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Dettaglio seduta n.255 del 05/07/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute".
I processi verbali delle adunanze consiliari del 21 giugno 1984 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Se non vi sono osservazioni si intendono approvati.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente "Organico del personale in servizio presso l'osservatorio regionale sul mercato del lavoro"


PRESIDENTE

Punto secondo all'ordine del giorno: Interrogazioni e interpellanze; si discute l'interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente "Organico del personale in servizio presso l'osservatorio regionale sul mercato del lavoro".
La parola all'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

A seguito degli impegni assunti in IV Commissione consiliare, impegni che corrispondevano peraltro alla decisione già maturata presso la Giunta regionale per varie considerazioni (ricordo soltanto che al Piemonte insieme alla Liguria e alla Sardegna è stato assegnato l'avvio pilota dell'osservatorio del mercato del lavoro in raccordo con il Ministero del lavoro e l'Istat e che inoltre le costituende agenzie del lavoro dovranno avvalersi di uno strumento formalmente definito dalle Regioni) l'Assessorato si è subito attivato al fine di definire, d'intesa con l'Ufficio personale, la procedura occorrente per rendere operante il servizio "Osservatorio regionale sul mercato del lavoro", istituito con la legge regionale n. 1 del 6.1.1983.
La procedura concordata prevede: la definizione, con formale provvedimento di Giunta, della dotazione organica del servizio. I posti devono essere reperiti riducendo gli organici di altri servizi l'assegnazione, con formale provvedimento di Giunta, al personale alle dotazioni organiche; si provvederà con l'assegnazione diretta del personale attualmente operante presso l'Unità flessibile (n. 6 dipendenti) mentre si renderà necessaria una preventiva ricerca di professionalità per l'individuazione ed assegnazione del restante personale la nomina del responsabile di servizio, attraverso una specifica ricerca di professionalità e selezione dei candidati.
Per quanto attiene l'istituzione degli uffici periferici del servizio tenuto conto della delicatezza del problema in riferimento all'attuale fase di recepimento contrattuale, si è stabilito - come soluzione ponte - di provvedere formalmente affinché ciascun Comprensorio metta un proprio funzionario a disposizione del nuovo servizio. Tale personale, che sarà individuato attraverso ricerca di professionalità, dovrà risultare funzionalmente dipendente dal servizio "Osservatorio".
A tutt'oggi non è stato purtroppo possibile dare corso a nessuno dei provvedimenti sopra indicati. Esiste infatti una grossa difficoltà a reperire tutti i posti della dotazione organica che l'Assessorato ha proposto e che risulta così composta: liv. VIII n. 1 posto liv. VII n. 2 posti liv. VI n. 4 posti liv. V n. 2 posti liv. IV n. 1 posto Poiché vi è comunque la consapevolezza che per poter rispondere alle attuali esigenze dell'Amministrazione, il costituendo servizio deve avere almeno la dotazione organica sopraindicata (anche se sarà necessaria una totale riconsiderazione in sede di elaborazione delle nuove strutture organizzative della Regione) i competenti Uffici stanno lavorando per la ricerca dei posti ancora mancanti.
La questione, su mia richiesta, sarà comunque ulteriormente esaminata collegialmente dalla Giunta in una sua prossima riunione.
A livello nazionale la nostra posizione è particolarmente delicata perché siamo nella fase più avanzata rispetto alla Liguria e la Sardegna nell'accordo da istituire con l'Istat e il Ministero del lavoro per la costituzione delle banche dati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ringrazio l'Assessore per la risposta.
La nostra interpellanza è nata da alcuni ritardi in ordine ad una serie di atti conseguenti alla legge, in particolare sulla dotazione organica e sul concretizzarsi del piano di lavoro.
Credo che l'osservatorio del mercato del lavoro è un servizio fondamentale del sistema informativo del mondo produttivo e indispensabile per svolgere le funzioni di governo. Penso all'importanza di conoscere le dinamiche che avvengono all'interno del mercato del lavoro per gli effetti che si possono avere nella programmazione della formazione professionale.
Apprendo finalmente la notizia sulla dotazione organica del servizio.
E' una decisione assunta con ritardo. Non dimentichiamo che il Consiglio ha approvato la legge un anno e mezzo fa.
La Commissione competente nel novembre scorso aveva discusso un programma nel quale si evidenziava la necessità di aumentare l'organico del personale per svolgere questo programma di lavoro. Fino ad oggi però non c'è stato questo incremento di organico, addirittura si è andati indietro.
Verificheremo in Commissione quanto del piano di lavoro è stato attuato.
L'altro elemento che ci preoccupa vivamente e che il sottoscritto ha rilevato ieri in sede di I Commissione, è la situazione di bilancio. Se c'è l'intenzione di avviare realmente un lavoro organico presso l'Osservatorio non si spiega perché i fondi nell'assestamento di bilancio sono passati da 120 milioni a 70 milioni. La sola convenzione con l'Istat costa 40 milioni.
Questo contraddice quanto l'Assessore ha appena dichiarato in aula.
Pertanto considero la risposta solo parzialmente soddisfacente, appunto perché questi fatti contraddicono le volontà politiche qui espresse, a meno che non si ritenga di far svolgere all'osservatorio un ruolo minimo così come è contemplato nel disegno di legge di riforma del mercato del lavoro del Ministro De Michelis, una struttura cioè non pienamente integrata con l'attività di programmazione della Regione. Una scelta di questo genere non la condivido. Se cosi è lo si dica chiaramente. Questo servizio deve sempre più essere collegato alla programmazione. Molte questioni non sono state chiarite e spero che la discussione sull'assestamento di bilancio ne diano l'occasione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Cernetti inerente la situazione alla Rockwell C.V.C. di Cameri (No)


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cernetti inerente la situazione alla Rockwell CVC di Cameri (No).
Risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

In riferimento all'interrogazione di cui al titolo, si riferisce quanto segue.
Lo stabilimento, che sorge a Cameri, apparteneva alla Fiat-Veicoli industriali e produceva autobus. A partire dal 1982 veniva raggiunto un accordo tra Rockwell e Fiat che dava luogo alla società OMEVI per la produzione di assali per veicoli industriali. Nell'84, cioè in quest'anno la ragione sociale di tale azienda è cambiata da Omevi in Rockwell C.V.C.
con il 60 per cento del capitale della multinazionale statunitense e il 40 per cento della Fiat.
L'obiettivo di questa unità produttiva era quello di produrre 100.000 ponti posteriori di trasmissione per veicoli industriali, e il gruppo differenziale con i semiassi utilizzando un organico di 1.500 dipendenti.
Gli investimenti per realizzare tale obiettivo previsti dall'azienda sono di 200 miliardi di lire nell'arco di anni che va dall'83 all'87. Prevedono in ciò non solo mutamenti impiantistici, ma anche ampliamenti della superficie coperta con l'aumento da 65.000 a 85.000 mq. Attualmente questi investimenti sono in parte già stati effettuati.
Tuttavia, per una serie di ragioni connesse alla crisi del settore veicoli industriali, l'obiettivo dei 100.000 posti non è stato realizzato e non pare che possa esserlo nel breve-medio termine. La produzione oggi è attestata attorno ai 20-25.000 assali. Questo genera alcuni problemi nel rapporto con gli organici.
Tra l'81 e l'83 sono stati spesi per formazione professionale, in un progetto, 2 miliardi e 400 milioni; detratti poi del 20 per cento in quanto non realizzati in parte. Tale progetto formativo era a titolarità regionale ed era indirizzato a 194 lavoratori indiretti con qualificazione superiore relativa al contenuto professionale particolare rispetto ai lavoratori diretti, i quali possono essere affiancati ai primi e riqualificati a loro volta. Per questo progetto sono stati realizzati sia corsi interni allo stabilimento, sia corsi con l'ausilio dell'Isvor, sia corsi ordinari attraverso le strutture regionali di formazione professionale, vale a dire il CFP di Vercelli. Finiti questi corsi, i 194 lavoratori interessati sono rientrati in produzione, salvo il 20 per cento che corrisponde alla quota di detrazione praticata e che abbiamo già menzionato.
L'azienda poi, autonomamente, ha svolto formazione professionale per 700 addetti al costo di 8 miliardi di lire, fuori della competenza regionale.
La situazione attuale è la seguente: esiste un accordo del dicembre '83 che prevedeva il rientro di tutti i lavoratori in cassa integrazione, 180 previsti da un vecchio accordo aziendale. Lo stesso accordo è stato rifatto poi nello stesso periodo (cioè nel dicembre '83) e all'interno di esso sono stati programmati rientri a più lungo termine. Per l'estate corrente avrebbe dovuto completarsi. Ciò però non si è verificato, anzi per la crisi e le agitazioni sindacali in Germania, nonché per le difficoltà dell'Iveco si è aggiunto un ulteriore inserimento di 250 persone in cig ordinaria effettivamente praticata per 203. Gli ordini sono infatti cresciuti rispetto a quello che si poteva prevedere alcuni mesi fa.
In sostanza, quindi, ci troviamo dinanzi ad un'azienda che potrà recuperare alla produzione i 203 lavoratori in cassa integrazione entro tempi ragionevolmente brevi, collegati agli andamenti dei mercati. Resta il problema degli altri 180 in cassa integrazione, che potrebbero essere solo assorbiti qualora l'azienda si attestasse sulle produzioni che ha programmato nel suo piano di sviluppo originario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere signora Cernetti.



CERNETTI Elettra

Ringrazio l'Assessore della puntuale ed esauriente risposta.
Lo invito a seguire in modo particolare questa vicenda, poiché si tratta di una di quelle grandi aziende localizzate ancora nel basso e medio Novarese che sta entrando purtroppo sempre più in crisi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Interventi per calamita' naturali

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Sartoris, Lombardi, Penasso Brizio e Ratti, inerente l'esclusione della Regione Piemonte dal finanziamento per danni conseguenti a calamità naturali


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando, Sartoris, Lombardi, Penasso Brizio e Ratti, inerente l'esclusione della Regione Piemonte dal finanziamento per danni conseguenti a calamità naturali.
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ad pronto intervento

In riferimento all'interrogazione in data 17/4/1984, dei Consiglieri Chiabrando, Sartoris, Lombardi, Penasso, Brizio e Ratti inerente l'esclusione della Regione Piemonte dal finanziamento per danni conseguenti a calamità naturali, erogato da parte dello Stato, si può argomentare quanto segue: 1) La Regione Piemonte ha fruito di contributi statali per la sistemazione dei danni causati da calamità naturali mediante la n.
639/1977, la legge n. 2/1978 e la legge n. 17/1979, inerenti gli eventi alluvionali del maggio e dell'ottobre 1977, nonché dell'agosto 1978.
Per quanto riguarda gli eventi successivi a tale data e cioè quelli del 14-15 ottobre 1979, dell'ottobre 1980, marzo-aprile 1981, settembre 1981 giugno 1982, sono state di volta in volta valutate le esigenze relative sia agli interventi urgenti sia ai ripristini definitivi e per questi ultimi si è fatta richiesta al competente Ministero dei lavori pubblici per un intervento da parte dello Stato.
A tale proposito, in data 2 marzo 1982, si è tenuto un incontro tra il Presidente della Giunta regionale e il Ministro dei lavori pubblici presenti anche il Presidente della Commissione lavori pubblici della Camera ed i parlamentari piemontesi.
In quella occasione fu presentata la situazione delle necessità rimaste insoddisfatte a tale data, quantificata in circa 45 miliardi di lire.
Non è mai stato dato seguito alle suddette richieste, per cui si sono dovuti affrontare i problemi di intervento con i soli fondi del bilancio regionale.
2) In merito allo schema di disegno di legge inviato al Ministero del tesoro per il reperimento della copertura finanziaria in relazione a calamità naturali (situazioni pendenti con le varie Regioni), pervenuto alla Presidenza della Camera dal Ministro per il coordinamento della protezione civile, si evidenzia una carenza di collegamento tra il Ministero dei lavori pubblici a cui le richieste erano state formulate, ed il Ministero della protezione civile dal quale peraltro non è giunta alcuna comunicazione preventiva in merito alle iniziative assunte.
Per ovviare a tali inconvenienti, si è provveduto ad inviare al Ministero della protezione civile tutta la documentazione relativa alle suddette necessità derivanti dai danni alluvionali.
Nell'incontro avuto con l'allora Ministro per la protezione civile, on.
Scotti, la Regione presentò un quadro di necessità, in modo particolare relativo alla zona dell'Ossola che ancora oggi è quella che presenta un lavoro arretrato di entità decisamente maggiore rispetto a quello di altre zone.
Ci auguriamo che anche a seguito dell'ultimo incontro avuto pochi giorni fa a Domodossola con la Commissione parlamentare che, per bocca del suo Presidente, ci ha comunicato l'esame di un disegno di legge per la difesa del suolo, si presenti finalmente l'occasione per definire ruoli e competenze, non solo del livello nazionale, ma anche di quello regionale e per poter sistemare definitivamente, dal punto di vista della concretezza di spesa, il nostro territorio particolarmente colpito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Mi pare di capire che è capitato un guaio ovvero il Piemonte è stato escluso dall'inventario dei danni che lo Stato dovrebbe pagare con apposito disegno di legge. Apprendo comunque con piacere che si può rimediare e che il Piemonte sarà incluso nel disegno di legge e che si possa provvedere alla copertura dei 45 miliardi di pendenze arretrate.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interrogazione dei Consiglieri Devecchi, Lombardi, Chiabrando, Giorsetti Penasso inerente gli interventi straordinari che si intendono adottare in favore delle categorie agricole colpite dalle avverse condizioni atmosferiche ed interrogazione dei Consiglieri Ferro e Acotto inerenti i danni causati dal maltempo


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Devecchi, Lombardi, Chiabrando Giorsetti, Penasso, inerente gli interventi straordinari che si intendono adottare in favore delle categorie agricole colpite dalle avverse condizioni atmosferiche e interrogazione dei Consiglieri Ferro e Acotto inerente i danni causati dal maltempo.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura

Dovendo dare una risposta breve tralascio l'esame dei danni complessivi di come siano cresciuti nel tempo fino a fare prevedere il peggio e come ora per alcuni settori si stiano riducendo.
E' indubbio che il clima primaverile è stato molto sfavorevole.
L'Assessorato ha proceduto in tre direzioni: l'applicazione della legge 590. Sono state delimitate le zone con due deliberazioni, l'una del 26.6.1984 con la quale si delimitano 71 comuni nella provincia di Alessandria per un danno calcolato in 17 miliardi 250 milioni; 70 comuni nella provincia di Asti, superficie danneggiata di circa 4000 ettari, per danni che si avvicinano ai 15 miliardi; 54 Comuni nella provincia di Novara, per una superficie di 8550 ettari, per danni che assommano a 8.738.000.000; 1 comune nella provincia di Vercelli per 176 milioni di danni.
La seconda deliberazione integra la situazione precedente, quindi 21 Comuni nella Provincia di Alessandria, danni di 3 miliardi circa; 16 comuni nella provincia di Cuneo, 3.388.000.000 di danni; 14 comuni nella provincia di Torino, 4 miliardi di danni; 1 comune nella provincia di Vercelli con un miliardo e 700 milioni di danni. Complessivamente i Comuni delimitati sono 248 per un danno alle produzioni di circa 51 miliardi, un danno alle strutture aziendali di 900 milioni, un danno alle infrastrutture di 700 milioni, un danno alla fonifica di 20 milioni: totale 52 miliardi e 560 milioni che potrebbero anche aumentare e così anche la delimitazione potrà ampliarsi in base a situazioni e a dati di fatto. Attendiamo il decreto del Ministero.
Nel bilancio regionale prevede come anticipazione una somma di due miliardi e mezzo. Dal consuntivo del 1983 risulta che la Regione ha già partecipato con la cifra di 11 miliardi.
Sono state inoltre avviate due iniziative: un'ulteriore assegnazione di 1 miliardo e 500 milioni agli istituti di credito che consente uno sviluppo di prestiti semestrali o annuali per circa 20 miliardi. Si sono invitati gli istituti a dare con assoluta precedenza alle domande che pervengono dalle zone delimitate o comunque danneggiate. Ci sono danni che non sono delimitati perché non raggiungono le quote previste dalla legge.
Si è inoltre ottenuto che gli Istituti Federagrario, San Paolo di Torino e la Banca Nazionale del Lavoro, mettano a disposizione dei danneggiati il risconto della Banca d'Italia o una parte di esso (prestito a tasso ridotto). Questi prestiti che hanno una durata di 6 mesi saranno recuperati nei prestiti previsti dalla legge 590.



