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Dettaglio seduta n.211 del 27/10/83 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione del Consigliere Picco inerente il recupero del patrimonio edilizio nel centro storico di Susa


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo i lavori con il punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze".
Esaminiamo per prima l'interrogazione presentata dal Consigliere Picco inerente il recupero del patrimonio edilizio nel centro storico di Susa.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore alla pianificazione territoriale

Non risulta che l'Assessorato competente abbia rifiutato la conversione del finanziamento a suo tempo assegnato al Comune di Susa e non utilizzato per mancanza di aree idonee, da nuove costruzioni a recupero del patrimonio edilizio esistente.
Sono in corso, viceversa, le necessarie verifiche da parte degli uffici competenti per ottenere utili elementi di informazione circa la reale realizzabilità dell'intervento proposto.
Le verifiche predette, che vengono sistematicamente operate per tutte le richieste di finanziamento di interventi di recupero, si rendono particolarmente opportune nei confronti del Comune di Susa se si considera che lo stanziamento di 200 milioni a valere sul secondo biennio, assegnato per la realizzazione del recupero di un fabbricato in via Rocciamelone, fin dall'aprile 1980, è mai stato utilizzato.
Allo stato attuale delle informazioni qualche perplessità inoltre si nutrono anche nei confronti dell'intervento di recupero proposto per la rilocalizzazione dello stanziamento di 1.700 milioni, poiché, dalla scheda di rilevamento fornita dall'Amministrazione comunale, il fabbricato risulterebbe solo in parte di proprietà pubblica (come è noto i fondi dell'edilizia sovvenzionata sono attribuibili soltanto per il recupero di abitazioni di proprietà pubblica, art. 1, lettera a), legge 5/8/1978, n.
457).
Inoltre il fabbricato della consistenza di 60 alloggi risulterebbe occupato da altrettante famiglie per il cui trasferimento il Comune dichiara presenza di alloggi parcheggio solo in termini estremamente generici.
Si precisa inoltre che gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente sono attentamente verificati sulla base di un'apposita scheda di rilevamento, inviata dai Comuni interessati alla Regione dei quali costituisce formale domanda di finanziamento, in esecuzione ai disposti dell'art. 3 della legge regionale 18/12/1979, n. 76.
Le verifiche sono effettuate sia in merito al grado di fattibilità dell'intervento proposto, sia in relazione alla presenza di vincoli, sia ancora, se finanziabile, nel merito dell'incidenza dell'intervento proposto sui fabbisogni e sulla politica pianificatoria comunale.
L'intervento di Susa potrà essere pertanto finanziato a seguito delle risultanze delle verifiche predette, a condizione che le stesse ne confermino la fattibilità e l'opportunità.
Si precisa inoltre che l'intervento medesimo potrà essere comunque finanziato qualora il Comune si assuma categorica responsabilità mediante deliberazione del proprio Consiglio comunale, pena l'automatica perenzione dei finanziamenti, di rispettare i seguenti tempi previsti dalla legge: 30 novembre 1983 programma di movimentazione dell'utenza ed assetto della situazione della proprietà 1° marzo 1984 indicazione formale del fabbricato da risanare 1° ottobre 1984 inizio dei lavori 1° marzo 1985 ultimazione dei lavori.
L'esigenza del rispetto dei termini predetti deriva non solo dalla necessità di utilizzare in tempi corretti i finanziamenti pubblici, ma da precise disposizioni di legge che assegnano specifiche responsabilità agli Enti incaricati dell'attuazione degli interventi, precisando che il superamento dei termini comporta necessariamente o la perenzione dei finanziamenti stessi o la perdita al diritto alla copertura dei maggiori oneri.
Nell'interrogazione si chiede con quali criteri i finanziamenti vengono assegnati ai Comuni, quando non esistono precise richieste.
La distribuzione dei fondi viene effettuata in relazione ai fabbisogni che emergono o dai dati statistici a disposizione dalle indicazioni degli IACP. Si cerca anche di prevenire eventuali fabbisogni collegandoli alle localizzazioni edilizie ed agli indirizzi di pianificazione territoriale.
Nella Valle di Susa si deve operare con celerità intanto perché è in costruzione un'autostrada, inoltre perché è interessata al traforo del Frejus, alla presenza di un ufficio di dogana con la creazione dell'interporto, oltre ad una politica di potenziamento della bassa Valle.
Le decisioni circa gli investimenti di edilizia pubblica tengono conto non soltanto delle valutazioni e delle stime di fabbisogno, ma di elementi previsionali sui futuri fabbisogni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Ritengo che i problemi sollevati nell'interrogazione, al di là del merito specifico, abbiano una rilevanza politica degna di attenzione.
L'Assessore ha fornito una risposta che è completa per quanto attiene alle informazioni, e per questo lo ringraziamo, ma che contiene delle carenze in ordine ai problemi che esistono a monte.
Ci sono due ordini di problemi, quello degli interventi nei centri storici con finanziamenti di edilizia pubblica e quello con finanziamenti di edilizia popolare.
Per quanto riguarda il primo problema non mi risulta esistano colpe particolari del Comune di Susa relativamente all'intervento di via Rocciamelone.
Il primo finanziamento di 200 milioni era insufficiente per affrontare l'intervento, tant'è vero che si sarebbe potuto liberare o espropriare lo stabile e per questo l'Istituto Autonomo Case Popolari avrebbe avuto la delega.
L'insufficienza del finanziamento però di fatto non ha consentito di poter avviare con il programma del primo biennio questo intervento.
Era pertanto dovere dell'Assessorato accertare le difficoltà e mettere in condizione l'Istituto Autonomo Case Popolari o il Comune di Susa di avere un finanziamento integrativo sul vecchio patrimonio edilizio.
L'indicazione dei Comuni sulle disponibilità delle case parcheggio è uno dei nodi alla base dei problemi concernenti finanziamenti di edilizia pubblica.
Sappiamo che il fatto di attestarsi genericamente sulla disponibilità della proprietà nella realtà dei piccoli Comuni non risponde a condizioni di realizzabilità, mentre può corrispondere in realtà come quella del Comune di Torino. L'Assessorato che si fa carico di questi interventi dovrebbe affrontare le destinazioni dei finanziamenti in connessione con la possibilità operativa.
Noi non siamo molto entusiasti della normativa recentemente approvata dal Consiglio che prevede certi poteri sostitutivi, tutte cose belle dal punto di vista della pragmaticità e della consequenzialità che deriva dalla non utilizzazione dei finanziamenti, dobbiamo però renderci conto che gli interventi non sono supportati dai finanziamenti e dai conseguenti atti operativi regionali.
Tutto questo discorso finisce per essere inutile perché si programma ma i finanziamenti non riescono a decollare in mancanza delle condizioni fondamentali.
L'utilizzazione dei 1.700 milioni destinati a Susa ed il trasferimento sul patrimonio edilizio del centro storico è un problema attuale che prego l'Assessorato di voler affrontare nel merito con le dovute indagini e con i dovuti accertamenti.
Esiste poi il problema dell'assegnazione dei finanziamenti ai Comuni che non li avevano richiesti. Il Comune di Susa è stato interessato da parecchi finanziamenti di edilizia pubblica e con un'oculata predisposizione di strumenti urbanistici, sia generali che esecutivi, è riuscito finora a destinare questi finanziamenti e a realizzare gli interventi. E' chiaro però che questa disponibilità non deve essere intesa all'infinito perché sappiamo che cosa comporta un insediamento di interventi di edilizia popolare in una certa realtà.
Ritengo che i finanziamenti dei fabbisogni che l'Assessore denuncia a livello di Comprensorio o di Comunità montana di fatto siano sostitutivi di carenze di strumenti urbanistici o di disponibilità da parte di altri Comuni ad accertarli.
L'emergenza del fabbisogno va oculatamente riconsiderata soprattutto in direzioni che siano specifiche rispetto alle indicazioni date dall'Assessore.
Prendo atto della disponibilità ad approfondire le ragioni per le quali l'ultimo finanziamento non ha ancora trovato collocazione e mi auguro che l'Assessorato riesca quanto prima, in collaborazione con il Comune, a risolvere i nodi che sono stati sollevati con l'interrogazione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Majorino inerente l'opuscolo "Perché diciamo no alla pena di morte"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Majorino inerente l'opuscolo "Perché diciamo no alla pena di morte".
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questa interrogazione risale all'aprile del 1981. L'opuscolo inerente la pena di morte venne stampato a titolo informativo.
Credo che le istituzioni, al di là delle singole competenze, debbano anche prestare interesse a ciò che la società civile e democratica manifesta.
E' difficile pensare che si possa concordemente agire con le altre realtà del Paese senza cogliere questo elemento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Ringrazio il Presidente Viglione per avere risposto a questa interrogazione per la quale avevo chiesto, nel lontano aprile 1981, una risposta scritta.
Non intendevo contestare il potere-dovere delle istituzioni di informare circa una problematica, allora di attualità per via della presentazione di una petizione, ma contestavo piuttosto la disinformazione che caratterizzava l'opuscolo.
Invero nella parte introduttiva dell'opuscolo, che era destinato a studenti e a operai, si prendeva decisa posizione contro l'iniziativa in questione, prospettandola come un'iniziativa generalizzata ad introdurre puramente e semplicemente, nell'ordinamento giuridico la pena di morte.
Viceversa si sarebbe dovuto spiegare, visto che in altre parti dell'opuscolo si entrava in dettagli, che la petizione aveva scopi e limiti temporali e che richiedeva l'introduzione della pena di morte limitatamente a delitti particolarmente efferati, quali i delitti di mafia, di droga, di sequestri di persona, seguiti da morte del sequestrato, e di terrorismo.
L'opuscolo si diffondeva poi nel dimostrare che, sul piano politico attuale, in base a precedenti storici, è improponibile l'introduzione della pena di morte, sia pure limitata a questi delitti particolarmente efferati.
Ed anche in questo caso è mancata l'obiettività dell'informazione.
Si è citato il Calamandrei, il quale in sede di Assemblea Costituente aveva preso decisa posizione per l'abolizione della pena di morte, si è citato il Beccaria, il quale (pur schierandosi contro la pena di morte) ammoniva che "quando i disordini tengon luogo di leggi e quando chi abbia relazioni e potenza così pericolosa contro la forma di governo stabilita" è ammissibile tale pena. Ma poteva anche essere citato il De Marsico, per esempio, che fu autorevole Ministro di Grazia e Giustizia, che si schier sempre contro la pena di morte; ed ancora, avrebbero potuto essere citati anche il torinese Mila (noto critico d'arte), l'ex deputato socialista Giancarlo Matteotti, che firmò la petizione senza certo derogare alle sue idee politiche; ed infine l'on. Terracini, noto giurista e prestigioso esponente del PCI, il quale, in sede di Assemblea Costituente, si espresse proprio a favore della pena di morte.
Dal verbale della seduta del 25 gennaio 1947 risulta che l'on.
Terracini disse: "La pena di morte potrà essere ammessa solo nei codici militari, eccezionalmente anche per reati comuni nel caso di omicidi efferati che sollevino la pubblica indignazione".
E, ancora, l'on. Lussu, esponente del Partito Sardo di Azione e, dopo Capogruppo del Partito Socialista, chiedeva all'Assemblea Costituente addirittura di sopprimere la norma costituzionale che prevedeva l'abolizione della pena di morte.
Sono sceso in questa casistica per dimostrare come sia vero che l'opuscolo ha tenuto conto dell'opinione autorevole del Calamandrei, che prevalse in sede di Assemblea Costituente, ma non ha tenuto conto, ai fini dell'informazione, di quelle di altri autorevoli giuristi o uomini politici.
Nella seconda parte dell'opuscolo si diceva che ci sono ragioni giuridico - costituzionali che impediscono l'introduzione della pena di morte nei noti limitati casi.
Questo non è esatto perché il problema all'epoca venne dibattuto e motivato sulla scorta di leggi risalenti al 1931 (ma tuttora vigenti) che prevedevano l'introduzione dello "stato di emergenza" nel caso in cui in certe zone del Paese si verificassero fatti gravi tali da richiederlo.
La questione può essere opinabile. Sono d'accordo che noi abbiamo portato avanti una proposta politica che non è stata recepita: però il non esporre obiettivamente la situazione giuridica costituzionale è stato un altro errore dell'opuscolo.
La settimana scorsa, nel corso di un convegno di alti magistrati, il Procuratore Generale della Cassazione (e non l'ultimo pretore d'assalto, o non d'assalto) riprendendo questo discorso ebbe ad esprimersi che "pare opportuna" la dichiarazione dello stato di emergenza in alcune zone del Paese, con quel conseguente temporaneo e limitato venir meno di alcune garanzie costituzionali.
Non ho contestato il diritto-dovere di informare studenti e lavoratori ma il modo abnorme e non veritiero di informarli. Mi dichiaro insoddisfatto della risposta data.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione del Consigliere Simonelli inerente l'esclusione del progetto Val Borbera dalla priorità dei finanziamenti FIO


PRESIDENTE

L'Assessore Rivalta risponde ora all'interrogazione presentata dal Consigliere Simonelli inerente l'esclusione del progetto Val Borbera dalla priorità dei finanziamenti FIO.



