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Dettaglio seduta n.174 del 22/12/82 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Bilanci preventivi

Esame progetto di legge n. 279: "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1983" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Prosegue l'esame del progetto di legge n. 279: "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1983", di cui al punto quarto all'ordine del giorno.
La relazione è stata svolta questa mattina dal Consigliere Viglione.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, che cosa dire a proposito di questo bilancio? Venerdì 17 dicembre la Camera ha votato a maggioranza - ed il voto è stato confermato ieri dal Senato - l'esercizio provvisorio dì bilancio per il l marzo dell'anno finanziario.
Il provvedimento si è reso inevitabile poiché le gravissime fratture del Governo Spadolini non hanno reso possibile il tempestivo esame dei disegni di legge di bilancio e di legge finanziaria prima del 31 dicembre.
In sede di esame dell'esercizio provvisorio è stato approvato un emendamento che aumenta di oltre 4.000 miliardi il tetto dell'indebitamento così come è indicato dalla legge finanziaria, una norma questa che surrettiziamente la modifica in profondità, contraddicendo tutti i buoni propositi del nuovo Governo di contenere la spesa.
Abbiamo voluto ricordare quanto accaduto al Parlamento nazionale per sottolineare, come crediamo sia doveroso fare in questa occasione, la precarietà di una situazione che resta instabile e dubbia, che non consente né autorizza certezze alcune e per porre dei limiti precisi non soltanto al nostro intervento ma, più in generale, a quello che sarà il dibattito stesso. Infatti, pensiamo che sia proprio da questo stato di cose estremamente confuso e contraddittorio, che occorra prendere le mosse se si vuole arrivare ad un discorso serio e realistico basato su ipotesi attendibili e non su chimeriche illusioni.
Il governo regionale ha presentato nei termini previsti dalla legge il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 1983 e, a questo punto le regole del gioco vorrebbero che gli si desse atto di tempestività, di solerzia, nell'avere evitato di richiedere l'esercizio provvisorio. In realtà, al di là delle apparenze, al di là della puntigliosa volontà dimostrata dall'Assessore Testa, al di là della sin troppo enfatica esposizione del relatore Viglione che, andando anche oltre il mandato ricevuto, ha voluto farne una presentazione entusiastica addirittura raffigurandolo come un atto politico di rilevante impegno, quello che dobbiamo chiederci è se il documento che è portato alla nostra attenzione possa davvero essere considerato un vero e proprio bilancio costruito su dati reali, concreti o non piuttosto una semplice ipotesi contabile elaborata senza il suffragio e senza il conforto di alcuna ragionata attendibilità.
Noi propendiamo per questa seconda ipotesi e con abbondanza di motivazioni. Del resto, è la stessa relazione ad ammettere come il bilancio regionale sia stato preparato senza una legislatura di supporto, ma sulla base delle sole indicazioni contenute nella cosiddetta legge finanziaria ancora assai lontana dall'essere approvata. Siamo dunque in presenza di una costruzione senza fondamenta, in quanto la piattaforma si regge su qualcosa di inconsistente. La legge finanziaria manca tuttora, ancora sì attende che venga approvata, discussa e votata dal Parlamento nazionale.
Ma noi vogliamo andare oltre. Non soltanto questo disegno di legge manca di ratifica, ma anche è indicazione di un Governo, quello Spadolini oggi ormai defunto. Chi ci assicura che il nuovo Governo Fanfani vorrà integralmente riprenderlo? Chi ci garantisce che non subirà modifiche? Chi può darci sicurezza che non verrà peggiorato con l'introduzione di norme anche più restrittive in fatto di finanza regionale? Allora, se questo è vero, se fondate ed ammesse sono le condizioni di dubbio, di instabilità di incertezza, quale valore e quale credibilità può avere questo bilancio che offre come unica certezza l'incertezza della sua impostazione? Per cui noi, che negli anni passati abbiamo sistematicamente votato contro l'esercizio provvisorio di bilancio, non concluderemo oggi che sarebbe stato meglio, anche quest'anno, seguire questa prassi; tuttavia ci sentiamo in obbligo e in dovere di dire che forse sarebbe stato preferibile attendere qualche più sicura certezza o quanto meno presentare il documento come un atto puramente tecnico senza il contorno magniloquente ed enfatico che ha ricevuto invece dal relatore Viglione.
Tanto più che, per affrettare i tempi e rimanere entro i termini previsti del 31 dicembre, si è scelto di rinunciare alle consultazioni.
Siamo stati anche noi d'accordo che non fosse opportuno consultare gli Enti locali e le forze sociali nella settimana natalizia, riflettendo sul fatto che una simile calendarizzazione agli incontri, costretta entro questo periodo di festività, sarebbe venuta a rappresentare un vuoto rito ed avrebbe ancor più svilito l'istituto della consultazione che è già sufficientemente svalutato.
In coerenza con la posizione assunta nella conferenza dei Presidenti di Gruppo, noi voteremo senz'altro il documento che dovrebbe essere formulato dal governo regionale o dalle forze di maggioranza per il rinvio al 30 gennaio del termine utile entro il quale consultare i soggetti interessati nel quadro di una già sicura variazione di bilancio. Tutto questo però non può impedirci di tacere sul fatto che si è messo in atto un artificio, al fine di poter giungere senza ulteriori intoppi alla votazione di un documento provvisorio che andrà largamente reimpostato nel giro di qualche settimana. E questo soltanto per consentire al governo regionale la piccola ed orgogliosa soddisfazione di dire che, tuttavia, il bilancio è stato votato nei termini e non si è fatto ricorso all'esercizio provvisorio.
E' chiaro, dunque, da tutto quello che siamo andati sinora argomentando, l'appuntamento per il momento è soltanto rinviato al prossimo mese, non potendo noi prendere in considerazione questo che non ci sembra un bilancio attendibile, per cui consideriamo la vera nota reale di riferimento sullo stato delle finanze regionali la nota di variazione di bilancio che sarà presentata nel prossimo mese di gennaio.
Nel merito ci limiteremo ad evidenziare alcune osservazioni puramente di principio. Il bilancio è quello che è. Lo stesso Assessore Testa (il quale se ne è andato), nella relazione introduttiva, più assomigliante ad una lunga nota di doglianze e di lamentele, sottolinea la caratteristica di accentuata rigidità del documento, cosa che è anche provata dal fatto che le entrate regionali, ex art. 8 e 9, sono pari al 31,33 % dell'ammontare lordo delle entrate regionali, coperte da annualità già impegnate, mentre la spesa rigida copre il 52,60% delle disponibilità di spesa corrente ed il 46,59% delle disponibilità per spese di investimento. In buona sostanza, su un totale di circa 396 miliardi, le risorse non vincolate assommano a poco più di 98 miliardi. Si marcia cioè a grandi passi verso la paralisi progressiva dell'istituto regionale. Questo perché manca una disciplina organica della finanza regionale che è venuta a mancare con il 31 dicembre 1981.
In queste condizioni, anche più forte dovrebbe essere avvertita l'esigenza di non disperdere le risorse, di garantire l'efficienza alla spesa, di eliminare le ancora troppe aree di spreco: in una parola, di ripensare criticamente tutta l'azione regionale e il ruolo stesso che la Regione è chiamata a svolgere.
In verità, quanto alla mobilitazione delle risorse disponibili crediamo di poter dire che ancora non sia stato fatto tutto il possibile per privilegiare alcuni settori di intervento. Citiamo il nodo energetico, la legislatura urbanistica, meno punitiva, meno vincolistica, che avrebbero meritato attenzione massima, anziché adeguarsi, sia pure attraverso correttivi minimi, all'assistenzialismo, secondo un malinteso concetto di socialità che certo serve a guadagnare consensi e clientele, ma serve molto meno o serve affatto al superamento della crisi economica piemontese.
Quanto all'efficienza della spesa, il volume dei residui passivi è in pesante aumento, per carenza di cassa - sostiene l'Assessore Testa - ma anche per carenze dovute a cause strutturali proprie di questa Regione cause che occorre decidersi ad affrontare ponendo mano ad una radicale opera di semplificazione delle normative dei diversi settori ed avviando con coraggio e senza ulteriori esitazioni, un'incisiva legislazione di delega agli Enti locali.
Quanto alle eliminazioni delle aree di spreco, se è incontestabile che un certo impegno in questa direzione si è dimostrato, per esempio, con la riduzione delle spese per consulenze, è tuttavia altrettanto in controvertibile che è ancora presente la tendenza all'impiego inutile ed improprio di troppe risorse pubbliche.
Non crediamo sia il caso di soffermarci più di tanto sullo stanziamento consistente e considerevole in favore dei Comprensori che tuttavia, come è emerso nell'incontro che ieri la I Commissione ha avuto, si lamentano di avere pochi fondi e chiedono, insieme all'aumento dei gettoni di presenza maggiori stanziamenti per il loro funzionamento.
Il nostro pensiero in ordine a questi organismi è sufficientemente noto per averlo più volte enunciato e per averlo ribadito in un recente dibattito sulla riforma delle autonomie locali. Saremo i soli ad affermarlo, ma vogliamo sottolineare come, a nostro avviso, anche questa erogazione debba forse rientrare per certi aspetti in quelle cosiddette aree di spreco di cui abbiamo or ora parlato.
Qualcosa vogliamo aggiungere a proposito degli stanziamenti in favore degli enti strumentali. Avevamo apprezzato la proposta formulata in sede di I Commissione dal Capogruppo socialista Viglione di depennare dal bilancio 1983 tutte le somme già destinate a questi enti, mettendole nella variazione di gennaio, in attesa che gli enti stessi, documentando piani e progetti, producessero un'offerta di servizi che fosse veramente competitiva. Era un provvedimento più che mai consigliabile anche perch urgente. La stessa relazione infatti accenna alla difficile situazione economica e finanziaria dell'Ente di Sviluppo Agricolo, provvedimento che a nostro avviso, avrebbe concorso alla responsabilizzazione di tutti creando le premesse necessarie per ricondurre gli enti strumentali ad una più corretta esecuzione del loro ruolo, che deve essere solo quello di interpretare l'azione programmata regionale, non quello di dare vita a dei "corpi separati" della Regione. L'Assessore Testa aveva dichiarato di accettare, in linea di principio, questa tesi, ma è nostra impressione che questa proposta sia finita con l'essere molto annacquata. Si sono aumentati, è vero, gli stanziamenti in alcuni settori di produzione. Si è aumentato lo stanziamento in favore delle opere di forestazione. Ma non si è voluto, o non si è saputo, cogliere quella che, secondo noi, doveva essere la tesi conseguente ad una tale impostazione e, cioè, quella di trasmettere la somma così resa disponibile ad un costituendo fondo per lo sviluppo, che ancora manca totalmente.
A commento riassuntivo di queste brevi osservazioni, ci sembra di dover dire che questo bilancio, formulato con tutte le insufficienze di cui abbiamo detto prima, ha ignorato ancora una volta la programmazione della spesa regionale, distribuendo le poche risorse libere secondo una logica parziale e frammentaria e non secondo un organico disegno di obiettivi e di priorità senza procedere ad uno sforzo intelligente per almeno ritagliare un fondo per investimenti, tale da consentire gli opportuni collegamenti con tutta la politica di piano.
A questo punto, poco o nulla ci è dato esporre in merito all'allegato del bilancio pluriennale di cui tra l'altro siamo venuti in possesso soltanto l'altro giorno, poco o nulla perché, ritardi a parte l'impossibilità evidente di collegarlo al piano di sviluppo, che ancora manca, lo riduce ad un documento solo teorico. Del resto, questo ragionamento trova conforto, proprio in quanto affermato dallo stesso Assessore Simonelli (altro assente) che inizia la sua brevissima relazione avvertendo che siamo al livello, più che di previsioni, di supposizioni e quindi, di un quadro di riferimento di scarsa rilevanza programmatica.
Con questo intervento noi anticipiamo anche l'eventuale successiva dichiarazione di voto, dandoci appuntamento per i prossimi mesi per quella che sicuramente dovrà essere fatta, cioè la variazione di bilancio, vera e propria occasione per un più impegnativo confronto.
Riteniamo di anticipare che il Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale voterà contro il bilancio 1983 e conseguentemente contro l'allegato del bilancio pluriennale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Non credo che si possa continuare a versare lacrime sulla scarsa disponibilità di risorse libere e sulla progressiva caduta del ruolo delle Regioni, senza fare una seria riflessione sulle attuali difficoltà delle Regioni e degli Enti locali, tenendo conto che la crisi non è congiunturale, quindi non possiamo aspettare che passi la burrasca per riprendere il cammino. Alle Regioni viene sferrato un attacco neocentralista sotto la spinta del ricostituito Governo Fanfani che ha preso le mosse della Segreteria De Mita. E' una linea politica più risoluta che abbandona la politica del compromesso e del rinvio adottata nell'ultimo ventennio e che pone le forze politiche, le istituzioni e gli Enti locali di fronte alla nuova realtà. E, stante l'arroganza della Confindustria, con questa linea deve fare i conti anche il movimento operaio perché essa rimette in discussione lo stato sociale colpendo i ceti sociali più deboli.
Noi non abbiamo nel nuovo Governo la fiducia che ha espresso il relatore al bilancio, anzi, siamo certi che si stia preparando uno scontro che, se non verrà sostenuto unitariamente dalla sinistra per far saltare questo Governo, rischia di produrre gravi ripercussioni all'interno della sinistra stessa e gravi lacerazioni tra i lavoratori e le forze sindacali e di aprire nei confronti degli Enti locali la strada della strategia controriformatrice.
Dico questo perché non essendo sufficienti le risorse disponibili per rispondere alla domanda sociale, è necessario fare delle scelte ed una selezione rispetto ai bisogni da soddisfare.
