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Dettaglio seduta n.296 del 20/12/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 453: "Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985", di cui al punto quarto all'ordine del giorno.
Ha la parola il Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la parte del bilancio preventivo per l'anno 1985 riferita all'area di intervento n. 4, cioé a quella dei servizi socio-sanitari, ripercorre sostanzialmente, le linee direttive seguite nell'anno che sta per concludersi.
Ritengo che alcune considerazioni espresse lo scorso anno siano ancora attuali, così come alcune valutazioni formulate durante la discussione del bilancio preventivo 1984 potrebbero essere riproposte.
Non lo farò non solo per brevità e per non ripetermi, ma perché penso di dover indicare altre carenze ed altri motivi di dissenso.
Per intanto ricorderò che il Governo ha fatto conoscere prima dello scadere dell'anno solare in corso, la somma che intende mettere a disposizione del fondo sanitario nazionale o per il fondo sanitario nazionale, somma che ammonta globalmente a 39 mila 200 miliardi di lire.
Quello delle inadempienze governative è uno dei temi dominanti e ricorrenti, ma anche quest'anno, come già lo scorso anno, conosciamo in tempo utile la somma che ci toccherà per il 1985.
Infatti, le risorse provenienti dal riparto del fondo sanitario nazionale e da alcune leggi di carattere settoriale in materia socio sanitaria coprono per la nostra Regione il 91,86% della spesa complessiva prevista in bilancio per l'area 4.
Le risorse messe a disposizione dallo Stato ammontano complessivamente a 3.204.773 milioni di cui 2.959:602 milioni per la parte sanitaria vera e propria.
Dette risorse sono incrementate rispetto a quelle dell'esercizio 1984 di 360.977 milioni pari al 13,56%.
E' un incremento essenzialmente dovuto alle quote di riparto del fondo sanitario nazionale per le spese correnti, che si accresce del 21,35%, cio in totale di 520.643 milioni.
La spesa per investimento rimane però ferma ai 16 miliardi dell'anno scorso. Ciò significa che forse le strutture ospedaliere del Piemonte non potranno adeguarsi ai processi di progresso scientifico e di innovazione tecnologica.
Il tutto a scapito del non già elevato livello di assistenza sanitaria che esse possono fornire. Ma non si sono bloccate solo le risorse per finanziare gli investimenti delle strutture sanitarie, numerosi altri stanziamenti di spesa per i servizi di base e per l'assistenza sociale in genere non trovano nell'esercizio 1985 rifinanziamento.
Altri stanziamenti sono ancora iscritti per memoria. Da ciò discende che nonostante i non indifferenti incrementi delle risorse destinate a specifici impieghi, l'incremento complessivo degli stanziamenti di spesa rispetto all'esercizio 84 è soltanto del 5,8%.
Esaminati un po' più nel dettaglio i programmi ed i progetti alla cui realizzazione gli stanziamenti di spesa sono diretti, si rileva che per il programma di interventi per la riorganizzazione dei servizi socio-sanitari di base, per il progetto per la tutela materno-infantile ha una disponibilità di risorse rispetto all'84 superiore di 2.050 milioni pari al 14,7% circa. Nel dettaglio esso dispone di 5.450 milioni da trasferire ai Comuni e alle Province per lo svolgimento delle funzioni amministrative già di competenza dell'ex Omni e di uno stanziamento di 8,200 milioni per contributi nelle spese di gestione, di funzionamento e di manutenzione degli asili-nido. Si tratta di soldi erogati dallo Stato ai sensi della legge 1044/71 modificata dalla legge 891/77.
Altri due piccoli stanziamenti per complessivi 1278 milioni sono costituiti dalle reimpostazioni di rimanenza di fondi statali non impegnati negli esercizi precedenti e che riguardano la costruzione, l'impianto e l'arredamento degli asili-nido; la nostra Regione contribuisce a questo progetto con 749 milioni di risorse senza vincolo di destinazione! Ci si limita cioé a gestire l'esistente, senza preoccuparsi di migliorare il servizio nei suoi vari aspetti e nelle sue diverse sfaccettature! Circa il progetto anziani ci si è limitati alla copertura delle annualità relative ai contributi negli interessi autorizzati negli anni precedenti. Uno stanziamento di 186 milioni circa per contributi trentacinquennali a Comuni, loro Consorzi, Comunità Montane e ad Enti di assistenza e beneficienza per la costruzione e l'ampliamento, la ristrutturazione di case-albergo, case di riposo o centri di incontro. Con 186 milioni la Regione pensa di portare a soluzione quei problemi su cui si discute con passione da più parti e che sono stati indicati come prioritari un po' da tutti! Tra le spese che rientrano nel programma di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari di base l'aspetto più importante riguarda il fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali che, tra risorse statali e regionali, ammonta complessivamente a 50.887 milioni con un decremento rispetto all'84 di 1.485 milioni pari al 2,8%.
Gli anni scorsi abbiamo speso molte parole in proposito, ora ci limitiamo a ricordare ed a sottolineare le cifre: parlano da sole! Anche le risorse destinate al risanamento del patrimonio zootecnico sotto forma di indennità di abbattimento, compensi ai veterinari attuazione di piani di profilassi, ecc, subiscono una riduzione di 18.295 milioni pari al 73,3% rispetto all'84.
Le spese correnti come abbiamo già detto registrano un consistente incremento nella quota di riparto del fondo sanitario nazionale, e, per contro la quota è stabile per le spese di investimento sui valori dell'84.
Proprio in relazione di quest'ultimo aspetto però è doveroso far rilevare l'esistenza di una reimpostazione di fondi non impegnati negli esercizi precedenti per 47.249 milioni, mentre nella gestione dei residui attivi è conservata la quota di 16.136 milioni dell'esercizio 1984. Ci significa che la Regione non riesce ad utilizzare sempre quelle poche somme che lo Stato eroga per rinnovare ed adeguare tecnologicamente le strutture sanitarie.
Globalmente, gli interventi per l'esercizio delle funzioni connesse all'attuazione del servizio sanitario nazionale ammontano a 3.204.722 milioni con un notevole incremento rispetto a quello dell'esercizio 1984.
Gli interventi per l'assistenza sociale conservano la disponibilità dell'84, essendo state stanziate con la prima nota di variazione al bilancio un miliardo da erogare sotto forma di contributi ad enti ed istituzioni di assistenza, sussidi assistenziali e contributi per provvidenze eccezionali specie in caso di pubbliche calamità ai sensi del DPR n. 9/72.
Relativamente poi agli interventi che, pur non concorrendo alla realizzazione di programmi specifici, rientrano nell'area dei servizi socio sanitari, uno degli aspetti più importanti mi pare sia lo stanziamento (solo per memoria) delle spese riguardanti l'Istituto zooprofilattico sperimentale per il Piemonte e la Liguria, mentre nell'84 (proprio su questa voce) figuravano ben 5.550 milioni.
Gli altri stanziamenti fanno fronte quasi esclusivamente alle annualità da versare per contributi negli interessi autorizzati negli esercizi precedenti, fatta eccezione per uno stanziamento di 427 milioni corrispondenti ad una quota di impegno slittata dall'84 per contributi costanti trentacinquennali a Comuni, loro Consorzi, ecc. nella spesa per la costruzione, la manutenzione di mattatoi, cimiteri ed altri presidi sanitari. Vi è pure uno stanziamento di 500 milioni per analoga destinazione ai sensi della legge regionale 18/84.
Complessivamente comunque le risorse stanziate per questi interventi nel bilancio 85 sono ridotte di 1/3 rispetto all'esercizio 1984, e assommano ad un totale di 4.126 milioni.
Dopo questa sommaria panoramica intorno alle principali e più consistenti voci e alle somme indicate nel bilancio di previsione che ci sta di fronte v'è un altro dato di fatto da sottolineare e riguarda l'anno che sta per chiudersi: le risorse messe a disposizione dallo Stato complessivamente non sono state poi così scarse e così insufficienti come volevano farci credere alcuni pessimisti ad oltranza. Pare infatti che molte UU.SS.SS.LL. abbiano incontrato ed incontrino qualche difficoltà magari non lieve nell'impegnare in tempo utile le somme che sono state loro assegnate.
Quindi, mi pare di poter dire che, pur nella stretta di una situazione economica nazionale ed internazionale difficile, il servizio sanitario nazionale e il servizio sanitario regionale non hanno sofferto, nell'anno che sta per chiudersi, di gravi carenze di mezzi e di insufficienti finanziamenti.
E' una constatazione che però ne richiede un'altra: i servizi erogati hanno continuato ad essere oggetto di scontento da parte dei cittadini.
Perché ad esempio non si è dato luogo che molto sporadicamente agli indispensabili raccordi tra le strutture di base ed i servizi ospedalieri? Perché i tempi di attesa, cui devono sottoporsi i cittadini per accedere agli ambulatori pubblici sono sempre troppo lunghi? Perché l'accesso alle visite specialistiche e non, ai laboratori di analisi, ai laboratori di radiodiagnostica (che fine hanno fatto le leggi in proposito ritirare dalla Giunta) sono ancora troppo lunghi ed a volte inaccettabili! A proposito, sono giacenti presso l'Assessorato due disegni di legge: uno è quello sui laboratori. Secondo alcuni, tempo fa, non si sarebbe potuto procedere oltre, se non fosse stata approvata quella determinata legge. Ora è ritornata con osservazione da parte del Governo e non se ne è più fatto nulla. Così come è stato ritirato il disegno di legge sui laboratori di radiodiagnostica ed anche di quello non si è più saputo nulla.
Le lunghe prenotazioni per gli interventi chirurgici formano altrettanti capitoli di un disservizio sanitario che ormai è parte integrante della nostra esistenza quotidiana e che continua a creare delusioni e disagi, anche se lo sforzo propagandistico per far credere il contrario è notevole e notevole è il relativo impiego di mezzi finanziari.
Dalla Giunta regionale è stata messa in atto, e non da ieri, una politica di "rigore" verso la sfera privata, sia nel settore assistenziale che in quello più propriamente sanitario, ciò nonostante le carenze ed i disservizi del settore pubblico spingono gli utenti verso presidi sanitari e strutture assistenziali private. Basti ricordare le pubbliche denunce del Presidente dell'USSL 1/23 di Torino.
La reale situazione esistente anche nella nostra Regione ci è stata risottolineata e ricordata con diversità di toni e di sfumature, anche durante le consultazioni svoltesi sull'intero territorio regionale negli ultimi mesi, consultazioni che hanno, tra l'altro, dimostrato come siano nel vero quanti affermano che proprio mentre "il benessere economico decelera i costi dello Stato del benessere salgono e la sua efficienza diminuisce".
Del resto a me sembra che il volere impostare e fissare, così come si sta facendo, tutta o quasi la politica socio-sanitaria regionale su un rigido schema centralizzatore e fortemente improntato ad ideologismo, sia un'operazione che forse con molti forse, potrà anche produrre qualche sporadico ed illusorio momento di presunto efficientismo razionalistico, ma che è destinata fatalmente, nei tempi medi, a mostrare l'arretratezza delle concezioni da cui è scaturita, e di cui è figlia.
Abbiamo visto che le risorse messe a disposizione dallo Stato non sono state e non sono poi veramente insufficienti. Ma, la Regione quali scelte ha operato, quali stanziamenti aggiuntivi ha ritenuto di introdurre in un settore di così vitale importanza? Non vale lamentarsi della scarsità delle risorse statali quando si sa che non sono illimitate, ma contemporaneamente non si cerca di portarvi quei correttivi che pur sono possibili. Non vale perpetuare la polemica contro lo Stato avaro e tardo pagatore, quando tutti sappiamo che "il controllo della spesa, in un periodo di scarse risorse finanziarie è reso ancor più complicato e di difficile soluzione dalla presenza di organismi di decentramento quali le Province, i Comuni, le Regioni e gli Enti di previdenza che sono dotati di notevoli poteri, ma sono sottoposti a controlli di cui magari ci si lamenta sempre di scarsa efficacia" non sono parole mie, ma le ho tratte pari pari da un autorevole autore.
Mi è capitato di leggere tempo fa alcune considerazioni in proposito ritengo valga la pena di accennarvi. Scrive ad esempio il Ferrera "dopo i primi entusiasmi sulla maggiore democraticità di un sistema politico amministrativo fortemente decentrato, sono via via emersi i formidabili problemi organizzativi derivanti dal processo di decentramento ed i rischi annessi ad uno spontaneismo eccessivo delle autonomie locali. E' cio emersa la consapevolezza che decentramento non significa, in sé, buona amministrazione e soprattutto amministrazione efficiente, ma è semmai di queste, solo una condizione. Gli ultimi rapporti del Censis illustrano copiosamente la soluzione spesso di caos a tutt'oggi esistente nell'attuazione del trapasso di funzioni tra amministrazione centrale e governi regionali e locali".
E' ben vero che forse non si riferiva al nostro Piemonte, o per lo meno non soltanto al nostro Piemonte, ma nelle frasi citate io ritengo sia contenuta molta parte di verità.
E un altro sociologo, questa volta di area comunista, Massimo Paci, ha scritto che "alla luce dei risultati ottenuti e dei problemi crescenti che si presentano, è inevitabile ridiscutere l'ipotesi del ruolo egualitario dell'intervento dello Stato in campo sociale" perché "il recupero di uno spazio alle iniziative individuali sembra oggi corrispondere ad un fenomeno più generale di vitalità della società civile" cosicché "una volta recuperato ad una effettiva gestione pubblica - generale ed uniforme l'insieme delle prestazioni e dei servizi sociali di base, si tratta anche di riaffermare, altrettanto nettamente il principio della non interferenza dello Stato e del pubblico nel settore volontario previdenziale ed assistenziale"' Mi permetto ancora di far seguire altre notazioni riprese da un altro sociologo di area cattolica, Ardigò, il quale nel riportare alcuni dati sull'incremento della spesa pubblica in Italia nell'ultimo decennio, si chiede "non solo fino a quando questa esplosione di spesa si potrà continuare con i ritmi attuali, ma anche quali risultati essa dia in termini di reale felicità e benessere per gli individui che ne sono destinatari". Egli ritiene che "se è vero che fazione pubblica rivolta al benessere dei cittadini è giunta, nelle nazioni europee industrialmente avanzate, a far crescere la durata media della vita è anche vero che la povertà e l'indigenza restano, dal momento che si tratta di condizioni definite in relativo ed i requisiti per entrambe si innalzano con l'innalzarsi del livello medio di vita".
Inoltre "nelle periodiche vertenze sindacali - aggiunge sempre Ardig tra gli oratori del welfare ed enti pubblici gestori si ha non di rado l'impressione che l'ospedale, il poliambulatorio, il centro assistenziale la scuola, l'ente erogatore di pensioni, siano creati nell'interesse dei dipendenti pubblici piuttosto che per quello dei pazienti e degli utenti".
Si è che occorre puntare ad una qualità della vita che non più semplicisticamente identificarsi con una sicurezza sociale gestita in modo freddamente ed impersonalmente burocratico. Perché, occorre aggiungere che in questa vi è la tendenza alla deistituzionalizzazione, in questa rivolta contro le cosiddette strutture pubbliche segreganti, molti sono gli equivoci ed i pericoli.
Le parole d'ordine contro la scuola e l'ospedale, il manicomio ed il riformatorio, che sono risuonate con tanta insistenza, almeno fino a qualche anno fa, se hanno avuto il merito innegabile di denunciare situazioni talvolta umanamente inique o socialmente retrive e sclerotiche hanno anche contribuito a generare situazioni di disordine assistenziale e culturale, i cui effetti negativi si sono riversati proprio sugli elementi più deboli ed indifesi della nostra società. Oggi dopo tanta polemica sovente gratuitamente e superficialmente distruttiva bisogna avere l'umiltà di riconoscere che quanto è scaturito di positivo è ancora gracile ed ambiguo. "E' soprattutto frutto di esperienze minoritarie e precarie oppure è come un insieme di fragili piante appena piantate in un sottobosco di rovi". Sono citazioni che mi sono permesso di riportare testualmente.
Oggi più di ieri emergono, anche negli strati sociali più emarginati nuovi bisogni culturali che non possono essere trattati ad un livello puramente tecnico-professionale. Queste esigenze puramente umane, di tipo qualitativo e non solo quantitativo, spiegano il riaffiorare di quegli orientamenti che vogliono favorire l'associazione volontaria, la mutualità la partecipazione degli utenti ed in genere dei cittadini alla gestione dei singoli servizi, la sperimentazione di forme di autogestione, la rivalutazione del ruolo del medico di famiglia, della comunità di base, e della famiglia aperta come modello di autogoverno.
Vi sono quindi tendenze emergenti che richiedono nuove forme di intervento, nuovi modi di collocarsi dell'ente pubblico verso la società.
In altri termini, occorre sperimentare nuove forme socio-sanitarie ed assistenziali magari rivoluzionarie rispetto al passato, ma occorre contemporaneamente avere il coraggio di rivoluzionare anche il bilancio regionale. Non è proprio il caso nostro se è vero come è vero che l'impostazione del bilancio 1985 è la più piatta e la più tradizionale che si possa immaginare! (Soprattutto per quanto riguarda l'area socio sanitaria).
Queste considerazioni mi inducono a ritornare su uno degli imperativi fondamentali del nostro tempo, quello di qualificare meglio la spesa del servizio socio-sanitario. Da ogni parte si parla di controriforma e della necessità di una riconsiderazione di alcuni aspetti della 833.
Ebbene, mi sembra di poter dire che la proposta governativa approvata in Consiglio dei Ministri il 7/11/84 legata al nome del Ministro Degan, sia sostanzialmente orientata, proprio nel rispetto dei principi fondamentali della riforma, a dare una impronta manageriale al servizio sanitario, del quale si persegue lo snellimento nei suoi organi, la responsabilizzazione manageriale degli operatori e la valorizzazione delle capacità e delle professionalità dei singoli.
E' senza dubbio un disegno di legge che, facendo giustizia di molti luoghi comuni, intacca forse qualche tabù, ma mostra chiaro l'intento di restituire un ruolo più consapevole e dinamico agli operatori del servizio sanitario nazionale.
Ritengo che, pur nella disparità delle opinioni, le modifiche della 833 che il disegno Degan propone, possono fornire e forniscono l'occasione per superare l'appiattimento burocratico e l'abbassamento di tono che stanno dilagando ovunque e anche nella nostra regione e non solo nei servizi socio sanitari.
Così, mentre da un lato la Giunta regionale non opera scelte qualificanti in favore di quei bisogni che si fanno sempre più drammatici quali i problemi degli anziani, dei malati di mente, degli handicappati dei tossico-dipendenti, della riorganizzazione e del funzionamento dei consultori, dei problemi della procreazione responsabile, della qualificazione e dell'aggiornamento del personale, ecc, dall'altro fornisce una gestione dei fondi vincolati, della ricerca finalizzata e degli stessi investimenti che lascia molto perplessi noi Consiglieri dell'opposizione che sostanzialmente rimaniamo allo scuro dei veri indirizzi e delle scelte che vengono operate dall'esecutivo.
Le scelte operate in questi settori cui ho accennato, ci vedono fortemente critici. Perché, tra l'altro, non ci è dato di conoscere e tantomeno di partecipare in tempo utile alle decisioni, che pur richiedono il nostro parere e il nostro voto.
L'uno e l'altro d'ora innanzi non potranno che essere contrari, perch non potremo più assolutamente accontentarci di esprimere la nostra astensione di fronte a scelte che vengono operate con larga discrezionalità e che hanno dato luogo ad un forte e giustificato malcontento.
In altri termini, noi riteniamo che la politica socio-sanitaria di questa maggioranza, impostando il bilancio dell'85 sulla falsa riga dei precedenti, abbia operato scelte che non ci convincono, perch obiettivamente sono poco rispondenti alle reali esigenze dei cittadini piemontesi. Abbiamo citato alcuni esempi colti qua e IL Vorrei aggiungere che la nostra parte politica ha più volte ripetuto che la maggioranza talvolta pecca di realismo in campo socio assistenziale.
E' infatti sempre più evidente la compressione dell'autonomia e dell'iniziativa dei vari enti e dei vari settori. Ne consegue un rafforzamento del già notevole potere della burocrazia, la quale a sua volta è sempre più guidata ed indirizzata da direttive verticistiche. Forse è questo che si vuole? A noi non sta affatto bene! Di contro si stampano relazioni e libri, si fanno progetti sempre più ampi e si pongono obiettivi sempre più ambiziosi, non importa se le realizzazioni sono scarse. Io sono stato abbastanza sorpreso e colpito nel constatare, leggendo i vari piani socio-sanitari e lo stesso stato di attuazione del piano sanitario sociale 82/84 del gran numero di verbi (sarà una deformazione professionale) collocati al tempo futuro e al modo condizionale vale a dire: si auspica, si spera, si farà, si vedrà, si crede, si ipotizza che il domani sarà migliore dell'oggi. In realtà questo copre, a mio modo di vedere, un vuoto sostanziale. Sempre e comunque la colpa di ciò che non è stato realizzato è però del Governo nazionale questo non si dimentica. Mai che si pensi o venga il dubbio di aver sbagliato obiettivi o impostazioni di programmi o aver impiegato male gli strumenti operativi.
In tempi non molto lontani si sono costruiti i miti della riforma e della pubblicizzazione dei servizi, si è punito e si tenta ancora oggi di relegare in un angolo sempre più ristretto il "privato": i risultati sono del tutto insoddisfacenti. Ora si rischia di costruire un altro mito quello del "distretto". Però riteniamo si debba porre molta attenzione al problema, perché altre delusioni potrebbero coglierci dietro l'angolo.
Secondo me è stato correttamente osservato che è giusto togliere centralità alle strutture ospedaliere, ma che forse non è molto opportuno trasferire la centralità della riforma sanitaria ad un'altra struttura cioé sul distretto.
Noi pur condividendo l'importanza non secondaria di distretto socio sanitario, siamo tra coloro che pensano che la centralità debba essere riservata innanzitutto alla persona umana, la quale in tutti i settori, nei vari ruoli, che può o è costretta a giocare, sia come soggetto che come obietto di attenzioni, debba e deve poter esprimere tutte le proprie virtualità ed essere sempre posta nelle condizioni di sentirsi veramente "persona", libera cioé di scegliere e di operare secondo le proprie convinzioni più profonde.
Inoltre noi non ci stancheremo mai di ribadire che "occorre siano date ai tecnici le competenze tecniche e ai politici solo quelle politiche" perché i programmi e i piani passino da dichiarazioni politiche ad indicazioni più puntuali e concrete: di documenti sono pieni gli archivi ma di servizi efficienti non è piena nemmeno la nostra Regione.
Qualche altra notazione desidero aggiungere. Lo spunto mi è dato da fonti non sospette. Le desumo dalle osservazioni prodotte qualche tempo fa dai componenti l'ufficio di direzione dell'USSL 1/23 sul progetto di piano socio sanitario 85/87 e ribadite dallo stesso Presidente.
Sono osservazioni che a mio parere incidono e non marginalmente, con giudizi critici sulle condizioni e sugli indirizzi della politica socio sanitaria regionale e, che interessano quindi non solo indirettamente, le scelte del nostro bilancio.
Cito testualmente: "E' inapplicabile per la gran parte il modello socio sanitario di base così come delineato" oppure "vorremmo sottolineare con forza che una qualche priorità occorre pur darla, altrimenti si cade nella contraddizione o nel velleitarismo" e ancora "gli sforzi più incisivi dovranno essere portati per la tutela delle persone anziane e qui occorre delineare una politica e una strategia di intervento che, pur non sovvertendo o specializzando il sistema sanitario, ponga questo in condizioni di poter assicurare una migliore qualità della vita a questa fascia di età" perché "è illusorio per il breve e medio termine ipotizzare servizi territoriali che possono prendere in carico malati anziani dimessi da ospedali per esaurimento della fase di acuzie" e più oltre, "occorre tra l'altro, ben altra politica di reclutamento di personale infermieristico e di operatività dei medici di base" e si aggiunge "abbiamo qualche riserva circa il silenzio del piano socio sanitario regionale su strutture private che certamente svolgono un buon lavoro nel campo riabilitativo e che potrebbero essere chiamate a collaborare in modo più incisivo, programmato e territorializzato di quanto oggi non succeda".
A fronte di tali osservazioni, che ripeto, ho colto qua e là da fonti che non possono essere accusate di parzialità o di settarismo verso la Giunta di sinistra, ma che sono pur sempre un campione tra quanti altri se ne possono cogliere, che cosa opponiamo nel nostro bilancio? Ben poco o quasi nulla. La Giunta non pare essersi posta il problema di scelte conseguenti.
Perché gli stanziamenti effettuati sono di ordinaria amministrazione e vanno nel senso più tradizionale. Forse si pensa ancora e sempre che le carenze dei vari settori possano essere colmate da quel "demiurgo" del nostro tempo che si chiama il piano, nel quale dovrebbe trovar posto o pu trovar posto tutto o magari l'opposto del medesimo, per risolvere molto poco.
Sarebbe persin troppo comodo riprendere motivi di polemica, che già abbiamo svolto in altre occasioni. Pensiamo soltanto che il desiderio di coprire larghi spazi abbia giocato ancora una volta un brutto scherzo ai responsabili della politica socio-sanitaria, facendoli sfiorare il velleitarismo di cui si parla più sopra. Perché di scelte coraggiose ed utili non ne vediamo nemmeno attraverso le lenti più realistiche delle varie voci di bilancio. Così come non vediamo ancora un soddisfacente modo di impostare e di attuare le scuole di qualificazione o riqualificazione professionale ed i corsi di aggiornamento per il personale del servizio sanitario regionale. Pensiamo che anche in questo settore si può dar luogo ad un impiego più oculato, più moderno e maggiormente produttivo delle risorse.
Gli esempi potrebbero essere molti e farmi dilungare, ma intendo concludere. Perciò, non, possiamo concordare con gli indirizzi di questo bilancio che, a nostro parere non affronta in modo efficace gli aspetti più vivi dei problemi odierni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Signor Presidente, egregi colleghi, l'appuntamento dell'approvazione di un bilancio è sempre un momento di estrema importanza, sia quando si parla di bilanci consuntivi, che quando si parla di bilanci preventivi, per nessun bilancio preventivo può avere un significato logico, o se volete anche solo attendibile, se non derivato da un'analisi di che cosa si è fatto e di come lo si è fatto e dall'analisi delle situazioni contingenti e future, interne ed esterne, in ogni azienda.
In questa azienda, la Regione Piemonte, perché a questa figurazione sarebbe opportuno allinearci, oggi analizziamo il bilancio 1985, senza effettuare verifiche matematiche, perché siamo fiduciosi che le calcolatrici siano state usate correttamente, ma effettuando piuttosto verifiche di contenuti e di impostazione.
In quest'ottica è conseguente che ognuno di noi con luci diverse, se appartiene alla maggioranza o alla minoranza, esalti o critichi la gestione regionale, confrontando stanziamenti effettuati e non utilizzati previsioni ipotizzate, risultati conseguiti, capacità di spesa e residui reimpostati.
Già è stato rimarcato: in questo bilancio si evidenziano voci di entrata, si limitano voci di uscite, caratterizzando il documento più sotto l'aspetto di facciata, di figura, di appuntamento elettorale, che non di reale strumento gestionale di un'azienda. Ma allora il rischio è grosso. In Regione, è vero, non è possibile arrivare al fallimento nel suo significato pieno, di dover portare i registri al Magistrato, tuttavia stiamo attenti lo stesso. Un bilancio che prima di essere approvato viene già modificato ci lascia perplessi. Esso, secondo noi, è fallimentare di per sé, nel senso che esprime incertezze o perlomeno esprime inorganicità ed incompletezza.
Per tranquillità, in mezzo a certe confusioni, allora, se si accettano questi bilanci regionali a nostro parere occorrerebbe aggiungere la postilla finale necessità di un controllo continuo", magari mensile sull'andamento di entrata e di spesa, in modo che il Consiglio possa avere la temperatura della gestione, verificarne la misura della divaricazione tra le voci positive e quelle negative, fra i tempi di previsione ed i tempi di attuazione.
Signor Presidente, questo servirebbe anche a verificare la fondatezza delle nostre critiche o la ragione delle vostre impostazioni. Darebbe interesse al lavoro di tutti, oltre a questa giornata che pur resta spesso un fatto isolato, una sceneggiata, un rituale con poco seguito.
Certamente un esecutivo costretto a dare ragione ogni mese del quadro di bilancio sarebbe anche costretto ad un'attività più concreta, più finalizzata alle capacità operative, più attento alla gestione che ad altro ed il Consiglio sarebbe più informato e più partecipe, potrebbe diventare critico, ma costruttivo, per proposte e per iniziative ed anche più equo più corretto, nel valutare con conoscenza, con giudizio, l'evolversi delle situazioni e delle possibilità. Diventerebbe forse comprensibile perch alla fine di un esercizio rimangano residui, sia attivi che passivi, con ordini percentuali inaccettabili. Risulterebbe evidente se la spesa o la coda degli investimenti previsti è un fatto patologico di inefficienza o se è un fatto di incapacità. Le denunce fatte in questa fase, allora, in generale o su singole voci, potrebbero emergere per la loro ultraveggenza o soccombere per la loro strumentalità. I liberali chiedono alla Regione Piemonte di non essere, né farsi scudo di un modo di essere del potere pubblico di cui tutti intravvedono le carenze e le insufficienze. I liberali chiedono alla Regione una mentalità aziendale che non usi o abusi in strumenti amministrativi più di carattere clientelare o di Partito che di applicazione corretta di linee programmatiche, tese queste al conseguimento di obiettivi ben precisi. E per questi obiettivi, signor Presidente Viglione, noi la richiamiamo ad essere coerente con le sue dichiarazioni spesso e volentieri enunciate.
Ancora domenica, signor Presidente Viglione, a Fossano e ancora lunedì sera a Morozzo, lei si è qualificato come il Presidente delle cose fattibili, delle cose serie, il Presidente delle scelte ragionate, degli indirizzi, con un recapito preciso dove sono indicati la strada, la città la provincia ed anche il numero di codice postale. Lei l'ha ripetuto e continua a ripeterlo molto volentieri. Ha anche detto che lettere a Ges bambino o a Babbo Natale non sono, lei dice, nella sua cultura di amministratore.
Ma non è così per il bilancio che stiamo discutendo o questo bilancio Presidente Viglione, non è suo? Il Piano di sviluppo è passato quando e come lo sappiamo tutti, il bilancio allora è legato a quel documento? Me lo chiedo con molti dubbi. Questo bilancio risente comunque delle stesse incertezze e generalizzazioni, ma a nostro parere soprattutto risente della mancanza di quella concentrazione e puntualizzazione sulle cose certe fattibili e da fare che per lei sono la base di ogni proposta. Vediamo come con questo bilancio si vuole incidere sulla realtà locale, sul suo evolversi, sulla sua trasformazione, sull'occupazione e sul lavoro. Noi vediamo piuttosto come in questo bilancio si tende ad indebolire l'azione regionale in infiniti rivoli con i soliti stanziamenti per tutti e per tutto, sapendo bene che le risorse sono per pochi e per poco.
Non sto a dilungarmi sulle spese rigide, sulle spese autonome, sulle spese predeterminate, sulle loro variazioni, sulle loro incidenze percentuali: già su questo si sono espressi altri colleghi.
Sottolineo solo che anche per i liberali le previsioni di entrata sono artificiosamente lievitate a forse più di 100 miliardi; le uscite sono insufficienti laddove non c!é scampo, cioé nelle spese di funzionamento della struttura. E queste non sono dichiarazioni di un Consigliere di opposizione, queste derivano chiaramente, inconfutabilmente, dalla lettura attenta dei bilanci passati e dalla sovrapposizione delle cifre. Il ruolo della Regione Piemonte, se di ruolo delle Regioni noi dobbiamo essere anche, oltre che gli indicatori, gli artefici, non può scendere al 10 per cento del totale delle risorse per la spesa autonoma e programmatica.
Allora chiediamo alla Giunta un accantonamento nelle scelte unicamente gestionali e maggiore attenzione alle spese di indirizzo e di programmazione. Chiediamo al Presidente Viglione proprio di scegliere nel bilancio le cose possibili e di concentrare le risorse per fare poche cose ma importanti, indilazionabili, decisive per la ripresa del Piemonte.
Questo non è un problema finanziario, il problema è che ci sono poche risorse e se questa è la realtà, il problema è dell'istituzione, è politico, è in definitiva di possibilità concrete.
Non potendo fare tutto, qualcuno dice "facciamo niente"; noi diciamo "facciamo questo o questo", facciamo le scelte tra l'ambiente, l'energia l'urbanistica, la casa, il territorio, la viabilità, l'agricoltura l'artigianato, facciamo le scelte tra il commercio, il lavoro, i trasporti la sanità, ecc. Perché non dichiariamo l'85 l'anno dell'ambiente, ad esempio, l'86 l'anno dei trasporti e incidiamo con i nostri bilanci puntualmente anno per anno per uscirne fuori con qualche cosa di più concreto e non soltanto in rivoli, altrimenti nel voler considerare tutto e subito, ci dimentichiamo, anche se nella relazione aggiuntiva di Valeri si è riparato, di quanto deciso con le leggi ultimamente varate: per esempio quella per il Sito o per iniziative veramente proporzionali come queste.
Non mi soffermo ad analizzare i singoli articoli, sarei incoerente se per le questioni che più conosco o alle quali più partecipo, mi lasciassi tentare alla critica o alla richiesta di qualcosa in più. E il bilancio che così come è fatto non approvo nella sua globalità.
Da ultimo voglio ricordare, a sostegno delle nostre tesi, che nulla è stato fatto da questa Giunta per la costruzione di quegli strumenti che sono necessari per una corretta politica di spesa. Nulla è stato fatto per attuare la politica di programmazione; nulla si è mosso in questa direzione. E' stato elaborato il Piano di sviluppo a fine legislatura; non ci sono i piani territoriali; non ci sono gli strumenti di conoscenza della realtà; non ci sono progetti e non so dove sia neanche la cartografia che a questi progetti dovrebbe essere allegata. Si è fatto professione di fede in questa direzione, verso questi metodi, ma oggi tirando le somme dobbiamo però concludere che oltre alla fede, questa Giunta non ha dimostrato altro per cui anche per l'85 vediamo un'erogazione di spesa non inquadrata in alcun programma, non legata a sintesi informative, a quadri di realizzazione a possibilità di confronti. E' un bilancio accettabile quello che stiamo discutendo? Ma prima ancora mi chiedo: è questo un bilancio?



