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Dettaglio seduta n.225 del 17/01/84 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute", rendo noto che i processi verbali delle adunanze consiliari del 7-21-22-28 dicembre 1983 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna.
Se non vi sono osservazioni i processi verbali si intendono approvati.
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Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interpellanza dei Consiglieri Montefalchesi e Reburdo inerente l'accoglimento nei Comuni di Chieri e Andezeno di comunità di disadattati


PRESIDENTE

Punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze" si discute l'interpellanza dei Consiglieri Montefalchesi e Reburdo inerente l'accoglimento nei Comuni di Chieri e Andezeno di comunità di disadattati.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Per la realizzazione di alcuni obiettivi del piano socio-sanitario regionale 1982-84, questo Assessorato ha avviato un censimento del patrimonio di cui le Unità Socio Sanitarie Locali possono disporre a fini sociali o sanitari, per verificare la possibilità di destinare alcuni immobili a sede di comunità residenziali per persone in condizioni di disagio. Nell'ambito di questa indagine è stata individuata con altre strutture, per il cui utilizzo sono in corso contatti con le competenti Unità Socio Sanitarie Locali, anche la Cascina Tario (rustico più terreno) situata in parte nel Comune di Andezeno e in parte nel Comune di Chieri che presenta caratteristiche idonee per l'attivazione di una Comunità residenziale aperta a giovani in situazioni di disadattamento, ivi compresi tossicodipendenti.
Il progetto presentato a tal fine dal Gruppo Abele, essendo in linea con gli indirizzi regionali nel settore, ha subito trovato l'assenso della Amministrazione regionale e della U.S.S.L. 30. Al fine di fornire ulteriori informazioni circa l'iniziativa, per dissipare eventuali dubbi o timori, ma nella ferma convinzione che problemi quali il disagio e la marginalità giovanile non possono essere delegati a pochi amministratori od operatori più sensibili, richiedendo l'impegno consapevole di tutte le forze politiche e sociali, questo Assessorato ha promosso in data 10 corrente una riunione con il Presidente della U.S.S.L. 30 ed i Sindaci di Chieri ed Andezeno. La riunione si è conclusa con un comunicato stampa congiunto (allegato), in cui tutti gli Amministratori presenti si impegnano a realizzare il progetto ed a promuovere il coinvolgimento dell'opinione pubblica e delle amministrazioni locali mediante iniziative di informazione e di sensibilizzazione. Parallelamente continuano i contatti con le Unità Socio Sanitarie Locali, (Amministratori ed operatori) sia a livello dei competenti uffici di questo Assessorato, sia a livello di Commissione tecnico-consultiva regionale per le tossicodipendenze, per promuovere l'attivazione di altri progetti, ferma restando la disponibilità dell'Amministrazione regionale a destinare, anche nel 1984, come già realizzato nel 1982 e nel 1983, una parte dei fondi a destinazione vincolata al sostegno di iniziative conformi agli indirizzi del piano sociosanitario. Le indicazioni impartite alle Unità Socio Sanitarie Locali per l'inserimento nei programmi di educazione sanitaria di specifiche informazioni sulle tossicodipendenze (da sostanze illegali, da alcool, da farmaci, ecc.), la fattiva collaborazione dei competenti operatori delle Unità Socio Sanitarie Locali con la Commissione per l'educazione alla salute e la prevenzione delle tossicodipendenze dei Provveditorati agli Studi per programmi di sensibilizzazione rivolti agli insegnanti, ai genitori ed ai giovani potranno favorire in un prossimo futuro una maggiore disponibilità della popolazione verso le "categorie marginali", ma non potranno da soli promuovere quel processo di solidarietà e di impegno di tutti i cittadini che può scaturire soltanto dalla mobilitazione su questi problemi di tutte le forze sociali spontanee ed organizzate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

La risposta dell'Assessore è particolarmente positiva. Attraverso questa interpellanza abbiamo sollevato un problema che ha suscitato non solo un interessante dibattito, ma anche atteggiamenti preoccupanti di pregiudiziale rifiuto, che si sono in parte attenuati attraverso un dialogo e un confronto più approfondito. E' un problema generale che non è soltanto localizzato nella realtà del Chierese, ma è anche un problema della Comunità di Piverone. Oltre alla eventuale disponibilità dei cittadini, è necessario che il tentativo dei pubblici amministratori sia quello di dare dignità all'area degli emarginati e di offrire loro la possibilità di un ritorno all'interno della società. I problemi sollevati oltre che di rilevanza culturale e morale sono anche di rilevanza politica. Per questo la nostra richiesta è di trasformare l'interpellanza in ordine del giorno per poter affrontare le tematiche, i lati oscuri, i problemi, gli interrogativi da noi sollevati, quindi non solo vogliamo avere un confronto in Consiglio regionale, ma aprire un dialogo più esplicito con là Comunità piemontese.



PRESIDENTE

Penso che sia possibile. Ne stabiliremo le modalità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Brizio, Cerchio e Penasso inerente la Soc. SEAC di Carmagnola


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Brizio, Cerchio e Penasso inerente la Società SEAC di Carmagnola. La parola all'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

In riferimento alla domanda posta nell'interrogazione dai sopracitati consiglieri rispondiamo quanto segue: l'Assessore al Lavoro e Industria ha ricevuto le prime informazioni sulla situazione presso la Società SEAC nella metà del mese di ottobre scorso, al seguito di un preoccupato appello del Consiglio di Fabbrica, al quale faceva seguito un intervento del Sindaco di Carmagnola, nei confronti del Presidente della Giunta invitandolo tra l'altro, insieme con il sottoscritto, ad una riunione del Consiglio Comunale aperto, svoltasi successivamente. Durante questa riunione furono aggiunti agli elementi conoscitivi in nostro possesso ulteriori dati che hanno completato il quadro informativo sulla situazione aziendale. In effetti risulta esistere la possibilità di una contrazione produttiva a causa di una difficoltosa conferma d'ordine da parte del suo maggiore cliente, il Consorzio dei Trasporti Torinesi, questo ordine si riferisce a 34 carrozzerie di autobus oggetto di un'offerta presentata dalla SEAC a suo tempo, secondo le norme della gara, bandita dal Consorzio Trasporti Torinesi. Secondo gli accertamenti compiuti nelle scorse settimane da questo Assessorato, la complessità di questa conferma di fornitura è dovuta unicamente a ragioni di carattere economico relative ai costi unitari del prodotto richiesto, che comporta una discussione tecnica tuttora in corso presso il Consiglio di Amministrazione dei Trasporti Torinesi, il cui esito attualmente non è ancora delineato. Per quanto ci riguarda abbiamo già posto all'attenzione del citato consiglio di Amministrazione la realtà produttiva e occupazionale dell'azienda e quindi una sua primaria esigenza di non perdere "lavoro". A questo proposito gli Organi dei Trasporti Torinesi ci hanno confermato che non è loro intenzione pregiudiziale di non voler assegnare alla SEAC questa commessa, ma che tutti gli accertamenti circa l'economicità della operazione devono essere effettuati in modo completo. Con l'occasione si rende inoltre noto che il giorno 18/1 prossimo: si svolgerà presso l'Assessorato un incontro con le OO.SS. ed il Consiglio di Fabbrica ai quali verranno riferite le medesime informazioni.
Resta comunque evidente che la stabilità ed il futuro produttivo occupazionale dell'azienda in questione, non può essere unicamente legato ad una commessa pubblica come quella esaminata, ma va visto in contesto molto più ampio che riguarda, appunto, la situazione del settore in Italia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Ho partecipato anch'io all'incontro del 25/11 dietro invito del Presidente.
E' un fatto singolare. Capisco che vi siano problemi di portafoglio ordini, comunque la SEAC è l'unico stabilimento in Piemonte che produce carrozzerie per autobus e quindi deve avere adeguato sostegno.
D'altro canto dal 1.977 l'Azienda Tranviaria ha stabilito con la SEAC un rapporto privilegiato quasi di committente fisso, coinvolgendo la politica della SEAC, quella dell'ATM prima e quella del Consorzio Trasporti Torinesi poi.
L'altro discorso strano riguarda il privilegio che si otterrebbe con forniture fuori Piemonte. Non dico che si debba fare dei protezionismo, ma certamente dobbiamo stare attenti. La commessa dei 34 autobus, sulla quale il Presidente della Giunta aveva promesso di impegnarsi, non arriva.
Apprendiamo, inoltre, che il Consorzio Trasporti Torinesi anziché lamentare difficoltà tecniche sostiene che la colpa è della Regione che non dà il finanziamento. Si scrive esplicitamente in una lettera: "quando si sono manifestate impossibilità operative, causa imprevedibili mancati finanziamenti della Regione cui le aziende facevano affidamento (le aziende sarebbero l'ATM e la SATTI) nel rispetto delle impostazioni delle leggi regionali". Ed aggiunge: "va premesso che i piani presentati nei mesi di agosto 1982 e 1983 da parte dell'ATM e della SATTI erano stati integralmente accettati dalla Regione, quindi la richiesta di offerte trovava concreto appoggio sulle determinazioni regionali in materia".
Quindi sulla mancata commessa che determina la richiesta di cassa integrazione per la SEAC, c'è un ballottaggio di responsabilità tra il Consorzio T.T. e la Regione che dimostra lo stato di malessere esistente tra il Consorzio e l'Assessorato, emerso anche dalla polemica sorta in ordine alle Ferrovie Torino-Nord che chiaramente origina dal dichiarato mancato sostegno dell'Assessorato alle Ferrovie medesime.
Non si è rispettato l'accordo del 25/11 con il quale si era stabilito di operare con la massima decisione perché la commessa fosse assegnata alla SEAC, e mi dichiaro insoddisfatto dell'azione svolta dalla Regione. I dati confermano che non c'è stato il necessario interessamento per risolvere il problema. Ci auguriamo che la SEAC che sta ricercando nuovi clienti possa avere un rilancio e il supporto finanziario che si sta delineando con il passaggio al Gruppo Calabrese. Non aver tenuto conto che la SEAC è l'unico stabilimento operante in Piemonte è stato un errore che ha contribuito a far regredire industrialmente la nostra Regione.
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Argomento: Problemi energetici

Interrogazione dei Consiglieri Picco, Carletto e Petrini inerente le iniziative e le proposte sui bacini idrici e idroelettrici delle Valli Orco e Soana e politica energetica in generale


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Picco, Carletto e Petrini, inerente le iniziative e le proposte sui bacini idrici e idroelettrici delle Valli Orco e Soana e politica energetica in generale.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'energia

