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Dettaglio seduta n.298 del 10/01/85 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interpellanza dei Consiglieri Bergoglio e Ratti inerente alle norme di sicurezza in case di riposo nella Provincia di Torino


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze" si discute l'interpellanza dei Consiglieri Bergoglio e Ratti inerente le norme di sicurezza in case di riposo nella Provincia di Torino.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Non è la sede del Consiglio regionale deputata ad esprimere un giudizio sull'operato di movimenti ed associazioni, a maggior ragione quando, in particolare nel caso specifico richiamato, possano essere interpretate come tentativi di influire sull'operato della Magistratura.
E' possibile tuttavia rilevare che ogni qualvolta l'autorità giudiziaria, in ragione di sollecitazioni esterne, ritiene di intervenire in un campo vasto di attività e di rapporti, come è quello dei servizi residenziali socio-assistenziali, ciò, al di là dell'eventuale accertamento di reati o di gravi irregolarità amministrative, esprime quanto meno uno stato di malessere e difficoltà nel settore, derivante anche dal permanere di non risolti problemi strutturali e di gestione.
Ciò nondimeno l'intervento della Magistratura non é, in genere, di per sé risolutivo di tali problemi, proprio in quanto finalizzato alla ricerca di reati e/o irregolarità.
L'amministrazione regionale, consapevole dei problemi aperti nel settore, ha elaborato, fin dal suo nascere, indirizzi per guidarne il graduale, ma necessario, processo di trasformazione con le leggi regionali 10/3/82 n. 7 e 23/8/82 n. 20, ed in ultimo con la stesura della proposta di piano regionale socio-sanitario e le ultime stesure che esso assumerà sulla base del dibattito in Consiglio. Voglio ricordare che con la legge 20 si è fra l'altro delegato alle UU.SS.SS.LL. l'esercizio dell'attività regionale di vigilanza sugli Enti pubblici e privati di assistenza e sui presidi da essi gestiti, ai fini di consentire una maggiore attenzione all'attività svolta sul territorio.
Inoltre, come è noto agli interpellanti (con deliberazione 21/6/84 n.
715-C.R. 6795, su proposta della Giunta)" il Consiglio regionale ha emanato specifica direttiva alle UU.SS.SS.LL. per l'esercizio della vigilanza invitandole ad avvalersi anche dei competenti servizi sanitari, ponendo l'accento sul fatto che la vigilanza stessa, che ha come contenuto la verifica del rispetto delle normative vigenti, persegue l'obiettivo generale di garantire che i cittadini possano fruire di servizi qualificati, aderenti alle loro effettive esigenze.
Per raggiungere tale finalità, le UU.SS.SS.LL. sono state invitate ad improntare la loro azione non tanto a un metodo fiscale - ferma restando ovviamente la necessità di assumere provvedimenti sanzionatori ove ne ricorressero gli estremi - bensì a configurarla come stimolo sensibilizzazione ed eventualmente consulenza tecnica nei confronti degli Enti gestori.
A giudizio del sottoscritto, è possibile, se gli Enti locali e gli Enti gestori opereranno, sia pure assumendosi le rispettive ineliminabili responsabilità, all'unico fine di organizzare attività e servizi aderenti alle esigenze degli utenti, addivenire ad un sistema che garantisca, al di là delle tipologie dei servizi, i livelli di qualità della vita della popolazione ospite.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Nel nostro documento è scritto che non intendiamo interferire nelle iniziative che la magistratura volesse o dovesse assumere. Notizie di stampa ci hanno sollecitati a chiedere che la Regione non entri nel merito di iniziative di associazioni singole o di individui singoli, ma dia una sua interpretazione rispetto ad un corretto metodo di operare. L'iniziativa così come appariva dalle notizie dei giornali e dalle interpretazioni date dava la sensazione di una imposizione punitiva nei confronti di chi opera nel settore, che peraltro non è peggiore di altri in quanto a sicurezza.
Come giustamente il Sindaco di Torino osservava, ci sono edifici del '600/'700, sedi di attività culturali dove l'esigenza di aprire uscite di sicurezza e scale cozzano in alcuni casi con i vincoli posti dalla Sovrintendenza delle Belle Arti, in altri casi invece con vincoli edilizi veri e propri che non consentono di abbattere muri magari di dimensioni notevoli. A noi preoccupa la faciloneria con cui si pongono questi problemi, perché si tratta anche di persone che tengono costantemente il letto e che non sono in grado di muoversi In modo autosufficiente, per cui che ci sia una uscita di sicurezza in più o in meno non ha alcuna rilevanza per persone fisicamente impedite che, in caso di incendio, dovrebbero essere trasportate a braccia, per cui, signor Assessore, siamo di fronte ad una impostazione che sfiora il ridicolo. Sono lieta di apprendere dalla sua risposta che l'intendimento dell'Assessorato regionale non va in quella direzione e che prende le distanze da iniziative di quel genere che, a mio avviso, sollevano ulteriori difficoltà e ulteriori polveroni e non vanno nella direzione di qualificare il problema dell'assistenza e di aiutare le istituzioni e gli enti a riconvertire, a migliorare ed a ristrutturare.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Lombardi e Quaglia inerente al funzionamento del centralino telefonico


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Lombardi e Quaglia inerente il funzionamento del centralino telefonico.
Risponde il Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il centralino della Regione pareva essere una novità quando lo acquistammo circa otto anni fa, ma nel frattempo sono intervenuti nuovissimi modelli che permettono memorizzazioni ed automatizzazioni.
Sono apparecchiature assai costose e non è così semplice avviare una trasformazione anche perché intendiamo ammortizzare l'esistente. Non è nemmeno possibile, utilizzando l'esistente, allargare i tavoli del centralino. Fra qualche mese saranno chiamati i nuovi amministratori ad affrontare il problema del centralino telefonico. I Consiglieri hanno ragione, cercherò di provvedere affinché rapidamente le cose siano risolte.
Con la linea passante il carico è minore, ma non tutti usano il sistema passante, nonostante la popolarizzazione che abbiamo fatto del nostro elenco telefonico.
Spero che in futuro qualche cosa di meglio si potrà fare, magari aumentando il numero dei centralinisti e cercando dei turni più agevoli.
Per ora la situazione è quella.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

E' la seconda volta che poniamo il problema del centralino telefonico problema non grandissimo, dal funzionamento del quale però dipende in parte l'immagine di un ente, di un organismo qualsiasi.
L'immagine che si ha della Regione Piemonte dal funzionamento del centralino telefonico è scoraggiante.
Chi come noi che viviamo in periferia si trova a dover pagare delle bollette salate che naturalmente sono pari a quelle degli altri cittadini che usufruiscono di questo servizio. C'è un problema di impostazione tecnica del centralino. L'impianto fu acquistato otto anni fa e da allora ad oggi ci sono stati dei progressi tecnici, però il centralino non funzionava nemmeno otto anni fa, evidentemente l'impianto non era in grado di affrontare la mole di impegno che doveva affrontare. Poiché il servizio deve collegare tutti gli Assessorati, probabilmente è opportuno trovare un impianto diverso.
C'è poi il problema del personale che deve farlo funzionare. Spesso si chiede una comunicazione, si aspettano alcuni minuti, poi finalmente si dice che il numero non risponde: e questa non è questione di impianto, ma è una questione di sensibilità e di efficienza del personale.
Non funziona il centralino della Regione dal quale i cittadini hanno il diritto di ottenere le risposte, invece funzionano molto bene i centralini delle televisioni private dove i nostri Presidenti, i nostri Assessori rispondono al pubblico, quindi, chiediamo che funzionino un po' meno i centralini delle televisioni private e un po' di più i centralini dell'Ente Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione dei Consiglieri Di Gioia e Ferrari inerente l'infezione dell'epatite virale nella scuola elementare Silvio Pellico


PRESIDENTE

All'interrogazione del Consigliere Martinetti inerente il corso di specializzazione per tecnici dell'energia, c'è la risposta scritta da parte dell'Assessore Tapparo.
Esaminiamo ora l'interrogazione dei Consiglieri Di Gioia e Ferrari inerente l'infezione dell'epatite virale nella scuola elementare Silvio Pellico.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Nell'arco di tempo intercorso tra il 5 ed il 20 novembre sono comparsi 7 casi di epatite virale "A" nella scuola indicata in oggetto, distribuiti nelle varie classi, quantunque con una netta prevalenza in una sola di queste, con 4 bambini colpiti.
Da parte dell'USSL 1/23 - competente territorialmente - sono stati effettuati a più riprese interventi di disinfezione ambientale con particolare attenzione ai servizi igienici ed ai locali mensa.
Sono stati inoltre disposti sopralluoghi onde verificare le condizioni di manutenzione dell'intero plesso.
Poiché alla data del 20 novembre la situazione cominciava ad avere le caratteristiche di un piccolo focolaio epidemico (come avviene sovente nelle comunità infantili), e le indagini epidemiologiche non avevano consentito di evidenziare un possibile punto di partenza per ciascun caso ed era presumibile, inoltre, che la fonte del contagio fosse stato fin dall'inizio dell'anno scolastico un bambino malato, ma in quel momento non identificabile per l'assenza delle manifestazioni caratteristiche della malattia, si è ritenuto di dover interrompere le catena epidemiologica con la chiusura della scuola mediante ordinanza del sindaco del 20/11/84. Il servizio di igiene pubblica dell'USSL di Torino ha comunicato successivamente che nessun nuovo caso di epatite relativa alla scuola in questione è stato notificato dalla data del 20/11/84.
Pur tenendo sempre la situazione sotto controllo, in data 6/12/84 la scuola è stata riaperta.
Da parte di questo Assessorato la problematica legata alle malattie infettive è tenuta costantemente sotto controllo. Dall' 1/12/1984 è stato avviato infatti, nella Regione Piemonte il SIRMI (Sistema informativo rapido malattie infettive) che permette di conoscere settimanalmente il numero dei casi verificatisi di 21 fra le più significative malattie infettive.
Sempre nell'anno 1984 è stato approvato dalla Giunta regionale il piano di vaccinazione antiepatite B, che, consiste nello studio e conseguente lotta per la prevenzione di una malattia infettiva di notevole interesse sociale. Occorre tenere presente, altresì, che il piano socio sanitario regionale 82/84 ed il suo aggiornamento prevedono l'istituzione in alcuni laboratori di sanità pubblica del "laboratorio di virologia", inteso come una struttura essenzialmente epidemiologica che esprime i dati necessari per ottenere le informazioni di base sulla prevalenza degli agenti virali che circolano nella popolazione allo scopo di approntare misure di prevenzione e di controllo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Gioia.
DI GIOIA Vittorio Ringrazio l'Assessore per la risposta. Chiedo alla sua cortesia di averne copia scritta. Grazie.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Bergoglio, Devecchi, Lombardi, Martinetti Nerviani e Ratti inerente le schedature all'USSL 39 di Chivasso


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Bergoglio, Devecchi, Lombardi Martinetti, Nerviani e Ratti inerente le schedature all'USSL 39 di Chivasso.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

L'Assessorato regionale alla sanità ha da mesi avviato un'azione ispettiva presso l'USSL 39 di Chivasso, che dovrebbe concludersi quanto prima ed al termine della quale ci si riserva di valutare l'opportunità di procedere ad una ulteriore indagine amministrativa o di trarre le conclusioni per quanto di propria competenza.
In merito al problema sollevato nell'interpellanza si ricorda che è in atto una doppia indagine della Magistratura inerente, la prima ad una presunta violazione dell'art. 8 della legge 300/70, e la seconda a seguito di una denuncia presentata dal Presidente e dal coordinatore amministrativo per la sottrazione di documenti. Fiduciosi quindi nel suo operato attendiamo il pronunciamento della Magistratura prima di poter esprimere valutazione alcuna in merito. In ogni caso e per quanto ci è dato conoscere, sulla base delle competenze regionali in materia, riteniamo di poter affermare che non vi sono in atto nella Regione "procedure illecite di schedature politiche del personale", anche perché diversamente avremmo già provveduto a segnalare con tempestività il fatto alla Magistratura.
Ci auguriamo ancora tuttavia che la vicenda chivassese possa rivelarsi un atto inopportuno e non invece quanto ipotizzato dagli organi di informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Credo che l'intervento della Magistratura sia già stato attivato perch c'è già stato un esposto da parte di qualche rappresentante della stessa USSL . Che la questione sia delicata e che il fatto sia accaduto è dimostrato dalle successive vicende che hanno caratterizzato l'andamento dell'USSL di Chivasso; le dimissioni di quasi tutto il comitato di gestione e il rinnovo dell'organo di gestione della USSL. Come sono potute accadere cose di quel tipo? Non c'è dubbio che nel caso della USSL di Chivasso una schedatura, con una serie di note caratteristiche del personale comprendenti anche la loro collocazione politica, è avvenuta e questo è gravissimo perché il personale può essere oggetto di una valutazione tecnica. I responsabili di un servizio devono poter fare affidamento su persone qualificate attraverso la caratterizzazione delle capaciti di servizio. Al di là di una valutazione delle capacità professionali qualsiasi altra valutazione è di una gravità estrema. Ovviamente l'Assessorato alla sanità non è responsabile di quanto avviene nell'ambito delle UU.SS.SS.LL., chiediamo però che dia delle direttive precise al riguardo in modo che non si ripetano episodi di questo genere.


