Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.18 del 06/11/80 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Iniziamo con il punto primo all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute".
Se non vi sono osservazioni, i processi verbali delle sedute del 30 e 31 ottobre s'intendono approvati.


Argomento: Cooperazione

Interrogazioni dei Consiglieri Chiabrando, Lombardi e Penasso, inerenti la trasmissione ai Consiglieri regionali delle circolari emanate dall'Assessorato all'agricoltura


PRESIDENTE

Punto secondo all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze". Passiamo ad esaminare le interrogazioni presentate dai Consiglieri Chiabrando Lombardi e Penasso, inerenti la trasmissione ai Consiglieri regionali delle circolari emanate dall'Assessorato all'agricoltura.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Non è la prima volta che vengono presentate interrogazioni di questo tipo e di ciò si è discusso in sede di Commissione. Ora, se l'interrogazione fosse circostanziata, sarei in grado di rispondere meglio invece è generale.
Il Consigliere Chiabrando sa che in sua presenza ho dato disposizioni al funzionario addetto agli affari generali più volte, affinché tutte le circolari siano messe a disposizione dei Consiglieri. Anzi, quelle che noi riteniamo circolari, devono essere pubblicate sul Bollettino Ufficiale; ci sono poi altre lettere che, non essendo circolari e non avendo la dignità per essere pubblicate sul Bollettino Ufficiale, investendo problemi di carattere generale, riteniamo debbano essere inviate alla Commissione.
Visto che questo indirizzo, finora non è stato del tutto realizzato, e le ragioni dell'interpellanza sono valide, con ordine scritto si è detto agli uffici di trasmettere tutti gli atti che l'Assessore firma al servizio affari generali, affinché il funzionario responsabile, il quale è in continuo contatto con la Commissione, possa trasmettere ad essa le lettere che intende avere a disposizione.
Pertanto mi auguro che non ci siano più interpellanze di questo tipo o se devono venire, siano circostanziate in modo che sia possibile prendere anche i provvedimenti necessari contro il funzionario che non trasmette al Consiglio le circolari.



PRESIDENTE

Gli interroganti sono soddisfatti? La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

Siamo soddisfatti della risposta e dell'impegno assunto dall'Assessore.
L'interrogazione aveva, volutamente, un carattere generale proprio perch si voleva dall'Assessore, un impegno in ordine ai rapporti che debbono intercorrere tra l'Assessorato e i membri della Commissione.
Speriamo che l'impegno venga mantenuto.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazioni dei Consiglieri Chiabrando, Penasso, Lombardi, Borando inerenti la liquidazione di somme regolarmente deliberate, dovute per opere ed iniziative varie finanziate dalla Regione


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interrogazioni presentate dai Consiglieri Chiabrando, Penasso, Lombardi e Borando inerenti la liquidazione di somme regolarmente deliberate, dovute per opere ed iniziative varie finanziate dalla Regione.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Signor Presidente, signori Consiglieri, questa interrogazione coinvolge una serie di grosse questioni, e non solo riguardanti l'agricoltura, per cui forse la risposta più pertinente poteva essere data dall'Assessore al bilancio. In ogni caso, l'interrogazione parla di liquidazioni che si sarebbero arrestate, ed alle quali non ha ancora fatto seguito l'erogazione dei fondi.
In ordine alla prima questione intendo precisare che, per quanto riguarda il mio Assessorato, la liquidazione intesa come collaudo e predisposizione di tutti gli atti, per il pagamento non ha mai subito soste. E' invece accaduto che, a partire da marzo - aprile a tutt'oggi, una gran parte di atti di liquidazioni, predisposti ed inviati alla ragioneria non abbiano potuto essere poi seguiti dalla materiale erogazione vera e propria dei fondi. Ciò è dovuto a conseguenze che possiamo attribuire alla prima applicazione della 335, legge del Bilancio nazionale, che poi noi abbiamo attuato con la legge n. 12, la quale, come sapete, ha creato il problema dei perenti: per cui, nella stima dei perenti si è verificata una sottostima (e la cosa si è poi allargata alla stima di cassa). Sarebbe stato possibile rimediare, non appena ci si era accorti che i perenti a suo tempo sottostimati, venivano inseriti con la variazione di bilancio, o con l'assestamento (che normalmente avviene a giugno o a luglio) senonché vi è stato l'impedimento delle elezioni amministrative.
Comunque, seppure in ritardo, si è provveduto con l'assestamento del bilancio che è già a mani del Consiglio e all'esame della I Commissione. Mi auguro che si possa finalmente provvedere a questi pagamenti, che ammontano a circa 24 miliardi, per quanto concerne l'agricoltura; miliardi maturati da marzo in avanti e da giugno in avanti, in cui sono comprese anche somme che erano già maturate al 31 gennaio e che non avevano potuto essere pagate quando i fondi c'erano e neppure in seguito in quanto i fondi non erano stati riaccreditati ai nostri uffici, proprio per la sottostima che ne era stata fatta nel bilancio di cassa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiabrando per la replica.



CHIABRANDO Mauro

Questa risposta è passata nella quasi disattenzione della Giunta. Mi stupisco che sia l'Assessore all'agricoltura a darla, perché riguarda un problema molto importante che interessa altri settori. Si stanno verificando ritardi gravi nei pagamenti, dovuti ai destinatari (agricoltori, cooperative, Comune, ecc.). Ci lamentiamo tutti, compresa la Giunta, dei residui passivi, ma questo fatto va ad alimentarli e impedisce il pagamento di somme che sono spendibili e pagabili. Capisco che l'attenzione della Giunta è rivolta verso tante altre questioni importanti ieri i cancelli della Fiat, oggi le alchimie per la divisione delle poltrone, ma all'interno degli uffici della Regione le cose non vanno bene ci sono questioni gravi delle quali tutti ci lamentiamo, ma alle quali nessuno provvede. E' stato un errore grave, l'aver stanziato somme insufficienti per fronteggiare pagamenti di opere in corso, e le conseguenze sono pesanti, ne parlano i giornali, i Comuni con salti mortali hanno anticipato le somme che la Regione ha in cassa e che non paga, le imprese rischiano il fallimento.
La Giunta, collegialmente si assuma la responsabilità del fatto che alcuni uffici non funzionano, che mancano da otto mesi 30/40 miliardi che potevano essere pagati.
Ringrazio comunque l'Assessore all'agricoltura perché ha detto le cose come stanno.


Argomento: Enti strumentali

Interpellanza del Consigliere Vetrino Nicola, interpellanza dei Consiglieri Paganelli, Brizio, Carletto, Genovese, Picco e Villa, interpellanza dei Consiglieri Bontempi, Viglione, Cerutti e interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini, Turbiglio, tutte inerenti i rapporti con la Finpiemonte


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza del Consigliere Vetrino Nicola l'interpellanza dei Consiglieri Paganelli, Brizio, Carletto, Genovese Picco e Villa, l'interpellanza dei Consiglieri Bontempi, Viglione, Cerutti e l'interrogazione presentata dai Consiglieri Bastianini, Marchini Turbiglio, tutte inerenti i rapporti con la Finpiemonte.
Ha la parola il Consigliere Vetrino Nicola.



VETRINO Bianca

Ringrazio il Presidente che mi dà la facoltà, prevista dal Regolamento di illustrare l'interpellanza che noi abbiamo presentato venerdì pomeriggio e che ha il solo scopo di chiarire i motivi per i quali la Regione Piemonte non aveva garantito la sua presenza all'assemblea annuale della Finpiemonte, assemblea regolarmente convocata a termini di Statuto, e il cui avviso di convocazione era stato pubblicato il 7/10/80 sulla Gazzetta Ufficiale. La Giunta, nella sua collegialità, aveva definito con deliberazione n. 32-1275 del 22/10/80, la propria partecipazione nella persona del Presidente, o dell'Assessore da lui delegato, all'assemblea della Finpiemonte. Il Presidente non è intervenuto, né si è avvalso dell'istituto della delega, largamente usato in questo Paese, istituto che il Presidente della Giunta regionale del Piemonte sembra aver gradito, per esempio, nel momento in cui ha distribuito gli incarichi e tutte le deleghe.
Questa era l'assemblea annuale della Finpiemonte, praticamente la prima alla quale la nuova Giunta avrebbe dovuto presentarsi.
Quanto è successo è estremamente grave, sia per gli aspetti personali di scorrettezza (in quanto la Presidenza del Consiglio di amministrazione i nostri rappresentanti nel Consiglio di amministrazione, i rappresentanti degli imprenditori, delle banche, delle Camere di commercio, del Comune di Torino, erano presenti ed hanno atteso invano l'arrivo della Regione Piemonte), sia perché si tratta di un'inadempienza da parte dell'Ente che ha il 51%, quindi la maggioranza, delle azioni.
Ci sembra quindi legittimo, da parte del Partito repubblicano e di tutti coloro che hanno ritenuto di intervenire a seguito di questa interpellanza, andare a ricercare le cause che hanno determinato questa grave inadempienza. Per quanto ci riguarda ci sembra per esempio legittimo individuare delle carenze nella maggioranza nel definire una politica di indirizzo e di gestione, in relazione in generale agli enti strumentali della Regione, ma, soprattutto, rispetto alla Finpiemonte. Questa è una carenza molto grave, che avevamo già rilevato nel corso della passata legislatura, e volevamo che questa fosse l'occasione affinché il Consiglio regionale l'affrontasse, anche per realizzare una centralità del Consiglio relativamente ai programmi di questi enti strumentali, come si era concordato in sede di costituzione dell'ente finanziario nel lontano 1975.
Altro problema grave che si pone è quello che l'Amministrazione regionale non abbia finora rinnovato i suoi rappresentanti, come stabilito dalla legge, nella società finanziaria. Non è questo l'aspetto che ci preme soprattutto sottolineare, anzi, rifiutiamo di ricondurre il problema a quello degli incarichi, della spartizione del potere, perché rifiutiamo di pensare che il Presidente della Giunta non sia intervenuto al l assemblea perché all'interno della maggioranza non esisteva accordo sugli incarichi: questo significherebbe che il dibattito politico, all'interno della maggioranza, è ridotto allo squallore più grigio. Non possiamo pensare che all'interno della maggioranza ci siano delle differenziazioni di tipo politico, peraltro già notate in sede di questo Consiglio, sul programma, e le verificheremo nei prossimi giorni. Ma, se dovessimo pensare che veramente questa è la lotta delle poltrone, credo che questo sarebbe un segno del decadimento del costume di questa Regione, che aveva finora rifiutato la logica della lottizzazione per l'attribuzione degli incarichi.
Se le cose stanno veramente come trapelano, mi chiedo che funzione avranno i rappresentanti nella Commissione delle nomine, se non quella di burattini che andranno a ratificare delle cose, quando tutti i giochi sono già fatti. Ma, ripeto, il nocciolo della questione rimane il nostro rapporto con la Finpiemonte, rapporto che si è un po' incrinato per questa apertura così poco brillante. Tra l'altro, si tratta di un ente che ha ben agito, è stato ben diretto e noi temiamo che questo primo rapporto già incrinato, riesca ad infrangere una solidarietà che si era realizzata all'interno dell'ente per portare avanti i problemi per i quali era stato costituito.
Credo che il Presidente della Giunta abbia compreso lo spirito con il quale il Partito repubblicano ha fatto questa interpellanza, non mosso da alcun elemento strumentale; noi abbiamo fatto sempre delle interpellanze che riguardavano i problemi della collettività. Ho presentato una sola interpellanza, quella che sollecitava il dibattito sui problemi economici della nostra comunità, e questo dibattito è avvenuto, la Giunta ha onorato la nostra richiesta (credo anche che il risultato di quel dibattito sia servito ieri al nostro Presidente nel suo incontro con il Presidente Forlani, relativo appunto ai problemi economici della nostra comunità). Non credo che sia esibizionismo il nostro, signor Presidente, altrimenti gli esibizionisti in questo Consiglio regionale sono molti, sono i Consiglieri della D.C. che hanno presentato un'analoga interpellanza, in testa il prestigioso Capogruppo; esibizionisti saranno Viglione e Bontempi, sarà la stampa ed i giornalisti, che sono intervenuti su questo argomento.
In ogni caso, se per difendere gli interessi di questa comunità e per richiamare il Governo ad adempiere ai suoi compiti fondamentali sarà necessario ricorrere all'esibizionismo, il Partito repubblicano sarà esibizionista sempre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, la nostra interpellanza non ha la caratteristica di essere antemarcia, né noi ci porremo nella condizione di essere esibizionisti. Cercheremo di non esserlo mai. L'interpellanza del Gruppo repubblicano e l'intervento del Consigliere Vetrino, li dividerei in due parti: la prima inaccettabile, la seconda accettabile. Colgo quanto la collega Vetrino ha portato innanzi, sull'attività della Finpiemonte.
Non vi è dubbio che la Finpiemonte abbia realizzato alcuni obiettivi importanti che la Giunta si era prefissa. Pensiamo alle aree attrezzate alla rilocalizzazione industriale, alla riqualificazione del tessuto urbano, alla ricerca applicata, alla formazione, all'artigianato, ai centri commerciali integrati, all'ecologia, ai trasporti, all'attività per conto della Regione, nell'agricoltura e nell'energia.
Il risultato che ha dato la Finpiemonte, anche dal punto di vista finanziario è cospicuo. In genere si pensa ad una società con maggioranza pubblica, ad una società irizzata, ad una società che ha sempre bisogno di essere assistita, di costituire sempre un momento di ricapitalizzazione invece il 1980 chiude con 2 miliardi e 400 milioni di utili.
Questa è stata la novità grandissima che la Giunta regionale, il Consiglio e le forze politiche negli anni '75/80 hanno portato avanti.
Al di là di questo successo, vi sono problemi di competenza. La collega Vetrino ha colto alcuni nodi che debbono essere sciolti. Qui sorge l'antico modello, che si dice deteriorare, della lottizzazione (quando non si partecipa è lottizzazione, quando si partecipa è una cosa pregevole e la loro competenza è degli uomini che debbono essere collocati), deve essere portata innanzi. Non ritengo che vi siano state delle violazioni del principio della professionalità o della competenza. Vi possono essere stati dei momenti discussi probabilmente sulla composizione stessa della Finpiemonte, ma le forze imprenditoriali, i settori bancari nulla hanno avuto da eccepire nei tre anni, rispetto alle nomine che sono state fatte.
Se una battuta d'arresto vi è stata, la causa è certamente nella caratteristica professionale della ricerca e della professionalità fra quanti debbono amministrare un bene così importante come la Finpiemonte.
La Finpiemonte ha svolto il suo compito secondo l'indirizzo che gli era stato dato, realizzando il grande raccordo fra il pubblico e il privato non come una sorta di mediazione tra il pubblico e il privato, ma come attiva collaborazione col momento importante dell'attuazione del piano di sviluppo della nostra comunità regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli per una dichiarazione.



