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Dettaglio seduta n.245 del 18/05/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Emigrazione

Interrogazione dei Consiglieri Sartoris e Villa inerente l'organizzazione dei piemontesi all'estero


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto secondo all'ordine del giorno: interrogazioni e interpellanze esaminiamo l'interrogazione dei Consiglieri Sartoris e Villa inerente l'organizzazione dei piemontesi all'estero.
Risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

I Consiglieri interroganti chiedono di conoscere le attività promosse dalla Giunta regionale nel settore dell'emigrazione con particolare riferimento alle Comunità di piemontesi emigrati all'estero.
La Giunta già è orientata verso quanto espresso dagli interroganti per quanto attiene un più incisivo ruolo della Regione in favore delle Comunità piemontesi all'estero. La Consulta regionale dell'emigrazione si convoca e si riunisce ogni 45 giorni circa e sta lavorando in modo abbastanza serrato su questo tema.
E' stata avviata nei mesi scorsi un'indagine conoscitiva dettagliata mirante ad ottenere un quadro quanto più esauriente possibile della distribuzione geografica nei vari continenti di queste comunità individuarne la consistenza e il grado di aggregazione, il tipo dell'attività svolta e verificarne la continuità, la composizione sociale ed il grado di integrazione con il paese di immigrazione e, infine, per sondare e conoscere direttamente dai nostri emigrati le richieste che emergono, nei confronti della Regione d'origine, dai circoli e dalle associazioni. Tale indagine, condotta anche su indicazione e collaborazione della Consulta regionale dell'emigrazione e immigrazione - che è un organo previsto dalla L.R. n. 42 del '78 e nella quale sono rappresentati tra gli altri Enti ed Associazioni che si occupano di problematiche migratorie oltre a 5 Consiglieri regionali - ha già portato ad una prima serie di risposte significative. Ricordo che l'indagine è stata condotta utilizzando anche la rete diplomatica italiana, ambasciate e consolati, nonché enti di patronato come le ACLI o i patronati di ispirazione sindacale e le sedi all'estero di Associazioni come la Filef, l'Istituto Santi, ecc.
La consulta regionale dell'emigrazione, proprio nella sua ultima seduta, svoltasi lunedì 14 c.m., ha proposto un primo invio ad una decina di associazioni e circoli di piemontesi di pubblicazioni riguardanti la storia, la cultura, le tradizioni piemontesi nonché altro materiale concernente la situazione socio-economica attuale del Piemonte, anche al fine di permettere una conoscenza aggiornata della nostra realtà regionale.
Si tratta di un primo segno concreto al quale contiamo di farne seguire altri, sia mediante l'invio di altro materiale editoriale, soprattutto di quello che ci verrà richiesto, sia attraverso altre iniziative.
La Consulta e la Giunta regionale sono comunque disponibili a valutare ed accogliere idee, proposte, suggerimenti e progetti di intervento che venissero formulati da Enti autonomi, associazioni e da operatori che hanno a cuore i problemi dei nostri emigrati all'estero.
Colgo l'occasione per illustrare, sia pur succintamente, l'attività della Consulta dell'emigrazione che è tornata a riunirsi con una certa periodicità dopo un periodo di scarsa operatività in quanto condizionata dagli avvenimenti che hanno investito l'Amministrazione regionale negli scorsi mesi. Sono stati organizzati due convegni sulla condizione degli stranieri in Piemonte, per l'ultimo dei quali è stato redatto un volume che raccoglie gli atti e che è stato inviato anche ai Signori Consiglieri.
Precedentemente, era stata curata, in collaborazione con la Eurostudio di Milano e l'Istituto Santi, un'indagine sugli "Immigrati del Terzo Mondo in Piemonte" che ha avviato una analisi su un problema di particolare rilevanza anche se forse non valutato in tutta la sua portata dalla Comunità piemontese.
E' in fase di realizzazione un vademecum, una guida contenente indicazioni utili per gli stranieri, soprattutto per coloro che versano in situazioni di emarginazione ed isolamento; tale iniziativa è promossa in collaborazione con il Comune di Torino e con alcune organizzazioni che si occupano di queste problematiche, come il CISCAST, di emanazione della Diocesi di Torino e la Filef.
Sono state registrate e via via perfezionate le procedure amministrative per il pagamento di contributi di prima sistemazione a favore degli emigrati italiani all'estero che rientrano definitivamente in Piemonte e che versano in disagiate condizioni economiche (art. 1 punto c) della L.R. 42/78.
Costanti contatti sono avviati e mantenuti con Associazioni e Gruppi di immigrati a Torino ed in Piemonte; gruppi che sono assai numerosi e diffusi e che organizzano molteplici manifestazioni, convegni, dibattiti, molti dei quali meritevoli di attenzione.
La Consulta e l'Assessorato hanno poi seguito con attenzione i problemi riguardanti i lavoratori frontalieri con la Svizzera, che assommano ad oltre 4 mila persone, residenti nella zona dell'Alto Novarese e che hanno notevoli problemi conseguenti alla difficile congiuntura che interessa la Confederazione Elvetica ed in particolare la fascia di confine con l'Italia. L'Assessorato ha seguito in questi mesi i problemi concernenti l'applicazione di un accordo italo-svizzero sulla disoccupazione speciale da applicarsi ai lavoratori frontalieri espulsi dai processi produttivi.
Inoltre la Regione, sempre in attuazione di un accordo italo-svizzero concernente il ristorno fiscale dei frontalieri, spetta il compito di esprimere un parere circa i criteri di riparto dei fondi derivanti da tale ristorno in favore dei Comuni di confine dove questi frontalieri risiedono.
Il criterio adottato in passato dalla nostra Regione è stato poi fatto proprio dal Ministero delle Finanze ed esteso anche alle altre regioni interessate, salvo aggiustamenti ed adeguamenti specifici dovuti a situazioni diverse riscontrate in altre regioni, come ad esempio la Lombardia. Per inciso, nelle prossime settimane, la Giunta regionale proporrà al Consiglio la riconferma di tali criteri anche per il riparto relativo agli anni 1982/83. Un parere favorevole in tal senso è stato già espresso dai presidenti delle Comunità Montane interessate nonché dalle organizzazioni sindacali, dalla Giunta del Comprensorio Verbano-Cusio Ossola, nell'ambito delle consultazioni promosse in queste settimane, e dalla Consulta dell'emigrazione nella seduta del 14 c.m. Il criterio seguito è quello di attribuire i suddetti fondi direttamente alle Comunità Montane anziché ai singoli Comuni, al fine di evitare la polverizzazione e la dispersione delle risorse che sono notevoli. Sottolineo solo un dato: nella prima ripartizione (riferita agli anni 74/79) i Comuni e le Comunità Montane dell'Alto Verbano hanno ricevuto oltre 4 miliardi di lire. Per la ripartizione 82/83, secondo previsioni ministeriali, la somma complessiva dovrebbe aggirarsi intorno ai 17 miliardi di lire, mentre la quota destinata alla nostra regione dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 miliardi e mezzo/3 miliardi di lire.
Questo per delineare e tracciare sinteticamente le linee di intervento alcune iniziative varate e l'attività promossa in questi anni.
Per tornare alle questioni poste dai Signori interroganti ed in particolare sulle iniziative concrete per portare la voce e la cultura del Piemonte tra le Comunità e le Associazioni dei nostri emigrati, oltre a ci che ho già avuto modo di riferire all'inizio di questa mia risposta ricordo che è stato insediato, nell'ambito della Consulta, un apposito gruppo di lavoro con l'obiettivo di approfondire e vagliare altre iniziative in modo da rendere più centrativi e forti i rapporti che la Regione ha con le comunità e le associazioni di piemontesi all'estero. Se in questa fase, o anche successivamente, giungessero proposte e suggerimenti, ripeto, saremo ben lieti di sostenerli e di farli propri, compatibilmente con i vincoli di bilancio.
Per quanto riguarda l'ultimo problema sollevato dagli interroganti faccio presente che c'è un ufficio regionale che si occupa dei problemi migratori e l'attività che ho brevemente illustrato è la testimonianza della sua operatività. Il potenziamento dell'attuale struttura deve seguire di pari passo l'evolversi, l'ampliarsi e il consolidarsi dell'attività sia nei confronti dei piemontesi nel mondo che degli immigrati, sia italiani che stranieri, sia dei lavoratori frontalieri.
In quest'ottica ritengo che l'attuale legge regionale (n. 42 del 78) pur ancora valida sotto molti aspetti, necessiti di un adeguamento e aggiornamento sulla base dell'esperienza condotta in questi anni, sia sotto il profilo delle iniziative nuove da prevedersi, sia per quanto riguarda la composizione della Consulta che, essendo un organismo di partecipazione deve forse offrire una maggior possibilità di espressione e rappresentanza diretta alle reali componenti del mondo dell'emigrazione e dell'immigrazione.
A tal fine la Consulta e gli uffici stanno acquisendo tutti gli elementi conoscitivi al fine di predisporre rapidamente una bozza di riforma della legge attuale, in modo da dotare la nostra regione di uno strumento più agile ed adeguato alle esigenze emerse, alcune delle quali sottolineate giustamente dai signori Consiglieri interroganti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

Ringrazio per la precisazione dei dati. L'interrogazione aveva soprattutto lo scopo di sottolineare questo problema che può avere dei rifletti di una certa valenza proprio per le capacità che i piemontesi nel mondo stanno rivelando e per le posizioni che occupano nei rispettivi paesi.
Il contatto tra la madre Patria ed i nostri concittadini all'estero è molto importante. L'Ufficio regionale credo che abbia questo significato e questo valore. Se il lavoro aumenta potrebbe aumentare anche l'organico dell'Ufficio per favorire questi rapporti. Ringrazio l'Assessore per la sottolineatura sulla legge regionale che comincia a segnare le crepe del tempo e che sarebbe da riprendere e rivedere per le implicazioni che possono esserci proprio per lo sviluppo e la continua affermazione qualitativa; anche se in senso quantitativo ci sono degli scompensi rispetto al passato.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Interpellanza del Consigliere Montefalchesi inerente la struttura di progettazione della Regione Piemonte per aiuti CEE


PRESIDENTE

Interpellanza del Consigliere Montefalchesi inerente la struttura di progettazione della Regione Piemonte per aiuti CEE. Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla programmazione economica

Il collega Montefalchesi con la sua interpellanza pone la questione delle strutture tecniche progettuali questione spinosa per l'attività e la caratterizzazione della Regione. La domanda è posta con riferimento al campo dell'energia in relazione a possibili richieste di finanziamento da farsi alla Comunità Europea, ma credo che assuma un carattere più generale.
La situazione interna degli apparati della Regione è scarsamente caratterizzata ai fini della progettualità degli interventi, non solo, ma mi permetto di sottolineare che è scarsamente finalizzata ai fini della programmazione degli interventi che è precedente a quella della definizione progettuale. Tralascio le ragioni soggettive che possono essere oggetto di discussione in altra sede e mi soffermo sulle regioni oggettive che stanno nell'origine del nucleo primario del personale che è trasferito da organi dello Stato. Il personale dello Stato è preparato sul piano amministrativo ma non certo sul piano programmatorio e progettuale. Il personale più giovane, assunto direttamente dalla Regione in questi ultimi 14 anni si è inserito nella struttura ed ha la caratterizzazione che proviene dagli organi dello Stato. Si aggiunga che è personale giovane, vivacissimo sul piano dell'analisi problematica delle questioni, ma che non ha avuto dall'Università una preparazione in senso programmatorio e non può avere esperienza essendo uscito dalla scuola in senso progettuale.
Questo sottolinea l'assenza di una cultura della programmazione e di capacità tecnica progettuale.
Quanto alla domanda specifica se la Giunta non ritiene opportuno adottarsi di una adeguata struttura di progettazione che supporti la programmazione regionale, rispondo che ritengo sia necessario ampliare il discorso che ho fatto in modo succinto e superficiale.
L'esperienza di questi anni, avuta con lati negativi e con lati positivi, deve far fare un salto qualitativo nell'apparato della Regione prima di tutto di tipo programmatorio e poi di tipo progettuale operativo.
Una prima grande occasione per raggiungere una capacità interna di interlocuzione con le strutture di progettazione esterne credo sia la discussione sulla legge delle strutture. Nei prossimi mesi diventerà determinante adeguare l'apparato della Regione e qualificare i comportamenti della Regione. La Regione non può sopravvivere se compie soltanto operazioni amministrative routinarie, importanti perché vanno fatte con rigore, ma che non caratterizzano l'ente regionale.
Mi pare sia importante affrontare questo tema in sede di assunzione del contratto dei dipendenti e in sede di legge sulle strutture. La terza domanda è: quale ruolo intende far assumere agli enti strumentali la Regione? Abbiamo cercato di far assumere agli enti strumentali il ruolo di strumenti apportatori di collaborazione ai fini della programmazione in tutti i casi in cui abbiamo potuto farlo.
L'Ipla pur essendo Società per Azioni opera quasi a tempo pieno per la commessa di lavoro in senso programmatorio e di progettazione per la Regione Piemonte. Gli interventi per il FIO dell'anno scorso e di quest' anno sono stati progettati dall'Ipla. Cito il caso del piano forestale regionale che dimostra come dalla programmazione si giunga attraverso un ente strumentale alla progettazione puntuale per un intervento operativo.
Abbiamo cercato di operare in questo senso con la Finpiemonte, tanto che la Finpiemonte assume una caratterizzazione più intensa sul piano della definizione programmatica e progettuale che sul piano degli interventi finanziari.
Vengo ad un punto dolente, quello della difficoltà di riuscire sul piano formale amministrativo e qualche volta sul piano politico, a dare piena attuazione al ruolo degli enti strumentali nel senso richiesto dal Consigliere Montefalchesi.
Quando la Giunta ha presentato la legge per l'acquisizione della società di progettazione STEF aveva dato all'ente ampi compiti su temi svariati, ma il Consiglio regionale respinse questa ampia eccezione e ridusse il compito e gli impegni al solo tema degli interventi per la viabilità.
I momenti di intervento sono due: la discussione sulla legge delle strutture per qualificare in senso programmatorio e progettuale l'apparato regionale e un esame critico sulle definizioni legislative che il Consiglio regionale ha imposto su alcuni enti strumentali. E' il caso tipico della Società Stef. Nel caso specifico dell'energia e più in generale anche in altri settori, il riferimento per la definizione programmatoria e progettuale è la convenzione con l'Università e con il Politecnico di cui stiamo facendo largo uso, sapendo però che non sempre l'Università e il Politecnico ai quali competono compiti di ricerca, sono gli strumenti adatti per la definizione programmatoria e progettuale.
In questo senso credo sbagli il Commissario di Governo quando ad ogni richiesta di collaborazione esterna della Giunta regionale risponde bocciando le deliberazioni e invitandola a "ricorrere all'Università e al Politecnico".
Vi sono altri enti pubblici esterni, con apparati tecnici che potrebbero essere maggiormente utilizzati dalla Regione, per esempio l'Acquedotto Municipale di Torino al quale volevamo ricorrere per l'attuazione del FIO per la collina torinese, ma abbiamo incontrato delle difficoltà amministrative perché l'acquedotto doveva essere autorizzato dal Comune di Torino ed i tempi di appalto non consentivano di avviare le procedure. L'Azienda elettrica municipale di Torino potrebbe dare un grande apporto sulla tecnica specifica posta dal Consigliere Montefalchesi, ma anche in questo caso vi abbiamo fatto scarso ricorso forse affidandoci troppo alle convenzioni generali con vari enti dello Stato nel settore energetico, Eni, Enel, Enea che finora non hanno dato nessuna collaborazione reale.
L'unico sbocco è quello della Snam che ha fornito un piano di potenziamento sul metanodotto, nello spirito della convenzione ma anche sulla spinta del fatto che si trova con del metano da dover vendere.
Convenzioni con le strutture locali, come sono le aziende municipalizzate, potrebbero darci un supporto più efficace e più ravvicinato ai fini programmatori e progettuali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ringrazio l'Assessore per l'ampia ed esauriente risposta.
L'interpellanza prendeva lo spunto da una precedente risposta dell'Assessore Calsolaro che affermava che la Regione non aveva potuto presentare i progetti alla CEE in tema di energia per carenza di strutture tecnico-progettuali.
Condivido il ragionamento dell'Assessore, sulle strutture locali, come le aziende municipalizzate, che vanno utilizzate sino in fondo. Nell'ultima legge in materia di energia, approvata dal Consiglio è detto che la Regione può fare convenzioni con le aziende municipalizzate. Una sollecitazione alla Giunta va fatta in questo senso, perché stipuli convenzioni con l'Azienda elettrica municipale di Torino appunto per recuperare il terreno perduto. Se la Regione vuole essere ente di programmazione non può fare programmazione con una struttura pesantemente squilibrata e con scarse risorse umane circa le competenze tecnico-progettuali.
L'approfondimento di questi aspetti non può limitarsi alla risposta ad una interpellanza. Vi è poi la questione relativa all'accesso ai finanziamenti comunitari e nazionali che sempre di più avviene sulla base di progetti predisposti che, quindi, richiedono una struttura capace e in grado tempestivamente di supportare le scelte della Regione. La Regione deve decidersi a scegliere se dotarsi di strutture tecnico-progettuali il che significa un minor ricorso ai privati. Il tema è di grande rilevanza e la predisposizione del Piano di sviluppo deve raccordarsi strettamente alla dotazione di strutture tecnico-progettuali.
Propongo che in seno alla I Commissione dove è in discussione la legge di recepimento del contratto dei dipendenti e dove si discuterà la legge sulle strutture e tra breve il Piano di sviluppo, si prosegua e si approfondisca questo dibattito al più presto, prima comunque che queste vengano licenziate e portate in aula. E' una discussione che deve fare il punto sugli enti strumentali, sul loro ruolo, sulle scelte che la Regione ha fatto a partire dalla Stef, trovare il modo di superare le carenze esistenti.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione del Consigliere Montefalchesi, inerente il materiale necessario per la costruzione del tratto Biandrate-Ghemme dell'autostrada "Voltri-Sempione"


