame delle proposte di legge sull'agenzia di sviluppo.
Oggi, queste proposte di legge - due almeno - ritornano in aula; ma guarda caso, dopo che nella discussione prima seguita sul disegno di legge 118 si veniva a dire che era assolutamente necessario prendere posizione e varare quelle norme attorno alle quali si andava discutendo da oltre tre anni, adesso su questa proposta, che è ben più vecchia, che risale a ben altra data, che rimonta nel tempo addirittura a 10, 12, 13 anni fa, si dice che i tempi non sono maturi e il Presidente della IV Commissione se la cava dicendo che "è mancato il tempo materiale di esaminare queste proposte di legge".
A questo punto a noi sembra veramente superfluo, come ha fatto d'altra parte legittimamente il collega Cerchio, stare ad illustrare la normativa proposta e dire come nell'impostazione seguita dal MSI-DN l'agenzia di sviluppo fosse stata concepita quale ente di autogoverno dell'artigianato piemontese.
Ci sembra superfluo. C'è una sola cosa che occorre fare. La maggioranza chiede il non passaggio agli articoli. Benissimo. Non stiamo a sprecare altro tempo, non stiamo ad impegnare inutilmente l'attenzione dei colleghi che ci seguono e votiamo pure. Vedremo quali forze si schiereranno a favore di una simile proposta e quali contro. Ma non si può sperare di uscire da questo problema semplicemente con la dichiarazione che la Commissione non ha potuto terminare i suoi lavori. Noi chiediamo che nel caso non si domandasse il non passaggio agli articoli, si votino le proposte. Ci sembra essere una richiesta più che logica e legittima, quella di chiamare tutte le forze politiche che qui sono rappresentate, ad un'assunzione precisa di responsabilità, in modo che il responso sulla votazione sia affidato non tanto e non soltanto agli atti di questo Consiglio, ma soprattutto alla valutazione degli artigiani: i quali ne siamo certi, ed entro un termine alquanto prossimo, sapranno poi trarne le dovute conseguenze.



