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Dettaglio seduta n.168 del 24/11/82 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno sui desaparecidos in Argentina (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Questa mattina, nella parte finale della seduta, la collega Marchiaro che presiedeva, ha sospeso l'approvazione dell'ordine del giorno riguardante l'Argentina, in quanto si sarebbero dovute apportare varie modifiche allo stesso.
Quindi, per quanto è possibile, prego i Capigruppo o chi per essi di voler completare quell'ordine del giorno in modo che si possa approvarlo in giornata.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno sull'abrogazione dell'art. 13 delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica


PRESIDENTE

Nel frattempo passerei al punto sesto all'ordine del giorno che reca: "Esame ordine del giorno sull'abrogazione dell'art. 13 delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica".
Quest'ordine del giorno è stato discusso ampiamente e anche molto vivacemente, perciò ritengo che non sia il caso di discuterlo oltre.
Se non ci sono opposizioni, lo metterei ai voti.



MONTEFALCHESI Corrado

Nella riunione dei Capigruppo non si era detto che non si sarebbero fatte nemmeno le dichiarazioni di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi per una dichiarazione di voto.



MONTEFALCHESI Corrado

Il nostro Gruppo voterà contro questo ordine del giorno perché ritiene di carattere umanitario il problema proposto e quindi debba essere affrontato e risolto in termini umanitari. Riteniamo che il Parlamento abbia problemi molto più gravi ed importanti da discutere; comunque, se questo problema non è possibile risolverlo attraverso iniziative umanitarie e, di conseguenza, si debba prevedere una modifica alla Costituzione riteniamo che pregiudizialmente si debba chiedere all'ex Re Umberto di riconoscere l'autorità del Presidente della Repubblica e la Costituzione italiana.
Questa è la nostra posizione e con questa motivazione votiamo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Noi conveniamo sui motivi umanitari che sono alla base delle iniziative assunte. Devo dire francamente che, per tutta una serie di motivazioni e senza alcun settarismo da parte nostra, riteniamo che questo ordine del giorno non possa essere da noi condiviso.
Invito tutti a leggere, sull'argomento, un articolo di Gorresio, di qualche giorno fa; vi si ricorda come, da parte dei Savoia non sia mai stato presentato un atto di abdicazione; peraltro, abbiamo pur sempre l'ex Re che continua tranquillamente a rivendicare il suo ex titolo. Quindi, di fronte ad un atto di disponibilità e di buona volontà dello Stato italiano continua a non esserci, da parte dei Savoia, una disponibilità a riconoscere la realtà.
Per questo motivo noi voteremo contro l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale ordine del giorno che è firmato dai Consiglieri Viglione, Mignone, Bastianini, Bergoglio, Brizio e Marchini. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerate le proposte e le iniziative parlamentari volte ad abrogare l'art. 13 delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica ritenendo che si siano storicamente esaurite le ragioni che motivavano questa norma esprime la convinzione che sia oggi possibile abrogare l'art. 13 delle disposizioni transitorie e finali della Carta Costituzionale, anche a testimonianza del radicamento della Repubblica nella coscienza nazionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 18 voti favorevoli, 14 contrari ed 1 astensione.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno sull'attentato alla Sinagoga di Roma


PRESIDENTE

Il punto settimo all'ordine del giorno prevede l'esame degli ordini del giorno sull'attentato alla Sinagoga di Roma.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Colleghi, noi vorremmo far rilevare in premessa l'assurdità o, quanto meno, la strana procedura di votare ordini del giorno su avvenimenti che sono ormai vecchi e superati dal tempo.
A prescindere da questa considerazione, dobbiamo dire che il nostro impegno e la nostra condanna per l'atto terroristico contro la Sinagoga di Roma è esplicito e senza riserve; così come profonda e sincera è la solidarietà che esprimiamo nei confronti della comunità ebraica romana.
Ma, detto questo, dobbiamo anche aggiungere che nondimeno non daremo il nostro voto al documento, così come ci è stato sottoposto e presentato documento che giudichiamo essere quanto meno incompleto e superficiale nella sua stesura. Perché, o si voleva compiere soltanto un doveroso pronunciamento contro il vile attentato consumato ai danni di fanciulli innocenti, ed allora in questa ipotesi si sarebbe dovuto evitare di introdurre nel testo ogni strumentale riferimento verso Israele, verso la Palestina, come invece non è stato fatto; oppure, seconda ipotesi, si intendeva prendere posizione non tanto contro il grave fatto avvenuto quanto contro il fenomeno, più vasto e preoccupante, dell'anti-semitismo.
In questa seconda ipotesi sarebbe stato necessario procedere ad un'analisi della situazione che fosse più approfondita, più completa e soprattutto più obiettiva. Non doveva tacersi, infatti, che l'attentato criminale di Roma è, giunto a maturazione in un clima di odio e di intolleranza originato dalla campagna antisemita e anti-israeliana, che in Italia durava da mesi, alimentata soprattutto dai partiti di sinistra dalla televisione di Stato e da certa stampa di regime. Non andava sottaciuto che, appena qualche settimana prima, in odio al "guerrafondaio" Begin, tuttavia riconosciuto Premio Nobel per la pace, le massime autorità della Repubblica, a cominciare dal nostro Presidente Pertini, avevano fraternamente ricevuto in Italia l' "agnellino" Arafat, riconosciuto capo terrorista internazionale, come il più degno rappresentante della causa palestinese, invitato a Roma dall'onorevole Andreotti. Non andava sottaciuto che l'attentato alla Sinagoga di Roma poté avvenire per la mancata predisposizione di misure di sicurezza, avendo il Ministro degli Interni (lo ha denunciato lo stesso Rabbino-capo di Roma) evitato di assumere precise misure a tutela della comunità ebraica, malgrado una richiesta che era stata avanzata dopo gli attentati di Milano e di Parigi.
Si tratta di verità inconfutabili, non solo nel giudizio nostro, ma soprattutto in quello degli ebrei romani, della comunità israelitica romana che, di fatto, non si è emozionata per la commozione ufficiale espressa da quel mondo politico e sindacale che aveva manifestato, almeno sino al giorno precedente, un comportamento di antico anti-semitismo.
Noi imputiamo, dunque, al documento in votazione la mancata denuncia delle chiare responsabilità che stanno a monte dell'attentato alla Sinagoga di Roma; è per queste omissioni che non possiamo non denunciarlo che come ipocrita e fariseo.
L'ordine del giorno avrà il voto contrario del Gruppo del Movimento Sociale Italiano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Non intendo svolgere un intervento nel merito, anche se ve ne sarebbero i motivi. Parlo per dichiarazione di voto; se sul primo ordine del giorno si determinerà una maggioranza, noi non avremo difficoltà a confluirvi e quindi non chiederemo di mettere in votazione il nostro ordine del giorno ma chiediamo che venga posto agli atti del Consiglio.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'ordine del giorno firmato dai Consiglieri Bontempi, Revelli, Marchiaro e Avondo.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte al criminale attentato contro la Sinagoga di Roma esprime incondizionata solidarietà alla Comunità ebraica romana ribadisce la più ferma condanna per un atto terroristico che colpisce la coscienza civile di tutti gli uomini e offende profondamente la democrazia italiana nata dall'antifascismo e dalla Resistenza denuncia il pericolo che tali atti di violenza consentano il riemergere di inammissibili divisioni, il ritorno dell'antisemitismo che è estraneo alla cultura e alla tradizione del popolo italiano afferma che il razzismo e l'antisemitismo sono nemici inconciliabili della democrazia, delle forme più comuni di civiltà, di cultura, di umanità riconferma la necessità di distinguere nettamente tra la Comunità ebraica e il governo Begin, le cui responsabilità nella guerra contro il popolo palestinese sono state giustamente denunciate afferma che è essenziale per la pace nel mondo giungere ad una soluzione politica e diplomatica della crisi medio-orientale che rispetti l'indennità nazionale ed il diritto di autodeterminazione del popolo palestinese, dia ai palestinesi uno Stato ed una Patria e garantisca sicurezza a tutti gli Stati della regione si impegna a sviluppare una costante azione di orientamento per impedire che si diffondano germi così pericolosi come l'odio razziale e antisemita ed a realizzare le iniziative concordate nell'ambito del Comitato Antifascista invita tutte le forze democratiche, i cittadini, ad impegnarsi con estrema energia contro ogni forma di fanatismo razziale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 31 voti favorevoli e 2 astensioni.


Argomento: Nomine - Enti strumentali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 230-20233: "Sostituzione n. 3 membri dimissionari del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte S.p.A. Designazione 'con i poteri del Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 40 dello Statuto"


PRESIDENTE

Passiamo al punto ottavo all'ordine del giorno che reca: Esame deliberazione Giunta regionale n. 230-20233: "Sostituzione n. 3 membri dimissionari del Consiglio di amministrazione della Finpiemonte S.p.A.
Designazione con i poteri del Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 40 dello Statuto".
La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Questa delibera è stata presa dalla Giunta il 28 ottobre. Noi avevamo considerato cosa normale che la Giunta, di fronte ad una necessità impellente quale quella di consentire che il Consiglio di amministrazione svolgesse la sua assemblea nella pienezza della sua composizione e dei suoi poteri, si assumesse di fatto i poteri del Consiglio e designasse, con la sua autorità, la sostituzione di tre membri dimissionari, in accordo con le forze politiche.
Ci rendiamo conto che vi sono occasioni in cui è necessario che la Giunta assuma i poteri del Consiglio, salvo poi apportare questa ratifica (come sta facendo ora) attraverso la deliberazione che abbiamo all'ordine del giorno.
Quello che però ci riesce difficile comprendere è come mai questi tre membri, che sono stati già di fatto sostituiti e che fanno già parte, di fatto, del Consiglio di amministrazione e hanno già partecipato ad assemblee del Consiglio di amministrazione, non siano stati sottoposti come è norma corretta di Regolamento del nostro Consiglio regionale, ad esame (se così vogliamo chiamarlo) o comunque a verifica da parte della Commissione Nomine.
Noi abbiamo un Regolamento interno il quale, all'art. 19, prevede espressamente che la Commissione consultiva per le nomine debba essere consultata per la definizione dei criteri di carattere generale e per le nomine di competenza del Consiglio; e ad essa devono essere sottoposte le proposte per le nomine stesse, allo scopo di verificare l'esistenza dei requisiti richiesti dalla legge per la funzione che deve essere svolta.
Quello che ci sembra ancora più strano è che, nonostante il pronunciamento del nostro Regolamento al quale, peraltro, fin d'ora si era cercato con buona volontà, da parte di tutti, di attenersi, malgrado un nostro rilievo formulato in sede di riunione dei Capigruppo, la Commissione Nomine non sia stata convocata e che la stessa non sia stata convocata nemmeno di fronte ad un nostro ordine del giorno che ormai data dal 2 novembre, venti giorni fa; malgrado ciò si propone nuovamente venga proposta al Consiglio questa deliberazione, senza che la Commissione Nomine abbia avuto modo di svolgere il suo compito.
Vorrei anche dire che questo, della Finpiemonte, non è un caso isolato ci sono stati altri esempi di inadempienza da parte della Commissione Nomine (inadempienza, dico, nel senso che non è stata convocata) riguardanti anche nomine estremamente importanti, che hanno interessato organismi importanti della nostra Regione, quale, ad esempio, le nomine fatte per il Consiglio di amministrazione del SITO. Ma, ripeto riconosciamo esserci circostanze eccezionali o di urgenza che noi siamo sempre disposti a considerare, con quel senso di collaborazione e di pragmatismo che ci è normalmente consueto. Ad ogni modo abbiamo voluto in qualche modo ricordare, alla Presidenza del Consiglio, di tenere conto anche delle competenze della Commissione Nomine e, quindi, provvedere alla sua convocazione prima di arrivare alla reiscrizione di questo ordine del giorno che, tra l'altro, è già ormai reiscritto, forse da, quattro volte alla discussione della seduta odierna.
Ripetiamo la nostra perplessità di fronte a questo modo di gestione delle nomine e di come si pervenga alla definizione delle nomine; e per questo chiediamo - proprio in osservanza del nostro Regolamento che ci impone determinati comportamenti rispetto a questi aspetti della gestione della cosa pubblica - che questo ordine del giorno, questo esame della deliberazione, venga ritirato, che si convochi la Commissione Nomine, che la stessa esprima, anche a posteriori, il suo pronunciamento rispetto a queste designazioni; e, infine, si riporti in Consiglio questa deliberazione quando, naturalmente, la Commissione Nomine abbia svolto il suo compito.
Naturalmente questo è un atteggiamento che non chiediamo per i Consiglieri, in particolare ai neo-nominati della Finpiemonte; ma vogliamo che questo comportamento si riconfermi in modo lineare, corretto, consueto al quale attenersi in ogni circostanza, perché così ci siamo impegnati segnatamente all'inizio della presente legislatura, quando si precisarono i compiti della Commissione Nomine con i suoi nuovi componenti.
Ripeto, quindi, la richiesta di ritiro della presente deliberazione.
Grazie.