Argomento: Innovazione tecnologica

Interrogazione del Consigliere Marchini, inerente al progetto Ignitor


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Marchini, inerente il progetto Ignitor.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore alla cultura

Ringrazio il Consigliere Marchini che con la sua interrogazione permette di riportare in aula alla pienezza della discussione del Consiglio un argomento di cui mi sono molto occupato nei mesi e negli anni scorsi.
Rifarò brevissimamente l'iter che ci ha condotti al punto attuale. Sarà opportuno in seguito valutare quali saranno i passi da assumere.
L'iniziativa nacque come esigenza di politica industriale e di politica della ricerca di una Regione, il Piemonte, che si vede sistematicamente trascurata nella ripartizione dei fondi per la ricerca fondamentale e che ha una qualità tecnologica del suo apparato produttivo capace di realizzare prodotti all'altezza della più alta competizione internazionale.
Il primo incontro avvenne alla presenza dell'allora Presidente della Giunta regionale, Enrietti, del Presidente dell'Enea, Colombo, di studiosi e ricercatori dell'Enea e di prestigiosi docenti universitari torinesi come Fubini, Regge, eccetera e aveva esattamente la caratteristica di porre il rilancio della ricerca fondamentale in Piemonte e di avviare quindi esperimenti di natura scientifica; nel contempo faceva presente come questo avesse una possibilità di attivazione straordinaria sulle punte più alte della tecnologia meccanica, dell'elettronica e dei materiali speciali. In quella sede apparve per la prima volta la proposta non solo della Regione diciamo degli enti locali piemontesi in genere, ma anche della Federpiemonte, della Federapi e di altre forze economiche che si poneva in questi termini: la proposta non solo di un discorso di metodo, ma di un progetto, di una cosa concreta, in caso di difficoltà incontrate da questo progetto si chiedeva l'avanza- mento di altre iniziative della stessa qualità. Voi sapete che lunga ed alterna fu la discussione. Ricordo - anche per la gioia di Marchini - che lo stesso autore, il Pappacoda che lui cit nella passata seduta del Consiglio regionale, ebbe occasione di spiegare a me ed al prof. Rasetti e ad altri gli elementi della fusione nucleare.
Sicuramente ne ho approfittato e forse altri fisici non hanno da quella lezione tratto approfondimenti sostanziosi nella loro cultura matematico fisica.
Altra tappa saliente di questo iter fu - e se ne discusse anche con la Presidenza dell' Enea prima di essere realizzata - la costituzione di un comitato (che l'interrogante ricorda nella sua proposizione alla Giunta) che vedeva riunite forze economiche e forze scientifiche e che aveva la funzione di mantenere viva sia pure con fondi limitati, l'iniziativa e la pressione in materia.
La posizione che fu assunta, giova ricordarlo - scusate se procedo molto per flash, ma serve credo per orientare l'atteggiamento attuale della Giunta - fu per intanto che non essendovi alternative scientificamente credibili dai punto di vista tecnologico-industriale, capace di un'analoga attivazione, si procedesse comunque alla realizzazione del progetto Ignitor, al di là di qualunque ragionamento campanilistico, localistico perché si riteneva e si prevedeva che la fusione nucleare attraverso quella tipologia di macchine richiedesse ancora una sperimentazione scientifica e che comunque, nell'interesse della comunità scientifica internazionale quella era una buona scelta.
Giova ricordare - permettete questa piccola soddisfazione - che le tre persone che hanno reso possibile all'attuale premio Nobel Rubbia di ricevere il premio, Sir John Adams, Sergio Fubini e Franco Bonaudi, i quali hanno proposto alla Regione Piemonte il progetto Ignitor, erano allora al CERN rispettivamente direttore generale, direttore per la fisica e direttore per l'ingegneria.
Forse oggi qualcuno in più avrebbe dei dubbi a sostenere che l'operazione era tanto campata in aria. Anche ai tempi dell'inizio del lavoro di Rubbia, quando spiegava che nello stesso anello si poteva far girare materia e antimateria e portarle in collisione, la macchina e l'esperimento da cui nascono poi le cose sulle particelle elementari che oggi sono largamente divulgate, vi fu nel voto del Consiglio di amministrazione del CERN qualche imbarazzo e fu soltanto il prestigio di quelle tre persone in sede CERN, sede forse più alta che in certe sedi nazionali, che impose la realizzazione di quel progetto; quindi la nostra idea e la nostra valutazione erano per intanto che si facesse e in secondo luogo che si facesse in Italia, sapendo che esisteva il problema di Frascati e cioè che bisognava evitare che una scelta piemontese fosse in qualche modo di nocumento e di danno per altri centri di ricerca a livello nazionale. Noi abbiamo sempre assicurato che non voleva e non doveva esserlo. Ricordo alcune posizioni di Colombo il quale sosteneva che il problema della fusione ben meritava anche una pluralità di iniziative e di centri e che qui non si trattava quindi di antagonismo mutuamente esclusivo, ma di dialettica scientifica positiva che in ogni caso fosse capace di attivare l'industria e la ricerca italiana.
Il sito di Saluggia rappresentava nell'interesse della Regione Piemonte la soluzione di siting migliore. Questa soluzione si è via via deteriorata per un insieme di concause alcune oggettive, altre forse derivanti da un eccesso di realismo, la struttura dell'ex reattore di ricerca, spento, è stata utilizzata come deposito; forse si poteva anche usare per mantenere un'attività di ricerca scientifica.
Alcuni progetti connessi sempre alla fusione, i problemi del trattamento e della manipolazione del trizio, un gas radioattivo importante per i processi di fusione, sono stati ritenuti più efficaci come attivazione industriale del progetto Ignitor e quindi proposti. Insomma molte furono le discussioni. Io non posso in questa sede certamente ripercorrerle tutte.
Nel frattempo avveniva una questione di grande importanza. Voi sapete che a Ispra, l'unico centro italiano dell'Euratom, le difficoltà crescenti della posizione italiana in sede internazionale, non del centro e della sua qualità - vanificavano alcuni progetti che erano stati avanzati come progetti di sviluppo e di vita per il centro di Ispra. Quindi, credo che oggi, rispetto ad alcuni anni fa, il sito piemontese di Saluggia abbia forse perso un pochino di smalto e probabilmente in una politica anche nazionale vi possono essere degli elementi tendenti a riproporre il sito di Ispra come un sito interessante. Ribadisco qui quello che ho sempre ribadito in tutte le sedi, nazionali e internazionali: il Piemonte si considera parte di un triangolo industriale; non siamo certamente noi che facciamo questioni di dieci chilometri più, dieci chilometri meno importante per noi è che venga attivata la procedura per arrivare alla soluzione del progetto Ignitor.
C'è stata l'approvazione da parte dell' Enea del progetto Ignitor, nel frattempo modificatosi in alcuni aspetti tecnici (che non illustro) approvazione credo anche condizionata dal fatto che una macchina molto più piccola e molto più vecchia, operante nelle mani del prof. Coppi dell'istituto di tecnologia del Massachussettes ha continuato, assai al di là di quelli che erano i parametri iniziali di progetto, a riproporsi come una soluzione capace di battere i records di temperature, quindi di avvicinamento alla fusione nucleare. Credo che questo abbia anche fugato alcune perplessità, secondo me un pochino strumentali, comunque sempre possibili in campo tecnologico, che i termini di progettazione della macchina fossero ottimistici, cioé si è dimostrato che con macchine analoghe ci si poteva spingere anche al di là addirittura dei parametri di progetto e che quindi una macchina come Ignitor, via via che Alcator del MIT procedeva, si dimostrava molto più solida e meno risicata di quanto all'inizio non paresse.
Non cito la relazione Adams dell'Euratom che dava un parere secondo me molto interessante e positivo sul progetto.
Oggi ci troviamo quindi con l'Enea che ha approvato il progetto e lo propone per il finanziamento all'Euratom, senza interrompere peraltro gli altri progetti di Frascati (FTU ed altri). Secondo me ci troviamo in una situazione in cui JET, il grande progetto di fusione europea, che ha consumato un numero che per grazia dei Consiglieri non cito di tanti proprio tanti, miliardi, non pare essere ancora così forte.
Ci troviamo quindi con l'Euratom che dovrà decidere in quali tempi e con quanta intensità finanziaria dovrà essere sostenuto questo progetto che forse non avrà più il nome Ignitor, ma sarà leggermente modificato per tener conto dell'evoluzione progettuale che è intervenuta.
Ho saputo telefonicamente ieri che è giunto un telex dal Department of Energy degli USA l'autorità del Governo Federale che si preoccupa degli investimenti, non solo in materia energetica, ma anche della ricerca per gli aspetti fondamentali dell'energia (giova ricordare che Ignitor non produce energia e non è alternativo alle centrali nucleari, ma è un esperimento scientifico che si pone il problema di acquisire brevetti e know-how che fra 10, 20 anni, possono essere alla base di una nuova generazione di tecnologie per la produzione di energia: non sono quindi cose in alternativa) il quale chiede una riunione che dovrebbe tenersi presumibilmente in Francia con gli interlocutori interessati, le autorità europee, la comunità scientifica, le competenti preposte per la fusione in Italia, quindi l'Enea, che dovrebbe valutare anche un ingresso ed una partecipazione in termini finanziari della struttura americana all'interno della realizzazione del progetto. Quando saprò cose più precise le riferir all'interrogante.
In questi anni sono diventato un vero sostenitore molto più convinto di Ignitor, di quanto non fossi alcuni anni fa, per altro verso forse un pochino più prudente nell'abbandonarmi all'ottimismo. Credo però che - e questa mi sembra la risposta politica e di segno che il Consigliere Marchini chiede - quegli elementi di difficoltà con le autorità governative, che hanno determinato in me e forse anche in altri membri della commissione l'inopportunità di procedere all'approvazione dei d.d.l.
che avevamo presentato, nel timore che venissero eventualmente rinviati dagli organi di controllo o considerati delle fughe in avanti, debbano essere ripresi oggi dalla Regione, eventualmente modificando e cambiando radicalmente l'impianto legislativo che allora fu proposto. Ritengo per debba essere ripresa all'interno della Regione una discussione esplicita su questi punti per un chiarimento delle posizioni dubbiose, critiche o scettiche che nel Consiglio possono permanere, il che ovviamente è del tutto legittimo. Si deve comunque procedere con molta energia nei confronti delle autorità nazionali ed internazionali con una iniziativa. Per i modi e per le forme di queste duplici iniziative credo che una parola l'abbia la Giunta, ma un'altrettanta parola l'abbia anche il Consiglio regionale, a partire dalla replica del Consigliere Martini fino alle altre posizioni che possiamo assumere nella sede della competente commissione.
Possiamo delineare nei prossimi giorni una efficace iniziativa iniziativa che a questo punto mi pare non possa più essere bollata di localismo, di particolarismo o di atteggiamenti contrari ad una politica generale di programmazione della ricerca, ma una iniziativa che dimostri che anche in un luogo piccolo, come è la sede regionale, si può, ragionando correttamente, cogliere le linee di tendenza e ci si possa inserire positivamente in scelte strategiche che, non perché assunte dalla Regione diventano localistiche o particolaristiche, ma che sono generali e strategiche, perché con gli anni vengono via via assumendo maggiore credito e maggiore peso nella comunità scientifica e nella politica della ricerca internazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo è lieto di aver creato l'occasione per l'ampia informativa al Consiglio da questa tematica così delicata e dà atto all'Assessore della sua tempestività.
Non sto a rifare la storia che ha ricordato l'Assessore in ordine agli adempimenti non compiuti da parte della Regione Piemonte in passato.
Abbiamo tentato in termini molto empirici di collocarci in qualche modo rispetto a questa situazione con una ipotesi di legge, che, in effetti, ha rilevato un carico di rischio in carenza di competenze di carattere nazionale. Abbiamo individuato altre strade come la convenzione Regione Fiat che affidava alla Fiat i TTG, l'individuazione delle caratteristiche di Saluggia per le infrastrutture di ordine tecnologico e la costituzione del comitato il 15/8/1982, l'Ignitor.
Questi esempi un po' scollegati gli uni dagli altri, stanno ad assolvere la Giunta da responsabilità politiche su queste questioni.
Sarebbe scorretto da parte dell'opposizione non prenderne atto. Trattasi d'altra parte di una materia così nuova sul piano oggettivo e sul piano dei rapporti che soffre necessariamente di alcune limitazioni nella nostra possibilità di intervento.
Devo peraltro dire che la risposta dell'Assessore Ferrero, introduce alcuni elementi nuovi, di cui gli interroganti sono a conoscenza, ma che mi paiono un po' sfumati nei tempi e quindi nelle responsabilità che debbono essere affrontate.
Sarebbero maturati alcuni fatti in termini più concreti di quanto l'Assessore non ci abbia riferito e cioè che l'Ente Federale per l'energia statunitense si sia pronunciato sull'affidabilità del progetto Ignitor ed abbia dichiarato la sua disponibilità ad intervenire in termini finanziari più ampiamente di quanto non abbia fatto in passato. In questo si darebbe la precedenza al progetto Ignitor rispetto al progetto Jet al Princetom e al Mit per ragioni soprattutto di costi ed anche soprattutto di leggerezza di intervento sul piano tecnologico.
Sembra che ci sia anche la disponibilità da parte dell'ente federale per l'energia a riconoscere, considerata la paternità europea di questa iniziativa (Coppi non è nato a Castellaneta, ma ha studiato alla Normale di Pisa, quindi è italianissimo, non soltanto in termini anagrafici, ma soprattutto in termini culturali) che questa ipotesi di indagine scientifica possa collocarsi all'interno delle attività Euratom, in questa misura l'informazione di cui dispongono gli interroganti collima con quelle dell'Assessore.
Collimano anche le conseguenze che l'Assessore ritiene di dover trarre e cioè che si va probabilmente ad una individuazione qualora sia una localizzazione italiana, sull'unica struttura Euratom in Italia, che è la struttura di Ispra.
Quindi il percorso è obbligato.
Le nostre informazioni, per quanto fondate, ci dicono che la riunione in sede Euratom è fissata per il 14 o il 15 di questo mese in una città francese che dovrebbe chiamarsi Catarache.
Quindi è necessario avviare immediatamente, e per immediatamente intendo dire nella giornata odierna, una sollecitazione ai Ministri competenti, quello della ricerca scientifica e quello dell'industria perch pongano entro quella data la candidatura al sito Euratom italiano, cioè ad Ispra, nel contempo (dichiariamo sin d'ora la nostra disponibilità) attivando ed eventualmente attualizzando le iniziative precedenti che volevano concorrere al coinvolgimento rispetto a questa vicenda della struttura tecnologica di Saluggia intesa, come un supporto di un sistema integrato Ispra-Saluggia, e non in una candidatura di antitesi con Ispra che dal punto di vista di natura istituzionale non ha possibilità di essere superata.
Presenteremo un ordine del giorno nella giornata odierna da trasmettere telegraficamente al Governo ed ai Ministri competenti, affinché la candidatura del sito Euratom in Italia rispetto a questa ipotesi venga posta con fermezza e in cui si ribadisce l'interesse della Regione Piemonte di concorrere, mettendo a disposizione le strutture tecnologiche di Saluggia e soprattutto le intelligenze esistenti nella Regione, il Politecnico e l'Università, ma soprattutto il centro di ricerche Fiat e la TTG .
Con questo l'opposizione ha fatto la sua parte di natura informativa e di concorso. Evidentemente affida alla prudenza della Giunta la valutazione dell'opportunità di rileggere quanto sì è fatto in passato di aggiornarlo con una proposta operativa e funzionale ai soggetti già coinvolti nel Comitato rispetto alle evoluzioni di cui abbiamo appreso notizia dall'ampia e cortese risposta dell'Assessore competente.
In conclusione di seduta predisporremo l'ordine del giorno in cui diremo che il Consiglio regionale della Regione Piemonte richiede l'attenzione puntuale del Governo in ordine agli sviluppi delle decisioni Euratom su questa materia e dichiara sin d'ora la disponibilità della Regione Piemonte a concorrere, con il lavoro già compiuto anche sugli aspetti gestionali, con l'Università, con il centro di ricerche Fiat e con il TTG, anche qualora l'insediamento dell'esperimento avvenga ad Ispra in una visione integrata del processo che mi pare la chiave di lettura in cui bisogna introdurre questa tematica.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa, con la sola aggiunta che viene dall'Assessorato competente e dal Presidente della VII Commissione Marchini, di avviare immediatamente la disponibilità e le iniziative che fanno capo alla Regione Piemonte. Questo è un impegno che assumeranno l'Assessorato e gli organi competenti del Consiglio sui problemi che sono stati qui posti in ordine al progetto Ignitor.
Le interpellanze ed interrogazioni sono così discusse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale, comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Astengo, Carazzoni, Chiabrando, Montefalchesi, Testa.
Al Consigliere Chiabrando tutti i colleghi augurano una pronta guarigione.