PRESIDENTE

Do ora la parola all'Assessore Cerutti per l'integrazione della risposta.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento

Per quanto si riferisce alle competenze dell'Assessorato in materia di pronto intervento per il ripristino delle infrastrutture pubbliche danneggiate, sono state attuate, per mezzo dei servizi decentrati opere pubbliche e difesa del suolo, nonché del servizio tecnico tutela pubblica incolumità di questo Assessorato, verifiche puntuali sui danni che l'inclemenza del tempo ha provocato.
In particolare le richieste pervenute dai Comuni o dagli Enti locali territoriali sono state tutte verificate attraverso sopralluoghi e, dove è risultato necessario, sono state avviate immediatamente le opere di pronto intervento gestite, a seconda delle situazioni locali, o dai Comuni stessi interessati o dagli uffici periferici OO.PP. e difesa del suolo.
Sono state esaminate n. 330 richieste di intervento e sono stati avviati n. 230 interventi di pronto soccorso, relativi a n. 201 Enti (Comuni - Comunità Montane, Consorzi e Province) per complessive L. 5 miliardi, mentre per n. 40 richieste è stata prevista la possibilità di interventi definitivi di prossima programmazione. Per n. 60 richieste non è stata riscontrata la legittimità o la possibilità di intervento ai sensi della L.R. 38/78.
Le piogge del mese di maggio 1984, pur essendo state di notevole estensione e durata, hanno provocato danni diffusi su tutto il territorio ma di modesta singola entità. Non risulta pertanto possibile riscontrare in essi gli estremi di calamità grave, presupposto indispensabile per la richiesta di intervento straordinario dello Stato, attraverso sia il Ministro dei lavori pubblici, sia il Ministero per la protezione civile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Ringrazio gli Assessori per le due risposte che hanno fornito alla interrogazione. Mi dichiaro sostanzialmente soddisfatto per quanto mi è stato comunicato. E' vero che il tempo ha ridimensionato notevolmente i danni che apparivano molto grandi all'epoca della presentazione dell'interrogazione. Tuttavia debbo sottolineare che i danni alle culture di mais e ai vigneti sono ancora notevolissimi. Purtroppo molte aziende non possono invocare i benefici della L. 590. Mi permetto di suggerire all'Assessore e alla Giunta di incrementare ulteriormente il fondo a disposizione per i prestiti di conduzione giacché molte sono le aziende che potrebbero farvi ricorso e alleviare così considerevolmente i danni subiti dalle calamità atmosferiche.
Sarebbe un atto di comprensione e di concreto aiuto alle categorie agricole, che tutti a parole, quotidianamente, diciamo di voler aiutare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Le risposte degli Assessori sono decisamente esaurienti. Devo anche dare atto della solerzia e dello zelo che gli Assessorati in questa circostanza hanno manifestato nel produrre le iniziative del caso.
Mi pare però che all'interno di questa considerazione ci sia un piccolo neo sul quale intendo porre l'accento. Ci troviamo di fronte a due deliberazioni che riguardano province diverse, dal che deduco che c'è una sensibilità nei servizi decentrati dall'agricoltura che è diversa in situazioni di questo tipo.
Indubbiamente 2 miliardi e mezzo di anticipazione rispetto a un danno calcolato di 52 miliardi sono pochi. Si tratterà di valutare i criteri attraverso i quali erogarli e i criteri che non possono essere ricondotti alla gravità dei danni provocati che sono diversi da area a area.


Argomento: Informazione

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente la rivista "Piemonte"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente la rivista "Piemonte".
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta

1) La rivista è stata fondata nel 1970 (il n. 1 reca la data del giugno di quell'anno), è stata voluta da un gruppo editoriale (che conta i più significativi nomi del giornalismo subalpino) e dal compianto Segretario generale della Regione dottor Amilcare Cicotero, immaturamente scomparso.
E' uscita ininterrottamente fino ad oggi, ha trattato quasi esclusivamente temi piemontesi, con obiettività e serietà, al di fuori comunque di qualsiasi rapporto privilegiato con aree politiche o culturali.
L'abbonamento alla predetta rivista da parte della Regione Piemonte data dai suoi albori ed è stato rinnovato sempre qualunque fosse la maggioranza che governasse il Piemonte.
2) Dai dati acquisiti presso l'editore, risulta che la rivista "Piemonte" viene stampata in numero non costante di esemplari variabili tuttavia fra le 4000 e le 5000 copie, delle quali 3500 spedite in abbonamento e 1200 - 1500 rese per librerie specializzate, soprattutto fuori Torino e Piemonte.
3) Tra gli abbonati diversi, oltre alla Regione, si possono citare (per quantitativi specificativi di copie): la Cassa di Risparmio di Torino alcune primarie aziende piemontesi, biblioteche piemontesi, altri istituti bancari ed enti assicurativi.
4) La distribuzione degli abbonamenti sottoscritti dalla Regione avviene: ai Comuni e Province, ai Consiglieri comprensoriali; agli uffici e servizi regionali, alle direzioni generali dei Ministeri, al sistema bibliotecario regionale.
5) Quanto all'ultimo rilievo dell'interrogante ho il piacere di segnalargli che in effetti anche ai Consiglieri regionali "Piemonte" è spedita, ed in particolare al Consigliere Cerchio essa è inviata all'indirizzo seguente: Str. Superga n. 7 interno - Baldissero Torinese Cap. 10020. Tale spedizione avviene per abbonamento rinnovato dal Consiglio regionale anche per il 1984, come risulta da ordine n. 18/84 della biblioteca del Consiglio, regolarmente addebitato il 16/1/1984 con la fattura n. 46 che risulta saldata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Sarebbe sufficiente leggere le prime righe dell'interrogazione per dire che ho alcune difficoltà nel ritenermi soddisfatto. Non le leggo perché le ha lette il Presidente anche in tono ironico.
La sponsorizzazione è un tema di fondo dell'Assessorato alla cultura che ha tenuto un importante convegno a Rivoli sulla sponsorizzazione dell'attività culturale. Lo sponsor ufficiale e sostanziale della rivista "Piemonte" è di fatto la Regione Piemonte. E' vero che tra gli abbonati ci sono la Cassa di Risparmio di Torino, quella di Alba e quella di Bra alcune aziende private e alcune biblioteche e i Consiglieri regionali. Tra l'altro da più di un anno e mezzo non arriva nemmeno più ai Consiglieri regionali visto quanto è detto nell'estenso della deliberazione: costante volontà di servizio, sforzo editoriale, ecc., sembra opportuno continuare l'appoggio della Regione il che vuol dire sponsorizzare la rivista stessa che è una rivista di qualità ma che di fatto viene redatta direttamente dalla Regione. Tanto varrebbe dire che è una rivista della Regione Piemonte che si aggiunge a tutte le altre riviste specializzate dei singoli Assessorati della Regione.
Per questo motivo mi dichiaro insoddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

Comunico che l'interpellanza del Consigliere Vetrino inerente la S.I.T.O., verrà discussa con il punto quarto dell'ordine del giorno che reca: "Nomina rappresentanti Regione nella Società S.I.T.O. Spa".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo dell'ordine del giorno: Comunicazioni del Presidente, comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Ariotti Calsolaro, Carazzoni, Guasso, Mignone, Moretti, Nerviani, Petrini, Quaglia Simonelli e Testa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i progetti di legge: N. 419: "Adesione all'istituzione di un premio alla memoria di Bruno Caccia, Procuratore capo della Repubblica di Torino", presentato dall'Ufficio di Presidenza in data 26 giugno 1984 ed assegnato alla I Commissione in data 29 giugno 1984 N. 420: "Modifiche alla legge regionale 23 agosto 1982, n. 20 recante: 'Indirizzi e normative per il riordino dei servizi socio assistenziali della Regione Piemonte'", presentato dai Consiglieri Martinetti, Bergoglio, Devecchi, Lombardi, Nerviani e Ratti in data 29 giugno 1984 ed assegnato alla V Commissione in data 5 luglio 1984.


Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Gli elenchi delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 21 e 26 giugno 1984 - in attuazione dell'art. 7, primo comma della legge regionale 6/11/1978 n. 65 - in materia di consulenze ed incarichi, sono depositati ed a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento:

d) Distribuzione documentazione


PRESIDENTE

Comunico che in data odierna è stata distribuita a tutti i Consiglieri la seguente documentazione: 1) Relazione sulla spesa sanitaria nella Regione Piemonte per gli anni 1981/1984 2) Secondo Piano regionale di sviluppo 3) Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1984.


Argomento:

e) Correzioni formali da parte dell'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

Comunico infine che a norma dell'ultimo comma dell'art. 81 del regolamento interno del Consiglio regionale, l'Ufficio di Presidenza in data 3 luglio 1984, ha deliberato all'unanimità di apportare le sottoriferite correzioni formali al testo della legge regionale concernente "Interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica", approvata dal Consiglio regionale in data 28 giugno 1984: art. 3 lettera a), capoverso 11: inserire dopo la parola "adattare" le seguenti parole "comprese le strutture ricettive e della ristorazione" art. 3 lettera a), ultimo capoverso - terzultima riga: inserire dopo la parola "alberghiera" le parole seguenti "alle strutture" art. 13, comma IX: inserire dopo la parola "arredamento" le parole seguenti "e per il concorso nelle perdite a società cooperative con finalità turistiche" ciò ai fini del coordinamento con gli emendamenti approvati dal Consiglio regionale, tenuto conto peraltro delle seguenti correzioni di forma proposte prima della votazione finale della legge art. 6, punto 9: "1 rappresentante dell'Uncem" art. 13, VII comma: inserire la lettera f) dopo la lettera e).
L'Ufficio di Presidenza ha altresì deliberato di non accogliere le sottoindicate correzioni in quanto discrepanti con gli emendamenti approvati dal Consiglio regionale e non meramente formali: art. 3 - lettera a) - capoverso 1: sostituire la parola "comprese" con le parole seguenti "o delle" art. 3 lettera a) - capoverso 11: sostituire la parola "comprese" con le seguenti parole "o delle" art. 10 - comma V: sostituire il comma approvato dal Consiglio regionale con il seguente: "Per le iniziative previste dall'art. 2 lettere b) e c), i beneficiari delle provvidenze accordate devono obbligarsi con atto soggetto a registrazione, a mantenere la continuità della destinazione dell'opera realizzata rispettivamente per la durata di 15 e 10 anni".


Argomento: Nomine - Partecipazioni azionarie regionali

Nomina dei rappresentanti della Regione nella società S.I.T.O. Spa


PRESIDENTE

Punto quarto all'ordine del giorno: Nomina dei rappresentanti della Regione nella società S.I.T.O. Spa.
La parola al Vice Presidente della Giunta, Rivalta.



