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Dettaglio seduta n.165 del 05/11/82 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do la parola al Presidente della Giunta regionale Enrietti per una breve comunicazione.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Ieri si è avuto un incontro presso il Ministero del Tesoro, presenti i Ministri Andreatta, degli Affari Generali Aniasi e della Sanità Altissimo per discutere del fondo sanitario per l'anno 1982 e della legge finanziaria.
Sul primo argomento, dopo lunga e difficile discussione, si è arrivati all'ipotesi non soddisfacente per le Regioni, che il fondo 1982, che per le Regioni aveva un impegno di 27.200 miliardi, è stimato invece dal Governo in 26.500 miliardi, previsto in bilancio 1982 in 23.210 miliardi, con una differenza in meno di 3.290 miliardi. Il Governo in competenza aumenta il fondo con decreto che farà a giorni, di 2.500 miliardi; i 700 miliardi di differenza sono il recupero delle spese che le Regioni incassano in maniera extra dal fondo nazionale sulla sanità. Mi riferisco alla spesa del 10% a carico delle Regioni; il fondo verrebbe ristabilito per il 1982 a 26.500 miliardi.
Vi è poi il problema della necessità di cassa :essendo tutte le Regioni in difficoltà per la liquidità da qui a fine anno per far fronte alle spese delle U.S.L.
Il Tesoro vorrebbe attuare una manovra finanziaria, che non ha ancora precisato nei termini, autorizzando le Regioni e le U.S.L. a contrarre prestiti presso gli istituti bancari ed erogando una parte delle quote direttamente alle Regioni. Il tutto per un ammontare di 2.500 miliardi per far fronte alle necessità di cassa 1983.
Per quanto riguarda la legge finanziaria si è registrata una netta divergenza tra le posizioni delle Regioni e quella del Governo e si è aggiornata la riunione alla prossima settimana.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Esame mozioni DC e PCI sulle consulenze


