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Dettaglio seduta n.136 del 03/06/82 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Opere pubbliche

Esame progetto di legge n. 108: "Provvidenze regionali per agevolare la costituzione dei demani comunali di aree in attuazione dei piani regolatori generali" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 108: "Provvidenze regionali per agevolare la costituzione dei demani comunali di aree in attuazione dei piani regolatori generali", di cui al punto quinto all'ordine del giorno.
Chiede di parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, conformemente alle dichiarazioni che ha svolto per il Gruppo D.C. il collega Genovese, dovremmo chiedere di non passare al voto dei singoli articoli. Tuttavia, poiché dalla discussione è emerso il sostanziale accoglimento dei principi che noi abbiamo posto con l'intervento del Consigliere Genovese, come d'altra parte altri Gruppi di opposizione hanno posto, con gli interventi dei colleghi Bastianini e Vetrino, l'accoglimento del principio di correlazione del progetto di legge n. 108 con la legislazione in itinere, non presentiamo questa dichiarazione.
Riteniamo che la discussione generale sia stata più che sufficiente per manifestare la volontà che su questa legge si vuole andare avanti raccordandola con le altre leggi e riteniamo che la votazione di un articolo non aggiunga molto al principio già affermato nella discussione generale.
Tuttavia, se la maggioranza ritiene che per rafforzare questa intenzione si debba votare almeno un articolo, non ci opponiamo.



SIMONELLI Claudio, Assessore al coordinamento e gestione opere pubbliche

La Giunta rende atto al Capogruppo della D.C. di questa dichiarazione che ci pare coerente con quel disegno al quale tutti ci siamo richiamati e cioè di fare delle buone leggi.



BONTEMPI Rinaldo

L'atteggiamento del Gruppo D.C. e di altri Gruppi va nello spirito dell'intesa che abbiamo raggiunto in ordine all'approfondimento della materia.



VIGLIONE Aldo

Stamane avevo chiarito che noi intendevamo iniziare la discussione del progetto di legge n. 108 perché non si avesse l'impressione che le leggi rimesse al Consiglio non fossero discusse.
Noi crediamo fermamente in questa legge. Rifiutiamo l'ipotesi catastrofica che spesso abbiamo dovuto rimarcare, anche della maggioranza non vi è ipotesi catastrofica, esiste la volontà di andare nella direzione che noi abbiamo indicato. Non si vuole coprire ogni fabbisogno indiscriminatamente, ma cominciare ad individuare nell'ambito del piano di sviluppo le situazioni emergenti soprattutto in aree di sottosviluppo all'esterno della grande area di Torino.
Il non passaggio al voto degli articoli non ci trova consenzienti né ci trova consenzienti l'ipotesi che questa legge possa essere assorbita dal decreto Nicolazzi solo perché ha proposto alcuni snellimenti di procedura nell'ambito urbanistico. L'una è la procedura nell'ambito urbanistico l'altra è quella della validità delle aree demaniali dei Comuni.
Concordiamo con le ipotesi sollevate dai Capigruppo D.C., PLI e PRI che si debba affrontare questa legge tanto per dare il segno della sua validità; siamo concordi nel definire tempi e modi, quindi chiediamo che si dia inizio all'esame dell'art. 1.



PRESIDENTE

Dalle dichiarazioni dei Capigruppo è emerso l'intento di esaminare il primo articolo, dopodiché si sospende l'esame della legge per dare la possibilità di un suo riesame nei punti non ancora chiaramente definiti.
Art. 1 "E' istituito un fondo regionale per la concessione di contributi in conto capitale a favore dei Comuni che provvedano alla preventiva costituzione di demani comunali di aree per interventi pubblici in attuazione delle previsioni dei piani regolatori generali formati e vigenti a norma del Titolo III della legge regionale n. 56 del 5/12/1977 e successive modificazioni".
Il Gruppo D.C. presenta i seguenti emendamenti: al primo comma sostituire le parole da "formati" a "5/12/1977 e successive modificazioni" con: "vigenti, approvati dopo il D.M. 1444 del 2/4/1968".
Al primo comma sostituire le parole "vigenti o adottati" con la parola "approvato".
La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Anche se non dubito della capacità di interpretazione immediata da parte dell'Assessore, credo sia opportuno fare alcune brevi considerazioni.
Innanzitutto, non possiamo non denunciare in termini politici come il contenuto dell'articolo, facendo riferimento al secondo comma a demani di aree pubbliche comunali, si collochi su una dimensione di megalomania politica sulla quale ci si è soffermati questa mattina, anche se l'intento della maggioranza e dei proponenti è di incominciare ad avviare un processo di costituzione di questi demani.
Non vi è dubbio che in realtà l'obiettivo di costituire dei demani va ben al di là delle possibilità di questo testo e di questa normativa.
Motivo per cui noi avremmo preferito che vi fosse un filtro, una possibilità di selezione della domanda di aree pubbliche, purtroppo invece forse anche per incapacità dialettica di coloro che non erano d'accordo con i proponenti non siano riusciti a definire questo filtro.
Faccio presente all'Assessore che la nostra polemica iniziale su questo progetto di legge era partita dalle impossibilità di elaborare un filtro in assenza di quantificazioni sufficientemente certe sulle urgenze o sulle priorità rispetto alle quali vi si doveva collocare.
Se noi avessimo avuto degli elementi di valutazione, in base agli ultimi programmi pluriennali di attuazione presentati ed approvati, avremmo potuto costituire un assetto normativo tale da creare una sufficiente selezione non in termini qualitativi ma in termini quantitativi, perché la legge diventa credibile nella misura in cui riesce a dare delle risposte. Noi crediamo che riesca a darne troppo poche.
Fatta questa premessa, non riteniamo giusto discriminare i Comuni che non sono dotati di piano regolatore approvato con la legge n. 56. Ecco perché abbiamo ritenuto di fare riferimento ai piani regolatori approvati dopo i decreti in quanto questi piani già contengono la definizione degli standard.
Il secondo emendamento nasce dalla conseguenza nell'applicazione della legge 94 e cioè il p.p.a. non è più adottato ma è approvato direttamente dai Comuni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al coordinamento e gestione opere pubbliche

