Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.131 del 13/05/82 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione dei Consiglieri Turbiglio, Bastianini e Marchini inerente l'Istituto Professionale alberghiero di Mondovì


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto secondo all'ordine del giorno: "Interrogazioni ed interpellanze", discutiamo per prima l'interrogazione presentata dai Consiglieri Turbiglio, Bastianini e Marchini inerente l'Istituto Professionale alberghiero di Mondovì.
Risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore all'istruzione

La materia dell'interrogazione è stata affrontata in un incontro presso il Comprensorio di Mondovì: è ovvio che, nel ribadire alcuni punti in Consiglio regionale, io ripeta delle considerazioni già in parte svolte in quella sede. A volte i rapporti esterni al Consiglio procedono più rapidamente di quanto non proceda l'iter del rapporto tra gli organi della Regione.
La Regione Piemonte, come è noto, non ha competenze in materia di edilizia scolastica per gli Istituti professionali di Stato.
La stessa legge 412 - questo è stato detto anche in occasione dell'interrogazione del Consigliere Salvetti per Caluso - copre gli elementi di scuola dell'obbligo, quindi, determina il mantenimento all'interno delle competenze dello Stato degli Istituti professionali di Stato.
Particolare importanza assume questa constatazione nel momento in cui a livello nazionale si sta procedendo verso l'approvazione finale della legge di riforma della scuola media superiore che, rispetto alla legge 845 di riforma della formazione professionale, prevede tempi più lenti o comunque, differenziati da istituto a istituto per il passaggio alle Regioni di restanti competenze in materia di formazione professionale quindi, degli Istituti professionali di Stato.
La cautela non è, quindi, determinata soltanto da una situazione attuale, ma da una prospettiva alla quale i Presidenti delle Giunte regionali e gli Assessori competenti hanno obiettato e ravvisato delle difficoltà, ma che non pare modificarsi nel suo corso legislativo.
Ho parlato di attenzione e di difficoltà e non di chiusura nell'affrontare la questione particolare che il Consigliere Turbiglio pone.
Come principio la Regione tende ad operare non soltanto attraverso iniziative o strutture proprie, ma anche attraverso attività di integrazione, di coordinamento e di raccordo con quanto già è espressione della comunità. Così come per altri aspetti si lavora normalmente a stretto contatto con organi ed amministrazioni dello Stato e non per questo si manifestano rigide spaccature di competenza, ma si concorre verso il risultato.
Per altro, così come è stato per Caluso e come potrà essere per altri casi, collocati nella stessa ottica, le disponibilità di manovra dei capitoli attuali della formazione professionale regionale sono sostanzialmente nulli per gli aspetti edilizi ed assai precari per l'erogazione di contributi in conto attività. Questo aspetto dovrà essere guidato nel tempo e visto nel contesto delle risorse regionali.
Vorrei aggiungere un'ultima doverosa considerazione. La Regione, sulla base di impegni assunti nella passata legislatura di potenziamento di corsi nel settore turistico - alberghiero, ha avviato la costituzione a Barolo di una scuola regionale di formazione professionale. E' ovvio che la dicotomia tra Stato e Regione nell'esercitare le competenze in materia di formazione professionale determina che le due programmazioni non siano calibrate nei tempi e nelle procedure. In ogni caso, l'impegno per Barolo non viene considerato alternativo ad altre operazioni ed è collocato, per una scelta del Comprensorio, il quale dopo aver valutato altre opzioni che venivano avanzate ha deciso di avviare la costituzione di quel centro.
L'impegno della Regione era che, qualora il Comitato comprensoriale interessato fosse in grado di sciogliere in un senso o nell'altro le riserve di localizzazione, la Regione sarebbe intervenuta. E' intervenuta dimostrando l'interesse per gli interventi in materia alberghiera e turistica: e l'Assessore Moretti ne aveva illustrato le procedure per la quantificazione dei fabbisogni e le disponibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

L'Istituto professionale alberghiero di Mondovì è visto con molto interesse in quanto raggruppa un grosso numero di studenti.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, soprattutto per l'apertura dichiarata sulla quale conterò.
Spero di fissare al più presto una riunione in modo da dare l'aiuto richiesto dall'Istituto di Mondovì.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente l'istituzione di corsi per estetisti


PRESIDENTE

L'Assessore Ferrero risponde nuovamente all'interrogazione presentata dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente l'istituzione di corsi per estetisti.



FERRERO Giovanni, Assessore all'istruzione

C'é già stata in Consiglio regionale una risposta della Giunta ad un'interrogazione riguardante la stessa materia.
Sono in grado di riprendere una serie di considerazioni diversamente riorganizzare che vertono attorno allo stesso tema ed hanno le stesse conclusioni.
Voglio, prima di farlo, dire che se si ravvisa da parte di più Consiglieri l'esigenza di chiarire e valutare più a fondo quest'area di attività, che peraltro vede molte sollecitazioni nei confronti dell'Assessorato, forse, al di là dell'interrogazione, la sede della Commissione può essere quella più idonea per definire eventuali posizioni della Regione che non siano solo l'illustrazione di quanto esiste.
In questi ultimi anni è stata riscontrata una crescita a dismisura di operatori nel settore dell'estetica che, purtroppo, hanno avviato autonome attività senza il riconoscimento della qualificazione professionale prevista dalla legge.
L'esercizio in forma autonoma dell'attività di estetista è subordinata infatti al riconoscimento della qualificazione professionale ai sensi della legge 1142 del 23/12/1970 concernente discipline dell'attività di barbiere parrucchiere e mestieri affini. Spetta poi alla C.P.A. competente per territorio l'accertamento della qualifica professionale dei richiedenti come previsto dal nostro ordinamento per accedere all'esercizio della professione di estetista in regola con tutte le prescrizioni di legge.
In una tale crescente situazione di abusivismo, che coinvolge circa 300 persone, si è resa necessaria un'iniziativa volta a superare questo problema.
A tale scopo dopo un lavoro preparatorio condotto congiuntamente alle organizzazioni artigiane di categorie e ad alcuni esperti del settore questo lavoro è confluito nella proposta della Giunta regionale dell'istituzione di corsi straordinari per il riconoscimento della qualificazione professionale per operatori estetisti.
In realtà gli attestati rilasciati precedentemente dalla Regione Piemonte non potevano essere considerati idonei, in quanto, proprio in base alla legge 1142/70, l'esercizio autonomo dell'attività è subordinato al possesso della qualificazione professionale che deriva dall'esperienza pratica per un periodo non inferiore a due anni.
Con circolare prot. n. 9692 del 29/7/1981 si invitavano le C.P.A. ad accertare i requisiti di idoneità per la verifica dell'attività svolta nell'ultimo biennio, tenendo conto della seguente documentazione: a) dichiarazione rilasciata dal Sindaco b) denuncia fiscale, da cui risulti l'esercizio dell'attività richiesto c) fatture (o bolle di consegna) che ricoprano il periodo di attività dichiarato d) contratto di locazione o permesso dell'Amministratore (in caso di esercizio di locali di proprietà) e) contratto telefonico (da cui risulti l'esercizio dell'attività).
In mancanza o carenza di questi elementi probatori, la C.P.A. come organo competente al riconoscimento, può svolgere un'indagine diretta attraverso accertamenti induttivi (informazioni, testimonianze, ecc.).
Per quanto riguarda gli estremi delle autorizzazioni degli istituti convenzionati si rende noto che: 1) I 'Istituto Iuventute di Torino è in possesso della presa d'atto regionale per corsi di estetica - delibera G.R. n. 177-29908 del 20/5/1980 inoltre iscrizione alla Camera di Commercio n. 44951/A 2) l'istituto De Alexandris di Torino è in possesso dell'iscrizione alla Camera di Commercio - registro Ditte n. 403583 dell'8/4/1968 e all'albo delle imprese artigiane n. 83726 del 3/3/1970 3) l'Istituto l'Iriope di Biella è in possesso dell'iscrizione alla Camera di Commercio n. 3 9 7 4 2 del 4/9/1945 e della presa d'atto regionale n. 154-29338 del 29/4/1980.
Gli iscritti ai corsi sono così suddivisi: Torino: quattro corsi per 38 persone e un corso per 35 persone Biella: un corso per 38 persone.
La valutazione della Giunta sulle concrete possibilità occupazionali prende atto dalla constatazione che gli operatori di questo settore esercitano abusivamente un'attività che si rivolge ad un'utenza già consolidata; per cui si può affermare che le possibilità occupazionali sono preesistenti.
Il riconoscimento della qualificazione professionale e quindi il legale esercizio dell'attività costituisce un elemento per incrementare lo sviluppo del settore (imprenditorialità artigiana).
Attualmente si è a conoscenza che su 114 iscritti ai primi tre corsi 17 persone avevano in passato frequentato, corsi presso gli istituti convenzionati. Il dato definitivo si potrà avere solo al termine di tutti i corsi stabiliti.
In ultima analisi occorre sottolineare che l'istituzione di tali corsi risponde all'esigenza di fornire agli iscritti uno dei requisiti richiesti dalla legge, cioè il riconoscimento della qualificazione professionale: gli altri requisiti sono di competenza degli organi abilitati.
Infine, per quanto riguarda il rispetto delle norme sanitarie, restano salve le prerogative degli organi a ciò competenti in base alla legge 1142/70 in relazione ai requisiti igienici dei locali, attrezzature suppellettili destinate allo svolgimento di tale attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non ho nessuna difficoltà ad apprezzare la risposta fornita dall'Assessore Ferrero.
Sembra curioso questo meccanismo che tende a non riconoscere validità a corsi realizzati nell'ambito istituzionale della Regione Piemonte attraverso lo strumento dell'autorizzazione o della presa d'atto degli istituti a ciò preposti e poi, guarda caso, è sufficiente la testimonianza di alcuni "vicini di casa", i quali affermano che una delle seimila persone di cui stiamo parlando ha esercitato in passato l'attività di estetista.
Questa vicenda è abbastanza curiosa.
Quindi, mi dichiaro non soddisfatto della risposta perché ritengo che attraverso questo processo si mettano sul mercato delle attività professionali persone sulla cui qualifica professionale la Regione non è in grado di fare alcun accertamento.
Certamente questa professionalità non verrà acquisita nei tempi e nei modi con cui questi corsi sono realizzati e ciò non per colpa dell'Assessorato.
La nostra preoccupazione di fondo è che questo meccanismo di "non occupati" e di "non qualificati" sia partito da lontano, abbia prodotto questa situazione e che sia ancora affidato alle stesse strutture che lo hanno creato.
Chiedo all'Assessorato di vigilare affinché la Regione non cada nella curiosissima situazione in cui proprio gli istituti che non erano in grado di qualificare sostanzialmente queste professioniste, siano poi quelli che attraverso questi corsi danno l'imprimatur alle loro attività.
Devo anche dire molto brutalmente che questo non è un problema di donne; ho qualche preoccupazione a pensare che la Regione Piemonte sia invasa da 6.000 estetiste.
Non vorrei che questi corsi regionali finissero per essere solo l'impedimento all'emissione di alcuni provvedimenti di Polizia Amministrativa, notoriamente chiamati "fogli di via".
L'interrogazione non è soltanto la conseguenza della presa d'atto dell'improvviso abbandono dei viali nelle ore serali da parte di frequentatori abituali, ma è la conseguenza dell'estrema preoccupazione del settore professionale, preoccupato che l'entrata sul mercato dell'attività professionale di 6.000 professioniste copra delle situazioni non troppo cristalline ed apra la possibilità di attività che richiedano l'uso di macchine con dotazione elettrica. I colleghi avvocati qui presenti ricorderanno la fine che ebbe a fare una nostra segretaria messa nelle mani di una di queste professioniste: le applicazioni elettriche la mandarono all'altro mondo.
E' una questione che sul piano formale è ineccepibile, però nella sostanza questi corsi abilitano persone che non hanno sicuramente acquisito la professionalità, né possono acquisirla attraverso i nostri corsi, perch le ore sono quelle che sono, né possono acquisire la professionalità pregressa attraverso la testimonianza di alcune amiche che diranno alla Commissione che quelle persone esercitano la professione da almeno cinque anni.
Pur apprezzando la risposta dell'Assessore esprimo la preoccupazione del nostro Gruppo in questa delicata situazione.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione dei Consiglieri Borando e Beltrami inerente il consorzio irriguo della Roggia Molinara di Oleggio