Ecco il punto: chi seleziona la domanda? I bisogni cui rispondere sono il frutto di scelte operate a livello centrale in modo tecnocratico dove le scelte piovono dall'alto e sono controllate unicamente dal Governo; oppure tali scelte maturano a livello locale in un rapporto democratico tra società ed Enti locali? Il nostro partito auspica e lavora perché si realizzi la seconda ipotesi. La dimostrazione di quanto ho affermato si registra anche in questo bilancio, nel capitolo dei trasporti dove la riduzione del trasferimento dallo Stato alla Regione impone l'aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, facendo ancora una volta pagare i ceti più poveri.
L'obiettivo che è necessario raggiungere dell'autonomia della spesa della Regione, condizione irrinunciabile per programmare le scelte sul territorio, è legato da una parte alla capacità della Regione di liberarsi attraverso la delega del ruolo gestionale e quindi divenire realmente un ente programmatore e, dall'altra, alla capacità delle Regioni di aprire una battaglia nei confronti del Governo per poter disporre di risorse libere e con una previsione pluriennale.
Sul bilancio 1983 il nostro voto sarà favorevole, intanto perch riconosciamo lo sforzo ed il coraggio politico della Giunta nel presentare entro i termini questo atto di governo.
Detto questo non possiamo non rilevare come questo bilancio si configuri come bilancio tecnico, privo quindi di scelte politiche fondamentali. E questo deriva da due motivi: l'assoluta incertezza sulla disponibilità delle risorse in assenza della legge finanziaria e la mancata presentazione del piano di sviluppo.
Non mi soffermo né sulla rigidità crescente della spesa né sul fatto che la Regione diventa sempre più un'agenzia di spesa statale, questo attiene alla politica di strozzamento delle autonomie locali che ho poc'anzi richiamato.
Un giudizio politico più approfondito verrà sulle scelte che saranno indicate con la nota di variazione e con il piano di sviluppo. Da questo punto di vista condivido la scelta fatta dalla Commissione di rinviare le consultazioni con gli Enti locali quando questi atti saranno maturati.
Sin d'ora vorrei fare alcuni rilievi sul capitolo della formazione professionale. Una situazione di crisi come l'attuale necessita una formazione professionale nuova e diversa che sappia operare all'interno dell'apparato produttivo ed economico. Questo richiede l'aumento dei fondi disponibili, oppure una scelta che si orienti verso una formazione professionale più ridotta e più qualificata.
Sulla forestazione. Non credo alla politica della forestazione che nasce sulla base dell'emotività, derivante dai periodici disastri che colpiscono il nostro territorio.
Un discorso sulla forestazione comporta scelte coraggiose che produrranno i loro frutti fra molti anni, per questo noi riteniamo che la Regione debba impegnarsi fino in fondo in questo settore prioritario con un'azione incisiva e programmata.
Chiedo che la Giunta formuli un progetto articolato sulla forestazione delle aree territoriali pubbliche disponibili e presenti una relazione sulle cause della crisi del settore cartario.
Sull'area di attività, si dice: "comprimiamo l'area di attività, non facciamo più studi e ricerche. Utilizziamo questa parte per gli investimenti".
Io credo che questi discorsi siano demagogici, in quanto per governare e per compiere le scelte è necessario aggiornarsi, questa è una regola che vale sempre, ma è tanto più vero oggi che siamo chiamati a governare una realtà in rapido cambiamento, che dobbiamo conoscere se vogliamo governarla; per questo ritengo necessario fare studi e ricerche.
Ritengo invece che si debbano ottimizzare le risorse disponibili per studi, consulenze e ricerche, utilizzando al meglio le competenze di cui disponiamo come Regione.
In questo senso su studi e ricerche, occorre un programma completo dell'Amministrazione per l'anno 1983 che abbracci tutti gli Assessorati; la Giunta si impegni a presentarlo in I Commissione perché le forze politiche si confrontino.
Sugli enti strumentali ci vuole un confronto con gli stessi per conoscere i loro programmi.
Non condivido i discorsi sulla loro produttività riferita ai costi di mercato. Gli enti strumentali non solo devono fornire i servizi alla Regione, ma devono essere da supporto alle scelte politiche, quindi hanno un ruolo diverso.
Nel confermare il voto favorevole al bilancio preventivo 1983 attendiamo di valutare la nota di variazione e di verificare le scelte che verranno fatte a breve e a medio termine ed il rapporto tra queste scelte e gli obiettivi di più lunga scadenza del piano di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, su un passo della relazione Viglione ci siamo soffermati con particolare interesse, quello che abbina il dibattito del bilancio 1983 con quello del piano di sviluppo per trarre dai documenti le opportune considerazioni e conclusioni e per tradurle in documenti ed in atti di natura contabile ed amministrativa.
Il 22 ottobre 1981, nel dibattito sul documento di assestamento del 1981, affermammo che i repubblicani si sarebbero rifiutati di esaminare le cifre del bilancio '82 se non si fossero prima individuate le linee di indirizzo del secondo piano di sviluppo e se queste non fossero state accompagnate da un quadro di riferimento delle risorse disponibili nel periodo di piano. E' ciò che propone Viglione nella relazione al bilancio 1983. Quando il 30 aprile il Consiglio approvò il documento previsionale per il 1982 una bozza di piano esisteva sulla scrivania dei Gruppi consiliari. Pur registrando polemicamente il ritardo nell'avvio delle procedure per la discussione del piano, la proposta Viglione di questa mattina è stimolante e convincente. Meglio sarebbe stato se la Giunta avesse accettato il nostro intervento propositivo di oltre un anno fa ed avremmo guadagnato un anno.
Oggi, non abbiamo l'ottimismo e la speranza di un anno fa e stiamo pensando che legando l'approvazione del bilancio alla nascita del secondo piano di sviluppo si rischia di non far vedere la luce nemmeno al bilancio previsionale 1983. Naturalmente ci adopereremo perché questo non avvenga.
Pur non volendo entrare nel dettaglio delle cifre del bilancio, cosa che faremo con la consueta attenzione e pazienza dopo che il documento avrà vissuto la sua doverosa e indispensabile stagione delle consultazioni abbiamo letto la relazione della Giunta predisposta dall'Assessore al bilancio. Alcune considerazioni sono condivise, particolarmente quelle che auspicano il proseguimento di un rapporto tra Stato e Regione e sempre più intenso e più paritetico (e noi chiediamo che questo stesso rapporto più intenso e più paritetico la Giunta lo sappia sviluppare anche con gli Enti locali decentrati, i Comprensori, le Province, i Comuni e le USL) e condividiamo il principio esposto nel capitolo dedicato all'uso delle risorse libere laddove si dice che è necessaria una politica di grande rigore da parte di tutti coloro che spendono il denaro pubblico.
Recentemente l'Assessore Testa ha fatto presente all'opposizione democristiana che critica scelte che la stessa D.C. contribuisce a formulare.
Io dico che alla Giunta spetta di impedire queste deviazioni e di assicurare la coerenza. Questo deve avvenire anche in sede legislativa nella formulazione delle leggi. Perciò nelle Commissioni, oltre ai Commissari, devono essere presenti anche gli Assessori quando soprattutto si discutono i disegni di legge presentati dalla Giunta.
Il paragrafo della relazione dell'Assessore Testa al quale mi sono riferita tratta altresì di un altro argomento importante e stabilisce il principio del privilegio degli investimenti capaci di fungere da moltiplicatori rispetto all'economia piemontese.
La Regione deve contribuire a mettere ordine nello sviluppo della nostra economia. Quindi è necessaria a tutti i livelli un'opera poderosa di investimenti di modo che i risparmi vadano agli investimenti e non allo sperpero della finanza pubblica.
Il nostro Paese ha un modello assai diverso da quello degli altri Paesi occidentali con un settore pubblico molto sviluppato, con le imprese pubbliche controllate dall'IRI, la previdenza sociale e la sanità larghissimi settori pubblici che non si può pensare di privatizzare, ma che occorre rendere efficienti. Le Regioni hanno delle possibilità e delle responsabilità nel recupero di efficienza.
E' proprio rafforzando e migliorando la qualità del governo locale che si determinano concretamente le condizioni per migliorare nel suo complesso la qualità stessa del Governo nazionale, concetto che Viglione stamattina adombrava.
In questa visione un riordino razionale ed omogeneo del governo locale anche per sanare quegli scompensi che ancora esistono tra Regione e Regione, tra Comune e Comune, è auspicabile e per questo noi ci auguriamo che quel progetto di riforma delle autonomie, oggi all'attenzione delle Camere, veda presto la luce. Nel frattempo la Regione deve ancora fare alcune cose, quelle che da anni chiediamo nei nostri interventi, nei nostri ordini del giorno, nelle nostre proposte, dalla revisione degli impegni di spesa, alla riconsiderazione del ruolo degli enti strumentali, dal riassetto organizzativo della macchina regionale ai problemi di formazione del personale regionale, a quelli della qualificazione e della razionalizzazione della spesa. Tutti riconosciamo che c'è la necessità di adeguare la macchina dell'amministrazione alle nuove esigenze di uno Stato moderno e di Regioni moderne ed europee.
Non occorrono grandi riforme, forse per accelerare i nostri pagamenti non occorre rivoluzionare la ragioneria o sostituire gli addetti. Occorre prendere le mosse dallo studio delle procedure con le quali l'amministrazione lavora per dare indicazioni sui modi di lavorare della stessa. Quando dico amministrazione intendo in senso lato tale termine e parlo anche del Consiglio regionale. L'Ufficio di Presidenza ha recentemente affidato uno studio sulla ricerca delle tecniche legislative.
I nostri testi, per esempio, sono nella loro struttura periodale antitetici rispetto alle esigenze dell'informatica. Continuiamo a vantarci di avere il Centro di Calcolo più interessante, più produttivo, più moderno e più grande d'Italia, ma non abbiamo ancora affrontato il fatto che l'uso dell'informatica esige una crescente standardizzazione della terminologia ed una crescente consapevolezza dei vincoli che impone l'uso del calcolatore. L'aggiornamento delle tecniche di gestione e la verifica dei tempi di realizzazione si impongono anche perché è difficile rendere omaggio ai sindacati, agli imprenditori ed agli operatori se gli artigiani devono attendere anni per ottenere un contributo e i laboratori di analisi devono attendere alcuni anni per ottenere un documento. Di questo passo più nessuno crederà alla Regione, così come non crederà più nessuno alla partecipazione se i primi a dubitarne siamo proprio noi.
Il primo motivo per cui abbiamo accettato la procedura anomala sull'iter dell'approvazione di bilancio è proprio quello che in questo modo la comunità piemontese istituzionalmente organizzata, Enti locali e forze sociali, è garantita nel suo diritto di esprimersi rispetto a progetti che nella realizzazione la riguarderanno direttamente; maggiormente se contestualmente, si potrà intessere il dibattito sul piano di sviluppo. Se non sì farà così, la programmazione, alla quale bene o male ci obbligherà il piano di sviluppo, rimarrà un puro esercizio teorico, un'esercitazione culturale che si rivolgerà ad una struttura che sarà poi incapace di dare conseguenze operative coerenti e corrette.
In termini politici noi riteniamo che occorra un cambiamento, un rinnovamento determinato da conseguenze profonde tra forze che si riconoscono in una grande battaglia di trasformazione e di ammodernamento della nostra Regione. Nella relazione della Giunta e nella relazione Viglione viene sollecitato un contributo propositivo da tutti e noi crediamo che gli impegni ed i compiti che ci stanno davanti richiedono una collaborazione anche dall'opposizione, ma la collaborazione dall'opposizione è possibile di fronte ad un esecutivo che nella sua collegialità di indirizzo politico e di gestione amministrativa sia garanzia di un interlocutore unico, credibile ed affidabile.
Le tensioni politiche e partitiche non stimolano un clima collaborativo.
Auguriamoci che a queste tensioni non si aggiunga il peggioramento delle tensioni sociali. La comunità piemontese non è in ginocchio, ma nemmeno è in ottimo stato di salute.
Non ripeto cifre di sconforto che tutti abbiamo presenti nelle nostre menti.
Credo però che un momento di riflessione richiama oggi delle responsabilità verso chi è più in difficoltà. Sarà un'impressione personale, ma credo che il clima di solidarietà sia cessato. Oggi tra chi è al lavoro e chi è disoccupato vi è se non un conflitto una sostanziale indifferenza. Se su cinque operai di un'azienda uno viene licenziato ed uno viene messo in cassa integrazione, i tre che rimangono non hanno più quella solidarietà con gli altri due che fino a qualche tempo addietro era riscontrabile. Spetta anche alla Regione restituire un clima di fiducia e di solidarietà alla gente attraverso comportamenti istituzionali e politici degni di quella stima che i piemontesi ci hanno riservato assegnandoci a questi incarichi.
Non sarà possibile compiere passi avanti sul terreno del risanamento economico se non sarà pienamente ristabilita questa fiducia e l'assoluta idoneità della classe politica, quella classe che in questo momento ha anche il dovere di chiedere pesanti sacrifici in vista di riprendere con forza la strada dello sviluppo economico.
Il documento di bilancio 1983 contiene dietro le cifre la volontà di estrinsecarsi attraverso un metodo politico che con le sue scelte sia capace di far crescere un rinnovato clima culturale e sociale? Questo lo vedremo quando esamineremo al microscopio le cifre del bilancio. Oggi al Consiglio viene chiesto un voto a scatola chiusa, sulla fiducia. Noi non abbiamo dato fiducia a questo esecutivo, che si regge sulla fiducia di altre forze politiche. Il nostro voto è dunque un voto contrario anche se il voto odierno non condizionerà il più ragionato e circostanziato voto sulla valutazione della variazione di bilancio, sui progetti di bilancio compresi nelle aree di intervento.
Fin d'ora voglio assicurare la nostra piena disponibilità a trovarci solidali su tutti i provvedimenti che si ispireranno alla linea di revisione, di rigore e di risparmio che da tempo noi, e non soltanto noi indichiamo alla maggioranza e ci auguriamo sia evidenziata dalle cifre del bilancio 1983



