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Dettaglio seduta n.253 del 28/06/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Esame progetto di legge n. 380: "Interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo i lavori con il punto quarto all'ordine del giorno che prevede l'esame del progetto di legge n. 380: "Interventi per lo sviluppo dell'offerta turistica".
La parola al relatore, Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero, relatore

Nella fase attuale, in cui si tende a recuperare e valorizzare tutte le potenzialità economiche ed occupazionali vi è l'esigenza di riconsiderare in una nuova ottica la funzione del turismo nell'economia regionale, con attenzione alla potenzialità del settore terziario di produrre occupazione reddito, risorse e forme nuove di servizi.
Nel caso in cui il turismo costituisca l'asse portante dell'economia di una zona o il supporto di altri settori economici e non solo un'attività residuale, occorrono, come in ogni altra attività economica, notevoli investimenti ed organizzazione rapportati ad un'azione di programmazione e non più ad un processo evolutivo spontaneo.
Tale orientamento organizzativo e programmatorio per il settore turismo, confermato nel piano a medio termine nazionale, viene ripreso dalla legge quadro 217/83 che prevede un intervento finanziario aggiuntivo dello Stato per lo sviluppo il riequilibrio territoriale delle attività di interesse turistico e per l'ammodernamento delle strutture ricettive esistenti e dei servizi turistici e dei centri di vacanza in coerenza con i programmi regionali di sviluppo.
In relazione alla situazione dell'economia regionale e della finanza pubblica, l'intervento regionali non potrà più essere frammentario, ma dovrà essere attuato in un'ottica programmatoria (piani e programmi di sviluppo dei Comprensori e degli Enti locali, piani di settore regionali) sulla base delle risorse regionali e statali, privilegiando l'attività turistica nelle aree che offrono un'effettiva potenzialità ed un efficace rapporto tra costi e benefici (economici, occupazionali e sociali).
Il disegno di legge n. 380, rifinanziando le leggi regionali 56/79 e 28/83 intende fornire un significativo sostegno e miglioramento quantitativo e qualitativo dell'offerta turistica piemontese per renderla adeguata alle esigenze dell'utenza e concorrenziale sui mercati nazionali ed internazionali.
L'impianto della legge regionale n. 56/79 viene riproposto con miglioramenti nella finalizzazione degli interventi.
Oltre agli interventi generali per la costruzione ed il miglioramento delle strutture ricettive (alberghi, campeggi, villaggi turistici strutture per il turismo sociale, ecc.) e .per gli esercizi della ristorazione in zona turistica, interventi particolari si prevedono per: la costruzione ed il miglioramento di strutture ed impianti complementari all'attività turistica (compresi gli impianti sportivi e ricreativi e gli impianti termali e idropinici) soprattutto se realizzati da Enti pubblici o società a prevalente capitale pubblico: le iniziative per il potenziamento dell'agriturismo secondo gli indirizzi del programma di settore predisposto dalla Regione le iniziative consortili e di cooperazione il miglioramento degli impianti fissi delle strutture ricettive con particolare riferimento agli interventi diretti ad adeguare le strutture ai requisiti minimi previsti dalle norme di classificazione e migliorarne la funzionalità, le caratteristiche igienico-sanitarie e la sicurezza.
Si sono apportate integrazioni alle modalità per la richiesta di provvidenze modificando i tempi di presentazione delle domande per poter accelerare le pratiche ed operare entro l'anno.
Nell'assegnazione dei contributi al criterio finora seguito, basato sulla natura del soggetto e sulla collocazione altimetrica, si è sostituito il criterio di priorità programmatica.
Inoltre si è prevista la possibilità che la Regione conceda una garanzia fidejussoria per favorire l'accesso al credito da parte dei soggetti. Un'altra modificazione apportata riguarda la non cumulabilità dei finanziamenti pubblici.
La spesa graverà sui bilanci 1984/1985 e sui bilanci successivi per quanto riguarda le annualità di contributi in relazione ai mutui e sarà finanziata con i fondi assegnati dalla legge quadro 217/83 per le spese in conto capitale e con fondi propri della Regione per le spese in conto interesse sui mutui per quindici annualità e per la garanzia fidejussoria.
La VI Commissione ha approvato all'unanimità il disegno di legge n.
380, apportando alcune modificazioni agli artt. 2, lettera b) e 3, lettera d) ed e) ed alla norma finanziaria, secondo il parere della I Commissione.
Il disegno di legge n. 380 viene pertanto sottoposto all'approvazione del Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi, il tema del turismo è stato in questi mesi al centro dell'attenzione della VI Commissione consiliare per una serie di iniziative e provvedimenti dei quali molti si erano fermati l'anno scorso in seguito del vuoto creatosi presso la Regione Piemonte a causa della crisi che l'ha coinvolta.
Le norme regionali che stanno per decollare mon possono non tener conto della legge quadro nazionale la quale, sia pur con tutti i suoi limiti costituisce un punto fondamentale nella regolamentazione del settore del turismo. Dobbiamo dare atto che il Ministero del Turismo registra dei forti ritardi nell'attuazione degli organismi di coordinamento a livello nazionale.
Basti citare l'istituzione del Comitato consuntivo nazionale, tenuto ad esprimersi sui problemi del turismo di grande rilievo.
Da parte loro le Regioni segnano dei ritardi nel recepimento dei contenuti della legge quadro da attuarsi con normative regionali.
Uno degli articoli più importanti della legge quadro è l'art. 4 che concerne la ristrutturazione degli organi periferici per il turismo, quale l'Ente Provinciale del Turismo e l'Azienda Autonoma di Soggiorno.
Pur in presenza di una legge quadro non perfetta, riteniamo di dover rivendicare la sollecita e piena attuazione della legge quadro senza perdere tempo prezioso nel mettere ordine in una materia che nel passato era legata allo spontaneismo e al pionierismo.
L'occasione della discussione del disegno di legge n. 380 non può non offrire l'opportunità di affrontare queste problematiche e per sollecitare l'esecutivo regionale ad attivare quelle norme ancora giacenti in sede di I Commissione per l'adeguamento alla legge quadro citata.
Il giudizio della DC su questa proposta di legge è positivo come è stato detto in sede di discussione in VI Commissione, dove il Gruppo stesso aveva fatto importanti osservazioni che sono state accolte positivamente alle quali si aggiungono alcuni emendamenti che ci auguriamo abbiano l'attenzione dell'Assessore e della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gerini.



GERINI Armando

Operiamo con questa legge, in carenza del piano di sviluppo, del resto richiamato nella relazione, perché è tassativamente disposto dalla legge quadro sul turismo n. 217 del 1983, anche se il piano di sviluppo formalmente è già stato deliberato dalla Giunta. La legge 217 assegna alle Regioni i fondi da destinare per contributi in conto capitale, inseriti nel disegno di legge, all'art. 3, lettere b), c), d).
La lettera a) comprende interventi più sostanziali, nella misura di 1.506 milioni, entità che appare troppo esigua e non rispondente alle esigenze degli aspiranti operatori.
Era necessario (e siamo anche in ritardo) rifinanziare, seppure con modifiche, la legge regionale 56 del 1979 e la legge regionale 28 del 1981.
Lo facciamo con scarsi mezzi relativi alla nostra competenza coprendoci un po' con la foglia di fico dei contributi della legge 217 che non potevamo eludere. E' un provvedimento tutto sommato senza infamia e senza lode.
Ho proposto due emendamenti: l'uno tecnico e l'altro che mira a contemperare alcuni vincoli di destinazione.
Il Capogruppo, avv. Marchini, farà la dichiarazione di voto che, con alcuni distinguo, ritengo possa essere favorevole all'approvazione della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, opportunamente, potremmo dire finalmente si comincia a prendere coscienza nel nostro Paese che il turismo rappresenta, soprattutto in termini economici, un fatto importantissimo che cioè non può più essere considerato soltanto come uno spontaneo fenomeno, il cui automatico sviluppo resta affidato alle bellezze naturali e ai tesori artistici che largamente sono a disposizione in Italia; quanto invece deve essere riguardato quale settore produttivo di importanza strategica, fondamentale, insomma un'industria che, al pari di ogni altra impresa, ha necessità, per poter vivere e prosperare, di essere curata programmata, organizzata e soprattutto sostenuta.
Dopo anni di politica turistica inefficiente ed inefficace, anzi potremmo dire di non politica turistica, questi concetti vanno facendosi strada anche a livello nazionale tant'è vero che, pur con tutte le sue carenze, riconosciamo anche noi che un notevole passo avanti è stato compiuto ai fini dell'affermazione di questo principio, ai fini di una più completa e corretta valutazione di una dimensione del fenomeno turistico dalla legge quadro sul turismo.
Queste medesime considerazioni sembrano ispirare anche il disegno di legge n. 380, soprattutto nella relazione illustrativa della Giunta regionale, relazione che condividiamo ed anche noi sottoscriveremmo in ogni parte. Parliamo della relazione, perché molto meno ci soddisfa, anche se non faremo mancare il nostro voto favorevole al provvedimento, la normativa che ad essa si accompagna e sulla quale saremo chiamati a pronunciarci. E' dunque, l'impianto della legge che ci lascia dubbiosi e che ci induce a dare sì la nostra approvazione; ma un'approvazione fortemente perplessa e critica.
Temiamo, infatti, che le norme di rifinanziamento per il biennio 1984/1985 delle precedenti leggi 56 e 21 siano tali da produrre una segmentazione di interventi, una frammentazione di incentivi, insomma una dispersione a pioggia dei già limitati mezzi che sono a disposizione della Regione.
Ci sembra di cogliere una stridente contraddizione tra quanto molto giustamente afferma la relazione (e parliamo sempre della relazione con la quale il disegno di legge è stato presentato al Consiglio, non già della relazione testé svolta dal collega Avondo) e cioè che "pur non rinunciando a promuovere lo sviluppo equilibrato dei vari Comprensori si dovrà realisticamente evitare di disperdere le forze in una miriade di punti" e per contro, tra quanto si viene a prevedere ed a disporre nel testo del disegno di legge. Su questo piano alcune cose precise, forse un tantino drastiche, bisogna pur decidersi a dirle. Non si può pensare che tutto il Piemonte sia un'area a vocazione turistica e neppure che tutto il Piemonte possa diventare un'area turistica: per cui, se si accetta questa base di discussione, e francamente non vediamo come sarebbe possibile rifiutarla ne consegue che si debbono individuare con coraggiosa scelta quali e dove siano le zone del Piemonte ad effettiva vocazione turistica. Noi diciamo: i laghi prealpini, la Valle di Susa e se vogliamo il Comprensorio di Macugnaga; ma diciamo anche che a queste località soltanto andrebbero riservate le risorse disponibili a sostegno del turismo, perché in quelle zone il turismo già da tempo rappresenta la spina dorsale, l'attività trainante, la principale fonte di reddito per l'economia locale. Questa, a nostro avviso, è concretezza, tutto il resto è soltanto utopia o addirittura è demagogia, compreso il riequilibrio turistico dei vari Comprensori piemontesi destinato comunque a rimanere nelle pie intenzioni di coloro che lo propongono.
E' inutile che stiamo a perdere tempo: Santhià, o Chivasso, o Trecate non potranno mai diventare "ad intensa vocazione turistica"; diventeranno centri floridi per altre nobilissime ragioni, ma non per quella turistica.
Ecco perché, a questo disegno di legge, così come è formulato, portiamo poco entusiasmo. Lo voteremo, anche alla luce degli emendamenti che sono stati presentati, perché gli stanziamenti predisposti sono sempre meglio di niente per l'industria turistica globalmente considerata; ma lo voteremo restando scettici fortemente, che il provvedimento riesca ad avere una sua efficacia reale sullo sviluppo dell'offerta turistica, soprattutto laddove questa offerta turistica effettivamente merita di venire sviluppata. Tutto questo diciamo, a prescindere dalla considerazione finale già più volte affermata in quest'aula, che ancora una volta vogliamo richiamare, che l'incremento ed il progresso del turismo piemontese restano sempre condizionati alla base dell'emanazione delle leggi regionali attuative della legge quadro nazionale sulla riforma dell'organizzazione turistica periferica. E' questo il momento decisivo dell'auspicato rilancio turistico: e, mancando questo, per precise responsabilità e del governo regionale e della maggioranza che lo sostiene, qualsiasi altro intervento buono o non buono che sia, adeguato o non adeguato che sia, come questa proposta di legge, può avere soltanto l'effetto di rappresentare per l'industria turistica piemontese un blando palliativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Ogni qual volta si parla di turismo non si tiene conto dei suoi effetti economici, malgrado studiosi ed economisti affermino che il turismo fa parte dell'economia in Italia, quindi anche nella Regione Piemonte.
Se ci riferiamo infatti ai mesi di luglio, agosto e settembre vediamo che i rapporti economici dell'Italia con gli altri Paesi si equilibrano. La Regione Piemonte concorre all'entrata dei pagamenti e non è vero come viene affermato in quest'aula che in questi anni in Piemonte non si è ottenuto un effetto positivo turistico. Occorre fare un discorso di natura storica rispetto all'economia della Regione in campo turistico.
E' chiaro che il fenomeno economico del turismo ha subito, come altri settori, l'influsso del monopolio industriale. Quali sono gli effetti di un monopolio per quanto riguarda l'economia? Che cosa si è verificato in questi anni nel settore dell'industria? Prima di tutto il fenomeno dell'immigrazione, il non sviluppo di settori del terziario, compreso quello del turismo.
Il Gruppo PSI dà una sua interpretazione all'economia del turismo che tra l'altro, ha sì un effetto economico, ma anche effetti culturali.
L'interpretazione che la Giunta ha dato al turismo è stata corretta se si tiene conto che abbiamo ereditato una situazione di degrado in alcune zone ad alta vocazione turistica.
La speculazione ha imperversato per molti anni fino a provocare il degrado di alcune zone. Gli studi degli operatori del settore, ma anche dell'Unione Industriale, ci dicono che il fenomeno speculativo relativamente alla seconda casa ha provocato squilibri nelle zone turistiche così gravi da avviare una politica di riequilibrio del territorio. E questo emerge dai dibattiti affrontati in quest'aula, ma anche dalle posizioni che Giunta ed Assessori hanno assunto in ordine a questo problema.
La legge che oggi il Consiglio approva tratta degli interventi volti all'incentivazione delle strutture in aree a vocazione turistica, ma tratta anche dell'agriturismo, dell'attività turistica nelle aree termali (sul termalismo, questione d'altra natura, avremo successivamente occasione di discutere. Esso, comunque, non è fenomeno legato strettamente alla valutazione turistica).
Spesso la Giunta regionale è stata accusata di non aver portato a conclusione la legge sull'organizzazione turistica periferica, ma occorreva dare una forma omogenea. Non c'è stato ritardo da parte della Regione semmai il ritardo è dello Stato per il ritardo della legge quadro.
La Regione Piemonte ha concorso legislativamente in modo consistente circa l'aspetto finanziario.
Quando si parla di mutui agevolati bisogna tener conto dell'impegno del privato per realizzare le strutture. L'effetto è duplice: pubblico e privato per quanto riguarda la parte finanziaria.
La legge entra nel merito della valorizzazione della professionalità e della conservazione di determinate strutture e questo è positivo per la conservazione dell'ambiente. Infatti questa Amministrazione regionale ha sempre difeso il non degrado.
E' stato fatto un censimento delle locande che in Piemonte sono più di cento ed anche queste rientrano in questa legge.
Sono del parere però che si deb a fare una ricerca sulle strutture da recuperare e sul tipo di recupero.
Il Gruppo PSI è favorevole a questa legge e si riserva di intervenire ancora in sede di votazione sugli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Non intendo dare un contributo al dibattito sul turismo anche se per la verità forse sarebbe necessarie, visto che l'ultima volta che in aula si parlò approfonditamente di questo argomento è stato il 4 novembre 1982, in un dibattito molo impegnato nel quale i Gruppi avevano formulato una serie di proposte che però non sono state concretizzate.
Vorrei fare un rilievo di fondo a questa legge. La relazione introduttiva, a nostro avviso, non è affatto compatibile con la struttura della legge ed il contenuto della legge. Non si può, nella relazione introduttiva, presentate questa legge come una legge di programmazione perché tutto c'è in questa legge tranne che una programmazione dell'offerta turistica. Questa è una legge che può incentivare tutte le iniziative che vengono proposte o che verranno sottoposte all'Assessore quando riceverà le domande da parte degli interessati.
Questa legge dovrebbe aver tenuto conto della legge quadro sul turismo n. 217 del 1983, dalla quale discende e dalla quale trae il suo sostegno economico, ma penso che non uno dei criteri previsti dalla legge 217 sia stato tenuto presente.
Per esempio, uno dei presupposti era che gli interventi andassero mirati per settori dove il risultato, in termini economici, occupazionali e sociali, fosse dimostrabile.
Non solo, ma proprio la legge 217, sollecitando l'ottica programmatica della Regione, obbligava la Regione ad aggiornare i piani di sviluppo sulle parti relative al turismo per renderle appunto coerenti con le finalità della legge.
Faccio soltanto un breve accenno per giustificare quello che ho detto.
I contributi in conto capitale, che dovrebbero essere i più rispondenti all'esigenza di intervento legato allo sviluppo, vengono riservati ad enti pubblici o a società a prevalente capitale Pubblico, oppure ad associazioni senza fine di lucro, cioè a soggetti che o presenteranno subito dei bilanci in passivo, oppure faranno i fatti loro. Nè può tranquillizzarci l'art. 5 sulle priorità.
Le priorità non si stabiliscono sulla domanda, ma sull'offerta. Avrei ancora delle osservazioni da fare sull'art. 9, ma mi riservo di farle in sede di discussione degli emendamenti.
Visti i tempi disponibili probabilmente non ci sarà possibilità di fare delle dichiarazioni di voto; intendo quindi esprimere la posizione di astensione del PRI su questa legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone per la replica.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

