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Dettaglio seduta n.203 del 14/09/83 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI

Interpellanza dei Consiglieri Martinetti, Martini e Lombardi inerente i porti liguri ed interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Lombardi e Martini inerente i rapporti interregionali tra il Piemonte e la Liguria



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", discutiamo per prime l'interpellanza presentata dai Consiglieri Martinetti, Martini e Lombardi inerente i porti liguri e l'interrogazione presentata dai Consiglieri Martinetti, Lombardi e Martini inerente i rapporti interregionali tra il Piemonte e la Liguria.
Risponde ad entrambe l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Rispondo all'interpellanza n. 168.
La risoluzione del problema dei porti liguri attraverso la loro integrazione è essenziale per il Piemonte e per la sua economia anche perché si corre il rischio di trovarsi con il porto di Genova sorpassato da concorrenze di carattere internazionale che vedono Marsiglia ormai avviata verso aspetti razionali di utilizzo plurimo del parto e da concorrenze di porti dell'Adriatico tali da far perdere a Genova quell'importante funzione che dovrebbe avere nell'economia non solo italiana, ma anche europea.
Da qui l'esigenza imprescindibile di assicurare il massimo collegamento con i porti liguri perché da esso dipende tutta una situazione economica piemontese che, come infrastruttura, vede nell'abbinamento strada-ferrovia la soluzione di molti problemi. Per il settore ferroviario e nel quadro dei collegamenti con Savona, la scelta di operare per il raddoppio del tratto S. Giuseppe di Cairo - Ceva della linea Torino - Savona appare come fondamentale per conseguire un miglioramento dei servizi ed un incremento dei traffici con la Liguria ed i porti liguri.
Data l'importanza che tale opera riveste per il Piemonte, la Regione ribadisce la posizione manifestata nel convegno di Ceva del settembre 1982 con ampia disponibilità a favorire, anche mediante l'ausilio di una Commissione politica ed una tecnica, la realizzazione di un progetto in grado di consentire l'appalto e l'inizio dei lavori immediatamente dopo la disponibilità dei fondi necessari alla sua realizzazione. Peraltro tale intervento, proposto a suo tempo dal piano regionale dei trasporti, sarà con ogni probabilità recepito a livello centrale ed inserito negli interventi del piano poliennale delle Ferrovie dello Stato, con la Regione Piemonte che intende operare attivamente per il conseguimento di tale obiettivo.
Un'indicazione per sviluppare un complessivo potenziamento dell'intero sistema delle direttrici di valico ferroviario, oltreché mediante interventi di raddoppio (S. Giuseppe di Cairo - Ceva) e potenziamento (linea Ovadese verso Genova) può giungere anche dall'utilizzazione a circuito (o per specializzazione) delle due linee di valico fra Savona e S.
Giuseppe di Cairo utilizzando a questo fine le differenti caratteristiche tecnologiche e planoaltimetriche dei tracciati il tutto integrato dal sistema di scali di Alessandria e Novi San Bovo.
Non si può inoltre dimenticare l'importanza che riveste il raddoppio della linea Pontremolese con la possibilità di incrementare notevolmente la capacità di traffico.
Ed ancora si fa rilevare che l'incremento di accessibilità all'area del Monregalese assegnata al sistema stradale trova rispondenza nelle indicazioni del P.R.T. che i collegamenti interregionali ed intercomprensoriali concernenti in particolare i seguenti impegni principali: il raddoppio dell'autostrada Torino Savona con priorità al tratto Ceva Priero - Altare il potenziamento della SS 28 con il traforo del Colle di Nava ed il miglioramento della discesa su Ceva e Mondovì fino al nodo di Fossano il potenziamento della SS 29 e SS 30 l'istituzione della Pedemontana con interventi coordinata sui tracciati della SS 564 e della SS 28 dir.
Inoltre, al livello comprensoriale sono di rilievo i miglioramenti della SS 582, della Fondovalle Tanaro.
Questi interventi, quando riguardano viabilità statale, sono stati inseriti con livelli di priorità differenti nel piano decennale ANAS formulato ai sensi della legge n. 531/1982, salvo per la SS 582 e la Fondovalle Tanaro che sono nei programmi della viabilità ordinaria statale e provinciale.
Rispondo ora all'interrogazione n. 586.
1) L'Assessorato ai trasporti è stato ufficialmente invitato a partecipare ai lavori del convegno e nel corso del dibattito ha presentato una relazione riguardante i collegamenti ferroviari di cui si allega copia 2) Rispetto alla sostanza dell'ordine del giorno approvato in conclusione del convegno si esprime parere favorevole.
Permangono però le perplessità già espresse nella relazione succitata sul proposto collegamento ferroviario Garessio - Albenga.
Comunque, condividendo le motivazioni turistico-economiche che sono alla base della proposta formulata, non si esclude a priori la possibilità di prendere in considerazione un suo inserimento nei futuri programmi regionali e dell'Azienda FF.SS., qualora si possa dimostrare che tale tronco ferroviario sia in qualche modo sussidiario e complementare in termini di efficacia dell'intero sistema di trasporto ferroviario ad altri interventi già proposti.
Per quanto riguarda i collegamenti stradali, la Regione ha avviato concrete iniziative per il potenziamento della SS 28, consegnando all'ANAS il progetto esecutivo del terzo lotto della variante di Mondovì (SS 28 dir.
Mondovì, casello A6) ed il progetto di massima del primo e secondo lotto (SS 564 - SS 28 - collegamento alle Valli Monregalesi) ed ottenendo l'inserimento dell'arteria nella grande viabilità dello Stato, in ossequio ai criteri di cui all'art. 1 legge 531/82.
Non si è potuto concretizzare un analogo inserimento della SS 582, Garessio Albenga, essendo tale strada di livello funzionale inferiore.
L'inserimento della SS 28 valorizza gli interventi già compiuti dall'ANAS su detta arteria e crea le premesse legislative per il completamento dei lavori previsti per il traforo Armo - Cantarana, con l'intenzione di addivenire ad un collegamento preferenziale per il porto di Imperia, lungo un asse che presenta condizioni planoaltimetriche già ozi superiori a quelle della SS 582, soprattutto per il transito dei mezzi pesanti.
Inoltre, la Regione continua la sua azione presso la Società Autostrada IRI e la Società Torino - Savona per la realizzazione in tempi celeri nell'ambito della legge 531/82, del raddoppio della A6 nel tratto prioritario da Altare a Ceva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