Argomento:

b) Presentazione progetto di legge


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente progetto di legge: N. 473: "Interventi a tutela della cultura dei nomadi", presentato dal Consigliere Cerchio in data 3 gennaio 1985.


Argomento:

c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 29 novembre 1984: "Disciplina dell'istituto di ricerche economico e sociali del Piemonte. Abrogazione legge regionale 2/9/74 n. 29, e successive modifiche ed integrazioni".


Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nella seduta del 27 dicembre 1984 in materia di consulenze ed incarichi - in attuazione dell'art. 7, secondo comma della legge regionale 6 novembre 1978, n. 65 sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazione della Giunta regionale


PRESIDENTE

E' prevista una comunicazione della Giunta regionale che terrà l'Assessore Bajardi, sull'afta epizootica verificatasi nella provincia di Cuneo.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

La mia informazione è semplificata dal materiale che è stato consegnato ai colleghi che contiene inizialmente la cronistoria della vicenda, la cartina allo stato attuale della zona infetta che interessa 19 Comuni e della zona circostante di protezione che interessa altri 26 Comuni globalmente sono 45 Comuni interessati tra zona infetta e zona in protezione.
Tra i materiali vi è anche una scheda tecnica sulle caratteristiche dell'afta epizootica e dei rapporti con l'uomo e una serie di altre note tecniche, che sono state distribuite in questi giorni, tese all'organizzazione della profilassi sia per quanto riguarda gli allevatori indenni dalla affezione, sia per quanto riguarda l'accelerazione della campagna vaccinale, sia per il comportamento nei casi di fondato sospetto di infezione aftosa.
In un documento è riassunta la normativa statale relativa all'indennizzo degli allevatori. Il quadro complessivo è relativo a 8 focolai nella zona delimitata. I primi 5 casi sono intervenuti in stalle con bovini non vaccinati ed infetti in larga quantità per i quali non vi era altra soluzione che l'abbattimento di tutti i capi con la massima rapidità in modo che i focolai non diventassero veicolo in altre parti. Per gli altri tre casi il fenomeno è intervenuto dal 29 a ieri, dieci giorni nel corso dei quali si sono sviluppate una molteplicità di iniziative a livello regionale, interregionale, nazionale ed anche internazionale.
In un caso si tratta di una stalla in cui non tutto il patrimonio era stato vaccinato (sui 176 capi, 39 non erano stati vaccinati) per le comprensibili, anche se inaccettabili, scelte degli allevatori quando hanno capi in stato di gravidanza, quindi rinviano di 8/15 giorni, un mese, delle decisioni. Negli altri due casi l'infezione è intervenuta in stalle in cui il patrimonio era stato vaccinato due o tre giorni prima, quindi l'effetto del vaccino non era ancora riuscito ad esprimersi compiutamente.
La possibilità di attecchimento di immunizzazione interviene in un periodo che può oscillare da 5/10/12 giorni. In effetti nelle ultime tre stalle i capi colpiti da infezione sono stati 10 nella terz'ultima, 10 nella penultima e 5 nell'ultima, in una condizione di modificazione dello stato vaccinale in tutta la zona infetta, da permettere una condizione esterna di protezione tale da poter gestire i problemi in termini sanitari della singola azienda.
Qualcuno ha detto che la Regione ha cambiato strategia nella sua politica veterinaria, di fronte all'insorgere di questi fenomeni che, per informazione dei colleghi, sono intervenuti essenzialmente, oltre a casi sporadici in Campania ed in Umbria, massicciamente in Emilia e in Lombardia.
La grande maggioranza del patrimonio zootecnico italiano è concentrato in Emilia, in Lombardia ed in Piemonte. I problemi aftosi dell'Umbria e della Campania sollevano sì preoccupazioni, ma quando i problemi insistono in queste tre Regioni, ad alta concentrazione di patrimonio zootecnico sorgono grosse complicazioni per cui le misure veterinarie devono essere rapide per stroncare i focolai.
Negli Stati Uniti d'America in caso di afta non si vaccina, si abbatte totalmente il patrimonio delle aziende, vi è però una diversa concentrazione del patrimonio zootecnico. La Regione Piemonte si è uniformata alle direttive CEE che prevedono la duplice azione l'abbattimento radicale e l'avvio rapido del processo di vaccinazione al fine di creare le condizioni affinché, decorsi 10/15 giorni dall'ultimo focolaio, si possa incominciare a muovere il bestiame che nelle zone interessate allo stato attuale non può e non deve muoversi dalla stalla.
Dopo 10 giorni dall'insorgere del fenomeno, possiamo registrare la pressoché totale vaccinazione nelle UU.SS.SS.LL. interessate che si sono effettuate a ritmo serrato nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì fino a questa notte.
A Fossano abbiamo preso atto anche di qualche comportamento difforme perché è mancata da parte di alcuni allevatori la totale adesione alla vaccinazione del bestiame.
In questi casi l'estrema ratio è il provvedimento amministrativo anche se si cerca di convincere, di far ragionare, di far capire che si vuole proteggere tutto il patrimonio zootecnico. Ci sono stati anche casi di veterinari che se la sono presa con calma di fronte ad una situazione che invece esigeva urgenza e tempestività.
Ma, al di là di alcuni casi limite tra gli allevatori e tra i veterinari, debbo rivolgere un plauso ai veterinari del servizio regionale che hanno operato non solo nella zona interessata, ma in tutta la Regione.
Guai se insorgessero casi di focolaio all' esterno delle zone interessate perché allora si rimetterebbe in discussione una serie di questioni sui vincoli al movimento del patrimonio zootecnico con conseguenze sul mercato e sulla commercializzazione di ben più grande rilevanza. In occasione della peste suina africana avevamo registrato il modo strumentale con cui, anche all'estero, si colgono elementi di debolezza della situazione sanitaria. In quella occasione non disponevamo di vaccini perché la peste suina africana non ha un vaccino e non resta altro che abbattere. L'afta epizootica è una infezione diversa per la quale esiste uno strumento sanitario e quindi la possibilità di combatterla.
Ricordo che la campagna nazionale iniziata il 1 ottobre doveva concludersi entro quattro mesi, quindi il 31 gennaio, l'Assessorato alla sanità ai primi di dicembre, consapevole della complessità del problema ed impossibilitato a cambiare le date stabilite dal Governo, aveva invitato i veterinari ad accelerare le operazioni di vaccinazione proprio perch qualche preoccupazione di trasmigrazione di infezione ci poteva essere.
E' accertato infatti che l'infezione nella nostra Regione è stata determinata dal movimento del bestiame da quelle zone verso la nostra zona ed i mercati.
La prima misura da prendere è la chiusura dei mercati. E' stato anche accertato che il mercato di Cuneo, nell'ultima giornata, quando non si aveva ancora la matematica certezza che si trattasse di afta, è stato il punto di trasmissione dell'infezione.
La prossima settimana una delegazione della CEE valuterà l'intervento regionale. Sappiamo che questi sopralluoghi tecnici e non politici sono molto importanti perché se riusciremo a dimostrare, come capitò a suo tempo per la peste suina africana, che abbiamo agito con energia e tempestività possiamo pensare che non ci saranno chiusure a livello CEE nei confronti della nostra Regione.
L'insorgenza di casi del genere nelle tre Regioni zootecniche più grandi d'Italia può porre in discussione vincoli e blocchi commerciali della carne bovina ed anche suina del nostro Paese verso l'area europea.
Il materiale a mano dei Consiglieri contiene una scheda relativa alla situazione legislativa. Il rimborso ai coltivatori diretti che hanno accolto le indicazioni di abbattimento, permette un indennizzo del 50 per cento a tutti, più un 20 per cento a quelli che lo accettano senza imposizioni e più ancora un 10 per cento per chi si trova nella condizione di coltivatori diretti.
Si raggiunge la cifra dell'80 per cento sul valore individuato.
Aspettiamo la pubblicazione delle schede della Camera di Commercio di Cuneo, per conoscere i prezzi di mercato della settimana precedente e determinare quindi i riferimenti quantitativi di costo al chilogrammo.
L'apprezzamento dei quantitativi è più complesso e può essere la strada attraverso la quale si può procedere per considerare in modo equo i problemi dei coltivatori in modo da poter dare un equo indennizzo in tempi rapidi per innestare su questi altre procedure, quali quelle del ripristino dell' azienda.
Su questo scattano altri meccanismi, come la possibilità di utilizzare di leggi che garantiscono finanziamenti a tassi agevolati in favore degli otto allevatori, che mi auguro restino otto. La normativa vigente prevede che i tre quarti dell'80% sono a carico dello Stato ed un quarto a carico delle Province. E' un residuo legislativo che mai era stato corretto. Dal 1983 è giacente in Parlamento, su iniziativa governativa, un provvedimento di legge che sposta a carico del bilancio dello Stato il quarto oggi ancora a carico delle Province.
