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Dettaglio seduta n.126 del 15/04/82 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Questa mattina si era stabilito di riunire nel pomeriggio la V Commissione che deve rivedere la mozione relativa al problema degli handicappati. Poiché anche un'altra Commissione deve riunirsi oggi pomeriggio, sospendo la seduta fino alle ore 16 per dare la possibilità alle due Commissioni di riunirsi.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

E' giusto questo programma dei lavori così come l'ha proposto il Presidente del Consiglio. Devo rilevare che la legge 54, dopo gli approfondimenti che deve avere, dovrà riprendere il suo iter.
E' una legge importante che va trattata con il dovuto approfondimento e il dovuto rigore; dobbiamo, però, porci di fronte all'esigenza di una votazione complessiva a tempi non lunghi. Non vorremmo alimentare le speranze di quanti pensano che la legge non vada a termine.
Siamo disponibili ai confronti anche se saranno di lunghe ore.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 15,30 riprende alle ore 16,40)


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 54: "Indirizzi e normative per il riordino dei servizi socio-assistenziali della Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 54: "Indirizzi e normative per il riordino dei servizi socio-assistenziali della Regione Piemonte" e precisamente dall'art. 6.
Art. 6 (Promozione dell'inserimento lavorativo) "La Regione e gli Enti locali operano per promuovere l'inserimento ed il reinserimento lavorativo di soggetti in particolari situazioni di debolezza ed esposti a gravi rischi di emarginazione, con particolare riguardo ai soggetti istituzionalizzati.
A tali fini, in particolare: a) attuano iniziative finalizzate all'adeguamento delle capacità professionali in relazione agli effettivi sbocchi nel mercato del lavoro ed alle potenzialità dei soggetti interessati, in relazione alle esigenze dell'imprenditoria pubblica e privata b) favoriscono l'inserimento lavorativo nelle imprese, anche a tempo parziale, in casi di particolare gravità, eventualmente anche intervenendo per adeguare i beni strumentali del posto di lavoro c) promuovono e favoriscono forme di cooperazione, anche attraverso la concessione di contributi economici finalizzati d) assicurano la presenza sul luogo di lavoro, ove necessario e limitatamente al periodo indispensabile all'integrazione del soggetto nel lavoro, di operatori sociali con funzioni di supporto".
Il Gruppo D.C. ha presentato il seguente emendamento: aggiungere la seguente lettera f): "f) favoriscono, a richiesta, nell'ambito delle norme vigenti, la possibilità di impiego a tempo parziale sia dei soggetti assistiti sia dei familiari".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Questo emendamento è stato recepito nell'art. 20 dove tratta dell'assistenza domiciliare.



REVELLI Francesco

La parola "favorire" che significato ha?



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La Regione si adopererà presso le aziende perché il familiare che assiste l'handicappato possa usufruire del part-time nel mondo del lavoro.



REVELLI Francesco

Sono d'accordo, ma il verbo "favorire" nelle leggi non è molto appropriato.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La Regione non può svolgere soltanto un lavoro promozionale. Chiedo alla D.C. se è disponibile a ritirare il suo emendamento.



MARTINETTI Bartolomeo

E' opportuno riprendere l'art. 6 anche perché sono stati presentati altri emendamenti dalla Giunta e dal Gruppo liberale.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Intendevo leggere gli emendamenti presentati dalla Giunta dopo che erano stati esaminati gli emendamenti delle altre forze politiche.



MARTINETTI Bartolomeo

Siamo d'accordo a che l'emendamento proposto dalla D.C. venga portato all'art. 20.



PRESIDENTE

Il Gruppo D.C. ritira il proprio emendamento.
La Giunta regionale presenta il seguente emendamento: il secondo comma, lettera b), è così sostituito: "b) favoriscono l'inserimento lavorativo nelle imprese, anche a tempo parziale per i casi di particolare gravità, attuando facilitazioni ed eventualmente favorendo l'adeguamento, del posto di lavoro destinato a soggetti portatori di handicap, mediante la concessione di uso di beni strumentali o in via eccezionale l'attribuzione di contributi finalizzati con priorità alle imprese artigiane, alle cooperative di lavoro e ai lavoratori autonomi. Il Consiglio regionale stabilisce le norme di attuazione di quanto sopra previsto".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Questa formulazione dell'art. 6 è più dettagliata della precedente in quanto recepisce un emendamento presentato dal MSI.



PRESIDENTE

Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 42 voti favorevoli e 1 astenuto.
La Giunta regionale presenta ancora il seguente emendamento: il secondo comma, lettera c), è così sostituito: "c) promuovono e favoriscono forme di cooperazione alle quali partecipino soggetti di cui al presente articolo, anche attraverso la concessione di contributi economici finalizzati;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 43 Consiglieri presenti in aula.
Il Consigliere Majorino ha presentato il seguente emendamento: aggiungere alla fine dell'art. 6: "Per conseguire il fine sub b) concernente l'inserimento lavorativo, gli Enti locali possono stipulare apposite convenzioni con imprese che operanti nei territori di rispettiva competenza, sono disponibili ad assumere - senza pregiudizio delle norme statali sul collocamento - i soggetti individuati nel primo comma della presente disposizione di legge: nell'ambito di dette convenzioni, gli Enti locali possono concedere alle imprese contributi, riferiti agli instauratisi rapporti di lavoro, sia per adeguare i beni strumentali e sia a rimborso parziale degli oneri previdenziali obbligatori. Con regolamento da sottoporsi all'approvazione del Consiglio regionale, la Giunta predispone uno schema tipo di convenzione, oltreché le norme di attuazione di quanto previsto nel comma che precede".
La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Sono incoraggiato a mantenere l'emendamento sia in considerazione di quanto è emerso nel corso del dibattito di stamattina relativo alla mozione sugli handicappati, nel corso del quale è emersa l'esigenza di una maggiore concretezza e propositività in questa materia, sia dall'osservazione del Consigliere Revelli, quando, a proposito dell'espressione "favoriscono" aveva giustamente rilevato che trattasi di una parola estremamente generica e che non dovrebbe trovare ingresso in un testo legislativo.
Pur rilevando quanto aveva osservato l'Assessore in forza della quale osservazione una parte di questo emendamento è stato recepito, lo mantengo perché qui mi pare maggiormente dettagliato e determinato e penso che una norma con maggiore concretezza meriti di integrare quanto già sta scritto nel testo emendato dall'Assessore, che ha accolto il principio ma non con quel sufficiente dettaglio e con quella sufficiente determinatezza che la materia merita.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La Giunta mantiene la sua versione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 20 voti favorevoli, 24 contrari e 2 astenuti.
Infine, il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla lettera a), alla terza riga, sono soppresse le parole da "agli" a "ed".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