PRESIDENTE

Sui due disegni di legge è aperta la discussione.
Chiede la parola il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Intervengo come Consigliere e non come Presidente della IV Commissione.
Sono contrario alla proposta dell'agenzia per lo sviluppo dell'artigianato perché le Regioni che lo hanno attivato stanno riflettendo autocriticamente su strumenti del genere. Sono anche contrario perch ancora una volta una parte della categoria artigiana invece di chiedere che la Regione, spogliandosi del ruolo gestionale, svolga un ruolo di programmazione, di indirizzo e di supporto allo sviluppo del settore con indagini di mercato e con strumenti adeguati, si rinchiude al suo interno ritenendo di poter fare tutto da sola, con uno strumento gestito in proprio. Lo sviluppo dell'artigianato non può essere valutato all'interno della categoria, ma deve avere necessariamente intrecci tra la categoria artigiana ed i settori economici, e questo intreccio si realizza se l'ente pubblico è in grado di gestire questo ruolo. Per questi motivi sono contrario alle proposte di legge ed alla agenzia.
Non vado oltre perché aprirei delle polemiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Come è noto un componente del Gruppo socialdemocratico aveva presentato una proposta di legge per l'agenzia regionale sull'artigianato successivamente alla presentazione di altre proposte, quando già erano state concluse per alcune di esse le consultazioni.
Tutti assieme abbiamo concordato di riaprire le consultazioni e di questo ringraziamo i colleghi del Consiglio e della Commissione. Il Gruppo riconosce che dalle consultazioni sono venuti giudizi diversi e che all'interno di alcune rappresentanze di categoria sono emerse perplessità in ordine a questo istituto, ancorché l'associazione che rappresenta la maggioranza degli artigiani abbia ribadito l'opportunità di uno strumento di questo tipo. La nostra proposta non è richiamata in aula, altre considerazioni debbono essere fatte, intanto che a fine legislatura è difficile determinare la copertura finanziaria della legge. Riteniamo prioritario il cercare di conseguire dei risultati che non forzare oltre un certo limite le procedure ai tempi perché la scadenza elettorale ci chiama e ci impone un problema di immagine esterna. Occorre peraltro dire che alcuni provvedimenti, che abbiamo votato ultimamente pur con delle valutazioni diverse rispetto ad altri partiti di maggioranza e con alcune perplessità come la legge 17 e la legge approvata poco fa, danno già nell'immediato alcune risposte al problema generale sollevato dagli artigiani, lì si inseriva il discorso dell'agenzia per l'artigianato.
Per noi rimane una proposta valida che non vogliamo bruciare sotto l'urgenza della scadenza elettorale anche perché potrebbe sembrare una spaccatura su questo provvedimento come motivazione di tipo elettorale. Ci siamo assunti questo impegno e lo riprenderemo nella prossima legislatura anche perché credo che sia importante ripensare in generale su tutti gli enti che abbiamo creato per settore e per materie. Molte volte abbiamo sentito in quest'aula critiche, osservazioni sugli enti di sviluppo creati per altri settori. Noi riteniamo importante riflettere sulla politica della Regione nel momento in cui va a costituire o intende muoversi in certe direzioni attraverso la creazione di enti di sviluppo. Molte volte discutendo del bilancio, valutando il consuntivo di alcuni enti abbiamo messo in discussione la politica della Regione nell'individuare le politiche di intervento attraverso agli enti strumentali. Non si possono considerare le cose a spezzettoni. Quindi la nostra proposta di legge la valutiamo cercando di capire quale deve essere la politica complessiva della Regione rispetto agli enti strumentali.
Per queste considerazioni abbiamo ritenuto di non bruciare per la scadenza elettorale la nostra proposta, che comunque per noi rimane valida che il nostro Gruppo ripresenterà, magari affinata dopo le scelte che compiremo in ordine alla politica di intervento della Regione sugli enti strumentali. Con queste considerazioni noi ci asterremo dalla votazione sul passaggio ai voti delle proposte di legge richiamate in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Le posizioni si sono chiarite, richiamando in aula questo progetto di legge (ed è la seconda volta che lo facciamo).
La dichiarazione di non voler bruciare una proposta di legge quando mancano quattro giorni alla fine della legislatura è una tesi legittima peraltro discutibile.
Noi infatti siamo disposti a bruciarla purché si faccia chiarezza in modo definitivo sulle posizioni in ordine all'agenzia per lo sviluppo dell'artigianato.
Infatti se ci fosse stata una posizione più dura da parte del Gruppo socialdemocratico saremmo arrivati a soluzioni diverse. Questa è l'incoerenza di fondo che noi rileviamo, per questo abbiamo chiesto la contemporanea discussione in aula dei due provvedimenti.
In realtà va avanti una linea che non è quella dell'agenzia, quindi la motivazione: "vedremo in futuro cosa potremo fare" che cosa significa? E' un discorso che vuol dire: "auspichiamo una maggioranza diversa che sappia portare avanti un discorso diverso?" Oppure vuol significare un non pronunciamento perché siamo alla vigilia della scadenza elettorale? La questione ci lascia estremamente perplessi. Noi siamo stati coerenti abbiamo avanzato una proposta, l'abbiamo sostenuta in Commissione l'abbiamo portata alle consultazioni. Abbiamo sempre sostenuto che la legge 118 non risolve i problemi dell'artigianato, che si pone in dialettica con la maggioranza degli artigiani, e che non voler votare l'agenzia è una risposta negativa alle esigenze della categoria: è una risposta sbagliata.
La maggioranza si assuma la responsabilità di proporre e votare il non passaggio agli articoli.
Noi ne prenderemo atto non senza rilevare l'incoerenza di fondo: la volontà di approvare il DDL legge 118 che rischia di essere illegittima e la non accettazione della proposta dell'agenzia per lo sviluppo dell'artigianato che può essere approvata con tutta tranquillità.
Avremmo anche gradito che fosse venuta in aula la proposta socialdemocratica, saremo stati disponibili a far confluire i nostri voti su quella proposta se ci fosse stata coerenza fino in fondo, ma poiché tale coerenza non esiste, si è presentata una proposta, ma non la si vuole portare fino al voto finale, noi manteniamo la nostra convinti della sua concrete. Il non passaggio agli articoli è una seconda risposta negativa che si dà alla categoria dell'artigianato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Barisione.