L'interpellanza e l'interrogazione risalgono l'una al 21/12/1982 e l'altra al 27/1/1983.
Purtroppo però il tempo passato non ha tolto attualità ai temi sollevati. La prima prendeva spunto dall'impegno assunto ad Alessandria dal Presidente della Giunta regionale e dalla Giunta stessa attraverso la conferenza stampa del 3 dicembre dello scorso anno. Con molta soddisfazione avevamo constatato che quel convegno aveva suscitato molto interesse sui rapporti di programmazione piemontese e ligure, da noi sempre sollecitati.
Sollecitavamo inoltre la necessità di curare nell'ambito dei rapporti interregionali tra Piemonte e Liguria anche le questioni del Piemonte sud occidentale e della Liguria occidentale, che interessano zone deboli. In particolare il Comprensorio di Mondovì ha indicato la necessità di tali rapporti nella pianificazione comprensoriale, con argomenti che sono poi stati recepiti nel piano socio-economico territoriale, il cui schema è stato reso operativo con deliberazione del Consiglio regionale.
La risposta dell'Assessore conferma che le linee operative importanti ed immediate sono quelle relative al raddoppio della ferrovia nel tratto Ceva - San Giuseppe del Cairo, all'autostrada Torino - Savona che nonostante la diversa situazione istituzionale, continua a porre problemi di transito, al problema della SS 28.
Quest'ultima, pur essendo stata inclusa nell'elenco della grande viabilità, non è stata inclusa nei programmi operativi a causa delle priorità che giustamente devono essere valutate. Vorrei sottolineare all'Assessore che specie la parte compresa tra Ceva ed Ormea necessita di interventi, anche modesti, per i quali nel corso del dibattito sul piano decennale ANAS l'Assessore stesso aveva dato, se non la garanzia, comunque la promessa di interventi di altro tipo, per eliminare almeno la strettoia di Bagnasco, che è insostenibile su quell'arteria di grande viabilità.
Questa risposta è opportuna per richiamare, ancora una volta, il Consiglio e la Giunta alla necessità di prendere in considerazione attentamente, anche in sede della formazione del piano di sviluppo (che ci auguriamo prossima), il problema dei rapporti di programmazione interregionale.
Nel mese di febbraio 1983 l'allora Presidente della Giunta regionale aveva risposto ad un'interrogazione presentata dal Gruppo liberale, che con preoccupazione sottolineava il fatto che dai finanziamenti del Fondo FIO dell'anno scorso fossero stati esclusi i finanziamenti per i porti di Genova e Vado. Il Presidente della Giunta aveva dato atto della validità di quell'osservazione ed aveva riconosciuto l'esigenza che nel Piano FIO del 1983 le occorrenze finanziarie dei porti liguri dovessero trovare immediata copertura. Per questo aveva avuto esplicite assicurazioni dal Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica, on.le La Malfa; quindi, nella fase di programmazione degli interventi FIO 1983 si tratterebbe di mettere in atto l'interessamento del Piemonte per la soluzione di tale problema.
Le richieste formulate nel convegno di Garessio del 13 e 14 novembre 1982 sono state riconosciute valide da parte dell'Assessore. Condivido che non si può facilmente inventare una nuova linea ferroviaria, anche se la situazione rispetto agli anni passati e al momento in cui si è elaborato il piano regionale assume connotazioni diverse per il trasferimento della linea costiera più a monte.
Non concordo, però, sul fatto che la strada 582 venga esclusa. I rappresentanti liguri dicevano che la Liguria aveva inserito per il suo tratto la strada 582 nella rete di cui all'art. 1 della legge 531.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

L'ha tolta l'ANAS.



MARTINETTI Bartolomeo

I liguri hanno fatto almeno il tentativo, ma noi ci siamo fermati prima. Ringrazio l'Assessore della risposta e mi auguro che in occasione di altre interrogazioni di questo tipo ci sia non solo da ribadire la necessità di questi interventi, ma possibilmente la constatazione di qualche realizzazione. Grazie.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente i provvedimenti per la ricostruzione dei battelli danneggiati nell'attentato verificatosi il 9/11/1982 nel porticciolo di Stresa


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione presentata dai Consiglieri Bastianini Marchini e Turbiglio inerente i provvedimenti per la ricostruzione dei battelli danneggiati nell'attentato verificatosi il 9/11/1982 nel porticciolo di Stresa.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Preciso che la Regione non ha titolo per erogare contributi per la ricostruzione dei battelli danneggiati nell'attentato verificatosi nel porto di Stresa il giorno 9/11/1982 in quanto gli stessi sono classificati come mezzi per il servizio di noleggio da banchina e non come mezzi adibiti a servizi pubblici di linea per i quali soltanto potrebbe essere ammesso un intervento finanziario regionale. Aggiungo che la navigazione sul Lago Maggiore è di competenza dello Stato trattandosi di collegamenti interregionali ed internazionali. In questi giorni vi sarà un incontro con il Ministero competente o per definire una convenzione, se verrà accettata la richiesta di delega alle Regioni, o un tipo di collaborazione che comprenda tutta la problematica dei trasporti e dell'importante funzione che la navigazione sul Lago Maggiore rappresenta anche per gli interessi della Regione Piemonte. Questo caso particolare però tratta di mezzi privati per i quali non c'è alcuna possibilità di intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ci sembra che non ci siano spazi per un intervento di competenza regionale. Suggerisco all'Assessore di rendere noto l'atteggiamento della Regione al Comune di Stresa perché non nascano aspettative che poi verranno deluse, tali comunque da inficiare i rapporti tra le due istituzioni.
Ringraziamo l'Assessore per la risposta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione del Consigliere Ariotti inerente i progetti di sovrapassi ferroviari nel Comprensorio di Casale


PRESIDENTE

L'Assessore Cerutti risponde all'interrogazione presentata dal Consigliere Ariotti inerente i progetti di sovrapassi ferroviari nel Comprensorio di Casale.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Il piano regionale dei trasporti ha evidenziato il problema delle interferenze tra ferrovie e strade e ne ha prevista la graduale risoluzione con manufatti sostitutivi e viabilità di collegamento secondo un programma di priorità da concordare tra gli Enti (Regione, Comprensori, Province ANAS, Comuni) interessati.
Nell'ambito del Comitato di coordinamento Regione Piemonte-Azienda FF.SS., allargato alla partecipazione degli Enti locali di volta in volta interessati, è stato istituito un gruppo di lavoro per la soppressione di tutti i P.L. presenti sul territorio regionale. Tale gruppo di lavoro ha elaborato, ai sensi della legge 17/81, una metodologia per l'approccio e la risoluzione definitiva delle intersezioni strada-rotaia, che per il loro elevato numero (oltre 2.000) costituiscono un punto critico per la circolazione ferroviaria e stradale.
Tale metodologia, partendo da criteri quali il momento di traffico, il tempo medio di attesa, l'importanza della strada, il tipo e la velocità della linea ferroviaria, la situazione urbanistica, costituisce un valido strumento, da un lato, per individuare i P.L. da sopprimere e risolvere con manufatti o con collegamenti viabili alternativi, dall'altro, per definire una scala di priorità su cui concentrare, sulla base di programmi pluriennali concordati, le risorse finanziarie rese disponibili dai diversi Enti (FF.SS. - Regione - ANAS - Province - Comuni).
Parallelamente a tale impostazione generale del problema in Piemonte la Direzione Generale delle FF.SS., già nel 1980, aveva espresso la volontà di sperimentare, a livello nazionale, su una linea ferroviaria la soppressione sistematica dei passaggi a livello attivando tecnologie che potessero ridurre i tempi e i costi della progettazione (banca progetti tipizzati).
Tale intervento era finanziato, al di fuori delle risorse ripartite dei vari piani ferroviari, direttamente dalla Direzione Generale.
Fu concordato, tra Azienda FF.SS. e Regione Piemonte, di sperimentare in Piemonte tale iniziativa, su una linea, la Chivasso - Casale - Valenza (medio-padana) il cui potenziamento è previsto sia nei piani regionale che in quelli ferroviari e che è destinata ad assumere notevole importanza soprattutto per il traffico merci.
In conseguenza di ciò, l'Azienda FF.SS, ha affidato, in base all'art. 6 della citata legge 17/81, lo studio per la soppressione di P.L. sulla linea Chivasso - Casale - Valenza all'Impresa Impremoviter.
Tale articolo prevede che l'Impresa curi, per conto delle FF.SS., anche i rapporti con gli Enti locali connessi alla progettazione e realizzazione degli interventi.
Sulla base di tale incarico la suddetta Impresa ha avuto contatti con la Regione, il Comprensorio di Casale, l'ANAS, le Province e i Comuni interessati.
In particolare con la Regione è stata affrontata l'impostazione generale e con gli altri Enti il merito dei problemi: localizzazione e tipologia.
Ad oggi, il progetto di fattibilità per la risoluzione dei P.L. è completato con l'adesione dell'ANAS, delle Province e dei Comuni interessati.
Questo Assessorato ha seguito l'iter della consultazione pur non partecipando direttamente se non nelle situazioni più complesse e tenendo presenti le premesse del programma (abolizione sistematica dei P.L. su una linea, totale spesa a carico delle FF.SS. al di fuori delle risorse assegnate al Piemonte nei vari piani ferroviari) esprime un parere positivo su tutta l'operazione, avendo verificato la compatibilità delle soluzioni proposte con i programmi di viabilità regionale ed intercomunale.
La Regione, in fase di approvazione dei progetti esecutivi verificherà, inoltre, che siano state introdotte le indicazioni fornite dagli Enti interessati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria

L'interrogazione era nata da una situazione confusa: i tecnici della società di progettazione si presentavano ai Sindaci dei piccoli Comuni del Comprensorio di Casale pretendendo l'adesione ai progetti di sovrapasso ed una risposta immediata, senza fornire una precisa qualificazione ed un'informazione adeguata. Molti Sindaci si erano rivolti a me direttamente.
Li avevo indirizzati al Comprensorio rivolgendo contemporaneamente questa interpellanza che risale ad alcuni mesi fa, nella convinzione che sia la Regione che il Comprensorio avessero un ruolo da svolgere, ruolo che l'Assessore dice essere stato avviato impostando un coordinamento con le Ferrovie.
Do atto all'Assessore di essere intervenuto con i suoi tecnici personalmente nell'ambito del Comprensorio e di aver costituito un gruppo di lavoro e quindi di aver portato avanti il discorso.
Sono però perplessa. Ho davanti uno di questi progetti che in un tratto di circa un chilometro prevede tre sovrapassi. Se è vero che le finanze pubbliche sono così dissestate da richiedere interventi urgenti, mi chiedo se questi problemi non possano essere risolti con investimenti studiati con più attenzione.
Prendo atto con piacere che questo discorso verrà portato avanti.
Vorrei però che la Commissione ne fosse informata e che si rimeditasse sulle modalità tecniche di attuazione dei progetti che, se per alcuni paesi sono estremamente utili (ricordo Balzola, piccolo paese del tutto isolato da quattro passaggi a livello), per altre situazioni si offrono possibilità meno dispendiose.
Ringrazio della risposta.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione dei Consiglieri Chiabrando e Lombardi inerente l'utilizzazione del sedime dell'ex ferrovia Bricherasio - Barge


PRESIDENTE

L'Assessore Cerutti risponde ancora all'interrogazione presentata dai Consiglieri Chiabrando e Lombardi inerente l'utilizzazione del sedime dell'ex ferrovia Bricherasio - Barge.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

A seguito delle richieste formulate nell'interrogazione in oggetto l'Assessorato, mediante i suoi funzionari, ha eseguito un sopralluogo sulla ferrovia Bricherasio - Barge in data 9 marzo 1983.
Nel corso del sopralluogo si è potuto constatare che dal lato tecnico è teoricamente possibile trasformare il sedime ferroviario attuale in stradale. Tuttavia il lungo periodo di disattivazione della linea ed il conseguente mancato mantenimento delle opere d'arte esistenti, ne pongono in dubbio il recupero ai fini viabilistici; difatti sarebbe necessario verificarne attentamente le condizioni attuali di stabilità e resistenza ai carichi. Inoltre la limitata sezione dell'attuale sedime ferroviario e delle opere d'arte (quattro metri) richiederebbero un allargamento generalizzato del suddetto e la costruzione a fianco degli esistenti (previa verifica di stabilità degli stessi) di altrettanti viadotti, alcuni di rilevanti dimensioni, come quello sul torrente Pellice lungo 80 metri e quello in Bagnolo di circa 40 metri, e di 15 ponticelli su strade di campagna e tombini sui numerosi canali irrigui attraversati dalla linea.
Nell'abitato di Bricherasio poi, la ferrovia corre incassata in trincea di limitata sezione, con problemi di allargamento, per la presenza di edifici che sono stati costruiti, nel tempo, in fregio al sedime; analoga situazione si riscontra nell'attraversamento dell'abitato di Bagnolo ove però, la ferrovia corre in rilevato, ponendo problemi nei suddetti due punti per l'allargamento della sede ad una sezione adeguata al traffico stradale. A ciò si deve aggiungere che il tracciato ferroviario corre, per esigenze di livelletta costante, prevalentemente in medio rilevato e quindi i movimenti di terra per l'allargamento della sede risulterebbero assai ingenti.
A seguito di quanto esposto, si può prevedere un alto costo della trasformazione della suddetta ferrovia in asse stradale, non giustificato peraltro, dai possibili benefici ricavabili in termini di viabilità per la zona attraversata, vista la presenza a poca distanza dalla ferrovia delle strade provinciali n. 158 e n. 157 che risultano adeguate al traffico che vi si svolge, presentando una larghezza media di metri 7,50-9,00, con andamento planoaltimetrico costante, ulteriormente allargabili con un costo decisamente minore rispetto alla prospettata trasformazione della linea ferroviaria in strada, così come avanzato nell'interpellanza in oggetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Lo scopo dell'interrogazione non era di pretendere la realizzazione dell'opera, ma di chiedere una verifica tecnica sulla sua fattibilità.
La risposta dell'Assessore mi pare esauriente: sono stati valutati i vantaggi, gli svantaggi ed i costi dai quali risulta che l'eventuale recupero dell'opera, che all'occhio del cittadino pareva possibile, non è conveniente.
Prendiamo atto della risposta e ringraziamo.


Argomento: Viabilità

Interrogazione del Consigliere Turbiglio inerente lo stato di degrado della SS 22 della Valle Macra


PRESIDENTE

L'Assessore Cerutti risponde all'interrogazione presentata dal Consigliere Turbiglio inerente lo stato di degrado della SS 22 della Valle Macra.



