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Dettaglio seduta n.105 del 14/01/82 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto primo dell'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute", non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 15, 17 e 21 dicembre 1981 si intendono approvati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione dei Consiglieri Bastianini, Marchini e Turbiglio inerente la situazione delle UU.SS.SS.LL.


PRESIDENTE

Circa il punto secondo all'ordine del giorno "Interrogazioni ed interpellanze", si discute l'interrogazione dei Consiglieri Bastianini Marchini e Turbiglio inerente la situazione delle USL.
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

La situazione degli operatori, con rapporto di lavoro precario, addetti ai servizi socio-assistenziali, si tratti di personale assegnato alle Unità Sanitarie Locali ovvero utilizzato funzionalmente da queste anche se istituzionalmente dipendente dagli Enti locali, è stata sempre presente al Dipartimento dei servizi sociali che, sia attraverso le direttive che attraverso prese di posizioni epistolari e/o verbali, ha più volte sollecitato le USL e gli Enti locali ad evitare comunque lo scadimento dei livelli assistenziali in atto procedendo alla conferma dei rapporti convenzionali e, fermo restando la necessità di porre in essere i provvedimenti idonei (ivi compresa l'istituzione dei posti d'organico necessari) a consentire l'espletamento di tali funzioni con personale dipendente a rapporto di lavoro di ruolo, con possibile recupero in tale veste degli attuali precari di cui è auspicabile l'assorbimento nel minor tempo possibile.
Ciò premesso va precisato che, da notizie acquisite, anche in occasione della scadenza del 31 dicembre scorso l'Unità Sanitaria Locale n. 30 di Chieri e le molte altre Unità Sanitarie Locali interessate a situazioni quale quella che ha originato l'interrogazione, hanno provveduto a prorogare o rinnovare gran parte dei rapporti con i precari nell'impossibilità di assicurare con propri dipendenti la necessaria continuità dei servizi e relativi livelli.
In relazione a quanto precede, sembra superata la richiesta di incontro con la Giunta regionale del Comitato precari dell'Unità Sanitaria Locale n.
30, ferma restando la piena disponibilità della prima ad esaminare la problematica complessiva con le competenti rappresentanze ufficiali dei lavoratori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

La risposta dell'Assessore non mi soddisfa in quanto è molto elusiva del problema. Non siamo i genitori della riforma sanitaria siamo per impegnati a farla funzionare nel modo migliore.
Sollecitiamo l'Assessore alla sanità alla massima attenzione sull'organizzazione delle USL.
Non capisco perché l'Assessore ritiene inutile o per lo meno prematuro radunare il Comitato per sentire le sue ragioni.
Insisto nel richiedere questa convocazione perché sono certo che dal colloquio diretto si possano conseguire i risultati migliori. La nostra parte riconosce all'Assessore lo sforzo che sta compiendo che però deve essere incrementato per il miglior funzionamento della gestione.


Argomento: Viabilità

Interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Genovese, Petrini e Sartoris inerente i finanziamenti per opere stradali di pubblica utilità


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Genovese Petrini e Sartoris inerente i finanziamenti per opere stradali.
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Nel rispondere all'interrogazione dei Consiglieri Martinetti, Genovese Petrini e Sartoris desidero fare una considerazione in ordine alla questione delle istanze degli Enti locali e delle previsioni dei P.P.A.
rispetto alle disponibilità finanziarie regionali.
E' a tutti noto, infatti, il reale rapporto esistente fra le risorse finanziarie dei Comuni e delle Province e la loro capacità di contrarre mutui che è tale da rendere, nel campo delle OO.PP., il ruolo della Regione certo non incisivo e determinante rispetto al totale delle opere eseguite sul territorio.
Il fatto, per esempio, che i grandi Comuni (superiori a 50.000 abitanti) e le province realizzano poche opere con il contributo regionale significa che l'azione finanziaria regionale è scarsamente determinante sui loro programmi.
D'altro canto non si può neppure pensare che portare a termine gli impegni assunti con un P.P.A. sia un obbligo della Regione solo in quanto ne ha disposto l'obbligo di redazione mediante una legge, e che invece non costituisca un momento di responsabile verifica politica e finanziaria dei Comuni da attuarsi nei confronti di un processo di sviluppo previsto con dati attendibili, e quindi controllabili, rispetto all'evolversi della quantità di risorse presenti nel periodo di validità dello strumento.
Dunque la frustrazione può anche dipendere dal riconoscimento che le risorse del paese sono complessivamente scarse e dovrebbe dipendere;soprattutto nella fattispecie, dalla constatazione che le previsioni del P.P.A. non risultano, nei fatti, attendibili, benché con il diffondersi dei bilanci pluriennali degli Enti locali le previsioni stesse diventino più semplici e veritiere.
Quanto sopra premesso, comunico che le opere stradali e di pubblica illuminazione per le quali gli Enti locali hanno presentato istanza di contributo ai sensi della legge regionale 16 maggio 1975, n. 28, ammontano rispettivamente a L. 234.293.812.185 ed a L. 33.25.605.319.
Le ragioni per le quali il finanziamento delle opere in conto 1981 è previsto sul bilancio 1982 consistono nel fatto che, essendo stati messi a disposizione dei comitati comprensoriali fondi per la concessione di contributi in annualità, l'erogazione degli stessi non poteva certamente avvenire prima del 1982; per quanto invece concerne la destinazione dei fondi del bilancio 1981 ricordo che gli stessi non erano risorse fresche bensì fondi da impiegare per il finanziamento di opere precedentemente ammesse a contributo, con spesa a carico del bilancio per il 1980, il cui stanziamento era stato ridotto con la legge di assestamento del bilancio medesimo (ed in conseguenza erano stati revocati molti dei contributi precedentemente promessi).
Infine, nel dichiarare che la Giunta sarà ben lieta, ed il sottoscritto in particolare, di adeguare gli stanziamenti di bilancio relativi ad opere stradali ed a impianti di illuminazione pubblica, nel quadro delle scelte programmatiche del Piano di sviluppo, desidero ricordare, per quanto riguarda la graduatoria delle priorità, che la stessa consente, nell'esame congiunto ed anche dialettico del bisogno di investimenti, che avviene nei Comprensori e fra i Comuni, di valutare le reali necessità oltre le ottiche campanilistiche che la realtà territoriale con i suoi complessi problemi infrastrutturali, richiede.
Personalmente mi auguro che, in futuro, si possa, con più razionalità ed efficacia, intervenire e risolvere i problemi viari facendo convergere iniziative e risorse di Enti diversi (Regioni, Province, Comprensori e Comuni).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Ringrazio l'Assessore che ha risposto in maniera seria e documentata alla nostra interrogazione del 18 giugno 1981.
Devo dare atto che le modalità di attribuzione dei fondi per strade e illuminazione pubblica sulla legge 28, stabilite dall'Assessorato alla viabilità con nota del 27 maggio 81, sono a nostro avviso ben più accettabili che non quelle elaborate dai cervelli elettronici dell'Assessorato all'urbanistica, di cui abbiamo avuto modo di parlare in questa sede.
Qui si prende atto che la somma è estremamente modesta: 12 miliardi su 267 miliardi di istanze distribuiti attraverso parametri che seguono un criterio base della programmazione ossia quello di coprire le esigenze delle zone in condizione di maggiore squilibrio socio-economico.
L'Assessore giustamente ha tenuto conto delle particolari condizioni laddove ha stabilito una distribuzione parametrica, ma corretta, attraverso meccanismi che riteniamo validi.
L'interrogazione aveva lo scopo, come l'Assessore ha probabilmente avvertito, di fare notare come sulla base di questa situazione appare difficile ogni attività programmatoria e inadeguato, e sotto certi aspetti impossibile, il pesante meccanismo dei programmi di attuazione imposto ai Comuni attraverso la legislazione vigente.
Quando l'Assessore dice di non essere in grado di comunicare l'entità delle richieste di opere previste attraverso i piani di attuazione, ovvero attraverso quello strumento che dovrebbe dare modo alla Regione di conoscere in ogni momento i fabbisogni, dimostra una volta di più come questo castello debba essere ridimensionato e corretto: speriamo che ci avvenga nell'occasione dell'esame delle proposte di legge di modifica alla legge 56.
Sono d'accordo con l'Assessore quando dice che se la Regione non pu intervenire nei confronti dei Comuni, questi sono in grado di farlo per loro conto attraverso i mutui. Questa procedura sarà possibile per qualche grosso comune, ma il nuovo decreto approvato nei giorni scorsi pone molti ostacoli all'assunzione di mutui da parte dei Comuni.
E' chiaro che le gravissime esigenze dei Comuni dovranno attendere per essere gradualmente risolte nel futuro.
La programmazione sotto questo aspetto non funziona, ma anche i programmi di attuazione generalmente richiesti a tutti e in forma così elaborata non funzionano.
L'altra osservazione riguarda i fondi del 1981 che sono stati utilizzati per coprire il 1980, l'anno delle elezioni.
Dall'assegnazione fatta dal precedente Assessorato, alla fine del 1979 o all'inizio del 1980, c'è un salto di un anno nel quale la Regione non ha operato la distribuzione dei fondi per strade e illuminazione ai sensi della legge 28.
Questo vuoto non è dovuto al fatto che i soldi non sono andati da nessuna parte o sono nascosti in qualche cassetto, ma al fatto che sono stati utilizzati attraverso assegnazioni fatte dalla Giunta secondo criteri su cui non abbiamo nulla da eccepire ma che sono al di fuori del sistema di programmazione.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario

Interrogazione del Consigliere Vetrino inerente l'istituzione del servizio CEE


PRESIDENTE

Interrogazione della Consigliere Vetrino inerente l'istituzione del servizio CEE.
Risponde il Presidente della Giunta regionale.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

In relazione all'interrogazione n. 9070/275 del 9 novembre 1981, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
L'attivazione del servizio CEE assume grandissima rilevanza per la Giunta regionale che si fece a suo tempo promotrice dell'iniziativa (richiamata come esempio all'attenzione delle altre Regioni anche dallo stesso Governo); per questo motivo, dopo la pubblicazione della legge, il sottoscritto richiese al competente Assessore Testa di predisporre d'intesa con l'Ufficio di presidenza, una proposta d'organico del servizio comune Giunta-Consiglio ai sensi dell'art.12 della legge 20/2/79 n. 6, auspicando che l'attivazione potesse avvenire contestualmente alla formalizzazione degli altri servizi regionali.
Ai primi d'aprile l'Assessore Testa propose in Giunta un progetto di organico trasmesso direttamente alla II Commissione per il parere.
Agli inizi di luglio il Presidente del Consiglio comunicava che la I Commissione aveva avviato nella seduta del 17 giugno 1981, l'esame del documento, ma che prima di esprimere, un parere, voleva conoscere a quale ufficio o assessorato regionale il servizio venisse attribuito.
In data 3/8/81 il sottoscritto comunicava che il servizio, proprio per la sua natura di servizio comune della Giunta e del Consiglio, non poteva che dipendere dal Presidente della Giunta.
In data 7/10/81 il Presidente del Consiglio trasmetteva una mozione della Consulta regionale per i problemi dell'unificazione europea del 2/10/81 con la quale si sollecitava la Giunta regionale ad attivare il servizio.
A sua volta l'Assessore al personale, richiedeva al Presidente della I Commissione di rimettere all'ordine del giorno l'esame dell'istituzione dell'ufficio essendosi già provveduto a rispondere al quesito avanzato dalla Commissione.
Ho voluto puntualmente fare la cronistoria proprio per dimostrare come da parte della Giunta sostanzialmente tutti gli adempimenti per l'attivazione siano stati operati.
Va in proposito segnalato che l'attivazione appare sempre più urgente anche in relazione alla nuova politica comunitaria, agli intendimenti espressi dal Governo, di una maggiore partecipazione delle Regioni, alla necessità di questa Regione di disporre di informazioni e di funzionari preposti professionalmente a seguire le problematiche e garantire il flusso di risorse, secondo le normative comunitarie.
Approfitto pertanto di quest'interrogazione per richiamare la necessità, cosa che ho già fatto, agli inizi di quest'anno con una lettera al Presidente del Consiglio di procedere al più presto all'attivazione di questo importante servizio comune, anche in relazione al dibattito in atto nel Paese sulle proposte di modifica delle politiche comunitarie concernenti sia il fondo sociale di sviluppo regionale sia la politica agricola economica.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Ringrazio il Presidente della Giunta che ha voluto personalmente rispondere alle interrogazioni, malgrado i suoi numerosi impegni.
Il problema è estremamente importante e indipendentemente dalle responsabilità che possono essere attribuite alla Giunta, al Consiglio all'Ufficio di presidenza e a tutti noi, stiamo registrando a questo riguardo un estremo ritardo.
Quando nel febbraio dell'anno scorso il Consiglio votò il provvedimento ne ero stata relatrice e ne avevo evidenziato l'importanza per la nostra Regione,che poteva fungere da stimolo per altre Regioni al fine di avvicinare di più l'Italia all'Europa e, nel nostro caso, il Piemonte all'Europa.
Non è pensabile che ad un anno dall'approvazione di quel provvedimento il servizio non sia stato costituito.
Al di là delle recriminazioni e dell'attribuzione della responsabilità nel registrare questo ritardo dobbiamo farci tutti parte diligente perch l'ufficio venga costituito. Il dibattito sui problemi europei, che la conferenza dei Capigruppo ha calendarizzato per il mese di febbraio probabilmente sarà un'occasione per farci carico di questo problema.
L'Europa è un traguardo difficilmente raggiungibile. Quando siamo andati a votare per il Parlamento europeo, avevamo l'illusione che tutti i nostri problemi si sarebbero brevemente risolti. Oggi, sappiamo che il Piemonte non diventerà europeo se ognuno di noi non farà la sua parte.
L'isolamento del Piemonte probabilmente si può superare anche attraverso una maggiore convinzione nel dimostrarsi cittadini europei.
Il Presidente della Giunta ha ricordato che molte opportunità offerte dalla CEE non vengono utilizzate per carenza di informazione e la costituzione di questo ufficio ha lo scopo di avvicinare i cittadini attraverso gli enti e le associazioni, perché possano conoscere le leggi che permettano l'utilizzazione di queste opportunità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interrogazione del Consigliere Paganelli relativa al pagamento degli abbonamenti sottoscritti a giornali quotidiani e periodici inviati nelle scuole per l'anno scolastico 1980/81


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Paganelli relativa al pagamento degli abbonamenti sottoscritti a giornali quotidiani e periodici inviati nelle scuole per l'anno scolastico '80/'81.
Risponde il Presidente Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Con riferimento alla sua interrogazione le comunico che a seguito dell'assegnazione di abbonamenti a giornali quotidiani e periodici in favore di scuole piemontesi, sulla base delle norme di cui alla legge regionale 48/1979, la Giunta regionale deliberò, in data 29 dicembre 1980 la spesa di L. 715 milioni sulla disponibilità di 750 milioni esistenti al capitolo 11890 del bilancio 1980.
Al momento di approvare tale deliberazione, negli ultimi giorni dell'anno, la Giunta ben valutò il rischio dei residui passivi, ma procedette ugualmente nella considerazione da un lato della scadenza della legge, fatto che non avrebbe permesso di reperire apposito capitolo di bilancio nel successivo esercizio 1981, dall'altro della possibilità di limitare ad un tempo ristretto l'esistenza dei residui, potendo erogare la somma in larghissima misura entro i primi mesi dell'anno successivo a quello di impegno, sulla base di fatture che già stavano pervenendo agli uffici.
Con successive deliberazioni nel marzo/aprile dell'81 la Giunta erog le somme dovute, facendo riferimento al primitivo impegno di spesa di 715 milioni, sufficiente a coprire il previsto ammontare del totale fatturato.
Esperite le rituali formalità di controllo da parte dell'apposita Commissione, nei primi giorni di aprile gli uffici inoltrarono per il pagamento il primo blocco di fatture per un totale di 594 milioni di lire.
Successivamente furono inoltrate le restanti fatture, comprese quelle pervenute agli uffici con notevole ritardo.
Furono liquidate 43 fatture, per un totale di L. 362.601.680 sufficienti a coprire la disponibilità di cassa, prevista nel bilancio 1981 in lire 367 milioni.
In sede di assestamento di bilancio il capitolo di spesa è stato integrato opportunamente, per cui oggi risulta disporre in termini di cassa di L. 366 milioni, sufficienti a coprire la liquidazione di tutte le rimanenti fatture per un ammontare di L. 338 milioni, il cui pagamento era stato già definito con idonee deliberazioni da tempo esecutive.
Si precisa inoltre che nelle deliberazioni per l'erogazione dei finanziamenti si è provveduto ad inserire le fatture in ordine di ricezione, senza distinzione fra quotidiani e periodici.
Il pagamento parziale è avvenuto ad iniziare dalla prima fattura della prima delibera.
Posso assicurare che tutte le fatture sono già state oggi pagate.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Mi pare di capire dalla risposta del Presidente che l'inconveniente è derivato da una errata previsione di bilancio, ma soprattutto da un'errata previsione di disponibilità.
Nel momento in cui si dava conto della nuova situazione degli abbonamenti nelle scuole, da più parti si manifestava un malcontento nei confronti della Regione perché non aveva pagato gli abbonamenti dell'anno precedente.
Anche se siamo all'opposizione, ci spiace che la Regione venga mal considerata, e abbiamo presentato l'interrogazione perché non vorremmo che l'inconveniente si ripetesse in avvenire.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione del Consigliere Martinetti relativa al sistematico ritardo del treno diretto n. 2160 in partenza da Mondovì