PRESIDENTE

Vorrei precisare al Consigliere Vetrino che la Commissione Nomine era convocata per lunedì scorso, ma data l'impossibilità di diversi Consiglieri venne spostata a lunedì prossimo, quindi in qualche modo avremmo riparato.
La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Prendo la parola soprattutto per sottolineare alcuni aspetti di ordine generale che l'intervento della collega Vetrino ed il suo puntuale ordine del giorno richiamano in materia di nomine.
Abbiamo presentato, come è noto ai Consiglieri, una proposta di legge organica (tengo a dire: la prima che viene fatta in questa Regione ed anche la prima in adempimento di un obbligo che ci veniva imposto dalla legislazione statale) per disciplinare il sistema delle nomine di competenza della Regione. Avremo modo di discutere ulteriormente questo provvedimento legislativo, ma intanto mi interessa enucleare alcuni aspetti, relativi alla questione sollevata dalla collega Vetrino, che mi trovano in tutto e per tutto d'accordo. Perché la questione è questa: il nostro sistema complessivo di definizione delle nomine di competenza assembleare ha lasciato il posto, man mano, pure in presenza di accordi tra i partiti e tra norme statutarie, ad un procedimento che tende sempre più a rendere i soggetti titolari di tutto il procedimento, non solo del potere di iniziativa, ma di tutto il procedimento nei Gruppi politici o nei partiti.
A noi sembra, questo, un inconveniente da rimuovere perché questo meccanismo che presupporrebbe una potenzialità illimitata di democrazia nei partiti (proprio nel momento in cui, invece, è in discussione; noi l'abbiamo posto come questione morale ma è, credo, in discussione agli occhi del Paese, questa pervasività dei partiti nel nostro sistema), credo debbano essere controllate dalle istanze che appartengono al cosiddetto controllo istituzionale o, per meglio dire, all'antagonismo istituzionale degli organismi. Per non essere troppo oscuro in questa dizione, credo che la Commissione Nomine sia proprio uno di questi organismi, in quanto è chiamata a deliberare sui criteri originariamente e poi sulle caratteristiche di idoneità relative del candidato. Insisto su questo termine "relative" perché non mi convincono; e vedrete nella legge il perché del meccanismo, le definizioni a priori sia di professionalità che di moralità. Certo è una base essenziale, ma è relativa all'incarico che si deve ricoprire; ma come esaminare questo se non potenziando con gli organismi (come la Commissione Nomine) che già per Statuto hanno questi compiti e che, se venisse approvato il nostro disegno di legge, avrebbero dei compiti del tutto decisivi nel procedimento di nomina? Per questo motivo, quindi, sono particolarmente d'accordo con il ragionamento della collega Vetrino ed auspico che questa precisazione verrà validata nel momento in cui si andrà ad approvare, per esempio, la nostra proposta di legge che ci pare assolutamente interessante, perlomeno sotto questo profilo. Però già nelle more di una discussione che non potrà essere molto breve, credo sia giusto ripristinare in pieno la funzione della Commissione Nomine. E ritengo che l'autonomia della Commissione Nomine rispetto ai Capigruppo (la sede dove, per forza di cose, avviene l'intesa sulle ripartizioni) in qualche misura non potrà essere evitata, perché alla fine i soggetti politici sono i Gruppi che siedono nell'assemblea e questa autonomia è uno degli elementi di fondo. Tanto è vero che ribadiamo, per esempio, non solo il voto centrale della Commissione Nomine, non solo gli ampi poteri istruttori, sia per nomine che per conferme, ma anche la possibilità che la Commissione proceda all'audizione diretta dei candidati.
E un suo giudizio, almeno per le nomine più importanti, si dovrà esprimere sulla base di motivazioni specifiche: scritte, pubblicizzabili controllabili.
Da una ricerca comparata che abbiamo effettuato questo è il sistema applicato anche negli ordinamenti europei o nord-americani: il parere della Commissione Nomine deve essere obbligatorio ma non vincolante. Anche questo è importante; fosse vincolante sarebbe uno spossessamento di funzioni da parte di chi ha il potere d'iniziativa; l'obbligatorietà invece, mette in gioco quei meccanismi che io definisco di antagonismo istituzionale.
L'unica osservazione che dovrò fare, se l'ordine del giorno andrà al voto, e per il quale mi dichiaro favorevole perché lo condivido, riguarda l'ultima parte. Posso capire che lo spunto polemico della collega Vetrino sia rivolto ai partiti o alle maggioranze di Governo, ma, in realtà, a mio avviso, se vogliamo essere corretti, va invece indirizzato a dei confronti dell'atteggiamento medio dei partiti.
Per quanto riguarda poi la deliberazione in oggetto non credo siano state valutate delle motivazioni d'urgenza particolari, per cui auspico che la Giunta voglia inviarla alla Commissione Nomine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Anche il nostro Gruppo concorda con le osservazioni espresse dalla collega Vetrino, soprattutto in ordine alla richiesta di non procedere oggi alla votazione di questa delibera e di rinviarla a dopo che la Commissione si sia radunata ed abbia espresso una propria valutazione.
Pienamente d'accordo sul fatto che si tratta di una nomina di competenza della maggioranza e che la Giunta può fare le sue proposte però, poiché la delibera è del Consiglio e l'esame da parte della Commissione Nomine non può non essere effettuato, la richiesta della collega Vetrino é, per parte nostra, legittima e condivisibile.
Sulle argomentazioni più complesse del collega Bontempi, circa una maggiore funzionalità di questa Commissione, di un'operatività diversa, si tratta di temi sui quali ci possiamo confrontare; studiare se è possibile dare maggior funzionalità ed efficienza a questa Commissione, soprattutto renderla più operativa. Però mi pare che sarebbe proprio un segnale di correttezza e di serietà se si provvedesse oggi a rinviare la votazione, a formalmente esaminare il problema in sede di Commissione Nomine e, quindi a procedere successivamente.
Sul testo dell'ordine del giorno che accompagna questa proposta qualora si dovesse procedere alle votazioni, noi ci esprimeremo a favore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Sulle nomine vorrei fare una precisazione.
Nella sede della conferenza dei Capigruppo il Presidente Enrietti aveva avvertito l'urgenza di dare un assetto alle nomine e ha comunicato anche i nominativi che erano stati segnalati secondo i criteri da sempre seguiti.
Sotto questo aspetto, non credo si possa muovere rilievo all'operato della Giunta, perché la stessa sarebbe stata anche disponibile a porre in votazione, nell'imminenza del Consiglio regionale, i nominativi segnalati ma i Capigruppo stessi avevano convenuto sulla necessità di andare in Consiglio, di procedere alla nomina consiliare e, conseguentemente rafforzare la decisione della Giunta.
Devo ricordare che all'inizio di questa legislatura la Commissione Nomine fu riunita alcune volte. E' una Commissione Nomine che talvolta aveva rappresentanze anomale, nel senso che i Gruppi sostituivano sovente il rappresentante all'interno della Commissione e spesso i Capigruppo facevano essi stessi da rappresentanti dei membri della stessa Commissione.
In questo modo si è andati avanti per lungo tempo; i candidati consegnarono sempre il loro curriculum; sempre fu analizzata la professionalità di quanti venivano chiamati a coprire dei posti cosiddetti di sottogoverno.
Dico "sottogoverno" per significare che sono sotto il governo regionale e non nel senso che si volle dare a questa parola durante l'epoca del centro-sinistra.
Ora, se il Presidente mi consente ancora un minuto, vorrei solo pormi in amabile, e cortese polemica con i miei amici della sinistra (dico della sinistra del banco, perché ormai abbiamo visto che le posizioni si confondono abbastanza dopo gli ordini del giorno di stamane: c'è una destra che si è realizzata ed una sinistra, invece, che sta emergendo).
In Parlamento, per esempio, la Commissione parlamentare, sempre investita delle nomine negli Enti, recentemente si è espressa favorevolmente all'unanimità per alcune nomine importanti. Vedete per esempio, la nomina di Prodi all'IRI; la nomina di Colombo all'ENI; vedete anche la discussione che fu fatta di Fiaccavento all'EFIM che non ebbe tutti i voti favorevoli e fu discussa lungamente all'interno della Commissione. E vedete le nomina bancarie, in cui nella Commissione si realizzarono alcune convergenze ed alcune no. Certo, non si realizza mai l'unanimità degli intenti su tutto e su tutti; ma è importante che se ne discuta e che si esamini la professionalità dell'uomo chiamato nei vari Enti o nei vari Istituti finanziari o bancari.
Dobbiamo riconoscere, carissimi amici dell'opposizione, che le nomine fette in Regione Piemonte negli ultimi anni non hanno trovato il dissenso di nessuno.
Io non ricordo un dissenso, mai; ricordo forse la richiesta di alcune precisazioni sulla capacità giuridica di alcuno, chiamato nei CO.RE.CO. a rappresentare determinati momenti nei Comitati di controllo. Ma non ricordo e se la memoria mi fa difetto, qualcuno me lo voglia dire - che vi sia stato un atto di non adesione o di opposizione alla nomina di qualche rappresentante da parte di questo Consiglio regionale nei vari organismi.
Vi fu una questione di principio sollevata nell'ambito del Gruppo del Movimento Sociale Italiano, ma la questione non verteva sulle capacità professionali, ma sulla presunta discriminazione di rappresentanti del Movimento Sociale Italiano, E questa era, però, una disputa storica che noi abbiamo presente nel nostro Paese; dovuta al fatto, che non è di oggi, che non crediamo al fatto che un partito che ha rappresentato per il nostro Paese; tante nefandezze e tanti momenti negativi, debba ritrovarsi oggi con propri rappresentanti, all'interno di una vita democratica, che quello stesso partito ha combattuto e con la sua ideologia ancora oggi egli combatte.
Ma dunque, colleghi Consiglieri, se durante tutti questi anni non vi sono stati dissensi alle nomine, dobbiamo dire che nella discussione di oggi e nell'ordine del giorno, pur sempre giusti, la questione assume un aspetto piuttosto formale, cioè di riferimento a momenti che il legislatore regionale vuole che siano rappresentanti, a passaggi che il legislatore vuole siano realizzati; questo ci sembra giusto e mi pare che, non si possa espropriare nessun momento, nessuna Commissione e nessun aspetto del Consiglio rispetto alla conoscenza di quanti sono chiamati o saranno chiamati a ricoprire posti e, soprattutto, io aggiungerei, alla politica che essi devono svolgere.
Io, colleghi Consiglieri e signor Presidente, sarei piuttosto disposto e disponibile a completare questo ordine del giorno in altro senso: che i chiamati a coprire queste cariche non soltanto debbano rivestire le qualità professionali richieste, ma debbano garantire, con solenne impegno, di realizzare la politica che, nell'interezza, il Consiglio regionale esprime.
Cosa credete avvenga dopo che si è nominato un rappresentante e si sono completati i Consigli d'amministrazione nei vari Enti? Accade che i nuovi assunti in questi vari Enti, normalmente si comportano al di fuori degli schemi programmatici che le forze politiche interne si danno all'interno del Consiglio regionale, al di fuori delle linee che si esprimono, dei piani di sviluppo, degli obiettivi che si intendono raggiungere. Molte volte non abbiamo più neanche dei legami con costoro; molte volte essi conducono una politica del tutta personale.
Di qui l'opportunità di un richiamo, nell'ordine del giorno, al legame alla corrispondenza, alla correlazione fra la politica regionale non partitica o non di maggioranza, ma che il Consiglio esprime nella sua intierezza, attraverso i suoi documenti, i suoi obiettivi, che sono il piano di sviluppo, le linee programmatiche; questo mi parrebbe molto più importante del fatto formale del passaggio attraverso la Commissione Nomine, pure necessaria, quale oggi è stato sollecitato dal Gruppo repubblicano.
Votiamolo pure quest'ordine del giorno, ma, quindi, mi sembra che possiamo andare a votare questo, con un richiamo che gli eletti debbano perseguire gli obiettivi dell'intierezza delle forze politiche che li ha nominati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, signori Consiglieri, sono in dubbio se esprimermi nel mio intervento, con la formula di rito trattandosi di un ordine del giorno che va illustrato e sul quale si chiede un pronunciamento del Consiglio, ovvero se debba rivolgermi al vero destinatario che è tout-court il signor Presidente del Consiglio.
La inviterei, signor Presidente, a non farsi portare in largo dall'abilità oratoria dei Capigruppo della maggioranza i quali, sotto le spoglie dell'agnello, esprimono una capacità dialettica ad alto livello specialmente il Bontempi con quel suo prometterci la Terra Promessa della moralizzazione e delle verifiche (chi poi le farà queste verifiche!): basterebbe incominciare a verificare le capacità giuridiche dei membri del CO.RE.CO. Ho invitato il Presidente a non farsi portare lontano dalla realtà, sulle ali di un'immagine nella quale sono convinto che tu creda caro Bontempi, ma che tu raffiguri in quest'aula a sostegno della tua legge e non di un atto, in un qualche modo irrispettoso, del regolamento che si vuole compiere in quest'aula.
In questa occasione, secondo me, le tue argomentazioni tendono a spostare il problema da quello che è: così come ha fatto abilmente (guarda caso, con un perfetto gioco di squadra) il collega Viglione il quale rifacendosi al passato, ha tentato di fare nascere in noi dell'opposizione qualche ancestrale timore che ci venga attribuita chissà quale responsabilità in chissà quali nomine e questo perché non si intervenga sul problema di principio posto dalla collega Vetrino.
Qui non mi sembra ci sia materia sulla quale si possa disputare, signor Presidente; è vero che l'atto che facciamo più che una nomina è una ratifica, ma sostanzialmente lo spirito della Commissione Nomine era semplicemente quello che venisse portato al Consiglio, ai singoli Consiglieri (i quali assumono la responsabilità di indicare un nome), un minimo di istruttoria e, comunque, un minimo di verifica intesa ad appurare che non esistessero condizioni ostative. Nessuno dice che esistono delle condizioni di tipo positivo ma, almeno, che non esistano condizioni ostative ad una nomina. Questa condizione preliminare, signor Presidente non è stata rispettata e in questa misura, lei, e non la Giunta, deve decidere autonomamente. Proprio perché non è stata rispettata una condizione preliminare ad un atto preliminare, che è l'espressione del voto da parte del Consiglio.
Questa espressione, se è una preghiera che dobbiamo fare, la dobbiamo fare alla collega repubblicana; è lei che in qualche misura può, se ritiene, sciogliere il nodo ritirando la sua obiezione, ma nel momento in cui è posta un'obiezione di carattere preliminare alla delibera evidentemente, è su questa che il Presidente deve deliberare. E mi sembra che lei debba deliberare nel senso di rinviare l'esame della delibera ad una seduta successiva per una presa in esame dell'argomento da parte della competente Commissione.
Sollecito questa soluzione per due questioni di principio; il rispetto del Regolamento e soprattutto il dovuto riconoscimento alla dignità del Consigliere.
Quando una forza politica indica una responsabilità delicata e quindi meritevole di attenzione, quale il porre un problema di questo genere, ci significa tutelare la dignità del Consigliere, garantire che il dibattito avviene su quello che è l'argomento sul tappeto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Non parlerò, caro Marchini, di un mitico futuro e nemmeno di una Terra Promessa, ma semplicemente darò alcune spiegazioni sul perché la Giunta regionale ha preso questa delibera, tenendo conto della procedura, del tutto straordinaria, perché, in due anni e mezzo, è la seconda delibera che la Giunta regionale fa in questo campo. Questo evidenzia la straordinarietà del tipo di intervento.
Nei giorni 25 o 26 di ottobre, io ebbi l'incontro con l'Ufficio, di Presidenza della Finpiemonte, al completo, per discutere di vari argomenti e, durante quell'incontro, mi sollevarono il problema della sostituzione di tre membri dai quali avevano già ricevuto le lettere di dimissioni del Consiglio di amministrazione.
Questi tre membri, sollecitati verbalmente dal sottoscritto, hanno ribadito la volontà delle loro dimissioni. Peraltro venni sollecitato ad adoperarmi affinché il Consiglio di amministrazione, che si sarebbe riunito tre giorni dopo, avesse la sua completezza.
Ho avuto modo, tramite i miei uffici, di avere conseguentemente uno scambio di valutazione con alcuni Capigruppo e con le forze politiche e, da questi contatti, ho ricevuto l'indicazione dei nomi che ho sottoposto all'approvazione della Giunta regionale. La Giunta regionale, quindi, ha provveduto a questa nomina.
Sul problema sollevato più in generale riguardo alle nomine, va pur detto che le argomentazioni poste per una regolamentazione diversa, forse per una migliore funzionalità dell'Ufficio Nomine, sono accettabili. Ma voglio sollevare in Consiglio un altro problema, e prego veramente il Presidente del Consiglio che se ne faccia carico: quello relativo all'urgenza delle nomine che si devono fare in tanti Consigli di amministrazione, in tanti enti dove la Regione è ancora scoperta nelle indicazioni delle nomine stese. Quindi, occorre sollecitare la Commissione Nomine ed il Consiglio regionale a provvedere urgentemente alle nomine che loro competono.
Peraltro, sempre sulla deliberazione, ho avuto modo di informare immediatamente e dettagliatamente i Capigruppo di questo provvedimento come ha ricordato il Capogruppo socialista Viglione -. E qui avrei preferito certamente che, invece di vedermela iscritta all'ordine del giorno, fosse stata fatta pervenire alla Commissione Nomine: perché la Giunta non ha niente da temere che questo provvedimento pervenga alla Commissione Nomine.
Quindi, non soltanto non ci si oppone a che vada alla Commissione Nomine, ma si dice alla Giunta che era meglio vi fosse pervenuta prima di essere posta all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ripeto che la Commissione era stata convocata, ma che la convocazione fu revocata in quanto un Gruppo molto importante non poteva parteciparvi.
Ho aderito al rinvio e la Commissione è riconvocata per lunedì prossimo.
Chiedo al Presidente della Giunta se ritenga opportuno mettere in votazione questa delibera.
Questa deliberazione avrebbe già dovuto andare alla Commissione Nomine.
La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Sembra che da parte di tutte le forze politiche intervenute nel dibattito, ed anche dal Presidente della Giunta, ci sia accordo; che questa delibera, che tra l'altro non procura nessun intralcio all'attività della Finpiemonte, possa seguire l'iter che avrebbe dovuto seguire e dunque vada alla Commissione Nomine che, tra l'altro, è già convocata. Credo che questa decisione sia ormai scontata e che il Consiglio possa tranquillamente votare il rinvio con la sostanziale convergenza di tutti.
Quello che però intendo ribadire è che mi è parso, dagli interventi dei colleghi, che se questa decisione è importante, ben più importante è la sostanza delle osservazioni espresse: cioè la necessità che venga restituita alla Commissione Nomine la sua funzione fondamentale, che deve essere appunto di verifica, di controllo e di approvazione delle condizioni di idoneità delle persone da noi designate a rappresentare la Regione nella comunità regionale.
Ritengo che il disegno di legge del Partito Comunista sarà una buona occasione per ribadire questo tema che, a livello nazionale, negli ultimi tempi, è stato riscoperto e, visti i criteri che finalmente hanno prevalso nella designazione degli incarichi, mi auguro che questi stessi criteri possano sempre essere tenuti presenti nella nostra Regione, come lo furono nel momento in cui la Commissione Nomine, all'inizio della nuova legislatura, affrontò il problema delle idoneità dei candidati a rappresentarci negli organi regionali.
Mi permetto inoltre ricordare come su questo ordine del giorno da proporre all'attenzione del Consiglio, ho avuto richieste di correzioni e di aggiunte: per tali richieste sono disponibile per quelle integrazioni che mi sembrano corrette ed interessanti; mi permetto subito di suggerire (se il Presidente del Consiglio ha sotto mano la pagina 2 del mio ordine del giorno) che all'ultima frase: "Si ribadisce inoltre che ogni incarico pubblico debba essere valutato quale occasione di servizio alla comunità e di impegno civile e sociale e non come occasione di potere occasionale o equilibrio di potere dei partiti", bisognerebbe togliere "o delle maggioranze di governo" e aggiungere il suggerimento del Capogruppo Viglione, che trovo corretto ed importante; suggerimento che si potrebbe così sintetizzare: "e che quindi i rappresentanti debbano essere vincolati nell'esercizio del loro mandato, all'osservanza degli orientamenti e delle direttive dei competenti organi della Regione". Ricordiamo tutti che in ogni legge che tratti di rappresentanze regionali, in società costituite dalla Regione, questo articolo compare regolarmente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Apprezzo lo spirito con il quale il collega Viglione ha ritenuto di riaffermare la necessità che i rappresentanti nominati dall'istituzione operino nella linea della politica dell'istituzione. Faccio peraltro notare che queste nomine, nella grande maggioranza dei casi, si traducono in presenze di S.p.A., dove l'obiettivo della Società è elemento prioritario rispetto alle indicazioni di tipo politico che provengono dall'esterno.
Quindi, pur condividendo sull'opportunità che lo spirito con cui si devono muovere i nostri rappresentanti è quello indicato, non sono ben certo che una formulazione affrettata, in questo momento, possa essere la formulazione più opportuna; potrà essere più meditata ed approfondita quando esamineremo la legge sugli incarichi, in modo che questo diventi un documento culturalmente meno impegnativo e meno provocatorio nella misura in cui, poi, verrà recuperato, per rimproverare eventualmente a questo o a quel nostro rappresentante un comportamento non politicamente allineato alla volontà di una maggioranza o peggio ancora, di una forza politica.
Però, ripeto, questi sono argomenti di grande delicatezza che sarà opportuno meditare e, probabilmente, proporre non in un documento come questo che, in una qualche misura, è di contestazione ad un metodo, ma in un documento di tipo propositivo; è comunque un argomento che si deve discutere in un momento di serenità e non in un momento di richiamo alle nostre insufficienze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

L'argomento sollevato dal Consigliere Marchini è giusto.
Proporrei di mantenere la parola "orientamenti".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Mi sembra che la dizione potrebbe essere: "I chiamati perseguono gli orientamenti e gli obiettivi che la Giunta si è data"



