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Dettaglio seduta n.205 del 20/09/83 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto primo all'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, il processo verbale dell'adunanza consiliare antimeridiana del 27 luglio 1983 si intende approvato.


Argomento: Organizzazione turistica

Interrogazione del Consigliere Carazzoni inerente il turismo sui laghi novaresi


PRESIDENTE

In merito al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", discutiamo per prima l'interrogazione presentata dal Consigliere Carazzoni inerente il turismo sui laghi novaresi.
Risponde l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

Con interrogazione n. 583/846 del 16 gennaio 1983 il Consigliere Carazzoni chiedeva di sapere se rispondesse al vero che la Regione aveva deliberato "la soppressione di un contributo di 100 milioni" a favore dell'iniziativa "l'altra faccia dei laghi novaresi" varato soltanto due anni fa in collaborazione con l'E.P.T., di Novara e con le Aziende Autonome di soggiorno interessate; se un siffatto provvedimento non sia da intendersi come paralizzante del tentativo di promuovere il turismo sociale ed il prolungamento dell'attività turistica sui laghi novaresi; se è stato considerato il danno economico che dal medesimo provvedimento deriverebbe per gli esercizi alberghieri già aderenti alla proposta.
Rispondo al riguardo che la Giunta regionale non solo non ha mai deliberato un contributo per la ripetizione dell'iniziativa in questione nella stagione 1982/1983, ma neppure ha dato alcun affidamento in merito.
Anzi, con lettera in data 28 ottobre 1982, veniva comunicato all'Ente Provinciale per il Turismo di Novara che in relazione alla ristrettezza delle disponibilità del bilancio non sarebbe stato possibile disporre per l'anno 1982 alcun intervento finanziario e che la stessa impossibilità era da prevedere anche per l'anno 1983.
Contestualmente si informava l'E.P.T., che la Regione, in coerenza con le proprie linee programmatiche, intendeva intervenire per consolidare e sviluppare l'economia turistica del Piemonte in generale e dei laghi novaresi in particolare, affiancando l'azione pubblicitaria, finora condotta sotto il marchio di "Orizzonte Piemonte" con una vera e propria azione di marketing analoga a quella di recente realizzata con il prodotto "neve".
Difatti, l'Assessorato al turismo è impegnato ad operare affinché si realizzino le condizioni ottimali di formulazione dell'offerta turistica e del suo collocamento sul mercato, mediante un coordinamento delle iniziative degli operatori privati con l'azione pubblica; ad intervenire nelle varie zone turistiche affinché l'insieme dei servizi che costituiscono il "prodotto turistico" sia organizzato in modo tale da poter essere trattato secondo le moderne tecniche di commercializzazione e soprattutto rispondere alle necessità dell'utenza.
Tali scelte, che hanno formato oggetto, fra l'altro, del dibattito consiliare sul tema "Realtà e prospettive del turismo in Piemonte" non sono certamente "avventate e contraddittorie" come asserisce l'interrogante, con l'aver favorito nel 1981 l'iniziativa "l'altra faccia dei laghi novaresi" mediante l'assegnazione all'E.P.T. di Novara di un contributo di L. 70 milioni. Tale contributo, utilizzato dal medesimo Ente per la stampa e diffusione di materiale informativo, l'organizzazione delle escursioni e dell'attività di animazione dei gruppi, nonché, in misura prevalente (L.
53.820.000), per l'integrazione agli esercizi alberghieri delle quote dei partecipanti all'iniziativa era, infatti, finalizzato a promuovere da un lato la vacanza sul lago soprattutto per l'utenza della terza età nel periodo ottobre/marzo quale concreta alternativa alla vacanza al mare dall'altro lato, la convinzione negli operatori circa la possibilità di operare vantaggiosamente anche nella bassa stagione ove sapessero esprimere nei confronti di particolari fasce di utenza un'offerta organizzata e competitiva.
Pertanto mentre si conferma la piena disponibilità a sostenere l'iniziativa in questione attraverso la promozione dell'offerta che gli operatori dei laghi novaresi formulassero secondo criteri di organicità e competitività, si ritiene impossibile, in quanto contraddittorio con le line programmatiche assunte e rientrante in una logica di tipo assistenziale, intervenire a favore degli stessi per ridurre il prezzo della loro offerta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

L'interrogazione era stata presentata il 16 gennaio 1983, quando cioè sussistevano ancora speranze di poter salvare l'iniziativa di un turismo sociale nella stagione autunnale sul Lago Maggiore.
Ringrazio l'Assessore per la risposta data, della quale prendo atto.
La Regione Piemonte aveva patrocinato l'iniziativa "l'altra faccia dei laghi novaresi", presentata ad Arona alla presenza dell'Assessore al turismo Moretti.
L'Assessore Mignon ha inizialmente affermato che non venne dato nessun contributo, ma nel seguito della risposta ha ammesso che un contributo finalizzato a questa operazione per l'ammontare di 70 milioni fu dato. Su questa base le industrie alberghiere dei laghi iniziarono una campagna promozionale a favore della stagione turistica autunnale-invernale. Venendo a mancare il contributo, le industrie alberghiere si trovarono prese in contropiede, tant'è vero che quest'anno non avrà luogo alcuna stagione turistica autunnale o invernale. L'attuale situazione è grave in quanto l'industria turistica del Novarese è attiva, nonostante le flessioni registrate quest'anno in tutta Italia.
La risposta mi lascia perplesso. Chiedo mi sia dato il testo scritto in quanto intendo riflettere sulle discordanze delle cifre emerse.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Brizio e Cerchio ed interrogazione del Consigliere Moretti inerenti il Centro Eni-Chimica di Borgaro


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Brizio e Cerchio e all'interrogazione presentata dal Consigliere Moretti inerenti il Centro Eni-Chimica di Borgaro.
Risponde ad entrambe l'Assessore Tapparo.



