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Dettaglio seduta n.262 del 26/07/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha concordato di inserire all'ordine del giorno di oggi la deliberazione n. 98-34464: "Realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci. Riapprovazione del progetto del primo modulo dell'autoporto di Susa ai soli fini della dichiarazione di pubblica utilità" e la deliberazione n. 62-25952: "Approvazione piano di riparto dei contributi regionali ex art. 1 legge 23/1982. Insediamenti produttivi finanziabili".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno inerente la sezione di isolamento del carcere "Nuove" di Torino


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno inerente la sezione di isolamento del carcere "Nuove" di Torino, firmato dai Consiglieri Reburdo Bontempi, Montefalchesi, Brizio, Marchiaro, Gerini, Vetrini, Mignone Moretti e Guasso.
Se nessuno chiede di parlare lo pongo in votazione .
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla situazione intollerabile e disumana in cui versa la sezione di isolamento del carcere "Nuove" di Torino, situazione recentemente denunciata anche dal Giudice di sorveglianza dr. Fornace e che rispecchia la più generale realtà delle carceri "Nuove" che potrebbero contenere al massimo 700 detenuti e ne ospitano attualmente 1.200 in condizioni complessive assai gravi ribadisce che questo stato di cose può essere definitivamente superato soltanto attivando al più presto l'Istituto delle Vallette che ora è utilizzato saltuariamente in occasione di processi che comportano particolari problemi dal punto di vista della sicurezza impegna la Giunta regionale a promuovere ogni iniziativa idonea in sede locale e nazionale affinché i lavori delle Vallette siano rapidamente completati e il nuovo Istituto sia posto in condizioni di funzionare a pieno regime quanto a strutture e personale, e di ospitare i detenuti attualmente ristretti nel carcere "Nuove" chiede al Governo ed in particolare al Ministro di Grazia e Giustizia di porre in essere tutte le misure atte a bloccare l'uso dei sotterranei delle "Nuove" - bui, umidi, malsani, angusti - come celle per la sezione isolamento e di adoperarsi con interventi adeguati e tempestivi per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e delle condizioni di lavoro degli agenti di custodia e del personale civile".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Psichiatria

Ordine del giorno relativo alla Commissione speciale di indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte


PRESIDENTE

E' stato inoltre presentato un ordine del giorno relativo alla Commissione speciale di indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte, firmato dai Consiglieri Bontempi Moretti, Brizio, Mignone, Gastaldi, Marchini, Majorino e Montefalchesi.
Il Presidente della Commissione Luigi Barisione informa il Presidente del Consiglio che la Commissione ha svolto con regolarità il suo lavoro e ha già predisposto uno schema di relazione che per la complessità dei dati raccolti necessita di una integrazione.
Il Presidente della Commissione con l'accordo dei Commissari chiede che i termini della Commissione siano spostati dall'8/8/1984 al 15/10/1984.
Se nessuno chiede di parlare pongo in votazione tale ordine del giorno.
Ve ne dò lettura: "Il Consiglio regionale vista la propria deliberazione n. 626-C.R. 545 del 17/1/1984, con la quale istituiva una Commissione speciale di indagine conoscitiva, incaricandola di verificare lo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte, assegnando alla Commissione stessa, dalla data del suo insediamento, il termine di sei mesi entro il quale avrebbe dovuto riferire in merito al Consiglio regionale vista la richiesta, avanzata dalla Commissione, di aggiornare la data di scadenza dei propri lavori dall'8/8/1984 al 15/10/1984, per consentire la sistemazione e l'integrazione dei numerosi e complessi dati raccolti nel corso della propria attività preso atto dello schema di relazione già predisposto e trasmesso dalla Commissione al Consiglio regionale accoglie la richiesta di aggiornamento della data di scadenza dei lavori della Commissione speciale di indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte al 15/10/1984".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Adeguamento delle leggi regionali 16/6/1981 n. 21 e 31/12/1981 n. 59 (Classificazione delle aziende alberghiere) e delle leggi regionali 31/8/1979, n. 54 e 27/5/1980, n. 63 (Disciplina dei complessi ricettivi all'aperto) alla legge quadro 17/5/1983 n. 217, per il turismo"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'ordine del giorno che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo: "Adeguamento delle leggi regionali 16/6/1981 n. 21 e 31/12/1981, n. 59 (Classificazione delle aziende alberghiere) e delle leggi regionali 31/8/1979, n. 54 e 27/5/1980, n. 63 (Disciplina dei complessi ricettivi all'aperto) alla legge quadro 17/5/1983 n. 217, per il turismo".
Questa legge è stata licenziata dalla VI Commissione all'unanimità.
Relatore è il Consigliere Avondo che dà per letta la relazione.
Passiamo pertanto alla votazione dell'unico articolo modificato tenendo conto delle osservazioni del Governo.
Art. 2 (Aziende alberghiere) "Alla legge regionale 16 giugno 1871 n. 21, sono apportate le modifiche ed integrazioni indicate nei commi successivi.
All'articolo 2, secondo comma ed ogni qualvolta vengono ripetute negli allegati alla legge stessa, le parole "alberghi residenziali" sono sostituite dalle parole "residenze turistico-alberghiere".
L'articolo 3 è sostituito dal seguente articolo: "Gli alberghi sono classificati conformemente alle disposizioni di cui al quadro di classificazione ed alla tabella A, allegati alla presente legge, in cinque classi contrassegnate, in ordine decrescente, da 5, 4, 3, 2 ed 1 stella.
Le residenze turistico-alberghiere sono classificate conformemente alle disposizioni di cui al quadro di classificazione ed alla tabella B allegati alla presente legge, in tre classi contrassegnate, in ordine decrescente, da 4, 3, e 2 stelle.
Per ottenere la classificazione le aziende alberghiere dovranno avere oltre i requisiti di cui agli allegati, una ricettività minima di 7 camere.
Gli alberghi contrassegnati con 5 stelle assumono la denominazione aggiuntiva "lusso", previo nulla osta della Giunta regionale, quando siano in possesso degli standards tipici degli esercizi di classe internazionale".
All'art. 7 l'entità delle sanzioni amministrative indicate al primo e terzo comma è modificata da un minimo di L. 500.000 ad un massimo di L.
1.500.000.
Il quadro di classificazione riportato nell'allegato alla legge è sostituito dal seguente: Alberghi Classe Punti 5 stelle 240 4 stelle 187 3 stelle 128 2 stelle 80 1 stella 30 Residenze turistico-alberghiere Classe Punti 4 stelle 130 3 stelle 65 2 stelle 45 Alla tabella A dell'allegato alla legge sono apportate le seguenti modifiche: la dizione del punto b) delle note è così sostituita: il locale bagno completo si intende dotato di lavabo, vaso all'inglese con cassetta di cacciata d'acqua, vasca da bagno o doccia, bidet, specchio con presa di corrente, acqua calda e fredda. Per gli esercizi ubicati in immobili già esistenti in relazione agli eventuali impedimenti connessi con le caratteristiche strutturali e di superficie degli immobili, non è tassativa la presenza, nel locale bagno, del bidet dopo il punto b) delle note vengono aggiunti i seguenti punti: e) la sala da pranzo e/o il bar possono intendersi sostitutivi del locale comune di cui al punto 2.21-2.211, qualora la somministrazione dei pasti e/o delle bevande sia riservata ai soli clienti alloggiati f) il locale bar è da escludersi dal computo della superficie complessiva dei locali comuni (punto 2.21-2.212) qualora la somministrazione dei pasti e/o delle bevande venga effettuata anche alla clientela di passaggio.
la voce 2.011 (acqua calda e fredda in tutte le camere) è obbligatoria per tutte le classi di albergo e conseguentemente è abrogata la voce 2.012.
la voce 2.06 (chiamata di allarme in tutti i servizi) è abrogata per quanto attiene la classifica.
Alla tabella B dell'allegato alla legge sono apportate le seguenti modifiche: la dizione del punto a) delle note è così sostituita: il locale bagno completo si intende dotato di lavabo, vaso all'inglese con cassetta di cacciata, vasca da bagno o doccia, bidet, specchio con presa di corrente acqua calda e fredda. Per gli esercizi ubicati in immobili già esistenti in relazione agli eventuali oggettivi impedimenti connessi con le caratteristiche strutturali e di superficie degli immobili, non è tassativa la presenza, nel locale bagno, del bidet.
le caratteristiche obbligatorie di categoria indicate nell'ultima colonna vanno riferite alla classe 4 stelle, quelle della penultima colonna alla classe 3 stelle, quelle della terz'ultima colonna alla classe 2 stelle abrogando le prime due colonne la voce 2-2.4 (locali bagno comuni completi (a) uno per piano), è abrogata.
All'articolo unico della legge regionale 31 dicembre 1981, n. 59 sono aggiunti i seguenti commi: "Gli esercizi con una ricettività inferiore alle 7 camere che sono stati classificati in base alle vigenti disposizioni per il quinquennio 1 gennaio 1983 - 31 dicembre 1987 conservano la loro classifica fino alla data di naturale scadenza".
La Regione verifica che sia data attuazione alle disposizioni della presente legge, anche disponendo controlli ispettivi a mezzo di proprio personale.
Per motivata richiesta del Presidente della Giunta regionale il Comune deve provvedere a modificare entro 60 giorni i provvedimenti con cui sia stata attribuita un'errata classifica: decorso tale termine il Presidente della Giunta regionale provvede direttamente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame progetto di legge n. 403: "Rifinanziamento della legge regionale 1/3/1979 n. 10. Norme per la programmazione sportiva in Piemonte"


PRESIDENTE

Il punto sesto all'ordine del giorno reca: esame progetto di legge n.
403 "Rifinanziamento della legge regionale 1/3/1979 n. 10 - Norme per la programmazione sportiva in Piemonte".
Relatore è il Consigliere Moretti che dà per letta la relazione.
E' aperta la discussione generale sulla relazione che i Consiglieri avranno sicuramente letto. Permettetemi di dire che la Presidenza è sconcertata perché si passa da un estremo all'altro: o si fanno ore di discussioni su certi argomenti o si rimane totalmente zitti.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

A nome del Gruppo D.C. rinuncio all'intervento in quanto, anche se l'iniziativa è lodevole manca un approfondimento sulla tematica dello sport. La Giunta ha provveduto al rifinanziamento della legge per una serie di impianti e di attività sportive che non possono non vedere con celerità decollare i finanziamenti.
Il Gruppo D.C. si riserva di intervenire nella dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gerini. Ne ha facoltà.



GERINI Armando

In sede di Commissione ho dato il mio assenso al rifinanziamento di questa legge, vorrei però fare alcune raccomandazioni all'Assessore per quanto attiene i censimenti, dell'impiantistica sportiva.
Scorrendo gli allegati che ci ha fornito l'Assessorato ho rilevato che grosse fasce di territorio non sono comprese nelle domande di contributo.
La delega ai sindaci di cui all'art. 2 non funziona, nel senso che taluni Comuni stanno ancora realizzando strutture di altro carattere e non pensano allo sport.
Se così è non si realizza quel riequilibrio territoriale nella programmazione sportiva che è previsto all'art. 3 della legge regionale n.
10.
Il censimento aggiornato deve riguardare gli impianti esistenti, i Comuni che hanno presentato le domande. In alcune zone, tra le quali una è cara al Presidente Viglione, si gioca ancora al pallone elastico, al tamburello, come nelle zone del basso e dell'alto Monferrato.
In tutte le domande presentate, risultanti dagli elenchi non c'è una sola richiesta per impianti di questo genere, che sono tanto necessari e tra l'altro di poco costo.
Ho l'impressione che l'informazione sulle leggi regionali non sia sufficiente; il numero di "Notizie" che ho avuto ieri dedica poco spazio ai lavori del Consiglio regionale. Sarebbe opportuno informare con altri sistemi perché molti sindaci, o perché non leggono il Bollettino Ufficiale o perché non ricevono le circolari che magari rimangono nel cassetto del segretario comunale, non affrontano questi problemi con la dovuta attenzione.
Vi è poi l'altro aspetto, quello degli enti che si sovrappongono nell'erogazione dei contributi, a cominciare dal Coni e dalle Province.
Ci vuole un riordino generale della materia. Il voto del Gruppo liberale è positivo però con la raccomandazione in ordine al censimento dell'impiantistica esistente e a una programmazione volta al riequilibrio nel territorio degli impianti stessi.



