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Dettaglio seduta n.104 del 23/12/81 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame progetto di legge n. 121: "Piano socio-sanitario della Regione Piemonte per il triennio 1982-1984" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo con la votazione degli allegati relativi al progetto di legge n. 121: "Piano socio-sanitario della Regione Piemonte per il triennio 1982-1984".
Allegato 9 Il Consigliere Montefalchesi presenta il seguente emendamento: punto V. Il primo comma è così modificato: "Le ricerche finalizzate da finanziare con il fondo sanitario regionale, saranno affidate in modo prioritario a servizi, istituzioni centri fondazioni, ecc. pubblici, presenti di norma sul territorio regionale.".
La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Propongo la seguente modifica: inserire dopo la parola "pubblici", le parole "in via prioritaria".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 44, voce VII, capi Prevenzione ed Applicazione della Medicina della biologia e delle scienze sociali sono invertiti.
Tale emendamento viene ritirato.
Pongo in votazione l'intero allegato 9.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 31 favorevoli 31 Consiglieri Allegato 10 Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 46, n. 1.2. Alla lettera c) segue la lettera d): "d) rispetto alla qualità del servizio prestato".
Chi è favorevole a tale emendamento è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'intero allegato 10.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 favorevoli 33 Consiglieri Allegato 11 Non essendovi emendamenti pongo in votazione l'intero allegato 11.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 33 favorevoli 33 Consiglieri Allegato 12 Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 56, prima colonna, la parola "devastanti" è soppressa.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 56, seconda colonna, al capoverso 3 è soppressa la parola "dovere".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla pag. 56, nel terzo capoverso della seconda colonna sono soppresse le parole "fin dal suo inizio".
Tale emendamento viene ritirato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla pag. 57, alla voce Obiettivi, sono soppresse le parole: "la devianza minorile". La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Propongo la seguente modifica: inserire le parole "a causa di" prima della parola "devianza".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento così modificato. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
La parola al Consigliere Martinetti per dichiarazione di voto sull'intero allegato 12.



MARTINETTI Bartolomeo

Votiamo a favore dell'allegato 12 per le ragioni già esposte nel mio intervento iniziale, pur riprecisando che questo voto non significa adesione alle prescrizioni della legge 194 sull'interruzione volontaria della gravidanza a cui siamo sempre contrari.
Trattandosi di una legge in vigore che deve essere oggetto di trattazione in questo programma-obiettivo, siamo soddisfatti degli emendamenti accolti in sede di Commissione e quindi votiamo a favore di questo allegato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'intero allegato 12.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 36 favorevoli 36 Consiglieri Allegato 13 Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 65, alla voce Primi Obiettivi, sono soppresse le parole "Non ignorando. produttive".
Tale emendamento viene ritirato.
Il Consigliere Montefalchesi presenta il seguente emendamento: capo I, secondo comma, il punto 1-2 è così modificato: dopo "...
attraverso indicazioni intermedie di riduzione graduale del numero degli esposti" aggiungere "e di modifica dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro, e subordinatamente.".
La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Propongo la seguente modifica: dopo le parole "e di modifica dell'ambiente" sopprimere le parole "e dell'organizzazione del".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento nel testo modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione l'intero allegato 13.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 36 favorevoli 36 Consiglieri Allegato 14 La Giunta regionale presenta il seguente emendamento: al paragrafo "Nuclei abitativi" pag. 81, riga 10, sostituire la parola "più" con la parola "due".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla voce 1.1 dopo la parola "collettivi" sono aggiunte le parole "ed individuali".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla pag. 76, alla voce 5, sono soppresse le parole "Disistima incapacità sessuale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 76, terzultima riga, alla parola "tutelare" è sostituita la parola "garantire".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: numero 6, punto 2.1, ultima riga, dopo la parola "case protette" aggiungere la parola "ecc.".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

La parola "eccetera" si propone per dimostrare che non c'è una chiusura assoluta su quei due tipi di struttura residenziale previsti, ma che si pu ipotizzare qualche cosa di diverso che è già esperimentato o che pu nascere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Non posso che ammirare la pervicacia della D.C. nel perseguire i suoi obiettivi.
Il Consigliere Viglione questa mattina diceva che non vi può essere un'interpretazione rigida.
Nessuno vuole sopprimere l'esistente, ma poiché questo è un piano per l'immediato futuro, la parola "eccetera" ipotizzerebbe strutture che non sono previste e Conformi alle linee programmatiche.
Se successivamente ravviseremo la necessità di altre strutture nessuno ci impedirà di aggiungerle.



PRESIDENTE

La parola alla signora Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

La maggioranza ci ha testimoniato che siamo coerenti nella nostra linea.
Le spiegazioni date dal Capogruppo Viglione che con i termini "comunità alloggio" e "casa protetta" non si voleva essere troppo rigidi, paiono essere ora smentite dall'Assessore Cernetti.
Alla nostra pervicacia corrisponde altrettanta pervicacia e cocciutaggine nel sostenere le proprie idee.
Questo vuol dire che nel piano socio-sanitario del Piemonte e nei piani delle U.S.L. nessuna spesa sarà prevista per strutture che non rientrino nella tipologia delle comunità alloggio e delle case protette.
Come si può da un lato sostenere che c'è una certa apertura rispetto a questo problema e dall'altro lato non accettare eventuali alternative? Ci sono evidentemente dei problemi reali fuori di quest'aula e in quest'aula siamo in una specie di bunker protettivo impermeabile ai suoni ai rumori e ai problemi della gente.
Insistiamo su questo emendamento che ci sembra coerente con quanto sostenuto dai Capigruppo del PSI e del PCI in aula e fuori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo vota a favore dell'emendamento della D.C. soprattutto per un problema di principio.
Se da parte della maggioranza si è convenuto sulla necessità di una interpretazione estensiva, laddove si parlava in termini generali, questo tipo di interpretazione deve trovare una sua formulazione altrimenti all'interno dell'allegato.
Non capisco come si possa tradurre in atti operativi la disponibilità ad interpretare estensivamente i termini richiamati se a questa interpretazione non viene data una conseguenza letterale nell'allegato che stiamo analizzando.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

La Regione Piemonte non può andare verso il concetto di non istituzionalizzazione e deliberare tipi di istituti laddove non siano assolutamente indispensabili come lo sono le case protette.
Abbiamo parlato di comunità alloggio, abbiamo modificato il concetto con l'accorpamento delle comunità alloggio in numero di quattro venendo incontro il più possibile alle istanze della D.C.
I lager con 600-700 ricoverati, auto sufficienti e non, non sono più concepibili.
Autorizzare nuove case di riposo oggi sarebbe incoerente con le linee programmatiche del piano socio-sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Se nella Regione ci sono dei lager l'Assessore all'assistenza ha il dovere di chiuderli. Devo dire che di fronte alla disponibilità di capire lo spirito dei nostri emendamenti c'è una indisponibilità di mettere per iscritto lo spirito che si ritiene di accettare.
Diverse case albergo stanno per essere finanziate.
Chiediamo alla Giunta e in specifico all'Assessore di agire con coerenza.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla pag. 77, seconda colonna, al n. 6.1.1 le parole "nel caso di carenza transitoria di servizi assistenziali" sono soppresse.
Tale emendamento viene ritirato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 78, colonna uno, l'ultimo capoverso del 6.1 è soppresso. La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Esiste l'obbligo degli alimenti. Il titolare del diritto è l'alimentando. Non si può sostituire all'alimentando l'U.S.L.
E' un problema di legittimità. E' un diritto che non può essere recuperato e gestito da altri.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Emendamento accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta i seguenti emendamenti: numero 6.3.3 - "Strutture sanitarie sul territorio". Secondo comma: eliminare le parole ". come non venga prevista l'istituzione di specifici servizi sanitari rivolti esclusivamente alla popolazione anziana, ma, al contrario...".
numero 6.3.3 - Nel sottotitolo "Individuazione nei reparti di medicina generale ecc." sostituire le parole "riconversione e riqualificazione" con le parole: "utilizzazione".
La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Si dà atto che in questo Paese c'è una crescita zero della popolazione di minore età e una crescita non più contenibile della popolazione anziana e noi, astraendoci dalla realtà entro la quale ci troviamo a vivere affermiamo che non dobbiamo assumere provvedimenti o iniziative specifiche in questa direzione.
Nel sottotitolo allorquando si parla di "individuazione nei reparti di medicina generale del settore di attività per malattie invalidanti riconversione e riqualificazione dei reparti di geriatria esistenti" nello spirito di quanto è detto nell'allegato 1 dove si afferma che i reparti di geriatria devono trasformare le loro iniziative in attività di medicina antinvalidante, proporremmo di sostituire le parole "riconversione" e "riqualificazione" con la parola "utilizzazione".
Alla pag. 79 mi sembra di riscontrare un'eccessiva prolissità allorquando si dice che le attività che possono essere svolte nell'ambito dei singoli reparti riguardano la mobilità della mano, aprire o chiudere il pugno, impugnare posate e maniglie, ecc. penso che queste cose possono essere affermate con un richiamo generico.
Siccome in Commissione qualcuno ci aveva richiamati perché ci diffondevamo su qualche punto che per noi era essenziale, qui, senza togliere nulla all'essenzialità di quanto è affermato, si è scritto troppo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Tutti i servizi debbono farsi carico dei problemi degli anziani.
La specializzazione di servizi per gli anziani ci porta su una strada sbagliata considerando che una crescita della tematica sanitaria rivolta agli anziani finirà per caratterizzare il servizio sanitario.
L'enucleazione di questi vuol dire distrarre l'attenzione come se i problemi sanitari fossero di altri.
La Giunta ritiene pertanto di mantenere la formulazione.
Per quanto riguarda il secondo emendamento riteniamo di mantenere la parola "riconversione" affiancandola alla parola "utilizzazione".
Ricordo al collega Beltrami che le definizioni dell'allegato sono il risultato del raccordo con i geriatri.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti presentati dal Gruppo D.C.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti.
Pongo in votazione l'emendamento modificato dall'Assessore Bajardi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: numero 6.4.1 - sostituire l'intero paragrafo con il seguente: "6.4.1 Comunità alloggio - La Comunità alloggio non vuole rappresentare una soluzione generica al problema della casa per anziani, che va affrontato altrimenti nei suoi termini complessivi, ma uno strumento che può essere utilizzato per affrontare situazioni particolari. Essa, come specificato al n. 23 dell'allegato 1 (che qui si richiama per quanto attiene ai caratteri strutturali e funzionali della comunità alloggio) è destinata di norma a persone sostanzialmente autosufficienti, ma che non possono vivere autonomamente o presso i loro familiari.
Di norma, la comunità alloggio, quando sia destinata a persone adulte o anziane, è priva di personale proprio, in quanto sono i membri della comunità stessa a fornirsi reciproco aiuto.
Non è chi non veda, salvo casi specifici eccezionali, le difficoltà che insorgono a costituire comunità di anziani, per le particolari connotazioni psicologiche delle persone anziane, per lo più condizionate da abitudini e modi di vita acquisiti nel corso degli anni e quindi raramente integrabili con quelli degli altri. Difficilmente nella comunità alloggio autogestita intesa in senso proprio (e cioè che non sia invece un gruppo - appartamenti con alcuni servizi comuni e spazi di socializzazione, con personale di appoggio esterno ed interno) potrebbe assicurarsi il dovuto rispetto dell'esigenza, peraltro molto sentita, di intimità e privacy, ed il mantenimento delle personali abitudini comportamentali.
La comunità alloggio, dunque, intesa (al di là dei nominalismi e degli schematismi) come residenza in cui si offre agli anziani soli o a nuclei familiari coniugali o parentali una possibilità di vita sufficientemente personalizzata, in un ambito di integrazione comunitaria e con l'eventuale supporto di servizi interni ed esterni, può essere utilizzata nel caso di anziani in varia misura non autosufficienti, quando il ricovero in casa protetta, ovvero l'assistenza tutelare continua non è ancora o non è più indispensabile, oppure quando l'assistenza domiciliare risulta difficile o insufficiente, perché dovrebbe dispiegarsi in aree territoriali troppo vaste, caratterizzate da lunghe distanze (è il caso, ad esempio, delle zone montane e di certe zone rurali) o perché non è più possibile mantenere l'anziano nel proprio nucleo familiare e nel proprio alloggio, per i più svariati motivi".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Siamo stati tacciati di essere i difensori di certe situazioni riteniamo di insistere sulla nostra posizione proprio per evitare esperimenti selvaggi dove qualunque operatore un po' avventurista possa assumere iniziative che non sono rispondenti alle reali esigenze.
Sottolineiamo che ammucchiare 5-6 anziani in una sola struttura pensando che possano vivere assieme, autogestirsi, creare una comunità con successo, ci sembra quanto meno rischioso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cernetti.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Riteniamo che siano le stesse difficoltà che esistono nelle case di riposo.
Gli emendamenti proposti dalla Giunta recepiscono i suggerimenti della D.C. per quanto riguarda le comunità alloggio, che devono essere rispettose della privacy degli utenti.
A pag. 80 del piano è detto chiaramente che gli operatori dell'equipe di base debbono opportunamente valutare e preparare l'inserimento degli anziani nella comunità alloggio.
Riteniamo di dover rimanere fermi sul testo proposto dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta i seguenti emendamenti: numero 6.4.2. Casa protetta. Pag. 80. Al paragrafo "Organizzazione della struttura", secondo comma, seconda riga, sostituire la parola "dei" con le parole "propria di alcuni dei".
Numero 6.4.2 - pag. 81 - seconda colonna. Al paragrafo "Bacino d'utenza", seconda riga, dopo le parole "devono avere" inserire le parole "di norma".
Chi è favorevole a tali emendamenti è pregato di alzare la mano.
Sono approvati.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: numero 6.4.2 - pag. 82. Sostituire dal paragrafo "Trasformazione del sistema esistente" fino al n. 3) escluso, con quanto segue: "Trasformazione del sistema esistente: Per condurre a regime questo servizio su tutto il territorio regionale e con le modalità descritte, occorre procedere a: 1) creare un efficace filtro al fine di ridurre all'essenziale le richieste di assistenza tutelare continuativa 2) riconvertire le attuali case di riposo e procedere alle possibili 'deistituzionalizzazioni' dei loro ospiti 3) realizzare case protette mediante ristrutturazione delle case di riposo o di altre strutture pubbliche o costruzioni ex novo.
1) Creare un efficace filtro Per ridurre all'essenziale le richieste di assistenza tutelare continuativa devono essere attivati adeguatamente tutti gli strumenti e i servizi previsti nel presente oggetto ed in particolare il servizio di assistenza domiciliare e le comunità alloggio necessarie.
2) Riconversione delle case di riposo e deistituzionalizzazione.
La ristrutturazione delle attuali case di riposo secondo la tipologia della casa protetta presuppone il preliminare processo di 'deistituzionalizzazione' dei soggetti che, pur dotati di sostanziale autosufficienza, risultino ricoverati per cause di natura essenzialmente sociale e, in specie, per problemi economici, abitativi, socio-relazionali.
Tale processo dovrà attuarsi con la dovuta gradualità, mediante la programmazione degli interventi da attivare per ogni singolo soggetto in modo da garantirgli un reinserimento adeguato e non traumatico.
Per i ricoverati in vario grado non autosufficienti occorre prevedere una fase di 'decronicizzazione' che consiste nella riabilitazione psico motoria con la finalità tendenziale di restituire al proprio domicilio o al proprio nucleo familiare, salva l'attivazione degli interventi di cui al precedente comma, quanti più possibile dei soggetti che abbiano conseguito una sufficiente autonomia.
Il processo riabilitativo si attua per quanto possibile all'interno della casa di riposo, mediante tecniche semplici, e si appoggia a servizi di fisioterapia motoria e del linguaggio delle U.S.L. di appartenenza.
Fondamentale è anche la risocializzazione dei soggetti, da attuare mediante la partecipazione alla vita sociale esterna.
Gli ospiti che, nonostante le cure riabilitative, non avranno acquisito un sufficiente grado di autonomia e continueranno ad avere bisogno di protezione tutelare continuativa, rimarranno nella casa di riposo che verrà riconvertita a casa protetta.
Alcune delle attuali case di riposo, o parti strutturali delle stesse potranno altresì essere ristrutturate secondo altre tipologie (ad esempio casa albergo, gruppi appartamento, gruppi di comunità alloggio) per consentire l'ospitalità di quegli anziani che - pure autosufficienti, o solo leggermente inabili, ovvero riportati a condizione di quasi autonomia a seguito del processo riabilitativo - non possono o non vogliono rimanere o rientrare nel proprio nucleo familiare".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Questo emendamento contiene una formulazione che si ritiene più chiara e più logica di quella della Giunta. Ovviamente è nello spirito della gradualità, della non assunzione di concetti rigidi.
Sostanziale per noi è l'ultimo capoverso che, in linea con quanto abbiamo detto e che purtroppo non è stato accettato, e cioè che le case di riposo o parti strutturali di esse potranno ristrutturarsi non solo secondo le due tipologie citate, ma anche secondo altre tipologie che possano consentire l'ospitalità di quegli anziani, che pure autosufficienti, o solo leggermente inabili, ovvero riportati a condizione di quasi autonomia a seguito di processo riabilitativo, non possono o non vogliono rimanere o rientrare nel nucleo familiare.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Ritorna il concetto sul quale più volte siamo tornati.
Riteniamo di respingere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: numero 6.4.2 - pag. 82 - seconda colonna in alto. Paragrafo "Trasformazione del sistema assistenziale", punto 3. Sopprimere l'ultimo comma dalle parole "Quando si programma..." alle parole "piano socio sanitario regionale".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