TAPPARO Giancarlo, Assessore all'industria

Nella precedente seduta del Consiglio regionale ho avuto occasione di precisare la situazione relativa al Centro di ricerche oggetto dell'interrogazione. La situazione è precipitata: ieri l'Eni-Chimica ha posto in cassa integrazione i 41 ricercatori e tecnici del Centro. La Giunta, sia nei confronti della Presidenza dell'Eni, sia nei confronti del prof. Passino, Presidente dell'Eni-Chimica secondaria, ha svolto in questi mesi un intenso lavoro per dirimere la questione.
Il problema occupazionale non è l'aspetto centrale della questione, in quanto l'Eni garantisce l'occupazione ai 41 dipendenti presso l'Italgas, lo stabilimento Eni di Pieve Vergonte ed il Centro ricerche Eni di Milano.
Esiste invece un problema legato alle nostre scelte di politica industriale e per il terziario avanzato nella nostra Regione. La chiusura di un Centro di ricerche come quello di Borgaro pregiudica il disegno nostro di rafforzamento del terziario avanzato come unica area di crescita dell'occupazione.
Le argomentazioni dell'Eni sono state di diversa natura. Mentre, in un primo tempo, quando era in corso il "progetto fito-farmaci" per lo stabilimento di Ferrandina, l'Ente sosteneva che il Centro Eni-Chimica di Borgaro aveva carattere strategico; venuto meno quel progetto per una serie di ragioni finanziarie e di opportunità tecnica, è caduta l'importanza assegnata precedentemente al Centro stesso.
Un altro aspetto è dato dal fatto che, secondo l'Eni, il Centro è lontano dalle realtà produttive e quindi scollegato da un proficuo rapporto con tali realtà.
Il terzo aspetto è che non presenta più elementi di economicità significativi.
Da parte nostra abbiamo sostenuto che con uno sforzo di riqualificazione e soprattutto di polarizzazione di energia e di ricerca dell'Eni attorno al Centro di Borgaro erano possibili delle prospettive.
L'ultima dichiarazione ufficiale dell'Eni-Chimica in merito al Centro di Borgaro è stata quella di considerare assolutamente impossibile il proseguimento di un impegno diretto su tale Centro, mentre parrebbe disposta a verificare altre ipotesi.
L'assemblea permanente dei lavoratori del Centro ha aperto ieri una serie di incontri con tutte le realtà interessate a tale vicenda e ci costituisce per le forze politiche, per l'assemblea regionale e per la Giunta un'occasione di impegno sul tema del terziario avanzato.
Sottolineo che sono state fatte tutte le pressioni possibili sull'Eni la quale, com'è noto, è impegnata in un'opera di profonda ristrutturazione.
Tra l'altro, c'è stato sottolineato, i fondi di dotazione sono stati inferiori a quelli del passato.
La Giunta si impegna a sostenere la difesa del Centro di Borgaro o con un impegno diretto dell'Eni o verificando ipotesi diverse che non comportino questo impegno diretto dell'Ente Nazionale Idrocarburi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Prendiamo atto della risposta dell'Assessore ed apprezziamo l'impegno della Giunta per risolvere la questione; non siamo però soddisfatti delle conclusioni a cui si sta arrivando: la chiusura del Centro di Borgaro e la cassa integrazione a zero ore. Il salvataggio dei posti di lavoro è importante ma è anche molto discutibile, perché il trasferimento del personale significa polverizzare l'attività di ricerca e indebolire ulteriormente il terziario superiore in Piemonte. C'è la tendenza, da parte degli enti pubblici stessi, a depauperare il Piemonte di queste possibilità di sviluppo.
Comprendiamo che l'azienda debba fare i suoi conti, ma siamo anche convinti che si debbano ricercare soluzioni che non escludano la nostra Regione.
E' aperto il problema di Volpiano. La scelta di Pieve Vergonte, a nostro avviso, è soltanto un diversivo anche se si tratta di località più vicina ai centri produttivi.
Non possiamo accettare tali soluzioni. A questo punto il confronto deve essere condotto sia con l'Eni-Chimica che con la dirigenza dell'Eni. Con la nostra interrogazione intendevamo proporre all'Assessore un incontro con il Presidente dell'Eni. La nostra proposta o non è stata tenuta in considerazione o non si è resa possibile. Siamo comunque fortemente preoccupati: in quanto nella risposta dell'Assessore non ne abbiamo individuato traccia alcuna.
Sosterremo, senza assumere posizioni demagogiche, gli occupanti dello stabilimento.
La IV Commissione ha richiesto di intervenire: non intendiamo sostituire la Commissione all'esecutivo, ma siamo d'accordo che tutte le forze partecipino a questa azione. E' necessario consolidare lo stabilimento Viset, ma - va detto con chiarezza - se l'Eni deve realizzare il cespite deve dirlo con chiarezza e deve cercare in Piemonte un'altra soluzione. I giochetti sotto banco non servono, occorre un discorso chiaro.
Non possiamo dimenticare che proprio in quest'aula il Ministro delle Partecipazioni Statali ha ipotizzato e promesso un forte potenziamento del Centro di ricerche, collegato al Progetto Fito-farmaci. L'abbandono di questa prospettiva è inaccettabile.
Che senso ha chiedere alla Fiat di mantenere i patti quando gli enti pubblici che godono di finanziamenti agevolati e di fondi di dotazione cioè di capitale pubblico, non mantengono le promesse? Sappiamo che la realtà economica si modifica, che i patti devono essere rinegoziati, ma se questo patto pubblico deve essere rinegoziato, si proceda in modo credibile e non con l'azzeramento dell'Eni Ricerche in Piemonte ed in particolare nell'area torinese che è già fortemente colpita dalla crisi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Ringraziamo l'Assessore per le notizie fornite.
Nei periodi di crisi prima di appesantire il debito pubblico attraverso le società a partecipazione statale e prendere decisioni in questo senso, è opportuno discutere con le istituzioni ed avere un rapporto più frequente con le parti sociali; non sono sufficienti gli incontri a livello nazionale per rispondere alle esigenze ed alle aspettative.
Oggi si discute molto su come acquisire quote sul mercato internazionale e di produttività più competitiva.
Credo sia molto più opportuno impostare il discorso sul piano scientifico e sul piano della ricerca. Ciò non significa che si vuol sottintendere la questione occupazionale. Il Partito Socialista Italiano è favorevole alla richiesta avanzata dal Consiglio di fabbrica per un incontro presso il Centro di Borgaro, ma il problema non tocca soltanto la Giunta della Regione Piemonte, ma anche le forze politiche. Siamo del parere di sollecitare un dibattito sulla situazione della chimica, in particolare della chimica secondaria.
L'Assessore ha svolto un lavoro proficuo ed è opportuno valutare eventuali soluzioni volte alla salvaguardia del Centro di Borgaro che ha un carattere puramente scientifico.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interpellanza del Consigliere Bontempi (e Alasia) ed interpellanza del Consigliere Moretti (e Tapparo) relative all'esclusione della Indesit e della Elcit dai provvedimenti previsti dalla legge 63/82


