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Dettaglio seduta n.29 del 18/12/80 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbale precedente seduta". Se non vi sono osservazioni il processo verbale dell'adunanza consiliare del 10 dicembre 1980 si intende approvato.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente il numero di autorizzazioni per ricovero all'estero concesso dalla Regione nel periodò 1978-'79 a favore dei cittadini interessati al trapianto della cornea


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze".
Iniziamo con l'interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente il numero di autorizzazioni per ricovero all'estero concesso dalla Regione nel periodo 1978-'79 a favore dei cittadini interessati al trapianto della cornea.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

In considerazione alle difficoltà legislative in materia di trapianti d'organo, tutte le richieste inoltrate a questo Assessorato per ottenere l'autorizzazione a ricoverarsi all'estero sono state accolte. Per gli anni cui si fa riferimento sono stati autorizzati n. 14 casi nel 1978 e n. 14 casi nel 1979 mediante mod. E 112 (Paesi CEE).
Al numero anzidetto devono essere aggiunti gli altri casi di ricovero per i quali sono stati utilizzati mod. E 111 dimostrativi del semplice diritto all'assistenza, rilasciati dai vari uffici territoriali degli Enti mutualistici e Casse mutue, validi per i ricoveri d'urgenza e di chi si trovava all'estero di cui questo Assessorato è impossibilitato a stabilirne il numero.
Vanno inoltre aggiunti una decina di casi all'anno che hanno fruito dell'assistenza ospedaliera in forma indiretta, sempre in tale specialità.
Detti ricoveri avvengono prevalentemente a Barcellona presso la Casa di Cura privata "Barcaquer" oppure a Losanna e Ginevra, paese con il quale non esiste rapporto convenzionale così come per la predetta Casa di Cura. Per questi ultimi casi l'Amministrazione regionale ha provveduto ad un rimborso nella misura del 50 % della spesa sostenuta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Ringrazio l'Assessore della risposta e mi dichiaro soddisfatto.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione dei Consiglieri Martini, Martinetti, Lombardi e interrogazione dei Consiglieri Ferro e Revelli inerenti la revoca del contributo di L. 800.000.000, già destinato all'Ente ospedaliero "Ospedale Civile" di Demonte


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione dei Consiglieri Martini, Martinetti Lombardi e l'interrogazione dei Consiglieri Ferro e Revelli inerenti la revoca del contributo di L. 800.000.000, già destinato all'Ente ospedaliero "Ospedale Civile" di Demonte.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda i motivi della decisione, si fa rilevare che la proposta di piano socio-sanitario, di cui alla deliberazione del 13 febbraio 1980, alla quale la Giunta regionale si è autovincolata, considera il fabbricato in questione "non necessario ai fini dell'assistenza ospedaliera a regime riformato" e demanda, alla U.S. L. e Comprensorio pertinenti, la competenza a "formulare (entro l'80) proposte in ordine all'uso o meno del complesso edilizio a fini sociali o sanitari, con esclusione comunque di ogni destinazione ospedaliera".
In tale ottica ed in attesa che gli organi competenti formulino proposte concrete, si è ritenuto corretto l'utilizzo di tali fondi, da tempo immobilizzati, per la realizzazione di opere urgenti quali quelle di completamento degli impianti ed inizio delle finiture edilizie della piastra dei servizi dell'Ospedale di Domodossola. Con ciò si è inteso anche evitare un'ulteriore erosione del valore di acquisto dei fondi a causa della continua lievitazione dei costi.
Relativamente alla richiesta di reintegro dello stanziamento, si ritiene di dover attendere le proposte di cui sopra, anche al fine di conoscere l'esatta destinazione dell'immobile e l'eventuale costo dei lavori.
Per quanto attiene ai punti n. 1 e 2 dell'interrogazione presentata dai Consiglieri Ferro e Revelli, si precisa che per la zona 60, con popolazione inferiore a 50.000 abitanti, non è prevista la dotazione di un ospedale sia pure con dimensioni minime e che comunque Demonte, per la sua eccentricità, non è ritenuto un possibile centro in cui localizzare un eventuale ospedale di zona, anche considerando che i pazienti di questa zona sono assorbibili dall'Ospedale di Cuneo.
Per quanto concerne infine il mantenimento dei livelli occupazionali la proposta di piano socio-sanitario prevede che le proposte degli organi competenti "devono concretizzarsi in programmi, sia di riconversione d'uso degli stabili, sia di utilizzo del personale - tenuto conto, per quanto possibile, delle singole competenze e delle funzioni prevalentemente svolte nei servizi socio-sanitari riordinati dell'U. S. L., oppure di altri servizi pubblici eventualmente carenti di personale e presso i quali il dipendente possa vedere adeguatamente utilizzata la propria professionalità".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini, per una breve replica.



MARTINI Mario

Non posso considerarmi soddisfatto della risposta.
Prima di tutto l'interrogazione che ho presentato con i colleghi Martinetti e Lombardi è datata 16 ottobre, quindi è passato troppo tempo il fatto, poi, che si sia aggiunta un'altra interrogazione sembra un escamotage per dare risposte che soddisfino ad esigenze locali più che a quelle di carattere programmatorio alle quali si è richiamato l'Assessore Bajardi.
Nel chiedere all'Assessore Bajardi il testo delle due risposte per poterle esaminare con attenzione, ribadisco una questione di principio che ha un valore analogo al valore dei principi programmatori cui si è richiamato. Le opere murarie sono state interrotte a metà, e le opere murarie interrotte a metà danno sempre la sensazione di incuria e di incapacità amministrativa. C'era Stata una presa di posizione da parte delle forze politiche provinciali le quali si erano fatte mediatrici tra la Regione e gli Enti locali della vallata. Era stata data ampia assicurazione sugli 800 milioni necessari per ultimare le opere murarie, quanto meno per collocare il tetto; si poteva decidere quale destinazione dare successivamente a quelle opere murarie. Il problema ha una sua rilevanza nota sia all'ex Presidente della Giunta sia all'ex Assessore alla sanità e spiace che l'iniziativa non sia andata in porto, con il rischio che le forze politiche perdano di credibilità presso l'opinione pubblica. Tra le varie cause d i scollamento tra le istituzioni e le popolazioni locali credo ci sia anche la mancanza di serietà al vertice.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente il funzionamento del riscaldamento in vari complessi dell'Istituto Autonomo Case Popolari


PRESIDENTE

Infine esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Cerchio inerente il funzionamento del riscaldamento in vari complessi dell'Istituto Autonomo Case Popolari.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore all'edilizia residenziale

Il Consigliere Cerchio sa che le vicende inerenti il funzionamento del riscaldamento dell'Istituto Autonomo Case Popolari derivano dalla morosità nel pagamento di queste spese, come di altre, da parte dell'inquilinato. Da tempo lo IACP, in accordo con la Regione, e non solo da quest'anno, ha promosso e incentivato l'autogestione dei quartieri IACP, in quanto, fra l'altro, l'autogestione costituisce, di fatto, nella misura in cui la si realizza, una forma di partecipazione reale degli utenti alla gestione ordinaria di un bene pubblico; attraverso l'autogestione si promuove anche un processo di consapevolezza del valore di questo bene pubblico. Al momento attuale sono in autogestione circa 1'80 % dei quartieri dell'IACP si può pertanto ben dire che questa azione promossa con fatica, essendo costata anche sul piano del confronto politico, ha ottenuto un successo notevole. Le morosità si sono ridotte all'1 % e si sono ridotti anche i consumi, dal 25 al 30 .A), sul costo unitario a metro cubo del riscaldamento. Quindi agli effetti concreti, la promozione dell'autogestione si mostra positiva.
L'autogestione è possibile a condizione che almeno il 60 % degli assegnatari del fabbricato vi aderiscano. Lo IACP presta gratuitamente la propria assistenza legale ed amministrativa. Sono rimasti fuori da questa forma di gestione autonoma circa 5.000 alloggi per i quali non è stato possibile trovare il sufficiente consenso per avviare un processo di autogestione.
Per il riscaldamento di tali alloggi sono state pertanto indette direttamente dallo IACP, due gare d'appalto. La prima è andata deserta, la seconda è stata aggiudicata, ma con difficoltà conseguente al timore delle ditte erogatrici di non riuscire, sulla base dell'esperienza degli anni passati, ad esigere il pagamento delle rate. Per questo, prima delle accensioni le ditte erogatrici hanno richiesto la firma da parte degli assegnatari del contratto che regola il servizio e le modalità di pagamento. Solo 1.600 famiglie su 5 mila hanno firmato; 3.400 famiglie non hanno ritenuto opportuno sottoscrivere il contratto assumendo esplicitamente un atteggiamento di rifiuto all'assunzione di questo onere.
Sulla scorta di tale situazione le ditte erogatrici non hanno inteso dar corso all'accensione degli impianti. Lo IACP, vista la situazione, ha convocato i Sindaci dei Comuni interessati dai quartieri IACP in cui il riscaldamento per queste ragioni non è stato attivato e ha promosso per il 6 novembre una riunione presso il Comune di Torino con la partecipazione dei Capigruppo e dei rappresentanti delle circoscrizioni interessate.
L'Istituto, per motivi sociali, umanitari e di ordine pubblico, ha chiesto alle ditte erogatrici l'accensione in via provvisoria per 30 giorni; ciò è avvenuto. Questa decisione interessa le famiglie di Chieri, a cui fa riferimento il Consigliere Cerchio. In quella stessa riunione è venuta la proposta di mobilitarsi per la raccolta delle firme mancanti in modo da poter realizzare anche in quei quartieri l'autogestione; nel corso di questa azione saranno individuati quei casi reali che presentano problemi di pagamento. La scadenza dei 30 giorni si è compiuta il 7 dicembre, quando l'azione di mobilitazione per passare all'autogestione, non era ancora compiuta; lo IACP ha ottenuto una proroga di altri 30 giorni e il riscaldamento ha continuato ad essere erogato in tutti i quartieri. La proroga è avvenuta a seguito di un ulteriore incontro presso il Comune di Torino a cui hanno partecipato i Capigruppo. In quell'occasione si è fatta una verifica delle morosità che risultavano scese a circa 1.000 utenti; in questi ultimi giorni è scesa a 500 utenti. Quindi, il tentativo di attribuire la responsabilità agli utenti sta dando i suoi frutti e di fatto si sta risolvendo un problema annoso, che ha radici lontane, nate anche da sollecitazioni demagogiche sul rapporto tra utenza e patrimonio pubblico.
L'ufficio legale dell'Istituto sta inviando le lettere di ingiunzione ai morosi residui, invitandoli a regolare la situazione entro il 15 gennaio 1981, o quanto meno a presentarsi presso le circoscrizioni comunali per la verifica della reale situazione reddituale, al fine di individuare i casi di effettiva impossibilità economica al pagamento per trasferirli sul capitolo dell'assistenza.
Credo che questa sia l'unica soluzione del problema, perché l'Istituto Autonomo Case Popolari non può, oltre a costruire, assegnare gli alloggi e gestirne il patrimonio, diventare una surretizia forma di sussistenza nei confronti delle famiglie che non hanno un reddito sufficiente. A ciò devono essere chiamate le strutture competenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

L'interrogazione nasceva nei giorni caldi della proposta, quando centinaia di famiglie, in pieno inverno, sollevarono un problema, per risolvere il quale, non era stata promossa nessuna azione tempestiva e propedeutica.
In effetti, caro Assessore, quella certa politica a cui fa cenno, non l'ha fatta la nostra forza politica, ma l'hanno fatta altre forze sociali e politiche per creare una certa mentalità a non pagare e a rifiutare l'autogestione.
Nelle case popolari in regione Maddalena a Chieri, il riscaldamento non è omogeneamente distribuito: alcune case lo ricevono regolarmente, altre no, o quasi. Le tubature, infatti, corrono in superficie e non sono munite dei necessari isolamenti. A questo punto capisco le giustificazioni di coloro che protestano e non pagano.
Fatte queste considerazioni, devo dare atto che la Regione si è fatta parte diligente nell'azione di mediazione e di sollecitazione di incontri tra le parti per trovare soluzione al problema.
Sono lieto di apprendere che le morosità sono diminuite notevolmente e spero che nei prossimi anni non si ripresentino questi problemi in pieno inverno ma che si provveda tempestivamente.