L'Azienda Elettrica Municipale di Torino è titolare di concessioni per l'utilizzazione, a scopo di produzione di energia elettrica, delle acque della Valle Orco dalle origini a Pont Canavese.
Dette concessioni sono state assentite con DD.RR. 28 ottobre 1921 n.
10485, e 5 febbraio 1925, n. 737, in base ad uno schema di utilizzazione predisposto nel 1918, nonché dal Decreto interministeriale 20 novembre 1962 n. 364 per l'impianto Bardonetto-Pont non compreso nella originaria concessione. Nel corso di un sessantennio l'Azienda ha costruito tutto il sistema di impianti idroelettrici nella suddetta Valle per un complesso di 5 centrali corrispondenti ad una potenza installata di 305 MW ed a una producibilità media annua di 730 milioni di Kwh. Detti impianti sono alimentati da sei bacini di accumulo stagionale (Agnel, Serrù, Ceresole Reale, Valsoera, Telessio ed Eugio) che rendono particolarmente pregiata l'energia prodotta. Per quanto riguarda le acque della Val Soana, l'AEM aveva a suo tempo acquistato i diritti relativi ad una domanda di concessione, ancora in corso di istruttoria, relativa alla parte più alta della vallata.
Nel corso degli anni sono stati sviluppati studi e progetti sufficientemente approfonditi per definire lo schema di utilizzazione idroelettrica dell'intero bacino.
Tali progetti prevedevano l'utilizzazione in due centrali localizzate rispettivamente a Campiglia Soana ed a Pont Canavese per una potenza totale di circa 100 MW ed una producibilità annua di circa 300 milioni di Kwh. Con la costituzione dell'ENEL e il conseguente periodo di difficoltà in cui vennero a trovarsi le aziende municipali con posizioni contrastanti nei confronti dell'ENEL, l'AEM di Torino non fece ulteriori passi nei confronti del Ministero per quanto concerne le concessioni e il Ministero per parte sua non prese alcun provvedimento. L'AEM tuttavia proseguì negli studi e nelle valutazioni, mettendo anche a confronto diversi possibili schemi di utilizzazione. Al momento attuale sono in esame due soluzioni che comportano potenze comprese tra 110 e 140 MW e producibilità media annua dell'ordine di 270-300 milioni di Kwh. Si è anche riscontrato che l'utilizzazione della porzione inferiore della vallata risulta molto più conveniente di quella superiore. Questa valutazione è confermata anche da recenti studi dell'ENEL (1982) sulle possibili utilizzazioni nella vallata.
Le originarie concessioni di derivazione idroelettrica della Valle Orco del 1921 venivano a scadere nel 1981, come molte altre concessioni a suo tempo assentite ad aziende idroelettriche.
Con una serie di interventi presso gli organi di Governo e l'ENEL l'AEM ottenne, in un primo tempo, che le concessioni venissero prorogate al 31 ottobre 1982 e, in seguito, prima di questa scadenza, la promulgazione della legge 7 agosto 1982, n. 529 che stabilisce che alla scadenza delle concessioni esistenti a favore delle imprese elettriche degli enti locali l'ENEL rinuncerà ad avvalersi della riserva prevista dalla legge a sua favore "a condizione che le imprese stesse si obblighino ad eseguire, in relazione agli impianti suscettibili di interventi atti a conseguire un aumento della producibilità di energia e/o di potenza, i necessari lavori di potenziamento o di ristrutturazione". Veniva così a cessare uno stato di incertezza determinatosi a seguito della nazionalizzazione dell'industria elettrica nazionale. L'AEM potrà pertanto continuare ad esercire gli impianti idroelettrici subordinatamente all'esecuzione dei lavori che saranno ritenuti possibili sotto l'aspetto tecnico ed economico, per l'aumento della produzione di energia e/o della potenza.
Per ottemperare a quanto predisposto dalla legge 529/82 sono in corso, da parte dell'AEM, le seguenti iniziative: a) Valle Susa: è stato predisposto, in accordo con l'ENEL, un progetto di completo rifacimento dei due impianti in esercizio che verrà, entro tempi brevi, inviato al Ministero dei Lavori Pubblici.
b) Valle Orco e Soana: è stato predisposto un "Piano Regolatore" che individua, per ora sotto l'aspetto tecnico, gli interventi possibili per incrementare l'attuale produzione idroelettrica.
Tale documento è stato inviato, in questi giorni, ai Sindaci dei Comuni interessati, al Presidente della Comunità Montana, al Presidente del Parco del Gran Paradiso e all'ENEL.
Nello studio in corso di elaborazione da parte dell'AEM è sembrato opportuno porre attenzione anche alle risorse energetiche della contigua Val Soana perché un'utilizzazione coordinata con quella della Valle Orco può portare a soluzioni più razionali e convenienti. La massima parte degli impianti insiste su territorio soggetto a vincolo a favore del Parco Nazionale del Gran Paradiso e recenti provvedimenti legislativi hanno ulteriormente esteso e posto più severe condizioni di salvaguardia.
Nei recenti incontri tra l'ENEL e l'AEM è stato accennato alle diverse forme di intervento possibile ed è convinzione dell'AEM di Torino che nello spirito di collaborazione instauratosi con l'ENEL e tenendo conto delle nuove possibilità di iniziative congiunte rese possibili dall'articolo 3 della legge 309/1981 (con la possibilità di costituzione di consorzi o di società miste tra l'ENEL, le Regioni, i Comuni e le loro aziende) sia opportuno individuare le soluzioni che consentano la realizzazione degli impianti della Valle Soana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Ringrazio l'Assessore per la risposta, naturalmente tardiva come lo sono tutte le risposte rimaste in attesa della soluzione della crisi della Giunta regionale. Constato come l'importantissimo argomento delle risorse idriche ai fini di produzione di energia elettrica, si affacci al dibattito del Consiglio Regionale forse per la prima volta.
Constato anche, rifacendomi a conoscenze, non eccessivamente approfondite, ma abbastanza normali dei documenti di pianificazione, come questo argomento che pure è oggetto di un'importante valenza opzionale rispetto al riscatto socio-economico delle vallate alpine, non sia stato sufficientemente affrontato in tema di pianificazione territoriale. Non per volere ad ogni costo avallare le tesi degli antinucleari, che non mi interessano, ma è noto come il problema energetico rappresenti, per la Regione Piemonte, un grave problema. L'equivoco di avere affacciato in passato, come unica alternativa quella del nucleare, ha ingenerato una serie di diffidenze su questa soluzione, non aliene, tra l'altro, dal discorso dell'utilizzazione complessiva del patrimonio idrico sia nelle valli alpine, sia a valle.
E' questo il vero nodo sul quale devono essere concentrate le nostre attenzioni. Si tratta di una serie di valenze possibili che consentirebbero un recupero di potenzialità sul piano economico oltre che sul piano agricolo e produttivo. Mi rammarico del fatto che solo attraverso una interrogazione, il Consiglio regionale venga a conoscenza del progetto di utilizzazione di concessioni, nella Valle Soana. Invito l'Assessore a renderlo noto ai Consiglieri, perché è una questione molto interessante e molto importante. Il nostro Gruppo è vivamente preoccupato rispetto a quelle previsioni, anche se ne condivide lo spirito, perché sa quale impatto creano tali infrastrutture sul territorio. Auspichiamo che ci sia una attenzione preventiva sulle questioni ambientali e socio-territoriali per evitare che una soluzione, aziendale in chiave unicamente produttiva non risponda né agli interessi delle popolazioni né alla necessità di salvaguardia dell'ambiente. In ambienti come quello delle Valli Orco e Soana (tra l'altro la Valle Orco è già interessata ad un consistente bacino idrico a Ceresole Reale) sono proponibili impianti di limitate proporzioni.
Altre soluzioni non sarebbero accettate dalle popolazioni, così come lo furono in altri tempi. Il Consiglio regionale dovrebbe immediatamente prendere atto di questa situazione anche se mi rendo conto che non tutti gli argomenti sono di interesse di tutti i Consiglieri in funzione del rapporto che essi hanno con le popolazioni. Le popolazioni non sono consistenti perché le valli sono in totale e progressivo spopolamento; è però necessario considerare l'impatto ambientale e socio-economico in una condizione perequativa rispetto a quelle condizioni, ma rispetto anche ad altre condizioni che si dovrebbero affrontare. Attendiamo i documenti e ringraziamo l'Assessore per la risposta.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interpellanza dei Consiglieri Barisione e Montefalchesi inerente la copertura degli organici carenti negli uffici delle imposte di Torino


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Barisione e Montefalchesi inerente la copertura degli organici carenti negli uffici delle imposte di Torino.
Risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

La Giunta condivide la richiesta formulata dagli interroganti e pertanto da parte dell'Assessore sarà posto il problema in sede di Commissione. Del resto nella Commissione stessa è presente anche uno dei Consiglieri interroganti, quale membro effettivo, e quindi il problema potrà essere prospettato congiuntamente dai rappresentanti della Regione in seno alla Commissione. Si fa presente per altro che della problematica in oggetto si è avuto occasione di accennare in sede di Commissione Regionale per l'impiego in quanto il Comune di Torino, che da tempo e in diverse occasioni si è occupato delle difficoltà operative degli Uffici Finanziari di Torino, ha riproposto, in sede di Commissione, fra le altre indicazioni per progetti per l'impiego di lavoratori disoccupati in servizi socialmente utili, anche uno specifico progetto per l'aggiornamento del Catasto attraverso l'utilizzo temporaneo di disoccupati. L'Assessore al Lavoro della Regione, da parte sua, ha già avuto occasione di porre all'attenzione dell'allora Ministro delle Finanze Forte, nel luglio scorso il problema del personale degli Uffici Finanziari di Torino, in occasione della vertenza concernente i lavoratori precari degli stessi. La Giunta regionale è consapevole dell'importanza clic assume la copertura dei posti vacanti negli organici degli Uffici Finanziari per due ordini di considerazioni: la prima deriva dalla constatazione che solo attraverso una dotazione organica adeguata per quantità e qualità l'Amministrazione Finanziaria può avere quel recupero di efficienza che le consenta maggiori risultati nella lotta all'evasione fiscale che costituisce uno dei problemi principali della nostra politica economica. La seconda è che nella difficile situazione occupazionale attuale, la copertura degli organici dell'Amministrazione Finanziaria potrebbe consentire l'inserimento di un certo numero di giovani laureati e diplomati e costituire un segno non determinante ma certo significativo che qualcosa si muove nel mercato del lavoro torinese. Per un approfondimento di queste problematiche ed anche per una maggior conoscenza dei dati quantitativi e qualitativi ad essa relativi l'Assessorato ha preso contatto con il nuovo Intendente di Finanza di Torino con il quale l'Assessore intende avere prossimamente un incontro. Va sottolineato infine che le difficoltà e i disagi della Amministrazione Finanziaria, conseguenti alla carenza di personale e di strutture nonché a modelli organizzativi e piante organiche obsolete, sono in questi giorni nuovamente al centro del dibattito nazionale, attraverso dure prese di posizione delle organizzazioni sindacali del settore, ampiamente riprese dai quotidiani economici, dalle quali si auspica possano derivare in breve tempo provvedimenti idonei ad affrontare il problema aperto. Più in generale la Giunta conferma l'importanza, nell'attuale situazione di crisi, del ruolo dell'offerta pubblica di nuova occupazione naturalmente da parte di quegli Enti e in quei settori dove l'inserimento di personale è condizione necessaria per l'efficienza dei servizi, nonché l'importanza, per le qualifiche per le quali ciò è possibile, che le nuove assunzioni avvengano anche da parte della pubblica amministrazione per il tramite degli Uffici di Collocamento. La Giunta ribadisce dunque l'impegno a suo tempo già assunto con le Organizzazioni Sindacali a seguire con particolare attenzione l'evoluzione dell'occupazione nel settore pubblico anche al fine di prevedere i fabbisogni, nella consapevolezza dell'importanza di arrivare anche in questo campo ad una programmazione di offerta di occupazione del settore pubblico anche al fine di individuare le eventuali esigenze formative, per un miglior inserimento ed utilizzo del nuovo personale nella ricerca di una miglior efficienza della Pubblica Amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Barisione.



BARISIONE Luigi

Mi dichiaro soddisfatto della risposta fornita dall'Assessore. Nella commissione regionale per l'impiego era emersa tra le proposte del Comune di Torino, quella di adeguare gli organici dei musei e delle biblioteche comunque di quelle strutture che rimangono chiuse per carenze di personale.
Sono noti i conflitti di competenze tra i Ministeri, in ordine a tali esigenze.
Nell'incontro che la Commissione regionale per l'impiego avrà a Torino con il Ministro De Michelis occorrerà chiedere con forza che il Ministero del Lavoro diventi il punto di riferimento anche per il problema degli organici nella pubblica amministrazione e negli enti locali, anche per quanto riguarda strutture dipendenti da altri Ministeri. In particolare è di particolare urgenza la soluzione per quanto si riferisce all'organico dell'Ufficio delle Imposte all'interno del quale si assiste a numerose disfunzioni sia perché si ricorre a precariato, sia perché a fronte di concorsi espletati non avviene l'immissione in ruolo del personale.
Nella interpellanza da noi presentata chiediamo, visto che non vengono banditi i concorsi nazionali, di bandire concorsi specifici per la Regione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza del Consigliere Biazzi inerente l'utilizzazione delle provvidenze CECA in ordine all'aiuto predisposto dalla CEE per le situazioni di crisi siderurgica


PRESIDENTE

Interpellanza del Consigliere Biazzi, inerente l'utilizzazione delle provvidenze CECA in ordine all'aiuto predisposto dalla CEE per le situazioni di crisi siderurgica.
Risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore all'industria

In data 26/10/1983 in risposta ad una analoga interrogazione sono stati illustrati i meccanismi per accedere alle provvidenze predisposte dalla CEE, cosiddetti fondi CECA, al fine di fronteggiare la crisi nel settore siderurgico.
Ritengo opportuno ricordare che in data 21/3/83 il Mediocredito Piemontese ha sottoscritto con la CECA la convenzione per un prestito globale di 50 miliardi. Ad esso possono accedere ed ottenere finanziamenti agevolati, le piccole e medie imprese, che non occupino più di 500 lavoratori e che abbiano immobilizzazioni tecniche inferiori ai 40 miliardi. Secondo le informazioni assunte il Mediocredito Piemontese sta predisponendo, in questi giorni, una relazione sulla gestione di questo fondo.
A metà dicembre il Direttore dell'Istituto aveva fornito all'Assessorato Industria i seguenti dati. Alla data del 30 novembre il Mediocredito aveva approvato il programma di investimenti di 50 ditte ed aveva deliberato 37.766.500.000 di finanziamenti.
Le aziende erano così dislocate: 21 in provincia di Torino, 11 in quella di Novara, 6 a Vercelli, 6 ad Alessandria, 5 a Cuneo ed 1 ad Asti. Secondo le dichiarazioni delle aziende, con la realizzazione degli investimenti saranno creati 517 nuovi posti di lavoro. Alla stessa data erano in istruttoria presso gli uffici bancari i piani di 54 aziende, per un importo complessivo di 27 miliardi. Sul piano territoriale erano così suddivisi: 22 a Torino, 13 a Novara, 13 a Cuneo, 3 ad Alessandria, 2 ad Asti ed 1 a Vercelli. I finanziamenti richiesti complessivamente ammontano a 64 miliardi. Secondo le previsioni del Direttore del Mediocredito a fine dicembre 83, dovevano essere erogati alle aziende 10 miliardi di finanziamenti.
Le imprese che hanno presentato i piani di investimento appartengono ai settori più disparati e dovranno (sulla base delle loro dichiarazioni) attivare complessivamente circa 1.000 nuovi posti di lavoro.
Poiché i fondi sono pressoché esauriti il Mediocredito non esclude la possibilità di ottenere un nuovo prestito globale dalla CECA. La Direzione dell'Istituto ha tuttavia affermato che in questo momento non si possono fare previsioni anche in considerazione delle difficoltà sopravvenute recentemente a livello politico-comunitario.
L'Assessorato all'Industria sta verificando la possibilità di attivare un nuovo prestito globale: a tale proposito ha già avviato contatti con Finpiemonte e il Mediocredito Piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

E' indubbiamente positivo che i 50 miliardi a disposizione possano tradursi in investimenti. E' un contributo non irrilevante per l'economia piemontese. Non si può però non rilevare alcuni aspetti non positivi sul modo con cui sono stati assegnati i fondi.
Il Regolamento CEE stabilisce che i fondi vengano prioritariamente destinati per l'assunzione di lavoratori ex-siderurgici. Per rispettare questa priorità ci vogliono delle iniziative da parte della Regione in collegamento col Mediocredito. In un documento approvato all'unanimità dalla IV Commissione si richiede di verificare con l'Ufficio Regionale del Lavoro e con la Commissione regionale dell'impiego le liste speciali di lavoratori, già predisposte, di confrontare queste liste con quelle ordinarie e di affrontare in quella sede le esigenze formative che deriverebbero inevitabilmente dall'attuazione di questi progetti. E' necessario un ruolo attivo della Regione perché questi fondi vengano finalizzati rispettando le priorità inviate dalla CEE in modo che si traducano in interventi a favore delle zone maggiormente colpite dalla crisi siderurgica. Il Mediocredito aveva dichiarato disponibilità a collaborare; tale disponibilità va verificata ancora e messa alla prova.
Occorre acquisire maggiori elementi di conoscenza. Per esempio si potrebbe acquisire il numero delle domande presentate nelle singole zone e quante risposte positive hanno avuto; si potrebbe inoltre approfondire l'analisi per settori produttivi; quante le domande presentate per settore e quante hanno avuto risposta positiva. Si potrebbe così verificare, senza violare la riservatezza della banca, se le indicazioni della Regione e la priorità CECA sono state rispettate.
Poiché altri fondi possono essere messi a disposizione nel 1984, la Regione deve svolgere un suo ruolo per far rispettare le priorità che fra l'altro coincidono con le linee di intervento nel settore industriale che la Regione si è data e che l'Assessore con coerenza porta avanti.
Ringrazio l'Assessore della risposta.