CERUTTI Giuseppe, Assessore ai trasporti e viabilità

Questo Assessorato ai trasporti e viabilità è a conoscenza dello stato di pericolosità della suddetta arteria. A tale proposito è stata più volte sollecitata l'ANAS a volere provvedere ad ovviare a tale stato di pericolo e di carenza manutentoria. La più recente di tali richieste risale al 24 agosto 1983 prot. n. 6920 alla quale l'ANAS ha risposto con l'invio di copia della risposta sullo stesso argomento inviata al giornale "La Gazzetta del Popolo" ove si precisa essere stati stanziati 8 miliardi per lavori di cui L. 400.000.000 nell'anno corrente.
E' da precisare che a parte le responsabilità ANAS in materia, trattasi di strada avente caratteristiche montane, attraversante un territorio fortemente acclivo e con una situazione geomorfologica assai complessa ed instabile, soggetto a facili erosioni e franamenti e caduta massi dalle pendici, per cui si porrebbe la necessità, a fianco degli interventi di ristrutturazione difesa e manutenzione del sedime stradale di competenza ANAS, di interventi di protezione idrogeologica e consolidamento delle zone a monte dei tratti più soggetti ai fenomeni precedentemente descritti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

L'Assessore Cerutti questa mattina è assalito da numerose interrogazioni che riguardano sistemazioni di strade.
Il problema sollevato dal Consigliere Martinetti riguarda strade di grande comunicazione che interessano porti ed allacciamenti internazionali ma ci sono anche arterie locali che non erano di interesse nazionale, n portuale, ma che hanno importanza per la sopravvivenza delle popolazioni locali. Mi sono permesso di presentare questa interrogazione perché il problema della Valle Macra merita un'attenzione particolare. Il problema era stato sollevato dalla "Gazzetta del Popolo".
L'ANAS lamenta la scarsità delle somme disponibili per la manutenzione delle strade (7 milioni e mezzo per chilometro mentre ne occorrerebbero almeno 15-20) e sostiene che non è responsabile né della manutenzione delle fasce (che sono di proprietà demaniale) né delle problematiche riguardanti le parti a monte e a valle della strada, dove si verificano frane o cadute di massi. L'ANAS quindi sostiene che i contributi devono venire anche dalle Comunità montane e dalle Regioni.
Ho ritenuto di presentare l'interrogazione non tanto per riferirmi al sedime stradale, quanto alle altre opere quali paravalanghe, muretti a valle e problemi quali le strettoie dove riescono a transitare solo due piccole auto.
Insisto nel richiedere l'attenzione dell'Assessore su questa arteria perché è urgente intervenire per impedire che si verifichino inconvenienti molto gravi e per aiutare la gente che continua a vivere abbarbicata a quelle zone pur avendo poche possibilità di comunicazione e con il terrore di trovarsi da un momento all'altro isolate a causa dell'interruzione della strada.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Devecchi, Genovese e Lombardi inerente i ritardi nei pagamenti delle bietole


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Devecchi Genovese e Lombardi inerente i ritardi nei pagamenti delle bietole.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura

I problemi sono fondamentalmente due. Per quanto riguarda l'adombrato pericolo di chiusura dello stabilimento di Casei Gerola (Gruppo Montesi) devo dire che è un pericolo generalizzato e generico, nel senso che investe tutte le industrie del settore. Lo stabilimento fa parte della trattativa in corso a livello comunitario per il piano bieticolo. Il pericolo però si è fatto meno grave. E' uno stabilimento a livello europeo, moderno quanto gli altri che sono pure in crisi. Mi conforta la preoccupazione dei dirigenti dello stabilimento che dicono di non avere conferimento e questo comporta una grave conseguenza negativa: quella del mancato pagamento. Lo stabilimento è riuscito a pagare soltanto il 38 % del dovuto sul raccolto dello scorso anno e ha un buco che si aggira attorno ai 50 miliardi. La situazione è però ancora peggiore. Il saldo dei pagamenti discende da due condizioni: la ristrutturazione con l'entrata dei nuovi soci produttori (A.M.B. e Consorzio Bieticoltori) e l'intervento del Governo, di cui per l'azienda non è riuscita a beneficiare a causa delle lungaggini burocratiche: il finanziamento statale che passa attraverso il Mediocredito. Comunque oggi ci sono le garanzie che il saldo verrà fatto perché l'azienda è stata messa nella possibilità di farlo.
Ho sempre partecipato alle riunioni che si svolgono a Roma con i Ministri dell'Agricoltura e dell'Industria con le grandi organizzazioni ed i consorzi dei bieticoltori e le Regioni interessate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Ringrazio anche a nome dei Consiglieri Genovese e Lombardi per l'interesse dimostrato verso questo problema che interessa parte della pianura alessandrina.
Invitiamo l'Assessore e la Giunta a seguire il problema perché gran parte dell'economia agricola della provincia di Alessandria è legata allo sviluppo della bieticoltura.


Argomento: Informazione

Interrogazione dei Consiglieri Picco, Bergoglio, Petrini, Paganelli, Brizio e Cerchio inerente la chiusura della redazione piemontese de "L'Avvenire"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Picco Bergoglio, Petrini, Paganelli, Brizio e Cerchio inerente la chiusura della redazione piemontese de "L'Avvenire".
Risponde il Presidente della Giunta regionale, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Mi spiace di dover rispondere a distanza di tanto tempo perché sarebbe stata una risposta da darsi nell'immediato, purtroppo quando venne presentata l'interrogazione non sedevo a questo posto. Nel panorama delle informazioni piemontesi e nazionali la chiusura della redazione torinese del quotidiano "L'Avvenire", ha indubbiamente rappresentato un impoverimento degli spazi informativi a disposizione della comunità regionale.
Si tratta di un giornale sempre molto informato e sempre ben fatto. E' un giornale che leggo.
Da quella decisione, solo in minima parte comprensibile alla luce delle esigenze di ristrutturazione, la situazione dei mass media in Piemonte ha purtroppo fatto registrare ulteriori peggioramenti.
Le redazioni dei giornali vanno via via scomparendo; accanto alla rinascita della "Gazzetta del Popolo" si deve infatti registrare la sospensione della pubblicazione per il periodico politico culturale "Nuova Società", mentre viene confermata la possibile chiusura della redazione torinese dell'Unità". Il governo regionale è attento e sensibile a tali mutamenti e, per quanto opportuno e di competenza, non può limitarsi a prendere atto, ma ove fosse necessario assumerà iniziative e determinazioni tali da garantire un grado sempre più alto di pluralità ed ampiezza delle informazioni.
La ricchezza dei mass media, scritti e radio-teletrasmessi, non è per il Piemonte solo un privilegio tradizionale, bensì deve rappresentare uno strumento di crescita civile e di partecipazione del cittadino alla vita della società.
Dovremmo riprendere anche il discorso che riguarda la Rai. C'è la minaccia di eliminare l'orchestra della Rai, vicenda che potrebbe colpire gravemente la vita culturale piemontese e nazionale.
La chiusura dell'"Avvenire" ci preoccupa e mi preoccupa in modo particolare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

L'interrogazione risale a due o tre anni fa, epoca in cui chiuse la redazione piemontese de "L'Avvenire".
E' stato necessario il cambio del Presidente della Giunta per ottenere la risposta a questa interrogazione come ad altre. Spero che questo cambio si registri non solo nella formale replica ai nostri legittimi quesiti, ma anche in sostanziali risoluzioni ai problemi.
Ringrazio il Presidente della Giunta regionale.