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Martinetti, relativa al sistematico ritardo dei, treno diretto n. 2160 in partenza da Mondovì.
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

L'interrogazione del Consigliere Martinetti è stata presentata il 3 dicembre 1981, mentre l'esposto, a cui fa cenno l'interrogante, è giunto presso l'Assessorato trasporti il giorno 16 dicembre.
Ho preso immediati contatti con le FF.SS. essendo il problema dell'organizzazione delle ferrovie, come è noto, non di competenza regionale.
Per quanto riguarda l'oggetto dell'interrogazione risulta che i ritardi a cui è soggetto il treno n. 2160 sono da addebitarsi a lavori in corso sulla linea, in particolar modo nel tratto Sale Langhe-Saliceto in cui è stato necessario intervenire nei confronti di 3 ponticelli con opere opportune, tali da garantire quantomeno il servizio in condizioni di sicurezza.
I treni transitanti sulla linea sono assoggettati, per i motivi anzidetti, ad un rallentamento di 8'30". Inevitabilmente il perditempo si raddoppia allorquando un treno deve incrociarne un altro, poiché la linea è a semplice binario.
E' un caso particolare ma emblematico delle condizioni della linea e della necessità, così come già proposto nel piano regionale dei trasporti del raddoppio del binario da Ceva a S.Giuseppe di Cairo e di una serie di interventi atti a migliorare le condizioni della rimanente parte della linea.
Nei prossimi giorni il perditempo potrà scendere a 4' a seguito dell'eliminazione del rallentamento stabilito per uno dei ponticelli che sarà ripristinato in condizioni di normalità e sicurezza. Il ritorno alla normalità sarà garantito nel tempo strettamente necessario per il completamento dei lavori ed evitare quindi punti di conflitto sulla linea come oggi avviene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Ringrazio l'Assessore per il suo interessamento a seguito dell'esposto presentato da un certo numero di operai ed impiegati pendolari della zona del monregalese.
Mi dichiaro soddisfatto della risposta e mi auguro che da ciò derivi una sollecitudine da parte delle FF.SS. e degli organi competenti nella risoluzione dei problemi contingenti e del problema più generale che riguarda la ristrutturazione di quella linea.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Interpellanza del Consigliere Viglione relativa al trasporto urbano nei Comuni di Moncalieri, Alba e Cuneo


PRESIDENTE

Interpellanza del Consigliere Viglione relativa al trasporto urbano nei Comuni di Moncalieri, Alba e Cuneo.
Risponde l'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Il collega Viglione, che mi è maestro proprio perché è stato Presidente della Giunta, sa che la Regione non ha competenze nel trasporto urbano.
La legge regionale n. 61/1977 consentiva contributi per il personale e per le aziende che svolgevano servizio trasporto urbano, ma quella legge venne abrogata e precisamente con l'art. 21 della legge regionale del 1980.
Nei prossimi giorni presenteremo al Consiglio una legge per il riparto dei fondi trattenuti dallo Stato per il servizio urbano, malgrado la disponibilità a mantenere la situazione così com'era prima dell'approvazione della legge del 1980; oggi, con l'entrata in vigore delle nuove disposizioni, non è possibile dare contributi ai comuni i quali dovranno trovare i fondi entro il proprio bilancio che, con l'entrata in vigore del fondo nazionale dei trasporti, avranno rimborsati previa trattenuta sull'ammontare completo della spesa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

All'Assessore va tutta la nostra gratitudine per l'attenzione che presta al Consiglio.
Nel prendere atto della risposta lo ringraziamo e lo preghiamo di convocare i sindaci dei Comuni di Moncalieri, Alba e Cuneo per spiegare loro che non è più possibile tale contributo.
Due possono essere le soluzioni: o i Comuni prevedono liquidazioni improprie sul loro bilancio oppure si trovano compensazioni diverse, per esempio sostenendo qualche opera del Comune per permettergli di attivare un rapporto all'interno del bilancio.
Sarò grato all'Assessore se vorrà provvedere a tale convocazione per dare soddisfazione ai sindaci di tre città estremamente importanti. Non dimentichiamo che Moncalieri è la quinta città del Piemonte, che Alba ha una tradizione industriale e commerciale di prodotti locali lunghissima e che Cuneo ha una singolarità rispetto a tanti altri Comuni del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Mi dichiaro disponibile a rincontrare i sindaci avendoli già ricevuti a tale proposito.
Devono sapere che non impegnando sul loro bilancio questa cifra per i trasporti, il Ministero non può determinare l'ammontare sul fondo nazionale dei trasporti, pertanto non avranno possibilità di ripiano, addirittura saranno costretti ad utilizzare la quota di indebitamento del 16% da adesso in avanti.
Se La Giunta sarà d'accordo a trovare una forma alternativa di contributo, da parte mia non vi è nessun ostacolo.


Argomento: Formazione professionale

Interrogazione dei Consiglieri Sartorie e Petrini inerente l'istituzione di un corso per attività di estetista


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Sartoris e Petrini inerente l'istituzione di un corso per attività di estetista.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Giovanni, Assessore alla formazione professionale

Al Consigliere Sartoris ho già consegnato il testo della risposta che rinuncio a leggere.
Se il Consigliere intende replicare questo potrà essere argomento da trattare in Commissione per eventuali iniziative che potrebbero nascere dai suggerimenti del Consigliere stesso.



SARTORIS Riccardo

Mi dichiaro soddisfatto della risposta che ho letto attentamente.
Desidero solo sapere se i corsi,la cui data di inizio era indicata per il 6 gennaio, sono veramente iniziati.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Brizio e Cerchio inerente la situazione degli I.A.C.P.


PRESIDENTE

L'interrogazione dei Consiglieri Paganelli, Brizio e Cerchio inerente la situazione degli I.A.C.P.
Risponde l'Assessore Rivalta.



RIVALTA Luigi, Assessore all'edilizia

La mia risposta non tende a chiudere il problema sollevato dai colleghi, ma a dare semplicemente l'informazione sull'attenzione che la Giunta porta al problema stesso.
A seguito dell'atto amministrativo firmato dal Presidente dell'Istituto Autonomo Case Popolari della provincia di Torino riguardante la stipula di un contratto di assicurazione per i fabbricati di proprietà dell'Istituto stesso, il 22 dicembre scorso abbiamo richiesto di fare pervenire entro e non oltre il gennaio 1982 la documentazione relativa, integrata dal parere del Collegio sindacale al fine di poter disporre di elementi precisi di valutazione.
Sono in attesa di ricevere questo materiale e mi riservo, a esame compiuto, la risposta su questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

A risposta interlocutoria la dichiarazione di soddisfazione è ovviamente interlocutoria.
Ci riserviamo un più approfondito esame quando la documentazione sarà pervenuta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Commercio

Interrogazione del Consigliere Majorino inerente l'iniziativa "Mille idee per un regalo" promossa dalla Promark


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Majorino inerente l'iniziativa "Mille idee per un regalo" promossa dalla Promark.
Risponde l'Assessore Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico, Assessore al commercio

In ottemperanza al disposto dell'art. 117 Cost., nonché dell'art. 51 del D.P.R. n. 616/77, la Regione Piemonte esercita le funzioni amministrative relative alla materia fiere e mercati. Tali funzioni, con riferimento al R.D. n. 454/34 e in carenza di una legge quadro nazionale consistono in un'autorizzazione annuale ai fini della formazione del calendario delle fiere, di competenza statale.
Tale autorizzazione si avvale dei seguenti elementi: a) composizione del Comitato organizzatore b) eventuale regolamento c) piano finanziario dettagliato con elencazione degli eventuali contributi da parte di enti o privati d) indicazione se trattasi di manifestazione aperta al pubblico o riservata agli operatori economici e) indicazione della sede espositiva e disponibilità del titolare della sede nel caso non sia di proprietà del Comitato organizzatore.
Questa premessa al fine di chiarire, prima di entrare nel merito dell'interrogazione in oggetto, le competenze regionali in materia e perci evitare ogni confusione circa eventuali evasioni delle leggi sul commercio e tributarie da parte degli operatori fieristici.
Resta il fatto che la maggior parte degli espositori risultano commercianti (oltre l'80%), regolarmente iscritti alla Camera di Commercio il rimanente 20% è rappresentato da artigiani. La concorrenza "sleale" si ridurrebbe perciò alle "offerte a prezzi inferiori", concorrenzialità pienamente rientrante nei limiti della norma e che non impediva a nessuno dei commercianti presunti lesi dall'iniziativa di partecipare alla stessa.
La mostra-mercato in questione ha anzi rappresentato, dalla parte dei commercianti, un incoraggiamento e uno stimolo all'associazionismo al fine di vendere di più a prezzi inferiori e, dalla parte dell'utente consumatore, un'alternativa all'eccessiva polverizzazione di questo tipo di servizio mettendo a disposizione una grande massa di prodotti in un'unica area.
Inoltre, e in conseguenza a quanto fin qui detto, i 9 Consiglieri di amministrazione della Promark di nomina regionale sono perciò stesso vincolanti, "nell'esercizio del mandato, all'osservanza degli indirizzi e delle direttive impartite dai competenti organi della Regione" (art. 3 ultimo comma, L.R. n. 16/76), indirizzi e direttive cui deve attenersi la stessa Promark per quanto concerne le iniziative promozionali nelle materie di competenza regionale e sottoposte a finanziamento regionale.
Si tratta dunque di indirizzi programmatici e dei programmi pluriennali di sviluppo che nulla hanno a che vedere con le altre iniziative Promark non sottoposte all'esame, all'approvazione e al finanziamento della Giunta come nel caso in questione e, in particolar modo, non essendosi verificata alcuna irregolarità fra quelle denunciate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Ringrazio l'Assessore per i chiarimenti forniti.
Desidero peraltro fare presente che nell'interrogazione non avevo fatto questioni di disfunzionamento dell'Assessorato in ordine all'esercizio delle competenze che gli appartengono in base alla legge, ma mi ero piuttosto fatto carico di rilevare che non dei qualsiasi bottegai (peraltro anche essi appartenenti alla comunità e meritevoli di tutela) avevano mosso queste lamentele, ma persone responsabili in quanto presidenti o dirigenti dei sindacati dei dettaglianti dell'abbigliamento, dell'arredamento dell'alimentazione, dei pubblici esercizi: i quali erano preoccupati di una concorrenza sleale che si sarebbe verificata ai loro danni nel periodo natalizio attraverso il turbamento del mercato, per il ribasso delle merci che venivano esitate (o potevano venire esitate) in quanto a manovrare l'operazione era la Promark, una società per azioni il cui capitale maggioritario è della Regione.
Al significato dell'interrogazione c'era stata una prima risposta "extra ordinem", da parte della Promark la quale aveva rilevato che l'80 delle ditte partecipanti proveniva dalla Regione. Il che significa che il 20% degli operatori proveniva da altre Regioni. Con questa operazione si è allora andati oltre le competenze istituzionali della Promark, la quale ha come scopo sociale primario quello di incrementare e sostenere attività economiche del Piemonte.
L'Assessore non ha chiarito se la vendita in ordine alla quale erano sorte le lamentele degli organi responsabili dell'Associazione commercianti era di prodotti del Piemonte, che la Promark istituzionalmente deve sostenere, o piuttosto di altre Regioni.
Auspico che sia finito tutto con una protesta, però il fenomeno del turbamento di mercato attraverso la immissione di prodotti provenienti da altre regioni ha costituito un fatto anomalo e disdicevole per l'azione della Promark.
Avevo poi chiesto se, da parte dell'Assessorato, si fossero date le direttive di massima; se l'Assessorato era stato informato dell'iniziativa della Promark attraverso i consiglieri d'amministrazione; e se aveva operato per ricondurli nell'alveo delle competenze istituzionali.



PRESIDENTE

Le interrogazioni ed interpellanze sono così concluse.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Avondo, Carazzoni, Chiabrando Fassio Ottaviano, Moretti, Testa.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti progetti di legge: N. 178: "Integrazione della legge regionale n. 52 del 23/12/1981" presentato dal Consigliere Testa in data 23 dicembre 1981 e già approvato dal Consiglio regionale N. 179: "Seconda pianta organica del personale dei parchi e delle riserve naturali", presentato dalla Giunta regionale in data 28 dicembre 1981.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha approvato il visto: alla legge regionale del 19 novembre 1981 : "Norme di contabilità regionale" alla legge regionale del 29 novembre 1981: "Disposizioni finanziarie concernenti, autorizzazioni di spesa per l'esercizio 1982, nonch devoluzione di quote di assegnazioni statali nell'area di intervento agricoltura e varianti agli stanziamenti di alcuni capitoli del bilancio per l'anno 1981" alla legge regionale del 19 novembre 1981: "Attribuzione a capitoli del bilancio regionale di tutte le spese relative al conferimento di incarichi e consulenze di cui alla legge regionale 6/11/1978, n. 65" alla legge regionale del 19 novembre 1981: "Esercizio delle funzioni medico legali del Servizio sanitario regionale" alla legge regionale del 3 dicembre 1981: "Modifiche delle norme transitorie e finali della legge regionale 16 giugno 1981 n. 21 classificazione delle aziende alberghiere" alla legge regionale del 3 dicembre 1981: "Composizione e funzionamento della Commissione di disciplina dell'U.S.L." alla legge regionale del 3 dicembre 1981: "Assunzione per chiamata diretta di speciali categorie di personale addetto a mansioni elementari e delega alle U.S.L. della elezione e delle procedure" alla legge regionale del 3 dicembre 1981: "Assicurazione: contro gli infortuni dei Consiglieri regionali" alla legge regionale del 10 dicembre 1981: "Modifica ed integrazione dell'art. 15 della legge regionale 21 gennaio 1980, n. 3" alla legge regionale del 23 dicembre 1981: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio sul bilancio per l'anno finanziario 1982" alla legge regionale del 23 dicembre 1981: "Integrazione della legge regionale n. 52 del 23/12/1981".


Argomento:

d) Mancata apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo non ha apposto il visto: alla legge regionale dei 10 dicembre 1981: "Partecipazione della Regione Piemonte alla Società Interporto di Torino (S.I.T.O.) Spa".