PRESIDENTE

E' chiusa la discussione generale. Ha ora la parola l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore allo sport

Farò pochissime annotazioni. La prima è che questa è soltanto una legge di rifinanziamento che mette la Regione in condizioni di poter intervenire a favore degli enti locali per la costruzione o completamento degli impianti, quindi non viene toccata la struttura della legge 10 e la finalità che si propone.
E' oggi evidente che la forbice fra fabbisogno e richieste si va allargando sempre di più.
La dotazione di impianti non è ancora adeguata, anche se il Piemonte rappresenta nel panorama italiano una Regione già sufficientemente strutturata dal punto di vista dell'impiantistica sportiva.
Voglio solo richiamare due aspetti.
Il censimento delle strutture sportive esistenti è già stato fatto ed è già stato anche aggiornato; si tratta ora di verificarlo con altri censimenti fatti in parallelo.
Colgo positivamente anche lo spunto del Consigliere Gerini per una miglior informazione, divulgazione e conoscenza di questi provvedimenti a livello comunale.
Devo peraltro ricordare che la legge è in vigore dal mese di marzo del 1979: il Piemonte è stato una delle prime Regioni a darsi una legge di così ampio respiro. Quindi credo che i comuni ne siano ormai tutti informati.
Quanto agli elenchi esaminati in commissione devo dire che si sono tenute in conto le domande che erano incluse nei programmi operativi dei comuni, a testimoniare che si vanno a privilegiare i comuni che hanno inserito l'intervento nel settore dello sport nell'ambito degli interventi di impegno comunale prioritario.
Questo anche per agganciare questa legge di rifinanziamento alla recente legge sulle opere pubbliche, che dal prossimo anno diventerà vincolante anche per quanto riguarda gli interventi nel settore dello sport.
Anche il riferimento ad un maggior coordinamento trova consenziente la Regione. Negli ultimi anni abbiamo registrato un intervento crescente da parte di numerosi enti (Province, Comuni, Comunità montane, Coni, credito sportivo e Regione) nel settore dell'impiantistica sportiva.
Si tratta ora di trovare un punto di coordinamento e di collegamento.
Abbiamo già intrapreso alcune iniziative al riguardo anche se dobbiamo purtroppo constatare da parte di molti enti locali una non sufficiente attenzione.
E' davvero urgente arrivare anche al coordinamento della spesa. Con le province abbiamo già avuto alcuni incontri per coordinare i nostri interventi finanziari. Con il Coni e con il credito sportivo stiamo lavorando per addivenire ad una convenzione che consenta appunto di mettere a disposizione degli enti locali più risorse, ma soprattutto di coordinare gli interventi.
La Giunta raccoglie il suggerimento che viene dal Consigliere Gerini e ciò darà ancora più forza nell'andare al confronto poi con le Province e con il Coni sul problema del credito sportivo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Ai fini dell'attuazione dei programmi di formazione sportiva e del completamento del piano di interventi per l'impiantistica sportiva, di cui ai Titoli II e III della Legge regionale 1.3.1979, n. 10, modificata con la Legge regionale 23.8.1982 n. 19, sono autorizzate per l'anno finanziario 1984 la spesa di L. 400 milioni per la concessione dei contributi di cui al Titolo II e la spesa di L. 2.300 milioni per la concessione dei contributi di cui al Titolo III della predetta legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 1 è approvato Art. 2 "Lo stanziamento di L. 2.300 milioni, previsto dall'art. 1 della presente legge, per gli interventi di impiantistica sportiva, è finalizzato alla concessione di contributi per il recupero ed il completamento di impianti, da realizzarsi nel corso dell'anno 1984, inclusi nei programmi operativi delle opere e degli interventi pubblici presentati alla Regione a norma dell'art. 37 bis della Legge regionale 11.8.1982, n. 17, entro il 29 febbraio 1984.
La concessione dei contributi sarà disposta dalla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare, sulla base di un piano di intervento che tiene conto delle seguenti priorità: 1) Comuni con popolazione non superiore ai 3.000 abitanti: interventi atti a soddisfare il bisogno pregresso, sino al raggiungimento dello standard minimo di dotazione di impianti sportivi 2) Comuni con popolazione non superiore ai 10.000 abitanti: interventi di completamento e recupero di aree sportive aventi natura di polivalenza e/o polifunzionalità 3) Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti: realizzazione di tipi di impianti finalizzati ad attività motorie a carattere educativo formativo e di mantenimento, integranti un sistema sportivo polifunzionale.
Gli Enti che hanno presentato i programmi operativi, di cui al primo comma, sono tenuti a trasmettere la documentazione tecnica e finanziaria necessaria per la valutazione dell'iniziativa, qualora la stessa non sia stata già inviata in precedenza a corredo dell'istanza avanzata ai sensi della Legge regionale 1.3.1979 n. 10 e delle relative leggi regionali di rifinanziamento, entro trenta giorni dalla richiesta della Giunta regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Agli oneri di cui alla presente legge si provvede utilizzando gli stanziamenti iscritti nel bilancio di previsione dell'esercizio finanziario 1984 al capitolo 8690 con la denominazione 'Contributi a Comuni, Consorzi ed Enti locali territoriali e Comunità Montane per l'attuazione dei programmi di formazione sportiva' ed al capitolo 8610 con la denominazione 'Contributi a Comuni, Consorzi di Enti locali e Comunità Montane per il completamento ed il recupero di impianti sottoutilizzati' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'articolo 45, sesto comma dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 38 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Moretti. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele

Il Gruppo P.S.I. è favorevole al rifinanziamento della legge riguardante gli impianti sportivi. Dal 1979 quando è stata discussa la legge di programmazione in poi, non è mancata la volontà politica per continuare il discorso programmatico.
Dobbiamo però renderci conto delle situazioni reali. E' sempre più difficile coordinare gli interventi relativi agli impianti sportivi (non mi riferisco alle attività sportive per le quali gli interventi sono ancora più numerosi) e questo naturalmente compromette l'impostazione programmatica.
Dove bisogna tentare di correggere? Ci sono dei fatti oggettivi che impediscono l'inquadramento della legge in termini finanziari. Vi sono proposte di legge-quadro di tre partiti politici, P.S.I., D.C., P.C.I. e di un disegno di legge del Ministro del turismo o dello sport.
Giorni fa ho verificato che anche le Comunità Montane finanziano gli impianti sportivi piccoli, tutto questo naturalmente può creare difficoltà fintanto che non ci sarà una legge-quadro.
Il censimento iniziato nel 1980 e terminato nel 1981 ci dà la situazione degli impianti sportivi.
Ma non basta, perché da quando la parte finanziaria riferita allo sport non è più facoltativa nei bilanci comunali, i comuni hanno costruito degli impianti faraonici compromettendo a volte i bilanci stessi e spesso non hanno tenuto conto della loro realtà demografica e del possibile utilizzo degli impianti. In questi anni più che finanziare nuovi impianti si è cercato di completare quelli iniziati e di finanziare alcuni piccoli impianti sportivi invece di impianti di base.
L'Assessorato oltre al censimento ha svolto una indagine sul tipo di attività sportive in alcune zone. C'è l'impegno della Giunta di coordinare l'intervento regionale anche coinvolgendo le realtà territoriali. Questo problema ce lo ritroveremo negli anni futuri.
Dovremmo pensare ad un piano pluriennale che peraltro il Piano di sviluppo prevede, anche per verificare il modo di impostare il rifinanziamento e risolvere alcune difficoltà.
Confermo il voto favorevole del Gruppo del P.S.I.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Conseguentemente a quanto già sostenuto in precedenti occasioni esprimiamo il voto favorevole del Gruppo D.C.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero

Le osservazioni contenute nella relazione al d.d.l. e le considerazioni svolte dall'Assessore e dal collega Moretti ricordano come in materia di impianti sportivi della Regione sia necessaria una razionalizzazione, oltre che un intervento migliorativo delle strutture.
Questo venne osservato in commissione da parte di tutte le forze politiche presenti. In particolare si è rilevato come vi siano impianti sovradimensionati rispetto alla realtà locale e rispetto ad impianti settoriali che rispondevano ad esigenze del passato e che sono oggi inutilizzati o sottoutilizzati e come sia opportuno affrontare questa tematica con quella relativa all'accesso allo sport da parte dei cittadini in un discorso di programmazione che chiaramente deve avere più voci e più contributi da parte degli enti interessati Coni e Stato.
Crediamo sia necessario un approfondimento politico anche per richiamare gli enti locali all'esigenza di coordinare i loro interventi con la Regione anche nel caso di interventi per il recupero di impianti esistenti o di trasformazione di impianti in funzione.
Il Gruppo P.C.I. vota favorevolmente il d.d.l.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 43 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 418: "Provvedimenti in materia di tasse sulle concessioni regionali"


PRESIDENTE

Il punto ottavo all'ordine del giorno reca: esame progetto di legge n.
418 "Provvedimenti in materia di tasse sulle concessioni regionali". Il provvedimento è stato approvato a maggioranza dalla I Commissione.
La parola al relatore, Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero, relatore

Il problema delle entrate regionali si fa ogni giorno più pressante non solo sotto l'aspetto della rigidità che, sia per la natura derivata delle medesime, e sia per il vincolo di destinazione che caratterizza la maggior parte dei trasferimenti statali, viene impressa al bilancio regionale, ma soprattutto per la scarsità delle risorse disponibili rispetto alle necessità che la situazione sociale ed economica della Regione richiedono, e per la scarsa liquidità disponibile nelle casse regionali.
Si è già avuto l'opportunità di rilevare, in occasione della discussione sul bilancio di previsione e dell'assestamento del medesimo tutti gli aspetti negativi che caratterizzano le entrate regionali: dalla mancanza di elementi di certezza circa i criteri di finanziamento, per la mancanza di una normativa che li definisca, in quanto quella esistente è da tempo ormai scaduta, ai criteri di indicizzazione delle risorse in base ai tassi programmati di inflazione che vengono applicati, e che o non riguardano tutte le poste di entrata, ma solo una parte di esse, o non sono applicati in base a principi di automatismo; sta di fatto che le entrate regionali hanno perso in valori reali nello spazio di un triennio oltre il 20 per cento dell'ammontare che esse dovrebbero presentare in base ad una corretta ed automatica applicazione dei meccanismi di indicizzazione.
D'altro lato è anche stato più volte rilevato il costante incremento delle spese correnti ed in particolare delle spese obbligatorie rappresentate oltreché dalle spese di funzionamento e dagli oneri d'ammortamento dei mutui contratti dalla Regione anche da tutti gli impegni a favore di terzi che la Regione assume e che si protraggono nel corso degli anni.
Da tutto ciò discende la necessità per la Regione di ricorrere ad entrate proprie, non derivate cioè dalla finanza statale, che ha come conseguenza non solo la richiesta del riconoscimento alle Regioni, da parte dello Stato, di una capacità impositiva su determinate materie, ma, dove questa già esiste, lo sfruttamento di ogni possibilità di adeguare dette entrate da un lato alla perdita di valore derivante dal fenomeno inflattivo che ogni anno si verifica e dall'altro alle sempre maggiori necessità che i settori interessati presentano.
Una di queste possibilità di adeguamento è offerta dall'articolo 25 del D.L. 28 febbraio 1983 n. 55 convertito, con modificazione, nella legge 26 aprile 1983, n. 131, che dà facoltà alle Regioni a statuto ordinario di aumentare annualmente le tasse sulle concessioni regionali, in misura non superiore al 20 per cento dell'importo determinato per il periodo immediatamente precedente. Queste tasse di concessione regionale si applicano a provvedimenti amministrativi assunti dalla Regione in vari settori tra cui: igiene e sanità, agricoltura, fiere e mercati, turismo ed industria alberghiera, caccia e pesca, ecc.
E' evidente che gli introiti per la Regione sono consistenti data la vastità dei settori coinvolti e per le ampie fasce di contribuenti interessati in particolare, per la caccia e per la pesca, trattandosi di licenza o abilitazione, interessano tutti i cittadini che praticano queste attività.
La Regione è quindi consapevole dell'incidenza non marginale che dal punto di vista economico tale legge avrà su queste categorie di cittadini è però necessario far fronte come più sopra sottolineato a sempre più pressanti esigenze finanziarie per dare modo alla Regione di funzionare e di rispondere in modo sempre più adeguato alle esigenze ed alle attese della collettività piemontese.
Dal punto di vista finanziario e di adeguamento delle entrate regionali, la I Commissione che ha valutato attentamente tutti gli aspetti conseguenti a questo aumento delle tasse di concessione regionale, ha ritenuto il provvedimento accoglibile per cui ne consiglia l'approvazione da parte di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire. La Giunta ha facoltà di replica. La parola al Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

