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Dettaglio seduta n.200 del 28/07/83 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Parchi e riserve

Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 3 25818: "Piano dell'area del Parco regionale La Mandria" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo l'esame del punto quattordicesimo all'ordine del giorno che reca: ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n.
3-25818: "Piano dell'area del Parco regionale La Mandria".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

La discussione sul piano della Mandria ha toccato molteplici aspetti e io ne vorrei riprendere alcuni. Il collega Marchini ha riconosciuto all'Assessore Rivalta una volontà di garantismo, la volontà di non far proseguire questa deliberazione che avrebbe trovato degli ostacoli successivamente qualora fosse stata modificata. Io più che di garantismo parlerei di semplice correttezza, perché qualsiasi modifica restrittiva si apportasse sarebbe giudicata illegittima in quanto generalmente quando i piani urbanistici sono pubblicati non si possono apportare modifiche in restrizione senza ulteriori corsi di pubblicazione, salvo che le modifiche siano liberalizzanti. I colleghi che siedono all'estrema sinistra hanno specialmente toccato la questione della pista Fiat che propongono di spostare altrove. Credo che quando dovessimo affrontare il problema di un'altra localizzazione saranno gli stessi amici seduti all'estrema sinistra che organizzeranno le opposizioni contro la pista. E' difficile localizzare un'attività di quel genere che porta rumore, inquinamento disturba l'agricoltura, l'ambiente e la gente.



MONTEFALCHESI Corrado

Noi abbiamo fatto delle proposte.



CHIABRANDO Mauro

Le vostre proposte presuppongono lo sconvolgimento del sistema politico italiano come l'annullamento dell'Esercito e di tutte le forze armate e non credo che sia fattibile.
Ho anche sentito parlare di abusivismo nel pre-parco. Se abusivismo c'è, signori, usate le vie legali e giuridiche per eliminarlo. Dico questo perché parlando di abusivismo esageratamente si creano delle restrizioni eccessive e non accettabili. L'abusivismo si può e si deve eliminare con le leggi vigenti. I Comuni hanno gli strumenti urbanistici, li facciano valere, li facciano rispettare, oltretutto la Regione ha il compito di verificare che le leggi siano applicate correttamente e non cerchi delle scuse per porre delle norme restrittive che limiterebbero anche l'agricoltura. Si veda dove c'è abusivismo, si elimini e si lasci vivere la gente che lavora in quella zona. Queste sono le conclusioni a cui volevo arrivare.
Devo dare atto, in realtà, che rispetto a quello originario questo testo è stato modificato notevolmente accogliendo le osservazioni che avevamo fatto per cui le norme che riguardano il pre-parco e l'attività agricola sono molto più chiare. Sono rimasti però alcuni punti che dovrebbero essere modificati. Abbiamo sempre tutti sostenuto che l'agricoltura non contrasta con la politica dei parchi perché l'agricoltura è vita e la vita va salvaguardata nel Parco, altrimenti sarebbe un museo.
Allora, se l'agricoltura non contrasta con il Parco, lasciamo che viva e permettiamo che si svolga in modo normale, tradizionale, non forzato e proporzionale rispetto alle persone che vi si dedicano.
Abbiamo presentato alcuni emendamenti che eliminano alcune limitazioni che non riteniamo logiche.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

A questo punto sorge qualche problema in ordine agli atti che dobbiamo adottare. Intendiamo proporre un emendamento per quanto riguarda la frazione Vastalla di Cirié ed un emendamento che riguarda lo stralcio della lottizzazione Saim dal piano con invito alla riadozione dello strumento.
Forse sarebbe opportuno proporre un ordine del giorno che, a differenza di quello di cui si è parlato, non rinvia il piano, ma propone queste cose.
Ci sarebbe il vantaggio di esprimersi sulle motivazioni che in larga parte sono le stesse che avevamo già valutato e discusso e che erano comprese nell'ordine del giorno ipotizzato e non presentato.
Potremmo verificare se questa è la procedura da seguire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Vogliamo capire bene cosa succede. E' chiaro che se c'è lo stralcio di questa parte, che rientra quindi nella normativa generale in attesa di un ulteriore provvedimento, chiediamo che la Giunta si impegni a non assumere alcun provvedimento di concessione riguardante quella zona, nelle more della riadozione del provvedimento (che dovrebbe essere tempestivo).



BONTEMPI Rinaldo

Ho parlato di stralcio e dell'opportunità di stilare un ordine del giorno che chiede l'immediata riadozione nei termini della non previsione di edificazione di nessun tipo. Il che vuol dire che per quella zona nel periodo che intercorre tra oggi e la riadozione deve valere questo impegno se l'immediata riadozione viene fatta in via d'urgenza da parte della Giunta non ci sarà questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Anche quella parte che riguarda la lottizzazione Saim (che si vorrebbe stralciare in questo momento) è in vigore e il Consiglio la deve ratificare, o meno: deve cioè darle o farle perdere vigore.
Quando si parla di "stralcio", in sostanza si dice che il Consiglio non approva quella parte di deliberazione che (territorialmente) concerne la lottizzazione Saim: se non l'approva, e la stralcia, quella parte perde allora vigore, salvo diverso provvedimento del Consiglio e dato che il piano era stato adottato. Non mi pare ci possa essere una soluzione diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ci sono due strade: introdurre la modifica per la frazione Vastalla nel senso che si raccoglie la previsione del piano regolatore oppure stralciare. Preferiamo lo stralcio per la garanzia dei diritti, infatti per quanto riguarda la frazione Vastalla, essendoci una previsione del piano regolatore riteniamo possibile introdurre la modifica, mentre dall'altra parte si stralcia con l'invito alla riadozione. Esistono sentenze del Consiglio di Stato chiare che consentono questa procedura.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Viglione.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Se si stralcia la parte che riguarda le ville vuol dire che non si approva questa parte, la quale rimane nella situazione in cui era in precedenza, soggetta peraltro alla decisione che assumerà il 25 ottobre il TAR.
L'impegno che possiamo assumere verso il Consiglio è di non compiere su questa parte alcun atto che sia pregiudizievole. Sarebbe anche stolto di fronte ad uno stralcio e pendente a una decisione del TAR assumere delle decisioni per 60 giorni.
La Giunta non ha altro obiettivo che ricomporre il Parco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

Intervengo per chiedere alcune precisazioni sullo stralcio. Le leggi istitutive dei parchi prevedono che in sede di formazione di piano dell'area può essere modificata la perimetrazione adottata nel momento dell'inserimento nella deliberazione regionale sui parchi che fa scattare i vincoli transitori per cinque anni. Se si intende stralciare una porzione dell'area per sottoporla ad un diverso provvedimento, qualora fossero già trascorsi i cinque anni si ricade nel regime precedente e quindi non c'è più nessun vincolo e nessuna disciplina.
Questa è la mia interpretazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ho troppo rispetto per l'Assessore Rivalta per non credere che nella previsione, che la Commissione ha respinto, non ci fosse qualche motivazione, perciò andrei cauto prima di fare assumere dal Consiglio una decisione che vincoli l'Assessorato. Non credo che la Giunta sia così lontana dal Consiglio, probabilmente qualche momento processuale ha fatto emergere un'apparente distanza tra le posizioni, ma non vorrei che questa distanza di comportamenti finisse per essere una distanza di volontà. A mio avviso la Giunta deve considerare la valutazione della Commissione, che qui viene ribadita, di evitare ulteriori compromissioni e deve riflettere sulle ragioni che l'hanno portata a questa ipotesi di consenso e il Consiglio avendo fatto un esame del problema, più di natura culturale che tecnica non può vincolarla ad un comportamento diverso da quello precedente.
L'Assessore Rivalta ha rilevato che la Giunta può negare l'ipotesi di realizzazione, però così facendo verrebbe meno ad un dovere che aveva nei confronti dei destinatari che debbono poter confrontare le loro ragioni con quelle della Regione. Perciò se il messaggio che viene dal Consiglio è politicamente troppo vincolante (anche se segue una giusta linea) vanifica la preoccupazione garantista dell'Assessore, quindi, dal punto di vista processuale, sia corretto procedere attraverso l'approvazione del piano stralciando questa parte ed invitando la Giunta ad assumere una deliberazione che tenga conto della decisione della Commissione, non sarei però eccessivamente vincolante. Se il Consiglio rimanda la palla alla Giunta, dobbiamo lasciarle un minimo di possibilità discrezionale.
Suggerisco che il messaggio alla Giunta sia nella logica della difesa ad oltranza della logica del Parco chiedendole di gestirla nel modo più corretto che riterrà di adottare, altrimenti si ripropone il problema delle garanzie degli interessi coinvolti da assumere in questa sede.
La chiusura totale nel "transitorio" è uno strumento diretto ad una corretta valutazione del problema. Se così deve essere non vedo perché si deve rimettere in circolo l'attività discrezionale di governo della Giunta e non assumere la capacità di governo del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Convengo sul regolamento di Marchini, infatti nella parte propositiva dell'ordine del giorno non ci sono vincoli e chiediamo soltanto lo stralcio e che venga riadottato. Nelle motivazioni chiariamo la volontà e l'intenzione del Consiglio. Inoltre, l'ordine del giorno propone di: modificare la frazione Vastalla stralciare le aree con quell'elemento di autonomia che richiamava il Consigliere Marchini.
La questione di Genovese è sollevata da un'altra angolazione. Ci troviamo in mezzo ad un guado reso difficoltoso dalla procedura di ratifica. Se fossimo in condizioni normali avremmo una deliberazione che potremmo modificare. Nella sostanza si può superare quell'obiezione che faceva Genovese perché l'immediata riadozione riaccorpa con i due strumenti della deliberazione per una parte e l'adozione di un'altra deliberazione l'unitarietà della previsione di un piano su quell'area



