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Dettaglio seduta n.21 del 13/11/80 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Università

Prosecuzione esame della legge: "Diritto allo studio nell'ambito universitario", rinviata dal Commissario di Governo e votazione dell'intero testo di legge


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Nel corso della conferenza dei Capigruppo sono stati valutati gli incidenti di questa mattina. I Capigruppo hanno stigmatizzato l'andamento della discussione, che non ha riscontro in questi undici anni di vita del Consiglio regionale. E' intenzione di tutti riportare alla normalità i lavori e ringrazio per la collaborazione dimostrata. I Capigruppo, di comune accordo, rinunciano alle dichiarazioni di voto; la D.C., che questa mattina è stata interrotta durante le dichiarazioni, ha accettato il mio invito a considerare anche quell'intervento concluso, naturalmente con il voto contrario di quel Gruppo, alla legge.
Passiamo quindi alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito dell'urna in riferimento all'intero testo della legge: "Diritto allo studio nell'ambito universitario": presenti e votanti 51 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale aveva presentato un ordine del giorno sull'argomento. Invito la Presidenza a comunicare le determinazioni in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Dall'ordine del giorno presentato dal Gruppo liberale si riscontra una possibilità di intesa da parte di tutte le forze politiche; chiedo che venga distribuito il testo per poterlo votare entro la fine della seduta.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marchini è d'accordo su questa procedura?



MARCHINI Sergio

Certamente.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame progetto di legge n. 25: "Rendiconto dell'esercizio finanziario 1979"


PRESIDENTE

Il punto quarto all'ordine del giorno prevede l'esame del progetto di legge n. 25: "Rendiconto dell'esercizio finanziario 1979".
Ha la parola per la relazione il Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la discussione sul conto consuntivo (e sull'assestamento) è certamente una delle occasioni in cui diventa sostanziale il controllo sul piano politico e sul piano giuridico formale del Consiglio sull'attività della Giunta regionale.
Quest'anno vengono sottoposti all'approvazione del Consiglio, assieme sia il consuntivo 1979 che l'assestamento del bilancio 1980. Com'è noto normalmente, i due documenti sono presentati in momenti diversi, e generalmente i risultati sul rendiconto possono fornire elementi significativi per la predisposizione dell'assestamento del bilancio dell'esercizio successivo.
Possono, perché non si deve escludere che la legge relativa all'assestamento del bilancio, in base alle norme sulla contabilità regionale (legge regionale 14/3/1978, n. 12), sia approvata prima del rendiconto, o contemporaneamente, in quanto l'art. 42, prima comma, dice: "Entro il 30 giugno di ogni anno la Regione approva, con legge l'assestamento del bilancio".
Le vicende legate al rinnovo dell'amministrazione hanno fatto inevitabilmente slittare i tempi di presentazione dei documenti al Consiglio, dimodoché l'assestamento assume soprattutto la caratteristica di un'ultima, consistente variazione di bilancio, senza introdurre modifiche particolarmente significative, oltre l'adeguamento ai risultati del rendiconto '79.
Il cambiamento dell'esecutivo non ha certo impedito all'Assessore competente ed alla nuova Giunta di fare tutto il possibile per accorciare i tempi necessari alla predisposizione degli elaborati, che sono stati consegnati ai signori Consiglieri e alla Commissione competente.
Forse qualcuno potrà obiettare che la I Commissione, premuta dalle scadenze che tutti riteniamo improcrastinabili, non ha avuto molti margini di tempo per esaminare gli elaborati pur avendo trovato la massima disponibilità della Giunta e dell'Assessore competente a ricercare i modi per facilitare al massimo i lavori della Commissione e del Consiglio regionale. Il tempo, purtroppo, ha dei vincoli che non possono essere cambiati, mentre le scadenze urgono.
Il problema tempo è forse più sentito in questa occasione in quanto sono diversi i Consiglieri di nuova nomina (e me fra questi) che non hanno ancora dimestichezza con le procedure della contabilità regionale ed i relativi bilanci.
Detto questo, però, a me sembra opportuno sottolineare che la discussione ed il confronto che iniziamo oggi in aula, ma che è già cominciata in Commissione nelle scorse settimane, è solo un momento del più vasto ed impegnativo confronto sulla problematica concernente la politica finanziaria e di bilancio della Regione. Altre occasioni non mancheranno il bilancio di previsione 1981, il rendiconto 1980 e l'assestamento 1981 tutte tappe istituzionali obbligatorie ed importanti.
Ma la funzione di controllo e partecipazione, cioè la conclamata e riconosciuta da tutti centralità del Consiglio può e deve esplicarsi con continuità tra una scadenza di bilancio e l'altra.
Ricordiamo tutti che la stessa legge sulla contabilità (n. 12) ha demandato al Consiglio il regolamento delle procedure e delle modalità organizzative per garantire il collegamento organico tra predisposizione verifica e controllo dei programmi di attività e di spesa, pluriennale ed annuale.
In questa attività costante di verifica, adeguamento, controllo, mi pare di poter dire, a nome della maggioranza ed in forza dei già sperimentati comportamenti concreti della Giunta e dei singoli Assessori che potremo trovare come Consiglio e Commissioni competenti la massima disponibilità dell'esecutivo.
Sarà inoltre opportuna una verifica, nei tempi che verranno, dei nuovi principi della contabilità regionale che, dopo due esercizi di applicazione, potranno essere verificati alla luce dell'esperienza portata da questi due esercizi.
Uno dei nodi più importanti, che penso emergerà con forza dal dibattito (come già si è affacciato giustamente in I Commissione), è la questione della spesa regionale, della sua tempestività ed efficienza, della sua capacità di trasformarsi rapidamente in beni o servizi a disposizione della comunità piemontese.
E questo ci riconduce da una parte al problema delle procedure e della loro adeguatezza ai compiti ed alle necessità della Regione; dall'altra alle scelte di fondo che stanno all'interno del piano regionale di sviluppo e del programma pluriennale di attività e di spesa, di cui il consuntivo 1979 e l'assestamento del bilancio 1980 costituiscono momenti significativi.
A me sembra che questo, al di là della contingenza del rendiconto '79 e dell'assestamento '80, comporterà anche la presentazione, da parte della Giunta regionale, di relazioni non solo di carattere contabile, ma anche economico - finanziarie. E' quanto si è iniziato a fare nei limiti di tempo a disposizione con i documenti già forniti (rendiconti, relazioni all'assestamento, quaderno della programmazione ed analisi della spesa per il periodo '72-'79 da cui emerge un costante miglioramento della capacità di spesa).
Se non si percorre speditamente questa strada mi pare che potremmo correre il rischio di impantanarci in disquisizioni, non sempre produttive sull'entità dei residui, sui tempi del loro smaltimento, sulle giacenze di cassa e così via. Questo non significa che l'entità dei residui ed il ritmo della loro eliminazione non siano problemi importanti e meritevoli della massima attenzione.
E se entriamo nel merito, mi pare che i dati che ci sono stati forniti indicano come l'entità dei residui stessi e la velocità con cui vengono smaltiti nel nostro bilancio siano, in confronto a quanto avviene in enti confrontabili con la Regione Piemonte, non dei meno soddisfacenti.
Non mi è stato possibile confrontare nel dettaglio la nostra situazione con quella delle altre, Regioni (e sarà utile raccogliere i bilanci preventivi e consuntivi delle altre 20 Regioni) ma i dati complessivi desunti dalla pubblicistica confermano che siamo tra le Regioni meno gravate di residui.
Se consideriamo la competenza '79 noi verifichiamo che solo il 26 viene portato a residui; il 74% è stato pagato. Pur depurando della spesa sanitaria si rimane sempre con pagamenti superiori al 50% (50,9), in cui però sono compresi, per esempio, i rallentamenti riscontrati nell'area di intervento n. 1 (agricoltura), n. 3 (assetto del territorio) che hanno procedure di spesa e pagamento più lunghe e non dipendenti dalla sola volontà della Regione. Queste due aree di intervento comportano percentuali di residui del 69,30% la prima e del 62,92% la seconda.
Per le altre aree si va da un minimo del 6,35 per l'area 4 ad un massimo del 41,94% per la n. 2.
Dati più aggiornati (cioè dopo il 31/12/1979) permetterebbero di verificare, naturalmente, un'ulteriore consistente diminuzione.
Ho potuto accertare, per esempio, che al 24/10/1980, la riduzione era avvenuta in questi termini: per l'area n. 1 (agricoltura), su 125 miliardi di residui passivi, al 31/12/1979 erano già stati pagati 70 miliardi (60%) per l'area n. 2 su 39 miliardi erano stati pagati 24 miliardi (61,5%) per l'area n. 3 su 153 miliardi ne erano stati pagati 47 al 24 ottobre (42,75%) per l'area di attività che comprende anche la manutenzione degli immobili su 24 miliardi di residui ne erano stati pagati 12 miliardi e mezzo (51%) riduzione consistente, quindi, pur in presenza, come si legge nella sintetica relazione all'assestamento del bilancio 1980, "di momenti di assesto dovuti a carenze delle previsioni di cassa anche rispetto all'esatta quantificazione dei residui passivi".
D'altronde la stessa ANCE riconosce il ruolo svolto dalla Regione Piemonte. Siamo di fronte a residui praticamente non consolidati, non fermi negli anni. Possiamo anche dire di essere tra gli enti pubblici più avanti in termini di efficienza della spesa, se abbiamo presente la spesa media dello Stato e delle altre Regioni.
Importante è il problema dei residui, ma è anche opportuno non favorire ambiguità o mistificazioni.
La politica di bilancio della Regione va affrontata tenendo presente il contesto più generale in cui si colloca: i rapporti tra Stato e Regioni da un lato e Regioni ed Enti locali dall'altro.
Il conto consuntivo per il 1979 e l'assestamento dimostrano ancora una volta come Regioni ed Enti locali vivono in un regime sostanzialmente a finanza derivata. Secondo gli accertamenti definitivi su 1511 miliardi di risorse, oltre l'80% sono risorse derivate o con vincolo di destinazione.
In questo modo i fondi settoriali dello Stato ed altri enti a destinazione vincolata hanno soprattutto due conseguenze negative: comportano una maggiore possibilità di residui passivi costituiscono spesso limiti rigidi all'autonomia della Regione e possono essere persino di dubbia ortodossia costituzionale.
Questa situazione porta inevitabilmente ad una sempre maggiore rigidità del bilancio, con una quota sempre minore di risorse da destinare agli investimenti e quindi in prospettiva con sempre maggiori difficoltà a raggiungere gli obiettivi del piano di sviluppo.
Il problema della rigidità del bilancio e dell'autonomia delle Regioni è stato spesso dibattuto ed ha visto convergenze che vanno oltre le maggioranze e le opposizioni, ma trovano schieramenti che comprendono tutte le forze democratiche ed autonomistiche.
Le cifre che abbiamo di fronte sembrano indicare che il problema si sta aggravando. Forse non abbiamo ancora coscienza piena e profonda delle implicazioni che questa deformazione comporta, in termini di capacità reale di incidere sui processi di sviluppo, di fare avanzare la programmazione per realizzare le sue finalità attraverso la programmazione, come prevede il nostro Statuto. Forse la Regione è ancora per molti aspetti ente di gestione, e forse gli impegni notevoli richiesti per la creazione di alcuni strumenti per la programmazione ed il riequilibrio fanno passare in secondo piano i problemi che pongono la maggior parte delle leggi settoriali dello Stato.
La verticalizzazione degli apparati dello Stato e la scarsa collegialità delle decisioni del Governo si traducono in maggior difficoltà di coordinamento anche nelle scelte della Giunta regionale.
Da qui, dunque, la necessità di ribadire l'indispensabilità di una politica di programmazione come metodo di governo a livello statale, con la partecipazione delle Regioni e del sistema delle autonomie alle decisioni.
Qualche timido passo è stato fatto con la consultazione delle Regioni da parte del Presidente incaricato nell'ultima crisi di Governo: anche noi abbiamo discusso e formulato proposte, di cui si è fatto portavoce il Presidente della Giunta, Enrietti.
Sono però passi incerti e resi contraddittori, a mio avviso, dalle dichiarazioni dello stesso Forlani, quando indicava, nel discorso di presentazione del Governo alle Camere, di voler percorrere, per esempio, la strada di un rapporto diretto tra Stato, cioè Governo, e le U.S.L.
nell'erogazione dei fondi per la sanità, scavalcando così le Regioni e istituendo un rapporto diretto tra Ministeri e le centinaia di Unità di Servizi che verranno costituite in tutt'Italia, impedendo di fatto la programmazione e il coordinamento in un settore così importante e necessario.
La Regione Piemonte sta compiendo uno sforzo notevole in questa direzione, insieme alle altre Regioni, per costruire un nuovo servizio per la salute; centinaia e migliaia di persone sono coinvolte direttamente in questa operazione che è sociale e culturale. Sono persone che possono contribuire alla costruzione di un rapporto nuovo, democratico, tra istituzioni e cittadini. Cento operatori erano presenti ieri l'altro a Verbania, per esempio; decine erano presenti ad Ivrea: è questo, a mio avviso, che legittima il diritto delle Regioni e delle autonomie ad essere partecipi e soggetti delle decisioni e della programmazione dello Stato democratico.
I dati del consuntivo forniscono un altro elemento complessivo di analisi. I trasferimenti sono ormai oltre l'80% dei pagamenti per cui acquista sempre maggior rilievo il rapporto tra la Regione e i destinatari di questi trasferimenti, per poter raggiungere un più alto grado di efficienza nella spesa.
Da una parte esiste il problema delle procedure di spesa, che probabilmente vanno riviste per alcuni aspetti e alla luce dell'esperienza acquisita, cui si aggiunge l'altro problema, anche se emerge in modo empirico, del funzionamento della macchina amministrativa della Regione, ma dall'altra parte esiste la questione del rapporto di tipo nuovo con gli Enti locali che si è incominciato ad avviare con la delega delle funzioni amministrative ma che va allargato fino a diventare costume, parte della nostra cultura, punto di non ritorno. Rapporti con gli Enti locali e formazione dei residui sono alcune volte due facce dello stesso problema in particolare per quanto riguarda le opere pubbliche.
Ci si deve attrezzare per garantire una tempestività di intervento, per diminuire ritardi che rallentano l'erogazione dei fondi.
Forse si richiede anche da parte del Consiglio un'attenzione sempre maggiore a questa tematica.
Esistono gli strumenti, come le relazioni semestrali sulla gestione di cassa prevista da delibera consiliare; oppure la possibilità di applicazione del Regolamento dell'art. 3 della legge n. 12.
Si tratta, assieme, Giunta regionale e Consiglio regionale, di affrontare il problema di un sempre migliore funzionamento della nostra Amministrazione e di rafforzare il rapporto, non gerarchico, con gli Enti locali.
L'invito al Consiglio ad approvare il rendiconto e l'assestamento deriva dalla consapevolezza della maggioranza che i documenti contabili sono la testimonianza di come si sono perseguiti gli obiettivi della riqualificazione della spesa e del decentramento delle decisioni stesse.
L'attività della Giunta regionale ha conseguito notevoli risultati nella politica di bilancio e nell'uso delle risorse, ma soprattutto si è mossa nella direzione di favorire il coinvolgimento e la partecipazione di enti e categorie sì da rendere sempre di più la Regione un Ente legislativo e di programmazione in armonia con la Costituzione e gli interessi della nostra collettività.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Il dibattito è aperto. E' iscritto a parlare per primo il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il rendiconto e l'assestamento sono la conclusione di cinque anni del governo regionale, e non vi nascondo il mio imbarazzo a prendere la parola, oggi, come Capogruppo, su un periodo in cui ho condotto la Presidenza della Giunta e, quindi, sono portato a dirne bene. Non cadrò in questo lieve errore di autoincensamento.
Desidero ringraziare il nuovo Assessore Testa che ha, con competenza con rigore e con rapidità portato a termine questa fatica. Non era possibile presentare il rendiconto entro il 30 giugno a causa delle elezioni ed anche per ragioni profondamente democratiche che animano le grandi democrazie del mondo: cioè, nel momento delle elezioni non si fanno delle scelte ma si rimettono nelle mani degli elettori tutte le decisioni.
E' mio dovere anche ringraziare, qui, tutto il gruppo dei funzionari che hanno lavorato per tanti anni attorno a quello che si definisce il bilancio, e voglio ricordare non soltanto un'opera di routine che essi hanno condotto, ma il fatto che essi hanno dimostrato attaccamento alle istituzioni, essendo stati sempre imparziali nel seguire le direttive che non solo la Giunta dava, ma che nascevano da tutte le forze democratiche presenti nel Consiglio regionale.
Il rendiconto e l'assestamento vengono presentati insieme, in coerenza con la linea sempre mantenuta da Paganelli, di cui oggi sentiremo la preparazione che, nella materia, è incontestata. Infatti, tutte le volte che sei intervenuto sul bilancio e sulla finanza regionale, hai dimostrato di avere una preparazione profonda, capacità di sintesi e di esposizione che ci rendono sempre estremamente attenti e sensibili al tuo dire.
Si tratta, attraverso la rendicontazione, di vedere se un governo è esistito o se non è esistito. L'analisi è già stata fatta dal relatore; i dati oggettivi balzano dall'interessante pubblicazione fatta dall'Assessore Simonelli e dai suoi uffici, "Quaderni sulla programmazione", che esprime appunto la misura oggettiva di quella che è stata la crescita della spesa e di come è avvenuta.
Dobbiamo dire, pertanto, che sotto questo aspetto non abbiamo grossi rilievi o grossi motivi di malcontento. Partiamo da una spesa di 95 miliardi nel 1974, saliamo subito a 351 miliardi nel '75, a 398 miliardi nel '76, a 528 miliardi nel '77, a 933 miliardi nel '78, a 1.234 miliardi nel '79. La dimensione della spesa certo non dà ancora, di per sé, la misura di quello che è stato il balzo compiuto dall'Amministrazione nel quinquennio '75-'80, ma certamente offre la dimensione cui la Regione è passata dal '74 ad oggi, talché la spesa si calcola che nel 1980 possa essere largamente superiore e che possa raggiungere 1.500-1.600 miliardi.
Esaminata questa prima parte - ho già detto che non voglio intervenire su fatti che possono essere soggettivamente intesi - dobbiamo dire se la spesa è stata, specialmente per quanto riguarda gli investimenti, adeguata alla realtà della Regione Piemonte: sotto questo aspetto possiamo dirci ottimisti, se non ancora soddisfatti.
Mi si permetta, qui, una lievissima polemica con l'amico Bastianini, il quale, in sede di Commissione, aveva fatto acute osservazioni riguardo alla spesa regionale ed in particolare riguardo a quella che viene definita spesa di investimento. La spesa di investimento normalmente viene identificata con il "mattone". Noi diciamo che questo è profondamente sbagliato. Secondo questa identificazione, la spesa di investimento è costruire l'asilo nido, la casa, ecc. E' anche la spesa del "mattone", ma principalmente è la cultura, la formazione professionale dell'uomo, la sua preparazione ad essere protagonista della società. La casa, la sistemazione idrogeologica e forestale, l'attivazione dell'agricoltura, sono tutte cose importanti, ma non è da lì che si parte, semmai lì si arriva.
La critica che oggi faccio ad un rendiconto che appartiene ad un governo che ho presieduto è in quella direzione: stretti dalla necessità della casa, degli asili nido, oppure dalla costruzione di una serie di presidi nel territorio, abbiamo dato giusta importanza a questo, ma non abbiamo dato importanza alla formazione umana, alla difesa dell'uomo nella sua salute, nella sua crescita, che è la vera spesa di investimento.
Non vale metterci in paragone con le altre Regioni. Se è vero che le percentuali di altre due Regioni possono essere inferiori, la costruzione e il meccanismo dei residui passivi è tale da dare tecnicamente una soluzione quantitativa ma da dare delle spese di investimento.
Se il decremento dei residui passivi è appena al 17/18 % significa che siamo arrivati al livello più basso fattibile.
Si deve costruire in modo diverso, il rapporto tra Stato - Regione autonomie locali, diversamente non riusciremo ad uscire da questo problema.
Inoltre occorre costituire un secondo rapporto con le autonomie locali rapporto che il relatore ha puntualizzato pienamente ed il programma della Giunta che questa sera verrà consegnato ai Capigruppo disegna, appunto, in un grande arco riformatore. Attraverso questa nuova costruzione sarà possibile eliminare i meccanismi che oggi sono di intoppo al bilancio.
Da ultimo vi è il rapporto di efficienza all'interno dell'Amministrazione e informativo all'esterno. Fintantoché non risolveremo il tema dell'efficienza all'interno dell'Amministrazione attraverso un modello di operatori regionali capaci di intendere le decisioni assunte dall'Amministrazione e fintantoché non usciremo da un'ipotesi burocrate e di non coinvolgimento in una grande azione riformatrice, evidentemente le cose rimarranno allo stato attuale. Se non riusciremo a far crescere milioni di persone insieme, i ritardi, sia a livello di investimento, sia a livello di costruzione, ci saranno sempre e saranno ritardi culturali informativi, di rapporto tra la Regione e le altre autonomie decentrate.
Sotto questo aspetto il rendiconto e lo stesso assestamento risentono di questa carenza. Si sono realizzati dei grandi progressi, certamente il Piemonte si colloca tra le Regioni che attivamente si sono messe sulla strada riformatrice, ma, rispetto a questo problema, il percorso è ancora lungo.
Per questi motivi, per questo passo avanti che la seconda legislatura ha fatto, il Gruppo socialista darà voto favorevole al rendiconto e all'assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Vetrino Nicola. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei prima di , tutto chiedere scusa all'assemblea perché, non avendo l'oratoria, il fascino e la simpatia oltreché la competenza e l'esperienza del Consigliere Viglione sarò assai più noiosa anche perché dovrò riferirmi sovente alle cifre, che sono sempre una cosa sterile, anche se - bisogna riconoscerlo - dietro alle cifre di un bilancio e soprattutto di un rendiconto ci sono chiare scelte politiche e dei chiari indirizzi.
E' già stato detto che la presentazione del rendiconto '79 e l'assestamento del bilancio '80 avviene in tempi che non essendo coerenti con quelli previsti dalla legge, diventano comprensibili se si considera che l'anno di transizione da una legislatura all'altra è sempre particolare e i tempi inevitabilmente si allungano.
Se questo è vero soprattutto per l'assestamento di bilancio '80, che avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 giugno, è meno vero se riferito al rendiconto '79 che avrebbe potuto essere presentato al Consiglio entro il 30 aprile. Non intendo polemizzare su questi aspetti, anche se doverosamente li devo evidenziare. Pensavamo che il maggior tempo occorso per la predisposizione della documentazione avrebbe consentito una presentazione coerente con il dettato degli articoli della legge di contabilità regionale. Dobbiamo, purtroppo, rilevare ancora una volta che non soltanto è carente la documentazione del rendiconto, ma è, ancora una volta carente la documentazione come parte integrante del rendiconto ovvero i bilanci approvati da ciascuna delle società nelle quali la Regione ha una partecipazione finanziaria, nonché la mancanza di una relazione sull'attività, sui programmi e sui bilanci di cassa.
Queste carenze possono determinare addirittura un vizio di legittimità del documento di rendiconto oggi all'esame del Consiglio, ma soprattutto evidenziano una non sufficiente valutazione da parte della Giunta dell'importanza del documento che abbiamo di fronte che ignora, tra l'altro, precise prese di posizione a questo riguardo del Consiglio regionale nella passata legislatura. Ultima quella del 20 dicembre attraverso un ordine del giorno votato all'unanimità, nel quale si invitava la Giunta a presentare al Consiglio regionale, entro e non oltre il mese di febbraio '80, lo stato di attuazione del piano di sviluppo per l'anno '79 e gli aggiornamenti relativi, accompagnato dalla relazione di rendiconto generale del '79, di cui all'art. 69 della legge di contabilità regionale che costituisce il punto di riferimento essenziale per l'aggiornamento dei programmi di intervento, in quanto momento di verifica e di controllo politico - amministrativo.
La stessa "fretta" con la quale si è voluto arrivare al dibattito consiliare, fretta giustificata da necessità di tipo amministrativo e finanziario, ci convince dell'incomprensione della Giunta verso questo documento, in particolare verso la funzione complessa del rendiconto determinata nei suoi molteplici aspetti e quella più squisitamente politica.
L'efficacia della funzione di rendicontazione infatti dipende non soltanto dalla presentazione e dalla discussione del rendiconto, ma soprattutto dall'ampiezza delle informazioni che su di esso vengono fornite ed anche dalla tempestività con la quale le informazioni vengono date.
Diamo atto all'Assessore Testa della sua disponibilità in sede di Commissione a sviluppare un rendiconto più approfondito, ma la fretta non ci ha consentito, come sarebbe stato necessario, di sviscerare quei dati di natura finanziaria che sono indubbiamente utili di per se stessi, ma che da soli non forniscono un quadro sufficientemente significativo della gestione in quanto la parte finanziaria del rendiconto non dice ovviamente nulla intorno alle modalità seguite per realizzare il programma previsto dal bilancio ed assai poco informa, per di più solo indirettamente, intorno ai risultati conseguiti o che si vanno formando per effetto delle azioni svolte dalla Regione nel periodo di riferimento del bilancio.
Ecco perché sarebbe stata opportuna una relazione circostanziata: essa avrebbe permesso di stabilire in che maniera la gestione si fosse concretamente svolta. A nulla varrebbe infatti tracciare limiti o direttive se poi non si accerta in che modo l'azione amministrativa si è svolta nell'ambito di quei limiti e di quelle direttive.
L'altra critica di fondo è rivolta al rendiconto finanziario, in quanto sull'assestamento '80, come ho già detto, concordiamo sulle sue caratteristiche atipiche rispetto alla norma e tipiche invece di un bilancio di assestamento di anno di transizione, quindi di difficile valutazione politica. Come sarà di difficile valutazione anche il rendiconto '80 che risentirà di queste stesse caratteristiche atipiche.
Crediamo, tuttavia, sia dovere di ogni forza di minoranza, in ogni occasione, ma segnatamente in momenti solenni dell'attività del Consiglio regionale, come deve essere il momento che consente la verifica delle cose fatte e non fatte. Desideriamo far osservare che il 1979 era l'anno più importante della legislatura 1975-1980 perché era l'anno che poteva riassumere e compendiare non l'impegno di un anno ma di un periodo, di una legislatura. E' vero che un dibattito più approfondito avrebbe anche potuto determinare una specie di campagna elettorale tardiva per le forze di maggioranza e di minoranza, ciò nondimeno rinunciarvi, attraverso un dibattito frettoloso e frammisto tra l'altro a considerazioni sul rendiconto '79 e sull'assestamento '80, che sono atti assimilabili sotto il profilo finanziario, ma non sotto il profilo politico, non ci sembra condivisibile né apprezzabile.
Per questo, pur nella ristrettezza dei tempi a disposizione, non abbiamo rinunciato ad un'analisi minuta e non ci sottraiamo al nostro dovere di rendere al Consiglio, quindi alla comunità, quelle considerazioni generali e particolari che saranno il nostro contributo a questo dibattito.
La prima considerazione generale deriva dalle critiche che sovente in questo Consiglio da parte di questa Giunta, nella trascorsa e nell'attuale legislatura, sono state indirizzate alla precarietà della situazione finanziaria della Regione per la sua dipendenza, abbastanza sostanziale dalla finanza derivata dal bilancio statale. Sovente si tende a giustificare le condizioni di crisi della finanza locale agli effetti della riforma tributaria introdotta nel 1974. Tale riforma, com'è noto, ha ridotto drasticamente il peso delle entrate tributarie autonome nel sistema di finanziamento degli Enti locali, che è stato posto appunto sui binari della cosiddetta finanza derivata dal bilancio statale.
Ma l'attribuzione di responsabilità dei guai della finanza locale alle scelte pertinenti della riforma tributaria non ci pare corretta, anzi comporta il pericolo che, muovendo da quella convinzione, si proceda in direzione sbagliata nel disegnare le linee di riforma della finanza locale.
Molte delle preoccupazioni che stavano alla base delle scelte della riforma tributaria in questo campo, quali l'esigenza dell'unitarietà di direzione e gestione dei grandi tributi moderni a base generale, l'esigenza di comportamenti di spesa di tutti gli enti del settore pubblico coerenti con il quadro della programmazione della finanza pubblica complessiva l'esigenza di conciliare le autonomie locali con l'azione centrale per il superamento degli squilibri territoriali, non sono affatto venute meno dal 1973 ad oggi.
Al contrario, ne è aumentata l'intensità con l'aggravarsi dei problemi del disavanzo pubblico, della dilatazione della spesa corrente, del controllo della ripartizione dei fondi tra gli utilizzatori finali in un contesto che è sempre più inflazionistico ed insieme di stagnazione degli investimenti.
Non si tratta di recuperare una inesistente età dell'oro della finanza locale antecedente alla riforma tributaria, ad esempio, attribuendo virtù magiche alla riscoperta dell'autonomia tributaria , degli Enti locali. La riforma della finanza locale, a nostro avviso, si traccia attraverso la scelta del profilo della capacità di spesa degli Enti locali, scelta finora mai perseguita per l'assenza di programmazione della spesa locale nel quadro generale della finanza pubblica.
Questo significherebbe scegliere la quota delle risorse reali del Paese complessivamente disponibili da assegnare agli impieghi della finanza locale rispetto agli impieghi alternativi. E' una scelta da affidare alle scelte competenti della politica economica: il che non vuol dire affidare la scelta esclusivamente al potere centrale, ma riconoscere che l'interesse delle autonomie locali alla determinazione della quota delle risorse nazionali affidata alla loro competenza deve avere manifestazione e tutela nelle forme stabilite per la loro partecipazione alla programmazione economica, insieme con le Regioni.
Questo è un discorso già fatto in quest'aula e non abbiamo condiviso in sede di discussione delle linee di politica economica, la posizione dell'Assessore Simonelli quando difendeva il protagonismo delle Regioni nella "confezione" del piano a medio termine.
Ma è anche necessario che queste Regioni, che chiedono al bilancio dello Stato 2.000 miliardi in più per finanziare - dicono loro - progetti già pronti per quattro settori (casa, energia, assetto del territorio trasporti) e questa è una richiesta urgente da soddisfare addirittura con uno stralcio dal piano, dimostrino che sono veramente in grado di avere superato quelle difficoltà che hanno finora impedito delle realizzazioni non dico rapide, ma compatibili, in tempi accettabili.
Mi chiedo come fa la nostra Regione, che peraltro rispetto ad altre è già in una situazione privilegiata (essere localizzata nel triangolo industriale d'Italia ha anche questo effetto), a chiedere dei finanziamenti per pronte realizzazioni nel momento in cui presenta un rendiconto che ci dà 475 miliardi di residui e 840 miliardi di economie? L'esempio più emblematico, che ricordiamo anche perché c'è stato recentemente riportato dall'Assessore Bajardi in occasione della discussione sulla sanità, è quello dei decreti 492 e 493 che partivano da decisioni sagge per quel momento, che erano quelle di favorire l'investimento pubblico come sostegno dell'economia, ma che sono state inutilizzate perché le Regioni non avevano i progetti.
Questo è il vero nodo che ci riporta al discorso della programmazione che non faccio più perché c'è anche il rischio di sentirsi dire che i repubblicani dicono sempre le stesse cose.
Sono però considerazioni che vanno fatte. In occasione della discussione sull'economia, ho parlato della necessità di instaurare il dibattito sul problema dell'energia. In quell'occasione l'Assessore Simonelli mi ha detto che quello non era il momento, perché l'argomento non faceva parte del pacchetto delle richieste al Governo. Adesso scopriamo che andiamo a chiedere al Governo il finanziamento di qualche piano per l'energia. Vorrei sapere qual è il piano pronto che ha la Regione Piemonte per l'energia.
C'è un altro aspetto che vorremmo ancora toccare prima di passare alle valutazioni sulle singole aree: il rapporto tra Regioni e Comuni in quel sistema orizzontale di intrecci tra Stato - Regioni e Comuni sul quale dovrà svolgersi il rinnovamento delle economie. Non mi dilungo, avendo peraltro già trattato questo aspetto in altra occasione.
Se è vero che la Regione deve preoccuparsi di migliorare la sua capacità di spesa, è altrettanto vero che i Comuni devono arrivare a questo stesso traguardo. E qui continua a ravvisarsi la necessità di una serie di collegamenti tecnico - formativi o informativi tra la Regione e gli Enti locali che oggi non esistono e che i Comuni continuano a reclamare.
Le considerazioni che nelle deleghe agli Assessori ci sia un'espressa delega agli Enti locali ci fa sperare che questi problemi verranno nei prossimi tempi evidenziati con la dovuta importanza e naturalmente risolti.
Passando alle aree di intervento, sarò costretta, per impegni presi in sede di conferenza di Capigruppo, a procedere per flash che tuttavia riteniamo significativi ed importanti per la valutazione complessiva che di questo rendiconto il Consiglio dovrà dare.
Sull'area 1, area agricola, sono state previste variazioni in aumento su previsioni di cassa e poi non si è pagato (si vedano i capitoli 2510 2520, 2630, 2740). Sugli stanziamenti regionali (risorse libere) al capitolo 2690, contributo in conto capitale per costruzione, ampliamento ammodernamento, zootecnia, ecc. ci sono residui al 99,3%. Ciò indica che in realtà c'è una maggiore difficoltà a gestire in modo programmato le risorse regionali di quanto non avvenga per le risorse derivanti da assegnazioni statali. Ciò è peraltro dimostrato da quanto emerge dal quaderno 9 della programmazione "analisi della spesa regionale", al di là ed in contrasto con quanto sostiene l'Assessore nell'introduzione al quaderno stesso ed anche dall'assestamento del bilancio 1980 che vede una riduzione a fine anno delle previsioni di spesa relative ad interventi finanziati dalla Regione con risorse libere da vincolo di destinazione.
Area 2, area economico-produttiva. Questa è proprio l'area che, più di ogni altra, avrebbe necessitato di una chiara esplicitazione dello stato di attuazione di tutto il settore. A che punto è l'attuazione della convenzione-quadro per le localizzazioni industriali? A questo proposito vorrei prendere un ordine del giorno votato all'unanimità il 20 dicembre 1979, con il quale si invitava la Giunta a riferire entro un mese sullo stato di attuazione della convenzione-quadro per la localizzazione industriale e dei processi in atto generalmente connessi agli insediamenti.
E' passato un anno, e questa di oggi sarebbe stata la classica buona occasione per onorare il Consiglio, soddisfacendo, tra l'altro, ad impegni assunti. Questo non è avvenuto e non ci resta che prenderne atto.
Area 3: l'esame del programma di interventi per lo sviluppo del turismo, al capitolo 8230 della spesa corrente, ha fatto registrare un buon smaltimento della spesa, così come è avvenuto per i capitoli 8240, 8250 8260, 8270, riguardanti praticamente i contributi agli enti del turismo ed alle aziende autonome. Per i contributi sugli investimenti la situazione è ben diversa, sia sotto il profilo della formazione e del permanere dei residui, sia per la formazione di economie pari a 1.929 milioni. Lo stesso va detto per i programmi di intervento; per lo sviluppo dello sport (capitolo 8600 e seguenti) , spese di investimento sulle strutture e contributi alla formazione sportiva a favore di Enti locali: su stanziamenti per 4.300 milioni si sono utilizzati 634 milioni. I residui sono 1.099 e le economie 2.566, siamo quindi al 60%.
Sempre nell'area 3, sul programma per la sistemazione idrogeologica e forestale, abbiamo residui per 4 miliardi su 10 di stanziamento, ma bisogna tener presente che, di questi, 2,6 sono frutto di uno slittamento. Riguardo al programma per la protezione ed il risanamento delle acque sul conto dei residui ci sono 6.569 milioni di economia e pagamenti per 4 miliardi su 10.645, mentre per la competenza '79 su previsioni di 25.748 miliardi, i residui sono 16.145, ciò significa che si sono fatti pagamenti per il 36 tenuto conto che una certa cifra rappresenta residui passivi provenienti da anni precedenti ed iscritti nel bilancio 1979. In sostanza, con riferimento a questo programma per la gestione delle spese per nuovi interventi finanziati dalla Regione nel '79, si hanno stanziamenti per 10,5, pagamenti per 3,2, residui per 7,2 ed economie per 106 miliardi, e ciò significa un flusso di spesa pari al 30 % in un settore di estrema rilevanza per la comunità quale la tutela delle acque. Così è per il pronto intervento, sul quale se per i fondi regionali si ha una percentuale di spesa del 27 dello stanziamento, per i fondi statali interamente riscossi si ha una percentuale di spesa effettiva del 14 % sulle previsioni.
Passando all'area 4, che è l'area dei servizi sociali ed assistenziali ed all'area 5, cioè la formazione e la cultura, fatto salvo che anche qui si rileva la tendenza generalmente constata di una notevole difficoltà a realizzare gli investimenti, la gran parte di interventi previsti sono relativi a spese correnti.
Qui il discorso si deve differenziare, poiché è necessario porre attenzione non tanto alla capacità di spesa della Regione in termini quantitativi, bensì alla qualità della spesa ma, soprattutto, alla qualità dei servizi erogati alla comunità. Sotto questi aspetti rimandiamo, per la parte sanitaria ed assistenziale, alle considerazioni già fatte nel corso del dibattito consiliare. Ci preme solo osservare che, per quanto si riferisce alla spesa ospedaliera, è pur vero che essa viene erogata annualmente nella quasi totalità, ma è altrettanto vero che a fronte dello smaltimento di residui passivi dal bilancio della Regione, tale fenomeno si riproduce nei bilanci degli enti ospedalieri e degli enti locali in misura notevole, anche se in questo momento complessivamente non quantificabile.
Per quanto riguarda, invece, il programma di intervento per la formazione professionale e per i beni e le attività culturali, è necessario ribadire che il giudizio che si può dare è squisitamente politico. Noi riteniamo che la formazione e la riqualificazione professionale debbano essere il cardine della politica della Regione per i prossimi anni, punto fondamentale dell'attività dell'Amministrazione, in risposta ai problemi che pone l'attuale crisi economica e produttiva del Piemonte. Ciò significa che sarà necessario definire progetti precisi e priorità definite: punteremo tutto sulla formazione metalmeccanica, potenziando le strutture già esistenti, o ci muoveremo in altre direzioni, ad esempio sulla formazione nel terziario? E quali, allora? Attendiamo una risposta dai programmi della Giunta. Così riteniamo essenziale un'impostazione programmatica degli interventi nel campo culturale e, a questo, crediamo debba sottostare una chiara impostazione politica sulla quale intendiamo confrontarci nei prossimi anni. Finora abbiamo accumulato alcune perplessità di fondo che le forze di maggioranza con gli interventi posti in essere non hanno certo contribuito a sciogliere.
Vorrei ancora velocemente toccare qualche punto, per poi andare alla conclusione. Il primo riguarda un mancato adempimento della Regione nei confronti del personale, che risulta dal rendiconto. In applicazione del contratto di lavoro relativamente al periodo 1 ottobre 1978 - 31 dicembre 1978 la Regione avrebbe dovuto corrispondere somme per 495 milioni. E' vero che essendo la legge n. 74 relativa a questi aspetti stata approvata soltanto il 18 gennaio 1979, e disponendo soltanto di 45 giorni per arrivare in tempo utile ai pagamenti, si può dire che questo è stato praticamente impossibile e si è stati costretti a portare a residui la somma, ma situazioni analoghe hanno ricevuto soddisfazione veloce: valga l'esempio che ci offre il capitolo 1825 "Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva" in adempimento di legge di data analoga più o meno a quella sul personale (10 dicembre 1979, n. 72), in cui sono stati interamente attribuiti 500 milioni. La stessa rapidità ed efficienza, che va apprezzata, usata a questo riguardo poteva essere usata sul capitolo del personale.
Relativamente al personale vorremmo dire che la già modesta cifra prevista per la formazione professionale non è stata tutta spesa; così come cogliamo l'occasione per far notare che i dipendenti della Regione che hanno sostenuto il concorso in aprile non hanno fino ad oggi riscosso l'adeguamento economico derivante dal nuovo inquadramento.
Un discorso breve si riferisce agli enti strumentali. Non è la prima volta che in sede di Consiglio solleviamo un problema che riteniamo fondamentale, quello cioè che discende dall'art. 72 del nostro Statuto.
L'art. 72 prevede la possibilità per la Regione di costituire enti od aziende dotati di autonomia funzionale ed organizzativa, ed anche la possibilità di partecipare ad enti pubblici o privati, alla costituzione di amministrazioni di società per azioni. A questo riguardo volevo polemizzare con Bontempi, in quanto nella sua replica alla nostra interpellanza riguardo alla Finpiemonte aveva, secondo me, equivocato una nostra posizione tenuta non solo relativamente alla Finpiemonte, ma su tutti gli enti strumentali: noi avevamo sempre criticato la Regione per l'incapacità di individuare linee precise di indirizzo rispetto ai suoi enti. La Regione ha, nei confronti di queste sue creature, delle funzioni di indirizzo, di coordinamento e di controllo; non perché queste funzioni piacciano al Partito Repubblicano, ma perché è l'articolo dello Statuto che le stabilisce. Queste aziende, o enti, hanno, tra l'altro, l'obbligo di trasmettere ogni anno al Consiglio ed alla Giunta una relazione sull'attività, sui loro programmi e sul bilancio di cassa. La Giunta, non solo non ha mai portato all'attenzione di questo Consiglio un suo programma globale o settoriale di intervento o di indirizzo rispetto ai suoi enti, ma nemmeno consegna al Consiglio i documenti che la legge regionale prevede relativamente a questi enti, quale parte integrante del documento ufficiale di rendicontazione. Dovrà essere prontamente aggiornata una rendicontazione per quanto riguarda il patrimonio regionale, che ha assunto ormai una dimensione per la cui valutazione complessiva non è più possibile avvalersi dell'elenco sterile che chiude il rendiconto.
Concludendo, alla luce di quanto abbiamo detto, la valutazione complessiva relativamente ai documenti presentati non può essere positiva.
E' vero che ci sono aspetti sui quali negli anni passati la nostra critica è stata pesante e che oggi non fanno registrare un peggioramento: c'è un lieve recupero, ma la situazione permane ancora grave. Questo vale per i residui, la cui tendenza di accumulo dimostra un seppur modesto miglioramento del fenomeno, ma i limiti della capacità di spesa soprattutto nella parte "investimenti", sono ancora estremamente grossi e rivelano delle carenze fondamentali nella macchina di gestione regionale che evidenziano dei problemi di fondo. Su questi problemi di fondo occorre a nostro avviso, che il Consiglio sappia realizzare dei momenti di forte impegno in grado di utilizzare tutte le sue risorse ed in grado di recuperare all'assemblea consiliare quella centralità che le è propria ma che va affermata ogni giorno.
Una riorganizzazione istituzionale della Regione; una revisione della legislazione regionale, una revisione della legge sulle opere pubbliche recuperando ed aggiornando il disegno Bajardi; una uniformità delle procedure per interventi analoghi e settoriali; una definizione dei supporti ai Comuni, utilizzando e riqualificando le strutture regionali sono soltanto alcuni dei temi che il Consiglio dovrà affrontare nei prossimi tempi, mentre la sollecitazione allo Stato perché ci dia gli strumenti base per un rinnovamento generalizzato ed una regolamentazione definitiva degli Enti locali - cioè la riforma delle autonomie e parallelamente, la riforma della finanza - dovrà essere incessante.
Siamo infatti convinti che solo accompagnando la riforma sostanziale della finanza locale con la riforma dell'assetto autonomistico, che dia alle Regioni ed ai Comuni compiti definiti e finalmente certi, si possa consentire al sistema delle autonomie di concorrere, secondo gli indirizzi della programmazione, allo sviluppo della società italiana.