PRESIDENTE

Le interrogazioni sono così esaurite.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

a) Congedi Circa il punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente" comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Avondo e Genovese.
b) Apposizione visto Commissario del Governo Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla le e regionale del 16/10/1980: "Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali 21 gennaio 1980 n. 3 e 4 giugno 1975 n. 41" alla legge regionale del 6/11/1980: "Modificazioni alla legge regionale 28 gennaio 1980, n. 5 'Istituzione del parco naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea' " alla legge regionale del 6/11/1980: "Interpretazione autentica e modifiche alla legge regionale 17 ottobre 1979 n. 60, recante norme per la tutela della fauna e la disciplina della caccia" alla legge regionale del 13/11/1980: "Interpretazione autentica art.
36 legge regionale 17 dicembre 1979, n. 74" alla legge regionale del 13/11/1980: "Assestamento del bilancio di previsione per l'anno 1980" alla legge regionale del 13/11/1980: "Rendiconto dell'esercizio finanziario 1979" alla legge regionale del 13/11/1980: "Norme straordinarie per la soppressione degli Enti ospedalieri ed il trasferimento delle relative gestioni alle Unità Sanitarie Locali" alla legge regionale del 13/11/1980: "Diritto allo studio nell'ambito universitario" alla legge regionale del 30/10/1980 modificata dalla legge regionale del 26/11/1980: "Modifiche alle leggi regionali 13 ottobre 1972 n. 10, 10 novembre 1972 n. 12, 30 giugno 1977 n. 33, 12 giugno 1978 n. 32" alla legge regionale del 27/11/1980: "Primo contributo del Piemonte all'iniziativa di solidarietà nazionale per i terremotati della Campania e della Basilicata".
c) Mancata apposizione visto Commissario del Governo Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 6/11/1980: "Istituzione del parco naturale e area attrezzata della Villa San Remigio" alla legge regionale del 6/11/1980: "Istituzione del parco naturale e area attrezzata della Collina di Rivoli" alla legge regionale del 13/11/1980: "Norme per la disciplina della contabilità, l'utilizzazione e la gestione del patrimonio delle Unità Sanitarie Locali".
d) Ricorso alla Corte Costituzionale Comunico inoltre che è stato inoltrato ricorso alla Corte Costituzionale da parte del Pretore di Arona in relazione alla legittimità costituzionale dell'art. 56 della legge n. 56 del 5/12/1977 in materia di urbanistica per reato commesso in Dormelletto nel febbraio 1979.
e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale Rendo note le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 14 e 28 ottobre, 11 novembre, 2 e 9 dicembre 1980 in attuazione dell'art. 7, primo comma, della legge regionale 6 novembre 1978, n. 65.
SEDUTA DEL 14 OTTOBRE 1980 Piano d'acquisto di attrezzature e materiali per l'attività didattico divulgativa del Museo regionale di Scienze Naturali di cui alla deliberazione n. 106-27307 del 25/2/1980.



FERRARIS Bruno

SEDUTA DEL 28 OTTOBRE 1980 21 - Acquisto di materiale didattico e pagamento competenze al dr.
Repetto per il corso di contabilità meccanizzata dallo stesso tenuto ai docenti di C.P.P. Spesa di L. 2.000.000. Cap. 11540/80.



ALASIA Giovanni

126 - Deliberazione n. 54-26159 del 16/1/1980 relativa all'affidamento di incarico per la progettazione di mostre scientifiche del Museo regionale di Scienze Naturali: revoca.



FERRERO Giovanni

147 - D.G.R. 74-27494 del 4/3/1980. Studi sulla sismicità del territorio regionale. Elaborazione del progetto esecutivo ed avvio della ricerca. Affidamento lavoro di svolgimento indagini e raccolta dati ai sigg. Gardenghi Gianfranco e Capponi Giovanni. Cap. 2250 Imp. 1769.



RIVALTA Luigi

148 - Revoca deliberazione n. 26-29211 del 29/4/1980 recante: "Affidamento alla Inarco Coop, di Torino di incarico per l'integrazione dell'indagine conoscitiva sulla distribuzione delle precipitazioni nevose sul territorio regionale. Acquisizione, elaborazione dati e cartografia".
Spesa Complessiva L. 14.820.000 I.V.A. compresa. Cap. 5840.



RIVALTA Luigi

150 - Impegno e liquidazione in sanatoria spesa L. 2.850.000 (I.V.A.
compresa) per prestazioni rese dall'Istituto Piante da Legno come consulenza alla Regione sul tronco Torino - Rivoli Avigliana della S.S. 25 (Cap. 5700/80).



RIVALTA Luigi

155 - Indagine sulla distribuzione, qualificazione e condizione di fruibilità delle attività di servizio in Piemonte. Elaborazione automatica dei dati mediante utilizzo del Centro di Calcolo del C.S.I. Piemonte. Spesa di L. 550.000 da impegnarsi sul cap. 2200 del bilancio 1980.



SIMONELLI Claudio

157 - Ricerca sulla mobilità sociale e la qualità della vita nel territorio del Comprensorio di Saluzzo - Savigliano - Fossano. Elaborazione automatica dei dati mediante utilizzo del Centro di Calcolo del C.S.I.
Piemonte. Spesa di L. 220.000 da impegnarsi sul cap. 2200 del bilancio 1980.



SIMONELLI Claudio

163 - Legge regionale 29/6/1978 n. 38 Ulteriore contributo di L.
11.200.000 alla Comunità montana Alta Val Susa per provvedere alla corresponsione dell'I.V.A. sull'importo di L. 80.000.000 autorizzato con deliberazione 111911979 n. 150-23491 per studi, rilevazioni e progettazione esecutiva di interventi urgenti per la sistemazione del bacino della Piccola Dora. Spesa di L. 11.200.000. Cap. 9300/1980.



SIMONELLI Claudio

181 - Autorizzazione a proporre ricorso avanti la Corte di Cassazione avverso sentenza del Pretore di Ivrea del 30/5/1980. Affidamento di incarico legale. Spesa di L. 600.000 al cap. 1080.



TESTA Gianluigi

SEDUTA DELL' 11 NOVEMBRE 1980 19 - Affidamento all'Istituto Piante da Legno e Ambiente della Regione Piemonte della redazione di piani naturalistici di aree a parco o riserva naturale. Spesa globale di L. 318.090.000 ( cap. vari esercizi finanziari 1979 e seguenti).



RIVALTA Luigi

20 - Rimborso spese anticipate dagli architetti Roberto Cambino e Cesare Volpiano, relative al progetto di restauro della Cascina di proprietà regionale inclusa nel Parco delle Vallere in Comune di Moncalieri.
Spesa L. 3.22 7.055 - Cap. 7930 bilancio 1980.



RIVALTA Luigi

53 - Applicazione legge regionale 12/5/1980 n. 37: "Le Enoteche regionali, le Botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico enologici, le strade del vino". Liquidazione spese L. 322.800. Cap.
3755/80.



FERRARIS Bruno

91 - Liquidazione competenze al prof. Francesco Zilio Grandi membro della Commissione tecnica regionale per la stesura del piano generale previsto all'art. 3 della legge regionale 21/8/1978 n. 52. Spesa L.
390.500. Cap. 1900 bilancio 1980.



SALERNO Gabriele

SEDUTA DEL 2 DICEMBRE 1980 20 - Liquidazione fatture relative all'incarico di progettazione per il recupero, restauro e risanamento ambientale e paesaggistico nella Tenuta regionale "La Mandria" - Spesa L. 11.054.404. Cap. 8199 bilancio 1980.



RIVALTA Luigi

25 - Gruppo di lavoro e consultazione per i problemi veterinari Formalizzazione di costituzione della Sottocommissione.



BAJARDI Sante

26 - Gruppo di lavoro e consultazione per i problemi veterinari Autorizzazione al Presidente alla partecipazione di convegni, congressi riunioni anche fuori territorio regionale.



BAJARDI Sante

48 - Individuazione della Commissione per l'esame delle esigenze socio sanitarie delle persone affette da alterazioni psichiche, in corso di procedimenti penali o di provvedimenti di limitazione della libertà personale.
BAJARDI e CERNETTI BERTOZZI 94 - Consulenza per predisposizione e attuazione di provvedimenti normativi in materia di turismo, pesca e caccia. Affidamento del relativo incarico al prof. Lelio Lantella. Spesa di L. 6.79 7.4 07 I.V.A. compresa (prenotazione sul cap. 2250/81).
MORETTI e SIMONELLI 104 - Legge regionale 19/12/1978 n. 77. Compenso ai relatori esterni di cui alle lettere b, d, e, f, ed m, nonché a quelli di cui al quinto comma dell'art. 76 della legge regionale 5/12/1977 n. 56 per la redazione delle relazioni L. 5.105.468 sul cap. 7160 per l'esercizio finanziario 1980.



SIMONELLI Claudio

105 - Legge regionale 19/12/1978 n. 77. Pagamento gettoni di presenza ai membri esterni del C.U.R. e indennità di trasferta a quelli residenti fuori Torino quale rimborso spese per le sedute del primo semestre dell'anno 1980 L. 4.772.197 sul cap. 7160 per l'esercizio finanziario 1980.



SIMONELLI Claudio

SEDUTA DEL 9 DICEMBRE 1980 32 - Deliberazione n. 55-25635 del 18/12/1979 relativa a corsi di riqualificazione e aggiornamento professionale a favore di ex dipendenti della Singer di Leinì : parziale modifica.



PRESIDENTE

78 - D.G.R. 1-19395 del 26/2/1979: Formazione gruppo di tecnici per la redazione dei primi schemi piani territoriali. Integrazione di spesa L.
24.478.916 oneri fiscali inclusi.



PRESIDENTE

85 - Affidamento al dr. Walter Conca dell'incarico di predisporre metodi di indagine e formulare analisi relative alla struttura finanziaria delle imprese manifatturiere piemontesi, al fine di costituire un Osservatorio regionale sulla struttura finanziaria delle imprese. Spesa L.
10.200.000.



SIMONELLI Claudio

86 - Redazione del rapporto finale sullo stato di avanzamento della pianificazione locale e sviluppo dello studio sulla situazione urbanistica nell'area metropolitana torinese. Liquidazione spese. Cap. 7120/80 - L.
514.620.



SIMONELLI Claudio

Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Informazione

Esame mozione presentata dai Gruppi D.C., P.L.I. e P.R.I. sull'informazione


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto quarto all'ordine del giorno: Esame mozione presentata dai Gruppi D.C., P.L.I. e .P.R.I. sull'informazione.
Ha facoltà di intervenire il Consigliere Brizio per l'illustrazione della mozione.