PRESIDENTE

L'Assessore Tapparo risponde ancora unitamente all'interpellanza del Consigliere Bontempi e Alasia ed all'interpellanza del Consigliere Moretti e Tapparo relative all'esclusione della Indesit e della Elcit dai provvedimenti previsti dalla legge 63/82.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Queste interpellanze sono state presentate nel maggio scorso e da allora si sono avuti mutamenti sostanziali. La Rel ha elaborato un piano per il settore del televisore a colori, dove è entrata a farne parte anche la Indesit, mentre resta aperto il problema grave della Elcit. E' opportuno dare un quadro dell'elettronica civile per poter meglio focalizzare la questione della Indesit e della Elcit.
Nel settore dell'elettronica civile (comparto del Tv color) la quota di mercato detenuta dall'industria nazionale è leggermente al di sotto del 20 . E' un dato anomalo. Negli altri Paesi dell'Europa comunitaria le industrie nazionali hanno quote di mercato notevolmente più elevate rispetto al caso italiano. La Zanussi ed anche la Indesit, in questo contesto, sono venute a trovarsi in ulteriore difficoltà. La Rel dovrebbe rappresentare, nell'ipotesi strategica, un momento di aggregazione delle energie nazionali nel settore dell'elettronica civile per favorire il confronto con la concorrenza internazionale, sia europea che giapponese.
Purtuttavia tale operazione ha escluso entità produttive significative. Fra questi vi è la Elcit, la quale riesce a mantenere un segmento di mercato nazionale, malgrado sia in situazione precaria da anni, ricordo che è un'azienda "gepizzata". Ha un prodotto competitivo, sia sul piano tecnologico che sul piano dei prezzi. Il nostro timore è che un abbandono di questa produzione non serva a rafforzare o comunque a mantenere la quota di mercato Elcit (circa il 2,5 %) a favore dell'industria nazionale, ma si disperda tra produttori nazionali e produttori stranieri. Quindi la mancata riqualificazione e la mancata attenzione sulla Elcit potrebbe significare una perdita di quota di mercato del 2-2,5 %.
Nella prossima settimana si terrà un incontro con la GEPI per chiarire l'atteggiamento della finanziaria pubblica non solo nei confronti della Elcit, ma anche di altre realtà GEPI esistenti in Piemonte.
Siamo ormai ad un punto di svolta. La Elcit ha problemi con il sistema bancario e con i fornitori di componenti. Occorre, quindi, una definizione rapida delle sue prospettive.
Ieri, con la Elcit di Sant'Antonino, il Consiglio di fabbrica e la Comunità montana, abbiamo formulato un'ipotesi di comportamento. Abbiamo sollecitato la direzione alla formulazione di un piano aziendale, da inviare alla GEPI e successivamente alla Rel perché, in un documento pubblico a firma dell'attuale Ministro Altissimo, in accordo con le organizzazioni sindacali e la Rel, è individuato l'impegno della Rel stessa a definire il piano Elcit. C'è però il rischio dell'immobilismo. La Giunta vorrebbe farsi attivatrice di tale processo: con il seguente "percorso": la direzione formula il piano e lo invia alla GEPI, la Regione incontra la GEPI e chiede ufficialmente l'invio del piano alla Rel.
Questa operazione ha due sbocchi possibili: o l'ingresso della Elcit nella Rei, o l'individuazione a livello nazionale di un segmento di mercato, attorno al 2,50-3 poiché tale azienda, se ricapitalizzata e sostenuta, ha il know-how e la struttura commerciale per poter difendere adeguatamente questa quota di mercato.
Comunque la Rei deve indicare quale ruolo e prospettiva per la Elcit dentro o fuori dal settore del Tv color.
La liquidazione della Elcit e la possibile chiusura della Sisma in Val di Susa con la contemporanea crisi della I.M.P. di Susa, rappresentano il collasso del tessuto industriale della bassa Val di Susa che, non essendo né zona a vocazione agricola né zona a vocazione turistica, si verrà a trovare in una situazione di marginalizzazione sul piano economico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta data dall'Assessore.
Dopo la presentazione dell'interpellanza sono intervenute decisioni importanti, compresa quella della Elcit. Le iniziative urgenti e la pressione nei confronti del Governo centrale diventano decisive per chiudere una partita che è stata condotta dalle autonomie locali e dalla Regione nel tentativo di battere l'intenzione iniziale di escludere dal Consorzio la Elcit. Nel frattempo si è verificata una situazione molto preoccupante alla Indesit per quanto riguarda l'elettrodomestico bianco.
Dal piano di Torino e di Caserta emerge un esubero di 3.400 dipendenti, di cui 1.800-2.000 appartengono al Comprensorio di Torino - Pinerolo Orbassano.
Mentre la questione elettronica è stata pressoché risolta, si apre il grave problema degli elettrodomestici. Il nuovo piano Indesit incide prevalentemente sulla mano d'opera femminile in un Comprensorio in cui non esistono alternative.
Anche il movimento sindacale ritiene sia necessario ristrutturare il settore. Credo si dovrà portare avanti un progetto complessivo inedito che tenga conto di fattori quali il part-time e i rapporti con l'industria.
Questa iniziativa tenderà comunque alla difesa più rigorosa possibile dei livelli occupazionali complessivi della zona ed in particolare della mano d'opera femminile ed alla realizzazione di prospettive meno traumatiche o comunque sostenibili dai Comprensori di Pinerolo e di Orbassano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Ringrazio l'Assessore per l'impegno profuso in ordine al problema Elcit.
La disoccupazione della mano d'opera femminile già raggiunge il 70-75 delle liste di collocamento, quindi questo fatto aggraverà ancora di più la situazione.
Il Gruppo PSI ha presentato l'interpellanza con l'intento di impegnare maggiormente la Giunta ed in particolare l'Assessore al lavoro.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Tapparo per una precisazione.



TAPPARO Giancarlo, Assessore al lavoro

Ho risposto all'interpellanza che faceva riferimento alla legge 63 sull'elettronica civile. Per quanto riguarda il settore dell'elettrodomestico bianco mi riprometto di poter dare sui vari punti di crisi un quadro dettagliato nelle prossime sedute di Consiglio, visto che in questo settore vi sono delle "evoluzioni" che dovrebbero portare a delle novità.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Caccia

Interrogazione del Consigliere Cerchio inerente la presenza di cinghiali in alcune zone della Provincia di Torino ed interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Penasso inerente i danni subiti dalla popolazione del Comune di Perosa Argentina per l'eccessiva presenza di cinghiali


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione del Consigliere Cerchio inerente la presenza di cinghiali in alcune zone della Provincia di Torino e l'interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Penasso inerente i danni subiti dalla popolazione del Comune di Perosa Argentina per l'eccessiva presenza di cinghiali.
Risponde ad entrambe l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

I colleghi Cerchio, Chiabrando e Penasso hanno sollevato il problema dell'eccessiva presenza di branchi di cinghiali in alcune zone della Provincia di Torino, prospettando gli inconvenienti che questa eccessiva presenza provoca nel settore dell'agricoltura, con pericolo in alcuni casi per l'incolumità delle persone.
Ai sensi delle leggi regionali vigenti il controllo su questa selvaggina rientra nelle competenze dell'Amministrazione provinciale compreso l'accertamento e la liquidazione dei danni causati alle colture agrarie.
Abbiamo preso contatti con l'Amministrazione provinciale per avere elementi di risposta alle interrogazioni.
Per quanto attiene il territorio alpino e prealpino della Provincia di Torino sono già stati predisposti dall'Amministrazione provinciale piani di prelievo che con l'apertura della stagione venatoria sono diventati operativi.
A seguito di altre segnalazioni e sulla scorta di censimenti attuati dall'Amministrazione provinciale con particolare riferimento ad alcune aree più densamente popolate dai predetti ungulati, la Provincia ha richiesto all'Assessorato regionale di poter procedere ad ulteriori elementi selettivi.
Come prescrive l'art. 22 della legge 60, la Regione ha trasmesso all'Istituto Nazionale di Biologia per la selvaggina di Bologna tale richiesta per avere il prescritto parere, invitando l'Istituto stesso a trasmettere direttamente il parere all'Amministrazione provinciale onde accelerare i tempi e, qualora vi sia il consenso, intervenire ulteriormente.
L'Amministrazione regionale sta valutando un altro provvedimento ed ha avviato le procedure per i prescritti pareri: l'apertura anticipata della caccia al cinghiale.
Questo elemento diminuirebbe la pressione di questo animale in provincia di Torino ed in alcune altre realtà provinciali.
Per quanto riguarda i danni causati alle colture agrarie, la competenza è delle Amministrazioni provinciali che devono accertarne l'entità attraverso gli Ispettorati agrari.
L'applicazione della legge 60 è controversa e crea dei contenziosi a causa dei tempi lunghi. Tra le modifiche alla legge 60, che saranno trasmesse prossimamente all'esame della Commissione competente, si prefigureranno meccanismi diversi per l'accertamento e la liquidazione dei danni agli agricoltori prevedendo tempi più rapidi per consentire la certezza della liquidazione e per evitare che nei tempi lunghi subentrino fenomeni di scarsa possibilità di controllo dell'effettivo danno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ringrazio l'Assessore di questa risposta che ci viene data regolarmente ogni anno ad ogni nostra interrogazione.
Ad un'interrogazione precedente che riguarda la presenza di cinghiali nel Parco naturale di Avigliana non è stata data risposta. Sarà forse perché i cinghiali del Parco sono privilegiati rispetto agli altri.
E' necessario trovare un meccanismo migliore e più preciso per liquidare i danni i quali non sono soltanto all'agricoltura, ma anche ai pascoli.
In Val di Susa vi sono pascoli completamente rovinati dai cinghiali. I proprietari non lo segnalano, ma comunque la distruzione del suolo di montagna e della natura è gravissima e dobbiamo farcene caricò prevenendo i fatti e non aspettando la sottoscrizione dei cittadini o l'interrogazione del Consigliere regionale al Presidente della Giunta.
I cinghiali si riproducono con una velocità superiore al ritmo dell'equilibrio faunistico.
Superiamo le remore e le preoccupazioni circa la tutela della natura e degli animali e preoccupiamoci maggiormente del territorio dell'agricoltura e dei cittadini che protestano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Sono d'accordo con le affermazioni del collega Chiabrando. Siamo lieti che ancora una volta, su sollecitazione di alcuni Consiglieri regionali, il problema è stato posto all'attenzione della Giunta e dell'Amministrazione provinciale, per quanto di sua competenza.
Ciò comporta un'accelerazione del lungo ed articolato iter dell'intervento. L'Assessore prevede la possibilità dell'apertura anticipata della caccia al cinghiale per ridurre la presenza e ha anche ricordato la riforma della, da sempre annunciata ma mai decollata, legge 60 sulla caccia.
Quando, il 14 di questo mese, fu ripresentata la leggina "incriminata" sulla caccia, il nostro Gruppo si espresse in termini di astensione critica in quanto ritenne che in questo settore che richiede un giusto equilibrio tra l'aspetto venatorio e la tutela ecologica ed ambientale debba esserci la possibilità di una revisione organica, non per strati, di questa normativa.
Siamo contrari alle periodiche modifiche parziali senza un quadro omogeneo e certo attorno agli interessi della caccia e dell'agricoltura.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione dei Consiglieri Marchini, Turbiglio (e Bastianini) inerente la sospensione dei nulla-osta per impianti sciistici