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Debbo dire che sono rimasto incerto fino a poco fa se intervenire. Mi sembrano molto rituali questi dibattiti e spesso c'è difficoltà ad individuare, al di là degli schieramenti e degli interessi specifici delle singole parti politiche, quali sono in realtà i problemi che dobbiamo risolvere per evitare di essere ormai avviati come Regione in una fase di non ritorno rispetto al ruolo di indirizzo e programmazione che la Regione dovrebbe svolgere secondo il dettato costituzionale. Quali sono le scelte da fare e le battaglie politiche da dare al di là degli specifici e contingenti interessi delle parti politiche? Quali sono le scelte da fare per riuscire a dare - più che a ridare - alla Regione gli strumenti (perch mi sembra che le Regioni non abbiano mai avuto questi strumenti) in grado di incidere realmente ed operare con efficacia sull'assetto economico della nostra Regione? Forse è un rituale ma non possiamo non ricordare che se vogliamo ridare alla Regione il ruolo di programmazione, dobbiamo riconoscerle innanzitutto la possibilità di operare scelte autonome e l'assunzione fino in fondo della responsabilità di scelte giuste o sbagliate che siano. Questa possibilità è impedita in gran parte della rigidità di bilancio: il 93% del bilancio è vincolato e la possibilità di operare reali scelte autonome si basa su una fetta del bilancio che non arriva al 10%. Queste, sulla rigidità di bilancio, rischiano di essere affermazioni scontate e richiami retorici, ma non dobbiamo dimenticare che sono la causa principale e fondamentale dei mali che la Regione, come istituzione, vive. E' vero che l'azione di tutte le Regioni è caratterizzata più dalla gestione ordinaria che da attività di programmazione, di indirizzo e di scelta. Ma come si pu scegliere, quando non si ha la possibilità di decidere autonomamente sulla destinazione delle risorse? Se si vuole salvare l'istituzione Regione, per come essa è stata concepita dalla Costituzione, occorre risolvere il problema della riforma della finanza locale per attribuire alle Regioni maggiore autonomia e maggiore capacità di scelta. In questo senso è quindi possibile operare scelte politiche: evidentemente ognuno deve assumersi della responsabilità senza nascondersi dietro dei paraventi.
Negli interventi che si sono finora succeduti non è stato adeguatamente ricordato il fondo trasporti. La Regione, a causa del non adeguamento dei trasferimenti statali alle Regioni e del non adeguamento al tasso di inflazione, é, in qualche modo creditrice nei confronti dello Stato per 60/65 miliardi.
Queste sono questioni che non possono essere tralasciate nel momento in cui parliamo di una disponibilità di risorse libere della Regione per poche centinaia di miliardi. Da una parte, il nodo che dobbiamo risolvere è per affrontare la grave emergenza che abbiamo, e dall'altra è in quale modo andiamo a reperire delle risorse per rispondere alla gravissima emergenza dell'occupazione. Basti pensare che nella nostra Regione le percentuali di disoccupazione sono più alte rispetto alla media nazionale ed è pure presente un terzo delle ore di cassa integrazione rispetto al totale del nostro Paese.
In rapporto a queste questioni nel bilancio si fanno anche scelte significative. La legge sulla cooperazione, ad esempio, può essere uno strumento importante e interessante, non risolutivo certamente ma utile per affrontare parzialmente il problema dell'occupazione con due miliardi e mezzo: la legge sui cantieri di lavoro con un impegno di spesa di un miliardo e mezzo può mobilitare altre risorse a livello locale ed incidere sull'assetto del territorio, e sulla prevenzione di dissesti del territorio dai quali deriverebbero ulteriori spese regionali. Vorrei che il Presidente della Giunta confermasse in aula l'impegno della Giunta di finanziare ulteriormente questa legge, qualora le richieste degli enti locali di attivazione dei cantieri di lavoro superino le disponibilità attuali.
A me sembra singolare la critica della Federpiemonte, in qualche modo di assistenzialismo, rispetto all'uso della formazione professionale per giovani disoccupati.
Non possiamo negare che negli interventi per le famiglie a reddito zero c'è anche il rischio di fare dell'assistenzialismo. Questo rischio bisogna minimizzarlo al massimo, ma in assenza di alternative quando è necessario bisogna anche fare dell'assistenzialismo. Quando una famiglia non ha di che vivere, è senza un reddito, bisogna, avere il coraggio di fare dell'assistenzialismo.
Credo sia singolare che critiche di questo genere vengano da chi è responsabile di aver dato corso in passato ad uno sviluppo di cui oggi il Piemonte, più che altre Regioni, ne paga le conseguenze, da chi evidentemente è responsabile in prima persona del fatto che oggi la Regione Piemonte è a livelli di disoccupazione più alti della media nazionale, da parte di chi in passato ha innestato uno sviluppo che porta o., i ad avere un terzo dei cassaintegrati del totale del nostro Paese. Colpe di chi ha dato corso a questo sviluppo, colpe delle parti politiche che hanno permesso quello sviluppo e colpe quindi dei governi locali dell'epoca.
Altra critica della Federpiemonte sulla formazione professionale. La Federpiemonte sostiene in modo emblematico che ci sono pericolosi e generalizzati indirizzi di pubblicizzazione rispetto alla formazione professionale. E' chiara, è evidente la scelta politica. Vorrebbero un ente pubblico quale strumento e struttura di servizio ad una gestione neo liberista delle scelte di sviluppo e dell'economia, da una parte un ente che sia di servizio alle scelte delle imprese e dall'altra parte un ente che gestisca i riflessi sociali negativi delle scelte delle imprese stesse.
Sotto questo punto di vista la Giunta regionale deve fare un'autocritica perché, senza avere molto meditato, ha dimostrato disponibilità verso una gestione della formazione professionale delegata alle forze imprenditoriali. Si è aperta certamente una finestra a queste tesi della Federpiemonte nel momento in cui la Regione ha fatto la scelta delle SpA per quanto riguarda la gestione di alcuni centri di formazione professionale.
Ha ragione la Federpiemonte quando afferma che è necessaria una maggiore rispondenza della formazione professionale alle esigenze del mondo produttivo. Questa situazione però si realizza a due condizioni. La prima condizione è la conoscenza del mondo produttivo, essa non si realizza delegando le scelte alle imprese, ma si realizza nella misura in cui la Regione dispone di capacità di conoscenza delle dinamiche del mondo produttivo e del mondo del lavoro. Da questo punto di vista credo positiva la scelta di destinare risorse significativamente maggiori rispetto a quelle che erano state destinate negli anni passati all'osservatorio del mercato del lavoro. La seconda condizione necessaria perché la formazione professionale risponda alle esigenze del mondo produttivo è la disponibilità delle imprese a far conoscere gli indirizzi e le linee dei processi di ristrutturazione rispetto alle nuove figure professionali. Alla critica della Federpiemonte, rispetto alla gestione della formazione professionale, bisogna rispondere senza timidezze, senza cedimenti come quelli delle SpA; ma con urta disponibilità a rimettere in discussione il sistema formativo e ad adeguarlo nella misura in cui si conosceranno le esigenze del mondo produttivo nei prossimi anni.
Questa conoscenza è possibile soltanto se le imprese sono disponibili a fornire quelle informazioni che solo loro possono dare sui processi di ristrutturazione. Dalle consultazioni e dalle osservazioni che sono state fatte da parte delle categorie sociali ed economiche, emerge come denominatore comune la scarsità delle risorse destinate ai singoli settori.
Se non vogliamo cadere nella logica di tirare dalle varie parti una coperta stretta per coprire - la testa lasciando scoperti i piedi, credo che dobbiamo pensare a scelte prioritarie per investire le poche risorse che abbiamo con la logica di tentare di avviare uno sviluppo alternativo a quello che abbiamo conosciuto in passato, uno sviluppo alternativo a quello fondato unicamente sulla produzione di beni di consumo, ma uno sviluppo che sia in grado di creare occupazione in servizi per una migliore qualità della vita, uno sviluppo che sia in grado di creare occupazione in interventi di prevenzione rispetto ai fenomeni di dissesto del territorio.
Per questo credo sia importante andare a una qualificazione delle risorse.
Per questo ieri in I Commissione ho ritenuto, e lo ribadisco oggi, ritengo necessario riequilibrare la destinazione delle risorse (dieci miliardi) tra il pronto intervento (evidentemente sono risorse che devono essere e saranno utilizzate per risanare i dissesti del territorio) e le risorse che sono destinate alla legge sui cantieri di lavoro nel senso che con l'attivazione della legge sui cantieri di lavoro è possibile attivare opere di risanamento del territorio che sono anche opere di prevenzione rispetto ai dissesti del territorio che possono manifestarsi.
Voglio trattare un altro aspetto. Credo sia necessario colmare il divario esistente tra le scelte del Piano di sviluppo e le risorse disponibili per attuarlo. Durante la discussione sul Piano di sviluppo ho avuto modo di dire che, se non vogliamo che questo Piano di sviluppo diventi l'ennesimo libro dei sogni, è necessario trovare le risorse disponibili per attuarlo. Da questo punto di vista invito la Giunta a non essere rinunciataria nella elaborazione dei progetti attuativi delle scelte di piano e a non lasciare il Piano di sviluppo come un bel documento di volontà politiche non attuate: la mancanza di risorse non deve essere un freno alla predisposizione di progetti prontamente attuabili. E non è vero che le scelte non ci sono. La scelta del Piano regionale per la forestazione è una scelta. Ci vogliono delle risorse.
L'Assessore Rivalta diceva che per attuare questa scelta sono necessari 50 miliardi all'anno per dieci anni. Ebbene io chiedo, rispetto alle varie scelte che il piano fa, la predisposizione di progetti attuativi analoghi a quello del piano forestazione, ad esempio sulle energie rinnovabili. Non è vero che non ci sia una progettualità possibile. Ad esempio il progetto di teleriscaldamento di Torino Sud è un progetto prontamente attuabile che attende di essere finanziato. Certo può essere accettabile una timidezza su alcuni filoni, come ad esempio sulle energie rinnovabili, nel predisporre progetti prontamente attuabili; così come credo debba trovare risposta in termini di scelta politica il progetto per la cooperazione internazionale che è stato inserito nel Piano di sviluppo. Martedì eravamo, come IV Commissione, in Valle Susa per verificare in che modo è possibile attuare la scelta che nel Piano di sviluppo viene fatta della predisposizione di uno specifico progetto per la Valle di Susa. Ebbene anche a fronte di una progettualità già disponibile quello che emergeva, ed emerge, è una non disponibilità di risorse per attuare gran parte di queste scelte.
E' necessario quindi che la Giunta non sia rinunciataria nella predisposizione di progetti prontamente attuabili, perché la Regione deve fare di questa progettualità uno strumento di battaglia politica per il reperimento delle risorse e uno strumento di battaglia politica per la destinazione delle risorse a livello nazionale. Io credo che siano possibili scelte alternative. Le scelte possibili alternative possono essere quelle di una Regione che, a fronte di una scarsa disponibilità di risorse, si accontenta di gestire alla meno peggio l'ordinaria amministrazione facendo queste scelte all'interno di un quadro di rigidità di bilancio oppure le scelte possibili alternative possono essere quelle di far crescere una progettualità vera con una quantificazione concreta dell'occupazione possibile e delle risorse necessarie per incidere anche sulla destinazione delle risorse a livello nazionale. E la destinazione delle risorse a livello nazionale delle scelte possibili c'è, ad esempio tra le spese militari e la possibilità di destinare più risorse allo sviluppo occupazionale e a progetti di sviluppo che rispondano alle esigenze che drammaticamente stiamo vivendo.
Queste sono le questioni che dobbiamo affrontare altrimenti si ripeterà il circolo vizioso che sì è instaurato tra le forze politiche che giustamente e legittimamente per il ruolo che occupano, denunciano ritardi inadempienze e incapacità da parte della Giunta di rispondere ai problemi e una Giunta che, se non fa una scelta coraggiosa anche di uso, in termini di battaglia politica, di una progettualità e di risposte possibili, in qualche modo si adegua ad una gestione che è dell'esistente, ma che è sicuramente insufficiente a rispondere alle domande ed ai bisogni sociali.
Credo che nel Piano di sviluppo ci siano delle scelte possibili. In questo bilancio si fanno già delle scelte significative ed importanti. Credo che lungo questa strada si possa pensare, in quest'ultimo scorcio di legislatura, di fornire delle risposte significative alle esigenze della nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Signor Presidente, colleghi, intervenendo sul bilancio c'è il rischio di ripetere considerazioni, proposte, critiche già enunciate in altre occasioni. Credo di dover richiamare all'attenzione del Consiglio tutte le nostre prese di posizione, gli interventi che abbiamo nel tempo effettuato incominciando dal primo Piano di sviluppo ai vari bilanci annuali, per confutare alcune affermazioni che qualche volta alcuni rappresentanti della maggioranza sostengono e cioé che in questo Consiglio non ci sono proposte alternative a quelle che fa la maggioranza. Io credo invece che queste proposte alternative ci siano, siano concrete, puntuali, nei vari momenti in cui le questioni si pongono, nell'agricoltura come negli altri settori di competenza della nostra Regione.
E' pur vero che il richiamo agli interventi del passato deve tener conto di una realtà che si è notevolmente modificata; una realtà agricola regionale che si deve muovere in un quadro di riferimento molto diverso sia a livello europeo e di conseguenza anche a livello nazionale.
L'obiettivo dell'autosufficienza alimentare all'interno del MEC è stata raggiunta, quindi uno degli obiettivi di fondo della politica agricola comunitaria è stato raggiunto, ma come spesso succede nella vita quando si raggiunge un obiettivo, altri problemi si prospettano. Oggi non esiste più il problema di produrre di più, ma esiste quello di ridimensionare le produzioni in proporzione ai consumi interni del MEC. La questione produttiva sulla quale a livello nazionale ed anche a livello regionale è stata posta l'attenzione e sulla quale sono stati concentrati gli sforzi è necessario quindi che venga modificata.
Ma modificata in quale direzione? Nella direzione di una produzione che mantenga nel tempo le quantità, ma che migliori le qualità e soprattutto che riesca a dare alle organizzazioni ed alle associazioni del mondo agricolo una diversa forza contrattuale sul mercato.
Queste sono le considerazioni basilari entro le quali dobbiamo muoverci ed è su questa strada che bisogna programmare l'economia agricola della nostra Regione.
E allora permettetemi di dire che non mi sembra che noi ci stiamo mettendo su questa strada, perché quando a pag. 200 del Piano di sviluppo approvato nelle condizioni che tutti conosciamo, si dice che gli obiettivi della zootecnia piemontese al 1986 consistono in un aumento della produzione di carne (questo può anche essere accettato) ma quando si aggiunge il latte, io mi domando se siamo in Europa, in Italia, oppure in un altro Paese. Certamente non siamo in una regione che fa parte dell'Italia che è all'interno del MEC.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dell'agricoltura a Cremona hanno annunciato l'obiettivo dell'aumento della produzione di carne e di latte.