BARISIONE Luigi

Varrebbe la pena andare ai contenuti. Riteniamo che il titolo quinto della legge 17, il fondo per servizi alle imprese, abbia gran parte dei contenuti presenti nella proposta dell'agenzia per lo sviluppo dell'artigianato. C'è un problema di strumenti. Non siamo contro l'agenzia ma chiediamo al Consiglio di sperimentare forme diverse rispetto a quelle che altre Regioni hanno attuato e che stanno ripensando.
Deve essere attivato un fondo, valutiamone i risultati, valutiamo anche i risultati nell'intreccio che l'artigianato ha con altri settori, in particolare con la piccola e media industria. Voglio citare un piccolo esempio. Ci sono migliaia di aree dismesse dalle attività industriali. Vi è un problema di riutilizzo di queste aree per attività artigianali ed industriali. Sarebbe sbagliato affidare a pezzi il riutilizzo delle aree a strumenti di tipo diverso e non avere una integrazione tra i diversi strumenti. Per esempio questo è uno degli elementi che ci convince anche della utilità della soluzione adottata. Ripeto però, nessuna chiusura n ideologica né aprioristica nei confronti dell'agenzia. E' poi in atto una discussione sugli enti strumentali o sugli enti di sviluppo che abbiamo attivato sui risultati ottenuti sui loro limiti e sulle loro carenze. Tutto questo deve farci riflettere, quindi nessuna chiusura di tipo ideologico.
Sarebbe sbagliato approvare una legge che, tra l'altro, cozzerebbe con la legge approvata in gennaio e con quella approvata pochi minuti fa stravolgerebbe un certo disegno. E' un disegno totalmente diverso che potrà andare in futuro in maniera diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Siamo d'accordo con la D.C. che ha chiamato in aula il progetto di legge dell'agenzia per lo sviluppo dell'artigianato. Momenti di riflessione sono stati richiesti anche in occasione della legge 518 approvata pochi minuti fa, momenti di riflessione sono stati chiesti in occasione di altre leggi molto più importanti. La maggioranza non ha assolutamente tenuto conto delle richieste della minoranze, la maggioranza è andata avanti lungo la sua strada. Non ha ritenuto di farlo neanche quando c'erano dei motivi fondati evidenziati nei nostri interventi. Noi forse non siamo completamente d'accordo sulla introduzione dell'agenzia così come è stata proposta. Le caratteristiche dell'agenzia, cosi come è stata proposta in altre Regioni, forse hanno segnato dei punti di debolezza e forse si sarebbe potuto chiedere qualche cosa di diverso, ma, come sempre, qualche cosa di nuovo da questa Giunta non può uscire perché non ha assolutamente la volontà di far uscire questa agenzia. Manca anche l'unione e la collaborazione tra le forze di maggioranza. Il mio intervento non entra nel merito dell'argomento ma entra nel merito del rifiuto, nella non accettazione di proposte delle minoranze in Commissione ed in aula con la motivazione che occorre fare ancora una riflessione: la riflessione la faremo fra pochi giorni quando si chiuderà il Consiglio regionale. Se non si è fatta in cinque anni, certamente non si potrà fare in questa ultima settimana. Attendiamo peraltro l'esito del voto.



PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento. Possiamo passare alla votazione dei due progetti di legge presentati dai colleghi del Gruppo D.C.
e del Gruppo MSI- DN.
Pongo in votazione per prima la proposta di legge n. 409 che ha per titolo: "Istituzione dell'agenzia regionale per lo sviluppo dell'artigianato". Vi è un ordine del giorno su questo argomento per il non passaggio agli articoli?



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, l'ordine del giorno è stato presentato.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Non c'è.



MARCHINI Sergio

Il Vice Presidente signora Marchiaro mi deve spiegare perché è seduta li. Ho chiesto che si proceda alla votazione dell'art. 1.



BRIZIO Gian Paolo

Noi vogliamo sapere perché il Vice Presidente Marchiaro ha lasciato la Presidenza.



PRESIDENTE

Mi stanno ponendo due questioni: se posso ricevere un ordine del giorno o se debbo passare ai voti. Ho imbarazzo a questo punto nel senso che molte volte abbiamo votato un ordine del giorno finita la discussione. Una parte dei colleghi chiede di passare alla votazione.
Colleghi, propongo allora di votare l'art. 1. La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

L'ordine del giorno del non passaggio agli articoli non si presenta perché si dice che si è fuori tempo. Voglio capire se dopo la votazione del primo articolo del p.d.l. 409 si prosegue nella votazione degli altri articoli.