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione presentata dai Consiglieri Borando e Beltrami inerente il consorzio irriguo della Roggia Molinara di Oleggio.
Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'interrogazione riguarda due ordini di problemi.
Al primo ha già risposto l'Assessore Testa per iscritto illustrando la situazione e garantendo l'effettuazione del pagamento con la seconda nota di variazione.
Al secondo punto dell'interrogazione, oltre alla materiale erogazione della quota per l'anno precedente, chiede quali garanzie ci sono perché il concorso sulle spese di sollevamento prosegua nell'82 e negli anni a venire.
I fondi previsti per questo tipo di intervento, che è di natura assistenziale, sono stati ridotti. Liquidato il contributo a favore del Consorzio Mazzé, rimangono 115 milioni per tutti i casi di spesa di sollevamento. Pertanto il contributo proseguirà, ma sarà notevolmente ridotto rispetto agli anni precedenti.
Colgo l'occasione per dire che mentre è giusto ampliare, fare nuovi invasi, ristrutturare le strutture di adduzione ai canali con il concorso pubblico, è sempre meno giusto intervenire anche per finanziare l'utilizzazione delle acque. Altro che assistenzialismo! Si può capire che in passato siano stati compiuti degli errori nell'impostazione di certe opere, ma ora non si può più accettare che vengano impostate opere di questo tipo, quindi occorre andare verso ristrutturazioni che diano la possibilità di irrigare, di ampliare le strutture di irrigazione e non pagare chi comunque è già stato fornito delle strutture essenziali per utilizzare le acque a scopo di irrigazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Per quanto riguarda la risposta al primo punto non posso far altro che prenderne atto. Ho sentito che ci ritroviamo a dover sorreggere a livello assistenziale il Consorzio Mazzè e non possiamo assistere sotto lo stesso titolo altri consorzi ed altri gruppi che svolgono ruoli ugualmente nobili.
L'assistenzialismo si distribuisce in fasi e con proposte diverse, il che mi pone nella condizione di non poter accettare la seconda ipotesi di lavoro. Volendo dare delle "non risposte" non ci si può rifugiare nello spazio del non assistenzialismo. Molti interventi che vengono fatti per far furoreggiare la facciata esterna della Regione sono ugualmente di natura assistenziale.
Dando la stura alle interpretazioni è possibile dire tutto e il contrario di tutto: voi aiutate il Consorzio Mazzé e date una mazzata ad un gruppo di agricoltori che finiscono rovinati da questa Regione.
Mi auguro che nelle pieghe del bilancio possa essere data, per motivi che avremo la possibilità di approfondire, sotto il profilo tecnico, non dico un privilegio, ma una maggiore attenzione a questa istanza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente le iniziative a sostegno dei sofferenti di talassemia


PRESIDENTE

Esaminiamo infine l'interrogazione presentata dai Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente le iniziative a sostegno dei sofferenti di talassemia.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella Regione Piemonte l'assistenza ai 400 talassemici viene assicurata, in modo complesso ed esauriente come riconosciuto dall'Associazione stessa, a livello comprensoriale dalle varie Divisioni di Medicina e Pediatria con l'apporto dei Centri Trasfusionali per la parte di loro competenza.
In particolare, nel Comprensorio di Torino ove sono in cura circa 300 assistiti, oltre alle Divisioni mediche presso gli Ospedali Martini Nuovo e Mauriziano, vi sono grossi Centri presso gli Ospedali Molinette e Regina Margherita che svolgono anche la funzione di riferimento in seconda istanza per tutta la Regione.
Al San Giovanni i talassemici vengono assistiti presso la Divisione di Medicina diretta dal prof. Paolino e la II Clinica Medica diretta dal prof.
Ceresa, nel reparto del prof. Mazza.
Queste strutture si avvalgono, per la parte trasfusionale, della Banca del Sangue.
I talassemici in età pediatrica trovano assistenza presso la II Clinica Pediatrica diretta dal prof. Nicola, con l'apporto, per la parte trasfusionale, dell'omonimo Servizio della prof.ssa Lange e del Centro AVIS.
Circa il completamento della terapia in regime extra-ospedaliero, i maggiori Centri, su indicazione della Regione, da tempo mettono gratuitamente a disposizione degli assistiti gli speciali infusori apparecchietti dal costo di circa 300.000 lire l'uno, affinché ognuno possa, al proprio domicilio, praticarsi l'autoinfusione di Besferal farmaco ritirabile (gratuitamente) dietro ricetta medica in qualsiasi farmacia che serve ad abbassare il tasso di ferro presente nel sangue.
E' cura dell'Assessorato vigilare e provvedere affinché tutti i Centri della Regione affidino ai propri talassemici in cura questi speciali infusori.
Attualmente, a carico degli assistiti vi è quindi solamente il materiale d'uso (aghi, cotone, acqua distillata) per il quale il D.M.
8/2/1982, convertito in legge con provvedimento 25/3/1982 n. 98, vieta l'assegnazione gratuita o forma di rimborso.
Per la prevenzione della talassemia, vero nucleo del problema, nella Regione Piemonte sono già state assunte in passato diverse iniziative e ne sono allo studio altre di maggiore efficacia, d'intesa con l'Associazione interessata.
Per la città di Torino si era provveduto per anni consecutivi ad uno screening di massa sui bambini delle elementari per la ricerca del tratto beta-talassemico.
I risultati sono allo studio presso l'apposita Commissione a suo tempo istituita fra Comune di Torino, Università, San Giovanni, Regina Margherita e sarà valutata l'opportunità di continuare questa indagine di massa nei prossimi anni.
In via sperimentale, l'U.S.L. 26 di Venaria, d'intesa con la Regione e l'Associazione, ha attivato un programma finalizzato alla definizione di un modello di gestione dei dati ricavabili dal complesso degli esami emocromacitometrici eseguiti dal Laboratorio con lo scopo di individuare gli eventuali portatori del tratto beta-talassemico nell'ambito della comunità omogenea dell'U.S.L.
Tenuto conto che il Laboratorio sopra citato esegue di fatto tutti gli esami richiesti dalla popolazione di propria competenza e che normalmente ogni cittadino, con una certa frequenza, si sottopone ad esami del sangue questo programma, con minimo costo aggiuntivo, si propone di essere un efficace screening di massa estendibile a tutte le U.S.L.
Si è comunque perfettamente consci che una corretta educazione sanitaria è l'elemento fondamentale per la prevenzione.
E' quindi intendimento della Regione, con il maggiore coinvolgimento possibile della scuola, delle Associazioni e degli operatori interessati a qualsivoglia livello, dare concreta applicazione a quanto appositamente prescritto dalle legge di piano 7/82 all'allegato n. 4.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la risposta dell'Assessore è esauriente, come al solito, per quanto attiene all'approfondimento della tematica, però non è tale da fugare le nostre perplessità che abbiamo esposto in aula sul fatto che questa categoria di cittadini così esposti a questo tipo di rischio non può essere curata nella completezza delle opzioni che la tecnica e la scienza moderna mettono a loro disposizione.
In particolare, la risposta non è soddisfacente in quanto non garantisce sufficientemente l'opera di prevenzione di carattere culturale che dovrebbe tendere a prevenire molto a monte, cioè prima del matrimonio.
Esprimiamo l'apprezzamento per l'attenzione data alla nostra interrogazione. Manteniamo però alcune perplessità quanto meno sulla convinzione che hanno la collettività ed i soggetti interessati sulla tempestività degli interventi regionali e soprattutto sull'efficacia dell'opera preventiva.