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Astengo.



ASTENGO Giovanni

Signor Presidente, signori Consiglieri, svolgerò sinteticamente cogliendo l'occasione del bilancio, alcune considerazioni che si potrebbero definire di carattere retrospettivo su alcuni aspetti dell'attività della Giunta.
Dirò subito che intendo esprimere, anche con un certo disagio, il mio dissenso verso le ripetute manifestazioni di scarso impegno che si sono evidenziate nella gestione della politica del territorio. Il mio intervento sarà quindi costituito da una serie di osservazioni puntuali su questo particolare settore.
I segni dello scarso impegno cui facevo riferimento sono numerosi e ne accennerò qui soltanto alcuni, in termini di sommario di argomenti che credo, in altre occasioni, potranno essere sviluppati.
Accenno a questioni forse noiose e comunque note ma che, riassunte assieme, hanno qualche elemento significativo.
Il primo appunto riguarda la mancata distribuzione di quel "Rapporto sulla pianificazione e gestione del territorio" che era stato prodotto presentato in quest'aula e che doveva essere distribuito, non tanto perch un'opera che è stata redatta deve comunque circolare, ma perché vi era l'impegno di una discussione in Consiglio, sulla base delle conoscenze che il Rapporto forniva.
Le valutazioni in esso contenute potevano anche non essere condivise da alcune parti del Consiglio, ma meritavano comunque attenzione e discussione anche da parte del Consiglio stesso. Non solo questa discussione non è stata messa in calendario, ma il Rapporto giace ancora, in larga parte, in qualche scantinato nonostante vi fosse l'impegno, assunto dall'Assessore Simonelli, di inviarlo fra gli altri alle Università che pure lo richiedono perché esso costituisce un utile elemento di informazione.
A questo punto, quando sarà tenuta la discussione - e chiedo formalmente che essa venga effettuata - chiederemo anche la valutazione di ciò che è stato fatto nei due anni e mezzo che intercorrono dalla redazione di quel rapporto ad oggi.
La seconda osservazione riguarda una serie di inadempimenti della Giunta e, in particolare, dell'Assessorato all'urbanistica, in relazione alla legge 56/77 riguardanti alcuni atti amministrativi, di competenza della Giunta regionale. Nel corso di una discussione su un'interrogazione ho sentito lamentele circa uno di questi mancati adempimenti riguardante precisamente, le convenzioni tipo per gli interventi in territorio agricolo. Ma ci sono molti altri di questi inadempimenti: l'aggiornamento degli oneri di urbanizzazione, tutta la serie delle convenzioni tipo; le indicazioni di carattere generale e i criteri relativi ai regolamenti edilizi. Su questo argomento devo anche dire che la II Commissione si era offerta di lavorare per predisporre elementi di discussione, ma l'Assessore Simonelli, risentito, affermò allora che si trattava di materia di competenza della Giunta e che quindi spettava a lui il compito di intervenire nel merito; questo compito, però, fino ad oggi, non è stato ancora svolto così come non sono stati messi in circolazione quei modelli operativi per la formazione dei PPA che erano stati predisposti e che si tratta, se del caso, di correggere.
La legge 56/77, inoltre, prescrive la pubblicazione dei Piani Regolatori approvati sul B.U.R., ciò è accaduto per i primi due, ancora nel corso della precedente legislatura, dopodiché anche questo adempimento non è stato più effettuato (e si tratta di un adempimento necessario ai fini di un'effettiva conoscenza e della stessa certezza del diritto).
Vi è, infine, la vicenda del Cartografico che è paradossale.
Devo qui segnalare, senza i condizionali usati dalla stampa in un articolo, che nessun ripristino è stato compiuto nei locali del laboratorio dopo la visita e la riunione che la II Commissione vi tenne e nonostante gli impegni che in quell'occasione erano stati assunti.
Questa inattività che continua a protrarsi è motivo di mio disappunto personale. Dopo aver dedicato mesi per far sì che il Laboratorio Cartografico funzionasse, anche dopo l'incendio, dopo aver operato, dopo aver scritto una serie di lettere, non ho avuto una sola risposta, neppure dal Presidente della Giunta regionale che pure mi aveva conferito al riguardo un mandato specifico. Questi sono problemi, oltre che politici anche di correttezza.
La paralisi dei lavori comporta il rinvio sine die delle iniziative che pure erano state decise: la messa in moto del Laboratorio con gli organi amministrativi che avrebbe dovuto essere compiuta, visto che lo Statuto già è stato approvato. Pare invece che aleggi tuttora quel progetto di primo intervento di cui erano parti la SPEA e la CONCORDE, progetto che, mentre era originariamente concepito per sei mesi, parrebbe adesso dover coprire l'intero 1983.
Quanto alla legge regionale 17 di adeguamento alla legge Nicolazzi, nei giorni in cui veniva discussa, io ero sottoposto ad intervento chirurgico a Lione e seppi soltanto dopo che era stata introdotta una modifica, oggetto di una mia lettera alla quale non ho avuto risposta, che consentiva ai Comuni dotati di Piano Regolatore post '68 di impostare, su quel vecchio piano e non sul progetto preliminare dello strumento urbanistico generale redatto ai sensi della legge 56, il secondo PPA. Ciò consente di utilizzare ancora, per un lungo lasso di tempo, i vecchi strumenti urbanistici.
Quando seppi di questa innovazione introdotta in aula ebbi un moto di ribellione; essa significava, infatti, fornire il mezzo per impedire il rinnovamento di strumenti urbanistici ancora vigenti pur se ormai del tutto inattendibili in quanto la continuazione della gestione del territorio condotta seguendo i vecchi piani rende di fatto impossibile la trasformazione di questi in strumenti adeguati a dirigere le trasformazioni del territorio.
Si tratta di alcuni segnali che meriterebbero di essere studiati ed approfonditi quali indici della politica seguita nei due anni e mezzo trascorsi. Essi mostrano una coerenza interna, sono cioé diretti verso uno specifico disegno che mortifica quel progetto politico, enunciato nella seconda legislatura, che condusse alla formazione della legge urbanistica regionale e che era diretto a consentire alla comunità piemontese di programmare il proprio futuro attraverso la riprogettazione dell'assetto del proprio territorio.
Questo è un fatto che, politicamente, non potevo tacere; lo ritengo molto grave anche perché la sinistra socialista aveva fatto di questo progetto un punto preciso del proprio programma, un punto che era stato accolto nel programma ufficiale del PSI per le elezioni. Fu inoltre assunto, nel corso del direttivo regionale in cui fu approvata la composizione della delegazione socialista in Giunta, l'impegno alla continuità politica con la precedente legislatura.
Questi precisi impegni sono stati, almeno in questo settore chiaramente disattesi.
Questo fatto comporta l'affievolimento di quella spinta di rinnovamento che, piaccia o non piaccia, era stata l'elemento portante della Giunta della seconda legislatura. Ciò avrà degli effetti, in un prossimo futuro estremamente negativi.
Questa situazione non può essere condivisa perché ciò significherebbe l'autodistruzione, da parte della maggioranza, del proprio patrimonio culturale e politico.
Questi sono i motivi che mi hanno indotto a prendere la parola, per cui non posso certo esprimere una lode alla Giunta regionale. D'altra parte avevo fatto ben presente, al Presidente, in incontri che ho avuto con lui questo mio atteggiamento.
Il mio intervento può essere del tutto inutile, disatteso, ritenuto ininfluente, ma se in questa occasione, e anche su consiglio del mio Capogruppo, ritengo di aver già fatto un'operazione di chiarimento sufficiente, esprimendo questo mio dissenso, ho ben presente che esistono scadenze imminenti su cui potrà ulteriormente proseguire la verifica della politica effettivamente tenuta da questa Giunta: l'assestamento di bilancio e, soprattutto, il piano regionale di sviluppo. Quest'ultimo, che pure sarà esaminato con grande ritardo, potrebbe essere l'occasione per riprendere nel settore di cui vi ho parlato, quell'indirizzo politico che è stato abbandonato, di riprenderlo con uno slancio tale da annullare in tempi brevissimi le carenze che qui ho segnalato e di puntare verso il futuro con una politica propositiva che sia espressione di una continuità per la quale il PSI si era impegnato: una continuità politica che mi pare sia stata interrotta e che deve essere ripresa se si crede ancora negli ideali di rinnovamento, di trasformazione, di progresso e di riequilibrio in questa nostra Regione.
Il mio voto, in questo momento, è un voto di appoggio ma ha, nella sua chiara espressione, un significato di attesa, di un'attesa che non può per durare altri due anni e mezzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'onda lunga nella quale siamo da tempo profondamente immersi è quella della crisi economica mondiale che colpisce tutti i settori produttivi ed economici.
Massacesi, lunedì in una tavola rotonda diceva che di sei mesi in sei mesi sì, prevede e si attende la ripresa economica che però non arriva per cui è da ritenersi che questa crisi sia ancora lunga. Se questo è vero per ciò che riguarda la produzione industriale non è meno vero per ciò che riguarda la situazione monetaria.
Alla vigilia dell'incontro dell'OPEC gli esperti economici mondiali auspicavano contraddittoriamente, ma non senza fondamento, che il consorzio vivesse, che i prezzi non crollassero, proprio quei prezzi che nel 1973 e nel 1979 hanno creato la crisi economica.
Si è visto positivamente l'accordo dell'OPEC che da un lato aumenta le quantità prodotte e mantiene fermo il prezzo che, di fronte alla domanda ridotta, significa una caduta lenta ma non improvvisa e pesante dei prezzi del petrolio.
Vuol dire che viviamo un momento di grossa crisi che si ripercuote su tutto il sistema monetario. Si chiedono da tutte le parti nuovi interventi si parla di riportare avanti la parità monetaria e la convertibilità.
In un clima di incertezza come questo, chiedere certezze di risorse per la nostra realtà italiana, è fare della demagogia, è non vedere la situazione reale, è chiedere l'impossibile.
Lo stato della finanza pubblica è preoccupante soprattutto in Italia.
Il deficit pubblico è uno dei tre imputati con il costo del denaro e con il costo del lavoro. Su questo deficit occorre incidere con i provvedimenti che non possono non essere di carattere restrittivo e selettivo.
Il nuovo Governo e la D.C. hanno scelto una politica per governare la situazione. Non si può assistere inerti alla situazione attuale, non si pu non stimolare le difese del sistema economico in modo da facilitare la ripresa e far sì che la situazione sociale non degeneri.
Tutti ci auguriamo che la riforma finanziaria delle Regioni e degli Enti locali sia approvata al più presto. Questa legislazione deve avere due aspetti fondamentali: la perequazione fra gli Enti locali. Sappiamo che i grandi Comuni hanno avuto, con riferimento alla spesa storica ed agli incrementi percentuali, molte risorse che non sempre ha utilmente utilizzato. Senza possibilità di reperimento di risorse non si può avere responsabilità di spesa.
Viviamo in un momento di incertezza, dobbiamo superarlo. Non ci è consentito trovare certezze in una situazione come questa.
In questo quadro si inserisce il bilancio del 1983 della Regione Piemonte. Siamo lieti che il bilancio sia giunto entro i termini dell'esercizio precedente. Questo conferma quanto dicemmo l'anno precedente: non si può fare il bilancio anche in fase di incertezza economica, anche in fase di incertezza legislativa.
Quest'anno si è voluto approvare ad ogni costo il bilancio entro il mese di dicembre. Non si sono tenute le consultazioni e noi, tra la proposta perentoria di farle tra Natale e Capodanno e la proposta più realistica di farle successivamente, abbiamo preferito la seconda ipotesi.
Siamo però consapevoli che si continua a compiere atti diseducativi perché non si applicano quelle procedure che noi stessi abbiamo votato.
La relazione dell'Assessore ci ha delusi. E' una relazione a senso unico, tutta centrata sulla scarsità delle risorse e sulla rigidità del bilancio. E' una relazione dialettica e non introspettiva dell'azione reale della Regione.
In verità c'è stato un incremento delle entrate: il fondo comune è aumentato del 13%, c'è stato l'incremento dei fondi vincolati, anche se c'è la riduzione del fondo nazionale dei trasporti, aumenta il fondo dell'edilizia, vengono trasferiti altri stanziamenti tanto è vero che la spesa complessiva prevista in bilancio prevede un aumento di risorse da 875 miliardi a 1.072 al netto della spesa sanitaria.
Certo, in queste risorse gioca l'avanzo che è fasullo e giocano altri elementi di reimpostazione, ma c'è un aumento reale di trasferimento in valore numerale.
La rigidità ha altre cause come dimostra l'andamento del quinquennio '78-'82. L'entrata complessiva dal 1978 al 1982, al netto della spesa sanitaria, aumenta del 124%; le risorse libere aumentano del 120%; le spese di funzionamento del 152%; le spese ricorrenti di natura rigida aumentano del 350%; le reimpostazioni vere e proprie aumentano del 460 % e le risorse amministrabili autonomamente si riducono al 29%.
Se facciamo il raffronto '82-'83 abbiamo la conferma di questa analisi.
Le spese di funzionamento passano da 86 miliardi a 108. Le spese ricorrenti da 126 miliardi a 142 e le spese relative agli esercizi precedenti da 87 miliardi a 162.
I fondi statali reimpostati arrivano a 150 miliardi ai quali dobbiamo aggiungere le prenotazioni di impegno (che valutiamo attorno ai 40 miliardi).
La parte del bilancio rigida passa da 299 a 412 miliardi e passa dal 10% al 13%. Nessuna entrata potrà consentire di uscire rapidamente dalla rigidità che abbiamo creato con le nostre mani, con gli impegni pluriennali, con un sistema di scarico sul futuro.
Sulla realtà di oggi pesa il passato e pesa la chiusura del bilancio 1982 che ha un disavanzo di oltre 50 miliardi per la mancata stipulazione dei mutui. La rigidità si fa sempre più pesante. E' vero che in parte è dovuta alle deficienze di cassa, ai mancati trasferimenti o ai più rallentati trasferimenti del Tesoro, pero e altrettanto vero che stiamo andando verso forti records: 500 miliardi di residui aggiunti a 164 miliardi di reimpostazioni e a circa 30 miliardi di prenotazioni di impegno superano i 700 miliardi di spesa ferma non attivabile.
Gioca l'espediente dei mutui come partita di pareggio, espediente che non sarà però sostenibile all'infinito e la tabella C allegata al bilancio lo dimostra. Gioca anche l'espediente della prenotazione di impegno.
Entrando nel merito riteniamo che questo bilancio non sciolga i nodi che avevamo individuato e sottoposto all'attenzione della Giunta e della maggioranza nella seduta del 30 aprile quando discutemmo il bilancio di previsione 1982.
C'è prima di tutto il nodo della programmazione. Questo tema è stato toccato dal collega Astengo con una valenza politica ed una critica alla Giunta così severa che non potrà non avere degli effetti politici.
La nostra critica ha un'ottica leggermente diversa: la caduta di tono della programmazione.
Non c'é alcun piano di sviluppo (l'anno scorso c'era uno stanziamento di 4 miliardi), quest'anno sul piano è stato presentato unicamente un propositivo senza alcun stanziamento.
Scarso è il rapporto con le autonomie locali e con i livelli comprensoriali. La consultazione dell'altra mattina ci ha resi consapevoli dello stato di profondo disagio nel quale si trovano gli Enti locali e i Comprensori: manca il dialogo, manca una qualunque indicazione che consenta di svolgere i compiti di programmazione, mancano indicazioni sulle priorità. Le risorse libere sono indicate nel loro totale.
Lo stesso dicasi per gli enti strumentali. Il taglio dei fondi pu essere un'azione di tamponamento, un preavviso, ma non si può chiamare politica della Giunta nei confronti degli enti strumentali. Il fatto è che non ci sono gli indirizzi per una politica degli enti strumentali: si è avvertito nel dialogo con la Finpiemonte, con L'IRES, con L'ESAP. In I Commissione abbiamo rivolto una severa critica nei confronti della gestione del CIS che, non solo non è competitivo, ma non riscuote la fiducia degli Enti locali.
Nelle consultazioni che terremo nel mese di gennaio avremo la possibilità di evidenziare questi problemi.
Non si può dire che le risorse vincolate ci obbligano a fare soltanto l'agenzia della spesa. E' un ruolo minimale non più accettabile. Queste risorse sono vincolate, ma utilizzabili a fronte di scelte che la Regione può compiere facendo un discorso di programmazione per il riequilibrio e per lo sviluppo. I fondi per l'edilizia non servono al riequilibrio? Allo sviluppo? La loro allocazione sul territorio non ha significato ? I fondi per l'ecologia non hanno questo significato? Sono fondi importantissimi come gli altri, hanno sì il vincolo ma hanno uno spazio di azione che deve essere colto con un programma e con un'azione politica.
Lo stesso vale per l'utilizzo del FIO sul quale si fanno severe critiche che peraltro dà una possibilità di azione per quest'anno e per il futuro.
Non è stato scelto il nodo della revisione della struttura regionale un progetto c'é in proposito nel nuovo piano di sviluppo, ma non se ne sono create le premesse per l'attuazione. L'opinione esterna è che la Regione non funzioni, che non risponde alle esigenze dei cittadini, che sia lenta non attenta, che non operi.
Crescono le spese di funzionamento, l'area di attività aumenta di 6 miliardi, altre aree diminuiscono.
Che dire del bilancio pluriennale? In aprile lo chiamammo un bilancio generico. Oggi è un abbozzo di bilancio che soddisfa soltanto l'esigenza di poter disporre di un documento legislativo. Si prevede per il fondo comune un aumento del 10%. Non vi è alcun finanziamento per le lezi regionali, si accantonano rispettivamente per gli anni '84 e '85, 74 miliardi e 70 miliardi per il piano di sviluppo: un'ipotesi minimale non gestibile. In queste condizioni non si pu preconizzare l'utilizzo del bilancio pluriennale come strumento di gestione della Regione. Da queste osservazioni emerge chiaramente il nostro giudizio su questo bilancio. Montefalchesi motiva il voto favorevole dicendo che si rinviano le scelte, noi diamo un giudizio severo e negativo a questo bilancio e votiamo contro.
E' un bilancio che non decide, oggi però non è consentito non scegliere, non decidere e rinviare indefinitamente. In aprile dicevamo testualmente: "Siamo ad un bivio. Con l'inazione possiamo contribuire ad affossare rapidamente la riforma regionale, con un riesame rigoroso, con un'azione coerente possiamo invece far sì che la riforma regionale viva rafforzi la vita democratica del Paese e contribuisca lentamente ma solidamente alla ripresa del nostro Piemonte. E' nostra fondata opinione che la maggioranza e la Giunta che ci governano - non sappiamo se per deliberata scelta o per inerzia o per impossibilità di raggiungere adeguate sintesi decisionali - non abbiano scelto o meglio abbiano imboccato la prima via, quella che conduce alla paralisi assumendo così gravi responsabilità anche in relazione al futuro del Piemonte".
Per quel senso delle istituzioni che caratterizza il nostro partito da sempre, per quello che rappresentiamo nella società, formuliamo questo giudizio critico e severo, tuttavia con intensa preoccupazione.