L'emendamento è accettato in questa versione: "...attuano iniziative finalizzate all'adeguamento delle capacità professionali in relazione alle potenzialità dei soggetti interessati e alle esigenze del mondo del lavoro".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo PLI.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 20 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astenuti.
Pongo ora in votazione l'emendamento sostituito come proposto dall'Assessore Cernetti: la lettera a) è così sostituita: "a) attuano iniziative finalizzate all'adeguamento delle capacità professionali in relazione alle potenzialità dei soggetti interessati e alle esigenze del mondo del lavoro;".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
Pongo in votazione l'art. 6 nel testo modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 48 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
Art. 7 (Abolizione delle barriere architettoniche) "La Regione, nell'ambito delle proprie competenze, opera per l'abolizione delle barriere architettoniche, in particolare per quanto attiene agli edifici pubblici, i luoghi di pubblico spettacolo, i mezzi di trasporto ed i servizi pubblici in genere, ai sensi del D.P.R. 27/4/1978, n. 384: in tale ambito promuove le necessarie iniziative per l'adeguamento delle strutture e dei servizi esistenti o in corso di realizzazione.
A tal fine, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, per la concessione dei finanziamenti previsti da leggi regionali per la costruzione e l'adeguamento delle strutture e dei servizi di cui al comma precedente, viene richiesta la rispondenza dei progetti alle sopraddette norme.
I Comuni, nell'adozione dei piani urbanistici e nella redazione dei piani di zona, adeguano la localizzazione e la sistemazione degli edifici pubblici e degli spazi di uso pubblico alle norme del D.P.R. 27/4/1978, n.
384".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 18 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Titolo III Gestione coordinata e integrata dei servizi socio-assistenziali e sanitari Art. 8 (Soggetti istituzionali) Le funzioni di cui alla presente legge sono esercitate dai soggetti istituzionali previsti e disciplinati dalla legge regionale 21/1/1980, n.
3 e secondo l'organizzazione prevista dalla stassa e dalla legge regionale 22/5/1980.
A far data dall'entrata in vigore della presente legge, il complesso dei presidi, degli uffici e dei servizi sociali e sanitari assume la denominazione 'Unità socio-sanitaria locale (U.S.S.L.)'.
Detta denominazione verrà assunta nel seguito della presente legge per indicare i soggetti istituzionali di cui al primo comma".
Il Gruppo D.C. ha presentato il seguente emendamento: l'intero testo è sostituito dal seguente: "I Comuni, titolari delle funzioni di cui alla presente legge, esercitano le stesse, direttamente o in forma associata, negli ambiti territoriali di cui alla legge regionale 9/7/1976, n. 41.
Fino all'emanazione della legge nazionale di riordino dei servizi socio assistenziali, i Comuni possono delegare alle Unità Sanitarie Locali le proprie attribuzioni in materia, anche in modo parziale, facendosi carico del relativo finanziamento; fino a tale data, in base alle esigenze locali determinati servizi possono essere erogati dai Comuni anche mediante Consorzi o attraverso le Comunità montane di appartenenza.
Il Comune di Torino esercita normalmente le funzioni socio-assistenziali in forma decentrata".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Abbiamo già illustrato la nostra posizione su questo articolo che é uno degli articoli fondamentali della legge. Diverse pronunce, richiami osservazioni che emergono dai lavori parlamentari, interventi del Governo in occasione dell'approvazione del piano socio-sanitario, l'ultima lettera del Commissario di Governo, avevano richiamato all'impossibilità di espropriare in questa fase i Comuni delle funzioni di questo settore, di cui sono titolari per legge, per assegnarle obbligatoriamente alle U.S.L.
Abbiamo anche spiegato come la nostra posizione non contraddice con l'accettazione del principio che si debba tendere ad una gestione coordinata ed unitaria. Secondo il nostro parere questo può avvenire in modo più produttivo e più serio, quindi senza rischi e confusioni attraverso una maggiore gradualità e soprattutto attraverso il confronto democratico, lasciando ai Comuni e alle U.S.L. di discutere e di decidere secondo le esigenze locali.
Abbiamo anche ricordato che nel testo ultimo del piano socio-sanitario nazionale, approvato dal Comitato ristretto, c'é un netto richiamo a questo problema. L'art. 6, infatti, è intitolato: "Indicazioni vincolanti del piano sanitario nazionale e obbligo di adeguamento della legislazione regionale" il che significa che, quando questo articolo del piano sanitario nazionale sia approvato, le Regioni sono obbligate ad adeguare la loro legislazione; fra questi obblighi e questi vincoli c'è il rispetto, in attesa della riforma dell'assistenza, delle competenze degli Enti locali nelle attività di tipo socio-assistenziali e nella relativa utilizzazione del personale impiegato presso gli enti stessi. E si aggiunge che gli Enti locali possono delegare alle U.S.L. le proprie attribuzioni in materia anche in modo parziale, facendosi carico del relativo finanziamento.
Nel progetto di piano sanitario nazionale è detto chiaro che fino alla riforma dell'assistenza non può avvenire quanto l'art. 8 della legge proposto dalla Giunta, prevede e prescrive.
Insistiamo perché il Consiglio prenda in attento esame questo nostro emendamento. Non vediamo nell'accettazione di questo emendamento una contraddizione con la linea della le legge di riordino né con la volontà politica di questa Amministrazione regionale che tende all'unificazione e alla gestione integrata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Questo articolo contiene un concetto fondamentale che la Giunta intende ribadire e del resto è un concetto contenuto nel piano socio-sanitario.
Parte dell'emendamento proposto dalla D.C. tornerà in emendamenti successivi e si richiama all'emanazione della legge nazionale di riordino dei servizi socio-assistenziali. La Giunta è convinta che i servizi socio assistenziali devono essere gestiti dalle U.S.L. in forma integrata e ritiene che sia però necessario un passaggio graduale di tali funzioni dai Comuni alle U.S.L. e ha già previsto questa gradualità allungando i tempi entro i quali i servizi socio-assistenziali dovranno passare dai Comuni alle U.S.L.
Quanto all'osservazione del Consigliere Martinetti, secondo la quale la Regione dovrebbe attenersi all'emananda legge nazionale di riordino dei servizi socio-assistenziali, a parte il fatto che l'attendiamo da oltre un decennio, vorrei precisare che la Regione non è mera esecutrice delle leggi nazionali e può legiferare nella materia sia in modo surrogatorio sia in modo anticipatorio in assenza di legge nazionale.
La Giunta respinge l'emendamento presentato dalla D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Se la D.C. mantiene l'emendamento nonostante l'assicurazione dell'Assessore circa la gradualità, noi voteremo contro, intanto perch riteniamo importante l'accettazione della gradualità prevista dall'emendamento della Giunta, secondariamente perché riteniamo che, in linea di principio, questo articolo debba essere mantenuto perché, almeno nelle intenzioni, garantisce uniformità ed omogeneità di servizio nel territorio regionale.
Vorrei ricordare che già il decreto 616 prevedeva la possibilità per la Regione di determinare con legge, sentiti i Comuni interessati, gli ambiti territoriali adeguati alla gestione dei servizi sociali sanitari promuovendo forme di cooperazione tra gli Enti locali e territoriali e, se necessario, promuovendo, ai sensi dell'art. 117 della Costituzione, forme obbligatorie di associazione fra gli stessi.
Mi sembra che anche questo articolo si muova in quella linea.
C'è invece un aspetto marginale sul quale non sono d'accordo e che nella pratica può avere importanza ed è il voler chiamare queste unità "socio-sanitarie locali" mentre credo che debba essere mantenuta la denominazione "sanitaria locale" che sappiamo sarà la destinataria dei servizi sociali ed assistenziali così come è indicato nella legge di riforma. La Regione, a suo tempo, con un'azione di forza, aveva indicato la denominazione "Unità locale dei Servizi" ma questa terminologia non l'abbiamo potuta usare. Il voler imporre in un articolo così importante una denominazione che probabilmente non verrà accettata, non mi pare opportuno.
Ritengo, invece, più giusto adeguarsi alla terminologia corrente che è "Unità Sanitaria Locale" nella quale tutti i servizi sono integrati come stabilisce la legge 833.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

