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Dettaglio seduta n.31 del 23/12/80 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Psichiatria

Interrogazione del Consigliere Bergoglio Cordaro inerente la legge 180


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze".
Iniziamo con l'interrogazione presentata dal Consigliere Bergoglio Cordaro inerente la legge 180.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Il testo dell'interrogazione presentata dalla collega Bergoglio Cordaro non ci consente di individuare con certezza assoluta quale sia il grave episodio di cronaca in cui un uomo ha perso la vita e sono rimasti feriti gravemente rappresentanti delle Forze dell'Ordine. Se il riferimento della collega è quello che abbiamo assunto, non ci risulta che dalla sua condotta precedente emergessero alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici. Nel quadro di una tale ipotesi, nel caso in cui l'eventuale proposta di interventi terapeutici fosse stata rifiutata dal presunto infermo, e non vi fossero le condizioni e le circostanze che consentissero di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospedaliere, il Sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria, avrebbe potuto disporre che l'infermo stesso venisse sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio in uno dei cinque servizi ospedalieri psichiatrici attivati nella città di Torino in esecuzione della legge 180.
Mi pare, però, di poter dedurre che l'interrogazione è stata svolta non tanto per riferirsi al caso in sé, quanto per avere informazioni di ordine più generale. In questo senso va precisato che la Regione Piemonte ha individuato le linee di riforma dell'assistenza psichiatrica nella deliberazione di Giunta del 10 luglio 1978. Tale deliberazione prevedeva il graduale superamento degli ospedali psichiatrici e lo spostamento parallelo sul territorio degli interventi relativi alle malattie mentali mediante l'attivazione di strutture e servizi extra-ospedalieri.
A distanza di poco più di due anni la popolazione ricoverata negli ospedali psichiatrici è diminuita di circa 2.000 unità, essendo passata da circa 5.000 soggetti a poco più di 3.000. Sono stati attivati tutti e 76 i Centri di Salute Mentale previsti dalle linee attuative e sono stati attivati 21 su 24 dei servizi ospedalieri psichiatrici, per un totale di 252 posti letto. Alla data del 1° luglio 1980 l'organico di personale operante nei servizi alternativi agli ospedali psichiatrici attivati dalla Regione Piemonte comprendeva 1.031 operatori, di cui 169 medici, 759 infermieri, 51 assistenti sociali e 52 psicologi. Per rendere più qualificata l'attività degli operatori dei servizi psichiatrici pubblici la Regione Piemonte ha attivato corsi di aggiornamento professionale per medici, psicologi ed infermieri ed ha istituito un gruppo di studio con il compito di individuare strutture di formazione degli operatori addetti ai servizi di salute mentale, che perseguano un'impostazione coerente con il modello scientifico ed organizzativo individuato dalla Regione Piemonte nelle citate deliberazioni del 10 luglio 1978. Ci pare, comunque, opportuno in questa circostanza sottolineare che la Giunta regionale nella programmazione e nell'attivazione di servizi per la salute mentale, intende attenersi al principio che tali servizi si pongono come obiettivo di fondo la promozione dello sviluppo della personalità dei cittadini ed il recupero da parte dei malati di mente del livello massimo possibile di autonomia e la rimozione di fattori che provocano alterazioni psichiatriche, contro ogni forma di assistenzialismo emarginante o di controllo sociale svolto dalla psichiatria del passato.
Debbo ancora aggiungere che dal 1° gennaio, con il passaggio di tutte le competenze alle U.S.L., anche la competenza relativa all'assistenza sui problemi oggetto dell'interrogazione passerà alle stesse. Al di là dei problemi di primo avvio che esisteranno per tutte quante le U.S.L., che ci consigliano di procedere in questo campo con estrema prudenza, nelle U.S.L.
si creano quelle condizioni per un più corretto intervento, in particolare nel rapporto con il territorio, ed un impegno globale di tutte le strutture socio-sanitarie e non solo di quelle specializzate.
Ricordo, inoltre, che il testo annunciato dai giornali, del decreto del Ministro Aniasi (che non è ancora a nostra disposizione se non nelle prime indiscrezioni) prevede il dilazionamento del termine 31 dicembre a particolari condizioni. A quanto mi risulta, un dilazionamento in ragione delle scelte che ogni Regione assumerà e, in ogni caso, la possibilità del rientro negli ospedali psichiatrici per gli ex degenti, solamente su autorizzazione dei servizi psichiatrici di zona e non di qualsiasi altro medico od autorità.



PRESIDENTE

La parola alla collega Bergoglio Cordaro per la replica.



BERGOGLIO Emilia

Ringrazio l'Assessore Bajardi per aver individuato esattamente il caso che mi sembrava, avendo fatto particolarmente scalpore, almeno dalle notizie di cronaca, fosse noto anche a chi, occupandosi di questi problemi certamente ha, a livello di uffici, funzionari preposti a segnalare questi casi. D'altra parte, nel frattempo i morti da uno sono diventati due e certamente le notizie apparse sui giornali facevano pensare che più di un intervento di polizia e carabinieri, in questo caso, fosse necessario un intervento tempestivo di tipo medico.
Lo spunto, comunque, da questo episodio, sul quale neanch'io voglio soffermarmi oltre, è per affrontare il discorso più complessivo, cioè che cosa succederà, indipendentemente dagli slittamenti prevedibili di qualche tempo rispetto alla chiusura definitiva dei manicomi, per tutti quelli che sono i neo malati di mente e tutti quelli che sono i malati di mente del passato, cioè che sono attualmente ricoverati o ricoverabili negli ospedali psichiatrici.
Non credo sia sfuggito all'Assessore quanto pubblicato da un quotidiano torinese, giovedì 18 dicembre: cioè una lettera di un infermiere addetto al trasporto ambulanza urgente, nella quale emerge con molta chiarezza e con molta drammaticità la situazione reale di gran parte dei malati di mente o dimessi dagli ospedali psichiatrici o non più là ricoverati, che dovrebbero essere assistiti da quei 76 Centri di Salute Mentale che l'Assessore ha testè ricordato. Il numero degli operatori, che complessivamente sembrano molti ma se si suddividono per il numero dei centri teoricamente funzionanti, diventano poca cosa, perché ogni centro finisce per avere due medici - ed io mi chiedo cosa riescono a fare due medici in un centro di questo genere - che devono garantire il servizio per popolazioni che variano dai 50-60 ai 150-200 mila abitanti e per problemi che non richiedono certamente visite di cinque minuti, ma visite più ampie e qualificate. Lo stesso discorso vale per la quantità dell'altro personale di assistenza, più generico, tipo infermieri ed altro personale.
Vorrei ricordare i punti essenziali di questo articolo, anche perch l'Assessore Bajardi conosce certamente il sig. Sergio Roccati, autore di questa lettera. Il giorno 5, verso mezzogiorno, una chiamata in via IV Marzo, dove c'è un "impastigliato". E' una pensione e il signore in questione è là ospite; viene ricoverato in ospedale (era stata chiamata la Guardia Medica psichiatrica la sera precedente, il paziente era libero di prendere tutti i medicinali che riteneva), ma non si sa per quale ragione in ospedale questa persona non è stata portata. In questa pensione-comunità gli ospiti non hanno alcuna assistenza, sono semplicemente ricoverati, con il pagamento da parte della Provincia di una retta mensile di 250 mila lire. Già qualche mese fa lo stesso quotidiano aveva raccontato l'esperienza di un giornalista che aveva vissuto una settimana in una comunità analoga, ma non si era mosso nulla.
Noi siamo preoccupati, Assessore Bajardi, di questo modo diverso di intendere l'assistenza psichiatrica. Siamo, come partito, tra quelli che hanno approvato la legge 180, credo che molti nostri parlamentari abbiano partecipato attivamente alla sua stesura ed alla sua approvazione; ma certamente, il problema di fondo non è quello di chiudere i manicomi dicendo di averli chiusi, è quello, invece, di garantire a questi malati un'assistenza alternativa reale. Allora, quando si parla di servizi ospedalieri con 252 posti letto, in una regione come la nostra, si ha un dato che si commenta da solo. 252 posti letto, quando erano migliaia i ricoverati precedenti negli ospedali psichiatrici, quando si presume che la malattia mentale non si è ridotta immediatamente per il semplice fatto che non ci sono più i ricoveri coatti nei manicomi, ma, purtroppo, ci sono ancora molti casi nuovi che si aggiungono ai precedenti.
A nostro avviso, dunque, bisogna attuare la riforma della 180 con molta correttezza e con molta attenzione, certamente assicurando a chi malato di mente non è, oppure essendolo ha delle possibilità di reinserimento, un inserimento reale e non come quello di cui ho letto poco fa; un inserimento, cioè, che consenta il recupero delle possibilità di lavoro laddove ci sono, che consenta un'assistenza e non il parcheggio da un ospedale ad una pensione non meglio definita e non meglio individuata, dove questa gente continua a vegetare fino a quando non capita qualche "incidente" che magari fa scrivere qualche articolo sul giornale, poi tutto resta come prima.
Poi, c'è un altro aspetto: quello di attivare negli ospedali dei servizi effettivi di assistenza psichiatrica. Nessuno vuole il ritorno al vecchio manicomio, però ci dobbiamo rendere tutti conto che l'uscita, la diversa cura, devono essere in realtà non tanto un generico "obiettivo di promozione dello sviluppo della personalità e del recupero laddove è possibile", sul quale siamo tutti d'accordo, come enunciazione teorica, ma deve essere un reale contributo contro l'emarginazione e il controllo sociale che, in realtà, in questo modo, attraverso questi non interventi attraverso il lasciare queste persone in balia di se stesse, è un'emarginazione ben più grave. Siccome a noi, sia come forza politica che come singoli, non interessa tanto lo slogan o l'etichetta, ma preme che alla persona sia garantito quel servizio che le necessita, per questo esprimiamo, in questa sede, una preoccupazione gravissima per come si stanno muovendo i servizi in questo settore.
Preoccupazione ulteriormente rafforzata da quello che accadrà nei prossimi mesi, quando l'applicazione della legge farà sì che anche coloro che ancora hanno possibilità di essere ricoverati negli ospedali psichiatrici siano diversamente sistemati. Noi vorremmo chiedere quali sono le strutture alternative, quali sono le comunità reali terapeutiche, quali sono le comunità-alloggio aperte sul territorio, per garantire a quelli che dovranno uscire un reale inserimento. Se così non è, sia la Regione a farsi promotrice di un intervento che consenta la ristrutturazione, l'apertura la diversa collocazione delle strutture attuali, in attesa di averne delle altre più efficienti e più funzionali; ma la soluzione di chiudere l'esistente nel momento in cui il nuovo non c'è, mi sembra che possa creare un gravissimo danno a quegli utenti che sono già di per sé abbastanza sfortunati.
Vorrei fare questa raccomandazione: che la Regione Piemonte, prima di dare atto ad altri passaggi di attuazione di questa riforma, predisponga realmente queste strutture alternative, perché non è assolutamente possibile che si continui a mettere dei piani sulla carta che poi, di fatto, non esistono, lasciando queste persone a carico dei familiari quando essi ci sono e, quando no, abbandonati a se stessi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Convengo con lei collega Bergoglio Cordaro che il problema è davvero di dimensioni enormi ed è anche drammatico, circa l'applicazione della legge 180 Tuttavia, l'interrogazione ha i limiti che deve avere, per cui i termini della risposta dell'Assessore non potevano andare oltre. Credo si possa proporre alla conferenza dei Capigruppo la possibilità di un dibattito più ampio su questi problemi.
L'interrogazione è discussa.


Argomento: Veterinaria

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Lombardi e Penasso inerente i concorsi per veterinari condotti


PRESIDENTE

Procediamo con l'interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Lombardi e Penasso inerente i concorsi per veterinari condotti.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Ai sensi della legge 833 i veterinari interini e pertanto non di ruolo che come tali svolgevano attività esclusiva ed in modo continuativo prima del 30 giugno 1978 ed ancora all'entrata in vigore della legge 833 avevano diritto ad un concorso riservato.
In base a tale disposto, effettuando i due concorsi, cioè quello normale e quello riservato, poteva succedere che nella stessa condotta risultassero vincitori due concorrenti diversi.
E' stato perciò giocoforza attendere il D.P.R. 20 dicembre 1979 n. 761 pubblicato sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 45 del 15 febbraio 1980, relativo allo stato giuridico del personale delle Unità Sanitarie Locali.
Nel frattempo si sono rese vacanti le seguenti condotte: Andezeno Chieri, Luserna S. Giovanni, Settimo Torinese, Viù.
A questo punto, superati alcuni ritardi dovuti alla mancata trasmissione di documentazioni da parte di alcuni Comuni, la procedura, per lo svolgimento dei concorsi veterinari, risulta in atto e si ritiene che con sollecitudine avrà completa attuazione.
Peraltro, si ritiene che la nuova organizzazione del servizio sanitario conferirà un nuovo aspetto alle varie attività veterinarie che, senza dubbio, saranno potenziate e migliorate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando per la replica.