LOMBARDI Emilio

No, quando a Cremona il Presidente del Consiglio ha detto queste cose probabilmente non era ancora a conoscenza delle decisioni prese a livello comunitario.
Come è possibile scrivere queste cose in un Piano di sviluppo quando nello stesso momento siamo in presenza di decreti ministeriali che indicano quale strada da percorrere quella dell'abbattimento delle mucche da latte noi consenzienti o meno? Sia ben chiaro comunque che questo non Significa che noi sposiamo queste linee di politica agricola comunitaria, ma siccome facciamo parte della CEE nella quale rappresentiamo una Regione importante dobbiamo prendere atto di una politica che non ci aggrada ma sulla quale bisogna marciare.
Se andiamo dunque a cogliere gli obiettivi programmatici voluti da questa maggioranza, ci rendiamo conto che le prospettive della nostra agricoltura probabilmente non saranno quelle che hanno la possibilità di essere, perché non sarebbe in grado di adeguarsi velocemente alle novità ed alle nuove esigenze.
In questo quadro si colloca il bilancio di previsione 1985.
I conti che mi ero fatto non valgono più, perché mentre fino a ieri ragionavo su 184 miliardi di previsione di spesa, questa mattina vengo a sapere che il bilancio non è più di 184 miliardi, ma è di 255 miliardi.
Come è possibile questo? Dei 49 miliardi di differenza della legge finanziaria si era a conoscenza da ben tre mesi, perché che ci fosse questo preventivo di intervento nel settore agricolo era noto. Mi domando come mai ieri i Consiglieri avevano in mano un documento che non li prevedeva mentre quello odierno sì. Ha ragione allora il collega Turbiglio: questa è la dimostrazione che si tratta di un documento raffazzonato messo lì all'ultimo momento e che non c'é quella capacita di prospettiva indispensabile per affrontare temi importanti come questi. La sostanza per è che è vero che noi abbiamo queste risorse, ma è altrettanto vero che sono risorse inferiori in quantità ed in percentuale all'anno scorso e soprattutto non si tiene conto della svalutazione. E allora anche quest'anno, nonostante sia stata chiusa la presentazione delle domande per le aziende singole, si continuerà ad avere un arretrato di richieste di finanziamenti alle aziende singole che si protrarrà nel tempo. Infatti, per quanto riguarda i finanziamenti per i miglioramenti delle aziende singole siamo fermi al 1981.
Le risorse destinate al settore agricolo, al di là dei numeri e delle percentuali, sono insufficienti.
Abbiamo un cavallo che beve e non abbiamo sufficiente acqua per dissetarlo." Teniamo conto che quando si parla di finanziamenti alle aziende agricole, non si parla di denaro immobilizzato presso le aziende agricole, perché se si costruiscono più stalle si acquistano più trattori si mette in moto un meccanismo che dà lavoro, dà quell'occupazione di cui tanto ha parlato il collega Montefalchesi. Sebbene capiti che a volte leggendo le deliberazioni della Giunta, per esempio nel settore della forestazione, si ricorre a cooperative di lavoro provenienti dall'Emilia o dalla Toscana, quasi che in Piemonte non esistano le capacità professionali, non esista quella assoluta necessità di lavoro.
Ma non è solo sulla quantità che noi dobbiamo discutere, ma anche sul modo di destinare i finanziamenti.
E allora ritorno ancora una volta in quest'aula sulla questione della cooperazione. Noi siamo favorevoli alla cooperazione, qualche volta qualcuno ha voluto strumentalizzare certe nostre prudenze, certi nostri atteggiamenti riflessivi e ha detto o ha cercato di far capire che noi eravamo contrari alla cooperazione. Nel 1979 però proprio in occasione della discussione del bilancio preventivo del 1980, noi ci dicemmo d'accordo fino in fondo per i finanziamenti alle cooperative di commercializzazione e trasformazione dei prodotti, mentre assumemmo un atteggiamento prudente e riflessivo per quel che riguardava le cooperative di produzione. Cari colleghi, dobbiamo sapere che noi abbiamo speso centinaia di miliardi nelle iniziative del settore della cooperazione abbiamo speso moltissimo per le stalle sociali, quelle stalle sociali sulle quali noi chiedevamo prudenza e soprattutto riflessione per avere l'opportunità di valutare quali erano le reali possibilità di giungere a degli obiettivi validi. Oggi noi sappiamo che le stalle sociali finanziate dal 1978 al 1983 ci presentano un conto di passività onerose di 15 miliardi. Che cosa è successo dunque? E' successo che noi abbiamo speso decine e decine di miliardi, li abbiamo sottratti alle aziende singole che avrebbero potuto sì quelle produrre e se avessero avuto delle passività le avrebbero caricate sulla gestione aziendale e abbiamo creato delle condizioni fallimentari.
Non sto qui a speculare perché sono cose che diciamo con profondo rammarico. Ho già detto altre volte che una cooperativa che va male fa molto più rumore e attira più l'attenzione di quelle centinaia che vanno bene, però per esempio l'iniziativa del Langarolo costata 5 miliardi collegata con tutta una serie di stalle sociali, non ha prodotto altro che problemi e disoccupazione, caro collega Montefalchesi, anziché ricchezza e lavoro.
Occorre quindi riflettere su queste situazioni, ma quando si legge sempre a pag. 200 del Piano di sviluppo "Finanziamento di nuove iniziative", mi domando che cosa abbiamo capito. Perché se sono veri i dati del funzionamento delle stalle sociali, pensavo che avremmo compreso la necessità di una pausa di riflessione, che era necessario consolidare vedere quello che poteva funzionare e quello che invece funzionare non può.
Nel Piano di sviluppo però sta scritto "Finanziamenti di nuove iniziative" ciò significa evidentemente che le discussioni svolte in Commissione tra le varie rappresentanze politiche e gli incontri avuti con le centrali cooperative, non sono serviti a nulla. Si continua a proseguire in schemi che la realtà dimostra non essere praticabili.
E non sono praticabili nemmeno certe altre valutazioni che emergono dal Piano di sviluppo, come quella relativa al fatto che nel 1986 verrà risolto il problema della elettrificazione rurale in Piemonte. Non è così Assessore! Purtroppo in Piemonte le esigenze di elettrificazione rurale, o perché inesistente o perché insufficiente, sono notevoli e presenti non solo nelle zone di montagna. Quando leggo che il regolamento comunitario prevede finanziamenti per l'elettrificazione, mi sembra che il Piemonte sia solo montagna, mentre così non é. Esistono molte zone fertili in Piemonte che hanno una situazione di elettrificazione tale per cui per esempio la lavorazione del latte non può essere affrontata in termini moderni perch non è possibile usare gli strumenti più avanzati tecnologicamente.
Problema delle strade.
Anche in questo settore si è legiferato. Si prevedeva di fare una serie di interventi, ma non siamo riusciti a fare gran che.
Si finanziano iniziative ad esempio per l'impianto dell'actinidia. In questo momento le aziende agricole piantano l'actinidia senza l'intervento pubblico. Finanziamo iniziative in settore che non ne hanno bisogno e non finanziamo quei settori invece che sono in crisi.
Per quel che riguarda il latte e le discordanze tra le iniziative a livello comunitario e gli obiettivi del Piano, vorrei ricordare un altro aspetto di questo problema. Quando si parla dell'abbattimento delle mucche da latte, si intende riconvertirle in mucche da carne, quindi della razza "piemontese".
Che cosa abbiamo fatto noi in questi anni per la "piemontese"? Al parco La Mandria le "piemontesi" ci sono. Alla mandria ci sono 1000 capi che costano 100 milioni di passivo all'anno, ciò significa che ogni capo costa 100.000 lire alla comunità; occorrerà probabilmente riflettere sul sistema di gestione di certe iniziative pubbliche.
In questi anni comunque abbiamo continuato a non fare scelte. Sapevamo che nel MEC si stava profilando una crisi di sovraproduzione di latte sapevamo che nel nostro Paese, all'interno della CEE, c'è ancora una lieve scarsità di carne; abbiamo continuato a finanziare indiscriminatamente razze da carne, razze da latte e non abbiamo saputo fare una scelta. Oggi ci si parla dell'embrion-transfert come di una grossa novità. E certamente lo é, però dobbiamo anche sapere che non l'abbiamo inventato noi e che molte aziende agricole nella nostra Regione già in questo momento lo stanno applicando.
Bisogna effettuare delle scelte precise all'interno della zootecnia favorendo una razza che di qui a un po' non sarà più una razza piemontese ma sarà una razza internazionale, se è vero come è vero e l'Assessore Bajardi era presente alla manifestazione della razza bovina piemontese a Cuneo che negli Stati Uniti d'America c'è già un'associazione di razza bovina piemontese. Non vorrei che avvenisse che di qui, a qualche tempo non saremo più noi ad esportare il seme dei tori piemontesi nelle varie parti del mondo, ma saremo obbligati ad andarlo ad acquistare.
Programmazione.
Ricordo all'Assessore all'agricoltura che nel 1974 egli chiedeva di programmare la spesa attraverso i piani agricoli zonali. Sono passati esattamente 10 anni; i piani agricoli zonali non esistono, abbiamo trovato insieme, e anche con nostro notevole contributo, la soluzione di far diventare piani i documenti di sintesi e ciò rappresenta gia una base di partenza. La programmazione però è andata a rilento. Questo perché alcune proposte da noi avanzate a suo tempo e in seguito riconfermate non sono mai state accolte. Non è che dobbiamo dire che l'Assessore sia sempre stato sordo alla nostra collaborazione ed alle nostre proposte - in qualche caso è vero, abbiamo anche raggiunto punti d'incontro ed abbiamo collaborato effettuando insieme scelte giuste e sbagliate - però spesso, troppo spesso lo abbiamo visto chiuso, forse perché di fronte a tante difficoltà che una certa scelta politica determinava all'interno del suo Assessorato era costretto a chiudersi di fronte alle iniziative ed alle proposte che venivano anche all'interno della Commissione.
Credo invece che su questo problema occorra soprattutto coinvolgere di più le organizzazioni che realmente rappresentano il mondo agricolo: organizzazioni professionali, centrali cooperative, perché quest'ultime non hanno la responsabilità di quello che sta avvenendo nel settore della cooperazione. Lo voglio dire chiaramente: questa situazione è il frutto di molte cause, alcune anche esterne alla situazione ed alle decisioni rionali, ma certamente bisogna che le centrali cooperative vengano coinvolte di più in una progettazione diversa del sistema cooperativo nella nostra Regione.
Termino dicendo che l'agricoltura, anche in una regione altamente industrializzata come la nostra, può offrire un notevole contributo all'occupazione, alla creazione di ricchezza e di riequilibrio.
Il Presidente Viglione sa bene che in larga parte della nostra Regione l'agricoltura costituisce ancora l'attività principale. Se L'agricoltura gira, otterremo anche il risultato del riequilibrio. Perché questo avvenga è necessario che ci sia la volontà e la capacità a tutti i livelli, anche a quello regionale. Dobbiamo dire però che in questa legislatura questa volontà e questa capacità, a differenza forse di qualcosa di meglio che fu fatto dal '75 sono state largamente insufficienti, nonostante le nostre sollecitazioni, le nostre proposte ed il bilancio alla nostra attenzione ne è ancora un'ulteriore prova.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Acotto. Ne ha facoltà.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei collocarmi all'interno di questo dibattito sul bilancio di previsione per il 1985 affrontando un tema settoriale che peraltro è già stato sollevato in interventi dei colleghi, e qui farò segnatamente riferimento all'intervento del collega Devecchi sul tema relativo al settore della sanità e dell'assistenza.
Naturalmente dirò subito che non ho nesbuna intenzione di sottrarre il mestiere all'Assessore Bajardi, il quale avrà certamente modo di replicare in maniera precisa ad alcune osservazioni che già sono emerse dalla discussione. Alcune considerazioni relative al bilancio di quest'anno le voglio fare all'inizio, sviluppando poi altri temi, altre considerazioni di carattere più politico.
Per quanto riguarda il comparto della sanità non vorrei che trascurassimo un piccolo particolare che è una costante. E' incredibile che su questi argomenti ci sia ancora una residua non informazione o confusione; è una costante, diciamo così, della finanza regionale, nel comparto della sanità, quella di accogliere all'interno del suo bilancio quanto gli passa il fondo sanitario nazionale. E non c'è dubbio che da questo punto di vista, salvo elementi di carattere esclusivamente tecnico noi registriamo nel nostro bilancio i pregi ed i difetti della legge finanziaria regionale. Parlerò poi dei difetti in termini di sottostima del fondo messo a disposizione per la sanità di tutto il nostro paese e quindi anche per la sanità della nostra Regione. Non è una piccola registrazione quella che premetto ad altre considerazioni più politiche.
Per quanto riguarda invece il fondo socio-assistenziale debbo registrare uno sforzo significativo paragonato a quanto è avvenuto nel bilancio di previsione dello scorso anno. Accompagno questa dichiarazione positiva a una richiesta al governo regionale di cercare, attraverso l'assestamento di bilancio, di far sì che ci sia una tendenziale rispetto all'incremento del fondo socio-assistenziale dello scorso anno in relazione, o pari, all'aumento del tasso programmato di inflazione. Questo dato relativo a un fondo formato, finalizzato esclusivamente alla spesa corrente, va accompagnato da un significativo limite di impegno per incoraggiare investimenti di miglioramento delle strutture del settore socio-assistenziale.
Fatte queste considerazioni e queste richieste al governo regionale vorrei - riallacciandomi all'intervento del collega Devecchi - esplicitare a voi, due interrogativi che mi sono sorti nell'ascoltare il suo intervento.
II primo interrogativo è relativo alla discussione avvenuta in quest'aula il 12 settembre 1984 sul tema della spesa sanitaria, perché a me pareva che dal suo intervento ci fosse l'ignoranza abbondante di quanto era emerso da quel tipo di dibattito.
Il secondo interrogativo è sorto in relazione a quella parte dell'intervento in cui il collega Devecchi ha affrontato i temi più relativi al settore socio-assistenziale. Mi chiedo se abbiamo colto o meno il significato del dibattito svolto in quest'aula, e non altrove, due settimane or sono sui temi del settore socio-assistenziale.
Ho l'impressione che la memoria tradisca il collega Devecchi altrimenti non mi spiegherei il senso anche letterale di alcune sue affermazioni e il senso più generale del suo tipo di intervento se non pensando che siano ormai in quella che è stata definita la kermesse pre-elettorale della D.C.
definizione che il collega Martinetti, quindici giorni or sono, respinse nel suo intervento in quest'aula ma che oggi debbo dire si ripropone in tutta evidenza attraverso l'intervento del collega Devecchi. Ma se questo è il terreno o il livello del confronto-scontro non mancheremo di misurarci non tanto in questa occasione "impropria" quanto nei dibattiti che ancora potremo svolgere in questo Consiglio prima della fase del 1985.
Un'occasione importante ce l'avremo a fine gennaio, o nel mese di febbraio con l'approvazione del piano socio-sanitario regionale per il periodo 85/87. Ci confronteremo in quest'aula e nella comunità regionale dando la parola ai fatti che derivano da dieci anni di governo della sinistra alla testa della nostra Regione, ed in particolare dai sei anni che ci separano dalla riforma sanitaria così come essa in Piemonte è stata avviata coerentemente sostenuta, tenacemente perseguita.
Mi chiedo, e mi sia consentita una battuta al collega Devecchi come si possa ignorare tutta questa realtà. Lombardi si domandava: "Siamo forse in Svezia o in qualche altro Paese del globo terracqueo ?" Mi chiedo, collega De vecchi se siamo su Andromeda rispetto alle considerazioni che tu hai fatto in relazione alla realtà socio-sanitaria della Regione Piemonte.
Su questo ritorneremo presto e rifaremo la storia di questi sei anni di sanità post-riforma dentro la crisi economica e dello stato sociale.
Richiameremo i vincoli esterni alla nostra Regione, quelli nazionali quelli governativi, i sei anni che ci separano dalla promulgazione di una legge nazionale quale è la legge 833 e il percorso di attuazione e di controriforma che è venuto avanti. Richiameremo tutti questi vincoli esterni alle nostre volontà, alla nostra Regione. Vincoli tutti intieramente presenti anche in questo bilancio. Ad esempio la sottostima è un elemento che caratterizza gli ultimi due anni della gestione del fondo sanitario, della gestione finanziaria del nostro paese in questo comparto.
Gli anni precedenti sono molto più gravi da questo punto di vista perché ad una incertezza sulla quantità delle risorse si è accompagnata una assoluta impossibilità di previsione dell'entità del fondo.
Lasciare i cittadini in una situazione di incertezza per quanto riguarda le risorse Disponibili, significa creare difficoltà ancora più gravi per quanto riguarda questo settore: non dimentichiamo infatti che dalla riforma in avanti i cittadini si sono visti gravati dalla politica delle tasse, di tikets, politica rinnovata anche in presenza dell'attuale legge finanziaria.
Altri vincoli sulla politica del personale sono ancora ben presenti come è ben presente la mancanza del piano sanitario nazionale e nel contempo la presenza, nell'articolo 17 della legge finanziaria, così come è approvato nel testo della Camera, di alcuni indicatori, di alcuni parametri relativi al numero dei posti letto, alle degenze medie, agli indici di occupazione che vogliamo con attenzione richiamare e valutare. Per precisare la nostra posizione a questo riguardo abbiamo sostenuto, a livello nazionale, che queste normative dovessero essere stralciate dalla legge finanziaria, in quanto la risposta ai problemi che questi articoli pongono, doveva trovare una sede adeguata nel piano sanitario. Occorre prenderne atto nella discussione della programmazione regionale e nell'attualissima discussione della programmazione nazionale.
In primo luogo noi sottolineiamo questo aspetto: onestà intellettuale e politica vorrebbe che ne prendesse atto la D C, che è gran parte del governo nazionale e comunque responsabilità primaria in campo sanitario.
Colleghi, malgrado tutti questi condizionamenti, la nave della sanità piemontese è andata avanti, la rotta è stata saldamente mantenuta e non temiamo rischi di esagerazione alcuna nel parlare, nel descrivere attraverso la ricostruzione che sarà senz'altro meticolosa del lavoro faticoso di questi cinque anni, il caso Piemonte come un caso nazionale in positivo nel settore della sanità. Senza iattanza, ma con questo spirito affrontiamo questo bilancio e il bilancio politico di questa legislatura che, prima di giungere al termine, approverà - primo e unico caso in Italia il secondo Piano socio sanitario regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Io sono un pochino intimorito dopo l'ascolto dell'apologia che ha ora terminato il collega Acotto.



ACOTTO Ezio

Ma hai sentito le invettive di Devecchi?



NERVIANI Enrico

Ho soltanto detto che sono intimorito dall'apologia di Acotto. Non ho detto né "di regime", né ho invocato reati. Sono abituato a tenermi lontano da queste espressioni.
Debbo dire che anch'io avverto pesantemente il senso della ritualità di questi dibattiti che si ripetono nelle nostre sedute di Consiglio regionale, ma che non sono diversi frequentemente nei Consigli provinciali e comunali. Credo che qui la ritualità sia fortemente esaltata da una condizione impropria in cui i Consiglieri regionali vengono posti dalla procedura che è stata seguita nell'informazione degli stessi sulle scelte che la Giunta ha già definito e che il Consiglio dovrebbe conclusivamente fare in ordine al bilancio di previsione.
Per continuare nel tono apologetico di Acotto debbo dire che questa mattina Valeri, anticipandolo, affermava che la recente relazione annuale della Corte dei Conti sullo stato della finanza pubblica ha rilevato che nel 1983 soltanto la Regione Piemonte aveva presentato ed approvato in tempo utile il bilancio di previsione, evitando l'esercizio provvisorio. Io potrei aggiungere semplicemente: "e grazie tanto", perché se essere i primi della classe come produzione cartacea è un merito, certamente è un merit ampiamente offuscato dal non rispetto che si ha nei confronti dell'istituto regionale, dei suoi membri; assai più grave è offendere con gli atti la democrazia che non dimostrarsi abili amanuensi copiatori di documenti altrui o inventori di documenti propri che non hanno però poi conseguenze pratiche come cercherò anche di dimostrare.
Ieri mattina il collega Marchini in un concitato, ma esemplare intervento in V Commissione, parlava di un progressivo svilimento della funzione del Consigliere regionale. Parlava di "svirilimento" dell'istituto e io non posso non riprendere con altrettanta serietà questo discorso nel momento in cui annoto che la relazione al piano pluriennale della Regione Piemonte che si è voluto presentare è una relazione di 3 pagine, risibile nel contenuto, nella forma, nella sostanza. Se si vogliono presentare documenti contabili per farsi dire dalla Corte dei Conti che siamo i più bravi, lo si faccia pure, ma al tempo stesso non si dica che si vuole innalzare il valore del Consiglio regionale, nel senso della esaltazione della sua capacità legislativa.
La relazione della Giunta che accompagna il bilancio annuale 1985 è una relazione poco più consistente che per quanto attiene ai collegamenti che il bilancio dovrebbe avere al Piano regionale di sviluppo elimina l'argomento con una riga dicendo che la Giunta intende collegare la spesa con le indicazioni del Piano di sviluppo. Sic, nient'altro.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Si dice sempre che quando scriviamo poco non facciamo niente e quando scriviamo tanto invece...



NERVIANI Enrico

Signor Presidente! Io non ho mai irriso alle sue affermazioni e non le consento neppure di irridere alle mie.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

No. Dico soltanto quello che è l'oggettivo, non il risibile.



NERVIANI Enrico

Se non fosse per il rispetto alle istituzioni dopo questa sua affermazione io interromperei di parlare! Alla relazione che accompagna il bilancio del 1985 è aggiunto, è vero, un allegato ma tale che non credo che il Comune di Mezzomerico, che il collega Cerutti sa bene essere un Comune non di particolare consistenza essendo di 700-800 anime, si permetterebbe di portare come documentazione ai propri Consiglieri. Credo veramente che farebbe cose molto più approfondite e serie.
In compenso, ampia è la relazione, anche se preminentemente tecnico strutturale, del collega Valeri, ma anche su questo si devono fare delle osservazioni di merito, lo ho protestato con il mio Capogruppo ieri che mi diceva che avrebbe avuto la relazione verso le ore 17 ed ho protestato nei confronti di chi era responsabile questa mattina, avendo saputo che la relazione è stata consegnata ieri a pochi privilegiati alle ore 19 e che alle ore 10,30 stamane è stata consegnata ai Consiglieri regionali. Valeri accelerando anche la sua lettura, ha tagliato ampie parti di quello che aveva scritto, cosicché l'unica possibilità di sapere che cosa si diceva da parte della Giunta e della maggioranza, era quella di pazientemente ed affrettatamente leggere la relazione neppure per intero letta in aula da Valeri.
Io non faccio mai questioni di metodo per il gusto di farlo, ma credo che questi fatti sono gravi e ci impediscono di essere concreti nell'intervenire su un documento cosi importante come il bilancio di previsione per un intero anno della nostra attività. Altro che ritualità amico e collega Montefalchesi, questa è una ritualità obbligata che si accompagna ad un'offesa, ad una non considerazione, forse determinata da un eccesso di rispetto che l'opposizione democristiana ha sempre avuto nei confronti della Giunta e nei confronti dell'istituto regionale. Queste ripeto, sono cose importanti, non sono annotazioni di margine e mi auguro che qualunque sia la Giunta dell'anno prossimo, diverso sia il comportamento e l'atteggiamento nei confronti del Consiglio.
Non vorrei entrare, anche se soltanto di striscio, in quanto si dice nelle varie relazioni e quindi nel bilancio di previsione.
Voglio ancora annotare, come hanno già fatto i colleghi Carletto e Lombardi, che naturalmente, anche le due variazioni che sono state apportate al bilancio solo questa mattina, ci sono state consegnate.
Questa occasione di esame del bilancio per l'anno 1985 poteva consentire alla Giunta di dimostrare che le affermazioni avevano un senso ed un peso: tutto quanto per esempio era stato detto nel Piano di sviluppo che la maggioranza si è approvato nella seduta scorsa, era l'occasione per dimostrare che il bilancio era una esplicitazione contabile del Piano di sviluppo; era l'occasione per dire in che voci concrete di bilancio le affermazioni del Piano di sviluppo erano state tradotte.
Il Piano di sviluppo destina una parte specifica al progetto Verbano Cusio-Ossola: all'interno del bilancio, all'interno delle relazioni di bilancio non c'è una sola parola che specificamente richiami questo a uno qualsiasi dei punti fondamentali del Piano di sviluppo.
All'interno della nostra attività vi è una produzione continua di documenti che procedono per conto loro senza incontrarsi mai. Le "convergenze parallele" di cui si è parlato per tanto tempo sono ignote in termini assoluti e anche ogni forzatura è impossibile.
Sembra che questo bilancio sia la ripartizione puntuale di disponibilità fra i vari Assessorati, anziché essere la interpretazione, la lettura per quanto criticabile degli orientamenti del Piano di sviluppo.
Perché se così non fosse, si dovrebbe dimostrarlo nei fatti facendo riferimento a ciascun capitolo del Piano di sviluppo e dando a ciascun capitolo del piano stesso dei valori precisi in termini di cifre, in termini di concreti impegni per le realizzazioni conseguenti.
La relazione, invece, è tutta un pianto sulle indisponibilità che sono conseguenti a delle risicate finanze pubbliche trasferite alla Regione. Io vorrei ben capire anche qui come i socialisti, nostri colleghi al Governo si pongono nei confronti di questa critica continua che ai governanti viene diretta, sapendo bene che questi sono in battaglia intensa per ridurre il livello di inflazione, per contenere la spesa pubblica, per dare un taglio diverso alla finanza pubblica da quella che era stata determinata da costrizioni di ogni genere nel tempo passato. Si continua a piangere, si dice che i fondi non sono sufficienti e che quindi non si possono fare delle scelte nuove. La verità vera è che non si vogliono fare delle scelte lo non ho letto in una sola riga delle varie relazioni presentateci quest'oggi che è stata fatta una scelta. Scelta vuol dire togliere da una parte per aggiungere da un'altra, quando le disponibilità sono le stesse.
Non è stato detto per esempio che cosa si vuoi fare della spesa inutile per quanto mi concerne, e sono libero di dirlo, relativa ai Comprensori che continuano a determinare spese considerevolissime che potrebbero essere destinate ad altre attività. Non è stato detto perché l'Esap ha avuto il suo fondo di dotazione raddoppiato. Questa è una scelta particolare, ma non è stata spiegata.
Non è stato detto perché, caro Acotto, l'assistenza su cui si è pianto tanto non ha avuto alcun privilegiato interesse, se non il cosiddetto aumento pari al tasso di inflazione del 7 per cento. La collega Cernetti con la quale ho avuto occasione di avere confronti ripetuti sul tema dell'assistenza, ha sempre detto in tutte le sedi ed a tutte le radio della nostra provincia che i problemi dell'assistenza si risolvono con volontà politica, che le scelte dovevano essere più generose; la collega Cernetti voterà questo bilancio che non modifica assolutamente le condizioni e le possibilità di intervenire in questo settore. Allora anche qui bisogna che ai fatti seguano le parole, perché altrimenti non si è più creduti e veramente quello che noi diciamo e quello che noi facciamo in questa sede è atto assolutamente rituale, inincidente, inutile.
Il bilancio dunque è un bilancio di ordinarissima amministrazione dando al termine di ordinario l'accezione più negativa che esso può avere.
Voglio concludere ricordando un altro aspetto di questa nostra avventura amministrativa che dimostra quanto poco sia affidabile e credibile l'attuale Giunta che ci presenta questo bilancio.
Qualche mese fa fu approvata da questo Consiglio, dopo un vivace dibattito che ha portato complessivamente a dei risultati anche positivi la legge sulle opere pubbliche. Nel marzo scorso il notiziario della Regione Piemonte pubblicava una voce proveniente dalla Giunta: "Con questa legge gestiremo le opere pubbliche in modo nuovo, con norme più chiare e meccanismi più rapidi. Questa legge tende in primo luogo ad adeguare la legislazione regionale ai nuovi provvedimenti in materia di finanza locale nonché alla realtà delle direttive comunitarie"; e concludeva: "Il raccordo della politica delle opere pubbliche con gli strumenti di programmazione e di pianificazione della Regione Piemonte viene con questa legge assicurato".
La legge prevedeva che entro il 31 ottobre di quest'anno fosse presentato il piano pluriennale delle opere pubbliche, che dava un indirizzo preciso di comportamento in quest'importante materia al Consiglio regionale. Noi dicemmo in allora che si trattava di sogni, che non credevamo alle cose che si dicevano. Fummo facili profeti: il piano pluriennale delle opere pubbliche è sintetizzato a pag. 20 dell'allegato alla relazione al bilancio di previsione 1985 per il capitolo specifico "Viabilità e trasporti" in questo modo: "Oltre agli interventi conseguenti all'utilizzo del fondo regionale che comporta una spesa corrente pari a 270 miliardi per il ripiano dei disavanzi di esercizio delle aziende di trasporto e di oltre 44 miliardi per spese di investimento, in quest'ambito assume particolare rilievo la previsione di 20 miliardi per l'attuazione dei programmi statali del settore della viabilità, investimenti che verranno gestiti nell'ambito della convenzione Anas-Regione".
Questo è tutto, lo mi domando se dopo la constatazione del non rispetto del diritto dei Consiglieri regionali di avere per tempo la documentazione necessaria, se dopo tutte le premesse e di promesse fatte in termini seriosi e in termini così apologetici prima e questa sera da parte dei colleghi Valeri e Acotto (premesse e promesse poi puntualmente mancate) si possa dare credito ad un bilancio e ad una Giunta che si presenta nel modo che ho detto.



