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Dettaglio seduta n.305 del 05/02/85 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PETRINI LUIGI


Argomento: Caccia

Modificazioni alla l.r. n. 60/79. Norme per la tutela della fauna e disciplina della caccia (seguito)


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La seduta è aperta.
Prosegue l'esame dei pdl 146, 234. 305, 422 e 343.
Art. 34 "All'articolo 51, ultimo comma è aggiunta la seguente lettera: 'g) mantenere in sito sagome per richiamo al di fuori dell'orario di caccia' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 30 hanno risposto SI 29 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere L'art. 34 è approvato.
Vengono presentati i seguenti emendamenti, ad istituzione di un nuovo articolo 34/bis: 1) dall'Assessore Mignone: al secondo comma dell'art. 53 della L.R. 60/79, in fine le parole "30 giorni" sono sostituite con le parole: "90 giorni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
2) Dal Consigliere Cerchio: all'art. 53 della L.R. 60/79, ultimo comma, dopo "venatori" aggiungere: "dipendenti degli enti delegati".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Gli agenti delle associazioni venatorie sono quasi tutti cacciatori.
Bisognerebbe precisare che il divieto riguarda semmai gli agenti dipendenti dagli enti delegati.
In questo senso si colloca l'emendamento presentato.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola all'Assessore



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta ritiene di accogliere l'emendamento presentato anche perch così come previsto dalla legge 60, in molti casi gli agenti venatori sono autorizzati, in deroga alla legislazione normale, ad esercitare la caccia nell'ambito del territorio in cui esercitano le loro funzioni.
Già da oggi è prevista questa possibilità, previa autorizzazione.
Ci pare importante lasciare questa disposizione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Chi è favorevole all'emendamento del Consigliere Cerchio è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Procediamo alla votazione del nuovo articolo 34/bis.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 35 votanti 34 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il nuovo art. 34/bis è approvato.
Art. 35 "All'articolo 54, dopo la parola: 'organizzati' è soppressa la parola: 'annualmente' e infine dopo la parola: 'idoneità' sono aggiunte le parole: 'rilasciato dalle Province stesse"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 34 votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 35 è approvato.
Art. 36 "All'articolo 55, lett. c), le parole: 'o in zone in cui sussiste il divieto dì caccia' sono sostituite con le parole: 'o in zone in cui sussiste il divieto generale di caccia, o senza ammissione in zone in cui quest'ultima sia prescritta'.
Alla lettera d), in fine dopo le parole: 'articolo 4' sono aggiunte le parole: 'e per chi ne detiene illegittimamente preparazioni o trofei'.
Alla lettera e) le parole: 'lire 10,000' sono sostituite con le parole: 'lire 50.000'; e dopo le parole: 'non è consentita la caccia' sono aggiunte le parole: 'e per chi ne detiene illegittimamente preparazioni e trofei'.
Alla lettera f) le parole: 'lire 20.000' sono sostituite con le parole: 'lire 100.000'.
Alla lettera e) le parole: 'lire 30.000' sono sostituite con le parole: 'lire 50.000'; e sono soppresse le parole: 'aver versato le tasse di concessione regionale previste dall'articolo 57 o senza': in fine dopo la parola: 'residenza', sono aggiunte le parole: 'la stessa sanzione si applica a chi esercita la caccia nei camparti alpini o nelle zone di gestione sociale o nelle zone di caccia controllata senza la prescritta autorizzazione'.
Alla lettera h) le parole: 'lire 5.000 a lire 50.000' sono sostituite con le parole: 'lire 20.000 a lire 100.000'.
Dopo la lettera n) è aggiunta la seguente lettera: 'o) la sanzione amministrativa da lire 20.000 a lire 100.000 per chi rimuove, danneggia o comunque rende inidonee al loro fine le tabelle legittimamente apposte'.
Alla lettera 'o) che diventa lettera 'p) le parole: 'lire 5.000 a lire 50.000' sono sostituite con le parole: 'lire 20.000 a lire 500.000".
L'Assessore Mignone presenta il seguente emendamento: l'intero articolo è sostituito dal seguente: All'articolo 55 lett. a), dopo le parole "lire 500.000 e la" è aggiunta la parola "eventuale".
Alla lett. b) dopo le parole: lire 500.000 e la" è aggiunta la parola: "eventuale"; e le parole "o in zone in cui sussiste il divieto di caccia" sono sostituite con le parole: "o in zone in cui sussiste il divieto generale di caccia, o senza ammissione di zone in cui quest'ultima sia prescritta".
Alla lett. d), le parole: "lire 3.000.000 e la" sono sostituite con le parole: "lire 5.000.000 e la eventuale"; in fine dopo le parole: "articolo 4" sono aggiunte le parole: "e per chi ne detiene illegittimamente preparazioni e trofei".
Alla lett. e) le parole: "lire 10.000" sono sostituite con le parole: "lire 50.000"; dopo le parole: "lire 500.000" sono aggiunte le parole: "e l'eventuale sospensione della licenza fino ad un anno"; dopo le parole: "non è consentita la caccia" sono aggiunte le parole: "e per chi ne detiene illegittimamente preparazioni e trofei"; e dopo le parole: "fino ad un anno" sono sostituite con le parole: "fino a tre anni".
Alla lett. f) le parole: "lire 20,000" sono sostituite con le parole "lire 200.000"; e dopo le parole: "lire 200.000 e la" è aggiunta la parola: "eventuale".
Alla lett. g), le parole. "lire 30.000 a lire 300.000" sono sostituite con le parole: "lire 50.000 a lire 500.000"; e sono soppresse le parole: "aver versato le tasse di concessione regionale previste dall'art. 57 o senza"; in fine dopo la parola: "residenza", sono aggiunte le parole: "la stessa sanzione si applica a chi esercita nei comparti alpini o nelle zone di gestione sociale o nelle zone di caccia controllata senza la prescritta autorizzazione".
Alla lett. h) le parole: "lire 5.000 a lire 50.000" sono sostituite con le parole: "lire 20.000 a lire 200.000".
Alla lett. m) le parole: "lire 50.000 a lire 500.000", sono sostituite con le parole: "lire 100.000 a lire 1.000.000"; e sono soppresse le parole: "per ciascun capo".
Alla lett. n) modificato come segue: "la sanzione amministrativa da lire 100.000 a lire 1.000.000 per chi viola le norme relative alle aziende faunistico-venatorie, ai comparti alpini, alle zone faunistiche omogenee di gestione sociale, ai centri privati di produzione di selvaggina, alle zone convenzionate di osservazione faunistica.
Dopo la lett. n) è aggiunta la seguente lett. "o) la sanzione amministrativa da lire 20.000 a lire 100.000 per chi rimuove, danneggia o comunque rende inidonee al loro fine le tabelle legittimamente apposte".
Alla lett. "o)" che diventa lett. "p)" le parole: "lire 5.000 a lire 50.000" sono sostituite con le parole: "lire 20.000 a lire 200.000".
Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Procediamo alla votazione dell'art. 36 così modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 34 votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 36 è approvato.
L'Assessore Mignone presenta il seguente emendamento, ad istituzione di un nuovo articolo 36/bis: al secondo comma dell'art. 56 della L.R. 60/79, le parole: "ai sensi dell'articolo 7 della legge 24/12/1975, n. 706", sono sostituite con le parole: "ai sensi dell'articolo 17 della legge 24/11/1981, n. 689".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Si passi alla votazione del nuovo articolo 36/bis.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 34 votanti 33 hanno risposto SI 31Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri on ha partecipato alla votazione 1Consigliere Il nuovo articolo 36/bis è approvato.
Art. 37 "All'articolo 57, il secondo comma è sostituito con i seguenti commi: 'Per le aziende faunistico-venatorie di cui all'articolo 72, escluse quelle comunali anche consorziate comprese nella zona faunistica delle Alpi, è dovuta una tassa annuale di concessione regionale di lire 8,000 per ettaro ridotta ad un decimo per le aziende individuali e consorziali situate nell'ambito della zona faunistica delle Alpi.
L'ammontare della tassa annuale è suscettibile di variazioni in conformità delle disposizioni regionali in materia di tasse di concessione"'.
Il Consigliere Avondo presenta il seguente emendamento : al primo comma, dopo le parole "per ettaro", sopprimere le seguenti parole, a partite da "ridotta ad un decimo.,." fino alla fine del comma.
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Con questo emendamento proponiamo di uniformare la tassa annuale di concessione delle aziende faunistico-venatorie che operano in pianura e delle aziende faunistico-venatorie che sono collocate nella zona Alpi.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consiglire Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Le motivazioni che il Consigliere Avondo porta a sostegno di questa sua tesi se possono avere qualche fondamento in prospettiva, quando la politica di diffusione dei grandi animali europei fosse realizzata e quindi si creassero condizioni di maggiore redditività delle aziende, non è tuttavia ancora fondata in questo momento in cui le aziende poste in zone di montagna sono caratterizzate per lo più da grandi estensioni ed hanno un prelievo venatorio limitatissimo.
Il far pagare una tassa ettariale uguale significa rendere precaria e difficile la sopravvivenza delle aziende di montagna che sono le benemerite nella difesa e nella tutela della fauna alpina e della grande fauna selvatica.
Quando avremo una situazione venatoria paragonabile per esempio a quella dell'Austria, forse il discorso potrà essere ripreso nei termini in cui il Consigliere Avondo propone. Oggi mi pare molto pericoloso e rischierebbe di pregiudicare quelle aziende che sono le più benemerite nella tutela e nell'incremento della diffusione della fauna alpina e della grande fauna selvaggia.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Gerini.



GERINI Armando

Signor Presidente, mi chiedo quale tassa erariale e in che misura sarà adottata quando ci saranno le autogestite e se sarà uguale a quella adottata oggi per i comparti alpini. Ci sono dei comparti, impropriamente chiamati "alpini" che il TAR recentemente avrebbe eliminato quali i quattro comparti di Alessandria.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Non capisco dove sta l'ingiustizia: sono troppe le 8 mila o sono poche le 800 lire? A prima vista sembrerebbe che siano poche le 800 lire. Per quanto ne so, le migliori riserve di produzione di selvaggina non sono sicuramente in pianura, ma in media collina ed alta collina, oppure in montagna. Inviterei l'Assessore ed il relatore a rivedere le due cifre che sono un'ingiustizia sia per l'una che per l'altra zona.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

L'Assessore vuole replicare?



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La questione non si pone tanto nel definire cos'è la zona Alpi.
Il principio che stabilisce la legge è che le aziende faunistiche collocate nella zona delle AlpI. per una serie di ragioni, hanno un regime di agevolazione per le considerazioni che faceva il relatore e che mi sento di condividere. Quindi il ragionamento deve essere fatto attorno a questo punto. Per questo riteniamo di dover mantenere l'attuale previsione che è stata introdotta dalla legge 60 del 1979 che peraltro recepisce le disposizioni del Testo Unico del '39, quindi è una tradizione, un supporto normativo consolidato. Per queste ragioni e per le altre di ordine tecnico che il relatore suggeriva, noi siamo per mantenere il testo della legge 60.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Le 8.000 lire costituiscono una somma assai piccola rispetto all'obiettivo che si pongono i cacciatori delle zone Alpi dove c'è della selvaggina che è diversa dalla selvaggina di pianura. In genere le zone Alpi affrontano problemi molto più rilevanti, la selvaggina è difficilmente reperibile e riproducibile, quindi le 8.000 lire potrebbero apparire proprio per questo remunerative, mentre la zona di pianura ha facilità di utilizzo complessivo della selvaggina, che è facilmente rinnovabile e facilmente riproducibile, come il fagiano e come gli altri animali della pianura. La zona cosiddetta delle Alpi raggiunge in genere i due/tre mila ettari che sono abbastanza impervi e impraticabili ed almeno per i due terzi è costituita da zone che non potranno mai essere utilizzate, mentre la pianura non ha appezzamenti che non siano utilizzabili. Quindi una differenza esiste sia dal punto di vista della selvaggina sia dal punto di vista del territorio. Dire che le 8 mila lire di pianura sono uguali alle 8 mila di montagna mi sembrerebbe ingiusto.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consiglere Avondo.



AVONDO Giampiero

In effetti questo emendamento era una provocazione per consentire al Consiglio di riflettere sulla estensione della zona Alpi, impropria, che una sentenza del TAR definisce illegittima. In effetti il problema si pone per le aziende faunistiche venatorie che sono in zona Alpi e che hanno la caratteristica presenza della fauna alpina e non per le altre aziende faunistiche-venatorie non collocate in pianura, e non avendo la tipica fauna alpina. Chiedo se è possibile una mediazione tra l'emendamento proposto e il testo proposto dalla Giunta.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

E' una proposta tecnicamente difficile da tradurre in testo normativo.
Sarei per mantenere il testo della legge 60. Nulla vieta quello che succederà nella zona Alpi contestata, di rivedere questa parte.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento del Consigliere Avondo.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 10 contrari e 10 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 37 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 2 si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
Art. 38 "All'articolo 58, primo comma, le parole 'Giunta regionale' e 'Consulta regionale' sono sostituite con le parole: 'Giunta provinciale' e 'Consulta provinciale'.
Al secondo comma le parole: 'uffici regionali' sono sostituite con le parole: 'uffici provinciali'.
Al terzo comma le parole: 'Giunta regionale' sono sostituite con le parole: 'Giunta provinciale'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 38 è approvato.
Art. 39 "All'articolo 59, quarto comma, la parola: 'favorisce' è sostituita con le parole: 'e le Province favoriscono'.
Al quinto comma le parole: 'A tal fine la Giunta regionale, sentite le Commissioni consiliari competenti, predispone' sono sostituite con le parole: 'a tal fine la Giunta provinciale predispone'.
Dopo l'ultimo comma è aggiunto il comma seguente: 'Per far fronte ai contributi e premi di cui al presente articolo, nonché ai contributi ai titolari di allevamenti di selvaggina a scopo di ripopolamento, la Giunta provinciale può avvalersi del fondo di cui al primo comma dell'articolo 60"'.
Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 39 è approvato Art. 40 "All'articolo 60, primo comma, dopo le parole: 'utilizzati per' sono aggiunte le parole: 'parchi naturali regionali nei quali siano approvati ed operanti i piani di cattura e/o di abbattimento, riserve naturali'.
Il quarto comma è così sostituito: 'Le Province provvedono alla gestione del fondo avvalendosi di un apposito Comitato composto da rappresentanti delle organizzazioni agricole interessate più rappresentative sul piano nazionale e delle Associazioni venatorie nazionali riconosciute più rappresentative'. L'ultimo comma è soppresso".
I Consiglieri Lombardi, Penasso e Villa presentano il seguente emendamento: al primo comma dell'art. 60 della L.R. 60/79, dopo le parole "terreni utilizzati" aggiungere le parole: "ed in quelli contigui, entro distanze stabilite dalla Provincia".
La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Noi riteniamo che si debbano aggiungere altre aree contigue alle oasi perché spesso il danno è superiore nei territori confinanti con le oasi che non nelle oasi stesse.
Allora o si paga un indennizzo a coloro che svolgono queste attività ai confini di queste aree per trasportare l'attività in altre aree, oppure si pagano i danni perché queste oasi incidono su attività economiche importanti ed esistenti in aree contigue alle oasi stesse La nostra proposta è di delegare le amministrazioni provinciali a stabilire le distanze dalle zone di ripopolamento Alle amministrazioni provinciali tocca di stabilire se ciò è necessario.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta accoglie l'emendamento



