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Dettaglio seduta n.183 del 24/02/83 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno sull'apprendistato (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Riprendiamo il dibattito sull'ordine del giorno sull'apprendistato, di cui al punto quarto all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Questa volta non riteniamo di dover protestare, in quanto non è certamente per causa nostra che si verifica questa situazione, ormai abituale nel Consiglio regionale, che vede, all'inizio della seduta, sempre pochi presenti nei banchi.
Veniamo all'argomento in discussione. L'ordine del giorno in questione si apre con la constatazione della rilevanza quantitativa e qualitativa assunta dall'artigianato, specie in una Regione dalle caratteristiche particolari qual è il Piemonte.
E' una constatazione esatta che condividiamo ed alla quale vorremmo anzi dare maggiore rilievo, aggiungendo che occorre considerare anche come la prostrazione di tanti giovani preparatisi con impegno per un lavoro e poi rimasti inappagati, per l'impossibilità di trovare occupazione in questa loro speranza, provochi fatalmente ripercussioni negative anche nella società, provochi nei giovani disaffezione per la società e negative reazioni.
Da qui, dunque, l'esigenza di dare al problema dell'apprendistato assoluta priorità per ragioni non soltanto economiche e sociali ma innanzitutto, per ragioni morali.
Siamo anche d'accordo circa il rilievo fatto secondo il quale la legge 25 del 1955 sembra essere invecchiata; si tratta, anzi, di una legge nata già vecchia, condizionata da gravi vizi di origine; ed è stata la prima causa della flessione nelle assunzioni degli apprendisti, registrata a partire dal 1980. In certi casi è stata addirittura pretesto per consentire immorali forme di sfruttamento dell'istituto dell'apprendistato. Ed infine ci rendiamo conto anche noi che le invocate modifiche della legislazione nazionale comporteranno inevitabilmente tempi lunghi e, di conseguenza sarà opportuno dare vita, sin da questo momento, a solleciti interventi regionali.
Il fatto è che, proprio perché vogliamo provvedimenti utili, noi dobbiamo dissentire totalmente dalle proposte che vengono avanzate.
Colleghi Consiglieri, poiché, almeno tra noi, dovrebbe essere smesso il malvezzo di prenderci in giro, diciamo chiaro che non ci è possibile credere ancora nell'istituzione di corsi professionali qualificati. Noi tutti dovremmo domandarci quali frutti positivi siano stati sin qui raccolti nei vari seminari di qualificazione, organizzati dalla Regione quanti di tali corsi si siano rivelati in realtà soltanto enormi carrozzoni clientelari ed assistenziali; quanti allievi ne siano usciti meno frustrati di quanto non lo fossero entrandovi; quanti milioni questi corsi siano costati alla società, senza che la società ne abbia ricavato un utile quanti corsi abbiano corrisposto soltanto a situazioni di comodo, per non volere dire altro sull'argomento.
Noi dubitiamo che i colleghi proponenti questo ordine del giorno si siano domandati, ad esempio, quanti corsi dovrebbero venire istituiti ammesso di non volere fare percorrere centinaia di chilometri agli allievi se si sono chiesti dove potrebbero essere trovati insegnanti qualificati se si sono posti il problema di dove trovare l'attrezzatura indispensabile per conferire la necessaria pratica ai frequentatori dei corsi.
La verità è che, secondo noi, siamo di fronte ad un'altra delle tante misure assistenziali, a pioggia, con le quali si sta distruggendo il nostro tessuto economico, sia a livello nazionale come a quello regionale. Siamo cioè in presenza di un altro intervento transitorio, utile solo per scrivere sulla carta che si sono fatte delle cose e perfino, in teoria delle belle cose; ma che, nel caso in oggetto, non verranno a produrre la formazione di un solo operaio veramente qualificato.
E poi pensiamo sia tempo di smetterla di volere a tutti i costi fare andare d'accordo il diavolo con l'acqua santa. Quando noi leggiamo, ad esempio, la necessità di riconoscere, in forme e modi tangibili, il ruolo formativo delle imprese e, nello stesso tempo, la necessità di salvaguardare le condizioni normative e salariali per i giovani, acquisite contrattualmente o per notiamo che si esprimono due affermazioni di cui l'una è contraddittoria ed in contrapposizione all'altra. Non si può volere da una parte sostenere l'opportunità di riconoscere aiuti tangibili alle imprese e dall'altra salvaguardare contrattualmente i diritti già acquisiti dai giovani. Né il contrasto, a nostro avviso, può essere sanato; anzi, ci sembra destinato ad aggravarsi istituendo, come il documento propone successivi corsi adeguati, sia per contenuto che per numero di ore all'assunzione dei giovani nel rapporto di apprendistato.
Il contratto di apprendistato è di natura mista; prevede cioè uno scambio tra attività lavorative da parte dell'apprendista e addestramento professionale in retribuzione da parte dell'imprenditore. Pertanto nell'ambito dell'esercitazione pratica, la prestazione di lavoro dell'apprendista dovrebbe poter consistere in una partecipazione attiva al processo produttivo, superando il distorto concetto secondo il quale l'apprendista deve intendersi una specie di allievo il quale, da un lato non può essere adibito direttamente al processo produttivo e, dall'altro deve essere trattato, soprattutto sul piano economico, alla stregua di ogni normale dipendente.
Una tale eventualità, secondo noi, sarebbe punitiva della professionalità del lavoratore qualificato, il quale si troverebbe ad essere retribuito poco di più o addirittura alla pari di un qualunque apprendista; e sarebbe negativa per la formazione stessa dell'apprendista il quale si troverebbe, per spiegabile reazione, ad essere privato della collaborazione che gli può venire dai lavoratori più qualificati e che, per i motivi detti prima, potrebbero essere portati a negargli. E, infine sarebbe troppo oneroso per le aziende, soprattutto in riferimento all'apporto di lavoro dell'apprendista.
E allora, così stando le cose, particolarmente in Piemonte dove artigianato e terziario sono fra le colonne portanti della nostra economia (considerato che in questi settori si concentra la massima parte degli apprendisti e che da questa imprenditoria può venire il contributo maggiore per l'addestramento professionale dei giovani e per il loro inserimento nel processo occupazionale lavorativo), è all'impresa che noi dobbiamo guardare.
Il punto centrale viene ad essere appunto l'impresa; anche perch partendo dall'attuale grado di non efficienza dell'istruzione professionale, crediamo non si possano accettare soluzioni che considerano la presenza del giovane nell'impresa soltanto come il completamento di un'educazione ricevuta altrove. La formazione professionale, cioè, non la si completa, noi riteniamo, ma la si acquisisce all'interno dell'impresa o dell'azienda. Quindi, in attesa della nuova normativa nazionale che giunga ad istituzionalizzare il suo ruolo didattico, meglio farebbe la Regione a costituire un apposito fondo per erogare contributi a quelle imprese artigiane e commerciali le quali assumono apprendisti, con l'impegno di provvedere, entro termini prefissati, contrattuali, alla loro qualificazione.