PRESIDENTE

Ringrazio la signora Vetrino Nicola.
Ha chiesto la parola il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, mi tocca ancora una volta occuparmi di questa materia, della quale, per la verità, mi sono occupato in tanti anni, non con la capacità che il Consigliere Viglione mi attribuisce ma con modestia artigianale e sempre con la paura di sbagliare.
Spero che presto alcuni colleghi del mio Gruppo mi possano rilevare in questo settore ma, per il momento, debbo ancora intervenire io e soprattutto, mi tocca ancora parlare dopo la rappresentante del Partito Repubblicano, cosicché molti degli argomenti annotati sono già sviscerati e, quindi, li devo semplicemente richiamare.
Il mio intervento ha, in questa occasione, due premesse. La prima premessa è in parziale disaccordo con le affermazioni contenute nell'intervento del collega Viglione, perché allorquando si dice - e lo ha già ripreso la collega Vetrino Nicola - che questo ritardo è giustificato in parte per l'assestamento di bilancio, si dice una cosa abbastanza esatta; quando si dice che questo ritardo è giustificato anche dalle elezioni e che, quindi, il rendiconto non poteva essere allora fatto, si dice una cosa che non è esatta. L'ho già detto in Commissione, ma ho il dovere di ripetere qui le cose che dissi sia a dicembre del '79, discutendo il bilancio di previsione '80, sia discutendo l'ultima variazione di bilancio che è avvenuta nel mese di marzo. Avevo detto che non si poteva approfittare di cinque o sei giorni di anticipo di scadenza della legislatura per non predisporre il rendiconto, per il quale la legge consentiva il termine del 30 aprile. Oggi, quindi, non discutiamo un assestamento di bilancio, ma un assestamento atipico - dice il nuovo Assessore - discutiamo, sostanzialmente, di una variazione più che non di assestamento di bilancio.
Una premessa che voglio fare attiene alle dichiarazioni che il neo Ministro per le Regioni, on. Mazzotta, ha fatto nella sua prima presa di posizione in rapporto al nuovo incarico: è un intervento che credo debba essere letto, seguito da tutti coloro che si occupano dei nostri problemi vi è anche una parte, non riportata su questo giornale, ma su un altro dove tratta del personale che i partiti mandano a rappresentarli nelle Regioni, a proposito del quale si dice che non deve essere un personale di seconda serie perché la grossa partita oggi si gioca appunto nelle Regioni.
Per quanto riguarda i problemi di cui ci dobbiamo occupare in questa discussione, Mazzotta dice: "I problemi da affrontare in questi anni sono noti da tempo. Il primo parte da un dato di fatto: l'accumularsi di residui passivi sempre maggiori non è il risultato di una cattiva volontà o di una perfida intenzione, ma è un problema tecnico di organizzazione e procedure per ridurre al minimo i tempi morti fra il momento dell'impegno e quello della spesa. Nel futuro assetto finanziario occorre dunque tenerne conto".
La posizione del Gruppo della Democrazia Cristiana in questa discussione è pertanto questa: non una denuncia di una situazione (che d'altra parte, molto onestamente, al di là di qualche percentuale in più o in meno riguarda tutte le Regioni) ma una constatazione sui dati. Questa è l'affermazione che si deve fare discutendo di un rendiconto e di un assestamento e che noi facciamo certo nell'ottica di una forza di opposizione mentre altri fanno da un'altra ottica perché non si pu discutere di questi argomenti solamente con affermazioni di principio, ma ci si deve calare anche nei dati.
E' una questione che va penetrata, e noi intendiamo penetrarla nello spirito della dichiarazione del Ministro Mazzotta. Noi intendiamo fare di questa discussione non una sterile polemica, ma un salto di qualità, perch credo che le meditazioni che ogni parte politica potrà fare attraverso i suoi interventi devono servire al miglioramento delle prospettive della Regione. Io ho sostenuto la necessità di un discorso unitario, poiché vi erano questo rendiconto e questo assestamento "anomalo", in quanto ritengo che ci sia tra i due documenti un filo conduttore, e comincio ovviamente dal rendiconto.
Il tempo è mancato per quella che doveva essere un'analisi approfondita, perché questi sono documenti di cui non ci si impadronisce al primo colpo: solo attraverso la lettura, la rilettura, la rielaborazione si possono trarre quelle indicazioni e quelle osservazioni che devono ispirare un atteggiamento sul documento stesso. Quindi è ovvio che non scenderò in dettagli particolari, attenendomi in questo intervento a quelli che chiamerei i grandi numeri; grandi numeri, che però sono sufficienti a farci capire il discorso nel suo complesso, perché il consuntivo è l'ora della verità. Allora, poiché noi esaminiamo il consuntivo del 1979 dobbiamo tener conto che esso rileva che il bilancio del '79 si è aperto con una previsione di spesa di 2.256 miliardi e si chiude con un accertamento di 1.508 miliardi (erano 1.505, poi il finale degli errori da correggere ci ha fatto recuperare i 3 miliardi).
I colleghi della passata legislatura ricorderanno che, discutendo il bilancio preventivo del '79, io feci una battaglia per sostenere che questo bilancio conteneva una duplicazione di 700 miliardi. Mi fu data allora dall'abilissimo Assessore Simonelli una spiegazione: io non insistetti nella mia battaglia ed apparsi un visionario. Ma avvenne una variazione di bilancio e i 700 miliardi furono ridotti a 500; oggi, in una relazione che ha tanti pregi di onestà, a pagina 7 si dice che l'inconveniente del bilancio 1980 era poi eliminato perché si trattava di una duplicazione.
Ecco che i 700 miliardi che avevo denunciato erano veramente una duplicazione tecnica e, con due successive manovre, questi miliardi scompaiono perché in effetti non c'erano. Quindi, quel visionario di Paganelli oggi, anche se un po' più anziano, si convince di avere ancora la vista sufficientemente buona. La duplicazione quindi c'è stata, 500 miliardi se ne vanno. Pertanto (ecco la considerazione politica che in quel momento noi facevamo, e qui devo entrare in polemica con il Consigliere Viglione, quando i bilanci venivano presentati esaltando i 2.000 miliardi per il Piemonte) la discussione che stiamo facendo in questo momento è proprio rivolta a dimostrare che i miliardi che ha il Piemonte sono molto pochi e ce ne dogliamo; quindi 1.508 miliardi, non 2.200. E, tolti gli 838 del fondo sanitario - di nuovo mi riferisco ad una tabella che correttamente fa le due distinzioni - noi vediamo che nel '79 le risorse di cui il Piemonte ha potuto disporre sono stati 670 miliardi.
Queste sono le cifre che dobbiamo avere presenti, sulle quali dobbiamo ragionare, soprattutto se pensiamo di poter predisporre per il, futuro dei bilanci che abbiano senso e che siano comprensibili.
Il ragionamento che facciamo avviene su due tabelle che la relazione della Giunta ci ha offerto, a pagina 10 e a pagina 13. Siamo arrivati a 1.508 miliardi, 500 sono stati già chiariti partendo dai 2.200: ne restano 247. Di questi 247, 235 miliardi sono fondi statali che vengono reimpostati nel bilancio 1980. E anche qui la relazione ha un guizzo di onestà quando a pagina 11 dice: "al fine di non appesantire la gestione dei residui".
Quindi le somme non spese nel 1979 sono intanto questi 235 miliardi che si aggiungono ai 400 miliardi di residui; ci troviamo quindi con una massa non spesa di 635 miliardi. Nel 1978 eravamo a 633 miliardi: questo vuol dire che nel 1979 non siamo riusciti sufficientemente ad incidere sul fenomeno mentre vi era stato un salto di qualità nell'uso delle risorse, e la relazione lo cita, invece tra il 1978, ed il 1979.
Ritornando ai 670 miliardi, la tabella a pagina 13, ci dice che ne sono stati spesi 340 e che 328 vanno a residui e rileva una situazione di attenzione che dobbiamo porre alle aree 1 e 3 che rappresentano una situazione di maggiore crisi. La situazione è ancora più grave di quella che la Giunta dimostra nei documenti perché se le due tabelle di pagina 10 e 13 vengono raffrontate tra di loro e si fa un altro calcolo, e si dice: se le previsioni erano di 2.256 miliardi, se i pagamenti sono 1.114 miliardi, se le previsioni, escluso il fondo, erano 1.394 miliardi e i pagamenti sono 340 miliardi, la situazione di spesa che risulta in rapporto alla previsione è una spesa di poco inferiore al 25%: rispetto alla previsione vi è una spesa di 1/4. Tutto il resto o è un errore di previsione o è una gonfiatura di voci o sono scorrimenti o sono residui.
La spesa dell'area di attività è di 81 miliardi 622 milioni. Con che cosa la dobbiamo raffrontare, a che cosa dobbiamo riferire questa voce? All'intero bilancio? Non ritengo. Ritengo che si debba introdurre come motivo di meditazione quello di rapportare le spese dell'area di attività alle entrate non vincolate della Regione, che la Regione ha e di cui pu disporre senza alcun vincolo.
Queste entrate sono sostanzialmente quattro: tributi propri e Ilor, il fondo comune, la tassa di circolazione, gli interessi che sono pure una grossa entrata in questa ed in altre Regioni, per un totale di 205 miliardi.
Se rapportiamo gli 81 miliardi della gestione ai 205 miliardi di effettiva entrata senza vincoli, vediamo che il rapporto è del 39,7%, quasi il 40% della gestione su spese non vincolate.
Seconda osservazione. Si fanno scorrere 235 miliardi ma si accerta un avanzo finanziario di soli 167 miliardi; quindi è vero che c'è una chiusura positiva, ma è una chiusura positiva fittizia, perché in realtà si tratta di un disavanzo.
Che cosa ci suggeriscono queste considerazioni? Ecco che il mio discorso si collega con il discorso fatto dal relatore e dal collega Viglione. Il primo punto è il rapporto tra Stato e Regione.
E' evidente che ci deve essere una progressiva riduzione di assegnazioni di fondi a destinazione vincolata: questa è una richiesta su cui anche noi siamo perfettamente d'accordo. E' evidente che vi deve essere, nel rapporto con lo Stato, una determinazione di tempi di effettiva erogazione e quindi di iscrizione a bilancio. Capisco perfettamente che se la comunicazione avviene nel mese di novembre e se si devono iscrivere nei capitoli di bilancio somme che non ci sono si è immediatamente creato il problema dei residui passivi.
Ma dopo il discorso che coinvolge i rapporti tra la Regione e lo Stato vi sono i nostri discorsi che possono riguardare la macchina regionale.
Noi, dalla nostra parte, non avendo la gestione, non sappiamo se una parte della situazione di rallentamento dipende anche da questo. Lo sa la Giunta lo sa l'Assessore che è anche Assessore al personale e che, quindi, se ravvisa che la macchina regionale ha dei momenti di rallentamento, deve operare perché questi momenti abbiano a cessare.
Così come c'è il problema delle leggi da rivedere particolarmente nei settori dell'agricoltura e dei lavori pubblici, così come vi è il problema dei rapporti con le autonomie locali, così come vi saranno altre leggi di spesa minori ma che devono essere tutte osservate perché la nostra azione deve porsi in rapporto a tutto ciò che crea rallentamento di spesa.
Posto che grosse leggi di spesa, se si ha il coraggio di guardare in faccia la realtà, non se ne potranno fare, occorrerà che l'azione della Regione in questa legislatura si svolga da un lato nel confronto con il Governo nel determinare tutte le leggi quadro e chiarezza sul terreno finanziario in modo che vi sia la certezza del quadro, e del rapporto tra la Regione e lo Stato, e dall'altro lato nel rivedere con meticolosità fornendo al Consiglio tutti i dati, l'operatività delle nostre leggi.
Se passiamo all'assestamento, che è per i tempi e per i modi una variazione (uno dei motivi per cui abbiamo aderito a questa discussione così rapida e così affrettata è certo quello che siamo quasi allo spirare del termine per la variazione, perché la legge la prescrive entro il 30 novembre, altrimenti non ci sarebbe più la possibilità di spesa), vediamo che il bilancio 1980 è un bilancio che si restringe: da 2.120 miliardi passiamo a 2.058 miliardi. Eravamo abituati ad assistere ad un bilancio in crescendo, contrariamente a quanto constatiamo ora, per la prima volta. Il bilancio prende, in sostanza, la botta che deriva dal conto consuntivo in una grossa riduzione dell'avanzo finanziario. L'avanzo finanziario quando è stato presentato il bilancio del '79 era previsto in 237 miliardi ed ora si assesta, invece, in 167 miliardi, con una differenza che sfiora i 70 miliardi. Qui, posto che il bilancio è stato presentato a dicembre, posto che abbiamo discusso più volte all'inizio di quest'anno, devo dire che non si tratta di errore ma, certamente, di una voce di entrata che in quel momento è stata gonfiata. Quando si fanno i bilanci là riduzione della spesa è sempre difficile; nell'entrata ci sono delle voci che è impossibile toccare, ad esempio, il fondo comune è conosciuto fino all'ultimo centesimo; altre consentono una manovra e questa manovra, nella predisposizione del bilancio 1980, è avvenuta sull'avanzo finanziario.
Poiché per sistemare il bilancio vi è anche la necessità di aumentare alcuni capitoli (e non è neanche una novità) quelli dell'erogazione più facile, quelli dell'erogazione che fa la Giunta, si attua uno slittamento.
Noi abbiamo più volte affermato in quest'aula che la spesa deve essere iscritta solo nell'esercizio in cui è effettivamente spendibile, in questo modo dimostrando, sotto il lato operativo, il lento procedere della macchina relativa alle spese di investimento e, sotto il profilo tecnico la progressiva illegibilità, se non ingovernabilità, del bilancio.
Le pagine della relazione sull'assestamento di bilancio da 34 a 37 sono esemplari sotto questo profilo e sulle stesse mi sarei applicato maggiormente se ce ne fosse stato il tempo. Penso che torneremo sull'argomento quando discuteremo in altri momenti finanziari. Per ora rileviamo che nelle varie aree di intervento su una previsione iniziale di 94 miliardi di contributi in interesse vengono operati tagli per oltre 52 miliardi, riducendo lo stanziamento a 41 miliardi 817 milioni. Vi sono anche tagli nei contributi in conto capitale, per esempio a Comuni, per acquedotti e fognature, due capitoli che hanno una riduzione in conto capitale di 4 miliardi 800 milioni.
Mentre si riduce l'investimento si aumentano quei capitoli che non qualificano la spesa: quasi 4 miliardi (3 miliardi 888 milioni) nei capitoli "Beni e servizi nell'area di attività". Io qui voglio fare una precisazione, Consigliere Viglione: condivido in gran parte il suo discorso su spese correnti e spese di investimento; infatti chi guarda i miei interventi in questi anni vede che io non ho mai fatto la questione tra spese correnti e spese di investimento, ma ho sempre fatto la questione sulle spese gestionali, che è diverso. Se si affrontano le spese correnti che però incidono nella realtà, è evidente che se anche nominalmente sono spese correnti, in effetti sono spese di investimento; ma ci sono spese gestionali che sono correnti e restano tali.
Spigolando tra le varie aree di intervento, trovo che sono in aumento tutta una serie di capitoli sui quali noi avevamo già prestato la nostra attenzione: 262 milioni per consulenze; 250 milioni per contributi a manifestazioni, 4 miliardi 400 milioni per pronti interventi. Su questo non voglio essere frainteso, perché se il pronto intervento è tale si aumenti ma non sia il mezzo con cui si possono fare opere che altrimenti non si farebbero. Su questo argomento ritornerò, perché ho presentato un'interrogazione a risposta scritta, ho ricevuto la risposta dall'Assessore e mi riprometto di riportare in aula il discorso. 2.235 milioni sui contributi del turismo, ancora sulla legge del '64. A proposito di tutti questi capitoli, con estrema franchezza e serenità noi diciamo alla maggioranza che abbiamo la sensazione che vi siano molti pagamenti in lista di attesa, altrimenti non si farebbero variazioni di questa portata al mese di novembre. Promesse fatte che non trovavano più capienza avranno ora via libera e noi controlleremo gli atti deliberativi ed esecutivi che la Giunta farà, dall'approvazione dell'assestamento di bilancio fino alla fine dell'anno e crediamo che uguale attenzione debbano porre anche gli organi di controllo.
Degli organi di controllo parla anche Mazzotta nelle sue dichiarazioni dicendo che non devono essere organismi di censura, ma di controllo del rispetto della legge. Così, noi, sin d'ora avanziamo una richiesta: di conoscere esattamente gli importi pagati per consulenze negli ultimi anni.
Poiché su tali pagamenti da tempo vi è la ritenuta d'acconto, credo che la Regione debba tenere un apposito ruolo: noi vogliamo conoscere questo ruolo; avanzeremo anzi specifica interrogazione in proposito. Siamo al corrente che vi sono Assessori che stanno operando dei tagli nel settore: è evidente che hanno la nostra approvazione nella misura in cui i tagli incidono su quella parte delle consulenze che non abbiamo mai ritenuto accettabili. Non vogliamo nessun polverone, ma chiarezza sì e vogliamo aiutare, con la nostra attenzione critica, la Giunta a normalizzare sempre più questo settore.
Anche sull'assestamento facciamo due considerazioni. La prima ricalca quella che ho fatto sul rendiconto. Stesso, identico calcolo: 81 miliardi nel '79 nell'area gestionale; nel 1980 si passa a 101 miliardi e quelle quattro voci di entrata passano a 236 miliardi; il rapporto che era del 39 arriva al 43%. L'incidenza delle spese della gestione su spese a destinazione non vincolata aumenta.
La seconda osservazione è che lo scorrimento di 60/70 miliardi nel bilancio 1981 determina già un vincolo pesante per il prossimo bilancio che dovremo discutere.
Alcune voci sono in progressivo aumento, come ad esempio il costo del personale, costo che tende ad aumentare notevolmente perché il nostro è un personale prevalentemente giovane.
Vi è il discorso della probabile accensione dei mutui, trattato sia nel rendiconto che nell'assestamento. Nella misura in cui si dovrà ricorrere ai mutui, le annualità da iscrivere a bilancio peseranno notevolmente, mentre temo - che per altre voci ci possa essere una riduzione anche drastica come ad esempio sulla voce interessi, stante la cauta erogazione dello Stato che, però, non ha inciso sulla liquidità della Regione, se è vero che la cassa al 31 dicembre 1979 aveva 150 miliardi.
Cerco di trarre delle conclusioni. Bisogna meditare e ragionare con umiltà, non ritenendo di avere le verità per tutto, bisogna meditare, se si vuole che i bilanci futuri abbiano ancora senso. Il Consigliere Viglione parlava del programma della Giunta, che dovrebbe esserci consegnato, e parlava di un grande disegno riformatore contenuto nel programma.
Questo disegno riformatore può riguardare dei principi, ma deve riguardare anche l'attività e l'azione. Noi vogliamo vedere con chiarezza il riferimento specifico finanziario e di impegno che accompagna il disegno riformatore nei settori dove la richiesta di impegno finanziario è implicita.
I tempi opulenti della Regione, grande dispensatrice, semmai ci sono stati, è certo che non ci saranno più. La capacità di manovra della Regione è ormai ristretta, spazi limitati possono aprirsi in due direzioni, anche qui, verso lo Stato. Nel 1981 scade la legge finanziaria n. 356, quella che determina due grossi fonti di entrata, quella relativa all'art. 8 e quella relativa all'art. 9.
Credo che questo sia un campo di riflessione e di confronto tra Stato e Regione perché le Regioni sono portatrici di nuove necessità nel quadro però, della situazione complessiva nazionale.
Al nostro interno occorre risparmiare ove è possibile. I settori li conosciamo tutti, non sto quindi a ripetermi e a fare dei riferimenti ai capitoli.
Signor Presidente, signori della Giunta, credo che deliberazioni per 200 milioni per rotocalchi televisivi occorrerà prenderne di meno. Andando avanti di questo passo corriamo il rischio di fare tanti studi con tanti consulenti, di fare tante pubblicazioni, di dare tanta informazione - mi chiedo se è informazione o propaganda - ma non incideremo nella realtà piemontese. Ecco le cose che con modestia ed umiltà ho ritenuto di dire a nome dei miei colleghi, anche se ci sarà ancora un intervento del collega Chiabrando per quanto si riferisce all'area dell'agricoltura.
Questa discussione avviene rapidamente, senza i necessari approfondimenti e senza che il dibattito abbia lo spazio opportuno.
Riteniamo, anche in queste condizioni, di aver portato gli elementi utili per rivedere le posizioni, per apportare le opportune correzioni. La materia finanziaria richiede che siano imboccate vie nuove, radicalmente nuove, sin dalla prossima occasione; il preventivo 1981, se non dal programma che dovrebbe essere di imminente presentazione.
Se la maggioranza avrà la volontà e la forza di imboccare queste vie nuove avrà anche il nostro incoraggiamento se non lo farà ci troverà puntuali qui a discutere, a proporre, a combattere battaglie con l'impegno di sempre e con la consapevolezza di proporre, oggi come ieri, ed anche più di ieri, con maggior peso e con più credibilità, la nostra opposizione perché questi problemi devono essere a conoscenza di tutti. Noi per la nostra parte di responsabilità verso la comunità regionale intendiamo portare fino in fondo questa battaglia senza alcuna riserva nei confronti della Giunta, se la Giunta saprà affrontarla, ma con chiarezza assoluta di posizioni, se la Giunta non riterrà di affrontarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Signor Presidente, signori Consiglieri, è un intervento difficile il mio, difficile perché il tema del bilancio regionale mi è sostanzialmente nuovo, perché i tempi che sono stati dati per analizzare questi documenti credo debba essere ammesso - sono veramente molto stretti, perché vi sono in questo Consiglio - e l'intervento del Capogruppo della D.C., Paganelli ne è stata un'esemplificazione piena - delle competenze e delle esperienze in questa materia tali da mettere in imbarazzo chi voglia avvicinare questo tema senza nessuna superficialità, ma con il desiderio di dare un contributo legato all'interpretazione che la propria parte politica dà dell'uso delle risorse della Regione e degli Enti locali per la crescita della comunità piemontese.
Ho creduto di fare un atto di riguardo nei confronti dell'assemblea nel semplificare questo mio intervento. Ho tendenza a parlare spesso a lungo per cercare di entrare nei dettagli dei problemi; questa volta, per dirla con una frase esemplificatrice, l'ho presa bassa, cioè preferisco andare sul sicuro, per cercare di dare un taglio preciso a questo nostro contributo, per far capire in quale chiave di lettura abbiamo esaminato i documenti che sono stati dati, quale taglio intendiamo dare alla nostra analisi di documenti di bilancio, e quale taglio anche ci guiderà nelle fasi successive nella valutazione dei documenti di programma e degli atti conseguenti della maggioranza e della Giunta.
Abbiamo di fronte il tema che abbiamo sviluppato durante la nostra campagna elettorale, il tema dell'efficienza della spesa pubblica. E' su questa chiave di lettura che noi dobbiamo riflettere ed analizzare questo documento e siamo convinti che questa chiave di lettura debba consentitemi, far atterrare spesso le forze politiche su un campo forse meno fantasioso, più ruvido che non molte discussioni astratte; ciò ci sembra tanto più importante, tanto più prioritario in un momento in cui da un lato la spesa pubblica tende a divenire sempre maggiore, ad assorbire sempre maggiori risorse della comunità nazionale, a sottrarre risorse ai meccanismi privatistici di intervento nei diversi settori, nel momento in cui accanto a questa dilatazione della spesa pubblica, si accompagna un andamento congiunturale dell'economia, fortemente preoccupante, in cui si verificano due elementi che ci devono indurre a riflettere perché hanno una convergenza di risultati: da una parte la dilatazione della spesa pubblica il passaggio attraverso i meccanismi di distribuzione di Stato, di Regioni di Enti locali, di una quota sempre maggiore del prodotto nazionale lordo delle risorse nazionali; dall'altra una debolezza dell'economia. Quindi chi, come noi, magari indegnamente, almeno per quanto mi riguarda, ha delle responsabilità di gestione di queste imponenti risorse, deve da un lato preoccuparsi, proprio attraverso l'uso della spesa pubblica, di alimentare anche il sistema economico, di qualificarlo e di orientarlo in senso positivo.
Allora, se il tema dell'efficienza della spesa pubblica ci deve preoccupare, tanto più in questa fase congiunturale, tanto più in questo momento della vita economica nazionale, mi sembra che sia corretta l'impostazione del Capogruppo D.C. Paganelli che ha richiamato anche l'intervista del Ministro Mazzotta, cioè che su questo tema vi sia un largo spazio non per delle difese d'ufficio o delle accuse preconcette, ma per una seria riflessione insieme su come dare o recuperare alla macchina pubblica, e particolarmente alla Regione, per i motivi che dopo dirò, una reale capacità di efficienza.
Quindi non posizione preconcetta da parte nostra, però chiediamo altrettanta comprensione dell'importanza di questo momento alle forze di maggioranza, cioè di non arroccarsi in una difesa d'ufficio dei risultati che sono stati raggiunti.
La domanda che ci dobbiamo porre in relazione alle valutazioni che ha già fatto il Capogruppo socialista Viglione, che in questa vicenda noi tendiamo soprattutto ad identificare come responsabile nel bene e nel male delle voci di bilancio che sono sottoposte al nostro esame, è se si possa essere soddisfatti degli andamenti statistici di efficienza della spesa pubblica regionale che sono impliciti o contenuti nei documenti che sono stati presentati; se cioè sia da considerare un successo, un punto, non diciamo di prima soddisfazione, ma comunque di valutazione positiva, che una Regione come il Piemonte, che ha delle tradizioni di capacità amministrativa, per nostra fortuna, diverse da quelle di altre Regioni, che ha una tradizione di governo a livello di Enti locali, di Comuni, di grande efficienza, rispetto soprattutto alle altre Regioni, una Regione che ha avuto dalle sue vicende storiche una posizione di privilegio rispetto ad altre situazioni amministrative, possa accontentarsi e ritenersi soddisfatta di un livello di efficienza della spesa pubblica dell'ordine di quello che viene dato dal Capogruppo Viglione.
E questa valutazione deve essere fatta in assoluto, non può essere fatta in relativo. La comunità piemontese non è che viva meglio o peggio se è tra le prime Regioni, perché le altre hanno fatto meno bene di noi (ho detto "meno bene" proprio per evitare delle provocazioni anche verbali), ma dobbiamo domandarci se la comunità piemontese non sarebbe stata meglio se tutta la qualità delle risorse disponibili si fosse trasferita in opere, in interventi, in un sostegno alla dinamica sociale ed economica della Regione piemontese stessa.
Ecco allora che chi, come me, si è mosso in questa fase con prudenza tra la valanga di documenti che lo hanno quasi sepolto, ha fatto una selezione, ha accentrato la sua attenzione su alcuni elementi più importanti, e soprattutto ha cercato di capire, di valutare i documenti di spesa attraverso il quaderno nuovo della programmazione dopo aver verificato con la risposta dell'Assessore Testa che nella sostanza per grandi tranches e per grandi linee questo documento risponde alla realtà del bilancio regionale e quindi alle realtà trasferite nei documenti contabili di consuntivo e di assestamento.
Per entrare nel merito del problema, cioè, per costringerci a confrontarci con questo tema dell'efficienza della spesa pubblica, dobbiamo fare alcune considerazioni anche sulle cifre contenute in questo documento che sono state poi riprese dal Capogruppo Viglione. Dobbiamo rilevare come l'efficienza della spesa pubblica, anche volendo adottare quei parametri che sono stati utilizzati nel documento, sia in realtà minore, per dei fatti tecnici che ora ricorderò.
Primo elemento tecnico. Sono stato molto prudente, proprio per evitare di avventurarmi in campi in cui poi potevo essere smentito; ho chiesto delle precisazioni all'Assessorato che con grande diligenza mi ha dato una risposta tempestiva e motivata. Nei consuntivi contenuti in questo documento e quindi poi trasferiti nei documenti contabili alla nostra approvazione, si è fatto quanto è contabilmente corretto, cioè si è mescolato insieme, per le leggi per le quali la Regione interviene solo come ente di programmazione, i contributi in conto capitale e i contributi in conto interesse. Ma se valutiamo qual è il ruolo motore che la Regione può avere nell'attivazione della spesa pubblica nella Regione Piemonte dobbiamo avere il coraggio di trasformare i contributi in conto interessi in quantità di opere o di investimento realizzabili. Quando la Regione riceve dallo Stato 10 miliardi in conto capitale, può fare 10 miliardi di intervento; quando riceve un miliardo di contributi in conto interessi, è ben vero che contabilmente in quell'anno ha un miliardo a disposizione, ma in quell'anno può attivare interventi per 10 miliardi. Quindi il volume complessivo è 20 miliardi, non è 11 miliardi, come invece compare nei documenti contabili.
Se noi applicassimo questo tipo di omogeneizzazione dei dati, cioè se mettessimo insieme mele e mele e non mele e pere, ci accorgeremmo che almeno in alcune aree di intervento la percentuale di efficienza della spesa pubblica precipita. Ho una competenza per alcuni settori particolari e devo dire che nel campo delle opere pubbliche o degli investimenti di edilizia residenziale, dove le leggi dello Stato si bilanciano in contributo in conto capitale e in contributo in conto interessi, la quantità globale di programmi avviabili, risulta essere sensibilmente superiore rispetto a quanto avviene ed è rilevato in questo documento.
Altre due osservazioni ci devono guidare in questa valutazione critica della spesa pubblica, così come è gestita nella Regione Piemonte in termini diretti ed in termini indiretti.
La costruzione dei residui passivi in questo documento è effettuata non rispetto agli stanziamenti teoricamente disponibili, ma rispetto agli impegni assunti, cosa che è di nuovo del tutto corretta, perché trasferisce in residuo passivo solo le opere che sono state impegnate all'interno dell'esercizio, la cui realizzazione viene ovviamente dilazionata negli anni, ma perde per strada tutta quella parte di finanziamenti che poteva essere impegnata e spesa e che in realtà slitta per il ritardo nelle decisioni di intervento.
L'altro motivo tecnico che ci deve indurre ad interpretare in modo meno ottimistico rispetto a quanto, in modo anche comprensibile, la maggioranza tende a fare, sono le percentuali, questi misuratori cosiddetti di efficienza. La costruzione dei residui passivi non è effettuata in termini progressivi, perché il residuo passivo, passato un certo periodo di tempo viene ad essere cancellato ove non risulti utilizzato. Infatti, se noi analizziamo il dato bruto contenuto nei documenti di bilancio sulla quantità limitata di residui passivi non utilizzati all'interno dell'esercizio '79, noi potremmo essere, tutto sommato, soddisfatti, perch potremmo accettare quella impostazione di cui abbiamo discusso in Commissione; cioè che esiste, sia pure anche in periodo di regolare messa a regime dei meccanismi di spesa, qualche forma di slittamento tra l'impegno e l'uso delle somme stesse. Ma se noi teniamo conto che dietro a questa cifra si nasconde tutta la quantità di disponibilità che non viene riportata in modo progressivo (e questo quaderno è lo specchio più fedele di che cosa si è perso per strada lungo questo cammino), noi ci dobbiamo rendere conto come gli indicatori di percentuale vengono ad essere sensibilmente valutati in termini molto meno ottimistici di quanto non si tenda a fare da parte della maggioranza.
Ragionando ancora su questo problema, cioè sul tema dell'efficienza della spesa pubblica, sul misuratore dell'efficienza della spesa pubblica stessa, ci consentirete di fare delle distinzioni tra spese correnti e spese di investimento, intendendo per spese di investimento anche le spese di investimento all'interno delle aree che con il "mattone", cioè con quello che si tocca con mano, non hanno nulla a che fare.
Concordo sulle valutazioni fatte dal Capogruppo della D.C. in ordine alle spese correnti ed alle spese di investimento. La nostra parte politica non ha nulla da criticare se importanti aree di intervento non comportano investimenti, ma solo spese correnti. Il settore della formazione professionale o altri settori di sostegno al sociale comportano spese correnti che sono assimilabili a tutti gli effetti ad una spesa di investimento.
Critichiamo invece, come ha già fatto il collega Paganelli, le spese gestionali che nelle diverse aree di intervento tendono a diventare addirittura prevalenti rispetto alle al tre voci. Dobbiamo però dirci con franchezza che non è possibile mettere a regime una spesa corrente progressivamente crescente e con alta efficienza di spesa, perché quanto si impegna in un esercizio comunque viene trascinato negli esercizi successivi. Normalmente le spese correnti sono collegate alla dilatazione dei servizi sociali - e siamo d'accordo che anche questo è necessario - ma questo si trascina nel tempo ad accumula una progressiva efficienza di spesa. Se disaggreghiamo nelle diverse aree le spese correnti dalle spese di investimento, ci accorgiamo che nelle spese di investimento il grado di efficienza viene ad essere davvero ridotto e davvero limitato.
Volendo mettere in evidenza il tema dell'efficienza della spesa pubblica, la valutazione da parte liberale è di riflessione critica su quanto è avvenuto. Dopo il primo quinquennio di decollo e di avvio dell'esperienza regionale, dopo il secondo quinquennio di assestamento legislativo e di messa a regime dei meccanismi di spesa, oggi ci troviamo di fronte al terzo quinquennio in cui o saremo capaci di elevare il rendimento della macchina regionale a livelli comparabili - consentitemi un termine che mi è caro - all'efficienza delle pubbliche amministrazioni dei Paesi dell'Europa delle libertà, oppure perderemo per strada l'occasione che ci è data dalla macchina regionale di creare nello sviluppo economico della Regione delle condizioni migliori, continuative, meno soggette ai flussi congiunturali.
A noi sembra che il quinquennio a venire debba essere, in un rapporto tra forze di maggioranza e forze di minoranza, tutto concentrato su questo obiettivo. Da parte della componente liberale avremo cinque anni solo di vigilanza se continueremo ad essere in opposizione, di proposta e di apporto positivo se, come nelle vicende democratiche può capitare, il nostro ruolo dovesse cambiare all'interno del quinquennio. Sarà comunque tutto teso in modo chiaro, inequivocabile, a garantire l'efficienza della spesa pubblica.
Troppe volte abbiamo l'impressione che gli Enti locali e la Regione non riuscendo a garantire questo tipo di efficienza, non riuscendo ad impegnarsi lungo questa strada di grande rilievo, tendano a divagare su temi, magari di grande effetto demagogico, ma che risultano obliqui rispetto alla grande sfida che abbiamo davanti. Se la Regione fosse capace di garantire nei tempi previsti la spesa effettiva della massa di risorse che ha a disposizione, la comunità piemontese potrebbe cambiare . Quindi dobbiamo accettare questa sfida e concentrarci sul tema dell'efficienza della spesa pubblica. Saranno cinque anni in cui ogni atto che prenderemo in questo Consiglio, ogni dibattito che terremo, ogni iniziativa legislativa che assumeremo, dovremo misurarla con il tema dell'efficienza.
Questa legge rende efficiente la spesa pubblica? Questo provvedimento è capace di garantire l'impegno delle somme disponibili? Se è sì, bene. Se è no, occorre avere la forza ed il coraggio di cambiare campo, di cambiare rotta e di abbandonarla per strada.
Non apro una polemica, ma faccio una precisazione sull'indicazione data dal Capogruppo Viglione. Non credo che oggi sia possibile porre il problema di contrapposizione tra investimenti in opere e investimenti nel sociale.
Per primi riconosciamo che gli investimenti nel sociale sono importanti tanto quanto gli investimenti in opere. E credo che per altri versi la posizione socialista non sia molto lontana, se è vero che negli ultimi tempi due governi ci hanno visti in qualche modo coinvolti nelle maggioranze. Ma l'investimento nel sociale, che spesso può avere degli effetti politici più immediati e più rilevanti, non deve distrarci dal compito di tecnocrati, cioè di coloro che con occhi e gambe da ingegnere assicurano la realizzazione nel contesto regionale della quantità di investimenti in opere necessarie.
Il tema dell'efficienza della spesa pubblica porta ad un'ultima considerazione riguardo alle disponibilità regionali.
Il problema della legislazione. Ci dobbiamo domandare se il quadro legislativo messo in atto, anche in relazione al progressivo irrigidimento del bilancio regionale, è adeguato a garantire un efficiente flusso della spesa pubblica. Non lo crediamo.
Se vogliamo dare una lettura analitica delle cifre di bilancio consuntivo che ci vengono presentate, dobbiamo riflettere sulla necessità di impostare una legislatura tesa alla semplificazione delle norme regionali, una legislatura in cui vi sia un impegno radicale delle forze politiche ad introdurre il massimo di semplificazione per assicurare il massimo di efficienza.
Il secondo tema su cui occorre riflettere è la strana tendenza a considerare opportune e necessarie procedure uguali per tutti i settori di spesa, indipendentemente dalla qualità e dal tipo delle opere o degli investimenti nel sociale che devono essere realizzati.
A noi sembra che per uscire dalle secche in cui la spesa pubblica si è arenata, valga la spesa di riflettere sull'opportunità di una radicale differenziazione delle procedure, ossia, per una serie di opere in settori di massimo decentramento, deve essere dato il massimo di delega, il massimo di autonomia, veramente sostanziale nei riguardi degli Enti locali e delle altre strutture di spesa per concentrare invece nella Regione la realizzazione di alcuni programmi, di importanza strategica, capaci davvero di innervare quei progetti di riequilibrio e di organizzazione.
Farò una valutazione conclusiva. Come ho detto prima, non è questo un settore dove sia opportuna né un'accusa preconcetta né una difesa d'ufficio. Ci sono delle cifre, queste cifre sono state valutate analizzate. C'è una domanda di fondo a cui rispondere: possiamo essere soddisfatti del livello di efficienza garantito dalla Regione Piemonte? La nostra risposta è no. Per questo motivo voteremo contro ai documenti che ci vengono oggi presentati.



PRESIDENTE

La parola al collega Cerutti.



CERUTTI Giuseppe

Signor Presidente, signori Consiglieri, ho l'onore di prendere la parola dopo una serie di interventi altamente qualificati. Vorrei iniziare senza polemiche il mio intervento, ringraziando il Presidente della Giunta e gli Assessori che così benevolmente hanno voluto assistere a questo dibattito, pregando sia il Presidente che l'Assessore al bilancio, di voler portare il senso del dibattito, che in quest'aula si è svolto, ai colleghi che hanno ritenuto superfluo questo confronto sulla conclusione di un ciclo amministrativo quale è il bilancio 1979 e l'assestamento del bilancio 1980.
Ringrazio soprattutto il collega Paganelli per il suo intervento perché ha ridato un'immagine alla Democrazia Cristiana che stamattina era alquanto svilita per ciò che è successo in quest'aula. E' una considerazione puramente di carattere personale, ma ritengo che vada senz'altro ad onore di un partito che rappresenta la maggioranza relativa del Paese.
C'è in me un senso di rammarico nel vedere tutto questo spazio vuoto qui dietro; Viglione si è rivolto ad una politica degli investimenti che non deve essere soltanto la politica del "mattone": penso che si riferisse certamente a questa situazione. Chi, come me, ha avuto la possibilità di amministrare Comuni, sa che, purtroppo, durante i momenti di polemica l'aula consiliare si riempie, perché la gente è ghiotta di contrasti, di tutto quello che è insignificante riguardo ad una vita attiva e partecipe della cosa pubblica. Mi rammarica il fatto che, al di là di un momento particolare, e magari anche interessante, per la categoria degli studenti che stamattina assistevano ai lavori, si sia inteso che questo momento di vita parlamentare regionale avesse la conclusione con l'approvazione o meno di una legge che li vedeva magari direttamente interessati, dimenticando invece, che la prospettiva dei lavori, gli impegni, le scelte, gli indirizzi che un'Amministrazione regionale assume li assume per un loro futuro, magari non prossimo per alcuni, ma per altri, invece, si tratta solo di qualche anno.
Fatta questa mia breve introduzione, vorrei portare, anche come Partito Socialdemocratico, un contributo al dibattito sia sul consuntivo che sull'assestamento. A differenza di Viglione, mi trovo a dover parlare in un momento in cui questo bilancio è stato avversato da parte del rappresentante del mio partito che mi ha preceduto, mentre io, in questa sede, sono a portare un contributo - che mi auguro costruttivo - riguardo alla politica di investimento e di attività che la Giunta e l'Amministrazione regionale si apprestano ad eseguire nei prossimi anni.
Non c'è contraddizione in tutto questo, perché se ci fosse in noi la consapevolezza che con l'intervento di un tipo o di un altro si potesse modificare il passato, lo faremmo in quella direzione; siamo invece per dire che il dibattito di oggi ci può essere utile per le indicazioni emerse, le quali saranno senz'altro tenute presenti in questi cinque anni di attività legislativa che la Regione va ad affrontare.
Vorrei dividere, seppur brevemente, il mio intervento in tre temi, che ritengo fondamentali: uno di carattere tecnico-contabile (che riguarda l'approvazione sia del consuntivo che dell'assestamento); uno di carattere operativo, che altri colleghi hanno già sollevato; uno di carattere politico, che riguarda in un certo senso l'attività legislativa che la Regione Piemonte dovrà affrontare nei prossimi anni.
Andiamo ad approvare un consuntivo del '79 che si presenta in disavanzo di 73 miliardi e 600 milioni circa, e questo significa che nel '79 si è speso più di quanto il bilancio potesse consentire di spendere. Questa spesa ha una sua logica: se si ripercorre mentalmente ciò che è avvenuto nel '79, si ricorderanno le alluvioni - che hanno purtroppo colpito anche la mia provincia - e ci si renderà conto che in quel momento sia l'esecutivo, sia il Presidente, che aveva la responsabilità della Giunta non poteva fare altro che intervenire pesantemente per risolvere certi problemi contingenti che le catastrofi alluvionali avevano prodotto sul territorio. A monte e a fronte di questa situazione di carattere finanziario il nuovo Assessore al bilancio, Testa, ha voluto rendere chiarezza e, soprattutto, trasparenza, all'azione di bilancio. Quando si parla di slittamento di certe competenze nei vari settori, si potrà capire che, soprattutto nel rendiconto, 68 miliardi vengono recuperati nelle varie aree di intervento e, questi, consentono un pareggio di bilancio che in caso contrario non sarebbe tale; ovviamente, di fronte ad un assestamento di bilancio che non ha più le caratteristiche che poteva avere se fatto a giugno. Ovviamente questo intervento è giustificato da una dichiarazione che l'Assessore ha fatto nella sua premessa: si è evitato di incrementare le previsioni di spesa se non per quelle parti che hanno prodotto sicura spesa entro la fine dell'anno. Ciò significa che il 1980 si chiuderà con gli impegni che l'Amministrazione ha assunto nel senso della spesa effettiva, ma che nel 1981 troveremo, per lo slittamento di certi impegni di spesa, una minore possibilità operativa nelle varie aree di intervento.
Si tratterà di vedere come conciliare la possibilità che questa riduzione presenta nel bilancio in termini concreti con la volontà politica di programmare una spesa ed un'attività di interventi consistenti che il bilancio stesso prevede. Una delle condizioni di questa situazione particolare sta ovviamente nella problematica dei mutui che, per una situazione di cassa abbastanza consistente, ha evitato come contrazione, di conseguenza, l'assunzione di immediati impegni di mutui e ratei che nel 1981 indubbiamente dovranno essere assunti per far fronte a tutta una serie di promesse e di impegni che da parte della Giunta sono stati presi.
Il problema di carattere operativo riguarda la situazione dei residui passivi. Effettivamente, il problema del residuo passivo costituisce comunque un atto che condiziona e che riduce la possibilità operativa di una Giunta, nello stesso istante che non riesce a trasformare in opere concrete la disponibilità e la sostanza che una Regione come quella piemontese ha. Mi sembra che si possa trovare una risposta concreta a questo problema. Ci rendiamo conto che, sul piano operativo, prima di trasformare in opera concreta una promessa di mutuo o di contributo da parte della Regione, trascorrono solitamente non meno di otto mesi, un anno. Questo è un dato tecnico che riguarda un meccanismo burocratico che dovrà e potrà essere rivisto per rendere più immediata questa possibilità operativa. Qui è però possibile risolvere il problema soltanto con un bilancio pluriennale, per poter consentire ai vari Comuni ed ai vari enti beneficiari la predisposizione, per tempo, di tutti quegli atti procedurali che condurranno alla realizzazione immediata dell'opera. Soltanto anticipando la spesa e la promessa di intervento potrà essere evitata questa grossa ripetizione di residuo passivo che, indubbiamente, va ad ingrossare dei bilanci regionali, ma che, in sostanza, perde nell'aspetto operativo gran parte della consistenza, vista la continua lievitazione dei prezzi.
Il secondo aspetto di carattere operativo è il contenimento della spesa corrente, che altri colleghi hanno già sottolineato. Ritengo che Giunta e Presidente dovranno farsene carico perché di fronte ad un momento così difficile la disponibilità regionale degli anni passati è finita e dovremo presto fare i conti con la concreta possibilità operativa e disponibilità finanziaria.
Il terzo problema è di carattere politico. La collega Vetrino Nicola ha accennato nel suo intervento all'art. 69 della legge 12/1978. Indubbiamente sarebbe stato interessante verificare quale rapporto c'è stato tra l'attività della Giunta negli anni '79 e '80 con il piano di sviluppo regionale. Questo è un atto importante per dare credibilità all'azione amministrativa. Sarebbe stato interessante verificare come l'indirizzo che la Giunta si era assunto con l'approvazione del piano dopo due o tre anni si era realizzato.
L'attuazione del programma troverà autentica realtà se, al di là del momento di enunciazione e di impegno programmatico, troverà riscontro nell'effettiva possibilità operativa che la Giunta persegue con le deleghe che le vengono assegnate.
Certamente alla fine di tutto questo discorso certi residui rimarranno per quelle deleghe finalizzate che il finanziamento statale delega alle Regioni. Sono problemi che riguardano l'agricoltura, la casa, dove penso che una serie di procedure possono essere dimezzate, dal momento che molte Regioni si trovano a dover spendere a distanza di un anno con una svalutazione di oltre il 20%. Mi riferisco soprattutto ai problemi della casa. Le leggi 457 e 25 con la raccolta di dati, le richieste di mutui e di finanziamenti, l'analisi delle domande, la pubblicazione degli elenchi, il ricorso contro gli elenchi, la delega alle banche per poter costituire la procedura ed un meccanismo operativo, fanno sì che i soldi vengano spesi non prima del mese di giugno 1981. Questo significa dover registrare altri residui passivi in questo settore a causa del meccanismo burocratico.
E così per certi settori dell'agricoltura.
Da parte nostra abbiamo voluto dare il nostro contributo perché abbiamo inteso raccogliere da parte di tutta l'assemblea una parte di indicazioni che sono giustificate per il miglioramento del funzionamento della macchina regionale e per raggiungere gli obiettivi che sono comuni per tutte le forze politiche.
Ci rendiamo conto che con il nostro intervento non possiamo modificare una situazione di fatto consolidata; daremo comunque il nostro voto favorevole a questa situazione di bilancio con la precisa volontà politica di tener conto di tutti gli interventi che sono stati fatti da parte di tutte le forze politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valeri.