MARCHIARO MARIA LAURA



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Moretti. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il discorso del bilancio di previsione è legato alle risorse destinate alle Regioni. Ricordo che i quotidiani "il Popolo" e l'"Avanti" ed altri in questi giorni hanno affrontato il problema delle Regioni, criticando la politica del Governo nei confronti delle stesse e chiedendo al Governo di fare un dibattito sulla finanza locale. Di questo problema discutiamo da anni, ma non è stato affrontato.
Nonostante questo, la Giunta regionale ha fatto uno sforzo notevole per affrontare la politica finanziaria e finalmente oggi ci viene presentato un bilancio che è legato al Piano di sviluppo. Certo il Piano di sviluppo con le sue direttive, con i suoi indirizzi avrà bisogno di altri finanziamenti.
Si sono individuati tre comparti per quanto riguarda il finanziamento. Devo dire però con franchezza che problema occupazionale non può essere risolto col bilancio 1985, anche se l'indirizzo del bilancio è di affrontare i problemi dell'occupazione. Sappiamo benissimo da chi dipende la politica industriale, sappiamo anche chi sono i responsabili di questa situazione quindi è opportuno che in quest'aula si dicano le cose come stanno e non si facciano solo degli accenni. Ho seguito attraverso la stampa i dibattiti in Parlamento sull'intervento che il Governo farà per la trasformazione tecnologica, il Ministro dell'industria ha in bilancio una disponibilità di circa 8-9 miliardi, ma a tutt'oggi ha speso 6 miliardi. Questo vuoi dire che non c'è stato l'impegno verso la politica industriale. Bisogna verificare come è stato impostato il bilancio attraverso i comparti, quali sono le risorse. Occorre dire francamente che le risorse non sono sufficienti per risolvere i problemi economici della Regione Piemonte.
In agricoltura occorre ristrutturare il settore e favorire la zootecnia e la produzione di prodotti che possono avere maggiore inserimento sul mercato. Il Governo non è impegnato in questo settore. Dobbiamo anche dire che la politica della CEE ha penalizzato l'agricoltura nel nostro paese. Ho partecipato l'altro giorno al dibattito che si è svolto ad Avigliana con la Comunità Montana. Hanno proposto lo sviluppo della forestazione come soluzione della disoccupazione nella Valle di Susa. La questione agricola del Governo non è stata affrontata fino in fondo, quando diciamo che occorrono cinquanta miliardi, questa cifra ce la possiamo sognare: mancano le disponibilità, quindi anche la forestazione viene affrontata con quello che abbiamo e naturalmente la Regione deve accontentarsi. Si pone in termini urgente la riforma della finanza locale, Su questo problema tutte le forze politiche si devono impegnare. Pensiamo di continuare a dibattere nei vari convegni sul ruolo della Regione, sulle sue entrate? Ormai l'abbiamo verificato che con le entrate proprie la Regione non può far fronte agli investimenti e quindi non basta partecipare ai convegni, ma bisogna portare il dibattito nelle sedi dei Consigli regionali, proporre e votare documenti di protesta da inviare al Governo.
Credo che non vi sia una posizione differenziata del P.S.I. al governo centrale e del P.S.I. al governo regionale a fianco dei partiti di sinistra. Il problema investe tutte le Regioni, al di là delle formule di maggioranza.
L'Assessore Tapparo ha creduto opportuno - e per questo gli sono state rivolte delle critiche - proporre una conferenza sull'occupazione visto l'aggravarsi della situazione economica. E' una occasione per impegnare il Governo sugli investimenti.
Dall'ambiente industriale ci viene rivolta una critica sulla formazione professionale. La Regione vorrebbe risolvere diversamente questo problema se avesse una maggiore disponibilità di risorse potrebbe tener conto delle possibilità di inserimento delle forze lavoro in seguito alla rivoluzione tecnologica. Tutti questi impegni vengono recepiti nel Piano di sviluppo.
E' chiaro però che nel bilancio di previsione 1985 non si può affrontare tutta questa complessiva problematica. Nel corso del convegno che si terrà a Torino sull'occupazione dovremo affrontare anche la questione dell'ammodernamento delle strutture produttive e del relativo impegno finanziario.
Caro Marchini , siccome seguo spesso le tavole rotonde del vostro Ministro Altissimo, vorrei vederlo impegnato in questa conferenza sui problemi di sua stretta competenza.
Nel Piano di sviluppo sono individuate alcune proposte progettuali, per esempio il progetto montagna. E' un progetto che tenta di affrontare i problemi in termini diversi rispetto al passato. Si parla della valorizzazione del comparto zootecnico nelle aree di maggiore sviluppo quindi penso che per l'impegno finanziario la Regione debba porre il problema al livello CEE. Non si tratta più di interventi a pioggia, ma di un processo che comprende impegni in agricoltura e problemi economici legati alla montagna, alla forestazione, all'artigianato e al commercio. Ho detto in altro mio intervento che bisogna scindere il turismo produttivo dal turismo sociale: un conto è la politica del tempo libero, un conto è la politica del turismo incentivo. Nel Piano di sviluppo ci sono dei tentativi in questo senso.
In questi anni non abbiamo fatto del turismo una ragione speculativa semmai abbiamo fatto una azione di promozione legata ad una ragione culturale ambientale. Questo potrà avvantaggiare la risorsa economica non soloin montagna ma anche in altre zone turistiche, con soluzioni che favoriscano l'occupazione. I giovani che escono dalle scuole alberghiere sono sempre più numerosi, come risulta anche dai dati degli uffici del lavoro. Questo deve indurci a riflettere sui programmi volti ad incentivare il terziario. L'Assessore Tapparo si è impegnato per la costituzione di una scuola di formazione-montagna. La maggioranza e il P.S.I. hanno contribuito alla definizione della legge sull'artigianato che non riguarda solo interventi dell'Artigiancassa, ma favorisce l'occupazione e sviluppa la commercializzazione. In un precedente dibattito sulla promozionalità ho sottolineato l'importanza delle produzioni artigianali che debbono avere uno spazio nell'attività promozionale che la Regione sviluppa attraverso la Promark.
Ho ricordato che la Promark deve inserire nelle proprie attività tutta la produzione piemontese ed essere presente sui mercati nazionali ed internazionali.



EDILIZIA ABITATIVA

Dipende esclusivamente dalle risorse della Regione. Una politica che a livello nazionale è stata affrontata senza tenere conto della rilevazione dell'ultimo censimento e dell'alto numero di sfrattati. Oggi il Piemonte è la Regione che ha più sfrattati del nostro Paese, in particolare Torino e la prima cintura. Di questo è stato tenuto conto nel Piano di sviluppo.
Sulla questione della casa sarebbe utile avere un incontro con il Governo e con le altre Regioni per fare una verifica complessiva.



FONDO SOCIALE EUROPEO

L'impegno dell'Assessore su questo comparto è totale, non solo ha tenuto conto dei possibili interventi che possono venire dal fondo europeo ha sollecitato le aziende private, ha incontrato i sindacati per verificare con loro l'impostazione di un piano di formazione professionale da inserire nel piano sociale europeo.



POLITICA CULTURALE

Credo di toccare una nota stonata, tutte le volte che intervengo su questo argomento non riesco a porre nella giusta visione il problema oppure le posizioni politiche sono talmente diverse che non si riesce a trovare un momento di intesa e di confronto. La cultura interessa tutti gli strati sociali della comunità, interessa anche coloro che della cultura discutono tutti i giorni e giustamente, però ci troviamo sempre di fronte ad una cultura di elite ; manca il coinvolgimento di tutte le realtà sociali. La politica culturale è fallita a tutti i livelli: è fallita a livello comunale, è fallita a livello regionale, non esiste a livello provinciale non esiste in molti comuni della Regione, non solo in quelli di sinistra perché la cultura deve essere una scelta della collettività e non una emanazione delle. Giunte. La politica culturale decentrata è fallita.
Questo significa coinvolgimento delle realtà di base sulla cultura e questo deve essere di tutte le istituzioni. Abbiamo presentato in questi giorni con altre forze politiche un progetto di legge sul ruolo dell'associazionismo. Il discorso dell'associazionismo deve essere affrontato in termini complessivi. Non basta: elargire ai Comuni i contributi per alcune attività culturali: bisogna invece coinvolgerli.
Non intervengo sulla parte del bilancio che interessa il turismo perch la legge-quadro prevede un intervento per l'incentivazione; mi soffermo invece su quella parte del bilancio che tratta gli impianti sportivi, che ho avuto modo di conoscere a fondo durante la mia permanenza all'Assessorato allo sport. Concordo sulla impostazione finanziaria per ritengo opportuna un'azione di razionalizzazione degli interventi nel campo dell'impiantistica.
Bisogna coinvolgere maggiormente le Province, invitarle a predisporre di intesa con la Regione, un piano di programmazione, bisogna coinvolgere i Comuni, bisogna coinvolgere le organizzazioni sportive. Con un piano programmatico l'intervento regionale di 4 miliardi e 700 milioni potrebbe essere molto più razionale.



AREE ATTREZZATE

900 milioni non risolvono i problemi come non li hanno risolti in passato. Si faccia la scelta dei Comuni con vocazione turistica, dei Comuni privi di verde attrezzato.
DEPURATORI L'Assessore ha affrontato questo problema in modo diverso rispetto al passato. Prendo atto di come questo problema è stato inserito nel Piano di sviluppo e mi rendo conto che non si affrontano questi problemi con cifre insufficienti. Tuttavia vi sono già, segni di indirizzo politico che tendono a correggere l'impostazione di un tempo.
Concludo il mio intervento con due parole sulla questione energetica.
Il partito socialista viene indicato come quel partito che non ha idee sulla questione energetica o che ha diverse posizioni perché ci sono i favorevoli ed i contrari. Il partito socialista ha deciso di favorire l'insediamento della centrale nucleare, attraverso gli studi dell'Enea e dell'Università, abbiamo garanzie di sicurezza che la centrale non sarà causa di disastri. Per questo motivo esprimiamo oggi una posizione unanime.
In conclusione questo bilancio tenta di risolvere i problemi dell'economia della nostra Regione, naturalmente considerando che le risorse sono quelle che sono. Si potrebbe fare molto di più se avessimo molte più disponibilità finanziarie.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La discussione generale è conclusa.
Per la replica ha chiesto di parlare il Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Limiterò la mia replica a due critiche che sono emerse nel dibattito: una di metodo e una di sostanza.
Quella di metodo riguarda la critica che dai banchi dell'opposizione soprattutto della D.C., è stata rivolta al preteso ritardo con cui è stata consegnata la relazione. A ime pare che sia errato il destinatario della riflessione critica, seppure di riflessione critica si deve trattare.
Constato infatti che la Giunta ha presentato in tempo il bilancio, la Commissione si è riunita solamente ieri perché così era stato richiesto dai Gruppi di opposizione, il Consiglio è stato convocato oggi, per cui desidererei che qualcuno mi indicasse quando avrebbe dovuto essere fatta la relazione, ritenendo che questa debba essere fatta tenendo conto delle opinioni espresse nel corso del dibattito in commissione.
La relazione quindi ha tenuto conto di scadenze che peraltro non erano state indicate dal relatore, ma che semmai hanno complicato e reso più affannoso il suo lavoro.
L'altra osservazione si riferisce al rilievo emerso da numerosi interventi dei Consiglieri di opposizione relativamente al fatto che nella relazione sono contenute critiche ai vincoli centralistici che limitano la manovra di bilancio.
Anche in questo caso, soprattutto gli oratori della D.C., hanno voluto interpretare queste critiche, mosse alle scelte compiute dai diversi Governi che si sono susseguiti e che hanno finora impedito la riforma della finanza regionale, non come una manifestazione di normale dialettica istituzionale tra Regione e Stato., tra Consigli regionali e Governo e neppure come normale dialettica politica che su temi di indirizzo generale non può vedere l'assimilazione totale, assoluta tra i diversi Gruppi che compongono la maggioranza in Consiglio regionale. Essi hanno voluto invece darne una interpretazione strumentale: una sorta di forzatura polemica del P.C.I. che avrebbe dovuto indispettire P.S.I., e P.S.D.I. A questo riguardo, consiglierei i colleghi del Gruppo D.C. e dell'opposizione, di leggere quanto è stato scritto sull'ultimo numero della rivista "Notizie della Regione Piemonte" dal collega Simonelli a nome del Gruppo del P.S.I.
in merito alla finanza regionale. Simonelli giudica abbastanza pesantemente le scelte centralistiche compiute dai governi e che hanno ridotto nello stato attuale la finanza regionale.
Sarebbe stato parimenti sufficiente leggere cosa scrivono Presidenti o Assessori appartenenti a partiti omogenei al Governo centrale, per rendersi conto che interpretare le critiche contenute nella relazione come una forzatura polemica sia assolutamente fuori luogo. Diversamente bisognerebbe concludere che se, com'è negli auspici di taluno, dopo il 12 maggio dovesse mutare la maggioranza di questo Consiglio, ciò significherebbe una riduzione di autonomia della Regione Piemonte nei confronti dei poteri centrali e ciò sarebbe quanto mai grave.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Presidente della Giunta, per la replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Intervengo per dare alcune risposte ai colleghi che sono intervenuti che ringrazio perché hanno dimostrato capacità di analisi, sia del piano e sia del bilancio, per cui è per me anche più agevole arrivare a delle risposte.
Intanto giustamente rileviamo che abbia, mo presentato il bilancio tempestivamente, che poi la sorte (è sempre della commissione consultazioni) renda sempre questo prima della fine dell'anno abbastanza difficile è cosa nota.
Evidentemente però un bilancio non si può fare prima. Noi l'abbiamo approvato nel mese di ottobre e quindi abbastanza in tempo per essere esaminato. D'altronde, come è già stato rilevato, pare siamo l'unica Regione che lo presenta in tal modo.



MARCHINI Sergio

I primi della classe non fanno mai carriera, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale.

Io non ho detto che sono il primo della classe, ho detto che ho osservato una norma di legge Mi reputo un modesto. Chiedo scusa a Nerviani perché vorrei solo sempre scrivere cose comprensibili e leggibili, atteso che ho sofferto anch'io tanto quando mi presentavano pagine a fisarmonica tali da non poterle leggere e allora, non essendo responsabile io di questo, ho un certo senso di rivolta che manifesto con chiunque mi dica che scrivo poco.
Arriviamo ad alcune risposte: bilancio di sviluppo.
Ritengo che il bilancio di quest'anno sia più leggibile di quello dell'anno scorso. E' stato reso scarno, molte voci sono state del tutto abbattute. E' un bilancio che chiunque, io penso, può agevolmente leggere.
Quando noi parliamo di concretezza - e mi riferisco in particolare a chi ci ha accusati che noi spesso muoviamo doglianza verso il Governo per la limitazione dell'incremento delle nostre entra te - intendiamo dire che per il futuro la crescita si avvia ad essere zero e chiunque verrà a governare è bene che sappia che il prossimo bilancio non avrà quasi più incremento.
Io dico queste cose in prospettiva futura, perché quando magari sarò su quel banco vorrò vedere come l'Assessore al bilancio e alle finanze regionali determinerà il bilancio per quell'annata. Ci stiamo avviando verso la crescita zero e ciò significherà che anche se vi sarà costantemente una lievitazione delle spese, le entrate non cresceranno.
Abbiamo fatto quindi determinate scelte, poche e molto incideste, proprio perde per il futuro se ne potranno fare ancora meno.
C'è stata questa rigidità di bilancio perché dagli anni che vanno dal 1975 al 1980 la legge consentiva che alle Regioni fosse trasmesso un quantitativo di risorse pari all'aumento delle entrate dello Stato mediamente intorno al 23%. Inopinatamente con la legge del 1980 tutto questo meccanismo è stato rotto, quindi tutto ciò che è stato in precedenza è stato posto in discussione, perché se si era previsto un costante aumento adeguato delle entrate tributarie dello Stato, tutto ciò è andato a cadere ritornando non al 23% o mantenendo pressapoco intorno al 18%, ma andando quasi allo zero come oggi, quindi tutto ciò che si era speso prima in annualità, oggi deve essere pagato secondo il principio dell'introito che non è più quello sperato, ma è quello determinato dalla legge.
Se non avessimo oggi questa prospettiva legislativa che ci taglia definitivamente, il nostro discorso sarebbe un altro. Oggi però dobbiamo prendere atto che per fare i mutui occorre avere molta attenzione, perché i mutui hanno le annualità che devono essere rimborsate ed io non mi sento di lasciare ad un altro governo delle situazioni che lo rendano ancora più rigido di quanto è attualmente e quindi preferisco il bilancio che è stato fatto che rappresenta la scelta di individuare pochi interventi per mutui e di scegliere invece tutta una serie di interventi moltiplicatori sui singoli settori dell'economia per fare in modo che si abbiano degli investimenti e non soltanto una sopravvivenza.
Dobbiamo prendere atto di questa situazione, ma non per muovere doglianza. Tutti siamo ben contenti che il Governo guidato dal nostro compagno onorevole Beffino Craxi, unico nella storia degli ultimi dieci anni che abbia portato al 7% il tasso di inflazione. La nostra doglianza è soltanto la difficoltà di fare un bilancio e delle scelte, questo è quindi concretezza.
Le risorse sono identificate per quelle che sono e non corrisponde al vero che siano invece identificate erroneamente. Le risorse vengono indirizzate soprattutto sugli effetti moltiplicatori economici e quindi non soltanto come a volte è stato detto in quest'aula "dando a pioggia"; ormai è molto cambiato questo quadro: è raro, proprio molto raro, che si facciano ancora degli interventi a pioggia.
Quando noi parliamo in termini di Piano di sviluppo occorre sapere discutere ed avere anche il senso della conoscenza che noi non ci poniamo su un Piano di sviluppo autonomo, avulso dalla società o dallo Stato: il nostro Piano di sviluppo è un piano che si inserisce nelle realtà nazionali, cogliendole e facendone un quadro armonico. Si è fatta polemica sul fatto che soltanto una parte delle opere pubbliche sia stata avviata cioé quella relativa alla convenzione con l'Anas, ma ci si dimentica che è stato avviato anche il piano delle ferrovie. Occorre quindi sapere che un Piano di sviluppo ha questo quadro generale a cui fa riferimento: ricollega insieme tutte queste forze, ricollega gli imprenditori e non sarebbe possibile diversamente. Infatti un piano di sviluppo in questa società di mercato può essere soltanto contrattato o deve avere il consenso diversamente un piano che sia vincolante io non lo conosco ancora, salvo per quanto riguarda i mezzi della Regione, ma i mezzi della Regione in un vasto quadro evidentemente non sono sufficienti di per se stessi a muovere dei volani che siano efficienti per dare una risposta adeguata.
L'obiettivo che ci siamo posti è quello dell'innovazione e dell'occupazione.
Ieri su "II Sole - 24 ore" ho letto un articolo interessante che mi ha fatto meditare. Vi era detto che non era giusto attribuire tutta la questione della disoccupazione esclusivamente ai fenomeni innovatori quando i fenomeni innovatori avevano creato anche delle premesse per l'espansione di un fenomeno economico, quindi per una rioccupazione sotto altri aspetti. E su questo smorzo un po' i miei toni rispetto al fatto che la tecnologia, come spesso ritenuto, nuova nel suo complesso, avesse tagliato fette importanti dell'occupazione. Sempre in questo stesso articolo, scientificamente molto valido, si rilevava che se era vero questo, era vero peraltro che per quanto attiene la produzione, la grande massa di produzione, di ricchezza e di competizione a carattere mondiale noi venivamo ad essere posti in condizioni di sviluppo ulteriore della nostra economia.
A volte ho sentito dire: "Non avete fatto niente", tono che ho usato anch'io negli anni '50 quando facevo l'opposizione, sebbene più nelle nostre riunioni e nelle piazze, anziché fare un'analisi puntuale ed attenta delle cose che si sono fatte.
Ritengo infatti che questa Giunta abbia fatto molte cose, e si sono fatte col vostro aiuto. Nessuno nega l'apporto che avete dato ed anzi io vi ringrazio per quello che avete fatto. Bisogna ricordare per esempio che nel campo dell'energia si è fatto molto. Ma non certamente noi, io non parlo mai in questo consesso del merito che abbiamo noi e del merito che hanno gli altri, dico sostanzialmente che col contributo complessivo democratico di intervento, di partecipazione e di intelligenza che avete dato si sono fatte molte cose. Per esempio per quanto riguarda l'urbanistica attraverso un lungo iter prima in Commissione e poi in Consiglio siamo arrivati alla determinazione delle novità in materia urbanistica che sono state apprezzate nella comunità.
Devo dire che sotto altri aspetti, per esempio la formazione professionale, si è riqualificato interamente il settore. Nel campo dei problemi occupazionali, il collega Tapparo ha dimostrato capacità nel governo del territorio: vi sono stati interventi notevoli e ritengo che sia stato dato corso a una quantità di iniziative, a mio giudizio apprezzabili.
Passo ad alcune risposte.
Nella sede della società Sito abbiamo proposto un aumento di capitale che non è stato accolto dal gruppo privato. Alcuni hanno detto: "Bene, a questo punto il pubblico avanzi". Se il pubblico avanza, poi si dice che si vorrebbe anche il privato, ma quando il privato deve venire, non c'è.
Questo discorso comincia a turbarmi, perché si dice sempre di volere il pubblico e il privato insieme, che finalmente maturi l'imprenditore, che si abbia il gusto del rischio, poi quando c'è il gusto del rischio, che non vorrei tradurre soltanto nel bilancio regionale, ma anche nelle tasche di chi con me si accompagna in questa vicenda, il privato non c'é.



BORANDO Carlo

Qualche volta è il gusto del suicidio.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale.