La proposta della Giunta ci pare eccessivamente limitativa delle indicazioni dei programmi zonali.
Con questo comma si prefigurano delle situazioni puramente aritmetiche che nel settore dell'assistenza sociale non sono le più indicate.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Con la costruzione nuova o con la ristrutturazione si dovranno necessariamente ridurre i posti letto.
Credo che nessuna voglia aumentare a dismisura le strutture ed aggiungere a quelle conformi con le linee programmatiche, quelle esistenti.



BERGOGLIO Emilia

Le statistiche ci dicono che c'è un aumento massiccio della popolazione anziana, quindi andrei cauta ad affermare che c'è l'esigenza di ridurre le strutture. C'é invece l'esigenza di riconversione e di modifica delle strutture.
Il Cottolengo di Torino ha ricevuto 2.000 richieste di ricovero da parte degli anziani non autosufficienti che aspettano di essere ricoverati.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Speriamo che le strutture non debbano aumentare perché questo significherebbe il fallimento dell'assistenza domiciliare.
Per accogliere quanto detto potremmo inserire dopo le parole "la ristrutturazione di strutture non adibite a case di riposo, si deve prevedere di norma la contestuale riduzione del numero dei posti letto delle case di riposo esistenti".



MARTINETTI Bartolomeo

Manteniamo anche il nostro emendamento 27.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo D.C. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Cernetti che recita: seconda colonna, primo comma: aggiungere dopo la parola "prevedere" la parola "di nonna".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta ancora il seguente emendamento: numero 6.4.3 - pag. 82 - seconda colonna a metà. Riga seconda.
Sostituire le parole "che operino secondo le indicazioni del piano" con le parole "che, anche con strutture non esattamente riconducibili alle tipologie dei precedenti capitoli 6.4.1 e 6.4.2, operino comunque secondo i principi e le indicazioni del piano,".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Diciamo, secondo la linea da noi continuamente tenuta, che si debbono considerare anche strutture, non esattamente riconducibili alle tipologie dei precedenti capitoli 6.4.1. e 6.4.2.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Ricordo al Consigliere Martinetti che questo testo era stato concordato in V Commissione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'intero allegato 14. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 42 favorevoli 24 Consiglieri contrari 16 Consiglieri astenuti 2 Consiglieri Allegato 15 Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 87, n. 5 sub. I - alla parola "verifica" è sostituita la parola "potenziamento".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione l'intero allegato 15.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 41 favorevoli 40 Consiglieri astenuto 1 Consigliere Allegato 16 Non essendovi emendamenti, pongo in votazione l'intero allegato 16.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 28 Consiglieri astenuti 16 Consiglieri Allegato 17 Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: al penultimo comma, dopo le parole "può disporre di letti propri" sostituire il testo con il seguente: "Per il trattamento di casi complessi attinenti soprattutto le sequele di alterazioni neuromotorie, nel numero che sarà fissato dai programmi zonali tenuto conto delle preesistenze già autorizzate".
La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

In sede di V Commissione avevamo già raggiunto un punto importante di convergenza.



BELTRAMI Vittorio

Devo correttamente dire che c'è stata riflessione dovuta ad una attenta rilettura del testo, però pensiamo al fatto che, avendo introdotto i seguenti ospedali entro i quali si svolge il servizio di recupero e di rieducazione funzionale, può essere utile aggiungere il problema delle preesistenze autorizzate.
Mi rifaccio all'aspetto specifico di Casale Monferrato dove erano stati autorizzati per questo intervento 120 posti letto. Il reparto nella sua complessità è stato inaugurato qualche tempo fa dall'onorevole Sottosegretario alla Sanità Magnani Noia e tutte le forze sociali decisamente convenivano nel riconoscere sopravvivenza o comunque la coerenza tra la deliberazione assunta a suo tempo e le risultanze del piano. Per cui, introducendo "preesistenze già autorizzate" non intendiamo né minimizzare quanto esiste, né affossarlo, ma vogliamo offrire spazi di recupero di quanto nel passato era stato consentito.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

All'allegato 28 vi sono specifici riferimenti alle preesistenze e richiami ai ruoli dei programmi zonali.



VIGLIONE Aldo

Il problema di Casale è stato risolto. Non vedo come possa essere introdotto un principio diverso da quello introdotto in altra parte dell'allegato.
Il Consigliere Beltrami ha ragione, ma questo va ricordato successivamente.



BELTRAMI Vittorio

L'emendamento non si riferisce a Casale Monferrato, ma a quei casi che potrebbero esserci in Piemonte.
Se vale anche il principio che sull'allegato 28 si pongono in essere previsioni discordanti da quelli che sono supportati dai principi contenuti nell'articolato dei 27 allegati, ho motivo di ritenere che ci sia una contraddizione. Vuol dire che l'impianto che avviene negli allegati precedenti trova una diversa maturazione per un corretto recupero in curva ma non per una sintonia, una sincronizzazione tra il modo di muoversi dei precedenti allegati e il prodotto degli stessi che deve essere tradotto nell'allegato 28.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'intero allegato 17.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 44 Consiglieri Allegato 18 In merito all'allegato 18 chiede di parlare la signora Bergoglio. Ne ha facoltà.



BERGOGLIO Emilia

Questo allegato in alcune parti ci trova consenzienti, ma nell'insieme ci sembra insufficiente data la gravità della situazione.
Per questa ragione il nostro voto è di astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'intero allegato 18.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 28 Consiglieri astenuti 16 Consiglieri Allegato 19 Il Consigliere Montefalchesi presenta il seguente emendamento: alla fine del punto 5.1 aggiungere: "alla fine di meglio determinare le linee di intervento su tale materia, un importante contributo costituiranno gli elementi di valutazione, ed un bilancio dei risultati raggiunti dal programma dei piani CEE e 'gravi' per l'inserimento al lavoro degli handicappati ultraquattordicenni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: numero 6 - Servizi socio-assistenziali. Sostituire l'intero capitolo con il seguente: "I servizi socio-assistenziali sono indirizzati a: facilitare la permanenza dell'handicappato nel proprio nucleo familiare, mediante interventi di sostegno alla famiglia naturale, adottiva o di affidamento, quali assistenza economica, assistenza domiciliare e/o educativa svolgere, con interventi e strutture appropriate, attività di stimolo, orientamento, indirizzo, finalizzate al recupero globale della personalità e a favorire al massimo la socializzazione dei soggetti per i quali non sia possibile l'inserimento nelle istituzioni educative scolastiche e nel mondo del lavoro; nei confronti dei soggetti per i quali sia in corso l'inserimento, le attività suddette hanno funzione di supporto, per il processo riabilitativo e per l'impiego del tempo libero fornire servizi residenziali per i soggetti non autosufficienti che non possono, temporaneamente o permanentemente, rimanere in famiglia.
Gli interventi di cui sopra hanno anche la finalità di sollevare temporaneamente la famiglia dai problemi connessi con la presenza dell'handicappato, consentendole di ricrearsi le energie e le disponibilità psicologiche necessarie per un sereno rapporto con lo stesso".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Questo emendamento è formalizzato in una forma che riteniamo più giusta rispetto al testo proposto dalla Giunta.
All'ultimo capoverso abbiamo introdotto un concetto di sostegno alla famiglia dell'handicappato.
Vogliamo chiaramente dire che con i servizi diurni e i servizi residenziali ci proponiamo di sollevare temporaneamente la fa miglia dai problemi connessi con la presenza dell'handicappato. In Commissione ci è stato detto che questo è un giudizio negativo sulle famiglie.
Lo riteniamo invece un'espressione di grande solidarietà con le famiglie.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

L'emendamento proposto dalla Giunta è molto simile a quello proposto dalla D.C., tant'è vero che non abbiamo nessuna difficoltà ad accettare quella formulazione. Così come accettiamo l'emendamento al secondo capoverso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione unicamente l'ultimo comma di tale emendamento mentre la restante prima parte viene ritirata.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: numero 6.3 - Strutture residenziali. Sopprimere il quinto comma da "Comunità alloggio" fino a "in relazione alle difficoltà dei soggetti".
Proseguire dal capoverso: "Il servizio residenziale che appare particolarmente indicato" per quattro commi fino a "necessaria alla loro igiene mentale".
Sostituire tutta la restante parte del punto 6.3 con il testo seguente: "La comunità alloggio (vedi punto n. 23 dell'allegato 1) appare meno facilmente utilizzabile per soggetti handicappati; essa, infatti, è una struttura residenziale di norma finalizzata ad ospitare persone autosufficienti ed è, perciò, priva di personale proprio. L'handicappato sostanzialmente autosufficiente, che per ragioni diverse, ma di per sé non necessariamente connesse con il suo handicap, non possa permanere nel proprio nucleo familiare, potrà ovviamente utilizzare le comunità alloggio predisposte dai servizi socio-assistenziali dell'U.S.L. a beneficio di tutta la popolazione.
Al di là di ogni nominalismo, la comunità alloggio che accolga adulti handicappati non autosufficienti e bisognosi di assistenza tutelare, è una struttura protetta.
Non si esclude comunque l'opportunità che la 'casa protetta' che accoglie handicappati, per il ridotto numero degli ospiti, per l'organizzazione di tipo familiare, per il particolare rapporto che in determinate condizioni può crearsi tra gli handicappati (in relazione al tipo di handicap) e gli operatori, assuma un carattere vicino alla tipologia della comunità alloggio.
Possono essere costituite, come servizi residenziali tutelari, dotati di personale adeguato, comunità alloggio per minori handicappati (come, del resto, per minori normodotati), al fine di dare ospitalità, di nonna temporanea, a quei soggetti per i quali sia stato espletato negativamente ogni tentativo per il mantenimento nella propria famiglia o per altri provvedimenti più adeguati (adozione, affidamento familiare, ecc.).
In ogni caso vanno considerate con estrema cautela nelle strutture suddette commistioni tra handicappati di diversa natura, e va evitata la compresenza di handicappati adulti e bambini, nonché di handicappati e soggetti normodotati che si trovino in condizioni di disadattamento psicologico e sociale.
L'utilizzazione da parte delle U.S.L. di servizi residenziali o di strutture riabilitative non gestite direttamente, avviene attraverso la stipula di convenzioni".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Questo emendamento, essendo stato redatto sulla base del testo approvato dalla Commissione si presenta incomprensibile. Le prime sei righe vanno stralciate, mentre la seconda parte sostituisce in parte il punto 6.3 con il testo che definisce la comunità alloggio secondo le nostre vedute ampiamente illustrate.