Ringrazio i colleghi che sono intervenuti nel dibattito, a dimostrazione della crescente attenzione da parte dell'assemblea regionale attorno al tema del turismo. Questo è un settore economico che sta registrando un nuovo interesse anche in termini di riscontro finanziario sulla bilancia dei pagamenti ed è un, settore che sta acquistando rilevanza all'interno della nostra Regione. Il Piemonte da tempo ha incentrato l'attenzione attorno alle politiche industriali o in subordine alle politiche agricole.
Oggi è crescente il riconoscimento che anche il settore del turismo pu rappresentare una delle possibili vie di uscita dalla crisi economica ed occupazionale che stiamo attraversando.
Certo, senza affidare ad esso significato miracolistico. Comunque è un comparto che ha delle potenzialità che, opportunamente valorizzate e sviluppate, possono creare un flusso turistico verso la nostra Regione. Il Consiglio regionale, attraverso un dibattito specifico nei corso del 1982 sul tema del turismo, riconobbe anche l'importanza di questo settore e come il Piemonte avesse al suo interno delle risorse paesaggistiche, storiche e culturali tali da attirare flussi consistenti, del turismo internazionale che sempre più si va radicando attorno alla matura, alla cultura, alla storia ed alla memoria. Tutti elementi che, per comune convinzione, abbiamo in misura consistente e che si tratta di opportunamente valorizzare (e questo riguarda l'aspetto promozionale) e di sostenere, attraverso una rete di infrastrutture e di strutture che consentano di dare delle risposte adeguate alla domanda.
E' ovvio che si deve tener conto delle zone che hanno una storia turistica alle loro spalle (sono, ad esempio, le zone a cui faceva riferimento, nel suo intervento, il Consigliere Carazzoni) che hanno come riferimento specifico i laghi e l'area dell'arco alpino e che rappresentano i punti di riferimento storicamente consolidatisi per il turismo piemontese.
A fianco di queste vi sono altre potenzialità turistiche che debbono essere sostenute e valorizzate.
Oggi dobbiamo contribuire a risolvere il problema della dotazione nel Piemonte di strutture ricettive e di infrastrutture complementari di attività turistica in grado di dare una risposta dal punto di vista quantitativo e qualitativo.
Non solo oggi la Regione si muove in questa direzione. Ricordo i provvedimenti legislativi del 1923 e del 1979 con i quali la Regione Piemonte ha investito risorse finanziarie consistenti, forse inadeguate rispetto alla domanda, tuttavia non da disprezzare: tanto è vero che oggi il Piemonte è la seconda Regione d'Italia per quanto riguarda il numero di impianti di risalita nell'arco alpino.
In questi ultimi cinque anni il numero degli alberghi nella Regione è aumentato di 600 complessi anche attraverso recuperi e ristrutturazioni di vecchi immobili; il numero dei bagni è salito da 16 mila a 25 mila. Credo che lo sforzo della Regione in questa direzione sia stato consistente sia dal punto di vista delle strutture come dal punto di vista della promozione.
L'intervento finanziario previsto in questa leggi è tutt'altro che esiguo: 8 miliardi e mezzo in conto capitale ed un miliardo e mezzo in conto interesse è una massa di risorse economiche tutt'altro che esigua.
Dobbiamo riconoscere che, finalmente, vi è anche un contributo finanziario considerevole dello Stato.
E' noto che dal momento del trasferimento alle Regioni del turismo, le stesse vi hanno dovuto far fronte solamente con le proprie forze.
Questa mattina si è detto che gli interventi in conto interesse a carico della Regione contribuiscono all'irrigidimento della spesa pubblica.
In sede di I Commissione si è avuto modo di sottolineare come l'intervento nel campo del turismo è l'unico intervento che viene predisposto da parte degli enti pubblici; è l'unico tipo di sostegno finanziario che può essere dato al privato o agli enti pubblici in questa direzione; è un settore che attiene appieno alla competenza regionale.
E' stato fatto anche riferimento al fatto che non vi sono delle indicazioni programmatiche. Posso riconoscere che manca un anello rispetto ad un disegno programmatico complessivo, che è quello del riordino dell'organizzazione turistica periferica così come è prevista dalla legge quadro. Debbo intanto ricordare come vi sia un disegno di legge della Giunta regionale, datato 1982, che va rivisto in alcune parti perch presentato prima della legge quadro: questa, in alcuni punti, ha detto delle cose diverse, per cui andrà modificato.
Debbo peraltro ricordare che vi è stata una sorta di autoregolamentazione delle Regioni per evitare che ciascuna Regione procedesse in modo autonomo, per evitare che ciascuna Regione definisse le nuove aziende in modo slegato l'una dall'altra, con il risultato finale di non rendere all'estero un'immagine complessiva.
Questa autoregolamentazione delle Regioni ha fatto slittare i tempi. A fine marzo le Regioni hanno concordato una serie di elementi comuni lungo i quali definire il nuovo disegno da riforma.
E' ovvio che adesso le Regioni sono impegnate a tradurre in prodotto legislativo l'impegno comune assunto. Se noi avessimo il riferimento programmatico ai nuovi ambiti territoriali turisticamente rilevanti saremmo già in grado di fare un discorso più mirato. E' peraltro vero che con il discorso che abbiamo introdotto e che introdurremo meglio con l'emendamento sostitutivo all'art. 5 sulle priorità, facciamo riferimento per l'assegnazione dei contributi alle indicazioni programmatiche che vengono, dalle Regioni, dai Comitati comprensoriali, dalle Comunità montane e dai Comuni. Tutti atti 'che gli uffici hanno già valutato.
Siamo in grado di avere una serie di informazioni programmatiche che ci guideranno nell'individuazione dei nostri interventi. Il piano di sviluppo contiene una parte relativa al turismo, di cui ovviamente si terrà conto con una serie di progetti specifici che già sono stati predisposti in collaborazione con la Finpiemonte, per quanto riguarda alcuni parchi; un progetto di sport invernali in collaborazione con l'IRES; un progetto terme che sta per definirsi.
L'intervento in conto capitale non è limitato agli enti pubblici, ma è esteso anche a favore dei privati.
E' stato presentato un cero numero di emendamenti. Li valuteremo di volta in volta, ma posso sinora dire che su molti di essi vi è il consenso della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Oggetto) "La legge regionale 31/8/1979, n. 56, concernente provvedimenti per l'incentivazione turistico-ricettiva, è rifinanziata con modifiche per il biennio 1984/1985 secondo il testo unificato riportato negli articoli successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 49 hanno risposto SI 49 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Finalità della legge, soggetti ed opere ammesse alle agevolazioni) "Al fine di promuovere e di incentivare lo sviluppo turistico del Piemonte, la Regione concede agli enti pubblici e privati, alle associazioni formalmente costituite, agli imprenditori, con priorità alle aziende a prevalente conduzione familiare, ed a chiunque eserciti attività di interesse turistico, le provvidenze di cui alla presente legge per: a) la costruzione ed il miglioramento di alberghi (esclusi quelli di categoria 5 stelle), campeggi, villaggi turistici, case per ferie, ostelli per la gioventù, esercizi della ristorazione ubicati in località di interesse turistico ed in genere ogni altra struttura ricettiva concernente il turismo b) la costruzione ed il miglioramento di strutture ed impianti complementari all'attività turistica, pubblici o di uso pubblico - compresi gli impianti sportivi e ricreativi e gli impianti termali ed idropinici - o comunque atti a favorire lo sviluppo del movimento turistico e l'acquisto delle relative attrezzature c) la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria di edifici rurali da destinare ad alloggi agroturistici o da utilizzare per la locazione ai turisti e l'allestimento di aree per la sosta ed il soggiorno presso le aziende agricole, di turisti provvisti di tende o caravan:.
d) l'arredamento o rinnovo dell'arredamento degli esercizi di cui alla lettera a) e) la costruzione di impianti atti a favorire lo sviluppo della gestione di servizi ricettivi alberghieri ed extralberghieri e di ristorazione mediante iniziative interaziendali centralizzate, a favore di cooperative e da consorzi.
Le provvidenze della presente legge possono essere concesse per l'acquisto di immobile già adibito ad uso ricettivo soltanto a favore del gestore dell'immobile stesso che almeno da tre anni ininterrotti, anteriori alla domanda di cui al successivo art. 4, risulti titolare della licenza di esercizio e a condizione che per lo stesso immobile non siano state concesse provvidenze pubbliche.
Sono esclusi dalle provvidenze di cui alla presente legge le opere che hanno ottenuto l'abitabilità o agibilità anteriormente all'1/7/1982 e gli acquisti anteriori alla medesima data".
I Consiglieri Lombardi e Quaglia hanno presentato il seguente emendamento: il punto c) del primo comma è soppresso.
La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Questa legge oltre che affrontare i temi del turismo in generale affronta gli artt. 2 e 3 ed anche i finanziamenti per l'agriturismo.
Riteniamo che i problemi dell'agriturismo così come vengono affrontati in questi due articoli non sono sufficientemente rappresentati, quindi è necessario portare in Consiglio regionale lo spirito delle proposte di legge giacenti in sede di Commissioni permanenti.
Si evidenzia, in questo caso, la difficoltà esistente quando alcuni progetti di legge sono attribuiti a più Commissioni.
Il tema dell'agriturismo deve essere affrontato in modo complessivo attraverso una legge quadro regionale, sperando che anche il livello nazionale faccia in merito la sua parte. Anche se il nostro emendamento verrà respinto voteremo comunque a favore dell'art. 2.
Sarebbe sufficiente se l'Assessore esprimesse la volontà della Giunta e della maggioranza di portare avanti la proposta di legge nelle Commissioni competenti riguardanti il problema globale dell'agriturismo. In questo caso ritireremo gli emendamenti agli artt. 2 e 3 ed incominceremo a lavorare attorno alle proposte giacenti in Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Il Ministero dell'Agricoltura si era impegnato dieci anni fa a presentare una legge quadro sull'agriturismo, siamo in attesa! Il Piemonte, che è stata indicata come la Regione che non seguiva gli indirizzi del Ministero, ha realizzato alcune iniziative attraverso la collaborazione di Assessorati. Sono d'accordo a questo punto che occorre affrontare il tema in un contesto generale, quindi approvo quanto ha dichiarato poc'anzi il collega Lombardi.
Sono due i momenti per affrontare il problema: l'impegno legislativo ed il problema finanziario. Se non si tengono conto di questi aspetti non ha senso approvare norme sull'agriturismo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