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto quarto all'ordine del giorno che reca: "Esame mozioni DC e PCI sulle consulenze".
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, dobbiamo ancora tornare sull'argomento delle consulenze e degli incarichi, che nonostante siano regolate dalle leggi 65/1978 e 54/1981 sono una specie di oggetti o di animaletti sguscianti che non si riescono ad afferrare ed è difficile approdare a punti chiari e definitivi.
Da sempre il mio Gruppo ha fatto, su questo argomento, un punto della battaglia normalizzatrice e moralizzatrice.
Perché? La risposta è fin troppo ovvia. Non si può assistere passivamente all'erogazione di miliardi, alcuni dei quali spesi nella giusta direzione di qualificate collaborazioni, ma altri, noi diciamo troppi, nella generosa distribuzione di non ben precisati incarichi o incomprensibili consulenze che diventano fin troppo comprensibili se si compenetrano nei particolari delle varie deliberazioni.
La nostra battaglia sulle consulenze è stata vinta, ogni volta che ne abbiamo parlato, infatti, abbiamo sempre ottenuto dei riconoscimenti sui principi e dei conseguenti provvedimenti, ma abbiamo l'impressione di essere fra quei condottieri sfortunati che, vinte tante battaglie, si trovano sempre sul punto di perdere la guerra.
Non c'è il nostro amico pacifista, ma non lo alcuna intenzione di fare dei riferimenti bellici. Faccio solo un paragone per rendere chiara la situazione su questo argomento più tolte trattato e che oggi deve essere ripreso proprio perché le precedenti trattazioni non hanno portato a quella soddisfazione che consenta ad ogni Consigliere di atteggiarsi con serenità e tranquillità.
Si stabilisce, ad esempio, che le spese per le consulenze devono fare capo ad un solo capitolo, il 2250, che reca già una cifra non indifferente 6 miliardi. Ma, nessuno ha paura. Per aggirare l'ostacolo se ne finanziano alcuni sul capitolo 10670 che si riferisce alla spesa sanitaria o sul capitolo 2200 o si prenota già abbondantemente il 2250 del 1983 per poi sostenere che i 6 miliardi nel 1983 non sono sufficienti.
Le sedute di Giunta del 27 luglio e 3 agosto, ultimo sforzo prima di qualche giorno di meritato riposo, sono una beneficiata nel settore. Fatto il conteggio delle deliberazioni, raggiungono i 700 milioni circa. Quando le consultiamo nella calda estate, tante deliberazioni non ci convincono una in particolare ci fa addirittura sussultare, quella dell'incarico a "Studio 2" su cui si fonda principalmente la nostra mozione.
Il 2 settembre abbiamo presentato una mozione che ha due premesse per noi fondamentali ed insostituibili anche in questo dibattito. Le premesse sono che, a fronte di un indeterminato e sproporzionato numero di consulenze, finiscono di non avere consenso ed attenzione quelle limitate nel numero, ma qualificate, che veramente possono rendersi necessarie per il funzionamento dell'attività regionale.
Il secondo punto che abbiamo riscontrato recentemente in una consultazione in Commissione è la mortificazione del personale regionale che in tutti i settori vede consulenti, lautamente retribuiti senza una specifica urgente necessità e che conseguentemente risulta demotivato nel suo quotidiano impegno professionale.
La nostra mozione si conclude con due chiare e precise proposte anticipando la prima a titolo sperimentale, le proposte di modifica dello Statuto avanzate dal Gruppo D.C.: trasmettere alle competenti Commissioni consiliari per il parere preventivo tutte le deliberazioni relative a studi, incarichi, ricerche e consulenze in modo che il quadro sia sempre chiaro non dar corso alla citata deliberazione di incarico allo "Studio 2 Pubblicità".
La nostra posizione è precisa, le nostre affermazioni realistiche e nemmeno tanto cattive.
Passano un po' di giorni e ci accorgiamo di essere quasi scavalcati da settori che in larga misura rientrano nella maggioranza. E' una caratteristica di questa legislatura, quella di una maggioranza che vuole essere onnicomprensiva, del potere e dell'opposizione. Noi non ci lasciamo sviare da queste situazioni. La nostra opposizione si svolge attentamente ed autonomamente, se altri concordano con noi tanto meglio.
Leggiamo sul "Fogliaccio", organo della CGIL regionale, alcune affermazioni ben più pesanti.
Il Presidente Enrietti ha scoperto un modo nuovo per essere efficaci con deliberazione presa il 3 agosto, ha afferrato 138 milioni dal magro bilancio regionale, li ha affidati allo "Studio 2 Pubblicità", più avanti leggiamo che nella deliberazione è scritto che tale esigenza "ha indotto a richiedere allo Studio 2 di studiare un piano teso a divulgare correttamente (siccome sin d'ora si è fatta propaganda n.d.r.) il ruolo dell'ente" e ci dà un'informazione che noi non conoscevamo. Comunque si scopre subito che il firmatario per lo Studio è Gabriele Issia, che con Beppe Fossati (un altro socio dello Studio?) sono i corrispondenti da Torino del "Giornale Nuovo" di Montanelli. Nel numero successivo del "Fogliaccio" si dice: "per sfortuna della Giunta la D.C. non ha bisogno del Fogliaccio per attaccare. L'opposizione fa il suo mestiere e il sindacato anche". Ultimamente su una deliberazione di consulenza la D.C. è arrivata prima del "Fogliaccio" e ha presentato una mozione. Per rimediare il "Fogliaccio" ha dedicato alla stessa deliberazione tre pagine nel numero successivo. Così siamo pari. Il giornale "Il Manifesto" del 29/9/1982 con il titolo "Storia di una mancia del Piemonte al giornale" (120 milioni, il termine mancia lo usa sovente in quest'aula il collega Revelli rivolto ad altre forze politiche), dopo aver ripreso il "Fogliaccio" commenta questa storia: "possibile che tra tutti i comunisti, i socialisti, i socialdemocratici che compongono la Giunta non ce ne sia stato uno solo contrario a questa operazione di cucina? E' possibile che la Regione Piemonte, che ancora non ha trovato i 10 milioni che deve pagare da oltre un anno al 'Manifesto' per gli abbonamenti semestrali alle scuole (noi avevamo fatto un'interrogazione per lamentare il ritardo del pagamento ai giornali) sia così sollecita a sborsare 138 milioni agli uomini di Montanelli?", sempre "Il Manifesto" ci informa che il Commissario del Governo ha sospeso la deliberazione nell'attesa di chiarimenti. Nella risposta del Commissario del Governo si legge testualmente: "tale deliberazione appare di dubbia legittimità in quanto il compito affidato al predetto studio rientra tra quelli istituzionali a carattere permanente della Regione".
Queste cose le abbiamo lette dopo la presentazione della mozione.
La mozione è oggi in discussione e noi siamo in attesa di conoscere in proposito l'atteggiamento della Giunta e della maggioranza. Alla nostra si è aggiunta quella del Gruppo comunista che amplia il discorso. Ascolteremo con attenzione la posizione del Gruppo comunista, ma diciamo subito che il discorso generale non sommergerà il particolare che in questa materia è fortemente esemplificativo. Certo, dobbiamo arrivare a delle conclusioni.
La deliberazione oggetto della nostra mozione rappresenta la punta visibile dell'iceberg sommerso, quello che non sempre riusciamo a vedere o a capire.
Ecco le nostre osservazioni preliminari a questo dibattito che è stato introdotto dalla nostra mozione.
Le conclusioni, come è ovvio e come è nostro diritto a termine di Regolamento, le trarremo alla fine del dibattito che la mozione ha proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il 10 settembre abbiamo presentato una mozione con la quale chiedevamo un'informazione ed un dibattito sulle spese di rappresentanza pubblicazioni, informazioni a mezzo TV o altri strumenti, manifestazioni convegni ed un elenco delle consulenze.
Abbiamo fatto questa richiesta per due motivi. Intanto perché temiamo che parlare in maniera generica, senza distinzioni e senza ancoraggio alla concretezza dei casi, possa essere un mezzo surrettizio di lotta e di battaglia politica. La Giunta e i Gruppi che appartengono alla maggioranza hanno interesse che ci sia la massima informazione sulle cifre, sui dati perché ci sia una rappresentazione reale di quello che in questi settori si decide sapendo che in momenti come questi una battaglia di rigore nella spesa è dovere di qualsiasi governo. Questa battaglia la si può condurre solamente se si è in grado di conoscere i dati nella distinzione anche delle varie situazioni perché si possano esprimere dei giudizi. Altrimenti ci sarebbe il rischio di avere nel tavolino un argomento che per la genericità del titolo possa essere agitato impropriamente. Non vogliamo che questo succeda. Crediamo che sia pieno diritto di ogni Gruppo e di ogni Consigliere di sindacare nel merito di certe spese.
Attraverso il dibattito si concreterà un pezzo di questo obiettivo, ci verranno forniti elementi sul capitolo "Consulenze" e si conoscerà la linea che la Giunta ha tenuto e intende tenere.
Il secondo motivo si ricollega strettamente a questo. Abbiamo più volte espresso il nostro pensiero sulle consulenze.
Il sistema attuale non permette assolutamente di fare le cose in modo chiaro. Sono messe assieme troppe cose diverse. Anche la legge deve essere ridiscussa. Credo si debba ragionare anche sulla distinzione dei vari capitoli di bilancio. Siamo per un affinamento ed una distinzione ulteriore. Lo strumento delle consulenze va usato con la massima cautela con intelligenza e con responsabilità.
Proprio per diradare polveroni interessanti o meno per impedire battaglie politiche che non possiamo condividere e che portano discredito sulle istituzioni e non reali risultati, crediamo siano fondamentali chiarezze, elementi precisi di causalità, motivazioni delle singole deliberazioni di incarichi e consulenze.
Il senso della nostra mozione è questo, attendiamo anche noi l'intervento della Giunta e il dibattito nel quale ci collocheremo esplicando le nostre posizioni.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Il presente dibattito prende lo spunto da due mozioni, una del Gruppo consiliare D.C. sul problema dell'affidamento di consulenze, ricerche incarichi, collaborazioni ed una del Gruppo consiliare PCI con la quale si chiede di fare il punto sull'entità delle spese sostenute dalla Giunta in questa terza legislatura in raffronto alle spese sostenute in passato per rappresentanza, pubblicazioni, convegni, consulenze, ecc, che consente nella sede propria di affrontare temi di notevole interesse sulla corretta gestione pubblica.
Ritengo opportuno uno sguardo di insieme al quadro prospettivo, in distribuzione, delle spese sostenute per passare poi nel merito dei problemi sollevati, al fine di sgomberare il campo da un preteso innalzamento degli oneri relativi ad alcuni capitoli di spesa e poter quindi, su dati oggettivi e reali, entrare nel vivo dei problemi che è opportuno dibattere con il senso di responsabilità che l'oculato impiego di risorse pubbliche impone.
Dal prospetto si evince che contrariamente a quanto sostenuto anche pubblicamente le spese sono passate complessivamente per i capitoli interessati, in termini nominali da L. 11.496.571.776 per il 1979, a L.
12.830.897.603 per il 1980, a L. 13.103.089.915 per il 1981, per scendere a L. 11.901.673.880 per il 1982, se prendiamo per validi i dati relativi alla variazione ancora da approvare dal Consiglio.
Se prendiamo invece i dati dello stanziamento 1982, come risulta assestato o le spese effettivamente sostenute, come peraltro richiesto dalla mozione, i dati relativi sono sempre in diminuzione, rispettivamente di L. 11.958.673.880 e di L. 10.714.918.309 al 2/11/1982.
Appare evidente una riduzione della spesa in termini reali nei confronti dell'anno 1980 e 1979 sia che prendiamo per base i dati di variazione che di assestamento del bilancio 1982, riduzione che appare ancora più vistosa ove si consideri l'alto tasso di inflazione e che assume proporzioni rilevanti in alcuni settori di spesa.
Questi dati appaiono ancora più significativi ove si consideri l'ampliamento dell'attività della Regione, il crescere, sia pure faticoso della macchina complessiva.
Appare evidente e chiarissimo quindi lo sforzo dell'Amministrazione, a fronte del lievitare della spesa pubblica, di comprimere al massimo gli oneri correnti e contemporaneamente di qualificare al massimo i contenuti della spesa.
Sono questi i due parametri che hanno ispirato in linea di principio l'attività della Giunta. E' chiaro peraltro che alcune spese, proprio per l'efficienza della macchina o dell'azione regionale, e in vista di un risultato economicamente valido, debbono essere sostenute.
Non è possibile infatti soggiacere ad una logica puramente finanziaria che risulta peraltro nettamente favorevole dal prospetto, che non sia anche una logica economicamente valida.
E' un dato che vale per tutti i capitoli di spesa, un dato che vale anche per le consulenze, previste all'atto della definizione del bilancio in unico capitolo per L. 6 miliardi.
In quella sede, l'importo allora stanziato rispose ad una scelta di fondo.
In un momento di grossi tagli in termini effettivi al bilancio, venne ritenuto necessario concentrare alcune risorse per studi, approfondimenti ed indagini, al fine sia di poter essere preparati a realizzare alcuni progetti dagli effetti economicamente rilevanti, sia di poter, ove i fondi trasferiti l'avessero consentito nello o negli esercizi futuri, di guadagnare tempo nella realizzazione delle opere, sia infine di predisporre gli strumenti per la costruzione del piano di sviluppo.
Quello stanziamento iniziale è stato purtroppo giocoforza ridotto in sede di variazione di bilancio di ben 1 miliardo.
Va infatti rilevato come la necessità per l'Amministrazione regionale di far ricorso alle consulenze esterne è sempre presente: quanto più si passa a definire e concretizzare le competenze regionali nei singoli settori dell'economia piemontese, tanto maggiore è il bisogno di "specialisti" che accompagnino la fase di impostazione e realizzazione delle specifiche politiche. Talora sono sufficienti professionalità interne, ma molto spesso occorre disporre di altre e qualificate esperienze esterne che - proprio perché contingenti - non necessitano di una loro ruolizzazione. L'esempio più evidente può presumersi dai comportamenti della Giunta regionale nella seconda legislatura e nella terza legislatura: in quella, ai fini della costruzione del piano di sviluppo, si è fatto ricorso ad un nutrito gruppo di esperti estranei; in questa ci si è limitati a pochi esperti di elevata qualificazione e per temi molto specifici.
La specializzazione esterna è essenziale per la vitalità e gli approfondimenti dell'Amministrazione regionale. Non si capisce perché mai il ricorso a qualificati esperti estranei rappresenti per il Governo un salto di qualità mentre per l'Amministrazione regionale questo significa volta a volta mortificazione del personale, lievitare ingiustificato delle spese, incapacità di funzionamento della macchina regionale.
Va invece ribadita la necessità assoluta che l'Amministrazione regionale si avvalga del patrimonio culturale, tecnico e scientifico delle risorse esistenti nel proprio territorio quando ovviamente questo ricorso appare rigorosamente giustificato dalla necessità. A maggior ragione in una Regione quale il Piemonte così ricca di capacità a tutti i livelli e capacità che è compito dell'Amministrazione regionale non solo di utilizzare ma anche di stimolare.
Questo rapporto, sia a livello di indagini che di incarichi qualificati che di espressione di pareri, non dovrebbe peraltro mortificare in alcun modo il personale regionale. Specie di quello piemontese che gode, a livello nazionale, di notevole, riconosciuto prestigio e che da un serio dialogo con valenze esterne qualificate, non può che trarre un arricchimento della propria professionalità e l'incentivo a misurarsi sul terreno della stessa competenza.
E' ovvio che questo presuppone la qualificazione degli incarichi e delle consulenze, la cura nell'evitare una duplicazione in alcune parti della ricerca affidata, un coordinamento complessivo della materia affinché non abbiano a verificarsi disfunzioni e sovrapposizioni.
Per questo abbiamo ritenuto corretto il metodo dell'unico capitolo di spesa e per il futuro di capitoli unici per settori che rispondono meglio alle esigenze e alla programmazione complessiva; per questo ho richiesto sia per il passato che per il presente esercizio, a ciascun Assessore il piano consulenze; per questo sono state deliberate, di solito contemporaneamente, nelle stesse sedute di Giunta, proposte di consulenze in alcuni casi da tempo presentate dagli Assessori.
Il fatto che nelle due sedute, del luglio e dell'agosto, ricordate nella mozione del Gruppo consiliare D.C., siano state deliberate gran numero di consulenze è la riprova di una valutazione complessiva per consentire subito dopo le ferie gli approfondimenti e gli strumenti necessari per la ripresa dell'attività. Per questo mi dichiaro d'accordo con la proposta sul metodo di discutere in Commissione le consulenze, con una precisazione però: i piani di settore delle consulenze e non già le singole delibere che invece debbono attuare il piano di settore già discusso.
In caso contrario, quel coordinamento che la Giunta regionale si è sforzata di fare, che il capitolo unico suggerisce, rischia di essere vanificato proprio in sede consiliare.
Da parte mia, mi impegno a proseguire insieme a tutta la Giunta regionale l'obiettivo di una sempre più rigorosa selezione dei consulenti sia in termini di durata che di rotazione, sia in termini di riferimento alle professionalità carenti e, aggiungerei, istituzionalmente carenti perché la legge sulle strutture non le ha previste o non le può o deve prevedere.
Occorre riflettere, per converso, sul fatto che gli stipendi medi del personale regionale oscillano da un minimo di 600 mila lire mensili ad un massimo di 950 mila (escluse le competenze accessorie) e che in una Regione che offre ancora notevoli opportunità, anche da un punto di vista di affinamento di specifica professionalità, la concorrenza operata da enti istituti ed aziende è notevole e ha come effetto una continua diaspora di personale in possesso di specializzazione particolare. Anche se occorre dare atto che molto personale, fortemente motivato e dotato di alto senso istituzionale, ha scelto di rimanere ed appare già sovraccaricato di numerose incombenze.
Pertanto molto spesso anche le previsioni strutturali sono momentaneamente carenti in termini quantitativi ed approfondimenti ed indagini che richiedono una qualificazione specifica obbligano, anche per questo versante, al ricorso alle consulenze.
E' ovvio che mentre assicuro l'impegno della Giunta regionale e quello mio personale, anche nel quadro della Conferenza dei Presidenti, a ricercare tutte le soluzioni che consentono il giusto riconoscimento economico al personale regionale che, ribadisco, ha assunto in molti campi e settori livelli di eccellenza noti anche presso le altre Regioni, permane pur sempre in una Regione avanzata la necessità di avvalersi di competenze esterne all'Amministrazione.
Non c'è dubbio che una priorità in questo senso debba essere individuata nell'IRES e negli enti strumentali, tutti nel loro specifico campo di intervento, ove si tratti di indagini, studi e ricerche, non solo per la specifica competenza, per il loro ruolo istituzionale, ma anche per l'approfondita conoscenza delle esigenze e del funzionamento dell'Ente Regione.
Non a caso nel bilancio 1982 un miliardo è stato previsto per l'IRES per studi e ricerche di competenza e spese di consulenza per oltre il 57 sono relative ad incarichi affidati ad enti strumentali ed istituzioni pubbliche di ricerca.
Ritengo però pure necessario procedere ad una modifica della legge n.
65, la cui attuale confusa formulazione è fonte di disagio per l'Amministrazione e non consente una razionalizzazione dei vari tipi di incarico, collaborazioni e consulenze.
Occorre disporre di uno strumento normativo chiaro, non equivoco e snello che consenta all'Amministrazione regionale di operare anche in questo settore quanto mai essenziale nella vita economica moderna il cui avanzamento è connotato, e tutti ne abbiamo convenuto, dal valore strategico dell'innovazione tecnologica e della ricerca.
La Regione non può rimanere al Medio Evo, né credo sia questo il senso delle mozioni presentate che, anzi, stimolano sulla strada della modernizzazione e dell'efficienza.
Sulla singola consulenza richiamata in particolare nella mozione quella sull'affidamento allo Studio 2, ho chiesto di discuterne in Commissione Informazione.
Per questo motivo non ho, a tutt'oggi, trasmesso al Commissario del Governo le risposte ai chiarimenti richiestimi.
In questa sede, tuttavia, ritengo doveroso precisare pubblicamente alcune questioni.
I compiti affidati allo Studio 2 non si identificano con quello del Servizio Stampa a livello consiliare e di Giunta, secondo la legge regionale n. 73/1979, come appare chiaramente dal testo della convenzione che fa parte integrante della deliberazione di incarico, anche se chiaramente rispondono alla stessa ratio, l'art. 8 dello Statuto che fa obbligo all'Amministrazione regionale di pubblicizzare al massimo la sua azione e i suoi programmi.
Infatti, la consulenza fu affidata per un piano complessivo di intervento per la divulgazione del ruolo dell'Ente Regione, ma questo piano non si esauriva nell'utilizzazione dei mezzi tradizionali di diffusione a mezzo stampa, ma prevedeva una serie di iniziative e di incontri tesi a mettere in evidenza i diversi aspetti dei programmi regionali e della loro attuazione per maggiormente stimolare la partecipazione della comunità.
Ovviamente il piano prevedeva, per il raggiungimento degli obiettivi anche la diffusione a mezzo stampa, e in questa sede il Servizio Stampa avrebbe avuto ovviamente il massimo impulso ed indirizzo e sarebbe stato messo in condizione di svolgere al meglio i compiti della legge regionale n. 73/1979, con indubbio vantaggio della professionalità e delle conoscenze del personale regionale.
Non si trattava ovviamente di propagandare l'attività dell'Ente Regione, ma di far conoscere, in una società in rapida evoluzione, gli interventi che vengono fatti perché la comunità ne colga il senso e possa svolgere un ruolo attivo nel processo di attuazione di tante riforme.
Molte delle risorse regionali rischiano di non essere efficaci e quindi antieconomiche se la Regione non interpreta correttamente le esigenze, ma anche se la società non è messa in grado di partecipare attivamente alla loro realizzazione.
Sono perciò necessari tutti gli approfondimenti utili per un dialogo continuo a livello, certo, degli organismi istituzionali rappresentativi ma anche della popolazione nel suo complesso.
Questo è stato il senso della proposta di convenzione che mi riservo di illustrare più nel dettaglio alla Commissione Informazione.
Passando agli altri capitoli di spesa le cifre parlano da sole.
Faccio solo rilevare che, per un'operazione trasparenza, tutte le spese che riguardano, in qualche modo, la rappresentanza da parte della Giunta nel suo complesso, ivi comprese quelle relative alla distribuzione di documentazione alle diverse istituzioni regionali, sono confluite nel capitolo 120, che risulta incrementato anche per l'intensificarsi di iniziative di lavoro, da quelle relative alla comunità dell'Arco Alpino, a quelle della Conferenza dei Presidenti, agli scambi nazionali ed internazionali, alle riunioni di lavoro sui temi di settore.
Altro capitolo che risulta incrementato è il 540 a seguito della convenzione con il G.R.P. per il rotocalco "Qui Regione" per L. 200 milioni annui.
Ulteriori capitoli risultano nettamente ridotti come avete avuto modo di verificare direttamente ed evidenziano percentuali del 1981 e del 1982 in forte diminuzione rispetto all'80.
E più in dettaglio rispetto al 1980: per il capitolo 500, spese per l'acquisto di libri, rassegne e pubblicazioni in genere, la riduzione è del 32,6% per l'81 e del 48,8% per l'82 per il capitolo 520, spese per l'organizzazione, anche in collaborazione con altri enti, di convegni, mostre, rassegne manifestazioni in genere, la riduzione è del 65,3% per l'81 e dell'82,5 per l'82 per il capitolo 620, spese per la stampa di pubblicazioni e documenti, la riduzione è del 31,8% per l'81 e del 44,5% per l'82 per il capitolo 680, spese per stampati, cancelleria e spese di ufficio, la riduzione è del 29,7% per l'81 e del 40,6% per l'82.
Da notare che tali diminuzioni per i capitoli 500 e 520 sono evidenti anche nei confronti del remoto 1979, con una percentuale rispettivamente per l'81 del 18,2% e del 58,6%; per l'anno '82 del 37,9% e del 79,2%.
No, nella Giunta regionale non c'è propensione alla finanza allegra, n sperpero del denaro della collettività, né uomini d'oro. C'è stata, da parte di questa Giunta, una determinazione, non facile da conciliare con le necessità, di ridurre le spese proprio in quei capitoli che un'orchestrata campagna di stampa ha teso in questi mesi a presentare in aumento.
Come i dati dimostrano, non solo questo non è vero, ma è vero il contrario.
Ci possono essere opinioni diverse su singole delibere o singole decisioni e la Giunta è qui anche per un confronto di merito, ma il quadro generale è quello che ho esposto e i relativi dati sono a disposizione, a vostro mezzo, di tutta la collettività, come è giusto che sia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Questo dibattito richiede molta attenzione anche da parte di una forza politica non presentatrice di mozione per alcuni aspetti comportamentali e di natura istituzionale.
La mozione della D.C. pone come oggetto del dibattito due punti precisi: uno di merito, l'opportunità di una consulenza, uno di procedure l'ipotesi di procedere immediatamente con strumenti di tipo transitorio e sperimentale alla modifica dello Statuto.
Una mozione che ponga questi problemi merita da parte delle forze politiche, concorrenti ed avversarie, il dovuto rispetto. La mozione degli amici del PCI porta il dibattito su temi che danno spazio e respiro alla Giunta nell'illustrare i comportamenti e le decisioni, ma in qualche misura riduce l'impegno delle forze politiche nel pronunciarsi sugli argomenti che la D.C. ha portato in discussione.
Quando si dice che la centralità del Consiglio va recuperata, significa anche recuperare efficienza e rigore di dibattito. Se si vuole far rientrare tutto in un discorso generale sul recupero della Giunta, sulle sue capacità di spesa e di mediazione, si vuole fare un polverone perché si dà l'impressione che la Giunta voglia sfuggire alla discussione su un punto preciso attraverso l'illustrazione di tematiche generali.
Questa considerazione ha avuto un riscontro in aula dall'intervento del Presidente che, seppure interessante ed apprezzabile, tende a far lievitare il dibattito ad un livello diverso e a temi diversi da quelli della D.C.
snaturando il dialogo Consiglio-Giunta.
Prego gli amici comunisti di considerare queste considerazioni più che una censura, una riflessione ad alta voce alla quale non intendo dare significato politico oltre misura.
Venendo al dibattito vero e proprio, premesso che non intendiamo togliere spazio alle forze che hanno presentato le mozioni, faremo alcune considerazioni di carattere generale.
Periodi come questi in cui le difficoltà economiche da una parte e la questione morale dall'altra tendono a far misurare i comportamenti delle istituzioni più a livello di Codice Penale che di efficienza politica.
Su questo argomento ci vuole molta attenzione da parte dei Gruppi consiliari, ma soprattutto da parte della Giunta e, visto che si ripropongono i problemi personali, ritengo che l'iniziativa dell'Assessore Testa in ordine al controllo dei comportamenti del personale regionale, sia stata di grande danno per l'immagine dell'istituzione. Le modalità e la tecnica di quel blitz nei confronti del personale ha bollato per molti anni l'istituzione regionale come istituzione che sul piano del personale ha bisogno di controlli, che è disaffezionato al lavoro, non è puntuale ed è assenteista. Tale comportamento politico da parte dell'Assessore al personale avrebbe dovuto avere in quest'aula un ripensamento ed una censura che, invece, non ci sono stati.
Queste verifiche vanno fatte e, in effetti, sono fatte in tutte le istituzioni private e pubbliche, ma si dà il caso però che soltanto quella presso il Consiglio regionale abbia assunto uno spot pubblicitario esterno e questo è censurabile e condannabile perché la capacità di amministrare si misura anche dallo stile su queste cose.
Sulla questione delle consulenze noi liberali, che siamo per una società pluralista ed aperta, riteniamo che nessuna istituzione sia portatrice di valori immodificabili e sia depositaria di una cultura dell'amministrazione o della tecnologia o della cultura in senso ampio.
Quindi, un'istituzione come la nostra deve essere aperta verso i contributi che la società può dare, contributi ai quali una struttura pubblica si deve adeguare e noi riteniamo che l'apertura verso il mondo della scienza, della ricerca, dell'Università, della professione qualificata debba essere difesa, accettata ed incrementata.
Mi pare sbagliato il parametro portato dal Presidente della Regione che giudica le consulenze in termini di cifre perché le consulenze vanno giudicate.
Mi pare però che debba passare dalla consulenza, che ha come risultato finale un prodotto stampato, fotocopiato, pubblicato, rilegato in oro "cartostampato", all'arricchimento della capacità professionale del personale regionale. Si tratta di recuperare un metodo con cui la consulenza sia un fatto interno e non esterno al complesso del personale quindi la richiesta di consulenza deve provenire dal personale e non dall'esecutivo, dall'Assessore, dal Presidente della Giunta o dal Presidente del Consiglio. Altrimenti il risultato che noi abbiamo preconfezionato, celofanato, cartostampato diventa un prodotto non utilizzabile dal personale perché lo considera un corpo separato dalla propria cultura, dal proprio lavoro, nei confronti del quale si atteggia qualche volta con diffidenza, qualche volta con astio, qualche volta con incapacità di lettura.
Farò una considerazione sulla proposta di tipo istituzionale e regolamentare fatta dalla D.C. Starei molto attento, perché, per principio portare questo tipo di materiale in Commissione e procedere alla modifica dello Statuto "a macchia", mi sembra estremamente pericoloso, in primo luogo perché abbiamo un'espressione non felicissima: la Commissione in materia di cultura è stata l'elemento di difesa con cui il Consiglio regionale non è riuscito a criminalizzare l'Assessore competente rispetto alle proprie scelte. Questo recente periodo dovrebbe farci riflettere.
Soprattutto bisogna essere attenti a che le Commissioni non si trasformino in stanze di compensazione di istanze diverse.
Se la Commissione deve essere un luogo di controllo politico deve avere potere deliberante. Penso che si debba fare un ripensamento sugli strumenti istituzionali della Regione perché sono convinto che l'immagine della Regione-parlamento, probabilmente non è più coerente e non consona con le realistiche considerazioni che l'Assessore Simonelli ha fatto nel dibattito della settimana scorsa. La Regione non è tanto un Parlamento, ma è in complesso un'espressione della società civile che deve razionalizzare i propri comportamenti in ordine alle funzioni programmatorie e di compensazione delle tensioni esistenti sul territorio. Probabilmente questa funzione si assolve molto meglio rilanciando il lavoro che non il discorso assembleare. In questo senso la Commissione, con potere deliberante e non soltanto istruttorio, diventa la sede in cui si esaurisce decisionalmente e definitivamente il 90%del lavoro della Regione. Evidentemente a quel punto si dovranno introdurre meccanismi di controllo sull'attività dell'esecutivo molto più premianti.
Sarei molto attento ad esprimere un giudizio favorevole sull'ipotesi avanzata dalla D.C. perché farebbe nascere una riforma a pelle di leopardo.
Stesse considerazioni faccio sull'opportunità che la deliberazione sullo "Studio 2" vada in Commissione Informazione.
Alla fine della passata legislatura, quando la Commissione Informazione venne istituita dissi che non accettavo che quella Commissione venisse costituita ed interpretata come una stanza di compensazione e di mediazione fra esigenze diverse, tra livelli ed organi diversi delle istituzioni.
Si tratta di giudicare l'opportunità e la finalità perseguita attraverso un atto deliberativo della Giunta.
L'Assessore Testa ha affrontato anche il tema del rapporto delle consulenze con il personale e la nostra forza politica ha dato una risposta stimolante. Sono convinto che il personale regionale, qualora venisse coinvolto nel processo delle consulenze, avrebbe l'impressione di gestire una cosa sua e non una cosa del "palazzo".
Queste cifre e questi comportamenti mettono crudelmente a confronto le situazioni economiche della professionalità esterna e quelle dei nostri collaboratori e funzionari i quali non hanno titoli e preparazione inferiori, anzi, in qualche misura, hanno una dedizione maggiore ben sapendo che le loro prospettive economiche sono di altra natura.
Proprio perché i limiti nazionali impediscono di far crescere in termini calvinistici il nostro personale che si misura sempre e soltanto sulla cifra che legge sul documento della fine del mese, occorre introdurre altri sistemi ed altri metodi di remunerazione. Stiamo attenti che, non avendo la possibilità di inventare altri metodi di remunerazione, non si creino elementi di mortificazione e di frustrazione come questi.
Il Presidente Sanlorenzo quando questo palazzo venne inaugurato fece una riunione del personale e descrisse i diversi servizi, la qualità degli uffici ed ebbe a vantarsi che erano i più funzionali, i più moderni e i più confortevoli di Torino. Se questa scelta è stata fatta ogni volta che il livello di servizi e di conforts viene a ridursi, si produce un processo contrario rispetto a quello che auspichiamo. Per esempio, affido alla riflessione della Presidenza l'opportunità di ritornare su un provvedimento che un funzionario addetto ha preso, a mio avviso, in assoluta serietà, ma che certamente non è in linea con i comportamenti che vogliamo avere nei confronti del personale. Nulla di quello che è stato dato deve essere tolto. Chiedo alla Giunta che, qualora intenda procedere ad altri interventi, sia pure legittimi ed opportuni, sull'assenteismo del personale, eviti di fare dei suoi comportamenti uno spot pubblicitario che anche se rendono immagini fotogeniche e in termini efficientistici, hanno fatto andare indietro in modo estremamente grave e difficilmente irrecuperabile l'immagine del personale.
Il nostro Gruppo ha ritenuto di tenere un comportamento sereno perch ritiene che la materia non possa presentarsi a strumentalizzazioni. Se la D.C. ha avuto l'opportunità di verificare la deliberazione che è oggetto di specifico dibattito, le ragioni di perplessità e di censura ci saranno e il collega Paganelli ce le illustrerà.
In questo momento le istituzioni sono nell'occhio del ciclone. Noi non siamo per difenderle come se fossero delle salme azteche da conservare per millenni, certamente la difesa delle istituzioni passa anche attraverso la misura con cui argomenti così delicati vengono trattati.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Interveniamo brevemente in questo dibattito provocato dalle mozioni presentate dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Comunista solo per esporre alcune nostre considerazioni che potranno anche apparire non inerenti, o scarsamente inerenti, all'argomento trattato, ma che, tuttavia sentiamo di dover fare - e di poter soltanto noi fare - quali osservazioni di principio e di fondo emergenti dal problema delle "consulenze facili" cui troppo spesso, con scarso rispetto per il pubblico denaro amministrato si è usato e tuttora si usa fare ricorso.
Di questo problema vogliamo subito liquidare gli aspetti più appariscenti.
Si è detto anzitutto - lo si scrive nel documento democristiano - che è sproporzionato il numero di consulenze, ricerche, incarichi di studio affidati all'esterno della Regione: condividiamo la denuncia, senza neanche stare a ripetere, per provarla, la burocratica elencazione delle molte troppe, anzi, deliberazioni assunte in proposito dall'esecutivo regionale.
Si è osservato, e giustamente, che questa politica della spesa facile alla quale la Giunta rossa sembra incapace di rinunciare pure in tempi che dovrebbero essere di austerità economica per tutti, contrasta in modo stridente con quel rigorismo amministrativo tante volte predicato: troviamo esatta e fondata la critica che più e più volte è stata alzata anche dalla nostra parte.
Si è ancora argomentato che l'affidamento di tante consulenze, tutte lautamente retribuite, finisce con il mortificare il personale dipendente: ed infatti non v'è chi non veda come questa prassi produca ad esso demotivazioni sul piano del quotidiano impegno professionale.
Non si è invece apertamente denunciato, pur lasciandolo intendere, che con l'allegra distribuzione di questi incarichi, si punta a consolidare e ad estendere sempre più una vasta rete clientelare, costruendo attorno al potere - e mercé lo spregiudicato uso del potere - una ragnatela fitta di interessi e di complicità.
Tutto questo - che, già lo abbiamo detto, costituisce l'aspetto più eclatante del problema - comporta implicazioni e valutazioni che non possono non essere pesantemente negative, e sotto il profilo morale e sotto quello politico, nei confronti dell'operato dell'esecutivo in carica.
Ma, ci domandiamo - e vogliamo chiederlo a voi tutti, colleghi Consiglieri - è giusto fermarsi qui, a questo giudizio che investe la Giunta rossa, rinunciando a proseguire oltre, ad allargare il discorso, ad alzare il tiro verso bersagli più generali? Non Io pensiamo. Pensiamo anzi che quello oggi dibattuto sia soltanto la punta scoperta di un iceberg di malcostume ancora in gran parte sommerso.
Adesso, per le "consulenze facili", sotto accusa è la Giunta di sinistra: così come, dobbiamo pur dirlo, anni fa avrebbe potuto esserlo (sia pure in misura diversa, ma eravamo allora soltanto agli inizi dell'esperienza regionale...) la Giunta democristiana.
Ecco, questa è la verità.
Per cui, se processo si ha da fare, noi - pur non assolvendo alcun imputato in particolare - riteniamo che lo si debba aprire a carico dell'istituto regionale in toto: cioè del modo con il quale è stata concepita - dalle forze politiche del regime, nessuna esclusa - la nascita stessa dell'Ente Regione.
Le Regioni, in Italia - lo abbiamo detto e ripetuto cento volte - sono nate molto male: senza leggi quadro, senza indicazioni sui loro poteri (e doveri! ), senza sufficienti controlli, senza la ricerca di un'effettiva autonomia, ma con l'intento di strappare potere allo Stato e di gestire distribuire, erogare denaro pubblico per ottenere, tramite questo, facili consensi elettorali in favore dei partiti egemoni.
Non è dunque - quello di cui oggi si discute - un problema soltanto di spesa dilatata o di soldi impiegati male ovvero di consulenze assegnate troppo alla leggera.
Non lo è oggi, così come non lo era ieri.
Il problema è un altro: una democrazia moderna vive anche di autonomie ma autonomia non deve significare né spinta alla contrapposizione fra Stato ed enti decentrati né potere per il potere, né impiego del denaro pubblico in funzione di parte, di partito, di clientela. Questo va pur detto e con estrema chiarezza perché altrimenti il dibattito odierno rischia di macinare soltanto vuote parole.
Occorre, invece, una seria riflessione sul "perché" sia stato possibile giungere alla situazione attuale e cioè - vogliamo ripeterlo ancora - sulle responsabilità politiche che hanno portato a varare un distorto modello di Regione, nato non per sano senso di decentramento amministrativo, ma per vocazione di potere, nel quale non possono che prosperare - ieri sotto il governo democristiano, oggi sotto quello socialcomunista - le "consulenze facili", vale a dire il clientelismo, l'affarismo, la sospettabile corruzione.
E' da sperare che questa seria riflessione possa essere compiuta? Cioè che - a dodici anni dall'entrata in vigore dello Statuto regionale - si abbia la capacità, e soprattutto la volontà, di chiudere con il passato? Che si assista ad un mutamento di rotta? Che le forze politiche del regime vogliano approfondire le ragioni degli errori compiuti, entrando anche in conflitto con se stesse, con il proprio "modo di governare", se del caso con il proprio partito? Ne dubitiamo.
Ed è per questo motivo che, giunti alla conclusione, dobbiamo francamente dichiarare che le denunce, pur documentate, di una parte, ci appaiono soltanto strumentali ed i pentimenti, pur timidi - o gli appena accennati segni di dissenso - dell'altra, solamente tardivi ed insinceri.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Il tema delle consulenze si riflette su questioni di grande rilievo sul modo in cui la Regione spende le poche risorse, vincolate o libere, di cui dispone; sul ruolo e sulla gestione del personale regionale. Ne abbiamo avuto una eco nella riunione di mercoledì in sede di I Commissione e nell'incontro con le organizzazioni sindacali.
Quando si parla di consulenze bisogna necessariamente tenere conto della legislazione vigente, mi riferisco alla legge n. 65 del 1978. Ma questo non sempre avviene.
La legge 65 permette il ricorso alle consulenze per lo studio e la ricerca in merito a problemi di particolare rilievo scientifico, solo quando la professionalità richiesta non consente l'impiego del personale regionale. Inoltre la legge stabilisce un ordine di priorità nel conferimento delle consulenze e mette ai primi posti l'Università, il Politecnico e gli istituti scientifici di natura pubblica.
Ho analizzato una parte delle consulenze affidate dalla Regione per verificare in quale modo esse incidono sulla spesa, sul personale e sul funzionamento della Regione.
Per quanto riguarda la spesa ritengo che, alla luce dei fatti, si spende ancora troppo e forse male.
Infatti, alle cifre che ci ha fornito il Presidente della Giunta vanno aggiunte politicamente quelle consulenze che il Commissario del Governo ha sospeso con richiesta di chiarimento e che al 10/10/1982 ammontano ad un miliardo e 300 milioni circa; senza tenere conto delle deliberazioni revocate in questi nove mesi, che pur sono espressione di volontà politica.
Quando diciamo che si spende troppo e male non riteniamo che la Regione non debba più promuovere studi e ricerche e non critichiamo le scelte della Regione, per mettere la sordina ai problemi nazionali in ordine al ricorso del Governo alle consulenze ed alla gestione del potere, in merito al quale vale la pena spendere qualche parola.
Riteniamo che se a livello regionale c'é un problema di funzionamento e di funzionalità, a livello governativo non c'è solo questo problema, ma vi è un reale problema di moralizzazione sulla gestione del potere fatta in un trentennio soprattutto da parte della D.C.
Per tornare ai problemi regionali, riteniamo che si possano fare delle economie utilizzando la professionalità esistente nell'ambito della Regione e nell'ambito degli enti e degli istituti pubblici, utilizzando queste risorse che si economizzano per affrontare la crisi e per finanziare i progetti del piano di sviluppo. Ma non voglio limitarmi ad affermazioni generiche e voglio portare alcuni esempi che ho tratto dai verbali delle sedute della Giunta regionale del 15 giugno, 3 agosto e 3 settembre.
Vi sono consulenze nel campo dell'informatica affidate con le deliberazioni 482/18559 e 483/18560 che con una gestione più oculata sarebbe stato possibile affidare al CSI, oppure all'Olivetti, nell'ambito della convenzione stipulata con quest'ultima che garantisce trattamenti economici di favore. E questo mette in campo il problema del funzionamento della Regione e dei suoi enti strumentali.
Gli enti strumentali regionali sono sottoutilizzati rispetto alla loro potenzialità e rispetto al ruolo che dovrebbero assumere. Ci riferiamo al CSI, all'IRES e all'ESAP, enti che pesano sul bilancio regionale. Questi enti avrebbero potuto svolgere le ricerche affidate all'esterno con deliberazione 158/16768 in ordine alla SIRTEX per 16 milioni e alla ricerca affidata con deliberazione 160/16770 sulle fasce di professionalità nel settore terziario per un costo di 62 milioni.
Va inoltre sottolineato il rapporto con l'Università e con il Politecnico, istituti con i quali è stata stipulata una convenzione e che nell'affidamento delle consulenze, ai sensi della legge n. 65, sono prioritari.
Le organizzazioni sindacali, in sede di I Commissione, hanno osservato che tale convenzione langue, siamo d'accordo su tale giudizio. Bisogna verificarne le cause, ma non credo che la causa sia soltanto nel fatto che le consulenze vengono affidate a privati, ma è anche dovuta al fatto che sempre più frequentemente le consulenze vengono date a docenti ed assistenti a titolo personale eludendo la convenzione.
Vi è poi il problema fondamentale dell'utilizzo delle consulenze in rapporto alla struttura regionale e dei riflessi che le stesse hanno sul personale.
Le organizzazioni sindacali hanno rappresentato il grande scontento e l'insoddisfazione del personale regionale, che ha manifestazioni di frustrazione, di disaffezione al lavoro, a volte addirittura non sa quale sia il proprio lavoro.
Questo è il primo aspetto di cui si deve tenere conto se si vuole migliorare il funzionamento della Regione.
Il disagio del personale regionale deriva da due fattori: 1) non sempre il conferimento della consulenza avviene per compiti di alto livello scientifico e verso professionalità non riscontrabili all'interno dell'Amministrazione.
Sovente il consulente ha la stessa retribuzione dei livelli regionali la consulenza viene usata per introdurre nella struttura regionale nuovo personale aggirando le normali procedure 2) quasi sempre gli incaricati delle consulenze, singole persone o studi di ricerca, svolgono la consulenza senza avere alcun rapporto con la struttura regionale e quindi non facendo della consulenza un momento importante di formazione per l'acquisizione di nuova professionalità per i dipendenti regionali.
Dal verbale della seduta della Giunta del 17 settembre risulta che sono stati affidati studi per indagini geologiche, progetti per consolidamenti sondaggi geognostici, rispettivamente per 38 milioni, 6 milioni e 44 milioni. Che senso ha affidare all'esterno queste consulenze visto che la Regione ha un servizio geologico interno? Comunque, ammesso che nel servizio regionale non ci siano le professionalità adeguate, perché non si coinvolge realmente quel servizio e si sceglie la strada delle consulenze "chiavi in mano"? Mi sembra poi scandaloso affidare consulenze che costano centinaia di milioni per studi già fatti dalla Regione. Spero che la Giunta porti delle giustificazioni reali e valide nell'incarico affidato alla Dagh-Watson.
In conclusione, è necessario recuperare il pieno rispetto della legge affidare le consulenze solo nei casi in cui sono necessarie competenze di particolare rilievo scientifico non riscontrabile a livello regionale rispettare l'ordine di priorità stabilito dalla legge nella scelta degli istituti, mantenere un rapporto tra tali strutture e i servizi regionali al fine di accrescere la professionalità dei lavoratori regionali e del migliore funzionamento della Regione.
Auspichiamo inoltre un maggiore controllo del Consiglio, attraverso la I Commissione, che deve essere messa in grado di svolgere tale ruolo.
La Giunta, prima di affidare le consulenze, avrebbe dovuto opportunamente riferire in sede di I Commissione. Si sarebbe probabilmente evitato il blocco da parte della Commissione del Governo di molte consulenze illegittimamente affidate.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Sono fra i pochi che hanno vissuto dal 1970 ad oggi questi anni di vita regionale e sempre dalle forze di opposizione ho sentito affermare che il Governo faceva un cattivo uso della possibilità di accedere alle consulenze.
Non mi dilungo nel dire che la professionalità esterna deve essere collegata con quella interna, che il personale interno deve essere valorizzato perché è un tema da sempre dibattuto.
Due condizioni senza le quali non realizzeremo tutto questo sono: 1) conoscere l'obiettivo della Regione.
Sappiamo che la Regione è momento di programmazione e di iniziativa legislativa, ma la Regione intesa come momento di programmazione e di iniziativa legislativa non è ancora uscita dal vecchio schema dello Stato burocratico talché ogni volta che si propone il tema della delega ciascuno rimane arroccato sulle proprie posizioni e difficilmente ne esce. Quindi ci troviamo di fronte ad una forma frammista di programmazione e di iniziativa legislativa che finisce di non dare nessun risultato utile e pratico. Il Gruppo socialista sta studiando da mesi una proposta di legge Sulla delega.
Esiste la legge regionale che regola le possibilità di correre alle consulenze e questa legge l'hanno approvata anche le organizzazioni sindacali. Si tratta di rispettarla.
2) C'è differenza tra chi esercita un ruolo esecutivo e chi deve dare un parere su alta qualificazione. Pensiamo di ottenere degli studiosi e degli scienziati all'interno dell'Amministrazione attraverso i nostri modelli stipendiali? Non è credibile che chi beneficia uno stipendio di 800/900 mila lire al mese possa dare un parere su una centrale nucleare, un parere geologico su una diga o su argomenti specifici di alta qualificazione. Sappiamo perfettamente che non sempre lo stipendio è legato ai valori, infatti vi sono state molte fughe dall'Ente Regione da parte di chi si trovava imprigionato nella gabbia stipendiale della non meritocrazia. Chi ha voluto questi valori retributivi a scatola ravvicinata? Il volontariato è importante, ma non è un modello sul .quale si possa contare in nessun campo, tanto meno in Regione.
Chi afferma che gli studi e i pareri debbono essere fatti e dati all'interno dell'Amministrazione, cosa peraltro giusta, deve anche affermare che la meritocrazia deve trovare una differenziazione tale che consente di retribuire il merito. Se non ci sarà questo sbocco, il richiamo al volontariato, allo spirito di patria, allo spirito di corpo, lascerà il tempo che trova.
Il problema va posto, c'è una legge da rispettare, le antiche aspirazioni degli operatori regionali vanno accolte, però con questi correttivi che ho indicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carletto.