Questo permetterebbe di superare il contenzioso tra le Province che non riconoscono, con ragioni più o meno fondate, questo loro onere. Se il rimborso si mantiene come l'attuale (244 capi sino ad oggi abbattuti) l'intervento può essere ragionevolmente affrontato. Se ci trovassimo di fronte a 1100 capi abbattuti, quelli dell'Emilia, e ci trovassimo di fronte a 30/31 focolai come in Lombardia, l'integrazione di quell'80% e il ripristino delle aziende, porrebbe problemi di risorse quantitativamente diversi. Con il numero di 244 capi registriamo i successi della nostra decisione che dimostra la validità di una politica veterinaria fermamente determinata e che lavora sui due piani, dell'abbattimento e della diffusione del vaccino.
Questa esperienza ci insegna, come sempre, molte cose. Debbo onestamente dire che i servizi veterinari sono scattati con la massima rapidità.
I giorni del 31 dicembre e del 1° gennaio che per quasi tutti i cittadini sono di riposo e di festa, per il servizio veterinario regionale e per gli allevatori colpiti, sono stati giorni drammatici e di intenso lavoro.
Il mattino del 1 gennaio si abbattevano i primi 64 capi e non era certo un modo entusiasmante di iniziare l'anno. Sono le crude realtà che ci impongono di intervenire con energia, ma sono anche quelle che creano le condizioni, dieci giorni dopo, di non avere un quadro drammatico come è stato in altre Regioni.
Noi ci siamo anche ammaestrati sulla base delle loro deficienze e dei loro comportamenti. Mi impegno di ragguagliare il Consiglio di volta in volta secondo l'evolversi della situazione. E' una situazione difficile una situazione in evoluzione, ma non è assolutamente una situazione drammatica: 244 capi abbattuti su un patrimonio di 700 mila capi della provincia di Cuneo.
I censimenti del patrimonio zootecnico della nostra Regione ci dicevano che c'erano 1 milione e cento mila dosi di vaccino prenotate, e distribuite sono più di 1.400.000, ma la forza del nostro patrimonio zootecnico è ben più grande di quella che è dimostrata dai censimenti più recenti.
Non facciamo considerazioni su questo aspetto, ci preme di dire che i vaccini prenotati sono quasi 1.500.000, quindi siamo ben al di là di quello che potevamo pensare secondo i dati di fabbisogno del censimento.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Prendo la parola per esprimere una considerazione positiva nei confronti della operatività della Regione, in questo caso della Giunta dell'Assessore e del Presidente che in tempi brevi e in maniera decisa ha affrontato un problema che in questo modo andava affrontato.
Quando le cose funzionano l'opposizione lo riconosce. Ci dichiariamo quindi soddisfatti anche se una piccola, ma importante critica rimane da fare. L'Assessore dice che il 6 dicembre scriveva alle UU.SS.SS.LL.
invitandole a procedere velocemente alla vaccinazione ma, sapendo che le Regioni Lombardia ed Emilia erano state colpite, probabilmente quella lettera doveva essere più pressante e più impositiva.
Comunque dobbiamo trovarci preparati per il futuro in caso di problemi analoghi che insorgano in altre località. Dobbiamo muoverci con tutti i mezzi a disposizione e con la massima velocità possibile.
In questa vicenda si sono evidenziate alcune insufficienze. Ieri sera nella riunione avvenuta a Fossano abbiamo appreso che in alcuni Comuni purtroppo la vaccinazione è andata a rilento e forse ancora oggi è inesistente.
Nell'evoluzione positiva e nella crescita che si è registrata negli allevatori e nei servizi sanitari, ci sono alcune carenze. I più che hanno camminato, che hanno progredito e hanno capito, che si sono sensibilizzati non devono pagare il pedaggio per chi è rimasto indietro, sia esso allevatore o operatore sanitario.
Da adesso in poi occorre severità nei confronti di quegli allevatori e di quegli operatori sanitari che non sono alla pari degli altri perch rischiano di procurare dei grossi danni a tutta l'economia collettiva.
Quindi dobbiamo cercare di convincere gli allevatori che si oppongono alla vaccinazione, si devono promuovere atti, anche drastici, perché la vaccinazione venga fatta e assumere i dovuti provvedimenti.
La maggior parte dei veterinari si è prodigata nei giorni in cui la maggioranza degli italiani era in vacanza, nella neve e nel gelo. Sono convinto che l'Assessore alla sanità farà tutto il possibile, per trovare il modo di rimborsare delle loro prestazioni nei tempi giusti coloro che hanno lavorato. Risulta che gli operatori che hanno lavorato nel 1983 non hanno ancora ricevuto il rimborso delle loro prestazioni.
C'è poi il problema del controllo delle frontiere. Non è responsabilità della Regione, delle UU.SS.SS.LL., del servizio veterinario regionale però, essendo il Piemonte una Regione di frontiera attraverso la quale entrano migliaia e migliaia di capi di bestiame, per la macellazione, per l'allevamento e per la rimonta, il Consiglio regionale deve chiedere ai Ministeri competenti una operazione di ristrutturazione e di miglioramento dei servizi indispensabili.
L'afta non è nata in Italia, ma viene dall'estero, quindi è necessario evitarla e per evitarla occorre un servizio di frontiera migliore.
Non siamo tra quelli che diciamo che è tutto positivo quello che fa il Governo. Al Governo ai vari livelli ci sono delle carenze da parte di alcuni Ministeri e il Consiglio regionale potrebbe votare un ordine del giorno per proporre al Parlamento di affrontare queste deficienze. C'è inoltre un problema di commercializzazione. La capacità dei produttori e delle associazioni è debole nell'affrontare questi momenti di difficoltà.
Si sta cercando di fare dei passi avanti, purtroppo però la situazione della commercializzazione è di notevoli dimensioni.
C'è il rischio che il danno non l'abbiano gli allevatori che hanno dovuto abbattere il bestiame, ma l'abbiano gli allevatori che hanno allevamenti sani, ma che non possono commercializzare la loro produzione.
Ci auguriamo che si blocchi il morbo, che non si evidenzino nuovi focolai e che entro quindici giorni si possano riaprire i mercati. Bisogna però essere lungimiranti pensando anche al peggio, occorre che l'Assessore all'agricoltura e tutti assieme troviamo una formula per risolvere la situazione.
In ultimo c'è il problema dell'informazione. Non mi scandalizzo se un giornalista dà una notizia non veritiera, la televisione regionale per (TG3) deve tener conto delle esigenze di informazione corretta che hanno gli allevatori ed i consumatori.
Purtroppo le informazioni corrette non sono state date, non si è data la dovuta importanza al fenomeno, non si è detto ai consumatori ed agli allevatori quello che dovevano fare.
Le forze politiche presenti in Consiglio regionale, debbono avere maggiore incidenza nell'impostazione del giornale della rete televisiva piemontese perché è uno strumento importante che viene ascoltato da centinaia e migliaia di cittadini piemontesi.
Non si cerchino valutazioni di tipo scandalistico, si diano invece informazioni che preparino la gente, siano allevatori o siano consumatori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Ringrazio l'Assessore per l'ampia ed esauriente relazione che ha voluto fare attorno a questo problema. Sulla questione dell'afta epizootica si è registrata, non per colpa di qualcuno, una non sintonia tra le giuste decisioni assunte dalla Giunta e quella che invece è cultura corrente nel mondo agricolo attorno alla questione dell'afta epizotica. Questa non sintonia ha suscitato da parte degli allevatori una incomprensione che è stata alimentata qua e là anche da parte di organizzazioni professionali.
E' un problema di severità di atti amministrativi, ma è anche un problema politico di ricomporre, come mi è parso si sia ricomposto ieri sera a Fossano, un elemento di sintonia, perché di fronte all'abbattimento nei primi cinque allevamenti si è sentito dire, per esempio, che in Emilia non si abbatteva e questo non è vero; si è sentito dire che l'afta epizootica non essendo letale non richiede misure di questo tipo, per cui non calzano i riferimenti con gli atti assunti per quanto riguarda la peste suina essendo quest'ultima di carattere letale. Ieri si è ricomposta una unità di intenti, le decisioni assunte dalla Giunta regionale sono state considerate giuste.
Mi è parso di rilevare in una certa stampa e in alcuni mass-media, un atteggiamento allarmistico decisamente poco responsabile perché quando si crea l'allarme sull'alimentazione, quando si ingigantisce il fenomeno e si danno dei dati che non sono quelli reali, si concorre a creare una psicosi che certamente non aiuta l'opera di profilassi e le iniziative che devono essere assunte.
Devono essere risolti alcuni problemi per quanto riguarda le questioni relative all'indennizzo e le questioni relative alla ricostituzione del patrimonio bovino. Ho la sensazione che con il concorso delle diverse iniziative da parte della Regione, delle Province dei Comuni e con le integrazioni che possono venire da altri enti, sì possa raggiungere quasi il 100 per cento dell'indennizzo. Credo sia necessario da parte nostra una interpretazione autentica dell'articolo relativo alla sostituzione del bestiame infetto per garantire il pieno risanamento.
Questo darebbe modo all'Assessorato di intervenire a fondo per agevolare il ripopolamento delle stalle colpite.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gastaldi. Ne ha facoltà.