Se mi fosse consentito, esprimerei il parere della Giunta illustrando anche l'emendamento che ha presentato la stessa che in parte si sovrappone al secondo emendamento del Gruppo D.C.
Senza riprendere i temi che hanno fatto oggetto della discussione generale, mi pare che con l'art. 1 si detti la norma che consente in generale ai Comuni di acquisire le aree per gli interventi, in attuazione del piano regolatore; che poi sia megalomania o no, il termine "demanio" sta ad indicare un modo di possedere le aree da parte dei Comuni, e prescinde dalle dimensioni dell'intervento possibile.
I rilievi che vengono fatti in relazione a questo articolo sono di due tipi, ma ne aggiungerei un terzo. Il primo emendamento presentato dal Gruppo D.C. mira ad estendere la fascia dei Comuni abilitati a compiere questo intervento, comprendendo tutti i Comuni che hanno strumenti urbanistici approvati dopo il 1968.
Il secondo emendamento è meramente di adeguamento alle disposizioni della legge 94 che non parlano più di adozione ma di approvazione da parte comunale.
La Giunta ha proposto un emendamento aggiuntivo che a partire dalle parole "e successive modificazioni" dice: "e ove ne siano obbligati di p.p.a. vigente", il che vuol dire, da un lato, ricomprendere la richiesta dell'emendamento D.C. di adeguare questa norma alla legge 94, ma dall'altro di consentire l'utilizzo di queste norme anche ai Comuni non obbligati a fare il p.p.a. che in precedenza non era chiaro se fossero o meno esclusi.
In questo quadro possono essere accolti entrambi gli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picco.



PICCO Giovanni

Dopo la dichiarazione dell'Assessore, ritiriamo il secondo emendamento.



PRESIDENTE

La parola alla signora Vetrino.



VETRINO Bianca

Ritengo che l'aula sia sovrana e che possa anche stravolgere fin dal primo articolo il testo predisposto dalla Commissione, però il discorso politico si sta facendo squisitamente tecnico e ritengo che la sede opportuna, anche per il primo articolo, sia la II Commissione, per cui credo sia più corretto, fin da questo momento, che si abbandoni la discussione e si rimandi il testo alla II Commissione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il primo emendamento presentato dal Gruppo D.C. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al coordinamento e gestione opere pubbliche

La proposta della collega Vetrino è ragionevole. L'art. 1 definisce la portata della legge, non affronta i temi che riguardano il coordinamento delle diverse norme e colloca la legge nell'ampiezza dell'intervento possibile. Se vi è consenso sull'approvazione dell'art. 1, nulla toglie di fare un approfondimento tecnico che, con l'art. 2, si fa corposo e delicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Forse si potrebbe anche non votare l'art. 1 per il fatto che si è rilevata una volontà che si è accolta ed accettata. Nel frattempo possono maturarne altre, l'articolo quindi rimane aperto ad eventuali modificazioni.
L'art. 1 potrebbe essere correlato con l'articolo della legge Nicolazzi, per cui non lo chiuderei anche perché potrebbe trovare dei motivi aggiuntivi.
Come proponente, sono soddisfatto del fatto che si è dato inizio alla discussione, che sono emerse delle volontà, che sono stati accolti come principio di confronto generale alcuni emendamenti. Chiedo che la questione sia rimessa alla II Commissione perché possa procedere di pari passo con il decreto Nicolazzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Non ho difficoltà a sospendere le votazioni a questo punto, però faccio presente che ho votato un emendamento tenendo conto dell'organicità dell'articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al coordinamento e gestione opere pubbliche

Si può anche accettare la proposta del Consigliere Viglione e ritornare in Commissione con questo testo che è quello che è stato modificato dal Consiglio, quindi non abbiamo votato inutilmente.
E' chiaro, comunque, che il testo dell'art. 1 va in Commissione con il consenso della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Questa mattina abbiamo introdotto una metodologia nuova ed interessante e cioè, in luogo del non passaggio agli articoli, dopo il dibattito generale, è stato chiesto, con motivazioni significative da parte di una forza politica, che ci fosse un atto di approfondimento sull'art. 1, cioè che si passi all'articolato.
Quello che mi pare curioso è che la Commissione debba considerare questo testo come fatto proprio della Giunta, senza che la stessa lo abbia approvato. Gli emendamenti approvati sono patrimonio del Consiglio, ma quando non sono approvati non sono ancora materiale di Consiglio, fatto proprio dal Consiglio.
L'Assessore ci informa che la Giunta ritiene che il testo sulla quale si misura è quello che esce modificato dai due emendamenti, senza che questo significhi la consacrazione dell'art. 1.



PRESIDENTE

Dopo questo chiarimento sospendo l'iter della legge n. 108.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Esame ordini del giorno relativi ai licenziamenti Fiat


PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che il punto sesto all'ordine del giorno "Esame ordini del giorno relativi ai licenziamenti Fiat" viene dichiarato superato in quanto tali ordini del giorno sono stati ritirati dai proponenti.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno presentato dai Consiglieri Alasia, Brizio, Montefalchesi Vetrino, Mignone e Viglione sulla scala mobile


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Alasia, Brizio, Montefalchesi, Vetrino, Mignone e Viglione sulla scala mobile.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale esprime grande preoccupazione e profondo rammarico per la grave decisione della Confindustria di disdettare la scala mobile.
In una situazione sociale già fortemente tesa per le centinaia di fabbriche in crisi, per l'incertezza del posto di lavoro, per la crescente disoccupazione, per il massiccio ricorso alla cassa integrazione, alla quale si aggiunge la resistenza confindustriale al rinnovo dei contratti questo atto unilaterale costituisce un ulteriore passo sulla strada della drammatizzazione dello scontro sociale.
Il consiglio regionale del Piemonte chiede al Governo di avviare prontamente le necessarie iniziative per il superamento di una situazione drammatica e gravida di conseguenze politiche e sociali incalcolabili con intervento costruttivo fra le parti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 47 voti favorevoli ed 1 contrario.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno presentato dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio sul costo del lavoro


PRESIDENTE

Vi è ancora un altro ordine del giorno firmato dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio sul costo del lavoro.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale rileva la necessità che le parti sociali, in piena autonomia, affrontino il problema del costo del lavoro nella totalità delle voci componenti sottolinea che tale problema, insieme al contenimento del disavanzo pubblico e alla qualificazione della spesa pubblica, è essenziale per ridurre il permanente divario del tasso di inflazione italiano rispetto ai Paesi dell'Europa chiede al Governo di assumere opportune iniziative per sollecitare le parti sociali ad avviare un confronto senza pregiudiziali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 1 voto favorevole, 26 contrari e 21 astensioni.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame progetto di legge n. 112: "Norme per il finanziamento e l'accelerazione delle procedure per la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale e norme modificative della legge regionale 16/5/1975 n. 28" ed esame progetto di legge n. 105: "Costituzione della Edilfinpiemonte S.p.A. e piano regionale di alloggi in locazione" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ai punti settimo ed ottavo all'ordine del giorno che recano rispettivamente: Esame progetto di legge n. 112: "Norme per il finanziamento e l'accelerazione delle procedure per la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale e norme modificative della legge regionale 16/5/1975, n. 28" ed esame progetto di legge n. 105: "Costituzione della Edilfinpiemonte S.p.A. e piano regionale di alloggi in locazione".
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