CARLETTO Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il collega Montefalchesi ha ricordato la riunione della I Commissione di mercoledì scorso, alla quale anch'io voglio riferirmi.
Ricordo di aver affermato in quell'occasione che peggio di così non si potrebbe andare e ho anche detto, caro Viglione, che è facile ricordare le poche cose che funzionano ma è anche difficile scoprire tutte le cose che non funzionano e credo che le organizzazioni sindacali che erano presenti a quell'incontro al tuo quesito, se è vero che le cose stanno come dice Carletto,non abbiano risposto perché credo non possano e non vogliano dare dei giudizi politici,ancorché ogni rappresentante sindacale abbia le sue valutazioni personali in ordine a questo problema.
Credo che il dibattito di quest'oggi si colleghi strettamente alla questione del personale e che debba essere visto nella sua problematica complessiva di come alcune fette di potere vengono gestite nella Regione Piemonte.
Il Presidente Enrietti facendo quelle affermazioni si sente il Presidente della Regione Piemonte o si sente il Presidente di un'ipotetica Regione (e mi dirà quale)? Perché qui si fanno delle interessanti e lodevoli affermazioni che però, nel concreto, nel quotidiano, nelle deliberazioni, nei comportamenti, vengono sistematicamente smentite. Siamo stufi di dire sempre le stesse cose senza avere la minima soddisfazione di riscontrare nei comportamenti e negli atteggiamenti qualche passo in avanti. E non vogliamo neanche sollevare dei polveroni.
Il nostro Capogruppo nell'introduzione alla mozione ha sottolineato alcuni importanti aspetti e concluderà facendo alcune osservazioni su un problema scottante, mentre io mi limiterò a trattare soltanto alcuni temi.
Non vogliamo strumentalizzare le istituzioni. Il nostro è sempre stato e sempre sarà un comportamento estremamente rispettoso nei confronti dello Stato e delle istituzioni. Però non è non dicendo le cose che a nostro giudizio non funzionano, non è stando zitti o fingendo di non vedere, che aiutiamo le istituzioni a crescere, quindi consentiteci di discutere questi aspetti che noi riteniamo fondamentali per l'immagine della Regione, forse più dei 120 milioni. Dov'è quella coerenza tra il rigore che ci siamo sentiti predicare per anni e i comportamenti? Consentitemi una battuta velocissima. Ricordo un'affermazione che veniva fatta nel 1975 dopo il cambio delle maggioranze: "verranno eliminate le macchine blu al Comune di Torino". Oggi le macchine blu ci sono ancora, sono blindate, si sono aggiunti i radiotelefoni, gli aereo-taxi e tante altre cose. Su questo cose dobbiamo misurarci, colleghi, e lo dico al mio Gruppo e agli altri Gruppi.
E' sulla coerenza fra quanto si afferma e quanto si pubblica sui giornali sulle riviste, sui manifesti e i comportamenti. Se non si fa questa verifica non si svolge il compito che è proprio di un amministratore pubblico mandato qui dai cittadini che sono poi quelli che pagano le cose sulle quali decidiamo.
Allora proprio perché non vogliamo fare un polverone, dobbiamo definire il rapporto tra l'Amministrazione regionale e le consulenze. E' innegabile che per dare un riscontro scientifico e per valutare le politiche di governo regionale il momento della consulenza sia non solo necessario ma sia fondamentale. In sostanza, se la Regione è un ente di programmazione con precise strategie amministrative, è inevitabile che al fianco dell'amministratore vi sia un momento tecnico-politico in grado di realizzare la possibile griglia di intervento rispetto ad un progetto dell'Amministrazione. Il rapporto fiduciario tra Amministrazione ed un ristretto staff tecnico-politico sembra, anche alla D.C., rispondere ad esigenze di snellezza e di adesione alle politiche che la maggioranza, di volta in volta, intende portare avanti. Quindi, noi non siamo contro le consulenze, perché andremmo contro la linea che il nostro partito da sempre ha tenuto. Siamo per quelle consulenze che sono serie e per quelle consulenze che, a fronte dell'impegno finanziario, producano dei risultati.
I risultati e la produttività però sono assolutamente insufficienti rispetto alle spese sostenute. A proposito delle spese, ricordo che in sedici mesi, dal 22 luglio 1980 al 4 dicembre 1981, abbiamo speso 18 miliardi 156 milioni (1 miliardo e 200 milioni al mese, 60 milioni per ogni giorno lavorativo)...



