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Dettaglio seduta n.304 del 05/02/85 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute." Se non vi sono osservazioni i processi verbali del 18 e 31/10/84, 15 22 e 29/11/84, 6 e 13/12/84 si intendono approvati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente la situazione della divisione di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Maria Vittoria di Torino


PRESIDENTE

Punto secondo all'ordine del giorno : "interrogazioni ed interpellanze".
Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente la situazione della divisione di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Maria Vittoria di Torino.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore all'assistenza

Il progetto di ristrutturazione dell'ospedale Maria Vittoria ovviamente il progetto di ristrutturazione generale comprende anche la sistemazione delle divisioni di ortopedia, del gruppo operatorio centralizzato, delle degenze di ostetricia-ginecologia e neonatologia e del DEA è stato approvato dalla Regione Piemonte nel 1979.
I finanziamenti in conto capitale assegnati dalla Regione per il completamento del primo lotto, comprendente le attività di cui sopra ammontano complessivamente a 6109 milioni ed è gia stato assegnato un ulteriore finanziamento di 1800 milioni per i lavori inerenti il secondo lotto e il collo di allacciamento.
I lavori di ristrutturazione dell'intero presidio ospedaliero sono iniziati dal padiglione che ospiterà i servizi di cui sopra, proprio in quanto era stata riconosciuta assolutamente inadeguata l'attuale sistemazione delle divisioni di ostetricia-ginecologia e di neonatologia.
Dalle notizie pervenute dall'USSL 1/23 si è appreso che il nuovo padiglione, già funzionante per le camere operatorie della divisione di ortopedia, non è ancora stato completamente utilizzato anche per le altre attività in mancanza delle autorizzazioni di agibilità prescritte dalle norme anti-incendio, che come è noto sono state rese più pregnanti dopo l'incendio dello Statuto.
Tali autorizzazioni, che a seguito di recenti comunicazioni dovrebbero essere concesse a tempi ormai brevi, consentiranno il trasferimento definitivo delle divisioni di ostetricia-ginecologia e neonatologia nell'arco - credo - di 15 giorni.
Appare quindi evidente che l'utilizzo della nuova struttura, che è stata progettata e dotata con il massimo livello di tecnologia e ospitalità ospedaliera oggi realizzabile, consentirà di superare le carenze e le disfunzioni denunciate dall'interpellante, assicurando non solo la necessaria privacy alle puerpere, ma soprattutto garanzie igienico sanitarie ed assistenziali ora precarie nei confronti delle quali, già da tempo, sia l'USSL 1/23 sia la Regione hanno ritenuto indispensabile intervenire.
Relativamente ai tempi di realizzazione in materia di interventi di edilizia ospedaliera si ritiene pienamente condivisibile l'obiettivo di accorciamento delle fasi progettuali e di realizzazione, ma è tuttavia necessario considerare i meccanismi di finanziamento statale che nell'ambito di somme assegnate in misura costantemente al di sotto del fabbisogno reale, devono tenere conto delle esigenze di tutta la rete ospedaliera e più in generale dei presidi sanitari della Regione. E' comunque da rilevare che la determinazione delle somme in conto capitale assegnate alla sanità dalla legge finanziaria per il triennio 85/87 consentirà, a differenza del passato, una più corretta programmazione degli interventi a breve e medio termine e conseguentemente le garanzie di flussi costanti e programmati di finanziamento che abbrevieranno i tempi di realizzazione delle opere ed eviteranno ripetute revisioni di prezzi con conseguente dilatazione della spesa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Io ringrazio l'Assessore per la risposta. Il problema dei presidi sanitari, soprattutto di quelli localizzati nel territorio metropolitano è al centro dell'attenzione degli amministratori e degli utenti dei servizi che non sempre sono realizzati in tempi ottimali come è il caso dell'ospedale Maria Vittoria di Torino, Prendo atto che entro 15 giorni avverrà il trasferimento di queste divisioni. L'interrogazione si rivolgeva in particolare alle divisioni di ginecologia, di ostetricia e di neonatologia.
Prego l'Assessore di farmi pervenire copia scritta della risposta.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Cultura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Cerchio, Villa, Carletto, Bergoglio inerente il trasferimento dell'Assessorato alla cultura


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Cerchio, Villa, Carletto, Bergoglio inerente il trasferimento dell'Assessorato alla cultura.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore alla cultura

L'interrogazione del Gruppo democristiano richiede una precisazione fattuale e una illustrazione dei termini amministrativi e tecnici dell'operazione.
La Regione Piemonte, per effetto del trasferimento delle competenze in materia di diritto allo studio in ambito universitario, è diventata proprietaria di due immobili, che furono trasferiti in una fase molto parziale di ristrutturazione, gli appalti dei lavori, all'epoca del trasferimento erano già affidati, in particolare Villa Gualino e l'edificio sito in piazza Cavour, ex convento delle Sacramentine.
La Regione Piemonte nel caso della Villa Guidino ha proceduto cercando di accelerare i tempi della ristrutturazione giungendo a disporre di un lotto sufficientemente ampio dell'edificio, lotto funzionale con stanze di tre piani fuori terra, da Torino, una piastra servizi sottostante i tre piani fuori terra.
Devono ancora essere appaltati i lavori per due corpi ettagonali, le maniche di congiunzione ed una lunga galleria, parti che contengono quello che fu il teatro Gualino, la ex-pinacoteca del Gualino stesso, ecc. Questo lotto funzionale è stato progettato per residenze universitarie.
Il lotto fa parte di un'operazione molto più estesa che prevedeva circa 600/700 posti letto, che permetteva l'apertura di negozi e di strutture che permettono di disporre di una località relativamente vicina al centro di Torino, ma che a seconda della destinazione, deve vedere delle strutture adeguate.
La Regione non deve sostenere oneri rilevanti per la ristrutturazione di un immobile da destinarsi ad uffici regionali, ma il problema si pone nei termini di una migliore utilizzazione di un edificio parzialmente, ma largamente ristrutturato, con oneri rilevanti certamente, ma che difficilmente può vedere nella sua fase iniziale di parziale ristrutturazione, le stesse caratteristiche di appetibilità per gli stessi studenti universitari della destinazione originaria, quella di residenza.
L'edificio quindi esiste ed è ristrutturato, si tratta di definire un progetto complessivo che risponda a queste esigenze.
Il progetto complessivo vede la collocazione degli uffici regionali come uno dei fattori, non come il fattore più rilevante, né in termini di spazio, né in termini di destinazione complessiva dell'immobile.
Le variabili infatti che devono essere tenute in considerazione sono quanto meno tre, oltre a quella relativa agli uffici regionali. La prima è la richiesta già avanzata a suo tempo ed oggi pressantemente riproposta dall'Università di Torino, di individuare nella città, in sedi idonee soluzioni temporanee per collocare l'attività di ricerca e quella parte di attività didattica che non troverà più posto nella sede di Palazzo Nuovo per gli sgomberi che saranno conseguenti alla costruzione di ulteriori scale di sicurezza; quindi non aule, ma uffici dei docenti. Esiste una richiesta pressante, parzialmente affrontata dalla Regione nell'edificio dell'ex Galileo Ferraris, con dei sostegni e con un rapporto bilaterale tra il Galileo Ferraris e l'Università, ma non sufficientemente soddisfatta da quella sola collocazione. Il problema è di estendere il numero di posti letto il prossimo anno per gli studenti universitari, la necessità di dotare e di attrezzare nei rapporti tra Regione e Università, rapporti diretti o mediati da centri, istituzioni, enti, associazioni di varia natura, alcune di quelle contenute nella tabella regionale, ed altre, una sede che permetta di trasformare quelli che oggi sono interventi economici di contributo nella messa a disposizione di sedi e di strutture idonee sedi di foresteria e strutture capaci di fornire pasti, locali e sale per convegni e conferenze.
La necessità di rapportare quindi l'Amministrazione regionale in un modo organico e non soltanto contributivo e saltuario a un complesso di realtà innanzitutto universitarie, ma, nel caso della città di Torino anche tecnologiche (l'associazione tecnica dell'automobile e molte altre istituzioni private che però, basta pensare al progetto "Tecnocity" avanzato dalla Fondazione Agnelli, dovrebbero in qualche modo costituire uno degli elementi di un progetto culturale). Infine la questione degli uffici.
La questione degli uffici regionali si pone come ingrediente di un progetto che dovrebbe vedere, come da destinazione originaria, Villa Gualino come sede importante e prestigiosa di attività culturali, afferenti l'ultimo piano dell'edificio ad una foresteria, quindi senza variazione di destinazione d'uso rispetto a quella precedente.
Nei collegi attuali operano servizi di foresteria quindi si potrebbero lasciar disponibili per gli studenti le stanze oggi occupate nel centro della città da questi servizi di foresterie e spostare le foresterie a Villa Gualino. Il carattere di residenzialità è meno pressante nel caso di una foresteria di quanto non sia per uno studente che deve rimanere anno dopo anno all'interno di una stanza in un collegio. Quindi disporre l'ultimo piano in termini di foresterie; attrezzare così come era già previsto per sale incontri, mense, ecc., la piastra dei servizi sottostante ed introdurre negli altri due piani, in via temporanea, in parte uffici regionali ed in parte sedi connesse a quella pluralità di soggetti esterni alla Regione ed afferenti al mondo dell'Università per un verso e al mondo dell'industria per l'altro.
Probabilmente discuteremo nelle prossime settimane con l'Università una destinazione temporanea universitaria di una parte dell'edificio delle Sacramentine, il che dovrebbe determinare contemporaneamente il soddisfacimento di quei parametri di progetto che avevo posto.
In ogni caso, se si ritiene inadeguato ed inidoneo quel tipo di collocazione per attività che sono sostanzialmente svolte da persone adulte e in orario d'ufficio, ben difficilmente si può sostenere che sia idoneo per giovani che devono anche prevedere il rientro in ore ben meno comode di quelli che sono gli orari d'ufficio, quindi risulta particolarmente inadatta, quindi le considerazioni che potrebbero eventualmente portate a una non appetibilità per attività parzialmente residenziali e per uffici, a maggior ragione giocherebbe nelle altre destinazioni d'uso.
Qualora venga istituito un servizio pubblico con una frequenza e una regolarità superiore rispetto a quello che oggi è messo in funzione dall'azienda trasporti torinesi, qualora si determinasse un cambiamento di destinazione d'uso che deve essere operato dalla civica amministrazione come variante alla destinazione d'uso precedente, quindi afferente alle generali normative urbanistiche, si potrebbe ipotizzare che la destinazione sia del tutto soddisfacente e io vorrei dire che rispetto ai soggetti che hanno rapporti con l'Assessorato più comodo della sede attuale di via Meticci, sede che al di là della destinazione non viene auspicata dal Consiglio regionale per i Gruppi consiliari ha difficoltà consistenti di parcheggio, di garage, si presta male ad una parte di rapporto con il pubblico.
Vi sono dipendenti che hanno totalizzato in un mese 350.000 lire di multe per divieto di parcheggio.
Non è infrequente il caso di persone che intervengono alle riunioni in sostanziale ritardo perché hanno perso mezz'ora o più nel tentativo disperato di trovare un parcheggio.
Sicuramente Villa Gualino offre delle condizioni, almeno di parcheggio che non sono confrontabili a quelle del centro storico di Torino. Non credo che si possa parlare di maggiore disagio quando vengono assicurate le condizioni di servizio pubblico ad orari accettabili e quando vengono assicurate delle possibilità di parcheggio e di accesso adeguate.
Io credo che ci siano sicuramente delle considerazioni e delle attenzioni che debbano essere dedicate ai vari punti: la mensa, il trasporto pubblico, ma suggerirei affrontare in una discussione in commissione od in altre sedi la questione globalmente, non soltanto per quello che appare in un'interrogazione, forse un poco ispirata ad alcune preoccupazioni interne dei dipendenti, componente delicatissima ed essenziale nella vita di un ente, ma non unica componente che deve portare l'ente stesso a determinare le sue ipotesi nei confronti di terzi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere interrogante, collega Cerchio, Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, devo dissentire con l'amico Assessore Ferrero. Parto dalla sua ultima osservazione, anche giusta.
Esistono delle preoccupazioni interne legate alla possibilità del personale dell'Assessorato alla cultura ed istruzione di poter svolgere correttamente con trasporti adeguati il loro compito di dipendenti regionali ritengo valida la giustificazione secondo cui nella localizzazione di Via Meucci si registra una difficoltà logistica per i dipendenti stessi che avrebbero avute multe salate.
Se così fosse, il problema riguarderebbe tutta la realtà del centro storico e commerciale di Torino.
La realtà è che noi italiani siamo legati all'automobile e se non abbiamo il posto macchina davanti al luogo di lavoro o davanti al bar dove prendere il cappuccino o davanti alla sede dove andiamo a svolgere una qualsiasi attività ci lagniamo, quindi questo è un problema che ha un risvolto differente e più vasto.
Le preoccupazioni dei dipendenti sono legittime perché in pochi anni di presenza e di lavoro nella Regione Piemonte, anche a seguito di una difficile programmazione delle localizzazioni degli uffici e degli Assessorati, sono costretti a cambiare frequentemente la loro sede Ricordiamo che l'Assessorato all'istruzione e alla cultura attualmente è localizzato in Via Meucci, ma arriva da Via Magenta, alcune branche hanno avuto altre localizzazioni.
Quindi e un discorso legato ad aspetti interni ma che si riferisce all'utenza, ai fruitori del servizio che sono cittadini.
E' un discorso che andrebbe rivolto all'attivo, solerte ed intraprendente del Presidente Viglione secondo la logica dell'acquisizione di immobili di prestigio, all'acquisizione di strutture funzionali in termini di programmazione, di recepimento, di omogeneità di coordinamento delle sedi di questa regione che continua, nonostante gli sforzi lodevoli ad avere sedi e localizzazioni sparse qua e là non sempre rispondenti ad esigenze di funzionalità e di coordinamento e programmazione.
Colgo sull'agenda della Regione Piemonte che almeno un tentativo di programmazione per educare propedeuticamente i fruitori del servizio c'è stato visto che leggiamo che la localizzazione dell'Assessorato alla cultura é, in ambiente ecologicamente apprezzabile, bucolicamente valutato.
Non vorrei magari che la troppa anticipata programmazione inducesse alcuni Comuni a ricercare localizzazioni nella collina senza troppi servizi pubblici, anzi, carenti del tutto dei servizi pubblici, magari permettere quella deambulazione che l'amministrazione comunale di Torino ha attivato con le piste ciclabili.
La preoccupazione non è solo interna dei dipendenti della Regione, ma è anche esterna per le motivazioni che ho curiosamente portato.
Mi chiedo se il sindacato della Regione Piemonte, sempre così attento a seguire gli interessi degli iscritti sia stato consultato ed abbia preso coscienza di questo problema. Concludo notando che i servizi pubblici dovrebbero essere attivati in quella località collinare che non è di facile accesso e l'attivazione dei servizi pubblici vuol dire acquisizione di nuovi oneri, a meno che non si attivi un servizio navetta che la Regione così attenta e così puntuale alle domande ed alle esigenze dei cittadini e dei suoi dipendenti, metter à in funzione con adeguati concorsi e adeguati incrementi del parco macchina collegando città e collina.
Nell'ambito della programmazione abbiamo attivato interventi finanziari per localizzare in quel complesso semmai una serie di strutture alberghiere per gli studenti.
C'è da richiedersi se gli studenti rifiutano la localizzazione o meno.
C'è il discorso degli orari, ci sono preoccupazioni non solamente interne se pur legittime, ma anche esterne.
Di qui la preoccupazione del Gruppo D.C. e del sottoscritto in particolare, che ha presentato l'interrogazione nella certezza che l'amministrazione vorrà ripensare e valutare in termini organici la soluzione che viene paventata.
Mi dichiarerò soddisfatto qualora ci sarà un correttivo su questa valutazione. Ringrazio l'Assessore, la Giunta ed il suo Presidente che vorranno essere attenti, come sempre, a questi problemi.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Cernetti, inerente la cassa integrazione all'Italpac