PRESIDENTE

Tutti gli intervenuti sono d'accordo a che le nomine di oggi vengano sospese.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame deliberazione Giunta regionale, n. 172-19937: "Approvazione dei criteri, priorità e modalità di attuazione della legge, regionale 27/8/1982, n. 23, concernente la riapertura dei termini di presentazione delle domande di concessione dei contributi per la realizzazione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi in attuazione dell'art. 20 della legge 10/5/1976, n. 319 e dell'art. 5 della legge 24/12/1979, n. 650"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto decimo all'ordine del giorno che prevede l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 172-19937: "Approvazione dei criteri, priorità e modalità di attuazione della legge regionale 27/8/1982, n. 23, concernente la riapertura dei termini di presentazione delle domande di concessione dei contributi per la realizzazione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi in attuazione dell'art. 20 della legge 10/5/1976, n. 319 e dell'art. 5 della legge 24/12/1979, n. 650".
La III Commissione ha espresso parere favorevole all'unanimità.
La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Prendo la parola per dire subito che voto a favore di questa delibera.
Ma, nel frattempo, desidero segnalare un problema che credo debba porsi all'attenzione, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, sia della Giunta (che credo ne sia già a conoscenza), sia delle forze politiche.
In rapporto, appunto, alla legge 650, legge travagliata, che ha avuto varie proroghe e molte opposizioni, i cui punti qualificanti e positivi, in molti, non ultimo il Governo, hanno operato per sabotarli.
Ciò che intendiamo segnalare all'attenzione della Giunta e delle forze politiche e su questo intendiamo impegnarci nelle prossime settimane, è, a nostro avviso, un fatto gravissimo: l'ex Ministro Marcora ha presentato un progetto di legge che si articola su due obiettivi: uno è sostanzialmente la concessione di una nuova sanatoria per coloro o per quelle aziende che non si sono ancora poste in regola con la legge; e il secondo è di dare mandato al Governo di abbattere le tabelle previste dalla legge 650 per i limiti di inquinamento.
Ritengo che questo fatto debba essere attentamente valutato da tutte le forze politiche; intanto, rispetto a questo disegno di legge (anche se non è ancora pervenuto all'esame di tutte le Commissioni parlamentari competenti), sappiamo che già alcune Commissioni della Camera hanno espresso all'unanimità giudizio negativo; ma sarà bene che contro questa proposta di legge si debba sviluppare un'opposizione decisa a tutti i livelli, anche regionale. Intanto, intendiamo riparlarne nelle prossime settimane, in quanto siamo convinti che questo problema dell'inquinamento sia uno dei più impegnativi da affrontare; riteniamo che la Regione lo stia affrontando in maniera pertinente; e una ferma attenzione lo richiede anche perché stiamo assistendo all'agonia di una di quelle che è una delle più grosse risorse del nostro Paese: il mare.
Vediamo l'agonia dell'Adriatico nel quale, attraverso il Po, vanno a finire buona parte degli scarichi inquinanti dell'Italia settentrionale.
Questo disegno di legge di Marcora è estremamente pericoloso ed è da contrastare con tutti i mezzi. La Regione (e questa sarà la materia della nostra iniziativa nelle prossime settimane) penso debba prendere posizione decisa contro questo disegno di legge. Anche perché riteniamo grave che ci sia già stata una legge che concede ancora una volta una proroga per quanto riguarda la riduzione del fosforo nei detersivi, che è elemento massimamente inquinante.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la proposta della Giunta regionale relativa all'approvazione dei criteri, priorità e modalità di attuazione della legge regionale 27/8/1982 n. 23, concernente la riapertura del termine di presentazione delle domande di concessione dei contributi per la realizzazione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi in attuazione dell'art. 20 della legge 10/5/976, n. 319 e dell'art. 5 della legge 24/12/1979, n. 650 tenuto conto della procedura prevista all'art. 2 della legge regionale 27/8/1982, n. 23 sentita la competente Commissione consiliare delibera 1) di approvare i criteri, le priorità e le modalità di attuazione della legge regionale 27/8/1982, n. 23, contenuti nell'allegato A 2) di approvare: lo schema di domanda per la richiesta di contributo regionale (allegato B) le note esplicative per la compilazione della domanda (allegato B1) lo schema di relazione informativa da allegare alla domanda di contributo (allegato B2) le istruzioni per la compilazione della relazione informativa (allegato B3) 3) di adottare la classificazione delle industrie manifatturiere di cui all'allegato C. Gli allegati A, B, B1, B2, B3 e C costituiscono parte integrante della presente deliberazione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 72-13602: "Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale"


PRESIDENTE

Il punto undicesimo all'ordine del giorno prevede l'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 72-13602: "Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale".
La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