Ciascuna azienda dovrebbe beneficiare del contributo per un solo apprendista e, ad evitare speculazioni, la parte più consistente del contributo stesso dovrebbe venire accordata soltanto a qualificazione avvenuta.
Si tratta di tesi e di suggerimenti appena abbozzati e formulati per dimostrare che, a nostro avviso, vi sono altre strade, più ricche di contenuto economico e sociale e di buon senso, che si possono percorrere al posto di altre, lastricate soltanto da convinzioni ideologiche, indicate nell'ordine del giorno che stiamo discutendo.
Ci permettiamo ancora rivolgere al Consiglio un ultimo avvertimento: eviti di impegnare il governo regionale per somme di entità ragguardevoli che appaiono destinate ad ottenere risultati soltanto negativi o addirittura, non risultati. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, pare al Gruppo socialdemocratico che il tentativo di portare all'attenzione del Consiglio un problema di importanza assai rilevante, sia stato un atto estremamente positivo che si identifica con la proposta, da parte di alcuni colleghi, di questo ordine del giorno, sul quale il Consiglio è chiamato a pronunciarsi. Tema di rilevante importanza in questo momento di crisi occupazionale che investe in particolare i giovani, i quali hanno sempre maggiori difficoltà per il loro ingresso nel mondo del lavoro. Riteniamo, anche noi, che non sia questo il provvedimento che possa risolvere in modo decisivo la questione dei giovani senza occupazione, ma pensiamo tuttavia che se gli atteggiamenti saranno conseguenti, ad esempio, ai pronunciamenti discendenti dall'ordine del giorno, certamente potremo dare un aiuto, magari minimo, per favorire un rapporto diretto e migliore tra scuola e mondo del lavoro; e a sostenere un ingresso nel mondo del lavoro da parte di giovani sempre meglio qualificati.
Infatti vi è la tendenza in atto, con il crescere dell'innovazione tecnologica all'interno delle aziende, ad un minore bisogno di manovalanza poco qualificata, mentre vi è bisogno crescente di lavoratori in grado di conoscere i processi produttivi nei quali vengono inseriti.
Del resto, questo ordine del giorno si collega anche ad un certo risveglio di attenzione che si va manifestando rispetto ai temi dell'apprendistato. Credo che in questi ultimi anni vi sia stata una rinnovata attenzione, sia da parte di molte forze politiche come da parte sindacale, rispetto a questo istituto il quale, sia pure da perfezionare lascia intuire elementi di positività.
L'ordine del giorno presentato da alcuni colleghi non vuole certo affrontare tutte le tematiche che ruotano attorno all'istituto dell'apprendistato; ne vuole soltanto sottolineare alcune, in particolare quella legata al completamento educativo, per così dire, della fascia di età tra il 14 e 15 anni, fra il compimento dell'obbligo scolastico e la possibilità dei giovani di entrare nel mondo produttivo. Un'opportunità che viene raccordata all'esigenza di avvalerci di una manodopera meglio qualificata secondo le esigenze del mondo produttivo odierno.
Ma questo documento si pone anche altre questioni. Intanto, quella di sollecitare, a livello nazionale, una serie di adempimenti legislativi che possano dare delle risposte complessive al superamento della legge del 1955; ad esempio, la positività di alcune esperienze innovative, là dove si sono potute realizzare, quali l'alternanza scuola-lavoro e i contratti di formazione-lavoro.
E' vero che noi ci troviamo di fronte ad una legge, quella del 1955 che è vecchia rispetto al presente, tanto che, dopo il 1972, non viene neanche più rispettata. E', infatti, dal 1972 che non si fanno più i corsi complementari o formativi.
In questi ultimi anni, peraltro, vi è un nuovo interesse per questo istituto, dovuto a varie cause: alla frantumazione del mercato del lavoro alla crisi che ha attraversato il nostro sistema produttivo; ad una certa vivacità manifestatasi nel sistema delle piccole e medie imprese e dell'artigianato, settori importanti per lo sviluppo di un apprendistato di tipo moderno.
Vi è poi stato l'avvio della legge 285 (in particolare dopo le sue modificazioni) che ha, per così dire, delineato alcune strade di superamento di questo istituto attraverso formule nuove di alternanza scuola-lavoro e dei contratti di formazione-lavoro.
L'ordine del giorno presentato dai colleghi non si limita poi soltanto ad affrontare il problema dell'integrazione dell'obbligo scolastico, ma delinea anche alcune proposte che mi sono permesso di sviluppare in un'ipotesi di ordine del giorno che formalizzerò al termine del mio intervento, così che possa diventare comune oggetto di valutazione con i colleghi, per studiare la possibilità di trovare una soluzione concordata tra le forze politiche. Un ordine del giorno che, in sostanza, non fa altro che sviluppare i punti contenuti già in quello precedente, con il particolare obiettivo di legare sempre più questo sistema dell'istituto dell'apprendistato nel sistema generale della formazione professionale.
Ed è per questo che, ad esempio, nel nostro ordine del giorno, appare un richiamo esplicito all'art. 20 della legge regionale sulla formazione professionale, perché ad esso si dia concreta attuazione, là dove si esprimono previsioni di intervento a favore dell'apprendistato anche attraverso il rilascio di attestati di qualifica.
Alcune esperienze di alternanza scuola-lavoro questa Regione le ha già realizzate. Non è che dobbiamo sempre fustigarci. Qualcosina è stata realizzata: è il caso di Valenza; di alcune esperienze, in Piemonte, di alternanza scuola-lavoro e di contratti di formazione-lavoro, anche da parte di aziende.
In particolare, poi, nel nostro ordine del giorno, vi è un richiamo a convenzioni fra Regioni ed aziende, in particolare artigiane, per l'indicazione di maestri artigiani che potrebbero svolgere una funzione formativa nei confronti dei giovani apprendisti; convenzioni che, a nostro avviso, vanno riconosciute.
Ultima osservazione: per far sì che questo dibattito abbia l'importanza e la dignità che deve avere, si potrebbe anche valutare l'elaborazione di un progetto specifico attorno a questa tematica da inserire nello stesso secondo piano di sviluppo, che andremo a discutere con la comunità piemontese.
Comunque, mi pare che ipotizzare un progetto specifico per lo sviluppo dell'apprendistato, partendo appunto da quello che sarà l'ordine del giorno che il Consiglio regionale si darà, potrebbe essere già una prima risposta operativa alle esigenze che hanno dato l'avvio allo stesso ordine del giorno. Questo potrebbe essere un modo operativo che vada anche al di là della solita retorica di molti altri ordini del giorno rimasti lettere morte.
Quindi, formalizzo la mia ipotesi di un ordine del giorno che costituisca un ampliamento dell'ipotesi sviluppata dai colleghi, affinch rappresenti un oggetto di discussione con gli altri, per vedere di trovare un comune e possibile punto di convergenza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Assessore al lavoro