Argomento:

e) Deliberazione assunta dall'Ufficio di Presidenza


PRESIDENTE

Comunico la deliberazione assunta dall'Ufficio di Presidenza nella seduta del 24/11/1981, in attuazione della legge regionale 6/11/78, n. 65 Università di Torino: incarico relativo allo svolgimento dell'indagine sui "Costi di produzione nei settori della carne bovina e degli ortofrutticoli".
Durata: 18 Mesi dall'1/2/1981.
Spesa: anno 1981: L. 15.000.000 anno 1982: L. 28.000.000 anno 1983: L. 17.000.000


Argomento:

f) Deliberazioni adottate dalla Giunta regionale


PRESIDENTE

Rendo note le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 4, 10, 16, 23 e 29 dicembre 1981 e 5 gennaio 1982 in attuazione dell'articolo 7, primo comma, della legge regionale 6 novembre 1978, n. 65:



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 4 DICEMBRE 1981 25 - Avvio del censimento del patrimonio culturale di Enti ed ex Enti sanitari e assistenziali. Spesa L. 40.000.000. (Cap. 10670/81).
FERRERO Giovanni, BAJARDI, CERNETTI 40 - Liquidazione onorari all'avv. Marco Casavecchia a seguito di consulenza legale e di assistenza in giudizio avanti la Pretura di Torino nella vertenza promossa dalla sig.ra Gabriella Barnelli c/Regione Piemonte.
Maggiore spesa L. 395.000. Cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 41 - Liquidazione onorari all'avv. Marco Casavecchia a seguito di consulenza legale e di assistenza in giudizio avanti il TAR Piemonte nella causa Soc. Italiana Gas e Comune di Moncalieri c/Regione Piemonte. Spesa L.
397.620 di cui L. 100.000 sul cap. 12750/81 e L. 297.630 cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 10 DICEMBRE 1981 5 - Modifica in senso limitativo della convenzione relativa all'incarico del sig. Luigi Padovani di collaborazione con il Servizio Stampa della Giunta regionale, definizione delle somme da erogare nell'ambito degli impegni assunti con precedente D.G.R. n. 93-6878 del 22.5.1981.
PRESIDENTE 37 - Con ferimento di consulenza ai proff. V. Bentivegna e L.
Buziarelli per lo svolgimento delle attività connesse all'attuazione della legge 833/1978 con particolare riferimento alla ricerca degli indicatori per la valutazione del piano socio-sanitario regionale. L. 1.900.000 mensili (al netto I.V.A. e rimborso spese) a ciascuno. Durata mesi 12.
BAJARDI Sante 38 - Conferimento di consulenza all'arch. P. Verde per lo svolgimento di attività relative all'attuazione della legge 833/1978 con riferimento alla predisposizione di studi e ricerche sull'edilizia dei servizi sanitari extra ospedalieri ed ospedalieri nella proposta di piani socio-sanitario regionale. L. 2.200.000 mensili (al netto I.V.A. e rimborso spese). Durata mesi 12.
BAJARDI Sante 39 - Conferimento di consulenza all'arch. R. Angeletti per lo svolgimento delle attività relative all'attuazione della legge 833/1978 in connessione con le attività svolte dagli Organi centrali del Ministero della sanità del C.N.R. dell'Istituto Superiore di Sanità e l'Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro. L. 3.000.000 mensili (al netto I.V.A. e rimborso spese). Durata mesi 12.
BAJARDI Sante 40 - Conferimento di incarico al sig. M. Corrado per l'organizzazione delle funzioni regionali inerenti lo svolgimento delle attività di osservazione epidemiologica e di statistica sociosanitaria. L. 3.700.000 al netto I.V.A. Durata mesi 6.
BAJARDI Sante 126 - Progetto sperimentale nei settori elettromeccanico e lavori ufficio per la stesura di nuovi curricula formativi coerenti con le indicazioni dei gruppi di lavoro interregionali per le "fasce di qualifica" previste dall'art. 18 delle legge 845/78 e coordinati dall'ISFOL.
Convenzione con la Soc. COMSYST per la formazione dei formatori. Spesa L.
20.355.000 (cap. 11540/81).
FERRERO Giovanni 149 - Corsi di orientamento musicale. Pagamento del gettone di presenza ai Presidenti delle Commissioni d'esame. Anno scolastico 1980/81. Spesa L.
2.973.705 (cap. 1900/81) FERRERO Giovanni 152 - Indagine relativa alla storia ed al patrimonio culturale degli Enti ed ex Enti sanitari ed assistenziali: elaborazione dei dati raccolti.
Spesa L. 2.500.000 (Cap. 10670/81).
FERRERO Giovanni, BAJARDI, CERNETTI 168 - Liquidazione spettanze Commissione d'esami per l'accertamento dell'idoneità alla professione di Guida turistica per la provincia di Cuneo. Spesa L. 142.660 cap. 1900181 (imp. n. 13619).
MORETTI Michele 179 - Formazione delle linee di assetto territoriale regionale del secondo piano regionale di sviluppo. Formazione di gruppi di lavoro e affidamento di consulenze per l'esame dell'ambiente costruito e l'ambiente di consulenze per l'esame dell'ambiente costruito e l'ambiente naturale.
Spesa complessiva presunta L. 74.729.000 (Cap. 2200/81).
RIVALTA Luigi 180 - Acquisizione dello studio forestale e geologico realizzato dalla Comunità montana Gesso-Vermenagna.Pesio. Spesa complessiva prevista L.
26.362.400 (e.f.i.). Cap. 7050/1981.
RIVALTA Luigi 181 - Acquisto dall'ITALPERFO s.r.l. di un gruppo di programmi per il pre-trattamento dei dati di inventari forestali. Spesa complessiva presunta L. 26.450.000 (cap. 7050/1981).
RIVALTA Luigi 189 - Integrazione campagna promozionale a sostegno delle politiche ambientali della Regione Piemonte: affidamento all'Agenzia Brain Storming.
Importo L. 40.000.000 (Cap. 9170/1981).
SALERNO Gabriele 193 - Legge regionale 217/1976 n. 33 Art. 33 L.R. 17/10/70 n. 60 Liquidazione e pagamento gettone di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria. Provincia di Alessandria periodo 1/1/1981 - 3/9/1981. Spesa L. 2.508.200 (Cap. 1900/1981).
SIMONELLI Claudio 194 - Legge regionale 2/7/1976 n. 33 Art. 33 L.R. 17/10/79 n. 60 Liquidazione e pagamento gettone di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria. Provincia di Asti 1° semestre anno 1981 - Spesa L. 875.000 (Cap. 1900/1981) SIMONELLI Claudio 199 - Pagamento alla dr.ssa Anna Maria Prima e all'arch. Marcello Inghirami degli onorari relativi alle prestazioni rese per la redazione dell'inventario dei beni ricadenti nell'eredità Venturello. Spesa L.
3.230.850 oneri fiscali compresi. (Cap. 1080/1981).
TESTA Gianluigi 225 - Nomina di difensore di fiducia nella persona dell'avv. Segre Bruno a fini transattivi nella vertenza avanti la Corte d'Appello di Torino tra Consorzio Tutela Pesca Piemonte ora Regione Piemonte e Comune di Acqui Terme. Impegno di spesa L. 300.000 (Cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 17 - Collaborazione a titolo gratuito del dr. Vittorio De Martino presso l'Ufficio di segreteria particolare dell'Assessore alla sanità.
BAJARDI Sante 99 - Autorizzazione a proporre gravame d'appello avanti il Cds avverso la sentenza TAR n. 702/81 (ricorsi Bertin) ed affidamento incarico legale al prof, avv. C. Ettore Maiorca ed Enrico Romanelli. Spesa L. 600.000 (Cap.
1080/82).
TESTA Gianluigi 100 - Liquidazione compensi ai componenti, estranei al personale dipendente di Commissioni giudicatrici di prove idoneità svoltesi nell'anno 1980 (L.R. 2.7.1976 n. 33). Importo L. 125.000 (Cap. 1900/1981).
TESTA Gianluigi 123 - Affidamento all'Università di Torino di una ricerca sui possibili effetti prodotti dall'introduzione di modifiche degli orari di lavoro e dei vincoli esistenti in tale direzione. Spesa L. 60.000.000 (contributo ISFOL: L. 30.000.000) - Cap. 2200/1981 L. 7.500.000 - Cap. 5040/1981 L. 22.500.000 Cap. 22000/1982 L. 7.500.000 - Cap. 504011982 L. 22.500.000 SANLORENZO Dino 124 - Conferimento di un incarico per lo svolgimento di attività inerenti la predisposizione dei programmi zonali di riordino dei servizi socio-sanitari. Spesa prevista L. 5.340.000 (prenotazione cap. 2258/1982) SANLORENZO E BAJARDI



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 23 DICEMBRE 1981 2 - Incarico di collaborazione al geom. Italo Tibaldi presso la Presidenza in materia di analisi delle esigenze locali. Revoca.
PRESIDENTE 6 - Liquidazione parcelle 1980 all'avv. Elio Casetta. Autorizzazione L.
656.500 (cap. 2250/81).
PRESIDENTE 9 - Legge regionale n. 9/1980. "Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale". Contributo alla Finpiemonte S.p.A. per l'attività di consulenza svolta nel 1981, ai sensi degli artt. 2 e 7. Spesa L. 30.000.000 (Cap. 5030/1981).
SANLORENZO Dino 91 - Conferimento incarichi a tempo determinato per corsi di riconversione e incarichi in qualità di esperto. Spesa L. 230.000.000 Cap.



PRESIDENTE

11490/82).
FERRERO Giovanni 96 - Assegnazione alla Finpiemonte S.p.A. di somme spettanti quali compensi per la realizzazione del C.F.P. Tessile di Biella, nonché per rimborsi da effettuare a favore della città degli Studi S.p.A. - Spesa L.
257.201.452 (Cap. 11400/81).
FERRERO Giovanni 103 - 2° Corso di formazione professionale per maestri di sci discipline alpine - Affidamento in sanatoria di n. 9 incarichi di docenza e di addetto ai videoski ed autorizzazione alla liquidazione delle spettanze dei docenti. Spesa L. 2.376.420 già impegnata sul cap. 11620/81 (12162).
MORETTI Michele 118 - Commissione di studio per la pianificazione dei servizi scolastici nell'ambito della pianificazione territoriale D.G.R. n. 160-6374 del 5/5/198 1. Rimborso spese. L. 1.993.222 (cap. 7790/81) a cinque esperti.
RIVALTA Luigi 128 - Revoca deliberazione n. 143-8930 del 21.7.1981 relativa alla liquidazione e al pagamento gettoni di presenza componenti Commissione esami conseguimento abilitazione venatoria Provincia di Cuneo - anno 1980.
Nuova liquidazione a 12 membri per una spesa di L. 1.941.820 (Cap.
1900/81).
SIMONELLI Claudio 205 - Liquidazione di onorari all'avv. Giovanni Radice a seguito di assistenza giuridica e rappresentanza dallo stesso prestata in ricorsi avanti all'Autorità Giudiziaria ordinaria del Piemonte. Spesa di L. 588.570 (Cap. 1080/1981).
TESTA Gianluigi 206 - Autorizzazione a proporre gravame d'appello avanti il C.d.S.
avverso la sentenza TAR n. 790/81 pronunciata sul ricorso Paracchi ed affidamento incarico legale al prof avv. Andrea Comba e all'avv. Enrico Romanelli. Spesa L. 600.000 (Cap. 1080/82).
TESTA Gianluigi 207 - Integrazione, per errore materiale, delle precedenti deliberazioni della Giunta regionale n. 220 del 28/7/1981 e n. 153 dell'1/9/1981 con le quali sono stati liquidati competenze ed onorari all'avv. A. Predieri per l'assistenza in giudizio e la rappresentanza avanti la Corte Costituzionale.
TESTA Gianluigi 208 - Integrazione della deliberazione di Giunta regionale n. 156 del 27/10/1981. Liquidazione di ulteriori L. 600.000 a favore dell'avv. Guido Sertorio in quanto la suddetta somma impegnata nella deliberazione n. 7 del 5/2/1980 è già stata liquidata a favore dell'avv. Enrico Romanelli. Spesa impegnata sul cap. 1080 del bilancio 1981.
TESTA Gianluigi 221 - Deliberazione della Giunta regionale n. 9/5483 del 7/4/1981.
Elaborazione sistematica dei dati mediante utilizzo del Centro di calcolo CSI Piemonte da parte dell'Osservatorio sul mercato del lavoro. Maggiore spesa di L. 3.300.000. Cap. 5040/1981.
SANLORENZO Dino 228 - Costituzione Giuria di premiazione Costituzione Commissioni di settore, atte all'esame ed alla premiazione degli elaborati partecipanti al "I bando di concorso - Premi regione Piemonte". Nomina componenti ed individuazione date lavori.
CERNETTI Elettra 253 - Sistemazione e riordino del materiale scientifico e delle collezioni del Museo regionale di scienze naturali. Affidamento incarichi (n. 7) di lavoro. Impegno di spesa L. 7.500.000. Cap. 11665/1981.
FERRERO Giovanni 267 - Campagna promozionale sul mercato di lingua tedesca (Germania Svizzera tedesca ed Austria) a favore delle stazioni invernali piemontesi in collaborazione con le Regioni Valle d' Aosta e Lombardia. Impegno di spesa di L. 9.000.000. Cap. 8230 bilancio 1981 a favore Agenzia Mager Maack di Milano.
MORETTI Michele 276 - Commissione di studio per la pianificazione dei servizi scolastici nell'ambito della pianificazione territoriale. D.G.R. n. 160 6374 del 5/5/1981. Rimborso spese L. 4.613.500 (Cap. 790/81).
RIVALTA Luigi 281 - Revoca della deliberazione della Giunta regionale n. 135-8922 del 21.7.1981, relativa alla convenzione con le Officine Idroelettriche della Maggia.
SALERNO Gabriele 298 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti la Pretura di Biella nel ricorso proposto dal sig. Boffa Bignolin Lero Ferruccio ai sensi della legge 9/10/1967, n. 950. Affidamento incarico all'avv. Giovanni Radice. Spesa L. 400.000. Cap. 1080 - bil. 1981.
TESTA Gianluigi 299 - Liquidazione onorari al prof. avv. Filippo Gallo a seguito di rappresentanza e consulenza legale nelle vertenze Regione Piemonte/Cavallaro, Regione Piemonte/Soc. Ediltauro, Regione Piemonte/Soc.
Nova Valsusa ed imputazione della relativa spesa di L. 1.500.000 al cap.



PRESIDENTE

12750/81 e di L. 402.300 al cap. 1080/81.
TESTA Gianluigi 300 - Liquidazione onorari all'avv. Marco Casavecchia a seguito di consulenza legale e di assistenza in giudizio avanti il TAR Piemonte nel ricorso promosso dal Sig. Ferruccio Biraghi avverso la D.G.R. n. 162-24564 del 30/10/1979, con la quale il ricorrente è stato escluso dal finanziamento di cui al regolamento CEE 355/77. (Maggior spesa L. 1.436.676 cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi 301 - Integrazione di impegno di spesa in relazione alle previsioni di cui alla deliberazione di Giunta regionale n. 164 del 6.8.1981 (liquidazione onorari agli avv.ti G. Borio e G. Scalvini per le cause Bertini, Brussino, Castellaro e Boido).
TESTA Gianluigi



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 29 DICEMBRE 1981 8 - Commissione tecnica sanitaria per l'esame delle richieste di autorizzazione al rilascio del mod. E 112 per il ricovero presso enti ospedalieri della comunità europea per l'effettuazione di interventi o terapie non praticabili presso gli enti ospedalieri italiani. Liquidazione gettoni di presenza ai componenti. Spesa di L. 2.040.000 sul cap. 1900/81.
BAJARDI Sante 11 - Affidamento alla ditta l'Equipe di Torino dell'incarico di realizzare il marchio grafico per le pubblicazioni dell'Assessorato alla sanità. Spesa di L. 817.000 più IVA. Prenotazione sul bil. 1982.
BAJARDI Sante 12 - Attività comitato esperti di cui all'art. 2 della legge 30.12.1974 n. 39 Liquidazione compensi. Anno 1981 - Spesa L. 4.630.934 cap. 1900 bil. 81.
BAJARDI Sante 60 - Attivazione di un "Sistema informativo sul settore commerciale".
Affidamento di incarico all'IRES. Finanziamento della 1^ fase L. 62.222.500 (cap. 5537 esercizio 1981).
MARCHESOTTI Domenico 61 - Programma promozionale anno 1982. Partecipazione della Regione Piemonte alle manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali.
Incarico alla Promark s.p.a. Impegno di spesa L. 180.081.000 sul cap. 5540 esercizio 1981.
MARCHESOTTI Domenico 67 - Spese per il funzionamento, relativo al periodo 12/11/1980 9/12/1981, della Commissione regionale per l'artigianato. L. 4.195.860.
Cap. 1900 - Es. 1981.
MARCHESOTTI Domenico 86 - Stanziamento importo di L. 75.000.000 per programma di indagini relative all'insediamento Grange Sises - Comune di Cesana - Cap. 9300/1982.
SIMONELLI Claudio 87 - Compenso ai componenti la Commissione per le determinazioni relative all'insediamento Grange Sises del Comune di Cesana. Spesa globale L. 20.021.500 di cui L.13.344.600 sul cap. 9300/1981.
SIMONELLI Claudio 104 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR Piemonte ed affidamento incarico legale al prof, avv. Metello Scaparone ed al dott.
Proc. Giovanna Scallo. Ricorrente: Previdi rag. Roberto ed altri avverso provvedimento Co.Re.Co. sez. Verbano prot. n. 746 dell'11/8/1980. Spesa L.
300.000 (Cap. 1080/82).
TESTA Gianluigi 106 - Liquidazione onorari all'avv. Marco Casavecchia a seguito di consulenza legale e di assistenza in giudizio avanti il TAR Piemonte nel ricorso proposto dal geom. Domenico Barale avverso il D.P.G.R. n. 174 del 12/6/1972. Spesa L. 738.270 (Cap. 1080/81).
TESTA Gianluigi 107 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR Piemonte ed affidamento incarico legale all'avv. Ugo Sogno Rata del Vallino ed al dott.
proc. Giovanna Scallo. Ricorrente: Brigonzi Rosetta ed altri avverso deliberazione della Giunta regionale n. 74 del 6/12/1979.
TESTA Gianluigi 108 - Autorizzazione alla costituzione di parte civile nel procedimento penale n. 1634/81 pendente avanti il Tribunale Penale di Torino a carico di Rubiola Carlo per il reato di diffamazione a mezzo stampa e affidamento di rappresentanza legale all'avv. Libero Armillotta. Spesa presunta L. 300.000 imputata al cap. 1080/82.
TESTA Gianluigi 109 - Autorizzazione a proporre ricorso in opposizione avanti la Pretura di Novara ed affidamento incarico legale all'avv. E Vercelli.
Ingiunzione emessa nei confronti dell'ENAL dalla Banca Popolare di Novara in qualità di esattore del Comune di Novara, per utenza acquedotto arretrati 2 sem. 1978. Spesa presunta L. 300.000, prenotazione di spesa sul cap. 1080/82.
TESTA Gianluigi 115 - Collaborazione sperimentale Regione-Rai per la realizzazione e diffusione sulla terza rete di programmi di interesse regionale. Impegno di spesa per L. 250.000.000 (Capp. 8230-9170-5545-3750-10670/1981).
PRESIDENTE 126 - Attività di educazione permanente ai sensi del combinato disposto degli artt. 47 e 49 del D.P.R. 24/7/77 n. 616. Programma per l.s. 1981/82 per attività a favore degli adulti. Importo di L. 183.100.000. Cap.



