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Dettaglio seduta n.273 del 03/10/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame progetti di legge nn. 91, 125, 185, 192, 214, 244, 249 e 337: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 56/77 e successive modificazioni"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Colleghi Consiglieri, nella riunione dei Capigruppo appena conclusa si è stabilito che nella seduta odierna i lavori continueranno fino all'una circa, riprenderanno dopo una sosta di un'ora e proseguiranno fino attorno alle ore 19.30 circa. Domani mattina i Capigruppo si riuniranno nuovamente per valutare l'andamento.
Riprendiamo l'esame dei progetti di legge nn. 91, 125, 185, 192, 214 244, 249 e 337: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 56/77 e successive modificazioni".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Devo fare una dichiarazione in merito alla contestazione sul voto avvenuta ieri sera. Ho appurato che il calcolo dei votanti è stato perfettamente regolare, quindi devo chiedere scusa al collega Ferro che non è colpevole di irregolarità.



PRESIDENTE

Grazie al collega per la sua correttezza. L'incidente è chiuso.
Articolo 4 del p.d.l. n. 337 - Vengono presentati i seguenti emendamenti: I) dal Consigliere Biazzi: all'art. 7 della legge regionale 5/12/1977 n. 56, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche: il primo comma è sostituito dai seguenti: "I Piani Territoriali di cui alla lettera a) dell'art. 3 sono formati ed approvati secondo le procedure dei seguenti commi, il Piano Territoriale esteso al territorio dell'intera regione, in quanto parte integrante del Piano regionale di sviluppo, è formato ed approvato secondo le procedure previste - per la formazione, approvazione ed attuazione del Piano regionale di sviluppo - della legge 19 agosto 1977 n. 43.
I Piani Territoriali di livello comprensoriale sono formati ed approvati secondo le seguenti procedure".
Chiede la parola il Consigliere Biazzi per illustrare l'emendamento.



BIAZZI Guido

L'emendamento presentato in realtà è stato nella sostanza già illustrato nella seduta di ieri, quando si è chiarito che viene introdotto nella legge urbanistica regionale un nuovo livello di pianificazione territoriale, la possibilità della Regione appunto di dotarsi di un piano territoriale regionale.
Valgono gli emendamenti che sono stati presentati nella seduta di ieri.



PRESIDENTE

2) Dal Consigliere Turbiglio: a) dopo il quinto comma dell'art. 7 della L.R. 56/77 è aggiunto il seguente: "Lo schema di Piano Territoriale è composto dagli elaborati di cui al precedente art. 6, con grado di approfondimento adeguato all'interpretazione dei principi e dei criteri generali adottati".
b) il sesto comma dell'art. 7 della L.R. 56/77 è fatto precedere dal seguente inciso: "Entro 120 giorni dalla precedente deliberazione del Consiglio Comprensoriale" la Giunta regionale....
c) Dopo il sesto comma dell'art. 7 della L.R. 56/77 è aggiunto il seguente: "Il progetto di Piano Territoriale è composto dagli elaborati di cui al precedente art. 6 con grado di approfondimento adeguato ai principi ed ai criteri generali adottati".
Sugli emendamenti presentati all'art. 4 chiede la parola il Consigliere Bontempi che ha facoltà di intervenire.



BONTEMPI Rinaldo

Sugli emendamenti del Gruppo Liberale c'è da fare un ragionamento distinto. Per quanto riguarda il primo emendamento mi pare che ne sia condivisibile lo spirito, non sono però d'accordo sulla dizione letterale che mi sembra un po' involuta.
Sarebbe opportuno che il proponente trovasse una formulazione diversa.
Per quanto riguarda il secondo comma, non siamo d'accordo sull'introduzione di termini che non abbiano carattere prescrittivo e perentorio.
Per quanto riguarda l'ultimo emendamento riteniamo che gli elaborati del progetto di piano territoriale di cui all'art. 6, debbano avere tutte quelle caratteristiche che abbiamo già votato ieri, quindi pare superfluo aggiungere questo secondo punto, per cui accogliamo il primo emendamento con una formulazione più chiara, respingiamo il secondo ed il terzo per le ragioni che ho espresso.



PRESIDENTE

Il Consigliere Majorino propone il seguente emendamento: 3) all'ottavo comma dell'art. 7 sostituire le parole "esaminate le osservazioni" con le parole "esaminate con provvedimento motivato le osservazioni".
4) Dal Consigliere Genovese che illustra l'emendamento: all'ottavo comma dopo "esaminate le osservazioni" aggiungere le parole: "pervenute entro i termini indicati nel precedente comma".
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

L'emendamento può apparire solo formale, ma non lo è eccessivamente.
Qui siamo nella procedura di formazione del Piano Territoriale. I Comuni le Province e gli altri enti locali presentano, a un certo punto della procedura, delle osservazioni.
In questo comma, oggetto dell'emendamento, si dice che la Giunta regionale le e sa mina "con provvedimento motivato", questo perché ci sia un provvedimento motivato o di recepimento o di reiezione delle osservazioni delle Province e dei Comuni e degli altri enti locali.



BIAZZI Guido

Riteniamo opportuna l'introduzione di questo emendamento che da più certezza alla norma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

E' un emendamento che potrebbe integrarsi con quello presentato dal Consigliere Majorino.
Pertanto proponiamo di aggiungere le parole: "pervenute entro i termini indicati nel precedente comma", per evitare che le osservazioni possano pervenire durante l'istruttoria della Regione, la quale ha 90 giorni per procedere all'esame.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Dopo l'accettazione dell'emendamento Majorino è opportuno fissare un termine per la presentazione delle osservazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Mi riferisco all'emendamento presentato dalla maggioranza in sostituzione del primo comma. Già ieri ci siamo astenuti nella votazione sul piano territoriale esteso all'intera Regione, ma indipendentemente da questa posizione, che per coerenza confermiamo, ci pare opportuna una riformulazione dell'emendamento, in quanto il piano territoriale di comprensorio sembrerebbe una cosa diversa dai piani territoriali di cui alla lettera a) dell'art. 3. Noi proporremmo una formulazione che stabilisca: in primo luogo, che il "piano territoriale esteso a tutta la Regione è formato con la seguente procedura...." in secondo luogo che il "piano territoriale di comprensorio di cui alla lettera c) dell'art. 12 della L.R. 43 e alla lettera a) dell'art. 3 della L.R. 56 è formato ed approvato secondo le seguenti procedure".
Diversamente parrebbe addirittura che ci siano tre categorie di piani territoriali, quelli della Legge 43, quelli dell'art. 3, lettera a) e quelli estesi a tutta la Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Turbiglio. Ne ha facoltà



TURBIGLIO Antonio

Dopo la replica della Giunta, il Gruppo liberale ritira l'emendamento che riguarda il "grado di approfondimento adeguato alla interpretazione dei principi e dei criteri generali adottati", conferma invece l'ultimo.
Insiste sul secondo emendamento che ritiene coerente con i tempi introdotti dalla Giunta.



PRESIDENTE

Prego, collega Simonelli.