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Per che cosa?



CARLETTO Mario

Per le consulenze. Sono 633 consulenze, 18 miliardi, 156 milioni 873.126 lire che, grosso modo, vogliono dire la retribuzione di 1.000 dipendenti.
Il secondo aspetto che non va taciuto, ma che va ripreso ed enfatizzato riguarda il ruolo degli enti strumentali. Lo ritengo decisivo. Gli enti strumentali sono nati con il duplice scopo di operare interventi di natura operativa a cui la Regione non può far fronte con le proprie strutture e di costruire quella rete di conoscenze e quei modelli di intervento che sono utili per l'attuazione di politiche generali e settoriali. Mi sembra che la Regione abbia mortificato il ruolo degli enti strumentali. Questo è un nodo che la maggioranza deve sciogliere. Il governo regionale deve fare a questo Parlamento regionale le sue proposte in ordine al ruolo che gli enti strumentali devono avere e in ordine al collegamento che deve esserci fra questi enti intesi come braccio della Regione e il Parlamento regionale. E' ora di mettere mano a certe situazioni. Assistiamo a cose incredibili come per esempio, l'affidamento di uno studio sullo stesso tema, dato prima da un Assessorato e poi da un altro allo stesso ente strumentale. Amici, qui non ci sono tante Regioni quanti sono gli Assessori, c'è la Regione Piemonte e il Presidente ne è la sua sintesi. Perché la Regione ha chiesto una consulenza esterna e poi si è avvalsa di un ente strumentale per fornire quella stessa consulenza?



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Di quale consulenza parla?



CARLETTO Mario

Fornirò in Commissione nomi e cognomi sul personale.



PAGANELLI Ettore

Il Presidente dell'IPLA ha detto che è stato affidato dall'ENEA all'IPLA.



CARLETTO Mario

Va recuperato un rapporto serio tra gli enti strumentali e la Regione.
Le consulenze possono essere funzionali ed utili, ma noi non vogliamo che ci sia un patteggiamento per cui si dica: "io do una Finpiemonte a te e tu dai un'IPLA a me, o io do un'IRES a te e tu dai un CSI a me".
Riconosciuta la legittimità dell'istituto delle consulenze, rivendicato il ruolo attivo degli enti strumentali o comunque una loro chiara collocazione nel firmamento regionale, va chiarito un terzo aspetto: il rapporto tra le consulenze e la struttura operativa della Regione. E' chiaro che questo rapporto oggi è assolutamente non corretto e procura notevole imbarazzo che penalizza fortemente l'ente (usando il termine imbarazzo credo di usare un termine molto leggero).
Non possiamo negare che molte consulenze viaggiano assolutamente autonome dalla struttura regionale, non hanno collegamento e forniscono i dati finali in modo asettico.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Quali?



CARLETTO Mario

Queste cose, Vicepresidente Sanlorenzo, lei dovrebbe venire a sentirle in I Commissione...



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

No, le voglio sentire qui in Consiglio.
La mozione l'avete presentata voi.



CARLETTO Mario

In Commissione, dove si discute con il sindacato. E' inutile che ti agiti, Sanlorenzo. La tua reazione è la reazione classica di chi, colpito nel segno, non sa che cosa rispondere.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Tu non documenti niente di quello che dici.



PAGANELLI Ettore

La mancia! La mancia!



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

I fatti voglio. I fatti, i fatti!



CARLETTO Mario

Caro Sanlorenzo, come è possibile che consulenti a tempo pieno hanno una retribuzione inferiore al VI livello regionale? Voglio sapere in quale logica di professionalità si collocano.
E' l'osservazione che faceva Viglione il quale ci richiama sul costo delle consulenze per la qualità delle stesse.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Chi, quando, come?



CARLETTO Mario

Guarda le deliberazioni che hai approvato. C'è un geometra che è esperto in asili nido. L'hai approvata anche tu quella deliberazione.
Se il tuo atteggiamento è quello di dire: i comunisti sono bravi e i socialisti no, ha sbagliato indirizzo. Noi non ci facciamo tirare in questo giochetto.



BONTEMPI Rinaldo

Stai dicendo una cosa che non esiste né in cielo né in terra.



CARLETTO Mario

Sto rispondendo al Vicepresidente della Giunta che deve difendere l'operato della Giunta.
Quarto aspetto, ma non ultimo per importanza.
Riguarda l'uso distorto delle consulenze per il quale a mio giudizio non possono esserci delle giustificazioni. Si tratta di una serie di spese improprie che incidono notevolmente sul bilancio ma che comunque sono fatti marginali nello svolgimento dell'attività amministrativa.



REVELLI Francesco

Non dimentichiamo la Giunta Calleri.



CARLETTO Mario

Lascia perdere Calleri. Nella prima legislatura sono state date tre o quattro consulenze per la programmazione.
Attraverso determinate consulenze si risponde più ad esigenze di natura elettorale che non ad esigenze di natura funzionale. Quello che è più grave è che si generano conflitti con l'apparato burocratico depauperando quella parte che invece è a pieno titolo propria della struttura regionale. Se valutiamo certe frasi che abbiamo sentito nel dibattito sul personale, se valutiamo le notizie che leggiamo sui comunicati delle organizzazioni sindacali, se valutiamo le osservazioni dei dipendenti e dei funzionari regionali circa la loro demotivazione presente in larghissime fasce della struttura regionale, lo scarso stimolo a migliorare la professionalità, i conflitti all'interno della struttura regionale, comprendiamo quanto danno psicologico e morale viene alla struttura e comprendiamo lo stato d'animo dei dipendenti. Il fatto più significativo è stato citato nella nostra mozione. Ma di esempi ce ne sono tanti altri.
A che cosa servono gli uffici stampa regionali? In questa logica si collocano altre consulenze di natura esclusivamente clientelare, come quei casi di funzionari, che non hanno superato il concorso pubblico, ai quali in un primo tempo sono stati affidati compiti di segreteria particolare e in seguito è stata affidata una consulenza.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Quando, come e a chi? Devi dire nomi e cognomi.



CARLETTO Mario

Abbiamo avuto un anno fa il caso di un usciere consulente (con tutto il rispetto che abbiamo per gli uscieri). Lo sa Sanlorenzo questo?



PRESIDENTE

Consigliere Carletto, lei deve parlare al Consiglio, non al Vicepresidente Sanlorenzo.