PRESIDENTE

11950/81.
FERRERO Giovanni 129 - L.R. 22/11/1978 n. 69 "Coltivazione di cave e torbiere".
Commissione tecnico-consultiva. Liquidazione gettoni di presenza sino al 30.11.1981 compreso per un importo di L. 2.040.000. Cap. 1900 - Esercizio 1981.
MARCHESOTTI Domenico 132 - Preparazione studio e ricerche, sui materiali acquisiti dal Museo regionale di scienze naturali, Impegno di spesa L. 47.800.000 - Cap.



PRESIDENTE

11665/81.
FERRERO Giovanni



PRESIDENTE

SEDUTA DEL 5 GENNAIO 1982 15 - Redazione di un compendio delle principali disposizioni legislative e delle circolari inerenti l'attività edilizia. Conferimento incarico al dott. Luigi Mingozzi. Spesa presunta L. 7.130.000 IVA compresa (cap. 2250 bilancio 1982).
SIMONELLI Claudio 17 - Conferimento incarico di consulenza tecnica ed organizzativa della pianificazione urbanistica regionale al prof. arch. Attila Peano. Durata mesi 12 (1.1.82 - 31.12.82) spesa L. 30.300.000. Prenotazione sul cap.
1982.
SIMONELLI Claudio 18 - Autorizzazione in via di sanatoria per il pagamento di prestazioni professionali relative alla redazione del rapporto finale sullo stato della pianificazione urbanistica del Piemonte ai sigg. Ciro Perusini, Ruggero Artico, Berto Zandigiacomi, Alex Fubini, Ennio Matassi e Bruno Borsato.
Importo globale L. 7.515.127 IVA compresa (Cap. 2250/81) SIMONELLI Claudio 19 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR Piemonte ed affidamento incarico al prof. avv. Metello Scaparone. Ricorrente Picco Rempo e Massa Giuseppe avverso provvedimento Co.Re.Co. Sezione Casale Monferrato n. 6741 dell'1/7/1980.
TESTA Gianluigi 20 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR Piemonte ed affidamento incarico legale al prof. avv. C.E. Maiorca. Ricorrente Albezano Giacinto avverso D.P.G.R. n. 5739 del 20/7/1981.
TESTA Gianluigi 21 - Autorizzazione a resistere in giudizio avanti il TAR Piemonte ed affidamento incarico legale all'avv. Marco Casavecchia. Ricorrente: Unione Coltivatori Italiani avverso deliberazione della Giunta regionale n. 107 del 6/8/1981 concernente sovvenzioni ordinarie annuali alle Organizzazioni professionali regionali dei coltivatori diretti.
TESTA Gianluigi


Argomento: Variazioni di bilancio

g) Decreto di variazione al bilancio


PRESIDENTE

E' stato presentato, dal Presidente della Giunta regionale, un decreto di variazione al bilancio per l'anno 1981, relativo al conferimento di incarichi al personale docente da utilizzare nei corsi di formazione professionale gestiti direttamente dalla Regione nell'anno formativo 1981/82; il quale cita: "Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 86-11003 in data 27 ottobre 1981, concernente: 'Conferimento incarichi al personale docente da utilizzare nei corsi di formazione professionale gestiti direttamente dalla Regione nell'anno formativo 1981/82. Spesa L. 330.000.000/1981 - L.
500.000.000/1982' Vista la legge regionale 14 marzo 1978, n. 12 Vista la legge regionale 27 aprile 1981, n. 13 Vista la legge regionale 26 novembre 1981, n. 48 decreta la somma di L. 330 milioni è prelevata in termini di competenza e di cassa dal capitolo 12800 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1981 ed è iscritta, in termini di competenza e di cassa, al capitolo n. 11490 dello stato di previsione del bilancio medesimo".
Le comunicazioni sono così esaurite.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Sanita': argomenti non sopra specificati

Relazione dell'Assessore Bajardi inerente all'esplosione verificatasi nell'Ospedale Civile di Mondovì


PRESIDENTE

Punto terzo dell'ordine del giorno: "Relazione dell'Assessore Bajardi inerente all'esplosione verificatasi nell'Ospedale Civile di Mondovì".
La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Come è noto, alle ore 7,20 circa del 26/12/1981 si è verificata una esplosione, per cause in via di accertamento, nei locali della lavanderia dell'Ospedale Civile di Mondovì, situati nel seminterrato dell'ala nord dell'edificio ospedaliero.
L'esplosione si è prodotta nell'accumulatore di vapore (fornito dalla ditta Garioni di Milano) che era collegato ad un generatore di vapore istantaneo (tipo FB 45 della Gavardo - Officine Meccaniche di Gavardo BS).
Come è stato ampiamente riportato dai giornali e dalla radiotelevisione, il bilancio del sinistro è stato di due morti: Edoardo Cigliutti ed Enzo Odasso, entrambi dipendenti dell'ospedale, addetti alla lavanderia e di otto feriti.
Va precisato che, contrariamente a quanto riferito da fonti radiofoniche e di stampa, nessuno dei ricoverati è rimasto ferito, né sono avvenuti trasferimenti di degenti presso altri ospedali. L'agibilità e la funzionalità del presidio, sia pure ridotte, non hanno subito interruzioni.
Dopo dieci minuti dal disastro, erano sul posto i componenti del Corpo Volontari dei Vigili di Fuoco di Mondovì. Man mano si sono presentati i dipendenti dell'ospedale che hanno fatto quanto era loro possibile per fronteggiare tempestivamente la situazione.
L'Assessore alla sanità, Bajardi, accorso nella stessa mattinata sul luogo del sinistro, ha così potuto verificarne le dimensioni, nonché lo stato dei soccorsi, contribuendo a dare disposizioni per fronteggiare la prima emergenza.
I danni causati dalla deflagrazione si possono così sintetizzare: l'esplosione ha causato, nella patte dell'edificio sovrastante i locali dove era situato il contenitore di vapore, lo sfondamento del pavimento del primo e del secondo piano ove erano ubicati, rispettivamente, il laboratorio analisi, il centro trasfusionale e la pediatria. Ovviamente sono stati disposti gli accertamenti per le agibilità dell'edificio.
Le attrezzature della lavanderia sono inservibili; peraltro, alcune potranno probabilmente essere recuperate (il mangano, le due stiratrici, i 2 essiccatoi, il generatore istantaneo di vapore).
Le apparecchiature ed i locali del laboratorio sono andati distrutti tranne poche apparecchiature. Sono state inoltre distrutte alcune apparecchiature del pronto soccorso; si sono infranti vetri ed infissi danni anche agli infissi dei locali del piano terra, del primo e del secondo piano; rottura di porte degli ascensori; perdita al 50 delle riserve di biancheria; perdita del mobilio e delle attrezzature del laboratorio analisi, del centro trasfusionale e della pediatria.
Per quanto riguarda le coperture assicurative, tutto il personale dipendente dell'ospedale risulta regolarmente iscritto all'INAIL ed il fabbricato è assicurato presso la Società Reale Mutua Assicurazione. Sono state presentate, in proposito, le necessarie denunce.
Sin qui le notizie sul luttuoso episodio e sulle sue conseguenze. Ora per fornire una più ampia e doverosa informazione, atta a consentire una migliore valutazione dei fatti, è necessario risalire agli avvenimenti che hanno preceduto il sinistro.
Con decreto del Presidente della Giunta regionale in data 22/7/1977, n.
4499 e successivo (di finanziamento) n. 5043 del 18/8/1978, fu approvato il progetto per il completamento dei lavori di ristrutturazione e razionalizzazione dei servizi ospedalieri, dell'importo complessivo di L.
400.000.000, finanziato in conto capitale, ai sensi della legge 16/10/1975 n. 492, in L. 379.560.000.
Nell'ambito delle opere previste dal suddetto progetto, fu realizzata l'unificazione dei servizi di lavanderia e guardaroba. Il servizio unificato fu ospitato all'estremità settentrionale del piano cortile, in parte nei locali occupati in precedenza dalla farmacia interna ed in parte in nuovi locali ricavati sotto la cappella ed il laboratorio analisi.
In locale distinto, con accesso esterno, fu localizzata la centrale termica della lavanderia con generatore di vapore a 12/15 ATE, compressore d'aria, depuratore d'acqua, serbatoio acqua calda.
I lavori relativi all'intero progetto furono consegnati in data 6/2/1978 e ultimati il 10/7/79. In data 18/7/80 l'amministrazione del soppresso Ente ospedaliero approvò, con provvedimento n. 435, una perizia comparativa e di variante ai lavori e, contestualmente, lo stato finale.
In data 16/12/1980 fu nominato il collaudatore delle opere murarie relative alla ristrutturazione (incarico di collaudo conferito al geom.
Chiappini Francesco Ufficio del Genio Civile di Asti). Le apparecchiature furono invece liquidate dietro presentazione dei certificati di regolare esecuzione.
Nel contesto dei suddetti lavori venne effettuata la fornitura e l'installazione di tutte le apparecchiature tecniche occorrenti per la lavanderia.
Scendendo nel dettaglio, poiché l'accumulatore ed il generatore di vapore risultano essere le due apparecchiature direttamente interessate dall'esplosione, è utile fornire la successione temporale di tutti gli adempimenti connessi alla fornitura, posa e messa in funzione delle apparecchiature stesse: 26/5/1978 - Il tecnico dell'ANCC - sezione Veneto sud-occidentale, in Verona, verifica e collauda favorevolmente l'accumulatore di vapore (Matricola n. 1000 85 VR Capacità litri 1500 Pressione in bollo di 12 atmosfere - Costruttore A.B.C. di Gemelli).
Ottobre 1978 - Viene fornito all'ospedale il generatore di vapore (tipo 45 FB 45 matricola n. 01384 - Costruttore Gavardo Officine di Gavardo BS), corredato di certificato valvola di sicurezza, scheda di collaudo schema elettrico e libretto ANCC.
23/1/1979 - A seguito della comunicazione fatta con apposita cartolina all'ospedale, l'ANCC (nota n. 1072 del 23/1/79) invita l'amministrazione ospedaliera a presentare domanda per il nuovo impianto termico, ovvero per il generatore di vapore.
27/3/1979 - L'amministrazione ospedaliera inoltra la domanda firmata da un tecnico delle officine Gavardo che ha fornito i dati richiesti.
15/6/1979 - Viene comunicata dall'ospedale all'ANCC la dotazione delle due citate apparecchiature (generatore e contenitore di vapore), unitamente a quelle degli utilizzatori, nonché l'entrata in funzione del nuovo servizio.
27/11/1980 - L'ANCC (dopo un anno e 8 mesi dalla domanda del 27/3/79) restituisce la relazione tecnica e respinge l'istanza per carenza di dati e documentazione prodotti (mancanza domanda firmata, mancanza disegno, ecc.) formulando divieto d'uso del generatore di vapore. L'amministrazione dell'unità Sanitaria Locale, subentrata al soppresso ente ospedaliero, per aderire alle richieste dell'ANCC, dispone con urgenza l'affidamento dell'incarico al P.I. Ferrari Lorenzo di Cuneo.
7/1/1981 - L'ANCC sollecita l'invio della domanda di autorizzazione all'installazione del generatore di vapore, confermando il divieto d'uso dell'impianto.
12/2/1981 - L'U.S.L. (due mesi e mezzo dopo la nota ANCC), in possesso della documentazione predisposta dal perito tecnico, invia all'ANCC: 1) la domanda di autorizzazione all'installazione del generatore di vapore (lett. n. 855) 2) la comunicazione dell'installazione del serbatoio accumulatore di vapore (lett. n. 856) 3) domanda di esonero totale del controllo termico per il generatore di vapore (lett. n. 857).
14/8/1981 - L'ANCC notifica all'ospedale il nulla-osta all'esecuzione del nuovo impianto termico (generatore) chiedendo di essere informata tempestivamente dell'esecuzione delle opere per poter procedere alle regolamentari verifiche.
31/8/1981 - L'U.S.L. comunica all'ANCC che l'impianto è già ultimato da tempo e sollecita la relativa verifica. All'atto del sinistro detta verifica non era stata ancora effettuata.
Va considerato che l'impianto della lavanderia fu costruito sovradimensionato rispetto alle esigenze dell'ospedale, tenendo presenti le maggiori necessità ed il miglior servizio futuri. In effetti, attualmente per carenza di personale, le apparecchiature sono in funzione ancora ad un ritmo inferiore alle possibilità (per circa 5 ore al giorno per 5 giorni la settimana) con un'usura quindi inferiore a quella precedentemente calcolata per cicli normali di 8 ore giornaliere.
In merito alle indagini sulle cause della deflagrazione, sono scattate tre inchieste: quella della magistratura, ordinata dal Procuratore della Repubblica, quella dell'Unità Sanitaria Locale per accertare eventuali inadempienze nella costruzione degli impianti o possibili difetti di manutenzione e quella della ditta Gavardo di Brescia che ha realizzato l'intera apparecchiatura. Il comune di Mondovì si è affiancato all'U.S.L.
con una perizia di supporto in quanto le opere murarie danneggiate sono di proprietà comunale.
La prima svolta ufficiale nelle indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Mondovì, si è avuta con l'emissione di undici comunicazioni giudiziarie nei confronti: dell'ex Presidente dell'ospedale, Francesco Marocco dell'ex Presidente dell'U.S.L., Lucia Galfré in Bill del Presidente dell'U.S.L. in carica da 7 mesi, Giuseppe Ferrua dell'economo dell'ospedale, Aldo Costamagna del coordinatore amministrativo dell'ospedale monregalese, Michele Lungobardi di due operai addetti alla manutenzione degli impianti di riscaldamento e lavanderia, Renato Biglia e Luigi Somà dei responsabili di un'impresa di Mondovì che montò l'impianto della lavanderia, Gianfranco e Marcello Pallavidino dell'amministratore delegato della ditta Gavardo di Brescia che costruì l'impianto (e generatore di vapore) e di un responsabile dell'Associazione nazionale per il controllo della combustione, l'ente che avrebbe dovuto collaudare gli impianti prima che entrassero in funzione.
Nelle comunicazioni giudiziarie si configurano imputazioni che vanno dall'omicidio colposo plurimo all'omissione di atti d'ufficio.
A seguito degli interrogatori disposti si potrà conoscere se sussistono gli estremi per un procedimento penale a carico dei sopraccitati.
E' augurabile che in quest'occasione emerga un chiarimento anche in relazione alle dichiarazioni del sottosegretario Costa, secondo le quali lo scoppio era prevedibile. Va detto che nulla è risultato alla Regione sia recentemente in relazione a questa previsione, sia in precedenza nei molteplici contatti avuti in questi giorni dalla Regione e dal sottoscritto. Ho parlato con decine di persone: nessuno mi ha detto che questo era un pericolo di cui si era parlato. Ciò nondimeno, il sottosegretario, persona autorevole e responsabile, potrà fornire tutti gli elementi a supporto delle dichiarazioni che ha rilasciato ai giornali nelle settimane passate.
In ogni caso si dovranno attendere gli esiti ufficiali delle perizie richieste dal Procuratore della Repubblica.
L'Assessorato alla sanità, allo scopo di approntare celermente le misure prioritarie volte al ripristino di quanto è andato distrutto o danneggiato, ha promosso una serie di riunioni. Un primo incontro si è svolto in data 28/12/1981 tra il Presidente dell'U.S.L., l'Assessore Bajardi ed i proff. Brean, Donadio e Neri. E' seguita il 29/12/81 una riunione di consulenza tecnica sulle strutture, con sopralluogo, presenti il Presidente della U.S.L., un sanitario e l'economo dell'ospedale ed il consulente regionale arch. Angeletti.
Dopo l'assemblea straordinaria della U.S.L., tenutasi il 30 dicembre in data 5/1/1982 si è riunito il Comitato di gestione che ha effettuato una prima stima della spesa da sostenere per la sostituzione delle attrezzature ed arredi distrutti e per le riparazioni di pronto intervento, in complessive L. 888.000.000.
Per quanto attiene invece al ripristino delle strutture murarie, una equipe tecnica sta operando per valutare e predisporre i computi necessari ciò anche in legame ai vincoli che la magistratura ha posto sullo stesso edificio.
L'amministrazione regionale è senz'altro disponibile ad accollarsi intanto l'intero onere di spesa sopraccitato (prelevando la quota di accantonamento del programma di investimenti 1981), salvo l'eventuale liquidazione da parte della Compagnia assicuratrice interessata.
Inoltre, l'USL ha preso contatti anche con gli Istituti di Credito della zona per ottenere l'elargizione di contributi a fondo perduto considerata la socialità del presidio e che alcuni degli istituti stessi appaiono favorevolmente interessati.
Nel frattempo, per non interrompere l'attività ambulatoriale e fornire in breve tempo il normale servizio ai degenti interni, è già stata concordata la concessione in prestito (dall'ospedale S. Giovanni di Torino) dell'attrezzatura necessaria, compreso un laboratorio mobile provvisorio che nei primi giorni di gennaio è stata consegnata.
Pertanto, il laboratorio analisi ed il Centro trasfusionale (completamenti distrutti dall'esplosione), trasferiti nei nuovi locali hanno già ripreso l'attività per i degenti; il normale ritmo per i servizi territoriali riprenderà a giorni. Per questi ultimi, infatti, è prevista l'apertura ai prelievi ed analisi per il 18 gennaio p.v.
Tutte le divisioni dell'ospedale (chirurgia, medicina, ortopedia ostetricia e ginecologia, pediatria) hanno già ripreso a pieno ritmo l'attività. La radiologia e gli altri servizi non danneggiati hanno sempre svolto la normale attività.
Intanto proseguono i lavori di risistemazione del dipartimento di emergenza ed accettazione, che verrà trasferito entro il l° febbraio p.v.
nei nuovi locali la cui costruzione è ormai ultimata.
Al termine di questa esposizione che ricalca le conseguenze di un drammatico avvenimento si impone una riflessione inquietante: quale sarebbe stato il bilancio della tragedia se l'esplosione fosse avvenuta in giorno non festivo.
Si può quindi affermare che le pur pesanti conseguenze dell'evento sono state tuttavia limitate dal caso, per quanto riguarda la collocazione nel tempo dell'evento stesso e dallo sforzo congiunto di tutti coloro che hanno collaborato nei soccorsi, rispondendo prontamente, con slancio e capacità di intervento, anche per restituire nel più breve tempo possibile efficiente e funzionante l'ospedale alla cittadinanza.
E' stata una grande prova di solidarietà e pertanto, unitamente all'apprezzamento più vivo, si esprime un esplicito ringraziamento ai Vigili del Fuoco di Mondovì e di Cuneo, alle forze dell'ordine (carabinieri e vigili urbani), al personale medico, paramedico e amministrativo dell'ospedale, agli amministratori ed a tutti i volontari che hanno generosamente prestato la loro opera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Ringraziamo l'Assessore dell'ampia informazione su questo luttuoso fatto.
Nell'inchinarci alla memoria di quanti hanno pagato con la vita nell'espletamento del loro compito, ci sentiamo vicini alle loro famiglie.
Vorremmo però che la Regione compisse un atto concreto al di là delle parole.
Sono stato per lunghi anni amministratore ospedaliero oltre che coautore dell'ospedale di Cuneo e so quanto sia importante il problema della sicurezza degli impianti, soprattutto di quelli di vecchio modello che hanno le caldaie poste nelle cantine secondo un concetto della fine dell'800 e dei primi del '900, ma che si perpetuò fino ai giorni nostri.
Questo modello deve esaurirsi in ogni impianto pubblico, sia esso ospedale o luogo di incontro per i cittadini, per cui gli impianti che possono essere soggetti ad esplosione devono avere sede al di fuori delle strutture.
Concordiamo con l'Assessore quando dice che vi è stata una limitazione della tragedia.
Quando nel 1975 l'on. La Malfa concesse 35 miliardi alla Regione Piemonte per l'edilizia ospedaliera, ritenemmo di indirizzare quei fondi al miglioramento interno delle strutture esistenti anziché alla costruzione di nuove unità.
L'Assessore può trarre un insegnamento da quanto si è fatto a Cuneo dove si è portato al di fuori gli impianti che possono essere fonte di possibili incidenti.
Voglio sottolineare in particolare la presenza fattiva dell'Assessore dell'intera Giunta, delle amministrazioni locali, del Comprensorio, dei Consiglieri regionali che si sono adoperati in un grande slancio.
Ci auguriamo che nel più breve tempo possibile l'ospedale di Mondovì sia messo in condizione di servire la popolazione secondo la sua antica tradizione in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Ringrazio l'Assessore Bajardi per l'ampia relazione al Consiglio sull'episodio doloroso che ha colpito Mondovì che è anche la mia città. E' una relazione che ha dato, con equilibrio e con i dati necessari, una chiara visione dell'accaduto.
L'Assessore Bajardi ha giustamente sottolineato come, grazie all'impegno deciso della Regione, dell'Assessorato, dell'amministrazione dell'USL e delle forze locali, non c'è stata la chiusura dell'ospedale, n l'allontanamento degli ammalati; in sostanza, l'attività sanitaria ha continuato a svolgersi e, per i casi in cui ha dovuto sospendersi, ha ripreso o sta riprendendo con estrema solerzia. Tra gli elementi favorevoli in questa enorme sciagura deve essere annotato il fatto che le amministrazioni ospedaliere precedenti e l'amministrazione dell'USL avevano provveduto a notevoli lavori di ristrutturazione e di nuova costruzione per cui sono state possibili soluzioni immediate senza dover affrontare il problema delle strutture murarie, il che dimostra come l'attività di continuo miglioramento e di adeguamento dell'ospedale di Mondovì non è stata assente nel passato, come da qualche parte, e anche in questa sede si è voluto sottolineare.
L'Assessore Bajardi, giungendo a Mondovì a poche ore dal disastro ha dimostrato come l'istituzione Regione sia veramente in grado di essere vicina alla cittadinanza e alle popolazioni laddove se ne ravvisi la maggiore esigenza e necessità. Altrettanto sottolineo la grande partecipazione di tutte le autorità locali e della popolazione. Abbiamo riscoperto valori di solidarietà anche un certo dinamismo e capacità di affrontare situazioni di emergenza di cui Mondovì e il monregalese possono andare fieri.
Accolgo l'osservazione del Consigliere Viglione che da questa sciagura nasca un progresso più accelerato per le strutture sanitarie monregalesi.
Sono d'accordo anche con il Consigliere Viglione che ritiene che la Regione debba manifestare una solidarietà alle famiglie dei colpiti e dei deceduti che vada oltre alla pur sincera compartecipazione che il Consiglio ha espresso.