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano E' approvato.
Procediamo alla votazione dell'art. 40 nel testo come sopra modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1Consigliere L'art. 40 è approvato.
Art. 41 "All'articolo 62, l'ultimo comma è così sostituito: 'Ogni comparto deve avere, di norma, una estensione non inferiore a 20.000 ettari'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 41 è approvato.
Art. 42 "All'articolo 63, il primo comma è così sostituito: 'La gestione di ciascun comparto è effettuata da un Comitato composto da: 3 rappresentanti dell'amministrazione provinciale, nominati dal Presidente della Giunta provinciale 1 Presidente delle Comunità Montane interessate o un loro delegato 1 rappresentante di ciascun Comune interessato 3 rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole territorialmente interessate 11 rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali riconosciute in misura che tenga conto della consistenza numerica delle stesse sul territorio del comparto interessato 3 rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche territorialmente interessate 1 rappresentante dell'ENCI'.
Al secondo comma dopo le parole: 'Le designazioni' sono aggiunte le parole: 'da effettuarsi secondo le modalità previste dal regolamento provinciale di cui all'ultimo Comma del presente articolo".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Villa, Penasso, Giorsetti e Lombardi: all'art. 63 della L.R. 60/79, primo comma, terza alinea, anziché "3 rappresentanti" scrivere: "5 rappresentanti".
La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Già abbiamo sottolineato l'esigenza che fossero coinvolte tutte le realtà esistenti sul territorio in maniera paritaria. Ci fu risposto che i rappresentanti dei Comuni rappresentavano gli interessi di tutti, ma su questo ci sarebbe da fare una riflessione. Normalmente rappresentano coloro che sono più attenti al problema della caccia che normalmente sono i cacciatori. Ci sono dei Consiglieri comunali che sono agricoltori, ma ci sono anche Consiglieri comunali che sono cacciatori, e normalmente in questi comitati i rappresentanti dei Comuni sono cacciatori. Non chiedo che la rappresentanza del mondo agricolo diventi paritaria perché non potrebbe mai diventarlo visto che i nostri precedenti emendamenti sono stati respinti, ma che abbia la possibilità di far sentire maggiormente la sua voce. La caccia continuerà ad esistere, fintanto che esisterà l'agricoltura, anzi, spesso la caccia e utile all'agricoltura ma l'agricoltura è indispensabile alla caccia, per cui ai fini di una caccia seria, valida e responsabile e utile la presenza e la voce di coloro che operano nel settore agricolo. La nostra proposta è di aumentare da tre a cinque i rappresentanti del mondo agricolo.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta ritiene di poter accogliere l'emendamento proposto.
Questo vale anche per l'art. 18 sul quale dovremo ritornare.
Questa è la dichiarazione di voto della Giunta anche rispetto all'art.
18.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
2) Dai Consiglieri Avondo e Villa: il primo comma dell'art. 63 della L.R. 60/79 è sostituito dal seguente: "La gestione dei comparti alpini di cui all'art. 63 è effettuata dalla Provincia, la quale si avvale della collaborazione e della consulenza di un Comitato composto da: a) 1 rappresentante dell'amministrazione provinciale designato dal Presidente della Giunta provinciale b) i Presidenti delle Comunità Montane interessate od un loro delegato e) l rappresentante per ogni Comune interessato fino ad un massimo di 7 d) 5 rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole territorialmente interessate e) 7 rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali riconosciute in misura proporzionata alla consistenza numerica delle stesse sul territorio del comparto alpino f) 3 rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche territorialmente interessate g) 1 rappresentante dell'ENCI designato dall'organo provinciale di questo" 3) Dai Consiglieri Avondo e Villa: al secondo comma dell'art. 63 della L. R. 60/79, dopo il primo periodo è inserito il seguente: "Le designazioni da effettuarsi secondo le modalità previste dal regolamento provinciale di cui all'ultimo comma del presente articolo devono pervenire al Presidente della Provincia entro 30 giorni dalla richiesta, trascorsi i quali la Provincia provvede alle nomine anche in mancanza delle designazioni".
4) Dai Consiglieri Avondo e Villa: al penultimo comma dell'art. 63 della L. R. 60/79, sono aggiunte le parole: "e nomina un Presidente".
5) Dai Consiglieri Avondo e Villa: prima dell'ultimo comma dell'art. 63 della L.R. 69/79, è inserito il seguente: "I pareri formulati dal Comitato alla Provincia nelle materie di carattere tecnico faunistico hanno carattere vincolante".
6) Dai Consiglieri Avondo e Villa: all'ultimo comma dell'art. 63 della L.R. 60/79, sono abrogate le seguenti parole: "adottato sulla base di un regolamento tipo".
Tali emendamenti vengono ritirati dai proponenti.
7) Dal Consigliere Cerchio: al primo comma, dopo "3 rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche" aggiungere: "nazionali riconosciute".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
8) Dal Consigliere Simonelli: all'art. 63 della L.R. 60/79, ultimo comma, sostituire le parole "predisposto dalla Giunta provinciale" con le parole: "approvato dal Consiglio regionale" Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Procediamo alla votazione dell'art. 42 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 42 è approvato.
Art. 43 "All'articolo 65, il secondo comma è così sostituito: 'Al fine di tale autorizzazione occorre presentare domanda tramite la competente Provincia secondo i tempi e le procedure previsti dal regolamento di cui all'articolo 63. La domanda deve contenere la rinuncia ad esercitare la caccia nel restante territorio regionale ad eccezione di altro comparto alpino o di una zona di gestione sociale o di una zona di caccia controllata e di una zona faunistica di pianura non sottoposta a regime di gestione sociale'.
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Fassio Ottaviano: dopo le parole "presentare domanda" sopprimere le parole: "tramite la competente Provincia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
2) Dal Consigliere Cerchio: al secondo comma modificato, la frase "la domanda deve contenere.., a regime di gestione sociale" è così sostituita: "Per il cacciatore extraregionale la domanda deve contenere la rinuncia ad esercitare la caccia nel restante territorio alpino della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto.
Procediamo alla votazione dell'articolo nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1Consigliere L'art. 43 è approvato.
Art. 44 "All'articolo 69, l'ultimo comma è sostituito con i commi seguenti: 'La caccia agli ungulati è comunque, consentita purché con fucile a canna ad anima rigata di calibro non inferiore a mm. 6. E' vietato portare fucile con canna ad anima rigata a chi abbia esaurito il prelievo a lui consentito nei piani di abbattimento degli ungulati. La caccia al cinghiale è consentita esclusivamente con fucile ad anima liscia, anche a ripetizione e semiautomatico, purché non a munizione spezzata, comunque limitato con apposito accorgimento tecnico all'uso di non più di due colpi.
E' consentito altresì l'uso del fucile a due o tre canne (combinato) di cui una o due ad anima liscia di calibro non superiore ai 12 ed una o due a canna rigata di calibro non inferiore a mm. 5,6 con bossolo a vuoto di altezza non inferiore a 40 mm".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) Dal Consigliere Cerchio: al secondo comma sopprimere le parole: "E' vietato portare fucili con canna ad anima rigata a chi abbia esaurito il prelievo a lui consentito nei piani di abbattimento degli ungulati".
Chi è favorevole e pregato di alzare la mano.
E' respinto.
2) Dal Consigliere Avondo: il secondo comma è così sostituito: "La caccia agli ungulati è comunque consentita purché con fucile a canna ad anima rigata di calibro non inferiore a mm. 6. E' vietato portare fucile con canna ad anima rigata a chi abbia esaurito il prelievo a lui consentito nei piani di abbattimento degli ungulati, La caccia al cinghiale è consentita con fucile ad anima rigata nei comparti alpini, mentre è consentita esclusivamente con fucile ad anima liscia, anche a ripetizione e semiautomatico, purché non a munizione spezzata, comunque limitato con apposito accorgimento tecnico all'uso di non pii di due colpi nelle zone di pianura".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Procediamo alla votazione dell'articolo 44 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1Consigliere L'art. 44 è approvato.
Art. 45 "All'articolo 71, ultimo comma, in fine dopo la parola: 'regionale' sono aggiunte le parole: 'salvo quanto disposto dall'ultimo comma dell'articolo 8'.
Dopo l'ultimo comma è aggiunto il comma seguente: 'Le parole 'limitazioni di cui alla presente legge', inserite nel secondo comma, non si riferiscono ai limiti stabiliti dall'articolo 41 esclusivamente ove trattasi di selvaggina di cui l'atto di concessione della riserva faccia obbligo di immissione"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1Consigliere L'art. 45 è approvato.
Art. 46 "All'articolo 72, primo comma, la parola 'esclusivo' è sostituita con la parola 'particolare'. All'ultimo comma la parola: 'Regione' è sostituita con le parole: 'Giunta regionale'.
In fine sono aggiunti i commi seguenti: L'istituzione e la gestione delle aziende faunistico-venatorie sono disciplinate con regolamento regionale.
I limiti di carniere di cui all'articolo 41 non si applicano nelle aziende faunistico-venatorie in relazione alle specie oggetto di incentivazione faunistica in conformità degli atti di concessione e dei piani annuali di abbattimento'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1Consigliere L'art. 46 è approvato.
Art. 47 "All'articolo 73, primo comma, dopo la parola: 'faunistici' sono soppresse le parole: 'per la durata di anni tre'.
L'ultimo comma è soppresso.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 47 è approvato.
Art. 48 'All'articolo 75, ultimo comma, le parole: 'articolo 66' sono sostituite con le parole: 'articolo 64'.
In fine è aggiunto il comma seguente: 'Non è tenuto al superamento dell'esame di cui all'articolo 64 chi, nell'anno anteriore all'entrata in vigore dell'ampliamento della zona faunistica delle Alpi disposta a norma dell'articolo 61 dal Consiglio regionale, sia titolare della licenza di caccia ed abbia la residenza in uno dei Comuni compresi, in tutto od in parte, nei nuovi confini. La Provincia rilascia certificazione di tale stato su domanda contenente dichiarazione, resa ai sensi degli articoli 2 e 20 della legge 4/1/1968 n. 15, in ordine alla titolarità della licenza di caccia ed alla residenza durante i 12 mesi anteriori all'ampliamento'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 48 è approvato.
Art. 49 "L'articolo 76 è così sostituito: 'Articolo 76 Sanatoria per detenzione o possesso di preparazioni tassidermiche e trofei.
Chiunque detenga, alla data di entrata in vigore della presente legge preparazioni tassidermiche e trofei non più consentiti ai sensi dell'articolo 30 bis, deve farne dettagliata dichiarazione entro il 30 giugno 1985 all'amministrazione provinciale territorialmente competente che rilascerà gratuitamente appositi contrassegni di modello uniforme, da applicare a tali preparazioni e trofei, in modo definitivo ed inamovibile mediante sigillo piombato A far data dal 30 giugno 1985 il possesso o la detenzione di preparazioni e trofei saranno consentiti esclusivamente ai sensi dell'articolo 30 bis. Le collezioni e le raccolte pubbliche non sono soggette alle norme contenute nel presente articolo.
La Giunta regionale darà pubblicità in forme idonee ai contenuti del presente articolo'".
I Consiglieri Simonelli, Avondo e Mignone presentano il seguente emendamento: nel titolo dell'articolo, sostituire il termine "sanatoria" con: "disciplina transitoria".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Procediamo alla votazione dell'art. 49 così modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 49 e approvato.
Art. 50 "L'articolo 79 è così sostituito: 'Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, si provvede mediante utilizzo delle somme derivanti dall'applicazione delle tasse di concessione regionale di cui al precedente articolo 57.
Nel bilancio di previsione annuale saranno istituiti i seguenti capitoli: 'Spese concernenti studi, ricerche e iniziative regionali per la tutela della fauna e la disciplina della caccia" 'Contributi per la realizzazione di studi ed iniziative per la tutela della fauna e la disciplina della caccia': 'Contributi alle Province per interventi in materia di tutela della fauna e la disciplina della caccia e per lo svolgimento di attività di vigilanza in materia venatoria' 'Contributi alle Province per l'istituzione di un fondo destinato agli indennizzi agli agricoltori per i danni arrecati alle produzioni agricole' 'Erogazione alle Province per la concessione di contributi ai titolari di allevamenti di Selvaggina a scopo di ripopolamento e per contributi e premi agli agricoltori ai sensi dell'articolo 59, nonché per i contributi ai sensi dell'articolo .3 del regolamento per la gestione e l'individuazione delle aziende faunistico-venatorie'.
Gli stanziamenti dei capitoli di cui ai precedente comma saranno stabiliti con le leggi di approvazione dei relativi bilanci, in misura complessivamente non superiore, per ciascun anno finanziario, al previsto gettito delle tasse di concessione regionale in materia venatoria.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 50 approvato.
Art. 51 "L'articolo 80 è così sostituito: 'Sono abrogate le leggi regionali 13/8/1973 n. 21, 1 2/8 /1 977 n. 40, 10/12/1980 n. 80, 30/9/1983 n. 17 e 29/3/1984, n, 20, nonché ogni altra disposizione in materia di caccia incompatibile con la presente legge'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 51 è approvato I Consiglieri Reburdo, Montefalchesi e Ariotti presentano il seguente emendamento, ad istituzione di un nuovo articolo 52: dopo l'art. 80 della L.R. 60/79, è aggiunto l'articolo seguente: "Articolo 80/bis Norma transitoria La caccia per l'esercizio venatorio 85/86 è sospesa. Entro tale scadenza la Giunta regionale predispone la carta faunistica del Piemonte e la conseguente programmazione del settore".
La parola al Consigliere Reburdo



REBURDO Giuseppe

La situazione climatica ha accentuato i problemi per la sopravvivenza e per l'equilibrio ambientale e faunistico già reso molto precario dall'inquinamento del terreno e dell'aria. Ci si scandalizza quando sui giornali si parla di piogge acide e non ci si scandalizza quando si decide di installare la centrale nucleare in Piemonte.
Le piogge acide sono un problema minore, ma esiste una situazione molto precaria dal punto di vista ambientale della legislazione, che aggraverà le condizioni già alquanto precarie della fauna del Piemonte.
Per favorire una programmazione organica sul territorio e la predisposizione della carta faunistica chiediamo un anno di sospensione dell'esercizio venatorio.



CERCHIO Giuseppe

Le rivendicazioni dei naturalisti che oggi si stanno costituendo in partito politico, possono avere una valenza e una giustificazione. Per queste osservazioni mi dichiaro contrario all'emendamento. Purtroppo in questa votazione abbiamo verificato dei no e dei si in termini epidermici e non in termini razionali.
La materia della caccia deve essere regolamentata e il nostro Gruppo è attento osservatore delle normative e non vota a favore o contro in termini di principio.
Per questo si atteggia ed esprime l'opposizione a questo emendamento.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