PAGANELLI Ettore

Io non intendevo illustrare la mozione della D.C., perché ritenevo che fosse giusto che questo toccasse alla collega Vetrino, in quanto è stata la prima che ha presentato un'interpellanza riguardo all'oggetto che viene discusso in questo momento. Ritengo però di prendere la parola per una questione che riguarda questa interpellanza, ma amplia un po' il discorso.
Qui noi assistiamo su ogni argomento, su ogni questione di rilevanza politica, all'aprirsi del mondo, al passato e al futuro. Riguardo al passato vi è il caloroso intervento del Capogruppo socialista, che ha ricordato i cinque anni passati; riguardo al futuro avremo una risposta con i rimpolpamenti che si prevedono per i prossimi giorni, all'interno della Giunta. Ho già posto nella riunione dei Capigruppo il problema, e lo ripropongo ora in quest'aula, e lo riproporrò ancora, perché credo che tutti, e particolarmente chi è maggioranza, ha il diritto di svolgere il proprio ruolo, ma un loro ruolo hanno il diritto di svolgerlo anche le minoranze, senza che questi dibattiti siano sfalsati. Questo è un punto che ritengo di dover affermare con assoluta chiarezza in questo momento, mentre assicuro che il Gruppo della D.C. presenterà mozioni, interpellanze ed interrogazioni, ogni qualvolta lo riterrà opportuno. Se qualcuno ritiene che questo sia esibizionismo o strumentalizzazione, si accomodi: per noi è svolgimento di un dovere che abbiamo di fronte alla collettività, di fronte a quel, circa, milione di elettori che ci hanno mandati qui.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Prima di tutto devo ringraziare la sensibilità del Presidente del Consiglio e di tutti i Capigruppo, perché, nella conferenza dei Capigruppo è stata accettata la proposta della Giunta di discutere immediatamente questa interpellanza, in modo da togliere alla stessa quei motivi strumentali che possono esserci.
La seduta del 31/10/80 dell'assemblea della Finpiemonte, regolarmente convocata nei modi di legge, era la prima dell'Istituto finanziario, dopo la formazione della Giunta regionale. Appare, in tutta evidenza, la rilevanza che tale assemblea rivestiva, rilevanza che prescinde dai punti previsti all'ordine del giorno, proprio per l'interesse che rappresenta detto istituto, strumento operativo per la politica finanziaria ed economica della comunità regionale. Per tale motivo il sottoscritto ritiene suo preciso dovere intervenire personalmente alla seduta, non reputando opportuno, per la funzione di coordinamento, propria della Presidenza ricorrere all'istituto della delega. La concomitanza del Consiglio regionale, fissato per il 30/31 ottobre, ha indotto il sottoscritto a richiedere fin dal 29 ottobre uno spostamento della seduta, non essendo prevista nell'avviso di convocazione una seconda seduta nel caso che la prima fosse andata deserta.
Come è noto ai signori Consiglieri, il 31 ottobre ha visto il Consiglio regionale impegnato e, conseguentemente, non ho potuto essere presente all'assemblea, come peraltro già preavvisato al Presidente della Finpiemonte. Ritenni di spiegare personalmente, a mezzo telefono, la situazione a tutti i componenti del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte, che mi è stato possibile rintracciare, proprio perché la forzata assenza della Regione non desse luogo ad interpretazioni strumentali. Ritengo che, al di là del clamore che ha suscitato la vicenda sia doveroso, da parte del Presidente della Giunta, essere presente nelle occasioni particolarmente significative per gli indirizzi programmatici della nuova legislatura, e non vi è dubbio che sia la prima assemblea dell'istituto finanziario - che prevedeva all'ordine del giorno anche una relazione previsionale, con le conseguenti implicazioni di rilancio dell'attuale difficile situazione economica - sia il Consiglio regionale per le scelte di fondo sui temi di competenza regionale, rappresentano momenti in cui non può essere registrata l'assenza del Presidente della Giunta. Preciso, inoltre, in relazione alle diffuse notizie di stampa, che il rinnovo delle cariche, che pure era all'ordine del giorno, non poteva prescindere dalla nomina di rappresentanti della Regione, di competenza del Consiglio regionale, e pertanto ad esso, anche con la presenza del Presidente della Giunta, o di un suo delegato, non si sarebbe comunque potuto addivenire in nessun caso. Per completezza d'informazione preciso che ho già concordato tre date per la nuova convocazione dell'assemblea dell'istituto finanziario, da tenersi entro trenta giorni dalla data della precedente seduta, ai sensi dell'articolo 2369 del Codice Civile.
Devo inoltre rifiutare il concetto di incapacità dato alla Giunta perché questa non fa certamente parte del bagaglio con il quale la Giunta stessa si presenta nei confronti della comunità piemontese. Inoltre, devo dire che la parola "rilancio" è stata intesa ed è intesa nel senso di un rilancio nell'azione di continuità, non in senso critico, ma di stimolo di una situazione difficile nell'economia piemontese, talché lo strumento quale la Finpiemonte, di programmazione e di supporto per il rilancio dell'attività economica, ne abbia proprio un maggior peso. Voglio ancora affermare che l'autonomia della Finpiemonte va registrata, ma nel contempo vi è la necessità di un più stretto rapporto della stessa Finpiemonte nei confronti della Giunta regionale e del Consiglio regionale e, nell'elezione di nuovi membri nella Finpiemonte, la necessità che questo Consiglio tenga presente la professionalità di coloro che andranno a ricoprire quegli incarichi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino Nicola per la replica.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, egregi colleghi, non sono né soddisfatta né convinta delle motivazioni che ha dato il Presidente della Giunta, per la mancata presenza della Regione Piemonte all'assemblea annuale della Finanziaria regionale, e mi stupisco che il Presidente dica di aver cercato ancora il 29 ottobre la possibilità di annullare questa assemblea. Ci sono delle norme statutarie che andrebbero conosciute.
Quanto poi alla convocazione unica, e questa è una decisione autonoma del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte, non abbiamo alcuna interferenza.
Credo proprio che il risalto che ha voluto dare il Presidente, del fatto che si trattava della prima riunione, si sarebbe dovuta evitare una gaffe di questo genere. Il Presidente avrebbe dovuto affrontare prima questo problema, affinché il suo primo rapporto con l'ente finanziario fosse l'occasione di un dibattito per il rilancio che lo stesso Presidente ha detto di voler attuare. Questa era una ragione di più per essere presente quel giorno, perché il decollo della Finanziaria con la nuova Regione potesse avvenire in termini più brillanti.
Apprezziamo la presenza costante del Presidente alle riunioni del Consiglio regionale. Questo momento di sintesi politica ed amministrativa qual è quello della riunione del Consiglio regionale, deve avvenire nella pienezza della presenza dei Consiglieri regionali. In questi primi mesi abbiamo scusato il Presidente della Giunta tante volte e con nessuna difficoltà, quando doveva incontrare la direzione Fiat, quando doveva incontrare le organizzazioni sindacali, la delegazione dell'Indesit, tutti impegni che abbiamo compreso e penso che avremmo compreso anche questa sua assenza il giorno 31, nella considerazione che quel giorno era al dibattito consiliare la questione socio-sanitaria, che la Giunta ha ampiamente ed efficientemente replicato da parte di due Assessori, i problemi dell'America Latina, per i quali era presente il Vicepresidente; quindi non c'era carenza in quel momento della presenza della Giunta che potesse in qualche modo inficiare centralità che continueremo a ribadire. Ecco perch signor Presidente, le giustificazioni da lei poste non possono essere ritenute soddisfacenti.
Per quanto riguarda il futuro della Finpiemonte, condividiamo le osservazioni che ha fatto il Presidente Viglione. La Finpiemonte ha certamente realizzato gli obiettivi che si poneva il Consiglio regionale nel momento della costituzione e in quel momento ha avuto padri illustri.
La legge ottenne voti da tutti i partiti dell'arco costituzionale.
Auguriamoci che lo slancio di quel momento continui e soprattutto che la solidarietà che l'ente ha realizzato continui attraverso il coinvolgimento diretto e unitario del Consiglio regionale che ha in sé la possibilità di dare maggiori strumenti e maggiori indicazioni politico-amministrative per recuperare l'economia piemontese. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Signor Presidente, signori Consiglieri, è stato un caso che si sia aspettato, da parte del nostro Gruppo, ad intervenire su questa materia sentita l'illustrazione della posizione della Giunta, perché, a nostro avviso, l'impostazione di questo dibattito centrata sul fatto, sia pur grave, sia pur spiacevole, della mancata partecipazione della Regione all'assemblea, tempestivamente e regolarmente convocata della Finpiemonte è un modo riduttivo per affrontare questo tema. Riteniamo che l'importanza degli argomenti e dei temi sottesi al problema dell'uso degli enti strumentali da parte della Regione sia così prevalente da dover suggerire a tutte le forze politiche la rinuncia a polemiche, che riteniamo contingenti, relativamente allo slittamento della presenza organica della Regione nella Finpiemonte.
Se dovremo fare degli accenni di tipo politico sulle motivazioni che hanno portato Presidente Enrietti, solitamente così educato, a compiere questo atto spiacevole più per lui che non per altri, lo faremo frontalmente non aggrappandoci al problema della mancata partecipazione del rappresentante della Regione all'assemblea.
Non è la fine del mondo se capitano queste cose. Confrontiamoci invece con chiarezza sui problemi che questo fatto ha fatto emergere e sui timori che in noi questo fatto suscita.
Incominciamo dal concreto, cioè dal problema della Finpiemonte, il più importante degli enti strumentali di cui la Regione si è dotata, il più importante, anche perché dalla Finpiemonte sono derivati altri enti strumentali per il conseguimento di obiettivi specifici dello stesso.
Il nostro giudizio, non solo sull'opportunità, ma sulla necessità che la Regione, per conseguire obiettivi concreti alla sua azione sul territorio, debba incisivamente operare con due strumenti, da una parte con la delega ai Comuni per i compiti ordinari, dall'altra con l'intervento straordinario mediante enti strumentali quali la Finpiemonte, è una costante delle posizioni liberali. L'efficienza nella spesa regionale e quindi il conseguimento degli obiettivi della politica di piano che la Regione si è data sono strettamente legati alla capacità della Giunta, da una parte di delegare in modo ampio e totale.....