PRESIDENTE

La parola al collega Revelli.



REVELLI Francesco

Mi associo alla sottolineatura fatta dall'Assessore Bajardi in ordine alla grande prova di solidarietà e all'apprezzamento del lavoro svolto dalle autorità locali di fronte a questa disgrazia.
Va riconosciuto all'Assessore Bajardi l'impegno che lo rende sempre presente nei momenti difficili con passione e competenza.
Condivido l'osservazione dei Consiglieri Martinetti e Viglione in ordine ad una più tangibile e concreta solidarietà a livello regionale e chiedo se per Mondovì si prevede la costruzione di un nuovo ospedale oppure il ripristino e il miglioramento di quello esistente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Turbiglio.



TURBIGLIO Antonio

Mi unisco alle parole espresse dai colleghi per portare, anche a nome del nostro Gruppo, l'espressione di condoglianza alle famiglie dei lavoratori colpiti dalla tragedia che non ha raggiunto limiti terrificanti soltanto grazie all'enorme robustezza delle strutture dell'ospedale di Mondovì. Lo prova il fatto che l'ospedale ha potuto riprendere quasi totalmente la sua attività.
Dobbiamo sollevare un appunto sulle date dell'iter burocratico della ristrutturazione, facendo riecheggiare l'inefficienza dei controlli da parte degli uffici preposti.
Da parte dell'amministrazione dell'ospedale, della Presidenza provvisoria della USL prima e poi da quella definitiva erano state richieste all'Associazione per il controllo di combustione i controlli ed i certificati di collaudo. Ci risulta che questi controlli sono stati fatti nei tempi opportuni, quindi ritengo che da parte nostra debba essere evidenziato questo fatto e si debba risalire alle colpe degli uffici.
Se non ci sono state delle colpe ci sono state delle negligenze colpevoli.
Mi pare che il Procuratore della Repubblica abbia nominato perito di ufficio un geometra di Peveragno che è un perito di assicurazione il quale valuta i danni economici per dare istruzioni alle compagnie di assicurazione. Gli impianti di combustione e gli impianti di vapore non sono oggetto di studio e non fanno parte delle possibilità di progettazione di tecnici minori, quindi si rileva anche una certa indifferenza alle leggi vigenti che definiscono le attività professionali.
Rivolgo un ringraziamento all'Assessore per l'efficienza dimostrata e per le assicurazioni che ha dato in quel momento e, a nome della città di Mondovì e dei monregalesi, chiedo che questa assistenza da parte dell'Assessore continui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Mi associo alle espressioni di solidarietà espresse dai colleghi che mi hanno preceduto nei confronti dei congiunti delle vittime, anche ai fini di sollecitare quel tangibile e concreto aiuto alle famiglie delle vittime e alle persone che sono rimaste ferite.
Nel quadro dell'espositiva fatta dall'Assessore con riferimento alle tempestive cautele che sono state prese immediatamente dopo l'esplosione mi permetto di rilevare che ne è mancata una che sarebbe stato opportuno porre in essere (anche perché, come ha accennato il Consigliere Turbiglio è stato nominato perito d'ufficio dalla Procura della Repubblica un tecnico "minore"). Sarebbe stato cioè opportuno che "ad cautelam" la Regione avesse designato (e ne aveva il potere e il diritto) un proprio perito di parte ai fini sia di una difesa tecnica e sia di potere prospettare alla Procura della Repubblica e al perito d'ufficio le tesi e i comportamenti degli ex Presidenti dell'ospedale e dell'USL che - stando a quanto ci ha riferito l'Assessore - non avrebbero tenuto nessun precorso comportamento caratterizzantesi per negligenza o imprudenza.
In altri termini, siccome (in via di ipotesi) la Regione potrebbe venire coinvolta come responsabile civile, qualora emergessero responsabilità personali dell'ex Presidente dell'ospedale e dell'ex Presidente dell'USL sarebbe stato doveroso farsi assistere da un consulente tecnico in modo da prospettare tutte le tesi di fatto e tecniche possibili ai fini di dimostrare che (se colpa o negligenza c'è stata come indubbiamente c'è stata) ha da collocarsi nel quadro della attribuibilità all'ente statale che, per violazione di regolamenti, leggi o discipline non è tempestivamente intervenuto nella fase di prevenzione; o della attribuibilità e nei confronti della casa costruttrice.
Qualora ci fosse stato tutto questo, avremmo più minuziosamente e più compiutamente tutelato gli interessi della Regione soprattutto di fronte a un possibile poco competente tecnico "minore". Ciò non toglie - sotto il profilo della solidarietà - di dovere esprimere qualcosa di concreto nei confronti delle vittime.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi per le conclusioni.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Rispondo partendo dall'ultima questione. Ero stato informato che il Magistrato aveva nominato come tecnico un ingegnere. Non metto in dubbio le informazioni qui emerse e le accerteremo. So che la USL ha nominato tecnico di parte la direzione dell'Istituto di fisica tecnica del Politecnico di Torino, che ha nelle sue competenze il controllo delle macchine termiche.
Si poteva anche seguire questa ulteriore indagine, ma, accertato che a livello di USL si era assunta una decisione responsabile e non di parte abbiamo ritenuto di non aggiungere una quarta commissione alle tre esistenti per non fare sulla questione un polverone.
Va detto che vi è una situazione di quasi paralisi degli enti chiamati al controllo. Dal mese di luglio scorso questi enti avrebbero dovuto passare alla Regione, ma successivi decreti ne hanno rinviato l'attuazione a fine dicembre ed è in via di presentazione un ulteriore decreto di rinvio.
Il 28 gennaio scadono i 60 giorni per la riconversione della proroga.
E' anche comprensibile ma non giustificabile, che nei confronti di enti di questo genere possano sorgere problemi di inefficienza.
Il discorso è però più generale e valgono tutte quelle ragioni e considerazioni che si erano fatte nell'ambito della legge 833.
Informo i colleghi che a suo tempo avevano chiesto dettagliata relazione alla ANCC e all'ENPI sullo stato di attuazione dei controlli. I controlli generalmente vengono fatti a 12-18 e a 24 mesi il che pone problemi seri per quelle strutture all'interno delle quali con corposi investimenti si rinnovano radicalmente gli impianti o si sistemano nuove attrezzature perché si tratta di impianti con un anno e mezzo o due di vita regolarmente controllati e collaudati alla fonte e privi della fase finale del collaudo.
Quanto all'ospedale di Mondovì dobbiamo decidere dove vanno collocati gli impianti e procedere alla ricostruzione dell'ospedale così com'é.
Non credo si possa partire dalla situazione attuale che registra una perdita, rapidamente recuperabile, di 45/50 posti letto, e rimettere in discussione la struttura complessiva nei confronti della quale l'USL aveva avviato l'elaborazione di un piano-direttore per i prossimi 15/20 anni.
Credo di poter dare fiducia al Consiglio di amministrazione della USL che prevedeva .la riorganizzazione dell'ospedale.
Il totale rifacimento di un ospedale costa circa 20/25 miliardi, si tratta di valutare se questo è possibile.
Attendo i risultati di queste verifiche di ordine generale.
Il collega Viglione si è soffermato su un'indicazione di ordine generale in ordine alla collocazione di tali servizi all'esterno della struttura.
Negli ospedali costruiti recentemente tutti i servizi sono posti all'esterno, nonostante questo non rientri in una normativa nazionale tant'è vero che la collocazione degli impianti dell'ospedale fu autorizzata a suo tempo dagli organi di controllo.
Ricordo che nel corso del 1981 sono stati spesi oltre 10 miliardi per rimuovere i più vistosi elementi di contraddizione e pericolosità particolarmente per l'approvvigionamento elettrico. Il gruppo di lavoro regionale sta lavorando per individuare nuovi criteri che anche se non derivanti da leggi nazionali assumiamo noi per attribuire gli investimenti.
Non sono in grado in questo momento di prospettare soluzioni concrete per le famiglie. Se ne parlerà in sede di Giunta e riferiremo le decisioni in occasione della Conferenza dei Capigruppo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Richiesta di un'informazione della Giunta regionale sul Piano regionale di sviluppo


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Poiché molto opportunamente è stata introdotta una comunicazione dell'Assessore alla sanità su di un fatto gravissimo, ritengo che dovrebbe esserci una comunicazione del Presidente della Giunta o dell'Assessore alla programmazione in ordine al Piano di sviluppo regionale. Dico subito che non mi interessa il cosiddetto "giallo" e cioè la fuga di un documento delle Organizzazioni sindacali (per questo non ho presentato un'interrogazione); mi interessa invece sapere quale sorte e quali tempi ha il Piano regionale di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore all'urbanistica

