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Dettaglio seduta n.263 del 31/07/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute". I processi verbali delle adunanze consiliari del 19/7/1984 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Se non vi sono osservazioni, i processi verbali si intendono approvati.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente l'USSL 40 di Ivrea


PRESIDENTE

Punto secondo all'ordine del giorno: Interrogazioni e interpellanze.
Esaminiamo l'interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente l'USSL 40 di Ivrea.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Il 29 giugno 1982, nell'ambito della serie di incontri con tutte le UU.SS.SS.LL. della Regione suddivise per quadranti, vennero concordate fra i responsabili politici e tecnici dell'USSL e gli uffici dell'Assessorato le necessità in attrezzature dei laboratori analisi di Ivrea e Castellamonte, tenuto conto del carico di lavoro di ognuno e il grado di obsolescenza, tecnica e fisiologica, delle apparecchiature negli stessi funzionanti.
I criteri adottati furono quelli prescritti dalla Giunta regionale con propria deliberazione n.95-15116 e tuttora vigenti.
In particolare per i settori dell'ematologia e dell'ematochimica si indicava l'utilità di poter disporre di apparecchiature automatiche veloci e di differente potenzialità a seconda del carico di lavoro giornaliero.
Fu quindi ravvisata la necessità di dotare i due laboratori dell'USSL (il terzo presso l'ex Inam di Ivrea è stato, secondo quanto previsto assorbito dal laboratorio dell'ospedale) di buoni contaglobuli, se pur di diverse potenzialità, che fossero in grado di soddisfare, in termini sia quantitativi che qualitativi, il lavoro: 180 emocromi al giorno a Ivrea (compresa l'USSL di Caluso); 50 ca. emocromi al giorno a Castellamonte.
Successivamente a tale decisione, concordata, i responsabili politico amministrativi dell'USSL 40 intrapresero la non facile opera di integrazione dei due ospedali di Ivrea e Castellamonte, formulando proposte, ampiamente dibattute in ambito locale e regionale, "per dare avvio al processo di unificazione funzionale dei servizi, nonché al necessario coordinamento dei reparti, evitando inutili duplicazioni", come prescritto dalla L.R. di piano socio-sanitario 1982/84.
Tali proposte si sono concretizzate in sede di P.A.S., recentemente approvato dall'Assemblea dell'USSL.
La necessità di ottimizzare i servizi ed il relativo personale ha fatto sì che, per quanto riguarda il laboratorio analisi sia stata assunta la decisione, avallata in sede tecnica dall'Assessorato, di unificare nella sede di Ivrea l'esecuzione della maggior parte degli esami lasciando a Castellamonte un "modulo" in grado di effettuare solo analisi per i ricoverati in tale struttura e ambulatorialmente per i cittadini residenti nel distretto, appoggiando tutti gli altri distretti su Ivrea.
Da tale decisione è scaturita l'opportunità di utilizzare l'intera somma a disposizione dell'USSL per il settore ematologico acquistando un unico contaglobuli provvisto di lettore automatico di formule e in grado di soddisfare l'intero fabbisogno, compresa l'USSL di Caluso, con risparmio di personale, specie medico, ed ottimo livello qualitativo, anziché i due a suo tempo considerati.
Si ritiene quindi che la decisione assunta dall'USSL sia in linea con quanto enucleato nel P.A.S. e con il parere espresso in sede tecnica .dai sanitari dell'USSL e condiviso dal gruppo di lavoro regionale inerente la materia.
Per quanto riguarda la deliberazione annullata dal Co.Re.Co., essa è stata ripresentata con l'acquisizione del parere favorevole della Regione ed è stata resa esecutiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Prego l'Assessore di farmi avere la risposta scritta e lo ringrazio.
Questa vicenda ha lunga data nel senso che c'è stata un'andata e ritorno di iniziative, attivate dal Comitato di gestione dell'USSL di Ivrea e da medici e primari di un ospedale, nelle quali è mancato il coordinamento e c'è stata lentezza di decisioni e contraddizioni emerse in riunioni ed assemblee. Per questi motivi, la imprecisione dell'attività del Comitato di gestione e per alcune espressioni di prevaricazione da parte del presidio di Ivrea mi dichiaro insoddisfatto.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza dei Consiglieri Avondo e Biazzi, inerente i P.R.G.I. dei Comuni di Cesara ed Arola


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Avondo e Biazzi, inerente i P.R.G.I. dei Comuni di Cesara ed Arola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le motivazioni dell'interpellanza derivano dal ritardo incredibile nell'approvazione del piano generale intercomunale dei Comuni di Cesara ed Arola, il quale è stato trasmesso alla Regione il 15 giugno 1982 e sembra che non sia stato ancora esaminato dal C.U.R. In tre mesi venne esaminato dal Comprensorio del Verbano-Cusio-Ossola. Il fatto è grave e di casi analoghi ce ne sono diversi.
Per i piani regolatori generali di Premia abbiamo la stessa situazione idem per Villadossola. Qui ci sono voluti tre anni per l'approvazione. Il piano è stato adottato nell'agosto 1981 dal Comune; è stato 345 giorni in istruttoria. Dal voto del C.U.R. sono passati 180 giorni. Ritardo analogo ha avuto il piano regolatore generale della Val Anzasca. Siamo di fronte a comportamenti poco responsabili da parte degli addetti all'istruttoria o alle relazioni. Noi pensiamo, è vero, che si debbano modificare le procedure. Ne stiamo discutendo nell'ambito delle modifiche alla legge 56.
Però, di fronte a casi così macroscopici non si può dare la colpa alle procedure. Occorre allora un comportamento adeguato della regione verso i responsabili di questi ritardi. Ci sono difficoltà da parte della struttura organizzativa ad accorciare i tempi, ci sono però casi clamorosi che richiedono provvedimenti adeguati. I ritardi nell'approvazione del piano regolatore generale intercomunale dei Comuni di Cesara ed Arola offre l'occasione per sollevare un problema generale.
Chiedo, con il collega Avondo, che cosa intende fare la Giunta regionale per questo e per altri casi analoghi. Sollecitiamo l'approvazione del piano, ma chiediamo anche di conoscere i tempi che hanno impiegato i relatori per predisporre gli atti necessari e quanti incarichi di relazione ha avuto in questi due anni l'incaricato a relazionare sul piano intercomunale di Cesara ed Arala. Non ci interessa tanto il nominativo quanto di sollevare in Consiglio regionale un problema così grave per trarne eventualmente le conseguenze sul piano delle sanzioni nei confronti di funzionari o di relatori scelti tra i nominati dal Consiglio regionale all'interno del C.U.R.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'urbanistica

Il piano regolatore generale intercomunale dei Comuni di Cesara ed Arola, esaminato con parere favorevole dal comprensorio del Verbano-Cusio Ossola il 15 settembre 1982, parere pervenuto in Regione il 18 gennaio 1983, è entrato, dopo l'istruttoria, alla segreteria del CUR il 13 maggio 1983. Il fascicolo degli atti è stato ritirato dal relatore il 24 gennaio 1984. La relazione non è ancora stata predisposta. Ho provveduto a sollecitare il relatore affinché sia disponibile per la prima o al massimo per la seconda seduta del CUR del prossimo mese di settembre. Fra l'altro devo dire che per il Comune di Premia, la cui relazione era affidata allo stesso relatore, sono intervenuto pesantemente, se così si può dire. La relazione è già fatta e il piano è stato approvato dalla Giunta regionale.
Si tratta, come ha fatto rilevare l'interpellante, di un ritardo abnorme rispetto alla media non breve dei tempi di giacenza dei piani regolatori presso il CUR. Gli uffici del CUR sollecitano continuamente i relatori affinché compiano gli atti di competenza entro i termini dovuti, fornendo loro periodicamente, durante le sedute del CUR. un quadro dello stato delle pratiche loro affidate. Personalmente ho anche disposto, con circolare inviata a tutti i membri del CUR, affinché questi si attengano scrupolosamente alle norme fissate nel regolamento. In questi ultimi tempi ho provveduto a revocare alcuni relatori i quali, dopo mesi, non avevano ancora ritirato gli atti o non avevano ancora predisposto le relazioni. A mio avviso le nomine dei relatori non sono sufficientemente ponderate. Come ha suggerito il Presidente della II Commissione, il Consiglio regionale dovrebbe avere un quadro contenente il numero delle relazioni che sono state affidate ai singoli relatori, il tempo che impiegano i relatori per presentare il loro lavoro. Sono del parere che nella normativa relativa al CUR. con la modifica della legge 56, venga istituito l'istituto della revoca dei membri del CUR di nomina del Consiglio o di nomina della Giunta regionale per i casi più clamorosi. In questi giorni fornirò al Consiglio una relazione dalla quale si potrà rilevare che le procedure di esame e di approvazione dei piani regolatori generali si sono in questi ultimi tempi considerevolmente accelerate sia per quanto riguarda il numero delle pratiche esaminate, sia per quanto riguarda la predisposizione degli atti alla quale, fino a due mesi fa, era addetto un solo funzionario. Ne abbiamo aggiunto un secondo.
Dal voto del CUR alla predisposizione della deliberazione per la Giunta regionale passano ordinariamente 3 o 4 mesi. I dati saranno forniti nei prossimi giorni ai colleghi Consiglieri che potranno valutare attentamente la situazione anche in funzione delle modifiche da apportare alla legge regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, la parola dell'Assessore, di cui lo ringrazio, ha confermato la gravità della situazione. Dopo due anni dall'invio del P.R.G.I. in Regione, manca ancora il voto del CUR su un piano regolatore generale intercomunale! Questi due dati indicano che siamo di fronte a comportamenti molto gravi. Ribadiamo che di fronte a mancanze così clamorose occorra un comportamento sanzionatorio che indichi l'intenzione della Regione di cambiare i comportamenti.
Il funzionamento del CUR è oggetto di discussione nell'ambito delle modifiche alla legge 56. Tuttavia ci sono comportamenti ingiustificabili che riteniamo debbano essere perseguiti, per la credibilità della nostra istituzione.
Penso che l'Assessore si impegnerà per l'approvazione del PRGI dei Comuni di Cesara e Arola in tempi brevi.