RIVALTA Luigi, Assessore al coordinamento progetti FIO

La Giunta regionale ha effettuato la scelta prioritaria degli acquedotti per gli investimenti FIO. Era possibile presentare 22 progetti per acquedotti da parte dei relativi Consorzi, per un totale di 177 miliardi.
Gli apparati del Ministero però consideravano con una certa difficoltà la scelta del Piemonte. In tempo molto breve (si era nel periodo susseguente alla formazione della Giunta) si decise di presentare altri progetti onde evitare il rischio di essere eliminati in partenza per aver presentato solo progetti relativi ad acquedotti.
Gli altri progetti, che ammontavano a 430 miliardi, riguardano la forestazione, l'irrigazione, il risanamento delle acque reflue, il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani (queste due voci erano già presenti nel programma FIO dell'anno scorso) e l'edilizia scolastica.
Richiamerò ora a grandi linee ciò che ho illustrato ai colleghi Consiglieri in sede di Commissione. Il richiamo all'edilizia scolastica nella legge sul FIO ritengo sia un modo surrettizio da parte del Governo di rispondere alle richieste formulate dalle Regioni, di rifinanziare la legge 412.
Pertanto la Giunta ha presentato progetti relativi all'edilizia scolastica proprio per evitare una possibile esclusione. Nei primi giorni del mese di agosto il Ministro della Sanità inviò una lettera circolare alle Regioni con l'invito, ove avessero avuto problemi di finanziamento per edifici ospedalieri, a presentare progetti al FIO.
Poiché la somma dei progetti sottoposti alle valutazioni economiche ammontava a 430 miliardi, fu necessario valutare le priorità.
Nel contempo decidemmo di mantenere l'intesa informale sancita dai rapporti fra le quattro Regioni padane.
Per cui nell'ambito di questa intesa, mentre da un lato abbiamo posto in evidenza le risorse del bacino del Po, dall'altro abbiamo incluso fra le priorità le opere che riguardano la depurazione delle acque.
Per il Piemonte si stabilì una soglia di 103 miliardi. In sede di I Commissione fu composto l'elenco delle priorità con unanimità di consensi.
I progetti per acquedotti prioritari ammontano a 65 miliardi, più del 50 dell'entità delle priorità stabilite per la Regione Piemonte. Abbiamo incontrato molte difficoltà nel definire l'elenco delle priorità. I primi progetti definiti erano tutti davvero importanti, anche tecnicamente significativi.
La Regione Piemonte non dispone di un piano degli acquedotti, quindi manca un'elaborazione complessiva dei problemi relativi su cui fondare il ragionamento.
Furono consultate le varie entità interessate e la scelta fu indirizzata sugli acquedotti che ai fini della distribuzione delle acque avevano assunto un carattere urgente. Essi sono: l'acquedotto del Monferrato che serve più di 100.000 persone e che proprio nell'estate del 1982, con conseguente interruzione dell'erogazione, presentò fenomeni di inquinamento gravi nella zona di Ozzano.
Nell'inverno scorso in un incontro tenuto a Moncalvo, al quale parteciparono tutte le forze politiche, con dichiarazioni esplicite ed unanimi, si individuò la priorità di intervento sull'acquedotto del Monferrato.
Al problema del Monferrato fu aggregata una politica che territorialmente e socialmente assumeva un significato rilevante circa l'approvvigionamento dell'acqua nelle zone collinari e che dalla Val Tiglione e dalle Langhe si dirigono verso la collina torinese, Comuni da Pino Torinese a Castiglione Torinese.
Nel mese di luglio, mentre si discutevano questi problemi in Commissione, i Sindaci dei Comuni della collina torinese (e con questo non abbiamo soggiaciuto ad una pressione politica) fornirono un campione d'acqua del loro acquedotto, che non presenta caratteristiche organolettiche tali da renderla potabile.
Per dare maggiore funzionalità al progetto degli acquedotti delle aree collinari fu aggregato da un lato il progetto di adduzione delle acque dal Colle di Tenda agli acquedotti delle Langhe e dall'altro quello degli acquedotti delle Valli di Lanzo che, oltre a servire quella zona, adducono acqua all'acquedotto di Torino per consentire una maggiore disponibilità di acqua da trasmettere alla collina.
Non solo ragioni tecniche hanno suggerito l'esclusione dell'acquedotto della Val Borbera, ma anche ragioni finanziarie. Il progetto della Val Borbera comporta una spesa di 34 miliardi e ritengo non abbia giovato il fatto che si sia insistito nel presentare un progetto unico per 34 miliardi, anche se è interessante dal punto di vista programmatorio, ma non agli effetti della presentazione al FIO.
Si sarebbe dovuto assumere, ad esempio, il lotto del Comune di Novi che più risentiva del problema dell'acquedotto e che comportava una spesa di 12 13 miliardi.
Le comunità locali e i loro consorzi non si sono presentati unitariamente nei confronti dei progetti che ineriscono la Val Borbera e la Valle Scrivia e questo non ha facilitato l'articolazione delle scelte.
I progetti "Irrigazione delle rogge tortonesi" e "Acquedotti della Val Borbera", che hanno unità nell'adduzione delle acque, sono stati presentati dalle comunità separatamente, forse persino in maniera contrapposta o conflittuale.
La limitatezza dei tempi ci ha impedito di svolgere un lavoro di integrazione complessivo.
Il piano di sviluppo ha posto in ogni Comprensorio come elemento prioritario il problema dell'irrigazione e questo principio ci ha indotto ad inserire il progetto "Irrigazione delle rogge tortonesi" come elemento di potenziamento della produzione agricola in quella zona.
Stante la ristrettezza delle risorse la scelta dell'irrigazione è assunta come priorità per il riferimento economico che ha in agricoltura.
La seconda domanda posta nell'interrogazione riguarda la questione relativa all'opportunità di riprendere in esame tale progetto ai fini di una possibile integrazione delle priorità individuate e comunque per un opportuno finanziamento regionale coerente con gli obiettivi del piano di sviluppo.
Per quanto riguarda il finanziamento regionale giro il problema alle discussioni che faremo sul bilancio di previsione annuale e pluriennale e sul piano di sviluppo.
Ritengo di dover difendere il lavoro svolto con gli apparati e con gli enti interessati in sede di Commissione, pertanto non mi pare esistano oggi elementi per modificare la scala delle priorità.
Si potrà rivedere la questione nell'ambito dei finanziamenti FIO del 1984 che saranno predisposti nel mese di marzo o di aprile ad un patto per ed io l'ho già riferito nel corso di riunioni tenute ad Alessandria - di riunire i progetti esecutivi ed attribuirgli un carattere di integrazione.
Aggiungo che il problema dell'integrazione può diventare addirittura aleatorio ed illusorio perché, proprio la settimana scorsa, il Ministero del Bilancio ci ha comunicato che probabilmente gli acquedotti non verranno finanziati e ha invitato le Regioni della pianura padana a rivedere nell'ambito della loro intesa, le priorità, ma escludendo gli acquedotti.
Dato che il Ministero del Bilancio dispone di 1.200 miliardi per i finanziamenti FIO e cerca di espandere questi miliardi con i finanziamenti della BEI, la cui soglia per il FIO è di 1.000 miliardi, ritiene di recuperarli tutti non ritenendo gli acquedotti finanziabili con i fondi BEI, risulterebbe quindi che la Regione potrebbe attingere ad una disponibilità di solo 200 miliardi a livello nazionale.
Insistere sugli acquedotti potrebbe significare non avere i finanziamenti o averli in misura scarsissima. Il Presidente della Giunta doveva incontrarsi a tale proposito lunedì scorso con il Ministro Longo, ma la riunione è stata rinviata all'8 novembre.
La terza domanda dell'interrogazione riguarda l'opportunità di riconfermare l'indicazione prioritaria del progetto Valle Scrivia nel quadro della programmazione regionale e la definizione di opportuni programmi di intervento per realizzare gli obiettivi di quel progetto.
La Regione Piemonte non recede dall'attenzione che ha posto alla Valle Scrivia. Dalle consultazioni che sono in corso sul piano di sviluppo emergono molteplici sollecitazioni ad individuare alcune aree come problemi emergenti.
La Valle Scrivia è un problema emergente che occorre affrontare perseguendo gli interventi settoriali possibili nell'Alessandrino. Ma mentre si pongono problemi di sviluppo economico di quell'area, addirittura si tenta di nascondere la questione della centrale nucleare, questione che quando si parla di problemi di sviluppo, non solo ai fini energetici ma anche ai fini occupazionali ed economici, dovrebbe assumere come punto di partenza anche l'ipotesi della centrale nucleare che sarebbe in grado di promuovere un intervento nazionale di regimazione delle acque a monte della centrale nucleare sul Tanaro, sullo Scrivia, sul Borbera e che sarebbe forse in grado di dare forza politica alla Regione per chiedere interventi connessi ai 6.000 miliardi previsti per la costruzione della centrale nucleare.
Con la costruzione della centrale nucleare si metterebbero in moto i piani delle Ferrovie dello Stato rivitalizzando le funzioni del centro interportuale di Rivalta Scrivia che sarebbe sollecitato da commesse di movimentazione merci.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Ringrazio l'Assessore Rivalta per la puntualità e l'accuratezza delle risposte, del resto consuete, anche se non valgono a rendermi soddisfatto del loro contenuto.
Non perché non condivida le considerazioni sul modo con cui la Giunta ha definito le priorità in ordine ai progetti FIO, ma perché dall'insieme della risposta emerge proprio quanto io temevo, e cioè un allentamento delle indicazioni prioritarie della proposta di piano regionale di sviluppo che rischia di rimettere in discussione alcune indicazioni date nella stesura iniziale del piano.
Erano state individuate priorità territoriali che non volevano fare emergere unicamente le zone di crisi (l'intero Piemonte è attraversato da fenomeni di crisi e di deindustrializzazione del sistema produttivo), ma che tendevano invece a far emergere l'area metropolitana torinese, l'area dell'Alto Novarese e l'area del Basso Alessandrino o Valle Scrivia, nelle quali la crisi assumeva aspetti strutturali oltreché congiunturali e nello stesso tempo dove sono presenti dei fattori che possono innescare dei processi di ripresa.
Mi pare che tutto questo discorso venga ad attenuarsi e che si tenda a rimettere in discussione non solo le scelte prioritarie allora definite, ma anche le linee portanti della proposta di piano regionale di sviluppo.
Certamente il discorso non avrebbe senso se si riferisse soltanto al problema dell'acquedotto.
Io non considero il problema dell'acquedotto della Val Borbera la cartina di tornasole per individuare le priorità della Valle Scrivia.
L'irrigazione delle rogge tortonesi è un aspetto del problema di per s però non risolutivo.
Senza la soluzione coordinata, giustamente richiamata dall'Assessore dei due progetti insieme, il progetto delle rogge tortonesi non risolve il problema delle irrigazioni in quell'area.
Nella risposta dell'Assessore non è stato preso in considerazione il punto dell'interrogazione con il quale si sollecitava un incontro della Giunta regionale con gli enti dell'Alessandrino.
Probabilmente, l'Assessore se ne è dimenticato, ma ritengo che le consultazioni e le riunioni indette nei giorni scorsi sul piano di sviluppo ad Alessandria abbiano messo in evidenza l'ulteriore deterioramento di quelle realtà locali.
L'incontro tra la Giunta regionale ed enti dell'Alessandrino dovrebbe rassicurare sul fatto che i problemi che sono in fase di aggravamento nell'area della Valle Scrivia vengono tenuti in debito conto dalla Giunta e che le priorità del piano di sviluppo non vengono disattese.
Gli effetti della crisi che ormai sta investendo e squassando la struttura produttiva di Genova sono destinati a ripercuotersi pesantemente nell'area della Valle Scrivia, aggiungendo ulteriori elementi di crisi e di preoccupazione.
La Regione non può fare miracoli, lo sappiamo, ma nel momento in cui il problema della Valle Scrivia emerge, è difficile non valutare tale emergenza e non tenerne conto. Pare anche che la Giunta abbia revocato probabilmente con un provvedimento normale, il finanziamento già concesso per una prima tranche di lavori sull'acquedotto che interessava il Comune di Novi perché non era stato impiegato entro i termini.
Quindi non solo non si dà corso ai programmi individuati nei progetti evidenziati dalla Regione, ma si revocano i contributi dati in precedenza.
Come tutto ciò si concili con il mantenimento delle priorità individuate dal piano di sviluppo a me pare difficile ricavare e soprattutto mi pare che non ci siano gli elementi per confortare con un rinnovato impegno gli amministratori degli Enti locali e le popolazioni della Valle Scrivia che sentono pesare una crisi crescente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PETRINI