E' opportuno meditare sulla richiesta delle Regioni in recenti riunioni in ordine ad una propria capacità impositiva.
Sempre meno "interessanti" si fanno gli esborsi da parte dello Stato per quanto riguarda i fondi comuni, i fondi di investimento, le risorse finalizzate, mentre probabilmente, qualche cosa di più si può fare da parte delle Regioni attraverso le caratteristiche di natura impositiva diretta nel territorio.
I tributi propri erano fermi al 1972. A volte piccole tasse non superavano le 3/4000 lire, tant'è vero che se non le avessimo aumentate sarebbe stato anche del tutto inutile versarle, perché costava più il versamento del rendimento della tassa.
Le Regioni più che piangere sulle finanze statali, impoverite e gravate da tanti oneri sarebbe opportuno avessero la possibilità di autofinanziarsi.
Probabilmente questo sarà il tema sul quale in autunno Parlamento e Senato tratteranno in sede di modifica alla legge finanziaria.
Oggi la Regione Piemonte provvede ad un minimo adeguamento delle tariffe che erano ferme da tanti anni. La Giunta è impegnata a proporre un sistema riduttivo per la licenza sulla pesca per i minori di 14 anni.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Il numero d'ordine 14 della tariffa annessa alla legge regionale 6 marzo 1980, n. 13 e successive modifiche, è così sostituito: Concessione di costituzione di: 1) azienda faunistico-venatoria, per ogni ettaro tassa di rilascio L.
8.000; tassa annuale L. 8.000 2) centro privato di produzione di selvaggina: tassa rilascio L.
240.000; tassa annuale L. 240.000.
Legge 27 dicembre 1977, n. 968 artt. 36, 6 e 24, quarto comma Legge regionale 17 ottobre 1979, n. 60 e succ. mod. - art. 57.
Nota: le tasse annue debbono essere corrisposte entro il 31 gennaio dell'anno cui si riferiscono.
Le tasse di rilascio ed annue dovute per le concessioni di aziende faunistico-venatorie sono ridotte ad un decimo per le aziende individuali e consorziali private situate nell'ambito della zona faunistica delle Alpi.
La concessione ed il rinnovo sono disciplinate dalla Legge 27 dicembre 1977, n. 968 e dalla legge regionale 17 ottobre 1979, n. 60 e succ. mod.".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il numero d'ordine 15 della tariffa annessa alla legge regionale 6 marzo 1980, n. 13 e succ. mod., è così sostituito: Abilitazione all'esercizio venatorio: a) con fucile ad un colpo, con falchi e con arco: tassa rilascio L.
38.500; tassa annuale L. 38.500 b) con fucile a due colpi: tassa rilascio L. 54.000; tassa annuale L.
54.000 c) con fucile a più di due colpi: tassa rilascio L. 68.500; tassa annuale L. 68.500.
D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, art. 99 Legge 27 dicembre 1977, n. 968, art. 24 Legge regionale 4 settembre 1979, n. 58 e succ. mod.
Legge regionale 17 ottobre 1979, n. 60 e succ. mod.
Nota: La tassa annuale non è dovuta qualora non si eserciti la caccia durante l'anno. La ricevuta del versamento deve essere allegata alla licenza di porto d'armi per uso di caccia".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Il numero d'ordine 16 della tariffa annessa alla legge regionale 6 marzo 1980, n. 13 e succ. mod., è così sostituito: Licenza per la pesca nelle acque interne rilasciata ai termini dell'art. 3 del R.D. 11 aprile 1938, n. 1183 e successive modificazioni nonché della legge regionale 18 febbraio 1981, n. 7: Tipo A - Licenza per la pesca professionale con tutti gli attrezzi consentiti: tassa rilascio L. 29.000; tassa annuale L. 29.000 Tipo B - Licenza per i pescatori dilettanti con canna con o senza mulinello, con uno o più ami, tirlindana, bilancia di lato non superiore a metri 1,50: tassa rilascio L. 14.500; tassa annuale L. 14.500 D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 11, art. 1 lett. p).
Nota: Le licenze hanno la validità di sei anni dalla data di rilascio.
I titolari, oltre al pagamento della tassa, devono corrispondere contestualmente le seguenti soprattasse: per la licenza di tipo A: L. 11.000 per la licenza di tipo B: L. 7.500 Il versamento della tassa annuale ha la validità di un anno dalla data di rilascio o di rinnovo e non è dovuta qualora non si eserciti la pesca durante l'anno".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Gli importi delle tasse, soprattasse e contributi in vigore al 31 dicembre 1984, sono aumentati del 20 per cento con effetto dal 1 gennaio 1985.
Gli importi derivanti dall'aumento suddetto sono arrotondati alle cinquecento lire superiori. Nei casi in cui le tasse ed i contributi siano da determinarsi in relazione a quantità variabili, l'arrotondamento va operato sul totale dell'importo dovuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il Consigliere Gerini. Ne ha facoltà.



GERINI Armando

In linea di principio siamo d'accordo sulla revisione delle tasse sulle concessioni regionali e giacché siamo in argomento di tasse vorrei che il Presidente sciogliesse il nodo sulla tassa erariale delle aziende faunistico-venatorie.
C'è chi non ha ancora pagato né la tassa né la soprattassa. Ci sarà una sanatoria? Sarebbe effettivamente troppo oneroso aumentare del 20 per cento la tariffa erariale, perché per talune aziende faunistiche di piccola entità sarebbe un sacrificio troppo pesante.
L'aumento della tassa per i fucili a un colpo, due colpi o più colpi, a fronte della razionalizzazione dell'esercizio della caccia, potrebbe andar bene. Per quanto invece attiene alla licenza di pesca, specie per la fascia dei pescatori dilettanti, proporrei di non aumentare la tassa.
Il Presidente però ha già annunciato che con il riordino della normativa sulla pesca i giovani minori di 14 anni potrebbero essere esentati.
Chiedo allora che l'esenzione ci sia anche per un'altra categoria quella dei pensionati, per esempio dai 50 anni in avanti, perché se nella città di Torino i pensionati usufruiscono gratuitamente delle linee tranviarie, mi pare giusto che i pensionati delle altre zone, quanto meno non abbiano l'aumento di questa tariffa.
Se il Presidente vorrà sciogliere il nodo sulla questione dei pagamenti non effettuati specialmente sulle soprattasse per ritardato pagamento, e sulla questione di pescatori dilettanti, potremmo sciogliere un nodo e votare a favore di questo d.d.l., diversamente il nostro sarà un voto di astensione.



PETRINI LUIGI



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Ci sono altri che intendono svolgere delle dichiarazioni di voto? Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Anche noi ci asterremo su questo provvedimento. In linea di massima siamo d'accordo sull'aumento del 20 per cento delle tasse di concessione anche se è eccessivo, anche in considerazione del fatto che si tratta di una facoltà prevista in favore delle Regioni.
Siamo favorevoli all'autonomia impositiva degli enti locali, per questo è un provvedimento composito e una parte dell'introito riguarda la caccia e la pesca che come abbiamo constatato esaminando le variazioni di bilancio, beneficiano specificamente di questi introiti.
Forse valeva la pena di valutare anche un aumento di tariffa differenziato sul totale, non tanto per categorie, per cui non possiamo che associarci alla richiesta del collega Gerini. E' una materia che esige un approfondimento che non è stato consentito dal tempo breve, comunque, sulla differenziazione dell'aumento del 20 per cento noi lasciamo alla maggioranza la responsabilità dell'adozione del provvedimento e ci asteniamo.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Chiede la parola il Presidente della Giunta al quale devo per precisare che, in base al Regolamento, dopo le dichiarazioni di voto che precedono una votazione non è ammesso nessun altro intervento.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

E' vero. Devo soltanto fare una breve comunicazione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunque infrangiamo ugualmente il Regolamento.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

E' interessante che tutto il Consiglio sia informato. Nel 1980 fu stabilita la tassa sulle riserve di caccia. Alcuni riservisti osservarono che veniva violata una normativa statale e chiesero la remissione della questione di legittimità alla Corte Costituzionale.
Dal 1983 le riserve di caccia vennero annullate e si passò al regime delle aziende faunistiche, quindi la questione rimase ferma per qualche tempo.
Alla mia elezione, ritenni di attivarla, incominciai con le ingiunzioni, alle ingiunzioni fecero seguito le impugnative. Siamo ora alle impugnative avanti al Tribunale di Torino o al TAR.
Si può trovare una sistemazione perché la legge ce lo consente. Alcuni hanno dimostrato di volere andare in quella direzione. Se matureranno le condizioni per una sistemazione generale noi andremo in quella direzione ovvero sostanzialmente chiuderemo la partita delle riserve con il pagamento della tassa. Oggi siamo in regime di aziende faunistiche, il problema non si pone più. Sono cadute cento riserve. Ci sono solo più le aziende faunistiche. Questo lo dico a titolo di informazione, quindi il mio non è un intervento di replica.
La questione dei pensionati nel momento in cui voteremo la legge sulla caccia, verrà esaminata.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Dobbiamo procedere alla votazione finale sull'intero progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Varie

Esame progetto di legge n. 419: "Adesione all'istituzione di un premio alla memoria di Bruno Caccia, Procuratore capo della Repubblica di Torino"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Passiamo al punto nono all'ordine del giorno: esame progetto di legge n. 419 "Adesione all'istituzione di un premio alla memoria di Bruno Caccia Procuratore capo della Repubblica di Torino".
La legge è stata esaminata dalla I Commissione, il Presidente ha trasmesso l'approvazione all'unanimità.
Il relatore è Bianca Vetrino che ha facoltà di intervenire.



VETRINO Bianca, relatore

Mi permetto di chiedere l'attenzione dei Consiglieri regionali su questo provvedimento di legge perché esso non appaia come un'attività promozionale della Regione Piemonte, trattandosi di un premio, ma come contributo di altissimo valore politico, nel senso che tende ad affermare ancora una volta la tensione morale della Regione Piemonte verso i problemi del terrorismo e la sua angoscia verso le vittime che in questi anni purtroppo sul nostro territorio sono cadute.
Il 26 novembre del 1983 veniva assassinato, in un agguato tesogli nei pressi della sua abitazione, il dottor Bruno Caccia, Procuratore capo della Repubblica di Torino. Bruno Caccia era stato il primo giudice torinese ad indagare sul nucleo storico delle brigate rosse e da quando aveva assunto la carica di Procuratore capo, nel 1980, aveva coordinato e seguito personalmente le grandi inchieste di questi anni sul terrorismo, sulla droga, sullo scandalo dei petroli. L'Associazione nazionale magistrati ha deliberato di onorarne la memoria istituendo un premio da erogare annualmente a chi, nei concorsi per l'accesso alla Magistratura, consegua il miglior punteggio e scelga di svolgere le funzioni giurisdizionali nel distretto della Corte di Appello di Torino. L'Associazione ha sollecitato l'adesione a questa iniziativa di Enti e Società.
La Regione Piemonte già in altre occasioni è intervenuta con provvedimenti legislativi per dimostrare la propria sensibilità nei confronti delle vittime della violenza e per riaffermare i principi fondamentali di libertà, democrazia e rispetto delle leggi, che stanno alla base del vivere civile. Sono alcune leggi per il mantenimento dei figli di vittime di rapine o di attentati e la legge istitutiva di un fondo di solidarietà per interventi nei confronti delle vittime del terrorismo e delle loro famiglie.
La Regione Piemonte, pertanto, al fine di rafforzare la coscienza civile contro la criminalità e di onorare la figura di Bruno Caccia magistrato coraggioso che ha dedicato la vita alla difesa della legge e delle istituzioni, aderisce all'iniziativa dell'Associazione nazionale magistrati - sezione Piemonte e Valle d'Aosta - per l'istituzione di un premio alla sua memoria erogando all'associazione stessa la somma di Lit.
15.000.000.
Questa è la relazione ufficiale e se il Presidente mi consente, vorrei aggiungere alcune dichiarazioni di carattere personale che sono anche le dichiarazioni del Gruppo consiliare repubblicano. Alla fine dirò anche la posizione di voto del nostro Partito rispetto a questo provvedimento.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Può farlo subito.



VETRINO Bianca, relatore

In questi giorni la televisione ha trasmesso dalla Sicilia dei servizi sulle conclusioni del processo contro gli assassini di Chinnici, il magistrato ucciso dalla mafia. Intorno alla palazzina dove i magistrati hanno svolto una lunga camera di consiglio, la polizia presidiava con dei mezzi antiguerriglia pesanti per vigilare sulla sicurezza dei magistrati.
Erano delle immagini piuttosto terrificanti che mi hanno ricordato i primi processoni contro i terroristi a Torino con la città cinta d'assedio e la paura e la tensione della popolazione. Non sono certo delle immagini lontane, anzi i servizi della Sicilia ci dicono che l'emergenza contro il terrorismo e la malavita organizzata non è ancora finita. Non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia. Dobbiamo soprattutto insistere con lo Stato, affinché la Magistratura piemontese - noi ci dobbiamo occupare soprattutto dei nostri problemi - sia dotata di quell'organico e di quei mezzi di cui c'è grande bisogno.
Le stesse circostanze nelle quali fu ucciso Bruno Caccia, così brutalmente, ma anche repentinamente in una trama oscura che inevitabilmente si intreccia con le numerose e delicate inchieste che aveva condotto, rivelano i problemi e le devianze ancora aperte e da saldare.
Una giustizia forte e dotata è anche una giustizia equa in difesa e nella salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini. Per questo il Consiglio regionale bene ha fatto oggi a raccogliere e a fare propria la denuncia di questi giorni del Magistrato di sorveglianza dell'istituto circondariale torinese sulla condizione inumana de "Le Nuove", costrette fra sovraffollamento e segregazione. Credo che il nostro ordine del giorno sia quanto mai tempestivo e quanto mai importante. Le carceri infatti non servono a questo, lo abbiamo già affermato anche recentemente in occasione del dibattito consiliare.
Signor Presidente, il Gruppo repubblicano voterà a favore del premio alla memoria di Bruno Caccia con queste indicazioni che non relegano nel dimenticatoio della retorica il significato di questa iniziativa, ma si uniscono ai promotori di questa solidarietà, così vicini ed interpreti della coscienza della Repubblica.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Nella discussione generale ha chiesto la parola il Consigliere Marchiaro. Ne ha facoltà.