RIVALTA Luigi, Vice Presidente della Giunta regionale

L'assemblea degli azionisti della Società S.I.T.O. Spa, che si svolgerà oggi pomeriggio, ha riproposto il dibattito in Consiglio regionale sul tema dell'Interporto, la cui realizzazione è l'obiettivo di quella società.
L'occasione specifica della discussione è fornita dall'esigenza di rinnovare il Consiglio di Amministrazione, scaduto dalla fine del 1983, e dalla proposta di modifica dello Statuto della società che contemporaneamente si intende promuovere.
Questo tema è ovviamente strumentale al significato dell'obiettivo operativo, cioè alla realizzazione di un Interporto nell'area torinese, nei Comuni di Orbassano e di Rivalta.
Voglio qui ricordare che questa iniziativa si colloca in un quadro di interventi già avviati nel settore del trasporto merci nell'area torinese: la realizzazione ed entrata in funzione del Traforo del Frejus: è in raccordo con il rilevante intervento, in parte già realizzato in parte in corso di realizzazione, concernente lo scalo ferroviario, che ha già comportato impegni (per le Ferrovie dello Stato) per molte decine di miliardi è in rapporto - rapporto di integrazione - con la diversa complementare funzione dello scalo di Consusa, già realizzato ed in via di attivazione (l'iniziativa Consusa è finalizzata esclusivamente allo sdoganamento: in S.I.T.O. si dovrà, invece, curare anche la ricomposizione dei convogli).
Richiamo la connessione con i programmi e con i progetti di viabilità riguardanti la Valle di Susa, la realizzazione di un collegamento tra la tangenziale di Torino e il Traforo del Frejus e la realizzazione completa del rapporto fra l'area torinese e i porti liguri. Mi riferisco in particolare al raddoppio dell'autostrada Torino-Savona e al miglioramento delle strade statali previsto nel piano decennale Anas che dovrebbe dare un'articolata possibilità di comunicazione del sistema piemontese con il sistema di viabilità ligure e quindi dei porti.
La realizzazione dell'Interporto di Torino, infatti, trae origine dalle indicazioni del primo Piano regionale dei trasporti (dicembre 1979) e trova riscontro, in epoca più recente, nello schema di piano comprensoriale elaborato dal Comprensorio di Torino (luglio 1982).
Il significato del progetto, la sua portata "innovativa" ed i conseguenti risultati afferenti alla riorganizzazione dell'area metropolitana ed alla ristrutturazione di quel sistema dei trasporti sono posti in evidenza nel documento della Giunta regionale relativo al secondo Piano regionale di sviluppo.
Nel secondo Piano regionale di sviluppo, il problema del trasporto merce e dell'interporto di Orbassano sono richiamati in più punti: intanto nel capitolo riguardante la politica settoriale dei trasporti ove è messo in chiara evidenza l'intero sistema di mobilità delle merci che deve mettere in relazione il sistema produttivo regionale con i sistemi produttivi e di consumo dell'Europa, attraverso i trafori alpini, con il sistema portuale ligure per relazioni di carattere commerciale e distributivo in altre zone del continente e del mondo.
E' poi richiamato nella parte generale, nell'ambito degli interventi ritenuti strutturali per la realizzazione dello schema territoriale regionale, ove si sottolineano il ruolo determinante che hanno il trasporto e la viabilità nel configurare una evoluzione del sistema organizzativo territoriale della Regione e, all'interno di questo, il ruolo rilevante che ha la mobilitazione delle merci.
E' infine richiamato nel programma finalizzato riguardante l'area metropolitana torinese e la valle di Susa. E' qui richiamato il significato che l'interporto ha non solo ai fini della mobilità delle merci e della costruzione di quelle relazioni tra il sistema produttivo torinese e regionale con i sistemi produttivi delle altre aree europee e del Terzo Mondo, ma anche ai fini del ruolo organizzativo dell'area metropolitana. La localizzazione dell'interporto nella zona di Orbassano può assumere indirettamente e come ricaduta, un effetto importante per la ristrutturazione e la riqualificazione dell'area metropolitana torinese. E' detto nel documento che in relazione all'interporto, sono previsti i trasferimenti della dogana centrale, di piccole e medie imprese di trasporto merci, dei Magazzini generali, eventualmente del mercato ortofrutticolo che può avere ragioni di relazione con l'interporto anche per i traffici quotidiani.
E' poi richiamato il carattere importante che può assumere la costruzione di questo interporto insieme a quello di Novara ed alla riqualificazione e all'attivazione di quello già esistente a Rivalta Scrivia.
E' richiamato il carattere della modernizzazione e dell'innovazione e dell'introduzione di nuove tecnologie. Non possiamo infatti dimenticare che la costruzione di un moderno interporto ingloba nella infrastruttura edilizia tecnologie nuove di processo per la costruzione, tecnologie nuove di gestione del sistema. Faccio riferimento al sistema informativo che dovrà reggere la movimentazione della merce in una relazione non locale, ma regionale, nazionale e internazionale.
E' un'operazione anche portatrice di effetti innovativi nel senso che richiederà l'inglobamento in quest'opera al massimo livello qualitativo possibile accorpando le esperienze fatte altrove di tecnologia di funzionamento e di gestione che sono all'avanguardia.
Richiamerà alcune date delle fasi di formalizzazione dell'iniziativa.
Con la legge regionale n. 8 del 18 marzo 1982, venne approvata la partecipazione azionaria della Regione alla società S.I.T.O. In sede legislativa e in sede statutaria vennero fissate le modalità della partecipazione regionale all'iniziativa e venne sottolineata la disponibilità della Regione ad aprire ad una prospettiva di progressiva cessione di quote azionarie al sistema degli enti locali piemontesi di maggiori dimensioni.
Un interporto quale quello di Orbassano-Rivalta non poteva non interessare il Comune di Torino, la Provincia di Torino ed i Comuni ove si localizza fisicamente la struttura e in sostanza l'area metropolitana.
In quella sede fu anche assunto l'impegno di un ruolo autonomo della Regione, da raccordare in termini complementari con quelli del S.I.TO Spa anche attraverso l'ingresso della Regione nella stessa società Socotras Spa, società che raggruppa i trasportatori.
Sulla partecipazione societaria della Regione nella Socotras (10 per cento quale valore simbolico e indicativo della volontà di cooperazione) è presente un disegno di legge presso la Commissione competente consiliare e in sede di assestamento del bilancio 1984 sono predisposte le necessarie coperture finanziarie per potervi dare sbocco.
La Regione è subentrata acquisendo la maggioranza relativa nella partecipazione azionaria. Voglio richiamare le responsabilità che la Regione si è assunta nel 1982, assumendo tale partecipazione azionaria e per sottolineare gli impegni ed i giusti diritti che l'istituto regionale deve avere e rivendicare nell'ambito della società.
Le maggiori quote acquisite erano inizialmente della Finpiemonte e il pacchetto azionario è oggi cosi composto: 49% alla Regione, 41% alla Socotras, 6% alla Finpiemonte, 4% alle Ferrovie dello Stato.
In relazione alla struttura dell'amministrazione della società è forse necessario riconoscere, seppure a posteriori, la responsabilità della Giunta e del Consiglio regionale i quali, in relazione all'entità dei problemi che l'iniziativa sollevava e alla natura qualitativa, oltre che quantitativa dell'operazione, avevano a suo tempo acceduto alla nomina di un Consiglio di Amministrazione di 25 persone che può essere definito pletorico e forse non caratterizzato da sufficienti specializzazioni specificazioni e qualità di tipo manageriale che un'opera di questo genere comporta e che nei fatti si è rivelato scarsamente idoneo (le responsabilità non sono solo addossabili al Consiglio di amministrazione.
La Regione ha anche vissuto in questo periodo le vicende che tutti conosciamo e le difficoltà di carattere operativo si sono manifestate anche al suo interno) ad un'agile gestione della società nella problematica fase di avvio delle iniziative.
Tutto ciò ha creato incomprensione, forse qualche equivoco non sempre fondato e certamente una situazione di stallo. La società in questo periodo ha potuto assolvere solamente all'elaborazione di un progetto di massima di fattibilità con l'impegno di circa metà del capitale azionario. Questo aspetto manifesta un elemento di difficoltà della società: una società che si proponga di realizzare un'opera di questa portata certamente non pu trovare un sostegno operativo né stabilire rapporti esterni con i vari operatori e con gli istituti di credito se il suo capitale è di soli 900 milioni.
Tali condizioni hanno indotto gli azionisti, Regione, Finpiemonte Socotras a proporre concordemente in sede di Consiglio di amministrazione sostanziali modifiche nella struttura delle società da comprovare insieme e contestualmente al rinnovo del Consiglio della società che deve essere effettuato nell'assemblea dei soci che avverrà oggi pomeriggio.
Sono modifiche che tendono ad adeguare la composizione degli organi sociali - sia sotto il profilo qualitativo sia con riguardo alla relativa entità numerica - ad una pluralità di esigenze cooperanti fra di loro ai fini di un obiettivo che per la S.I.TO è unico, quello della realizzazione di un interporto nell'ambito del quale la società possa definire con maggiore puntualità gli impegni ed i programmi che deve direttamente curare per la realizzazione dei suoi compiti, senza che ciò elimini l'esigenza di un impegno della Regione, da riprendere e riavviare con maggiore lena e con maggiore assiduità affinché la ragione politica ed istituzionale della Regione possa giocare un ruolo positivo a fianco della S.I.TO per la realizzazione di questa opera.
Appare opportuno l'intervento diretto della Regione nei confronti di quei problemi che attengono od interagiscono con le problematiche territoriali ed urbanistiche degli Enti locali e con il ruolo di governo della Regione e degli Enti locali stessi dei processi di evoluzione delle funzioni strategiche per lo sviluppo infrastrutturale del sistema economico territoriale: la definizione ed attuazione delle procedure per rendere disponibili le aree all'uopo destinate fino alla loro acquisizione da parte di S.I.TO Spa; quindi, in questo quadro, le relative concertazioni con gli Enti proprietari delle stesse, anche, eventualmente, in termini di partecipazione di quei soggetti al capitale sociale della S.I.TO Spa, senza che ciò voglia dire svendere la società ad operatori che dal loro fine istituzionale sono estranei a compiti specifici della S.I.TO, ma che possono invece essere interessati ad un disegno sociale ed economico complessivo, soprattutto quando si tratta di operatori pubblici. E' il caso del Mauriziano proprietario di una larga parte di terreni la definizione, di concerto con i Comuni interessati, della complessa situazione urbanistica delle aree interessate dalle strutture.
Il Comune di Orbassano ha approvato nel febbraio 1984 una deliberazione programmatica che prevede l'interporto; è in corso la definizione dell'elaborazione del progetto preliminare. Il Comune di Rivalta ha approvato una deliberazione preliminare che non prevedeva ancora l'interporto. Il Comprensorio nelle osservazioni gli ha richiesto di inserirlo.
Questa è una strada che dobbiamo seguire in un rapporto concordato. E' una strada che rischia di essere lunga rispetto ai tempi che vorremmo imporre all'operazione. Credo che nel rapporto con gli enti locali dovremmo passare ad una variante specifica, anziché ad una variante organica dei piani regolatori, come è in atto.
Richiamo sotto questo profilo il significato della proposta di modifica intervenuta alla legge 56 e confido nell'approvazione celere delle varianti a quella legge. I progetti territoriali operativi che ritengo debbano poggiare sulle indicazioni generali e territoriali della Regione che consentirebbero, in accordo e non sulla testa dei Comuni, di operare celermente e di prendere decisioni operative territoriali nella misura in cui abbiamo preso atto delle decisioni amministrative e politiche per la realizzazione di quell'opera.
E' il caso di ribadire l'esigenza che la Regione per le grandi opere non solo si dia condizioni operative politico-amministrative, ma si dia anche le condizioni di operare sul piano urbanistico e sul piano territoriale senza togliere nulla agli enti locali e alle loro autonome possibilità di espressione.
Lo sviluppo di adeguati rapporti tendenti a favorire un solidale e fattivo intervento cooperativo alle iniziative necessarie per garantire il conseguimento delle finalità di realizzazione dell'interporto agli Enti pubblici (statali, interregionali, locali), con operatori finanziari (Istituti di credito) e con le strutture imprenditoriali.
La settimana scorsa abbiamo avuto un incontro con la Regione Liguria per giungere ad un'intesa formale e istituzionale tra le due Regioni.
Nei confronti degli operatori finanziari e degli istituti di credito la Regione può essere soggetto garante e catalizzatore.
Potranno, invece, essere più efficacemente curati dalla società (come riorganizzata a seguito delle modifiche statutarie) i problemi relativi propriamente all'attuazione ed entrata in funzione dell'interporto: progettazione, espletamento delle procedure per il finanziamento, per l'appalto ed esecuzione delle opere, ai rapporti con la Socotras ed infine, alla definizione, negli opportuni termini di dettaglio, delle logiche di funzionamento dell'interporto che è di interesse collettivo.
Sono finalizzate alla prospettiva di una rivitalizzazione della società le modifiche statutarie poste all'ordine del giorno dell'odierna assemblea straordinaria della S.I.TO Spa. Tali modifiche comportano una sostanziale riduzione del numero degli Amministratori (da 25 rapporti a 15) un ridefinizione dei vertici della società, un diverso assetto, infine, dei rapporti tra gli azionisti, in opportuni termini di elasticità, anche nella prospettiva di aumenti - sostanziali - del capitale sociale, che è ragionevole proporre siano realizzati, gradualmente, a partire dall'inizio del 1985.
Ci sarà un solo Vice Presidente e un solo amministratore delegato.
Per quanto riguarda le nomine delle massime responsabilità della società, mi sembra possibile trovare unità di accordi su una soluzione che prenda atto intanto dell'attuale situazione societaria e che quindi preveda che il Presidente del Consiglio di amministrazione sia eletto al proprio interno fra i membri nominati dalla Regione, che l'Amministratore delegato sia eletto dal consiglio di amministrazione al proprio interno, tra i membri nominati dal Consiglio regionale e dalla Finpiemonte Spa, la quale avrà la possibilità di nominare un rappresentante. I rappresentanti della Regione saranno 7, un rappresentante sarà nominato dalle FF.SS., 6 saranno i rappresentanti della Socotras.
Definiremo con un impegno formale o con un impegno di tipo informale una clausola nel senso che ove la partecipazione azionaria della Finpiemonte assumesse un peso relativamente maggioritario rispetto all'insieme delle partecipazioni pubbliche, l'amministratore delegato rispondendo a questa situazione societaria, verrebbe eletto fra i membri di nomina della Finpiemonte. Si colgono in questa definizione possibilità evolutive che partono da una corrispondenza alla situazione societaria attuale che vede la Regione largamente maggioritaria, che si adegui flessibilmente alle possibili evoluzioni che possono vedere la Regione meno impegnata nel futuro e ridurre la sua partecipazione a quel limite che dalla legge vigente è indicato nel 19 per cento, a favore sia della Finpiemonte sia di partecipazioni in parte anche simboliche e politiche degli enti locali direttamente interessati.
Infine la modifica statutaria pone il problema dei rapporti tra gli azionisti in opportuni termini di elasticità anche nelle prospettive di aumenti sostanziali del capitale sociale che è ragionevole proporre e siano realizzati, seppur gradualmente, a partire dalla fine di quest'anno o dall'inizio del 1985.
E', così, previsto, che le prerogative di direzione della Società siano ridistribuite tra Presidente, amministratore delegato e Vicepresidente. Del pari, il Consiglio di amministrazione, caratterizzato da una migliore agilità e coadiuvato da un ristretto comitato esecutivo espresso dal Consiglio stesso, sarà messo nelle condizioni di conferire adeguato impulso alle iniziative sociali.
Per quanto concerne gli aspetti finanziari, vengono assunti - e si propongono - due ordini di riferimenti: l'incremento del capitale, nei tempi che ho indicato, con un primo dimensionamento dello stesso dell'ordine di quattro/sei miliardi il finanziamento delle iniziative di attuazione, potrà far riferimento ad operazioni finanziarie sul mercato creditizio e, non essendo praticabile per il 1984 la presentazione di un progetto esecutivo fondato su una effettiva agibilità delle aree, ad un finanziamento FIO 1985 che potrà caratterizzarsi in quell'intesa con la Regione Liguria e possibilmente con la Regione Lombardia sul piano di un progetto per i trasporti interregionali, all'interno del quale sia collocato un primo lotto riguardante l'interporto di Orbassano.
Al rinnovato quadro istituzionale fanno riscontro precise scelte in ordine alle caratteristiche della nuova amministrazione della S.I.TO. Spa.
I requisiti - irrinunciabili - di professionalità degli amministratori della S.I.TO. Spa, in coerenza con le indicazioni formulate in materia dalla Commissione per le nomine, sono stati assicurati, garantendo altresì, una integrazione delle competenze specifiche di ciascuno di essi.
Auspichiamo che gli altri partners abbiano assunto un impegno quale quello della qualificazione dei loro rappresentanti. Parimenti qualificata mi sembra la rappresentanza espressa dalla Finpiemonte. Verrebbe designato il Presidente a svolgere il ruolo dell'Amministratore delegato. Ci rendiamo conto che è un impegno oneroso per chi già deve presiedere la società Finpiemonte, né può essere considerata una soluzione-tampone. E' una soluzione forte nel senso che impegna, nella persona del suo Presidente, la Finpiemonte ad operare per la ripresa di attività del S.I.TO. La struttura funzionariale della Finpiemonte mi sembra possa dare un contributo valido e permanente al suo Presidente nello svolgimento del ruolo di amministratore delegato. Se si porranno dei problemi dopo la prima fase saremo disponibili a discuterli.
In ordine ai rapporti, sostanziali, con gli imprenditori del settore la Socotras Spa ha espresso la propria disponibilità a "seguire" entro ampi e sufficienti limiti, i prevedibili aumenti del capitale sociale.
Non siamo giunti a una definizione quantitativa, ma ci è stato detto dal Presidente della Socotras che, di fronte ad una azione di rivivificazione dell'iniziativa, la società seguirà gli aumenti di capitale nei limiti delle disponibilità finanziarie che la società possiede.
Tale disponibilità è strettamente correlata alle prerogative - di privilegio - che lo statuto sociale riserva alla Socotras stessa, in relazione alla gestione del centro.
In ordine ai rapporti con l'Ordine Mauriziano si è ribadito in un recente incontro con il Presidente del Mauriziano e il Presidente della Giunta, lo spirito di collaborazione già manifestato in passato da parte dell'Ordine per rispondere all'esigenza per la collettività, imprenditoria privata e l'ente pubblico, pone in questa direzione.
E' rimanifestato l'interesse dell'Ordine Mauriziano ad una possibile partecipazione a questa operazione in ragione del conferimento delle aree in cambio di partecipazione azionaria. E' stato definito un programma di incontri che dovrebbero consentirci di espletare le procedure per l'acquisizione entro la fine del 1984 e gli inizi del 1985.
Infine, nell'ambito dei rapporti istituzionali e politici tra la Regione e gli Enti locali interessati all'insediamento - è stato recentemente concordato di istituire un Comitato (in cui saranno rappresentati Regione, Comuni e Provincia), deputato ad essere sede dei necessari momenti di raccordo e di concerto.
Mi pare si possa delineare una rinnovata condizione operativa e una rinnovata condizione di fiducia reciproca.
Ci possiamo rammaricare che l'interporto si costruisca nell'area metropolitana torinese con ritardo, ma non è un ritardo di due/tre anni, ma è un ritardo che deve essere misurato nell'ordine dei 10/20 anni.
L'interporto avrebbe dovuto essere avviato alla fine degli anni '60. Se così fosse stato fatto oggi ci troveremmo nei rapporti con gli operatori privati in condizione di agire più facilmente. Sul finire degli anni '60 e all'inizio '70 i più grandi operatori di trasporti (Gondrand, Zurst e Ambrosetti), hanno costruito i loro centri merci collocandoli in modo del tutto casuale e soltanto funzionali al raccordo ferroviario all'interno dell'area metropolitana.
Queste realizzazioni di efficienza e di impegno costituiscono non degli impedimenti, ma delle remore e delle cautele da parte di questi operatori che, avendo risolto in gran parte i loro problemi, sono meno sollecitati a un'operazione come questa. Ciò non significa il loro disimpegno. Certo se l'interporto si fosse realizzato prima avrebbe impedito probabilmente localizzazioni diffuse di queste strutture nell'area metropolitana.