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

La discussione è stata utile perché ha consentito di affinare le forme della decisione, tenuto conto dell'obiettivo espresso dal Consiglio regionale di migliorare le indicazioni del piano al fine di una più completa azione di tutela delle caratteristiche ambientali e paesistiche del Parco, in particolare della sua area centrale chiamata area attrezzata.
Parto dall'obiettivo espresso dalla generalità delle forze politiche perch penso che lo si voglia davvero perseguire e perché si colloca in una posizione di grande dignità. Rispetto ad esso non possono valere posizioni di orgoglio di Giunta che ci potrebbero portare, con motivazioni anche fondate, alla difesa del piano da essa approvato nel 1980 e delle successive modifiche ed elaborazioni in seguito fatte.
Non accedo quindi ad interpretazioni di questo tipo. Mi colloco nell'angolo visuale proposto dal Consiglio trovando in esso la spinta a superare un tentativo che sarebbe anche giustificato, di difesa nel particolare dell'operato fin qui svolto, operato che però in generale difendo: lo stesso Consiglio lo ha riconosciuto come valido. Una più accentuata azione di tutela avrà valore in futuro per la comunità dell'area regionale e nazionale.
Rispetto a questa finalità c'è il problema di come operare e di come muoverci. Due problemi di rilievo sono emersi dal dibattito, quello della pista Fiat e quello della lottizzazione Saim.
Sulla pista Fiat confermo, confortato dal parere della Giunta, il giudizio dato e cioè l'incongruenza della presenza di una pista di prova autoveicoli in un'area a parco con quelle caratteristiche e con quei valori che sono propri della Mandria. Dall'altro lato però devo riconoscere che c'è in quella struttura il legame con un interesse produttivo, che non pu essere inteso soltanto di parte (anche se con quella parte vi possono essere molti motivi di contrasto) e quindi un interesse di carattere pubblico che può prevalere sulle finalità private. Nella pista Fiat c'è un interesse aziendale e, in quanto tale, privato che è connesso però ad una ragione di produttività che riguarda la collettività locale, regionale e nazionale.
Siamo di fronte alla ragione produttiva; siamo di fronte ad una realtà che già vede presente nell'area Fiat della Mandria, in tutta la sua estensione, una pista di prova. Finora soluzioni alternative non ne sono state trovate. Infatti, ove si sono individuate le caratteristiche per l'insediamento di un'attrezzatura di quel tipo, si sono manifestati forti contrasti da parte del Ministero della Difesa per Lombardore; peraltro sorti di nuovo dopo che è stata operata una ridistribuzione dei poligoni di tipo e dei campi di prova dell'Esercito meno dispari rispetto a quella che c'è stata finora e che vedeva accentrate in Friuli ed in Sardegna queste attrezzature.
La decisione del Governo italiano e del Ministro della Difesa, assunta due anni fa, ha fatto sì che il Comando militare della zona nord-ovest si sia ricreduto rispetto alla soluzione che si era avanzata e il Comando militare ha dichiarato l'intangibilità della zona di Lombardore come zona che deve essere recuperata alle funzioni dell'Esercito, per le esercitazioni e, nella prospettiva lontana, della rilocalizzazione delle caserme ozi sistemate all'interno dei centri abitati.
L'opposizione veniva anche dalla comunità in generale, dai gruppi ecologici e naturalistici i quali hanno fatto più volte presente come sotto l'aspetto ambientale esistessero controindicazioni ad un insediamento a Lombardore o nella zona della Baraggia vercellese.
Le popolazioni protestano per come la pista di prova inciderebbe su aree in cui la proprietà è fortemente parcellizzata; comunque non vogliono che tali strutture vadano a localizzarsi nei pressi dei loro Comuni e dei loro abitati.
Difficoltà ce ne sono anche per la zona di Casale e di Morano, dove pur era già presente un'infrastruttura per prove automobilistiche e dove sarebbe possibile prevedere la localizzazione di questa infrastruttura su terreni di proprietà comunale. Lì, un certo atteggiamento favorevole è connesso al fatto che la localizzazione di una struttura industriale rientrerebbe in una politica di ridistribuzione di opportunità di lavoro e di attività imprenditoriale; ma vi è una forte resistenza da parte di un Comune, interessato territorialmente, che ha previsto precisi impedimenti normativi nel piano regolatore. Quindi le soluzioni non sarebbero immediate.
Quanto al terzo punto, che riguarda il nostro atteggiamento nei confronti della pista Fiat, devo dire che una ragione che ci muove a confermare l'indicazione della pista Fiat è il principio della transitorietà della presenza delle strutture attuali e degli adattamenti che verranno fatti in futuro; transitorietà che deriverebbe dall'approvazione di questo piano. Questa transitorietà è l'elemento determinante e qualificante che fa vincere il principio di incongruenza che rileviamo e rafforza il principio di realismo che ci ha fatto collocare su questa posizione. Sappiamo di rispondere ad un motivato interesse aziendale.
L'area della pista Fiat potrà essere recuperata al Parco con un'opera massiccia e costosa di eliminazione delle infrastrutture viarie, ma, senza voler qui prefigurare il futuro, potrebbe anche mantenere le infrastrutture di carattere viario e diventare una grande attrezzatura, lunga alcuni chilometri, per gare in bicicletta e ricreazioni.
La politica dei parchi ed un intervento come quello della Mandria sono volti a migliorare le condizioni di vita culturali della comunità soprattutto per le generazioni future.
La lottizzazione invece si presenta con caratteristiche molto diverse.
Qui l'interesse è esclusivamente privato, è esclusivo ed è rivolto a ceti ristrettissimi. La compromissione che si determina è definitiva; quando si costruisce una casa non si può pensare che dopo 20-30-50 anni venga eliminata. L'intervento edilizio farebbe assumere a quell'area le caratteristiche di insediamento residenziale; se l'insediamento si espandesse e raggiungesse le dimensioni dei 360 mila metri cubi previsti dall'antica lottizzazione, la zona assumerebbe le caratteristiche dell'insediamento urbano.
Qui la transitorietà non esiste né esiste neanche un barlume di ragione che possa collegarci ad un interesse pubblico, anzi, esiste un contrasto tra l'interesse privato di edificare e l'interesse pubblico di tutelare e salvaguardare l'area. Siamo dunque in presenza di una finalità pubblica indiscutibile e di un contrastante interesse puramente privato.
La documentazione data ai Commissari contiene ricchi richiami alla giurisprudenza, che sancisce che un piano urbanistico può essere mutato da successivi piani urbanistici. La giurisprudenza si riferisce ai piani regolatori, ma poiché noi stiamo parlando di una pianificazione territoriale a carattere più ampio, che non ha precedenti nel nostro Paese l'analogia con la pianificazione urbanistica comunale è giustificata.
Una ricca serie di sentenze sanciscono il principio che un piano urbanistico possa modificare piani urbanistici precedenti e piani esecutivi (infatti sono stati modificati piani di lottizzazione). Esistono anche sentenze che fanno riferimento all'interesse pubblico espresso da ragioni ambientali e paesistiche, come è propriamente quello della Mandria. C'è quindi una traccia definita dalla giurisprudenza che ci conforta nella possibilità di intervenire per la modifica della lottizzazione. Questa possibilità non ha nulla a che vedere con la questione del "fatte salve le lottizzazioni" che il Commissario di Governo ha richiamato ai margini dell'approvazione della legge istitutiva del Parco. Quel richiamo vuol significare che una legge di carattere generale non può modificare quanto sancito da un piano esecutivo, da una lottizzazione. Ma cosa diversa è la modifica di un piano di lottizzazione fatto attraverso una procedura urbanistica. Noi, infatti, non abbiamo inteso ridurre la lottizzazione attraverso la legge istitutiva del Parco, ma attraverso un piano territoriale. Con il piano territoriale della Mandria entriamo quindi nell'ambito della prassi che è stata sancita dalla giurisprudenza per il piano urbanistico, il quale può modificare un piano urbanistico precedente anche se è esecutivo. L'interesse pubblico è espresso dalla finalità della legge istitutiva del Parco e dalle finalità della tutela che il Consiglio ha ribadito.
Detto questo, come facciamo, sulla base della sollecitazione venuta, ad eliminare l'edificabilità dei 38/40 lotti? Il Consiglio chiede alla Giunta di prendere in considerazione il problema dell'eliminazione della pur limitata possibilità di edificazione che era stata assunta. Dobbiamo seguire una procedura che, per salvare 52 ettari, non faccia perdere il controllo sull'intera area attrezzata, che è più di 3 mila ettari, o sull'area Parco che, con l'area pre-parco raggiunge i 6 mila ettari.
E' emersa la possibilità, sancita dalla giurisprudenza, di approvare un piano stralciando alcune aree che non abbiano un significato strutturante nel piano. La strada che proponiamo è di approvare subito il piano della Mandria per non restare senza uno strumento di controllo per l'attuazione della politica del parco, facendo ricorso all'istituto dello stralcio per quelle aree riguardanti i circa 40 lotti che verranno sottoposte ad una successiva e non lontana determinazione della Giunta regionale.
Proponiamo l'approvazione della deliberazione del piano della Mandria con l'emendamento che stralcia le zone b) indicate nella cartografia n. 3.
Contemporaneamente è possibile inserire un emendamento che accoglie la sollecitazione del Comune di Cirié che chiede di riconoscere nell'area di pre-parco le indicazioni del proprio piano regolatore.
In questo caso problemi di confronto non sussistono, intanto perch nessuno avrà obiezioni da fare essendo un emendamento che accoglie delle sollecitazioni del Comune e, in secondo luogo, perché il confronto c'è già stato con l'approvazione del piano regolatore.
Non credo sia possibile accogliere altri emendamenti, come quelli che il collega Chiabrando sollecitava per il settore dell'agricoltura. Ho già detto in Commissione che se si dovesse rivedere l'intero piano sar disponibile a discutere e a valutare queste questioni. Dopo l'approvazione del piano apriremo una discussione per valutare i motivi e le ragioni reali di possibili ulteriori normative per il settore agricolo, nella convinzione che ci siano le esigenze che formula Chiabrando, ma anche nella convinzione di non dover fare passare, attraverso i giusti problemi agricoli, una serie di iniziative surrettizie. Per esempio, l'abusivismo potrebbe essere convalidato da una normativa generica che consentisse per l'attività agricola la costruzione delle residenze e delle strutture senza una delimitazione, senza un controllo. Credo che si possa addivenire a soluzioni che dal punto di vista della procedura hanno un fondamento, che hanno valore e dignità culturale e sociale, che sono di interesse pubblico che danno forza all'esecutivo, organo non contrapposto al Consiglio regionale, ma collegato al Consiglio regionale per portare avanti questa azione di governo che avrà un valore storico.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