BRIZIO Gian Paolo

Partendo da un episodio specifico, il nostro Gruppo ha presentato questa mozione in collaborazione con i Gruppi dell'opposizione liberale e repubblicano.
E' opportuno avere presente i precedenti di questa iniziativa che si riferiscono alla passata legislatura ma che sono di attualità. Lo scorso gennaio di fronte alla pubblicazione sui giornali da parte della Regione Piemonte di intere pagine pubblicitarie (che si riferivano a contributi versati dallo Stato ai Comuni tramite la Regione e a materie che lo stesso Assessore Ferrero ha riconosciuto non riguardanti competenze della Regione tanto che c'è il rifiuto di fare le variazioni di bilancio, per esempio, in merito all'assistenza scolastica) il , nostro Gruppo aveva assunto una posizione marcata e precisa che forse vale la pena ricordare.
Il 6 febbraio i Consiglieri Bianchi, Picco e Paganelli scrivevano esplicitamente: "Dopo aver sollevato nelle varie sedi consentite, Consiglio e conferenza dei Capigruppo, censure e doglianze per la serie di iniziative pubblicitarie, informative, editoriali assunte dalla Giunta regionale in coinvolgimento dell'intera istituzione, dopo aver registrato positive valutazioni dei nostri rilievi da parte delle forze politiche presenti in Consiglio, così pervenendo alla costituzione della Commissione per l'informazione, dopo aver in questa sede ascoltato tra l'altro una formale ed impegnativa dichiarazione del Presidente della Giunta che garantiva un diverso indirizzo nella delicata materia con la sospensione di inserti ed annunci pubblicitari che non fossero meramente promozionali, dopo tutto questo, dobbiamo constatare una totale contraddizione tra le affermazioni pronunciate, le assicurazioni fornite e i comportamenti, che appaiono spregiudicati e privi di ogni regola e freno. In particolare, negli ultimi giorni, mentre si deve ricordare che la Regione dispone di una serie di strumenti informativi propri, sono state acquistate intere pagine dei quotidiani per la divulgazione di dati ed elenchi riguardanti i contributi erogati".
I nostri membri uscirono con questa dichiarazione dalla Commissione regionale per l'informazione. Successivamente, data la delicata fase pre elettotale, rientrarono con senso di responsabilità anche perché erano state fornite le assicurazioni di un cambiamento di indirizzo.
In sostanza, come la nostra posizione di allora quella di oggi non mette in discussione il diritto-dovere della Regione di informare, mette in discussione il fatto che l'espletamento di tale diritto-dovere avvenga in termini corretti e cioè di conoscenza preventiva, di programmazione delle iniziative, di proporzione fra le spese, gli strumenti che vengono adottati e i risultati che si vogliono ottenere.
Dopo l'avvio della nuova legislatura il problema si è ripresentato.
Nella riunione dei Capigruppo del 24 ottobre si è discusso su un progetto di informazione ed è stato esplicitamente richiesto dal nostro Capogruppo che si riformasse rapidamente la Commissione per l'informazione. Ci sono stati consensi da patte di altri Gruppi, e da parte del Gruppo comunista c'è stata invece una posizione netta intesa a rinviare la nomina della Commissione con la motivazione che era necessaria la predisposizione di un progetto più completo sull'informazione senza fermare iniziative che creassero nuovi strumenti di carattere audiovisivo come quello che è stato portato in discussione nella conferenza dei Capigruppo il 4 novembre u.s.
Il documento si motiva con il fatto che sorto necessari una legge regionale di principi che traduca in concreto le indicazioni contenute nell'art. 8 dello Statuto e l'elaborazione di un progetto di informazione che individui ed organizza gli strumenti di comunicazione diretta della Regione e dei suoi organi. In questo contesto si dà però avvio ad un'iniziativa che sostanzialmente contraddice il discorso di una programmazione regionale.
Non si può asserire, come si dice nel documento che accompagna la deliberazione, che questa iniziativa si inserisce nel progetto generale dell'informazione. Per inserirsi in un progetto bisogna che esso esista e poiché il progetto non esiste, o quanto meno il Consiglio non ne è a conoscenza, è difficile che questa iniziativa possa in esso inserirsi; a meno che si inserisca un elemento sostitutivo del progetto, che sarà fatto di spizzichi e portato avanti da singole iniziative disarticolate.
La deliberazione del 2 ottobre 1980 prevede la realizzazione, in via del tutto sperimentale, di un rotocalco televisivo che dovrebbe essere diretto dall'Ufficio Stampa della Giunta, rotocalco che punta con un grosso finanziamento alla collaborazione con una televisione privata, il problema a questo punto si allarga. L'atteggiamento della maggioranza ha destato interesse e discussioni anche su quotidiani, che noi rappresentano la nostra opinione come il "Manifesto" che tuttavia sappiamo attento ai fatti politici, a quello che i fatti politici sottendono e alle valutazioni che se ne possono trarre. Abbiamo letto sul "Manifesto" che il Direttore dell'Ufficio Stampa ci tranquillizza sulla qualità dei servizi, che non saranno noiosi, non faranno comparire gli Assessori a spiegare le leggi in discussione, che saranno veri e propri servizi giornalistici di informazione e non di propaganda.
Non conosciamo i programmi prescelti, ma da quello che ci giunge ci pare invece che gli argomenti scelti sono di esplicita propaganda.
Anzi, per dare una valutazione specifica sulla deliberazione sarebbe importante che fosse data anche a noi, e non soltanto ai giornalisti del "Manifesto", qualche assicurazione circa la sostanza di questo rotocalco televisivo.
Il problema sta nel ricorso massiccio alla televisione privata. Noi non siamo contrari agli strumenti privati, anzi, abbiamo sempre difeso il pluralismo dell'informazione, quindi siamo lieti che tali strumenti funzionino: leggo il "Manifesto" parrebbe che sono nostri amici, può darsi ma se ricordiamo quello che abbiamo visto in campagna elettorale, dobbiamo dire che se sono amici, noi non ne abbiamo abusato e chi ha usato i mezzi più massicci non appartiene certamente al nostro partito. Se ne facciamo una questione morale anche questo tema dovrà essere discusso ed approfondito poiché sotto gli occhi di tutti.
Dal "Manifesto" abbiamo il piacere di conoscere l'opinione del Capogruppo comunista che giustifica questa svolta del P.C.I., per il quale la televisione pubblica rimane la filosofia di fondo, ma poiché la televisione privata esiste ne accetta l'utilizzazione.
Sono tempi di svolte per il P.C.I. e prendiamo atto che c'è anche questa svolta: il Consigliere Bontempi molto correttamente lo ammette salvo dire che si tratta di un esperimento datato nel tempo.
La deliberazione ha portato fatalmente il discorso sui mezzi di informazione, proprio perché non fa riferimento ad un progetto. Se fosse stata una deliberazione progettuale di contenuti, se si fosse ispirata ad un'azione culturale ed informativa, il nostro discorso sarebbe stato di tipo diverso.
Noi siamo per la priorità dei mezzi interni, siamo per migliorare le possibilità della Regione che ha i suoi strumenti, ha gli uffici stampa, ha una propria rivista apprezzabile per la veste grafica, ma che da troppo tempo ormai è congelata nei contenuti e sostanzialmente inadeguata: per il lettore non politicizzato o non addetto è troppo formale perché incapace di esprimere un contatto diretto, per l'amministratore pubblico è incompleta.
La rivista deve essere migliorata cercando di coinvolgere gli Enti locali intermedi, le Unità Sanitarie Locali, i Comprensori. Dovremmo porci questo problema più che fare dei rotocalchi televisivi. Per esempio, non tiene conto dell'attività delle Commissioni, del lavoro preparatorio che ha un peso notevole e che deve essere valutato per comprendere il prodotto legislativo che ne consegue.
Per quanto riguarda l'eventuale uso dei mezzi televisivi dovrebbe essere prioritario il rapporto con la Terza Rete che contiene uno spazio regionale. Certo la Terza Rete ha i suoi limiti, dà scarso peso alle istituzioni e alle comunità periferiche, ma proprio perché si tratta di un Ente pubblico lo si deve raggiungere per stabilire un rapporto. Altre Regioni, anche non gestite dalla D.C., hanno preso accordi con la Direzione generale della Rai-Tv allo scopo di predisporre un organico discorso prioritariamente con la televisione pubblica. Capisco che il discorso debba essere portato anche sugli altri canali, non si può appaltare un servizio di informazione neanche agli amici: un servizio di informazione deve essere serio e deve essere gestito, condotto, programmato ed ispirato dalla Regione.
Il tema dell'informazione non si limita soltanto ai mezzi, ma deve entrare nella sostanza per attuare il dettato dell'art. 8 dello Statuto.
Intanto si deve chiarire chi è l'autore dell'informazione, chi è il soggetto che la propone. Non c'è dubbio che questo è l'istituzione regionale nel suo complesso, il Consiglio attraverso l'attività delle Commissioni, la Giunta attraverso l'attività degli Assessorati. Se l'autore del progetto informativo deve essere l'istituzione regionale, ogni iniziativa deve partire da una Commissione sull'informazione che coinvolga il Consiglio e la Giunta e che esprima un progetto per dar corso al diritto dovere di informazione della Regione.
Chiarito questo aspetto, si devono fissare gli obiettivi dell'informazione, che devono essere lo sviluppo della partecipazione dei cittadini in un coordinamento che in certa misura si è trasformato da stato centralista in stato articolato in diversi ordinamenti, secondo una linea politica che i democratici cristiani da sempre esaltano. Deve essere un progetto con precisi obiettivi che non possono limitarsi alla pura informazione. L'Assessorato al turismo, per esempio, ha presentato un progetto che può essere apprezzabile e che comporta una spesa di 614 milioni in cui informazione e promozione sono connesse, l'una giustifica l'altra. In questo progetto, oltre agli aspetti editoriali e promozionali deve essere considerato anche il sostegno ai quotidiani, attraverso spazi ed inserti pubblicitari. Gli interventi per la "Gazzetta del Popolo" o per altri quotidiani devono pure rientrare in un discorso complessivo.
Nel discorso globale va considerata anche la produttività dei costi non in senso economico, ma in senso sociale. Prima di tutto si debbono conoscere i costi dell'informazione nella loro articolazione per valutarne i benefici. Ci vengono forniti innumerevoli dati articolati nei vari capitoli di bilancio, ma non riusciamo a intravvedere i risultati, anzi, i benefici sono scarsi.
Abbiamo letto sui giornali che molti cittadini non sanno che cosa è la Regione, non conoscono gli amministratori e non sanno che cosa sono le leggi. Ebbene, ci si organizzi in modo da far conoscere ai cittadini l'istituto regionale.
L'informazione deve essere concreta, non deve puntare a discorsi troppo teorici, ma deve scendere sulle questioni pratiche che interessano il cittadino; non vogliamo che l'Ente sia staccato, qualcosa di lontano dobbiamo d are un'informazione chiara, semplice ed obiettiva. Qui nasce il problema perché la garanzia dell'obiettività sta nel pluralismo: non è possibile portare avanti un progetto sull'informazione senza la garanzia della partecipazione dei Gruppi a livello di individuazione degli obiettivi e delle linee e a livello di direzione redazionale. L' in formazione deve essere completa e questo può essere difficile data la vastità dell'attività regionale.
In conclusione chiediamo il ritiro della deliberazione perché è parziale e, non corrisponde ad un disegno chiaro. Il Consigliere Bontempi dice nel suo intervento di essere stato forzato nei tempi. Da chi? Noi certamente non vi forziamo. Forse vi hanno forzato i compagni di Giunta o dall'esterno.
Chiediamo inoltre l'immediata costituzione della Commissione informazione e che il lavoro della stessa parta da un'indagine storica della spesa regionale disaggregata per Assessorati e per canali, stampa televisione, editoria propria tale da per mettere di cogliere quanto è stato positivo e di modificate quanto è stato negativo o errato. La Commissione dovrebbe inoltre predisporre una proposta di legge per regolamentare la materia, gli obiettivi, finalizzando i mezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'esame della nostra mozione introduce valutazioni sul comportamento della Giunta estremamente rigorose severe e negative. Chiediamo fermamente che la Giunta rimedi in parte a questo infortunio integrando l'informazione ai Consiglieri sullo stato d'avanzamento del progetto televisivo. In altri termini, prima di uscire da quest'aula sapere se la deliberazione ha già dato corpo ad iniziative e a programmi e se sono già state assunte responsabilità di progettazione.