PRESIDENTE

Sulla relazione dell'Assessore Rivalta è aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere signora Vetrino. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il dibattito sull'interporto di Orbassano non comincia oggi ma soprattutto non termina oggi.
Noi registriamo positivamente che il dibattito sia entrato ormai nel vivo ma non possiamo nemmeno nascondere la nostra preoccupazione per il ritardo con il quale esso si sia avviato nonostante i due provvedimenti legislativi che stanno alle spalle di questo Consiglio (già ricordati dall'Assessore Rivalta nella sua introduzione) e cioè la legge regionale n.
11 del 1980 e la legge regionale n. 8 del 1982 e nonostante che era dato ormai scontato ed accettato da tutte le forze politiche che la creazione del centro intermodale di Orbassano rappresentasse un elemento chiave per la riorganizzazione e lo sviluppo dell'economia piemontese ed in particolare per il tanto discusso settore terziario considerato priorità delle priorità. Non soltanto, ma l'Assessore Rivalta ci ha detto che questa struttura era un tassello di un progetto più ampio che risale al 1979 e le cui tappe appunto ci sono state ricordate nella relazione introduttiva.
E poiché il dibattito è entrato nel vivo e noi nel vivo abbiamo cercato di tenerlo e di sollecitarlo ricordo non tanto la mia interrogazione dell'aprile del 1984 (alla quale cortesemente ha fatto riferimento il Presidente del Consiglio questa mattina dicendo che non si rispondeva alla mia interrogazione in sede di risposta alle interrogazioni proprio perch l'interpellanza veniva riassunta nel dibattito che ora è in corso) ma vorrei ricordare un'altra interpellanza: quella del 2 novembre 1982 con la quale chiedevo sollecitamente alla Giunta di precisare "lo stato di attuazione e le previsioni di costo della realizzazione dell'interporto nonché le attività svolte ed i costi fino a quel momento sostenuti".
Noi ritenevamo e riteniamo che compito prioritario della maggioranza di governo della Regione sia quello, in attuazione peraltro dell'art. 13 della legge 80, di definire sollecitamente sulla base del progetto di massima che la S.I.TO, ha prodotto con una spesa di 415.268.527 (rilevo questa cifra dal bilancio della Sito) quindi precisasse e definisse sollecitamente il sistema di funzioni nel Centro di Orbassano individuandone con precisione natura, dimensioni e qualità.
In quest'ambito progettuale assumono priorità non soltanto i rapporti con i proprietari dei terreni ma i rapporti con tutti quei titolari delle strutture che già esistono su quel territorio, con le Ferrovie dello Stato con l'acquedotto municipale per i problemi che a monte occorre risolvere per avere la piena disponibilità dei terreni.
Condizioni di acquisizione delle aree, puntuale verifica degli strumenti urbanistici e verifica della fattibilità tecnica, economica e finanziaria ci sembrano tutti elementi inscindibili di uno stesso programma e notiamo che queste operazioni avrebbero dovuto avviarsi contemporaneamente all'affidamento del progetto di massima dell'incarico per la redazione del progetto di massima.
Tutto questo lo ha indicato l'Assessore Rivalta, presuppone poi, tra l'altro, un coordinamento molto stretto con il Comune di Torino. Voglio dire cioè che non siamo solo noi a decidere che cosa si fa dei mercati generali e anche di quello che si fa delle aree rese libere ove i mercati generali si trasferiscono.
Tutte queste operazioni sono puntualmente previste dall'art. 3 della legge 11 del 1980, cosa come è previsto dalle nostre leggi che il programma pluriennale, articolato attraverso progetti annuali e pluriennali di intervento per ogni centro, siano approvati con deliberazione del Consiglio regionale. A questo punto mi chiedo perché la Giunta non abbia finora presentato al Consiglio questo primo progetto di massima che pure esiste e sorge il dubbio che la stessa Giunta non abbia ancora definito una sua posizione collegiale rispetto a questo settore.
L'assenza, non dal dibattito odierno, ma dal confronto che si è finora sviluppato tra la Giunta e il Consiglio nella conferenza dei capigruppo dell'Assessore ai trasporti che pure sa che questo progetto è anche attuazione del Piano regionale dei trasporti e tende a riorganizzare e razionalizzare l'intero sistema merci, questa assenza ripeto è assenza che noi valutiamo non soltanto in termini di assenza di collegialità dell'esecutivo, ma altresì di assenza dell'apporto socialdemocratico in questo contesto che pure nell'ambito dell'esecutivo ha rilevanti responsabilità in questo settore. Qualcuno ha osservato che se la SITO si sta muovendo è perché il Partito comunista ha deciso di farla muovere.
Non pensiamo che non sia tanta la volontà di egemonia del Partito comunista a questo proposito, ma di spazio totale lasciato al Partito comunista per l'assenza delle altre forze politiche che compongono la maggioranza. E' assente l'Assessore Cerutti ma non dimentichiamo le non lievi implicanze che ha questo progetto sotto l'aspetto dell'assetto territoriale e delle scelte urbanistiche e prima o poi l'Assessore Calsolaro dovrà pure considerare quei piani regolatori dei Comuni interessati (Torino, Orbassano, Rivalta) i quali giustamente hanno evidenziato la scarsa attenzione che finora è stata loro riservata.
Questi amministratori non conoscono ancora le modifiche della legge 56 proprio in tema di scelte urbanistiche su progetti di questo tipo perché se le conoscessero saprebbero che per effetto del PIO (Piano territoriale operativo) non potrebbero rivendicare alcun protagonismo né alcuna autonomia perché con le modifiche della legge 56 la Regione si è appropriata di quel protagonismo e di quella autonomia. Ho sentito con piacere che Rivalta ha detto che comunque quelle scelte dovranno essere fatte in accordo con gli Enti locali e quindi noi auspichiamo che già fin da ora questi Enti locali vengano coinvolti nel dibattito che è in corso attorno a questo progetto.
Ritornando quindi al nocciolo, certo noi abbiamo considerato con favore il nuovo assetto degli organi decisionali secondo criteri di maggior snellezza ed efficienza in particolare riducendo il numero sia dei membri del Consiglio di amministrazione che dell'esecutivo.
Ci sono però ancora molti aspetti da chiarire legati sia alla partecipazione diretta della Regione, al subentro di altri partner, al ruolo specifico dei privati in questa fase e nella successiva, seppur lontana della gestione. Noi riteniamo prematuro 'formulare ipotesi sul tipo di gestione che farà capo a questa struttura. Quello che è certo, se dobbiamo esprimere una convinzione, è che per questa risultati della gestione che dovranno rispondere a questi criteri; se poi a gestirla sarà il pubblico, il privato o una società mista, la scelta in questo momento non ci sembra importante ma secondaria rispetto al principio.
Così come è importante che venga definito il ruolo riservato alla Finpiemonte.
Noi abbiamo sempre sostenuto che alla Finpiemonte spettasse il ruolo della leadership tecnica perché riteniamo che quella società potesse esprimere le capacità di progettualità necessarie per un'opera di questa mole. Per questo noi avevamo valutato positivamente quella ipotesi di modifica che prevedeva che l'Amministratore delegato venisse designato dalla Finpiemonte. Se l'orientamento prevalente oggi è questo, occorre già fin da oggi che la disponibilità a far assumere alla Finpiemonte questo suo ruolo si evidenzi anche in termini concreti che non sono certi quelli dell'esigua partecipazione che le è stata riservata. Anche a questo riguardo mi pare che le anticipazioni dell'Assessore Rivalta possano tranquillizzare.
Non c'è dubbio che questo progetto assume credibilità se al suo studio e alla sua realizzazione vengono predisposte le migliori intelligenze e le migliori energie delle quali si possa disporre.
Ecco perché della scelta degli amministratori noi abbiamo fatto una battaglia e continueremo a farla. Vorrei ricordare che la nostra proposta di sulle nomine prima che conseguenza della questione morale nata in Piemonte dopo il 2 marzo 1983, è stata reazione e conseguenza al modo indegno con cui il Consiglio regionale nominò i primi amministratori della SITO in data 7 aprile 1982. Certo, oggi il Consiglio arriva a questo atto in condizioni profondamente diverse; abbiamo perfino l'ambizione attraverso il dibattito odierno di assolvere all'impegno che come Consiglio regionale ci deriva dal comma secondo dell'art. 3 della legge regionale 8/82 e cioè che il Consiglio deve dare ai propri vincolati. Mi spiace che non ci sia Moretti perché a questo riguardo abbiamo idee un po' differenti ma comunque ci saranno altri momento per confrontarci anche a questo riguardo.
Si è perpetrata la logica lottizzatrice attraverso queste nomine (quelle che andremo a fare tra poco)? Noi crediamo che si siano fatti dei passi nel superamento della spartizione partitica fine a se stessa anche se non ci sfuggono taluni residui che permangono ancora ed i differenti gradi di sensibilità e di maturazione delle varie forze politiche alle esigenze di un metodo rinnovato.
Noi crediamo che il dibattito sulla proposta di legge delle nomine che ci auguriamo il Consiglio possa approvare (probabilmente entro luglio) sia un'occasione per un confronto e anche per la definizione di una regolamentazione finalmente definitiva.
Signor Presidente, colleghi, ho detto nella mia introduzione che il dibattito su questo progetto è appena iniziato. Per questo noi intendiamo attraverso la presentazione di un breve ordine del giorno impegnare la Giunta a presentare entro luglio al Consiglio regionale l'approvazione del progetto di massima. Questa nostra richiesta urgente è dettata anche dalla considerazione che se veramente si vuole arrivare a produrre un progetto definitivo da poterlo presentare al finanziamento del FIO per l'anno 1985 occorre bruciare le tappe. Sappiamo che i progetti per il FIO devono possedere i cosiddetti requisiti di cantierabilità noi pensiamo che almeno per la prima tranche del progetto generale, ci siano le condizioni per avviarci concretamente in una fase realizzativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, questo dibattito assume significati e spessore particolari non solo grazie all'introduzione dell'Assessore Rivalta, ma anche grazie agli stimoli che sono venuti dal primo intervento della collega repubblicana.
Il Consiglio deve ragionare su alcuni blocchi: sui problemi che potremo chiamare l'oggetto del dibattito, cioè la società Sito, sulle persone, sui metodi che si sono seguiti e quindi dovrebbe trarre alcune considerazioni politiche.
Ha detto bene la collega Vetrino: da parte della Giunta ci sono in primo luogo delle gravi inadempienze processuali in ordine alla Legge n. 8.
Ricordo di aver fatto delle accuse in quest'aula e sono lieto che l'Assessore Cerutti si ricordi di essere Consigliere, quindi mi replicherà anche come tale.
Ricordo che questa inadempienza è molto più grave sulla vicenda Consusa (che è un elemento del sistema complesso Orbassano-Susa, Sito-Consusa).
Lo ripeto a costo di essere noioso: a Susa si è deciso senza informare il Consiglio regionale (quando invece secondo il Presidente Viglione gli enti locali devono essere aggiornati dell'evoluzione dei problemi) che il socio di maggioranza relativa diventava la Sitaf, società che realizza l'autostrada, e non parlo per fare lamentazioni di tipo campanilistico, ma per indicare la disattenzione della Giunta.
Questo vuoi dire che la Regione, attraverso la Finpiemonte e gli enti locali, aveva deciso di governare il progetto di Susa e di Sito, con un processo di politica territoriale, ha considerato ormai Consusa, e quindi tempo anche il Sito, soltanto più come tasselli della politica dei trasporti, non legati alla politica territoriale di programmazione.
Non solo, ma nella società Consusa con quella motivazione tanto pregevole e di moda che "bisogna snellire i Consigli di amministrazione" (quando non si riescono a fare per questioni di bassa cucina gli esecutivi), si sono espulsi due rappresentanti delle istituzioni, che sono passati quindi da 6 a 4 membri, lasciando gravissimi problemi al Comune di Susa e alla Comunità Montana.
Di questo naturalmente la Regione non ha ritenuto di informare preventivamente e istituzionalmente né il Comune, né la Comunità Montana.
Quindi si sono venduti armi e bagagli, Consusa e l'autoporto di Susa alla Sitaf: è la logica molto semplice di questa vicenda.
Perché questo è avvenuto? E' avvenuto perché non si sono messi d'accordo sull'esecutivo. E se si fossero messi d'accordo su come costituire l'esecutivo si sarebbe risolto tutto.
I maligni dicono che non si è risolto l'esecutivo perché mancava la garanzia della rappresentanza precisa di talune forze politiche che attraverso Sitaf, che notoriamente fa capo al Ministero dei lavori pubblici, avrebbero garantito certi rapporti di forza.
Quanto è avvenuto a Susa è una vicenda a dir poco sconcertante. Se non avessi sentito la relazione di Rivalta, che mi sembra fuori tempo, la mia preoccupazione potrebbe valere anche per la società Sito.
Sono passati 4 anni e non si è fatto letteralmente niente: in tempi politici l'aver predisposto un progetto di massima, ma non averlo sottoposto al dibattito delle forze consiliari vuol dire politicamente che non si è fatto niente e che si è ancora fermi per capire che cosa si vuole fare della Società SITO o addirittura se si vuole o se non si vuole realizzarla.
Se la relazione dell'Assessore Rivalta fosse giunta per tempo probabilmente avrebbe dato modo di pronunciarsi sui contenuti.
Abbiamo già detto in sede di Commissione che il problema SITO si sostanzia nel capire se è un intervento di politica territoriale oppure se è un semplice elemento di razionalizzazione dei trasporti. Anche quando fosse un semplice intervento di razionalizzazione dei trasporti, sarebbe comunque un presupposto della politica territoriale, quindi dovrebbe pur sempre vedere la nostra attenzione sul piano della programmazione.
La nostra forza politica qualcosa aveva fatto su questo argomento.
Quando si è inventato il termine dei centri intermodali con la Legge n. 8 sul primo progetto Orbassano-Susa c'era una visione precisa sulla quale l'Assessore Rivalta aveva già modificato i suoi atteggiamenti.
Ricordo come uno dei nei del personaggio Rivalta (che ha tutta la mia stima) un'espressione che aveva usato in Consiglio quando ci ha ammoniti rispetto al terziario proveniente dal Frejus "stiamo attenti", il che voleva dire che c'era sotto sotto una persona di grande levatura, di grande intelligenza, di grande capacità, che con questa pregiudiziale, tipica di chi milita in taluni Partiti, vedeva il nuovo con una sorta di preoccupazione preventiva.
Ci sembrava che l'adesione del P.C.I. e la responsabilità massima che ha assunto il P.C.I. nell'elaborazione della legge n. 8, avesse fatto giustizia di questa preoccupazione ed anche dei ritardi con cui quel partito aveva affrontato il problema.
Mi pare comunque - l'ha detto Rivalta - che ci sia una tensione nuova su questo problema.
La tensione nuova del P.C.I. è perché ha deciso di muoversi o perch teme che l'avvio di Rivalta-Scrivia metta troppo in allarme gli ambienti operativi torinesi tanto da far loro temere che SITO non si faccia più? Questo vorrei capirlo.
Per perseguire questi obiettivi e questi contenuti si sono individuati dei metodi apparentemente nuovi, si sono scelte delle persone apparentemente nuove e si sono combattute delle battaglie politiche.
In questa vicenda ci sono vincitori e perdenti politici. Questi fatti vanno registrati.
Sgombriamo subito il campo dal problema più delicato, quello delle persone. Mi pare che da parte delle forze politiche si sia fatto un grosso sforzo per elevare il livello di rappresentanza e di professionalità dei designati da fare del Consiglio regionale.
In qualche misura questo sforzo è stato fatto in modo diametralmente opposto a quelle che sembravano essere le aspettative. Per esempio nessuno si aspettava un grosso sforzo da parte del P.L.I. e del P.R.I. che su questo terreno sono meno oggetto di discussione.
Dobbiamo dirci invece con assoluta franchezza che talune forze politiche che sono nell'occhio del ciclone non hanno fatto uno sforzo adeguato.
Noi ci adeguiamo alle decisioni della Commissione nomine che nel complesso esprime un giudizio positivo su un pacchetto di nomi, diciamo peraltro che il P.S.I. ha perso un'occasione grossa per dare di s un'immagine diversa.
Questo dobbiamo dirlo perché noi ci consideriamo per molti versi, per una specie di nazione biblica, legati nelle nostre aspettative e nella nostra sorte a quelle che sono la sorte e le aspettative del P.S.I.
Rileviamo che il P.S.I. è il Partito che meno degli altri ha fatto questo sforzo, mentre era quello che più di altri, nell'interesse di tutti doveva farlo.
Non è mai bello parlare di persone, certamente, il designato dal P.S.I.
alla carica di amministratore delegato ....



BRIZIO Gian Paolo

Alla carica di Presidente.



MARCHINI Sergio

Un momento! Era designato alla carica di Amministratore delegato (e adesso faremo anche questa storia) dal P.S.I., o per meglio dire dal conestabile torinese (alto, che somiglia a Craxi, però con la barba) ma probabilmente non aveva i numeri sufficienti, infatti, non è prevalso.
E' molto grave che il P.S.I., dopo che si sono chiuse talune vicende dal quale tutti ci aspettiamo una forte crescita di immagine (spiegher alla fine perché tengo tanto a questi socialisti) non colga queste occasioni.
Questo ci è sembrato un segnale non bello.
Ho l'impressione che la situazione non si evolva ancora secondo quello spessore che noi auspichiamo. Il collega Brizio mi ha interrotto poco fa per dirmi "designato alla carica di Presidente". No, designato alla carica di amministratore delegato.
C'è stata una fase molto diversa da quella che viene rappresentata in quest'aula e io vorrei parlarvene.
La fase originaria prevedeva un blitz della sinistra che intendeva impadronirsi, armi e bagagli, della Sito e aveva orchestrato un'operazione precisa: l'eliminazione di Finpiemonte, passaggio di una grossolanità inaudita posto che la società Finpiemonte è nata per rappresentare il punto di confluenza delle capacità tecniche e finanziarie del mondo pubblico e del mondo privato piemontese.
Non si riesce a capire come una società come la Sito, che è la prima espressione sperimentale del rapporto pubblico-privato in Piemonte, debba vedere esclusa nel Consiglio di amministrazione proprio la Finpiemonte.
Perché la sinistra e il P.C.I. hanno tentato questo blitz, non riuscito, salvo poi farne un altro in articulo mortis? Evidentemente perch il P.C.I. - e l'avrete rilevato dagli interventi del collega Bontempi in più di un'occasione - tenta uno strano rilancio (che io condivido per diversi motivi) della politique e del ruolo centrale delle forze politiche un po' meno delle istituzioni e molto meno della società civile. Il P.C.I.
vuole assumere un ruolo e ragioneremo anche su questo.
La prima proposta, cari colleghi, prevedeva la designazione ad amministratore delegato della persona che adesso viene designata come Presidente e il P.C.I. accedeva a questa proposta.
La realtà dei fatti però ha dimostrato non sostenibile questa proposta checché ne dica il gran conestabile torinese del P.S.I., il designato come amministratore delegato non ha i numeri per farlo.
Ovviamente questo è un giudizio politico.
L'operazione non è passata. Il P.C.I. ha acceduto alla proposta del gran conestabile socialista conché aumentasse fortemente il ruolo della sinistra, anzi, portasse la egemonizzazione della sinistra nella Sito e il primo atto di liquidazione della Finpiemonte.
E' chiaro che se Finpiemonte fosse espulsa dal Consiglio di amministrazione della Sito, molti di noi si chiederebbero che cosa serva ancora Finpiemonte.
C'è quindi la sconfitta della maggioranza che non è riuscita a far passare questo disegno. A questo punto il mio intervento potrebbe chiudersi; ma è avvenuto un altro fatto.
E' vero che c'è stata una sconfitta della sinistra, ma c'è stata una grossa vittoria del P.C.I.
La collega Vetrino che evidentemente condivide con me alcuni elementi di lettura di questa vicenda è pervenuta alle stesse mie conclusioni, non tanto per il risultato, per il fatto cioè che attraverso la Finpiemonte pervenga alla responsabilità di amministratore delegato persona di grande capacità, ma per come si è pervenuti a questo risultato.
La vittoria del P.C.I. è avvenuta nella misura in cui il contrasto vero tra pubblico e privato (Finpiemonte) ha visto come protagonista del pubblico il P.C.I. e il risultato diverso a cui si è pervenuti non è la conseguenza di un dibattito politico in Commissione e in Consiglio, quindi in sede istituzionale e politica, ma in altra sede.
Siccome in una società esistono soci pubblici e soci privati e rapporti all'interno dei soggetti che sono portatori di quote, la questione della Finpiemonte era soprattutto di ordine politico e il P.C.I. avrebbe dovuto prima di tutto assolvere all'impegno in sede politica, nella Conferenza dei Capigruppo, nella Commissione, in Consiglio.
Dopodiché, assunta la volontà dell'istituzione che Finpiemonte continui a svolgere un proprio ruolo, non il Partito, ma la ma maggioranza o il Consiglio, dovrebbe svolgere un ruolo di armonizzazione delle diverse esigenze sui diversi scacchieri.
Così non è stato: il P.C.I. ha gestito un'operazione della quale non posso che complimentarmi per come è stata condotta a suo vantaggio. Faremo un ultimo rilievo sul significato di questa operazione. Il P.C.I. ha gestito questa operazione pubblico-privata come unico soggetto, non egemonizzando, perché nell'egemonia c'è una specie di piramide, ma qui c'era solo lui.
La vera morale di questa vicenda è che il P.C.I. in Piemonte ha ormai ottenuto un risultato che va al di là della politica, va al di là dei contenuti, va al di là degli scontri. Ha realizzato il sistema emiliano.
Il P.C.I. ha il potere politico e le istituzioni. Esiste poi l'altra parte della società.
Questo è il motivo per cui il P.L.I. conduce contro questa maggioranza un'opposizione dura, aspra e, se vogliamo, anche discutibile. Prima di contrastare i contenuti delle cose, noi ci preoccupiamo del senso storico di esse: il senso storico della società Sito ha un segnale preciso. Il P.C.I. è riuscito a realizzare in questa nostra Regione rapporti ....