Terminata la discussione possiamo passare all'esame dei singoli emendamenti: Emendamenti presentati dal Gruppo D.C.: 1) pagina 48: il secondo comma del punto 3 è soppresso 2) pagina 49: al terzo comma le parole: "dell'azienda di proprietà regionale" sono soppresse 3) pagina 49: al terzo comma è aggiunta la frase: "Il piano di intende approvato in caso di silenzio protratto oltre il quarto mese successivo alla sua presentazione" 4) pagina 49: il quarto comma è soppresso.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

E' collegato con i due emendamenti successivi. Tutti sottolineano lo svolgimento dell'attività agricola nelle forme e nei metodi normalmente praticati. E poiché sono previsti i piani, questi stabiliranno le modalità e i dettagli relativi alle percentuali di foraggio. Con l'altro emendamento consideriamo pari le aziende pubbliche e le aziende private.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Ho già detto al Consigliere Chiabrando che non mi sento di introdurre elementi di modifica; nel mio ragionamento ho spiegato che la Giunta accetta emendamenti, anche di rilievo, per questioni già istruite, come il caso di Vastalla e quello delle zone b). Quindi la Giunta non li accetta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Ribadisco che gli emendamenti sono proceduralmente realizzabili perch non sono limitativi, ma liberalizzanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ascolto sempre con attenzione ed interesse chi conosce le questioni meglio di me. La nostra motivazione è anche dovuta al fatto che la Commissione martedì, prima di andare in aula, ha esaminato il piano e sarebbe difficile oggi dare una valutazione di merito su questi emendamenti.
Il voto di oggi su questi emendamenti rischia di introdurre modificazioni che non abbiamo potuto approfondire. Il nostro Gruppo non li vota per questo motivo, ma si impegna a prendere in esame questa tematica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli, 30 contrari e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 2). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli, 30 contrari e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 3). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli, 30 contrari e 5 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 4). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 18 voti favorevoli, 30 contrari e 5 astensioni.
Vi do lettura di un altro emendamento presentato dal Gruppo D.C.: 5) pagina 51: al punto 6, secondo comma, lettera a), le parole iniziali "sono consentite" sono sostituite con "sono consentiti ampliamenti e nuove costruzioni".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