PRESIDENTE

All'interrogazione del Consigliere Cernetti, inerente la cassa integrazione all'Italpac, risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Il caso dell'Italpac è la situazione emblematica di una piccola azienda controllata da capitale statunitense, che ha visto un declino ed un conseguente abbandono probabilmente dovuto a scelte strategiche generali di tale capitale.
L'azienda, nel marzo 1983, aveva richiesto lo stato di crisi; allora gli addetti erano 123 nel settore dell'imballaggio. Nell'aprile 1984 l'assemblea dei soci decideva la liquidazione dell'azienda in quanto non più "coerente" con le sue strategie.
Non sempre sono i conti economici e le quote di mercato a far compiere scelte come quella avvenuta all'Italpac, ma sono anche indirizzi più generali.
L'operatività della Regione tende a minimizzare i guasti di scelte di questo tipo, cercando di fare tutto il possibile per ottenere sbocchi che minimizzino le perdite di capacità produttiva valida.
In questo caso si può sottolineare l'impotenza dei mezzi, degli spazi operativi, delle competenze della Regione in materia di politica industriale per poter difendere parti di apparato industriale valide.
Le organizzazioni sindacali trovarono un accordo con il commissario liquidatore per impegnarlo ad un tentativo di salvaguardare l'unità dell'azienda, cioé per evitare la frantumazione dell'attività.
Erano 80 i lavoratori quando il sindacato conseguì tale impegno.
Tuttavia, malgrado i contatti con potenziali acquirenti francesi, tedeschi olandesi e messicani, non si approdò a nulla di positivo.
Il 14 ottobre 1984 il commissario ha definitivamente provveduto alla liquidazione dell'Italpac e pagò tutte le spettanze dei lavoratori.
La Regione convocò le parti, tuttavia non si ebbe esito positivo dall'incontro.
C'è oggi un certo interesse da parte di qualche imprenditore nazionale verso quello che è rimasto dell'Italpac.
La Regione è disponibile a favorire l'attivazione di tutti gli strumenti che sono di nostra competenza, affinché tale unità produttiva di Biandrate possa essere salvaguardata. Non si tratta di una unità produttiva "decotta", anzi pare che essa possa avere un Suo spazio di mercato e che quindi vale la pena dedicare attenzione ed impiego da parte dell'Ente Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cernetti. Ne ha facoltà.



CERNETTI Elettra

Nel ringraziare l'Assessore della risposta vorrei dire che si stanno aprendo degli spiragli per salvare questa azienda, spiragli che soltanto una ventina di giorni fa erano imprevedibili.
Pare che finalmente si sia trovato il compratore.
Questa fabbrica annovera solo 35 dipendenti, tuttavia rappresenta una delle poche attività industriali rimaste nella zona del basso novarese nella quale confluiscono operai di sette-otto paesi limitrofi.
Pregherei l'Assessore di seguire le vicende della Italpac per favorire come intermediario presso gli organi competenti, quelle agevolazioni che il compratore richiederà per l'acquisizione.


Argomento: Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza - Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente il Teatro Stabile di Torino


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente il Teatro Stabile di Torino.
Risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore alla cultura