GASTALDI Enrico

Non voglio entrare nella valutazione dell'intervento regionale perché è una soluzione obbligata da norme CEE e da regolamenti veterinari che sono derivati da sperimentazioni consolidate dalla tecnica veterinaria. Neppure voglio introdurre il problema nel sistema di valutazione per la compensazione totale o parziale per gli animali abbattuti, valutazione che per il singolo caso può essere ben diversa da quella media del mercato perché ci sono già state in proposito proposte e garanzie sufficienti nelle varie assemblee fatte in questi giorni e dall'intervento dell'Assessore.
Vorrei solo limitarmi ad aggiungere un aspetto che rivolgo al Consiglio per quanto riguarda la profilassi della malattia per impedire che essa continui a diffondersi. A me pare che, dato che il virus non si diffonde attraverso l'aria, ma viene spostato meccanicamente da stalla a stalla, sia necessario isolare le stalle infette non solo impedendo che possano circolare persone estranee in quelle stalle, ma anche impedendo che il virus si sposti alle zone di assembramento di operatori zootecnici. Voglio dire che tra i mezzi di profilassi bisognerebbe adottare un sistema per impedire che i luoghi pubblici (le scuole, le chiese, i negozi, i bar, ecc.) specie se localizzati in zone agricole, diventino zone di accumulo di virus e di successiva diffusione.
Questi mezzi potrebbero essere o un obbligo agli operatori di disinfettarsi bene prima di recarsi in tali luoghi, o cercare di localizzate sistemi di profilassi e disinfezione, se possibile nei luoghi pubblici stessi.
Questo è un aspetto forse non molto complesso relativamente a quello suscitato dalla epidemia, ma mi è parso utile consigliarlo perché possa essere adottato tra i mezzi di profilassi anche perché questa via di diffusione non è ricordata da nessun regolamento veterinario.



PRESIDENTE

Ha la parola per una breve replica l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Il mio intervento non sarà una replica, riprendo invece l'ultimo ragionamento che ho fatto. Dobbiamo imparare da ogni vicenda: da questa escono elementi di riflessione, in primo luogo per quanto riguarda l'organizzazione periferica del servizio veterinario. Incrementando stimolando e superando resistenze all'incremento degli organici specialmente nelle zone con grande patrimonio zootecnico, siamo riusciti finalmente in 11 UU.SS.SS.LL. e 8 nel Cuneese a distinguere le due aree dei servizi veterinari e quindi ad individuare responsabili precisi per determinate politiche. Il passato vive sempre ancora nel presente e rappresenta un ostacolo a comportamenti organizzativi di ordine sanitario.
Rinvio i colleghi alle schede tecniche, in alcune delle quali ci sono assonanze con i problemi che sollevava poc'anzi il Consigliere Gastaldi.
L'unica inesattezza che lui ha detto è che è dimostrato che l'afta si diffonde non solo per contatto, ma anche perché i virus sono nell'aria per cui il contagio può avvenire anche tra stalle vicine.
Esistono problemi di informazione nel senso lato ed esigenze di organizzazione.
Per esempio è molto encomiabile quella avviata dal Comune di Fossano che ha costituito un comitato che rappresenta un momento di agglomerazione tra tecnici, allevatori ed istituzioni che permette di superare gli elementi dissonanti che si sono registrati. Ho sentito tante dichiarazioni ma non potevo fare nulla. In questi casi bisogna lasciar parlare chi ha responsabilità e chi ha un ruolo, altrimenti si rischia di complicare la situazione.


Argomento: Parchi e riserve

Modificazioni alla legge regionale 30 maggio 1980 n. 66 "Istituzione del parco nazionale Orsiera-Rocciavré".


PRESIDENTE

La discussione su questo punto è esaurita.
I punti 4, 5, 6, 7 iscritti all'ordine del giorno non sono pronti per essere discussi oggi. Possiamo invece discutere lo schema di piano socio economico del territorio di Torino, mentre il punto relativo alla Commissione di indagine sul laboratorio cartografico verrà discusso in altra seduta, come hanno concordato i Capigruppo.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Per quanto riguarda il d.d.l. relativo all'istituzione del parco naturale Orsiera-Rocciavrè, è opportuno che il Consiglio si esprima se continuare la discussione o rinviarla in Commissione.



ARIOTTI Anna Maria

Vorrei la presenza dell'Assessore per considerare insieme l'opportunità di discuterlo in questa seduta o di rinviarlo in Commissione.
Svolgerei comunque la relazione, successivamente si deciderà come provvedere.



PRESIDENTE

D'accordo.
La parola al Consigliere Ariotti che relaziona.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge "Modificazioni alla legge regionale 30 maggio 1980 n.. 66 'Istituzione del parco nazionale Orsiera-Rocciavré"' presentato dalla Giunta nell'aprile del 1984 si proponeva 2 scopi: 1) attuare un miglior assetto istituzionale, realizzando un'unica giunta del parco, superando così l'esperienza della questione decentrata per valle, risultata faticosa e poco efficiente 2) rivedere i confini del parco con un ritorno al progetto iniziale quale era stato presentato nel marzo del 1979, ricomprendendo quindi zone di notevole importanza naturale e culturale, tra cui la certosa di Monte Benedetto e Pian Cervetto in Vai di Susa e due siti archeologici in Val Chisone.
L'attuale delimitazione a 1800 metri sul versante Valsusino riduce infatti il parco ad un'area rocciosa difficile da sorvegliare e poco significativa da gestire.
Le consultazioni del giugno 1984 avevano sottolineato la necessita di approfondimenti sulla definizione del confine in quanto implicava precisazioni sulle politiche di intervento relative alle nuove aree individuate; era cioè emersa la richiesta di accompagnare l'ampliamento del parco ad un contestuale piano dell'area per programmarne l'utilizzo in una visione generale, piano territoriale di coordinamento che, richiamo la legge 43, è previsto dall'art. 8 a parco istituito, ovviamente di intesa con le amministrazioni interessate (art. 12).
La Commissione, all'unanimità, ha ritenuto di dover approvare le modifiche della struttura amministrativa, per quanto riguarda l'ampliamento dei confini, data la complessità e la novità dei problemi sorti, si è riservata di discuterne in aula, presentando eventuali emendamenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

In merito all'ampliamento del parco dell'Orsiera Rocciavré in Commissione c'era stata una sospensione da me stesso richiesta perché avevo ritenuto necessario riverificare, sulla base delle questioni che erano state espresse in quella sede, il carattere della lettera che era stata inviata con firma dei Comuni interessati alla Regione il 24 settembre 1984.
Sul merito dell'ampliamento credo che non ci siano possibilità di dubbi nel senso che il parco dell'Orsiera Rocciavré era nato nella sua prima definizione con confini riguardanti la Valle di Susa posti a quote molto elevate nella parte rocciosa della dorsale dell'Orsiera, non avendo in quel momento trovato un accordo unanime da parte di tutti i Comuni. Al di sotto di questo confine si trovano le zone più interessanti sotto il profilo ambientale, naturalistico e paesaggistico, che sono riconducibili alle due aree richiamate dal Consigliere Ariotti, quella di Monte Benedetto e di Pian Cervetto. Non solo personalmente, ma raccogliendo la posizione di coloro che non conoscono quella zona, mi pare di poter sottolineare l'esigenza che il parco includa le zone di Monte Benedetto e di Pian Cervetto.
Nella riunione a cui si è richiamato il Consigliere Ariotti, alla quale ero assente perché fuori Torino, si erano manifestate posizioni contrastanti, alcune favorevoli, altre di incertezza e di opposizione.
Dopo quella consultazione, per iniziativa del Consigliere Marchini si ebbe presso la Comunità Montana Valle di Susa, una riunione dei sindaci per discutere dell'ampliamento del parco dell'Orsiera Rocciavré.
Da quella riunione nacque l'impegno da parte degli amministratori di un loro lavoro autonomo di discussione che si è tradotto nella lettera del 24 settembre 1984 a cui ho fatto riferimento.
La lettera è firmata dagli amministratori dei Comuni di Bussoleno, di Mattie, di Meana, di San Giorgio, di Villarfocchiardo, riconosce cioè l'esigenza dell'espansione dei confini del parco fino all'inclusione di Pian Cervetto e di Monte Benedetto secondo il profilo di confine che è nella cartografia e pone il problema che l'ampliamento del parco sia accompagnato da impegni della Regione ai fini di una definizione del piano del parco e di interventi programmatori e pianificatori nella bassa Valle di Susa che tengano conto della possibilità di svolgere le attività agro forestali. Mi permetto di richiamare che da nessuna parte, se non in casi eccezionali, sono state limitate le attività agro-forestali nei parchi che peraltro lo stesso regime di gestione dell'attività forestale non è singolarmente proprio di parco, se non per quanto riguarda piccole oasi di difesa naturalistica integrale ma è regolato dalla legge generale sui boschi.
La lettera richiama anche impegni nei confronti della possibilità di risanamento e miglioramento degli alpeggi oltre che dei pascoli, della ristrutturazione del ripristino di fabbricati rurali esistenti per preservare un patrimonio edilizio ambientale anche nel quadro della sua possibile fruizione agro-turistica. Ciò deve essere considerato e stabilito dalla legge per non ingenerare equivoci.
Richiede che sia possibile effettuare la pulizia in tali zone boscate per il risanamento e l'estensione dei prati e di prati-pascoli, richiede che siano possibili interventi per 1'equilibrio faunistico, specie per quanto attiene la presenza dei cinghiali, e che nelle aree esterne al parco sia previsto l'abbattimento libero del cinghiale per l'intera durata della stagione venatoria.
In sostanza questa lettera non giudica ingiustificato anzi, viene giustificato l'ampliamento dei confini del parco, ma pone delle condizioni.
Successivamente a questa discussione in Commissione in cui si decise, come richiamava il Consigliere Ariotti, di valutare in aula questa soluzione devo anche dire, se mi è consentito, di non infrangere aspetti di procedura istituzionale, che chiesi la sospensione in Commissione sulla questione dei confini per rispetto al Consigliere Marchini che era stato presente alla consultazione e che era stato attivo nella riunione della Valle di Susa.
La Commissione nel mese di dicembre assunse l'atteggiamento di sospensiva. Si sono avuti dei pronunciamenti molto determinati da parte del Consiglio del parco che è articolato in tre Consigli delle tre valli (e che questa legge riunifica su loro richiesta per rendere più agevole la gestione del parco) e questi pronunciamenti si sono tradotti nelle dimissioni.
Il Consiglio di amministrazione del parco venne per incontrare la II Commissione e per incontrare me, ma essendo arrivati tardi li incontrammo all'uscita della seduta io ed il Consigliere Biazzi.
I Consiglieri del Consiglio di amministrazione ribadiscono nettamente l'esigenza che la Regione procedesse all'ampliamento dei confini condizione senza la quale si sarebbero dimessi. In effetti hanno presentato le loro dimissioni. Mi è stato fatto notare in quella sede come non potevano esserci equivoci nell'interpretazione della lettera che chiedeva impegni da parte della Regione perché gli stessi firmatari delle dimissioni sono i rappresentanti dei Comuni. Mi è stato fatto notare che c'era una coincidenza tra l'azione dimostrativa di abbandonare il Consiglio del parco da parte di questi amministratori e l'accettazione dell'ampliamento, seppur condizionato ad impegni della Regione. Si era chiarito in quella sede che un piano del parco non si può fare da un giorno all'altro. Il piano naturalistico del parco dell'Orsicra Rocciavré è pronto, si deve ampliare in questa zona che è in discussione. Mi sono assunto l'impegno di presentare in Consiglio regionale un ordine del giorno che impegni la Giunta regionale ad operare per rispondere alle condizioni poste nella lettera.
L'ordine del giorno richiama appunto l'impegno di recupero dei pascoli e degli alpeggi, operazione che peraltro attraverso la legge sull'agricoltura abbiamo incentivato in vari parchi privilegiando nelle graduatorie gli interventi di recupero di pascoli e di alpeggi nelle zone dei parchi, il recupero dei fabbricati rurali finalizzato alla fruizione agro-turistica, la risistemazione attraverso interventi culturali delle aree boschive prevedendo anche il miglioramento della rete dei sentieri per la prevenzione degli incendi, la predisposizione di appositi piani di abbattimento selettivi o per consentire di risolvere il problema dei danni determinati dall'alta densità della popolazione di cinghiali e di altri ungulati (problema che più in generale deve essere visto, al di là del singolo parco), di promuovere uno specifico ed apposito approfondimento progettuale relativo alla valle di Susa nell'ambito del piano dell'area metropolitana.
Il piano dell'area metropolitana previsto nel Piano regionale di sviluppo comprende anche la Valle di Susa, su richiesta della comunità della Valle di Susa ribadito in un ultimo incontro avuto con la IV Commissione, la Regione viene impegnata a fare un approfondimento specifico per la Valle di Susa. La mia proposta è di accedere in sede di Consiglio regionale ad un emendamento aggiuntivo che recuperi l'originario disegno di legge che prevedeva l'ampliamento del parco prospettando ai vari Gruppi questo ordine del giorno che fissa degli impegni rispondenti alle richieste dei Comuni, oltre ad un impegno della Giunta regionale a riferire in Commissione a distanza di un mese su come si sta procedendo per realizzare questi impegni e quindi rendere permanente il controllo della Commissione nei confronti della realizzazione delle linee che devono affrontare le condizioni poste dalla lettera dei sindaci.
Auspico che il Consiglio regionale acceda a questa posizione di dare compiutezza ai confini del parco dell'Orsiera Rocciavré, che sono illogici ed innaturali sotto i profili e le finalità stesse del parco.
In parte queste condizioni richieste sono già implicite nelle stesse leggi operative regionali, è comunque opportuno dare piena soddisfazione alle condizioni che sono poste dalla lettera dei sindaci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini. Ne ha facoltà