Io credo che l'unico limite che ha avuto questo dibattito sia quello che, in fondo, siamo costretti solo a sognare le istituzioni che vorremmo Sarebbe stato certamente bello che a questo dibattito avessero potuto partecipare i movimenti giovanili, delegazioni di scuole dei giovani dei quali parliamo; e sarebbe stato forse opportuno che al dibattito avessero potuto partecipare i due terzi del Consiglio che invece non ci sono.
Peraltro, le cose dette dai colleghi impegnati nel dibattito sono di grande importanza e ritengo dovrebbero avere un'eco, un'informazione diffusa, perché in effetti si è trattato di una questione che riguarda 80 mila giovani piemontesi e, a livello nazionale, centinaia di migliaia di giovani; a non considerare il riferimento a livello europeo, annodato al problema dell'occupazione.
Non voglio qui ricordare tutti i termini che rendono questo problema particolarmente grave; proprio ieri all'AICE, a Roma, è stato il punto centrale dell'intervento delle Regioni. Mi pare si stia facendo strada il senso di colpevolezza per il fatto che se non riusciremo ad attuare almeno una goccia in più, come diceva la collega Vetrino, sul piano di una solida prospettiva di occupazione in questo caso giovanile, tutte le altre cose che possono essere fatte non avranno molto senso.
Questo costituisce il problema dei problemi; perché oggi noi abbiamo la confluenza di molti fattori che tendono ad aggravarlo; c'è la crisi economica, ci sono gli investimenti che vengono attuati per superare i ritardi tecnologici delle aziende e che induttivamente producono disoccupazione; vi è la tendenza generale, nell'Europa occidentale, di un aumento crescente della percentuale di disoccupati giovani sul complesso dei disoccupati in generale. In passato, erano presenti o l'una o l'altra di queste tre questioni; mai tutte e tre assieme, come oggi avviene.
E una possibile ripresa che si deve auspicare e di cui c'é forse qualche segno premonitore, tenderà inizialmente, nelle aziende, ad aumentare la capacità di sfruttamento degli impianti, prima di produrre nuova occupazione. Ed anche quella nostra attiva tendenza per fare in modo che la società si avvii su un diverso equilibrio fra primario, secondario e terziario, purtroppo, nel recente passato, è stata contraddetta dai dati che ci dicono appunto che il primario ed il secondario calano, ma il terzo negli ultimi anni, non aumenta.
Ecco una serie di ragioni che rendono centrale il problema dell'occupazione e che, giustamente, infatti, sta appassionando anche i Ministri europei.
La questione di cui abbiamo parlato oggi è al centro ormai dell'attenzione dei Ministri della Comunità Europea. Non c'è dubbio che la Comunità Europea se ne occupi. L'efficacia, la concretezza del suo impegno è altra faccenda. La consapevolezza che questo problema è centrale, adesso ci viene da quel livello. Il Commissario Richard, recentemente, ha parlato di questa questione. E ne ha parlato nei termini d'informazione di come viene posta nei vari Paesi europei; tra l'altro, ha detto, si tratta di dare ai giovani che abbiano terminato la scuola dell'obbligo una possibilità di formazione professionale o un'esperienza di lavoro e non di inviarli all'ufficio di disoccupazione.
Attualmente, solo la Danimarca e la Repubblica Federale Tedesca conoscono tali programmi, mentre Francia e Regno Unito prevedono di realizzarli. Sebbene occorra un certo periodo di tempo prima che il fondo sociale possa pienamente intervenire in questo tipo di azione, i Ministri si sono dimostrati già molto disponibili nei confronti di questa nuova azione.
In una tale visione del fondo sociale, finalizzato ad obiettivi di questa natura sulla scia di quattro Paesi che si muovono in questa direzione, vi è necessità urgente che il nostro Paese si avvii nella stessa direzione.
In qualche misura, quindi, l'ordine del giorno non sottolinea soltanto un'esigenza piemontese, ma si colloca in un filone che è di carattere europeo, in una necessità che è del nostro Paese, non soltanto della nostra Regione. Quindi, è un ordine del giorno tutt'altro che banale.
La seconda questione che vorrei ricordare è che la questione di cui stiamo parlando oggi si colloca in quello che avevamo definito "Progetto giovani", quando in questo Consiglio si discusse di disoccupazione e di politica dell'occupazione. Se ne occuparono specialmente i colleghi Picco e Vetrino e, da certe conclusioni, cercai di avanzare un'iniziativa; si tratta di un'iniziativa interessante perché tende a creare un'unità di tutte le forze politiche, senza distinzione di ruoli, fra Giunta e Consiglio, con il concorso non soltanto delle forze politiche del Consiglio ma di tutti i movimenti giovanili, sindacali, delle situazioni imprenditoriali, degli artigiani, ecc. Studiare insieme, cioè, che cosa possiamo fare per far sì che ad una goccia se ne aggiunga un'altra ed un'altra ancora, così da dare vita ad una politica fatta di tanti atti concreti che si possa definire politica per l'occupazione giovanile.
Atti ed elementi di questa politica sono: utilizzazione piena dei fondi che già ci sono a disposizione da parte della Comunità Europea, cosa che facciamo già per quanto riguarda la formazione professionale, ma con spazi ancora molto rilevanti da sfruttare e da coprire; la verifica attenta di che cosa possono significare i contratti di solidarietà (ne abbiamo parlato poco in Consiglio, se ne sta parlando di più fuori: si tratta di una richiesta delle organizzazioni sindacali, di un programma interessante presentato dai sindacati alla Fiat Auto di Asti; se ne è fatta un'esperienza a Parma recentemente; in Francia se ne parla).
Deve far parte di questa politica dei giovani un piano autentico di formazione-lavoro; un po' d'esperienza in questo campo l'abbiamo compiuta ma è certo che qui non si tratta tanto di fare delle esperienze, quanto di fare un programma ed ottenere una collaborazione fra le parti sociali, la quale ci porti radicalmente a quantificare contratti di formazione-lavoro in entità che abbiano un qualche senso. Badate, a volte è probabile che la stessa nostra legge sull'utilizzazione dei cassaintegrati e disoccupati giovani, nella faccenda del dato civile, finisca di trasformarsi, se la legge stessa tarderà ad essere approvata, in una serie di contratti di formazione-lavoro, in quanto sarebbe l'unica forma attraverso la quale, se ci riusciamo, potremmo dare qualche lira per partecipare ai corsi di formazione professionale. Perché, in mancanza di questa legge che ci dia la potestà giuridica d'intervenire, non ci sarà altra via se non quella di intervenire attraverso contratti di formazione-lavoro.
Vi è la proposta di compilare un libro bianco sugli apprendisti proposta avanzata da una formazione sociale, dalla "GIOG"; io ho avuto la possibilità di partecipare a due fantascientifici dibattiti. Dico fantascientifici perché il primo si svolse in una domenica mattina d'estate, nel centro di Torino; vi erano molti giovani della GIOG, oltre al sottoscritto ed un sindacalista, che discutevano, in una piazza, di un'inchiesta che era stata condotta nel rione San Donato. E poi ebbi la possibilità, una settimana o due dopo, di partecipare ad un analogo dibattito, sempre promosso dalla GIOG, a Venaria, sempre sulla base di un'indagine che questi ragazzi avevano condotto.
Vi risparmio tutti gli elementi di questa indagine; voglio per sottolineare un dato che è un elemento della crisi attuale, contraddittorio rispetto a certe tendenze nazionali, generali, ma da apprezzare; la dimostrazione che ci sono dei movimenti giovanili che si occupano dei giovani operai, i quali esistono ancora, contrariamente all'opinione diffusa secondo la quale non ce ne sarebbero più. Ci sono: basterebbe occuparsene maggiormente. Il mio rammarico è che ci siano altri movimenti giovanili che dovrebbero occuparsene e che non se ne occupano! Dalle indagini fatte sugli apprendisti balza in evidenza un dato estremamente importante: il 137 degli apprendisti ha iniziato a lavorare prima dei 14 anni, compromettendo l'andamento scolastico e vivendo l'esperienza di sfruttamento minorile. Siamo in un periodo nel quale ci sono 150.000 disoccupati e 67.000 cassaintegrati, però si va a lavorare anche prima dei 14 anni; questo fenomeno che era macroscopico in Italia quindici o venti anni fa e che io pensavo confinato all'Italia antica, ecco che si riaffaccia anche nell'Italia del 1983.
Altro dato: rispetto alla paga che questi ragazzi percepiscono, emerge che il 20% guadagna meno di 400.000 lire al mese. Voi direte: faranno anche dei lavori da 400.000 lire al mese! E no, perché qui si verifica quello che è anche un dato storico: i giovani rendono di più, costano di meno e sono più sfruttati. E viene fuori quest'altra bella situazione; da un'indagine della GIOG risulta un dato rilevante riguardo gli straordinari; il 47% fa lavoro straordinario (mentre il 61% afferma che nell'azienda in cui lavora c'è qualcuno che fa straordinario). Altro che le otto ore, le sei ore, le cinque ore, le sette ore! Si tratta di dieci e di dodici ore e senza che si ritocchi il compenso delle 400.000 lire al mese. E questi ragazzi non hanno i libretti, non hanno tutte le altre garanzie! Queste cose succedono a Venaria, a Nichelino, a Moncalieri! Una situazione operaia del 1983 che per molti aspetti, sembra far parte di un'Italia che avevo conosciuto in un'età arretrata di 23 anni! Tutte queste cose vanno studiate meglio, conosciute ed anche denunciate. Per cui la proposta che è stata fatta di compilare un libro bianco di quest'analisi di una situazione, io la considero una proposta intelligente, che non può che avere un appoggio della Regione e deve fare parte di questa politica verso le nuove generazioni e i giovani lavoratori.
Mi permetterei di suggerire una questione da esaminare in Commissione nella Commissione che abbiamo costruito empiricamente e che si occupa del progetto giovani; l'opportunità di porre all'attenzione dell'opinione pubblica, delle forze sindacali (che non è che se ne occupino molto) e voglio dire anche delle forze politiche e di tutti, la questione della condizione degli apprendisti.
La mia proposta è di dedicare una giornata sull'apprendistato e trovare in quella giornata l'occasione di promuovere decine di iniziative; dove quanto discutiamo oggi, ciò che ci proponiamo di fare, siano messi a confronto con il pensiero dei giovani; una giornata ben coordinata, di comune intesa a cui partecipino anche tutte le forze sociali. Potremmo così fare in modo di saldare l'iniziativa finanziaria e legislativa che stiamo intraprendendo, sollecitare il Governo sulla questione dei giovani apprendisti e sentire un po' se le cose che intendiamo fare sono davvero possibili, se incontrano l'opinione dei giovani.
Altre proposte sono venute dal dibattito; il collega Brizio ha opportunamente ricordato che ci sono 100 miliardi della "Visentini bis" stanziati in questa direzione; vuol dire che la questione che solleviamo oggi è avvertita, in qualche modo, anche dal Governo. E dovremo fare in modo che, se questo finanziamento si attuerà, la parte di cui potremmo disporne, penseremo di spenderla nel modo migliore.
La Giunta assume pienamente l'impegno che viene indicato nell'ordine del giorno, oltre che condividerne la lettera e lo spirito; ma nello stesso tempo si rende perfettamente conto che qui vi è stato un dibattito che impegna più di un Assessorato e più di una Giunta. Sto dicendo cose che avrebbe potuto tranquillamente dire l'Assessore Ferrero (e le dirà certamente quando potrà interloquire su questa materia) e che non mancheremo di fare presente anche all'Assessore al lavoro, al Ministro del Lavoro, il 21, quando verrà; ma, intanto, preparando l'incontro con il Ministro, avremo occasione di arrivare all'appuntamento con il Governo con qualche passo avanti già compiuto sulla strada del progetto globale di cui parlavo e di quella specificazione così importante del progetto stesso che è l'argomento di cui abbiamo discusso oggi.
Mi pare non ci sia altro da dire per quanto riguarda la Giunta se non ribadire che condivido l'ordine del giorno; rilevo che la discussione è stata estremamente concreta ed utile ed impegna subito tutti i Gruppi a partecipare alla prossima riunione del Comitato per il progetto giovani.
Non è pensabile che su un problema come quello dell'occupazione giovanile non si debba tendere ad avere una volontà assolutamente comune delle forze del Consiglio; sono i grandi temi della nostra società che stiamo discutendo e quindi dobbiamo fare lo sforzo massimo per arrivare ai punti di convergenza utili, anzi indispensabili, con un consenso unanime.