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Brizio, Cerchio, Penasso, Quaglia e Fassio relativa alla gestione dei fondi CECA


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza presentata dai Consiglieri Brizio Cerchio, Penasso, Quaglia e Fassio relativa alla gestione dei fondi CECA.
Risponde l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore all'industria

L'art. 56 del trattato CECA prevede la possibilità di finanziare piccole e medie aziende di attività produttive che contemplino il reimpiego di lavoratori provenienti dal settore carbo-siderurgico. In questo senso il Mediocredito piemontese ha stipulato il 21 marzo di quest'anno una convenzione con la CECA per un prestito di 50 miliardi.
Ogni Regione può sottoscrivere queste convenzioni o tramite il Mediocredito o le finanziarie regionali.
In Lombardia, ad esempio, la convenzione con la CEE è stata stipulata dalla finanziaria regionale.
Possono essere finanziate le piccole o medie aziende con un'occupazione inferiore ai 500 dipendenti e con immobilizzazioni tecniche superiori ai 40 miliardi.
Il tasso di interesse è dell'11 % e in proporzione alle assunzioni si può ottenere un ulteriore bonifico.
Il prestito viene erogato con la clausola sociale che stabilisce l'assunzione di lavoratori provenienti dal settore siderurgico e carbo siderurgico.
Tuttavia la procedura permette di superare questo vincolo quando la realtà del mercato del lavoro locale non offre alle aziende che ne hanno fatto richiesta lavoratori del settore siderurgico.
E' previsto che i lavoratori del settore siderurgico possano essere sottoposti a processi di riqualificazione da parte delle ordinarie strutture di formazione professionale regionale.
Si è avuto un incontro con il Presidente e il Direttore generale del Mediocredito per avere un quadro della situazione.
Ecco i dati: in sei mesi ci sono state richieste di finanziamento per 50 miliardi, su 56 miliardi di totale (siamo la prima Regione ad avere utilizzato quasi tutto lo stanziamento in tempi estremamente rapidi). La CECA ha accolto finora richieste fino a 4 miliardi, sono deliberati dall'istituto 12 miliardi e 38 miliardi sono ancora in fase di istruttoria.
Si prevede che questo finanziamento possa attivare 1.000 posti di lavoro che necessariamente non saranno tutti occupati da ex siderurgici.
Quindi, non sempre si tratta di moltiplicazione di posti di lavoro, ma di posti di lavoro già programmati da aziende che si avvalgono di questa opportunità. Prevalentemente le aziende che hanno rivolto domanda al Mediocredito sono concentrate nell'area dell'Alto Novarese e del Torinese nelle altre aree a vocazione siderurgica pochissime sono le aziende che hanno fatto richiesta: in Valle di Susa, dove c'è una forte disoccupazione di lavoratori siderurgici, sono state presentate solamente tre domande.
Alla fine dell'anno il Mediocredito ci presenterà l'elenco delle domande dettagliato per territorio, per tipologia e con le caratteristiche di occupazione.
Nei primi mesi dell'84 è probabile un nuovo rifinanziamento, ma per ottenerlo occorrerà attendere l'erogazione del prestito attuale almeno per il 50 %.
Abbiamo sottolineato al Mediocredito che è necessario un maggiore raccordo con la Regione affinché i fondi vengano meglio finalizzati nelle aree con maggiore disoccupazione siderurgica.
L'obiettivo è stato raggiunto nell'area dell'Alto Novarese e del Torinese, forse nelle altre zone come in Valle di Susa le formule adottate per la diffusione dell'iniziativa sono state insufficienti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

La risposta è ampia e completa sotto il profilo sostanziale. Rimangono comunque le nostre ragioni di perplessità, perché riteniamo che questa importante disponibilità di mezzi finanziari, ottenuta con il finanziamento della CECA, poteva essere meglio utilizzata dalla Regione Piemonte.
Dalle parole dell'Assessore si intuisce che il raccordo con il Mediocredito è stato molto scarso e le conseguenze sono evidenti: i posti di lavoro sono pochi (1.000) in relazione al finanziamento complessivo di 50 miliardi e soprattutto la clausola sociale è largamente disattesa.
Abbiamo l'impressione che pochissimi lavoratori siderurgici siano stati interessati, anche perché i pochi posti di lavoro in più sono poco connessi alla logica del finanziamento.
Sono poi mancate le richieste provenienti dalla Valle di Susa e dal Canavese per la scarsa informazione sull'iniziativa. La Regione ha varie opportunità di intervenire nel settore di politica industriale, ma anche quando può non lo fa. Esiste però una ragione politica e qui mi riferisco alla parte dell'interrogazione che non ha avuto risposta. La Giunta regionale è incerta su chi ha competenza relativamente a questi problemi infatti in un primo tempo si è detto che se ne sarebbe occupato l'Assessore Cerutti per ragioni territoriali, in seguito l'Assessore alla programmazione e finalmente, dopo due mesi dalla costituzione della Giunta si è saputo che questo campo sarebbe stato affidato alla competenza dell'Assessorato al lavoro e industria.
Al di là di questa disfunzione grave, l'intervento della Regione è stato insufficiente anche sotto l'aspetto politico, che non depone a favore della maggioranza e della Giunta, trattandosi di temi economici la crisi e la possibilità di ripresa della nostra economia.



TAPPARO Giancarlo, Assessore all'industria

Preciso che nel Canavese esiste disoccupazione nell'ambito della forgiatura a caldo, tale produzione però non rientra in quelle comprese nell'accordo.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ho già annunciato che è l'Assessore all'industria che si occupa del problema.



BRIZIO Gian Paolo

Dopo che lo abbiamo sollevato.



VIGLIONE Aldo

Presidente della Giunta regionale. Non esiste un Assessorato ai fondi CECA: c'è un'attribuzione di specifiche competenze che si allargano all'Assessorato all'industria. In precedenza però non c'era l'Assessore Tapparo.



BRIZIO Gian Paolo

C'era un altro Assessore.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Ricominciamo da capo.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Lombardi, Martini e Quaglia ed interrogazione dei Consiglieri Ferro, Barisione, Turco e Guasso inerenti la "Nuova Cartiera" di Ormea


PRESIDENTE

Esaminiamo ora congiuntamente l'interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Lombardi, Martini e Quaglia e l'interrogazione dei Consiglieri Ferro, Barisione, Turco e Guasso inerenti la "Nuova Cartiera" di Ormea.
Risponde ad entrambe l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

La nuova cartiera di Ormea è un'azienda che produce carta per sigarette e carte sottili in stagnola per condensatori e per cavi elettrici.
Attualmente occupa 237 dipendenti e nel periodo dall'1/4/1983 al 30/9/1983 ha usufruito di quasi 17.000 ore di cassa integrazione straordinaria.
All'inizio della settimana scorsa la direzione della cartiera aveva minacciato di fermare la produzione perché aveva nei confronti dell'ENEL un grosso debito. In seguito, dopo che l'azienda ha versato un acconto di 50 milioni, l'ENEL ha garantito l'erogazione dell'energia fino al 31 ottobre.
La cartiera di Ormea ha potuto usufruire di un intervento per la formazione professionale.
Il primo intervento a carico della Regione, dal novembre 1981 al giugno 1982, riguardava la riqualificazione.
Il contributo è stato di L. 177.800.000 con l'utilizzo del Fondo Sociale Europeo. E' stata impegnata anche in parte la struttura di formazione professionale dell'ENAIP di Garessio convenzionata con la Regione.
L'intervento di formazione professionale è stato completato nell'ambito del progetto CEE che prevede un finanziamento di 1 miliardo e 359 milioni.
Tale finanziamento era a titolarità aziendale. Esiste purtroppo un contenzioso tra Ministero del Lavoro e Ministero del Tesoro per quanto riguarda il riconoscimento delle zone prioritarie (indicate a suo tempo dal Ministero del Bilancio con documento trasmesso alle Regioni dal Ministero del Lavoro: leggi 902, 991 e 614), tra le quali rientra il Comune di Ormea.
Tale contenzioso di interpretazione ha bloccato l'erogazione del finanziamento relativo al fondo di rotazione.
Abbiamo preso contatti presso i due Ministeri nell'intento di dirimere la vicenda.
L'azienda è stata rilevata da un gruppo imprenditoriale milanese dopo un periodo di amministrazione controllata conclusosi nel 1980.
Nel 1981 la nuova cartiera di Ormea aveva presentato un piano di ristrutturazione alla Banca Nazionale del Lavoro richiedendo un finanziamento agevolato. 11 15 giugno 1983 il piano di ristrutturazione è stato esaminato dal Comitato Tecnico del Ministero dell'Industria con il nostro parere favorevole.
Gli investimenti riconosciuti dal Ministero aumentavano a 4.078 miliardi a fronte dei quali sono stati deliberati un finanziamento di 1 miliardo e 569 milioni da parte della Banca Nazionale del Lavoro ed un mutuo agevolato di 470 milioni da parte del Ministero del lavoro.
Al momento attuale il programma di investimento è stato realizzato al 50 % e l'Istituto di credito non ha ancora erogato il finanziamento.
Da ultime informazioni risulta che il decreto per la concessione dell'agevolazione prevista dalla legge 675 di riconversione è in questi giorni alla firma del Ministero dell'Industria. Rimane purtuttavia fermo il finanziamento bancario che viene erogato proporzionalmente alla realizzazione degli investimenti a discrezione dell'Istituto di credito.
E' stato fissato un incontro con la proprietà per la metà della prossima settimana. Pensiamo di poter raccogliere informazioni più precise in merito ai problemi sorti tra il Ministero dell'Industria ed il Ministero del Tesoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Ringrazio l'Assessore per la risposta. E' un problema urgente in quanto la cartiera di Ormea è un impianto eccezionalmente importante per una zona depressa come l'Alta Valle del Tanaro. Infatti tale impianto occupa 250 lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro.
E' vero che è stata ripresa l'erogazione provvisoria di energia elettrica, in seguito al versamento dell'acconto sul credito che l'ENEL vantava nei confronti dell'azienda, però l'energia sarà nuovamente interrotta lunedì prossimo e l'azienda sospenderà l'attività perch dichiara di non poter adempiere alla richiesta dell'ENEL.
Ma in realtà l'ENEL, dopo aver concesso varie proroghe, dopo gli interventi da parte di autorità, di parlamentari e dello stesso Presidente della Giunta Viglione, intende far valere i suoi diritti fino in fondo.
La cartiera di Ormea è creditrice di forti somme nei confronti della Pirelli, a cui fornisce la carta per avvolgimento dei cavi, mentre la Pirelli è creditrice a sua volta di somme dall'ENEL alla quale fornisce i cavi.
Pertanto sarebbe possibile ipotizzare una cessione di credito tra le aziende e al riguardo un intervento deciso della Regione presso gli organi dell'ENEL potrebbe ottenere risultati positivi.
La gravità della situazione dipende dalla scarsa liquidità. Se la cartiera riuscisse ad ottenere il pagamento dei crediti che vanta dallo Stato, sia sul Fondo Europeo, sia sui finanziamenti agevolati della legge 675, avrebbe una boccata di ossigeno per poter proseguire l'attività.
Sembra che le difficoltà non siano strutturali, per cui è opportuno l'interessamento che l'Assessore ha assicurato presso i Ministeri. Sembra impossibile infatti che il decreto per il finanziamento agevolato annunciato come in corso di emissione da varie settimane, non sia ancora stato emanato.
Quanto al contenzioso, viene richiesta dai Ministeri una particolare documentazione che la Regione Piemonte ha immediatamente e sollecitamente garantito, ma che altre Regioni non hanno inviato.
Pare che l'incaricato della verifica della documentazione intenda raccogliere l'intero pacchetto per poter fare un'unica completa relazione al Ministero. Questa procedura, dal punto di vista formale e burocratico sarà forse giusta, ma trattandosi di 250 lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, dovrebbe trovare un'altra via.
Al momento della ripresa dell'attività da parte della nuova ditta titolare, i lavoratori hanno lasciate depositate le loro liquidazioni, ma ovviamente, prospettandosi gravi difficoltà, alcuni hanno richiesto il rientro di questa anticipazione.
Esorto l'Assessore Tapparo ad operare con estrema urgenza ed impegno anche in virtù del fatto che nel 1980, alla ripresa dell'attività, la Regione, con il Comprensorio, il Comune e le forze sociali e sindacali aveva collaborato dando un contributo molto importante.
Perché il lavoro compiuto nel 1980 non sia vanificato è indispensabile che la Regione riprenda in mano con energia e con impegno questa grave vertenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferro.