E' finalmente iscritto all'ordine del giorno uno dei nodi che il Consiglio regionale deve sciogliere e cioè il nodo delle proposte di legge che vagano nelle Commissioni, che non vengono esaminate nei tempi prescritti dal Regolamento e che mortificano l'attività dei proponenti Consiglieri regionali, essendo la proposta legislativa una delle attività primarie dei Consiglieri regionali.
Il Gruppo D.C., attraverso le firme dei Consiglieri che fanno parte delle singole Commissioni, ha proposte di legge giacenti da oltre sei mesi in tutte le Commissioni.
Abbiamo richiamato questo in un determinato momento della vita regionale, così come credo che il Gruppo liberale abbia richiamato il progetto di legge n. 105 che segue immediatamente alla nostra proposta perché il nodo politico che sta alla base di queste proposte di legge non discusse venisse sciolto.
Non abbiamo la pretesa che in questo momento si passi al voto, ma vogliamo sentire dalle altre forze politiche come si intende procedere su questa materia.
Non è quindi da risolvere con un voto perché se per ipotesi la maggioranza con un voto si esprimesse contro questo progetto di legge domani arriveranno 15-20 richieste di iscrizione all'ordine del giorno di tutti i progetti giacenti.
Sono problemi che non devono essere risolti con voti trancianti.
Riteniamo di aver posto un problema politico e ci riterremo soddisfatti se quanto meno in questo momento verrà indicato il tempo, il modo e la sede in cui questo problema possa essere risolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Vorrei esprimere l'opinione del Gruppo comunista su questo punto all'ordine del giorno e, in particolare, sulla dichiarazione fatta dal Consigliere Paganelli.
Il problema delle leggi giacenti va visto sotto un duplice angolo visuale: il primo attiene generalmente alle intese che si determinano come condizione affinchè questi possano andare avanti.
E' una ricerca non semplice anche perché in questa legislatura abbiamo segnato un po' meno la traiettoria di legislazione. Una delle ragioni per cui difficilmente si conviene su alcuni testi di legge importanti è che l'intesa non è intervenuta.
Un'altra questione riguarda la funzione delle Commissioni e il rapporto con l'iniziativa legislativa dell'esecutivo.
Non è vero, intanto, che solo le proposte dell'opposizione non vanno avanti. Un Gruppo può essere interprete di obiettivi e di esigenze, ma questi obiettivi e queste esigenze vanno raccordate con le implicazioni che derivano dagli uffici, dagli impegni di spesa.
Sono anche dell'avviso che occorra por mano a questo problema senza lasciarlo incancrenire, senza neanche fare in modo che, non affrontandolo si arrivi a conclusioni semplicistiche per cui approvo la proposta di Viglione di esaminare in Commissione le leggi giacenti.
Quindi, propongo di avviare nelle Commissioni di merito una specie di delibazione istruttoria attraverso il rapporto con l'esecutivo per le parti che richiedono l'intervento dello stesso e di riferire alla sede dei Capigruppo circa l'indirizzo da dare in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il problema non è solo di oggi, ed è di grande rilevanza.
Tutte le leggi presentate devono essere esaminate; naturalmente, questo implica un corretto funzionamento delle Commissioni. Occorre fare una riflessione sul funzionamento effettivo, reale delle Commissioni che devono essere dotate di strumenti e di mezzi ed occorre modificare l'articolo del Regolamento che viene interpretato erroneamente.
Nel momento in cui si compone la maggioranza (31 Consiglieri), le deliberazioni ed i voti conseguenti vengono rapportati ai 31 Consiglieri.
Non vi sono maggioranze qualificate se non quelle statutariamente stabilite.
Ho già pronta la modifica all'articolo del Regolamento e la presento all'Ufficio di Presidenza. In nessuna assemblea, nazionale o locale (salvo in alcuni momenti della vita comunale, come quello del bilancio) si osserva il principio che occorre una maggioranza dei presenti in Commissione o nell'attività di governo che sia rapportata alla maggioranza totalitaria delle forze espresse all'interno dell'assemblea.
Questa interpretazione ha rallentato l'attività delle Commissioni e grazie a questa interpretazione spesso non si è verificato il passaggio di determinati provvedimenti provocando le lagnanze conseguenti. Bisogna operare questa modifica affinché le Commissioni possano operare nel numero di presenze prescritto, ma nel rapporto di voti che ciascuna forza politica rappresenta.
Per quanto riguarda la vicenda relativa alle proposte di legge presentate, vorrei ricordare che la maggioranza deve avere il coraggio di accettare o meno una proposta di legge, dopo un confronto ed avendo presente che su ogni atto che compie deve dare spiegazione esponendo le ragioni di fondo, di metodo, di indirizzo senza arrivare ad espressioni di arroganza.
Questo è l'obbligo che ciascuna forza ha, ma che tanto più ha una maggioranza. Un governo è governo se sa esprimersi e se sa operare. Non ho nessun dubbio nell'esprimere le ragioni, favorevoli o contrarie, in base alle quali il Gruppo socialista dà il suo voto.
Se, invece, si vuole percorrere la strada del confronto, verificheremo ogni proposta di legge nelle sedi competenti della Commissione, conché si modifichi quel rapporto a cui mi riferivo poc'anzi.
Ero contrario all'istituzione di sette Commissioni, che fu fatta per allargare l'area della partecipazione, perché ero convinto che il Piemonte poteva operare con sole cinque Commissioni. A volte devo essere presente in quattro Commissioni in un solo giorno e mi trovo costretto a balzare da una stanza all'altra per dire che sono presente ma senza poter combinare nulla.
Dovremmo fare una riflessione circa la riduzione delle Commissioni a quattro. Questo permetterebbe la partecipazione di tutti i Consiglieri. Se si stabilisce che il numero è quello riproduttivo dei voti presenti in aula e se si stabilisce che devono essere presenti sei Consiglieri invece di cinque, le quattro Commissioni avranno sempre una presenza sufficiente per affrontare l'esame di tutti i provvedimenti.
Bisogna essere coraggiosi sotto tutti gli aspetti, ognuno giochi con le sue armi politiche. E' stato posto il problema e io correttamente lo rilancio. Le Commissioni, alla loro scadenza, saranno solo più quattro potranno avere una doppia Vicepresidenza dando soddisfazione a tutte le parti presenti politicamente che devono avere dei ruoli e raggruppando le competenze.
Aspetto, cari colleghi, la vostra risposta su questa proposta che è l'unica che permetterebbe di andare nella direzione che ho indicato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore al coordinamento e gestione opere pubbliche