PRESIDENTE

Se è accettato sì, se è respinto no.



CARAZZONI Nino

Chi l'ha detto, che respinto il primo articolo di una legge non si procede nella votazione?



PRESIDENTE

Lo dico io! Se è respinto l'art. 1 vuol dire che non si può andare avanti .



CARAZZONI Nino

Che lo dica lei non basta. Io mi rimetto a tutto quello che lei decide però ho forti dubbi che si possa accettare questo metodo.



BRIZIO Gian Paolo

La nostra valutazione è completamente diversa, quindi noi riteniamo che si debba procedere alla votazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Non si può fare questo tipo di violenza al Regolamento. Il Regolamento è chiaro. Prima del passaggio al voto ci sono le questioni preliminari e gli ordini del giorno di non passaggio al voto hanno la precedenza assoluta, Consigliere Brizio, parlo anche con lei. Non è questione di impuntarsi su queste cose: è questione di rispettare rigorosamente il Regolamento e la Presidenza ha l'obbligo di farlo. Voi avete le vostre ragioni, ma la Presidenza deve tenere conto del Regolamento che stabilisce che, prima del passaggio al voto, sugli articoli, devono fra l'altro essere esaminati eventuali ordini del giorno di non passaggio all'esame degli articoli.
Visto che c'è un ordine del giorno di questo tipo, e del resto già nella discussione si era palesata anche l'esigenza del non passaggio al voto e la volontà da parte di qualche Gruppo di non passare al voto è stata espressa, tali questioni hanno la precedenza su tutte le altre e dobbiamo prima di tutto discutere questo.
Chiede la parola il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

E' stato presentato un ordine del giorno di non passaggio agli articoli se non dopo che noi abbiamo chiesto che si procedesse, a norma del Regolamento, alla votazione sugli articoli.



PRESIDENTE

Comunque...



MARCHINI Sergio

Presidente, non mi interrompa.



PRESIDENTE

Sì. Io la interrompo.



MARCHINI Sergio

In primo luogo, lei mi deve spiegare perché lei è seduta lì. Ho chiesto che si passasse alla votazione sugli articoli. In quel momento non era presente al tavolo del Presidente alcun ordine del giorno. Il Presidente ha dichiarato "Non c'è alcun ordine del giorno". Dopo di che non faccio questione, ho chiesto che si procedesse alla votazione dell'art. 1 non essendo presente alla Presidenza alcun ordine del giorno. Questo per la verità storica dei fatti. Il Regolamento non c'entra.



BRIZIO Gian Paolo

C'era una posizione favorevole al passaggio agli articoli.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

Chiedo scusa, il motivo, Brizio, era tecnico in quanto non avevo gli occhiali e non potevo leggere.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Il Presidente mi ha pregato di leggere l'articolo del Regolamento. Mi sembra che non dovrebbe essere neppure il caso di spiegare queste cose ai colleghi. Ci vuole un po' di attenzione per le persone.
Chiede la parola il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Dato che la questione rischia di trascinare questa assemblea in una discussione senza sbocco, noi ritiriamo il nostro ordine del giorno e avvalendoci dell'art. 77 del Regolamento chiediamo di votare gli articoli delle due leggi.