I programmi per l'assistenza sono a livello di U.S.L. o dei Comuni? Il disegno istituzionale è molto discutibile. Nel piano sanitario abbiamo detto delle cose leggermente diverse. Non sono affatto d'accordo a che L'U.S.L. diventi un nuovo ente locale. C'è una confusione tra programmi, funzioni e compiti amministrativi.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Quanto ha sollevato il collega Revelli viene chiarito negli articoli successivi. Ferma restando la titolarità dei Comuni in ordine alle funzioni socio-assistenziali, che esercitano in forma singola o associata, riteniamo che la programmazione avvenga a livello di U.S.L., mentre la gestione dei servizi passi alle U.S.L. con gradualità ponendo le stesse in grado di poterle esercitare in forma associata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Non mi pare che, allo stato attuale della legislazione, sia consentito ai Comuni (come prevede l'art. 8) di avvalersi, sia pure sotto forma di delega, delle U.S.L.
Le U.S.L. nascono dalla legge 833 con un preciso compito e con la precisa competenza di assolvere ai compiti del servizio sanitario nazionale. Altre competenze in questo momento legislativo le U.S.L. non hanno e non possono avere.
E' vero che il "disegno di legge" quadro sull'assistenza coinvolge le U.S.L., ma oggi non è ancora una "legge".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La risposta al Consigliere Majorino in parte è stata data dalla Giunta in parte dalla collega Vetrino quando dice che tutto questo è previsto dall'art. 25, settimo comma, del D.P.R. 616, dove è chiaro che nessuna titolarità viene tolta ai Comuni, quindi si affida la gestione ai Comuni le funzioni assistenziali vengono gestite unitamente ai servizi sanitari dalle U.S.L.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Debbo ritornare indietro di qualche mese per ricordare come un Capogruppo di un partito di non secondaria importanza aveva auspicato, nel mese di giugno o all'inizio di luglio, che l'esame del progetto di legge 54 avvenisse parallelamente al piano socio-sanitario. Adesso comincio a capire il perché. Ho l'impressione che da parte della maggioranza ci sia stata sul piano socio-sanitario una grossa tensione ed un grosso impegno e l'Assessore disponeva e dispone di una equipe validissima, ma certamente non numerosissima per cui emergono perplessità che non sono di tipo politico o giuridico, ma che, secondo me, vengono accantonate con molta sicumera dall'una o dall'altra parte proponente.
Il collega Majorino, al di là della sua posizione politica, per molti versi delicata e discutibile, merita sempre di più il nostro apprezzamento e la nostra attenzione sul piano personale e dei comportamenti soprattutto quando parla di questioni giuridiche. Non siamo più alle U.S.L. che avevamo costituito con la legge regionale, ma siamo alle U.S.L. che sono la conseguenza della legge 833.
L'argomentazione sollevata dalla collega Vetrino, la quale ipotizza la gestione a livello di consorzi dei servizi, non significa necessariamente l'attribuibilità ex lege del tipo del consorzio e del regolamento del consorzio che sono impliciti nelle U.S.L. previste dalla legge 833. Non solo. Se il mio amico Altissimo avesse modo di sentire i miei suggerimenti probabilmente ne uscirebbe una legge sulle U.S.L. che le trasformerebbe in organismi molto più elastici, meno partecipativi, più responsabili e più efficienti, molto più ridotti e magari più pagati.
L'U.S.L., come espressione della legge nazionale, è in grado di assolvere a questo obiettivo? Peraltro colgo e condivido l'obiettivo della Giunta che considera l'assistenza un fenomeno di scala minima, perché non si può prestare l'assistenza in una Regione come la nostra che è caratterizzata da migliaia di piccoli Comuni con pochissima popolazione e quindi con pochissime strutture.
Pur essendo d'accordo con l'impostazione della Giunta che tende a recuperare nella materia dell'assistenza un concetto di scala di gestione gli elementi di carattere giuridico che finiscono per attribuire, senza una giustificazione nazionale, funzioni alle U.S.L., mi preoccupano e le argomentazioni portate dal collega Majorino debbono farci riflettere tutti a prescindere dalle posizioni di maggioranza o di minoranza.
Potremmo improvvisamente ritenere di delegare alle U.S.L. delle materie completamente al di fuori di quelle che in una qualche misura hanno rapporti con quelle sanitarie. Chi ci dice che questo non si può fare? Se salta il limite giuridico di ancoraggio alla legge 833 siamo liberi di attribuire all'U.S.L. le cose più incredibili (per esempio, il coordinamento dei piani regolatori).
Questo è un ragionamento assurdo. Ripeto, l'indirizzo della Giunta è da me condiviso, mi preoccupa però lo strumento giuridico scelto.
Ci vuole una seria riflessione da parte delle forze politiche perch uno svarione di questo genere, del quale non sarebbe responsabile solo l'Assessore, ma tutti quanti, preoccuperebbe abbastanza sul piano dell'eleganza politica e dell'immagine della Regione.
Il mio voto è di astensione.