Anche la Giunta ritiene di non potere accogliere l'emendamento Reburdo Montefalchesi, Ariotti.
Intanto l'attività venatoria è comunque un'attività prevista dalle leggi purché opportunamente regolamentata.
Si tenga presente che la legislazione regionale in materia di caccia è ritenuta tra le più severe per quanto riguarda la tutela della fauna selvatica e degli ambienti tant'è vero che in queste modifiche il Consiglio regionale con molto senso di responsabilità non ha acceduto alle numerose richieste che venivano da parte degli ambienti venatori.
Per quanto riguarda il riferimento alla situazione climatica del mese di gennaio, la Regione Piemonte è fra le prime Regioni d'Italia che ha provveduto a chiudere la caccia non appena le condizioni climatiche hanno determinato la pericolosità che poteva derivare alla conservazione della fauna.
Il discorso del piano faunistico è un adempimento da cui non si può più prescindere. Per quanto riguarda la parte vegetazionale e forestale l'Ipla ha consegnato il suo elaborato, mentre Bologna per la parte relativa alla fauna si è impegnata a darci il materiale e la documentazione entro la primavera.
Abbiamo fiducia che entro l'anno od entro i primi dell'86 il Consiglio regionale potrà predisporre il piano faunistico regionale. Nell'ampia consultazione che abbiamo effettuato neppure le associazioni naturalistiche hanno chiesto un provvedimento come quello che qui viene richiesto. Si sono invece poste nell'ottica di un rapporto di richieste di modifica su alcune norme di carattere particolare.
Non mi soffermo sulla questione dei partiti. Anche i cacciatori stanno formando un loro partito, Vedremo quale sarà l'evoluzione dei raggruppamenti partitici. Pare che il partito categoriale stia avendo successo nel nostro Paese quindi vedremo magari il partito dei non cacciatori contro quello dei cacciatori.
Per queste considerazioni, la Giunta ritiene di non accogliere l'emendamento.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Chi è favorevole all'emendamento presentato dai Consiglieri Reburdo Montefalchesi e Ariotti, ad istituzione di un nuovo articolo 52, è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vengono infine esaminati i seguenti emendamenti, da collocare ed adeguare al nuovo testo in sede di coordinamento: Articolo 9/bis presentato dall'Assessore Mignone : all'art. 16 della L.R. 60/79, secondo comma, dopo la lett. g) aggiungere le seguenti parole: "h) l rappresentante del CIC (Consiglio internazionale della caccia);" e di conseguenza sostituire le lettere successive.
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Articolo 11 presentato dai Consiglieri Villa, Penasso, Giorsetti e Lombardi: all'art. 18 della L.R. 60/79, primo comma, terzo alinea, anziché "3 rappresentanti" scrivere "5 rappresentanti".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Possiamo passare alle dichiarazioni di voto. La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Il parto di questa legge è stato lunghissimo, paragonabile a quello della legge 56. Questa legge di modifica della legge 60 relativa alla caccia, giunge finalmente a definizione tenendo conto degli aspetti che i protezionisti hanno sostenuto e delle legittime aspirazioni delle associazioni venatorie. Esprimo soddisfazione per il decollo della nuova legge sulla caccia in quanto questa normativa corregge molte incertezze elimina ingiustizie e contraddizioni ed affronta in modo serio il rapporto tra caccia ed agricoltura.
Una parte dei nostri emendamenti sono stati accolti dall'esecutivo altri sono stati respinti, tuttavia esprimiamo un giudizio di soddisfazione anche perché i suggerimenti più sostanziali della D.C. sono stati accolti.
Abbiamo insistito sul fatto di riconoscere il cacciatore come sportivo ed anche come protezionista, riconoscendolo come soggetto custode di un bene che appartiene alla collettività e come difensore del patrimonio agricolo.
Anche se la modifica avrebbe potuto registrare un decollo migliore, ci dichiariamo soddisfatti ed esprimiamo un voto favorevole.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Questa mattina non sono intervenuta sull'osservazione, quasi pregiudiziale, che poneva il collega Genovese anche perché ero d'accordo sulla posizione assunta dalla Presidenza che non fosse consentito ritornare sull'argomento e sospendere l'esame del disegno di legge, per contro mi sembrava che le osservazioni di Genovese fossero estremamente puntuali perché se leggiamo gli scopi dell'art. 1 della legge 60, vediamo che ci sono aspetti sui quali necessariamente occorrerà ritornare tra qualche giorno quando si andrà a discutere del disegno di legge della Giunta in tema parchi.
Ormai l'iter era incominciato, si è dovuto procedere in questo senso ma non v'è dubbio che all'integrazione e al riesame degli articoli 8, 9, 12 13, 14 di questa legge occorrerà ritornare nel momento in cui toccheremo aspetti dell'equilibrio ambientale e della riduzione dei fattori di disequilibrio e del degrado ambientale.
Le modifiche che abbiamo di fronte non sono sostanziali anche se abbiamo ritoccato parte degli articoli della legge 60. Avrebbero dovuto essere degli adeguamenti per correggere difficoltà applicative della legge che ricordiamo era nata nel 1979 partendo dal progetto proposto dal Consigliere De Benedetti in un clima allora molto impegnato e molto teso.
La legge aveva già subito un aggiornamento abbastanza completo con la legge 80. Qualcuno faceva anche rilevare nel dibattito di oggi che attorno a questo argomento si è proceduto a spezzoni, ora con un regolamento, ora con una deliberazione, ora con una legge interpretativa della precedente.
Le modifiche tuttavia più che rispondere a esigenze di chiarezza interpretativa o di snellimenti procedurali, sono andate a cogliere ancora una volta le emozioni e gli interessi anche se riconosco che le istanze della società civile in ordine alla fauna ed alla caccia sono tante ed eterogenee, spesso atecniche, quindi difficili da coordinare e organizzare.
Abbiamo l'impressione che con questa legge non si faccia un passo avanti, anzi, si torni indietro perché più che difendere la fauna si indulge a somministrare contentini a destra ed a sinistra. Il mio emendamento, che tendeva a recuperare un comma importante della legge 60 non è stato accolto perché ha dichiarato il relatore consenziente l'Assessore diventava di difficile gestione.
In una materia come questa, laddove la gestione possa apparire difficile e i controlli impossibili o non sufficientemente probanti, si deve avere il coraggio di mantenere il divieto assoluto; le mezze misure alla fine non pagheranno.
Vorrei soffermarmi sulle modifiche introdotte con questa legge argomento generale peraltro riconducibile ed associabile a tante altre situazioni, in particolare sulla composizione dei comitati di gestione (art. 11, e 1 2). L'aver definito dei comitati di gestione pletorici anche qui per accontentare un po' tutti, a noi sembra sbagliato se questi comitati dovranno rendersi utili, occorrerà introdurre qualche correttivo sul regolamento che i comitati dovranno pur darsi, soprattutto relativamente alle presenze, perché definire il numero legale su assemblee che sono poi comitati pletorici, sarà abbastanza difficile. Attraverso un regolamento sarà forse possibile recuperare anche quelle difficoltà di cui ho parlato nel mio intervento questa mattina. Quando si tratta di nominare un rappresentante per comune non si potrà evidentemente nominare tutti i Comuni, ma una rappresentanza dei Comuni.
Per le cose che ho detto il nostro voto sarà negativo.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ariotti. Ne ha facoltà.



ARIOTTI Anna Maria

Il mio è un voto contrario perché queste modifiche sono o un ritocco marginale alla legge 60 o, tranne i singoli casi già accennati dall'Assessore, un peggioramento in termini permissivi. Il problema di fondo è che nessun adempimento previsto dalla legge 60 è stato portato avanti, in particolare la stesura della carta faunistica in base alla quale soltanto è possibile una seria programmazione del territorio.
La proposta di modifica presentata da Montefalchesi, Reburdo e me chiaramente provocatoria, è stata fatta proprio per sottolineare la serietà e l'urgenza di questo problema. Procedere per settori, come si è fatto finora, comporta contraddizioni difficilmente conciliabili e l'impossibilità di gestire, in una visione generale complessiva, un settore che coinvolge interessi e problemi estremamente seri, in particolare il rapporto con l'ambiente, la cui tutela non può più a lungo essere elusa.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Il Consigliere Gerini chiede di intervenire. Ne ha facoltà.



GERINI Armando

Ribadisco i concetti che ho espresso nel dibattito generale della legge e riaffermo che le modifiche che abbiamo apportato, seppur numerose non snaturano i principi della legge base. Desidero ancora raccomandare alla Giunta di snellire le procedure per l'abbattimento dei nocivi; specialmente le volpi, oggi così numerose. Il compromesso raggiunto circa la composizione dei comitati di gestione pare accettabile, ma ritengo che i problemi di oggi riaffioreranno in sede di redazione di regolamento.
Durante la discussione generale ho pure detto che in materia di caccia non valgono né le discipline di Gruppo, né quelle di Partito, pertanto a nome del Gruppo esprimo parere favorevole, ma ritengo che i miei colleghi possano legittimamente votare anche in modo differente.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Ha facoltà di parlare il Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Il Gruppo comunista darà voto favorevole al disegno di legge in discussione, sulla base delle osservazioni che abbiamo svolto nel dibattito generale in cui non abbiamo sottaciuto una serie dì aspetti che non ci convincono dal punto di vista della gestione, in particolare di elementi fondamentali e principi che sono alla base della legge 60. Si è richiamata l'esigenza del piano faunistico e dì una gestione territoriale più corretta e tale da consentire un avvicinamento nei contrasti che permangono tra cacciatori e naturalisti da un lato e cacciatori e agricoltori dall'altro.
Le assicurazioni date dall'Assessore, anche se siamo in una fase di scadenza del mandato, possono consentire di avere finalmente quegli strumenti fondamentali per una gestione corretta dell'esercizio venatorio e per la difesa del territorio come bene primario che va salvaguardato.
Esprimeremo quindi un voto favorevole al disegno di legge in questione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Anche a nome del collega Montefalchesi esprimo voto contrario alla legge di modifica della legge 60 per motivazioni complesse, ma riassumibili in pochissime considerazioni. In un momento così grave per il territorio e per l'ambiente con riflessi pesantissimi sulla qualità della vita e sulle prospettive di sviluppo della nostra realtà, assumere decisioni che non rispondono adeguatamente alle problematiche per la difesa dell'ambiente della fauna e del territorio, è un atto non accettabile.
Ci troviamo anche in un momento di emergenza particolare, Non per nulla noi avevamo proposto la sospensione dell'esercizio della caccia per il 1985/86 per dare la possibilità di verificare le gravi situazioni che si stanno presentando e di intervenire in termini di programmazione con la carta faunistica e con un raccordo tra le varie leggi e disposizioni regionali che molte volte sono in contraddizione tra di loro. E' una legge che è in netta contrapposizione con le esigenze di difesa del territorio e dell'ambiente. Come giustamente hanno già sottolineato alcune organizzazioni ecologiche, queste proposte nella sostanza peggiorano sensibilmente il testo della legge 60, non rispondono a bisogni e ad esigenze prioritari di salvaguardia dell'ambiente e del territorio. Anche a nome del collega Montefalchesi esprimo voto contrario a questa legge.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo concorda sulla valutazione fatta dal collega Gerini e apprezza il lavoro da lui compiuto nell'elaborare il testo di questa proposta di legge. La mia dichiarazione di voto è a titolo personale, ma rappresenta anche quella parte della società che noi pensiamo di rappresentare. Dobbiamo esprimere voto di astensione per segnare l'attenzione che poniamo a questi problemi e la preoccupazione che esiste quando si affronta il tema della tutela dell'ambiente soprattutto dal punto di vista faunistico. Ogni volta che innoviamo in materia di norme sulla caccia o di norme in materia di ambiente rischiamo di penalizzare un bene difficilmente ricostruibile o non ricostruibile del tutto come e il patrimonio faunistico, senza peraltro criminalizzare nessuno. L'ho detto molti anni fa, lo ripeto in questa sede: ho difficoltà a capire quale tipo di molla muova qualcuno a sparare a un volatile. Fin quando non capir questo aspetto mi guarderò bene dal criminalizzare questo tipo di sentimento, anzi, non ho difficoltà a riconoscere che la cultura venatoria in questi ultimi anni si è sviluppata al punto tale che la caccia è uno degli elementi del problema ambiente, del problema territorio, non deve essere criminalizzato, ma deve essere emarginato, deve essere considerato come uno degli aspetti con i quali dobbiamo fare i conti per una corretta gestione del territorio e del suo patrimonio.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Desidererei, signor Presidente, esprimere il voto favorevole del Gruppo socialista ad una legge che, per quanto sofferta, ha consentito una elaborazione attenta, meticolosa, partecipata ampiamente in Commissione e in aula.
E' una legge che ha tenuto conto delle esigenze che nascono dai diversi gruppi e dai diversi settori della società interessati all'uso del territorio ed alla gestione della fauna e che cerca ragionevolmente di comporre i diversi interessi e le diverse aspirazioni in un contesto logico e gestibile.
Le modifiche apportate al testo della legge 60 sono appunto dovute alla necessita di prevedere delle forme di gestione più sicure e più rapide.
Sotto questo profilo mi pare di avere fatto un buon lavoro.
Noi votando a favore di questa legge, siamo sensibili alla salvaguardia della fauna ed alla salvaguardia del territorio, sappiamo che la fauna e il territorio si salvaguardano attraverso una gestione attiva, non di semplice protezione indiscriminata e passiva.
Bisogna investire sul territorio, bisogna investire sulla fauna bisogna ripopolare, vigilare, salvaguardare gli equilibri tra l'habitat gli animali, le culture e gli uomini che vivono sul territorio.
La caccia è uno dei modi per realizzare questo equilibrio.
Da qualche migliaia di anni l'equilibrio ecologico è alterato dall'uomo.
Senza l'intervento attivo dell'uomo l'equilibrio non si ristabilisce più. Una caccia civile, organizzata, disciplinata, razionalmente controllata, è uno dei modi per realizzare questo equilibrio.
Siamo convinti che in questo sforzo la parte sensibile, attenta, non fanatica dei naturalisti e dei protezionisti è un alleato prezioso e crediamo che anche attraverso la gestione di questa legge si possono fare passi avanti perché questa collaborazione diventi realtà nel contesto della nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Possiamo passare alla votazione per appello nominale dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Caccia

Proposta di deliberazione relativa a: "Modificazioni al regolamento per la gestione e l'individuazione delle aziende faunistieo-venatorie"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Il punto decimo all'ordine del giorno reca: "Esame proposta di deliberazione relativa a: 'Modificazione al regolamento per la gestione e l'individuazione delle aziende faunistico-venatorie'".
Per continuità di argomento pregherei il Consiglio di votare per alzata di mano Il testo recita: "Il Consiglio regionale visto il Regolamento per la gestione e l'individuazione delle aziende faunistico-venatorie, approvato con deliberazione C. R. n. 671-3464 del 21 marzo 1984 vista la legge regionale 17 ottobre 1979, n, 60: 'Norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia e successive modificazioni ravvisata l'opportunità di adeguare il Regolamento suddetto e in particolare l'articolo 13 dello stesso alla legge regionale citata in modo che le aziende faunistico-venatorie ricadenti nella zona faunistica delle Alpi in riferimento a tempi, modi e mezzi di caccia, siano assoggettate alle disposizioni speciali sulla zona delle Alpi di cui al titolo XI della legge regionale citata sentito il parere espresso dalla Commissione consiliare competente delibera di modificare il regolamento per la gestione e l'individuazione delle aziende faunistico-venatorie, approvato con deliberazione C, R. n. 671-3464 del 21 marzo 1984, sostituendo comma dell'articolo 1.3 del Regolamento citato nel modo seguente: 'Le aziende fa' faunistico-venatorie ricadenti nella zona faunistica delle Alpi con riferimento a tempi, modi e mezzi di caccia sono assoggettate alle disposizioni speciali sulla zona delle Alpi di cui al titolo XI della legge regionale 17 ottobre 1979, n, 60 e successive modificazioni' La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'articolo 65 dello Statuto'" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 43 voti favorevoli ed I astensione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno inerente la situazione occupazionale dell'Azienda Sogerco


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

L'Assessorato competente ed i Gruppi consiliari hanno esaminato il problema molto delicato ed urgente dei lavoratori, qui presenti, della Sogerco e propongono ora la votazione di un ordine del giorno unitario di cui do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte a conoscenza della situazione venutasi a creare nell'azienda Sogerco, esercente il servizio mensa in alcuni stabilimenti del gruppo Fiat, i cui lavoratori e lavoratrici sono in sciopero dall'1l gennaio causa la minaccia di 100 licenziamenti avanzata dall'azienda preoccupato per tale decisione che se attuata si aggiungerebbe alla già gravissima crisi occupazionale che colpisce la provincia di Torino e coinvolgerebbe prevalentemente una componente del mercato del lavoro, quale quella femminile, gia pesantemente colpita dalla disoccupazione sensibile al disagio che il persistere di tale situazione compiti la per i lavoratori utenti del servizio oleosa preoccupato per i riflessi negativi sul settore alimentare derivatiti dallo stato di conflittualità e dal rischio di scadimento qualitativo e quantitativo del servizio mensa ritiene che in nessun caso i rapporti contrattuali tra aziende appaltanti ed aziende esercenti il servizio debbano influire negativamente sulla qualità del servizio e sull'occupazione giudica negativamente l'atteggiamento dell'azienda che è stato di ostacolo al positivo esito dell'opera di mediazione della Giunta regionale invita l'azienda, anche in considerazione degli ampi rapporti che essa intrattiene con soggetti pubblici e privati nella nostra Regione, a riconsiderare la propria posizione onde favorire uno sbocco positivo della vertenza in atto impegna la Giunta regionale a proseguire nella positiva opera di mediazione intrapresa e qualora lo si ritenga opportuno anche attraverso il coinvolgimento dell'azienda appaltante".
Pongo in votazione l'ordine del giorno per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'ordine del giorno


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Propongo di iscrivere tre argomenti all'ordine del giorno, sentita la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e la Presidenza del Consiglio e sono i pdl n. 482, 487 e la deliberazione G.R. n. 23-40601.
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Esame deliberazione Giunta regionale n. 8-40281: "Recepimento dell'intesa fra Regione Piemonte-Anci sanità regionale- Federazione regionale degli Ordini dei medici-Organizzazioni sindacali mediche firmatarie dell'accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti libero-professionali con i medici addetti alla Guardia medica"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Il punto settimo dell'ordine del giorno reca: "Esame deliberazione Giunta regionale n. 8-40281: 'Recepimento dell'intesa fra Regione Piemonte Anci sanità regionale -Federazione regionale degli ordini dei medici Organizzazioni sindacali mediche firmatarie dell'accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti libero-professionali con i medici addetti alla Guardia medica" La delibera recita: "Il Consiglio regionale visto il DPR 7 maggio 1982, n. 281 visto il DPR 16 ottobre 1984, n. 885 vista la legge regionale 10/3/1982, n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 8-40281 dell'8/1/1985 sentito il parere favorevole espresso dalla V Commissione permanente delibera di approvare l'intesa tra la Regione Piemonte, l'Anci sanità regionale la Federazione regionale degli ordini dei medici e le Organizzazioni sindacali mediche firmatarie dell'accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti libero-professionali con i medici addetti alla Guardia medica ed il relativo programma di aggiornamento obbligatorio, ai sensi dell'art. 20 del DPR 7/511982 n. 281 e dell'art. 18 del DPR 16/10/1984 n. 885, secondo l'accordo allegato che forma parte integrante della presente deliberazione di delegare alle Unità Socio-Sanitarie Locali, enti gestori di formazione, la fase attuativa dell'intesa, con le modalità organizzative di cui all'accordo sopra citato e secondo gli indirizzi che verranno emanati con direttiva dell'Assessore regionale alla sanità ed assistenza.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 177-39713: "Istituto Tecnotex Biella S.p.A. Approvazione dello Statuto"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Punto nono all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale n. 177-39713: "Istituto Tecnotex Biella S.p.A. Approvazione dello Statuto".
La parola all'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Si è pensato di inserire le disposizioni transitorie per avviare rapidamente alcuni adempimenti. Mi spiego.
Il Consiglio di amministrazione è composto da non meno di nove e da non più di 31 membri. Se il numero non viene determinato in questa sede, la Commissione Nomine si troverà in difficoltà a quantificare il numero dei membri da nominare. Forse è opportuno definire questo aspetto eliminando le disposizioni transitorie.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