VALERI Gilberto

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i meritati complimenti formulati dal collega Viglione ai colleghi che in quest'aula trattarono negli anni passati gli argomenti finanziari che oggi ci impegnano, ritengo non potranno estendersi a chi, come me, è all'avvio di un'esperienza e non riusciranno a mascherare anche lo scotto dell'avventiziato.
Non mi sarà possibile, evidentemente, diffondermi in considerazioni che affondino in precedenti dibattiti svoltisi in quest'aula. Peraltro, accanto ad aspetti più particolari e minuti, si sono affacciati alcuni temi di fondo in ordine alla funzionalità regionale ed al pieno esercizio del ruolo della Regione. In particolare mi riferisco al tema dell'efficienza, emerso un po' come centrale in questo dibattito. Credo che non si possa, sotto questo profilo, trascurare un dato oggettivo che viene proposto alla nostra attenzione: la riduzione realizzata dei residui passivi e l'aumento della capacità regionale di spesa.
In ordine a questi dati sono stati introdotti dal Consigliere Paganelli alcune considerazioni. Su una, in particolare, riguardante il costo dell'area di intervento della Regione, vorrei esprimere alcune osservazioni.
Credo siano utili le riflessioni che possono essere fatte attorno alla spesa di funzionamento della macchina regionale, così come sono utili i dibattiti generali che sono aperti ormai da molti anni attorno alla spesa corrente della finanza pubblica.
Peraltro questo tema - lo ricordo sin da quando ero ragazzino dato che la riforma burocratica ci ha accompagnati nell'infanzia senza mai concludersi - certamente non può essere imputato alle Regioni. Nel contempo credo siano utili anche le riflessioni che si sono sviluppate in ordine all'importante rapporto che il Ministro Giannini a suo tempo presentò al Parlamento.
Però ritengo che parlando di spese correnti della macchina regionale occorra anche cercare di entrare nel merito degli specifici problemi, per capire e per far capire a chi ascolta cosa ci si propone di dimostrare con dei confronti che in sé non lasciano intendere un senso preciso rispetto ai diversi fattori che compongono l'area di attività regionale e rischiano quindi la genericità e la confusione. Ad esempio, non so come sia possibile soffermarsi con enfasi sul rapporto intercorrente tra gli 80 miliardi e i 230 senza considerare o trascurando che in quegli 80 miliardi sono compresi quasi 9 miliardi di trasferimenti alle Comunità montane che non sono impegni di finanza autonoma dalla Regione, ma semplici trasferimenti vincolati; così come credo che andrebbero considerate altre spese, tipo le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, l'acquisto di edifici, che hanno un carattere per molti versi straordinario, non ripetitivo; come pure dovrebbero essere considerati separatamente i trasferimenti agli enti strumentali della Regione, che in quest'aula sono stati discussi, decisi e concordati, credo, con il parere dell'insieme delle forze democratiche di questo Consiglio.
Oltre a riflettere, sui dati, che dimostrano una crescita di capacità di spesa e di efficienza e la diminuzione dei residui passivi della Regione, occorre anche considerare quanto è stato messo a disposizione dei Consiglieri in quantità di dati e di informazioni maggiori rispetto al passato, in ordine ad una più approfondita conoscenza dell'attività finanziaria della Regione.
Ciò nonostante, avvertiamo l'esigenza di riflettere sulla necessità di individuare indicatori più adeguati a fornire elementi di conoscenza maggiormente puntuale sul grado di efficienza della spesa. Sotto questo profilo andrà accelerata l'iniziativa di produrre un programma informatico volto a rendere possibile una lettura del bilancio non soltanto per capitoli di spesa, ma anche per ciascuna legge; in grado di consentire cioè, una valutazione della corrispondenza o meno delle singole leggi ad esigenze reali e del loro grado di efficacia nelle procedure di spesa. La disponibilità di maggiori e più adeguate indicazioni potrà consentire anche di verificare fino a che punto si è riusciti a rispondere all'esigenza sottolineata dall'art. 19 della legge 335, relativa all'introduzione di indici di efficienza che permettano di valutare meglio l'attività dei diversi settori e servizi regionali.
D'altra parte, l'efficienza della Regione è, più che in altri casi, un concetto relativo, che non può essere valutato separatamente dalle concrete condizioni operative in cui la Regione medesima si trova ad agire. Ci particolarmente in ragione dei gravi limiti - già richiamati - frapposti dalle scelte governative di questi anni, in molti casi contraddittorie ed insufficienti rispetto ad un disegno regionalistico e di riordino dei poteri dello Stato. D'altra parte non credo che chi si è soffermato criticamente sullo stato di efficienza della Regione possa essere assimilato a chi ha condotto nei mesi scorsi, alla vigilia della campagna elettorale, un'accesa campagna contro le Regioni ed il loro grado di efficienza; una campagna che fu mistificatoria nel metodo e nei contenuti.
Innanzitutto perché non tutte le Regioni sono uguali. Le dichiarazioni di Mazzotta, che il Capogruppo democristiano qui ha ricordato, sono affermazioni, anche in questo caso, che fanno di ogni erba un fascio, e non è questo un metodo che possa essere considerato corretto. Quella campagna ed anche i richiami che a quelle stesse argomentazioni si possono ritrovare nelle affermazioni di Mazzotta prima lette dal collega Paganelli, credo sia errata anche nel merito. Nel nostro Paese, anche in carenza di un Istat efficiente e di strutture statistiche valide (anche perché si usa in molti casi la statistica addomesticata), ognuno si sente autorizzato a dare proprie cifre; però vorrei ricordare che il documento conclusivo dell'indagine condotta dalla Commissione parlamentare, che porta il voto di tutti i partiti democratici, affermò che il grado di capacità di spesa delle Regioni era superiore alle capacità di spesa delle strutture statali.
A questo si aggiunga che la Regione Piemonte, nella graduatoria tra le Regioni che spendono di più o di meno, risulta la quarta. Per cui, se si tiene conto di tutte queste considerazioni e non si fa di tutta l'erba un fascio, credo che la capacità di spesa e l'efficienza della Regione Piemonte riescano ad emergere abbastanza in evidenza. Certo, il discorso rimane aperto, resta ancora molto da fare per realizzare un ulteriore e più alto grado di efficienza, ma questi sono dati oggettivi che non possono essere trascurati.
Mi pare non valga riconoscere - come è stato fatto dal Capogruppo della Democrazia Cristiana - che l'atteggiamento del Governo verso le Regioni non è stato dei più coerenti, se poi ci si esime dal considerare l'impatto che tale atteggiamento ha sulle concrete condizioni di funzionalità delle Regioni. Non è una questione a latere, per cui da un lato c'è la capacità di spesa delle Regioni e dall'altro ci sarebbe il rapporto dello Stato e del Governo nei confronti delle Regioni; le due cose non sono separabili ma strettamente connesse tra loro.
Se si trascura l'effetto delle variabili esterne che influiscono sulla capacità di spesa delle Regioni, credo che si finisca per offendere l'obiettività dei giudizi che pure devono essere espressi; soprattutto ci si sottrae all'opportunità di utilizzare questi importanti momenti della vita regionale per dare un contributo di idee .e di proposte in ordine ad una battaglia, non certo conclusa, per la definizione di un più adeguato rapporto Stato - Regioni - sistema delle autonomie; in particolare per far sì che alla Regione sia assicurata la completezza dei poteri di intervento nelle materie di competenza e, accanto a ciò, che il sistema di finanziamento delle Regioni non rappresenti un freno alla loro piena efficienza. A questo proposito è evidente che per far sì che un sistema di finanziamento e di spesa di un governo regionale - che è dotato di autonomia politica ed amministrativa - possa dirsi orientato nel senso dell'efficienza, sono indispensabili non soltanto procedure di spesa funzionali, che pure sono oggetto di riflessione, e non soltanto apparati amministrativi adeguatamente organizzati - anch'essi oggetto di iniziativa da parte dell'esecutivo regionale - ma occorre anche una sufficiente manovrabilità e certezza delle risorse disponibili. Ciò viene sottolineato dal fatto che l'efficienza della Regione non può essere misurata solo sulla base della capacità di spendere entro termini accettabili tutte le risorse disponibili, ma anche e soprattutto quando l'utilizzazione delle risorse raggiunge risultati che siano ritenuti validi sia dal punto di vista del costo per unità di prodotto, sia dal punto di vista della rispondenza alle esigenze economico-sociali del tessuto regionale. E' indubbio, però, che tali parametri di efficienza sono gravemente pregiudicati dall'insufficiente autonomia finanziaria delle Regioni, dall'insufficiente possibilità di predeterminazione delle risorse disponibili, dai vincoli e dalle procedure di spesa, talvolta minuziose e complesse, che tradiscono la non sopita vocazione centralistica dei Ministeri e degli apparati centrali.
Non a caso il Parlamento, con il voto della Commissione per gli affari regionali, ha presentato un documento in cui si sottolinea, tra le urgenze a cui far fronte, quella di non pensare più a proroghe dell'attuale regime transitorio delle norme che regolano la finanza regionale, ma di andare a definire, invece, norme non più transitorie, atte a garantire il criterio de 1 l'autonomia finanziaria, sia pure nel contesto del coordinamento voluto dall'art. 119 della Costituzione, e per vie che escludano ampliamenti significativi della sfera impositiva propria delle Regioni.
Identici orientamenti sono stati espressi nell'ordine del giorno votato dal Senato al termine del dibattito sul rapporto Giannini. Non può dunque essere trascurato il fatto che gran parte delle Regioni, e la nostra come le altre, arrivino con i loro bilanci con risorse già canalizzate. Ai fini dell'efficienza della spesa - lo possiamo constatare anche soltanto circolando negli uffici regionali - ciò rappresenta un grave ostacolo perché costituisce un incentivo oggettivo e non trascurabile al burocratismo, alla gestione dell'esistente, riducendo anche la portata di uno dei principali effetti positivi che erano stati introdotti dalla legge 335 sulla contabilità regionale. In quella legge è stato introdotto il principio della perenzione anticipata dei residui passivi anche per le spese in conto capitale; il concetto cioè della mobilità delle risorse che in questo modo vengono liberate. Nel medesimo tempo, però, ciò non è stato ritenuto valido per le spese finanziate con fondi vincolati, quindi si è conservata, assieme alla settorialità, anche la rigidità di quelle destinazioni, rigidità - mi si consenta di rilevare - che stridono anche perché la stessa legislazione settoriale che dovrebbe permettere alle Regioni di meglio intervenire in settori capitali della vita sociale ed economica, sono state artatamente ritardare. Non è un esempio l'istituzione del fondo nazionale per i trasporti, forzosamente ritardata da maggioranze di governo che non hanno ritenuto di marciare in questa direzione, per cui accanto a quella settorialità, a quella rigidità, che induce effetti burocratici di pura gestione dell'esistente, si aggiunge anche il dover sopperire da parte delle Regioni a carenze di legislazione settoriale.
Più che mai urgente ed attuale resta dunque l'azione per superare queste cause di ritardi strutturali e di appesantimento amministrativo, per superare i processi di burocratizzazione e di disarticolazione settoriale nel corpo della Regione, indotti da questi vincoli e dalle condizioni di settorialità; nonché per superare gli ostacoli che si frappongono alla saldatura tra l'efficienza della spesa con una programmazione capace di far sempre più corrispondere la spesa stessa alle priorità sociali ed economiche autonomamente individuate dalle Regioni.
In pari tempo desidero richiamare l'attenzione sull'esito di questa battaglia. Influiranno non solo le capacità di confronto tra le Regioni e lo Stato. La convinzione è che in buona parte la vittoria in questa battaglia è condizionata anche dalla capacità politica ed operativa della nostra Regione di contrastare con iniziative proprie e concrete il disegno volto a relegarla a compiti di mera gestione e di agenzia di spesa dello Stato.
In tal senso, accanto al valore di misure quali la revisione e l'armonica razionalizzazione delle procedure di spesa, accanto ai programmi di riqualificazione delle strutture regionali, che la maggioranza ha già sottolineato essere nei suoi propositi, un'importanza determinante potrà avere il completamento del processo di delega delle funzioni amministrative e gestionali ai Comuni. Anche sotto questo profilo la maggioranza si appresta a presentare al dibattito del Consiglio agli altri Gruppi precise proposte. Ritengo che per questa strada sarà possibile, perseguendola per intero e con coerenza, non soltanto compiere ulteriori passi sul terreno di una più alta efficienza, che si combini ad una più incisiva democrazia e coinvolgimento della comunità regionale, ma anche a costruire via via condizioni più avanzate per l'affermazione del ruolo di indirizzo, di programmazione, di alta amministrazione che crediamo debba costituire lo scopo di fondo di questa terza legislatura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Cercherò di essere breve per fare alcune valutazioni non tanto sui numeri, già fatti dal collega Paganelli, quanto sui criteri della gestione e sull'efficienza. C'è chi dice che siamo quarti in graduatoria e che quindi la nostra situazione non è così grave, invece io sono tra quelli che dicono che la situazione è abbastanza grave specie se guardiamo alcuni settori come quello dell'agricoltura.
Il problema dei residui passivi è sempre stato all'attenzione delle maggioranze che si sono succedute. Ricordiamo anche gli impegni solenni dell'allora Presidente Viglione che diceva che a breve scadenza si sarebbero ridotti i residui passivi.
La verità è che oggi ci troviamo con la stessa situazione che abbiamo lamentato gli altri anni. Il rendimento della macchina Regione non è aumentato, è stazionario, quindi il problema rimane. Qualcuno credeva che si sarebbe rimediato a questo fatto con l'aumento del personale e nella passata legislatura si è creduto di rimediare a questo male aumentando troppo - dico io - il personale negli uffici, al punto che oggi il troppo personale, anziché accelerare i tempi, li prolunga e contribuisce ad appesantire maggiormente la macchina burocratica, per molti motivi, non ultimo il fatto che il personale nuovo è impreparato ed è costretto a lavorare in una macchina non ancora pronta.
In conclusione, la capacità operativa della Regione non è migliorata.
Anche il fatto di oggi è frutto di inefficienza: 62 pagine di errata corrige; qualche modifica sarà dovuta a correzioni di cifre intervenute successivamente, ma gran parte sono dovuti all'inefficienza. Non voglio accusare l'uno o l'altro funzionario: è l'insieme della macchina che non gira.
Ricordo un accorato appello del Consigliere Rossi che aveva presentato un documento sull'accelerazione delle procedure, sulla necessità di rivedere i tempi delle leggi; quel documento è rimasto in un cassetto senza innovare nulla. L'agricoltura in questa situazione sopporta i maggiori guai.
Quante volte il nostro Gruppo ha tentato di dare dei suggerimenti nel corso delle discussioni delle leggi? Con interrogazioni varie abbiamo sollevato il problema tallonando la maggioranza in modo positivo e concreto. Le nostre proposte non sono state accolte e la situazione è rimasta tale.
Diamo atto all'Assessore all'agricoltura di avere molta pazienza anche nell'ascoltare le nostre sfuriate, ma non è mai riuscito a tradurle in risultati concreti.
Convinciamoci tutti che non è sufficiente parlare e scrivere di decentramento, di autonomie, di responsabilizzazione ai vari livelli bisogna concretamente attuare questi principi in ogni settore dell'attività regionale.
Sarebbe interessante calcolare il costo per la Regione del pagamento di una somma dovuta ad un ente pubblico o ad un cittadino piemontese, rispetto alla somma che viene data. Sono convinto che questa spesa è molto alta. La percentuale del costo che la Regione sopporta per erogare una somma secondo me, è sproporzionata credo che in certi casi arrivi a pareggiare la cifra che viene data. Abbiamo studiato che un motore deve rendere almeno il 70-80% dell'energia che consuma: se spendiamo in costi la stessa cifra che eroghiamo, il rendimento è zero. Questa non è una situazione che possiamo mantenere.
Tutto il Consiglio regionale sta giocando la sua credibilità. Il collega che mi ha preceduto ha detto che le Regioni operano meglio delle strutture dello Stato, ma su questo ho i miei dubbi, bisognerebbe fare una verifica. Se ci riferiamo all'agricoltura non lo credo, i tempi passati con i famigerati piani verdi, seppure con meno partecipazione e minor numero di commissione, erano abbastanza accettabili.
Vengo al concreto. Dobbiamo considerare innanzitutto i destinatari dei finanziamenti e degli atti regionali non come una controparte di cui non dobbiamo fidarci perché incapace e non onesta, ma come collaboratori ai quali dobbiamo dare fiducia chiedere collaborazione. Mi riferisco agli agricoltori, ma anche ai commercianti, agli artigiani ed ai Comuni, alle associazioni professionali di categoria, alle categorie dei professionisti che fanno da tramite in queste operazioni, agli istituti di credito, ai singoli cittadini e a tutto il personale della Regione che di fatto non ha quell'autonomia che meriterebbe di avere. Dobbiamo lasciare maggiore elasticità fino a lasciar gestire dai destinatari le leggi e le norme regionali, ovviamente con il preventivo patto di fiducia e di collaborazione fra le parti.
I controlli non devono essere preventivi, ma devono essere a posteriori, anche severi e profondi, con sanzioni penali ed amministrative ed anche con la galera se qualcuno compie atti gravi.
I Comuni, oggi, hanno personale, hanno uffici tecnici ad alto livello.
Perché non possiamo dare fiducia a questi enti ed avere la loro collaborazione? Elimineremmo il doppio lavoro. Non dico che queste proposte siano completamente attuabili. E' un tentativo che va fatto, settore per settore. Sono proposte attuabili in modo diverso. In qualche settore saranno attuabili al cento per cento, in altri forse meno, l'efficienza della Regione avrà comunque fatto dei passi in avanti.
Vogliamo affrontarli questi temi? Vogliamo migliorare la macchina regionale? Se sì, la Giunta faccia un cenno e noi siamo a disposizione con idee, più valide o meno valide, comunque siamo disponibili alla collaborazione.
Nell'assestamento di bilancio dobbiamo lamentare un altro fatto che non condividiamo: lo storno dei fondi di cassa necessario per far fronte ai pagamenti nel settore delle opere pubbliche e dell'agricoltura in particolare. Inoltre errori o manovre non corrette concorrono ad aumentare i residui passivi. Non aver stanziato fondi sufficienti nei capitoli per opere pubbliche ha contribuito ad aumentare i residui passivi. I 68 miliardi che la Regione è costretta ad introdurre nella colonna della cassa dell'agricoltura dimostrano che gran parte potevano essere pagati prima.
Ora si rimedia a questo, ma si sono creati tanti guai. L'Assessore sa che molti Comuni hanno dovuto approvare deliberazioni, stanziare somme per anticipare i finanziamenti e per evitare situazioni disastrose.
Dai dati dell'assestamento di bilancio constatiamo: agricoltura - competenze da 248 miliardi, si passa a 226,21 miliardi in meno circa area di attività - funzionamento istituzioni - la cifra di 86 viene aumentata a 101 miliardi.
Questi due dati dimostrano che le spese correnti hanno il privilegio sulle spese di investimento. La cassa aumenta di 68 miliardi, i residui passivi aumentano anche in agricoltura con 125 miliardi.
Dal consuntivo '79 rileviamo invece che le competenze previste inizialmente in 213 miliardi scendono a 156; questo significa che quando facciamo i bilanci preventivi fa comodo dire che all'agricoltura sono assegnati tanti miliardi, poi in realtà constatiamo che questi non ci sono o perché non sono arrivati o perché vengono fatti scivolare ad altro bilancio contribuendo ad aumentarne la percentuale.
L'agricoltura è stata penalizzata (da 213 miliardi a 156): 47 sono stati pagati (solo il 30% delle spese impegnate sono state pagate); se invece facciamo il calcolo sui 213 miliardi impegnati, la cifra scende al 25%.
La cassa di 220 miliardi ha pagato 70 miliardi; ne restano da pagare 150.
Questi dati confermano la scarsa efficienza della macchina regionale.
Risulterebbe addirittura che la Giunta avrebbe approvato una deliberazione il 15 aprile senza la copertura finanziaria.
Stante queste osservazioni, non possiamo dichiararci soddisfatti dei due documenti che ci sono stati presentati.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il mio intervento riguarderà alcuni aspetti del futuro lavoro che ci attende, non sarà quindi un giudizio sui documenti presentati.
Credo che qualche utilità possa rivestire un intervento da parte del nostro Gruppo, comunque la volontà di collocarci alla fine di questo dibattito per precisare alcune questioni che sono uscite dagli interventi che mi hanno preceduto, in particolare dagli interventi di Viglione Paganelli, Bastianini e Cerutti. Tutti dobbiamo renderci conto che è finita un'epoca, comunque un'epoca di illusioni sulla consistenza e sulla funzione permanente, continua e generalizzabile della Regione come Ente di spesa a supporto delle spese di altri Enti e di altri soggetti. Questa è una fase giustamente destinata a finire. Comunque, al di là dei giudizi che alcuni possono dare, è una fase che sta finendo proprio perché è anche questa l'unica via sicura per far fallire definitivamente l'esperienza regionale.
In Piemonte partiamo da condizioni migliori che altrove. Abbiamo una complessiva efficienza del sistema pubblico e privato che, non esclusivamente, ma anche dal contributo dato dalla Regione, segnatamente nei cinque anni passati, rappresenta un punto di partenza non privo di limiti e di contraddizioni, ma ragguardevole per fare una svolta che oggi si impone.
Guai però se, gli uni per polemica nel fermarsi solo agli aspetti critici, gli altri per autocompiacimento, ci dimenticassimo che la questione oggi è molto più grossa di quella apparsa dalle cifre, dalle percentuali, dai residui. Il discorso è di rigore nella definizione generale, rigore nella capacità di controllo della spesa, del non spreco del risparmio. Tutto quello che ancora deve essere fatto va fatto mettendo in una dialettica positiva e feconda la Giunta che deve gestire e che ha dei problemi di responsabilità diretta, il Consiglio e le forze politiche.
Ma anche rigore nella sua accezione scientifica, nella capacità di individuare, di fronte a determinati obiettivi, qual è la strada più efficiente, rapida, congrua ai bisogni ed alle scelte che si compiono, di operatività e di azione dell'Ente regionale.
Questo non è un concetto da poco. Sfido chiunque a fare un ripensamento anche autocritico del modo in cui intendiamo, intanto, la funzione di Consigliere regionale e più generalmente quello che veniamo a proporre attraverso le leggi, le iniziative, le deliberazioni, qui o all'esecutivo.
E' stato un atto coraggioso di generosità quello della Regione che ha cercato di intervenire dovunque si ponessero dei problemi. Oggi, senza abbandonare questo filone, dobbiamo avere molta cura nel ridefinire i compiti dei vari livelli di governo. In altre parole, la lira regionale deve, in questo senso, essere ulteriormente qualificata per scelte nette e prioritarie di settori, di procedure, dando ed affidando agli altri soggetti della comunità quel peso, che ricordava Chiabrando, ma dando anche piena responsabilità e togliendo la legittimazione all'idea della finanza regionale come finanza di chiusura dei bilanci degli altri Enti. Questo è il punto.
Ma questo cosa vuol dire? Induce a prendere provvedimenti sulla base di un complessivo comportamento politico all'interno della società, nelle categorie e nelle autonomie locali. Qui la responsabilità dei partiti politici e dei gruppi sociali è primaria. La necessità di stabilire le scelte, le priorità deve richiamare comportamenti omogenei, costanti e coerente da parte delle categorie ne gli enti periferici. Questo significa che la spesa regionale deve essere una spesa che facilita una programmazione di opportunità e di convenienze intese non solo nei settori leva dell'economica, agricoltura ed artigianato, ma anche nell'organizzazione complessiva delle convenienze della società investimenti nel settore della ricerca, delle strutture di servizio che pu fare la Regione o, attraverso la programmazione, altri soggetti. Di qui la necessità di porre attenzione ad elementi di modernità, di capacità amministrativa e di capacità di sintesi. Ecco il ruolo primario della politica, del quale riparleremo discutendo il programma, e dal quale spero venga uno stimolo reale per impostare la politica dei cinque anni futuri.
Il dibattito sul rendiconto e sull'assestamento è stato impegnato e serio, perché più di altre volte si è sfuggiti da demagogiche e sterili battaglie sulle cifre e si sono toccati alcuni punti chiave.
Il Gruppo comunista dichiara fin d'ora una disponibilità a far sì che proprio su queste coerenze diffuse, che sono poi la condizione su cui passano certe scelte, si lavori tutti insieme.
Come fu la spesa in agricoltura? Certamente, tra contadini poveri e contadini ricchi. Questa è una riflessione di fondo che dobbiamo fare. La lira va nelle Casse di Risparmio e, comunque, non è decisiva per poter promuovere nuove colture o nuovo valore aggiunto. Dobbiamo avere una capacità di scelta molto rigorosa, dobbiamo saper indirizzare gli interventi in quelle zone particolarmente svantaggiate per recuperare elementi sociali.
Tutto questo ragionamento, secondo me, passa obbligatoriamente attraverso la via delle deleghe. Ma le deleghe devono avere coerenza di comportamento, devono accompagnarsi ad una ridefinizione di compiti. In altre parole, i Comuni devono spendere i soldi che hanno ed usare gli strumenti che possiedono e la Regione deve creare strumenti ed opportunità.
Però, se i soldi mancano, deve essere chiamato in causa lo Stato che è l'unica via che permette la produttività della spesa regionale.
Non c'è una concezione unanimistica né sul modello di sviluppo né sul tipo di scelte prioritarie. Dovremo avere tanta attenzione per una maggiore produttività ed una migliore qualità dello sviluppo. Ho fatto il richiamo esemplificativo dei contadini poveri e dei contadini ricchi: questo significa scelte molto chiare in tutti i settori. Ci sono 460 mila piemontesi che vivono con il minimo della pensione sociale, ma anche se tra questi molti sono quelli che hanno versato poco, noi dobbiamo creare le condizioni di un'organizzazione complessiva dei servizi e delle condizioni di vita compiendo scelte politiche di riequilibrio, di cambiamenti nella destinazione delle risorse: le iniziative sul caro-vita, la legge sul riscaldamento e tutte quelle altre iniziative volte ad indirizzare lo sviluppo e a rilanciarlo nel contesto nazionale ed europeo richiedono attenzione a quei soggetti perché il nostro obiettivo non si qualifica in uno sviluppo purché sia, ma attraverso certe caratteristiche di qualità e di fondamentale ridistribuzione, oltreché di riforma.
Ultimo argomento. Non sono d'accordo sulla sottovalutazione dei problemi dell'informazione espressa nell'intervento di Paganelli. Occorre fare una distinzione tra informazione e propaganda ed una corretta collocazione dei vari soggetti nel processo informativo. Abbiamo da attuare un articolo dello Statuto, abbiamo da informare i cittadini. Rilancio la sfida sul terreno della produttività e della capacità complessiva di rispondere in modo corretto ai bisogni dei soggetti che ne sono coinvolti.
Meno si conosce, meno si è in grado di comprendere quali sono i giusti livelli di governo, le provenienze delle leggi, gli effetti che devono coinvolgere la pluralità dei soggetti. Meno si è efficienti, meno si è produttivi.
Quindi, io sono per spendere decisamente, organicamente, correttamente in questo settore. Questa è una spesa che afferisce all'identità della democrazia, della conoscenza e alla produttività dell'istituto regionale.
Ripeto, sui principi della correttezza, del controllo e della partecipazione di tutti mi trovo perfettamente d'accordo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica

Si deve dare atto all'Assessore al bilancio di avere colto con la presentazione dei due documenti i nodi che la finanza regionale si trova di fronte presentando documenti tra loro correlati e coerenti.
Non mi soffermerei sulla polemica relativa ai tempi di presentazione.
E' già stato fatto presente che il rinnovo del Consiglio ha coinciso con i tempi in cui avrebbero dovuto essere presentati i documenti e che il ritardo è dovuto ad un motivo fisiologico e quindi non ripetibile. Vorrei anche ricordare gli altri documenti di cui si è lamentata l'assenza. In realtà non sono mancati. Sullo stato di attuazione del piano di sviluppo è stato presentato un documento prima della fine della legislatura. Comunque questo documento è in corso di stampa e sarà oggetto di dibattito nei prossimi mesi.
Vorrei richiamare alcuni punti che sono stati toccati nel dibattito.
Dagli interventi è emersa la consapevolezza che la finanza regionale è entrata in una fase in cui non è più possibile un uso indiscriminato delle risorse per fare fronte a qualunque tipo di bisogno. Siamo in presenza di scarsità di risorse rispetto alla dimensione della domanda. Il metodo della programmazione, la necessità di compiere scelte alternative sono imprescindibili ed inderogabili se non vogliamo trovarci presto di fronte a grosse difficoltà. Non siamo in presenza di una ingovernabilità del bilancio, come dice il Consigliere Paganelli. I dati contenuti nell'analisi della spesa regionale per settori ci mostrano come in realtà la spesa regionale sia ormai governabile nei diversi settori di intervento, tant'è vero che ha degli andamenti che si possono predeterminare e controllare.
La leggibilità del bilancio, in conseguenza di una serie di provvedimenti che abbiamo dovuto prendere, slittamenti, reimpostazioni di somme, di residui perenti, rischiano di rendere molte voci, apparentemente simili, di difficile comprensione.
Non è tanto evidente la ingovernabilità del bilancio ma la crescente rigidità del bilancio. Il bilancio consente sempre minori spazi per interventi nuovi ed aggiuntivi e presenta per una quota che è crescente una predeterminazione nell'indirizzo della spesa. Questo vale per le risorse a destinazione vincolata, leggi sull'agricoltura che in qualche caso arrivano a definire nel dettaglio la tipologia e le procedure tecniche di erogazione degli interventi costituendo una delle cause della formazione dei residui passivi. Per questo le Regioni chiedono al Governo che anche nelle leggi che prede terminano l'utilizzo delle risorse si riduca il dettaglio della previsione normativa. Le Regioni debbono sì spendere per un determinato tipo di spesa, ma possono scegliere nell'ambito degli interventi possibili quelli più opportuni.
Comunque la rigidità del bilancio nasce dalle risorse a destinazione vincolata, addirittura a destinazione vincolatissima, e dal fatto che noi stessi, attraverso la programmazione, abbiamo fatto progetti che andiamo a realizzare e che quindi condizionano le risorse regionali. Per esempio, il condizionamento riferito alle risorse destinate al conto interessi è un limite considerevole; ogni volta che facciamo un intervento in conto interessi impegnamo risorse sul bilancio regionale per un periodo anche di 35 anni. D'altra parte l'intervento in conto interessi molte volte è reso indispensabile perché consente di finanziare dieci volte di più rispetto all'intervento in conto capitale.
Un secondo ordine di considerazioni riguarda il problema dei residui passivi. Paganelli ricordava le argomentazioni di parte governativa. E' un problema tecnico di organizzazione di procedura, è un problema che è stato demonizzato nel passato e che oggi viene visto correttamente nella sua dimensione tecnica.
Tuttavia il problema dei residui passivi consente di fare alcune considerazioni sull'accelerazione ed il miglioramento della qualità della spesa. Se guardiamo le risultanze che emergono dai documenti contabili che sono stati sottoposti al nostro esame, ci accorgiamo che il livello dei residui passivi è aumentato rispetto alle ipotesi iniziali, ma è aumentato di altrettanto quello dei residui attivi. Se guardiamo la partita nel complesso vediamo che ancora una volta residui attivi e residui passivi sono due facce speculari della stessa realtà, un meccanismo di trasferimento delle risorse dallo Stato alle Regioni, dalla Regione agli altri soggetti, entrambe sfasate rispetto ai tempi di erogazione. Dunque c'è qualcosa alla radice dei meccanismi legislativi che deve essere rimosso.
In questo senso il discorso deve essere portato anche sul terreno della revisione delle leggi e dell'adeguamento delle procedure. Non parlerò di questo perché condivido quello che è stato detto. Vorrei soltanto aggiungere alcuni aspetti sui raccordi tra Regione ed Enti locali attraverso un attento utilizzo degli strumenti, quali i programmi pluriennali di attuazione che stanno a cavallo tra lo strumento urbanistico e lo strumento di programmazione amministrativa. Se il meccanismo dei piani pluriennali di attuazione funzionasse a regime, consentendo all'Amministrazione di disporre su base triennale delle previsioni di spesa dei Comuni, avremmo realizzato la condizione per poter fare la programmazione triennale della spesa effettivamente calibrata sulle capacità di spesa e sui programmi, sostituendo al contributo su domanda e come tale svincolato da ogni logica di programmazione, il contributo su programma e per programma che invece corrisponde alle volontà dell'Amministrazione.
Un ultimo punto. Perché questo discorso di efficienza della spesa pubblica si realizzi non basta che la Regione metta ordine al suo interno attraverso una programmazione rigorosa delle risorse, attraverso una lotta a tutte le spese non necessarie; non basta che si stabiliscano rapporti articolati e corretti con i livelli subregionali di governo, occorre un rapporto con il livello centrale di governo e qui si colloca il discorso dei rapporti Regione - Governo, che sono rapporti sempre difficili, che saranno sempre e comunque rapporti dialettici, anche se non conflittuali che però forse, in questo momento, possono incontrare una stagione più proficua di verifica e di controllo.
Nell'incontro che i rappresentanti della Regione hanno avuto con il Governo, nella personale del Ministro al bilancio e alla programmazione, in seno alla Commissione interregionale, ci è stata illustrata brevemente, a commento di un documento che le Regioni hanno presentato, la filosofia del piano a medio termine. E' un discorso questo, fatto dal Ministro La Malfa che ha trovato le Regioni estremamente attente ed interessate, anche per la novità in esso contenuta. Si tratta, in sintesi, di un disegno che tende a fissare una serie di obiettivi a livello macroeconomico, sui quali c'è un largo consenso a livello delle forze politiche e sociali (la riduzione dell'inflazione, l'aumento dei livelli occupazionali, lo sviluppo del sistema produttivo, la qualificazione della spesa pubblica e così via) e di una serie di azioni concrete, attraverso progetti e programmi interministeriali flessibili, per realizzare i singoli interventi per materia.
Nell'ambito di questo discorso, che non ha quindi la pretesa illuministica di sovrapporre una struttura della programmazione a quella già esistente, una volta fissati gli obiettivi che sono il compito preciso della programmazione, si mira a realizzare gli obiettivi senza creare le attese di una specie di amministrazione parallela (che sarebbe quella pubblica ed efficiente, rispetto a quella tradizionale che era l'errore culturale della programmazione anni '60) utilizzando l'esistente in modo più pragmatico: si crea così una situazione nella quale le Regioni, e in generale il sistema delle autonomie, possono infilare i piani di sviluppo regionale. Naturalmente bisognerà vedere se la volontà del Governo sarà tale da rispettare questo orientamento, però nel disegno che ci è stato illustrato al Consiglio dei Ministri questa volontà era presente. Quindi il ruolo dei piani di sviluppo dentro il piano a medio termine può essere riconosciuto.
In questo contesto è chiaro che la programmazione può trovare la sua collocazione, soprattutto quella che abbiamo iniziato in Piemonte, che mira appunto ad organizzare la spesa pubblica intorno a programmi e progetti realizzabili. In questo senso siamo portatori di un discorso che ci sentiamo di fare subito al Governo. Noi siamo in grado di spendere subito delle risorse qualora ci venissero date. Perché le Regioni hanno chiesto al Governo 2.000 miliardi a stralcio rispetto al piano? Intanto perché il piano a medio termine diventerà operativo non prima della metà o della fine dell'81, mentre in questo momento non sappiamo come imposteremo i nostri programmi per l'81 in quanto non sappiamo come saranno organizzate le risorse regionali: ci scade la legge 281 di contabilità regionale, non abbiamo possibilità di fare previsioni pluriennali.
Mentre il piano a medio termine decolla, si faccia a stralcio l'indicazione di una somma consistente che le Regioni sono disponibili a spendere sulla base dei propri piani di sviluppo, ma per obiettivi concordati a livello di Governo. Quindi, non risorse a destinazione rigidamente vincolata, ma risorse per destinazioni prioritarie, concordate insieme tra Governo e Regioni. Noi siamo pronti, perché nei settori prioritari della casa, dei trasporti, dell'assetto del territorio disponiamo già dei progetti contenuti nel programma di sviluppo che hanno bisogno solo di risorse per essere realizzati. Un intervento finalizzato di risorse pubbliche ci consentirebbe immediatamente di trasferire queste risorse in programmi e progetti.
Quando abbiamo esaminato le domande sulla 457 per l'edilizia economica e popolare, abbiamo dovuto fermare la nostra attenzione e scartare tutta una serie di programmi e progetti che sarebbero partiti; quando abbiamo fatto i programmi per il risanamento delle acque e per i piani di assetto idrogeologico, abbiamo dovuto fermarci, perché non erano finanziate tutte le opere che avrebbero potuto partire; il piano dei trasporti conosce dei limiti solo dovuti alle risorse di cui la Regione dispone. Quindi, avere finanziamenti operativi che portano in queste direzioni, significherebbe avere subito risorse che l'indomani possono essere spese.
Questo è il tipo di rapporto che abbiamo instaurato con il Governo e che crediamo darà risultati proficui. Ci auguriamo, nei prossimi mesi, di avere verifiche concrete su questo punto, che ci consentano di collocare i nostri dibattiti che faremo sul bilancio '81 e poi, via via, nel corso dell'81 sul secondo piano di sviluppo, sul bilancio pluriennale della Regione, e sul secondo programma di attività, in termini in gran parte nuovi nel rapporto Regioni-Stato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