FERRO Primo

Ringrazio l'Assessore Tapparo per la risposta molto puntuale e dettagliata.
Condivido in pieno e faccio anche mie le raccomandazioni sviluppate dal Consigliere Martinetti.
Intendo sottolineare che si aprono tre problemi: 1) il finanziamento dei corsi sul progetto CEE. Si tratta di 1.350 milioni. Credo che la Regione debba spendere tutta la sua autorità politica per fare pressioni sui due Ministeri per dirimere la questione. La cartiera ha le carte in regola per ottenere i finanziamenti ed è impensabile che questi finanziamenti ritardino perché da parte di un Ministero si vorrebbe fare un atto unico per tutta una serie di aziende.
2) Il finanziamento della Banca Nazionale del Lavoro. E' necessario un intervento della Regione, ovviamente attraverso canali molto informali teso alla rapida concessione del finanziamento.
3) Il decreto del Ministero dell'Industria che è ora alla firma del Ministro.
Apprendo con piacere il fatto che l'Assessore, facendosi carico dei problemi sottolineati nelle interrogazioni, abbia fissato nei prossimi giorni un incontro con la cartiera.
Auspico che in quella sede vengano definite linee di condotta tali da consentire il superamento di questi temporanei problemi e da garantire quella sicurezza del lavoro, come è avvenuto dopo il 1980, anche in virtù dell'apporto dato dalla Regione alla soluzione dei problemi determinati dal fallimento della vecchia proprietà.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Spettacoli: teatro, musica, cinema, danza

Interrogazione del Consigliere Carazzoni inerente il cinema Excelsior di Novara


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione presentata dal Consigliere Carazzoni inerente il cinema Excelsior di Novara.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La Regione è divenuta proprietaria anche di cinematografi perch trasferiti con le liquidazioni patrimoniali di associazioni, quali la ex GIL.
A Torino il cinema Bernini e a Novara il cinema Excelsior.
Il locale è inserito nello stabile della Questura che appartiene alla Provincia, quindi la trattativa per un eventuale comodato deve essere aperta con la Provincia.
Il Comune nel frattempo ha richiesto di usufruirne.
Convocherò il Presidente della Provincia, il Sindaco ed il Questore ed anche i Consiglieri della zona per meglio valutare le possibili soluzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Ringrazio il Presidente e prendo atto della sua comunicazione.
Rilevo che non esistono ancora al momento dei programmi circa la destinazione futura dell'immobile. Si tratta in effetti di un locale adibito ad uso cinema-spettacolo, inserito nel fabbricato della Questura di Novara e trasmesso alla Regione dal patrimonio della disciolta GIL.
Mi auguro che, in considerazione della disdetta annunciata, vengano sollecitamente aperte le trattative ed auspico a titolo personale che tra le varie soluzioni possibili venga contemplata prioritariamente quella di una cessione del locale alla Questura, perché in questo modo, essendo l'edificio conglobato in un tutto unico, si avrebbe una soluzione più funzionale.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Carazzoni inerente il cinema Excelsior di Novara

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Ariotti, Bergoglio Cordaro, Salvetti e Villa.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 14 settembre 1983: "Modifica ed integrazione all'art. 76 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modificazioni".


Argomento:

c) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute dell'11 e 13 ottobre 1983 - in attuazione dell'art. 7, primo comma, della legge regionale 6/11/1978, n. 65 - sono depositate e a disposizione presso il Servizio Aula.
Le comunicazioni sono così terminate.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto quarto all'ordine del giorno vengono effettuate le seguenti "Nomine".


Argomento: Nomine

Consiglio di amministrazione della Finpiemonte S.p.A.: nomina di undici amministratori


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Cominotti Ruggero n. 26 Panattoni Giorgio n. 26 Marzano Marziano n. 26 Tealdo Angelo n. 26 Ramella Vincenzo n. 26 Viglietta Matteo n. 26 Franconi Umberto n. 26 Bianchi Adriano n. 24 Alberton Ezio n. 24 Catella Vittore n. 24 Mantegalla Franco n. 23 schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 19/2/1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte a norma dell'art. 65 dello Statuto.


Argomento: Nomine

Collegio sindacale della Finpiemonte S.p.A.: nomina di tre Sindaci effettivi e di uno supplente


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Sindaci effettivi Fornaciari Pier Luigi n. 25 Martina Celeste n. 22 Jona Celesta Lionello n. 21 Sindaco supplente Ramella Nello n. 25 schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte a norma dell'art. 65 dello Statuto.


Argomento: Nomine

Sezione decentrata CO.RE.CO. di Saluzzo - Savigliano - Fossano: sostituzione membro supplente dimissionario Francesco Sabre


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 ha riportato voti: Bilardo Carmelo n. 29 schede bianche n. 22 scheda nulla n. 1 Proclamo eletto il signor Carmelo Bilardo.


Argomento: Nomine

Sezione decentrata CO.RE.CO, di Novara: sostituzione membro supplente dimissionario Franco Clementoni


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 ha riportato voti: Sorrentino Francesco n. 34 schede bianche n. 18 Proclamo eletto il signor Francesco Sorrentino.


Argomento: Nomine

Sezione decentrata CO.RE.CO. di Casale: sostituzione membro effettivo dimissionario Armando Gerini


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 ha riportato voti: Sarzano Sandro n. 42 schede bianche n. 10 Proclamo eletto il signor Sandro Sarzano.


Argomento: Nomine

Consiglio di amministrazione dell'IRES: sostituzione di Frigerio Piercarlo dimissionario


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 ha riportato voti: Iannelli Francesco n. 34 schede bianche n. 18 Proclamo eletto il signor Francesco Iannelli.


Argomento: Nomine

Commissione regionale della cooperazione: sostituzione di Attilio Bastianini, Mario Bruciamacchie e Andrea Mignone


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Marchini Sergio n. 40 Marchesotti Domenico n. 36 Moretti Michele n. 40 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Consulta regionale per l'artigianato: sostituzione di Aldo Viglione


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Cernetti Elettra n. 34 Salvetti Giorgio n. 2 chede bianche n. 16 Proclamo eletta la signora Elettra Cernetti.


Argomento: Nomine

Comitato regionale di solidarietà: sostituzione di Sergio Marchini


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 ha riportato voti: Gerini Armando n. 40 schede bianche n. 12 Proclamo eletto il signor Armando Gerini.


Argomento: Nomine

Consulta regionale dell'emigrazione e dell'immigrazione: sostituzione di Aldo Viglione e Andrea Mignone


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Moretti Michele n. 37 Di Gioia Vittorio n. 34 Salvetti Giorgio n. 4 schede bianche n. 11 Proclamo eletti i signori Michele Moretti e Vittorio Di Gioia.


Argomento: Nomine

Comitato fondo di solidarietà Roberto Crescenzio, Emanuele Iurilli e Carmine Civitate: sostituzione di Sergio Marchini e Aldo Viglione


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Gerini Armando n. 39 Cernetti Elettra n. 30 Salvetti Giorgio n. 14 schede bianche n. 6 Proclamo eletti i signori Armando Germi ed Elettra Cernetti.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: nomina del Presidente


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Bruciamacchie Mario n. 36 Marchesotti Domenico n. 1 schede bianche n. 15 Proclamo eletto il signor Mario Bruciamacchie.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: tre commercianti ambulanti designati dalle organizzazioni sindacali di categoria più rappresentative


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Membri effettivi Bux Giuseppe n. 49 Nitova Ernesto n. 48 Calandri Giuseppe n. 49 schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: due rappresentanti dei commercianti in sede fissa designati dall'organizzazione sindacale a carattere generale dei commercianti regionalmente più rappresentative


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: Membri effettivi Curletti Luciano n. 49 Grandis Luigi n. 49 schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: un rappresentante designato dalle Camere di Commercio della Regione interessata


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della rotazione: presenti e votanti n. 51 ha riportato voti: Membro effettivo Cuniberti Renzo n. 50 scheda bianca n. 1 Proclamo eletto il signor Renzo Cuniberti.


Argomento: Nomine

16) Commissione regionale per il commercio ambulante: un rappresentante dei Comuni della Regione designato dall'ANCI


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 ha riportato voti: Membro effettivo Bonis Sergio n. 47 schede bianche n. 4 Proclamo eletto il signor Sergio Bonis.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: nomina di due Consiglieri di cui uno della minoranza


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 52 hanno riportato voti: Membri effettivi Marchesotti Domenico n. 21 Cerchio Giuseppe n. 20 schede bianche n. 2 schede nulle n. 9 Proclamo eletti i signori Domenico Marchesotti e Giuseppe Cerchio.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: tre commercianti ambulanti designati dalle organizzazioni sindacali di categoria più rappresentative


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: Membri supplenti Casonato Loris n. 48 Vetrano Tommaso n. 48 Raviola Giuseppe n. 47 schede bianche n. 3 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: due rappresentanti dei commercianti in sede fissa designati dall'organizzazione sindacale a carattere generale dei commercianti regionalmente più rappresentative


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: Membri supplenti Craveri Renato n. 46 Elia Paolo n. 46 schede bianche n. 5 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: un rappresentante designato dalle Camere di Commercio della Regione interessata


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 ha riportato voti: Membro supplente Salvetti Filippo n. 49 schede bianche n. 2 Proclamo eletto il signor Filippo Salvetti.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: un rappresentante dei Comuni della Regione designato dall'ANCI


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 ha riportato voti: Membro supplente Suriano Vladimiro n. 44 schede bianche n. 7 Proclamo eletto il signor Vladimiro Suriano.


Argomento: Nomine

Commissione regionale per il commercio ambulante: nomina di due Consiglieri di cui uno della minoranza


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 51 hanno riportato voti: Membri supplenti Barisione Luigi n. 21 Fassio Ottavino Luigia n. 18 schede bianche n. 4 schede nulle n. 8 Proclamo eletti i signori Luigi Barisione e Luigia Fassio Ottaviano.
Le nomine sono così terminate.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 335: "Secondo provvedimento recante disposizioni finanziarie per l'anno 1983"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto quinto all'ordine del giorno che prevede l'esame del progetto di legge n. 335: "Secondo provvedimento recante disposizioni finanziarie per l'anno 1983".
La I Commissione ha approvato a maggioranza questo progetto di legge il cui relatore è il Consigliere Testa che ha la parola.