PRESIDENTE

Interrompo brevemente il dibattito per informare che il CIPI ha deciso questa mattina di prorogare sino al 30 giugno 1983 la cassa integrazione per i lavoratori delle aziende GEPI.
La parola ora al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ci riconosciamo nell'esposizione che ha fatto il Consigliere Viglione.
Il bilancio che abbiamo di fronte rileva alcuni dati di fondo che non possiamo mai dimenticare: penuria di risorse, incertezze nella finanza locale e regionale, incertezze acuite dalle ultime vicende in Parlamento con le repentine giravolte in materia di politica fiscale. Un attacco neocentralista che colpisce tutti.
Sono d'accordo con quanto diceva il collega Brizio che lo sfondo di tutta la nostra attività è sempre dominato dall'onda lunga della crisi.
Pensiamo però che le cause di questa lunga crisi siano ben più profonde di quelle di carattere monetario. Per noi sono di natura strutturale; proprio per questo non potranno essere risolte con aggiustamenti di carattere monetario. Questo è indubbiamente un tema dì grande rilevanza su cui è aperto il dibattito non solo nel nostro Paese ma anche a livello internazionale; verrà ripreso anche qui quando affronteremo la discussione degli argomenti finanziari.
Perché parliamo dì attacco al sistema delle autonomie, agli Enti locali e alle Regioni? Partiamo dai dati. Il sistema delle autonomie, Enti locali e Regioni è l'unico settore del comparto pubblico che è rimasto nei limiti del tasso d'inflazione programmato dal Governo. Altri settori del comparto pubblico hanno sfondato i vari tetti. E' grave che da molte parti, anche dal Governo, sia stata alimentata una campagna che vuole presentare le Amministrazioni locali come responsabili degli sprechi. Noi certamente non neghiamo che ci siano alcuni Enti locali, alcune Regioni colpevoli di ritardi e di sprechi. Non pensiamo però che possano essere addebitate al sistema complessivo delle autonomie responsabilità pesanti in questi settori. Le cifre lo smentiscono.
Siamo d'accordo che il deficit pubblico è il vero imputato della crisi ma andiamo a vedere chi lo ha alimentato e come si sono comportate le autonomie in materia di spesa. Come si presenta, per esempio, la situazione dei Comuni al 31 dicembre 1982? Deve essere versata ancora la quarta rata del 1982. A bilancio è disponibile solo il 40 % di questa rata. Al Senato sono stati presentati alcuni emendamenti per ovviare a queste carenze, ma sono stati respinti dal Governo. Per cui oggi il Governo è in debito verso gli Enti locali di oltre 6.000 miliardi. 6.000 miliardi su poco più di 17.000 a disposizione significa aggravare pesantemente la situazione dei Comuni, soprattutto di quelli con popolazione inferiore a 20.000 abitanti.
Quali sono le prospettive della legge finanziaria 1983? Rispetto al tasso di inflazione programmato del 13 % mancano oltre 2.000 miliardi; ma anche con i 2.000 miliardi, secondo il calcolo dell'ANCI, mancheranno le risorse per il riequilibrio e per la perequazione verso i Comuni meno dotati di risorse.
A questo scopo servirebbero 226 miliardi per i Comuni sotto i 20.000 abitanti e 678 per i Comuni al di sopra. Per le Comunità montane vengono proposti stanziamenti per 120 miliardi nel 1982, gli stessi del 1981; e così per il 1983. Un 13% di taglio netto, al di là della retorica che si fa sulle condizioni della montagna. Per il fondo trasporti mancano 700 miliardi. Per la sanità mancano altri 1.500 miliardi per garantire l'aumento del 13%.
Le entrate della Regione: 13 % sul fondo comune puro, quindi meno del 10% effettivo. Abbiamo inoltre l'ILOR bloccata al 1981 ed il venir meno della fonte degli interessi attivi. C'è la conferma che le tasse sovrattasse automobilistiche sono riconfermate nella misura dell'80%. In origine era prevista una metà a favore delle Regioni e l'altra metà a favore dello Stato. Ora invece apprendiamo che l'intero incasso va a favore dello Stato e alle Regioni rimarrà il 5 %.
La situazione è difficile ma è resa più grave perché si colpiscono gli strumenti tramite i quali si può intervenire per portare il Paese fuori dalla crisi.
Lo Stato, insieme alle autonomie locali può intervenire per riequilibrare i meccanismi del mercato che sono entrati in crisi. Non dimentichiamo che il vero spreco è la mancata utilizzazione della capacità produttiva. L'indicazione che esce da questo bilancio è quella di mobilitare tutte le risorse, interne ed esterne. C'è però il timore che se le cose continuano ad andare avanti in questo modo, ci ritroveremo a mobilitare solo i deficit. Oggi non riusciamo nemmeno ad ottenere le risorse che ci competono in virtù di una politica di tesoreria del Governo che probabilmente è anche incostituzionale.
E' importante puntare sulla mobilitazione delle risorse esterne al bilancio. Con il rinnovo del contratto di tesoreria, dietro il quale si delinea la possibilità di mettere a disposizione del nostro sistema produttivo e degli Enti locali circa 1.400 milioni in quattro anni, si pu dare una risposta concreta da parte della Regione alle esigenze del nostro sistema delle autonomie locali e di quello produttivo.
Quali sono le priorità all'interno del bilancio? Punti centrali sono l'occupazione, il sostegno all'economia, il riequilibrio del territorio, la forestazione legata ai settori produttivi, come il settore cartario, anche se ad ampio respiro.
Scelta importante è quella di fare delle consultazioni approfondite con il prossimo gennaio. Esse ci permetteranno inoltre una verifica su quanto è stato fatto nella prima metà della legislatura e di dare le indicazioni per il piano territoriale, per il bilancio pluriennale, per riempire di contenuti i progetti integrati che riguardano l'Ossola, la Valle Scrivia la Valle di Susa.
In questi ultimi tre mesi è stata vanificata l'azione portata avanti per anni dall'Assessore alle finanze in particolare, e della Giunta in generale, per smaltire i residui passivi. Molti mandati di pagamento già predisposti non possono essere pagati e tradotti in risorse per la comunità regionale. E' una responsabilità grave del Governo.
Concordiamo con la richiesta di verificare l'attività degli enti strumentali. La situazione odierna spinge le forze autonomistiche a chiedere il cambiamento delle scelte che il Governo compie verso le autonomie e verso le Regioni. Senza questo cambiamento viene meno la possibilità di dare da parte nostra un contributo concreto per portare la Regione ed il Paese fuori dalla crisi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, introdurrò il mio intervento con qualche considerazione su quanto ha detto il collega Astengo che mi pare altamente significativo e non vorrei che venisse considerata una strumentalizzazione questo riferimento.
Quell'intervento è particolarmente importante perché valuta l'attività della Giunta in un settore specifico e finisce per dare uno spunto oggettivo alla discussione, posto che in questa sede non si fa una discussione sul bilancio, perché non di bilancio si tratta, ma di un documento contabile le cui conclusioni saranno conseguenti alla definizione della legge finanziaria e quindi alla prima nota di variazione di bilancio.
E' allora estremamente interessante ricordare il destino cinico dei ricorsi storici.
Ricordo che Astengo concluse, prima di una tornata di ferie, una battaglia sulla legge urbanistica ben più meritoria per la maggioranza ed una sconfitta ben più meritoria per l'opposizione.
In quella occasione il prof. Astengo aveva cercato di illustrare a noi profani il senso di una legge urbanistica e ci aveva portati in giro per l'Italia a leggere il nostro territorio per cercare di capire gli elementi di cultura e di politica; ci aveva parlato, ad esempio, del colore delle colline toscane e del paesaggio veneto costellato di ville padronali e ci aveva anche parlato della caratteristica del Piemonte.
Pur non avendoci convinti sulle scelte di politica urbanistica e territoriale che non erano coerenti secondo la nostra valutazione, ci era sembrato di capire che la legge 56 tentava non soltanto di bloccare un processo distorto di sviluppo edilizio, di sviluppo industriale e socio economico, ma soprattutto tentava di recuperare alla collettività il suo habitat e di dare alla stessa linee di comportamento per il futuro.
Chi gestisce oggi le scelte fatte dalla maggioranza di allora si sente richiamare dal prof. Astengo su comportamenti inadempienti che non rispettano neanche i rapporti tra colleghi e soprattutto non rispettano gli accordi politici che erano a monte di quella maggioranza.
Non intendo né enfatizzare né strumentalizzare l'intervento del prof.
Astengo, sappiamo che la riforma del comportamento delle istituzioni sul territorio la coltiverà fino a quando avrà energie fisiche.
E' una delle poche occasioni in cui si entra nel vivo dei problemi della Regione ed apprezzo la sua riserva di prendere le distanze da questa Giunta qualora nel piano di sviluppo non ci fosse un recupero di questa tensione ideale, morale e politica sul territorio.
Il piano di sviluppo si potrebbe identificare come il semplice adempimento ad un dettato dello Statuto, è qualcosa che bisogna fare, si mettono insieme alcune cose che sono il risultato di sconfitte precedenti la successione dei diversi progetti, quello che è rimasto in fondo al setaccio lo si elenca e lo si chiama piano di sviluppo.
Quando arriveremo alla discussione sul piano di sviluppo, sono convinto che la coerenza del prof. Astengo farà premio della sua fedeltà ad impegni di partito e di maggioranza.
Certamente questa nostra maggioranza ha governato la Regione non avendo i voti, ma avendo rappresentanza politica. Adesso abbiamo la netta impressione che abbia i voti ma non abbia più la rappresentanza politica.
E le dichiarazioni del prof. Astengo ce lo dicono.
In questa misura, Assessore Testa, diventa ridicolo enfatizzare l'atto di governo che lei avrebbe fatto portando sui nostri tavoli, nei termini tecnici e giuridici, il bilancio 1983.
Questo non è un bilancio perché manca del suo preliminare che è la consultazione con le parti sociali ed il mancato confronto sarebbe estremamente pericoloso perché verrebbe meno una delle caratteristiche del nostro Statuto che vede nella partecipazione delle categorie dei cittadini gli atti più significativi della Regione, l'atto concreto con cui si vuole avvicinare l'istituzione al cittadino.
E' un atto di governo che apprezziamo nella giusta misura e che non enfatizziamo. Certamente ha valore di testimonianza di una classe politica che vuole modificare i suoi comportamenti.
Quella che il Consigliere Viglione ha letto non mi è sembrata una relazione di maggioranza, ma un apprezzamento del comportamento dell'Assessore Testa.
Nel punto cruciale e politico della relazione, Viglione ha riproposto la divaricazione che esiste tra questo Consiglio in ordine alla crisi del Piemonte, le valutazioni di altri che non sono mai nominati.
Se il punto cruciale è la crisi della vita della Regione-istituzione questa non può coincidere con i fenomeni di crisi produttiva e sociale che sono esterni rispetto all'istituzione ma deriva dall'insufficienza dell'istituzione di rispondere alle esigenze della collettività anche laddove il fatto accidentale della crisi non è presente. La crisi dell'istituto regionale esiste ben al di là delle situazioni di crisi specifiche contingenti e cruciali.
L'altro argomento che introduce il Consigliere Viglione è che il bilancio sarà ancorato al piano di sviluppo. Il piano di sviluppo è sui nostri tavoli e non riesco a capire in che misura le risorse regionali saranno condizionate dal piano di sviluppo, vista la sua modestia e la sua limitatezza, soprattutto in termini propositivi.
D'altra parte è stato proprio Viglione a dirci che i piani non contengono mai indicazioni concrete.
Quindi mi sembra fuori luogo ritenere che ci sia un nesso tra questa legge finanziaria ed il piano di sviluppo.
Così come mi pare infondata la speranza della collega Vetrino che il piano di sviluppo ci ancorerà alla programmazione. Non ho ben chiaro che cosa sia la programmazione. Oso pensare che sia un principio per cui tutti i comportamenti dell'istituzione o di un soggetto pubblico sono armonizzati o armonizzabili all'obiettivo conducente.
Non mi pare però di trovare nel piano di sviluppo predisposto dalla Giunta quella linea in ordine alla quale dovremmo armonizzare i comportamenti finanziari dei diversi Assessorati.
Un'affermazione poi nel bilancio e nelle dichiarazioni del Consigliere Viglione, mi sembra estremamente grave, laddove si parla di fallimento della Giunta in ordine alla sua capacità di governo degli enti strumentali.
Mi sembra curioso che il Consiglio non abbia mai avuto una comunicazione da parte della Giunta in ordine alla capacità di governare gli enti strumentali.
Nei confronti di questi enti strumentali si procede poi con il più abusato degli strumenti, il taglio delle risorse. Ritengo che il taglio delle risorse farà le persone preposte agli enti ancora meno capaci di governare di quanto non lo siano, perché alla loro incapacità, che è dimostrata, si aggiungerà la paura di non avere i soldi, quindi questo provvedimento inserito nella legge finanziaria significherà il blocco degli enti strumentali.
Viglione ha detto che gli enti strumentali della Regione, qualora ne siano prestatori, devono prestare i servizi a condizioni di mercato.
Sono curioso di vedere come funzionerà l'Istituto Cartografico. Devo peraltro dire che, data l'organizzazione del nostro Statuto, questa è l'unica occasione di confronto tra Giunta e Consiglio.
Le minoranze sono cadute in una grossolana trappola da tempo, quella che la Giunta ci porta a discutere sempre e soltanto sulle risorse disponibili e mai su quelle indisponibili, quasi che la Regione fosse nata per gestire solo le risorse disponibili.
La creazione della Regione ha una ragione molto elementare: la capacità di rendere ai cittadini servizi significativi e adeguati alle loro esigenze e di portare allo Stato centrale le domande che provengono dal tessuto sociale.
Una Regione industriale, colpita prima dalla necessità di riconversione e poi dalla crisi deve essere attenta e sensibile ad incidere sul cruento del programma, ma deve anche sapere gestire le risorse in termini finali di servizio.
Questo è un aspetto non secondario della legge di bilancio perché se non approfittiamo di questa occasione di confronto per misurare i risultati della Regione sul territorio, mi chiedo quali strumenti rimangono che non siano quelli episodici dell'interrogazione e dell'interpellanza, per verificare in che misura l'istituzione è funzionale sul territorio e verso i cittadini.
Dei 2.000 miliardi della sanità non ci interessa sapere se spendiamo di più o di meno, ma vorremmo conoscere le linee di risparmio, di intervento di scelta.
Nessuno in questa sede le ha illustrate. Non c'è stata occasione di dibattito.
Per la formazione professionale si auspicano più risorse e migliore qualificazione finale, ma io ritengo che il problema della formazione professionale non si risolve con l'incrementare delle risorse, ma incominciando a rivedere dalle radici questa tematica complessa.
Il voto del PLI sarà negativo perché, pur mettendoci nella logica in cui si è messa la Giunta che giustifica le sue scelte in ordine alla sua capacità di essere moltiplicatrice di risorse in periodo di crisi, di produrre investimenti e di modernizzare il Piemonte, pare a noi che la distribuzione delle risorse nelle aree non sia né funzionale n soddisfacente rispetto agli obiettivi che la Giunta ha dichiarato di voler perseguire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi, la discussione sul bilancio ha dei confini piuttosto incerti perché è un'occasione che da un lato serve per fare valutazioni di ordine politico-generali sui comportamenti del Governo centrale o sull'attività della Regione e dall'altro serve per sottolineare l'autonomia dei Gruppi consiliari - è essenziale alla vita democratica delle istituzioni -, le carenze, le insufficienze, gli elementi di ombra e di dubbio su aspetti particolari delle politiche regionali. Gli interventi svolti dai Consiglieri del Gruppo socialista hanno evidenziato le incertezze e le carenze dell'esecutivo regionale e su quelle considerazioni si può concordare o meno.
La discussione che faremo sulla prima variazione al bilancio 1983 chiarirà le posizioni delle forze politiche, anche di quelle di maggioranza sugli obiettivi regionali, sui modi per meglio perseguirli.
Il nostro Gruppo rileva che la procedura concordata per l'esame del bilancio di previsione 1983 discende da una serie di considerazioni oggettive: vi è l'incertezza delle finanze pubbliche in un quadro che tende a ridurre il deficit pubblico, per il quale occorre lo sforzo solidale dello Stato e delle articolazioni delle Regioni e degli altri Enti locali.
E' vivace nel Paese la discussione attorno alla crisi fiscale dello Stato ed attorno alla necessità di razionalizzazione della spesa pubblica.
Per intanto occorrerebbe cominciare a distinguere tra stato assistenziale e stato sociale.
Non ci soddisfa l'espansione del primo, mentre siamo per l'espansione progressiva del secondo.
Approviamo le politiche restrittive, ma non credo si possa richiamare sempre la crisi per giustificare un'impossibilità d'azione.
A fianco delle politiche restrittive e di contenimento del deficit pubblico occorre anche attivare politiche di sviluppo per uscire dalla spirale perversa in cui stiamo progressivamente scivolando.
Anche i bilanci degli enti pubblici scontano quella che è la crisi del sistema economico e sociale, unita ai ritardi con cui si procede alla riforma delle autonomie locali.
Con l'approvazione del bilancio si vuole dare un segnale alla comunità che vi è la disponibilità immediata delle risorse, seppure scarse, e che la Regione vuole esprimere autorevolezza e credibilità nell'assumersi il ruolo di governo.
Una riflessione è opportuna sul ruolo della Regione lungo linee che vedono sempre più privilegiato l'indirizzo e sempre meno quello della gestione diretta, sempre più l'attività per programmi e sempre meno l'attività per Assessorato o per interventi spiccioli.
Il bilancio e le risorse a disposizione devono essere elementi di aggregazione delle forze vive e produttive della Regione.
Questo bilancio è già un'indicazione di alcuni interventi, di alcune priorità e di alcune finalizzazioni: il discorso delle infrastrutture dell'ambiente, della formazione professionale.
Per quello che riguarda il rinvio delle consultazioni credo sia stata una scelta corretta perché non sembrasse un mero coinvolgimento formale tale da non consentire di analizzare a fondo il bilancio e di assumere un ruolo propositivo.
Quanto alle questioni dibattute nella giornata di oggi attorno al ruolo degli enti strumentali, della definizione delle politiche regionali, siamo dell'avviso che non basti la manovra monetaria di riduzione delle risorse ma che invece occorra approntare una politica complessiva del loro intervento.
Non tutti gli enti strumentali sono attivi, non tutti sono autosufficienti, anche se non tutti chiedono l'intervento della Regione.
Siamo fortemente preoccupati dal fatto che L'ESAP progressivamente abbandona il suo ruolo di programmazione, ad esempio, per quanto riguarda i programmi zonali della legge n. 20.
Altre considerazioni analoghe potrebbero essere fatte per gli altri enti strumentali; ritengo tuttavia che questa discussione debba essere rinviata ad una seduta specifica che affronti il tema della politica complessiva per gli enti strumentali.
Tutto sommato ci troviamo sempre più in presenza di una crescente scarsa visibilità dei bilanci, per dissipare la quale occorrono chiari processi decisionali, diversamente avremmo il rito annuale del bilancio ma a questo non sarebbero di supporto chiare politiche regionali.
Riteniamo che il giudizio politico sia rinviato alla prima variazione di bilancio che faremo su elementi certi, anche quella legata al secondo piano di sviluppo a cui affidiamo vitale importanza.
In assenza di scelte precise, di strategie globali e di indicazioni di obiettivi a cui la gente si possa identificare e per i quali si possano sopportare i sacrifici, è difficile continuare a governare la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Qualunque pubblico amministratore che si preoccupi della situazione economica è spaventato quando si tratta di mettere a punto bilanci, anche modesti, quali quelli della Regione e dei Comuni da cifre come quella comunicata ieri dal Ministro Goria alla Commissione del Senato, che dovrebbe essere il punto di partenza per l'amministrazione finanziaria dello Stato nel 1983: 246 mila miliardi.
Evidentemente per far quadrare la nota finanziaria dello Stato bisognerà stabilire quali potranno essere le entrate e quali dovranno essere le uscite.
Lo Stato ipotizza di portare in cassa complessivamente 167 mila miliardi che sono coperti per 132 mila miliardi da ipotetiche entrate tributarie e da 35 mila miliardi, entrate extra tributarie, che sono le cosiddette quote di contributo del Fondo Sanitario, ritenute su pensioni e stipendi dei dipendenti, proventi di multe e così via.
Il che non basta nemmeno a pagare tutto il personale statale in servizio e in quiescenza, ci sono poi gli acquisti dei beni e dei servizi dell'amministrazione dello Stato, gli interessi del debito pubblico, le passività del sistema previdenziale e sanitario, il trasferimento agli Enti locali.
Qui ci siamo anche noi. Ne mancano 13 mila miliardi. Ma non è finita qui. Ci sono i debiti dell'83 che sono calcolati in 19 mila miliardi, più l'incremento del sistema produttivo, contribuendo anche alla sua capitalizzazione e si parlerebbe di altri 47 mila miliardi.
Fatta la somma, mancano 79 mila miliardi per arrivare ai 246 mila miliardi che dovrebbero essere recuperati attraverso il cosiddetto ricorso al mercato che, in definitiva, è un indebitamento (emissione di BOT ed i CCT).
Questi sono i problemi che stanno di fronte ai Ministri Forte, Bodrato e Goria. C'è poco da andare per il sottile; Salgari nei suoi libri scrive che quando il vascello era in balia di un naufragio cominciava a buttare a mare tutta la zavorra e qualche volta anche le botti di vino ed il resto.
A questo punto che cosa c'è da pensare? Che l'una tantum straordinaria finirà con il diventare ordinaria e che chi può e fin quando può si dovrà pagare le spese sanitarie.
Inoltre si dovrà agire con la scure sulle spese previdenziali, sulle spese sanitarie e sulle spese degli Enti locali.
La Regione Piemonte dovrà fare la sua parte incominciando a risparmiare dove può per cui, oltre alla scelta oculata nell'impiego del denaro, deve diminuire le spese di rappresentanza, quelle dei viaggi degli amministratori e dei tanti dipendenti che vanno a destra e a sinistra quelle delle trasferte, dei contributi vari, ecc.
Ho l'impressione che se ci mettessimo a tavolino a fare i conti qualche centinaia di milioni salterebbe fuori.
Per qualche anno di tutto questo bisognerà farne a meno o quasi. I decreti legge che verranno emanati nei primi mesi del 1983 faranno piangere mezza Italia.
D'altro canto non ci sono alternative perché, per la verità, si è già riso abbastanza.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio pluriennale