Cogliamo la valenza ed il significato dell'emendamento proposto dal Consigliere Lombardi, ma credo che vada mantenuta questa previsione all'interno della legge, che d'altra parte era già contenuta nella legge 56/79 ed in quella del suo rifinanziamento. Anche in questo testo di legge viene tenuto conto delle norme della legge 217 al riguardo. Pertanto chiedo di ritirare l'emendamento. I presentatori valutino l'opportunità o meno di questo atto.
Per quanto riguarda le proposte giacenti nelle Commissioni, la Giunta è disponibile a definire con le Commissioni stesse l'iter da seguire in ordine alle varie proposte di legge. Debbo peraltro richiamare il Consiglio alla prudenza circa la predisposizione di una legislazione regionale. Vi sono notizie che sembravano darci per immanente una legge quadro in materia, attraverso la Commissione speciale istituita presso il Ministero dell'Agricoltura.
I tempi però non paiono rapidissimi. La Regione ha comunque provveduto con circolare del Presidente della Giunta a dare alcune indicazioni e criteri ai Comuni in ordine agli aspetti amministrativi e fiscali della materia. Vi sono aspetti che attengono al Ministero delle Finanze ed aspetti che attengono al Ministero degli Interni, i quali sono stati da noi sentiti. I pareri dei Ministeri sono intervenuti sollecitamente e li abbiamo trasmessi ai Comuni interessati.
D'intesa con l'Assessore Ferraris, proseguendo nell'ambito del progetto che era stato predisposto negli anni '81/'82 dalla Giunta regionale, la Giunta ha predisposto un opuscolo illustrativo delle potenzialità agrituristiche, d'intesa con le associazioni esistenti sul territorio.
La Giunta è disponibile a valutare assieme alle Commissioni l'iter per definire il più rapidamente possibile una legge regionale in materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gerini.



GERINI Armando

Non ho avuto il testo dell'emendamento, tuttavia ho potuto coglierne la portata.
Questa legge ha chiaro il principio della non cumulabilità. Se oggi approviamo talune norme che si riferiscono all'agriturismo e se por le dovessimo riprendere, agli effetti di contributi o di provvidenze in altra legge attinente all'agricoltura, andremo incontro all'ostacolo della non cumulabilità.
L'emendamento del Consigliere. Lombardi ha importanza sostanziale. Non dobbiamo accontentarci della risposta dell'Assessore che in questo momento elude il problema.
L'ostacolo ce lo troveremo quando verrà in aula la legge sull'agriturismo. Se aboliamo l'art. 8 della non cumulabilità il discorso è diverso, ma se lo votiamo ci troveremo in una impasse dalla quale non so come potremo uscire.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

La Giunta non ha voluto eludere il problema.
Quando voteremo la legge sull'agriturismo prevedremo una norma di collegamento con la quale verranno soppresse le norme contenute in questa legge.



LOMBARDI Emilio

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Secondo me va mantenuta la dizione nella legge altrimenti sorgono difficoltà in ordine alla cumulabilità.



PRESIDENTE

L'emendamento presentato dai Consiglieri Lombardi e Quaglia è pertanto ritirato.
Vi è un altro emendamento presentato dai Consiglieri Sartoris, Moretti Cerchio, Villa e Avondo: dopo la lettera e) del primo comma è aggiunta la seguente lettera: "f) concorso nelle perdite e danni subiti da società cooperative a larga base sociale, con finalità turistiche, operanti nel territorio classificato montano ai sensi di legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 46 voti favorevoli ed 1 astensione.
Pongo in votazione l'art. 2 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Provvidenze: mutui a tasso agevolato, contributi in conto capitale) "Le provvidenze di cui al precedente articolo sono così determinate: a) contributo costante nella misura annua del 6%, di durata non superiore a 15 anni, fino al 50% della spesa ammissibile, in relazione a mutui da contrarsi con gli Istituti di Credito di cui al successivo art. 9 per le opere di cui all'art. 2, lettere a), b) ed e), compreso l'acquisto del terreno o dell'immobile da adattare.
La spesa per l'acquisto del terreno o dell'immobile da adattare non pu essere riconosciuta in misura superiore alla metà dell'effettivo costo.
Per le stesse opere, da eseguirsi da enti pubblici o da associazioni che, senza fine di lucro, svolgono attività dirette ad incrementare il turismo sociale o giovanile, il contributo viene concesso in ragione dell'8%.
Nei territori montani, definiti tali dalle leggi vigenti, il contributo è determinato in ragione del 7% a favore degli imprenditori privati ed in ragione del 9% a favore degli enti pubblici o delle associazioni che, senza fine di lucro, svolgono attività dirette ad incrementare il turismo sociale o giovanile.
Le maggiorazioni percentuale di contributo previste per gli enti pubblici ed associazioni, sono concesse altresì alle cooperative e consorzi aventi finalità turistiche.
Per le iniziative di cui all'art. 2, lettera b), il cui costo superi L.
30.000.000 da realizzarsi in Comuni con popolazione anche inferiore a 3.000 abitanti che si trovino nelle condizioni di cui all'art. 36, primo comma lettera a), della legge 5/12/1977, n. 56, oppure in cui la capacità ricettiva turistico-residenziale sia preponderante rispetto alla ricettività alberghiera e complementare, il contributo può essere concesso se l'impianto risulta funzionale alla ricettività alberghiera e complementare o al loro sviluppo.
b) Contributo in conto capitale a favore di imprenditori agricoli a titolo principale per le iniziative di cui all'art. 2, lettera c), nella seguente misura: fino al 50% della spesa ammissibile con un limite di contribuzione di L. 1.000.000 per posto letto per la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria di edifici rurali da destinare ad alloggi agroturistici con un massimo di 6 camere e 12 posti letto fino al 60% della spesa riconosciuta ammissibile con un limite di contribuzione di L. 3.000.000 per l'allestimento di aree per la sosta ed il soggiorno preso le aziende agricole di turisti provvisti di tende o caravans fino al 50% della spesa riconosciuta ammissibile con un limite di contribuzione di L. 500.000 a posto letto, per la ristrutturazione e la manutenzione straordinaria di edifici rurali da utilizzare per la locazione ai turisti con un massimo di 6 camere e di 12 posti letto.
Ai fini della presente legge sono alloggi agroturistici i locali siti all'interno dell'azienda agricola nell'ambito domestico dell'imprenditore o in contiguità allo stesso nei quali viene data ospitalità ai turisti con prestazione di servizi.
c) Contributo in conto capitale fino al 20% della spesa riconosciuta ammissibile per l'arredamento di cui all'art. 2, lettera d).
d) Contributo in conto capitale per le iniziative di cui All'art. 2 lettere a) e b), nella seguente misura: a favore di enti pubblici o società a prevalente capitale pubblico fino all'85% della spesa ammissibile con un massimo di contributo di L.
40.000.000 per opere che comportino una spesa inferiore a L. 70.000.000 e fino a 50% della spesa ammissibile con un massimo di contributo di L.
80.000.000 per opere che comportino una spesa superiore a L. 70.000.000 a favore di associazioni che senza fine di lucro svolgano attività diretta ad incrementare il turismo e cooperative aventi finalità turistiche fino al 50% della spesa riconosciuta ammissibile per opere che comportino una spesa non superiore a L. 50.000.000.
e) Contributo in conto capitale fino al 30% della spesa riconosciuta ammissibile con un limite di contribuzione di L. 40.000.000 per il miglioramento degli impianti fissi delle strutture ricettive con particolare riferimento agli interventi diretti ad adeguare le strutture requisiti minimi previsti dalle norme di classificazione ed a migliora ne la funzionalità, le caratteristiche igienico-sanitarie e la sicurezza".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dai Consiglieri Cerchio e Villa: alla prima riga della lettera a) sostituire "contributo costante nella misura annua del 6%" con: "contributo costante nella misura annua del 10%".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti: favorevoli, 23 contrari e 2 astensioni.
2) Dall'Assessore Mignone: alla lettera a), primo comma, dopo le ultime parole "da adattare" aggiungere: "comprese le strutture ricettive e della ristorazione che, per tre anni ininterrotti, siano rimaste inattive".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità.
3) Dai Consiglieri Avondo e Valeri: al punto a), secondo comma, aggiungere: "L'effettivo costo viene accertato in sede di istruttoria sulla base dell'atto notarile di compra vendita".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 44 voti: favorevoli e 3 astensioni.
4) Dal Consigliere Gerini: al secondo comma, dopo le parole "in misura superiore alla metà dell'effettivo costo", aggiungere: "previa relazione di stima dell'Ufficio Tecnico Erariale competente per territorio".
La parola al Consigliere Gerini.



GERINI Armando

L'emendamento presentato dai Consiglieri Avondo e Valeri è molto diverso dal mio. Se per la stima ci avvaliamo di quanto è dichiarato nell'atto notarne, sappiamo però che il notaio tende a far dichiarare nell'atto la cifra massima possibile, ma non tutte le volte ci riesce perciò il valore è sempre attorno al 70% del valore venale in comune commercio. Con la mia proposta di stabilire cioè il valore sulla stima dell'Ufficio Tecnico Erariale, andremo sul sicuro. Propongo di accettare il mio emendamento e l'Assessorato poi nell'istruzione delle pratiche sceglierà quelle di una certa rilevanza e le sottoporrà alla stima dell'Ufficio Tecnico Erariale.
Dico questo perché il mio lungo mestiere nell'amministrazione finanziaria mi ha fatto conoscere questi aspetti ed altri.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

La Giunta accoglie l'emendamento proposto dai Consiglieri Avondo e Valeri e non accoglie l'emendamento presentato dal Consigliere Gerini.
Accetta quello dei Consiglieri Avondo e Valeri intanto perché risponde ad una prassi già seguita dagli uffici nelle fasi di istruttoria, mentre riteniamo che con l'emendamento del Consigliere Gerini si allungherebbero di molto i tempi.
Ho poi dei dubbi sul fatto che l'Ufficio Tecnico Erariale possa esprimere dei pareri in ordine ad iniziative dei privati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Gerini. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli, 31 contrari ed 1 astensione.
5) Dall'Assessore Mignone: alla lettera a), sesto comma, terza riga, dopo "abitanti" sostituire "che" con "purché" e alla penultima riga, dopo "alberghiera e" aggiungere "strutture".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
6) Dai Consiglieri Lombardi e Quaglia: il punto b) viene soppresso.
Tale emendamento è stato ritirato dai proponenti.
7) Dai Consiglieri Sartoris, Moretti, Cerchio, Villa e Avondo: al primo comma, dopo la lettera e) è aggiunta la seguente: "f) contributo in conto capitale nella misura massima del 30%, con il limite massimo di L. 50.000.000, a titolo di concorso nelle perdite e nei danni eventualmente subiti ed accertati a seguito di circostanze straordinarie, dai soggetti indicati alla lettera f) del prima comma dell'art. 2, operanti prima dell'entrata in vigore della presente legge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Chiede ora di parlare il Consigliere Biazzi. Ne ha facoltà.