Argomento: Problemi energetici

Interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente i progetti dimostrativi nel campo dell'energia. Comunicazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della CEE del 28/3/1983


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Montefalchesi inerente i progetti dimostrativi nel campo dell'energia. Comunicazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della CEE del 28/3/1983.
Risponde l'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'energia

A tutt'oggi gli Uffici del Servizio energia non hanno ricevuto proposte di progetti dimostrativi da presentare alla Commissione delle Comunità Europee per il finanziamento previsto dalla comunicazione ufficiale comunitaria del 23 marzo 1983. Un'unica proposta, dell'Azienda Agricola Bellaria di Trecate (NO), interessante la sostituzione di idrocarburi con la lolla di riso nell'essiccazione del mais, ci è pervenuta, per conoscenza, il 31, agosto 1983, in quanto il soggetto richiedente ha inviato la proposta di progetto direttamente presso la Comunità europea. A proposito di tale problema vanno però fatte due considerazioni in merito al ruolo della Regione, sia come soggetta interessato direttamente ai sostegni comunitari, sia come soggetto promotore di azioni di consulenza e assistenza nei confronti di operatori, enti e organismi interessati alla presentazione di progetti dimostrativi.
1) Nel primo caso la Regione non ha potuto presentare proposte proprie in quanto le intese con gli enti energetici di Stato non hanno ancora prodotto progetti regionali con le caratteristiche "dimostrative" richieste dal bando. In ogni caso i progetti devono possedere, a monte, precisi studi di fattibilità non ancora definiti.
2) Nel secondo caso la Regione potrebbe promuovere azioni di assistenza e consulenza qualificata, a favore di soggetti esterni pubblici e privati soltanto attraverso interventi promozionali e consulenze tecniche esterne che necessitano di precisi programmi e di adeguate risorse finanziarie come già attivate nell'aprile 1981. Si deve altresì tener presente che: a) la eventuale consulenza degli Enti di Stato per i progetti dimostrativi può riguardare soltanto i soggetti che hanno stipulato le intese b) la Regione non può impegnare risorse finanziarie per pagare consulenti esterni se non in casi di particolari necessità data la situazione in cui versa il bilancio regionale c) la Finpiemonte potrà essere attivata in tal senso, alla luce di un incontro avvenuto recentemente, anche ai fini dell'attuazione della 308.
Siamo in attesa di una proposta di collaborazione che la Finpiemonte sta predisponendo su nostra richiesta verbale.
Questa risposta è stata predisposta prima della riunione dei giorni scorsi presso l'Assessorato con l'Assessore comunale all'Ecologia e con rappresentanti dell'Azienda Elettrica Municipale e dell'ENEA, che hanno presentato un progetto di teleriscaldamento ai sensi della legge n. 308 al Ministero dell'Industria. Si è discusso sulla opportunità di ricorrere anche al finanziamento CEE. Ho dichiarato la disponibilità della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La risposta che abbiamo sentito è grave: la Regione non ha presentato i progetti perché non è stata in grado di formularli. Questo fatto è grave perché evidenzia l'improvvisazione con cui la Regione affronta i problemi energetici, in particolare quelli relativi alle fonti rinnovabili. E' opportuno evidenziare la negatività del divario esistente nell'impegno della scelta nucleare rispetto al disimpegno sul terreno delle fonti rinnovabili e del risparmio. La Regione deve pensare di dotarsi di strutture per la progettazione, avvalendosi delle risorse culturali e scientifiche presenti in Piemonte. Sollecito la Giunta regionale a presentare un progetto di legge che individui le risorse e i possibili soggetti, a partire dalla Finpiemonte, per la creazione di una struttura di progettazione in grado di essere pronta in appuntamenti così importanti come quello della energia.



BENZI GERMANO


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione del Consigliere Martinetti inerente la cartiera di Ormea. Impianti di depurazione


PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

Interrogazione del Consigliere Martinetti, inerente la Cartiera di Ormea. Impianti di depurazione.
Risponde l'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore alla tutela dell'ambiente

In applicazione della Legge 650/79, che stanziava fondi a beneficio delle Regioni per la concessione da parte di queste di contributi alle aziende che avessero realizzato impianti di trattamento degli scarichi veniva approvata dal Consiglio regionale la Legge 4/81. A questa legge faceva seguito la deliberazione del Consiglio regionale del 1° aprile 1981 che fissava criteri, priorità e modalità per la compilazione delle domande e il loro esame, ed una seconda deliberazione del 27 gennaio 1982 con cui veniva approvato il primo piano di riparto dei contributi. Non tutti i fondi a disposizione, però, venivano distribuiti. Il Consiglio regionale approvava allora una nuova legge (la n. 23/82), alla quale seguiva una deliberazione del 24 novembre 1982, del tutto analoga a quella del I aprile 1981, per riaprire i termini di presentazione delle domande.
La Commissione istituita dalla legge 23/82 ha esaminato le domande pervenute, ha calcolato i contributi che possono essere concessi ed ha predisposto il secondo piano di riparto. Occorre a questo punto informare il Consigliere interrogante che la Commissione ha deciso di non ammettere a contributo le domande presentate dalle ditte che hanno cambiato la ragione sociale a far tempo dal 1975, e pertanto anche le ditte che fossero state oggetto di trasferimento della proprietà o fossero state dichiarate fallite e rilevate da terzi. Secondo il parere della Commissione tecnica questi fatti giuridici determinerebbero l'interruzione della continuità nella conduzione dell'azienda, requisito ritenuto necessario per la concessione del contributo. Sembra che questo orientamento sia stato sempre seguito dalla Commissione, per cui ne verrebbe, per il caso della ditta in oggetto la seguente situazione: il 6 giugno 1979 viene dichiarato il fallimento della Cartiera di Ormea il 13 ottobre 1981 viene costituita una nuova società, e cioè La Nuova Cartiera, che rileva l'azienda dal fallimento e presenta la domanda di contributo.
Ripeto che secondo la Commissione il fallimento di un'azienda e la conseguente cessione da parte del fallimento del complesso aziendale ad una nuova società, sono stati considerati fatti che interrompono la continuità dell'azienda e comunque tali da condurre all'esclusione dal finanziamento.
In ordine ai rilievi della Commissione tecnica faccio rilevare - ed in questo consento con lo spirito della interrogazione presentata dal Consigliere Martinetti - che compito di una Commissione tecnica è quello di esaminare i progetti, e di darne la valutazione tecnica e non quello di dare pareri giuridici o politici: questi ultimi competono esclusivamente agli organi istituzionali della Regione. Non per nulla, nella fattispecie il riparto deve essere approvato dalla Giunta, esaminato dalla Commissione competente e infine approvato dal Consiglio.
Mi pare di dover dichiarare il mio personale convincimento che l'interpretazione da dare alla normativa di cui alla legge 650 non sia quella della continuità giuridica, ma piuttosto quello che considera l'unità produttiva in quanto tale, a nulla rilevando le vicende giuridiche dell'azienda. Per questa ragione, anche perché alcuni Consiglieri mi hanno chiesto informazioni sullo stato di alcune pratiche dal cui esame ho rilevato che la Commissione ha adottato un criterio interpretativo delle "modificazioni" che mi pare di non poter condividere, ho disposto la sospensione dell'atto deliberativo, riservandomi di esaminare personalmente tutto il complesso dell'iter seguito dalla Commissione tecnica sul punto della interpretazione della normativa. Ciò potrà comportare un qualche ritardo, sia pure soltanto a tempi brevi, ma mi sembra necessario, sia perché si, tratta di lavori che non ho seguito (perché non c'ero), sia per dare una risposta puntuale al Consigliere interrogante e agli altri Consiglieri che me ne hanno fatto richiesta.



PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Esprimo piena soddisfazione per la risposta dell'Assessore, soprattutto relativamente all'ultima parte. La risposta dimostra come l'Assessore abbia preso a cuore il problema e intenda risolverlo non sulla semplice base di formalismi burocratici ma sulla sostanza. A questo proposito ritengo opportuno interessare formalmente al caso il Presidente della Giunta e l'Assessore al Lavoro. Il proseguimento dell'attività della Cartiera di Ormea, è stato possibile grazie all'intervento dell'Amministrazione regionale dei Comprensori, dei Comuni. Adesso si sostiene che l'attività non è la stessa e, in base a questa affermazione puramente burocratica, si tende a negare il contributo per la sistemazione degli scarichi fognari.
Io mi auguro che la Giunta voglia aderire all'impostazione che l'Assessore molto opportunamente sta dando alla pratica.



MARCHIARO MARIA LAURA


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione dei Consiglieri Picco e Bergoglio inerente i programmi di ristrutturazione dei reparti di oncologia


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Interrogazione dei Consiglieri Picco e Bergoglio, inerente i programmi di ristrutturazione dei Reparti di Oncologia.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Le ristrutturazioni in corso presso l'Ospedale San Giovanni Vecchio risultano essere opere di straordinaria manutenzione che non prevedono lo smantellamento di alcuna struttura, ma anzi dovrebbero permettere la bonifica e il risanamento delle strutture stesse. Tali opere, che sono eseguite senza interruzione dei servizi, comprendono: nuova collocazione del Laboratorio di Analisi e del Servizio di Anatomia e Istologia Patologica rifacimento dei servizi igienici della Divisione di Radioterapia e ripulitura dei locali di degenza con sostituzione dei pavimenti; e avranno termine entro il mese di marzo '84.
Devono avere inizio, inoltre, lavori di risanamento dei sottopiani che dovrebbero terminare entro il maggio del 1984.
Si precisa che sono già stati effettuati interventi di potenziamento delle zone ambulatoriali e dei servizi diagnostici e più precisamente: trasferimento del Day Hospital nei locali precedentemente occupati dal Reparto Pensionati, temporaneamente chiuso presenza di ulteriori consulenti nei poliambulatori quali neurologi e otorinolaringoiatri adeguamento delle attrezzature sanitarie (sostituzione del calcolatore per piani di terapia, di una sviluppatrice automatica, di un amplificatore di brillanza, di due scialitiche e due elettrobisturi) utilizzando anche fondi della C.R.T. L'insieme di queste opere ha permesso, senza diminuzione dei posti letto di degenza, di migliorare tra l'altro l'operatività del Day Hospital.
Al momento non risulta alla Regione che esistano da parte dell'USSL proposte formali di ristrutturazione del Centro Tumori.
Peraltro ogni iniziativa in questo senso dovrà essere valutata alla luce delle proposte del programma, in via di approvazione, della Commissione regionale tecnico-consultiva sulla prevenzione dei tumori e assistenza oncologica.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Le notizie fornite dall'Assessore sotto un certo aspetto ci dovrebbero tranquillizzare, dalle quali però non è emerso che nel centro oncologico che ha sede nella struttura, i tempi della prenotazione delle visite si sono allungati. Questo dato contrasta con le notizie date dall'Assessore.
Se i lavori si svolgono senza che l'attività del centro ne risenta, perch si verificano questi allungamenti nelle prenotazioni? Ci domandiamo se non sia opportuno in fase di ristrutturazione straordinaria, che addirittura prevede una diversa collocazione di servizi e di reparti, prevedere l'ampliamento del centro che è uno dei più importanti tra quelli esistenti nel nostro Paese.
La nostra preoccupazione non è di poco conto se consideriamo che siamo nel campo di malattie che proprio attraverso la tempestività dell'intervento possono essere frenate o ridotte negli effetti devastanti del cancro.
Vorremmo che l'Assessore ci desse al riguardo delle assicurazioni, perch purtroppo il numero degli ammalati non è in diminuzione, quindi il potenziamento dell'attrezzatura del centro ci sembrerebbe un modo serio di affrontare il problema del cancro nella nostra città.
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Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione del Consigliere Marchini inerente i volumi "Progetto per la pianificazione delle risorse idriche del territorio piemontese"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Interrogazione del Consigliere Marchini inerente i volumi "Progetto per la pianificazione delle risorse idriche del territorio piemontese".
La parola all'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'uso e risanamento delle acque