Desidero innanzitutto ringraziare tutti coloro che sono intervenuti in questo dibattito, per il contributo che hanno portato a questo importante argomento dell'assestamento e del rendiconto, non limitando gli interventi alla visione di questi documenti, ma proiettando una serie di considerazioni sui bilanci della Regione che credo siano da riprendere in sede di dibattito del bilancio 1981.
Devo anche ringraziare i funzionari dell'Assessorato, che hanno collaborato nella preparazione di questi documenti e che, nonostante le osservazioni che qui sono state fatte relativamente ai tempi in cui rendiconto ed assestamento venivano presentati, hanno dato un contributo perché questi tempi fossero ridotti al minimo (che poi, in sostanza, sono stati 45 giorni).
Vorrei far e ancora un'osservazione marginale, prima di entrare nei discorsi più propriamente politici, che è quella relativa all'importanza di questi documenti. Il Consigliere Viglione affermava nel suo intervento che l'assestamento è stato sottovalutato da parte della Giunta, forse anche perché veniva in un momento di chiusura dell'anno finanziario e, di conseguenza, non poteva avere nei confronti del bilancio della Regione effetti rilevanti. Io direi che questo non è esatto; la Giunta non ha sottovalutato l'assestamento, lo ha, più correttamente, collocato nel mese di novembre, cioè nel momento in cui veniva presentato e, quindi, ha cercato di farlo funzionare per quei meccanismi per cui poteva ancora funzionare e, in particolare, il meccanismo della cassa; l'assestamento infatti, introduce notevoli risorse nella cassa, non nella competenza; ma la ragione di questo è evidente, perché l'introduzione di risorse nella cassa significa liquidare nell'ultimo mese dell'anno tutte quelle spese che sono venute a maturazione e che sono pronte per essere pagate.
L'assestamento è un documento anche importante in quanto la Giunta attraverso esso ed attraverso un meccanismo che è già stato rilevato da parte dei Consiglieri, cioè il taglio della competenza, ha dato un segno della propria volontà di impostare una politica di bilancio legata ad una valutazione realistica dell'assunzione degli impegni, questo sia all'interno della lotta nei confronti dei residui passivi, su cui torner dopo, sia per una visione del ruolo del bilancio rispetto agli Assessorati di spesa. Cioè, penso che sia importante che, anziché ricorrere ad altri artifici contabili, che pur sempre erano e sono possibili all'interno dell'assestamento, si sia ricorso allo slittamento delle risorse dal 1980 al 1981, perché questa è l'indicazione di una volontà di proporzionare le risorse assegnate ad ogni singolo anno a quelle che sono effettivamente spendibili in quell'anno.
E qui mi consenta il Consigliere Chiabrando di dire che non è vero o perlomeno, non è esatto quando si dice che lo slittamento sottrae (ed in particolare il discorso valeva per l'agricoltura) 21 miliardi; questi 21 miliardi non avrebbero potuto essere spesi nell'80 perché i meccanismi della legge non lo consentivano e, quindi, in sostanza, più realisticamente, questi soldi sono stati messi nella competenza dell'81 laddove maturerà l'obbligazione della spesa e, quindi, sarà possibile procedere alla liquidazione. Questa precisazione vale per tutte le spese che sono state slittate. Lo slittamento è un meccanismo che non sottrae risorse, ma le destina in un momento in cui possono essere utilmente impegnate.
Per quanto riguarda le considerazioni più propriamente politiche relativamente ai temi portati nel dibattito, va data priorità al discorso dei residui se non altro perché è stato motivo dominante delle osservazioni fatte al bilancio e perché sappiamo essere un problema di grande rilevanza nell'apparato pubblico. Quando si fa il discorso dei residui passivi relativamente alle Regioni non va dimenticato che questo è un male di cui soffre tutto l'apparato pubblico, a cominciare dallo Stato.
Questa non è una buona ragione per accettare che nel nostro bilancio esistano residui passivi. La Regione Piemonte ha fatto, nel corso della precedente legislatura, la lotta ai residui passivi; la prosegue in questa.
Mi si consenta di fare un'analisi delle cause dei residui passivi, non tanto per andarne ad analizzare le cause, quanto per dire quali sono le linee sulle quali la Giunta intende muoversi per evitare che questo fenomeno assuma una dimensione maggiore o per favorirne la diminuzione.
Le cause fondamentali dei residui passivi sono: i meccanismi delle leggi dello Stato. Le leggi dello Stato, quali quelle dell'agricoltura, non solo determinano il vincolo della destinazione dei fondi, ma determinano anche come i fondi devono essere destinati e le procedure, il che è una violenza rispetto alle realtà locali, che possono essere diverse da regione a regione, e stabilisce che per determinate voci di queste leggi le spese non possono essere fatte.
Ma anche il meccanismo delle leggi regionali determina il fenomeno dei residui. Questo deriva dal fatto che siamo alla terza legislatura e quindi la Regione non ha ancora maturato quell'assestamento del proprio dettato legislativo che questa legislatura si propone di fare, attraverso la linea della verifica delle leggi di spesa e della loro capacità di mobilità di meccanismo della spesa ed attraverso la linea della coerenza tra le leggi di spesa e le leggi di contabilità.
La seconda causa dei residui passivi va vista nel funzionamento e nell'organizzazione dell'apparato regionale. E' un apparato giovane e probabilmente deve ancora inventare procedure e prassi nuove. L'ente giovane, se può avere degli svantaggi dal punto di vista dell'esperienza ha però dei vantaggi dal punto di vista dell'elasticità.
La terza causa la individuerei nel funzionamento dei destinatari dei contributi. Il Consigliere Viglione ricordava come la Regione Emilia Romagna, con legge, ha trasferito i fondi dalla Regione agli Enti locali facendo sì che i residui all'interno della Regione diminuissero; in compenso sono aumentati i residui a livello locale. Questo potremmo farlo anche noi, ma credo che sarebbe un meccanismo illusorio che non vogliamo percorrere.
Penso che un'azione sui destinatari dei contributi debba essere fatta.
Mi riferisco in particolare ai destinatari privilegiati, i Comuni e gli Enti pubblici, nei confronti dei quali la Regione deve fare una duplice azione: da un lato un'azione di aiuto e di sostegno perché i contributi che vengono attribuiti siano spesi, dall'altro un'azione di controllo per la revoca di quei finanziamenti che non siano spesi in tempi ragionevoli.
La quarta causa dei residui passivi è quella relativa al funzionamento dei trasferimenti dallo Stato. Il meccanismo previsionale dei finanziamenti che lo Stato dà alle Regioni non funziona. In sostanza le Regioni troppo tardi vengono a conoscenza dei finanziamenti che avranno e non conoscono il momento della corresponsione. Crediamo che la richiesta da parte dello Stato di dotarsi di bilancio pluriennale potrebbe risolvere questo problema dal momento che potrebbe garantire se, come e quando lo Stato dà i contributi alla Regione. Un maggior quadro di certezza nel collegamento con il bilancio pluriennale dello Stato è indispensabile se si vuole eliminare una buona parte dei residui passivi che derivano da questa ragione.
L'ultimo discorso che vorrei fare è quello del meccanismo introdotto dalla legge regionale nel 1977 relativamente al bilancio di cassa e di competenza. L'esperienza di questi due anni della legge regionale di contabilità ha riaffermato con chiarezza che noi dobbiamo essere molto precisi relativamente all'iscrizione di stanziamenti all'interno del bilancio legandoli al momento in cui la relativa obbligazione verrà a scadenza. Nelle deliberazioni di Giunta sarà inserito questo momento di scadenza dell'obbligazione. Questo non è solo un fatto tecnico, ma è un fatto di politica di bilancio estremamente importante. Di fronte alla legittima richiesta ed alla legittima ambizione degli Assessori responsabili dei vari settori di spesa, stanziamo delle cifre che non potranno essere spese durante l'anno dell'esercizio (quante, per esempio vanno trasferite ad Enti che sono tenuti al progetto, al mutuo), in quel momento abbiamo due svantaggi: andiamo ad aumentare i residui passivi e sottraiamo al bilancio, che è già rigido, delle risorse disponibili.
Questo l'Assessorato al bilancio, ma anche l'intera Giunta che ha approvato questa linea, ha un impegno rigido, nei confronti degli Assessorati, di spesa nel portare avanti una linea corretta che consenta di rispondere anche al discorso che faceva il Consigliere Paganelli relativamente alla rigidità del bilancio regionale.
Inquadrato in questo modo il discorso dei residui passivi e chiarite le linee lungo cui la Giunta, regionale intende muoversi in questi anni emerge con chiarezza che non vogliamo solamente fare il discorso dei residui passivi, ma vogliamo intervenire operativamente su tutti gli aspetti che determinano questo discorso.
Il secondo discorso politico che ritengo opportuno fare è quello relativo alla quantità e qualità della spesa, poiché ritengo sia il momento di precisare responsabilmente e chiaramente quale deve essere l'uso quantitativo e qualitativo delle risorse regionali. E' già stato detto prima che le risorse regionali tendono a diminuire (perlomeno quelle a carattere non vincolato) e su questo va fatta un'altra osservazione: la richiesta, nei confronti dello Stato, di destinare alla Regione una quantità di risorse non vincolate e maggiori, va in parallelo con la richiesta allo Stato di fare delle Regioni un soggetto attivo di politica economica, perché credo che potremmo anche accettare certi fondi a destinazione vincolata, se a stabilire quel vincolo le Regioni hanno collaborato come soggetti attivi; il problema è che i fondi a destinazione vincolata sono determinati senza una partecipazione al processo di programmazione economica delle Regioni. Pertanto, ritengo che siano due le rivendicazioni da farsi nei confronti dello Stato: 1) l'aumento dei fondi non vincolati 2) la partecipazione delle Regioni al processo di programmazione economica, in modo che, se non altro, quei fondi vincolati siano stabiliti di comune accordo.
Allora, come diceva il collega Simonelli, si potrebbe stabilire che la Regione rinunci a determinati fondi, pur di averne determinati altri che siano più coerenti con il proprio sviluppo socio-economico. Ma le risorse regionali tendono a diminuire, dicevo, perlomeno quelle a carattere non vincolato: su questo credo si inserisca tutto il discorso della riforma tributaria che il Presidente Enrietti ha già impostato con il Presidente Forlani, su cui, evidentemente, l'iniziativa presa non è che un inizio di rapporti con il Governo più ampi che nel passato.
Vi è un altro aspetto rilevante, quello della qualità delle risorse che noi mobilitiamo e, su questo, Bastianini diceva dell'efficienza della spesa pubblica, cioè ogni lira che noi spendiamo, di quelle poche che ci rimangono di tipo non vincolato, deve essere spesa in modo tale da produrre effetti coerenti rispetto al piano di sviluppo socio-economico di cui la Regione è dotata.
A questo punto credo vada condivisa l'ipotesi di limitare, attraverso un'azione che il Consigliere Paganelli ha chiamato di "risparmio", spese correnti di gestione, perché esse non producono quel tipo di effetti dal punto di vista socio-economico che il piano di cui la Regione è dotata si propone di dare. Evidentemente, le spese correnti di gestione sono spese necessarie perché la macchina funzioni e produca gli effetti veri per cui è stata costituita. In questo senso noi riteniamo - e questo è contenuto nel programma che la Giunta presenterà - che debba essere fatta una verifica continua e costante dell'efficienza dell'uso delle risorse, in particolare delle risorse umane, organizzative, patrimoniali e tecniche e finanziarie di cui la Regione dispone, anche attraverso l'utilizzo di strumenti tipo l'analisi costi-benefici, che consente di volta in volta di vedere se appunto, le risorse impiegate, anche nelle spese correnti, hanno poi dei benefici corrispondenti al costo che la struttura viene a comportare.
Secondo me potrebbe inserirsi un concetto: un ente può definirsi inutile nella misura in cui le sue risorse servono solo a mantenere se stesse dobbiamo evitare che la Regione accresca il suo grado di inutilità destinando cioè una parte di risorse rilevante alla propria gestione rispetto, invece, agli obiettivi fondamentali che si propone. Questo è un compito che la nostra legislatura si prefigge, di cui ha fatto cenno anche il Consigliere Bontempi, relativamente ai rapporti fra Regione ed Enti locali ed alla funzione che la Regione svolge nei confronti degli Enti locali stessi, in particolare all'ottica di programmazione e di coordinamento e non di gestione, che probabilmente consente di utilizzare minori risorse a livello di costi di gestione per trasferire più propriamente questi compiti di gestione sugli Enti locali, i quali sono già dotati di un proprio apparato per gestire le risorse regionali.
Per quanto riguarda il bilancio prossimo, ritengo che il 1981 sarà un anno di transizione, derivante dal fatto che è in gestazione il nuovo piano di sviluppo, dal fatto che la rigidità che dicevamo prima con la diminuzione di alcune entrate tenderanno a diminuire le risorse disponibili. Nonostante questo, il 1981 potrà essere un anno migliore dal punto di vista della capacità della spesa, cioè dell'unico elemento valido su cui considerare i bilanci. Se il bilancio 1981 avesse minori risorse considerati i tassi di inflazione e lo sviluppo rispetto al bilancio 1980 ma se avesse una maggiore capacità di spesa (possibile, perché l'ammontare dei residui passivi rende possibile questo tipo di politica) sarebbe un anno di transizione, ma un anno significativo per impostare una politica di sviluppo delle risorse regionali ed una politica di recupero delle capacità di spesa, che è l'unico elemento fondamentale su cui si valuta l'efficienza della Regione. C'è poi tutto un discorso qualitativo di spesa, ma io ragiono in termini di tecnica di bilancio e non in termini di scelta delle spese, su cui ragiona la Giunta globalmente con gli Assessorati.
Lotta ai residui, qualità della spesa, ruolo di politica economica della Regione e ruolo della Regione nei confronti degli Enti locali: questi sono i quattro temi su cui si muoverà il bilancio 1981.



PRESIDENTE

Se i colleghi sono d'accordo si potrebbe procedere alla votazione rapida degli articoli.
Chiede di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Aderisco a che si proceda alla votazione rapida degli articoli. Intendo però fare una dichiarazione di voto nel momento in cui il Presidente lo riterrà opportuno.



PRESIDENTE

Prima della votazione sull'intero disegno di legge avrà facoltà di intervenire chi intenderà fare la dichiarazione di voto.
Passiamo ora alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Approvazione del rendiconto) "Il rendiconto generale della Regione, per l'anno finanziario 1979, è approvato con le risultanze di cui alla presente legge.
Al rendiconto di cui al precedente comma è allegato, ai sensi dell'art.
13 della legge regionale 2 settembre 1974, n. 29, il conto consuntivo dell'Istituto Ricerche economico-sociali del Piemonte per l'anno finanziario 1979 e il conto consuntivo dell'Azienda regionale 'Tenuta La Mandria' per l'anno finanziario 1979".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Entrate di competenza dell'esercizio finanziario 1979) "Le entrate tributarie, le entrate per quote di tributi, le entrate extra-tributarie, le entrate per alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali, le entrate per rimborso di crediti ed accensione di prestiti le entrate per contabilità speciali, accertate per la competenza dell'esercizio finanziario 1979, risultano accertate dal rendiconto consuntivo del bilancio in L. 1.511.442.029.050.
Le entrate di cui al primo comma furono riscosse in L.
1.173.732.597.921 e rimasero da riscuotere in L. 337.709.431.129".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Spese di competenza dell'esercizio finanziario 1979) "Le spese dell'area di attività e delle aree di intervento nonché delle contabilità speciali dell'esercizio finanziario 1979 risultano stabilite dal rendiconto consuntivo del bilancio in L. 1.508.456.121.142.
Le spese di cui al precedente comma furono pagate in L.
1.114.885.407.678 e rimasero da pagare in L. 393.570.713.464".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Fondo di cassa) "Il fondo di cassa al termine dell'esercizio finanziario 1979 risulta di L. 150.832.429.660 come si deduce dal prospetto seguente: Fondo di cassa L. 1.935.846.704 Entrate complessive L. 1.405.722.072.086 Totale L. 1.407.657.918.790 Spese complessive L. 1.256.825.489.130 Fondo di cassa al 31/12/1979 L. 150.832.429.660 Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 4 è approvato Art. 5 (Residui attivi degli esercizi finanziari 1978 e precedenti) "I residui attivi degli esercizi finanziari precedenti risultavano stabiliti, alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978, in L.
410.724.890.545.
I residui di cui al precedente comma furono riaccertati al 31 dicembre 1979 in L. 386.790.177.4 69, riscossi per L. 231.989.474.165 e rimasti da riscuotere per L. 154.800.703.304".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Spese residue degli esercizi finanziari 1978 e precedenti) "I residui passivi degli esercizi finanziari precedenti risultano stabiliti, alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978, in complessive L.
316.225.118.399.
I residui di cui al precedente comma furono riaccertati, al 31 dicembre 1979, in L. 223.884.692.434. Furono pagati per L. 141.940.081.452 e rimasero da pagare L. 81.944.610.982".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979) "I residui attivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in L.
492.510.134.433 e si riferiscono per L. 337.709.431.129 alle somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1979, come risulta indicato nel precedente art.
2, e per L. 154.800.703.304 alle somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi finanziari 1978 e precedenti, come risulta indicato nel precedente art. 5".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979) "I residui passivi alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979 risultano stabiliti, dal rendiconto consuntivo del bilancio, in L.
475.515.324.446.
I residui di cui al precedente comma si riferiscono per L.
393.570.713.464 alle somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza propria dell'esercizio finanziario 1979, come risulta indicato nel precedente art. 3, e per L. 81.944.610.982 alle somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi finanziari 1978 e precedenti, come risulta nel precedente art. 6".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Avanzo finanziario) "L'avanzo finanziario dell'esercizio finanziario 1979 è di L.
167.827.239.647 così come risulta dal seguente prospetto: Fondo di cassa L. 150.832.429.660 Residui attivi L. 492.510.134.433 Totale L. 643.342.564.093 Residui passivi L. 475.515.324.446 Avanzo finanziario L. 167.827.239.647 Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Disposizioni speciali) "E' approvata l'eccedenza di cassa di cui al capitolo 11120 dello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1979".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Attività finanziarie e patrimoniali) "La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979 risultava stabilita nel relativo rendiconto generale in L. 453.653.813.157.
La consistenza delle attività di cui al precedente comma alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale in L. 711.944.682.353".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Passività finanziarie e patrimoniali) "La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1978 risultava stabilita nel relativo rendiconto generale in L. 345.487.119.334.
La consistenza delle passività di cui al precedente comma alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979 risulta stabilita nel relativo rendiconto generale in L. 475.515.326.446".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art. 13 (Risultato patrimoniale) "L'eccedenza delle attività sulle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 1979 risulta stabilita, nel relativo rendiconto generale in L. 236.429.357.907.
La presente legge regionale sarà pubblicata nel terzo Bollettino Ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
La parola al Consigliere Paganelli per dichiarazione di voto.



PAGANELLI Ettore

Sarò breve anche perché al termine del mio precedente intervento un leggero malessere, che solitamente colpisce le persone stanche, non mi ha consentito di chiudere come intendevo.
Il voto che esprimeremo su tutti e due i disegni di legge è un voto contrario e ritengo che il dibattito abbia abbondantemente dimostrato che non è un voto aprioristico, ma è un voto motivato.
Il modo con cui ci siamo collocati nel dibattito dimostra l'attenzione ed il peso che diamo al settore attraverso il quale passa tutta la vita della Regione. Abbiamo offerto spunti di meditazione e ci pare che questi siano stati accolti nell'intervento del Capo gruppo comunista e nella replica dell'Assessore al bilancio. Ci rallegriamo e ci proponiamo di portare avanti, per la parte che ci compete, questi discorsi.
Al collega Valeri, Presidente della I Commissione, che dovrà essere il protagonista di tanti dibattiti del genere, dico soltanto di non lasciarsi trarre in inganno da statistiche o da valutazioni che solitamente tengono conto solo delle risultanze contabili e non tengono conto che in questa Regione l'Assessore al bilancio era un grosso prestigiatore che, attraverso tante leggi di slittamento, riusciva anche a modificare le realtà contabili. Credo che le statistiche siano state fatte dopo che il prestigiatore aveva operato. E parimenti gli ricordo che i miei appunti anche se non specificati, non erano rivolti alle somme che dalla Regione passano alle Comunità montane.
Con questo voto chiudiamo una giornata faticosa per tutti, per la Giunta, per i Consiglieri di maggioranza e per i Consiglieri di opposizione i quali si trovano ad operare senza le strutture e i supporti che chi è in maggioranza ha; la chiudiamo - lo dico con cordialità ed amicizia al Consigliere Cerutti che molto presto saluteremo in un altro banco precisando che non vi sono dei salti nelle nostre posizioni. Abbiamo iniziato questa giornata con una presa di posizione che ritenevamo doverosa nella riunione dei Capigruppo; abbiamo portato avanti con valorosi colleghi una battaglia, anche ideale, nella discussione di una legge che ci ha visti seriamente impegnati; abbiamo cercato di dare il nostro contributo in questa discussione e daremo ancora il nostro contributo, in questo caso con il voto favorevole, ad altre leggi che questa sera esamineremo.
Non riteniamo vi siano salti di qualità nel nostro impegno e nei nostri interventi; vi sono varie facce di un impegno che in ogni momento viene portato avanti con molta tensione e con tanta responsabilità.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, un Consigliere Segretario proceda all'appello nominale per la votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Assestamento di bilancio

Esame progetto di legge n. 26: "Assestamento del bilancio di previsione per l'anno 1980"


PRESIDENTE

Il punto quinto all'ordine del giorno prevede: Esame progetto di legge n. 26: "Assestamento del bilancio di previsione per l'anno 1980".
Si proceda alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 1980 sono introdotti, ai sensi dell'art. 42, secondo e terzo comma della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, gli aggiornamenti e le variazioni allo stato di previsione dell'entrata e allo stato di previsione della spesa riportati nelle parti seconda, terza, quarta e quinta di cui la presente legge si compone".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Il fondo di riserva di cassa di cui all'art. 38 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nell'ulteriore corso dell'esercizio finanziario 1980 sui singoli capitoli di spesa, è determinato in L. 1.441.668.269 ed è iscritto al capitolo n. 12900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 43 V.B. in data 28 ottobre 1980, emesso ai sensi dell'art. 37 della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, su conforme deliberazione della Giunta in data 22 ottobre 1980, n. 159-1402, è convalidato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Ai sensi dell'art. 61, secondo comma, della legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, è autorizzata la gestione delle spese previste ai capitoli n.
9550, 10670, 10680, 10690 e 10805 del bilancio per l'anno finanziario 1980 mediante aperture di credito di cui al primo comma del citato art. 61".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "Sono approvati gli assestamenti dei bilanci di previsione per l'anno finanziario 1980 dell'Ente di Sviluppo Agricolo del Piemonte e dell'Azienda regionale per la gestione della tenuta 'La Mandria' di cui alla parte sesta di cui si compone la presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 "E' abrogato il terzo comma dell'art. 9 della legge regionale 22 agosto 1979, n. 48".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 "L'ammontare degli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui all'art. 12 della legge regionale 6 marzo 1980, n. 12, è ridotto a 8.090 milioni per l'anno finanziario 1980.
Le spese al cui finanziamento è possibile provvedere mediante l'assunzione dei mutui di cui al precedente comma, sono quelle autorizzate ai sensi delle seguenti leggi regionali: legge regionale 24 aprile 1974, n. 12, modificata ed integrata con la legge regionale 25 ottobre 1977, n. 51 legge regionale 10 dicembre 1979, n. 72 articoli 14, 15, 18, 19, 23, 29, 31, 36 e 50, della legge regionale 12 ottobre 1978, n. 63 legge regionale 24 aprile 1979, n. 20 legge regionale 9 aprile 1975, n. 21 legge regionale 11 agosto 1978, n. 50 articoli 11, 17, 23, 24 e 27 della legge regionale 28 luglio 1978, n.
47 legge regionale 14 novembre 1979, n. 64 legge regionale 4 giugno 1975, n. 47 legge regionale 15 novembre 1976, n. 57 legge regionale 4 giugno 1975, n. 40 articoli 7, 9, 15 e 16 della legge regionale 2 gennaio 1980, n. 1 articoli 14 e 20 della legge regionale 22 agosto 1977, n. 44 articolo 2, n. 1, n. 2, n. 3 e n. 4 della legge regionale 16 maggio 1975, n. 28; legge regionale 12 ottobre 1977, n. 48 legge regionale 23 maggio 1975, n. 34, modificata con la legge regionale 7 giugno 1976, n. 31 e legge regionale 22 dicembre 1978, n. 82 articoli 29, 35 e 52 della legge regionale 22 gennaio 1979, n. 2 legge regionale 17 maggio 1976, n. 27 legge regionale 12 giugno 1978, n. 31 legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, modificata con la legge regionale 20 gennaio 1977, n. 9 articolo 3, lettere b), c), d), della legge regionale 31 agosto 1979 n. 56 legge regionale 30 maggio 1980, n. 67 legge regionale 4 giugno 1975, n. 42 legge regionale 1° marzo 1979, n. 10 legge regionale 22 maggio 1980, n. 56 legge regionale 19 novembre 1975, n. 54 articolo 2 della legge regionale 29 aprile 1975, n. 23 legge regionale 4 giugno 1975, n. 46 legge regionale 5 giugno 1979, n. 28 legge regionale 6 novembre 1978, n. 68 legge regionale 30 maggio 1980, n. 69 legge regionale 29 giugno 1978, n. 38 e articolo 2, lettere a), b) d), e), della legge regionale 20 dicembre 1979, n. 79 legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, modificata ed integrata con le leggi regionali 2 settembre 1974, n. 28 e 22 gennaio 1976, n. 5 legge regionale 16 aprile 1975, n. 22 legge regionale 10 gennaio 1977, n. 3 legge regionale 27 febbraio 1979, n. 7 legge regionale 12 giugno 1978, n. 33 legge regionale 25 febbraio 1980, n. 8 legge regionale 29 giugno 1978, n. 37 articolo 4, n. 5 e n. 6 della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 articolo 19 della legge regionale 19 dicembre 1978, n. 78".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 225-1654 relativa a "Riconoscimento di calamità grave dell'alluvione abbattutasi in gran parte nel territorio del Comprensorio di Alessandria nei giorni 16-17 ottobre 1980"


PRESIDENTE

Passiamo al punto sesto all'ordine del giorno: Esame deliberazione Giunta regionale n. 225-1654 relativa a "Riconoscimento di calamità grave dell'alluvione abbattutasi in gran parte nel territorio del Comprensorio di Alessandria nei giorni 16-17 ottobre 1980".
La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore agli interventi in materia di calamità naturali

La Giunta è d'accordo con la II Commissione che questa delibera venga esaminata la prossima seduta, sia perché c'è la possibilità di apportare altre modifiche, sia perché, presumibilmente, qualcuno desidera parlare su questo argomento.