PRESIDENTE

E' chiaro che ci sono mille modi per non esaminare e per fermare una legge, però credo che la strada migliore sia quella di rispettare il Regolamento: è quello che compete alla Presidenza.
E' possibile anche usare questa scappatoia: ritirate l'ordine del giorno e procedere in un altro modo, però sappiate che in base al Regolamento era perfettamente regolare che ci si esprimesse su questo ordine del giorno e si procedesse alla votazione. Questo è ciò che consente il Regolamento, in base agli artt. 77 e 61: alla Presidenza stava a cuore il rispetto del Regolamento.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Abbiamo sempre cercato di rispettare il Regolamento, abbiamo sempre avuto un atteggiamento estremamente responsabile, consentiamo con la nostra presenza una corsa finale estremamente discutibile per approvare molti provvedimenti. Quindi non accettiamo lezioni da nessuno e non le accettiamo neanche dalla Presidenza. Non cerchiamo scappatoie. Noi abbiamo chiesto che si proceda su questo progetto di legge. Verifichiamo che cosa comporta, a norma di Regolamento, un'eventuale bocciatura dell'art. l, e, siccome i disegni di legge sono due, procederemo analogamente per l'altro. Questo è l'unico modo di uscire dignitosamente da questa situazione. Il Presidente Benzi aveva già deciso in questo senso.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno è ritirato. Soltanto in questo modo si può non discuterlo.
Passiamo alla votazione dell'articolo n. 1.
Art. 1 (Costituzione) "E' istituita l'Agenzia regionale per lo sviluppo dell'artigianato A.R.S.A. - avente personalità giuridica pubblica, il cui funzionamento è regolato dalle norme della presente legge.
L'Agenzia ha sede in Torino presso gli uffici della Regione e pu provvedere alla costituzione di uffici decentrati sul territorio regionale in relazione alle esigenze dell'artigianato locale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 1 è respinto.
Possiamo fare la stessa votazione per gli altri articoli? Vi sono dichiarazioni di voto?



BRIZIO Gian Paolo

Presidente, la prego di mettere in votazione corretta tutti gli articoli.
La votazione rapida si fa se c'è il consenso. Noi abbiamo manifestato il dissenso in tutti i modi.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione sull'art. 2.
Art. 2 (Finalità) "L'ARSA si propone di favorire lo sviluppo dell'artigianato piemontese svolgendo una attività di supporto tecnico-conoscitivo per l'impostazione della politica regionale in tema di artigianato.
A tale fine: a) promuovere ricerche di mercato in Italia ed all'estero al fine di consentire la collocazione di corsi di formazione ed informazione sulle procedure per l'export b) favorisce lo sviluppo tecnologico del comparto artigiano attraverso la realizzazione di corsi di aggiornamento sulle nuove tecnologie produttive e di conduzione aziendale c) cura l'impianto e la gestione di un archivio statistico dell'artigianato per consentire una costante verifica e conoscenza dello sviluppo del settore, sia sotto il profilo occupazionale che produttivo d) promuove la cooperazione nell'artigianato favorendo, attraverso consulenze, il sorgere di strutture associative e consortili tra aziende artigiane, con particolare riguardo ai consorzi all'esportazione, di approvvigionamento ed acquisto di materie prime e di produzione e) presta la sua consulenza e la sua collaborazione agli organi ed enti preposti alla programmazione, al credito ed all'istruzione professionale relativamente ai problemi che interessano l'artigianato regionale f) esegue tutti quegli altri compiti od incarichi che possano essergli affidati dall'amministrazione regionale nell'interesse dell'artigianato piemontese g) esegue periodiche indagini e rilevazioni atte a consentire una migliore impostazione degli indirizzi regionali in materia di : credito cooperazione programmazione formazione informazione intervento sul territorio servizi.
Per lo svolgimento delle attività sopra elencate, che si dovranno inserire armonicamente nella programmazione regionale, l'ARSA si avvarrà dell'apporto delle organizzazioni sindacali artigiane più rappresentative a livello regionale, delle Camere di Commercio, delle Commissioni regionali e provinciali dell'artigianato.
L'agenzia può inoltre avvalersi della consulenza e collaborazione di esperti nello studio di problemi tecnici, economici e commerciali riferiti al settore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 2 è respinto.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Per facilitare il prosieguo dei lavori noi ritiriamo la nostra obiezione allo svolgimento della votazione rapida. La nostra obiezione aveva lo scopo di impedire una accelerazione che non ci sentivamo sul piano della correttezza di accettare.