Senza entrare nel merito delle questioni di carattere istituzionale vorrei ricordare che la Giunta, sulla spinta delle sollecitazioni venute in Commissione, sta elaborando un disegno di legge di revisione della legge 28, impostando organicamente le procedure di intervento sulle opere pubbliche.
I tempi sono più lunghi del previsto, perché sono intervenute nel frattempo delle modifiche significative, per esempio nei comportamenti della Cassa Depositi e Prestiti, che hanno determinato una situazione di stallo dei finanziamenti in conto interesse.
Speravamo in una modifica dei comportamenti della Cassa Depositi e Prestiti, ma, allo stato attuale, questa modifica non c'è e quindi nella normativa regionale dovremmo anche tenere conto della situazione di fatto che in questo momento è riscontrabile in ordine ai finanziamenti delle opere pubbliche dei Comuni.
Nei mesi scorsi il collega Cerutti ed io abbiamo proceduto alla stesura di un testo che, alla luce di queste novità, viene rivisto in questi giorni, nel quale si recupera il vecchio progetto che era già stato presentato in Commissione a suo tempo dall'Assessore Bajardi. Questo testo sarà disponibile nel giro di pochi giorni.
La Giunta è in grado di dare assicurazione che entro questo mese il disegno di legge sarà opportunamente confrontato con quelli già presentati e sarà portato alla discussione in seno alla Commissione.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che la Commissione Regolamento ha già tenuto tre sedute in ordine a questo argomento.
Il testo proposto sarà distribuito in questi giorni ai componenti la Commissione.
I Gruppi potranno apportarvi le opportune modifiche.
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Dico subito che non sono soddisfatto, perché non credo che facendo un polverone sui problemi che ci sono di fronte si possa trovare la soluzione ad un singolo e specifico problema.
Il problema del funzionamento del Consiglio regionale, nelle sue articolazioni di aula, di Commissioni e di Comitati lo abbiamo ripetutamente posto. Il collega Viglione ha centrato la sua attenzione su problemi reali, ma non ho capito a chi si rivolgesse. C'era nel suo intervento un vago appello indirizzato a non so quale Gruppo.
Non certamente al Gruppo D.C., posto che anche nel funzionamento del Consiglio regionale una maggioranza che esprime i massimi vertici del Consiglio regionale, abbia degli oneri e delle responsabilità.
Certo, abbiamo il problema del funzionamento delle Commissioni, il problema del loro numero, problemi sui quali chi ritiene di assumere delle iniziative è opportuno che le assuma e faccia le sue proposte sulle quali le forze politiche non mancheranno di pronunciarsi.
Il problema che abbiamo posto noi poteva non essere posto se le Commissioni attuali avessero, nei tempi consentiti dal Regolamento affrontato le proposte di legge che erano presenti.
Non si può rispondere dicendo che quelle proposte di legge non sono state prese in esame, perché una norma richiede il rapporto dei 31 voti in Commissione o perché le Commissioni sono sette.
Questa non è una risposta, anche se questi problemi esistono e devono essere affrontati.
Ci siamo capiti tutti e l'abilità oratoria può portarci a salvataggi in corner. Mi può andar bene la proposta del Capogruppo comunista e cioè che in ogni Commissione si faccia l'esame delle proposte pendenti, che sono del nostro Gruppo, come del Gruppo socialista e del Gruppo comunista. Mi consentirete però che io mi faccia carico in ispecie delle proposte del Gruppo D.C. che sono le più numerose.
Mi sta bene se c'é l'impegno che entro il mese di giugno..



PRESIDENTE

Entro il 30 giugno.



PAGANELLI Ettore

...perché dalle verifiche possono venir fuori dei bellissimi programmi ma se non sono fissate le scadenze, questi programmi possono continuare a fare volumi ed oggetto di discussione.
Chiedo che, entro il mese di giugno, le Commissioni previste dal Regolamento esaminino l'iter che ogni proposta di legge deve avere (noi avvocati diciamo che ogni causa ha la sua stella e ogni proposta di legge ha la sua stella), compresi gli opportuni raccordi con la legislazione nazionale e con gli eventi che succedono e comunichino la sorte che avrà ogni singola proposta di legge.
Se questo è l'impegno che sorge dalla volontà dell'assemblea, noi vi aderiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

I problemi di conduzione del Consiglio sono patrimonio dello stesso e non sono materia di verifica, che ha avuto come protagonisti i tre partiti di maggioranza, quindi rivendico in questa sede, e non al dibattito sulla verifica, il luogo e i tempi per la verifica dei modi con cui il Consiglio si muove, viene condotto ed agisce. La riconduzione alla verifica è un'espressione che non mi trova consenziente.



PRESIDENTE

Infatti, la verifica non c'entra con il funzionamento del Consiglio.


Argomento:

Esame progetto di legge n. 112: "Norme per il finanziamento e l'accelerazione delle procedure per la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale e norme modificative della legge regionale 16/5/1975 n. 28" ed esame progetto di legge n. 105: "Costituzione della Edilfinpiemonte S.p.A. e piano regionale di alloggi in locazione" (rinvio)

Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

In merito al punto quindicesimo all'ordine del giorno, vengono effettuate le seguenti "Nomine":


Argomento: Nomine

a) Comitato tecnico-consultivo per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato: tre rappresentanti di cui uno della minoranza (art. 3, legge regionale 29/7/1978, n. 47)


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: Bellunato Loris n. 22 Longo Giovanni n. 22 Sartoris Riccardo n. 17 schede bianche n. 2 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

b) Comitato Urbanistico Regionale: tre esperti designati dalle Associazioni più rappresentative in materia urbanistica, naturalistica ed ecologica (art. 76, legge regionale 5/12/1977, n. 56, lettera m)


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: Designata dall'I.N.U.
Vernetto Maria n. 33 Designato dalla Pro-Natura Giuliano Walter n. 33 Designato dall'ancsa Massarella Giancarlo n. 33 schede bianche n. 7 scheda nulla n. 1 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

c) Aeroporto di Cuneo-Levaldigi


PRESIDENTE

Consiglio di amministrazione: un rappresentante; Collegio sindacale: un Sindaco effettivo iscritto al ruolo ufficiale dei revisori dei conti



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: Consiglio di amministrazione Botto Walter n. 23 Lombardi Emilio n. 14 Martini Mario n. 1 Collegio sindacale Cerutti Giuseppe n. 23 Alasia n. 1 Martini n. 3 Testa n. 1 schede bianche n. 3 Proclamo eletti il signor Walter Botto nel Consiglio di amministrazione ed il signor Giuseppe Cerutti nel Collegio sindacale dell'Aeroporto di Cuneo-Levaldigi