SIMONELLI Claudio

L'ultimo comma dell'emendamento presentato dalla maggioranza, a seguito della discussione avvenuta in aula, viene sostituito con la seguente frase: "I Piani Territoriali di livello comprensoriale sono formati ed approvati secondo le seguenti procedure".



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Genovese. Ne ha .facoltà.



GENOVESE Piero Arturo

Dichiarazione di voto. Approviamo la modifica proposta che corrisponde alla esigenze di chiarezza che avevamo sottolineato.
Quindi daremo un voto di astensione.



PRESIDENTE

Pongo ai voti il primo emendamento presentato dal Consigliere Biazzi con le modifiche apportate.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 47 favorevoli 30 Consiglieri contrari 2 Consiglieri astenuti 15 Consiglieri Pongo ai voti il secondo emendamento presentato dal Consigliere Turbiglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con il seguente esito: presenti e votanti 48 favorevoli 16 Consiglieri contrari 30 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri Pongo ai voti il terzo emendamento presentato dal Consigliere Turbiglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri Pongo ai voti l'emendamento presentato dal Consigliere Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 48 favorevoli 48 Consiglieri Pongo ai voti l'emendamento presentato dal Consigliere Genovese (da fondere con quello del Consigliere Majorino).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 48 favorevoli 48 Consiglieri Pongo in votazione l'articolo 4 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 19 Consiglieri L'art. 4 è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI



PRESIDENTE

All'art. 4 bis del p.d.l. n. 337 vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Genovese: a) Art. 8, terzo comma: "al termine del comma sostituire il punto con la virgola" ed aggiungere: "da parte dei Comuni ad esso tenuti a seguito di espressa indicazione del Piano Territoriale".
b) Art. 8, quarto comma: "Entro 12 mesi dalla pubblicazione del Piano Territoriale o di sue varianti, i Comuni che vi siano tenuti adottano le varianti di adeguamento ai propri Piani regolatori, che sono approvate con le procedure di cui al secondo comma del successivo art. 17".
c) Art. 8, quinto comma: la dizione "3 mesi" è sostituita con "60 giorni".
La parola al Consigliere Genovese per l'illustrazione.



GENOVESE Piero Arturo

L'emendamento riguarda l'efficacia del piano territoriale, quindi la previsione di adeguamento dei piani regolatori generali alle prescrizioni ed alle indicazioni del piano territoriale stesso.
Dalla lettura dell'art. 8 della legge 56 parrebbe che tutti i Comuni dopo l'approvazione dei piani territoriali, debbano adeguarsi alle prescrizioni e alle indicazioni del piano territoriale.
Siccome è da immaginare che a regime non tutti i Comuni siano toccati dalle prescrizioni e dalle previsioni di piano territoriale e che quindi non tutti abbiano la necessità di adeguamento, ma peraltro, non essendo ci sufficientemente chiaro per i singoli Comuni, perché possono essere toccati dagli effetti indotti delle previsioni del piano territoriale, riteniamo opportuno chiarire che devono procedere all'adeguamento i Comuni che sono indicati, parallelamente all'approvazione del piano territoriale, da parte della Regione.
Con il nostro emendamento abbiamo poi cercato di sveltire le procedure indicando dei termini molto contenuti per l'adeguamento.
Con l'ultimo emendamento aggiuntivo, abbiamo precisato che i Comuni che non sono espressamente tenuti all'adeguamento possono comunque farlo con le procedure di cui al comma secondo dell'art. 17 della legge 56, cioè con procedure celeri di adeguamento. Forse abbiamo ridotto eccessivamente i termini; comunque gradiremmo conoscere l'opinione della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

L'emendamento presentato dal collega Genovese nello spirito alla maggioranza è accoglibile. Ci pare corretto non stabilire l'obbligo automatico di adeguamento per tutti i Comuni a seguito dell'approvazione del Piano Territoriale quando alcuni Comuni possono anche non essere minimamente toccati dalle previsioni di piano. Meno persuasiva è la dizione con cui l'emendamento viene presentato.
Proponiamo la seguente dizione: Art. 8 terzo comma: "L'adeguamento dei PRG da parte dei Comuni interessati direttamente o dagli effetti indotti ai sensi dell'art. 15 lettera a) della L.R. 19 agosto 1977, n. 43 viene effettuato secondo le modalità di cui ai successivi commi".



GENOVESE Piero Arturo

Si potrebbe dire "direttamente interessati".



SIMONELLI Claudio

Va bene, non ci sono obiezioni.
Relativamente ai tempi potremmo ridurre i tempi dell'art. 8 da 18 mesi a 12 e da 6 mesi a 3 mesi.
L'ultimo comma ci pare pleonastico.



GENOVESE Piero Arturo

Accettiamo l'osservazione.



PRESIDENTE

Pongo ai voti il testo riformulato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri Pongo ai voti il secondo emendamento del Consigliere Genovese.
Chi è favorevole è pregato di.alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri Pongo ai voti il terzo emendamento del Consigliere Genovese.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 48 favorevoli 46 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri Il Consigliere Genovese ritira il quarto emendamento.
Pongo in votazione l'articolo 4 bis.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'art. 4 bis è approvato.
Articolo 4 ter - Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dal Consigliere Simonelli: E' aggiunto il seguente articolo 8 bis: "Art. 8 bis - Attuazione del Piano Territoriale" (a norma dell'art. 15 della L.R. 19 agosto 1977, n. 43).
"I Piani Territoriali si attuano mediante: a) l'adeguamento dei piani regolatori generali b) gli interventi della Regione in applicazione di leggi statali e regionali c) i progetti specifici di opere o sistemi infrastrutturali d) i progetti territoriali operativi.
La Giunta regionale, in occasione della formazione del programma pluriennale di attività e di spesa e dei suoi aggiornamenti annuali, di cui all'art. 22 della L.R. n. 43/77, predispone una relazione sullo stato di attuazione dei Piani Territoriali e dei relativi strumenti di attuazione".
La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

L'emendamento proposto dal Consigliere Majorino apparentemente è corretto nel senso che è l'insieme delle politiche di formazione e di adeguamento dei piani regolatori generali che mira ad attuare le prescrizioni del piano territoriale, però, nel momento in cui qui si indicano strumenti di attuazione si sa per scontato che i piani regolatori ci siano già.
Quindi, dando per presupposto un funzionamento a regime di legge, il meccanismo attuativo del piano territoriale è l'adeguamento del piano non la formazione del piano che dovrebbe già essere avvenuta.
Per questi motivi preferiamo mantenere il testo proposto dalla maggioranza.



PRESIDENTE

2) Dal Consigliere Majorino. All'emendamento di cui sopra: "Sostituire come segue il primo comma, lettera a) dell'aggiunto art. 8 bis: i Piani regolatori generali".
Prego, collega Majorino.



MAJORINO Gaetano

Mi appariva più preciso e più sistematico indicare fra gli strumenti i piani regolatori generali nel senso che, una volta formato il piano territoriale che costituisce la norma quadro dei piani regolatori, o il piano regolatore come ipotesi non è formato e allora sarà strumento attuativo puro e semplice oppure è formato e si adegua, quindi la parola "adeguamento" viene compresa nel piano regolatore strumento; oppure il piano regolatore deve essere modificato a seconda della libera iniziativa dei Comuni.
Era una questione sistematica e di precisione per il comportamento dei Comuni.