Peraltro, se facciamo un esame critico dell'excursus di questa vicenda dobbiamo chiederci perché alcune forze politiche, in particolare il P.C.I.
hanno cambiato atteggiamento. E' stata ricordata l'esperienza della passata legislatura, sulla quale mi pare che si debbano fare alcune precise osservazioni. Prima di tutto l'opposizione si è comportata in modo non corretto di fronte ad un comportamento che direi della maggioranza quasi scandaloso, infatti, anziché arrivare ad un procedimento politico in Consiglio, ha teso ad ottenere un qualche risultato n ella grande "festa dell'informazione", tant'è che il dibattito sulle risorse, sui nodi, sugli obiettivi, si è ridotto all'adesione alla Commissione informazione con il risultato che i Consiglieri designati dai partiti nel periodo elettorale hanno avuto, a spese della Regione Piemonte, la possibilità di comparire in qualche tavola rotonda. Io, purtroppo, ero il solo e unico ad essere designato; situazione privilegiata per un verso, mi faceva piacere per il mio partito, ma penalizzante per l'altro perché sono anche comparso su televisioni che sul piano elettorale non interessavano molto.
La nostra mozione - lo diciamo chiaramente alla maggioranza - non tende ad ottenere lo stesso risultato. Vengo ora a conoscenza che il Consigliere Bontempi propone di nominare la Commissione quando la maggioranza, la Giunta o le forze politiche avranno proposto un progetto, e questo mi fa riflettere, perché non vorrei che la Commissione finisse per essere un'ennesima stanza di compensazione delle diverse istanze.
Il problema è molto diverso, riguarda l'oggetto dell'informazione. In quanto all'oggetto dell'informazione ho visto molti amici assentire ad un'affermazione del collega Brizio che invece mi ha lasciato perplesso. Le campagne promozionali, che hanno come strumenti i manifesti, le pubblicazioni sui giornali non sono il prodotto dell'Assessorato al turismo, sono strumenti che fanno parte del lavoro, dell'oggetto promozionale di conoscenza delle risorse turistiche della Regione Piemonte.
Potremmo mettere sotto accusa l'Assessore al turismo perché non riteniamo che promuova ih modo adeguato la campagna turistica sul Piemonte. Se si pensa che il dibattito sull'informazione investa anche questi aspetti indubbiamente incomincio ad essere perplesso sulla chiarezza di idee nel richiamare la Giunta alla correttezza di comportamenti. L'errore sta nel ritenere che "l'istituzione" debba, di per sé, avere strumenti e destinatari dell'informazione, speciali e specifici. A Dio piacendo la nostra società da quando è nata ha prodotto propri strumenti di comunicazione (esistono le pietre di Pompei) e così la realtà torinese produce una serie di strumenti di comunicazione di massa nei quali l'istituzione regionale è certamente presente nella misura in cui è protagonista della vita della società. Non vorrei che ci facessimo prendere da una spirale, quasi freudiana, e ritenessimo di dover comunque essere protagonisti in un settore, in un modo ed attraverso strumenti che oggettivamente, per logica di informazione, non ci trovano presenti.
Per esempio, ha senso dire che l'istituzione deve essere conosciuta dai cittadini? Se sì, ci facciamo un volumetto e si chieda al Ministero della Pubblica Istruzione di inserirlo ih calce al corso di educazione civica. In quanto alla nostra attività, non sono forse aperte le porte ai soggetti dell'informazione, ai professionisti dall'informazione pluristicamente rappresentati? Il nostro modo di lavorare è così trasparente, così articolato, così moderno da poter essere oggetto di informazione per i professionisti dell'informazione. Amplierei il concetto espresso dal Consigliere Brizio. Se vogliamo che il Consiglio regionale lavori in termini più moderni, rispettando il Regolamento, i tempi degli interventi il rigore e l'asciuttezza del dibattito, è evidente che materia di informazione all'esterno comprendibile e viva ne esce poca.
Lo Statuto ed il Regolamento prevedono la non presenza di estranei soltanto nel momento della votazione e questo significa che il momento dell'illustrazione delle leggi da parte degli Assessori e il momento delle consultazioni nel corso delle quali emerge ciò che la gente pensa delle leggi e quello che la gente si aspetta dal nostro intervento diventando un fatto vivo, palpitante della realtà regionale dalla quale i professionisti della stampa potrebbero avere argomenti, occasioni e motivi per rendere più comprensibile la nostra attività al pubblico. Invito i colleghi a cercare nelle pieghe dello Statuto, del Regolamento i modi con cui stabilire il nostro colloquio con l'opinione pubblica. Dopodiché oggetto dell'informazione finale devono essere le notizie che al cittadino personalmente interessano: l'informazione significa sapersi comportare. Per esempio, la pubblicazione della pagina che spiegava ai cittadini che cosa è la Saub, è stata un'iniziativa meritoria; non altrettanto è il bollettino di vittoria che elencava i contributi dati ai Comuni. Ai cittadini questo non interessa. Il principio della delega vuole anche dire che protagonista del momento è il Comune, sarà allora il destinatario del contributo che si farà carico di far conoscere ai cittadini l'oggetto del provvedimento, cioè l'attribuzione di con tributi che mette il Comune nelle condizioni di operare.
Non mi scandalizzerei, per esempio, se si facesse un'edizione ridotta esemplificata a fumetti della legge urbanistica. I problemi urbanistici diventerebbero estremamente comprensibili e forse renderebbero meno ostica la materia spiegando al cittadino che la possibilità di costruire deriva da una serie di momenti, la concessione, che deriva dalla previsione del piano di attuazione, il quale è conseguenza di un piano regolatore. Quindi non mi scandalizzerei se gli Assessorati predisponessero un'informazione in termini nuovi che non sia quei grigi, lapidari documenti che sono le nostre riviste e i nostri bollettini.
Per parlare poi dell'informazione reale sui nostri bollettini l'informazione sui concorsi è incomprensibile, infatti ogni Commissario prima di incominciare ad esaminare i candidati, comincia ad esaminare e a cercare di capire il bando di concorso. Probabilmente questo modo tecnico di essere della Regione, ripetitivo dei livelli borbonici, è un ostacolo ad una nostra maggiore vicinanza alla collettività.
Il distacco nei confronti della collettività pone una serie di problemi che inducono la Giunta ad iniziative che non condividiamo, ma che devono mettere l'opposizione nella necessità di avanzare proposte alternative.
Allora, diverso modo di essere e di lavorare nella Regione, divisione chiara tra l'informazione, oggetto di prodotto dell'Assessorato e l'informazione sull'essere dell'Ente Regione. Dopo che avremo sperimentato tutti gli spazi esistenti all'interno della vita della Regione, si esprimeranno i professionisti dell'informazione, non su commissione, ma per loro libera scelta e perché attratti dal nostro lavoro.
La mancanza di valutazione da parte del professionista è di per sé un giudizio negativo su di noi, quindi stiamo attenti, perché nel momento in cui ci rendiamo conto che dobbiamo ricorrere a strumenti non scelti, ma pagati per fare informazione, esprimiamo un giudizio negativo estremamente pesante sul nostro modo d'essere, sul nostro modo di lavorare.
In questo senso condivido la riflessione di Bontempi. Non dobbiamo esaurire il nostro sforzo nel tradurre tutte semplicemente in un sistema di garanzie rappresentato dalla Commissione, invece c'è la necessità da parte della Giunta e delle forze politiche di farsi proponenti di un discorso per un'informazione globale, nell'ambito della quale la Commissione assumerà una sua presenza. E' proprio per questo motivo che esprimiamo un giudizio più severo sul comportamento della Giunta, perché nel momento in cui riteniamo che il momento garantista rappresentato dalla Commissione debba attendere per avere oggetti precisi, la maggioranza introduce un meccanismo di informazione attraverso un servizio radiotelevisivo privato con un costo rilevante. Questo creerà un precedente, perché dovremo anche tener conto che la rete delle televisioni private regionali è molto più vasta di quanto non sia il mercato coperto dall'emittente che la Giunta ha scelto, quindi questo diventerà un sistema. E questo sul piano politico mi pare estremamente pesante e irresponsabile.
Aderiamo alla richiesta della D.C. affinché la Giunta regionale voglia ritirare la deliberazione prima della fine di questo dibattito, gradiremmo un supplemento d'informazione sullo stato di avanzamento della vicenda.
Ho fatto delle considerazioni in termini generali.
Mi rendo conto che il dibattito non esaurisce l'argomento e che la palla torna alle forze politiche le quali devono farsi promotrici di iniziative. Attenzione, però, perché l'informazione vive di quello che nasce al mattino e muore di quello che muore alla sera e non si pu congelare in scadenze e in oggetti di cui i colleghi della carta stampata e della televisione debbano tenere conto. D'altra parte non possiamo pensare che l'informazione vada avanti solo e sempre attraverso "bollettini di vittoria" più o meno pagati a questo o a quel destinatario.
La produzione di informazione da parte degli Assessorati è qualcosa che non attiene all'informazione, bensì alla vicenda morale. Quando cambieremo maggioranza, e succederà molto presto, se riuscirò farò l'Assessore alle miniere! Sono convinto che il sotterraneo di Palazzo Lascaris è pieno di pubblicazioni della seconda legislatura, mai viste in nessun posto, ma solo lette sulle deliberazioni.
Questo attiene al lavoro dell'Assessorato che noi giudicheremo come tale.
Il rapporto con la cittadinanza si ricompone, se sappiamo essere protagonisti della vita dei cittadini della nostra città e della nostra Regione, ma si ricompone soprattutto attraverso gli strumenti che la società pluralistica ha prodotto, la libera stampa e la libera televisione.
Per coprire questi spazi, che ci auguriamo in futuro sempre più ridotti dovremo instaurare rapporti di tipo contrattuale con i prestatori di questo servizio e non ci scandalizzeremo che questo venga considerato lo strumento residuale, dopo aver utilizzato tutti gli altri; strumento residuale che dovrà collocarsi in una situazione di estremo garantismo perché andiamo ad utilizzare denaro pubblico semplicemente per essere presenti nei confronti dell'opinione pubblica in conseguenza della nostra incapacità ad essere presenti e a farci sentire. Questo momento dovrà essere gestito sotto la più rigorosa rappresentanza di tutte le forze politiche proprio perché si tratterà di un fatto residuale eccezionale, anomalo. Questa anomalia richiederà strumenti di garanzia e di vigilanza ad hoc.
In questa misura la preoccupazione di Bontempi comincia ad essere più comprensibile. Non mi scandalizzerei, per esempio, che qualche Presidente di Commissione suggerisse nell'ambito del Consiglio, una propria proposta di informazione: l'Intercommissione per l'energia probabilmente aveva mancato nel non assumere tutta la valenza che il Consiglio le aveva dato.
E' un problema di correttezza politica che, nella specie, la Giunta non ha dimostrato nella sua pienezza. Quando vengono alla nostra ipotesi di lavoro degli strumenti di tipo eccezionale e anomalo, come quello che stiamo instaurando, la maturazione e la sensibilità politica debbono far sì che si richiedano agli istituti che ci vedono tutti presenti, probabilmente la conferenza dei Capigruppo, quali strumenti di verifica e di garanzia si debbono introdurre per la questione specifica. Ricordiamoci che molte volte questa Commissione si riduceva ad una Commissione di non grosso premio, di routine. Non vorrei che da una minore attenzione di una Commissione speciale che si fa carico di questa problematica, nascesse un disimpegno delle forze politiche che puntano di nuovo come hanno fatto disgraziatamente nella seconda legislatura a cavare da questa vicenda non tanto un maggior premio per l'istituzione e per il corretto rapporto d'esseri tra l'istituzione e la collettività, ma un loro maggiore spazio quindi maggior spazio del Consiglio rispetto alla Giunta e, nell'ambito del Consiglio, maggiore rappresentanza delle diverse forze politiche. Questo giochetto è stato fatto nella seconda legislatura. Se è questo il senso delle perplessità del collega Bontempi sull'immediata nomina della Commissione sull'informazione, questa riflessione, seppur non condivisa, va considerata ed apprezzata.
Il nostro Gruppo interverrà ancora su questo argomento per esprimere una valutazione sugli allegati e cioè su che cosa è stato fatto commissionato, deciso e soprattutto per esprimere il giudizio qualora l'allegato non venga prodotto in aula prima della chiusura del dibattito.