TESTA Gianluigi, relatore

La variazione che la Giunta presenta comporta circa 50 miliardi di movimento nel fronte della competenza e circa 90 miliardi nel fronte della cassa La prima osservazione è quindi quella che se essa non ha grande rilievo in quanto a dimensioni, dimostra però da un lato una maggiore disponibilità del Tesoro rispetto al passato (anche se non risente ancora della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo - tra gli altri - il tetto di spesa imposto alle Regioni dall'allora Ministro Andreatta) e dall'altro introduce variazioni non marginali alla qualità della spesa.
La domanda spontanea dei colleghi sarà sicuramente quella di conoscere come la Giunta intenda finanziare i 50 miliardi di nuove spese.
Ebbene, essi derivano da circa 27 miliardi di economie e da quasi 23 di nuove entrate.
In realtà, a ben guardare, le economie assumono spesso e più propriamente l'aspetto di indebitamento nel futuro, in quanto vengono diminuiti per un importo complessivo di circa 22 miliardi capitoli il cui importo dovrà poi essere finanziato nelle gestioni future.
Emblematica di questa linea è la decurtazione del capitolo 5849 relativo ai contributi per la metropolitana torinese, che si era ricostituito nel bilancio 1983, dopo che i relativi importi avevano già fatto la stessa fine che questa nota di variazione loro riserva, negli anni precedenti.
Altri 4 miliardi circa vengono recuperati dal capitolo dei fondi perenti che rappresenta, tradizionalmente, una riserva a fronte dei debiti emergenti.
A loro volta i quasi 22 miliardi di entrate sono per quasi 16 miliardi vincolati all'edilizia e per quasi 6 miliardi dal capitolo recuperi spese ed oneri.
Sul lato della spesa è interessante vedere la destinazione dei 50 miliardi mobilitati.
Modeste sono le variazioni dell'area di attività (750 milioni) legate per lo più a manutenzioni, e non significative quelle apportate all'area 1 (560 milioni).
Diverso il discorso nell'area 2 ove vengono effettuati ben 16 miliardi di slittamenti di cui abbiamo già parlato.
Nell'area 3 le variazioni più rilevanti concernono l'edilizia agevolata ove vengono stanziate le maggiori entrate e stornati (o meglio slittati) i contributi per le cooperative (quasi 1.500 milioni) Le maggiori entrate per l'edilizia derivano dai nuovi finanziamenti dello Stato. I fondi delle cooperative che sono slittati dimostrano un ritardo nell'azione di completamento delle opere già iniziate. Si ritiene che entro quest'anno queste somme non possano essere stanziate.
Interessanti, sempre nell'area 3, le variazioni articolate nei capitoli dell'ecologia, ove si accrescono di quasi 2 miliardi i fondi per la depurazione delle acque e si diminuiscono di quasi 3 quelli per i rifiuti solidi.
Nell'arca 4 vanno in diminuzione i fondi per il disadattamento e le devianze, mentre aumentano quelli per i presidi immunizzanti (cioè da assistenza e sanità).
Non vogliamo trarre nessun cattivo auspicio sul sistema sanitario piemontese dal fatto che si diminuisce di 400 milioni il fondo per le opere ospedaliere e si incrementa di pari importo quello per il contributo ai Comuni per i cimiteri.
La variazione più significativa avviene, infine, nella formazione professionale nell'area 5, ove vengono aggiunti 25 miliardi tondi di nuove risorse che, uniti ai 45 risultanti dall'assestamento, portano l'incidenza di questo settore a ben 70 miliardi nel 1983, con un aumento di oltre il 100 % rispetto all'assestamento 1982 (ove il totale era di 30 miliardi).
In realtà tale dato va rettificato in quanto nel 1983 si è finanziato per 10-15 miliardi anche il debito '82, per cui l'aumento più esatto si aggira sul 60-70 %.
E' comunque un dato su cui occorre riflettere, perché se è vero, da un lato, che tale voce ha importante rilievo in un periodo di forte disoccupazione, non va taciuto, dall'altro, che il tasso incrementale è assai elevato e rischia di divorare risorse sempre crescenti tra quelle libere che costituiscono il magro peculio della Regione.
E' forse uno di quei campi in cui un'azione di revisione e razionalizzazione potrebbe dare un qualche risultato in termini di risparmio senza incidere sull'efficacia anti-crisi di questo importante settore.
Per concludere questa nota di variazione non fa altro che riconfermare il difficile periodo attraversato dalla finanza regionale e la necessità di nuovi sforzi anche di fantasia per uscire da vincoli che fanno intravedere sempre più vicino il momento in cui la Regione, come fonte di risorse per le collettività, sarà totalmente inaridito.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Questa variazione di bilancio è importante perché si inquadra (o meglio non si inquadra) in una politica di bilancio complessiva della Regione Piemonte.
La variazione è centrata soprattutto sulla ricerca di fondi per la formazione professionale. Non siamo contrari al reperimento di questi fondi, siamo invece perplessi sulla procedura perché, a parte la battuta del Consigliere Testa sul trasferimento dei fondi ospedalieri nel finanziamento dei cimiteri, la ricerca di questi mezzi è quanto meno strana. Il lato più grave dell'operazione è che si adegua la competenza alle possibilità di cassa e si sposta sul bilancio 1984 una parte rilevante di queste spese. Il Consigliere Testa dice che con questa variazione si copre una parte delle spese del 1982, con lo stanziamento di 25 miliardi ma da quanto abbiamo appreso in Commissione rimangono scoperte spese del 1983 caricate al 1984; si registra quindi un aumento attorno al 100 %. Se consideriamo infatti la fondata probabilità che nel 1984 ci sarà un residuo di spese inerenti il 1983 non coperte superiore alla stessa cifra stimata per l'inizio del 1985, si può notare che l'aumento è stato effettivamente del 100 % e date le scarse disponibilità si ribalta il residuo sul futuro per quello che riguarda la deduzione delle voci di entrata, portata per consentire questo aumento nella voce di spesa, lo è anche l'insufficienza delle voci di spesa incrementate.
E' una soluzione di bilancio che sfugge alle nostre mani. Credo che il Consigliere Testa sia ben convinto di questo. Ci troviamo nella necessità di provvedere a quanto abbiamo ripetutamente chiesto: un esame serio ed approfondito della situazione finanziaria dell'Ente, perché attraverso questo secondo provvedimento finanziario si vanno a turare dei buchi e ad impegnare ancora il futuro. Questa è la realtà di fondo dalla quale non possiamo certamente discostarci e che non possiamo ignorare.
Il nostro voto è contrario, non soltanto per il provvedimento specifico e per quanto già riferito, ma anche perché esso costituisce uno dei tasselli di una politica di bilancio estemporanea che non ci porta a conoscenza della situazione reale dell'Ente che non la vuole approfondire e che quindi lascia la Regione in una situazione di sostanziale difficoltà sotto l'aspetto finanziario.
Siamo fortemente e severamente critici: il bilancio 1983 non è stato dibattuto: è stato frettolosamente approvato a fine 1982.
Era stato assicurato il dibattito e l'approfondimento della situazione finanziaria in occasione dell'assestamento di bilancio. Anche quest'ultimo è stato frettolosamente approvato a cavallo delle ferie estive, non consentendo la discussione. In quell'occasione la Giunta promise che avrebbe presentato il bilancio '84 entro il 26 settembre e che avremmo potuto finalmente dibattere ed approfondire la situazione finanziaria dell'Ente e i programmi per gli anni successivi. Ciò non è avvenuto, La presentazione del bilancio è stata rinviata al 18 ottobre, ma a questa data il bilancio non ci è pervenuto neppure in I Commissione. Mi risulta che siano state date alcune anticipazioni alla stampa, delle quali occorrerà valutare la corrispondenza con il testo definitivo da sottoporre al Consiglio.
Vedo molta disattenzione: stiamo parlando di cose serie che riguardano il futuro della nostra Regione! Il 18 ottobre sono state fatte delle anticipazioni alla stampa il cui fondamento non ci è noto perché nulla è stato comunicato alla I Commissione.
Il documento sul bilancio sarà disponibile soltanto nella seconda metà di novembre costringendo di nuovo la discussione nel mese di dicembre.
La situazione è difficile, comunque la Giunta deve predisporre il suo documento anche in presenza delle incertezze.
Non possiamo non prendere atto del mancato assolvimento degli impegni assunti e, nel dare il nostro giudizio, dobbiamo dire che la politica di bilancio è, a nostro avviso, carente. Ritenevamo interessante il discorso delle convenzioni, il discorso della ricerca dei fondi presso gli istituti di credito per il rilancio degli investimenti in Piemonte, ma di tutto questo non c'è più traccia. Si gestisce il bilancio, giorno per giorno, con aggiustamenti, con tamponamenti, manca una politica complessiva. Nella discussione sulle dichiarazioni programmatiche avevamo espresso la nostra perplessità sul fatto che l'Assessorato al bilancio venisse assegnato al Presidente della Giunta perché ritenevano che fosse fortemente ed attivamente impegnato nel ricreare l'immagine regionale e quindi non gli fosse possibile seguire a fondo i gravi problemi finanziari dell'Ente Regione. E' vero che gli indirizzi di programmazione della Presidenza della Giunta hanno un valore di sintesi superiore, ma è anche vero che l'Assessorato al bilancio è la gestione delle risorse di tutti i giorni, è l'impostazione di programmazione più particolareggiata che esige una notevole attenzione. Sono passati oltre tre mesi dall'elezione della Giunta, ci era stato promesso il documento programmatico entro 60 giorni stiamo andando verso i 120 giorni ed ancora non l'abbiamo avuto.
Questo ci conferma nella nostra opinione circa le difficoltà che la Giunta e la maggioranza trovano nel gestire questo difficile momento del Piemonte.
Questo documento, nel complesso, non ci soddisfa, ma soprattutto manca di una precisa linea politica di bilancio e di utilizzazione delle risorse nell'interesse della nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Due brevissime considerazioni su questa ennesima variazione di bilancio. Ci auguriamo che d'ora in poi, visto anche il poco tempo che abbiamo a disposizione di qui alla fine dell'anno, i prossimi documenti finanziari siano relativi al bilancio di previsione del 1984.
La prima considerazione è positiva, anche se non è molto importante; la seconda invece è negativa La prima considerazione positiva attiene alla relazione del Consigliere Testa. Abbiamo ripetutamente chiesto nei nostri diversi interventi e varie volte nell'anno in occasione del dibattito sui documenti finanziari, che i documenti fossero accompagnati da relazioni opportune e circoscritte.
Finalmente ci troviamo di fronte ad una relazione politica avendo il Consigliere Testa dato nota delle variazioni che intervengono in campo contabile motivandole attraverso dichiarazioni di tipo politico. Vorremmo che questo metodo nuovo fosse finalmente la risposta alle nostre sollecitazioni di questi lunghi anni e seguito come esempio negli anni a venire.
La seconda osservazione è negativa. Come già l'assestamento di bilancio, anche questa variazione, come quasi tutti i documenti di bilancio che abbiamo esaminato in questi tre anni di legislatura, soddisfa le richieste di spesa dei diversi Assessorati e non garantisce il conseguimento di obiettivi programmati per fronteggiare i problemi della Regione. In realtà tutti i documenti presentati nel 1983 hanno avuto la caratteristica di documento non programmatorio, quindi riteniamo il 1983 per una serie di contingenze che non sto a ricordare, un anno disastroso.
Siamo ormai alla fine della legislatura e siamo ancora in attesa di conoscere gli indirizzi politico - programmatici della maggioranza, il documento di bilancio l'ha ricordato anche il Consigliere Brizio - è stato presentato nelle condizioni di frettolosità e senza consultazione, i documenti di assestamento e di rendiconto sono stati presentati anch'essi in una situazione di fretta e senza la possibilità di approfondire cause limiti e possibilità di prospettive. Possiamo dire che la Giunta si è limitata in quest'anno ad un'inadeguata gestione del giorno per giorno.
La crisi non aspetta. Non si sono attivati investimenti nuovi, la disoccupazione aumenta e la pubblica amministrazione fornisce servizi sempre più scadenti e a costi sempre più alti. Questa l'accusa principale che indirizziamo a questa Giunta che, nonostante le dichiarazioni di rinnovamento, questo rinnovamento non ha concretato. I documenti presentati nel corso di quest'anno non segnano una svolta, ma l'affermazione di un metodo che noi non condividiamo e dimostrano, ancora una volta, come se ve ne fosse bisogno, che l'Amministrazione regionale è gestita al di là e al di fuori del più generico indirizzo programmatico e che a fronte del volume delle risorse, che sono purtroppo via via decrescenti, si praticano tutti i possibili equilibrismi contabili per far quadrare i conti e non vengono operate quelle scelte che noi riteniamo indispensabili a limitare il progressivo irrigidimento del bilancio e a favorire l'effettivo contenimento della spesa corrente.
Certo, signor Presidente della Giunta, sappiamo lo sforzo effettuato per contenere le spese di gestione, lodevole ma non ancora sufficiente se non è accompagnato da quel metodo nuovo di programmazione che noi abbiamo invocato e che vorremmo vedere attuato nel prossimo bilancio che ci auguriamo di avere nel mese di novembre e di dicembre.
Questa variazione ci è stata presentata come un documento tecnico, ma devo dire che di documenti contabili essenzialmente tecnici non ne esistono; il problema è sempre politico ed istituzionale insieme. Ecco perché chiediamo che la Giunta, oltre a dichiarare la sua volontà di svolta, dimostrasse questa volontà perché i momenti dei documenti finanziari sono momenti importanti in cui si rende conto dell'attività svolta al Consiglio, ma soprattutto alla comunità.
Questo, non ci stancheremo di chiedere nell'interesse generale delle istituzioni e della collettività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

I colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto hanno illustrato con capacità la valutazione su questo documento che non può che essere condivisa dal Gruppo liberale.
Siamo ad un ennesimo momento di una politica episodica e vorremmo che così come vengono evidenziati all'esterno i proclami, al ritorno dall'Isola d'Elba, si cominciasse a registrare anche i fallimenti dei 100 giorni.
Ma questo non avviene e bisognerà capire perché non avviene. A questa maggioranza dei 100 giorni i termini ultimativi, con i quali si è costituita, hanno portato male, come hanno portato male al centro-sinistra.
Ricordo la fotografia di tre personaggi: Giolitti, La Malfa, il terzo evidentemente un democristiano, che avevano diramato messaggi come: "I prezzi aumentano", "Telefona al Governo". Anche loro avevano un progetto di 100 giorni per il risanamento finanziario ed è stata la fine del centro sinistra. Sono convinto che l'ipotesi dei 60 giorni caricata tutta sull'efficientismo, sulla capacità e sui titoli del Presidente Viglione probabilmente segneranno la fine di questa maggioranza in Regione.
Sappiamo che questo governo non si diversifica se non in peggio rispetto a quello precedente. Non siamo stati noi a chiedere che alla fine di un elenco di nomi, ridotto per ovvi motivi, si emettesse un documento.
Lo chiede lo Statuto e non capisco la norma del rinvio a 60 giorni.
Peraltro, questo appuntamento non rispettato verrà evidentemente richiesto in ogni possibile occasione.
In questo Paese è strano che, secondo qualche politologo, funzionino ancora i motori con una ruota dentata e con un ingranaggio; l'ingranaggio sta a significare che vi sono delle spinte e delle controspinte, delle cose che resistono e mettono in moto i denti della ruota dentata. In questo Paese le uniche cose che resistono sono le ruote dentate perché gli impegni dei politici, i quali dovrebbero far muovere altre cose, normalmente si smussano e diventano rotonde. Quindi, anche l'impegno sui documenti finanziari assunti da questa maggioranza, servono a creare un'immagine, ma se non si è ben certi di rispettarla, bisognerebbe essere più attenti a formularla.
Noto soprattutto che ancora una volta la relazione al provvedimento è stata formulata dal governo regionale anziché dalla Commissione la quale ha qualche difficoltà ad illustrare lo spirito politico nel quale si pongono le finalità politiche dell'esecutivo. Pertanto siamo sempre nella situazione curiosa di dover leggere le finalità politiche di un provvedimento tecnico interpretato dal relatore della Commissione competente.
In una cifra di così poco rilievo come quella oggetto del nostro esame alcuni movimenti indicano la capacità di movimento di alcuni Assessori ed il mutare dei rapporti politici all'interno della Giunta. L'Assessore competente ci spiegherà perché improvvisamente si ritiene di assegnare due miliardi in più per la depurazione delle acque e di diminuire di tre miliardi quelle dei rifiuti solidi che è uno dei settori sui quali l'intervento regionale è più carente.
Non sono d'accordo sull'incremento di spesa per la formazione professionale. E' un tema sul quale dovremmo riflettere a fondo perché ho l'impressione che l'Assessore competente stia giocando una battaglia politica molto intelligente, sulla quale però l'opposizione deve fare qualche considerazione.
Non vorrei che improvvisamente questo strano Assessorato assumesse una funzione surrettizia, cioè avesse un rapporto privilegiato con certi settori della società. Mi sembra molto curioso che una manifestazione centrale rispetto al "Progetto informazione sull'energia" della Regione ipotizzato dall'Assessore all'energia sia poi diventato di fatto un'attribuzione dell'Assessorato all'industria.
E' questo uno degli interrogativi che mi pongo per capire che cosa stia avvenendo in Giunta. L'assunzione di funzioni e di responsabilità da parte di una forza politica che occupa un'area che prima era di un'altra forza politica, avrà pure qualche significato. Come la bontà dei contadini l'onestà dei montanari, l'ospitalità dei sardi, ormai la formazione professionale è entrata nel linguaggio comune per cui quando si va in Sardegna non ci si sogna neanche di prenotare la motonave perché si è convinti che ci sarà qualche pescatore sardo che ci rimorchierà sul Continente; quando si va in montagna si è talmente assimilato il concetto che il montanaro è buono e generoso che ci si ritiene autorizzati ad entrare nei suoi poderi, a depredarlo e a risentirci quando lo stesso oppone qualche resistenza. E così parlare male della formazione professionale è come intaccare una virtù di qualunque istituzione, compresa la nostra. Siamo certi che l'improvviso aumento delle risorse nel settore sia finalizzato ad un progetto formativo serio? Quando parlo di progetto formativo serio non mi riferisco al programma specifico. Un giorno o l'altro chiederemo che tipo di professionalità hanno conseguito i dipendenti dell'Emanuel proprio perché la formazione professionale si giudica dai risultati.
Dico chiaramente che se non si ha il coraggio di prendere atto che l'intervento formativo della Regione è pressoché ininfluente sul processo economico ed occupazionale e che il 90 % delle risorse viene utilizzato per la tutela del sistema e non per incrementare e diversificare l'offerta qualificata del lavoro, si aumenteranno le risorse ma non si avranno risultati pari all'aumento delle risorse.
Chi forma gli operatori di domani? La società, la collettività o le aziende? Non esiste una capacità di cultura formativa estranea rispetto al mondo produttivo In passato si è commesso l'errore di separare il più possibile la formazione professionale e di istituzionalizzarla (salvo mettere l'Assessore nella difficoltà di spiegare a "Specchio dei tempi" che la Regione non dà diplomi, ma "prende atto") disconoscendo che la formazione compete pur sempre alla società produttiva. I tempi di conoscenza dei processi tecnologici da parte delle istituzioni e del sistema formativo che sappiamo tutti è fortemente rigido, conservatore, per non dire fortemente reazionario, richiedono un intervento più radicale, più incisivo che guardi al metodo, alla linea di comportamento, non tanto ai progetti.
All'Assessore Tapparo riconosciamo grandi capacità, quindi questo ulteriore afflusso di risorse alle sue competenze sarà finalizzato ad un progetto certamente intelligente, ma discutibile e che, a mio avviso, rischia di far vanificare su progetti specifici la revisione di tutto un sistema che sembra critico.
Il giudizio del nostro Gruppo su questo documento è negativo e trova la sua giustificazione nelle censure di metodo, di comportamento e di scelte politiche che sono alla base dei documenti di natura finanziaria che sono in definitiva, la cartina di tornasole della capacità di governo di questa maggioranza, ormai superata dalla realtà dei problemi della società civile.
Ci auguriamo che altri partiti concordino su questa valutazione in tempi stretti e tali da non consentire a questa maggioranza di fare ulteriori danni oltre a quelli che ha già causato alla nostra collettività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le vicende che hanno percorso la vita della Regione in questi mesi hanno impedito di assolvere all'impegno assunto dalla precedente Giunta e di affrontare la verifica della corrispondenza tra la gestione finanziaria e le priorità individuate.
Le consultazioni in corso sul secondo piano regionale di sviluppo confermano l'esigenza di una più stretta corrispondenza tra la gestione finanziaria e le scelte considerate prioritarie, nonché l'esigenza della qualificazione della spesa in termini di investimenti, individuando i possibili interventi di rifinalizzazione della spesa, così come essa storicamente si è venuta determinando sulla base delle nuove priorità che si pongono nella Regione in un quadro socio-economico mutato rispetto ai periodi che hanno prodotto le attuali leggi di spesa. Affrontando quindi una riflessione sul rifinanziamento o meno delle leggi spesa esistenti, al fine anche di dare certezza agli Enti locali per evitare che si perda tempo e lavoro a formulare domande di finanziamento che non possono trovare accoglimento. A lato di ciò vi è l'esigenza di intervenire in modo finalizzato sugli obiettivi qualificanti della politica socio-economica e territoriale della Regione. Esigenze queste che non potranno non essere alla base del dibattito sul documento di bilancio 1984.
Anche in questa occasione peserà, come ha pesato massicciamente nella gestione finanziaria della Regione, l'assenza di un quadro di riferimento certo per la finanza regionale. Peraltro le ristrettezze finanziarie che peseranno negli anni a venire non riducono l'esigenza di programmazione e di finalizzazione della spesa, semmai l'accentuano. Dobbiamo anche renderci conto dei passaggi stretti attraverso i quali la politica finanziaria regionale si sviluppa, in ragione di una politica finanziaria nazionale che da un lato lascia la Regione nella precarietà e dall'altro tende a trasformarla in mera agenzia di spesa dello Stato. Il bilancio di previsione 1984 dovrà consentire quelle verifiche che già erano opportune all'atto della presentazione della nuova Giunta, che le consultazioni sulla proposta di secondo piano regionale di sviluppo ribadiscono e che non potranno essere derogate alla seconda tornata delle consultazioni con gli Enti locali e con le forze economiche e sociali operanti nel territorio, a meno di correre il rischio di separare il documento di piano e le opzioni prioritarie che andranno fatte, dalle scelte di bilancio che a volte potrebbero, se non contraddirlo, scontare margini di incoerenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

La relazione che accompagna la nota di variazione nell'area 4 registra una diminuzione di fondi per il disadattamento e per le devianze ed un aumento di quelli per i presidi immunizzanti.
Ricordo che uno dei punti a vantaggio dell'unificazione degli Assessorati all'assistenza e alla sanità era proprio quello che interessava i settori che sono a cavallo tra la sanità e l'assistenza.
A parte questa considerazione di carattere generale, ho alcune perplessità sul fatto che, proprio in un momento cruciale in cui è in aumento la criminalità, divenuta ormai quotidiana, tanto da ritenere indispensabile un'azione incisiva sul disadattamento e sulla devianza come prevenzione alla carcerazione, i fondi diminuiscono di un miliardo. Con questo capitolo si finanziavano le comunità alloggio e gli istituti che operavano in favore dei minori deviati e si operava nei confronti dell'assistenza carceraria e delle famiglie dei carcerati.
Più volte è stato evidenziato dal Consiglio che l'unico modo per diminuire la popolazione carceraria è di agire preventivamente su devianza e criminalità. La situazione è esplosiva, come è stato rilevato da tutti e la Regione si era data una programmazione ben precisa.
Invito la Giunta ed il Consiglio a valutare l'importanza che vanno ad assumere le linee programmatiche sul disadattamento, sulla devianza e sulla criminalità e a tenerle in considerazione in questo momento cruciale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Viglione per la replica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