Alcuni giorni dopo il mio insediamento, e precisamente l'11 agosto u.s., venivo informato dal Capo del Servizio per l'Uso delle Acque, Ing.
Giovanni Giuffrida, che qualche tempo prima si era constatata la sparizione, dal magazzino regionale di Pescarico in S. Mauro, dove erano state depositate, di circa 1.400 copie dello studio "Progetto per la pianificazione delle risorse idriche del territorio piemontese".
Lo stesso capo del servizio mi esibiva copia di un appunto in data 7 dicembre 1982 del funzionario del servizio regionale per l'uso delle acque ing. Orazio Ruffino, e da lui sottoscritto per presa visione, nel quale si segnalava il fatto all'Assessore allora in carica.
Nell'appunto si diceva fra l'altro che: "Il fatto è stato constatato in primo luogo dal Sig. Martino P. dipendente regionale, responsabile del magazzino per conto dell'Assessorato all'Istruzione. Successivamente, il giorno 1 dicembre 1982, mi sono recato, assieme al suddetto dipendente, nel magazzino ed ho potuto personalmente constatare quanto su esposto. Per quanto si è potuto accertare, non risulta che i volumi siano stati trasferiti, a nostra insaputa, in altra sede. Si resta in attesa di disposizioni in merito".
Questa nota rimaneva senza seguito.
In data 17 agosto - e cioè sei giorni dopo la comunicazione fattami dal Capo del Servizio per l'uso delle acque -, sentito il parere del Presidente della Giunta regionale, presentavo un formale esposto al Commissariato di Polizia di Torino Centro, per ogni opportuna e conseguente determinazione da parte degli organi competenti.
Della vicenda è stato investito il sostituto procuratore della Repubblica dott. Vitari.
Questo per quanto riguarda i fatti di mia competenza. Per quanto riguarda la vicenda pregressa informo l'interrogante di quanto segue: A conclusione dello studio del progetto, la Giunta regionale, con deliberazione 23 ottobre 1979 decise di affidare l'incarico della stampa dell'opera alla ditta "Rotostampa Litografica" di Torino.
L'incarico consisteva nella stampa di 5.000 copie, essendo ogni copia costituita da una relazione, da un atlante e da quatto volumi di tabulati.
A conclusione dei lavori di stampa la ditta Rotostampa ebbe a consegnare l'intera opera a più riprese, depositandola nel capannone della Regione Piemonte a Pescarito di S. Mauro.
Contemporaneamente venne effettuata la spedizione dei volumi a cura della Ditta Bodino di Torino, alla quale era stato affidato l'incarico per l'imballaggio in opportuni contenitori forniti dalla Cartotecnica Dora e la loro spedizione agli Enti interessati per un totale di circa 3.250 copie.
Alla stessa ditta venne affidato l'incarico dell'imballaggio e dell'immagazzinamento nel capannone di Pescarito, delle rimanenti copie (1.500 copie per un totale di circa 9.000 volumi). Questa operazione sarebbe stata conclusa nel 1981. Per quanto si riferisce alle domande dell'interrogante rispondo che: 1) è vero che non sono stati reperiti presso i magazzini della Regione circa 1.400-1.500 copie del "Progetto per la pianificazione delle risorse idriche del territorio piemontese" per un complesso di 9.000 volumi (1.500 per 6 = 9.000) 2) è stata presentata regolare denuncia all'autorità di polizia giudiziaria dal sottoscritto in quanto Assessore competente per la materia 3) il Consigliere regionale interrogante ha diritto, a norma dell'art. 12 comma 3, dello Statuto di ottenere dagli uffici tutte le notizie e le informazioni utili all'esercizio del suo mandato, e quindi può prendere visione di tutta la documentazione esistente presso gli uffici della Regione.
Aggiungo, infine, che nella fretta di presentare l'esposto-denuncia, ho moltiplicato il numero delle copie (1.500) per 4 (presso il mio ufficio infatti esistevano solo i 4 volumi dei tabulati), per cui il totale dei volumi indicato risulta di 6.000 anziché di 9.000 (I.500 x 6).
Gli uffici hanno però provveduto direttamente a rettificare il conto dei volumi.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Della materia è investita l'autorità giudiziaria, quindi la risposta dell'Assessore è stata estremamente prudente. Pertanto ci dichiariamo soddisfatti dal punto di vista formale.
Ritengo tuttavia imprudente la risposta dell'Assessore quando dà per scontati fatti che probabilmente dovranno essere accertati solo successivamente.
Questi volumi risulterebbero impacchettati e consegnati e soltanto una rimanenza trasferita a Pescarito. Questa mi pare una lettura imprudente.
Tra l'altro mi è stato ricordata che ho diritto di ottenere dagli Uffici le notizie che ritengo utili e di prendere visione della documentazione relativa a questa vicenda; non sono un Consigliere di nuovissima nomina da non sapere queste cose.
Se ho chiesto alla Giunta di riferire in Consiglio evidentemente avevo interesse ad avere un giudizio critico, oltre alla mera trasmissione dei dati. Limito con queste osservazioni le mie considerazioni e prendo atto che lo spazio di discussione tra la Giunta e l'interrogante, è ridotto visto che del fatto se ne occupa l'autorità giudiziaria.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Cernetti inerente le violenze ai danni dei ricoverati negli ospedali


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Interrogazione della Consigliera Cernetti, inerente le violenze ai danni dei ricoverati negli ospedali.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

In ordine alla vicenda circa presunti episodi di violenza carnale verificatisi in due presidi sanitari piemontesi (Ospedale Maggiore di Novara e Ospedale Molinette di Torino) sono da ritenersi più che condivisibili le considerazioni espresse sull'argomento da parte dell'interrogante.
In questo quadro d'altra parte, se è vero che trattasi di episodi singoli ben difficilmente prevenibili a priori, e fatte in ogni modo salve le decisioni che la Magistratura autonomamente dovrà assumere a carico dei responsabili,nel caso siano comprovate le ipotesi di reato denunciate legittimamente più severe in relazione al contesto entro il quale si sono configurate, è altrettanto vero che una strategia di interventi più complessiva promossa dal livello regionale, rappresenta una modalità concreta per affrontare correttamente la problematica. In questo senso sono all'esame dell'Assessorato alcune iniziative specifiche finalizzate alla responsabilizzazione dei dirigenti e del personale del S.S.R. anche attraverso una puntuale diffusione all'interno dei presidi e servizi della "Carta dei diritti del cittadino" in aderenza alle intese raggiunte con il Tribunale per i diritti del Malato: art. 5 "Il ricovero deve avvenire in strutture ospedaliere e di cura che rispettino la dignità e l'intimità della persona, (.)".
Allo stesso tempo la normativa regionale sulla partecipazione attualmente in corso di predisposizione, per gli aspetti afferenti gli operatori del S.S.R. intende marcare con forza il reticolo dei diritti ma anche dei doveri che deve improntare il corretto sistema dei rapporti con gli utenti.
Infine la valorizzazione del ruolo del volontariato, ricordo che la legge regionale, a suo tempo approvata, quanto prima sarà riesaminata dal Consiglio dopo le osservazioni del Commissario di Governo, e in particolare lo sviluppo della politica di formazione del personale si pongono come strumenti, che opportunamente modulati sulle specifiche tematiche, nella prospettiva, potranno rappresentare un punto di riferimento preciso per qualificare meglio i rapporti fra cittadino e servizi.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Mi dichiaro soddisfatta della risposta dell'Assessore in ordine alle misure che saranno prese per eliminare un fenomeno che sembra più grave di quanto non risulti dai casi isolati che sono venuti alla luce in questi ultimi tempi. Non è nemmeno il caso di sottolineare il modo in cui la violenza sessuale si è esercitata trattandosi di persona malata, quindi in condizione di inferiorità, senza considerare gli aspetti psicologici di chi è ricoverato in una struttura ospedaliera che finisce col sentirsi come un oggetto.
E' un fatto ancor più esecrabile di quello che avviene ai danni di donne sane. Non resta che invocare l'intervento della Regione a livello governativo perché la proposta di legge all'esame della Commissione passi in Parlamento affinché anche questo problema grave e scottante finalmente trovi posto nella normativa nazionale di un Paese civile.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente i lavori di sbancamento e modifica del terreno in regione A-Pra, sulla sponda orografica sinistra del fiume Dora Riparia


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Interrogazione dei Consiglieri (Bastianini), Marchini, Turbiglio inerente i lavori di sbancamento e modifica del terreno in Regione A-Pra sulla sponda orografica sinistra del fiume Dora Riparia.
Risponde l'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'urbanistica

L'oggetto dell'interrogazione riguarda i lavori intrapresi dal geom.
Sergio Bertolotto in regione la Prà di Alpignano, relativi ad una sistemazione di un terreno in fregio al fiume Dora. Al riguardo risulta che il Comune di Alpignano ha ricevuto in data 11.3.1982 una richiesta di autorizzazione, da parte del geom. Bertolotto, per la sistemazione del terreno in questione.
Nelle more del rilascio della stessa il Comune veniva informato in data 29.4.1982 dai Carabinieri dell'avvenuto inizio abusivo dei lavori di sbancamento. A seguito di sopralluogo, in data 30.4.1982 veniva notificata ordinanza di sospensione dei lavori al privato e veniva informata l'autorità giudiziaria competente in data 3.5.1982.
In data 18.5.1982 veniva esaminata dalla Commissione Igienico Edilizia la richiesta di autorizzazione, che veniva rilasciata in data 25. 5.1982 senza alcuna motivazione specifica. In ordine ai rilievi di legittimità dell'autorizzazione è stato accertato che la carta del dissesto e programmazione che fa parte degli elaborati del P.R.G.C. di Alpignano contiene delle indicazioni di carattere generale e non di immediata applicazione.
Tuttavia, fermo restando che non pare invocabile la violazione dell'art. 29 della L.R. n. 56/1977 in quanto non trattasi nel caso in questione di nuova edificazione o di opere di urbanizzazione, si assicura che sarà verificata la compatibilità delle opere con il potenziale dissesto geologico (con la segnalazione al Servizio Geologico) e con le norme di polizia fluviale (Ufficio del Genio Civile di Torino) e che verrà, se del caso, richiesta al Comune l'assunzione dei conseguenti provvedimenti repressivi.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Gli interroganti si dichiarano soddisfatti della risposta dell'Assessore. Non è il caso di fare commenti perché si tratta di una risposta in ordine ai poteri di controllo di cui si dichiara la volontà di attuazione.
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Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione dei Consiglieri Ferro e Turco inerente l'autorizzazione provvisoria alla ditta SPAIC di installare e gestire una discarica di rifiuti


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Interrogazione dei Consiglieri Ferro e Turco, inerente l'autorizzazione provvisoria alla Ditta Spaic di installare e gestire una discarica di rifiuti.
La parola all'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore agli scarichi industriali

In risposta all'interrogazione dei Consiglieri Ferro e Turco occorre osservare preliminarmente: 1) che l'area in oggetto non è soggetta a vincolo idrogeologico 2) che le aree inserite nella proposta di "Piano regionale dei parchi" riguardavano le "Rocche dei Roeri", e più precisamente le aree calanchive situate nei pressi dei concentrici e non già tutto il territorio denominato "Roeri". Si ritiene opportuno ricordare ancora che le opposizioni all'inserimento del territorio nel Piano dei parchi furono tali da indurre la Giunta regionale ad escludere tali aree dal piano. Fra le opposizioni quella del Consiglio di gestione del Comprensorio caccia n. 17 "dei Roeri" dell'11 giugno 1975 e quella avanzata nella riunione tenutasi a S. Stefano Roero, con la presenza attiva della Pro Loco, della Federcaccia, della Coltivatori Diretti, il 19 settembre 1979, riferita anche da "La Stampa".
Per quanto riguarda le informazioni richieste si osserva che nel rilascio della citata autorizzazione, oltre a prendere atto della concessione rilasciata dal Comune ai sensi della L.R. 56/77, si accertava anche che sull'area non esistevano vincoli di carattere idrogeologico, paesaggistico o di bellezze naturali, naturalistico (parchi, riserve naturali, ecc.).
L'autorizzazione prevede comunque che, ad esaurimento della discarica l'area venga integralmente recuperata con una copertura finale dei rifiuti costituita da cm. 50 di inerti selezionati e compattati, da uno strato intermedio di cm. 40 di terreno agricolo e da uno strato finale di cm. 20 di terra vegetale. Il tutto dovrà essere realizzato in modo da assicurare e facilitare lo sviluppo della vegetazione. Il recupero previsto dal progetto è a colture tipiche dei luoghi o a rimboschimento.
Sul secondo punto dell'interrogazione gli organi di controllo dell'U.S.L. e la Provincia di Cuneo, non hanno mai segnalato a questo Assessorato anomalie nella conduzione della discarica, ma rilevavano unicamente il fatto che la Ditta aveva attivato la discarica senza la prescritta autorizzazione e che la cosa era stata denunciata al Pretore territorialmente competente ai fini dell'accertamento dei fatti e l'irrogazione delle sanzioni previste dal DPR 915.
L'autorizzazione è stata rilasciata con una puntuale serie di prescrizioni che non tenevano conto dell'avvenuta attivazione, come peraltro rilavato dagli interroganti.
In base all'autorizzazione, la Ditta dovrà ottemperare a quanto in essa prescritto. E' ovvio che la natura delle prescrizioni per l'attivazione della discarica implica la pulizia nel sito. Sulla terza domanda si precisa che la possibilità di una revoca di autorizzazione non può essere esclusa qualora gli organi preposti al controllo rilevino e denuncino alla Regione reiterate violazioni e/o inadempienze, da parte della Ditta, alle prescrizioni contenute nell'autorizzazione o nel caso in cui fossero riscontrate situazioni di pericolo per la salute pubblica e/o per l'ambiente.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Ritengo che gli Uffici dell'Assessorato abbiano sottovalutato le reazioni all'apertura della discarica della Spaic che, tra l'altro, ha avuto anche degli strascichi giudiziari presso la Pretura di Canale.
Forse occorreva più attenzione al fatto che la Spaic aveva richiesto una nuova autorizzazione in un sito dove stava scaricando assiduamente da nove mesi creando numerosi danni all'ambiente.
La dichiarazione dell'Assessore che l'autorizzazione è stata data ignorando che la discarica era stata attivata nove mesi prima e che comunque le prescrizioni implicano la pulizia del sito, rimuove in parte i problemi che erano stati oggetto di contesa e di sfiducia verso l'azione della Regione.