PRESIDENTE

Pongo ai voti quest'ultimo emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con il seguente esito: presenti e votanti 54 favorevoli 2 Consiglieri contrari 30 Consiglieri astenuti 22 Consiglieri Pongo ai voti l'emendamento del Consigliere Simonelli.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 52 favorevoli 30 Consiglieri contrari 2 Consiglieri astenuti 20 Consiglieri La parola al Consigliere Picco per dichiarazione di voto.



PICCO Giovanni

Le obiezioni che formuliamo rispetto alla proposta della Giunta sono relative a due aspetti, l'uno sulla proponibilità sostanziale della relazione annuale della Giunta, sulla consistenza dei processi e quindi sui risultati che si sono raggiunti in termini di attuazione dei piani territoriali e l'altro sul merito di come questa relazione debba essere affrontata.
Noi riteniamo che l'impegno legislativo che la Giunta regionale si assume di formulare ogni anno una relazione dettagliata su questo argomento rischi di vanificarsi e di non essere esercitata cosi come la dizione letterale pare prefigurare.
Soprattutto la difficoltà, ed entro nel merito dei problemi che sono indicati nell'ultimo comma, riguarda lo stato di attuazione. Trattandosi di un processo di molte entità o componenti che intervengono nel portare a realizzazione previsioni infrastrutturali, previsioni insediative, ecc.
parlare di uno stato di attuazione è pressoché impossibile.
Molto più logico sarebbe stata una formulazione che avesse contemplato una relazione sui processi avviati rispetto allo stato di attuazione.
Comunque, più in generale riteniamo che sia opportuno evidenziare come di fatto l'articolo sostanzialmente rischi di riperpetuare percorsi sui quali noi abbiamo già assunto in passato posizioni molto critiche; abbiamo avvisato la maggioranza ed abbiamo previsto che impegni assunti per determinare un formale consenso sugli atti amministrativi, di fatto non si traducono in atti concreti e duttili per la comunità regionale (vedasi i piani pluriennali di settore, non ultimo quello sui lavori pubblici che è impantanato nella definizione del relativo regolamento di attuazione) quindi rischia di essere un'ulteriore bardatura di tipo formale, non sostanziale, quando forse la relazione, se la Giunta annualmente la voleva fare, era sufficiente farla sugli strumenti attuati, cioè su quella serie di provvedimenti che potevano costituire annualmente un'effettiva novità rispetto agli eventi precedenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'articolo 4 ter.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 55 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri si sono astenuti 23 Consiglieri L'art. 4 ter è approvato.
Articolo 5 del p.d.l. n. 337 - Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Biazzi, Simonelli, Bontempi e Mignone: Art. 5 è sostituito dal seguente: "Art. 8 ter - il Progetto Territoriale Operativo".
"Il Progetto Territoriale Operativo è strumento di specificazione ed attuazione del Piano Territoriale.
Esso è formato nei casi e con riferimento alle aree di norma indicati dal Piano Territoriale.
il Consiglio regionale, con la deliberazione di approvazione del programma pluriennale di attività e di spesa e dei suoi aggiornamenti annuali, del Piano regionale di sviluppo e dei Piani Territoriali, pu individuare le ulteriori aree su cui formare il Progetto Territoriale Operativo, definendone gli elementi di riferimento programmatici ed i relativi tempi di formazione.
Il Progetto Territoriale Operativo contiene di norma: a) la specificazione e l'approfondimento delle definizioni ed individuazioni di cui alle lettere a, b, c, d, del terzo comma del precedente art. 5, nonché, ove necessario dei criteri, indirizzi discipline e prescrizioni di cui al quarto comma del predetto articolo.
b) L'individuazione delle opere e delle infrastrutture di diretta competenza delle Regioni e di altri soggetti pubblici ed eventualmente, i relativi progetti.
c) I criteri che devono essere osservati nella pianificazione comunale.
d) Le prescrizioni e le norme immediatamente prevalenti sulla disciplina urbanistica comunale vigente e vincolanti anche nei confronti dei privati.
e) La valutazione dei costi e dei tempi di realizzazione degli interventi; l'individuazione delle risorse pubbliche e private necessarie l'indicazione dei soggetti, delle modalità e degli strumenti per la realizzazione, nonché la disciplina per il coordinamento di programmi pubblici e privati.
Il Progetto Territoriale Operativo, valuta l'impatto sugli elementi ambientali, paesaggistici, sociali ed economici che la realizzazione degli interventi previsti comporta, e delimita il territorio di operatività diretta e l'ambito di influenza indiretta".
2) Dal Consigliere Majorino: all'emendamento di cui sopra: "Sopprimere le lettere c) e d) del secondo comma dell'art. 8 ter".
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

L'emendamento è soppressivo delle lettere c) e d) di questo articolo che concerne il progetto territoriale operativo e trova il suo fondamento nell'attuale stesura della definizione di progetto territoriale operativo che innovandosi rispetto al testo originario del DDL 337, si precisa essere il progetto territoriale operativo strumento di specificazione ed attuazione del piano territoriale.
Siccome i criteri che devono essere osservati nella pianificazione comunale, le prescrizioni e le norme immediatamente prevalenti sulla disciplina urbanistica, sono contenute nell'indicazione dei requisiti e degli elaborati e dei contenuti del piano territoriale, in questo articolato è il non senso.
A parte la nostra opposizione di principio al piano territoriale, come ho detto ieri con riferimento ad una analoga norma, una volta che la maggioranza intende portare avanti l'istituto del progetto territoriale operativo e lo indica come strumento di attuazione del piano territoriale indicare fra le componenti del progetto territoriale operativo anche i criteri che devono essere osservati nella pianificazione comunale e le prescrizioni immediatamente prevalenti, significa portare dei contenuti che straripano rispetto al requisito allineamento di attuazione, che vuole avere il progetto territoriale operativo in questa nuova e ultima sua formulazione.
Quindi, se i due requisiti di cui alle lettere c) e d) possono essere collocati nel piano territoriale, non è fondato collocarli anche fra i requisiti del progetto territoriale operativo in quanto il progetto territoriale operativo, se vuole essere, secondo l'impostazione che dà la maggioranza, attuazione del piano territoriale, questi criteri non possono essere contenuti nello stesso progetto territoriale operativo.