Condivido le preoccupazioni del Consigliere Cerchio sulla situazione attuale non facile del Teatro Stabile che mantiene un largo pubblico ed una grande credibilità locale e nazionale ma certamente deve ritrovare in tempi rapidi una sua completezza organizzativa interna.
La Giunta regionale per la verità si è mossa tempestivamente paventando situazioni come quelle che si sono configurate di carenza di direzione individuando in un documento trasmesso alla Commissione consiliare, a firma del sottoscritto nonché degli Assessori Longo e Balmas del Comune di Torino, un disegno organico in cui veniva avanzata per la prima volta la proposta di direzione unica (poi ripresa questo mi fa piacere, dal Consigliere Cerchio nella sua interrogazione come esigenza inderogabile dell'ente) e veniva anche previsto un impianto statutario non ancora esteso in termini di articolato, comunque per una maggiore trasparenza contabile per la individuazione di centri di costo, con possibilità di integrazione fra il settore pubblico ed il settore privato nel mondo del teatro attraverso intese, convenzioni, eccetera.
La discussione che nel consiglio di amministrazione si è sviluppata per la nomina del direttore ha dimostrato che i Consiglieri di amministrazione non sono soltanto emanazione di questo o di quel partito, ma hanno davvero un impegno ed operano ogni sforzo anche nell'individuazione del nome del direttore per cercare di rilanciare e rafforzare il peso dell'ente.
Mi sembra molto interessante che a una decisione si sia arrivati e che questa decisione, al di là della persona, abbia una forte intenzione programmatica di discutere non a scatola chiusa questo o quel nome, ma l'impianto dell'attività del teatro.
La mancanza per un certo periodo del direttore, nomina che il Consiglio comunale ha subordinato alla definizione del nuovo statuto, ha portato all'assenza del Teatro Stabile dal direttivo nazionale dell'Agis Teatro.
Un'ultima considerazione attinente alla situazione interna della Regione.
Il miliardo a cui fa riferimento il Consigliere Cerchio, è per circa 400 milioni, relativo al sostegno delle attività di decentramento in Piemonte che il Teatro Stabile compie per incarico degli enti locali piemontesi e della Regione stessa e per circa 600 milioni, relativo al contributo istituzionale della Regione. Poiché però il Teatro Stabile in qualunque riforma statutaria sarà sempre un ente di diretta emanazione e quindi di responsabilità dell'amministrazione della Città di Torino, la Regione non può considerarsi, per quanto parte sostenitrice, vigile ed attenta nei confronti del Teatro Stabile, in alcun modo sostitutiva dei compiti di indirizzo e di controllo che la civica amministrazione deve svolgere.
In questo senso io auspico che in Commissione consiliare possiamo al più presto esprimere un parere ed una valutazione sugli aspetti del Teatro all'interno dei quali ricade anche quel miliardo di contributo, in modo da garantire una correttezza dei pagamenti e una situazione soddisfacente di liquidità dell'ente (che temo stia per versare in problemi finanziari non piccoli).
Esiste un deficit dell'ente.
Se esistono deficit questi non possono essere fatti pesare sui piani di attività. Dovrà esserci un impegno istituzionale del Comune e di altri enti pubblici o privati, quello di intervenire.
Informo che a tal fine è già fissata una riunione insieme tra la Presidenza della Giunta regionale e la Presidenza del Teatro Stabile per valutare quella parte che non rientra nel piano di attività.
In quella sede ascolteremo da parte della nuova amministrazione della Città di Torino quali sono gli indirizzi, i suggerimenti e le proposte, in accoglimento o in mutamento, dell'impostazione precedente che dovranno essere contenute all'interno del nuovo statuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Come non mai, in queste ultime settimane il Teatro Stabile di Torino ha rischiato di diventare instabile in quanto se non si nominava il direttore il rischio era che il Teatro Stabile di Torino venisse cancellato dal panorama dei teatri stabili nazionali, con le conseguenze di depauperamento in un presidio rilevante come quello della realtà torinese e regionale.
L'interrogazione urgente si collocava in una dinamica che nei giorni passati, si era attivata a Torino in ordine alla scelta del nuovo direttore (che noi riteniamo debba essere un direttore unico nella modifica dello statuto il cui decollo attendiamo da tempo).
Colgo in senso positivo la libertà con cui i rappresentanti di tutte le forze politiche o nella fattispecie della forza politica del P.C.I. i cui rappresentanti hanno con conclamata evidenza annunciato dimissioni alla De Michelis (anche se il riferimento è del tutto improprio) per fare determinate pressioni e per incidere nella ricerca del nuovo direttore del Teatro Stabile di Torino.
Le annunciate dimissioni di un rappresentante rientrate in queste ore dopo un colloquio con la Federazione di quel partito, dimostrano la libertà di queste persone di potersi esprimere, ma dimostra anche la sudditanza ad un regime.
Mi preme ricordare che il miliardo che annualmente la Regione assegna al Teatro Stabile nella duplice forma richiamata dall'Assessore, abbia in qualche misura una testimonianza di presenza della realtà della Regione che molte volte finalizza i contributi non tanto alla promozione culturale quanto a coprire un passivo che è diventato macroscopico e molte volte conseguenza di una politica di investimenti fallimentare.
Quindi faccio un richiamo a che la Regione che impegna fondi non indifferenti sul piano strutturale e finanziario nei confronti dello Stabile e nei confronti del Teatro Regio, abbia anche la titolarità ad essere presente non solo per pagare deficit gestionali, ma anche nella promozione, nello stimolo alla ricerca autenticamente pluralistica sul piano culturale. Ringrazio.


Argomento: Province

Interrogazione dei Consiglieri Brizio e Petrini, inerente l'assenza della Giunta regionale dalla IV assemblea generale dell'UPI


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Brizio e Petrini, inerente l'assenza della Giunta regionale dalla IV assemblea generale dell'UPI.
Risponde il Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, gli interroganti hanno ragione nel rilevare che non sempre ai convegni, alle manifestazioni, ai seminari la Giunta regionale è presente.
D'altronde il fiorire continuo di convegni e di seminari ci costringe ad una selezione della nostra presenza e questo io l'ho già spiegato in precedenza in riferimento a riunioni romane o non romane indette in varie circostanze.
La questione dell'Unione delle Province è importante e l'abbiamo trattata in quest'aula almeno in dieci occasioni. La Camera ne sta discutendo e proprio in questi giorni il Ministro per le Regioni, Vizzini di passaggio a Torino, rilevava come ci fosse l'impegno di uno dei due rami del Parlamento ad approvare entro l'anno una modifica del sistema delle autonomie del nostro Paese e come il produrre ulteriori documenti oltre quelli già prodotti e conosciuti dai partiti che hanno presentato proposte di legge di riforma, non renda più agevole il problema, anzi sostanzialmente venga a complicarlo.
La riforma delle autonomie locali ed il disegno generale della sistemazione del secondo livello istituzionale e della delega conseguente sono ormai affidate alle forze politiche presenti in Parlamento, le quali ne stanno discutendo pienamente.
Vorrei rilevare questo. Allorché si discute di un sistema di riforma e delle deleghe, sarebbe necessario concordare i momenti, i tempi, gli interventi.
Questo è il motivo per cui riteniamo di non essere sempre presenti.
L'invito deve essere preceduto e concordato sia per quanto riguarda l'oggetto, sia per quanto riguarda gli interventi, che non possono essere soltanto della Giunta, ma debbono essere della istituzione regionale nel complesso.
Non vedo perché la Giunta debba farsi carico del regime delle deleghe verso le Province, quando questo è un fatto istituzionale che coinvolge tutti.
D'altronde esistono una decina di leggi all'esame delle Commissioni consiliari che prevedono deleghe per singoli settori, quindi non è possibile procedere ad una delega generalizzata.
C'è l'impegno dell'approvazione almeno entro quest'anno, da parte di un ramo del Parlamento, e poiché la fase preparatoria è superata, riteniamo che al Parlamento spetti l'ultima parola.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Prendiamo atto delle dichiarazioni del Presidente. Concordiamo con lui che non si può essere presenti a tutti i convegni ed a tutte le riunioni.
Dobbiamo dire però che in quell'occasione l'assenza è stata particolarmente notata e rimarcata in quanto si trattava di un disegno di legge che poneva il problema della delega alle Province e poneva il problema dell'ente intermedio.
Nella successiva tavola rotonda del 26 gennaio erano presenti il Vice Presidente della Giunta ed i Capigruppo di maggioranza, quindi il dibattito si è potuto allargare.
Ci pare di comprendere nella pacata dichiarazione del Presidente della Giunta, l'ammissione di un errore, riparato successivamente nella riunione del 26 gennaio.


Argomento: Cave e torbiere

Interpellanza dei Consiglieri Ariotti e Genovese n. 277/1502 inerente l'autorizzazione all'estrazione di ghiaia della cava di Pomaro


PRESIDENTE

Interpellanza n. 177/1502 dei Consiglieri Ariotti e Genovese inerente l'autorizzazione all'estrazione di ghiaia della cava di Pomaro.
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore alle cave e torbiere

L'istanza di apertura di una cava in località Ghiaie di Pomaro Monferrato, è stata trasmessa dall'amministrazione comunale interessata, in data 5/10/1984 ai sensi della L.R. 69/78. L'intervento estrattivo è finalizzato al reperimento di materiale per rilevati per l'esecuzione dei sovrappassi sulla linea ferroviaria Chivasso-Casale-Mortara.
Nella riunione del 30/11/1984, la Commissione regionale tecnico consultiva, ha espresso parere favorevole all'apertura della cava escludendo, nel contempo, lo scavo sottofalda e prevedendo, a fine coltivazione, il recupero dell'area a scopi agricoli con la rimessa in posto del terreno agrario precedentemente accantonato.
A questo proposito è opportuno sottolineare che il piano di coltivazione allegato all'istanza prevede scavi sottofalda, con conseguente creazione di un invaso per scopi irrigui. Come già citato la Commissione regionale ha limitato la profondità di scavo per diversi ordini di motivi.
Innanzitutto la documentazione tecnica presentata non tiene in debito conto i possibili depauperamenti della falda, e soprattutto, non sono state svolte apposite ricerche in ordine al deflusso delle acque sotterranee e ai tempi di scorrimento, in relazione ad eventuali possibilità di agenti inquinanti immessi nel bacino irriguo. Inoltre le caratteristiche tecniche richieste dai capitolati d'opera consentono l'impiego di materiali non di particolare pregio e di conseguenza non è giustificata una coltivazione intensiva tale da prevedere ulteriori sottrazioni di terreno agrario della zona.
Ti parere regionale è stato quindi espresso salvaguardando le future possibilità agricole della zona interessata all'escavazione e nel pieno rispetto dei criteri previsti dall'art. 7 L.R. 69/78.
L'amministrazione comunale, ricevuto il parere regionale in data 14/1/1985 con deliberazione di Consiglio, e nell'ambito delle deleghe ex art. 4 L.R. 69/78, ha autorizzato l'apertura della cava consentendo lo scavo sottofalda in deroga, come esplicitamente riportato nelle premesse del suddetto atto autorizzativo, alle prescrizioni della Commissione regionale. Successivamente in data 22/1/1985 durante un incontro presso il Comune di Pomaro si è appreso che lo scavo sottofalda è stato autorizzato sulla base di una relazione geologica eseguita in epoca successiva al parere regionale e pertanto non trasmessa al competente Ufficio regionale.
Con fonogramma del 23/1/1985 l'Assessorato alle cave e torbiere ha segnalato al Co.Re.Co la difformità esistente tra parere regionale ed autorizzazione comunale, sottolineando nel contempo la disattesa valutazione dei punti c), d) e art. 7 L.R. 69/78.
Per quanto attiene la corretta gestione della L.R. 69/78 giova ricordare la sentenza TAR Piemonte n. 91 del 22/3/1984, anch'essa segnalata dal Co.Re.Co competente, con la quale è stato dichiarato illegittimo un provvedimento comunale, in merito all'attività di cava, adottato in discordanza con il parere regionale e senza una attenta valutazione dei criteri previsti dalla L.R. 69/78.
Dall'esame della gestione quinquennale della L.R. 69/78, risulta peraltro, come le amministrazioni comunali, senz'altro carenti sul piano tecnico per affrontare i problemi connessi con l'attività estrattiva, si siano normalmente e sostanzialmente attenute alle indicazioni e prescrizioni della Commissione regionale e del servizio competente incaricato anche dei controlli di polizia mineraria, recentemente codificato con L.R. n. 4/1985. Per quanto riguarda l'applicazione del decreto Galasso risponderà l'Assessore competente. Giova qui ricordare tuttavia le notevoli difficoltà di applicazione che tale decreto comporta non prevedendo alcuna norma transitoria, per le opere relative all'esecuzione di importanti opere pubbliche, ormai autorizzate ed appaltate.
Per quanto riguarda l'ultimo punto dell'interrogazione occorre segnalare che l'Assessorato è venuto a conoscenza dei notevoli fabbisogni occorrenti per i sovrappassi sulla linea ferroviaria Chivasso-Mortara ad appalti già assegnati. Nonostante il notevole quantitativo richiesto per la realizzazione circa 1, 5 milioni di mc., l'Assessorato si è attivato al fine di assicurare la possibilità di reperimento di tali materiali, in armonia con le direttive di tutela territoriale, fatte proprie dalla Commissione cave ed in ogni caso escludendo scavi sottofalda e sentiti gli Enti locali interessati.
Il problema del reperimento di materiale per la realizzazione del tratto autostradale Stroppiana-Biandrate, era già stato evidenziato alla società Spea progettatrice dell'opera in ripetute riunioni effettuate in fase di elaborazione del progetto definitivo. Non appena avuta comunicazione del con ferimento degli appalti l'Assessorato con ripetuti incontri appositamente indetti con i Comuni interessati, oltreché con le società appaltanti, ha elaborato un primo piano di intervento in cui sono state indicate zone adatte all'approvvigionamento per i rilevati autostradali. Ciò in particolare ha consentito nell'area vercellese di intervenire su zone sopraelevate ed incolte per ribassare la quota del terreno originario al piano irriguo, quindi con conseguente rivalutazione della capacità colturale.
In questa ottica ed al fine di poter esercitare un maggior controllo sulle opere di scavo e per avere una garanzia circa l'effettuazione del recupero ambientale, con oneri cauzionari come previsto dalla specifica legge di settore, l'Assessorato ha sempre ritenuto che ogni escavazione con utilizzo del materiale estratto fosse da considerarsi attività estrattiva e non bonifica agraria.
Con l'azione così svolta in questo senso, si è potuto addivenire ad un controllo degli scavi, in relazione alla realizzazione delle opere autostradali e ferroviarie, indirizzando gli stessi in una ottica territoriale volta alla salvaguardia dell'ambiente e della rete irrigua e alla integrità e stabilità delle falde sotterranee. Relativamente al controllo della corretta esecuzione delle opere di scavo, l'Ufficio regionale provvede costantemente segnalando di volta in volta alla Magistratura le eventuali infrazioni riscontrate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria

Ringrazio anzitutto per la sollecitudine con cui l'Assessore ha risposto. La nostra interrogazione gli ha dato probabilmente la possibilita di intervenire subito e di chiarire anche a livello di opinione pubblica attraverso i giornali la reale situazione del nuovo problema che è nato a Pomaro.
Le difficoltà di questo paese sono ormai di casa m Consiglio regionale anche se è la prima volta che possiamo parlarne ad alta voce, soprattutto per i problemi connessi alle discariche.
Mi permetto di ricordare anche se non strettamente pertinenti alla presente interpellanza perché ritengo che vi sia un nesso tra tutti questi problemi e non solo perché risalgono sempre all'amministrazione locale, un problema che riguarda le competenze e le strutture tecniche regionali.
Il servizio geologico regionale, uno dei primi impostati e costruiti nelle Regioni, può essere messo a disposizione, vi sono possibilità di controllo e di intervento attraverso norme cautelari di sospensione attraverso le leggi già citate dall'Assessore, non ultimo il decreto Galasso. L'unica Regione che lo ha difeso in una riunione a Roma è stata proprio la nostra. Vi è la possibilità di predisporre piani generali di intervento quanto mai improrogabili soprattutto per questa sistematica eliminazione dei sovrappassi e soprattutto anche per la centrale nucleare quando si costruirà. Vi è la possibilità e la necessità di coordinare le azioni dei vari Assessorati in modo che non si portino avanti politiche diverse e contrastanti.
La Regione cioé ha tutti gli strumenti per mettere fine ad una situazione che in certe zone è diventata davvero insostenibile per la salute degli abitanti e rischia di provocare danni irreversibili all'ambiente.
Io non so se sono previsti poteri sostitutivi certo la tentazione è grande in casi dove vi è di fronte all'ingiunzione della Giunta regionale la totale disapplicazione. La Giunta però ha il potere di negare ulteriori concessioni alle richieste delle imprese se queste non hanno sanato le situazioni precedenti, questo vale in particolare mi spiace che non ci sia l'Assessore competente per il problema delle discariche. Vorrei invitare la Giunta in ogni caso ad intervenire con molta cautela e prudenza e soprattutto coordinando gli interventi in aree come questa che si sono dimostrate ad alto rischio per avere innestato dinamiche certamente non positive. Vorrei pregare l'Assessore di darmi risposta scritta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese, presentatore dell'interpellanza.



GENOVESE Piero Arturo

Aggiungo poche cose a quanto ha detto la collega Ariotti, ringraziando intanto l'Assessore Bruciamacchie sia per la risposta tempestiva, sia per la posizione che ha assunto pubblicamente nei confronti di questa iniziativa per la realizzazione di una cava a Pomaro.
Della risposta però sono solo parzialmente soddisfatto per due motivi.
Innanzitutto perché credo che in questo caso debba trovare applicazione il decreto Galasso, in quanto comunque dovrebbe essere dato il nulla-osta previsto dal decreto stesso.
E' vero che siamo in una fase transitoria, che le perimetrazioni cartografiche delle zone soggette a tutela non sono ancora state definite dal Ministero competente.
La normativa transitoria però prevede che quando si vogliono realizzare opere di questa natura all'interno delle fasce di rispetto che sono fissate dal primo comma del decreto si deve richiedere il "nullaosta" regionale quindi invito l'Assessore Bruciamacchie a farsi parte diligente presso gli Assessorati regionali competenti e segnalare la circostanza al Comitato regionale di controllo perché non avvenga l'approvazione della deliberazione del Comune di Pomaro in mancanza del nullaosta previsto dal decreto Galasso.
Per quanto attiene agli imponenti lavori necessari per aprire cave in questa zona, sia per le opere ferroviarie sia per le opere autostradali sarebbe opportuno sentire i Comuni interessati prima di autorizzare l'apertura di nuove cave e prendere contatti con le Ferrovie dello Stato e con le società titolari della costruzione delle autostrade per definire preventivamente un piano di estrazione della ghiaia per evitare ulteriori gravi alterazioni ambientali.
Non c'è solo il problema della salvaguardia della falda, ma anche quello di prevedere e controllare la pressione che si realizzerà nelle aree interessate alla costruzione di questi imponenti manufatti per ottenere permessi di estrazione e di apertura di nuove cave.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che sono in congedo i Consiglieri: Carazzoni, Chiabrando e Picco.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 478: "Prima ristrutturazione degli Istituto Autonomi Case Popolari della Regione Piemonte" presentato dalla Giunta regionale in data 23 gennaio 1985, assegnato all'esame delle Commissioni I e II in data 29 gennaio 1985 N. 479: "Interpretazione autentica e ulteriori specificazioni dell'art. 75 della legge 61/1984 aggiuntivo dell'art. septies alla legge regionale 56/77", presentato dal Consigliere Cerchio in data 24 gennaio 1985 ed assegnato all'esame della II Commissione in data 29 gennaio I985 N. 480: "Ulteriore rifinanziamento con modifiche della legge regionale 72/79 per i ripetitori televisivi nelle zone di montagna" presentato dal Consigliere Cerchio in data 24 gennaio 1985, assegnato alla VI Commissione in sede referente ed alla I in sede consultiva in data 29 gennaio 1985 N. 481: "Modificazioni ed integrazione della legge regionale 24 aprile 1980 n. 29 'Istituzione della riserva naturale speciale del parco Burcina" presentato dalla Giunta regionale in data 25 gennaio 1985 ed assegnato all'esame della II Commissione in data 29 gennaio 1985 N. 482: "Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 23/1/1984 n. 9 'Norme sulla previdenza e l'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali del Piemonte"', presentato dall'Ufficio di Presidenza in data 29 gennaio 1985 ed assegnato all'esame della I Commissione in data 30 gennaio 1985 N. 483: "Autorizzazione all'acquisto di un immobile con tutti gli arredi e le attrezzature in esso esistenti da destinare a sede di centro di formazione professionale della Regione", presentato dalla Giunta regionale in data 31 gennaio 1985 N. 484: "Modificazione alla legge regionale 31 agosto 1979 n. 52 'Istituzione del parco naturale delle Capanne di Marcarolo', presentato dalla Giunta regionale in data 31 gennaio 1985".
N. 485: "Norme per la sperimentazione della nutrizione parenterale a domicilio", presentato dalla Giunta regionale in data 31 gennaio 1985.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 10 gennaio 1985: "Legge di correzione degli errori materiali e di mancato coordinamento della legge regionale 56/77 così come modificata dalle leggi regionali 50/80 e 17/82, e della legge regionale 61/84".


Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 17, 22 e 24 gennaio 1985 in attuazione dell'art. 7 secondo comma della legge regionale 6/11/1978 n. 65 sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

e) Trasferte effettuate dai Consiglieri regionali


PRESIDENTE

Ai sensi dell'art. 2, primo comma del regolamento missioni, informo che è a disposizione l'elenco delle trasferte effettuate dai Consiglieri regionali nel corso dell'anno 1984.