Argomento: Informazione

Interpellanza dei Consiglieri Reburdo e Montefalchesi inerente il comportamento degli organi di informazione sulla manifestazione del 15 giugno scorso


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale Viglione risponde ancora all'interpellanza presentata dai Consiglieri Reburdo e Montefalchesi inerente il comportamento degli organi di informazione sulla manifestazione del 15 giugno scorso.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Gli interpellanti denunziano che i mezzi d'informazione del Piemonte non hanno dato spazio ai problemi della politica estera, della pace e dei rapporti internazionali e denunziano che "La Stampa" non ha dato informazione della manifestazione del 15 giugno 1982 a cui hanno partecipato migliaia di persone.
Non possiamo erigerci a giudici di ogni singolo giornale, ma siamo convinti circa la libertà di informazione che deve riflettere il pluralismo degli operatori e degli strumenti. Concordiamo sulla necessità dell'impegno civile di ciascuno di noi in favore della pace, traguardo al quale tutti tendiamo. Se il Papa in questi giorni ha drammaticamente dichiarato che siamo sull'orlo della guerra significa che ha delle informazioni per poterlo affermare. Dobbiamo ribadire che l'impegno principale degli uomini delle correnti, dei pensieri e delle fedi religiose deve indirizzarsi verso un movimento vastissimo per la salvaguardia della pace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Condivido la risposta del Presidente della Giunta, ma desidero delineare le motivazioni dell'interpellanza che risale ad un anno e mezzo addietro, quando era in carica il Presidente Enrietti. Abbiamo sollevato questa questione perché non sempre avvenimenti ed iniziative importanti trovano uno spazio adeguato sui quotidiani. La manifestazione citata era stata indetta per i fatti del Libano e vi avevano partecipato le Federazioni CGL, CISL e UIL e le istituzioni, tuttavia ad essa era stato riservato un marginale trafiletto nascosto dietro ad altri articoli. Altre volte sono successi fatti del genere, soprattutto sul giornale "La Stampa".
Ci pare importante richiamare una maggiore sensibilità nell'ambito dell'informazione in linea generale. Per il momento mi dichiaro soddisfatto e sollecito l'attenzione della Regione su questi problemi particolari.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Bergoglio Cordaro, Majorino e Picco.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 324: "Norme concernenti l'esercizio del controllo regionale sugli atti degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico con personalità giuridica di diritto pubblico", presentato dai Consiglieri Marchini, Germi e Turbiglio in data 28 luglio 1983 N. 325: "Norme sulla previdenza e l'indennità di fine mandato dei Consiglieri regionali del Piemonte", presentato dai Consiglieri Benzi Marchiaro, Picco, Ferro e Turbiglio in data 2 agosto 1983 N. 326: "Modifica alla legge regionale 2 agosto 1979, n. 14", presentato dai Consiglieri Benzi, Marchiaro, Picco, Ferro e Turbiglio in data 2 agosto 1983 N. 327: "Modifica ed integrazione all'art. 76 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 e successive modificazioni", presentato dalla Giunta regionale in data 11 agosto 1983 N. 328: "Presidi e servizi multizonali delle Unità Socio-Sanitarie Locali" presentato dalla Giunta regionale in data 24 agosto 1983 N. 329: "Partecipazione della Regione Piemonte all'Associazione Interregionale di coordinamento e documentazione per i problemi inerenti alla neve ed alle valanghe (AINEVA)", presentato dalla Giunta regionale in data 26 agosto 1983 N. 330: "Rifinanziamento della legge regionale 10 dicembre 1979, n. 72 'Contributi alle Comunità montane per attività divulgative della cultura e dell'informazione televisiva'", presentato dalla Giunta regionale in data 5 settembre 1983.



PRESIDENTE

c) Apposizione visto Commissario del Governo



PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale del 28 luglio 1983: "Istituzione, compiti, modalità di funzionamento e responsabilità del Collegio dei Revisori dei Conti delle USSL ai sensi dell'art. 13 della legge 18111982" alla legge regionale del 3 agosto 1983: "Norme per la pubblicità dello stato patrimoniale e tributario dei Consiglieri regionali e degli amministratori di enti ed istituti operanti nell'ambito della Regione Piemonte" alla legge regionale del 3 agosto 1983: "Rendiconto dell'esercizio finanziario 1982" alla legge regionale del 3 agosto 1983: "Assestamento al bilancio per l'esercizio finanziario 1983" alla le e regionale del 3 agosto 1983: "Disposizioni finanziarie concernenti autorizzazioni di spesa per l'esercizio 1983 e 1984 e devoluzione di quote di assegnazioni statali nell'area di intervento agricoltura" alla legge regionale del 3 agosto 1983: "Integrazione della legge regionale 27 gennaio 1983, n. 3" alla legge regionale del 3 agosto 1983: "Aiuti straordinari per il sostegno e la ripresa economica della suinicoltura del Piemonte colpita dalla peste suina africana".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale del 27 luglio 1983: "Omogeneizzazione dei trattamenti di quiescenza e di previdenza del personale regionale, degli enti sub o para regionali e degli altri Enti locali" alla legge regionale del 28 luglio 1983: "Norme transitorie alla legge regionale 17 ottobre 1979, n. 60 e successive modificazioni" alla legge regionale del 3 agosto 1983: "Norme di attuazione del decreto del Presidente della Repubblica 20 dicembre 1979, n. 761, in materia di procedure concorsuali e disciplina del rapporto di impiego del personale delle USSL".


Argomento:

e) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale - in attuazione dell'art. 7, primo comma, della legge regionale 6/11/1978, n. 65 - nelle sedute del 21 e 26 luglio, 2, 4, 10, 23, 25 e 30 agosto, 1° e 6 settembre 1983 sono depositate e a disposizione presso il Servizio Aula.
Le comunicazioni del Presidente sono così terminate.


Argomento: Calamità naturali - Commemorazioni

Commemorazione delle vittime del nubifragio abbattutosi il 10 settembre scorso nell'Alto Novarese


PRESIDENTE

Chiede ora di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Chiedo la parola per un semplice appunto. Nella notte del 10 settembre si è abbattuto un nubifragio di notevoli proporzioni che ha colpito alcune zone dell'Alto Novarese.
Vi sono state quattro vittime. Ritenevo opportuno, oltreché doveroso che lei, signor Presidente, esprimesse almeno una parola di cordoglio per questi morti della comunità piemontese.