PRESIDENTE

3) Dal Consigliere Turbiglio: emendamento al primo emendamento: Il primo comma dell'art. 8 ter è sostituito dal seguente: "Il Progetto Territoriale Operativo è strumento di specificazione ed attuazione, anche in variante, del Piano Territoriale".
La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Diamo molta importanza a questo emendamento e preghiamo la Giunta di essere attenta alla nostra richiesta.
Come già avevo specificato ieri e dall'inizio da quando è nata l'idea del P.T.O., il nostro Gruppo ha ritenuto che poteva essere uno strumento molto importante puntuale ed utile al fine di seguire tutto ciò che di nuovo si presenta sul territorio anche in seguito ad iniziativa pubblica e privata.
La nostra richiesta che sia specificato che il P.T.O. è strumento di attuazione anche in variante del piano territoriale, è estremamente importante e chiarificatrice della legge. Nell'emendamento presentato dalla Giunta è precisato che il P.T.O. è formato nei casi e con riferimento alle aree di norma indicate nel piano territoriale. Noi non siamo lontani dalla logica della Giunta in quanto le parole "di norma" significano che, anche se non è stato precisato nel piano territoriale, il P.T.O. può essere inserito come variante.
Noi chiediamo che questo sia maggiormente evidenziato scrivendo che il P.T.O. è strumento di attuazione anche in variante al piano territoriale.



PRESIDENTE

4) Dal Consigliere Genovese: il primo comma è sostituito con il seguente: "Il progetto attuativo territoriale è strumento di attuazione, anche in variante, dei Piani territoriali di comprensorio".
Al terzo comma, sostituire le lettere a), d) ed f) con le seguenti: "a) comporta l'approfondimento delle definizioni e delle individuazioni di cui alle lettere a), b), c), del primo comma dell'art. 5, anche in relazione agli indirizzi ed ai programmi previsti nel Piano regionale di sviluppo e nelle leggi e nei piani di settore" "d) verifica i contenuti normativi, già definiti dal piano territoriale di comprensorio, da osservarsi nella pianificazione comunale" "f) individua le opere pubbliche e di interesse pubblico" al terzo comma, lettera e), dopo privati aggiungere: ", qualora esso sia in variante del Piano Territoriale od allo stesso i Comuni interessati non abbiano ancora adeguato i proprii piani regolatori ar sensi del precedente art. 8" al terzo comma, al termine della lettera g) aggiungere le parole: "di realizzazione".
La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Il nostro Gruppo aveva presentato una serie di emendamenti al testo licenziato dalla Commissione, che quindi non si riferiscono all'emendamento n. 4 della maggioranza.
Il primo è identico nella sostanza a quello illustrato dal collega Turbiglio sulla precisazione "anche in variante".
Per quanto riguarda invece gli altri aspetti, anche noi, come il collega Majorino, abbiamo delle preoccupazioni in ordine alla definizione di precisi criteri che dovrebbero già essere contenuti nel piano territoriale.
Secondo noi più che una soppressione parziale sarebbe preferibile una riscrittura dell'articolo, così come noi abbiamo formulato con la nostra proposta e cioè: "Il P.T.O. verifica i contenuti normativi, già definiti dal piano territoriale di comprensorio, da osservarsi nella pianificazione comunale".
I criteri generali devono essere Gia contenuti all'interno del piano territoriale; qualora il P.T.O. fosse in variante, si intende che occorre definire nuovi criteri. Questo è ovvio.
Ci sembra inoltre che al punto d), secondo comma, dove sta scritto che: "il P.T.O. contiene di norma le prescrizioni e le norme immediatamente prevalenti sulla disciplina urbanistica comunale vigente e vincolante anche nei confronti dei privati", sarebbe opportuno precisare e aggiungere (se il P.T.O. deve essere,come viene affermato, essenzialmente strumento di attuazione) "qualora esso sia in variante del piano territoriale oppure allo stesso i Comuni interessati non abbiano ancora adeguato i propri piani regolatori ai sensi del precedente art. 8".
Questo perché in via principale c'è da ritenere che, quando si applica uno strumento di attuazione, lo si dovrebbe fare nel rispetto degli strumenti dei Comuni, cioè dei piani regolatori generali che per legge dovrebbero essere adeguati a queste previsioni; mentre solo in due casi, ci sembra, potrebbe prevedersi l'immediata prevalenza del P.T.O. sulla disciplina urbanistica locale: e precisamente quando il P.T.O. sia in variante del Piano territoriale o quando i piani regolatori non siano ancora stati adeguati alle prescrizioni e previsioni del piano territoriale con le procedure previste dall'art. 8.
Il contenuto delle nostre proposte di emendamento, che avevamo avanzato sul testo licenziato in Commissione, può essere ora ripreso come emendamento al testo riformulato dalla maggioranza.



PRESIDENTE

5) dal Consigliere Montefalchesi Emendamento al primo emendamento: dopo le parole "Piani Territoriali" aggiungere "e per ragioni d'urgenza adeguatamente motivate".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Nell'emendamento precedente della Giunta, che è stato sostituito da quello ora in discussione, l'ultimo comma motivava l'individuazione di ulteriori aree sulle quali formare il P.T.O., in deroga a quella individuata nei piani territoriali per ragioni di urgenza da motivare da parte del Consiglio regionale.
Mi sembra importante far rilevare che questa è una deroga e questa deroga deve essere motivata.



PRESIDENTE

La parola al relatore e alla Giunta per la replica sugli emendamenti presentati. Ha chiesto di parlare il collega Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Come maggioranza avevamo presentato un emendamento sostitutivo dell'emendamento a mani dei colleghi da ieri pomeriggio. Come i colleghi sanno questo articolo, che definisce il progetto territoriale operativo è molto importante, quindi sono comprensive le limature e gli aggiustamenti che vengono man mano introdotti.
La maggioranza ieri ha introdotto alcune lievi modifiche di forma ed alcune di sostanza, cercando di agganciare sempre di più il progetto territoriale operativo alla pianificazione territoriale prevista dall'ordinamento regionale. Si è introdotta la dizione "di norma" perch nell'articolo si prevedono eccezioni all'impostazione iniziale. Si è tolto l'ultimo comma perché si temeva che la norma fosse ambigua o che addirittura fosse in contrasto con la casistica della prima parte dell'articolo, che indica limiti rigorosi entro i quali si può introdurre il Progetto Territoriale Operativo. Ci rendiamo conto che in questo modo non si riesce a dare risposta ai casi di carattere eccezionale e non prevedibili all'atto della formazione del piano territoriale oppure all'atto dell'individuazione delle aree previste nel secondo comma.
Chiedo quindi qualche minuto di sospensione per esaminare il problema.



PRESIDENTE

Sospendo i lavori per 5 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 11.30 riprende alle ore 11.35)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il relatore della maggioranza ha la parola per riferire circa le intese raggiunte.



BIAZZI Guido

E' opportuno :sentire prima il parere dei Gruppi che hanno presentato gli emendamenti sul vecchio testo.
Si è trovato un accordo sul nuovo testo presentato dalla Giunta.



MAJORINO Gaetano

Mantengo l'emendamento.