Argomento:

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente le iniziative a sostegno dei sofferenti di talassemia

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

In merito al punto terzo all'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che hanno chiesto congedo i Consiglieri Acotto, Carazzoni, Chiabrando, Fassio Ottaviano, Genovese Penasso e Testa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 206 - "Partecipazione della Regione Piemonte agli oneri conseguenti all'attivazione di linee aeree internazionali con scalo a Torino Caselle" presentato dalla Giunta regionale in data 28 aprile 1982 N. 207 - "Provvedimenti a favore dell'Associazionismo in difesa del consumatore e dell'ambiente ed istituzione della relativa Commissione" presentato dalla Giunta regionale in data 28 aprile 1982 N. 208- "Sub-delega alle Province dell'esercizio delle funzioni amministrative relative all'attività dei Comitato provinciali dei prezzi" presentato dalla Giunta regionale in data 28 aprile 1982 N. 209 - "Delega alle Province delle funzioni amministrative relative al rilascio delle autorizzazioni per la circolazione su strade provinciali e comunali di trasporti con mezzi d'opera e di veicoli eccezionali" presentato dalla Giunta regionale in data 6 maggio 1982 N. 210 - "Individuazione dell'Organo regionale competente a porre in essere provvedimenti concernenti le procedure concorsuali per la copertura dei posti vacanti nei ruoli delle U.S.L.", presentato dalla Giunta regionale in data 6 maggio 1982.


Argomento:

c) Apposizione visto per decorrenza dei termini


PRESIDENTE

Comunico che è stato apposto il visto per decorrenza dei termini alla legge regionale del 7 aprile 1982: "Inquadramento nel ruolo regionale del personale proveniente dallo Stato, dagli Enti ospedalieri e dagli Enti disciolti di cui al D.P.R. 24/7/1977, n. 616, e alle leggi 171811974, n.
386, 291611977, n. 349, 2311211978, n. 833".


Argomento:

d) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Comunico, infine, che le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 27 e 30 aprile, 4 maggio 1982 - in attuazione dell'art. 7 primo comma, della legge regionale 6/11/1978, n. 65 - sono a disposizione presso l'Ufficio Aula.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale sulla verifica attualmente in corso tra i partiti della maggioranza