Argomento: Innovazione tecnologica

Interrogazione del Consigliere Carazzoni inerente l'abbandono del progetto di ricerca sulla sicurezza, dei reattori d'acqua leggera "Supersara"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

Interrogazione del Consigliere Carazzoni, inerente l'abbandono del progetto di ricerca sulla sicurezza dei reattori d'acqua leggeri "Supersara".
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore alla cultura

L'occasione di rispondere a questa interrogazione è opportuna per chiedere alla Commissione competente un incontro per riavviare la discussione. Non voglio entrare nella complessa questione dei rapporti tra il Centro di Ispra e la CEE. Convengo con lo spirito da più parti espresso che il Centro di Ispra vive una situazione difficile e che dovrebbe essere avviata in sede nazionale una energica politica per la valorizzazione delle sue iniziative. Nonostante le difficoltà e le divergenze di opinione che in sede nazionale si sono manifestate attorno al progetto Ignitor, divergenze di opinione incentrate sulla preoccupazione che l'apertura nella zona del triangolo industriale di una autorevole struttura di ricerca possa determinare discapito al centro di Frascati, noi abbiamo comunque proceduto sulla base di un consenso crescente all'interno della comunità scientifica a costituire un comitato, al quale hanno aderito il Prof. Sergio Fubini l'Ing. Bonaudi, il Prof. Regge, rappresentanti della Camera di Commercio di Torino, della Cassa di Risparmio, della Fiat, della Provincia di Torino e di altri soggetti pubblici e privati.
Lo scopo del comitato è di mantenere i rapporti con il gruppo di progettazione e di sottoporre alla Commissione Adams, in sede CEE, il progetto Ignitor.
La relazione della commissione, presieduta da Sir John Adams non entra nel merito della qualità scientifica del Prof. Coppi e del suo gruppo di ricerca, affronta soltanto di sfuggita la straordinaria qualità della fisica contenuta all'interno di quell'esperimento e la compara con alcuni tra i maggiori progetti di fusione oggi presenti nel mondo. Si aprono invece delle questioni del tutto necessarie sulla fattibilità tecnica della macchina e sulla possibilità che quell'oggetto possa reggere le sollecitazioni meccaniche a cui l'esperimento la sottoporrebbe. In settori ingegneristici di frontiera non esiste la possibilità di produrre delle sole simulazioni o dei soli studi teorici che siano in grado di valutare con assoluta certezza se esiste la fattibilità. L'unica possibilità è di avviare un concreto studio di fattibilità che impegni un numero di miliardi sia pure modesto ma definito, in modo che attraverso la realizzazione di alcune parti della macchina considerate critiche, la sollecitazione delle medesime, si possa desumere dalla fattibilità complessiva dell'oggetto. Ci si è quindi mossi in questa direzione per ottenere i fondi necessari per passare dal progetto di fattibilità ad un progetto esecutivo che contenesse le verifiche sui materiali e sulle tecnologie, la resistenza alle sollecitazioni e la definizione di alcuni elementi nodali.
Il CIPE ha recentemente con una raccomandazione, invitato l'ENEA ad includere all'interno dei progetti di finanziamenti per questo studio il progetto Ignitor.
Col passare del tempo le probabilità che quel gruppo di progettazione collochi la sua attività non tanto a Ispra (operazione che rientrerebbe nell'interesse territoriale della Regione Piemonte) ma in altri Paesi e in altre aree del mondo è assai concreta.
Il Prof. Taroni ricercatore dell'Enea che ha eseguito per il progetto Ignitor i lavori di simulazione su calcolatore della fisica dei plasmi e contemporaneamente delle resistenze dei materiali, è uno dei dirigenti del progetto Jet Calam.
Il Centro di Ispra ha inviato una lettera alla CEE in cui sì suggerisce la possibilità di considerare il progetto "Supersara" finanziabile. Dopo questa arida elencazione dei fatti e dei passi che sono stati compiuti è opportuno che, dopo i consensi significativi della parte industriale piemontese, attraverso la discussione serena venga una decisione definitiva.
Ho l'impressione che si sia perso del tempo e che se ci si fosse mossi con maggiore decisione probabilmente avremmo una quota non trascurabile di presenza all'interno di quel progetto.
Peraltro i rapporti istituzionali e personali con il gruppo di ricercatori, permette alla Regione Piemonte di recuperare la posizione di leadership, non tanto nella progettazione scientifica, quanto nella localizzazione e nelle definizioni connesse.
Questo argomento merita di essere discusso con maggiore ampiezza affrontando la questione, troppe volte aggirata o trattata con superficialità, del rapporto tra le amministrazioni centrali e gli enti locali e tra gli enti di elezione politica e le strutture tecnico scientifiche. Credo che debba essere riconsiderata l'importanza delle tecnologie per il rilancio della nostra Regione e che il Consiglio regionale debba acquisire valutazioni, anche se non omogenee e uniformi sui movimenti in atto nel mondo delle tecnologie e della scienza a livello internazionale e atteggiamenti e decisioni che sono indispensabili per agganciarsi a quel livello di elaborazione e di scelta.
Sarebbe anche opportuno considerare un incontro con la Federpiemonte poiché un quantitativo non irrilevante di commesse pregiate internazionali sono arrivate alla piccola industria piemontese, che ha livelli avanzati di tecnologia.
Al di là del significato scientifico e di presunte considerazioni sul localismo nostro, che assolutamente rifiuto, anche se vengono da parti politiche assai vicine alla mia, un'operazione di questo genere fa intravedere un ruolo moderno e attivo della Regione Piemonte. Sono strumenti straordinari e insostituibili per l'attività economica piemontese, al di là delle considerazioni di natura culturale e scientifica che ovviamente hanno tempi di ricaduta che non sono commisurabili con i tempi attuali di crisi.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARCHIARO

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Devo ripetere in premessa le osservazioni che già feci in molte altre occasioni e, cioè, che l'interrogazione era attuale alla data in cui venne presentata, 10 febbraio 1983, mentre oggi ha perso gran parte della sua caratteristica di attualità.
Nel mese di febbraio 1983 si parlava di mancanza di fondi CEE e di impossibilità di realizzazione del progetto Super Sara.
Si ipotizzava che da quella decisione il Centro Euratom di Ispra sarebbe stato messo in condizioni di assoluta crisi, per cui si proponeva l'affidamento al Centro stesso di esperimenti alternativi, tra i quali veniva appunto indicato il progetto Ignitor. Da qui il campanello d'allarme che con la presentazione dell'interrogazione il Movimento Sociale Italiano ha ritenuto di fare suonare perché i responsabili regionali volessero prendersi a cuore quella situazione e volessero porre in atto adeguate contromisure per fronteggiare quel pericolo.
Da allora però è passato diverso tempo: il progetto Super Sara credo sia definitivamente abbandonato.
Del progetto Ignitor, nonostante le affermazioni che sono state qui fatte, se ne parla poco o non se ne parla affatto.
Mi pare del tutto assurdo discutere se il progetto potrà essere localizzato a Saluggia in Piemonte, a Ispra in Lombardia, oppure a Frascati nel Lazio.
Nella sua elencazione l'Assessore Ferrero non ha centrato il punto nodale dell'interrogazione da noi esposta. Ma non intendiamo discuterne ora, sia perché non intendiamo porre l'accento sulla fattibilità del progetto, sia perché non abbiamo i numeri per discutere sulle caratteristiche tecniche.
Diamo per scontato che il progetto Ignitor sia fattibilissimo, sia di alta qualificazione scientifica ma discutiamo sul fatto che il progetto Ignitor era stato presentato come il fiore all'occhiello della "Giunta rossa"; alimentandosi la speranza o, meglio, l'illusione che il progetto Ignitor fosse un fatto ormai acquisito: al punto che nel numero 6 del 1981 di "Notizie" del Consiglio regionale, si scriveva che era "pronto" a partire, perché - si aggiungeva - "era stato definitivamente deciso nel corso di una riunione cui hanno preso parte, con il Presidente Enrietti gli Assessori Ferrero, Cerutti, Moretti, Rivalta, alcuni parlamentari piemontesi e il Prof. Bruno Coppi".
Nel dichiararmi favorevole a quel più ampio e più approfondito dibattito che anche la nostra parte politica ritiene debba essere fatto, mi si permetta di sottolineare, la facilità e la demagogia con cui l'esecutivo passato, presieduto da Enrietti, ha operato anche per il progetto Ignitor.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Comunico che viene data risposta scritta alle seguenti interrogazioni: n. 569 del Consigliere Carazzoni inerente le spese della Giunta regionale per la produzione di carta stampata n. 719 dei Consiglieri Chiabrando e Penasso inerente gli indennizzi per il risanamento del bestiame.



CARAZZONI Nino

Per dovere di cortesia ringrazio il Presidente e mi dichiaro soddisfatto della risposta scritta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio", rendo noto che hanno chiesto congedo i Consiglieri: Bruciamacchie, Cerutti, Ferrari, Mignone, Sartoris, Testa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 350: "Provvedimenti per incentivare investimenti produttivi nel settore dell'artigianato", presentato dai Consiglieri Sartoris, Brizio Cerchio, Genovese, Ottaviano, Penasso e Quaglia in data 5 gennaio 1984 N. 351.: "Interventi per l'inserimento qualificato di giovani disoccupati e di lavoratori in cassa integrazione o ex dipendenti da aziende in crisi in cooperative già formate o di nuova costituzione", presentato dai Consiglieri Reburdo e Montefalchesi in data 11 gennaio 1984 N. 352: "Proposta di modifica dell'arti 6 della legge regionale 22 agosto 1982, n. 10 'Istituzione, compiti, modalità di funzionamento e responsabilità del Collegio dei Revisori dei Conti delle UU.SS.SS.LL. ai sensi dell'arti 13 della legge 181/1982", presentato dai Consiglieri Marchini, Gerini e Turbiglio in data 13 gennaio 1984 N. 353: "Norme transitorie relative ai patrimoni e al personale delle IL.PP.AA.BB. e delega di funzioni ai comuni", presentato dalla Giunta regionale in data 13 gennaio 1984 N. 354: "Istituzione di una speciale Commissione consiliare ai sensi art.
19 dello Statuto concernente l'attuazione in Piemonte e nell'U.S.L. n. 24 della legge 180/1978, oltreché dell'allegato n. 18 e dell'arti 19 del piano socio-sanitario regionale per il triennio 1982/1984", presentato dai Consiglieri Carazzoni e Majorino in data 16 gennaio 1984 N. 355: "Norme quadro in materia di artigianato e modificazioni della legge 25 luglio 1956, n. 860, concernente la disciplina delle imprese artigiane", presentato dai Consiglieri Carazzoni e Majorino in data 16 gennaio 1984.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 7 dicembre 1983: "Istituzione delle tasse regionali universitarie" alla legge regionale del 7 dicembre 1983: "Rifinanziamento della legge regionale 10/12/1979 n. 72 'Contributi alle Comunità Montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva'" alla legge regionale del 21 dicembre 1983: "Interpretazione autentica del disposto di cui all'articolo 1, secondo comma, lettere c) e d) della legge regionale 23 dicembre 1982, n. 42" alla legge regionale del 22 dicembre 1983: "Adozione del gonfalone e dello stemma della Regione Piemonte".


Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico che le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 16, 20, 22, 28 dicembre 1983 e 3 gennaio 1984 - in attuazione dell'arti 7, primo comma della legge regionale 6/11/1978, n. 68, sono depositate e a disposizione presso l'ufficio Aula.