CARLETTO Mario

Concludo, perché probabilmente il mio intervento è troppo polemico.
Il nostro Capogruppo avrà l'opportunità di dare il taglio finale delle nostre posizioni.
Ritengo che una nuova legge o le leggi attuali n. 65 e n. 54 non tutelano se la gestione di questa partita non avviene correttamente.
Una corretta gestione ce la auguriamo, ma a fatica probabilmente riusciremo ad ottenerla. Ci preoccupa in particolare che la spesa per le consulenze sia indiscriminata e contrasti con il rigore che ai vari livelli amministrativi si richiede per la spesa pubblica e contrasti con i sacrifici che lo Stato richiede ai cittadini e all'opinione pubblica.
Ci auguriamo che le conclusioni di questo dibattito siano significative e pari alle difficoltà della materia. Ci auguriamo che su queste conclusioni le forze politiche di maggioranza e di opposizione, al di là degli schieramenti, sappiano dare delle valutazioni profonde, serie e corrette.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Ho preso la parola in ritardo perché le cifre che ha dato il Presidente erano in netto contrasto con quelle che avevo io, le ho verificate e vedremo nel prosieguo del mio intervento di definire quelle giuste.
Come considerazione di fondo devo ricordare che il buon senso dovrebbe sempre guidare i nostri interventi, quelli di maggioranza e quelli di minoranza. Al Presidente Enrietti vorrei dire che occorrerebbe più modestia nella difesa del proprio operato. La difesa ad oltranza lascia sempre un poco perplessi. Questo è un campo nel quale forse è difficile difendersi, è anche difficile agire e comportarsi. Ci sono delle interferenze, delle implicazioni che a volte sfuggono ai controlli. Occorreva un minimo di prudenza in un campo dove effettivamente le cose che non vanno sono sotto gli occhi di tutti, deliberazioni, atti, quindi sarebbe stato più prudente tenere un atteggiamento di maggiore prudenza, che peraltro cercherò di tenere io nel mio intervento.
All'inizio di questa legislatura, il Consigliere Petrini mi lasci come membro uscente dell'Ufficio di Presidenza, una documentazione molto interessante comprendente un elenco delle consulenze che nella passata legislatura la Giunta aveva ritenuto di affidare. Era la risposta ad un'interrogazione che la mia collega, Consigliere Castagnone Vaccarino aveva rivolto alla maggioranza di allora. Evidentemente era un modo corretto di rispondere alle interrogazioni.
Identica risposta, indipendentemente dal contenuto, ebbe analoga interrogazione che il Consigliere Castagnone Vaccarino faceva nel dicembre 1979, che chiedeva, guarda caso, le stesse cose che la mozione dei colleghi del PCI chiedono in data 10 settembre 1982.
La risposta che ha dato questa mattina il Presidente della Giunta non è esauriente anche perché, come giustamente rilevava il collega Bontempi sulle cifre ammassate diventa difficile definire con chiarezza quelli che possono essere abusi, responsabilità e misteri. Le cifre dovrebbero avere una maggiore specificazione e probabilmente sarebbe più difficile considerare le motivazioni che portava questa mattina il Presidente della Giunta.
Ho ritenuto giusto estrapolare alcune cifre che riguardano le spese dell'IRES che rientrano in una consulenza predeterminata, del CSI, dei progetti di bilancio, della formazione professionale. La cifra sulla quale dobbiamo ragionar e è quella del capitolo 2250 di bilancio, sotto la voce "Programmi di ricerca per l'attuazione dello sviluppo regionale". A questa voce vengono imputati dal miliardo e 465 milioni del 1976 e 6 miliardi e 200 milioni nel 1982 (un incremento del 323% rispetto a quell'anno). E' vero che la variazione di bilancio che ci apprestiamo a considerare ha tolto da questa cifra un miliardo, ma a questa determinazione si è giunti a seguito della sensibilizzazione che il Consiglio ha creato attorno a questo problema.
In linea generale non siamo contrari all'uso delle consulenze, anzi riteniamo che una Regione che voglia essere all'altezza dei suoi compiti ha bisogno di queste competenze; sarebbe assurdo pensare che queste professionalità siano sempre e comunque all'interno della Regione anche se una corretta politica del personale deve tendere ad alzare il livello di capacità e di prestazione dello stesso. Contestiamo l'uso smodato delle consulenze e la deliberazione messa in evidenza dalla mozione della D.C. è un esempio lampante del modo non corretto di concepire la consulenza. Una consulenza in questo campo non dovrebbe dirci che cosa fare per fare ben figurare la Regione, ma dovrebbe dare indicazioni tali per cui il cittadino acquista maggiore confidenza verso la Regione. Questo sarebbe un compito del Consiglio, in ogni caso, qualora la Giunta ritenga che questo sia un suo compito, occorrerebbe un maggiore coordinamento con il Consiglio anche perché il Consiglio regionale negli ultimi tempi ha avviato iniziative tendenti a far conoscere la Regione nella scuola, attraverso i Comprensori e l'associazionismo regionale.
C'è anche da chiedersi se questa immagine della Regione possa essere data attraverso l'Ufficio Stampa interno visto che recentemente è stato incrementato.
Questa deliberazione pone alla nostra attenzione il problema di una corretta politica dell'informazione che il Consiglio ha già dibattuto due anni fa. Lo dicemmo allora e lo diciamo oggi: ci sembra assolutamente giusto utilizzare tutti i mezzi di informazione che sono a disposizione.
Meno giusto ci sembra il voler convogliare la posizione e l'espressione politica del Piemonte in un'unica direzione che è l'espressione costante della maggioranza di governo.
Siccome trattiamo di un campo estremamente delicato è importante stabilire con estrema chiarezza gli oggetti ed i soggetti dell'informazione nella consapevolezza che ognuno è responsabile per il ruolo che tiene soprattutto nella consapevolezza che si è tutti complessivamente partecipi allo sviluppo ed alla crescita della comunità. Questo principio deve essere tenuto in conto da chiunque affronti il problema dell'informazione soprattutto se essa viene pagata con i soldi della comunità.
Parlando dell'informazione vorrei accennare ad un aspetto che si riferisce alla politica editoriale. Sarebbe stato interessante conoscere in dettaglio i costi della Regione per le pubblicazioni, le stampe, ecc. Non credo che i conti a questo riguardo siano in diminuzione, anzi, ho l'impressione che ci sia un crescendo continuo proprio a motivo di quella maggiore attività che stamattina il Presidente Enrietti enunciava nella sua introduzione.
Non intendo tanto rilevare l'aspetto dei costi, ma il fatto che anche attraverso una politica editoriale si contribuisca a diffondere l'immagine della Regione. Occorre un coordinamento anche in queste iniziative. Anche nelle pubblicazioni della Regione occorre una veste che faccia apparire lo stile editoriale, sobrio e non dorato come qualcuno diceva questa mattina la cui funzione fondamentale è quella di diffondere i problemi della Regione all'interno della comunità. Bisognerebbe poi preoccuparsi della divulgazione e della distribuzione.
Basta fare un giro attraverso gli Assessorati e regolarmente inciampiamo in pile di libri, di documentazioni, di pubblicazioni per le quali si è provveduto alla stampa, ma non si è provveduto alla distribuzione. In questo discorso rientra anche quello dello stemma e di tutto quanto ne discende. Anche questo aiuterà a creare l'immagine della Regione sofferta all'interno di questa Regione. Mi rendo conto che è un tema difficile e sarà già un grande successo se riusciremo a trovare un accordo su come debba essere lo stemma regionale entro la fine di questa legislatura.
Credo che la migliore immagine che la Regione possa dare sia quella di una gestione istituzionale il più possibile efficiente e corretta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Quello che discutiamo oggi è certamente un problema non nuovo all'attenzione del Consiglio. Peraltro, rilevo come progressivamente il dibattito si sia andato allargando e non tocchi più soltanto gli aspetti messi in evidenza dalle mozioni presentate dalla DC e dal PCI.
Il fatto che sia un problema non nuovo può suggerire tre ordini di considerazioni: le consulenze sono un fatto necessario, ineliminabile dall'attività regionale nella misura in cui la Regione fa certe cose ed è strutturata in un certo modo vi è un uso della potestà di controllo da parte del Consiglio regionale su come e su quali consulenze vengono affidate e su che tipo di consulenze vengono iscritte forse sono cadute nel vuoto alcune indicazioni che dai precedenti dibattiti erano state avanzate.
Al di là di queste tre riflessioni vorrei comunque richiamare l'attenzione del Consiglio sul fatto che si debba evitare la rincorsa allo scandalismo ed alle strumentazioni. Mentre nelle mozioni questo aspetto non era presente nel dibattito, invece esso ha fatto capolino. E' un elemento da condannare perché questi fatti, dal carattere un po' pruriginoso, hanno più spazio sulla stampa e ne hanno sempre di meno quelli che sono invece legati alle attività concrete della Regione. Sarebbe stato più opportuno un esame magari noioso ma puntuale al fine di evitare considerazioni generalizzanti, confusioni attorno a consulenze condivisibili o che hanno aspetti di dubbio. Queste in particolare mortificano il personale dipendente, mentre quelle consulenze che forniscono arricchimenti metodologici e culturali credo siano dagli stessi dipendenti regionali richieste. Sarebbe allora opportuno non fare un discorso generalizzato, ma dare delle indicazioni precise distinguendo le cose.
Il Consiglio ha lo strumento per un uso oculato di questo istituto. Vi è una legge, vi è un apposito capitolo di bilancio, vi è addirittura il coinvolgimento di una Commissione consiliare. Il problema è dell'uso che si fa di queste regole e della gestione che si fa di queste leggi.
Si tratta di vedere se vi è un margine di discrezionalità nell'azione della Giunta regionale in ordine a questo istituto. Credo che questo vi sia e debba essere comunque dichiarato e ribadito. Certo, vi sono dei confini che non possono essere travalicati e semmai questo dibattito deve servire per richiamare ciascuno di noi a rimanere entro questi confini, quello, per esempio, della qualità acclarata di chi viene chiamato alla consulenza per attività e professionalità che non sono ritrovabili all'interno dell'istituto regionale inteso come complesso di personale e come complesso di apparati e di strutture.
Condivido la considerazione che è stata fatta di un rapporto più corretto con gli enti strumentali. Tante volte abbiamo detto che dobbiamo trovare nuove forme di rapporto con essi e le consulenze potrebbero essere una via. Vi sono specifiche richieste di approfondimento che potrebbero essere adeguatamente svolte attraverso gli enti strumentali.
In questo dibattito occorre distinguere tra le consulenze per la progettazione e per la predisposizione di materiale che non è possibile produrre da parte della Regione e gli studi su fatti complessi che richiedono competenze pluridisciplinari. Noi non siamo d'accordo per quelle consulenze che hanno un taglio più pubblicitario. Da questo punto di vista non possiamo dare un giudizio complessivo ed univoco. Se andiamo a distinguere ci sono delle iniziative che approviamo ed altre che non approviamo.
In conclusione, apprendiamo con soddisfazione dei risparmi che sono stati annunciati nella relazione dal Presidente della Giunta e riteniamo che questo sia già una prima testimonianza che le cose che si dicono in questo Consiglio non cadono nel vuoto, ma sono opportunamente recepite.
Sicuramente la Regione ha bisogno anche di queste risorse risparmiate per intervenire in settori fondamentali dell'economia, del sociale, del culturale dove molte volte non si riescono a trovare nemmeno pochi finanziamenti che funzionerebbero da moltiplicatore per attivizzare altre economie.
La relazione del Presidente della Giunta ci è parsa un poco generalizzante e poco precisa rispetto alle specifiche richieste di chiarimento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Riprendo la parola per esprimere alcuni giudizi sul dibattito e per formulare alcune proposte.
I dati che ci sono stati forniti presentano una riduzione percentuale dal 40%al 60% su varie voci della spesa corrente, secondo l'indirizzo che è stato assunto e che risulta anche dai dati di bilancio. A noi sembrava che l'insieme alla giusta preoccupazione relativa al controllo sulle consulenze, ci fosse l'intenzione politica, comprensibile ma non condivisibile da parte nostra di incasellare il comportamento della Giunta e della maggioranza come volto alla spesa facile o alla spesa allegra, il che, invece, è stato smentito perché i dati che ci sono stati forniti dimostrano che è stata imboccata la strada del rigore.
La giustezza della nostra intuizione è confermata dall'intervento del Consigliere Carletto. Penso di poter riscontrare un taglio dell'intervento un modo di porre le questioni che partendo da alcune consulenze, afferma un giudizio politico negativo. Indubbiamente questo è un dibattito delicato perché si tratta di spese affidate alla discrezionalità dell'esecutivo e a questa discrezionalità vanno rapportati il giudizio e l'esercizio della funzione di controllo politico. Ma il giudizio complessivo sull'amministrazione va rapportato agli obiettivi che essa si prefigge allo stato della sua strumentazione, quindi lo strumento della consulenza non può essere messo sotto accusa. Spesso basta dire la parola "consulenza" per darle un'interpretazione negativa e questo non è accettabile in nessun ordinamento moderno che si proponga di star dietro ai problemi.
Altro è il discorso del rigore e del controllo da esercitare. C'é stato un j'accuse generale, messaggi lanciati e non fatti. Questi elementi non aiutano nessuno, non aiutano chi su queste cose vuole starci fino in fondo per la serietà dei problemi.
Sulle cifre non si può giocare. Stiamo attenti a parlare di 18 miliardi. Se semplicemente mettiamo insieme i capitoli delle consulenze e tutte le iniziative che appartengono all'induzione del termine, gli incarichi della formazione professionale, le progettazioni patrimoniali abbiamo un insieme di cifre che non può essere accettato come base per un ragionamento politico. Di questo passo andremo a provocare più disorientamento che beneficio.
Nell'affrontare il capitolo delle consulenze, oltre a dare una valutazione sull'uso di tale strumento, dobbiamo rapportarci alle altre istituzioni, non in termini quantitativi ma in termini qualitativi.
Le consulenze devono avere un supporto scientificamente valido, devono fornire una produttività controllabile, debbono essere condotte e gestite attraverso un rapporto con il personale corretto e giusto. Su questi tre punti non possiamo abdicare.
Sono sempre più convinto che dobbiamo avere il coraggio di ricorrere all'uso del the spoils system invalso in altri ordinamenti, rispetto a funzioni fiduciarie e di qualità. All'inizio della legislatura si dichiarano preventivamente quelle tre o quattro figure tipo a cui si deve ricorrere e non si ricorre più a forme di consulenze surrettizie. Questa proposta dovremmo porla al sindacato ed al movimento dei lavoratori del pubblico impiego.
Qualcosa del genere c'era nella legge presentata dalla Giunta. Dobbiamo però stabilire un corretto rapporto con il personale. C'è un problema di funzionalità complessivo per cui facciamo attenzione a non introdurre pezzi che fanno scadere il resto e c'è un problema reale di crescita complessiva della funzionalità e dell'efficienza dell'apparato che non può che passare attraverso un rapporto chiaro, corretto e collaborativo da parte del personale interno. Mi pare giusta la rivendicazione che viene fatta dal sindacato di avvalersi delle consulenze per far crescere la struttura interna.
Questo ragionamento riconferma la validità dello strumento che cerca di eliminare la demonizzazione che ne viene fatta.
Dobbiamo anche cogliere le proposte che vengono fatte dalla Giunta in Commissione ed in Consiglio consente minori margini in campo di arbitrii e di errori.
La proposta è positiva e va valutata dalle consulenze avanzate dal Presidente della Giunta.
Certo, non può essere prevista l'emergenza per cui occorre una consulenza di altissima qualificazione per un fatto che accade immediatamente, le frane, le alluvioni, ecc. Vi sono Assessorati la cui attività può svolgersi soltanto se insieme al personale interno usufruiscono di integrazioni di ricerca e di consulenza svolte dall'Università, dal Politecnico, dagli enti strumentali e dagli specialisti.
Allora, classificazione corretta e richiamo alla chiarezza sono la condizione per dare un giudizio ponderato.
Se c'è stata qualche sciocchezza, questa non deve far diventare le consulenze una sciocchezza. Sulle consulenze non deve aprirsi un discorso tale che non aiuterebbe nessuno, né chi governa né chi siede sui banchi dell'opposizione. La nostra proposta è quella di mettersi a ragionare su una definizione legislativa per quanto riguarda la classificazione delle spese, dividendo nettamente progettazione e consulenze. I consulenti sono delle figure che hanno dei compiti definiti, le progettazioni sono altra cosa, gli incarichi altro ancora.
Per quanto riguarda gli aspetti contestati ho distinto con un puntino le consulenze che ritengo giuste, e sono la stragrande maggioranza, con due puntini quelle che mi paiono opinabili e sulle quali avrei gradito qualche ragguaglio e ho seguito quelle consulenze che non capisco. Per esempio sulla deliberazione che riguarda l'immagine della Regione, vorrei capire le finalità e soprattutto il metodo possibile per raggiungere tali finalità.
Credo che ragionando su questi argomenti si debba avere un atteggiamento di ponderato, di intelligente e di giusto rigore.
Ieri c'è stata una manifestazione dei cassaintegrati di cui abbiamo potuto sperimentare la drammaticità delle condizioni materiali ed economiche. Ragionare su questo, nel prendere un atto di governo, è nostro dovere.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Desidero spendere qualche parola perché più che del tema opportunamente sollevato dalle mozioni dei Gruppi DC e PCI sulle consulenze e sulle spese per pubblicazioni, manifestazioni e convegni, mi interessa verificare insieme ai Consiglieri se in questa Regione si spende troppo laddove si potrebbe spendere meno, si spende male in luogo di spendere meglio, si spende di più di quanto si è speso nel passato, compiendo un doppio errore perché siamo in fase di restrizioni o se, peggio ancora, si spende addirittura mossi da interessi che possono apparire elettorali.
Se dovessi pensare che la risposta a questi interrogativi, a questi quesiti che pongo sono favorevoli a chi ne da un'interpretazione negativa non starei un minuto in più su questi banchi e a questa responsabilità. Non condivido l'invito alla prudenza che faceva il Consigliere Vetrino. Su questi argomenti non ci può essere nessun tipo di prudenza né per me e n per la Giunta. Questa è una questione essenziale del diritto-dovere di governare, di avere la liceità di assumere responsabilità di governo.
Nessuna prudenza, nessuna ambiguità. Nessun rinvio nella denuncia delle cose che non vanno ad altre istanze e ad altre Commissioni. Questa è la sede di fronte a tutti all'opinione pubblica, alla stampa, la quale se ha pubblicato diciotto articoli prima di questo dibattito, dipingendo una Giunta regionale fatta di uomini d'oro, di presidente d'oro, di deliberazioni d'oro, deve essere in grado di verificare in Consiglio se le cose scritte sui giornali di tutte le province del Piemonte hanno riscontro sulle documentazioni probanti, effettive e precise, deliberazioni per deliberazioni, punto per punto, giacché le deliberazioni sono tutte pubblicate, giacché tutto è noto, pubblicato e a conoscenza dei Consiglieri. Non solo, ma le deliberazioni sono sottoposte al controllo del Commissario di Governo.
Ci sono deliberazioni che il Commissario di Governo ha approvato ed altre che ha respinto e si può prendere conoscenza di quelle approvate e di quelle respinte e del perché sono state respinte. Si può fare una discussione di merito pubblicamente in questa sede per vedere se ogni singolo Assessore si comporta come si deve, se il Commissario di Governo approva tutto ciò che deve approvare o respingere tutto ciò che deve respingere in un giudizio di merito, oltrechè di legittimità, e si fa pulizia e chiarezza in ogni angolo del Regno di Danimarca. Se c'è del marcio si toglie, se ci sono degli errori si cambia, se ci sono delle responsabilità si individuano e chi è chiamato alla responsabilità risponde. Solo così ognuno fa la sua parte. Se invece la parte consiste nel lanciare messaggi e non precisare, nel gettare il sasso e di ritirare la mano, di lasciare intendere e non documentare, allora il gioco delle parti diventa micidiale e chi ci va di mezzo è la Regione, neanche la Giunta. E questo mi preoccupa alquanto.
Lasciamo perdere l'immagine che le Giunte di sinistra hanno dato dicendo di voler eliminare le macchine blu. A proposito, se il Consiglio regionale decidesse di eliminare le due macchine blindate che in questo momento sono in possesso del Presidente e del Vicepresidente della Giunta oggi si decide, domani si vendono e si recuperano i quattrini. Lo decida il Consiglio, si avverta il Questore della città di Torino.
A parte questo inciso, occorre rispondere un sì o un no ai quesiti di carattere generale che sono stati posti.
Il dibattito può essere vario, ricco di accenni e di sollecitazioni, ma non può prescindere dai dati i quali sono o veri o falsi.
La relazione del Presidente della Giunta è collegiale, come sono collegiali le decisioni della Giunta e ne portiamo tutti le responsabilità anche se in Giunta ci possono essere pareri diversi su una o sull'altra questione. Io mi assumo la responsabilità delle deliberazioni assunte dalla Giunta quando non ero presente anche se ho opinioni diverse su tante cose.
Le "Spese per acquisto di libri, rassegne e pubblicazioni" sono ridotte del 32% e del 48 rispetto al 1980, 1981 e 1982. Sono d'accordo con il Consigliere Vetrino che ha osservato che in questo c'è forse anche l'ausilio dell'opposizione.
Il capitolo 520 "Spese di organizzazione e collaborazione con altri enti, convegni, mostre, rassegne e manifestazioni", "Il nord" di Borgomanero, "Il sabato" di Novara quante cose hanno scritto. La riduzione è del 65% per il 1981, 82% peri! 1982. Documentatevi se c'è una Regione d'Italia che abbia speso di meno di quello che ha speso la Regione Piemonte su questo capitolo. Se mi portate un esempio di questo ho torto io, ma se non lo portate avete torto voi e tutti quelli che hanno scritto questo.
Capitolo 620 "Spese di stampa e pubblicazione". Si sono fatte delle riduzioni anche in campi in cui è difficile fare riduzioni. Sul capitolo delle consulenze si tratta di dire se si spende troppo. Intanto non si spende di più, ma abbiamo fornito degli elementi per dimostrare che si spende di meno, ma ciò non risolve la domanda se si spende bene. La relazione collegiale del Presidente della Giunta dice ad un certo punto: "Ci possono essere opinioni diverse su singole deliberazioni o singole decisioni e la Giunta è qui anche per un confronto di merito...". Se non avviene il confronto di merito come si fa un passo avanti? Il confronto di merito è stato introdotto dal documento della DC sulla deliberazione per la spesa per la pubblicità. Sia chiaro, di quella deliberazione non è stata spesa una lira, la deliberazione non è esecutiva perché non è nemmeno approvata dal Commissario di Governo. C'é la proposta del Presidente di discuterla in Commissione.
E' stata sollevata la questione sulla deliberazione sull'energia.
L'Assessore competente ha la risposta pronta contenuta in otto cartelle. Si tratta di decidere se si risponde oggi o se si risponderà in sede di interrogazioni.
Ho sentito poi molti accenni, ma riferimenti precisi non ne ho sentiti ed è il motivo per cui mi sono permesso di interloquire vivacemente con il Consigliere Carletto. Non tentavo di non farlo proseguire nella sua esposizione, ma tentavo di rendere precisa la sua esposizione. Il confronto deve avvenire con il contributo di tutti e non per la raffinata supposizione che qualcuno secondo cui i comunisti vogliono dimostrare che sono diversi dagli altri per cui l'invito ad essere precisi finisce per colpire gli altri e non colpire noi.