PICCO Giovanni

Se questa è la situazione non ha senso procedere alle nomine.



MARCHINI Sergio

Fai la tua proposta. Io ragiono sui fatti avvenuti ed esprimo i miei giudizi. Chiaramente il P.C.I. che sa che le cose stanno in questo modo, è molto divertito anche se gli spiace che i fatti vengano chiamati con il loro nome. L'obiettivo del P.C.I. non è quello di uccidere l'imprenditoria per carità! Non è rimasto a quei tempi, anzi, vuole avere con l'imprenditoria con la società, con i ceti medi, con i lavoratori un rapporto diverso da quelli che hanno gli altri Partiti. Questa è la logica e l'interpretazione emiliana e bolognese del marxismo del nostro paese.
Il cerchio della Sito si è chiuso. Tutte le grandi vicende della nostra Regione hanno come soggetto unico il P.C.I., ma, attenzione! Non come forza della sua capacità, ma delle interrelazioni che ha saputo crearsi e della credibilità che è riuscito ad acquistare. Titoli positivi che devono fare molto attente le altre forze politiche che rischiano in effetti di svolgere quello che De Mita vuol farci svolgere a livello nazionale: il ruolo di comprimari.
Mi consenta, Presidente Viglione, il ruolo di comprimario, rischia di svolgerlo qui anche il P. S. I.
Cari amici, le istituzioni devono riassumere il loro ruolo, la capacità di proposta deve riemergere, non dobbiamo lamentarci se qualcuno non sta al gioco, per esempio, ipotizzando che il Lingotto è l'ombelico del mondo o quanto meno di Torino. Attenzione! Quando si instaurano interrelazioni privilegiate e si riconoscono soltanto alcuni poli del dibattito politico culturale non ci si deve scandalizzare che qualcuno faccia diventare il Lingotto l'ombelico di Torino o del mondo. E' chiaro che chi egemonizza un certo mondo voglia i suoi risultati, così come il P.C.I. in questo momento porta a casa i suoi risultati, ovviamente pagando dei prezzi. Quando il P.C.I. si è reso conto che l'operazione politica introdotta non sarebbe passata per le resistenze politiche della società, ha pagato un prezzo rinunciando a un posto. Non è tornato in Commissione a ridiscutere la rappresentanza liberale, quella repubblicana, quella democristiana o quella socialista (che ne ha due). Il P.S.I. ha sempre due rappresentanze. Sono fatti gravi che magari, per gli sbocchi che avranno, sono da considerarsi più che positivi, incoraggianti. Contestualmente però sono il segnale di un processo pericoloso che va combattuto. Qualcuno ironizza sui miei ragionamenti sull'area laica. Attenzione! Io non parlo né di una Giunta laica, né di una Giunta di transizione, né di una Giunta d'affari, dico solo che questa Regione deve porsi sei mesi di meditazione: sei mesi per la D.C. per decidere di essere portatrice di una proposta politica e non di essere soltanto latrice di messaggi all'imperatore perché mandi qualche drappello di armigeri a riportare l'ordine in una marca di frontiera in cui alcuni villanzoni di sinistra hanno sconvolto il quadro che è dell'impero centrale.
Non si può chiedere alla D.C. di essere capace di proposta politica se questa forza politica non viene rimessa nel circolo delle strategie politiche e fin quando si colgono tutte le occasioni per dirle che è stata responsabile di tutto e non sarà capace di niente. Stamattina si è ripetuto che le responsabilità del mancato avviamento dell'autoporto è della D.C.
(un po' anche di Gelli, diciamolo tra di noi). Questi sono ragionamenti di tipo sofistico che immiseriscono una forza politica.
Siamo convinti che dopo dieci anni di egemonia del P.C.I., ci voglia un momento di decantazione. Che questo significhi un diverso rapporto tra maggioranza e opposizione, un diverso rapporto con i partiti di opposizione, un diverso rapporto con l'area laica si vedrà: sono meccanismi da inventare. Come gli amici comunisti sono chiusi nella necessità di difendere comunque e sempre questa proposta politica della quale siete i primi a riconoscere l'insufficienza, così la D.C., come i partiti laici non possono andare con tutta tranquillità alla campagna elettorale a parlare solo male di questa maggioranza. Abbiamo la necessità di rivolgerci alla collettività e di dialogare sulle proposte, non sulla difesa n sull'attacco, sempre e comunque, di un quadro che si chiude. Dobbiamo invece ragionare sui quadri che si aprono, ma per poter fare questo debbono esserci delle ipotesi di strategia diverse. Il P.S.I. su questo ha una responsabilità centrale.
La vicenda SITO, cara collega, che è sui banchi della Presidenza, è illuminante. Il P.C.I. vi ha soffiato il posto di amministratore delegato vi ha tagliati fuori dai rapporti con la società economica che conta. Siete l'unico partito ad avere due rappresentanti nel Consiglio di amministrazione e il P.C.I. vi ha ulteriormente bollati come il partito che vuole tutto, mentre si è preso quello che più conta, il posto di Amministratore delegato, e, soprattutto, ha utilizzato benissimo un'occasione per rafforzare i suoi rapporti con la società civile. Queste sono le mie considerazioni politiche su queste vicende.
Chiedo scusa al Presidente del Consiglio ed ai colleghi per il troppo tempo che ho rubato loro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi limito a portare all'attenzione del Consiglio alcune risposte su inesattezze che i colleghi Vetrino e Marchini hanno sottolineato nei loro interventi.
Ho letto la replica di Marchini all'interrogazione fatta all'Assessore Rivalta e ho registrato un notevole salto di qualità negativo dal Capogruppo Bastianini al Capogruppo Marchini.



MARCHINI Sergio

Almeno su SITO.



CERUTTI Giuseppe

Almeno come correttezza, come rapporto tra colleghi. Soprattutto per chi, come il Consigliere Marchini che nella vicenda Consusa ha avuto la possibilità di affiancare l'Assessore e collaborare con lui in molti atti amministrativi e in molte decisioni. E' scorretto fare la vittima fuori luogo e falsare il significato che Consusa ha avuto ed ha partendo dalla considerazione che si è svenduto alla Sitaf l'autoporto di Susa con la maggioranza relativa. Nessuno ha la maggioranza relativa. La parità delle quote fra la Regione Piemonte e la società Sitaf, che comunque è un'istituzione pubblica, garantisce la presenza del potere pubblico e gli obiettivi che la legge si è posta.
Sarebbe invece più opportuno dire che al momento dell'aumento di capitale, per poter pagare i 7 miliardi del costo di investimento c'è stata la scomparsa del Comune di Susa, che vuole esclusivamente gestire i problemi locali, e dei privati che hanno tentato in Consusa di avere la pura e semplice gestione dell'autoporto per fini non prettamente programmatici.
La Regione Piemonte ha dovuto assicurare la copertura finanziaria.
Voglio anche dire alla collega Vetrino che l'Assessore ai trasporti non è assente perché il suo ruolo lo svolge, anche se la relazione di questa mattina su SITO l'ha svolta l'Assessore Rivalta, Assessore competente alle partecipazioni regionali.
E' vergognoso essere stati costretti a scomodare il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Parlamentari del Piemonte, i Ministri interessati per realizzare una iniziativa che tutti i Ministri, compreso il Ministro Reviglio, avevano assicurato alla Regione Piemonte.
Forse sono un Assessore che parla poco con i giornalisti per pubblicizzare il lavoro che svolge, che dalla stampa ottiene forse poco spazio; io preferisco lavorare senza dare grossa pubblicità alla mia azione.
Voglio assicurare, per esempio, che sul problema urbanistico abbiamo avuto cinque incontri con i Comuni interessati sia a livello politico che a livello tecnico. Se il Comune di Orbassano ha già predisposto gli atti inerenti al recepimento di SITO, è evidente che questo è frutto del collegamento con i Comuni.
Con le Ferrovie dello Stato abbiamo avuto un dialogo serrato che ha assicurato il finanziamento per il terminale ferroviario, punto focale dell'intermodalità del centro di Orbassano: questo - vi assicuro - non è un risultato da poco. Abbiamo interpellato il Ministero delle Finanze per conoscere se i finanziamenti sarebbero venuti da quel Ministero per la sede doganale o se la società SITO doveva farsene carico direttamente; questa risposta non ci è ancora pervenuta.
E' vero che sono trascorsi ormai due anni dall'avvio di questo progetto, ma dal momento della costituzione della società diverse problematiche sono state risolte.
Siamo riusciti a predisporre il progetto definitivo del collegamento con la tangenziale di Torino ed abbiamo sollecitato il Ministero dei lavori pubblici in ordine alla deroga dell'art. 18 bis al fine di ottenere il finanziamento di 5 miliardi e mezzo di costo, necessari per collegare l'autoporto alla tangenziale stessa.
Due mesi fa è stato presentato il progetto di massima dell'interporto.
Il C.R.O.P. si è espresso favorevolmente. L'avremmo portato in questo Consiglio se non ci fosse stata la proroga dei termini tecnici, per chiederne il finanziamento FIO. Non è cosa da poco. La legge 11 prevede la predisposizione di un progetto di massima, correlato dal conto finanziario per realizzarlo. Non è cosa da poco poter accedere al FIO per garantire un finanziamento che si aggira attorno a 39/40 miliardi e che indubbiamente porrebbe tutto il quadro economico in termini diversi da quelli che, in caso contrario, dovremmo assumerci per tutto il piano finanziario, che diventerebbe problematico attivare con soli fondi regionali. Devo tuttavia dire che, dagli incontri avuti con la BEI sul problema dell'interporto di Orbassano, abbiamo avuto assicurazione su un finanziamento per la realizzazione della struttura.
Il collega Rivalta ha ricordato la modifica alla L.R. n. 56.
Personalmente ho presentato una proposta aggiuntiva a quella della Giunta che la Commissione valuterà nella seduta di mercoledì prossimo. Non vogliamo superare l'autonomia dei Comuni interessati, ma ci rendiamo conto che le realizzazioni concrete di infrastrutture che fanno parte di piani di settore e di piani territoriali, se non hanno una procedura autonoma, sia pure con la disponibilità dei Comuni, sono difficilmente attuabili.
Si è inserita nella modifica sopracitata una normativa secondo la quale i progetti di approvazione regionale, dopo una pubblicazione di 30 giorni nei Comuni e dopo trenta giorni per le osservazioni, possono diventare automaticamente modificazioni agli strumenti urbanistici, senza richiedere ai Comuni una nuova deliberazione programmatica o una variante specifica e tutto l'iter di approvazione degli strumenti urbanistici relativi.
Vengo alla nomina dei rappresentanti nel Consiglio di amministrazione e alla modifica dello Statuto.
Le Ferrovie dello Stato sono una parte essenziale di questa struttura perché è impensabile parlare di intermodalità senza comprendere una delle strutture portanti come è appunto l'amministrazione delle Ferrovie.
Anche noi abbiamo ritenuto che questo organismo fosse pletorico e ne abbiamo condiviso la riduzione rendendolo all'essenzialità, senza etichette politiche di partiti, anche se gli uomini, piaccia o non piaccia, si identificano in una idea politica. Abbiamo soprattutto ricercato la massima professionalità, riacquistando la credibilità del settore privato che, per lungaggini burocratiche da una parte e problemi di carattere tecnico operativo dall'altra, è venuta a mancare.
Ricordo ai colleghi che esiste anche il problema dell'acquisizione di un'area che appartiene ad un ente morale che dipende dal Presidente della Repubblica, anche se nelle vesti istituzionali oggi fortunatamente rappresentate da un nuovo Presidente. L'applicazione di norme di esproprio è quanto mai difficile da attuare, mentre la ricerca, a livello di Presidenza, dell'acquisizione bancaria dell'area, favorirà sicuramente l'insediamento.
Non so colleghi se la strategia del P.C.I. è quella delineata dal Consigliere Marchini. La sua è una valutazione di parte. Voglio solo fare presente che anche la società alla quale ci rivolgiamo fa le sue scelte e se il P.C.I. riesce a raggiungere questi obiettivi è indubbio che trova dall'altra parte la disponibilità e l'accettazione di questa strategia politica.
Non è questione di maggioranza o di minoranza, è questione di disponibilità di schieramento politico che riguarda tutte le forze politiche. La parte imprenditoriale molte volte sceglie il cavallo vincente, sceglie le strategie di comodo, ma questo non torna ad onore n del complesso delle forze politiche, né della parte privata che alle forze politiche si rivolge.
Ciascuno di noi è chiamato a svolgere un ruolo importante, sia pure nella proporzione che ognuno ottiene con il consenso elettorale.
E' impensabile che un partito minore possa imporre la sua strategia politica ai grandi partiti, ma sicuramente è compito di ogni partito portare il proprio contributo.
Ci auguriamo di dimostrarlo nei prossimi mesi con il lavoro che ancora ci aspetta e che la comunità si accorga della nostra presenza politica come di quella degli altri Partiti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