E' una piccola questione tecnica. Ammettiamo le nuove costruzioni e non ammettiamo gli ampliamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 5). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti in aula.
Vi do lettura di un emendamento presentato dai Gruppi PCI e PSI: 6) il paragrafo b) del punto 6 - Attività edilizia della normativa "Disciplina specifica per l'area attrezzata" - è sostituito dal seguente: "b) sono stralciate dal piano le zone individuate con la lettera B nell'allegato cartografico n. 3, da destinarsi con successivo provvedimento di piano;".
La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Malgrado in molti abbiano parlato dello stralcio, io sinceramente non ho capito a quale regime giuridico debba fare riferimento.
Le ipotesi possono essere due: la prima è quella dell'adozione da parte della Giunta, divenuta approvazione con i poteri del Consiglio, che ora esaminiamo per ratifica, che ha di fatto stabilito che la lottizzazione era fatta salva entro certi limiti ed era compresa per certi altri. Lo stralcio deve decidere se sopravviene un regime di controllo o di normativa riferita ad altre parti del piano del Parco, oppure se non è definita. Se è riferita ad altre parti del Parco deve essere detto espressamente, se invece non è definita il ritorno al regime giuridico precedente è la strada normalmente ammessa. Anche il regime giuridico dello strumento precedente si presta a due tipi di interpretazione, o il regime stabilito dalla legge 43 del 1975 sui parchi, oppure se è scattato il principio che, non essendo stato fatto il piano del Parco della Mandria nei tempi stabiliti dalla legge istitutiva, anche questa possibilità è decaduta, si ritorna al regime giuridico normale in assenza di un vincolo previsto dalla legge istitutiva dei parchi.
Il Consiglio deve esprimere un parere su questo aspetto che non è secondario. Le preoccupazioni espresse dal Consigliere Vetrino e dal Presidente della Giunta sul rinvio al pronunciamento che il TAR dovrebbe esprimere su questa vicenda, non ci esime dall'assumere un atteggiamento autonomo per quanto attiene agli obiettivi che vogliamo conseguire. Il piano della Mandria è uno strumento urbanistico e, in quanto tale, in pendenza dell'approvazione finale, scatta la salvaguardia che ha una durata quinquennale, però la sollecitazione a definire l'approvazione definitiva con la ratifica della deliberazione assunta dalli Giunta con i poteri del Consiglio ha contraddetto questa posizione, quindi purtroppo la tesi che poteva essere garantista della continuità della salvaguardia di fatto mi pare possa essere impugnata e che possa decadere. Nell'intervento di stamani invocavo perlomeno chiarezza di posizione politica da parte della Giunta ed in particolare del Presidente ed ora la ribadisco.
Nel caso in cui si manifestassero posizioni deboli rispetto alla possibilità di salvaguardare ulteriormente questa parte del territorio, il Presidente intende avvalersi della possibilità di concedere le autorizzazioni previste nel caso di pendenza di altre limitazioni, o intende non avvalersene? Questo è un nodo politico che vorremmo risolvere.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Mancano 60 giorni alla decisione del TAR e nessun provvedimento pu essere preso per quella parte; ma per l'altra parte invece se il Consiglio l'approva le decisioni vanno prese.



PICCO Giovanni

Quindi se abbiamo capito bene, il Presidente si impegna a non assumere provvedimenti per quanto riguarda la parte che è oggetto dello stralcio.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Sostengo che per quella parte poteva anche non essere preso nessun provvedimento in pendenza di una decisione che può stabilire diritti precedenti. E' evidente che io non posso assumere decisioni in questo momento.



PICCO Giovanni

Ma se la Giunta fosse sollecitata ad esprimere il proprio pensiero sul regime giuridico che vige a seguito dello stralcio, dovrà pur dirlo.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta regionale

Quando mi dovessero diffidare a compiere degli atti, valuterò i termini della diffida. Certo è che all'atto di oggi ne conseguirà un altro che sarà nella linea indicata dal Consiglio e cioè di fotografare la situazione attuale in attesa delle decisioni che verranno. E' una questione che interessa il Consiglio e non soltanto la Giunta e se una decisione dovrà comunque essere presa, sarà presa dal Consiglio e non solo dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 6). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 34 voti favorevoli e 19 contrari.
Vi do lettura di un altro emendamento presentato dai Gruppi PCI e PSI: 7) il paragrafo f) del punto 15 - Attività edilizia della normativa della zona di pre-parco - è sostituito dal seguente: "f) è consentita la costruzione di edifici residenziali nelle aree individuate con le lettere I e L nell'allegato cartografico n. 3, nei limiti previsti dagli strumenti urbanistici dei Comuni di competenza: nelle aree individuate con le lettere M e N nell'allegato cartografico n. 3, si applicano le previsioni degli strumenti urbanistici dei Comuni di Robassomero e di Cirié".
Pongo in votazione l'emendamento n. 7). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti in aula.
I Consiglieri Montefalchesi e Reburdo presentano i seguenti emendamenti: 8) al primo comma dell'art. 9, dopo la parola "dovrà" viene soppressa la parola "prevedere" ed inserite le parole "entro i prossimi cinque anni individuare le aree per." 9) al primo comma dell'art. 9, le parole: "la rilocalizzazione dovrà essere completata entro il 31 dicembre 2006" sono sostituite con le parole: "la rilocalizzazione dovrà essere effettuata" 10) il secondo comma dell'art. 9 è sostituito con: "Fino alla data della rilocalizzazione sono consentiti gli interventi di normale manutenzione".
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Questi emendamenti raccolgono le posizioni sottoscritte da me e dal collega Reburdo sulla questione della pista Fiat.
Il primo emendamento (è la proposta che aveva suggerito il Presidente della II Commissione) stabilisce il limite temporale entro il quale dovranno essere individuate le aree per la rilocalizzazione della pista.
Gli altri due emendamenti sono finalizzati a perseguire la rilocalizzazione immediata tenendo conto dei termini per l'individuazione delle aree. Nei cinque anni concessi per individuare le aree, la Fiat potrà utilizzare per le prove il tratto dell'autostrada Torino-Savona visto che è unanime convinzione che almeno nei prossimi cinque anni quel tratto non verrà raddoppiato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 8). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 51 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 9). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 51 contrari.
Pongo in votazione l'emendamento n. 10). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli e 51 contrari.
Vi do lettura di un emendamento presentato dal Gruppo D.C.: 11 ) pagina 55: punto 12, ai commi secondo e terzo le misure 35 % e 65 sono sostituite entrambe con 40 % e 60 %.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

E' un emendamento tecnico sul quale chiedo il parere dell'Assessore all'agricoltura.
Le percentuali fissate del 35% e del 65% non trovano riscontro da nessuna parte.
Propongo 50% e 50%, comunque potrebbero essere accettate anche le percentuali del 60 % e del 40%, già vigenti nelle leggi regionali sull'agricoltura.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 11).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti in aula.
Vi do lettura di un altro emendamento presentato dal Gruppo D.C.: 12) pagina 56: punto 14, al primo comma le parole "strade che dovranno comunque essere previste nello strumento urbanistico comunale" sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Nell'attività agricola sono consentite anche le strade, che io chiamerei piuttosto piste o capezzagne.
Queste però, da ciò che vedo scritto qui, devono essere addirittura previste dai piani regolatori, quindi se un agricoltore deve farsi un pezzo di capezzagna deve aspettare l'approvazione del piano regolatore, quindi tre o quattro anni.
Queste non sono strade ma piste rurali a servizio dei fondi. Se il "fatte salve" riguarda le strade agricole mi sta bene, però non è scritto in modo comprensibile.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Quelle sono le strade, altre sono gli accessi.



CHIABRANDO Mauro

Allora lo si dica.



PRESIDENTE

Chiedo alla Giunta di rispondere.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

L'emendamento non è accettato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 12). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: 13) pagina 57: la lettera a) è così sostituita: "Nelle zone agricole l'attività edilizia ad uso abitativo e di attrezzature agricole è strettamente limitata alle necessità della conduzione dei fondi e delle famiglie coltivatrici ed autorizzata ai sensi dell'art. 25 della legge regionale 56/1977".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Non abbiamo l'intenzione di chiedere cose strane, vogliamo soltanto salvaguardare i diritti degli agricoltori.
Alla lettera a) si parla di edifici rurali e di attrezzature agricole con indici di cubatura non superiori allo 0,03, ma questo è contro legge perché lo 0,03 è sempre riferito alle abitazioni e mai alle attrezzature alle tettoie, alle stalle per le quali non c'è vincolo di cubatura.
Ecco perché chiedo che resti valida la legge 56 che è chiara e specifica i casi.
Inoltre si dice che l'accorpamento nella zona del pre-parco si può fare mentre ai margini o fuori del pre-parco non si può più fare: è proprio il contrario di come dovrebbe essere. Sono poi ammesse le nuove costruzioni mentre si limitano gli ampliamenti del 10 (lettera b).
Nella sostanza possiamo anche intenderci e ci siamo già intesi ma è la formulazione che non è corretta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Mi sembra difficile riprendere in esame questioni di questo genere dopo essere stati, per molti aspetti, disattenti o inattivi per settimane e per mesi ed all'improvviso introdurre normative.
Il Consigliere Chiabrando conosce meglio di me il tessuto rurale e sa che esiste una quantità di capannoni inutilizzati costruiti al di fuori di qualsiasi normativa come strutture agricole.
Sarebbe il caso di fare un censimento. Sono strutture che all'inizio avevano una funzione agricola, ma per le quali dopo un anno o due si richiede riconversione.
Questa norma non aveva l'intenzione di impedire l'attività agricola, ma di impedire che, attraverso le attività agricole, passino forme surrettizie di edificazione volte ad altra attività.
Sono disponibile ad entrare nel merito, in un altro momento, dopo la verifica della questione che pone Chiabrando.
A settembre potremo riunirci attorno ad un tavolo, costruire un articolato che superi gli eventuali limiti che Chiabrando oggi denuncia.