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale Enrietti per una breve comunicazione.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, come ho fatto nella passata seduta del Consiglio, pure oggi non posso esimermi dal fare una breve dichiarazione sulla verifica in corso.
E' ovvio che questa mia ricalca le stesse valutazioni politiche della precedente ed a quella mi richiamo.
I partiti non hanno concluso la verifica. Registro però da parte di tutte le forze politiche la richiesta di giungere a tempi brevissimi alla conclusione.
La Giunta regionale si associa pienamente ed auspica che la questione venga presto affrontata in questa sede, in modo da permetterne il più ampio dibattito.
Il mio partito ha posto, con il documento a vostre mani, problemi seri e grandi questioni, rifiutando ed escludendo che ci possano essere questioni di uomini. Ciò tranquillizza l'atmosfera e consente il confronto serio, ragionato e costruttivo con tutte le forze politiche.
Intanto la Giunta regionale continua con grande impegno il proprio lavoro nell'interesse della comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Le dichiarazioni rese testè dal Presidente della Giunta ed il comunicato della Segreteria regionale del Gruppo consiliare PSI in merito alla verifica tra le forze politiche della maggioranza, in corso da alcune settimane, impongono, per un dovere di correttezza e lealtà nei confronti degli alleati di governo, delle forze politiche e di quelle sociali che sollecitano un costante confronto sui problemi con la Regione, una puntualizzazione del Gruppo comunista.
Nel momento in cui si sta definendo il secondo piano di sviluppo regionale - al quale abbiamo, sin dal nostro congresso regionale, dato un contributo di idee e indicazione di obiettivi con la bozza di programma economico che abbiamo elaborato e con la proposta avanzata in quest'aula dal nostro Segretario regionale Guasso inerente contratto per lo sviluppo di una proposta da offrire a tutte le forze sociali interessate per portare la nostra Regione fuori dalla crisi che la travaglia - ci pare non solo corretto, ma necessario un confronto tra i partiti della maggioranza e tra le forze politiche. Infatti, il ruolo di governo della Regione, le questioni strutturali inerenti il funzionamento delle istituzioni (abbiamo promosso un interessante convegno la scorsa settimana sul merito di questi problemi), il modo con cui si formano e si attuano le decisioni sono temi ritenuti da noi decisivi.
Tanto più che l'istituto regionale attraversa in questo momento una crisi profonda a causa sia dell'offensiva neo-centralista, sia dei tentativi di marginalizzare il ruolo di governo delle istituzioni in generale. Non vogliamo certo esprimere un giudizio catastrofico sulla crisi, ma rivendichiamo, quale merito nostro, la sottolineatura costante dei mutamenti profondi che si stanno producendo in Piemonte, sia sul piano dell'economia che su quello del potere; mutamenti che, se non sono governati, se lasciati alla spontaneità, potrebbero rivelarsi non spinte allo sviluppo, bensì causa di nuove strozzature, di ridimensionamento dello sviluppo, della qualità della vita, delle conquiste ottenute in questi anni e potrebbero alimentare una crisi sociale profonda. Ci definiamo dunque non come protagonisti di nuove tentazioni dirigiste, ma come sostenitori di una programmazione possibile per progetti, che ridefinisca ad un livello più alto i rapporti tra pubblico e privato, al di fuori, da un lato, di ogni dirigismo vecchio e nuove e, dall'altro, di ogni suggestione di "sviluppo facile", di semplificazioni impossibili dei problemi.
Il confronto condotto con il PSI e il PSDI in queste settimane a partire dal 17 marzo scorso, a nostro giudizio, ha consentito di approfondire in questa linea una serie di punti programmatici e di convenire sulla necessità di rilanciare l'attività della Giunta e dell'istituzione regionale; ne è peraltro testimonianza il lavoro che abbiamo fatto in queste settimane, che ha prodotto dei documenti, delle intese e delle convergenze, non su tutti i punti oggetto della verifica, ma su tanti e tutti, voglio sottolinearlo, impregnati di questa comune convinzione di affrontare con nuovo slancio, ed anche con qualche nuova idea, quest'ultimo scorcio di legislatura.
Abbiamo considerato, proprio sulla base della serietà del lavoro compiuto, che questa riflessione tra le forze politiche dovesse essere non un dibattito fuori dalle istituzioni, ma una discussione tra i partiti come condizione per portare al più presto i risultati di questo confronto al vaglio del Consiglio regionale e per questo stesso fatto che essa si caratterizzasse come messaggio concreto alla comunità regionale che ci ha dato il mandato di governare il Piemonte e anche alle forze di opposizione di controllare e di esigere che questo mandato venga correttamente espletato.
Certo, intendendo così il senso del confronto, noi non ci siamo mai nascosti, né ci nascondiamo le differenze strategiche che caratterizzano in questa fase i partiti che hanno responsabilità di governo di condurre l'azione di Giunta. E ci sia permesso di sottolineare come il confronto tra le forze di sinistra in questa Regione, a differenza di molte altre realtà e quindi il valore stesso di questa maggioranza, sta proprio nel fatto che partendo il confronto stesso dai contenuti, esso è teso ad allargare l'area della comprensione tra le forze del rinnovamento e del progresso per favorire un reale cambiamento e per unire le forze progressive della nostra Regione. Questo è il nostro sforzo, convinti come siamo che la classe operaia (i lavoratori, i tecnici, gli impiegati) non possa contribuire ad affermare una diversa scala di valori e di compatibilità, nuovi modi di vita e nuovi orizzonti di sviluppo senza promuovere un sistema vasto di alleanze.
Proprio per questo, e per il lavoro svolto in questi due anni, abbiamo respinto sin dall'inizio le interpretazioni secondo le quali i partiti di maggioranza fossero in guerra tra loro, pronti l'uno a spiare le mosse dell'altro per trovarne il punto debole e colpire. Questo è semmai lo scenario nazionale, uno scenario non certo edificante che oggi caratterizza la politica del pentapartito.
Dal confronto sinora svolto è emersa invece l'esigenza, questa sì davvero sentita, che lo sforzo straordinario delle istituzioni, insieme alle categorie sociali per aprire nuovi orizzonti allo sviluppo, comporti una necessaria intesa di legislatura ed una piena lealtà politica tra le forze che sostengono questa maggioranza.
In questa esigenza non vi è affatto un limite per l'autonomia di ogni singola forza politica, ma semmai la consapevolezza ferma che nessun problema interno a singoli partiti debba ripercuotersi negativamente sulla maggioranza stessa e prima di tutto sulle istituzioni.
Facendo queste affermazioni non intendiamo affatto mancare di rispetto e sottolineare difficoltà interne al PSI che in qualche modo hanno rallentato la conclusione della trattativa, anche perché pare che non vi siano più problemi nella fase attuale, ma ribadire un principio che vale per ogni forza politica.
Ci chiediamo infine: il comunicato della Segreteria regionale del PSI va oltre questa impostazione? Propone, riprendendo daccapo il tema dei contenuti, una rottura delle attuali alleanze e dell'impostazione di fondo dei programmi già a suo tempo concordati? Si ricerca una strada diversa, di ribaltamento dell'attuale maggioranza o di un condizionamento pesante alla sua autonomia? Noi non crediamo, né ovviamente auspichiamo che sia così e comunque se così fosse le sinistre disperderebbero l'autorità conquistata in questi anni, a cominciare dal 1975, vanificando risultati che comunque hanno rappresentato una novità positiva nel panorama semifallimentare dell'Amministrazione pubblica del nostro Paese e che hanno avuto anche l'approvazione degli elettori.
Per questo siamo disponibili al confronto e a proseguire questa verifica, ma ripetiamo che essa deve essere celere, costruttiva e senza equivoci. Proprio perché ha da essere celere, i tempi devono essere brevissimi, come diceva il Presidente della Giunta e con molta chiarezza diciamo che non possono essere ammesse paralisi, né sovranità limitate all'attività della Giunta e del Consiglio.
La legittimità di questa Giunta è tratta dal Consiglio stesso, dai programmi qui approvati e dal lavoro fatto in questi due anni e, come tale deve proseguire nella sua attività. Certo, però, ci rendiamo conto che questo è in diretto rapporto alla necessità, all'urgenza che la conclusione di questa verifica sia rapida, costruttiva e senza equivoci. D'altra parte gli stessi temi importanti che sono stati posti nel comunicato del PSI all'attenzione dell'opinione pubblica sono quelli che hanno ispirato il lavoro comune di questi due anni e credo anche il lavoro compiuto in questo primo e non infecondo periodo della verifica e le questioni di fondo del nuovo rapporto con il privato e con l'economia per liberarci di vincolismi che possono essere ancora presenti nella nostra legislazione sono temi che ci trovano largamente d'accordo. La mia dichiarazione sul bilancio partiva proprio dalla necessità di cementarsi come maggioranza anche con le altre forze politiche su ciò che di nuovo era necessario introdurre nell'amministrazione e nel governo per rispondere alla crisi, sebbene questi elementi vadano depurati dalle suggestioni che fanno apparire le vecchie operazioni non risolventi la crisi, non coadiuvanti ai problemi della gente e che sono le vecchie e stantie soluzioni di tempi passati.
Dobbiamo cimentarci sul nuovo ed è una ricerca comune, un elemento fecondo ed anche la ragione stessa con cui già nel 1980 intuimmo la peculiarità, la straordinarietà in qualche misura di questa maggioranza in cui abbiamo creduto e continuiamo a credere come elemento forte per la risposta alla crisi.
Concludo ricordando ancora gli elementi di celerità e di costruttività di questa verifica, perché se così non fosse si accrediterebbe, nella comunità regionale organizzata, un'immagine della politica contraria ai problemi della gente; prenderebbe corpo l'ipotesi che i partiti si mettano d'accordo contro i problemi della gente. I problemi grandi e minuti dei piemontesi sono gravi e complessi; abbiamo tutti il dovere e la responsabilità di tenerne conto ogni momento.
Questa è la nostra morale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, le comunicazioni del Presidente della Giunta regionale soddisfano ad un'esigenza formale che era peraltro doverosa, perché non si potevano continuare i lavori del Consiglio senza una riflessione su questo argomento, tant'é vero che se queste dichiarazioni non ci fossero state le avremmo provocate - ma non soddisfano ad un'esigenza sostanziale che è invece quella di affrontare con il dovuto realismo le situazioni che emergono e delle quali ogni forza politica rende conto all'elettorato.