Il dibattito sulla Spa SITO sta prendendo una piega nettamente politica e questo non ci dispiace. Sono passati 5 anni, quindi è assurdo dire che non ci sono dei ritardi. Questa iniziativa aveva forse una validità maggiore nel 1979 perché - come è stato acutamente rilevato - nel frattempo sono state avviate altre iniziative concorrenziali che suscitano un'attenzione diversa su quella struttura.
Siamo nel 1984, e non c'è nulla di pronto e mi spiace contraddire l'Assessore Cerutti, ma dall'82 ad oggi si sono fatti pochi passi. Quando la Regione ha assunto una partecipazione diretta nella società il nostro Gruppo aveva espresso molte perplessità rilevando come la Regione già attraverso la Finpiemonte avesse la possibilità di operare nel settore con una leadership e una struttura tecnica adeguate, non soltanto in una fase di studio preliminare. Si è voluta la partecipazione diretta pesante della Regione, malgrado le nostre riserve ed ora non si può dire: "è il Consiglio di amministrazione che è pletorico e che non lavora" e, dulcis in fundo come fa Rivalta: "è colpa anche del Consiglio regionale". Questa affermazione non è accettabile perché il Consiglio regionale è stato sempre tenuto fuori dalla questione SITO. Noi abbiamo chiesto che sulle modifiche statutarie si seguisse la procedura corretta dell'informazione in sede di I Commissione, abbiamo poi accettato di discuterne in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Il Consiglio di amministrazione era pletorico e non ha avuto la capacità né la "carica" per operare, ma probabilmente sono mancati gli indirizzi e quindi la volontà di farlo procedere. Oggi non è consentito affermare che si risolverà il problema con la modifica della Legge n. 56.
In questi anni si doveva formulare un progetto, reperire le risorse finanziarie, verificare la reale fattibilità del progetto. Tutto questo non è avvenuto e oggi, dopo che la società SITO è stata quasi abbandonata, si parla di rilancio.
Non possiamo ridurre tutto alla nomina del Consiglio di amministrazione, il quale porta avanti gli indirizzi che gli vengono proposti e suggeriti. Se non si conoscono gli indirizzi della Regione non ci si può muovere adeguatamente. Come si prospetta il futuro? Questa iniziativa ha oggi la valenza che aveva nel 1979? Questa struttura è ancora valida? Intanto dobbiamo rilevare che l'iniziativa di Rivalta Scrivia è andata avanti, che è almeno in parte alternativa a questo progetto e quindi che la società e gli Assessorati alla programmazione e ai trasporti non possono non tenerne conto: occorre riverificarne la fattibilità valutando a fondo anche l'aspetto finanziario. Si tratta infatti di un progetto che implica disponibilità di enormi cifre e il discorso di un finanziamento tutto della BEI è complesso. Anche gli istituti di credito non saranno disposti ad anticipare del denaro se non si convinceranno della validità dell'iniziativa che d'altra parte deve procedere rapidamente se vogliamo che incida sullo sviluppo piemontese.
Occorre pensare ad un ente che possa operare sul piano progettuale e della fattibilità, poi si potrà passare alla fase realizzativi. La società SITO è stata creata per progettare e realizzare; la fase gestionale dovrebbe passare alla Socotras, quindi ai privati, i quali chiedono alla Regione un'altra partecipazione per cui se questa impostazione andrà in porto la Regione entrando nella compagine azionaria Socotras, avrà una partecipazione diretta e due partecipazioni indirette.
E' vero che il d.d.l. prevede un ritorno progressivo del capitale della Regione, quando matureranno condizioni a ciò favorevoli, ma è anche vero che per intanto l'intervento diretto della Regione non è riuscito a sbloccare la situazione operativa e finanziaria. Non tutti i Comuni hanno dato la loro disponibilità come abbiamo sentito dalla relazione: a parole tutti sono disponibili a sborsare i miliardi, poi però occorrono gli atti conseguenti.
Siamo fermi e sentiamo dire che deve intervenire la modifica della L.
56, che riguarda l'istituzione di uno strumento, tra l'altro estremamente discutibile e discusso, per poter realizzare l'opera.
In sostanza non siamo in una fase di gestione e di operatività tale da consentire la realizzazione di questa grande opera pubblica e non possiamo fare riferimento né alle responsabilità del Consiglio regionale, né a presunte responsabilità del passato.
L'Assessore Rivalta afferma in polemica con la D.C. che le grandi aziende di trasporti hanno ormai realizzato il loro stabilimento perch negli anni '60 mancava una politica degli interporti.
E' una critica maldestra e sbagliata, perché negli anni '60 e '70 il Piemonte stava realizzando una serie di grandi infrastrutture che ancora oggi sono di supporto allo sviluppo piemontese, non eravamo quindi in una fase di stanca e di inoperatività come quella nella quale viviamo oggi e mi dispiace che l'Assessore non senta queste puntualizzazioni che sono esplicitamente indirizzate al suo intervento. La maggioranza non pu respingere la responsabilità di aver proceduto molto lentamente e con incertezza sul problema dell'interporto e sulla questione SITO. Come avverrà l'acquisizione del terreno? L'Ordine Mauriziano entrerà in partecipazione? diventerà socio al 90 per cento, ciò creerà problemi sulla realizzazione della struttura? Il Consiglio di amministrazione viene rinnovato e noi abbiamo dato piena disponibilità alla riduzione dei membri e a cedere una rappresentanza alle altre opposizioni, perché riteniamo che tutti debbano poter dare il loro contributo. Il Vicepresidente Rivalta ha fatto cenno ad un Comitato da nominare tra Regione, Provincia e Comprensorio che, se avrà la funzione di operare ai fini della programmazione del progetto, dovrà dimostrare la sua validità e su questo raccoglierà soltanto le forze di maggioranza, noi richiederemo di essere puntualmente informati dello sviluppo progettuale in sede di I Commissione permanente, perché si tratta di tema di programmazione, che deve essere portato all'esame della I Commissione.
Esempi di comitati ne potremmo citare molti, ma in sostanza sono organismi istituzionalmente non precisi, non validi, e non sappiamo quali risultati possano dare. Secondo noi, sono sufficienti perché utilizzate le sedi istituzionali.
Oggi si dà alla società SITO un'impostazione che non conosciamo appieno, dato che il documento che ci è stato fornito in sede di Conferenza dei Presidenti dei Gruppi è stato ulteriormente modificato per ciò che riguarda la nomina del Presidente e dell'Amministratore delegato. Mi domando se l'esecutivo ha il potere di approvare il nuovo statuto, visto che né il Consiglio né la I Commissione non si è espressa su di esso. La legge del 1982 dà alla Giunta il potere di aumentare il capitale o di diminuirlo, di cedere le partecipazioni, ma non quello di modificare la composizione dello statuto. Constatiamo notevole imprecisioni metodologiche sul funzionamento delle istituzioni. A nostro avviso la I Commissione avrebbe dovuto esprimere un parere e il Consiglio o la Giunta avrebbero dovuto formulare una deliberazione. Tutto ciò non è avvenuto, vuol dire che chi rappresenterà la Regione in assemblea si assumerà tutte le responsabilità anche formali.
Per il Consiglio il nostro Gruppo indicherà il proprio rappresentante ricordando che avremo un Consiglio di amministrazione più agile con la presenza della Finpiemonte (che avevamo richiesto) e con l'attribuzione alla Finpiemonte dell'incarico di amministratore delegato, anche se non conosciamo il testo definitivo dell'articolo 25 dello statuto.
Complessivamente il Consiglio di amministrazione è qualificato; ci costituisce una garanzia di impegno e di volontà nel portare avanti l'opera.
Vengo infine al dato politico. Sulla vicenda della società SITO i canali istituzionali sono stati in parte ignorati, anche noi dobbiamo rilevare che il P.C.I. ha svolto un ruolo dominante: lo abbiamo constatato nelle discussioni di questi giorni con i Consiglieri Vetrino e Marchini e nella conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
Che cosa significa questo? Che in Piemonte va avanti l'egemonia comunista come è confermato dai risultati elettorali. Abbiamo già detto che se il P.C.I. continuerà a mantenere il governo in Piemonte con l'apporto di forze politiche che governano a Roma, il P.C.I. continuerà a rafforzarsi perché gode dei vantaggi dell'opposizione al Parlamento e del consenso locale gestito in funzione dialettica nei confronti del Governo centrale un governo centrale guidato, tra l'altro da un socialista.
Lentamente il Piemonte sta diventando una Regione egemonizzata dal P.C.I. Al di là dell'attivismo del Presidente della Giunta e degli Assessori tranquillamente seduti al suo fianco, le grandi scelte le conduce il P.C.I.
Da tempo chiediamo una svolta di governo in questa Regione, e non lo facciamo per pietismo quando giudiziamo essenziale la coerenza tra livello nazionale e livello locale. Quando La Ganga dice che manca l'attività e la progettualità locale democristiana, cerca un comodo alibi per scelte che hanno ragioni di carattere sociale.
Socialisti e socialdemocratici dovranno pur fare una riflessione sull'utilità e sulla proficuità della loro collaborazione a livello locale che finisce soltanto di rafforzare il P.C.I. nella società, di renderlo egemone, di fargli avere maggior potere e maggior consenso a livello locale da usare in funzione contraria al Governo.
Anche la vicenda SITO è occasione per una riflessione sul ruolo sempre maggiore che viene esplicato da questo alleato di governo locale che è feroce oppositore del Governo nazionale. Una riflessione colleghi dell'area socialista che dovrete condurre anche voi e fino alle logiche conseguenze.
La nostra progettualità è dimostrata dai fatti e dalla nostra presenza costante in tutte le sedi istituzionali; è dimostrata dalla proposta programmatica che abbiamo presentato nel giugno 1983, pendente la crisi per i fatti del 2 marzo. Il discorso della non progettualità non serve, è un alibi ridicolo e non credibile per non compiere delle scelte di fondo. La lunga vicenda del SITO, il suo appannamento e il suo risveglio sotto il pungolo dei PCI, la capacità del PCI di porsi come interlocutore delle forze economiche avvalendosi del potere che voi gli date, sono elementi sui quali dovete riflettere per le scelte future.



PRESIDENTE

Ha facoltà di intervenire il Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sulla vicenda SITO cercherò di non essere ripetitivo ma è certo che non si può non cogliere e non sottolineare il colposo ritardo della Giunta nell'attuare dei precisi disposti di legge: la legge regionale del marzo 1980 era, nella sostanza una legge quadro in materia di infrastrutture relative ai trasporti, e una precisa disposizione di questa legge prevedeva, in concreto l'attuazione dell'interporto di Orbassano. La successiva legge del gennaio 1982 è stata una ulteriore, vera e reale attuazione della legge del marzo 1980: mediante l'intervento della Regione nella soc. SITO che, frattanto, si era costituita su iniziativa della regione stessa. E sinceramente non riesco a comprendere come possa avere un fondamento l'affermazione del Vice Presidente Rivalta allorquando ha detto che questa operazione avrebbe dovuto iniziare negli anni '60, ad opera di quelle forze politiche che, in allora, avevano competenze istituzionali e responsabilità al riguardo. Pu anche darsi che questo sia esatto, ma la realtà è che nel marzo 1980 la Regione Piemonte si è assunta, attraverso un testo legislativo un preciso e ben determinato impegno che, almeno fino a questo momento, non è stato portato avanti come è già stato ampiamente sottolineato.
Al riguardo, merita anche di ricordare quanto aveva affermato il relatore Consigliere Bontempi, allorquando si discusse - in aula - la legge del marzo 1982: e ritengo doveroso il ricordarlo perché costituisce una ulteriore argomentazione a sostegno di quel ricordato colposo ritardo della cui esistenza penso proprio non si possa dubitare.
Diceva il relatore Bontempi nel presentare la legge in Consiglio, che sarebbe stato valorizzato (come d'altro canto era di tutta evidenza) il ruolo di governo della Regione e che questo intervento del SITO andava definito come un intervento centrale della legislatura in atto. Eravamo nel marzo 1982 .... ma l'intervento centrale, evidentemente, è ancora al di là da venire.
Nel quadro nel non contestabile ritardo, vanno poi ed anche rilevate le perplessità che erano sorte in sede di società SITO: e cito quanto venne detto, sostenuto e verbalizzato nel corso dell'assemblea del 17 maggio 1982 nel corso della quale il Consiglio di amministrazione, fra le altre cose rilevò che non erano stati coinvolti nella SITO gli enti pubblici territoriali (come invece avrebbe dovuto avvenire in base alla legge del 1982) e che non erano state avviate - da parte della Regione - trattative con l'Ordine Mauriziano. E qui è contenuta una affermazione di un certo peso, perché nel corso dell'assemblea è stato affermato che il Consiglio di amministrazione della SITO aveva iniziato trattative con l'Ordine Mauriziano per acquisire il cinquanta per cento dei terreni necessari al varo dell'operazione affermandosi con rammarico che questa operazione non aveva avuto seguito in quanto la Regione Piemonte, in persona del Presidente della Giunta regionale, nella riunione del 2 dicembre 1981, ha avocato a sé le trattative. Dopo di allora non se ne è saputo più nulla.
Poiché neanche l'operazione dell'acquisizione attraverso gli espropri (quindi senza il consenso, nella specie, dell'Ordine Mauriziano) non è stata fatta, mi rendo conto delle difficoltà che ci sono adesso per arrivare, attraverso gli strumenti urbanistici vigenti, ad altre forme di acquisizione. Sempre nel corso della seduta del 17 maggio, visto che gli enti pubblici non erano stati coinvolti, visto che le trattative con l'Ordine Mauriziano non erano state portate avanti e visto che mancavano le progettazioni, appariva legittimo chiedersi fino a quale punto l'attività della Società SITO e, al limite, la sua stessa esistenza, erano realisticamente valide e significative.
Questo ritardo ha causato all'interno della società e nei confronti degli altri partners pesanti perplessità. Nell'assemblea del luglio 1982 si dava atto che la Regione, oltre alle azioni che aveva acquisito direttamente in base alla legge citata, aveva acquisito 4050 azioni della Finpiemonte. Questo episodio lascia perplessi perché in definitiva si rinuncia ad attuare il programma SITO attraverso quello che era l'ente strumentale regionale tecnicamente idoneo.
Io, a differenza del Consigliere Marchini, non conosco le segrete decisioni che si sono verificate in sede di Commissione Nomine o in altra sede; non so dove e quando quel "connestabile con barba" (che non conosco) abbia messo delle ipoteche sui nomi; però l'episodio del trasferimento delle azioni dalla Finpiemonte (che era rimasta, nel luglio 1982, con una partecipazione del cinque per cento), indubbiamente porta un confronto alla tesi sostenuta da Marchini, tesi quindi che non pare possa dirsi totalmente di fantasia. E un episodio che la conforta è nel senso che (a proposito dell'aspetto politico evidenziato dai Consiglieri Marchini e Brizio) la Regione viene ad essere sostanzialmente e numericamente egemone nella maggioranza: e, per raggiungere i propri obiettivi nell'ambito dell'operazione SITO, evidentemente trova una maggiore facilità nell'ambito e nell'interno della maggioranza. Da sola, piuttosto che con l'altro partner Finpiemonte, anche se quest'ultimo è ente strumentale della Regione.
Per quanto riguarda le modifiche dello Statuto, per quanto riguarda l'attività futura, siamo indubbiamente in ritardo. L'Assessore ha accennato ad un progetto che sarebbe imminente e in ordine al quale è bene stringere i tempi ai fini del finanziamento.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

La Finpiemonte non può sottoscrivere più di due miliardi, per cui la Regione Piemonte ha dovuto farsi carico di una quota. La Finpiemonte è mantenuta come arbitro fra pubblico e privato.



MAJORINO Gaetano

A mio avviso è stato inopportuno che lo Statuto non sia stato esaminato nell'aula consiliare, soprattutto in occasione dell'approvazione di queste modifiche. Se non vado errato la Regione Piemonte e il suo ente strumentale, Finpiemonte, hanno la maggioranza assoluta (circa il 55 per cento) quindi hanno la forza di poter proporre e imporre agli altri partners la modifica dello Statuto; ragione di più perché la modifica statutaria venga discussa in aula.
Per entrare nel vivo di questi problemi, cioè nel vivo dell'attuazione dei progetti della soc. SITO, il Consigliere signora Vetrino, ha accennato a un ordine del giorno che impegna la Giunta ad adempiere, entro il mese di luglio, a quell'obbligo primario che nasce dall'art. 13 della legge del lontano 1980 cioè di portare in Consiglio un progetto di massima. Mi rendo conto che si tratta di problemi complessi che non possono essere verificati ed elaborati in un arco di tempo breve e allora si torna al discorso iniziale: è dal 1980 che questo meccanismo avrebbe dovuto essere messo in atto, quindi sostenere oggi che si tratta di progetti complessi che vanno verificati ed esaminati a fondo è esatto, però nulla toglie alla carenza che c'è stata in questi quattro anni. Se questo ordine del giorno verrà mantenuto e preposto, mi pronuncerò favorevolmente.
Confido poi che questo redigendo progetto tenga conto dei tre progetti che sono stati attuati e finanziati dalla SITO negli anni scorsi.
La SITO infatti ha speso circa 420 milioni per finanziare tre progetti.
Confido che il progetto cui accennava l'Assessore sia la risultante di quei tre progetti o quantomeno sia la scelta di uno di essi.
Concludendo, confermo i rilievi del grave e non contestabile inadempimento, confidando che le scelte degli amministratori che verranno fatte oggi non abbiano ad avere colorazioni politiche o meriti politici, ma meriti tecnici. Confidando infine e soprattutto che la Giunta attui quel disposto (che fa parte della legge) e che è stato attuato solo una volta finora nei confronti della Promark: di dare cioè direttive precise ai propri amministratori affinché si comportino in una determinata maniera anche e soprattutto per l'attuazione dell'interporto, la cui urgenza è da tutti manifestata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a costo di essere controcorrente rispetto al tono e al taglio di alcuni interventi nel dibattito ritengo che le considerazioni politiche fatte siano un po' sproporzionate rispetto all'oggetto in discussione. La nomina dei rappresentanti regionali nella società SITO è il primo fatto importante del lungo lavoro ancora da fare.
Vi assicuro signori Consiglieri che il rilancio del progetto dell'interporto di Orbassano ha creato molte difficoltà oggettive per errori di impostazione e difficoltà di ripresa del nucleo fondamentale della questione. Nel rilevare i dati del passato ci poniamo con serenità e in senso di responsabilità ben sapendo che al livello nazionale i blocchi per i veti e per l'incapacità a mettersi d'accordo delle forze politiche non riescono a varare leggi fondamentali del nostro ordinamento.
Riconosciamo che i ritardi hanno pesato, ma vorrei ricordare a chi si fa improvviso e vigoroso paladino di queste rivendicazioni che se la parte più rilevante della responsabilità spetta alla maggioranza ed alla Giunta l'altra parte va attribuita alle forze politiche e sociali che sono rimaste in posizione di attesa.
Faccio solo un esempio, quello delle aree, che è la condizione fondamentale per il decollo del progetto dell'interporto. Ci siamo trovati di fronte ad un soggetto istituzionale complesso, l'Ordine Mauriziano, e al valore delle aree che deve essere tenuto a valori compatibili con l'unica destinazione alternativa possibile, quella della destinazione agricola.
Ebbene, malgrado la complessità dell'interlocutore e il tipo di risorse che devono essere impiegate; qualche passo si è fatto: dichiarazioni di disponibilità, contatti.
Ma ci sono altre questioni, il rapporto coi Comuni, la complessità del progetto e la possibilità di adire ai fondi del FIO. Ci sono poi gli errori di impostazione, come per esempio la pletoricità del Consiglio di Amministrazione della società SITO, qualche improvvisazione nel designare i rappresentanti.
Mi ha sorpreso che nessuno abbia parlato dei rapporti coi privati.
Credo sia giusto perseguire la strada delle società miste, ma, per arrivare a questa intesa, per far si che proietti nel futuro non come una cattedrale nel deserto, ri ricorre all'art. 5 dello statuto del quale sottolineiamo alcuni aspetti critici.
Nell'art. 5 è scritto che il patto coi privati viene raggiunto attraverso un riconoscimento, a prescindere da un impegno in capitale più consistente per il diritto di esclusiva della gestione. Oggi questo è superato perché la componente privata dice di essere disponibile all'aumento di capitale. Bisogna essere coscienti che, proprio nel momento in cui si metterà in opera un impegno sostanziale e concreto dei privati anche questo articolo sui rapporti tra pubblico e privato andrà rivisto.
L'accelerazione a cui siamo chiamati oggi, in funzione dell'assemblea del pomeriggio, è una accelerazione che ci induce a stabilire i rapporti sulla reciproca chiarezza, sulla fiducia che è l'unica in grado di far decollare progetti integrati tra pubblico e privato.
L'impegno comune ci vuole; tutti siamo chiamati ad uno sforzo non solo per rivedere le bucce nei momenti di crisi ma per governare. L'importante ripeto è con questa valenza e valore strategico. Di qui derivano le proposte che sono state oggi avanzate per l'assetto della società. Abbiamo tutti rilevato il salto di qualità sul piano delle nomine, abbiamo rilevato che negli ultimi tempi si è molto discusso, ci si è informati su vicende e su trattative con i partners che sono fuori dalle istituzioni.
La maggioranza aveva espresso l'opportunità delle cariche di vertice quella del presidente e quella dell'amministratore delegato, non perch volesse ignorare il ruolo della Finpiemonte ma per un'assunzione piena di responsabilità e una trasparenza nella designazione. Ci siamo peraltro resi conto che il ruolo della Finpiemonte che, fin dalla legge istitutiva abbiamo ritenuto essenziale soprattutto per la sua corposità tecnica, in questa maniera poteva essere equivocato. Siamo quindi ritornati a una impostazione che ci pare la più corretta e che non deve però farci perdere i contorni del problema, e cioè che in materia di nomine la grande questione è la responsabilità di chi assume la nomina. Dobbiamo cercare di conquistare la qualità, la professionalità, l'intesa sulle garanzie che professionalità e qualità danno per portare avanti un progetto, non pu essere conquistata attraverso i veti, da qualsiasi parte provengano. Ripeto nelle nomine è preferibile la chiarezza di chi designa e di chi assume la responsabilità che non le forme mascherate o trasformistiche. Allora l'accordo coi privati, il raccordo con la Finpiemonte, nella chiarezza del confronto sulle qualità e sulle caratteristiche di chi deve operativamente reggere la società, è un fatto positivo.
Ho parlato di un primo passo e ho usato toni meno apocalittici e meno trionfalistici di quelli usati da altri colleghi. Ho parlato con umiltà di un primo passo da compiere, di un grande lavoro da compiere, un'operazione accurata, tecnicamente attendibile, trasparente e chiara sul piano della progettazione e della realizzazione per un interesse che non deve essere di parte ma per l'interesse comune. Il bene comune è la rapida realizzazione dell'interporto tenendo il passo con gli interventi delle FF.SS, innescando e favorendo il processo di trasformazione territoriale. Questi sono gli obiettivi che un partito di governo deve porsi all'insegna di un metodo che recuperi rispetto alle degenerazioni, purtroppo abituali del mondo politico, che spesso si ripiega su se stesso, all'insegna di una speranza nuova.
Il patto non si fa né sulle transazioni dei posti, né sulle transazioni delle operazioni, ma si fa sugli obiettivi. Deve essere un concerto di volontà e di energie.
Questo discorso mi esime dal rispondere sulle questioni politiche.
Escono però dalla sostanza, più che dal duetto o dal rodeo oratorio, la caratteristica, la finalità, la collocazione del nostro Partito. Non sono solito prendere troppo sul serio quando il mio amico Marchini descrive le sue due configurazioni tipiche del nostro partito: le apocalittiche o le trionfali o supposte vittorie. Sono due rischi che non si corrono. Noi non riteniamo che si possa parlare di legittimazione della maggioranza attraverso operazioni che partono da queste costruzioni un po' artificiose che pencolano tra: "via il P.C.I. perché è troppo debole di idee, è vecchio" e "via il P.C.I. perché è troppo forte". In realtà le cose non stanno così. Noi siamo nella maggioranza, crediamo di lavorare per questa maggioranza, conosciamo la forza che abbiamo, le responsabilità che abbiamo, sappiamo andare al centro dei problemi. Vorrei che la parola egemonia tanto spesso usata venisse cancellata. Crediamo di saper sempre e comunque confrontarci con le idee degli altri, prima dentro questa maggioranza, sappiamo vivere i problemi, e valutare i contenuti. Il nostro Partito di fronte al pericolo del blocco della situazione societaria ha ritenuto di dover spendere una carta in avanti che non si discosta poi molto dai criteri generali, non è stata una mossa da giocatore di poker.
Siamo convinti che vi sono ruoli ed incarichi come quello dell'amministratore delegato che devono vedere privilegiate le caratteristiche di qualità e di professionalità in grado di dare attuazione al fine preminente del compito che gli è stato assegnato. La scelta del Presidente è stata proposta da noi perché corrisponde a queste caratteristiche, quindi, più che la mossa del giocatore di poker, è la conseguenza logica di una politica, non è né un comando né una imposizione.
Non è questa l'intenzione! Il nostro partito chiede che gli sia riconosciuto il ruolo di un partito di governo, di un partito che ha peso di un partito che lavora e che crede di poter offrire sui contenuti un contributo, non assorbente e non totalizzante. In questa maggioranza noi stiamo con la voglia e l'intenzione di raggiungere degli obiettivi. E' faticoso, è difficile, ma abbiamo fiducia nei rapporti all'interno di questa maggioranza, e ci auguriamo che la debolezza di alcune fasi del passato sia recuperata: il SITO è un esempio. Dopo le vicende del 2 marzo credo sia stato giusto riflettere. C'è la voglia di ripartire e di lavorare da parte del Presidente, del Vice Presidente, dell'Assessore ai trasporti che fanno questo primo passo ma che domani sarà la testimonianza che questa Giunta ha ripreso a camminare anche se con piccoli punti a favore ma che comunque vanno ricordati e valorizzati come frutto del lavoro collegiale e dell'impulso delle varie forze politiche.



