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Dettaglio seduta n.219 del 07/12/83 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto primo all'ordine del giorno "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che i processi verbali dell'adunanza consiliare dell'1/12/1983 per mancanza di tempo non sono stati distribuiti.
L'approvazione degli stessi è pertanto rinviata ad altra seduta.


Argomento: Problemi energetici

Interpellanza del Consigliere Montefalchesi inerente le norme di attuazione per rendere operativa la legge 308/1982


PRESIDENTE

In merito al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", esaminiamo per prima l'interpellanza presentata dal Consigliere Montefalchesi inerente le norme di attuazione per rendere operativa la legge 308/1982.
Risponde l'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'energia

Il disegno di legge per l'attuazione della legge 308/1982 è stato da me presentato nella seduta della Giunta regionale martedì 29 novembre ed è stato approvato dalla Giunta nella seduta di ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Ci riteniamo soddisfatti della risposta alla nostra interpellanza che aveva soltanto lo scopo di sollecitare la presentazione del disegno di legge n. 308/1982. Un ulteriore ritardo avrebbe comportato una reale riduzione dei fondi a causa dell'inflazione. Altre Regioni hanno già ottemperato ai disposti della legge n. 308 approvando le normative che permettono l'utilizzo di quei fondi.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza del Consigliere Montefalchesi inerente l'installazione di centrali nucleari


PRESIDENTE

L' Assessore Calsolaro risponde ancora all'interpellanza presentata dal Consigliere Montefalchesi inerente l'installazione di centrali nucleari.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'energia

La nuova bozza di convenzione fra la Regione, l'Università ed il Politecnico di Torino è stata predisposta alcuni giorni fa dagli uffici della Regione e dalle Segreterie tecniche dell'Università e del Politecnico. L'esame della bozza di convenzione sarà effettuato nella seduta della competente Commissione consiliare che si terrà oggi pomeriggio. Gli uffici della Regione, il Politecnico e l'Università stanno intanto predisponendo l'allegato tecnico che conterrà il programma di esecuzione della convenzione e le sue modalità di svolgimento. L'aspetto informativo del programma è ovviamente connesso alla convenzione e a tutte le altre iniziative che saranno assunte in merito dalla Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Credo sia necessario risalire a più di un anno fa quando votammo la deliberazione che individuava le due aree suscettibili di insediamento della centrale nucleare e un ordine del giorno che impegnava la Giunta a riferire al Consiglio in merito alla convenzione e alla predisposizione del progetto informazione. E' vero che si è discusso ampiamente nella Commissione competente, però al Consiglio regionale non è stata data alcuna informazione sul perché la stipula della convenzione e la predisposizione del progetto informazione ha incontrato una serie di ostacoli.
Vorrei ripetere qui quanto è solito ricordarci il Presidente della VII Commissione e cioè che la Regione si è dovuta conquistare un ruolo di "garante", soprattutto nel rapporto con le comunità locali, rispetto alla correttezza ed alla finalizzazione delle indagini in rapporto allo sviluppo territoriale di quelle zone. La necessità di una convenzione con Università e Politecnico, proposta prima di tutti dal sottoscritto in sede di Comitato misto, aveva lo scopo di dotarci di strutture tecnico-scientifiche che svolgessero studi complementari a quelli dell'ENEL. Si era anche deciso di predisporre un progetto-informazione della Regione. Ebbene, l'ENEL ha iniziato le indagini da otto mesi circa e sta per concluderle, mentre la Regione non ha ancora stipulato la convenzione e non ha neanche predisposto il progetto-informazione.
La Giunta ha proposto all'Università una convenzione con carattere di mera copertura tecnico-scientifica circa decisioni, sull'installazione della centrale nucleare, che sembrano già prese e che in qualche modo sono già state politicamente vendute all'esterno senza che siano state verificate le condizioni per l'installazione.
Gli Atenei a quel tipo di convenzione hanno risposto con un secco rifiuto. Ora l'Assessore ci informa che si sta tentando di recuperare il rapporto con gli Atenei predisponendo un'altra bozza di convenzione. A questo punto però va detto alla popolazione che la Regione è in grave ritardo rispetto agli impegni che aveva assunto e che quindi difficilmente potrà svolgere il ruolo che avrebbe dovuto svolgere. E, proprio perché la Regione non ha predisposto né convenzione né progetto-informazione, sarebbe opportuno per salvaguardare quel minimo di credibilità che resta, andare di nuovo nelle zone per parlare chiaramente e sinceramente con la gente e con gli Enti locali, altrimenti di questo passo la credibilità della Regione quanto alla gestione della vicenda, andrà sotto zero.
Purtroppo poi le cose andranno ugualmente avanti perché sappiamo tutti che la legge 8 ha avviato il suo meccanismo, però questo è l'opposto di una scelta democratica e partecipata. Invito pertanto la Giunta a farsi carico dell'impegno di ritornare a confrontarsi con gli Enti locali e con le popolazioni e di non essere fino in fondo corresponsabile di scelte antidemocratiche.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza del Consigliere Montefalchesi inerente la crisi del gruppo Pianelli e Traversa


PRESIDENTE

L'Assessore Tapparo risponde all'interpellanza presentata dal Consigliere Montefalchesi inerente la crisi del gruppo Pianelli e Traversa.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

La settimana scorsa i Capigruppo ed il sottoscritto hanno avuto un incontro con il Consiglio di fabbrica e le organizzazioni sindacali.
Preciso i passi che abbiamo programmato di compiere in quei giorni: il primo è quello di seguire l'iter per l'erogazione rapida della Cassa Integrazione (delibera CIPI a firma del decreto da parte del Ministro ed erogazione da parte dell'INPS). Nella riunione di ieri della Commissione Regionale dell'Impiego (CRI) abbiamo saputo che le pratiche relative alla Cassa Integrazione stanno procedendo celermente, che la direzione dell'INPS di Torino ha promesso di concentrare attorno al problema un adeguato numero di impiegati per rendere rapido il passaggio della pratica dal Ministero del Lavoro fino all'erogazione dei contributi. Quanto alla richiesta di attivare il sistema bancario in modo che si possa sopperire ai ritardi abbiamo fatto nuove pressioni sulla Banca Nazionale del Lavoro. Abbiamo anche valutato la questione degli interessi che è un problema non marginale rispetto alle anticipazioni di CIG. Il problema delle anticipazioni della CIG, visti i tempi ancora troppo lunghi dal momento della domanda al momento dell'erogazione, pone dei seri problemi che se non vedranno una tangibile accelerazione della procedura, imporranno qualche forma di intervento. Per quanto riguarda il piano di risanamento della Pianelli e Traversa è impossibile, in questa fase, convocare le parti ad un unico tavolo. Il giorno 14 c.m. avremo un incontro con il Commissario Straordinario prof. Boidi, che illustrerà le linee di massima del piano di ristrutturazione. Valuteremo in quell'incontro le iniziative da prendere sui problemi del ritardo nell'erogazione della CIG.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Premetto che l'interpellanza è stata presentata prima dell'incontro avvenuto giovedì scorso in Consiglio regionale con i lavoratori, nel quale è stata prospettata la necessità di un confronto con il sistema bancario per acquisire la disponibilità ad anticipare la CIG. Non credo che il pagamento degli interessi sulle somme eventualmente anticipate costituisca un problema rilevante, poiché in passato gli interessi sugli anticipi non sono stati pagati né dalla Regione né dagli Enti locali, ma dalle organizzazioni sindacali. Le organizzazioni sindacali chiedevano di poter disporre del salario per Natale, visto che da quattro mesi le maestranze non percepiscono nemmeno un anticipo. Anche la tempestiva firma dei decreti non permetterebbe all'INPS di pagare entro Natale le spettanze. I lavoratori verranno a chiederci l'anticipo, quindi ognuno si assuma le responsabilità dicendo ai lavoratori che sul terreno del confronto con il sistema bancario non possiamo o non vogliamo fare nulla per quanto riguarda gli anticipi. L'ordine del giorno approvato dal Consiglio però era specifico sul confronto con il sistema bancario, quindi chiedo che i Capigruppo fissino una riunione con le banche, se poi queste risponderanno negativamente la Regione userà gli strumenti di cui dispone nei confronti delle banche.
Pertanto la risposta non è soddisfacente. Vi è poi l'aspetto del piano di ristrutturazione. La Regione si era assunta l'impegno di convocare le parti interessate, Commissario ed organizzazioni sindacali.
Voglio ricordare che il Commissario gestisce i soldi della collettività, quindi questa richiesta non è solo un diritto, ma è un dovere della Regione. Pare che il Commissario non sia disponibile per l'incontro a tre in Regione e che l'Assessore al lavoro convenga sull'opportunità di non fare questo incontro. A questo punto, di fronte all'esigenza di effettuare l'incontro, chi non intende partecipare se ne assuma la responsabilità.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazioni del Consigliere Cernetti inerenti la situazione dell'Istituto De Agostini di Novara


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente due interrogazioni presentate dal Consigliere Cernetti inerenti la situazione dell'Istituto De Agostini di Novara.
Risponde ad entrambe l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