PRESIDENTE

Sentito l'Assessore Simonelli, questo punto viene rinviato ad una prossima seduta.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 12: "Interpretazione autentica dell'art. 36 della legge regionale 17/12/1979 n. 74 (Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale - Recepimento contratto nazionale)"


PRESIDENTE

Proseguiamo nell'ordine del giorno che prevede al settimo punto l'esame del progetto di legge n. 12: "Interpretazione autentica dell'art. 36 della legge regionale 17/12/1979 n. 74 (Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale - Recepimento contratto nazionale)" e la sua votazione.
Articolo unico "L'art. 36 della legge regionale 17/12/1979, n. 74, deve essere interpretato nei termini seguenti: In attuazione del principio di onnicomprensività e della chiarezza retributiva, ai dipendenti regionali compete la retribuzione annua lorda derivante dal trattamento economico di livello e dalla progressione economica orizzontale, inglobante qualsiasi retribuzione per prestazioni a carattere sia continuativo che occasionale, ad eccezione del compenso per lavoro straordinario, dell'indennità di missione e di trasferimento e dell'indennità per la funzione di coordinamento.
Agli stessi dipendenti spettano, inoltre, l'aggiunta di famiglia l'indennità integrativa speciale e la tredicesima mensilità, con i criteri stabiliti per i dipendenti dello Stato.
Gli importi dei compensi e dei gettoni che dovrebbero essere liquidati ai dipendenti designati dall'Amministrazione regionale, in connessione con la carica o in rappresentanza della Regione, a partecipare a Commissioni ed a Consigli di amministrazione, ad assolvere ad incarichi commissariali o comunque a compiere prestazioni anche diverse da quelle normali, nell'interesse di altri Enti, sono versati dagli Enti medesimi alla Tesoreria della Regione su apposito capitolo di bilancio.
Ai dipendenti di cui al comma precedente sono riconosciuti il trattamento di missione e il compenso per lavoro straordinario, ove spettanti ai sensi delle vigenti disposizioni. Le ore di lavoro straordinario prestate non concorrono al raggiungimento del limite individuale annuo autorizzato presso la Regione.
Le somme così introitate, detratte le spese di cui al comma precedente, sono destinate, con deliberazione della Giunta regionale adottata sentite le rappresentanze sindacali del personale regionale, ad iniziative a favore del personale medesimo.
I commi secondo, undicesimo e dodicesimo dell'art. 55 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 22, sono soppressi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri Il progetto di legge è così approvato.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge n. 13: "Norme per la disciplina della contabilità l'utilizzazione e la gestione del patrimonio delle Unità Sanitarie Locali"