PRESIDENTE

Va bene, procedo alla votazione rapida degli altri articoli.
Art. 3 (Patrimonio) "L'agenzia ha un patrimonio ed un bilancio proprio. Alle spese per il suo funzionamento e per la sua attività si provvede mediante: a) il fondo di dotazione iniziale di L. 1.000.000.000 disposto dalla Regione Piemonte b) le rendite patrimoniali c) i contributi stanziati annualmente dalla Regione d) gli eventuali proventi di servizi ed attività e) le oblazioni volontarie o liberalità disposte da Enti pubblici o da privati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 3 e respinto.
Art. 4 (Organi) "Sono organi dell'Agenzia: il Consiglio di amministrazione il Presidente il Comitato esecutivo il collegio sindacale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 4 è respinto.
Art. 5 (Consiglio di amministrazione) "Il Consiglio di amministrazione viene nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale su proposta degli organi interessati ed è composto oltreché dal Presidente: a) dall'Assessore regionale all'artigianato b) da due rappresentanti del Consiglio regionale c) da un rappresentante per ciascuna organizzazione sindacale artigiana provinciale d) da tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali artigiane regionali e) dai Presidenti delle C.P.A.
f) da un rappresentante di ciascuna Camera di commercio esistente in Regione g) da due funzionari dell'Amministrazione regionale.
Il Consiglio dura in carica 3 anni ed i suoi membri possono essere riconfermati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 5 è respinto.
Art. 6 (Funzioni del Consiglio di amministrazione) "Il Consiglio di amministrazione svolge tutte le attribuzioni per la gestione ordinaria e straordinaria dell'agenzia.
Spetta tra l'altro al Consiglio di : a) compilare il conto consuntivo ed il bilancio preventivo corredandoli con le relazioni sull'andamento della gestione e con i programmi di sviluppo b) accettare donazioni, lasciti ed elargizioni c) determinare i criteri, gli indirizzi e le direttive per il funzionamento dell'agenzia".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 6 è respinto.
Art. 7 (Riunioni del Consiglio di amministrazione) "Il Consiglio di amministrazione si aduna in seduta ordinaria una volta ogni 2 mesi e in seduta straordinaria quando il Presidente lo ritenga opportuno oppure se facciano richiesta almeno 1/3 dei Consiglieri oppure i Sindaci oppure l'Assessore regionale all'artigianato.
Alle riunioni del Consiglio sono invitati i Sindaci effettivi. Per la validità delle deliberazioni del Consiglio è richiesta la presenza effettiva della maggioranza dei Consiglieri in carica, non ammettendosi deleghe.
Le deliberazioni del Consiglio sono prese a maggioranza di voti dei presenti, in caso di parità, se le deliberazioni sono prese a voto palese prevale il voto di chi presiede.
I Consiglieri di amministrazione che per più di 3 volte consecutive risultino ingiustificatamente assenti alle sedute del Consiglio si intendono dimissionari".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 7 è respinto.
Art. 8 (Presidente) "Il Consiglio di amministrazione nella sua prima riunione nomina il Presidente e il Vice Presidente dell'agenzia scegliendoli fra i componenti di cui alle lettere c) e d) dell'art. 5".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 8 è respinto.
Art. 9 (Funzioni del Presidente) "Il Presidente ha la rappresentanza legale dell'agenzia, convoca e presiede il Consiglio di amministrazione ed il Comitato esecutivo e dà esecuzione alle deliberazioni regolarmente approvate. In caso di assenza od impedimento del Presidente il Vice Presidente ne esercita le funzioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 9 è respinto.
Art. 10 (Il Comitato esecutivo) "Il Comitato esecutivo dà attuazione alle deliberazioni del Consiglio di amministrazione e riferisce allo stesso sui problemi legati allo svolgimento dell'attività dell'agenzia.
Si riunisce almeno una volta al mese, dietro convocazione del Presidente per l'esame preventivo delle questioni di competenza del Consiglio di amministrazione.
Il Comitato esecutivo è composto dal Presidente, dal Vice Presidente e da 5 membri eletti dal Consiglio di amministrazione tra i propri componenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 10 è respinto.
Art. 11 (Collegio sindacale) "Il Collegio sindacale è composto da 3 sindaci effettivi di cui 1, che ne assume la Presidenza, nominato dalla Regione e di 2 supplenti.
I Sindaci durano in carica 3 anni e possono essere rieletti.
Il Collegio sindacale si riunisce almeno ogni trimestre e deve: a) controllare l'amministrazione dell'agenzia b) accertare la regolare tenuta della contabilità, la corrispondenza del bilancio e del conto dei profitti e delle perdite c) verificare l'osservanza delle norme di legge.
Il sindaco che, senza giustificato motivo, non partecipa durante un esercizio sociale a due riunioni del Collegio decade dall'ufficio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 11 è respinto.
Art. 12 (Direttore) "La direzione dell'agenzia è affidata ad un direttore nominato dal Consiglio di amministrazione.
Al direttore compete la cura degli uffici e del personale nonché gli adempimenti concernenti le deliberazioni del Consiglio di amministrazione ed ogni altra funzione demandatagli dai regolamenti interni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 12 è respinto.
Art. 13 (Esercizio finanziario) "L'esercizio finanziario dell'agenzia ha inizio con il 1 gennaio e termina con il 31 dicembre.
Il bilancio preventivo deve essere predisposto entro il mese di ottobre, per l'esercizio successivo; entro il mese di aprile deve essere approntato il conto consuntivo per l'esercizio trascorso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 13 è respinto.
Art. 14 (Deliberazioni del Consiglio di amministrazione) "Le deliberazioni del Consiglio di amministrazione devono essere trasmesse, nel termine di 5 giorni, per l'approvazione ai Presidente della Regione o all'Assessore da lui delegato e diventano esecutive subito dopo la comunicazione dell'approvazione o dopo trascorsi 20 giorni dal loro ricevimento senza che sia stato adottato alcun provvedimento".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 14 è respinto.
Art. 15 (Scioglimento del Consiglio di amministrazione) "L'Assessore all'artigianato può disporre, in ogni tempo, ispezioni per accertare il regolare funzionamento dell'agenzia.
Il Consiglio di amministrazione può essere sciolto od uno o più dei suoi componenti possono essere revocati per gravi irregolarità amministrative o per gravi violazioni della presente legge e dei regolamenti dell'agenzia, con decreto motivato dal Presidente della Regione, su proposta dell'Assessore all'artigianato, previa deliberazione della Giunta regionale, sentite le deduzioni del Consiglio di amministrazione e dei componenti cui si riferisce.
In caso di scioglimento del Consiglio di amministrazione, il Presidente della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore all'artigianato, previa deliberazione della Giunta medesima, nomina un Commissario straordinario che non può rimanere in carica più di 16 mesi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 15 è respinto.
Art. 16 (Regolamenti interni) "Entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge l'agenzia provvederà a deliberare i regolamenti interni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 16 è respinto.
Art. 17 (Estinzione) "In caso di estinzione dell'agenzia, il patrimonio mobiliare e immobiliare sarà, totalmente devoluto alla Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 17 è respinto.
Procediamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti 49 votanti 47 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'intero disegno di legge è respinto.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Artigianato