CHIABRANDO Mauro

Non solo da oggi diciamo queste cose, le abbiamo dette in Commissione dove le ho illustrate ampiamente.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

Infatti in parte le abbiamo accolte.



CHIABRANDO Mauro

Non è vero. Dall'ultima Commissione ad oggi non è cambiato niente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 13). Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
Vi è ancora un emendamento presentato dal Gruppo D.C.: 14) la lettera b) è soppressa.
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

E' conseguente all'emendamento precedente che è stato respinto. Quindi lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Vi do lettura dell'ultimo emendamento presentato dal Gruppo D.C.: 15) pagina 58: lettera f), al secondo comma, dopo la parola "recupero" sono aggiunte le seguenti: "e di ampliamento fino al 20 della cubatura".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

E' una norma già prevista dalla legge 56 che sarebbe opportuno introdurre anche in questa normativa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 15). Chi à favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli, 29 contrari e 3 astensioni.
Terminato l'esame dei singoli emendamenti possiamo passare alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Gruppo liberale esprimerà voto favorevole alla deliberazione della Giunta. Rilievi e riserve ce ne sono.
E' apprezzabile il lavoro fatto dai partiti, in particolare dalla D.C.
per evidenziare i lati discutibili ed opinabili della deliberazione.
Mi pare debba essere condivisa una delle affermazioni dell'Assessore Rivalta e cioè che decisioni di questa natura si pongono in un processo che non è né del contingente né probabilmente della politica, ma è della cultura, quindi i comportamenti e le decisioni che le forze politiche devono assumere sono più di testimonianza e di pronunciamento sul processo culturale, che non di valutazione, di dettaglio e di specifico rispetto ad aspetti della deliberazione che possono anche non trovarci consenzienti.
Quando in un futuro storico si cercherà di capire la sensibilità della società e delle forze politiche rispetto a questa problematica, a noi sembra che da parte del nostro Gruppo più che una critica prevarrà un consenso sul processo per il mantenimento ed il recupero integrale di questo bene nell'ambito di una politica che tende a ricondurre il territorio quale elemento essenziale della vita nostra e di quella delle generazioni future.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Il PDUP dà un giudizio positivo in merito alla posizione proposta rispetto alla lottizzazione.
Non abbiamo ben capito però se la Giunta riadotterà immediatamente una deliberazione entro i termini contenuti nell'ordine del giorno o se la soluzione di questa vicenda sarà delegata alle vicende giudiziarie alle quali la Giunta si adeguerà.
Ci sembra tuttavia che l'orientamento debba essere quello di riadottare un provvedimento immediato che azzera la lottizzazione. Quanto alla pista Fiat, devo dire al collega Chiabrando che noi abbiamo presentato delle proposte e ce ne assumiamo la responsabilità.
In merito alla zona di Lombardore riteniamo che si poteva, anzi si doveva, andare allo scontro politico con l'Esercito.
Abbiamo fatto la proposta della Torino-Savona alla quale però non abbiamo avuto risposte. Riconosciamo che per la Fiat c'è un problema produttivo e ce ne facciamo carico, riteniamo però che le soluzioni debbano essere altre. E' strano poi che dalla D.C. vengano sollevati i problemi degli agricoltori e delle comunità locali, mentre tale sensibilità non si riscontra quando i terreni agricoli vengono intacca ti da altre infrastrutture, come le autostrade.
Sono convinto che la Giunta si sia seriamente impegnata per trovare soluzioni alternative, ma credo che questi sforzi potevano proseguire positivamente visto che non c'era l'impellenza dei tempi. Ma si addiverrà ad una rilocalizzazione agendo in questa logica e questa preoccupazione la traggo anche dal fatto che è stato bocciato il nostro emendamento che poneva un limite temporale per l'individuazione delle nuove aree da adibire alla pista Fiat. In un'intervista concessa dal Presidente Viglione apparsa ieri sul quotidiano "La Stampa" egli afferma che la Regione rispetta i patti, in riferimento alla pista, perché la Fiat mantiene i patti. Ma a me sembra che così non sia. Per rispetto dei patti si intende anche il rispetto degli accordi? Visto il violento scontro sociale che viviamo nel quale la Fiat è la capofila più dura del padronato, anche in questo senso credo che tatticamente valeva la pena di bocciare là deliberazione e di riadottare il piano.
Queste motivazioni ci inducono a dare un voto negativo alla deliberazione.
Un'ultima questione. Sono d'accordo con il Consigliere Chiabrando che gli Enti locali sono dotati degli strumenti necessari a risolvere la questione dell'abusivismo; se non sono riusciti è perché pressioni non sempre democratiche e legali li hanno bloccati.
I bandi emanati dagli Enti locali per l'abbattimento delle costruzioni abusive sono andati deserti.
Che cosa può fare la Regione per far fronte a questa situazione e per dotarsi di strumenti idonei alla rimozione di tali insediamenti abusivi? Attendo una risposta su questo e chiedo l'impegno della Giunta a discutere su questo e a presentare in sede di Commissione strumenti idonei.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

E' una dichiarazione di voto molto sintetica: votiamo a favore dopo l'esame degli emendamenti. Le ragioni sono state rese dal Consigliere Ariotti e dal mio intervento.
L'importanza dell'atto è ovvia e la sua conclusione giunge dopo un ciclo lungo che ha evidenziato la volontà e l'azione di governo della Regione a favore dei principi generali di tutela e di fruizione pubblica di un'area di grandissimo valore per la conurbazione.
Propongo di specificare sull'ordine del giorno, sentite le dichiarazioni del Presidente: "invita la Giunta all'immediata riadozione dell'atto".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Confermo in sede di dichiarazione di voto la nostra posizione assunta durante il dibattito. E' una dichiarazione di voto favorevole alla deliberazione con la quale si approva il piano della Mandria. Colgo l'occasione per fare due osservazioni: la prima di carattere generale attiene al modo di lavorare del Consiglio. Sarebbe rispettoso del Regolamento ed interessante per i Consiglieri regionali ricevere prima della discussione copia degli emendamenti che si propongono.
Prego la Presidenza di tenere conto di questo suggerimento per la conduzione dei lavori futuri. L'altra osservazione attiene all'atteggiamento della Giunta nei confronti degli emendamenti. Un momento importante come quello che abbiamo vissuto oggi in cui per la prima volta è emersa la centralità del Consiglio, esigeva un diverso atteggiamento da parte della Giunta verso gli emendamenti, soprattutto perché vengono proposti emendamenti che attengono alla legge 56. Mi sembra un paradosso che la Giunta non approvi degli emendamenti che si riferiscono ad una legge dalla stessa votata. Alcune osservazioni dell'Assessore Rivalta mi sembrano eccessive rispetto alle preoccupazioni che egli ha. Capisco che ci siano delle preoccupazioni rispetto all'estensione di costruzioni per l'attività agricola, ma i regolamenti municipali dovrebbero salvaguardare questo aspetto. Mi sembra poi eccessivo il voler fare il processo alle intenzioni in merito ad eventuali distorsioni rispetto alle norme. Per esempio, la legge 56 prevede multe alte per il mutamento di destinazione d'uso. Queste cose, vanno previste. Probabilmente gli emendamenti avrebbero potuto essere accolti; ma probabilmente l'Assessore Rivalta, che tuttavia deve ritenersi soddisfatto perché uno dei suoi progetti più ambiziosi va in porto, era un po' stanco e questo gli ha impedito di essere più disponibile verso le minoranze. Detto questo, confermo il voto favorevole del Gruppo repubblicano.



PRESIDENTE

Accolgo l'appunto sugli emendamenti, ma oggi il personale è ridotto.
Deve dare atto alla Presidenza di avere sempre fornito gli emendamenti al momento della votazione.
La parola al Consigliere Moretti.