CHIABRANDO Mauro

Ringrazio l'Assessore per la risposta breve ma precisa. Mi pare di capire che il ritardo è dovuto a documenti non pervenuti e che il concorso sarà bandito quanto prima. Prendo atto e ringrazio.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente lo I.A.L. di Asti


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente lo I.A.L. di Asti. Risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore all'istruzione

Il contratto collettivo nazionale di lavoro degli operatori della formazione professionale prevede all'art. 25 che le assunzioni del personale avvengano nel rispetto del seguente ordine di priorità: 1) personale con contratto a tempo indeterminato che venga a trovarsi in condizione di mobilità 2) personale che abbia prestato servizio nella formazione professionale con rapporto di lavoro a tempo determinato per più di cinque mesi e con un impegno settimanale non inferiore a 10 ore; tre nuovi aspiranti in possesso dei requisiti professionali previsti dalla normativa regionale.
L'Amministrazione regionale, su indicazione della Commissione Regione sindacati per il personale della formazione professionale all'uopo costituita, ha approvato i criteri che definiscono i requisiti per l'ammissibilità degli aspiranti ad un'occupazione nella formazione professionale nelle graduatorie provinciali distinte per indirizzi e gruppi di materie. La normativa regionale fa riferimento ai contenuti del protocollo di intesa tra la Regione Piemonte e le Segreterie regionali dei sindacati confederali e stabilisce che le graduatorie sono obbligatorie per gli Enti pubblici e ad esse devono attenersi tutti i privati che con atto formale aderiscono all'invito della Regione. Gli Enti privati che non intendono seguire le graduatorie sono comunque tenuti ad assumere il personale tra gli iscritti alle graduatorie stesse considerandole come elenchi. Tutti gli Enti sono vincolati, prima di procedere a nuove assunzioni, al rispetto dell'ordine di priorità di cui ai punti 1 e 2 elencati precedentemente. Nel caso in cui alcune graduatorie non avessero iscritti o tutti gli iscritti rifiutassero l'incarico proposto, l'Ente pu procedere all'assunzione di personale che comunque possieda i requisiti di ammissibilità alle graduatorie stesse. Sulla base della documentazione pervenuta ed esaminata in sede di Commissione Regione - sindacati non risulta che lo I.A.L. di Asti e gli altri Enti di formazione professionale abbiano effettuato assunzioni trasgredendo i contenuti della normativa attualmente vigente e sopra sinteticamente riassunta. Sono state esaminate dalla Commissione Regione - sindacati richieste per l'utilizzo di persone particolarmente professionalizzate, e solo per interventi finalizzati e contenuti in periodi limitati di tempo, per far fronte ad esigenze di interventi formativi per i quali è indispensabile un'elevata preparazione ed esperienza lavorativa nel settore.
Per quanto riguarda il controllo che la Regione opera nei confronti di tutti gli Enti, l'ufficio di vigilanza e controllo, appositamente costituito, programma, con scadenze trimestrali operazioni di verifica contabile, amministrativa e di controllo circa il rispetto delle norme vigenti ed in particolare quelle riferite al personale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Molto brevemente. Prendo atto della risposta dell'Assessore. A noi risulta, invece, che sono state fatte delle assunzioni senza il rispetto delle graduatorie, con la motivazione che i docenti assunti insegnavano già l'anno precedente. Non ci sembra che questo sia un metodo corretto. Il senso della nostra interrogazione era di fare in modo che ci sia un più assiduo controllo rispetto agli Enti della formazione professionale. Credo comunque, che questa materia vada rivista alla luce dei grossi problemi di formazione professionale, in rapporto alle varie crisi aziendali.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione dei Consiglieri Alasia e Bontempi e interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerenti l'applicazione dell'art. 5 dell'accordo Fiat per quanto concerne i corsi di formazione professionale


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione dei Consiglieri Alasia e Bontempi e l'interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerenti l'applicazione dell'art. 5 dell'accordo Fiat per quanto concerne i corsi di formazione professionale.
Risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore all'istruzione

In questi giorni abbiamo ricevuto dalla Fiat, tramite la Federpiemonte i dati da noi richiesti relativi alla posizione dei dipendenti in Cassa integrazione occupati presso gli stabilimenti Fiat del Piemonte. Si tratta di un totale di 17.102 unità, di cui 5.110 donne e 11.992 uomini. La maggioranza dei lavoratori in Cassa integrazione proviene da lavorazioni di carrozzeria (11.487 pari al 67,2%), da lavorazioni di meccanica (3.359 pari al 19,6%), da lavorazioni di stampaggio (1.984 pari all'11,6%) e da altre lavorazioni (272 circa l'1,6 %).
Per classi di età: 7.460 unità hanno meno di 36 anni, 6.764 unità sono comprese tra i 36 ed i 50 anni, 2.878 sono oltre i 50 anni. Percentualmente le donne sono collocate nelle classi inferiori di età rispetto agli uomini.
Un dato molto rilevante è costituito dai bassi livelli medi di scolarità.
Il 72 % circa non ha il titolo di scuola dell'obbligo, i diplomati sono il 3,3 %, i laureati lo 0,16 %. Per categorie contrattuali, infine, il valore più elevato oltre 10.000 è costituito da lavoratori appartenenti al III livello, 3.200 lavoratori circa appartengono a livelli inferiori al III 2.800 ai livelli IV e V, 250 circa ai livelli superiori.
Ho letto in questi giorni i risultati parziali elaborati dalle organizzazioni sindacali in base ad un questionario sulla composizione dei lavoratori in Cassa integrazione e di massima coincidono con quelli ricevuti dalla Fiat. I dati che l'azienda ha finalmente trasmesso sono per noi di grande importanza proprio in questa fase. In base ad essi infatti saremo facilitati nella predisposizione degli interventi e degli strumenti attuativi dei piani di formazione professionale. L'esistenza di una rilevante quota di soggetti privi dell'obbligo offre immediatamente una prima indicazione. Si tratta di definire dei profili formativi che tengano conto di necessità di recupero degli strumenti culturali di base ed in questo senso dovremo vedere appositi moduli iniziali. Questo problema dovrà trovare sede di incontro tra la Regione e le strutture periferiche del Ministero della Pubblica Istruzione. A partire dai dati in nostro possesso l'Assessorato provvederà a definire i contenuti e le modalità delle operazioni. Con la Fiat e con la Federpiemonte potranno essere meglio approfondite le finalità degli interventi, anche attraverso appositi incontri e tenendo conto dell'indagine già avviata in collaborazione con la Federpiemonte stessa. Circa le relazioni con il Fondo sociale europeo, non dispongo di altre informazioni oltre quanto già comunicato in precedenti occasioni, soprattutto dall'Assessore Alasia. La Commissione c'è e si riunirà alla fine del mese di febbraio e solo dopo quella data sarò in grado di conoscere le decisioni di Bruxelles. Posso assicurare tuttavia che gli aspetti amministrativi e formali del progetto rientrano perfettamente nel disposto dei regolamenti comunitari. Nel frattempo l'Assessorato perfezionerà gli aspetti organizzativi in rapporto con i Centri di formazione professionale per essere nella condizione di avviare le operazioni tempestivamente appena giunta conferma dei finanziamenti.
Approfondimenti specifici potranno essere discussi nelle competenti Commissioni consiliari e come già nel passato la Giunta provvederà ad informare il Consiglio dei futuri sviluppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Alasia.



ALASIA Giovanni

Ringrazio il Presidente per aver richiamato l'attenzione dei signori Consiglieri; non tocca a me richiamarla, ma, siccome sulla Fiat abbiamo fatto tutti i "bersaglieri", adesso che c'è da fare la lunga marcia del "fantaccino" credo che la questione meriti altrettanta attenzione.
Ringrazio l'Assessore Ferrero per la diffusa e puntuale risposta data che prova l'impegno posto dalla Giunta regionale subito dopo l'accordo su questa questione. Prendo anche atto con soddisfazione che la Fiat ha fornito i dati richiesti, pur dovendo constatare che sono occorsi più di due mesi dalla data dell'incontro. Faccio questa constatazione non per una polemica retrospettiva, ma perché l'Assessore, la Giunta, i signori Consiglieri, debbono sapere che ciò ha comportato delle difficoltà operative non indifferenti per la Giunta, nel momento in cui doveva predisporre i progetti. Ho già avuto occasione di illustrare nella seduta del 26 novembre - nell'allora mia veste di Assessore - il quadro della situazione e delle iniziative che allora erano in corso.
Credo sia fuori di dubbio che la Giunta ha operato sin qui sull'argomento dell'art. 5 con tempestività e serietà; anzi, oserei dire che la Regione, pur non essendo la firmataria dell'accordo, è l'unica che si è mossa. Ma, dobbiamo avere coscienza che non basta l'impegno della Regione per attivare la parte che prevede la formazione professionale; e ciò deve essere ben chiaro oggi e domani, perché non si vedano poi posizioni, qui o fuori, che cercano pretestuosamente delle responsabilità.
Credo che ogni persona di buon senso sappia che per fare formazione professionale bisogna conoscere il punto di partenza, il grado di scolarizzazione, età, sesso, dislocazione territoriale ed i punti di arrivo, cioè la qualificazione da conseguire in relazione alle mansioni da svolgere. Questo è essenziale.
Vorrei che non dimenticassimo, dal momento in cui si parla di un'area di 23 mila sospesi (l'area che interessa il Piemonte è di 17 mila), che nelle vicende occupazionali e di ristrutturazione produttiva ci siamo trovati sovente davanti a situazioni difficilissime da affrontare e, in parte, imprevedibili. Ricordo la Singer, come caso emblematico, dove ad un certo punto della vicenda ci siamo trovati con 860 lavoratori da destinare alle nuove lavorazioni, dei quali 160 erano senza l'elementare e 600 senza l'obbligo. Capite benissimo quali problemi questo pone. Ora, i dati che fornisce la Fiat e che Ferrero puntualmente ci ha illustrato (che grosso modo coincidono con quella prima indagine fatta dalla FLM) ci dicono che c'è un basso livello di scolarizzazione che dobbiamo recuperare: circa il 73% dei lavoratori è privo dell'obbligo. Questo, secondo me, offre una prima indicazione per il recupero, che credo la Giunta dovrà verificare con il Provveditorato e con il Ministero, come abbiamo fatto per la Singer.
Certo, come diceva Ferrero, con questi dati siamo favoriti; però mi permetto di fare un rilievo: credo che dovrà essere chiarita anche l'altra faccia della questione, quella dell'ipotizzabile sbocco occupazionale magari chiarendo con la Fiat in quali aree di produzione sono in atto ristrutturazioni che esigono momenti formativi adeguati e chiarendo anche tempi e modi dei possibili rientri, perché se la scadenza dovrebbe essere quella della fine '81 - inizio '82, come aveva detto la Fiat, capite benissimo che si creano enormi problemi.
Ringrazio ancora l'Assessore, mi dichiaro completamente soddisfatto della risposta. Mi permetto di aggiungere l'opinione, a nome del Gruppo comunista, che dovremo avere verifiche successive su una materia così importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ringrazio l'Assessore Ferrero per le esaurienti risposte che ci ha fornito; finalmente sono arrivati questi dati! Mi sembra, però, importante capire l'atteggiamento dell'azienda torinese: la Fiat ha avuto, fino ad oggi, un atteggiamento che è quello di tentare di scaricare questi 23 mila lavoratori e trasmettere le responsabilità ad essi relative alla Regione tentando di fare assumere ad essa un ruolo di ente assistenziale.
Il ritardo con cui sono arrivati questi dati testimonia anche l'atteggiamento della Fiat. Credo sia necessario partire da questi dati per fare in modo che la Fiat, firmataria dell'accordo insieme alle organizzazioni sindacali, si assuma le sue responsabilità anche in termini di sbocchi occupazionali. Mi associo a quanto espresso dal compagno Alasia rispetto ad una discussione in Consiglio regionale in ordine a questa materia, anche alla luce del fatto che sta andando avanti a livello nazionale una formulazione del piano di settore dell'auto che prevedeva la consultazione delle Regioni, che i termini di questa consultazione sono già scaduti il 6 novembre e che il Governo (almeno, il Ministero dell'Industria) non ha ancora sentito la Regione. Quindi, rispetto a questi problemi, ripeto, credo che sarà necessaria una discussione in Consiglio regionale.
Mi sembra che, rispetto ai dati Fiat, sia necessario un livello di intervento finalizzato al recupero dell'obbligo; appunto, era determinante in questo senso che si avessero questi dati, in quanto tutti immaginiamo che cosa vuol dire fare dei corsi di formazione professionale per un certo tipo di qualificazione, quando i lavoratori non hanno nemmeno la scuola dell'obbligo.
A me sembra necessario, però, cercare di capire a che cosa è finalizzata questa formazione professionale: non può soltanto esserlo verso una collocazione di questi lavoratori all'esterno della Fiat; ma è necessario che lo sia all'interno di un confronto stringente con la Fiat anche ad un rientro di questi, lavoratori nell'azienda.
Alla luce del fatto che la Fiat sta tentando, rispetto a questa materia, di fare quello che vuole: ci risulta, infatti, che stanno rientrando alcuni lavoratori elettronici in alcuni reparti della Scuola Allievi Fiat, mentre in quei posti dovrebbero essere immessi lavoratori che sono in Cassa integrazione. I rientri, inoltre, non sono neppure accettabili rispetto ai tempi che la Fiat pensa, cioè fine '81 - inizio '82.
Ho finito; mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'Assessore Ferrero. Mi riserverò di presentare una proposta alla conferenza dei Capigruppo per la discussione di questa materia in Consiglio in modo più ampio.


Argomento: Viabilità

Interrogazione del Consigliere Martinetti circa la mancata presenza della Regione all'incontro del 16 novembre ad Ormea sui problemi della S.S. n. 28


PRESIDENTE

Infine esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Martinetti circa la mancata presenza della Regione all'incontro del 16 novembre ad Ormea sui problemi della S.S, n. 28.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai trasporti e viabilità

Il Consigliere Martinetti mi concederà di rispondere con molta franchezza: la ragione per cui la Giunta non è stata presente è dipesa unicamente da me. Ho ricevuto il telegramma del Sindaco di Imperia il giovedì precedente. Mi sono preoccupato di capire di che riunione si trattasse avendomi lasciato qualche perplessità il telegramma che dice testualmente: "Incontro esponenti politici amministratori Enti locali per disamina situazione progettazione esecutiva e reperimento finanziamenti in ordine a realizzazione variante strada statale n. 28, incontro organizzato da Comune di Imperia d'intesa con Amministrazione provinciale et Camera Commercio Imperia avrà luogo il 16 novembre di seguito alla visita del Capo dello Stato. Pregasi confermare partecipazione".
Confesso che mi sono chiesto quale tipo di relazione ci fosse con la visita del Capo dello Stato non essendo di sua competenza la soluzione di problemi di viabilità. Solo alle 17,30 di venerdì il mio segretario è riuscito a parlare con la Segreteria del Sindaco che ha spiegato che in realtà il Presidente della Repubblica non sarebbe andato ad Ormea e che il Sindaco di Imperia gli avrebbe posto il problema nel discorso ufficiale durante la consegna della medaglia d'oro a quel Comune.
Mi ero comunque ripromesso di partecipare, non preoccupandomi però di impegnare un autista, proprio perché essendo uno di coloro che spesso alla domenica non sono a casa, non ho voluto distogliere un'altra persona dalla vita familiare. Senonché nonostante la mia buona intenzione, e non sentendomi bene, alle 13,14 della domenica ho mandato un telegramma in cui spiegavo la mia impossibilità ad essere presente, e aggiungevo: "intendo tuttavia ribadire come già espresso in passato con studi e piano regionale di viabilità e trasporti massimo interesse Regione Piemonte per potenziamento strada statale 28 ed esecuzione completamento variante Colle di Nava in concomitanza con sviluppo Porto Imperia. Dichiaro ancora disponibilità per ulteriori incontri, approfondimento ed azione comune stop".
Avevo già peraltro convocato per il 24 novembre i deputati piemontesi che fanno parte della Commissione Lavori Pubblici. In quella seduta il collega Penasso ricorderà, ho posto ai deputati della Commissione stessa il problema della statale n. 28.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti per una breve replica.