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta Viglione risponde all'interrogazione presentata dai Consiglieri Marchini, Turbiglio (e Bastianini) inerente la sospensione dei nulla-osta per impianti sciistici.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

La decisione di sospendere il rilascio dei nulla-osta per nuovi impianti sciistici venne assunta nell'estate 1982 per verificare la compatibilità delle strutture con gli strumenti urbanistici delle singole località interessate.
L'esame delle proposte si concluse nel mese di giugno e nelle settimane successive la Giunta predispose le deliberazioni con le quali si concedettero autorizzazioni per sedici sciovie e due seggiovie. Per altri sei progetti si deliberò il diniego. Questi potranno essere approvati in seconda istanza quando saranno apportate le modifiche al progetto. Per un impianto, del quale si è verificata la compatibilità ambientale, si delibererà quanto prima il nulla-osta.
A fine mese è prevista una nuova riunione della Commissione per esaminare alcune proposte Pervenute nelle ultime settimane.
La Giunta è pienamente consapevole del valore economico assunto dalle attività turistiche e sportive nelle località di montagna ed intende operare per favorirle nei grossi centri come nelle stazioni emergenti anche per affrontare nel concreto, come suggeriscono gli interroganti, la concorrenza straniera.
Rispondo in vece del collega Mignone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Ringrazio il Presidente della Giunta per la risposta data.
La nostra interrogazione venne presentata in data 23 luglio 1982, oggi siamo decisamente fuori tempo perché la risposta non ha più l'interesse che aveva allora.
Vigevano allora disposizioni che autorizzavano lo studio dei progetti da parte delle imprese interessate agli impianti sciistici. In seguito le disposizioni emanate dalla Giunta vennero modificate sotto l'aspetto urbanistico con il pretesto che mancavano degli elementi di giudizio e le imprese si sono trovate improvvisamente in difficoltà.
All'epoca si sarebbe potuto discutere per non creare ulteriori difficoltà all'attività delle imprese che sono interessanti sotto l'aspetto turistico e gestionale delle vallate alpine.
Le sarò grato, signor Presidente, se vorrà tenere in considerazione questa situazione, in modo che non si ripetano in futuro casi di nuove interpretazioni di regolamento che pongono in difficoltà i cittadini.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Formazione professionale

Interrogazione del Consigliere Martini inerente la revoca del corso di formazione per maestri di sci


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dal Consigliere Martini inerente la revoca del corso di formazione per maestri di sci.
Risponde l'Assessore Mignone.



MIGNONE Andrea, Assessore al turismo

In merito all'interrogazione del Consigliere Martini inerente la revoca con semplice comunicazione telefonica e non per iscritto della revoca di convocazione del signor Ezio Giacchino per frequentare il corso di formazione per maestri di sci a Bardonecchia si precisa quanto segue.
Per essere ammessi al corso occorre superare una prova attitudinale.
La Sottocommissione tecnica di esame giornalmente dava comunicazione con affissione di apposito elenco nella località ove si svolgevano le prove, del superamento delle prove attitudinali: in tale elenco venivano indicati coloro che avevano superato la prova e che quindi erano ammessi a partecipare al corso di formazione professionale e coloro che dovevano ripetere la prova per un approfondimento della valutazione.
In tal modo, i candidati venivano tempestivamente informati dei risultati conseguiti.
Il signor Ezio Giacchino era quindi già stato informato del risultato negativo della sua prova dal verbale della Sottocommissione tecnica affisso a St. Grèe il 21 marzo 1983.
I risultati sono stati comunicati giornalmente per telefono anche agli uffici dell'Assessorato al turismo, onde consentire di trasmettere con la massima sollecitudine, dati i tempi ristretti a disposizione, ai candidati ammessi una comunicazione recante tutte le indicazioni utili per la partecipazione al corso (luogo e data di appuntamento, periodi di svolgimento, condizioni di partecipazione, possibilità di prenotazioni alberghiere).
Al signor Giacchino, che era già informato del risultato negativo, è stata quindi inviata tale comunicazione a causa di un semplice errore materiale, essendo stato scambiato il suo nominativo con nominativo di altro candidato risultante nell'elenco degli ammessi (si noti che alle prove hanno partecipato oltre 600 candidati).
Non appena, da un controllo degli elenchi, è emerso l'errore, il signor Giacchino è stato immediatamente contattato telefonicamente per chiarire l'equivoco e scusarsi del disguido (in data 7 aprile).
Successivamente è stata anche trasmessa una comunicazione scritta di rettifica della nota precedente.
Si ritiene quindi che l'Amministrazione abbia in tal modo agito correttamente, non solo dal punto di vista formale, ma anche dal punto di vista sostanziale, preoccupandosi di avvisare il signor Giacchino con la tempestività che solo il mezzo telefonico consente.
L'avviso telefonico è stato fatto per cercare di evitare che il signor Giacchino, erroneamente informato, prenotasse l'albergo o prendesse iniziative che avrebbero provocato per lui un ulteriore disagio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Prendo atto della parte finale della risposta data dall'Assessore.
Certo, la difesa d'ufficio che il funzionario addetto ha saputo fare consegnando la velina all'Assessore (che allora non rivestiva ancora questa carica) è sconcertante. Si ha l'impressione che non si possa stabilire un dialogo, a livello amministrativo. Gli uffici della Regione non devono comportarsi come taluni uffici ministeriali, i quali per dare una risposta scritta attendono anni e talvolta non la danno nemmeno.
Non conosco il signor Giacchino, d'altra parte io facevo una questione di carattere generale. Mi sono rivolto al funzionario dell'Assessorato per richiedere che l'errore commesso, spedendo una lettera di convocazione venisse esplicitamente riconosciuto spedendo un'altra lettera di scuse.
Ho ottenuto delle risposte che ritengo sconcertanti e dettate da una mentalità burocratica che ha anche il vantaggio di sentirsi eccessivamente appoggiata a livello politico da una forza di maggioranza.
Ritengo che la Regione debba distinguersi dagli altri uffici pubblici perché la burocrazia è sorda; la Regione deve essere più rispettosa delle esigenze dei cittadini. Il riconoscimento di un errore umanizza l'istituzione e non torna a suo demerito.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione dei Consiglieri Brizio, Martinetti, Petrini, Picco, Ratti Sartoris e Genovese inerente il piano territoriale de "La Mandria"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione presentata dai Consiglieri Brizio Martinetti, Petrini, Picco, Ratti, Sartoris e Genovese inerente il piano territoriale de "La Mandria".
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Questa interrogazione risale al 1982 (avremmo voluto essere qui nel 1982, ma ci è stato possibile soltanto nel 1983, quindi non ditecelo più!).
Avevate giustamente evidenziato i ritardi che presentava il piano territoriale del parco "La Mandria". Lo abbiamo poi discusso e la discussione fu lunghissima. In quella occasione erano state affrontate le motivazioni dei ritardi nella stesura del documento. Si ritiene dunque assorbita da quella discussione la richiesta di notizie da parte dei Consiglieri interroganti.
E' giusto ciò che dice il Consigliere prof. Martini, a proposito del problema sollevato con l'interrogazione precedente. Questo problema l'abbiamo sentito anche noi per tanti anni; ho sentito anch'io - quando ero all'opposizione in provincia di Cuneo, dove governa da sempre la Democrazia Cristiana - il senso di distacco degli uffici della Provincia o del Comune.
In qualche occasione lo sento ancora adesso.
Mi riprometto di essere il contrario, di avere una faccia aperta e chiedo che tutti gli uffici della Regione l'abbiano. E questo è già evidente. Non ritengo che ci si debba chiudere nelle camere e mandare raggi di luce attraverso i vetri, pensando che la comunità sia pronta a riceverli.
Dobbiamo invece andare con voi Consiglieri nella comunità, per eliminare il distacco fra la società reale e la società legale, fra istituzione e cittadino. Quest'opera è già cominciata ed entro breve daremo delle risposte soddisfacenti in questa direzione. Comunque, ringrazio per l'osservazione.
Facciamo l'autocritica per il ritardo delle risposte alle interrogazioni ed alle interpellanze. Spero che entro la fine del mese le avremo tutte evase.
Il problema è che l'opposizione per evidenziare le questioni ha solo questi mezzi: la mozione, l'ordine del giorno, l'interrogazione e l'interpellanza. Se non siamo in grado di stabilire il dialogo attraverso questi mezzi, oltre ai momenti della presentazione dei programmi, cessa il rapporto democratico.
Con questo mi sembra di avere instaurato un buon rapporto democratico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ratti.