MARCHIARO Maria Laura

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, proprio poco più di un anno fa in questa sala con una riunione congiunta dei Consigli regionale provinciale e comunale di Torino, le istituzioni locali del Piemonte onoravano la memoria del Procuratore capo Bruno Caccia che era stato assassinato poche ore prima sotto la sua abitazione.
Avevamo tenuto altre volte riunioni di quel genere ed eravamo ben consapevoli che non si trattava di un rito; c'era da parte di tutti noi un rinnovato impegno a lottare ed a mobilitarci contro il terrorismo. In quelle ore era ancora prevalente l'ipotesi di un attentato terroristico.
Era stato considerato un colpo di coda del partito armato ormai ridotto alle corde. Tuttavia, nel giro di poco tempo, emerse un'altra traccia e ancora oggi sono in corso le indagini, ma la pista terroristica sembra definitivamente abbandonata e l'assassinio Caccia è con ogni probabilità da ascrivere al disegno criminoso di gruppi legati probabilmente alla mafia alla grande criminalità. E quel delitto fu proprio il primo segnale drammatico e clamoroso della presenza anche nella nostra regione di gruppi che operano strettamente legati alle organizzazioni mafiose. Vi sono state conferme successive a questa ipotesi; la stessa analisi è svolta nel corso del convegno "mafia e grande criminalità" che il Consiglio regionale promosse nell'autunno dell'83, mise in evidenza l'espandersi sul territorio nazionale della criminalità mafiosa. Fu chiaro anche che questa estensione nazionale era strettamente legata al controllo del mercato della droga.
Dunque, perché cadde il Procuratore Bruno Caccia? Non tocca a noi dare una risposta, che peraltro ancora gli organi giudiziari e le forze dell'ordine non hanno dato, tuttavia ci sembra di poter dire che c'è una stretta relazione tra l'impegno che il Procuratore aveva dispiegato nella lotta contro il terrorismo e l'impegno che stava esprimendo in quel momento contro questo nuovo gravissimo pericolo. Il Procuratore Caccia nel momento in cui fu colpito stava con ogni mezzo tentando di adeguare e di attrezzare gli apparati giudiziari torinesi per rispondere alla sfida che la grande criminalità aveva lanciato. E noi sappiamo che la risposta degli apparati giudiziari costituisce un punto centrale non solo per il funzionamento dell'ordinamento statale, ma anche per il rapporto fra cittadini e istituzioni.
Nella battaglia contro le organizzazioni criminali di tipo mafioso è essenziale, come lo è stato nella lotta al terrorismo, accomunare l'impegno degli apparati a quello delle istituzioni elettive e delle forze democratiche. Questa è per tutti noi, forti dell'esperienza di questi anni una convinzione non rituale. E dobbiamo anche ricordarci che non è stato facile, immediato e scontato questo intreccio. Vi è stato un processo complesso, vi sono stati momenti di grande difficoltà. In questo processo è apparso chiaro che la crescita di una coscienza collettiva su questi temi si realizza soltanto a condizione che i corpi dello Stato riescano a esprimere una reale capacità di risposta attraverso l'efficienza, la competenza e la professionalità.
Il Procuratore capo, Bruno Caccia, aveva dato un grande contributo a questo processo di maturazione e di crescita degli apparati giudiziari quindi con l'atto di oggi, noi non onoriamo soltanto la memoria di un magistrato coraggioso, caduto perché credeva fermamente nelle funzioni che gli erano state assegnate, ma vogliamo confermare l'impegno a questo stretto rapporto tra istituzioni e corpi dello Stato in un momento particolarmente delicato anche per la nostra regione, in cui la diffusione della grande criminalità rappresenta una realtà senza precedenti ed indica una reale minaccia per il sistema democratico.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchini.
Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale esprime voto favorevole alla proposta che ci è sottoposta e si compiace del tempismo con cui si dà risposta alla richiesta dell'Associazione che ha promosso questo premio. Il Consiglio regionale da sei anni su queste vicende ha assunto una posizione non secondaria rispetto ad altre sedi.
L'uccisione di un magistrato fa pensare alle tragedie del '600:l'uccisione di un magistrato è il punto più alto dell'attacco alle istituzioni. Nelle antiche istituzioni le magistrature erano non solo giudiziaria, ma anche civili, nel senso che magistrati, in un altro linguaggio, saremmo anche noi. Il magistrato è diventato nella società una figura al di fuori delle tensioni e delle passioni che garantisce alla società la sua sopravvivenza, la qualità della vita. Quando si attenta ai vertici della magistratura evidentemente si attenta al profondo del valore di una società. Quindi mi sembra giusto che non solo la società degli amici, ma la società civile voglia fermare nel tempo questo momento l'uccisione di Bruno Caccia, come un atto drammatico, un attentato ai valori più significativi di una società che vanno al di là del valore umano e professionale della persona che tutti abbiamo conosciuto ed apprezzato.
Mi pare che gli interventi che ci hanno preceduto abbiano detto alcune cose di troppo ed alcune cose non sufficienti. Dall'emergenza del terrorismo si è usciti e se storicamente questo non viene registrato facciamo offesa soprattutto alla magistratura, alle forze dell'ordine, alle forze politiche, ai sindacati ai cittadini che hanno vinto questa battaglia contro il terrorismo, non solo per giustizia storica, bisogna dire che la battaglia contro il terrorismo non solo è finita, ma è stata vinta altrimenti rischiamo di mettere sullo stesso piano i comportamenti che si sono tenuti con quelli che dovremmo tenere: sono completamente diversi. C'è una situazione di emergenza - su questo sono d'accordo con la collega Vetrino - nella misura in cui la criminalità organizzata è uscita dal palermitano o dall'altopiano della Sila ed ha aggredito società che sembravano fino a ieri immuni e nascoste. L'emergenza c'è, ma c'è una linea di demarcazione chiara e netta tra il passato ed il futuro, che dobbiamo individuare e avere ben presente per non commettere l'errore di ritenere che comportamenti del passato siano sufficienti rispetto ai problemi del presente e del futuro. Qual è stata la lezione ideale che la collettività ha dato nella lotta al terrorismo? Il terrorismo non si augurava di vincere sul campo una guerra armata, ma si augurava di mettere in pista un processo di degenerazione del sistema politico tale che nei confronti dello stesso sistema politico sempre un numero minore di cittadini si riconoscesse quindi, non riconoscendosi nel sistema politico, si riconoscesse nel sistema armato. La battaglia è stata vinta sulla qualità della risposta che non è stata tanto una risposta di efficienza, di tempestività, ma è stata soprattutto accettazione della sfida al terrorismo, senza uscire dal quadro del garantismo giuridico italiano, che è uno dei più avanzati del mondo. Questa compostezza della collettività nel suo complesso non ha fatto passare il disegno terroristico e a questo hanno concorso tutti, i magistrati, le forze dell'ordine, le forze politiche, le grandi masse operaie e i sindacati. Attenzione! Bastava dal punto di vista politico come disse un grande rivoluzionario davanti ai suoi giudici "Non tornare indietro", bastava non tornare indietro rispetto alle proprie scelte e alle proprie decisioni per combattere la guerra al terrorismo. E' bastato non tornare indietro sul piano della qualità della vita e della civiltà giuridica e si è contrapposto al disegno delirante un disegno razionale che è uscito vincente.
Nei confronti dell'emergenza l'impegno della società civile e delle istituzioni è molto più difficile. Se rimaniamo nella situazione in cui siamo non vinceremo la guerra nei confronti della camorra, nei confronti della 'ndrangheta e di consimili organizzazioni. Se queste organizzazioni che hanno una tradizione delinquenziale, ma anche socio-economica, hanno trovato terreno delinquenziale e socioeconomico anche in realtà che ritenevamo inattaccabili, comunque diverse dal punto di vista storico, vuol dire che la nostra società è ben lontana dall'assicurare ai cittadini tutte le garanzie di vita che possano sottrarli al fascino e all'attrattiva di questo tipo di criminalità.
La criminalità organizzata non è pericolosa nella misura in cui è organizzata, ma è pericolosa nella misura in cui è radicata e nella misura in cui è capace di radicarsi. Allora è evidente che se grandi città del sud non riescono a darsi dei governi, se le grandi città del sud continuano a conoscere più il ricatto che non la giustizia, se le grandi città del sud continuano a conoscere più il compare d'anello come distributore di giustizia che non le corti massime, è evidente che sul piano culturale sociale e politico il fenomeno della criminalità organizzata non viene sconfitto. Qui sta la differenza.
Nei confronti del terrorismo non si dovevano nel modo più assoluto ridurre i livelli della qualità civile e della qualità giuridica della nostra vita. Nei confronti di questi processi, soprattutto dal punto di vista politico e socio-economico, molto, moltissimo resta da fare, per esempio, controllare come mai alcuni Partiti prendono tanti voti in tante città del sud. Il fenomeno della mafia è un fenomeno prevalentemente e prioritariamente politico e culturale. Noi conosciamo soprattutto il braccio armato di questa società, ma sono convinto che il braccio armato non sia quello che fa i maggiori danni (per carità, fa cose odiose perch uccide la gente, rapisce) il danno maggiore al corpo sociale lo commettono i comportamenti di certi ambienti che passano attraverso le lobbies attraverso i vestiti "fumo di Londra".
Tutto quanto sfugge al quadro del rapporto giuridico all'interno della società, tende ad allearsi con questo sistema, con questa cultura e con questo tipo di potere che poi ha anche un braccio armato, quello che conosciamo e nei confronti del quale la Magistratura deve essere messa in condizioni di agire con una risposta efficace, pronta e significativa risposta che attiene soltanto all'aspetto armato del fenomeno, che ha certamente risvolti più significativi dal punto di vista politico culturale ed anche economico in versanti che non arrivano alla delinquenza armata, ma che sono da combattere. E molto più difficile combattere questo processo che non quello nei confronti del quale ci siamo misurati e ne siamo usciti vincitori.
Pur non volendo fare una gerarchia di valori tra le vittime della violenza e della delinquenza, Bruno Caccia rappresenta l'anello di congiunzione tra queste due realtà, la persona che si era impegnata tra i primissimi nell'indagine sul terrorismo. E' stato anche tra i primi a cogliere l'esigenza che la società si attrezzasse rispetto a un fenomeno nuovo, rispetto a un processo nuovo.
Questo elemento che è del passato ma che è anche del futuro ci porta a dire che non solo è opportuno e giusto che si concorra a questa iniziativa ma che il concorrere sia non soltanto un riconoscimento per il passato, ma un impegno per il futuro.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE PETRINI

Ha chiesto di parlare il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Anche il Gruppo D.C. si riconosce nella relazione della collega Vetrino e considera giusta l'iniziativa legislativa assunta dai colleghi dell'Ufficio di Presidenza intesa a ricordare la figura di Bruno Caccia, il magistrato che ha perso la vita subendo un attacco la cui natura non è stata chiarita. La sua è una figura limpida nella battaglia contro il terrorismo.
Noi non ci sentiamo di dire che la battaglia è definitivamente vinta forse non è conclusa.
Possono esserci sempre dei ritorni. La battaglia contro il terrorismo ha visto il concorso solidale delle forze politiche e democratiche, dello Stato, di tutti i suoi organismi, forse è stata un po' tardiva e incerta all'inizio, ma alla fine è stata netta e precisa.
E questa dichiarazione trae conferma dalle posizioni assunte da un implicato nelle brigate rosse, il prof. Fenzi, il quale a posteriori riconosceva la capacità dello Stato di difendersi senza subire il ricatto dei terroristi.
Rimane l'aspetto legislativo. Sarebbe assurdo negare che in questa fase, con l'obiettivo di difendere l'immagine dello Stato e il garantismo nei confronti delle persone, siano mancati interventi di carattere eccezionale.
La legge sui pentiti, sotto certi aspetti, è discutibile, ma è chiaramente finalizzata al risultato.
Sono di oggi le proposte modificative sulla carcerazione preventiva del Ministro Martinazzoli, il quale afferma che anche il ritorno ad un garantismo maggiore ha il significato di un passo verso il superamento della fase dell'emergenza.
Ci auguriamo che la fase dell'emergenza sia veramente superata e mentre rivolgiamo il pensiero a Bruno Caccia e a tutti quanti hanno perso la vita nella lotta al terrorismo, non possiamo non rivendicare anche il sacrificio svolto dagli uomini del nostro Partito, che sono stati in prima linea con decisioni talvolta sofferte, ma che per primi si sono schierati per una politica di fermezza e di difesa delle istituzioni che ha avuto i suoi prezzi ma che ha avuto anche i suoi risultati.