BIAZZI Guido

Per un chiarimento al punto d), dove si dice: "contributo in conto capitale a favore di enti pubblici o società a prevalente capitale pubblico sino all'85% della spesa ammissibile con un massimo di contributo di 40.000.000 per opere che comportino una spesa inferiore a 70.000.000".
Penso che questa formulazione possa dar luogo a qualche difficoltà di interpretazione. Il massimo è di 40.000.000 di contributo erogabile e c'è il riferimento all'85%.
Forse era più chiaro fissare il limite massimo dell'85% riferendosi al montante, cioè 59 milioni e 500 mila oppure 60 milioni di spesa ammissibile.
Potrebbe diventare di difficile interpretazione se teniamo conto dell'altra parte della norma che dice: "e fino al 50% della spesa ammissibile, con un massimo di contributo di 100 milioni per opere che comportino una spesa superiore a L. 70 milioni".
Chiedo: il 50% vale per la parte eccedente i 70 milioni o si riferisce all'intero ammontare ammissibile? Per esempio, se l'opera è di 72 milioni, il 50 % riguarda il tutto oppure sua primi 70 milioni si calcola l'85%, con un limite dei 40 milioni ed il 50% è sui 2 milioni, oppure si calcola il 50% sull'intera spesa ammissibile e cioè 50% su 72 milioni con contributo di 36 milioni.
Le conseguenze sono, facilmente intuibili e, per esempio, nessuno farebbe la domanda per 72 milioni ma la farebbe per 69 milioni e 990 mila lire. Il che è assurdo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

Il senso della proposta va nel senso di distinguere gli interventi che comportano una spesa fino a 70 milioni da quelli oltre 70 milioni prevedendo: per gli interventi che comportano una spesa sin o a 70 milioni l'85% del contributo regionale, che comunque non può essere superiore a 40 milioni e per gli interventi che comportano una spesa superiore ai 70 milioni, l'intervento regionale è del 50%, comunque non può superare il tetto massimo dei 100 milioni.



BIAZZI Guido

Non mi sembra una norma giusta quella che dice che per un'opera di 72 milioni si dà un contributo inferiore a quello che si dà per un'opera di 69 milioni.



PRESIDENTE

Devo formalizzare un emendamento.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

L'emendamento potrebbe portare la cifra a 35 milioni.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Mignone: alla lettera d) sostituire "40.000.000" con "35.000.000".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo ora in votazione l'art. 3 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 3 è approvato Art. 4 (Modalità per la richiesta di provvidenze) "Le domande per la concessione dei contributi devono essere presentate alla Regione Assessorato al turismo - corredate del progetto dell'opera della relazione tecnica e del preventivo dettagliato di spesa, nei seguenti termini: a) entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, per l'anno 1984 b) entro il 30 aprile, per l'anno 1985.
Nei termini di cui al precedente comma, una copia della domanda e della documentazione a corredo, dovranno essere presentate al Comune per il parere di realizzabilità in conformità alle previsioni della legge regionale 5/12/1977, n. 56 e successive modificazioni.
Per le opere da realizzarsi in territorio montano il Comune esprimerà il proprio parere sentita la Comunità montana al fine di accertare la coerenza dell'iniziativa alle indicazioni del piano di sviluppo.
Entro 60 giorni dai ricevimento della domanda il Comune farà pervenire il parere alla Regione - Assessorato al turismo -; qualora il parere non pervenga entro tale termine si intenderà negativo.
Per gli interventi di iniziativa comunale la presentazione delle domande è sostituita dalla presentazione del programma operativo delle opere e degli interventi pubblici di cui all'art. 37/bis della legge regionale 11/8/1982, n. 17, fermo restando l'obbligo di fornire la documentazione tecnica e finanziaria necessaria per la valutazione del 'iniziativa'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Priorità) "Per l'ammissione delle istanze ai contributi previsti dalla presente legge devono essere seguiti criteri generali di intervento diretti a privilegiare le iniziative previste in piani o programmi di sviluppo dei Comprensori e degli Enti locali ed in programmi finalizzati o in piani di settore della Regione o comunque le iniziative che sono rispondenti alle previsioni dei suddetti atti di programmazione.
Gli interventi su strutture ed impianti hanno comunque priorità sugli interventi per l'arredamento".
L'Assessore Mignone ha presentato il seguente emendamento: l'intero articolo è sostituito come segue: "I contributi sono concessi con priorità nell'ordine: a) alle iniziative specificatamente previste nei programmi finalizzati nei piani di settore o in altri documenti programmatici della Regione, o comunque coerenti con le previsioni dei suddetti atti di programmazione b) alle iniziative specificatamente previste nei piani e programmi dei Comprensori, delle Comunità montane e degli Enti locali o comunque coerenti con le previsioni dei suddetti atti di programmazione, purché non in contrasto con le previsioni programmatiche della Regione.
Seguendo le priorità di cui alle lettere precedenti sono inoltre privilegiate le iniziative inserite in progetti organici di sviluppo turistico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 5 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Commissione tecnico-consultiva) "Per l'esame delle domande relative alle provvidenze di cui alla presente legge è istituita una Commissione tecnico-consultiva nominata con decreto del Presidente della Giunta regionale e composta da: 1) l'Assessore al turismo che la presiede 2) 1 rappresentante dell'Unione Regione delle Province Piemontesi 3) 1 rappresentante della Delegazione Regionale del Touring Club Italiano 4) 1 rappresentante dell'Unione Regionale delle Associazioni Piemontesi Albergatori 5) 1 rappresentante regionale della Federazione Italiana del Campeggio e del Caravanning 6) 3 rappresentanti designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori 7) 5 esperti in materia turistica designati dal Consiglio regionale di cui 2 in rappresentanza delle minoranze.
Le funzioni di Segretario sono esercitate da un funzionario dell'Assessorato al turismo.
La Commissione tecnico-consultiva dura in carica tre anni e scade comunque con lo scioglimento del Consiglio regionale".
I Consiglieri Quaglia e Lombardi hanno presentato il seguente emendamento: al primo comma, dopo il punto 7) aggiungere il punto: "8) 1 rappresentante designato dalle organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative".
La parola all'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

La Giunta è d'accordo sul primo emendamento. Però dato che la Commissione è tecnico-consultiva non accoglie l'emendamento del Consigliere Sartoris.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Quaglia e Lombardi. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Vi do ora lettura dell'altro emendamento presentato dai Consiglieri Sartoris, Cerchio e Valla: dopo il punto 8) è aggiunto il seguente punto: "9) 1 rappresentante della Delegazione regionale dell'Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani - Uncem".
La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Gran parte del turismo della nostra Regione si svolge nel territorio classificato montano dove le difficoltà organizzative, soprattutto sotto l'aspetto amministrativo e di gestione, sono notevoli. I Comuni sono piccoli e le loro risorse strutturali sono modeste per cui si ritiene che nella Commissione tecnico-consultiva, alla quale passano al vaglio le pratiche di natura tecnica, la presenza di un rappresentante dei Comuni delle Comunità montane è giustificabile visto che nel Comitato vi è un rappresentante dell'Unione Regionale delle Province Piemontesi.
L'esclusione delle Comunità e dei Comuni montani vuol dire esclusione dell'Ente locale che è il più vicino alle esigenze di sviluppo turistico di quella parte meno curata della Regione ove sono presenti organismi che guardano al turismo con un'ottica più sociale che sotto il profilo economico e del profitto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Non sono d'accordo sulla rappresentanza dell'ANCI, mentre sono d'accordo sulla rappresentanza dell'UNCEM che ha prevalenza per quanto riguarda la realtà territoriale montana.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