RATTI Aldo

Siamo soddisfatti della risposta del Presidente della Giunta.
Apprezziamo l'impegno assunto di tirar fuori dai cassetti i vecchi documenti.
Ci auguriamo che alle interrogazioni venga data una risposta se non in tempi reali almeno in tempi utili per poterne disporre in modo proficuo. E' evidente che le interrogazioni vengono presentate quando il problema emerge ed è urgente una risposta, altrimenti questo istituto diventa inutile.


Argomento: Boschi e foreste

Interrogazione del Consigliere Chiabrando inerente la concessione di un contributo per rimboschimento


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione presentata dal Consigliere Chiabrando inerente la concessione di un contributo per rimboschimento.
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Il Corpo Forestale da me inviato ha accertato che i terreni potevano essere oggetto di forestazione, che addirittura era necessaria la forestazione perché la zona presentava cenni di dissesto.
Il ricorso al Presidente della Giunta non può trovare risposta legale perché il ricorso va presentato soltanto al TAR.
Posso rispondere all'agricoltore dicendo che è confermato il contributo per il rimboschimento. Il Corpo Forestale mi ha confermato l'iniziale versione.
Debbo inchinarmi alle decisioni tecniche. Non so se questo rimboschimento è utile o meno.
Il Corpo Forestale risponde segnalando che in quella zona c'è un accenno di dissesto e che la forestazione è consigliabile.
Lascio giudicare al Consigliere Chiabrando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ringrazio il Presidente e capisco anche il suo imbarazzo. La situazione non è esattamente come risulta dai documenti in sue mani e credo che il Presidente lo abbia capito. E' uno dei migliori alpeggi delle nostre valli che la Provincia di Torino utilizzava direttamente per monticazione di bestiame risanato (400 capi di bestiame, un comprensorio pascolivo con costruzioni nuove finanziate dalla Regione).
L'alpeggio viene ora distrutto da una serie di piantamenti sparsi nel territorio pascolivo.
Le due destinazioni sono in contrasto ed entrambe sono finanziate dall'ente pubblico.
La legge regionale n. 63 ha lo scopo di valorizzare la funzione economica ed ambientale del bosco e delle foreste per recuperare zone abbandonate ed irrazionalmente coltivate o per attuare interventi di bonifica, di sistemazione o per migliorare zone boschive o erbacee degradate.
In questo caso però non si riscontra nessuna di queste condizioni, in quanto non è né un terreno degradato, né un bosco da ripristinare, né un cotico erboso degradato; si tratta in realtà di una zona a pascolo pulita.
Il rimboschimento su appezzamenti sparsi preclude l'utilizzo dell'alpeggio e quindi gli impianti, le costruzioni finanziarie con i fondi della Regione vanno a farsi benedire.
Prendo atto della risposta del Presidente che però meriterebbe un ulteriore, anche se non ufficiale, approfondimento per verificare la realtà della situazione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Va bene.



PRESIDENTE

Le interrogazioni e le interpellanze sono così discusse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Cerutti, Majorino, Salvetti, Turco e Vetrino Nicola.


Argomento:

b) Presentazione progetto di legge


PRESIDENTE

E' stato presentato il seguente progetto di legge: N. 331: "Sostegno ed iniziative concernenti la ristrutturazione e l'ammodernamento di strutture culturali e dell'industria dello spettacolo" presentato dalla Giunta regionale in data 14 settembre 1983.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

c) Sostituzione componenti nella Commissione Nomine


PRESIDENTE

Comunico infine che nella Commissione Nomine i Consiglieri Maria Laura Marchiaro e Anna Maria Ariotti subentrano ai Consiglieri Bruciamacchie e Revelli.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Comuni - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Comunicazioni della Giunta regionale


PRESIDENTE

La parola ora al Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, ieri è deceduto il Presidente del Comprensorio di Biella. I funerali avranno luogo oggi pomeriggio. Vogliamo doverosamente ricordare il Presidente Berrone per la sua lunga attività nell'amministrazione pubblica in qualità di Consigliere comunale e comprensoriale.
Ci uniamo alla sua famiglia per porgere sentite condoglianze e ci associamo al dolore e al cordoglio di tutti quanti lo conobbero e lo stimarono per le sue virtù e per i suoi impegni.



PRESIDENTE

Il Consiglio regionale si associa alle parole del Presidente della Giunta ed esprime il senso del suo cordoglio ai familiari dello scomparso.
La parola ora all'Assessore Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, Assessore all'urbanistica