Argomento: Nomine

d) Consiglio direttivo della Scuola di Amministrazione Aziendale: un rappresentante della Regione.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 41 hanno riportato voti: Testa Gian Luigi n. 26 Alasia n. 1 Lombardi n. 1 schede bianche n. 12 scheda nulla n. 1 Proclamo eletto il signor Gian Luigi Testa.
Le nomine sono così terminate.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Enti di sviluppo e organismi fondiari

Esame progetto di legge n. 191: "Approvazione dell'accordo concernente la costituzione, gestione ed organizzazione del Consorzio interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli 'C.I.F.D.A.' in applicazione del Regolamento C.E.E. n. 270/1979"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il punto nono all'ordine del giorno che reca: esame progetto di legge n. 191: "Approvazione dell'accordo concernente la costituzione, gestione ed organizzazione del Consorzio interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli 'C.I.F.D.A.' in applicazione del Regolamento C.E.E. n. 270/1979".
La parola al relatore, Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio, relatore

Il Regolamento n. 270/1979 per lo sviluppo della divulgazione agricola in Italia, emanato il 6 febbraio 1979 dal Consiglio della C.E.E.
istituisce nel nostro Paese un sistema permanente di formazione ed aggiornamento di divulgatori agricoli e il loro inserimento, in modo diretto o indiretto, nei servizi di divulgazione agricola degli organismi regionali.
Lo scopo è quello di dotare le Regioni di quadri tecnici specificatamente formati e selezionati per esercitare a tempo pieno l'attività di assistenza tecnico-economica a contatto con gli operatori agricoli.
Il divulgatore agricolo è una nuova figura professionale, che si affiancherà al consulente socio-economico di cui alla direttiva C.E.E. n.
161/72 al fine di dare al mondo agricolo un'informazione quanto più possibile completa sotto gli aspetti sociali, economici e tecnici.
Tale Regolamento introduce alcune novità sostanziali nel quadro tradizionale della divulgazione agricola a livello regionale e nazionale.
Due elementi sono da mettere in particolare evidenza: la divulgazione viene collegata alla programmazione e fa da supporto sia ai programmi di settore dell'agricoltura, sia ai piani territoriali viene stabilito un nesso organico tra gli addetti alla divulgazione agricola e la loro qualificazione professionale, soprattutto attraverso l'effettuazione di corsi di formazione, di aggiornamento, di perfezionamento e seminari di studio che consentiranno di verificare e mettere a punto le tecniche e le metodologie della divulgazione.
Il piano quadro della divulgazione agricola che costituisce la sostanza del provvedimento comunitario, individua in Italia cinque Centri Interregionali per la formazione e l'aggiornamento dei divulgatori agricoli, coordinati in sede nazionale da un Comitato Interregionale istituito con D.M. 7/10/1980.
Uno dei cinque Centri ha sede presso la Fondazione Scuola di Minoprio nella provincia di Como le cui strutture appartengono alla Regione Lombardia. Tale Centro, secondo l'espressa indicazione del piano quadro, è al servizio degli enti che gravitano nell'area padana: Regioni Piemonte Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia Romagna e le Province autonome di Trento e Bolzano.
Per la nostra Regione i divulgatori formati saranno 13,4 all'anno, per un totale di 134 nel decennio in cui dura l'azione comune del Regolamento comunitario. Tali divulgatori opereranno sulla base di apposite direttive emanate dalla Regione e saranno utilizzati nell'ambito di piani annuali di divulgazione elaborati dalla Giunta regionale.
Tali piani hanno come punto di riferimento la programmazione settoriale in agricoltura e la pianificazione dei territorio.
Per una sollecita applicazione del Regolamento nel nostro Paese e per un avvio concreto dell'attività del Centro di Minoprio, sono state elaborate dai rappresentanti delle Regioni e Province autonome del nord Italia, le norme statutarie per l'istituzione e il funzionamento del Centro secondo i principi e i criteri definiti dal Regolamento comunitario e dal relativo piano quadro.
Tali norme sono contenute nell'accordo allegato al presente disegno di legge che conferisce al Centro l'assetto giuridico di Consorzio tra le Regioni e Province autonome del nord Italia.
Lo scopo del progetto di legge è appunto quello di definire e formalizzare l'accordo tra gli enti aderenti al Consorzio secondo le norme e i principi contenuti nell'accordo stesso.
Il progetto di legge si compone in tre articoli.
L'art. 1 approva l'accordo, allegato alla legge, tra le sette Regioni e le due Province autonome dell'area padana per la gestione del Centro nord Italia, che assume la denominazione di Consorzio Interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli (C.I.F.D.A.).
L'art. 2 attribuisce alla Giunta regionale il potere di designare i rappresentanti effettivi e supplenti della Regione Piemonte nel Consiglio Generale del Consorzio.
L'art. 3 detta le norme finanziarie per la gestione del Consorzio limitatamente alla quota che va imputata al bilancio regionale e che va calcolata secondo i parametri e coefficienti stabiliti dall'art. 15 dell'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Si tratta di un progetto di legge che è stato concordato fra varie Regioni. Alcuni aspetti ci lasciano ancora dubbiosi sull'operatività dell'accordo.
Prendiamo comunque atto di quanto le Regioni hanno concordato ma nell'esprimere il nostro voto favorevole, riteniamo di dover sottolineare che, allorquando si coinvolgono in un'iniziativa diverse Regioni, sarebbe opportuno interessare oltre agli Assessorati anche le Commissioni competenti proprio per non indurle a dover accettare, a scatola chiusa, le determinazioni assunte.
Chiediamo all'Assessore di tenere presente questo aspetto per il futuro.
E' recente il dibattito sull'istruzione professionale, ma la replica dell'Assessore si è sviluppata su un aspetto settoriale dell'istruzione professionale. Ci auguriamo che ci siano occasioni migliori per parlare di istruzione professionale, di assistenza tecnica, di divulgazione e di informazione socio-economica che va precisata nei contenuti e nella sostanza.
Mi è pervenuto il n. 4 del bollettino mensile di informazione socio economica, "Piemonte Agricoltura", dove è scritto che la Regione avrà tredici divulgatori all'anno. In dieci anni avremo 130 divulgatori: che cosa ne faremo? Se la divulgazione dovesse avere lo stesso risultato che ha l'informazione socio-economica, non potremo essere d'accordo sul modo in cui si sviluppano questi temi nella Regione. In proposito abbiamo già presentato interpellanze ed interrogazioni. Lo chiamerei "Bollettino propagandistico dell'Assessore all'agricoltura", ma non "Bollettino mensile di informazione socio-economica" dove si trovano necrologi ed offerte di lavoro! Siccome i due temi, dell'informazione socio-economica e della divulgazione, sono collegati, ci auguriamo che i futuri divulgatori agricoli svolgano compiti diversi da quelli che sinora ha svolto l'informazione socio-economica.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