MARTINETTI Bartolomeo

Ringrazio l'Assessore. Vorrei solo precisare che effettivamente il tipo di invito dava adito a quelle incertezze. Si è poi capito che la presenza del Presidente della Repubblica ad Imperia costituiva solo l'occasione per avere più facilmente un certo numero di personalità a questo Convegno.
Convegno a cui hanno partecipato il Presidente della Regione Liguria, il Sottosegretario ai Lavori Pubblici, i Presidenti delle Province ed altri.
Ringrazio l'Assessore Rivalta che ha voluto giustificare l'assenza della Regione Piemonte: lo ha fatto in modo esauriente e chiaro; tra l'altro devo dare atto che le forze politiche della maggioranza regionale erano ampiamente presenti ed hanno partecipato in modo attivo a questo intervento. Quindi, lo scopo della mia interrogazione non era tanto di sottolineare un'assenza della Giunta ad un Convegno (assenza che pure è stata notata), ma di sottolineare, invece, l'importanza del problema che come l'Assessore Rivalta sa, mi sta molto a cuore e sta molto a cuore ad una zona che io mi onoro di rappresentare; e di chiedere, pertanto, al nuovo Assessore ed alla Giunta - che avranno ricevuto l'ordine del giorno che è stato approvato - di intensificare i contatti per la soluzione di questi problemi fra la Regione Piemonte e la Regione Liguria. Io ho già avuto occasione di dire che le priorità e la consistenza con cui il problema dell'autostrada A 6 e della statale 28, cioè dei collegamenti del Piemonte sud con la riviera occidentale, nel piano dei trasporti e nel programma della Giunta vengono trattati, non ritengo siano adeguate alla loro importanza.
Mi auguro che anche questo episodio del Convegno valga a sottolineare una volta di più la necessità dell'impegno della Regione su un problema che non è certamente secondo ad altri.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente".
Comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerchio, Enrietti Guasso, Picco, Sanlorenzo e Sartoris.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 36: "Modifica dell'art. 15 legge regionale 22 novembre 1978, n. 69 'Coltivazione di cave e torbiere'", presentato dalla Giunta regionale in data 17 dicembre 1980 ed assegnato alla IV Commissione in data 19 dicembre 1980 N. 37: "Convalida del Decreto del Presidente della Giunta regionale n.
44 V.B, del 27 novembre 1980", presentato dalla Giunta regionale in data 17 dicembre 1980 ed assegnato alla I Commissione in data 19 dicembre 1980 N. 38: "Recepimento dei contenuti del 2° accordo nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario - Modifiche alla legge regionale 17 dicembre 1979, n. 74", presentato dalla Giunta regionale in data 19 dicembre 1980 N. 39: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1981", presentato dalla Giunta regionale in data 22 dicembre 1980 N. 40: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1981", presentato dalla Giunta regionale in data 22 dicembre 1980.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 10 dicembre 1980: "Ulteriore contributo del Piemonte all'iniziativa di solidarietà nazionale per i terremotati della Campania e della Basilicata".
Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 39: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1981"


PRESIDENTE

Il punto quarto all'ordine del giorno recita: Esame progetto di legge n. 39: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1981".
La parola al relatore, Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo, relatore

Signori Consiglieri, la redazione del bilancio previsionale del 1981 avviene in un momento assai complesso della vita della comunità regionale e dell'intero Paese. Nella nostra Regione la crisi economica ha colpito in modo del tutto particolare ed anche grave i settori dell'automobile dell'elettronica, della chimica, del tessile, dell'abbigliamento in modo tale da richiedere vasti interventi di sostegno unitamente alle misure di difesa dei lavoratori posti in Cassa integrazione (solo nel settore Fiat sono quasi 25.000) che non possono non riflettersi sul nostro bilancio in misura determinante. Cito ad esempio il processo di riqualificazione professionale. Il ponte di fine anno vede molte industrie chiudere per Cassa integrazione sino alla metà di gennaio per riaprire poi sotto il segno di molte incertezze.
Il primo semestre del 1980 contrariamente ad alcune tesi, aveva segnato alcuni indici produttivi positivi. Si sono però attenuati nell'ultimo periodo in modo tale da destare preoccupazione. In questo quadro segnaliamo in modo cauto la ripresa dell'automobile dopo gli avvenimenti dell'autunno ed i dati che ci sono stati comunicati recentemente ci inducono a ritenere che l'azienda Fiat sta via via recuperando come qualità e quantità, in modo da preparare nel 1981 e negli anni successivi un rilancio di carattere così vasto da lasciare sperare in una ripresa occupazionale e nel superamento della stessa Cassa integrazione. Il recente aumento di capitale della Fiat le nuove tecnologie in atto, i modelli che saranno offerti al mercato entro il 1985, come ha detto la relazione dell'amministratore delegato dimostrano la volontà e la capacità della Fiat di chiudere un periodo piuttosto oscuro (non è questo il momento di esaminare la complessità di questo periodo) e di riaprire possibilità di lavoro diretto od indiretto specie nell'indotto, il che potrà contribuire in non lieve misura al superamento della crisi esistente nella nostra Regione e nel nostro Paese.
Se introduciamo oggi questo discorso è perché conosciamo pienamente il valore che ha per tutti noi e per l'economia torinese e piemontese il settore automobile. Costituisce, per ora, il settore trainante nel campo dell'industria e della stessa economia.
Accanto a questa situazione di incertezza sono accaduti nel campo agricolo fattori negativi, come la crisi del vino o del latte che hanno richiesto interventi massicci a sostegno e che in parte condizioneranno il futuro bilancio. Il quadro nel quale ci muoviamo presenta punti di difficoltà notevoli e non sempre noi come Regione possiamo dominare per la limitatezza, delle nostre risorse e delle nostre competenze.
Infine, signor Presidente, il terremoto, certo la più grave calamità dalla fine della guerra, si è abbattuta sul nostro Paese, richiedendo al Governo e a tutti, sacrifici non indifferenti per la fase di ricostruzione non prevedibile a breve termine. La spesa prevista, dai 15 ai 20 mila miliardi, non potrà non riflettersi sui bilanci, con tagli destinati a finanziare le opere distrutte nel Mezzogiorno.
Quali i tagli del bilancio e in che misura saranno apportati, non è dato prevedere anche dopo le dichiarazioni del Ministro Andreatta, dal momento che il Governo vi ha accennato nel corso di recenti riunioni senza peraltro meglio specificarli. L'incertezza, quindi, è un fattore per ora ineliminabile e di conseguenza comporta delle scelte. Già la Regione Piemonte ha destinato somme importanti nell'opera di ricostruzione nel Mezzogiorno, opera che è stata unanimemente apprezzata. Ma l'incidenza presumibile dei tagli di bilancio per il 1981 assumerà ben maggiore portata e limiterà almeno per quest'anno i previsti interventi nel programma presentato dalla Giunta regionale. La scelta quindi di andare verso un esercizio provvisorio, per 60 giorni, risponde all'anomala situazione verificatasi nel Paese e che penso tutte le forze politiche vorranno affrontare e superare. Non costituisce un ritardo nell'adempimento da parte della Giunta nella presentazione del bilancio di previsione '81, ma semmai un atto responsabile volto all'accertamento delle risorse indispensabili per la redazione del bilancio. D'altronde l'Assessore Testa, con la tempestività che gli è solita, con il rigore e con la capacità dimostrata unitamente all'Assessore Simonelli che presenta il bilancio pluriennale, ha depositato alla I Commissione la bozza di bilancio, ancora grezza e di larga indicazione, per consentire alle forze politiche di affrontare attraverso un lungo processo di partecipazione e di contributo tutti i temi dello sviluppo della nostra economia e della nostra società. Questo è il nodo di fondo che intendiamo sottoporre alle forze politiche, specie a quanti hanno avuto sempre a cuore i temi del bilancio, come l'avv.
Paganelli che ci è stato maestro di economia e di finanza. E' semmai un atto di democrazia da parte della Giunta il non aver voluto affrettare i tempi, imporre scelte e soluzioni ed aprire un largo dibattito in tutta la comunità.
In questo periodo potranno maturare condizioni più favorevoli finanziarie, tenuto conto di una serie di risorse della CEE per quanto riguarda la formazione professionale, l'agricoltura, i fatti sociali.
L'esercizio provvisorio diventa quindi solo un mezzo tecnico per giungere a risultati soddisfacenti in una situazione di estrema incertezza. Non è quindi un diversivo, non è di certo uno stato di incapacità a formulare un bilancio e ad operare delle scelte.
La Giunta regionale ha dimostrato in questi mesi di aver saputo superare momenti difficili, di aver contribuito a risolvere problemi spinosi, di aver tempestivamente presentato il programma. L'esercizio provvisorio è semmai un mezzo tecnico per consentire un corretto modo di impostare il bilancio, di operare quelle scelte che sono ipotizzate nei programmi regionali, ma che hanno bisogno di essere meglio specificate approfondite od anche modificate alla luce di situazioni via via emergenti.
L'esercizio provvisorio per due mesi aprirà una fase estremamente importante di consultazioni in tutta la comunità regionale fra le forze politiche, le forze sindacali, imprenditoriali e sociali ed avrà inoltre un grande valore di partecipazione, anche di documentazione e di approfondimento.
Con questo spirito rassegniamo oggi la legge per l'esercizio provvisorio al Consiglio chiamandolo a votare. Come forze di maggioranza certamente voteremo favorevolmente questa legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

La Giunta ha presentato nei termini previsti, anche se stretti, questo bilancio che accompagna l'esercizio provvisorio, ancora come una serie di indicazioni di carattere tecnico, relativamente al bilancio 1981 riservandosi in una seconda fase di apportare quelle correzioni di scelte politiche che i tempi stretti non hanno ancora consentito di apportare.
Relativamente al problema dei tempi, credo vada rimarcato come la Giunta si sia fatta carico dal mese di settembre ad oggi, cioè nell'arco dei quattro mesi, di presentare al Consiglio il rendiconto, l'assestamento e, oggi il bilancio 1981, sia pure in questa forma ancora provvisoria volendo così dar seguito a quell'impegno preso in Consiglio già in altre occasioni, di recuperare i tempi che la pausa elettorale aveva fatto slittare, per arrivare ai prossimi documenti contabili nell'ambito dei tempi previsti dalla legge. Pertanto, credo di essere in grado questa mattina di dire che il prossimo assestamento di bilancio ed il rendiconto saranno presentati a questo Consiglio nei tempi di legge e, quindi, con questo rientreremo in quella tempistica prevista dallo Statuto della Regione che la Giunta ha intenzione, salvo casi eccezionali, di rispettare.
Dicevo prima, questo è ancora un bilancio tecnico e le ragioni per cui viene presentato in veste tecnica credo siano note a tutti i colleghi Consiglieri, ma forse vale la pena brevemente di richiamarle.
Le incertezze riguardano soprattutto il problema delle entrate nel senso che le entrate regionali pur accrescendosi da 2.055 a 2.227 miliardi in sostanza hanno un tasso di incremento inferiore al tasso inflazionistico e, soprattutto, hanno un assorbimento rilevante alla voce sanità, la quale accresce di oltre 200 miliardi il proprio impatto sul globale del bilancio e, quindi, sulla voce specifica che è una voce di trasferimento per quanto concerne la Regione. Vi è un clima di grande incertezza, poi, per quanto riguarda le entrate effettive che la Regione potrà avere durante il 1981 e in questa situazione di incertezza, la Giunta ha ritenuto opportuno stendere un bilancio tecnico con criteri prudenziali.
Questa scelta credo risponda a dei criteri di corretta e rigorosa amministrazione, così come in quest'aula ci si è più volte richiamati anche nella discussione dell'assestamento, nel senso che ponendo per ora a disposizione nell'esercizio provvisorio solamente quelle risorse che sicuramente la Regione andrà ad incassare nel corso del 1981, noi poniamo dei limiti all'attività immediata ma, contemporaneamente, cominciamo a stabilire un punto fermo per delle scelte politiche. I criteri prudenziali in particolare, hanno riguardato il fondo comune (ex art. 8 D.P.R. 616) i cui incrementi sono stati più volte annunciati e contraddetti da parte delle competenti autorità governative, in relazione ad una serie di fatti tecnici, ed in particolare dell'evento terremotale del sud, che, come sapete, ha indotto il Ministro del Bilancio a fare delle sottrazioni di risorse da parte delle Regioni. Si è quindi mantenuta in questa prima fase una quota di incremento del 18%, che rappresenta una soglia di sicurezza rispetto agli stanziamenti che avrebbero potuto essere fatti. Ugualmente si è mantenuto un criterio prudenziale (come credo richiamasse anche l'avv.
Viglione nel suo precedente intervento) relativamente ai vari settori di intervento laddove gli accertamenti di entrata, che costituiscono per la Regione l'atto fondamentale attraverso il quale l'entrata viene iscritta nel bilancio, non sono ancora di carattere definitivo.
Dobbiamo dire che, quindi, in questo bilancio tecnico le entrate sono sottostimate e, di conseguenza, anche le uscite sono regolate in relazione ad esse. Voglio citare alcuni casi: agricoltura, per esempio, piuttosto che altri settori dove lo Stato o non ha ancora definito gli stanziamenti che verranno attribuiti alle Regioni, oppure, pur avendoli definiti a livello generico, non ha ancora trasmesso la lettera ufficiale con cui comunica questi stanziamenti.
La difficoltà a redigere il bilancio diventa ogni anno maggiore a causa dell'incertezza della gestione della finanza pubblica e dei tempi che man mano slittano rispetto a quelle che erano alcune consuetudini del passato.
Le difficoltà aumentano nel senso che una serie di elementi che sarebbero indispensabili nella stesura del bilancio non ci sono stati ancora comunicati e verranno a chiarimento probabilmente molto avanti probabilmente nel mese di marzo o di aprile o, magari, anche oltre. Questo è un elemento estremamente negativo dal punto di vista delle scelte, perch o induce a fare delle previsioni che poi non possono essere rispettate perché fatti contingenti possono poi far si che le previsioni di stanziamento di soldi da parte dello Stato non si realizzino, oppure inducono a criteri prudenziali, come nel caso della stesura di questo bilancio allegato all'esercizio provvisorio che, evidentemente, non danno ancora un quadro completo certo delle risorse disponibili e, quindi, delle disponibilità di spesa.
Ritengo che la Giunta, presentando oggi questo esercizio provvisorio abbia tenuto fede agli impegni che si era presa di recuperare i tempi che ripeto, la pausa aveva fatto slittare per riportarli alla loro normalità e che il documento risponda a quei criteri di correttezza amministrativa e di severa analisi della spesa e dell'entrata che erano già stati detti in quest'aula.
Non credo di dover aggiungere altro in questa sede, anche perché la discussione sui dati di bilancio avverrà nella sede che gli è propria.