TURBIGLIO Antonio

Mantengo l'emendamento e lo sottolineo. Prego la Giunta di seguirmi su questa richiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

La precedente discussione si era arenata sulle risposte relative al nostro emendamento. Essendo il nostro emendamento stato presentato su un testo che è stato superato da un testo della maggioranza di tipo diverso le nostre proposte potevano essere riprese nell'esame del nuovo articolato.
Le consultazioni avvenute in questa interruzione riguardano il secondo comma.
Deve essere chiaro che l'accettazione dell'inciso "di norma" è un'accettazione compromissoria, anche se in realtà, la posizione del nostro Gruppo è quella di affermare il principio che il piano territoriale deve contenere queste aree. Accettiamo la proposta riferita al terzo comma. Le nostre proposte emendative si erano soffermate al quarto comma, sul quale intendiamo affermare alcuni principi. Una delle nostre richieste riguarda l'individuazione delle opere e delle infrastrutture di diretta competenza della Regione e di altri soggetti pubblici. Noi riteniamo che questa individuazione sia opportuna, non solo necessaria, soprattutto deve essere richiamata ai fini della dichiarazione di pubblica utilità delle opere che sono previste nel P.T.O.; quindi i relativi progetti allegati possono essere utili solo nella misura in cui servano per la dichiarazione di pubblica utilità e non già per rendere prescrittive le realizzazioni di progetti, in modo che i progetti, se anche vengono allegati, non sono vincolanti nella fase di realizzazione perché si tratta di uno strumento urbanistico che dovrà avere delle verifiche successive in fase di realizzazione.
Proponiamo inoltre di emendare l'ultima frase ed anziché parlare di "delimitazione del territorio di operatività diretta" proponiamo di sostituire con le parole "delimitazione degli ambiti di operatività diretta e di influenza indiretta".
Diversamente rischieremo di trasformare l'indicazione di delimitazione di una dimensione di prescrittività e di precisione che è più propria di strumenti a scala comunale che non di strumenti a scala territoriale come è il P.T.O.



PRESIDENTE

Pongo in votazione emendamento del Consigliere Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con il seguente esito: presenti e votanti 52 favorevoli 2 Consiglieri contrari 30 Consiglieri astenuti 20 Consiglieri La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

La maggioranza non accetta l'emendamento di Turbiglio. La maggioranza concorda con la nuova rilettura così come in parte è stato illustrato dal Consigliere Picco.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Genovese per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà



GENOVESE Piero Arturo

Il Gruppo D.C. voterà a favore di questo emendamento perché è identico a quello che noi avevamo presentato anche se, per la verità, nel nuovo articolato di maggioranza i casi di eventuale variante sono disciplinati dal successivo articolo 8 sexies.
Siccome, però, è questo l'articolo principale in cui si definisce il progetto territoriale operativo, sarebbe opportuno richiamare subito che può essere uno strumento, ove necessario, anche di variante allo strumento territoriale generale vigente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Non si può non tenere conto del lungo dibattito che si è sviluppato sulla definizione del progetto territoriale operativo.
Nella nostra formulazione iniziale prevedevamo, forse con un'armatura non sufficiente, anche la possibilità di una variante.
La discussione successiva, al fine di togliere equivoci rispetto allo scasso del sistema di pianificazione territoriale, rispetto ad una corretta visibilità di tutto il processo di decisione di questo strumento innovativo, ci ha fatto attestare su una posizione chiaramente esplicitata nel nostro emendamento, che peraltro recepisce osservazioni fatte da altri Gruppi.
Noi riteniamo che la partenza e la definizione del P.T.O. non possa che essere di "attuazione e di specificazione".
Chi conosce la materia sa che se si parla di specificazione si fa riferimento a un'operazione che può partire dal generale indistinto per arrivare ad una precisazione che è qualcosa di più della semplice e meccanica attuazione.
La variante è poi prevista in un articolo successivo, ma è in collegamento con questa dizione la possibile risultante di un processo, che per noi deve partire in ogni caso in attuazione del P.T.O.
Abbiamo creduto di collocarci su questa posizione dopo le discussioni che abbiamo avuto con le forze politiche e al nostro interno che ci hanno fatto propendere per un incardinamento forte di uno strumento nuovo e da sperimentare.
Per questo noi riteniamo di non accettare l'emendamento pur comprendendo le ragioni di sistema che richiamava Genovese e le ragioni di opportunità che ricordava Turbiglio. Quindi in questo senso ripeto noi lo respingiamo con queste precise motivazioni e con questo anche validiamo il perché poi.
Prevediamo invece una procedura di variante nell'articolo che segue. La dizione proposta dalla D.C. è corretta.
Quanto alla specificazione "di norma" mi viene fatto presente che potrebbe ingenerare una indeterminatezza sulla possibilità che nel piano territoriale non si tenga conto del compito primario dell'indicazione delle aree.
Noi riteniamo invece che una lettura attenta dei tre commi ci confermi nella necessità di una scalarità coerente nella definizione e nei casi di formazione, qualche modifica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Turbiglio. Ne ha facoltà.



TURBIGLIO Antonio

Accolgo volentieri l'invito del collega Bontempi a ragionare con pacatezza su questo argomento che noi riteniamo l'argomento principale di questo decreto.
L'apertura della finestra del piano territoriale operativo indicava una completa innovazione della legge nel senso che si voleva essere particolarmente attenti al nuovo, agli eventuali inconvenienti che noi liberali indichiamo nella pianificazione complessiva e rigida.
E' un'idea che può essere ben accolta legislativamente ma anche dalle forze sociali e dalle forze operative in campo urbanistico in quanto dà la possibilità di proporre interventi, di avere intuizioni.
Che significato ha il P.T.O.? Il Piano Territoriale è un piano onnicomprensivo che può suggerire grandi idee, dare importanti indicazioni generalizzate, ma non pu intervenire in soluzioni attuative particolari che si possono presentare magari il giorno dopo l'approvazione della legge.
Lungi da noi la volontà di tornare al disordine nell'uso del suolo.
Noi chiediamo di inserire già in questo articolo la variante, anche se è contemplata negli articoli successivi; qualunque iniziativa, qualunque idea nuova che possa essere lanciata e proposta, tanto più che avrà poi tutti i crismi di controllo e di approvazione successivi, mi pare che non sconvolga proprio niente:. E' chiaro che se la inseriamo già qui diamo al P.T.O. un'impostazione nuova, moderna, alla quale non rinunciamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Confermo la posizione di voto sull'emendamento Turbiglio già espressa dal Consigliere Genovese. Per quanto riguarda i nostri emendamenti inteverremo successivamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Pensiamo di dover intervenire con una dichiarazione di voto sull'emendamento Turbiglio per precisare con chiarezza la posizione del nostro Gruppo. Riteniamo perfettamente condivisibili le perplessità, i dubbi e le argomentazioni, sollevate nell'ultimo intervento del collega Turbiglio. Saremmo quindi indotti a dare un giudizio favorevole all'emendamento presentato dal Gruppo Liberale: voteremo invece contro. Il nostro voto contrario, a differenza delle motivazioni che sono state adottate dai banchi della maggioranza, dipende unicamente dalla posizione di principio che abbiamo assunto e che ci vede contrari al Progetto Territoriale Operativo, strumento che non ha avuto mai la nostra approvazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione emendamento presentato dal collega Turbiglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con il seguente esito: presenti e votanti 54 favorevoli 21 Consiglieri contrari 32 Consiglieri astenuto 1 Consigliere La parola al collega Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ritiro il testo precedente dell'emendamento e l'emendamento al terzo comma che recita "per ragioni d'urgenza adeguatamente motivate" che è stato assorbito dall'emendamento della maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il collega Genovese. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo

Il nostro Gruppo esprime voto favorevole.