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Montefalchesi, inerente il materiale necessario per la costruzione del tratto Biandrate-Ghemme dell'autostrada "Voltri-Sempione". Risponde l'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore al commercio

Al fine di far fronte all'impegno programmatico previsto dalla L.R.
69/78, ha da tempo avviato gli studi e le indagini relative al piano per le attività estrattive del territorio comprensoriale di Novara.
Nell'ambito di tale piano sono state individuate le aree potenzialmente interessanti per l'attività estrattiva, sia per le qualità dei materiali estraibili, sia per l'ubicazione baricentrica rispetto all'ambito di utilizzazione, in relazione ai lotti autostradali, che per la compatibilità con le altre destinazioni d'uso del territorio.
Particolare cura è stata data, secondo direttive ormai consolidatesi nelle gestioni quinquennali della L.R. 69/78, alla tutela dei terreni agrari di maggiore pregio e della rete idrografica sia superficiale che sotterranea.
Sono stati pertanto esclusi dal piano i terreni di pianura di classe più pregiata, secondo le indagini di capacità d'uso svolte dall'Ipla, e le ampie zone soggette a facili fenomeni di interferenza con falde sotterranee prossime alla superficie del suolo, come è l'ampia area cosiddetta dei "Fontanili", che occupa buona parte del territorio comprensoriale a Nord di Novara.
Il piano comprensoriale delle attività estrattive ha comportato una analisi approfondita delle concomitanti o alternative utilizzazioni del territorio, portando all'individuazione di siti idonei per essere salvaguardati come riserve per la produzione mineraria (specie degli inerti pregiati) e di cave di prestito per la formazione dei rilevati autostradali.
Il piano, con previsioni decennali, è stato già sottoposto all'esame delle Amministrazioni comunali interessate, del Comprensorio e degli altri Enti coinvolti e verrà sottoposto all'esame della Commissione tecnico consultiva per le cave ex art. 6 L.R. 69/78 nella prossima seduta del 18/5 p.v., in funzione della successiva deliberazione Giunta regionale di approvazione.
In generale si può affermare che sia i Comuni che il Comprensorio, con notevole correttezza amministrativa e senso di responsabilità, hanno approvato le indicazioni del piano, dei rilievi e delle osservazioni avanzate, di solito fondate su precise valutazioni tecniche o socio economiche, si terrà senz'altro conto nell'ulteriore iter amministrativo del piano medesimo.
Sin dalle prime riunioni effettuate nel 1981 presso il Comprensorio di Vercelli, per esaminare il tracciato del nuovo tratto autostradale Stroppiana - Gravellona Toce, era stato sollevato dagli Assessorati regionali alle cave ed alla viabilità e trasporti la gravità del problema di approvvigionamento degli inerti per la costruzione dei rilevati, specie nel percorso da Stroppiana a Ghemme, considerando che il tracciato correva entro terreni di pianura, in massima parte coltivati a risaie, e con falde acquifere molto prossime alla superficie del suolo, anche nel periodo invernale.
Nonostante i successivi solleciti, la Società Spea, progettatrice dell'opera, non aveva ritenuto farsi carico della questione relativa al reperimento di tali materiali, tant'è che nei capitolati di appalto non veniva fatta nessuna menzione di tale problema. Nonostante ci l'Assessorato regionale alle cave e torbiere ha provveduto a promuovere un incontro nel mese di ottobre 1983 con la Società Autostrade, le ditte appaltatrici e l'Assessorato alla viabilità e trasporti, non appena conferiti gli appalti, per esporre un progetto di siti idonei per il reperimento degli inerti.
Tale progetto risultava da un approfondimento delle indagini già svolte relative alla predisposizione del piano comprensoriale di Novara e dalla loro estensione alle fasce di sponda destra del Sesia nei comprensori di Vercelli e Borgosesia.
Analogamente gli Assessorati su indicati si stanno interessando, per le loro rispettive competenze, per il reperimento del materiale inerte e per i rilevati per il successivo tratto Biandrate-Ghemme a seguito della deliberazione della Giunta regionale 22/3/1984 di approvazione delle opere di cui al progetto esecutivo autorizzato con D.M. 25/1/1984 e relativo al tratto medesimo.
Da questo complesso di indagini era emerso l'interesse per tenere conto, in una corretta logica di pianificazione territoriale dello studio in corso, da parte del Consorzio Est Sesia a seguito di apposito finanziamento del Ministero dell'agricoltura per un invaso sul torrente Strona da svilupparsi in prevalenza nel territorio comunale di Fara Novarese.
E' chiaro che la concomitanza delle 2 ragguardevoli opere pubbliche poneva l'esigenza di poter recuperare tutto il materiale possibile dalla realizzazione dell'invaso di cui sopra per i rilevati autostradali evitando altre compromissioni del territorio o un successivo intervento per la messa a dimora di tale materiale.
L'iter estrattivo proposto, non interessava comunque direttamente alcun terreno oggetto di colture pregiate, in particolare viticole.
Ovviamente l'intervento estrattivo era da vedersi unicamente in via subordinata rispetto alla realizzazione dell'invaso, dopo verifica delle premesse di fattibilità del medesimo. Ad evitare successivi e contrastanti interventi di gestione territoriale, assai più gravi nel complesso di quelli qui prospettati, occorre che emerga da parte degli Enti competenti una chiara determinazione in merito a quanto sopra e che vengano inoltre tenuti nella massima considerazione le obiezioni mosse ai fini della tutela territoriale ambientale della zona, a seguito di un'accurata analisi di impatto ambientale, relativa alla realizzazione dell'invaso, restando l'eventuale intervento estrattivo ad esso completamente condizionato e subordinato.
Si concorda comunque con l'esigenza, segnalata nell'interrogazione, che ogni studio anche di massima, sulla fattibilità dell'invaso, sia necessariamente accompagnato da una corretta analisi di impatto ambientale e del bilancio dei fattori positivi e negativi riguardo allo sviluppo agricolo della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ringrazio l'Assessore per la risposta. L'interpellanza è nata dalle preoccupazioni degli abitanti della zona per il rischio di distruzione di una zona che è tra le più fertili e tra le più adatte alla viticoltura.
Il rischio è che questa zona venga in qualche modo distrutta dalla realizzazione di un invaso che non si capisce a che cosa dovrebbe servire mentre certamente si capisce a che cosa dovrebbe servire il materiale che verrebbe asportato. Non è pensabile che la realizzazione di strutture ed infrastrutture debba scontare continuamente la continua distruzione di territorio, in questo caso altamente produttivo. Dalla risposta dell'Assessore cogliamo due elementi interessanti e cioè che qualsiasi opera deve essere corredata dalla valutazione dell'impatto ambientale e dal bilancio dei fattori positivi e negativi, compresa la distruzione di un territorio altamente fertile e produttivo e l'ipotesi di un ripensamento circa la costruzione dell'invaso. Invitiamo la Giunta a seguire la vicenda con la massima attenzione. Noi ci auguriamo che quell'opera non si realizzi, auspichiamo invece un reale equilibrio tra la necessità di costruire infrastrutture e la salvaguardia del territorio soprattutto quando è molto produttivo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Interrogazione del Consigliere Biazzi inerente un campeggio nel comune di Macugnaga


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Biazzi inerente un campeggio nel comune di Macugnaga.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Si tratta di un intervento per la realizzazione di un campeggio in prossimità dell'insediamento Valser che risale al 1200 con una Chiesa cosiddetta "Chiesa vecchia" del nucleo originario di Macugnaga Leggo una parte della risposta che mi è stata trasmessa dall'Assessorato al turismo che ha avuto, per ragioni amministrative impegni in questa vicenda: "Il Comune di Macugnaga nel giugno 1982 faceva pervenire all'Assessorato al turismo istanza per ammissione a contributo per la realizzazione di campeggio temporaneo di tipo a) corredata di idonea documentazione e di deliberazione n. 169 del 1982 in cui si dichiarava che il costo complessivo ammontava a 101 milioni e che l'area interessata alla realizzazione dell'opera è dì proprietà comunale ed è inserita nelle previsioni dell'approvato progetto preliminare di piano regolatore generale, quale area di campeggi. Con deliberazione della Giunta regionale del 16 settembre 1982 l'istanza veniva denegata e si invitava il Comune ad un ulteriore riesame dell'opera progettuale con contenimento dei costi e più dettagliata documentazione tecnica descrittiva con particolare riferimento alla destinazione d'uso dell'area in relazione agli strumenti urbanistici vigenti nel Comune. Il Comune di Macugnaga nel luglio 1983 ha riproposto la richiesta di finanziamento con delle modifiche riducendo i costi e corredando la stessa richiesta con tutta la documentazione tecnica descrittiva dell'opera e con una nuova propria deliberazione n. 91 del 1983 con cui attesta che l'area di proprietà comunale destinata a campeggio è indicata con tale medesima destinazione sullo strumento urbanistico adottato ed in corso di approvazione da parte degli organi regionali".
Poiché istanza e relativa documentazione rispondevano ai requisiti richiesti dalla legge regionale n. 54 del 1979, con deliberazione della Giunta regionale del 15.11.1983 veniva ammessa a contributo, subordinando l'erogazione a seguito di adozione da parte dell'ente propositore di impegno ad osservare le prescrizioni indicate nella stessa deliberazione (costo dell'opera 70 milioni, contributo regionale 59 milioni e 250 mila lire). A tutt'oggi non si è proceduto all'erogazione delle succitate provvidenze, non essendo pervenuta agli uffici preposti la documentazione ulteriormente richiesta. Alla luce degli esposti da parte di privati cittadini e della W.W.F. di Verbania contrari alla realizzazione dell'opera, l'Assessorato al turismo in data 3.4.1984, invitava con lettera l'ente richiedente a voler comunicare con sollecitudine la determinazione del caso per poter permettere le proprie valutazioni. Questa è la parte riguardante l'Assessorato al turismo. Vengo rapidamente alla parte riguardante l'Assessorato ove opero, interessato per gli aspetti riguardanti la tutela ambientale (legge 1497 del 1939). Il Comune di Macugnaga, con nota 3894, pervenuta in data 7.10.1983, presentava all'Amministrazione regionale, per l'espressione del parere di competenza ai sensi delle leggi or ora citate, trattandosi di zona soggetta a vincoli di tutela ambientale introdotta con decreto del 30 giugno del 1954, il progetto di campeggio da utilizzarsi unicamente durante il periodo estivo.
Il servizio regionale piani paesistici, nutrendo fondate perplessità sull'intervento, con nota del 17 novembre 1983 pressoché contemporanea quindi alla decisione dell'Assessorato al turismo (la deliberazione della Giunta regionale è del 15/11/1983) si richiedeva al comune di Macugnaga un'integrazione degli atti presentati al fine di poter pervenire ad una più corretta ed approfondita valutazione del problema. Il Comune non ha fatto seguire alcun riscontro alla suddetta nota. Inoltre il Servizio regionale ha potuto approfondire le problematiche inerenti la realizzazione del campeggio in argomento in sede di istruttoria del piano regolatore generale comunale adottato con decreto comunale nel dicembre 1983.
Nella relazione fatta il 9 aprile 1984 dal Servizio tutela ambientale indirizzata al Comitato urbanistico regionale, si è ritenuto di dover chiedere, dopo aver valutato le caratteristiche ambientali in corso di visita al sopralluogo lo stralcio della zona in questione dallo strumento urbanistico. Sono in possesso delle lettere che il nostro Assessorato ha inviato al Comune e al CUR. Devo però precisare che mi è giunta, e non so se è fondata la notizia, che il CUR avrebbe espresso invece parere favorevole alla presenza di questo campeggio, per cui, per tener fede alle indicazioni che sono espresse dalla lettera da me firmata, dovrò stare molto attento all'arrivo in Giunta della deliberazione per non contraddire l'iniziativa dell'Assessorato ove opero e ritenendo peraltro che non si tratta di una questione solo di principio, ma di una questione di merito fondata, come giustamente Biazzi ha posto nella sua interrogazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Prendo atto che, anche a seguito di sollecitazioni di cittadini e di organizzazioni, la Giunta ha assunto provvedimenti cautelativi anche se non ancora formalizzati e che possono non avere ancora valore giuridico. Quando ho presentato l'interrogazione sapevo che il Piano regolatore di Macugnaga era già stato istituito e doveva essere sottoposto al parere del CUR.
Infatti il CUR l'ha esaminato dopo breve tempo.
Si trattava quindi di intervenire, anche per facilitare l'opera del CUR. segnalando qualche aspetto che poteva essere sfuggito in sede di istruttoria. Come ha ricordato l'Assessore Rivalta, la Giunta aveva finanziato il campeggio per circa 60 milioni. Il CUR, come dicevo, ha già esaminato il P.R.G., ma dopo oltre un mese non si conoscono ancora esattamente le decisioni prese in materia, perché non esiste ancora il verbale della riunione.
La relazione, manoscritta, dell'architetto relatore è stata depositata solo lunedì scorso. Questo fatto, tra l'altro, deve far riflettere sul modo con cui funzionano alcuni Servizi regionali, essenziali per assicurare il funzionamento delle leggi regionali sulla tutela e sull'uso del suolo.
Nell'interrogazione indicavo due elementi di pericolo: la compressione dell'ambiente e il pericolo per la sicurezza dell'insediamento. E' noto come in quella zona si siano ripetute molte alluvioni. Infatti, è allo sbocco di un torrente con un ampio bacino idrografico che periodicamente porta a valle molto materiale. Non è l'unico caso nella zona, di insediamenti previsti o realizzati in zone insicure. L'ultimo caso è dell'anno scorso, a Cannobio, dove un campeggio insediato in zona non sicura ha portato lutti e disastri. Questa vicenda, inoltre, per le ripercussioni negative su un ambiente di particolare pregio, indica che ci vuole un maggior coordinamento degli interventi della Giunta e nell'erogazione di contributi con fondi regionali si rischiasse di contribuire alla distruzione di un ricco patrimonio ambientale e storico culturale legato all'insediamento dei Valser nelle vallate alpine.
Emerge inoltre che è necessario dare attuazione alla legge n. 18, che è stata appena approvata dal Consiglio, che permette appunto di coordinare e valutare meglio gli interventi. I 60 milioni, che già in partenza si sapeva che sarebbero stati difficilmente spendibili, in quanto la legge n. 54 stabilisce di destinare i fondi la dove sono già approvati gli strumenti urbanistici, sono quindi rimasti bloccati inutilmente. E' un esempio di non coerenza nella programmazione degli interventi; ma in questi giorni abbiamo visto che in altre settori e in altri Assessorati si va avanti per comparti separati. Non è certo un modo per programmare e coordinare l'utilizzo delle scarse risorse.
Invito pertanto la Giunta ad accelerare al massimo l'attuazione della legge 18. Nel frattempo si anticipino i programmi futuri, in modo che le iniziative siano coordinate e coerenti con le scelte di fondo.
Ringrazio l'Assessore per la risposta.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interrogazione del Consigliere Nerviani e interpellanza dei Consiglieri Biazzi e Avondo, inerenti l'acquisto di un battello sul Lago d'Orta