PRESIDENTE

La parola al collega Paganelli per dichiarazione di voto.



PAGANELLI Ettore

Rileviamo innanzitutto la consumata abilità del Consigliere Viglione il quale è riuscito a fare una brillante relazione anche su di un momento specifico che grossi spunti effettivamente non consentiva. Ha parlato della limitatezza delle risorse nel quadro complessivo delle risorse regionali e ha introdotto il discorso delle risorse regionali che forse saranno più limitate a seguito dei sacrifici che dovranno essere fatti per affrontare i danni enormi della calamità che è successa. Ha introdotto un altro argomento e cioè che l'esercizio provvisorio non è certamente segno di incapacità ma che, in determinate situazioni, un Ente pubblico cui per legge sia ciò consentito può benissimo ricorrervi. Non ho difficoltà a concordare sul fatto che, in questa specifica situazione nella quale si è venuta a trovare la Regione Piemonte non solo per l'incertezza delle comunicazioni di entrata che pure possono essere ragionevolmente previste ma per ritardi che nella materia finanziaria questa amministrazione si porta dietro da parecchio tempo, il ricorso all'esercizio provvisorio è stato indubbiamente la cosa più naturale.
Non sono invece d'accordo sul fatto che le considerazioni che il Consigliere Viglione ha fatto e che sono l'anticipo di una discussione più ampia, abbiano uno stretto legame con il documento contabile che è stato predisposto a sostegno del disegno di legge con il quale la Giunta chiede l'esercizio provvisorio per due mesi.
La realtà è che la Regione ha bisogno di un documento contabile approvato che le consenta di funzionare e in questo momento il documento contabile è l'esercizio provvisorio.
Su questo esercizio provvisorio diciamo che ieri alle ore 15 si è tenuta la riunione della I Commissione che era convocata avendo all'ordine del giorno l'esame del disegno di legge sull'esercizio provvisorio ed i commissari hanno trovato al loro posto un plico alto circa mezzo metro da esaminare. In quell'occasione abbiamo detto l'unica cosa che seriamente si poteva dire: sarebbe stato assurdo sfogliare e chiedere qualche dato perché un malloppo di quel tipo la mia forza politica lo studia, lo esamina, lo discute e sullo stesso non improvvisa nulla. Abbiamo detto alla maggioranza di assumersi la sua responsabilità e di votarsi l'esercizio provvisorio.
Lasciamo passare il fatto senza polemiche particolari, senza alcun gesto clamoroso, ma avvertiamo che se si vuole normalizzare la situazione si devono mettere i Consiglieri in grado di poter esaminare ed affrontare questi argomenti. Quando si discute della centralità del Consiglio si deve pensare alla condizione in cui i Consiglieri sono costretti a svolgere la loro attività e ad esprimere voti coscienti.
Si dice che l'esercizio provvisorio è un fatto tecnico. Sotto un certo aspetto è vero perché si lega temporalmente un disegno di legge ad un documento contabile. Ma è un fatto politico di estrema rilevanza perché sta a significare che una Giunta gestisce fette di bilancio che non sono nate discusse come vuole lo Statuto, che non sono state sottoposte alla consultazione, che non hanno avuto in sostanza tutti i crismi che un bilancio deve avere. Votiamo contro questo esercizio provvisorio, pur riconoscendo la necessità dello stesso, ed invitiamo la Giunta a gestire questa fetta di bilancio nel modo più rigoroso possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Anche la nostra è una breve dichiarazione di voto che non può essere minimamente polemica nell'intervento sempre troppo generoso del Capogruppo socialista. Se questo documento, infatti, venisse considerato - come ha fatto più strettamente l'Assessore competente - come una strettoia tecnica attraverso la quale bisogna passare per gestire in tempi che sono per qualche ragione anomali (tempi elettorali, incertezze sui finanziamenti) una situazione, quindi, anomala che giustifica in una certa misura il procedere ai limiti della legalità democratica (come diceva giustamente Paganelli, andate a gestire per 60 giorni risorse non indifferenti, non sottoposte al vaglio della collettività regionale cosi come previsto dallo Statuto). Dicevo, se si fosse riconosciuto a questa strettoia tecnica una sua causa di necessità esterna, probabilmente il tipo di voto non sarebbe cambiato da parte nostra ma, quanto meno, il giudizio su questa maggioranza poteva essere diverso.
Veramente, mi sembra un po' squilibrato voler difendere una strettoia di tipo tecnico come una conseguenza necessaria ed armonizzata ad altri comportamenti meritori della Giunta. Avete superato dei punti difficili certo, ma questo non attiene alla Regione, ma attiene alla maggioranza che è riuscita a far entrare attraverso la cruna di un ago un cammello, cioè l'Assessore socialdemocratico. Io non ho visto la Giunta impegnata in qualche punto delicato della vita regionale: l'ho visto completamente assente e, quando è stata presente (vicenda Fiat) penso che per carità di patria da questi banchi si è cercato di non infierire, anzi, si è voluto riconoscere alla nostra istituzione un comportamento più corretto rispetto ad altre istituzioni. Ma, i punti difficili sono la cruna dell'ago, i vostri problemi interni, non vi abbiamo visto impegnati nei confronti di problemi gravi della collettività. Il Consigliere Viglione nella sua generosità natalizia nei confronti della maggioranza (è la prima volta forse, che lo sentiamo così generoso e disponibile) ha anche parlato di tempestività nella presentazione del programma: questa tempestività mi sembra veramente curiosa, perché noi abbiamo visto una prima bozza di programma senza, però, l'elenco degli Assessori, poi abbiamo visto un elenco degli Assessori senza programma (questo è stato rimandato di sei mesi) e, infine, ci è stato presentato il programma senza l'Assessore.
Quindi, le vostre difficoltà le conosciamo come difficoltà della maggioranza, non cerchiamo di ribaltare i termini del discorso: non c'è stata nessuna tempestività nella presentazione del programma, non avete affrontato alcun momento difficile; probabilmente questo che stiamo dibattendo oggi è il momento iniziale di una gestione provvisoria e, per certi versi, eccezionale: vi presenterete sui banchi del Consiglio e soprattutto, nelle consultazioni alla collettività regionale con il vostro programma. A questo proposito vorrei dire che forse questo sì, è uno dei punti difficili attraverso il quale state passando coalizione di maggioranza: i tempi del dibattito del programma. Ora, qui, non è corretto entrare troppo in questa polemica intestina alla maggioranza; noi ci auguriamo che quelle forze che nella maggioranza hanno difeso i tempi compatibili con l'esigenza di chiarezza e di ponderazione nel dibattito e nella consultazione del bilancio, continuino a rispettarli e non si ceda all'interno della maggioranza a situazioni da "basso impero" o a dichiarazioni, alcuni delle quali ci sono state riferite, secondo cui qualcuno riteneva che il bilancio si potesse trattare anche in tempi molto stretti; su questo c'è stato un altro dei punti difficili che ha dovuto affrontare la maggioranza, non l'istituzione, non confondete. A me risulta che sui tempi di presentazione, di consultazione e di approvazione del bilancio non ci sia all'interno della maggioranza (almeno, quando vi presentate in veste meno ufficiale di quella consiliare, per esempio nella riunione dei Capigruppo) meno compattezza di quella che dimostrate oggi.
Ora, noi ci auguriamo che all'interno della maggioranza quella parte che è per una discussione più ampia e più approfondita sia vincente rispetto a quella parte che, invece, vuole tempi molto stretti. Evidentemente esprimiamo voto negativo su questo esercizio provvisorio, per una ragione molto elementare: perché, evidentemente, l'esercizio provvisorio è uno strumento tecnico che di fatto dà alla maggioranza la possibilità di gestire due mesi di risorse, nella linea di un programma che ha trovato il nostro voto negativo che, quindi, non può che essere riconfermato in questa sede.



PRESIDENTE

La parola al collega Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Colleghi, nessuno si attenda da parte nostra un intervento meditato ed approfondito su questo bilancio che ieri soltanto è stato approvato dalla Giunta regionale e sul quale è mancato il tempo materiale per una giusta e doverosa riflessione. Del resto l'andamento medesimo di questa discussione ha dimostrato chiaramente un po' attraverso tutti gli interventi che oggi ci si trova a dovere concedere o non concedere una delega fiduciaria alla Giunta e non si può forzatamente andare oltre. La Giunta però - ha detto l'Assessore Testa - ha presentato il bilancio che accompagna l'esercizio provvisorio nei termini previsti lasciando in sospeso le scelte politiche.
Con ciò pensiamo che potrebbe essere resa superflua qualunque dichiarazione di voto, perché la dichiarata e motivata impossibilità d i giudicare nel merito costringe forzatamente a non prendere alcuna decisione. Riteniamo infatti che il bilancio non sia mai un fatto meramente contabile, sia invece un momento politico in cui le forze presenti in Consiglio regionale prendono le misure, assumono le posizioni che ritengono necessarie qualificano le loro scelte di fondo, portano un indispensabile contributo anche critico, per la promozione della società regionale. Siamo invece ad una richiesta di esercizio provvisorio che, può essere, questa volta più di altre volte, motivata e giustificata con talune considerazioni di emergenza che abbiamo sentito fare nell'intervento del collega Viglione, ma che una forza di opposizione come la nostra non può accettare cosa a scatola chiusa. Non può soprattutto accettare il tentativo di far passare questa strettoia tecnica come una concessione di fiducia al buio, sia pure per il limitato periodo di due mesi, alla Giunta, che, dovrà nel frattempo gestire il bilancio in piena libertà. Dopo il riconoscimento delle situazioni particolari che hanno indotto a questo provvedimento l'esecutivo, malgrado tutto, restiamo convinti che la richiesta di esercizio provvisorio sia sempre e comunque una dimostrazione, se in questo caso non di incapacità certamente di debolezza. Perciò la nostra è una presa di posizione in termini squisitamente politici che si concreterà nel voto negativo che daremo all'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Il Gruppo socialdemocratico è d'accordo con l'esercizio provvisorio presentato dalla Giunta, sia per la straordinarietà della situazione che si è verificata in Italia, a causa delle note vicende del terremoto, sia per le incertezze che ancora sussistono a livello centrale sia sull'entità delle risorse da destinare alle Regioni, collegata alla scadenza ormai prossima della legge 281 ed anche alla tanto auspicata riforma della finanza locale.
Ci pare del tutto condivisibile il criterio prudenziale che è stato adottato in attesa di una definizione più puntuale delle entrate provenienti dallo Stato. Certamente, nodo fondamentale da sciogliere è quello della 281 e della riforma della finanza locale. Da questo punto di vista è, quindi, anche accettabile il modesto incremento che è stato introdotto, anche in attesa che la questione collegata alle dichiarazioni del Ministro Andreatta trovi una soluzione più congrua per quanto riguarda la gestione del fondo comune per le Regioni.
Certo, anche noi abbiamo rilevato come il bilancio regionale acquisti sempre più rigidità e come larga parte è destinata alla materia della sanità, quindi si tratta grosso modo delle partite di giro. Ci preoccupano anche le indicazioni che fanno prevedere dei tagli in settori importanti come quello dell'agricoltura, della formazione e della cultura e la carenza, ancora, di indicazioni da parte dello Stato della quota del piano dei trasporti che non è ancora stata quantificata. Quindi, noi siamo d'accordo sul bilancio provvisorio, nella misura in cui, appunto, ha un significato tecnico ed indicativo e per esso anche noi chiediamo una gestione rigorosa. Mentre siamo d'accordo sul fatto che per il bilancio vero e proprio occorra un'ampia consultazione all'esterno, che tenga conto quindi, del contributo che sono in grado di dare sia le forze sociali, sia gli Enti locali.
Per queste ragioni il Gruppo socialdemocratico voterà favorevolmente all'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