CERNETTI Elettra, Assessore all'assistenza

Riteniamo che gli handicappati meno gravi possano vivere in comunità alloggio con l'assistenza di personale socio-assistenziale, mentre gli handicappati gravi che non possono né vivere in comunità alloggio né essere inseriti in centri diurni socio-formativi potranno vivere nelle strutture protette.
La Giunta ritiene di mantenere il proprio testo.



PRESIDENTE

Vengono ritirati i primi due commi di tale emendamento, mentre pongo in votazione la restante parte.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'intero allegato 19.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 44 Consiglieri Allegato 20 Il Gruppo PLI presenta i seguenti emendamenti: pag. 103, colonna due, l'ultimo capoverso del capo 1.2 è soppresso pag. 103, colonna due, al n. 2, lettera B, la parola "locali" è soppressa.
Il primo emendamento viene ritirato, mentre pongo in votazione il secondo emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Consigliere Mignone presenta il seguente emendamento: punto 2 - Obiettivi - alla lettera d) aggiungere: "potenziamento, in particolare, della collaborazione tra U.S.L., Centri medici di assistenza sociale e Direzioni degli Istituti carcerari per la corretta applicazione dell'art. 84 della legge statale 22/12/1975, n. 685".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Consigliere Montefalchesi presenta i seguenti emendamenti: capo 2, alla lettera f) aggiungere: "e per le modifiche della legge 685/75".
Capo 3, alla fine del punto 1 aggiungere: "quantità di alcolici consumati in zone campione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Gli emendamenti sono approvati.
Pongo in votazione l'intero allegato 20.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 44 Consiglieri Allegato 21 Non essendovi emendamenti, pongo in votazione l'intero allegato 21.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 28 Consiglieri astenuti 16 Consiglieri Allegato 22 Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla pag. 111, n. 4, capoverso terzo, dopo la parola "ambulanza" è aggiunta la parola "e/o elicottero".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità.
Pongo in votazione l'intero allegato 22.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 28 Consiglieri astenuti 16 Consiglieri Allegato 23 Non essendovi emendamenti, pongo in votazione l'intero allegato 23. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 43 Consiglieri astenuto 1 Consigliere Allegato 24 Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: al quinto comma, dopo le parole "singole materie" aggiungere: " laddove esistono strutture già operanti, comunque già autorizzate dalla Regione, quali strutture per lungodegenti invalidi, o ad alto rischio invalidante".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione l'intero allegato 24.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 44 Consiglieri Allegato 25 Non essendovi emendamenti, pongo in votazione l'intero allegato 25. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 43 Consiglieri astenuto 1 Consigliere Allegato 26 Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 119, colonna 1, al quarto capoverso, dopo la parola "ortottista" è aggiunta la parola "optometrista".
La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Propongo il seguente emendamento: dopo la parola "ortottista" aggiungere: "e l'assistente di oftalmologia per quanto...".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Bajardi mentre l'emendamento del Gruppo PLI viene ritirato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione l'intero allegato 26.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 44 Consiglieri Allegato 27 Non essendovi emendamenti, pongo in votazione l'intero allegato 27.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 44 favorevoli 44 Consiglieri Allegato 28 In merito all'allegato 28 chiede di parlare il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'allegato 28 riguarda i presidi ospedalieri ed è giusto che da parte del nostro Gruppo e della maggioranza venga resa la valutazione politica su questo piano. E' opportuno un ragionamento in aderenza con lo spirito della programmazione che non deve essere solamente una programmazione di principi, ma ottenere la produzione in principi concreti.
Dobbiamo ragionare sulle strutture che si dovranno chiudere, sui motivi che indurranno a queste chiusure, sul rapporto tra queste scelte, i costi e il servizio. Le scelte in questo campo sono opportune e sacrosante.
E' stato obiettato che un piano che preveda di operare delle scelte a volte dolorose non tiene conto della storia e della tradizione.
Siamo stati disponibili in Commissione e lo siamo ancora in aula ad accogliere gli emendamenti.
Guai se ci dividessimo tra quelli che tutelano tutto e comunque e quelli che invece vogliono operare delle scelte: sarebbe una divisione artificiosa.
La formula adottata per le infermerie significa che si vuole andare ai casi concreti in cui l'insussistenza di un presidio o la sussistenza formale rischia di essere per le popolazioni una pericolosa fabbrica di illusioni perché le risorse sono scarse.
Che cosa è la proposta di piano? E' l'indicazione ancorata a dati di carattere scientifico, sia per quanto riguarda il servizio, sia per quanto riguarda le risorse di situazioni per le quali si doveva accendere una spia, una specie di luce rossa perché non erano adeguate a quel modello a cui tendiamo anche attraverso la programmazione e più in generale alla riforma sanitaria.
Con l'Assessore abbiamo valutato con attenzione, e scevri da qualsiasi apriorismo, la fondatezza degli emendamenti che riteniamo di accogliere. Mi augurerei che questa attenzione nuova potesse trasferirsi anche sul lavoro futuro. Non basta un decreto o una decisione per provocare l'attuazione e la realizzazione delle iniziative con la massima utilizzazione delle risorse con una migliore qualità del servizio senza fabbricare delle illusioni.
In questo senso va data una risposta al Consigliere Beltrami, quando richiedeva i motivi della riduzione del numero dei presidi ospedalieri.
Voglio dimostrare che sulla falsariga del mio ragionamento generale in un quadro non aprioristico, ma che al raggiungimento di quei due risultati le scelte che abbiamo fatto e quelle che deriveranno dall'accogliemento degli emendamenti rispondono a criteri forti.
Il Consigliere Petrini ha sostenuto una tesi di non smantellamento di un presidio e del suo utilizzo per le sue caratteristiche e la sua tradizione e credo che ci si debba muovere verso l'individuazione di un momento processuale nel quale alle U.S.L. e agli organismi locali viene affidato, sulla base dei nostri indirizzi, la scelta definitiva sull'allocazione e sull'ottimalità dei servizi. Lo stesso discorso vale per Carignano, Santhià, Cigliano, Livorno Ferraris.
Il rischio di scatenare guerre di campanile, anche malintese, è grosso per la credibilità stessa delle operazioni future.
Questa operazione non si ferma al piano. E' il governo di un settore cruciale e delicatissimo per la comunità e per ogni cittadino.
Per quanto riguarda invece il problema di posti letto, il Gruppo D.C.
aveva proposto un'altra strada. Noi crediamo che nella filosofia del piano sia giusto stabilire la quantità dei posti letto e sia anche giusto fare un ripensamento in alcuni casi dove un potenziamento dei posti letto è giusto ed accettabile. Ci sono poi i casi di quei presidi la cui funzione è sempre solo stata scritta sulla carta (Stresa, Rivarolo).
Il piano deve uscire senza vincolismo cieco, il piano deve uscire facendosi carico del processo che le moltitudini accetteranno, ma deve anche essere elemento di orientamento e di guida ad azione di governo.
Con queste scelte chiare e con il dichiarare fittizio quanto non ha diritto di entrare nella programmazione sanitaria e nei nuovi presidi facciamo un'operazione utile di governo di cui ci riteniamo responsabili tutti e noi prima di tutti.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dei vari emendamenti presentati sull'allegato 28.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: eliminare in tutte le schede il numero dei posti letto attribuiti alle singole U.S.L. Introdurre la seguente Nota Preliminare: "1) I posti letto attribuiti a ciascuna U.S.L. saranno definiti con deliberazione motivata del Consiglio regionale, tenuto conto dei programmi zonali delle Unità Sanitarie Locali.
2) Le sedi proposte per i poliambulatori dovranno essere confermate dal primo programma zonale; per le U.S.L. 1-23 dovranno essere confermate dal progetto 'Poliambulatori ed ospedali di Torino' per il triennio 1982-84, di cui all'allegato 1 alla legge di approvazione del piano (1).
3) La scelta dei presidi poliambulatoriali dovrà prioritariamente tenere conto dei poliambulatori preesistenti (mutualistici ed ospedalieri) e dei presidi da riconvertire ad altre funzioni (1).
4) Per la riconversione d'uso degli ospedali esistenti che non vengono ricompresi nella rete degli stabilimenti ospedalieri di cui alle successive schede, si applica quanto stabilito per le infermerie, al punto 12 dell'allegato 1 alla legge di approvazione del piano.
(1) - (Tale nota va eliminata in tutte le schede)".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Il nostro emendamento preliminare all'allegato 28 consiste di alcuni punti distinti. Il primo è pregiudiziale. Abbiamo la sensazione che la distribuzione di posti letto dia adito a moltissime perplessità, per questo chiediamo che si rinunci in questa sede alla definizione dei posti letto delle singole Unità Sanitarie Locali e si affidi questo compito al Consiglio regionale con ulteriore deliberazione tenuto conto dei programmi regionali che, come stabilisce l'art. 18 della legge, vanno fatti entro tre mesi. Il secondo e il terzo punto riguardano semplicemente la richiesta di porre in capo a tutte le schede due affermazioni. E' una questione di forma.
Il quarto punto richiede che per la riconversione d'uso degli ospedali esistenti, che non vengono ricompresi nella rete degli stabilimento ospedalieri di cui alle successive schede, si applichi quanto stabilito per l'infermeria al punto 12 dell'allegato 1 alla legge di approvazione del piano.
Prendiamo atto che c'è una successiva marcia di avvicinamento alle nostre richieste ma nel contempo dobbiamo rilevare che questi successivi avvicinamenti non ci sembrano motivati dalle ragioni che il Consigliere Bontempi ha ampiamente illustrato. Ci sembrano piuttosto delle motivazioni recuperate a posteriori.
Senza voler rompere quel clima di assoluta correttezza che il Consigliere Bontempi ha usato nei nostri confronti non possiamo dimenticare quel giorno in cui il collega Viglione, nella V Commissione, ha buttato sul tavolo un foglio stralciato dall'allegato 28 con delle correzioni a mano che pervenivano da una seduta della Giunta in cui un Assessore aveva fatto delle precise richieste. Il doppio ospedale nell'Unità Sanitaria di Varallo e di Borgosesia è venuto fuori da una richiesta ultimativa di questo tipo poi di lì si è accettato Carignano ed altre cose.
Qualche decina di cittadini di una comunità locale del Piemonte ha fatto pensare che veramente in quel luogo esistevano dei problemi (e noi ripetutamente li abbiamo enunciati per tante situazioni).
Non abbiamo provocato noi quella dimostrazione, ma i cittadini di altri Paesi dove esistono ospedali in situazioni analoghe, dovevano noleggiare un pulmann per venire in Via Alfieri davanti alla sede del Consiglio regionale? La partecipazione è intesa in questo modo? Andiamo a rileggere quello che ci hanno detto nelle consultazioni, quello che ci hanno scritto nelle lettere, invece di costringere la gente a venire qui a dimostrare con i cartelli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Credo che in aula nessuno conosca il piano in tutte le sue pieghe, in tutte le sue ombre e le sue luci come lo conosce il collega Martinetti.
Dobbiamo dire che la logica che ha portato alla definizione dei posti letto era la logica che presiedeva al piano, di un intervento risanatore della salute a monte e non a valle. Quando parliamo di un fatto che anticipa il ricovero ospedaliero e parliamo di prevenzione i due termini escono in antitesi l'uno dall'altro.
Ritengo che la metà dei posti letto esistenti andrebbero abbattuti.
Questo indirizzo va però attentamente valutato nel processo.
Nel mio primo intervento ho cercato di dare una spiegazione storica alla formazione ospedaliera del Piemonte, sottolineando come "il principe" non si fosse mai occupato della salute dei cittadini, ma solo del loro sfruttamento a fini di pace o di guerra e come la Chiesa per lunghi secoli fosse stata attenta ai problemi umani dell'esistenza.
Da allora ai giorni nostri c'è stato un salto e noi dobbiamo quantificare e dare un equilibrio territoriale attraverso la costituzione di poliambulatori, quindi con una serie di presidi non ospedalieri che precedono il momento ospedaliero che hanno una certa correlazione con il momento ospedaliero vero e proprio. Se questo è un piano-processo avrà un suo svolgimento.
Non ha senso sostenere di non quantificare i posti letto. Noi abbiamo questo obbligo di dare una giustificazione delle ragioni di fondo che ci hanno portato ad identificare la riduzione del posto ospedaliero e il processo del piano che ne vedrà anche l'abbattimento di alcuni presidi.
Alcuni Paesi hanno liquidato le malattie infettive almeno per il 95 dei casi.
Di questo bisogna tener conto. Se questo processo non avviene subito le cose stanno esattamente come ieri.
Daremo voto contrario a questo emendamento consci e convinti che il processo di eliminazione dei posti ospedalieri, il cui costo singolo è di 150.000 lire al giorno, dobbiamo pure andare non a ridurre un servizio, che troverà una risposta nella prevenzione, quindi nei momenti ambulatoriali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 27 - Aumentare il numero dei posti letto da 160 a 270, come definito con delibera della Giunta regionale n. 392/29064 del 22/4/1980.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