Argomento: Informazione

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente la delibera 64-35184 del 19/6/1984


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente la delibera 64-35184 del 19/6/1984.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Le ditte invitate all'appalto concorso sono state: 1) A.BI. Films Torino 2) K.W.K. Torino 3) Immagine 1 Torino 4) Studio Livio Torino 5) Bartolone Torino 6) Cooperativa Lanterna Magica.
L'errore di indicazione in delibera "otto ditte" anziché "sei ditte" è dipeso dal fatto che altre ditte si erano fatte avanti per partecipare alla gara.
Le ditte prescelte sono state individuate sulla base di esperienze realizzate dalle stesse, omogenee al tipo di filmati previsti e richiesti ed inoltre sulle capacità di regia e produzione dimostrate in precedenti lavori.
L'utilizzazione dei filmati avverrà sulle emittenti televisive private piemontesi, che sono state contattate informalmente e formalmente ed hanno compreso l'iniziativa. Tali filmati sotto forma di messaggi educativi messi in onda a tutte le ore della giornata gratuitamente per il loro valore sociale ed educativo, consentiranno di sensibilizzare la popolazione sui problemi oggetto dei filmati stessi. Il nostro intento è creare con tutti i mezzi disponibili attenzione e domanda di salute, che innesti e sviluppi una ricca attività di educazione sanitaria, nelle scuole, nelle fabbriche, ecc, in ogni luogo.
Gli stessi filmati saranno usati nelle sale cinematografiche del Piemonte, sempre senza ulteriori spese.
La Lanterna magica non ha avuto e non ha altri rapporti con la Regione Piemonte.
Gli scopi sono parecchi e contenuti nello Statuto della Cooperativa.
Per quanto ci riguarda gli articoli 3 e 4 dello stesso prevedono: ricerca sperimentazione e realizzazione di prodotti audiovisivi, produzione ed allestimento di prodotti radiotelevisivi e cinematografici, prodotti per terzi privilegiando il rapporto con Enti pubblici e territoriali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

In effetti, nella deliberazione non sono indicate le ditte che hanno partecipato all'appalto concorso. L'interrogazione vuole esprimere dei dubbi sulla validità dell'affidamento dei lavori ad una cooperativa sconosciuta di produzione cinematografica per una spesa che si aggira attorno ai 50 milioni e per realizzare brevi filmati sul tabagismo e sul fumo. E' una lodevole iniziativa della Giunta anche se le competenze non sono tipiche dell'Assessorato alla sanità, semmai sono le Unità Sanitarie Locali che devono attivarsi in questo campo. Pertanto mi dichiaro insoddisfatto della risposta. Tra l'altro non mi risulta che i componenti della cooperativa abbiano una sufficiente professionalità. Le iniziative attivate sono improvvisate e, nonostante questo, hanno l'attenta considerazione della Regione che spende circa 50 milioni. Devo peraltro dire che questa deliberazione va aggiunta ad altre successive e precedenti il che, in una situazione come l'attuale in cui c'è necessità di rigore assoluto, di professionalità e di produttività ci pare quanto meno discutibile.
Per tutti questi motivi mi dichiaro insoddisfatto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente l'Azienda Fin-Term (ex Joannes) di Grugliasco


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente l'azienda Fin-Term (ex Joannes) di Grugliasco.
Risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

In riferimento all'interrogazione 911/1316 del 9/7/1984 presentata dal Consigliere Cerchio e riguardante la ditta Fin-Term, si precisa innanzitutto che la Regione Piemonte ha fornito positivamente il richiesto parere in merito alla domanda di Cig straordinaria dopo appena 48 ore dal ricevimento della relativa richiesta da parte dell'ufficio regionale del lavoro.
Per quanto riguarda i periodi arretrati, già da tempo la Regione Piemonte ha operato gli opportuni solleciti, sia nei confronti del Ministero del lavoro che del CIPI; va tuttavia rilevato come la gravità e la generalizzazione dei ritardi, soprattutto nelle dichiarazioni degli stati di crisi aziendali ma anche nelle proroghe, debba trovare soluzioni complessive a livello governativo, in quanto il continuo ripetersi per una vasta pluralità di aziende ai singoli solleciti rischia di vanificarne l'effetto.
Cogliamo l'occasione presentata dall'interrogazione del Consigliere Cerchio, per comunicare come l'intervento della Regione, non si sia limitato agli aspetti di integrazione salariale. Il nostro operato ha contribuito, riteniamo, in modo determinante a: ottenere il ritiro della procedura di licenziamento per 73 lavoratori, essendo stata dall'azienda per essi ripresentata domanda di Cig straordinaria oltre i 36 mesi far assumere l'impegno dalla Finterm Spa (ex Joannes) a non procedere ad ulteriori ricorsi alla Cig straordinaria a zero ore per altri lavoratori nel 1985, onde non configurare ulteriori eccedenze.
Nella prossima verifica prevista in Regione per ottobre-novembre l'azienda comunicherà i piani produttivi per l'85; gli elementi conoscitivi già anticipati fanno comunque ritenere più che attendibile una stabilizzazione dell'organico sulle 200 unità circa, un incremento seppur lieve del fatturato, un'inversione di tendenza nella situazione debitoria.
Sembrano pertanto fugati i rischi, paventati in questi anni di chiusura dell'azienda stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per fa risposta tempestiva che gradirei avere per iscritto.
Sarò grato all'Assessore se vorrà estendermi l'invito a partecipare ad eventuali incontri annunciati per il prossimo autunno.


Argomento: Informazione - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente "La Gazzetta del Popolo"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio, inerente "La Gazzetta del Popolo".
Risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Come è noto la vicenda della Gazzetta del Popolo è stata da me seguita sin dal mese di novembre dell'anno scorso. La Giunta si era opposta alla sospensione delle pubblicazioni temendo che potesse precostituire la chiusura definitiva del quotidiano. Dopo l'accordo del 6/1/1984 non si sono create le condizioni per una ripresa: è mancata la ricapitalizzazione ed il socio di maggioranza non pare più disponibile all'iniziativa con risorse esclusivamente proprie. Venuti a mancare questi elementi la società editrice si trova in una situazione di immobilismo. Abbiamo attivato una serie di incontri sia ai tavoli ministeriali sia, il 12 luglio, in Regione.
Un gruppo editoriale romano sta verificando la fattibilità di un piano editoriale. Naturalmente al piano editoriale si dovranno aggregare i finanziamenti. Siamo in attesa di questa ipotesi di piano, sempre che l'indagine avviata dal gruppo editoriale romano dia risultati positivi.
E' un problema, quello della Gazzetta, che oltre ad avere riflessi rilevanti sul pluralismo dell'informazione, deve trovare la massima attenzione in questa assemblea e nella collettività piemontese, in quanto ci troviamo dinanzi a 60 giornalisti ed a 250 poligrafici disoccupati o in cassa integrazione.
Questa situazione può avere sbocco attraverso due strade: quella del progetto editoriale accennato, che, se si elaborerà, dovrà trovare l'aggregazione di capitali e quella tutta "torinese" con un ruolo importante della cooperativa dei giornalisti (a cui parrebbe possibile che venga concessa la testata) e con un supporto finanziario ancora tutto da determinarsi.
Attorno al 15 di settembre ci sarà un incontro in Regione con le parti proprio per valutare l'agibilità delle diverse strade.
Ci sono ancora molti elementi da valutare, ad esempio, il contratto di pubblicità, gli introiti possibili con la Sipra. Parrebbe inoltre che la società di pubblicità Manzoni sia interessata a questo quotidiano. Sono tutti elementi che valuteremo nella riunione sopraddetta.
Tuttavia occorrerà la sensibilizzazione e la mobilitazione della nostra collettività: il movimento cooperativistico, i settori finanziari ed imprenditoriali, il movimento sindacale e le istituzioni nell'ambito delle proprie competenze al fine di ripristinare nell'area piemontese un altro quotidiano che concorra ad accrescere il pluralismo nel settore dell'informazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cerchio, ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la tempestività della risposta.
La proposta di cassa integrazione per i dipendenti della editrice Gazzetta del Popolo e la conseguente richiesta dell'Associazione stampa subalpina e della Regione di riconvocare le parti per verificare lo stato dei negoziati, non poteva non avere eco in questa assemblea che tanto impegno ha messo nella vicenda della Gazzetta del Popolo.
Devo dire che il problema può non collegarsi alle osservazioni fatte sul discorso dell'informazione e del problema RAI che è al centro dell'attenzione per il rischio di trasferimenti, di riduzione di presenze nella nostra realtà regionale. La nostra forza politica è sempre attenta a questi problemi; negli anni scorsi, quando era caduta la pagina regionale piemontese dell'Avvenire ci eravamo impegnati a supportarla. Però in quell'occasione era assente la Regione. In questi giorni un altro giornale il quotidiano del Partito Comunista, vede la riduzione delle pagine regionali. Quando si parla di progetto editoriale e ci si riferisce al gruppo romano che potrebbe intervenire, lo si deve fare con prudenza e con attenzione ma a tempi non rinviabili perché c'è un rischio forte per il pluralismo dell'informazione. Lo diciamo anche nei confronti di quel "commendatore" che ha grosse esperienze, in campo imprenditoriale, ma anche in vari settori, da quello dei polli a quello dell'elettronica e della meccanica e che ha fatto esperienze non delle più felici sul piano politico in un partito laico intermedio e poi anche in altri partiti. Questa pluralità di impegni non vede in realtà decollare concreti interventi a favore di una iniziativa che non è solo un fatto occasionale, che non è solo la ripresa di una gloriosa testata, ma è l'affermazione del pluralismo nel campo dell'informazione nella realtà piemontese.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione dei Consiglieri Carletto, Bergoglio, Cerchio, Brizio inerente i lavori di ristrutturazione dell'ingresso del Palazzo della Giunta regionale