PRESIDENTE

Punto ottavo all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 13: "Norme per la disciplina della contabilità, l'utilizzazione e la gestione del patrimonio delle Unità Sanitarie Locali".
La parola all'Assessore Bajardi per alcune precisazioni.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Nella stesura del testo sono risultati alcuni refusi che vorrei correggere (artt. 14, 21, 25, 52).
Ringrazio la Commissione per il contributo dato nella puntualizzazione di alcuni aspetti.
Ai capigruppo è stato dato il testo della nuova formulazione dell'art.
96. I colleghi potranno obiettare che questo articolo non dice molto. La volontà è proprio quella di richiamarsi alla legislazione vigente, essendo in corso di elaborazione, a livello nazionale, una nuova legislazione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Titolo I Norme generali Art. 1 (Oggetto della legge) "La presente legge disciplina l'ordinamento contabile delle Unità Sanitarie Locali nonché l'utilizzo e la gestione del patrimonio loro affidato, in attuazione degli artt. 50, 61, 65 e 66 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, in conformità ai principi fondamentali di cui alla legge regionale 14 marzo 1978, n. 12, ed alla legge 5 agosto 1978, n. 468".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Collegamento con la programmazione nazionale) "La Regione concorre alla determinazione degli obiettivi della programmazione sanitaria nazionale in conformità a quanto stabilito dagli artt. 3 e 53 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, e dall'art. 11 del D.P.R. 24 luglio 1977 n. 616, perseguendo, anche in tale sede, il coordinamento e l'integrazione dei servizi sanitari con quelli socio assistenziali.
In particolare, ai sensi dell'art. 4 della legge 19 maggio 1976, n.
335, la Regione e gli organi statali si forniscono, reciprocamente ed a richiesta, ogni notizia utile allo svolgimento delle funzioni connesse al servizio sanitario nazionale e concordano, di concerto con le altre Regioni, i modelli di rilevazione contabile nonché ogni altro strumento utile al controllo della gestione del servizio sanitario ed all'impostazione di una politica di perseguimento della corrispondenza tra costi dei servizi ed i relativi benefici".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Collegamento con la programmazione regionale) "Il programma pluriennale di attività e di spesa, il bilancio pluriennale, il bilancio di previsione annuale ed il rendiconto delle Unità Sanitarie Locali debbono essere predisposti in modo da garantire il collegamento con il programma pluriennale di attività e di spesa, il bilancio pluriennale, il bilancio di previsione annuale ed il conto consuntivo della Regione.
Deve essere altresì garantito il collegamento organico tra il sistema contabile dell'Unità Sanitaria Locale ed il piano sanitario regionale disposto in attuazione dell'art. 55 della legge 23 dicembre 1978, n. 833".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Sistema informativo) "Le Unità Sanitarie Locali - nell'ambito del sistema informativo definito nel piano sanitario regionale - sono tenute a fornire alla Regione le informazioni di natura economico-finanziaria occorrenti alla programmazione nazionale e regionale ed alla gestione dei servizi.
La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare sulla base delle indicazioni del piano sanitario regionale, tenuto altresì conto dello stato di attuazione del sistema informativo regionale e del programma di sviluppo del medesimo, come stabilito ai sensi dell'art. 3 della legge regionale 15 marzo 1978, n. 13, provvede a definire: 1) le modalità e le scadenze relative alla raccolta delle informazioni prevedendo altresì modelli di rilevazione uniformi per l'intero territorio regionale 2) le modalità del campionamento per le rilevazioni non esperibili sull'universo del casi 3) le elaborazioni da effettuare a livello di Unità Sanitaria Locale 4) i progetti di intervento nel settore, secondo le modalità indicate all'art. 4 della legge regionale 15 marzo 1978, n. 13.
La Giunta regionale provvede a fornire alle Unità Sanitarie Locali i risultati delle elaborazioni delle informazioni raccolte ai sensi dei commi precedenti.
Le Unità Sanitarie Locali sono tenute a fornirsi, reciprocamente ed a richiesta, ogni notizia utile allo svolgimento delle proprie funzioni nelle materie di cui alla presente legge e concordano le modalità per l'utilizzazione comune dei rispettivi sistemi informativi e per le altre forme di collaborazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Titolo II Bilancio pluriennale Art. 5 (Natura del bilancio pluriennale) "Il bilancio pluriennale rappresenta il quadro delle risorse che l'Unità Sanitaria Locale prevede di acquisire e di impiegare nel periodo considerato.
Il bilancio pluriennale è lo strumento finanziario di attuazione del piano sanitario regionale e del programma pluriennale di attività e di spesa.
In particolare il bilancio pluriennale costituisce la sede per il riscontro del corretto utilizzo delle risorse in riferimento all'esercizio delle funzioni attribuite all'Unità Sanitaria Locale dalla legge 23 dicembre 1978, n. 833.
Il bilancio pluriennale costituisce la sede per il riscontro della copertura finanziaria di nuove o maggiori spese disposte dall'Unità Sanitaria Locale a carico di esercizi futuri.
L'adozione del bilancio pluriennale non comporta autorizzazione a riscuotere le entrate e ad eseguire le spese in esso previste.
Il bilancio pluriennale dell'Unità Sanitaria Locale costituisce allegato dei bilanci pluriennali dei Comuni obbligati a redigerlo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Validità, aggiornamento e variazioni del bilancio pluriennale) "Il periodo di validità del bilancio pluriennale coincide con quello del piano sanitario regionale.
Il bilancio pluriennale è aggiornato ogni anno dall'assemblea congiuntamente all'approvazione del bilancio annuale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Struttura del bilancio pluriennale) "Il bilancio pluriennale è costituito dalla parte I, Entrata, dalla parte II, Spesa, e dal quadro generale riassuntivo.
Ciascuna parte è illustrata da una nota preliminare nella quale, in particolare, sono indicati i criteri adottati per la formulazione delle previsioni.
La nota preliminare alla parte II, Spesa, deve fare specifico riferimento alla riclassificazione per funzioni e per programmi di cui ai commi successivi, utilizzando altresì adeguati indicatori di efficienza ed efficacia.
Le previsioni del bilancio pluriennale sono formulate in termini di competenza.
Le entrate e le spese devono essere ripartite in titoli ed in categorie secondo lo schema di classificazione del bilancio annuale di cui al successivo art. 18.
Le spese devono altresì essere riclassificate sotto il profilo economico: 1) per funzioni, allo scopo di verificare la spesa sostenuta per le varie attività svolte 2) per programmi, al fine di valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi posti in relazione ai costi sostenuti ed agli usi alternativi delle risorse disponibili.
La riclassificazione delle spese, che deve comunque consentire il collegamento con i titoli e le categorie di cui all'art. 18 si avvale dei risultati della contabilità dei costi e della contabilità di magazzino di cui ai successivi artt. 59 e 60.
Gli indicatori di efficienza e di efficacia e la procedura per la riclassificazione della spesa vengono determinati dalla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Previsione delle entrate del bilancio pluriennale) "Nel bilancio pluriennale le entrate sono previste, per ciascuna delle categorie, con le seguenti modalità: 1) la quota del fondo sanitario regionale è iscritta sulla base delle indicazioni del piano sanitario regionale ai sensi del secondo comma del presente articolo 2) i proventi derivanti dall'alienazione dei beni immobili sono iscritti sulla base delle alienazioni già deliberate ai sensi del successivo art. 83 3) i mezzi finanziari attribuiti dalla Regione per l'esercizio delle funzioni delegate sono iscritti sulla base dell'ultimo accertamento tenendo conto delle indicazioni del piano sanitario regionale 4) le eventuali altre entrate sono iscritte sulla base dell'andamento degli anni precedenti e delle previsioni per gli anni futuri.
Le norme di riparto del fondo sanitario regionale, distintamente per il finanziamento delle spese correnti e per quello delle spese in conto capitale, sono determinate nell'ambito della legge di approvazione del piano sanitario regionale, tenuto conto dell'attività svolta dai presidi multizonali dell'Unità Sanitaria Locale e dell'esigenza di assicurare gradualmente livelli di prestazioni uniformi nell'intero territorio regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Previsione delle spese del bilancio pluriennale) "Nel bilancio pluriennale le spese sono previste, per ciascuna categoria, con le seguenti modalità: 1) per la parte corrente sulla base delle indicazioni del piano sanitario regionale, tenuto conto dei vincoli derivanti dalle pregresse gestioni 2) per la parte in conto capitale sulla base delle indicazioni del piano sanitario regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Equilibrio del bilancio pluriennale) "Il totale delle previsioni di spesa per ciascun anno compreso nel bilancio pluriennale deve essere pari al totale delle entrate dello stesso anno".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Titolo III Bilancio annuale di previsione Capo I Formazione ed approvazione del bilancio Art. 11 (Formazione, presentazione ed approvazione del bilancio) "Le Unità Sanitarie Locali adottano ogni anno, entro il 30 novembre mediante deliberazione dell'assemblea, il bilancio annuale di previsione formulato in termini di competenza ed in termini di cassa.
Il bilancio è predisposto dal Comitato di gestione entro il 31 ottobre di ogni anno previa consultazione dei singoli Comuni facenti parte dell'Unità Sanitaria Locale.
La consultazione di cui al secondo comma è disposta dal Comitato di gestione entro il 30 settembre, trasmettendo ai singoli Comuni la seguente documentazione: 1) l'assestamento del bilancio dell'esercizio in corso operato ai sensi del successivo art. 27 2) una relazione sulle previsioni operate nel bilancio pluriennale e sullo stato di attuazione del piano sanitario regionale, illustrando in particolare gli oneri connessi all'attuazione dei programmi speciali d'intervento.
Il bilancio di previsione deliberato dall'assemblea viene contestualmente inviato al Comitato Regionale di Controllo ed ai singoli Comuni facenti parte dell'Unità Sanitaria Locale.
Laddove, entro il termine di 20 giorni dalla pubblicazione della deliberazione di approvazione del bilancio uno o più Comuni, rappresentanti almeno la metà della popolazione dell'Unità Sanitaria Locale o almeno un terzo dei Comuni associati, formulino rilievi al bilancio e notifichino all'Unità Sanitaria Locale copia della deliberazione relativa, l'assemblea entro i 15 giorni successivi, deve riesaminare il bilancio di previsione.
L'assemblea, motivando, può confermare senza modificazioni quanto precedentemente deliberato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Annualità del bilancio) "L'esercizio finanziario ha la durata di un anno e coincide con l'anno solare".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art. 13 (Universalità ed integrità del bilancio) "Nel bilancio debbono essere inserite tutte le entrate e tutte le spese; sono vietate le gestioni di fondi al di fuori del bilancio.
Tutte le entrate debbono essere iscritte in bilancio nel loro importo lordo, senza riduzione alcuna per le spese di riscossione o di qualsiasi altra natura.
Tutte le spese debbono essere iscritte in bilancio per il loro intero importo, senza apportarvi riduzione per eventuali entrate loro connesse".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Struttura e contenuto del bilancio) "Il bilancio annuale è costituito dalla parte I, Entrata, dalla parte II, Spesa, e dal quadro generale riassuntivo.
Ciascuna parte è illustrata da una nota preliminare nella quale, in particolare, sono indicati i criteri adottati per la formulazione delle previsioni.
La nota preliminare alla parte II, Spesa, deve fare specifico riferimento alla riclassificazione per funzioni e per programmi di cui al precedente art. 7, utilizzando altresì adeguati indicatori di efficienza ed efficacia.
Le previsioni del bilancio annuale sono formulate in termini di competenza e di cassa.
Per ciascun capitolo di entrata o di spesa il bilancio indica: 1) l'ammontare, presunto dei residui attivi e passivi rilevati alla chiusura dell'esercizio finanziario al quale il bilancio si riferisce 2) l'ammontare delle entrate che si prevede di accertare e delle spese che si prevede di impegnare nell'esercizio finanziario al quale il bilancio si riferisce 3) l'ammontare delle entrate che si prevede di riscuotere e delle spese che si prevede di pagare nell'esercizio finanziario al quale il bilancio si riferisce, senza distinzione fra riscossioni o pagamenti in conto residui ed in conto competenza.
Per ciascun capitolo di entrata e di spesa il bilancio indica inoltre l'ammontare delle entrate e delle spese previste, in termini di competenza nel bilancio dell'esercizio finanziario precedentemente assestato.
Tra le poste di cui al quinto comma, punto 3), del presente articolo, è iscritto l'ammontare presunto della giacenza o del deficit di cassa all'inizio dell'anno finanziario al quale il bilancio si riferisce".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Previsione delle entrate e delle spese per la competenza dell'esercizio finanziario) "Le entrate e le spese sono previste secondo le disposizioni contenute nei precedenti artt. 8 e 9.
Nelle previsioni delle spese debbono essere comunque iscritte le somme corrispondenti agli impegni già assunti e che vengono a scadere nell'esercizio finanziario al quale il bilancio si riferisce.
L'entità di tali somme deve essere distintamente indicata in apposite note per ciascun capitolo di spesa.
Per le spese a carattere pluriennale la quota da stanziare nel bilancio annuale è determinata entro i limiti dell'ammontare complessivo autorizzato e tenendo conto degli impegni già assunti nei precedenti esercizi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Previsioni in termini di cassa) "Per ciascun capitolo di entrata la previsione in termini di cassa è determinata in misura pari al totale delle somme delle quali è prevista la riscossione per i residui attivi e delle somme delle quali è prevista la riscossione per la competenza dell'esercizio finanziario.
Per ciascun capitolo di spesa la previsione in termini di cassa è determinata in misura pari al totale delle somme delle quali è previsto il pagamento per i residui passivi e delle somme delle quali è previsto il pagamento per la competenza dell'esercizio finanziario".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Equilibrio del bilancio in termini di competenza e di cassa) "Il totale delle previsioni di spesa in termini di competenza deve essere pari al totale delle entrate in termini di competenza.
Il totale delle spese delle quali si prevede il pagamento deve essere pari al totale delle entrate delle quali si prevede la riscossione, sommato alla presunta giacenza di cassa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Art. 18 (Classificazione delle entrate e delle spese) "Le entrate e le spese di bilancio sono classificate sulla base del D.P.R. 14 luglio 1980, n. 595.
Il capitolo costituisce l'unità elementare del bilancio.
La numerazione dei capitoli è progressiva e discontinua. I capitoli possono altresì essere suddivisi in articoli con numerazione progressiva nell'ambito di ciascun capitolo.
Per le classificazioni di cui al primo comma le Unità Sanitarie Locali debbono attenersi allo schema di bilancio predisposto, sentita la competente Commissione consiliare, dalla Giunta regionale in applicazione della presente legge.
Le spese devono altresì essere riclassificate sotto il profilo economico, per funzioni e per programmi, secondo le prescrizioni di cui al precedente art. 7".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Art. 19 (Contabilità speciali) "Le Unità Sanitarie Locali provvedono alla gestione dei presidi multizonali mediante contabilità speciale alla quale vengono imputate le entrate e le spese ad essa relative.
Le Unità Sanitarie Locali potranno altresì istituire altre contabilità speciali per specifiche funzioni che presentino caratteristiche peculiari previste distintamente dal piano sanitario regionale, previa autorizzazione della Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare.
Nell'ambito di ciascuna contabilità speciale le entrate e le spese debbono essere classificate secondo lo schema di cui al quarto comma del precedente art. 18".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Esercizio provvisorio del bilancio) "Qualora l'esercizio inizi senza che la deliberazione di approvazione del bilancio di previsione sia esecutiva, l'assemblea, su proposta del Comitato di gestione, delibera l'esercizio provvisorio del bilancio per un periodo non superiore a quattro mesi.
Con tale provvedimento l'assemblea autorizza l'accertamento e la riscossione delle entrate nonché l'impegno e il pagamento delle spese sulla base del bilancio già deliberato ma non ancora esecutivo.
La deliberazione che autorizza l'esercizio provvisorio può stabilire limitazioni all'esecuzione delle spese, tenuto conto del presunto andamento della gestione.
Nel caso che il bilancio non sia stato ancora deliberato, costituiscono limite per la deliberazione di approvazione dell'esercizio provvisorio gli stanziamenti dell'ultimo bilancio approvato.
Qualora il provvedimento di autorizzazione all'esercizio provvisorio di cui al primo comma non sia esecutivo, è autorizzata per ciascun mese la gestione in via provvisoria del bilancio nella misura di un dodicesimo della spesa prevista dall'ultimo bilancio approvato, ovvero, nei limiti della maggior spesa necessaria ove si tratti di spese aventi carattere pluriennale o tassativamente regolate dalla legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
Art. 21 (Fondo di riserva ordinario) "Nel bilancio è iscritto, tra le previsioni di spesa in termini di competenza, un fondo di riserva ordinario.
Con deliberazione del Comitato di gestione sono prelevate da tale fondo le somme necessarie per integrare stanziamenti di competenza di parte corrente. I provvedimenti di prelievo devono essere comunicati all'assemblea nella prima seduta successiva all'adozione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Art. 22 (Fondo di riserva per le spese impreviste) "Nel bilancio è iscritto, tra le previsioni di spesa in termini di competenza, un fondo per le spese impreviste.
Il fondo di riserva per le spese impreviste deve essere utilizzato mediante deliberazione del Comitato di gestione, soltanto per l'istituzione di nuovi capitoli relativi a spese che abbiano carattere di assoluta necessità e che non possano prorogarsi senza evidente detrimento del servizio. I provvedimenti di prelievo devono essere comunicati all'assemblea nella prima seduta successiva all'adozione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
Art. 23 (Determinazione dei fondi di riserva) "L'ammontare dei fondi di riserva, 'ordinario' e 'per le spese impreviste', è determinato annualmente nell'ambito del provvedimento di riparto del fondo sanitario regionale, in misura non superiore, nel loro insieme, al 2 % del totale delle spese correnti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
Art. 24 (Fondo di riserva di cassa) "Nel bilancio è iscritto, tra le previsioni di spesa in termini di cassa, un fondo di riserva per far fronte a maggiori pagamenti che si rendano necessari nel corso dell'esercizio sui diversi capitoli di spesa rispetto agli stanziamenti di cassa determinati in sede di previsione iniziale.
Il prelevamento di somme dal fondo di cui al precedente comma a favore di altri capitoli del bilancio in termini di cassa è disposto con deliberazione del Comitato di gestione non soggetta a controllo.
L'ammontare del fondo di riserva di cui al presente articolo non pu superare un dodicesimo dell'ammontare complessivo dei pagamenti previsti nel bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
Art. 25 (Fondo speciale di riserva per la riassegnazione dei residui perenti delle spese correnti) "Nel Titolo I del bilancio è iscritto, tra le previsioni di spesa in termini di competenza ed in termini di cassa, un fondo speciale di riserva per la riassegnazione dei residui perenti di spese correnti, dal quale sono prelevati e iscritti, in aumento di appositi capitoli di spesa, fondi da utilizzare per il pagamento di residui passivi di parte corrente eliminati negli esercizi precedenti per perenzione amministrativa, in caso di richiesta da parte degli aventi diritto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
Art. 26 (Fondo speciale di riserva per la riassegnazione dei residui perenti delle spese in conto capitale) "Nel Titolo II del bilancio è iscritto, tra le previsioni di spesa in termini di competenza ed in termini di cassa, un fondo speciale di riserva per la riassegnazione dei residui perenti di spese in conto capitale dal quale sono prelevati ed iscritti, in aumento di appositi capitoli di spesa fondi da utilizzare per il pagamento di residui passivi in conto capitale eliminati negli esercizi precedenti per perenzione amministrativa, in caso di richiesta da parte degli aventi diritto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
Art. 27 (Assestamento del bilancio) "Entro il 30 giugno l'assemblea dell'Unità Sanitaria Locale delibera l'assestamento del bilancio. Con tale deliberazione provvede: 1) all' aggiornamento dei residui attivi e passivi iscritti nel bilancio indicandone l'ammontare determinato nel rendiconto dell'esercizio pregresso, oltre alle conseguenti variazioni in termini di cassa 2) all'aggiornamento della giacenza di cassa iscritta nel bilancio indicandone l'ammontare risultante dal rendiconto dell'esercizio pregresso 3) all'applicazione dell'avanzo o del disavanzo finanziario risultante dal rendiconto dell'esercizio pregresso.
Restano fermi i vincoli di equilibrio del bilancio di cui all'art. 17 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Art. 28 (Variazioni di bilancio) "L'Unità Sanitaria Locale provvede, con deliberazione dell'assemblea ad apportare le variazioni alle previsioni di bilancio in termini di competenza ed in termini di cassa che si rendano necessarie per l'iscrizione di nuove o maggiori entrate, fermi restando i vincoli di equilibrio del bilancio di cui all'art. 17 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico d risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
Art. 29 (Storni di fondi) "L'Unità Sanitaria Locale provvede ad effettuare storni di fondi da un capitolo ad un altro del bilancio con deliberazione dell'assemblea per la gestione di competenza e del Comitato di gestione per la gestione di cassa.
Sono vietati gli storni da capitoli relativi a spese finanziate con mezzi straordinari per impinguare capitoli concernenti spese finanziate con mezzi ordinari.
Sono altresì vietati gli storni tra i residui e quelli tra residui e fondi della competenza.
Sono inoltre vietati gli storni tra capitoli di spesa corrente e capitoli di spesa in conto capitale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
Art. 30 (Limiti alle variazioni di bilancio ed agli storni di fondi) "La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, con propria deliberazione, può stabilire ulteriori vincoli derivanti dall'attuazione del piano sanitario regionale in ordine alle variazioni ed agli storni che le Unità Sanitarie Locali possono apportare al proprio bilancio, prevedendo, se del caso, deroghe sulla base di apposite autorizzazioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
Capo II Gestione del bilancio Art. 31 (Fasi dell'entrata) "La gestione dell'entrata del bilancio si effettua mediante l'accertamento, la riscossione ed il versamento delle entrate spettanti all'Unità Sanitaria Locale.
Tali fasi possono essere, in taluni casi, simultanee".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 31 è approvato: Art. 32 (Accertamento delle entrate) "L'entrata è accertata quando l'ufficio di ragioneria dell'Unità Sanitaria Locale ha appurato il titolo e la ragione del credito determinato l'importo ed individuato il soggetto debitore in base ad idonea documentazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
Art. 33 (Riscossione delle entrate) "L'entrata è riscossa quando il soggetto che vi è tenuto ha effettuato il pagamento del relativo importo.
Le somme spettanti all'Unità Sanitaria Locale sono riscosse dal Tesoriere o - per particolari diritti o proventi, come precisati nel regolamento di cui al successivo art. 46 - da dipendenti designati dal Comitato di gestione, con le modalità e nei termini indicati dalle condizioni generali della convenzione stipulata per l'affidamento del servizio di tesoreria e dal regolamento, che debbono comunque prevedere il rilascio di regolare quietanza e l'onere della resa del conto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
Art. 34 (Versamento delle entrate) "L'entrata è versata quando il relativo ammontare è introitato dalla Tesoreria.
Il versamento delle entrate si effettua in conformità di appositi ordinativi sottoscritti dal Presidente del Comitato di gestione e dal responsabile dell'ufficio di ragioneria.
Gli ordinativi debbono essere datati e numerati progressivamente e debbono contenere le seguenti indicazioni: 1) l'esercizio cui si riferisce l'entrata 2) il titolo, categoria e capitolo cui deve essere imputata l'entrata la previsione di bilancio, gli incassi già disposti e la rimanenza da incassare in termini di competenza e di cassa 3) il debitore o i debitori che effettuano il versamento 4) la causale del versamento 5) la somma da incassare scritta in lettere e in cifre.
Gli ordinativi di incasso non estinti entro il 31 dicembre dell'esercizio cui si riferiscono, giacenti presso la Tesoreria, non debbono più essere riscossi e sono restituiti all'Unità Sanitaria Locale entro il 15 gennaio successivo per essere annullati.
Per la suddetta entrata l'Unità Sanitaria Locale può provvedere all'emissione di altri ordinativi di incasso del nuovo esercizio con imputazione al conto dei residui.
Coloro che per disposizioni legislative o regolamentari riscuotono somme per conto dell'Unità Sanitaria Locale sono tenuti al versamento alla Tesoreria nei modi e nei termini stabiliti dalle norme in vigore.
La Tesoreria è tenuta all'incasso di qualsiasi somma anche in pendenza dell'emissione del relativo ordinativo che deve essere tempestivamente richiesto all'Unità Sanitaria Locale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
Art. 35 (Accertamento di nuove o maggiori entrate) "L'accertamento di somme dovute all'Unità Sanitaria Locale che non siano iscritte nel bilancio, o siano iscritte in difetto, comporta la tempestiva variazione dello stesso ai sensi del precedente art. 28".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 35 è approvato.
Art. 36 (Registrazione delle entrate) "Gli accertamenti delle entrate e gli ordinativi di cui al precedente art. 34 sono registrati dall'ufficio di ragioneria con riferimento ai capitoli di bilancio e distintamente per la competenza dell'esercizio finanziario e per il conto dei residui".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
Art. 37 (Fasi della spesa) "La gestione della spesa si effettua mediante l'impegno, la liquidazione, l'ordinazione ed il pagamento delle spese.
Tali fasi possono essere, in alcuni casi, simultanee".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
Art. 38 (Impegno delle spese) "Gli impegni di spesa sono assunti nei limiti dei singoli stanziamenti di competenza del bilancio dal Comitato di gestione, salvo quanto di competenza dell'assemblea ai sensi di legge.
Formano impegni sugli stanziamenti di competenza dell'esercizio le somme dovute in base alla legge, a contratto, a sentenza o ad altro titolo sempreché la relativa deliberazione venga assunta entro il termine dell'esercizio; gli impegni assunti possono riferirsi soltanto all'esercizio in corso.
Per le spese correnti possono essere assunti impegni estesi a carico dell'esercizio successivo ove ciò sia indispensabile per assicurare la continuità dei servizi, tenuto conto delle indicazioni contenute nel bilancio pluriennale.
Qualora si tratti di spese per affitti o di altre spese continuative e ricorrenti l'impegno può anche estendersi a più esercizi, a norma della consuetudine, o se il Comitato di gestione ne riconosca la necessità o la convenienza.
Per gli impegni di spesa che prevedono interventi ed acquisizioni ripartite in più esercizi l'impegno può essere assunto a carico di più esercizi.
Dopo il 31 dicembre non possono più essere assunti impegni a carico dell'esercizio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
Art. 39 (Registrazione degli impegni) "Per tutti gli atti dai quali possa comunque derivare un impegno di spesa a carico dell'Unità Sanitaria Locale deve essere effettuata la prenotazione dell'impegno prima della formale adozione dei provvedimenti deliberativi da parte dei competenti organi dell'Unità Sanitaria Locale.
La ragioneria dell'Unità Sanitaria Locale, ai fini di cui al precedente comma, ed esclusa comunque ogni valutazione di merito, accerta la completezza e la regolarità della documentazione e la disponibilità del relativo stanziamento.
I suddetti atti, ad intervenuta esecutività, debbono essere registrati per l'impegno definitivo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
Art. 40 (Liquidazione delle spese) "Le spese sono liquidate quando, sulla base di documentazione idonea (fatture, note di addebito, parcelle, ruoli, ecc.) e nei limiti dell'impegno assunto, si individua il creditore e si determina l'esatto ammontare del debito.
I responsabili dei competenti servizi dell'Unità Sanitaria Locale appongono il proprio visto sui documenti giustificativi previa verifica: a) del l'adempimento delle condizioni stabilite nel provvedimento di impegno b) della rispondenza tecnica delle note di spesa alle suddette condizioni c) della positività del collaudo, se previsto d) dell'avvenuta registrazione inventariale, se prevista.
Alla liquidazione delle spese provvede il Presidente del Comitato di gestione, previa attestazione del responsabile dell'ufficio di ragioneria della rispondenza all'impegno assunto e dell'esatto riferimento al capitolo di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 40 è approvato.
Art. 41 (Ordinazione dei pagamenti) "Il pagamento delle spese già liquidate è ordinato mediante mandati diretti, individuali o collettivi, a favore dei creditori, tratti sul tesoriere.
Nei casi e con le modalità previste dall'art. 44 della presente legge è altresì consentito il pagamento di spese attraverso funzionari delegati a favore dei quali vengono disposti mandati di anticipazione.
I titoli di spesa di cui ai commi precedenti sono sottoscritti dal Presidente del Comitato di gestione e dal responsabile dell'ufficio di ragioneria.
I mandati di pagamento, distinti a seconda che si riferiscano al conto della competenza o al conto dei residui, debbono essere datati e numerati e debbono contenere le seguenti indicazioni: 1) l'esercizio cui si riferisce la spesa 2) il titolo, categoria e capitolo cui deve essere imputata la spesa lo stanziamento di bilancio, i pagamenti già disposti e la rimanenza disponibile in termini di competenza e di cassa 3) il creditore o i creditori a favore dei quali deve essere effettuato il pagamento 4) la casuale del pagamento 5) la somma da pagare scritta in lettere e in cifre".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 41 è approvato.
Art. 42 (Estinzione dei titoli di spesa) "I mandati di pagamento sono trasmessi al tesoriere che li estingue nei termini stabiliti dalla convenzione relativa al servizio di tesoreria e con le modalità di cui al successivo articolo.
Il tesoriere è tenuto al pagamento, anche in mancanza del relativo mandato, delle imposte, delle quote di ammortamento mutui e delle altre somme per le quali sia prevista l'anticipazione da norma di legge.
In tali casi il tesoriere richiede tempestivamente all'Unità Sanitaria Locale l'emissione del relativo mandato di pagamento.
I mandati di pagamento individuali e collettivi totalmente o parzialmente inestinti, secondo le disposizioni della convenzione relativa al servizio di tesoreria, entro il 31 dicembre dell'anno cui si riferiscono non debbono più essere pagati e sono rinviati all'Unità Sanitaria Locale entro il 15 gennaio successivo per essere annullati.
Per le suddette spese l'Unità Sanitaria Locale può provvedere all'emissione di altri mandati di pagamento nel nuovo esercizio, con imputazione al conto dei residui".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 42 è approvato.
Art. 43 (Modalità per l'estinzione dei mandati di pagamento) "I mandati di pagamento si estinguono mediante versamento diretto al titolare del mandato, o ad un suo legale procuratore, che debbono rilasciare regolare quietanza.
Le Unità Sanitarie Locali possono disporre, su richiesta scritta del creditore e con espressa annotazione sui titoli di spesa, che i mandati di pagamento siano estinti dal tesoriere mediante: a) accreditamento in conto corrente postale: in questo caso la ricevuta di versamento del conto corrente costituisce titolo di scarico per il tesoriere b) accreditamento in conto corrente bancario: in questo caso l'ordine di accreditamento costituisce titolo di scarico per il tesoriere c) commutazione in assegno circolare non trasferibile all'ordine del creditore da spedire al richiedente mediante lettera raccomandata con l'avviso di ricevimento: in questo caso costituisce scarico per il tesoriere la matrice dell'assegno circolare unitamente all'avviso di ricevimento debitamente firmato dal destinatario d) commutazione in vaglia postale ordinario o telegrafico o in assegno postale localizzato, con tassa e spese a carico del richiedente: in questo caso costituisce scarico per il tesoriere il documento rilasciato dall'ufficio postale.
I mandati di pagamento individuali o collettivi, rimasti interamente o parzialmente inestinti alla data del 31 dicembre, possono essere commutati di ufficio in assegni postali localizzati con le modalità di cui alla lettera d) del comma precedente qualora si riferiscano a partite singole superiori a L.1.000, con tassa e spese a carico dell'Unità Sanitaria Locale.
Le dichiarazioni di accreditamento o di commutazione, che sostituiscono la quietanza del creditore, debbono risultare sul mandato di pagamento da annotazione recante gli estremi dell'operazione ed il timbro del tesoriere.
Le spese relative alle modalità di estinzione dei mandati di pagamento previste dal secondo comma, lettere a), b) e c), del presente articolo sono poste a carico del creditore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 43 è approvato.
Art. 44 (Pagamenti mediante funzionari delegati) "Per particolari tipi di spesa il Comitato di gestione, allorch ritenga che il pagamento a mezzo di mandati diretti a favore dei creditori sia incompatibile con le esigenze del servizio, può far ricorso, mediante provvedimento motivato, all'anticipazione di fondi a favore di un dipendente dell'Unità Sanitaria Locale, che assume pertanto la figura di funzionario delegato, perché provveda al pagamento delle spese medesime con l'obbligo della resa del conto.
I fondi occorrenti ai funzionari delegati per l'espletamento dei particolari servizi loro affidati sono messi a disposizione, nei limiti delle somme indispensabili alle effettive esigenze, mediante mandati di anticipazione, estinguibili con accreditamento in appositi conti correnti aperti presso l'istituto bancario assuntore del servizio di tesoreria.
I mandati di anticipazione sono emessi con imputazione ad apposito capitolo di spesa.
Sui fondi depositati in tali conti correnti debbono essere applicate le stesse condizioni di tasso stabilite per il conto di tesoreria.
Gli interessi maturati su detti conti debbono essere versati annualmente alla tesoreria.
Il funzionario delegato dovrà rendere il conto delle somme pagate corredato dei documenti giustificativi delle spese, alle scadenze fissate nell'atto amministrativo di delega e comunque alla scadenza di ciascun trimestre solare.
Il rendiconto distinto per ciascun capitolo dovrà essere comunque presentato quando, per qualsiasi ragione, il funzionario delegato lasci l'incarico.
Il termine per la presentazione del rendiconto è fissato in 15 giorni dalle scadenze di cui ai precedenti commi.
I competenti uffici dell'Unità Sanitaria Locale, effettuati i riscontri e le verifiche necessarie, trasmettono il rendiconto al Comitato di gestione, il quale con proprio atto, lo approva dando discarico al funzionario delegato delle somme pagate ed autorizzando il rimborso con imputazione ai competenti capitoli di bilancio.
L'anticipazione ricevuta ai sensi del secondo comma del presente articolo è restituita con imputazione ad uno specifico capitolo di entrata".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 44 è approvato.
Art. 45 (Cassa economale) "Presso le Unità Sanitarie Locali può essere istituito un servizio di cassa economale composto da una cassa centrale ed eventuali casse periferiche secondo l'articolazione dell'Unità Sanitaria Locale.
I funzionari preposti alle casse economali, a favore dei quali sono disposti mandati di anticipazione, provvedono all'ordinazione, liquidazione e pagamento delle spese di economato previste dal regolamento di cui al successivo art. 46 e sottopongono il rendiconto al Comitato di gestione per gli adempimenti di cui al penultimo e ultimo comma dell'art. 44 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 45 è approvato.
Art. 46 (Regolamento per la riscossione delle entrate, per i pagamenti da parte dei funzionari delegati e per la gestione delle casse economali) "La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare approva il regolamento tipo per la riscossione delle entrate da parte dei dipendenti dell'Unità Sanitaria Locale di cui al precedente art. 33, per i pagamenti da parte dei funzionari delegati e per la gestione delle casse economali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 46 è approvato.
Art. 47 (Accertamento dei residui attivi) "Costituiscono residui attivi le entrate accertate ai sensi della presente legge e non riscosse e versate entro il termine dell'esercizio finanziario.
Le somme di cui al comma precedente vengono conservate nel conto dei residui fino a quando i relativi crediti non sono stati riscossi e versati o non sono più esigibili per prescrizione od altra causa.
Tutte le somme iscritte tra le entrate del bilancio in termini di competenza e non accertate entro la fine dell'esercizio finanziario costituiscono minori entrate rispetto alle relative previsioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 47 è approvato.
Art. 48 (Accertamento dei residui passivi) "Costituiscono residui passivi le spese legittimamente impegnate e non pagate entro il termine dell'esercizio.
Tutte le somme iscritte tra le spese del bilancio in termini di competenza e non impegnate entro la fine dell'esercizio finanziario costituiscono economie di spesa rispetto alle relative previsioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 48 è approvato.
Art. 49 (Conservazione e perenzione dei residui passivi) "La conservazione dei residui passivi è consentita per non più di due esercizi successivi a quello in cui l'impegno è stato assunto.
Trascorso tale termine i residui sono dichiarati perenti agli effetti amministrativi e sono eliminati dal conto dei residui.
Le suddette somme sono riprodotte in appositi capitoli di spesa dei successivi bilanci allorquando sono richieste dai creditori.
Le somme iscritte negli stanziamenti di spesa in conto capitale finanziate con entrate a destinazione vincolata possono essere conservate per la durata del piano sanitario regionale successivo a quello cui si riferiscono".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 49 è approvato.
Capo III Rendiconto finanziario Art. 50 (Struttura e formazione del rendiconto finanziario) "I risultati della gestione del bilancio sono riassunti e dimostrati annualmente nel rendiconto finanziario.
Il rendiconto finanziario deve essere deliberato dall'assemblea entro il 30 aprile dell'esercizio successivo a quello cui si riferisce.
Il rendiconto finanziario espone, nell'ordine, per ciascun capitolo di entrata del bilancio: 1) l'ammontare- dei residui attivi accertati all'inizio dell'esercizio finanziario al quale il conto medesimo di riferisce 2) le previsioni finali in termini di competenza 3) le previsioni finali in termini di cassa 4) l'ammontare delle entrate riscosse e versate in conto residui 5) l'ammontare delle entrate riscosse e versate in conto competenza 6) l'ammontare complessivo delle entrate riscosse e versate nell'esercizio finanziario 7) l'ammontare delle entrate accertate nell'esercizio finanziario 8) l'eccedenza di entrate ovvero le minori entrate accertate rispetto alle previsioni in termini di competenza 9) l'eccedenza di entrate ovvero le minori entrate riscosse rispetto alle previsioni in termini di cassa 10) l'ammontare , dei residui attivi provenienti dagli esercizi finanziari precedenti, rideterminati alla fine dell'esercizio al quale il conto si riferisce, in base alle cancellazioni od ai riaccertamenti effettuati e da riportare al nuovo esercizio finanziario 11) l'ammontare dei residui attivi formatisi nel corso dell'esercizio finanziario 12) l'ammontare complessivo dei residui attivi al termine dell'esercizio finanziario.