No. Voglio farti un esempio: la Sagat. Quando siamo entrati nella Sagat, i privati volevano andarsene: ora la Sagat ha dei dividendi, non dico che sia merito della Giunta regionale o del Consiglio regionale, fatto sta che si è ripreso questo discorso ed i privati sono rimasti facendo anche degli aumenti di capitale. In merito a Sito non è ancora venuto niente, ma esiste già un progetto a corredo della richiesta avanzata al fondo investimenti. Se però il gruppo privato manifesta perplessità rispetto a un tipo di aumento di capitale che sia adeguato, come d'altronde ha chiesto giustamente il Consigliere Vetrino, io do perfettamente ragione sotto questo aspetto. I privati dovrebbero dire che a questo livello non ci stanno, ma non perché non credono in quello, ma perché è difficile reperire le risorse finanziarie necessarie ed a questo punto il pubblico potrebbe anche rivedere certe posizioni che però non vorrebbe vedere. Sotto questo aspetto vorrei fare ancora alcu ne osservazioni. Ad esempio per quanto riguarda le osservazioni fatte dal Consigliere Carletto, ma anche dalla Vetrino, da Nerviani e da altri, in merito alle tasse mutui e spesa, voglio dire al collega Carletto che forse non ha dati esatti, perché dai dati in mio possesso risulta che le liquidazioni ad oggi delle previsioni, l'anno scorso, era al 76%, quest'anno è già all'80%, il che vuoi dire che probabilmente prima della fine dell'esercizio, al 31 gennaio, si migliorerà ancora.
Le entrate non sono gonfiate. Anzi, non si è tenuto conto dell'incremento del fondo regionale di sviluppo perché non ancora approvato dal Parlamento e quindi non sono stati inseriti circa 3,5-4 miliardi che probabilmente saranno l'ulteriore stanziamento che verrà fatto.
Il Consigliere Carletto, ancora, non tiene conto del fatto che la spesa sanitaria è per la Regione una partita che dà luogo a regolazioni contabili solo a fine esercizio, quindi il suo dato è errato quando parla del 30 perché si riferisce ad un fatto che non avviene attraverso le casse regionali. Se si chiedesse l'importo delle liquidazioni ad oggi il terminale risponderebbe zero, mentre è ovvio che il fondo sanitario nazionale viene regolarmente erogato alle UU.SS.SS.LL., tale passaggio per non coinvolge le casse regionali, né in entrata, né in uscita. La Regione ne tiene conto solo in sede di consuntivo e come sistemazione contabile.
Voglio ancora dare alcune risposte rispetto ai mutui. Anche su questo piano ci siamo mossi con molta attenzione, perché il mutuo che andremo a contrarre attraverso il fondo europeo, in ECU, è un mutuo che ci costerà probabilmente soltanto dal 10 al 10,50%, quindi abbiamo avviato anche sotto questo aspetto una politica che consenta a chi verrà a governare successivamente di non avere un carico eccezionalmente elevato perché io credo che chiunque di voi oggi volesse investire al 10% riuscirebbe certamente ancora a farlo.
Sotto l'aspetto della spesa, voglio dire che forse mai come quest'anno noi siamo in fase di avanzamento. E né mai, come è stato rilevato, io mi sono lagnato della mancanza di liquidità, perché devo dire che il Ministro Goria ha sempre dato quanto spettava alla Regione Piemonte puntualmente.
Non devo che ringraziarlo, perché non ha usato nessun metro particolare; ma mi ha anche detto che siamo una delle Regioni che liquida di più, perché da parte di altre Regioni non ha mai avuto particolari sollecitazioni per il versamento.
Devo dire ancora a Nerviani che non è vero che sui Comprensori noi non ci siamo mai espressi. Sui Comprensori ci siamo espressi nella linea che è stata tenuta anche dall'Anci in parecchie occasioni. La riforma delle autonomie locali prevede la Provincia metropolitana, cioé la Provincia comprensorio e quindi il Comprensorio viene ad essere inglobato ad attività provinciali che non è limitata più alle strade o a poche altre incombenze ma viene arricchita di altre competenze. Questa riforma però la vedo oramai sfuggente e lontana. Cosa fare allora? Quale miglior mezzo di incontro fra la Regione ed i singoli Comuni, se non quello del Comprensorio che li raggruppa? Non esiste nessun altro mezzo, a meno di fare noi una legge in merito alla provincia comprensorio, ma da parte nostra non è possibile promuovere una legge in cui non si vada soltanto alla delega delle funzioni e di competenze, ma di ordini alle Province di raggruppare i Comuni per pianificare e programmare. Mi riesce difficile a comprenderlo sotto questo aspetto. E quindi il Comprensorio lo si deve, a mio giudizio, se non viene la riforma, certo cambiare, rivitalizzare, ma sarebbe un errore imperdonabile, dopo le esperienze che alcuni Comprensori hanno maturato perdere queste capacità.
lo non mi sentirei di andare in quella direzione. Allora se così stanno le cose, se questo bilancio è vero, se questo bilancio è presentato tempestivamente, se si lega nelle grandi scelte a quello che è il Piano di sviluppo, non solo perché se questo bilancio avesse la pretesa di legarsi da solo alle grandi scelte che vengono fatte, ma non tenesse conto di quelli che sono i rapporti con lo Stato, non tenesse conto dei rapporti con gli imprenditori, con l'esistenza di un grosso impianto industriale del Piemonte, sarebbe destinato a fallire.
Noi ci rendiamo conto di questo, ci rendiamo conto che soltanto nel momento in cui noi ci porremo come momento di organizzazione generale della società, non riusciremo a dare una risposta significativa.
La Fiat ad esempio ha un bilancio consolidato complessivo di 22-23.000 miliardi, contro i nostri 4.700 miliardi, quindi dobbiamo vedere qual è la competizione tra un solo gruppo industriale e la Regione Piemonte.
Il nostro bilancio si colloca in realtà molto difficili da manovrare ma con l'organizzazione e la messa insieme delle varie fasi costruttive dell'economia è possibile fare qualcosa.
Ritorno sul problema del consenso. Se sostanzialmente non si arriva ad avere il consenso di centinaia di migliaia di persone che conoscono e si muovono in un ambito, non soltanto del governo, ma degli indirizzi che il Consiglio regionale dà, a questo punto il nostro piano e il nostro bilancio possono essere vanificati, ma io credo da quello che vedo e da quello che sento che questo consenso, certo non tutto perché in democrazia non si pu pretendere che sia tutto, però in larga parte c'è ed è quello che mi conforta oggi a dirvi che il bilancio che vi presento è un bilancio vero, è un bilancio che potrà fare la sua strada per il 1985.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Stato di previsione dell'entrata) "Il totale generale delle entrate della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 1985 è approvato in L. 4.711.093.884.182 in termini di competenza e in L. 4.916.856.222.529 in termini di cassa.
Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, l'accertamento e la riscossione dei tributi istituiti dalla Regione, ed il versamento, nella cassa della Regione, delle somme e dei proventi dovuti nell'anno finanziario 1985".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Stato di previsione della spesa) "Il totale generale delle spese della Regione Piemonte, per l'esercizio finanziario 1985 è approvato in L. 4.711.093.884.182 in termini di competenza ed in L. 4.916.856.222.529 in termini di cassa.
E' autorizzata l'assunzione di impegni di spesa entro i limiti degli stanziamenti di competenza dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1985.
E' autorizzato il pagamento delle spese della Regione entro i limiti degli stanziamenti di cassa dello stato di previsione della spesa per l'anno 1985, in conformità delle disposizioni di cui alla legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 2 è approvato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Bilancio pluriennale) "E' approvato il bilancio pluriennale della Regione per il periodo 1985/87, allegato alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Riclassificazione della spesa) "Sono approvati, ai sensi dell'articolo 32, penultimo ed ultimo comma della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 i quadri di riclassificazione e di riassunto delle spese, allegati allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Spese obbligatorie e d'ordine) "Sono considerate spese obbligatorie e d'ordine, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 38 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55 quelle descritte nell'elenco n. 1, allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Variazioni di bilancio) "Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, ai sensi dell'articolo 15, primo comma, della legge 19 maggio 1976, n. 335, e su conforme deliberazione della Giunta regionale, le variazioni al bilancio dell'esercizio in corso per l'istituzione di nuovi capitoli di entrata, per l'iscrizione di somme derivanti da assegnazioni dello Stato destinate a scopi specifici e per l'iscrizione delle relative spese quando queste siano tassativamente regolate dalle leggi statali o regionali in vigore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Garanzie prestate dalla Regione) "E' approvato ai sensi dell'articolo 50 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, il prospetto delle garanzie principali e sussidiarie prestate dalla Regione a favore di Enti e di altri soggetti, di cui all'elenco n. 2 allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Pagamenti mediante aperture di credito) "E' approvato, ai sensi dell'articolo 63 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, il prospetto dei capitoli delle spese alla cui gestione si può provvedere mediante aperture di credito a favore di funzionari della Regione, di cui all'elenco n. 3 allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Fondi globali) "Ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 41 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, è autorizzata l'iscrizione nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1985: a) del capitolo n. 12500 denominato: 'Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese di parte corrente attinenti alle funzioni normali' (elenco n. 4, allegato allo stato di previsione della spesa) b) del capitolo n. 12600 denominato: 'Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi che sì perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese per investimenti attinenti ad ulteriori programmi di sviluppo' (elenco n. 5, allegato allo stato di previsione della spesa)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Fondo di riserva di cassa) "Il fondo di riserva di cassa di cui all'articolo 40 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nel corso dell'esercizio finanziario 1985, sui singoli capitoli di spesa, è determinato in L. 47.000.000.000 ed è iscritto al capitolo numero 12900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Autorizzazione a contrarre mutui a ripiano del disavanzo) "Per far fronte al disavanzo esistente fra il totale delle spese di cui si autorizza l'impegno ed il totale delle entrate che si prevede di accertare nel corso dell'esercizio finanziario 1985: è autorizzata, ai sensi dell'articolo 48 della legge regionale 29 dicembre 1981!, ni 55, la contrazione di mutui per un importo complessivo di 240.000 milioni.
1 mutui saranno stipulati ad un tasso massimo del 19% annuo, oneri fiscali esclusi, e per la durata massima dell'ammortamento di 25 anni.
La Giunta regionale è autorizzata a provvedere alla stipulazione dei mutui predetti nei limiti, alle condizioni e con le modalità previste dal presente articolo.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al presente articolo, previsti in L. 6.800.000.000 per l'anno finanziario 1985 e in L.
47.136.000.000 per l'anno finanziario 1986 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvede: per l'anno finanziario 1985, con le disponibilità iscritte in corrispondenza dei capitoli n. 13090 e n. 13095 del bilancio per l'anno finanziario 1985, nella rispettiva misura di L.
6.300.000.000 e L. 500.000.000 e, per gli anni finanziari 1986 e successivi, con le somme che sono iscritte, nell'ambito delle disponibilità esistenti alla voce 'Oneri non ripartibili' bilancio pluriennale 1985/1987.
Le spese al cui finanziamento è possibile provvedere mediante l'assunzione dei mutui a pareggio del bilancio di previsione per l'anno 1985 sono quelle iscritte, nello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo, ai capitoli numero: 1000, 2365, 2655, 2680, 2690, 2720 2735, 2775, 3020, 3140, 3170, 3220, 3237, 3450, 3460, 3480, 3560, 3586 3630, 3650, 3655, 3776, 3820, 3830, 3832, 3840, 5010, 5025. 5032, 5094 5096, 5285, 5300,5420, 5640, 5756, 6010, 6020, 6115, 6245. 7075, 7110 7140, 7260, 7465, 7560, 7633, 7760, 7770, 7800, 8495, 8610, 8620, 8900 8905, 8960, 9100, 9130, 9150, 9185, 9230, 9293, 9300, 9301, 10110, 11500 11505, 11695, 11730,11751, 11765,11785, 11790, 11800, 12600, 12760".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art. 13 (Organizzazione e partecipazione a convegni) "La spesa per la realizzazione degli interventi di cui agli articoli 1 lettera a) e 2 della legge regionale 14 gennaio 1977, n. 6, modificata ed integrata dalla legge regionale 11 agosto 1978, n. 49, è determinata per l'anno finanziario 1985, in 300 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 520.
La spesa per la realizzazione degli interventi di cui agli articoli l lettera b) e 3 della legge regionale 14 gennaio 1977 n. 6, modificata ed integrata dalla legge regionale 11 agosto 1978, n. 49, è determinata per l'anno finanziario 1985, in 300 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 760.
La spesa per la concessione dei contributi di cui agli articoli 1 lettera c) e 4 della legge regionale 14 gennaio 1977 n. 6, modificata ed integrata dalla legge regionale 11 agosto 1978, n. 49, è determinata per l'anno finanziario 1985, in 100 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 780".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Contributo all'Istituto di ricerche economico-sociali del Piemonte) "La spesa per la concessione all'Istituto di ricerche economico-sociali (I.R.E.S.) del contributo di cui all'articolo 12, lettera b), della legge regionale 2 settembre 1974, n. 29, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 1.100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1300".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Contributo all'Ente regionale di sviluppo agricolo del Piemonte) "I contributi di cui all'articolo 17, lettera b) della legge regionale 24 aprile 1974, n. 12 modificato dall'articolo 13 della legge regionale 24 ottobre 1977, n. 51, sono determinati per l'anno finanziario 1985 in lire 3.300 milioni e in lire 1.320 milioni e sono iscritti rispettivamente ai capitoli n. 1350 e n. 1355".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Contributo al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione) "La spesa per la concessione al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione del contributo di cui all'articolo 9 della legge regionale 15 marzo 1978, n. 13, è determinata, per l'anno finanziario 1985 in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1400".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Contributi nelle spese di funzionamento delle :Comunità Montane) "La spesa per la concessione alle Comunità Montane del contributo nelle spese di funzionamento di cui all'articolo 2 della legge regionale 28 agosto 1979, n. 50, è determinata per l'anno finanziario 1985 in 1.300 milioni ed è iscritta al capitolo numero 1800".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L L'art. 17 è approvato.
Art. 18 (Provvedimenti a favore del movimento cooperativo) "La spesa per la concessione dei contributi alle Sezioni regionali delle Associazioni nazionali di rappresentanza e tutela del movimento cooperativo di cui alla legge regionale 15 maggio 1978, n. 24 è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 420 milioni ed è iscritta al capitolo n. 2320".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Art. 19 (Costituzione dell'Istituto Tecnotex Biella) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 30 agosto 1984, n. 47, è determinata per l'anno finanziario 1985 in 140 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 2365".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Spese per il funzionamento dell'Ufficio del difensore civico e della sua segreteria) "La spesa per il funzionamento dell'ufficio del difensore civico e della sua segreteria di cui alla legge regionale 9 dicembre 1981, n. 50, è determinata per l'anno finanziario 1985, in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 2390".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri Art. 21 (Interventi in materia di agricoltura e foreste) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 1.020 milioni, iscritti al capitolo n. 2630, per gli oneri di carattere generale 2.700 milioni, iscritti al capitolo n. 2690, per i contributi in capitale di cui all'articolo 14 3.000 milioni, iscritti al capitolo n. 2735, per i contributi in capitale di cui agli articoli 14 e 39, lettera a) e 45 2.250 milioni, iscritti al capitolo n. 2775, per i contributi negli interessi attualizzati di cui all'articolo 15 1.000 milioni, iscritti al capitolo n. 3170, per i contributi in capitale di cui agli articoli 39, lettere b) e c) e 45 1.500 milioni, iscritti al capitolo n. 3220, per le spese di cui all'articolo 23 1.200 milioni, iscritti al capitolo n. 3290, per le spese di cui all'articolo 25 1.500 milioni, iscritti al capitolo 3460, per i contributi in capitale di cui all'articolo 30 500 milioni, iscritti al capitolo n. 3480, per i contributi in capitale di cui all'articolo 31 1.500 milioni, iscritti al capitolo ili 3560, per i contributi in capitale di cui all'articolo 34 3.000 milioni, iscritti al capitolo n. 3650, per i contributi in capitale di cui agli articoli 31 e 36 1.000 milioni, iscritti al capitolo n. 3750, per i contributi di cui all'articolo 41 per la realizzazione di programmi di assistenza tecnica 350 milioni, iscritti al capitolo n. 3751, per i contributi di cui all'articolo 41 per la redazione di progetti e per lo svolgimento di azioni promozionali 700 milioni, iscritti al capitolo n. 3752, per le spese di cui all'articolo 41, per azioni promozionali 300 milioni, iscritti al capitolo n. 3776, per i contributi negli interessi attualizzati di cui all'articolo 44 360 milioni, iscritti al capitolo n. 3783, per le sovvenzioni di cui all'articolo 46, primo comma, punto 1) 1.200 milioni, iscritti al capitolo n. 3790, per le spese di cui agli articoli 47 e 48 400 milioni, iscritti al capitolo n. 3820, per i contributi di cui all'articolo 2, punto 3 della legge regionale 11 maggio 1984; n. 24 400 milioni, iscritti al capitolo n. 3830, per i contributi di cui all'articolo 3 punto 8) della legge regionale 11 maggio 1984, n. 24 1000 milioni, iscritti al capitolo n. 3840, per i contributi di cui agli articoli 53, 56 e 57".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Art. 22 (Consorzio interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 29 novembre 1982, n. 36, è determinata per l'anno finanziario 1985 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 3796".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
Art. 23 (Interventi per la prevenzione ed estinzione degli incendi forestali) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 6 maggio 1974, n. 13 e successive modificazioni ed integrazioni è autorizzata, per l'anno finanziario 1985 la seguente spesa: 1.000 milioni, per gli oneri correnti di cui agli articoli 2, ultimo comma, 4, 6, lettere f), h), i) ed I), iscritti al capitolo n. 3310".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
Art. 24 (Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico-enologici, le strade del vino) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 12 maggio 1980, n. 37 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 350 milioni per i contributi alle enoteche regionali, alle botteghe del vino, alle cantine consorziali ed ai musei etnograficoenologici iscritti al capitolo n. 3755 200 milioni per le spese per la segnaletica per le strade del vino iscritti al capitolo n. 3757".
Si passi alla votazione.
( (Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
Art. 25 (Repressione delle frodi in materia di prodotti vinicoli) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 13 maggio 1980, n. 39 sono autorizzate per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 150 milioni per i contributi di cui agli articoli 2, 3 e 5 iscritti al capitolo n. 3779 250 milioni per i contributi alle amministrazioni provinciali e comunali, iscritti al capitolo n. 3780 60 milioni, per le spese a carico della Regione, comprese quelle relative alla meccanizzazione dell'anagrafe vitivinicola, iscritti al capitolo n. 3781".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
Art. 26 (Interventi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Enti locali per la costituzione di aree industriali attrezzate) "La spesa per la concessione dei contributi di cui all'art. 1 della legge regionale 9 aprile 1975, n. 21, integrata dalla legge regionale 11 agosto 1978, n. 50, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5010.
La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 25 febbraio 1980, n. 9, modificata dalla legge regionale 22 maggio 1980, n.
58, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 2.600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5025".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
Art. 27 (interventi per l'attuazione della legge 21 maggio 1981, n. 240) "Ai fini dell'applicazione della legge regionale 9 marzo 1984, n. 17 sono autorizzate per l'anno finanziario 1985 le seguenti spese: 200 milioni per i contributi di cui agli articoli 2, secondo comma e 3, iscritti al capitolo n. 5032 900 milioni per il fondo di cui all'articolo 4, iscritti al capitolo n. 5036".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Art. 28 (Osservatorio regionale sul mercato del lavoro) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 6 gennaio 1983, n. 1 è determinata per l'anno finanziario 1985, in 200 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5045".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
Art. 29 (Interventi regionali in materia di migrazioni) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 6 luglio 1978, n. 42, é determinata, per l'anno finanziario 1985, in 100 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5080".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
Art. 30 (Interventi per l'inserimento di giovani disoccupati e di lavoratori in cassa integrazione guadagni) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 21 giugno 1984, n. 28 sono autorizzate per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 350 milioni per i contributi di avviamento di cui all'articolo 4 secondo comma, iscritti al capitolo n. 5092 2.000 milioni per i contributi di cui agli articoli 4, primo comma e 5, iscritti al capitolo n. 5094 100 milioni per la partecipazione di cui all'articolo 9, iscritti al capitolo n. 5096".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
Art. 31 (Cantieri di lavoro di Enti locali) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 18 ottobre 1984, n. 55, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 1.500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5098".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
Art. 32 (Costituzione di aree attrezzate per insediamenti artigiani) "La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui alla legge regionale 14 novembre 1979, n. 64, è determinata per Panno finanziario 1985 in 3.150 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5285".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
Art. 33 (Revisione degli Albi provinciali delle Imprese artigiane) "Le spese per la revisione degli Albi provinciali delle imprese artigiane, di cui alla legge regionale 14 marzo 1980, n. 14, sono stabilite per l'anno finanziario 1985, in 140 milioni ed iscritte al capitolo n.
5295".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
Art. 34 (Interventi per lo sviluppo della rete distributiva) "Le spese per la concessione dei contributi di cui agli articoli 3 e 6 lettera b) della legge regionale 4 giugno 1975, n. 47, modificata dalle leggi regionali 15 novembre 1976, n. 57 e 29 giugno 1978, n. 39, sono determinate per l'anno finanziario 1985, rispettivamente in lire 1.200.000.000 e lire 200.000.000 e sono iscritte ai capitoli n. 5300 e n.
5390.
La spesa per la concessione dei contributi di cui all'articolo 6 lettera c), della legge regionale 4 giugno 1975, n. 47, modificata dalle leggi regionali 15 novembre 1976 n. 57 e 29 giugno 1978, n. 39, è determinata per l'anno finanziario 1985 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5420" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
Art. 35 (Acquisto di mezzi sgombero neve) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 28 febbraio 1984, n. 14, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 300 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 5840".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 35 è approvato.
Art. 36 (Interventi nel settore del trasporto pubblico di persone) "Ai fini dell'applicazione della legge regionale 23 luglio 1982, n. 16 è autorizzata per l'anno finanziario 1985, la seguente spesa: 1.400 milioni per la concessione dei contributi in conto capitale per il subentro di Enti e di aziende nei servizi di trasporto, e sono iscritti al capitolo n. 5921".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
Art. 37 (Interventi per l'esecuzione di opere pubbliche ai sensi della legge regionale 16 maggio 1975, n. 28) "La spesa per la concessione alle Province dei contributi di cui all'articolo 2 (manutenzione ordinaria strade), è determinata per l'anno finanziario 1985, in lire 3.500.000.000, ed è iscritta al capitolo n. 6000.
La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2, n. 1 e 2 (costruzione, ricostruzione, ampliamento e potenziamento acquedotti e fognature) è determinata per l'anno finanziario 1985 in 9.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7260"' Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
Art. 38 (Interventi per la grande viabilità) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 27 gennaio 1 983, n. 4, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 20.000 milioni, ed iscritta al capitolo n. 6115".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
Art. 39 (Piani di coordinamento territoriale) "La spesa per la predisposizione dei piani di coordinamento territoriale di cui all'articolo 80 della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56, è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 200 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 7050".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
Art. 40 (Cartografico regionale) "Ai fini dell'applicazione delle leggi regionali 12 ottobre 1977, n. 48 e 30 luglio 1981, n. 25, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 50 milioni per il funzionamento degli uffici del servizio urbanistico regionale, iscritti al capitolo n. 7100 450 milioni per l'attuazione dei programmi operativi, iscritti al capitolo n. 7110" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 40 è approvato.