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Carletto, Bergoglio, Cerchio, Brizio inerente i lavori di ristrutturazione dell'ingresso del Palazzo della Giunta regionale.
Risponde il Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Nel prossimo futuro questo problema sarà affrontato secondo criteri di legge. La sicurezza negli immobili dove hanno sede uffici pubblici o scuole, comporta investimenti eccezionalmente elevati. Il Comune di Torino prevede 137 miliardi di spesa per l'adeguamento delle norme di sicurezza.
Per la sede della Giunta regionale, si prevede la realizzazione di undici uscite di sicurezza oltre ad opere di ristrutturazione interna. Tutte le scuole professionali regionali dovranno essere munite di scale esterne e dovranno avere accorgimenti specifici. La sola scuola professionale di Orbassano comporta una spesa di circa un miliardo e 400 milioni. Ma non è ancora sufficiente. Ieri, proprio qui, nel corso della riunione con il Ministro Scalfaro e con i Sottosegretari si è accennato a questo problema.
Pare che in autunno usciranno altre norme di sicurezza, di cui non conosciamo la portata, per cui è probabile che le sistemazioni odierne secondo quanto stabilisce il decreto ministeriale del 1982 siano carenti rispetto a prospettive che si possono aprire con nuove ipotesi legislative o decreti. Voi avete visto anche in questi giorni che lo stesso Teatro Regio, l'ultimo baluardo che avevamo, è stato messo sotto inchiesta.
I lavori che si stanno ultimando al piano terreno del palazzo della Giunta, in Torino, Piazza Castello 165, sono finalizzati: a) adeguare le strutture generali ed in particolare gli accessi alla vigente normativa in tema di sicurezza dei pubblici locali (D.P.R. del 27/4/1955 n. 547 e D.M. del 16/2/1982). In particolare è prevista la dotazione per il Palazzo di tutta una serie di accorgimenti tecnici volti a favorirne l'accesso e lo sgombero rapido fra cui una decina circa (saranno anche di più: vedremo poi con i vigili del fuoco) di porte d'emergenza apribili dall'interno b) predisporre al piano terra da un lato, verso via Garibaldi, una serie di uffici destinati al contenzioso amministrativo - voi sapete che siamo un Tribunale depenalizzatore - (titolare dello svolgimento di funzioni in materia di depenalizzazioni: Legge 689 del 24/11/1981); al centro ingressi e spazi di transito più capaci (perché c'è un continuo accesso: sono già 400 che hanno chiesto l'audizione e quindi bisogna predisporre anche per questo): sul lato destro, e verso via Palazzo di Città, due sale multifunzione (riunioni, mostre, sala addestramento, audizioni esposizioni) anche se con lo scopo di rendere la sicurezza in modo più alto.
Per quanto riguarda i lavori anzidetti si precisa che: gli stessi sono seguiti direttamente dagli uffici regionali (quindi non vi è spesa di progettazione), con direzione lavori interna i costi finali non sono ancora definibili in quanto si tratta di lavori in parte in economia, e, quindi, contabilizzati mano a mano che vengono eseguiti: va anche precisato che una parte di essi è in ritardo poiché alcuni fornitori (ad es, per le porte di sicurezza) consegnano solo a distanza di mesi alcuni prodotti particolari. A lavori ultimati, quindi si provvederà a fornire dettagli definitivi e di confronto in ordine ai costi finali complessivi.
Circa il mutamento parziale di destinazione di locali interessati va osservato che: l'ala sinistra era già in precedenza destinata ad uffici: la nuova sistemazione favorisce l'accorpamento di un servizio prima posto su piani diversi e ne facilita il lavoro per la parte di "udienza" al pubblico (come si vedrà poi); ripeto siamo diventati un para- giurisdizionali, cioè un tribunale il miglioramento degli ingressi (e delle uscite) offre notevoli vantaggi anche per la maggiore accessibilità agli uffici posti nei piani soprastanti al lato destro, con le aule multifunzione, presenta i seguenti vantaggi: a) le aule sono realizzate secondo i più recenti dettami delle misure di sicurezza ed esse stesse si prestano anche come via di fuga per sgombero rapido dal palazzo b) le stesse sono destinate anche alla "udienza" dei cittadini che hanno chiesto - ai sensi dell'art. 18 della L. 689 del 24/11/1981 - di essere sentiti prima delle pronunce definitive in materia di multe e contravvenzioni (a tal fine, con deliberazione Giunta regionale n. 29-31523 in data 26/1/1984 sono stati incaricati alcuni funzionari regionali) c) le aule, soprattutto quella più piccola, verranno utilizzate a sede della formazione interna del personale, sia per l'aggiornamento su aspetti scientifici sia per la preparazione all'uso degli strumenti informatici d) le medesime serviranno all'occorrenza per incontri e riunioni varie tutti gli incontri, non essendoci per ora altra sede, si fanno nella sala della Giunta, invece ora avremo una sala con possibilità di 150 posti per riunioni e) da ultimo la sala più grande posta sull'atrio, potrebbe essere adibita temporaneamente per mostre e manifestazioni promozionali, dal momento che in questa città per ragioni di sicurezza sono chiusi tutti i musei, tutte le sale, mon c'è più possibilità quasi di fare una mostra (tenuto conto della scarsità di sale attrezzate esistenti in centro città).
Preme anche ricordare che, prima dell'attuale prevista sistemazione tutto questo spazio era destinato ad un banco per uscieri addetti alla reception (meglio e sufficientemente trasferiti nell'ingresso centrale) e per una saletta "stampa" portata al secondo piano, nell'ambito dei locali utilizzati dal servizio omonimo.
Per quanto riguarda l'accenno contenuto nell'interrogazione, all'idea di realizzare "una specie di showroom per l'esposizione permanente di prodotti Olivetti", è bene precisare che: a) l'idea della sala esposizioni riguarda non solo prodotti Olivetti coi quali abbiamo una convenzione, ma tutti i prodotti di carattere informatico o di office automation che la Regione intende introdurre presso gli uffici regionali b) la sala verrà attrezzata principalmente quale sede di addestramento per corsi programmati o gestiti all'interno della Regione e solo indirettamente potrà fungere da sala d'esposizione c) l'opportunità di avere in permanenza una presentazione dei prodotti disponibili sul mercato è suffragata da talune non felici esperienze del passato, quando la dotazione di apparecchiature da scrivere o di gestione dei testi veniva fatta sulla base di notizie assai generiche sulle funzioni da coprire e mansioni da svolgere: per cui capitava di inviare all'ufficio una apparecchiatura o sottodimensionata o sovradimensionata rispetto alle esigenze specifiche, in ogni caso non perfettamente idonea alle esigenze stesse. Con il censimento in atto sulle apparecchiature presenti nelle varie sedi, sullo stato di usura sui volumi e sui tipi di utilizzazione, da un lato e dall'altro con l'ausilio di una sola presentazione dei prodotti sul mercato nella quale i responsabili dei servizi possano ritrovare l'apparecchiatura più consona ai loro fabbisogni, vedendola in funzione e provandola, si ha motivo di ritenere che la più parte degli inconvenienti possa venire eliminata. Con l'aggiunta che si procederà così non con assegnazioni "dall'alto", ma con valutazioni e scelte decise insieme all'utente medesimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

La risposta del Presidente ha toccato due aspetti: quelli della sicurezza che attengono alle strutture regionali e che sono un problema aperto in tutto il Paese. E' diffusa la preoccupazione, per esempio, per gli edifici scolastici perché, se verranno emanate le normative di cui si parlava nelle settimane scorse, gran parte delle scuole italiane verranno chiuse.
Non abbiamo motivo di dubitare che l'intervento realizzato nell'atrio del Palazzo della Giunta attenga a ragioni di sicurezza, quindi non può che avere la nostra adesione totale. Il comandante dei Vigili del fuoco di Torino, l'ing. Marini, per un verso può sembrare "l'uomo nero" che fa chiudere tutto, per un altro verso è l'uomo che ha obiettive responsabilità rispetto alle quali non può non assumere atteggiamenti impopolari.
Quanto al Regio la situazione non è meno grave. Occorre che le forze politiche e le istituzioni vi pongano grande attenzione perché non è pensabile che a Torino strutture di quel tipo non debbano avere interventi immediati in ordine all'agibilità.
Ritorno però all'oggetto della nostra interrogazione, signor Presidente, che in verità, non attiene alla sicurezza ma a questioni di costi. Abbiamo chiesto di conoscere il costo dei lavori che si stanno effettuando e il Presidente ci ha risposto che non è ancora in grado di darceli. Mi auguro che potrà dare questa informazione al Consiglio regionale alla fine dei lavori. Abbiamo anche chiesto il costo dei lavori effettuati durante la Presidenza Enrietti, perché ricordiamo che anche allora si intervenne nell'atrio del palazzo regionale. E' un atrio, per la verità, che ogni due o tre anni viene attaccato da qualche impresa. Neanche questo quesito ha avuto risposta, che comunque gradiremmo anche per iscritto. A noi interessa conoscere l'ammontare complessivo delle spese per i lavori effettuati sotto la Presidenza Enrietti.
Il Presidente ha parlato di sale multifunzionali, miglioramenti delle uscite, di atri per ospitare coloro che dovranno accedere alle sale. E va bene. Ha sfiorato l'aspetto della convenzione Olivetti attraverso la quale si utilizzerebbero alcuni locali per uno showroom nei quali i capi servizio andranno a scegliersi la macchinetta che riterranno più utile. Mi dà l'idea delle signore che vanno al mercato della Crocetta a scegliersi il vestito i pantaloni, la camicia. Questo tipo di scelta noi la condividiamo solo in parte per il modo in cui è gestita e per tutta una serie di altre ragioni che non sto a richiamare. Abbiamo scelto il centro di calcolo come il referente tecnico in questo settore e come struttura attraverso la quale la Regione offre al territorio regionale, alle UU.SS.SS.LL., ai Comuni, alle Comunità Montane e ai suoi dipendenti lo strumento tecnico-scientifico di supporto ai loro bisogni. Allora mi pare che la scelta dello showroom per macchine office automation sia di basso profilo e banale, soprattutto se in presenza di una convenzione tra Regione e Olivetti, convenzione che ci ha lasciato grandi perplessità perché il Consiglio regionale non ha mai potuto discuterne. L'Olivetti è una azienda piemontese, ma è ormai una multinazionale con interessi in tutto il mondo, quindi è solo parzialmente vero che con la convenzione si difende l'occupazione piemontese. Non voglio poi toccare gli aspetti gestionali della convenzione che sono estremamente nebulosi dei quali vorremmo anche saperne di più. Non vorremmo che anche questa convenzione ripetesse le esperienze avute in anni recenti con altre convenzioni al di là del protocollo e della vernice, grattando dietro non si trova nulla di concreto e di valido. Con la ripresa dell'attività del Consiglio a settembre della convenzione con la Olivetti vorremmo parlare in Consiglio regionale: probabilmente il nostro giudizio è distorto proprio per mancanza di informazione. Soprattutto vorremmo capire come in questo settore la Regione intende muoversi, se attraverso convenzioni e una attività promozionale propria, o se invece pensa di continuare ad usare il centro di calcolo il quale peraltro alle consultazioni ha chiesto di diventare il centro motore della Regione e di essere dotato di adeguate risorse in termini finanziari, di uomini, di potenzialità.
Ringraziamo per la risposta che ci vede parzialmente soddisfatti e invitiamo il Presidente a relazionare sulla convenzione con la Olivetti in modo dettagliato.