PRESIDENTE

Ci sono ora due ordini del giorno: uno presentato dai primi firmatari che sono esattamente Alasia, Montefalchesi, Reburdo, Brizio e Vetrino e l'altro presentato dal collega Mignone, il quale ha spiegato, mentre faceva le sue dichiarazioni, che riprendeva tutti quanti gli argomenti espressi prima dai colleghi, ma li ampliava. Io non so se i firmatari dell'ordine del giorno siano d'accordo sul secondo o se invece si deve votare.
Vorrei sapere dai colleghi, da coloro che hanno presentato il primo ordine del giorno, qual è l'atteggiamento che desiderano tenere nei confronti dell'altro ordine del giorno di Mignone.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Presidente, vorrei rilevare che i due ordini del giorno non sono in contraddizione tra di loro: il secondo, del collega Mignone, mi sembra integrativo del primo. Quindi, potremmo sospendere un attimo la seduta e fare un lavoro di integrazione dei due ordini del giorno; poi, comunque nella seduta di oggi, votarli.



PRESIDENTE

La richiesta mi pare giusta. Allora, direi, non più di due o tre Consiglieri, tra quelli che hanno redatto la stesura, si vedano un momento per completare in qualche modo un unico ordine del giorno che poi voteremo.
Mentre attendiamo che i colleghi mettano a posto questo ordine del giorno, passiamo al punto quinto all'ordine del giorno.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 286: "Determinazione dell'ammontare dell'imposta sulle concessioni statali dei beni del demanio e del patrimonio indisponibile"


PRESIDENTE

Il punto quinto all'ordine del giorno recita: Esame progetto di legge n. 286: "Determinazione dell'ammontare dell'imposta sulle concessioni statali dei beni del demanio e del patrimonio indisponibile".
La I Commissione ha votato all'unanimità questo provvedimento.
La parola al relatore, Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, si tratta di un adeguamento dell'imposta sulle concessioni statali, dei beni del demanio, del patrimonio in disponibile.
L'imposta fu istituita, come ricorderanno, nel 1971. Forse fu una delle prime leggi della nostra Regione.
Nel '75 si definì poi l'ambito di applicazione e la misura della stessa imposta; furono fatte allora delle scelte che riteniamo valide tuttora e cioè, l'oggetto dell'imposta fu limitato alle sole concessioni minerarie si esclusero le concessioni di piccole concessioni di acqua pubblica e le concessioni idrauliche di pertinenza per la pioppicoltura. Questo essenzialmente, per due ordini di motivi: si preferì non gravare sull'agricoltura, anche con questa piccola imposta in quanto l'agricoltura in questo caso, avrebbe avuto il gravame sulle piccole derivazioni idrauliche. D'altra parte, la gestione del tributo sarebbe stata in ogni caso antieconomica, per la presenza di moltissime concessioni ma con scarso reddito unitario.
Quando fu istituita l'aliquota regionale nel 1975 il canone demaniale era molto esiguo: 400 lire per ettaro. La si indicò nel 300% del canone demaniale. Allora era la misura massima consentita alla Regione: 300% del canone demaniale. Si trattava di 1.200 lire per ogni ettaro di superficie compresa nella concessione. Lo Stato, poi, nel 1981, con un D.L. convertito poi nella legge 692, ha aggiornato all'1/11/1981 i canoni demaniali da L.
400 a L. 3.200 per ettaro.
L'imposta regionale è così scattata automaticamente da 1.200 lire a 9.600 lire per ettaro. Questo livello è ritenuto eccessivo, in quanto scoraggia la ricerca e lo sfruttamento delle miniere in un settore, come tutti sanno, da tempo in crisi. Per cui si è ritenuto e si ritiene opportuno determinare l'imposta in misura che sia pari al canone demaniale cioè 3.200 lire per ettaro.
Il gettito sarà, in ogni caso, modesto; passerà da 10-15 milioni in base all'aliquota precedente a 30-35 milioni annui in base alle nuove aliquote.
La Commissione ha licenziato all'unanimità il provvedimento. La legge è di tre articoli, di cui uno riguarda la parte pregressa.
Data la scarsa incidenza dell'imposta, si è ritenuto di sanare, dal momento dell'applicazione della nuova aliquota, tutto quanto riguardava le quote e le aliquote per la parte precedente; cioè, l'imposta avrà decorrenza dall'entrata in vigore della presente legge. E' chiesta al Consiglio la dichiarazione di urgenza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Ammontare dell'imposta) "L'art. 2 della legge 13/I/1975, n. 1, è sostituito dal seguente: 'In attuazione dell'art. 4 della legge regionale 29/12/1971, n. 1 l'ammontare dell'imposta di cui al precedente art. 1, è determinato in misura pari al corrispondente canone di concessione' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Applicazione dell'imposta) "L'imposta di cui al precedente articolo si applica ai canoni annui con decorrenza successiva all'entrata in vigore della presente legge.
Non si ha diritto ad alcun rimborso per le frazioni d'imposta relativa ai canoni la cui decorrenza ha avuto inizio anteriormente".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Entrata in vigore) "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 32 hanno risposto SI 32 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame progetto di legge n. 116: "Omogeneizzazione dei trattamenti di quiescenza e di previdenza del personale regionale, degli Enti sub o para regionali e degli altri Enti locali" (rinvio)


PRESIDENTE

Come concordato nella riunione dei Capigruppo del 22 febbraio scorso propongo di iscrivere all'ordine del giorno l'esame del progetto di legge n. 116: "Omogeneizzazione dei trattamenti di quiescenza e di previdenza del personale regionale, degli Enti sub o para regionali e degli altri Enti locali", di cui al punto ottavo all'ordine del giorno.
Chiede di parlare il Presidente della I Commissione, Consigliere Valeri. Ne ha facoltà.



VALERI Gilberto

Ho appreso solo stamane di questa richiesta avanzata dalla Giunta.
Personalmente non sono in condizione, anche per l'assenza dell'Assessore Testa, di chiarire le ragioni di tale improvvisa presentazione. Il provvedimento di legge in questione la I Commissione lo ha già discusso ed approvato tredici mesi fa; successivamente, su richiesta della Giunta, il provvedimento era stato tenuto sospeso. Adesso, nelle ultime ore, si è deciso di sbloccarlo, ma io non sono in grado di illustrarlo, quindi opterei per un rinvio.