La situazione occupazionale alla De Agostini è precipitata in questi ultimi tempi sia per l'avvio di processi di ristrutturazione ad alto contenuto innovativo, sia a fronte delle trasformazioni del mercato del settore. La Società De Agostini occupa attualmente 880 lavoratori.
Fino al 26 novembre l'azienda ha fatto ricorso alla Cassa Integrazione Speciale, a rotazione, per circa 60 lavoratori. Successivamente è stata presentata la richiesta per 90 persone. Il 28 novembre la Direzione dell'azienda in riunione presso l'Associazione degli Industriali di Novara ha annunciato che per realizzare il piano di ristrutturazione era necessario procedere a riduzioni di personale, connesse all'introduzione di nuove tecnologie e all'abbandono di aree di lavorazione arretrate ed obsolete.
La procedura di licenziamento è stata richiesta per 162 lavoratori: 143 operai e 19 impiegati. Questa mattina mi informa la Direzione dell'impresa che l'esuberanza è solo più di 136 dipendenti. Le organizzazioni sindacali hanno respinto questa richiesta ed hanno proposto l'utilizzo della Cassa Integrazione straordinaria. La trattativa che era stata interrotta è stata ripresa ieri nella sede dell'Associazione degli Industriali. L'azienda ancora ieri dichiarava che con la realizzazione del piano di ristrutturazione tra il 1985 ed il 1986 avrà ulteriore esuberanza strutturale di circa 70 persone.
Dunque, come già detto nella riunione di ieri, è emerso che il numero degli esuberanti non è più di 162 lavoratori, ma di 136. Ho notato che sino ad ora l'azienda di Novara non ha beneficiato della legge per l'editoria in quanto le sue pubblicazioni non sono equiparate al periodico.
Tuttavia la De Agostini, utilizzando gli strumenti della legge sull'editoria, ha richiesto un finanziamento di circa 7 miliardi e mezzo.
Tale domanda è ferma da un anno e mezzo. Personalmente mi sto adoperando per sollecitare che gli uffici competenti della Presidenza del Consiglio prendano in esame l'insieme della posizione della De Agostini relativamente alla legge sull'editoria. Se la riunione ristretta di oggi tra Direzione ed organizzazioni sindacali non porterà a nessuna soluzione l'Assessorato convocherà le parti per trovare delle soluzioni intermedie.
Un'ipotesi potrebbe essere quella dell'utilizzo della Cassa Integrazione anche non a rotazione, tenendo conto della possibilità di non reintegrare il turn-over.
Tra i lavoratori che verrebbero licenziati c'è un numero elevato di donne; quindi la nostra mediazione potrebbe chiedere un maggior equilibrio in modo che non si creino degli elementi distorcenti per l'immissione sul mercato del lavoro dei segmenti più deboli dell'azienda.
Comunque auspichiamo che oggi le parti possano trovare un soddisfacente compromesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Ringrazio l'Assessore della puntuale e sollecita risposta. La vertenza della De Agostini grava pesantemente sulla provincia di Novara anche perch l'azienda era considerata una perla nel contesto lavorativo.
Sottolineo però che è molto grave il fatto che le lavoratrici si sentano dire "licenziamo te o licenziamo tuo marito" e che le donne che rimangono siano costrette a sostituire personale assente in altri reparti ed aggiungere al loro lavoro anche quello notturno. Questo è incompatibile sia con l'art. 3 sia con l'art. 37 della Costituzione.
Anche sotto l'aspetto sociale vi è un grave arretramento sul piano delle lotte portate avanti negli ultimi decenni.
Nella provincia di Novara durante la crisi occupazionale le donne sono state già pesantemente colpite, infatti il settore tessile che impiegava prevalentemente maestranze femminili oggi è pressoché scomparso o presente in termini ridottissimi.
Quindi è un problema da considerare con particolare attenzione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione del Consigliere Carazzoni inerente l'inserimento al lavoro dei soggetti handicappati


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione presentata dal Consigliere Carazzoni inerente l'inserimento al lavoro dei soggetti handicappati.
Risponde il Presidente della Giunta Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

In ultima analisi la quota di invalidi che abbiamo è superiore a quella che è prevista dalla legge.
L'art. 12 della legge 2/4/1968, n. 482, determina le aliquote percentuali delle categorie protette che le pubbliche amministrazioni sono tenute ad assumere: 15% del personale delle carriere esecutive o equipollenti (III e IV livello) e 40% del personale ausiliario o equiparato. L'art. 22 della legge succitata prevede che gli Enti pubblici inviino entro i mesi di gennaio e luglio di ciascun anno alla Commissione Centrale per il collocamento obbligatorio un prospetto dal quale risulti il numero dei posti in organico del personale di ruolo e non di ruolo distinto per categorie ed in correlazione il numero degli invalidi e degli altri aventi diritto al collocamento obbligatorio in servizio, corredato di un elenco nominativo degli assunti. Da un'analisi della situazione attuale si evincono i seguenti dati riepilogativi: II livello - dotazione organica 20 unità - personale in servizio 23 unità - personale categorie protette legge 482/1968 5 unità III e IV livello: dotazione organica 889 unità - personale in servizio 721 unità - personale categorie protette legge 482/1968 93 più 36*.
Le 36 unità contrassegnate con l'asterisco si riferiscono a personale assunto nella carriera esecutiva (III e IV livello) e successivamente transitato nel V livello a seguito di concorso. In riferimento alle dotazioni organiche i posti riservati al II livello sono n. 8 e quelli riservati al III e IV livello sono n. 134; di questi risultano occupati da dipendenti assunti in base alla legge 482/1968: n. 5 posti di II livello e n. 129 posti di III e IV livello.
In effetti i 3 posti che rimarrebbero da assegnare al II livello non sono allo stato degli atti utilizzabili, in quanto la dotazione organica risulta coperta, con un sovrannumero di 3 unità.
Per quel che riguarda i livelli III e IV, si desume dal prospetto su riportato che in rapporto al personale attualmente in forza (721 unità complessive), il numero dei riservatari (129 unità) supera abbondantemente la percentuale del 15%, pari a 108 unità. In riferimento al parametro dotazione organica comprensiva di 889 unità risulterebbero ancora da assegnare n. 5 posti di IV livello. Tutto ciò premesso si deduce che la disponibilità di posti è alquanto esigua; ciò nonostante si sta provvedendo in relazione al punto b) dell'art. 7 del Regolamento del personale regionale all'individuazione di aspiranti ancora da assumere fino a copertura dei posti ancora liberi, in relazione ad effettive esigenze dell'Amministrazione. Sono in corso di discussione in Parlamento provvedimenti che tendono a rivedere la problematica degli inserimenti degli invalidi negli Enti pubblici ed in particolare tendono a conteggiare nell'ambito delle aliquote dei posti riservati tutto il personale transitato alle Regioni da altri Enti con la qualifica di invalido.
Gli uffici del personale hanno adempiuto all'obbligo di fare denuncia semestrale degli invalidi e degli altri aventi diritto al collocamento obbligatorio in servizio, corredata dall'elenco nominativo degli assunti come si può desumere dalla nota allegata n. 3501 spedita all'Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione in data 9 maggio 1983.
E' in fase di predisposizione l'ulteriore denuncia semestrale da trasmettere entro il mese di gennaio 1984.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Il Presidente della Giunta nella scelta delle risposte da dare alle interrogazioni usa uno straordinario e felice tempismo. La settimana scorsa, proprio alla vigilia della celebrazione di un processo, rispondeva ad una mia interrogazione sulla vicenda della Venchi Unica 2000 e parlava di "tragica fine" avvalorando i dubbi che avevo posto e che sono risultati fondati, in quanto, come è noto, il precedente procedimento penale è stato annullato a carico del noto Rapisarda.
Questa settimana risponde ad un'interrogazione un po' vecchia, che porta la data del 30 giugno. Ad ogni modo mi pare di capire, da quanto detto dal Presidente, che non era del tutto infondata la denuncia fatta dai movimenti di base del coordinamento sanità ed assistenza della Regione che aveva imputato all'Amministrazione regionale la drammatica situazione esistente per quanto riguarda l'inserimento di invalidi e di handicappati in attività lavorative.
In un volantino era scritto che la Regione non aveva assunto nel proprio organico nemmeno la quota di invalidi prevista dalla legge n. 482 del 2/4/1968. Prendo atto che il numero è raggiunto, anzi è superato.
Tuttavia, lo stesso Presidente si vede costretto ad ammettere che esistono sfasature fra i diversi livelli e che in particolare mancano posti nel IV livello.
In questa sede recentemente si discusse dell'inserimento lavorativo degli handicappati e la maggioranza ha fatto carico ai Gruppi dell'opposizione di non voler affrontare questo tema. Nel corso di un mio intervento avevo ricordato che una nostra proposta di legge da anni giace nei cassetti della Regione.
Questa interrogazione risulta sostanzialmente confermata dalla replica che il Presidente ha dato.
Non posso che auspicare che anche queste sfasature, come il Presidente della Giunta ha voluto chiamarle, siano presto superate, perché se le carenze poste dalle imprese private sono gravi e condannabili, più gravi e condannabili sono quelle che presenta l'Amministrazione pubblica, in particolare l'Amministrazione regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione dei Consiglieri Brizio, Cerchio e Martini inerente la denuncia semestrale invalidi ed handicappati di competenza della Regione