Argomento: Informazione - Produzione e trasformazione dei prodotti

Interrogazione del Comsigliere Cerchio inerente la nota apparsa sul periodico "Il Monferrato" del 29/4/1984


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente la nota apparsa sul periodico "Il Monferrato" del 29/4/1984. La parola al Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

L'interrogazione del Consigliere Cerchio si riferisce ad una nota apparsa sul periodico "Il Monferrato", nella quale risultava presente ad una manifestazione "il dr. Archimede - Assessore regionale".
Il dr. Archimede, funzionario dell'Assessorato agricoltura, con una preparazione professionale indiscutibile, ha partecipato all'iniziativa promossa dall'Enoteca regionale del Monferrato, di Vignale, sul tema: "I problemi di commercializzazione del Grignolino nell'ambito del decennale del riconoscimento D.O.C. del Grignolino del Monferrato Casalese", su espresso invito del Presidente dell'Enoteca stessa.
In tale occasione, il funzionario, proprio per la sua specifica competenza, aveva tenuto una relazione nel corso della quale gli unici riferimenti all'Ente regione riguardavano unicamente le cose e le esperienze fatte nel campo vinicolo.
Era presente alla manifestazione un corrispondente vignalese del bisettimanale locale "Il Monferrato", che nel numero del suo giornale del 13/4 riportava la notizia dell'iniziativa definendo il funzionario regionale, addirittura Assessore. Notizia che veniva prontamente smentita sempre dallo stesso giornale, nel numero del 20/4 u.s. con il manifesto riconoscimento dell'errore.
Ritengo che il fatto in se stesso abbia, assunto proporzioni assurde sia perché era palesemente chiaro che il fatto non poteva essere definito un errore, in cui molto spesso, senza voler qui polemizzare con alcuno certi giornalisti incorrono per faciloneria o superficialità; sia perch sarebbe assurdo ritenere che funzionari regionali professionalmente preparati, quale quello oggetto di interrogazione, fingano o dichiarino ruoli o posizioni di responsabilità politica all'interno dell'Ente.
Dice inoltre l'interrogante che troppo spesso funzionari politicizzati rappresentano gli Assessori. Io non me ne sono mai accorto. Per me non certamente, perché come voi sapete sono sempre presente, quindi è difficile che qualcuno mi sostituisca.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

In effetti, questo Presidente, sempre così lesto e sempre presente, è insostituibile in realtà multiformi, da quelle vitivinicole a quelle enogastronomiche a quelle produttive.
Sarà stata ardua l'impresa per trovare una soluzione plausibile a questa ironica interrogazione che ho presentato a nome del Gruppo della D.C., visto che sono passati tre mesi dal 2 maggio dell'84, quando ho indirizzato l'interrogazione. Che Archimede sia noto è un dato di fatto: in quel di Vignale ha rappresentato l'Assessorato o l'Assessore che, a differenza del Presidente della Giunta, anche perché l'agricoltura è molto radicata nella nostra realtà regionale, ha difficoltà ad essere così lesto e così presente. L'Assessore non solo si fa sostituire da un noto Archimede in quel di Vignale, ma pare che lo sostituisca a livello nazionale, a livello europeo, a livello mondiale, a livello internazionale, fino ad arrivare nelle Filippine a portare il messaggio del Grignolino o di altri vini caratteristici piemontesi, birra permettendo.
Mi dichiaro profondamente insoddisfatto sia per il ritardo nella risposta, ritardo che ha permesso di regolarizzare alcune situazioni formali di carattere personale e di carattere strutturale negli uffici regionali affinché la macchina della rappresentanza della Giunta e degli Assessori potesse essere a posto. Me lo auguro, al di là delle inchieste e che gli uffici della Regione, così diligentemente stanno svolgendo sulle entrate e le uscite dei dipendenti regionali, e che dovrebbero svolgere nei confronti delle entrate e delle uscite dalla nazione da parte di funzionari regionali. Passando dal faceto al serio, abbiamo interrogato in termini provocatori il Presidente della Giunta se non ritenesse eccessiva la politicizzazione di alcuni funzionari. Non è peccato essere uomini di partito, ma è peccato se reiteratamente si continua ad abusare della valenza politica per rappresentare in termini partitici certe sfere della Regione.
Alcuni funzionari in pochi anni hanno raggiunto i vertici della burocrazia regionale, non passando nemmeno attraverso concorsi pubblici e sono quelli che oggi rappresentano partiticamente la Regione. Siamo insoddisfatti della risposta.



PRESIDENTE

Le interrogazioni e interpellanze sono discusse.
Chiede di intervenire il Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Visto che siamo in tema prima di addentrarci negli altri punti chiedo l'iscrizione all'ordine del giorno della discussione della mozione presentata dal sottoscritto e dai colleghi Ariotti, Reburdo e Genovese sugli interventi sul Po.



PRESIDENTE

Per il momento manca l'Assessore competente, al suo arrivo vedremo con lui come procedere.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo dell'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente", vi informo che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Astengo Carazzoni e Martinetti.


Argomento:

b) Presentazione progetto di legge


PRESIDENTE

E' stato presentato il progetto di legge: N. 430: "Modificazione dell'art. 14, primo comma della legge regionale 25 febbraio 1980, n. 8 'Disciplina delle attività di formazione professionale", presentato dalla Giunta regionale in data 25 luglio 1984.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 21 giugno 1984: "Norme per la determinazione dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ai sensi dell'art. 2, comma secondo della legge 5/8/1978 n. 457, in attuazione della deliberazione CIPE pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 348 in data 19/12/1981" alla legge regionale del 21 giugno 1984: "Integrazione della legge regionale 27/1/1984 n. 10" alla legge regionale del 21 giugno 1984: "Rettifica alla legge regionale 23 marzo 1984 n. 19 - Norme di attuazione della legge 308/82. Interventi in materia di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili di energia": alla legge regionale del 21 giugno 1984: "Costruzione e gestione degli asili nido comunali di cui alla legge regionale 15/1/1973 n. 3 e successive modificazioni ed integrazioni, alla legge 23/12/1975 n. 98, alla legge 1/8/1977 n. 863. Contributi di finanziamento. Adeguamento strutturale e sistemazione dei locali degli asili nido ex ONMI. Istituzione di un fondo unico regionale per gli asili nido".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 21 giugno 1984: "Disciplina delle assegnazioni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ai sensi dell'articolo 2, comma secondo della legge 5/8/1978 n. 457, in attuazione della deliberazione CIPE pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 348 in data 19/12/1981".


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Industria (anche piccola e media)

Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

Per le comunicazioni della Giunta regionale ha chiesto la parola l'Assessore Tapparo. Ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

I problemi della siderurgia sono tornati in particolare evidenza per una serie di manifestazioni dei lavoratori siderurgici, l'ultima delle quali è avvenuta due settimane addietro. Abbiamo ricevuto i lavoratori in Regione e abbiamo programmato altri incontri a livello nazionale: il primo si è tenuto mercoledì scorso con il Presidente della Finsider, ing. Roasio il secondo il giorno successivo insieme al Sindaco di Torino, col Ministro delle partecipazioni statali, Darida.
L'ing. Roasio ha sottolineato la volontà della Finsider di rafforzare il polo di laminazione a freddo che, come è noto, è rivolto al settore auto. Come voi sapete, giorni fa, si era sparsa la voce che la laminazione di Torino sarebbe stata dispersa tra Novi Ligure, Cornigliano, Piombino. E' stato negato da parte dei responsabili della Finsider questa eventualità si trattava, a loro dire, di uno studio puramente teorico. Intendono invece procedere negli investimenti annunciati utilizzando la legge 675 che dovrebbe flessibilizzare maggiormente la produzione in quanto il maggior cliente, la Fiat, richiede consegne rapide e programmi produttivi a scadenza addirittura settimanale. Quindi l'azienda per una serie di ragioni valide ha una sua ragione d'essere a Torino.
La ristrutturazione è avviata anche nell'automatizzazione per la selezione dei materiali e delle lavorazioni. In prospettiva queste trasformazioni provocheranno eccedenze di un centinaio di unità; valore comunque ancora indeterminato che dovrà essere verificato ad investimenti ultimati.
L'area degli acciai speciali, definita con la sigla IAS, è l'area più critica. E' sottoposta a processi di ristrutturazione per semplificare i flussi produttivi e per meglio finalizzare la IAS alle produzioni di acciai di qualità ad alto contenuto di carbonio.
Il settore degli acciai, a causa di una complessa e generale ristrutturazione Finsider nel settore, è sottoposta a pesanti tagli (alla Breda di Sesto San Giovanni, a Piombino e alla Cogne di Aosta).
Alla IAS verso la fine del 1985 si avrà presumibilmente una eccedenza di circa 800 dipendenti.
Anche in questo caso i processi di ristrutturazione verrebbero compiuti attraverso l'utilizzo della legge 675 di riconversione e ristrutturazione industriale.
Per quanto riguarda l'area degli acciai inossidabili, individuata con la sigla [AI, l'ing. Roasio ha fornito assicurazioni circa la permanenza della laminazione a freddo. Si parla invece di rilocalizzazione a Terni dell'area fusoria e di laminazione a caldo. Questa scelta è stata motivata soprattutto con aspetti di sinergie in quanto l'area a caldo di Terni opera con 800 mila tonnellate, Torino opera nell'inox con 100 mila tonnellate: l'aggregazione della parte di Torino su Terni provocherebbe dei risparmi sui costi unitari di produzione.
Va sottolineato che gli investimenti a Terni non sono nell'area fusoria, ma sono nell'area di laminazione a caldo: 230 miliardi previsti.
La perdita dell'area a caldo per Torino, prevista per la fine del 1986 o l'inizio del 1987, provocherebbe una eccedenza di mano d'opera sulle 400 massimo 500 unità.
Va sottolineato che a Terni si può utilizzare l'energia elettrica a costi estremamente bassi rispetto ad altre aree per una serie di accordi precedentemente assunti in quella zona. C'è stato, come ho detto all'inizio, anche un incontro a Palazzo Chigi con la presenza del Ministro delle partecipazioni statali, Darida, ma non vi sono state delle informazioni nuove rispetto a quelle comunicate dall'ing. Roasio.
Da parte mia e da parte del Sindaco Novelli è stato sostenuto che, se le eccedenze che ho detto si realizzeranno, si perderanno complessivamente 3.500 posti sui 9.000 con cui eravamo partiti nel momento del passaggio di proprietà da privato a pubblico nella siderurgia pubblica a Torino.
L'ulteriore perdita di posti di lavoro diventa inaccettabile, avendo la nostra siderurgia già pagato un forte tributo al suo processo di ristrutturazione del settore.
Abbiamo sottolineato la necessità di riprendere rapidamente la verifica sugli accordi Teksid-Finsider che prevedevano la localizzazione ad Avigliana di una unità produttiva nuova per 300 o 500 posti di lavoro.
Abbiamo anche posto in evidenza che non siamo per cristallizzare la situazione della siderurgia in Piemonte, non vogliamo nemmeno fare una guerra contro Terni, semplicemente che ormai il saldo occupazionale nella siderurgia pubblica nell'area torinese non deve subire più significative perdite. Accettiamo che se ne discuta per trovare degli equilibri interni.
Abbiamo detto ufficialmente che non siamo per una guerra di campanilismo ma vogliamo far valere gli aspetti economici con criteri di equilibrio nella distribuzione delle ristrutturazioni. Il piano Prodoti, secondo il Ministro Darida, non è intangibile, quindi permette degli aggiustamenti.
In conclusione abbiamo sottolineato la necessità di aprire un tavolo di trattativa con la Finsider e con il Ministero delle partecipazioni statali per riprendere la materia della siderurgia pubblica in Piemonte e per definire non in termini municipalistici, ma in termini generali, quali sono le prospettive serie della nostra siderurgia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Montefalchesi per alcuni chiarimenti. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente resterò nei tempi regolamentari. Il quadro che ci ha descritto l'Assessore è preoccupante. Ancora una volta dall'incontro in sede romana con i responsabili della Finsider e delle partecipazioni statali è emersa la decisione di dare un altro taglio di 1300 persone alla siderurgia del polo torinese. Non si tratta di fare guerre di campanile e noi non le abbiamo mai fatte. Quando con il Ministro De Michelis discutemmo del ruolo delle partecipazioni statali, dei tagli, accettammo quei tagli a fronte di una ristrutturazione del polo torinese per renderlo competitivo.
Oggi il polo torinese è l'unico in Italia a chiudere l'esercizio con degli utili, malgrado ciò si ripropongono ancora dei tagli. Questo è assolutamente inaccettabile appunto perché il Piemonte è la regione che nel campo della siderurgia ha pagato più delle altre Regioni. Le ristrutturazioni hanno fatto sì che la siderurgia piemontese fosse competitiva a livello nazionale e internazionale tanto infatti che il polo torinese chiude l'esercizio con degli utili. Allora il polo torinese non è da difendere in termini campanilistici, ma come patrimonio di competenze industriali, quindi non va smantellato.
Ringrazio l'Assessore dell'informazione, che del resto avevo sollecitato. Approvo la richiesta di un incontro per un confronto tra la Finsider e le partecipazioni statali. E' in ballo anche la questione dell'assetto societario della Sisma che pare essere in procinto di passare ai privati con ulteriori incertezze anche in quell'area.
A settembre dovremo incontrarci in sede di Commissione con le organizzazioni sindacali per preparare il confronto con le partecipazioni statali e con la Finsider.
Ringrazio l'Assessore dell'informazione e attendo di vedere come a settembre affronteremo con forza e con valide ragioni e senza campanilismi il confronto con il Governo per impedire questi ulteriori tagli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moretti. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele

Ringraziamo l'Assessore per la tempestività dell'informazione sul problema della siderurgia. Ancora una volta constatiamo che le decisioni del Governo vengono prese senza consultare le Regioni. La crisi occupazionale è grave e sappiamo cosa vuol dire perdere altri posti di lavoro nella Valle Susa, nell'Alto Novarese e nell'Alessandrino. Quindi, ci rivolgiamo ancora una volta alla Giunta e all'Assessore di fare un'ulteriore verifica di questa decisione e invitiamo la Giunta a informare il Consiglio sulle definitive conclusioni anche perché le aspettative dei lavoratori sono di nera prospettiva avendo la maggior parte un'età che non permette di sperare in un recupero lavorativo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, della siderurgia si è parlato più volte in questo Consiglio e io sono stato fra i primi a porre in evidenza la necessità di una drastica ristrutturazione del sistema produttivo siderurgico italiano di fronte al cambiamento del mercato e alle modifiche produttive in atto.
Nel corso della discussione del piano Teksid-Finsider si era affrontata la situazione piemontese e già allora a noi era parso che il Piemonte fosse penalizzato al massimo. E' un'altra dimostrazione di insensibilità che si unisce a quella recentemente dimostrata per la RAL Non si tratta di fare del campanilismo, ma di porre in evidenza con vigore le esigenze di ripresa piemontesi. Se continuiamo a rassegnarci il Piemonte ben difficilmente uscirà dalla crisi. Siamo d'accordo di richiedere un incontro per il mese di settembre anche perché abbiamo altri timori che si connettono all'assetto urbano torinese.
E' strano come vada avanti la proposta di P.T.O. che decide sui grandi progetti. Qui si fanno accordi industriali che prevedono altri sgomberi.
Non vorremmo trovarci entro breve a discutere dell'area Teksid, come stiamo discutendo di altri contenitori vuoti e non vorremmo che si faccia la ristrutturazione sulla nostra testa, sulla testa dei cittadini e di chi dovrebbe rappresentarne gli interessi.
Qualcosa non ci convince nella grande ristrutturazione torinese.
Qualcosa non ci convince anche nella gestione delle sue conseguenze nell'utilizzo del territorio della città in particolare. Quindi il discorso deve essere condotto con forza e noi siamo disponibili. Esigiamo chiarezza perché siamo fortemente preoccupati di questa improvvisazione che sta andando avanti a livello cittadino e che contraddice tutti gli schemi di programmazione sui quali da anni ci siamo confrontati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Di Gioia. Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DI GIOIA Vittorio



PRESIDENTE

Aggiungerò alcune considerazioni per integrare quello che hanno detto i colleghi.
Innanzitutto la forte ristrutturazione del passato nel settore della siderurgia ha dimostrato che le scelte fatte allora hanno portato gli stabilimenti piemontesi in condizioni di competitività avanzata e quindi non si capisce come oggi si continui a discutere se perdere ancora posti di lavoro oppure se cercare una mediazione con Terni. La questione deve essere affrontata con più polso da parte della Giunta nei confronti del Governo per garantire che alcune lavorazioni, quali l'elettrozincatura, vengano mantenute in Piemonte anziché essere trasferite a Terni, rivitalizzando così alcuni stabilimenti che rischiano la chiusura (se non vado errato sono gli stabilimenti di Avigliana).
L'altro obiettivo è quello di garantire alcuni posti di lavoro che nel 1985, almeno per quanto è stato detto dall'Assessore, sono messi in pericolo da questa mediazione.
A mio avviso non dovremmo fare una mediazione al ribasso.
Invito l'Assessore ad essere molto più esigente verso il Governo perch non si perdano ulteriori pezzi che in questo momento potrebbero creare situazioni abbastanza difficili all'interno delle fabbriche siderurgiche piemontesi.



PRESIDENTE

Si chiudono così le comunicazioni della Presidenza e dell'Assessore Tapparo.
Colleghi, siamo l'unico Consiglio regionale del nostro Paese che svolge ancora sedute. Credo che sarebbe quanto mai opportuno finire i lavori del Consiglio per questa sera chiudendo così la sessione dei lavori estivi prima delle ferie. E' però necessario che la funzionalità e la rapidità dei lavori che ciascheduno svolga gli interventi nei tempi che sono previsti dal nostro regolamento.


Argomento: Controllo sugli atti degli enti locali

Esame progetto di legge n. 384: "Norme per la formazione e la gestione dei bilanci di previsione e dei rendiconti generali e per il controllo degli atti amministrativi degli enti di gestione dei parchi naturali, delle riserve naturali e delle aree attrezzate della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Punto quarto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 384: "Norme per la formazione e la gestione dei bilanci di previsione e dei rendiconti generali e per il controllo degli atti amministrativi degli enti di gestione dei parchi naturali, delle riserve naturali e delle aree attrezzate della Regione Piemonte".
L'argomento è stato affrontato dalla I Commissione che ha nominato relatore il Consigliere Bianca Vetrino, che può svolgere la relazione introduttiva.



VETRINO Bianca, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta di un provvedimento eminentemente tecnico. Potrei dare per letta questa relazione nella quale si chiariscono gli obiettivi tecnici che si propone il disegno di legge.
C'é un solo particolare che mi costringe a soffermarmi. Devo pregare la Presidenza del Consiglio ed anche i colleghi di tenere conto che sono state apportate delle variazioni nella relazione. Per una mia disattenzione è stato dato un testo sul quale secondariamente ho dovuto apportare delle rettifiche.
Il presente disegno di legge si propone due obiettivi prioritari: il primo è quello di consentire di dare attuazione al dettato dell'articolo 45 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, che prevede che i bilanci degli Enti e delle Aziende dipendenti dalla Regione, in qualunque forma costituiti, siano approvati con la legge per l'approvazione del bilancio regionale e, pertanto, divengano un vero e proprio allegato al bilancio della Regione: questa normativa è stata, fino ad oggi, inapplicata in quanto le singole leggi di istituzione dei parchi e delle riserve naturali prevedono un'apposita procedura di approvazione dei bilanci che si differenzia da quella prevista dalla norma generale. Questa anomalia viene quindi superata dalla previsione normativa contenuta nel presente disegno di legge che uniforma i comportamenti di formazione e di approvazione dei bilanci degli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali alla norma generale. Analogamente, per quelle aree gestite da Enti locali o loro Consorzi, la normativa proposta nel presente disegno di legge si adegua a quella prevista dalla legge regionale 55/81. Le variazioni proposte alle normative vigenti in materia di parchi e riserve naturali costituiscono anche una semplificazione procedurale, non prevedendo più, tra l'altro, che i bilanci siano sottoposti al parere preventivo del comitato tecnico scientifico dei parchi, comitato avente funzioni di tipo diverso (tecniche e scientifiche in relazione alle problematiche di gestione delle aree protette). L'adeguamento sopra descritto alla norma della legge regionale 55/81 è evidentemente esteso anche ai rendiconti degli Enti che gestiscono i parchi e le riserve naturali.
Il secondo obiettivo del presente disegno di legge è quello di uniformare i comportamenti della Giunta regionale in merito al controllo degli atti degli Enti di diritto pubblico e delle aziende che gestiscono parchi o riserve naturali (è ovviamente fatto salvo il controllo degli atti degli enti locali, o loro consorzi, o delle Comunità Montane, da parte dei Co.Re.Co); questo obiettivo - a questo punto c'è la rettifica che è stata apportata alla relazione che io passerò alla Presidenza - è raggiunto sulla base delle proposte dei servizi competenti, con i quali collaborano gli altri servizi regionali che debbono fornire gli elementi istruttori richiesti, entro i termini necessari per la predisposizione degli atti deliberativi. Attraverso questa precisazione che è contenuta negli articoli 9 o 10 si definisce un comportamento che già attualmente è nella prassi amministrativa per il controllo degli atti.
Attraverso le normative proposte con il presente disegno di legge pertanto, si intende snellire e velocizzare le procedure relative alla formazione dei bilanci e del loro controllo e del controllo degli atti amministrativi degli Enti di gestione dei parchi e delle riserve naturali regionali, adeguandosi, contemporaneamente, alle norme regionali che regolano i comportamenti in merito e levando così ogni dubbio interpretativo in materia eventualmente ancora presente.