Dirci oggi che la verifica è in corso, auspicare che si concluda presto ed affermare che, a verifica conclusa, se ne discuterà in Consiglio, dirci queste cose con un tono necessariamente distaccato, quasi ci si comunicasse la notizia della visita di un illustre personaggio con il quale si sono scambiate frasi di cortesia e convenevoli, ignorare che attraverso la stampa l'opinione pubblica è già stata informata di quanto realmente ruota attorno alla cosiddetta verifica, vuol dire non rispondere all'esigenza di verità che sostanzia la democrazia.
Il collega Bontempi ha cercato di entrare nella situazione attuale; sia consentita anche a me qualche considerazione più precisa.
Dobbiamo anche parlare di uomini e ci spiace, ma in questo caso gli uomini si integrano con i fatti e con le linee politiche.
D'altra parte nessuno potrà ricorrere in questa situazione alla facile affermazione che vi è strumentalizzazione da parte degli avversari.
Bontempi ha parlato di rissa, ma credo che le forze politiche di opposizione non abbiano affatto alimentato delle risse. Però dobbiamo registrare i fatti e se non facessimo questa registrazione, verremmo meno a quell'esigenza di verità che poco fa abbiamo contestato al Presidente della Giunta Enrietti e alla Giunta stessa.
Per la seconda volta in pochi giorni, dopo l'intervento sul bilancio preventivo per il 1982, devo ricorrere al detto latino: "Dalle tue parole ti giudico". E valgano i fatti. Il giorno 17 marzo u.s. avvenne un fatto nuovo ed importante in questa Regione: la conferenza stampa con cui le opposizioni unite: Democrazia Cristiana, Partito Liberale e Partito Repubblicano presentano un documento congiunto che è un grido di allarme sulla vita complessiva di questa Regione.
La conferenza stampa che ha una vasta eco nella comunità regionale si tiene nelle ore mattutine.
Nel pomeriggio dello stesso giorno - e i due fatti non sono certamente scollegati tra di loro - la Segreteria regionale del Partito Socialista chiede la verifica in Regione.
Da allora, ufficialmente silenzio nelle sedi istituzionali proprie. Le indiscrezioni invece circolano e parlano di difficoltà fra i partiti di maggioranza.
Si giunge alle sedute del 29 e 30 aprile quando, al limite massimo ultimo giorno, ultima ora, si deve approvare il bilancio preventivo per il 1982.
Le opposizioni sanno che è anomalo discutere un bilancio, che è la vita di un anno della Regione, con una Giunta in verifica, con notizie di contrasti sempre più emergenti, ma sono opposizioni di un certo tipo, sono forze di governo dall'opposizione e nella loro responsabilità consentono senza particolare asprezza che si compia questo atto fondamentale per la vita della Regione, attraverso un solo giorno di discussione e pochi minuti di votazione.
Il Presidente della Giunta Enrietti avverte la gravità della situazione e cerca di anticipare i rilievi che verranno nella discussione con una comunicazione, quasi una "excusatio non petita" con cui richiede, a 40 giorni dall'apertura della verifica, "e al fine di non lasciare spazi ad equivoci ed incomprensioni, di svolgere entro 10 giorni un dibattito in Consiglio regionale, riconfermando inoltre la piena volontà della Giunta regionale e della maggioranza di proseguire nel proprio lavoro dandogli un respiro di legislatura".
Nella riunione dei Presidenti dei Gruppi consiliari del 4 maggio, il Presidente Enrietti chiede formalmente l'iscrizione del punto verifica all'ordine del giorno del Consiglio di oggi in ciò fortemente contrastato da chi parla con argomentazioni, penso, precise.
L'opinione della Democrazia Cristiana è che si debba parlare di verifica nella sede istituzionale, ma che se ne debba parlare conoscendo il prodotto della verifica, se c'é cioè il programma della maggioranza riveduto e corretto.
Il resto è noto a tutto il Piemonte ed è quanto scrivono "Stampa" "Stampa Sera" ed "Unità" dal 6 maggio ad oggi.
Ed oggi della situazione in qualche modo si discute, anche se al primo stormir di fronda, con argomentazione che non ci ha convinti, l'argomento non è più stato messo all'ordine del giorno.
A questo punto alcune domande sono politicamente inevitabili. Si capisce chiaramente perché non ci soddisfano le asettiche affermazioni del Presidente della Giunta.
Se è vero quello che ha affermato venerdì 7 maggio il Segretario regionale del PSI: "Il nostro disegno di riorganizzare un nuovo organigramma di Giunta ha già l'accordo di 213 del Direttivo; lunedì sera speriamo di raggiungere l'unanimità". E l'organigramma nuovo è emerso, è stato pubblicato su tutti i giornali con la sostituzione di un Presidente e l'ingresso di Consiglieri in Giunta, noi allora abbiamo il diritto di chiedere, con rispetto per le persone, quale autorità politica abbiano ancora questo Presidente e la Giunta che presiede.
Se è vero quello che afferma, sempre venerdì 7 maggio, il Segretario regionale del PSI (e questa volta lo afferma l'Unità quotidiano del partito alleato in Giunta): "Per queste ragioni appare evidente la necessità di far coincidere alle profonde modificazioni amministrative una ristrutturazione della Giunta che sia segnale inequivocabile del cambiamento e garanzia dell'attuazione precisa degli impegni", noi abbiamo diritto e dovere di chiedere che cosa sta dietro questa preoccupante affermazione.
Abbiamo il diritto di sapere se le cose che non andavano erano proprio quelle che noi più volte abbiamo denunciato, se le cose che non vanno si vogliono veramente cambiare o se ricambi e spostamenti di uomini vogliono solo essere un paravento, un velo, per la perpetuazione di quello stato di cose, determinato in questi tempi dalla maggioranza, è ampiamente denunciato nel documento delle opposizioni.
E' chiaro, è fuori luogo, ma è bene ribadirlo che a noi interessano i programmi, l'efficienza, la funzionalità della Regione e non gli uomini che sempre rispettiamo.
Gli uomini che devono rappresentare una linea ed attuare un programma li indica, li sorregge o li cambia il partito cui appartengono.
Ma il giudizio del Segretario regionale del PSI riguarda la linea, il programma e non riguarda solo il suo partito. E' bene prenderne atto.
Giudica un'azione di governo che necessita di inequivocabile cambiamento e in questo governo che deve cambiare ci sono anche il PCI e il PSDI.
La situazione non è così facile, normale, se il Partito Comunista ritiene di affidare alla stampa, l'11 maggio, un suo comunicato per informare di aver chiesto ufficialmente al PSI di concludere la trattativa in modo che la maggioranza possa affrontare al più presto il dibattito con le altre forze politiche nella sede propria del Consiglio regionale.
Questa è la situazione difficile che a tratti emerge dal sommerso dalle vellutate stanze. Dalle situazioni difficili non se ne viene fuori con reticenze politiche o fingendo di non vedere e di non sentire.
Se ne viene fuori con rispetto della verità e con coraggiose iniziative tanto più necessarie in quanto è in gioco il futuro della nostra Regione.
E ieri con un comunicato il PSI ha praticamente detto che, allo stato attuale, cioè a verifica aperta, intende aprire un confronto programmatico con tutte le forze politiche.
Questa intenzione alza il tono della verifica ed evidenzia contraddizioni all'interno della maggioranza. Il collega Bontempi faceva riferimento ad alcune differenze strategiche che nel tempo erano emerse e che noi avevamo sottolineato.
Se si alza il tono della verifica, credo si possa veramente guardare a qualcosa di nuovo e che si possa rispondere ai problemi della gente a cui faceva riferimento con realismo il collega del Gruppo comunista.
E' sul programma, infatti, è sullo sviluppo del Piemonte, su cui il Gruppo della Democrazia Cristiana fin dall'ottobre scorso ha presentato un suo documento, è sulle leggi che si devono fare o modificare, è sulle iniziative da prendere ed attuare nella struttura regionale che si pu accertare se esiste ancora questa maggioranza o se una nuova, tenendo anche conto dei rapporti politici a livello nazionale, si può invece formare.
Sarebbe infatti contro i principi democratici più volte richiamati in quest'aula se, nel momento in cui un'alleanza vacilla (nonostante diverse affermazioni e nonostante il quadretto idilliaco di seduta di Giunta che ancora ieri si è cercato di fare apparire), non ci si ponesse la prospettiva di diverse alleanze e di una nuova più omogenea maggioranza, in grado di affrontare veramente i problemi del Piemonte.
Se questa è la via che si intende seguire e cioè per intanto l'immediata apertura di un confronto programmatico, alla luce del sole, vi è la nostra disponibilità: anzi, avvertiamo che andiamo più in là e che di un confronto programmatico e politico con le altre forze si farà carico autonomamente il Gruppo della Democrazia Cristiana.
Se invece si pensa con questa iniziativa di creare una specie di diversivo, ma in realtà di tenere il tutto racchiuso all'interno dell'attuale maggioranza, nelle segrete stanze, con operazioni di ingegneria politica o di semplice cambiamento di uomini o di incarichi o con faticosi interventi di restauro che attenuano, ma non cancellano le crepe ormai evidenti ad occhio, riserviamo il giudizio finale al dibattito che un giorno o l'altro si terrà; ma sin d'ora diciamo ai partiti di una maggioranza da troppo tempo incerta ed ora sotto verifica che da queste vicende la Giunta rosata esce comunque indebolita e l'immagine della Regione non certo esaltata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Una verifica sui contenuti, dopo due anni dall'inizio della legislatura caratterizzati da un aggravamento drammatico della crisi, è anche giustificata. Infatti, la crisi non ha risparmiato nessun settore, i disoccupati sono aumentati, sono emersi soggetti nuovi, i cassaintegrati costituiscono una grave e preoccupante realtà.
Questa è una crisi strutturale che ha bisogno di risposte urgenti nuove e di una riflessione a metà legislatura.
Questa verifica cade nel momento in cui ci apprestiamo a discutere il piano di sviluppo che deve determinare le caratteristiche delle linee di fondo dei prossimi due anni di governo della Regione.
In occasione dell'apertura della verifica abbiamo espresso preoccupazione e dubbi quando abbiamo constatato che la verifica scivola più su questioni di carattere personale che sui contenuti.
Ma la verifica deve dare delle risposte e fare chiarezza anche sugli schieramenti, sul ruolo delle forze politiche di ispirazione comunista e sui rapporti tra queste e le altre forze politiche.
Le forze di sinistra da sempre propongono questioni di merito e di contenuto. Ricordo quanto sono stati importanti i convegni della scorsa settimana indetti dal PSI e dal mio partito. Perciò non può non preoccuparci il fatto che nel documento socialista si parli di rilancio del ruolo della Regione, ma non si accenni al rilancio degli attuali schieramenti.
Dopo il confronto tra i partiti di Giunta ci poniamo questo interrogativo: che senso ha la riproposizione di tutti i temi come viene fatta dal documento del Gruppo socialista? Esistono problemi che devono essere sciolti in altra sede e che incidono sulla verifica.