La nota vicenda dell'Istituto Cartografico Regionale S.p.A. con l'esame, da parte, del Consiglio regionale, del suo Statuto, entra in una fase delicata.
Le nostre posizioni politiche, in ordine a questo argomento, sono note e non mancheremo di riprenderle successivamente in sede di dichiarazione di voto finale, che esprimeremo prima del pronunciamento complessivo dell'assemblea su questa vicenda.
Iniziando la discussione preferiamo entrare subito nel merito dell'argomento, rinviando a dopo le considerazioni politiche generali, che sono ormai note e sulle quali, ripeto, ci soffermeremo giusto per affermare comunque la posizione politica che deve contraddistinguere qualsiasi tipo di espressione del voto nel merito della deliberazione in esame.
Mi soffermo in questa prima parte del mio intervento sulle proposte di modifiche dello Statuto, che noi vorremmo sottoporre al Consiglio.
All'art. 2 proponiamo di sopprimere l'ipotesi che questo Istituto Cartografico Regionale possa stabilire degli uffici di rappresentanza in sedi secondarie in Italia.
Riteniamo che la specificità di obiettivi che l'Istituto si propone e di finalità rivolte ad affrontare e risolvere i problemi (supposto che riesca mai ad affrontarli e a risolverli, i problemi della cartografia in Piemonte) non si conciliano all'ipotesi di stabilire uffici di rappresentanza in altre sedi che non siano quelle regionali. E si aggiungono anche ragioni di inopportunità politica, rispetto ad una struttura (emanazione della Regione) che, anche solo per ciò che pu servire in termini di occupazione di terziario, sarebbe opportuno si sviluppasse nell'ambito del territorio della Regione Piemonte e non altrove. Né pare di prefigurare l'ipotesi che la Regione Piemonte possa avventurarsi sulla tesi di sottoscrivere delle partecipazioni azionarie in una Società che abbia finalità che esulino dalla propria dimensione territoriale: a questo punto, le preoccupazioni politiche che noi abbiamo sempre evidenziato accrescerebbero ulteriormente e avvalorerebbero ancor più la nostra posizione di denuncia di questa inopportunità.
All'art. 3 (io illustro tutto complessivamente, Assessore, poi lei mi risponderà), dopo l'ipotesi della Società almeno fino all'anno 2001, noi proponiamo di aggiungere "salvo scioglimento anticipato"; perché, tra l'altro, potrebbe essere illogico tenere in piedi una società defungibile o che ha perso la sua ragion d'essere solo perché nello Statuto si precisa che la società rimane in vita fino al 2001.
All'art. 4 proponiamo di sostituire la definizione di "Cartografia Regionale", forse un po' ambigua, ampollosa e velleitaria, con quella più pertinente di "Cartografia e carte tematiche, riferite al territorio della Regione Piemonte".
All'art. 5 noi proporremmo, per una semplificazione di carattere letterale, di eliminare il riferimento alla legge regionale, già ricordato alla legge 1, ma soprattutto di non vincolare il contenuto prescrittivo delle norme di Statuto, con il riferimento a finalità o scopi che, semmai dovevano essere esplicitati al primo articolo. Cioè, quella complessa ipotesi di apprestamento di strumenti e di cartografie che era stata delineata nella deliberazione dovrà essere, stante le ristrettezza di risorse e di mezzi disponibili, ridimensionata per cui il riferimento tout court a quella deliberazione appare inopportuno anche per ragioni di storicità di eventi che si sono determinati.
Con il quinto emendamento, noi proponiamo di introdurre all'art. 6 una possibilità di partecipazione a questa Società, da parte di enti pubblici non solo di enti pubblici territoriali, ma anche di enti pubblici strumentali, stante il fatto che la Regione ha messo in piedi alcune di queste strutture, per cui non vediamo la ragione di precludere la possibilità di legare alcune partecipazioni azionarie di enti strumentali con l'Istituto Cartografico.
Mi rendo conto che al di là di questa definizione vi sono problemi politici di non facile soluzione all'interno delle forze di maggioranza comunque noi riteniamo di dover richiamare al Consiglio l'opportunità di prevedere questa possibilità, ripeto, possibilità (non è detto che debba realizzarsi) nell'articolato dello Statuto.
Sempre all'art. 6, proponiamo di sostituire la definizione di "Società pubbliche e private" con la definizione più precisa di "Società per Azioni (e non società a responsabilità limitata o società semplici per azioni) a prevalente proprietà o di proprietà private", perché riteniamo che in una società dove la Regione abbia una prevalente parte di responsabilità, come vedremo successivamente, non sia opportuna la partecipazione di società con ragioni sociali incerte oppure con tipi di responsabilità che non abbiano referenze pari a quelle degli altri partners che partecipano alla società stessa.
Sempre all'art. 6, proponiamo che la definizione di maggioranza venga esplicitata con la definizione di "maggioranza del capitale sociale che sia almeno pari al 51% delle azioni che dovrà sempre appartenere alla Regione Piemonte o ad enti pubblici territoriali". A questo punto mi si permetta un'ipotesi correttiva dello Statuto, in quanto gli enti pubblici territoriali, in un prossimo futuro, potrebbero anche essere la Provincia o il Comprensorio, cioè potrebbero essere degli enti cui sarà demandato, per compito precipuo, la gestione del territorio e quindi la predisposizione di strumenti e mezzi per la gestione del territorio. Quindi, non si vede perché non debba anche essere possibile che le Province piemontesi entrino in una partecipazione azionaria e si debba ipotizzare solo la maggioranza con riferimento alla Regione Piemonte.
Proponiamo poi la soppressione dell'art. 10 perché riteniamo che l'emissione di obbligazioni per una società di questo tipo, senza scopi di lucro o commerciali, ma con finalità istituzionali proprie che non debbano essere necessariamente, come si dice, "speculative", tali da creare presupposti di accumulazione e quindi di possibilità di emettere obbligazioni che possano dare utili ai sottoscrittori, debba essere necessariamente previsto in questo Statuto.
All'art. 18 noi proponiamo di sostituire quelle nomine previste dalla Regione con il Consiglio regionale del Piemonte.
All'art. 28, invece, proponiamo di sostituire il numero di membri dell'esecutivo da tre a cinque. Questo perché, essendoci un Presidente ed un Vicepresidente, non vediamo sufficientemente garantita una presenza anche di rappresentanze eventualmente pluralistiche, nel caso di partecipazione di enti territoriali pubblici diversi, con solo tre membri nell'esecutivo.
La penultima proposta di emendamento è all'art. 32, dove si propone di sostituire la definizione relativa al Comitato scientifico con questa formulazione: "essere formato da sette membri scelti in quattro terne di esperti, indicati dal Consiglio regionale, di elevata capacità nel settore cartografico ed è presieduta da un membro designato dal Consiglio regionale". Questo mi pare, tra l'altro, che sia in analogia a quanto avviene per il Centro di Calcolo, dove il Comitato scientifico è di nomina del Consiglio regionale e non espressione del Consiglio di amministrazione della Società.
L'art. 39 è importante in quanto vi si prevedono le forme di scioglimento della Società in caso di liquidazione.
Ora, noi, per questa Società dell'Istituto Cartografico Regionale abbiamo una specificità che é, da un lato, interessante e, dall'altro molto preoccupante. La specificità è data dal fatto che il patrimonio, sia immobiliare, sia mobile, cioè di attrezzature di macchinari, è apportato dalla Regione. Ed è un patrimonio che, se i Consiglieri vogliono soffermarsi un momento sui dati che sono stati forniti a suo tempo a consuntivo, si aggira, tra i locali, le attrezzature, ecc., ad una cifra che supera i 10 miliardi o, almeno, sta superandone la soglia.
Se pensiamo agli ingenti sforzi che dovranno essere fatti, in termini di destinazione di risorse, già per accrescere il capitale annualmente secondo una progressione che non è certo quella indicata, mi pare nell'art. 5, ma con una progressione che si dimostrerà essere esigente di ben maggiore destinazione di risorse, noi abbiamo un impegno della Regione che è certamente prevaricante e gravoso per quanto attiene al patrimonio di attrezzature e quindi di destinazione di risorse pubbliche. Quindi, anche in caso di liquidazione di questa società, noi chiediamo che il patrimonio mobile ed immobile non venga alienato, ma debba essere restituito alla Regione Piemonte. E' un'affermazione di principio che può anche prestarsi a improprietà dal punto di vista giuridico ma che, dal punto di vista politico, è bene venga affermato, per ragioni che credo siano note, ai Consiglieri regionali.
Noi attendiamo una risposta da parte della Giunta su queste nostre proposte e, anzi, chiediamo che su queste proposte si sviluppi un dibattito anche con le altre componenti politiche.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Signori Consiglieri sono qui fra noi i rappresentanti del Parlamento della Catalogna ai quali rivolgo il saluto a nome di tutto il Consiglio.
Questi rappresentanti spagnoli al termine del Consiglio incontreranno le forze politiche. Li ringraziamo per la loro presenza e per le iniziative che hanno promosso in questi giorni nella nostra Regione.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame deliberazione Giunta regionale n. 72-13602: "Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Riprende il dibattito sullo Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale con l'intervento del Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con questo atto odierno di approvazione dello Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale si chiude una vicenda che ha avuto inizio, se non vado errato, nel 1978.
Noi riteniamo che con l'approvazione dello Statuto, si chiudano tutte le questioni che si erano manifestate, per cui gli istituti locali sono stati in gran parte riattati mentre per l'altra parte vi è l'impegno del governo regionale.
Per quanto riguarda le apparecchiature (tre devono essere ancora revisionate per decidere se debbano essere riparate o sostituite) è presumibile che, con il gennaio 1983, il Cartografico possa svolgere i compiti per i quali è stato creato.
Quindi, dobbiamo dire con molta fermezza al Consiglio regionale che sul piano dell'originaria destinazione di risorse e di impostazione generale dell'attività cartografica in Piemonte e non soltanto in Piemonte nel nostro Paese non esiste niente che eguagli questo Istituto.
Di un tal genere d'iniziativa è stato fatto qualcosa in altre due Regioni, se non vado errato nelle Marche e nell'Emilia, ma ad un livello ben più modesto dell'impostazione piemontese. Non si conoscono altri Istituti così dotati da parte dello Stato se non quello militare di Firenze che, peraltro, non funziona secondo quello che dovrebbe essere la sua impostazione. Quindi ci troviamo, con giusto orgoglio, ad essere fra quanti hanno una visione seria dell'importanza che deve avere in un governo territoriale l'aspetto cartografico.
E' tutt'altro che riduttiva, oggi, l'attività di un Istituto Cartografico; gli eventi che hanno accompagnato questa vicenda, e mi riferisco all'incendio che ha rovinato alcune parti dell'Istituto peraltro, nel suo complesso, pregevolmente costruito, non hanno intaccato la volontà delle forze politiche di maggioranza, specie della forza politica socialista, di andare avanti, di ricostruire quanto l'incendio aveva distrutto e quindi dar corso a quelli che erano stati gli originali intenti che l'Assessore Astengo, allora ed anche attualmente, quale Presidente della II Commissione, aveva manifestato e gli orientamenti che erano stati alla base di una creazione che si può definire originale e quindi, sotto il complesso cartografico, legata alla sua propria iniziativa.