Argomento: Commemorazioni

e) Commemorazione dell'ex Consigliere regionale Pietro Besate


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, mercoledì scorso a Borgo Vercelli, dopo una breve malattia, è deceduto Pietro Besate nostro collega per due legislature. Un amico ci ha lasciato. Di Pietro Besate rimarrà tra noi il ricordo di un uomo onesto e preparato, stimato dai suoi compagni di partito e dagli esponenti di tutti i Gruppi politici e da coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo. Pietro Besate incarnava l'uomo politico migliore che traduce il suo impegno politico in una scelta di vita mettendo a disposizione tutto se stesso per il bene della comunità.
Uomo di squisita intelligenza e di non comuni doti umane era un autodidatta - conosceva il latino, il francese, l'inglese - che con gli anni aveva arricchito il proprio bagaglio culturale. Pietro Besate contribuì non poco alla nascita dello Statuto regionale offrendo in quella occasione tutto il suo entusiasmo e la sua preparazione politica, culturale e sociale.
La sua scelta politica e morale Pietro Besate la compie nel 1944. Entra nelle fila della resistenza e si iscrive al P.C.I. Anni prima - era nato a Borgovercelli nel 1919 - si era trasferito a Torino impiegandosi come operaio alla Snia Viscosa. Nel dopoguerra torna a Vercelli dove, per il suo partito, si impegna tra i braccianti e le mondine. Negli anni '50 passa a dirigere la Camera di Lavoro di Vercelli. Successivamente viene chiamato a dirige la locale Federazione comunista. Un incarico che lasciò nel 1970 quando venne eletto alla Regione. Pietro Besate credeva profondamente nell'istituto regionale. Era convinto che con le Regioni, il processo di crescita democratica, sociale e culturale dell'Italia potesse irrobustirsi più velocemente. Questa sua convinzione la trasfuse nell'impegno quotidiano di Consigliere in una disponibilità che molti di noi ancora ricordano.
Qui a Palazzo Lascaris ricoprì diverse cariche tra cui quella di Vice Presidente della VIII Commissione e di componente della VI. Nel 1980 ritornò in Provincia di Vercelli in qualità di Presidente del Comitato comprensoriale di Vercelli, incarico che ricopriva attualmente insieme a quello di Consigliere provinciale. Di Pietro Besate, Presidente del Comprensorio di Vercelli, oltre al consueto impegno, ricordiamo ora l'entusiasmo con il quale collaborò non più di un anno fa alle celebrazioni per il decennale dello Statuto piemontese che vennero organizzate appunto dai Comprensori. Proprio in quella occasione vennero stabiliti contatti più forti tra la presidenza del Consiglio regionale e il Comprensorio. In pratica si irrobustì un'amicizia. La perdita di Besate ci peserà molto. E' venuto a mancare per tutti coloro che credono nella convivenza democratica un sicuro punto di riferimento. Colleghi Consiglieri, voglio esprimere a nome del Consiglio regionale e mio personale alla signora Rosanna ed ai figli Lina ed Aldo, ai familiari di Pietro Besate, al partito comunista i sensi più profondi del nostro cordoglio. Di certo l'istituto regionale, il Piemonte, ha perso prematuramente, un suo attento, partecipe, profondo conoscitore. Di questa inaspettata perdita siamo tutti addolorati.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali

Esame ordine del giorno relativo al finanziamento agli Enti locali presentato dai Gruppi P.C.I., P.S.I., P.S.D.I., P.d.U.P.


PRESIDENTE

Il punto quarto all'ordine- del giorno reca: "Esami ordini dei giorno relativi al finanziamento agli Enti locali presentati dai Gruppi P.C.I.
P.S.D.I., P.S.I., P.d.U.P. e D.C".
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Desidero riprendere la discussione al punto in cui era stata interrotta nel finale piuttosto convulso nell'ultima seduta. La posizione del Gruppo D.C. è nota. In un primo tempo avevamo chiesto di non discutere e di non votare l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Montefalchesi successivamente, dopo la sospensione della seduta quell'ordine del giorno con una radicale modifica venne presentato come ordine del giorno della maggioranza.
Il nuovo testo ci pare molto riduttivo di fronte alla Complessità dei problemi che riguardano la finanza locale e di fronte ai problemi che riguardano il bilancio regionale. Ha tutte le contraddizioni di un documento affrettatamente falcidiato, sostanzialmente modificato rispetto a quello iniziale del collega Montefalchesi. Nella sostanza i punti che lo rendono inaccettabile sono questi: manca un riferimento al bilancio regionale e alla politica economica nazionale, le valutazioni sulla situazione delle autonomie locali e della finanza regionale non sono condivisibili, l'accenno all'imposizione progressiva sui grandi patrimoni è quanto meno prematuro, sia perché recenti esperienze come quella francese hanno dato risultati negativi sia perché questo campo è ancora oggetto di approfondimento da parte delle forze politiche. Abbiamo predisposto un documento alternativo che riteniamo più idoneo a rappresentare le esigenze della Regione Piemonte. Il nostro ordine del giorno parte dal presupposto che la carenza del bilancio regionale è soprattutto rappresentata dalla sua crescente rigidità, dovuta alla scarsità delle risorse trasferite, ma anche alla conseguente azione che la Regione ha compiuto in questi anni, come ha riconosciuto anche il Presidente della Giunta.
Fissiamo alcuni punti che riguardano la capacità di intervento della Regione per ridurre la rigidità del bilancio e li fissiamo seguendo una linea molto precisa, attraverso l'esame approfondito dello stato finanziario, indirizzato all'analisi delle principali componenti della spesa rigida, all'analisi dettagliata della qualità della spesa per individuare le aree di spreco, al riesame dell'organizzazione strutturale dell'ente. L'ordine del giorno tocca il tema della riduzione dell'inflazione, accenna al tema della politica tributaria suggerendo di agire con puntualità nel rafforzamento delle entrate fiscali. Fa cenno al tasso di interesse che è un problema fondamentale ed estremamente importante per la Regione, alla politica tariffaria ed al negoziato sul costo del lavoro.
Indichiamo in particolare la necessità di una politica tariffaria degli enti locali che sia trasparente e che abbia un rapporto tra gettito e costo. Il documento fa poi cenno alla revisione del meccanismo della Cassa depositi e prestiti e alla legge delle autonomie locali. La parte finale contiene richieste specifiche che riguardano la Regione così la sollecitazione per una assegnazione dei fondi FIO per gli investimenti e infine l'approvazione rapida della legge di riforma della finanza regionale che chiude la fase di provvisorietà. Nell'ordine del giorno fissiamo tre elementi importanti: la necessità di un'area impositiva autonoma anche per le Regioni, il riequilibrio fra entrate e destinazione vincolata ed entrate a destinazione libera, la modifica delle norme che regolano la capacità di indebitamento delle Regioni e la possibilità delle stesse di ricorrere a mutui agevolati. L'ordine del giorno del Gruppo D.C. rispetto a quello della maggioranza ha un altro respiro e un altro taglio e non vuole essere un ordine del giorno chiuso: se altre forze politiche ne condividono l'approccio siamo disponibili a verificarlo insieme, a integrarlo e modificarlo. Il Presidente della Giunta Viglione parla ripetutamente di lavoro collegiale, il Capogruppo Bontempi della necessità di un nuovo dialogo. Il Gruppo della D.C. in verità ritiene che la proposta collegiale sia stata ampiamente smentita dal blitz che è stato compiuto con la nomina dei coordinatori, comunque la D.C. per la sua natura è disponibile al confronto con le altre forze politiche, e il discorso del dialogo sfonda una porta già aperta.
Ricordo che al momento della formazione della nuova Giunta avevamo annunciato che un'opposizione sempre più costruttiva, sempre più tendente al miglioramento dei testi legislativi, ma anche più puntuale nel far emergere le contraddizioni della maggioranza che riteniamo non idonea a risolvere i problemi del Piemonte; è la riedizione affrettata e sbagliata del governo che ha portato la crisi non risolta nella sostanza del marzo 1983.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Nel ricordare le condizioni che avevano fatto maturare l'ordine del giorno della maggioranza devo dire che il bilancio è già stato ampiamente discusso, quindi, non credo sia il caso di ritornare nel merito.
Dopo l'ultima seduta del Consiglio regionale si sono verificati fatti importanti a livello nazionale: l'aumento della benzina, le polemiche sul deficit pubblico e sulla necessità di farvi fronte. Il nostro ordine del giorno tenta appunto di rispondere a questi problemi sollecitando la riforma della finanza locale e dell'ordinamento delle autonomie e chiedendo una verifica al fine di recuperare risorse per far fronte al deficit dello Stato. A questo scopo individua nella tassazione progressiva sui grandi patrimoni e nella tassazione dei redditi non da lavoro dipendente, due concetti che non stravolgono l'impostazione di fondo del nostro ordine del giorno. La giustezza di queste due proposte avvalorata dagli ultimi dati pubblicati dalla Banca d'Italia che evidenzia che nel nostro Paese il 3,2 delle famiglie italiane detiene il 26% della ricchezza nazionale e il 10 delle famiglie detiene il 50% della ricchezza nazionale. L'indagine INPS evidenzia che il 77% dei professionisti dichiara al fisco un reddito inferiore ai 15 milioni annui. Inoltre il 19% delle famiglie si divide il 7,4% dei consumi e il 16% rastrella un terzo dei consumi. Evidentemente, se ci verranno altri contributi, saremo disponibili ad accoglierli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

L'ordine del giorno predisposto dal Gruppo D.C. allarga il campo di indagine rispetto a quello da noi proposto e questo va esaminato con attenzione. Noi non siamo contrari alla riqualificazione della spesa regionale. Alcuni punti non sono accoglibili mentre altri sono interessanti; per esempio la questione relativa al finanziamento FIO, oltre ad altre questioni sull'inflazione, sul costo del lavoro che non sono estranee al nostro dibattito.
Pertanto, mantenendo valida l'impostazione del nostro ordine del giorno al fine di rendere generale la posizione del Consiglio regionale, propongo di valutare subito nella prossima settimana se vi sono le condizioni per esprimere un ordine del giorno unitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Devo dire che mi sembra quanto meno singolare che l'ordine del giorno presentato a conclusione del dibattito sul bilancio di previsione 1984 di tutto tratti, tranne che del bilancio regionale e delle tematiche che nel corso del dibattito erano state oggetto di attenzione e di valutazione da parte del Consiglio regionale. Ricordo che nel 1981 venne presentato un ordine del giorno che invitava la Giunta a determinati impegni. Ebbene non c'è un punto di quell'ordine del giorno che abbia avuto soluzione.
Esso atteneva specificatamente alla necessità della revisione degli impegni di spesa, alla conoscenza dello stato di attuazione dei progetti regionali, chiedeva di conoscere le prime bozze del Piano di sviluppo (che non abbiamo ancora oggi, dopo 4 anni dall'insediamento della Giunta).
Questa Regione presenta un ennesimo bilancio di previsione senza il Piano di sviluppo, senza aver discusso dopo 6 mesi dall'insediamento della maggioranza le linee fondamentali della gestione amministrativa e politica senza aver presentato i bilanci di previsione delle società ad essa collegate. L'ordine del giorno prodotto anziché considerare gli impegni della maggioranza ricorda gli impegni ai quali il Governo non ha ottemperato.
Siamo noi i primi a sostenere che manca una legge di riforma della finanza locale. I repubblicani sono presentatori di un disegno di legge su questo argomento al Parlamento nel quale sono rappresentati tutti i Partiti: 250 democristiani, 250 comunisti, i repubblicani, i socialisti, i liberali. La disponibilità offerta dal Capogruppo del P.C.I. va accettata e dichiaro anche la mia disponibilità ad intervenire su questo ordine del giorno che spero sia congiunto e che tenga conto anche di un quadro più generale e più equilibrato nel quale la D.C. ha inteso produrre il suo documento, al termine del dibattito sul bilancio. Giustamente - diceva Bontempi - ci sono aspetti che attengono a problemi di più largo respiro.
Quanto al FIO è necessario intervenire in modo più incisivo di quanto non suggerisca il documento della D.C. Siamo tutti profondamente rammaricati di come il Ministro del bilancio abbiti deciso di definire i procedimenti che attengono ai finanziamenti del Fondo investimenti ed occupazione non tenendo conto di quanto il nucleo di valutazione ha evidenziato.
Nell'ordine del giorno che si andrà a discutere chiederò di tenerne conto in modo prioritario. Pertanto penso che la proposta di rinvio alla prossima seduta sia utile. Il momento della discussione del bilancio deve essere istituzionalmente un momento di grande impegno che veda corresponsabilmente impegnate tutte le forze politiche, quindi se la corresponsabilità risulterà dal nuovo documento, i nostri voti saranno positivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