PRESIDENTE

Per le conclusioni la parola al Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Colleghi Consiglieri, non sono professore di dietrologia, quindi non ho la capacità di ricercare dietro ogni atto quelli che vincono e quelli che perdono. Nè tanto meno faccio il giocatore di roulette, quindi non ho la potestà di lanciare la pallina prevedendo se cadrà sul mio o su un altro Partito e a chi spetterà la vittoria.
Vorrei dire soltanto che questo dibattito ha una lunga storia, che si è sintetizzata nel momento in cui si decise di creare ad Orbassano un centro di smistamento merci e per il trattamento delle stesse, iniziata la costruzione della strada per il Frejus nella Valle di Susa, un'autostrada con caratteristiche autostradali, senza pedaggio, e si è dato inizio ad un processo e ad una serie di condizioni che hanno interessato la località, lo smistamento delle merci, la vicinanza dell'Europa attraverso il Traforo del Frejus.
Probabilmente le ferrovie dello Stato concluderanno entro il 1988 o il 1988 il raddoppio della linea Torino-Parigi, gli ultimi sette chilometri sono in lavorazione da circa dieci anni.
Per tutta questa progressione di lavori il SITO doveva realizzarsi in tempi non brevi. Si noti poi che accanto a tutto questo vi era la vicenda dell'Ordine Mauriziano che, come sapete, è stato commissariato per oltre dieci anni e i commissari che vi si sono avvicendati non avevano alcuna potestà di compiere atti di straordinaria amministrazione. In questa vicenda l'Ordine Mauriziano giocherà un ruolo importante. Il Presidente sen. Cravero ha dimostrato disponibilità ad affrontare questo problema.
Come sapete il Mauriziano ha una duplice faccia: quella del servizio che un tempo veniva chiamato "carità" e che oggi potrebbe essere trasformato in servizio pubblico.
La figura del Mauriziano in questa vicenda diventa dominante perché il terreno sul quale dovrà essere costruita la struttura appartiene per i 4/5 all'Ordine Mauriziano e se l'Ordine Mauriziano aderirà al SITO, tutto si chiarirà e diventerà più facile.
Questo discorso possiamo farlo oggi dopo che si è stabilizzata la situazione amministrativa del Mauriziano.
Nel frattempo la società SITO, ha elaborato i progetti per la copertura dell'area. Nel frattempo la Regione ha attivato i rapporti con l'Anas per i collegamenti con la strada della Val di Susa, ha attivato i rapporti con le Ferrovie dello Stato per la traslazione delle merci al Centro di Orbassano ha attivato i rapporti all'interno del Ministero delle Finanze per la questione doganale.
Non si può dire che non si è fatto niente. In questi mesi è sorto anche il problema dell'aggravamento delle condizioni del porto ligure.
Si sono accese dal versante novarese iniziative su di un'area verso il Sempione, quindi verso la Svizzera.
Rivalta Scrivia, proprio perché non era più collegata con il porto ligure è interessata ad un raccordo generale per il trattamento delle merci. Inoltre l'autostrada Voltri-Sempione è in costruzione; non si pu dire allora che non si è mai fatto niente e che siamo all'anno zero.
Allora, non facciamo gli auto-distruttori, dei lamentosi che piangono sempre sui malori che cadono loro addosso, quando poi, tutto sommato, non sono tutti malori, ma sono anche cose buone.
In sostanza possiamo dire che i progetti esistono, che i 500 milioni non si sono spesi invano, che una serie di posizioni sono state assunte con l'Anas, con le Ferrovie, con l'Ordine Mauriziano, con le parti industriali.
Tutti passi compiuti in questi mesi che hanno prodotto magari qualche dissonanza.
L'importante è che la Giunta ha l'intenzione di portare avanti il progetto, ma dobbiamo essere consci che richiede una quantità di risorse finanziarie elevata (attorno ai 120 miliardi). La sola Regione certamente non ce la farebbe.
Probabilmente non ce la farebbe nemmeno coi privati, anche se importanti operatori finanziari sarebbero disponibili a far parte della società. Bisognerà allora attivare un rapporto pubblico col fondo investimenti ed occupazione, bisognerà interessare gli enti territoriali che sono presenti, bisognerà raccordarsi con la Regione Liguria.
E' stato distribuito un documento modestissimo di idee che ho elaborato in questi mesi e che è stato l'oggetto dell'incontro ad Alessandria con la Regione Liguria, che ha dichiarato la volontà di partecipare con il Piemonte a questo progetto.
Molto si è fatto, ma molto resta ancora da fare per completare questo grande raccordo.
Tutte queste iniziative a Rivalta, a Novara, a Orbassano hanno il compito di raccordare l'area mediterranea del porto di Genova in un complesso di aiuti reciproci per impedire che i porti del Nord diventino decisivi in Europa.
Questo è un obiettivo di valore nazionale che noi ci assumiamo.



PRESIDENTE

La discussione è conclusa. Possiamo passare alle nomine dei membri del Consiglio di amministrazione.


Argomento: Nomine

Consiglio di amministrazione della Spa SITO: nomina di sette rappresentanti


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno riportato voti: SOCCO Carlo n. 24 LOMBARDO Fedele n. 21 BORDON Maurizio n. 22 ROLANDI Ezio n. 24 GIACOTTO Domenico n. 20 HUTTER Sergio n. 18



RUSSO FRATTASI Alberto n. 19

schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione a norma dell'art. 65 dello Statuto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvata l'immediata esecutività all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine

Collegio Sindacale della Spa SITO: nomina di un membro effettivo e di un supplente


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno riportato voti: Sindaco effettivo RAPETTI Giancarlo n. 24 Sindaco supplente STASSI Francesco n. 26 schede bianche n. 6 schede nulle n. 2 Li proclamo eletti.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953 n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione a norma dell'art. 65 dello Statuto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'immediata esecutività è approvata all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto quindicesimo dell'ordine del giorno, vengono effettuate le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

a) Associazione Museo Ferroviario Piemontese: nomina Presidente


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti: MENTO Paolo n. 26 schede bianche n. 1 8 Proclamo eletto il Sig. Mento Paolo.


Argomento: Nomine

b) Associazione Museo Ferroviario Piemontese: nomina di cinque rappresentanti del Consiglio Direttivo con voto limitato a tre nominativi


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno riportato voti: ROSSI Guido n. 22 SACCHETTI Giorgio n. 21 CARESIO Vincenzo n. 14 GIANTI Giancarlo n. 16 CONVERSO Lorenzo n. 14 schede bianche n. 4 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

c) Associazione Museo Ferroviario Piemontese: nomina di un revisore dei conti


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti: COLLINO Maurizio n. 24 schede bianche n. 19 scheda nulla n. 1 Proclamo eletto il Sig. Collino Maurizio.


Argomento: Nomine

d) Sezione decentrata Co.Re.Co di Verbania: sostituzione membro effettivo dimissionario Enea Baldini


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti DI GREGORIO Filippo n. 24 schede bianche n. 20 Proclamo eletto il Sig. Di Gregorio Filippo.


Argomento: Nomine

e) Sezione decentrata Co.Re.Co di Novara: sostituzione membro effettivo deceduto Angelo Milanesi


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti GIROMINI Gabriele n. 26 schede bianche n. 18 Proclamo eletto il Sig. Giromini Gabriele.


Argomento: Nomine

f) Consulta regionale per l'artigianato: sostituzione di Mario Bruciamacchie


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti: MARCHESOTTI Domenico n. 27 schede bianche n. 17 Proclamo eletto il sig. Marchesotti Domenico.


Argomento: Nomine

g) Comitato consultivo presso l'Ufficio regionale dell'Istituto nazionale per il commercio estero: sostituzione di Domenico Marchesotti dimissionario


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti: BRUCIAMACCHIE Mario n. 27 schede bianche n. 17 Proclamo eletto il Sig. Bruciamacchie Mario.


Argomento: Nomine

h) Comitato Interministeriale ex art. 15 legge 21/5/1981 n. 240 al fine di esaminare le domande di ammissione al godimento dei beni previsti per i Consorzi e le Società consortili di cui all'art. 1 della succitata legge: sostituzione di Domenico Marchesotti, dimissionario


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti BRUCIAMACCHIE Mario n. 27 schede bianche n. 15 schede nulle n. 2 Proclamo eletto il Sig. Bruciamacchie Mario.


Argomento: Nomine

i) Consulta regionale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia: sostituzione di Teresio Balbo dimissionario, esperto in scienze naturali


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti BADINO Guido n. 32 schede bianche n. 12 Proclamo eletto il Sig. Badino Guido.


Argomento: Calamità naturali - Protezione civile

Esame progetto di legge n. 240 "Mantenimento di Katia Airaudi, figlia di Eugenio, vigile del fuoco volontario morto nello spegnimento di un incendio boschivo il 5 dicembre 1981"


PRESIDENTE

Punto settimo all'ordine del giorno: esame progetto di legge n. 240 "Mantenimento di Katia Airaudi, figlia di Eugenio, vigile del fuoco volontario morto nello spegnimento di un incendio boschivo il 5 dicembre 1981".
Relatore il Consigliere signora Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia, relatore

Il provvedimento è già commentato da una relazione illustrativa della proposta di legge presentata dai Comuni, relazione che considera integrante quella verbale in Consiglio regionale.
Si tratta di un vigile volontario di 29 anni, deceduto nel corso di una attività di spegnimento di incendio.
Più che da un intervento assistenziale la proposta di legge vuole essere un riconoscimento civile per il gesto che il sig. Eugenio Airaudi ha compiuto a favore della Comunità Montana. In sede di Commissione alcuni Consiglieri hanno osservato che situazioni analoghe devono essere garantite dall'obbligo dell'assicurazione in favore delle persone che prestano attività volontarie.
Invito il Consiglio regionale a votare favorevolmente la proposta di legge per sottolineare il gesto coraggioso compiuto dal sig. Airaudi e raccomando di considerare l'opportunità di istituire per situazioni analoghe forme di assicurazione obbligatorio a carico dei Comuni o delle Comunità Montane interessate.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La Regione Piemonte è autorizzata a corrispondere la somma di L.
2.000.000 annue per concorrere al mantenimento di Katia Airaudi, figlia di Eugenio, vigile del fuoco volontario, morto nello spegnimento di un incendio boschivo il 5 dicembre 1981, fino al raggiungimento della maggiore età da parte della stessa e, comunque, fino al normale compimento degli studi universitari".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "All'onere di L. 2.000.000 per l'esercizio 1984 derivante dall'attuazione della presente legge, si provvede mediante la riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa del cap. 1850 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 1984 e l'istituzione del cap, n. 10840 con la denominazione 'Mantenimento di Katia Airaudi, figlia di Eugenio, vigile del fuoco volontario, morto nello spegnimento di un incendio boschivo il 5 dicembre 1981' e con lo stanziamento di L. 2.000.000 in termini di competenza e di cassa.
Agli oneri per gli esercizi finanziari 1985 e successivi si farà fronte con le rispettive leggi di bilancio.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni al bilancio di previsione dell'esercizio in corso".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Procediamo ora alla votazione dell'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione Giunta regionale n. 13.31193: "U.S.S.L. n. 33 di Nichelino ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 29/7/75 n. 405, 23/12/1975 n. 685, 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194"


PRESIDENTE

Il punto ottavo dell'ordine del giorno reca: "Esame deliberazione Giunta regionale n. 13-31193: 'U.S.S.L. n. 33 di Nichelino - 'Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 29/7/1975 n.
405, 23/12/1975 n. 685, 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194'".
La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12; vista la legge regionale 10 marzo 1982 n.
7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 13-31193 del 4/1/1984 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma del D.L. 26 novembre 1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982, n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria della U.S.S.L. n. 33 di Nichelino, mediante l'istituzione dei seguenti nuovi posti per strutture e servizi finalizzati all'attuazione delle leggi 405/75, 685/75, 180/78 e 194/78: n. 2 posti di ostetrica n. 2 posti di infermiere professionale n. 3 posti di psicologo collaboratore di autorizzare, per le motivazioni esposte in premessa, l'U.S.S.L. n.
33 di Nichelino ad istituire i seguenti nuovi posti: n. 1 posto di psicologo collaboratore n. 1 posto di psicologo dirigente n. 2 posti di assistente sociale di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del F.S.R. attribuita alla U.S.S.L. n. 53 di Nichelino e che, pertanto, la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'U.S.S.L. richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione Giunta regionale n. 51-31953: "U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 29/7/1975 n. 405 e 22/5/1978 n. 194"