La richiesta dell'Assessore può essere accolta dal Consiglio, quindi è opportuno che oggi decidiamo il numero dei membri da nominare all'interno del Consiglio di amministrazione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Le strade sono due: o fissare una norma transitoria che stabilisca per il primo Consiglio di amministrazione un numero di membri più ridotto (ma la trovo pericolosa), oppure invitare la Giunta a stabilire il numero della composizione del Consiglio di amministrazione.
Siamo disponibili ad esaminare una proposta di tipo diverso, purché non si vada alla norma transitoria e per un consiglio di amministrazione rigido in cui non ci sarebbe posto e rappresentanza per le opposizioni.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Le ultime considerazioni del collega Brizio in ordine alla necessità di una fase transitoria, danno ragione alle nostre perplessità circa l'orientamento che pare emergere sullo stralcio della parte della deliberazione che abbiamo a nostre mani che riguarda le norme sul Consiglio di amministrazione in via transitoria.
L'iniziativa, oggetto di questa deliberazione, ha bisogno di rullare immediatamente sulla pista e siamo convinti che questa fase di decollo potrebbe utilmente essere accompagnata dalla necessaria cautela nella formazione dell'organismo che dirige questa iniziativa, per cui avevamo appoggiato in sede di Commissione la tesi del Consiglio di amministrazione transitorio.
Il problema dell'urgenza ed il problema della cautela rimangono comunque intatti anche se dovessimo scegliere, come pare scegliamo, la strada di abolire la fase transitoria e di passare la nomina del Consiglio di amministrazione definitivo.
A questo punto però il nodo va sciolto per quanto riguarda il numero dei membri del Consiglio di amministrazione e va fatta una proposta secca di deliberazione sullo Statuto della società, perché altrimenti sarebbe aprire una nuova fase che ci porta in là nel tempo per la definizione del numero dei membri del Consiglio di amministrazione. La proposta è di orientarci nella direzione di una composizione numerica la più vicina a quella che già è emersa nelle discussioni preliminari e informali con le parti con cui contraiamo il rapporto societario; questo numero pare sia 21 com'è già nella proposta dello Statuto della società.
E' un numero che pare soddisfare le esigenze di un corretto riequilibrio tra le rappresentanze di chi detiene il pacchetto azionario di maggioranza e degli altri soci che concorrono alla formazione della società. Saremmo per caldeggiare una soluzione che preveda già in deliberazione dell'approvazione dello Statuto un numero preciso, che pu essere 21, altrimenti siamo per ripercorrere l'altra strada che è quella della nomina di un Consiglio di amministrazione di tipo provvisorio per affrontare la fase provvisoria.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

La parola all'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Il Consigliere Acotto ha evidenziato che è bene uscire da questa seduta con una indicazione precisa.
L'indicazione emersa nelle discussioni è sembrata quella più equilibrata per poter rappresentare le varie componenti che agiranno sulla Tecnotex.
Pertanto ho presentato un emendamento in merito.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo dell'Assessore, il cui testo recita: "Disposizione transitoria.
La società, per il periodo transitorio corrispondente alla fase di primo impianto e di avvio dell'attività, è amministrata da un Consiglio di amministrazione composto da un massimo di 21 membri, di cui 11 di nomina del Consiglio regionale".
Chi è favorevole all'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.
Vi do ora lettura della deliberazione: "Premesso che: La legge regionale 30 agosto 1984 n. 47 prevede che la Regione promuova, con altri soggetti pubblici e privati, la costituzione di una Società consortile per azioni denominata Istituto Tecnotex Biella S.p.A.
Ai sensi del terzo comma dell'art. 1 della citata legge regionale lo Statuto e le relative modificazioni devono essere approvati dal Consiglio regionale.
D'intesa con gli altri soggetti pubblici e privati che hanno espresso la volontà di far parte della costituenda Società, è stata, all'uopo predisposta una bozza di Statuto.
Viene prevista dallo Statuto, per il periodo transitorio corrispondente alla fase di primo impianto e di avvio dell'attività, una gestione da parte di un Consiglio di amministrazione composto da un massimo di 21 membri, di cui 11 di nomina del Consiglio regionale.
I primi amministratori sono nominati nell'atto costitutivo, secondo il disposto degli artt. 2335 e 2383 del codice civile e durano in carica fino alla determinazione, da parte dell'assemblea, ai sensi dell'art. 2380 del C,C, e dell'art. 8 dello Statuto, del numero dei componenti il Consiglio di amministrazione ed alla conseguente nomina dei componenti stessi.
Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 177-39713 dell'i 1/12/1984 sentito il parere espresso dalla Commissione consiliare competente delibera di approvare lo Statuto dell'Istituto Tecnotex Biella S.p.A, secondo lo schema allegato alla presente deliberazione affinché ne faccia parte integrante.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento: Fondo di previdenza dei Consiglieri

Esame pdl 482: "Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 23/1/1984 n. 9 'Norme sulla previdenza e l'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali del Piemonte"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Procediamo all'esame del pdl 482: "Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 23/1/1984 n. 9: 'Norme sulla previdenza e l'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali del Piemonte'".
Relatore è il Consigliere Vetrino che da per letta la relazione a mani dei Consiglieri.
Procediamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "All'art. 3 della L.R. 23/1/1984 n. 9 sono aggiunti i seguenti commi: 'Prima dell'approvazione di ogni stato di previsione della spesa del Consiglio regionale, deve essere redatto un bilancio tecnico attuariale nel quale devono essere evidenziati gli eventuali disavanzi del Fondo che prevedibilmente si verificheranno nel corso dell'esercizio cui lo stato di previsione si riferisce.
Il disavanzo di gestione può essere ripianato mediante l'erogazione di un contributo 'una tantum' a favore del fondo con onere a diretto carico del bilancio del Consiglio regionale. A tale scopo l'Ufficio di Presidenza sulla base del bilancio tecnico attuariale, dispone la liquidazione e l'erogazione al Fondo della quota di contributo 'una tantum' da corrispondere al disavanzo di gestione accertato a far tempo dal gennaio dell'anno scorso.
Il contributo di cui al comma precedente non può superare l'ammontare delle entrate accertate nel corso dell'anno.
Ai fini di cui al presente articolo per disavanzo di gestione si intende il saldo negativo risultante dal confronto fra il totale delle entrate derivanti: 1) dalle trattenute obbligatorie, ivi comprese quelle versate per la prosecuzione volontaria della contribuzione 2) dagli interessi sui depositi di tesoreria del Fondo 3) dal rendimento annuo dei titoli di proprietà del Fondo ed il totale delle spese: 1) per il pagamento degli assegni vitalizi 2) per la copertura dei rischi di morte e invalidità dei Consiglieri".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "All'art. 4 della L.R. 23/1/1984 9 aggiunta la seguente lettera e): 'e) l'eventuale contributo 'una tantum' di cui al precedente art. 3 terzo comma'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Al primo comma dell'art. 21 della L.R. 23/1/1984 n, 9 la frase 'si applica una trattenuta pari al cinque per cento' è così sostituita: 'si applica una trattenuta pari al 2 per cento.
Al primo comma dell'art. 5 della L.R. 23/1/1984 n. 9 la frase: 'da una quota del 20 per cento' è così sostituita: 'da una quota del 23 per cento'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "All'onere di cui all'vt. 1 della presente legge si provvederà con i fondi stanziati al cap. 10 dello stato di previsione del bilancio annuale e pluriennale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Procediamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Parchi e riserve

Esame pdl 459: "Modificazioni alla legge regionale 28/4/1980 n. 30: 'Istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo"


PRESIDENTE

Punto sesto all'ordine del giorno: Esame pdl. 459: "Modificazioni alla legge regionale 28/4/1980 n. 30: 'Istituzione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo'".
Il testo è stato licenziato all'unanimità dalla II Commissione.
Relatore è il Consigliere Nerviani che dà per letta la relazione.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "L'articolo 5 della legge regionale 28 aprile 1980, n. 30, è abrogato ed è sostituito dal seguente articolo: 'Gestione - Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo 3 sono esercitate dal Comune di Varallo.
I piani di intervento sulla riserva naturale speciale sono predisposti dalla Giunta regionale d'intesa con il Comune di Varallo Le attività di attuazione dei piani e di vigilanza sono esercitate dal Comune di Varallo che può avvalersi, nell'ambito degli stanziamenti annuali di cui alla presente legge, senti:a la Giunta regionale, di proprio personale o negli uffici regionali, comprensoriali o provinciali, ovvero del personale di cui al successivo articolo 6"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "All'articolo 6 della legge regionale 28 ;Aprile 1980, n. 30, le parole 'l'Amministrazione del Sacro Monte di Varallo' sono sostituite dalle parole: 'il Comune di Varallo'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "L'articolo 7 della legge regionale 28 aprile 1980, n. 30, è abrogato ed è sostituito dal seguente articolo: 'La formazione e la gestione dei bilanci di previsione e dei rendiconti generali della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varano sono effettuati in conformità agli articoli 2, 3, 4 e 6 della legge regionale 3 settembre 1984,n. 59.
Il controllo degli atti deliberativi del Comune di Varallo relativi alla riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo è eseguito così come previsto all'articolo 10 della legge regionale 3 settembre 1984 n 51".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Esame deliberazione G.R. n. 79-38866: "Approvazione costituzione del comitato culturale denominato 'Castello di Rivoli, per l'arte in Piemonte'"


PRESIDENTE

Punto ottavo all'ordine del giorno: "Esame deliberazione G,R. n, 79 38866: 'Approvazione costituzione del comitato culturale denominato Castello di Rivoli, per l'arte in Piemonte'".
La IV Commissione ha licenziato il testo a maggioranza.
La parola al Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria

Dopo il successo di critica e di pubblico che ha accompagnato l'apertura del Castello di Rivoli nella sua sezione di arte contemporanea successo segnato anche dalle molteplicità di tesi ed opinioni diverse espresse da critici e cultori di arte di cui i giornali italiani e stranieri si sono fatti portatori e che sono serviti ad aprire un dibattito culturale che interessa e coinvolge non solo ristrette cerchie di specialisti, ma anche larghi strati di opinione pubblica, che pu finalmente vedere di persona ciò di cui si discute, credo sia opportuno procedere alla costituzione di un comitato culturale che porti avanti il progetto "Castello di Rivoli", attuato solo per quanto riguarda la ristrutturazione di parte della sede Sabauda e l'esposizione di arte contemporanea, ma che attende l'ulteriore completamento della rimanente manica lunga o Galleria e l'apertura del centro di arte e cultura extraeuropea, così come indicato nel Piano di sviluppo, che propone Rivoli come struttura culturale polivalente Il Comitato voluto con la partecipazione di enti pubblici e soggetti privati per unire la continuità e la capacità di investimento dell'amministrazione pubblica, con il carattere di imprenditorialità e di dinamismo proprio dell'intervento privato, dovrà non solo gestire e coordinare i centri già ricordati, ma allacciare relazioni e rapporti operativi con altri centri di cultura, italiani e stranieri, e con personalità di rilievo internazionale e realizzare e promuovere programmi di attività e di spettacolo, con l'organizzazione di stages, laboratori e rassegne illustranti i risultati e le tendenze nel campo della ricerca musicale, teatrale e cinematografica.
Si vuole cioè reinserire il Piemonte in un circuito internazionale della cultura, legando le preesistenze del passato alla produzione culturale contemporanea, data l'opportunità che offre Rivoli di un incontro confronto tra passato e presente Se questa operazione è ritenuta valida e penso che lo sia dal momento che la società piemontese, in particolare l'area metropolitana accanto alle esigenze non ancora superate, e mai superabili forse, di opportunità culturali finalizzate in modo precipuo alla socializzazione e aggregazione mostra anche la capacità di produrre e di richiedere dinamiche culturali diverse, di più alto livello e di più ampio respiro, se questa operazione è valida, allora deve avere il supporto di una struttura che garantisca continuità di azione, dinamicità imprenditoriale e soprattutto competenze tecniche specifiche in grado di compiere operazioni di grande qualificazione culturale.
Del resto credo che l'esempio di Palazzo Grassi, proprio in questi giorni insegni qualche cosa a tutti.
Per questi motivi il Gruppo comunista dà parere favorevole alla deliberazione proposta dalla Giunta, sollecitando anche l'Assessore a proseguire i contatti già peraltro avviati con la Provincia di Torino ed i Comuni di Torino e di Rivoli per attuare una partecipazione più vasta che può essere positiva in operazioni di questo tipo, dove occorre il concorso di tutte le forze e le capacità disponibili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Sono spiacente di non fare parte della VI Commissione perché credo di dover dire qui delle cose che sarebbe stato più opportuno analizzare in una sede più pertinente all'approfondimento di certi temi. Credo che vi siano parecchie ragioni perché questo intervento avvenga, non perché penso che sia esaustivo e onnicomprensivo delle posizioni piuttosto variegate che si possono assumere su questa tematica, perché a seconda dell'angolazione dalla quale si guardano si possono avere degli atteggiamenti di consenso relativo e di accettazione relativa, mentre sotto altre angolazioni il giudizio non può che essere di taglio politico e quindi in quanto tale essere consequenziale ad alcune cose che dirò.
Vedo citato nelle premesse della deliberazione il Piano regionale di sviluppo. Debbo dire subito che se c'è un'iniziativa che noi non condividiamo nell'economia del Piano regionale di sviluppo è proprio questa: non la condividiamo perché riteniamo di dovere denunciare come questa priorità, non l'iniziativa in sé in quanto problema di sistemazione dei beni fatiscenti e recupero dei beni patrimoniali, ma rispetto ai ritorni di tipo sociale ed economico e rispetto alla destinazione delle risorse che abbiamo destinato in questi anni sottraendole ad altre iniziative, è senza ritorno sociale ed economico.
Credo che questo sia inequivocabile, non smentibile. Mi spiace che tutto questo avvenga in una certa disattenzione per quanto può essere il referente sociale che dovrebbe giudicare su questo ritorno.
Credo che il ritorno economico e sociale degli investimenti e delle iniziative di un piano di sviluppo deve valutare in quale misura gli investimenti fatti producono, al di là del lavoro dato agli operatori addetti alle sistemazioni fisiche od alle imprese, gli effetti reali sulla professionalità, sulla riqualificazione della professionalità, sulla riqualificazione di una cultura del modo di essere dell'intervento pubblico, soprattutto dell'intervento regionale rispetto al grande tema che è la sfida degli anni '90 di fronte al quale ci troviamo: Stiamo concludendo una legislatura nella quale abbiamo enfatizzato parecchie sfide ma non ne abbiamo affrontate nessuna: purtroppo nemmeno questa sfida culturale non penso si possa dire abbia un epilogo in questa vicenda. Sarebbe molto rischioso ed ingiusto rispetto a tutto ciò che è stato prodotto anche da altri enti locali, istituzioni ecc, porre al confronto questa iniziativa dell'ouverture di Rivoli rispetto altre iniziative serie, utili, mostre trasferite a volte anche da centri culturali internazionali, come quelle che sono venute dal Centro Pompidou iniziative che sono veramente servite e posso dirlo con coscienza per il tipo di riscontro che i giovani studenti hanno dimostrato rispetto a certi impatti con certi materiali, con certe tematiche, con certi modi di sviluppare e di presentare i temi iniziative che sono veramente di ritorno sul piano culturale e sul piano anche della professionalità.
Al di là delle valutazioni sul fatto che sia stato invitato o inserito l'artista a) o l'artista b), l'ouverture non ha questo ritorno e non ce l'ha per una semplice ragione. Credo di averlo già detto ampiamente in un lungo intervento che avevo fatto sul Castello di Rivoli, L'arte moderna soprattutto a dimensione internazionale, non è ancora un prodotto tale da suscitare quell'emotività e quel tipo di partecipazione cosciente che richiede una operazione di largo coinvolgimento culturale e partecipativo.
Gli investimenti e le priorità si devono giudicare in base a questi effetti ed a questi ritorni.
Credo che la collocazione rispetto al Piano regionale di sviluppo sia da denunciare come impropria e come una iniziativa che semmai può essere di ritorno sociale ed economico nella misura in cui la struttura che adesso si vuole mettere in piedi per reggere e gestire il Castello di Rivoli sia rispondente a queste esigenze.
Nel mio primo intervento avevo sottolineato la grande carenza che la nostra Regione ha in tema di valorizzazione dei patrimoni artistici e culturali, non tanto rispetto al tradizionale modo di concepire l'arte come mecenatismo e quindi come capacità di produrre esperienze onnicomprensive.
L'attività e la presenza culturale che ha visto nel passato anche nelle nostre città tradizioni di grande rilievo, non le vogliamo né sottovalutare né sminuire, ma diciamo che non è alla Regione che compete questo compito.
Il compito del mecenatismo, di sviluppare l'attivismo e l'internazionalismo dei nostri artisti non ci compete, non è un compito che rientra nelle tematiche specifiche che ci siamo preposti in un quadro di coerenza rispetto agli interventi che la Regione ha nel quadro del DPR 616.
Amici, se vogliamo dilatare il significato delle finizioni e dare ad ogni tipo di attribuzione previsto dal DPR 616 una pertinenza, ed una omologia, possiamo dilatare in tutte le direzioni e dire che ci dobbiamo occupare di chissà quale tematica etnografica, di chissà quale popolo remoto dell'emisfero. Se vogliamo invece dare al significato di partecipazione ed attivazione alle attività culturali un quadro di coerenze con i compiti sui quali la Regione è impegnata direttamente a produrre effetti economici e sociali, e nel sociale ci sta anche il culturale, dico che l'occuparci delle culture extraeuropee in senso lato è una cosa che mi sconcerta, anche solo per un fatto, perché se fosse vero che di queste cose non ce ne siamo mai occupati e forse la nostra una realtà completamente estranea a questo tipo di rapporto di tipo internazionale, questo potrei capirlo, perché si tratterebbe di colmare una deficienza cronica, ma credo che grazie a Dio non sia una iniziativa dell'Assessore Ferrero riscoprire i rapporti scientifici e culturali di tipo internazionale.
Il Professor Grosso e la Giunta da lui presieduta, sia in Provincia che in Comune, della quale ho avuto l'onore di far parte con delle responsabilità di presenza in Comitati culturali misti di Università ed enti locali, ha portato avanti un programma di attività sul piano delle iniziative di scavi archeologici e di ricerche etnografiche, che sono tutte da concludere nel senso che purtroppo i materiali portati dal prof. Gullini giacciono negli scantinati della Galleria di Arte Moderna e non sono in condizione di essere esposti e di essere valutati. Si sono fatti investimenti sulle operazioni relative agli scavi nel Medio Oriente ed a tutto ciò che si è attivato in termini di rapporti con Iraq e Iran, che non hanno avuto di fatto un ritorno sul piano almeno della conoscenza da parte delle popolazioni piemontesi e torinesi, perché come al solito mancano i soldi, le sedi e via dicendo.
Adesso noi inventiamo il nuovo rapporto delle culture extraeuropee.
Benissimo. Però mi permetterà l'Assessore Ferrero che su questo ci sia un minimo di richiamo al senso di responsabilità della dimensione del modo di intervenire e di continuare ad investire soldi perché la dilatazione è tale da porre perlomeno a confronto ciò che è stato già fatto rispetto a quello che si potrebbe fare.
Non è il caso di dire che la cultura è nazionale, internazionale europea od extraeuropea. La cultura è cultura, quindi mi rendo conto che sul piano della ricerca di una dimensione culturale la più aperta possibile non vi siano confini, ma credo sia opportuno che l'investimento, in quanto tale, sia finalizzabile e finalizzato e quindi la struttura debba essere tale da ricreare comunque non sprechi e ulteriori diaspore, ma aperture di spazi quando vi sono filoni, ricerche, istituti, strutture, l'Università stessa, che avrebbero bisogno di avere nelle istituzioni un riferimento di appoggio, non un riferimento di distorsione e di distrazione, per cui ci che fa l'Università quasi viene ignorato e snobbato perché la Regione deve occuparsi di altre cose, deve puntare a vedere oltre quello che fanno i ricercatori locali. Tutto questo discorso non ha tenuto conto di alcune raccomandazioni che pure sembravano essere state in qualche misura recepite, forse per puro assenso come dire: "state bravi che ci pensiamo noi" quando si fece questo dibattito su Rivoli.
Era stato il richiamo all'esigenza di valorizzare l'arte applicata alla produzione, che ha esigenze di riferimenti di tipo strutturale per potere essere conosciuta e valorizzata. Non vedo perché dobbiamo conoscere il design attraverso il Museo dell'automobile, attraverso il centro storico Fiat o il centro storico Olivetti. Penso che la nostra Regione abbia delle specificità su questo versante di tale importanza, di dimensioni internazionali di tale rilevanza da essere assolutamente assurdo che il riferimento scientifico e culturale debba essere canalizzato solo dal privato. Non vedo perché le strutture pubbliche non debbano avere una capacità di governo di questa realtà che peraltro si colloca in una prospettiva che è di grande interesse rispetto al futuro, la prospettiva della ristrutturazione, della riconversione, della riqualificazione e quindi anche di un rapporto rispetto al mestiere e alla professione che vedrà completamente modificato l'approccio culturale della nostra gente.
Di questa tematica non se ne parla assolutamente anche se non penso certo che nell'art. 3 dello Statuto si potesse essere più evasivi e vaghi di quanto non si sia stati. Capisco questa evasività e questa vaghezza in una fase di ricerca comunque di una conclusione enfatizzante l'operato della Giunta, però richiamo al senso di responsabilità che affidi ad un notaio la costituzione di una struttura con dei compiti statutari precisi sia uno dei primi obiettivi che ci dobbiamo porre.
Detto questo, rileviamo che il riferimento al programma 84 non ci pare essere così consequenziale nell'impostazione di questa struttura.
Credo che nell'ambito delle attività culturali promosse ed iniziate il problema della definizione di una struttura come questa non possa collocarsi con dimensione da concludersi necessariamente nell'anno solare 84/85. Dico questo per dire che non c'è tutta quella fretta di collocare questa iniziativa nel consumo di questo breve spazio di legislatura e quindi nel consumo di una esigenza di valorizzazione diversa del Castello di Rivoli rispetto all'investimento fatto sul quale il consenso c'è stato da parte di tutte le forze politiche ed anche il senso di responsabilità di capire che la destinazione di certi investimenti non poteva avere eccessive discontinuità se si volevano ottenere certi effetti.
Detto questo, non possiamo non sottolineare come l'iniziativa ouverture sia una iniziativa che ha contraddetto impostazioni precedentemente date e impegni precedentemente presi; ha di fatto spiazzato una attesa che l'opinione pubblica aveva rispetto a quella struttura.
Ho sentito molte critiche di enfatizzazione, di inutilità, di incapacità di intravedere una relazione precisa tra questa iniziativa e una ipotesi di utilizzazione polivalente della struttura. Richiamiamo la Giunta al senso di responsabilità. Abbiamo di fronte una legislatura che dopo l'esperienza della mostra Ouverture potrà valutare con la dovuta serietà i modi ed i tempi rispetto ai quali debbono essere inventate e pensate le strutture.
Pensavo che fosse molto più logico che la Regione, dopo avere fatto questo passo di benemerita opera di mecenatismo e di salvaguardia del bene architettonico ed ambientale, si preoccupasse di coinvolgere le istituzioni locali perché non vediamo come la Regione possa intervenire direttamente a gestire quelle strutture, Una prima ipotesi di consorzio degli enti locali per dare una definizione impropria ma che comunque sottolinea il principio della partecipazione degli enti locali, era la prima operazione da fare.
Non ho sentito dire che esiste una struttura fisicamente individuata personale pagato da certi enti che sia in condizione di gestire il Castello di Rivoli. Oggi gestiamo questa operazione in prima persona ricaricandoci ancora una volta di un compito improprio e non pertinente per il quale non abbiamo strutture e per il quale continuiamo a diffondere la cattiva immagine della Regione. La Regione, amici e colleghi, continua a diffondere una pessima immagine di sé stessa a livello purtroppo di parecchie strutture regionali, non per colpa dei funzionari, ma per colpa degli Assessori a tempo pieno, di quelli cioè che esautorano le loro responsabilità, ridotti a degli esseri che funzionano in stretta connessione con il compito che gli viene affidato di giorno in giorno dall'immaginazione politica e dagli accordi di maggioranza che vengono assunti. Così non si gestisce la Regione, così non si gestiscono le strutture, così non si può pensare di mettere in piedi una struttura di grande portata anche a livello internazionale come pensate di voler mettere in piedi con il Castello di Rivoli.
Detto questo, ripeto l'assoluta non condivisibilità della impostazione data nei contenuti dell'art. 3 è ripetuta anche nella struttura dei centri settoriali. Questi settori che cosa dovrebbero configurare? Un museo, una struttura di ricerca, una struttura culturale intesa come associazione di soggetti vari oppure una scuola di perfezionamento o di addestramento? Non si può dire che vi siano due centri settoriali che ipotizzano questi due grossi filoni di attività, Siamo in una genericità sconvolgente. Siamo in una ipotesi di genericità così assoluta da non poter essere assolutamente accettata.
All'interno della definizione di museo vi sia una tale serie di dialettica e di dibattito che non credo si possa con assoluta indifferenza cambiare anche nelle sole connotazioni formali della deliberazione la parola "comitato culturale" con "associazione" o con "fondazione".
Sono cose ben diverse. Il museo non è una fondazione, il numero è una struttura che ha caratteristiche molto diverse dal centro permanente di esposizione ed ha una esigenza anche di ancoraggio sul piano scientifico culturale tale da non poter essere affidato al primo funzionario di ottavo e settimo livello che si dispone ad essere affine alla cultura politica dell'Assessore. Amici, non ci siamo, non è una cosa possibile. Per quanto attiene all'attività che dovrebbe svolgersi all'interno della struttura, si parla addirittura di attività di spettacolo.
Apprendo con piacere questa nuova forma di coinvolgimento della diffusione del messaggio culturale di una fondazione.
Stiamo coinvolgendo una struttura operativa simile a quella che citava la collega Ariotti di Palazzo Grassi, la quale però ha un retroterra di capacità di intervento sul piano della promozione economica e del ritorno economico che non compete alla Regione. La Regione non può sostituirsi al Teatro Stabile o alla fondazione X o Y la quale organizza i balletti. Ci rendiamo conto di che cosa vuol dire attivare una struttura che produce spettacolo? Bisogna concepire questa struttura in termini di ritorno economico, di capacità che non vedo come possa conciliarsi con le finalità iniziali sulle quali almeno mi pareva in un primo tempo si orientasse questa iniziativa. Vedo anche qui il riferimento agli stages, un'altra iniziativa interessantissima; questo comporta una struttura di applicazione sulla quale sia possibile portare degli studenti, applicarli ad un certo programma di esperienza didattica o di esperienza di contatto con determinate strutture o culturali o didattiche, ma non e pensabile che questo rientri in una ipotesi onnicomprensiva rispetto ai dati di partenza.
L'altro dato che mi sconcerta è il non vedere assolutamente citate come riferimenti possibili le associazioni culturali che tutto sommato potevano essere l'unica garanzia nel privato di una presenza non sospetta, non strumentale, non forzatamente a dimensione economica e mecenatistica e quindi una presenza di equilibrio anche sul piano politico non solo di garanzia sul piano culturale. Queste associazioni hanno prodotto nella nostra realtà regionale torinese delle mostre eccellenti a cominciare dalle famose mostre del "Cavaliere azzurro" e sono strutture che hanno piena titolarità per essere in prima persona rispetto a queste iniziative.
Vogliamo come Regione farci carico di un minimo di dignità rispetto all'etichetta che proprio sul piano internazionale intendiamo porci in fronte? Non sto a citare le altre associazioni culturali che potrebbero essere coinvolte. Dico che è molto preoccupante che tutta questa operazione abbia i caratteri di un verticismo e di un centralismo tipico di alcune forze politiche. Richiamo anche i componenti partners della maggioranza a questo senso del governo in una iniziativa culturale di questo tipo.
Credo che questa cosa non sia facilmente delegabile ad un tipo di soluzione da lottizzare. E' un tipo di soluzione che o viene fuori nella coscienza della comunità piemontese e nei limiti del possibile coinvolgendo in primo piano gli enti istituzionali e le associazioni culturali, ha come base una apertura agli esterni in dimensioni limitate ma non tali da essere ipotecanti sul piano della potenza economica, oppure il rischio che la fondazione sia facilmente riconducibile agli alti e bassi delle politiche delle Giunte o delle maggioranze è un rischio che di fatto è scontato quindi con tutte le conseguenze che tutti possiamo immaginare. Chiediamo un momento di riflessione su questa vicenda ed un momento di attesa ricordiamo come la Regione già in altre circostanze di fine legislatura abbia voluto accelerare la costituzione di enti, di mettere in piedi istituti, non mi fate citare definizioni che sono numerose, che hanno prodotto tanti guai a questa maggioranza e poi di fatto quando l'enfatizzazione dell'accelerazione della proposta ha fatto i conti con personale che non esisteva, sono cambiati gli uomini per gestirla, anche il cosiddetto entroterra di intenzioni oneste e certamente non inficiate di cattivi propositi che possono essere nella mente dell'Assessore proponente vengono riprese in contesto di maggioranza e di collaborazione politica diversa.
Sono iniziative destinate ad essere distorte nella misura in cui hanno questa eccessiva vocazione all'intervento distorcente dall'esterno.
Dobbiamo assicurargli quel minimo di indipendenza e quel tanto di autorità sul piano dell'indipendenza da poterle proteggere al di fuori delle vicende, delle burrasche delle maggioranze e delle lottizzazioni e consegnarle come un effettivo patrimonio alla comunità piemontese.
Non credo sia urgente, colleghi della Giunta e colleghi Consiglieri che si costituisca questo comitato perché tutto sommato questo comitato per ben che vada, avrà dei ritorni e dei cambiamenti dopo il 12 maggio e quindi non vediamo che cosa possa assicurare in termini reali di gestione della struttura. Mi sembrava molto più opportuna una proposta strutturale al limite una società a prevalente partecipazione pubblica o una struttura consortile a prevalente partecipazione pubblica che fosse in grado di gestire l'immobile e le future trasformazioni che ancora sono in atto. Tra l'altro questa futura trasformazione sento che prevede la sistemazione della Manica lunga quindi c'é un problema che coinvolgerà certamente il discorso stanziale, cioè di una residenzialità di soggetti, di strutture che sono da prevedere con molta oculatezza. Non possiamo pensare che una fondazione abbia compiti di immaginazione quando non vi è una proprietà che è l'ente pubblico responsabile di una struttura che dica in quali limiti di investimenti, di operazioni, di trasformazione possa muoversi.
Chiedo scusa se mi sono dilungato ma mi pareva che l'argomento fosse troppo importante, quindi chiedo ai colleghi di dirmi se le cose che ho detto sono delle sciocchezze, se sono collocate anch'esse, come tante cose che diciamo, nel quadro della strumentalità. Credo di dirle con onestà di intenti e di propositi cercando di contribuire nei limiti del possibile a far sì che non solo l'immagine ma la presenza della Regione sia assicurata al di là della presenta nostra in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non è frequente che un Consigliere, in particolare uno geloso delle proprie idee come il sottoscritto, abbia modo di ripensare al suo intervento ascoltando un collega. Questa è una delle occasioni che desidero sottolineare.
L'intervento del collega Picco, per larga parte da me non condiviso, ha posto una serie di problemi che quanto meno meritano una risposta dal Consiglio nel suo complesso non chiudendosi dietro la motivazione che in Commissione si è usciti con un certo tipo di considerazione.
Le considerazioni del collega Picco sono da apprezzarsi soprattutto per chi non condivide la censura di fondo del collega Picco all'operazione.
Anzi, al contrario.
Preliminarmente debbo dire che sono stato molto disturbato da un tentativo di appropriazione indebita del PCI di questa iniziativa perché in una pubblicazione che leggiamo si attribuisce il Castello di Rivoli alle Giunte di sinistra. Andiamoci cauti! Abbiamo sempre detto che su questo settore c'è una differenza fra la Giunta di sinistra del Comune di Torino e la Giunta di sinistra della Regione Piemonte, non tanto per il colore dei partiti, ma per il modo che questi partiti hanno di rapportarsi per esempio con l'opposizione o con il modo diverso che ha l'opposizione di porsi nei confronti di questi partiti.
Ho assunto su questo argomento una posizione chiara e anche risicata a suo tempo e ritengo quindi che la realizzazione del Castello di Rivoli e una qualche sua indicazione appartenga alla Regione Piemonte. Se poi la si vuole attribuire ad alcune forze in particolare, per carica, gli oneri e gli onori del governo comportano anche queste attribuzioni, dobbiamo segnare che proprio l'argomento del Castello di Rivoli è stato utilizzato dalla mia forza politica per indicare i ritardi e il provincialismo della politica culturale sulla città di Torino. Consideriamo quella del Castello di Rivoli, una operazione di grande coraggio, inventiva, discutibile e opinabile, ma comunque che lascerà certamente il segno. Cose di questo genere non ha fatto la Giunta comunale di Torino che invece ha cercato non di lasciare il segno, ma di far passare una parte della storia di Torino nel modo più indolore possibile perché altre cose non lasciassero il segno nella storia di Torino.
Il modo con cui ci si è posti rispetto a questi problemi in Regione e in Comune è nettamente diverso. E' proprio per questo motivo che mi sembra che questa diversità vada garantita anche per il futuro. Ho qualche dubbio avendo ascoltato il collega Picco, che questa diversità debba essere conservata e accentuata, probabilmente trova dei limiti nella proposta di deliberazione attinente allo statuto dell'istituendo comitato. In altri termini, riteniamo che qualche volta le istituzioni debbono fondarsi da se stesse; se ci fosse qualche costituzionalista ci direbbe che se ha ragione il Presidente Viglione nel dire che questo è un Parlamento, un parlamento si fonda al mattino e si rifonda alla sera e in una qualche misura qualche volta, si permette anche qualche colpo di stato o qualche congiura di palazzo ed assume magari funzioni ed attribuzioni che non gli competono.
Si tratta di capire se questa espressione di superbia istituzionale e di supponenza magari di non rispetto nel quadro nel quale ci dobbiamo muovere, risponde a un'esigenza del territorio, della collettività, della storia o meno. Questo è il problema politico che ci poniamo lasciando ai costituzionalisti ed ai formalisti l'altro corno del dilemma. Ci sembra, in effetti, che una istituzione nuova come quella regionale, preso atto che la città di Torino e la restante realtà del Piemonte hanno tutte le proprie risorse, le proprie intelligenze, le proprie capacità che si esauriscono nella gestione del contingente, nella manutenzione dell'esistente, nel restauro degli affreschi e nella custodia di quello che c'è nelle cantine mi fa pensare che a questo punto una istituzione come la Regione che non è gravata da questi compiti possa esplorare qualche prospettiva di ordine politico e nella specie culturale di grande significato Intendo sottolineare che il tipo di valutazione che dà il nostro Gruppo è di tipo politico, non certamente di tipo culturale. E dal punto di vista politico diciamo che l'aver individuato in una grande dimora sabauda una occasione di continuità, con questo facendo un complimento forse non dovuto alla tradizione piemontese, perché la tradizione piemontese non è così ricca e così internazionale come si dice, è una tradizione provinciale .
Questo ce lo dobbiamo dire. La nostra forza politica è responsabile del governo di questa Regione quando è stata Stato per lunghi decenni, deve però riconoscere che sostanzialmente una piccola élite anche della nostra forza politica ha cacciato a forza questa Regione e questa città sullo scenario europeo.
Questa Regione e questa città se non avessero trovato qualcuno che sapeva tirare i calci di punizione, cioè Cavour, probabilmente il pallone Piemonte e il pallone Torino sarebbero qualcosa di diverso rispetto a quello che conosciamo Quando diciamo che si vuole legare la continuità, probabilmente si fa un grosso complimento al passato, mentre probabilmente bisognerebbe mettere più in evidenza il fatto che avvertiamo la mancanza di un retroterra culturale internazionale in questa nostra Torino e in questa nostra Regione. I ritardi su certi aspetti pure ci sono; il decollo della Torino industriale è nato da una scelta di minoranza rispetto a una prospezione socio-economica di una città in crisi da castrazione dopo la fuga della capitale. Certamente non possiamo dire che dietro di noi esiste un bagaglio dì culture europee e questa voglia di essere cittadini del mondo non c'è.
Sarà perché io ho un piede in Francia ed un altro in Italia, ma ho l'impressione che quando metto i due piedi in Italia, mi trovo molto meno cittadino del mondo di quanto non sono mettendo i piedi dall'altra parte.
Lasciamo pure peraltro questo obiettivo di una continuità: una continuità tra la nostra storia sì e un momento futuro della nostra storia lo accetto ma puntando a un momento futuro della nostra storia di grande impegno e di grande immagine. Se questo è l'obiettivo politico sul quale il nostro partito ha dato il suo consenso, ha una scommessa forte di fare del Castello di Rivoli un momento di confronto, di dibattito sui più moderni fenomeni della cultura contemporanea, ci è sembrata una scommessa che guarda al futuro con grande coraggio ed immaginazione.
Devo dirlo .con riconoscimento a chi è stato autore di questa ipotesi che non è una forza politica, ma un cervello. Molte volte i cervelli non si incasellano esattamente e non è neanche giusto venderli come etichettati.
Sono dei cervelli, qualcosa che ci viene dalle generazioni passate qualcuno ci dice che viene da Dio, qualcuno da qualcun altro; non è patrimonio esclusivo di nessuna tessera di partito.
Il bivio rispetto al quale ci troviamo è estremamente delicato: si tratta di capire se dando vita al comitato con questo Statuto, siamo sicuri che questo obiettivo di grande presunzione, di grande supponenza verrà continuato o meno. Ho qualche dubbio, perché mi dà molto fastidio la istituzionalizzazione di qualunque cosa perché immediatamente comincio ad immaginare all'istituzionalizzazione di una serie di persone, che vengono investite di una carica. Ho il terrore che questi personaggi dopo un po' diventino i conservatori di sé stessi e quindi la capacità di rischiare che ha il politico, probabilmente l'istituzione, cioè il comitato, non ce l'avrà più.
Sono convinto che la politica qualche volta riesce a cogliere i fenomeni culturali e le esigenze della gente, molto meglio di quanto non lo sappiano fare le istituzioni nel senso non politico del termine.
Ho qualche preoccupazione che l'istituzione del comitato con uno statuto così generico rischi di portare all'inconveniente a cui alludeva Picco, quindi che in questa genericità assoluta, in questa non garanzia di fondi che ci sono alle spalle, senza un messaggio trainante nel tempo affidato al controllo politico di chi questa operazione ha voluto e ha creato, sostanzialmente sia una scommessa sulla quale bisogna giocare dopo aver ben letto la schedina sulla quale ci si chiede di scommettere.
Su questo sono d'accordo con Picco. Direi che lavoriamo per obiettivi completamente diversi: probabilmente Picco, perché conosce Torino meglio di me, questa scommessa crede che non sia il caso di giocarla tutta, perch probabilmente si può giocare la nostra posta di risorse su più numeri.
Non ho la possibilità di conoscere se la realtà culturale di Torino abbia in sé anche le risorse per conoscere o no una scommessa, che anche il collega Picco penso condivida, ma giocata in modo diverso, sostanzialmente con i nostri gettoni giocati su più scacchiere. Non ho questa possibilità di verificare se la strategia di Picco sia perseguibile e insisto nella mia nel dire che su questa penso si possa scommettere, nella misura in cui per attraverso questi organismi non si arrivi di nuovo alla istituzionalizzazione di qualcosa che consuma il suo tempo a misurarsi il diametro della testa.
Questo sta avvenendo in alcuni enti: al Cartografico per esempio.
Qualcuno mi dice che al Museo Ferroviario non si sono ancora dati un regolamento e il nostro Consigliere, appena entrato (che è fermo a certe formule sacramentali) e abbastanza scandalizzato di come viene condotto quel museo. Voglio dire all'Assessore competente e alla Giunta che proprio perché abbiamo fatto il passo molto lungo, stiamo molto attenti a non inciampare perché non c'è niente di peggio che cambiare marcia. Voi sapete che negli sport equestri viene penalizzato il cambiamento di marcia.
Abbiamo scelto di camminare con un passo lungo, garantiamoci la possibilità di camminare con passi lunghi. Attenzione, i passi lunghi hanno già lasciato crescere alcune incomprensioni, alcune ragioni di non consenso su questa iniziativa. Per carità, la disinformazione, la cultura, il gusto di tutti vanno rispettati, anche quelli che non condividiamo, comunque hanno già fatto sorgere alcuni elementi di dissenso rispetto a questa iniziativa un dissenso localizzato là dove la struttura ha la sede. Se noi attraverso questo tipo di istituto così generico e tale da indicare che vogliamo tutto comunque e sempre ma non sappiamo come, non imbrigliamo il comitato di gestione del museo, all'interno di una opinione pubblica che per sua natura tender à sempre più a rilevare i fatti marginali, tipo lo spreco di bicchieri di carta che è stato fatto in una certa occasione, rispetto alla valutazione di un'opera d'arte di difficile comprensione, anzi probabilmente di impossibile comprensione, ho l'impressione che chi dichiara di essere in grado di capire questi problemi è chi probabilmente ha riconosciuto di non capirlo.
Mi rendo conto che questo non è un intervento di un rappresentante di Gruppo che tende a giustificare una propria rinuncia. Peraltro il nostro Gruppo si orienta nel senso di votare per parti la deliberazione sottopostaci dall'Assessore proprio per segnare la nostra non adesione a una tessera di scommessa che non abbiamo la possibilità di verificare in concreto per non averla approfondita, non sul piano della conoscenza del documento, ma sul piano dei risvolti nel futuro.
Manteniamo il voto favorevole sulla proposta di delibera per non essere in contraddizione rispetto all'indicazione favorevole che abbiamo sempre dato a questo tipo di iniziativa della Giunta. Non votiamo la seconda parte della delibera laddove si dà luogo all'approvazione dello Statuto proprio perché concordiamo con il collega Picco nel dire che proprio nell'istituzionalizzare alcune cose, senza risorse sufficienti, senza la garanzia che il messaggio sia sufficientemente chiaro da essere controllabile a livello politico nel modo e nella misura in cui verrà gestito dal comitato, ci sembra di dover distinguere le nostre responsabilità: sì a che il Castello di Rivoli continui ad essere l'occasione di una grossa scommessa trainante sul piano culturale per la nostra Regione, qualche perplessità nel dare il nostro sì a uno statuto che per la sua genericità e macchinosità tende a far sorgere una ennesima istituzione che probabilmente sarà più conservatrice e meno capace di inventare ed innovare di quanto non abbia saputo fare il soggetto politico.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore alla cultura