PRESIDENTE

Consigliere, lei ha fatto una interrogazione. Non stiamo svolgendo un argomento, ma stiamo rispondendo a quello che ha detto il Presidente della Giunta.



BASTIANINI Attilio

D'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò di essere breve per evitare di essere ripreso dal Presidente, come è accaduto al collega Bastianini, che, oltretutto, mi sembrava stesse proprio entrando nell'ottica della risposta del Presidente della Giunta.
Ringrazio il Presidente della Giunta per la risposta data, non tanto per la giustificazione della mancata presenza alla riunione della Finpiemonte, ma per il contenuto che ha voluto dare e l'importanza che l'ente strumentale svolge come funzione programmatoria, strettamente legata alla prospettiva che l'amministrazione regionale intende dare nei prossimi anni per i problemi del Piemonte. In questo senso l'intervento di Bastianini era una risposta alla dichiarazione del Presidente e chiedo scusa se mi rifaccio proprio a questi temi.
L'ente strumentale della Finpiemonte, per la Giunta regionale, sarà un organo di primaria importanza se vorrà ottenere certi obiettivi programmatici posti nel suo programma. Abbiamo dato il nostro contributo e sappiamo quale importanza abbiamo riservato a questo organismo. Approvare un bilancio, senza conoscere le prospettive e le finalità degli interventi per l'attrezzatura di nuove aree, per la rilocalizzazione, per la riqualificazione del tessuto urbano, negli organi di formazione professionale, nei settori dell'artigianato, dell'agricoltura e in altri settori, sarebbe come svuotare di contenuto quel dibattito programmatico che la Giunta si appresta a discutere nei prossimi giorni. Non essendo membri della Giunta, abbiamo dato un preciso significato alle nostre proposte programmatiche. Ci auguriamo che proprio il peso che la Regione ha in quell'organismo (51% ) faccia rilevare l'indirizzo programmatico nello stesso istante in cui va ad approvare il bilancio di previsione, e dia una risposta positiva e concreta, al di là dei temi della lottizzazione o meno che sono stati evidenziati dalle altre parti politiche.
Ci interessa la sostanza. Ringraziamo il Presidente che ha voluto porre l'accento su quest'aspetto che per noi è primario. Ci auguriamo che dall'indirizzo della Finpiemonte troviamo risposte concrete per riassetto territoriale e per l'uscita dalla crisi che il nostro Piemonte sta attraversando.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Mi dichiaro soddisfatto per la risposta del Presidente e motivo anche questa mia soddisfazione con alcune valutazioni. Mi pare di poter dire che mi fa molto piacere che in questi giorni, anche in quest'aula, si sia dato da parte di un arco molto ampio delle forze politiche e di una serie di forze sociali, un giudizio positivo sul lavoro della Finpiemonte. Tutto ci sarebbe ancor più tranquillante se non sapesse, ai miei occhi, di qualche strumentalità, visto che tutti ricordiamo benissimo che proprio nella prima legislatura il Partito repubblicano era stato quello che sia in aula che in Commissione aveva posto le maggiori riserve sulla Finpiemonte.
Il lavoro unitario tra il Presidente, espresso dal Partito comunista ed il Consiglio di amministrazione ha dato luogo alla costruzione di un ente che già all'inizio non definimmo come una Gepi regionale, ma come strumento attivo e politico di piano e di programmazione. Vorrei ricordare proprio a chi è intervenuto, che è stato talmente vero l'impegno ed autentica volontà di raggiungere questo intendimento, ed invece è stata talmente lontana la volontà di utilizzare un ente così importante, delicato e cruciale nella vita regionale, per quelle che vengono chiamate operazioni di sottogoverno, che proprio il Partito comunista ed il Partito socialista hanno fatto il sacrificio di un loro posto, per dar luogo all'ingresso di un indipendente che oggi è eletto nelle liste repubblicane al Comune di Torino. Questo ha dimostrato che credevamo ad un dialogo ed andavamo al di là di certi schemi che sono stati usati qui ed anche da una sorta di campagna di stampa condotta da alcuni giornali che forse crede di poter stravolgere una volontà politica di maggioranza, per affrontare la crisi attraverso una pressione. Questa pressione credo che non passerà; non ha molto senso cercare di buttarsi da parte delle forze politiche su questo elemento.
Credo che sia del tutto legittimo che da parte di forze di Governo si discuta di presenze di enti di Governo: questa non è lottizzazione lottizzazione - lo sa bene chi ne ha dato prova per tanti anni, a livello locale e a livello nazionale - oggi è quella che irride ad ogni criterio di professionalità e di competenza, è quella che stralcia e che stravolge ogni procedura. Ciò che noi intendiamo fare a proposito di questi enti è realizzare una presenza che garantisca le procedure - quando si tratta di elezione di membri consiliari, attraverso la sottoposizione alle forze politiche ed alla Commissione nomine per il vaglio - attraverso dei criteri di idoneità, di competenza, di professionalità adatti a far sì che il lavoro, in questi enti, proceda il meglio possibile. Non solo, ma crediamo molto in questo, ed invece non abbiamo assoluta fiducia in chi oggi scopre improvvisamente certi cavalli di battaglia. Agganciando agli obiettivi politici, al dibattito programmatico le cose che dovrà fare la Finpiemonte potremo garantire un'adeguata presenza dei rappresentanti politici.



PRESIDENTE

Chiede ancora la parola il Consigliere Vetrino, ma, a questo punto occorre attenersi al regolamento. Cara collega Vetrino, lei è già intervenuta, quindi la prego di attenersi strettamente a quanto previsto dal regolamento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Al Presidente della Giunta, al quale in precedenti occasioni non abbiamo lesinato anche dei riconoscimenti, dirò che la sua risposta, di questa mattina, non ci convince, e che è inaccettabile.
Non riteniamo di usare gli strumenti che il regolamento consente per esercitare pressione verso la maggioranza che si va formando (e si formi pure, noi abbiamo certamente una precisa collocazione), ma registriamo questo fatto e diciamo che l'opinione pubblica deve essere correttamente informata. Questo fatto ci ha chiaramente dimostrato che vi erano dei contrasti e delle questioni di posti. La replica imbarazzata del Presidente, articoli di giornale che possono non essere condivisi da certa parte politica, lo stesso intervento della collega repubblicana, ci hanno dimostrato che non si è partecipato all'assemblea della Finpiemonte, perch vi erano ancora contrasti di posti, perché non si poteva procedere alle nomine, anche perché questo Consiglio regionale, per quanto di sua competenza, doveva rinnovare le nomine.
Nel mese di luglio, quando ero intervenuto nel dibattito sulla formazione della Giunta, mi era stato risposto da quei banchi che non ci dovevamo dolere se determinati Gruppi aderivano alla maggioranza, perché il Partito comunista - si diceva - era un partito aggregante. Riteniamo invece, e lo constatiamo come siano anche "aggreganti" le poltrone. Le poltrone non debbono solo essere "addebitate" quando di poltrone, di Ministeri o di altri posti discute la Democrazia Cristiana, ma devono essere addebitate quando ne discutono anche il Partito comunista, il Partito socialista, il Partito socialdemocratico. Se il Presidente della Finpiemonte viene confermato, come leggiamo nelle notizie che mutano di questo argomento (dico subito che sulla professionalità del Presidente il mio Gruppo non ha nulla da muovere), la Finpiemonte non dovrà più essere rilanciata. Se viene riconfermato, è segno che ha fatto bene ed eventuali giudizi che sono stati espressi affrettatamente possono anche apparire temerari; infatti oggi, con un linguaggio proprio degli uomini politici, si dà al rilancio la significazione (che credo non si trovi su nessun dizionario della lingua italiana) di "rilancio nella continuità".
Di Finpiemonte si parlerà ancora. Noi riteniamo di riparlarne, perch l'argomento è importante e la discussione sul programma della Giunta ci consentirà anche di parlarne.
Siccome ho la parola e credo di essere ancora nei cinque minuti, voglio aggiungere che la collega Vetrino voleva semplicemente dire che con il sottoscritto presenterà un ordine del giorno sull'argomento della Finpiemonte. Sempre richiamandomi al regolamento e all'intesa intervenuta questa mattina, era logico che dovessero parlare più Gruppi, ma debbo dire che si è verificata, invece, un'altra irregolarità nella stessa discussione, perché sono intervenuti due colleghi firmatari di una stessa interpellanza, quando tutti sappiamo che fino ad oggi si è sempre rispettato il principio che, anche se dieci erano gli interpellanti, uno solo interveniva.
Questo è un ulteriore argomento che deve essere demandato alla Commissione del regolamento che deve disciplinare questa materia. E' materia cui teniamo perché il corretto rapporto fra opposizione e maggioranza passa anche attraverso il rispetto delle regole del gioco.
Nel corso della seduta, con la collega Vetrino, presenterò un ordine del giorno sull'argomento.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza dei Consiglieri Bastianini, Marchiali e Turbiglio inerente i programmi di edilizia residenziale ad indirizzo sociale


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Marchini e Turbiglio inerente i programmi di edilizia residenziale ad indirizzo sociale.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore all'edilizia residenziale