Vogliamo rimarcare questo perché crediamo di trovare in voi, colleghi Consiglieri, la stessa volontà di poter disporre di uno strumento non ridotto, non di funzionamento epidermico nel territorio, ma di avere invece uno strumento capace di dare delle risposte complessive alla domanda del governo del territorio, che segni, negli orientamenti regionali e nel piano di sviluppo della Regione, uno dei momenti più importanti e più significativi. Quindi, rispettate queste condizioni irrinunciabili da parte del Gruppo socialista, e che l'Assessore Simonelli, in più sedute, e attraverso documenti vagliati ed approfonditi, ha poi espresso come volontà anche della maggioranza di governo, se mai precisandola in ulteriori momenti di slancio dell'Istituto Cartografico, il Gruppo socialista vota favorevolmente per lo Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale, così come si presenta oggi all'attenzione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, punto di partenza per questa discussione è l'ordine del giorno approvato il 29 aprile scorso che, a sua volta, era il frutto di un lungo confronto fra i Gruppi e la Giunta regionale. A sua volta l'ordine del giorno, tra l'altro, era il momento conclusivo di una discussione che vide il Consiglio regionale impegnato per ben due sedute il giorno 29 stesso.
Noi avemmo allora alcune perplessità nell'aderire all'ordine del giorno, espresse dal Capogruppo Bontempi, perché eravamo convinti della necessità di attivare al più presto l'organo di direzione dell'Istituto Cartografico, tramite la S.p.A., approvando già da allora lo Statuto.
Aderimmo alla proposta dell'ordine del giorno, in quanto convinti dell'utilità di mantenere aperto il confronto fra tutte le forze politiche su un problema tanto delicato; di utilizzare, cioè, nel dare il via a questo Istituto Cartografico, anche contributi critici che provenivano da altre forze politiche.
Posizioni che ci sembrano valide tuttora. Il Consigliere Viglione ricordava come l'istituzione del Cartografico ha origine ormai lontana ed è frutto di discussioni e di scelte tradottesi in testi normativi e programmi approvati dal Consiglio regionale e raccolti nelle leggi n. 48 del '77 e n.
25 dell'anno scorso.
Le ragioni delle scelte fatte sono altrettanto note; la necessità cioè di un laboratorio cartografico regionale e un sistema di produzione di carte essenziali per la pianificazione urbanistica e territoriale e per altre necessità settoriali. A fronte di questa esigenza stava, e sta, la particolare lacunosità del sistema attuale e la scarsa disponibilità di cartografia di base, essenziale per la formazione minima degli strumenti urbanistici. Da qui la decisione di dar vita al laboratorio cartografico e all'acquisizione delle attrezzature. Molte domande sono state poste da allora: si partì con progetti sovradimensionati; era possibile, in un quadro di cooperazione tra Regioni, fare qualcosa di diverso? E' fuori dubbio che sarebbe stato e sarebbe ancora utile un rapporto con le altre Regioni; ma penso che su questo terreno si stia muovendo la Giunta regionale. D'altra parte una situazione nazionale così diversificata, come ci è stata presentata con il buon lavoro di ricerca dei funzionari della II Commissione, mi pare che sia una testimonianza di questa necessità di coordinamento e di raccordo. In questo contesto bastano modifiche da apportare ai programmi già votati dal Consiglio regionale o l'incendio ha compromesso irreparabilmente le sorti del laboratorio? Certamente, la mutata situazione finanziaria mi pare spinga verso una verifica sui tempi e sui costi, ma non inficia, mi pare, l'impostazione di fondo che ci si è dati. E i risultati del confronto, esaminati in II Commissione questa settimana, mi sembrano confermare la validità delle scelte. Semmai, è emersa la necessità di accelerare le procedure per la costituzione della S.p.A., in modo da avere un referente responsabile e tecnicamente attrezzato per predisporre, in base alle risorse disponibili della Regione o quelle che possono essere mobilitate da altri enti o società esterne alla Regione stessa, dei programmi di intervento che comincino a dare le prime risposte alla domanda di strumenti cartografici sollecitati dalla comunità regionale.
Ci sono certamente problemi ancora da risolvere: di collaudo, di riparazione di macchine, di acquisto di nuove attrezzature in sostituzione di quelle danneggiate dall'incendio. In II Commissione sono emerse anche le indicazioni su come operare in futuro. Certamente, la fase di primo avvio può attuarsi entro breve tempo; può essere direttamente la Giunta regionale ad avviare le procedure sulla base del programma che la Giunta stessa ha presentato alla Commissione, in parallelo all'iter che dovrà avviarsi subito dopo l'approvazione di questa delibera, l'iter della costituzione della S.p.A. e dall'approvazione dello Statuto. Ciò permette di guadagnare tempo. Questo sarà possibile con una struttura operativa relativamente modesta, ovviamente non appena ci siano le macchine a disposizione. Dei contatti, al riguardo, mi pare siano stati presi. Probabilmente è in fase di definizione, con il Politecnico, con il CSI, con altre Società del gruppo IRI.
E' fuori dubbio che vi sia un interesse pronunciato di molti enti ad aderire alle iniziative del cartografico (e cito il Gruppo De Agostini, la SPEA, una società del Gruppo Italstal). Rimane, ovviamente, un punto fermo per noi: la maggioranza assoluta alla Regione.
Ritornando ai problemi operativi, è possibile far partire entro poco tempo, operativamente, il Cartografico. In questa fase mi pare che dobbiamo garantire un rapporto con le istituzioni scientifiche, in particolare dell'Università e del Politecnico per completare il quadro delle realizzazioni di ordine pratico con un'impostazione culturale di largo respiro, sorretta da una preparazione tecnico-scientifica che indubbiamente gli istituti universitari torinesi possono assicurare.
Tutti conveniamo, in ogni caso, che il progetto proposto è di larga portata; anzi, qualche critico lo vede di troppa larga portata. Vero è che se chiari ne sono gli obiettivi, non sempre sono stati previsti i problemi pratici della realizzazione del progetto. Problemi che, a volte, erano assolutamente imprevedibili; basti pensare all'incendio che c'é stato nell'ottobre dell'81. Ma a noi sembra che ora occorra non perdere altro tempo, dare l'avvio all'Istituto e cominciare, in altre parole, a produrre carte. Inoltre, mi sembra che non si possano avere molte incertezze sul fatto che sia necessario ormai avere una direzione autonoma dell'Istituto se mai occorre essere fermi, da parte di tutte le forze politiche, nel richiedere la più completa informazione. Solo con la messa a punto degli organismi responsabili sarà possibile, inoltre, dare riferimenti sicuri agli enti e agli operatori che hanno già dimostrato notevole interesse verso il Cartografico.
Ci sono tutte le condizioni, ci sembra, per dar vita ad un'iniziativa che, da una parte, risponde ad esigenze concrete della nostra collettività (come la domanda arretrata di cartografie) e dall'altra può anche proiettarsi nel futuro, avviando un'attività altamente specializzata, da collocarsi in quel terziario superiore che molti vedono come uno sbocco parziale, ma ineludibile, alla crisi del nostro sistema economico e produttivo.
Del resto, mi sembra che nel campo della cartografia - ce lo ricordava anche Viglione - ad una sempre maggiore domanda, forse, non si riesce a corrispondere con adeguata offerta di servizi; per cui esistono oggettivamente margini per iniziative innovatrici ed anticipatrici.
Rimangono sicuramente aperti molti problemi; alcuni anche gravi, come le integrazioni tra le varie attività degli enti strumentali che operano nel campo della ricerca e dell'informazione. Ci sono polemiche ancora in corso su scelte fatte o non fatte per la ripresa del Cartografico. Ci sembra però, non esista una contraddizione tra l'esigenza di avere trasparenza sugli atti passati ed anche su quelli presenti, futuri e la necessità di rendere operante l'Istituto.
Ci sono stati molti ritardi e dilazioni in questi anni, non tutti pienamente giustificati. Noi riteniamo che si debba approvare questa delibera proprio per non accumulare ulteriori ritardi e poter dare risposte ad una domanda che certamente è presente e viva nella nostra realtà piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Il mio Gruppo ha già espresso in altre occasioni quale sia il suo concetto sul Cartografico. Ci troviamo oggi ad approvare una delibera della Giunta che vuole avviare comunque questa iniziativa, precisando (come abbiamo sentito anche da esponenti di maggioranza) che il momento è ormai maturo, che i tempi ci spingono per operare, che la richiesta di cartografia nell'ambito della Regione è ormai impellente. Ma a noi sembra che il progetto iniziale, nato nel 1978, si sia andato in questi anni alterando in modo negativo.
E' avvenuto l'incendio che ha provocato danni e ritardi, ma si sono anche verificati altri inconvenienti e si sono manifestate altre mentalità per cui il progetto iniziale non è più quello attuale. Di qui le nostre perplessità e contrarietà nell'aderire a questa fretta di accendere il disco verde all'avvio del Cartografico.
Siamo contrari in quanto non abbiamo alcuna assicurazione; in una visita da noi effettuata nei locali del Cartografico abbiamo avuto impressioni decisamente negative: in un ambiente da film di Hitchcock abbiamo visto pavimenti da ricostruire, macchine coperte con fogli di nylon, coperti di polvere (non avevamo il coraggio di alzarli nel timore di scoprire un cadavere). Abbiamo inoltre sentito, in Commissione, discussioni contrarie tra stessi elementi di maggioranza. Abbiamo inteso dire che sarebbe stato opportuno spedire dei macchinari nella Germania dell'Est per essere certi che funzionassero o se si potevano riparare; siamo stati testimoni delle perplessità dell'Assessore nel fare operazioni economiche di trasferimento all'estero di macchinari di proprietà della Regione, senza la sicurezza di una restituzione e senza sapere se ci fossero tecnici che li potessero riparare, essendo macchinari vecchi: Si vuole fare questa società cartografica senza alcuna programmazione senza sicurezza su quali saranno gli enti aderenti, senza sapere che cosa vorranno fare questi enti. Si parla di privati, dell'interesse del Politecnico, di condizioni e di energie e di capacità pronte a partire. Ma a noi risulta che tutto questo, invece, manca. E quindi mi sembra che, se vogliamo essere corretti ed agire con la razionalità che è propria in chi ha progettato il Cartografico, si debba dar vita all'Istituto soltanto quando gli elementi di base costruttivi su questo impianto siano chiari quando non vi sia più niente di sottinteso, di nascosto, di dubbio.
Attualmente, noi, di dubbi ne abbiamo moltissimi su questo impianto ed avremmo molto preferito che il discorso fosse stato esposto in questi termini: nel 1978-1979 avevamo avuto una grande idea: costituire un Istituto Cartografico di dimensioni non soltanto regionali, ma interregionali, nazionali, e mi pare anche che si fosse parlato di andare fino a produrre carte per Paesi esteri. Purtroppo, l'incendio ha distrutto questa nostra iniziativa, per cui noi, oggi, siamo nell'impossibilità di procedere.
Malgrado tutto questo si insiste ad andare avanti comunque: con spese non quantificate, con prospettive non chiare in partenza e sulle quali non abbiamo alcun elemento sicuro.
Non abbiamo esperti di lavoro, non abbiamo elementi economici di spesa non sappiamo come verrà confermato l'ente tecnico, né quali saranno gli elementi che vorranno aderire a questa formazione, né dove ricercarli e come andremo ad istruirli; si parla di offerte avute dal Politecnico e dalla De Agostini; ma senza precisare le modalità e le condizioni del loro intervento.
A questo punto, noi ci dichiariamo contrari a costituire comunque tout court questa Società, chiediamo un momento di ripensamento e chiediamo di avere degli elementi definitivi che ci diano la possibilità di esprimerci concretamente per poterle dare un voto valido.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica

Brevemente, per confermare alla Giunta e al Consiglio gli impegni che ci eravamo assunti nel corso di quella riunione della II Commissione alla quale si è fatto ora riferimento: impegni di contatti con il Politecnico per giungere a rapida definizione, mediante una convenzione di un gruppo di lavoro misto che sarà poi quello che opererà anche sulle convenzioni con gli altri soggetti dichiaratamente interessati a partecipare alla Società e alle iniziative di primo avvio. Quindi, la Giunta conferma l'impegno assunto in Commissione di procedere, con le cautele e secondo le indicazioni suggerite dalla Commissione, a questo lavoro di primo avvio che era già stato lungamente discusso in Commissione e, in qualche modo definito: anche se mi spiace che Turbiglio lo disconosca.
Questo lavoro può iniziarsi: il primo passo, ripeto, è la convenzione tra Regione e Politecnico e, in seguito, nasceranno gli altri adempimenti.
Detto questo, per non riprendere una discussione già fatta in varie sedi, passerei invece allo Statuto con una rapida rassegna delle proposte di emendamento suggerite dal Consigliere Picco.
Condividiamo la proposta formulata all'art. 2, riguardante la soppressione della frase "può stabilire uffici di rappresentanza e sedi secondarie in Italia": questo rientra nelle facoltà di ogni società; ma posta nello Statuto, potrebbe far sembrare che questa Società dia, alle eventuali istituzioni di sede, un valore emblematico, cosa che non è e che in ogni caso non può e non deve essere.
All'art. 3, invece, la Giunta non accetta l'emendamento perché è pleonastico; infatti, ogni società può sempre essere sciolta indipendentemente dalla data fissata nello Statuto; ora fissare nello Statuto l'ipotesi di uno scioglimento anticipato è quasi di cattivo auspicio; come se, quando ci si sposa, si dicesse: "Il matrimonio ha durata fino alla vita dei coniugi, salvo divorzio"! All'art. 4, la proposta del Consigliere Picco in riferimento alle leggi regionali potrebbe essere accolta; quindi, anziché dire "la cartografia regionale", usare la dizione di "cartografia e carte tematiche riferite al territorio della Regione Piemonte". Ma occorre il riferimento anche alle leggi; quindi, semmai, questa potrebbe essere la soluzione: con riferimento alla legge regionale n. 48 del '77: gli scopi definiti dall'art. 42, 3, 4 della legge regionale n. 25. In sintesi, se si ritiene che abbia senso sostituire la frase: "La cartografia regionale" con la dizione di "cartografia e carte tematiche riferite al territorio della Regione", va bene ma con riferimento, poi, alle leggi.
Non sono d'accordo con l'altro emendamento riferito all'art. 4.
Art. 6: si chiede di aggiungere "gli enti strumentali". Nessuna difficoltà; noi avevamo usato la dizione classica del diritto amministrativo, che considera gli enti pubblici territoriali e gli enti pubblici ed economici. In verità, gli enti pubblici strumentali dovrebbero (ne chiedo soccorso ai colleghi giuridici) essere una categoria degli enti pubblici ed economici; ma se noi riteniamo che, per completezza, si possa usare anche la definizione "enti pubblici strumentali", che non è una definizione propriamente legislativa, non c'è problema: siamo d'accordo.
Sull'altro emendamento preferiremmo una dizione diversa. Noi parliamo di società pubbliche e private: con ciò ritenevamo di avere completato la gamma dei possibili soggetti. Può essere più corretto prevedere, tra l'intera gamma di società pubbliche (società a partecipazione pubblica e società private), senza riferimenti alla proprietà e precisare "società pubblica e società a partecipazione pubblica e società privata".
D'accordo con l'emendamento all'art. 6 sulla maggioranza azionaria della Regione e degli enti pubblici territoriali.
Non d'accordo, invece, sugli emendamenti proposti agli artt. 10 e 11 perché ci pare che alla Società debba essere conferita la facoltà di emettere le obbligazioni; siamo in tempi nei quali faticosamente cerchiamo di ampliare la sfera di risorse a disposizione della Regione.
Le Società per azioni possono emettere obbligazioni ove si creassero le condizioni sul mercato per un'emissione obbligazionaria. Dovremmo salutarla con favore, una tale possibilità, non vedo perché la si dovrebbe precludere.
All'art. 18 si propone la sostituzione "dalla Regione" con la frase "dal Consiglio regionale del Piemonte".
Anche qui nulla da obiettare: "La Regione" è una dizione generica usata molte volte in testi al legge ed ogni volta la si è interpretata nel senso di Consiglio regionale. Possiamo benissimo sostituirla con "Consiglio regionale".
Circa l'emendamento proposto all'art. 28, mi pare che il numero dei membri del Comitato esecutivo debba essere collegato al numero dei membri del Consiglio di amministrazione. Dice lo Statuto: "Il Consiglio di amministrazione può avere da 11 a 17 membri"; analogamente si potrebbe stabilire, all'art. 28, che il Comitato esecutivo ha da 3 a 5 membri, a seconda del numero dei Consiglieri d'amministrazione. Mi pare che sia un rapporto ragionevole.
Non sarei invece d'accordo sugli ultimi due emendamenti: quello dell'art. 32 che riguarda le terne di esperti, nel senso che ci pare giusto che gli esperti di elevate capacità nel settore cartografico siano nominati dal Consiglio di amministrazione e non indicati su terne dal Consiglio regionale, proprio per lasciare alla Società la sua autonomia. La Regione è presente attraverso i membri di nomina nel Consiglio di amministrazione della Società ed attraverso di essi fa valere la sua opinione.
Questa faccenda delle terne mi sembra un po' macchinosa: valuti il Consiglio di amministrazione la scelta degli esperti. Avremo modo attraverso i membri di nomina regionale, di fare arrivare delle eventuali indicazioni di Consiglio.
L'ultimo emendamento dell'art. 39 ci sembra da non accogliere poiché il patrimonio della Società, in caso di eventuale scioglimento, non può che subire la sorte che, in base al Codice Civile, subiscono i beni sociali subisce cioè la sorte della ripartizione pro-quota tra i soci. Capisco lo spirito che sta dietro l'emendamento: se la Regione dà le macchine sciogliendosi la Società è la Regione che se le rivende. Però, una norma come quella proposta credo sia incompatibile con le norme del Codice Civile in caso di scioglimento di società; non mi pare possibile prevedere che ad uno dei soci venga attribuito, in caso di scioglimento, il patrimonio della società. Mi sembrerebbe una forzatura. Ad ogni modo, questo può essere stabilito nell'atto di costituzione. Perché, siccome è il socio-Regione che conferisce quei beni, può, nell'atto di costituzione della Società prevedersi che quei beni entrino a far parte di un patto sociale. Ma non è materia da Statuto, se mai è una materia da patto sociale.
Spero di essere stato chiaro nelle risposte sugli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Visto che l'Assessore ha accettato alcuni emendamenti lo ringraziamo per la considerazione per le nostre proposte che ci sembrano ragionevoli e che hanno anche un senso politico.
Vogliamo però obiettare che per quanto attiene alla repulsa degli scopi che sono definiti agli artt. 1, 2, 3 e 4 della legge regionale 30 luglio '81 n. 25, devo ricordare all'Assessore Simonelli che i documenti presentati alla Commissione e che attengono all'avvio della fase transitoria - così come è stata definita in attesa della costituzione dell'Istituto Cartografico Regionale - di fatto smentiscono il progetto enunciato in questi articoli di legge.
Quindi, mi pare abbastanza inopportuno continuare a riferirsi a questa ipotesi sulla quale, ripeto, sono stati di fatto già riconosciuti e superati quei traguardi e quindi riconosciuta l'opportunità di affrontare una strategia anche operativa che si collochi in una direzione, se non diametralmente opposta, certamente molto differenziata rispetto a quella.
Quindi, ci pare strana l'insistenza di voler continuare ad avere questo riferimento e denunciamo il pericolo di ritrovarsi poi, la Società, di fronte ad un'impalcatura, direi, di obiettivi rispetto ai quali probabilmente, avrà delle difficoltà a muoversi.
Per quanto attiene invece all'ultima parte, cioè l'ultimo emendamento il tredicesimo, all'art. 39 -, noi facciamo presente che, come ho già detto prima, il patrimonio che viene apportato alla Società, per certi versi dovrebbe essere sancito ed essere alienabile dalla Società; non nel senso che se una macchina è vecchia non possa essere sostituita, ma nel senso che il significato dell'apporto di questo patrimonio esula dalle vicende contingenti relative alla gestione della Società e, quindi, dalle avventure o disavventure che la stessa potrà avere.
Perché dico questo? Perché è chiaro che si tratta di apparecchiature innanzitutto molto costose, molto sofisticate e sulle quali l'utilità del proprietario Regione potrebbe essere recuperata anche in sede di strutture regionali e non necessariamente solo nell'ambito dell'utilizzazione della Società.
Quindi, ci pare un principio, questo, che potrebbe essere sancito nello Statuto; che cioè il patrimonio di macchinari apportato dalla Regione è inalienabile da parte della Società.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica

Atto costitutivo, ma non da Statuto!