La parola alla collega Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Colleghi Consiglieri, non è nel mio costume formulare delle lamentele su carenze nella presentazione di documenti, devo anzi dire che in occasione della presentazione di documenti altrettanto importanti quali quelli che stiamo valutando come l'assestamento e il rendiconto finanziario, ho abbondantemente sorvolato sulle carenze nei tempi che a quel momento c'erano e sono andata al contenuto dei documenti per cercare di portare un contributo alla discussione che si stava svolgendo. Oggi per devo formulare delle lamentele anche severe, se mi si passa il termine, in quanto fino a questo momento non ho ricevuto altro che una paginetta nella quale viene formulata la proposta della Giunta. Devo anzi dire che non so per quale strano arcano non ho ricevuto la convocazione della riunione di ieri pomeriggio alle ore 15, quindi non ho nemmeno avuto la possibilità di essere presente a quella riunione. Avendo però chiesto informazioni ai colleghi Commissari presenti mi è stato detto che non ho perso molto. Di fatto il Capogruppo democristiano ha detto che ci si è limitati a considerare il volume dei documenti non entrando nel merito.
La relazione molto generale del Consigliere Viglione e le precisazioni che ha voluto fare l'Assessore mi hanno probabilmente dato un quadro più completo della situazione e mi hanno messa nella possibilità di esprimere un giudizio che necessariamente deve essere un giudizio politico, anche se ho qualche difficoltà, perché questo bilancio ci viene presentato come un bilancio eminentemente tecnico.
Devo dire che i repubblicani credono poco ai bilanci tecnici. Il bilancio e l'esercizio provvisorio sono pur sempre atti politici importantissimi; il bilancio consuntivo è il più importante atto politico di qualsiasi gestione; le deliberazioni e le leggi sono atti amministrativi gestionali che discendono pur sempre da questi atti fondamentali politici che sono quelli che si votano in occasione del bilancio di previsione e del bilancio consuntivo. Quindi abbiamo una certa difficoltà ad esprimere un giudizio su un bilancio tecnico, che non crediamo sia tale. Un bilancio avrebbe potuto essere presentato sotto il profilo tecnico se, per esempio la Giunta avesse scelto anziché i 60 giorni i 30 giorni di gestione e anziché scegliere la gestione generale del bilancio, avesse scelto la gestione per 1/12.
Questo è un bilancio che per due mesi avrà la possibilità di gestire ampiamente le risorse della Regione con delle scelte politiche anche importanti. Siamo perplessi di fronte a questa decisione della Giunta e il nostro giudizio non può essere che negativo. Questo giudizio non pregiudica il nostro atteggiamento di fronte al bilancio vero che ci verrà presentato nel prossimo anno, ne valuteremo il contenuto e le scelte e su quella base avremo la possibilità di esprimere un giudizio più circostanziato e più preciso.
Vorrei chiudere con una battuta. Nella riunione dei Capigruppo il Presidente Viglione aveva detto che se qualcuno avesse osato presentargli documenti di bilancio un'ora prima della presentazione ufficiale al Consiglio egli avrebbe votato contro. Credo di essere ampiamente autorizzata a votare contro. Ripeto che questo giudizio non sottolinea il nostro giudizio definitivo, anzi, il nostro Gruppo chiede la consultazione in Commissione e in tutte le sedi ritenute idonee affinché il bilancio che la Regione presenterà per il 1981 sia un bilancio partecipato e vissuto dall'intera comunità e venga gestito già in questi due primi mesi con correttezza amministrativa e con quella severa analisi della spesa a cui faceva riferimento l'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Capogruppo P.C.I., Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, credo che nel momento in cui andiamo ad approvare l'esercizio provvisorio, vadano comunque riprese alcune considerazioni di carattere generale (al di là dei giudizi sui tempi e sui metodi), perché mi sembra che sia un momento in qualche misura decisivo per le sorti stesse del nostro ordinamento. Mi rifaccio qui alla discussione che abbiamo sviluppato in I Commissione, particolarmente all'intervento del compagno Revelli, su una spia che sta emergendo di attacco, in realtà all'ordinamento, da parte di alcune intenzioni ben presenti tanto nella proposta di legge sulle autonomie preparata dal Governo, quanto e soprattutto riguardo al sistema della finanza locale. E' una spia che di quando in quando noi avvertiamo nei nostri dibattiti, del mettersi in moto di un rinnovato centralismo. Oggi, però, occorre rendersi conto che siamo al momento di alcune scelte. Il fatto del terremoto e la gravità di questa catastrofe accelera di colpo delle decisioni che, se vanno nella direzione che propone il Ministro Andreatta, non possiamo assolutamente accettare.
In cosa si sostanzia il quadro di riferimento e di disponibilità su cui dobbiamo basarci per impostare una politica di bilancio per quest'anno ed anche una prospezione di intervento per i prossimi cinque anni di legislatura? C'è una posizione - appunto quella esplicitata dal Ministro Andreatta - che propone di fatto una riduzione quantitativa delle risorse che la legge dello Stato assegna a Comuni e Regioni, con la motivazione di costituire un fondo nazionale per le Regioni terremotate. In occasione del dibattito a suo tempo svolto, sostenemmo l'assoluta chiarezza sul come finanziare e su chi doveva ricostruire il Mezzogiorno e soprattutto dirigerne la ricostruzione. Rafforziamo allora l'inaccettabilità della proposta (di cui dobbiamo tener conto a fronte di documenti ufficiali) di riduzione del fondo comune del 18% secco rispetto al 1980 e la riproponiamo qui. Siamo convinti - il fronte delle Regioni era piuttosto compatto su questa posizione - che era più corretto fare diversamente, cioè non cogliere questa occasione per ridurre così pesantemente l'autonomia delle Regioni di darsi una propria politica, ma soddisfare la necessità di un concorso anche cospicuo in termini di risorse, da determinarsi secondo le disponibilità e le scelte politiche che si compiono, sulla base di decisioni che le Regioni assumono e che esse stesse devono gestire contribuendo a dirigere la ricostruzione. In altre parole, posizione nettamente contraria all'individuazione di una figura delle Regioni come sottoscrittori degli Enti locali di un grande prestito allo Stato e invece, scelta decisa per un ruolo di protagonisti nelle forme che, d'altra parte, la stessa emergenza ha suggerito; infatti, senza l'aiuto delle Regioni, questo sistema di gemellaggio, di collocazione dei rapporti in loco con un certo numero di Comuni non sarebbero stati possibili, mentre queste forme possono essere anche il tessuto su cui si può dirigere insieme un processo di ricostruzione.
Ho fatto queste considerazioni perché a me preoccupa molto che passi oggi una misura che rischia di adombrare impostazioni che diventerebbero operative anche nella nuova normativa della finanza locale. Noi abbiamo una concezione centralista che sta rispuntando - io temo che voglia passare attraverso l'emergenza del terremoto in maniera un po' indolore nella società, nell'opinione pubblica, nella cultura amministrativa e politica per cui si accentua ai limiti dell'insostenibilità la rigidità dei bilanci delle Regioni e degli Enti locali, lasciando invece i margini di flessibilità al bilancio statale.
A me sembra che il processo debba essere inverso: se autonomia ha un significato, se lo Stato è Stato-ordinamento e non Stato-Ente, se, quindi si concorre, in una pluralità di soggetti a determinare le finalità dello sviluppo e delle politiche e a costruirvi sopra interventi (a seconda delle valutazioni autonome di assemblee peraltro elette in primo grado e quindi con piena autorità politica) allora quanto più la rigidità si cala su questi livelli e li depotenzia, tanto più il discorso riguarda la questione di fondo del nostro ordinamento, delle nostre istituzioni. Voglio elevare qui, molto esplicitamente, un richiamo allarmato e preoccupato. D'altronde ci siamo dati come programma di Commissione - su proposta del Consigliere Revelli - una tappa: in Commissione intenderemmo, sulla base delle opinioni che emergeranno dai vari Gruppi, arrivare ad una posizione unitaria di questo Consiglio, per portarla alla consultazione che verrà fatta con le Regioni. Mi pare un appuntamento cruciale che ha una rilevanza anche su come poi facciamo questo bilancio e su come, poi, prospettiamo i bilanci degli anni prossimi. Aggiungo ancora: a me sembra che su queste questioni la nostra attenzione si stia facendo strada, ma credo che non basti dobbiamo riuscire a mettere in chiaro che per questa strada passa, o rischia di passare, qualcosa che al limite giustificherebbe anche la scomparsa delle Regioni; perché esse hanno avuto nella normativa costituzionale la funzione di espressione della riforma dello Stato e qualora diventassero delle agenzie di spesa incanalate entro una rigidezza di parametri e fosse loro completamente sottratto il potere di concorrere alle decisioni generali, si giustificherebbe appunto la loro scomparsa.
Dall'altro lato abbiamo il versante della riforma istituzionale, che non ci preoccupa meno, perché il riapparire di un Ente intermedio rischia di essere l'elemento che, unito a quello che ho prima esposto, annulla il motivo principale per cui, per esempio, una stagione di riforme politiche si incentrò, sul piano istituzionale, sulla crescita di un Ente Regione come ente di legislazione, di programmazione e di autonomia.
Ho voluto richiamare questi concetti perché a me sembra che questo sia il filone maggiore a cui deve presiedere un nostro ragionamento.
Si è parlato di tagli: a me pare che sia un'operazione molto corretta quella di cercare di arrivare a determinare il quadro realistico ed anche pessimistico della situazione possibile; questa operazione ritengo sia importante, ma io credo che si debba partire da lì per esercitare quelle forzature politiche, su questo versante, che sono necessarie. Per essere ancora più esplicito, credo che, dato un certo quadro, noi possiamo anche con l'arma delle leggi che votiamo, dei programmi che impostiamo e della quantificazione che diamo, mettere in mora sostanzialmente lo Stato e certe sue decisioni, perché credo che al di là degli aspetti politici ci sia una logica propria delle istituzioni e forzature da questo lato, se coscientemente assunte, se controllate e governate sono in qualche misura necessarie.
Contabilmente non possiamo che accettare questa riduzione del 18%, nel momento in cui l'unico documento che abbiamo è questo; però invito tutti i colleghi a riflettere se non sia invece necessario ribadire una posizione unitaria che si farà carico, ad esempio, nell'ambito del piano di sviluppo dell'aiuto al sud, ma che rivendichi che i fondi ex art. 8 sono fondi a disposizione interamente della Regione perché ne possa fare oggetto della sua politica.
Per quanto riguarda, poi, più in specifico la questione del bilancio credo che il rigore sia d'obbligo e per esso nessuno può gravarsi di responsabilità; ma questo rigore deve riuscire a concretizzare quel concetto che dicevo prima, di Regione con potestà autonoma di governo e capacità di determinare una politica. Allora, anche sotto questo profilo capire quegli elementi di novità che l'istituto regionale ha già introdotto sul piano, per esempio, delle grandi impostazioni di programma, di piano di studio, di iniziativa nei confronti della società, è un modo per riuscire ad essere legati con grande coerenza ad un concetto giusto di rigore.
Certo, ci sono altre spese, però credo che, per esempio, sul problema della revisione legislativa e della priorità di altri settori ci possa essere una disponibilità non indifferente. E' solo in questa maniera che riusciamo a coniugare un momento di difficoltà e di effettiva emergenza con un momento in positivo che è quello di andare avanti dell'istituzione regionale. Se, invece, ci accorgessimo che il rigore e l'emergenza ci portano solo a continuare una pratica amministrativa, pur necessaria, non dico di no, ma a fare della Regione un mero ente amministrativo, io comincerei ad avere qualche dubbio. Pertanto, dobbiamo avere questa capacità di introdurre il rigore, ma come elemento immanente ad un concetto di politica di programmazione e di governo da parte dell'istituzione regionale, anche nei confronti degli Enti locali, ridefinendo accuratamente tutta una serie di compiti e di funzioni che insieme ci devono portare al risultato finale e non congiuntamente, a scavalco, o in sovrapposizione.
Questo è un altro tema su cui credo che anche l'azione di programmazione di raccordo istituzionale (a cui si richiama sempre Viglione) si deve basare.
Da ultimo voglio qui esprimere da parte del mio Gruppo un ringraziamento all'Assessore che credo abbia, nel corso del suo lavoro manifestato l'intenzione di recuperare tutta una serie di tempi. Il fatto che oggi si arrivi, sia pure in questa veste tecnica, dove devono essere ancora precisate delle scelte e delle risorse - cosa, peraltro, che verrà fatta ai primi di gennaio - alla presentazione di un esercizio provvisorio insieme ad un bilancio che non è solamente una bozza, ma ha già la pretesa di abbracciare le intenzioni dell'Amministrazione regionale, sia un fatto importante. Certo, siamo anche arrivati all'ultimo momento, ma credo che lo sforzo fatto per dare comunque compiutezza e definitività (sia pure con le riserve delle scelte ancora da determinare) sia stato uno sforzo di cui do atto alla Giunta. Su questa strada ritengo che possiamo arrivare a regime entro quest'anno, con un rispetto dei tempi e del valore delle scadenze.
Dico valore, perché secondo me è ora che ci intendiamo su quello che, per la verità, è sempre andato come lettera morta, cioè il bilancio non è più con la scadenza di fine anno, l'ultima spiaggia; c'è una serie di atti che determinano in maniera dinamica le politiche di bilancio da parte dell'Ente regionale. C'è, allora, un momento importante come l'assestamento, che forse continuiamo a ritenere un momento meramente complementare, meramente dovuto, mentre la politica di bilancio, per quelle novità che sono state introdotte nella legge di contabilità, deve diventare un momento permanente di guida della politica regionale, attraverso alcuni momenti di verifica di pari peso e di pari importanza, come l'assestamento, appunto.
Mi auguro che l'anno 1981 possa essere il momento in cui cominciamo ad entrare a regime senza avere più i preliminari un po' tradizionali che danno un carattere di facile prevedibilità allo scenario di fine anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, egregi colleghi, il nostro Gruppo approva l'esercizio provvisorio perché crede che una discussione sul bilancio necessiti di tempi più lunghi soprattutto alla luce dei fatti nuovi che hanno aggravato la situazione del Paese. Mi riferisco alla situazione nel Meridione dopo il terremoto per la quale abbiamo già fatto le nostre proposte in ordine all'intervento della Regione con corsi di formazione professionale finalizzati alla ricostruzione ed allo sviluppo di quelle zone. Crediamo che la discussione sul bilancio debba comprendere la previsione di capitoli di spesa per progetti specifici della Regione finalizzati alla ricostruzione di quelle zone.
Credo che una discussione approfondita sul bilancio debba anche tenere conto dello sviluppo di questi ultimi tempi in cui i titoli Fiat hanno ripreso quota in Borsa. Certo, questo non può essere rapportato ad un'immediata ripresa del settore auto, perché le tendenze in atto sono finalizzate ad una progressiva riduzione del personale e al riprodursi del fenomeno degli eccedenti non soltanto all'interno del settore auto.
Quindi una discussione sul bilancio deve far capire dove orientiamo lo sviluppo e dove orientiamo la spesa. Inoltre, in che modo la Regione destina i capitoli di spesa rispetto al problema dell'energia? Non possiamo pensare che questo problema venga delegato unicamente al Governo, il quale tra l'altro, continua la sua latitanza in ordine al piano energetico. Di qui la necessità che la Regione individui capitoli di spesa finalizzati agli interventi energetici, all'attivazione di fonti di energia alternativa visto che il Governo individua come unico intervento il taglio dei consumi.
Una discussione sul bilancio così approfondita non potrà esaurirsi in una settimana ed è per questo che l'esercizio provvisorio è determinato dai tempi e dalle circostanze.
Per questi motivi il nostro voto è favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione economica e al bilancio pluriennale