Colleghi Consiglieri, è stato distribuito un primo documento con l'aggiornamento sullo stato delle pratiche urbanistiche in giacenza al 12 settembre 1983.
Sono attualmente in giacenza presso l'Assessorato all'urbanistica n.
660 pratiche di cui: 334 relative a piani regolatori comunali ed intercomunali di Consorzi e di Comunità montane (P.R.G.C., P.R.G.I., P.R.G.C.M.).
Il dato si riferisce alle pratiche e non ai piani urbanistici, che invece sono 212 (molti piani sono di tipo intercomunale, quindi investono più Comuni e di conseguenza comportano più pratiche amministrative).
Per quanto interessa l'attività di controllo dell'Assessorato all'urbanistica risulta maggiormente significativo il numero di piani piuttosto che il numero di pratiche, in quanto l'istruttoria di un Piano Regolatore Generale di più Comuni viene svolta complessivamente, per tutti i Comuni interessati, sull'atto unitario di pianificazione, anche se va tenuto conto del maggiore impegno temporale che l'esame di un piano intercomunale richiede rispetto ad un piano comunale.
63 relative a strumenti urbanistici esecutivi (Piano Particolareggiato, Piano Edilizia Economica Popolare, Piano Insediamenti produttivi).
263 minori relative a varianti di strumenti urbanistici generali associate ai Programmi Pluriennali di Attuazione o indotte dagli strumenti urbanistici esecutivi, a varianti degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi e dei Regolamenti Edilizi, a controdeduzioni dei Comuni alle proposte di modifica del Comitato Urbanistico Regionale, all'art. 81 perimetrazioni (circa 50 pratiche), a richieste di deroga a Norme di Attuazione. "Pratiche minori" nel senso che comportano un minor impegno di esame e, anche in molti casi, una procedura più snella in quanto non si sdoppia l'istruttoria dalla relazione e il parere si forma nel Comitato Urbanistico Regionale in formazione ristretta.
Tutte queste 660 pratiche passano attraverso il parere ed il voto del C.U.R.
La valutazione delle giacenze va fatta alla luce di alcune considerazioni: 1) intanto occorre dire che una quantità fisiologica di pratiche in giacenza, o meglio di strumenti urbanistici in itinere per l'esame regionale, non può non esistere, perché se ciò non fosse starebbe a significare che gli Enti locali non svolgono alcuna attività di pianificazione e di gestione del territorio: mentre dal '77 ad oggi l'attività di promozione e di stimolo della pianificazione urbanistica (anzi, di una rinnovata pianificazione urbanistica) ha impegnato pesantemente la Regione (leggi regionali, circolari, assistenza ai Comuni contributi per la formazione dei piani, ecc.).
Definire uno standard accettabile per le pratiche in corso di esame risulta ad oggi operazione impossibile in quanto l'attività di formazione dei P.R.G. si è messa in moto con rilevante ritardo rispetto all'approvazione della legge regionale n. 56/77; essa ha dimostrato di impegnare più tempo del previsto (due-tre anni almeno, in genere) ed un tempo molto disomogeneo; in pratica i nuovi piani formati ai sensi della legge regionale n. 56 hanno iniziato a concludersi a partire dal 1980 e non ne è chiaramente prevedibile l'evoluzione.
Rispetto a ciò, invece, va considerata la relativa rigidità della struttura regionale e le difficoltà e lentezze che si incontrano nei tentativi di un suo adeguamento al mutare della produzione di piani (esempio parziale adeguamento dell'organico dell'istruttoria comprensoriale negli anni '80 e '81 (da 24 a 36 funzionari), a fronte di una notevole produzione di piani, sensibilmente superiore a quella del 1979 e del 1980).
Peraltro, al solo fine di mettere in relazione le quantità di giacenze con il numero dei Comuni del Piemonte e gli obblighi di pianificazione ad essi imposti dalla legge regionale, si può considerare che se i Comuni del Piemonte avessero prodotto i loro nuovi Piani Regolatori Generali distribuendoli omogeneamente su un arco di cinque anni (situazione che è teorica e di puro riferimento), essi avrebbero prodotto oltre 240 Piani Regolatori Generali all'anno e ciò avrebbe generato sulla base dei tempi di esame previsti dalla legge (180 giorni), una giacenza minima di 120 piani.
Considerando allora che la situazione reale si discosta fortemente da questa ipotesi teorica per l'accumulazione solo in questi ultimi anni ed in particolare nell'anno 1982 di piani ultimati, dopo il superamento dell'inerzia iniziale delle Amministrazioni locali (confrontare la tabella seguente) si può valutare la situazione di oggi come certamente gravosa, ma non abnorme rispetto ad una "norma teorica".
Piani Regolatori Generali redatti ai sensi della legge regionale n.
56/77 entrati in Regione negli anni: 1980 - n. 73 1981 - n. 118 1982 - n. 263 1983 - n. 139 (dato parziale riferito ai primi otto mesi dell'anno).
Ancora più in generale, esaminando il problema in termini matematici si può notare come le giacenze siano in funzione diretta dei tempi di esame e del numero di pratiche pervenute: G = P G = giacenze 12 P = numero pratiche pervenute nell'anno T T = tempo di esame medio espresso in mesi (1/12 di anno) A titolo dimostrativo, attribuendo a P il valore di circa 600 pratiche (dato verificato nel 1982 e presunto per il 1983) ed attribuendo a T un valore medio di 180 giorni (tempo di esame previsto dalla legge regionale n. 56/77 per i Piani Regolatori Generali), se ne ricava un valore di G (giacenza) obbligatoriamente uguale a 300.
La sfasatura attuale può essere imputata ai tempi di esame che spesso si allungano anche per inadempienze dei Comuni (pratiche incomplete) che rallentano l'iter, per il maggior peso di Piani Regolatori Generali nell'insieme delle pratiche rispetto al passato, per le modalità di redazione dei piani ancora molto incerte rispetto ai dettati della legge regionale.
2) Le giacenze vanno poi correlate con l'andamento della nuova pianificazione nella Regione.
Anche solo un confronto sintetico mette in evidenza: al 1975 - su 1.209 Comuni, 723 e cioè circa il 60 % erano sprovvisti di strumento urbanistico e di questi 286 anche privi di perimetrazione. Solo 27 Piani Regolatori Generali e 311 Piani di Fabbricazione post '68 e cioè 338 Comuni in Piemonte (neanche il 28 %) con strumento urbanistico generale post '68.
Al maggio 1981 - 31 Comuni avevano un Piano Regolatore Generale Comunale vigente ai sensi della legge regionale n. 56/77, 12 Comuni avevano un Piano Regolatore Generale Intercomunale approvato ed altri 11 Comuni un Piano Regolatore Generale di Comunità montana; 108 Comuni avevano un Piano Regolatore Generale Comunale post '68 e 311 un Piano di Fabbricazione post '68. In totale, 473 Comuni e cioè il 39 % con strumento urbanistico post '68, che dimostra il rilevante effetto dell'art. 90 (quello sull'approvazione degli strumenti urbanistici generali adottato prima dell'entrata in vigore della legge n. 56) e la conclusione dei primi piani redatti ai sensi della legge regionale.
Al settembre 1983 - 183 Comuni dotati di Piano Regolatore Generale vigente ai sensi della legge regionale n. 56/77, 388 Comuni con strumento generale post '68, in totale 560 Comuni - pari al 46 % dei Comuni della Regione con strumento urbanistico post '68 - e, ancora, circa il 60 % dei Comuni dotato di strumento urbanistico. A ciò vanno aggiunti i 334 Piani Regolatori Generali in corso di esame redatti ai sensi della legge regionale n. 56/77, conclusi i quali ben circa il 75 % dei Comuni del Piemonte sarà dotato di uno strumento urbanistico post '68 e circa il 90 di tutti i Comuni di uno strumento urbanistico.
L'evoluzione della pianificazione mette chiaramente in evidenza come si stia lentamente raggiungendo la fase di regime, con periodi di accumulo di produzione di piani (1982 in particolare).
3) Occorre ancora tener conto dell'interruzione avvenuta nell'attività amministrativa regionale che ha fermato il funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale per circa due mesi (tutto marzo fino al 20 aprile quindi almeno una decina di sedute). La situazione delle giacenze mostra infatti come, nell'iter complessivo regionale, il Servizio C.U.R. si presenti come il più carico di pratiche - ben 232 pratiche pari al 35 % del totale delle pratiche di cui 140 Piani Regolatori Generali pari al 41 % del totale di Piani Regolatori Generali in Regione. A ciò si aggiunge l'ulteriore accumulo nell'ultima fase dell'iter regionale delle pratiche relativa alla stesura del parere espresso dal C.U.R. e alla predisposizione degli atti per la deliberazione della Giunta regionale.
A questa ragionata valutazione non possono sfuggire i problemi che le giacenze pongono e, se pure in prima ipotesi, essa consente alcuni orientamenti nella direzione di una maggiore efficienza dell'esame amministrativo regionale delle pratiche urbanistiche.
a) Intanto la proposta di modifica alla legge regionale n. 56/77 all'esame della Giunta già propone l'approvazione comunale con solo parere comprensoriale di tutti gli strumenti urbanistici esecutivi e ciò verrebbe a sgravare la Regione dei passaggi successivi all'istruttoria (e quindi quelli oggi con maggiori accumuli) per Piani Particolareggiati, Piani di Edilizia Economica Popolare, Piani di Insediamenti Produttivi, attualmente soggetti all'approvazione regionale.
b) Nell'ottica di intervenire ad uno snellimento soprattutto delle ultime fasi dell'iter - relazione, membri CUR, voto CUR, predisposizione atti - è possibile una più razionale utilizzazione dei componenti del CUR sia attraverso una più omogenea distribuzione delle relazioni fra i relatori, sia attraverso una più estesa nomina a relatori di tutti i membri.
Una più precisa applicazione dello stesso attuale Regolamento del CUR rispetto dei tempi previsti (otto giorni dalla seduta per la stesura dattiloscritta della relazione finale ed informazione di proposta di parere scritta da presentare alla seduta) - consentirebbe di snellire e forse anche di elevare qualitativamente la discussione e la successiva operazione di predisposizione degli atti.
Si può inoltre pensare di rivedere il Regolamento del CUR, ad esempio richiedendo che la relazione già depositata in anticipo rispetto alla seduta (e quindi in visione ai componenti del CUR) e mantenendo la proposta di parere scritta da presentare alla seduta; ciò consentirebbe una più rapida e puntuale discussione e quindi di esaminare un maggior numero di pratiche per seduta e la stesura del voto con precisione nella seduta stessa, con notevole vantaggio delle fasi successive.
Si può inoltre predisporre un programma di smaltimento delle giacenze con precisa frequenza delle sedute e ordini del giorno dimensionalmente definiti sul programma (X piani per seduta). A questo proposito occorre però tener conto che una previsione di troppo frequenti sedute del CUR comporta la riduzione della capacità di redigere le relazioni e quindi non risolverebbe il problema reale di oggi che è di troppe pratiche in attesa di relazione.
c) Poiché le strutture regionali si trovano in questo momento ad affrontare un forte carico, dovuto al recente sviluppo della produzione di nuovi strumenti urbanistici, sembra opportuno individuare ancora interventi più strutturali, oltre a quelli sopra indicati, al fine di adeguare procedure, strumenti ed azioni alle esigenze attuali. Si può, ad esempio configurare un nuovo rapporto fra istruttoria e relazione per gli strumenti urbanistici generali, in modo da evitare sovrapposizioni nel merito ed interruzioni talvolta temporalmente rilevanti nel passaggio da una all'altra (dall'istruttoria alla relazione); si può inoltre intervenire nella razionalizzazione del lavoro, dotandolo di riferimenti di standard produttivi del tipo: numero pratiche/persone/anno, programmando le giacenze, incrementando l'automazione di procedure manuali ripetitive e così via.
Subito dopo avere assunto la responsabilità dell'Assessorato all'urbanistica ho ritenuto opportuno ed urgente chiedere agli uffici un immediato impegno di lavoro per fornire al Consiglio regionale i dati concreti occorrenti sia per un approfondito esame della funzionalità dell'Assessorato all'urbanistica e dei suoi servizi, sia per il naturale collegamento dei dati con l'imminente presentazione del disegno di legge di revisione dell'attuale legislazione urbanistica, ivi compreso il regolamento del CUR.
Sento il dovere di ringraziare, in questa sede istituzionale, i servizi competenti per la pronta collaborazione prestata e per il puntuale lavoro fatto.
Quella che viene oggi consegnata è una prima fotografia della situazione esistente presso gli uffici dell'urbanistica.
Questo prima elaborato può dare, anzi darà sicuramente, luogo alle più diverse considerazioni, ma costituisce del resto un binario obbligato lungo il quale avverrà il confronto tra le forze politiche presenti in Consiglio e, all'esterno, con le forze sociali e produttive della nostra comunità regionale.
E' stata nostra intenzione quella di fornire immediatamente al Consiglio i primi dati elaborati dal servizio informativo, senza analisi ed interpretazioni che avrebbero richiesto tempi più lunghi.
Abbiamo richiesto al servizio l'informazione immediata per consegnarla al Consiglio e far sì che la discussione sulla riorganizzazione delle procedure che sovraintendono alla gestione urbanistica avvenga a mezzo dell'attenta osservazione di tutti i soggetti interessati.
Questo lavoro di riorganizzazione sarà lungo e complesso, ma sono certo che tutti i colleghi del Consiglio e le forze politiche che essi rappresentano daranno il loro qualificato contributo, al quale sarà prestata la massima attenzione.
I dati, ho già detto, sono ancora tutti da analizzare e da interpretare. Anche la Giunta, come i Gruppi politici, darà la propria valutazione e farà le sue proposte.
Occorre però dire che i dati, ad una prima lettura, denunciano una situazione che non potremmo definire tout court drammatica. Bisogna infatti tenere presente la differenza qualitativa tra dati e dati e non dimenticare che il riferimento essenziale è quello riguardante i primi P.R.G. (Piani Regolatori Generali). Certamente però traspare da essi una condizione di sofferenza e di disagio nel lavoro di pianificazione urbanistica.
Bisognerà quindi verificare, con un lavoro comune, dove si trovano gli intoppi ed intervenire sulle strozzature; abolire certe duplicazioni di esame e di istruttoria.
Non possiamo tuttavia dimenticare il grande impegno che hanno fornito in questi anni gli Assessori che mi hanno preceduto ed i Servizi regionali per mettere ordine e per fare chiarezza in questo settore, forse uno dei più disastrati del nostro Paese.
Occorre valutare lo sforzo che è stato necessario produrre per fare crescere negli amministratori locali, nella gente che deve accettarne le decisioni, i vincoli e le conseguenti limitazioni, una cultura urbanistica.
Questo lavoro comincia oggi a produrre i suoi frutti ed è - nel tempo stesso - come ho già detto, una delle ragioni di quel fenomeno di intasamento che l'Assessorato all'urbanistica sta sopportando.
A nome della Giunta assicuro che ogni sforzo sarà compiuto per accelerare il lavoro di esame e di approvazione dei piani: le proposte conseguenti verranno presentate al Consiglio regionale in termini brevi così che possano essere discusse contemporaneamente alle proposte di revisione della legge regionale urbanistica.