PRESIDENTE

La parola alla collega Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Al di là di puntualizzare una deliberazione della Giunta, che è stata certamente imprudente quanto meno prematura, lo scopo del dibattito credo sia soprattutto quello di pervenire ad una serie di proposte e di contributi che possano dare forma a quello che il documento della Giunta chiama "progetto in formazione". Siamo d'accordo che la Giunta si sia proposta questo progetto. Quando il Presidente della Giunta nelle dichiarazioni, ha detto che il suo programma era quello di "governare con la gente", avevo trovato quell'espressione molto felice.
Credo che un progetto di informazione sia anche un modo per governare con la gente, per informarla e per sviluppare quella partecipazione che deve essere alla base di chiunque affronti e gestisca la cosa pubblica.
Quando, poi, questo obiettivo viene impostato, come è scritto nel documento della Giunta, quale garanzia della trasparenza e del la controllabilità di chi governa, ebbene, se il progetto raggiungerà questo obiettivo potrà considerarsi pressoché perfetto.
Infatti, il rischio di un progetto di questo genere è che un'azione di in formazione, finisca inevitabilmente per svilupparsi come azione di propaganda di chi governa, una specie di campagna elettorale permanente che, nel caso delle trasmissioni televisive, andrebbe a sostituirsi a quegli spazi televisivi che sono stati tanto contesi nella recente campagna elettorale e che tanti soldi sono costati, creando delle sperequazioni ed evidenziando l'ingiustizia che esiste nel nostro Paese anche rispetto a questo problema. Si può dire che in questo Consiglio regionale è stato eletto chi se lo meritava, ma probabilmente anche chi aveva più soldi da spendere nella campagna elettorale.
Per ovviare a questi inconvenienti, risultati eclatanti nella scorsa campagna elettorale, i repubblicani si sono fatti presentatori al Parlamento di un disegno di legge che tende a limitare le spese che i candidati possono affrontare per la loro propaganda. Nel disegno di legge è anche specificato che i candidati dovranno presentare all'inizio della campagna elettorale, una dichiarazione relativa alla somma di denaro destinata alla propaganda e alla prevenzione dei contributi ad essa destinati. In attesa di questa legge non si vorrebbe che la Regione Piemonte, attraverso ipotetico notiziario, fosse inevitabilmente costretta a sviluppare questa campagna elettorale. Infatti, un concentrato di dieci minuti settimanali, dovendo avere come criterio essenziale quello della sintesi, non potrebbe che ridursi ad una specie di bollettino informativo estremamente sommario di quello che la Giunta fa, di dove va il Presidente e cose di questo genere.
Meglio sarebbe allora un notiziario giornaliero, una specie di "Oggi al Parlamento" che consentirebbe spazi e voci della Regione Piemonte nella sua interezza attraverso il coinvolgimento di tutti i suoi organi e di tutte le sue strutture.
Esaminiamo in concreto i punti sui quali la Giunta intende impegnarsi partendo dal documento sul quale dobbiamo riferirci che è appunto il programma della Giunta nelle tre pagine dedicate all'informazione.
Al punto primo viene evidenziata l'intenzione di attivare un sistema di informazione sui luoghi di lavoro. Occorrerebbe comprendere quali tipi di informazione, in quanto non si tratta di informazioni tecniche riferite al ristretto campo professionale, non si vede perché si debba scorporare la categoria dei lavoratori dalla categoria dei cittadini.
Il punto secondo si riferisce all'informazione nelle scuole.
L'iniziativa dei giornali nelle scuole si sta rivelando estremamente utile.
Vorremmo sapere se si sono svolte indagini o controlli a questo riguardo.
Mi risulta che ci sarebbero addirittura delle sottoscrizioni per le edizioni serali e dello sport. Credo che debba essere fatto un esame critico delle richieste che vengono avanzate e che questi tipi di quotidiani non debbano essere inseriti tra quelli destinati alle scuole.
Riteniamo che un programma di informazione debba essere sviluppato soprattutto in questo settore, occorrerebbe però esaminare la validità di un sistema di informazione audiovisiva che più velocemente o più gradevolmente possano arrivare all'interesse della popolazione scolastica.
Occorrerebbe scegliere i campi di interesse in parallelo tra i programmi scolastici e le attività regionali per vedere quali settori possono rappresentare un intreccio ed una integrazione.
In ordine all'informazione sui quotidiani, credo esista già una buona collaborazione, per lo meno per i resoconti del Consiglio. Approfitto di questa occasione per un'informazione che chiederò anche in sede di Ufficio di Presidenza del Consiglio.
Sarebbe utile pubblicizzare l'ordine del giorno del Consiglio regionale almeno sui grossi temi. Questo consentirebbe probabilmente una maggiore partecipazione da parte del pubblico. Questo si riferisce a tutti i cittadini, ma si riferisce specificatamente agli amministratori locali i quali possono avere interesse ad essere informati preventivamente per avere la possibilità di predisporre la loro presenza.
Sui rapporti con la Rai-Tv e con le televisioni private è noto che a monte esiste il problema, per ora insoluto, delle televisioni libere. Un recente ed interessante dibattito che la Presidenza del Consiglio ha sviluppato con i rappresentanti delle Rai-Tv private, ha indicato la necessità che il Governo si dia al più presto una regolamentazione che si esprima su questi aspetti, in quanto esiste a questo riguardo il caos più assoluto. La Corte Costituzionale nel 1974 ha affermato la libertà di diffusione sul nostro territorio delle televisioni estere; nel 1976 ha affermato la libertà di diffusione delle televisioni locali. Ci si augura che, nello stesso spirito di libertà, possa pronunciarsi al più presto sulle televisioni a più largo raggio fino a comprendere l'intero ambito nazionale. Occorre un regolamento, poiché la disponibilità delle frequenze non è illimitata.
In ogni caso, in attesa del regolamento che potrebbe chiarire molte cose ora in sospeso, lo stabilire un rapporto collaborativo costante con le Tv private può essere utile nell'obiettivo del raggiungimento di una maggiore informazione locale. E' importante però stabilire gli oggetti ed i soggetti dell'informazione con estrema chiarezza nella consapevolezza che ognuno è responsabile verso la comunità del proprio ruolo e che di questo deve rendere conto anche attraverso la corretta informazione, ma soprattutto nella consapevolezza che tutti si è, complessivamente partecipi allo sviluppo ed alla crescita della comunità.
Un discorso particolare meritano i contatti con la stampa locale che il documento della Giunta esamina al punto quarto. La stampa periodica locale nel suo complesso offre un grosso contributo all'informazione. Non dimentichiamo la geografia della Regione e i paesini dislocati rispetto al centro nei quali la gente ha come unico mezzo di informazione, il giornale locale.
L'azione della Regione relativamente a questo problema deve essere vista sotto un duplice aspetto, da un lato va garantita la presenza della stampa locale anche nella prospettiva, con i supporti che potessero essere necessari, di un miglioramento qualitativo del suo contenuto e dall'altro se è giusto pretendere una maggiore attenzione come chiede il documento della Giunta ai progetti e ai programmi regionali, è necessario un rapporto continuativo e costante tra la Regione e la stampa locale.
Vorremmo proporre alcune iniziative relativamente agli incontri periodici ed informativi della Giunta con le autorità locali, gli amministratori locali in Piemonte sono 17/18 mila ed ogni amministratore locale è di per sé un polo di aggregazione, di partecipazione, di sviluppo della partecipazione e l'amministratore regionale deve porsi il problema dell'informazione agli amministratori in termini assoluti. Ho fatto parte dell'esecutivo dell'ANCI e uno dei problemi permanenti era appunto quello di come raggiungere, come informare, come far partecipare gli amministratori locali. L'ANCI aveva previsto tale possibilità attraverso le sezioni decentrate, ma oggi per arrivare agli amministratori locali ci sono anche le televisioni private. Se si trovasse il modo di organizzare l'informazione sulle leggi in discussione, faremmo un'opera di grande utilità e con essa il primo passo verso un'informazione e una partecipazione generale. L'altro argomento è quello relativo alla politica editoriale di documentazione e di informazione. Non mi dilungo su "Notizie" sul quale è aperto il problema della revisione in sede di Capigruppo. Credo che per politica editoriale si debbano intendere tutte le pubblicazioni della Regione e a questo riguardo è forse necessario un maggior coordinamento e linee precise.
Nella scorsa legislatura il nostro Gruppo si era fatto promotore di un'interpellanza, che, peraltro, non ha avuto risposta con la quale chiedevamo di conoscere quali e quante riviste, libri e pubblicazioni e opuscoli la Regione aveva acquistato. La politica editoriale e la politica degli acquisti di edizioni esterne devono essere definite e considerate in Consiglio regionale perché ogni forza politica possa esprimere le proprie idee.
In ogni caso, qualunque progetto di informazione deve naturalmente vedere il potenziamento delle strutture regionali. Altre Regioni, che forse non si prefiggono gli obiettivi che il Piemonte si propone con questo progetto, hanno strutture ben più sostenute. Se veramente vogliamo governare con la gente, come dice il Presidente, dobbiamo avere collaboratori capaci, che siano in grado di aiutare Giunta e Consiglio nella predisposizione, nella diffusione, nella realizzazione di questo progetto di informazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri, sono grato agli intervenuti. Le posizioni sono discordanti, l'una dall'altra, ma le apprezzo tutte in ugual misura.
Mi rincresce deludere il Consigliere Marchini, assicurandolo che questa maggioranza non ha intenzione di cambiare presto. Ringrazio invece la collega Vetrino Nicola che si è collocata in una logica costruttiva.
L'informazione è un tema di grande importanza, tanto più oggi, momento in cui maggiore è lo scollamento tra le forze sociali. Reduce dalla Campania, mi rendo conto quanto una corretta informazione sia utile per risolvere problemi drammatici del nostro Paese. Viviamo un momento, che ci riguarda da vicino, in cui è generalizzato un attacco alle Regioni. Lo stesso istituto regionale nel suo complesso può incontrare in questa legislatura duri momenti da superare.
Allora, il primo compito degli amministratori regionali è quello di dare una corretta informazione del lavoro che le Regioni fanno.