Esame progetto di legge n. 366: "Istituzione dell'agenzia di sviluppo per l'artigianato piemontese (ASAP)"


PRESIDENTE

In merito all'esame del progetto di legge n. 366: "Istituzione dell'agenzia di sviluppo per l'artigianato piemontese (ASAP)", presentato dal Consigliere Carazzoni, prima di passare alla votazione, a norma di Regolamento, chiedo se vi sono ordini del giorno preliminari o pregiudiziali.
Leggo l'ordine del giorno relativo alla proposta di legge 366 firmato dai Consiglieri Bontempi, Montefalchesi e Ferro che chiede il non passaggio al voto degli articoli sulla proposta di legge n. 366.
Metto in discussione questa richiesta di ordine del giorno. Vi è la possibilità per ogni Gruppo di esprimere la propria opinione.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Onestà mi porta a dire che il comportamento seguito dalla Presidenza in questa circostanza è formalmente ineccepibile. Molto meglio sarebbe stato se altrettanto si fosse fatto nella precedente occasione. Questo detto, non posso peró non rilevare il ridicolo nel quale sta cadendo tutta l'assemblea regionale per colpa di due comportamenti del tutto differenti in ordine alla medesima proposta di legge. Scusatemi tanto, ma era una considerazione che non potevo tacere.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno firmato dai Consiglieri Bontempi Montefalchesi, Ferro di non passaggio agli articoli della proposta di legge n. 366.
"Il Consiglio regionale decide di non passare al voto degli articoli della proposta di legge n.
366".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 26 voti favorevoli, 2 contrari e 17 astensioni.
I lavori proseguiranno domani alle ore 9.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.30)



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