PRESIDENTE

Poiché nessun collega intende partecipare alla discussione generale la dichiaro chiusa. Non posso dare la parola per la replica al rappresentante della Giunta perché la Giunta è interamente assente e questo fatto lo deploro vivamente.
Passiamo alla votazione della legge.
Art. 1 (Bilanci di previsione degli Enti di diritto pubblico e delle Aziende) "A norma dell'articolo 46 della legge regionale 29 dicembre 1981, n.
55, gli Enti di diritto pubblico e le Aziende che gestiscono parchi naturali, riserve naturali e/o aree attrezzate, istituiti ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successive modificazioni ed integrazioni, presentano entro il 31 luglio di ogni anno alla Giunta regionale i bilanci di previsione relativi alle aree protette gestite dagli Enti e dalle Aziende medesimi.
I bilanci di cui al comma precedente sono predisposti e gestiti nel rispetto delle norme previste dalla legge regionale 29 dicembre 1981, n.
55, e relative al bilancio annuale della Regione in quanto applicabili: i bilanci stessi sono approvati con la legge per l'approvazione del bilancio regionale e sono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Bilanci di previsione degli Enti locali, dei Consorzi di Enti locali e delle Comunità Montane) "I bilanci di previsione degli Enti locali, dei Consorzi di Enti locali e delle Comunità Montane che gestiscono parchi naturali, riserve naturali e/o aree attrezzate, istituiti ai sensi della legge regionale 4 giungo 1975, n. 43, e successive modificazioni ed integrazioni, per la parte relativa alle somme assegnate per la gestione delle aree protette, sono formati e gestiti secondo le previsioni di cui all'art. 47 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55.
Copia del bilancio di cui al comma precedente deve essere inviata alla Giunta regionale ad esecutività della deliberazione di approvazione del bilancio medesimo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Variazioni al bilancio) "Gli Enti di gestione dei parchi naturali, delle riserve naturali e delle aree attrezzate, possono apportare variazioni al bilancio con proprii provvedimenti amministrativi, soggetti al controllo dei competenti organi di controllo in base alle disposizioni di cui al successivo Titolo II.
E' vietato il trasporto di somme da un capitolo ad un altro capitolo del bilancio mediante provvedimenti amministrativi nei seguenti casi: a) storno di fondi da un capitolo relativo a spese il cui finanziamento è previsto mediante l'assegnazione dello Stato o della Regione con vincolo di destinazione, a favore di un capitolo relativo ad altre spese b) storno di fondi tra capitoli del conto dei residui nonché tra un capitolo del conto dei residui e un capitolo del bilancio". Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Assestamento dei bilanci) "Gli Enti di diritto pubblico e le aziende che gestiscono parchi naturali, riserve naturali e/o aree attrezzate, presentano entro il 31 maggio, di ogni anno alla Giunta regionale l'assestamento dei bilanci che è sottoposto ad approvazione con legge regionale ed è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione.
L'assestamento dei bilanci di cui al comma precedente deve essere conforme a quanto previsto dall'articolo 43 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55.
Gli Enti di gestione dei parchi naturali, delle riserve naturali e/o delle aree attrezzate, non richiamati al primo comma del presente articolo provvedono all'assestamento dei bilanci in base alle normative che regolano i bilanci degli Enti locali, dei Consorzi di Enti locali e delle Comunità Montane".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Rendiconti generali degli Enti di diritto pubblico e delle Aziende) "I rendiconti generali degli Enti di diritto pubblico e delle Aziende che gestiscono parchi naturali, riserve naturali e/o aree attrezzate istituiti ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successive modificazioni ed integrazioni, sono predisposti secondo le indicazioni contenute negli articoli 71 e 72 della legge regionale 29 dicembre 1981, n.
55, e sono presentati alla Giunta regionale entro il 31 marzo di ogni anno per essere approvati con la legge regionale che approva il rendiconto generale della Regione; i rendiconti di cui al presente comma sono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Ai rendiconti di cui al precedente comma, a norma del secondo comma dell'articolo 77 della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, è allegato un rendiconto riassuntivo delle attività e delle spese".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Rendiconti generali degli Enti locali, dei Consorzi di Enti locali e delle Comunità Montane) "Gli Enti locali, i Consorzi di Enti locali e le Comunità Montane che gestiscono parchi naturali, riserve naturali e/o aree attrezzate, istituiti ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successive modificazioni ed integrazioni, presentano alla Giunta regionale i rendiconti generali relativi alle spese effettuate per le aree protette predisposti secondo i criteri e nei tempi previsti all'articolo 80 della legge regionale 29 dicembre 1981, n.55".
Si passi alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Vincolo di destinazione) "La Giunta regionale, nell'assegnare i fondi relativi alla gestione dei parchi naturali, delle riserve naturali e delle aree attrezzate, pu provvedere a vincolare la destinazione degli stessi, in tutto od in parte sulla base di piani o programmi regionali relativi alla gestione delle aree protette e regolarmente approvati dai competenti organi regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Responsabilità) "Le responsabilità degli amministratori, dei dipendenti e dei tesorieri degli Enti che gestiscono i parchi naturali, le riserve naturali e/o le aree attrezzate, istituiti ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n.
45, e successive modificazioni ed integrazioni, sono riconducibili alle norme di cui al capo X della legge regionale 29 dicembre 1981, n. 55, per quanto applicabili".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Controllo delle deliberazioni degli organi dei parchi naturali, delle riserve naturali e/o delle aree attrezzate gestite da Enti di diritto pubblico o da Aziende) "Le deliberazioni degli organi dei parchi naturali, delle riserve naturali e/o delle aree attrezzate, gestiti da Enti di diritto pubblico o da Aziende, sono trasmesse alla Giunta regionale entro cinque giorni dalla loro adozione; le deliberazioni non trasmesse entro tale termine dovranno essere riadottate nella prima riunione successiva dell'organo deliberante.
Le deliberazioni di cui al comma precedente divengono esecutive ove entro il termine tassativo di venti giorni dal ricevimento, la Giunta regionale non ne pronuncia l'annullamento, ovvero non richieda chiarimenti in merito con motivato provvedimento che dovrà, essere comunicato all'Ente o all'Azienda entro il medesimo termine.
La Giunta regionale decide in merito alle deliberazioni degli Enti e delle Aziende di gestione dei parchi naturali, delle riserve naturali e/o delle aree attrezzate, sulla base delle proposte dei servizi competenti con i quali collaborano gli altri servizi regionali che debbono fornire gli elementi istruttori richiesti entro i termini necessari per la predisposizione degli atti deliberativi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Controllo delle deliberazioni degli Enti locali, dei Consorzi di Enti locali e delle Comunità Montane) "Le deliberazioni degli Enti locali, dei Consorzi di Enti locali e delle Comunità Montane che gestiscono parchi naturali, riserve naturali e/o aree attrezzate, relative alle funzioni di gestione delle aree protette sono soggette al controllo dei competenti organi di controllo previsti dalla legge.
Gli Enti locali, i Consorzi di Enti locali e le Comunità Montane debbono provvedere ad inviare alla Giunta regionale, entro i termini di trasmissione ai competenti organi di controllo, copia delle deliberazioni assunte e relative alle funzioni di gestione delle aree protette".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Abrogazione di norme difformi) "Sono abrogate tutte le norme difformi ovvero non espressamente previste dalla presente legge relative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti ed al controllo delle deliberazioni dei parchi naturali, delle riserve naturali e delle aree attrezzate regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 164: "Integrazione alla legge regionale 30 maggio 1980, n. 65. Istituzione della riserva naturale speciale del popolamento di juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben"