La scelta non è stata fatta a caso. Il supporto dato alla zona di Ciriè coglie gli aspetti esterni della prima, della seconda e della terza cintura torinese. Anche in questo caso c'è una filosofia di base che vuole la disincentivazione dell'area urbana di Torino. Il Consigliere Lombardi aveva fatto un'analisi interessante e che condivido; ritengo pertanto di poter accogliere la proposta formulata dalla D.C.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Devo stigmatizzare il comportamento di taluni colleghi in aula. Dopo che si è trattato sul piano attorno ad, argomenti estremamente più delicati che non quello dei posti letto, non ritengo che la maggioranza, per giustificare la sua adesione debba fare lunghi interventi. Pertanto è opportuno che ci si dia un comportamento, altrimenti adottiamo tutti il metodo fino a questo momento usato.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: U.S.L. 27 - Alla pag. 125, alla riga 9, alla parola (A) sono aggiunge le parole "salva comunque l'utilizzazione di tutta la potenzialità dell'ospedale di Ciriè".
Tale emendamento viene ritirato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 31 - Punto: "Sede del servizio ospedaliero".
Sostituire con le parole: "Le sedi previste per i servizi ospedalieri sono quelle di Carmagnola e Carignano. Il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione funzionale dei servizi, nonché al necessario coordinamento dei reparti".
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il testo dell'emendamento della D.C. lo riformuliamo con un nostro emendamento.



BERGOGLIO Emilia

La parte dell'emendamento per quanto riguarda la sede di Carmagnola era già stata votata all'unanimità in Commissione. Era stata inserita questa frase: "considerata l'esistenza delle sedi di Carignano e di Carmagnola, il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione funzionale dei servizi nonché al necessario coordinamento dei reparti, evitando inutili duplicazioni".
Era stato espresso voto unanime della Commissione. In seguito è stata votata a maggioranza un'aggiunta che il nostro Gruppo propone di sopprimere.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Viene mantenuto il testo a suo tempo approvato dalla Commissione. Nel testo a mani dei colleghi per errore è inclusa la frase: "la sede prevista per i servizi ospedalieri è quella di Carmagnola".



BERGOGLIO Emilia

Chiediamo che venga cassata l'ultima parte dell'emendamento con lo scopo finale della concentrazione, unificazione in unica sede del servizio ospedaliero.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

La Giunta è d'accordo di ripristinare il testo votato in Commissione che includeva questa parte. La proposta non è accolta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: U.S.L. 35 - Giaveno - pag. 127 - Punto B - Servizi ospedalieri che il piano assegna all'U.S.L. - Sopprimere: "L'esistente reparto di ortopedia traumatologia resta in funzione in via transitoria fino all'attivazione dell'analogo reparto specialistico nello stabilimento ospedaliero di Rivoli (U.S.L. 25)". Aggiungere al posto: "oltre all'esistente reparto di ortopedia - traumatologia".
La parola al Consigliere Bergoglio.



BERGOGLIO Emilia

Abbiamo presentato questo emendamento del mantenimento di servizi esistenti per non creare difficoltà agli abitanti, tenendo presente che in quella zona esistono località turistiche e sciistiche per le quali l'ospedale di Giaveno è un punto di riferimento estremamente utile.
Nei giorni scorsi si è tenuta un'animata assemblea nella quale le forze politiche presenti nella zona si sono espresse all'unanimità per il mantenimento di quel servizio.
Ribadiamo la necessità che quell'ospedale venga mantenuto nella forma attuale con i 15 posti letto.
Non è una richiesta di aumento dei posti letto, semmai della ridistribuzione all'interno della struttura.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

In linea generale abbiamo sottolineato la gradualità. L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 37 - Aumentare il numero dei posti letto da 140 a 200.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

La zona di Lanzo è attualmente servita da una serie di servizi notevoli, pertanto non riteniamo opportuno l'aumento dei posti letto da 140 a 200.



RATTI Aldo

A questo riguardo c'è stata in Commissione un'ampia discussione.
L'ospedale di Lanzo è localizzato in una splendida posizione geografica ed è entrato in funzione da alcune settimane.
E' sorto con il finanziamento dell'Ordine Mauriziano e della Regione Piemonte che ha contribuito recentemente proprio in vista della previsione dei 208 posti letto.
Il collega Viglione chiede l'assenso della D.C. sull'uso corretto delle risorse. E' uso corretto delle risorse spendere i soldi per un certo numero di posti letto ed utilizzarne poco più della metà? Vorrei aggiungere alcune altre considerazioni.
La zona delle valli di Lanzo e della parte iniziale del Canavese ha una fluttuazione di popolazione doppia della popolazione residente per almeno sei mesi dell'anno. Conosco personalmente quella zona e debbo anche dire che con dei miei familiari ho utilizzato le strutture preesistenti in Lanzo, utilizzate perché trovandosi in zona e avendo necessità di assistenza sanitaria abbiamo utilizzato le strutture e non siamo poi venuti a Torino. Sono d'accordo con il Consigliere Viglione che invoca di svuotare la città per favorire gli ospedali periferici ed approvo questo orientamento quando si diminuiscono i posti letto in una vecchia struttura.
E' proprio mantenendo i posti letto possiamo attivare la popolazione da altre zone. Se Le Corbusier diceva che la casa è una "machine abitè", anche l'ospedale è una "machine". Abbiamo degli insediamenti ospedalieri in edifici del '600, mentre dovremmo pensare al loro ricambio.
Non vorrei che sulla posizione di Viglione influissero altri elementi non espressi e che sono venuti fuori, per esempio, quando abbiamo discusso dell'Ordine Mauriziano. Il collega Viglione non ha troppa simpatia per l'Ordine Mauriziano e non vorrei che si introducessero delle considerazioni diverse da quelle che devono guidarci nel prendere queste decisioni.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

La decisione relativamente all'ospedale di Ciriè armonizza i posti letto nei bacini di influenza delle due zone. Il dato è statistico. Nelle valli di Lanzo non vi sono strutture fatiscenti e non possiamo neanche pensare di portare lì per forza gli ammalati. Esiste un problema degli spazi. Discuteremo su come utilizzarli; certamente non dilatando artificiosamente i posti letto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Riccardo

Nella risposta dell'Assessore sono assenti due motivi. A parte il fatto che il Presidente Enrietti, ex Assessore alla sanità, ebbe a fare alcune dichiarazioni non condivisibili né da noi né dalla gente delle valli di Lanzo. L'ospedale di Lanzo si trova a 27 km dalla metropoli torinese ed è facilmente raggiungibile attraverso la strada della Mandria e già oggi serve la zona periferica di Torino verso il Comune di Venaria. Si sottovaluta poi l'importanza della struttura che è tra le più moderne d'Europa. Se la vogliamo sottoutilizzare ci assumiamo una responsabilità non indifferente nel momento in cui programmiamo l'attività sanitaria della Regione. State facendo una canagliata.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Enrietti.



ENRIETTI Ezio, Presidente della Giunta regionale

Non volevo intervenire, ma l'affermazione ultima del Consigliere Sartoris merita una risposta.
Chi ha ideato e ha voluto l'ospedale Mauriziano di Lanzo? Costui ha fatto la canagliata.
Cerchiamo di gestire le cose con buon senso, con maturità, senza scontri, senza dire parole eccessive.
Né questa Giunta, né il sottoscritto nella precedente Giunta hanno autorizzato l'ospedale Mauriziano di Lanzo.
Adesso stiamo recuperando gli errori perché nel quadro complessivo ci sono troppi posti letto. Perché? Quando l'abbiamo ereditato, l'ospedale di Lanzo era già in costruzione quindi non potendo interrompere la costruzione, l'abbiamo terminato; ma oggi è bene non autorizzare tutti quei posti letto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ratti.



RATTI Aldo

Non ritengo che la decisione presa dall'Ordine Mauriziano di sostituire la vecchia struttura collocata nel centro storico di Lanzo e in posizione assolutamente non funzionale dato che non vi si poteva accedere con le ambulanze, si possa qualificare una canagliata.
Non mi pare vi sia stato da parte dell'Ordine Mauriziano un atteggiamento irresponsabile.
Siamo d'accordo sul recupero di quella struttura che la Regione non ha voluto ma che ha finito di finanziare perché l'opera era in costruzione.
I malati devono poter scegliere. Conosco malati di Torino che hanno preferito alle non umane Molinette l'ospedale di Cirié perché è una struttura umana.
La posizione dura della Giunta e della maggioranza mi sembra preconcetta, non certo illuminata da quel semplice buon senso che tanto si invoca in quest'aula.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 38 - Punto "Sede del servizio ospedaliero" Sostituire con le parole: "Le sedi previste per i servizi ospedalieri sono quelle di Cuorgnè e di Rivarolo Canavese. Il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione funzionale dei servizi nonché al necessario coordinamento dei reparti".
La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

La Giunta conferma il testo contenuto nella proposta di piano.



BERGOGLIO Emilia

Insistiamo su questi emendamenti che non sono buttati a pioggia per salvare tutto quello che esiste, ma per recuperare strutture utili nella zona. Tra l'altro non comprendiamo perché in alcuni casi si dice di sì e in altri si continua a dire di no. Ci pare che i criteri di valutazione e di metodo invocati come base del piano sanitario, vengano disattesi a seconda di chi presenta gli emendamenti.
Questa mattina quando ho chiesto di aggiungere una specializzazione mi è stato detto che non era possibile, quando invece lo ha chiesto il Consigliere Reburdo con l'aggiunta di una virgola si è accettato l'emendamento.
Vorrei che le virgole si trovassero anche quando gli emendamenti sono presentati dal buon senso e dalla correttezza della D.C.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: U.S.L. 38 - Alla pag. 128, colonna prima, nel capoverso sede del servizio ospedaliero, le parole "Per convertire. ospedaliero" sono sostituite dalle parole "Per verificare l'integrazione funzionale delle due sedi senza duplicazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 39 - Punto A "Poliambulatori proposti" Sostituire le parole: "Crescentino (tipo B)" con le parole "Crescentino (tipo A)".
La parola al Consigliere Villa.



VILLA Antonino

In una U.S.L. di 77.000 abitanti, in un centro (Crescentino) che comprende una zona di provincia particolare con ipotesi non troppo future di insediamento di una centrale nucleare a cui in questo momento non voglio nemmeno pensare, lo spostamento dal tipo B al tipo A del poliambulatorio è doveroso.



VIGLIONE Aldo

Si tratta di un poliambulatorio che rientra nella filosofia del piano.
L'emendamento può essere accolto.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

La differenziazione tra il tipo A e il tipo B si riferisce in primo luogo alla popolazione e ad aspetti funzionali.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 43 - Punto "Sede del servizio ospedaliero" Sostituire con le parole: "Le sedi previste per i servizi ospedalieri sono quelle di Torre Pellice e Luserna S. Giovanni. Il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione funzionale dei servizi, nonché al necessario coordinamento dei reparti".
La parola al Consigliere Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro

L'emendamento tende a mantenere le sedi ospedaliere di Luserna e di Torre Pellice. Nella sede del Comprensorio e in altre sedi a larghissima maggioranza ci sono stati pronunciamenti per il mantenimento del ruolo ospedaliero dei reparti dell'Ospedale Valdese di Torre Pellice e dell'Ospedale Mauriziano di Luserna.
Il primo progetto prevedeva la sospensione di quattro ospedali e il mantenimento di quello di Pinerolo. Successivamente si è deciso di mantenere anche gli ospedali di Torre Pellice e di Pomaretto. Attualmente tutti e cinque gli ospedali sono sovraffollati. Il pronunciamento locale è di tipo politico e di tipo pratico e reale che conferma la necessità del loro mantenimento.