PRESIDENTE

Il Consiglio concorda.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame progetto di legge n. 253: "Concessione di contributo annuo al CINSEDO"


PRESIDENTE

Propongo ora di iscrivere all'ordine del giorno il seguente punto nono: esame progetto di legge n. 253: "Concessione di contributo annuo al CINSEDO".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti in aula.
Su questo argomento vi è stata votazione unanime in Commissione.
La parola al relatore, Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca, relatore

Si tratta di un progetto di legge che praticamente è comune a tutte le Regioni italiane, nel senso che è un progetto di legge standard già sottoposto all'attenzione di tutte le Regioni italiane ed anche di due Province autonome che hanno aderito alla costituzione di questo istituto il quale, anzi, viene definito "Centro senza scopo di lucro" e che si propone di radunare una serie di esperti delle Regioni per la trattazione di argomenti che, per il loro carattere, possono interessare tutte le riunioni che è giusto abbiano un dibattito interregionale.
Io non saprei bene precisare come sarà organizzato questo Centro formato da ventidue esperti. Il fatto è che, al momento, questo Centro funziona già; nel senso che i Capi di Gabinetto delle varie Regioni italiane, da due anni, praticamente, si vanno già riunendo, prendendo anche, rispetto alle esigenze emerse, delle decisioni. E', più che altro la formalizzazione di una struttura già operante nella realtà interregionale del nostro Paese.
Gli scopi sono essenzialmente quelli di creare dei servizi d'informazione e di documentazione, dei servizi di consulenza e servizi oltrechè di supporto logistico ed organizzativo, idonei a preparare quella che sarà la conferenza dei Capigruppo dei Presidenti delle Regioni.
Il nostro provvedimento di legge, dunque, avendo tenuto conto dell'attività del Centro, tende a finanziarlo per la parte di sua competenza. Il finanziamento è stato stabilito (a quanto ci ha detto il Presidente della Giunta quando venne in Commissione a relazionare rispetto a questo provvedimento di legge), tenendo conto del numero degli abitanti della Regione, per quest'anno in L. 36.500.000.
Per quanto riguarda gli esercizi futuri, si cercherà poi anche di formalizzare meglio, sotto il profilo finanziario e contabile, stabilendo un apposito capitolo nel bilancio, che quest'anno non vi appariva.
La logica che muove questo progetto di legge è di creare dei contatti sempre più frequenti tra le Regioni; fare in modo che questa Repubblica non sia la Repubblica delle Regioni e non la Repubblica nelle Regioni, dove ognuno possa prendere provvedimenti che possono anche finire per differenziare i cittadini e, quindi, sfatare il presupposto che considera i cittadini tutti uguali di fronte alla legge; per tali ragioni, per l'ambizione di maggiori informazioni e di maggior diffusione di quanto avviene nelle altre Regioni, io credo che questa legge possa incontrare come ha incontrato nella I Commissione, l'unanimità del Consiglio.
Quindi, mi permetto di sollecitare al Consiglio un voto favorevole.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "La Regione Piemonte nel riconoscimento della rilevanza per i propri fini istituzionali del CINSEDO - Centro Interregionale di Studi e Documentazione con sede in Roma e per potersi avvalere dei servizi che lo Statuto prevede siano forniti senza fini di lucro, concede ad esso un contributo annuale inteso anche a sostenere l'organizzazione e le attività svolte nel comune interesse delle Regioni e delle Province autonome".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Ai fini dell'applicazione della presente legge è autorizzata per l'anno 1983 la spesa di L. 36.500.000.
Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge si provvede mediante una riduzione di pari ammontare in termini di competenza e di cassa del capitolo 2250.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno 1983 viene istituito apposito capitolo avente la seguente denominazione: 'Contributo al Centro Interregionale di Studi e Documentazione - CINSEDO' e con la dotazione di L. 36.500.000 in termini di competenza e di cassa.
Per gli esercizi successivi il contributo verrà determinato con la legge di approvazione dei relativi bilanci, mentre la sua erogazione sarà subordinata alla presentazione e all'esame del bilancio preventivo e del conto consuntivo dell'esercizio precedente.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 28 hanno risposto SI 28 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
La presente votazione è valida ai sensi dell'art. 50, quarto comma, del Regolamento del Consiglio, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Comunita' montane: Statuti

Esame deliberazione relativa a: "Modifica dello Statuto della Comunità montana Valsesia"


PRESIDENTE

Chiedo al Consiglio se è d'accordo ad iscrivere all'ordine del giorno il seguente punto decimo che prevede l'esame della deliberazione relativa a: "Modifica dello Statuto della Comunità montana Valsesia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti in aula.
La deliberazione è stata votata all'unanimità in Commissione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale visto l'art. 10 della legge regionale 11/8/1973, n. 1 7, relativo alle modifiche ed alle integrazioni degli Statuti delle Comunità montane vista la deliberazione n. 1254 in data 5/11/1982 adottata dal Consiglio della Comunità montana Valsesia visto l'art. 27 dello Statuto della Comunità montana Valsesia relativo alle modifiche ed integrazioni dello Statuto stesso.
viste le leggi nazionali 3/12/1971, n. 1102, 23/3/1981, n. 93, 26/4/1974 n. 169 e 18/12/1979, n. 632 visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione permanente del Consiglio regionale relativamente alle proposte di modifica degli artt. 2 6, secondo comma, e 16, quinto comma, dello Statuto della Comunità montana Valsesia ed il parere negativo espresso relativamente agli artt. 7, terzo comma, lettera b), e 26, motivato con la necessità che si corregga il riferimento all'attribuzione di un'indennità di presenza ai Consiglieri per la partecipazione alle sedute della Giunta della Comunità montana, al fine di evitare equivoci con quanto previsto dalla legge per gli Assessori, i quali non possono godere di tale indennità, avendo la Comunità montana Valsesia una popolazione superiore a 30.000 abitanti delibera di approvare la richiesta della Comunità montana Valsesia riguardante le modifiche al proprio Statuto, secondo quanto di seguito riportato.
L'art. 2 è sostituito dal seguente: 'La Comunità montana della Valsesia è regolata dalla legge dello Stato 3/12/1971, n. 1102, integrata dalla legge nazionale 23/3/1981, n. 93, dalla legge regionale 11/8/1973, n. 17, da eventuali norme legislative dello Stato e regionali in quanto applicabili e dalle norme del presente Statuto e dalle sue eventuali modificazioni ed integrazioni'.
Il secondo comma dell'art. 6 è sostituito dal seguente: 'Ad ogni Comune spettano tre rappresentanti, due di maggioranza ed uno di minoranza eletti, nel proprio seno, da ciascun Consiglio comunale, con le procedure previste dall'art. 10 della legge nazionale 23/3/1981, n. 83'.
Il quinto comma dell'art. 16 è sostituito dal seguente: 'Al Presidente compete un'indennità di carica, in base alla legge nazionale n. 93 del 23/3/1981. L'ammontare di tale indennità viene determinata dal Consiglio come stabilito dall'art. 7, lettera b), del presente Statuto'.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Comunita' montane: Statuti

Esame deliberazione relativa a: "Modifiche dello Statuto della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca"


PRESIDENTE

Propongo ancora di iscrivere all'ordine del giorno il seguente punto undicesimo: esame deliberazione relativa a: "Modifiche dello Statuto della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Questa deliberazione è stata votata all'unanimità dalla I Commissione. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale visto l'art. 10 della legge regionale 11/8/1973, n. 1 7, relativo alle modifiche ed alle integrazioni degli Statuti delle Comunità montane vista la deliberazione n. 131 in data 5/1111982 adottata dal Consiglio della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca visto l'art. 27 dello Statuto della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca relativo alle modifiche ed integrazioni dello Statuto stesso visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione permanente del Consiglio regionale delibera di approvare la richiesta della comunità montana Valli Chisone e Germanasca riguardante le modifiche al proprio Statuto, secondo quanto di seguito riportato.
L'art. 1 è modificato come segue: 'Tra i Comuni (omissis) è costituita ai sensi dell'art. 2 della suddetta legge regionale la Comunità montana Valli Chisone e Germanasca, ente di diritto pubblico con sede in Perosa Argentina'.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame modifiche al Regolamento del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'ordine del giorno il seguente punto dodicesimo: "Esame modifiche al Regolamento del Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
La parola al Presidente Benzi.