L'interrogazione dei colleghi pone il problema del compimento delle procedure per l'assegnazione delle aree necessarie per la realizzazione dei programmi di edilizia residenziale pubblica, previsti dal secondo progetto biennale della legge 457. Con particolare riferimento, chiede informazioni sull'avvio della procedura da parte della Regione perché i Comuni, entro i sessanta giorni dalla comunicazione, assegnino le aree ai soggetti attuatori. A questo proposito ricordo che le comunicazioni erano state sospese, secondo quanto deciso dal Consiglio regionale nella passata legislatura, in quanto il periodo elettorale e, successivamente, il periodo di formazione delle nuove Amministrazioni, avrebbe potuto impedire alle Amministrazioni comunali il rispetto della scadenza dei sessanta giorni. Ci eravamo impegnati, su sollecitazione particolare del collega Picco, a procedere nelle comunicazioni man mano che si fosse avuta certezza della possibilità delle Amministrazioni di deliberare. Attualmente, le comunicazioni di finanziamento sono state tutte inviate per le iniziative di edilizia sovvenzionata e per le iniziative di edilizia agevolata per le quali le Amministrazioni comunali sono soggetti attuatori. Si tratta di comunicazioni che riguardano un impegno finanziario pari a 174 miliardi per circa 3 miliardi so che sono stati già esperiti gli appalti; ed intanto è in corso la verifica nei confronti dei Comuni e dell'IACP del rispetto dei termini stabiliti dall'art. 9 della legge 457.
Per quanto riguarda invece le comunicazioni formali riguardanti gli altri soggetti attuatori dell'edilizia agevolata (cooperative ed imprese) nonché dell'edilizia da realizzarsi sulla base dei finanziamenti regionali promossi con la legge 28 e degli interventi aggiuntivi di edilizia convenzionata, predisposti con autofinanziamento dagli stessi soggetti attuatori, stiamo ancora procedendo all'invio delle comunicazioni, tenuto conto che, oltre al problema ormai superato del rinnovo delle Amministrazioni comunali e della loro entrata in funzione, per questo settore di interventi sono sorti altri problemi.
Abbiamo inviato a tutti i Comuni un preavviso, già nel mese di luglio dei finanziamenti predisposti nei loro territori, invitandoli a preparare gli atti formali in attesa della comunicazione ufficiale. Le difficoltà che sono emerse sono essenzialmente due: una riguarda l'introduzione di una procedura più complessa, anche se per molti aspetti più corretta dal punto di vista della programmazione comunale, determinata dalle modifiche che sono state apportate alla legge regionale 56, modifiche che, peraltro, sono state approvate il 17 aprile, cioè il giorno dopo dell'approvazione del secondo progetto biennale del piano della 457. L'altra ragione di difficoltà è determinata dal fatto che mentre si avviava, ed in Regione era stato discusso e deliberato il piano della 457, contemporaneamente la legge 25 - quella legge straordinaria per interventi in edilizia a favore di Comuni che hanno più di 300 mila abitanti, la quale scavalca totalmente le competenze delle Regioni (e sotto questo profilo abbiamo già avuto modo di esprimere un giudizio critico su questa legge) - ha promosso programmi di realizzazione di nuovi edifici a favore del Comune di Torino per ben 85 miliardi. Stante l'esiguità di aree a disposizione, il Comune di Torino ha predisposto questo programma di interventi in accordo con i Comuni della cintura. Questi 85 miliardi di realizzazioni dell'edilizia nuova in qualche misura sono diventati concorrenziali con i programmi della 457, ed essendosi mossi, per legge, in tempi più ristretti, hanno finito con il prenotare aree che erano a disposizione nei Comuni della cintura e su cui avrebbe dovuto attuarsi la 457.
I problemi di rapporto fra le disposizioni e la realizzazione degli interventi di edilizia residenziale pubblica finanziata mediante le leggi dello Stato e le leggi regionali, sono sollevati dall'interpellanza dei colleghi liberali: sono presenti a noi da tempo e da tempo evidenziati.
Le modifiche apportate dalla legge 50 all'art. 83, rendono esplicitamente, seppure indirettamente, obbligatorio il piano pluriennale di attuazione anche per interventi su aree 167 e art. 51, permettendo tuttavia, l'aggiornamento del piano pluriennale di attuazione per adeguarlo agli interventi previsti dalla legge 457, anche se non ancora scaduto l'anno di operatività del piano pluriennale di attuazione (che è un termine posto dalla legge 56, entro il quale non si possono in generale modificare i piani pluriennali di attuazione).
In sede di attuazione delle leggi finanziarie di edilizia residenziale pubblica dello Stato - in particolare la 513 del '77 e la 457 del primo progetto biennale - era stato possibile superare il vincolo predetto, sulla base di apposita interpretazione concordata fra l'Assessorato alla pianificazione del territorio e l'Assessorato alla pianificazione urbanistica. Mediante questa interpretazione gli interventi su aree pubbliche di edilizia residenziale, appunto perché attuati con loro autonomi programmi a carattere decennale (previsti dalla originaria 167) non erano soggetti ai vincoli del piano pluriennale di attuazione previsto dalla legge 56. Ora, invece, è necessaria l'adozione del piano pluriennale di attuazione e la sua eventuale modifica Ciò di per sé non costituisce un grosso problema, ma rallenta le decisioni, in quanto le Amministrazioni comunali, ai fini della 457, possono modificare i piani pluriennali di attuazione anche nelle more della scadenza dell'anno dall'approvazione del primo piano pluriennale. La procedura può essere svolta relativamente celermente se c'è attenzione da parte dei Comuni e l'impegno della Regione per l'approvazione dei piani pluriennali. Riteniamo comunque si possano superare le difficoltà che derivano dai tempi di approvazione dei piani pluriennali di attuazione, in virtù del fatto che l'art. 58 della legge 56 riguardante le misure di salvaguardia degli strumenti urbanistici consente, di fronte alla semplice adozione del piano pluriennale di adozione, di procedere alla realizzazione delle opere che non sono in contrasto con il piano pluriennale di attuazione stesso. Viceversa, il problema complesso è dato dal fatto che sempre con maggior frequenza si sta verificando la non disponibilità immediata di aree da destinare all'edilizia economica popolare da parte di Comuni che hanno adottato il piano pluriennale di attuazione. Questo problema, in particolare, è accentuato dalla concorrenza, di cui dicevo prima, fatta dalla legge 25 nel recepimento delle aree. Tale mancanza non è causata in generale da un sottodimensionamento delle aree previste nella 167, bensì dall'impossibilità di rispettare i rapporti nell'ambito del piano pluriennale di attuazione, considerando che i recenti finanziamenti disposti dalla legge dello Stato hanno esaurito le aree per interventi di edilizia residenziale pubblica, mentre per la particolare situazione che attualmente interessa il settore della casa non vengono attivati interventi di edilizia finanziati mediante i fondi privati.
Infatti, soprattutto nei Comuni della cintura torinese, spesso si verifica che la totalità degli interventi di edilizia pubblica residenziale previsti nel piano pluriennale di attuazione vigente siano stati totalmente assorbiti dalle localizzazioni disposte mediante i finanziamenti del piano decennale per l'edilizia residenziale, primo progetto biennale, e dagli interventi predisposti dalla legge 25, pertanto la disponibilità di aree potrà verificarsi nei successivi programmi di attuazione e nei loro adeguamenti, che devono aumentare anche l'aliquota di edilizia privata che in realtà, invece, non viene realizzata. Viene pertanto a verificarsi la situazione complessa per cui la mancata realizzazione di interventi di edilizia privata condiziona le possibilità di realizzare interventi di edilizia pubblica. Ciò porterebbe alla conseguenza che in detti Comuni difficilmente si potrebbero localizzare tutti i finanziamenti disposti dal secondo e terzo progetto biennale della legge n. 457, a meno che si modifichino i programmi di attuazione, introducendo aliquote fittizie di edificabilità privata.
Nel complesso la domanda di aree è resa più acuta anche per il fatto che nell'individuare i soggetti attuatori dei finanziamenti di edilizia agevolata 457 è stato elemento privilegiante realizzare interventi di edilizia agevolata che comprendano anche edilizia convenzionata, con finanziamento ordinario, qui stabilendo positivamente un'integrazione tra l'intervento edilizio sostenuto con finanziamento pubblico e l'intervento privato.
Qual è la situazione oggi? Su 114 localizzazioni (complessivi 10 mila alloggi: 5.600 di edilizia agevolata 457, 1.050 per la legge regionale 28 3.350 di edilizia convenzionata, cioè interventi aggiuntivi con fondi e finanziamenti privati) per 98 i Comuni hanno già ricevuto la comunicazione affinché procedano, entro sessanta giorni, all'assegnazione delle aree.
Ovviamente, ciò è stato fatto dopo aver verificato che i Comuni interessati potessero procedere. Per 11 di questi Comuni non esistevano problemi di sorta; per altri 56 erano stati individuati alcuni problemi procedurali che, però, si sono risolti. In tutto, quindi, per 67 Comuni (corrispondenti a 4.778 alloggi dei 10 mila) non esistevano difficoltà particolari. Per altri 31 Comuni, invece, esistevano delle difficoltà più consistenti dal punto di vista procedurale: per 15 c'era la mancanza assoluta del piano pluriennale di attuazione ma, interpretando la legge 56 (abbiamo costituito una Commissione apposita formata dall'Assessorato alla pianificazione e gestione urbanistica e dall'Assessorato alla pianificazione territoriale) si è visto che era possibile procedere alle comunicazioni e far avviare la procedura, in quanto, in base all'art. 85 (disposizioni del sesto comma) avendo questi Comuni lasciato scadere i termini per l'approvazione dei piani pluriennali di attuazione, ritornavano nel regime previsto dal primo comma dell'art. 85. Il terzo comma di questo articolo consente a quelle situazioni, previste dal primo comma dell'art. 85, delle eccezioni: una di queste è proprio quella che riguarda l'attuazione dei piani della 167.
Pertanto, per questi 15 Comuni, l'assenza del piano pluriennale di attuazione, in termini quasi paradossali, ci riporta ad una condizione operativa che, con riferimento alla legge 167, consente di procedere. Per altri 16 Comuni, in cui si devono costruire 1.250 alloggi, il problema è quello della presenza di un piano pluriennale di attuazione adottato, od approvato, ma con capienza non sufficiente a recepire i programmi di edilizia residenziale pubblica. D'altra parte, i Comuni hanno approvato i piani pluriennali di attuazione prima che si formasse il secondo progetto biennale della 457, quindi non potevano tenere in considerazione gli interventi che sarebbero stati successivamente promossi. Qui, però, ritorna una condizione operativa possibile in ragione dell'art. 58 della legge 56 quella della misura della salvaguardia: il piano pluriennale di attuazione adottato attraverso queste misure impone che non vengano date concessioni edilizie in contrasto alle indicazioni contenute nel piano pluriennale di attuazione stesso.
Per altri 16 Comuni, corrispondenti a 2.900 alloggi, il problema si pone invece nei termini dell'aver superato la soglia del 70% di edilizia pubblica consentita all'interno delle indicazioni previste dal piano pluriennale di attuazione. Ma anche qui, con l'interpretazione che abbiamo dato all'applicazione della legge (all'art. 56 della legge 56 e art. 9 paragrafo f), della legge 10) la questione può essere superata, laddove la mancanza delle aree è determinata dalla presenza dell'applicazione della legge 25, poiché la legge 25 può essere applicata al di fuori dei piani pluriennali di attuazione in quanto legge eccezionale. Quindi, per i casi in cui il plafonamento del 70% è stato superato si possono scaricare da questo 70% gli interventi riguardanti la legge 25 e farvi rientrare gli interventi di edilizia residenziale pubblica.
In tutti i casi, quindi, pensiamo che si possa procedere. La mancanza dell'approvazione dei piani pluriennali di attuazione da parte della Regione non impedisce al Comune l'assegnazione delle aree. Infatti, sulla base del lavoro della Commissione apposita, l'interpretazione concordata con l'Assessorato all'urbanistica è che l'assenza o la non adeguatezza dei programmi pluriennali di attuazione non incide in alcuna misura sulla legittimità delle deliberazioni comunali di individuazione ed assegnazione delle aree, in quanto - ai sensi di legge - il programma pluriennale di attuazione è vincolante unicamente per il rilascio della concessione edilizia.
Poiché la legge 457 prevede tempi differenziati per l'esecuzione dei programmi (60 giorni per le indicazioni delle aree e 14 mesi dalla comunicazione predetta per l'inizio dei lavori) si ritiene possibile provvedere all'adozione ed alla modifica dei programmi di attuazione, se necessario, nel periodo intercorrente tra i relativi adempimenti, in attuazione delle disposizioni stabilite ai sensi dell'art. 83 della legge urbanistica regionale n. 56, e giungere, quindi, assegnando subito le aree in tempo utile all'approvazione definitiva dei piani pluriennali di attuazione prima del momento in cui si dovrà rilasciare la concessione edilizia. Stante così il quadro, noi riteniamo di aver messo in moto l'operatività della legge 457 e di poterne controllare la gestione per una sua rapida attuazione e, comunque, tenuto conto che una parte dei finanziamenti sono già a valere sul terzo progetto biennale, di procedere con una gradualità che non rallenterà il programma rispetto all'erogazione dei finanziamenti. Riteniamo, quindi, di poter risolvere in termini rapidi tutti i problemi procedurali di attuazione della 457. Ove, ad un'ultima verifica di operatività da farsi con 16 Comuni con cui è ancora aperto il problema, trovassimo difficoltà politiche o procedurali, adotteremo la decisione di trasferire in altri Comuni il finanziamento, rendendo quindi possibile l'attuazione del programma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Ricordato al Presidente dell'assemblea che si tratta di un'interpellanza e non di un'interrogazione, vorrei richiamare l'attenzione della Presidenza della Giunta e del Consiglio sull'importanza del tema che stiamo discutendo, che sfugge. Stiamo discutendo dell'uso di circa 600 miliardi e dobbiamo sapere che sei mesi di ritardo nell'impiego di questi finanziamenti vogliono dire la perdita, in termini di alloggi realizzabili di oltre il 12-13%, stante l'attuale livello inflattivo. Quindi non è un capriccio questa interpellanza e non è un capriccio la lunga, dettagliata ed apprezzata, anche se in parte non condivisa....



RIVALTA Luigi, Assessore all'edilizia residenziale

Scusa Bastianini, non può essere una colpa il fatto che si sia proceduto in fretta e che gradualmente si stia attuando il programma tenuto conto che le altre Regioni non sono ancora neanche partite.