Art. 41 (Contributi per la formazione di strumenti urbanistici) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 23 maggio 1975, n. 34, modificata dalla legge regionale 7 giugno 1976, n.
31, è determinata per Panno finanziario 1985 in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7140".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 41 è approvato.
Art. 42 (Funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale) "La spesa di cui alla legge regionale 19 dicembre 1978, n. 77, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 140 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7160".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 42 è approvato.
Art. 43 (Interventi per l'edilizia scolastica minore) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 12 giugno 1978, n. 31, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 2.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7800".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 43 è approvato.
Art. 44 (Personale dei parchi e delle riserve naturali) "Ai sensi ed in applicazione della legge regionale 31 agosto 1982, n.
29, la spesa per il personale dei parchi e delle riserve naturali è determinata per l'anno finanziario 1985, in 3.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7910".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 44 è approvato.
Art. 45 (Contributo all'azienda regionale dei parchi suburbani) "La spesa per la concessione del contributo di cui all'articolo 14 della legge regionale 31 agosto 1982, n. 28, è stabilita, per l'anno finanziario 1985 in 1.700 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7920".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 45 è approvato.
Art. 46 (Interventi per i parchi e le riserve naturali) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 17 agosto 1977, n. 42, è stabilita, per l'anno finanziario 1985, in 150 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7930.
La spesa per l'attuazione della legge regionale 20 marzo 1978, n. 14 (istituzione del parco naturale dell'Alpe Veglia) è stabilita per l'anno finanziario 1985 in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7940.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del bosco del Vaj è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 30 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7950.
La spesa per la gestione del parco naturale della Valle del Ticino è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7960.
La spesa per la gestione dei parchi e delle riserve naturali suburbani di cui alla legge regionale 31 agosto 1982, n. 28, è stabilita per l'anno finanziario 1985 in 700 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7970.
La spesa per la gestione del parco naturale delle Lame del Sesia e delle riserve naturali speciali dell'isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit è stabilita per l'anno finanziario 1985 in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7980.
La spesa per la gestione del parco naturale dell'Alta Valle Pesio è stabilita, per l'anno finanziario 1985, in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7990.
La spesa per la gestione del parco naturale Orsiera Rocciavré è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 120 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8005.
La spesa per la gestione del parco naturale Alta Val Sesia è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n.
8010.
La spesa per la gestione del parco naturale della Garzaia di Valenza è stabilita, per l'anno finanziario 1985 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8020.
La spesa per la gestione del parco naturale di Rocchetta Tanaro è stabilita, per l'anno finanziario 1985, in 30 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8025.
La spesa per la gestione della riserva naturale del bosco o dei laghi di Palanfré, è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 30 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8040.
La spesa per la gestione del parco naturale dell'Argentera è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 200 milioni ed è iscritta al capitolo n.
8050.
La spesa per la gestione del parco naturale dei Lagoni di Mercurago, è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 30 milioni ed è iscritta al capitolo n, 8060.
La spesa per la gestione del parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 60 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8065.
La spesa per la gestione del parco naturale dei laghi di Avigliana è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 60 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8070.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale dell'Orrido e stazione di Leccio di Chianocco è stabilita, per Panno finanziario 1985, in 10 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8085.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Urta è stabilita, per l'anno finanziario 1985, in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8120.
La spesa per la gestione del Parco naturale della Rocca di Cavour è stabilita, per l'anno finanziario 1985, in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8148.
La spesa per la gestione del parco naturale del Sacro Monte di Crea è stabilita, per l'anno finanziario 1985, in 60 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8180.
La spesa per la gestione del parco naturale della Val Troncea è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 60 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8185.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del parco Burcina è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8190.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8195".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 46 è approvato.
Art. 47 (Interventi per la promozione della domanda turistica) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 25 giugno 1979, n. 35, è determinata per l'anno finanziario 1985, in 2.200 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8230".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 47 è approvato.
Art. 48 (Interventi per il turismo alpino e speleologico) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 30 maggio 1980, n. 67, è stabilita, per l'anno finanziario 1985, in 350 milioni ed è iscritta nei capitoli n. 8510, n. 8530 e n. 8540, nella rispettiva misura di 150 milioni, 170 milioni e 30 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 48 è approvato.
Art. 49 (Contributi per il completamento ed il recupero di impianti sportivi) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 1 marzo 1979 n. 10, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 3.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8610".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 49 è approvato.
Art. 50 (Contributo per l'allestimento di aree per il tempo libero) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 22 maggio 1980, n. 56, è stabilita per l'anno finanziario 1985, in 900 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8620" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 50 è approvato.
Art. 51 (Contributi per l'incentivazione dell'attività degli Enti di promozione sportiva) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 1 marzo 1979 n. 9 è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 400 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 8680".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 51 è approvato.
Art. 52 (Contributi per la programmazione sportiva) "La spesa per la concessione dei contributi di cui al Titolo II della legge regionale 1 marzo 1979 n. 10, per l'anno finanziario 1985 è determinata in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8690".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 52 è approvato.
Art. 53 (Interventi per la sistemazione di bacini montani ed opere idraulico forestali) "Ai fini dell'applicazione della legge regionale 19 novembre 1975, n.
54, sono autorizzate per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 8.000 milioni per spese relative ad opere idraulico forestali iscritti al capitolo n. 8900: 4.000 milioni per contributi per opere idraulico forestali, iscritti al capitolo n. 8905" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 53 è approvato.
Art. 54 (Disciplina degli scarichi delle attività produttive) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 8 novembre 1974 n. 32, è determinata per l'anno finanziario 1985 in 100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8950".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 54 è approvato.
Art. 55 (Provvidenze speciali per il risanamento delle acque) "La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2 della legge regionale 29 aprile 1975, n. 23, modificata con la legge regionale 10 marzo 1979 n. 22 è determinata per l'anno finanziario 1985 in 10.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8960".
Si passi alla votazione.
( (Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 55 è approvato.
Art. 56 (Interventi per lo smaltimento dei rifiuti solidi) "La spesa per la concessione dei contributi in conto capitale di cui all'articolo 3, primo collima, della legge regionale 4 giugno 1975, n. 46 è determinata per l'anno finanziario 1985 in 8.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9100.
La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'articolo 2, lettera a), della legge regionale 5 giugno 1979, n. 28 è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 900 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9130.
La spesa relativa alla concessione dei contributi per l'integrazione dei costi annui di gestione, di cui all'articolo 2, lettera b) della legge regionale 5 giugno 1979, n. 28, è determinata, per l'anno finanziario 1985 in 100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9140".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 56 è approvato.
Art. 57 (Prevenzione e controllo dell'inquinamento atmosferico ed acustico) "La spesa per l'Attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 21 agosto 1978, n. 52, è determinata per l'anno finanziario 1985 in 600 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9150".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 57 è approvato.
Art. 58 (Tutela dell'ambiente naturale) " La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 2 novembre 1982, n. 32, è stabilita, per l'anno finanziario 1985 in 1.050 milioni ed è iscritta ai capitoli n. 9175 e n. 9185, nella rispettiva misura di 350 milioni e 700 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 58 è approvato.
Art. 59 (Pronto intervento) "Ai fini dell'applicazione della legge regionale 29 giugno 1978, n. 38 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 6.000 milioni per interventi a tutela dell'incolumità pubblica nonch contributi per fabbricati danneggiati da calamità naturali, iscritti al capitolo n. 9300 2.000 milioni per spese relative ad interventi di pronto soccorso iscritti al capitolo n. 9301".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 59 è approvato.
Art. 60 (Attività ed interventi di formazione professionale) "Le spese per l'attuazione delle attività e degli interventi di cui alla legge regionale 25 febbraio 1980, n. 8, sono stabilite, per l'anno finanziario 1985, in 41.880 milioni e sono iscritte ai capitoli n. 11500 n. 11505, n. 11510, n. 11520, n. 11550, n. 11590, n. 11615 e n. 11630 nella rispettiva misura di 1.110 milioni, 5.690 milioni, 700 milioni, 535 milioni, 31.225 milioni, 2.000 milioni, 400 milioni, 220 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 60 è approvato.
Art. 61 (Formazione professionale degli operatori degli asili-nido) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui all'articolo 17 della legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, è determinata, per l'anno finanziario 1985 in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11600".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 61 è approvato.
Art. 62 (Insegnamento dello sci in Piemonte) "La spesa per gli interventi di cui all'articolo 15 della legge regionale 13 agosto 1979, n. 41, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 220 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11620".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 62 è approvato.
Art. 63 (Museo regionale di scienze naturali) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 29 giugno 1978, n. 37 è determinata per l'anmo finanziario 1985, in 1.050 milioni ed è iscritta ai capitoli n. 11665 e n. 11695, nella rispettiva misura di 300 milioni e 750 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 63 è approvato.
Art. 64 (Promozione delle attività del teatro di prosa) "Le spese per l'attuazione della legge regionale 30 maggio 1980, n. 68 sono determinate, per l'anno finanziario 1985, in 3.000 milioni e sono iscritte ai capitoli numero 11715, n. 11720 e n. 11730, nella rispettiva misura di 1.000 milioni, 1.500 milioni e 500 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 64 è approvato.
Art. 65 (Interventi per la realizzazione del servizio di lettura) "La spesa per l'attuazione della legge regionale l'aprile 1980 n. 19 è determinata per l'anno finanziario 1985, in 1.100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11740".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 65 è approvato.
Art. 66 (Sviluppo delle attività e dei beni culturali) "Ai fini dell'applicazione della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese 1.450 milioni, iscritti al capitolo n. 11751, per spese per l'acquisto e la produzione di beni o materiali culturali 3.200 milioni, iscritti al capitolo n. 11753, per spese per la promozione e la realizzazione di attività culturali 500 milioni iscritti al capitolo n. 11765, per contributi ad Enti per attrezzature e restauro di beni storico-artistici di musei, biblioteche centri culturali e dello spettacolo 1.000 milioni, iscritti al capitolo n. 11785, per contributi in capitale per interventi edilizi 1.400 milioni, iscritti al capitolo n. 11795, per contributi per attività di promozione culturale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 66 è approvato.
Art. 67 (Ammodernamento di strutture culturali e dello spettacolo) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 2 marzo 1984, n. 16, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 750 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 11790".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 67 è approvato.
Art. 68 (Promozione di attività educative) "Ai fini dell'applicazione della legge regionale 3 settembre 1984, n.
49, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1985, le seguenti spese: 600 milioni, iscritti al capitolo n. 11800, per contributi ad Enti istituzioni, fondazioni ed associazioni culturali di rilevante interesse regionale 150 milioni, iscritti al capitolo n. 11805 per spese ed oneri derivanti da supporti e servizi relativi ad attività culturali di rilevante interesse regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 68 è approvato.
Art. 69 (Contributo all'Ente autonomo Teatro Regio di Torino) "Le spese per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 25 febbraio 1980, n. 10, sono determinate, per l'anno finanziario 1985, in 1.000 milioni e sono iscritte ai capitoli n. 11845 e n. 11850, nella rispettiva misura di 700 milioni e di 300 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 69 è approvato.
Art. 70 (Contributi agli Istituti storici della Resistenza in Piemonte e all'Archivio nazionale cinematografico della Resistenza in Torino) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 22 aprile 1980, n. 28, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11860".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 70 è approvato.
Art. 71 (Borse di studio) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 15 dicembre 1982, n.
40, è determinata, per l'anno finanziario 1985, in 65 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11905".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 71 è approvato.
Art. 72 (Utilizzo dell'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 1984) "L'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 1984 ed applicato al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1985 nell'ammontare di lire 507.846.532.000, è utilizzato per la copertura delle spese iscritte ai seguenti capitoli: 260 (per L. 1.390.921.243), 2506 2525, 2530, 2550, 2565, 2575, 2584, 2589, 2594, 2599, 2610, 2625, 2640 2652, 2703, 2705, 2730, 2740, 2751, 2755, 2761, 2780, 2799, 2813, 2818 2819, 2825, 2829, 2840, 2855, 2860, 2870, 2976, 2983, 2993, 2998, 3038 3045, 3055, 3075, 3080, 3110, 3150, 3161, 3195, 3214, 3216, 3218, 3231 3233, 3240, 3247, 3255, 3301, 3303, 3305, 3325, 3369, 3370, 3385, 3405 3423, 3427, 3469, 3500, 3509, 3547, 3575, 3610, 3675, 3695, 3705, 3762 3767, 3769, 3770, 3793, 3794, 3798, 3804, 3805, 3808, 3809, 3811, 3857 3860, 3880, 3881, 3889, 3892, 3895, 3900, 3910, 3920, 3930, 3950, 3975 3981, 4005, 4013, 4015, 4022. 4028, 4030, 4040, 4044, 4047, 4115, 4126 4135, 4155, 4164, 4166, 4175, 4183, 4190, 4199, 4206, 4209, 4225, 4230 4335, 4395, 4520, 4525, 5035, 5559, 5617, 5795, 5857, 5932, 6090, 6100 6110, 7270, 7280, 7290, 7626, 7637, 7684, 7688, 7689, 7707, 7741, 7745 7755, 8912. 8915, 8930, 8940, 8992, 8999, 9255, 9295, 9299, 9406, 9425 9430, 9435, 9440, 9445, 9450, 9455, 9460, 9530, 9550, 9565, 9570, 9575 9580, 9585, 9590, 9595, 10060 (per L. 1.094.844.906), 10100, 10105, 10421 10441, 10445, 10460, 10480, 10495, 10540, 10570, 10580, 10672, 10675 10679, 10681, 10682, 10683, 10684, 10690, 10695, 10712, 10715, 10720 10730, 10735, 10740, 10760, 10770, 10780, 10785, 10790, 10795, 10800 10802, 10804, 10980, 11530, 11559, 11566, 11611, 11981, 12720, 12730 12750, 12800".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 72 è approvato.
Art. 73 (Variazioni compensative) "Fra i capitoli rispettivamente appartenenti alle seguenti coppie di capitoli di spesa: 520-760, 780-795, 3751-3752, 3792-3795, 5545-5547 ciascuna concernente una stessa autorizzazione di spesa ed uno stesso oggetto di intervento, ma con diversa caratterizzazione quanto alla classificazione economica di secondo grado - acquisto di beni e servizi trasferimenti - è autorizzato lo storno di fondi in via di compensazione mediante provvedimenti amministrativi, in deroga al disposto dell'art. 42 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 73 è approvato.
Art. 74 (Variazione ai capitoli di spesa delle partite di giro) 'La Giunta regionale è autorizzata ad apportare con proprio atto, le variazioni ai capitoli di spesa delle partite di giro n. 14000 - 14010 14020 - 14050 - 14060 - 14070 - 14080 - 14145, in relazione agli accertamenti sui corrispondenti capitoli di entrata delle partite di giro ed entro i limiti tassativi di importo degli accertamenti stessi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 74 è approvato.
Art. 75 (Bilancio degli Enti dipendenti) "Sono approvati i bilanci di previsione per l'anno finanziario 1985 dei seguenti Enti, allegati alla presente legge: Ente di sviluppo agricolo del Piemonte Parco naturale dell'Alpe Veglia Azienda regionale dei parchi suburbani Venaria Reale Parco naturale dell'Alta Valle Pesio Riserva naturale della Garzaia di Valenza Riserva naturale del bosco e dei laghi di Palanfr Parco naturale ed area attrezzata del Sacro Monte di Crea Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta Parco naturale della Val Troncea Parco naturale dei laghi di Avigliana Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand Pareo naturale dell'Argentera Parco naturale delle Lame del Sesia Parco naturale Orsiera-Rocciavrè".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 75 è approvato.
Art. 76 (Approvazione del piano di attività del Museo regionale di Scienze naturali) "E' approvato ai sensi e per gli effetti derivanti dall'applicazione dell'articolo 5, ultimo comma, della legge e regionale 29 giugno 1978, n.
37, il piano di attività per l'anno finanziario 1985, del Museo regionale di Scienze naturali, allegato alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 76 è approvato.
Art. 77 (Urgenza) "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 45 dello Statuto ml entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 77 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Vetrino. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, farti una brevissima dichiarazione di voto anche perché quello che dovevo dire rispetto a questo bilancio l'ho detto nel mio intervento questa mattina. Si è molto parlato credo anche troppo, rispetto al tempo di presentazione di questo bilancio.
Presentare un bilancio a tempo debito non è un onore come non è un disonore. Presentarlo fuori dai tempi - a volte - perché ci sono delle condizioni da presentarlo fuori dai tempi è un dovere; è il rispetto di una legge, e quindi il Consiglio regionale non fa altro che rispettare una legge, Io fa a tempo debito e dunque bene facciamo se si sono verificate le condizioni di dibattito generali per poterla portare nei tempi prescrittici dalla legge.
Certo, la relazione Valeri è arrivata in ritardo, perché se molti Consiglieri l'hanno ricevuta solo questa mattina, effettivamente è arrivata in ritardo. E' in fondo un peccato che la relazione di Valeri sia arrivata in ritardo, perché è una relazione che avrebbe aiutato i Consiglieri regionali a comprendere di più il bilancio. Mentre ieri sera la leggevo, mi rammaricavo effettivamente di non averla avuta per tempo perch probabilmente molto del tempo che ho dovuto impiegare a ricavare certe percentuali, certi raffronti, certi riferimenti, l'avrei risparmiato perch il relatore mi avrebbe consentito appunto di disporre già di tutti questi dati. E' una relazione eminentemente tecnica, facilmente comprensibile nella sua presentazione contrariamente al tono della relazione dell'anno scorso che era eminentemente politico. Quest'anno la relazione VaIeri ha tenuto questo riferimento squisitamente tecnico, ma mi sembra che il relatore abbia questa libertà che in fondo è quella che gli viene dal dibattito che c'è stato nella Commissione. Devo dire che nella Commissione i riferimenti, le richieste di chiarimenti avevano soprattutto un orientamento eminentemente tecnico.
Noi lo abbiamo riconosciuto perché i Capigruppo si sono riservati alla sede politica le dichiarazioni di carattere politico. Due motivi fondamentali di positività di questo bilancio sono il tempo di presentazione e una relazione di accompagnamento che è pregevole.
Questi motivi non mi sembrano però sufficienti per definire il comportamento di un Gruppo rispetto ad una posizione di bilancio: possono essere motivi positivi, ma ce ne sono anche altri positivi nel bilancio.
Non ho parlato degli aspetti dell'energia, perché mi sembra implicito che rispetto alla centrale il Consiglio regionale, nella sua completezza, ha fatto tutto quello che doveva fare: in ritardo, se vogliamo, rispetto a tempi che sono lontani, ma rispetto agli ultimi tempi che ci siamo dati siamo in orario e il 4 gennaio mi auguro che questo orario verrà soddisfatto in assoluto. Quindi non ho parlato di questo aspetto, ma ritengo che un bilancio vada valutato nella sua interezza per quello che può veramente rappresentare come contributo, come supporto ad un'azione economica e sociale che si svolge nella comunità. Noi riteniamo che questo bilancio non colga sufficientemente le esigenze della società e soprattutto che le azioni previste dal bilancio '85 non sono coerenti rispetto all'impostazione delle linee del Piano di sviluppo.
Votiamo contro il bilancio perché nelle azioni concrete non abbiamo riscontrato questa coerenza. Ho parlato a lungo di Sito e concludo questo mio intervento parlando ancora di Sito perché questo poteva essere un segno di cambiamento, di volontà reale di incidere attraverso una struttura che non domani, ma nel tempo è destinata a poter cambiare qualche cosa nella nostra società e nella nostra economia.
li Presidente Viglione mi ha risposto, ma soltanto in parte. Vorrei una risposta più precisa della Giunta rispetto a questo argomento. Per questo ho abbozzato un ordine del giorno che vorrei presentare, non da sola ma -Con le altre forze politiche e con l'impegno della Giunta a fare in modo che quello che si richiede in questo ordine del giorno venga predisposto entro il mese di gennaio. Noi partiamo dalla considerazione che rispetto a questo argomento da tempo il Consiglio ha deciso che questa è un'opera da farsi in questa comunità, come e quando saranno i documenti successivi che lo indicheranno; che la realizzazione di questa infrastruttura è un fatto importante e generalmente riconosciuto, che l'Assemblea degli azionisti avrebbe dovuto votare un aumento di capitale che rendesse credibile un fatto di partenza di questa società rispetto a quello che aspetta, perché qui stiamo parlando di decine di miliardi impegnati negli anni a venire e che quindi è urgente e necessario procedere a creare delle condizioni dì partenza proprio per avviare questo primo modulo funzionale, tenendo conto che la Regione ha già fatto la scelta di mandare al FIO i progetti iniziatori di questo insediamento.
Noi abbiamo chiesto alla Giunta di impegnare, già con la prima variazione di bilancio, quattro miliardi perché questa è la cifra di cui abbiamo sentito parlare. Saranno poi quelli che faranno i conti corretti a stabilire se saranno due e due. Ecco non è che io mi formalizzi sulla cifra: evidentemente deve essere una cifra credibile che risponda anche a quella che ci è stata richiesta e così anche sul capitolo; ho parlato del capitolo mille perché mi - sembrava un capitolo sovrastimato rispetto alle possibilità di spesa nel 1985 su questo capitolo, e perché essendo il capitolo delle acquisizioni patrimoniali, questa società per andare avanti deve definire in qualche modo il fatto dei terreni. Mi sembrava questo il capitolo giusto.
Se però non è questo il capitolo giusto, se tecnicamente o escogitando un'altra iniziativa sarà possibile arrivare a questa stessa soluzione, noi non facciamo assolutamente problema. L'importante è che ci sia l'impegno della maggioranza a sbloccare questa situazione e dare a tutti quella fiducia che è necessaria e che la si ravvisi nel momento in cui, rispetto ad una iniziativa importante come questa, ci sia vicino la cifra corrispondente del bilancio. Spero che questo ordine del giorno, anche con la correzione che ho cercato di anticipare e che vedremo di formalizzare correttamente, abbia la firma di tutti i Capigruppo e, naturalmente oltre all'impegno della Giunta, anche il voto di tutto il Consiglio regionale.