Due brevi annotazioni: la prima in ordine ai problemi del bilancio pluriennale e del piano di sviluppo, la seconda in ordine ai temi sollevati dal Consigliere Astengo in ordine alla politica urbanistica della Regione.
Gli interventi dei Consiglieri hanno colto un dato inoppugnabile della realtà delle risorse pluriennali di cui può disporre la Regione, l'assoluta scarsità delle risorse libere a disposizione per gli interventi di piano argomento che vale, da solo, a giustificare l'estrema prudenza con la quale affrontiamo i temi della programmazione regionale in questa legislatura.
Marchini ricordava come di fronte ad un coacervo dì risorse pluriennali dì 145 miliardi nel triennio, nessuno dei quali utilizzabile nel 1983 e che dovranno essere ripartiti sulla base delle indicazioni del piano e del programma pluriennale di attività e di spesa per finanziare le leggi regionali, comprese quelle già in vigore, il quadro delle risorse sia estremamente povero e precario.
Questo dato sarà di incentivo nel valutare le nuove spese da finanziare sulle leggi.
Vorrei brevemente rispondere alle considerazioni critiche del Consigliere Astengo che hanno introdotto temi di grande interesse e di utilità al Consiglio e che potranno essere oggetto di discussione approfondita.
Il Consigliere Astengo ha accusato la Giunta di aver compiuto un ribaltamento della politica seguita nella scorsa legislatura ed è stato bravo.
In genere, l'Assessore all'urbanistica e la Giunta vengono accusati, in quest'aula e fuori di qui, di non avere rimosso in questi due anni e mezzo di legislatura i guasti prodotti dalla gestione dì Astengo nei cinque anni precedenti, quindi l'accusa è speculare rispetto a quella che è stata fatta qui con generosità dal Consigliere Astengo. Non è questa però la mia opinione.
I punti individuati nell'intervento del Consigliere Astengo meritano di essere discussi uno per uno anche perché sono in buona parte eredità della scorsa legislatura.
Forse il Consigliere non ha dato sufficiente rilievo alla necessità di modifica della legge 56.
La Commissione ha concluso i lavori e saranno rassegnati alla Giunta nei prossimi giorni, quindi sarà possibile, dopo la pausa natalizia incominciare il confronto sul progetto complessivo di riforma della legge 56.
Anche il regolamento edilizio tipo è in fase avanzata di lavorazione e presto avremo modo di discuterlo.
Circa l'istituto Cartografico posso comunicare al Consiglio che abbiamo compiuto gli atti decisi nella riunione della I Commissione.
L'altro ieri abbiamo avuto la riunione con tutti i rappresentanti dei Dipartimenti del Politecnico per mettere a punto la convenzione tra Regione e Politecnico per avviare il primo programma.
I modelli operativi relativi ai programmi pluriennali di opere pubbliche previsti dalla legge n. 17 sono in corso di elaborazione e saranno inviati ai Comuni quanto prima.
La deliberazione sull'individuazione dei Comuni tenuti all'obbligo del PPA non è ancora pervenuta in Consiglio non per responsabilità dell'Assessorato e della Giunta atteso che è stata presentata in Commissione nel mese di ottobre.
La Giunta ritiene, in altri termini, di avere svolto i compiti che le sono derivati dal programma e dal voto del Consiglio. Certo, vale la pena di discutere ancora su questi temi con la franchezza e con l'ampiezza di tempo necessaria, fermo restando l'impostazione di questa Giunta che non è quella di capovolgere la linea politica urbanistica ma è quella di adeguarla alle novità intervenute sul piano legislativo e sul piano della realtà che vede i Comuni impegnati in una difficile opera di pianificazione urbanistica rispetto alla quale non valgono né gli anatemi né le sparate generiche, ma vale il lavoro attento, meticoloso, accurato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio annuale

In sostanza, è un bilancio con tutte le caratteristiche dei bilanci; è un bilancio che avendo ripartito tutte le risorse disponibili, ha effettuato le scelte politiche che la Giunta intendeva effettuare relativamente alla disponibilità delle risorse per il 1983.
E' un atto imperfetto nel senso che sono mancate le consultazioni, ma questa carenza non inficia quello che sta a monte. Si è concordato, in sede di Commissione, che le consultazioni si sarebbero tenute successivamente e che la Giunta si sarebbe impegnata in relazione al loro esito di apportare o in sede di nota di variazione, o in sede di assestamento (ragionevolmente penso nel mese di giugno), le modifiche necessarie.
Alle scelte politiche proposte dalla Giunta in sede di consultazione si potrà proporre scelte politiche diverse o simili che andranno a modificare certi capitoli in meno rispetto ai capitoli che devono essere modificati in più.
La previsione relativamente alle risorse e al bilancio 1983 non pu essere positiva nel senso che non ho colto né nelle dichiarazioni dei Ministri finanziari né in quelle del Presidente del Consiglio la volontà di aumentare le risorse agli Enti locali.
L'anno scorso presentammo un bilancio tecnico, quest'anno presentiamo un bilancio con caratteristiche politiche. Ritengo che la politica di rigore alla quale si richiama il Consigliere Vetrino sia già contenuta in questo bilancio. E' sempre difficile stabilire i limiti di una politica di rigore perché qualsiasi bilancio rappresenta le volontà della Giunta per l'anno successivo, ma si porta dietro le scelte fatte negli anni precedenti: alcune di queste scelte sono state fatte in periodi sensibilmente diversi rispetto ad oggi.
Il passato non può essere ignorato e le conseguenze del passato si riverberano sul futuro. Il processo di rigore non è un processo della Giunta, anche se chi governa ha la maggiore responsabilità, ma è un processo globale che coinvolge tutti perché nel momento di approvazione delle leggi tutti governiamo, maggioranza e minoranza.
L'intervento del Consigliere Brizio è l'altra faccia del bilancio infatti Brizio è sempre molto abile a rivoltare il bilancio e farne vedere tutti gli aspetti che la relazione non ha.
Non voglio entrare nel merito delle cifre che ha citato che sono cifre esatte ma posso contestare l'ottica con cui vede questo bilancio.
Gli contesto, per esempio, le osservazioni sui fondi statali reimpostati e sui residui passivi.
Il Consigliere Brizio dovrebbe per obiettività ricordare che nel 1982 la Regione ha speso 283 miliardi in meno rispetto all'anno scorso perch nelle casse della Regione sono entrati 283 miliardi di meno.
Non voglio entrare in questa polemica che più volte ha visto in quest'aula dibattiti sulla politica dell'allora Ministro Andreatta.
E' un dato di fatto. Dai 600 miliardi dobbiamo detrarre 283 miliardi quindi il discorso si dimezza. Annotazione che mi consente di dire che la situazione della cassa regionale è costantemente in peggioramento perché la diminuzione dei trasferimenti da parte dello Stato alle Regioni porterà ad un buco di cassa prevedibile di 400 miliardi.
Nella relazione al bilancio dello scorso anno dissi in quest'aula che la situazione di cassa andava peggiorando e che nel 1982 non saremmo stati in grado di mantenere la politica del 1981 e mi spiace di poter dire che ero stato un facile profeta perché preferirei che qualcuno mi rinfacciasse di aver sbagliato.
Quanto agli enti strumentali avremo presto modo di discutere; so infatti, che l'Assessore Rivalta ha già preannunciato un dibattito sulla loro gestione e sui loro problemi economici.
Va sottolineato che la legge sulla grande viabilità trova capienza in questo bilancio e questa è la dimostrazione della volontà della Giunta di impegnare le risorse, anche se limitate per mettere in moto un processo economico più ampio.
E l'obiettivo di investire mobilitando maggiormente le risorse esterne viene perseguito sia nella politica di bilancio sia nella politica di rinnovo della Tesoreria.
Su questo darò ampia informazione al momento opportuno anche in sede di Consiglio.
La scelta politica della Giunta è quella di sostenere l'economia piemontese, di mobilitare i pochi fondi a disposizione in modo moltiplicativo malgrado la limitatezza.
Molti miliardi sono stati investiti in voci e capitoli di spesa che sono in grado di attivare altri miliardi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Intervengo brevemente per ringraziare i Consiglieri che hanno sostenuto la relazione al bilancio e quelli che ne hanno fatto una severa critica.
Mi rivolgo a coloro che hanno fatto una severa critica. Mi sono annotato tre punti ai quali voglio rispondere: la Regione non è attenta e non risponde alle esigenze della collettività. Con la modestia, ma anche con la dovuta fermezza respingo questo giudizio, perché la Regione è un punto di riferimento politico e sociale di grande rilevanza soprattutto nei confronti del Governo spesso sostituendosi in compiti che altri dovrebbero svolgere.
La Regione non fa scelte al di fuori dei numeri scritti in questo bilancio. Ricordo le grandi scelte fatte in campo energetico, in campo sanitario, nel campo dei trasporti e per il recupero della produttività e il rilancio dell'economia piemontese. Mi preme anche sottolineare il ruolo che il Piemonte ha avuto nei confronti del Governo nazionale. Siamo riusciti a strappare 64 miliardi dal fondo investimenti ed occupazione, e non sono pochi.
La Regione non ha la rappresentanza politica. Devo dire invece che la Regione ha rappresentanza numerica e politica ed un disegno progettuale politico complesso che trae le origini dalla seconda legislatura. Tutto si racchiude in una politica di rigore e di giustizia e questa non è soltanto la scelta del governo regionale, ma è anche la scelta del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Finite le osservazioni dei Consiglieri e le repliche della Giunta passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il Gruppo socialista voterà compatto il bilancio di previsione 1983.
Desidero ringraziare tutti i Gruppi che hanno preso parte con diligenza ai lavori preparatori della I Commissione.
Le condizioni economiche degli anni 1975, 1976, 1977, sono sostanzialmente cambiate. A volte però ho l'impressione che fra noi qualcuno abbia delle tentazioni e dei ricordi che il poeta Cardarelli definiva "ombre troppo lunghe del nostro breve corpo".
Ci riferiamo sempre a lontani ricordi di bilancio e a lontane situazioni politiche ed economiche. Dobbiamo prendere atto del cambiamento e cambiare la nostra azione.
Leggiamo la tabella dei livelli di inflazione dei vari Paesi della Comunità e rileviamo l'enorme distanza che esiste tra l'Italia (17%) e la Germania (4% ).
Questo scarto nell'ambito della Comunità Economica Europea ci costringe ad operare in condizioni finanziarie molto difficili. Il Consiglio deve prendere atto di questa situazione, contribuire a dare quella spinta di cui il Paese ha bisogno per ricondurre l'inflazione al di sotto dei due numeri ed allineare l'Italia ai Paesi della Comunità Europea.
Si critica la Francia socialista di, Mitterrand, noi invece rileviamo che proprio quel Governo, con interventi finanziari massicci, con le riforme, ha portato l'inflazione all' 8 % .
Allora bisogna cambiare tutto, bisogna sconfiggere i meccanismi che anche noi socialisti abbiamo esaltato, che però si sono dimostrati vani.
Votiamo questo bilancio con questo spirito, ripromettendoci di affrontare nel mese di gennaio l'esame del bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Farò qualche breve considerazione per sorreggere il nostro voto negativo come già ha preannunciato il Consigliere Brizio.
Ci troviamo di fronte ad un documento provvisorio, irrilevante, lo si chiami bilancio o lo si chiami esercizio provvisorio. In Commissione la maggioranza lo ha chiamato bilancio ritenendo che questo documento sia qualche cosa di più di un esercizio provvisorio.
Noi non ci siamo impuntati sui nominalismi, ma rileviamo che dovremmo anche soffermarci maggiormente sulle cifre. Non c'è stato un dibattito vero e proprio, non si sono avute le consultazioni per mancanza di tempo.
La nota di variazione sarà perciò il vero bilancio di previsione per il 1983. Oggi, di fronte a questo documento provvisorio, pare logico a noi che non gestiamo direttamente la Regione di dover assumere un atteggiamento negativo che lascia alle forze di maggioranza la responsabilità del voto favorevole.
Al voto negativo oltre alla provvisorietà del documento, credo che soccorrano altre e più incisive valutazioni: la mancanza del piano di sviluppo, la mancanza del bilancio pluriennale.
Mi ha preoccupato la replica dell'Assessore Testa il quale dice che le scelte politiche sono già state fatte.
E' una dichiarazione nettamente in contrasto con le dichiarazioni del relatore di maggioranza e del Capogruppo socialista.
Se dovessi fare un piccolo appunto alla relazione del Consigliere Viglione, lo inviterei a modificare quel rigo della sua relazione che dice: "é già stato presentato il piano di sviluppo" con "finalmente è stato presentato" e prenderei invece spunto dal collega Montefalchesi che rinvia tutto a quell'appuntamento di fondo augurando però che tale appuntamento di fondo non avvenga alla fine della legislatura.
Il piano di sviluppo avrebbe dovuto illuminare di luce potente l'azione di questa legislatura, che il prossimo mese inizia il suo girone di ritorno, darà invece qualche fioco sprazzo nella fase finale con qualche documento a cui si darà l'appellativo di piano.
Nel momento in cui esprimiamo il voto su questo bilancio non possiamo non rilevare che anche in questa occasione è avvenuto un fatto di rilevanza politica.
Già la relazione del Consigliere Viglione ha avuto degli accenni.
Viglione dice che non condivide il pessimismo sulla crisi del Piemonte, è quindi evidente che è in posizione polemica con altre parti della maggioranza che danno invece delle valutazioni diverse.
Così come quando riferendosi agli enti strumentali ne critica l'operatività, è evidente che introduce qualche discrasia all'interno della maggioranza.
E' soprattutto l'intervento del Consigliere Astengo che dimostra i dissensi di fondo su aspetti vitali come appunto la politica del territorio.
Quello del Consigliere Astengo è stato un intervento che ha animato il dibattito che per certi versi era fin troppo scontato.
Pone al centro della nostra attenzione il problema della famosa legge 56.
Credo che discuteremo ancora accademicamente di questa legge se, a due anni e mezzo di distanza dalle elezioni, una maggioranza non darà corso all'impegno sul quale si è costituita e per il quale un Gruppo ha determinato il suo ingresso in Giunta.
Questa Giunta non finisce mai di stupire: sta 80 giorni in verifica, un suo Assessore ha dovuto rimettere la delega al Presidente; oggi, mentre l'anno sta per chiudersi, le maggiori bordate a questa Giunta, con disponibilità a non prolungare l'attesa, si levano dai banchi del Gruppo che esprime il Presidente della Giunta e dai banchi della Giunta si levano bordate ad un Presidente di Commissione che fa parte di un partito che sorregge la Giunta.
In questo scambio di bordate vi è stato il silenzio nella replica finale del Presidente Enrietti che ha preferito riprendere alcuni argomenti che erano venuti dai banchi dell' opposizione piuttosto di quelli che venivano dai banchi del suo stesso Gruppo.
Consentiteci di esprimere stupore e sconcerto: il Piemonte non ha bisogno di un governo incerto che zoppicando si appresta a superare un altro scoglio dopo quello della verifica, quello sulle consulenze, quello sul caso Cernetti; non ci pare che in questo modo il governo del Piemonte possa rispondere alle esigenze ed alle richieste che vengono dalla comunità regionale.
Le argomentazioni che ho usato in questa dichiarazione di voto dicono che non è possibile alla mia parte politica accettare l'ordine del giorno che dovrebbe accompagnare la votazione del bilancio.
Quindi voto negativo sulla legge di bilancio, astensione sull'ordine del giorno mentre approviamo l'impegno a svolgere le consultazioni entro la prima decade di febbraio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Ritenevo che l'intervento fatto a nome del Gruppo comunista dal mio collega Biazzi fosse completamente esaustivo.
Pensavo comunque che si sarebbe trattato di un dibattito che rimandava l'ulteriore approfondimento in epoca posteriore. Qualcosa invece devo dire prendendo lo spunto venuto dalla discussione e dalle dichiarazioni di voto.
Abbiamo detto che non ritenevamo giusto enfatizzare il bilancio perch sapevamo che aveva bisogno dell'ulteriore fase della consultazione e dell'aggancio alla legge finanziaria.
Questo bilancio non va enfatizzato, ma non va neanche considerato come bilancio provvisorio. La processualità degli atti di bilancio ha una sua dignità ed una sua completezza, che tuttavia rinvia ad avvenimenti che non dipendono da noi come la legge finanziaria e ad avvenimenti in corso che dipendono da noi come il piano di sviluppo e i pareri della comunità regionale.
Le scelte, come diceva giustamente Testa, sono state fatte e sono scelte che derivano dalla compressione finanziaria, ma che riteniamo di arricchire.
Questo è uno degli elementi di cui dobbiamo ricordarci in un giudizio complessivo.
C'è una crisi grave e ci sono novità che un po' ci cambiano tutti.
Dobbiamo vedere in quale direzione dobbiamo cambiare di fronte alla crisi delle risorse e di fronte alla crisi istituzionale. Si deve cambiare marcia, chi opera nella politica deve adeguarsi ai tempi, deve fare di più e meglio.
Per esempio, si continua a parlare degli enti strumentali in maniera generica ed approssimativa, ma non si può continuare a dipingere degli enti strumentali un quadro non funzionante perché non è così.
Alcune grandi creazioni della scorsa legislatura hanno continuato a produrre fatti ed atti di alto livello.
Certo alcuni risentono della crisi come l'IRES perché è nato in un altro periodo. Andiamo a verificare la realtà ed il Gruppo comunista è da sempre disponibile per un'operazione verità su tutto, anche sugli enti strumentali.
Verifichiamo l'economia dei servizi, delle iniziative. Quando vado in giro per il Piemonte sento qua e là che l'attenzione alle iniziative ed alle proposte della Finpiemonte, del CSI, dell'IPLA, della Promark, cresce.
Ci attendono cose importanti, abbiamo avuto il giro di boa a metà della legislatura con il rinnovo della Presidenza del Consiglio, sta sorgendo attorno a questo fatto un'aspettativa ed una battaglia politica che ci lascia perplessi.
Gli appuntamenti che ci attendono sono rilevanti e reali e ci porteranno direttamente sui contenuti, sulle realizzazioni, sulla concretezza, allora si potrà misurare la validità della maggioranza, la capacità operativa di un esecutivo, il ruolo e la funzione dei partiti.
Tutti dobbiamo fare uno sforzo per capirci. Voglio dire agli amici della D.C. che essere presenti in Consiglio e nelle Commissioni è un dovere per tutti e chi lo è in maniera sistematica ha il merito della serietà politica, questa non può essere un'arma da usare come intimidazione o come ricatto. Anche noi siamo qui per lavorare, i comunisti sono una forza che crede nella presenza, nella continuità, nel lavoro paziente di tutti i giorni per ottenere qualche risultato.
Rispettiamo l'azione e l'impegno della D.C.
Spesso nelle proposte legislative rileviamo importanti contenuti spunti di grande interesse. Riteniamo che la maggiore esasperazione si verifichi attorno al funzionamento del Consiglio, non al governo dell'aula e dei rapporti, ma la responsabilità di questo è di tutti e se vogliamo superare i difetti e le carenze dobbiamo usare misura e giusta calibratura e soprattutto dare un corretto indirizzo alla battaglia.
Una battaglia per l'alternativa a questa maggioranza non solo è legittima ma è anche stimolante, non lo è invece quando si rivolge a bersagli rilevanti di una maggioranza ma che attengono ad un altro ordine di problemi.