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta Viglione risponde ancora all'interrogazione presentata dai Consiglieri Brizio, Cerchio e Martini inerente la denuncia semestrale invalidi ed handicappati di competenza della Regione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ho già detto che gli uffici del personale hanno adempiuto all'obbligo di fare denuncia semestrale degli invalidi e degli altri aventi diritto al collocamento obbligatorio in servizio, corredata dall'elenco nominativo degli assunti, come si può desumere dalla nota n. 3501 spedita all'Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione in data 9 maggio 1983.
E' in fase di predisposizione l'ulteriore denuncia semestrale da trasmettere entro il mese di gennaio 1984.
Per quanto riguarda la quota degli invalidi dobbiamo dare un'interpretazione che però temo di dare in modo estensivo. Invalido è considerato anche chi già invalido è trasferito da altro Ente alla Regione oppure il lavoratore che nel corso del suo lavoro in Regione è diventato invalido.
Gli uffici non calcolano né lo scorrimento né la quota degli invalidi trasferiti alla Regione dagli Enti soppressi.
Prima di dare un giudizio su questa situazione chiederei il parere della Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il Gruppo D.C. ha presentato questa interrogazione il 7 febbraio 1983 ora il Presidente ci comunica che la denuncia semestrale è stata presentata il 9 maggio 1983 e sarà presentata all'inizio del 1984. Dobbiamo desumere da questa risposta che la nostra interrogazione e gli altri interventi citati hanno determinato finalmente la regolarizzazione di una posizione anomala. Nel merito la dichiarazione del Presidente della Giunta di disponibilità ad affrontare tempestivamente il problema la accogliamo positivamente ma vorremmo che si concretasse in una decisione definitiva.
Se sarà necessario assumere si assuma per raggiungere il livello necessario, soprattutto perché in questa fase di ristrutturazione industriale gli invalidi sono un anello debole dell'occupazione e gli Enti pubblici, per quanto di loro competenza, è giusto che provvedano.
Restiamo in attesa di conoscere in sede di Commissione o in altra sede le ulteriori determinazioni assunte ai fini di regolarizzare la situazione.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione del Consigliere Sartoris inerente l'ex colonia Medail di Bardonecchia


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione presentata dal Consigliere Sartoris inerente l'ex colonia Medail di Bardonecchia.
Risponde il Presidente della Giunta Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il trasferimento delle proprietà che furono del regime fascista non è stato per la Regione un grande affare. Gli esempi di strutture che gravano sulla Regione sono molti: il cinema di Piazza Bernini dove c'è la colonia di Ceres, la colonia di Marina di Andora che probabilmente verrà rilevata dal Comune.
Altre invece esistenti nei piccoli Comuni sono state assegnate.
L'ex colonia di Medail è composta da vari appezzamenti di terreno della superficie di mq 42.000 circa e dai sei corpi di fabbrica della superficie di mq 5.300 circa e della cubatura di mc 73.000 circa. Quando nel 1976 ci è stata trasferita a titolo gratuito abbiamo iniziato una serie di opere che dovranno portarla ad essere un punto determinante non soltanto di Bardonecchia, ma anche di tutto il movimento che avviene nella Valle di Susa. La prima parte della colonia è stata utilizzata da associazioni turistiche locali e dalle associazioni dei maestri di sci. La seconda parte è stata occupata da un centro medico di soccorso. L'altra parte è stata adibita a soggiorno sociale. Sono stati ospitati i figli dei funzionari della CEE di Strasburgo e di Bruxelles. Una parte è ancora da ultimare e sono in corso trattative con i Vigili del Fuoco per sistemare una loro sede. Si tratta di valutare se accanto al centro turistico possa essere collocato un centro scolastico. Le somme finora impegnate per gli appalti delle opere di ristrutturazione di tre dei sei corpi di fabbriche costituenti l'intero complesso ammontano a L. 7.003.000.000, oneri fiscali e spese tecniche compresi. Per la sistemazione di tutta la struttura è prevista un'ulteriore spesa di L. 9.000.00.000 circa. Sarebbe opportuno che su questa sede si aprisse un dibattito perché la considero una delle più belle opere esistenti in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Nella mia interrogazione chiedevo soprattutto quali erano i termini della convenzione con il Comune per capire come può lo stesso gestire un complesso di quel genere senza l'intervento di altri Enti.
Mi riservo di esaminare le deliberazioni e i contratti e di intervenire ulteriormente se sarà il caso.



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così discusse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bajardi, Cerutti, Fassio Ottaviano, Ferrari, Gastaldi, Reburdo Rivalta e Villa.


Argomento:

b) Presentazione progetto di legge


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente progetto di legge: N. 345: "Tutela sanitaria delle attività sportive", presentato dalla Giunta regionale in data 30 novembre 1983.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 27 ottobre 1983: "Secondo provvedimento recante disposizioni finanziarie per l'anno 1983".


Argomento: Commemorazioni

d) Commemorazione del Senatore Umberto Terracini


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, ieri a Roma si è spento il Senatore Umberto Terracini. Il popolo italiano ha perso uno degli uomini che hanno contribuito a creare la nostra Repubblica.
E' difficile, in una triste occasione come questa, condensare, in poche righe, quanto Umberto Terracini ha fatto per la libertà, la giustizia sociale del nostro Paese.
Di certo il Senatore Terracini è stato una delle figure più rappresentative del movimento operaio italiano e dell'antifascismo, così come fu uno dei costruttori della nostra Repubblica nata dalla Resistenza.
Ripercorrere in breve le tappe della sua vita significa ripercorrere buona parte della storia d'Italia di questo secolo.
Nato a Genova il 27 luglio 1895, Umberto Terracini a 16 anni si iscrisse al Movimento Giovanile Socialista. Anni dopo fondò con Gramsci "L'Ordine Nuovo" e nel 1919 entrò a far parte della direzione del PSI rappresentandovi la corrente comunista che, al congresso di Livorno del 1921, si costituì in partito autonomo.
Terracini fu da allora uno dei più autorevoli dirigenti del Partito Comunista Italiano. Caduto nelle mani dei fascisti nell'agosto del 1926, fu condannato nel maggio di due anni dopo a 23 anni di carcere.
Dopo averne scontati 11, per sopraggiunta amnistia, fu confinato prima a Ponza e poi a Ventotene dove fu liberato nel 1943. L'attività nella Resistenza, l'impegno nel costruire una nuova Italia libera e democratica lo vedono in prima fila tra le figure più significative ed emblematiche.
Terracini infatti rappresentava l'Italia che non si era piegata, che non aveva accettato compromessi nel ventennio fascista. Deputato alla Costituente, ne diventò Presidente nel 1947. La Costituzione della Repubblica italiana reca accanto alle forme di Enrico De Nicola, Capo dello Stato, e di Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio, quella di Umberto Terracini nella sua qualità di Presidente dell'Assemblea Costituente.
Senatore di diritto nella prima legislatura repubblicana viene poi rieletto Senatore in tutte le legislature successive, compresa quella in corso, dove per lunghi anni ricoprì la carica di Presidente del Gruppo comunista. D'ora in poi il ricordo che ci legherà alla figura di Umberto Terracini sarà quello di un indomito combattente per la libertà e per la giustizia dei popoli, di un luminoso esempio, per tutti, di coraggio civile, di dirittura morale, di ingegno giuridico, di acume politico. Se oggi la nostra Repubblica si fonda sul diritto di ognuno di esprimere le proprie opinioni e di vivere in libertà nel rispetto reciproco lo dobbiamo a uomini come Umberto Terracini. Colleghi Consiglieri, desidero esprimere a nome del Consiglio regionale piemontese e mio personale ai familiari, ai colleghi Senatori, al Partito Comunista Italiano, i sensi più profondi del nostro cordoglio. Di certo la realtà politica italiana ha perso con Umberto Terracini uno dei suoi padri ed uno dei suoi più profondi conoscitori. Di questa grave perdita ne siamo tutti addolorati.



(I presenti, in piedi osservano un minuto di silenzio)


Argomento:

Sull'ordine del lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Siccome ci avviamo alla conclusione delle risposte alle interrogazioni ed alle interpellanze e siccome nelle prossime sedute importanti argomenti occuperanno gran parte del nostro tempo, vorrei chiedere alla Presidenza del Consiglio e ai Capigruppo in che modo dovremo procedere.



BRIZIO Gian Paolo

Sui tempi da destinare alle interrogazioni decideremo nella conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Devo dire che mi attendevo che il Presidente della Giunta introducesse una comunicazione in merito agli argomenti discussi ieri in sede di Commissione per l'impiego. In tale Commissione la Regione è rappresentata da tre membri effettivi e da tre supplenti e poiché si è stabilito che in occasione dell'espressione di pareri sui piani di ristrutturazione per Regione si intende Consiglio regionale, le proposte che in quella sede vengono presentate dai membri della Regione devono essere prese in esame dal Consiglio regionale e dai suoi organi.
L'Assessore Tapparo nella riunione di ieri della Commissione per l'impiego ha presentato un progetto per lavori socialmente utili. E' evidente che tale progetto dovrà essere presentato a nome del Consiglio regionale e mi domando a nome di chi è avvenuta quella presentazione dato che né il Consiglio regionale né la Commissione competente ne sono stati informati.
Di questo sono venuto a conoscenza attraverso canali informali e mi risulta che quei progetti non tengono conto delle precedenti elaborazioni che erano state avviate dal Consiglio regionale e dall'allora Assessore al lavoro, Sanlorenzo. Invito il Presidente del Consiglio a farsi carico a portare questo argomento nelle sedi competenti e a definire l'organo deputato a decidere nel merito degli argomenti da portare alla Commissione per l'impiego.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Non mi è stato possibile essere presente ai lavori della Commissione per l'impiego perché contemporaneamente erano convocate la conferenza dei Capigruppo e la Commissione Nomine, quindi non ho conoscenza diretta della presentazione dei progetti da parte dell'Assessore Tapparo. Certamente non posso non aderire alla critica del collega Montefalchesi perché non ritengo che la Commissione regionale per l'impiego sia deputata a proporre progetti socialmente utili i quali devono essere prima discussi nella sede competente del Consiglio regionale e della IV Commissione.
Chiediamo che la Giunta chiarisca il proprio operato alla presenza dell'Assessore Tapparo o in mattinata o nella seduta del prossimo Consiglio.