BASTIANINI Attilio

Dicevo che è stata da noi apprezzata la lunga, precisa, puntigliosa risposta dell'Assessore Rivalta anche se ha sfondato nel tempo i tempi normalmente concessi. L'importanza del tema, sicuramente, merita attenzione.
Credo di aver più volte dato atto, anche per iscritto su importanti organi di informazione, che da questo punto di vista la Regione Piemonte è stata nel quinquennio passato all'avanguardia rispetto alle altre Regioni nella tempestività dei provvedimenti e che questo debba essere considerato un titolo di merito dell'intera comunità regionale. Si tratta di mantenere questo passo e soprattutto di anticipare nelle valutazioni i problemi che possono rendere, al di là della volontà dell'Assessore e della Giunta difficile il conseguimento di obiettivi concreti.
Nel mio intervento vi sarà una sola punta polemica e sgombro il campo dall'unica riserva mentale che abbiamo su questa materia. Se si sapeva che il rinnovo delle elezioni comunali avrebbe comportato un rallentamento di oltre quattro o cinque mesi nella trasmissione dei documenti di avvio delle procedure presso i Comuni, ci dobbiamo domandare se era proprio opportuno fare avvenire il riparto dei finanziamenti nei giorni delle elezioni facendolo ratificare da una Commissione composta da Consiglieri in gran parte non più presenti in questo Consiglio e se, tenendo conto della programmazione degli interventi, non si potevano aspettare le decisioni della nuova amministrazione. E' l'unica punta polemica del mio intervento che per il resto vuole essere esclusivamente in positivo e costruttivo.
Vediamo di estrarre dalla risposta dell'Assessore Rivalta gli elementi in positivo per cercare di superare insieme queste difficoltà e di non incappare in futuro in difficoltà analoghe. Intanto non sarei così tranquillo come l'Assessore Rivalta asserisce. E' vero che dai dati che lui ci ha dato sono solo 16 Comuni su oltre 114 ad avere ancora dei problemi di localizzazione, ma riguardano oltre il 30% degli investimenti; se guardiamo la distribuzione territoriale di questi Comuni, ci accorgiamo che la quasi totalità dei Comuni stessi è concentrata nell'area torinese e quindi incontriamo dei ritardi nell'attuazione dei programmi o dei rischi di ritardo nell'attuazione dei programmi nell'area dove forse è più urgente che in altri bacini regionali potenziare l'investimento.
Se questo è vero, dobbiamo fare due valutazioni, una di carattere contingente, una di carattere strategico.
La valutazione di carattere contingente è la seguente: non possiamo, di fronte a problemi di questa importanza per il sostegno dell'economia regionale, per incrociare la domanda sociale che dalla Regine viene, fare ricorso ad interpretazioni, sia pure corrette, ma raffinate, delle leggi ma dobbiamo avere il coraggio di dire che non è possibile operare in queste condizioni e quindi mettere mano ad un serio lavoro di semplificazione almeno per gli interventi sulla legge 167, della normativa urbanistica regionale. La presenza dell'Assessore Simonelli sui banchi della Giunta in questo senso mi sembra opportuna. Dobbiamo avere il coraggio di affermare che non è possibile costringere una Giunta regionale a fare i salti mortali all'interno delle pieghe della legge per dare seguito ai programmi pubblici finanziati, ma dobbiamo potare e semplificare, almeno per questo tipo di finanziamenti, le norme della legislazione regionale; quindi una norma che renda, per questi interventi, meno stretto il richiamo ai programmi di attuazione, una norma che renda meno vincolante la verifica ragionieristica delle percentuali di edilizia pubblica e privata, cioè una serie di semplificazioni su cui - penso - si potrà incontrare il largo consenso delle forze politiche.
Il secondo punto su cui richiamo l'attenzione dell'Assessore è questo.
Le difficoltà a reperire le aree derivano anche dal ritardo e dalla carenza che non a caso si concentrano nell'area metropolitana torinese, con la quale in questa area si sta pensando di fare un salto di qualità dalla pianificazione alla scala urbana alla pianificazione alla scala territoriale. In fondo abbiamo a che fare con piani 167 costretti nella logica del singolo comune ed evidentemente in questa logica si incontrano tutte le difficoltà che Rivalta ricordava prima. Ne vorrei accennare altre per arrivare alla fine ad una proposta concreta. Ad esempio, ci sono dei finanziamenti di programmazione integrativa avallati dalla Regione che non possono essere localizzati perché per quegli interventi, ad esempio, nei piani di zona adottati, non scattano le disposizioni di cui all'art. 51 e quindi la possibilità di inserimento all'interno di piani di zona semplicemente adottati. Il problema per mobilitare il complesso delle risorse programmate su questa materia deve essere affrontato nella sua complessità.
Che cosa proporre? In questa materia il meglio è evitare le polemiche dare atto all'Amministrazione regionale di quanto ha fatto per cercare di avviare questi programmi e chiedere urgentemente una riunione alla Commissione competente per fare in modo dettagliato il punto della situazione dei singoli aspetti e contemporaneamente darci un piano di lavoro per far sì che queste gabbie che, indipendentemente dal colore della maggioranza, sono penalizzanti dell'economia e degli equilibri sociali possano essere superate.
Ringraziamo l'Assessore Rivalta della completezza della sua informazione. Ci dichiariamo meno tranquilli di lui che tutte le difficoltà siano superate e chiediamo una riunione di Commissione a tempi stretti per fare il punto sia sul problema contingente, caso per caso, sia per mettere in moto un meccanismo di semplificazione che consenta di guardare al futuro con maggiore tranquillità. Grazie.



PRESIDENTE

Le interrogazioni e le interpellanze sono così discusse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

a) Congedi Passiamo al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente".
Comunico che sono in congedo i Consiglieri Astengo e Petrini.
Le comunicazioni sono così esaurite.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 7: "Istituzione del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto quarto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 7: "Istituzione del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio".
La parola al relatore, Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, relatore