MARCHINI Sergio

Ringrazio l'Assessore dell'attenzione che ha voluto porre al lavoro che ho ritenuto di svolgere in questa vicenda.
Mi è sembrato necessario cogliere le esigenze che gli enti locali si occupassero di questo problema perché l'impressione che avevamo avuto durante la consultazione è che il parco venisse valutato e quindi messa in discussione da tutti i soggetti interessati, soggetti portatori di interessi legittimi ed apprezzabili, ma non soggetti istituzionalmente competenti. Mi era sembrato quindi di cogliere una fuga di responsabilità degli enti locali rispetto a questo problema e mi ero permesso di chiedere agli amici amministratori della Valle di Susa di considerare che su questa vicenda era forse opportuna una maggiore presenza degli enti locali.
La posizione che prenderanno i Gruppi in Consiglio deve essere molto netta e paradigmatica, come ci insegna qualcuno che conosce l'italiano meglio di noi in aula, rispetto alla valutazione che ogni Gruppo fa della politica dei parchi.
E' pacifico che il parco Orsiera Rocciavré, almeno per quanto attiene al versante valsusino, se non è portato ai confini sottoposti al Consiglio almeno a livello di Commissione, non ha ragione d'essere. Mi pare anche giusto chiedere alle forze politiche che ritengono che questo parco non abbia da esistere in Valle di Susa (e forse può essere giusto) allora stralciamo dalle linee di cresta il parco Orsiera Rocciavré. Il parco Orsiera-Rocciavré non è nato dopo l'emanazione della legge regionale, il parco Orsiera Rocciavré nella sua accezione culturale è nato prima, nella voglia della gente.
Le pressioni di opinione pubblica e culturali sull'Orsiera Rocciavr sono precedenti alla nostra legge sui parchi e di qui forse nasce una situazione curiosa con cui noi abbiamo difficoltà a far entrare nella logica della nostra legge dei parchi, un parco che è stato concepito da una cultura che non è solo politica, ma è naturalistica, paesaggistica culturale.
Questo parco indubbiamente sta stretto alla logica del nostro dibattito, però bisogna su questo avere molta chiarezza, la situazione nei termini in cui è non è ulteriormente accettabile. La Valle di Susa ha delle caratteristiche orografiche nell'area della quale ci stiamo interessando da non rendere utile (perché non serve a nessuno) un parco, da non renderlo necessario perché al di sopra di quei livelli non esistono beni da tutelare; non è necessario perché addirittura l'opera di vigilanza è resa superflua dalle asperità della natura. Vorrei quindi capire che cosa sorveglia qualcuno che si avvii da Pian Cervetto in su, deve sorvegliare prima di tutto sé stesso a non precipitare. Questa è la natura dei luoghi non c'è al di sopra della linea della quale stiamo parlando alcuna ipotesi di speculazione edilizia, non esistono aree a vocazione turistica di massa quindi è un'area rispetto alla quale un parco naturale non si giustifica.
Si dirà: perché Marchini aveva sottoscritto con altri Gruppi la proposta di arretramento dei primitivi confini del parco? Proprio perché, visto che di questo parco ne avevano parlato tutti meno gli interessati (il parco Orsiera-Rocciavré è stato oggetto di uno studio della Pro-Natura molto apprezzabile ma che sostanzialmente non si era mai calato nelle realtà locali). Dopo di che abbiamo ritenuto, io ed altri amici, in particolare questa era la logica con cui ho sottoposto quella proposta di legge, che si dovesse passare gradualmente al processo di individuazione del parco in Valle di Susa, verificando se si doveva fare e se si doveva fare, come quando e dove farlo.
Qui si pone il nodo. Se riteniamo che i confini non debbono essere spostati, bisogna avere il coraggio consequenziale di dire che il parco Orsiera Rocciavré in Valle di Susa non ha alcuna ragione d'essere perch significa mandare lì dei "guardiapietre".
Le isole di presenza dell'uomo nelle sue attività più tradizionali sono le isole delle quali ci stiamo occupando sull'emendamento della Giunta e non sulle proposte che arrivano dalla Commissione.
Per questo diventa fondamentale il rapporto con gli enti locali. Come voi sapete la Valle di Susa ha i Comuni che per larghissima parte sono tagliati in due dalla linea della Dora, quindi ci sono comuni, come Villarfocchiardo, Meana e Sangiorgio che hanno come unico loro retroterra il versante montano del quale ci stiamo occupando.
E comprensibile che le aree di cui ci stiamo occupando abbiamo un particolare significato e possono essere oggetto di aspettative da parte degli enti locali che probabilmente debbono essere interessati alle decisioni conseguenti a queste aree.
In altri termini, area e vocazione turistica il Coniale di Bussoleno ne ha una sola, il Pian Cervetto, il Comune di Sangiorgio e Villarfocchiardo ha la bellissima zona di Monte Benedetto e non ne ha altre.
Se vincoliamo quell'area è chiaro che tagliamo ogni possibilità d'intervento del Comune sul piano del turismo o comunque della socializzazione.
Altrettanto vale per il Comune di Meana, se gli togliamo in termini di disponibilità l'alto vallone dell'Assietta, gli viene sottratta ogni possibilità di decidere sul proprio territorio in ordine alle aree di espansione turistica. Altrettanto valga per il Comune di Mattie s e sottoponiamo a vincolo il Piano delle Todie ed il Piano delle Sarette, il Comune non ha altre aree che non siano queste rispetto alle quali pensare a un tipo di sviluppo o comunque di opzione turistica sia pure nei termini dei quali stiamo ragionando in questa sede.
Ritengo che gli amministratori della Valle di Susa abbiano avviato un processo di attenta valutazione di questo problema, sostanzialmente come conciliare l'esigenza di un uso non soltanto di vincolo di queste aree nel rispetto di una logica filosofica del parco. Per questo si chiede alla Giunta di predisporre le linee del progetto del parco perché è evidente che questi comuni daranno un giudizio e soprattutto interverranno nella promozione del parco nella misura in cui queste aree, che per loro sono aree di grande significato, sono anche funzionali ad esigenze che sono della collettività non soltanto degli utilizzatori agricoli.
Il processo è avviato, si tratta di portarlo a conclusione garantendo peraltro in Consiglio che il processo stesso risponda appieno non solo ai punti che sono stati indicati dalla Giunta nell'emendamento proposto, ma soprattutto con qualche attenzione a quanto vi è stato esposto, e cioé che queste aree debbano pur sempre essere disponibili nella programmazione del Comune per una attività di tempo libero (mi rendo conto che il termine "turistico" evoca immediatamente fantasmi di impianti di risalita) ma certamente queste sono aree destinate al tempo libero delle popolazioni interessate. Quindi l'opzione di uso di queste aree va considerata come una disponibilità rispetto alla quale il Comune deve poter disporre e non essere espropriato dagli atti che stiamo per assumere.
E' un processo complesso e delicato. Collaborerò al lavoro di ristrutturazione della ipotesi della Giunta, dopo di che valuterò il mio orientamento.
Mi pare però certo che qualora ritenessi di non dover accedere a una deliberazione di proposta di allargamento dei confini del parco, mi sentirei in termini di onestà intellettuale, tenuto a proporre un ordine del giorno con cui si chiede di cancellare il parco della Valle di Susa perché non ha nessuna ragione d'essere.
Questo lo diciamo noi che in una qualche misura questi problemi li conosciamo, lo dicono gli amministratori del parco, lo dicono le popolazioni interessate.
Possiamo andare avanti, possiamo tornare indietro, cioè possiamo fare il parco nella sua ipotesi originaria, possiamo tornare indietro quindi non farlo per la parte che interessa la Valle di Susa, non possiamo fermarci a metà perché sarebbe un non senso logico e politico.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Essenzialmente e brevemente. Le argomentazioni che sono addotte negli interventi che mi hanno preceduto, innanzitutto sono di natura troppo disparata per poter essere sintetizzate e coordinate in una seduta di Consiglio, metodologicamente quindi impongono un ritorno del disegno di legge in Commissione; non mi pare che ci siano condizioni per poter dirimere posizioni tanto diverse, da un lato sollecitazioni all'ampliamento, dall'altro sollecitazioni ad una riconsiderazione complessiva delle dimensioni originarie del parco; dall'altro lato posizioni delle quali noi, come Gruppo della D.C., ci facciamo carico riserve sostanziali sull'opportunità di dilatazioni che di fatto non corrispondano poi a capacità di governo e di effettiva incidenza dei controllo e quindi della possibilità di attivare nel merito gli obiettivi che il parco persegue, ci inducono a registrare una serie di posizioni che sono eccessivamente discordanti. Noi riteniamo che, anche per correttezza il disegno di legge è approvato in Consiglio a certe condizioni e con certi contenuti e non possa essere totalmente stravolto nella discussione e nell'esame appestandovi introduzioni di contenuti che non erano previsti.
Inoltre, cosa non secondaria, riteniamo che sarebbe opportuno, nella misura in cui la Giunta volesse proporre integrazioni dei confini, investire con gli strumenti appositi delle consultazioni, tutte le realtà territoriali interessate. Quindi questo dovrebbe comportare una modificazione del disegno di legge da parte della Giunta, una riproposizione della Commissione e l'indizione delle consultazioni, quindi l'approdo di nuovo in aula per l'approvazione. Se vogliamo essere più pragmatici, sarebbe opportuno approvare il disegno di legge così com'e e conseguire perlomeno l'effetto realistico e concreto della gestione di ciò che c'è nei confini entro i quali già il parco è operante.
Credo che daremmo un contributo non solo alla gestibilità della struttura, ma daremmo anche un contributo di concretezza ai lavori che finora abbiamo attivato su questa materia. Se invece vi sono da parte di altre forze politiche altri intendimenti, noi diciamo finora che non siamo d'accordo su questa impostazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di replicare il relatore, Consigliere Ariotti. Ne ha facoltà.