PRESIDENTE

La parola ancora al Presidente della Giunta, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Evidentemente l'Assessore Tapparo ha presentato le proposte a nome della Giunta nella sua collegialità.
La Giunta non intende rastrellare competenze specialmente in una materia di questa importanza e di questo valore.



BRIZIO Gian Paolo

L'Assessore presiede la Commissione. C'è un salto di competenza.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Che presieda la Commissione non vuol dire che diventi automaticamente autore, a nome della Giunta, di tutte le proposte.
Sono disponibile a discutere di questo in sede di Commissione e con la Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

La Presidenza accoglie questa richiesta e nella prossima conferenza dei Capigruppo, quando si tratterà di definire il programma della prossima seduta consiliare, questo argomento verrà valutato con la dovuta attenzione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame deliberazione Giunta regionale n. 168-23657: "Regolamento per la disciplina dell'attività delle guardie ecologiche volontarie - art. 37 legge regionale 2/11/1982, n. 32"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto all'ordine del giorno che prevede l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 168-23657: "Regolamento per la disciplina dell'attività delle guardie ecologiche volontarie - art. 37 legge regionale 2/11/1982, n. 32".
La parola al relatore, Consigliere Avondo.



AVONDO Giampiero, relatore

L'approvazione di un Regolamento per la disciplina dell'attività delle guardie ecologiche volontarie è richiesta espressamente dall'art. 37 della legge regionale n. 32/1982 e rappresenta un atto indispensabile per permettere lo svolgersi di questa attività in modo coordinato ed efficace.
Oggi si può ben dire che non vi sia più alcuno che metta in discussione l'esigenza di salvaguardare e recuperare il rapporto uomo/ambiente e, di conseguenza, si registra ormai, sul problema della tutela ambientale e di un corretto uso delle risorse, unanimità di consensi e la partecipazione crescente dei cittadini. La nuova "cultura ambientale", nata negli anni '80, ha fatto sì che un rilevante numero di persone si sia reso disponibile a collaborare, a titolo del tutto volontario, alla difesa e sorveglianza ecologica, svolgendo un ruolo che deve essere non tanto repressivo, quanto educativo ed informativo, in collaborazione con le altre componenti preposte a compiti di vigilanza. Infatti, a seguito dell'approvazione della precedente legge regionale sull'ambiente n. 68/1978 si è attivato un processo che ha portato alla creazione di un rilevante numero di guardie ecologiche. Questa prima attuazione ha visto però nascere alcuni problemi interpretativi, organizzativi, di coordinamento e di chiarezza sui compiti e sui ruoli. Con la ristesura della legge, avvenuta con l'approvazione della legge regionale n. 32/1982, si è voluto rimandare ad apposito Regolamento l'organizzazione dell'attività delle guardie per poter meglio definire questi aspetti.
La Commissione, dopo aver ascoltato in consultazioni i vari organismi ed enti, locali e non, interessati ed aver acquisito interessante materiale di documentazione, ha ritenuto di apportare alcune modifiche al Regolamento proposto dalla Giunta regionale, pervenendo a questo testo sottoposto all'esame del Consiglio che vede nei punti sotto descritti quelli più caratterizzanti.
In particolare si è ricercato un momento unificante di coordinamento sia della fase preparatoria (corsi) sia della fase gestionale (organizzazione e strumenti) nella Provincia, pur prevedendo la collaborazione con tale ente delle Comunità montane e delle Associazioni protezionistiche.
Infatti, dato che si è voluto evidenziare come prioritario, tra i compiti delle guardie ecologiche volontarie, quello dell'informazione e dell'educazione ambientale, anche nel quadro di specifici programmi, si è provveduto ad una nuova stesura dell'art. 5, da cui risulta che le guardie ecologiche operano secondo quanto disposto dalla Provincia che promuove anche di concerto con le Comunità montane e le Associazioni protezionistiche, iniziative di carattere informativo e promozionale e che coordina il servizio di vigilanza sull'osservanza della legge regionale n.
32/1982.
Infatti si è cercato di non precostituire un rapporto "funzionale" di lavoro fra l'ente che organizza i corsi (come è avvenuto nel passato) e le guardie quasi queste fossero dei dipendenti a tutti gli effetti: infatti si ribadisce che il compito di vigilanza in senso sanzionatorio sull'applicazione della legge regionale n. 32/1982, è secondario, mentre è fondamentale, per la creazione di una "coscienza ecologica" e di una consapevole conoscenza dell'ambiente, delle sue caratteristiche e dei rischi cui è esposto, la funzione informativa e divulgativa, anche in supporto all'attività degli Enti locali in questo settore.
Inoltre non si è voluto disconoscere e vanificare l'importante ruolo svolto dalle Associazioni protezionistiche in questi anni nonché l'aspetto volontario del servizio di guardia ecologica.
Pertanto, ricordando ancora i contenuti dell'art. 1 e dell'art. 5 del Regolamento, si può pensare che le guardie ecologiche volontarie si adoperino sul territorio provinciale di loro competenza sì per svolgere compiti di vigilanza ambientale, ma soprattutto per collaborare all'attuazione dei programmi previsti dall'art. 4 della legge regionale n.
32, o di quelli predisposti da Comunità montane e Province nel campo della divulgazione ed istruzione ambientale ed ecologica favorendo quindi in modo incisivo l'aspetto della "prevenzione" del reato piuttosto che quello della repressione.
Le guardie ecologiche volontarie sono guardie giurate (sono richiamati i requisiti previsti dal T.U.L.P.S, negli artt. 3 e 4) ed operano in un ambito territoriale corrispondente a quello della Provincia da cui è emersa la proposta di nomina (e che provvede alla copertura amministrativa) e il loro numero è, ogni tre anni, stabilito con deliberazione della Giunta regionale in accordo con la Provincia, in base alle esigenze di tutela ambientale e delle caratteristiche territoriali. In tal modo si ritiene di poter meglio conoscere ed organizzare l'attività con le guardie stesse. Si prevede poi un ruolo di controllo e coordinamento generale della Regione a cui ogni anno deve pervenire, a cura delle Province, una relazione (vedi art. 8) circa la consistenza numerica delle guardie e la loro attività.
Infine la norma transitoria inserita per normare il passaggio delle guardie ecologiche esistenti dal regime giuridico ex legge regionale n. 68/1978 a questo, prevede: a) nel caso di persone che già abbiano effettuato i corsi è titolo idoneo alla nomina il superamento dell'esame finale b) nel caso di persone già nominate a tutti gli effetti guardie ecologiche è titolo comprovante un attestato di idoneità rilasciato dall'Ente che aveva organizzato i corsi.
Auspicando che tale Regolamento, con l'attiva collaborazione degli Enti locali interessati e delle Associazioni protezionistiche nonché delle guardie ecologiche stesse, possa permettere una più razionale, coordinata e proficua attività nel difficile campo della difesa e della vigilanza ambientale, ricordando peraltro che è intendimento della Regione procedere al più presto ad alcune modifiche della legge regionale n. 32, soprattutto per la parte sanzionatoria, onde rendere più chiare ed osservabili le norme, la VII Commissione rassegna all'approvazione dell'aula questo testo sottolineandone ancora una volta l'urgenza e l'importanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Il nostro voto su questa deliberazione è di astensione così come ci siamo astenuti nella votazione della legge 32. Abbiamo delle perplessità sia sull'applicazione della legge 32, sia sull'applicazione della legge 68.
Non possiamo dimenticare che molti aspetti negativi verificatisi nel periodo di applicazione delle leggi 32 e 68 sono dipesi anche dallo scarso coordinamento dell'Assessorato competente. Sostanzialmente in questi anni di applicazione di queste due importanti leggi vi è stato un certo disimpegno da parte dell'Assessore competente.
Probabilmente è mancata quella sensibilità che è necessaria per contribuire seriamente nella tutela dell'ambiente. Fin quando le Comunità montane e le Amministrazioni provinciali procederanno a modo loro in assenza di un coordinamento regionale incontreremo sempre quelle incongruenze che l'applicazione delle due leggi ha evidenziato.
Raccomandiamo alla Giunta di farsi promotrice di iniziative di coordinamento regionale e la invitiamo a presentare una volta all'anno così come prevede la legge 68, una relazione sui risultati della sua applicazione. Il nostro voto di astensione non deriva solo da alcune perplessità che il Regolamento suscita che infatti in larga parte condividiamo, ma nascono dalla mancanza di azione di coordinamento che la Regione avrebbe invece dovuto attuare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anche da parte nostra ci sarà l'astensione su questo Regolamento. Noi siamo d'accordo che le guardie ecologiche istituite con la legge 32 debbano adempiere alla funzione primaria della formazione di una "coscienza ecologica", però dobbiamo anche rilevare che a questa formazione della coscienza ecologica oltreché alle funzioni di informazione, di educazione ambientale e di tutela dell'ambiente si sarebbe dovuto espressamente provvedere nella legge. Per contro, gli artt. 36 e 37 della legge prendono in considerazione le guardie ecologiche attribuendo loro esclusivamente le funzioni repressive e di controllo.
Nel Regolamento (per la prima volta) si dice di voler favorire la coscienza della natura e si accenna a problemi di tutela ambientale: ma come è noto, il Regolamento può essere di attuazione e di esecuzione di una legge; non può essere praeter legem; non può porre funzioni nuove, in questo caso, per le guardie ecologiche. Quindi sussiste una perplessità di carattere legislativo.
In altri termini: la funzione primaria della coscienza ecologica ci trova consenzienti come principio, ma non ci trova consenzienti allorquando viene inserita nel Regolamento, il quale deve essere di attuazione di una legge la quale, a sua volta, prevedeva esclusivamente le funzioni repressive. Questa perplessità ci suggerisce un voto di astensione, ma qualora la si potesse superare, e il Regolamento venisse formulato in diversa maniera, rimarrebbe pur sempre la perplessità cui accennava il collega Lombardi, circa l'effettiva ed incisiva attuazione della funzione che si vuole attribuire alle guardie ecologiche. C'è infine un altro aspetto di carattere legislativo, sia pure secondario, sul quale riteniamo doveroso fare un'osservazione ed è il punto con cui si attribuisce alla guardia ecologica la veste di "pubblico ufficiale".
Ma un Regolamento non può stabilire se la guardia ecologica sia oppure no un pubblico ufficiale. Per queste considerazioni ci asteniamo dal voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