Nonostante la disattenzione generale, voglio sottolineare l'importanza di questo progetto di legge che è nato con il contributo di altre Regioni del Ministero dell'Agricoltura e della C.E.E.
Il divulgatore agricolo è una nuova figura che si affiancherà al socio informatore. Si tratta di una nuova struttura che dovrà per intanto formare il quadro insegnanti che dovranno a loro volta formare i divulgatori, allo scopo di contribuire, anche per questa via, all'ammodernamento delle aziende agricole e all'incremento della produttività. La socio-informazione era nata per offrire occasioni di lavoro, anche diverse da quelle del settore agricolo. Oggi, la situazione è cambiata dai tempi di Mansholt (1968). Pur mantenendo quelle caratteristiche, oggi si intende la socio informazione in modo più ampio. La divulgazione invece ha l'obiettivo fondamentale di divulgare le nuove tecniche, i nuovi ritrovati della scienza agraria, i modi della sua utilizzazione.
E' un'iniziativa coerente con i programmi della Giunta, dal 1980 in poi, e con gli obiettivi che vengono ribaditi e riaffermati anche nel documento di verifica che discuteremo giovedì prossimo.
Oggi dobbiamo istituire e regolamentare la figura del divulgatore. A suo tempo discuteremo dell'utilizzazione dei tredici divulgatori.
Prendo atto del suggerimento del Consigliere Lombardi. Le cinque Regioni che fanno parte dell'accordo sono intervenute attraverso gli Assessori e i loro funzionari. Ritengo utile far partecipare anche i membri della Commissione in modo da dare loro la possibilità di proporre emendamenti e di suggerire modifiche.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 191.
Art. 1 "E' approvato l'accordo, allegato alla presente legge, tra le Regioni Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e le Province autonome di Trento e Bolzano per l'istituzione del 'Consorzio Interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli - in applicazione del Regolamento C.E.E. n. 270 del 6/2/1979 relativo allo sviluppo della divulgazione agricola in Italia.
Eventuali modificazioni al suddetto accordo, previa intesa tra i contraenti, saranno approvate con legge regionale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Alla designazione dei rappresentanti effettivi e supplenti della Regione Piemonte nel Consiglio Generale del Consorzio, di cui all'art. 5 dell'accordo, provvede la Giunta regionale, sentite le Commissioni consiliari competenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "All'onere derivante dall'applicazione della presente legge, valutato in 10.000.000, per l'anno finanziario 1983 si provvede mediante utilizzo di una quota di pari ammontare in termini di competenza e di cassa del fondo di cui al cap. 12400 dello stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo di apposito capitolo con la denominazione: 'Contributi per la costituzione, gestione ed organizzazione del Consorzio Interregionale per la formazione dei divulgatori agricoli' e con lo stanziamento di 10.000.000 in termini di competenza e di cassa.
I contributi a copertura delle maggiori spese sostenute saranno determinati per l'esercizio 1983 e successivi in sede di approvazione delle rispettive leggi di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
Si passi alla votazione dell'intero progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 37 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Esame progetto di legge n. 196: "Modificazione dell'art. 7, quinto comma della legge regionale 12/8/1976, n. 42, contenente norme per il funzionamento dell'Organo Regionale di Controllo"


PRESIDENTE

Passiamo al punto decimo all'ordine del giorno che reca: Esame progetto di legge n. 196: "Modificazione dell'art. 7, quinto comma, della legge regionale 12/8/1976, n. 42, contenente norme per il funzionamento dell'Organo Regionale di Controllo".
La parola al relatore, Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca, relatore

E' un progetto di legge necessario per dare consistenza legislativa ad un accordo intervenuto tra le forze politiche nel momento in cui si rinnovano i Comitati Regionali di Controllo. Con esso si interviene sul quinto comma dell'art. 7 della legge regionale n. 42 che regola il funzionamento dell'Organo Regionale di Controllo.
Con questo articolo si intende normare la durata in carica dei Presidenti e dei Vicepresidenti dei Comitati Regionali di Controllo che attualmente è di venti mesi. La durata viene rapportata all'intero arco della legislatura.
Il testo è stato approvato all'unanimità dalla I Commissione, nella seduta del 19 maggio, e la stessa Commissione ne sollecita l'esame e la votazione favorevole al Consiglio stesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il Consigliere Brizio, che era presente in I Commissione quando si è votato questo progetto di legge, aveva chiesto una maggiore informazione in merito. Effettivamente, quando si sono riunite le forze politiche per le nomine dei Presidenti e dei membri dei Comitati di Controllo, è stato posto il problema di rendere duraturo, per la durata della legislatura, il mandato dei Presidenti e dei Vicepresidenti.
Il Segretario regionale della D.C. non si era opposto e aveva accettato come ipotesi questa possibilità di modifica della legge, ancorandola, per ad una diversa ripartizione delle Presidenze in quel momento.
Il problema non è più stato trattato dalla forze politiche né il Gruppo consiliare D.C. lo ha approfondito in questi giorni. Stante questa situazione, pur riconoscendo che il problema era stato posto al momento in cui si era proceduto al riparto tra le varie forze politiche, non ritengo che il Gruppo in questo momento possa esprimere un voto favorevole, non avendolo sufficientemente dibattuto all'interno del Gruppo stesso e non avendo un preciso raccordo con il partito.
Esprimo quindi un voto di astensione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'articolo unico del progetto di legge n. 196.
Articolo unico "Il quinto comma dell'art. 7 della legge regionale 12/8/1976, n. 42, è sostituito dal seguente: 'I Presidenti ed i Vicepresidenti del Comitato e delle Sezioni di norma durano in carica sino alla rinnovazione del Consiglio regionale ed esercitano le loro funzioni sino all'insediamento dei nuovi organi' ".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 24 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri L'articolo unico è approvato.


Argomento: Delega di funzioni regionali agli enti locali - Norme generali sui trasporti

Esame progetto di legge n. 209: "Delega alle Province di funzioni amministrative relative al rilascio di autorizzazioni per la circolazione su strade provinciali e comunali di trasporti con mezzi d'opera e di veicoli eccezionali"


PRESIDENTE

Il punto undicesimo all'ordine del giorno reca: esame progetto di legge n. 209: "Delega alle Province di funzioni amministrative relative al rilascio di autorizzazioni per la circolazione su strade provinciali e comunali di trasporti con mezzi d'opera e di veicoli eccezionali".
La parola al relatore, Consigliere Ferrari.