PRESIDENTE

Finisce qui la discussione sul bilancio preventivo 1983.
Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 (Stato di previsione dell'entrata) "Il totale generale delle entrate della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 1983 è approvato in L. 3.135.987.144.684 in termini di competenza e in L. 1.434.233.354.254 in termini di cassa.
Sono autorizzati, secondo le leggi in vigore, l'accertamento e la riscossione dei tributi istituiti dalla Regione ed il versamento nella cassa della Regione delle somme e dei proventi dovuti nell'anno finanziario 1983".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Stato di previsione della spesa) "Il totale generale delle spese della Regione Piemonte, per l'esercizio finanziario 1983, è approvato in L. 3.135.987.144.684 in termini di competenza ed in L. 1.434.233.354.254 in termini di cassa.
E' autorizzata l'assunzione di impegni di spesa entro i limiti degli stanziamenti di competenza dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1983.
E' autorizzato il pagamento delle spese entro i limiti degli stanziamenti di cassa dello stato di previsione della spesa per l'anno 1983 in conformità delle disposizioni di cui alla legge regionale 29/12/1981, n.
55".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Quadro generale riassuntivo) "E' approvato il quadro generale riassuntivo del bilancio per l'anno finanziario 1983 con gli allegati prospetti di cui all'art. 33 della legge regionale 29/12/1981, n. 55".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Bilancio pluriennale) "E' approvato il bilancio pluriennale della Regione per il periodo 1983 1985, allegato alla presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Riclassificazione della spesa) "Sono approvati, ai sensi dell'art. 32, penultimo ed ultimo comma della legge regionale 29/12/1981, n. 55, i quadri di riclassificazione e di riassunto delle spese, allegati allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Spese obbligatorie e d'ordine) "Sono considerate spese obbligatorie e d'ordine, ai sensi e per gli effetti dell'art. 38 della legge regionale 29/12/1981, n. 55, quelle descritte nell'elenco n. 1, allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 6 è approvato.



PRESIDENTE

Art. 7 (Variazioni di bilancio) "Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, ai sensi dell'art. 15, primo comma, della legge 19/5/1976, n. 335, e su conforme deliberazione della Giunta regionale, le variazioni al bilancio dell'esercizio in corso per l'istituzione di nuovi capitoli di entrata, per l'iscrizione di somme derivanti da assegnazioni dello Stato destinate a scopi benefici e per l'iscrizione delle relative spese quando queste siano tassativamente regolate dalle leggi statali o regionali in vigore".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 (Garanzie prestate dalla Regione) "E' approvato ai sensi dell'art. 50 della legge regionale 29/12/1981 n. 55, il prospetto delle garanzie principali e sussidiarie prestate dalla Regione a favore di enti e di altri soggetti, di cui all'elenco n. 2 allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 (Pagamenti mediante aperture di credito) "E' approvato, ai sensi dell'art. 63 della legge regionale 29/12/1981 n. 55, il prospetto dei capitoli delle spese alla cui gestione si pu provvedere mediante aperture di credito a favore di funzionari della Regione, di cui all'elenco n. 3 allegato allo stato di previsione della spesa".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 (Fondi globali) "Ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 41 della legge regionale 29/12/1981, n. 55, è autorizzata l'iscrizione nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1983: a) del capitolo n. 12500 denominato: 'Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio recanti spese di parte corrente attinenti alle funzioni normali' (elenco n.
4, allegato allo stato di previsione della spesa) b) del capitolo n. 12600 denominato: "Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese per investimenti attinenti ad ulteriori programmi di 'sviluppo' (elenco n. 5, allegato allo stato di previsione della spesa)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Fondo di riserva di cassa) "Il fondo di riserva di cassa di cui all'art. 40 della legge regionale 29/12/1981, n. 55, destinato a far fronte al maggior fabbisogno di cassa che si manifesti nel corso dell'esercizio finanziario 1983, sui singoli capitoli di spesa, è determinato in L. 21.405.937.839 ed è iscritto al capitolo n. 12900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Autorizzazione a contrarre mutui a ripiano del disavanzo) "Per far fronte al disavanzo esistente fra il totale delle spese di cui si autorizza l'impegno ed il totale delle entrate che si prevede di accertare nel corso dell'esercizio finanziario 1983, è autorizzata, ai sensi dell'art. 48 della legge regionale 29/12/1981, n. 55, la contrazione di mutui per un importo complessivo di L. 181.000 milioni.
I mutui saranno stipulati ad un tasso massimo del 22,50 annuo, oneri fiscali esclusi, e per la durata massima dell'ammortamento di 25 anni.
La Giunta regionale è autorizzata a provvedere alla stipulazione dei mutui predetti nei limiti, alle condizioni e con le modalità previste dal presente articolo.
Agli oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui di cui al presente articolo, previsti in L. 11.787.154.216 per l'anno finanziario 1983 ed in L. 41.630.000.000 per l'anno finanziario 19 84 e per ciascuno degli anni finanziari successivi si provvede: per l'anno finanziario 1983, con le disponibilità iscritte in corrispondenza dei capitoli n. 13090 e n. 13095 del bilancio per l'anno finanziario 1983, nella rispettiva misura di L.
11.500.000.000 e L. 287.154.216 e, per gli anni finanziari 1984 e successivi, con le somme che sono iscritte, nell'ambito delle disponibilità esistenti alla voce 'Oneri non ripartibili' del bilancio pluriennale 1983 1985.
Le spese al cui finanziamento è possibile provvedere mediante l'assunzione dei mutui a pareggio del bilancio di previsione per l'anno 1983 sono quelle iscritte, nello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo, ai capitoli numero: 1000, 1020, 1060, 1680, 2190, 2680 2720, 2730, 2751, 2913, 2966, 2970, 2976, 3020, 3025, 3140, 3150, 3161 3170, 3220, 3320, 3450, 3469, 3575, 3586, 3610, 3630, 3650, 3840, 5010 5025, 5030, 5165, 5175, 5200, 5205, 5280, 5285, 5300, 5386, 5617, 5640 5680, 5750, 5756, 5849, 5921, 6010, 6020, 7110, 7140, 7260, 7270, 7626 7688, 7755, 7760, 7770, 7780, 7800, 8370, 8380, 8450, 8466, 8480, 8483 8610, 8620, 8900, 8920, 8930, 8940, 8960, 9100, 9130, 9150, 9185, 9255 9300, 9406, 9440, 11165, 11500, 11505, 11690, 11695, 11730, 11765, 11785, 12600, 12760".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

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PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 12 è approvato.