Sono relatore delle due leggi che vengono riproposte dalla Giunta all'approvazione del Consiglio e che il Commissario di Governo aveva respinto con alcune motivazioni. La II Commissione ha tentato di discutere contemporaneamente i due argomenti l'uno riferito alla Villa San Remigio l'altro riferito alla collina di Rivoli più o meno identici nelle osservazioni e più o meno identici nella proposta di riconferma della legge. Il Commissario di Governo aveva obiettato, sia per un caso che per l'altro, sul problema della gestione per la prolificazione di organismi chiamati alla gestione, formulando l'invito di trovare soluzioni di amministrazione diretta o delegata. In un primo tempo era sembrato di trovare l'unanimità per entrambi i problemi ma, all'ultimo momento, si è preferito disgiungere i due argomenti per la natura della loro provenienza e l'oggettiva situazione.
Relaziono a nome della maggioranza avendo verificato la non completa unanimità su alcune osservazioni della D.C.
La Villa San Remigio è di proprietà della Regione. C'è il problema della gestione anche in ordine all'obiettivo politico della creazione di parchi sul territorio. La delega al Comune di Verbania della gestione di Villa San Remigio che, oltre al parco di notevole estensione, ospita il Comprensorio Cusio - Verbano - Ossola, venne in un primo momento rifiutata da parte del Comune stesso per mancanza di strutture e di personale. La Regione è nell'impossibilità di gestire quella struttura direttamente. La gestione attraverso funzionari staccati dalla realtà della struttura significa svolgere un'azione completamente avulsa dal territorio. C'è la possibilità di svolgere anche attività culturali all'interno della struttura, c'è la volontà dell'Amministrazione di avviare un discorso non solo finalizzato alla Villa San Remigio, ma esteso alla proprietà regionale Villa Taranto. La costituzione di un organismo, così come è stato proposto nella legge, costituirebbe il punto di partenza per una gestione molto più ampia che inizialmente può sembrare eccessiva ma che avrà grosse funzioni e prospettive nella realtà del territorio. La modifica della Giunta riguarda anche l'aspetto finanziario che è stato trasferito al bilancio del 1981.
Riteniamo sia giusto riproporre l'organismo di gestione con quelle prospettive che intendiamo dare anche per la validità politica che la struttura riuscirebbe a svolgere coinvolgendo la maggior parte dei cittadini possibile e arricchendo culturalmente quella zona.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Signor Presidente, signori Consiglieri, il primo rilievo formale che credo debba correggere un po' un certo modo con il quale i provvedimenti legislativi vengono presentati all'attenzione del Consiglio è dato dalla mancanza, per questa legge come per altre che sono state recentemente presentate, di una relazione scritta, perché si possa, quando le minoranze o chi lo creda si disgiungono da quella relazione, presentarne una di minoranza.
Credo sia opportuno questo richiamo, anche perché un accenno fatto dal relatore per quanto attiene al comportamento del Gruppo della Democrazia Cristiana su questi due disegni di legge, faceva riferimento ad un cambiamento di opinione che si sarebbe verificato da una riunione all'altra. In realtà non era così, in quanto la Democrazia Cristiana aveva svolto alcune argomentazioni generali sul tipo e significato delle osservazioni del Commissario di Governo, riaffermando alcune valutazioni in coerenza con il comportamento assunto nella passata legislatura, però, per quanto riguardava il merito delle risposte che in termini legislativi si intendeva dare ai singoli provvedimenti, il discorso era del tutto aperto.
Noi vogliamo ribadire la nostra disponibilità, così come in passato, ad affrontare questi temi di importante ruolo promozionale e di valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico della nostra Regione, con l'obiettivo di mirare in via preliminare a mettere a disposizione questi patrimoni con costi e con strumenti che non siano distorti rispetto alle finalità da raggiungere. Ricordo come il Gruppo della Democrazia Cristiana sia stato una forza politica che, nella passata legislatura, ha avuto responsabilità anche di proposte generali (la legge n. 43 rappresenta il punto di riferimento fondamentale rispetto al quale si è sviluppata tutta l'azione operativa degli anni '75-'80 per quanto attiene all'individuazione dei parchi ed alle successive leggi istitutive).
Per noi, quindi, il contenuto della valorizzazione e della fruizione pubblica non può non essere disgiunto dalla corretta interpretazione della dimensione istituzionale che si deve creare per rendere possibili questi obiettivi. Quando rilevavamo in Commissione una certa enfatizzazione della dimensione istituzionale volevamo richiamare l'attenzione delle forze politiche sul fatto che questi rilievi del Commissario di Governo non erano da collocarsi in una categoria di riaffermazioni di principio, oppure di falsa valutazione rispetto ai contenuti dei disegni di legge: erano, in realtà, constatazioni di dilatazione eccessiva della dimensione istituzionale rispetto agli oggetti dei problemi da salvaguardare, da valorizzare, da gestire. In sostanza, il problema che intendiamo sottolineare è che, pur nell'ambito della coerenza al riferimento istituzionale consortile, ogni qualvolta si tratti, sul piano della dimensione delle aree da gestire e sul piano della partecipazione, di enti che devono essere coinvolti nella gestione stessa, noi rivendichiamo l'esigenza che quando questo riferimento consortile non ha ragione di essere, quando l'eccessiva dilatazione della dimensione istituzionale finirebbe per creare solo delle strutture inutili entro certi limiti oppure costose, entro certi altri, rispetto al bene da gestire, la Regione porti avanti una politica patrimoniale e di investimenti assumendosi le necessarie responsabilità di tipo gestionale. Ora, ci troviamo di fronte a questo parco di Villa San Remigio, che è di una dimensione quanto mai ridotta: potrà non essere pienamente accettata la definizione del Commissario di Governo che si tratta di un'area attrezzata; si tratta di un'area attrezzata nel senso che comprende oltre che una parte di patrimonio naturale, anche una parte di strutture (la sede del Comprensorio) che di fatto rendono strettamente interdipendenti le due componenti, sia quella naturale, sia quella della struttura edilizia; non solo, ma questa Villa San Remigio, essendo sede comprensoriale, ha da essere usata come tale, quindi ha una servitù di accesso e di fruizione pubblica legata strettamente alla funzione che eserciterà la sede comprensoriale; una funzione, quindi, sulla quale la Regione ha comunque delle responsabilità di tipo patrimoniale e gestionale. Il voler scindere queste responsabilità per quanto attiene i pochi ettari di parco che sono attigui alla villa, noi riteniamo che sia volutamente una enfatizzazione delle esigenze operative che si pongono e non vorremmo che questo precedente desse adito, per tutti quei patrimoni che la Regione andrà acquisendo (di castelli, oppure di beni culturali e monumentali) alla costruzione, attorno ad ognuna di queste realtà, della struttura istituzionale che appesantirebbe i costi di gestione e dilaterebbe comunque eccessivamente il tipo di enti che sono preposti alla valorizzazione di questi beni, quando poi questi enti devono anche trovare nella Regione un momento di sintesi, di riconduzione degli indirizzi agli effetti di operatività.
Per quanto riguarda Villa San Remigio la nostra opposizione è motivata dalle ragioni che ho detto: si tratta di una dimensione che non giustifica nuove strutture, né per quanto riguarda gli aspetti decisionali, cioè di coinvolgimento di livelli istituzionali di tipo diverso (è una proprietà tutta regionale) né per quanto riguarda problemi strettamente amministrativi, perché il fatto di gestire direttamente qualche ettaro di parco, o gestirlo tramite contratti amministrativi è un problema che si pone sia per la Regione, sia per il costituendo ente previsto nella legge istitutiva. Ho già detto, si tratta di una sede comprensoriale, quindi la Regione continua ad avere delle responsabilità che comunque la costituzione dell'ente non riesce a sottrarle; bisogna piuttosto riconsiderare il problema in funzione di una dimensione istituzionale di tipo diverso, che noi abbiamo indicato con riferimento all'Ente Villa Taranto, il quale potrebbe giustificare la creazione di una struttura apposita, unitamente a quella di Villa San Remigio, per realizzare un'operatività che abbia un significato ed un coinvolgimento anche di realtà istituzionale di tipo diverso.
Fatte queste considerazioni, noi riteniamo di dover porre questo problema come premessa ad una diffida all'Amministrazione regionale a voler affrontare tematiche di questo tipo con una disinvoltura di moltiplicazione di strutture, di enti, quando poi mancasse - sia per quanto riguarda il coordinamento politico, sia e soprattutto per quanto riguarda lo sperpero del denaro pubblico - la capacità di ricondurre ad effettive esigenze di economicità, e quindi di produttività, anche in termini di benefici sociali, la capacità di coordinare queste iniziative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la discussione, come ha già ampiamente illustrato il relatore, ha origine dal rinvio da parte del Commissario di Governo della le e istitutiva del parco, o area attrezzata Villa San Remigio.
A parere del Commissario di Governo la previsione di apposito ente di gestione contrasterebbe sia con l'art. 118 della Costituzione che con l'art. 66 dello Statuto regionale, secondo il quale la Regione dovrebbe normalmente esercitare le sue funzioni con deleghe a Comuni, Province ed altri Enti locali. La normativa proposta sarebbe inoltre in contrasto con la legge regionale n. 43 del 4 giugno 1975, di cui dovrebbe costituire un'applicazione. Si mette poi in evidenza la necessità di evitare il sorgere di nuovi apparati con relative e non sempre necessarie, quindi inutili, assunzioni di personale.
A parte la considerazione che questa ci sembra almeno la quindicesima legge istitutiva di enti, per cui ricade in una normativa già ampiamente approvata dal Commissario di Governo, in effetti, a me sembra che la Regione Piemonte non sia mai stata restia nella concessione delle deleghe che vengono sollecitate da parte del Commissario di Governo. Anzi, mi pare che abbia sempre svolto un'azione propulsiva in materia, sia a livello di sollecitazione che con la pratica concreta, cercando anche di superare e vincere ritardi e resistenze che alle volte si incontrano da parte dei destinatari delle deleghe, ritardi non sempre motivati da ragioni oggettive. Questo non significa, ovviamente, che non esista il problema della moltiplicazione degli enti e dell'eliminazione di molti di essi sia a livello regionale che a livello nazionale. Si sa quale reazione istintiva e negativa si suscita quando si parla della costituzione di nuovi enti perché si pensa immediatamente ad enti inutili, cioè a pesi di cui ci si va a gravare, costosi ed improduttivi. E' una reazione d'altronde più che giustificata. Da decenni ci si impegna a sfoltire la selva degli enti inutili; si sono creati e si creano Ministri ad hoc con risultati molto limitati. E' una diffidenza giustificata, quindi. Nei casi in esame, per non penso che ci si trovi di fronte al sorgere di enti non necessari sostituibili con altre forme di gestione più snelle e razionali. C'è innanzitutto, il rifiuto da pane del Comune di Verbania, che dovrebbe essere il destinatario della delega, di gestire direttamente l'area attrezzata del parco di Villa San Remigio, un rifiuto motivato non solo dalla mancanza delle strutture adeguate (ed è il Comune stesso a riconoscerlo) ma anche perché ritiene che il complesso della Villa, per il valore che rappresenta e che potrà sempre di più rappresentare, vada seguito con particolare cura ed attenzione, avvalendosi dell'apporto, il più possibile costante, di competenze e di specializzazioni che potranno trovare la loro naturale collocazione e valorizzazione in un organismo di gestione apposito. In pratica, quello che andiamo ad esaminare od a riesaminare. Mi pare che la posizione degli amministratori del Comune di Verbania sia molto responsabile e che costituisca anche un'indicazione utile per la stessa Regione, di cui si dovrebbe tener conto. Viene infatti da un Comune che per la sua collocazione naturale e per la partecipazione all'ente di gestione di Villa Taranto, ha acquisito una certa esperienza in materia. Di fronte al diniego del Comune (e tralasciando i problemi della limitazione delle assunzioni cui sono sottoposti gli Enti locali), se si scartasse quella soluzione, non rimarrebbe che la gestione diretta da parte della Regione.
Non credo che sarebbe la strada più valida anche in termini di costo perché il seguire da lontano la gestione di un patrimonio che è limitato si come estensione, ma è abbastanza qualificato come consistenza, può portare invece alla necessità di irrigidire gli stessi organici, con l'appesantimento dei costi relativi. Si tratta però di andare oltre una visione semplicemente in termini di costi e di benefici immediati e legarci anche, a mio avviso, all'impostazione più generale che abbiamo dato alla politica dei parchi, tra cui c'è Villa San Remigio, andando oltre la tutela vincolistica per impostare una politica attiva. Ed è questo un aspetto fondamentale che va colto, che non è meno importante della salvaguardia e della conservazione pura e semplice. Ma per inserire questi parchi ed aree in un contesto più generale, cioè perché si abbiano rapporti con la realtà circostante, come la scuola, gli studiosi, la gente, occorrono strumenti che siano in grado di far comprendere questa impostazione e di farla poi camminare. Questi strumenti sono costituiti soprattutto dagli uomini, che possono trovare la loro collocazione all'interno di questi enti di gestione. C'è la possibilità in questo modo di valorizzare le loro capacità, la loro preparazione e la loro competenza che spesso, sino ad ora, si sono tradotte in attività sì meritorie, ma spesso individuali ed isolate, all'interno di cerchie ristrette, mentre tramite questi enti di gestione possono trovare dei canali per avvicinare sempre di più la popolazione a questa problematica.
La politica dei parchi della Regione Piemonte ha un valore che è stato riconosciuto da personalità tra le più diverse; per esempio, da Antonio Cederna che, riferendo sul "Corriere della Sera" sul convegno di Camerino citava il Piemonte come una Regione all'avanguardia in questo campo.
E' anche vero che molto rimane da fare perché quanto esiste nella coscienza della gente di necessità di una maggiore tutela della natura si trasformi in atti concreti, in comportamenti coerenti sia dei singoli che delle associazioni e degli enti pubblici. Uno strumento possono essere appunto questi enti che costituiscono già una rete anche se ancora con maglie larghe e su un tessuto molto labile. E' anche il modo per coinvolgere un sempre maggior numero di esperti, di competenti, di persone che vogliono interessarsi di questi problemi per far sì che la politica dei parchi possa diventare una realtà sempre più viva nella nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Noi su questa legge ci asterremo, ed il motivo fondamentale della nostra poca convinzione è questo: non tanto perché questa legge non accoglie le osservazioni fondamentali del Commissario di Governo, laddove si dice che la legge contrasta con il principio di cui all'art. 118 della Costituzione, perché tra l'altro dobbiamo osservare che il Commissario di Governo ha già autorizzato altre quindici leggi a questo riguardo e la Regione ha fatto un suo piano compendiato in un volume "il verde ritrovato" che non si arresta a queste sedici o diciassette leggi, ma deve raggiungere i 41 parchi previsti dal piano regionale.
Poiché siamo sostanzialmente d'accordo su questo "verde ritrovato" perché sempre un maggiore numero di cittadini venga ad usufruire del verde regionale, pensiamo che queste leggi debbano proseguire. E' sull'altro aspetto delle osservazioni del Commissario di Governo che non concordiamo dove si riferisce alla costituzione di nuovi apparati con l'assunzione di ulteriore personale: è vero che i Comuni sono sovraccarichi di lavoro, per occorrerà anche che si dotino delle strutture e del personale necessari per poter svolgere i loro compiti. Se in questo caso non è possibile consentire al Comune di intervenire su questi aspetti - e lo auspichiamo per il futuro, anche perché per le leggi riguardanti il territorio il Comune dovrà andare a gestire una certa parte di verde - c'era l'opportunità di risolvere comunque la questione, al di là della costituzione di nuovi enti: la risoluzione era nella possibilità - tra l'altro emersa nel Consiglio comunale di Verbania - di andare ad una gestione integrata con Villa Taranto, che è adiacente. Questa Villa Taranto vede il Comune e l'Ente per il Turismo nella sua gestione; se la Regione avesse chiesto una sua presenza in questo ente costituito, ci sarebbe stata la possibilità di allargare la gestione di ambedue i parchi in una gestione integrata. Villa San Remigio è una struttura importante, che oggi accoglie il CO.RE.CO. di Verbania, gli uffici del Comprensorio, il Consorzio dei trasporti, quindi ci auguriamo che in futuro sia possibile addivenire ad un'integrazione delle due gestioni, anche per diminuire i costi ed evitare, appunto, che dopo aver abolito degli enti se ne vadano a costituire degli altri, con tutte le conseguenze di tipo economico che conosciamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente e colleghi, è stata qui richiamata dall'intervento del collega Biazzi la politica attuata dalla Regione Piemonte per l'attuazione di parchi. Noi diciamo subito di non avere niente da eccepire a quanto è stato fatto, anche lodevolmente, in talune occasioni per il passato. Ma nel caso in oggetto, e cioè quello riferentesi al parco di Villa San Remigio, dobbiamo richiamare le perplessità che già esprimemmo nel corso della prima legislatura, allorquando la legge fu varata; e dobbiamo, in particolare, adesso che siamo in sede di riesame, sottolineare la nostra opposizione convinta all'istituzione di nuovi enti. Il Comune di Verbania ha rifiutato la delega alla gestione di questa area, noi abbiamo (e siamo cittadini di quel Comune) fondate riserve in ordine all'atteggiamento assunto dall'Amministrazione socialcomunista di Verbania.
Comunque, teniamo a dire che siamo in ogni caso contrari alla costituzione di nuove strutture. Ci pare che il problema sia stato esattamente identificato, com'è una richiesta largamente condivisa anche dall'opinione pubblica, di cui vogliamo qui farci portavoce, dagli interventi dei colleghi Picco e Vetrino Nicola. Adiacenti al parco di Villa San Remigio ci sono i giardini botanici di Villa Taranto, noti in tutta Europa, che costituiscono una larga estensione di verde fruibile dai cittadini e che in oggi - come è stato ricordato - sono gestiti da un ente cui partecipano oltre al Comune di Verbania, l'Ente provinciale del Turismo, la Camera di Commercio. La soluzione migliore, in questo caso, andava ricercata proprio con una gestione integrata delle due aree, che avrebbe appunto portato al risultato di evitare la costituzione di enti che fatalmente verranno a pesare sull'economia pubblica di tutti i cittadini. Questo è un problema che resta comunque aperto e che, al di là del momento contingente di questa legge, la Regione dovrà pure un giorno o l'altro affrontare. Rinnoviamo l'invito, già formulato in altre occasioni, che si ponga seriamente allo studio la possibilità di un'integrazione con Villa Taranto perché in questo modo si verrebbe a creare un grandissimo complesso, posto in posizione centrale e in una delle posizioni più belle del Lago Maggiore, che consentirebbe veramente e giustificherebbe l'istituzione di un ente in più.
Oggi come oggi, dobbiamo dire di essere invece contrari a questa gestione solo per Villa San Remigio con un apposito ente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo esprimerà voto di astensione, non tanto per motivi che attengono al provvedimento in esame, ma per richiamare la Giunta sull'attenzione che noi abbiamo riguardo a questi problemi, specie per l'aspetto istituzionale di questa e delle altre vicende. Noi pensiamo che così come la prima legislatura ha segnato un risultato positivo (il raggiungimento di 24 parchi e di altrettante aree attrezzate) dal punto di vista della tutela del territorio, un altro sforzo sia necessario in questa seconda legislatura, per approfondire le modalità di realizzazione dell'oggetto della legge, sempre mirando alla tutela del territorio.
Manteniamo pertanto una posizione di astensione, proprio perché desideriamo sottolineare alla Giunta la nostra attenzione su questa complessa problematica e per evitare che un voto, che nella specie potrebbe essere favorevole, possa sembrare l'adesione ad un certo tipo di impostazione delle problematiche generali Devo dire quello che ho già detto nella prima legislatura: vanno bene le bandierine che individuano sul territorio questo nostro vincolo, però io non vedo nella realtà i parchi e le aree attrezzate, politica che il nostro partito ha propugnato fin dalla prima legislatura.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore ai parchi