L'esame di questo Regolamento ha richiesto alla Commissione più tempo di quello che alla I Commissione viene concesso per l'esame del bilancio regionale.
Non vuole essere una battuta umoristica ma una memoria storica per qualche collega che ritiene pretestuosa la richiesta dell'opposizione di poter esaminare il bilancio della Regione Piemonte in più di due riunioni di Commissione.
Probabilmente siamo di fronte ad un processo che richiede da parte dell'istituzione grande capacità di adattamento alla realtà che è in rapida evoluzione.
Giustamente il Consigliere del Gruppo del MSI fa considerazioni puntuali dal punto di vista della coerenza dello strumento legislativo rispetto alle volontà politiche che lo promuovono. In effetti, questo Regolamento dice di più di quello che dovrebbe dire ed apre alcuni problemi che nella legge n. 32 non erano stati affrontati.
Devo dire con grande soddisfazione come Presidente della Commissione competente che le forze politiche, anche quelle che in questa sede hanno dichiarato voto di astensione, hanno dato un contributo estremamente positivo, soprattutto si sono fatte carico di alcune questioni fondamentali: la situazione creatasi sul territorio regionale ha determinato la messa in posizione subalterna delle associazioni naturalistiche che sono state le protagoniste della rivoluzione culturale in materia ambientale. Bisogna riconoscere che la battaglia per l'ambiente è stata intuita, proposta e portata avanti dalle minoranze alle quali va il nostro ringraziamento, ma vi è anche il dovere di dare loro un ruolo e consentire loro di svolgere un'azione e non relegarla nel museo delle cose che non servono più. L'aver riaperto uno spazio sul versante della promozione dell'educazione e della vigilanza su queste tematiche alle associazioni naturalistiche è un atto politico serio e dovuto.
Si è fatta una considerazione realistica con vera capacità di governo sugli inconvenienti che sono nati sul territorio per aver dato alla guardia ecologica una funzione ed una paternità: la funzione è quella repressiva la paternità quella unica ed esclusiva delle Comunità montane.
Ricordo che la prima volta che ho parlato di questi argomenti quando sono intervenuto sulla prima stesura della legge n. 64, è nata questa guerra.
Nella legge 64 c'era qualcosa che non piaceva, avevo fatto alcune obiezioni che sono state colte dall'allora Consiglio e portate in Commissione.
Quella legge invece di puntare al perseguimento di una maggiore coscienza ecologica dava alle istituzioni il potere di reprimere i cittadini, quindi rimetteva in campo due antagonisti vecchi come il mondo: il topo di campagna ed il topo di città.
Le guardie ecologiche fino ad oggi sono state utilizzate per lo più per tutelare il topo di campagna dall'invasione indebita del topo di città.
Questo può anche essere giusto però non mi sembra giusto utilizzare lo spontaneismo, il volontariato più significativo e culturalmente impegnato per trasformarlo in guardie campestri. Questa realtà ha dato luogo a situazioni - non praticabili, quindi abbiamo suggerito che la funzione di formazione culturale sulla tutela dell'ambiente dovesse essere data alle guardie ecologiche e che si dovesse ricercare sul piano della formazione e sul piano della gestione della categoria stessa un livello di delega significativo, quello della provincia. Questo non significa disconoscere il ruolo delle Comunità montane. Ci era però sembrato doveroso indicare un unico destinatario responsabile politicamente, la Provincia. In data odierna vengono invece presentati degli emendamenti che tendono a rimettere in discussione questo principio. Prego i colleghi che hanno presentato questi emendamenti di riflettere sull'aspetto istituzionale. Quando si delega un'istituzione, evidentemente bisogna lasciare a questa istituzione la responsabilità di regolare i propri rapporti con gli altri enti istituzionali. In una legge si possono dare dei messaggi, esprimere delle preferenze e delle volontà politiche come quella che le Province procedano insieme con le Comunità montane. Peraltro, prevedere dei meccanismi che impongono alla Provincia di operare, di intesa, con le Comunità montane significa rimettere in pista quel meccanismo che esisteva tra il topo di campagna ed il topo di città. Non solo, questa formulazione dà ad intendere che l'ambiente sia specificatamente una questione montana. Allora, sul piano istituzionale nasce una sollecitazione preferenziale dalle Comunità montane che questo problema sentono in modo particolare, quindi l'impegno della Provincia non sarà un impegno diffuso sul territorio uniformemente ma sarà un impegno più penetrante rispetto alle sollecitazioni che riceve non sul piano politico della coscienza, ma sul piano legislativo nella misura in cui, dando con questa legge una funzione di intervento istituzionale alle Comunità montane, queste si faranno carico di mettere in mora la Provincia, qualora questa non provveda.
Il territorio montano sarà di serie "A", quello non montano sarà di serie "B": questa mi sembra una distorsione istituzionale. In altri termini si vanificherebbe lo sforzo che abbiamo fatto di mettere sullo stesso piano le istituzioni e le associazioni volontaristiche, perché è evidente che se le Comunità montane hanno una funzione propositiva propria di pressione politica e di coscienza ecologica, le associazioni naturalistiche che hanno più difficoltà a muoversi sul piano istituzionale troveranno gli spazi funzionali occupati dalle istituzioni e questo non sembra lo spirito dei ragionamenti che si sono fatti in Commissione.
Mi asterrò sugli emendamenti, se verranno presentati. Voterò la legge in termini favorevoli anche se emendata, perché ritengo che un Regolamento di questo genere, significativo quanto una legge, debba uscire con il massimo di consenso possibile, anche se comprendo ed apprezzo le ragioni che inducono la D.C. al voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la discussione odierna offre l'occasione di sviluppare alcune considerazioni sulla legge 32, rispetto alla quale, in maniera molto sintetica, ribadiamo alcuni concetti che già abbiamo avuto modo di sostenere quando ci fu la discussione generale.
Siamo per ribadire e rafforzare il significato della legge 32 che deve a nostro avviso, far crescere nella Regione una coscienza diffusa sui temi ambientali. Perciò tutto quanto di incongruo è previsto nella legge rispetto al conseguimento di questo obiettivo va modificato. Il sistema sanzionatorio è un esempio di aperta contraddizione e già il relatore Avondo lo ha ampiamente segnalato. Il Gruppo PCI è impegnato a presentare a questo riguardo una proposta di modifica organica. Per quanto riguarda il Regolamento che oggi è all'esame del Consiglio, pur condividendo le argomentazioni svolte dal relatore, abbiamo ritenuto opportuno presentare alcuni emendamenti che solo apparentemente sono formali: e ci spieghiamo.
Ci è parso opportuno affrontare la questione del rapporto tra le Province che sono destinate da questo Regolamento ad organizzare i corsi e a svolgere funzione di coordinamento dell'attività delle guardie ecologiche e le Comunità montane. Non possiamo dimenticare il ruolo che hanno le Comunità montane sul territorio in termini di piano di sviluppo; e quando parliamo di piano di sviluppo della Comunità montana, parliamo di uno strumento intersettoriale che interessa i vari fenomeni in essa esistenti tra i quali quello ambientale. Per questo i nostri emendamenti tendono a conseguire un unico scopo, quello di non rendere puramente facoltativo il rapporto tra la Provincia e la Comunità montane, come invece si evince dal testo del Regolamento licenziato dalla Commissione.
Proponiamo perciò l'adozione del concetto del "concerto" che rende certo anche se dialettico il rapporto tra la Provincia e la Comunità montana.
Un rapporto effettivo delle Province con le Comunità montane è quindi importante sia in ordine all'organizzazione dei corsi, sia in ordine al coordinamento dell'attività di vigilanza delle guardie ecologiche.
Non ci pare che questo involga situazioni istituzionali non chiare anzi a noi paiono chiarissime, in quanto con il Regolamento stabiliamo che la competenza è delle Province e stabiliamo altresì i criteri attraverso cui questa delega deve essere esercitata nei territori di competenza delle Comunità montane.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta Viglione per la replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Desidero ringraziare i Consiglieri per i loro interventi e rilevare un aspetto importante che tutti hanno puntualizzato: con questo Regolamento la Regione compie un passo significativo nel processo della delega. Dobbiamo però aver chiaro il concetto della delega. Il Governo non ci ha mai concesso il principio di delega generale, ma, ai sensi degli artt. 117 e 118 della Costituzione assegna in via primaria o in via di delega delle competenze su singole materie sulle quali poi il Governo usa il principio dell'osservanza e del controllo.
Procedere settorialmente e separatamente riesce sempre difficile. Il programma di questa Giunta da qui al 1985 prevede momenti importanti di delega. Alcune leggi di delega hanno già assegnato a Comuni e Comunità montane deleghe in campo di assistenza e di agricoltura. Rimangono alcuni nodi da sciogliere per quanto attiene al territorio all'urbanistica, ma questi nodi saranno sciolti immediatamente dopo l'approvazione del bilancio di previsione per il 1984 e dopo l'approvazione delle modifiche alla legge 56. Con questo Regolamento dimostriamo che vogliamo procedere ad un modo nuovo per difendere il territorio anche se - dobbiamo riconoscerlo - dalla Liberazione ad oggi non si era mai fatto un passo nel campo dell'ecologia.
Un Ministero dell'Ecologia non è mai esistito prima del Governo Craxi e rendiamo merito al Presidente del Consiglio per aver voluto nominare il Ministro Biondi. Questo processo viene recepito anche in questa sede. La Giunta è disponibile ad esaminare gli emendamenti che sono stati presentati.
Ci troviamo di fronte ad una delibera che approva il Regolamento per la disciplina sulle attività delle guardie ecologiche. Ci sono degli emendamenti sostitutivi ed aggiuntivi a quattro articoli del Regolamento.
Prenderemo poi in esame la delibera nel suo complesso e la voteremo per alzata di mano.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame degli emendamenti al suddetto Regolamento.
1) Emendamento sostitutivo all'art. 2, primo comma, presentato dai Consiglieri Acotto e Biazzi: sostituire le parole "anche in collaborazione" con le parole "di concerto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
2) Emendamento aggiuntivo all'art. 2, primo comma, presentato dai Consiglieri Acotto e Biazzi: inserire le parole "anche in collaborazione" prima delle parole "con gli Enti e le Associazioni.." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
3) Emendamento sostitutivo all'art. 2, terzo comma, presentato dai Consiglieri Chiabrando e Carletto: le parole "dal competente ufficio regionale" sono sostituite da: "dal Presidente della Giunta regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 33 voti favorevoli e 3 astensioni.
4) Emendamento sostitutivo all'art. 4, secondo comma, presentato dal Consigliere Majorino: sostituire il secondo comma con: "Competono alla guardia ecologica nell'esercizio delle sue funzioni di controllo sull'osservanza della legge regionale 32/1982, i poteri che la legge 24/11/1982, n. 689, conferisce agli organi di controllo sull'osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti in aula.
5) Emendamento soppressivo all'art. 5, lettera a), presentato dai Consiglieri Acotto e Biazzi: sopprimere la parola "anche" prima di "di concerto con le Comunità montane".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
6) Emendamento modificativo all'art. 5, lettera b), presentato dai Consiglieri Acotto e Biazzi: dopo la parola "coordina" aggiungere le parole "di concerto con le Comunità montane" e quindi sopprimere le ultime parole "anche avvalendosi delle Comunità montane".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 32 voti favorevoli e 4 astensioni.
7) Emendamento sostitutivo all'art. 6, presentato dai Consiglieri Chiabrando e Carletto: le parole "dai competenti uffici regionali" sono sostituite da: "dalla Giunta regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 34 voti favorevoli e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione il testo della deliberazione. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale visto l'art. 36 della legge regionale 2/11/1982, n. 32, che stabilisce che la vigilanza sull'osservanza della legge stessa e l'accertamento delle violazioni relative sono affidati, fra gli altri, alle guardie ecologiche volontarie visto altresì l'art. 37 della sopraccitata legge regionale che demanda ad apposito Regolamento di esecuzione la disciplina dell'organizzazione e delle modalità di nomina delle guardie ecologiche predette sentita la competente Commissione consiliare delibera di approvare il Regolamento per la disciplina dell'attività delle guardie ecologiche volontarie, allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 15 astensioni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo all'ordine del giorno: "Nomine".
In merito ha chiesto di parlare il Consigliere Bergoglio. Ne ha facoltà.