PRESIDENTE

La parola ancora all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Mi meraviglia apprendere che questa legge sorprenda per la sua innovazione. Vorrei ricordare che la possibilità di integrazione nasce dall'art. 15, ultimo comma, della legge 833 che afferma che la Regione stabilisce le opportune forme di integrazione di questa legge nazionale. E' stata poi approvata la legge regionale , n. 3 che stabilisce che le funzioni socio-assistenziali sono attribuite alle U.S.L. Non so se sia il caso di richiamare anche il D.P.R. 616 che stabilisce che gli ambiti territoriali devono essere gli stessi per la sanità e per l'assistenza.
Anche altre Regioni hanno attribuito la gestione dei servizi sociali alle U.S.L. (alcune lasciando la denominazione "U.S.L.", altre cambiando la denominazione in Unità socio-sanitarie locali). Tra queste cito le Regioni Veneto, Lombardia, Basilicata, Friuli Venezia Giulia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Non vogliamo apparire insistenti su questo argomento però è il passaggio obbligato entro il quale questa legge o si risolve o si annulla.
Se la maggioranza ritiene di procedere in un certo senso non possiamo stravolgere gli orientamenti e non mi incuneo in un eventuale dubbio che è stato sollevato in aula per tentare di scardinare o di stravolgere l'impostazione della legge. E' evidente che si va ad intaccare il principio della potestà legislativa, se è prevalente quella statale su quella regionale o viceversa, se in un periodo di vuoto o di assenza di una norma statale quella regionale possa intervenire addirittura con dei principi innovativi e di avanguardia, magari allacciandosi ad altre leggi della Regione che nelle norme transitorie enunciano principi che stanno al margine della conflittualità con il quadro della legislazione statale.
Se ci afferriamo al D.P.R. 616 sembrerebbe giusta questa strada. Dopo il D.P.R. 616 interviene la legge 833. Mi permetterei di dare un'interpretazione relativamente diversa all'ultimo comma dell'art. 15 rispetto a quella testé proposta alla nostra attenzione dall'Assessore all'assistenza che suona letteralmente: "La legge regionale stabilisce altresì norme per la gestione coordinata ed integrata dei servizi delle U.S.L. con i servizi sociali esistenti nel territorio". Un'attenta lettura di questo comma non suona come elemento di fusione, dei due servizi stabilisce l'azione di integrazione e di coordinamento solo per la gestione di questo servizio e non va ad intaccare la titolarità delle stesse funzioni. Quindi la legge 833 segna un modo di muoversi in avanti rispetto al dettato del D.P.R. 616 con una lieve flessione nell'impostazione generale e facendo salvi i contorni definiti dei ruoli e delle funzioni pur nell'ambito territoriale unico qual è quello costituito dalle U.S.L. E' stato autorevolmente richiamato dal collega Martinetti che il testo del disegno di legge supportante il progetto di piano sanitario nazionale, nel testo licenziato a maggioranza dal Comitato ristretto entro il Consiglio di Sanità Nazionale nel quale operano tutte le forze politiche, prevede taluni condizionamenti ai quali devono comunque rifarsi le Regioni e che certamente non suonano in armonia con l'art. 8 di questo disegno di legge.
Nell'elaborazione della legge quadro dell'assistenza, su proposta Molineri (che non è di parte democristiana) è stata accettata da tutte le forze politiche una formulazione attraverso la quale i Comuni sono titolari delle funzioni socio-assistenziali e le stesse funzioni sono esercitate direttamente dai Comuni o attraverso le U.S.L. Mi pare che questo testo intacca ulteriormente la formulazione dell'art. 8.
Se la maggioranza vuole procedere, noi non votiamo l'articolo e abbiamo risolto, a modo nostro e per battaglia di bandiera, un principio.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Ho già risposto nel mio precedente intervento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo D.C.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 22 voti contrari, 18 favorevoli e 1 astenuto.
Pongo in votazione l'art. 8 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
La Giunta regionale presenta il seguente nuovo articolo.
Art. 8 (Servizio socio-assistenziale) "Le funzioni di cui alla presente legge sono organizzate nel Servizio socio assistenziale attivato ai sensi dell'art. 3 della legge regionale 22/5/1980, n. 60.
Il servizio socio-assistenziale in particolare provvede: 1) alla rilevazione e all'analisi conoscitiva dei bisogni e delle risorse del territorio, ai fini della programmazione del settore socio assistenziale, anche in campo formativo, e della prevenzione dei bisogni assistenziali 2) all'informazione, alla divulgazione e al dibattito del e tematiche sociali, con particolare riferimento alle cause e agli effetti dell'emarginazione e del disadattamento e alla promozione di una diffusa coscienza sociale, volta a un loro superamento 3) a proporre la programmazione di settore, anche in campo formativo, e a verificarne l'attuazione, nell'ambito del coordinamento attuato nell'ufficio di direzione dell'U.S.L.
4) alla prevenzione dei fattori di emarginazione e di disagio sociale anche individuando le aree di rischio presenti nel territorio 5) allo svolgimento delle attività socio-assistenziali, attuando i relativi interventi, erogando le relative prestazioni e gestendo le strutture residenziali, secondo l'organizzazione territoriale e funzionale prevista nel piano socio-sanitario 6) allo svolgimento delle attività delegate o sub delegate ai sensi della presente legge; alla protezione e alla tutela della maternità e dell'infanzia, con particolare riferimento ai soggetti portatori di handicaps, alla promozione dell'inserimento e reinserimento sociale dei giovani con problemi di disadattamento, degli adulti e degli anziani soggetti a rischi di emarginazione".
Il Gruppo D.C. propone il seguente emendamento all'emendamento: al punto 5) aggiungere dopo "residenziali", "dipendenti".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