ARIOTTI Anna Maria

Ho svolto la relazione, come eravamo d'accordo, sulla base dei risultati della Commissione.
Vorrei adesso esprimermi su quanto è stato detto dagli interventi precedenti. Mi trovo d'accordo con l'intervento di Marchini, così come mi ero trovata d'accordo con lui quando era intervenuto durante la consultazione svolta nel giugno scorso. Era stata messa in risalto la necessità dell'ampliamento per una gestione finalmente efficace del parco stesso. Si lamentava da parte di alcuni che il parco non era stato gestito.
E non era stato gestito perché in effetti non si può gestire delle rocce.
D'altra parte si sottolineava l'opportunità di un accordo con i Comuni proprio perché alcune delle aree così come ancora ha ripetuto il collega Marchini, erano per essi aree vitali.
E', secondo me, importante che la politica dei parchi vada avanti, così come la si è impostata, correttamente, e come è stata portata avanti correttamente in questi anni. Là, dove si è potuto intervenire attraverso un Consiglio di amministrazione efficiente e una gestione puntuale, con gli strumenti che la legge 43 dispone, cioè con un piano dell'area, si sono potuti risolvere tanti problemi.
Se noi diamo atto di questo ampliamento del parco e contemporaneamente impegniamo la Giunta con un ordine del giorno a presentare linee di impostazione programmatica per interventi puntuali, adempiamo effettivamente a quelle politiche di tutela del territorio, di gestione attiva dei parchi, così come le abbiamo volute tutti, sia nel periodo dell'approvazione della legge 43, sia di volta in volta, quando i vari parchi sono stati istituiti.
Lascio alla Giunta decidere. Il Gruppo comunista è dell'opinione che è opportuna, non soltanto una modifica dell'assetto amministrativo, ma una modifica che veda l'ampliamento del parco, così come poi del resto è stato richiesto dai Comuni interessati.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per concordare le modalità di esame del p.d.l. in questione.



(La seduta, sospesa alle ore 12.20 riprende alle ore 12.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Si dà per avviato l'iter di esame del p.d.l. con la relazione. La Commissione mercoledì rivede alcuni aspetti e giovedì l'esame riparte con la discussione generale.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'ordine del giorno


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'ordine del giorno i seguenti argomenti: Esame progetto di legge n. 474 Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifica degli ambiti territoriali delle Unità Socio Sanitarie Locali del Comune di Torino e disposizioni per la riorganizzazione dei servizi. Proroga dei termini di cui all'art. 36 della le .e regionale 23/8/1982, n. 20" Esame deliberazione Giunta regionale n. 25-38812: "U.S.S.L. n. 43 di Torre Pellice" Esame deliberazione Giunta regionale n. 114-27532: "U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia": Esame deliberazione Giunta regionale n. 94-39172: "U.S.S.L. n. 65 di Alba" Esame deliberazione Giunta regionale n. 98-39176: "U.S.S.L. n. 75 di Novi Ligure" Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale".
Chi approva l'iscrizione è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame progetto di legge n. 474: "Legge di correzione degli errori materiali e di mancato coordinamento della L.R. 56/77, così come modificata dalle leggi regionali 50/80 e 17/82, e della legge regionale 61/84"


PRESIDENTE

Passiamo al p.d.l. 474.
La relazione è del Presidente della II Commissione e viene data per letta, si tratta di due articoli.
Il primo articolo recepisce le correzioni materiali al testo della legge 61 e al testo della legge 56 in quanto non recepiti nella legge 61.
Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La legge regionale 6/12/1984 n. 61, è così modificata: all'articolo 23, che sopprime e sostituisce l'articolo 20 della legge regionale 5/12/1977, n. 56, al terzo comma, sono soppresse le parole 'di cui al terzo comma dell'art. 21' e sostituite da: 'nei quali la popolazione prevista dal piano regolatore generale non superi i 2000 abitanti' all'articolo 24, che sopprime e sostituisce l'articolo 21 della legge regionale 5/12/1977 n. 56, la lettera 'b) richiamata alla terza riga del punto 2) va sostituita con la lettera 'd) all'articolo 27, che sopprime e sostituisce l'articolo 25 della legge regionale 5/12/77 n. 56, alla lettera m) del secondo comma, ed alla lettera c) del terzo comma, dopo le parole: 'penultimo ed ultimo comma' vengono inserite le parole: 'dell'articolo 2' all'articolo 34, che modifica l'articolo 34 della legge regionale 5/12/77 n. 56, dopo il primo comma, di seguito, viene aggiunto: 'le parole 'secondo comma' sono sostituite con le parole: 'terzo comma' all'articolo 49, che modifica l'articolo 52 della legge regionale 5/12/77 n. 56, il secondo comma è soppresso e sostituito da: 'al secondo comma, punto d), sono soppresse le parole 'di cui al sesto comma dell'art.
33' all'articolo 59 che sopprime e sostituisce l'articolo 76 della legge regionale 5/12/77, n. 56, all'ultimo comma, il richiamo alla legge regionale: '2 luglio 1977 n. 33' è corretto in '2 luglio 1976 n. 33' all'articolo 65, che modifica l'articolo 82, della legge regionale 5/12/77 n. 56, sono soppressi gli ultimi 3 commi all'articolo 66, che modifica l'articolo 83 della le e regionale 5/12/77 n. 56. è aggiunto il seguente comma: 'al secondo comma le parole: 'di cui al successivo settimo comma' vanno sostituite con: 'di cui al secondo, terzo e quarto comma' sono sostituite con le parole: 'di cui al primo, secondo e terzo comma'; al sesto comma, le parole: 'di cui al successivo settimo comma' sono sostituite con le parole: 'di cui al successivo sesto comma' all'articolo 67, che modifica l'articolo 84, della legge regionale 5/12/77 n. 56, al testo di modifica viene aggiunto: 'sempre al primo comma le parole: 'secondo e del terzo comma' sono sostituite con le parole: 'primo e del secondo comma' all'articolo 72, che sopprime e sostituisce l'articolo 91 bis il titolo è così sostituito: 'Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali' al primo e quarto comma dopo le parole: 'per i beni' sono aggiunte le parole: 'culturali e' all'articolo 73, che modifica l'articolo 91 quinquies della legge 5/12/77 n. 56, dopo i primi due commi viene aggiunto: 'al primo collima, le parole: 'degli articoli 19/81' sano soppresse e sostituite con le parole: 'dell'articolo 81'.
La legge regionale 5/12/77 n. 56 come modificata dalle leggi 20 maggio 1980 n. 50 ed 11 agosto 1982 n. 17 è così modificata: all'articolo 80, al primo comma, le parole: 'quarto comma' sono sostituite con le parole 'sesto comma'; al secondo comma le parole: 'secondo e terzo comma' sono sostituite con le parole: 'quarto e quinto comma" all'articolo 87, terzo comma, le parole: 'di cui all'ultimo comma del presente articolo' sono sostituite da: cui agli ultimi due commi del presente articolo' all'articolo 90, il penultimo comma è soppresso; all'ultimo comma, le parole: 'del quindicesimo comma' sono sostituite da: 'dell'ultimo comma'".
I Consiglieri Moretti, Mignone, Cerutti, Rivalta, Reburdo e Bontempi presentano il seguente emendamento: al termine del primo comma viene aggiunto un nuovo paragrafo che recita: "All'art. 75 di inserimento di un nuovo articolo 91 septies all'ultimo comma le parole: '120 giorni' sono sostituite dalle parole: '360 giorni'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Pongo in votazione l'art. 1 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 40 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Modifica degli ambiti territoriali delle Unità Socio-Sanitarie Locali del Comune di Torino e disposizioni per la riorganizzazione dei servizi. Proroga dei termini di cui all'art. 36 della legge regionale 23/8/1982 n.


PRESIDENTE

20



PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare la legge rinviata dal Commissario di Governo relativa agli ambiti territoriali delle UU.SS.SS.LL. di Torino.
La Commissione ha licenziato a maggioranza il testo, si tratta di emendare l'art. 4, di sopprimere l'art. 6, di emendare l'art. 7 e di spostare la numerazione degli articoli successivi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bergoglio. Ne ha facoltà.