PRESIDENTE

Su questo tema sarà necessario sviluppare un dibattito, come richiede lo stesso Assessore.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Propongo ora di passare ai punti 10), 11), 12) 13) e 14) all'ordine del giorno che sono ratifiche di deliberazioni della Giunta regionale, già esaminate dalla Commissione.
La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Ci asterremo sulla votazione delle ratifiche, pur comprendendo l'urgenza e le circostanze nelle quali la Giunta è stata costretta ad agire, perché non abbiamo potuto entrare nel merito. Abbiamo proposto di affrontare il problema della rappresentanza dell'Ente Regione negli organismi regionali per garantire la presenza di amministratori capaci e condizioni di operatività e di trasparenza amministrativa.
E' stata indetta per il 29 settembre una riunione per ristabilire alcuni principi fondamentali e per accertare le caratteristiche professionali e morali dei candidati. Ci risulta inoltre che per il futuro sarà presentata una lista di candidati sulla quale la Commissione potrà giudicare la compatibilità tra le mansioni da svolgere e l'idoneità tecnica e morale del candidato. Ci auguriamo che queste decisioni siano l'inizio di un impegno maggiore da parte della Commissione preposta a queste scelte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il Gruppo democristiano si asterrà sulla ratifica di queste nomine. La Giunta non poteva evitare di deliberare con i poteri del Consiglio e dì sottoporre a ratifica i provvedimenti.
La maggioranza, in sede di Commissione, ha assicurato di essere disponibile a ridiscutere le nomine, a richiedere cioè alcune dimissioni per riequilibrarle: è un discorso aperto che ci interessa ma che non pu modificare la nostra posizione di astensione sulle deliberazioni. Il problema delle nomine deve essere affrontato in tutta la sua ampiezza. Ieri in sede di Commissione è stata fissata una riunione per il 29 settembre onde stabilire alcuni criteri, in attesa che prenda l'avvio l'iter legislativo dell'apposita proposta di legge. Nella riunione di ieri abbiamo anche ricordato che è urgente provvedere alle nomine dei Revisori dei Conti nelle USSL.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Non aggiungo nulla di nuovo rispetto a quanto già detto. Sottolineo soltanto che nell'incontro in Commissione Nomine, che si è riunita ieri per la prima volta dopo la crisi, si sono sottolineate le esigenze di capacità e di professionalità nella designazione dei rappresentanti negli enti. Si è convenuto da parte di tutti di procedere a queste ratifiche non essendo ipotizzabile un contrasto anche solo potenziale in Commissione, quindi tra Consiglio e Giunta, rispetto a nomine che in realtà sono già operanti e che peraltro erano necessarie per dare certezza e pienezza di titolo a chi opera negli enti.
Il 29 settembre potremo esaminare la questione urgente e complessa del Collegio dei Revisori dei Conti delle USSL e valutare i criteri di base.
Il 27 ottobre sono in scadenza le nomine della Finpiemonte, il più importante ente strumentale; inoltre si dovranno verificare e revisionare le presenze negli enti, non ancora in scadenza, ma che riteniamo di dover sottoporre al vaglio dei nuovi criteri.
La riunione del 29 settembre sarà importante. Mi auguro che si possano trovare elementi di convergenza che permettano di procedere con tempestività per dare garanzie di professionalità e di capacità dei designati e per attuare un collegamento tra le designazioni ed il merito dei problemi.
Le nomine dei rappresentanti negli enti più importanti (ad esempio Finpiemonte) non dovrebbero avvenire con una semplice scheda, ma dovrebbero essere accompagnate da una discussione sul merito, sugli obiettivi, sul programma.
Questo argomento è stato oggetto di una lunga e proficua discussione nella seduta di ieri in sede di Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale non pone obiezione a che si proceda alla ratifica della delibera, anche se esprimerà voto di astensione perché non è stato messo nelle condizioni di verificare e di concorrere a queste designazioni.
(Voci dalla tribuna del pubblico da parte di un gruppo di disoccupati che chiede la sospensione della seduta consiliare)