FERRARI Maria Sofia, relatore

La legge n. 38 del 10/2/1982 stabilisce all'art. 1 che i trasporti eccezionali ed i veicoli eccezionali per circolare sono soggetti a specifica autorizzazione rilasciata dall'ente proprietario o concessionario, per le strade statali, militari e per le autostrade, e dalle Regioni per la rimanente rete viaria.
L'autorizzazione è data volta per volta o per più transiti o per determinati periodi di tempo nei limiti del peso massimo tecnicamente ammissibile.
Nel decreto attuativo della suddetta legge, emanato dal Ministero dei Lavori Pubblici e dal Ministero dei Trasporti, si prospetta la facoltà di operare la delega per il rilascio delle autorizzazioni agli enti proprietari delle strade.
Sentite le Amministrazioni provinciali e le organizzazioni sindacali che hanno espresso parere favorevole, la Giunta ha presentato il progetto di legge che prevede la delega alle Province delle funzioni amministrative per il rilascio delle autorizzazioni per la circolazione nelle strade provinciali e comunali di trasporti eccezionali e veicoli eccezionali, di cui all'art. 1, primo comma, punto 2 ed artt. 4 e 9 della legge n. 38 del 10/2/1982.
Va rilevato che con questo provvedimento si decentrerà il rilascio delle autorizzazioni con notevole riduzione dei tempi amministrativi.
A seguito di tali considerazioni la II Commissione ha licenziato all'unanimità la presente legge che trasmette al Consiglio per l'approvazione.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato del progetto di legge n. 209.
Art. 1 "Le funzioni di competenza regionale previste dall'art. 1 della legge 10/2/1982, n. 38, relativamente: a) ai trasporti di cui all'art. 1, comma primo, punto 2, della succitata legge 10/2/1982, n. 38 b) ai veicoli di cui agli artt. 4 e 9 della succitata legge 10/2/1982 n. 38 sono delegate alle Amministrazioni provinciali che le esercitano nel loro ambito territoriale".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "Le funzioni di competenza regionale previsto dall'art. 1 della legge 10/2/1982, n. 38, relativamente ai trasporti ed ai veicoli non indicati dall'art. 1 della presente legge, sono esercitate direttamente dalla Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La Giunta regionale, o per essa l'Assessore ai trasporti ed alla viabilità, è autorizzata ad emanare, conformemente ai decreti di attuazione dell'art. 1 della legge 10/2/1982, n. 38, stabiliti dagli organi centrali sentiti gli enti delegati, le disposizioni opportune per l'esecuzione degli adempimenti istruttori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 "Il Presidente della Giunta regionale o per esso l'Assessore ai trasporti ed alla viabilità, coordina con gli opportuni provvedimenti di cui all'art. 3 le attività delegate e provvede in via surrogatoria, in caso di inadempienza degli enti delegati, nell'esecuzione degli atti istruttori".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 "La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Passiamo alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri La legge è approvata ed è valida ai sensi dell'art. 50, quarto comma del Regolamento del Consiglio, in quanto i Consiglieri in congedo non vengono computati per fissare il numero legale.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame deliberazione Giunta regionale n. 228-14810: "Regolamento recante le modalità per lo svolgimento dei concorsi pubblici indetti dall'Amministrazione regionale"


PRESIDENTE

Il punto dodicesimo all'ordine del giorno reca: esame deliberazione Giunta regionale n. 228-14810: "Regolamento recante le modalità per lo svolgimento dei concorsi pubblici indetti dall'Amministrazione regionale".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale visti gli articoli dal 3 al 10 della legge regionale 17/12/1979, n. 74 nonché la normativa statale vigente in materia di pubblici concorsi ritenuta la necessità ed opportunità di regolamentare tale complessa materia al fine di applicare in modo omogeneo e corretto le norme stesse ritenuto inoltre di agevolare le Commissioni giudicatrici fissando nello svolgimento dell'iter concorsuale, criteri più precisi, omogenei ed anche migliorativi rispetto ai tempi e all'impegno richiesto, attualmente alle stesse; visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera di approvare il testo del Regolamento concorsi pubblici che si allega alla presente deliberazione per farne parte integrante".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Comunita' montane: Statuti

Esame deliberazione relativa a modifica dello Statuto della Comunità montana Valle Ossola


PRESIDENTE

Passiamo al punto tredicesimo all'ordine del giorno che prevede l'esame della deliberazione relativa alla modifica dello Statuto della Comunità montana Valle Ossola.
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale visto l'art. 10 della legge regionale 11/8/1973, n. 1 7, relativo alle modifiche ed alle integrazioni degli Statuti delle Comunità montane vista la deliberazione n. 52 in data 13/11/1981 adottata dal Consiglio della Comunità montana Valle Ossola visto l'art. 28 dello Statuto della Comunità montana Valle Ossola relativo alle modifiche ed integrazioni dello Statuto stesso visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione permanente del Consiglio regionale in merito alla richiesta di modifica degli artt. 2, 8 secondo comma, 9, secondo comma, lettera W) e 18, lettera E), dello Statuto della Comunità montana Valle Ossola delibera di approvare la richiesta della comunità montana Valle Ossola riguardante le modifiche al proprio Statuto, secondo quanto di seguito riportato.
L'art. 2 è sostituito dal seguente: 'La Comunità montana è regolata dalla legge nazionale 3/12/1971, n.
1102, integrata dalla legge nazionale n. 93 del 23/3/1981, dalla legge regionale 11/8/1973, n. 17, da eventuali disposizioni legislative nazionali e regionali in quanto applicabili, dalle norme del presente Statuto e dalle sue eventuali modificazioni ed integrazioni'.
Il secondo comma dell'art. 8 è sostituito dal seguente: 'Ad ogni Comune spettano tre rappresentanti: due di maggioranza ed uno di minoranza, eletti nel proprio seno, da ciascun Consiglio comunale, con le procedure previste dall'art. 10 della legge nazionale n. 93 del 23/3/1981'.
Il secondo comma, lettera W), dell'art. 9 è sostituito dal seguente: 'La deliberazione di un'indennità per il Presidente ed i membri di Giunta della Comunità e della misura del rimborso spese ai Consiglieri per la partecipazione alle sedute del consiglio comunitario, della Giunta e delle Commissioni, in base alla legge nazionale n. 93 del 23/3/1981 ed eventuali future modifiche'.
La lettera E) dell'art. 18 è sostituita dalla seguente: 'Al Presidente ed ai membri di Giunta compete un'indennità di carica in base alla legge nazionale n. 93 del 23/3/1981. L 'ammontare di tale indennità viene determinato dal Consiglio, come stabilito all'art. 9 lettera W), del presente Statuto. Il Vicepresidente coadiuva il Presidente e lo sostituisce in caso di assenza'.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame deliberazione Giunta regionale n. 119-15480: "Estensione della riserva del 15% degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, concessa con deliberazione del Consiglio regionale n. 582 2521 in data 27/3/1980 agli appartenenti agli operatori di giustizia"