In realtà non avevo intenzione di replicare, anche per il fatto che la relazione fatta dal collega Cerutti era esauriente sui motivi e le ragioni della ripresentazione della legge che il Commissario di Governo, al termine della passata legislatura, ha rinviato. Intervengo richiamandomi, pertanto alla relazione del collega Cerutti, non ripeto questioni da lui già affrontate, aggiungo alcune considerazioni per informazione ai colleghi che non erano in Consiglio nella passata legislatura.
E' vero che nella passata legislatura si è portata avanti una politica unitaria sui problemi dei parchi da parte delle forze presenti in Consiglio regionale; è vero che la politica dei parchi del Piemonte è stata assunta come punto di riferimento nel convegno che si è tenuto a Camerino, merito questo del Consiglio regionale. Non mi sono mai vantato di essere portatore esclusivo di questa politica.
Devo però dire che già nel passato ci sono state alcune divergenze significative (i colleghi ricordano la discussione su Stupinigi). Non vorrei che fosse il segno di una dislocazione diversa delle forze politiche rispetto a quello che abbiamo fatto in passato. Ci sono per Villa San Remigio ragioni contingenti che hanno preoccupato il Comune di Verbania: Villa San Remigio è stata oggetto di saccheggi; di lì l'esigenza di una gestione diretta. Ma la ragione più profonda è un'altra. Il parco della Villa San Remigio è soltanto uno degli esempi significativi di parchi pubblici e privati presenti sul Lago Maggiore e nella zona dei laghi. Con Villa San Remigio si è inteso avviare una politica di tutela e di qualificazione del sistema dei parchi e delle ville dei laghi.
Aggiungo, poi, che la Regione non ha operato a Villa San Remigio in modo sporadico, poiché gli interventi sono stati di carattere strutturale e hanno investito l'intera area riportandola ad un'organica funzionalità.
Per quanto riguarda le altre ville, in qualche caso non ci sarà bisogno di acquisire: sarà sufficiente giungere a convenzioni con i privati proprietari per forme di fruizione pubblica in ore determinate, come avviene per i monumenti di proprietà privata. Ecco quindi l'esigenza di partire da Villa San Remigio per costruire una struttura aperta ad una politica complessiva, più ampia. Certo, occorre il personale: prima non c'era il personale e non c'era la spesa, ma la villa è andata progressivamente degradando. Villa San Remigio, riorganizzata e ristrutturata, deve ora assurgere al ruolo di esemplare area floristica caratteristica dei giardini del Lago Maggiore.
C'è il problema della connessione con Villa Taranto: questo è stato l'obiettivo iniziale. Non escludo che la gestione vera e propria e l'intervento floristico debbano essere fatti con le attrezzature di Villa Taranto, stipulando delle convenzioni. Vogliamo che Villa San Remigio diventi una parte importante del complesso di Villa Taranto. E' bene allora colloquiare in termini paritari, da organismo di direzione e gestione ad altro organismo, e trovare le forme di integrazione.
Le considerazioni del collega Picco e di altri colleghi sono pertinenti: il principio di evitare la proliferazione degli enti là dove non è strettamente necessaria è senz'altro da prendere in attenta considerazione. Dobbiamo cercare, anche in altre zone, di fare riferimenti alle strutture che già esistono: penso al Parco delle Vallere, al Parco della zona di Superga e a quello di Santena che potrebbero essere fatti gestire dall'azienda La Mandria. Tutto questo richiederà probabilmente qualche mese per definire il necessario dispositivo legislativo e per affinare, sul piano politico, i rapporti con i Comuni interessati.
Tuttavia, i colleghi non dovrebbero preoccuparsi per la proliferazione di enti: perché tutt'al più ci si troverà di fronte a 30/35 Consigli direttivi, ognuno dei quali raggrupperanno una media di 8/10 persone (il che vuol dire 350/400 persone in una comunità di 4 milioni e mezzo di abitanti). Queste persone avranno un impegno specifico: l'impegno istituzionale di gestire una politica di tutela e di salvaguardia dell'ambiente, azione che, sotto il profilo della promozione culturale, è molto importante.



PRESIDENTE

Terminato il dibattito pongo ai voti, per appello nominale l'articolato.
Articolo 1 (Istituzione del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio) "Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituito, con la presente legge, il parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 (Confini) "I confini del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio, incidente sul Comune di Verbania, sono individuati nell'allegata planimetria in scala 1:25.000, facente parte integrante della presente legge.
I confini del parco naturale ed area attrezzata sono delimitati da tabelle portanti la scritta 'Regione Piemonte - Parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio', da collocarsi in modo che siano visibili da ogni punto di accesso e che da ogni tabella siano visibili le due contigue.
Le tabelle devono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 27 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 (Finalità) "Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'art. 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, le finalità dell'istituzione del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio sono: 1) tutelare le caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche culturali ed architettoniche del parco naturale ed area attrezzata 2) mantenere e valorizzare il patrimonio forestale 3) mantenere e valorizzare gli aspetti culturali ed architettonici presenti nel parco naturale ed area attrezzata concorrendo alla manutenzione delle entità architettoniche che costituiscono una componente inscindibile con l'assetto dell'area forestale in cui sono inserite 4) promuovere iniziative atte a consentire la fruizione del territorio a fini scientifici, didattici, culturali, ricreativi".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 (Durata della destinazione) "La destinazione a parco naturale ed area attrezzata, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente art. 2, ha la durata di anni 99, prorogabili alla scadenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 (Direzione ed amministrazione) "Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente art. 3 sono esercitate da un Consiglio direttivo composto da: a) tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, del Comune di Verbania b) tre rappresentanti, designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comitato comprensoriale del Verbano - Cusio - Ossola.
Il Consiglio direttivo adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione lo Statuto del parco naturale ed area attrezzata. Lo Statuto è approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Lo Statuto deve prevedere: a) il Consiglio direttivo b) il Presidente, da eleggersi fra i membri del Consiglio direttivo.
I membri del Consiglio direttivo e il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere riconfermati.
Alle riunioni del Consiglio direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Il Consiglio direttivo si avvale, nello svolgimento delle proprie funzioni, di un Comitato tecnico-scientifico, istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio direttivo, alle quali debbono essere invitati.
I piani di intervento per il conseguimento delle finalità di cui all'art. 3 sono predisposti d'intesa con la Giunta regionale.
Per l'espletamento delle funzioni di cui al primo comma del presente articolo il Consiglio direttivo utilizza il personale di cui al successivo art. 6 e può avvalersi degli uffici regionali, comprensoriali, provinciali e del Comune di Verbania".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 (Personale) "L'ordinamento e la pianta organica del personale del parco naturale ed area attrezzata sono disciplinati con legge regionale, sentito il Consiglio direttivo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 (Controllo) "Il Consiglio direttivo del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativo alle attività di amministrazione e di direzione del parco naturale ed area attrezzata, che vengono approvati dalla Giunta regionale.
I bilanci di cui al comma precedente devono essere presentati alla Giunta regionale: a) il bilancio preventivo entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce b) il rendiconto consuntivo finanziario, entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio direttivo del parco naturale ed area attrezzata diventano esecutive dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente devono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 (Vincoli e permessi) "Sull'intero territorio del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo e) abbattere o comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico, urbanistico.
f) costruire nuove strade ed ampliare le esistenti g) esercitare attività ricreative e sportive con mezzi meccanici fuoristrada h) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzioni di nuovi edifici o di strutture stabili o temporanee che possano deteriorare le caratteristiche ambientali del luogo.
Le norme relative al mantenimento dell'ambiente naturale e alla manutenzione ed utilizzazione delle aree boschive sono previste in apposito piano naturalistico e piano di assestamento forestale, ai sensi della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57.
Fino all'approvazione dei piani di cui al precedente comma, i tagli boschivi sono regolati in bue alle norme di cui all'art. 23 della legge succitata.
Nel parco naturale ed area attrezzata sono ammesse opere di manutenzione ordinaria e straordinaria nel rispetto delle norme di cui alla legge 29 giugno 1939, n. 1497".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 (Sanzioni) "Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'art. 8 della presente le comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 3.000.000 ad un massimo di L. 5.000.000, per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e) e g) ed alla limitazione di cui al secondo comma del precedente art. 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di L. 50.000 ad un massimo di L.
1.000.000, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere f) e h) dell'art. 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di L.
5.000.000 ad un massimo di L. 10.000.000.
I tagli boschivi effettuati in difformità della previsione di cui all'art. 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano le sanzioni amministrative da un minimo di L. 1.000.000 ad un massimo di L.
5.000.000, per ogni ettaro o frazione di ettaro su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo e terzo del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste, l'obbligo del ripristino che dovrà essere realizzato in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato Può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente art.
8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 (Vigilanza) "La vigilanza del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio è affidata: a) al personale di sorveglianza del parco naturale ed area attrezzata previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente art. 6 o degli enti di cui all'ultimo comma del precedente art. 5 b) al personale degli enti indicati all'ultimo comma dell'art. 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità dell'art 138 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 (Finanziamenti) "Ai fini dell'attuazione della presente legge, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1981 saranno istituiti i seguenti capitoli: 1) 'Spese relative alle opere di tabellazione del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio' 2) 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio'.
Negli stati di previsione della spesa per gli anni finanziari 1981 e seguenti sarà istituito il seguente capitolo: 1) 'Assegnazione regionale per le spese di gestione del parco naturale ed area attrezzata della Villa San Remigio'.
Gli stanziamenti dei capitoli di cui ai precedenti commi saranno stabiliti dalle leggi di approvazione dei relativi bilanci".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 (Entrate) "I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente art. 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 12 è approvato.
Articolo 13 (Norma transitoria) "I membri del Consiglio direttivo, di cui al precedente art. 5, vengono nominati dal Consiglio comunale di Verbania e dal Consiglio regionale entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri L'articolo 13 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 8: "Istituzione del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli"


PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione del progetto di legge n. 8: "Istituzione del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli" do la parola al relatore, Consigliere Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, relatore