La Giunta voleva evitare una Commissione troppo ampia, che alla fine rischia di non avere il numero legale per poter operare, tenendo conto che non è una Commissione di rappresentanza istituzionale o politica, ma tecnico-consultiva.
Peraltro, già nell'istruttoria, la Giunta tiene conto dei pareri espressi sulle singole pratiche delle Comunità montane.
La Giunta tuttavia intende venire incontro in parte alla richiesta avanzata ed accetta l'emendamento nella parte in cui prevede la presenza di un rappresentante dell'UNCEM.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 44 voti favorevoli e 3 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 6 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Concessione delle provvidenze) "L'ammissione ai contributi della presente legge è disposta con deliberazione della Giunta regionale, sentita la Commissione tecnico consultiva di cui all'art. 6.
Nel provvedimento di ammissione è fissato il termine di ultimazione delle iniziative, che può essere prorogato con decreto del Presidente della Giunta regionale per motivi non imputabili ai richiedenti.
La concessione dei contributi di cui al primo comma è disposta con decreto del Presidente della Giunta regionale previa presentazione della prevista autorizzazione edilizia".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Non cumulabilità) "I finanziamenti di cui alla presente legge non sono cumulabili con altri finanziamenti concessi da Enti pubblici o dallo Stato per le medesime iniziative, salvo che non ne venga fatta specifica previsione nel provvedimento di concessione o con successivo provvedimento, ove si riscontri l'opportunità di garantire la realizzazione dell'iniziativa anche con l'integrazione degli interventi pubblici".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Istituti di Credito e liquidazione dei contributi) "Le operazioni di credito previste dalla presente legge sono effettuate da Istituti di Credito operanti in Piemonte con i quali la Giunta regionale stipula apposite convenzioni.
I contributi di cui alla presente legge sono, liquidati con decreto del Presidente della Giunta regionale previo accertamento della regolare realizzazione delle iniziative finanziate.
I contributi di cui all'art. 3, lettera a), sono corrisposti agli Istituti mutuanti in rate semestrali posticipate.
I contributi di cui all'art. 3, lettere b), c), d), e), sono corrisposti ai beneficiari in unica soluzione.
Per gli Enti pubblici o società a prevalente capitale pubblico i contributi di cui all'art. 3, lettera d), possono essere corrisposti nella misura del 50% ad inizio lavori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Vincolo di destinazione) "Gli immobili di cui all'art. 2, lettera a), finanziati ai sensi della presente legge sono vincolati alla specifica destinazione per la durata di 20 anni.
Il vincolo è reso pubblico mediante trascrizione presso la competente Conservatoria dei Registri Immobiliari a carico dei beneficiari.
Il Presidente della Giunta regionale, su conforme deliberazione della stessa, sentito il parere degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente art. 4, può tuttavia autorizzare, su ordinatamente all'estinzione anticipata del mutuo, il mutamento di destinazione dell'immobile per la dimostrata sopravvenuta impossibilità della destinazione stessa.
Per i soli operatori privati l'autorizzazione di cui al comma precedente è subordinata alla restituzione dei contributi erogati maggiorati da un interesse nella misura annua del 5%.
Per le iniziative previste dall'art. 2, lettere b) e c), i beneficiari delle provvidenze accordate devono obbligarsi, con atto soggetto a registrazione, a mantenere la continuità della destinazione dell'opera realizzata per la durata di 15 anni.
Per le iniziative previste dall'art. 2, lettera d), i beneficiari delle provvidenze accordate, esclusi gli Enti pubblici, debbono obbligarsi, con atto soggetto a registrazione, a mantenere la continuità della destinazione dell'opera realizzata per la durata di 10 anni.
In caso di mutamento di destinazione delle opere di cui ai due precedenti commi, il Presidente della Giunta regionale, su conforme deliberazione della stessa, sentito il parere degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente art. 4, disporrà la revoca del provvedimento cd il recupero delle somme erogate".
Sono stati presentati i seguenti emendamenti: 1) dall'Assessore Mignone: al secondo comma, le parole "per la dimostrata sopravvenuta impossibilità della destinazione stessi:" sono sostituite dalle parole "per la comprovata sopravvenuta non convenienza economico-produttiva della destinazione stessa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
2) Dall'Assessore Mignone: al terzo comma, le parole "restituzione dei contributi erogati maggiorati da un interesse nella misura annua del 5%" sono sostituite dalle parole "restituzione dei contributi percepiti, fatto salvo quanto previsto dall'art. 8 della legge 17/5/1983, n. 217".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
3) Dal Consigliere Gerini: al quinto comma sopprimere "e c)" e, a fine comma, dopo le parole "per la durata di 15 anni", soppresso il puntino aggiungere: "e, di 10 anni, i beneficiari dell'art. 2, lettera c)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
4) Dall'Assessore Mignone: al settimo comma, le parole "sentito il parere degli Enti di cui al precedente art. 4" sono soppresse.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
5) Dall'Assessore Mignone: al settimo comma, dopo le parole "recupero delle somme erogate" aggiungere le parole: "fatto salvo quanto previsto dall'art. 8 della legge 17/5/1983, n. 217".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 10 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Garanzia fidejussoria) "Ai soggetti ammessi ai contributi di cui alla lettera a) dell'art. 3 che non siano in grado di prestare agli Istituti di Credito mutuanti adeguate garanzie, può essere concessa da parte della Regione garanzia fidejussoria, secondo modalità attuative definite in apposite convenzioni da stipularsi con gli stessi Istituti di Credito".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Norma transitoria) "Le domande presentate ai sensi della legge regionale 12/8/1981, n. 28 successivamente alla scadenza dei termini previsti dalla medesima e non oltre la data di pubblicazione della presente legge, si ritengono presentate ai sensi della presente legge.
La garanzia fidejussoria di cui al precedente art. 11 può essere concessa anche a favore di soggetti ammessi ai contributi previsti dalla legge regionale 31/8/1979, n. 56 e dalla legge regionale 12/8/1981, n. 28".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
Art. 13 (Norme finanziarie) "Per la concessione dei contributi costanti di durata non superiore a 15 anni in relazione a mutui previsti dall'art. 3, lettera a), è autorizzato un limite di impegno complessivo di L. 1.500 milioni con decorrenza dall'anno 1985.
Agli oneri derivanti dal precedente comma si fa fronte mediante utilizzazione di una disponibilità di pari importo del capitolo 12400 del bilancio pluriennale 1984/1986.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno 1985 verrà conseguentemente istituito apposito capitolo con la seguente denominazione: 'Contributi costanti, della durata massima di 15 anni, per la costruzione ed il miglioramento di strutture ricettive e di esercizi della ristorazione, nonché di strutture ed impianti complementari all'attività turistica' e con la dotazione di L. 1.500.000.000 in termini di competenza ed in termini di cassa.
Per la concessione della garanzia fidejussoria prevista dall'art. 11 della presente legge su mutui di durala fino a 15 anni è autorizzato il limite di impegno di L. 150 milioni con decorrenza dall'esercizio 1985.
Agli oneri derivanti dal precedente comma si fa fronte mediante utilizzazione di una disponibilità di pari importo del capitolo 12400 del bilancio pluriennale 1984/1986.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno 1985 verrà conseguentemente istituito apposito capitolo con la seguente denominazione: 'Prestazione della garanzia fidejussoria ai mutui quindicennali' e con la dotazione di L. 150.000.000 in termini di competenza e di cassa.
Agli oneri derivanti dalla concessione dei contributi in conto capitale previsti dall'art. 3, lettere b), c), d), e), la Regione fa fronte con i fondi ad essa assegnati sugli stanziamenti previsti dalla legge 17/5/1983 n. 217, in base ai riparti stabiliti ai sensi dell'art. 14 della legge stessa per gli anni 1983, 1984 e 1985.
Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'esercizio finanziario 1984 è istituito apposito capitolo con la seguente denominazione: 'Assegnazione di fondi per la concessione di contributi per lo sviluppo dell'offerta turistica' e con la dotazione di L. 8.542.347.000 in termini di competenza e di cassa come risulta dai provvedimenti di riparto per gli anni 1983 e 1984.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 1984 è istituito apposito capitolo con la seguente denominazione. 'Contributi in conto capitale per la costruzione ed il miglioramento di strutture ricettive, di strutture ed impianti complementari all'attività turistica il miglioramento della ricettività agrituristica, l'arredamento' con la dotazione di L. 8.542.347.000 in termini di competenza e di cassa.
Per l'ammissione ai contributi in relazione a mutui previsti dall'art.
3, lettera a), della presente legge la Giunta regionale può disporre per le istanze presentate per l'anno 1984 una prenotazione di impegno di spesa in misura non superiore al 50 % dello stanziamento disponibile globalmente per tale voce di spesa; le istanze non rientranti in tale limite di finanziamento sono riesaminate congiuntamente a quelle presentate per l'anno 1985.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.
Gli stanziamenti di cui al settimo comma verranno aggiornati in base ai successivi provvedimenti statali di riparto dei fondi per l'anno 1985".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Genovese. Ne ha facoltà.



GENOVESE Piero Arturo

Poiché si è modificato l'art. 2 con introduzione del punto f), va modificata la norma finanziaria.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

La norma finanziaria verrà modificata cumulativamente in sede di coordinamento.



PRESIDENTE

Pongo ora in votazione l'art. 13.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 46 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 13 è approvato.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

E' opinione del nostro Gruppo che il turismo avrà negli anni a venire un'importanza sempre maggiore, fino a divenire il settore d'impresa più significativo di tutto il mondo europeo occidentale.
Questo emerge tra l'altro dalle stime CEE.
Mi pare quindi che rispetto a questa scadenza (parliamo degli, anni 2000) la legge che approviamo, che a nostro giudizio è positiva, sia per del tutto insufficiente.
Probabilmente è insufficiente l'approccio con il quale le Regioni in generale si pongono nei confronti del problema del turismo. Chiediamo quindi che l'Assessore utilizzi i mesi che ancora sono a disposizione per incominciare a ragionare in termini turistici soprattutto in relazione al secondo piano di sviluppo perché si cominci a pensare al turismo, non inteso come un settore che interessa la Regione dappertutto e in relazione a tutto e in riferimento a chiunque, ma come un settore limitato ad uno scenario di grande sviluppo, di grande valore economico.
Quando diciamo che il terziario dovrà sostituire quanto è lasciato libero in termini di risorse e di occupazione dei settori maturi, dobbiamo essere molto attenti.
Il prodotto regionale, in conseguenza dell'attività turistica, deve aumentare, il che vuol dire che il settore turistico deve svolgere il compito di integrazione del settore maturo che abbandona aree occupazionali nella misura in cui attrae risorse da aree che non sono quelle della Regione Piemonte e probabilmente non sono della Nazione Italia, altrimenti è evidente che il prodotto interno della Regione Piemonte non cambia. Per ottenere questo è evidente che, per attirare utenza da tutto il monda soprattutto in una Regione come la nostra che è l'unica ad avere un aeroporto centrale rispetto alle zone di grande vocazione turistica occorre un progetto di grandissima immagine a livello internazionale occorre privilegiare alcune aree significative.
In Piemonte ne esistono due: lago Maggiore e Valle di Susa, che devono diventare Comprensori turistici di livello mondiale. Per questo è evidente che ci vuole un intervento in tempi lunghi che però non sono quelli che vengono previsti con la logica della legge che stiamo votando.
Rispetto a questa ipotesi si deve incominciare ad attrezzarsi anche dal punto di vista istituzionale.
E' evidente che la Regione dovrà anche delegare alle Province, ai Comuni ed alle Comunità montane la gestione delle piccole cose.
Una Regione che voglia pilotare questa evoluzione sul campo turistico deve lasciare ad altri il problema del mobilio della piccola locanda.
Raccomando all'attenzione della Giunta alcune note che gradiremmo venissero considerate come arricchimento del dibattito: puntare su grandi aree di richiamo turistico a livello internazionale; valutare il ruolo di Caselle e dopodiché pensare sul piano istituzionale la modifica della legge che abbiamo trovato, e cioè la Regione dovrà farsi carico del problema della delega non più rispetto all'impostazione costituzionale, ma per ragioni di ordine politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Il Gruppo della DC voterà a favore di questo disegno di legge rilevando la valenza del turismo in una Regione come il Piemonte.
La DC ha sempre mirato alla diversificazione delle strutture e all'occupazione, senza però cadere in alcune osservazioni che ci paiono esagerate, come quelle testé illustrate dal rappresentante liberale secondo il quale il turismo in Piemonte sembrerebbe l'unica vocazione alternativa rispetto all'occupazione Ci rendiamo conto dei limiti di questa normativa che potrà comunque essere migliorata in un discorso di programmazione generale nel contesto di leggi del turismo riferite alla legge quadro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Il Gruppo PSI è favorevole al progetto di legge n. 380. E' una legge non insufficiente per quanto riguarda gli interventi per l'incentivazione stando alle disponibilità finanziarie. E' chiaro che va affrontato anche il problema dell'occupazione.
Manca un'indagine sul numero degli occupati nel settore, sia dei prestatori d'opera, sia dei diretti gestori.
Va aggiunto che in questi anni gli istituti alberghieri hanno registrato un aumento di frequenza e vi è stato un assorbimento occupazionale di coloro che hanno conseguito tale diploma.
Il terziario ha diversi obiettivi: lo sviluppo tecnologico, ma anche la valorizzazione, di alcuni settori di supporto dell'economia. Credo però che in una fase successiva dovremmo affrontare il problema in termini generali e non concorrenziali, predisponendo un piano interregionale che riguardi l'arco alpino e le aree lacuali, da quelli con la loro immagine turistica a livello mondiale.
Infatti se analizziamo le presenze sul lago Maggiore registriamo che i turisti provengono dall'America del Nord e dal Giappone. Esistono poi ragioni di carattere culturale. Turismo non significa solo costruire un ristorante o un albergo, ma significa anche sviluppo culturale di interessi locali.
C'è poi il tema dei trasporti che interessa le FF.SS. e l'aeroporto.
Naturalmente il discorso interessa Caselle, la Malpensa e quello di Levaldigi.
Si tratta di :sviluppare un discorso di un sistema aeroportuale coinvolgendo la Lombardia e la Liguria.
Sono d'accordo con il Consigliere Marchini circa l'insufficienza della legge, ma questa è dovuta al fatto che manca un riferimento territoriale che possa dare un senso significativo per quel che riguarda l'incentivazione economica.
Confermo il voto favorevole del PSI alla legge in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, poiché questa è una dichiarazione di voto non introdurremo elementi estranei al dibattito, come invece da altri è stato fatto con accenni al sistema dei trasporti ed al sistema aeroportuale questioni che ci paiono esulare in questo momento dal nostro giudizio.
Confermiamo, anche dopo la votazione e l'approvazione di taluni emendamenti, il voto favorevole alla legge 380.
Diamo questo voto favorevole senza alcun particolare entusiasmo dubbiosi come eravamo e come restiamo che si tratti di un provvedimento roco idoneo ad incentivare veramente l'offerta turistica in Piemonte laddove vi sono concrete possibilità che questa offerta turistica abbia ad essere incentivata.
Quanto ha detto il collega Capogruppo liberale ci trova del tutto consenzienti, tanto è vero che già in sede di intervento nel dibattito generale avevamo posto la medesima questione, con termini non diversamente brutali, dicendo che una legge di programmazione turistica, se vuole essere tale, per forza di cose deve compiere delle scelte e deve riservare le già scarse risorse disponibili ad aree che abbiano un'effettiva vocazione turistica. Abbiamo detto anche che luoghi come Santhià, Chivasso e Trecate potranno diventare centri floridissimi per mille altre ragioni, ma sicuramente non per una ragione turistica.
Il turismo in Piemonte è il motore dell'economia in determinate zone e solo in queste. Bisognava avere il coraggio di trarne le conseguenze. E' una scelta che, ci auguriamo, sia stata solo rinviata. Approviamo questa legge perché qualunque stanziamento in favore dell'industria turistica globalmente intesa ci sembra doversi accettare; ma, approvandola, non possiamo tacere le nostre perplessità e le nostre riserve critiche.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 42 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.