Ieri sera parlando con l'amico Sanlorenzo abbiamo fatto una statistica che pare opportuno sottolineare in Consiglio: sembra che quasi il 75% della popolazione della Toscana non sappia esattamente che cos'è la Regione. E' un dato di una gravità senza pari.
Allora, porre il problema dell'informazione in termini corretti è un problema centrale delle Regioni. Noi abbiamo voluto porlo e sono grato al Consigliere Brizio che, sia pure criticamente, ha dato il suo contributo.
Il metodo che la Giunta sottopone all'esame del Consiglio può essere anche discutibile, ma sicuramente ha avuto il merito di aprire il dibattito sull'informazione nazionale e di scuotere la Radio-Tv italiana. Questo ci conferma la giustezza della proposta che abbiamo assunto con la deliberazione in discussione. La Giunta regionale vuol proporre un progetto informativo completo che tenga conto della necessità del pluralismo dell'informazione.
Abbiamo svolto dibattiti di grande importanza, ricordo quello sulla Polonia, sul caso Fiat, sul programma della Giunta, sulla sanità, ebbene ritenete che i cittadini del Piemonte siano stati correttamente informati su questi argomenti? Ritengo di no. Ecco allora la necessità di porre in maniera dirompente il problema dell'informazione. La Giunta d'altra parte fa questa proposta in termini sperimentali e temporanei.
C'è il problema generale sul tipo di informazione, sul quale vorrei esprimere la mia opinione. Noi non siamo favorevoli ad un'informazione data soltanto dal gruppo centrale, monopolistica, non siamo per l'accentramento totale nella Radio-Tv italiana con i suoi vari canali, ma siamo per un rapporto integrato e misto dell'informazione, che tenga conto e sviluppi in maniera esaltante il pluralismo dell'informazione.
La sede del Consiglio regionale è la più opportuna per sollevare il problema del Centro di Produzione Rai di Torino. Crediamo veramente che esso sia all'altezza della tradizione e dei contributi tecnici culturali del Piemonte? Non penso e il Consiglio regionale deve affrontare il problema del recupero del Centro di Produzione, dei suoi tecnici, delle sue capacità di sviluppare e di coltivare cultura. La Terza Rete televisiva regionale ha fatto la sua parte, ma occorre potenziarla, non è alternativa e concorrenziale, ma integrante della Tv di Stato e di quella privata.
Ieri sono stato contattato dal Direttore della Terza Rete e questo è segno che la deliberazione ha buttato un sasso nello stagno.
La Giunta ha prevaricato le iniziative e le prerogative del Consiglio? Non lo riteniamo, anzi, questa iniziativa va verso gli indirizzi generali che il Consiglio nel complesso vuol darsi e in linea con il programma della Giunta.
C'è la necessità di determinare maggiori collegamenti per quanto riguarda l'indirizzo dell'informazione e siamo completamente disponibili anzi, vogliamo fare sforzi massicci pur nella rigorosità e nelle difficoltà in cui si trova il bilancio regionale. Siamo disponibili non soltanto al contatto continuo fra la Giunta e il Consiglio, ma anche a recepire iniziative dirette del Consiglio. Nulla osta a nominare la Commissione. C'è il problema della scelta della televisione privata. Come d'obbligo non se ne potevano scegliere due, essendo questo un progetto a termine e sperimentale. Diciamo alle televisioni private che devono porsi un obiettivo per entrare nelle future scelte che l'Amministrazione, Consiglio o Giunta farà. Chiediamo alle televisioni private che abbiano spazi informativi fissi, giornalieri, settimanali, periodici, tali da avere quelle caratteristiche tecniche dell'informazione che permetteranno nel futuro di scegliere. La deliberazione ha già l'approvazione del Commissario di Governo e avrà il suo corso. L'Ufficio Stampa sta già predisponendo i documenti necessari che, ovviamente, non sono ancora in fase di pubblicità.
Sono anche disponibile per un'indagine sulle spese sostenute, come pure per predisporre un progetto dell'informazione da tradurre, poi, in progetto di legge. Sarebbe non corretto da parte nostra accettare tempi lunghi vogliamo invece procedere con celerità e daremo il nostro contributo perch il problema dell'informazione si risolva nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Prima di iniziare il dibattito chiediamo una risposta precisa alle richieste poste dal Consigliere Marchini: di conoscere il piano dei servizi concordati per creare il bollettino o le bozze del piano di lavoro in modo che si possa valutare se nel merito dell'informazione si seguono certe o altre indicazioni di sapere se sono già stati girati alcuni servizi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Ho già risposto che gli uffici stanno predisponendo i servizi in base alla deliberazione assunta. I servizi verranno pubblicizzati al momento in cui entreranno in funzione, quindi ai primi di gennaio. Poiché la Regione vuole essere una casa di vetro, sono disponibili per i Consiglieri regionali. Se vogliamo possiamo chiedere una relazione ai servizi tecnici ma il discorso è diverso da quanto è stato detto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Abbiamo ascoltato il punto di vista dei firmatari della mozione abbiamo ascoltato anche la replica del Presidente della Giunta, aggiungiamo come contributo al dibattito quale sia in ordine al problema delicatissimo dell'informazione l'opinione del M.S.I., tuttavia osservando, ed è un'osservazione puramente di metodo quella che ci permettiamo introdurre che sarebbe stato forse preferibile che il Presidente della Giunta rispondesse alla conclusione di tutto il dibattito in quanto pensiamo che sia un'elementare forma di cortesia tenere conto - e ci auguriamo che lo voglia fare - anche dei suggerimenti che potrebbero o potranno essere successivamente aggiunti. Anticipiamo che se, in ipotesi, questo dibattito si dovesse concludere con un voto, il Gruppo del M.S.I. non potrebbe fare altro che astenersi sulla mozione firmata dalla D.C., dal P.R.I., dal P.L.I. Peraltro, e ci teniamo a dirlo, condividiamo in assoluto con i firmatari la protesta per avere la Giunta regionale scorrettamente deliberato su una materia sulla quale i Presidenti di Gruppo nella seduta del 24 ottobre, si erano impegnati a discutere preventivamente in assemblea. E' questo un fatto gravissimo che non può più ripetersi, al quale l'esecutivo ci auguriamo voglia porre riparo.
Fatta questa precisazione non riterremmo di votare una mozione per la quale non si è cercata la nostra firma né si è sollecitato il nostro consenso, né si è domandato il nostro parere. Tra l'altro, poiché qui ha avuto una notevole eco di osservazioni e di precisazioni, ci permettiamo osservare ai presentatori che se è vero che non è indifferente la spesa prevista di 200 milioni per il rotocalco televisivo settimanale di 15 minuti, è altrettanto vero che di recente, tanto per portare un esempio alla Provincia di Alessandria all'unanimità si è votato un accordo con un altro gruppo televisivo di cinque trasmissioni di 30 minuti per l'importo di 30 milioni. Nel confronto diventa senz'altro accettabile quanto concordato con il G.R.P. che a quanto ci risulta è televisione in grado di effettuare tecnicamente buoni servizi. Questa è un'osservazione puramente tecnica che introduciamo marginalmente, pur rendendoci conto che resta aperto il problema di fondo, di cui ha già parlato il Presidente della Giunta, della scelta tra l'emittenza privata e l'emittenza pubblica. Al riguardo dobbiamo dire che se verrà dato seguito alle assicurazioni testè fornite dal Presidente Enrietti siamo favorevoli ad un sistema di alternanza, anzi, di integrazione tra i due sistemi, pubblico e privato.
Tema della discussione è di chiarire il nostro punto di vista su come deve essere secondo noi l'informazione fornita dalla Regione. Premettiamo che la nostra parte politica si accosta sempre con interesse ai problemi dell'informazione. E' un interesse sofferto, abituati come siamo o a essere ignorati dai mass media e dai giornali (e i giornali piemontesi in materia detengono 1'"oscar") o male interpretati o volutamente falsati con un'operazione che è insieme di arroganza di potere, di violenza politica e per quel che riguarda giornalisti ed editori, è disonesta interpretazione della loro professionalità e del rispetto che merita il lettore, al quale si chiedono pure dei soldi e che ha quindi il diritto di ricevere un'informazione obiettiva almeno nelle notizie se non nei commenti. Senza contare che una democrazia, che per stare in piedi ha bisogno di falsare o di ignorare le tesi di talune parti politiche o di impedire a milioni di uomini e di donne la possibilità di farle conoscere, ci sembra una democrazia che abbia segnato fatalmente il suo destino.
Ci accostiamo a questi problemi con interesse di studio perch giornalismo ed informazione hanno sempre sollecitato la nostra personale attenzione e ricerca, ma in questo momento ci accostiamo al problema soprattutto con un interesse politico nel tentativo di cercare di individuare i mezzi capaci di vincete la diffidenza o l'indifferenza che dividono il cittadino dalle istituzioni. Un'informazione seria e corretta potrebbe essere uno di questi mezzi. Abbiamo detto "un'informazione seria e corretta", cioè obiettiva, della quale siano protagonisti con pari dignità le forze politiche della maggioranza come quelle dell'opposizione, di tutte le opposizioni, perché in parole povere, le discriminazioni faziose sul piano dell'informazione sono la negazione della democrazia ed insieme sono un modo deviato di usare i soldi dei contribuenti. Ed ancora sono, a nostro avviso, fra le cause prime della crisi morale e politica che sta investendo tutti, attraverso uomini di quasi tutti i partiti, che sta investendo le istituzioni trascinando nel suo vortice, senza distinzione alcuna, i disonesti come gli onesti, almeno di fronte all'opinione pubblica, che ormai è arrivata ad avere una profonda disistima di chiunque faccia attività politica.
Siamo fermamente convinti che, senza conformismo, senza omertà di informazione, molti scandali, per esempio, che stanno gettando fango su questa povera Italia non sarebbero potuti avvenire. Ecco perché è importante, è fondamentale la correttezza e l'onestà dell'informazione per la vita stessa di quegli istituti - colleghi Consiglieri - che, in fondo dovrebbero stare più a cuore vostro che al nostro.
Torniamo al tema per ribadire che informazione seria e corretta non significa trasformare la Regione in una casa editrice per la stampa di libri, libretti, opuscoli, guide, quaderni, che avranno come loro destino lo diceva argutamente il Consigliere Marchini - di andare a riempire i magazzini di Palazzo Lascaris...