MARCHIARO MARIA LAURA



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ha chiesto di parlare il Presidente Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Cari colleghi, ringrazio l'Ufficio di Presidenza che ha voluto presentare questo d.d.l. che ritengo doveroso e soprattutto giusto, che onora la memoria di un uomo col quale ho avuto lunghissimi anni di comunanza. Ne conoscevo anche il padre che era Presidente della Corte d'Assise di Cuneo.
Lunedì, qui, si terrà un convegno sull'ordine pubblico a cui interverrà il Ministro Scalfaro. La Giunta regionale si presenterà in quella circostanza con una relazione quindi non ritengo di intervenire su questo argomento oggi.
Concordo che se vi fossero stati tanti uomini come il Procuratore Caccia, probabilmente molte cose non sarebbero passare. Inchiniamoci alla sua memoria.
Uomini come Bruno Caccia costituirebbero delle trincee valide ad arginare un fenomeno che sembra non aver fine, che anzi si trasforma cambia volto ma la cui matrice è sempre la stessa.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Al fine di rafforzare la coscienza civile contro la criminalità e di onorare la memoria di Bruno Caccia, Procuratore della Repubblica di Torino la Regione Piemonte aderisce all'iniziativa dell'Associazione nazionale magistrati - Sezione Piemonte e Valle d'Aosta - per l'istituzione di un premio alla memoria di Bruno Caccia, mediante l'erogazione alla stessa della somma di lire 15 milioni.
Il premio è erogato dall'Associazione nazionale Magistrati - sezione Piemonte e Valle d'Aosta - in favore del neo-magistrato che abbia riportato il miglior punteggio nella graduatoria al termine del concorso annuale per l'accesso in Magistratura e che abbia scelto di svolgere le funzioni giurisdizionali del Distretto della Corte d'Appello di Torino".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Per l'attuazione della presente legge è autorizzata per l'anno finanziario 1984 la spesa di lire 15 milioni.
Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge si fa fronte mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento iscritto al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per il 1984 e con riduzione di pari ammontare dell'accantonamento indicato nell'elenco n. 4 allegato al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1984 per far fronte agli oneri derivanti dall'approvazione del D.D.L.
avente per oggetto il recepimento del contratto di lavoro 1982/1984 per i dipendenti regionali.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1984 viene istituito apposito capitolo avente la seguente denominazione: 'Premio alla memoria di Bruno Caccia, Procuratore della Repubblica di Torino' e con lo stanziamento di lire 15 milioni in termini di competenza e di cassa.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 35 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame progetto di legge n. 414: "Intervento fidejussorio della Regione Piemonte a favore del 'Consorzio depurazione acque di Savona' nei mutui da contrarsi per opere di disinquinamento del fiume Bormida"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Il punto decimo all'ordine del giorno reca: "Esame progetto di legge n.
414: "Intervento fidejussorio della Regione Piemonte a favore del Consorzio depurazione acque di Savona nei mutui da contrarsi per opere di disinquinamento del fiume Bormida".
Relatore è il Consigliere Ferro che ha la parola.



FERRO Primo, relatore

Darei per letta la relazione con una precisazione. A pagina 2 della relazione si parla di un investimento da parte dell'Acna di 100 miliardi di lire.
Sembra quasi intendere che 100 miliardi siano rivolti esclusivamente alla depurazione; si tratta invece di 100 miliardi in cui sono compresi anche interventi per innovazioni tecnologiche



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Non essendovi interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Finalità) "La Regione Piemonte, a tutela di rilevanti interessi socio-ambientali delle proprie popolazioni, con particolare riguardo alle zone piemontesi interessate dal fiume Bormida, partecipa alla realizzazione di adeguati impianti per la depurazione delle acque reflue degli stabilimenti Acna di Cengio mediante la concessione di fidejussione a favore del Consorzio depurazione acque di Savona a servizio dei prestiti che il medesimo potrà contrarre per il finanziamento delle opere di adduzione delle acque pretrattate dagli stabilimenti Acna fino all'impianto consortile di Savona".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Fidejussione) "La fidejussione è prestata, in via solidale, a garanzia di tutte le obbligazioni nascenti dai contratti di mutuo che il Consorzio stipulerà per il finanziamento delle opere di adduzione di cui al precedente articolo e comprende la restituzione del capitale mutuato, nell'ammontare complessivo massimo di L.13 miliardi, ed il pagamento degli interessi corrispettivi degli eventuali interessi di mora e di tutti gli altri oneri contrattualmente previsti a carico del mutuatario.
La fidejussione è prestata per la differenza fra l'ammontare del mutuo e la garanzia reale offerta.
La Giunta regionale è autorizzata ad adottare i conseguenti provvedimenti amministrativi per la concessione della garanzia fidejussoria alle condizioni in uso presso l'Istituto mutuante, con particolare riferimento all'approvazione delle bozze contrattuali e alla designazione del rappresentante della Regione che dovrà intervenire nei contratti dei mutui assistiti dalla fidejussione regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Norme finanziarie) "Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in un massimo di 2.850 milioni annui, si fa fronte per l'anno 1985 con lo stanziamento di cui al capitolo 12400 'Fondo a disposizione per interventi programmati'. Per gli anni successivi si provvederà con le leggi di approvazione dei relativi bilanci.
Nei bilanci regionali degli esercizi dal 1985 al 1999 - Settore Spese viene conseguentemente istituito, in termini di competenza e di cassa apposito capitolo recante la seguente intitolazione: 'Fidejussione a favore del Consorzio depurazione acque di Savona' con l'iscrizione delle somme occorrenti - nei singoli esercizi - all'eventuale intervento fidejussorio regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Distributori carburante

Esame progetto di legge n. 410: "Norme per la razionalizzazione della rete di distributori carburanti"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Il punto undicesimo all'ordine del giorno reca: esame progetto di legge n. 410 "Norme per la razionalizzazione della rete di distributori carburanti".
Il d.d.l. è stato approvato a maggioranza: la relazione è del Consigliere Di Gioia che ha la parola.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

DI GIOIA Vittorio, relatore



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Anche per lasciare spazio al dibattito e ad eventuali emendamenti darei per letta la relazione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ringrazio il Consigliere Di Gioia. I Consiglieri conoscono il testo della relazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Cerchio. Ne ha facoltà.



CERCHIO Giuseppe

Cercherò di essere breve anche se la brevità non deve far pensare che si tratti di due provvedimenti di scarso rilievo. L'importanza dell'argomento in discussione si evince dagli interessi che stanno alla base di una razionalizzazione del sistema distributivo in Piemonte. Sono all'esame del Consiglio regionale un d.d.l. e una relativa deliberazione ad esso collegata.
Il termine razionalizzare assume una valenza diversa a seconda dei soggetti interessati siano soggetti imprenditori, siano gestori, siano utenti. E a noi pare che si debba ricercare fino in fondo un giusto equilibrio per la redistribuzione di oneri di esercizio ai vari soggetti.
Si parla di diseconomie infatti sono problemi che interessano tutti. In sede di commissione competente abbiamo cercato di dare alcuni suggerimenti con la presentazione di una serie di emendamenti.
Altri emendamenti abbiamo presentato questa mattina alla Giunta augurandoci che vengano valutati e accolti.
Una attenzione particolare deve essere rivolta alle esigenze degli imprenditori grandi, ma è soprattutto alle esigenze delle piccole realtà imprenditoriali che hanno scarse alternative al confronto con le grosse aziende che hanno maggiore capacità di programmare interventi compensativi sia sul piano territoriale che sul piano strutturale.
Abbiamo cercato di considerare con una certa attenzione particolare alcuni aspetti legati alle realtà rurali o comunque periferiche sostenendo che non vale in assoluto il principio di stabilire livelli minimi di erogato ritenendo che il grado di economicità da ogni punto-vendita discende da una somma dalla tipologia dell'impianto o da altri elementi.
Ci chiediamo se questo piano risponde alle effettive esigenze dei soggetti interessati e di coloro che sono fruitori del servizio e riteniamo che risponderà in misura maggiore se anche gli emendamenti che presentiamo saranno accolti.
Un ultimo aspetto che vorrei toccare in breve si riferisce alla extra rete, cioè a quell'insieme di distributori ad uso privato sistemati all'interno di stabilimenti, di cantieri e di magazzini. E' un aspetto più ridotto e settoriale, ma essenziale per il funzionamento delle attività imprenditoriali.
Auspichiamo una linea che non penalizzi questo settore, proprio perch è strumento funzionale nell'ambito della produzione.
Con queste brevissime considerazioni attendiamo che la Giunta si pronunci sugli emendamenti che abbiamo presentato al d.d.l. e alla deliberazione.
Il nostro giudizio lo esprimiamo in sede di dichiarazione di voto.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Sartoris. Ne ha facoltà.



SARTORIS Riccardo

Non ho seguito l'iter di questo d.d.l., pertanto desidero chiedere all'Assessore che nella risposta dia assicurazioni in ordine ai territori montani, in particolare per quanto attiene ai distributori di gasolio per autotrazione.
In alcuni casi l'approvvigionamento di gasolio per autotrazione, in particolare per i mezzi di lavoro, è molto carente. Coloro che si devono approvvigionare di gasolio devono percorrere 30/40 km per raggiungere il distributore più vicino.
E' vero che nella relazione è detto che sarebbe comunque garantito il servizio di distribuzione nei piccoli comuni, isolati o caratterizzati da turismo stagionale, ma poiché nel testo di legge non ho trovato lo specifico riferimento alla enunciazione di questo principio, desidero avere assicurazioni in ordine al comportamento della Giunta regionale qualora fossero state avanzate domande per ottenere l'autorizzazione all'installazione di distributori nelle zone montane.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gerini. Ne ha facoltà.



GERINI Armando

Circa un mese fa ho chiesto alcuni chiarimenti circa il potenziamento di una stazione di rifornimento sita a San Giorgio Monferrato, la quale è situata accanto ad una importante fabbrica, la Rotomec, dove lavorano centinaia di operai ed impiegati che provengono dai paesi collinari circostanti, la maggior parte dei quali non è dotata di colonnine erogatrici.
In appoggio alla richiesta di potenziamento della stazione di San Giorgio si pronunciano i sindaci di sette Comuni circostanti.
L'Assessorato mi aveva risposto che la colonnina di gasolio richiesta in aggiunta alle altre non potrà avere l'assenso perché l'impianto non è individuato come utile nel piano. Scorrendo le tavole del progetto che fanno parte integrante della deliberazione della Giunta, vedo che San Giorgio è inserito in una di esse come comune di medio livello di urbanizzazione e, nella tavola principale, la n. 1, risulta che San Giorgio da un impianto passerà a zero impianti.
Ecco perché ho molte perplessità su questo piano che prevede la riduzione drastica da 3647 a 2700 i punti censiti nel 1980. Capisco che molti punti di erogazione debbano sparire; mi pare però che i coefficienti per la soglia di economicità siano troppo elevati e da questa soglia derivano le tabelle di progetto-rete che per i paesi medio grandi sono una specie di sciagura.
Confrontando alcuni Comuni delle province di Torino, di Asti e di Alessandria, che sono quelli che meglio conosco, ho rilevato una disparità rilevante tra l'una e l'altra provincia; per esempio Cavagnolo da 3 impianti si riduce a 1, Brandizzo ha un impianto solo, Robella d'Asti (600 abitanti) due impianti.
Il mio paesello (1600 abitanti) da tre impianti dovrebbe passare a uno Grazzano Badoglio nessuno, Moretta mantiene 4 impianti con 2.500 abitanti.
Caro Presidente e caro Assessore Bruciamacchie, la direttiva del PEN che nel 1978 evidenziava la necessità di promuovere una politica di risparmi energetici, reca ora l'effetto contrario perché se gli utenti di questi ed altri paesi dovranno percorrere molti km per potersi servire del carburante, questa politica è perfettamente contraria a quella ipotizzata in alto loco.
Mio padre mi insegnava che le pere o le mele bacate non maturano e cadono prima delle altre dall'albero; perciò lasciate in vita quei distributori che sono in regola con le norme di traffico stradale che cioè non sono vicino alle curve, non sono in prossimità di incroci, che non ostruiscono la vista di alcuni monumenti e che hanno una sede di servizio indipendente poiché, se diventeranno antieconomici si elimineranno da soli.
Infatti quanti distributori abbiamo visto, specie nei piccoli centri inattivi e poi smontati. Morire di morte naturale, come dice il mio amico Borando.
In quest'aula Consiglieri che abitano in piccoli paesi forse saremo in due, il dott. Gastaldi ed io, ed è diventata una iattura. Nel 1973 ci hanno portato via gli uffici finanziari, gli uffici di collocamento, i parroci (forse a qualcuno potrà anche fare piacere) insomma siamo sottoposti a un depauperamento di valori, di tradizioni, di strutture impressionante.
Ho l'impressione che questo piano degli impianti di carburante sia stato fatto così come venne fatto quello delle farmacie; tante farmacie tanti impianti di carburante.
La differenza è che gli utenti che lavorano si servono più di carburante che di medicine. Inoltre questo piano non fornisce dati sicuri sulla domanda di carburante e di gasolio.
La percentuale di vendita di macchine a gasolio copre oggi circa il 30 per cento del totale. Negli anni '70 c'era la crisi del carburante e la politica del PEN aveva un senso: oggi la situazione è completamente diversa.
Questo piano non migliorerà anzi peggiorerà la situazione e la qualità del servizio sarà veramente messa a repentaglio. In realtà non sono riuscito a capire quali interessi si vogliano difendere. Certamente quelli delle società che forniscono il carburante e che pensano che il carburante sarà comunque fruito dagli utenti sia che ci siano 100 impianti o che ce ne siano 20.
Inoltre vi sono le aree attrezzate nelle quali si svilupperà l'economia che, secondo il piano dovrebbero soggiacere pure a diminuzione di impianti.
Nel caso di adeguamento del piano soffriremo come al solito del lungo iter burocratico.
In conclusione pur essendo d'accordo su taluni principi del piano proporrei di eliminare alcune tabelle ad esso allegate al fine di dare più elasticità al piano stesso che deve continuamente adattarsi alle realtà che mutano in continuazione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola all'Assessore Bruciamacchie per la replica della Giunta.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore al commercio