PRESIDENTE

Art. 13 (Organizzazione e partecipazione a convegni) "La spesa per la realizzazione degli interventi di cui agli artt. 1 lettera a), e 2 della legge regionale 14/1/1977, n. 6, modificata ed integrata dalla legge regionale 11/8/1978, n. 49, è determinata per l'anno finanziario 1983, in 200 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 520. La spesa per la realizzazione degli interventi di cui agli artt. 1, lettera b), e 3 della legge regionale 14/1/1977, n. 6, modificata ed integrata dalla legge regionale 11/8/1978, n. 49, è determinata per l'anno finanziario 1983, in 180 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 760. La spesa per la concessione dei contributi di cui agli artt. 1, lettera c), e 4 della legge regionale 14/1/1977, n. 6, modificata ed integrata dalla legge regionale 11/8/1978, n. 49, è determinata per l'anno finanziario 1983, in 115 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 780".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 (Contributo all'Istituto di Ricerche Economico-Sociali del Piemonte) "La spesa per la concessione all'Istituto di Ricerche Economico-Sociali (I.R.E.S.) del contributo di cui all'art. 12, lettera b), della legge regionale 2/9/1974, n. 29, è determinata, per l'anno finanziario 1983, in 1.100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1300".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 (Contributo al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione) "La spesa per la concessione al Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione del contributo di cui all'art. 9 della legge regionale 15/3/1978, n. 13, è determinata, per l'anno finanziario 1983, in 365 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1400. E' altresì autorizzata, per lo stesso anno finanziario, la spesa di 175 milioni per la concessione, al Consorzio medesimo, di un contributo per le spese di sorveglianza, ed è iscritta al capitolo n. 1405".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 (Contributi nelle spese di funzionamento delle Comunità montane) "La spesa per la concessione alle Comunità montane del contributo nelle spese di funzionamento di cui all'art. 2 della legge regionale 28/8/1979 n. 50, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 1.300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 1800".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 (Provvedimenti a favore del movimento cooperativo) "La spesa per la concessione dei contributi alle Sezioni Regionali delle Associazioni Nazionali di Rappresentanza e Tutela del Movimento Cooperativo di cui alla legge regionale 15/5/1978, n. 24, è determinata per l'anno finanziario 1983, in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n.
2320".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Art. 18 (Promozione e diffusione del verde ambientale) "La spesa per gli interventi di cui alla legge regionale 16/5/1979, n.
24, è determinata, per l'anno finanziario 1983, in 35 milioni, ed è iscritta al capitolo n. 2340".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Art. 19 (Spese per il funzionamento dell'ufficio del Difensore Civico e della sua segreteria) "La spesa per il funzionamento dell'Ufficio del Difensore Civico e della sua segreteria di cui alla legge regionale 9/12/1981, n. 50, è determinata per l'anno finanziario 1983, in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 2390".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 (Interventi in materia di agricoltura e foreste) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 12/10/1978, n. 63 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1982, le seguenti spese: 2.2 88 milioni, iscritti al capitolo n. 2630, per gli oneri di carattere generale 2.5 00 milioni, iscritti al capitolo n. 3170, per i contributi in capitale di cui agli artt. 39, lettera b) e c) e 45 500 milioni, iscritti al capitolo n. 3220, per le spese di cui all'art. 23 3.850 milioni, iscritti al capitolo n. 3650, per i contributi in capitale di cui agli artt. 31 e 36 750 milioni, iscritti al capitolo n. 3750, per i contributi di cui all'art. 41 per la realizzazione di programmi di assistenza tecnica 250 milioni, iscritti al capitolo n. 3751, per i contributi di cui all'art. 41 per la realizzazione di progetti e per lo svolgimento di azioni promozionali 600 milioni, iscritti al capitolo n. 3752, per le spese di cui all'art. 41, per azioni promozionali 262.500.000 lire, iscritte al capitolo n. 3783, per le sovvenzioni di cui all'art. 46, primo comma, punto 1) 62 milioni, iscritti al capitolo n. 3785, per le sovvenzioni di cui all'art. 46, primo comma, punto 2) 200 milioni, iscritti al capitolo n. 3790, per le spese di cui agli artt. 47 e 48 1.702 milioni, iscritti al capitolo n. 3791, per i contributi di cui agli artt. 47 e 48; 400, milioni, iscritti al capitolo n. 3840, per i contributi di cui agli artt. 53, 56 e 57".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
Art. 21 (Elaborazione di piani agricoli zonali) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 27/4/1978, n. 20, è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 1.300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 3825".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Art. 22 (Interventi per la prevenzione ed estinzione degli incendi forestali) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 6/5/1974, n. 13 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1983, le seguenti spese: 250 milioni, per gli oneri correnti di cui agli artt. 2, ultimo comma, 4, 6, lettere f), h), i) ed L), iscritti al capitolo n. 3310 400 milioni, per le spese di cui agli artt. 3 e 6, lettere a), b) c), d), e), g) ed L), iscritti al capitolo n. 3320".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
Art. 23 (Le enoteche regionali, le botteghe del vino o cantine comunali, i musei etnografico-enologici, le strade del vino) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 12/5/1980, n. 37 e successive modificazioni ed integrazioni, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1983, le seguenti spese: 250 milioni per i contributi alle enoteche regionali, alle botteghe del vino, alle cantine consorziali ed ai musei etnografico-enologici iscritti al capitolo n. 3755 100 milioni per le spese per la segnaletica per le strade del vino iscritti al capitolo n. 3757".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
Art.24 (Repressione delle frodi in materia di prodotti vinicoli) "Ai fini dell'attuazione della legge regionale 13/5/1980, n. 39, sono autorizzate per l'anno finanziario 1983 le seguenti spese: 200 milioni per i contributi alle Amministrazioni provinciali e comunali, iscritti al capitolo n. 3780 150 milioni per le spese a carico della Regione, comprese quelle relative alla meccanizzazione dell'anagrafe vitivinicola, iscritti al capitolo n. 3781".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
Art. 25 (Interventi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Enti locali per la costituzione di aree industriali attrezzate) "La spesa per la concessione dei contributi di cui all'art. 1 della legge regionale 9/4/1975, n. 21, integrata dalla legge regionale 11/8/1978 n. 50, è determinata, per l'anno finanziario 1983, in 2.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5010.
La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 25/2/1980, n. 9, modificata dalla legge regionale 22/5/1980, n. 58, è determinata, per l'anno finanziario 1983, in 2.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5025".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
Art. 26 (Contributo regionale alla Finpiemonte per la predisposizione di aree attrezzate) "Ai fini dell'applicazione dell'art. 5 della legge regionale 26/1/1976 n. 8 e dell'art. 12 della legge regionale 25/2/1980, n. 9 e successive modificazioni ed integrazioni, la spesa per la concessione dei contributo alla Finpiemonte S.p.A., è determinata per l'anno finanziario 1983 in 100 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5030".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
Art. 27 (Interventi regionali in materia di migrazioni) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 6/7/1978, n. 42, è determinata, per l'anno finanziario 1983, in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5080".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Art. 28 (Interventi per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato) "Per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 28/7/1978, n. 47, sono autorizzate per l'anno finanziario 1983 le seguenti spese: 100 milioni per la concessione dei contributi di cui all'art. 13 (iscritti al capitolo n. 5100) 800 milioni per la concessione dei contributi di cui all'art. 15 (iscritti al capitolo n. 5151) 10 milioni per la concessione dei contributi di cui all'art. 11 (iscritti al capitolo n. 5165) 65 milioni per la concessione dei contributi di cui all'art. 12 (iscritti al capitolo n. 5170) 30 milioni per la concessione dei contributi di cui all'art. 17 (iscritti al capitolo n. 5175) 2.500 milioni per la concessione dei contributi di cui all'art. 9 primo comma (iscritti al capitolo n. 5200)".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 28 è approvato.
Art. 29 (Costituzione di aree attrezzate per insediamenti artigiani) "La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui alla legge regionale 14/11/1979, n. 64, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 2.250 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5285".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 29 è approvato.
Art. 30 (Revisione degli Albi provinciali delle imprese artigiane) "Le spese per la revisione degli Albi provinciali delle imprese artigiane, di cui alla legge regionale 14/3/1980, n. 14, sono stabilite per l'anno finanziario 1983 in 100 milioni ed iscritte al capitolo n. 5295".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 30 è approvato.
Art. 31 (Interventi per lo sviluppo della rete distributiva) "Le spese per la concessione dei contributi di cui agli artt. 3 e 6 lettera b), della legge regionale 4/6/1975, n. 47, modificata dalle Leggi regionali 15/11/1976, n. 57 e 29/6/1978, n. 39, sono determinate per l'anno finanziario 1983 rispettivamente in L. 1.820.109.000 e L. 592.819.070 e sono iscritte ai capitoli n. 5300 n. 5386.
La spesa per la concessione dei contributi di cui all'art. 6, lettera c), della legge regionale 4/6/1975, n. 4 7, modificata dalle le 2: i regionali 15/11/1976, n. 57 e 29/6/1978, n. 39, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 20 milioni ed è iscritta al capitolo n. 5420".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 31 è approvato.
Art. 32 (Interventi nel settore del trasporto pubblico di persone) " Ai fini dell'applicazione della legge regionale 23/7/1982, n. 16 sono autorizzate per l'anno finanziario 1983, le seguenti spese: 1.850 milioni per la concessione dei contributi per il conguaglio del fondo di anzianità del personale e sono iscritti al capitolo n. 5922".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 32 è approvato.
Art. 33 (Interventi per l'esecuzione di opere pubbliche ai sensi della legge regionale 16/5/1975, n. 28) "La spesa per la concessione alle Province dei contributi di cui all'art. 2 (Manutenzione ordinaria strade), è determinata per l'anno finanziario 1983 in L. 3.465.982.000 ed è iscritta al capitolo n. 6000.
La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'art.
2, n. 1 e 2 (costruzione, ricostruzione, ampliamento e potenziamento acquedotti e fognature) é determinata per l'anno finanziario 1983 in 3.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7260. La spesa per la concessione dei contributi in conto interesse di cui all'art. 3, lettera d) (costruzione ampliamento, ristrutturazione e consolidamento di sedi municipali) è determinata per l'anno, finanziario 1983 in 550 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7550".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 33 è approvato.
Art. 34 (Piani di coordinamento territoriale) "La spesa per la predisposizione dei piani di coordinamento territoriale di cui all'art. 80 della legge regionale 5/12/1977, n. 56, è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 700 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7050".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 34 è approvato.
Art. 35 (Cartografico regionale) "Ai fini dell'applicazione delle leggi regionali 12/10/1977, n. 48 e 30/7/1981, n. 25, sono autorizzate, per l'anno finanziario 1983, le seguenti spese: 100 milioni per il funzionamento degli uffici del servizio urbanistico regionale, iscritti al capitolo n. 7100 200 milioni per il finanziamento delle commesse e dei progetti finalizzati, iscritti al capitolo n. 7105 1.5 00 milioni per l'acquisto di macchinari, iscritti al capitolo n.
7110".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 35 è approvato.
Art. 36 (Contributi per la formazione di strumenti urbanistici) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 23/5/1975, n. 34, modificata dalla legge regionale 7/6/1976, n. 31, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7140".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 36 è approvato.
Art. 37 (Funzionamento del Comitato Urbanistico Regionale) "La spesa di cui alla legge regionale 19/12/1978, n. 77, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 60 milioni ed è iscritta al capitolo n.
7160." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 37 è approvato.
Art. 38 (Interventi per l'edilizia residenziale agevolata) "Per l'attuazione della legge regionale 14/4/1980, n. 21, è autorizzata, per l'anno finanziario 1983, la spesa di L. 1.689.781.330 ed è iscritta al capitolo n. 7722".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 38 è approvato.
Art. 39 (Fondo di rotazione per l'anticipata acquisizione di aree pubbliche) "La dotazione del fondo di rotazione di cui alla legge regionale 19/2/1982, n. 6, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 1.500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7743"



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 39 è approvato.
Art. 40 (Interventi per l'edilizia scolastica minore) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 12/6/1978, n. 31, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 1.200 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7800".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 40 è approvato.
Art. 41 (Personale dei parchi e delle riserve naturali) "Ai sensi ed in applicazione della legge regionale 31/8/1982, n. 29, la spesa per il personale dei parchi e delle riserve naturali è determinata per l'anno finanziario 1983 in 1.100 milioni ed è iscritta al capitolo n.
7910".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 41 è approvato.
Art. 42 (Contributo all'azienda regionale dei parchi suburbani) "La spesa per la concessione del contributo di cui all'art. 14 della legge regionale 31/8/1982, n. 28, è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 800 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7920".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 42 è approvato.
Art. 43 (Interventi per i parchi e le riserve naturali) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 17/8/1977, n. 42, è stabilita, per l'anno finanziario 1983, in 500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7930.
La spesa per l'attuazione della legge regionale 20/3/1978, n. 14 (istituzione del Parco naturale dell'Alpe Veglia) è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7940.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del Bosco del Vaj è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 30 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7950.
La spesa per la gestione del Parco naturale della Valle del Ticino è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7960.
La spesa per la gestione dei parchi e delle riserve naturali suburbani di cui alla legge regionale 31/8/1982, n. 28, è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 480 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7970.
La spesa per la gestione del Parco naturale delle Lame del Sesia e delle riserve naturali speciali dell'Isolone di Oldenico e della Garzaia di Villarboit è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7980.
La spesa per la gestione del Parco naturale dell'Alta Valle Pesio è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7990.
La spesa per la gestione del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo è stabilita, per l'anno finanziario 1983, in 40 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8000.
La spesa per la gestione del Parco naturale Orsiera Rocciavrè è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8005.
La spesa per la gestione del Parco naturale Alta Val Sesia è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n.
8010.
La spesa per la gestione del Parco naturale della Garzaia di Valenza è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 40 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8020.
La spesa per la gestione del Parco naturale di Rocchetta Tanaro è stabilita, per l'anno finanziario 1983, in 40 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8025.
La spesa per la gestione della riserva naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfré è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8040.
La spesa per la gestione del Parco naturale dell'Argentera è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n.
8050.
La spesa per la gestione del Parco naturale dei Lagoni di Mercurago è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 30 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8060.
La spesa per la gestione del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 40 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8065.
La spesa per la gestione del Parco naturale dei Laghi di Avigliana è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 40 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8070.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale dell'Orrido e Stazione di Leccio di Chianocco è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 20 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8085.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Orta è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8120.
La spesa per la gestione del Parco naturale della Rocca di Cavour è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8148.
La spesa per la gestione del Parco naturale del Sacro Monte di Crea è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8180.
La spesa per la gestione del Parco naturale della Val Troncea è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 70 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8185.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del Parco Burcina è stabilita, per l'anno finanziario 1983, in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8190.
La spesa per la gestione della riserva naturale speciale del Sacro Monte di Varallo è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 50 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8195".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 43 è approvato.
Art. 44 (Interventi per la promozione della domanda turistica) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 26/6/1979, n. 35, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 1.400 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8230".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 44 è approvato.
Art. 45 (Contributi per l'incentivazione turistico-ricettiva) "Le spese per la concessione dei contributi di cui all'art. 3, lettera b), lettera d), lettera a), lettera c), della legge regionale 31/8/1979, n 56 e successive modificazioni ed integrazioni, sono determinate per l'anno finanziario 1983 in L. 27.500.000, 200 milioni, 225 milioni, 450 milioni e sono rispettivamente iscritte ai capitoli n. 8465, n. 8466, n. 8475 e n.
8480".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 45 è approvato.
Art. 46 (Interventi per il turismo alpino e speleologico) "La spesa per l'attuazione degli interventi dì cui alla legge regionale 30/5/1980, n. 67, è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 460 milioni ed è iscritta ai capitoli n. 8510, n. 8520, n. 8530 e n. 8540, nella rispettiva misura di 120 milioni, 60 milioni, 250 milioni e 30 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 46 è approvato.
Art. 47 (Contributi per il completamento ed il recupero di impianti sportivi) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla le e regionale 1/3/1979, n. 10, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 2.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8610".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 47 è approvato.
Art. 48 (Contributo per l'allestimento di aree per il tempo libero) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 22/5/1980, n. 56, è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8620".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 48 è approvato.
Art. 49 (Contributi per l'incentivazione dell'attività degli enti di promozione sportiva) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 1/3/1979, n. 9, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8680".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 49 è approvato.
Art. 50 (Contributi per la programmazione sportiva) "La spesa per la concessione dei contributi di cui al Titolo II della legge regionale 1/3/1979, n. 10, per l'anno finanziario 1983 è determinata in 450 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8690".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 50 è approvato.
Art. 51 (Interventi per la sistemazione di bacini montani ed opere idraulico forestali) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 19/11/1975, n. 54, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 3.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8900".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 51 è approvato.
Art. 52 (Disciplina degli scarichi delle attività produttive) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 8/11/1974, n. 32, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 150 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8950".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 52 è approvato.
Art. 53 (Provvidenze speciali per il risanamento delle acque) "La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'art.
2 della legge regionale 29/4/1975, n. 23, modificata con la legge regionale 10/3/1979, n. 22, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 4.000 milioni ed è iscritta al capitolo n. 8960".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 53 è approvato.
Art. 54 (Interventi per lo smaltimento dei rifiuti solidi) "La spesa per la concessione dei contributi in conto capitale di cui all'art. 3, primo comma, della legge regionale 4/6/1975, n. 46, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 4.500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9100.
La spesa per la concessione dei contributi in capitale di cui all'art.
2, lettera a), della legge regionale 5/6/1979, n. 28, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 900 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9130.
La spesa relativa alla concessione dei contributi per l'integrazione dei costi annui di gestione di cui all'art. 2, lettera b), della le ze regionale 5/6/1979, n. 28, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 300 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9140".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 54 è approvato.
Art. 55 (Prevenzione e controllo dell'inquinamento atmosferico ed acustico) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 21/8/1978, n. 52, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 200 milioni ed è iscritta al capitolo n. 9150".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 55 è approvato.
Art. 56 (Interventi per la promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani agli inabili ed ai minori, nonché per il funzionamento di centri d'incontro) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui alla legge regionale 4/5/1976, n. 19, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 500 milioni ed è iscritta al capitolo n. 10140".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 56 è approvato.
Art. 57 (Fondo di solidarietà Roberto Crescenzio, Emanuele Jurilli e Carmine Civitate) "La spesa per gli interventi previsti dall'art. 1 della legge regionale 22/8/1979, n. 46, è stabilita per l'anno finanziario 1983 in 10 milioni ed è iscritta al capitolo n. 10836." Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 57 è approvato.
Art. 58 (Attività ed interventi di formazione professionale) "Le spese per l'attuazione delle attività e degli interventi di cui alla legge regionale 25/2/1980, n. 8, sono stabilite, per l'anno finanziario 1983, in 18.810 milioni e sono iscritte ai capitoli n. 11500 n. 11505, n. 11510, n. 11520, n. 11550, n. 11590, n. 11615 e n. 11630 nella rispettiva misura di 1.000 milioni, 2.370 milioni, 540 milioni, 400 milioni, 12.050 milioni, 1.800 milioni, 500 milioni, 150 milioni".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 58 è approvato.
Art. 59 (Formazione professionale degli operatori degli asili nido) "La spesa per l'attuazione degli interventi di cui all'art. 17 della legge regionale 15/1/1973, n. 3, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 200 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11600".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 59 è approvato.
Art. 60 (Insegnamento dello sci in Piemonte) "La spesa per gli interventi di cui all'art. 15 della legge regionale 13/8/1979, n. 41, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 150 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11620".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 60 è approvato.
Art. 61 (Museo regionale di Scienze Naturali) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 29/6/1978, n. 37, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 370 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11695".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 61 è approvato.
Art. 62 (Promozione delle attività del teatro di prosa) "Le spese per l'attuazione della legge regionale 30/5/1980, n. 68, sono determinate per l'anno finanziario 1983 in 2.200 milioni e sono iscritte ai capitoli n. 11715 e n. 11720, nella rispettiva misura di 800 milioni e 1.400 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 62 è approvato.
Art. 63 (Interventi per la realizzazione del servizio di lettura) "La spesa per l'attuazione della legge regionale 1/4/1980, n. 19, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 700 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11740".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 63 è approvato.
Art. 64 (Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali) "Le spese per l'attuazione degli interventi di cui alle leggi regionali 28/8/1978, n. 58 e 19/12/1978, n. 78, sono determinate per l'anno finanziario 1983 in 2.100 milioni e sono iscritte ai capitoli n. 11765 e n.
11785, nella rispettiva misura di 600 milioni e di 1.500 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 64 è approvato.
Art. 65 (Contributo all'ente autonomo Teatro Regione di Torino) "Le spese per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 25/2/1980, n. 10, sono determinate per l'anno finanziario 1983 in 550 milioni e sono iscritte ai capitoli n. 11845 e n. 11850, nella rispettiva misura di 300 milioni e di 250 milioni".
Si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 65 è approvato.
Art. 66 (Contributi agli Istituti Storici della Resistenza in Piemonte e all'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza in Torino) "La spesa per la concessione dei contributi di cui alla legge regionale 22/4/1980, n. 28, è determinata per l'anno finanziario 1983 in 250 milioni ed è iscritta al capitolo n. 11860".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 66 è approvato.
Art.67 (Contributo alla fondazione Architetto Enrico Monti) "Il contributo di cui alla legge regionale 13/5/1980, n. 43, è determinato per l'anno finanziario 1983 in 20 milioni ed è iscritto al capitolo n. 11895".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 67 è approvato.
Art. 68 (Modificazione di alcune autorizzazioni di spesa previste per l'anno finanziario 1983, dalla legge regionale 31/8/1982, n. 26) "Le seguenti autorizzazioni di spesa sono determinate per l'anno finanziario 1983 negli importi indicati a fianco di ciascun capitolo: cap, n. 2675 L. 2.350.000.000 cap, n. 2680 L. 2.937.200.000 cap, n. 2715 L. 250.000.000 cap, n. 3010 L. 110.000.000 cap, n. 3130 L. 350.000.000 cap, n. 6010 L. 1.500.000.00C cap, n. 6020 L. 1.240.000.000 cap, n. 6079 L. 4.900.000.000 cap. n. 8965 L. 3.000.000.000 cap. n. 11755 L. 2.000.000.000" Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 68 è approvato.
Art. 69 (Utilizzo dell'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 1982) "L'avanzo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio 1982 ed applicato al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1983 nell'ammontare di L. 108.067.804.131, è utilizzato per la copertura delle spese iscritte ai seguenti capitoli: 2506, 2525, 2530, 2550, 2565, 2575, 2584, 2589, 2594, 2599, 2610, 2625 2640, 2651, 2652, 2740, 2761, 2765, 2780, 2813, 2818, 2819, 2829, 2830 2840, 2850, 2855, 2860, 2870, 2973, 2974, 3045, 3055, 3075, 3080, 3110 3213, 3231, 3301, 3335, 3355, 3370, 3423, 3509, 3611, 3655, 3680, 3695 3705, 3759, 3763, 3768, 3770, 3793, 3798, 3804, 3811, 3835, 3860, 3880 3881, 3889, 3891, 3895, 3900, 3910, 3920, 3930, 3950, 3975, 3981, 4005 4011, 4013, 4015, 4022, 4028, 4030, 4040, 4047, 4050, 4125, 4145, 4162 4166, 4180, 4195, 4206, 4209, 4225, 4230, 4335, 4395, 4520, 4525, 4540 5158, 5270, 5420, 5540, 5545, 5614, 5857, 5922, 6000 (per la quota di L.
2.435.926.859), 6090, 6100, 6110, 7280, 7290, 7630, 7741, 8405, 8530, 9405 9430, 9435, 9445, 9455, 9530, 9550, 9565, 9570, 9575, 9595, 10100, 10105 10121, 10385, 10401, 10421, 10441, 10460, 10471, 10480, 10495, 10511 10540, 10580, 11530, 11559, 11563, 11566, 11611, 11951, 11965, 11971 11981, 12500".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 69 è approvato.
Art. 70 (Bilancio degli enti dipendenti) "E' approvato il bilancio di previsione per l'anno finanziario 1983 allegato alla presente legge, dell'Azienda Regionale dei Parchi Suburbani già Azienda regionale per la gestione della Tenuta La Mandria'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 70 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 33 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Bilanci preventivi