PRESIDENTE

Esaminiamo ancora la deliberazione della Giunta regionale n. 119-15480 di cui al punto quattordicesimo all'ordine del giorno, che prevede: "Estensione della riserva del 15 degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, concessa con deliberazione del Consiglio regionale n. 582-2521 in data 27/3/1980 agli appartenenti agli operatori di giustizia".
Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la propria deliberazione n. 582-2521 in data 27/3/1980, la quale dispone la riserva ai sensi e per gli effetti del primo comma dell'art. 10 del D.P.R. 30/12/1972, n. 1035, nella misura del 15 degli alloggi di risulta o in corso di costruzione in attuazione dei programmi di intervento di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, finanziati ai sensi delle leggi 8/8/1977, n. 513 e 5/8/1989, n. 457, per la sistemazione abitativa di nuclei familiari di addetti alle forze dell'ordine, intendendosi per tali gli appartenenti al corpo delle guardie di pubblica sicurezza, all'arma dei carabinieri, al corpo delle guardie di finanza e al corpo degli agenti di custodia considerato che tale provvedimento si è reso necessario a causa delle particolari difficoltà che gli addetti alle forze dell'ordine incontrano nel reperimento di idonee sistemazioni abitative, che ne rendono generalmente difficile il trasferimento in sedi di servizio in cui la loro presenza è largamente richiesta a causa delle gravi carenze del mercato immobiliare che rendono arduo, quando non impossibile, il reperimento di alloggi in locazione nel territorio regionale considerato che la citata deliberazione, successivamente integrata dalla deliberazione della Giunta regionale n. 111-720 in data 16/9/1980 attribuisce la competenza all'individuazione dei beneficiari della riserva alloggi di cui sopra al commissario di Governo per la Regione Piemonte vista la necessità urgente di potenziare gli organici degli operatori di giustizia, vistosamente carenti nella Regione Piemonte, anche attraverso agevolazioni che favoriscano l'assegnazione di alloggi di edilizia pubblica residenziale agli operatori stessi preso atto dell'opportunità di estendere la riserva alloggi anche agli operatori di giustizia, al fine di indirizzare tale beneficio verso quei soggetti che più direttamente possono garantire il superamento dell'attuale grave crisi strutturale e funzionale delle strutture preposte all'amministrazione della giustizia, operanti nella Regione Piemonte vista la deliberazione della Giunta regionale n. 119-15480 del 27/4/1982 sentita la competente Commissione consiliare delibera Art. 1 Di estendere la concessione della riserva di alloggi del 15, disposta ai sensi del primo comma dell'art. 10 del D.P.R. 30/12/1972, n. 1035, con deliberazione del Consiglio regionale del Piemonte n. 582-2521 in data 27/3/1980, per la sistemazione abitativa di nuclei familiari di appartenenti agli operatori di giustizia, intendendosi per tali: commessi segretari, cancellieri, ufficiali giudiziari, stenografi, dattilografi coadiutori, autisti.
Art. 2 Ai fini dell'individuazione dei beneficiari della riserva di cui all'articolo precedente, nonché dell'assegnazione dei relativi alloggi, si applicano le disposizioni stabilite dalla deliberazione del Consiglio regionale del Piemonte n. 582-2521 in data 27/3/1980 e della deliberazione della Giunta regionale del Piemonte n. 111-720 in data 16/9/1980.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.


Argomento: Enti di sviluppo e organismi fondiari

Esame deliberazione: "Legge regionale 27/4/1978, n. 20 e successive modificazioni - Proposta di parziali modifiche alla deliberazione n. 464 C.R.2948 in data 18/4/1979 (modificata dalle deliberazioni n. 537-C.R.8773 in data 21/12/1979 e n. 111 -C.R.2909 in data 1/4/1981) relativa all'individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria nonch determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale"


PRESIDENTE

Infine, propongo di iscrivere all'ordine del giorno l'esame della seguente deliberazione: "Legge regionale 27/4/1978, n. 20 e successive modificazioni - Proposta di parziali modifiche alla deliberazione n. 464 C.R.2948 in data 18/4/1979 (modificata dalle deliberazioni n. 537-C.R.87 73 in data 21/12/1979 e n. 111-C.R.2909 in data 1/4/1981) relativa all'individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria nonch determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Pongo quindi in votazione tale deliberazione. Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la propria deliberazione n. 464-C.R.2948 del 18/4/1979 dal titolo: 'Individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria, nonch determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale' (legge regionale 27/4/1978, n. 20, art. 6) viste le proprie deliberazioni mediante le quali sono state apportate modificazioni alla deliberazione n. 464-C.R.2948 in data 18/4/1979: deliberazione n. 53 7-C.R.8773 in data 21/12/1979 dal titolo: 'Legge regionale 27/4/1978, n. 20, art. 6, individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria nonché determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale - parziali modificazione deliberazione n. 111-C.R.2909 in data 1/4/1981 dal titolo: "Legge regionale 27/4/1978, n. 20 (modificata dalla legge regionale 23/1/1979, n.
5 e dalla legge regionale 1/4/1980, n. 17) - Individuazione organizzazioni ed associazioni di categoria nonché determinazione numero rappresentanti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale. Parziale modifica della deliberazione n. 537-C.R.8773' visto che il Comprensorio di Torino ha deliberato ai sensi dell'art. 2 della legge regionale n. 20/1978 di modificare le zone agrarie 0102 e 0104 vista che la citata modificazione, su richiesta del Comune di San Benigno mediante deliberazione di Consiglio comunale n. 85 in data 9/5/1981, comporta il trasferimento del Comune di San Benigno dalla zona agraria n. 0104 alla zona agraria n. 0102 tenuto conto che ai sensi dell'art. 6 della legge regionale 27/4/1978 n. 20, devono essere conseguentemente ritoccate le assegnazioni di posti nelle Commissioni per il piano agricolo zonale ai comuni, alle organizzazioni professionali ed alle altre associazioni facenti parte delle Commissioni stesse visti gli artt. 2 e 6 della legge regionale 27/4/1978, n. 20 vista la deliberazione di Giunta n. 98 del 16/3/1982 delibera le parziali modificazioni, contenute nell'allegato A della presente deliberazione per farne parte integrante, alla deliberazione del Consiglio regionale n. 464-C.R.2948 in data 18/4/1979, modificata dalle deliberazioni del Consiglio regionale n. 537-C.R.8773 in data 21/12/1979 e n. 111 C.R.2909 in data 1/4/1981.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti in aula.
Comunico, infine, che il Consiglio è convocato per i giorni 8 e 10 giugno p.v.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,30)



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