Argomento: Caccia

Modificazioni alla legge regionale 17 ottobre 1979 n. 60 "Norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia" ed abrogazione delle leggi regionali 10/12/1980 n. 80, 30/9/1983 n. 17 e 29/3/1984 n. 20"(seguito)


PRESIDENTE

Punto quarto all'ordine del giorno: Proseguimento esame dei progetti di legge un. 146, 234, 305,422 e 343 relativi a: "Modificazioni alla legge regionale 17 ottobre 1979 n. 60 'Norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia' e abrogazione delle leggi regionali 10/12/1980 n. 80, 30/9/1983 n. 17 e 29/3/1984 n. 20".
Colleghi, ricorderete che avevamo gia affrontato l'esame dei primi articoli. Se non mi sbaglio eravamo arrivati all'esame dell'art. 11 su cui c'erano parecchi emendamenti. Prima di dare la parola al Consigliere Genovese vorrei pregarvi di restare in aula senza muovervi perché è iniziata la votazione.
Il Consigliere Genovese ha facoltà di parlare.



GENOVESE Piero Arturo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sperando di interpretare giustamente le norme regolamentari vorrei sollevare a questo punto del dibattito, una sospensiva ai sensi dell'articolo 61 del regolamento.
Spiego le motivazioni della richiesta di sospensiva. Dopo che è stato licenziato il provvedimento da parte della VI Commissione permanente, cioè alla fine di novembre, il 30 dicembre del 1984 è stato assegnato alla II Commissione il disegno di legge 472 della Giunta, che riguarda modificazioni alla legge regionale 43/75 recante "Norme per l'istituzione di parchi e delle riserve naturali".
L'esame di questo provvedimento in Il Commissione è iniziato solo verso la fine del mese di gennaio. Le proposte di revisione della legge "quadro" sui parchi e sulle riserve naturali che sono in discussione alla Il Commissione prevedono una diversa tipologia delle zone protette ed una nuova articolazione dei vincoli e delle limitazioni, rispetto alla legge del 1975, che ha collegamenti con materia che abbiamo in discussione.
La discussione in II Commissione nel rivedere vincoli e tipologie per le zone protette deve naturalmente trovare dei raccordi con la legge per la tutela della fauna e la disciplina della caccia.
Sarebbe opportuna una sospensione breve che consenta quindi di raccordare questa legge con la discussione che sta avvenendo in II Commissione per quanto riguarda la revisione della legge sui parchi e sulle riserve naturali.
La mia richiesta non mira a dilazionare il provvedimento, ma a promuovere una riflessione ed un approfondimento; d'altra parte, non abbiamo una carenza legislativa perché una legge in materia di caccia forse migliore di quella che si sta per varare, già l'abbiamo in Piemonte.
Siccome non si può separare la disciplina della caccia dai problemi più generali di disciplina e di tutela dell'ambiente, la questione sospensiva che sollevo mi pare meritevole di considerazione.



PRESIDENTE

Mi trovo di fronte ad una osservazione che non posso valutare nel merito. Mi pare che ci siano dei fondamenti, perché c'è un effettivo intreccio tra i vari temi, tuttavia sul piano formale ritengo che l'osservazione che lei fa, se fosse accolta, costituirebbe un precedente che metterebbe il Consiglio in una situazione di impossibilità a procedere nell'esame di qualsiasi disegno di legge.
Gli intrecci sono costanti e inevitabili. Qualsiasi legge si interseca con questioni che riguardano il territorio.
Quindi sul piano procedurale in quanto attiene al Presidente la responsabilità di questo, devo dire che non considero la sua osservazione come un elemento sufficiente per sospendere l'esame del disegno di legge.
Le osservazioni che lei pone in merito possono essere considerate dai Colleghi nel corso dell'esame di questo disegno di legge, e nel limite del possibile, si terrà conto degli aspetti che hanno a che fare con aree protette del territorio.
Quindi, la richiesta di sospensione del Consigliere Genovese non è accolta.
Prego, Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

In effetti il regolamento prevede la facoltà della Presidenza di accogliere o meno una eccezione di questo tipo.
Vorrei però osservare che un precedente a volte deve pur essere creato quando se ne ravvisino i motivi, visto che la norma regolamentare lo consente.
E' però impossibile tenere conto nel corso del dibattito delle proposte che la Giunta ha formulato perché sono in discussione in Il Commissione e c'è una previsione di tipologia diversa di zone protette rispetto alla legislazione del 1975 che non può essere in questo momento tenuta in considerazione perché non è contenuta nella legislazione regionale vigente.
Quindi, probabilmente la cosa potrà svilupparsi all'inverso. Cioè sarà la II Commissione, in sede impropria, che dovrà riesaminare questa materia quando prenderà in considerazione la revisione della legge sui parchi.



PRESIDENTE

Possiamo procedere all'esame degli articoli del ddl.
Art. 11. Vengono riesaminati i seguenti emendamenti, quindi colleghi vi invito a seguire l'esame dell'art. 11 che emenda l'art. 18 della L. 60/79.
Gli emendamenti sono stati presentati dai Consiglieri Avondo, Villa (la cui votazione era stata sospesa nell'adunanza consiliare del 24 gennaio scorso).
4) Il primo comma dell'art. 18 della L. R. 60/79 è sostituito dal seguente: "La gestione delle zone faunistiche omogenee di cui all'art. 12 è effettuata dalla Provincia, la quale si avvale della collaborazione e della consulenza di un Comitato composto da: a) 1 rappresentante dell'amministrazione provinciale designato dal Presidente della Giunta provinciale b) 1 rappresentante per ogni Comune interessato fino ad un massimo di 7 c) 5 rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole territorialmente interessate d) 7 rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali riconosciute in misura proporzionata alla consistenza numerica delle stesse sul territorio della zona faunistica a gestione sociale interessata e) 3 rappresentanti delle associazioni naturalistiche e protezionistiche territorialmente interessate f) 1 rappresentante dell'Enci designato dall'organo provinciale di questo".
5) Il terzo comma dell'art. 18 della L.R. 60/79 è sostituito dal seguente: "Le designazioni da effettuarsi secondo le modalità previste dal regolamento provinciale di cui al sesto comma del presente articolo devono pervenire al Presidente della Provincia entro 30 giorni dalla richiesta trascorsi i quali il Presidente provvede alle nomine anche in mancanza delle designazioni".
6) Dopo il terzo comma dell'art. 18 della L.R. 60/79 sono inseriti i seguenti: "A fine di attività tecniche ed esecutive il Comitato costituisce, al suo interno, un gruppo operativo e nomina un Presidente. I pareri formulati dal Comitato alla Provincia nelle materie di carattere tecnico-faunistico hanno carattere vincolante".
7) Al quarto comma dell'art. 18 della L.R. 60/79 sono abrogate le seguenti parole: "adottato dal Comitato sulla base di un regolamento".
8) Il terz'ultimo comma dell'art. 18 della L.R. 60/79 è abrogato.
8) L'ultimo comma dell'art. 18 della L.R. 60/79 è sostituito dal seguente: "In particolare le Province provvedono al ripopolamento faunistico, su proposta dei Comitati di gestione, utilizzando di massima i fondi derivanti dalle quote individuali di partecipazione inserite nelle partite di giro del proprio bilancio nonché all'attività di sorveglianza venatoria tramite i propri agenti dipendenti. Le stesse vigilano altresì sulla corretta applicazione dei criteri previsti per l'ammissione e l'accettazione dei soci. La gestione delle zone faunistiche omogenee deve ispirarsi a criteri di autofinanziamento".
Vengono presentati i seguenti altri emendamenti, firmati dai Consiglieri Simonelli e Marchesotti: 10) All'art. 18 della L.R. 60/79, il quarto comma è così sostituito: "L'attività di gestione si svolge in conformità di un regolamento adottato dal Comitato sulla base di un regolamento-tipo approvato dal Consiglio regionale, sentite le amministrazioni provinciali".
11) Il penultimo comma dell'art. 18 della L. R. 60/79, è così sostituito "Il regolamento, in coerenza con il regolamento-tipo, il piano poliennale e le relative modificazioni, adottati dal Comitato, sono approvati dalla Giunta provinciale, sentita la Consulta provinciale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia".
12) All'ultimo comma dell'art. 18 della L. R. 60/79, in fine, dopo la parola "territori" aggiungere le parole: "ne approvano il bilancio e gli atti amministrativi".
La parola al Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

L'emendamento che col collega Villa ho presentato tende a portare a capo delle amministrazioni provinciali la gestione dell'attività venatoria.
Il problema rimane aperto in conseguenza dell'emendamento presentato dai Consiglieri Simonelli e Marchesotti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Villa. Ne ha facoltà.



VILLA Antonino

Mi associo a quanto ha detto il Consigliere Avondo, ribadendo il concetto che presenta qualche rischio il lasciare a quello che potrebbe diventare anche un certo assemblearismo la decisione su problemi inerenti a tratti di territorio, anche se non eccessivamente vasti. Sarebbe indubbiamente più opportuno ricondurre alle istituzioni la soluzione dei citati problemi.
In pratica ribadisco quanto avevo già detto l'altra volta, Nella (per me dannata) ipotesi che il nostro emendamento non venisse accolto, almeno avrebbe avuto di positivo la spinta per arrivare all'altro emendamento proposto. Io credo che bisognerà fermarci a riflettere sulla composizione del Comitato in quanto, se risaliamo all'ipotesi che viene fatta Nei le modifiche, troviamo per esempio, che i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole territorialmente interessate sarebbero tre.
Nel comitato sono rappresentati i Comuni, le associazioni venatorie nazionali, le Associazioni naturalistiche: ma devono avere forza partecipativa anche coloro che sono maggiormente interessati circa l'attività venatoria in quanto la caccia si svolge a casa loro: quindi è necessaria una loro rivalutazione nella composizione del Comitato.
Lombardi chiedeva l'aumento del numero dei rappresentanti a cinque.
Concordo, ed in tal senso sollecito che si provveda.



PRESIDENTE

Non ci sono altri Consiglieri che intendono illustrare gli emendamenti Passiamo alla votazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Vetrino per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Voterò contro l'art. 11 nella nuova stesura perché conferma un comitato certamente pletorico (può arrivare anche a 50/60 persone).
Tutti abbiamo esperienza delle riunioni pletoriche e questo che deve essere un comitato di gestione, mi chiedo come possa gestire, probabilmente non riuscirà mai a raggiungere il numero legale.
Questo è il motivo fondamentale per cui noi voteremo contro. Qualora poi il territorio provinciale venga istituito in zona faunistica omogenea voglio capire come saranno rappresentati i Comuni. Probabilmente attraverso una designazione fissa che verrà indicata dall'Anci.
Comunque questo non è un problema da risolvere oggi.



PRESIDENTE

L'Assessore chiede la parola per precisare una modifica all'emendamento dei Consiglieri Simonelli e Marchesotti.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

L'emendamento aggiuntivo comma dopo la parola "territori" va riscritto nel modo seguente: "approvano il bilancio e gli atti amministrativi predisposti dai relativi comitati di gestione".