Ha ragione il Consigliere Cerchio a sottolineare che i due provvedimenti rivestono un'importanza considerevole e sono un momento significativo dell'attività della Regione nell'ambito di indirizzi generali sia a livello di piano energetico nazionale, sia in attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31/12/1982.
In questo anno e mezzo abbiamo lavorato con la collaborazione fattiva delle associazioni di categoria, degli operatori del settore in modo estremamente proficuo all'interno della IV Commissione e oggi giungiamo in aula con queste due proposte dal decreto richiamato del 1982.
L'esigenza di andare a una razionalizzazione di tutta la rete distributiva a livello regionale era una esigenza veramente sentita ed è quindi di significato il fatto di essere giunti tra le prime Regioni a dotarsi di uno strumento del genere.
Fino ad oggi la rete distributiva regionale era andata avanti senza nessuna logica programmatoria obbedendo di volta in volta all'interesse di questa o di quell'altra società operante nel settore e disseminando il territorio di una miriade di punti di vendita, di stazioni di servizio e di rifornimento che col trascorrere del tempo hanno finito per creare una condizione che però non garantiva il servizio e che produceva sicuramente dei costi elevati.
Se raffrontiamo i nostri impianti di distribuzione nazionali con quelli europei ci rendiamo conto di quanto siano distanti le percentuali di redditività e di erogato medio (60/70 per cento rispetto a quella della rete distributiva europea).
Quindi c'è l'esigenza di un intervento programmato, razionalizzatore.
Questo piano si realizza nell'ambito di 5 anni e vede come soggetti tutti i comuni.
Il piano si articola in studi e in proposte precise. Siamo stati attenti alle aree meno servite della Regione. Le aree che presentano maggiore livello di urbanizzazione e minore quantità di mezzi sono considerate come aree critiche nelle quali non viene applicato il disposto del decreto del 1982 in quanto quelle realtà indipendentemente dall'erogato medio dei 100.000 litri saranno mantenute. Il processo di concentramento andrà avanti invece nelle aree dove maggiore è stato lo sviluppo abitativo.
Gli obiettivi sono di passare dai 3647 impianti ai 2670 o ad un'ipotesi ancora più bassa. Questo processo non è attuato in forma coercitiva ma, in forza dei piani a livello comunale, comunque gli impianti con un erogato medio superiore a quello previsto dal decreto ricordato, cioè i 100.000 litri nel '76 oppure i 400.000 litri negli anni '81 e '82 rimarranno in vita.
Per quanto riguarda la rete del gasolio regionale l'art. 27 ha l'obiettivo di potenziare il servizio proprio per soddisfare una domanda che si presume crescente sempre che a livello nazionale non si adottino i provvedimenti abbastanza preoccupanti annunciati qualche mese fa.
Nelle valli le distanze tra i punti di vendita sono soltanto di 7 km quindi non sono distanze impossibili.
Abbiamo anche considerato la specificità di alcune aree compresa quella di Torino accogliendo le proposte che venivano avanzate in sede di consultazione. Ci sembra di aver risolto il problema del centro di Torino in modo soddisfacente. Abbiamo rispettato le norme di sicurezza che non sempre in passato sono state rispettate se consideriamo che a volte venivano installati gli impianti in prossimità di incroci, di curve, di dossi con seri pericoli.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Piano di razionalizzazione della rete distributiva) "La Regione, sulla base delle direttive del Governo e del CIPE provvede alla predisposizione ed alla approvazione del piano di razionalizzazione e ristrutturazione della rete distributiva dei carburanti tendente al raggiungimento delle seguenti finalità: a) soddisfacimento del requisito di pubblico servizio, e miglioramento della qualità del servizio erogato in relazione alle esigenze del traffico e di sviluppo economico del territorio regionale, tenuto conto della necessità di recupero e salvaguardia dei beni storici ed ambientali e di non intralcio della circolazione b) sufficiente redditività degli impianti, da realizzare anche attraverso la graduale chiusura degli impianti marginali, in ogni caso deve essere prevista la presenza di impianti di distribuzione nei centri isolati o caratterizzati da turismo stagionale.
L'esercizio delle funzioni amministrative, di cui ai successivi articoli, viene regolamentato, nell'ambito delle competenze della Regione e dei Comuni, dalla normativa di attuazione di 'Piano'....
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Funzioni della Regione) "Sono riservate alla Regione ed esercitate dal Presidente della Giunta regionale le funzioni amministrative delegate in materia di impianti di distribuzione carburanti, ad eccezione degli impianti situati lungo le autostrade e sui raccordi autostradali, concernenti: a) l'approvazione dello strumento delle localizzazioni degli impianti dei Comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti di cui al successivo art. 3 b) il rilascio di nuove concessioni, il rinnovo, il trasferimento della titolarità della concessione c) la revoca, la decadenza, la sospensione dell'efficacia delle concessioni relative ad impianti stradali d) il nullaosta per i provvedimenti comunali di trasferimento, di concentrazione e di potenziamento di impianti stradali operanti in Comuni diversi nell'ambito regionale e) il rilascio delle autorizzazioni o concessioni, riferite rispettivamente agli impianti di distribuzione carburanti ad uso privato e a quelli per natanti nonché il rinnovo, la decadenza e revoca dei provvedimenti medesimi.
Le funzioni previste alla lettera d) del presente articolo sono delegate al competente Assessore regionale.
In attuazione delle direttive del Governo esplicitate nel DPCM 31 dicembre 1982 la Regione provvede a revocare le concessioni afferenti gli impianti che nel 1976 abbiano avuto un erogato non superiore a 100.000 lt.
di prodotti salvo i casi di esclusione previsti dalla normativa di attuazione del 'Piano'.
Entro tre anni dall'entrata in vigore della presente legge la Regione emanerà norme con le quali sarà subdelegato agli Enti locali l'esercizio di altre funzioni amministrative in materia".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Funzioni dei Comuni) "Ai fini dell'attuazione degli obiettivi di 'Piano' i Comuni esercitano le funzioni amministrative concernenti: a) il rilascio delle autorizzazioni, per modifiche, trasferimenti concentrazioni, potenziamenti ed installazioni di apparecchiature self service pre-payment degli impianti stradali di distribuzione carburanti b) il rilascio delle autorizzazioni per la sospensione temporanea dell'esercizio degli impianti stradali di distribuzione carburanti.
I Comuni devono trasmettere tempestivamente alla Regione copia degli atti adottati nell'esercizio delle funzioni amministrative loro attribuite.
Entro due anni dalla data di approvazione della presente legge i Comuni, con popolazione superiore a 30.000 abitanti, adottano uno 'Schema di riferimento delle localizzazioni degli impianti stradali di distribuzione carburanti' approvato dal Presidente della Giunta regionale.
Nello stesso ambito temporale i Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti adottano una deliberazione programmatica delle localizzazioni degli impianti stradali di distribuzione carburanti che diviene esecutiva ai sensi dell'art.3 della legge 9 giugno 1947 n. 530 e successive modificazioni e integrazioni.
Sia lo schema di riferimento che la deliberazione programmatica di cui sopra devono essere predisposti conformemente ai criteri stabiliti dalla normativa di attuazione del 'Piano'.
Le determinazioni localizzative previste negli strumenti comunali predetti costituiscono oggetto di variante al PRGC; la variante viene adottata dal Comune e non abbisogna dell'autorizzazione regionale secondo quanto prescritto dall'art. 17 terzo comma della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 e sue successive modificazioni ed integrazioni.
In caso di persistente inattività dei Comuni nell'esercizio delle funzioni o dei compiti loro attribuiti dalla presente normativa - qualora le inattività comportino adempimenti da svolgere entro termini prefissati o risultanti dalla natura degli interventi - il Presidente della Giunta regionale, previa diffida all'Ente locale interessato, dispone il compimento degli atti relativi in sostituzione dell'Amministrazione comunale mediante la nomina di un Commissario".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Commissione consultiva regionale) "E' costituita presso la Regione una Commissione consultiva nominata dal Presidente delta Giunta regionale in base alle designazioni fornite da enti ed organizzazioni di seguito elencati.
La Commissione presieduta dal Presidente della Giunta regionale o dall'Assessore competente è così composta: un rappresentante degli Uffici tecnici delle Imposte di fabbricazione un rappresentante dei Vigili del fuoco un rappresentante dell'ANAS un rappresentante dell'ENI un rappresentante dell'Unione petrolifera un rappresentante delle organizzazioni a carattere nazionale della categoria commercianti all'ingrosso dei prodotti petroliferi più rappresentative nella regione un rappresentante delegato dalle compagnie petrolifere non aderenti ad alcuna organizzazione un rappresentante di ciascuna organizzazione sindacale a carattere nazionale della categoria dei gestori presenti nella Regione un rappresentante dell'ACI un rappresentante dell'ANCI Partecipano inoltre con diritto a voto limitatamente agli argomenti di loro interesse che di volta in volta vengono trattati: il Sindaco o un Assessore dell'amministrazione comunale interessata un rappresentante della Comunità Montana, per i Comuni montani e uno dell'Amministrazione provinciale interessata un rappresentante designato dall'Associazione nazionale distributori stradali g.p.l. per autotrazione un rappresentante delle organizzazioni a carattere nazionale delle imprese distributrici di metano per autotrazione più rappresentative nella regione.
Le funzioni di segreteria della Commissione sono esercitate da un funzionario dell'Assessorato regionale competente. La Commissione pu avvalersi di esperti del settore indicati dalla stessa e nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Con la stessa procedura di quelli effettivi sono anche nominati i membri supplenti. I membri della Commissione che senza giustificato motivo non partecipano alle riunioni per tre volte consecutive debbono essere sostituiti.
La Commissione resta in carica per il periodo della legislatura e rimane in funzione fino alla sua ricostituzione.
Le riunioni della Commissione sono valide con la presenza della maggioranza assoluta dei componenti mentre le sue deliberazioni sono validamente adottate con il voto della maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Presidente.
L'ordine del giorno deve essere inviato almeno otto giorni prima della riunione. In casi urgenti la Commissione può essere convocata, a mezzo comunicazione telegrafica, almeno 48 ore prima della riunione.
La Commissione viene consultata per la predisposizione del piano regionale di razionalizzazione della rete, di eventuali revisioni dello stesso, delle direttive da impartire ai Comuni.
Può inoltre essere consultata su provvedimenti riservati dalla presente normativa alla Giunta regionale e in ordine ad ogni altro argomento concernente la distribuzione di carburante per autotrazione che il Presidente della Regione o l'Assessore da questi delegato ritenga opportuno sottoporle.
Ai componenti della Commissione estranei all'Amministrazione regionale spetta l'indennità di presenza ed il rimborso delle spese di viaggio nella misura e con le modalità previste dalla legge regionale 2.7.1976, n. 33".
Vengono presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Cerchio e Brizio: al terzo comma aggiungere "un rappresentante della Federpiemonte".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
2) Dal Consigliere Cerchio: al terzo comma aggiungere: "- un rappresentante della Federazione delle associazioni industriali del Piemonte un rappresentante delle Associazioni dei commercianti operanti in Piemonte un rappresentante delle Associazioni degli artigiani operanti in Piemonte".
Tale emendamento viene ritirato e sostituito dal successivo: 3) presentato dall'Assessore Bruciamacchie: al terzo comma aggiungere: "- un rappresentante delle organizzazioni degli industriali un rappresentante delle organizzazioni degli artigiani un rappresentante delle organizzazioni degli autotrasportatori".
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore al commercio

Accolgo lo spirito dell'emendamento ma ritengo si debba usare la dizione del Ministero.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Pongo in votazione l'emendamento nel testo proposto dall'Assessore Bruciamacchie.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
4) Emendamento presentato dall'Assessore Bruciamacchie: all'ottavo comma, dopo la parola "componenti" inserire: "in prima convocazione e con la presenza di un terzo dei componenti in seconda convocazione".
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore al commercio