CARLETTO Mario

I comunisti sono diversi.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Che siamo diversi te lo garantisco io. Su questo non c'è il minimo dubbio. Tu hai detto che non è qui la sede per dirimere la vicenda se i comunisti sono diversi o no, questa questione si dirime altrove, qui si dirime la possibilità di una Giunta di coalizione per gestire il denaro pubblico in maniera corretta, magari commentando degli errori.
Come la Giunta si assume le responsabilità di dare le risposte sulle questioni che le vengono sottoposte, il Consiglio si assuma le responsabilità di andare fino in fondo sulle questioni su cui ha un parere diverso, sgombrando il terreno dal pensiero che qualcuno possa comportarsi disonestamente. Si può sbagliare, e allora si corregge. Se la Giunta non è stata sufficientemente chiara, chiediamo ai Gruppi di essere più chiari nella domanda in modo da essere più chiari nella risposta, facciamo compiere alla Regione Piemonte su questa vicenda un salto di moralità complessiva, di efficienza complessiva, che in ogni caso è da perseguire ed è perfettamente coerente con i tempi grami che stiamo vivendo. Sono anch'io d'accordo che dalla crisi si esce con gli investimenti, ma anche con la chiarezza di proposizioni, di decisioni a cui devono contribuire tutti e massimamente nella limpidezza delle posizioni reciproche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli in quanto presentatore della mozione.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, cercherò la chiarezza perch in un dibattito che dura quattro ore si dicono molte cose, si portano fogli di appunti e la chiarezza è difficile da mantenere. Vorrei essere sempre così lucido com'è il mio contraddittore, Capogruppo comunista, che sa sempre sintetizzare felicemente il dibattito, io non sono così. Mi sforzer di esserlo.
All'inizio avevo fatto alcune premesse che ritenevo indispensabili perché, se non le avessi richiamate, forse non tutti avrebbero avuto presente la mozione del Gruppo D.C. e il dibattito poteva apparire in contrasto con essa.
All'inizio avevo fatto accenno alla mozione presentata dal Gruppo PCI.
Quando, nel mese di settembre, mi è stata sottoposta, anch'io ho fatto la considerazione che ha fatto il collega Marchini: che fosse una mozione di copertura. Poi l'ho riletta e ho fatto un'altra considerazione: che un Gruppo come il PCI che in quest'aula ha le stesse responsabilità che ha il gruppo D.C. non poteva collocarsi su un argomento così difficile e delicato semplicemente con una posizione di copertura, ma che avrebbe dovuto portare, attraverso le sue forze in Giunta ed attraverso la sua esposizione in quest'aula, degli argomenti propositivi e non semplicemente degli argomenti di copertura, nella convinzione che un Gruppo che rappresenta un terzo dell'elettorato del Piemonte, da qualsiasi parte sieda, deve collocarsi come forza che dirige e corregge i processi, se questi processi non sono esatti.
Sgombro il campo da discorsi inutili o discorsi fra sordi. Cari colleghi, difendersi citando cose su cui tutti siamo d'accordo, è una difesa inutile.
Le poche volte che indosso la toga, cerco di ricordarmi che recitare fatti pacifici che sono noti anche al collegio giudicante è operazione inutile, bisogna invece soffermarsi sui fatti che possono offrire discussione e possono offrire diverse interpretazioni.
Allora dico le cose che sono inutili o che portano avanti un discorso fra sordi. Quando si parla di necessità di esperti culturali, di scienziati, di studiosi, di staff necessari e per dirigere una Regione che è uno Stato, quando si parla di affidamenti di incarichi, all'IRES all'IPLA, al Centro di Calcolo, a quegli strumenti che dovrebbero essere legati a filo doppio con la Regione, chi ha qualche cosa da contrastare.
Oggi ci fornite dei dati e io posso pensare che il Gruppo PCI li conoscesse già: lasciatemi fare un pensiero temerario e questa sera facendo le meditazioni sulla giornata farò assieme a tanti altri peccati anche questo atto di contrizione.
Noi li apprendiamo oggi. Ci confronteremo, li misureremo. Il lato debole di questa argomentazione, il debole di questi dati sta essenzialmente sul punto di partenza. Si tratta di vedere se si parte dall'Everest o dal Monviso. Si tratta di vedere che cosa erano le consulenze e gli incarichi degli anni 1979 - 1980, quando il Consigliere signora Castagnone Vaccarino ed altri ritenevano che la somma era spropositata. E se quella somma è stata ridotta, ne prendiamo atto, la confronteremo.
L'altra considerazione inevitabile è che in un momento di crisi dell'economia nazionale e delle Regioni si devono ridurre gli investimenti quindi si devono ridurre anche queste spese. Questo è pacifico.
Quello che noi abbiamo scritto nella nostra mozione è da educande rispetto a quello che è stato scritto sul "Fogliaccio" e sul "Manifesto" parole molto misurate rispetto ad affermazioni più vigorose che venivano da altre parti.
Chi contesta che gran parte del personale, regionale è ossequiente e sa adempiere alle direttive? Nessuno. Non si tiene conto di quello che i rappresentanti del personale hanno detto in Commissione che vi sono larghe fasce di personale sottoutilizzato. Altro che personale sovraccarico. Lo hanno detto i rappresentanti del personale, signor Presidente della Giunta che con le consulenze è venuto meno lo scopo principale della consulenza quello del grosso apporto che la consulenza deve dare, raccordato alla struttura regionale affinché da questa se ne tragga un beneficio.
Sulle mozioni si deve arrivare alla conclusione, ma prima voglio dedicare un rispettoso riferimento al Vicepresidente Sanlorenzo.
Tutto deve essere detto, ma c'é un limite, il riferimento a nomi e a cognomi, cose che devono necessariamente avvenire in seduta segreta. Questo è l'unico limite, sul resto non vi sono tabù, almeno per quanto ci riguarda, questi tabù non li abbiamo mai seguiti.
Bisogna far pulizia in ogni angolo del "Regno di Danimarca" (anche nel regno del Piemonte). Capisco perché Sanlorenzo si sia molto accaldato.
Questo è un dibattito difficile e delicato. Siccome per cinque anni ho rivestito la carica di Vicepresidente e so che Sanlorenzo come me è rispettoso del denaro pubblico e in questo dibattito ha avuto il coraggio di assumersi la paternità di una deliberazione passata in una seduta di Giunta nella quale era assente.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

E non d'accordo.



PAGANELLI Ettore

Mi fa piacere. Ho avuto anche il coraggio di dire che, per spirito di corpo, si fa carico anche di questa deliberazione. Siamo realistici guardiamoci in faccia, la sincerità e la serenità devono sempre essere in noi, ma questo argomento trova la Giunta in difficoltà.
Ecco come si spiega la reazione del Vicepresidente Sanlorenzo.
Sanlorenzo chiede riferimenti, citazioni. Ma la mia parte politica ha presentato la mozione su un fatto preciso, sulla deliberazione relativa all'affidamento a Studio N2. Quando vi citiamo le parole della deliberazione, e precisamente: "a tal fine è stata richiesta all'Ufficio del personale regionale l'assegnazione di un tecnico in possesso della qualificazione professionale a livello di geometra, tale richiesta non ha purtroppo avuto esito avendo l'Ufficio del personale risposto che al momento della richiesta da parte dell'Assessorato all'assistenza l'Amministrazione regionale non aveva nella struttura organica risorse disponibili in possesso della professionalità occorrente", signori della Giunta, qualche cosa lo diciamo, qualche riferimento specifico lo facciamo.
Quando sentiamo che il Capogruppo Montefalchesi dice che vi sono deliberazioni di affidamenti di incarichi e di consulenze per un miliardo e 300 milioni ferme presso il Commissario di Governo, quando il Capogruppo del PSDI chiede esplicitamente che su alcune questioni sono d'accordo mentre su altre non lo sono, è segno che qualche cosa non va, che bisogna correggere, senza mettere in stato d'accusa nessuno, ma senza mettere in stato d'accusa noi che questo dibattito abbiamo sollevato.
Questi limiti del discorso teniamoli ben chiari e ben precisi.
Vengo alle conclusioni.
Vorrei che fosse l'ultima volta che si discute di questo argomento.
Sarebbe il segno che il dibattito è stato utile. Marchini ed altri richiamavano il senso dell'istituzione. Pensate se noi vogliamo dare l'immagine dell'Ente Regione traballante e criticabile. E' lontano dai nostri pensieri.
Quando ho sentito in I Commissione quello che hanno detto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, non ho gioito, anche perch la mia forza politica, siccome si ripropone di ritornare maggioranza, non vuole ritornare in maggioranza in questa Regione con una situazione di personale come quella che ci è stata rappresentata e descritta dalle organizzazioni sindacali. Non ho gioito, ho sofferto.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Che non sono però la Polonia. Qualche volta hanno ragione e qualche volta no.



PAGANELLI Ettore

Sono anche loro come noi, come il Gruppo D.C., come il Gruppo PCI, come la Giunta. E' una premessa che faccio ai miei interventi, non ho mai la pretesa dell'infallibilità assoluta, e sono sempre pronto a confrontarmi sulle cose che dico e su quelle che dicono gli altri.
Il problema del controllo. Il collega Marchini ha detto che non era d'accordo con la parte della mozione democristiana che evoca un'anticipazione di modifica allo Statuto per portare nelle Commissioni il controllo sulle deliberazioni. E' stata una precisa volontà del Gruppo PCI che ha sentito e noi lo ringraziamo, la necessità ad un anno e più dalla presentazione della proposta di legge democristiana relativa alla modifica dello Statuto di esaminarla. Si può essere d'accordo o non d'accordo, ma quando un terzo del Piemonte presenta una proposta di legge per la modifica di alcuni punti statutari non si può far finta di niente e lasciarla lì. E' stato il Capogruppo comunista che ha insistito perché questa venisse in discussione. Ho detto a nome del mio Gruppo che non eravamo innamorati di tutto quello che è scritto in quella proposta. Alcune cose devono avere molti raffronti e confronti e non sono neanche il Vangelo, specie per quanto riguarda il funzionamento delle Commissioni.
Sul campo del controllo il Gruppo D.C. è pienamente disponibile, ma siamo fermamente impegnati sul controllo. Questo è il punto. A questo una forza come la nostra non rinuncia. Il controllo non deve essere inteso come stanza di compensazione. Non abbiamo nulla da chiedere e nulla da compensare in tema di incarichi e di consulenze.
Che cosa è il piano di settore delle consulenze che la Giunta ci propone e che per ora è ancora un oggetto misterioso? Se il piano di settore delle consulenze vuol dire affidamento complessivo di incarichi di ogni Assessorato, alta qualificazione del designato, impossibilità di effettuare all'interno della struttura regionale questo compito pesa in assoluto e in rapporto al prodotto che la consulenza o l'incarico deve dare, rapporto consulenza-struttura interna se la frase pronunciata dal Presidente della Giunta "piano di settore delle consulenze" vuol dire tutto questo non siamo d'accordo, non siamo disponibili. Ma non deve essere un'affermazione fatta e poi dimenticata.



VALERI Gilberto

La legge che prevede un piano previsionale.



PAGANELLI Ettore

Se la legge prevede un piano previsionale, devo contestare alla Giunta di avere sino ad oggi violato ed ignorato quella legge.
Se troveremo il modo di attuare la legge noi saremo d'accordo se non troveremo il modo di attuarla, il Gruppo D.C. presenterà tante interpellanze quante sono le consulenze e quanti sono gli incarichi che la Giunta affiderà per poter fare l'esame sull'opportunità e per poterci esprimere. Noi daremo il nostro assenso sulle consulenze che meriteranno quando gli esperti e i professionisti saranno qualificati, mentre esprimeremo il nostro dissenso quando ci saranno presentate consulenze come quella per la quale abbiamo presentato la mozione.
Invitiamo il Presidente della Giunta, che ha proposto la modifica della legge 65/1978, a presentarla nel segno della chiarezza, della trasparenza riprendendo le proposte del Gruppo comunista distinguendo tra progettazioni e consulenze.
Devo esprimere una notevole insoddisfazione per la risposta data sulla deliberazione di affidamento a Studio N2. La difesa è molto debole. Il rinvio alla convenzione è proprio quell'elemento che rende debole la consulenza e la fa risaltare nella sua inutilità. L'Ufficio Stampa regionale archivia il materiale e fa bene essendo stato potenziato recentemente. Ma devono venire degli esperti dall'esterno per esaminare il materiale che l'Ufficio Stampa ha archiviato? Come presentatore di una mozione avrei il dovere di chiedere, al termine di questo dibattito, il voto sulle due proposte che la mozione esprime. Vi è però la richiesta di portarle in sede di Commissione Informazione. E' una sede che riteniamo corretta, è una sede che procede con equilibrio.
Signor Presidente della Giunta, se avanti alla Commissione Informazione lei non farà sfoggio delle sue virtù difensive, il voto che esprimerò in quell'occasione sarà il voto che esprimerebbe il questo momento il Gruppo D.C., se a questo voto si dovesse giungere in questo momento.
Il Vicepresidente Sanlorenzo mi ha lasciato motivi di meditazione per il pensiero temerario che ho avuto nei confronti del Capogruppo comunista a lui lascio motivi di meditazione per la sua serata, sulla mozione, sulla deliberazione di affidamento, su quello che ha riferito il "Fogliaccio" e il "Manifesto" e cioè che coloro a cui è stato affidato questo incarico sono coloro che da Torino fanno i corrispondenti del giornale. Non ho fatto nessuna verifica, non mi assumo nessuna paternità, riferisco quello che è stato scritto sul "Fogliaccio" e sul "Manifesto". Sarà un caso, ma proprio in quei giorni il "Giornale" di Montanelli è uscito con articoli ampiamente elogiativi del Presidente della Giunta Enrietti e questi articoli vengono messi in una busta con il timbro della Regione Piemonte, vengono mandati alle Amministrazioni comunali del Piemonte.
Lascio alla sua meditazione di pensare se tutto questo favorisce il corretto rapporto tra le forze politiche al quale noi cerchiamo di non venir meno anche nei dibattiti più accaldati.



BONTEMPI Rinaldo

L'avvio del dibattito è avvenuto sulla base delle mozioni. Dalle risultanze del dibattito si dovrebbe arrivare ad un documento finale.
La mozione del Gruppo PCI non è facilmente votabile perché chiede delle cose che sono già state date, per esempio le informazioni.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 13,35 riprende alle ore 13,45)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame progetto di legge n. 258: "Prima variazione al bilancio per l'anno 1982"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In attesa di poter definire un documento comune in merito alle mozioni sulle consulenze, propongo un'inversione dell'ordine del giorno e di passare al punto ventesimo che prevede l'esame del progetto di legge n.
258: "Prima variazione al bilancio per l'anno 1982".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 52 Consiglieri presenti in aula.
La parola pertanto al Consigliere Biazzi che relaziona in merito al suddetto progetto di legge.