L'Assessore Cernetti ha più volte richiamato il fatto che il disegno di legge è da un anno in discussione nella Commissione e si meraviglia che all'ultimo momento vengano ancora presentati da parte nostra o di Gruppi di opposizione delle proposte di modifica e delle richieste di chiarimento.
Ci sia consentito di meravigliarci che a pochi giorni dal dibattito e dalla votazione consiliare siano presentati dalla Giunta non degli emendamenti di carattere integrativo o correttivo, ma dei veri e nuovi articoli come questo, che avremmo avuto diritto di discutere ampiamente in Commissione.
Il punto 5) di questo articolo risponde ancora più chiaramente di quanto ha fatto l'Assessore alla domanda del Consigliere Revelli se sia dato alle U.S.L. di programmare o di gestire. Qui è scritto che tra le funzioni del servizio socio-assistenziale vi sono quelle di erogare le prestazioni e di gestire le strutture residenziali. La risposta è chiarissima; secondo me era già chiara quella dell'Assessore, ma non è bastata a far cambiare idea a Revelli sulla bontà dell'articolo.
Sul punto 5) vorremmo però proporre una specificazione, che consiste nell'aggiungere alle parole "strutture residenziali" la parola "dipendenti".



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Revelli. Ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

I miei dubbi sono sempre di ordine istituzionale e sono diversi da quelli della Democrazia Cristiana, che sono semplicemente di potere (non parlo del Consigliere Martinetti, perché lo conosco da tempo).



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Desidero rispondere al collega Martinetti che una legge di questa importanza è sempre perfettibile. Pertanto la sorpresa non viene tanto dalla continua presentazione di emendamenti, quanto invece dal fatto che vengono messi in discussione i principi di fondo che sono stati sanciti con deliberazione approvata dal Consiglio nel febbraio dell'81 e con circolare.
Quanto alla presentazione dell'art. 8 bis, che per quanto lungo non costituisce modifiche, è una semplice enucleazione delle funzioni del servizio socio-assistenziale, che ci è parso doveroso specificare per maggior chiarezza nei confronti degli amministratori.
L'emendamento al punto 5) proposto dal collega Martinetti è una rilevazione che ritengo giusta, pertanto come in altre parti abbiamo specificato con le parole "strutture proprie", così possiamo specificare in questo punto con le parole "strutture residenziali degli Enti locali".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Siccome si discute di leggi e di principi, vorrei che non fosse sancito in questo Consiglio che le circolari hanno praticamente valore di leggi. La risposta dell'Assessore è stata in questi termini.
Una delibera del Consiglio ha stabilito questi principii. Posso avere qualche dubbio sotto il profilo giuridico, comunque trattandosi di una deliberazione del Consiglio posso accettarlo. Ma, che le circolari di un Assessore (che, nonostante i buoni propositi del Presidente della Giunta che continua ad invitare gli Assessori perché le indirizzino anche ai Consiglieri non ci arrivano mai) facciano diritto, non mi sentirei di consacrarlo in un'assemblea legislativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il Presidente dovrebbe meditare sui tempi di questa discussione poich la stanchezza incide sulla capacità di verificare il senso politico di quello che stiamo facendo.
Do ragione alla considerazione che ha fatto Martinetti sulla necessità di specificare all'art. 5 che cosa significhi gestire le strutture residenziali. Mi sembra che l'interpretazione data dall'Assessore indichi il clima nel quale stiamo discutendo, perché è strano che dica che il servizio assistenziale può gestire solo strutture di proprietà degli Enti locali. Questo significa il divieto e l'impossibilità a decidere di organizzare in futuro cose non preesistenti ed attinenti agli Enti locali come, per esempio, decidere di affittare delle strutture o pensare cose più diverse.
Questo servizio non potrà dotarsi patrimonialmente perché questo è fuori dalla sua competenza istituzionale, ma potrà creare dei rapporti giuridici con strutture delle quali abbia la necessità di disporre; questo però non significa che le strutture debbano essere di proprietà degli Enti locali. Altrimenti, metteremmo il servizio nell'impossibilità assoluta di muoversi in termini di sviluppo come tutti auspichiamo. La preoccupazione della D.C. - che condivido - è probabilmente che il servizio tenda ad espellere le gestioni attuali delle strutture esistenti. Non capisco perch non sia possibile gestire una struttura residenziale, per esempio, in un locale affittato (detto in termini poco eleganti giuridicamente, ma comprensibili per tutti).
Quindi esprimerò voto contrario a questo articolo se viene riproposto dalla Giunta con l'emendamento testè presentato.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Sono sempre "dipendenti" dagli Enti locali anche se dagli Enti locali sono affittati. Per gestione intendiamo una cosa ben specifica che nulla ha a che fare né con la programmazione né con la vigilanza, né con l'emanare criteri e normative. E' la gestione diretta che attualmente esercitano i Comuni su determinate strutture e che non ha nulla a che vedere con quanto asserito dal Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ma cosa si intende per "dipendenti"?



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

L'Unità Sanitaria Locale gestirà le strutture residenziali dipendenti e non potrà gestire le strutture residenziali private.



MARCHINI Sergio

Potrebbe fare una convenzione.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Ma la convenzione non è una gestione. Potremmo aggiungere, dopo le parole "erogando le relative prestazioni e gestendo le strutture residenziali", le parole "dipendenti dagli Enti locali"; così viene esclusa l'affittanza.