L'allargamento della Commissione può determinare una difficile governabilità della stessa commissione. All'ottavo comma si dice che la commissione può funzionare con la metà più uno dei rappresentanti e pu esprimere il parere con la maggioranza dei presenti.
L'esperienza ci suggerisce di poter far funzionare la commissione con un terzo dei componenti, quindi suggerisco questa correzione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Pongo in votazione tale emendamento Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione l'art. 4 così modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Collaudo - Vigilanza) "Ai sensi dell'art. 24 del DPR 27 ottobre 1971, n. 1269 gli impianti prima di essere posti in esercizio, devono essere collaudati dalla Commissione istituita dalla Regione per ognuna delle province. La domanda va inoltrata dal concessionario dell'impianto all'Assessorato regionale competente.
Restano fermi i controlli di natura fiscale e i controlli attinenti alla tutela della sicurezza e della incolumità pubblica, affidati dalle norme di legge in vigore alla competenza dell'UTIF e del comando dei Vigili del fuoco.
La vigilanza amministrativa è effettuata, oltre che dagli organi di polizia secondo le competenze attribuite dalle leggi, da dipendenti regionali e comunali nell'esercizio delle loro funzioni. E' pertanto fatto obbligo ai concessionari di consentire loro il libero accesso agli impianti, nonché di fornire alle amministrazioni regionali e comunali le informazioni richieste".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Sistema informativo) "Per una costante verifica di coerenza tra gli stati di avanzamento del processo di trasformazione della rete e gli obiettivi di piano, la Regione istituisce un sistema informativo automatizzato in grado di coordinare il flusso delle informazioni che attengono le variazioni strutturali amministrative e gestionali di ciascun impianto.
La Giunta regionale trasmette annualmente al Consiglio una relazione sui risultati raggiunti in funzione degli obiettivi fissati dal Piano e contestualmente eventuali variazioni al piano stesso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Norme finali) "Per quanto non previsto dalla presente legge e dalla normativa di attuazione del 'Piano' si applicano le disposizioni contenute nell'art. 16 del D.L. 26 ottobre 1970 n. 745 convertito in legge, con modificazioni, con la legge 18 dicembre 1970, n. 1034 nonché quelle contenute nel DPR 27 ottobre 1971 n. 1269 intendendosi sostituiti, agli organi dello Stato quelli della Regione e dei Comuni per le rispettive competenze.
Sono abrogate la legge regionale 10 dicembre 1979 n. 69 concernente la 'organizzazione delle funzioni amministrative subdelegate in materia di impianti di distribuzione carburanti per uso di autotrazione', la deliberazione C.R. 578-2374 del 20 marzo 1980 recante direttive ai Comuni per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia nonché ogni altra norma regionale incompatibile con la presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Procediamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 42 hanno risposto SI 28 Consiglieri si sono astenuti 14 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Distributori carburante

Esame deliberazione Giunta regionale n. 57-34746: "Piano di razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Il punto 12 all'ordine del giorno prevede l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 57-34746: "Piano di razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti".
Devo precisare che nel testo della deliberazione n. 57 della Giunta regionale e nei relativi allegati è scritta la parola "legge" al posto della parola "normativa". Le correzioni verranno fatte in sede di revisione formale e di coordinamento del testo da parte dell'Ufficio di Presidenza.
Inoltre sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) presentato dai Consiglieri Cerchio e Brizio: all'art. 39 del Regolamento, al termine del primo comma, dopo "è soggetta ad autorizzazione regionale", aggiungere: "sempreché si tratti di serbatoi aventi capacità superiore a 10 mc." 2) presentato dall'Assessore Bruciamacchie: all'emendamento n. 1 dei Consiglieri Cerchio e Brizio, dopo la parola "capacità", aggiungere: "pari o".
Chi è favorevole all'emendamento n, l è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Chi è favorevole all'emendamento n. 2 è pregato l'alzare la mano. E' approvato.
3) Presentato dai Consiglieri Cerchio e Brizio: il secondo comma dell'art. 39 del Regolamento è soppresso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
4) Presentato dai Consiglieri Cerchio e Brizio: all'art. 39 del Regolamento, ultimo comma, dopo le parole "salvo casi motivati da ragioni", inserire: "operative e/o produttive".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
5) Presentato dai Consiglieri Cerchio e Brizio: all'art. 40 del Regolamento, al primo comma sostituire "durata massima di dodici anni" con: "durata massima di diciotto anni".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
6) Presentato dai Consiglieri Cerchio e Brizio: all'art. 40 del Regolamento, dopo il punto 3 inserire il 4: 4) "per gli impianti di distribuzione automatica carburanti ad uso privato e dotati di serbatoi superiori a 10 mc., installati antecedentemente all'entrata in vigore della presente legge e privi di autorizzazione o con autorizzazione decaduta sono tenuti a presentare domanda di autorizzazione entro 90 gg. dall'entrata in vigore della presente legge.
Fino all'emanazione dell'autorizzazione regionale è consentito l'utilizzo degli impianti, salvo l'accertamento dell'idoneità tecnica delle attrezzature e da quanto previsto al precedente paragrafo 2".
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore al commercio

Proporrei alcune correzioni di tipo formale: dopo "serbatoi" aggiungere: "pari o"; sostituire le parole "presente legge" con: "presente normativa".



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Pongo in votazione tale emendamento con le modifiche proposte dall'Assessore Bruciamacchie.
Chi favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
7) Presentato dai Consiglieri Cerchio e Brizio: all'art. 40 del Regolamento, ultimo comma, sostituire "per la durata di dodici anni" con "per la durata di diciotto anni".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Per dichiarazione di voto ha la parola il Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Noi ci asterremo su questa deliberazione. Abbiamo votato a favore il disegno di legge sulla razionalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti perché tendeva ad attuare l'art. 52 del DPR 616, in particolare due decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, ma soprattutto perché le finalità del disegno di legge erano profondamente condivisibili intanto perché soddisfacevano al requisito del pubblico servizio quindi al miglioramento della qualità del servizio erogato in relazione alle esigenze del traffico e dello sviluppo. A questo proposito invito il Consiglio a portare attenzione anche agli orari. I lavoratori che escono dal lavoro alle 19 o alle 19 e trenta non trovano più i distributori aperti; questa è una questione da valutare in una società civile e moderna. E questo andrebbe incontro anche alle esigenze delle persone che stanno qui in quest'aula fino alle ore 19,30.
Il secondo requisito di questo provvedimento che abbiamo considerato con favore partiva dalla valutazione di una sufficiente redditività degli impianti, da realizzare purtroppo anche attraverso la chiusura graduale di impianti considerati marginali o non redditivi.
Non votiamo a favore la deliberazione perché ho l'impressione che ci troviamo di fronte al solito predicar bene e razzolare meno bene. Dico questo cogliendo nel segno le osservazioni o le insinuazioni che facevano taluni Consiglieri intervenuti prima di me. Mi riservo di valutare nello specifico questo piano di razionalizzazione. Per intanto il nostro atteggiamento è di astensione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Devo dare atto dello sforzo dell'Assessore che ha accolto in zona Cesarini le modifiche da noi proposte. Per questi motivi esprimiamo voto di astensione come testimonianza dell'attenuazione che l'Assessore ha riservato ai rilievi da noi sostenuti sia in Commissione che in aula.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Se non ci sono altri colleghi che chiedono di intervenire possiamo passare alla votazione della deliberazione.
Ve ne dò lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto l'articolo 52 del D.P.R. 24 luglio 1977 n. 616 con il quale è stato delegato alle Regioni a Statuto ordinario l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di distribuzione automatica di carburanti per uso di autotrazione visto il DPCM 8 luglio 1976 modificato con DPCM 31 dicembre 1982 recante le direttive alle Regioni per le funzioni sub-delegate di cui sopra e l'obbligo da parte delle Regioni di approvare il piano regionale di razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti visto l'art. 16 del DL 28 ottobre 1970 n. 745, convertito nella legge 18 dicembre 1970 n. 1034, recante le norme per l'esercizio dell'attività di distribuzione automatica carburanti per autotrazione e il relativo regolamento di esecuzione DPR 27 ottobre 1971 n. 1269 visto l'art. 1 della L.R. 10 dicembre 1979 n. 69 che prevede la predisposizione ed approvazione del piano in oggetto e tenuto conto che anche la L.R. 'Norme per la razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti', sostitutivo della L.R. 69/1979, ed approvata dal Consiglio regionale il 26 luglio 1984, contempla, tra l'altro, l'adozione di un piano di razionalizzazione della rete carburanti visto il parere favorevole espresso dalla IV Commissione che ha provveduto a consultare i rappresentanti degli enti e delle organizzazioni interessate alla presente proposta di piano delibera di approvare il piano regionale di razionalizzazione della rete di distribuzione carburanti nel testo allegato al presente provvedimento del quale fa parte integrante".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 26 voti favorevoli e 17 astensioni.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame deliberazione Giunta regionale n. 62-35952: "Approvazione piano di riparto dei contributi regionali ex art. 1 legge regionale 27 agosto 1982 n. 23 - Insediamenti produttivi finanziabili"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Il punto quattordicesimo all'ordine del giorno prevede l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 62-35952: "Approvazione piano di riparto dei contributi ex art. 1 legge regionale 27 agosto 1982 n. 23 Insediamenti produttivi finanziabili".
Questa deliberazione ha trovato l'unanimità della VII Commissione nella seduta del 25 luglio.
Ha chiesto la parola il Presidente della VII Commissione, Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Prendo la parola, per incarico della Commissione, per leggere una dichiarazione della Commissione stessa e che si ritiene di verbalizzare agli effetti dei comportamenti che si auspica che la Giunta vorrà tenere.
Nell'approvare la deliberazione, la Commissione ha ricordato che, data la non integrante utilizzazione dei fondi - messi a disposizione dallo Stato con la L. 650 - con la Legge regionale 4/81, si era provveduto a riaprire i termini per la presentazione delle domande da parte delle aziende produttive dei settori industriale, artigianale, agricolo (L.R.
23/82). La deliberazione odierna rappresenta la conclusione dell'iter innescato da quella legge.
La Commissione ha peraltro preso atto che, malgrado la riapertura dei termini, una quota dei fondi a disposizione (e precisamente 1,5 miliardi per il settore agricoltura) è rimasta non utilizzata e si può prevedere che, al termine dell'istruttoria delle domande (28.2.1985) altri fondi, pur impegnati, non possano venire erogati per vari motivi (inadempienze delle aziende, ecc.). Rimane così a disposizione un congruo importo che non deve risultare un residuo passivo.
La Commissione ritiene pertanto che la Giunta regionale debba fin da ora attivarsi per proporre modalità legislative od operative diverse o innovative onde favorire una ulteriore richiesta di contributi ed ammettere se possibile (la cosa è da verificare stanti i vincoli della legislazione statale), nuove domande.
La Commissione raccomanda vivamente un impegno in tal senso a tempi non lunghi, tenuto conto anche dell'inderogabile necessità di rendere operante nella sua pienezza la legge Merli onde pervenire ad un effettivo disinquinamento delle acque reflue.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Borando. Ne ha facoltà.



BORANDO Carlo

Sottoscrivo totalmente la petizione e la raccomandazione del Presidente della VII Commissione. Aggiungo però che a suo tempo lo Stato aveva assegnato alle Regioni, in applicazione della legge 650, 28 miliardi di cui 22 miliardi destinati al settore industriale ed artigianale e sei miliardi destinati al settore agricolo. Purtroppo i tempi per l'applicazione della legge e la distribuzione dei fondi sono sempre lunghi. In questa circostanza forse sono stati troppo lunghi. Devo però ammettere che vi sono serie difficoltà da parte della Regione nell'organizzare la raccolta delle domande dei soggetti interessati, il controllo che se ne deve fare, la classificazione, l'ammissione, le deliberazioni e gli accertamenti sulla traduzione pratica di quello che i soggetti hanno indicato nelle domande.
Se i 22 miliardi destinati al settore industriale e artigianale sono stati totalmente assegnati perché tanta è stata la richiesta da parte delle industrie, per quanto riguarda invece il settore dell'agricoltura, come diceva il collega Marchini, non vi è stato il totale assorbimento. Perché? Quando la Regione mette a disposizione dei fondi e la gente non ne approfitta c'è un motivo. Il motivo è questo, amici miei. L'agricoltura non ha i mezzi e le possibilità di fare degli impianti costosi specie dove si tratta non di recuperare energia con impianti di biogas, ma di fare impianti di depurazione, che vuol dire spendere di più per energia: sono motori elettrici in più, e turbine che si aggiungono a quelle esistenti. In definitiva chi ha approfittato di questa legge? Tutti quelli che non potevano assolutamente farne a meno. Chi non provvede a realizzare gli impianti di depurazione o gli impianti per la produzione di gas biologico finirebbe con l'infrangere la legge e prima o poi verrebbe punito, in qualche caso addirittura associato alle carceri come è capitato a certi allevatori di suini della Lomellina.
I pochi che l'hanno fatto, oltre a quelli che vi sono stati costretti sono stati i più coraggiosi, i più volitivi, i più rispettosi della legge.
Quindi vanno premiati. Se, entro il 28 febbraio non potranno essere sistemati tutti i fondi perché le richieste che sono state fatte, sono solo delle domande e in realtà gli impianti non verranno fatti, può darsi che ci troveremo con circa un miliardo e mezzo o due miliardi e mezzo ancora disponibili; e sarebbero sempre i soliti residui passivi.
Esiste la legge regionale che stabilisce che nei settori industriali ed artigianali la Regione può concorrere fino al 30 per cento e per quanto concerne il settore agricolo fino al 59 per cento; io non escluderei che la Regione, proprio per andare incontro a coloro che si sono impegnati a fare e realizzare gli impianti, possa modificare i limiti di quella legge che quel 59 per cento potrebbe essere portato al 55 o al 69 per cento. Lo verificheremo entro il 28 febbraio. Raccomanderei pertanto che, esperti di questa trafila, col prossimo 28 febbraio 85 potremo essere pronti a verificare ciò che è stato impegnato e ciò che non lo è stato, per poi farlo sollecitamente ed immediatamente dopo se saremo in presenza di fondi non impegnati.
A differenza della legge 398 che abbiamo approvato la settimana scorsa e che concede i fondi a seconda degli stati di avanzamento delle opere, con questa legge si interviene solamente ad opere compiute e collaudate. C'è chi ha anticipato centinaia di milioni con prestiti dalle banche al tasso del 17 - 18 o 20 per cento che in agricoltura hanno un peso non indifferente soprattutto nel settore suinicolo che da qualche anno a questa parte si trova in una crisi molto grave non perché non sono capaci i nostri produttori, ma perché gli "stranieri" hanno costi di produzione notevolmente inferiori.
Ancora una volta è giunto il momento di decidere: o si smantellano gli allevamenti o si aiutano gli operatori che tengono in piedi la produzione in questo settore.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