MORETTI Michele

Dopo le dichiarazioni della Giunta, del Presidente e dell'Assessore Rivalta, l'obiettivo da conseguire è quello dell'estensione del Parco anche perché è emersa la tesi della sua fruizione da parte della comunità piemontese.
Il Gruppo PSI è favorevole ed ha presentato insieme al Gruppo comunista una proposta di ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

L'atteggiamento del nostro Gruppo nella seduta conclusiva della Commissione era orientato verso l'astensione, in quanto, in quel momento sembrava che il provvedimento di piano sarebbe stato votato nel suo insieme e, in quanto tale, era inscindibile: e noi avevamo seri e fondati dubbi sulla legittimità di quella parte del piano che riguarda la lottizzazione Saim. Di fronte ai fatti successivamente verificatisi, che inducono alla decisione di "stralciare" la lottizzazione Saim, la nostra decisione è di votare in senso favorevole in quanto riteniamo che, nelle sue linee essenziali, il piano recepisca tutte quelle prescrizioni e quelle direttive tese a salvaguardare il "polmone verde" del Parco La Mandria.
Il nostro voto sarà favorevole anche sull'ordine del giorno, in considerazione di quella sua parte dispositiva che invita la Giunta all'immediata riadozione del piano e ad indicare, in maniera analitica, il perché della prevalenza dell'interesse pubblico sull'interesse privato della Saim; questo ha da essere il preambolo a quelle che saranno le norme di attuazione e le altre prescrizioni che interessano la lottizzazione Saim: anche ai fini di spiegare quel punto oscuro, delicato e suscettibile di meditazione su come sia possibile superare (con le norme di attuazione che verranno contenute nel piano) le prescrizioni che verranno ad, essere emanate con la normativa della le e urbanistica che fa salve tutte le preesistenti lottizzazioni. Sono punti di vista che nel preambolo al provvedimento di piano devono essere dettagliatamente indicati e, a seconda di quello che sarà il contenuto del preambolo, decideremo, nei mesi successivi, nelle sedi opportune della Commissione e dell'aula, il nostro atteggiamento sulla parte stralciata.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Il nostro Gruppo voterà contro la deliberazione. Queste le nostre valutazioni: 1) in sede di Commissione era stata concordata una procedura che avrebbe dovuto portare alla non ratifica del provvedimento e alla riadozione complessiva: era una procedura chiara, anche se poneva il rischio politico di una votazione del Consiglio contraria. Per ragioni politiche la procedura viene ora cambiata per adottare una procedura confusa che non approviamo.
2) Questa procedura ha fatto sì che i nostri emendamenti fossero valutati in modo affrettato, anche se alcuni sono stati accolti. Quando li avevamo presentati in sede di Commissione si era detto che, dal momento che si sarebbe respinto il piano in aula, si sarebbero poi esaminati gli emendamenti. Se si fossero accolti tutti gli emendamenti presentati dal Consigliere Chiabrando avremmo tenuto un atteggiamento di voto diverso.
3) Ci preoccupa il quadro giuridico conseguente allo stralcio delle norme riguardanti la lottizzazione. Prendiamo atto delle dichiarazioni del Presidente della Giunta che assicura che non saranno assunti provvedimenti amministrativi nella fase di vacanza tra un provvedimento e l'altro. Per il quadro giuridico si complica ulteriormente e noi non siamo affatto tranquilli. Questa è la terza ragione che ci induce ad esprimere voto contrario.
Sull'ordine del giorno ci asterremo perché non abbiamo avuto la possibilità di esaminarlo attentamente in ogni suo aspetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Reburdo.



REBURDO Giuseppe

Non voterò né l'ordine del giorno né la deliberazione. Il mio voto sarebbe stato contrario se non fossero sopravvenuti i ripensamenti della Giunta, ma mi auguravo che dopo la discussione e dopo la presentazione degli emendamenti la Giunta desse qualche segnale favorevole e non procedesse come uno schiacciapietre.
Anche sulla questione dell'Aeritalia che abbiamo discusso ieri pensavo che la Giunta desse un piccolo segnale di fronte alle nostre proposte, che non stravolgevano assolutamente nulla.
Il mio voto è di astensione ed è fortemente critico e di totale e completo dissenso rispetto alla questione della pista Fiat. Non accetto quella come l'unica soluzione possibile, come non accetto che da altre parti politiche si sottolinei l'esigenza di salvaguardare i terreni agricoli, quando altrove i terreni agricoli sono sacrificati per realizzare autostrade o altri marchingegni devastanti. E' sufficiente l'esempio del territorio da Carignano a Saluzzo, zone non rosse. Voglio dire che quando si adotta un criterio questo deve essere mantenuto per tutti ed in tutte le occasioni. Non sono convinto che questa sia la soluzione tecnica valida per la Fiat. Una valutazione più attenta poteva essere fatta. Non conosco le motivazioni portate dall'azienda. Il Presidente della Giunta ha sottolineato nella sua dichiarazione che i patti debbono essere mantenuti ma ci sono patti precedenti relativi agli accordi sottoscritti che la Fiat non ha mantenuto. La Fiat non solo non mantiene i patti firmati nel 1981 ma è la maggiore protagonista nel blocco del contratto dei metalmeccanici.
La Giunta deve ristabilire un rapporto con l'azienda per superare le prevaricazioni che sta attuando a livello locale e nazionale.
Mi astengo anche se vorrei dare voto contrario. Non vorrei però che venisse interpretato come un dissenso crescente nei confronti della Giunta.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione, con le modifiche apportate, la ratifica della deliberazione del piano dell'area del Parco La Mandria. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 3-25818 dell'1/6/1983 'Piano dell'area del Parco regionale La Mandria - Approvazione ai sensi dell'art. 40 dello Statuto' che si allega sentita la competente Commissione consiliare delibera per alzata di mano con 33 voti favorevoli, 19 contrari ed 1 astenuto, si sensi dell'art. 40 dello Statuto, di ratificare la deliberazione di cui all'oggetto, con le modifiche cartografiche e normative conseguenti all'approvazione degli emendamenti sotto elencati: 1) all'art. 6, comma secondo, lettera a), della normativa del piano dell'area del Parco regionale La Mandria, pagina 51, le parole iniziali 'sono consentite' sono sostituite con le parole 'sono consentiti ampliamenti e' 2) l'art. 6, comma secondo, lettera b), della normativa del piano dell'area del Parco regionale La Mandria, pagine 51/52, viene sostituito con la seguente dizione 'sono stralciate dal piano le zone individuate con la lettera Bs nell'allegato cartografico n. 3, da destinarsi con successivo provvedimento di piano' 3) all'art. 12, secondo comma, della normativa del piano dell'area del Parco regionale La Mandria, pagina 56, la percentuale '35' viene sostituita con la percentuale '40'; al terzo comma dell'articolo di cui sopra la percentuale '65' viene sostituita con la percentuale '60' 4) all'art. 15, punto f), della normativa del piano del Parco dell'area regionale La Mandria, pagina 58, le parole 'nell'area individuata con la lettera M' sono sostituite con le parole 'nelle aree individuate con le lettere M e N'; le parole 'dello strumento urbanistico del Comune di Robassomero' sono sostituite con le parole 'degli strumenti urbanistici dei Comuni di Robassomero e di Cirie'.
Viene allegata la tavola n. 3 della cartografia così come modificata a seguito dei sopra descritti emendamenti n. 213".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ratifica tale deliberazione con 33 voti favorevoli, 19 contrari ed 1 astensione.
Pongo ancora in votazione l'ordine del giorno sullo stesso argomento già a vostre mani.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 20 astensioni.