Sono lieto che al Consigliere Paganelli non interessi il giallo, così mi esime dal fare della dietrologia su questa materia. Posso invece fornire le informazioni che ha richiesto in ordine al Piano di sviluppo per il quale c'era stato l'impegno della Giunta a consegnano a fine anno, ma che troverà soltanto il ritardo di qualche giorno.
La Giunta si è presa l'impegno, e ora lo conferma, della consegna entro il mese di gennaio al Consiglio regionale di una serie di documenti relativi al Piano di sviluppo, e precisamente: la relazione sulla situazione socio-economica lo stato di attuazione dei programmi e dei progetti del primo Piano di sviluppo documenti relativi alla individuazione delle strategie di medio periodo l'elenco dei progetti prioritari, e probabilmente un primo approfondimento di alcuni di questi un documento sulle risorse pluriennali a disposizione nell'arco di tempo previsto dal Piano.
Sono cinque documenti che possono consentire l'avvio della discussione in ordine al Piano di sviluppo.
Devo aggiungere, per completezza di informazioni, che anche la consegna dei documenti è sottoposta ad una doppia incognita.
L'entità delle risorse è tuttora incerta e ignota poiché il quadro della finanza regionale è del tutto buio al di là del 1982.
Il Governo si è impegnato a presentare entro l'anno la legge sulla finanza regionale, che dovrebbe sostituire la legge 281 che è decaduta.
Teoricamente sarebbe possibile conoscere l'entità delle risorse entro la fine dell'anno e la sorte degli anni futuri, ma poiché questo disegno di legge non è ancora stato presentato, sugli anni futuri possiamo ragionare soltanto in termini di ipotesi.
Altrettanto incerta è la sorte delle richieste di partecipare più attivamente ad alcuni momenti della politica economica industriale nell'ambito delle leggi di riforma della 675, avanzate dalle Regioni.
L'unico dato sicuro è quello relativo all'accoglimento dell'emendamento alla legge finanziaria, relativa alla possibilità per le Regioni di accedere con propri progetti al Fondo Nazionale per gli investimenti e per l'occupazione.
In questi giorni a Roma è stato discusso anche il finanziamento delle leggi settoriali che per il 1982 è stato profondamente ridotto. In particolare sono stati sollevati i problemi che riguardano le leggi dell'agricoltura, che hanno avuto una forte contrazione di finanziamenti lo slittamento al 1983 della legge quadrifoglio e la mancata copertura delle quote a carico dello Stato sui finanziamenti CEE, con il rischio di far saltare i contributi CEE che sarebbero ottenibili nella misura del 50%.
Su questi due punti il Ministro del tesoro ha preso l'impegno di verificare se le richieste motivate dalle Regioni sono accoglibili.
Quanto ai nostri adempimenti porteremo avanti i documenti del Piano regionale di sviluppo ben sapendo che le incognite, i vuoti e i punti interrogativi sono ancora numerosi.
Credo che dalla fine di questo mese sarà possibile incominciare nella sede della I Commissione i confronti su questi documenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Prendo atto delle comunicazioni sulle ulteriori scadenze fissate per la presentazione dei documenti del Piano di sviluppo.
Se i documenti del "giallo" non interessano il nostro Gruppo, è ovvio che ci interesserà conoscere i documenti del giallo perché il Piano di sviluppo non è un fatto tra pochi intimi o di elite di questa o di quella organizzazione, ma è un fatto al quale il nostro Gruppo intende essere profondamente partecipe.
Siamo grati alla stampa che ci ha abbondantemente e intelligentemente informati del fatto, ma noi desideriamo essere tempestivamente informati dalla Giunta regionale sui documenti e sull'evoluzione del piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Ringraziamo l'Assessore che è sempre puntuale, preciso e documentato e anche stamane ha dimostrato la sua capacità di dominare una serie di eventi gravissimi che sono di fronte a noi in Piemonte, ma anche in tutto il Paese.
Vorremmo però osservare che un piano ha la sua validità dal momento in cui viene presentato.
Non chiediamo un piano di grosso respiro, ma un piano che si possa scindere in due momenti: quello dell'emergenza nel quale si interviene per sorreggere l'economia, quello più lungo del programma.
Sulla pochezza delle risorse abbiamo già fatto le nostre considerazioni. Tutti sono consci del fatto che il Governo ha dovuto operare dei tagli sulle risorse alle Regioni, con risultati che da una parte possono essere definiti negativi perché gli Enti locali sono più limitati per il futuro, e d'altra parte possono essere definiti positivi perché l'inflazione è scesa al 18%.
Noi dobbiamo operare nell'emergenza che postula un documento non di grossa portata ma di immediatezza di interventi. Sollecitiamo la Giunta e l'Assessore Simonelli a volere dare un documento di indicazione di emergenza prima di ogni altra cosa.


Argomento: Questioni internazionali

Determinazione in merito alle proposte sul problema della fame nel mondo (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'ordine del giorno: "Determinazione in merito alle proposte sul problema della fame nel mondo".
Per i caratteri che quel dibattito ha avuto e per i tipi di richieste che dalle diverse parti politiche erano state sollevate sarebbe opportuno arrivare a determinazioni concordate. Propongo un incontro con i Capigruppo nel corso della giornata per definire le linee che possono essere concordate.
Chiede la parola il Consigliere Martini.



MARTINI Mario

Ero intervenuto nel dibattito sul problema della fame nel mondo e oggi sono colto di sorpresa dalla proposta che viene fatta dalla Presidenza del Consiglio. Il dibattito si era concluso con un impegno preciso, tutte le forze politiche hanno firmato una cambiale in bianco nei confronti della Giunta, la quale doveva portare in Consiglio delle proposte sulla base delle quali si sarebbe aperto un dibattito. Poiché viene fatta la richiesta di un incontro fuori dell'aula del Consiglio, mi chiedo se questa riunione ha un carattere squisitamente politico oppure un carattere tecnico. Nel primo caso potrà intervenire il nostro Capogruppo, nell'altro caso il Capogruppo avrà bisogno quanto meno di essere affiancato, a una condizione però: che ci sia una proposta della Giunta. Se non c'è un documento di proposta questo modo di agire è piuttosto evasivo e non risponde agli accordi presi.



SANLORENZO Dino, Vice Presidente della Giunta regionale

Il Consigliere Martini ha perfettamente ragione. Abbiamo però dovuto tener conto dell'impegno che la Giunta si era assunta di una consultazione preliminare. Su questo argomento meno che mai sarebbe opportuno dividere il Consiglio regionale.
Il significato dell'incontro è di fare una verifica preliminare delle nostre e di altre proposte.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame del progetto di legge n. 156: "Snellimento delle procedure attuative dei programmi di edilizia residenziale e costituzione di un fondo di rotazione per l'anticipata acquisizione di aree pubbliche"


PRESIDENTE

Infine esaminiamo il punto quinto all'ordine del giorno: "Esame del progetto di legge n. 156: Snellimento delle procedure attuative dei programmi di edilizia residenziale e costituzione di un fondo di rotazione per l'anticipata acquisizione di aree pubbliche' ".
Relatore è il Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido, relatore