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Nerviani e interpellanza dei Consiglieri Biazzi e Avondo, inerenti l'acquisto di un battello sul Lago d'Orta.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Da diversi anni è stata più volte sollecitata da parte delle Amministrazioni pubbliche rivierasche la necessità di istituzione di un regolare servizio di navigazione di linea sul lago d'Orta.
Tale servizio appare certamente necessario specialmente durante il periodo estivo, nel quale la strada di cornice del lago è particolarmente intasata, ed i molti turisti affluenti sul lago, per poter raggiungere le varie località rivierasche, sono costretti ad utilizzare mezzi privati o i servizi pubblici di linea su gomma.
Sino a questo momento purtroppo non si era mai verificata la possibilità concreta dell'istituzione di un tale servizio in quanto sia la gestione governativa laghi, che gestisce tali servizi sul lago Maggiore per un verso (difficoltà di trasferimento di mezzi e personale), sia una Cooperativa di barcaioli del lago, per altro verso (concorrenza con i servizi privati, difficoltà di accordo, ecc.), non avevano permesso di prendere in seria considerazione l'iniziativa.
Sollecitati più volte dalle Amministrazioni e dall'utenza, i concessionari dei servizi pubblici di linea su gomma della zona, hanno ora costituito una società in grado di poter svolgere detti servizi su acqua ed hanno pertanto inoltrato domanda alla Regione per la concessione di legge.
I termini per la concessione sono i seguenti: il servizio verrà effettuato con apposito battello nuovo, acquistato dall'azienda richiedente. La Regione, ai sensi della vigente legge sui trasporti contribuirà all'acquisto, così come avviene per gli autobus di linea, nella misura del 65 % del costo totale, ammortizzabile in dieci anni, pari ad un impegno di circa L. 150.000.000.
Il programma di esercizio proposto privilegia la relazione Orta-Isola di S. Giulio collegando altresì tutti i Comuni rivieraschi con due coppie di corse al giorno intensificate durante la settimana per il collegamento con i Comuni nei quali si effettua il mercato, per un totale di circa 14.000 km l'anno. Il preventivo dei costi prevede una spesa presunta di circa L. 87.000.000 annui. La Regione interverrà, come previsto dalla legge per la differenza tra i costi ammissibili compatibili con i costi standard e l'aliquota di ricavo fissata a livello nazionale.
Le amministrazioni comunali rivierasche sono impegnate a contribuire alla spesa d'esercizio del servizio per il ripiano dell'eventuale disavanzo. Il servizio concesso dalla Regione sarà effettuato sotto la diretta sorveglianza dell'Assessorato regionale trasporti e del Consorzio comprensoriale trasporti Verbano-Cusio-Ossola.
Dopo attente valutazioni e numerosi incontri con tutte le Amministrazioni rivierasche, gli operatori commerciali e turistici della zona ed analisi della possibile utenza, si ritiene che il servizio proposto, in via di istituzione, rivesta una notevole importanza per la zona e possa risolvere molti problemi di trasporto nell'ottica dell'integrazione dei servizi terra-acqua.
Debbo aggiungere che alcune riserve di carattere prettamente trasportistico vengono dall'analisi che è stata fatta con operatori pubblici e privati, largamente compensata dalla possibilità di un rilancio turistico che è auspicato per tutto l'intero bacino del lago d'Orta e che può essere considerato prioritario in una delle zone toccate da una crisi occupazionale che deve trovare uno sviluppo in altri settori, soprattutto in quello turistico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Prendo atto della risposta, peraltro già anticipata in forma scritta.
Esprimo l'intenzione di non entrare nel merito della scelta fatta, anche perché a tutt'oggi non posseggo elementi tecnici che mi consentirebbero di valutare l'opportunità dell'intervento. Tra l'altro, se questa iniziativa porterà giovamento a quel bacino che ha problemi occupazionali seri non sarei certo io a contrastare la scelta che l'Assessorato ha fatto.
L'interrogazione era stata sollecitata dal metodo usato.
Soltanto attraverso i giornali e per i riflessi di alcune polemiche fra i barcaioli e la nuova società concessionaria, i Consiglieri regionali della Provincia di Novara sono venuti a conoscenza di questa iniziativa. E neanche non conosciamo ancora nel dettaglio l'analisi della possibile utenza a cui fa riferimento la risposta: non conosciamo neppure quali e quanti Comuni rivieraschi hanno sollecitato il contributo per la realizzazione di questo servizio.
Prendiamo atto che si va ad istituire una linea nuova di navigazione che non era prevista nei piani precedenti; di questa linea non si è parlato nella Commissione competente. Non discuto sulla legittimità di scelte di questo tipo, che forse possono essere di competenza esclusiva della Giunta ma certo, ripeto, eccepisco sul fatto che abbiamo appreso la notizia di questa decisione soltanto dalla .stampa locale e marginalmente dalla stampa nazionale.
Non possiamo non esprimere rincrescimento e amarezza per come le cose vengono impostate. Si dice nella risposta che vi sono stati numerosi incontri e attente valutazioni con le amministrazioni rivierasche e gli operatori commerciali e turistici, ma neanche di tali iniziative nulla ci è stato riferito.
Non possiamo apprezzare perciò l'iniziativa perché ci mancano i contorni precisi della stessa e soprattutto perché abbiamo elementi di eccezione sul piano formale.
Prendo atto della risposta e, partendo da questa, andremo a verificare gli elementi che hanno portato alla decisione di istituire sul lago d'Orta una linea nuova di navigazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Ringrazio anch'io l'Assessore della risposta che aveva già anticipato per iscritto.
La navigazione sul lago d'Orta non è un problema di oggi, ma già nel 1979 era presente nella stesura del progetto di piano socioeconomico del Verbano-Cusio-Ossola. Le posizioni erano allora molto diverse ed articolate. Vi era però un denominatore comune, la preoccupazione che quelle iniziative comportassero costi eccessivi.
Un'altra preoccupazione derivava dalla considerazione che un servizio pubblico poteva creare alle strutture turistiche esistenti, per esempio, ai barcaioli di Orta, seri problemi. Alle domande poste nella nostra interrogazione è stato risposto solo in parte. Anche a nome del collega Avondo chiedo una risposta scritta più dettagliata su questo nuovo intervento e poiché dovrebbe decollare con il nuovo Piano di sviluppo chiediamo come il progetto per la navigazione per il Verbano-Cusio-Ossola viene ad inquadrarsi nelle attività turistiche che verranno rilanciate e potenziate in quella zona.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione del Consigliere Biazzi inerente la strada asfaltata all'interno dell'oasi di protezione e rifugio faunistico


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Biazzi inerente la strada asfaltata all'interno dell'oasi di protezione e rifugio faunistico.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Da informazioni assunte presso l'Amministrazione comunale risulta che la strada in oggetto è una pista pedonale della larghezza di mt. 2,00/2.30 interdetta all'uso veicolare, prevista nel P.R.G.I. adottato dal Comune di Macugnaga e approvato dal Comitato Urbanistico Regionale. La realizzazione è effettuata con fondi comunali in economia. Il campo di tiro al piattello di cui si parla è per ora solo previsto nel citato strumento urbanistico e la sua localizzazione è stata individuata nell'area indicata in quanto è risultata essere l'unica idonea ad ospitare tale impianto nell'ambito del territorio comunale. Tale area peraltro è già interessata dalla presenza dell'esistente pista di atterraggio per elicotteri.
Anche questo è un atto amministrativo. Dovremmo verificare le condizioni per realizzare la struttura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Ringrazio l'Assessore della risposta. Mi dichiaro soddisfatto anche per le notizie che ha dato in merito al finanziamento della strada. Per quanto riguarda la scelta del Comune il CUR si è espresso con riserva, almeno questo risulta dagli spezzoni di verbale, nei quali è detto che la strada non può superare il metro e 80 centimetri e che l'eventuale progetto esecutivo avrebbe dovuto essere sottoposto agli organi competenti regionali. La Giunta si è impegnata a seguire, nella fase, di approvazione del piano regolatore generale di Mucugnaga, questo problema in modo che le garanzie che vengono richieste trovino concreta specificazione all'interno del nuovo strumento urbanistico.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interrogazione dei Consiglieri Di Gioia, Ferrari e Reburdo, inerente il trasporto dei lavoratori da Corso Marconi a Pancalieri


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Di Gioia, Ferrari e Reburdo, inerente il trasporto dei lavoratori da Corso Marconi a Pancalieri.
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

In relazione all'interpellanza presentata dai Consiglieri regionali Di Gioia, Ferrari e Reburdo, concernente il disagio dei lavoratori che usufruendo del servizio di trasporto della Ditta Ricca effettuato da Torino (Corso Marconi) a Pancalieri, nelle ore di punta (ore 16-17) sono costretti ad attendere in piedi l'arrivo del bus, si precisa che l'orario in vigore fin dal 28.11.1977 non ha mai dato luogo ad inconvenienti come quelli segnalati dagli interpellanti.
L'orario di partenza del bus venne a suo tempo fissato alle ore 17,00 per dar modo agli utenti, che raggiungono il capolinea di Corso Marconi dalle più svariate zone della città, di raggiungere lo stesso in tempo utile.
Risulta peraltro che da un'indagine effettuata dalle organizzazioni sindacali con questionari conoscitivi circa le abitudini orarie degli utenti legate agli orari di lavoro è risultato che su n. 68 utenti, 41 gradirebbero ed usufruirebbero regolarmente dell'orario di partenza del bus alle ore 16,45, n. 24 lo usufruirebbero saltuariamente e n. 3 non lo usufruirebbero.
Peraltro alla domanda posta in questionario se la corsa posta in orario alle ore 17 venisse regolarmente usufruita n. 55 utenti hanno risposto affermativamente.
Da questi dati risulta evidente che se l'orario venisse fissato come richiesto, si ingenererebbe da un lato, con l'accoglimento della proposta la soddisfazione di esigenze precise e dall'altro il malcontento di una parte degli utenti che si vedrebbe costretta ad usufruire della corsa in partenza alle ore 17,30, e peraltro limitata al periodo scolastico (dal 1/10 al 30/6).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Gioia.
DI GIOIA Vittorio Ringrazio l'Assessore per la risposta, però devo dire che nei questionari che i lavoratori hanno presentato all'Assessorato il problema era molto sentito, quindi la questione non trova consenso da parte dei lavoratori i quali facevano notare che la linea viene malservita. A partire dalla fine dell'anno scolastico - da giugno a settembre - chiedevano un utilizzo più razionale del trasporto da Corso Marconi a Pancalieri in quel periodo. E' in corso una petizione su questo problema.


Argomento: Viabilità

Interrogazione dei Consiglieri Devecchi e Genovese inerente la costruzione di una strada nel Comune di Sarezzano


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Devecchi e Genovese inerente la costruzione di una strada nel Comune di Sarezzano.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

La L.R. 16 maggio 1975, n. 28 prevede la possibilità di concedere, con spesa a carico del bilancio regionale, contributi in capitale od in annualità costanti ai Comuni che provvedano alla costruzione, completamento o sistemazione di strade comunali, sia interne che esterne agli abitati; a tal fine i Comuni medesimi devono presentare domanda entro il termine ordinatorio - del 31 gennaio di ciascun anno.
Il Comune di Sarezzano ha presentato, tra le altre, le domande di cui appresso: a) in data 28 gennaio 1975 ed in esecuzione della deliberazione consiliare n. 16/1979, concernente il programma di opere pubbliche da realizzare nel triennio 1979/81, chiedendo "la concessione di un contributo in capitale nella misura del 70 per cento prevista dall'art. 2 della legge regionale 16 maggio 1975 n. 28 per la realizzazione di lavori di completamento e sistemazione di strade comunali", per una spesa preventivata in Lire 200.000.000 b) in data 24 marzo 1981, "in esecuzione della decisione della Giunta municipale in data 23 marzo 1981 ed in conformità alle promesse" (non meglio specificate e comunque non adempiute, almeno per quanto riguarda le opere stradali) "di erogazione di contributi per opere pubbliche per le quali furono avanzate le relative istanze nei precedenti esercizi" chiedendo la concessione di un contributo in capitale nella misura del 70 per cento prevista dall'art. 2 della L.R. 16 maggio 1975 n. 28 per la realizzazione di lavori di costruzione, completamento e sistemazione di strade comunali su una spesa presuntiva di L. 578.882.000 c) in data 25 gennaio 1983 e con riferimento alla domanda sopracitata del 24 marzo 1981 per un contributo su L. 578.822.000 ed alla assegnazione del contributo di L. 105.000.000 (70 per cento di L. 150.000.000) comunicando l'aggiornamento della spesa in L. 663.350.000 e chiedendo la concessione del contributo regionale sulla residua spesa presunta per la realizzazione di "lavori di costruzione, completamento e sistemazione di strade comunali". Da quanto detto si evince senza alcun dubbio che il contributo di L. 105.000.000 pari al 70 per cento di L. 150.000.000 di cui alla D.G.R. 30.7.1981 n. 71-9363 (come del resto risulta dal citato provvedimento) e non specificamente per la costruzione della strada di accesso al campo sportivo.
Perché è stato assegnato il contributo? Nel corso dell'anno 1981 l'Assessorato regionale alla viabilità ha potuto disporre praticamente di 2 stanziamenti: quello di L. 1.000.000.000 autorizzato con L.R. 7.5.1981 n.
15 sul bilancio 1982 per la concessione di contributi in annualità su circa L. 15.000.000.000 di opere, che è stato utilizzato, sentiti i Comitati comprensoriali, e quello di L. 1.000.000.000 iscritto a bilancio con la Legge regionale n. 32/81 utilizzato per l'assegnazione di contributi in capitale sui maggiori oneri relativi ad opere stradali precedentemente finanziate, nonché il finanziamento di opere ritenute urgenti, "al fine di risolvere annosi (e non dannosi come si legge nell'interrogazione) problemi e di eliminare, in qualche caso, situazioni di pericolo". E mi pare che le domande presentate nel corso degli anni dall'Amministrazione comunale di Sarezzano indichino come la sistemazione delle strade di quel Comune fosse un problema annoso.
Successivamente l'Amministrazione comunale di Sarezzano ha deciso di destinare il contributo assegnatole per "opere stradali" alla costruzione della strada di accesso al Centro sportivo, non essendo a tal fine necessario altro provvedimento della Giunta regionale. Viene poi chiesto dai colleghi interroganti: se si è tenuto conto che il terreno su cui dovrebbe sorgere la strada è gravato da servitù se si è tenuto conto che la deliberazione n. 8 in data 31.1.1982 del Comune di Sarezzano è stata successivamente revocata perché la Giunta regionale ha assegnato il contributo con deliberazione del 30.7.1981, se nel D.P.G.R. di approvazione del progetto si fa riferimento all'istanza presentata dal Comune di Sarezzano in data 4.2.1982, considerato che la domanda avrebbe dovuto essere anteriore alla D.G.R. e, infine, se si ritiene necessario l'annullamento d'ufficio o la revoca del decreto n. 5212/1983.
Desidero a tal punto precisare che il Comune di Sarezzano dopo aver approvato il progetto in questione con la deliberazione n. 8 del 31.1.1982 il successivo 4 febbraio lo ha inoltrato, per l'approvazione regionale e là definitiva concessione del contributo, con apposita domanda - che non poteva pertanto essere antecedente alla deliberazione della Giunta regionale di ammissione a contributo - e tramite l'Ufficio del Genio Civile di Alessandria, competente ad esprimere il parere tecnico trattandosi di progetto di importo inferiore a L. 500.000.000.
La relazione in data 19.3.1982, del Genio Civile di Alessandria favorevole all'approvazione del progetto e il D.P.G.R. 5212/1983 si basano sulla deliberazione n. 8 in data 31.1.1982 dell'Ente interessato, in quanto la revoca della stessa non era stata disposta al momento della relazione favorevole e non risultava agli Uffici dell'Assessorato regionale alla viabilità al momento in cui è stato predisposto il decreto.
Pertanto nell'informare gli interroganti che il decreto n. 5212/1983 è da ritenersi nullo, basandosi su una deliberazione che l'Amministrazione comunale di Sarezzano ha successivamente revocato, devo altresì far presente qualora l'Amministrazione medesima riadotti il progetto per la realizzazione dei lavori in questione, la Regione, non potrà che approvare lo stesso e concedere il contributo a suo tempo promesso e ciò nel rispetto dei poteri discrezionali dell'Amministrazione locale cui compete la valutazione dei motivi addotti dal "privato cittadino" che, peraltro sembra sia stato mosso a segnalare il presunto "sperpero di pubblico denaro al Comune di Sarezzano" dalla notificata esportazione di un'area di terreno.
L'interpellanza e tutta una serie di documenti che mi sono stati trasmessi, riguardano se si ritiene valida o meno la realizzazione di una attrezzatura sportiva di quelle dimensioni per il Comune di Sarezzano, mi limito a dire che questo è un problema che riguarda la Comunità di Sarezzano e soltanto gli atti di richiesta di finanziamento specifico che a mio avviso non potranno neanche essere concessi ma il problema rimarrà esclusivo del Comune che avrà qualche magnate che gli realizzerà la struttura oppure resterà semplicemente un'area verde, un'area attrezzata a disposizione, mi auguro dei cittadini, visto che il tutto è contenuto in una variante di piano che è già stata approvata dal CUR e che verrà quanto prima trasmessa al Comune di Sarezzano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Ringrazio l'Assessore Cerutti che, pur nella difficile situazione in cui è venuto a trovarsi in seguito a questa interrogazione, usando una certa diplomazia ed una innegabile abilità ha cercato di uscirne nella maniera migliore possibile.
Ho preso atto in parte con soddisfazione, e credo di interpretare qui anche il pensiero del collega Genovese, del fatto che il Decreto di connessione del contributo per la costruenda strada in comune di Sarezzano è stato revocato.
Io interpreto la revoca del D.P.G.R. n. 5212 del 29/6/1983 sostanzialmente come riconoscimento della fondatezza dei motivi e delle perplessità espresse nell'interrogazione presentata a suo tempo. E' vero che l'Assessore ha aggiunto che se il comune di Sarezzano ripresenterà la domanda di contributo questo gli sarà concesso, ma ciò non modifica sostanzialmente la mia convinzione che il D.P.G.R. era stato emesso su presupposti errati. A questo punto mi si consenta però brevemente, di spiegare il perché è stata presentata dal collega Genovese e da me l'interrogazione: già l'Assessore ha ricordato che si trattava di una erogazione di un contributo non indifferente: 105 milioni erogazione avvenuta in un contesto che riguardava 221 opere per una spesa globale di 2 miliardi. Il massimo importo delle singole spese si aggirava intorno a qualche milione, molti importi addirittura di poche centinaia di lire riguardavano e servivano per il completamento di opere già iniziate. La deliberazione era giustificata con la necessità di finanziare opere che rivestivano il carattere di urgenza che avrebbero dovuto eliminare annosi problemi. Il che per la strada in argomento è palesemente non vero.
Non si trattava di annosi problemi dà eliminare, ma semplicemente dall'erogazione in conto capitale di lire 105 milioni per costruire una strada che oltre ad attraversare terreni gravati da servitù perch attraversati da un oleodotto danneggerebbe, se costruita e distruggerebbe campi e vigne fertili e coltivati. La strada però sembra sia la base indispensabile per la realizzazione di un impianto sportivo.
E' giusto che gli impianti sportivi vengono costruiti o migliorati laddove è necessario, perché è giusto, che i giovani ed i meno giovani abbiano la possibilità di divertirsi in modo sano ed onesto. Ma le perplessità sorgono quando forse si superano i limiti del buon gusto e della convenienza e si va verso opere un po' . troppo grandiose. (Si vedano in proposito gli articoli della stampa locale di ogni colore).
Infatti, per un paese che conta poco più di 1000 abitanti, pare si vogliano costruire: alcuni campi da bocce, un modernissimo campo di calcio dotato di tribune e di impianto di illuminazione, un campo da pallacanestro, campi per il pattinaggio, un campo da pallavolo, tre campi da tennis, una piscina e, come corollario, l'abitazione del custode con annessi bar e servizi. Il tutto in un paese che denota in questi ultimi anni un calo costante della popolazione di circa l'11 per cento per ogni anno. I giovani forse non arrivano in tutto a 70 unità. Nè vale dire che gli impianti servono la zona vicina perché ricordo che la provincia di Alessandria come quella di Vercelli, secondo l'ultima indagine del Censis è individuata come la provincia italiana che è dotata di una serie di impianti sportivi maggiormente diffusi.
Nella zona presa in esame dalla redazione prodotta dai tecnici per fare approvare la variante del piano regolatore del comune di Sarezzano, zona che io metto in dubbio debba gravitare sul futuro centro sportivo, e su 10 comuni presi in esame esistono già 9 campi di calcio, 7 campi da tennis e 4 piscine funzionanti nonché alcuni bocciodromi. E' inoltre in fase di realizzazione un moderno centro sportivo a Tortona, cioè a qualche chilometro di distanza.
Ripeto, se da un lato, è più che giustificabile il desiderio di dotare ogni comune di attrezzature sportive idonee a soddisfare le esigenze della popolazione residente o "villeggiante", dall'altro lato sembra a me doveroso ricordare che non si può impiegare il pubblico danaro in costruzioni sovradimensionate e molto onerose anche nella manutenzione, per il semplice motivo di voler porre un fiore all'occhiello dei pubblici amministratori.
I miei colleghi ed io non possiamo condividere questo modo disinvolto di usare il pubblico denaro.
Mi si consenta una battuta: una volta costruiti gli impianti con una spesa di diversi miliardi si chiameranno ad usarli i Platini, i Rummenigge ed i Panatta? Se si vuole questo .... io non sono d'accordo.
Gli impianti sportivi debbono servire la popolazione, che, purtroppo nel caso specifico va sempre più diminuendo ed invecchiando. Mi si dirà che è il Comune, cioè il Consiglio comunale che lo vuole e lo desidera. Ne prendiamo atto. Però se è vero che i comuni sono autonomi è altrettanto vero che purtroppo oggi l'autonomia si verifica soltanto nel versante della spesa, occorrerebbe che i comuni fossero autonomi anche sul versante delle entrate. Quando per costruire opere "del regime" occorresse aumentare le tasse ai concittadini, forse queste megalomanie non accadrebbero più. Per ritornare a noi, ricorderò che esiste il rischio che la strada che ha fatto oggetto della nostra interrogazione se verrà costruita, diventi veramente una piccola cattedrale nel deserto, che diventi una strada costruita in spregio ad una zona agricola fertile e produttiva. Infatti l'impianto sportivo non c'è ancora, e per costruirlo è previsto l'esproprio di 68.800 metri quadrati di terreno, in un paese che supera di poco i 1000 abitanti.
Del resto il collega Marchesotti conosce molto bene la situazione perché si tratta del suo paese di origine.
Si vogliono costruire probabilmente opere che sono sovradimensionate in rapporto alle necessità obiettive della popolazione e quando l'Assessore dice: "comunque quella in oggetto è una strada che potrà servire ad una determinata zona" quasi a sottolineare che comunque ne guadagnerebbe la viabilità in generale, io annoto per prima cosa che la strada per ora non servirà proprio a nessuno, perché verrebbe aperta in piena campagna; in secondo luogo rammento che per realizzarla occorre ricorrere all'esproprio di terreni molto fertili. Che ne pensano in proposito gli Assessori all'ecologia e all'agricoltura? E' veramente uno spettacolo raccomandabile quello di distruggere campi e vigne per inghiaiarli e sottrarli alla produzione? In terzo luogo, un genietto maligno mi suggerisce di pensare forse sbaglio - ma il pensiero mi rode dentro continuamente e mi fa temere che dopo che sarà espropriato il terreno, se l'operazione continuerà attraverso operazioni varie, si potrebbe fare spazio a qualche lottizzazione più o meno selvaggia e speculativa e far sorgere nei dintorni alcune villette residenziali. Forse sbaglio! .... e chiedo scusa! Ecco perché mi sono permesso di richiamare queste cose, nonostante mi sia dichiarato in parte soddisfatto della risposta dell'Assessore che ringrazio ancora.
Questi che ho detto sono in sintesi i motivi per cui ho voluto aggiungere qualche breve sottolineatura alla risposta dell'Assessore. Si tratta in verità di una vicenda della quale tutti i Consiglieri regionali sono forse a conoscenza perché hanno ricevuto più di una memoria in proposito. Memorie scritte da privati cittadini, che comunque si sono sentiti e si sentono lesi nei loro diritti e che a mio avviso, hanno il giusto diritto di protestare e di richiedere una migliore attenzione verso i loro problemi. Mi si consenta, infine, di invitare caldamente la Giunta a gestire la vicenda richiamata con prudenza e dopo averla studiata attentamente. Mi spiacerebbe che il rinnovo del decreto di contributo, come preannunciato dall'Assessore, potesse dare origine come l'approvazione della variante del piano regolatore del comune, a conseguenze non giovevoli al prestigio della Regione.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione del Consigliere Biazzi inerente la stazione ferroviaria di Piedimulera (NO)