PRESIDENTE

Pongo ai voti l'emendamento modificativo del primo emendamento che viene quindi ritirato: 6) L'art. 5 è sostituito dal seguente: "Art. 8 ter - Il Progetto Territoriale Operativo.
Il Progetto Territoriale Operativo è strumento di specificazione ed attuazione del piano territoriale.
Esso è formato nei casi e con riferimento alle aree indicate dal Piano territoriale salvo quanto previsto nel comma successivo.
Il Consiglio regionale, con la deliberazione di approvazione del programma pluriennale di attività e di spesa e dei suoi aggiornamenti annuali, del Piano regionale di sviluppo dei piani territoriali e per ragioni d'urgenza adeguatamente motivate può individuare le ulteriori aree su cui formare il Progetto Territoriale Operativo, definendone gli elementi di riferimento programmatici e i relativi tempi di formazione.
Il Progetto Territoriale Operativo contiene di norma: a) la specificazione e l'approfondimento delle definizioni ed individuazioni di cui alle lettere a, b, c, d, del terzo comma del precedente art. 5, nonché, ove necessario dei criteri, indirizzi discipline e prescrizioni di cui al quarto comma del predetto articolo.
b) L'individuazione anche ai fini della dichiarazione di pubblica utilità delle opere e delle infrastrutture di diretta competenza della Regione e di altri soggetti pubblici con riferimento ai relativi progetto.
c) I criteri che devono essere osservati nella pianificazione comunale.
d) Le prescrizioni e le norme immediatamente prevalenti sulla disciplina urbanistica comunale vigente e vincolanti anche nei confronti dei privati.
e) La valutazione dei costi e dei tempi di realizzazione degli interventi; l'individuazione delle risorse pubbliche e private necessarie la indicazione dei soggetti, delle modalità e degli strumenti per la realizzazione, nonché la disciplina per il coordinamento di programmi pubblici e privati.
Il Progetto Territoriale Operativo, valuta l'impatto sugli elementi ambientali, paesaggistici, sociali ed economici che la realizzazione degli interventi previsti comporta, e delimita gli ambiti di operatività diretta e di influenza indiretta".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 54 favorevoli 50 Consiglieri contrari 2 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri La parola al collega Picco.



PICCO Giovanni

Il nostro emendamento è formato di quattro parti. La prima riguarda l'oggetto già votato con l'emendamento Turbiglio; la seconda è assorbita nelle votazioni che abbiamo testé fatto che riguardavano il terzo comma.
C'è un punto però che intenderemo far salvo, laddove si dice che il Progetto Territoriale Operativo verifica i contenuti normativi già definiti dal piano territoriale di comprensorio da osservarsi nella pianificazione comunale.
Vorremmo che questa nostra dizione fosse fatta salva e fosse sostitutiva del testo al punto c) quarto comma della proposta di maggioranza, laddove si dice "i criteri che devono essere osservati nella pianificazione comunale".
Spiego brevemente perché, sulla tesi e sulla impostazione concettuale di un progetto territoriale operativo che sia attuazione del piano territoriale comprensoriale, non riusciamo a immaginare nuove norme che intervengano sulla pianificazione comunale se non siano comprese nel piano territoriale comprensoriale oppure non siano varianti di questo; preferiamo si affermi che comunque il contenuto normativo debba essere fatto in assonanza, quindi in verifica delle norme del piano territoriale comprensoriale e non siano una invenzione che intervenga astrattamente ad imporre delle condizioni non previste nel piano territoriale comprensoriale.
Chiediamo che il punto d) del nostro emendamento sia sostitutivo del punto c).
Per contro, il testo del nostro emendamento si riferisce ad argomenti che riguardano le varianti quindi differiamo il merito di queste argomentazioni al momento in cui interverranno in Consiglio questi argomenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il relatore di maggioranza, Consigliere Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

La maggioranza non condivide l'emendamento illustrato dal Consigliere Picco. Pur essendo possibile che nel P.T.O. in molti casi si tratti delle stesse norme guì contenute nel piano territoriale, vi possono essere dei casi in cui si tratta di dettare delle norme nuove, in relazione alla specificità degli interventi attuativi.
Quindi ci pare giusto mantenere la dizione del punto c) del testo di maggioranza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà



CARAZZONI Nino

Ripetiamo la dichiarazione di voto di poc'anzi. Pur condividendo quanto sostenuto dal collega Picco, in quanto lo riteniamo un elemento introduttore di chiarezza nel P.T.O., voteremo contro unicamente perché la nostra posizione di principio è contro questo istituto nuovo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Turbiglio. Ne ha facoltà.



TURBIGLIO Antonio

Il nostro Gruppo vota a favore di questo emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti presentati dal Consigliere Genovese.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con il seguente esito: presenti e votanti 56 favorevoli 22 Consiglieri contrari 33 Consiglieri astenuto 1 Consigliere Ha chiesto la parola il Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Desidero esprimere il voto negativo dei repubblicani sull'introduzione di questo strumento urbanistico che si aggiunge pesantemente all'impalcatura legislativa e normativa della legge urbanistica che volevamo invece snellire.
Il voto negativo è pienamente confermato alla luce di tutti gli emendamenti, gli emendamenti agli emendamenti che sono stati introdotti.
Questo nuovo strumento appare più che mai un mistero. Dopo questa tumultuosa crescita di aggiustamenti ha riconfermato quello che il prof.
Astengo ha definito una mostruosità giuridica, scientifica e urbanistica.
Io aggiungerei anche istituzionale per quei rischi di incostituzionalità che noi avevamo evidenziato (ma non solo noi) proprio perché essendo uno strumento direttamente prevaricante il Piano regolatore generale poteva appunto rappresentare questi rischi.
Noi crediamo che l'introduzione di strumenti possa garantire un'opposizione seria. Noi riteniamo che sia ancora uno strumento prevaricante la pianificazione comunale.
E' una mostruosità che nelle intenzioni della maggioranza vorrebbe diventare l'alibi, la cambiale in bianco del Piemonte per riparare i guasti e gli errori di governo che sono stati sin qui prodotti.
Noi crediamo che non si possa rifuggire dalle proprie responsabilità e non si può scaricare sul Piemonte, chissà in quale modo perché non abbiamo capito bene come alla fine sarà questo P.T.O., le inadempienze sin qui procurate e le carenze gestionali così puntualmente messe in evidenza dall'Assessore all'urbanistica della legislazione 75/80 nel suo intervento della settimana scorsa.
Il buon governo, e questo vale evidentemente per tutti, non è mai passato attraverso le scorciatoie degli istituti di emergenza come è stato disegnato il Piano Territoriale Operativo. Nonostante le risposte che le forze di maggioranza ci hanno già dato in questo dibattito, noi riteniamo che il P.T.O. continui ad essere diretto verso i grandi interventi peraltro già previsti dalla legge sulle opere pubbliche o dalla legge regionale sulle infrastrutture.
Basterebbe la lettura dell'articolo I di queste leggi per renderci conto che tutto quello che prevede il P.T.O. sarebbe correttamente attuabile attraverso le leggi già operanti. I repubblicani respingono fermamente il centralismo che traspare dall'introduzione di questo strumento e che a nostro avviso è peggiore del centralismo pianificatorio della legge Astengo del 1977.
Non viene in questo modo suffragato o avallato il metodo della programmazione, l'unico metodo che corrisponde alle esigenze ed alle aspettative di una società moderna.
In questa sede invece si offre alla società moderna uno strumento di progetto retto dalla casualità, una pratica purtroppo radicata nella politica italiana.
Poco importano i modelli o le aspirazioni culturali se poi nella prassi, come rilevava Astengo, concepiamo questi strumenti del laisser faire.
Devo anche dire che il nostro giudizio sul P.T.O. emendato è più critico di prima. Quando la sinistra ha il coraggio di spostare le tesi più spregiudicate del neoliberalismo, e in questo ambito si collocava il P.T.O.
prima maniera, quello che Simonelli a primo botto aveva giudicato uno strumento che avrebbe ammazzato quel residuo di programmazione democratica che i comprensori avevano fatto, doveva avere anche il coraggio di sostenere fino in fondo questa posizione. Oggi il P.T.O., ultima versione è un nuovo strumento imbrigliato e condizionato da mille riferimenti e vincoli. Credo di poter affermare che certamente questa legislatura, ormai scadente, non ne vedrà approvato nemmeno uno se non in deroga a tutte le norme e a tutti i vincoli che questo articolo che stiamo per approvare, ma anche i successivi, contengono e che lo riguardano.