Il Consigliere Paganelli ed io apparteniamo alla congregazione dei "vecchi della Regione", associazione che credo costituiremo sotto la Presidenza onoraria di Benzi, per cui ci possiamo scambiare delle esperienze che ormai sono comuni ad un gruppo ristrettissimo di Consiglieri Lo schema di bilancio per l'esercizio provvisorio, che è stato illustrato dal relatore e dall'Assessore; è accompagnato anche da uno schema di bilancio pluriennale 1981-1983, che è stato predisposto per programmi e progetti e che ha le stesse caratteristiche di provvisorietà che ha il bilancio, derivanti dalla mancata conoscenza, che nel caso del pluriennale è ancora più rilevante, dei flussi di risorse che possono affluire alle Regioni nel corso del prossimo triennio.
In effetti, questo pluriennale segna dai 2.227 miliardi dell'81 un passaggio a 1.864 nell'82, a 1.905 nell'83. Questa, che pare essere una riduzione di dimensione del bilancio, quindi di risorse, è dovuta essenzialmente ad alcuni fatti che certamente saranno rimossi nel corso dei prossimi anni, in modo particolare al venir meno di finanziamenti di leggi pluriennali statali che o cessano del tutto la loro validità nel corso del triennio, o delle quali, comunque, non è nota in questo momento la franche annuale di finanziamento: quindi, nel corso dei prossimi tempi, queste previsioni per ora sommarie saranno suscettibili di modificazione. Abbiamo comunque preferito compilare un documento di questo tipo per completezza di elementi informativi. Tra l'altro attiverà anche, per i membri della I Commissione, la relazione sulla situazione socio-economica che l'Ires ci ha consegnato questa mattina.
Il dato da cui bisogna partire nella considerazione di questi documenti, sta nella loro caratteristica. Ha ragione il Consigliere Vetrino Nicola nel dire che nessun bilancio è mai soltanto un fatto tecnico, ma è anche un fatto politico, però io vorrei rimarcare che la scadenza del tutto eccezionale nella quale ci troviamo quest'anno a discutere il documento, ha fatto sì che di fatto la formulazione del documento di bilancio fosse ancora più scheletrita rispetto a quello che si usa definire un bilancio di ordinaria amministrazione. E' una prassi corretta, nei rapporti tra Giunta e Consiglio, non presentare in occasione dell'esercizio provvisorio dei bilanci che contengano delle scelte politiche definite, rinviando alla fase di discussione e di approfondimento del documento il momento in cui queste scelte vengono fatte e tradotte in stanziamenti di bilancio. Quindi, il documento di bilancio che accompagna il bilancio di previsione è sempre di ordinaria amministrazione.
In questo caso il documento è ancora più contenuto nelle sue previsioni e volutamente, nel senso, cioè, che si limita a riportare nei diversi capitoli, in modo estremamente rigoroso dal punto di vista della normativa di contabilità, semplicemente quegli stanziamenti già definiti in base a delle previsioni di spesa certe e rigide (personale, funzionamento), oppure quegli stanziamenti il cui obbligo di iscrizione nel bilancio nasce già da fatti precisi: o da una legge regionale che fissa l'ammontare dello stanziamento annuale, o da stanziamenti dello Stato che hanno vincolo di destinazione e che devono essere riprodotti in questo modo, o da slittamenti dell'80 che si ripercuotono sull'81 per scelte già assunte.
Quindi, è un bilancio dal quale è assente la volontà di determinare orientamenti della spesa e, anzi, nel quale occorrerà procedere ad inserire determinate spese già nel corso del lavoro che faremo di consultazione in gennaio. In altri termini, il bilancio sul quale andremo a votare alla fine di questo breve iter di consultazioni dovrà essere sostanzialmente diverso da quello che è stato consegnato qui, perché questo è soltanto la riproduzione degli impegni di spesa fin qui obbligatori per la Regione e non contiene neppure quelle cose che, non obbligatorie per legge, sono peraltro anche necessarie ai fini del completamento, per esempio, dei programmi e progetti già avviati e in fase di completamento, gli stanziamenti che devono essere necessariamente fatti perché sono una proiezione pluriennale, ma che non trovano nella legge già la cifra fissata e che quindi vengono iscritti a lire zero.
Naturalmente su tutto ciò si innesta un limite di risorse che renderà estremamente dura la scelta sull'uso alternativo da fare delle risorse. Ma questo è un discorso che vedremo nella sede propria, così come nella sede propria vedremo ed approfondiremo i temi sui quali Bontempi oggi ci richiamava, che sono legati al rapporto Regioni-Stato in termini di disponibilità di risorse. Non vi è dubbio che gli eventi gravi accaduti, le necessità di una manovra complessiva della finanza pubblica da parte del Tesoro, non sono invenzioni: il Tesoro porta avanti una politica restrittiva e di recupero al centro non solo di quantità di risorse, ma delle leve per manovrare queste risorse. Non c'è dubbio che il Tesoro tradizionalmente il momento più centralista della macchina, dello Stato tende, con un dinamismo che il nuovo Ministro gli ha impresso, ad accentuare questa sua caratteristica; quindi, il tentativo rischioso che fu fatto (e che non è passato) in occasione della formulazione della legge finanziaria che accompagna il bilancio preventivo dello Stato per il 1981 era di decurtare il fondo regionale ex art. 8, intervenendo a modificare i procedimenti di formazione delle risorse e, quindi, non di togliere i quattrini alle Regioni dal fronte della spesa, per destinarli ad una spesa forzosa a favore delle zone terremotate, ma di toglierli dalla parte delle entrate, cioè modificando i criteri di formazione del fondo ex art. 8.
Questo disegno, ove fosse stato raggiunto, avrebbe comportato una situazione nuova nel momento in cui deve essere discussa la nuova legge finanziaria regionale, non accettabile da parte delle Regioni. Peraltro questo disegno non è passato, il testo della legge finanziaria non contiene proposte di questo genere, quindi il discorso che faremo in Commissione non è già condizionato da una battaglia perduta in partenza. In questo senso avremo, come ho già detto, tempi e modi ampi per approfondite questa tematica che certamente nei prossimi mesi sarà una di quelle centrali. Non dobbiamo dimenticare, discutendo di finanza locale, che questo è anche l'anno in cui si deve discutere la finanza regionale, cioè siamo carenti della normativa fondamentale in tema di finanza regionale.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La Giunta regionale è autorizzata, ai sensi dell'art. 79 dello Statuto, ad esercitare provvisoriamente, fino a quando non sia approvata per legge e non oltre il 28 febbraio 1981, il bilancio per l'anno finanziario 1981 secondo gli stati di previsione e le norme contenute nel relativo disegno di legge all'esame del Consiglio regionale, in conformità alla disciplina dettata dagli artt. 34 e 35 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12 senza alcuna limitazione all'entità degli stanziamenti utilizzabili".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della ma pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 38: "Recepimento dei contenuti del 2° accordo nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario - Modifiche alla legge regionale 17/12/1979 n. 74"


PRESIDENTE

Il punto quinto all'ordine del giorno ci chiama all'esame del progetto di, legge n. 38: "Recepimento dei contenuti del 2° accordo nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario - Modifiche alla legge regionale 17/12/1979 n. 74".
La parola al relatore, Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge che siamo chiamati a votare recepisce i contenuti dell'accordo nazionale siglato il 22/7/1980 per il personale delle Regioni a Statuto ordinario e conseguentemente modifica ed integra la legge regionale 17/12/1974 n. 74 relativa allo stato giuridico ed al trattamento economico del personale regionale.
L'accordo firmato il 22/7/1980 tra Governo e Regioni a Statuto ordinario ed organizzazioni sindacali ha valore per il periodo 1/1/1979 31/12/1981.
La normativa proposta riproduce nella sostanza i punti contenuti nell'accordo già richiamato. Rispetto alla precedente legge regionale n. 74 del '79, il presente disegno di legge introduce nuovi istituti normativi di particolare rilievo quali la formazione professionale, il diritto delle organizzazioni sindacali all'informazione, la contrattazione decentrata, il trasferimento del personale tra Enti locali e la progressione economica che certamente rivaluta i livelli salariali del personale rispetto al recente passato.
Di particolare rilievo è l'art. 2 che introduce, a fianco dei già sperimentati pubblici concorsi, nuove forme di reclutamento e selezionamento del personale. Con successivo regolamento del, Consiglio regionale saranno stabilite le professionalità e le modalità di reclutamento.
All'art. 3 il disegno di legge recepisce quanto disposto dall'accordo contrattuale relativamente all'orario di lavoro. In proposito la I Commissione ritiene, d'intesa con l'Assessore competente, che prima di giungere all'attuazione dell'orario di 36 ore settimanali, come previsto dall'accordo contrattuale, sia verificato in sede di Commissione il protocollo d'intesa con le organizzazioni sindacali, per meglio disciplinare la materia anche in riferimento all'utilizzazione delle ore di permesso individuale onde garantire che la riduzione contrattuale non porti l'orario effettivo al di sotto delle 36 ore. La Commissione unanimemente ritiene, in accordo con la Giunta, che siano da evitare forme di orario continuato a fronte dei bisogni di presenza che sono richiesti per lo svolgimento dei compiti dell'istituto della Regione.
Un giudizio positivo meritano altri articoli che introducono elementi di novità nella contrattazione del pubblico impiego, tra questi l'art. 8 che introduce il diritto all'informazione delle organizzazioni sindacali sull'attività della Regione comportante conseguenze sull'organizzazione del lavoro e sul funzionamento dei servizi, l'art. 9 che definisce gli ambiti entro cui va svolta la contrattazione decentrata e l'art. 12 che stabilisce per la prima volta, in un accordo nazionale per il personale regionale delle norme inerenti la formazione, l'aggiornamento professionale.
Nel licenziare all'unanimità il presente disegno di legge la Commissione ritiene, e su questo punto vi è l'impegno della Giunta, che sia opportuno affrontare nella propria sede ed eventualmente riportando il dibattito in Consiglio regionale tutta la tematica della gestione del personale. La Commissione, infatti, è profondamente convinta che la politici del personale sia uno dei punti maggiormente qualificanti per rendere concretamente operanti ed incisive territorialmente le scelte amministrative della Regione Piemonte. Tenendo conto delle osservazioni formulate la Commissione raccomanda al Consiglio regionale di esprimere il proprio voto favorevole



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il 22 luglio 1980 è stato siglato tra le forze Sindacali, le forze politiche e le Regioni, il contratto di cui ci dobbiamo occupare oggi.
Venerdì 19 dicembre, nella tarda serata, viene consegnato il disegno di legge che deve essere approvato ed esaminato con tutta la rapidità possibile ieri in Commissione ed oggi in Consiglio. Le opposizioni sono messe, come capita spesso nel momento in cui si discute qualche problema di personale, in un dilemma: da una parte ci sono le attese del personale (perché se questo disegno di legge viene approvato rapidamente gli uffici metteranno in moto la macchina e a febbraio si pagheranno già le nuove retribuzioni) e, dall'altra, la necessità di controllo, perché dobbiamo svolgere una funzione di controllo e di opposizione. Non solo, ma viene distribuita una bozza di accordo - sempre quello siglato il 22 luglio 1980 che, abbiamo poi appreso ieri in Commissione, non era neanche quella definitiva, cosicché i Consiglieri non sono stati messi in condizione di raffrontare il contratto siglato con il testo del disegno di legge che veniva loro consegnato.
Ho detto prima, facendo un brevissimo intervento sull'esercizio provvisorio, e ripeto qui, che quando noi sentiamo parlare della centralità del Consiglio, facciamo riferimento a questi fatti concreti, perché sono questi che dimostrano se il Consiglio è il momento centrale della vita della Regione o tutt'altro. In questo caso vi è responsabilità non solamente degli amministratori, ma anche di chi ha responsabilità amministrativa all'interno del personale regionale.
Nel breve tempo che ci è stato dato per esaminare questo disegno di legge avevamo accentrato la nostra attenzione su due articoli; questi articoli hanno avuto ieri, in Commissione, un loro chiarimento. Quello che maggiormente ci preoccupava è stato opportunamente modificato, con il comma che demanda ad un regolamento consiliare la facoltà di stabilire la professionalità e le modalità previste in questo articolo.
Vi era un altro articolo che, forse, nella stesura definitiva diventa il 23, riguardante l'attribuzione dei livelli: anche questo ha avuto un chiarimento. Debbo dire che in una successiva lettura tra la Commissione ed il Consiglio di oggi, ho visto un altro articolo che mi lascia parecchie perplessità: di per se stesso sarebbe insignificante, se non ci mettesse sull'avviso che forse c'è sotto qualcosa; infatti, quello che preoccupa è la parte finale di questo articolo, sulla quale chiedo all'Assessore di dare delle spiegazioni, perché non vorremmo che fosse un pacchettino ch viene poi aperto al momento opportuno: "Sono fatte salve le condizioni di miglior favore per i dipendenti, sempre che non siano esplicitamente disciplinati dalla presente legge e dalla legge regionale 17/12/1979 n.
74". Vorremmo sapere, in sostanza, se in queste due righe si cerca di predisporre qualcosa che serva poi a risolvere sotto il profilo legislativo una vexata quaestio che vi è (sulla quale esiste anche una nostra interrogazione) cioè quella della compatibilità dell'art. 5 della legge 77 con la legge 1979.
Debbo rilevare, con piacere, viceversa, che ieri in Commissione, il Capogruppo comunista Bontempi, davanti a nostre perplessità, ha proposto che la Commissione metta sul tappeto senza riserve tutti i problemi che i vari Gruppi ritengano sussistere in materia di gestione del personale: questa proposta è stata puntualmente ripresa dal relatore Consigliere Valeri.
Noi ieri abbiamo espresso voto favorevole, sia pure con tutte le riserve sul modo in cui eravamo chiamati ad operare, a questo disegno di legge. Manteniamo il voto favorevole se la Giunta ci darà sull'art. 23 o 24 i chiarimenti necessari, o proporrà modifiche che siano tali da far sì che questo articolo non nasconda sorprese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Faccio mie le considerazioni del Capogruppo della D.C. in ordine all'art. 24 che ha attirato la nostra attenzione. Suggerisco all'Assessore l'opportunità di depennare l'articolo stesso oppure di valutare l'emendamento integrativo che ho predisposto e che rassegno dopo aver sentito i suoi chiarimenti. La mia preoccupazione è che non esista alcun contrasto con la legge del '79. E' un emendamento integrativo ma anche interpretativo dell'articolo. Per correttezza nei confronti dell'Assessore propongo l'emendamento solo qualora non venga dalla sua dichiarazione un chiarimento tranquillizzante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa per la replica.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio e alle finanze