BERGOGLIO Emilia

Desidero ribadire la nostra posizione che rimane come dichiarazione formale all'attenzione del Consiglio. Siamo in presenza di osservazioni del Commissario di Governo sul testo precedentemente approvato.
Per quanto si riferisce all'art. 6 noi già in sede precedente avevamo ritenuto che alcuni punti contenuti in questo articolo fossero più opportunamente da inserire nel regolamento da approvarsi da parte dell'assemblea. In accoglimento all'osservazione del Commissario di Governo, si tratta di inserire il principio della esigenza del coordinamento nel testo legislativo lasciando all'autonomia dell'assemblea di verificare la congruità dei provvedimenti concreti.
Per quanto riguarda il problema del personale direttivo un altro punto emerso nelle osservazioni e accolto dall'Assessorato, noi abbiamo già espresso in Commissione le nostre perplessità perché se per non incremento della spesa si intende che non si debba creare una posizione in più a livello dirigente (l'undicesima posizione rispetto alle 10 UU.SS.SS.LL.) allora si può assegnare a scavalco a uno dei coordinatori o a turno o in altra maniera, delle varie UU.SS.SS.LL., anche la funzione di coordinamento dell'assemblea, ma se questo è soltanto allegato all'indennità di carica dirigenziale diventa incomprensibile l'osservazione stessa.
Un conto è una attenzione a non aumentare i posti in organico, o eventualmente all'interno di quelli già esistenti se sono in soprannumero andare addirittura ad una riduzione pur tenendo conto che l'USSL di Torino è di dimensioni tali sia dal punto di vista della quantità che dal punto di vista delle qualità personali, che non entra in difficoltà, per 4 o 5 posti in più, al di là di questa constatazione di principio però, non condividiamo la sostanza della motivazione di questa osservazione svolta pertanto manteniamo le perplessità che abbiamo già espresso in Commissione.
Per quanto riguarda i provvedimenti che vengono posti all'attenzione confermiamo il nostro voto di astensione sull'argomento con le motivazioni che ho cercato di esprimere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo ritiene che sia stato imprudente non cogliere questo incidente di percorso come un segno del destino. Questa legge è stata rinviata, probabilmente bisognava riflettere sull'opportunità di ripresentarla a tambur battente.
Mi rendo conto che le considerazioni che fa il personale prevalgono normalmente su quelle della Regione. Voglio però sapere se con la stessa puntualità, per esempio, l'Assessore risponderà ai dipendenti di alcune UU.SS.SS.LL. che vedono compromesse non il loro posto di lavoro, perché in Italia quando si vince un concorso si è garantiti per alcune generazioni ma alcune prospettive di carriera dalla riduzione di posti letto in alcune UU.SS.SS.LL.
Bisogna stare attenti a questi comportamenti.
Questa era un'occasione per riflettere. E' vero che le osservazioni del Commissario di Governo sono solo di carattere formale, nella sostanza per è che stiamo andando contro corrente.
Si va ad una semplificazione del sistema della gestione sanitaria, si va a una riduzione dei numeri dei componenti delle UU.SS.SS.LL., si va allo stralcio degli ospedali dalla UU.SS.SS.LL.: siamo in sostanza in un processo di trasformazione rispetto alla legge 833. Quindi sarebbe stato politicamente più responsabile, quanto meno più saggio, cogliere questo incidente di percorso ma che poteva essere considerato un segno del destino a noi favorevole, ma che ci ha dato la possibilità di non dare corso nell'immediato a una zonizzazione dell'USSL 1/23 rispetto alla quale il nostro partito in questa sede e in sede comunale ha espresso un giudizio critico, ma soprattutto per dare la possibilità alla Regione di riproporre questa tematica nella misura in cui questi nodi di processo e di evoluzione legislativa fossero maturati, così non si è voluto fare, abbiamo quindi una zonizzazione che noi consideriamo sbagliata sul piano del territorio, ma soprattutto intempestiva e imprudente sul piano del processo della modifica della legge 833.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.
BAJARDI Assessore alla sanità L'opportunità della ripresentazione della proposta, dopo le osservazioni del Governo, potrebbe essere utile per avviare una discussione.
I chiarimenti sui criteri che avevano indotto alla presentazione della proposta di legge sono stati sufficientemente esposti.
Debbo esprimere, a titolo personale, in relazione alla seconda osservazione del Governo, le stesse perplessità che ha espresso la collega Bergoglio.
Mi stupisce che non abbia prevalso il parere positivo di funzionalità che in questo campo era stato espresso da parte dei Ministeri della sanità e dell'interno, quelli che sotto certi aspetti hanno più responsabilità in questo campo.
Le osservazioni sul primo punto mi portano a non condividere le osservazioni della collega Bergoglio. E' una materia molto opinabile. Fino all'altro ieri mi sono sempre sentito dal livello centrale questa osservazione: il livello di coordinamento e di programmazione deve entrare nel merito dell'organizzazione.
Tanto è vero che anche su questi aspetti il parere dei Ministeri della sanità e dell'interno erano pienamente favorevoli sull'inserimento nella legge, a maggior ragione quando questo ci era stato richiesto a grande maggioranza dal Comune di Torino.
I tempi che ci stanno di fronte non ci permettono atteggiamenti di riadozione tout court del provvedimento anche perché questo è già successo in un'altra grande Regione con un grande capoluogo e la posizione non è stata mutata a livello centrale.
La rinviamo alla discussione generale sulla Legge 833.



PRESIDENTE

Si passa quindi alla votazione dell'articolato.
Art. 4 "L'Assemblea generale si articola in Commissioni permanenti, da costituirsi con apposito provvedimento, ai sensi dell'art. 12 della legge regionale 21/1/1980, n. 3.
L'assemblea generale, non oltre la data di elezione dei Comitati di gestione delle relative Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali costituisce nel proprio seno un Comitato di coordinamento formato dall'Assessore comunale alla sanità e assistenza e dai Presidenti delle Commissioni assembleari permanenti con i seguenti compiti: assegnazione degli affari alle singole commissioni coordinamento dei lavori delle commissioni elaborazione dei provvedimenti di competenza dell'assemblea generale al fine di assicurare l'omogeneità di indirizzo e di intervento socio sanitario, nonché l'unitarietà della programmazione nell'ambito del Comune di Torino attribuzione alle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali della esecuzione di attività che per loro natura e convenienza debbano essere esercitate a livello sovrazonale e risoluzione degli eventuali conflitti di competenza fra le stesse attivazione ed attuazione dei rapporti con le Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali, le circoscrizioni e gli Enti esterni.
Il predetto comitato di coordinamento è presieduto dall'Assessore comunale alla sanità ed assistenza che può, su delega del Sindaco presiedere l'Assemblea generale.
Ai componenti del comitato permanente di coordinamento spetta un gettone di presenza pari a quello percepito dai Consiglieri per le sedute di assemblea.
Il comitato di coordinamento si avvale di una propria articolata struttura tecnica, disciplinata da apposito regolamento emanato dall'assemblea generale.
Il suddetto regolamento individua i responsabili tecnici, le rispettive aree di competenza ed il numero degli addetti, fermo restando che tutto il personale addetto alla struttura di cui al comma precedente è distaccato dalle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 6 "Dopo il primo comma dell'art. 5 della legge regionale 22/5/1980 n. 60 è aggiunto il seguente capoverso: Nella Città di Torino, l'ufficio di direzione delle singole Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali individua referenti per l'assolvimento delle sopraindicate attività per la formazione professionale, l'educazione sanitaria, l'informazione, l'epidemiologia e per la programmazione'.
Al fine di assicurare all'assemblea generale i necessari elementi di giudizio e garantire omogeneità nelle decisioni dei comitati di gestione il regolamento sul funzionamento e le attribuzioni degli organi delle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali, dovrà prevedere distinte conferenze permanenti formate da : i Presidenti dei comitati di gestione i coordinatori sanitari, socio-assistenziali ed amministrativi i capi di servizi svolgenti funzioni specifiche.
Le conferenze permanenti sono attivate dal Presidente dell'assemblea generale.
Alle suindicate conferenze partecipano i componenti del comitato di coordinamento ed i coordinatori della struttura tecnica di cui d penultimo comma dell'art. 4 della presente legge.
Il regolamento di cui al secondo comma dei presente articolo definirà le modalità di funzionamento delle conferenze di cui al medesimo comma ed il rapporto con gli organi delle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 "Sono abrogati il primo e secondo comma dell'art. 16 della legge regionale 10/5/1982, n. 7.
In ciascuna Unità Socio Sanitaria Locale subcomunale devono essere attivati i servizi previsti dall'art. 3 della legge regionale 22/5/1980, n.
60, ad eccezione del servizio veterinario che sarà attivato in quattro UU.SS.SS.LL.- subcomunali individuate dall'assemblea generale, con funzioni sovrazonali per il Comune di Torino.
Nelle Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali, attualmente prive di stabilimento ospedaliero, il servizio farmaceutico non è attivato e la funzione di assistenza farmaceutica è svolta dal servizio farmaceutico di Unità Socio Sanitaria Locale subcomunale contermine individuata dall'assemblea generale.
Il servizio di igiene pubblica verrà attivato gradualmente in tutte le Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali.
In sede di prima applicazione della legge, per la parte relativa all'ispezione negli ambienti di lavoro, l'assemblea generale assumerà i provvedimenti relativi alle modalità ed ai tempi di attuazione.
Inoltre, devono essere attivati entro il 1985 quattro distinti servizi per l'attività tecnica, che saranno assegnati a quattro Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali con funzioni sovranazionali per il Comune di Torino.
I programmi zonali di attività e spesa (P.A.S.), previsti dalle leggi regionali di piano socio sanitario, e provvedimenti formali dell' assemblea generale stabiliranno le attività a carattere generale svolte per tutto il territorio comunale di Torino da una o più Unità Socio Sanitarie Locali subcomunali espressamente indicate".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 15 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione della Giunta regionale n. 25-38812 relativa a: "U.S.S.L. n. 43 di Torre Pellice - Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'istituzione di n. 1 posto di psicologo"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 25 38812 relativa a: "U.S.S.L. n. 43 di Torre Pellice - Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'istituzione di n. 1 posto di psicologo".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12; vista la legge regionale 10 marzo 1982 n.7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 25-38812 del 20 novembre 1984 sentito il parere favorevole espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui art. 1, quinto comma del D.L. 26 novembre 1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria dell' USSL n. 43 di Torre Pellice con l'istituzione di n. 1 posto di psicologo collaboratore di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del fondo sociale regionale attribuita all'USSL n. 43 di Torre Pellice e che, pertanto, la copertura del relativo nuovo posto dovrà avvenire avuto riguardo delle disponibilità finanziarie dell'USSL richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione della Giunta regionale n. 114-27532 relativa a: "U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia - Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'istituzione di n. 7 posti di ausiliario socio-sanitario per l'attuazione delle leggi 29/7/1975 n. 405, 22/12/1975 n. 685, 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 114 27532 relativa a: "U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia - Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'istituzione di n. 7 posti di ausiliario socio sanitario per l'attuazione delle leggi 29/7/1975 n. 405, 22/12/1975 n. 685 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12; vista la legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n.114-27532 del 10 agosto 1983 sentito il parere favorevole espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma del D.L. 26 novembre 1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia mediante l'istituzione di n. 7 posti di ausiliario socio-sanitario per strutture e servizi finalizzati all'attuazione delle leggi n. 405/1975, n. 194/1978, n. 685/1975, n.
180/1978 di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del fondo sanitario regionale attribuita all'USSL n. 49 di Borgosesia e che, pertanto, la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'USSL richiedente per il corrente anno. La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione della Giunta regionale n. 94-39172 relativa a: "U.S.S.L. n. 65 di Alba Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'Istituzione di n. 4 posti di psicologo"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 94 39172 relativa a: "U.S.S.L. n. 65 di Alba - Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'istituzione di n. 4 posti di psicologo" La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12 vista la legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 94-39172 del 29 novembre 1984 sentito il parere favorevole espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma del D.L. 26 novembre 1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria dell'USSL n. 65 di Alba con l'istituzione di n. 4 posti di psicologo, di cui n. 1 psicologo dirigente, n. 1 psicologo coadiutore e n. 2 psicologi collaboratori di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterei automaticamente l'incremento della quota di riparto del fondo sanitario regionale attribuita all'USSL n. 65 di Alba e che, pertanto, la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'USSL richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarti pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione della Giunta regionale n. 98-39176 relativa a: "U.S.S.L. n. 73 di Novi Ligure - Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'istituzione di n. 4 posti di psicologo"


PRESIDENTE

Esame deliberazione della Giunta regionale n.98-39176 relativa a: "U.S.S.L. n. 73 di Novi Ligure - Ampliamento della pianta organica provvisoria con l'istituzione di n. 4 posti di psicologo".
Il testo recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12; vista la legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta re gionale n. 98-39176 del 29 novembre 1984 sentito il parere favorevole espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma del D.L. 26 novembre 1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria dell'U.S.S.L. n. 73 di Novi Ligure con l'istituzione di n. 4 posti di psicologo collaboratore di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del fondo sociale regionale attribuita all'USSL n.. 73 di Novi Ligure e che, pertanto, la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'USSL richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 40 Consiglieri presenti.
Ricordo che i lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.50)



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