Ripeto che il nostro voto è negativo rispetto a questo provvedimento di bilancio per le varie ragioni che ho elencato questa mattina. Ciò non toglie che desidero esprimere anche io il compiacimento del tempo nel quale viene presentato. E' un motivo di serietà che riguarda tutto il Consiglio con quella responsabilità che stiamo cercando di dimostrare anche alla fine dell'anno. Soprattutto credo che questo Consiglio avrà modo di dimostrare il suo grande impegno e la sua grande responsabilità il 4 gennaio in quell'appuntamento rispetto al quale probabilmente si compirà l'atto più importante di questa legislatura che è quello di dare alla comunità una struttura veramente capace di poter portare delle iniziative per garantire quell'occupazione e quel contributo anche alla necessità di energia che l'Italia, nel complesso, ha bisogno, ma segnatamente la nostra Regione, se teniamo conto come ha scritto La Stampa che la Regione Piemonte consuma il doppio dell'energia che produce.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi, nel preannunciare il voto favorevole del Gruppo socialdemocratico al bilancio di previsione, vogliamo anzitutto sottolineare l'importanza di questo documento e il fatto che sia approvato nei tempi previsti. Certo, di per se' questo può non rappresentare un fatto eclatante o oltremodo significativo, ma io credo che in un quadro complessivo di incertezza e di difficoltà il riuscire come Regione Piemonte ad approvare entro l'anno il bilancio per il 1985 sia comunque un fatto importante che non ascriviamo certo alla sola abilità o al merito della Giunta o della maggioranza, ma a tutto il Consiglio regionale nella misura in cui tutto il Consiglio regionale, attraverso le sue articolazioni di Consiglieri e di Commissioni, ha favorito con senso di responsabilità e con senso delle istituzioni, a che si addivenisse anche in alcuni casi ad una accelerazione delle procedure e dei tempi per consentire ancora nel 1984 il varo del bilancio da parte del Consiglio regionale.
Noi riteniamo che questo sia un bilancio concreto ed onesto, nel senso che è trasparente nella misura in cui lascia trasparire le difficoltà complessive della finanza regionale, ma nel contempo sia anche un bilancio concreto, nel senso che è un bilancio che realisticamente si pone alcuni obiettivi seppur magari limitati, ma già raccordati ad un discorso programmatico e soprattutto improntato alla concretezza, senza quindi inseguire delle velleità, senza fumi. E' realistico, anche per quanto riguarda le previsioni di entrata che - e nella sua replica il Presidente della Giunta lo ha confermato - non sono inventate, ma del tutto ancorate a dei dati concreti e certi.
Terzo elemento che in modo schematico voglio richiamare è che a nostro avviso questo bilancio di previsione è comunque già raccordato al secondo Piano di sviluppo. Certo un migliore e più puntuale raccordo sarebbe auspicabile, ma noi crediamo che già questo bilancio rappresenti un primo aggancio ad alcune indicazioni specifiche del Piano di sviluppo, come il progetto montagna, o iniziative prese nel settore energetico, settore nel quale in questi anni si è lavorato con molta decisione andando anche ad alcune correzioni di rotta e predisponendo tutti gli atti necessari per una scelta cui prossimamente il Consiglio sarà chiamato ad esprimersi, scelta che sicuramente non è patrimonio o merito di una sola parte politica, ma di tutte le parti politiche del Consiglio nel suo complesso.
Così come noi riteniamo che l'ancoraggio vi sia per quanto riguarda la politica industriale e in questo quadro si pone la politica delle aree industriali attrezzate anche come politica di ripensamento da parte della Regione, nel senso che è caduto il mito che bastava creare un territorio attrezzato perché lì si sviluppassero poi delle industrie che producessero lavoro ed occupazione e che invece occorre andare a discorsi più mirati in questi settori, valutando di volta in volta sul territorio le risorse economiche e l'imprenditorialità presenti per seguire una politica di aree industriali attrezzate mirate e realistiche.
In questo senso noi ci associamo a quanti auspicano un maggior raccordo tra le aree industriali e le aree artigiane. In taluni casi le aree industriali assomigliano molto di più a delle aree attrezzate in cui si vanno a rilocalizzare dei concessionari di automobili o venditori di lampadari, per cui è necessario apportare qualche correzione di tiro relativamente a questo aspetto.
Il problema generale resta quello della finanza pubblica, della finanza regionale, che se non trova delle soluzioni a livello nazionale, certamente far à sì che i nostri bilanci saranno sempre più striminziti e sempre più rigidi. In questo non vi è nessuna critica particolare a questa od a quella forza politica, a questo o a quel Governo: è un problema generale ed è stato fatto molta in questa direzione, provocando inevitabilmente una rigidità crescente dei bilanci regionali, i quali sono legati alla leva del conto interesse, ma già ricordava il Presidente Viglione che in questo bilancio vi è una inversione di tendenza. Occorre cogliere questa inversione, anche se non molto significativa in termini assoluti, ma come indicazione di una linea lungo la quale ci si intende muovere e ci auguriamo negli anni successivi sempre con maggior decisione.
Altro elemento di riflessione sul tema della finanza pubblica: da un lato si dice che forse i l'ente pubblico in alcuni settori non deve 'intervenire e dall'altro però si lamenta che l'ente pubblico non interviene a sostegno di .quei settori. Credo che questa sia una diatriba che deve essere risolta e può essere risolta nella misura in cui non si fa della pianificazione rigida e centralistica, ma un discorso di programmazione che vede il consenso e il coinvolgimento delle forze sociali.
Ritengo che questo bilancio sia un bilancio aperto, che certamente avrà degli effetti moltiplicatori nella misura in cui attorno ad alcuni progetti e ad alcune linee portanti di questo bilancio vi sia la disponibilità delle forze sociali a collaborare attraverso un discorso di coordinamento maggiore che veda il pubblico ed il privato uniti in uno sforzo di superamento della crisi che non vuol dire accedere a forme di neo corporativismo, ma prendere atto che una certa idea di welfare state - come ricordava anche il collega Devecchi - è superata nella misura in cui noi abbiamo fatto più stato assistenziale che stato sociale.
Noi riteniamo che dalla consultazione siano comunque venuti dei suggerimenti interessanti che dovranno essere accolti, ma che non credo debbano essere presi pari pari. Io non accetto un discorso in quest'aula che sia la ripresa pari pari di alcuni suggerimenti che vengono da parti da settori o da segmenti della realtà regionale. Io credo che il compito di questa assemblea sia quello di raccogliere e di svolgere un lavoro di sintesi e di aggregazione e non di mera articolazione dei singoli interessi presenti nella società.
Vorrei sottolineare il rilievo che emerge da questa bilancio in modo complessivo del settore della politica ambientale non intesa come mera conservazione, ossificazione del presente, ma invece come una politica volta alla fruizione di queste aree che presenta anche dei risvolti occupazionali e produttivi.
Ancora vorrei rilevare che il settore della politica delle infrastrutture e delle opere pubbliche sia un settore a cui questo bilancio dedica particolare attenzione. Noi siamo i primi a riconoscere l'opportunità e la necessità di un discorso di programmazione, ma allora io credo che il passo importante da compiere sia rappresentato dall'approvazione del regolamento applicativo della legge 8. Ritengo per sia anche importante che questo discorso programmatorio cominci ad essere recepito anche da parte dei Comuni, affinché non avanzino richieste, come genericamente si fanno, su tutto e in tutte le misure, in modo da consentire alla Regione di avere il quadro complessivo delle istanze; poi credo che non vi siano particolari problemi per predisporre un programma stralcio immediato da sottoporre all'esame della competente commissione.
Per quanto riguarda l'aspetto richiamato dalla collega Vetrino relativo a Sito, aspetto importante e nodale di una politica delle infrastrutture in Piemonte, comunico di aver preso visione del suo ordine del giorno e credo che con qualche cambiamento, se questo potrà essere accolto dalla collega Vetrino, potremo essere d'accordo a che si impegni la Giunta a trovare delle soluzioni in tempi rapidi per favorire l'acquisizione delle aree e quindi l'avvio del processo Sito.
Ribadisco il voto favorevole del nostro Gruppo al bilancio di previsione per il 1985, nella misura in cui, con i problemi esistenti, è un bilancio che dà la certezza alla comunità piemontese di un quadro di riferimento finanziario che può rappresentare comunque un utile base di partenza anche per le forze sociali, economiche, produttive della nostra Regione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Anche da parte del nostro Gruppo la dichiarazione di voto non sarà contenuta nei tempi, posto che il collega Turbiglio, con grande capacità e con la puntualità che gli è propria, ha rappresentato nel merito la maggior parte delle considerazioni che il Gruppo intendeva svolgere. Devo peraltro dire che la dichiarazione di voto pone qualche problema al nostro Gruppo ed all'opposizione in genere perché questa politicamente era la coral des adieux, cantiamo; e guardate non è un cosa che la coral des adieux sia un canto natalizio. No? In Valle d'Aosta è un canto natalizio nordico ed è diventato la coral des adieux nella Regione a noi vicina. Quindi questa è la stagione degli addii, si chiude e qualche meditazione va pur fatta Qualche meditazione sul senso che viene fuori da questo bilancio perché la politica, consentitemi, non è l'elencazione di numeri, di cifra e di parole. E' un tentativo, è la funzione che noi abbiamo di cogliere, con la capacità che dobbiamo assumere, il sapore, l'odore delle situazioni che abbiamo davanti. Ebbene io ho l'impressione che il sapore di questo bilancio, Presidente Viglione, la caratteristica di questo bilancio, il senso che dà a questo bilancio è il senso della rassegnazione.
E questo é, Presidente Viglione, quello che lascerà alla storia, alla conclusione del 1984: la rassegnazione di questa maggioranza. La rassegnazione di fronte a che cosa, Presidente Viglione? La rassegnazione a vedersi dissolvere un'immagine che avete cercato di creare, e al dissolversi di un ruolo che alle forze politiche in una qualche misura volevano far assumere alla stessa istituzione regionale.
E mentre sulla prima - consentitemi - rispondete soltanto verso gli elettori, verso di noi dell'aver compreso la vostra immagine sul ruolo ahimé avete arrecato dei danni gravi e - come si dice nel linguaggio giuridico - irreversibili, perché quanto è stato sprecato negli anni preziosi che voi avete governato (quello della fondazione vera della Regione) sono condizioni ed occasioni irripetibili.
Non potrete, in futuro, se saremo forze di maggioranza, rimproverarci di non aver saputo cogliere e qualificare un ruolo della Regione, perché il tempo del ruolo di un ente che nasce è legato a un tempo del suo esistere.
La stagione dell'apprendimento nell'uomo si colloca entro certi anni: da sei mesi ad alcuni anni, dopo non c'é più, dopo si sommano semplicemente sugli elementi dell'apprendimento le notizie, ma il ruolo dell'apprendimento non si può costruire nella stagione della maturità.
Ora la Regione dovrebbe essere entrata nella stagione della maturità. E voi avete - a nostro modo di vedere e cercheremo di spiegarlo Brevemente con questo bilancio - preso atto con rassegnazione che non c'è più un ruolo, che non avete saputo svolgerlo e interpretarlo. Vi rassegnate a veder dissolvere l'immagine che avevate cercato di creare al di là della mano capace dello stregone di questa maggioranza che è il Presidente Viglione, questa immagine di una Regione capace di calibrare al centesimo le risorse al punto tale di recuperare in un anno, passando dai residui passivi e dai deficit addirittura al disavanzo, poi smentiti dal rinvenimento di spese sommerse non ancora emerse nel precedente bilancio.
Cogliete l'esigenza di rassegnarvi alla caduta di un'immagine di una gestione un po' contadina, se mi si è consentito, quindi caratterizzata dalla lesina, dal culto dell'umiltà e qualche volta anche di qualche cosa di peggio dell'umiltà e di diverso, questa immagine puntigliosa al punto di essere pignola della Regione, quella per esempio che fa le circolari dove si chiede ai funzionari di mettere le clips ai fogli. Ecco, questa immagine è caduta, Presidente Viglione. Le spese di funzionamento crescono. Parlate del personale: dimenticate il personale. Esiste un dipendente della Regione che è stato perso per alcuni anni, pare che abbia girato il mondo. Io ho già pronto un libro, vi anticipo il titolo: "Il cuore secondo Viglione dagli Appennini alle Ande con i soldi della Regione".
Voglio dire che succedono cose strane, comunque ' ne parleremo. Quindi voi siete rassegnati a vedere cadere questa immagine della Regione e questo se mi consentite coinvolge soltanto la maggioranza ed in una qualche misura ci preoccupa non più di tanto. Ci sarà tempo, modo e certamente la classe politica regionale piemontese e la cultura piemontese saprà rimediare all'immagine. Quello che avete pregiudicato in modo grave e adesso vi rassegnate a prendere atto che si è dissolto è il ruolo della Regione.
Vi siete rassegnati a veder scolorire sempre di più questo ruolo del riequilibrio, questa supponenza che avete assunto negli anni '75-80 di porre la Regione quale novella toscana, dell'Italia del 2000 al centro delle lotte, che allora sembrava fossero di uno sviluppo distorto in cui le faide regionali erano l'una l'altra contrapposte; alla Regione nuova Toscana si poneva al centro guarda caso, con un Sanlorenzo che pensava di essere il nuovo Lorenzo.
Questo ruolo vi è caduto, caro Viglione. Mi viene in mente un'altra immagine mentre ti guardo, Presidente Viglione. C'è un uomo politico di Torino che ha cercato di abituarci a vivere coi grattacieli e forse c'è riuscito, forse non c'é riuscito. Lui comunque si è abituato a vivere con altri tipi di strutture urbane che noi certamente speriamo di non conoscere, ma questo è scritto nel destino, non dipende solo da noi.
Quest'uomo politico Presidente Viglione ha lasciato - mi sia consentito l'inciso - la scena politica dando di sé l'immagine del leone addormentato.
Ecco la sua, Presidente Viglione, comincia ad essere quella del leone rassegnato che allarga le braccia, ma posto che non ha le braccia, allarga le fauci e dà ad intendere quindi di voler mordere, ma allarga le fauci soltanto perché non ha le braccia. La sua sarà purtroppo l'immagine di un leone rassegnato al suo destino.
Siete rassegnati a veder cadere il ruolo che ritenevate di dover svolgere, anche questo è supponente, è velleitario, presuntuoso, di essere operativi ed incisivi.
Quando si governa una realtà la si deve trasformare, allora quando si elencano le cose bisogna dire e spiegare se facendo le cose si è trasformata una realtà o la si è soltanto gestita. Io non ho sentito, da parte di nessuno di voi, elencare un fatto che con questo bilancio si trasforma, quindi si governa, al massimo si gestisce. Allora non c' bisogno di un dibattito tra la società, ma c'è bisogno di un'assemblea, non c'è bisogno di una Giunta, di una maggioranza, di una opposizione se la politica è gestire. La politica non è gestire: è trasformare. Quindi avete rinunciato a svolgere questa funzione di operatività e di incisività profonda nella realtà piemontese e questo vostro bilancio lo dice nelle cifre, lo dice negli stanziamenti sulle grandi iniziative infrastrutturali che non sono soltanto cose, ma sono anche settori. Quindi avete rinunciato a svolgere questo ruolo, anche qui vi rassegnate.
Vi rassegnate a prendere atto che non siete più voi, ma purtroppo non solo voi, la Regione, l'interlocutore centrale del dibattito della società.
Questo è il dramma che emerge da questo bilancio e dal consuntivo di questa nostra legislatura e da questa coral des adieux che ci coinvolge un po' tutti, quelli che cantano e quelli che ascoltano perché quando si sente la coral des adieux viene un groppo alla gola, viene a quelli che cantano e a quelli che ascoltano. Quindi qui c'è qualcuno che canta e qualcuno che ascolta. Non so chi dei due svolga il ruolo, ma quando queste cose avvengono la tristezza e il rammarico è per tutti.
Dove è caduto il ruolo nei rapporti con gli altri interlocutori? E' brutto cari colleghi quando un politico perde il senso della misura nelle valutazioni sugli altri interlocutori. Da molto tempo non si sentiva per esempio in quest'aula accusare i Comuni, accusare le Province, accusare il Governo, lo non ne faccio un fatto politico. Attenzione. Non mi lamento non è strano che il Partito comunista non si sia ribellato quando il Presidente Viglione ha detto che questa maggioranza porta avanti la politica di Craxi, è normale.
La politica dei sederi di pietra giustifica anche questo. E' normale che il Partito socialista non si ribelli quando il Partito comunista attacca la coalizione di governo. La politica dei sederi di pietra giustifica anche questo politicamente. Istituzionalmente è molto grave quando un Assessore, poco fa, ha attaccato la Provincia come istituzione, i Comuni come istituzione, il Governo come istituzione, lamentando che gli stessi non accettano una supervisione astratta e che ci dovrebbe venire da benedizioni di Dio e della Regione. Attenzione: queste sono realtà che noi condividiamo esistere. Sappiamo che esistono queste cose. Ma nel momento in cui nei confronti di questi nostri come potremmo dire comprimari, sulla scena lasciamo crescere questo rapporto di antitesi è evidente che è saltato l'obiettivo politico che ci ponevano sul piano istituzionale di essere punto di incontro e di riferimento e di interlocuzione della società. Quando Presidente Viglione, lei fa questo stesso tipo di critica istituzionale all'imprenditoria sul problema Sito, denuncia il fallimento del disegno della sua maggioranza e temo anche_ di questa istituzione di essere al centro della realtà piemontese. Perché coglie, registra, si rassegna a constatare che non è più in grado di condizionare il comportamento delle Province, non è più in grado di verificare il comportamento dei Comprensori. L'ha detto Cerutti l'altro giorno da questi banchi, non è più in grado di concertare i rapporti con l'imprenditoria.
Allora mi dica quale è a questo punto il ruolo della Regione. Quale è il ruolo della Regione? Se denuncia questa stessa maggioranza in questa sede con tutti i soggetti della società piemontese, non riesce più ad avere un dialogo. Questo è il punto, questo è il fallimento vero, che va ben al di là delle venture personali di questo o quel personaggio, il suo in particolare Presidente Viglione e della sua maggioranza.
Questo è il dramma che evidentemente dovrà preoccuparci molto dal punto di vista politico ed istituzionale. Avete preso atto anche qui con rassegnazione che è quello che un collega di grande volontà, di grande capacità, mi sia consentito all'Assessore Tapparo, di poco intuito politico, ha voluto svolgere un ruolo protagonista nella politica industriale. Leggete i documenti dell'imprenditoria che cosa dicono del nostro ruolo, e qui c'è veramente il segnale netto tra una concezione del ruolo del Piemonte, che è della maggioranza, delle nostre forze politiche.
La concezione della politica industriale di questa maggioranza è una concezione, se mi consente, anche localistica, molto meno che localistica frazionistica. E' una concezione autarchica dell'economia piemontese ignorando che l'economia piemontese gioca la sua battaglia su una scacchiera che non è italiana, è planetaria.
L'Assessore Tapparo tra l'altro ha disertato la conclusione del bilancio, perché certamente ha cose più importanti da fare. L'Assessore Bajardi occupa le stanze del Consiglio per un'attività che crea problemi al Consiglio, perché quando si ricevono delegazioni nelle quali, guarda caso sono presenti anche amici di Partiti non comunisti, l'uso di questi locali è improprio, addirittura è di danno nei confronti del Consigliere regionale che ha ritenuto di non partecipare alla riunione per ascoltare la replica del Presidente.
Voglio sottolineare questo vostro fallimento nella politica industriale, nell'aver voluto pensare che il ruolo della Regione fosse quello di chiamare a giustificazione l'imprenditoria rispetto alle sue scelte, anziché capirne il processo ed il disegno che si cerca con una manovra scoperta di tipo elettorale di fine legislatura (perché è evidente che alla fine di un incontro maggioranza-Giunta uscirà un comunicato congiunto con cui i due esecutivi si impegneranno a fare talune cose). E allora sembrerà agli occhi della gente che ci sia stata la saldatura tra maggioranza di sinistra del Piemonte e la maggioranza nel pentapartito della nazione.
Questo è il disegno politico che conduce questa maggioranza e questo è un disegno politico che certamente mette in grave imbarazzo gli altri Partiti del pentapartito e che certamente non potranno non far concorrere al meglio delle loro possibilità i loro uomini di governo. In questa politica si misura veramente il distacco netto. Presidente Viglione, a me le battute piacciono molto.
Il Presidente della Giunta ci viene a dire che è stato anche lui folgorato sulla strada di Revello, non dalla spada fiammeggiante dell'Arcangelo Gabriele o da qualcosa di simile, perché non ricordo più i Sacri Testi, ma dalla lettura de "Il Sole 24 Ore", il quale dopo la presentazione del Piano di sviluppo gli ha spiegato che la vita dell'uomo della società industriale da Cartesio in poi, è alla ricerca di nuovi orizzonti, di creazioni di nuovi bisogni, di risposte a nuove aspettative.
Questo è il nostro dramma e la nostra vicenda. E il Presidente della Giunta ci dice che questo l'ha appreso dopo aver preparato il Piano di sviluppo e dopo aver presentato il bilancio leggendo "Il Sole 24 ore" ed essendo stato folgorato sulla strada di Revello, al punto di cadere dalla vespa. Ecco questo veramente mi pare che sia scherzare oltre misura. Perché qui si irride l'opposizione, perché l'opposizione ha detto sempre queste cose. Ha detto sempre queste cose. L'altra sera alla televisione c'era l'intervista col Premio Nobel. La domanda che si è posto il Presidente Viglione e che l'ha fatto cadere dalla vespa è stata posta anche al Premio Nobel ed il Premio Nobel ha detto esattamente le cose che avevo detto prima io, non è che lui abbia detto le cose che ho detto io; sono io che ho ripetuto le cose che ha detto lui.
La storia dell'uomo moderno è l'andare sempre avanti per cercare nuovi obiettivi, dare risposte ai nuovi obiettivi in una continua trasformazione alla propria realtà e finirà anche questo - ricordiamocelo, magari per capire cosa sta succedendo sulla centrale nucleare - a dire che la spiegazione della storia della vita, l'interrogativo che si pone di capire perché non ci sono altri uomini, non c'entra niente; ma c'entra perché non ci sono altri uomini secondo lui nell'universo, perché questi uomini se ci fossero, avrebbero comunicato con noi, comunicherebbero con noi perché i pianeti hanno un tempo di vita di gran lunga più lungo del nostro, sono cioé più antichi. Questo vuoi dire che se queste forme di vita sono esistite, si sono esaurite troppo presto, troppo presto rispetto alla nostra per essere in comunicazione con noi.
Ed allora, caro Presidente Viglione, dietro la società dei robot dell'innovazione tecnologica, dell'energia nucleare che cosa stiamo gestendo? Qualcosa che nella nostra misura di poveri umanisti comincia ad essere incommensurabile se veramente il nostro tempo non sia l'apertura non soltanto del destino dell'uomo, ma del destino della vita, perché è probabile che quelle generazioni di vita, al quale faceva riferimento il Premio Nobel, quando si è spento il loro pianeta, se avessero avuto le condizioni tecnologiche e di conoscenza che abbiamo noi, avrebbero portato la vita nelle sue forme di civiltà e di maturazione su altri pianeti e probabilmente avrebbero anticipato il corso dell'Universo. Quindi la nostra umanità sulla questione della centrale nucleare, della fusione nucleare dell'innovazione tecnologica, della computerizzazione probabilmente sta giocando non soltanto la battaglia di una generazione, non la battaglia di un governo, probabilmente neanche la battaglia dell'uomo, forse sta giovando la battaglia della vita intesa anche come fenomeno di intelligenza e non soltanto di aggregazione.
Ecco allora che su processi di questa natura non si può accettare che il Presidente della Giunta dica che rivede le sue considerazioni sul Piano di sviluppo perché "Il Sole 24 ore" ha scritto che la robotizzazione nella misura in cui chiude spazi di occupazione in un settore, apre peraltro spazi di occupazione in altri settori. Questo è giocare sulle cose. Da dove si vede, Presidente Viglione, l'arretratezza di questa maggioranza rispetto ai grandi problemi del Piemonte.
Sull'altra battuta che lei ha fatto, quella su Sito. Non c'è niente di peggio delle battute, per capire meglio le battute, per capire le persone.
Lei continuerà - è apprezzabile che lo faccia - un braccio di ferro con i privati a Sito, come se il tempo non fosse cambiato. Quando abbiamo avviato l'ipotesi Sito e io sono stato tra le persone che hanno ritenuto di concorrere all'elaborazione di questa ipotesi, vivevamo anni luce da oggi perché il 1980 in una società moderna rispetto all'84-85 in una società tecnologicamente avanzata che vive con l'informatica sono anni luce. Quindi i comportamenti politici e le decisioni che noi ci dobbiamo aspettare dai privati nel 1984 sono distanti anni _luce da quelli che dovevamo aspettarci nel 1980. Quindi continuare a richiedere ai privati comportamenti identici a quelli significa non considerare il passo della storia. Si tratta di capire se i comportamenti dei privati attuali debbano Essere funzionali a quello che noi ci rendiamo conto che i privati vogliono. Ma i privati non vogliono più essere assistiti o essere soci dello Stato e degli enti pubblici.
E finita quest'epoca. 1 privati vogliono fare il loro mestiere camminare con le loro gambe e chiedono alla società di infrastrutturare i marciapiedi sui quali loro possano camminare. Questa è la concezione attuale del rapporto imprenditoria pubblica. E se non misuriamo questo salto della storia, Presidente Viglione, il problema Sito non lo risolviamo, lo non ho fatto mai nessuna difesa né in Commissione, né in questa sede del comportamento di privati in Sito perché non lo conosco sufficientemente, ma debbo dire che l'impressione che ne ha il Presidente Viglione probabilmente è da me condivisa.
Ma al di là dell'impressione dei soggetti, visto che Sito è una grande realizzazione che attiene a un processo che deve prescindere dalle persone e dal guardare al fenomeno, mi pare che l'analisi che lei ha fatto sia del tutto sottoindicata rispetto all'esigenza del presente.
Ecco, Presidente Viglione, al di là delle considerazioni di coloritura noi apprezziamo molto (io, il mio Gruppo e sono convinto grande parte dell'opposizione) che lei abbia giocato gran parte delle sue energie e della sua esistenza per questa Regione che ci vede impegnati noi stessi al limite delle nostre possibilità e delle nostre energie.
Noi la ringraziamo di quanto lei ha fatto per ricondurre a decenze molti aspetti della vita di questa collettività. Le chiediamo, come nel film "Il viale del tramonto", di saper scegliere, quando scenderà le scale se essere nella realtà oppure vivere nella finzione e cadere come succede al protagonista.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere signora Cernetti.