L'Assessore Calsolaro chiede di intervenire. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'urbanistica

La Giunta accetta le osservazioni presentate dal Presidente della VII Commissione e dal Consigliere Borando.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Passiamo alla votazione della deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la proposta della Giunta regionale di approvare il piano di riparto dei contributi di cui alla legge regionale n. 23 del 27.8.1982 riguardante la Riapertura dei termini di presentazione delle domande di concessione dei contributi per la realizzazione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi in attuazione dell'art. 20 della legge 10.5.1976 n. 319 e dell'art. 5 della legge 24.12.1979, n. 650' tenuto conto che tali contributi vengono concessi alle imprese industriali, imprese artigianali e imprese agricole assimilate agli insediamenti produttivi, nonché ai soggetti di cui all'art. 5, secondo comma, della legge 650/1979, con impianti produttivi localizzati in Piemonte, in attività alla data dell'1.1.1975 secondo criteri, priorità e modalità stabiliti nella deliberazione del Consiglio regionale del 24.11.1982, n. 360-10227, attuativi della succitata legge regionale n.
23/1982 considerato che con la deliberazione del CIPE dell'11.7.1980 'Riparto delle disponibilità finanziarie di cui agli artt. 4 e 5 della legge 650/1979' sono stati assegnati alla Regione Piemonte L. 22.076.500.000 a favore delle imprese industriali e artigianali e L. 6.369.711.980 a favore delle imprese agricole assimilate agli insediamenti produttivi, dei quali L. 17.501.645.800 e L. 1.527.619.000 già impegnati con DGR 27.1.1982 n.
259/791 a seguito dell'approvazione del piano di riparto dei contributi regionali ex art. 1 L.R. 19.1.1981 n. 4 avvenuta con deliberazione C.R.
27.1.1982 n. 259/791 premesso che la Giunta regionale provvederà all'assunzione degli impegni di spesa con propria deliberazione premesso inoltre che l'effettiva erogazione dei contributi in favore delle ditte inserite nell'allegato piano di riparto verrà effettuata con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa presentazione da parte delle medesime della documentazione comprovante l'avvenuta realizzazione degli impianti e delle opere relative ai contributi concessi nonché la certificazione della loro funzionalità sentito il parere della Commissione Consiliare competente delibera di approvare il piano di riparto dei contributi regionali di cui alla legge regionale 27.8.1982 n. 23 'Riapertura dei termini di presentazione delle domande di concessione dei contributi per la realizzazione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi in attuazione dell'art. 20 della legge 10.5.1976 n. 319 e dell'art. 5 della legge 24.12.1979 n. 650' (Allegato A) per un ammontare di L. 4.574.845.200 per imprese industriali ed artigiane e di L. 3.016.651.100 per imprese agricole assimilate agli insediamenti produttivi l'allegato A fa parte integrante della presente deliberazione.
I documenti che devono essere prodotti sono: A) Copia autenticata delle fatture con data di emissione e di quietanza successive al 13 giugno 1976, relative alla progettazione e realizzazione di opere murarie, impianti tecnologici e strumenti di controllo direttamente attinenti all'installazione di impianti di depurazione delle acque e di loro ammodernamenti come prescritto dalle leggi 319/1976 e 659/1979 oggetto della domanda presentata ex legge regionale 23/1982.
Le spese potranno essere documentate anche con altro documento fiscalmente idoneo: 1) estratto notarile del libro giornale, oppure 2) estratto notarile del libro inventario; a condizione che nel documento prodotto risultino chiaramente comprensibili tutti gli elementi necessari per documentare l'avvenuta quietanza e la imputazione 'per impianto di trattamento acque' o simile.
Sulle singole copie fotostatiche delle fatture devono comparire: una dichiarazione attestante la conformità della copia stessa all'originale la firma del legale rappresentante dell'impresa. Qualora si tratti di Spa è richiesta anche la firma del Presidente del Collegio sindacale il timbro dell'azienda.
Per quanto riguarda la quietanza, potrà valere: l'attestazione di avvenuto pagamento apposta dalla ditta fornitrice sulla fattura o effettuata con apposito documento la documentazione dell'eventuale bonifico bancario a fronte fattura la dichiarazione di avvenuto ricevimento da parte della ditta fornitrice in caso di pagamento mediante assegno, oppure la produzione dell'estratto conto a dimostrazione dell'avvenuto incasso dell'assegno.
Potrà valere l'estratto notarile del libro giornale in subordine alle ipotesi precedenti solo quando non sia reperibile uno dei documenti sopraelencati.
B) Dichiarazione sostitutiva di atto notorio ex legge 4.1.1968 n. 15 effettuata dal legale rappresentante dell'impresa alla presenza del notaio o del segretario comunale, da cui risultino chiaramente: il riferimento delle fatture prodotte a spese concernenti la voce 'impianto di trattamento acque' o simile l'elenco delle fatture con la precisazione che le stesse sono state pagate e sono stati assolti gli obblighi di pagamento dell'I VA l'elenco delle opere realizzate con l'indicazione delle fatture che a tali opere si riferiscono l'importo complessivo al netto di IVA.
C) Certificazione dell'Autorità competente al controllo attestante: C1) nel caso di realizzazione di impianto di depurazione, la funzionalità dell'impianto, stesso; nel caso vi siano anche ammodernamenti dell'impianto preesistente, l'avvenuta realizzazione delle opere medesime C2) nel caso specifico di realizzazione di impianti con produzione di biogas, un'attestazione rilasciata dal competente Ente pubblico per il controllo comprovante la presenza di una percentuale di metano nel biogas non inferiore al 60 per cento e una dichiarazione dell'interessato dalla quale risulti l'utilizzo del biogas a fini energetici.
D) Nominativo della Banca e numero del conto corrente su cui effettuare il pagamento del contributo.
E) Dichiarazione di non aver ottenuto altro finanziamento, nei casi in cui le ditte abbiano dichiarato nella domanda di contributo di avere in corso pratiche per l'ottenimento di agevolazioni per la costruzione di impianti di depurazione sulla base di altre leggi regionali o statali.
Tale dichiarazione dovrà essere fatta anche da parte delle ditte che hanno avviato pratiche per l'ottenimento di altre agevolazioni per la costruzione di impianti di depurazione, successivamente alla data di presentazione della domanda in base alla legge regionale n. 23/1982.
F) Idonea documentazione attestante l'esito di eventuali procedimenti penali per violazioni della legge 319/1976 e successive modificazioni.
Nell'allegato piano di riparto vengono specificatamente indicati per ogni ditta i documenti richiesti.
E' fatta salva la facoltà da parte della Regione di richiedere gli ulteriori documenti, comunque tra quelli previsti nella presente deliberazione, che si rendessero necessari prima dell'erogazione del contributo.
I sopraelencati documenti dovranno pervenire alla Regione Piemonte Assessorato all'ambiente e l'energia - Piazza Castello 153, Torino - entro e non oltre il 28 febbraio 1985".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Commercio - Centri intermodali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 98-34464: "Realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci. Riapprovazione del progetto del I modulo funzionale dell'Autoporto di Susa ai soli fini della dichiarazione di pubblica utilità"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Esaminiamo infine la deliberazione della Giunta regionale n. 98-34464: "Realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci.
Riapprovazione del progetto del I modulo funzionale dell'Autoporto di Susa ai soli fini della dichiarazione di pubblica utilità".
La II Commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza. Poich nessun collega intende prendere la parola, possiamo procedere direttamente alla votazione della deliberazione. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 98-34464 del 17 maggio 1984, relativa alla 'realizzazione di infrastrutture per il trattamento delle merci. Riapprovazione del progetto del I modulo funzionale dell'Autoporto di Susa ai soli fini della dichiarazione di pubblica utilita' sentita la competente Commissione consiliare delibera 1) di approvare il progetto del I modulo funzionale e relative opere infrastrutturali dell'Autoporto di Susa ai soli fini della dichiarazione di pubblica utilità 2) di dichiarare di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, ai sensi dell'art. 10 della legge regionale 6.10.1980 n. 11, i lavori in oggetto 3) di determinare i termini di completamento dei lavori in oggetto e delle espropriazioni entro il 29/2/1989, termini comunque contenuti nei limiti di validità del PIP".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 27 voti favorevoli e 16 astensioni.


Argomento: Informazione

Ordine del giorno presentato a conclusione del dibattito sul trasferimento della RAI da Torino


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Infine, è stato presentato un ordine del giorno a conclusione del dibattito nel trasferimento della RAI da Torino, firmato dai Consiglieri Mignone, Moretti, Bontempi, Vetrino, Brizio, Marchini e Marchiaro. Pongo in votazione tale ordine del giorno. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alla grave crisi in cui versa il sistema pubblico radiotelevisivo crisi che si inquadra da un lato, in una situazione resa caotica dalla mancanza di regolamentazione dell'emittenza privata e, dall'altro, in un più generale attacco al sistema delle comunicazioni di massa di fronte al piano di ristrutturazione presentato in questi giorni al Consiglio di amministrazione della RAI per fronteggiare il progressivo degrado dell'azienda Il Consiglio regionale del Piemonte afferma l'insostituibile ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo per garantire la libertà e il pluralismo dell'informazione ribadisce l'esigenza di un rigoroso rispetto delle regole democratiche nella gestione di un settore decisivo per la democrazia nel nostro Paese esprime viva preoccupazione per un'ipotesi organizzativa che, giunta con grave ritardo, non sembra rafforzare l'azienda nella prospettiva necessaria di una regolamentazione del sistema e segna una netta inversione di tendenza rispetto agli obiettivi di decentramento e di sviluppo fissati dalla riforma, rafforzando il processo di centralizzazione sottolinea la necessità che l'assestamento indilazionabile dell'azienda non colpisca indiscriminatamente il patrimonio di esperienza e di professionalità che si è consolidato nelle realtà decentrate ribadisce per quanto attiene specificatamente alla situazione della sede di Torino, la necessità che qualsiasi processo di razionalizzazione non debba dare origine a operazioni di smantellamento e di riduzione dei posti di lavoro chiede il mantenimento in coerenza fra l'altro con lo sviluppo dell'attività musicale nella regione e l'accresciuto ruolo che essa svolge l'orchestra della Rai del complesso sinfonico corale di Torino, riconosciuto da anni come la migliore orchestra sinfonica italiana e la più ricca di prestigio all'estero e dotato inoltre di una sede che è l'unico teatro di proprietà della Rai per lo svolgimento dell'attività concertistica la salvaguardia delle risorse ideative e produttive - sviluppatesi in questi anni di attività dello stabilimento di Torino - attraverso l'individuazione dei rapporti integrati con le reti e le altre sedi decentrate il potenziamento e la specializzazione del Centro di produzione di Torino noto per la sua qualità e produttività e ripetutamente scelto dalle reti per esperienze pilota e per produzioni di grande livello lo sviluppo del Centro ricerche di corso Giambone che proprio in un contesto quale quello torinese, ricco di attività di elettronica e di telematica, può consolidare il suo ruolo di centro avanzato di ricerca e sperimentazione e diventare il principale punto di aggregazione di tali attività la corretta razionalizzazione dei servizi amministrativi fra l'altro attraverso il potenziamento del Centro Elettronico della gestione abbonamenti e degli approvvigionamenti che da tempo svolgono la loro funzione a Torino chiede al Governo e al Parlamento un assetto legislativo del servizio pubblico radio televisivo entro il quale collocare le più ampie misure organizzative e di gestione dell'Azienda e ridefinire il ruolo che essa deve svolgere nel sistema informativo nazionale impegna la Giunta regionale ad intervenire presso tutti gli organi interessati affinché la situazione piemontese sopra denunciata abbia la dovuta considerazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti.
Comunico infine che il Consiglio verrà convocato per i giorni 31 luglio e 1 agosto (mattino).
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19)



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