PICCO Giovanni

Allora possiamo verbalizzare che questo impegno verrà preso in sede di atto costitutivo della Società. Quindi, che questo patrimonio che verrà apportato, comunque, non sarà facoltà della Società alienarlo motu proprio ma dovrà essere restituito alla Regione. Se è così, ritiriamo l'emendamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo pertanto alla votazione dei singoli emendamenti.
1) Gruppo D.C.: all'art. 2 sopprimere: "Può stabilire uffici di rappresentanza e sedi secondarie in Italia".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.
2) Gruppo D.C.: all'art. 3 aggiungere dopo 2001: "salvo scioglimento anticipato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli e 26 contrari.
3) Gruppo D.C.: all'art. 4 sostituire "della cartografia regionale" con: "di cartografie e carte tematiche riferite al territorio della Regione Piemonte".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti e sostituito dal successivo: 03) Giunta regionale: all'art. 4 sostituire "della cartografia regionale" con "di cartografie e carte tematiche riferite al territorio della Regione Piemonte ai sensi della legge regionale 12/10/1977, n. 48 e per gli scopi definiti dagli artt. 1, 2, 3 e 4 della legge regionale 30/7/1981, n. 25".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 42 voti favorevoli e 2 astensioni.
4) Gruppo D.C.: all'art. 4 sopprimere il riferimento alla legge regionale (già all'art.
1) ed agli "scopi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
5) Gruppo D.C.: all'art. 6 aggiungere dopo "Enti pubblici": "strumentali e".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
6) Gruppo D.C.: all'art. 6 sostituire "Società pubbliche e private" con: "Società per azioni a prevalente proprietà pubblica o di proprietà privata".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti e sostituito dal successivo: 06) Giunta regionale: all'art. 6 sostituire "Società pubbliche e private" con: "Società pubbliche, società a prevalente partecipazione pubblica e società private".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
7) Gruppo D.C.: all'art. 6, l'ultimo comma è così costituito: "La maggioranza assoluta del capitale sociale dovrà sempre appartenere alla Regione Piemonte e lo ad Enti pubblici territoriali".
La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Quando parliamo di "maggioranza assoluta dei capitali" probabilmente ci riferiamo alla maggioranza di chi può decidere.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione socio-economica

Usiamo il meccanismo della Società per azioni per consentire alla maggioranza di operare.
Si potrebbe inserire una norma, consentita dal Codice Civile, che prevede una presenza pubblica anche superiore alla parte di capitale.
Qui facciamo riferimento ad una equivalenza tra sottoscrizione maggioritaria del capitale e presenza maggioritaria nel Consiglio di amministrazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
8) Gruppo D.C.: sopprimere l'art. 10.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
9) Gruppo D.C.: all'art. 11 sopprimere "od obbligazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
10) Gruppo D.C.: all'art. 18 sostituire "dalla Regione" con: "dal Consiglio regionale del Piemonte".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
11) Gruppo D.C.: all'art. 28 sostituire "tre" con: "cinque".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti e sostituito dal successivo: 011) Giunta regionale: all'art. 28 sostituire "da non più di tre membri" con: "da tre a cinque membri".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
12) Gruppo D.C.: all'art. 32, il secondo comma è sostituito dal seguente: "Esso è formato da sette membri, scelti in quattro terne di esperti di elevata capacità nel settore cartografico ed è presieduto da un membro designato dal Consiglio regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
13) Gruppo D.C.: all'art. 39, dopo il primo comma, aggiungere: "Il patrimonio mobile ed immobile della Società non può essere alienato e deve essere restituito alla Regione Piemonte".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Ha ora la parola il Consigliere Picco per dichiarazione di voto.



PICCO Giovanni

Signori Consiglieri, come è già stato in parte ricordato negli interventi che mi hanno preceduto e che hanno anticipato alcuni contenuti della dichiarazione di voto, le vicende che hanno accompagnato l'approvazione della legge sull'Istituto Cartografico Regionale e i primi insuccessi del nascituro laboratorio cartografico, credo siano ampiamente note; non mi soffermerò ulteriormente.
Però ritengo di dover sottolineare come, fra contraddizioni e sprechi la comunità piemontese ancora attenda che veda la luce anche un solo piccolissimo esemplare di cartografia, anche solo un campione di cartografia o geografica o tematica piemontese. E abbiamo la sensazione che la stessa utilizzazione dei macchinari non riesca a decollare perch trattasi di macchinari, come è facile constatare, che sono (come ha detto il Consigliere Turbiglio) coperti da teli di nylon e nascondono una realtà utilizzabile ed una funzionalità che non è dato di poter conoscere.
La sola certezza in questa situazione, a quattro anni dall'acquisto di macchinari, costati finora 5 miliardi e più tra manutenzione, ripristini collaudi e via dicendo, ai quali si devono assommare circa altrettanti oneri per ristrutturazione dei locali e per apprestamento di arredi e ripristini, noi, signori Consiglieri, ci troviamo di fronte ad un bilancio introduttivo che accresce paurosamente la non credibilità dell'operazione cartografica piemontese.
In realtà abbiamo di fronte l'immagine speculare di un cattivo governo di una certa realtà strumentale che, mentre in altri settori ha avuto delle gestioni anche corrette, delle possibilità di portare a compimento, con progetti e con servizi resi alla comunità o alla struttura regionale di indubbia valenza e di concreta tangibilità, qui siamo ancora avviati su una strada che non si sa dove possa sfociare, specie dopo le considerazioni del Consigliere Turbiglio in merito anche alla non omogeneità di vedute all'interno della stessa maggioranza.
Ora, io voglio sottolineare (se i Consiglieri me ne danno la possibilità con un minimo di silenzio e di rispetto verso la gravità degli atti che stiamo compiendo) che sia in questa sede con una collocazione responsabile rispetto ai contenuti dello Statuto, sia rispetto ai documenti che l'Assessore ha presentato, noi ci siamo collocati non certo sulla strada dell'opposizione indiscriminata e quindi di un compiacimento comunque, dell'inattività e dello sfacelo di questa operazione; ma dobbiamo rilevare, Consigliere Viglione, l'inopportunità di un'enfasi, di una difesa d'ufficio, di cose che non possono essere mistificate e non possono essere alterate rispetto alla realtà.
Quindi, un laboratorio cartografico non esiste e non funziona; e siamo di fronte ad atti di fede rispetto ai quali, dopo i documenti portati dall'Assessore Simonelli, siamo in attesa di sbocchi operativi.
Questi sbocchi operativi io li voglio ricordare perché tutti sappiamo anche, rispetto alla votazione che noi abbiamo dato nell'ordine del giorno ricordato da Biazzi del 29 luglio, e rispetto all'atteggiamento che abbiamo tenuto in Commissione, che non ci sono assolutamente da parte nostra n coperture né, comunque, atti di indifferenza rispetto a come da un lato si stanno evolvendo e dall'altro modificando gli eventi.
Siamo in attesa che le prove sull'ortocartografia, così come sono state definite in Commissione, ci rendano coscienti della possibilità di affrontare questa prima fase in modo tale da poter dare alla comunità piemontese un primo strumento di supporto per elaborare i piani regolatori per consentire un minimo di elaborazione della strumentazione urbanistica anche a livello comprensoriale.
E in quanto a questo obiettivo, ripeto, ci collochiamo con responsabilità e siamo in attesa di risultati positivi.
In secondo luogo siamo in attesa di conoscere il contenuto convenzionale o delle convenzioni che l'Assessorato intende stabilire con le società private per poter portare ad avviamento e a conclusione questa fase di predisposizione delle ortocartografie. Ecco, in questo atteggiamento, quindi, noi ci collochiamo, con senso di responsabilità che riteniamo di dover assumere rispetto alle decisioni che la maggioranza sta prendendo, in un atteggiamento critico che non si discosta assolutamente da quello del passato; riteniamo che la società per azioni non sia lo strumento opportuno per affrontare la fase di avvio sperimentale che l'Assessorato ha proposto; e, quindi, guardiamo a questa fase con lo scetticismo che ha sempre caratterizzato i nostri comportamenti e gli atti che abbiamo tenuto sin dal primo momento in cui si progettò questo Istituto.
Siamo consapevoli dell'esigenza, da parte della maggioranza, di essere conseguenti alle proprie volontà, e però dobbiamo anche dire che, se entro un tempo limitato, le promesse e gli impegni che sono stati assunti, pur in una travagliata dialettica all'interno della maggioranza, non avranno un minimo di conclusione, è chiaro che anche questo nostro atteggiamento comprensivo e di attesa si potrà modificare; e, quindi, questa denuncia che noi riteniamo per ora di dover limitare ad una presa di posizione coerente precisa, negativa, nei confronti di questa approvazione di delibera, si possa tramutare, in un prossimo futuro, in una denuncia esterna molto più clamorosa di quanto non abbiamo anche già fatto in passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Io ritengo, colleghi Consiglieri, che le previsioni del collega architetto Picco non si avvereranno; e che quindi la denuncia clamorosa questa minaccia incombente su di noi, questa spada affilata delle sue parole oggi minacciosamente sospesa sulla testa e sul capo della maggioranza, non avrà modo di scendere. A quel punto, però, quando l'Istituto abbia espresso buoni risultati, noi ci attenderemo un'autocritica del Consigliere Picco. L'Istituto, ai primi mesi dell'anno venturo, avrà modo di cominciare ad operare; nel Consiglio di amministrazione i rappresentanti sono già stati nominati; gli adempimenti che conseguono allo Statuto saranno realizzati rapidamente dalla Giunta regionale e quindi non c'è dubbio sotto questo aspetto, e avremo modo di constatarlo, che quanto si riteneva non producente rappresenterà invece per la nostra Regione - credo per il nostro Paese - un modello assai significativo.
Non bisogna partire da disgrazie come quella di un incendio per farne oggetto di un'atroce colpa verso chi ha ideato questo importante centro di direzione e di governo del territorio. Io ti ho seguito, Picco, in tutta questa vicenda e nei tuoi interventi; sono venuto anche appositamente in Commissione, sono venuto all'Istituto Cartografico; proprio per vedere se dalle sue parole io potessi rilevare dei motivi di ottimismo; e debbo dire che vi ho trovato più elementi pessimistici e di freno di quanto non ce ne fossero di speranza, di ottimismo e di incoraggiamento.
Ma non voglio qui sottintendere un ruolo dell'opposizione; ciascuno esprime l'opposizione come crede. Non voglio neppure scoprire elementi dell'opposizione, che io avevo identificato sempre in una duplice faccia: cioè l'opposizione che frena e poi spera di addebitare alla maggioranza le cose non fatte; oppure dell'opposizione che richiede che sia fatto molto di più e molto meglio, per poi sperare nel contrario e rappresentare le carenze al corpo elettorale, per averne vantaggio. Non mi riferisco a questo tipo di opposizione, ma a quella più onesta che propone elementi nuovi e diversi da quelli proposti dalla maggioranza.
Noi diciamo quindi che l'aspetto propositivo che ci vede andare, alla prossima primavera, al funzionamento di questo Istituto, è un compito che si è assunto la maggioranza. La maggioranza che spesso ci ha portato avanti solitariamente.
Devo dire che, dall'opposizione, sono venuti anche dei segni positivi ma certo non molto più dei segni critici o negativi; però vorrei che quando l'esplosione dell'Istituto Cartografico rappresentasse veramente quel momento della conoscenza territoriale che tutti ci aspettiamo, noi potessimo poi discuterne più serenamente e più fattivamente di quanto non abbiamo fatto oggi. Vi chiedo scusa di queste mie parole, ma sono sovente critico verso i colleghi della maggioranza e quindi permettetemi che qualche volta, lievemente, lo sia anche verso l'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Vorrei ribadire una posizione che peraltro è nota al Consiglio rispetto a questo disegno di legge. Posizione che risale anche ad osservazioni, commenti, critiche che noi facemmo fin dalla precedente legislatura quando, in sede di Consiglio regionale, si avviò il dibattito sull'istituzione dell'Istituto Cartografico.
Siamo perfettamente consapevoli trattarsi di una struttura di grandissimo valore; avevamo però, di volta in volta, messo in evidenza quelli che potevano essere i rischi di una struttura esageratamente grande rispetto alle dimensioni regionali e quindi ai compiti che la Regione avrebbe potuto pretendere da una struttura di questo genere. Abbiamo visto in questi anni che molte delle osservazioni fatte hanno purtroppo trovato verifica nella realtà. A quattro anni, forse anche più, ci troviamo ancora a discutere in fondo su che cosa fare.
Non ripeto le osservazioni fatte anche recentemente in II Commissione nel momento dell'ordine del giorno del 29 aprile avevamo recepito una presa di responsabilità di tutto il Consiglio, rispetto a questo tema. Credo che la presa di coscienza, la tensione che il Consiglio aveva registrato in quell'occasione, debba essere ancora tenuta presente in quanto, in ogni caso, da questo empasse bisogna uscire, è necessario che, rispetto a questa struttura che esiste, che c'é, che è della Regione, delle decisioni vengano prese. L'ultima Commissione è stata produttiva rispetto a questi impegni si sono apprese alcune decisioni che io spero che l'esecutivo abbia mandato avanti, secondo appunto le promesse che erano state rivolte in quell'occasione. Ci troviamo oggi, però, di fronte non alla costituzione del Cartografico, né al suo programma di lavoro, ma a quello che è il suo strumento statutario, attraverso il quale questa struttura avrà un suo regolamento, una sua funzione, una sua validità.
Ripetiamo però che noi siamo, e continuiamo ad esserlo, molto scettici sulle possibilità di avvio concreto, anche perché un programma definitivo non l'abbiamo avuto e finora non abbiamo nemmeno avuto delle assicurazioni circa quel programma di pronto avvio che doveva essere determinante e che avrebbe potuto, eventualmente, suffragare una nostra posizione diversa anche rispetto allo Statuto.
E' per questo che la nostra posizione è ancora di attesa probabilmente, questo Statuto poteva avere un voto di astensione, anche un voto favorevole da parte del nostro Gruppo; ma, ripeto, non abbiamo visto da parte dell'esecutivo, quell'incisività, quella convinzione quell'attenzione, quella tempestività che, rispetto al problema, ci saremmo attesi.
Il nostro voto negativo ha quindi anche questo invito: fare in modo che la struttura che oggi esiste abbia gambe per camminare. E per poter camminare occorrono dei programmi di pronto e definitivo avvio ed una concretezza che noi, anche in questa occasione, sollecitiamo alla maggioranza. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Telegraficamente. Io mi richiamo integralmente all'intervento che ha compiuto, per il nostro Gruppo, il compagno Biazzi; in esso erano contenute le motivazioni del nostro voto favorevole.
Mi preme solo sottolineare, con la massima concisione, che questa nostra posizione è del resto perfettamente in regola e coerente con quanto da tempo abbiamo sostenuto, anche da mesi, che occorreva dare il via al più presto alla struttura di gestione. Ci rammarichiamo anzi che ci siano stati dei ritardi perché la condizione per riuscire a dare produttività a questa struttura è, e rimane, l'avvio di questa struttura di gestione.
In questo senso, il nostro voto è pieno e convinto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale 30/7/1981, n. 25, relativa alla costituzione dell'Istituto Cartografico Regionale visto in particolare l'art. 4 della legge stessa, il quale al primo comma prevede che la Regione Piemonte promuova la costituzione, secondo le norme degli artt. 2328 e seguenti del Codice Civile, di una società per azioni denominata 'Istituto Cartografico Regionale LC.R.' a propria prevalente partecipazione, regolata da apposito Statuto da approvarsi con deliberazione del Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 72-13602 del 9/2/1982 relativa a 'Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale. Approvazione' sentito il parere delle competenti Commissioni consiliari delibera 1) di approvare, a norma dell'art. 4, primo comma, della legge regionale 30/7/1981, n. 25, lo Statuto dell'Istituto Cartografico Regionale allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante 2) di demandare alla Giunta regionale ed al Presidente della stessa, per quanto di competenza, la predisposizione di tutti gli atti e incombenti necessari alla costituzione dell'I.C.R., secondo le norme dei titoli I e II della legge regionale n. 25 sopra citata.
Gli oneri conseguenti all'attuazione del presente provvedimento saranno assunti con successive deliberazioni della Giunta regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 26 voti favorevoli e 19 contrari.