BERGOGLIO Emilia

Dichiaro che non parteciperò alla votazione dei Sindaci della Promark.



PRESIDENTE

Procediamo con le suddette nomine.


Argomento: Nomine

Consiglio di amministrazione della Promark S.p.A.: nove rappresentanti di cui quattro della minoranza.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno riportato voti: Vera Fernando n. 17 Tamini Mario n. 17 Luzzati Enrico n. 17 Visone Antonio n. 17 Torre Vittorio n. 17 Stoppini Giancarlo n. 16 Di Claudio Giuseppe n. 16 Taverna Carlo n. 13 Contratto Alberto n. 11 scheda bianca n. 1 Li proclamo eletti.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto.


Argomento: Nomine

Collegio sindacale della Promark S.p.A.: nomina di tre Sindaci effettivi e due supplenti


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti n. 34 votanti n. 33 hanno riportato voti: Sindaci effettivi Pitet Giovanni n. 18 Ferreri Guido n. 14 Bello Giustino n. 16 Sindaci supplenti Mauro Ermanno n. 17 Cordaro Giancarlo n. 19 scheda bianca n. 1 schede nulle n. 2 non ha partecipato alla votazione (Bergoglio) n. 1 Li proclamo eletti.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto.


Argomento: Nomine

Rinnovo Commissione regionale per l'esame dei ricorsi in ordine alla tenuta dell'Albo professionale degli imprenditori agricoli: tre esperti in materia giuridica e tecnica agricola


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 hanno riportato voti: Clerico Sergio n. 16 Smerieri Franco n. 17 Paris Mario n. 14 schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Ricostituzione Consiglio scolastico provinciale: nomina di un rappresentante per la provincia di Cuneo


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 ha riportato voti: Dalmasso Luigi n. 19 schede bianche n. 15 Proclamo eletto il signor Luigi Dalmasso.


Argomento: Nomine

Ricostituzione Consiglio scolastico provinciale: nomina di un rappresentante per la provincia di Alessandria


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 ha riportato voti: Livraghi Roberto n. 23 schede bianche n. 11 Proclamo eletto il signor Roberto Livraghi.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Ricostituzione Consiglio scolastico provinciale: nomina di un rappresentante per la provincia di Torino


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34 ha riportato voti: Cassia Angelo n. 20 schede bianche n. 13 scheda nulla n. 1 Proclamo eletto il signor Angelo Cassia.
Le nomine sono così terminate.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Università