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Biazzi inerente la stazione ferroviaria di Piedimulera (NO).
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

In merito alla trasformazione della stazione di Piedimulera in fermata questo Assessorato, già in data 27 febbraio 1984, ha richiesto informazioni dettagliate alla Direzione Compartimentale F.S. di Torino. La risposta pervenutaci in data 26 marzo 1984, conteneva i seguenti elementi in grado di chiarire le motivazioni alla base di tale iniziativa: 1) il programma integrativo delle Ferrovie dello Stato prevede, per alcune linee del Compartimento, l'installazione del CTC (Controllo Centralizzato del Traffico) che consente di regolare la circolazione dei treni da un solo posto di comando, su interi tratti di linea. La stazione di Piedimulera rientra nei tratti di linea oggetto di tale intervento.
2) La trasformazione di tale stazione in fermata, comunque presenziata non produce, sempre secondo le valutazioni della Direzione Compartimentale F.S., alcuna incidenza negativa sul regolare svolgimento del servizio viaggiatori, mentre consente di ottenere una economia di personale mediante una utilizzazione più razionale.
3) Nella stazione di Piedimulera vengono comunque assicurati tutti i necessari servizi riguardanti il traffico viaggiatori e le spedizioni a bagaglio.
4) In definitiva, la Direzione compartimentale F.S. di Torino ritiene che tale provvedimento consente di ottenere i miglioramenti sia tecnici sia economici che sono alla base dell'adozione del Controllo Centralizzato del traffico. E' indubbio comunque che, a fronte dei vantaggi ottenibili sul piano tecnico con il Controllo centralizzato del traffico, si vengono a creare disguidi e problemi legati al diverso utilizzo della stazione. Si può senz'altro ritenere valida la proposta, avanzata nell'interrogazione che prevede un periodo maggiore dell'apertura dello sportello. A tale proposito, questo Assessorato ha ritenuto opportuno sottoporla alla Direzione F.S. che crediamo, sarà disponibile a considerarla con la dovuta attenzione. Problemi potrebbero derivare dall'aumento della durata del lavoro ordinario giornaliero del personale di stazione e dalla possibilità di utilizzazione del personale stesso, ridotto con la trasformazione della stazione. Sarà cura di questo Assessorato informare il Consigliere regionale interrogante delle intenzioni e delle risposte che le Ferrovie dello Stato vorranno farci pervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Ringrazio l'Assessore della risposta che mi trova ampiamente soddisfatto anche per l'iniziativa che l'Assessore ha preso presso il Compartimento di Torino per ovviare agli inconvenienti che vengono rilevati nell'interrogazione.
E' fuori dubbio che l'ammodernamento delle FF.SS. è necessario per renderle competitive anche sul piano dei costi. Occorre però garantire i servizi necessari, soprattutto nella stazione ferroviaria di Piedimulera che è punto di riferimento turistico importante.
Prendo atto dell'impegno dell'Assessore a continuare a premere presso le FF.SS. per ottenere un esito adeguato. Purtroppo non sempre le scelte delle FF.SS. sono fondate, soprattutto, per fare un esempio, per quanto riguarda la soppressione di treni nel periodo estivo sulla linea Domodossola-Novara.
Questo è un problema più ampio di cui ho già parlato con l'assessore e che mi auguro verrà seguito con la dovuta attenzione.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interrogazioni presentate dai Consiglieri Moretti, Marchini, Gerini e Turbiglio inerenti la frana nella frazione Moliere di Exilles


PRESIDENTE

Interrogazioni presentate dai Consiglieri Moretti, Marchini, Gerini e Turbiglio inerenti la frana nella frazione Moliere di Exilles.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti

Il 9/2/1984 il Sindaco di Exilles comunicava anche all'Assessorato viabilità e trasporti una caduta massi a monte dell'abitato della frazione Cels.
Il 16/2/1984 veniva concordata una ipotesi di lavoro tra il Servizio difesa del suolo, il Servizio geologico, il Genio Civile e il Sindaco di Exilles, per fare fronte alle urgenze e per individuare gli interventi definitivi necessari. Il 17/2/1984 la Giunta regionale veniva formalmente informata con nota 1864 delle iniziative adottate. Il 6/3/1984 il Servizio geologico inviava una perizia concernente lavori di somma urgenza che il Servizio difesa del suolo adottava predisponendo gli atti necessari all'affidamento dei lavori in forza degli artt. 70 e 74 del R.D. 29/5/1895 n. 350.
All'uopo, il 9/4/1984 venivano invitate telegraficamente n. 6 imprese solitamente operanti in zona ed i lavori venivano affidati all'impresa Eurock. Il 16/4/1984, in attesa della predisposizione dei formali atti amministrativi, veniva autorizzata l'immediata consegna dei lavori.
A tutt'oggi risultano scaduti i termini della durata dei lavori di somma urgenza e dalle informazioni assunte le opere di primo intervento sono state completate. Nel contempo il programma annuale della L.R.
19/11/1975 n. 54, predisposto dall'Assessorato, Servizio difesa del suolo prevede un finanziamento di L. 100 milioni per l'anno in corso e L. 100 milioni per il 1985 destinati alla costruzione di strutture fisse a difesa dell'abitato della frazione Cels.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Ringrazio l'Assessore della risposta, suggerisco però di compiere un ulteriore sopralluogo perché si prevede che la valanga porti danni ancora più disastrosi. E' inoltre opportuno fare un'indagine nella zona dell'Alta Valle di Susa perché si prevedono altri smottamenti e si richiede un'azione preventiva da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Condivido la sottolineatura del Consigliere Moretti quando richiama all'Assessore l'opportunità di un sopralluogo per verificare come il processo di smottamento in atto stia diventando di giorno in giorno sempre più rischioso. Non si sono innovati gli interventi di emergenza.
Questa situazione si può risolvere soltanto radicalmente predisponendo opere fisse a difesa dell'abitato sottostante la zona di rischio.
Circa il rilievo fatto dal collega Moretti di considerare l'alta valle zona ad alto rischio idrogeologico, al quale mi associo, ricordo che l'Assessore precedente aveva a più riprese sostenuto che l'allora investimento di 400 miliardi per l'autostrada doveva essere coerente e contestuale ad un intervento (che allora non era inferiore agli 80 miliardi) per raggiungere un minimo di garanzia. Chiediamo all'Assessore di voler approfondire e relazionare nei termini che riterrà opportuni, in che misura l'Assessore ritiene che l'intuizione del suo predecessore debba avere attuazione pratica.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione dei Consiglieri Marchini, Gerini e Turbiglio inerente le "Casse di espansione in locale Foce Cerro"


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Marchini, Gerini e Turbiglio inerente le "Casse di espansione in località Foce Cerro".
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Di risponde preliminarmente che in data 18/11/1983 venne tenuta presso l'Assessorato, di cui chi parla è responsabile, una riunione alla quale intervennero tutti gli Amministratori locali interessati. In tale occasione il Presidente del Magistrato per il Po ed i progettisti incaricati dallo stesso Istituto illustrarono le motivazioni, gli obiettivi ed i contenuti dello studio preliminare delle casse di espansione in oggetto.
Venne in tale circostanza sviluppato ampio dibattito sul tema. Il Presidente del Magistrato prese nota delle osservazioni mosse onde trasferirne i contenuti nel progetto di massima. In sintesi il progetto è volto alla verifica delle possibilità di regimazione delle piene del Sesia a valle di Romagnano Sesia, mediante la realizzazione di casse di espansione in prossimità dell'alveo. Tale soluzione è stata scelta in quanto è l'unica che consente di intervenire in modo attivo sull'entità delle portate di piena che interessano non solo il tratto in esame, ma tutta l'asta fluviale a valle della zona di intervento. Le casse, ubicate l'una fra Arborio e l'autostrada Torino-Milano, l'altra nella golena destra del Cervo alla confluenza con il Sesia, sono state progettate imponendo arginature molto contenute (altezza massima sul piano campagna - 5,0 m), e la capacità d'invaso è stata incrementata mediante lo scavo del fondo fino alla quota del fondo idraulico del corso d'acqua attiguo all'opera. La capacità d'invaso disponibile di 14 milioni di mc (6,7 Mmc la cassa sul Sesia, 7,5 Mmc la cassa sul Cervo) è adeguata per laminare una piena con TR 50 anni sottraendo 600 mc/s al colmo.
Sulla fattibilità di detto progetto di massima è stato espresso parere favorevole dal Comitato tecnico-amministrativo del Magistrato per il Po. In data 26 marzo 1984 il Magistrato per il Po ha trasmesso copie delle planimetrie relative alla Provincia di Vercelli ed ai Comuni di Arborio Greggio, Landiona e Recetto. Con la medesima nota il Magistrato per il Po ha comunicato che non intende al momento procedere alla realizzazione delle casse, ritenendo prioritari i lavori di sistemazione delle arginature e delle difese, per cui non esiste una condizionante connessione con la costruzione dell'autostrada dei Trafori. Ha inoltre precisato che per ora non è necessario alcun provvedimento se non la previsione, negli strumenti urbanistici, del vincolo di inedificabilità per le aree interessate dalle Casse. Lo stesso Istituto ha del resto sottolineato, in occasioni diverse che solo le casse di espansione possono aumentare la sicurezza idraulica dei territori a valle dell'autostrada Milano-Torino, e che tuttavia la loro realizzazione verrà senz'altro posticipata ai prioritari lavori di sistemazione delle arginature e delle difese del Sesia. Trattandosi di problemi che interessano l'incolumità dei cittadini, è evidente che ogni decisione va presa ricordando la responsabilità che ciascuno si assume anche di fronte alla legge (art. 450 C.P.). Quanto alle richieste opportune verifiche di legittimità e di merito è stata da tempo promossa, a cura di chi risponde, una fattiva costante collaborazione Stato-Regione, per cui si assicurano gli interroganti che di ulteriori iniziative al riguardo sarà tempestivamente informato anche il Consiglio regionale. Resta pertanto fermo che, secondo quanto ufficialmente comunicato al riguardo dal Magistrato per il Po, la realizzazione delle casse di espansione, da prevedere per il futuro, è per ora differita. Peraltro, potendosi configurare la trasmissione ufficiale del progetto di massima delle casse di espansione in argomento, quale atto preliminare della procedura di cui all'articolo 81 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, presso l'Assessorato regionale ambiente ed urbanistica sono state avviate le conseguenti iniziative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per la replica.



MARCHINI Sergio

Il senso della misura impone che gli interroganti non esprimano valutazioni in ordine al merito del problema che è di una complessità tecnico-giuridica significativa.
L'Assessore lo ha sottolineato, quindi, si riserva di fare le valutazioni in sede propria. In questa sede esprimo soddisfazione per la risposta dell'Assessore in quanto la stessa mette a disposizione dei destinatari una somma di notizie, di chiarimenti in ordine alle procedure accese che possono rassicurare le popolazioni, le istituzioni e i soggetti interessati soprattutto nelle sedi e con la chiarezza con cui questo problema viene affrontato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Pesca

Interpellanza dei Consiglieri Acotto, Avondo, Biazzi, Montefalchesi inerente l'aumento delle tasse regionali


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Acotto, Avondo, Biazzi, Montefalchesi inerente l'aumento delle tasse regionali.
I Consiglieri interpellanti rinunciano alla parola, interviene pertanto il Presidente Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

In occasione di questa interpellanza ho fatto distribuire ai Consiglieri un volumetto sulle tasse proprie della Regione Piemonte. In merito agli aumenti della tassa e soprattassa della licenza di pesca di tipo B, anche in relazione a quanto è stato disposto dalle altre Regioni devo precisare che la legge regionale n. 20 del 14 novembre 1983 concernente "Provvedimenti in materia di tasse sulle concessioni regionali Modifiche alla legge 6 marzo 1980, n. 13", dispone un aumento del 100 per cento degli importi in vigore al 1 gennaio 1983 e un ulteriore aumento del venti per cento di quelli in vigore al 31 dicembre 1983, così come previsto dal D.L. 28 febbraio 1983, n. 55 convertito nella legge n. 131 del 26 aprile 1983.
Altre Regioni che hanno disposto aumenti nella stessa misura sono: 1) Lazio (L. 23 dicembre 1983, n. 76) 2) Liguria (L. 6 dicembre 1983, n. 45) 3) Lombardia (L. 16 novembre 1983, n. 83) 4) Marche (L. 20 ottobre 1983, n. 32) 5) Toscana (L. 13 giugno 1983, n. 44) 6) Veneto (L. 26 ottobre 1983, n. 51) 7) Umbria (L. 20 ottobre 1983, n. 40) Si fa però rilevare che nonostante gli aumenti citati siano stati disposti nella stessa misura la tassa e la soprattassa attualmente dovuta per la licenza di pesca di tipo B possono risultare diverse. Ciò in quanto gli importi in vigore al 1/1/1983, base per il calcolo degli aumenti di cui trattasi, potevano risultare diversi in dipendenza di scelte fatte precedentemente e, in particolare, in occasione dell'attuazione della legge 594/1979 che attribuiva alle Regioni la possibilità di aumentare le tasse di concessione in misura non superiore al triplo dell'ammontare in vigore all'1/4/1972.
Quanto sopra dovrà essere integrato da ulteriori notizie che verranno fornite dall'Assessorato al turismo, caccia e pesca.
In merito al problema relativo al valore della pratica piscatoria sportiva nei giovani ed all'opportunità della revisione della normativa regionale circa il rilascio della licenza di pesca ai giovani in età inferiore agli anni 14 si riportano, qui di seguito, i dati comunicati dalle Province relativi al numero delle licenze di pesca rilasciate nel corso dell'anno 1983 ai minori di anni 14, nonché la normativa vigente nelle altre Regioni relativa all'esonero dell'obbligo della licenza.