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli emendamenti e all'appello nominale sull'art. 11.
Gli emendamenti nn. 4), 5), 6) 7), 8) e 9) dei Consiglieri Simonelli e Marchesotti, posti ai voti per alzata di mano e singolarmente, sono respinti con 6 voti favorevoli e 28 contrari.
Gli emendamenti nn. 10), 11) e 12) (così come modificato dall'Assessore Mignone), posti ai voti per alzata di mano e singolarmente, sono approvati con 26 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astensioni.
Passiamo alla votazione dell'art. 11, nel testo modificato da tali emendamenti e da quelli approvati nella precedente adunanza consiliare.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 5 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Se ho ben capito ritorniamo indietro.
Avevo detto che, se l'emendamento Avondo-Villa non fosse stato accettato, avrei presentato un emendamento per portare da 3 a 5 il numero dei rappresentanti delle organizzazioni professionali ed agricole.
Ora se riandiamo all'art. 16, io rimetto in discussione l'art. 18.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

A questo punto si deve andare al termine dell'iter normale, poi, in sede di coordinamento, si potranno fare queste cose.



PRESIDENTE

Se i colleghi ritengono di richiedere più tempo per ripensare alle eventuali modifiche che poi in sede di coordinamento si collocheranno antecedentemente all'art. 11, possiamo arrivare all'esame di tutto il testo e poi considerare questo Purché ci sia accordo.
Passiamo all'art. 12.
Art. 12 "Dopo l'articolo 18 è aggiunto l'articolo seguente: Articolo 18 bis - Zone in regime di caccia controllata.
Le Province possono ai sensi dell'art. 15 della legge 27 dicembre 1977 n. 968, avvalendosi di organismi a base associativa e degli esperti di cui all'articolo 5 della legge citata, in attesa della costituzione delle zone faunistiche omogenee di gestione sociale di cui ai precedenti articoli 12 e 18, costituire, entro i limiti della presente legge, zone in regime di caccia controllata.
La Regione, sentite le Province, regolamenta i modi di gestione di accesso dei cacciatori compresi quelli residenti in altre Regioni, e ne determina il numero comunque non inferiore alla media regionale, calcolato in base al rapporto tra cacciatore e territorio agro-forestale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
Art. 13 "All'articolo 19, primo comma, in fine dopo la parola: "Provincia" sono aggiunte le parole: "La gestione dei centri di cui all'ultimo comma dell'articolo 13 è effettuata dalla Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.
Art. 14 L'articolo 20 è così sostituito: "Le zone di osservazione faunistica, anche distinte in ornitologiche e mammologiche, sono gestite dalle Province attraverso apposite convenzioni con Istituti scientifici qualificati.
Tali convenzioni regolano tra l'altro i mezzi e le modalità di cattura a fini di rilevazioni, marcatura o inanellamento, nonché la disciplina delle autorizzazioni all'eventuale cessione di soggetti inanellati di cui al presente articolo.
I dati dei rilevamenti sono trasmessi all'Istituto nazionale di biologia della selvaggina ed alla Regione entro l'anno solare cui si riferiscono e comunque non oltre il mese di gennaio dell'anno successivo".
I Consiglieri Simonelli e Mignone presentano il seguente emendamento: al secondo comma, dalle parole "nonché la disciplina..." alle parole "il presente articolo", sono soppresse.
La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Questo emendamento tiene conto di una delle proposte avanzate dalle associazioni naturalistiche. Noi avevamo normato in termini che ci sembravano corretti la possibilità per le zone di osservazione faunistica di catturare e inanellare animali per rilevazioni ed osservazioni scientifiche. La norma prevedeva anche la possibilità, meramente eventuale che, attraverso convenzioni con l'amministrazione si potesse prevedere che taluni di questi soggetti possano essere ceduti. Poiché attraverso questa clausola, che peraltro era espressa in termini cauti, si teme che si possa ripristinare una, forma di commercio indebito di questi animali dei quali la caccia è vietata, preferiamo accedere alla soluzione più restrittiva e quindi sopprimere la possibilità di cessione degli animali così catturati dai centri di osservazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta accoglie l'emendamento anche se l'articolo conteneva tutte le cautele e le prudenze che il caso richiede.



PRESIDENTE

Gli è d'accordo all'emendamento è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Si proceda alla votazione dell'art. 14 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 28 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 "All'articolo 22, primo comma, dopo le parole: 'Giunta regionale' è aggiunta la parola 'anche",.
Il Consigliere Cerchio presenta il seguente emendamento: all'ultimo comma dell'art. 22, dopo la parola "selettivi" aggiungere: "anche con l'uso di cani".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Fra gli abbattimenti dovuti per motivi sanitari sarebbe opportuno inserire la volpe, in relazione alla necessità di tenere costantemente sotto controllo la rabbia silvestre.
Sarebbe allora opportuno dire che per siffatta circostanza è autorizzato l'impiego dei cani.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento del Consigliere Cerchio alzi la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 16 contrari ed 11 astensioni.
Si passi alla votazione dell'art. 15 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 "All'articolo 23, primo comma, dopo la parola 'cacciabili' sono aggiunte le parole: 'e per quelle cacciabili in base a piani di abbattimento di cui all'art. 38, punto 5' Al secondo comma, in fine dopo la parola 'carenti' sono aggiunte le parole 'ed anche del territorio destinato all'esercizio venatorio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 16 e approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'articolo 17.
Art. 17 "All'articolo 24, primo comma, la parola: 'qualora' è sostituita con le parole: 'dalle aree ove'.
Dopo il primo comma sono aggiunti i commi seguenti: 'Ai fini di una politica di programmazione e sviluppo della fauna selvatica, le Province ed i soggetti che gestiscono le zone speciali, entro il 31 dicembre di ogni anno, forniranno alla Giunta regionale i dati relativi alle operazioni di ripopolamento effettuate e ai loro risultati.
I soggetti che gestiscono le zone speciali possono, attraverso strutture e mezzi idonei, effettuare operazioni di pre-ambientamento dei soggetti da immettere sul territorio'.
Il secondo comma è soppresso".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) Dal Consigliere Cerchio: all'articolo 24, primo comma, dopo la parola "speciali" aggiungere: "nonché delle associazioni venatorie nazionali riconosciute".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Si tratta di dare riconoscimento e imprimatur ad una situazione di fatto esistente e cioè che i ripopolamenti sono effettuati da quasi tutte le associazioni venatorie.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta non è d'accordo sull'emendamento proposto dal collega Cerchio.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento del Consigliere Cerchio è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
2) Dal Consigliere Vetrino: sopprimere l'ultimo comma che recita: "Il secondo comma è soppresso".
La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

La legge 60/79 stabiliva: "è comunque vietato, eccezione fatta per i luoghi a gestione pubblica, immettere selvaggina sul territorio nel periodo dal 1 aprile alla data di chiusura della caccia".
Questo fu un emendamento proposto dal PRI ed approvato dalla Giunta.
Questo comma ha subito una variazione con la L.R. 80 e la data del 1 aprile è stata spostata alla data del l luglio.
Noi riproponiamo questo emendamento, perché ci sembra opportuno continuare a mantenere queste preclusioni, lo non sono contraria in assoluto alla caccia, sono anzi figlia di un cacciatore, credo però che bisogna evitare tutti gli aspetti che di selvaggio possono avere gli articoli di questa legge.



PRESIDENTE

La parola alla Giunta.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta apprezza il significato dell'emendamento proposto dalla collega Vetrino, ma ritiene di non poterlo accogliere perché i tempi ed i modi d'immissione della selvaggina sul territorio devono tener conto della specie di selvaggina immessa, e questo farebbe si che, dovendo rispettare i tempi, si dovrebbe introdurre una casistica che renderebbe oltremodo complicata la comprensione della legge stessa.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Vetrino è posto ai voti per alzata di mano.
E' respinto.
Procediamo alla votazione dell'art. 17 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 19 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Art. 18 "All'articolo 25, primo comma, dopo la parola: 'universitari' e, quinto comma, dopo la parola: 'riconosciuti' sono aggiunte le parole: 'nonch degli enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Vengono presentati i seguenti emendamenti ad istituzione di un nuovo articolo 18 bis: 1) Dal Consigliere Avondo: al primo comma dell'art. 26 della L.R. 60/79, dopo le parole: "di selvaggina viva", aggiungere le parole: "con esclusione della lepre".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
2) Dall'Assessore Mignone: al primo comma dell'art. 26 della L. R. 60/79, dopo le parole "a scopo di" aggiungere le seguenti parole: "ripopolamento o di".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo alla votazione del nuovo articolo 18 bis.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri Il nuovo articolo 18 bis è approvato



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Proseguiamo con la votazione dell'articolato.
Art. 19 "All'articolo 27 il secondo comma è così sostituito: 'L'autorizzazione è rilasciata dal Presidente della Giunta provinciale, sentito l'Istituto nazionale di biologia della selvaggina, per gli allevamenti di ungulati tetracnidi, cottamici delle Alpi, lepri bianche, nonché per gli allevamenti di conigli selvatici, lepri comuni, galliformi e anatidi'.
Dopo l'ultimo comma è aggiunto il com a seguente: 'L'abbattimento di capi allevati a scopo alimentare è consentito durante tutto il corso dell'anno solare. L'abbattimento degli ungulati è consentito anche a mezzo di arma da fuoco, purché effettuato da soggetti nominativamente indicati nel provvedimento di autorizzazione".
Il Consigliere Cerchio presenta il seguenti emendamento: al secondo comma sopprimere le parole "galliformi e anatidi".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Nelle nostre campagne e nelle nostre cascine sono presenti animali galliformi facilmente individuabili, la motivazione quindi, è di togliere le parole "galliformi e anatidi".