E' noto a tutti come sia più che mai attuale e urgente il problema "casa" e come ci si sforzi da varie parti e nei modi più diversi per fronteggiarlo.
La crisi dell'edilizia, l'esperienza di questi primi anni di applicazione della normativa nuova spingono alla ricerca di procedure più snelle che facilitino l'attuazione dei programmi di edilizia pubblica in particolare e, più in generale, diano un contributo alla ripresa del settore.
Questo non ci fa certo dimenticare che ci sono ragioni obiettive dietro la crisi dell'edilizia. Come ignorare del resto che, pur essendosi formato maggior risparmio in questi ultimi anni, esiste un minore potere di acquisto nel settore immobiliare? Bastano alcune cifre.
Si stima che il bene casa negli ultimi 10 anni si è rivalutato di circa il 650%, il costo della vita è aumentato di circa il 350%, mentre il potere di acquisto nominale dei cittadini è aumentato di circa il 400%.
Ad aggravare la crisi del settore ha contribuito certo il blocco delle liquidazioni, che dal 1976 ha fatto venir meno un'altra fonte di investimento che agiva probabilmente da moltiplicatore aggiungendo alle liquidazioni altri risparmi delle famiglie.
Che dire infine, delle scarse risorse pubbliche destinate al settore casa? In Italia si è intervenuti in questo settore per una cifra che corrisponde al 5-6% del totale degli investimenti, come massimo, mentre negli altri Paesi europei, in genere, gli investimenti pubblici riguardano oltre il 50%. Da noi, secondo la legge finanziaria in esame al Parlamento nel 1982 si sarebbero dovuti spendere solamente 300 miliardi in questo settore, quando per la sola Gescal si stima che almeno 1200 sono i miliardi prelevati sulle buste paga e nel complesso ammontano a circa 10.000 miliardi le entrate fiscali derivanti dalla casa.
Se è vero che le cause della crisi sono profonde e strutturali è anche vero che ci troviamo spesso di fronte a procedure troppo lunghe e complesse, che rallentano le costruzioni e rendono difficili le iniziative.
Così la contestazione di ogni pianificazione può aggregare forze sempre più numerose. Per ragioni di equità e di giustizia e anche per salvare i contenuti della riforma, è necessario fare il possibile per eliminare difetti e ritardi, per snellire e rendere più rapide le procedure.
Ci sono problemi diversi, che dovranno essere affrontati con provvedimenti specifici. Ricordo tra gli altri il problema della formazione dei demani comunali di aree da urbanizzare che la II Commissione ha cominciato ad esaminare ieri.
La legge in discussione parte dall'esperienza fatta nel settore dell'edilizia collegata all'intervento pubblico nelle forme di edilizia sovvenzionata, convenzionata o agevolata. E' una legge di settore ma che affronta temi di rilevanza e di incidenza notevole per quanto riguarda l'intervento pubblico in edilizia abitativa.
Che cosa ci dice l'esperienza fatta in questo comparto nel Piemonte negli ultimi tempi? Pur nel giudizio positivo, espresso in modo pressoché unanime sull'operato della Regione, ci si è trovati alle volte di fronte a strettoie burocratiche e procedurali che hanno portato a perdite di tempo che in regime di inflazione significano perdite consistenti di capacità di intervento e di investimento. Se si pensa a come sia possibile arrivare in 6 anni, secondo stime ed estrapolazioni formulate dall'Assessorato competente, a interventi in edilizia pubblica per circa 1050 miliardi abbiamo anche la misura di come sia necessario accorciare al massimo i tempi di esecuzione dei programmi per ridurre al minimo la perdita di valore dovuta all'inflazione.
L'esperienza ci dice anche che uno degli ostacoli che spesso si incontrano nell'attuazione dei programmi è la mancanza di disponibilità immediata ed effettiva delle aree, che allunga inevitabilmente i tempi di attuazione.
Se andiamo a verificare i tempi del primo biennio, dei due programmi predisposti dalla Regione, vediamo che avevamo circa 87 miliardi a disposizione per l'edilizia sovvenzionata, il programma è stato approvato dalla Regione il 19 febbraio 1979 e già in quell'anno furono messi in moto i cantieri. Ai primi di dicembre risultavano appaltati al 100% tutti i lavori e gli stessi eseguiti per circa il 95%. Un bilancio positivo quindi e forse - e lo dice lo stesso Assessorato - si potevano ulteriormente accorciare i tempi rispetto ai 18 mesi richiesti.
Per l'edilizia agevolata, sempre per il primo biennio, c'erano a disposizione circa 132 miliardi. L'attuazione, alla stessa data, era al 75 circa, meno positiva quindi. Le ragioni oltre che nella parcellizzazione degli interventi, stanno anche nell'incertezza dell'erogazione del credito con il blocco dei mutui e delle erogazioni sui mutui già concessi. Ma hanno giocato sul rallentamento anche le procedure e la mancanza di disponibilità delle aree.
Per il secondo biennio si sono riscontrati molti più limiti. Sempre per l'edilizia sovvenzionata si sono predisposti i programmi per circa 100 miliardi (il biennio '80-'81 a carico del bilancio dello Stato) e con tempestività la nostra Regione aveva anticipato circa 70 miliardi di programmi sugli esercizi '82-'83, con il consenso dello Stato.
La Regione Piemonte è stata l'unica Regione, con il Friuli, a portare avanti un'iniziativa di questo tipo, cioè di anticipare programmi futuri.
Di questi programmi, agli inizi di dicembre 1981, risultavano appaltati il 71% e i lavori eseguiti per circa il 10%. I programmi erano stati votati dal Consiglio già dal 16 aprile 1980 e sebbene entro il 31 dicembre 1981 tutti i lavori sono stati appaltati, è fuori dubbio che 20 mesi sono troppi per concludere questa prima fase. E non va taciuto che noi siamo tra le Regioni che sono state più celeri e attive in questo settore.
Ma le ragioni hanno probabilmente giocato l'impostazione non coordinata tra le leggi 457 e 25; per cui spesso sulle stesse aree sono finite le destinazioni dell'una e dell'altra legge. Ancora più critica è la situazione per quanto riguarda l'edilizia agevolata in particolare per l'assegnazione delle aree. Infatti sono circa 1134 gli alloggi, sugli oltre 10.000 programmati, che a dicembre non avevano ancora la disponibilità delle aree. Probabilmente questa cifra si è ridotta sensibilmente durante il mese di dicembre; ma, anche se la maggior parte di questi investimenti riguarda l'autofinanziamento, queste cifre devono preoccupare.
L'esperienza acquisita nell'applicazione dei primi due programmi ha fornito indicazioni utili in vari campi. Una delle più importanti e pressanti è quella di fare il possibile per accelerare al massimo l'acquisizione e la messa a disposizione delle aree. Di conseguenza, si prevede, con la legge in discussione, la costituzione di un apposito fondo di rotazione per l'acquisizione e l'urbanizzazione anticipata delle aree destinate all'edilizia residenziale legata all'intervento pubblico. Si prevede inoltre l'eliminazione o l'attenuazione di alcuni vincoli procedurali e prevedendo interventi sugli enti inadempienti, i cui ritardi pesano poi sul processo produttivo.
Con la legge in discussione si tiene conto inoltre di alcune indicazioni del decreto legge 663 e viene ribadita la necessità che tutti i finanziamenti, comunque disposti, possano essere coordinati da un unico ente e pertanto rientrare nelle competenze regionali.
In particolare, il ricondurre al momento regionale gli interventi finanziati anche attraverso leggi di settore di natura straordinaria costituisce indubbiamente un elemento di razionalizzazione che facilita una sollecita attuazione degli interventi edilizi. Non solo, ma il riferimento alla Regione permette di avviare operazioni consistenti, di dimensioni tali da promuovere attraverso apposite indicazioni di priorità processi di industrializzazione del settore, ottenendo economie di scala.
Per i tempi di attuazione, in base alla legislazione vigente sono fissate tre fasi.
La prima prevede la programmazione degli stanziamenti e la formulazione del programma di localizzazione da parte delle Regioni. Questo dovrebbe concludersi entro tre mesi dalla comunicazione di disponibilità da parte del CER.
La seconda fase riguarda le procedure burocratiche e amministrative per iniziare i lavori. Sono previsti 14 mesi dall'assegnazione dei finanziamenti ai beneficiari.
La terza fase è data dalla realizzazione fisica dell'intervento; la Regione ha indicato 15-18 mesi dall'inizio dei lavori.
Tutte le fasi sono probabilmente comprimibili entro certi limiti. Per quanto riguarda la prima fase, va ricordato che la Regione Piemonte ha approvato i programmi di localizzazione dei fondi a valere sul secondo biennio e l'anticipazione del 3° il giorno successivo alla comunicazione del CER. Praticamente è una fase che è stata quasi totalmente compressa.
Per quanto riguarda la seconda, i tempi per la realizzazione fisica forse non sono ulteriormente comprimibili se non attraverso una razionalizzazione del processo produttivo; però i tempi burocratico-amministrativi, possono essere ampiamente ridotti se ai Comuni vengono forniti strumenti e fondi idonei per provvedere all'anticipata acquisizione delle aree, oppure se vengono stabiliti tempi categorici e poteri di surroga.
In questa logica si collocano le disposizioni che prevedono gli interventi sostitutivi della Regione, tramite la nomina di un Commissario procedura largamente prevista nella legislazione nazionale del settore, e la costituzione del fondo di rotazione per permettere l'anticipata acquisizione ed urbanizzazione delle aree.
E' previsto inoltre un meccanismo che dovrebbe garantire l'autofinanziamento del fondo stesso.
Questi sono alcuni dei punti salienti della legge. Altre norme significative riguardano la formazione dei programmi e la consultazione dei Comprensori, l'entità del contributo (25% della relazione finanziaria del piano di zona e 100% per quanto riguarda l'acquisizione degli immobili), la predisposizione dello schema di convenzione e i tempi per la sua adozione.
Di particolare interesse è indubbiamente la previsione di acquisire aree per la realizzazione di programmi organici di edilizia residenziale.
E' questo certamente un elemento innovativo nella politica della casa.
In conclusione, sembra di poter affermare che si tratta di una legge significativa ed originale per molti versi, anche se non estemporanea, ma inserita in una serie di norme che la Regione si è data in materia di urbanistica e di interventi a sostegno dell'edilizia pubblica. E' anche il frutto di un confronto serrato e positivo avvenuto in Commissione tra i Gruppi e la Giunta regionale, confronti ed apporti che sono avvenuti fuori da ogni schematismo e che hanno permesso di licenziare una legge di settore raccordata alle esigenze di carattere generale e che può dare un contributo serio ed originale alla discussione in atto tra le forze politiche e nella società su come affrontare in modo adeguato il problema della casa nel nostro Paese.
Al testo a mani dei Consiglieri verranno proposte alcune limitate modifiche.
Per quanto riguarda la parte finanziaria si rimanda alle leggi di bilancio per il 1982 e gli esercizi successivi l'indicazione della cifra disponibile per ogni esercizio.
La Commissione ha proposto la predisposizione di un regolamento da parte della Giunta regionale. Nella formulazione dell'emendamento si propone che tale regolamento venga sottoposto all'approvazione del Consiglio regionale. La procedura pare un po' macchinosa. Si tratta comunque di verificare il modo migliore per arrivare ad avere uno strumento flessibile e da adeguare velocemente alle innovazioni che subentrano in una materia oggetto di particolare attenzione da parte dei pubblici poteri.
La legge è stata licenziata dalla Commissione senza nessuna opposizione, tranne riserve che alcuni Gruppi si riservavano di sciogliere in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Questa legge è di eccezionale rilevanza e importanza.
Nel momento in cui dobbiamo compiere delle scelte sul territorio rileviamo, per un verso o per l'altro, sia perché vi è una sentenza della Corte Costituzionale, sia per l'impossibilità ad acquisire le aree, sia per l'opposizione dei proprietari, che il governo del territorio viene sempre meno.
Già nel 1946 era avanzata l'ipotesi che tutti i Comuni si dotassero per i bisogni sociali (casa, centri d'incontro, ospedali, scuole, asili nido parchi) di una quantità di aree rapportate alla popolazione.
Vi era anche l'ipotesi che attraverso l'emissione di Buoni del tesoro a lunga scadenza, le aree potessero essere pagate ai Comuni direttamente dallo Stato, accollando valori in allora bassi perché i terreni non erano ancora appetibili per l'utilizzo edilizio. Se fosse andata a buon fine quella proposta, oggi non ci troveremmo nella situazione di non disporre delle aree per l'edilizia.
Cadde il Governo Parri, altre scelte vennero avanti e nelle grandi aree urbane mancò una collocazione territoriale e l'acquisizione delle aree da parte dei Comuni che passò la speculazione.
Questa legge viene a sopperire, sia pure in modo tardivo e surrettizio al compito che doveva essere di un Parlamento e di un Governo lungimiranti.
La Regione Piemonte fin dagli anni '70 ha cercato di darsi una struttura patrimoniale rispetto al bisogni emergenti nella società in sviluppo.
Questa legge, di cui il Gruppo socialista è coautore, tende a recuperare quei margini di terreno nelle aree urbane.
Molte opere, anche se finanziate, non vengono eseguite perché alle spalle hanno costantemente l'indisponibilità del territorio. Non pu passare la fognatura, non può passare l'acquedotto, non può essere fatta la scuola, il proprietario si oppone e ricorre al TAR. invoca la sentenza della Corte Costituzionale e le migliaia di miliardi giacciono per l'indisponibilità dei terreni.
La Regione possiede 20.000 ettari di terreno, e disgraziatamente non sono nell'area di Torino, o di Novara o di Cuneo, che possono essere utilizzati per i bisogni sociali ma non certamente per l'edilizia abitativa. La politica patrimoniale deve continuare con forza e mi richiamo sempre alle necessità che la Regione e gli Enti locali si costituiscano un patrimonio di aree immobiliari. Senza questo non è possibile fare nulla.
Questa politica si esaurì alla fine del secolo scorso e agli inizi di questo. Ogni paese è un esempio. Cito il mio, guardo la sua piazza, ricordo la sua storia che ho letto negli archivi: c'era più lungimiranza cento anni fa che non adesso. Invocherei che tornaste ad essere quei liberali di allora. Anche l'opposizione non spinge in quella direzione.
Quando proposi la politica del patrimonio mi trovai solo. Mi richiamai persino alla Chiesa che è maestra in tante cose, che non affitta perché ha sempre saputo dotarsi del patrimonio necessario che è poi destinato a durare nei secoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Vi è necessità che periodicamente nell'aula del Consiglio le forze politiche valutino il quadro al cui interno si trovano ad operare, e l'evoluzione che sul medio-periodo è ragionevole attendersi.
L'occasione per tali appuntamenti è ordinariamente affidata alla discussione sui bilanci, come momento di sintesi dell'attività della Regione. Rinviata questa quest'anno la presentazione del bilancio 1982 e di fatto strozzato il dibattito sull'esercizio provvisorio per la concomitante discussione sul piano sanitario, il Gruppo liberale intende utilizzare in modo anomalo il confronto in aula su una legge di settore per rendere, in una prima parte del mio intervento, chiare le proprie valutazioni sul momento politico della Regione Piemonte. In una seconda parte cercherò di saldare tali valutazioni al giudizio dei liberali su questa importante legge lasciando all'amico Turbiglio, nostro rappresentante in Commissione il compito di sintetizzare la posizione del partito e di fare la dichiarazione di voto sulla materia.
E' una legge importante che interessa non solo la politica e l'efficienza della spesa nel settore dell'edilizia abitativa, ma più in generale i modi e i metodi per affrontare il governo delle trasformazioni territoriali.
Vi sono elementi di novità nel quadro politico nazionale che non potranno non avere, a tempi più o meno lunghi, forti riflessi sulla situazione locale. Si tratta come primo elemento dell'intenso dibattito pubblicamente reso noto all'interno del PCI sui fatti della Polonia, ma più in generale sulle prospettive di evoluzione e sul ruolo dei movimenti comunisti nelle democrazie occidentali.
Si tratta, come secondo elemento, dell'improvvisa accelerazione tra le forze dell'attuale maggioranza del dibattito per un assetto politico che dia maggiore solidità e più stabilizzate prospettive ad un disegno di governo di lungo respiro della società italiana.
Sul primo problema, revisione critica delle esperienze del socialismo reale dei paesi dell'est e la ricerca di una nuova fase per i movimenti comunisti nelle democrazie dell'occidente, il giudizio deve rispondere con coraggio al coraggio che i comunisti italiani stanno dimostrando, dando atto che la rottura non equivoca, non tanto sul fatto contingente della Polonia quanto con le degenerazioni sistematiche ed inevitabili dei paesi a socialismo reale, costituisce un salto di qualità nell'evoluzione dell'elaborazione comunista. Di questo salto sarebbe stolto non tener conto. Alla democrazia dell'Italia non serve una prospettiva miope, che si augura un Partito comunista bloccato sulle contraddizioni tra la politica della democrazia ed il modello di totalitarismo, che continuerebbe a rendere congelati per le regole della democrazia i consensi che il Partito Comunista comunque continuerebbe a raccogliere.
Questo non vuol dire, come fanno temere affrettate e strumentali dichiarazioni di alcuni esponenti democristiani, via libera al recupero della fallimentare esperienza della solidarietà nazionale, ma la ricerca tra tutte le forze politiche di una comune cultura di governo al cui interno costituire senza pregiudiziali maggioranze che governano e opposizioni che controllano in una logica di alternanza che è condizione reale per la salute delle democrazie.
Il secondo elemento, l'accelerazione del dibattito per un assetto politico che dia maggiore solidità e più stabilizzate prospettive ad un disegno di governo di largo respiro, sembra dover avere inevitabilmente esito con o senza una nuova consultazione elettorale nell'assunzione in capo al Partito Socialista delle responsabilità centrali di governo.
A questo fatto è ragionevole attendersi faccia seguito una revisione delle alleanze nelle sedi locali che senza rigidi meccanicismi garantisca tuttavia una più efficiente omogeneità tra le politiche centrali di governo e le realtà locali.
Il PLI manifesta solidarietà all'opera dell'attuale governo, che proprio in questi giorni raccogli i primi frutti della lotta all'inflazione e non manifesta impazienza per una verifica politica nella Regione. Afferma però che questa prospettiva non è un regalo degli equilibri romani né dovrà risultare un'imposizione centrale. La prospettiva di una verifica politica regionale è nella necessità di governo di questa Regione, che sembra a noi poter oggi essere meglio assicurata, di un sistema di alleanze centrato sulla solidarietà fra i partiti laica. La prospettiva nasce e si costruisce non su possibili condizioni poste da una nuova alleanza romana, cui farebbe seguito solo delusione sul piano locale, ma sulla capacità di esprimere in Piemonte una capacità di governo diversa e davvero capace di rompere le degenerazioni burocratiche e di rispondere con fantasia e nuova efficienza al ruolo nuovo della Regione.
E' su questa cultura di governo, così necessaria in questa fase, che impegna ogni forza politica, che intendiamo misurare l'esperienza dell'importante legge all'esame del Consiglio regionale.
A noi sembra che nel dibattito in Commissione questa cultura di governo abbia faticato ad emergere prevalendo ancora in alcune forze politiche preoccupazioni legate alla collocazione all'opposizione o preoccupazioni legate alla volontà di mantenere controlli bilanciati tra i diversi assessorati.
Prima di dare una valutazione specifica sui contenuti della legge intendiamo approfondire questo aspetto di carattere generale. Costruire una comune cultura di governo significa non isolare alcuna forza politica e confrontarsi su un terreno comune. Questo obiettivo è tanto più importante da conseguire per iniziare a costruire nei riguardi del PCI un rapporto che non risulti di pregiudiziale esclusione, ma che mantenga, indipendentemente dalla collocazione al governo o all'opposizione, un terreno di proficuo confronto.
Il Gruppo liberale intende fin d'ora affermare con chiarezza che solo questa prospettiva apre il nostro interesse all'evoluzione del quadro politico regionale e che non ha alcun interesse invece a prospettive che non accompagnino il diverso ruolo ad una diversa capacità di governo. In altre parole non abbiamo intenzione ed interesse di imprigionarci in formule politiche lasciando al PCI la rappresentanza di una cultura di governo più moderna, più efficiente, più aperta e più trasparente.
Il dibattito su questa legge ci ha dimostrato che questo pericolo è reale. La legge, che nasce anche da uno stimolo del nostro partito, che ha presentato in materia una propria proposta, aveva nell'impostazione iniziale alcuni elementi di incisiva modernizzazione, La logica degli interventi accorpati, il recupero di un pieno ruolo dell'iniziativa privata, lo snellimento incisivo delle procedure, il ricorso alle iniziative delle società miste erano i punti che più ci convinceranno.
Questi punti sono usciti nella sostanza battuti o molto annacquati dalla posizione socialista e democristiana è quindi un'occasione in parte mancata per dare una incisiva e modernizzante svolta ad un settore cruciale per l'azione regionale. Se a questo si aggiunge che la legge nasce monca di una reale prospettiva finanziaria per effetto della critica situazione del bilancio della Regione, si possono ancora meglio capire le ragioni della insoddisfazione liberale. Proprio in questi giorni, al contrario, la Regione Lombardia ha potuto fare in materia edilizia una vasta legge di sostegno che mobilita per un biennio consistenti risorse e che si apre anche a prestiti europei con copertura di rischio-cambio.
Su queste materie occorre quindi riprendere il cammino. I liberali hanno presentato nei mesi scorsi un pacchetto organico di proposte e hanno le carte in regola per stimolare una rinnovata iniziativa.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Prima di entrare nel merito del provvedimento in esame, che rientra nel panorama della politica abitativa, vorremmo definire alcuni nostri principi di fondo sui quali abbiamo peraltro verificato la valenza se la coerenza del disegno di legge n. 156 che chiamerei "legge Rivalta" per distinguerlo dal disegno di legge Viglione-Astengo, che la competente Commissione ha all'attenzione dei suoi lavori e il cui esame è cominciato ieri. Devo anzi dire che in una razionale calendarizzazione dei lavori la presentazione e l'esame di quel disegno di legge avrebbe dovuto essere anteriore a questo.
Ci sono però esigenze di carattere amministrativo e gestionale, che noi abbiamo compreso, e questo è il motivo per il quale ci apprestiamo ancora in questo momento ad esaminare il disegno di legge Rivalta.
La politica abitativa è una variabile strategica della politica urbanistica modernamente intesa alla trasposizione sul territorio delle ipotesi volute per lo sviluppo civile della comunità, Con tutto il rispetto per i professionisti, gli architetti e gli ingegneri, soprattutto per quelli che fanno parte del Consiglio, debbo dire che quando questa azione non la si unisce all'azione del sociologo e non conti sulla mediazione del politico, il disegno della città può risultare un disegno distorto.
In secondo luogo il territorio appartiene alla comunità nel suo complesso e sul territorio si svolgono i fenomeni di proprietà, sia privati che pubblici, con le tutele previste dagli ordinamenti. In questo senso riteniamo che l'impostazione di fondo della legge Bucalossi debba restare integra e debba essere sorretta.
Quale terzo criterio vorremmo dire che le scelte d'uso e quindi di destinazione del territorio fatte dall'Ente locale nel rispetto dei più ampi quadri di riferimento ed in relazione ai postulati della programmazione, devono garantire una destinazione ad uso abitativo che possa soddisfare la domanda abitativa della società in ogni momento.
Questa è una grande carenza della società italiana in generalo e della società piemontese in particolare.
Quarto criterio. Queste destinazioni debbono essere riservate al pubblico ed al privato in una coesistenza che sia garantita e che sia disciplinata, ma dove il confine fra l'imprenditoria, che è sempre da incoraggiare, e la speculazione, che è sempre da eliminare, sia limpidamente individuabile.
Su queste premesse di fondo nel campo della politica abitativa, per quanto ci riguarda, si impongono alcune decisioni anche a livello della Regione Piemonte. Intanto è per noi fondamentale la costituzione di un demanio pubblico di aree a disposizione di tutti gli operatori dell'attività agevolata e quindi anche per l'edilizia convenzionata realizzata dai privati. In questa logica di demanio di aree pubbliche destinate ai servizi abitativi, ai servizi sociali, ai servizi del terziario e ai servizi produttivi, si muove il disegno di legge Viglione Astengo.
Come diretta conseguenza di questo primo principio ad alcune ipotesi di miglioramento ed ampliamento della sfera di applicazione della convenzione riteniamo sia uno sbocco per possibili aggregazioni finanziarie con apporti misti di capitale pubblico e di capitale privato.
In questo senso la legge che abbiamo di fronte affronta questo problema e può portare delle soluzioni.
Per andare nello specifico della legge vorrei dire che siamo favorevoli a semplificare e a snellire le procedure burocratiche per l'attuazione sia dei progetti residenziali sui quali espressamente punta il disegno di legge del Consiglio, ma anche su tutti gli altri. Mi permetterò di proporre un emendamento che è analogo a quello proposto dalla DC.
Come ha rilevato il Consigliere Bastianini nel suo intervento, questo disegno di legge giunge all'aula abbastanza stravolto rispetto al testo originale. Le modifiche ne hanno mutato sostanzialmente la fisionomia.
Era un disegno che aveva un carattere amministrativo e gestionale oggi, per una serie di mediazioni, esso è completamente diverso. Tra l'altro, tra le cause che vengono indicate, si fa riferimento anche al fatto che nel frattempo è intervenuto il decreto Nicolazzi per cui si sarebbero rese necessarie alcune modifiche.
Ci sembra abbastanza strano far riferimento ad un decreto legge, di cui tra l'altro non conosciamo la fine, decreto legge sul quale, peraltro, il PCI fin dal suo nascere ha espresso una forte opposizione.
L'art. 7 del disegno di legge prevede il potere sostitutivo della Regione nel caso di inadempienze dei Comuni rispetto agli atti che, in base a questa legge, i Comuni sarebbero obbligati a compiere nei tempi elencati.
Affinché l'imprenditorialità dell'Ente locale nell'amministrazione del territorio abbia modo di esercitarsi, l'azione dovrebbe spostarsi dal mero svolgimento di procedure al perseguimento di obiettivi e quindi dal garantismo delle procedure alle responsabilità delle scelte programmate con tutta la trasparenza e la ponderatezza delle motivazioni che suffragano le scelte pianificatorie e programmatorie. Voglio dire che non è attraverso un'elencazione di termini molto rigidi o la minaccia del Commissario che si risolvono i problemi dei Comuni. I problemi dei Comuni stanno a monte e non è certamente l'art. 7 del disegno di legge che consentirà di pianificare finalmente, correttamente e secondo le indicazioni del disegno di legge 156.
Avrei voluto porre l'attenzione dei Commissari su come non si sia tenuto conto dell'utilizzazione per l'attuazione dell'edilizia residenziale pubblica del consorzio regionale tra gli Istituti Autonomi delle Case popolari.
Le funzioni individuate infatti da questo disegno di legge ed assegnate all'amministrazione regionale potevano essere trasferite al Consorzio suddetto dando allo stesso le funzioni di ente strumentale della Regione in ispecie per il settore abitativo.
Pensavamo che questa era un'opportunità che, in un momento come questo in cui c'è in discussione il ruolo degli IACP e dei loro consorzi regionali, poteva essere presa in considerazione dalla Giunta. Ma su questo argomento ci sarà tempo per discutere.
Proporrò alcuni emendamenti in sede di svolgimento dell'articolato. Per ora mi limito a questo intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, lo spirito che informa il disegno di legge n. 156 è sicuramente apprezzabile in quanto cerca di contribuire a dotare i comuni dei mezzi finanziari necessari per la formazione di consistenti demani di suolo edificabile, onde limitare i tempi morti del reperimento, dell'acquisizione e dell'urbanizzazione delle aree per nuovi insediamenti residenziali.
E' ovvio che questo provvedimento può richiamare la discussione generale sul problema della casa e sulla varietà delle proposte attualmente in discussione, dal decreto Nicolazzi, alla modifica della legge su l'equo canone, alla capacità operativa della legge 25, alla possibilità che pu avere la Regione di introdurre una normativa del tipo della legge 25, fino alla revisione della legge urbanistica. Tutti provvedimenti fra di loro concatenati e che rappresentano lo sforzo di affrontare il problema casa per dargli una soluzione.
Qui ci limiteremo al giudizio su questo provvedimento specifico, consci che è uno solo dei possibili contributi alla risoluzione di questo drammatico problema rinviando le nostre valutazioni complessive sul problema della casa ad un momento successivo di cui peraltro già si è accennato in una conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
La positività del provvedimento in esame consiste anche nel fatto di ridurre i tempi di costruzione delle case, oggi purtroppo ancora eccessivamente lunghi dal momento dell'assegnazione dei fondi alla consegna degli alloggi agli inquilini.
La disponibilità delle aree è stata sovente un vincolo alla sollecita attuazione dei programmi di edilizia residenziale.
Tutti ricorderanno le osservazioni presentate da più parti in ordine alle difficoltà registrate in molti comuni inseriti nei piani della legge 457 proprio per la non immediata disponibilità di aree e per i tempi eccessivamente lunghi nel disbrigo dell'iter amministrativo o procedurale.
Proprio nel nostro documento programmatico che presentammo nell'estate del 1980 è scritto che per il problema della casa è questione sia di finanziamenti che di strumenti operativi. Al riguardo ricordavamo che: "vi è difficoltà di utilizzo dei fondi statali e di disponibilità di aree, per cui sarebbe opportuno prevedere un fondo di rotazione per l'acquisizione di aree destinate a interventi pubblici, e tale da consentire la formazione di un demanio comunale di aree".
Il provvedimento oggi va in esame in questa direzione, e quindi trova il nostro pieno consenso.
In questa prospettiva il disegno di legge comprende una ipotesi molto interessante richiesta soprattutto dagli Istituti Autonomi Case Popolari che riguarda il finanziamento totale per l'acquisto di vecchi stabili da risanare, avendo l'esperienza insegnato che la preventiva acquisizione costituisce presupposto indispensabile ai fini di una corretta gestione del rapporto con gli eventuali occupanti da sgomberare ed eventualmente reimmettere a lavori ultimati.
In tema di acquisto di aree la previsione del contributo del 25% del costo di acquisto non pare sufficientemente coordinata con le analoghe disposizioni legislative statali, dalla legge 865 fino al decreto legislativo Nicolazzi 663. Infatti, nel caso in cui un comune già ottenga un mutuo agevolato di natura statale, tale beneficio non dovrebbe potersi sovrapporre a quello regionale; mentre, viceversa, nel caso assai più frequente del Comune che non riesce a reperire finanziamenti, il contributo, ancorché nella misura del 25% della spesa prevista di cui all'art. 5, risulta meno utile di un mutuo agevolato, pari al totale importo, il cui reperimento risulta assai più facile all'Ente regionale che non ai Comuni.
Sembrano inoltre - e questa è la seconda osservazione - eccessivamente ristretti, almeno nella fase di avvio, i tempi tecnici di cui agli artt. 6 e 7: 30 giorni per l'adozione della convenzione, 30 giorni per l'avvio delle procedure espropriative, 4 mesi per l'inizio dei lavori, il cui mancato rispetto dà luogo a drastiche decadenze dei benefici. Per cui parrebbe forse opportuno prevedere una possibile proroga magari per una sola volta.
In conclusione, ribadiamo il giudizio complessivamente favorevole al disegno di legge n. 156, seppure anche a noi pare di poter rilevare che il testo approvato dalla II Commissione su taluni aspetti ci soddisfa meno rispetto al disegno di legge originario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Genovese.