BONTEMPI Rinaldo

Ci troviamo nel caso tipico di una parvenza o illusione di servizio.
Il caso di Luserna è rappresentato da 25-26 letti che attualmente non sono adibiti e reali funzioni sanitarie. Viene fatta la proposta di allocare un poliambulatorio di tipo A a Luserna. Non ho nessuna contrarietà a che si tenga conto della preesistenza mauriziana e questo è anche il modo per rendere vivo qualcosa che oggi vivo non è.
In sede comprensoriale si era evidenziata la caratterizzazione religiosa che non mi sembra possa stare in piedi rispetto alla scelta alternativa che mi pare vantaggiosa per la comunità.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Si deve considerare il parere dell'U.S.L. 43 che, in una lettera inviata al Consiglio regionale, ricorda che la posizione della maggioranza di quella Comunità montana permane quella manifestata in sede di consultazione della V Commissione regionale avvenuta a Pinerolo e recepita dal piano socio-sanitario in esame.
La Giunta mantiene la sua posizione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 45 - Punto "Sede del servizio ospedalieri" Sostituire con le parole: "Le sedi previste per i servizi ospedalieri sono quelle di Vercelli (Ospedale Civile S. Luigi) e di Vercelli (Bertagnetta).
Il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione funzionale dei servizi, nonché al necessario coordinamento dei reparti".
La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

E' difficile tentare di forzare la mano su questo argomento, perché so quali sono gli umori e gli orientamenti della maggioranza. D'altro canto non ho interesse di sorta nella risaia vercellese, quindi parlo con tanto distacco.
Però avendo svolto la consultazione in loco, avendo sentito ulteriormente talune parti locali e taluni operatori, ritengo che quella pausa di riflessione che ha invocato Bontempi nell'illustrazione introduttiva all'allegato 28 dovrebbe presiedere anche a questa decisione.
E' difficile dire di conservare le due sedi come è stato fatto per altre U.S.L., perché le discipline delle due sedi sono diverse.
Bisognerebbe riflettere su questo problema, pur prendendo atto dell'avvenuto avvio del processo di estinzione della Bertagnetta previsto per il secondo anno, sia perché le malattie pneumofisiologiche incidono ancora nella popolazione sia perché non è ancora in atto quel processo di recupero che sembrava essere avviato 10-15 anni fa.
Sarebbe il caso di non vanificare questo tipo di presenza riferendolo all'Ospedale S. Andrea: si metterebbero due cose distinte in un'unica sede con il risultato finale di vanificare la ricerca e soprattutto la costruzione della salute in sito.



MARCHINI Sergio

Do per illustrato l'emendamento da me presentato e faccio mie le argomentazioni svolte dal collega Beltrami.



VIGLIONE Aldo

Gli ospedali che ci furono attribuiti dall'INPS hanno un rimpianto diverso da quello degli altri ospedali sorti in un unico Comprensorio sanitario ma con distanze chilometriche diverse rispetto a quelli che si trovano in un'unica unità territoriale. Per questi non c'è motivo per non arrivare ad un raggruppamento generale.
Sconfiggiamo certe istanze di natura corporativa anche se comprendiamo che non è piacevole per chi ha lavorato per anni interi in una struttura vederla unificata.
Se diamo questo impianto alla Bertagnetta dovremmo darlo anche al Carle, dovremmo rimeditare su Prà Catinat con conseguenze che inevitabilmente dovremmo subire; vogliamo invece l'ugualizzazione degli ospedali sorti in un certo momento storico.
Non riteniamo di accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: U.S.L. 45 - Alla pag. 130, colonna prima, prima della parola "nota" aggiungere le parole "Gerontologia e Geriatria".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: U.S.L. 45 - Alla pag. 130, colonna seconda, di seguito alla dodicesima riga sono aggiunte le parole: "Il piano zonale dovrà formulare altresì concrete indicazioni per l'utilizzo del presidio ospedaliero 'La Bertagnetta' in relazione alle sue specifiche caratteristiche".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 46 - Punto A "Poliambulatori proposti" Modificare come segue: "Santhià (tipo A) - Cigliano (tipo A)".
Punto B "Servizi ospedalieri che il piano assegna all'U.S.L.".
Aumentare i posti letto da 130 a 200.
Punto "Sede del servizio ospedaliero" - Sostituire con le seguenti parole: "Le sedi previste per i servizi ospedalieri sono quelle di Santhià e di Livorno Ferraris. Il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione dei servizi, nonché al necessario coordinamento dei servizi.
Considerata l'esistenza anche della sede di Cigliano, il programma zonale dovrà altresì formulare proposte concrete per dare avvio al processo di conversione d'uso di tale struttura".
Tale emendamento viene ritirato.
I Consiglieri Mignone, Viglione, Bontempi e Villa presentano il seguente emendamento: U.S.L. 46 - Punto A - Sostituire "Livorno Ferraris" con "Cigliano".
Al punto: "Sede del servizio ospedaliero", pag. 130, sostituire il secondo comma con il seguente: "Considerata oggi l'esistenza delle sedi di Santhià, Livorno Ferraris e Cigliano, il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione in una unica sede dei servizi ospedalieri e la conseguente riconversione d'uso delle altre due strutture, collocando in una il secondo poliambulatorio di tipo A e prevedendo l'utilizzo dell'altra secondo quanto previsto nell'allegato 1, punto B.2.12, quarto e quinto comma".
La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Questa formulazione nasce dal fatto che l'ospedale di Santhià non è ancora in grado di soddisfare alle esigenze dell'Unità Sanitaria Locale.
Peraltro le ipotesi qui individuate sono le stesse previste dal programma zonale elaborato dall'Unità Sanitaria Locale.
Forse la manifestazione dei ciglianesi voleva sollecitare una deliberazione da parte dell'Unità Sanitaria Locale piuttosto che un atteggiamento da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 48 - Punto B "Servizi ospedalieri che il piano assegna all'U.S.L." - Sostituire l'intero punto con le parole: "Posti letto attribuiti complessivamente all'U.S.L. 100 (a) per tutti i servizi previsti dal par. 27, allegato 1.
(a) il numero dei posti letto prescritti è comprensivo di tutti i posti attribuiti complessivamente ai diversi reparti, eccezion fatta per culle per neonati sani".
Punto C "Sede già di servizi ospedalieri" Eliminare e sostituire con le seguenti parole: "Sede del servizio ospedaliero La sede prevista per i servizi ospedalieri è quella di Trivero.
Considerata oggi l'esistenza anche della sede di Bioglio, il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di conversione d'uso, fermo restando che la cessazione delle attività ospedaliere dovrà avvenire entro il secondo anno del triennio".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Il piano ha giustamente cercato, specie nelle zone montane, di assegnare l'ospedale anche nei casi in cui l'Unità Sanitaria Locale era al di sotto dei 50.000 abitanti. In questo caso sulla base della polarizzazione di questa U.S.L. su altre zone limitrofe, si è cercato un motivo di deroga al rovescio.
Se si vuole valorizzare la zona montana, combattere la pianurizzazione e tener conto della presenza di persone anziane in quelle zone, ci parrebbe che l'ospedale di Trivero debba essere mantenuto nella forma normale dandogli la struttura minima prevista dal piano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Acotto.



ACOTTO Ezio

Intervengo per fare alcune considerazioni sulle motivazioni che il Consigliere Petrini ieri e il Consigliere Martinetti oggi hanno addotto per sottolineare le necessità a cui dobbiamo in qualche modo fare fronte nell'area dove insiste la struttura di Trivero. C'è però una differenza significativa tra quelle considerazioni e le conclusioni a cui giungono i colleghi Martinetti e Petrini e noi.
L'ospedale di Trivero era una dipendenza dell'ospedale di Biella. Ora diventerebbe una struttura ospedaliera dell'U.S.L. di Cossato. Questo obiettivo non è perseguibile in quanto Trivero è fortemente decentrato rispetto all'Unità Sanitaria Locale che ha il suo polo di riferimento in Cossato.
Le esigenze sollevate erano già presenti in noi nel momento in cui abbiamo affrontato la questione nella formulazione dell'allegato 28, anche se queste rappresentavano l'accoglimento soltanto parziale delle esigenze manifestate in quel tipo di realtà.
Posso dire che il 90 % di quelle richieste erano già ricomprese nella dizione che riguardava la situazione di Trivero. L'emendamento che viene presentato a nome della maggioranza rende esplicito l'accoglimento delle necessità manifestate e completa l'accoglimento delle stesse individuando una serie di prestazioni tutelari, analoghe a quelle delle infermerie corrispondendo pienamente alle esigenze di quella località e della sua particolare collocazione all'apice di una Unità Sanitaria Locale che ha un versante nord tutto dentro una zona montana.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
I Consiglieri Viglione, Mignone, Bontempi e Villa presentano il seguente emendamento: U.S.L. n. 48, pag. 131, ultimo comma. Togliere: entro il secondo per quello di, Trivero e sostituire con: "Mentre per quello di Trivero, in ragione della sua collocazione montana, dovrà essere realizzato quanto previsto nell'allegato 1, punto 12, quarto e quinto comma, nonché attività poliambulatoriali e di pronto intervento continuato".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: Pag. 131, colonna a I. Alla voce "Note" e al n. 1, alle parole "programma zonale" sono aggiunte di seguito le parole: "Che verificherà altresì l'utilità di un day hospital".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: U.S.L. 48 - Alla pag. 131, colonna seconda, le righe 2, 3, 4 sono soppresse e sostituite dalle parole: "o integrazione funzionale delle due strutture".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Il Consigliere Mignone presenta il seguente emendamento: U.S.L. 51, pag. 132, seconda colonna, alla voce "nefrologia" sostituire "quadrante nord-ovest" con "Comprensorio 7".
Pag. 133, seconda colonna, alla voce "nefrologia" aggiungere "e supporto per comprensorio 8".
Il Consigliere Mignone presenta ancora il seguente emendamento: U.S.L. 51, pag. 132, alla colonna "Reparti" alla voce "nefrologia" togliere "U.S.L. 53" nella parentesi.
U.S.L. 54, pag. 133, nella colonna "Reparti" alla voce "nefrologia" aggiungere nella parentesi "U.S.L. 53".
La parola all'Assessore Cerutti.



CERUTTI Giuseppe, Assessore alla viabilità

Questa mattina ho ascoltato con interesse quanto si diceva sull'ospedale di Vercelli relativamente al trapianto renale. Con piccolo spirito campanilistico sostengo che l'ospedale di Borgomanero, per quanto riguarda la nefrologia e la dialisi, possa essere considerato tra i primi in Piemonte. Con l'emendamento si chiede lo spostamento da Novara a Borgomanero.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti presentati dal Consigliere Mignone.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 55 - Punto "Sede del servizio ospedaliero" Sostituire con le parole: "Le sedi previste per i servizi ospedalieri sono quelle di Verbania (Pallanza) e Stresa.
Il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione dei servizi, nonché al necessario coordinamento dei reparti.
Il programma zonale, considerata oggi l'esistenza anche della sede di Ivrea (vecchia sede) dovrà altresì formulare concrete proposte per dare avvio al processo di conversione d'uso di tale struttura, ferma restando la cessazione delle attività di ricovero ospedaliero nel secondo anno del triennio".
I Consiglieri Viglione e Biazzi presentano il seguente emendamento: pag. 133 - 1) Sub Unità Sanitaria Locale 55 (Verbania) - Punto B precisare come segue: "posti letto attribuiti complessivamente all'U.S.L.
n. 485" anziché 500, come proposto.
2) Sempre punto B, sotto la sezione: "Reparti" togliere "neurologia CR (Comprensorio 8)".
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

L'emendamento è conseguente alle dichiarazioni fatte.
Per quanto riguarda Verbania e Stresa riteniamo che debba essere mantenuto il testo proposto nel piano. Non si può accomunare Stresa che è una piccolissima infermeria con un processo invece di accorpamento ospedaliero che deve avere caratteristiche immediate. Per Verbania proponiamo un numero di letti diverso da quello proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

L'emendamento soppressivo è in stretta relazione con quello successivo presentato dal Consigliere Viglione e da me che riguarda l'istituzione nell'ospedale di Domodossola del reparto di neurologia. Tale reparto sarà centro di riferimento per tutto il Comprensorio 8.
Il tutto fa parte del complesso di emendamenti riguardanti l'U.S.L. 56 e che concernono il numero di posti letto da assegnare all'ospedale di Domodossola nel quadro di una ripartizione equilibrata dei servizi tra le tre U.S.L. del Comprensorio n. 8.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio

Non posso non sottolineare che l'ospedaletto di Stresa che funziona come può funzionare svolga un suo ruolo. Se dovessimo vederlo in una distribuzione territoriale compiuta ed attenta non avrei difficoltà a d accettare decisamente la pro posta che pone a Stresa un poliambulatorio. Ho anche difficoltà a proporre per Stresa un ospedale completo o comunque dotato di qualche servizio di qualche reparto. Chi vive in sito e che conosce l'area geografica, sa che si sono costituite le U.S.L. di Arona, di Verbania ed altre nel Borgomanerese, ma che non hanno dato luogo ad una soluzione ottimale sul piano del riparto dei servizi e dei flussi.
Tutta l'area del Vergante gravitazionalmente potrebbe ricadere su Stresa e su Arona, senonché Arona, per questioni di carattere squisitamente locale, che posso anche non condividere per certi aspetti, ha ritenuto di costruire una sua Unità Sanitaria Locale allungandosi geograficamente verso un territorio che non gli è congeniale, per cui l'eliminazione proposta nel piano non mi pare molto calzante con le esigenze locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Prendo la parola per denunciare che i biglietti della Giunta fanno molto più carezza del ragionamento dei nostri cervelli.
Questa mattina l'Assessore Cerutti, che non penso abbia seguito molto questa materia, ci ha improvvisamente illuminati sull'assistenza parlando delle case protette e di cose di questo genere, stravolgendo il discorso fatto dall'Assessorato. Noi invece in tutto il pomeriggio non siamo riusciti ad ottenere l'accoglimento di un solo emendamento di rilievo mentre l'Assessore Cerutti non appena ha posto una sua questione immediatamente viene accettata.
Abbiamo la netta impressione che la filosofia del piano bis, che ci è stata illustrata dal collega Bontempi con tanta dovizia di argomenti, sia stata la filosofia della caduta di volontà di operare della maggioranza su questo piano. Questo, nei confronti dell'opposizione che si è comportata in modo corretto e in modo fermo sulle proprie posizioni, ci pare il ripetersi del vecchio spettacolo. Questa minoranza meriterebbe una maggioranza diversa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Gruppo D.C. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dai Consiglieri Viglione e Biazzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: Pag. 134, colonna prima, alla parola "nota" sono fatte precedere le parole "Anatomia ed istologia patologica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
I Consiglieri Viglione e Biazzi presentano i seguenti emendamenti: pag. 134, seconda colonna, sub U.S.L. 56 (Domodossola) - al termine del paragrafo, dopo le parole "entro il primo semestre 1982", aggiungere: "salvo l'utilizzo flessibile temporaneo per le ristrutturazioni in corso nell'ospedale di Domodossola".
Pag. 134 - emendamento modificativo sub Unità Sanitaria Locale 56 (Domodossola). Punto B 1) "posti letto attribuiti complessivamente all'U.S.L. n. 435" anzich 418, come proposto.
2) Sempre punto B, "Reparti", emendamento aggiuntivo: aggiungere a) "neurologia, CR (Comprensorio 8)".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Sull'inciso che riguarda l'ospedale di Premosello sono d'accordo, per rimarco che una dicitura del genere dovrebbe essere scritta per quegli altri ospedali che abbiamo chiesto di mantenere e che invece non sono stati mantenuti. Anche in questo caso dovremmo rilevare che, perché se ne è interessato un Consigliere della maggioranza, si è trovata la soluzione.
Chiediamo che si operi con una certa uniformità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