Per quanto concerne il problema che è stato sollevato dal collega Paganelli, relativamente ai tempi in cui è stato presentato questo disegno di legge, devo riconoscere che i tempi sono stati stretti, ma anche in questo caso, come nel caso relativo al bilancio, l'interruzione della legislatura ha portato ad un accumularsi di problemi del personale che dovevano essere risolti preventivamente al recepimento della legge e del contratto.
Devo anche affermare in questa sede che la Regione Piemonte, compiendo oggi l'atto di approvazione del contratto, è la prima Regione in Italia ad approvare il contratto collettivo di lavoro che, per le note vicissitudini entra in vigore il l° febbraio, pur avendo decorrenza dal 1° gennaio 1979.
Quindi, l'osservazione che tu fai relativamente ai tempi stretti dati alla Commissione mi trova consenziente; dal punto di vista, invece, di un ritardo generale perché il contratto era stato firmato al 22 luglio, tengo a precisare che siamo la prima Regione che porta in Consiglio regionale il contratto, perché esistevano qui una serie di adempimenti preliminari all'approvazione del contratto.
L'impegno da noi assunto per l'approvazione del contratto entro dicembre, quindi dopo il visto del Governo, la sua entrata in vigore al 1 gennaio, in .modo che anche le retribuzioni ed i fatti normativi dal 1 gennaio siano puntualmente realizzati, è a nostro giudizio un segno della volontà della Giunta di attuare, relativamente alla politica del personale un indirizzo coerente alla valorizzazione - qui mi riferisco a quanto Viglione ha detto più volte in questo Consiglio - perché il personale è la risorsa più preziosa di cui la Regione usufruisce e quindi di impostare una politica del personale che sia di completezza e di sviluppo delle risorse del personale.
Per quanto concerne gli articoli citati, relativamente all'articolo che disciplina i nuovi modi di selezione devo dire che la modifica non è stata fatta ieri in Commissione, ma era già nel testo presentato alla Commissione stessa; per cui tengo a precisare che è nata da iniziativa di Giunta.
Per quanto concerne l'altro articolo che tu hai citato, devo dire che mi stupisce che si pensi che sotto gli articoli ci sia chissà quale trama.
L'articolo aveva forse una formulazione infelice; diceva semplicemente che poiché il contratto entra in vigore il 1° febbraio 1981, ma in realtà parte dal 1° gennaio 1979, gli effetti economici partono dal 1° febbraio 1981 gli effetti giuridici dal 1° gennaio 1979, per non avere il periodo 1 gennaio 1979 al l febbraio 1981 scoperto dal punto di vista giuridico.
Comunque, su questo, abbiamo trovato in Commissione una formulazione che esprimeva meglio questo concetto.
Lo stesso devo dire al Consigliere Marchini ed al Consigliere Paganelli riguardo all'art. 24, che non nasconde nulla; è uno di quei tanti articoli che normalmente vengono posti nelle leggi come norme di salvaguardia e di precisazione, sulla cui utilità possono esserci dubbi, ma che convenzionalmente vengono posti e, devo dire, vengono chiesti dal Governo su questi specifici contratti, come norme di chiusura e non di apertura.
Per quanto riguarda la discussione dell'art. 5, non mi è giunta ancora l'interrogazione, comunque, appena mi arriverà la esaminerò e darò la risposta.
Per quanto riguarda l'art. 24, il suo rapporto relativamente al problema dell'art. 5 non esiste. L'art. 24 è semplicemente una norma di salvaguardia e, in particolare, per quanto richiedeva il Consigliere Marchini, dice semplicemente questo: poiché nella Regione sono confluiti storicamente dei gruppi di persone che, provenendo da Enti diversi, avevano trattamenti economici diversi, questi trattamenti economici sono mantenuti "ad personam" nonostante i vari contratti. Questo per equità generale stabilita nel diritto del lavoro relativamente a questi tipi di trattamento. Quindi, la norma dice solo che sono fatte salve le condizioni di miglior favore per i dipendenti, sempreché non siano disciplinate esplicitamente dalla presente legge. Se, in sostanza, dei dipendenti conferiti alla Regione da qualche legge di trasferimento da altro Ente hanno condizioni di trattamento di miglior favore rispetto a quelle stabilite dal contratto le mantengono, salvo che il contratto stabilisca diversamente.
Quindi, tengo ad assicurare che questa norma non nasconde nulla; ha solo questo significato ed è stata introdotta solo con questo scopo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli per una puntualizzazione.



PAGANELLI Ettore

Prendo atto della risposta dell'Assessore che questo articolo non sarà invocato nel momento in cui dovremo risolvere questo problema, perch l'art. 5 è in contrasto tra una legge e l'altra. Prendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore e dichiaro che mantengo il voto favorevole alla legge.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Siccome le dichiarazioni di buona volontà in termini legislativi significano poco, presento comunque l'emendamento perché rimanga agli atti.
Lo ritirerò nel momento in cui andrà in votazione dichiarando che quanto ha espresso l'Assessore rende superflua la presentazione dell'emendamento.
Rimane comunque come materiale di riflessione; preciso il fatto che queste situazioni pregresse dei dipendenti non devono contrastare con la legge del '79.



PRESIDENTE

Si può quindi procedere alla votazione dell'articolato.
Titolo I Finalità Art. 1 (Finalità della legge) "Con la presente legge la Regione recepisce i contenuti del secondo accordo nazionale per il personale delle Regioni a Statuto ordinario relativo al triennio 1979/1981 la cui scadenza è stabilita al 31/12/1981".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Titolo II Stato giuridico Capo I Modalità di selezione Art. 2 (Modalità di selezione del personale) "Fermo restando quanto previsto all'art. 12 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, a sua integrazione, si aggiunge il seguente diciottesimo comma: 'Per il personale con peculiari professionalità, le modalità di reclutamento possono altresì articolarsi in due fasi distinte: la prima consistente in una selezione di candidati previo esame di titoli professionali e di servizio e previo colloquio per l'ammissione ad un corso finalizzato alla formazione specifica dei candidati stessi la seconda di un accertamento sulla formazione conseguita nel corso stesso con conseguente predisposizione di una graduatoria di merito per il conferimento dei posti. Le peculiari professionalità e le modalità di reclutamento di cui al comma precedente saranno determinate con Regolamento consiliare'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Capo II Doveri e diritti connessi all'esercizio delle funzioni Art. 3 (Orario di lavoro) "Salvo quanto sarà disposto da eventuale normativa generale sul pubblico impiego l'orario di lavoro viene fissato in 36 ore settimanali.
Il raggiungimento di tale condizione avviene con la seguente gradualità: 37 ore e mezza settimanali fino al 30/6/1981 37 ore settimanali a decorrere dall'1/7/1981 e 36 ore settimanali a decorrere dall'1/1/1982.
L'articolazione dell'orario è stabilita, previa contrattazione con le organizzazioni sindacali, con deliberazione della Giunta regionale.
Il primo ed il secondo comma dell'art. 15 della legge regionale 17/12/1979 n. 74, sono abrogati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Prestazioni di lavoro straordinario) "L'art. 16 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è integrato dal seguente terzo comma: 'La Giunta regionale può altresì autorizzare, con effetto dal 1 febbraio 1981, in presenza di esigenze di carattere eccezionale e per specifiche posizioni di lavoro, previo confronto con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, un numero di dipendenti regionali non superiore al 2% dell'organico, ad effettuare lavoro straordinario oltre il limite individuale di 300 ore annue fermo restando i limiti di spesa di 150 ore annue pro-capite. I dipendenti cui può applicarsi la presente normativa sono quelli che operano in diretta collaborazione e per il funzionamento con gli organi istituzionali dell'Ente'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Interruzione ferie) "All'art. 17 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è integrato nel penultimo comma: 'L'utilizzo del periodo di congedo ordinario è interrotto nel caso di ricovero ospedaliero o gravi malattie od infortuni gravi, adeguatamente documentati'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Congedo per gravidanza e puerperio) "La lettera g) dell'art. 18 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è abrogata e sostituita dalla seguente lettera g): 'g) per gravidanza e puerperio: nei limiti della legge 30/12/1971, n. 1204 con trattamento intero nel periodo di astensione obbligatoria, anteriore e successiva al parto'.
Per il periodo successivo al parto in cui la dipendente ha diritto ad astenersi dal lavoro, essa è considerata in congedo straordinario per maternità, con diritto al trattamento giuridico economico spettante in base alle vigenti norme per il personale statale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Congedo per cure) "L'art. 20 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è integrato dal seguente secondo comma: 'E' considerato assenza per malattia il congedo fruito per attendere a cure idropiniche e termali.
Il dipendente è tenuto a documentare tale necessità, tramite produzione di certificato rilasciato dal medico curante attestante il tipo di cura cui deve sottoporsi, la durata delle stesse e la località prescelta.
Al suo rientro il dipendente deve documentare all'Amministrazione l'avvenuta terapia'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Capo III Diritti sindacali e politici Art. 8 (informazione) "Nel rispetto delle competenze proprie degli organi istituzionali ed al fine di ricercare ogni contributo di partecipazione al miglioramento ed all'efficienza dei servizi, la Regione garantisce una costante e tempestiva informazione alle organizzazioni sindacali sugli atti e sui provvedimenti che riguardano il personale, l'organizzazione del lavoro ed il funzionamento dei servizi, nonché i programmi e gli investimenti della Regione L'informazione riguarda sia gli atti e i provvedimenti che direttamente attengono le materie predette sia atti o provvedimenti relativi ad altri oggetti dai quali, comunque,discendono conseguenze riguardanti il personale, l'organizzazione del lavoro ed il funzionamento dei servizi.
L'informazione avviene a livello di strutture sindacali orizzontali e verticali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Contrattazione decentrata) "Nell'ambito e nei limiti stabiliti dalla disciplina dell'accordo contrattuale nazionale, la Giunta regionale adotta le decisioni nelle materie di seguito indicate previo confronto in sede regionale con le organizzazioni sindacali firmatarie dell'accordo nazionale: a) formazione ed aggiornamento professionale, nel quadro dei programmi regionali, nonché riqualificazione in relazione ai programmi di sviluppo e adeguamento della struttura operativa regionale b) articolazione degli orari di lavoro c) standards di rendimento ivi comprese verifiche periodiche sui risultati del lavoro straordinario d) sistemi, criteri e modalità per i riscontri di produttività volti a migliorare l'efficienza dei servizi nonché connessi criteri di valutazione e) proposte concernenti la gestione dei servizi sociali riguardanti il personale dipendente f) organizzazione interna e funzionamento degli uffici e dei servizi.
Qualora, a seguito di ristrutturazione dei servizi, emergano nuovi profili professionali, si provvederà all'inquadramento nei livelli mediante la contrattazione decentrata.
A tal fine la Regione procederà mediante riqualificazione professionale del personale in servizio, con concorso interno ai fini dell'inquadramento.
Gli accordi decentrati non possono comportare modificazioni al trattamento economico previsto dalla presente legge, in conformità all'accordo contrattuale nazionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Scioperi brevi) "Per gli scioperi di durata inferiore alla giornata lavorativa le relative trattenute sulle retribuzioni sono limitate all'effettiva durata dell'astensione dal lavoro.
In tal caso la trattenuta per ogni ora di astensione dal lavoro è pari alla misura oraria del lavoro straordinario di cui all'art. 40 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, escluse le maggiorazioni ivi previste aumentata della quota corrispondente agli emolumenti a qualsiasi titolo dovuti e non valutati per la determinazione della tariffa predetta, con esclusione in ogni caso delle quote di aggiunta di famiglia.
I dipendenti regionali hanno diritto di riunirsi in assemblea nei luoghi dove prestano servizio, fuori dell'orario di lavoro. Possono altresì riunirsi durante l'orario di lavoro medesimo nei limiti di 12 ore annue.
Il primo comma dell'art. 27 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è abrogato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Capo IV Mobilità e formazione Art. 11 (Trasferimento di personale tra Regioni e gli Enti locali) "Ferma restando la normativa di cui agli artt. 33, 34 e 35 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è consentito il trasferimento del personale di ruolo dalle Regioni agli Enti locali e viceversa.
Il relativo provvedimento è adottato con il consenso dell'interessato, dopo un preventivo periodo di comando o assegnazione con convenzione dalle U.L.S., non inferiore ad un anno, con l'assenso delle Amministrazioni interessate, a condizione che esista la disponibilità del posto in organico corrispondente al livello funzionale rivestito dal dipendente nell'Ente di provenienza".
Riguardo all'art. 11 chiede di parlare il Consigliere Chiabrando.
Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Art. 11 - La dizione giusta è: "tra la Regione e gli Enti locali".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al personale

E' una norma generale di contratto che si riferisce alla pluralità dei soggetti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Scritto così da Roma sta bene. A Torino va modificato. Noi possiamo stabilire il passaggio di personale dalla Regione Piemonte ad altre Regioni e ricevere personale dalle altre Regioni; e così per gli Enti locali, ma non regolamentiamo il passaggio del personale dalla Regione Lombardia, per esempio, al Comune di Milano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Questa norma permette il passaggio di personale dalle Regioni agli Enti locali, poi si disciplinerà il passaggio concreto.



CHIABRANDO Mauro

Non sono soddisfatto.



PRESIDENTE

Consigliere Chiabrando, se dobbiamo regolamentare il passaggio dalla nostra Regione ad un'altra Regione comunque le Regioni sono due.