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 164: "Integrazione alla legge regionale 30 maggio 1980, n. 65. Istituzione della riserva naturale speciale del popolamento di juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben".
La parola al relatore Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con la discussione oggi in Consiglio regionale del disegno di legge n. 164: "Istituzione della riserva naturale speciale del popolamento di juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben" si attua un'ulteriore indicazione del piano regionale dei parchi risalente al 1977 e si chiude il dibattito su un disegno di legge che ha avuto un iter faticoso che ha impegnato Assessorato e Commissione in consultazioni, confronti ed approfondimenti. Questa riserva era inclusa nel piano con la specifica finalità di tutelare la specie botanica juniperus phoenicea che essendo specie esclusivamente mediterranea costituisce per il Piemonte una presenza eccezionale.
Una più attenta considerazione dell'habitat della Juniperus aveva indotto l'Assessorato a ritenere opportuna l'estensione dei confini dell'area, da affidare in gestione al parco dell'Argentera, sia per una migliore conservazione della vegetazione sia per una tutela di altri aspetti, che nella zona assumono notevole rilevanza: soprattutto gli aspetti geologici dal momento che in questa dorsale si trovano tutte le unità tettoniche che caratterizzano le Alpi Occidentali, confortato e sollecitato in questa azione dai settori più qualificati del mondo culturale (ricordiamo tutti l'appassionata difesa di questa ipotesi fatta dal prof. Malaroda durante le consultazioni). Le difficoltà insorte soprattutto per la presenza di una cava e le implicanze occupazionali che la sua chiusura comporterebbe hanno consigliato per il momento di soprassedere ritornando al disegno originario. La Commissione, mentre invita l'Assessorato a continuare nei tentativi di trovare soluzioni alternative che soddisfino sia le esigenze del mondo del lavoro sia - le giuste richieste di molti settori culturali, dà parere favorevole all'unanimità al presente disegno di legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere Ariotti è aperta la discussione generale. Non ci sono interventi, possiamo procedere alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Istituzione della riserva naturale speciale) "Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituita, con la presente legge, la riserva naturale speciale del popolamento di juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben, integrante il parco naturale dell'Argentera, istituito con legge regionale 30 maggio 1980, n.
65".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Confini) "1 confini della riserva speciale del popolamento di juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben, incidente sul Comune di Valdieri sono individuati nell'allegata planimetria, in scala I:25000, facente parte integrante della presente legge.
I confini della riserva naturale speciale sono delimitati da tabelle da collocarsi lungo il perimetro dell'area in modo che siano visibili da ogni punto di accesso e che da ogni tabella siano visibili le due contigue, e portanti la scritta 'Regione Piemonte - parco naturale dell'Argentera riserva naturale speciale del popolamento di Juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben'.
Le tabelle devono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Finalità) "A completamento dei principi di cui all'articolo 3 della legge regionale 20 maggio 1980, n. 65, le finalità dell'istituzione della riserva naturale speciale del popolamento di juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben sono specificate secondo quanto segue: 1) tutelare le caratteristiche naturali dell'area al fine di conservare e perpetuare nel tempo la specie juniperus phoenicea ivi presente e caratterizzante la vegetazione del luogo 2) tutelare e conservare le altre specie botaniche comprese nel perimetro della riserva 3) conservare le caratteristiche geologiche e geomorfologiche dell'area 4) favorire la conoscenza della specie Juniperus phoenicea e gli studi scientifici sulla stessa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Norme vincolistiche) "Ad integrazione delle norme vincolistiche previste all'articolo 9 della legge regionale 30 maggio 1980, n. 65, oltre ai divieti in esso previsti, nell'area della riserva naturale speciale del popolamento di Juniperus phoenicea di Rocca San Giovanni-Saben è fatto divieto di accedere se non per motivi di carattere didattico, tecnico o scientifico, senza l'autorizzazione del Consiglio direttivo del parco naturale dell'Argentera.
Da tale divieto e autorizzazione sono esonerati i proprietari o gli aventi titolo.
Le violazioni al divieto di cui al precedente comma comportano la sanzione amministrativa di cui al secondo comma dell'articolo 10 della legge regionale 30 maggio 1980, n. 65, così come modificato dall'articolo 3 della legge regionale 2 marzo 1984, n. 15, e cioè da un minimo di lire 25.000 ad un massimo di Lire 250.000".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Norme finali) "Per quanto non espressamente previsto dalla presente legge si applicano le norme di cui agli articoli 4 e seguenti della legge regionale 30 maggio 1980, n. 65, relative a: a) durata della destinazione b) gestione e funzioni di direzione e di amministrazione c) personale d) controllo e) vincolistica e relative sanzioni f) vigilanza g) strumenti di pianificazione territoriale; h) finanziamenti ed entrate.
In particolare la gestione della riserva naturale speciale è affidata al Consiglio direttivo del parco naturale dell'Argentera che provvede agli oneri relativi con lo stanziamento regionale di cui al capitolo 8050 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1984, e di cui ai corrispondenti capitoli per gli anni finanziari successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Norma transitoria) "Il Consiglio direttivo del parco naturale dell'Argentiera provvede entro 120 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, alle necessarie modificazioni dello Statuto derivanti dall'applicazione delle norme di cui alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 395: "Modificazione della legge regionale 9 dicembre 1982, n. 38. Istituzione della riserva naturale integrale della Madonna della Neve sul Monte Lera"


PRESIDENTE

Punto sesto dell'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 395: "Modificazione della legge regionale 9 dicembre 1982, n. 38. Istituzione della riserva naturale integrale della Madonna della Neve sul Monte Lera".
La parola al relatore Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con il disegno di legge "Modificazione alla legge regionale 9/12/1982 n. 38. Istituzione della riserva naturale integrale della Madonna della Neve sul Monte Lera", la Giunta regionale ha ritenuto di dover modificare i confini dell'area di salvaguardia in cui è presente la specie botanica tutelata: l'Euforbia gibelliana. L'estensione del parco, che raggiunge ora i 50 ettari, ha trovato consenzienti sia l'Azienda regionale dei parchi suburbani che la gestisce, sia i Comuni di Varisella e Givoletto su cui il parco insiste.
Durante la consultazione è stata fatta presente l'opportunità di rendere possibile l'accesso pedonale al sentiero che conduce alla cappella della Madonna della Neve. Accogliendo la richiesta è stato modificato di conseguenza l'art. 6.
Il presente disegno di legge è stato approvato all'unanimità dalla II Commissione.



PRESIDENTE

Se non vi sono interventi nella discussione generale, passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La cartografia in scala 1:10.000 allegata alla legge regionale 9 dicembre 1982, n. 38, è sostituita con la cartografia in scala 1:5.000 allegata alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. l è approvato.
Art. 2 "Il primo comma dell'articolo 2 della legge regionale 9 dicembre 1982 n. 38, è così sostituito: 'l confini della riserva naturale integrale della Madonna della Neve sul Monte Lera, incidente sui Comuni di Givoletto e Varisella, sono individuati nell'allegata planimetria in scala 1:5.000, facente parte integrante della presente legge"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "All'articolo 6 della legge regionale 9 dicembre 1982, n. 38, la lettera c) è così modificata: 'c) accedere, se non per motivi tecnici o scientifici e previa autorizzazione del Consiglio di amministrazione dell'azienda regionale dei parchi suburbani: è concesso l'accesso pedonale esclusivamente lungo il sentiero che conduce alla Cappella della Madonna della Neve. Sono esonerati dal divieto di accesso e dalla conseguente autorizzazione i proprietari e gli aventi titolo'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 44 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 397: "Modificazione della legge regionale 28 dicembre 1978, n. 84. Istituzione del parco naturale Alta Valle Pesio"


PRESIDENTE

Punto settimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 397: "Modificazione alla legge regionale 28 dicembre 1978, n. 84. Istituzione del parco naturale Alta Valle Pesio".
La parola al relatore Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge n. 397 propone due modifiche, accogliendo le richieste avanzate dal Consiglio direttivo del Parco: l'una di carattere tecnico prevede tra gli organi amministrativi del parco la giunta esecutiva in grado di consentire una gestione più snella e più rapida; l'altra individua aree di ampliamento (la conca della Carse nella zona della Mirauda, i terreni di proprietà dell'Opera Pia Parroci di Mondovì già in affitto alla Regione): tutte aree interessanti dal punto di vista geologico e ambientale il cui inserimento diventa essenziale se si vuole tutelare in particolare la fauna (il camoscio che di frequente vi sconfina). Le perplessità avanzate dal Sindaco di Chiusa Pesio sull'inserimento in particolare della Mirauda, dal momento che possono trovare soluzione come già avvenuto per situazioni analoghe con la stesura del piano dell'area, non costituirebbero ostacolo, secondo il parere della maggioranza, per l'approvazione del disegno di legge. Una sollecitazione di affrettare l'approvazione verrebbe di contro non solo dalla direzione del parco, ma anche dalle associazioni protezionistiche che fanno presente l'imminente apertura della caccia e i conseguenti pericoli per la fauna.
La Commissione ha approvato a maggioranza il presente disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare - il Consigliere Lombardi. Ne ha facoltà.



LOMBARDI Emilio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il parco naturale dell'Alta Valle Pesio è già stato motivo di contrasto in quest'aula al momento della nomina dei membri del Consiglio di amministrazione di competenza regionale.
In quell'occasione la maggioranza si assunse la responsabilità di modificare, senza motivazioni fondate, cosa prima mai avvenuta e a nostro avviso estremamente grave per il tipo di politiche che sottintende, le indicazioni del comprensorio di Cuneo. Il colpo di maggioranza ha reso possibile un certo tipo di maggioranza all'interno del consiglio di amministrazione del parco, evidenziando quindi il, vero motivo di tale decisione. Oggi con questo antefatto estremamente negativo si propone l'allargamento del parco.
l nostro Gruppo, quando la politica dei parchi ha camminato sulla strada della serietà e della chiarezza, l'ha condivisa ed approvata. In questo caso, esistono, oltre il fatto già richiamato, sull'allargamento della superficie del parco, aspetti importanti da chiarire soprattutto per quanto concerne i rapporti tra il Comune di Chiusa Pesio, sul quale insiste l'80 per cento dei territori del parco, e l'amministrazione del parco stesso, senza contare i problemi che nascono dalla presenza sempre più consistente di una fauna che arreca danni anche all'agricoltura. E' un aspetto che nella relazione non è evidenziato, ma è stato evidenziato nelle consultazioni da parte del Presidente del parco, che dice chiaramente che bisogna trovare i fondi per risarcire i danni alle colture derivanti da una presenza sempre più massiccia di fauna.
Quindi, se si intende procedere alla votazione, senza prima aver sentito in modo più approfondito il Consiglio comunale di Chiusa Pesio e le organizzazioni professionali agricole, il nostro voto sarà negativo.
Quell'area - e lo diciamo con molta cordialità - è zona in cui insistono ed esistono riserva di pesca e riserve di caccia. Noi non riteniamo per possano esistere riserve di tipo politico, partitico o di carattere personale. E' necessario che le regole del gioco che ci siamo date non subiscano eccezioni nemmeno in questo caso.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Viglione per la replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Colleghi Consiglieri, allorché si pose mano al parco di Vai Pesio, la zona a cui si fa cenno, era inserita in quanto zona di protezione della fauna. Senza l'inserimento di questa zona è possibile al cacciatore nei periodi di caccia, sia dalla parte della Val Ellero sia dalla parte verso la zona di Boves e di Limone Piemonte, raggiungere con facilità il camoscio ed altri animali. Lo scopo quindi dell'ampliamento era per una maggiore difesa dell'intero parco.
Si ritenne che si dovesse cominciare con l'area che il vescovo di Mondovì benevolmente ci aveva concesso in affitto a prezzi veramente modesti. L'area è di circa 3 milioni e 600 mila metri, il bosco, che è quasi tutto di alta noviltà, si trova nel parco, ad esempio, dell'abete bianco, classificato nell'albero genealogico, si trovano speci molto rare e migliaia di speci botaniche, oltre una quantità di animali notevole. Nel parco ci sono oltre 100 camosci, oltre 100 cinghiali, una serie di galli forcelli, lepri ed altri animali. La zona ha la caratteristica di essere una parte di interregno, di zona di protezione, fra il territorio dove normalmente si trova la fauna ed il terreno di caccia che confina con questa zona. Non è che il parco ne abbia a guadagnare molto, perché la zona della Val Ellero non è insidiata da insediamenti abitativi. Però se noi questo lo rinviamo all'autunno bisogna tener presente che a settembre si apre la caccia, quindi si apre al cacciatore la possibilità di poter depauperare questo parco, lo non ho motivi di sostenere l'una o l'altra tesi. Ho sostenuto a suo tempo quella del parco. Però, quelli che ieri non volevano il parco, oggi vengono a dirmi che se non lo avessi fatto sarebbe stata una sciagura. Almeno questa soddisfazione l'ho avuta, anche se ho perso metà dei voti (voti che peraltro ho riconquistato). Non si comprese l'importanza di quel parco che aveva antichissime origini, era stato salvato dalle leggi Siccardi attraverso una causa che era durata più di 30 anni. Questo bene della Curia di Mondovì venne salvato attraverso un'opera sottile, attraverso un espediente grazie al quale rimane al Vescovado, il quale è soddisfatto della conduzione del parco stesso. Nelle giornate festive accedono al parco più di 20.000 persone: le attrezzature non sono più sufficienti. Non ne faccio una questione, pongo solo il problema della selvaggina che è sotto tiro perché dalla parte della Val Ellero e dalla parte di Limone e Boves è facile arrivare al camoscio, al cinghiale. Mi rimetto al Consiglio se decide di sospendere questo esame.