CERNETTI Elettra

Nell'annunciare il voto favorevole del P.S.I. a questo bilancio, vorrei anche fare la considerazione che indubbiamente non si tratta di un bilancio entusiasmante, ma non lo è per necessità di cose, perché i fondi sono esigui e insufficienti, così come non è entusiasmante uno stipendio di 800.000 lire al mese per chi deve mantenere tutta una famiglia. E' facile per l'opposizione fare interventi anche brillanti, efficaci e provocatori in periodi di vacche magre. Qui è stato detto che questo bilancio è una specie di coperta che se copre la testa, scopre i piedi e noi abbiamo l'impressione che questa coperta si stia man mano riducendo ad un fazzoletto.
Certo che le scelte potevano essere due: la scelta di indirizzare i fondi verso determinati settori, come è stato detto molto chiaramente dal collega Turbiglio; oppure la scelta di dare una boccata di ossigeno ad ogni settore, consentendo una certa sopravvivenza che certo non può essere innovazione e trasformazione, ma che proprio per necessità di cose deve limitarsi a poco più della gestione. E' stato fatto questo tipo di scelta che non è una non scelta, ma una scelta precisa, fatta da una Giunta, da una maggioranza che vede a capo un Presidente che sarà stregone, che sarà contadino, ma che certo non manca di senso pragmatista. Le parole "stregone" e "contadino" le ho riportate tali e quali dall'intervento di Marchiai, ma io dò all'interpretazione di stregone ed a quella di buon senso contadino, una sottolineatura decisamente positiva.
Guardando determinati settori e i fondi loro assegnati, a me sono balzati immediatamente all'occhio, in qualità di esperta dell'assistenza, i complessivi 3 miliardi e mezzo tra conto capitale e conto interesse destinati alle strutture socio-assistenziali.
Se pensiamo che oggi con questa cifra noi andiamo a fare 2 strutture socio-assistenziali, risulta evidente che le risorse non sono certo adeguate. Ritengo però che in questo periodo la sola scelta che si potesse fare era questa, proprio per permettere a tutti i settori di sopravvivere in attesa e nella speranza di tempi migliori.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il collega Marchiai in modo molto brillante ha parlato della rassegnazione di questa maggioranza ed è questo certamente uno dei motivi ricorrenti della nostra opposizione. Già nella relazione al bilancio precedente noi avevamo parlato della pesante esistenza di una cultura "della crisi, della rinuncia e della rassegnazione" alla base del declino del Piemonte. E questa è la prima osservazione che facciamo: il Piemonte declina e manca la presa di coscienza di questa realtà. Anche i dati di questi giorni confermano che la ripresa economica è colpa delle altre Regioni in modo più pronto, che non dal Piemonte. Non basta parlare di innovazione e di occupazione, stabilire che sono degli obiettivi; occorre poi operare nel concreto nella gestione per creare le condizioni atte a far si che l'innovazione si attui e promuova nuova occupazione.
Ciò presuppone però capacità di governo, quel "ruolo di guida" che è mancato, e presuppone credibilità, cioé la capacità di essere interlocutore delle forze sociali ed economiche della Regione, capacità che in questo momento appare inesistente.
Il Piemonte ha il record dei disoccupati e quello dei cassintegrati, e questo dopo dieci anni di governo delle Giunte di sinistra. Dopo le facili promesse della trionfalistica conferenza dell'occupazione del 1975 sentiamo dire da Montefalchesi che è colpa della D.C. Si può essere risibili, ma c'è un limite all'umorismo.
Seconda osservazione: problema delle risorse.
Sappiamo bene che le risorse scarseggiano. Non abbiamo mai sostenuto che ve ne sia sovrabbondanza, né abbiamo timore a porci in posizione anche dialettica col governo nazionale quando ce ne sono i presupposti, però non si può arrivare a contestare, come avviene nella relazione del bilancio purtroppo siglata dal Presidente della Giunta, Assessore al bilancio, che il tasso di inflazione sia sceso ai livelli che invece espone il Governo.
Qui non si tratta più di valutazioni divergenti, ma si tratta di una posizione politica di chiara sconfessione della linea del Ministro del tesoro e del Presidente del Consiglio. Questa è una posizione grave incoerente, che sotto il profilo politico noi abbiamo il dovere di stigmatizzare.
Terza osservazione: noi sosteniamo che bilancio è gonfiato ed è gonfiato. Perché porre in entrata 240 milioni di mutui che non si contrarranno per esplicita ammissione della Giunta, ma che nella parte della spesa si vogliono utilizzare come manovra finanziaria? Questo è un gonfiamento, non altro. Non siamo poi quasi mai al livello massimo dei mutui e questa volta siamo andati oltre il livello della vigente normativa con un'interpretazione ardita sul rapporto mutui, annualità mutui ed entrate. E non può dire quindi, caro Consigliere Valeri che questa è una saggia posizione intermedia: è la posizione massima, perché il calcolo massimo, già con questa concezione ardita, porta a 247 miliardi.
Al bilancio ne sono applicati 240, siamo dunque al tetto massimo.
Questi mutui però non si faranno; ciò vuol dire che se si effettueranno le spese, ci sarà comunque un disavanzo effettivo, reale, superiore, che nessuna reimpostazione potrà nascondere. Questa è la situazione reale! Il bilancio è gonfiato e noi vediamo nel bilancio un pericolo di gestione elettorale. Il vero discorso è vedere come sarà gestito da qui al 28 marzo. Con l'utilizzo totale di queste risorse libere, artificiosamente aumentate, con questo gonfiamento del bilancio, potremmo trovarci poi completamente svuotati, come è probabile, nella futura gestione. Noi staremo attenti per quanto possibile all'aspetto gestionale che non consideriamo assolutamente secondario.
Quarta osservazione: enti strumentali.
Noi avvertiamo un sottoutilizzo degli enti strumentali, una mancanza di indirizzi chiari da parte della Giunta .agli enti stessi. Questa mattina c'è stata una battuta polemica che è stata forse male interpretata o male intesa, ma noi vogliamo dire con molta chiarezza che sempre abbiamo sostenuto in quest'aula che la capacità di iniziativa, la capacità di movimento del P.C.I. ne fa sostanzialmente l'elemento che opera a livello degli enti strumentali, che ne controlla la gestione. E questo non soltanto per quanto riguarda gli enti strumentali in generale, ma anche per quanto riguarda Sito.
Recentemente abbiamo posto in evidenza questo pericolo cioè un apporto specifico del P.C.I. nella soluzione dei problemi come tale e quindi neanche come Assessorati, ma come P.C.I., nella società per entrare nei gangli vitali e quindi condizionarli.
Rientra tutto ciò probabilmente in una strategia o comunque in un'azione politica di fatto della quale dobbiamo tenere fortemente conto.
Certamente gli Enti strumentali presentano carenze: abbiamo visto il problema del Sito, oppure altri enti strumentali, come la Finpiemonte e il C.S.I. e vi sono poi anche altri problemi di enti collegati. Che dire dello I.A.C.P. che è partito nel 1974 con un disavanzo di 7 miliardi e che oggi ha un bilancio consolidato con un passivo pare di 370 miliardi, talché ieri il Presidente dello IACP di Torino, dopo aver approvato il bilancio lo ha dichiarato ingestibile, e rassegnato le dimissioni? E' un problema enorme che dimostra una carenza di iniziativa politica della Giunta sul, terreno importantissimo dell'edilizia, settore in ordine al quale tanto spesso si parla delle carenze governative, vantando l'azione della Regione Piemonte.
In realtà manca fantasia.
In questo momento la Regione Veneto porta una legge che destina fondi per 130 miliardi all'edilizia; la Regione Liguria porta avanti un d.d.l.
per la ristrutturazione industriale; il Piemonte fa il gioco piccolo, dei piccoli provvedimenti, taluni importanti che sono proprio l'opposto, caro Presidente Viglione, di quel trionfalismo che era alla base dell'avvio delle Giunte di sinistra.
Quinto: formazione professionale. Noi siamo per una formazione professionale che formi veramente a tutti i livelli e sufficientemente pluralistica. Il discorso e le critiche anche degli industriali colti in un senso di pluralismo necessario ci trovano consenzienti. Colti in un senso invece corporativo non ci trovano ovviamente d'accordo.
Sesto: bilancio e Piano di sviluppo: è patetico questo collegamento fra bilancio e Piano di sviluppo perché non esiste. Non è che abbiamo avuto un Piano di sviluppo dal quale abbiamo fatto il bilancio, ma abbiamo preso le voci di bilancio ripetitive e abbiamo cercato di mandarle sui progetti del Piano di sviluppo per affermare una connessione inesistente. Basti pensare a quello che avviene nel bilancio pluriennale: il bilancio è talmente collegato col Piano di sviluppo che rimane un capitolo "Fondi per il Piano di sviluppo". Ciò non significa che nel bilancio del 1986, cioé nel pluriennale, non v'è nessuna indicazione specifica dei progetti. La cifra disponibile però viene mandata in lista di attesa su un fondo generico a dimostrazione che non c'è nessun collegamento che non sia forzoso tra bilancio e Piano di sviluppo.
Ma ciò che preoccupa veramente è il declino del Piemonte, la presenza di una cultura della rassegnazione e della crisi, l'incapacità di reagire a questa situazione con credibilità, energia e con forza.
Il nostro giudizio negativo sul bilancio quindi non nasce solo dall'esigenza di assolvere comunque ad un ruolo di opposizione, pur fondamentale, ma dalla documentata convinzione dell'insufficienza e della inadeguatezza del bilancio regionale, della insufficienza anche della politica che esso sottende ed incarna.
Il nostro parere negativo inoltre, proprio perché siamo alla fine della legislatura, ha il significato di un severo giudizio sull'operato della Giunta e della maggioranza nell'arco di questa contraddittoria e grigia terza legislatura regionale.
Il nostro giudizio vuoi significare invece in positivo (perché occorre vedere avanti verso le cose che possono cambiare), l'esigenza forte di quel nuovo governo regionale politicamente e culturalmente orientato verso il rilancio dell'economia regionale che la D.C. ha sempre richiesto e ripetutamente ipotizzato 5 anni in questa aula ed in ogni sede di dibattito. Una svolta di gestione di governo non ha oggi in questa fine legislatura solo il senso o la valenza di un ricambio democratico, ma rappresenta una reale necessità del Piemonte, largamente avvertita anche dalle forze economiche e sociali che mai sono state così critiche e negative come nelle consultazioni relative al bilancio 1985. E' dalla realtà sociale della Regione che nasce l'esigenza di una svolta, capace di portare il Piemonte ad una ripresa economica reale.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo sia inevitabile, e comunque a me particolarmente gradito e congeniale, arrivare alla fine della legislatura con qualsiasi argomento sufficientemente orizzontale di cui se ne parli ad analisi più generali. Credo sia inevitabile, e questo è il pezzo più valido ed utilizzabile che colgo dai ragionamenti e dagli interventi fatti dall'opposizione, andare ad alcuni termini assolutamente generali. Non è solo la necessità dei partiti di presentare, all'interno delle istituzioni al momento in cui sta spirando la legislatura, una sorta di rendiconto, di messaggio, di proclama politico che porta ad analisi più generali, ma è proprio dallo stato profondo della trasformazione della società che può essere letta la grande difficoltà di adattamento e dislocazione della politica e delle istituzioni sui problemi. Voglio essere molto sintetico. Questa apertura può sembrare un modo per prenderla molto larga, ma non lo é. E' solo la sottolineatura della necessità che abbiamo oggi di misurarci e non solo per le elezioni su questioni assolutamente di fondo della politica e della società. Purtroppo, né con il dibattito di oggi, né con il dibattito dell'altro giorno sul Piano, per motivi che non mi compete più sindacare ma che non giudico giusti e che hanno portato all'abbandono dei Gruppi dell'opposizione, non abbiamo compiuto, se si vuole essere conseguenti e seri rispetto alle conclamate esigenze di dare risposta ai problemi del Piemonte, una analisi seria sui problemi, sui rimedi, sugli interventi e sulle responsabilità. Levo subito un argomento polemico possibile. Non escludo che questo stesso procedimento a volte manchi a ruoli invertiti anche a livello nazionale. Certo è che per quanto riguarda il nostro bilancio e la nostra realtà regionale, mi sento di dire con molta tranquillità che quello che i proclami o i discorsi elettorali impediscono di cogliere è intanto una realtà. Una realtà che vogliamo pure ammettere. Nessuno si sarebbe aspettato, forse neanche chi l'ha fatta, che in un tempo relativamente breve e quanto tormentato, si riuscisse da parte della Giunta e della maggioranza a recuperare molto tempo perduto e compiere atti importanti in tempo. Ha ragione il Consigliere Vetrino che non c'è da menar vanto di cose che sono dovute, purtroppo in un Paese in cui le cose dovute non avvengono o meglio avvengono raramente.
Comunque è un elemento di giudizio, non di vanto, hai ragione tu. E questo elemento di giudizio è sui fatti. Sarei molto contrario, proprio concettualmente, ad una interpretazione degli avvenimenti in chiave di rat race (la corsa del topo), di cui i sociologi americani hanno creduto di poter descrivere ampiamente la cosiddetta battaglia per la vita o per il successo nella società industriale avanzata. Non sono d'accordo con chi ritiene, come ad esempio il Gruppo Democratico Cristiano, che gli atti che questa Giunta ha compiuto, recuperando del tempo perduto, siano stati una mera corsa elettorale per dire: "Abbiamo fatto A, B,C, D". Dico questo perché ci sono due motivi che smentiscono questa motivazione.
La prima motivazione è che, quando si scrive nei programmi che si vuol fare una cosa, credo vada data anche la buona fede di credere che i programmi e i contenuti valgono in sé e non per il significato esteriore che essi rappresentano.
La seconda motivazione è ancora più profonda ed è elemento di riflessione generalizzante. Non ogni cosa fatta immediatamente vuol dire che la cosa vera attuata, non ogni cosa fatta positivamente vuoi dire che la cosa sarà gestita e di conseguenza non ogni cosa fatta positivamente vuol dire che produrrà dei frutti positivi. Per cui non c'é la possibilità di usare questo argomento anche per un beneficio di intelligenza, sia pur media, che deve essere lasciato alla maggioranza come pub essere lasciato agli altri Gruppi. Per cui non è la corsa elettorale, ma è in realtà il non essersi arresi e avercela fatta a rispettare alcuni traguardi importanti che ricordava il Presidente.
Secondo me c'è dentro la consapevolezza che pur nelle enormi difficoltà, e sono davvero enormi e le sentiamo tutti anche a livello soggettivo, è difficile che sì possa oggi dire, da persona ragionevole, che una cosa anche normale non costi una fatica enorme nel farla. Fatica nel mettere assieme le teste, fatica nei riuscire a comprendersi, fatica nel riuscire a convincere che, pur nelle posizioni diverse, legittime, delle varie parti che compongono la società, degli obiettivi vanno perseguiti con qualche generosità, con qualche sforzo e forse con qualche sacrificio.
Proprio per questo assume un suo valore, almeno sul piano del giudizio non certo del trionfalismo, il poter ribadire oggi, con l'approvazione del bilancio, che alcuni importanti obiettivi che c'eravamo dati in un tempo ristretto cerchiamo di realizzarli. Non credo che sia estraneo a questo un processo democratico più complesso. Ad esempio, non è certamente estraneo il fatto che va riconosciuto all'opposizione che sul bilancio non ha tenuto un atteggiamento dilatorio ed ostruzionistico, ma è stata nei termini e nei tempi di un'approvazione che consentisse questo atto. Se tutto questo è vero, i problemi che ci si pongono sono molto più grandi di quelli che mi sembra siano tornati in quest'aula. In altre parole, parafrasando quello che ho detto sinora, considero assolutamente importanti due termini, ma sbagliati come li ha usati il collega Brizio: rassegnazione e crisi.
I comunisti senza essere tronfi, soprattutto senza essere trionfalisti nella consapevolezza dei problemi che ci sono (alcuni li ho detti e credo di essere stato abbastanza chiaro), hanno pienamente di fronte il problema di superare e di battere la rassegnazione. Intanto operare, cercare di fare, non in maniera acefala, senza senso, ma tenendo una direttrice di marcia, tenendo degli obiettivi, cercando di perseguire dei contenuti, è un modo per battere la rassegnazione.
Sotto questo profilo il solo fatto - grazie anche all'opposizione - che si sia arrivati all'approvazione definitiva, ad una certezza per quanto riguarda le disponibilità finanziarie, per quanto compete alla Regione è un atto che batte la rassegnazione. I problemi sono molto più grandi e noi ne siamo completamente consapevoli. Ad esempio, a noi non sfugge il gioco politico assolutamente inadeguato che continua a non scavare nella qualità e nella profondità dei problemi.
Il gioco politico è attorno al Partito comunista ed è in qualche misura contro il Partito comunista. Il gioco politico che abbiamo riscontrato per troppo tempo è quello degli apprezzamenti e della consapevolezza di un ruolo - non dico dell'indispensabilità, non vado neanche oltre il ruolo assolutamente centrale del Partito comunista in questa Regione e in questa città per fronteggiare gli enormi e tormentati problemi. Ripeto: c'è una scissione tra apprezzamenti e consapevolezza e quello che poi viene affermato in profonda contraddizione con quanto si sostiene su specifiche parti e che la risoluzione dei mali del Piemonte passa attraverso un cambiamento di maggioranza senza il Partito comunista.
Certo è legittima l'alternanza, ma non si è colto in tutto questo un ragionamento che deve battere noi sui contenuti, non su queste pregiudiziali: che in questi anni il Partito Comunista ha fatto molti passi. Il Partito Comunista è stato anche il Partito, mi permetto di dirlo a nome mio personale e dei miei compagni, a cui non sono sfuggite le elezioni, che pure sono venute da quella ricchezza di pluralità, di pluralismo democratico- che la nostra democrazia e la nostra società propone.
E' un Gruppo - lo diceva sempre un mio compagno - che è coerede di molti valori di una società democratica, addirittura di alcuni grandi e nobili fondamenti della società liberale. E' un Gruppo che, senza ricette in tasca, compie uno sforzo davvero serio - e davvero in questo senso di alleanza nella società e dei ceti che ci stanno - per elementi profondi di trasformazione e di cambiamento a cominciare dalle grandi regole del gioco che non sono solo un meccanismo elettorale, ma sono anche i rapporti politici, i rapporti politica-società, sono alla fine la questione del blocco sociale, evolutivo, e probabilmente in continuo divenire, a cui affidare, secondo le regole dell'alternanza democratica, la reggitura di un paese, di una Regione o di una comunità.
Ho forse divagato? No. Ho dato una risposta non tanto alle insidiosità perché non mi pareva ci fossero, ma alle conclusioni che puntualmente ad ogni fine legislatura si verificano. Sono andato a rileggermi la discussione sul bilancio del 1980, svoltasi in altro clima, in altra situazione. Mi ricordo che anche allora il j'accuse verso le Giunte di sinistra venne da un ultimo intervento del Consigliere Marchini. Non voglio trarne auspici e poi non mi piace giocare con queste cose. Devo solo dire che a quell'atto di accusa verso le Giunte di sinistra mi sento di rispondere in maniera Diversa da allora, con una maggiore consapevolezza dei problemi, delle difficoltà ed anche dei limiti soggettivi che abbiamo avuto, ma assicurando il Consigliere Marchini, ed invitando lui come gli altri, che la strada per uscirne non è quella del piccolo cabotaggio, non e: quella di credere che la politica sia il grande gioco delle tre tavolette con dietro il bastone da dare sulla testa a chi scopre il gioco.
La politica è per noi e continua ad essere qualcos'altro.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Vetrino, Mignone, Marchini,Cernetti, Brizio e Bontempi, relativo alla questione del Sito.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte al termine del dibattito sul bilancio di previsione 1985 considerato che la Regione Piemonte ha da tempo espresso parere favorevole alla costruzione dell'Interporto di Orbassano e che per questo per l'anno in corso sono stati presentati al Fio i progetti per la realizzazione del primo stralcio considerato che la realizzazione di questa infrastruttura portante nel sistema del trasporto integrato delle merci è stata ripetutamente indicata dalla Giunta e dal Consiglio tra gli interventi prioritari considerato che la Sito Spa ha in programma un aumento di capitale di soli 900 milioni, assolutamente insufficienti a garantire l'avvio dell'operazione considerato l'urgenza con la quale è necessario procedere a creare le condizioni per dare corso alla costruzione del primo modulo funzionale impegna la Giunta regionale ad approvare i provvedimenti finanziari e legislativi conseguenti entro il Mese di gennaio 1985".
Chi è favorevole è pregato di alzare la manti.
E' approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri: presenti.


Argomento:

Iscrizione provvedimenti all'Ordine del giorno


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Chiedo al Consiglio di iscrivere all'ordine del giorno i seguenti tre provvedimenti: a) Deliberazione Giunta regionale relativa a: "Approvazione del bando pubblico di concorso per l'assegnazione dei contributi in conto interessi disposti dall'art. 2, comma dodicesimo, del D.L. 23/1/1982, n. 9 convertito, con modificazioni, nella legge 25 marzo 1982 n. 94 e dall'art.
9 del D.L. 15/12/1979 n. 629, convertito, con modificazioni, nella legge 15/2/1980 n. 25" b) Deliberazione relativa a: "Approvazione del regolamento dell'elezione per il rinnovo totale dell'assemblea generale dell'USSL u.
76" c) Progetto di legge n. 458: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1984: parco naturale delle Lame del Sesia e riserve speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit parco naturale dell'Alta Valle Pesio - riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta - parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand - parco naturale dell'Argentera - parco naturale Orsiera-Rocciavré - parco naturale Val Troncea - riserva naturale parco della Burcina".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame deliberazione Giunta regionale relativa a: "Approvazione del bando pubblico di concorso per l'assegnazione dei contributi in conto interessi disposti dall'art. 2, comma dodicesimo, del D.L. 23/1/1982 n. 9, convertito con modificazioni, nella legge 25 marzo 1982, n. 94, e dall'art. 9 del D.L. 15/12/1979, n. 629 convertito, con modificazioni, nella legge 15/2/1980, n. 25"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Pongo pertanto in votazione la deliberazione della Giunta regionale relativa a: "Approvazione del bando pubblico di concorso per l'assegnazione dei contributi in conto interessi disposti dall'art. 2, comma dodicesimo del D.L. 23/1/1982 n. 9, convertito con modificazioni, nella legge 25 marzo 1982 n. 94, e dall'art. 9 del D.L. 15/12/1979, n. 629 convertito, con modificazioni, nella legge 15/2/1980, n. 25".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale approvata l'11 dicembre 1984 relativa a: 'Approvazione del bando pubblico di concorso per l'assegnazione dei contributi in conto interessi disposti dall'articolo 2 comma dodicesimo, del D.L. 2311/ 1982, n. 9 convertito con modificazioni nella legge 25/3/1982, n. 94, .e dall'art. 9 del D.L. 15 dicembre 1979, n.
629, convertito, con modificazioni, nella legge 15 dicembre 1980, n. 25' visto l'allegato A, che costituisce parte integrante della presente deliberazione, nel quale è definita e temporizzata la procedura per la presentazione delle domande, sono individuati i criteri per l'esame e per l'ammissibilità delle domande stesse sono indicati tutti i passaggi burocratici da assolvere fino alla concessione dei contributi stessi visto l'allegato B, che costituisce parte integrante della presente deliberazione, contenente l'elencazione dei requisiti di legge validi per tutte le categorie di intervento, l'elencazione dei criteri di priorità distinti nelle due categorie d'intervento, l'elencazione della documentazione da presentare in allegato alla domanda di contributo e diretta a convalidare i requisiti e le condizioni prioritarie dichiarate nel modello stesso, ferma restando la facoltà della Regione di richiedere ulteriore documentazione aggiuntiva per la completa istruttoria della pratica visti i modelli di domanda e l'avviso allegati in fac-simile alla presente deliberazione di cui costituiscono parte integrante e sostanziale vista la legge 51811978 n. 457 sentita la competente Commissione consiliare delibera di stabilire nel giorno 16/1/1985 la data di apertura e nel giorno 15/311985 la data di chiusura del bando per l'assegnazione dei contributi previsti dall'art. 2, comma dodicesimo, del D.L. 23/1/1982, n. 9 convertito con modificazioni nella legge 25 marzo 1982, n. 94 di approvare la sottoelencata ripartizione per categoria di intervento dei fondi destinati alla Regione Piemonte per l'assegnazione dei contributi in argomento: categoria acquisto 70 categoria costruzione 30 ferma restando la facoltà di spostare dall'una all'altra categoria di intervento i finanziamenti che non risultassero utilizzabili di approvare l'allegato 'A' relativo alle procedure per la raccolta delle domande, ai criteri per l'esame e per l'ammissibilità delle stesse, e alle modalità per la concessione dei contributi di approvare l'allegato 'B' relativo ai requisiti di legge, ai criteri di priorità ed alla documentazione da produrre per l'istruttoria della domanda di approvare, e di adottare quindi l'avviso ed i modelli distinti per categoria d'intervento, allegati in fac-simile alla presente deliberazione di stabilire che le domande presentate prima dell'apertura del bando, o su modello non idoneo non verranno prese in considerazione di stabilire che qualora il numero dei soggetti beneficiari a parità di punteggio definitivamente attribuito collocati nel punteggio di riserva dovessero risultare superiori allo stanziamento residuo eventualmente disponibile, l'ordine dei beneficiari verrà stabilito per sorteggio da effettuarsi in forma pubblica di precisare a) che l'elenco generale provvisorio delle domande pervenute suddivise per categoria d'intervento e per punteggio nonché le liste degli esclusi per inammissibilità della domanda verranno approvati con deliberazione della Giunta regionale da adottarsi entro il 15/4/1985 b) che l'Assessore regionale competente è autorizzato ad emettere le comunicazioni ufficiali di conferma del diritto alla concessione del contributo.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 19/2/1953, n. 62, con votazione per alzata di mano all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione a norma dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.


Argomento:

Esame deliberazione relativa a: "Approvazione del regolamento dell'elezione per il rinnovo totale dell'assemblea generale dell'U.S.S.L. n. 76"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Pongo ora in votazione la deliberazione relativa a: "Approvazione del regolamento dell'elezione per il rinnovo totale dell'assemblea generale dell'U.S.S.L. n. 76".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la bozza di DPGR per l'approvazione del regolamento dell'elezione per il rinnovo totale dell'assemblea generale dell'U.S.S.L. n. 76 delibera di esprimere parere favorevole in ordine alla bozza di DPGR per l'approvazione del regolamento dell'elezione per il rinnovo totale dell'assemblea generale dell'USSL n. 76 con sede a Casale Monferrato, quale risulta dall'allegato che forma parte integrante della presente delibe razione.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62, con votazione per alzata di mano all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti, e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 45 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Assestamento di bilancio - Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 458: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1984: parco naturale delle Lame del Sesia e riserve speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit - parco naturale dell'Alta Valle Pesio riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta - parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand - parco naturale dell'Argentera parco naturale Orsiera-Rocciavré - parco naturale Val Troncea riserva naturale parco della Burcina"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 458: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1984: parco naturale delle Lame del Sesia e riserve speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit - parco naturale dell'Alta Valle Pesio - riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta - parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand - parco naturale dell'Argentera - parco naturale Orsiera-Roc ciavr' - parco naturale Val Troncea - riserva naturale parco della Burcina".
Procediamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Sono approvati gli assestamenti ai bilanci di previsione per l'anno finanziario 1984, dei seguenti Enti di diritto pubblico ed aziende che gestiscono parchi o riserve naturali regionali: Parco naturale delle Lame del Sesia e delle riserve speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit Parco naturale dell'Alta Valle Pesio Riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand Parco naturale dell'Argentera Parco naturale Orsiera-Rocciavr Parco naturale della Val Troncea Riserva naturale pareo della Burcina; allegati alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. l è approvato.
Art. 2 (Urgenza) "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'articolo 45 dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Nomine

Esame progetto di legge n. 469: "Modifica all'art. 12 della legge regionale 4/7/1984 n. 30 'Proroga presidenza transitoria del Consiglio regionale di sanità ed assistenza'"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Propongo ancora di iscrivere all'ordine del giorno il progetto di legge n. 469: "Modifica all'art. 12 della legge regionale 4/7/1984, n. 30 'Proroga presidenza transitoria del Consiglio regionale di sanità ed assistenza".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.
Pongo pertanto in votazione l'articolo unico.
Articolo unico "Il secondo comma dell'art. 12 della L.R. 4 luglio 1984, n. 30, è così modificato: 'In sede di prima costituzione e comunque non oltre il 30/6/1985, il Consiglio regionale di sanità ed assistenza è presieduto dall'Assessore regionale alla sanità ed assistenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'articolo unico è approvato.
A nome dell'Ufficio di Presidenza formulo a tutto voi gli auguri per un buon Natale e un felice 1985.
Il Consiglio è convocato per il giorno 4 gennaio 1985.
La seduta è tolta.
(La seduta ha termine alle ore 20)



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