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Carazzoni, i magazzini sono del tutto vuoti di qualsiasi pubblicazione, perché le pubblicazioni edite dal Consiglio regionale sono del tutto esaurite in distribuzioni corrette. Quindi quanto lei dice non corrisponde affatto alla verità.



CARAZZONI Nino

Ho ripreso unicamente una battuta del Consigliere Marchini. Comunque sia che questi opuscoli siano stati o male distribuiti o non siano nei magazzini di Palazzo Lascaris, resta il fatto che poco hanno interessato o servito i cittadini che la passata legislatura è stata ricca di simili iniziative e bisogna accuratamente evitare che si ripetano, in caso contrario, ci sentiremo in dovere di denunciare l'inutilità e i costi agli elettori. Ciò che l'esecutivo regionale intende fare nel campo dell'informazione e della partecipazione per dare attuazione all'art. 8 dello Statuto è contenuto nel documento che la Giunta ha distribuito. Gli impegni da prendere con il mondo della scuola, del lavoro, con i Comitati di quartiere, con i Comprensori, di cui si parla ai punti primo, secondo e quinto del documento sono illustrati in maniera così generica che non riusciamo a capire di che cosa si tratti. Chiediamo esplicitamente all'esecutivo di farci conoscere nel merito ogni iniziativa sulla quale potremo giudicare responsabilmente e con cognizione di causa.
Il punto quarto del documento parla di "intensificare un'azione di contatto, di sostegno e di sviluppo della stampa periodica locale".
Colleghi Consiglieri della maggioranza, ci permettiamo ricordarvi ancora una volta che nella passata legislatura proprio il M.S.I. si era fatto presentatore di un progetto di legge che prevedeva iniziative a sostegno della stampa periodica locale, progetto di legge che aveva avuto l'apprezzamento positivo da parte dell'Unione Stampa Periodica Italiana. Se quella proposta di legge fosse stata approvata non dovremmo oggi lamentare il disinteresse della stampa locale per l'attività della Regione sottolineato nel documento. Va aggiunto tuttavia che non siamo dell'opinione che abbiamo sentito esprimere dal Consigliere Vetrino Nicola che le cose vadano invece bene nella stampa quotidiana, perché se è vero che la stampa quotidiana dà sull'attività della Regione un'informazione costante, non per questo, dal nostro punto di vista almeno, la possiamo ritenere fedele e diligente nei suoi resoconti.
Potremo essere d'accordo sul punto sesto se il confronto e la verifica del nostro lavoro con le autonomie locali avvenisse sulle cose fatte ò da farsi e non si risolvesse, come invece temiamo, in mere esercitazioni verbali, in "ballate dell'ascolto", come in altra sede abbiamo definito questa maratona della parola.
La proposta poi di dare un fattivo contributo a livello nazionale per avviare a soluzione i complessi e urgenti problemi del settore (la riforma dell'editoria giornalistica, la regolamentazione dell'emittenza locale, il rilancio e la riorganizzazione della Rai-Tv) ci fa sorridere colleghi Consiglieri: la lottizzazione della Rai-Tv è sempre più selvaggia, faziosa e sfacciata. Le notti dei lunghi coltelli non si contano più, non solo tra i partiti, ma fra le correnti dei partiti. Voi potete seriamente pensare o proporci che la Regione Piemonte sia in grado di spostare anche soltanto una virgola in questo quadro? Creder'o sarebbe puerile. Non vi facciamo questo torto e questo vale non solo per la Rai-Tv, ma anche per la legge sulla riforma dell'editoria che vergognosamente si trascina da anni davanti al Parlamento tanto e tanto grandi sono i contrastati interessi. Poich abbiamo parlato della Rai-Tv vogliamo spendere anche noi una parola sui rapporti con la Terza Rete televisiva che dovrebbe, per ragioni di istituto, occuparsi proprio di questo tipo di informazione.
A parte il fatto che in moltissime province del Piemonte la Terza Rete non viene recepita, siamo d'accordo che la Regione, così come ci è stato promesso, debba intervenire più concretamente e più pesantemente per migliorare il Centro di Produzione di Torino; ma pensiamo che anche la Regione, così come pretende un maggiore interessamento da parte della Terza Rete, a sua volta si faccia diligente nel tenere i più stretti rapporti informativi.
La dichiarazione che nel documento più ci ha interessato è quella che citiamo testualmente: "Impegno della Giunta e sua costante attenzione saranno rivolti a difesa del pluralismo e allo sviluppo dell'informazione piemontese". In questa affermazione sta la radice del problema. Se davvero si terrà fede a questo proposito, arriveremo non molto lontano da quell'obiettività di informazione che abbiamo considerato una delle colonne portanti per una vera democrazia. Ma per tenere fede a questo impegno bisogna, ad esempio, non fare conoscere soltanto le decisioni dell'esecutivo, ma anche il lavoro di confronto, di opposizione, di contrapposizione attraverso il quale e contro il quale si è giunti a quelle decisioni; bisogna cioè riconoscere, non a parole, non nei documenti, ma nei fatti concreti, la funzione istituzionale delle varie parti politiche dei vari ruoli, la funzione della maggioranza, quella della minoranza e quella dell'opposizione. Usiamo di proposito la distinzione tra minoranza ed opposizione, perché sono cronaca di ogni giorno le discriminazioni che siamo costretti ad annotare. Per chiudere con una nota concreta di suggerimenti pratici, ci permettiamo di proporre queste iniziative: 1) un Comitato di redazione e di controllo di tutte le iniziative che attengono all'informazione, al quale devono partecipare di diritto tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale (potrebbe essere la conferenza dei Presidenti di Gruppo) 2) l'assegnazione ai partiti rappresentati nel Consiglio regionale di adeguati spazi su tutte le pubblicazioni della Regione a carattere informativo, come correttamente fatto con "Notizie" - non abbiamo alcuna difficoltà a darne atto - pur se continuiamo a protestare e a condannare la nostra esclusione dal Comitato di redazione 3) la suddivisione degli spazi televisivi in rapporto alla forza di rappresentanza che ogni partito ha, così come avviene in sede nazionale quindi spazi proporzionati a tutte le forze politiche non soltanto nel rotocalco mensile "Speciale Regione", ma anche in quello settimanale "Qui Regione", con tempi e turni di ripartizione fissati da quel Comitato di redazione e controllo di cui parlavamo prima 4) la possibilità di rettifica per ogni partito per il quale la trasmissione abbia fornito un'immagine falsa o distorta, anche perch colleghi Consiglieri, gli spazi televisivi del G.R.P. o le pubblicazioni edite dalla Regione vengono pagati con soldi dei contribuenti, quindi anche degli elettori del M.S.I. Discriminare nell'informazione questo partito, o altri partiti, significa, a nostro avviso, servirsi scorrettamente del pubblico denaro: si userebbero infatti i soldi di tutti per la propaganda di alcuni. In questo modo, è evidente, non ci troveremmo più sul piano dell'informazione, ma appunto su quello della propaganda di alcuni partiti a danno degli altri, il che è gravissimo politicamente, è altrettanto grave, e il problema andrebbe esaminato in altra sede, in termini di correttezza amministrativa.
Per queste ragioni confidiamo che le nostre proposte vengano esaminate ed eventualmente accolte. In caso contrario, studieremo le iniziative che riterremo più opportune a tutela del nostro diritto di opposizione e dei diritti dei nostri lettori che si traducono poi nel diritto della libertà.
Vorremmo concludere con questa affermazione: difendendo il proprio diritto alla libertà si difende il diritto alla libertà di tutti. Ci si batte cioè per la libertà, senza aggettivi e senza specificazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, abbiamo sollevato il problema dell'informazione non solo oggi, ma da lunghi anni perché, è certo, la Costituzione garantisce la libertà di espressione, di parola e di stampa, ma noi ci siamo sempre preoccupati del rapporto che deve esistere tra l'informazione e il fatto che le istituzioni promuovano una serie di iniziative non periodiche ma continue.
La vicenda sfociò nella passata legislatura con l'approvazione della legge sulla diffusione dei giornali nelle scuole. L'iniziativa non trova una totale rispondenza ed una concomitanza di indirizzi e di vedute e provocò delle lacerazioni. Tutto sommato, però, dobbiamo rilevare che quell'iniziativa ha portato a risultati importanti.
La seconda iniziativa assunta dalla passata Giunta, fu di contribuire a che l'informazione televisiva della Rai-Tv fosse portata anche nelle valli e nelle Comunità montane.
In una vivace riunione dei Capigruppo si determinò il diritto di ciascun Gruppo di concorrere con momenti progettuali all'informazione e si stabilì che essa non è soltanto patrimonio del Governo, ma anche della comunità regionale e delle istituzioni e in primo luogo del Consiglio regionale. Il Governo, con l'approvazione della legge relativa alla diffusione dei giornali nelle scuole e quella del potenziamento dei canali televisivi, ha avallato questo indirizzo che non può più essere messo in dubbio; vuol dire che questa legittimazione ci viene dallo Statuto. Non mi metterei sulla strada della contestazione.
Dobbiamo sciogliere alcuni nodi. Negli ultimi decenni il più importante momento informativo è passato dalla stampa periodica quotidiana alla radio e alla televisione e si è instaurato quello che chiamiamo il monopolio radiotelevisivo, fatto del tutto nuovo che le forze che si richiamano ai principi cosiddetti liberistici contrastarono e rifiutarono, ma che tuttavia non riuscirono ad impedire che andasse avanti (si formò l'Eiar e si formarono altre denominazioni delle radio e delle televisioni).
Siamo per il superamento del monopolio radiotelevisivo: la radiotelevisione ha un impianto pubblico nel quale interagiscono i mezzi di informazione privati. Chiunque negasse questo, nega il valore di una decisione della Corte Costituzionale che ha legittimato, sia pure riferendosi ad ambiti regionali, l'esistenza delle radio e delle televisioni private.
L'iniziativa della Giunta sotto questo aspetto, non può essere criticabile, può esserlo semmai il fatto che si accende un rapporto con "una" radiotelevisione. Questo dato di fondo è stato però superato nel discorso del Presidente quando si è negato che la televisione a cui è stato affidato l'incarico rappresenti il canale televisivo regionale tale da riprodurre una piccola Rai all'interno della Regione...
Signor Presidente, se questo diventa il foro boario non ci sto.
Revelli Francesco, se i Consiglieri si mettono a parlare in questo modo, non ci sto, anche se non sei d'accordo. Quando tu parlerai, si formeranno piccoli capannelli e tu parlerai lo stesso. Io non sono d'accordo con te. Siccome c'è ancora la libertà, c'è la libertà di non essere d'accordo con le tue opinioni. Concludo rapidamente.
Siamo contro il monopolio della Rai-Tv, per le iniziative delle televisioni private, perché si produca cultura nelle televisioni private e nella Rai-Tv. Là premessa perché si stabilisca un corretto rapporto tra l'istituzione Regione, la Rai-Tv e le televisioni e le radio private è che questo rapporto avvenga attraverso fatti produttivi e creativi. La Rai dice, attraverso i suoi comunicati o i componenti del Consiglio di amministrazione, che l'iniziativa della Regione sarebbe pericolosa per il monopolio pubblico, Noi contestiamo questa affermazione e chiediamo a chi scrive queste cose che cosa è stato da loro fatto per esaltare le capacità della comunità regionale e delle forze culturali esistenti e per far emergere le problematiche qui nascenti? Che cosa hanno fatto perché la Direzione che era a Torino non fosse trasferita a Roma? Che cosa hanno fatto perché non venisse spogliata la città? Queste domande non sono solo di oggi, ma risalgono alla prima e alla seconda legislatura regionale, alle prese di posizione che avete assunto a suo tempo in Consiglio comunale quando il Sindaco stesso assunse importanti decisioni e iniziative perch il Piemonte avesse capacità di esprimersi così come ha dimostrato di avere.
Voi, membri del Consiglio di amministrazione della Rai, vi riunirete nel comunicato per condannare questa iniziativa, ma non dite che non avete fatto niente per Torino, non dite che non avete fatto nulla per il Piemonte, non dite che non avete esaltato le capacità che qui esistono, non dite che gli impianti sono sotto-utilizzati, che non vi è nessuna prospettiva culturale degna di tal nome all'interno della nostra comunità.
Chi li ha mossi questi signori? La Giunta con questa iniziativa. Sarà opportuno che il Presidente unitamente a tutti i Capigruppo, si rechi al Consiglio di amministrazione della Rai per dire queste cose, per dire che se si svegliano oggi dopo anni di ritardo, è perché la Giunta ha assunto questa iniziativa. Diversamente essi dormirebbero ancora lunghi sonni alla Rai di Roma.
Fa bene il prof. Battistuzzi a difendere il monopolio pubblico e la Radiotelevisione di Stato. Personalmente non l'ho mai difesa e ho sempre detto Che ha diritto di esistere come tutte le altre televisioni private e che tutte hanno il diritto di stringere rapporti con le istituzioni. Non mi lagnerei, ad esempio, se la Giunta regionale concordasse con il primo, il secondo canale o la Terza Rete, una serie di momenti informativi della nostra comunità; anzi, plaudirei a che questa iniziativa, così interessante, potesse sgorgare o sorgere dal monopolio di Stato. Il monopolio di Stato però non lo fa e, come sempre, si limita a mandare strali attraverso le deliberazioni dei Consigli di amministrazione in cui tutti si sono uniti nel sacro gesto di condannare l'iniziativa della Regione Piemonte e della Giunta regionale, come scritto al fondo del comunicato.
Se la percentuale giornaliera del prodotto viene data sotto forma di informazione, se viene riservata una percentuale settimanale per dibattiti culturali e politici, sì da favorire il processo di sviluppo, se una parte della produzione mensile è riservata all'attività creativa, sarà facile individuare quale televisione nella comunità regionale sarà in grado di produrre informazione, cultura e quindi di avere rapporti con le istituzioni.
Sono un sostenitore delle televisioni private in quanto libertà, in quanto attuazione degli adempimenti costituzionali, in quanto momento in cui si può, finalmente, esprimere ciò che si pensa (spesso la televisione pubblica, ciò che pensi lo taglia). Le televisioni private non sono solo complementari al monopolio pubblico, ma costituiscono un dato permanente di corretta informazione così come lo sono i quotidiani e i periodici.
Si tratta di gestirle correttamente, di procedere correttamente, di dare uno spazio tale alle notizie che non siano riferite a una parte, ma a tutte le forze presenti all'interno del Consiglio regionale.
Se questa iniziativa si realizzerà, si compirà un importante salto di qualità. Se questo non è nostro compito, amici dell'opposizione, dovete dirmi qual è. Se compito di un governo non è quello di informare i cittadini per farli partecipare, per legarli in un grande momento di conoscenza, di informazione e di partecipazione, non vedo quale possa essere il compito di un governo o di un Consiglio. Dalle dichiarazioni Doxa, risulta che solo il 25% dei cittadini conosce il ruolo delle Regioni.
Confesso che la rivista "Notizie", così com'è fatta attualmente, pur riconoscendo lo sforzo dei redattori, non mi piace, perché non produce nessun risultato. Lo abbiamo detto nelle sedi dei partiti, occorre trovare mezzi nuovi per dare un'informazione più ampia e più accessibile.
Rinnovarsi non è un delitto, è sempre una virtù.