E' sempre opportuno sentire le opinioni del Consiglio che, anche se dure, mettono dentro di noi maggior forza per superare le prove.
Mi rivolgo specialmente a chi ha avuto maggiore esperienza amministrativa, come i Consiglieri Brizio e Carletto che sono stati Sindaci, per dire che le variazioni nel corso dell'anno, specie a causa della finanza governativa che è costantemente in movimento, si rendono assolutamente necessarie.
E' una sistemazione all'interno del bilancio 1983 che contiene una scelta politica, condannabile o accettabile, quella della formazione professionale.
Sono d'accordo che una formazione professionale seria, che garantisca l'occupazione e che riesca a riconvertire la scuola italiana, non la pu fare la Regione perché la Regione non può cancellare i corsi di maestro, di ragioniere, di geometra, quei corsi che spesso sono la fabbrica dei disoccupati.
La scelta della formazione professionale in parte assorbe il discorso che ha fatto il Consigliere Cernetti. E' dimostrato che l'80 % di coloro che hanno frequentato corsi di formazione professionale hanno trovato subito una sistemazione.
La Regione tenta la riconversione della scuola, ma da sola non pu farlo. Pensate alla forza immane dello Stato con tutte le sue scuole e alle nostre poche risorse! Non tutti i corsi hanno dato risultati positivi e questo dato sarà oggetto della discussione sul prossimo bilancio preventivo.
Si tratterà di procedere a tagli di spesa e di andare verso una formazione professionale di lungo respiro e di lunga durata, una formazione umana e professionale seria.
Rispondo ora ai colleghi Vetrino, Cernetti e Brizio in ordine alle considerazioni che hanno fatto sulla finanza regionale.
La Giunta ha approvato il bilancio 1984 che ora è alla stampa. Le copie saranno pronte tra 20 giorni circa. Le Regioni hanno chiesto incontri con il Ministro Longo, che sono stati fissati il 4 ed il 9 novembre, per avere dal Governo delle risposte sulla finanza e per determinare l'entità delle risorse relative ai capitoli sugli investimenti.
Nessun'altra Regione, sia essa governata dalle sinistre o dai democristiani, ha presentato il bilancio di previsione. La Regione Piemonte, invece, di fronte ad un Governo che non dà alcuna risposta presenterà il bilancio ugualmente. Non soltanto manteniamo questo impegno ma manteniamo tutti gli impegni che ci eravamo prefissi per fare marciare la macchina regionale.
Ci eravamo anche impegnati di proseguire l'esame degli strumenti urbanistici ed il Comitato Urbanistico ne ha esaminati circa 200.
Quando consegneremo il bilancio di previsione 1984 si aprirà la discussione sulle scelte che possono essere operate, che sono la formazione professionale, l'agricoltura ed il territorio.
Proprio in questi giorni è stato affrontato, con la comunità regionale piemontese, l'esame del piano di sviluppo triennale.
Questa Giunta ha compiuto uno sforzo enorme perché non è di poco conto l'aver incontrato le Comunità montane del Piemonte, non è di poco conto l'aver incontrato i Consigli comunali delle più grandi città, non è di poco conto l'aver raccordato questa azione con le istituzioni, con le forze imprenditoriali, con le forze sindacali.
Il documento che oggi è all'esame del Consiglio ha la caratteristica del documento tecnico e politico nello stesso tempo; tecnico perché è necessario incamerare alcune risorse che vengono dallo Stato, politico perché dà una prima indicazione sulle scelte operate.
Abbiamo poi presentato alcuni emendamenti, essendo nel frattempo giunte altre somme che abbiamo incluso in questa stessa variazione di bilancio.
La Giunta ha lavorato in questi mesi nel campo della finanza regionale cercando di attivare crediti presso gli enti che possono dare credito.
Questa mattina abbiamo contratto un mutuo di 20 miliardi con l'Istituto San Paolo, al tasso di interesse del 20 %.
Ma in questo campo dobbiamo essere cauti per impedire una rigidità assoluta del bilancio dal 1985 in poi, per rispetto al Consiglio regionale e democraticamente anche per rispetto a chi domani ci sostituirà.
Quindi ritengo che compiamo un'opera utile e meritoria.



PRESIDENTE

La discussione è così conclusa.
Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno 1983 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella A), allegata alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
La Giunta regionale ha presentato il seguente emendamento: alle variazioni riportate nella tabella A), sono aggiunte quelle contenute nella tabella A bis).
La parola al Presidente della Giunta Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

E' un emendamento che abbiamo presentato frattempo per incorporare nuove assegnazioni statali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 19 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 1 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 1983 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella B), allegata alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
La Giunta regionale ha presentato il seguente emendamento: alle variazioni riportate nella tabella B), sono aggiunte quelle contenute nella tabella B bis).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 27 voti favorevoli e 23 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 2 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Lo stanziamento del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n.
12900 è determinato in L. 21.824.101.805".
La Giunta regionale ha presentato il seguente emendamento: lo stanziamento del fondo di riserva di cassa è determinato in L.
4.336.634.200.
La parola al Presidente della Giunta Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

A seguito delle ulteriori assegnazioni è stato modificato lo stanziamento del fondo di riserva.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 27 voti favorevoli e 23 astensioni.
Pongo in votazione l'art. 3 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "In deroga a quanto stabilito dall'art. 68 della legge regionale 29/12/1981, n. 55, è autorizzata la non reimpostazione per l'anno 1983 delle economie di spesa relative alle somme assegnate alla Regione Piemonte per gli anni 1978, 1979, 1980 e 1981, in applicazione dell'art. 130 del D.P.R. 616/1977, effettuata nel capitolo n. 5849 del bilancio per l'anno 1983".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "A parziale modificazione ed integrazione dell'art. 4 della legge regionale 5/9/1983, n. 14, le spese al cui finanziamento è possibile provvedere mediante l'assunzione di mutui, sono quelle iscritte nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1983 sui capitoli numero: 1000 - 1020 - 1060 - 1680 - 2190 - 2680 - 2703 - 2720 - 2730 - 2751 2913 - 2966 - 2970 - 2976 - 3020 - 3060 - 3140 - 3150 - 3161 - 3170 - 3220 3450 - 3469 - 3575 - 3586 - 3610 - 3630 - 3650 - 3840 - 5025 - 5165 5175 - 5200 - 5205 - 5280 - 5285 - 5300 - 5386 - 5617 - 5640 - 5750 - 5756 5820 - 5921 - 6010 - 6020 - 7110 - 7140 - 7260 - 7626 - 7630 - 7745 7755 - 7760 - 7770 - 7780 - 7800 - 8370 - 8380 - 8405 - 8450 - 8465 - 8466 8480 - 8482 - 8530 - 8610 - 8900 - 8920 - 8930 - 8940 - 8960 - 9100 9130 - 9150 - 9185 - 9255 - 9300 - 9406 - 9440 - 9530 - 9550 - 10100 - 10807 - 11165 - 11500 - 11505 - 11690 - 11695 - 11730 - 11765 - 11785 - 12600 - 12760". Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri "Con decorrenza dall'anno 1984 per la concessione di contributi costanti trentacinquennali a Comuni, loro Consorzi e Comunità montane nella spesa per la costruzione, la ricostruzione, l'ampliamento ed il potenziamento di acquedotti e fognature (art. 2, nn. 1 e 2 della legge regionale 16/5/1975, n. 28), è autorizzata la spesa di L. 876.720,000 (capitolo n. 7456)".
La parola al Presidente della Giunta Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

E' una deliberazione del 1981 che non aveva ancora trovato finanziamento.



MONTEFALCHESI Corrado

Chiedo alla Giunta che senso ha introdurre in una variazione di bilancio un emendamento che è di prenotazione di spesa per l'84, dal momento che il Presidente ci ha annunciato che sta per essere presentato il bilancio 1984. E' scorretto per due motivi, intanto perché questo è un articolo che andrebbe inserito nella legge finanziaria; e poi è scorretto dal punto di vista politico perché dovrebbe essere discusso. Pertanto ne chiedo il ritiro



BIAZZI Guido

Non nascondo che questo emendamento mi fa nascere delle perplessità. Si era deciso nel bilancio 1983 di non rifinanziare la legge 28. Ora ci si trova di fronte ad una proposta per contributi trentacinquennali per 876 milioni all'anno.
Sono inoltre perplesso perché in sede di Commissione si sta definendo la legge quadro sulle opere pubbliche che innova profondamente in materia di contributi regionali. Ho poi una perplessità di ordine tecnico. In base alla normativa regionale vigente, i contributi dovrebbero essere trentacinquennali; infatti l'emendamento parla di contributi trentacinquennali. La Cassa Depositi e Prestiti però concede mutui decennali o ventennali (il Consiglio infatti aveva approvato una modifica della legge 28, che ha avuto valore solo fino al 31 dicembre 1981, per stimolare la Giunta ed il Consiglio ad adeguare più organicamente la nuova normativa). Inoltre, il contributo massimo in base alla normativa attuale (la vecchia legge 28) è del 6 % per i mutui con la Cassa Depositi e Prestiti e del 9 % con gli altri istituti di credito. A queste perplessità si aggiungono quelle derivanti dai tempi di approvazione della legge da parte del Commissario di Governo alle quali vanno aggiunti quelli necessari alla predisposizione ed approvazione delle delibere di impegno da parte della Giunta, tempi che ci portano a Natale, cioè alle soglie del nuovo bilancio.
Sono queste osservazioni e perplessità che sottopongo alla Giunta. In sostanza si tratta di proposte di difficile applicazione e per alcuni versi in contrasto con le norme che saranno contenute nella legge generale per le opere pubbliche in fase avanzata di elaborazione e di prossima approvazione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Le proposte riguardano una deliberazione che risale al 1981. Non contesto le validità delle opinioni che sono emerse, soprattutto quelle relative ai tempi, pertanto la Giunta ritira l'emendamento e lo riproporrà nel bilancio del 1984.



PRESIDENTE

L'emendamento che dava luogo all'art. 7 è pertanto ritirato.
Passiamo all'emendamento presentato dalla Giunta regionale che dà luogo al nuovo art. 8: Art. 8 "All'elenco n. 3, relativo ai capitoli alla cui gestione si pu provvedere mediante apertura di credito a favore di funzionari delegati della Regione, allegato allo stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1983, è aggiunto il capitolo n. 2708".
Pongo in votazione il nuovo art. 8.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri L'art. 8 è approvato (in sede di coordinamento diventerà art. 7).
La Giunta regionale presenta infine il seguente nuovo articolo: Art. 9 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Pongo in votazione il nuovo art. 9.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri L'art. 9 è approvato (in sede di coordinamento diventerà art. 8).
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 25 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - USSL: Piante organiche

Esame deliberazione Giunta regionale n. 2-29031: "Art. 9, terzo e quarto comma, legge 26/4/1983, n. 130 - Norme attuative della facoltà attribuita alle Regioni di autorizzare assunzioni nelle USSL in deroga al divieto della legge finanziaria 1983"


PRESIDENTE

Propongo ora di iscrivere all'ordine del giorno la seguente deliberazione della Giunta regionale n. 2-29031: "Art. 9, terzo e quarto comma, legge 26/4/1983, n. 130 - Norme attuative della facoltà attribuita alle Regioni di autorizzare assunzioni nelle USSL in deroga al divieto della legge finanziaria 1983".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 52 Consiglieri presenti in aula.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 2-29031 del 26/10/1983 sentito il parere espresso dalla V commissione consiliare permanente delibera 1) di delegare alla Giunta la potestà prevista per le Regioni di determinare per l'anno 1983, valutate le necessità, i singoli casi in cui sia indispensabile procedere ad assunzioni di personale nelle USSL piemontesi, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20/10/1983 2) le autorizzazioni devono essere concesse nei limiti delle piante organiche provvisorie e a copertura dei posti vacanti, solamente per quei posti per cui sussistano peculiari necessità, qualificate dal carattere dell'indispensabilità di assumere personale per imprescindibili esigenze funzionali e nella prospettiva di dare attuazione al piano socio-sanitario regionale, quindi sulla base di precise scelte programmatiche, verificate con le organizzazioni sindacali 3) di convalidare, ai sensi del terzo comma del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20/10/1983, le deroghe già concesse con decreto del Presidente del Consiglio dell'11/10/1983 e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 284 del 15/10/1983 per n. 290 posti e del 13/10/1983 pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 287 del 19/10/1983 per n. 140 posti 4) di autorizzare le USSL piemontesi ad assumere temporaneamente personale in sostituzione di quello assente per gravidanza e puerperio, per assolvimento degli obblighi di leva e per aspettative senza assegni.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62; l'immediata esecutività è approvata con votazione espressa, specifica ed unanime.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 52 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno dei Consiglieri Montefalchesi, Barisione e Moretti relativo alla revisione della legge 482/68 sul collocamento obbligatorio