BIAZZI Guido, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, siamo di fronte alla prima variazione di bilancio, forse l'ultima, che assume le caratteristiche dell'assestamento di bilancio più che di nota di variazione.
L'assestamento di bilancio che abbiamo deliberato nel luglio scorso modificava di poco la situazione del bilancio 1982 che del resto era stato approvato definitivamente solo alla fine dell'aprile 1982.
Anche questa nota di variazione di bilancio modifica di poco il quadro complessivo seppure contenga le novità, limitate ma significative, che sono sopravvenute nel frattempo.
L'aumento di risorse complessive per il bilancio '82 è di circa 22 miliardi. I movimenti nei singoli capitoli di bilancio sono di gran lunga superiori ed ammontano a circa 37 miliardi e sono dovuti in gran parte a storni all'interno delle singole aree di attività.
L'area di attività diminuisce ulteriormente rispetto ai tagli già introdotti nella prima stesura del bilancio 1982. La diminuzione è di ben 1.132 milioni, di cui circa 1 miliardo è dovuto al taglio sul capitolo delle consulenze.
L'incremento complessivo delle entrate disponibili è di 12.500 milioni.
Si riferiscono al Fondo comune, ex art. 8 di cui alla legge 281/1970. Anche se scarse come entità, rilevanti sono le variazioni di tributi propri della Regione, il che indica che le somme previste a bilancio saranno tutte incassate con qualcosa in più.
Di particolare rilievo è una delle componenti maggiori delle entrate proprie della Regione, la tassa di circolazione che già ad oggi ha incassato quasi 30 miliardi sui 31 miliardi previsti; vengono così sanati i timori che potevano sorgere di una diminuzione delle previsioni fatte a suo tempo.
L'entrata relativa ai fondi ex art. 8 è conseguenza di un chiarimento sopravvenuto successivamente all'approvazione del bilancio della Regione Piemonte in sede di votazione definitiva della legge finanziaria dello Stato.
Si è chiarito cioè che sono escluse dal fondo ex art. 8 le entrate relative alla tabella B che riguarda i fondi ex ONPI, ex ENAOLI, ex ANMIL.
fondi di assistenza che si pensava fossero compresi nel fondo comune.
La legge finanziaria alla fine dell'aprile 1982 è stata modificata proprio su questo punto chiarendo che erano fondi in più da assegnare extra art. 8.
Ci sono poi altri incrementi che riguardano le assegnazioni statali a destinazione vincolata per 9.300 milioni circa, di cui 6.000 milioni sono il contributo della CEE per la formazione professionale e 3.300 milioni sono la quota riparto del fondo di rotazione sempre in materia di formazione professionale, a cui fanno riscontro i corrispondenti capitoli nella spesa.
E' stato anche regolarizzato il pagamento della rata dell'ammortamento dei mutui, per cui vengono pagate sul bilancio del 1982, regolarizzando una situazione contabile, le rate che afferiscono all'esercizio in corso applicando in tal modo la legge di contabilità.
Altre modifiche di rilievo riguardano l'ESAP. La dotazione è aumentata di circa 400 milioni come è stato definito d'intesa con i Capigruppo in sede di approvazione del bilancio dell'ente.
Nel complesso il giudizio è positivo. Può darsi che qualche voce di variazione meriti attenzione particolare; del resto le sollecitazioni sono avvenute proprio dal dibattito che si è appena concluso.
E' di nuovo confermata la scarsità di risorse della Regione e in questa luce vanno verificate le variazioni.
D'altronde, l'aumento delle risorse libere sul 1981 si aggira intorno all'8%, quasi la metà, se non meno, del tasso di inflazione preventivato per l'anno in corso.
Inoltre si potrebbe aggiungere che invece le entrate tributarie dello Stato, secondo i dati del mese di settembre, sono aumentate di circa il 40%, dopo gli aumenti altrettanto consistenti degli anni precedenti.
Questo ci riconduce al problema di fondo delle risorse che sono destinate agli Enti locali ed alle Regioni in particolare, problema più che mai aperto, sul quale si è discusso e su cui discuteremo fra poche settimane quando tratteremo dei bilanci della Regione.
La Commissione ha licenziato a maggioranza il provvedimento e lo propone all'approvazione del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Come è noto, il PRI votò contro il bilancio di previsione del 1982 al quale si riferisce la legge di variazione che è oggi all'attenzione e alla valutazione del Consiglio. Questo fatto, per un partito che non assume mai delle posizioni pregiudiziali, potrebbe anche non essere sufficiente a giustificare il voto negativo che ci apprestiamo a dare su questa legge.
Il mio compito sarà dunque di approfittare di questa occasione per portare qualche riflessione e motivare la nostra posizione sfavorevole sulle variazioni che ci sono proposte.
Vorrei intanto fare due osservazioni che potrebbero anche essere giudicate formali, ma che di fatto formali non sono o perlomeno non sono solo formali.
La prima attiene alla presentazione della variazione la cui relazione di accompagnamento non abbiamo ritenuto adeguata e, affrontandone la sostanza, si capirà quanto sia inadeguata, né si può accettare la spiegazione che la legge di variazione e la susseguente nota di variazione siano brevemente liquidate considerandole come mero assestamento tecnico.
La seconda osservazione riguarda l'inadeguatezza anche della documentazione per valutare oltre che celermente anche compositamente le variazioni proposte.
Avevo già lamentato in altre occasioni che da alcuni anni non sono più indicate nei documenti le previsioni iniziali di entrata e di spesa che potrebbero costituire un utile elemento di riferimento per valutare gli aggiustamenti nel corso dell'anno.
Così nelle variazioni, non riclassificando la spesa o l'entrata per titoli, categorie e sezioni, viene a mancare la possibilità di un confronto rapido e consapevole e non si può sostenere che queste sono questioni formali perché i risultati di gestione, per un fatto di correttezza formale ma anche politico ed istituzionale, devono essere chiare, chiaramente comprensibili e confrontabili con quelli di previsione.
Pertanto i documenti devono avere tutti nei limiti del possibile un'identica impostazione.
Non si tratta di chiedere l'impossibile ma solo di imparare ad utilizzare meglio gli strumenti disponibili e, in particolare, il sistema informatico. Inoltre, questi documenti vengono costantemente presentati senza la data: può sembrare un'osservazione banale ma non lo è. Intanto, è quanto meno curioso constatare che con la legge di variazione si sono ritoccati degli stanziamenti che la successiva nota di variazione ha riportato al valore iniziale.
Comprendo che ci si possa anche sbagliare ma non a distanza di così pochi giorni. Vorrei riferire una battuta che ha fatto un Consigliere di maggioranza di fronte ad una deliberazione più volte in Commissione corretta e ricorretta: "meno male che la Giunta non ha il potere di vita o di morte, perché sarebbe piuttosto duro ritirare una deliberazione che attenesse a questo tema".
Un altro aspetto gestionale che non può non essere rilevato è l'aggiustamento delle annualità di spesa, dei residui perenti e persino dei fondi statali reimpostati.
Per esempio, il capitolo 2625, dell'area 1 il cui titolo è "Contributi in conto interessi per la concessione delle condizioni di maggior favore nel concorso ai pagamenti degli interessi su mutui contratti dagli imprenditori agricoli e limiti di impegno per l'anno 1980" presenta una variazione di mezzo miliardo. Si tratta di fondi dello Stato e c'è da chiedersi dove è stato questo mezzo miliardo in tutto questo tempo. Ci saranno sicuramente delle giustificazioni e saranno anche comprensibili e questo spiega perché dicevo che la relazione non è completa.
L'Assessore Testa ha tentato una più efficiente e più coerente gestione del bilancio perché sappiamo che egli è convinto, quanto i repubblicani che un razionale sistema di gestione della spesa non soltanto risponde all'esigenza di una gestione moderna e trasparente ma anche a quella della programmazione della spesa.
Ecco perché ci sembra strano, oltreché preoccupante, che con questa legge e con la sua nota di variazione si decida di decurtare in modo drastico gli stanziamenti previsti per il programma per l'informazione, al capitolo 2100 al titolo "Progetto bilancio" con una riduzione di ben 350 milioni; così come si annulla al capitolo 2120 decurtando l'intera cifra prevista di 50 milioni per la predisposizione di impianti e l'acquisto di attrezzature per l'elaborazione dei dati. Nello stesso tempo si sono raddoppiate al capitolo 2170 le spese per la predisposizione di programmi e procedure per l'elaborazione dei dati che vengono portate da mezzo miliardo ad un miliardo in una logica che non si riesce a comprendere: da un lato si decurta un progetto fondamentale e dall'altro lato si incrementa consentendo ad ogni Assessorato di dotarsi di elaborazioni informatiche al di fuori di un preciso indirizzo programmatico nell'ambito dell'elaborazione finalizzata alla programmazione della Regione.
Questo argomento richiama il nostro rapporto con il CSI, struttura che la Regione Piemonte opportunamente si è data, ma con la quale il Consiglio non riesce o non è capace di stabilire un raccordo istituzionale che consenta da un lato di definirne la politica e il ruolo e dall'altro di realizzare un indispensabile controllo sulle sue attività e sui suoi programmi.
Il Consiglio regionale ha convocato per lunedì pomeriggio un incontro tra il CSI ed alcuni Consiglieri regionali. Spero che quella riunione sortisca qualche effetto positivo e dia la possibilità di maggiori informazioni ai Consiglieri regionali.
Su altre questioni non siamo d'accordo. La prima riguarda la decurtazione delle previsioni sulla formazione del personale regionale che vengono ridotte di ben 480 milioni.
Recentemente, in occasione del dibattito sulla formazione professionale, nella relazione dell'Assessore Ferrero apprezzammo soprattutto la parte che atteneva a quella che l'Assessore chiamava una maggiore attenzione alla formazione dell'operatore pubblico. Anche recentemente l'Assessore Testa ha ricordato quanta importanza deve assumere questo aspetto e quanti fondi dobbiamo impiegare nella formazione del personale.
In compenso, si incrementa la collaborazione con la Stampa che per il 1982 viene così ad avere uno stanziamento di 470 milioni. Si riduce la spesa per il personale per incrementare la propaganda e con questa considerazione ci ricolleghiamo con il dibattito di questa mattina.
La terza osservazione riguarda la cancellazione del capitolo 1850 riguardante le spese per l'attuazione delle deleghe agli Enti locali capitolo che aveva una previsione di 200 milioni.
Questa cancellazione contrasta con le dichiarazioni che ancora ieri nella risposta del Presidente della Giunta ad un'interrogazione ribadiva l'importanza di affrontare questo problema e di dare consistenza alla necessità di delegare una parte dei compiti che attualmente svolge la Regione agli enti sottoordinati.
Inoltre, con questa variazione di bilancio si incrementano di fatto le spese di parte corrente. Vorrei fare l'esempio dell'area 4 "Assistenza sul progetto anziani". Si trasferiscono dal capitolo 10180 al capitolo 10140 823 milioni.
Si preferisce una spesa tutta corrente e ancora una volta a pioggia ad interventi di riordino i cui riflessi sulla popolazione anziana sarebbero ben più efficaci delle briciole di assistenza, indiscriminatamente erogate attraverso questo trasferimento.
Identico discorso si potrebbe fare sul turismo.
Crediamo che questa legge di variazione non entusiasmi nemmeno l'Assessore al bilancio perché, per quanti sforzi abbia fatto, non risponde ancora all'esigenza di riqualificazione e di riconversione della spesa regionale.
Siamo consapevoli di quanto sia difficile cambiare un metodo, è difficile in sede ministeriale, è difficile anche qui, però occorre perseverare ed occorre, a nostro avviso, fare una battuta d'arresto.
La battuta d'arresto che noi proponiamo al Consiglio affinché la proponga alla Giunta è che da oggi e fino alla presentazione del bilancio 1983 e del bilancio pluriennale 1983/1985 si blocchi qualsiasi legge o leggina di spesa e soprattutto che il controllo previsto dalla legge di contabilità sulle leggi di spesa e sulle loro coperture sia esercitato in modo più pregnante e sostanziale.
E' inutile chiedere agli uffici pareri sugli stanziamenti se poi il Consiglio di tali pareri non tiene conto o ne tiene conto in misura relativa.
Continuando così, non stupiamoci poi se dobbiamo rilevare che, dal momento della legge finanziaria approvata contestualmente all'assestamento ad oggi, i fondi che nel bilancio annuale e pluriennale erano stati destinati al secondo piano di sviluppo in realtà sono stati ampiamente utilizzati per far fronte al finanziamento di leggi ordinarie.
Qualcuno potrebbe anche osservare che, poiché il piano di sviluppo non c'è, meno male che quei fondi sono stati diversamente utilizzati, ma la politica del tanto peggio tanto meglio non è la nostra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Anche noi alla legge di variazione diamo un giudizio negativo che è connesso al giudizio negativo che abbiamo dato sia in sede di approvazione del bilancio che in sede di assestamento.
Ieri abbiamo richiamato l'attenzione sul ruolo e sulla funzione che ciascuno deve compiere. Ci pare che l'Assessore Testa abbia tentato di fare l'Andreatta della situazione, ma il nostro giudizio va oltre perché a nostro avviso non ha fatto sufficienza, probabilmente perché non ha potuto farlo, quindi si proceda decisamente verso l'aumento della spesa corrente.
Intanto ci sono maggiori entrate per oltre 12 miliardi dovute all'aumento del Fondo comune che viene utilizzato in parte dalla formazione professionale, sulla quale non possiamo non essere consenzienti, e in parte per la copertura di annualità pregresse. Questo conferma il giudizio dato a suo tempo che cioè il bilancio non copriva tutte le spese, che i condizionamenti del passato non erano tutti compresi, che c'era l'assoluta necessità di rivedere a fondo la situazione regionale, ben più grave di quello che appariva.
La conferma l'abbiamo anche dall'utilizzo di risorse stornate per il pagamento dell'annualità del 1 gennaio 1983, che sono di competenza del 1982.
Sotto il profilo formale l'operazione è perfetta però è una scelta. E' un'operazione di rigore che rientra in una linea di inquadramento della contabilità regionale, che si indirizza verso la liquidazione di annualità con il risultato che per molte annualità pagheremmo quest'anno tre semestralità. Nulla di particolare se non un allineamento alla situazione resa necessaria dalla politica di rigore. Tutto il resto si sposta verso la spesa corrente. Spariscono i 4 miliardi del fondo per il piano di sviluppo (e questo è coerente con l'atteggiamento della Giunta, ma non è coerente con la nostra posizione perché il piano di sviluppo non è stato predisposto, i fondi per gli investimenti non hanno potuto essere utilizzati. Adesso vengono stornati e mandati ad infoltire la spesa corrente senza la possibilità di vedere con chiarezza ove questa spesa viene indirizzata). La critica del Consigliere Vetrino sulla mancanza degli allegati al bilancio è giusta. Riteniamo che gli allegati debbano essere forniti anche per le variazioni per poter dare un giudizio. Comunque, la spesa corrente viene ampiamente alimentata proprio sui capitoli 540 e 620 sui quali questa mattina si è detto che si faceva un forte risparmio. Il capitolo 540 viene aumentato di 150 milioni, il capitolo 620 viene aumentato di 200 milioni. Mi si dice che è stato presentato un emendamento e questo significherebbe che l'intervento critico che abbiamo fatto in sede di Commissione su questi articoli e su questi capitoli è stato recepito.
E' vero che c'è un taglio di un miliardo nel capitolo delle consulenze però manca la qualificazione della spesa. Si tagliano drasticamente risorse dagli investimenti e non vale l'affermazione che non si potrebbero spendere. Non si possono spendere perché sono mancate le iniziative politiche e l'azione della Giunta. Se la Giunta avesse operato sul terreno del piano di sviluppo il fondo disponibile potrebbe essere utilizzato per le opere di investimento necessarie.
Nel confermare il nostro giudizio negativo, pongo una domanda specifica al Presidente della Giunta e all'Assessore al bilancio. Il Presidente ha detto che i 2.500 miliardi del Fondo della sanità probabilmente saranno integrati, a condizione che vengano effettuati i rimborsi da parte della Regione. Chiedo se si è prevista questa possibilità di pagare per avere.
E' una richiesta di chiarimento e aspetto risposta nella replica dal Presidente o dall'Assessore al bilancio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio

Nel ringraziare gli intervenuti, sottolineo che questa nota di variazione è l'ultima dell'anno. Copre esigenze nei confronti delle quali vi era una situazione di insufficienza di competenza di cassa, connesse alla formazione professionale e alle rate dell'agricoltura. Per quanto concerne i 5 miliardi iscritti per il pagamento delle rate in agricoltura rispondono ad una linea di rigore e ad esigenze di correttezza nei confronti dei creditori.
Il secondo luogo, dovendo essere pagate entro il 1 gennaio non c'era altra soluzione che quella di iscriverle alla nota di variazione. Lo stesso concetto ha ispirato il discorso della spesa corrente. Alcune osservazioni qui poste da parte dei colleghi Vetrino e Brizio possono far pensare ad un accrescimento della spesa corrente, in realtà si tratta di classificazione di spesa che comporta l'accrescimento di spesa corrente, perché la maggior parte dei fondi vanno spostati sui capitoli della formazione professionale che, come ho già detto in altre occasioni, è impropriamente considerata spesa corrente così come le rate dell'agricoltura che sono quote di investimento anche se vengono classificate contabilmente spesa corrente.
Nell'area di attività dove si addensa la spesa corrente vera e propria il risparmio supera un miliardo. Questo significa che avendo mantenuto la spesa dell'area di attività allo stesso livello del 1981 ed avendo ulteriormente risparmiato in questa nota di variazione globalmente abbiamo fatto ampiamente il nostro dovere anche nei confronti del Ministro Andreatta sulla vera spesa corrente improduttiva, quella spesa corrente che non attiene a settori economici come l'artigianato, l'agricoltura, il turismo, ecc., ma che attiene al funzionamento della Regione, alle somme che l'Ente spende per mantenere se stesso e non per incrementare l'attività esterna.
Credo che sul dato quantitativo globale le opposizioni non possono che prendere atto di una politica di rigore che risulta dai fatti. Ricordo le osservazioni in sede di presentazione di bilancio circa l'impossibilità di mantenere il livello stabilito. Oggi, non solo abbiamo mantenuto il livello della vera spesa corrente, ma l'abbiamo diminuito nella nota di variazione.
Ha ragione il Consigliere Vetrino nel dire che manca la documentazione ma questo è dovuto al fatto che fino all'ultimo momento si fa la variazione della variazione. D'altronde la mozione discussa questa mattina ha portato alla riduzione al 50% dei capitoli 120, 540 e 620. In questa nota per alcuni aspetti vanno chiariti. Innanzitutto, ha ragione il Consigliere Vetrino quando dice che vi sono molte variazioni di programma improvvise che portano a diminuzioni e ad aumenti nello stesso capitolo a breve distanza di tempo.
Queste variazioni sono state anche apportate con il concetto di "ramazzare" i fondi dove c'erano secondo un concetto un po' grossolano.
Quindi il cercare un aspetto qualitativo in una nota di variazione che deve risolvere dei buchi esistenti nel bilancio regionale è una richiesta giusta da parte dell'opposizione, ma che è estremamente difficile da parte di chi governa adempiere di fronte ad esigenze primarie.
All'osservazione fatta sui fondi per l'elaborazione dei dati, rispondo che non essendo stato avviato l'ampliamento del progetto-bilancio che riguarda il bilancio pluriennale, quindi non essendo utilizzabili nel corso di quest'anno i fondi, si è opportunamente effettuato uno spostamento al capitolo 2170 i cui fondi sono destinati per altri progetti che altri Assessorati hanno innestato. Il programma elettronico stesso è rimasto invariato, anzi, è stato potenziato.
Quanto all'assistenza, la collega Vetrino ha richiamato il peggioramento della qualità della spesa che sempre avviene quando si passa dalle spese di investimento e di riordino alla spesa corrente, devo dire che questo contrasta con un'interrogazione a cui risponderò nella seduta del prossimo Consiglio e che ho già pronta in cui si chiede la ragione per cui non sono state passate delle somme relative agli asili nido da investimenti a spesa corrente. La ragione è innanzitutto di natura giuridica, non essendo possibile fare queste variazioni su fondi statali vincolati se non attraverso un assenso da parte dell'ente erogatore, in secondo luogo perché si cerca di mantenere il più possibile la spesa sugli investimenti e sui programmi e non sulla spesa corrente.
Per quanto riguarda i fondi della sanità, al Consigliere Brizio, così attento osservatore dei nostri bilanci, è sfuggito che già in sede di relazione al bilancio 1982 abbiamo iscritto i fondi necessari per la sanità.
Abbiamo concordato le cifre a Roma e sono state iscritte nel bilancio 1982, quindi la Regione Piemonte non ha alcun problema qualora ci fosse la necessità di avere la riserva per attivare gli altri fondi.
Per quanto riguarda le osservazioni che sono state fatte sui tre capitoli che ho già citato, mentre confermo che la Giunta accetta questa riduzione del 50%, devo anche dire che i fondi risparmiati sui capitoli stessi vengono iscritti negli appositi capitoli 12750 e 12850 che riguardano i fondi di riserva per imprevisti e i residui perenti, capitoli che consentono di affrontare proposizioni non previste o situazioni di debiti pregressi che vengono a maturazione.
Vista la disponibilità della Giunta a tagliare su questi tre capitoli mi auguravo che ci fosse una pari disponibilità da parte dell'opposizione a considerare questa nota di variazione con occhio più benevolo di quanto è stato fatto.



PRESIDENTE

La discussione è terminata. Prima di iniziare la votazione del relativo articolato vi do lettura di un emendamento presentato dal Consigliere Viglione: a pagina 2 della tabella B sono modificati i seguenti capitoli: cap. 120: scrivere 60 milioni anziché 120 milioni cap. 540: scrivere 110 milioni anziché 220 milioni cap. 620: scrivere 136 milioni anziché 273 milioni.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

E' un primo segno della politica di riduzione condotta dalla Giunta. E' un segnale di impegno e di massimo rigore che i Gruppi di maggioranza e la Giunta intendono perseguire nella redazione del bilancio 1983.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 33 voti favorevoli e 19 astensioni.
Procediamo ora con la votazione dell'articolato.
Art. 1 "Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio per l'anno 1982 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella A, allegata alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 1982 sono introdotte le variazioni di cui alla tabella B, allegata alla presente legge.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "Lo stanziamento del fondo di riserva di cassa di cui al capitolo n.
12900 è determinato in L. 5.172.254.572".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 13, terzo comma, della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 780, è aumentata di 25 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "L'autorizza ione di spesa stabilita dall'art. 17 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 2320 è aumentata di 50 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 "Le autorizzazioni di spesa stabilite dall'art. 19 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritte ai capitoli numero 2630 e 3100 sono aumentate rispettivamente di 500 milioni e di 200 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 6 è approvato.