Ordine del giorno in merito al bilancio


PRESIDENTE

Vi do ora lettura di un ordine del giorno in merito al bilancio firmato dai Consiglieri Viglione, Bontempi, Montefalchesi e Mignone: "Il Consiglio regionale del Piemonte valuta positivamente la decisione assunta di approvare il bilancio di previsione 1983 entro i termini stabiliti dalla legge, senza ricorso all'esercizio provvisorio ritiene tale atto particolarmente significativo in un momento di così grave crisi economica e sociale nel Paese e nella nostra Regione, come impegno concreto per dare certezza ed operatività all'azione di governo della Regione; in considerazione della situazione economica oggi esistente nella Regione che richiede sempre più la mobilitazione delle risorse e la tempestività nelle decisioni soprattutto per quanto concerne gli impegni di spesa degli enti pubblici.
Sottolinea peraltro la grande importanza che deve rivestire, pur in un momento di grave crisi di risorse, l'istituto della consultazione che per essere davvero strumento di partecipazione e di democrazia non può essere compresso in tempi del tutto insufficienti e quindi trasformato in pura formalità.
Ritiene pertanto che, nell'impossibilità di svolgere le consultazioni preventivamente rispetto alla scadenza utile per l'approvazione del bilancio in via definitiva, si debba attivare nel prossimo mese di gennaio un'ampia consultazione che si proponga di verificare le previsioni di bilancio con le osservazioni e proposte della comunità regionale.
In tale occasione inoltre sarà possibile prendere atto delle decisioni che saranno assunte nella legge finanziaria tuttora in discussione al Parlamento e collegare le scelte finanziarie alla discussione delle proposte del secondo piano di sviluppo.
Il Consiglio si impegna sin d'ora a svolgere le consultazioni entro la prima decade di febbraio e a prevedere in apposita legge di variazione o di assestamento (entro il mese di giugno) le variazioni più significative che dovessero emergere dalle consultazioni stesse".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 33 voti favorevoli e 21 astensioni.


Argomento: Opere pubbliche - Viabilità

Esame progetto di legge n. 252: "Interventi per l'attuazione di programmi infrastrutturali viari dello Stato"


PRESIDENTE

Il punto dodicesimo all'ordine del giorno reca: esame progetto di legge n. 252: "Interventi per l'attuazione di programmi infrastrutturali viari dello Stato".
Passiamo alla votazione del relativo articolato.
Art. 1 "La Regione, per l'attuazione ed il completamento di programmi statali nel settore della viabilità che rivestono rilevante interesse regionale anche se eseguiti da società concessionarie, può intervenire - con concorsi finanziari, con la realizzazione parziale o totale di opere complementari e/o integrative e con progettazioni - mediante la stipulazione di apposite convenzioni, generali o per singole opere, che fissino le modalità esecutive e i limiti di spesa dell'intervento regionale.
Le convenzioni di cui sopra sono approvate con deliberazioni della Giunta regionale.
I contributi finanziari saranno corrisposti, in ogni caso ad avvenuto appalto dei relativi lavori, secondo le modalità pattuite e nelle forme di legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Ai fini dell'attuazione di quanto previsto al precedente art. 1, con riferimento alle competenze regionali in ordine allo studio ed alla definizione tecnica ed economica degli interventi infrastrutturali, alla programmazione degli adeguamenti e miglioramenti della rete delle comunicazioni stradali e ferroviarie di interesse regionale e all'attuazione degli interventi previsti dal piano regionale dei trasporti la Regione Piemonte è autorizzata ad affidare incarichi di studio e di progettazione ad Enti locali, ad Enti strumentali regionali, a società a partecipazione regionale e ad Uffici tecnici specializzati mediante la stipula di apposite convenzioni sulla base delle vigenti normative in materia di prestazioni professionali rese a favore di Enti pubblici.
Le convenzioni verranno approvate con deliberazione della Giunta regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Per l'attuazione della presente legge, è autorizzata per l'anno finanziario 1983 la spesa di L. 6.000 milioni per la concessione di contributi in conto capitale.
Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge si fa fronte mediante una riduzione di pari importo in termini di competenza e di cassa del capitolo 12600 'Fondo globale per le spese d'investimento'.
Nello stato di previsione per la spesa del bilancio per l'anno finanziario 1983 viene istituito apposito capitolo con la seguente denominazione: 'Interventi in conto capitale in applicazione dell'art. 5 della legge 12/8/1982, n. 531, per l'attuazione ed il completamento di programmi statali nel settore della viabilità, che riveste rilevante interesse regionale, anche se eseguiti da società concessionarie' e con la dotazione di 6.000 milioni in termini di competenza e di cassa.
Alla determinazione della spesa per gli anni successivi si provvederà con la legge di approvazione dei relativi bilanci".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 45 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Esame deliberazione Giunta regionale n. 83-21808: "Legge 26/2/1982, n. 53 art. 1, lettere e) e d) - Opere idrauliche connesse con l'irrigazione, di competenza statale e regionale"


PRESIDENTE

Propongo ora di iscrivere all'ordine del giorno l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 83-21808: "Legge 26/2/1982, n. 53 art. 1, lettere c) e d) - Opere idrauliche connesse con l'irrigazione, di competenza statale e regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti in aula.
Passiamo pertanto alla votazione della suddetta deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge 26/2/1982, n. 53, che ha convertito in legge, con modificazioni, il decreto legge 22/12/1981, n. 789, recante, tra l'altro un'autorizzazione di spesa per opere idrauliche di competenza statale e regionale; visto, in particolare, l'art. 1, lettera c), con cui vengono stanziati L. 20 miliardi nell'anno finanziario 1982 e L. 50 miliardi nell'anno finanziario 1983, per l'esecuzione a cura del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste di interventi di interesse nazionale urgenti e indifferibili, sulla base di progetti pronti, nel settore delle sistemazioni idrauliche connesse con le opere di accumulo, di riparto e di adduzione delle acque ad uso irriguo, attraverso programmi di intervento predisposti dal Ministero suddetto, di concerto con il Ministero dei Lavori Pubblici e di intesa con le Regioni interessate visto l'art. 1 stessa legge, lettera d), con cui vengono stanziati L.
60 miliardi nell'anno finanziario 1983 per la realizzazione, da parte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, di interventi quali già indicati alla lettera c), di propria competenza, attraverso programmi di intervento da comunicarsi al Ministero dell'Agricoltura e Foreste e al Ministero dei Lavori Pubblici preso atto dell'esito di riunioni già svoltesi presso il Ministero dell'Agricoltura e Foreste, cui le Regione ha partecipato visto il foglio n. 61560 del 18/11/1982 con cui il Ministero dell'Agricoltura e Foresta ha individuato come inseribile, nel programma nazionale di cui sopra di propria competenza e per quanto riguarda questa Regione, il progetto presentato dall'Associazione Irrigazione Est Sesia concernente diaframmi di difesa del complesso di tombe-sifone del Canale Cavour sotto il fiume Sesia, dell'importo di L. 4.700.000.000 tenuto conto che a tale progetto anche l'Assessorato regionale all'agricoltura e foreste aveva già ritenuto potersi riconoscere un posto di precedenza prioritaria, considerata la situazione di precarietà in cui il manufatto di sotto-attraversamento del Canale Cavour rispetto al fiume Sesia è venuto a trovarsi con il trascorrere del tempo e dell'enorme importanza di esso per le gestioni irrigue non solo regionali, poste al di là del Sesia considerato che, con il foglio predetto, il Ministero dell'Agricoltura e Foreste ha comunicato di poter individuare nella somma di L. 6.232 milioni l'importo massimo di opere eseguibili da parte della Regione Piemonte, nell'ambito dei programmi attribuiti alle Regioni dalla predetta legge n. 53 visto l'elenco allegato alla presente per formarne parte integrante, di progetti pronti, urgenti ed indifferibili per sistemazioni idrauliche connesse con opere di accumulo, di riparto e di adduzione delle acque ad uso irriguo fornito dall'Assessorato regionale e tenuto conto che esso rappresenta lo stralcio di priorità che può rientrare nella disponibilità regionale avanti precisata, messa a disposizione dal Ministero, di L. 6.232 milioni vista la deliberazione della Giunta regionale del 21/12/1982, n. 83-21808 ritenuto tuttavia con l'occasione di osservare che è necessario che i Ministeri competenti, nei prossimi riparti di disponibilità finanziarie nazionali per l'irrigazione, tengano maggiormente conto delle esigenze del Piemonte, atteso che da molti anni, inspiegabilmente, il coefficiente di riparto relativo al Piemonte è stato notevolmente basso rispetto all'obiettivo peso che l'irrigazione piemontese occupa a livello nazionale il Consiglio regionale delibera 1) di approvare l'inclusione, nel programma nazionale sulla legge 26/2/1982, n. 53, gestito dal Ministero dell'Agricoltura e Foreste, di progetti pronti, urgenti e indifferibili per sistemazioni idrauliche connesse con opere di accumulo, di riparto e di adduzione delle acque ad uso irriguo, del progetto presentato dall'Associazione Irrigazione Est Sesia concernente diaframmi di difesa del complesso di tombe-sifone del Canale Cavour sotto il fiume Sesia, dell'importo di L. 4.700 milioni come proposto dal Ministero stesso 2) di approvare, quale programma regionale di analoghi progetti e sulla stessa legge e da valere sullo stanziamento messo a disposizione di questa Regione, l'elenco di progetti che forma parte integrante della presente deliberazione, per un importo totale di L. 6.232 milioni.
La presente deliberazione non rappresenta impegno di spesa per il bilancio regionale e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale ai sensi dell'art. 65 dello Statuto regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 45 Consiglieri presenti in aula.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Infine, in merito al punto undicesimo all'ordine del giorno, procediamo con le seguenti "Nomine".


Argomento: Nomine

a) Consiglio di amministrazione della S.T.E.F.: sostituzione di Ettore Paganelli


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 ha riportato voti: SIBILLE Paolo n. 34 schede bianche n. 12 Proclamo eletto il signor Paolo Sibille.


Argomento: Nomine

b) Consiglio di amministrazione della S.T.E.F.: sostituzione di Emilio Trovati


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 46 ha riportato voti: IACONA Giuseppe n. 27 schede bianche n. 16 schede nulle n. 3 Proclamo eletto il signor Giuseppe Iacona.
I nostri lavori terminano qui, ma prima di chiudere la seduta vorrei formulare gli auguri di Buon Natale e Buon Anno a tutti i presenti.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,45)



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