BENZI Germano

Colleghi, la Commissione ha già approvato queste modifiche all'unanimità. Più precisamente, la Commissione, nella sua seduta del 30 novembre 1982, ha provveduto ad esaminare ed approvare alcune proposte intese a modificare alcune norme del Regolamento del Consiglio regionale.
Innanzitutto si è reso necessario adeguare il dettato dell'art. 16 alla nuova normativa statale prevista dall'art. 7 della legge 23/4/1981, n. 154 che ha modificato l'art. 18; la legge 16/2/1968, n. 208, per quanto concerne la procedura della convalida degli eletti. La legge ha infatti uniformato le procedure di contestazione ai Consiglieri regionali, sia delle cause di ineleggibilità, sia dei casi di incompatibilità, mentre il Regolamento consiliare prevede attualmente due diversi procedimenti.
Pertanto, l'art. 16, nella sua nuova formulazione, conserva i commi primo, secondo, terzo, settimo ed ottavo, ma sostituisce i commi quarto quinto, sesto e nono e le disposizioni di cui ai commi terzo, quarto quinto, sesto, settimo ed ottavo della legge 23/4/1981, n. 154.
Art. 18: l'inserimento di un comma aggiuntivo permette al Consigliere proponente, che non faccia parte della Commissione, di partecipare senza voto deliberativo alla seduta in cui si esamina la proposta da lui presentata. E mi pare sia giusto.
Con l'aggiunta di alcuni commi all'art. 27 è stato risolto il problema dell'esame di progetti di legge assegnati a più Commissioni, prevedendo un'individuazione della Commissione responsabile dell'iter del provvedimento e la possibilità della costituzione di Sottocommissioni miste.
Infine, allo scopo di eseguire i lavori dell'assemblea si è stabilito di concedere i diritti di replica ad un solo interrogante, nel caso di interrogazioni sottoscritte da più Consiglieri.
Questo è il senso di tutte le nostre modifiche di cui una parte è dettato dalla legge nazionale alla quale ci siamo adeguati; l'altra parte è per consentire, a chi propone dei regolamenti di modifiche, di partecipare anche se non fa parte della Commissione, alla Commissione stessa; l'ultima è intesa a snellire gli interventi in assemblea; anche se ci sono cinque o sei firmatari, parlerà uno per tutti.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione degli articoli modificati.
Art. 16 (Convalida degli eletti) "Il Presidente del Consiglio trasmette alla Giunta delle Elezioni tutte le istanze ed i ricorsi pervenuti al Consiglio relativi alle condizioni degli eletti, proposti da cittadini elettori della Regione o da chiunque altro ne abbia interesse, o dal Commissario del Governo della Regione.
Compiuto l'esame, la Giunta propone al Consiglio la convalida di quei Consiglieri nei confronti dei quali abbia accertato non sussistere cause di ineleggibilità o di incompatibilità.
Le elezioni possono essere convalidate soltanto dopo che siano trascorsi 15 giorni dalla proclamazione; la convalida deve comunque avvenire entro 90 giorni. A tal fine la Giunta deve presentare le proprie conclusioni al Consiglio entro 60 giorni.
Quando successivamente all'elezione si verifichi qualcuna delle condizioni previste come causa di ineleggibilità ovvero esista al momento dell'elezione o si verifichi successivamente qualcuna delle condizioni di incompatibilità il Consiglio la contesta al Consigliere.
Il Consigliere ha 10 giorni di tempo per formulare osservazioni o per eliminare le cause di ineleggibilità o di incompatibilità.
Entro i 10 giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma precedente il Consiglio delibera definitivamente e, ove ritenga sussistente la causa di ineleggibilità o di incompatibilità, invita il Consigliere a rimuoverla o ad esprimere, se del caso, l'opzione per la carica che intende conservare.
Qualora il Consigliere non vi provveda entro i successivi 10 giorni il Consiglio lo dichiara decaduto. Contro la deliberazione adottata dal Consiglio è ammesso ricorso giurisdizionale al tribunale competente per territorio.
La deliberazione deve essere, nel giorno successivo, depositata nella Segreteria del Consiglio, per l'immediata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione e notificata entro i 5 giorni successivi a colui che sia stato dichiarato decaduto.
Le deliberazioni di cui al presente articolo sono adottate di ufficio o su istanza di qualsiasi elettore.
Spetta alla Giunta accertare l'eleggibilità del subentrante a Consiglieri comunque cessati dalla carica, facendo in tal senso proposta al Consiglio.
Le decisioni della Giunta sono prese a maggioranza dei voti. In caso di parità si intende adottata la decisione più favorevole all'eletto. La stessa disposizione si applica per le decisioni del Consiglio".
Pongo in votazione il nuovo art. 16. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Art. 18 "Dopo il primo comma aggiungere il seguente: 'Qualora il Consigliere proponente non faccia parte della Commissione, pu partecipare - senza voto deliberativo - alle sedute al cui ordine del giorno figuri la proposta da lui formulata'".
Pongo in votazione il nuovo art. 18.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Art. 27 "Al penultimo comma aggiungere la frase: 'Il Presidente individua comunque la Commissione responsabile dell'iter del provvedimento'.
Dopo il penultimo comma aggiungere i seguenti: 'Nel caso di cui al comma precedente possono essere costituite Sottocommissioni miste. Della costituzione deve essere dato avviso al Presidente del Consiglio.
I provvedimenti assegnati a più Commissioni devono essere licenziati dalle stesse in seduta congiunta' ".
Pongo in votazione il nuovo art. 27. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Art. 87 "Dopo il terzo comma aggiungere il seguente: 'Nel caso di interrogazioni sottoscritte da più Consiglieri, il diritto di replica è consentito ad uno solo degli interroganti' ".
Pongo in votazione il nuovo art. 87.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Questioni internazionali - Immigrazione

Esame deliberazione Giunta regionale n. 15-23286: "Legge regionale 28/1/1982, n. 4: adesione della Regione Piemonte alle iniziative di soccorso per i profughi e feriti del Libano"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'ordine del giorno l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 15-23286: "Legge regionale 28/1/1982, n. 4: adesione della Regione Piemonte alle iniziative di soccorso per i profughi e feriti del Libano".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 281111982, n. 4 ed in particolare gli artt. 1, 3 4 e 6 preso atto della proposta del Comitato regionale di solidarietà di deliberare interventi di soccorso per i profughi e feriti del Libano ritenuto urgente adottare il provvedimento di cui all'art. 1 della legge regionale sopra citata; con la maggioranza qualificata di cui al terzo comma dello stesso art. 1 delibera la Regione Piemonte interviene nelle azioni di soccorso e solidarietà a favore dei profughi e feriti del Libano.
La Giunta regionale adotterà gli opportuni provvedimenti per l'attuazione delle proposte che perverranno dal Comitato regionale di solidarietà previste dalla legge regionale 28/1/1982, n. 4.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Questioni internazionali - Immigrazione

Esame deliberazione Giunta regionale n. 16-23287: "Legge regionale 28/1/1982, n. 4: adesione della Regione Piemonte agli interventi di soccorso a favore delle persone colpite da provvedimenti di esodo forzato dalla Nigeria"