PRESIDENTE

Il punto nono all'ordine del giorno reca: esame deliberazione Giunta regionale n. 51-31953: "U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 29/7/1975 n. 405 e 22/5/1978 n. 194".
La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale vista la L. 26/1/1982 n. 12 vista la L.R. 10/3/1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 51-31953 del 912/1984 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art.1, quinto comma del D.L. 26/11/1981 n. 678, convertito con modificazioni nella L.
26/1/1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria della U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia, mediante la istituzione di n. 4 posto di psicologo e di non autorizzare l'U.S.S.L. medesima, per le motivazioni espresse in premessa, ad istituire n. 4 posti di assistente sociale, n. 2 posti di terapista della riabilitazione e n. 4 posti di infermiere professionale di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del F.S.R. attribuita alla U.S.S.L. n. 49 di Borgosesia e che, pertanto, la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'U.S.S.L. richiedente per il corrente anno La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione Giunta regionale n. 19-32810: "U.S.S.L. n. 70 di Alessandria - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione della legge 13/5/1978 n. 180"


PRESIDENTE

Il punto decimo all'ordine del giorno reca: esame deliberazione Giunta regionale n. 19032810: "U.S.S.L. n. 70 di Alessandria - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione della legge 13/5/1978 n. 180".
La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 26/1/1982 n. 12 vista la L.R. 10/3/1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 19-32810 del 13/3/1984 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, per le motivazioni indicate in premessa, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma del D.L. 26/11/1981 n. 678 convertito con modificazioni nella L. 26/1/1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria della U.S.S.L. n. 70 di Alessandria, mediante l'istituzione di n. 2 posti di assistente di psichiatria, per l'attuazione della L. 13/5/1978 n. 180 di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del F.S.R. attribuita alla U.S.S.L. n. 70 di Alessandria e che, pertanto, la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'U.S.S.L. richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione Giunta regionale n. 48-33704: "U.S.S.L. n. 26 di Venaria - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 23/12/1975 n. 685, 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194"


PRESIDENTE

Punto undicesimo all'ordine del giorno: esame deliberazione Giunta regionale n. 48-33704: "U.S.S.L. n. 26 di Venaria - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 23/12/1975 n. 685 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194".
La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12 vista la legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 48-33 704 del 22/3/1984 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma, del D.L. 26 novembre 1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria della U.S.S.L. n. 26 di Venaria, mediante l'istituzione dei seguenti nuovi posti: n. 1 posto di primario di psichiatria; n. 1 posto di assistente di medicina generale; n. 1 posto di psicologo collaboratore di non autorizzare, per le motivazioni espresse in premessa l'istituzione di n. 1 posto di assistente sociale di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del F.S.R. attribuito all'U.S.S.L. n. 26 di Venaria e che pertanto la copertura dei relativi posti dovrà avvenire avuto riguardo alla disponibilità finanziaria dell'U.S.S.L. richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è accolta all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione Giunta regionale n. 44-34041: "U.S.S.L. n. 34 di Orbassano - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 29/7/1975 n. 405, 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194"


PRESIDENTE

Il punto dodicesimo all'ordine del giorno reca: esame deliberazione Giunta regionale n. 44-34041: "U.S.S.L. n. 34 di Orbassano - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione delle leggi 29/7/1975 n.
405, 13/5/1978 n. 180, 22/5/1978 n. 194".
La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12 vista la legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 44-34041 del 3/5/1984 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma del D.L.
26/11/1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982 n. 12, l'Ampliamento della pianta organica provvisoria della U.S.S.L.
n. 34 di Orbassano mediante l'istituzione dei seguenti nuovi posti: n. 1 posto di psicologo coadiutore n. 2 posti di psicologo collaboratore n. 4 posti di assistente di ostetricia e ginecologia di non autorizzare, per le motivazioni in premessa, l'istituzione di n. 2 posti di applicato e n. 4 posti di ausiliario socio-sanitario di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del F.S.R. attribuita all'U.S.S.L. n. 34 di Orbassano e che pertanto la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'U.S.S.L. richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano. La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: USSL: Piante organiche

Esame deliberazione Giunta regionale n. 33-33946: "U.S.S.L. n. 51 di Novara - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione della legge 23/12/1975 n. 685"


PRESIDENTE

Il punto tredicesimo all'ordine del giorno reca: esame deliberazione Giunta regionale n. 33-33946: "U.S.S.L. n. 51 di Novara - Ampliamento della pianta organica provvisoria per l'attuazione della legge 23/12/1975 n.
685".
La deliberazione recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 26 gennaio 1982 n. 12 vista la legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 vista la deliberazione della Giunta regionale n. 33-33946 del 26/4/1984 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di disporre, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 1, quinto comma, del D.L. 26 novembre 1981 n. 678, convertito con modificazioni nella legge 26 gennaio 1982 n. 12, l'ampliamento della pianta organica provvisoria della U.S.S.L. n. 51 di Novara, mediante l'istituzione dei seguenti nuovi posti: n. 1 posto di educatore professionale n. 2 posti di psicologo collaboratore di non autorizzare, per le motivazioni indicate in premessa l'istituzione dei seguenti nuovi posti: n. 1 posto di applicato n. 1 posto di assistente sociale di dare atto che l'autorizzazione all'ampliamento della pianta organica provvisoria non comporterà automaticamente l'incremento della quota di riparto del F.S.R. attribuita all'U.S.S.L. n. 51 di Novara e che pertanto la copertura dei relativi nuovi posti dovrà avvenire avuto riguardo alle disponibilità finanziarie dell'U.S.S.L. richiedente per il corrente anno.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno relativo agli stabilimenti LAF e IAI di Torino


PRESIDENTE

Vi dò lettura dell'ordine del giorno relativo agli Stabilimenti LAF e IAI di Torino, presentato dai Consiglieri Barisione, Montefalchesi Cernetti, Cerutti, Marchini, Vetrino e Carletto: "Il Consiglio regionale del Piemonte presa in esame la situazione del polo torinese della siderurgia primaria considerato che le produzioni degli stabilimenti LAF e IAI di Torino sono unanimamente riconosciute valide e competitive a livello europeo e che entrambi gli stabilimenti risultano gli unici nel nostro paese ad aver chiuso in attivo il loro bilancio senza sovvenzioni pubbliche che lo stabilimento LAF di Torino risulta organicamente integrato al polo torinese dell'auto, con produzioni altamente specializzate, frutto di una lunga esperienza produttiva e di una professionalità consolidata la disponibilità della comunità locale, nelle espressioni istituzionali e sociali, alla necessaria ristrutturazione dello IAS, purch avvenga su parametri economici e produttivi oggettivi ed in un necessario equilibrio tra la produzione di acciai speciali da altoforno e forno elettrico considerato altresì che il polo siderurgico torinese ha già pagato per primo l'avvio del risanamento della siderurgia italiana con un prezzo sociale ed occupazionale molto elevato respinge fermamente ogni ipotesi tesa a rilocalizzare altrove, in tutto od in parte, aree impiantistiche degli stabilimenti citati sulla convinzione che il risanamento della siderurgia non possa passare attraverso la fermata di entità aziendali valide da ogni punto di vista e soprattutto sotto il profilo dei risultati di esercizio.
Il Consiglio regionale è per altro convinto che questa posizione contribuisca al mantenimento di un patrimonio industriale significativo per il nostro Paese.
ribadisce la correttezza della linea prescelta da tempo, che riconosce la necessità di quegli interventi sugli assetti impiantistici finalizzati ad una maggiore qualificazione delle produzioni ed alla ricerca di linee di prodotto a maggior valore aggiunto, purché in tutto il Paese il risanamento della siderurgia primaria avvenga con criteri sufficientemente omogenei.
richiama la Finsider ed il Governo a valutare tutte le pesanti conseguenze del sostanziale smantellamento del polo torinese della siderurgia, facilmente deducibile dalle ventilate ipotesi di rilocalizzazione dell'area fusoria Inox e dell'area di laminazione LAF; ipotesi che il Governo e la Finsider devono comunque sottoporre al confronto con le parti sociali e le istituzioni locali.
conferma il mandato alla Giunta regionale per l'immediata assunzione nei confronti del Governo, della Finsider, della Italsider e della Nuova Sias di tutte le iniziative necessarie alla salvaguardia del polo siderurgico torinese.
Fa appello ai Parlamentari torinesi ed alle forze politiche affinch intensifichino l'impegno per la difesa della siderurgia torinese, operando tra l'altro, anche per la determinazione di un contesto urbanistico e territoriale idoneo al mantenimento ed all'ulteriore qualificazione delle attuali attività produttive.
Il Consiglio regionale denuncia con preoccupazione il rischio che l'ulteriore perdita nell'area metropolitana torinese di circa tremila posti di lavoro, in un contesto occupazionale anche in questa realtà di grande pesantezza determini forti tensioni sociali".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla situazione del comparto della metallurgia non ferrosa e del rame


PRESIDENTE

Ordine del giorno sulla situazione del comparto della metallurgia non ferrosa e del rame, presentato dai Consiglieri Barisione, Montefalchesi Cernetti, Cerutti, Marchini, Vetrino e Carletto.
L'ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte prende atto della delicata situazione esistente nel comparto della metallurgia non ferrosa ed in modo particolare della Metallurgia del rame e delle sue leghe.
Nel comparto si è determinata una notevole contrazione produttiva attribuibile alla minore domanda del mercato conseguente alla generale crisi economica e produttiva, ed agli irregolari andamenti del mercato delle materie prime, in crescente destabilizzazione dal 1967, che hanno inciso pesantemente sui costi di produzione.
Il Consiglio regionale considerato inoltre che tale difficile situazione risulta ulteriormente accentuata dagli oneri aggiuntivi dovuti ai costi dell'energia elettrica - di elevato valore per le intrinseche caratteristiche dei processi tecnologici di lavorazione in un contesto tariffario ove il maggior costo per kWh nel nostro paese è superiore del 30 per cento rispetto agli altri paesi europei.
Il Consiglio regionale del Piemonte considerato altresì che le difficoltà enunciate hanno comportato a livello nazionale: a) un calo produttivo a livello europeo, negli ultimi 3 anni superiore al 10 per cento ed ancor più elevato a livello nazionale b) la chiusura delle attività di molti medi operatori nazionali con chiusure significative anche in Piemonte (esempio Camerano di Torino) c) il ridimensionamento delle attività industriali dei principali operatori del settore (Tonolli - L.M.I. - Gnutti, ecc.) a livello nazionale e locale d) un calo occupazionale superiore al 30 per cento della manodopera per un totale di circa 2.000 occupati negli ultimi cinque armi il Consiglio regionale esprime la più viva preoccupazione oltre che per i risvolti sociali ed occupazionali evidenziati, per il rischio di marginalizzazione, nel contesto europeo ed internazionale, di un comparto produttivo nazionale di importanza strategica anche rispetto a settori tecnologicamente avanzati quali quelli dell'elettronica, delle telecomunicazioni, delle fonti rinnovabili di energia (esempio solare), settori nei quali la nostra Regione, per le sue qualificate presenze e caratteristiche industriali, pu svolgere un ruolo importante per l'intero paese.
Il Consiglio regionale del Piemonte ritiene quindi opportuno prestare la massima attenzione, nell'ambito dell'azione di orientamento dei processi economici ed industriali alle operazioni di razionalizzazione del comparto attualmente in atto sintetizzabili in: 1) integrazione produttiva pubblico-privata tra Samim e Tonolli che ha portato alla formazione di un forte gruppo operante in settori diversificati, la Sameton, compagine produttiva presente in Piemonte con gli stabilimenti di Torino (in corso di rilocalizzazione a Moncalieri) e di Pieve Vergonte (Novara) 2) ingresso della società a capitale pubblico Samim nell'ambito degli operatori industriali attivi nella produzione di rame raffinato ad alto titolo mediante la riconversione industriale di parte dello stabilimento di Porto Marghera. Tale intervento, da tempo propugnato a livello regionale può infatti rappresentare un passo avanti verso la certezza degli approvvigionamenti della materia prima ed un contributo alla compensazione degli andamenti speculativi dei mercati ristretti internazionali del rame risultando pertanto utile sia agli operatori pubblici che privati.
3) avvio dei lavori della Commissione mista Samim-Sameton-Gruppo L.M.I.
(controllato dalla finanziaria Spi della famiglia Orlando) per giungere entro dicembre 1984 all'integrazione Sameton Di fronte a queste trasformazioni strutturali del settore che riguardano anche gli stabilimenti piemontesi dei gruppi Sameton ed L.M.I.
pur ritenendo errata l'assunzione di riserve pregiudiziali il Consiglio regionale del Piemonte richiede 1) che le Regioni, le Province, gli Enti locali interessati siano adeguatamente informati e consultati circa i processi in atto e le loro conseguenze e prospettive da parte dei Ministeri dell'industria e delle PP.SS.
2) che le modificazioni strutturali del comparto avvengano in un'ottica di oggettiva selezione e qualificazione delle produzioni 3) che le operazioni suddette vengano considerate dal Governò in un quadro certo di programmazione industriale, che seppur non rigidamente determinato da misure vincolistiche contenga in sé: la ricerca di linee di prodotto a maggior valore aggiunto la polarizzazione delle diverse tipologie produttive su poli operativi aventi sufficienti dimensioni di scala e pertanto idonei alla ripresa di una strategia di investimenti concrete indicazioni di riequilibrio produttivo a livello europeo ed internazionale 4) che ogni intervento di riqualificazione del comparto sia interconnesso a monte con una politica coordinata di approvvigionamenti delle materie prime utilizzate fonti differenziate e a valle con opportuni e coerenti interventi di programmazione nei settori di utilizzazione dei semi-prodotti 5) che nel merito dei punti 3 e 4 il Governo ed i Ministeri competenti si esprimano prioritariamente alla definizione da parte degli operatori degli assetti produttivi del comparto, al fine di evitare la precostituzione di situazioni di fatto da parte di imprese pubbliche e private, tali da elidere praticamente ogni reale possibilità di governo dei processi economi relativi.
Per quanto riguarda gli stabilimenti piemontesi Sameton e L.M.I. e le relative loro esigenze, il Consiglio regionale sottolinea l'opportunità che nel quadro generale della ridistribuzione delle produzioni si rafforzi il polo di Pieve Vergonte ulteriormente qualificandolo nelle produzioni tecnologicamente avanzate che rappresentano l'integrazione strategica delle presenze industriali piemontesi nell'elettronica e nell'informatica la necessità che, in attesa dei definitivi assetti produttivi e societari conseguenti all'integrazione Sameton-L.M.I., vengano operati nello stabilimento L.M.I.-Delta Barre di Serravalle Scrivia opportuni investimenti migliorativi (seppur non sostitutivi) degli attuali impianti al fine di impedire la marginalizzazione dello stabilimento.
Sul piano dei fattori di sviluppo del comparto, unitamente alle Regioni Liguria, Lombardia e Toscana, il Consiglio regionale del Piemonte sollecita il Governo a) la pronta e piena attuazione del piano energetico nazionale, nonch una ristrutturazione tariffaria tale da equiparare i costi energetici a quelli della concorrenza internazionale, ricorrendo anche all'accentuazione della differenziazione tariffaria per fasce orarie b) il massimo sostegno all'autoproduzione di energia da parte degli operatori mediante una corretta e pronta attuazione della legge 308 c) l'apertura di un immediato confronto con il Ministero del commercio estero e L'ice circa una regolazione dell'importazione di rame raffinato al fine di rafforzare la creazione di riserve disponibili per la gestione delle fasi di emergenza dei mercati internazionali.
Sui precisi punti elencati il Consiglio regionale del Piemonte esprime il proprio consenso alla partecipazione della Regione Piemonte al coordinamento tra le Regioni ed i Comuni sedi di stabilimenti operanti nel comparto del rame e della metallurgia non ferrosa.
Il Consiglio regionale da inoltre mandato alla Giunta di cooperare alla preparazione di un seminario di approfondimento e di proposta circa le problematiche aperte che sarà indetto dal coordinamento stesso presumibilmente nel mese di settembre 1984, e che dovrà coinvolgere i principali operatori del comparto, i tecnici ministeriali, gli Enti di ricerca, gli Uffici studi sindacali e quali altri saranno ritenuti utili ad una positiva realizzazione dell'iniziativa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Centri intermodali

Ordine del giorno sull'interporto di Orbassano S.I.TO Spa


PRESIDENTE

Ordine del giorno sull'interporto di Orbassano S.I.TO Spa, presentato dai Consiglieri Vetrino, Bontempi, Brizio, Cernetti, Cerutti e Gerini.
Il testo recita: "Il Consiglio regionale al termine del dibattito odierno che ha portato alle nomine dei rappresentanti del Consiglio regionale nella società per l'interporto di Orbassano SITO Spa valutata l'opportunità di proseguire a tempi stretti alla verifica delle possibilità di realizzazione dell'interporto di Orbassano impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio entro il 30 agosto il progetto di massima già disponibile corredato da una relazione illustrativa di : la dimensione dell'area o delle aree la previsione degli interventi infrastrutturali i relativi tempi e costi di realizzazione la definizione delle disponibilità dei terreni e delle modalità di acquisizione con le previsioni dei costi e dei tempi relativi e ogni altro elemento atto a consentire al Consiglio regionale la valutazione del progetto".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Il Consiglio è convocato per giovedì 12 luglio tutto il giorno e per venerdì mattina. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,10)



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