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

La nostra dichiarazione di voto può essere condensata richiamando testualmente ed integralmente la relazione di minoranza che il collega Majorino aveva presentato incentrandola appunto sul P.T.O.
Ripetiamo che questo strumento - usiamo le parole che sono state dette da banchi della maggioranza - è da noi considerato soltanto una mostruosità giuridica, una mostruosità operativa, una mostruosità istituzionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Signor Presidente, intendiamo fare la dichiarazione di voto dopo avere conosciuto il testo definitivo dell'articolo.



PRESIDENTE

D'accordo prego il relatore di leggere per commi il testo definitivo.
Devo precisare che, votando per commi l'articolato, il voto avverrà per appello nominale quindi, per evitare più votazioni, se il relatore concorda, dividerei l'articolo in 3 parti.



GENOVESE Piero Arturo

Per noi è impossibile votare in modo separato perché ci sono collegamenti che comportano e richiedono una valutazione ed una votazione complessiva.



PRESIDENTE

Prego il relatore di leggere il testo definitivo dell'articolo 5.
Ha la parola il Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Propongo di sostituire al secondo comma le parole: "di norma" con le parole: "salvo nei casi di cui al comma successivo".



SIMONELLI Claudio

L'emendamento Moretti mira ad evidenziare che i Piani Territoriali devono già prevedere le ipotesi di P.T.O., salvo per i casi contenuti nel terzo comma.
E' opportuno trovare una forma meno cacofonica.
Suggerisco la seguente dizione: " esso è formato nei casi e con riferimento alle aree indicate dal Piano Territoriale, salvo quanto previsto nel comma successivo".



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare il Consigliere Genovese. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo

E' opportuno rimarcare alcuni aspetti che riprenderemo nella valutazione dell'articolo 8 sexies.
La collega Vetrino ha ragione nel dire che il P.T.O. (che noi abbiamo in aula proposto di chiamare diversamente perché il cambiamento fosse chiaro) è cosa diversa dallo strumento su cui abbiamo discusso a lungo in sede di Commissione. Sulla definizione del P.T.O. e sulle procedure di formazione ed approvazione abbiamo presentato un nostro emendamento che ha coinciso largamente con le anticipazioni avanzate da colleghi della maggioranza. Il P.T.O. è ora uno strumento molto diverso e noi quindi ne traiamo una conclusione rovesciata rispetto a quella che ha tratto la collega Bianca Vetrino; per noi il P.T.O. è stato riportato a strumento essenzialmente di attuazione del piano territoriale in una definizione più corretta dell'insieme della pianificazione territoriale.
Infatti, è strumento di attuazione e non si sovrappone più ad altri strumenti; non è più il "fendente" che passava attraverso tutti i livelli di pianificazione, come era stato immaginato e non è più ad "anticipazione e stralcio" dei Piani Territoriali ancora da approvare.
Quindi l'evoluzione che è avvenuta attraverso il confronto è un'evoluzione che giudichiamo positivamente, pur con quanto diremo sull'articolo 8 sexies.
Su questo articolo abbiamo però proposto disgiuntamente, ma analogamente a quello del collega Turbiglio, un emendamento al primo comma e vorremmo far rilevare al collega Bontempi che i problemi che ha sollevato sono problemi di natura politica generale e di discrezionalità politica.
Noi dicendo che lo strumento poteva essere, ove necessario, anche in variante, non intendevamo dire che ce una prima fase ed una seconda fase di sperimentazione e di regime, della politica territoriale; invece intendevamo solamente rimarcare, come è stabilito nell'articolo successivo che il P.T.O. può anche essere in variante del Piano Territoriale, ove necessario, senza peraltro entrare nel merito del discorso di opportunità politica nell'applicazione della norma, discorso che non attiene alla definizione giuridica. Questo è un problema di scelta politica che deve essere valutato di fronte alla formazione dei piani territoriali ed all'avvio dei primi progetti territoriali operativi. La collega Bianca Vetrino ha paura di non vederli mai realizzati ed anche noi ci chiediamo se saranno realizzati, stante la loro complessità. Ma questi sono problemi che si verificheranno in futuro. Avevamo poi presentato un emendamento sostitutivo al punto c) che però non è stato accolto. Poiché la sostanza di altri nostri emendamenti è stata accolta nel testo di maggioranza, anche in questo caso come su tutto il titolo della pianificazione territoriale esprimeremo voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Come ricorderete il sottoscritto ed il collega Reburdo agli inizi del mese di luglio, non appena fu licenziato il testo dalla Commissione prendemmo una posizione critica sul P.T.O., perché lo intravedevamo come uno strumento prevalente sulla pianificazione territoriale. Dopo il confronto avvenuto in aula, il testo che emerge è un testo che individua nel P.T.O. uno strumento attuativo e non prevale sulla pianificazione territoriale.
Questo testo supera le critiche di allora e nel darne una valutazione positiva credo di poter parlare anche a nome del collega Reburdo. Daremo quindi voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Il Gruppo liberale era intenzionato a dare un parere favorevole a questo articolo. Aveva presentato un emendamento che non è stato accolto.
Questo testo sconvolge le intenzioni originali.
Approviamo l'emendamento proposto dal collega Moretti.
Naturalmente chiediamo ancora una volta quali saranno le "ulteriori aree" se non in variante, in quanto il Piano Territoriale avrà già dato indicazioni su tutte le aree, per cui le indicazioni di nuove aree dovrà per forza essere una variante.
Tanto valeva scrivere che il P.T.O. si attua anche secondo il metodo della variante.
Con queste considerazioni il nostro Gruppo darà un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Il sofferto iter di discussione e di approfondimento di questa norma consente di dire che, arrivati al voto, abbiamo fatto un buon lavoro. Non ho mai attribuito al P.T.O. certuni dei caratteri che nella polemica dei mesi passati gli sono stati attribuiti. Probabilmente la stesura iniziale delle norme si prestava ad alcuni equivoci; alcune cose sono state cambiate.
Nella sostanza e nelle intenzioni questo strumento ha mantenuto procedure più accelerate ed ha la dignità di strumento territoriale e giunge alla fase operativa ed attuativa accompagnato da valutazioni di investimenti, di calcolo costi-benefici, di impatto ambientale (abbiamo aggiunto le proposte di emendamenti del collega Montefalchesi) è quindi uno strumento che da in mano alla pubblica amministrazione la possibilità di rendere i suoi interventi in materia urbanistica e territoriale rapidi ed immediatamente operativi, coinvolgendo i soggetti, facendo delle previsioni di spesa, progettando per fasi e per risultati la realizzazione dell'intervento.
E' uno strumento cioè nuovo e moderno di cui più volte in questi anni abbiamo lamentato l'assenza nello strumentario della pubblica amministrazione.
Questa è la sostanza del P.T.O.
Più andiamo avanti nel dibattito meno capisco la posizione del rappresentante del Gruppo repubblicano.