E' giusto ed opportuno che le diverse parti politiche esprimano le osservazioni in merito alle scelte relative all'organizzazione dei servizi nelle diverse Unità Sanitarie Locali, ma è anche giusto che si mantenga una linea coerente su questa materia.
Non è accettabile che le osservazioni che vengono presentate dall'opposizione non vengono nemmeno prese in considerazione, mentre quelle che vengono presentate da Consiglieri o da Gruppi della maggioranza sono accolte.
Questo modo di procedere all'ultimo momento stravolge alcune scelte del piano e noi non lo accettiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Le esigenze che stanno alla base degli emendamenti mi pare possano essere riconosciute valide anche dagli esponenti della minoranza.
La proposta di piano prevede, entro il primo semestre 1982, la cessazione del servizio maternità nell'ospedale di Premosello.
In quella Unità Sanitaria Locale (la 56) è in corso la ristrutturazione dell'ospedale principale che non ha nemmeno i posti letto sufficienti per lo spostamento dei reparti necessario per i lavori di ristrutturazione stessa. Si tratta, quindi, di un utilizzo temporaneo per lo spostamento di reparti e che risponde ad esigenze precise.
Quanto al futuro dell'ospedale, va inquadrato nelle necessità che ha una zona che è tra le più vaste e meno provviste di strutture e servizi sanitari della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Il mio intervento generale voleva dimostrare come su ogni caso la maggioranza ha preso in esame tutti gli emendamenti presentati dalla minoranza e ha motivato le differenziazioni che rendevano fondato quello che accettava. Oggi non si può stravolgere l'esito delle, discussioni e dire che si accettano gli emendamenti di questo o di quel Consigliere



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Il problema è diverso. Abbiamo l'impressione che le modifiche che vengono apportate non siano particolarmente apprezzate da chi ha seguito la formazione del piano, solo che, di fronte ad una richiesta di un Consigliere dell'opposizione, si può dire no, di fronte alla richiesta di un gruppo di Consiglieri di maggioranza non si può dire no e questo porta a queste ultime modifiche del piano.
Il Consigliere Biazzi ha portato delle motivazioni ragionevoli e credo che per alcune richieste dei partiti di opposizione vi fossero delle motivazioni altrettanto ragionevoli. A queste non si è dato seguito, alle altre si è dato seguito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Ho taciuto sino a questo momento lasciando intervenire i colleghi del mio Gruppo che questa materia hanno macinato per mesi, ma penso di non dovermi sottrarre da una brevissima considerazione in linea con quella del collega Bastianini. Nessuno nega la serietà di questo dibattito, c'è la sensazione però forse data dalla fretta, che mentre gli emendamenti e le proposte presentati da mesi non trovano accoglimento, proposte introdotte all'ultimo momento vengono viste positivamente ed accettate in un quadro di maggioranza.
Questa sensazione non ce la potete togliere. Sarà anche perché stiamo concludendo questo dibattito in modo negativo in quanto si vuole assolutamente accelerare.
Ci troviamo con il piano socio-sanitario da chiudere, con l'esercizio provvisorio da votare, con una legge di carattere finanziario da inserire nell'ordine del giorno: non si lascia una sensazione serena dopo che i mesi di settembre e di ottobre sono trascorsi, con molte sedute, non certamente cariche di lavoro.
Questa sensazione ve l'abbiamo manifestata. Le conclusioni saranno quelle che saranno. E' certo che anche noi saremo fortemente impegnati perché questo dibattito non si chiuda nel silenzio di quest'aula, ma abbia nella comunità regionale, con la pubblicazione dei nostri interventi adeguate risonanze. Questo lo faremo noi del Gruppo D.C. per primi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Colleghi Consiglieri, in genere non passo per un tiepido assertore di ogni decisione che viene assunta o in sede di governo o in sede di Consiglio regionale. Però debbo dire che non mi trovo d'accordo con gli amici Bastianini e Paganelli.
Sono profondamente convinto che abbiamo seguito il metodo del confronto e della verifica costante su tutto ciò che era emerso dalla comunità e dalla capacità, dall'intelligenza e dalla fantasia delle forze politiche.
Lo dice uno che, come voi sapete, molte volte ha avuto delle impennate in questo Consiglio regionale. Sentirei di mancare ad un mio dovere se tacessi di fronte a questa realtà.
Nella mia breve dichiarazione di voto farò anche il quadro del piano che già la precedente Giunta aveva formulato.
Per esempio, sono d'accordo per la Bertagnetta; oggi da parte della maggioranza mi hanno telefonato in mille e la Bertagnetta ha avuto la sua sorte e io non ho battuto ciglio perché così doveva essere; Oleggio è un ospedale che può interessare qualcuno della maggioranza e non abbiamo battuto ciglio.
La maggioranza ha le stesse esigenze, dell'opposizione perché è portatrice di valori, come è portatrice di valori l'opposizione.
Nella mia dichiarazione di voto farò il bilancio delle mille richieste che l'opposizione ha portato innanzi.
Ritengo, personalmente, di aver dato un contributo, come tutti l'hanno dato e mi sento colpito dalle vostre dichiarazioni, dal momento che per sei mesi siamo stati seduti accanto in Commissione a vagliare anche gli aspetti lessicali e linguistici. Vorrei che ci fosse un ripensamento da parte vostra.



PRESIDENTE

La parola alla signora Vetrino.



VETRINO Bianca

L'atmosfera che si è determinata in questi due giorni di intenso dibattito ha dimostrato chiaramente che il documento non era pronto per essere portato all'attenzione del Consiglio regionale. Continuo a dire che presentato nella stesura definitiva giovedì scorso, ai 60 Consiglieri regionali sono state riservate sì e no 90 ore, comprese quelle festive e notturne, per esaminarlo.
L'allegato 28 non ha dato l'impressione di essere un allegato ma piuttosto un mercato dove gli emendamenti si accettano o si respingono a colpi di telefonate che arrivano. Questo dimostra che quella programmazione sanitaria, che doveva essere alla base di questo documento, non ha ancora fatto il suo tempo. Tra l'altro, tutti gli emendamenti sarebbero dovuti andare in Commissione competente per un esame approfondito.
Neurologia, nefrologia, cardiologia sono servizi che non si possono aggiungere o togliere semplicemente aggiungendo o togliendo una parola.
La Giunta deve tenere conto di questa atmosfera e deve fare in modo che il confronto proceda in una situazione più distesa e più serena perché il lavoro che è stato compiuto in sede di Commissione non venga stravolto all'improvviso da un finale che, data l'ora tarda e la stanchezza, potrebbe rivelarsi un finale spiacevole.
Invito la Giunta a considerare l'opportunità di rinviare questo confronto di alcuni giorni.
D'altra parte, il piano ha dormito per anni, è stato nei cassetti della Giunta o della Commissione per molti mesi, quindi non capisco perché debba all'improvviso subire la pressione dell'acceleratore. Comprendiamo l'orgoglio della Giunta di presentare il documento alla comunità entro l'anno, ma riteniamo che questo orgoglio la Giunta l'abbia soddisfatto nel momento in cui si è accettato che il documento venisse presentato in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non ho partecipato ai lavori della Commissione Sanità (in quanto non ne faccio parte) però mi sono reso conto che, nel corso di queste ultime ore di discussione, vengono proposti emendamenti innovativi suscitando legittime proteste da parte delle forze di opposizione.
Ritengo, quindi, doverose fare un richiamo al Regolamento, ai fini di rilevare che gli emendamenti previsti possono essere soppressivi modificativi o aggiuntivi, e non mai innovativi. E' una questione formale che può avere la sua importanza, anche ai fini di quella riflessione proposta dalla collega Vetrino.



PRESIDENTE

Pongo in votazione gli emendamenti presentati dai Consiglieri Viglione e Biazzi. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 58 - Punto B "Servizi ospedalieri che il piano assegna all'U.S.L.". Nella colonna "Reparti" aggiungere: "Chirurgia pediatrica CR (quadrante sud-ovest)".
"Chirurgia plastica CR (quadrante sud-ovest".
Punto "Sede del servizio ospedaliero". Sostituire il secondo comma con il seguente: "Considerata oggi l'esistenza anche della sede di Cuneo (Carle) il programma zonale dovrà formulare concrete proposte per dare avvio al processo di unificazione nelle prime due sedi fermo restando che la cessazione delle attività di ricovero nella sede di Cuneo (Carle) è subordinata ai provvedimenti necessari per rendere possibile l'adeguata utilizzazione della sede di Villa S. Croce".
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Accettiamo la prima parte dell'emendamento e non accettiamo la seconda parte. E' lo stesso dicono della Bertagnetta.



LOMBARDI Emilio

La prima parte dell'emendamento è frutto di un esame preciso dei reparti ospedalieri della provincia di Cuneo. Questo caso non è paragonabile alla Bertagnetta.
La Provincia di Cuneo ha accettato la soppressione di questo ed altri ospedali senza battere ciglio, perché gli amministratori locali che rappresentano largamente la D.C. hanno condiviso lo spirito del piano.
Accettiamo la soppressione dell'ospedale di Cuneo (Carle), chiediamo però che questa soppressione avvenga nel momento in cui Villa S. Croce sia in grado di sostituire le attività svolte nell'ospedale di Cuneo.
La questione è diversa, collega Viglione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il punto B dell'emendamento presentato dal Gruppo D.C.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione la restante parte dell'emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 59 - Punto A "Poliambulatori proposti". Sostituire "Dronero (tipo B)" con "Dronero (tipo A)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 63 - Aumentare i posti letto da 250 a 280.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 64 - Aumentare il numero dei posti letto da 190 a 220. La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Le cifre, le percentuali e i numeri hanno dimostrato che il quadrante sud-ovest ha una percentuale di posti letto per abitanti notevolmente inferiore e squilibrata rispetto ad altri quadranti. Il Comprensorio Alba Bra ha un rapporto popolazione - posti letto fra i più bassi dell'intero territorio regionale.
Per questo abbiamo proposto l'aumento dei posti letto sia per l'ospedale di Alba sia per quello di Bra. Il rifiuto della maggioranza confermerà questo squilibrio se non lo accrescerà.
Non vale il discorso delle eredità che possono essere buone o meno buone, l'importante è cambiare quello che oggi non funziona.
Gli squilibri attuali non sono accettabili e le nostre proposte vogliono ridurli. Abbiamo richiesto per la provincia di Cuneo l'aumento di 140 posti letto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PICCO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Il rapporto nel Comprensorio Alba - Bra è il più basso.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 65 - Punto A "Poliambulatori proposti" Aggiungere: "Santo Stefano Belbo (tipo B) - (Nota: in quanto già esiste)".
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Proporrei di accogliere, nonostante tutte le discussioni che ci sono state a questo proposito, l'emendamento relativo a Santo Stefano Belbo proprio perché quella zona risente di molti disagi di tipo geografico. Il Comune di Santo Stefano Belbo si è sempre rivolto all'ospedale di Canelli ma riteniamo sia opportuno prevedere un poliambulatorio in quella zona.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 65 - Aumentare il numero dei posti letto da 300 a 350. La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

La maggioranza aveva espresso questa opinione, infatti il centro di Alba è notevolmente cresciuto sul piano economico ed industriale, quindi la previsione di 350 posti letto è attendibile.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U. S. L. 66 - Punto A "Poliambulatori proposti" Aggiungere "Dogliani (tipo B)".
La parola al Consigliere Martinetti.