PRESIDENTE

Riferirà il Presidente della Giunta al quale do la parola.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, l'Assessore Cerutti riferirà circa la situazione venutasi a creare in seguito ai violenti nubifragi che si sono abbattuti nella notte fra sabato e domenica nella zona dell'Alto Novarese dell'Ossola e del Lago. Già la sera del 7 agosto 1978 un tragico destino aveva colpito quelle zone; un violento nubifragio provocò danni nelle dieci Comunità montane dell'Ossola e 21 furono gli scomparsi; nel 1979 pressapoco nella stessa data si abbatté nuovamente un nubifragio violento causando ingenti danni. Nella notte del 10 settembre a Cannobio l'acqua si è riversata in un campeggio provocando la morte di due persone ed altre due vittime si sono avute in zona di Re.
Ci chiniamo alla memoria delle vittime e ci associamo al dolore delle famiglie. Purtroppo rileviamo che nonostante l'impegno profuso dal 1978 in poi non è ancora possibile evitare che i fiumi dell'Ossola durante i nubifragi sempre più violenti provochino danni alle persone.
Faremo quanto è possibile per venire incontro alle famiglie bisognose.
L'Assessore alla protezione civile Bruciamacchie riferirà per ciò che concerne il pronto intervento, mentre l'Assessore Cerutti riferirà per la parte relativa ai danni.
Sarà necessario un ulteriore potenziamento delle strutture idrogeologiche di protezione dei fiumi della zona, perché nonostante tutte le opere realizzate sul Merezz o occidentale ed orientale in Val Vigezzo ed in altre zone con nubifragi violenti si registrano sempre dei danni anche alle persone. Forse la causa è della conformazione del territorio e dei torrenti (dai 4.500 metri del Monte Rosa si arriva ai 200 metri di Domodossola), ma evidentemente manchiamo ancora di strutture ultra protettive che bisognerà individuare. La Giunta si è già impegnata in questa direzione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento

Colleghi Consiglieri, non posso ancora consegnare il quadro definitivo dei danni provocati dal nubifragio ma posso anticipare che si aggirano attorno ai 600 milioni.
I danni alle strutture pubbliche sono stati provocati dal materiale trascinato dalla violenza delle acque.
Nel campeggio di Cannobio dovrebbero essere attivate le protezioni indispensabili e date garanzie per gli utenti perché gli accampamenti nella sede del torrente sono un rischio grave. Nella zona di Cannobio è stato danneggiato il depuratore delle acque ancora in costruzione. Al Magistrato del Po è stato richiesto l'intervento che è di sua competenza.
Nella Val Cannobina c'è stato il crollo della passerella che collega Palmenta con Crealla. Un centinaio di persone sono isolate. Abbiamo chiesto al Prefetto di Novara l'intervento del Genio militare per gettare una nuova passerella, ma il nostro esercito che è molto efficiente nella costruzione delle autostrade, non ha la possibilità di costruire passerelle di emergenza.
Questa mattina, dopo un ulteriore sopralluogo, ci siamo impegnati per la ricostruzione di una passerella provvisoria che costerà circa 40 milioni (nella frazione è deceduta una persona per cause naturali e si doveva provvedere alla tumulazione della salma). Altri interventi sono stati effettuati nelle zone di Re, di Santa Maria Maggiore e di Druogno. C'è il problema del completamento delle opere effettuate in passato che sono ritenute indispensabili ma che, per carenza di fondi, non sono state realizzate.
Si tratta di briglie da collocare lungo il Merezzo per diminuire la pendenza delle acque e per evitare gli scalzamenti ai muri di protezione ed alle barriere.
Abbiamo assunto un atteggiamento drastico nei confronti delle Amministrazioni locali, perché non è pensabile che si possa intervenire per la salvaguardia del territorio quando le zone soggette a rischio vengono tranquillamente approvate come zone fabbricabili. E' il caso di Druogno. Il piano regolatore di Druogno è stato infatti respinto con l'invito a considerare la natura del territorio.
Recuperando quanto è stato possibile recuperare da interventi a suo tempo finanziati e non ancora attivati si potranno realizzare due interventi: una briglia per sostenere le fondazioni di un ponte dell'ANAS e gli interventi regionali fatti e che sono costati circa 300 milioni e la difesa spondale del torrente Merezzo nel punto più vicino alla ferrovia vigezzina.
I binari ormai si trovano a due metri di distanza, quindi si profila il pericolo della sospensione del collegamento.
Anche in questo caso cercheremo di intervenire con un residuo di fondi sulla legge 53 per contenere il franamento ed ulteriori danni alle infrastrutture.
A Verbania il cosiddetto ponte del Plus rischia il crollo. Abbiamo richiesto all'Amministrazione comunale di effettuare un ulteriore sondaggio per valutare la resistenza dei piloni.
Ci eravamo impegnati nei confronti dell'Amministrazione comunale di Verbania per un intervento consistente, lasciando al Comune la scelta definitiva: risistemare il ponte sul piano della stabilità che, comunque non risolverebbe i problemi della viabilità data la larghezza della struttura, o realizzare un altro ponte impiegando i fondi della Regione (destinati alla sistemazione statica dell'attuale ponte) e le risorse del Comune.
Mi auguro che gli eventi inducano l'Amministrazione di Verbania a decidere entro tempi brevi. Altri interventi riguardano Comuni nella zona di Domodossola per un ammontare di dica 600 milioni. Inviteremo il Genio Civile ad intervenire almeno nei Comuni che non sono dotati di propri uffici tecnici. Debbo dire, a titolo di conferma, che gli interventi effettuati nel passato hanno retto al nubifragio, la cui entità era sicuramente superiore a quella del 1978.
Il che significa che la Regione potrebbe chiudere questo triste discorso con un intervento del conto di circa 10 miliardi. Accanto a questo sforzo che la Regione Piemonte ha compiuto in passato e compirà entro breve, deve esserci da parte degli Enti locali che vivono in quei territori estremamente precari, uguale attenzione nella gestione del territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore alla protezione civile