Se una situazione di stallo dovesse verificarsi e perdurare, proporremo nei colloqui, ai quali siamo invitati a partecipare nei prossimi giorni che almeno una parte di questo schieramento acceleri il confronto sui contenuti e sul secondo piano di sviluppo.
Desideriamo che la verifica si chiuda al più presto con un accordo di legislatura sui contenuti, con la riconferma di questo schieramento e di questo esecutivo.
Tuttavia, se constatassimo che i tempi della verifica si dilatassero in attesa magari di altri eventi, valuteremo autonomamente il nostro atteggiamento per il futuro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, abbiamo ascoltato le dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale Enrietti ed abbiamo letto con attenzione il comunicato congiunto della Segreteria regionale del Gruppo socialista alla Regione.
Abbiamo ascoltato per quanto è stato detto ed abbiamo letto per quanto è stato scritto, senza lasciarci tentare dalla ricerca tra le righe di accenti di occasioni per riattivare polemiche di ordine politico o di carattere personale che hanno nelle scorse settimane acceso l'attenzione sulle istituzioni regionali.
Vi sono due passaggi che hanno richiamato la nostra attenzione e che richiedono una presa di posizione chiara, non equivoca.
Il primo passaggio riguarda la constatazione da parte socialista, delle difficoltà che incontra la verifica di metà legislatura all'interno della maggioranza e per la permanente divaricazione delle posizioni su temi centrali dell'azione regionale.
Ma vi è nel documento socialista un'ampiezza di indicazioni sui problemi, su cui il confronto è aperto ed una specificazione di indirizzi della posizione socialista che ci impegna a due ordini di considerazioni: la verifica abbraccia la totalità del governo regionale, ben oltre le ottimistiche indiscrezioni che la davano aperta solo su alcuni problemi e che, come promesso dal Presidente Enrietti, facevano prevedere la chiusura del confronto entro giovedì 13 maggio.
Ma di ancora maggiore interesse e di ancora maggiore spessore è la qualità del giudizio contenuto nel documento socialista, dove si apre ad un più moderno orientamento in materia di relazioni industriali, dove si rilancia la necessità di superare la concezione vincolistica della pianificazione territoriale (se si usa il termine "superare" vuol dire che attualmente esiste), dove si denuncia l'assistenzialismo della politica agricola (e se lo si denuncia vuol dire che attualmente c'è), ove si ribadisce la necessità di pluralismo nella politica culturale (e se si dice che occorre il pluralismo nella politica culturale, si ritiene che esso non ci sia), dove addirittura si rileva, con qualche ingenerosità - devo darne atto almeno sul piano dell'impegno - l'esigenza di dare un minimo di efficienza al sistema sanitario piemontese.
Vi sono, cioè, affermazioni gravi, leggendole nella loro interpretazione letterale, che danno la temperatura della difficoltà politica che incontra la maggioranza in questa verifica.
Se il documento socialista ha un difetto, ce l'ha nell'aver creduto che fosse importante mettere insieme la somma di problemi di settore su cui oggi il Governo incontra problemi e difficoltà e non invece la complessità in generale dei temi proposti, che si collegano insieme, e che impone di ripensare più in generale la funzione della Regione, la sua organizzazione e i suoi rapporti con gli Enti locali. Questo è un grande tema che ci aspetta tutti, che rappresenta le dichiarazioni del Capogruppo socialista nello scorso Consiglio, che ha pervaso il convegno comunista di venerdì e sabato scorsi.
Il problema non è quello di illudersi di poter ricomporre questo mosaico mettendo a posto la politica agricola, la politica del territorio la politica della sanità, la politica della cultura, la politica dell'ambiente, per non fare torto a nessuno, ma di riconoscere che questa esigenza di cambiamento di fatto azzera la situazione politica, tenendola in piedi, per un doveroso e da noi apprezzato impegno di continuità dell'istituzione, ma di fatto rendendola inadeguata, al di là delle polemiche personali, al di là delle divisioni tattiche dei partiti, ad affrontare, nell'attuale situazione di logoramento, i problemi del cambiamento che la nostra Regione deve affrontare.
Siamo convinti, rispettando pareri diversi ovviamente, che l'impegno oggi, a ripensare con fantasia l'esperienza regionale, questa capacità di proposta meno legata a logiche e a meccanismi tradizionali, questa maggiore affinità si debbano ricercare tra i partiti laici, di democrazia liberale e socialista, con pieno rispetto ed attenzione alle altre forze politiche alla Democrazia Cristiana, al Partito Comunista stesso. Vi è in questa prospettiva di accordo tra i partiti laici di democrazia liberale e socialista oggi la vera capacità del cambiamento.
In questa sede noi lanciamo ai colleghi repubblicani l'invito a sperimentare in questa fase delicata l'impegno alla consultazione che, dopo tanti anni di incomprensioni, comincia a camminare anche su scala nazionale. Perché su questo anello, che è leggero, che ha pochi voti, ma che è solido per le speranze che apre ad una diversa politica del nostro Paese, noi leggiamo ed interpretiamo la seconda parte del documento socialista, dove si rileva l'opportunità di un confronto aperto ed a pieno titolo con i partiti di opposizione, con particolare riguardo ai repubblicani ed ai liberali.
Serve anche un progetto politico chiaro che con chiarezza in questa sede esprimiamo, per non svolgere il ruolo di "fornitori di pane ai socialisti" o, peggio, di "cecchini di complemento".
Alla richiesta socialista di confronto, noi non poniamo problemi pregiudiziali sull'assetto delle maggioranze presenti, passate o future; ma affermiamo con chiarezza che siamo disponibili al confronto solo in quanto esso abbia una piena dignità politica. Questa piena dignità politica impone la formazione di delegazioni, la formulazione e l'ufficializzazione di un calendario e dei temi di consultazione, la ricerca reale ed approfondita e non fittizia dei punti di intesa e di dissenso che certamente ci saranno.
Vogliamo, in altre parole, costruire una linea di intesa con i partiti laici, di democrazia socialista e liberale, che non sia contro nessuno e per nessuno, che abbia un suo ruolo ed un suo valore, una sua portanza indipendentemente dalla soluzione politica che darà risposta nei numeri del Consiglio ai problemi del governo della Regione.
Una linea di intesa che abbia valore nell'ipotesi che noi riteniamo matura, di una totale responsabilizzazione dell'area di democrazia laica ma che abbia e conservi valore anche nel caso di una conferma delle maggioranze di sinistra. Questo non è il problema che intendiamo sottoporre. Poniamo, però, il problema di uno sforzo comune nell'interesse della Regione in una prospettiva politica chiara. I liberali sono disposti a compiere questo sforzo senza porre condizioni pregiudiziali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nell'ambito curialesco e con linguaggio curialesco si usa enunciare il principio che il rinvio è l'anima del processo.
E' un principio che, senza ironia, ma responsabilmente e con piena aderenza alla realtà, può essere applicato alle grosse problematiche che oggi affrontiamo e che può essere enunciato e sviluppato come segue.
Il rinvio è stato l'anima della verifica o, quanto meno, è stato sinora l'anima della verifica. Il metodo del rinvio ha caratterizzato l'azione della coalizione di Giunta nell'affrontare il nodo più importante della terza legislatura e cioè la predisposizione del secondo piano di sviluppo.
Su entrambe queste vocazioni al rinvio discriminato non possono sussistere dubbi e al riguardo basti considerare che lo Statuto nell'enunciare il principio che la Regione esercita la propria azione legislativa ed amministrativa con il metodo della programmazione, ne individua lo strumento identificandolo nel piano di sviluppo, le cui caratteristiche consistono nelle funzioni di indirizzo, di vincolo e di quadro di riferimento di tutte le attività che fanno capo alla Regione e agli Enti locali che operano nel territorio.
E' sempre lo Statuto a stabilire che la Giunta è tenuta a predisporre il piano di sviluppo entro quattro mesi dalla propria elezione. Sono passati ventidue mesi da quando questa Giunta è stata eletta ed il piano di sviluppo sta uscendo solo adesso a puntate.
Il sistematico ritardo nella predisposizione di questo importante documento, ritardo che sfiora e lambisce, quanto meno sul piano politico l'omissione di atti dovuti, costituisce, a nostro avviso, la chiave di volta e il riscontro obiettivo che consentono di affermare con tranquillante certezza che nell'interno della Giunta e nell'interno della maggioranza che la sostiene esiste un clima manifesto di incomprensioni e di divergenze di vedute, tale da aver impedito la trasfusione in uno strumento operativo ed essenziale quale è il piano di sviluppo di quegli intenti programmatici attorno ai quali si amalgamò nel luglio dell'80 l'attuale maggioranza.
Altri sintomi di questo incontestabile clima di incomprensione, di divergenze di vedute e di contrasti che caratterizzano, a nostro avviso Giunta e maggioranza si possono poi cogliere - solo esemplificando - nel ritardo con il quale è scattata la volontà politica di portare all'esame della competente Commissione i diversi progetti di revisione della macchinosa legge urbanistica; nel sostanziale blocco dell'esame del disegno di legge concernente la disciplina dei laboratori privati di analisi infine, nella mancata designazione del Difensore Civico ad oltre cinque mesi dall'entrata in vigore della legge istitutiva.
Una siffatta incontestabile situazione di fatto avrebbe dovuto suggerire senza ulteriori rinvii un ampio e franco dibattito nella sede istituzionalmente competente del Consiglio regionale. Viceversa, si è colposamente perso del tempo perché la verifica si trascina stancamente e in maniera equivoca da molto tempo nelle camere e nelle anticamere della Segreteria regionale del PSI. Gli oggetti del contendere escono a puntate sfumati attraverso contraddittorie interviste che compaiono sugli organi di stampa. Si è parlato di un nuovo organigramma di Giunta, salvo a leggere qualche giorno dopo sui medesimi quotidiani che di nuovo organigramma di Giunta non si dovrà parlare perché "Craxi se ne è dichiarato contrario" frattanto l'azione legislativa ed amministrativa continua a stagnare.
Si impone, dunque, una verifica franca, penetrante, aperta; una verifica sui programmi e sulle cose che sinora dolosamente o colposamente o con entrambi i metodi di quest'aula non c'è stata e non è stata portata.
Si impone questa verifica onde ogni forza politica possa assumersi le proprie responsabilità di fronte alle popolazioni piemontesi, onde si possano trarre le dedite conseguenze sul piano istituzionale. Se finalmente, come si preannuncia nel documento che oggi è stato diffuso, ci sarà a tempi brevi questa verifica esprimeremo in quella sede le nostre responsabili opinioni.