MARTINETTI Bartolomeo

Noi non proponiamo l'eliminazione di "Carrù" perché Carrù ha una sua zona e un suo servizio e a noi non sembra eccessivo prevedere due ambulatori di tipo B nell'Unità Sanitaria Locale di Mondovì (e cioè Carni e Dogliani) tanto più che questa esigenza è stata rilevata dall'Unità Sanitaria Locale.
Questo discorso rientra nelle indicazioni fatte d al Consigliere Viglione in Commissione con molta passione. E' un'infermeria molto valida che sarà ristrutturata e riconvertita rientrando nelle direttive del piano.
Attualmente è in funzione un distretto con un insieme di attività per cui la creazione di questo servizio appare più che logica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: pag. 127, seconda colonna, U.S.L. 66, all'ultima riga fanno seguito le parole: "Salvo le indicazioni che il piano zonale dovrà dare ordine al ruolo dell'Ospedale Civico di Dogliani tramite lo strumento della convenzione".
Tale emendamento viene ritirato.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 67 - Aumentare il numero dei posti letto da 130 a 160. La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Questa proposta tende a riequilibrare i servizi. L'Unità Sanitaria di Ceva è fra le più disagiate, più lontane dal centro e fra le più povere avendo sofferto un'alta percentuale di emigrazione.
La struttura ospedaliera attualmente in costruzione conterà 160 posti letto e il nostro emendamento si è allineato a questa impostazione anche tenendo presente che gli abitanti sono 30.000.
Ricordo inoltre all'Assessore che nel reparto ginecologia - ostetricia dell'ospedale vengono effettuati interventi di microchirurgia ginecologica di altissima specializzazione.
Non proponiamo emendamenti in questo senso, perché riteniamo che la processualità del piano possa tenere conto di questa realtà, ma tenendo conto di quanto il Consigliere Viglione ha sostenuto in questa sede, e cioè che spesso nella periferia non possono evidenziarsi le capacità professionali. Ora, siccome in questa realtà locale queste capacità esistono, chiediamo di considerarle e che nella processualità, nelle modifiche e nei passaggi del piano venga tenuta presente questa realtà.
Chiedo all'Assessore di conoscere gli impegni e le prospettive in ordine a questa situazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla sanità

Ho apprezzato la prudenza del Consigliere Lombardi nell'esporre la tematica. La stessa prudenza ci ha suggerito di non assumere atteggiamenti particolari in relazione a quella situazione.
Ritengo personalmente che non debba essere accolta la richiesta dell'aumento dei posti.
Continuo a sostenere che l'organizzazione complessiva deve essere rapportata alla complessità delle utenze. Non possiamo né fare dell'assistenzialismo né creare illusioni in campi che non possono avere sbocchi.
Dopo l'approvazione del piano dovremo riflettere seriamente sulla nuova sede che è stata avviata e trovare con l'U.S.L. la soluzione più corrispondente alle necessità locali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

La questione che ha posto il Consigliere Lombardi è importante e riguarda una specializzazione esistente a Ceva. La costruzione dell'ospedale di Ceva ha raggiunto attualmente il tetto della prima parte e non si prevede quando potrà essere completata. Non si tratta di un grosso ospedale e i posti disponibili sono 130.
Il vecchio ospedale non ha questa capacità e non si ritiene utile dargliela.
Accogliamo la proposta di integrazione del Consigliere Martinetti con la riserva, non appena l'ospedale sarà ultimato, di verificare la validità di quanto ha affermato il Consigliere Lombardi relativamente al medico che si è impegnato nel campo delle specializzazioni.
Tutto questo, non oggi, ma domani potrà essere risolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lombardi.



LOMBARDI Emilio

Farò una breve replica. Il riferimento all'utenza è relativo, perché se non vi sono le strutture l'utenza deve per forza emigrare verso altre strutture ospedaliere. L'emigrazione è già avvenuta per fenomeni socio economici. Vogliamo che continui anche nel settore dei bisognosi di cura? Se le esigenze dimostreranno che saranno sufficienti solo 130 posti letto, ci limiteremo a 130, ma se ne prevediamo 130 e ne occorrono 160 dovremmo modificare il piano. Ho dimostrato con le cifre che alcune realtà di quel quadrante sono particolarmente penalizzate. Il chiedere 30 posti letto in più quando qui sono stati salvati ospedali che servono popolazioni con ben maggiori possibilità di assistenza è un atto di ingiustizia.
I cebani dovevano venire a dimostrare con i cartelli? Non sono venuti, hanno accettato la programmazione, fanno una richiesta minima, ma siccome questa richiesta è presentata da un Consigliere di opposizione, non viene accolta.
L'Unità Sanitaria Locale è a gestione unitaria.
Rispondere negativamente alla sua richiesta significa penalizzare ulteriormente una zona che la natura ha già penalizzato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Sono convinto che l'ospedale di Ceva non rimarrà così com'è.
Siccome i decenni passano in fretta, siccome i programmi dobbiamo sostenerli, siccome i porti liguri debbono avere un entroterra efficiente penso che più della zona di Mondovì, la zona di Ceva avrà un grande sviluppo. Un piano socio-sanitario non può rimanere fuori dalla realtà o imporre una realtà e degli obiettivi diversi da quelli che si perseguono sul piano economico, questo piano è corretto e ha una sua durata. C'è il caso aperto dell'ospedale di Ceva, che non sappiamo come riusciremo a finire e chi reperirà i fondi.
C'è il vecchio ospedale con tutti i suoi servizi. Nulla vieta di prevedere nel piano successivo altre prospettive se aumenterà la popolazione e se ci sarà quello sviluppo che noi perseguiamo. Non credo però che posti letto in più creino occasioni di lavoro.
Quindi sono perché le cose restino così come abbiamo proposto.
Sulla questione della microchirurgia sono d'accordo di prenderne atto ma mi chiedo: perché un microchirurgo opera a Ceva e non altrove? E' stupefacente che questa specializzazione esista solo in due o tre parti d'Italia: questo dimostra come le cose non funzionino nel nostro Paese.
Su questa questione dovremo discutere. Non è colpa del microchirurgo e non sono contro la richiesta del Consigliere Lombardi, però dico che è necessario togliere dagli ospedali reparti con troppi letti: sono i reparti dell'ideologia del potere. Di questo dovremo tenerne conto.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il vero nodo non è quello dei 30 posti letto in più, ma è di sapere se l'ospedale viene ultimato o meno



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 68 - Nella tabella "Servizi B" aggiungere: "radioterapia CR (Comprensorio 13)".
La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Nell'ospedale di Asti esiste un impianto di radioterapia dotato anche di bomba al cobalto e bomba al cesio. Il nostro emendamento è l'espressione di precise richieste operate dall'Unità Sanitaria Locale di Asti e dal Comprensorio n. 13.
Insistiamo perché questa nostra richiesta venga accolta, perché siamo profondamente convinti che non si possa negare ad Asti ed al suo Comprensorio quanto richiesto, che oltre a rispondere a precise esigenze non comporta immediatamente spese aggiuntive.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 71 - Punto B "Servizi ospedalieri, primo comma sostituire con le parole: 'Posti letto attribuiti complessivamente all'U.S.L. n. 150 (a) per tutti i servizi e reparti previsti dal par. 27 dell'allegato n. 1'".
La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

Proponiamo di inserire la dizione adottata per l'U.S.L. 74 anche per l'Unità Sanitaria Locale 71 che riguarda Valenza.
Non vediamo perché si debba usare disparità di trattamento tra le due U.S.L. Non vorremmo pensare che la diversità e la disparità di trattamento fosse dovuta al fatto che a Valenza lo stabilimento ospedaliero fa capo all'Ordine Mauriziano. Si vuole punire forse? Non lo credo e non voglio pensarlo, perciò, a nome del Gruppo D.C., chiedo che Valenza venga trattata come è stata trattata Ovada.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Gruppo PLI presenta il seguente emendamento: alla pag. 140, colonna prima, in relazione all'U.S.L. 71 il capo "Note" è abrogato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Il Gruppo D.C. presenta il seguente emendamento: scheda dell'U.S.L. 76 - Punto "Sede del servizio ospedaliero" Sostituire con le parole: "Le sedi previste per i servizi ospedalieri sono quelle di Casale Monferrato e di Moncalvo. Il programma zonale dovrà formulare proposte concrete per dare avvio al processo di unificazione funzionale dei servizi nonché al necessario coordinamento dei reparti".
La parola al Consigliere Devecchi.



DEVECCHI Armando

L'emendamento da noi proposto è stato già accolto per altre Unità Sanitarie Locali. Se la maggioranza ha deciso nel caso specifico di non accoglierlo lo dica subito. Non spenderemo altre parole inutili.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo in votazione l'intero allegato 28.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con il seguente esito: presenti e votanti 51 favorevoli 28 Consiglieri contrari 22 Consiglieri astenuto 1 Consigliere Pongo ora in votazione l'art. 25 che era rimasto in sospeso.
Art. 25 (Approvazione degli allegati) "Sono approvati i seguenti allegati: Allegato 1 Indirizzi per il riordino dei servizi sanitari e socio-assistenziali Allegato 2 Attivazione dei distretti di base Allegato 3 Tutela dell'ambiente Allegato 4 Educazione sanitaria Allegato 5 Sistema informativo Allegato 6 Formazione del personale Allegato 7 Integrazione unitaria, a livello territoriale, delle attività di diagnostica e terapia strumentale Allegato 8 Politica del farmaco Allegato 9 Ricerca finalizzata Allegato 10 Valutazione e verifica del piano Allegato 11 Politica della spesa Allegato 12 Tutela della procreazione responsabile, della salute della donna, della maternità, dell'infanzia e dell'età evolutiva Allegato 13 Tutela della salute dei lavoratori in ogni ambiente di lavoro Allegato 14 Tutela sanitaria e socio-assistenziale delle persone anziane Allegato 15 Prevenzione dei tumori ed assistenza oncologica Allegato 16 Azioni contro le malattie cardiovascolari Allegato 17 Sviluppo della riabilitazione Allegato 18 Tutela della salute mentale Allegato 19 Prevenzione dell'handicap ed assistenza degli handicappati Allegato 20 Prevenzione delle tossicodipendenze ed assistenza ai tossicodipendenti Allegato 21 Azioni contro l'uremia cronica Allegato 22 Azioni nei casi di emergenza Allegato 23 Raccolta e distribuzione del sangue umano a fini terapeutici Allegato 24 Assistenza alle malattie croniche Allegato 25 Interventi di odontostomatologia sociale Allegato 26 Interventi di oftalmologia sociale Allegato 27 Profilassi e polizia veterinaria Allegato 28 Struttura organizzativa dei servizi delle Unità Sanitarie Locali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 21 Consiglieri L'art. 25 è approvato.
La parola alla signora Vetrino.



VETRINO Bianca

Prima di passare alle dichiarazioni di voto vorrei conoscere le intenzioni della Presidenza rispetto alla conduzione della seduta, ovvero se c'è l'intenzione di procedere su tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno, nel qual caso siamo disponibili ad approfondirli tutti.
Se, viceversa, c'è l'intenzione di proporre l'esercizio provvisorio a domani secondo l'ordine della convocazione, sarei dell'opinione di rimandare le dichiarazioni di voto e la discussione sull'esercizio provvisorio a domani mattina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Quando si è alla votazione conclusiva non è possibile rinviarla all'indomani.



PRESIDENTE

Diamo inizio alle dichiarazioni di voto sul piano socio-sanitario.
Ha chiesto di intervenire per primo il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Il Gruppo P.S.I. voterà a favore del documento.



PRESIDENTE

Ha ora facoltà di intervenire il Consigliere Gastaldi.