NUMERO LICENZE RILASCIATE DALLE PROVINCE AI MINORI DI ANNI 14

Provincia di Torino n. 2196 (dati FIPS) Novara n. 442 + n. 390 Verbania Vercelli n. 695 Cuneo n. 643 Asti n. 136 Alessandria n. 144 Totale n. 4646 In relazione al numero dei minori di anni 14 che oggi praticano l'attività piscatoria nelle acque del Piemonte e in considerazione dell'opportunità di agevolare tale pratica come sano impiego del tempo libero, appare opportuno, anche per omogeneità con le altre Regioni prevedere l'esonero per i suddetti minori dall'obbligo della licenza di pesca.



ESONERO DALL'OBBLIGO DELLA LICENZA DI PESCA NELLE ALTRE REGIONI

Lombardia La legge regionale 26 maggio 1982, n. 25 prevede all'art. 36 l'esonero dall'obbligo della licenza ai minori di anni 13 che esercitano la pesca con l'uso della sola canna con o senza mulinello armato con uno o più ami.
Emilia Romagna La legge regionale 10 luglio 1978, n. 23, prevede all'art. 2 l'esonero dall'obbligo della licenza ai minori di anni 13 che esercitino la pesca con l'uso della sola canna con o senza mulinello con uno o più ami.
Umbria La legge regionale 13 luglio 1983, n. 24, prevede all'art. 21 l'esonero dall'obbligo della licenza ai minori di anni 14 che esercitano la pesca con l'uso di una sola canna con o senza mulinello.
Marche La legge regionale 19 agosto 1983, n. 28, all'art. 22 prevede l'esonero dall'obbligo della licenza ai minori di anni 12 che esercitano la pesca con la canna con o senza mulinello con uno o più ami.
I minori esercitano la pesca solo se accompagnati da persona maggiorenne in possesso di licenza di pesca, la quale è responsabile del loro operato.
Toscana La legge regionale n. 74 approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 23 novembre 1983, prevede all'art. 9 l'esonero dell'obbligo della licenza ai minori di anni 12.
In merito al secondo problema circa gli indirizzi in base ai quali si intendono orientare le entrate afferenti il settore della pesca attualmente la legge regionale n. 7 prevede, ai sensi degli artt. 30 e 31 la ripartizione alle Province degli introiti derivanti delle soprattasse in proporzione al numero delle licenze in atto in ciascuna di esse finalizzate per : l'incremento, tutela e conservazione del patrimonio ittico nelle acque interne libere l'organizzazione della vigilanza lo sviluppo delle attività riguardanti il servizio e la disciplina della pesca.
Per quanto riguarda l'utilizzo delle tasse nel settore pesca la legge regionale non prevede tale possibilità in quanto le stesse affluiscono in bilancio nel capitolo di entrata relativo alle tasse di concessione regionale. Qualora si intenda destinare tali fondi per il settore pesca occorre modificare la legge regionale.
Tali fondi potrebbero essere destinati per il finanziamento delle spese per contributi alla pesca professionale contributi per talune attività delle Associazioni dei pescatori funzionamento delle attività concernenti l'attuazione dei piani provinciali e regionali, in quanto si ritiene non più possibile intervenire in materia di pesca senza un'adeguata ed oculata pianificazione la quale preveda i vari interventi da farsi (ad esempio le zone di protezione, le previsioni di ripopolamento ittico, ù sistemi di vigilanza, ecc.) con indicazioni riguardanti la gestione e il governo della pesca.
Si riportano le norme vigenti nelle Regioni che prevedono l'utilizzo delle tasse sulle concessioni regionali sulle licenze di pesca o le autorizzazioni di spesa stabilite con le leggi di bilancio: Lombardia dall'esame degli articoli della legge regionale 26 maggio 1982, n. 25 si rileva che le tasse e soprattasse per l'esercizio della pesca nelle acque interne affluiscono nel bilancio in un apposito capitolo di entrata relativo alle tasse di concessione regionale, senza vincolo di destinazione. Peraltro la legge regionale di settore prevede il finanziamento delle spese in materia di pesca con legge di bilancio per le attività concernenti la promozione della conoscenza della fauna ittica e del suo ambiente: il funzionamento delle consulte: l'elaborazione delle carte e dei piani provinciali e regionali delle vocazioni ittiche l'attuazione dei programmi di ripopolamento, l'esercizio della vigilanza.
Sanzioni amministrative: i proventi relativi alle infrazioni nella pesca sono introiti delle Province che li destinano a finalità di ripopolamento della fauna ittica.
Emilia Romagna La legge regionale 10 luglio 1978, n. 23 all'art. 7 stabilisce che l'introito delle tasse e soprattasse venga destinato: all'incremento della fauna ittica nelle acque interne pubbliche all'organizzazione della vigilanza allo sviluppo dell'attività tecnico-amministrativa sportive e ricreative alla promozione dell'educazione sportiva faunistica e piscatoria della popolazione e dei pescatori promozione delle altre attività inerenti il settore del tempo libero.
Sanzioni amministrative: gli introiti derivanti dalle sanzioni amministrative vengono assegnati alle Province che li destinano ad opere di tutela dell'ambiente e di sviluppo del patrimonio ittico e faunistico della Regione.
Marche Tasse: i proventi derivanti dalle tasse sulle concessioni regionali in materia di pesca sono ripartiti annualmente come segue: 10 % alla Regione per i compiti di istituti 70 % alle province per le attività di vigilanza, ripopolamento organizzazione generale del settore ittico, spese per l'attività ed iniziativa prevista dalla legge pesca 20 % alla associazioni dei pescatori per la realizzazione di iniziative in materia di pesca.
Veneto Tasse: la Regione utilizza il 20 % delle entrate derivanti dal gettito delle tasse sulle concessioni regionali per le licenze di pesca per attuare interventi di protezione dell'ambiente o per gli oneri di carattere generale. Il restante 80 % viene suddiviso tra le Province che li utilizzano per lo svolgimento di attività di vigilanza, di ripopolamento.
Toscana Tasse: la Regione utilizza il 30 % delle entrate per iniziative di interesse regionale in favore dell'ambiente e dell'ittico-fauna per attività di educazione e di propaganda per contributi ad Enti ed Associazioni.
il 10 % a favore dei Comuni per l'esercizio delle funzioni amministrative delegate (rilascio licenze di pesca) il 10 % alle Province per l'esercizio delle funzioni amministrative delegate il 50 % a favore di Associazioni intercomunali e delle CC.MM. per interventi di tutela, incremento, recupero e ripristino delle risorse ittico-faunistiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Ringrazio il Presidente per la risposta e per la documentazione che ha voluto mettere a disposizione dei Consiglieri.
Vale la pena di richiamare in questo commento alla risposta del Presidente il senso della nostra interpellanza. C'è stato un effetto a sorpresa nella comunità regionale, in particolare nei settori più direttamente interessati che sono i pescatori sportivi, per l'aumento in una unica soluzione del 120 per cento della tassa regionale.
Fino al 1979 la situazione delle tasse e della soprattassa era discutibilissima, infatti per una licenza di tipo B) non si superavano le 9 mila lire, poi di colpo c'è stato questo forte aumento, il quale per richiedeva una spiegazione.
L'interpellanza ha avuto come primo significato, quello di richiamare il fatto che le leggi finanziarie delle Regioni possono arrivare all'aumento del 100 per cento nel primo anno e del 20 per cento nel secondo anno. Quanto alle richieste specifiche dell'interpellanza sottolineo che le stesse non ne pongono in discussione l'onerosità o meno della cifra prevista per la licenza di tipo D), quanto piuttosto alcuni aspetti di conformità con quanto succede nelle altre Regioni per il fatto che i pescatori sono una categoria di cittadini che si muove sul territorio e difformità consistenti, in rapporto con le Regioni confinanti, non avrebbero delle spiegazioni razionali.
Gli elementi raccolti dal Presidente della Giunta ci dicono che una certa uniformità esiste.
Debbo aggiungere che quando ragioniamo di pescatori alle tasse e alle sopratasse si aggiungono altri documenti autorizzativi in molte realtà del Piemonte.
Ci sono le acque in concessione alla FIPS che obbligano ai pescatori di aggiungere alla tassa e alla soprattassa il tesserino della FILPS, il tesserino per alcune località ADP; gli usi civici che riguardano territori come quelli di Trecate e Galliate che aggiungono quindi un ulteriore emolumento che deve essere sborsato dai pescatori tant'è vero che un pescatore in certe località spende circa 100 mila lire per esercitare questa attività.
Questi ragionamenti inducono ad una riflessione più ampia sulla legislazione della pesca che può andare nella direzione di una revisione della stessa legislazione. So che il collega Avondo sta lavorando in questa direzione. L'ultima osservazione è relativa ad una richiesta che facevamo nella nostra interpellanza circa i fondi accresciuti di cui dispone la Regione, soprattutto quella parte che rimane in riserva alla Regione in quanto la nostra legge prevede che le tasse vadano distribuite alle amministrazioni provinciali per spese di sorveglianza e di popolamento: la parte invece che resta alla Regione merita una attenta considerazione nella direzione anche di possibili investimenti nel settore dell'attività pescatoria e rispetto a questi investimenti, è possibile approntare dei piccoli programmi di intervento sui quali chiederemo dopo attento esame della valutazione un impegno da parte della Giunta.



PRESIDENTE

Il punto dell'ordine del giorno relativo alle interrogazioni e interpellanze è stato esaurito. Propongo alla Giunta di inviare risposta scritta a quelle che non sono state trattate per l'assenza degli interessati.
Chiede di intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Prego l'Assessore Rivalta di considerare una eccezione, in ordine all'interrogazione a firma del Gruppo liberale sul Lago di Viverone, che non è stata discussa non in assenza dell'interrogante, ma in impedimento dell'interrogante.



PRESIDENTE

Questa interrogazione sarà iscritta all'ordine del giorno la prossima seduta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio, rendo noto che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bajardi - Genovese - Gerini Lombardi - Quaglia - Sartoris e Simonelli.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

b) Convalida elezione Consigliere Giorsetti


PRESIDENTE

La Giunta delle elezioni, nella riunione effettuata in data odierna ai sensi dell'art. 16 del regolamento del Consiglio, convalida l'elezione del Consigliere Giorsetti Giuseppe, in quanto ha accertato non sussistere nei suoi confronti cause di ineleggibilità o di incompatibilità.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno sull'Afghanistan presentato dai Consiglieri Bergoglio e Brizio e esame ordine del giorno sul Nicaragua presentato rispettivamente dai Consiglieri Di Gioia, Ferrari, Barisione, Moretti Montefalchesi, Marchesotti, Mignone, Reburdo, Bontempi e Biazzi, dai Consiglieri Bergoglio, Brizio, Nerviani e Cerchio, e dal Consigliere Carazzoni


PRESIDENTE

Esame ordine del giorno sull'Afghanistan presentato dai Consiglieri Bergoglio e Brizio e esame ordine del giorno sul Nicaragua presentato rispettivamente dai Consiglieri Di Gioia, Ferrari, Barisione, Moretti Montefalchesi, Marchesotti, Mignone, Reburdo, Bontempi e Biazzi, dai Consiglieri Bergoglio, Brizio, Nerviani e Cerchio, e dal Consigliere Carazzoni.
La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che sugli ordini del giorno presentati relativamente alla situazione in Afghanistan e in Nicaragua vi saranno brevi illustrazioni da parte dei presentatori, quindi si passerà alla votazione. Pertanto sono aperti gli interventi per la presentazione degli ordini del giorno in oggetto.
La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

In data 12/3/1984 il Gruppo D.C. ha presentato una proposta di ordine del giorno al Consiglio regionale sulla situazione in Afghanistan, che era collegata al convegno che si teneva nella nostra città nei giorni successivi.
Che questa circostanza sia superata non toglie validità al documento da noi presentato tanto più che la situazione richiamata nel nostro ordine del giorno purtroppo non è mutata, anzi notizie di stampa ci dicono che è ulteriormente peggiorata in alcune parti di quel Paese.
Non credo che sia necessario ripercorrere in questa sede le tappe del conflitto afghano. La crisi dell'Afghanistan è ritornata alla ribalta per i fatti sportivi relativi alle Olimpiadi di Mosca.
Al di là di questi avvenimenti sportivi che dovrebbero essere tenuti al di fuori delle vicende politiche noi non possiamo non far sentire la nostra voce di solidarietà umana e politica a quel popolo di fronte all'invasione di una potenza che combatte contro la volontà popolare.
E' una situazione che pare destinata a perdurare e che deve essere denunciata da parte di tutte le forze politiche, al di là degli schieramenti, autenticamente e realmente democratiche.
Nessuna giustificazione può fare accettare ciò che sta avvenendo in Afghanistan. La condanna non può che essere unanime. Mi auguro che al di là delle posizioni, al di là dei momenti di tensione, prevalga la sostanza del problema e quindi che il nostro ordine del giorno converga il consenso di tutti. Nessuno di noi si illude che un ordine del giorno votato dal Consiglio regionale del Piemonte possa modificare una situazione tanto complessa, ci auguriamo però che esso sia un punto di informazione e di sollecitazione affinché cessino i massacri di donne, vecchi e bambini prevalga la logica e la ragione, si avvii trattativa e, con il controllo delle Nazioni Unite, il popolo afghano possa scegliere liberamente il proprio futuro.



PRESIDENTE

Poiché i punti 12 e 13 sono unificati, chiedo al Consigliere Bergoglio se intende illustrare anche l'ordine del giorno del Nicaragua.



BERGOGLIO Emilia

Non ho difficoltà a continuare. Nel presente ordine del giorno sul problema del Nicaragua i proponenti intendevano pervenire ad una proposta comune. Sono due situazioni differenti, così come risultano dalle informazioni e per la loro dimensione.
In Afghanistan si colpisce un popolo che non ha possibilità di difesa mentre in Nicaragua si lotta per consolidare una democrazia partecipata.
La situazione è difficile e deprecabile per molti aspetti intanto per il ricorso a nuove forme di guerra. Si tratta di un conflitto interno al paese che vede schierate in campo forze diverse. E' difficile comprendere come una parte dei Ministri che in un primo momento avevano fatto parte del governo nicaraguense si sia poi dissociata e che una parte di coloro che avevano partecipato alla resistenza contro Somoza si sia dissociata.
E' difficile trovare degli elementi oggettivi per dire che prima queste persone erano democratiche e patriottiche e dopo siano diventate prezzolate come qualcuno dice. E' una valutazione semplicistica che rischia di dire che chi è con me ha ragione e chi è contro di me è un traditore.
Quello che è certo è che c'è un conflitto, che forze nicaraguensi diverse si combattono, che il Governo è contrastato da altri cittadini nicaraguensi, che dall'una e dall'altra parte ci sono degli appoggi di altre nazioni, di altre potenze, di altri paesi.
Questa è la realtà che ognuno di noi può valutare - se crede - con una visione di parte. Noi diciamo che siamo in presenza di un conflitto interno che ripercussioni gravi e preoccupanti esterne ci sembra riduttivo e non corrispondente alla verità attribuire solo la responsabilità quando le fonti di informazione dicono che si fronteggiano forze cubane, accanto al governo, di Somoza, forze degli Stati Uniti accanto ai cosiddetti, anti governativi.
Noi auspichiamo che in quel Paese così tormentato ci siano libere elezioni e possibilità di autodeterminazione. E' una situazione che non si può affiancare con quella ben più definita dal punto di vista oggettivo dell'Afghanistan.
Noi per questo abbiamo presentato un ordine del giorno differenziato per questo riteniamo opportuno votare le due situazioni in modo disgiunto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Illustro l'ordine del giorno predisposto dalla maggioranza che ha indotto il nostro Gruppo a ritirare l'originario ordine del giorno presentato in precedenza sulla situazione del Nicaragua.
Riteniamo che il Consiglio regionale debba prendere una posizione in ordine alle situazioni di guerra nel mondo ed alla privazione ai popoli del diritto di autodeterminazione e di libertà.
Distinguiamo la posizione afghana da quella nicaraguense, nell'ordine del giorno è detto testualmente "condanna alla grave interferenza militare e politica degli USA nella vita del Nicaragua per rovesciare il governo sandinista rafforzare la politica di potenza statunitense".
Noi abbiamo svolto un ragionamento né sul resto del centro America n in altre particolari situazioni dato che noi non la pensiamo così che le due situazioni sono situazioni certamente diverse; d'altra parte già in quest'aula la maggioranza più volte ha espresso una dura e inappellabile condanna alla guerra condotta dall'Unione Sovietica nei confronti dell'Afghanistan e del suo popolo. Sulla questione del Nicaragua riteniamo di dover diradare gli equivoci e le ambiguità che sono contenute nell'ordine del giorno proposto dalla D.N., nel quale sfuma la questione della politica di potenza sull'influenza americana che noi condanniamo così come condanniamo la politica di potenza e le aree di interferenza dell'Unione Sovietica.
Viene inoltre dato maggior rilievo a fatti - molto poco accertabili relativi alla situazione interna del Nicaragua. Noi chiediamo al Governo di promuovere iniziative politico-diplomatiche e che l'intervento italiano sia promotore di condizioni di pace, di autodeterminazione e di libertà.
Colgo l'occasione per fare la dichiarazione di voto a nome del Gruppo comunista sull'ordine del giorno sulla situazione in Afghanistan presentato dal Gruppo D.C., che condividiamo: noi ci asterremo, avendo presentato sulla stessa materia un successivo ordine del giorno. Daremo invece voto contrario per le ragioni che ho esposto, all'ordine del giorno della D.C. sul Nicaragua.