PRESIDENTE

Abbiamo sentito la replica del Presidente e pare opportuno sospendere momentaneamente la votazione su questo provvedimento di legge.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Esame deliberazione relativa a: "Criteri di priorità per l'attuazione degli interventi previsti dalia L.R. n. 17/84 'Interventi per l'attuazione in Piemonte della L. 21/5/1981, n. 240 recante provvidenze a favore di Consorzi e delle società consortili fra piccole e medie imprese nonch delle società consortili miste"


PRESIDENTE

Punto decimo all'ordine del giorno: Esame deliberazione relativa a: "Criteri di priorità per l'attuazione degli interventi previsti dalla L.R.
n. 17/84 'Interventi per l'attuazione in Piemonte della L. 21/5/1981, n.
240 recante provvidenze a favore dei Consorzi e delle società consortili fra piccole e medie imprese nonché delle società consortili miste'" La deliberazione è stata licenziata dalla I Commissione a maggioranza.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

La mia dichiarazione è brevissima. Noi riteniamo molto importante l'applicazione della legge 240, come riteniamo molto importante il regolamento. Avevamo richiesto una norma regolamentare che fissasse i criteri, soprattutto perché resta aperta la questione dell'utilizzo della lettera A) o della lettera B) ed è giusto che anno per anno in sede regolamentare si decida quale via prendere. La via è abbastanza equilibrata. Nell'ultimo capoverso si stabilisce che se i fondi della ricerca non saranno utilizzati vi è un certo passaggio automatico ed una certa fungibilità con la lettera A). E' una soluzione accettabile. Rimane la nostra perplessità sul ruolo della Finpiemonte che da un lato pu partecipare a consorzi e dall'altro svolgere una funzione di controllo sui consorzi medesimi. La nostra preoccupazione di fondo è stata anche espressa dagli operatori industriali. Per questa ragione pur approvando il regolamento che è previsto dalla legge, riteniamo che, al momento, non ci siano le condizioni per una convergenza sul testo del regolamento stesso.
Per questo motivo ci asterremo. Ci riserviamo di dare il nostro voto quando si parlerà delle norme e degli indirizzi per il prossimo anno, per cui abbiamo rinunciato alla presentazione di emendamenti specifici.
Aspettiamo di valutare i risultati di questa regolamentazione, se saranno positivi saremo pronti a ricrederci.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Gruppo liberale esprime una preoccupazione di fondo e una riserva che emerge dal mondo produttivo piemontese e che è di grande significato politico. Mi riferisco all'ultimo argomento sottolineato dal collega Brizio in ordine all'opportunità della partecipazione pubblica ai consorzi per la ricerca. Capisco che non è su una questione così marginale che dobbiamo recuperare i vecchi testi delle diatribe liberiste, dirigiste o marxiste, l problema è molto semplice. La nostra preoccupazione è di tipo gestionale. L'innovazione tecnologica e l'informatica sono caratterizzate da grande mobilità sul territorio e nel tempo ed i consorzi che debbono nascere, finalizzati a un obiettivo che magari è limitato a pochi mesi, si possono chiudere subito dopo.
L'informatica ha messo in crisi due parametri fondamentali della cultura moderna: le due prime categorie di Kant: il tempo e lo spazio.
L'informatica fa sì che il tempo diventi sempre più reale, quindi sempre meno è uno spazio nel quale misurarci, il tempo diventa sempre meno un ostacolo rispetto alla realtà. Questa mobilità nel territorio e nel tempo è la caratteristica della nuova realtà con la quale ci dobbiamo misurare.
Forse non siamo soltanto di fronte a una grande mobilità, siamo quasi all'effimero in, termini positivi, cioè un consorzio che nasce in funzione di un obiettivo e chiude con il perseguimento dell'obiettivo. L'effimero non è in senso denigratorio, ma in senso positivo. Tendiamo a istituzionalizzare questi consorzi cioè a garantire loro uno spazio nel tempo che è probabilmente in contraddizione con le linee portanti di questo fenomeno. Potremmo dire, per usare una battuta che ho sentito da qualcuno che così non avremo scheletri nell'armadio, ma avremo scheletri sulle poltrone. Siamo molto preoccupati che in questa materia, caratterizzata dalla grande esigenza di mobilità e di finalizzazione degli interventi, ci sia l'immissione di un elemento che porta a istituzionalizzare e a consolidare questo consorzio. Un altro aspetto di questa scelta politica ci lascia perplessi e cioè che nella misura in cui questa Regione intesa come istituzione deve di giorno in giorno riconoscere i propri limiti di interventi in materia industriale, nelle poche occasioni che ha di riconoscere i propri limiti, al contrario, in qualche misura vuol far pesare comunque la funzione che deve avere il pubblico rispetto a queste ipotesi: una divaricazione tra gli obiettivi e le concrete funzioni e una esasperazione nel volersi accaparrare delle funzioni quando queste ci vengono consentite. Ci rendiamo conto che è un tema di carattere generale probabilmente sproporzionato rispetto all'obiettivo che è nella logica della scelta dell'Assessore, e come forza politica attenta a questi problemi, riteniamo di doverlo segnalare e quindi di doverlo mantenere come giustificazione a un voto di astensione che vuole avere nei confronti dell'Assessorato questa raccomandazione nel momento gestionale che dovrà assumere.



PRESIDENTE

Possiamo dare la parola all'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Quotidianamente sottolineano la necessità di operare su tutti i campi e con tutti i meccanismi per affrontare e sostenere le trasformazioni economiche pesanti e profonde che sta vivendo la società piemontese.
Ebbene, abbiamo trovato nella legge nazionale n. 240 del 1981 uno spazio da formare per il livello regionale che permette interventi nel campo della ricerca, del trasferimento delle tecnologie, dell'innovazione tecnologica nel campo delle aree attrezzate e del riuso degli immobili industriali vuoti. Purtroppo la legge nazionale vincola questo tipo di intervento all'operatività di società consortili miste e non sempre in queste società consortili miste sarebbe necessaria e forse utile la presenza della Regione o della Finpiemonte (può essere anche un altro ente pubblico particolare che vuole insieme ai privati orientarsi nel campo della ricerca e del trasferimento di tecnologie dell'innovazione tecnologica).
La nostra valutazione è stata di questo tipo: esiste un'area che ci permette una possibilità di intervento, forse non di grande portata, ma utile a favorire il processo di modernizzazione del nostro sistema produttivo, quindi attiviamola. Abbiamo anche dato una grande duttilità al meccanismo normativo nel senso che ogni anno, in base alle esperienze ed alle esigenze che emergono, si possa tarare o dosare l'intervento su un versante (punto A quello dell'innovazione tecnologica) o su un altro punto (punto B quello delle infrastrutture e del riuso degli immobili vuoti o delle aree attrezzate).
Le associazioni industriali di categoria hanno sottolineato che l'impegno sull'innovazione tecnologica rappresenta l'elemento strategico per il processo di modernizzazione. Noi abbiamo ritenuto che valesse la pena scommettere, non con ambizioni dirigistiche, ma semplicemente perch questo è lo spazio che la legge nazionale offre nel settore dell'innovazione.
Se vedremo che il "cavallo non beve" e che è scarsa l'attenzione (a parte che è possibile sistemare le cose automaticamente nell'arco dell'esercizio in corso come ho detto) le risorse potranno essere utilizzate l'anno prossimo su un altro versante. Ciò che stiamo impegnando in questa vicenda è purtroppo limitato quindi l'errore certamente non avrà un carattere dirompente e negativo sulle altre scelte che dobbiamo compiere.



BRIZIO Gian Paolo

Confermiamo il nostro voto di astensione.



PRESIDENTE

Pongo ai voti la deliberazione. Il testo recita: "Il Consiglio regionale vista la legge n. 249/1981 vista la legge regionale 9/3/1984 n. 17 la quale stabilisce che, su proposta della Giunta, il Consiglio regionale approva i criteri di priorità per gli interventi che la stessa legge prevede in attuazione della legge 240/1981 esaminato il documento predisposto dalla Giunta regionale che individua, per ogni tipologia di intervento, i criteri prioritari di attuazione, e definisce la percentuale di riparto dei fondi iscritti nei capitoli 5032, 5034 e 5036 del bilancio 1984 fra iniziative riguardanti la ricerca scientifica e tecnologica ed iniziative riferentesi alle aree industriali attrezzate ed al recupero di stabilimenti dismessi visto il voto favorevole della I Commissione consiliare delibera di approvare l'allegato documento 'Criteri di priorità per gli interventi previsti dalla legge regionale n. 17/1984' che costituisce parte integrante della presente deliberazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 27 voti favorevoli e 19 astensioni.
Colleghi, è convocata la conferenza dei Presidenti per esaminare ipotesi di inserimento all'ordine del giorno di due provvedimenti in sospeso, esattamente quelli riferiti al punto 7 e al punto 8, quindi possiamo sospendere la seduta.
Il Consiglio riprende i lavori alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 12)



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