PRESIDENTE

La parola alla signora Vetrino.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, crediamo che sia stato importante aver ricondotto nella nostra sede istituzionale il dibattito da tempo in corso fra le varie forze politiche, dando conferma di veridicità o di smentita a quelle posizioni sovente contraddittorie che la stampa giornalmente ci propone, contraddittorietà, peraltro, che non voglio attribuire alle responsabilità della stampa, ma a posizioni discordi nello stesso partito fra la Segreteria politica, gli Assessori ed il Presidente.
Mentre in questa sala, qualche giorno fa, ascoltavo la relazione del Partito Comunista, in merito ad un convegno, peraltro interessante, che si è svolto sul futuro ruolo della Regione, mentre questa mattina scorgevo sulla stampa il resoconto della Segreteria del Partito Socialista sulla riunione e sul punto della verifica e mentre nei giorni scorsi leggevo le dichiarazioni del collega Mignone sulla crisi in corso, mi accorgevo che molte delle cose che venivano dette corrispondevano, persino nei termini letterali, a quel documento del 17 marzo 1982 che il collega Paganelli ha già ricordato nel suo intervento.
Credo che la frase: "la Regione ha perso di tensione e di credibilità nel funzionamento degli organi", sia diventata un patrimonio comune.
La giornata di oggi credo serva soprattutto a dire che c'é una constatazione generale che questa perdita di tensione esiste e che occorre quindi, portare dei correttivi al fine che la Regione riprenda il suo ruolo, anche perchè non vogliamo assolutamente pensare che la verifica in corso, ormai da troppo tempo, si sia ridotta ad un passaggio tra Presidente ed Assessori erranti, ma che invece abbia un profondo significato politico e programmatico; d'altra parte questo è detto nel comunicato della Segreteria del Partito Socialista emanato ieri e pubblicato questa mattina dalla stampa. Come ha ricordato il collega Paganelli, quella giornata delle opposizioni, che qualcuno ha a volte ironizzato in termini umoristici, è stata importante, perché ha rivelato delle situazioni e delle carenze che oggi i partiti di maggioranza ritengono doveroso di portare e di esplicitare nella sede del Consiglio regionale al dibattito pubblico. Ma credo che questa giornata sia anche importante perché oltre ad avere evidenziato ciò che ha affermato, tende piuttosto ad alzare il tono della qualità della verifica.
Se questa è l'atmosfera nella quale ci muoviamo, noi siamo disponibili visto che c'è una chiara esplicitazione da parte di tutti a voler alzare il tono della verifica, a voler coinvolgere in essa anche i partiti dell'opposizione, a mettere sul tappeto le cose in discussione, anche perché di queste cose in questa stessa aula il Partito Repubblicano ha più volte parlato e ha affrontato i temi che necessariamente dovranno essere dibattuti in Consiglio regionale perché il piano di sviluppo è predisposto perché la comunità ci richiede il piano di sviluppo, perché la minoranza è certamente pronta a discuterlo.
Per quanto ci riguarda, fin dal mese di dicembre noi abbiamo predisposto un convegno di studio, le cui conclusioni abbiamo pronte da portare all'attenzione del Consiglio regionale per poter definire le linee del piano di sviluppo.
La Democrazia Cristiana ha tenuto un convegno e ha elaborato un documento che è stato addirittura interpretato come un documento alternativo di governo, sul quale il Partito Repubblicano ha espresso alcuni dissensi, ma anche alcuni consensi. Dovremo confrontarci.
Il Partito Liberale ha idee ed iniziative da vendere anche interessanti. L'opposizione è pronta. Esiste un'ipotesi di convegno di Partito Socialista e di Partito Socialdemocratico proprio sul piano regionale di sviluppo, quindi ormai siamo entrati nel pieno del dibattito.
In assenza di una strategia politica reale della Regione, il Comune di Torino ogni giorno ha una novità da proporre all'attenzione pubblica: un giorno vuole sviluppare la città ovest, l'altro giorno propone il problema del Lingotto, poi il problema del MITO, tutti progetti che, visti singolarmente, hanno una loro validità, ma che non sono credibili se non si ricollegano a quella strategia politica che in due anni la Regione non ha saputo individuare, per la quale abbiamo costantemente sollecitato in questa sede la Giunta regionale e le sue responsabilità.
Chiediamo di alzare il tono della verifica, di portare nella sede istituzionale il dibattito sul piano di sviluppo, perché le maggioranze che governeranno il futuro del nostro Piemonte saranno quelle che attorno allo sviluppo avranno saputo stabilire le loro idee, i loro contenuti e i loro programmi.
Il dibattito è aperto, noi abbiamo le nostre idee, vogliamo confrontarle con tutti i partiti che fanno parte del Consiglio regionale e ci auguriamo che questo possa avvenire urgentemente in quanto due anni e mezzo sono ormai trascorsi ed occorre accelerare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ad avviso del Gruppo PSDI era giusto, oltre che doveroso e politicamente corretto, riportare nelle istituzioni, che non devono essere docili strumenti dei partiti, il dibattito sul futuro della Regione, sulle sue linee, sulle prospettive di ripresa e sui fondamenti che ne devono essere il supporto.
Si è parlato e si parla tuttora di verifica, termine che non vuol dire necessariamente crisi, ma ripensamento e approfondimento dei contenuti programmatici.
La situazione si è modificata rispetto all'80, segnali negativi continuano a provenire dalla società e dall'economia, ma qualche spiraglio di ripresa si affaccia. Occorre saperlo e poterlo cogliere e noi socialdemocratici non siamo disposti a colpevoli inerzie od incomprensioni e - mi si consenta - ad un ulteriore "mito" di cui, per quanto affascinante, credo non vi sia bisogno.
In questo quadro già nel mese di febbraio, con una dichiarazione rilasciata ad un'agenzia piemontese che fu ripresa da Paganelli, ponemmo l'accento sull'ipotesi di una verifica sui contenuti, non derivante da situazioni di imbarazzo o di incertezza; era maturata, cioè, la necessità di un confronto teso a valutare sia il lavoro compiuto, sia e soprattutto le prospettive di attuazione del programma futuro e gli aggiustamenti doverosi da apportare ad esso, in particolare per quanto riguarda il secondo piano di sviluppo.
Leggiamo nella proposta del PSI di un seminario congiunto dei due partiti dell'area socialista sulla quale siamo pienamente d'accordo, poich riteniamo che attorno a questa decisione politica della Regione si giochi il futuro non solo della nostra istituzione, ma anche il futuro della società piemontese.
I fatti successivi sono largamente noti e il collega Paganelli nel suo intervento li ha puntualmente ripresi.
Vogliamo però precisare che da marzo ad oggi si è lavorato con serietà e con impegno tra le delegazioni dei tre partiti attorno ai contenuti e ai programmi. Su molte indicazioni di settore si era anche raggiunta un'intesa, pur con un confronto ampio, talora serrato. Ci sono anche state delle divergenze, ma questo fa parte della dialettica normale. Le intese si sono avute soprattutto per ciò che riguarda la politica degli enti strumentali, la politica agricola, le infrastrutture ed altri settori qualificati.
Vi è la necessità di chiudere presto questo momento per non dare ulteriormente adito ad incomprensioni, strappi e inserimenti di fatti personali che finiscono per appannare l'immagine della Regione, per toglierle la qualifica di punto di riferimento e per frenare le possibilità di sviluppo.
Ma non si tratta di una rissa; per noi non è né il nostro atteggiamento, né la nostra intenzione.
Vogliamo invece un confronto serio sulle questioni vitali della Regione e crediamo che questo sia anche il giudizio da darsi al pentapartito, e qui mi discosto dalle valutazioni fatte dal Consigliere Bontempi. Del resto il nostro sforzo è rivolto ai problemi amministrativi, ai contenuti operativi e non ci lasceremo indurre a delineare più o meno perfetti allineamenti o divaricazioni tra le varie realtà istituzionali, centrali e periferiche.
Intanto la Giunta prosegua il suo lavoro e lo faccia con la pienezza dei poteri che le deriva.