Avuta notizia del nubifragio che si era abbattuto in Val d'Ossola abbiamo preso immediatamente contatti con la Prefettura, con il Genio Civile e con i Sindaci dei Comuni interessati.
Insieme con alcuni funzionali regionali mi sono recato a Cannobio, dove ho avuto un incontro con il Sindaco, gli amministratori, i tecnici, il Maresciallo dei Carabinieri.
I lavori di sgombero nel campeggio sono durati tutta la notte, dove un muro d'acqua alto 6-7 metri ha trascinato a valle ogni cosa.
I danni alle strutture pubbliche e civili sono quantificabili attorno ai 10 miliardi. Un depuratore è stato danneggiato seriamente. L'abbandono della montagna, la mancata pulitura dei boschi, gli scarsi interventi a monte per la sistemazione delle aree, la mancata regimentazione delle acque hanno prodotto a monte una diga composta di arbusti e di alberi causando all'improvviso la discesa a valle di una massa enorme di acqua che ha invaso il paese, i campeggi ed alcune zone edificabili.
Sarà opportuno riflettere sullo sviluppo urbanistico di quelle aree.
Questo fenomeno è stato un campanello d'allarme, che si dovrà valutare prima di rilasciare le autorizzazioni edilizie.
Si dovranno compiere analisi attente su questo bacino per vagliare quali dovranno essere gli interventi prioritari, per evitare interventi postumi di riparazione dispendiosi. Il discorso della prevenzione è dunque importante dal punto di vista economico e delle garanzie per la collettività. La Giunta l'anno scorso aveva presentato un disegno di legge sulla protezione civile.
A livello statale da un anno e mezzo giace il disegno di legge sulla protezione civile a firma Spadolini e Zamberletti. Ci auguriamo vivamente che il nuovo Ministro Scotti trovi all'interno del Consiglio dei Ministri la volontà di varare il disegno di legge. La Regione potrà di conseguenza definire il proprio disegno di legge all'esame della VII Commissione.
Di notevole importanza sarà il convegno che si terrà su questi temi nel mese di dicembre al quale interverrà il Ministro Scotti. Nel corso del convegno saranno effettuate delle esercitazioni in aree della regione dove verranno simulate situazioni di rischio e di pericolo.
Nella prima settimana di ottobre approfondiremo questi temi e valuteremo l'opportunità di costituire un servizio di protezione civile efficace.
I rapporti con le strutture già esistenti sono buoni. Occorrerà precisare i piani provinciali. Due aspetti sono importanti: un servizio di protezione civile dotato di uffici e di funzionari. Attualmente due funzionari operano in questo campo ma non è possibile realizzare un intervento tempestivo; investire la Giunta in ordine a queste iniziative.
Presenterò una relazione specifica nei prossimi giorni. Non dobbiamo dimenticare che ci sarà di nuovo un pericolo reale nella primavera e questa fase ci servirà per affrontare in modo più rispondente alla necessità della comunità.



PRESIDENTE

La parola al Conigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Ringrazio la Presidenza per avermi concesso la parola e la Giunta regionale per avere fornito al Consiglio le informazioni e le precisazioni sui gravi fatti avvenuti sabato notte, in particolare nell'Ossola.
Ringrazio l'Assessore Cerutti delle informazioni aggiornate.
Un ringraziamento particolare all'Assessore Bruciamacchie che domenica si è recato immediatamente sul posto garantendo così una tempestiva presenza della Regione di fronte ai gravi fatti che si sono succeduti in quelle vallate.
Come ha già anticipato il Presidente Viglione, si è trattato di eventi straordinari che purtroppo si ripetono a ciclo molto ravvicinato. Un tempo avvenivano a cicli cinquecentennali, ora purtroppo si ripetono ad ogni lustro.
La Giunta ha assunto l'impegno di continuare un'azione intensa e puntuale per garantire la sicurezza a quelle vallate e non a caso le strutture già avviate o portate a termine hanno resistito.
L'ultimo evento, anche se limitato come estensione, è stato più disastroso delle precedenti volte e purtroppo dove ha colpito ha procurato anche dei lutti e danni alle opere pubbliche ed ai beni privati.
Interventi urgenti sono già stati effettuati a Falmenta, in Val Vigezzo, a Domodossola e a Verbania. Occorre completare gli interventi rimasti ancora in sospeso studiando il modo di intervenire fino al completamento delle opere.
L'indicazione della Giunta di potenziare la struttura a livello centrale e a livello periferico mi pare colga la necessità di effettuare un intervento articolato.
L'Assessore Bruciamacchie è stato preciso per quanto riguarda le costruzioni nuove nel settore dell'urbanistica e dell'edilizia. Forse è necessario potenziare il nucleo operativo che opera sul luogo e prestare attenzione a quelle attività che forse a prima vista non presentano rischi ma che probabilmente sono state fra le cause che hanno intensificato il disastro.
Come sono sfruttati i boschi? Una delle cause più probabili del disastro è stata provocata dalla legna lasciata sul posto o dai tronchi accatastati male che precipitando hanno formato un a diga fragile. Infatti a valle si sono rinvenuti molti tronchi già lavorati.
Prendo atto che la Giunta sollecita al Parlamento la definizione della legge sulla protezione civile, che permetterà alle Regioni di approvare le norme regionali inerenti questi interventi.
Ringrazio gli Assessore Bruciamacchie e Cerutti per il loro impegno e rivolgo, con gli altri Consiglieri, espressioni di cordoglio per i lutti che hanno colpito ancora una volta una parte non trascurabile del nostro territorio. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cernetti.



CERNETTI Elettra

Prendo atto con soddisfazione delle iniziative della Giunta assunte nelle zone del Cusio-Verbano-Ossola colpite dall'alluvione. Non credo nel destino quanto vi crede il Presidente Viglione che lo ha invocato due volte, credo invece negli studi del territorio e negli interventi rapidi e decisivi che diano sicurezza alla gente che numerosa vive nel Verbano-Cusio Ossola e che trema ogni volta che alzando gli occhi scorge le nuvole nel cielo.
Propongo che i Consiglieri che provengono dalle zone alluvionate collaborino con gli Assessori durante i sopralluoghi e gli accertamenti dei danni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nerviani.