L'illustrazione del Capogruppo della D.C. e quella del collega Montefalchesi hanno messo in luce altri problemi inerenti la finanza delle autonomie locali.
E' un tema che non può essere discusso in una assemblea consiliare con posizioni di maggioranza e di minoranza.
Anche il P.S.I. è disponibile ad affrontare in modo molto più ampio il discorso per trovare l'intesa in ordine alla presentazione del documento.
Il Capogruppo del P.R.I. ha lamentato la mancanza del Piano di sviluppo. Io sono del parere che per redigere un Piano di sviluppo occorre avere il supporto finanziario. Il Piano di sviluppo può, diventare un documento che mette in luce le necessità della comunità e può essere il riferimento per il confronto con il governo centrale. Il Gruppo del P.S.I. è disponibile a discutere un documento unitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente del Consiglio, le faccio rilevare che mentre ella è molto attento a censurare i comportamenti logorroici di alcuni Consiglieri non è altrettanto attento a richiamare i colleghi di Giunta al rispetto delle norme.
A Palazzo Lascaris si sta seduti, non si continua a fare gli Assessori nelle salette, tra l'altro sottraendole all'uso del Consiglio, tra l'altro facendole occupare da bande che non ho il piacere di conoscere.
Se stessi facendo quello che fa l'apprezzatissimo Assessore alla sanità sarei richiamato, se facessi quello che fanno i colleghi socialdemocratici verrei accusato di non partecipare ai lavori del Consiglio, se facessi quello che fa il Presidente della Giunta verrei accusato di fare lavoro di Gruppo e non di Consiglio.
Il nostro Gruppo concorda sull'opportunità di lavorare in sede diversa da quella assembleare sull'ipotesi di confluire per quanto possibile su un unico documento.
La nostra disponibilità presuppone che si tengano presenti alcuni punti precisi. Un ordine del giorno di natura nominalistica, che fa riferimento alla riforma della finanza locale e al riconoscimento delle autonomie senza arrivare una volta tanto al nocciolo del problema, da noi sarà rifiutato.
E il nocciolo del problema bisognerà pure che ce lo diciamo. Negli anni in cui le risorse erano disponibili, che uso se ne è fatto nel nostro Paese ? Si sono distolte le risorse agli enti locali, ripianando i loro debiti.
Si è fatta una scelta: meno agli investimenti produttivi, più ai consumi sociali e gli enti locali si sono fatti portatori di questa seconda opzione.
Io non ho difficoltà a sottoscrivere un documento che richiami il Governo e il Parlamento al rispetto dei temi istituzionali e politici, per la Regione Piemonte deve essere chiara. Intendo chiedere più soldi per gli investimenti produttivi o per continuare a privilegiare le spese sociali? Questo tema il collega Montefalchesi l'ha affrontato con la consueta intelligenza,quando dice che non si deve tornare allo squilibrio tra i bilanci formali e quelli sostanziali. In altri termini ci sarà la garanzia che in futuro attraverso questi passaggi saranno conservate le risorse destinate ai consumi sociali? Ci sembra giusto che dal Consiglio regionale del Piemonte venga un messaggio minimamente innovativo. Gli enti locali si devono rendere conto che sono stati i responsabili finali dello sperpero di risorse pubbliche destinate ai consumi sociali, destinati all'effimero e non agli investimenti. Dopo questa riflessione e questa autocritica possiamo rilanciare la nostra proposta e chiedere autonomia, risorse finalizzate, capacità di movimento.
Però, se non facciamo questo processo e questo atto di meditazione continuiamo a far credere che questo Paese sia un enorme limone che non finirà mai di essere sfruttato. Il corpo sociale e il corpo produttivo sono ormai in fase di stanca, non possono essere spremuti oltre, questo Paese spendaccione si deve rendere conto che sono finiti i tempi delle vacche grasse e di questo si devono rendere conto soprattutto gli enti locali.
Ci auguriamo quindi che la richiesta allo Stato tenda al riequilibrio del disavanzo pubblico non con l'aumento delle entrate, ma con la riduzione delle spese.
Apprezziamo i tentativi, del Presidente della Giunta, peraltro ben reclamizzati, di risparmiare sui pennini, e su altri articoli del genere ma riteniamo che il taglio sulla pretesa di mettere a disposizione dei cittadini,beni che normalmente i cittadini di un Paese moderno sono in grado di procurarsi con le proprie risorse, debba essere fatto radicalmente. Sono certo che un avvocato che non ha mai esercitato la libera professione e che si occupa di bulloni sia in grado di pagare i libri ai propri bambini e non si vergogni di sborsare al cartolaio 132.000 lire per i libri.
Se questo avvocato che non pratica la professione, si trova a dover vivere in una economia dissestata dal punto di vista degli investimenti produttivi, probabilmente valuterà questi fatti che sono avvenuti in passato. Un segnale in questo senso nel documento dovrà essere espresso.
Siamo d'accordo sull'autonomia impositiva degli enti locali e delle regioni, come forma di responsabilizzazione, perché finalmente si rompa quella specie di sceneggiata in cui c'è un Paese cattivo, quello rappresentato dallo Stato che chiede le tasse e c'è un Paese bravo, quello degli enti locali che sono disponibili a elargire spettacoli, regalie sostegni e che non chiedono niente a nessuno.
Noi siamo quelli che danno, ma siamo anche quelli che chiedono, per cui l'autonomia impositiva è soprattutto una misura di carattere moralizzatore.
Devono essere tolti dal documento i riferimenti a nuovi strumenti o ad occasioni di intervento degli enti locali e della Regione in ordine all'accertamento fiscale.
Sappiamo il risultato che hanno avuto i Comitati tributari comunali, ci rendiamo conto che è una materia estremamente delicata; quanto meno viene parcellizzata sul territorio e fatta confluire nei rivoli più diversi tanto più avremo chiarezza in termini di giustizia fiscale.
Anche la nostra parte politica risponde alla sollecitazione del Consigliere Brizio e dichiara la sua disponibilità a concorrere sul piano operativo con gli altri Gruppi consiliari per rendere il più efficiente possibile questo istituto. Teniamo a precisare, tra l'altro, che questa nostra disponibilità non significa in alcun modo ricerca di confluenze, di obiettivi e di prospettive comuni, al contrario, diciamo francamente che ad un anno dalle elezioni le forze politiche, in particolare quelle che fanno capo al polo laico debbano percorrere, nel rispetto delle funzioni, due obiettivi: continuare in questa sede l'opera di verifica, di controllo e di proposta nell'interesse della collettività e di verificare e di approfondire periodicamente le ragioni del loro insieme. Questa formula politica ha fatto il suo tempo, riteniamo che l'area laica rafforzata dal consenso elettorale delle ultime consultazioni politiche, sarà l'area centrale sulla quale si baseranno le future maggioranze nella Regione Piemonte e nelle grandi città piemontesi. In questo senso non dovrà scandalizzare se il nostro Partito ricercherà con il P.S.I. e con il P.S.D.I. occasioni di esame di problematiche comuni, che non si esauriscono evidentemente nella tematica legislativa e gestionale, ma che articolano nelle più ampie proposte che le forze laiche nel loro complesso, rispetto alla loro specificità, devono essere in grado di proporre alla collettività regionale di qui fino alla scadenza elettorale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

E' emerso da questo breve dibattito un concetto già adombrato in un intervento precedente, ma che vale la pena di riprendere perché da esso si può trarre una conclusione. Entrambi i documenti presentano una singolare caratteristica: il documento di maggioranza imputa al Governo una serie di inadempienze; il documento della D.C. imputa alla maggioranza regionale un'altra serie di inadempienze. Siamo indotti a chiederci - crediamo di essere gli unici a poterlo fare - rilevando come le forze politiche del sistema siano inadempienti tanto a livello nazionale come a livello regionale - come sia possibile arrivare alla stesura di un documento unitario. Abbiamo qualche fondata perplessità, a meno che la soluzione non sia trovata in un documento di compromesso. Detto questo, per la verità eravamo già anche noi orientati alla richiesta di procedere in altra seduta ad un più ampio dibattito per il semplice motivo che il documento della maggioranza è stato solo adesso presentato. Sottolineata la nostra perplessità e la nostra sfiducia che si possa arrivare a un ordine del giorno unitario, accettiamo, perché ne eravamo noi stessi proponenti l'ipotesi di un rinvio, fermo restando che, in entrambi i documenti esistono dei punti assolutamente inaccettabili. Vorrei ricordarne uno solo riprendendo l'osservazione che faceva Marchini: l'area impositiva riconosciuta ai Comuni, alle Province, alle Regioni. Le stesse forze politiche che hanno voluto la riforma fiscale, cioè l'eliminazione dell'autorità impositiva dei Comuni, si battono ora per un ritorno alle tesi precedentemente abbandonate.
Solo noi siamo stati coerenti sostenendo da sempre l'opportunità dell'unicità impositiva. Ora, le nuove tasse comunali, provinciali e regionali sarebbero aggiuntive rispetto a quelle dello Stato.
La riforma del 1971 aveva infatti accentrato nelle mani dello Stato questi tributi e, ritornando alla fase di autonomia impositiva riconosciuta a Comuni, Province e Regioni, non è che lo Stato abbia a scorporare le tasse che incassa: quindi nuove e ulteriori vessazioni nei confronti del già tartassato cittadino italiano. Questo concetto avremo modo di ampliare e sviluppare ancor meglio nel dibattito generale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

C'è un accordo di rinviare la votazione per tentare una soluzione unificata. Rinviamo questo punto impegnandoci a discuterlo nella prossima riunione.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame progetto di legge n. 338: "Ulteriore proroga della durata di utenze di acqua pubblica aventi ad oggetto le piccole derivazioni"


PRESIDENTE

Esaminiamo il punto quinto all'ordine del giorno: "Esame progetto di legge n. 338: 'Ulteriore proroga della durata di utenze di acqua pubblica aventi ad oggetto le piccole derivazioni'".
Il testo è stato approvato all'unanimità dalla III Commissione. La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

La relazione chiara e sintetica è già stata distribuita. E' una legge regionale che fa seguito a leggi dello Stato analoghe.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolo unico il quale recita: Articolo unico "La durata delle utenze di acqua pubblica aventi ad oggetto piccole derivazioni, che hanno usufruito delle proroghe concesse con leggi 8 gennaio 1952, n. 42, 2 febbraio 1968, n. 53 e 24 maggio 1978, n. 228, è ulteriormente prorogata di cinque anni.
Sono applicabili alla proroga di cui alla presente legge, le modalità condizioni e prescrizioni regolanti le proroghe concesse con le precedenti leggi di cui al primo comma".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'articolo unico è approvato.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame deliberazione Giunta regionale n. 2-30722: "Sesto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1983, della somma di lire 273.162.841"


PRESIDENTE

Il punto sesto all'ordine del giorno reca: "Deliberazione della Giunta regionale n. 2/30722: Sesto prelievo dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo 12.900 dello stato di previsione della spesa del bilancio 1983 per la somma di lire 273.162.841".
La deliberazione è stata esaminata dalla I Commissione ed approvata all'unanimità.
Il testo recita: "Il Consiglio regionale visto l'articolo 40 della legge regionale 29 dicembre 1981 n. 55 concernente il prelevamento dal fondo di riserva di cassa visto l'articolo 3 della legge regionale 2 dicembre 1983 n. 24, che ha fissato in lire 4.336.634.002 la dotazione del fondo di riserva di cassa tenuto conto dei prelievi già disposti considerato che le previsioni di cassa del capitolo n. 7741, concernente: 'Erogazione di fondi relativi al biennio 1980/1981 per la concessione di contributi negli interessi per interventi di edilizia pubblica agevolata diretti all'acquisto ed alla costruzione di abitazioni al fine di promuovere la proprietà della casa fra le categorie dei cittadini meno abbienti', risultano inadeguate rispetto alle effettive necessità tenuto conto che l'integrazione ed il prelievo possono essere stabiliti nella misura di lire 273.162.841 visto il parere favorevole della I Commissione consiliare DELIBERA 1) l'incremento delle previsioni in termini di cassa per l'anno finanziario 1983, relativamente al capitolo n. 7741 e nell'importo di lire 273.162.841 2) la riduzione di lire 273.162.841 dal fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n. 12900 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1983.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Psichiatria

Esame proposta di deliberazione del Consiglio regionale per l'istituzione a sensi dell'art. 19 lett. a) dello Statuto regionale, di una "Commissione di indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte"


PRESIDENTE

Punto settimo all'ordine del giorno: "Deliberazione del Consiglio regionale per l'istituzione ai sensi dell'art. 19 lett. a) dello Statuto regionale di una Commissione di indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte".
L'Ufficio di Presidenza e la Conferenza dei Capigruppo hanno avuto il compito di preparare un testo di deliberazione per dare avvio a questa Commissione di indagine.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il nostro Gruppo si era riservato di proporre in aula qualche modifica.
Riteniamo debba essere ripresa la dizione: "che hanno determinato iniziative dell'autorità giudiziaria" o, in alternativa, che debba essere inserita l'indicazione specifica "USL del Piemonte e in particolare nell'USL 24" poiché il dibattito ha avuto origine dai fatti che hanno determinato la necessità dell'indagine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Non siano contrari né sul riferimento alle indagini giudiziarie, n sull'indicazione delle UU.SS.SS.LL. e in particolare dell'U.S.L. 24.