BENZI GERMANO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazione del Presidente del Consiglio regionale inerente l'articolo apparso su "La Stampa" domenica 24 giugno 1984


PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

Colleghi Consiglieri, chiedo al Consiglio la facoltà di fare una comunicazione. Se nessuno è contrario ritengo approvata la mia proposta. In questi giorni si sono avute diverse riunioni della conferenza dei Capigruppo per un problema che mi riguarda personalmente.
Vi leggerò i documenti che l'Ufficio di Presidenza ha stilato in questi giorni ai quali seguirà una discussione Il primo documento dell'Ufficio di Presidenza è del 26 giugno nel quale si legge: "Il Presidente comunica che su 'La Stampa' di domenica 24 giugno 1984 è apparso un articolo che riferisce circa una lettera da lui inviata in periodo elettorale con l'intestazione 'Consiglio regionale del Piemonte Ufficio di Presidenza' ed informa che il Gruppo DC ha mandato una lettera con cui chiede che venga fornita all'assemblea regionale dettagliata informazione in proposito, amministrativa.
Su quello di carattere politico, preannunciando la sua disponibilità ad un'informazione in Consiglio regionale in base all'art. 46, lettera d), del Regolamento consiliare, invita l'Ufficio di Presidenza a soprassedere individuando nella conferenza dei Presidenti la sede più opportuna per una valutazione sul da farsi.
Per quanto riguarda gli eventuali risvolti di carattere amministrativo informa che: la carta e le buste usate non appartengono al Consiglio regionale, ma sono state stampate dalla Tipografia Orgraf, Largo Saluzzo, 34 - Torino che ha inviato regolare fattura alla ditta Fiorino s.r.l., Via S. Francesco d'Assisi 15 - Torino -. La fattura è già stata depositata presso la Regione i francobolli sono stati acquistati dal PSDI il lavoro di preparazione, imbustamento e spedizione non è stato fatto né presso la sede del Consiglio regionale né in orario di servizio del personale regionale.
Esclude quindi nel modo più categorico che ci siano stati oneri finanziari per il Consiglio regionale.
Per tranquillizzare l'Ufficio di Presidenza, a tal fine, si impegna a fornire al più presto idonea comunicazione sulla fattura della tipografia.
A conclusione delle informazioni, il Presidente deplora ed esprime rincrescimento che da parte del suo partito sia stata usata l'intestazione 'Consiglio regionale del Piemonte - Ufficio di Presidenza'".
Stamattina, invece, in seguito ad una richiesta da parte dei Capigruppo, ho inviato una lettera ai Capigruppo della quale do lettura: "Egregi colleghi, ad integrazione di quanto ho detto nel 'incontro avuto con voi martedì, dopo la conferenza dei Presidenti, anche a seguito della richiesta del Presidente del Gruppo democristiano, desidero ribadire che in ordine alla notizia apparsa su 'La Stampa' di domenica 24 giugno 1984 e per dissipare ogni dubbio sulla vicenda che potrebbe avere riflessi sul prestigio delle istituzione che nessun onere finanziario diretto o indiretto vi è stato per il Consiglio regionale.
Per quanto attiene agi aspetti politici, la vicenda può in qualcuno ingenerare la convinzione che si sia fatto un uso distorto delle istituzioni a fini di parte. Non era questa la mia intenzione e ciò che è accaduto è stato originato da un disguido dovuto al mio ricovero in ospedale. Pertanto confermo il mio profondo rammarico per quanto è accaduto e non ho alcuna remora a considerare questo fatto in chiave autocritica.
Riconfermo la mia disponibilità a valutare la questione nei modi e nelle sedi che voi o i vostri colleghi ritengono più idonee. Provveder inoltre ad informare immediatamente la Procura della Repubblica perché sia dissipato ogni dubbio al riguardo".
Ho un appuntamento con la Procura domani stesso.
Oggi pomeriggio c'è stata una breve riunione dell'Ufficio di Presidenza perché il verbale prodotto prima non era stato firmato e nel frattempo abbiamo fatto anche una piccola aggiunta.
"Il Presidente constatata la regolare composizione dell'Ufficio di Presidenza, dichiara aperta la seduta.
L'Ufficio di Presidenza è riunito per la firma del verbale del 26 giugno.
Il Presidente del Consiglio regionale dichiara che stamane ha inviato ai Capigruppo una lettera di cui dà lettura ed aggiunge che domani mattina si recherà dal Procuratore Capo della Provincia di Torino".
Qualche collega Capogruppo aveva difficoltà nell'ammettere che questa sia una procedura regolare.
Oggi pomeriggio la conferenza dei Capigruppo per evitare che ci fossero altre trattative ha deciso di comune accordo di discuterne in Consiglio.
La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