PRESIDENTE

Propongo inoltre di iscrivere all'ordine del giorno l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 16-23287: "Legge regionale 28/1/1982, n. 4: adesione della Regione Piemonte agli interventi di soccorso a favore delle persone colpite da provvedimenti di esodo forzato dalla Nigeria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 28/1/1982, n. 4 ed in particolare gli artt. 1, 3 4 e 6 preso atto della proposta del Comitato regionale di solidarietà di deliberare interventi di soccorso a favore delle popolazioni di Paesi dell'Africa Centrale colpite da provvedimenti di esodo coatto attuati dal Governo della Nigeria ritenuto urgente adottare il provvedimento di cui all'art. 1 della legge regionale sopra citata; con la maggioranza qualificata di cui al terzo comma dello stesso art. 1 delibera la Regione Piemonte interviene nelle azioni di soccorso e solidarietà a favore delle popolazioni dell'Africa Centrale colpite da provvedimenti di esodo coatto attuato dal Governo della Nigeria.
La Giunta regionale adotterà gli opportuni provvedimenti per l'attuazione delle proposte che perverranno dal Comitato regionale di solidarietà previste dalla legge regionale 28/1/1982, n. 4.
Data la necessità di intervenire in tempi strettissimi per l'invio di soccorsi urgenti alle popolazioni dell'Africa Centrale colpite dai provvedimenti sopra illustrati, la presente deliberazione viene dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1 95 3, n.
62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione a norma dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordine del giorno sull'apprendistato (seguito)


PRESIDENTE

Ritorniamo al punto quarto all'ordine del giorno che prevede l'esame dell'ordine del giorno sull'apprendistato.
Tale ordine del giorno è stato unificato con l'adesione delle firme deh Consiglieri Alasia, Montefalchesi, Brizio, Mignone, Moretti e Vetrino.
Pongo pertanto in votazione tale documento.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerati la rilevanza quantitativa (circa 90.000 giovani) che riveste l'apprendistato in Piemonte, nonché gli aspetti qualitativi legati alla dimensione formativa e del rapporto di lavoro; rilevato che la legge 25 del 1955 è per unanime ammissione superata e che, tra l'altro, non vengono più utilizzate le ore previste per lo svolgimento dei 'corsi complementari' rilevato altresì che mentre l'obbligo scolastico termina al quattordicesimo anno, solo dal quindicesimo anno decorre il diritto al lavoro, salvo eccezioni limitate; e che una percentuale significativa di questi giovani non è in possesso della licenza dell'obbligo sottolinea il ruolo positivo che può svolgere l'apprendistato, opportunamente rivisto e la necessità di riconoscere in forme e modi tangibili il ruolo formativo delle imprese e nel contempo di salvaguardare le condizioni normative e salariali per i giovani acquisite contrattualmente e per legge richiamata la Giunta regionale a dare concreta attuazione all'art. 20 della legge regionale sulla formazione professionale, attivando corsi formativi a struttura modulare, tali da rispondere a criteri di policentrismo e di alternatività dei processi formativi, al fine di recuperare la valenza formativa dell'istituto dell'apprendistato attraverso il suo inserimento pieno nel sistema della formazione professionale auspica l'avvio più consistente di forme concrete di alternanza scuola-lavoro e di contratti di formazione previsti dalla legge 285 e successive modifiche nonché lo sviluppo di sperimentazione delle proposte a partire dal settore artigiano invita la Giunta a predisporre convenzioni tra aziende con apprendisti e Regione in cui siano indicati nominativamente i maestri artigiani e i tutori responsabili della formazione sul lavoro degli apprendisti ritiene opportuno recuperare attivamente alla formazione professionale l'anno intercorrente tra il 14 ed il 15 anno con l'istituzione di qualificati corsi e successivi corsi adeguati sia per contenuti che per monte-ore, e paralleli all'assunzione del giovane nel rapporto di apprendistato segnala l'opportunità di riconsiderare le modalità di attribuzione della qualifica prevedendo l'istituzione dell'attestato regionale di qualifica anche per gli apprendisti, chiamando in causa nella prova di idoneità anche il sistema regionale di formazione professionale sottolinea come l'avvio di tale sperimentazione per l'apprendistato dovrà trovare le forme opportune di copertura finanziaria da parte dello Stato e della Regione per le ore necessarie di studio nel periodo di durata del rapporto di apprendistato impegna la Giunta regionale a promuovere, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, il recupero dell'obbligo per i giovani che, superato il 14 anno, non sono in possesso della licenza dell'obbligo auspica una pronta revisione della legislazione nazionale in materia, che preveda anche il tirocinio ovvero la formazione professionale dei diplomati, nonch la sollecita approvazione dell'attuale disegno di legge 760 in materia di riforma del collocamento, con particolare riferimento all'art. 20".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno relativo agli episodi di razzismo in Belgio


PRESIDENTE

Vi è ancora un ordine del giorno relativo agli episodi di razzismo in Belgio firmato dai Consiglieri Cerchio, Marchini, Ferrari, Viglione Mignone, Vetrino e Montefalchesi. Ne propongo l'iscrizione all'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte ai gravissimi episodi di razzismo che si stanno verificando in Belgio: volantini xenofobi distribuiti a La Luoviere; non applicazione della legge sull'accesso ed il soggiorno degli stranieri; la chiusura a Schaerbeek (Bruxelles) - ultimo clamoroso episodio - di dieci scuole elementari su diciotto, decisione che colpisce circa 3.000 bambini, la maggioranza figli di immigrati di cui almeno 250 italiani chiede al Governo italiano di intervenire urgentemente presso le autorità belghe perché venga combattuta ogni forma di razzismo e di discriminazione comunque mascherata auspica un intervento di tutti i Paesi membri della C.E.E. per arrivare ad un accordo che tuteli le minoranze ed i diritti di tutti gli emigrati ed immigrati, compresi quelli provenienti dal Terzo e Quarto Mondo invita il Parlamento italiano a dare esempio di sensibilità morale e politica proprio in questo momento di crisi internazionale, approvando le leggi giacenti in Parlamento sulla cittadinanza, sul diritto al lavoro degli stranieri, e modificando tutte quelle norme che non garantiscono parte di diritti ai cittadini di nazionalità diverse.
Il Consiglio regionale del Piemonte è consapevole che proprio in periodi di recessione emergono tendenze protezionistiche e razziste; i nostri emigrati hanno pagato sulla propria pelle discriminazioni e segregazioni e proprio per questo devono partire dall'Italia, dal Piemonte, messaggi di solidarietà e segni concreti di comprensione per coloro, e sono ancora tanti, che vengono discriminati ed isolati".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno sulla situazione nell'isola di Cipro (rinvio)


PRESIDENTE

Vi è ancora da iscrivere all'ordine del giorno la situazione relativa all'isola di Cipro.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Questo ordine del giorno è firmato soltanto da una parte dei Gruppi e ci è stato consegnato solo questa mattina.



PRESIDENTE

Non c'è accordo sull'iscrizione. Lo rinviamo alla prossima seduta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sullo sciopero dei medici (rinvio)


PRESIDENTE

C'è un altro ordine del giorno proposto dal Consigliere Montefalchesi che riguarda lo sciopero dei medici.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Non c'è l'accordo di tutti i Capigruppo per la sua iscrizione e peraltro dovremmo avere tempo per un minimo di approfondimento.



PRESIDENTE

Vi è la proposta del collega Montefalchesi di leggere l'ordine del giorno. Chiedo ai Gruppi se sono d'accordo.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte, preoccupato per il perdurare dello sciopero dei medici che da due mesi rende precaria e non tempestiva l'assistenza dei malati, facendo pagare gravi disagi alla popolazione esprime la convinzione che non sia legittimo far ricadere sui cittadini, in particolare fra i inalati, le pesanti conseguenze di uno sciopero ormai condotto ai limiti della legalità, fa appello ai medici ed alle loro delegazioni affinché si pervenga all'immediata cessazione dell'agitazione onde garantire ai cittadini l'adeguata assistenza medica; che tutte le parti interessate operino per dare un'equa soluzione ai problemi che sono alla base dell'agitazione, riconoscendo l'alto valore sociale che l'esercizio della professione di medico comporta" La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Non è possibile dare un giudizio ragionato su un ordine del giorno presentato in questo momento.



PRESIDENTE

Ha ragione, però mi è stato sollecitato come problema di attualità e d'urgenza e ho pensato fosse opportuno sottoporlo all'attenzione del Consiglio. Comunque, l'ordine del giorno è all'attenzione del Consiglio; se non c'é accordo tra i Capigruppo ad iscriverlo all'ordine del giorno, per prassi non lo possiamo iscrivere.


Argomento: Questioni internazionali

Ordine del giorno sulla situazione nell'isola di Cipro (seguito)


MARCHIARO Maria Laura

Presidente, mi sembra siano rimosse le obiezioni sull'ordine del giorno di Cipro.