VETRINO Bianca

E' la stessa incomprensione che hai per Astengo.



SIMONELLI Claudio

No perché io amo te molto più di quanto ami Astengo in verità!



PRESIDENTE

La cosa è comprensibile a tutta l'assemblea e resterà agli atti.



SIMONELLI Claudio

Continuo a ritenere incomprensibile una specie di posizione di natura fideistico-religiosa che il Gruppo repubblicano no ha nelle sue tradizioni in cui si è preso a bersaglio il P.T.O. come se fosse l'idra dalle 7 teste e si continua a menare fendenti indipendentemente da quale sia la reale natura che emerge dal confronto e dagli emendamenti e da quello che succede nell'aula. Se c'era un Gruppo in questo Consiglio regionale dal quale potevamo in astratto attenderci comprensione verso un tipo di strumento di questo tipo era il Gruppo repubblicano. Uno strumento di questo tipo era chiaramente intenzionato a risolvere taluni problemi che si sono posti al sistema delle imprese ed al mondo dell'economia, in conflitto con le ragioni rigide, vincolistiche, tradizionali del mondo dell'urbanistica.
E' figlio del tentativo di coniugare l'esigenza imprescindibile del controllo pubblico e della guida pubblica dei processi, però con tempi ritmi e modalità tali che siano anche compatibili con le necessità dell'economia. Pensavamo che da quella parte politica potessero venire apprezzamenti. Ci siamo sbagliati, conserviamo immutato l'amore, ma dobbiamo esprimere molto stupore per una posizione che continua ad esserci del tutto incomprensibile.
In conclusione il testo dell'art. 8 ter è frutto di questo lungo lavorio, anche compiuto nell'aula. A giudizio nostro soddisfa esigenze che avevamo collegato al P.T.O. lo credo che, integrato con le nonne degli altri articoli, dia vita ad un sistema che possa essere operativo.
Cerchiamo soprattutto di non creare o per macchinosità di procedure o per contraddizioni tra un comma e l'altro dello stesso articolo o per contraddizioni tra un articolo e l'altro o perché gli diamo delle valenze che in pratica non possono essere rispettate, delle cose inattuabili.
Noi vogliamo fare del P.T.O. uno strumento da realizzare il più rapidamente possibile. Non so se in questo scorcio di legislatura, che la Consigliera Vetrino ha definito in senza, vedranno la luce alcuni strumenti del P.T.O.
Può darsi, quello che è importante è che noi formiamo l'istituto in modo che possa essere realizzato, se le condizioni si creano, anche subito.
Questo mi pare un augurio che dovrebbe essere comune.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà..



BONTEMPI Rinaldo

Intervengo a nome del Gruppo comunista in un momento importante nell'opera di revisione della legge 56.
E' peraltro superfluo ripercorrere completamente le argomentazioni che abbiamo svolto già in Occasione della discussione generale.
Mi limiterò a render conto dell'atteggiamento che abbiamo avuto nel confronto del quale mi lasciano molto perplesso alcune posizioni di assoluta chiusura.
Siamo un Partito che crede alla positività ed all'efficacia del processo di discussione democratica. A noi importava introdurre questa innovazione come un segno che riuscisse a colmare il divario che attraversa la cultura politica ed urbanistica e spesso le forze politiche, addirittura i politici, i singoli, gli operatori tra la concezione dell'urbanistica che abbiamo alle spalle, che in parte è alle spalle ed una concezione che tende a dare alla programmazione ed alla pianificazione connotazioni operative in grado di agire sulla realtà.
Noi abbiamo lavorato su questa idea. Certo, strada facendo abbiamo posto molta attenzione alle osservazioni che venivano poste al testo ed in qualche misura quelle osservazioni riuscivano a rendere più chiare e più evidenti le perplessità ed i dubbi che noi stessi avevamo nell'approcciarci a questa innovazione.
Considero proficuo ed utile il dibattito che c'è stato tra le forze politiche e con le forze sociali. Non consideriamo né una sconfitta né un arretramento, le modificazioni che sono state apportate.
E' uno strumento che depurato ed ancorato ai criteri generali, quelli che ho chiamato di democrazia urbanistica, siamo riusciti a dargli quel carattere di operatività che è una delle finalità principali di questa innovazione. Per le ragioni che dicevo prima la sperimentazione di una innovazione non può che partite a bocce ferme e con condizioni di certezza maggiori di quelle che il testo precedente offriva. A noi importa registrare che contro questo strumento spesso, si sia registrato un atteggiamento di preclusione a priori.
Capisco che per chi è al di fuori di quest'aula tutte le volgarizzazioni dello strumento attraverso i vari titoli (proteo, prometeo) le può avere intese come una invenzione ed una novità non basata su ragioni reali e sostanziali. Ma, la discussione in Commissione ed in aula ha precisato i contorni ed i caratteri di questo strumento che mantiene intieri i caratteri di potenzialità innovativa, di operatività ed è più ancorato al sistema. Il risultato finale che ci convince al voto è di aver irrobustito questo strumento, di averne tolto i margini di rischio, di avere garantito i caratteri di operatività e di innovazione. Credo che sia uno sforzo coraggioso, anche fortemente motivato e legato a tutte le procedure che peraltro sono quelle generali che ci siamo dati con la legge e con gli altri strumenti, credo sia un atto positivo.
Per questo il nostro voto è un voto profondamente convinto.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri colleghi che chiedono la parola, si chiude qui la discussione.
Possiamo procedere alla votazione dell'articolo 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri si sono astenuti 21 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Secondo le intese assunte stamane nella Conferenza dei Presidenti sospendiamo adesso i lavori che saranno ripresi puntualmente alle ore 14.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.50)



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