Esame progetto di legge n. 323: "Istituzione delle tasse regionali universitarie"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto all'ordine del giorno che reca: Esame progetto di legge n. 323: "Istituzione delle tasse regionali universitarie".
La parola al relatore, Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il progetto di legge "Istituzione delle tasse regionali universitarie" fa riferimento alla situazione creata dal D.P.R. 616 del 1977 che, trasferendo alle Regioni le funzioni amministrative di assistenza scolastica per gli studenti universitari, trasferisce ad esse anche le entrate degli Enti pubblici, di natura tributaria e contributiva, previste da disposizioni di leggi vigenti (tasse a carico di coloro che conseguono l'abilitazione all'esercizio professionale, 15% dell'imposta totale di tutte le tasse universitarie e dei contributi integrativi, 30% delle tasse di iscrizione degli studenti appartenenti a famiglie con reddito complessivo annuo superiore ai 3.000.000). Il presente progetto di legge è reso necessario dall'art. 121 del D.P.R. 616 che, richiamando l'art. 14 della legge 281, impone di convertire tali entrate in tributi propri della Regione, attraverso una norma legislativa; in particolare, il progetto di legge stabilisce all'art.
5 di iscrivere gli introiti in appositi capitoli del bilancio regionale e finalizzarli unicamente ad interventi per l'attuazione del diritto allo studio nell'ambito universitario. Il presente progetto di legge è stato approvato all'unanimità dalle Commissioni I e VI che lo sottopongono all'approvazione del Consiglio regionale con dichiarazione d'urgenza.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Tassa di abilitazione all'esercizio professionale) "La tassa prevista dall'art. 190 del Testo Unico sull'istruzione universitaria approvato con R.D. 31/8/1933, n. 1592, a carico di coloro che conseguono l'abilitazione all'esercizio professionale diviene tributo proprio della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 121 del D.P.R. 24/7/1977 n. 616.
L'ammontare della tassa è determinato in L. 60.000 a decorrere dall'1/1/1984".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Contributi) "Divengono parimenti tributi propri della Regione Piemonte il contributo previsto dall'art. 2 della legge 18/12/1951, n. 1551 ed il contributo suppletivo di cui al successivo art. 4 della stessa legge.
L'ammontare dei tributi suddetti è pari a quello determinato dalla legge 18/12/1951, n. 1551 e successive modificazioni ed integrazioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Accertamento, liquidazione e riscossione) "Per l'accertamento, liquidazione e riscossione dei tributi di cui ai precedenti artt. 1 e 2 si applicano le norme previste dalla legge regionale 6/3/1980, n. 13 e successive modificazioni, concernente la disciplina delle tasse sulle concessioni regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Accertamento, violazioni, sanzioni, decadenza, rimborsi e ricorsi amministrativi) "Per l'accertamento delle violazioni, l'applicazione delle sanzioni, la decadenza, i rimborsi ed i ricorsi amministrativi, si applicano le norme previste dalla legge regionale 6/3/1980, n. 13 e successive modificazioni concernente la disciplina delle tasse sulle concessioni regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Modalità di pagamento) "Le tasse ed i contributi di cui ai precedenti artt. 1 e 2 devono essere corrisposti agli interessati con versamento sull'apposito conto corrente postale intestato alla Tesoreria della Regione Piemonte.
Gli introiti derivanti dall'attuazione della presente legge saranno iscritti in appositi capitoli nello stato di previsione dell'entrata del bilancio regionale e saranno destinati agli interventi per l'attuazione del diritto allo studio nell'ambito universitario di cui alla legge regionale 17/12/1980, n. 84".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Entrata in vigore) "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 11.50 riprende alle ore 12)


Argomento: Comunita' montane - Informazione

Esame testo unificato dei progetti di legge n. 151 e 330: "Rifinanziamento della legge 10/12/1979 n. 72 - Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Esaminiamo infine il testo unificato dei progetti di legge nn. 151 e 330: "Rifinanziamento della legge 10/12/1979 n. 72 - Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva", di cui al punto sesto all'ordine del giorno.
La parola al relatore, Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, relatore

Il provvedimento che viene sottoposto all'esame del Consiglio è la naturale prosecuzione nel tempo della legge 72/1979, con la quale si realizzò un impegno concreto della Regione - in aggiunta e supplenza all'intervento Rai - per far giungere anche nelle "zone d'ombra" di montagna i programmi delle reti nazionali, intesi come strumento di socialità, informazione, cultura.
Lo stanziamento di 1.500 milioni, cui si aggiunsero in alcuni casi disponibilità proprie delle Comunità montane, ha permesso di attivare in tre anni una cinquantina di ripetitori Tv al servizio di circa 50.000 utenti; altri 30 risultano in costruzione; ulteriori 80/90 impianti permetterebbero di eliminare quasi del tutto le "zone d'ombra" nella realtà regionale piemontese.
Nella fase attuativa della legge si sono però evidenziati, specie negli ultimi tempi, alcuni problemi riconducibili a difficoltà finanziarie delle Comunità. Eccezionali lievitazioni dei prezzi reali, inflazione, ritardi e modifiche dei progetti per realizzare impianti il più affidabili possibile costringono molte Comunità a sospendere lavori in corso, con malcontento delle popolazioni e pregiudizio per il funzionamento di "catene" ripetitrici incompiute. La richiesta di nuove contribuzioni regionali è pressoché unanime ormai da anni sul territorio piemontese.
Ravvisata la necessità di ulteriori finanziamenti, già nell'81 venne presentato dal Gruppo consiliare D.C. un progetto di legge, allora non esaminato su parere della Giunta che motivava con la carenza finanziaria del bilancio questa impossibilità a decollare nel 1981.
Nei mesi scorsi la Giunta regionale, preso atto dei ripetuti solleciti da parte di Consiglieri regionali e delle stesse Comunità montane, present un suo disegno di legge che la Commissione ha esaminato congiuntamente alla proposta democristiana.
L'articolato che si sottopone all'assemblea è il frutto della discussione sui due testi ma non intende però chiudere il discorso limitandosi ad un intervento contingente che risolverà i problemi di alcune Comunità ma dovrà essere completato da un'ulteriore e più organica legge che, seguendo il tracciato della proposta D.C., autorizzi il convenzionamento Rai - Regione sia per l'estensione della rete di ripetitori sia per la gestione degli impianti già attivati ma per la cui manutenzione indubbiamente le Comunità montane non hanno adeguate possibilità tecniche e finanziarie.
La presente proposta recepisce quindi in via di urgenza la necessità di rifinanziare intanto la legge 72/1979, con un primo impegno che la Commissione ha fissato in L. 550 milioni per il 1984, con ciò aumentando la previsione della Giunta.
Il provvedimento privilegia la concessione di contributi ai lavori in corso di completamento e solo eccezionalmente finanzia nuove opere comunque essenziali per la funzionalità di progetti complessivi a "catena". Il tutto, con meccanismi semplici per una rapida realizzazione delle opere.
Se approvato, si potrebbero subito attivare le pratiche burocratiche assegnando i finanziamenti nei primissimi mesi del 1984 onde consentire l'immediata cantierabilità dei progetti. Da ciò, anche la dichiarazione di urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

La legge regionale 72 del 1979 - un "atto dovuto", come la si potrebbe definire in termini legali, verso tante comunità di montanari confinati in condizioni di emarginazione rispetto alla maggioranza dei piemontesi quella legge, dicevamo, si era proposta di attivare in Piemonte un centinaio di ripetitori televisivi, secondo quanto ottimisticamente affermato in una nota della rivista "Notizie" del gennaio 1980.
In realtà, a prestar fede a ciò che viene ammesso nella relazione al disegno di legge presentato dalla Giunta regionale, dopo tre anni e nonostante lo stanziamento di 1.500 milioni, i ripetitori televisivi attivati sono risultati essere non più di una cinquantina: un numero, cioè decisamente insufficiente a coprire le vaste "zone d'ombra" che, rispetto ai programmi Rai, ancora permangono in molte zone di montagna.
Il bilancio, dunque, non può che considerarsi solo in parte soddisfacente: perché, al di là delle buone intenzioni che portarono al varo della legge 72 nel 1979 e, successivamente, della legge 46 del 1981 restano da soddisfare, in Piemonte, la necessità di almeno altri 80 o 90 ripetitori televisivi. A fronte di questa situazione di grave carenza, la normativa di cui stiamo discutendo non offre alcun rimedio: perch infatti, il progetto in esame non costituisce un intervento radicalmente risolutore di una realtà che abbiamo visto essere in larga misura insufficiente; ma rappresenta soltanto un "pannicello caldo" per l'anno 1984 di 550 milioni con il rifinanziamento della precedente legge, tra l'altro accordato in via prioritaria per il completamento di opere già in corso di esecuzione e solo in via subordinata ed eccezionale per il finanziamento di nuovi ripetitori televisivi.
Resta così irrisolto il problema di fondo: che è quello di far arrivare su tutto il territorio piemontese un servizio pubblico almeno sufficiente per qualità e per quantità, favorendo attraverso il collegamento televisivo il rapporto fra montagna e pianura, fra campagna e città.
Ed il lasciar permanere "zone d'ombra" in Piemonte - pensiamo, ad esempio, ad alcune vallate dell'Ossola o del Cuneese - obiettivamente non può configurarsi in altro modo che come un atto di ingiustizia nei confronti di molte collettività montane, già condannate ad una vita durissima di sacrificio e tuttora lasciate prive del mezzo televisivo, che non è solo offerta di spettacolo, ma soprattutto occasione per partecipare alla vita della società. Da qui, i motivi di insoddisfazione del nostro Gruppo: che, pur apprezzando lo spirito informatore del disegno di legge ritiene che, in questo campo, molto di più si sarebbe dovuto fare; e che pertanto rimarcherà questa sua posizione critica con un voto di astensione sull'articolato proposto. Ma, parlando di problemi televisivi, non possiamo concludere senza allargare il discorso e senza esprimere l'invito al governo regionale perché finalmente si decida ad intervenire nei confronti della concessionaria Rai onde ottenere che la ricezione dei programmi sia sostanzialmente migliorata non solo in alcune Comunità montane del Piemonte, quanto nell'intera Regione. Ci sollecitano a questa raccomandazione due ben precise considerazioni. Anzitutto quella che, oltre alle "zone d'ombra" già citate, esistono sul territorio piemontese altre zone dove il secondo canale televisivo non giunge affatto o è male ricevuto; e dove, poi, il terzo canale è del tutto sconosciuto (e qui parliamo anche di capoluoghi di provincia o di centri di grande importanza). Non disponiamo di statistiche aggiornate, ma crediamo di non essere molto lontani dal vero affermando che, in Piemonte, non più di un 70% della popolazione è potenzialmente servito dalla terza rete televisiva: ed il dato si presenta come estremamente basso, considerando che il 50% dei piemontesi sta oggi nell'area metropolitana di Torino. La periferia dunque, cioè le altre Province, restano largamente escluse. Sono, queste denunciate, ben gravi carenze, non imputabili certo alla Regione, ma per il superamento delle quali la Regione potrebbe e dovrebbe impegnarsi in modo più incisivo anche presso la sede regionale della Rai.
Seconda considerazione: è inconcepibile, ancorché tecnicamente spiegabile, che in tutta la zona del Piemonte nord-orientale (parliamo dell'Alto Novarese come del Basso Novarese) il terzo canale, là dove viene ad essere captato, sia non già quello piemontese, ma quello lombardo.
La questione può sembrare irrilevante, specie per chi - all'interno di questa provincia - sia convinto sostenitore dell'appartenenza tendenziale di Novara più alla Lombardia che al Piemonte. Ma non lo è più quando si rifletta sul fatto che la terza rete è stata varata proprio sul presupposto che, con il decentramento dei servizi, ogni Regione potesse meglio conoscere se stessa, attraverso la diffusione capillare dell'informazione televisiva e, soprattutto, delle culture e delle subculture regionali.
Pertanto, il consentire passivamente che, in una provincia dove sono già fortissime le tendenze centrifughe, lo strumento televisivo non soltanto non assolva a questo suo fondamentale compito, ma addirittura diffonda notizie, immagini, costumi, tradizioni di altra confinante Regione, è problema alquanto delicato che dovrebbe non venir sottovalutato dal governo regionale piemontese. Anche in questa direzione, pertanto, ci sembra giusto chiedere e pretendere dall'esecutivo un'azione più determinata rivolta ad ottenere, anche ai fini della difesa dell'unità territoriale del Piemonte un ragionevole potenziamento dell'emittenza torinese. Ecco, queste sono le due considerazioni di carattere generale che, approfittando della discussione attorno a questo disegno di legge, abbiamo ritenuto di dover introdurre nel dibattito, sottoponendole all'attenzione dell'assemblea. Sul merito del provvedimento in esame, come già detto e per i motivi prima richiamati, il Gruppo del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale si asterrà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria

Il Gruppo comunista è favorevole all'approvazione del disegno di legge della Giunta che rifinanzia la legge del 1979 voluta per eliminare situazioni di disuguaglianza di opportunità culturali ed informative.
L'intesa raggiunta in Commissione sul progetto di legge del Gruppo D.C.
impegna la Giunta ad intervenire successivamente con una legge più organica e con un ulteriore impegno finanziario, quando questo sarà possibile. Anche su questo punto c'è il pieno assenso del Gruppo comunista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Esprimo il voto favorevole del nostro Gruppo su questo progetto che è un progetto di legge unificato che prende spunto da un progetto presentato dal nostro partito e lo faccio con particolare compiacimento come rappresentante di una provincia che è molto interessata ad interventi di questo tipo, sia perché risolvono problemi relativi alla ricezione televisiva, sia perché hanno un significato profondo per il riequilibrio di zone che per una serie di ragioni sono ancora emarginate.
Le valenze culturali di questo provvedimento sono state sottolineate dai colleghi che mi hanno preceduto e speriamo che contribuiscano in quello sforzo che la Regione compie per il mantenimento dei nostri concittadini nelle zone di montagna e di collina.
E' un provvedimento stralcio, limitato rispetto alle esigenze. E' un provvedimento stralcio di una più ampia visione delle necessità. Il progetto di legge della D.C. tendeva ad avvalersi di un sistema complessivo di convenzione Rai - Regione - Comunità montane per risolvere in modo più ampio tali problemi.
Facciamo affidamento sulle promesse dell'Assessorato competente e della Giunta di mantenere vivo l'argomento e di procedere in seguito alla definizione della materia in termini generali.
In vista di questo lavoro futuro, esprimiamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Il PSI è favorevole a questo provvedimento di legge anche se lo considera uno stralcio di una legge organica che interessi tutta la Regione Piemonte che permetta di informare capillarmente tutto il territorio e che non lasci delle zone d'ombra, non soltanto in riferimento alle popolazioni già emarginate per ragioni orografiche ma anche in riferimento a popolazioni di ben più vaste regioni ancora non collegate.
La provincia di Novara, non ultima nell'economia piemontese, si vede completamente esclusa da qualsiasi informazione regionale. La Regione è qualcosa come l'araba fenice, conosciuta solo dagli amministratori, ma sconosciuta alla popolazione per la mancanza di rapporto con il mass-media più importante, la televisione.
Si conoscono i programmi della Lombardia, le iniziative del Sindaco di Milano e non si sa ciò che fa la Regione Piemonte.
La Giunta dovrebbe impegnarsi per programmare un'informazione capillare per tutto il territorio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Se in provincia di Novara arrivano solo le notizie di Milano, nel Cuneese, soprattutto nel Monregalese, non arriva nessuna notizia. Invito la Giunta e specialmente il Presidente che è monregalese ad impegnarsi con particolare attenzione in favore delle zone ombra di montagna considerando che le popolazioni sono purtroppo già demotivate per varie ragioni a mantenervi la residenza.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Viglione per la replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Sono stato presentatore della vecchia proposta di legge e sono fautore dei ripetitori. Preoccupa il ritardo nell'esecuzione della legge precedente, probabilmente per carenza di risorse finanziarie, malgrado nella legge avessimo già previsto l'erogazione del 90% della somma.
Probabilmente c'è stato qualche intoppo e forse non è così facile collocare un ripetitore per servire zone di montagna. Dovremo chiedere un incontro con la Direzione della Rai per ottenere che almeno il primo ed il secondo canale giungano in tutte le zone. La Rai è sorda alle nostre sollecitazioni ma spesso incontra delle difficoltà perché le Tv private hanno invaso fette di canali che le competono soprattutto per la parte che riguarda il terzo canale.
Manca una normativa per l'utilizzazione dei canali televisivi per spegnere la guerra delle onde. La Giunta si impegna in questa direzione. La precedente legge ha dato dei risultati perché il 70% delle opere previste alcune delle quali sono ancora in via di completamento per mancanza di risorse, saranno realizzate.
Le previsioni iniziali erano inesatte perché non hanno previsto che a volte i ripetitori vanno installati a 1.500-2.000 metri di altitudine e che poi vanno alimentati. Chiederò ai dirigenti e ai tecnici locali della Rai di riferire in Commissione sulla situazione, dopodiché assumeremo provvedimenti più incisivi impegnando maggiori risorse.



PRESIDENTE

Procediamo ora con la votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Al fine di permettere l'attivazione dei ripetitori televisivi già ammessi a contributo ai sensi delle leggi regionali 10/12/1979, n. 72 e 9/11/1981, n. 46, la Giunta regionale può concedere alle Comunità montane a modifica ed integrazione del secondo comma dell'art. 1 della stessa legge regionale 10/12/1979, n. 72 - ulteriori contributi una-tantum fino al massimo di L. 20 milioni per ogni impianto del quale siano stati avviati in modo significativo i lavori all'atto dell'entrata in vigore della presente legge.
L'entità del contributo è stabilita dalla Giunta regionale, sentite la Delegazione piemontese UNCEM e la Commissione consiliare competente.
Il contributo così concesso viene erogato con decreto del Presidente della Giunta regionale; può essere revocato ove l'attivazione dell'impianto non avvenga entro sei mesi dalla data del decreto di erogazione.
Per la concessione del contributo le Comunità montane dovranno far pervenire apposita domanda entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge; tale domanda dovrà essere corredata da una relazione tecnica sui lavori svolti e su quelli da ultimare alla data di entrata in vigore della presente legge, nonché dal preventivo aggiornato di spesa esclusivamente per opere connesse alla diffusione dei programmi irradiati sui canali della Concessionaria Rai-Tv".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Nell'ambito dello stanziamento di bilancio e fino al massimo di un terzo del medesimo, la Giunta regionale può concedere finanziamenti per nuove opere. Le domande di ammissione al contributo dovranno pervenire alla Regione entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge corredate da una relazione illustrativa dell'intervento proposto e dal preventivo di spesa.
L'entità del contributo sarà stabilita dalla Giunta regionale, sentite la Delegazione piemontese UNCEM e la Commissione consiliare competente previo parere tecnico della Rai. Il contributo, comunque non superiore a L.
30 milioni per ogni impianto, sarà erogato in unica soluzione, in base ad un certificato di regolare esecuzione sottoscritto dai servizi tecnici della Comunità montana interessata e ad una dichiarazione di idoneità tecnica rilasciata dalla Rai".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, per l'anno finanziario 1984, la spesa di L. 550 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa del fondo globale di cui al capitolo n. 12500 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1984 e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo di un capitolo con la denominazione 'Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisivia' e con lo stanziamento di L. 550 milioni in termini di competenza e di cassa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 38 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Comunico infine che è pervenuto alla Presidenza il "Quadro programmatico di riferimento per la politica regionale ed interventi operativi mirati alla scadenza amministrativa del 1985".
Il documento è disponibile in 70 copie e verrà consegnato ai Consiglieri, mentre ai Consiglieri assenti verrà recapitato presso i Gruppi consiliari.
Il Consiglio verrà convocato per i giorni 21 e 22 dicembre prossimi mentre il giorno 13 dicembre alle ore 15 si terrà la conferenza dei Presidenti ed alle ore 16 la Commissione Nomine.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.40)



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