PRESIDENTE

Se sono rimosse le obiezioni, facciamo la votazione sull'iscrizione dell'ordine del giorno su Cipro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 29 Consiglieri presenti in aula.
La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

Mi sento in dovere di intervenire nella questione di Cipro perché la mancanza della firma del Partito Repubblicano all'ordine del giorno in discussione potrebbe far pensare che al nostro partito quel problema non interessa.
La discussione sulla questione di Cipro è stata richiesta da un gruppo di giovani greci che si trovano a Torino per motivi di studio e sono tra loro uniti non solo dalla solidarietà sempre presente tra emigrati di uno stesso Paese, ma da un vivace amor di patria, della quale seguono e vivono in modo continuo, libero e convinto, la politica.
Sono specialmente gli iscritti al "Pasok", Partito Socialista pan ellenico, che hanno richiesto il dibattito.
Il "Pasok" è un partito di ispirazione marxista, non leninista che, tra l'altro, si propone di conseguire l'indipendenza nazionale, la sovranità del popolo, la difesa della vita umana che deve essere salvaguardata in tutte le situazioni economiche, politiche e militari.
Che la scelta di un popolo debba essere autonoma e indipendente dagli interessi di qualsiasi natura esterni al popolo e che la libertà della vita umana vada difesa di fronte a tutti gli interessi, deve essere ammesso ed accettato da tutti, a qualsiasi partito appartengano, anche se internazionalmente già impegnati.
Cipro è un'isola che conta circa 400 mila abitanti, di cui il 18% è di origine turca e l'82%, di origine greca. E' situata in una zona del Mediterraneo strategicamente molto importante, sia commercialmente soprattutto dopo la chiusura di Suez, che militarmente.
Tutta la storia di Cipro è molto interessante, istruttiva e ricca di avvenimenti e sviluppi che si succedono in modo molto rapido e dimostra che l'autodeterminazione dei popoli, soprattutto per quelli collocati in una posizione strategica importante, è condizione difficile e quasi impossibile e che la vita umana è tante volte sacrificata agli interessi commerciali politici o militari. Colonia inglese fin dopo la seconda guerra mondiale diventa importante a seguito della divisione del mondo nei due blocchi: orientale ed occidentale, uniti nei due patti di Varsavia e della NATO.
Impossibilitata ad una vita autonoma ed indipendente, perché legata agli interessi interni ed esterni della Grecia, della Turchia, inglesi, russi ed americani, diventa una loro moneta di scambio e di patteggi. La stessa ONU non può intervenire in modo determinante, per la propria impossibilità ad agire in modo autonomo e indipendente; così si spiegano gli avvenimenti storici dell'isola; così si spiega perché Makarios, eletto con il 95% dei voti dei ciprioti nel '60, dopo che Cipro, per l'accordo di Zurigo, del '60, è stata dichiarata repubblica indipendente e cerca l'autonomia dell'isola, vede prima alleato e poi avversario Grivas, capo di un secondo movimento autonomista dell'isola, l'Enoxis seconda. Così si spiegano ancora le imboscate, le minacce alla vita di esponenti politici dell'isola, la prigione e l'esilio con il ritorno di Makairos, di Grivas, le promesse diffidenti della Grecia di Karamnlis, di Papandreu, dei colonnelli e di nuovo di Anadrè Papandreu; incursioni, le minacce prima, e le invasioni poi, della Turchia, nel 1974, con l'occupazione del 37% del territorio di Cipro. E la divisione di Cipro nei due Stati, turco e greco, da unirsi poi in un secondo tempo, in un ipotetico stato confederale.
E' con questa invasione, avvenuta nel silenzio generale dei blocchi orientali ed occidentali della stessa ONU, che si ripetono in Cipro avvenimenti che si sono poi verificati nella storia di altri popoli e che incidono sulla possibilità di vita e sui diritti degli stessi abitanti dell'isola. E' con essa che i greci dell'isola sono costretti all'esodo (200 mila profughi) ed è con essa che anche Cipro ha i suoi 1.700 desaparecidos, di cui non si conoscono più le sorti.
Sono momenti che, per lo scarso numero, non hanno scosso, come i palestinesi o come i desaparecidos dell'Argentina, l'opinione pubblica mondiale, ma che non debbono però essere taciuti e nascosti.
Neppure deve essere passato sotto silenzio il comportamento non sufficientemente decisivo delle Nazioni maggiori, dell'ONU, della Grecia che, a seguito della propria crisi economica, cerca alleanze nuove contraddicendosi e non tenendo fede alle promesse pre-elettorali fatte in base all'ideologia del "Pasok" di autodeterminazione, della sovranità dei popoli e della salvaguardia della vita umana.
Ed è per questo che anche il Piemonte, invitato dagli studenti greci che hanno trovato in Torino la possibilità di completare i loro studi anche se in modo né determinante, né molto competente, né molto autorevole non può stare in silenzio, come non è stata in silenzio in altre vicende analoghe (cito la Polonia e l'Argentina), di estensione e risonanza mondiale molto più grande.



PRESIDENTE

La posizione, quindi, di parte repubblicana è favorevole all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Noi avevamo chiesto il rinvio di questo argomento per due ragioni: innanzitutto, perché è stato scritto all'ordine del giorno tardivamente e a noi è pervenuto solo stamane e poi perché questo argomento, noto all'Ufficio di Presidenza e alla collega Marchiaro è stato seguito dal collega Cerchio, il quale oggi è assente per motivi di famiglia. Di conseguenza, ne avevamo chiesto il rinvio.
Comunque, dal momento che, per ragioni particolari, si è voluto provvedere oggi alla discussione di questo ordine del giorno, noi esprimiamo la nostra astensione dal voto. Ci asteniamo. Voglio aggiungere anche per dare una giustificazione esteriore alla nostra posizione, che siamo ben vicini ai problemi della popolazione cipriota; comprendiamo perfettamente quanto sia necessario e giusto che ci sia uno Stato unico e indipendente a Cipro; comprendiamo che i rapporti con la Turchia sono oggi estremamente difficili e che la pacificazione di quest'area è essenziale ed importante. Tuttavia, la stesura dell'ordine del giorno, a nostro avviso implica un impegno che riguarda atteggiamenti di alleanze, giudizi sull'azione della NATO, giudizi di politica internazionale che vanno al di là del discorso della solidarietà che noi siamo disposti a dare.
Quindi, di fronte ad un testo che, sotto il profilo delle valutazioni di politica internazionale, a nostro avviso, e discutibile, noi ci asteniamo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione tale ordine del giorno.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte al progressivo aggravarsi della situazione creatasi nell'isola di Cipro a seguito dell'invasione turca del 1974 esprime profonda preoccupazione per l'ormai esplicito tentativo della Turchia di dividere in due stati la Repubblica Cipriota (uno dei quali sotto il suo diretto controllo), progetto che ha avuto fino ad ora esempi più eclatanti quali l'occupazione da parte dell'esercito turco di circa il 40% del territorio di Cipro, l'insediamento nell'isola di 30.000 cittadini turchi l'esodo di migliaia di profughi greco-ciprioti dai territori occupati e la scomparsa di circa 1.700 persone denuncia tali atti come ingerenza negli affati interni di uno Stato indipendente e sovrano, risultato della politica espansionistica turca, così come affermano le maggiori forze politiche della Grecia richiede al Governo italiano di svolgere un'azione tendente a raggiungere l'obiettivo di uno Stato Cipriota unico, indipendente, sovrano. A tale scopo ritiene necessario operare affinché: la soluzione della causa cipriota avvenga attraverso una trattativa condotta da organismi internazionali e non limitata nell'ambito della NATO vi sia al più presto il ritiro di tutte le truppe e basi militari straniere dall'isola di Cipro si attui il ritorno dei profughi nei territori in cui risiedevano prima dell'invasione avvenga la proclamazione di uno statuto che dia uguali doveri e diritti a tutti i cittadini ciprioti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 21 voti favorevoli e 8 astensioni.
Comunico ancora che l'ordine del giorno sullo sciopero dei medici verrà discusso la prossima settimana.
Il Consiglio verrà convocato per i giorni 10 e 11 marzo 1983.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17)



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