Il P.S.I. approva pienamente il programma della Giunta. Ha un'unica riserva: che questa iniziativa non diventi la Rai regionale. Dalle dichiarazioni del Presidente appare la volontà di andare incontro alle altre emittenti, attraverso programmi informativi e culturali. Noi approviamo pienamente questa linea e diciamo senza esitazione che la Giunta e il Consiglio regionale possono procedere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando l'argomento è importante servono poche parole, ma precise perché il piacere di aggiungere considerazioni marginali non tolga nitidezza alle valutazioni politiche e alle proposte che si intendono fare. Cercherò di attenermi a questo impegno dando intanto un indice delle considerazioni che voglio fare. A me sembra che il problema generale e particolare, sollevato dalla mozione presentata dai Gruppi di opposizione, meriti riflessioni a tre livelli: 1) il problema generale del rapporto fra istituzioni e informazione 2) il problema del rapporto tra Regione Terza Rete e sistema delle televisioni private 3) il nodo dell'iniziativa assunta dalla Giunta regionale e di come questa possa, indipendentemente dalle valutazioni generali, essere gestita nel modo migliore e nella massima convergenza tra le forze politiche.
Al problema generale dedico poche parole perché la discussione, i dubbi, le incertezze che tutte le forze politiche hanno nell'incrocio tra Regione ed informazione, ma meglio tra istituzioni ed informazione, tra forze politiche ed informazione, in un mondo e in un settore che è continuamente in movimento e in cambiamento, ci porterebbero troppo lontano. Voglio ricordare l'impostazione di largo respiro che su questo tema hanno dato il Presidente Enrietti e i Consiglieri Brizio e Vetrino Nicola, cioè che in fondo l'impostazione delle forze politiche nella Regione, ma più in generale nelle istituzioni, meriti una maggiore conoscenza e una maggiore diffusione. Quante volte, come partito, ma anche come singoli, abbiamo avuto il senso di frustrazione per scoprire come un dibattito appassionato nelle sale delle istituzioni, aveva ottenuto dagli organi di informazione non più di una colonna o una colonna e mezza, perch non faceva notizia, mentre magari 4/5/6 colonne erano dedicate ad un Assessore che si occupava delle mutande dei naturisti o di cose di questo genere.
Vale anche la pena richiamare la considerazione che faceva Marchini che mi sembra molto lucida, cioè che in fondo non possiamo gettare sempre la colpa sugli altri, sui mezzi di informazione, ma dobbiamo anche convincerci che il modo per avvicinare alle istituzioni la gente, è quello di dare di più l'impressione della concretezza, dell'incisività nelle decisioni, della precisione dei nostri dibattiti. Sul problema generale non intendo soffermarmi a fondo perché ci porterebbe troppo lontano. Voglio però precisare qual è la nostra posizione di riferimento generale che è in parte diversa da quella espressa in quest'aula. Il ruolo di un governo regionale o di un governo di una qualsiasi istituzione non è quello di fare dell'informazione, ma è quello di "fare", convinto che se farà e se farà bene, l'informazione verrà, l'informazione sarà abbondante, l'informazione sarà precisa, sarà pluralista.
Ci rendiamo conto come il sistema dei mass-media sia imperfetto. Vi è una battaglia tra grandi gruppi per il controllo delle testate giornalistiche. Nel settore delle televisioni, rotto dopo tanta fatica il monopolio della Radio-Tv, si affacciano ora nuovi pericoli, ad esempio, il collegamento delle testate a scala interregionale che ripropone nel settore televisivo un ipotetico rischio di egemonia, di esclusione delle forze locali che in fondo sono più vive e più vitali. Ci rendiamo anche conto che un'istituzione abbia il dovere di entrare in questi aspetti. La posizione liberale non è una posizione astratta che nega l'esistenza delle deformazioni per quantità troppo ridotta dell'informazione sugli Enti locali o che nega i problemi che ci sono di garantire realmente una pluralità di informazione, ma si pone come riferimento, una separazione tra il ruolo di chi governa e la professionalità di chi informa e vede negli incroci di potere tra chi governa e chi informa dei rischi da valutare con pacatezza tra le forze politiche per trovare le soluzioni migliori.
Voglio sviluppare il discorso del rapporto tra Regione, Terza Rete e televisioni private su due aspetti: sulla legittimità per un Ente pubblico di utilizzare denaro pubblico per produrre del materiale televisivo e di passarlo attraverso le reti televisive private sull'opportunità di questo, indipendentemente dalle valutazioni di legittimità.
Problema della legittimità. Abbiamo dei dubbi, e li abbiamo verificati con i legali, che la deliberazione della Giunta regionale sia legittima. In questo senso intendiamo esperire tutto quanto le leggi ci consentono.
Faremo un ricorso e lo porteremo nelle sedi competenti. Non siamo convinti che questo sia vero e spieghiamo la nostra valutazione. La Rai in materia televisiva opera in regime di concessione e, in quanto opera in regime di concessione, a differenza delle reti televisive private, ha una tassa pagata dai cittadini e per questa tassa rende un servizio pubblico. Le leggi istitutive della Terza Rete hanno demandato a quel canale l'informazione sugli Enti locali.
Ci domandiamo: è legittimo utilizzare denaro pubblico in un settore in cui esiste una concessionaria pubblica, che è stata abilitata dallo Stato a raccogliere denaro per svolgere un servizio pubblico? Questa linea chiara e coerente noi sottoporremo attraverso apposito ricorso alle valutazioni degli organi competenti.
Questo non vuol dire uccidere il pluralismo della televisione, anzi vuol dire che le reti televisive private hanno un diritto all'esistenza all'interno degli spazi che la Corte Costituzionale ha loro riconosciuto quindi siamo per il rigido riferimento locale delle reti televisive private, ma queste reti televisive private devono poter vivere sulle gambe che il mercato dà loro e non invece contraddicendo e intralciando il riferimento alla concessione generale attribuita dallo Stato alla Rai. Ho fatto una considerazione in punto di legittimità, per quanto un ingegnere sia capace a parlare di con lealtà ho voluto informare le forze politiche sulla nostra linea.
La deliberazione sarà da noi impugnata nelle sedi opportune per verificare la possibilità di un Ente pubblico di usare del denaro in presenza di una concessionaria pubblica. Posto che la Terza Rete è così scassata che neppure gli Enti locali, a cui istituzionalmente viene data in concessione, vi si affidano per dare le loro informazioni e usano denaro pubblico su altri canali, potremmo proporre ai cittadini piemontesi di autoridurre la quota del canone televisivo in quanto attinente alla Terza Rete.
E' chiaro, sono problemi di forma. La legittimità starà ad altri giudicarla. Nella nostra posizione c'è un disegno politico preciso che, per la dignità che ha, proponiamo alle forze politiche.
Ci sono però considerazioni di opportunità che ci lasciano molto perplessi sull'azione della Giunta: è lo spirito con il quale il prof.
Battistuzzi, informando le forze politiche presenti nel Consiglio di amministrazione Rai della situazione piemontese, solleverà il problema avendo ricevuto anche un'indicazione di solidarietà da parte degli altri componenti il Consiglio di amministrazione. Nel momento in cui la Terza Rete stenta a decollare, nel momento in cui siamo d'accordo che debba essere fatto ogni sforzo ad ogni livello alla Terza Rete, l'unica connotazione che ne può giustificare l'esistenza, cioè la capacità di diventare strumento di informazione e di collegamento tra la realtà locale e le istituzioni, non si capisce come un'istituzione la smentisca e faccia fluire altre risorse in alternativa e in concorrenza con questo disegno.
Questo ci sembra un modo per rompere definitivamente le ossa alla Terza Rete televisiva che, se ha un senso, lo ha esclusivamente in questa funzione e in questa prospettiva.
Non è che si possa eludere questo nodo - consentimi Viglione divagando sull'impoverimento della sede torinese della Rai. Non credo che la Giunta abbia assunto questa iniziativa per punire la Rai per aver indebolito la sede di Torino. La Giunta ha invece fatto una "valutazione di mercato" sul livello di audience delle diverse televisioni e si è accorta che per dare un'informazione efficace ed effettiva i canali erano altri che non quelli della Terza Rete.
Il nodo di fondo che ci rende dubbiosi è sull'opportunità di questa iniziativa (vi prego di ricordare la geometria del mio intervento: una prima considerazione sui problemi generali, una seconda considerazione sul problema istituzioni, Terza Rete, reti televisive e sul nodo della legittimità, una terza considerazione sull'opportunità).
Le televisioni private, come la Corte Costituzionale ha affermato operano in un ambito di diffusione locale; quando escono da questo generano contraddizioni rispetto alla concessionaria pubblica. Sono televisioni fragili, sono televisioni i cui bilanci spesso si chiudono, in attivo e in passivo, per poche decine di milioni. Allora, abbiamo il timore come, al di là dei contenuti specifici del materiale che viene preparato un'iniziativa regionale di finanziamento, anche in chiave tecnica, usando una o più stazioni televisive come degli obiettivi, come delle tipografie di fatto, finisca per influenzare la libertà di comportamento delle stazioni stesse. Faccio un esempio. Una stazione televisiva (con un bilancio molto debole) fa oggi un'informazione redazionale di un certo tipo; da questo dibattito si esce con l'affermazione che domani si potrà accedere a determinati finanziamenti di tipo tecnico regionali: automaticamente, per mille e un motivo, il taglio della redazione pu cambiare, perché è evidente che, nell'usare quelle griglie oggettive a cui Viglione faceva riferimento, chi ha il potere (gestendo denaro pubblico) ha possibilità di influire, al di là della sua volontà, sul comportamento delle redazioni.
Non vendo delle certezze, ma vendo delle riflessioni sulla fragilità che un intervento da parte di un organismo con i mezzi finanziari della Regione può avere nel correggere, nel distorcere, nel condizionare un reale pluralismo di informazioni su questa materia.
Mi avvio rapidamente al terzo punto del mio intervento: il problema particolare dell'iniziativa assunta dalla Regione. Non voglio entrare nel merito della selezione dell'interlocutore. Il dibattito di oggi, anche limitandosi al rapporto tra Regione ed istituzioni, ha un tiro più alto della polemica sul perché o sul come è stata scelta una stazione piuttosto che un'altra, soprattutto in quanto è stazione di produzione, non è nemmeno stazione di diffusione. Voglio invece riflettere sui problemi della gestione di questa iniziativa. Se non fossimo in un Consiglio regionale, ma fossimo pacatamente seduti a riflettere su questo problema, dovremmo intanto premettere una classificazione. Che tipo di informazione pu passare attraverso questo notiziario? Secondo me, un'informazione di tre tipi: 1) un'informazione al servizio del cittadino, con la quale si diano notizie utili al cittadino per avvalersi di determinati servizi che la Regione, ai sensi delle leggi dello Stato e delle leggi regionali, è in grado di offrire, per esempio, sulla riforma sanitaria, sulla scelta del medico. Ma voglio andare più in là. C'è una legge che attribuisce dei finanziamenti ad un determinato settore, per esempio, per l'edilizia abitativa, è doveroso che i cittadini siano informati delle procedure che devono seguire 2) un'informazione sul confronto fra le forze politiche 3) un'informazione apparentemente oggettiva su quanto viene fatto dalle istituzioni, ma che in realtà è di supporto a chi detiene il potere nelle istituzioni.
Vedere quello che nella Regione va bene e non quello che nella Regione non va.
Sgombriamo il campo dal primo livello, quindi il nostro Gruppo dà il pieno appoggio perché avvalendosi dei mass-media più efficaci, i cittadini siano portati a conoscenza delle opportunità che le leggi loro offrono.
Sul secondo livello dobbiamo muoverci in una logica non molto difforme da quella che regola il rapporto tra la concessionaria Rai e il Parlamento con una Commissione di vigilanza che decida gli spazi, i modi, le forme dell'informazione, che lasci spazi autogestiti, che davvero renda praticabile questo tipo di informazione. Facendo un parallelismo tra Regione e Stato, noi ci troviamo in una connotazione parzialmente diversa perché il controllo delle testate Rai avviene attraverso intense discutibili, lottizzazioni o non lottizzazioni tra le forze politiche mentre qui il nodo viene spostato dal mezzo di trasmissione al centro decisionale dei servizi. Su questo secondo punto non sarebbe difficile trovare un accordo, sarà più difficile invece chiedere la professionalità per far sì che il confronto tra le forze politiche non sia così noioso, che non appena compare la faccia di Bastianini o di molti dei presenti, il teleutente vada a vedersi un'altra cosa.
Molto dobbiamo invece ragionare sul terzo livello. Vedi Enrietti, non volevo fare il telefilms alla Perry Mason quando ti ho chiesto notizie sulla bozza e sulle riflessioni tecniche che state facendo su questa materia.
E' su questa materia davvero che si gioca il passaggio dall'informazione alla creazione del consenso. Pur non partecipando a questa maggioranza, ho abbastanza rispetto e stima dei suoi uomini per essere certo che non ci farà vedere nessun Assessore che salta attraverso il cerchio il fuoco come ai tempi di mussoliniana memoria, perché il sottile elemento di spartiacque tra informazione e sui titoli sull'approccio che viene dato. Allora, l'iniziativa della Giunta, così com'è formulata nella deliberazione, ci garantisce rispetto a questo terzo livello? Con molta franchezza e con molta pacatezza devo dire di no, perch affida all'Ufficio Stampa della Giunta, quindi indipendentemente da ogni controllo delle forze politiche, l'intera , gamma di formazione di questo progetto. Non abbiamo garanzie che il notiziario sia fatto per fornire le informazioni ai cittadini, non abbiamo garanzia che ci sia all'interno di questo notiziario, uno spazio per il confronto tra le forze politiche e soprattutto non abbiamo garanzie che questo sottile spartiacque tra informazione e creazione del consenso, essendo gestito dalla Giunta, per motivi legittimi (se fossi al vostro posto probabilmente ne farei di peggio o di meglio) scivoli pericolosamente su un versante piuttosto che sull'altro.
Ferma restando la nostra disponibilità a discutere in tutte le sedi più opportune il difficile e sempre cangevole problema del rapporto tra istituzioni ed informazione, ribadisco che abbiamo ragioni per valutare illegittimo l'uso di risorse pubbliche in un settore coperto da concessionaria pubblica e che su questa strada presenteremo nelle sedi competenti gli opportuni ricorsi. Giudichiamo oltre che illegittima anche inopportuna la deliberazione della Giunta nell'attuale fragile e delicato momento delle televisioni private e della rete televisiva. I n fine, per venire al campo specifico, chiediamo di coinvolgere subito le forze politiche nell'impostazione del taglio e nel controllo dei tre livelli informativi che dovranno essere presenti all'interno del notiziario: il servizio ai cittadini, il confronto tra le forze politiche, l'informazione sull'attività della Giunta che deve sempre restare informazione, che non deve scivolare neppure per un istante nel diabolico meccanismo della formazione del consenso.
Mi richiamo all'intervento fatto da noi sul programma, nel quale dicevamo che uno degli elementi positivi della situazione piemontese degli anni '80 è di offrire non a tempi brevi, salvando la governabilità l'alternanza. Si sappia che la battaglia che oggi si fa da questi banchi di opposizione potrà essere domani anche utile ad altri che siederanno su questi stessi banchi.



PRESIDENTE

Egregi colleghi, vi comunico che la seduta riprenderà oggi alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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