NERVIANI Enrico

Debbo onestamente riconoscere che in questi ultimi anni da parte dello Stato e da parte della Regione sono stati eseguiti nell'Ossola interventi tanto consistenti quanto non ne sono mai stati fatti in decine di anni precedenti.
Ho vissuto personalmente queste tragedie e posso dichiarare senza esagerazione di essere un superstite dell'alluvione del 1978, quindi parlo anche toccato emotivamente su questo piano.
L'impegno dell'Assessore Bruciamacchie è positivo e collegandomi alla richiesta che anch'io avrei fatto del Consigliere Cernetti, ribadisco l'importanza della presenza di Consiglieri delle province interessate ogni qual volta si verifichino incontri del tipo di quello organizzato dall'Assessore.
Non dimentichiamo che la Regione è anche organo di gestione dello Stato, che i Consiglieri debbono contribuire alla gestione e per fatti di particolare rilevanza i Consiglieri locali debbono essere informati dagli Assessori della trattativa su questi fatti specifici. Faccio un esempio.
Ieri l'Assessore Bajardi ha ricevuto una delegazione dell'USSL 51 per discutere sulla cardiochirurgia di Novara. Ritengo fosse cosa opportuna informare i Consiglieri della zona di quell'incontro, per trovare vie più costruttive ed una sintonia maggiore di quanto non possa esserci attraverso una semplice risposta ad interpellanza poco efficace sul piano dell'immediatezza.
Sono più fatalista della collega Cernetti ed in questo mi sento in sintonia con il Presidente Viglione.
Il 7 agosto 1978 è stato un giorno eccezionale nella storia della Valle di Vigezzo e dell'Ossola. Quel cataclisma era soltanto parzialmente controllabile dagli uomini, però ci sono fatti che possono essere regolati: il controllo sui piani regolatori e sugli insediamenti dei campeggi.Ricordo il dramma del campeggio di Santa Maria Maggiore Maresco nel 1978. Debbo però anche aggiungere che qualunque sforzo faccia la Regione in futuro non potrà rimediare ai danni prodotti dallo sviluppo industriale in questi ultimi anni. L'abbandono totale di zone vastissime delle nostre valli non si fronte zia con alcuni funzionari o con qualche plotone di alpini mandato sul luogo una volta ogni tanto.
Per recuperare zone vaste nelle nostre montagne occorre una mobilitazione generale e generalizzata.
Il servizio civile degli obiettori di coscienza e delle donne non pulirà le migliaia di metri quadri di boschi totalmente abbandonati, non ripristinerà i sentieri costruiti per millenni con arte insuperabile e che sono diventati pericolosissimi ruscelli che travolgono anche i frammenti rimasti della pavimentazione di un tempo.
Il discorso dovrebbe essere riportato in sedi superiori. Dobbiamo prendere coscienza che la vastità del territorio deve avere come corrispondente la vastità dell'intervento, l'assunzione di coscienza civile ma anche l'assunzione di responsabilità dirette, ciascuno per la sua parte l'utilizzo di centinaia di migliaia di persone in tempi definiti durante l'anno. Fuori da questa strada i disastri diventeranno sempre più numerosi e chi si troverà al Governo verrà attaccato dall'opposizione per l'inefficienza e per l'incapacità. Però chi sceglie questa strada sceglie una strada non costruttiva, ipocrita che non è giusto battere. La via è un'altra e dobbiamo responsabilmente affrontarla assieme. Certamente, per rimanere negli ambiti più modesti e specifici, riferendomi a quanto già detto, aggiungerei che è più opportuno spendere due o tre miliardi per la pulitura regolare degli alvei dei fiumi che spenderne 100 o 200 per rimediare ai danni provocati dalle "dighe" naturali eccezionali che si formano e che, crollate, travolgono esse stesse ogni cosa. Questa è la raccomandazione che rivolgo all'amico e collega Assessore Cerutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Ringrazio il Presidente Viglione e gli Assessori Cerutti e Bruciamacchie per aver sensibilmente accolto e risposto alla sollecitazione che mi ero permesso rivolgere e per aver dato ampia relazione su quanto è accaduto nelle zone dell'Alto Novarese la notte di sabato 10 settembre.
L'Assessore Cerutti non ha fatto cenno ai danni nella Valle Strona pure colpita e danneggiate dall'alluvione.



CERUTTI Giuseppe, Assessore al pronto intervento

Sono stati stanziati 40 milioni per il collegamento con Forno e Campello Monti, dove si trovano isolate da una frana le greggi ancora al pascolo.
I danni maggiori si sono avuti alle strade, di competenza dell'Amministrazione provinciale.



CARAZZONI Nino

Questa dichiarazione integra la relazione prima svolta. Devo dichiarare, come già fatto da altri, che non sono d'accordo o sono parzialmente d'accordo con quanto affermato dal Presidente Viglione sulla fatalità ricorrente di questi tragici e luttuosi eventi perché, è già stato detto, che bastano due gocce d'acqua in zone dell'Alto Novarese per provocare catastrofiche conseguenze.
Penso che non tanto di fatalità si tratti, quanto invece di un più marcato e più accentuato abbandono di quelle zone rispetto ad altre zone del Piemonte.
Da questo nasce l'esigenza di effettuare non già provvedimenti tampone ma interventi radicali atti a risolvere o a cercare di risolvere il problema a monte. L'Assessore Cerutti ha giustamente osservato che le opere cui si è posto mano dopo la tragica alluvione del 1978 in Val d'Ossola questa volta hanno resistito alla furia degli elementi. Ciò sta a significare che laddove si è agito alla radice del problema, si sono trovati i rimedi e le soluzioni adeguate.
Non è sufficiente l'intervento del momento per alleviare disagi temporanei o transeunti, occorre affrontare il problema in toto. Veniva ricordato che ciò comporta una grossa questione finanziaria, si parla di 10 miliardi che nell'attuale situazione è difficile reperire.
Credo comunque che sino a quando non saranno realizzate opere radicali in ordine al disboscamento, alla pulizia dei boschi e all'abbandono della montagna, ci troveremo a ricorrenti scadenze a commemorare delle vittime e a lamentare le alte incidenze che le alluvioni comportano sull'economia della Regione.
Detto questo, non mi resta che esprimere il lutto per i morti e di augurare che i fatti seguano alle parole nell'indirizzo e secondo la visione che mi sono permesso di indicare.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Aldo Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Signori Consiglieri, ho sentito una serie di opinioni e di critiche stimolanti.
Vorrei spiegare la parola "destino". E' dal 1970, da quando siamo su questi banchi, che ci occupiamo di queste violentissime calamità. Nel 1978 sono caduti 300 millimetri di pioggia in due ore e i fiumi hanno raggiunto i 7-8 metri. E' un triste destino delle zone dell'Ossola dovuto alla posizione geografica, alla collocazione particolare, ai venti. Lo Stato, la Regione e i Comuni in questi ultimi anni hanno speso quasi 300 miliardi in una zona costituita da meno di dieci valli. E' una somma importante ma in quelle valli che hanno una piovosità eccezionale, si dovrebbero spendere 15 miliardi per dieci anni.
Gli interventi attuali consentono di completare le opere già costruite che hanno resistito all'urto violento di domenica.
Sabato 24, alle ore 10, sono convocati a Domodossola le dieci comunità dell'Ossola e alle ore 16 a Villa San Remigio di Verbania i Comuni che fanno parte del Comprensorio per valutare tutta la gravità dei problemi.
Dobbiamo chiedere che le risorse vengano tutte destinate al completamento delle opere e che altrettanto faccia il Magistrato del Po per quanto di sua competenza (zona del Toce).
Saranno tenuti incontri anche presso altre Comunità montane come quella di Ceva, il giorno 24 settembre e quelle della Bassa ed Alta Valle di Susa il giorno 28 settembre a Susa. Credo che l'aiuto di tutti i Consiglieri sia molto valido. Nel momento in cui sono presenti tutte le forze politiche si crea un'unità di forze tale da realizzare molto e ritengo opportuno che i membri della Giunta ogni qualvolta si verificano eventi di questa eccezionalità interessino immediatamente i Capigruppo e i singoli Consiglieri del problema. Per destino intendo la singolarità dell'evento, la caduta di 300 millimetri di acqua e non la carenza di opere.
Vi è poi il problema dei piani regolatori. Le Amministrazioni comunali devono autorizzare la costruzione di case e campeggi soltanto in condizioni di massima sicurezza.Sono state fatte costruzioni vicino a considerati non pericolosi, ma nel 1978 in seguito al violento nubifragio molti di questi strariparono.
Ricordo la morte di una bambina che dormiva in una camera allungata su un rio che non straripava da dieci anni.
Già l'Assessore Rivalta aveva sviluppato questo tema e cioè che nella nostra Regione vi sono zone sulle quali è impossibile edificare.



PRESIDENTE

A nome del Consiglio regionale esprimo le condoglianze e la solidarietà alle famiglie delle vittime ed alle popolazioni dell'Ossola colpite dall'alluvione.
Ricordo infine ai presenti che i lavori del Consiglio proseguiranno nel pomeriggio alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.15)



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