MARCHINI Sergio

Continuo a pensare che ci sia poca chiarezza e molta stanchezza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento all'emendamento presentato dal Gruppo D.C.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta regionale che propone il nuovo art. 8 bis. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 44 Consiglieri presenti in aula.
Pongo ora in votazione il nuovo art. 8 bis nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 44 hanno risposto SI 42 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 8 bis è approvato.
Art. 9 (Responsabile del servizio socio-assistenziale) "Il responsabile del servizio socio-assistenziale fa parte dell'ufficio di direzione di cui all'art. 26 della legge regionale 21/1/1980, n. 3, con le attribuzioni previste dal medesimo articolo.
Il Comitato di gestione deve acquisire il parere del responsabile del servizio socio-assistenziale, anche mediante la sua partecipazione alle sedute del Comitato di gestione.
Dell'acquisizione del parere deve essere fatta menzione nell'atto deliberativo".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Sospendo la seduta per dieci minuti e convoco i Capigruppo per concordare l'ordine dei lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 18 riprende alle ore 18,15)



PRESIDENTE

Nella riunione dei Capigruppo si è stabilito di proseguire i lavori fino alle ore 19. Il Consiglio verrà convocato il giorno 20 aprile 1982 per tutto il giorno.
Proseguiamo la votazione degli articoli del progetto di legge n. 54.
Art. 10 (Piano socio-sanitario regionale) "La Regione determina la programmazione del settore socio-assistenziale mediante la predisposizione del piano socio-sanitario triennale, articolato per progetti-obiettivo.
Nell'ambito di detto piano sono individuati, tra l'altro: gli obiettivi da perseguire la metodologia d'intervento gli standards di funzionalità ed organizzazione dei servizi e delle strutture socio-assistenziali gli indirizzi e le norme sulla formazione e l'aggiornamento degli operatori dei servizi l'ammontare delle risorse finanziarie stanziate dalla Regione, nonché la loro destinazione".
Il Gruppo D.C. ha presentato il seguente emendamento: sostituire il titolo con "Piano di sviluppo dei servizi sociali".
Sostituire il primo comma con: "La Regione determina la programmazione del settore socio-assistenziale mediante la predisposizione del piano di sviluppo dei servizi sociali coordinato con il piano sanitario regionale".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Ritorna il concetto fondamentale già ampiamente dibattuto quando abbiamo votato l'art. 8.
Per le stesse motivazioni già enunciate, la Giunta respinge questo emendamento perché non lo ritiene conforme ai principi dell'integrazione.
Del resto la volontà del Consiglio si era già chiaramente espressa nell'approvazione del piano socio-sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Questo emendamento nasce dalla considerazione che abbiamo fatto sul testo approvato dal Comitato ristretto delle Commissioni riunite Affari Costituzionali ed Interni della Camera. La legge di riforma dell'assistenza non parla di un "piano socio-sanitario", ma di un "piano di sviluppo dei servizi sociali coordinato con il piano sanitario regionale".
Poiché l'Assessore ritiene di non poter accettare questo emendamento lo ritiriamo data la non eccessiva rilevanza. Vorremmo però pregare di inserire al secondo comma, dopo le parole "gli standards di funzionalità ed organizzazione , dei servizi e delle strutture socio assistenziali" la parola "dipendenti", in quanto riteniamo che i parametri di funzionalità possono essere determinati da parte dell'U.S.L. per quegli istituti di cui abbiamo parlato e non per tutte le istituzioni socio-assistenziali che ovviamente, nell'ambito della legislazione generale, hanno la libertà di potersi regolare secondo le proprie finalità, attuando anche dovute sperimentazioni.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La Giunta ritiene di dover respingere questo emendamento della Democrazia Cristiana. Avevo già spiegato chiaramente che un conto è la gestione diretta e altro conto sono gli standards di funzionalità e di organizzazione dei servizi e delle strutture socio-assistenziali, che devono essere dati alle strutture dipendenti dagli Enti locali e a tutte le altre.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il nuovo emendamento presentato dal Gruppo D.C. che recita: al punto: "- gli standards di funzionalità ...", aggiungere dopo "socio assistenziali" il termine "dipendenti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 15 voti favorevoli e 23 contrari.
Pongo in votazione l'art. 10 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 10 è approvato.
Art. 11 (Programmi socio-sanitari zonali) "Le Unità Socio-sanitarie Locali, in attuazione degli obiettivi del piano socio-sanitario triennale della Regione e secondo i tempi e con le modalità da esso previsti, predispongono programmi zonali di attività e di spesa per la gestione dei servizi sanitari e socio-assistenziali, sentiti i Comuni ai sensi dell'art. 12 della legge regionale 21/1/1980, n. 3".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 24 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 16 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Art. 12 (Competenze delle Province in materia socio-assistenziale) "Fino alla completa applicazione del primo comma dell'art. 25 D. P .R.
27/7/1977, n. 616, le Province esercitano le funzioni residue nel campo dell'assistenza sociale attraverso le Unità socio-sanitarie locali e regolamentano i rapporti con le medesime mediante apposite convenzioni.
Con le convenzioni sono disciplinati, fra l'altro, i rapporti patrimoniali e finanziari, nonché le modalità d'impiego del personale provinciale con riferimento alle attività sopraddette.
La Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare e le Province, provvede a predisporre al riguardo uno schema-tipo di convenzione".
I Consiglieri Mignone, Viglione, Ferrari ed Acotto presentano il seguente emendamento: il primo comma è così sostituito: "Fino alla completa applicazione del primo comma dell'art. 25 del D.P.R.
27/7/1977, n. 616, le Province possono esercitare gli interventi di competenza nel campo dell'assistenza sociale attraverso le Unità Sanitarie Locali e regolamentano i rapporti con le medesime mediante apposite convenzioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità dei Consiglieri presenti.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: al primo comma sostituire la parola "esercitano" con le parole "possono esercitare" e dopo le parole "assistenza sociale" aggiungere "anche".
Aggiungere il seguente terzo comma: "Nell'ambito dei piani regionali, la Provincia approva il programma di localizzazione dei presidi assistenziali ed esprime il parere sulle eventuali modifiche degli ambiti territoriali di cui alla legge regionale 9/7/1976, n. 41".
La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La Giunta ritiene sia superfluo aggiungerlo in questo articolo perch già chiaramente espresso nel D.P.R. 616.