La colleganza (spero che il Presidente mi consenta questo termine nonostante egli sia il Presidente e io solo un Consigliere, d'altra parte la consuetudine e l'amicizia che mi lega al Presidente Benzi non risale soltanto a questo Consiglio regionale, ma ai tempi in cui entrambi eravamo amministratori comunali) e l'affetto che mi legano al Presidente Benzi non possono però farmi sottacere il giudizio politico su quello che è accaduto e che "La Stampa" ha rilevato e che il Presidente molto precisamente ci ha elencato in, questo momento.
Le dichiarazioni che faccio ora le ho fatte nell'Ufficio di Presidenza e nella riunione dei Capigruppo.
Fin dal primo momento abbiamo sempre chiesto che questo argomento, dopo che "La Stampa" improvvisamente ne aveva dato notizia domenica 24 giugno necessitasse di un chiarimento in questa sede, cioè nel luogo nel quale il Presidente del Consiglio esprime la sua funzione massima che è quella di governo dell'assemblea ed estrinseca anche un rapporto personale con i 60 Consiglieri che la compongono.
Il Presidente ha acceduto a questo che consideriamo un suo preciso dovere, non solo ma in anticipo questa mattina aveva fatto pervenire una lettera ai Presidenti dei Gruppi perché essi fossero correttamente informati della situazione ed affinché il Consiglio e la comunità potessero conoscere e valutare il comportamento che lo stesso Presidente del Consiglio ha deplorato e le conseguenze che ne potevano derivare.
Non credo che, quando qualcuno nella riunione dei Capigruppo parlava di richieste strumentali da parte dei Gruppi, volesse riferirsi ad atteggiamento strumentale del PRI. Per noi erano forse strumentali tutte quelle occasioni di riflessione che tentavano però a fare in modo che di questo argomento non si parlasse in aula. Ripeto, noi riteniamo che ogni argomento che attenga all'attività di questo Consiglio e alle azioni dei suoi componenti, debbono essere tranquillamente e serenamente portati in quest'aula come peraltro stiamo facendo in questo momento a seguito delle dichiarar ioni del Presidente.
Non vi è dubbio che pesta spiacevole vicenda non aiuta al recupero di quella credibilità di cui le istituzioni in generale, ma vorrei dire segnatamente la Regione Piemonte, aveva tanto bisogno dopo i fatti dello scorso anno.
Abbiamo chiesto al Presidente sin dal primo momento un chiarimento e il Presidente ce ne ha già dati diversi.
Auspichiamo che l'atteggiamento del Presidente verso questa vicenda sia quello che la sua coscienza di rappresentante eletto dal popolo gli impone così come la sua coscienza gli ha finora consigliato di mandare il tutto alla Magistratura, nel seguito pensiamo che questo stesso atteggiamento di correttezza e di coscienza egli vorrà impiegarlo anche se questa vicenda dovesse avere un seguito.
Nelle numerose riunioni che abbiamo avuto con le forze politiche in questi giorni (era da tempo che le forze politiche non si trovavano così costantemente ed in modo molto intenso) abbiamo chiesto alle forze della maggioranza di essere coerenti in questa situazione con dichiarazioni rigorose che sempre sono state fatte quando si è trattato di difendere le istituzioni e la loro dignità; e di occasioni, colleghi, nell'anno 1983 ne abbiamo avute parecchie.
Crediamo che non si possano usare due pesi e due misure a seconda delle circostanze delle convenienze politiche. Se si facesse questo sarebbe immorale. Siamo invece convinti che la democrazia, in forza della quale siamo in quest'aula, in questo momento e liberamente discutiamo dei fatti nostri, fa sì che si rafforzi con l'affermazione quotidiana costante di rapporti chiari, mai addomesticati per la difesa di interessi particolari politici e programmatici, che invece l'unico interesse che deve guidare ognuno di noi nelle sue scelte e nelle sue valutazioni debba essere sempre il superiore interesse delle istituzioni e della comunità.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Quando, nel 1980, il collega Benzi venne eletto alla Presidenza del Consiglio regionale, non lo votammo anzi dichiarammo nell'occasione che da questo Presidente non ci sentivamo né tutelati né rappresentati.
Era un'affermazione fortemente polemica che è stata poi smentita dobbiamo dichiararlo onestamente - dal comportamento tenuto anche nei confronti della nostra parte e di cui vogliamo adesso rendere atto al Presidente Benzi.
Abbiamo voluto premettere questa dichiarazione, questo ricordo di passate vicende, per sottolineare come ci accostiamo a questa spiacevole vicenda con animo sereno, sgombro da qualunque pregiudizio, teso soltanto ad individuare quali conseguenza ha e possa produrre in campo politico il gesto compiuto dal Presidente.
Vi sono in questa storia due aspetti: l'aspetto amministrativo e l'aspetto politico sui quali vogliamo subito dire che sarà bene operare una netta distinzione.
Il fatto amministrativo per noi è stato già completamente chiaro per cui non possiamo fare altro, conoscendo anche il Presidente Benzi come uomo d'onore, che accettare e credere nelle sue dichiarazioni, complimentandoci per la sua odierna decisione di informare oltretutto la Procura della Repubblica. Ma non è su questo che siamo oggi chiamati a discutere.
In altri casi, spiacevoli anch'essi, forse anche di più, non abbiamo esitato a lanciare accuse, alla personale onestà di qualcuno che era stato compromesso e coinvolto in vicende che non esitiamo a definire squallide vergognose per questa Regione.
Non è questo un caso uguale, perché dell'onestà del Presidente Benzi non ci sogniamo di avere alcun dubbio.
Vi è però l'aspetto politico sul quale ci dobbiamo forzatamente fermare. L'uso, sia pure effettuato a spese proprie, di carta intestata della Regione per propaganda di partito, ci sembra possa assimilarsi all'uso delle istituzioni e delle cariche ricoperte nelle istituzioni per fini di parte, che non possiamo assolutamente accettare né in alcun modo giustificare Nella sua lettera di stamani, il Presidente Benzi fa anche riferimento ad un; sua degenza ospedaliera che avrebbe reso inevitabile il caso. Ci spiace, Presidente, ma con la franchezza con la quale abbiamo fino ad ora parlato, intendiamo dire che non accettiamo questo tipo di giustificazione anche perché questo episodio ha dei precedenti. Ha un precedente nel 1983 per non andare molto addietro nel tempo, con una lettera pure essa su carta intestata della Regione, distribuita per conto del PSDI a favore di un candidato. E' dunque un caso di recidività, di malcostume politico recidivo.
Nè vale, signor Presidente, che lei ci dica: "Questo è fatto anche dai Ministri, dai Sottosegretari, dai Deputati". Tutto questo è vero, ma non basta per cancellare il giudizio critico, severo, di condanna che diamo dell'uso di parte che i partiti vanno facendo per la loro propaganda, per la loro attività, per la loro funzione.
Sul fatto politico, quindi, non possiamo in alcun modo fingere che niente sia mutato nei rapporti di questa Regione. E' un fatto politico gravissimo, le cui conseguenze confidiamo vorrà lei sesso trarre nella sua sensibilità, prendendo quelle decisioni che al nostro Gruppo sembrano, a questo punto, risultare, doverose ed inevitabili vi è ancora una cose che vorrei dire. E' una domanda che intendo rivolgere ad altre forze di opposizione, il giudizio delle quali ho già conosciuto o posso venire a conoscere nei successivi interventi. Mi pare che la deplorazione, sia pure con diversi termini, con diverse sfumature, sia unanime da parte di tutte le forze politiche.
Voglio chiedere: qualora il Presidente non accolga il nostro invito di decidere secondo coscienza e di trarre dalla sua sensibilità quelle conseguenze che abbiamo chiesto e che anche altri hanno chiesto, in questo caso vorremmo sapere se i rappresentanti della DC, del PLI, del PRI intendono e sono disposti a continuare nella collaborazione in un Ufficio di Presidenza con un Presidente che hanno abbondantemente e più di noi censurato.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Visto che la Presidenza non ha avuto la compiacenza di leggere la lettera che ho inviato al Presidente, in risposta alla lettera ricevuta, do lettura della lettera che il nostro Gruppo ha inviato in risposta al Presidente: "Caro Presidente, ho letto con attenzione la cortese tua, addì 28 giugno 1984, e ti ringrazio per la puntuale informazione.
Conoscendoti come uomo d'onore non ho dubbi nel credere alle tue affermazioni e deduco quindi che nessun danno di natura patrimoniale è venuto all'Amministrazione regionale.
Ho apprezzato la tua decisione di investire della vicenda l'autorità giudiziaria nonché la tua disponibilità ad approfondire la questione nei luoghi e nelle modalità che si riterranno opportune.
A tale riguardo ti prego di credere che apprezzerei, assieme ai colleghi Gerini e Turbiglio, come atto di grande rispetto nei confronti delle istituzioni, una tua autonoma decisione di rimettere il mandato chiedendo e provocando un dibattito in Consiglio regionale, dal quale la tua figura e la tua credibilità usciranno certamente rafforzati.
Cordiali saluti. Sergio Marchini".
Sarò grato ai colleghi se vorranno considerare la specificità della nostra lettera. Cari amici, io non sono assolutamente d'accordo che si sia in presenza di una questione politica ed una questione amministrativa.
Siamo in presenza di una questione amministrativa sicuramente, in un altro senso (probabilmente se dovesse essere codificata nei codici sarebbe nel codice civile, nel codice penale, sicuramente non nel codice amministrativo, perché amministrativo è un concetto che attiene ai rapporti fra i cittadini e la pubblica amministrazione). Qui si tratta di questione diversa, non amministrativa.
C'è poi una questione di metodo e di costume. Sarebbe anche bene, noi che abbiamo scelto di fare della politica la parte significativa della nostra esistenza, che cercassimo di riportare la politica alla sua nobiltà.
La politica è l'arte, le sedi politiche sono le sedi in cui si scontrano i grandi interessi della società. Le storie degli individui, le loro ambizioni, si conciliano o si frantumano le une contro le altre; questa è la politica, lo scontro della vita. Non è il comportamento più o meno corretto, più o meno educato, più o meno sensibile di questo o di quell'individuo. Ed anche quando ricopre cariche pubbliche è sempre questione di costume morale, mai questione politica.
Prima di parlare della vicenda, parliamo di quel che è successo, perch il problema si pone anche nei confronti delle forze politiche.
Siamo venuti in aula, non secondo il procedere da noi suggerito, quello cioè che il Presidente Benzi dichiarasse la propria disponibilità a rimettere il mandato, qualora dal Consiglio non emergesse un giudizio di assoluzione, di stima confermata nei suoi confronti. In aula si doveva venire per decisione e volontà del Presidente. Invece si è venuti per volontà e decisione delle forze politiche. Attenzione! Qui sta la questione morale delle forze politiche. Il Consiglio regionale è la sede deputata a decidere, ad esprimere valutazioni che si concretano in voti, non a blaterare.
Questo non è un teatro, questa è un'assemblea legislativa deliberante.
Le forze politiche che ritengono che in quest'aula si debba venire, ci debbono dire che cosa si deve venire a fare in quest'aula, quindi dovrebbero proporre un ordine del giorno con cui chiedono di discutere le dimissioni del Presidente del Consiglio, oppure un ordine del giorno che conferma la stima al Presidente Benzi.
Questo è il modo corretto di investire le istituzioni. Quando non si ha il coraggio di affrontare il processo nella sua completezza dalla testa alla coda e si utilizza solo la coda, mi viene da pensare che molte volte le istituzioni vengono utilizzate come platea e non come sede per decidere e deliberare.
Ritenevamo, trattandosi di questione morale e non politica, che il dibattito dovesse avvenire e dovesse essere anche molto violento nelle sedi proprie che sono quelle della pubblica opinione.
A noi sembrava giusto che sul comportamento del Presidente Benzi i Gruppi politici fossero liberi di esprimere i loro giudizi sul piano della pubblica opinione, sul piano del dibattito, sul piano delle dichiarazioni e sul piano delle interviste, ma se doveva avvenire in quest'aula doveva avvenire attraverso i canali tipici con cui si affrontano i problemi in quest'aula.
La richiesta di conoscere in aula, per commentare in aula, senza avere il coraggio di arrivare alle conclusioni della materia sulla quale si discute, è un modo improprio di gestire le istituzioni.
Mi sento molto vicino al Presidente Benzi che utilizza la carta intestata non per l'uso proprio delle istituzioni.
E così in questo momento stiamo usando quest'aula non per l'uso proprio che è quello di decidere e di deliberare.
Questa materia doveva aprire un dibattito fra il dott. Germano Benzi e le forze politiche, i Consiglieri, la pubblica opinione, la stampa. Se lo si vuol fare diventare un problema politico istituzionale, evidentemente bisogna mettere in moto i meccanismi che il Regolamento e lo Statuto prevedono, ma che in questo caso nessuno ha avuto il coraggio di dichiarare.
Noi quanto meno abbiamo presentato un documento nel quale la condizione essenziale del dibattito sono le dimissioni del Presidente Benzi. Qualcuno invece si affida alla coscienza di Benzi. Il procedere delle forze politiche, ed ovviamente anche la mia, tendono a farci capire come sull'uso delle istituzioni abbiamo tutti molto da imparare, non solo il Presidente Benzi.
Io certamente almeno quanto lui.
Quella che rimane nella storia della Regione è una pagina brutta: il verbale di una seduta di Consiglio in cui il Presidente illustra delle cose spiacevoli, dopodiché si chiude l'argomento e si passa all'ordine del giorno. Quando le generazioni a venire leggeranno la vicenda si interrogheranno e cercheranno di capire perché ai giudizi non sono seguite le decisioni, i comportamenti tipici di queste istituzioni.
Si chiederanno perché le forze politiche non hanno presentato ordini del giorno con cui o chiedevano le dimissioni o esprimevano solidarietà al Presidente Benzi. Le dimissioni del Presidente Benzi non vanno chieste, ma offerte, perché attengono alla questione morale, attengono al rispetto che ognuno di noi deve avere nei confronti delle istituzioni.
Si tratta di un rapporto tra il Presidente e le istituzioni in cui i terzi sono estranei, non sono protagonisti.
Questa vicenda, nata male, è stata gestita male dalle forze politiche.
Io evidentemente mi faccio carico degli errori che ho commesso nei comportamenti e nelle conversazioni che abbiamo avuto, comunque di non avere avuto sufficiente capacità di convinzione per fare allineare sulla mia posizione le altre forze politiche.
I risultati del lavoro collettivo di un'assemblea sono patrimonio colpa o merito di tutti, qualunque sia stato l'atteggiamento che si è tenuto all'interno.
Comunque, siamo qui a discutere non so bene di che cosa.
Siamo qui a sperare che ci venga dato spazio sui giornali in ordine ad un argomento che è di grande interesse sul quale tutti vogliamo che si sappia che cosa pensiamo, però non chiediamo di assumere le necessarie conseguenze perché non abbiamo voglia di contarci, perché non abbiamo voglia di scoprire che una mozione con cui si chiedono le dimissioni è di nuova in minoranza. Difficilmente la maggioranza presenterà una mozione di sostegno al Presidente Benzi, perché sarebbe impraticabile, anche se su quello si potrebbe contare.
Quindi grande imbarazzo nei nostri comportamenti istituzionali. Questo incidente con cui il Presidente Benzi utilizza le insegne della Regione per portare alla sua forza politica il massimo dei risultati e ad alcuni amici il massimo delle preferenze è un comportamento criticabile e discutibile non da Presidente certamente. Non da Presidente di quale livello di comportamenti politici ed istituzionali? Questo è un Paese che non ha ancora fatto giustizia di talune cose. E' un Paese che permette che non ci sia una crisi di governo quando un segretario di partito dà del "pazzo" ad un Ministro ed un Ministro dà del "golpista" al Ministro degli Esteri.
Allora è criticabile e condannabile il comportamento del Presidente Benzi nella gestione della cosa pubblica e delle istituzioni, tuttavia viviamo in quest'epoca, facciamo ogni giorno quello che possiamo per migliorare questo stato di cose, ma abbiamo la misura nel capire il senso il significato, lo spessore di talune responsabilità.
Da tre giorni discutiamo sulle dichiarazioni di Formica e su Andreotti.
Non c'è stata in Parlamento una riunione dei Capigruppo. Non c'è stata una riunione del Governo sul fatto che si dice che Formica sarebbe un pazzo e che Andreotti sarebbe il capo del golpe.
Così in questa nostra Regione Piemonte ci sforziamo da tre giorni per trovare un modo corretto di affrontare questo problema per dire a Benzi che ci stupiamo e ci rammarichiamo del suo comportamento e lo preghiamo di accogliere una condanna che è ferma, rigorosa, ma che va misurata in un clima ed in un contempo che è quello che è.
Questa situazione, che dal punto di vista psicanalitico potrebbe avere qualche classificazione, sta ad indicare che in questo Paese qualcosa non funziona o esageriamo noi nel far lievitare a momento istituzionale quello che è dura critica che deve venire al Presidente del Consiglio, dalle forze politiche e dai Gruppi nel dibattito e nelle forme che la società civile ci offre. Il Consiglio non è tutto.
Non sono d'accordo sulla concezione assorbente che quest'aula deve occuparsi di tutto, sempre e comunque.
Il Gruppo liberale esprime un giudizio severo su quanto è avvenuto, si rende peraltro conto che il comportamento del Presidente è nell'ambito di un'interpretazione del rapporto tra cittadini ed istituzioni che è tutto da costruire, tutto da inventare.
Non vogliamo dare al Presidente. Benzi le attenuanti generiche, ma cerchiamo di avere su questa vicenda la misura ed il modo che sempre bisogna avere nel giudicare il comportamento degli altri, anche perch tutti dobbiamo augurarci che gli altri abbiano altrettanta misura ed altrettanta fermezza nel valutare i nostri comportamenti che ci sono stati ieri e ci saranno domani nonostante tutte le affermazioni che facciamo in questa sede.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, è un momento certamente non piacevole per lei, ma neanche per noi, perché non avremmo voluto discutere di queste cose.
Debbo dire che ho apprezzato un aspetto della condotta da lei tenuta: la decisione di esporre i fatti alla Procura della Repubblica.
Non è di tutti i giorni in questo Paese che persone che commettono fatti anche ben più gravi adottino un comportamento di questo tipo. La vicenda ha due aspetti: l'uno amministrativo e l'altro politico; sotto l'aspetto amministrativo siamo su un terreno di assoluta chiarezza e trasparenza.
Sotto l'aspetto politico i fatti sono gravi. Sono metodi non condivisibili che noi abbiamo sempre avversato. Non è accettabile che si usino le istituzioni per fini di parte. E' un metodo che risale ad una concezione della politica che si è affermata largamente nelle forze politiche, è la concezione della politica vissuta non come scontro tra i grandi interessi della società ma intesa come merce, come occupazione del potere. Nel momento in cui stigmatizziamo questo suo comportamento invitiamo le altre forze politiche che giudicano grave questo fatto, di usare lo stesso rigore morale, nei confronti di altri fatti, come quello del Ministro che è sospettato di aver giurato fedeltà alla P2 prima che alla Repubblica e quello del Ministro che è accusato di essere il capo della P2.
Se si allunga ed accorcia il metro di giudizio a seconda della collocazione politica in Piemonte o a Roma, non si fa un buon servizio alle istituzioni.
Collega Vetrino, che cosa ci fa il suo Segretario in un governo con quei Ministri?