Questa situazione ci consente anche di approfondire il dialogo con i partiti di opposizione, specie con quelli di democrazia laica, con i quali l'esperienza governativa ha portato risultati positivi nella situazione economica e politica del Paese a livello nazionale e con i quali anche in quest'aula abbiamo trovato su molte questioni qualificanti punti di convergenza e siamo stati insieme in alcuni momenti ad assumere un ruolo positivo comune, al di là delle posizioni e dei ruoli. Cogliamo questa occasione di approfondire il dialogo con i partiti di opposizione imperniato su un confronto programmatico e di prospettiva, certi come siamo che nella presente situazione occorra l'impegno solidale di tutte le energie presenti, pur nella diversità delle valutazioni e dei ruoli.
Concludiamo con l'auspicio, e da parte nostra vi è l'impegno sicuro, di prontamente chiudere queste verifica, per affrontare con rinnovato slancio e seriamente i problemi del Piemonte, per evitare che si possa scrivere come è stato scritto, che "tutto è fermo in Regione". Non vogliamo, perch non ne siamo responsabili, essere tacciati di aver chiuso un rapporto con la società piemontese, di non aver saputo cogliere le effervescenze, la vitalità, di non aver saputo sostenere la pur lenta ripresa del nostro Paese, né di aver estraniate le istituzioni della società.
Per questo chiediamo di fare questa verifica, in modo che sia momento di programmazione, che sappia prendere a carico i nuovi elementi della società. Vogliamo dire con chiarezza che non siamo disposti ad assumerci responsabilità o colpe, quando vengono a mancare le condizioni di lavoro per obiettivi comuni e forti per la ripresa, o quando non si concretizzi la puntuale realizzazione delle indicazioni programmatiche che sono state alla base della nostra partecipazione a questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ringrazio i Capigruppo che sono intervenuti stamane sulle dichiarazioni che ha reso il Presidente della Giunta Enrietti e li ringrazio anche perché nelle loro parole non ho trovato nessun accento di strumentalizzazione. Ho trovato invece concrete proposte, idee ed una serie di atti propositivi che rafforzano l'intero Consiglio regionale.
Colleghi Consiglieri, sono cambiate molte cose negli ultimi due anni sul piano regionale, sul piano nazionale e sul piano internazionale.
Da un anno un laico guida il Paese come Presidente del Consiglio dei Ministri. E' una modificazione che noi consideriamo interessante: è un laico che appartiene alla sinistra, così ama chiamarsi sovente il Partito Repubblicano.
Sul piano internazionale sono accadute una serie di cose e di situazioni che hanno trovato un'eco anche in quest'aula e che hanno fatto maturare situazioni profonde che hanno rappresentato il fatto più importante dalla Liberazione ad oggi. Non vi è nessun dubbio.
I fatti polacchi hanno fatto maturare una serie di situazioni che erano già presenti in un lungo travaglio politico.
E' cambiata anche la stessa Regione, perché le tentazioni centralistiche o centralizzanti che erano presenti fin dall'inizio dell'attività regionale si sono accentuate.
Il Parlamento ed il Governo sempre più spesso si sono appropriati di competenze e di funzioni della Regione e ne hanno snaturato quello che era lo slancio iniziale.
Sul piano locale una profonda trasformazione è in atto nella nostra società piemontese, forse più che in ogni altra.
La crisi industriale, il suo ridisegno sulla scena mondiale, la sua ricollocazione in termini diversi pongono a noi nuove realtà alle quali non dobbiamo sottrarci.
Su questa crisi i giudizi non sempre sono stati unanimi ed i comportamenti molto spesso sono stati anche contraddittori.
Si è affermato, da una parte, che la crisi industriale, e in particolare quella dell'automobile, non avrebbe superato la prova e che la caduta sarebbe stata verticale, invece da parte nostra sostenevamo che la crisi era di trasformazione, di tecnologia nuova, di mobilità del lavoro di formazione umana e non di nibelungico catastrofismo.
Noi sostenevamo che non era in crisi il modello occidentale al quale noi ci riferivamo e ci riferiamo come modello delle grandi democrazie socialiste dell'Europa.
Riteniamo che le libertà non fossero borghesi ma fondamentali per lo sviluppo della società.
Non sempre tutti insieme siamo usciti indenni o vittoriosi, oppure abbiamo intravisto con chiarezza la verità.
Non sempre, anche con la pochezza dei nostri mezzi, pur riconoscendo che si è fatto molto di fronte alla complessità strutturale del Governo, le forze politiche hanno riconosciuto i risultati raggiunti e la mole del lavoro compiuto.
Non sempre le risposte sono state adeguate, non sempre quello che abbiamo detto si è realizzato.
Questo travaglio è presente in noi, sempre. Non possiamo fingere che nulla sia accaduto e continuare ignorando il cambiamento profondo che avviene nella società.
Spesso siamo stati anticipati dai fatti.
Nel contesto si è inserita una situazione internazionale che pu preludere ad un più vasto teatro di guerra come quello che si sta verificando in questo momento e che modifica i rapporti internazionali di forniture, di approvvigionamento delle materie prime su scala mondiale.
La verifica che abbiamo aperto vuole portare il dibattito sui temi non soltanto in quest'aula, non soltanto tra le varie forze politiche, ma nel corpo stesso della società.
Non pensate che noi siamo stati degli avventurosi o dei velleitari che si sono posti quasi come gli autori di una politica nuova che si deve determinare con il dialogo fra tutte le componenti partitiche. Certo vogliamo anche questo.
L'apertura della verifica non è in crisi, non mette in discussione il modello di governo a cui ci siamo riferiti in questo contesto, ma, così come è stata aperta, come è stata discussa, semmai nobilita il dibattito.
Quando facciamo riferimento alla centralità socialista e laica vogliamo essere autori o coautori propositivi di un progetto che possa servire alla comunità piemontese, che possa trasformarla ed anticiparla con le decisioni di tutti noi perché non vogliamo essere trascinati da una situazione che matura giorno dopo giorno.
A quanti fanno riferimento costante alla verifica soltanto come ragione di modificazione di uomini, diciamo subito che essi sbagliano profondamente.
Quelli che credono di nascondersi sperando nella catastrofe del Partito Socialista, sbagliano come sbagliano quelli che pensano di sfruttare un presente errore dell'avversario per potersene giovare stando dietro l'angolo. Se questa società ha avuto queste profonde trasformazioni di natura locale, nazionale ed internazionale, se fatti nuovi tra i più significativi dalla Liberazione ad oggi sono avvenuti, se i fatti polacchi hanno di fatto collocato nel contesto politico in modo diverso una forza politica così importante come il Partito Comunista, non possiamo non tenerne conto.
Al Governo nazionale c'è un laico che si ispira ad un partito di sinistra.
Non possiamo ignorare tutto questo che pesa anche su di noi.
Vogliamo essere veri, senza infingimenti. Non sono per mia natura un nominalista. Ho la chiarezza del disegno che i colleghi Paganelli Bastianini, Bontempi, Mignone e Vetrino hanno invocato.
Vogliamo che si apra una fase nuova con le forze politiche. Il collega Bastianini ha detto che il documento che abbiamo rimesso stamane è di grandissima importanza perché abbraccia un arco di problemi che possono determinare un vincolo di solidarietà tra le forze politiche.
Questo vuol dire che è stato fatto un lavoro serio.
Vogliamo offrire un terreno di consultazione e di discussione, vogliamo offrire soprattutto un momento più alto di governabilità. Chiamatelo orgoglio di partito o chiamatelo come volete. Vogliamo offrire un momento più alto di governabilità per il cambiamento. Sappiamo anche che i passaggi sono lunghi, ma non ci spaventiamo.
Noi abbiamo un obiettivo: che, attraverso il cambiamento, si rafforzi il complesso delle istituzioni democratiche. Noi possiamo avere quanto hanno le grandi democrazie nell'Europa e nel mondo, vale a dire quella bipolarità di forze che viene rappresentata da modelli alternativi ai quali ci richiamiamo e dei quali vogliamo essere gli autori.



PRESIDENTE

Voglio ringraziare tutti per la serenità dimostrata durante la discussione, serenità che non era facile mantenere dato l'argomento.
Il Consiglio regionale ha il diritto, a verifica avvenuta, di conoscere a fondo la situazione per discuterne e per portare i suoi contributi alla discussione.
Ritengo pertanto chiusa la discussione. Convoco i Capigruppo per decidere l'ordine dei lavori di oggi pomeriggio.
Il Consiglio riprenderà alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 11,45)



< torna indietro