PRESIDENTE

Possiamo passare alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brizio. Ne ha facoltà.



BRIZIO Gian Paolo

In sede di Conferenza dei Capigruppo noi avevamo sottolineato l'inopportunità di unire i due punti all'ordine del giorno, perché i due temi sono diversi e unificarli non è né corretto né utile alla chiarezza.
Pertanto daremo voto contrario all'ordine del giorno unificato che contiene alcune ambiguità soprattutto per quanto attiene al ruolo degli Stati Uniti nel Centro America. Esprimiamo stupore nel prendere atto che questo ordine del giorno è siglato e verrà votato da una forza che è al Governo e soprattutto che oggi esprime la Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

Prendo atto della posizione del Gruppo della D.C. anticipata nella Conferenza dei Presidenti dei Gruppi. Devo dire però che i Gruppi della maggioranza avevano invece proposto questa soluzione, quindi in questo modo abbiamo proceduto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

L'ordine del giorno presentato dalla Democrazia Cristiana sull'Afghanistan trova la nostra adesione.
Al di là delle valutazioni politiche sul perdurare dell'aggressione sovietica in Afghanistan, valutazioni che peraltro abbiamo già espresso in un dibattito apposito in quest'aula qualche tempo fa, questo ordine del giorno ci offre l'occasione per impegnare il Consiglio rispetto ad azioni concrete che possono essere intraprese per aiutare le popolazioni anche quale conseguenza immediata alle sollecitazioni che ancora ieri ci pervenivano dal Comitato torinese per la liberazione dell'Afghanistan nella riunione di ieri mattina. A questo proposito anzi, chiedo ai colleghi della D.C. e al Consiglio di valutare la possibilità di aggiungere un emendamento all'ordine del giorno del 12 marzo. Al termine del testo presentato si potrebbe aggiungere: "Il Consiglio regionale a seguito del dibattito odierno invita l'Ufficio di Presidenza a collegarsi con il Comitato torinese per la liberazione dell'Afghanistan per valutare quali azioni concrete possono essere avviate per inviare medicinali ed altri beni di prima necessità alle popolazioni afghane, comprese quelle rifugiate fuori dall'Afghanistan".
Per quanto riguarda gli ordini del giorno sulla situazione nicaraguense presentati, uno credo prima dal Gruppo comunista, uno dal P.D'U.P. e poi ritirato, uno dalla D.C. e l'ultimo dai Gruppi della maggioranza, devo dire che tutti questi ordini del giorno ci lasciano profondamente insoddisfatti per due ordini di ragioni.
Intanto perché riteniamo che le questioni internazionali, soprattutto quando hanno questa dimensione, non si possono discutere a colpi di ordine del giorno.
Questo se mi consentite viene suffragato anche dal contenuto degli ordini del giorno che è incompleto, parziale e per certi aspetti anche manicheo, perché questi Gruppi politici non mi sembrano tanto preoccupati per quello che succede nel Nicaragua, ma piuttosto di tentare di usare tali argomenti per questioni di politica interna, addirittura di politica regionale.
La seconda ragione è che io non sono contraria a discutere di queste cose in Consiglio regionale, ma queste strumentalizzazioni sono molto lontane dalla cultura e dalla politica dei repubblicani.
Vorrei ricordare ai Gruppi che hanno sollecitato questo dibattito sulla politica internazionale che due mesi fa due Consiglieri regionali di maggioranza chiesero che al più presto il Consiglio discutesse sul tema della droga e delle tossicodipendenze che, se vogliamo, è anche un problema di rilevanza internazionale.
Se priorità deve esistere nell'ordine dei lavori, io avrei preferito discutere di tale argomento.
Per sostanziare quanto finora ho affermato, vorrei dire che in Nicaragua esiste un governo sandinista composto da diverse tendenze anche se sotto l'ombrello di un'unica ideologia.
La situazione interna è molto delicata, esiste una legge di emergenza a causa della guerriglia e le opposizioni non sono trattate molto bene. La guerriglia è stata fomentata a livello nazionale ed internazionale.
L'intervento dei cubani è stato sollecitato dal governo sandinista. Le elezioni del prossimo novembre si giocano in questo clima Io credo che dall'osservatore italiano queste vicende vengano discusse con diverse opinioni. E' una situazione così complessa che non ammette semplicismi e che non può essere trattata con degli ordini del giorno. Se Reagan ha voluto minare i porti del Nicaragua rifiutando tra l'altro il giudizio negativo della Corte internazionale di giustizia dell'Aia indubbiamente questo fatto avvantaggia l'ala estremista dei sandinisti.
Ogni Paese al suo interno conserva equilibri e margini politici complessi. Proviamo a pensare se il Nicaragua discutesse dei fatti politici italiani in questo modo: sarebbe ridicolo e forviante, non aiuterebbe nessuno ed aumenterebbe la confusione di quei cittadini che di questi tempi vogliono discutere e soprattutto capire.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mignone. Ne ha facoltà.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, il nostro Gruppo aderisce all'ordine del giorno da me sottoscritto, nel quale sono comprese le due situazioni internazionali che vari ordini del giorno avevano posto all'attenzione del Consiglio.
Intanto perché questo ordine del giorno fa una riflessione di carattere generale sulla situazione politica internazionale che non può non preoccupare, così come non possono preoccupare queste due situazioni particolari che rappresentano due focolai di tensione e di guerra per tutto il sistema politico mondiale, anche a sottolineare come si stia purtroppo ricreando una politica di blocchi contrapposti che mina alle radici la libera convivenza fra i popoli. Non sono situazioni tra loro comparabili sono certamente tra loro del tutto diverse.
In un caso siamo di fronte ad una politica imperialistica di invasione di un altro Stato, che va sicuramente condannata e occorre mettere in campo tutte le forze democratiche perché finisca questa situazione; nell'altro caso invece siamo in presenza di un conflitto all'interno di un Paese nel quale gioca il ruolo di nazioni diverse. Credo che anche in questo caso si possa per alcuni aspetti parlare di politica imperialistica.
A noi sembrava importante cogliere il degrado della situazione politica internazionale nel suo complesso che addirittura ha avuto un riflesso per quanto riguarda la partecipazione o la non partecipazione di alcuni paesi alle Olimpiadi di Los Angeles.
Anche questo elemento fa riflettere. Per quanto riguarda il riferimento che nell'ordine del giorno si fa al Nicaragua, credo che risponda appieno a quelle che sono anche le indicazioni dell'Internazionale Socialista di cui i nostri Partiti sono anche membri, tant'è vero che il riferimento alla politica del Centro America non è più presente nell'ordine del giorno che noi abbiamo sottoscritto. Siamo anche noi d'accordo perché si riprenda un'iniziativa politica di livello internazionale. Auspicheremmo che la CEE promuovesse un'azione decisa a questo riguardo, più che non le singole nazioni, proprio per dare il senso di un'Europa che, almeno su alcuni principi fondamentali di libertà dei popoli, di lotta alle sopraffazioni sia unita ed abbia capacità di incidere.
E' per questo che condividiamo quelle parti dell'ordine del giorno in cui si fa riferimento ad un'azione più decisa per una politica di pace che deve essere uno degli obiettivi fondamentali che l'Italia deve perseguire.
Voteremo a favore dell'ordine del giorno che abbiamo proposto, mentre ci asterremo sull'ordine del giorno proposto dalla D.C. sull'Afghanistan.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi soffocheremo il desiderio che sentiamo vivo ma che temiamo sarebbe immediatamente denunciato come qualunquistico, di definire come inutile e superfluo questo stanco rituale che porta il Consiglio regionale a discutere argomenti di alta politica internazionale.
Facciamo unicamente la precisazione delle posizioni che andremo ad assumere come Gruppo sui diversi documenti presentati.
L'ordine del giorno relativo all'Afghanistan presentato dal Gruppo della D.C., nonostante l'occasione contingente che aveva determinato la presentazione di questo documento, e cioè la giornata internazionale dell'Afghanistan, nonostante che il fatto sia ormai superato, è vero purtroppo che permane aperta, dolorosissima e tuttora irrisolta la situazione di questo Paese.
L'ordine del giorno rende un doveroso omaggio all'eroica resistenza del popolo afghano: resistenza che a differenza di tante altre, o di certe altre, viene portata avanti senza l'appoggio di carri armati stranieri senza l'appoggio di aerei stranieri, senza l'appoggio di truppe straniere.
Letto il documento presentato, sentiamo di doverci riconoscere in esso non tanto - lo ha detto anche la Consigliera Bergoglio - perché firmato dalla D.C., quanto perché contenente la denuncia di una situazione che senza dubbio è da condannare da qualunque punto di vista. Pertanto noi voteremo come Gruppo l'ordine del giorno anche se presentato da altra forza politica.
Diverso è il discorso che si pone a proposito della situazione del Nicaragua. Siamo in presenza di tre ordini del giorno: l'ordine del giorno della maggioranza, l'ordine del giorno della D.C. e un ordine del giorno che abbiamo presentato noi non ritenendoci rappresentati o interpretati da quanto negli altri due documenti si dice.
Le situazioni sono nettamente differenziate, intanto in quanto quella dell'Afghanistan è una situazione ormai consolidata, quella del Nicaragua rappresenta invece un problema tuttora aperto. In questo quadro noi diciamo, senza tema di assumere posizioni che vogliono essere manichee proprio al contrario di quello che diceva la collega Vetrino, che in quanto sta avvenendo nel Nicaragua vediamo il pericoloso diffondersi del comunismo internazionale e vediamo da qui una minaccia consistente portata alla convivenza e alla civiltà dei popoli.
Questi concetti abbiamo espresso in un breve ordine del giorno che abbiamo peraltro presentato unicamente per una questione di principio volendo con questo differenziarci da altri documenti. Quindi voteremo contro l'ordine del giorno della maggioranza, voteremo contro l'ordine del giorno della D.C., voteremo per il nostro ordine del giorno, non senza annotare la stranezza di posizioni che certe forze politiche, qui in maggioranza, ma a Roma facenti parte del Governo nazionale, vanno assumendo e dichiarando con affermazioni dubbi e contestabili in ordine al ruolo di un alleato quali sono gli Stati Uniti d'America.
Questo è sicuramente un problema che riguarda le forze politiche interessate, cioè che riguarda unicamente il P.S.I. e il P.S.D.I., ma è comunque una dimostrazione dello scollamento alla quale è arrivata la formula di governo penta partitica, che ha di queste clamorose manifestazioni proprio nella disarticolazione che viene alla luce tra le rappresentanze nazionali e le rappresentanze regionali di queste forze politiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Concordo con l'affermazione che le situazioni dell'Afghanistan e del Nicaragua sono tra loro diverse, anche se hanno un elemento comune e cioè che entrambe sono frutto della logica perversa e inaccettabile che sta portando il mondo sull'orlo di una guerra distruttiva, la logica della spartizione del mondo in zone di influenza all'interno delle quali le due superpotenze sono legittimate a fare ciò che vogliono.
Se non si sconfigge questa logica di spartizione del mondo in zone di influenza aumentano i pericoli di una catastrofe nucleare che coinvolga il mondo intero.
In questa questione due sono i concetti di fondo da riaffermare; il diritto dei popoli alla autodeterminazione e la necessità di lottare per un'Europa autonoma dai due blocchi e per un'Europa attiva e punto di riferimento per lo sviluppo dei paesi poveri.
L'aggressione dell'URSS in Afghanistan è assolutamente inaccettabile e va condannata con forza da tutti i Paesi, affinché questa aggressione termini e perché il popolo afghano possa decidere in tutta autonomia sulle proprie sorti.
Ma altrettanto va sottolineato per il Nicaragua. Nel Nicaragua non c'è un conflitto interno collega Bergoglio, ma è in atto un'aggressione da parte degli USA.
I porti del Nicaragua sono stati minati dagli Stati Uniti: come possiamo chiamarla quest'azione se non aggressione? Reagan ha chiesto al Senato USA di finanziare le ex-guardie somoziste per azioni di guerriglia contro il Governo nicaraguense; cos'è questo se non aggressione? E' l'evidente azione da parte degli Stati Uniti tendente a strangolare l'economia del Paese, prostrato da anni di dittatura somozista; cos'è se non aggressione? Credo che ci siano tutti gli elementi per affermare che nel Nicaragua c'è un'aggressione che occorre fermare come è necessario fermare l'aggressione dell'URSS in Afghanistan. L'ordine del giorno del Gruppo D.C.
tende a negare l'aggressione in atto verso il Nicaragua e nulla dice sulle responsabilità degli USA. La posizione del Gruppo D.C. è arretrata rispetto al dibattito che è in corso al Congresso degli Stati Uniti, i quali non negano di essere intervenuti nel Nicaragua e il dibattito in corso è sull'opportunità o meno dì questo intervento.
Naturalmente il P.d.U.P. voterà a favore l'ordine del giorno sottoscritto con i Gruppi P.C.I., P.S.I. e P.S.D.I. e voterà contro gli altri.
I concetti espressi nell'ordine del giorno sull'Afghanistan sono ripresi nell'ordine del giorno da noi firmato quindi il nostro voto contrario a quell'ordine del giorno ha una ragione precisamente tecnica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Il dibattito che hanno avviato i colleghi presentatori, che comporta un'assunzione di decisione da parte dei Gruppi, presenta alcune novità, o comunque ha alcune caratteristiche che debbono essere sottolineate.
In primo luogo mi pare debbano essere richiamate severamente le forze politiche a una riflessione sul tono dei comportamenti. Mi disturba molto che sulla materia della politica internazionale ci sia un documento che non viene qualificato come documento del Partito comunista o del Partito socialista o del Partito socialdemocratico o del Partito di unità proletaria, ma un documento di maggioranza.
Amici socialisti e amici socialdemocratici, noi non ci siamo mai scandalizzati né abbiamo fatto pressione a livello nazionale perché si arrivasse a una omogeneità di comportamenti a livello centrale ed a livello periferico. Le realtà locali a volte giustificano e rendono opportune e possibili alleanze diverse rispetto al raggiungimento di obiettivi che queste forze politiche ritengono più facilmente perseguibili con una alleanza con il Partito Comunista che con gli alleati tradizionali di Governo a livello nazionale. Se le maggioranze si ritengono anche soggetti che insieme valutano i processi di natura internazionale, allora consentitemi di dire che non è più un problema di maggioranza ma è un problema di comportamento di forze politiche che assumono atteggiamenti che in qualche misura sono da considerare leggeri.
Qualcuno si scandalizza che le forze politiche esprimano giudizi sulle altre forze politiche. Il dibattito parlamentare è fatto dei giudizi che le forze politiche esprimono sui giudizi che le altre forze politiche esprimono sulla realtà. Quindi il giudizio è la ragione di essere del nostro dibattito.
Dal punto di vista formale mi sembra opportuno. La somma di un certo numero di partiti che votano un certo documento non ha niente a che fare con la maggioranza o con la minoranza.
Qualcosa del genere è avvenuto sul costo del lavoro: era semplicemente una occasionale valutazione coerente ed omogenea da parte di un certo numero di forze politiche.
Questi ragionamenti probabilmente ci aiutano ad affinare il nostro metodo di lavoro e a ridurre il contenzioso tra le forze politiche a quello che ha da essere il contenzioso, proprio per evitare la strumentalità.
Il ricondurre questo documento a una maggioranza è una forzatura che il Partito Comunista fa nei confronti delle altre forze politiche, quindi è evidentemente strumentale. Così come riteniamo che l'accentuazione della tematica internazionale da parte della D.C., se non proprio strumentale, è forviante rispetto ai tempi e alla quantità di lavoro che questi temi sottraggono ai lavori del Consiglio.
Sottoscrivo l'atteggiamento assunto dalla collega Vetrino, sul quale noi ci allineiamo per rafforzare un tipo di ragionamento che potrà non essere condiviso, ma che provocatoriamente pone il problema.
Una volta tanto una forza politica dice: "mi sono stufata di dover essere sempre richiamata a discutere su questioni che non ritengo centrali rispetto alla vita del Consiglio".
Non so neanche se questa sia l'occasione, ma che qualche forza politica abbia cominciato a porre il problema che probabilmente su queste questioni dobbiamo tutti avere maggiore misura, mi pare un segnale nella vita del Consiglio che merita apprezzamento.
E' un segnale di non ulteriore accettazione da parte di alcune forze politiche perché troppo tempo viene utilizzato per troppe cose che non attengono al nostro compito.
Lo stesso tipo di insofferenza è stato espresso dal sottoscritto ieri e lo ribadisco visto che questa mattina alle ore 11,45 e ieri alle ore 11,30 si leggevano ancora le interrogazioni, questo vuol dire che in questo Consiglio il nostro modo di rapportarci non è corretto. Bisognerà trovare il modo che le questioni specifiche abbiano un loro luogo di dibattito con la Giunta, ma certamente non possono sottrarre al dibattito generale dei grandi temi i tre quarti del tempo a nostra disposizione.
La sede dei poteri locali, deve riportarsi il più possibile alle proprie attribuzioni ed alle proprie competenze, cosi come le alleanze locali debbono essere ricondotte alla loro ragione d'essere, alla gestione dei problemi locali e bisogna essere molto attenti a quando queste alleanze di ordine locale vogliono essere vendute come alleanze di altra natura che non comprendono soltanto i sistemi contingenti della gestione delle risorse, del territorio e della politica in generale. La maggioranza di sinistra in Regione non si è costituita sulla politica estera, quindi mi disturba che ci sia un documento di maggioranza sulla politica estera.
Il documento della D.C. sull'Afghanistan va condiviso e votato, e su questo esiste un'occasione contingente che lo giustifica, che è stata puntualmente richiamata, mentre, guarda caso, nel documento di maggioranza che soprattutto per questo va respinto, c'è una differenza fondamentale.
Vedi, caro Mignone, e cari amici socialdemocratici, io apprezzo che abbiate meditato e, dopo averlo già sottoscritto, abbiate fatto cancellare alcune righe del quarto punto dell'ordine del giorno. Rivela che siete molto attenti a quello che gli altri scrivono.
Qual è la differenza sostanziale tra quello che si chiede nei confronti dell'Afghanistan e quello che si chiede nei confronti del Nicaragua? Nei confronti dell'Afghanistan il documento di maggioranza ripete, in termini freudiani, lo stesso comportamento della D.C. E' un messaggio, un contributo attivo affinché cessi il massacro del popolo e venga rispettata la sua volontà di autodeterminazione.
Siccome il massacro è perpetuato da qualcuno, è quel qualcuno che deve cessare il massacro. Questo vuol dire che chi non rispetta la volontà di autodeterminazione la deve rispettare.
Il destinatario del messaggio è uno solo; l'unico che può modificare la situazione e cioè il governo sovietico, quindi si prende atto che non c'è motivo, ragione, possibilità di nostre interferenze attive nel problema.
Invece nel passaggio relativo al Nicaragua si legge un passo completamente diverso e cioè: "si impegna a sostenere con iniziative di solidarietà il popolo e il governo nicaraguense nella lotta per la difesa della sua sovranità".
Il messaggio non è diretto a un destinatario esterno, cioè al cattivo cioè agli Stati Uniti. Qui invece è una richiesta che si intervenga attivamente a sostegno di una delle parti in causa. Quindi è un tipo di messaggio politico di significato diametralmente diverso. Il messaggio vero è che si chiede al Consiglio di prendere apertamente parte per una delle parti litiganti in Nicaragua. Questo cosa vuol dire in parole semplici? Lo dico con grande brutalità. Ieri nella riunione con gli amici dell'Afghanistan nessuno si è sognato di pensare che si dovessero inviare pistole ad acqua o simili aggeggi atti ad offendere e poiché qui si scrive che bisogna sostenere il governo nicaraguense nella lotta per la difesa della loro sovranità, questo intervento tende a dare strumenti e mezzi al popolo nicaraguense per sostenere la sua lotta.
E' evidente che la presa di distanze rispetto ai protagonisti di questa vicenda da parte delle forze che hanno sottoscritto il documento è molto lontana.
C'è stata nella riunione dei Capigruppo una presa di distanze reciproca in termini accesi che non ci fa onore. Nessuno qui è nella posizione di non capire che queste vicende sono tutte all'interno di un fenomeno internazionale che è la politica dei blocchi.
Nessuno di noi ignora questo.
Però il passare attraverso questi sotterfugi dove si dice "prendiamo atto che questo è avvenuto in Afghanistan, a condizione che voi prendiate atto che altrettanto sta avvenendo in Nicaragua", mentre le cose non sono semplicisticamente così; ci è sembrato un giochetto rispetto al quale abbiamo dovuto prendere le distanze.
Il vero problema è di capire dove possa portare il nostro pianeta, la conflittualità dei blocchi contrapposti e non è nella legittimazione e nel riconoscimento di questi fatti. Non è politicamente serio né producente giocare la carta che nel documento originale della maggioranza era esplicito. Cari amici dell'opposizione moderata, noi riconosciamo che in Afghanistan i russi cattivi ammazzano gli afghani buoni: voi riconoscete che in Nicaragua gli americani cattivi uccidono i nicaraguensi buoni.
Questo mi sembra un modo un po' disneyano di vedere la storia e la realtà.
Il nostro Gruppo esprime voto favorevole al documento sull'Afghanistan presentato dalla Democrazia Cristiana, sottolinea le ragioni per cui si asterrà sul documento del Nicaragua che sono quelle illustrate dalla collega Vetrino.
Ai colleghi della maggioranza - sottolineo la maggioranza - sperando che in altra occasione si valuti l'opportunità di considerarlo un documento del P.C.I., del P.S.I., del P.S.D.I., e del P.d.U.P., diciamo che voteremo contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moretti. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele

E' vero che il Consigliere Bontempi ha parlato di documento di maggioranza, penso però che volesse parlare di un documento presentato dai Gruppi che compongono la maggioranza.
Questo va chiarito.
Non c'è mai stata una dichiarazione di aggregazione del P.S.I. al P.C.I. per ciò che riguarda la politica regionale anzi, il Gruppo socialista attraverso dibattiti e discussioni ha fatto emergere delle posizioni diversificate.
L'altro problema l'ha posto la collega Vetrino. Non siamo contrari ad affrontare dibattiti urgenti, quali quello della droga che ha riflessi anche in campo internazionale, il Consiglio regionale ed il Consiglio comunale possono esprimere giudizi politici anche su problemi di politica internazionale.
Ogni Consigliere è presente in quest'aula in rappresentanza di una forza politica e, come tale, deve discutere e contribuire con opinioni del proprio Partito, fuori del Partito e nell'ambito del Consiglio regionale di problemi riguardanti la politica estera.
Siamo favorevoli a che si discuta in quest'aula di questi problemi naturalmente dando precedenza ai problemi regionali.
Per quanto riguarda l'oggetto dei due ordini del giorno confermo che vi è una interferenza da parte delle due potenze mondiali e le situazioni dell'Afghanistan e del Nicaragua sono diverse tra di loro.
Noi dobbiamo dare un giudizio politico.
In quest'aula abbiamo discusso del Libano ed è emersa la responsabilità delle due potenze mondiali ed abbiamo espresso un giudizio su quei gravi fatti. Il Governo del Karamal è d'accordo con l'Unione Sovietica, quindi condivide lo sterminio. Per il Nicaragua le considerazioni sono diverse. In Nicaragua c'è un Governo sandinista, non esistono dubbi che il Governo sandinista sia allineato. Il Governo sandinista ha assunto il potere in un momento molto delicato del Paese, ci sono dei dissensi come avviene in qualsiasi Paese nei momenti di assestamento politico dopo un periodo di dittatura.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri è stato chiaro circa i rapporti e la politica estera. Siamo d'accordo sulla questione dei missili ma con Reagan non è che siamo sempre d'accordo, quindi anche in questo caso occorre dare una valutazione democratica e non nel senso di allineamento totale.
Il Gruppo regionale del P.S.I. è chiamato ad esprimere il suo parere in politica estera negli organi elettivi, ma non confermiamo che vi sono diversificazioni tra il Gruppo e il Partito. Vi è una maggiore riflessione sui problemi che giorno dopo giorno avvengono in determinati Paesi ed è chiaro che la valutazione viene fatta in termini politici e in modo diverso rispetto alla politica diplomatica estera.
Il nostro Gruppo esprime voto favorevole sull'ordine del giorno della D.C. sull'Afghanistan. Non concorda invece su quello del Nicaragua, perch in esso esistono forme pretestuose per dire che la politica del Nicaragua sia orientata verso l'allineamento con l'Unione Sovietica. In verità non ci risulta di essere arrivati a questo. Mi auguro che il Consigliere Marchini non ripeta continuamente le sue censure.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Ribadisco, come hanno fatto peraltro colleghi di altri Gruppi, di essere d'accordo sulla sostanza dell'ordine del giorno della D.C.
sull'Afghanistan. Avendo però detto nel precedente intervento che la stessa materia è trattata in maniera diversa nell'ordine del giorno da noi presentato e che il nostro Gruppo si asteneva per ragioni puramente tecniche e non politiche, mi correggo e dichiaro che siamo costretti a dare voto contrario all'ordine del giorno della D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

L'errore di fondo è stato quello di unire i due punti all'ordine del giorno, creando confusione. Ognuno è libero di votare come crede, devo per far osservare che il voto contrario al nostro ordine del giorno da parte delle forze che sono con noi al Governo è molto grave.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moretti. Ne ha facoltà.



MORETTI Michele

Siccome il Gruppo del P.C.I. ha dichiarato il suo giudizio favorevole sull'ordine del giorno sull'Afghanistan presentato dal Gruppo D.C. noi ci asterremo.



PRESIDENTE

Questo è uno degli aspetti che va sviscerato ulteriormente nella Commissione Regolamento. Nel caso di voto sulle deliberazioni sappiamo che il voto di astensione si somma ai voti negativi.
Prima di porre in votazione il primo ordine del giorno, datato 12/3/1984 presentato dalla D.C. sulla materia dell'Afghanistan, vi leggo un emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Vetrino.
Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

In questa votazione non siamo in tema legislativo, ma in tema di ordini del giorno sui quali si da una valutazione globale. Se l'ordine del giorno presentato dalla D.C. non raggiunge la maggioranza, la Presidenza deve dichiararlo.
Lo spirito del regolamento relativamente ai voti di astensione, è negativo, allora l'astensione si manifesta con una certa dichiarazione.
Chiedo alla Presidenza se interpreta come voto negativo l'astensione. Tocca alla Presidenza risolvere il problema.



PRESIDENTE

L'art. 68 del regolamento indica che l'astensione è computata tra i voti negativi nella valutazione della validità delle deliberazioni. Questo è l'unico criterio di cui disponiamo.
Condivido il parere del Presidente, allo stato attuale la Presidenza computerà, come ha fatto per tutte le altre vicende, i voti di astensione insieme coi voti negativi.
E' evidente che i Consiglieri si regoleranno in modo da far si che le loro volontà siano chiaramente espresse. C'è l'emendamento aggiuntivo proposto dalla collega del P.R.I. E' evidente che in una situazione più chiara questo emendamento potrebbe anche non essere votato.
Quindi, se lo ritenete, posso considerare la nota del P.R.I. parte essenziale dell'ordine del giorno e non presentarla come emendamento.
Pertanto pongo in votazione l'ordine del giorno nel testo presentato il 12/3 a cui è stato aggiunto il testo proposto dal P.R.I. che ho appena letto.
L'ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte al perdurare della grave situazione afghana con oltre 4 milioni di profughi e circa 1 milione di morti in occasione della giornata internazionale (21/3) dell'Afghanistan entrato ora nel V anno di resistenza constatato il peggiorare ulteriore sotto il profilo umanitario delle forme di lotta con ricorso a rappresaglia all'arma bianca contro villaggi sospettati di aiuti alla resistenza RIBADISCE la propria solidarietà umana e politica al popolo afghano che lotta per la sua libertà, per il diritto all'autodeterminazione e per la difesa della sua identità culturale CONDANNA ancora una volta la violenza e la guerra imperialista condotta dall'URSS e dal governo di Karmal contro la popolazione indifesa, vecchi donne e bambini con armi chimiche e pallottole esplosive proibite dalla convenzione di Ginevra CHIEDE la cessazione del massacro sistematico del popolo afghano civile e resistente e il ricorso alla trattativa sotto l'egida dell'ONU per consentire al popolo afghano di scegliere liberamente il proprio futuro Il Consiglio regionale, a seguito del dibattito odierno INVITA l'Ufficio di Presidenza a collegarsi con il comitato torinese per la liberazione dell'Afghanistan per valutare quali azioni correnti possono essere avviate per inviare medicinali ed altri beni di prima necessità alle popolazioni afghane, comprese quelle rifugiate fuori dall'Afghanistan".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 19 voti favorevoli e 24 astensioni.
Pongo in votazione l'ordine del giorno sul Nicaragua dei Consiglieri Bergoglio, Brizio, Nerviani e Cerchio, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alle gravi tensioni esistenti in Nicaragua CONSTATATO che autorevoli esponenti della resistenza e lotta contro Somoza nel fronte sandinista, si sono dissociati dal Governo nicaraguense ed hanno ripreso la lotta armata per sconfiggere la nuova dittatura comunista in Nicaragua PREOCCUPATO per le difficoltà crescenti nel paese per ristabilire la democrazia partecipata per cui hanno combattuto unite forze politiche e sociali differenti fino allo sconfitta di Somoza DEPLORA la presenza di forze armate cubane combattenti a fianco del Governo sandinista e le interferenze degli USA manifestatesi con il minamento dei porti AUSPICA che prevalgano su tutti gli interessi e le speculazioni di parte i diritti dei popoli alla libertà, alla democrazia, alla convivenza pacifica e all'autodeterminazione attraverso libere elezioni INVITA il Governo italiano ad assumere ogni iniziativa volta a salvaguardare in Nicaragua come in tutto il Centro America i diritti inalienabili della persona umana e la civile coesistenza tra i popoli".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli, 26 contrari e 3 astenuti.
Pongo in votazione l'ordine del giorno del Consigliere Carazzoni, che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte all'instaurarsi di una dittatura comunista in Nicaragua che si regge grazie alla presenza di forze armate cubane e che - a cinque anni dalla vittoria del sandinismo - ancora mantiene in vigore leggi cosiddette "di emergenza" quali quelle che aboliscono la libertà di stampa autorizzano la circoscrizione obbligatoria dei minorenni, vietano ogni tipo di critica al regime constatato che attacchi di aggressione vengono sistematicamente condotti dal Nicaragua contro Honduras e Costarica, al punto che il Governo di Tegucigalpa si è visto costretto ad espellere l'ambasciatore sandinista "perché rappresenta un governo criminale" e quello di San José a ricorrere all'aiuto statunitense preoccupato per il nuovo focolaio di tensione alimentato dal comunismo internazionale nella delicata e vitale zona del Centro America invita il Governo italiano a denunciare con fermezza la politica aggressiva ed antidemocratica del Nicaragua, mettendo in atto ogni iniziativa volta a difendere la civile convivenza fra i popoli ed i diritti inalienabili della persona umana".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 42 contrari.
Ultimo ordine del giorno sull'Afghanistan e Nicaragua presentato dai Consiglieri Bontempi, Montefalchesi Benzi e Moretti, che recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte ad una situazione internazionale che permane grave e preoccupante in tante parti del mondo, dove a interi popoli sono negati i diritti fondamentali di autodeterminazione e di libertà di fronte alle tragiche vicende che colpiscono in particolare i popoli dell'Afghanistan e del Nicaragua condanna la guerra di potenza condotta dall'URSS e dal Governo di Karmal contro una popolazione povera e indifesa, guerra che ha già causato quasi un milione di morti ed oltre 4 milioni di profughi condanna la grave interferenza militare e politica degli USA nella vita del Nicaragua per rovesciare il governo sandinista e rafforzare la politica di potenza statunitense riconferma la propria preoccupazione e la protesta più ferma contro questa situazione intollerabile invita i cittadini del Piemonte a manifestare la propria solidarietà ai popoli in lotta si impegna a sviluppare tutte le iniziative atte a dare un contributo attivo affinché cessi il massacro del popolo afghano e venga rispettata la sua volontà di autodeterminazione si impegna a sostenere con iniziative di solidarietà il popolo e il governo nicaraguense nella lotta per la difesa della loro sovranità chiede al Governo italiano di mettere in atto un'efficace azione politico diplomatica per la soluzione pacifica di queste situazioni drammatiche di crisi e sviluppi un'offensiva di pace nel mondo impegna il Presidente a trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del consiglio dei Ministri e al Ministro degli Esteri affinché compiano i passi necessari per l'attuazione di queste iniziative di pace e di solidarietà".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: primo, secondo e terzo comma 40 voti favorevoli e 5 contrari; quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono e decimo comma 26 voti favorevoli e 19 contrari.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche) - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 183: "Disposizioni per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici di edilizia residenziale pubblica da realizzarsi da parte degli Istituti Autonomi per le case popolari e dei Comuni"


PRESIDENTE

Punto sedicesimo all'ordine del giorno: "Disposizioni per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici di edilizia residenziale pubblica da realizzarsi da parte degli Istituti Autonomi per le Case Popolari e dei Comuni".
Il Consigliere Signora Ariotti è relatore, ha facoltà di intervenire.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge "Disposizioni per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici di edilizia residenziale pubblica da realizzarsi da parte dello IACP e dei Comuni" si è reso opportuno, non solo perché avendo avuto la Regione competenze specifiche in materia di edilizia residenziale pubblica con il D.P.R. 616 del 1977 e la legge 457 del 1978, può apparire necessario ribadire principi già affermati dalla legge statale 30/3/71 n. 118 e dal suo regolamento di attuazione 27/4/1978 n. 384 e non del tutto diffusi, ma anche perché, in accordo con le associazioni per la tutela degli handicappati, si è voluto sensibilizzare l'opinione pubblica, con la sanzione della legge, su un problema così rilevante per tanta parte della popolazione e sottolineare l'importanza di scelte progettuali più rispettose della dignità personale di ciascuno. Eliminare le barriere architettoniche vuol dire infatti rimuovere quegli elementi che impediscono la fruizione degli spazi costruiti alle persone con ridotte o scarse capacità motorie, permanenti o temporanee: gli invalidi innanzi tutto, ma anche le gestanti, gli anziani, i bambini. L'estensione della presente normativa a tutte le abitazioni di edilizia residenziale pubblica da realizzarsi da parte degli IACP e dei Comuni, sia nelle nuove costruzioni sia, ove possibile, negli interventi di recupero, mentre si pone come principio da seguire da parte di tutta l'edilizia abitativa (e da parte della Commissione si auspicano, ove e quando ve ne sia la possibilità forme diverse di incentivi privati) mette in evidenza anche la volontà di evitare la realizzazione di alloggi per i non abili, diversi e separati dagli alloggi per tutti gli altri cittadini, nella raggiunta consapevolezza del valore che viene ad assumere, per i soggetti portatoti di handicap l'inserimento in un normale contesto sociale al fine di una migliore vita di relazione.
La sospensione del dibattito su questo disegno di legge, avvenuta mesi fa, ha permesso di approfondire l'argomento ed i problemi ad esso collegati attraverso la consultazione delle associazioni interessate, degli handicappati, dei costruttori, degli IACP e ha dato la possibilità di una stesura più precisa del testo. Se non è stato possibile recepire, per il momento, le richieste più che legittime che provengono da tutte le forze politiche e sociali, sia per non ritardare ulteriormente l'applicazione della normativa di questa legge, nel timore confermato dal rinvio da parte del Commissario di Governi di leggi di altre Regioni che avevano esteso la normativa all'edilizia agevolata e convenzionata, sia per le insufficienti risorse finanziarie, vi è l'impegno della Giunta e del Consiglio di elaborare un nuovo disegno di legge che investa il problema delle barriere architettoniche in tutta la sua complessità.
La II Commissione, all'unanimità, approva il presente disegno di legge e propone al Consiglio di formulare un ordine del giorno per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sul problema oggi in discussione.
Questo ordine del giorno non è pronto. Penso che possa essere approntato per la prossima seduta.