Il provvedimento che oggi discutiamo è illustrato punto per punto in un documento che fu portato in Commissione circa 11 mesi fa, quando si trattava di individuare delle soluzioni che mantenessero il binomio barocco arte antica, storia del Piemonte-arte contemporanea.
In quel documento erano già contenute, in dettagli relativamente precisi, quelle stesure che oggi sono tradotte all'interno di un articolato.
La decisione che oggi proponiamo per l'approvazione non è maturata negli ultimi mesi, è maturata nel 1979 e via via si è sviluppata e si è snodata.
La ragione per cui oggi si vota in Consiglio regionale questo provvedimento deriva dalla calendarizzazione dei lavori, dalla priorità e da altre considerazioni che hanno visto Giunta e forze politiche della Commissione impegnate e in qualche modo necessitate a darsi un calendario e una scala di priorità. Quello Statuto in realtà fu formulato con competenza tecnica. Mi fido dell'estensore e della discussione che abbiamo fatto con il Presidente sulla forma societaria. Una serie di considerazioni ha indotto gli estensori a formulare quei contenuti in quella forma giuridica.
Questo Statuto ha un elemento di fondo che non vorrei sfuggisse ai Consiglieri; non è una emanazione della Regione Piemonte, è un'intesa in qualche modo paritetica con una leggera prevalenza nell'organo di amministrazione della parte pubblica tra la Regione, i Comuni di Torino e di Rivoli, la Provincia di Torino, indicati come soggetti possibili per la parte pubblica e un complesso aperto di soggetti privati, con un meccanismo di votazioni su liste distinte che garantisce la presenza e del comparto pubblico e del comparto privato.
In sostanza è un meccanismo che tende a mantenere una identità degli aspetti pubblicisti e privatistici nella presenza e nel convincere contemporaneamente a una intesa sostanziale sui programmi, tant'è vero che le funzioni vere ed effettive del Comitato al di là della definizione dei budgets e quindi del reperimento dei fondi e di tutta l'attività che in qualunque museo nazionale ed internazionale vengono affidati al direttore.
La scelta e la revoca del direttore, che avviene in modo discrezionale da parte del Comitato, è l'atto strutturante le scelte di politica culturale affidandosi al di fuori dello stesso comitato le competenze e quindi i compiti nello scegliere all'interno dei budgets fissati il piano di attività. Si è cercato di stabilire un tavolo congiunto pubblico e privato e nel contempo di far sì che vigessero tutte quelle norme tipiche della logica privatistica, che sono l'investitura con pieni poteri di chi è delegato a dirigere un centro e la sua assoluta revocabilità quando si determinano frizioni, contrasti o divergenze di vedute tra quella comunità che esprime una volontà strategica e il realizzatore che è stato chiamato a realizzarla.
La cosa ovviamente si ferma quando si determinano delle variazioni dello stato patrimoniale o degli oneri "perpetui" per l'ente, cioè le acquisizioni di materiale di particolare rilevanza artistica e l'assunzione a tempo indeterminato del personale.
Lo Statuto fissa che proprio questi due campi di attività non possono essere attribuiti al direttore perché comportano delle conseguenze che procedono molto al di là della eventuale possibile durata in carica di quella persona. Sono del parere che qualche soluzione per il Presidente pro tempore di questa istituzione debba essere trovata. Mi propongo di assicurare che le cose che sono dette qui vengano garantite.
Non mi fido della gente che ha la mia tessera, generalmente mi fido di me. Se Picco vuole, sono disposto a prendermi tutte le responsabilità per arrivare con una struttura viva a una situazione politica che avrà ampia possibilità di plasmarla e modificarla al di là di quello che è possibile fare in 3/4/5 mesi. Per esempio, l'arte applicata alla produzione, che a me interessa personalmente moltissimo, richiede una iniziativa sul versante della produzione e non solo sul versante pubblico. Ad esempio, la presenza l'interesse, il sostegno di una società come il Gruppo finanziario tessile o dell'Olivetti o della Fiat, possono anche dare sull'arte applicata delle letture e dei contenuti molto diversi.
Qualora vi fossero delle proposte concrete e significative in questa direzione, sapendo che molta branchia dell'arte contemporanea è effettivamente progettazione, design, immagine, moda.
E' difficile adesso anticipare i pronunciamenti dei possibili partners privati e quali condizioni di merito vorranno collegare alla loro partecipazione. Io mi ritengo di essere serenamente continuatore della politica di Grosso.
Grosso si è occupato del centro scavi e credo che sia ad onore di questa maggioranza, del Consiglio, comunque della Regione, l'adesione della Regione al centro scavi. Non solo, stiamo tentando con Gullini di utilizzare l'edificio di quello che sarà il museo di arte antica, per organizzare una importantissima esposizione per la presentazione della metodologia di lavoro del centro scavi e dei materiali scavati e dei tesori dei musei di Bagdad. E' un lavoro che da due anni va avanti, ha richiesto la partecipazione del Governo italiano, un insieme di accordi internazionali. Sono del parere che da questo punto di vista nulla è da concepire in antagonismo e in alternativa. Il Cesmeo sta riscuotendo un successo crescente e a me non è mai passato per la testa che Presidente non potesse essere altri che l'Accademico dei Lincei, l'Accademico delle Scienze, o il direttore dell'Istituto di orientalistica, prof. Oscar Botto e non ho mai avuto nessuno da piazzare dell'Assessorato. Così come mi sembra evidente auspicare in questa sede che il Consiglio regionale proceda alle nomine dei rappresentanti del centro studi africani. Da circa un anno e mezzo il prof. Remotti ed altri attendono che un atto ormai esecutivo della Regione possa entrare in funzione. Credo si possano individuare delle competenze. In quanto alle mostre del passato, io mi onoro di avere fatto una mostra con Carluccio. Mi dispiace che Carluccio sia prematuramente scomparso e mi spiace anche che della mostra sui Musei di Praga, la Stampa di Torino non abbia nemmeno parlato. C'era di mezzo la sponsorizzazione della Gazzetta del Popolo e la Stampa di Torino ha dedicato alla stessa mostra un lunghissimo pezzo, mesi dopo, alla mostra di Firenze.
L'operazione che oggi ci accingiamo a fare è un'operazione che la politica, le sedi come l'assemblea regionale, le sedi istituzionali possono vanificare, modificare, cambiare di qui a pochi mesi. Non c'è nulla di irreversibile. Sarà mia cura assicurare che i rapporti che vengono stabiliti in questa fase non permettano alternative. Il giornale "Liberation" titola nella prima pagina che il Piemonte è una tappa dell'arte contemporanea europea e dedica quattro pagine di servizio; ne parlano i giornali belgi, quelli olandesi, la televisione tedesca. E' la più grossa operazione di immagine internazionale che abbiamo fatto e non credo che questa operazione debba finire il giorno in cui i dipendenti assunti trimestralmente dalla Regione vengano licenziati, o il giorno in cui il sottoscritto e altre 3 o 4 persone, di cui deve ricordarne una di V livello che dorme lassù, senza riscaldamento da alcuni mesi, smetteranno di tenere in piedi questa cosa. Sono del parere che bisogna evitare meccanismi di improvvisazione. Credo sia possibile e realistico mantenere la proprietà attraverso il comodato di avere in carico le spese più onerose di gestione che si possa cominciare a trasferire in questo ente, con contratti a termine, alcune funzioni organizzative che non credo si possano trovare all'interno degli organici regionali. Forse non ha nemmeno molto senso assumere con concorso pubblico personale per funzioni di direttore di curatori specialisti degli allestimenti, di persone di una segreteria con conoscenza di lingue e capace di tenere la contabilità, rapporti internazionali e pratiche assicurative. Gradirei che si arrivasse con il massimo delle potenzialità sviluppate; quanto dopo verrà sarà cura di altri sviluppare, cambiare, potenziare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Non sono soddisfatto della replica dell'Assessore. Chiedo che il Consiglio si renda conto che si costituisce una struttura che dovrà assumere degli impegni almeno in ordine alla gestione, giusto il fatto che non si possono riconfermare i trimestrali o tenere del personale regionale addetto a strutture di questo tipo. Come si pensa di far fronte all'assunzione di personale per gestire questa cosa con un impegno di spesa di 30 milioni?