Il rendiconto finanziario espone, nell'ordine, per ciascun capitolo di spesa del bilancio: 1) l'ammontare dei residui passivi accertati all'inizio dell'esercizio finanziario al quale il conto si riferisce 2) le previsioni in termini di competenza 3) le previsioni in termini di cassa 4) l'ammontare dei pagamenti effettuati in conto residui 5) l'ammontare dei pagamenti effettuati in conto competenza 6) l'ammontare complessivo dei pagamenti effettuati nell'esercizio finanziario 7) l'ammontare degli impegni assunti nell'esercizio finanziario 8) le economie o le eventuali eccedenze di impegni rispetto agli stanziamenti in termini di competenza 9) le economie o le eventuali eccedenze di pagamenti rispetto agli stanziamenti in termini di cassa 10) l'ammontare dei residui passivi provenienti dagli esercizi finanziari precedenti, rideterminati alla fine dell'esercizio finanziario al quale il conto si riferisce in base alle cancellazioni ed alle reiscrizioni effettuate e da riportare al nuovo esercizio finanziario 11) l'ammontare dei residui passivi formatisi nel corso dell'esercizio finanziario 12) l'ammontare complessivo dei residui passivi al termine dell'esercizio finanziario.
Nel conto finanziario il risultato della gestione del bilancio deriva aggiungendo alla giacenza di cassa il totale dei residui attivi accertati per la competenza dell'esercizio ed il totale dei residui attivi riaccertati per gli esercizi precedenti, nonché detraendovi il totale dei residui passivi accertati per la competenza dell'esercizio e il totale dei residui passivi riaccertati per gli esercizi precedenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 50 è approvato.
Art. 51 (Allegati al rendiconto finanziario) "Al rendiconto finanziario debbono essere allegati: 1) un prospetto per la riclassificazione delle spese per funzioni 2) un prospetto per la riclassificazione delle spese per programmi 3) un riepilogo dell'inventario delle immobilizzazioni e dei beni mobili 4) un prospetto riepilogativo dei contratti finanziari 5) una relazione che faccia specifico riferimento ai livelli assistenziali raggiunti, alla spesa sostenuta per le varie attività svolte ed al grado di raggiungimento degli obiettivi posti in relazione ai costi sostenuti, utilizzando adeguati indicatori di efficienza ed efficacia.
I prospetti e riepiloghi previsti dal presente articolo nonché gli indicatori di efficienza ed efficacia vengono determinati dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri.
L'art. 51 è approvato.
Art. 52 (Utilizzo dell'avanzo di amministrazione e ripresa del disavanzo) "L'avanzo di amministrazione eventualmente accertato in sede di rendiconto finanziario deve essere notificato alla Regione, anche ai fini della determinazione del finanziamento per gli esercizi successivi, ed è utilizzabile, per interventi di sviluppo, a favore dell'Unità Sanitaria Locale dove si è verificato l'avanzo di amministrazione, per i successivi esercizi.
Il disavanzo di amministrazione eventualmente accertato in sede di rendiconto finanziario deve essere applicato al bilancio dell'esercizio in corso e comunque assorbito nel biennio successivo all'esercizio nel quale si è verificato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 52 è approvato.
Capo IV Scritture e rilevazioni contabili Art. 53 (Libri e registri obbligatori) "Le Unità Sanitarie Locali devono tenere i seguenti libri e registri: 1) giornale dei mandati e delle reversali e libri mastro 2) giornale del riscuotitore interno 3) protocollo fatture fornitori 4) partitario fornitori 5) inventario dei beni immobili 6) inventario dei beni mobili 7) libro relativo ai contratti finanziari.
La Giunta regionale può, con propria deliberazione, stabilire le modalità da seguire per la tenuta e la conservazione delle predette scritture".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 53 è approvato.
Titolo V Rapporti con gli enti territoriali Art. 54 (Rapporti con gli enti territoriali) "Al fine dell'adempimento degli obblighi di cui all'art. 50, primo comma, punti 6 e 7, della legge 23 dicembre 1978, n. 833, l'Unità Sanitaria Locale trasmette, entro 10 giorni dall'avvenuta esecutività del provvedimento di approvazione del bilancio di previsione annuale, copia della deliberazione stessa e dei documenti contabili allegati, ai rispettivi Comuni o Comunità montane.
La stessa procedura viene adottata per la trasmissione delle deliberazioni che apportano modifiche al bilancio di previsione e della deliberazione di approvazione del rendiconto finanziario".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 54 è approvato.
Titolo VI Controlli di gestione Art. 55 (Tipi e finalità dei controlli) "Il controllo di gestione sull'attività delle Unità Sanitarie Locali si esplica mediante: 1) il controllo sugli atti 2) il controllo finanziario 3) il controllo economico.
Il controllo sugli atti è esercitato ai sensi e con le modalità di cui all'art. 49 della legge 23 dicembre 1978, n. 833.
Il controllo finanziario ha come fine il riscontro dell'equilibrio finanziario della gestione e del rispetto dei limiti di spesa previsti dal bilancio.
Il controllo finanziario si esercita mediante: a) verifiche periodiche di cassa b) rendiconti trimestrali di competenza e di cassa.
Il controllo economico ha come fine la valutazione dell'efficienza e dell'efficacia della spesa sanitaria ed è strumento di verifica dell'andamento gestionale con riferimento al rapporto costi-benefici.
Il controllo economico viene esercitato mediante il supporto di rilevazioni extra-contabili e statistiche".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 55 è approvato.
Art. 56 (Verifiche periodiche di cassa) "Le verifiche di cassa, da effettuarsi con ritmo almeno bimestrale sono attuate dai competenti uffici del Comune o della Comunità montana interessati al fine di accertare eventuali disavanzi, da comunicare immediatamente al Sindaco o al Presidente della Comunità montana competente per l'adozione dei provvedimenti di cui all'art. 58.
Qualora nell'ambito territoriale dell'Unità Sanitaria Locale siano compresi i territori di più Comuni o di una Comunità montana e di uno o più Comuni che non facciano parte della stessa, l'assemblea dell'Unità Sanitaria Locale stessa individua il Comune o la Comunità montana a cui affidare le verifiche periodiche di cassa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 56 è approvato.
Art. 57 (Rendiconti trimestrali di competenza e di cassa) "Le Unità Sanitarie Locali debbono fornire alla Regione rendiconti trimestrali di competenza e di cassa, entro il termine perentorio di 30 giorni dalla data di scadenza del trimestre, e devono dare conto dei debiti e dei crediti dei bilanci già accertati alla data della resa del conto anzidetto, nonché dell'avanzo o disavanzo di cassa dettagliando gli eventuali impedimenti per cui non sono stati effettuati i pagamenti per forniture entro 90 giorni dal ricevimento fattura, come stabilito dal successivo art. 76.
I rendiconti di cui al primo comma devono essere forniti anche ai Sindaci dei Comuni ed ai Presidenti delle Comunità montane competenti territorialmente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 57 è approvato.
Art. 58 (Provvedimenti per ristabilire l'equilibrio finanziario della gestione) "Ove, dalle verifiche periodiche di cassa o dai rendiconti trimestrali di cassa e di competenza, risulti che la gestione manifesta un disavanzo complessivo, e ciò anche avendo riguardo ai debiti ed ai crediti di bilancio, i Comuni, singoli o associati, e le Comunità montane sono tenuti a convocare, nel termine di 30 giorni, i rispettivi organi deliberanti al fine di adottare i provvedimenti necessari a riportare in equilibrio il conto di gestione dell'Unità Sanitaria Locale.
Nel caso in cui il disavanzo derivi da esigenze obiettive di carattere locale collegate a fattori straordinari, il Comitato di gestione deve darne immediata comunicazione, oltre che ai Comuni ed alle Comunità montane competenti territorialmente, alla Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 58 è approvato.
Art. 59 (Contabilità dei costi) "La contabilità dei costi ha come fine: 1) la sistematica raccolta dei dati gestionali imputabili alle singole unità operative, onde pervenire alle valutazioni di efficienza ed efficacia della spesa articolata per funzioni e per programmi 2) l'elaborazione di indici di produttività 3) l' elaborazione su base regionale di 'standards' di riferimento anche al fine del riparto del fondo sanitario regionale.
Le norme per la tenuta della contabilità dei costi sono disposte dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, con apposita deliberazione.
Il piano sanitario regionale individua le unità operative per le quali deve essere attivata obbligatoriamente la contabilità dei costi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 59 è approvato.
Art. 60 (Contabilità di magazzino) "Nell'ambito della contabilità dei costi, le Unità Sanitarie Locali provvedono ad attuare apposita contabilità di magazzino mediante idonee rilevazioni che debbono distintamente indicare, per categorie omogenee di beni, le quantità esistenti all'inizio dell'esercizio, i carichi e gli scarichi e la giacenza al termine di ciascun mese.
Le norme per la tenuta della contabilità di magazzino sono disposte dalla Giunta regionale, con apposita deliberazione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 60 è approvato.
Titolo VII Servizio tesoreria Art. 61 (Affidamento del servizio di tesoreria) "L'Unità Sanitaria Locale provvede all'effettuazione delle operazioni di riscossione e di pagamento, nonché alla conservazione dei fondi mediante il servizio di tesoreria.
Il servizio di tesoreria è affidato, con provvedimento dell'assemblea a seguito di appalto o trattativa privata, mediante convenzione, ad un istituto di credito di cui all'art. 8 del decreto legge 30 dicembre 1979 n. 663, convertito con modificazioni nella legge 29 febbraio 1980, n. 33 operante nell'ambito territoriale dell'Unità Sanitaria Locale, sulla base del capitolato di cui al successivo art. 62.
La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare approva il capitolato tipo per l'affidamento dei servizi di tesoreria".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 61 è approvato.
Art. 62 (Capitolato del servizio di tesoreria) "Il capitolato deve prevedere: i criteri per l'affidamento del servizio la cauzione a garanzia degli obblighi derivanti dall'assunzione dello stesso le modalità per la riscossione ed il versamento delle entrate, per il rilascio delle quietanze, per l'esecuzione dei pagamenti, per le anticipazioni di cassa le modalità per la comunicazione dei provvedimenti dell'Unità.
Sanitaria Locale e di ogni altro elemento inerente al servizio di tesoreria le modalità per le verifiche periodiche di cassa, per la rendicontazione periodica dei movimenti attivi e passivi e per la resa del conto della gestione annuale la tenuta di una contabilità analitica atta a rilevare cronologicamente i movimenti attivi e passivi di cassa e tutti gli altri registri che si rendano necessari nell'interesse di una corretta rilevazione contabile l'invio giornaliero alle Unità Sanitarie Locali di apposita distinta dalla quale risultino analiticamente le riscossioni ed i pagamenti effettuati dal tesoriere".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 62 è approvato.
Art. 63 (Verifiche periodiche di cassa) "Il capitolato deve prevedere le modalità per l'effettuazione - da parte dei componenti uffici dei Comuni e delle Comunità montane interessate delle verifiche di cassa di cui al precedente art. 56".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 63 è approvato.
Art. 64 (Responsabilità del tesoriere) "Il tesoriere dell'Unità Sanitaria Locale è responsabile dei pagamenti effettuati sulla base di titoli di spesa non conformi alle disposizioni della presente legge.
Il tesoriere dell'Unità Sanitaria Locale è inoltre responsabile della riscossione delle entrate e delle altre incombenze derivanti dall'assunzione del servizio.
La vigilanza ed il riscontro esercitati dall'ufficio di ragioneria dell'Unità Sanitaria Locale sulla gestione del servizio di tesoreria nonché le verifiche espletate ai sensi dei precedenti artt. 56 e 63, non comportano esclusione o diminuzione della responsabilità del tesoriere.
Il tesoriere deve rendere il conto della gestione di cassa, relativa all'esercizio chiuso, entro il 31 gennaio dell'anno successivo a quello cui si riferisce il conto e, comunque, entro due mesi dalla data di cessazione del servizio.
Il responsabile dell'ufficio di ragioneria dell'Unità Sanitaria Locale appone il visto di regolarità sul suddetto conto, previo riscontro della corrispondenza fra le registrazioni contabili dell'Unità Sanitaria Locale e i dati evidenziati da tale conto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 64 è approvato.
Art. 65 (Limiti all'indebitamento con gli istituti di credito) "E' vietato, ai sensi dell'art. 50, primo comma, punto 9, della legge 23 dicembre 1978, n. 833, il ricorso a qualsiasi forma di indebitamento salvo anticipazioni mensili in misura non superiore ad un dodicesimo della spesa corrente stanziata nel bilancio di previsione per l'anno in corso in termini di competenza, per fronteggiare temporanee deficienze di cassa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 65 è approvato.
Titolo VIII Contratti Art. 66 (Stipulazione dei contratti) "La deliberazione di addivenire alla stipulazione dei contratti, la determinazione delle condizioni essenziali, nonché la scelta della forma di contrattazione, sono di competenza del Comitato di gestione, salva la riserva disposta in ordine alla competenza dell'assemblea di cui all'ottavo comma dell'art. 15 della legge 23 dicembre 1978, n. 833".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 66 è approvato.
Art. 67 (Forme di contrattazione) "I contratti dell'Unità Sanitaria Locale dai quali derivi un'entrata o una spesa debbono essere stipulati previo esperimento di asta pubblica o licitazione privata.
Per i contratti attivi la forma ordinaria di contrattazione è l'asta pubblica. Può, tuttavia, essere adottata la licitazione privata nei casi di assoluta convenienza, da motivare opportunamente nella deliberazione di cui all'art. 66.
E' ammesso il ricorso all'appalto - concorso ed alla trattativa privata nei casi previsti dai successivi articoli.
I contratti devono essere espletati con l'osservanza di quanto disposto dai successivi articoli del presente titolo e, per quanto non previsto dalle norme statali che disciplinano la materia, in quanto applicabili".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 67 è approvato.
Art. 68 (Scelta del contraente) "Le gare, sia ad asta pubblica, sia a licitazione privata, sono aggiudicate in base ai seguenti criteri, da esplicitare nel bando: 1) per i contratti dai quali derivi un'entrata per l'Unità Sanitaria Locale, al prezzo più alto rispetto a quello indicato nell'avviso di asta o nella lettera di invito 2) per i contratti dai quali derivi una spesa per l'Unità Sanitaria Locale, ferme restando per gli appalti delle opere pubbliche le disposizioni di cui alla legge 2 febbraio 1973, n. 14: a) al prezzo più basso, qualora i lavori, la fornitura dei beni o dei servizi, che formano oggetto del contratto, debbano essere conformi ad appositi capitolati o disciplinari tecnici ovvero b) a favore dell' offerta economicamente più vantaggiosa, valutabile in base ad elementi diversi, variabili a seconda della natura della prestazione, quali il prezzo, il termine di esecuzione o di consegna, il costo di utilizzazione, il rendimento, la qualità, il carattere estetico e funzionale, il valore tecnico, il servizio successivo alla vendita e l'assistenza tecnica. In questo caso, i criteri che saranno applicati per l'aggiudicazione della gara devono essere menzionati nel capitolato di oneri o nel bando di gara, con precisazione dei coefficienti attribuiti a ciascun elemento.
Per i contratti di cui al punto 2), lettera a), l'Unità Sanitaria Locale ha facoltà di rigettare con provvedimento motivato, escludendole dalla gara, le offerte che risultino inferiori per oltre il 25% alla media delle offerte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 68 è approvato.
Art. 69 (Appalto - concorso) "E' ammesso il ricorso all'appalto - concorso per lavori e forniture che richiedono competenze o mezzi di esecuzione speciali.
In questo caso la scelta del progetto deve essere effettuata dal Comitato di gestione, sentito il parere di una Commissione tecnica nominata dal Comitato stesso e presieduta dal Presidente del Comitato di gestione o da un Consigliere da lui delegato. Della Commissione tecnica fa parte il responsabile del competente servizio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 69 è approvato.
Art. 70 (Trattativa privata) "Le Unità Sanitarie Locali possono procedere a trattativa privata: 1) quando le aste e le licitazioni siano andate deserte ovvero quando non abbiano condotto ai risultati minimi indicati dall'Amministrazione 2) quando si tratti dell'acquisto di beni o servizi che una sola ditta può fornire con i requisiti tecnici e il grado di perfezione richiesti o la cui produzione sia garantita da privativa industriale o per la cui natura non sia possibile promuovere il concorso di pubbliche offerte 3) quando si tratti dell'acquisto all'estero di beni la cui produzione sia garantita da privativa industriale, o che solo ditte straniere possono fornire con i requisiti tecnici ed il grado di perfezione richiesti 4) quando si debbono prendere in affitto locali destinati a servizi o ad uffici dell'Unità Sanitaria Locale 5) quando o c corre affidare studi, ricerche, sperimentazioni e consulenze a persone o ditte aventi alta competenza tecnica o scientifica 6) quando occorre effettuare lavori complementari non considerati nel contratto originario e che siano resi necessari da circostanze impreviste da motivare adeguatamente nel provvedimento, per l'esecuzione dei lavori, a condizione che siano affidati allo stesso contraente e non possano essere tecnicamente od economicamente separabili dalla prestazione principale ovvero, benché separabili, siano strettamente necessari per completamento dei lavori e che il loro ammontare non superi complessivamente il 10 dell'importo del contratto originario 7) quando si tratti di contratti di valore non superiore ai 50 milioni.
Ai fini della presente disposizione: a) le opere, le forniture e i lavori di eguale natura debbono formare oggetto di un unico contratto senza artificiali separazioni b) quando si tratta di spese continuative, l'ammontare del contratto si desume dal prodotto del costo relativo al singolo periodo per il numero dei periodi 8) quando l'urgenza degli acquisti, dei lavori e delle forniture di beni o servizi dovute a circostanze imprevedibili, da motivare adeguatamente nel provvedimento, ovvero alla necessità di far eseguire le prestazioni a spese ed a rischio degli imprenditori inadempienti, non consenta l'indugio della pubblica gara 9) quando si tratti di affidamento al medesimo contraente di forniture destinate al completamento, al rinnovo parziale o all'ampliamento di quelle esistenti, qualora il ricorso ad altri fornitori costringesse ad acquistare materiale di tecnica differente, il cui impiego o la cui manutenzione comporterebbe notevoli difficoltà o incompatibilità tecniche.
Nei casi indicati ai precedenti punti 1), 7) e 8) devono essere interpellate almeno tre ditte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 70 è approvato.
Art. 71 (Uniformità dei contratti) "La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare indica capitolati tipo riguardanti le locazioni, gli acquisti, le somministrazioni o gli appalti delle Unità Sanitarie Locali.
La Giunta regionale può indicare le liste merceologiche tipo dei beni e materiali di generale consumo occorrenti alle Unità Sanitarie Locali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 71 è approvato.
Art. 72 (Pubblicità dei contratti) "I contratti e i verbali per aste, licitazioni private, appalti e tutti gli atti delle Unità Sanitarie Locali per cui occorra pubblicità ed autenticità della forma sono ricevuti, in forma pubblica amministrativa, da un funzionario all'uopo designato dal Comitato di gestione.
Il funzionario designato provvede alla registrazione degli atti ai sensi della legge sull'imposta di registro e tiene lo speciale repertorio.
E' fatta salva la possibilità di ricorrere, anche a seguito di richiesta dell'altro contraente, alla forma notarile".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 72 è approvato.
Art. 73 (Formazione e stipulazione dei contratti) "Le norme concernenti la formazione e la stipulazione dei contratti sono fissate dal regolamento dell'Unità Sanitaria Locale.
La stipulazione dei contratti relativi a beni immobili e beni mobili registrati viene espletata dal Comune nel quale è ubicato il bene immobile o nel quale ha sede il presidio sanitario al quale il bene mobile registrato è assegnato.
Le eventuali spese per la stipulazione dei contratti e le relative tasse ed imposte che per legge sono a carico del Comune sono recuperate a carico del bilancio dell'Unità Sanitaria Locale che ha adottato la deliberazione preliminare di cui al successivo art. 83".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 73 è approvato.
Art. 74 (Forme collaborative) "Le Unità Sanitarie Locali possono stipulare intese tra di loro al fine di: a) acquistare beni o realizzare opere di comune interesse b) regolare l'utilizzazione comune di particolari uffici o servizi o di beni appartenenti ad una sola di essa od a terzi c) attivare ogni intervento comune utile per la gestione economica e funzionale dei servizi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 74 è approvato.
Art. 75 (Analisi di mercato regionali) "La Giunta regionale può provvedere a far eseguire idonee ricerche di mercato per realizzare un'efficace informazione, un esatto indirizzo economico e tecnico - merceologico ed una gestione economica ed efficiente dell'assistenza sanitaria su tutto il territorio regionale, giungendo eventualmente ed ove opportuno, ad accordi preliminari, vincolanti per le imprese fornitrici, cui le Unità Sanitarie Locali possono rivolgersi.
Le modalità di esplicazione di tali ricerche di mercato, ove portino ad accordi preliminari, e delle eventuali successive procedure d'acquisto da parte delle Unità Sanitarie Locali, sono definite da apposito regolamento approvato dal Consiglio regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri.
L'art. 75 è approvato.
Art. 76 (Modalità di pagamento) "I contratti per la fornitura di beni e servizi devono prevedere la clausola del pagamento entro 90 giorni dalla data di ricevimento della fattura o del documento equipollente.
Il termine di pagamento di cui al primo comma si applica nel caso in cui tutte le condizioni della fornitura, ivi compreso il collaudo e la verifica, siano state rispettate. In caso contrario il termine si intende sospeso sino a 30 giorni dalla completa osservanza di tutte le condizioni contrattuali.
Nel caso di vizi o di difformità dei beni oggetto della fornitura rispetto all'ordine ed al contratto, gli organi dell'Unità Sanitaria Locale dovranno tempestivamente dar luogo alla contestazione mediante invio di raccomandata con ricevuta di ritorno.
I contratti non possono prevedere pagamenti anticipati né interessi per le somme che i contraenti debbono anticipare per l'esecuzione dei contratti, essendo solo ammessi pagamenti in acconto in ragione delle parti di opere realizzate o dei beni forniti o delle prestazioni effettuate.
Tale divieto non si applica ai contratti di prestazione d'opera intellettuale per i fondi spese, ove la disciplina professionale ne preveda l'anticipo.
Tale divieto non si applica altresì ai contratti per la fornitura di beni strumentali da parte di ditte di notoria solidità che non usino assumere incarico di lavoro o di fornitura senza anticipazione di parte del prezzo, nonché per l'acquisto di beni strumentali finanziati con specifici contributi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 76 è approvato.
Titolo IX.
Utilizzo e gestione del patrimonio Art. 77 (Classificazione dei beni) "Agli effetti della presente legge i beni destinate alle Unità Sanitarie Locali sono classificati in: a) beni destinati all'erogazione dei servizi b) altri beni.
La gestione dei beni di cui alla lettera a) è affidata all'Unità Sanitaria Locale che li ha in uso".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 77 è approvato.
Art. 78 (Assunzione in uso dei beni immobili) "I beni immobili di cui alla lettera a) del precedente art. 77 fanno parte del patrimonio del Comune in cui sono collocati e, oltre ad essere assunti in carico nell'inventario del Comune medesimo con annotazione del vincolo d'uso, sono iscritti nell'inventario dei beni immobili dell'Unità Sanitaria Locale che ne ha l'uso.
L'inventario dell'Unità Sanitaria Locale deve contenere le seguenti indicazioni: 1) il numero progressivo di registrazione 2) la data di assunzione in uso 3) la denominazione, la descrizione, l'ubicazione e i dati catastali di ogni singolo bene 4) la destinazione funzionale nell'ambito dell'Unità Sanitaria Locale 5) gli estremi dei provvedimenti di assegnazione 6) il numero e carico inventariale del Comune proprietario".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 78 è approvato.
Art. 79 (Assunzione in uso dei beni mobili) "I beni mobili di cui alla lettera a) del precedente art. 77 fanno parte del patrimonio del Comune in cui sono collocati e, oltre ad essere assunti in carico nell'inventario del Comune medesimo con annotazione del vincolo d'uso, sono iscritti nell'inventario dei beni mobili dell'Unità Sanitaria Locale che ne ha l'uso.
I beni mobili debbono essere suddivisi in: a) macchine di ufficio e mobilio b) automezzi c) attrezzatura tecnico-sanitaria compresa quella diagnostica d) attrezzature ed impianti tecnici ed economali.
L'inventario deve contenere le seguenti indicazioni: 1) il numero progressivo di registrazione 2) la data di assunzione in uso 3) la denominazione e la descrizione di ogni singolo bene 4) la quantità e il numero per ciascuna specie 5) l'indicazione del presidio, ufficio e locale ove sono collocati 6) gli estremi del provvedimento di assegnazione 7) il numero di carico inventariale del Comune proprietario".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 79 è approvato.
Art. 80 (Manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni immobili e mobili) "La manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni di cui al precedente art. 77, lettera a), spetta all'Unità Sanitaria Locale che li utilizza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri.
L'art. 80 è approvato.
Art. 81 (Gestione dei beni di consumo) "Formano oggetto della gestione dei beni di consumo: 1) il materiale sanitario, lo strumentario ed i prodotti farmaceutici 2) il materiale tecnico 3) il materiale economale.
Per la registrazione dei movimenti di tali beni si rinvia a quanto disposto dall'art. 60 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 81 è approvato.
Art. 82 (Consegnatari dei beni) "I beni immobili e mobili destinati al servizio sanitario ed ubicati nelle Unità Sanitarie Locali, nonché eventuali altri beni a disposizione dell'Unità Sanitaria Locale, sono affidati dal Comitato di gestione a consegnatari responsabili.
Il regolamento dell'Unità Sanitaria Locale disciplina l'individuazione le attribuzioni e la responsabilità dei consegnatari nonché le modalità di consegna e di registrazione contabile.
Gli oggetti di valore, titoli di credito e simili, debbono essere dati in consegna al tesoriere".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 82 è approvato.
Art. 83 (Acquisizione, destinazione e svincolo funzionale dei beni immobili) "Spetta all'assemblea dell'Unità Sanitaria Locale esprimere parere vincolante in ordine all'acquisizione, alla destinazione ed allo svincolo funzionale dei beni immobili di cui al precedente art. 77, nonché ad opere di ristrutturazione, ampliamento, completamento e manutenzione straordinaria relative a tali beni, previo parere della Giunta regionale per verificare la congruità del provvedimento con le indicazioni del piano sanitario regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 83 è approvato.
Art. 84 (Acquisto ed alienazione dei beni mobili) "Il Comitato di gestione dell'Unità Sanitaria Locale provvede per l'acquistò e l'alienazione dei beni mobili.
I contratti relativi sono stipulati dal Presidente del Comitato di gestione dell'Unità Sanitaria Locale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 84 è approvato.
Titolo X.
Responsabilità Art. 85 (Responsabilità degli amministratori e dei responsabili dell'ufficio di direzione) "Gli amministratori dell'Unità Sanitaria Locale ed i responsabili dell'ufficio di direzione dell'Unità Sanitaria Locale rispondono in proprio ed in solido quando: a) contraggono impegni di spesa, ovvero ordinano spese non autorizzate in bilancio o non deliberate nei modi e nelle forme di legge, oppure danno esecuzione a provvedimenti non deliberati ed approvati nei modi predetti o non ancora divenuti esecutivi b) non abbiano ottenuto la ratifica o l'approvazione nei modi di legge di deliberazioni adottate ed eseguite e da essi dichiarate di urgenza od immediatamente esecutive c) abbiano disposto od autorizzato spese in eccedenza alla quota di dotazione dell'Unità Sanitaria Locale, salvo che esse non siano determinate da obiettive esigenze di carattere locale da collegare a fattori straordinari di morbosità accertati dagli organi sanitari della Regione e finanziabili con la riserva di cui al quarto comma dell'art. 51 della legge 23 dicembre 1978, n. 833".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 85 è approvato.
Art. 86 (Responsabilità dei dipendenti) "I dipendenti dell'Unità Sanitaria Locale sono personalmente e solidalmente responsabili quando diano corso a spese impegnate con deliberazioni o atti che non siano divenuti esecutivi ovvero non risultino immediatamente eseguibili.
I dipendenti dell'Unità Sanitaria Locale rispondono personalmente degli atti da essi compiuti nell'esercizio delle funzioni inerenti al loro ufficio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 86 è approvato.
Art. 87 (Esenzione da responsabilità) "Sono esenti da responsabilità gli amministratori che, per legittimi motivi, non abbiano preso parte alle deliberazioni o abbiano fatto constatare in tempo nel verbale della seduta il loro motivato dissenso o il richiamo a proposte fatte per evitare l'atto da cui è derivato il danno.
Le disposizioni di cui sopra sono estese anche nei confronti dei responsabili dell'ufficio di direzione dell'Unità Sanitaria Locale in quanto applicabili.
I dipendenti dell'Unità Sanitaria Locale sono esenti dalle responsabilità previste nei precedenti articoli quando abbiano agito per un ordine scritto alla cui esecuzione erano tenuti, fermo restando la responsabilità di colui che tale ordine abbia impartito".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 87 è approvato.
Art. 88 (Responsabilità dei funzionari delegati) "Il funzionario delegato è responsabile dei pagamenti, delle registrazioni e delle rendicontazioni concernenti l'utilizzo dei fondi anticipatigli ai sensi dell'art. 44 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 88 è approvato.
Art. 89 (Responsabilità per maneggio di denaro) "Chiunque si ingerisca, senza legale autorizzazione, nel maneggio di denaro dell'Unità Sanitaria Locale ne risponde a norma delle disposizioni contenute nella presente legge, senza pregiudizio delle sanzioni penali previste verso coloro che usurpano pubbliche funzioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 89 è approvato.
Art. 90 (Responsabilità per danni) "Gli amministratori ed i dipendenti dell'Unità Sanitaria Locale sono responsabili dei danni derivanti all'Unità Sanitaria Locale da violazioni di obblighi di funzioni o di servizio secondo le norme vigenti per le amministrazioni dello Stato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 90 è approvato.
Art. 91 (Obbligo di denuncia) "Gli amministratori ed i responsabili dei servizi dell'Unità Sanitaria Locale che vengano a conoscenza, direttamente o a seguito di rapporto cui siano tenuti i titolari degli uffici ad essi sottoposti, di fatti che diano luogo a responsabilità ai sensi della presente legge debbono farne denuncia al procuratore generale della Corte dei Conti indicando tutti gli elementi raccolti per l'accertamento delle responsabilità e per la determinazione dei danni.
Se il fatto dannoso è imputabile ad un amministratore, la denuncia è fatta a cura dell'assemblea dell'Unità Sanitaria Locale; se esso è imputabile al responsabile di un servizio o ufficio, l'obbligo di denuncia compete al Comitato di gestione dell'Unità Sanitaria Locale".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 91 è approvato.
Titolo XI.
Norme per la gestione dei servizi sociali Art. 92 (Gestione dei servizi sociali) "Fino all'intervenuta adozione di apposita normativa regionale e comunque fin o all'attuazione della riforma dell'assistenza, le norme della presente legge, ove compatibili, si applicano alla gestione dei servizi sociali esercitata dalle Unità Sanitarie Locali ai sensi del Titolo V della legge regionale 21 gennaio 1980, n. 3.
Per la classificazione delle entrate e delle spese del bilancio per la gestione dei servizi sociali, nonché per la riclassificazione delle spese per funzioni e per programmi, le Unità Sanitarie Locali debbono attenersi allo schema di bilancio ed alle procedure determinati dalla Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare.
Il coordinamento e l'integrazione dei servizi sanitari con i servizi sociali esistenti nel territorio dell'Unità Sanitaria Locale per quanto attiene gli aspetti economico - finanziari e contabili, viene assicurato dalle norme di cui al successivo art. 94.
La gestione dei servizi sociali si avvale di un conto separato di tesoreria da tenere presso il medesimo istituto di credito titolare del servizio di tesoreria per la gestione dei servizi sanitari".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 92 è approvato.
Art. 93 (Previsione delle entrate dei bilanci di previsione) "Nei bilanci di previsione per la gestione dei servizi sociali le entrate sono previste, per ciascuna delle categorie, con le seguenti modalità: 1) la quota dei contributi regionali, distintamente per il finanziamento delle spese correnti e per quello delle spese in conto capitale, è iscritta sulla base delle indicazioni del piano sanitario regionale 2) la quota degli enti consorziati è iscritta sulla base dell'ultimo accertamento, tenendo conto delle percentuali di incremento previste per le spese a carico della finanza locale 3) le eventuali altre entrate sono iscritte sulla base dell'andamento degli anni precedenti e delle previsioni per gli anni futuri.
In carenza di indicazione del piano sanitario, il riparto del contributo regionale di cui al punto 1) del primo comma è determinato con deliberazione del Consiglio regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 93 è approvato.
Art. 94 (Consolidamento dei dati economico-finanziari) "L' assemblea, con testualmente all'approvazione del bilancio di previsione annuale per la gestione dei servizi sanitari, approva quello relativo alla gestione dei servizi sociali ed un bilancio riepilogativo in cui, oltre alle funzioni gestite direttamente dalle Unità Sanitarie Locali siano previste, con apposite poste figurative, le funzioni gestite direttamente dai Comuni.
La procedura di cui al primo comma viene altresì adottata per l'approvazione del rendiconto finanziario nonché per gli allegati contabili (bilancio pluriennale, riclassificazione dei bilanci e del rendiconto per funzioni e per programmi).
La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare, con propria deliberazione, dispone: 1) le norme procedurali per operare il consolidamento delle poste relative ai servizi sanitari e sociali 2) lo schema del bilancio e del rendiconto consolidato 3) le procedure da adottare per la determinazione delle poste figurative relative ai servizi sociali gestiti direttamente dai Comuni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 94 è approvato.
Titolo XII.
Norme finali e transitorie Art. 95 (Indirizzo sull'attività economico-finanziaria delle Unità Sanitarie Locali) "Al fine di promuovere il perseguimento della corrispondenza tra costi dei servizi e relativi benefici alle indicazioni del piano sanitario, la Giunta regionale può istituire una struttura organizzativa con compiti di consulenza e di analisi sulla gestione economico - finanziaria delle Unità Sanitarie Locali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 95 è approvato.
Art. 96 (Adempimenti conseguenti alla rilevazione di irregolarità amministrative) "Qualora il Presidente della Giunta regionale accerti, dopo aver disposto un'inchiesta, gravi irregolarità nella gestione finanziaria e contabile di una Unità Sanitaria Locale, procede ai sensi della legislazione vigente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 96 è approvato.
Art. 97 (Norme transitorie per la predisposizione dei documenti contabili) "Per la durata del primo piano sanitario regionale la riclassificazione del bilancio pluriennale, del bilancio annuale e del rendiconto finanziario per funzioni e programmi può essere operata congiuntamente con le seguenti modalità: 1) le spese connesse al mantenimento dei livelli di servizio esistenti vengono riclassificate per funzioni 2) le spese connesse ai nuovi interventi vengono classificate in base ai programmi e progetti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 97 è approvato.
Art. 98 (Norme transitorie per l'adozione del bilancio pluriennale) "In assenza di piano sanitario regionale, ed in prima applicazione della presente legge, le Unità Sanitarie Locali sono esentate dall'adozione del bilancio pluriennale.
All'atto dell'approvazione del piano sanitario regionale il bilancio pluriennale viene adottato a far tempo dall'esercizio successivo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 98 è approvato.
Art. 99 (Norme transitorie per il riparto del fondo sanitario regionale) "Nelle more dell'approvazione del piano sanitario regionale, il riparto del fondo sanitario regionale, distintamente per il finanziamento delle spese correnti e per quello delle spese in conto capitale, è determinato con deliberazione del Consiglio regionale, tenendo conto della spesa storica nonché dell'esigenza di procedere ad una prima perequazione territoriale della spesa connessa ai servizi sanitari di base.
La determinazione del riparto del fondo sanitario regionale di cui al primo comma deve intendersi comunque provvisoria in attesa della definitiva determinazione con le procedure previste dal piano sanitario regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 99 è approvato.
Art. 100 (Norme transitorie per le materie disciplinate da regolamenti tipo adottati dalla Regione) "Nei casi in cui la presente legge prevede l'adozione di provvedimenti sulla base di regolamenti tipo da assumere dalla Regione, gli stessi devono essere assunti entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge inoltre l'Unità Sanitaria Locale è tenuta all'adozione dei regolamenti stessi entro sei mesi dalla pubblicazione del provvedimento regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 100 è approvato.
Art. 101 (Norme transitorie per la gestione stralcio relativa alle funzioni sanitarie esercitate anteriormente al loro trasferimento alle Unità Sanitarie Locali) "Alle Unità Sanitarie Locali non possono essere imputate situazioni attive o passive conseguenti alle gestioni delle funzioni sanitarie anteriormente al loro trasferimento.
Per tali gestioni, ove non assunte dallo speciale ufficio liquidazioni presso il Ministero del Tesoro ai sensi dell'art. 77 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, le Unità Sanitarie Locali possono provvedere mediante apposite contabilità stralcio.
Le disponibilità finanziarie di enti eroga tori di assistenza sanitaria, derivanti da gli avanzi delle gestioni anteriori al trasferimento delle funzioni alle Unità Sanitarie Locali, devono essere fatte affluire in un apposito conto corrente aperto presso la tesoreria regionale per essere destinate, nell'ambito regionale, alla copertura dei disavanzi accertati presso altri enti erogatori di assistenza sanitaria, al termine della gestione delle funzioni.
Qualora al 31 dicembre 1982 le predette gestioni stralcio dovessero rilevare un disavanzo netto, la procedura per la copertura del medesimo sarà definita con apposito provvedimento legislativo.
L'eventuale avanzo netto verrà utilizzato ai sensi dell'art. 52 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 101 è approvato.
Art. 102 (Rinvio alle norme di contabilità generale) "Per quant'altro attinente la materia della contabilità delle Unità Sanitarie Locali non espressamente disciplinato dalla presente legge, si applicano - ove compatibili - le norme di contabilità generale dello Stato".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'art. 102 è approvato.
Si passi ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 24: "Norme straordinarie per la soppressione degli enti ospedalieri ed il trasferimento delle relative gestioni alle Unità Sanitarie Locali"