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorni presentato dai Consiglieri Montefalchesi, Barisione e Moretti relativo alla revisione della legge 482/68 sul collocamento obbligatorio.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'argomento merita attenzione da parte di tutti.
Si tratta di un articolo del decreto 463 sulla previdenza che è già stato approvato alla Camera con il voto di fiducia e che verrà discusso in questi giorni al Senato dove il Governo accoglierà alcuni emendamenti.
Questo articolo vanifica ogni possibilità di collocazione al lavoro dei lavoratori invalidi e handicappati (legge 482), poiché permette alle aziende la copertura delle percentuali di assunzione obbligatoria anche attraverso i lavoratori assunti tramite il collocamento ordinario e diventati invalidi durante il rapporto di lavoro ed eliminando la possibilità di utilizzare percentuali di categorie in esaurimento a favore di altre categorie di invalidi.
Se questo articolo sarà approvato si aprirà un problema sociale e drammatico per i lavoratori.
Chiedo vi sia una presa di posizione nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Il problema che pone il collega Montefalchesi è molto serio, non tanto in riferimento all'articolo del decreto 463 che, se volessimo dibattere in questo momento, saremmo più d'accordo a mantenerlo che non a toglierlo quanto in riferimento all'inserimento degli invalidi nelle aziende.
Sarebbe opportuno fissare un dibattito su questi aspetti della comunità per discutere sugli abusi e sulle violenze che queste persone subiscono da parte dell'azienda.
Forse non assolviamo al nostro compito intervenendo su un aspetto particolare di questo tema.
Il problema è ben più grave. Il problema in generale potrebbe essere valutato nella Commissione competente e rimandato al fine di essere in grado di affrontarlo in termini più seri, più approfonditi e più convinti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Ritengo anch'io che un tema così grave come quello del lavoro degli invalidi e degli handicappati debba essere analizzato prima in V Commissione per poter produrre in quella sede un documento appropriato perché la valutazione del solo art. 9 darebbe una visione riduttiva del complesso problema, anche se le ragioni che hanno motivato lo stesso non sono ininfluenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Testa.



TESTA Gianluigi

E' una questione di grande arretratezza culturale della nostra industria.
Affrontare il problema degli invalidi semplicemente con norme di esclusione dimostra un'incapacità ad affrontare le questioni.
E' sbagliato ritenere che la percentuale degli invalidi penalizzi le imprese, se così fosse la Germania, che nel 1946 aveva una percentuale di invalidi in ragione del 70 % dei lavoratori, non sarebbe mai risorta come potenza industriale.
Non disapprovo il discorso sottolineato dai colleghi sulla necessità di valutare il problema più a fondo; ritengo che il desiderio di fare grandi cose rischia di impedire che si facciano quelle piccole, anche in considerazione dei tempi stretti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Su questo tema è in corso, permettetemi di dire, "una grande disputa in dottrina". Penso che il focalizzare un solo aspetto del problema degli handicappati nel lavoro sia fuorviante e non permetta di ottenere dei risultati validi.
Non dobbiamo perdere di vista il modo in cui si formano le esuberanze nelle aziende in fase di ristrutturazione se non vogliamo ridurre la portata del nostro intervento. Gli handicappati non vogliono essere accompagnati nell'azienda perché ritengono a ragione di poter giocare un loro ruolo, compatibile con le esigenze di competitività, con l'apporto di modifiche assai marginali al processo produttivo.
Tuttavia, in alcuni casi, si tratta di una collocazione particolare all'interno del processo produttivo.
Propongo di dare all'argomento un carattere più ampio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Condivido tutte le affermazioni che sono state fatte, però se verrà approvato l'art. 9 potremo fare delle belle filosofie, ma non potremo dare uno sbocco alla situazione degli handicappati.
Oggi occorre assumere una posizione, per questo chiedo che l'ordine del giorno venga posto in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Sono d'accordo con il ragionamento del Consigliere Montefalchesi e sono convinto che problemi di questa natura richiedano una discussione molto lunga.
L'ordine del giorno però ha la finalità precisa di dare il segnale dell'assemblea regionale.
Il Gruppo PCI sostiene che lo si debba votare.



PRESIDENTE

E' emersa l'esigenza, espressa da tutti, che si sviluppi una discussione approfondita su questa materia, prima in V Commissione, poi nell'assemblea con un prossimo dibattito in Consiglio.
Per il momento vi è la richiesta dei Gruppi che hanno presentato l'ordine del giorno di votarlo stante l'urgenza di sviluppare con il Parlamento un dialogo che consenta di bloccare la votazione sull'art. 9.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Votiamo a favore dell'ordine del giorno perché nella sostanza lo condividiamo.
Voglio però rilevare che questo non è un modo serio di affrontare un problema serio.
Ritengo che con questo ordine del giorno finiamo di aggravare il problema perché esprimiamo sensibilità, ma non facciamo nient'altro.
Viceversa la presentazione di una serie di proposte concrete, precise ed incisive da parte del Consiglio regionale sarebbe un modo corretto di affrontare il problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, il problema dell'emarginazione degli handicappati non viene oggi per la prima volta alla nostra attenzione.
Vorrei ricordare che esiste in proposito una mia interrogazione risalente a due anni fa che riguardava una denuncia fatta dal personale dipendente della Regione che lamentava la non utilizzazione di handicappati in tutti i ruoli previsti.
Vorrei anche ricordare che esiste una mia proposta di legge specificamente intitolata: "Provvedimenti per favorire l'accesso al lavoro degli handicappati" che non è mai stata esaminata. Mi rendo perfettamente conto delle esigenze che hanno portato alla formulazione del documento, non posso però tacere quanto anche già sottolineato in precedenza dalla collega Vetrino che questo è un modo poco serio di affrontare un problema.
Per questo motivo il Gruppo MSI-DN si asterrà nella votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Non entriamo nel merito perché non riteniamo che questo sia il modo migliore per discutere l'ordine del giorno. Abbiamo ripetutamente chiesto che l'argomento venisse discusso attentamente in una sede che consenta di analizzarlo in tutti i suoi aspetti, compresi quelli finanziari.
L'indicazione che ha dato l'Assessore Tapparo ci pare positiva.
Nelle sue dichiarazioni però abbiamo colto una netta differenziazione rispetto alle interpretazioni dei Gruppi.
D'altra parte l'assenza del Presidente della Giunta, proprio mentre si discute di questo argomento, è significativa. Se ci sono delle implicazioni politiche, queste vanno affrontate in sede politica.
Dichiariamo chiaramente che ci rifiutiamo di discutere un argomento così serio in pochi minuti e che chiediamo di poter discuterne approfonditamente.
Non possiamo che astenerci sull'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo si asterrà su questo ordine del giorno per alcune considerazioni di carattere generale e specifico.
Mi pare del tutto scorretta l'intromissione della Regione nel processo legislativo nazionale.
Il Partito Socialista Italiano che mette in moto questo processo dovrebbe assumersi le responsabilità politiche conseguenti.
Apprezzo la motivazione dell'astensione espressa dalla DC, che sollecita un dibattito su questa materia nelle sedi opportune dove vengano avanzate proposte di carattere generale, respingendo quindi l'intervento in sede di conversione in legge di un decreto Si dice che non si deve copiare in periferia quello che si fa al centro, fare cioè un ribaltamento automatico delle alleanze. Ci domandiamo però come possa il PSI che in Piemonte rappresenta il 10 % dei cittadini piemontesi configurare un ordine del giorno così tassativo che, in qualche misura, interviene nel processo legislativo nazionale.
E' un comportamento politico che va censurato e stigmatizzato e confido che gli amici del PSI si dissocino in tempo e prendano atto che le forze politiche di opposizione sono disponibili ad esprimersi su questa materia con una proposta generale politico-culturale e non con un intervento politicamente inqualificabile ed istituzionalmente scorretto in un processo legislativo che compete al Parlamento. Siamo disponibili nelle sedi competenti ad affrontare questa delicata tematica, ad esprimere il nostro giudizio su quanto emergerà a livello nazionale, a premere nelle forme che ci sono consentite, ma non ad innescare una contestazione al processo legislativo nazionale quando questo è ancora in essere.
Si parla spesso di franchi tiratori, ma dopo tutto il franco tiratore esercita un suo diritto-dovere di votare secondo coscienza.
Qui siamo invece di fronte ad un partito che stigmatizza queste cose rispetto ai franchi tiratori (che fanno il loro dovere di rispondere di fronte ai cittadini) e che, come forza politica, si atteggia al centro secondo l'esigenza di bilancio e si atteggia in periferia secondo le esigenze di consenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Sulla rivista "Notizie" del Piemonte ho scritto che non siamo del parere di allinearci politicamente con la posizione nazionale.
Dibattiamo i problemi nel nostro ambito (PSI) e discutiamo posizioni politiche autonomamente e successivamente prendiamo decisioni nelle istituzioni.
Non siamo un partito verticistico e consideriamo la situazione socio economica tenendo conto delle realtà territoriali del Paese. Si vuole censurare la politica che porta avanti un partito con una libertà di opinione? Sono sbalordito quando mi sento censurare. Questo tema rientra nell'ambito politico dell'avviamento al lavoro e riguarda la legge di collocamento che è gestita dalle Commissioni comunali, provinciali e regionali, il rappresentante della Regione in Commissione deve tenere conto e fare delle valutazioni.
Si chiede di variare le percentuali sulle presenze in fabbrica, quindi è opportuno approvare oggi l'ordine del giorno e discutere ampiamente la materia, non solo relativa all'avviamento al lavoro delle categorie speciali, ma anche relativa alla tutela del lavoro in fabbrica e valutare se le cause dell'invalidità sono dipendenti dall'ambiente di lavoro.
Sono problemi importanti da dibattere ampiamente senza subire la politica centrale.
Tra l'altro in sede di dibattito proporrò un'indagine sulle cause che provocano l'invalidità.
Il PSI non crede di sconvolgere gli indirizzi del Governo, semmai ribadisce che il problema è molto importante e che il Governo deve tenerne conto nell'approvare il decreto legge e non crea difficoltà alle finanze del nostro Paese.



PRESIDENTE

E' stato confermato l'impegno di tutte le forze politiche dell'assemblea a discutere al più presto e ad approfondire i problemi che attengono al contenuto dell'ordine del giorno che è peraltro urgente in quanto fa riferimento ad un procedimento in corso al Parlamento.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte, sottolineando come la crisi occupazionale nel nostro Paese tocca limiti allarmanti e come in questo ambito grave sia la situazione per le categorie più deboli sul mercato del lavoro rileva con preoccupazione, come l'art. 9 del decreto legge del 12/911983, n.
463, vanifica nei fatti la possibilità di avviamento al lavoro dei cittadini invalidi o handicappati, attraverso: a) il conteggio, ai fini della copertura della percentuale di assunzioni obbligatorie di lavoratori invalidi, anche dei lavoratori assunti tramite il collocamento ordinario che siano stati riconosciuti invalidi nel corso del rapporto di lavoro b) eliminando la possibilità di utilizzare percentuali di categorie in esaurimento, per esempio gli invalidi di guerra, a favore di altre categorie di invalidi, come previsto dall'art. 9 della legge 482/68 rileva come ancora una volta non vi sia nessun concreto impegno per la revisione della legge 482/68 sul collocamento obbligatorio, in merito alla quale il Consiglio regionale riafferma le valutazioni e le proposte già espresse nell'ordine del giorno del 2212/1982; fa voti affinché il Parlamento in sede di conversione in legge di tale decreto modifichi le norme contenute nell'art. 9 che di fatto emarginano una parte di cittadini italiani dal diritto al lavoro".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 25 voti favorevoli e 20 astensioni.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno relativo all'invasione militare nell'Isola di Grenada (rinvio)


PRESIDENTE

Infine, è stato presentato dai Gruppi PCI, PSI, PSDI e PDUP un ordine del giorno relativo all'invasione militare nell'Isola di Grenada.
Se vi è convergenza dalle altre forze politiche si può passare al voto senza discussione.



CARAZZONI Nino

Non c'è convergenza.



PRESIDENTE

Si rinvia la discussione di tale ordine del giorno alla prossima seduta.
Comunico, infine, che il Consiglio è convocato per il giorno 3 novembre prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,50)



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