PRESIDENTE

Art. 7 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 24 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5001 è ridotta di 100 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 25, primo comma, della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5010 è ridotta di 1.000 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 26 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5080 è ridotta di 50 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 "Le autorizzazioni di spesa stabilite dall'art. 27 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritte ai capitoli numero 5151, 5194 e 5200 sono modificate come segue: per il capitolo n. 5151, l'autorizzazione è ridotta di 180 milioni per il capitolo n. 5194, l'autorizzazione è aumentata di 200 milioni per il capitolo n. 5200, l'autorizzazione è aumentata di 500 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 28 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 5285 è ridotta di L.
318.268.931".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 "La denominazione del capitolo n. 5365 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1982 è modificata in 'Prima seconda, terza e quarta delle cinque quote annuali dei contributi costanti in capitale per investimenti realizzabili da gruppi d'acquisto associazioni, cooperative e da altri operatori commerciali'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Art. 13 "Le autorizzazioni di spesa stabilite dall'art. 36 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritte ai capitoli numero 5820, 5830 e 5875 sono modificate come segue: per il capitolo n. 5820, l'autorizzazione è aumentata di 20 milioni per il capitolo n. 5830, l'autorizzazione è aumentata di 10 milioni per il capitolo n. 5875, l'autorizzazione è ridotta di 350 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Art. 14 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 41 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 7140 è aumentata di L.
52.809.851".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
Art. 15 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 42 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 7160 è ridotta di 15 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 15 è approvato.
Art. 16 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 43 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 7715 è ridotta di L.
89.583.610".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Art. 17 "Le autorizzazioni di spesa stabilite dall'art. 47, primo e quart'ultimo comma, della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritte ai capitoli numero 7930 e 8180 sono aumentate rispettivamente di 130 milioni e di 40 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 17 è approvato.
Art. 18 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 48 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 8230 è aumentata li 114 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 18 è approvato.
Art. 19 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 54 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 8950 è aumentata di L.
28.893.731".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 19 è approvato.
Art. 20 "L'autorizzazione di spesa stabilita dall'art. 57 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritta al capitolo n. 9150 è ridotta di 25 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 20 è approvato.
Art. 21 "Le autorizzazioni di spesa stabilite dall'art. 63 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritte ai capitoli numero 11500, 11505 11510, 11550 e 11590 sono aumentate come segue: capitolo n. 11500 di 410 milioni capitolo n. 11505 di 1.600 milioni capitolo n. 11510 di 380 milioni capitolo n. 11550 di 15.000 milioni capitolo n. 11590 di 1.000 milioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 21 è approvato.
Art. 22 "Le autorizzazioni di spesa stabilite dall'art. 69 della legge regionale 2/6/1982, n. 12 ed iscritte ai capitoli numero 11755, 11765 11785 e 11795 sono modificate come segue: per il capitolo n. 11755, l'autorizzazione è aumentata di L.
258.500.000 per il capitolo n. 11765, l'autorizzazione è aumentata di L.
60.000.000 per il capitolo n. 11785, l'autorizzazione è ridotta di L.
18.500.000 per il capitolo n. 11795, l'autorizzazione è aumentata di L.
100.000.000".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 22 è approvato.
Art. 23 "La decorrenza del limite d'impegno per L. 87.339.880 iscritto al capitolo n. 5525 è trasferita all'esercizio finanziario 1983 per il rispettivo intero ammontare, che sarà iscritto nel bilancio per l'anno finanziario medesimo.
Gli impegni di spesa stabiliti sullo stanziamento del capitolo di cui al precedente comma, mantengono la loro efficacia giuridica negli stessi termini in cui furono assunti, fatta eccezione per il differimento delle rispettive decorrenze e scadenze".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 23 è approvato.
Art. 24 "La spesa per la concessione dei contributi negli interessi di cui all'art. 4, secondo comma, della legge regionale 17/5/1976, n. 28, è determinata per l'anno finanziario 1982 in L. 273.016.643 ed è iscritta al capitolo n. 7650".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 24 è approvato.
Art. 25 "L'autorizzazione di spesa per la concessione dei contributi negli interessi di cui alla legge regionale 14/4/1980, n. 21, è determinata per l'anno finanziario 1982 in 906 milioni ed è iscritta al capitolo n. 7742".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
Art. 26 "Al fine di consentire il pagamento di rate di ammortamento pregresse nel bilancio per l'anno finanziario 1982, sono iscritti gli ulteriori seguenti capitoli: n.4415 n. 5515".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 26 è approvato.
Art. 27 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 27 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 20 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Incarichi e consulenze esterne

Esame mozioni DC e PCI sulle consulenze (seguito)


PRESIDENTE

E' stato presentato, a firma di tutti i Gruppi, un ordine del giorno relativo alla discussione di questa mattina che vi leggo prima di porlo in votazione: "Il Consiglio regionale del Piemonte a seguito del dibattito sulle consulenze promosso dalle mozioni dei Gruppi DC e PCI, accoglie la proposta della Giunta che la deliberazione oggetto principale della mozione dei Gruppo DC sia rinviata alla discussione della Commissione Informazione.
Invita altresì la Giunta a presentare con la massima urgenza una proposta di legge di modifica dell'attuale normativa in materia con particolare riguardo ad una più precisa specificazione delle fattispecie oggetto di incarichi e consulenze e delle modalità di controllo anche preventivo da parte del Consiglio".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 51 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame deliberazione Giunta regionale n. 14-19210: "Proroga al 31/5/1983 del termine relativo alla presentazione della documentazione comprovante l'avvenuta realizzazione e funzionalità degli impianti e delle opere di insediamenti produttivi riconosciuti finanziabili"


PRESIDENTE

Esa miniamo ora la deliberazione della Giunta regionale n. 14-19210: "Proroga al 31/5/1983 del termine relativo alla presentazione della documentazione comprovante l'avvenuta realizzazione e funzionalità degli impianti e delle opere di insediamenti produttivi riconosciuti finanziabili", di cui al punto undicesimo all'ordine del giorno.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la proposta della Giunta regionale (deliberazione n. 14-19210 del 21/9/1982) di prorogare il termine fissato per la presentazione della documentazione comprovante l'avvenuta realizzazione e la funzionalità degli impianti e delle opere di insediamenti produttivi rientranti nell'applicazione della legge regionale 19/1/1981, n. 4 tenuto conto che nella deliberazione del Consiglio regionale 27/1/1982 n. 2591791 'Approvazione piano di riparto dei contributi regionali ex art. 1 legge regionale 19/1/1981, n. 4 - Provvedimenti per la realizzazione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi in attuazione dell'art. 20 della legge 10/5/1976, n. 319 e dell'art. 5 della legge 24/12/1979, n. 650', il termine per la presentazione dei documenti suddetti era fissato al 31/12/1982 preso atto delle difficoltà, evidenziate dalla Giunta regionale, da parte di alcuni insediamenti produttivi inseriti nel piano di riparto, di presentare la documentazione richiesta nel termine fissato e più precisamente: a) dei gravi problemi che tuttora affliggono alcune aziende costringendo le medesime a ridurre parzialmente l'attività e conseguentemente ad ottenere certificato di funzionalità di impianti di depurazione di scarichi attualmente non in essere b) dei tempi necessari all'Ente pubblico competente per rilasciare i sopramenzionati certificati di funzionalità c) della non ancora avvenuta ultimazione da parte di alcune imprese di opere di ammodernamento, riconosciute finanziabili, e per le quali non era previsto dalla legislazione vigente uno specifico termine di realizzazione ritenuto che per integrare la documentazione richiesta possa essere sufficiente un periodo di mesi cinque sentito il parere della Commissione consiliare competente delibera di prorogare al 31/5/1983 il termine del 31/12/1982, relativo alla presentazione della documentazione comprovante l'avvenuta realizzazione e la funzionalità degli impianti e delle opere di insediamenti produttivi finanziabili, già inseriti nel piano di riparto di cui all'art. 1 della legge regionale 19/1/1981, n. 4, approvato con la deliberazione del Consiglio regionale del 21/1/1982, n. 259/791".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 48 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Fondi sanitari

Esame deliberazione Giunta regionale n. 12-19572 : "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente, ai sensi della legge regionale 3/9/1981, n. 42"


PRESIDENTE

Esaminiamo infine la deliberazione della Giunta regionale n. 12-19572 : "Riparto del fondo sanitario regionale di parte corrente, ai sensi della legge regionale 3/9/1981, n. 42", di cui al punto diciottesimo all'ordine del giorno.
La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

L'importanza della deliberazione che stiamo per votare richiederebbe molta più attenzione.
Mi limiterò a fare alcune considerazioni molto schematiche e sintetiche.
Ci accingiamo ad approvare una deliberazione che eroga 1.930 miliardi alle USL della nostra Regione. Credo che nessuna deliberazione abbia questa consistenza e ci accingiamo ad approvarla a fine anno, a novembre, quando la ripartizione del fondo riguarda l'anno 1982.
Ci rendiamo conto delle difficoltà esistenti per avere chiara la situazione finanziaria del settore sanitario, viste le difficoltà a livello nazionale, ma approvare un criterio di riparto nel mese di novembre significa prendere atto di quello che è avvenuto nell'anno ed erogare i fondi in base alle spese delle varie USL.
Questo contrasta con quanto la deliberazione prevede in premessa all'erogazione dei fondi in quanto stabilisce dei criteri attraverso i quali si dovrebbe arrivare all'erogazione ed alla distribuzione dei fondi.
Questa contraddizione si evidenzia ulteriormente nel momento in cui si verificano i numeri, i quali ci dicono che ci sono delle USL che nell'arco di due piani sanitari dovrebbero mantenere in valuta costante la loro attuale assegnazione finanziaria, mentre vediamo che nella deliberazione proposta quest'anno raggiungono delle percentuali di aumento superiori all'aumento medio tra il fondo del piano sanitario 1981 ed il fondo del piano 1982. 1.423 miliardi era l'erogazione 1981, 1.903 miliardi è l'erogazione 1982, con un aumento del 33,7% . Le USL che dovrebbero mantenere costante o addirittura ridurre la loro quota quest'anno hanno aumenti percentuali superiori all'aumento regionale.
L'USL 1/23 che dovrebbe avere nel 1987 una riduzione in valuta costante di quanto assegnato nel 1981 quest'anno invece ha incrementato la spesa del 35%. Altre USL hanno un aumento del 40-50%.
Per queste motivazioni e per la difficoltà di controllo e di approfondimento su una deliberazione di questa importanza, il nostro Gruppo si astiene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

E' molto difficile dare un giudizio sulla deliberazione in esame perch è difficile dire se il criterio scelto fra i tanti possibili per la suddivisione delle cifre disponibili sia il migliore, soprattutto quando come nel 1982, i fondi da distribuire sono pochi.
Di criteri la deliberazione ne presenta molti, la spesa semestrale è già nota, la spesa del secondo trimestre è anche nota. Addirittura vi è una formula matematica, preparata dall'Università di Torino, che attraverso pesi e coefficienti stabilirebbe per ogni USL l'ammontare esatto della cifra necessaria perché le prestazioni sanitarie siano distribuite come vuole la legge regionale 42 del 1981 e la legge 833 di riforma.
Anche a me pare però che il criterio più esatto e più reale sia quello della spesa del secondo trimestre, perché rappresenta meglio la spesa media dell'anno.
E' infatti inferiore a quella dei mesi invernali, superiore a quella dei mesi estivi ed è un valore reale già noto e non ipotetico, quale è la richiesta delle USL. che, come dice la deliberazione, non è esatto ma solitamente sovrastimato e quale può essere quello della formula matematica che dovrà essere dimostrata esatta dai bilanci delle USL degli anni futuri quando le spese delle USL saranno fatte e distribuite in modo da attuare il piano socio-sanitario regionale ed i criteri della riforma.
Se però è esatto il criterio scelto per la ripartizione, la deliberazione non si pone e non risponde ad alcune possibili domande. Se ad esempio, le spese fatte e documentate dalle USL nel secondo trimestre sono state fatte in linea con il piano socio-sanitario e soprattutto in linea con gli allegati primo ed undicesimo del piano stesso.
E' vero che mancando le leggi e le delibere richieste dagli artt. 49 50 e 51 della legge 833, il controllo e la verifica delle spese delle USL.
come richiesto dall'allegato 100 del piano socio-sanitario, non è possibile in forma giuridicamente esatta, è anche vero però che le varie USL non hanno certamente agito in modo che il piano socio-sanitario regionale sia applicato realizzando nelle spese quelle priorità che il piano richiede priorità che avevano lo scopo di unire al risparmio nella spesa l'uniformità delle prestazioni.
Verrebbero coperti quei 100 miliardi di differenza tra i 1.903 miliardi disponibili del fondo sanitario e 2.011 richiesti dalle USL se questi ultimi fossero reali e non sovrastimati come dice la deliberazione.
Anche se oggi, dopo la riunione tra Governo e Regioni, conclusa con una premessa di un decreto legge per lo stanziamento di 2.700 miliardi per il ripianamento dei deficit delle USL. questa osservazione non ha più tutta quella gravità che poteva avere alla data della deliberazione, non perde tuttavia il suo valore anche perché non vi è ancora il 100% di garanzia che le premesse fatte (ipotesi, come diceva il Presidente della Giunta) saranno mantenute, soprattutto perché mancheranno in ogni modo 700 miliardi a coprire le spese delle USL nazionali.
La deliberazione, quindi, anche se propone per la ripartizione dei fondi il criterio più logico tra i vari possibili, lascia però delle perplessità, dei dubbi e delle domande senza risposta.
Il nostro voto favorevole, nonostante queste perplessità, ha la sua ragione nella considerazione che la colpa delle disfunzioni esistenti non è imputabile all'Amministrazione regionale, ma è conseguenza di altre colpe da collocare ad altri livelli che hanno voluto attuare e lanciare una riforma che, anche se è giusta nei suoi presupposti teorici, deve essere in pratica modificata ed aggiustata nella sua attuazione.
E' un treno in movimento, come è solito dire il Presidente della Giunta, con molte imperfezioni che vanno corrette, purtroppo, mentre lo stesso treno sta correndo, obbligando a provvedimenti facilmente discutibili in linea teorica, ma obbligati, in linea pratica, come quello che stiamo adesso esaminando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

I due colleghi intervenuti in larga parte hanno fatto le osservazioni che io faccio sempre al Ministro della Sanità.
I 2.500 miliardi non colmano assolutamente i punti di riferimento da cui siamo partiti perché la ripartizione alle USL parte dai 26.500 miliardi, mentre le decisioni di ieri portano a 25.800 miliardi (mancano 700 miliardi per quelle operazioni che sono state oggetto di discussione sulle quali l'Assessore Testa ha riferito e per una serie di altre operazioni chiamate partite di giro che dovranno essere date ai nostri bilanci).
Cionondimeno la ripartizione avviene nel quadro di criteri generali.
Tutte le Regioni hanno assunto il riferimento dei 26.500 miliardi e le USL hanno già utilizzato questi parametri per approvare i loro documenti correndo contro il tempo.
C'é stato un coordinamento di tutte queste attività, di cui la nostra deliberazione dà copertura giuridica senza di che l'operazione spesa da parte delle USL non potrebbe assolutamente realizzarsi. Non esiste Regione in Italia che abbia adottato un criterio di ripartizione diverso da quello del "piè di lista".
Il Piemonte è l'unica Regione che con propria legge ha tentato - e dobbiamo esserne orgogliosi - un'operazione diversa per entrare nel merito delle politiche, in forza di un piano regionale socio-sanitario che permetterà dall'anno prossimo al Comitato regionale unico di controllo sugli atti delle USL di comparare gli atti al piano. Il 1982 è un periodo di transizione.
Non tutte le USL hanno presentato i bilanci consuntivi del 1981 (ne mancano ancora una dozzina).
Il primo consuntivo 1981 che vedrà l'utilizzo di tutte le risorse costituirà la vera spesa storica delle USL sulle quali innestare il processo di riequilibrio che la legge prevede e sul quale il Consiglio sarà chiamato, prima della fine del mese o agli inizi del mese di dicembre, a prendere i provvedimenti per il riparto 1983.
Il riparto 1983 recupererà il consuntivo 1981 e quegli atti abnormi e fuori dai criteri che alcune USL hanno deciso, ma non ancora speso.
Si tratterà in molti casi di differenza nominale perché la non copertura e la copertura in questo ultimo tempo permetterà di dare garanzia a tutte le spese "più correnti" (ma che all'interno della sanità non sono poi tanto correnti, per esempio la retribuzione del personale sanitario e la spesa farmaceutica sono essenziali per l'assolvimento delle funzioni).
Sono convinto che quella differenza non ci sarà anche se, per onestà di rapporti, abbiamo dovuto considerare come veritieri i fabbisogni denunciati e richiesti da ogni USL. fabbisogni che contengono molto soggettivismo.
Non tutte queste spese sono spendibili. Siamo quindi in una fase molto precaria di transizione, ma voglio rassicurare i colleghi che l'applicazione della legge sarà integrale con il 1983.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale deliberazione.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la deliberazione della Giunta regionale n. 12-19572 del 12/10/1982 sentito il parere espresso dalla V Commissione permanente delibera di approvare, ai sensi della legge regionale 3/9/1981, n. 42, il riparto - ed i relativi pesi - del fondo sanitario regionale, così come in dettaglio specificato negli allegati 1, 2 e 3 che fanno parte integrante della presente deliberazione di attuare tale riparto sulla base della somma di L. 1.930 miliardi così come determinato dal Ministero della Sanità, decurtata di L. 7,5 miliardi, quali spese dirette della Regione, di L. 96,5 miliardi quale somma a riserva e di L. 19,30 miliardi quale somma da destinare a risorse vincolate per la formazione professionale.
La presente deliberazione è dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della legge 10/2/1953, n. 62 e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte a norma dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 25 voti favorevoli e 13 astensioni.
Comunico, infine, che il Consiglio verrà convocato per il giorno 11 novembre con all'ordine del giorno il proseguimento dei punti non discussi oggi ed eventuali integrazioni che verranno esaminate dalla conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.45)



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