GENOVESE Piero Arturo

A nome del Gruppo della DC farò alcune osservazioni sul disegno di legge n. 156 sul quale ci siamo astenuti in sede di Commissione.
Tutte le tesi sono certamente sostenibili ma mi pare quanto meno sbrigativo che il collega Viglione ricordando i tempi in cui vi era un diverso sistema politico e un diverso sistema di governo dominato sul piano politico e culturale dai liberali, riscontri delle linee progressiste comparativamente migliori di quelle che hanno accompagnato il travagliato periodo della nostra storia di questi ultimi anni. I nodi della politica urbanistica e della casa sono sempre stati centrali nella politica complessiva del Paese, ad essi però non sono state date risposte tempestive o adeguate al processo di sviluppo che il Paese ha conosciuto. Mi sembra forzato riscoprire questi temi di altri tempi, in cui i problemi si ponevano in termini diversi. Non dimentichiamo che il nostro paese in questa materia ha segnato un ritardo grave rispetto ad altri paesi dell'Europa e dell'Occidente.
Il Consigliere Bastianini ha chiesto giustamente che vengano discusse le proposte di legge presentate sul problema della casa e sulle modifiche della legislazione urbanistica regionale.
Questo ritardo, caro Bastianini, non è imputabile al nostro Gruppo che in materia urbanistica, ha presentato sin dal mese di maggio proprie proposte di modifica.
Sulle proposte di legge presentate dal PLI e dalla Giunta, in materia abbiamo assunto un atteggiamento di dissenso su alcuni aspetti, non per arretratezza culturale in materia, ma per una nostra valutazione di merito che può essere giusta o sbagliata.
Nel testo iniziale del provvedimento di legge vi erano modifiche alla normativa urbanistica regionale che abbiamo criticato per il modo in cui venivano collocate e per la parzialità del riferimento a un singolo provvedimento.
Ci sembra che quelle proposte contenessero degli aspetti diversi tra di loro e che dovessero essere esaminate più profondamente in ordine ai raccordi necessari con la legislazione urbanistica o perlomeno richiedessero una valutazione su due grossi filoni: quello dello snellimento delle procedure e dei provvedimenti finanziari a sostegno della politica localizzativa pubblica, e quello relativo alle proposte di accorpamento degli interventi dei nuovi insediamenti territoriali sottolineati in particolare dalle proposte di legge del PLI.
Riteniamo che il collegamento delle modifiche alla normativa urbanistica regionale con l'accorpamento di interventi per la realizzazione di nuclei integrati sollevi dei problemi delicati e che questi problemi debbano essere affrontati più compiutamente con disegni di legge specifici per la loro rilevanza territoriale, comunque non in termini assorbenti o alternativi rispetto all'esigenza di intervento generalizzata dei Comuni.
Probabilmente dopo l'entrata in vigore del decreto Nicolazzi è sparita una parte della normativa, quindi oggi al disegno di legge che è stato licenziato dalla Commissione diamo un giudizio limitatamente ad alcuni aspetti.
Il Gruppo della DC è fortemente interessato ad approfondire le proposte di legge presentate dal Gruppo del PLI e chiede di riprendere in esame la propria proposta di legge che ha presentato in materia urbanistica e in materia residenziale sin dalla scorsa legislatura.
Proposta di legge per la quale il Consiglio regionale aveva votato, al termine della scorsa legislatura, un ordine del giorno che impegnava il Consiglio a riprenderla in considerazione.
Richiamiamo qui, come ha fatto anche il collega Bastianini, la nostra riserva di fondo su questa proposta in ordine alle assenze di qualsiasi indicazione sulla dimensione della spesa per il 1982.
Questa a nostro giudizio ci pare la lacuna maggiore in termini politici.
Vi sono poi altri aspetti sui quali abbiamo presentato alcuni emendamenti specifici, uno in particolare forse è contrastante sul piano della legittimità, ma che non abbiamo rinunciato a presentare, perch riteniamo importante.
L'assenza della definizione degli strumenti urbanistici attivi che sono richiamati in questo disegno di legge, non consente in partenza su una larghissima parte del territorio regionale di potere localizzare gli interventi di edilizia residenziale pubblica, quindi gli Enti locali non potranno avere il beneficio del pre-finanziamento che si mette in moto attraverso il fondo di rotazione e che scatta solo all'interno dei piani di zona, approvati in base alla legge 167 o adottati utilizzando la legge 247.
Forse non sarà corretta la formulazione dell'emendamento da noi presentato tuttavia il richiamo all'art. 51 della 865 è per noi importante perché riteniamo che se si vogliono agevolare i Comuni piccoli e medi in aree in cui non c'é il perfezionamento finale degli strumenti urbanistici bisogna vincolarsi a qualche strumento che non sia il piano di zona della 167 adottato e approvato per prevedere la localizzazione e l'agevolazione finanziaria della Regione.
Se non si vuole creare una discriminazione iniziale, qualche accorgimento va trovato per consentire ai Comuni tuttora sprovvisti di piani di zona della legge 167 di beneficiare dei pre-finanziamenti e del fondo di rotazione che la legge intende mettere in moto.
Questo è il senso di tre degli emendamenti che abbiamo presentato. Il quarto è di tipo formale nel senso che tende ad allentare il vincolo quasi meccanico di preferenzialità per gli interventi che prevedono insieme insediamenti di tipo residenziale e ristrutturazioni e nuovi insediamenti di tipo industriale o per i servizi.
Il nostro interesse rimane vivo rispetto alle proposte di legge che i Gruppi e la Giunta hanno presentato e dichiariamo la nostra disponibilità a portare avanti l'approfondimento necessario per addivenire ad una normativa chiara e rispondente alla dinamica evolutiva della nostra Regione.



PRESIDENTE

L'ultimo intervento è del Consigliere Bontempi che ha la facoltà di intervenire.



BONTEMPI Rinaldo

I Consiglieri mi scuseranno se farò a meno di intervenire specificamente sul merito della legge avendone il collega Biazzi nella sua ampia relazione già illustrato le caratteristiche.
Farò tre considerazioni. La prima è questa.
Mi è sembrato di cogliere sia nel lavoro in Commissione che nelle dichiarazioni di questa mattina, in particolare in quelle dei colleghi Vetrino e Genovese, qualche imbarazzo a scegliere nel pronunciamento di questa legge.
Rispetto a certi settori che definiamo strategici per una serie di ragioni è necessario tradurre la capacità di governo sui processi in norme adeguate alla gravità e all'urgenza dei problemi.
Se questa considerazione, si accomuna questa legge, che non voglio mitizzare, ma che rappresenta un tentativo di "sforare" quella membrana che sappiamo essere fatta di inerzia e di inefficacia di certi provvedimenti che nella pratica provocano i guasti e i ritardi che sappiamo.
Il significato di questo disegno di legge è di aver tenuto conto di altri progetti di legge, c'è l'iniziativa del Gruppo Socialista, c'è l'iniziativa del Gruppo Liberale e l'essere partiti dagli elementi progressivi e reali contenuti in questi disegni di legge dimostra come su queste questioni non si tratta tanto di fare la corsa al migliore ma di tener conto dello stadio di avanzamento di proposte, di ragionamento, di riflessione sul passato e sul presente per riuscire a invertire una tendenza.
Questo provvedimento rappresenta una ricerca originale in materia.
Seconda considerazione. Questo provvedimento non è isolato. Se andiamo a rileggere come questa Regione, Giunta, Assessorati e Consiglio, ha operato, ritroviamo una continuità, un interesse e un generale comportamento della Regione in materia. In questo provvedimento sono facilmente ritrovabili i presupposti che sono stati messi in atto in questi anni.
E' stata operata una ricerca continua per uscire da due secche fondamentali, il vincolismo eccessivo e il lasciar fare puro e semplice cioè il non programmare.
La legge 76 introduceva una serie di norme a carattere propulsivo perché per la prima volta mettevano in campo, attraverso la programmazione non solo le risorse spendibili della Regione, dello Stato e degli enti pubblici, ma collegavano a queste anche gli interventi dei privati.
Potrei richiamare anche altri provvedimenti. In questo settore, merito dell'intelligenza dei funzionari e della continua voglia di ricercare e di misurarsi per superare le secche drammatiche, si è polarizzata la cultura politica del Paese in cui o non vi era programmazione o vi era troppo programmazione e troppo vincolismo.
Che cosa è stata questa piccola terza via nel settore se non una ricerca? Si dice che questo fatto è opinabile per alcuni versi.
Ritengo che i ragionamenti di Genovese siano fondati.
Mi richiamo alla prima considerazione circa l'imbarazzo che si sarebbe manifestato in Commissione da parte di alcune forze politiche nella scelta ma, perché non cogliere l'elemento politico teso a proseguire in una esperienza, in un lavoro per riuscire ad armonizzare una programmazione che non può assolutamente mancare, che, anzi, deve essere portata al più alto livello di affinamento? Rimproveriamo al decreto Nicolazzi molte cose. Quella che rimprovero di più è l'avere tagliato fuori massicciamente le Regioni e di aver fatto sottendere che la ripresa dell'edilizia sta nel togliere tutti i vincoli e tutti i lacci che aveva. A che livello si debbono attestare questi indirizzi? Al livello di scatole cinesi? Al livello di sistematica complessa di norme urbanistiche? Qualche riflessione va fatta.
A proposito della legge 56 e della sua variazione, sostenevo, e continuo a sostenere, che in alcuni settori, per esempio, in quello dell'edilizia industriale, sia più giusto un meccanismo anomalo che è quello della deliberazione del Consiglio regionale di fronte alle urgenze per esempio, all'impossibilità di insediamento di uno stabilimento per la mancanza degli strumenti urbanistici.
Ecco la continuità di impostazione. Questa legge credo che potrà produrre i suoi frutti. Che cosa si è verificato nell'attuazione del secondo piano? Molti Comuni hanno fatto ostacolo e rallentamento anche quando avevano le condizioni per assegnare le aree. E' il concetto stesso dello Stato che deve ritornare. L'autonomia si esprime con le consultazioni, ha momenti di espressione attraverso l'esecuzione, ma non può contraddire l'indirizzo generale perché altrimenti il governo delle decisioni non lo ritroveremo mai.
L'ultima considerazione è di tipo politico.
Il Consigliere Bastianini ha parlato di una nuova cultura di governo che deve essere base unitaria per rispondere ai problemi del Paese. Credo che in questo Consiglio, sia pure per approssimazioni, noi comunisti abbiamo cercato di dare un contributo rilevante e continueremo a darlo con le orecchie molto attente a quello che dicono le altre forze politiche.
Siamo certi che questa nuova cultura di governo non appartenga per editto o per divinazione a nessuno, che invece sia frutto dell'incontro, di una revisione anche critica del passato amministrativo, politico e istituzionale del Paese. Dato che riteniamo di poter dare il nostro contributo, accogliamo volentieri la considerazione del collega Bastianini e cioè che da parte nostra si è dimostrato una capacità di esprimere una nuova cultura di governo.
"Riconosciamo al PCI di aver fatto dei passi notevoli dice Bastianini sul piano della nuova cultura di governo anche attraverso questo provvedimento settoriale". Avendo noi dimostrato, magari più di altri questa cultura di governo è giustificabile un cambiamento della maggioranza? Credo che sia molto più semplice riconoscere che questa maggioranza di fronte ai problemi del Piemonte si è posta con serietà, senza iattanza e con la modestia delle sue forze e delle sue risorse per affrontare in maniera nuova il "caso Piemonte". Caso mai dalle considerazioni di Bastianini possiamo trarre la conferma a lavorare ancora in questa maggioranza, in queste condizioni, dimostrando che qualche frutto sappiamo raggiungere.



PRESIDENTE

Il dibattito è per il momento concluso. Riprendiamo i lavori alle ore 15 con la replica dell'Assessore Rivalta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13)



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