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno sui desaparesidos in Argentina (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto quinto all'ordine del giorno mi è stato consegnato il documento concordato sui "desaparecidos" in Argentina, firmato dai Consiglieri Benzi, Bontempi, Viglione, Vetrino, Montefalchesi e Turbiglio.
La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ricollegandoci a quanto detto stamane, siamo sostanzialmente d'accordo con il testo concordato; esprimiamo astensione sul quarto punto: per le schematiche motivazioni che ho citato questa mattina, ma anche per le autorevoli voci che, su questo argomento, hanno testimoniato la delicatezza del problema e la richiesta stessa, in alcune circostanze, di silenzio, da parte anche di familiari, come hanno ricordato opportunamente nei giorni scorsi lo stesso Levi e lo stesso Presidente della Repubblica.
Genericamente, indicare silenzi e responsabilità del Ministero degli Esteri, ci pare indubbiamente una forzatura e non un'attenta precisione della realtà dei fatti; la sostanza, peraltro, dell'ordine del giorno è chiaramente condivisa e per questo noi votiamo a favore di tutto l'ordine del giorno con astensione sul quarto punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Vorrei soltanto fare una precisazione di forma.
Alla seconda pagina, dopo il punto 2), là dove si dice "per la liberazione immediata dei sopravvissuti" piuttosto che "sopravvissuti" proporrei di mettere "dei detenuti scomparsi e ancora in vita".



PRESIDENTE

Il Consiglio concorda.
Pongo pertanto in votazione tale ordine del giorno.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale del Piemonte di fronte alle gravissime notizie riferentesi alle sparizioni avvenute in Argentina di migliaia di persone che si opponevano e si oppongono al regime, fra cui oltre 400 cittadini italiani e con doppia nazionalità esprime la più ferma condanna per il regime di repressione e di tortura instaurato dalle giunte militari argentine ribadisce la sua solidarietà alle famiglie delle vittime, peraltro concretamente espressa in più occasioni nel corso di questi anni anche con iniziative presso il Governo italiano quale quella posta in essere dall'Ufficio di Presidenza nel novembre 1980 volta a chiedere ufficialmente notizie sulle persone scomparse, interventi di assistenza sanitaria e legale per la tutela dei diritti dei carcerati, dei cittadini sottoposti a processo e dei condannati ritiene che l'enorme gravità dei fatti, superando ogni sottovalutazione manifestata nel passato, richieda una ferma azione governativa al fine di far luce su una tragedia che al di là delle offese alle norme del diritto internazionale colpisce i fondamenti della convivenza umana rileva l'insufficiente iniziativa ed il silenzio negli anni passati dei Governi italiani sulla vicenda auspica che l'attuale impegno governativo e la doverosa attenzione ora posta al problema possano avere seguito senza subire ostacoli o ritardi che, a fronte dell'importanza civile e politica del tema, non avrebbero alcuna giustificazione.
Il Consiglio regionale del Piemonte chiede al Governo italiano: 1) una corretta e puntuale informazione dell'opinione pubblica 2) un'iniziativa diplomatica ferma ed efficace nei confronti del Governo argentino per la liberazione immediata dei detenuti scomparsi ed ancora in vita, per fare piena luce sulla vicenda, dando indicazioni esplicite per l'assunzione in proprio della difesa degli interessi dei familiari degli scomparsi per la costituzione di parte civile nei procedimenti riferentesi ai ritrovamenti dei cimiteri clandestini per la più completa assistenza dei familiari degli scomparsi affinch emergano tutte le circostanze delle sparizioni per determinare l'identità dei bambini italiani scomparsi arbitrariamente adottati e restituirli alle famiglie d'origine 3) il sostegno diplomatico più opportuno alla missione che il Comitato per l'emigrazione del Parlamento italiano svolgerà nei prossimi giorni in Argentina 4) l'impegno ad un'azione internazionale che porti ad una profonda trasformazione della vita politica in Argentina con un ritorno alla legalità, la fine dello stato d'assedio, la definizione di una data certa per le elezioni, l'avvio di un regime democratico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula, tranne che per il quinto comma approvato con 27 voti favorevoli e 16 astensioni.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Nomine

Ordine del giorno riguardante la Commissione consultiva per le nomine


PRESIDENTE

Infine, pongo in votazione un ordine del giorno riguardante la Commissione consultiva per le nomine, firmato dai Consiglieri Viglione Bontempi, Brizio, Marchini e Vetrino.
Ve ne do lettura: "Visto il Regolamento interno del Consiglio regionale nel quale all'art. 19 sono previsti i compiti della Commissione consultiva per le nomine constatato che da parte del Consiglio si è provveduto a nominare rappresentanti regionali in enti, società ed organismi senza il preventivo parere della Commissione Nomine considerato che il comma secondo del suddetto articolo prevede che 'Il Presidente del Consiglio sente la Commissione per la definizione dei criteri di carattere generale per le nomine di competenza del Consiglio e sottopone ad essa le proposte per le nomine stesse, allo scopo di verificare l'esistenza dei requisiti richiesti dalle leggi o dalla funzione che deve essere svolta' si ribadisce la necessità assoluta dell'osservanza del dispositivo del Consiglio garanzia insostituibile di verifica, controllo ed approvazione delle condizioni di idoneità dei candidati alla rappresentanza regionale.
In particolare si ribadisce che i criteri che devono essere posti nelle se gnalazioni e tenuti a base dalla Commissione Nomine sono quelli della competenza, della professionalità e della moralità dei candidati.
Si ribadisce inoltre che ogni incarico pubblico debba essere valutato quale occasione di servizio alla comunità e di impegno civile e sociale e non come occasione di potere personale o di equilibrio di potere politico dei partiti e che quindi i rappresentanti debbano essere vincolati nell'esercizio del loro mandato all'osservanza degli orientamenti e delle direttive dei competenti organi della Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 42 voti favorevoli ed 1 astensione.
Comunico, infine, che il Consiglio è convocato per il giorno 2 dicembre prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



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