Argomento: Artigianato

Ratifica (ai sensi art. 40 Statuto) deliberazione Giunta regionale n. 134 27103: "D.C.R. n. 306-5574 del 17 giugno 1982, concernente limiti e modalità di concessione del contributo in conto interessi a valere sul fondo costituito presso la Cassa Artigiana ex art. 37 legge n. 949/1952 e successive modificazioni. Provvedimenti di revisione"


PRESIDENTE

L'Assessore Bruciamacchie chiede venga iscritta all'ordine del giorno la ratifica della deliberazione della Giunta regionale n. 134-27103: "D.C.R. n. 306-5574 del 17 giugno 1972, concernente limiti e modalità di concessione del contributo in conto interessi a valere sul fondo costituito presso la Cassa Artigiana ex art. 37 legge n. 949/1952 e successive modificazioni. Provvedimenti di revisione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
La parola all'Assessore Bruciamacchie.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore all'artigianato

L'Artigiancassa ha assegnato, oltre ai 60 miliardi quale prima quota per il 1983, un riparto per somme non spese da altre Regioni di quasi 50 miliardi. La disponibilità complessiva permette di intervenire nell'abbattimento dei tassi di interesse che gli artigiani contraggono con gli istituti bancari. A fronte di questa consistente disponibilità vi è una caduta vertiginosa delle domande degli artigiani e ciò è dovuto alla non disponibilità precedente dell'Artigiancassa e ad una situazione di crisi che ha fortemente inciso nell'attività stessa degli artigiani, i quali, a fronte di tassi molti elevati e comunque di una situazione produttiva particolarmente pesante, non hanno presentato domande per gli investimenti.
La Giunta e il Consiglio devono valutare come intervenire con un atto deliberativo che modifichi la deliberazione adottata nel mese di giugno dell'anno scorso, che elevava i tassi di interesse a carico degli artigiani. Oggi possiamo ridurre i tassi di interesse di due o tre punti favorendo la politica degli investimenti e la situazione occupazionale ed economica. Ecco perché chiediamo di assumere questo provvedimento rapidamente.
Esso trova l'assenso delle categorie artigiane consultate all'interno della Consulta regionale per l'artigianato oltreché del Comitato regionale per l'Artigiancassa.
Questa proposta ci permette di intervenire in un settore delicato che coinvolge nella nostra regione 130 mila aziende e 350 mila addetti circa.
Questo intervento, se realizzato, potrebbe mettere in moto circa 400 miliardi di finanziamenti e potrebbe soddisfare una domanda molto elevata.
Occorre dunque pubblicizzare questo provvedimento e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per arrivare direttamente al singolo artigiano.
Pensiamo di intervenire presso gli Istituti di credito in modo che i vari livelli periferici siano particolarmente informati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Alcune parole meritano di essere dette su questo provvedimento che ritengo molto importante. La stagione inoltrata non deve farci dimenticare ciò che ha detto l'Assessore.
In un momento di grave difficoltà per la finanza regionale in cui non vi sono risorse finanziarie per attuare gli interventi, nel settore dell'artigianato invece la Regione dispone di urgenti risorse statali che però rischiano di non essere utilizzate dalle aziende artigiane, entro il 31 dicembre di quest'anno, e di ritornare al Fondo nazionale. La deliberazione, pur salvaguardando le priorità individuate relativamente alle zone insufficientemente sviluppate, alle iniziative nelle aree attrezzate, agli investimenti qualificati, abbassa il tasso di interesse e consente agli artigiani di usufruire di finanziamenti in misura superiore rispetto al passato.
La Giunta deve impegnarsi a garantire che le banche non frappongano ostacoli di natura burocratica e pseudo-tecnica, in quanto tendenzialmente non privilegiano gli investimenti artigianali perché sono a tasso agevolato, che sono alternativi agli investimenti ordinari delle aziende artigiane. E' opportuno effettuare una mobilitazione del sistema creditizio ed una forte azione di divulgazione e di propaganda presso le aziende artigiane e le organizzazioni di categoria perché accedano a questi mutui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

In sede di Commissione ci siamo espressi favorevolmente su questa deliberazione e ci esprimiamo favorevolmente anche in Consiglio.
Effettivamente la riduzione del tasso dovrebbe facilitare il ricorso all'utilizzo di questi fondi per l'attività artigiana che deve essere rilanciata.
Sarà interessante verificare se queste condizioni più favorevoli faranno aumentare le richieste.
Ovviamente la riduzione dei tassi comporterà un maggior onere di capitale, tuttavia è un rischio da correre purché queste risorse vengano utilizzate per investimenti nel settore produttivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Barisione.



BARISIONE Luigi

Non ripeto la considerazione già fatta sulla positività del provvedimento assunto dalla Giunta. Vorrei ricordare l'impegno che l'Assessore e la Commissione si sono assunti di fissare entro quest'anno una seduta del Consiglio regionale per discutere della situazione delle aziende artigiane piemontesi, delle aree attrezzate per l'artigianato. In quella sede si potrà verificare se il provvedimento adottato oggi dal Consiglio avrà ottenuto gli effetti sperati.
Annuncio il voto favorevole del nostro Gruppo sul provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Le Associazioni degli artigiani piemontesi e le Camere di Commercio debbono sollecitamente essere informate perché a loro volta informino la categoria di questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Bruciamacchie per la replica.



BRUCIAMACCHIE Mario, Assessore all'artigianato

L'Assessorato ha predisposto un comunicato che, non appena il Consiglio avrà approvato l'atto deliberativo, verrà dato alla stampa. Mi auguro che a livello periferico i giornali locali lo pubblichino dettagliatamente. Le organizzazioni di categoria si sono impegnate a divulgarlo presso gli .associati. Pensiamo anche di distribuire agli artigiani nel mese di settembre un opuscolo con l'illustrazione del contenuto della deliberazione. Il rischio che ricordava Simonelli è reale e cioè che questa disponibilità consistente per investimenti al 31 dicembre 1983 sia decurtata considerevolmente, che ritorni al Fondo nazionale e che quindi venga sottratta all'economia piemontese.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale deliberazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio ratifica all'unanimità dei 53 Consiglieri presenti la deliberazione della Giunta regionale n. 134-27103.


Argomento: Albo professionale agricolo

Esame deliberazione Giunta regionale n. 21-22595: "Legge regionale 23/8/1982, n. 18. Modificazioni ed integrazioni alle leggi regionali 12/5/1975, n. 27, 23/1/1979, n. 4, 16/5/1980, n. 44, relative a 'Istituzione dell'Albo professionale degli Imprenditori agricoli'. Regolamento di attuazione"


PRESIDENTE

Il punto ventinovesimo all'ordine del giorno prevede l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 21-22595: "Legge regionale 23/8/1982, n. 18 - Modificazioni ed integrazioni alle leggi regionali 12/5/1975, n. 27, 23/1/1979, n. 4, 16/5/1980, n. 44, relative a 'Istituzione dell'Albo professionale degli Imprenditori agricoli'.
Regolamento di attuazione".
La parola al relatore, Consigliere Ferro.



FERRO Primo, relatore

Nel sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale il Regolamento di attuazione dell'Albo professionale degli imprenditori agricoli è il caso di ricordare che l'Albo è stato istituito con legge regionale n. 26/1975.
Nel maggio del 1977 è stato approvato il primo Regolamento di attuazione dell'Albo. Nel corso di questi sei anni la legge ha avuto diverse modifiche nell'arco di, pochi mesi tra il 1979 ed il 1980, la legge subì due modifiche legislative da cui prese vita il nuovo Regolamento. Il Consiglio approvò nel settembre 1982 la legge n. 18 con la quale sono state apportate notevoli modificazioni ed integrazioni alla legge istitutiva dell'Albo. Con la nuova legge l'iscrizione all'Albo è resa facoltativa e non rappresenta l'unico riferimento per accertare la figura dell'imprenditore agricolo sa titolo principale. Su questo vi è stato in Consiglio, a suo tempo, e nella III Commissione, un vivace dibattito per le posizioni contrapposte. La legge venne approvata a maggioranza.
Il nuovo Regolamento recependo le innovazioni contenute nella legge mette a fuoco gli elementi per identificare le figure dell'imprenditore agricolo a titolo principale, introduce procedure semplificate, rende più espliciti i controlli per la revisione dell'Albo. Sulla base dell'esperienza si sono introdotte innovazioni che consentono maggiore chiarezza nel definire la qualifica degli iscritti.
Voglio ricordare, al di là delle contrapposizioni di principio, il lavoro costruttivo ed intelligente che le forze politiche hanno rivolto in Commissione per ottenere con il Regolamento un risultato di chiarezza e di coerenza.
Raccomando l'approvazione del Regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Il nostro Gruppo darà voto favorevole a questo provvedimento.
Il Regolamento stabilisce i criteri, le caratteristiche e le modalità per accertare che coloro i quali chiedono di essere iscritti negli elenchi degli esercenti l'attività agricola ne abbiano il titolo. Il Regolamento rispetta leggi approvate in materia, soprattutto in esso non viene disattesa la libertà da parte di chi ritiene di essere imprenditore agricolo di essere riconosciuto come tale da un Ente pubblico, piuttosto che da una Commissione che seppure regolamentata dalla legge regionale è sempre un organo privato se non di parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