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 16 contrari ed 1 astensione.
Procediamo alla votazione dell'art. 19 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 11 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 "All'art. 28, quarto comma, dopo le parole "dell'anno" sono soppresse le parole: "nonché quelli di cui all'articolo 20, comma primo, lett. b)".
Dopo il quarto comma è aggiunto il seguente: "E' vietato introdurre nel territorio regionale esemplari avifaunistici appartenenti alle famiglie di cui al presente articolo e la cui caccia è vietata in Piemonte, salvo che siano dotati di anello inamovibile di diametro adeguato alla specie, idoneo all'identificazione e purché siano documentati con certificato di provenienza attestante la nascita in cattività".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) Dal Consigliere Cerchio: eliminare le ultime parole: "attestante la nascita in cattività".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto con 8 voti favorevoli, 13 contrari e 2 astensioni.
2) Dal Consigliere Avondo: all'ultimo comma, dopo le parole "certificato di provenienza attestante", si sopprimono le parole "la nascita in cattività" e si sostituiscono con le parole: "la liceità di provenienza".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con l voto favorevole, 8 contrari e 14 astensioni.
Procediamo alla votazione dell'art. 20 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 20 è approvato.
Art. 21 "L'articolo 29 è così sostituito: 'Articolo 29 Abbattimento per caso fortuito o forza maggiore e disponibilità materiale di fauna selvatica.
Chiunque, in qualsiasi tempo abbatta fauna selvatica per caso fortuito o forza maggiore, o venga nella disponibilità materiale di fauna selvatica viva o morta o parti di essa, deve entro 24 ore farne consegna al Comune di residenza o a quello in cui è avvenuto il fatto o alla Provincia competente per territorio, affinché provveda ad una destinazione di pubblica utilità dando diritto di prelazione ai musei scientifici della zona di cui all'art.
25 o agli Enti di gestione dei parchi regionali.
Le Province possono costituire, su richiesta delle associazioni venatorie e naturalistiche, centri di recupero, cura, riabilitazione e reintroduzione di animali selvatici, in particolare specie protette".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Art. 22 "All'articolo 30, primo comma, lett. a), dopo le parole: 'dell'articolo 28' sono soppresse le parole: 'provenienti dalle zone di osservazione faunistica ai sensi della lett. b) dell'articolo 20'. La lettera h) è così sostituita: 'commerciare fauna stanziale alpina, ad eccezione di ungulati purché muniti dell'eventuale contrassegno e dei documenti rilasciati dai soggetti gestori delle aree interessate'.
L'ultimo comma è così sostituito: divieto di cui alle lettere a) e b) concerne anche gli animali morti e parti di questi, fatto comunque salvo quanto previsto dall'articolo 29, primo comma'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
Art. 23 "Dopo l'articolo 30 è aggiunto l'articolo seguente: 'Articolo 30 bis Attività di tassidermia ed imbalsamazione e detenzione di trofei.
Le attività di tassidermia ed imbalsamazione sono subordinate al rilascio di apposita autorizzazione da parte della Giunta provinciale competente sulla base di apposito regolamento approvato dal Consiglio regionale.
E' consentita l'imbalsamazione esclusivamente di esemplari appartenenti: a) alla fauna selvatica presente sul territorio italiano oggetto di caccia o di abbattimento, purché catturata nel rispetto delle norme venatorie vigenti, ed ai vertebrati appartenenti alla fauna presente sul territorio italiano che non siano protetti ai sensi della vigente normativa b) alla fauna esotica o comunque proveniente dall'estero, purch l'abbattimento e l'importazione o comunque la detenzione siano avvenuti in conformità alla normativa vigente in materia e non si tratti di specie protette nei paesi d'origine in conformità ad accordi internazionali cui abbia aderito anche l'Italia c) alla fauna domestica.
E' inoltre consentita l'imbalsamazione, negli stessi limiti in cui ne è consentita l'uccisione, di tutti gli animali di cui sia comprovata la provenienza da allevamenti conformi alle disposizioni in materia e regolarmente autorizzati quando una autorizzazione sia richiesta.
E' infine consentita l'imbalsamazione nei casi e secondo le procedure stabiliti dall'art. 29.
E' consentita la detenzione di trofei e preparazioni tassidermiche nei casi previsti ai commi precedenti.
Ogni esemplare appartenente a specie non oggetto di caccia ai sensi della presente legge, deve essere accompagnato dalla documentazione attestante la legittima provenienza e tale da consentirne l'identificazione".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1.) Dal Consigliere Cerchio: al terzo comma sostituire le parole "consentita l'uccisione" con: "consentito l'abbattimento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
2) Dal Consigliere Avondo: al punto b) dell'art. 23 della L.R. 60/79, dopo le parole : "vigente in materia", sopprimere: " e non si tratti di specie protette nei paesi d'origine in conformità ad accordi internazionali a cui abbia aderito anche l'Italia".
L'emendamento viene ritirato dal proponente.
Procediamo alla votazione dell'art. 23 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
Art. 24 "L'articolo 36 è così sostituito: 'Articolo 36 Ammissione all'esercizio venatorio nelle zone di gestione sociale e di caccia controllata.
Per esercitare la caccia in una zona di gestione sociale o di caccia controllata occorre averne ricevuto autorizzazione dai competenti organismi di gestione.
Al fine di tale autorizzazione occorre presentare domanda secondo i tempi e le procedure previste dal regolamento di cui agli articoli 18 e 18 bis della presente legge. La domanda deve contenere la rinuncia ad esercitare la caccia nel restante territorio regionale ad eccezione di altra zona di gestione sociale o di altra zona di caccia controllata o di un comparto alpino o della sola zona faunistica di pianura non sottoposta a regime di gestione sociale".
Vengono presentati i seguenti emendamenti dal Consigliere Avondo: 1) al primo comma dell'art. 36 della L.R. 60/79 sono soppresse le parole "dal competente Comitato".
2) Il secondo comma dell'art. 36 della L.R. 60/79 è sostituito dal seguente: "Al fine di ottenere tale autorizzazione occorre indirizzare domanda alla competente Provincia secondo le norme e nei termini stabiliti dal Regolamento di cui all'art. 18.
La domanda deve contenere la rinuncia ad esercitare la caccia nel restante territorio regionale ad eccezione di altra zona di gestione sociale o di un comparto alpino o della sola zona faunistica di pianura non sottoposta a regime di gestione sociale".
Tali emendamenti vengono ritirati dal proponente.
3) Dal Consigliere Cerchio: al secondo comma, la frase "o di un comparto alpino" è sostituita con: "e di un comparto alpino".
Tale emendamento è posto ai voti per alzata di mano e respinto.
4) Dal Consigliere Cerchio: dopo l'ultimo comma aggiungere: "Per il cacciatore extraregionale la domanda deve contenere la rinuncia ad esercitare la caccia nel restante territorio regionale. Tale rinuncia non è richiesta per il cacciatore residente in Piemonte".
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

Non è accoglibile perché è una norma anticostituzionale.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento n. 4 presentato dal Consigliere Cerchio è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Si proceda alla votazione dell'art. 24 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
Art. 25 "All'articolo 37 le parole: 'lire 80 milioni' 'lire 20 milioni' e 'lire 5 milioni' sono rispettivamente sostituite con le parole: 'lire 150 milioni' lire 70 milioni' e 'lire 10 milioni"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
Art. 26 "All'articolo 38, secondo comma, punto 3), dopo le parole: 'cornacchia nera' sono aggiunte le parole: 'cornacchia grigia, gazza'. Dopo il punto 4) è aggiunto il punto seguente: '5) specie cacciabili su specifici piani di abbattimento annuali disposti dalla Giunta regionale, anche ai sensi dell'articolo 22; caprioli, cervi, daini e mufloni'.
All'ultimo comma, lett., a ), in fine dopo le parole: 'delle orecchie' sono aggiunte le parole: 'salvo questi ultimi nei comparti alpini ove esiste piano di abbattimento annuale anche selettivo'.
E' soppressa la lettera 'd)'".
Il Consigliere Avondo presenta i seguenti emendamenti all'art. 38 della L. R. 60/79: l) al secondo comma, aggiungere al punto 2: "specie cacciabile dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio: cervo e muflone".
'Tale emendamento è posti ai voti per alzata di mano e respinto.
2) Al secondo comma, aggiungere al punto 3): "specie cacciabile dal 15 maggio alla prima domenica di settembre: capriolo".
Tale emendamento è posto ai voti per alzata di mano e respinto 3) Dopo il punto 4), aggiungere il seguente comma: "Per le specie elencate ai punti 2) e 3), gli abbattimenti sono consentiti solo su piano di tiro, predisposto dai Comitati di gestione sociale dei comparti alpini o zone di gestione sociale ed approvati sentito l'Istituto nazionale di biologia, dalla Giunta provinciale. Tali abbattimenti devono essere effettuati fra i due sessi e su tutte le classi di età. Il cacciatore dovrà essere accompagnato da una guardia dell'amministrazione provinciale o dal tecnico faunistico nominato dall'amministrazione provinciale, i quali indicheranno il soggetto da abbattere, redigendo verbale in triplice copia dell'abbattimento effettuato da inviarsi all'Istituto nazionale di biologia, alla Regione ed alla Provincia".
Tale emendamento è posto ai voti per alzata di mano e respinto.
4) Al quinto comma il punto d) è soppresso.
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
5) Il secondo comma è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto.
6) Al terzo comma, dopo le parole "...anche selettivo", sono aggiunte le seguenti: "da effettuarsi su tutte le classi di età ed ambo i sessi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta non accoglie gli emendamenti proposti dal collega Avondo in particolare il comma aggiuntivo per quanto riguarda le modalità degli abbattimenti perché questi sono già, contenuti nelle delibere con cui si autorizza il provvedimento.
Mentre accoglie l'altro emendamento aggiuntivo



PRESIDENTE

Il Consigliere Cerchio presenta il seguente emendamento: 7) al punto 3), dopo le parole "cornacchia grigia, gazza" aggiungere: "merlo, anatidi".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Il merlo è cacciabile in tutta Italia non è in riduzione, anzi, si è rilevato un incremento ovunque.
Tenuto conto che questa specie rappresenta l'unica fonte di caccia per i praticanti cacciatori anziani, sarebbe opportuno includerla fra le specie cacciabili.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento del Consigliere Cerchio è posto ai voti per alzata di mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 12 contrari ed 1 astensione.
8) L'Assessore Mignone presenta il seguente emendamento: al secondo comma, dopo le parole "abbattimenti annuali" è soppressa la parola "disposti" e sono aggiunte le parole "proposti dalle Province o dai soggetti gestori delle zone speciali ed approvati".
Chi approva è pregato di alzare la mano. E' approvato con 17 ti favorevoli ed 1 astensione.
Procediamo alla votazione dell'art. 26, nel testo come sopra modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
Art. 27 "All'articolo 39, dopo le parole: 'Biologia della selvaggina', sono aggiunte le parole: 'anche su proposta delle Province interessate".
Il Consigliere Cerchio presenta il seguente emendamento: dopo "anche su proposta delle Province interessate" aggiungere: "sentita la Consulta provinciale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto.
Procediamo alla votazione dell'art. 27 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Il Consigliere Cerchio presenta il seguente emendamento, ad istituzione di un nuovo articolo 27/bis: al primo comma dell'art. 40 della L. R. 60/79, sopprimere le ultime parole: "di cui non più di due consecutive".
All'ultimo comma, dopo la parola "sole", sostituire le parole "fino al" con: "fino ad un ora dopo il".
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

L'emendamento introduce delle modificazioni sui giorni cacciabili ed è riferito all'art. 40 della legge 60/79.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta ritiene di non accogliere l'emendamento anche perché in parte è in contrasto con il dettato della legge quadro n. 968 sulla caccia.