FERRERO Giovanni, Assessore alla cultura

La costituzione del Comitato deve avvenire sapendo che ci sono delle fasi transitorie nelle quali l'amministrazione regionale svolgerà alcune funzioni ed altre no. Per esempio il riscaldamento dello stabile di proprietà della Regione non può essere pagato dal Comitato, mi sembra più sensato che le spese di riscaldamento continui a sostenerle il proprietario dell'immobile. Alcune figure specialistiche, con contratto a termine dovranno in parte essere prese dalla Regione perché i tempi di costituzione del Comitato lascerebbero degli interregni troppo lunghi e girati a un certo punto al Comitato. Sulla questione del personale di custodia sto valutando e studiando delle soluzioni che non siano assunzioni a tempo indeterminato e che non abbiano nemmeno le caratteristiche di assunzione con chiamata numerica dall'Ufficio di collocamento di Rivoli, per questo primo scaglione. I 30 milioni corrispondono a 10 quote che determinano la costituzione degli organismi di governo. La quantità di denaro che la Regione direttamente o tramite questo Comitato può erogare sono altra questione. Chiederò a degli sponsor non solo di comperare quote, ma di comperare oggetti o di sostenere mostre o di dare donazioni.



PICCO Giovanni

Ma queste cose nella deliberazione si dovevano dire.



FERRERO Giovanni, Assessore alla cultura

Aspetto da 11 mesi un pronunciamento sull'impianto generale di questa iniziativa. Piuttosto di continuare a scrivere pezzi di carta su come si fa il riscaldamento, penso che il problema fondamentale oggi è di trovare i partners. La Fiat ha comperato Palazzo Grassi a Venezia ed ha scelto come curatore una della rosa dei tre che noi avevamo valutato.
Non so oggi quali saranno gli atteggiamenti della Spa Fiat rispetto all'operazione di Rivoli, ma non posso nemmeno chiedere un incontro ufficiale alla Fiat se non conosco almeno la volontà dell'ente di cui sono parte. Altrimenti è come il serpente che si mangia la coda. Si continua con pour parler vaghi e generici e non si conclude mai.



PICCO Giovanni

Comunque la risposta dell'Assessore Ferrero, della quale lo ringrazio non mi trova assolutamente cautelato e tranquillizzato sulle preoccupazioni che questa vicenda apre. Qualsiasi analogia con la Fondazione di Palazzo Grassi è impropria per il fatto che la Fiat conferisce a quella Fondazione a titolo diretto o indiretto, il patrimonio dell'immobile.
Quindi se domani si metterà in piedi una struttura, quella struttura sarà garantita sugli stipendi e su tutto quello che può venire. Ma, su un'adesione ipotizzata, che non esiste, la Regione doveva presentarsi perlomeno dicendo: "un conto è la costituzione degli organi amministrativi (il notaio e tutte le carte da bollo costano 30 milioni)" ma l'impegno di apportare risorse a questa struttura doveva essere quantificato per dare un minimo di garanzie alla fattibilità di questa operazione.
I partners privati chiederanno in quale misura la Regione si impegna: con 300 milioni, con 3 miliardi? Da il capitale determinato dagli immobili? Queste cose dovevano essere dette. E' una procedura che richiamo sia in termini di legittimità del provvedimento, sia in termini di opportunità politica.
Non voglio essere giudice definitivo di tutto quello che avviene in questa Regione perché abbiamo anche visto che avvengono cose anche molto più strane (forse verranno riprese nella loro irregolarità amministrativa in tempi molto differiti) però non è escluso che vengano riprese.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del documento.
Il testo recita: "Premesso che: La proposta di Piano di sviluppo regionale approvata in data 31/5/1984 e in data 21/6/1984 dalla Giunta regionale, prevede sia nel programma finalizzato denominato 'Area metropolitana e Valle di Susa' sia nelle politiche di settore della cultura metropolitana, quale punto fondamentale e caratterizzante della iniziativa regionale la realizzazione di una struttura polivalente per l'arte contemporanea e per l'arte e le culture extraeuropee denominata 'Castello di Rivoli'.
Il programma di iniziative ed attività culturali per l'anno 1984 elaborato dalla Giunta regionale in applicazione dell'art. 7 della L.R.
28/8/1978 n. 58 prevede nella prima sezione al punto A.1., l'avvio concreto del progetto 'Castello di Rivoli' con la realizzazione di una struttura articolata in due centri, rispettivamente di arte contemporanea e di arti e culture extraeuropee.
Con deliberazione n. 91-33518 del 5/4/1984 la Giunta regionale ha approvato un documento denominato 'Castello di Rivoli' e l'avvio di prime iniziative promozionali. Tale progetto che forma parte integrante della citata deliberazione prevede a pag. 7, punto d) Struttura e Organizzazione sezione d.1. Struttura di direzione '..., la costituzione di una Fondazione o Associazione con la compartecipazione di Enti pubblici e soggetti privati in grado di unire la capacità di continuità e di investimento dell'Amministrazione pubblica con il carattere di imprenditorialità e di dinamismo che più agevolmente può avere l'intervento privato. Un Consiglio di amministrazione, cui parteciperanno i soggetti finanziatori e personalità di rilievo internazionale, si occuperà del reperimento dei fondi e della determinazione dei budget necessari al finanziamento delle diverse sezioni di attività nonché della costituzione di una rete di rapporti istituzionali con analoghe strutture nazionali ed internazionali avendo cura dell'immagine che il Castello di Rivoli rimanderà di sé e del prestigio che ne conseguirà' .
In applicazione di tale indicazione si ravvisa l'opportunità di costituire al più presto in Rivoli, presso la sede del Castello situato nella Piazza Castello, un Comitato culturale denominato 'Castello di Rivoli Comitato per l'arte in Piemonte' cui possono essere ammessi e far parte in qualità di soci fondatori gli Enti pubblici territoriali e non, gli Istituti pubblici e privati, le Associazioni, le Fondazioni e le persone fisiche e giuridiche italiane e straniere, che dichiarino di essere interessati alla realizzazione del progetto culturale 'Castello di Rivoli' la costituzione avverrà con la partecipazione di almeno uno di tali enti e soggetti pubblici e privati, riservando a momenti successivi l'adesione di altri soci fondatori.
In particolare è intendimento dell'Amministrazione regionale promuovere l'adesione del Comune di Torino, dell'Amministrazione provinciale di Torino e del Comune di Rivoli con i quali sono già stati avviati i necessari rapporti.
Per la definizione delle funzioni e degli obiettivi del Comitato si propone l'adozione di uno Statuto sulla base dello schema che si allega come parte integrante alla presente deliberazione.
Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 79-38866 del 20 novembre 1984 sentito il parere espresso dalla Commissione consiliare competente delibera di approvare l'iniziativa di procedere alla costituzione del Comitato culturale 'Castello di Rivoli -Comitato per l'arte in Piemonte' con sede in Rivoli presso il Castello ubicato nella Piazza Castello di prendere atto della bozza di Statuto, allegato alla presente deliberazione per formarne parte integrante, ritenendolo congruo in relazione agli obiettivi che si intendono conseguire di delegare alla Giunta regionale ogni conseguente incombenza per l'effettiva costituzione del Comitato, ivi compresala partecipazione allo stesso quale Socio fondatore di demandare alla Giunta regionale ogni determinazione in ordine alla somma da versare a titolo di adesione al Comitato. La spesa per tale quota valutata in annue L. 30.000.000, verrà impegnata sul cap. 11 753 del bilancio di competenza.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 23 voti favorevoli, 7 contrari ed 1 astensione.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Nomine

Costituzione di una Commissione di inchiesta sul Laboratorio Cartografico (art. 10, punto b, dello Statuto)


PRESIDENTE

Punto undicesimo all'ordine del giorno: "Costituzione di una Commissione di inchiesta sul Laboratorio Cartografico (art. 10, punto k dello Statuto)" La deliberazione recita: 'Il Consiglio regionale visto il proprio ordine del giorno approvato all'unanimità nella seduta consiliare del 17 gennaio 1985 a conclusione del dibattito sul Laboratorio Cartografico preso atto che tale ordine del giorno prevede 'di costituire una Commissione ai sensi dell'art 19 punto b) dello Statuto allo scopo di acquisire tutti gli atti e le informazioni necessarie ad: a) esperire un'approfondita analisi circa l'impianto, la gestione e l'attività del Laboratorio a partire dal momento della sua costituzione instaurando tutti i rapporti necessari con i titolari degli uffici della Regione, gli Enti e le Aziende da esse dipendenti, senza vincolo di segreto d'ufficio b) accertare fatti e modalità relativi ai rapporti tra l'istituzione regionale ed i vari soggetti pubblici e privati' visto l'art. 38 del regolamento del Consiglio regionale relativo alle modalità di composizione e di funzionamento delle Commissioni previste dall'art. 19 dello Statuto delibera 1) di istituire, ai sensi dell'art. 19 punto b) dello Statuto una Commissione di inchiesta allo scopo di acquisire tutti gli atti e le informazioni necessarie ad: a) esperire un'approfondita analisi circa l'impianto, la gestione e l'attività del Laboratorio a partire dal momento della sua costituzione instaurando tutti i rapporti necessari con i titolari degli uffici della Regione, gli Miti e le Azienda da esse dipendenti, senza vincolo di segreto d'ufficio b) accertare fatti e modalità relativi ai rapporti tra l'istituzione regionale ed i vari soggetti pubblici e privati 2) di impegnare la Commissione a presentare al Consiglio regionale una relazione prima della data di scioglimento del Consiglio, indipendentemente dal fatto che essa abbia o non abbia concluso i suoi lavori 3) di prendere atto che la Commissione è composta dai Consiglieri: D.C.: Picco, Bergoglio P.C.I.: Biazzi, Ferro P.S.I.: Moretti P.S.D.I.: Benzi P.L.I.: Turbiglio P.R.I.: Vetrino MSI-DN: Majorino Sinistra indipendente: Montefalchesi La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10 febbraio 1953, n. 62".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Chiede la parola il Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Abbiamo votato una deliberazione con dei nomi, ma mi pare che si possa votare per alzata di mano.



PRESIDENTE

Il testo della deliberazione è esattamente il testo che i Capigruppo hanno concordato. In sede di Capigruppo mancavano i nomi. I nomi sono parte integrante della deliberazione.
Ho letto i nomi perché non tutti i Consiglieri ne erano informati in quanto la loro definizione è avvenuta oggi.
La parola al Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La nomina di una Commissione non è legata alle persone. La Commissione è esplicita perché rappresenta i Gruppi del Consiglio. Se si procedesse a votazione segreta e la maggioranza decidesse di nominare tutti i suoi rappresentanti, ovviamente non rispetterebbe le parti che sono presenti e che non si legano alla persona ma all'espressione politica che qui rappresentano. Non occorre il voto segreto, perché in questo caso potrebbe risultare una Commissione non rappresentativa delle forze politiche e soprattutto non legata alle istanze della. Commissione.


Argomento: USSL: Piante organiche - Personale del servizio sanitario

Esame deliberazione Giunta regionale n. 23-40601: "Autorizzazione alle Unità Socio-sanitarie Locali a procedere ad assunzioni di personale per l'anno 1985, ai sensi dell'art. 7 della legge 22/12/1984, n. 887"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della deliberazione Giunta regionale n. 23-40601 che reca: "Autorizzazione alle Unità Socio-sanitarie Locali a procedere ad assunzioni di personale per l'anno 1985, ai sensi dell'art. 7 della legge 22/12/1984, n, 887".
Il testo recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 22/12/1984 n. 887, che nel dettare al titolo IV art. 7 disposizioni in materia di personale, prevede per l'anno in corso il blocco delle assunzioni nel settore pubblico considerato che comunque lo stesso articolo disciplina compiutamente quelle che sono le possibilità di deroga al blocco stesso visto in particolare il quinto comma dello stesso articolo che cita: 'Continuano ad applicarsi per l'anno 1985 il primo ed il quarto comma dell'art. 19 della legge 27/12/1983 n. 730, intendendosi posticipati di un anno tutti i riferimenti temporali previsti in detto primo comma...' visto appunto l'art. 19 della legge 730 del 27/12/1983 visto altresì l'art. 9 della legge 130 del 26/4/1983; considerato che ancora, l'art. 7 della legge 887 prevede al comma decimo che: 'Per gli enti amministrativi dipendenti dalle Regioni le eventuali necessità di assunzione di personale sono valutate, secondo i rispettivi statuti, dalle Regioni stesse. La valutazione è effettuata nei limiti fissati dagli atti di indirizzo e coordinamento emanati ai sensi del quinto comma dell'art. 9 della legge 261411983 n. 130...' visto in proposito l'atto di indirizzo e di coordinamento emanato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblicato sulla G. U.
del 20/10/1983 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 23-40601 del 29/1/1985 sentito il parere favorevole espresso dalla Commissione permanente delibera di definire, ai sensi dell'art. 7, decimo comma della legge 22/12/1984 n. 887, i criteri a cui le Unità Socio-Sanitarie Locali dovranno attenersi per l'assunzione di personale, per cui potranno procedere alle assunzioni senza ulteriore autorizzazione regionale, a condizione che sussistano congiuntamente, i seguenti inderogabili requisiti: a) esistenza posto vacante in pianta organica b) coerenza della figura professionale richiesta con la normativa legislativa vigente e) necessità della figura professionale e sua coerenza con gli obiettivi fissati dalla legge di piano regionale e dal piano di attività e di spesa, ove approvato d) esistenza della disponibilità e della copertura finanziaria per il posto da ricoprire e) necessità che le deliberazioni diano atto formalmente che l'Unità Socio-Sanitaria Locale non richiederà per il posto da ricoprire stanziamenti aggiuntivi alle quote di riparto assegnate all'Unità Socio Sanitaria Locale stessa, essendo in grado di farvi fronte con le risorse attribuite f) la definizione delle priorità nelle assunzioni previste per l'anno in corso, nel quadro dei criteri fissati dai punti precedenti e dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 211 del 27/10/1983, sarà fatta dal Comitato di gestione, sentite le organizzazioni sindacali di ribadire la facoltà per le Unità Sociosanitarie Locali, nei casi di riconosciuta necessità funzionale, di procedere ad assunzioni di personale per la sostituzione di personale temporaneamente assente dal servizio ai sensi della legge 1204171, o per aspettative senza assegni di riservare alla valutazione della Giunta regionale, ai sensi del richiamato decimo comma dell'art. 7 della legge 22/12/1984, n. 887, quei casi particolari che si presentano in modo difforme da quanto formato dal presente provvedimento.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 con votazione per alzata di mano all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 487: "Modifica all'art. 3 della L.R. 4 luglio 1984 n. 30 istitutiva del Consiglio regionale di sanità e di assistenza"


PRESIDENTE

Esame progetto di legge n. 487: "Modifica all'art. 3 della L.R. 4 luglio 1984 n. 30 istitutiva del Consiglio regionale di sanità è di assistenza".
Esaminiamo il relativo articolato.
Art. 1 "Il primo periodo del primo comma dell'articolo 3 della legge regionale 4 luglio 1984 n. 30 istitutiva del Consiglio regionale di sanità ed assistenza è così modificato: 'Il Consiglio regionale di sanità ed assistenza è composto da 40 esperti eletti dal Consiglio regionale, di cui 11 scelti sulla base di rose di tre nomi indicate dalle organizzazioni più rappresentative sanitarie ed assistenziali, la cui individuazione è compiuta, entro 45 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, dalla Commissione nomine del Consiglio regionale, 1 designato dall'Università ed 1 designato dal Politecnico'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge è dichiarata urgente ed entrerà in vigore nel giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Il punto tredicesimo all'ordine del giorno prevede l'effettuazione delle seguenti nomine.