PRESIDENTE

Sulla relazione del Consigliere signora Ariotti è aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo solo per fare una telegrafica dichiarazione di voto su questo disegno di legge che è in sostanza analogo a quello che era approdato in Consiglio alcuni mesi fa rispetto al quale il sottoscritto aveva chiesto il rinvio in Commissione.
Diamo voto favorevole in considerazione di un fatto nuovo, l'impegno assunto in II Commissione di approntare in tempi rapidi un nuovo disegno di legge più ampio che intervenga sulle altre questioni inerenti le barriere architettoniche. E' un problema sociale verso il quale tutte le forze politiche presenti in Commissione hanno dimostrato sensibilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Picco. Ne ha facoltà.



PICCO Giovanni

Siamo d'accordo sulla proposta del disegno di legge perch sostanzialmente è stato depurato da una serie di enfatizzazioni relative alla possibile applicabilità delle norme agli interventi privati dell'edilizia. Parlo di enfatizzazione perché in realtà il problema degli "standards" presenta aspetti molto più complessi e delicati che non siano le norme sugli "handicap".
Infatti rileviamo e denunciamo che la Giunta regionale è in forte ritardo nella definizione della normativa tecnica relativa alle tipologie all'edilizia residenziale pubblica e, a differenza di altre Regioni italiane, che vi hanno provveduto da tempo, in realtà la Regione Piemonte ha ignorato questo aspetto con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Potremmo anche produrre una edilizia residenziale pubblica con l'eliminazione delle barriere architettoniche, e questo sarebbe certamente un fatto positivo, ma non sufficiente. Tipologicamente e qualitativamente il livello di produzione dell'edilizia pubblica residenziale, in particolare della Provincia di Torino è (perché ad onor del vero in altri Istituti del Piemonte qualche realizzazione un po' meno appiattiste rispetto a standards economici di basso livello è stato conseguito) molte volte addirittura un'alterazione dell'ambiente naturale, anziché produrre un minimo di esaltazione della condizione e della qualità di vita degli abitanti a basso reddito.
Sollecitiamo la Giunta, qualora intendesse portare questo provvedimento al Consiglio, ad integrare le disposizioni con contenuti non solo limitativi e normativi, ma che rendano possibile un prodotto qualitativamente maggiormente rispondente alle esigenze dei soggetti fruitori come soggetti singoli e nuclei familiari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, noi vogliamo soltanto dire che siamo piuttosto perplessi in ordine al diffuso ottimismo che non tanto l'articolato, quanto la relazione della collega Ariotti, sembra manifestare. Il problema della tutela degli handicappati attraverso l'eliminazione delle barriere architettoniche è senza dubbio più complesso di quanto non appaia.
Ovviamente però ci allineiamo alle posizioni delle altre forze politiche e daremo voto favorevole a questo disegno di legge intendendo attribuire al voto stesso un significato più che altro morale, viste anche le pressioni che sono state fatte per l'approvazione del disegno di legge da parte delle Associazioni degli handicappati.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni di voto passiamo alla votazione degli articoli.
Art. 1 "Al fine di consentire l'accesso e l'agibilità anche da parte di persone con ridotte o impedite capacità motorie permanenti o temporanee, in tutti gli alloggi di edilizia residenziale pubblica da realizzarsi da parte degli Istituti Autonomi per le Case Popolari e dei Comuni del Piemonte si dovranno adottare soluzioni progettuali che prevedono l'eliminazione delle barriere architettoniche, così come definite dal DPR 27 aprile 1978, n.
384.
Le presenti norme, che si riferiscono alle nuove costruzioni e, ove possibile, a quelle già esistenti nel caso che queste ultime siano sottoposte a ristrutturazione, vengono applicate alla totalità dell'edilizia pubblica".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Nelle strutture esterne connesse agli edifici, in applicazione delle disposizioni di cui agli artt. 3 e 4 del DPR 27 aprile 1978, n. 384, dovrà essere prevista l'eliminazione delle barriere architettoniche relative ai percorsi pedonali e ai parcheggi, nonché ai posti auto e alle autorimesse singole. La previsione di aree parcheggio, di posti auto e di autorimesse singole senza barriere architettoniche di cui al precedente comma potrà essere limitata ad un'adeguata percentuale, la quale non dovrà essere inferiore al cinque per cento; in edifici con meno di venti alloggi dovrà comunque essere predisposto almeno un posto auto o un'autorimessa singola senza barriere architettoniche".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "All'interno degli edifici, al fine di permettere un agevole accesso agli alloggi, le soluzioni progettuali che prevedono l'eliminazione delle barriere architettoniche dovranno riferirsi, in applicazione delle disposizioni di cui agli artt. 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 15 e 16 del DPR 27 aprile 1978, n. 384, principalmente ai seguenti elementi: accessi al piano terra, porticati, atri, ripiani di arrivo ai diversi livelli, scale, rampe corridoi e passaggi, porte, pavimenti, ascensori e apparecchi elettrici di comando e di segnalazione.
Qualora all'interno degli edifici siano previste cantine, soffitte autorimesse singole o posti auto, questi dovranno essere accessibili preferibilmente mediante percorso orizzontale e ascensore.
L'obbligo ad installare l'impianto di ascensore è limitato agli edifici con più di tre piani fuori terra".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Negli alloggi le soluzioni progettuali che prevedono la eliminazione delle barriere architettoniche dovranno riferirsi, in applicazione delle disposizioni di cui agli artt. 12, 13 e 16 del DPR 27 aprile 1978, n. 384 principalmente ai seguenti elementi: polte, pavimenti, apparecchi elettrici di comando e segnalazione, nonché ai locali igienici.
I locali igienici dovranno essere opportunamente dimensionati, e il posizionamento degli apparecchi sanitari dovrà permettere l'avvicinamento ed il trasferimento della persona su sedia a rotelle.
I locali igienici dovranno inoltre essere progettati e realizzati in modo tale da consentire l'eventuale installazione di corrimano orizzontali e verticali e di apparecchi elettrici di segnalazione.
Particolare attenzione dovrà essere posta nella progettazione distributiva all'interno degli alloggi, in modo tale da permettere l'agibilità in tutti i locali anche da parte di invalidi motori su sedie a rotelle, tenendo conto dell'ingombro probabile dell'arredo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "Agli oneri derivati dall'applicazione della presente legge regionale si provvederà con i capitoli di spesa del bilancio regionale di previsione per l'esercizio finanziario dell'anno 84 e successivi, relativi all'edilizia sovvenzionata".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 "La Giunta regionale provvederà ad emanare, entro 60 giorni dall'approvazione dell'articolato, apposite norme tecniche di attuazione della presente legge, le quali, al fine di recepire le esigenze specifiche relative all'edilizia residenziale pubblica, conterranno disposizioni ed integrazioni anche in deroga al regolamento approvato con DPR 27/4/78 n 384".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Si passi alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame progetto di legge n. 339: "Adeguamento delle leggi regionali 16/6/1981, n. 21, 31/12/1981, n. 59 (Classificazione delle aziende alberghiere) e delle leggi regionali 31/8/1979, n. 54 e 27/5/1980 n. 63 (Disciplina dei complessi ricettivi all'aperto) alla legge quadro 17/5/1983 n. 217 per il turismo"


PRESIDENTE

Punto diciassettesimo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n.
339: "Adeguamento della leggi regionali 16/6/1981, n. 21, 31/12/1981, n. 59 (Classificazione delle aziende alberghiere) e delle leggi regionali 31/8/1979 n. 54 e 27/5/1980 n. 63 (Disciplina dei complessi ricettivi all'aperto) alla legge quadro 17/5/1983 n. 217 per il turismo".
Relatore è il Consigliere Avondo che dà per letta la relazione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi voteremo questo disegno di legge che non è altro che "un atto dovuto" nei confronti della legge quadro nazionale del turismo.
Vorremmo aggiungere che, approfittando di questa occasione, ci sentiamo di dire che deve essere portato all'esame del Consiglio regionale quanto prima non solo l'adeguamento della normativa regionale a quella nazionale ma la questione di fondo della riforma dell'organizzazione turistica periferica, posta dalla legge quadro n. 217, perché permane nelle aziende di soggiorno, negli enti del turismo una grave situazione di incertezza che va al più presto sanato in vista anche delle stagioni turistiche.
In ottemperanza al disposto della legge quadro 217 necessitano scelte radicali e coraggiose, sulle quali potremmo anche non essere d'accordo, ma che comunque vanno compiute. Dal maggio 1982 esiste un disegno di legge regionale davanti alle Commissioni: si concluda questo esame adeguandolo evidentemente alla normativa della legge quadro e lo si porti presto in esame e in discussione del Consiglio.
Avremmo fatto cosa utile per il turismo piemontese.



PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi.
Passiamo alla votazione.
Art. 1 (Oggetto) "La presente legge dispone l'adeguamento delle leggi regionali 16 giugno 1981, n. 21, 31 dicembre 1981, n. 59, 31 agosto 1979, n. 54 e 27 maggio 1980, n. 63 alla legge quadro 17 maggio 1983, n. 217".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Aziende alberghiere) "Alla legge regionale 16 giugno 1981, n. 21 sono apportate le modifiche ed integrazioni indicate nei commi successivi.
All'articolo 2, secondo comma ed ogni qualvolta vengono ripetute negli allegati alla legge stessa, le parole 'alberghi residenziali' sono sostituite dalle parole 'residenze turistico-alberghiere'.
L'articolo 3 è sostituito dal seguente articolo: 'Gli alberghi sono classificati conformemente alle disposizioni di cui al quadro di classificazione ed alla tabella A, allegati alla presente legge, in cinque classi contrassegnate, in ordine decrescente, da 5, 4, 3, 2, ed 1 stella.
Le residenze turistico-alberghiere sono classificate conformemente alle disposizioni di cui al quadro di classificazione ed alla tabella B allegati alla presente legge, in tre classi contrassegnate, in ordine decrescente, da 4, 3 e 2 stelle.
Per ottenere la classificazione le aziende alberghiere dovranno avere oltre i requisiti di cui agli allegati, una ricettività minima di 7 camere.
Gli alberghi contrassegnati con 5 stelle assumono la denominazione aggiuntiva 'lusso', previo nulla osta della Giunta regionale, quando siano in possesso degli standards tipici degli esercizi di classe internazionale'.
All'art. 7 l'entità delle sanzioni amministrative indicate al primo e terzo comma è modificata da un minimo di L. 500.000 ad un massimo di L.
1.500.000.
Il quadro di classificazione riportato nell'allegato alla legge è sostituito dal seguente: ALBERGHI Classe Punti 5 Stelle 240 4 Stelle 187 3 Stelle 128 2 Stelle 80 l Stella 30 RESIDENZETURISTICO-LBERGHIERE Classe Punti 4 Stelle 130 3 Stelle 65 2 Stelle 45 Alla tabella A dell'allegato alla legge sono apportate le seguenti modifiche: la dizione del punto b) delle note è così sostituita: il locale bagno completo si intende dotato di lavabo, vaso all'inglese con cassetta di cacciata d'acqua, vasca da bagno o doccia, bidet, specchio con presa di corrente, acqua calda e fredda. Per gli esercizi ubicati in immobili già esistenti in relazione agli eventuali impedimenti connessi con le caratteristiche strutturali e di superficie degli immobili, non è tassativa la presenza, nel locale bagno, del bidet.
dopo il punto b) delle note vengono aggiunti i seguenti punti: e) la sala da pranzo e/o il bar possono intendersi sostitutivi del locale comune di cui al punto 2.21-2.21.1, qualora la somministrazione dei pasti e/o delle bevande sia riservata ai soli clienti alloggiati f) il locale bar è da escludersi dal computo della superficie complessiva dei locali comuni (punto 2.21-2.21.2) qualora la somministrazione dei pasti e/o delle bevande venga effettuata anche alla clientela di passaggio.
La voce 2.011 (acqua calda e fredda in tutte le camere) è obbligatoria per tutte le classi di albergo e conseguentemente è abrogata la voce 2.012.
La voce 2.06 (chiamata di allarme in tutti i servizi) è abrogata per quanto attiene la classifica.
Alla tabella B dell'allegato alla legge sono apportate le seguenti modifiche: la dizione del punto a) delle note è così sostituita: il locale bagno completo si intende dotato di lavabo, vaso all'inglese con cassetta di cacciata, vasca da bagno o doccia, bidet, specchio con presa di corrente acqua calda e fredda. Per gli esercizi ubicati in immobili già esistenti in relazione agli eventuali oggettivi impedimenti connessi con le caratteristiche strutturali e di superficie degli immobili, non è tassativa la presenza, nel locale bagno, del bidet le caratteristiche obbligatorie di categoria indicate nell'ultimo colonna vanno riferite alla classe 4 stelle, quelle della penultima colonna alla classe 3 stelle, quelle della terz'ultima colonna alla classe 2 stelle abrogando le prime due colonne la voce 2 - 2.4 (locali bagno comuni completi (a) uno per piano), è abrogata.
All'articolo unico della legge regionale 31 dicembre 1981, n. 59, sono aggiunti i seguenti commi: 'Gli esercizi con una ricettività inferiore alle 7 camere che sono stati classificati in base alle vigenti disposizioni per il quinquennio 1 gennaio 1983/31 dicembre 1987 conservano la loro classifica fino alla data di naturale scadenza.
La Regione verifica che sia data attuazione alle disposizioni della presente legge, anche disponendo controlli ispettivi a mezzo di proprio personale.
Per motivata richiesta del Presidente della Giunta regionale il Comune deve provvedere a modificare entro 60 giorni i provvedimenti con cui sia stata attribuita un'errata classifica: decorso tale termine il Presidente della Giunta regionale provvede direttamente. Negli esercizi siti in zona montana i prezzi possono essere applicati a decorrere dal 1 dicembre dell'anno in cui viene fatta la denuncia, anziché dal 1 gennaio dell'anno successivo"'.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Complessi ricettivi all'aperto) "Alla legge regionale 31 agosto 1979, n. 54 sono apportate le modifiche ed integrazioni indicate nei commi successivi.
All'art. 2 è aggiunto il seguente comma: 'I campeggi e villaggi turistici assumono la denominazione aggiuntiva 'annuale' quando sono autorizzati ad esercitare per l'intero arco dell'anno oppure per la doppia stagione estiva ed invernale secondo i periodi di cui all'art. 11'.
All'art. 11, primo comma, è aggiunto il seguente punto: '- complessi ad attivazione per l'intero arco dell'anno: 9 mesi all'anno a scelta dell'operatore'.
Il primo comma dell'art. 14 è sostituito dal seguente: 'I titolari dei complessi hanno l'obbligo di denunciare al Comune e alla Regione entro il 31 luglio di ogni anno i prezzi minimi e massimi dei vari servizi, comprensivi di IVA da applicarsi dal 1 ottobre al 30 settembre dell'anno successivo'.
Dopo il secondo comma dell'art. 16 è aggiunto il seguente comma: 'Per il soddisfacimento delle esigenze indicate al primo e secondo comma del presente articolo il Comune o altro Ente pubblico possono, in deroga alle norme di cui alla presente legge, provvedere ad attrezzare stabilmente aree con un minimo di 10 ed un massimo di 30 piazzole assicurando i servizi generali indispensabili per garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie e la sicurezza degli utenti: tali aree vengono denominate 'mini-aree di sosta' e contrassegnate con 1 stella'.
Al terzo comma dell'art. 16 sono aggiunte le seguenti parole: 'Il Comune può, in relazione ad esigenze locali, autorizzare l'elevazione del numero di tende o caravan ad un massimo di 10 richiedendo in tal caso che vengano assicurati l'approvvigionamento idrico e i servizi igienici e lo smaltimento dei rifiuti'.
All'art. 18 sono aggiunti i seguenti commi: 'Il titolare di complesso ricettivo all'aperto che non provveda alla denuncia del proprio esercizio al fine della sua classificazione o che ometta di indicare la classifica o di esporre il segno distintivo della categoria, ovvero attribuisca al proprio esercizio con scritti o stampati o in qualsiasi altro modo una classifica diversa da quella propria o affermi la disponibilità di attrezzatura non conforme a quella esistente è soggetto alla sanzione amministrativa da L. 500.000 a L. 1.500.000. Tale sanzione è raddoppiata nel caso in cui il titolare si rifiuti di fornire le informazioni richiestegli ai fini della classificazione o di consentire gli accertamenti disposti allo stesso fine, oppure denunci elementi non corrispondenti al vero'.
La Regione verifica che sia data attuazione alle disposizioni della presente legge, anche disponendo controlli ispettivi a mezzo di proprio personale.
Per motivata richiesta del Presidente della Giunta regionale il Comune deve provvedere a modificare entro 60 giorni i provvedimenti con cui sia stata attribuita una errata classifica: decorso tale termine il Presidente della Giunta regionale provvede direttamente'.
Nel quadro di classificazione riportato nell'allegato 2 è abrogata per i villaggi turistici la categoria una stella nonché il relativo punteggio minimo e le caratteristiche obbligatorie.
Il primo comma dell'art. 2 della legge regionale 27 maggio 1980, n. 63 è abrogato". Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Si passi alla votazione sull'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 31 hanno risposto SI 31 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Colleghi, il Consiglio è convocato per il giorno 31 maggio per la giornata intera e per il 1 giugno solo il mattino.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.20)



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