MARTINETTI Bartolomeo

L'Assessore afferma di non poterlo accogliere, ma in realtà è già stato accolto in parte con un "anche" in più, quindi può parzialmente essere superfluo e lo ritiriamo. La seconda parte dell'emendamento invece riporta le norme contenute nel D.P.R. 616 ed altre norme di legge che recuperano la competenza delle Amministrazioni provinciali ed approvare la localizzazione dei presidi assistenziali.
L'obiezione dell'Assessore Cernetti è strana, perché se dovessimo togliere da questa legge tutto quanto è riportato in altre leggi ridurremmo il testo notevolmente.
Ci pare importante inserire quello che, per quanto riguarda il piano socio-sanitario, abbiamo dovuto recuperare con un ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio perché abbiamo ritenuto che il piano dovesse essere integrato con l'inserimento di questo comma.
Non dimentichiamo che tre Consigli provinciali hanno promosso un'interrogazione al Consiglio regionale per chiedere come la Giunta adempirà al debito di legge di riservare alle Amministrazioni provinciali l'intervento nella scelta delle localizzazioni dei presidi assistenziali.
E' significativo l'inserimento di questo inciso nell'art. 12 della legge, come è significativo il volerlo escludere con un richiamo generico ad una norma che esiste.
Questo è il momento giusto per dire che intendiamo rispettare questa disposizione della normativa vigente.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Nessuno intende sottrarre niente, né ha un senso il fatto di non inserire qui questo inciso.
Quando abbiamo detto "già normato", era semplicemente per specificare completare, determinare alcune cose. Il riportare testualmente un articolo inserito in altra legge, ci sembra inutile.



MARTINETTI Bartolomeo

Se il terzo comma è respinto soltanto perché è inutile o pleonastico e non si vuole dare un altro significato a questo, mi domando come si possa respingere una proposta di questo tipo, che non ha nessuna finalità eversiva, se non quella collaborativa, quando si continua a dire da parte di autorevoli membri della Giunta e della maggioranza che si vuole accettare la collaborazione delle opposizioni. Siamo di fronte ad una presa di posizione contro una nostra richiesta solo perché la formuliamo noi.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Collega Martinetti, questo lo può dire solo per amor di polemica perché abbiamo lavorato insieme per tanti mesi e tanti emendamenti della D.C. sono stati accolti nella loro piena forma. L'ultimo emendamento presentato dalla maggioranza, recepisce esattamente l'emendamento D.C.
quindi, non si può parlare di una presa di posizione della Giunta nei confronti della D.C.



MARCHINI Sergio

Ho l'impressione che l'argomentazione dell'Assessore rafforzi quella della D.C.
Proprio l'aver fatto proprio un emendamento presentato dall'opposizione dimostra che la maggioranza non intende riconoscere all'opposizione la legittimazione a legiferare. Anche un emendamento presentato dal Gruppo liberale è stato recepito nella sostanza e trasformato nelle parole. Sarà opportuno riflettere su quanto sta avvenendo, perché in fase di rielaborazione del Regolamento, e se si arriverà ad una rigorosa normazione degli emendamenti, queste cose non saranno più possibili. L'obiezione del collega Martinetti ha in aula una giustificazione. Peraltro, devo dare atto che in sede di Commissione c'è stata molta serenità da parte della Giunta ma c'é stata anche da parte dell'opposizione molta disponibilità a non far prevalere questioni di principio e di numero, perché se avessimo fatto pesare queste questioni, questa legge sarebbe soltanto al titolo.



MAJORINO Gaetano

E' pacifico che una legge statale può essere recepita da una legge regionale. Il recepirla sta a significare da parte del legislatore regionale la propria volontà di volerla rispettare. Quindi non è pleonastico sotto questo profilo.



GENOVESE Piero Arturo

Devo fare una precisazione per quanto ha detto il collega Martinetti.
Signor Presidente, lei ci ha invitati, nonostante la stanchezza, a proseguire l'esame della legge e noi siamo qui proprio per andare avanti.
Ho chiesto di parlare per sottolineare che mentre Martinetti illustrava il significato dell'emendamento, la distrazione nell'aula era totale. Se ci si invita a proseguire nell'esame della legge, riteniamo di avere il diritto di richiamare l'assemblea ad ascoltare le motivazioni del nostro Gruppo con la dovuta attenzione.
Questo comportamento è da richiamare perché mentre gli emendamenti proposti dalla maggioranza appaiono pacifici e vengono accettati, quelli presentati da un Gruppo di opposizione per uno "svarione" dovuto alla distrazione vengono respinti quando già erano stati accettati da tutti nella discussione precedente.
Respingendo la seconda parte del nostro emendamento si è di fatto contrari a ribadire una volontà già espressa dalla Regione. A questo punto non si riesce più a comprendere le motivazioni che vengono portate avanti.
Se si deve continuare l'esame di norme così importanti, che richiamano competenze per legge statale riservate alle Province e che, secondo noi devono essere ribadite nel testo, chiediamo la dovuta attenzione e serietà di comportamenti; altrimenti non vedo perché si debba rimanere qui a continuare la discussione.