Argomento: Nomine

Istituzione del Consiglio regionale di sanità ed assistenza: nomina di 10 esperti designati dalle organizzazioni più rappresentative sanitarie ed assistenziali, 1 designato dall'Università ed 1 designato dal Politecnico.


PRESIDENTE

Comunico che ai sensi dell'art. 3, primo comma della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30 istitutiva del Consiglio regionale di sanità ed assistenza, la Commissione Nomine ha individuato le organizzazioni più rappresentative sanitarie ed assistenziali che saranno rappresentate nel Consiglio regionale di sanità ed assistenza: Ordine dei Medici Ordine dei Farmacisti Collegio Infermieri professionali A.N.F.F.A.
Associazioni Croci e Croce Rossa Italiana A.V.I.S.
Organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil Caritas.
Sulla base delle scelte predette, le Associazioni hanno provveduto a far pervenire tre rose di nomi fra i quali debbono essere scelti i 10 esperti.
L'Università ed il Politecnico hanno provveduto altresì alle designazioni di loro competenza, indicando rispettivamente: Prof. Gian Michele Molinatti Prof. Paolo Anglesio La votazione avviene con voto limitato ai due terzi, come previsto dal citato art. 3 della legge regionale n. 30/1984.
Informo altresì che la presentazione della candidatura di ogni esperto indica, ai sensi del secondo comma dell'art. 3 della legge regionale 4 luglio 1984 n. 30, la materia di specifica competenza ed è accompagnata da curriculum.
Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti n. 33 hanno riportato voti: Ordine dei Medici: D'ANELLI Aris n. 19 Ordine dei farmacisti: DOGLIA Gustavo n. 18 Collegio infermieri professionali: MAGNINO Stefania n. 18 Caritas: TAPPARO Domenico n. 18 A.N.F.F.A.S.: D'AGOSTINO M.Chiara n. 18 Associazioni Croci e Croce Rossa Italiana: CERIANA Carla n. 14 Avis-Avo e Gruppo Abele: RESCA Mario n. 18 Organizzazione sindacale Uil: FREGO Luciano n. 13 Organizzazione sindacale Cgil: MASSOBRIO Nicola n. 13 Organizzazione sindacale Cisl: FOGLIATO Giuseppe n. 12 Università degli Studi di Torino:



MOLINATTI Gian Michele n. 12

Politecnico di Torino: ANGLESI0 Paolo n. 13 Scheda bianca n. 1 Scheda nulla n. 1 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Istituzione del Consiglio regionale di sanità ed assistenza: nomina di 24 esperti.


PRESIDENTE

Ricordo che ai sensi dell'art. 3, primo comma della legge regionale 4 luglio 1984, n. 30, il Consiglio regionale deve eleggere 24 componenti del Consiglio regionale di sanità ed assistenza con voto limitato ai due terzi che vanno ad aggiungersi ai 12 esperti eletti con precedente deliberazione in data odierna.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno riportato voti: RENGA Giovanni n. 19 BRUSCA Antonino n. 19 RAVAZZI Pierantonio n. 19 MOLLO Franco n. 19 BALCONI Marcella n. 19 OSTINO Giuseppe n. 19 MOLINERI Rosalba n. 19 BREAN Luciano n. 17 DONADIO Franco n. 19 OBERTO Giuseppe n. 19 PETTINATI Sergio n. 19 BRACCO Carlo n. 20 CARUZZO Carlo n. 12 LUCCHIARI Renzo n. 13 BRUSASCO Ezio n. 12 PEDRAZZOLI Paolo n. 13 OLIVETTI Michele n. 19 DAMOSSO Remo n. 19 CARNEVALI Gianfranco n. 12



BOLES CARENINI Bruno n. 19

TRIOLO Regis n. 19 ZAGARIA Vincenza n. 19 BRUNO Giancarlo n. 12 ROSSO Camillo n. 19 schede bianca n. 1 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Comitato scientifico del Centro Studi "Matteo Bandello" di Tortona: nomina di un rappresentante.


PRESIDENTE

Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto )



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 33 ha riportato voti: FIRPO Luigi n. 28 schede bianche n. 5 Proclamo eletto il sig. Firpo Luigi.


Argomento: Nomine

d) Comitato paritetico per i beni culturali: nomina di 13 membri.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 32 hanno riportato voti:



ARIOTTI Anna Maria n. 31

ROSCI Marco n. 31 CERNETTI Elettra n. 31 PAPA Emilio n. 31 PICCO Giovanni n. 30 BORASI Vincenzo n. 28 RICHETTA Liliana n. 29 CARDUCCI Carlo n. 29 FIRPO Luigi n. 28 GABETTI Roberto n. 28 GRISERI Andreina n. 27 COMOLI Vera n. 27 VANELLI Alberto n. 78 scheda bianca n. 1 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: sostituzione di Luigi Grandis (membro effettivo) e Paolo Elia (membro supplente), rappresentanti dell'Unione regionale del commercio e del turismo, e sostituzione di Giuseppe Giurato (membro effettivo), rappresentante Fiva.


PRESIDENTE

Procediamo alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 32 hanno riportato voti: Membro effettivo rappresentante Unione regionale commercio e turismo: MONASTEROLO Francesco n. 29 Membro supplente rappresentante Unione regionale commercio e turismo: VERGNANO Lorenzo n. 30 Membro effettivo rappresentante Fiva: NUZZI Giovanni n. 29 schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Sezione decentrata Co.Re.Co. di Casale Monferrato: sostituzione membro effettivo dimissionario Italo Romussi.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 33 ha riportato voti: GATTI Antonio n. 27 schede bianche n. 6 Lo proclamo eletto.


Argomento: Nomine

Consiglio direttivo della riserva naturale speciale della Garzaia di Valenza: sostituzione membro esperto dimissionario Antonio Mingozzi.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 33 ha riportato voti: BOGLIANI Giuseppe n. 29 schede bianche n. 4 Lo proclamo eletto.


Argomento: Nomine

Collegio dei Revisori dei conti dell'Ordine Mauriziano: sostituzione membro effettivo deceduto Raffaele Fantozzi.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 32 ha riportato voti: FANTOZZI Mario n. 28 schede bianche n. 4 Lo proclamo eletto.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per la sistemazione idraulica e forestale: sostituzione di Roberto Salandin dimissionario.


PRESIDENTE

Procediamo alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 ha riportato voti: LEPORATI Paolo n. 25 schede bianche n. 8 Lo proclamo eletto.


Argomento: Nomine

Commissione regionale tecnica e di vigilanza per la disciplina dei rapporti con le farmacie: sostituzione dei dr. Giuseppina Gramaglia e Giuseppe Nicola.


PRESIDENTE

Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno riportato voti: LOMAGNO Pierangelo n. 27 AIMONINO Lucia n. 26 schede bianche n. 6 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Comitato tecnico per gli insediamenti produttivi del Comprensorio di Ivrea: nomina di un rappresentante.


PRESIDENTE

Procediamo alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 ha riportato voti: TARELLO Piercarlo n. 31 schede bianche n. 2 Lo proclamo eletto.


Argomento: Nomine

n) Rinnovo Consiglio di Amministrazione E.A. Teatro Regio di Torino: un rappresentante.


PRESIDENTE

Procediamo alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 32 ha riportato voti: BARONI Luciano n. 26 schede bianche n. 6 Lo proclamo eletto.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Esame p.d.l. n. 451: "Snellimento delle procedure di cui alla legge 2/2/74 n. 64 in attuazione della legge 10/12/81 n. 741"


PRESIDENTE

Esame pdl n. 451: "Snellimento delle procedure di cui alla legge 2/2/74 n. 64 in attuazione della legge 10/12/81 n. 741".
Relatore è il Consigliere Bontempi che ha facoltà di intervenire.



BONTEMPI Rinaldo, relatore

Lo snellimento delle procedure consiste nel tornare all'autorizzazione capillare data per ogni intervento richiesto e si introduce il principio dei controlli a campione, lasciando quindi la responsabilità ai progettisti. Una parte del progetto di legge riguarda le norme urbanistiche, precisamente l'art. 6 stabilisce che in sede di formazione di strumenti urbanistici si debbono predisporre indagini la cui ampiezza è stabilita con deliberazione della Giunta.
L'adeguamento degli strumenti urbanistici generali ai fini della prevenzione sismica deve avvenire secondo le modalità definite dalla deliberazione della Giunta.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Denuncia dei lavori) "In attuazione dell'art. 20 della legge 10 dicembre 1981 n. 741, la denuncia dei lavori di cui all'art. 17 della legge 2 febbraio 1974 n. 64 e presentata prima dell'inizio degli stessi all'ufficio tecnico regionale competente ed esonera l'interessato dalla preventiva autorizzazione di cui all'art. 18, primo comma, della stessa legge.
La denuncia, presentata in triplice copia, deve essere redatta con le modalità prescritte dall'art. 17 della legge 2 febbraio 1974, n. 64. 11 progettista deve attestare che il progetto è redatto in conformità alla legge 2 febbraio 1 974 n. 64 e ai decreti ministeriali emanati ai sensi degli art. 1 e 3 della medesima legge.
L'ufficio tecnico regionale, eseguito l'accertamento preliminare sulla completezza degli elaborati presentati, rilascia due copie degli stessi con specifica attestazione dell'avvenuto deposito, una delle quali dovrà essere presentata al Comune interessato prima di dare inizio ai lavori e l'altra dovrà essere conservata in cantiere dal direttore dei lavori.
L'autorizzazione preventiva rimane invece un atto obbligatorio per le opere di rilevante importanza per le necessità della protezione civile e nei riguardi della pubblica incolumità, definite tali dalla Giunta regionale per le quali si applicano le procedure previste dalla legge 2 febbraio 1974 n. 64. Il deposito è valido anche ai sensi e per gli effetti dell'art. 4 della legge 5 novembre 1971 n. 1086, sempre che la documentazione di cui al secondo comma del presente articolo venga integrata di quanto previsto dall'art. 4 lett. b) della legge medesima".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Responsabilità) "Il progettista, il direttore lavori, il costruttore ed il collaudatore, e comunque tutti i soggetti che sono intervenuti in qualche modo nelle fasi di progettazione e di esecuzione dell'opera sono responsabili, ciascuno per le proprie competenze, dell'osservanza delle norme antisismiche.
Il direttore dei lavori ed il costruttore devono realizzare l'opera in conformità al progetto depositato; ogni modificazione strutturale deve essere oggetto di variante progettuale presentata nel rispetto dell'art. 1 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Controllo) "L'ufficio tecnico regionale esercita il controllo sulle costruzioni ed i relativi progetti per accertare il rispetto della normativa antisismica.
Il controllo è effettuato con metodo a campione secondo i criteri e le modalità stabilite dalla Giunta regionale, ad esclusione delle opere di cui al quinto comma dell'art. 1 della presente legge.
Tale controllo sostituisce a tutti gli effetti la vigilanza per l'osservanza delle norme antisismiche di cui al secondo comma 29 della legge 2 febbraio 1974 n. 64.
Gli esiti delle estrazioni e dei relativi controlli saranno resi noti mediante pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Inizio lavori) "L'inizio dei lavori è subordinato al rispetto di quanto previsto nell'art. 1 della presente legge.
Agli effetti della presente legge, per inizio dei lavori relativamente alle nuove costruzioni si intende l'inizio dell'esecuzione delle strutture di fondazione previste in progetto.
Per inizio dei lavori relativamente alle riparazioni e sopraelevazioni di edifici esistenti si intende l'inizio delle opere di demolizione o di rinforzo delle strutture portanti, sia verticali che orizzontali interessate all'intervento.
L'inizio dei lavori dovrà essere comunicato dal direttore lavori e dal costruttore all'ufficio tecnico regionale entro sette giorni dall'inizio degli stessi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consigliere L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Ultimazione dei lavori) "Agli effetti della presente legge le costruzioni si intendono ultimate quando risultino portate a termine le strutture portanti.
Entro trenta giorni dall'ultimazione dei lavori il direttore dei lavori ed il costruttore comunicheranno all'ufficio tecnico regionale l'avvenuta ultimazione degli stessi e rilasceranno una dichiarazione in duplice copia attestante che le opere sono state eseguite in conformità al progetto depositato ed alle eventuali varianti, nonché in conformità con la normativa antisismica.
Per le opere di cui all'art. l della Legge 5 novembre 1971 n. 1086, la dichiarazione di cui al comma precedente va inserita nella relazione a struttura ultimata prevista dall'art. 6 della legge medesima e va confermata dal collaudatore nel certificato di collaudo redatto ai sensi dell'art. 7 della legge stessa.
I documenti di cui al secondo e terzo comma del presente articolo sostituiscono a tutti gli effetti il certificato di cui all'art. 28 della legge 2 febbraio 1974 n. 64.
Il rilascio della licenza d'uso e di abitabilità da parte degli organi competenti è subordinato alla presentazione dei documenti di cui al secondo e terzo comma del presente articolo, con l'attestazione dell'avvenuto deposito presso l'ufficio tecnico regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Formazione ed adeguamento degli strumenti urbanistici e loro varianti) "Il parere di cui all'art. 13 della legge 2 febbraio 1974 n. 64 relativo alla formazione ed all'adeguamento degli strumenti urbanistici e loro varianti, è reso dal competente ufficio tecnico regionale.
In sede di formazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi i soggetti proponenti devono predisporre indagini volte a definire il rapporto tra previsioni urbanistiche e caratteristiche sismiche del territorio.
Gli studi geologici e geotecnici predisposti devono comunque essere in accordo con quanto previsto dalla legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 e successive integrazioni e dal decreto del 21 gennaio 1981 del Ministero dei lavori pubblici.
La Giunta regionale stabilisce con propria deliberazione il tipo e l'ampiezza delle indagini da effettuare per la formazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi. I Comuni sono altresì tenuti ad adeguare gli strumenti urbanistici generali ai fini della prevenzione sismica secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale nella deliberazione di cui al comma precedente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Delega ai Comuni) "Dalla data di entrata in vigore della presente legge i Comuni sono tenuti ad esercitare la vigilanza sulle costruzioni per quanto attiene ai punti C2, C3 e C4 del decreto del 19 giugno 1 984 del Ministero dei lavori pubblici 'Norme tecniche relative alle costruzioni sismiche'.
Il Consiglio comunale adotta l'adeguamento degli strumenti urbanistici vigenti diretto all'osservanza della normativa antisismica di cui al comma precedente; copia della deliberazione consiliare deve essere trasmessa all'ufficio tecnico regionale entro 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge.
Per l'adeguamento degli strumenti urbanistici vigenti, diretto all'osservanza della normativa antisismica di cui al primo comma del presente articolo non è richiesto il parere preventivo del Comitato comprensoriale e del Comitato urbanistico regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Rinvio) "Per quanto non previsto dalla presente legge valgono le disposizioni di cui alla legge 2 febbraio 1974 n. 64 e alle norme tecniche previste dagli articoli 1 e 3 della suddetta legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Criteri e modalità attuative) "La gestione delle competenze di cui alla presente legge e riferita ai 41 Comuni della Regione Piemonte dichiarati sismici con decreto del Ministero dei lavori pubblici n. 82 del 4 febbraio 1982 è affidata al Servizio geologico regionale ufficio distaccato di Pinerolo, istituito con deliberazione del Consiglio regionale n. 321-C.R. 6863 del 27 luglio 1982.
La Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente ed i Comitati comprensoriali nel cui territorio ricadono i 41 Comuni della Regione Piemonte dichiarati sismici, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge stabilisce i criteri e le modalità dei controlli a campione, nonché individua le opere di rilevante importanza per le necessità della protezione civile nei riguardi della pubblica incolumità. La Giunta regionale provvede inoltre ad emanare i criteri applicativi e normativi necessari all'organizzazione dell'ufficio preposto alla gestione".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Dichiarazione d'urgenza) "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 127 della Costituzione e dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dello stesso comma dell'art. 45 dello Statuto regionale.
E' fatto obbligo a chiunque di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Procediamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Il Consiglio verrà convocato per il giorno 14 febbraio prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.40)



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