MORETTI Michele

Secondo il mio giudizio non è opportuno inserire il riferimento all'autorità giudiziaria. Il Consiglio regionale è sovrano.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dopo approfondito e meditato esame, il nostro Gruppo si astiene sul provvedimento in questione in quanto ritiene che lo strumento idoneo per attuare il controllo politico che si prefigge con l'istituenda Commissione sia quello di una legge regionale.
Questo non lo proponiamo per formalismo o per ragioni di perfezionismo accademico e neppure per volerci ad ogni costo differenziare su una decisione che riteniamo nella sostanza pienamente utile e valida.
La ragione, che è stata esposta anche dall'esperto che l'Ufficio di Presidenza ha consultato prima della stesura del provvedimento, consiste nel fatto che le UU.SS.SS.LL. non sono pubblica amministrazione regionale sono enti dall'ancora discussa natura e dai discussi connotati istituzionali e giuridici, i quali, non essendo amministrazione regionale potrebbero opporre alla Commissione il segreto d'ufficio e più in generale una non collaborazione, magari sotto l'usbergo e con la motivazione che è in corso una indagine che riguarda l'USL 24 di Collegno che riguarda la materia della psichiatria, quindi potrebbero in sostanza non dare una fattiva collaborazione. La legge invece conterrebbe un comando che opera su tutte le persone collocate nella Regione Piemonte e quindi ci sarebbe l'obbligo per le USL. soggetto dell'indagine, di collaborare fattivamente consegnando tutte quelle notizie, quelle informazioni, quei documenti che sono stati sollecitati nel corso del dibattito del primo dicembre soprattutto per attuare una volta per tutte una soluzione sotto il profilo conoscitivo di questo problema. Né mi si dica che la strada della legge porta a tempi lunghi perché anche questa delibera sarà soggetta all'organo di controllo e se c'è la volontà politica di attuare, con la forma della legge, la Commissione speciale, ci sarà una distanza di 10 giorni. Né ci sono dubbi di carattere istituzionale. Con maggior cognizione di causa e con maggior approfondimento di argomentazioni lo ha detto il docente universitario consultato dall'Ufficio di Presidenza.
E' una questione già risolta da un'antica sentenza della Corte Costituzionale, la quale nell'esaminare se fosse legittimo istituire con legge una Commissione d'inchiesta nella Regione Sardegna, ebbe a dire che tutto ciò era consentito in quanto l'inchiesta costituisce un potere connaturato con le funzioni dei Consigli regionali che bene può essere attuato con quello che è lo strumento normale con il quale si manifesta la volontà del Consiglio. In sostanza, con la legge verrebbe istituita una Commissione d'inchiesta non dissimile dalle Commissioni d'inchiesta parlamentari, salvo il minore potere che hanno le Commissioni d'inchiesta regionali in quanto non hanno quei maggiori poteri che ha l'autorità giudiziaria e che invece hanno le Commissioni parlamentari, istituite anch'esse con legge. A parte questa considerazione,che solo la legge porta a un approfondimento sicuro, vero e reale della situazione che si vuole accertare, c'è un'altra autonoma ragione che ci suggerisce l'astensione.
Noi riteniamo che il contenuto dell'indagine, così come è formulato nella proposta di delibera, sia estremamente riduttivo. Si parla vagamente di una "Commissione di indagine la quale è incaricata di verificare lo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte". Noi riteniamo che ci debba essere qualcosa di più ed è stato proposto dal collega Brizio, cioè il particolare riferimento alla situazione dell'USL 24.
Così come abbiamo scritto nella proposta di legge che ha annunciato il Presidente, chiediamo che sia verificato non con un linguaggio sfumato, ma con qualcosa di più preciso, cioè "stato di attuazione in Piemonte delle norme contenute nell'allegato 18 della legge regionale . andamento della gestione, oltre che della ristrutturazione e del funzionamento della USL 24"; infine chiediamo che le indagini (che sono le indagini delle commissioni di inchiesta parlamentari cioè controllo politico) abbiano per oggetto le verifiche e i controlli posti in essere dalla Giunta regionale in adempimento dell'art. 19 della L.R. 10 marzo 1982 n. 7 e cioè del piano sanitario regionale.
Questo non significa che pretendiamo velleitariamente che la Giunta sia soggetto passivo di una indagine perché quello che viene fatto attraverso queste Commissioni è un controllo politico che sul piano istituzionale è consentito perché la menzionata sentenza del la Corte Costituzionale ritenne appunto valida una Commissione d'inchiesta che aveva per oggetto il comportamento tenuto dalla Giunta regionale in occasione delle elezioni di quell'epoca e nel corso delle quali erano state erogate somme per automezzi e per propaganda elettorale. Riteniamo di poter chiedere questo validamente, perché l'art. 19 parla di verifica e controlli da attuarsi da parte della Regione, ma si specifica che queste verifiche e questi controlli devono essere posti in essere dalla Giunta anche attraverso "ispezioni idonee ad accertare le strutturazioni e il funzionamento dei servizi". Chiediamo che si controlli se questo è stato fatto, anche perch se è stato fatto, pensiamo possano sussistere dubbi, se è vero come è vero che nel corso della discussione del dicembre, l'Assessore Bajardi ebbe testualmente a dichiarare: "dal gennaio prossimo, l'attività ispettiva delle Regioni sul funzionamento delle UU.SS.SS.LL. potrà divenire operativa".
Noi chiediamo il controllo politico per sapere se è stato per caso gratuito, per forza maggiore o per mancanza di volontà politica, il fatto che l'attività ispettiva della Regione sul funzionamento delle UU.SS.SS.LL.
non è stata attuata prima di gennaio di quest'anno, quantunque fosse espressamente prevista nel citato art. 19 del piano sanitario regionale che entrò in vigore il 12 marzo 1982.
Sotto questo profilo insistiamo nella nostra richiesta affinch l'indagine approfondita si attui attraverso la legge, quindi attraverso un rapido esame della proposta di legge che abbiamo presentato.
Se la maggioranza del Consiglio sarà di diverso avviso, manterremo come preannunciato l'astensione. Peraltro riteniamo doveroso designare ugualmente il nostro rappresentante nella Commissione nella persona del Capogruppo Carazzoni, il quale nell'interno della Commissione si riserverà di puntualizzare e decidere il nostro comportamento operativo, a seconda della presa in considerazione o meno, che il Consiglio vorrà riservare al nostro progetto di legge.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Majorino per l'ulteriore approfondimento della questione che peraltro nell'ambito della Conferenza dei capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza era stato già sviscerato e discusso.
Indubbiamente è un contributo interessante e importante sul piano formale.
Credo che l'iter che seguirà a questo provvedimento in Commissione potrà sicuramente consentire una maggiore messa a punto di questi problemi.
Relativamente a questa materia, voglio ricordare come tutte le forze politiche si fossero espresse sull'opportunità di consegnare questi compiti di indagine conoscitiva a un provvedimento di deliberazione piuttosto che di legge, confortate dal fatto che il riferimento dell'art. 19 della L. 7 poteva dare al Consiglio quello strumento che sembrava invece troppo debole utilizzando semplicemente l'art. 19 dello Statuto.
Per quanto riguarda l'emendamento alla deliberazione, invito il Consigliere Majorino a formalizzarlo perché il Consiglio possa esaminarlo e votarlo.



MAJORINO Gaetano

Propongo di aggiungere al punto 1) dopo l'emendamento proposto dal collega Brizio, le parole "incaricandola di effettuare altresì un accertamento in ordine alle verifiche e ai controlli posti in essere dalla Giunta regionale in adempimento dell'art. 19, secondo comma, della legge regionale 10 marzo 1982 n. 7 contenente il piano socio-sanitario."



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Non abbiamo niente in contrario a che si aggiunga anche questo. Devo dire che tutte le forze politiche ponevano in evidenza "lo stato di attuazione della riforma psichiatrica" che ricomprendeva una pluralità di soggetti, UU.SS.SS.LL., Giunta e Consiglio.



CARAZZONI Nino

Devo una spiegazione al collega Bontempi e agli altri colleghi. La responsabilità del mancato nostro pronunciamento durante la conferenza dei Capigruppo è dipesa dalla mia assenza alla riunione stessa.
Teniamo però a ribadire che siamo assolutamente favorevoli alla sostanza del provvedimento. Facciamo una questione di forza e diciamo cioè che a nostro avviso questa iniziativa andava assunta non con deliberazione ma con proposta di legge.
Condividiamo anche l'auspicio, che cercheremo di rivestire di attuazione, che questa Commissione abbia a lavorare seriamente.



BRIZIO Gian Paolo

Ci esprimiamo a favore dell'emendamento. Abbiamo sempre insistito per una maggiore specificazione, adesso che viene espressa in forma precisa non possiamo che aderirvi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Quando c'è stata la discussione sulle ispezioni che si sono verificate ho ricordato che il Consiglio regionale aveva deliberato il regolamento per il funzionamento delle attività ispettive e che tale attività ispettiva sarebbe iniziata con il mese di gennaio in quanto prima dell'atto deliberativo del Consiglio regionale non poteva essere svolta. La Giunta la scorsa settimana ha deliberato la composizione dell'unità ispettiva. Se si intendono altre cose vorrei capirlo.
Le attività ispettive sono una cosa molto seria e non possono avvenire allo sbando, i membri della V Commissione sanno con quanta cura si sono dosate le formulazioni che precedentemente erano state introdotte nel regolamento.
In forza di questo si sta avviando l'attività. Se poi si vuole discutere tutto il lavoro che è stato svolto, sono disposto a presentare al Consiglio regionale una relazione sul lavoro svolto dal Servizio relativamente alle spese dell'amministrazione regionale, relativamente al 1980, 1981, 1982 e 1983 e relativamente alle previsioni del riparto 1984.
Tutte le cose hanno il limite nell'umano: solo ora è possibile iniziare ragionevolmente l'attività ispettiva. L'attività ispettiva prevista dalla legge inizierà nei prossimi giorni non appena la deliberazione di composizione del nucleo ispettivo sarà ratificata dal Commissario di Governo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione i seguenti emendamenti.
1) Dal Consigliere Brizio: al termine del primo comma aggiungere le parole: "e in particolare nella U.S.S.L. n. 24" 2) dal Consigliere Majorino: al termine del punto 1) aggiungere la frase: "incaricandola di effettuare altresì un accertamento in ordine alle verifiche e ai controlli posti in essere dalla Giunta regionale in adempimento dell'art. 19, secondo comma della legge regionale 10/3/1982 n.
7 contenente il piano socio-sanitario".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
Sono approvati con 39 voti favorevoli e 2 astensioni.
Vi do lettura della deliberazione: "Il Consiglio regionale a conclusione del dibattito svolto in Consiglio regionale il 1° dicembre 1983 in ordine ad episodi verificatisi recentemente in alcune UU.SS.SS.LL.
del Piemonte e in particolare nell'U.S.S.L. n. 24 ritenuta la necessità di verificare lo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte e in particolare i risultati che le strutture pubbliche hanno conseguito in ordine agli obiettivi fissati dall'allegato 18 della legge regionale 10/3/1982, n. 7 'Piano sociosanitario della Regione Piemonte per il triennio 1982/1984' considerata l'opportunità di istituire, ai sensi dell'arti 19 letti a) dello Statuto regionale, un'apposita Commissione consiliare per procedere alla predetta verifica visti gli artt. 28 e 38 del Regolamento del Consiglio regionale relativi alle modalità di istituzione e funzionamento delle Commissioni speciali di indagine conoscitiva visto l'art. 19 della legge regionale 10/3/1982, n. 7 che attribuisce alla Regione la vigilanza sull'andamento della gestione delle UU.SS.SS.LL. in relazione all'attuazione del piano socio-sanitario DELIBERA 1) di istituire, ai sensi dell'arti 19 letti a) dello Statuto, una Commissione speciale di indagine conoscitiva incaricandola di verificare lo stato di attuazione della riforma psichiatrica in Piemonte con specifico riferimento alle modalità organizzative, gestionali e sanitarie attraverso cui la struttura pubblica ha predisposto i suoi interventi nell'ambito del piano socio-sanitario e in particolare delle indicazioni contenute nell'allegato 18 alla legge regionale 10/3/1982 n. 7, incaricandola di effettuare altresì un accertamento in ordine alle verifiche ed ai controlli posti in essere dalla Giunta regionale in adempimento dell'arti 19, secondo comma della legge regionale 10/3/1982, n. 7 contenente il piano socio sanitario 2) di assegnare alla Commissione, dalla data del suo insediamento, il termine di sei mesi entro cui dovrà riferire in merito al Consiglio regionale 3) di prendere atto che tale Commissione è composta dai Consiglieri: P.C.I.: Barisione Luigi - Marchiaro Laura - Reburdo Giuseppe D.C.: Bergoglio Emilia - Nerviani Enrico - Ratti Aldo P.S.I.: Moretti Michele - Cernetti Elettra P.L.I.: Marchini Sergio P.S.D.I.: Mignone Andrea P.d.U.P.: Montefalchesi Corrado P.R.I.: Gastaldi Enrico M.S.I.: Carazzoni Carlo" Chi approva tale deliberazione è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 39 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno relativo al Piano di siti


PRESIDENTE

Propongo l'iscrizione all'ordine del giorno il seguente argomento: "Esame relativo al Piano di siti", firmato dai Consiglieri Avondo Montefalchesi, Marchini, Moretti, Carletto, Vetrino e Majorino.
Chi approva è pregato di alzare la mano. L'iscrizione è approvata all'unanimità dai 41 Consiglieri presenti.
Vi do lettura dell'ordine del giorno: "Il consiglio regionale VISTO il 'Piano dei siti idonei allo smaltimento finale dei fanghi residuati dai cicli di lavorazione e dai processi di depurazioine o potalizzazione, dei fanghi o residui ad essi assimilabili a base non acquosa e dei rifiuti solidi industriali non assimilabili agli urbani' VISTA la crescente difficoltà nel disporre di siti idonei allo smaltimento dei rifiuti VISTA la crescente contraddizione tra esigenza di smaltimento dei rifiuti e necessità di salvaguardia del territorio e delle risorse naturali, anche alla luce della notevole pericolosità e nocività di alcuni residuati e rifiuti RILEVATA la necessità di superare un rapporto di pura contraddizione tra ambiente e sviluppo, sostituendo all'equazione 'sviluppo uguale degrado ambientale' l'equazione 'tutela e valorizzazione delle risorse naturali uguale nuove occasioni di sviluppo e qualità di sviluppo' RILEVATA l'esigenza di avviare un processo di trattamento e riciclo dei rifiuti nonché di realizzare una forma di controllo istituzionale sui siti a garanzia e salvaguardia della sicurezza dei cittadini CONSTATATO il ripetersi in alcune aziende e luogo di lavoro di infortuni o malattie professionali causate da fattori di nocività chimica, fisica e biologica dovute a determinate lavorazioni e come questo problema costituisca un ulteriore e grave degrado del rapporto territorio e ambiente RILEVA come il Governo non abbia emanato il testo unico in materia di sicurezza sul lavoro come da delega dell'art. 24 della legge 833 del 1978 sulla sanità pubblica Il Consiglio regionale IMPEGNA la Giunta: a predisporre, entro sei mesi dall'emanazione delle norme di attuazione del DPR 915, il piano definitivo per la costituzione del catasto regionale dei rifiuti trattati dal 'Piano dei siti' previsto dal suddetto DPR 915 a predisporre in tempi brevi un piano programmatico e a definire gli strumenti per l'avvio di un processo volto al trattamento e riciclo dei rifiuti trattati nel 'Piano dei siti' ad individuare iniziative ed incentivi a sostegno di attività di trattamento e recupero dei fanghi ad individuare nelle forme e nei modi opportuni un controllo istituzionale che promuova la sicurezza dei siti idonei allo smaltimento dei rifiuti a richiedere al Governo che sia attuata la delega prevista dall'arti 24 della legge 833 del 1978".
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dai 41 Consiglieri presenti.
Il Consiglio è convocato per giovedì 26 gennaio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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