PRESIDENTE

Ho apprezzato la garbatezza delle sue argomentazioni.
Abbiamo stabilito di proseguire fino alle ore 19 e ormai siamo arrivati.
Chiedo ai colleghi un ulteriore sforzo prima di chiudere la seduta perché l'Assessore Bajardi deve fare una comunicazione.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Vorrei cogliere l'occasione del rilievo fatto dal collega Genovese e da altri sulle Province, per comunicare che, in adempimento all'ordine del giorno approvato dal Consiglio, i Presidenti delle Giunte provinciali sono stati convocati per domani mattina alle ore 11 presso l'Assessorato alla sanità.
Se in seguito emergeranno esigenze di chiarimento, gli Assessorati interessati si renderanno disponibili. In questo ambito la volontà politica di rispettare quanto è previsto dalla legge 833 per quanto si riferisce alle strutture sanitarie e al principio generale del D.P.R. 616, è chiara ed esplicita e secondo me non ha bisogno di richiami.
Cionondimeno, ai fini della discussione dell'art. 12 della legge volevo assicurare che gli adempimenti a cui la Giunta era stata chiamata dal Consiglio hanno concreta attuazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Gli interventi che hanno svolto i Consiglieri Martinetti, Marchini e Genovese richiamano una puntualizzazione.
Non dobbiamo mettere in discussione ogni volta un atteggiamento della maggioranza o una disattenzione di un Gruppo o di Gruppi dell'opposizione e, in particolare, dal Gruppo D.C. Se capita di non essere d'accordo, di avere valutazioni diverse su determinati articoli, questo attiene al merito e a valutazioni diverse che sugli articoli ci sono. In questo Consiglio regionale se qualche volta si va fuori dai binari è bene ritornarci.
Si può portare avanti l'amministrazione In un clima fondato sul rispetto tra le forze politiche. Se non capiamo questo, siamo lontani dalla possibilità di realizzare alcunché.
Può darsi che giochi la stanchezza e la difficoltà a cogliere la pregnanza di certi problemi.
Le motivazioni che ha addotto l'Assessore sono di merito e io non sono sufficientemente informato per esprimere un giudizio su un pleonasma o meno, certo è che questo non attiene ad un atteggiamento arrogante che ignori il ruolo del Gruppo D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Dopo una consultazione con il Capogruppo del Partito socialdemocratico vorrei introdurmi nel terzo comma aggiuntivo. Chiederemo all'Assessore di voler esaminare l'opportunità degli emendamenti.
Questo è già previsto da legge precedente e ritengo che l'Assessore possa accoglierlo.
Sotto questo aspetto abbiamo la massima disponibilità.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Non vorrei che diventasse un "casus belli" visto che è assolutamente privo di sostanza.
Ringrazio l'Assessore Bajardi che ha dichiarato la volontà politica di rispettare il D.P.R. 616. La formulazione è esatta ed è tale e quale a quella del D.P.R. 616. Non è affatto nel nostro intendimento avere preclusioni nei confronti della D.C. Volevo anche specificare al compagno Marchini che la Giunta non ha furbescamente presentato come proprio un emendamento proposto dalla D.C. La volontà della D.C. è stata recepita in V Commissione. La maggioranza ha formulato gli emendamenti prima che venissero presentati quelli della D.C.
Per dare atto della buona volontà siamo disposti ad inserire quell'inciso nell'articolo, comunque la volontà politica è così chiara che continuiamo a crederlo pleonastico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La mia potrebbe essere una mozione d'ordine.
Chiedo al Presidente di richiamare l'Assessore ad un linguaggio più proprio. Non mi sembra proprio che da parte dei banchi del governo della Regione Piemonte si usi il termine "compagno" tra colleghi.
Qui esistono Assessori, Capigruppo, Presidente della Giunta Vicepresidente della Giunta, Presidente del Consiglio, Vicepresidente del Consiglio, Segretario del Consiglio e Consiglieri.
Questa scriminante o questa "solidarietà scolastica", che non ci accomuna in termini di eleganza formale, ci sembra inopportuna.



PRESIDENTE

Per non seguire su questa strada, pongo in votazione la parte restante dell'emendamento all'art. 12 presentato dai colleghi della D.C. che è stata accettata dalla Giunta, mentre la prima parte è stata ritirata dal Consigliere Martinetti. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 35 voti favorevoli e 1 astenuto.
Pongo in votazione l'art. 12 nel testo emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri L'art. 12 è approvato.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Mozione concordata tra i Gruppi consiliari relativa alla riforma del collocamento obbligatorio per i portatori di handicap


PRESIDENTE

Infine, vi do lettura della mozione concordata tra i Gruppi consiliari relativa alla riforma del collocamento obbligatorio per i portatori di handicap: "Il Consiglio regionale del Piemonte, auspica che la riforma del collocamento obbligatorio a favore dei portatori di handicap sia rivolta a garantire e valorizzare, in base alle attitudini ed alle reali capacità l'ingresso nel mondo del lavoro dei soggetti che si trovano in difficoltà a causa di notevoli handicap fisici, psichici, sensoriali. Ritiene che la riforma dell'attuale legge 482/68 debba rispondere ad alcune esigenze quali: superamento delle categorie, affinché non si debba continuare a discriminare fra i portatori di handicap includere il diritto ad essere collocati anche per i portatori di handicap psichici (numerose sono in Italia esperienze positive nel settore) garantire l'occupazione dei cittadini di cui sopra presso l'intero sistema del lavoro. Poiché, a minorazione fisica, psichica e/o sensoriale non corrisponde sempre e comunque ridotta capacità lavorativa.
Ritiene necessario promuovere e sostenere il collocamento 'mirato' anche nel rispetto del grado di professionalità, collegando le reali capacità e possibilità degli aventi diritto agli sbocchi occupazionali in aree di lavoro idonee, esigenza questa che può essere soddisfatta solo da una specifica Commissione di sostegno, a livello di U.S.L., che tenga conto dei problemi di valorizzazione professionale e dell'idoneità del posto del lavoro, separando quindi il giudizio di impedimento fisico, mentale e sensoriale da quello professionale ed attitudinale.
Il Consiglio regionale del Piemonte, sollecita il Parlamento all'approvazione, in tempi rapidi, della riforma del collocamento obbligatorio che faccia salvi i presenti principi: a) unificazione categorie: non suddividere i portatori di handicap partendo dalla causa invalidante: il disagio e la difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro lo affrontano in quanto portatori di handicap b) accertamento: non deve più essere lasciata esclusivamente al giudizio di impedimento fisico, mentale e sensoriale la valutazione del diritto al collocamento obbligatorio c) professionalità: è indispensabile non riferirsi a mansioni predeterminate che di fatto prevalentemente assegnano agli invalidi solo lavori dequalificati d) sostegno finanziario all'inserimento: la fiscalizzazione generalizzata non può essere considerata un mezzo valido all'inserimento degli handicappati e deve intervenire solo in specifici casi e) discriminazione e meccanismi elusivi: non si deve prevedere in nessun modo all'interno della legge di riforma la non collocabilità lavorativa del soggetto (questa dovrà essere comunque stabilita dalla Commissione competente). Per i lavoratori invalidi successivamente all'assunzione, si deve prevedere il mantenimento del posto di lavoro f) aventi diritto: occorre superare il permanere della confusione tra aventi diritto al collocamento obbligatorio in quanto cittadini impediti nel fisico, nella mente, negli organi sensoriali e tra altri in quanto cittadini socialmente disagiati per i quali è opportuno prevedere punteggi aggiuntivi nell'ambito del collocamento ordinario legge 760 g) formazione professionale: deve essere prevista nei normali centri di formazione professionale e negli ambienti di lavoro con contratti di formazione-lavoro h) patto di prova: deve essere normato avendo presente che la legge deve soprattutto tutelare i cittadini 'impediti' i) superamento dei meccanismi che consentono di eludere la legge prevedendo opportune sanzioni.
Il Consiglio regionale del Piemonte ritiene quindi che la legge di riforma del collocamento obbligatorio debba essere approvata in tempi brevi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La mozione è approvata all'unanimità dei 36 Consiglieri presenti in aula.
Comunico, infine, che il Consiglio è convocato statutariamente per il 20 aprile p.v.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,05)



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