PRESIDENTE

Chi è favorevole all'emendamento, ad istituzione di un nuovo articolo 27/bis è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Art. 28 "All'articolo 41, al secondo comma lett. a), in fine dopo la parola 'annuale' sono aggiunte le parole: 'per specie; cinghiale; quindici punti con il limite di due capi'.
Dopo il secondo comma è aggiunto il comma seguente: 'Fermo restando il limite di 60 punti, le Province possono stabilire per ogni stagione venatoria nell'ambito della definizione del calendario per la zona delle Alpi il punteggio e il limite dei capi per quanto riguarda: cinghiale coturnice, lepre bianca, pernice bianca, gallo forcello, pernice rossa e starna' Dopo l'ultimo comma è aggiunto il comma seguente: 'Il limite non si applica per storno, corvo, gazza, cornacchia nera e cornacchia grigia".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
Art. 29 "All'articolo 45, primo comma lett. d) dopo le parole: 'nel raggio' sono aggiunte le parole: 'di 150 metri dalle macchine mietitrebbiatrici operanti'.
Alla lettera e) le parole: 'penultimo comma' sono sostituite con le parole: 'nono e decimo comma'.
La lettera f) è così sostituita: 'f) su terreni coperti in tutto o nella maggior parte da neve, ad eccezione della volpe, del cinghiale, del camoscio e dei tetraoinidi, nonché ad eccezione della fauna acquatica nelle zone paludose perenni e lungo gli specchi e i corsi d'acqua perenni il cui specchio sia di larghezza non inferiore a 3 metri, e salvo quanto disposto dall'articolo 22'".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Cerchio: al primo comma, le parole "di 150 metri" sono sostituite con: "di 100 metri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' respinto.
2) Dal Consigliere Avondo: al terzo comma dell'art. 29 della L.R. 60/79, dopo le parole "della volpe, del cinghiale", aggiungere le parole: "del cervo, del muflone".
Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
Procediamo alla votazione dell'articolo 29 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 21 Consiglieri hanno risposto NO 6 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
Art. 30 "All'articolo 46, terzo comma le parole: 'lungo il perimetro della zona interessata, su pali ad una altezza da 3 a 4 metri' sono sostituite con le parole: 'lungo il perimetro della zona interessata possibilmente su pali od altri sostegni ad una altezza superiore a 2 metri"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
Art. 31 "All'art. 47, lettera b), ultimo alinea, dopo la parola: 'recinti' sono soppresse le parole: 'fondi in attualità di coltivazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
Art. 32 "All'articolo 48, primo comma, all'inizio prima delle parole: 'La caccia' sono aggiunte le parole seguenti: 'Fatto salvo quanto previsto per la zona faunistica delle Alpi di cui al titolo XI'.
Il secondo comma è soppresso.
Al quarto comma, in fine, sono soppresse le parole: 'nella zona delle Alpi' e sono aggiunte le parole seguenti: 'per la caccia agli ungulati ad eccezione del cinghiale, nell'ambito dei piani di abbattimento'.
Dopo il quinto comma sono aggiunti i commi seguenti: 'L'addestramento e l'allenamento dei falchi sono consentiti nelle zone di cui alle lettere a) e b) dell'articolo 11.
La Giunta regionale può concedere l'autorizzazione all'impiego dei falchi, per comprovata ragione di pubblica utilità, all'interno delle zone aeroportuali ed alle loro immediate adiacenze"'.
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Avondo: al primo comma dell'art. 48 della L.R. 60/79, dopo le parole "di cui alle lettere" sopprimere "a) e b)" sostituire con lettera "d)" Tale emendamento viene ritirato dal proponente.
2) Dal Consigliere Cerchio: al quarto comma, dopo "nell'ambito dei piani di abbattimento" aggiungere: "fatti salvi casi di abbattimento selettivo di ungulati anche nella zona faunistica di pianura" 3) dal Consigliere Cerchio: il comma aggiuntivo dopo il quinto comma sia sostituito da: "La Provincia, sentita la Consulta, deve istituire apposite zone per l'allevamento e le prove dei falchi".
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore alla caccia

La Giunta non è d'accordo sugli emendamenti proposti dal collega Cerchio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano gli emendamenti n. 1), 2), 3).
Sono respinti.
4) L'Assessore Mignone presenta il seguente emendamento: al terzo comma, dopo le parole "ungulati" sono soppresse le parole: "ad eccezione del cinghiale". Le parole predette sono aggiunte in fine dopo la parola "abbattimento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
5) Vi è ancora un emendamento dell'Assessore Mignone: all'ultimo comma, dopo "adiacenze" aggiungere: "nel rispetto della legislazione in vigore che regola il commercio, la detenzione e l'identificazione dei falchi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Pongo in votazione l'art. 32 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
Art. 33 "All'articolo 49, ultimo comma, in fine dopo la parola: 'selvaggina' sono aggiunte le seguenti parole: 'Le Province possono rilasciare autorizzazioni in deroga limitatamente ai cani appartenenti ad una muta effettiva e per i quali l'Ente nazionale cinofilia italiana abbia rilasciato apposito brevetto di idoneità".
I Consiglieri Cerchio, Penasso e Mignone presentano il seguente emendamento: sostituire le parole "possono rilasciare" con la parola: "rilasciano".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Pongo in votazione l'articolo 33 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 20 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 33 è approvato.
Articolo 33/bis I Consiglieri Borando, Gerini e Brizio presentano il seguente emendamento, ad istituzione di un nuovo articolo: al secondo comma dell'art. 50 della L.R. 60/79, aggiungere, in fine: "ad eccezione degli appostamenti di attesa per la caccia agli acquatici cacciabili che potranno rimanere in esercizio fino al 31 marzo" La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Gli appostamenti sono le cosiddette vecchie tese che usavano i vecchi cacciatori. Durante l'inverno sommergevano un piano di una risaia o un luogo paludoso, facevano una barriera di meligazze e durante l'inverno sparavano agli acquatici cacciabili.
Questa esigenza è sentita oggi, più di allora, perché prima si trattava di anatidi di passo, adesso oltre che di passo, sono anche quelli allevati mi riferisco in particolare all'anatra selvatica.
Le Province di Novara e di Vercelli sono tra due fiumi, il Ticino e il Sesia, dove di notte vanno a riposare decine di migliaia di anatidi e durante la giornata vanno in cerca della pastura invadendo le risaie soprattutto nei mesi di marzo ed aprile quando incominciano le semine.
Sarebbe utile una decimazione di queste anitre che sono ormai stanziali e che finiscono col provocare enormi danni.
La Regione Lombardia ha consentito questi appostamenti i quali in Piemonte sono richiesti dall'Assessorato alla caccia della Provincia di Novara, dalla Federazione provinciale di Novara della coltivatori diretti dagli stessi cacciatori.
La Regione e le Province sborsano centinaia di milioni per indennizzare i danni provocati dagli anatidi. Invoco l'adesione dell'amico Simonelli che di queste cose se ne intende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Mio malgrado devo essere contrario alla proposta del collega Borando per alcune considerazioni che brevissimamente espongo.
Con la legge della caccia in Piemonte abbiamo soppresso gli appostamenti fissi, ritenendo che non si conciliano con l'insieme della normativa con la quale regoliamo la caccia.
Ci pare però sbagliato reintrodurli in questa norma, tenendo anche conto che la caccia in Piemonte ha un periodo limitato di svolgimento quindi il periodo tra marzo ed aprile è un periodo in cui non si spara e quindi il periodo per il quale avrebbe senso la costituzione di tese per la" caccia agli anatidi in realtà per il Piemonte è un periodo di silenzio venatorio.
Voglio solo ricordare che per praticare la caccia agli anatidi nel periodo in cui questa caccia è consentita, a differenza della Lombardia, ci sono le normali possibilità di appostamento temporaneo lungo i corsi d'acqua o lungo le risaie.
Nulla vieta, nel rispetto delle disposizioni dell'art. 50, di predisporre qualche accorgimento inteso a poter attendere agli anatidi da appostamento temporaneo.
L'appostamento fisso in Piemonte non c'è più.
Tra l'altro, qualora dovessimo ripristinare le tese in Piemonte creeremo di fatto alla grande maggioranza dei cacciatori la pratica impossibilità di sparare alle anatidi perché dagli appostamenti fissi la mattina sparano agli animali, gli animali volano e se ne vanno e tutti gli altri cacciatori appostati lungo i greti e i corsi d'acqua non sparerebbero più. Quindi, sarebbe anche un modo per riservare questo tipo particolare di caccia ad una minoranza esclusiva rendendola di fatto impossibile per tutti gli altri cacciatori.
Le anatre con le prime due fucilate se ne vanno e non tornano più.
E' vero che ci sono anatre e germani che costituiscono una specie di animali selvatici stanziali, non più migratori nel senso che le anatre di allevamento sopravvissute alla fine della stagione viaggiano da un corso d'acqua ad un lago dove sono stanziali e dove nidificano.
Quindi ci troviamo in presenza di una realtà che vede non più soltanto le anatre di passo, ma anche le anatre stanziali che provocano danni notevoli all'agricoltura. Per questo aspetto i rimedi devono essere visti sotto altri profili, non col ripristino dell'appostamento fisso, semmai con piani di abbattimento predisposti dalla Regione anche all'interno dei parchi e delle aree protette.
Non si ripristina l'appostamento fisso che ormai dobbiamo considerare insieme ad altri antichi strumenti di caccia, come la spingarda, che venivano praticati in passato.



PRESIDENTE

La discussione sull'emendamento di Borando si è svolta.
Votiamo l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è respinto con 21 voti contrari, 10 favorevoli e 2 astensioni.
Colleghi, con la votazione dell'art. 33 sospendiamo la seduta del mattino. Riprendiamo alle ore 15 puntuali.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,00)



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