PRESIDENTE

Invito il pubblico a fare silenzio, altrimenti sarò costretta a fare sgomberare l'aula. Il Consiglio non può essere interrotto.
Una delegazione verrà ricevuta dalla Giunta e dai Capigruppo immediatamente dopo la votazione di questo punto all'ordine del giorno.



MARCHINI Sergio

Ringrazio per la cortesia il Presidente che ha voluto tutelare i lavori del Consiglio fino alla chiusura di questo brevissimo dibattito su un problema così delicato. Ringrazio anche la cortesia dei nostri ospiti, la cui esasperazione e i cui comportamenti sono, compresi non solo dal sottoscritto, ma da tutto il Consiglio.
Prego i nostri ospiti di considerare che in questo momento noi svolgiamo una pubblica funzione ed abbiamo il dovere di tutelare in termini minimali, cioè la chiusura del dibattito, l'impegno che ci siamo assunti nei confronti di noi stessi, ma soprattutto nei confronti dei cittadini.
Il nostro Gruppo non pone obiezioni di sorta alla ratifica della delibera in oggetto perché è conscio delle ragioni di natura funzionale che hanno posto la Giunta nella necessità di adottare la delibera in oggetto.
Esprimerò voto di astensione per i motivi già detti.
Farò alcune brevissime considerazioni sul problema delle nomine. Il processo che stiamo affrontando, che si concluderà con un atto legislativo è caratterizzato dalla maturazione dei rapporti e delle funzioni del Consiglio e della Commissione. Oltre agli obiettivi che sono stati illustrati dai colleghi, il Consiglio deve realizzare un ambizioso obiettivo di natura politico-istituzionale.
Il nostro Gruppo ha proposto, e lo ribadirà formalmente, che si creino degli spazi di governabilità reale dell'istituzione nei confronti dei partiti.
In questo Consiglio non c'è, come a livello nazionale, identità tra Partiti e Gruppi consiliari, qui c'è separatezza purtroppo funzionale tra Partiti e Gruppi consiliari. La questione delle nomine può essere un'occasione con cui far crescere la capacità di governo delle istituzioni riguardo ai Partiti (in definitiva è il nocciolo della questione morale).
In altri termini, cercheremo di far maturare i problemi in modo tale che non possano venire dai partiti delle indicazioni che, per la loro natura e per il modo con cui sono poste, siano vincolanti.
La novità della nostra proposta è che l'indicazione non possa ridursi ad un nominativo, ma debba sempre prevedere una rosa di nominativi nell'ambito della quale possa esercitarsi il potere discrezionale di governo del Consiglio.



PRESIDENTE

Per consentire alle forze politiche ed alla Giunta di incontrare una delegazione di disoccupati, la seduta è sospesa.



(La seduta è sospesa alle ore 11,50 e riprende alle ore 12,15)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

Invito i manifestanti a recarsi in una sala riunioni dove potranno essere ricevuti dai rappresentanti delle forze politiche.



MONTEFALCHESI Corrado

Chiedo la convocazione dell'Ufficio di Presidenza e dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Convoco i Capigruppo ed i rappresentanti della Giunta.


Argomento: Nomine

Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 1 24704: "Designazione del rappresentante della Regione Piemonte in seno al Comitato per l'Edilizia Residenziale (C.E.R.)"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Esaminiamo pertanto il punto decimo all'ordine del giorno che reca: Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 1 24704: "Designazione del rappresentante della Regione Piemonte in seno al Comitato per l'Edilizia Residenziale (C.E.R.)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ratifica con 25 voti favorevoli e 22 astensioni la suddetta deliberazione.


Argomento: Nomine

Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 74 25485: "Istituto per le piante da legno e l'ambiente della Regione Piemonte (IPLA S.p.A.): nomina con i poteri del Consiglio regionale degli Amministratori, ai sensi dell'art. 2458 del C.C."


PRESIDENTE

Passiamo al punto undicesimo all'ordine del giorno che reca: Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 74-25485: "Istituto per le piante da legno e l'ambiente della Regione Piemonte (IPLA S.p.A.): nomina con i poteri del Consiglio regionale degli Amministratori ai sensi dell'art. 2458 del C.C.)".
Chi è favorevole 'è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ratifica con 25 voti favorevoli e 22 astensioni la suddetta deliberazione.


Argomento: Nomine

Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 1 25735: "SAGAT S.p.A.: nomina di un Amministratore, ai sensi dell'art. 2458 del C.C."


PRESIDENTE

Il punto dodicesimo all'ordine del giorno reca: Ratifica (ai sensi art.
40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 1-25735: "SAGAT S.p.A.: nomina di un Amministratore, ai sensi dell'art. 2458 del C.C.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ratifica con 25 voti favorevoli e 22 astensioni la suddetta deliberazione.


Argomento: Nomine

Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 101 25709: "IPLA S.p.A.: nomina del Collegio Sindacale, ai sensi dell'art. 2458 del C.C."


PRESIDENTE

Il punto tredicesimo all'ordine del giorno reca: Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 101-25709: "IPLA S.p.A.: nomina del Collegio Sindacale, ai sensi dell'art. 2458 del C.C.".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ratifica con 25 voti favorevoli e 22 astensioni la suddetta deliberazione.


Argomento: Nomine

Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 77 26062: "Aeroporto di Cuneo-Levaldigi S.p.A.: nomina di un rappresentante nel Consiglio di Amministrazione e di un Sindaco effettivo nel Collegio Sindacale. Designazione di un membro del Consiglio di Amministrazione per l'elezione in sede di assemblea"


PRESIDENTE

Esaminiamo, infine, il punto quattordicesimo all'ordine del giorno che reca: "Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 77-26062: "Aeroporto di Cuneo-Levaldigi S.p.A.: nomina di un rappresentante nel Consiglio di Amministrazione e di un Sindaco effettivo nel Collegio Sindacale. Designazione di un membro del Consiglio di Amministrazione per l'elezione in sede di assemblea".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ratifica con 25 voti favorevoli e 22 astensioni la suddetta deliberazione.
Prima di concludere i lavori ricordo ai presenti che il Consiglio verrà convocato a domicilio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,20)



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