PRESIDENTE

Il punto nono all'ordine del giorno prevede: Esame progetto di legge n.
24: "Norme straordinarie per la soppressione degli enti ospedalieri ed il trasferimento delle relative gestioni alle Unità Sanitarie Locali".
Si proceda alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "Limitatamente all'anno 1980 il bilancio preventivo degli enti ospedalieri con stabilimenti ubicati in diverse Unità Sanitarie Locali è assunto e gestito dall'Unità Sanitaria Locale nel cui territorio ha sede lo stabilimento principale dell'ente ospedaliero interessato.
Le deliberazioni che comportano impegni di spesa non obbligatori relativi a stabilimenti ubicati in altra Unità Sanitaria Locale vengono assunte sentita l'Unità Sanitaria Locale nel cui territorio è ubicato lo stabilimento".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "La gestione del patrimonio degli enti ospedalieri non destinati ai servizi sanitari è affidata fino al 31 dicembre 1980 all'Unità Sanitaria Locale che ha assunto il bilancio dell'ente ospedaliero.
Il risultato netto positivo della gestione del suddetto patrimonio sarà, a cura dell'Unità Sanitaria Locale, versato all'entrata del bilancio dello Stato, ai sensi dell'art. 69 della legge 23 dicembre 1978, n. 833.
Il risultato netto negativo della gestione del suddetto patrimonio sarà, a carico dell'Unità Sanitaria Locale, trasferito a ciascun Comune competente sulla base del valore di ciascun bene, così come risulta dall'ultimo inventario dell'ente ospedaliero proprietario, per il ripianamento negli esercizi successivi.
Gli atti di straordinaria amministrazione, relativi al suddetto patrimonio, vengono assunti previo parere vincolante del Comune destinatario del bene".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Qualora ad avvenuta soppressione dell'ente ospedaliero risulti omesso un provvedimento indispensabile per l'attuazione del trasferimento delle funzioni alla competente Unità Sanitaria Locale e per il trasferimento dei beni al Comune competente, il provvedimento verrà assunto dalla Giunta regionale con proprio atto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "In deroga all'art. 21 della legge regionale 12 agosto 1976, n. 42 qualora un'Unità Sanitaria Locale ometta o ritardi un atto indispensabile per l'assunzione delle funzioni proprie degli enti ospedalieri o un Comune ometta o ritardi un atto indispensabile per l'assunzione dei beni degli enti ospedalieri alla data stabilita dalla Giunta regionale, il Presidente della Giunta regionale nomina un Commissario per l'espletamento dell'atto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Università

Ordine del giorno sul diritto allo studio nell'ambito universitario e dibattito sul comportamento del pubblico durante la seduta odierna antimeridiana


PRESIDENTE

Leggo ora un ordine del giorno presentato da tutti i Gruppi consiliari sulle modificazioni alla legge regionale sul diritto allo studio: "Il Consiglio regionale del Piemonte in occasione dell'approvazione delle modificazioni alla legge regionale 'Diritto allo studio nell'ambito universitario', conseguenti al rinvio della legge stessa da parte del Governo valutata la necessità di aprire maggiori spazi di rappresentanza e decisione al mondo universitario e in particolari agli studenti valorizzando le autonomie dell'Università e degli Enti locali sollecita il Parlamento ad approvare con urgenza la legge-quadro in materia che dia certezza normativa e quindi di comportamento alle Regioni impegna la Giunta regionale a promuovere gli adempimenti conseguenti all'approvazione della legge, garantendo il concorso del Consiglio regionale ed il coinvolgimento delle forze sociali interessate, e in particolare della componente studentesca impegna altresì il Comune di Torino, d'intesa con la Giunta regionale, a ricercare con tutte le componenti universitarie spazi per una loro reale partecipazione e decisione".
Chiede la parola il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Ho letto poca fa un comunicato stampa degli studenti che erano alle nostre spalle nel quale viene riportata una frase che mi viene attribuita che non ho detto agli studenti e che era indirizzata invece ad un Consigliere della D.C. La frase è: "Con questo comportamento ci sarà un prezzo da pagare".
Signor Presidente, credo che questo sia il primo caso nella storia del nostro parlamento regionale, in cui, con la violenza, si impediscono i lavori dell'assemblea. Siccome il partito al quale appartengo, da sempre condanna ogni atto violento, tanto più una forma di violenza diretta a interrompere i lavori dell'assemblea, ritengo di dover dire che questo comporta un prezzo da pagare da parte della democrazia nel suo insieme.
Nel corso del convegno per la riforma universitaria al Teatro Nuovo, un gruppo di studenti entrò nel teatro, si mise a fare un girotondo all'indiana dileggiando i professori e l'intero senato accademico, buttando uova ed altro sul palco. Si interruppe il convegno, ci fu il dispregio degli organi dell'Università, del senato universitario e in fondo si pag un prezzo perché la riforma universitaria deve ancora venire e ogni giorno i Ministri della Pubblica Istruzione hanno tutto il loro da fare per affrontare i guai conseguenti alle cose che non sono state fatte.
Ho rimproverato a voi l'atteggiamento passivo rispetto a questo fatto.
Ho detto che il prezzo da pagare sarà questo. Vorrò vedere, qualora si ripetessero questi fatti ad opera di altre forze, quale atteggiamento si potrà tenere se oggi non vi è condanna dell'azione che stamane è stata condotta in aula.
Ricordo le parole di estrema condanna dell'allora Presidente Oberto che pure non era stato interrotto nei lavori dell'assemblea, quando venne interrotto da un gruppo di persone in tribuna.
I vostri sorrisi rendono più grave il fatto perché invece di condannare l'atteggiamento tenuto stamane dimostrano di volerlo approvare.
Chiedo alle forze democratiche presenti in quest'aula se non possono ritenere che ogni spregio alla democrazia, alle libere istituzioni, ai parlamenti liberamente eletti non costituisca un prezzo che alla fine si pagherà. Se le forze democratiche, che ritengono di essere veramente tali non pronunciano parole di condanna in quella direzione, vuol dire che sono complici e conniventi dell'atteggiamento tenuto qui stamane.



PRESIDENTE

Apriamo la discussione.
Chiede di intervenire il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Pensavo, sinceramente, che questa seduta potesse chiudersi in un altro modo. Comunque, siamo qui, il nostro compito è quello di essere presenti e credo che l'intervento del Consigliere Viglione richieda delle puntualizzazioni. Queste puntualizzazioni io sono qui per farle con fermezza e con responsabilità. Non è l'unica volta in oltre dieci anni di vita del nostro Consiglio regionale, che ci siamo trovati in situazioni difficili in aula. Certo, vi è un punto preliminare che dobbiamo ribadire: lo avrei fatto se oggi avessimo discusso ciò che avevamo sospeso di discutere nella tarda seduta della mattinata, lo avrei ribadito se avessimo dovuto parlare anche ad un pubblico che era alle nostre spalle. Che il pubblico può assistere, non può assentire, né rumoreggiare: è una regola di tutte le assemblee legislative e non legislative, proprio perché i Consiglieri, i Deputati o coloro che fanno parte di queste assemblee, siano liberi nella loro discussione e nel loro voto. Ma, detto questo, non è esatto che si dica che quella è stata la situazione più difficile e più stravolgente o la prima in cui ci siamo trovati. Nei dieci anni che sono decorsi ci siamo trovati parecchie volte in situazioni difficili e, proprio oggi, i colleghi del mio Gruppo mi avevano passato un verbale del 1973 quando il Capogruppo del Partito Comunista era intervenuto, in polemica con il Presidente, proprio perché avevamo addirittura l'aula consiliare stracolma di persone che non avendo trovato posto nelle tribune del pubblico erano arrivate appunto nell'aula consiliare.
Leggo: Presidente: "La seduta è sospesa; i Capigruppo sono convocati da me. I non appartenenti al Consiglio sono pregati di sfollare l'aula".
Berti: "Voi state qui, invece".
Presidente: "Consigliere Berti, non alzi la voce, non glielo consento".
Noi stamattina non siamo stati impediti di svolgere la nostra attività.
Non voglio che le mie parole possano lontanamente apparire come un appunto che non mi permetterei mai di fare al Presidente del Consiglio, per il rispetto che gli porto; forse il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto in una precedente riunione, richiamare quei giovani che erano lì, al fondo che non dovevano interrompere, ma io do atto al Presidente di avere stamattina, con tanta saggezza e buon senso, cercato più volte di portare avanti la discussione, di chiudere l'argomento.
Io credo che tutti dobbiamo meditare, la mia parte, io stesso, i miei colleghi, ma anche i colleghi di altri Gruppi, se stamattina non sono state anche posizioni di Consiglieri regionali, che non hanno capito il momento che hanno finito di favorire il degenerare della situazione. Io non faccio prediche a nessuno, ma se vogliamo essere sereni in un giudizio questo lo dobbiamo dire. Non possiamo fare certamente addebiti ad una parte di pubblico, che non ha impedito nessuno, né possiamo dire che ci sono state stamattina o in altre occasioni, persone conniventi. Non siamo conniventi con nessuno; siamo sempre pronti a far rispettare le regole del gioco democratico.
Credo che stamattina a parecchie persone siano saltati i nervi ed anch'io ho raccolto l'affermazione del Consigliere Viglione, fosse rivolta ai giovani o ad un Consigliere democristiano, come una provocazione (se oggi avessi parlato lo avrei chiaramente detto).
Dico con estrema amicizia al Consigliere Viglione che non sono atteggiamenti come quelli di stamattina che possono aver generato le brigate rosse; non sono certamente dei giovani cattolici che si ispirano al Vangelo che attentano alla libertà delle persone e alla democrazia.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Credo che il collega Viglione abbia avuto pieno diritto di sollevare questa questione nel momento in cui, utilizzando un comportamento non ammissibile in un'assemblea elettiva, un volantino si assume la responsabilità di indicare nel Capogruppo socialista quello che avrebbe urlato alcune frasi.
Il punto che voleva sottolineare il Consigliere Viglione, quando ha chiesto la prima sospensione, è che non ci può essere in nessun modo questo "chi" ha urlato. I Consiglieri, come rappresentanti di questa istituzione hanno il diritto di parlare senza nessuna pressione indebita da parte di chicchessia.
Esprimo la piena e totale solidarietà al Consigliere Viglione. Non si può additare il Capogruppo socialista per una frase che ha pronunciato a seguito di un'interruzione indebita, anzi, dobbiamo esprimergli piena solidarietà.
Sul fatto, mi sia permesso di ricordare che siamo stati costantemente preoccupati che questa istituzione definisse gradualmente oltre che la sua identità anche la correttezza di regole e di comportamenti in tutti. E' una preoccupazione che è ritornata in questi giorni più volte a proposito di altri fatti. Ritengo di dover sottolineare che la prima regola delle assemblee istituzionali è la possibilità di svolgere, con il pubblico che assiste solamente, i lavori, di discutere anche le polemiche più dure.
Sarà necessario che tutti pongano attenzione a questo. Il pubblico in quest'aula è troppo vicino. Credo che questo non sia legittimo n ammissibile. Ma, dato che l'aula è fatta in questo modo, dobbiamo stare molto attenti....



BORANDO Carlo

Sono ragazzate.



BONTEMPI Rinaldo

Se sottovalutiamo tutto, determiniamo con questo dei precedenti.
Dobbiamo stare attenti anche noi e, anziché parlare diretti al pubblico, dovremo rivolgerci ai Consiglieri, alla Giunta, proprio per evitare di stabilire quel tipo di colloquio che, qui, non è proprio. E' proprio nelle assemblee esterne, nei comizi, nei dibattiti, nelle tavole rotonde, ma non nel momento in cui l'assemblea elettiva si esprime nella sua pienezza.
Se ricordate quando l'altro giorno venne applaudito l'Assessore Ferrero, espressi subito il mio dissenso e richiamai l'attenzione della Presidenza del Consiglio perché quel fatto poteva collegarsi ad altri fatti ed innescare un'anomalia che porta certe conseguenze.
Essere intransigenti su questo vuol dire avere attenzione ad altri aspetti. Abbiamo chiesto alla Presidenza del Consiglio di fare accurata e rapida opera perché nel corridoio non si stazioni, perché in aula vengano rispettati i posti e le collocazioni di ognuno. C'è gente che circola, che lavora a ridosso dei banchi, che si confonde, che passa di qua e di là.
Questo non è corretto.
A tutti noi, ma soprattutto ad un Consigliere che da sempre ha cercato di essere corretto interprete della logica istituzionale che è nata con lo Statuto e che deve continuare, pena la vita della democrazia, al Consigliere Viglione, va la solidarietà e va riconosciuto che questa mattina, prima che succedesse il fatto, aveva chiesto la sospensione della seduta. Il Presidente del Consiglio ha cercato, con molta saggezza, di attutire le cose. Quando però il fatto riveste questo carattere è bene essere intransigenti, al limite sacrificando un po' di giusta saggezza sapendo che c'è sempre qualcuno che su queste cose non ragiona. Allora, si sospenda la seduta, unico modo per evitare che succedano fatti del genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Io devo esprimere, in rapporto al volantino, ma anche in rapporto ai fatti di questa mattina, la mia solidarietà al Capogruppo socialista Viglione. E' un fatto grave che sia uscito un volantino di questo genere.
Credo che l'atteggiamento del Capogruppo socialista di questa mattina fosse tendente a mantenere l'agibilità democratica di questa assemblea, cosa questa, di estrema importanza, battaglia che dobbiamo combattere tutti. In rapporto ai fatti di questa mattina dobbiamo sforzarci tutti quanti di mantenere i nervi saldi e non far succedere più fatti del genere: abbiamo una responsabilità non indifferente in questo senso. Credo sia profondamente sbagliata una cosa che ha detto il Capogruppo della D.C.
Paganelli, quando affermava, rispetto al terrorismo, che non sono certamente dei giovani cattolici che danno origine ad esso: mi auguro che non ci sia più nessun terrorista, però ritengo sbagliato etichettare ed individuare attraverso estrazioni ideologiche o religiose colore che non fanno parte del terrorismo, perché in questo modo si etichettano altre estrazioni ideologiche o religiose come fonte di terrorismo. Il terrorismo proviene da una degradazione sociale e non da etichettature ideologiche o religiose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe

Desidero dire che anche noi condividiamo la presa di posizione del Consigliere Viglione e diamo alla sua persona il nostro atto di solidarietà. Anche il nostro Capogruppo questa mattina è stato oggetto di particolare attenzione, sia in aula, sia nel manifestino. Il dire che non è successo niente mi sembra strano, soprattutto per gente che per la prima volta, come me, ha l'onore di sedere in questo Consiglio, perché significa non aver colto nel vero significato ciò che è accaduto. Ho visto colleghi presi da una certa atmosfera necessariamente creata dall'esterno avventarsi quasi gli uni contro gli altri e scambiarsi parole dure. Se tutto questo significa niente per un'assemblea come la nostra, se la scenografia esterna non ha contribuito notevolmente a creare questa situazione e la sospensione dei lavori del Consiglio, ritengo che ci sia un concetto molto diverso nell'interpretazione delle cose di fondo. Anche noi siamo di questo avviso: diventa difficile difendere la libertà e la democrazia nelle istituzioni quando soprattutto si è da una certa parte.
Ritengo che creare situazioni e principi interpretativi di tipo diverso porti necessariamente domani a dover pagare un grosso prezzo.



PRESIDENTE

Nell'esprimere la mia solidarietà al collega Viglione, ritengo di dover dire che da questa mattina abbiamo qualcosa da imparare. Nelle situazioni a volte un po' incandescenti, diversi sono i modi di analizzare gli atteggiamenti. Capisco che si potrebbe in questi casi sospendere i lavori e far sgombrare l'aula, non so, però, con quali mezzi; sono però contrario ad ogni violenza verso gli altri, anche nei casi in cui sarebbe necessaria.
Da ogni parte si chiede di poter lavorare serenamente. La base per poter lavorare serenamente siamo noi, è il nostro modo di esprimerci. Non voglio fare riferimento a nessun collega. Tutti a volte manchiamo, ma prima di dire che siamo disturbati, dobbiamo fare un'autocritica e, solo se il nostro comportamento sarà stato degno di un Consigliere, anche il compito di chi presiede sarà più facile.
I Capigruppo hanno stabilito di intervenire in qualche modo per impedire il via vai continuo, i disturbi vari che vengono dal corridoio.
Quest'aula non deve neanche essere ritenuta una caserma dove una parola è sufficiente per far sospendere la seduta. Questo non è capitato in dieci anni di vita consiliare. Oggi pomeriggio la seduta è ripresa correttamente con spirito di amicizia. Di questo tengo più conto che di certe frasi forzate.
Detto questo, metto in votazione l'ordine del giorno che vi ho letto.
Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità del 50 Consiglieri presenti in aula.
Il prossimo Consiglio verrà convocato a domicilio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21)



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