REVELLI Francesco

Ha ragione Chiabrando.



TESTA Gianluigi, Assessore al personale

Non vorrei fare una discussione letterale. Essendoci queste norme ed un conseguente controllo del Governo non vorrei che su queste piccole cose ci fossero da parte del Commissario delle osservazioni. Sembra quasi che vogliamo limitare all'interno del nostro discorso, mentre la normativa generale interessa le Regioni.
Nel dubbio preferisco mantenere questa formulazione perché ci garantisce a livello di controllo governativo. Dal punto di vista logico e grammaticale posso anche essere d'accordo con Chiabrando e con Revelli però non vorrei che una formulazione diversa facesse sembrare le cose solo in termini di Regione Piemonte.



REVELLI Francesco

Vorrei proporre di lasciare il testo così com'è chiedendo al Commissario di Governo se si può dare la titolarità alla Regione Piemonte sempre che non muti nulla e non limiti.



TESTA Gianluigi, Assessore al personale

D'accordo. Faremo la verifica con il Commissario di Governo.



PRESIDENTE

Procediamo alla votazione dell'art. 11.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Formazione e aggiornamento professionale) "La Regione promuove e favorisce forme permanenti di intervento per la formazione, l'aggiornamento, la qualificazione e la specializzazione professionale del personale secondo i principi di cui agli artt. 8 e 31 della legge regionale 20/2/1979, n. 6.
La Giunta regionale, definisce, previa contrattazione con le organizzazioni sindacali del personale, i piani periodici, delle iniziative e dei corsi di qualificazione ed aggiornamento, nonché le loro modalità di svolgimento e le condizioni di partecipazione.
A tale fine vengono stabiliti con le stesse procedure anche gli orari di lavoro che favoriscano la partecipazione del personale alle iniziative di formazione e corsi nonché i criteri di utilizzo parziale delle 150 ore.
Il personale che in base ai predetti programmi è tenuto a partecipare alle iniziative e corsi decisi o approvati dalla Giunta è considerato in servizio a tutti gli, effetti; in tal caso i relativi oneri per la partecipazione sono a carico della Regione.
Qualora le iniziative e i corsi si svolgano fuori sede, competono ricorrendo le condizioni previste dalla normativa regionale in vigore l'indennità di missione e il rimborso spese previsti dalla normativa medesima".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Titolo III Trattamento economico Art. 13 (Trattamento economico di livello) "Al personale del ruolo unico regionale spetta dall'1/2/1981 il trattamento economico iniziale annuo lordo correlato al livello di appartenenza di cui alla seguente tabella: I livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 2.160.000 I livello funzionale - dopo sei mesi di servizio L. 2.400.000 II livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 2.688.000 III livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 3.012.000 IV livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 3.372.000 V livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 4.140.000 VI livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 4.920.000 VII livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 5.964.000 VIII livello funzionale - stipendio annuo lordo L. 8.700.000 Il primo comma dell'art. 37 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è abrogato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Progressione economica nell'ambito di ciascun livello funzionale) "Il primo comma dell'art. 38 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, a decorrere dall'1/2/1981 è sostituito come segue: 'La progressione economica nell'ambito di ciascun livello funzionale si articola per classi e scatti periodici biennali, nella misura e con le modalità di seguito specificate: a) otto classi biennali dell'8% costante sul valore iniziale del livello b) dopo il 16 ° anno, scatti biennali del 2,50%, computati sull'ultima classe e comunque in modo da garantire il raggiungimento dello stesso importo di incremento economico rispetto allo stipendio iniziale realizzabile, nel corrispondente livello, al 40° anno di anzianità, secondo la legge regionale 74/1979.
Le classi di stipendio e gli aumenti biennali, anche se convenzionali, si conferiscono con decorrenza dal primo giorno del mese nel quale sorge il relativo diritto.
In caso di nascita dei figli è concessa una maggiorazione dello stipendio comprensivo delle classi maturate, pari al 2,50% alle condizioni previste per l'attribuzione di aumenti biennali anticipati di stipendio al personale civile dello Stato, riassorbibile all'atto del conferimento della successiva classe o scatto di stipendio'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Compenso per la funzione di coordinamento) "Il compenso per la funzione di coordinamento di cui all'art. 11 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, non è pensionabile ed è stabilito nella misura fissa del 20% della retribuzione iniziale del livello VIII.
L'art. 42 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, è abrogato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Servizio ordinario festivo, notturno, festivo-notturno) "Il secondo ed il terzo comma dell'art. 39, legge regionale 17/12/1979, n.
74, sono abrogati e sostituiti dai seguenti corani: 'Al dipendente compete per il servizio ordinario notturno prestato tra le ore 22 e le ore 6 un compenso pari a L. 600 orarie.
Per il servizio ordinario di turno, prestato in giorno festivo compete un compenso di L. 675 orarie, elevato a L. 1.000 orarie per il servizio ordinario notturno-festivo'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Retribuzione del lavoro straordinario) "Le tariffe orarie per il lavoro straordinario, determinate in conformità al primo e secondo comma dell'art. 40 della legge regionale 74/1979 restano congelate per il triennio contrattuale indicato all'art. 1 della presente legge, negli importi tariffari spettanti in base all'accordo contrattuale nazionale 1976/1978, fatti salvi gli incrementi derivanti dall'indennità integrativa speciale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Titolo IV Norme transitorie Art. 18 (Beneficio da riparametrazione) "A decorrere dall'1/2/1981 al personale inquadrato nel ruolo unico regionale sono attribuiti i seguenti benefici economici mensili lordi: Livelli Stipendi iniziali annui Benefici mensili I 2.160.000 45.000 I (dopo sei mesi) 2.400.000 51.500 II 2.688.000 51.500 III 3.012.000 55.000 IV 3.372.000 61.200 V 4.140.000 101.250 VI 4.920.000 128.700 VII 5.964.000 33.600 VIII 8.700.000 180.416 Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Assegni ad personam) "Gli assegni ad personam mensili di cui il personale è in godimento in virtù della legge regionale 74/1979, vengono riassorbiti per un importo pari alla differenza tra il beneficio mensile a regime di cui al precedente art. 18 e il beneficio mensile di cui all'art. 22.
L'eventuale parte residua viene riassorbita con i futuri miglioramenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
Art. 21 (Inquadramento di personale comandatato tra le Regioni) "I dipendenti regionali che sono in posizione di comando presso altre Regioni alla data del 22/7/1980, possono essere a queste trasferiti alle condizioni e con la modalità di cui al precedente art. 11.
I dipendenti di altre Regioni che sono in posizione di comando presso la Regione alla data predetta possono essere inquadrati nel ruolo regionale alle condizioni e con le modalità di cui al precedente art. 11".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Titolo V Norme finali Art. 22 (Anticipazione dei benefici) "I benefici mensili di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 7 30158 del 30/5/1980 attribuiti fino al 31/1/1981, sono pensionabili e soggetti alle normali ritenute, comprese quelle previdenziali ed assistenziali. Per la tredicesima mensilità del 1980 il beneficio di cui sopra viene ridotto del 50%".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione p er appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
Art. 23 (Attribuzione dei livelli) "Ferme restando le decorrenze degli effetti economici espressamente indicate negli articoli che precedono l'attribuzione dei nuovi livelli derivanti esclusivamente dal presente contratto decorre, ai fini giuridici per il computo dell'anzianità occorrente per i concorsi interni, per i passaggi di livello, per l'applicazione degli istituti normativi di carattere non economico che non comportano incremento nell'onere della spesa, dall'1/1/1979, ovvero dalla data dell'effettivo conseguimento se successiva".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
Art. 24 (Norma di rinvio) "Restano in vigore le norme vigenti sul personale che non siano state sostituite o modificate dalla presente legge, sono fatte salve le condizioni di miglior favore per i dipendenti sempre che non siano esplicitamente disciplinate dalla presente legge o dalla legge regionale 17/12/1979 n. 74".
Su questo articolo il Consigliere Marchini presenta il seguente emendamento integrativo: di seguito all'articolo sono aggiunte le parole: "e con queste non in contrasto".
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ritiro l'emendamento a seguito delle dichiarazioni dell'Assessore.



PRESIDENTE

Passiamo allora alla votazione dell'art. 24.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
Art. 25 (Oneri finanziari) "All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in 3.750 milioni per l'anno finanziario 1981 e per ciascuno degli anni finanziari successivi, si provvede con le disponibilità di 3.000 milioni e di 750 milioni esistenti rispettivamente ai capitoli n. 200 e n. 220 del bilancio per l'anno finanziario 1981 e ai corrispondenti capitoli dei bilanci degli anni finanziari successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Sospendo la seduta per una riunione dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 12.40 riprende alle ore 12.50)


Argomento: Referendum abrogativo e consultivo

Esame deliberazione Giunta regionale n. 12-31271 relativa a: "Proposta al Consiglio regionale per un referendum consultivo da indire nei Comuni di Romano Canavese e Ivrea per sentire le popolazioni interessate sul distacco del nucleo abitato di Canton Moretti (frazione Cascine) dal Comune di Romano Canavese onde aggregarlo al Comune di Ivrea"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto settimo ordine del giorno: Esame Deliberazione n. 12-31271 relativa a: "Proposta al Consiglio regionale per un referendum consultivo da indire nei Comuni di Romano Canavese e Ivrea per sentire le popolazioni interessate sul distacco del nucleo abitato di Canton Moretti (frazione Cascine) dal Comune di Romano Canavese onde aggregarlo al Comune di Ivrea".
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

In ordine a questo problema accorrerà sciogliere il nodo, che abbiamo già affrontato, dell'entità del voto, cioè di chi sarà chiamato a votare.
Occorre tenere presente che il voto deve essere dato dai Comuni non dalle singole frazioni.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la proposta della Giunta regionale per un referendum consultivo nei Comuni di Romano Canavese e di Ivrea al fine di sentire le popolazioni interessate in merito al distacco del nucleo abitato di Canton Moretti' appartenente alla frazione 'Cascine' dalla circoscrizione del Comune di Romano Canavese ed alla sua unione al Comune di Ivrea, secondo la delimitazione proposta dai Consigli comunali interessati visto l'art. 133, secondo comma, della Costituzione che consente alle Regioni di modificare le circoscrizioni comunali con legge, sentite le popolazioni interessate visto l'art. 32, secondo comma, del R.D. 3/3/1934 n. 383 visti gli arte 1 del D.P.R. 14/1/1972 n. 1 e 16 del D.P.R. 24/7/1977 n.
616 visto l'art. 60 dello Statuto e l'art. 33 della legge regionale 161111973 n. 4 che disciplinano il referendum consultivo per la modificazione delle circoscrizioni comunali; visto il parere favorevole della I Commissione ritenuto necessario aderire alla proposta della Giunta ritenuto di dover individuare l'oggetto del referendum nel seguente quesito: 'Volete che il nucleo abitato di 'Canton Moretti' appartenente alla frazione 'Cascine' sia staccato dal Comune di Romano Canavese ed aggregato al Comune di Ivrea, secondo la nuova delimitazione proposta dai Consigli comunali interessati?' delibera di autorizzare l'indizione di un referendum consultivo, ai sensi dell'art. 133, secondo comma, della Costituzione, da effettuarsi nei Comuni di Romano Canavese e di Ivrea al fine di sentire le popolazioni interessate in merito al distacco del nucleo abitato di 'Canton Moretti', appartenente alla frazione 'Cascine' dalla circoscrizione del Comune di Romano Canavese ed alla sua unione al Comune di Ivrea, secondo la nuova delimitazione proposta, ai sensi dell'art. 32, secondo comma, del R.D. 3/3/1934 n. 383 dai Consigli comunali interessati di individuare l'oggetto del referendum nel seguente quesito: "Volete che il nucleo abitato di 'Canton Moretti' appartenente alla frazione 'Cascine' sia staccato dal Comune di Romano Canavese ed aggregato al Comune di Ivrea, secondo la nuova delimitazione proposta dai Consigli comunali interessati? ' di dare incarico al Presidente della Giunta regionale di indire il referendum citato, ai sensi dell'art. 34 della legge regionale 16/1/1973 n.
4".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame progetto di legge n. 28: "Integrazione della legge regionale 13/8/191/9 n. 41 (Disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte)"


PRESIDENTE

Ultimo punto all'ordine dei giorno: Esame progetto di legge n. 28: "Integrazione della legge regionale 13/8/1979 n. 41 (Disciplina dell'insegnamento dello sci in Piemonte)".
Passiamo alla votazione dell'articolo unico.
Articolo unico "Coloro che abbiano sostenuto la prova tecnico-pratica di cui agli esami previsti nel terzo comma dell'art. 12 della legge regionale 13/8/1979, n.
41, sono iscritti nell'elenco di cui all'art. 5 della medesima legge, a condizione che abbiano- frequentato idoneo corso professionale organizzato dalla Regione.
L'avveramento di tale condizione è accertato con deliberazione della Giunta regionale".
Si passi alla votazioni.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'articolo unico è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame deliberazione Giunta regionale n. 131-2539 relativa a: "Aumento delle previsioni di spesa in termini di cassa, mediante prelievo dal capitolo n. 12900, concernente: 'Fondo di riserva di cassa'"


PRESIDENTE

Propongo infine di iscrivere all'ordine del giorno la deliberazione della Giunta regionale n. 131-2539 relativa a: "Aumento delle previsioni di spesa in termini di cassa, mediante prelievo dal capitolo n. 12900 concernente: 'Fondo di riserva di cassa' ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula.
Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale delibera di approvare il prelievo della somma di L. 1.441.268.499 dal fondo di riserva di casse di cui al capitolo n. 12900 del bilancio per l'anno finanziario 1980, per l'aumento delle previsioni in termini di cassa dei capitoli e nelle misure di seguito indicati: capitolo n. 5615 + 1.164.000.000 capitolo n. 11790 + 1.767.609 capitolo n. 11820 + 51.500.000 capitolo n. 11840 + 224.000.000 capitolo n. 14060 + 890 ______________________________________ 1.441.268.499 Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decre to, le occorrenti variazioni di bilancio.
La presente deliberazione sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula.
Siamo così giunti alla conclusione della seduta e colgo l'occasione per formulare a voi tutti ed ai presenti i miei migliori auguri per le prossime festività.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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