La II Commissione ha approvato all'unanimità questo progetto di legge che riguarda l'area attrezzata della collina di Rivoli. Anche questa zona partendo dal nucleo iniziale ha prospettive di allargamento fino ai laghi di Avigliana. La proprietà non è regionale. La Commissione si è trovata d'accordo nel riproporre, così come è stato formulato dalla Giunta, il progetto di legge con la costituzione di un organismo per la gestione dell'area. Esistono nell'area fabbricati di interesse storico e culturale come il castello di Rivoli, che sarà opportunamente utilizzato in un contesto culturale e sociale. Non ripeto quanto ho detto per l'altra area perché c'è l'unanimità di intenti sull'approvazione del progetto di legge.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 (Istituzione del parco naturale e dell'area attrezzata) "Ai sensi della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, è istituito, con la presente legge, il parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli, Ente di diritto pubblico".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 (Confini) "I confini del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli, incidente sul Comune di Rivoli, sono individuati nell'allegata planimetria in scala 1:25.000, facente parte integrante della presente legge.
I confini del parco naturale ed area attrezzata sono delimitati da tabelle portanti la scritta 'Regione Piemonte - Parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli', da collocarsi in modo che siano visibili da ogni punto di accesso e che da ogni tabella siano visibili le due contigue.
Le tabelle debbono essere mantenute in buono stato di conservazione e di leggibilità".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 (Finalità) "Nell'ambito ed a completamento dei principi generali indicati nell'art. 1 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, le finalità dell'istituzione del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli sono: 1) tutelare le caratteristiche ambientali, paesaggistiche, culturali ambientali, naturali ed architettoniche del parco naturale ed area attrezzata 2) mantenere e valorizzare gli aspetti culturali ed architettonici presenti nel parco naturale ed area attrezzata, concorrendo alla manutenzione ed alla riqualificazione di entità architettoniche rilevanti quali lo storico castello di Rivoli, che costituiscono un componente inscindibile con l'insieme paesaggistico nel quale sono inserite, e promuoverne e gestirne la fruibilità pubblica a fini culturali 3) mantenere e valorizzare il patrimonio forestale 4) promuovere iniziative atte a consentire la fruizione del parco naturale ed area attrezzata, a fini culturali, didattici e ricreativi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 (Durata della destinazione) "La destinazione a parco ed area attrezzata, attribuita con la presente legge al territorio individuato dal precedente art. 2, ha la durata di anni 99, prorogabile alla scadenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto Si 51 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 (Direzione ed amministrazione) "Le funzioni di direzione e di amministrazione delle attività necessarie per il conseguimento delle finalità di cui al precedente art. 3 sono esercitate da un Consiglio direttivo composto da: a) tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, del Comune di Rivoli b) tre rappresentanti designati dal Consiglio regionale, sentito il parere del Comitato comprensoriale di Torino.
Il Consiglio direttivo adotta, entro 90 giorni dalla sua costituzione lo Statuto del parco naturale ed area attrezzata. Lo Statuto è approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Lo Statuto deve prevedere: a) il Consiglio direttivo b) il PRESIDENTE I membri del Consiglio direttivo ed il Presidente durano in carica fino al termine del mandato dei Consigli che li hanno eletti e possono essere riconfermati.
Alle riunioni del Consiglio direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale.
Il Consiglio direttivo, nello svolgimento delle proprie funzioni, si avvale di un Comitato tecnico-scientifico di esperti, istituito dal Consiglio regionale con propria deliberazione. I membri del Comitato tecnico-scientifico possono partecipare alle riunioni del Consiglio direttivo alle quali devono essere invitati.
Per l'espletamento delle funzioni di cui al primo comma del presente articolo, il Consiglio direttivo utilizza il personale di cui al successivo art. 6 o può avvalersi degli uffici regionali, comprensoriali, provinciali nonché del Comune di Rivoli".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 (Personale) "L'ordinamento e la pianta organica del personale del parco naturale ed area attrezzata sono disciplinati con legge regionale, sentito il Consiglio direttivo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 (Controllo) "Il Consiglio direttivo del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli redige annualmente un bilancio preventivo ed uno consuntivo, relativo alle attività di amministrazione e di direzione del parco naturale ed area attrezzata, che vengono sottoposti all'approvazione della Giunta regionale.
I bilanci di cui al comma precedente devono essere presentati alla Giunta regionale: a) il bilancio preventivo entro il 31 luglio dell'anno precedente a quello cui si riferisce b) il rendiconto consuntivo finanziario entro il 31 marzo dell'anno successivo all'anno finanziario cui si riferisce.
L'esercizio finanziario coincide con l'anno solare.
Le deliberazioni del Consiglio direttivo del parco naturale ed area attrezzata diventano esecutive dopo approvazione, con deliberazione, da parte della Giunta regionale.
Le deliberazioni di cui al comma precedente devono essere inviate alla Regione Piemonte entro 5 giorni dalla data nella quale sono state adottate e la Giunta regionale deve provvedere entro il termine di 15 giorni dal ricevimento degli atti. Trascorso tale termine le deliberazioni si intendono tacitamente approvate".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 (Vincoli e permessi) "Sull'intero territorio del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli, oltre al rispetto delle leggi statali e regionali in materia di tutela dell'ambiente, della flora e della fauna, nonché delle leggi sulla caccia e sulla pesca, è fatto divieto di: a) aprire e coltivare cave di qualsiasi natura b) esercitare l'attività venatoria c) alterare e modificare le condizioni naturali di vita degli animali d) danneggiare e distruggere i vegetali di ogni specie e tipo e) abbattere o comunque danneggiare gli alberi che abbiano un particolare valore ambientale, scientifico, urbanistico f) costruire nuove strade ed ampliare le esistenti, se non in funzione delle finalità del parco naturale ed area attrezzata g) esercitare attività ricreative sportive con mezzi meccanici fuoristrada h) effettuare interventi di demolizione di edifici esistenti o di costruzione di nuovi edifici o di strutture stabili o temporanee che possano deteriorare le caratteristiche ambientali del luogo.
Fino all'approvazione del piano naturalistico di cui all'art. 8 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, e del relativo piano di assestamento, i tagli boschivi sono regolati in base alle norme di cui all'art. 12 della legge medesima.
Nel parco naturale ed area attrezzata sono ammesse opere di manutenzione ordinaria e straordinaria".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 (Sanzioni) "Le violazioni al divieto di cui alla lettera a) dell'art. 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di L.
3.000.000 ad un massimo di L. 5.000.000 per ogni 10 mc di materiale rimosso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere c), d), e) e g) del precedente art. 8 comportano sanzioni amministrative da un minimo di L.
50.000 ad un massimo di L. 1.000.000, in relazione alla gravità del fatto commesso.
Le violazioni ai divieti di cui alle lettere f) e h) dell'art. 8 della presente legge comportano sanzioni amministrative da un minimo di L.
5.000.000 ad un massimo di L. 10.000.000.
I tagli boschivi effettuati in difformità dalla previsione di cui all'art. 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di L. 1.000.000 ad un massimo di L.
5.000.000 per ogni ettaro o frazione di ettaro di terreno su cui è stato effettuato il taglio boschivo.
Le violazioni ai divieti richiamati ai commi primo, terzo e quarto del presente articolo comportano, oltre alle sanzioni amministrative previste l'obbligo del ripristino che dovrà essere realizzato in conformità alle disposizioni formulate in apposito decreto del Presidente della Giunta regionale.
Delle violazioni viene redatto, dal personale di vigilanza, un verbale che dovrà essere trasmesso entro 15 giorni al Presidente della Giunta regionale, il quale, con proprio provvedimento da notificare al trasgressore, contesta l'infrazione e determina l'entità della sanzione.
Contro tale provvedimento l'interessato può produrre, entro 30 giorni dalla data della notifica, ricorso alla Giunta regionale, la quale si pronunzierà entro 90 giorni.
Per le violazioni al divieto di cui alla lettera b) del precedente art.
8 si applicano le sanzioni previste dalle vigenti leggi dello Stato e della Regione.
Le somme riscosse ai sensi del presente articolo saranno introitate nel bilancio della Regione".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 (Vigilanza) "La vigilanza del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli è affidata: a) al personale di sorveglianza del parco naturale ed area attrezzata previsto nell'ordinamento e pianta organica di cui al precedente art. 6 o degli Enti di cui all'ultimo comma del precedente art. 5.
b) al personale degli Enti indicati all'ultimo comma dell'art. 3 della legge regionale 4 giugno 1975, n. 43, e successiva modificazione ed integrazione, previa convenzione con gli Enti di appartenenza c) a guardie giurate volontarie, nominate in conformità dell'art. 138 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, approvato con R.D. 18 giugno 1931, n. 773, e che abbiano prestato giuramento davanti al Pretore".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 (Finanziamenti) "Ai fini dell'attuazione della presente legge, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1981 saranno istituiti i seguenti capitoli: 1) 'Spese relative alle opere di tabellazione del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli' 2) 'Spese per la predisposizione del piano naturalistico e del piano di assestamento forestale del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli'.
Negli stati di previsione della spesa per gli anni finanziari 1981 e seguenti sarà istituito il seguente capitolo: 1) 'Assegnazione regionale per le spese di gestione del parco naturale ed area attrezzata della collina di Rivoli'.
Gli stanziamenti dei capitoli di cui ai precedenti commi saranno stabiliti dalle leggi di approvazione dei relativi bilanci".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 (Entrate) "I proventi derivanti dalle sanzioni di cui al precedente art. 9 saranno iscritti al capitolo 2230 dello stato di previsione delle entrate del bilancio per l'anno finanziario 1980 ed ai corrispondenti capitoli dei bilanci successivi".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'articolo 12 è approvato.
Articolo 13 (Norma transitoria) "I membri del Consiglio direttivo, di cui al precedente art. 5, vengono nominati dal Consiglio comunale di Rivoli e dal Consiglio regionale entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 50 Consiglieri L'articolo 13 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 1 hanno risposto SI 51 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 14: "Modificazioni alla legge regionale 28 gennaio 1980 n. 5 'Istituzione del parco naturale ed area attrezzata del Sacro Monte di Crea' ".


PRESIDENTE

Esaminiamo ancora il punto sesto all'ordine del giorno: Esame progetto di legge n. 14: "Modificazioni alla legge regionale 28 gennaio 1980 n. 5 'Istituzione del parco naturale ed area attrezzata del Sacro Monte di Crea' ".
La parola al relatore, Consigliere Ariotti.



ARIOTTI Anna Maria, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il presente progetto di legge introduce alcune modifiche marginali, ma necessarie, alla legge regionale 28 gennaio 1980: "Istituzione del parco naturale ed area attrezzata del Sacro Monte di Crea", per uniformarla alla restante legislazione regionale in materia di parchi.
Tali modifiche sono state, naturalmente, concordate con la Diocesi di Casale, proprietaria del terreno. L'art. 1 prevede la presenza di un funzionario regionale, con voto consultivo, alle riunioni del Consiglio direttivo, in conformità con tutte le altre leggi regionali, istitutive di parchi e riserve naturali, alla cui gestione provvede un organismo come quello previsto dalla legge in argomento. Tale presenza costituisce il punto di raccordo fra l'Ente di gestione e la Regione e consente, inoltre di rendere omogenei i singoli interventi di salvaguardia ambientale.
L'art. 2 permette di introdurre, per quanto riguarda il taglio dei boschi, la sanzione amministrativa secondo le previsioni della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57: "Normative per la gestione del patrimonio forestale".
L'art. 3 corregge un errore di battitura contenuto negli artt. 9 e 13 della legge 5/1980.
L'art. 4 dichiara l'urgenza del progetto di legge, che ha visto l'approvazione unanime della II Commissione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo 1 - "L'art. 5 della legge regionale 28 gennaio 1980, n. 5, è così integrato: aggiungere, dopo il sesto comma, il seguente comma: 'Alle riunioni del Consiglio direttivo partecipa, con voto consultivo un funzionario della Regione, nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale' ".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - "L'art. 9 della legge regionale 28 gennaio 1980, n. 5, è così integrato: aggiungere, dopo il quarto comma, il seguente comma: 'I tagli boschivi effettuati in difformità dalla prescrizione di cui all'art. 12 della legge regionale 4 settembre 1979, n. 57, comportano la sanzione amministrativa da un minimo di L. 1.000.000 ad un massimo di L.
5.000.000 per ogni ettaro o frazione di ettaro su cui è stato effettuato il taglio boschivo' ".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - "Gli artt. 9 e 13 della legge regionale 28 gennaio 1980 n. 5, sono così modificati: ove leggesi articolo 7 leggasi articolo 8".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - "La presente legge viene dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 48 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Passiamo ora alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 47 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.
I lavori riprenderanno alle ore 15,15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,45)



< torna indietro