La giornata volge al termine e i colleghi forse non avranno molta pazienza di ascoltarmi, comunque cercherò di essere breve come sono solito.
Questo Regolamento è la coda di una polemica sorta nel corso dell'approvazione della legge approvata l'estate scorsa, quando l'Albo professionale degli imprenditori agricoli dall'impostazione originaria che lo caratterizzava strumento valido per tutti è stato trasformato in strumento facoltativo. La nostra opposizione a quell'impostazione che veniva a snaturare lo strumento legislativo è stata decisa.
L'iter della costituzione dell'Albo professionale degli imprenditori agricoli è stato sempre molto lento. Ci sono state anche delle forzature ed annullamenti non sempre coerenti. Il Consigliere Ferro ha parlato di coerenza. Mi permetto di contestargli questa parola, perché in questa vicenda c'è stato di tutto tranne che coerenza. C'è stato anche un ritardo nelle Commissioni: a causa di vicende legislative e regolamentari non potevano insediarsi. La maggioranza ha voluto inserire nelle Commissioni in qualità di membri, organizzazioni ed enti che nulla avevano a che vedere con i problemi agricoli. In sostanza i danni sono stati notevoli, la gente aspetta il riconoscimento della qualifica che non arriva, con tutte le conseguenze che ne derivano anche al campo dell'edilizia.
Il relatore ha parlato delle modifiche, io sottolineo che quelle modifiche sono state notevoli al punto che l'Albo è stato modificato radicalmente. C'è stato successivamente, e ritornerà in aula prossimamente la proposta, un tentativo che riteniamo illegittimo, ma è illegittimo anche per il Commissario di Governo, di aggirare l'ostacolo dando modo a chi lo desidera di ottenere ugualmente il riconoscimento della qualifica senza seguire la procedura prevista per l'iscrizione all'Albo, procedura che, tra l'altro, ricalca le norme comunitarie e le leggi dello Stato per ottenere le qualifiche previste dalle leggi CEE, infatti il Commissario di Governo ha annullato una deliberazione che tentava di travisare queste norme.
Questo Regolamento era necessario. Lo aspettiamo da mesi, durante i quali le forzature e norme non corrette proposte dalla Giunta hanno rallentato l'iter.
Il nostro Gruppo lo approva nella sostanza senonché proprio perch discende da una legge che non approviamo si asterrà dal voto.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura

Non intendo riprendere le polemiche e i discorsi fatti sull'Albo desidero soltanto precisare che sarebbe stato giusto approvare il Regolamento e la deliberazione che regola il rilascio della certificazione perché l'uno atto completa l'altro.
L'iscrizione all'Albo per volontà della maggioranza del Consiglio, una maggioranza molto più larga di quella che sorregge la Giunta, è libera e volontaria e ciò non vuol dire che chi non si iscrive all'Albo non abbia il diritto di beneficiare delle agevolazioni di legge.
Questo deve essere ben chiaro a tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Normalmente la Giunta ha la parola per ultima, oggi si sono invertiti gli interventi. Ritengo di dover esprimere il voto della nostra forza politica. Sulla vicenda dell'Albo professionale non ci sono idee chiare tant'è vero che la legge approvata nel 1975 durò fino al 1979, fu poi modificata nel 1980 ed ancora nel 1982: vi lascio immaginare come la questione sia chiara ai coltivatori diretti della Regione.
Non solo, ma le quattro leggi hanno richiesto quattro Regolamenti applicativi. L'ultimo Regolamento applicativo è stato bocciato dal Commissario di Governo per cui viviamo nella più completa incertezza.
L'Assessore dice che in questo modo si dà la libertà agli imprenditori di iscriversi, ma devo dire che ci deve pur essere qualcuno che accerti se un coltivatore è imprenditore agricolo o meno.
Lo strumento dell'Albo segue una procedura e garantisce che avvenga con la partecipazione democratica, non solo, ma l'imprenditore agricolo non è obbligato a sottostare alle formalità di rito delle quali è già sin troppo oberato perché se il brevetto di imprenditore agricolo è libero, gli Ispettorati ogni qualvolta che un imprenditore presenti richiesta di agevolazione dovranno accertarne la posizione. E' una liberalizzazione strana, ma in realtà è una schiavitù per l'imprenditore agricolo, non solo ma gli uffici regionali dovranno a loro volta verificare la documentazione.
Noi riteniamo che si debbano semplificare le procedure per il coltivatore e per l'ufficio pubblico, questa invece è una complicazione.
Il nostro voto di astensione è più che giustificato.



PRESIDENTE

Se non vi sono altre dichiarazioni, possiamo porre in votazione la deliberazione.
Ve ne do lettura "Il Consiglio regionale approva, per alzata di mano, con 33 voti favorevoli e 20 astensioni il seguente Regolamento che viene allegato alla presente deliberazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 33 voti favorevoli e 20 astensioni.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame progetto di legge n. 316: "Norme transitorie alla legge regionale 17 ottobre 1979, n. 60 e successive modificazioni"


PRESIDENTE

C'è una sollecitazione a porre all'ordine del giorno l'esame del progetto di legge n. 316: "Norme transitorie alla legge regionale 17 ottobre, 1979 n. 60 e successive modificazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti in aula.
La parola al relatore, Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio, relatore

Questa legge è stata approvata in Commissione all'unanimità e la relazione è allegata.
Se il Consiglio è d'accordo la darei per letta.



PRESIDENTE

D'accordo. Possiamo passare alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "Nelle more di adozione dei primi piani territoriali provinciali faunistici la Provincia, sentita la Consulta provinciale per la tutela della fauna e la disciplina della caccia, può istituire zone faunistiche omogenee di gestione sociale.
Ciascuna Provincia può istituire dette zone, anche aventi superficie superiore a 20.000 ettari, fino al 30 della propria superficie agro forestale; detto limite, d'intesa tra le Province interessate, può essere superato in alcune di esse, fermo restando il limite del 30 della superficie agro-forestale regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Le Province possono, ai sensi dell'art. 15 della legge 27 dicembre 1977 n. 968, avvalendosi di organismi a base associativa e degli esperti di cui all'art. 5 della legge citata, in attesa della costituzione delle zone faunistiche omogenee di gestione sociale di cui agli artt. 12 e 18 della legge regionale 17 ottobre 1979, n. 60, costituire, entro il limite indicato dal precedente articolo, zone in regime di caccia controllata.
La Regione, sentite le Province, regolamenta i modi di gestione e di accesso dei cacciatori, compresi quelli residenti in altre Regioni e ne determina il numero, comunque non inferiore alla media regionale, calcolato in base al rapporto tra cacciatori e territorio agri-forestale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Non è tenuto al superamento dell'esame di cui all'art. 64 della legge 17 ottobre 1979, n. 60, chi, nell'anno anteriore all'entrata in vigore dell'ampliamento della zona faunistica delle Alpi disposto, a norma dell'art. 61, dal Consiglio regionale in data 27 luglio 1982, sia titolare della licenza di caccia ed abbia la residenza in uno dei Comuni compresi in tutto od in parte, nei nuovi confini.
La Provincia rilascia certificazione di tale stato su domanda contenente dichiarazione, resa ai sensi degli artt. 2 e 20 della legge 4 gennaio 1968, n. 15, in ordine alla titolarità della licenza di caccia ed alla residenza durante i dodici mesi anteriori all'ampliamento".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 41 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
Prima di chiudere la seduta, comunico ai presenti che il Consiglio è convocato per i giorni 3 e 4 agosto 1983.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.30)



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