VETRINO Bianca

Sta ai fatti vostri.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Occorre prendere atto dell'estrema onestà del Presidente del Consiglio e della sua disponibilità ad adire presso le sedi giudiziarie e politiche per l'esposizione dei fatti. Credo che il Consiglio debba apprezzare questo atteggiamento e debba tenerne conto. Non eravamo dell'avviso di introdurre entro questa istituzione un dibattito di questo tipo, nel senso che i fatti e i comportamenti imputati al Presidente del Consiglio possono rientrare nell'ambito delle opinioni e delle valutazioni delle forze politiche in ordine alle tecniche ed ai mezzi che ciascuno intende più o meno condannare, o adottare per ottenere dei consensi. Pareri favorevoli o negativi su molte forme di pubblicità potrebbero essere espressi in un Paese in cui di lettere intestate di Enti pubblici ne girano non poche e si potrebbe discutere sulla positività o meno (dal punto di vista etico) di pagine intere di giornali utilizzati a fini elettorali, considerandone il costo. Ma non voglio avventurarmi su questo terreno. Il richiamo alla questione morale certamente è opportuno, anche se mi pare che nel caso specifico possa essere usato non con i toni apocalittici come da qualche parte è stato fatto.
Noi riteniamo che su vicende come questa sia soprattutto necessaria una tensione morale, non una voglia di processo politico sommario.
Forse in Italia oggi avremmo bisogno di scrivere anche noi come il Manzoni la storia della colonna infame: "dagli all'untore".
Chissà che un giorno non dovremo arrivare anche a questo. La questione morale ha tanti risvolti, magari ci si ferma a quelli più banali o visibili. Ma attiene alla questione morale anche il tentativo di strumentalizzare ogni fatto, così come il cumulo degli incarichi ed una serie di altre questioni che non voglio richiamare. Credo che vada invece rivolto un invito al Consiglio ed alle forze politiche perché si eviti anche da questa vicenda un'ulteriore facile strumentalizzazione. Faremmo di certo un cattivo servizio al Consiglio, a questa istituzione, e faremmo un cattivo servizio ai rapporti fra le forze politiche stesse, che in questo momento non hanno bisogno di questo.
Concludo con un'ultima riflessione nel senso che andrei veramente molto cauto nell'avventurarmi in analogie con altri casi, né trarrei conclusioni affrettate sul fatto che da questa vicenda se ne debbano trarre conseguenze in ordine agli assetti dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Ritengo non esista una posizione di maggioranza nel dare un giudizio su questa vicenda, perché ognuno deve esprimere la propria opinione.
La decisione del Presidente del Consiglio di rimettersi alla Magistratura dimostra un senso di responsabilità.
Il nostro partito più volte in quest'aula ha affermato il diritto del cittadino, nelle funzioni che svolge nell'istituzione.
Pertanto ci rimettiamo al giudizio della Magistratura e non chiediamo le dimissioni del Presidente.
Siamo d'accordo che non c'è truffa nei confronti dell'Ente Regione perché il materiale è stato pagato dal Presidente Benzi.
Alcune forze politiche hanno espresso un giudizio di natura politica ma devono avere la capacità di dire le cose fino in fondo e con chiarezza.
Quante volte la carta intestata del Senato o della Camera dei Deputati è stata utilizzata per invitare a votare il partito o per dare indicazioni sulle preferenze? E' diventata quasi una consuetudine. Anch'io in periodo elettorale ho ricevuto lettere dalla DC mi si chiedeva di votare alcuni candidati, così come ne ho ricevute da parte di candidati del Movimento Federalista.
E' una consuetudine non più accettabile però il discorso morale è tutt'altra cosa, quindi dobbiamo entrare nel merito: si è trattato di coinvolgere l'istituzione o chi ha commesso l'atto ha sfruttato la sua posizione? Dalle dichiarazioni del Presidente Benzi sembra che non sia così.
Non voglio parlare di superficialità, ma di onestà.
Il Presidente ha dichiarato come sono avvenuti i fatti con onestà.
Dalle sue dichiarazioni sono emerse situazioni che vanno considerate, ma non strumentalizzate. Se dovessimo strumentalizzare tutto, questo Paese diventerà ingovernabile.
Quindi il mio giudizio è di deplorazione verso un atto che giudico ingenuo: ingenuità che può commettere anche chi ha l'età di Benzi. Il PSI caro Marchini, non è del parere che si debba concludere il dibattito con un documento politico. Noi deploriamo il fatto, ma riconosciamo l'onestà del Presidente che ha dichiarato di recarsi dal Procuratore della Repubblica per esporre i fatti. Il giudizio non spetta ad un partito politico, ma al risultato dell'accertamento della Magistratura al quale il Presidente si è sottoposto.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Sono imbarazzato sotto l'aspetto umano a parlare di una vicenda spiacevole che vede in una posizione difficile il Presidente del Consiglio non sono imbarazzato a parlare sotto il profilo istituzionale.
Il Presidente del Consiglio trae da questa assemblea l'esercizio della sua funzione ed è giusto che all'assemblea riferisca quando fatti e comportamenti possono generare dubbi ed incertezze. Questa è stata la valutazione che ha ispirato la nostra richiesta del 25 giugno quando abbiamo scritto al Presidente del Consiglio per chiedere risposta in aula.
Esiste la prassi delle comunicazioni del Presidente e noi abbiamo richiesto dei chiarimenti perché la pubblicazione del giornale li esigeva.
Nell'incontro informale di ieri i Capigruppo erano giunti alla determinazione di presentare un documento univoco che, preso atto delle dichiarazioni del Presidente, raccogliesse la generale ed unanime deplorazione dei Gruppi sull'accaduto. Su questa posizione dovevano convergere tutti. Però questa convergenza non c'è stata. Oggi siamo in aula come avevamo chiesto fin dall'inizio e mi pare che il discorso abbia una sua linearità: non c'è stato il coraggio di presentare un ordine del giorno. Oggi si discute l'argomento, si sentono le precisazioni, ognuno alla fine nella propria responsabilità individuale e di gruppo trarrà le proprie conclusioni e farà le sue valutazioni.
Si possono assumere delle posizioni anche in momenti successivi.
C'è una questione amministrativa sulla quale prendiamo atto dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio che non c'è stato nessun onere a carico dell'Amministrazione regionale e quindi sotto questo aspetto siamo tranquilli. Prendiamo anche atto che il Presidente, con un atto apprezzabile, ritiene di rivolgersi alla Procura. Crediamo fino a prova contraria alle parole del Presidente e ci auguriamo che il caso venga archiviato.
E' un augurio che facciamo con tranquillità perché non vogliamo essere dei killer politici. I killeraggi li abbiamo subiti come forza politica molto spesso e l'attacco frequentemente è sceso su terreno non proprio.
Non amiamo ricorrere ad ogni piè sospinto alla Magistratura perch riteniamo che i fatti politici si risolvono soprattutto sul terreno politico. Il fatto politico esiste. Negarlo sarebbe negare la verità dei fatti.
Le dichiarazioni, più o meno larvate, pongono in evidenza la gravità del fatto che indica l'utilizzo dell'istituzione a fini di propaganda di partito. Qui, si sono abbinati sulla stessa carta l'intestazione del Consiglio regionale del Piemonte ed il simbolo di un, partito, fatto grave che va a dispregio delle istituzioni, così come chi si è rivolto alla stampa originando l'articolo di domenica ha, senza dubbio, pensato e temuto.
Possiamo ritenere che sia cittadino qualunque. La questione politica c'è e riguarda il costume delle forze politiche. Ci saranno lettere di Senatori, di Ministri, ma la nostra questione è diversa; non la possiamo mettere sullo stesso terreno.
Riteniamo che il Presidente del Consiglio Benzi abbia agito in buona fede. Abbiamo stimato il suo comportamento, abbiamo preso atto delle dichiarazioni che ha fatto nel gennaio 1983, quando ha riassunto per la seconda volta la carica di Presidente del Consiglio dicendo testualmente: "Riconfermo che il compito primario del Presidente del Consiglio è di essere il primo garante dello Statuto regionale ma è anche quello di tutelare i diritti dei colleghi Consiglieri e di far loro rispettare i doveri attinenti alle cariche che ricoprono". Benzi è il Presidente di tutti, però è il Presidente di una maggioranza. Questo è il discorso sul quale dobbiamo riflettere.
Che cosa sarebbe successo se sullo stesso episodio ci fosse un Presidente democristiano ed una maggioranza diversa? Questo ci chiediamo razionalmente, traendo qualche conclusione e dando un messaggio di riflessione a quelle forze politiche che dagli eventi devono trarre le conclusioni necessarie.
Non possiamo confondere aspetti istituzionali con scontri personali al di fuori del funzionamento proprio delle istituzioni.
Le dichiarazioni del Ministro Formica, quelle di Andreotti, riguardano illazioni e dichiarazioni, non riguardano fatti comprovati né comportamenti certi come quelli sui quali ci esprimiamo. Allora dovremmo ricordare che in questi corridoi ed in quest'aula abbiamo sentito un Consigliere attaccare il Consigliere Viglione, con aggettivi pesanti: due mesi dopo Viglione era Presidente della stessa maggioranza. Non possiamo scendere sul terreno dei comportamenti e degli scontri orali. Dobbiamo stare ai fatti ed è su questi fatti che si devono trarre le conclusioni. Quello che avviene oggi ci deve far dire che non è opportuno che le scelte istituzionali importanti siano oggetto di accordo di maggioranza e che si debba andare oltre a certi piccoli interessi.
Forse saremmo tutti più sereni. Dopo di me parlerà il Capogruppo comunista, sentiremo la sua valutazione. Al Presidente del Consiglio toccherà infine trarre le conclusioni. Dovrà sentire le forze che gli hanno dato il consenso ieri, che dovranno darglielo domani e che sono responsabili con lui sul proseguimento di un'esperienza come su qualunque altra scelta che verrà compiuta.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo le discussioni che ci hanno seriamente impegnati credo sia stato un bene venire in aula.
Purtroppo il clima tra le forze politiche è da troppo tempo profondamente avvelenato da sospetti, da giochi di rincorsa, da anticipi e le regole con cui si arriva alle decisioni rischiano di essere profondamente inquinate da questi giochi, che è quasi oggettivo e necessario nel momento in cui latita la tensione politica, la capacità di sintesi.
In questa sede si possono valutare il comportamento in questione e la collocazione delle varie forze politiche. Lo scenario a cui oggi ho assistito mi richiama un po' un "dejà vu", non ricordo quando e come almeno per certi interventi quanto più era formale e persino forzata l'espressione di riguardo nei confronti della persona e tanto più mi sembra si celasse l'arma sempre tentatrice dell'attacco sproporzionato all'entità delle questioni.
Ritengo che della questione morale non si debba dare un'interpretazione né formalistica né statica.
Sulla questione morale e sui comportamenti nelle istituzioni e nell'esercizio del potere politico occorre avere grande capacità di dialogo ed intelligenza nelle distinzioni. Nei sistemi a democrazia rappresentativa è tradizione avvalersi di ruoli istituzionali per riuscire ad esercitare un peso nell'opinione.
Il nostro partito ha sempre condotto una battaglia perché cambi il modo di fare politica, perché elementi di confusione non sono di giovamento n alla politica né alle istituzioni. Proprio perché abbiamo condotto queste battaglie noi non abbiamo avuto nessun dubbio nell'individuare in questo un atto sbagliato Noi, in tutta quell'ampia gamma di questioni più o meno rilevanti che attengono la questione morale, cerchiamo di andare al dunque delle questioni in uno spirito dinamico ed evolutivo, cogliendo la reale portata e non facendo della questione morale occasioni e pretesti.
Nella battaglia politica tutti i partiti, non escluso il mio, possono avere la tentazione di non distinguere abbastanza.
La strada che indichiamo e che vogliamo percorrere a cominciare dai fatti che purtroppo ci hanno occupati in questi anni, è una strada coraggiosa, innovativa, laica, grande difesa delle istituzioni, di garanzia, di parità e di uguaglianza dei diritti di tutti. Non è difficile rispondere all'interrogativo che poneva Brizio: "Che cosa succederebbe se si trattasse di un Presidente democristiano o di un'altra maggioranza?".
Nella lettera inviata al Presidente del consiglio ci sono due cose importanti. Intanto il senso della forza che deriva dalla coscienza e dalla consapevolezza di dover andare subito alla Procura, questo è un atto corretto che tranquillizza. L'altra è l'autocritica che viene da un militante in un partito da tanti anni. Questo per me rappresenta una speranza che anche in questo incidente spiacevole possa essere utile per domani.
Non c'è il tentativo di fare delle furberie. E' molto più deviante ai sensi proprio della questione morale il gioco di ipocrisia che porta al massacro nelle istituzioni e non aiuta nessuno, tanto meno le istituzioni.
Il modo aperto con cui siamo stati informati della vicenda ci conferma su un giudizio negativo, ma conferma anche una statura di fondo che possiamo tradurre in saggezza, in buon senso, in piemontesismo.
Le circostanze, se sono diverse, inducono ad atti diversi, comunque debbono indurre ad una considerazione finale che mi pare di dover sottoporre a tutte le assemblee. Per essere completamente tranquillo vorrei che sul piano del costume politico che si estrinseca in molte maniere ci fosse comunque un momento di discussione, di ripensamento, di senso critico. C'è nella politica una tendenza irresistibile dell'uso delle occasioni per fare in una lotta spesso aspra ed impietosa del protagonismo.
Quello che la gente ha detto attorno al feretro del nostro compagno Berlinguer sta nelle parole che Bobbio ha detto in piazza il giorno della commemorazione. Sono parole che vanno nel segno di comportamenti in cui il potere - diceva Bobbio - è usato non come fine ma come mezzo per raggiungere gli obiettivi, le proprie idee, i propri ideali.
Di fronte alla politica come balletto c'è una politica come milizia come servizio, come testimonianza anche concreta di una moralità più profonda.
In questo senso, esprimendo questi sensi si può avere ben chiaro non solo quello che pensa il PCI, ma anche da un lato la piena consapevolezza che anche questi incidenti possono servire per cambiare comportamenti e dall'altro che non si può accedere mai, né quando si è in una collocazione né quando si è in un'altra, ad una strumentalizzazione se si ignora il peso delle cose, la dimensione reale e gli atti sinceramente compiuti nella direzione di un interesse superiore delle istituzioni.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti, sia quelli che hanno parlato bene di me, sia quelli che hanno parlato meno bene. La serenità della discussione è la cosa più importante nonostante le preoccupazioni, le spinte diverse.
Confermo le dichiarazioni che ho fatto, che sono tutte vere e dimostrabili.
C'è il fatto nuovo: domani mattina vado dal Procuratore della Repubblica per esporre i fatti, perciò prima di assumere qualunque posizione voglio che ci sia una chiarezza assoluta.
I lavori del Consiglio terminano qui e riprenderanno domani mattina alle ore 9.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.30)



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