GASTALDI Enrico

E' nota la posizione del PRI relativa alla riforma sanitaria e alla legge n. 833. La negatività del giudizio non aveva significato di rifiuto della necessità di una riforma, ma soltanto di una incapacità economica del documento ad attuarla. E' nota anche la posizione attuale del partito a Roma, che consiglia di ritirare il piano sanitario nazionale per limitarsi a programmare poche ed indispensabili cose in campo sanitario.
Però, anche se è giustificabile la posizione romana, non altrettanto lo sarebbe nella nostra Regione. Qui la riforma è avviata, si sono costituite le Unità Sanitarie Locali e tante altre realizzazioni, è necessaria per esse una programmazione e quindi un piano.
I motivi economici di Roma, poi, non valgono per la Regione Piemonte dove, come avevo già detto nell'intervento precedente, la cifra a disposizione è in buona parte nota.
Allora, che cosa è per me questo piano e come lo giudico? Premetto che da mesi mi sono letto il documento di piano e confesso che mi sono avvicinato ad esso, prima con curiosità, poi, man mano sempre con maggiore interesse, sempre però senza preconcetti né interessi di qualsiasi natura, personali o di parte, ma solo cercando di metterlo a confronto con i trenta e più anni di professione medica e con il buon senso, che penso debbano essere le sole intenzioni di un amministratore pubblico.
Per questo mi sono bastate tre parole, come dice Lombardi, per distruggere le infermerie e tante altre cose, perché ho conosciuto la difficoltà prima economica e poi di struttura per una diagnosi esatta perché ho visto le insufficienze talora irreparabili di certe infermerie pur meritevoli nei giorni difficili che ormai non esistono più. Ho vissuto la vergogna dei controlli presso i dispensari dei ricoveri in sanatori specie in paesi di campagna dove tutti si conoscono, ho vissuto le difficoltà economiche a curarsi e quindi i meriti prima e i demeriti poi di una mutua e di una medicina tante volte strumentalizzata. Ho visto il trasformarsi dell'idea del vecchio da patriarca della casa a ingombro anche nelle famiglie contadine, tanto legate alla vita patriarcale. Ho vissuto il rifiuto di essere considerato vecchio e di sentirsi dire "tanto sei vecchio". Ho vissuto anche altre cose.
Con queste esperienze ho letto e studiato il piano socio-sanitario, in tanti mesi, e vi ho trovato una risposta a tutte queste cose che, anche se non ancora perfetta, per me è accettabile.
Tornando al discorso di prima, se è lecito dissociarsi dalle posizioni di Roma, reputo altrettanto lecito il dissociarsi tra i rappresentanti del Gruppo in Regione sulla valutazione, sul giudizio del piano socio-sanitario e sulle sue scelte.
Quanto ieri ed oggi palesemente è avvenuto in Consiglio non è la manifestazione esterna di un disagio né ideologico né di altra natura interna al Gruppo, ma solo l'affermazione esplicita dell'autonomia di valutazione su scelte singole, su singoli fatti e su singole proposte e leggi; autonomia che deve essere libera, garantita anche all'interno di un partito purché tale valutazione non travalichi l'ideologia del partito stesso e le sue idee basilari. Non vedo come il piano socio-sanitario proposto possa essere contrario alle idee base del PRI.
E' finalizzato ad una programmazione sì di organizzazione, ma anche di risparmio nella gestione della spesa sanitaria ed assistenziale.
Penso, quindi, che un giudizio diverso da quello eventuale del Capogruppo non debba rompere l'unità del Gruppo. D'altra parte, nell'anno e mezzo dell'amministrazione regionale, abbiamo assistito a divergenze anche su temi importanti tra i Gruppi della maggioranza e nell'interno dei Gruppi che fanno parte della maggioranza, e divergenze, specie in Commissione nell'interno dei Gruppi della minoranza, senza che si siano rotti né la maggioranza né i Gruppi.
Per questo calcolo che la dissociazione eventuale dei motivi del giudizio del mio Capogruppo non abbia alcun altro significato oltre quello della libertà di opinioni su fatti e proposte che non vanno contro le idee base del partito al quale si può appartenere.
Quale sarà il mio giudizio? Durante il mio intervento iniziale avevo indicato i punti del piano per me importanti sui quali vi era stata divergenza all'interno della Commissione e per i quali avevo fatto una scelta che coincideva con quella della maggioranza, tranne che per il prontuario terapeutico regionale.
La proposta, in verità non chiara nel testo, è stata spiegata nelle sue intenzioni e nei suoi limiti dall'aggiunta fatta al testo in aula e dalle spiegazioni dell'Assessore in modo chiaro e convincente. La richiesta che avevo fatto di dare precedenza al programma per i vecchi non autosufficienti, mi pare abbia avuto risposta positiva nelle parole dell'Assessore Cernetti.
Con queste premesse non vedo perché il mio giudizio non possa essere favorevole al piano socio-sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Contrariamente al solito, con questa dichiarazione di voto sarò un po' meno conciso del consueto, all'uopo sentendomi autorizzato in quanto (così come ha fatto la collega Vetrino) avevo rinunciato ad intervenire nella discussione generale: quindi sarà più ampia la dichiarazione di voto anche se ho cercato di contenerla in cartelle scritte.
Ai fini di illustrare la ragione del voto contrario al disegno di legge, che esprimerò a nome del Movimento Sociale Italiano, ritengo necessaria una prima considerazione ed un breve richiamo al sistema nell'ambito del quale il piano socio-sanitario si inquadra.
Il sistema è dato dalla legge 833 la quale dopo un letargo legislativo di trent'anni (tanti ne sono decorsi dall'entrata in vigore della Costituzione all'entrata in vigore della legge 833) ha voluto essere la cassa di risonanza e la concreta attuazione della norma di principio contenuta nell'art. 32 della Costituzione, in forza della quale la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività.
Questa che concerne la salute, è una norma che aveva avuto un tormentato iter in sede di assemblea costituente, tant'è che l'on. Sullo in quella sede ne aveva proposto la soppressione affermando testualmente - con una visione riduttiva della "salute della collettività" - che questa materia non si inquadra "né fra i diritti di libertà né fra i diritti sociali".
Successivamente, erano emerse sulla questione salute della collettività alcune direttive precise e diverse da parte dei costituenti, la più gran parte dei quali aveva osservato che "la salute è il primo requisito essenziale per la libertà dell'individuo".
Da questa affermazione (apparentemente priva di supporto logico o ideologico) si è poi inserito il testo definitivo dell'art. 32 della Costituzione, con il quale si conferisce al diritto alla salute il contenuto di diritto sociale che interessa direttamente e immediatamente ogni componente della collettività.
L'art. 1 della legge 833 riprende quasi testualmente la norma costituzionale, con il ribadire il principio della tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo che va attuato nel rispetto della libertà della persona umana. Questa norma consacrata nell'art. 1 della legge 833 è quindi dominata dal principio di "libertà" e, quindi, dal principio di "diritto" del cittadino utente del servizio; ma questi due principi non hanno caratterizzato per intero i connotati della legge 833 e neppure sono stati recepiti totalmente da questo piano sanitario regionale.
Diversamente, la Giunta non avrebbe avuto nulla in contrario e nessuna difficoltà ad accogliere quegli emendamenti proposti da alcune forze di opposizione che volevano esaltare e rimarcare proprio questi due principi.
Alludo all'emendamento del Gruppo liberale che il Consigliere Marchini ha sintetizzato nel trinomio: libertà di scelta del medico, libertà di scelta della struttura, libertà di scelta del farmaco, di cui si chiedeva la formalizzazione nell'art. 1 della legge oggi in discussione.
Una seconda considerazione concerne più da vicino il piano socio sanitario regionale nel suo insieme. Va cioè messo in evidenza un suo vizio intrinseco che lo caratterizza e lo caratterizzerà per tutta la sua durata.
Intendo riferirmi alla mancanza del piano socio-sanitario nazionale che è la struttura portante dell'intero sistema e che, in sede di lavori preparatori della legge 833, l'allora Ministro per la Sanità aveva definito "la chiave di volta per la realizzazione della riforma sanitaria". Questa affermazione dell'essere la chiave di volta per la realizzazione della riforma sanitaria, non fu soltanto un'ottimistica battuta ad effetto dell'allora Ministro della Sanità.
Questa affermazione ha infatti trovato una sua realizzazione normativa nella legge 833 e la si coglie in quelle norme che (dopo di avere ribadito il principio della programmazione da attuarsi mediante l'enunciazione di linee fondamentali di principio che devono provenire dal piano sanitario nazionale) enunciano i contenuti del piano sanitario nazionale e questi contenuti coinvolgono come interlocutore e come protagonista necessario la Regione in quanto consistono principalmente: nel fissare i livelli delle prestazioni sanitarie uniformemente su tutto il territorio nazionale nel fissare le norme generali di erogazione delle prestazioni sanitarie nell'indicare gli indirizzi ai quali devono riferirsi i piani regionali socio-sanitari, ai fini di una coordinata e uniforme realizzazione degli obiettivi di prevenzione delle malattie e degli infortuni, di diagnosi e cura degli eventi morbosi, di riabilitazione degli stati di invalidità, di salvaguardia della salubrità e dell'igiene ambientale.
Ma il piano sanitario nazionale non è stato ancora approvato: e allora non è dato di comprendere come il piano sanitario regionale possa esattamente e fedelmente adempiere alla sua funzione, espressamente prevista dall'art. 55 della legge 833, di attuare e di uniformarsi ai contenuti e agli indirizzi di un piano sanitario nazionale che non esiste.
La Giunta e il relatore si sono fatti carico di dare una spiegazione a questa abnorme situazione che si viene a creare, ricordando il precedente della Regione Emilia Romagna la quale (superando l'inadempienza del Governo e del Parlamento nell'emanare il piano sanitario nazionale) si è data un piano sanitario regionale, e ricordando che il disegno di legge della Giunta è peraltro allineato con le norme del disegno di legge governativo di piano sanitario nazionale. A mio avviso, quest'ultima osservazione non ha alcun pregio, perché il disegno di legge governativo sul piano sanitario nazionale è suscettibile di discussioni, di modifiche, di emendamenti nell'aula del Parlamento. Ed allora ritengo sia esatto affermare che questo piano socio-sanitario regionale che fra poco vedrà la luce avrà una sua vita all'insegna della provvisorietà e, quel che è peggio, della possibilità di venire sconfessato dal futuro piano sanitario nazionale, di dover essere modificato e adeguato a quest'ultimo, con tutte le conseguenze facili ad immaginarsi per la confusione normativa che verrà a crearsi confusione che colpirà sia gli utenti, sia le strutture che istituzionalmente gestiscono la legge.
La seconda ragione che, in concorso con quella ora esposta, mi suggerisce di dover esprimere voto negativo, poggia e si appoggia sulla considerazione che il piano socio-sanitario regionale si innesta necessariamente nel sistema della legge 833, legge alla cui approvazione la mia parte politica (il MSI-DN) aveva responsabilmente manifestato dissenso per ragioni che erano state diffusamente esposte nelle relazioni di minoranza presentate sia alla Camera sia al Senato in sede di elaborazione della legge; ragioni che (per enunciare brevissimamente solo le principali) consistevano nella violazione del principio della competenza, della professionalità e della meritocrazia attuatasi con il relegare il medico al ruolo di semplice prestatore d'opera e nell'appiattimento contrattuale e retributivo del medico, in base ad un mal concepito principio di egualitarismo; nell'aver escluso il personale medico e paramedico dai livelli decisionali dell'Unità Sanitaria Locale; nel non aver tenuto conto dei precedenti storici e, precisamente, del fallimento di una legge laburista di riforma sanitaria - simile alla nostra 833 - che ebbe risvolti ed esiti del tutto negativi per l'utenza del Regno Unito.
Le considerazioni svolte in dette relazioni di minoranza, che ho richiamato in sintesi delle sintesi, si concludevano con la previsione ragionevole del fallimento della riforma. Oggi, non siamo più "vox clamantis in deserto" su questo tipo di discorso e su questa previsione; le voci che convengono su questa purtroppo amara constatazione sono infatti molte e provengono sia da tecnici autorevoli, sia da operatori, sia da utenti. Ma si potrebbe forse obiettare che costoro (o parte di costoro) nell'enunciare dette affermazioni catastrofiche non sono sereni, non sono obiettivi in quanto vedono le cose dall'angolazione di loro interessi particolari.
E allora, mi riferisco ad una voce autorevole, insospetta che si è espressa in questa chiave pessimistica e negativa. Alludo all'ex Ministro socialista Reviglio il quale, stando alla notizia-intervista che compare sul "Sole - 24 Ore" del 28/11/1981, ha definito un "disastro nazionale" la riforma sanitaria, puntualizzando che l'espressione "disastro nazionale" si riferisce, in particolare, alle Unità Sanitarie Locali le quali entreranno nel 1982 - con una spesa sommersa - senza un efficiente sistema di programmazione "di bilancio e di controlli".
Per questi motivi di fondo e di base, il voto sull'intero disegno di legge sarà negativo, anche se doverosamente, ma altrettanto spontaneamente desidero esprimere il più vivo e sincero apprezzamento all'Assessore e a tutti i colleghi Consiglieri che nella Commissione e in aula hanno appassionatamente e laboriosamente esaminato in ogni dettaglio le singole normative del piano socio-sanitario regionale, che peraltro (per le ragioni sopra illustrate) avrà vita cagionevole e provvisoria.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

La mia dichiarazione di voto sarà brevissima anche perché molti giudizi li abbiamo espressi in sede di intervento. Vogliamo dare alcuni giudizi in rapporto alla discussione che si è svolta.
Possiamo dire che questo documento è un'apprezzabile e positiva legge di principi. Avevamo rilevato la necessità di norme e vincoli precisi che permettano l'applicazione dei principi e del piano. Dobbiamo rilevare come ai principi del piano corrisponderà intanto un nostro voto positivo, per dobbiamo anche rilevare come il dibattito abbia messo in evidenza le difficoltà di applicazione di questa legge, almeno per come riteniamo i suoi punti prioritari: difficoltà di applicazione derivanti dal fatto che il dibattito si è incentrato in gran parte sulle strutture da attivare in funzione della cura, in particolare per l'allegato 28 la cui votazione ha suscitato tante sensazioni fra i colleghi della minoranza.
Debbo dire che anche in me ha suscitato delle sensazioni, sicuramente diverse da quelle della minoranza. La sensazione che il dibattito sull'allegato 28 sia stato dominato dai corporativismi locali, dalla difesa del proprio orto e senza polemica alcuna, ma rilevando i fatti - perché non dirlo? - dalla preoccupazione dei collegi elettorali, questo è il limite di questo dibattito.
Ci rendiamo conto e non facciamo del moralismo, che bisogna anche passare attraverso queste cose per incominciare a rompere per superarle in futuro.
Il problema della prevenzione, che per noi è centrale, è rimasto in ombra. Non c'è dubbio che su questo tema è necessario far crescere una cultura nella società, tra i cittadini, forse anche in noi stessi. Questa è la battaglia che noi faremo nei prossimi anni per far crescere questa cultura.
Nel dibattito sull'allegato 28 abbiamo sentito sostenere l'aumento dei posti letto in molte località, sostenendo che non necessariamente questo aumento che scriviamo sulla carta debba diventare realtà a seconda e in relazione alle dimensioni dell'utenza.
Mi chiedo: le dimensioni dell'utenza da che cosa vengono determinate se non dalla nostra capacità, dalla capacità di chi deve applicare il piano di fare prevenzione, di evitare che la gente si ammali. Questo è il punto centrale sul quale vogliamo lavorare, ribadendo come nel piano ci siano principi giusti, anche rispetto la prevenzione, ribadendo il nostro voto positivo e la nostra volontà di lavorare in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Tocca a me fare una breve dichiarazione di voto perché il Consigliere Marchini, che ha seguito per il Gruppo con tanta passione e diligenza questa materia, ha un impegno in Valle.
Annuncio il voto di astensione del Gruppo liberale, voto di astensione che si motiva con una valutazione positiva per il taglio del piano indipendentemente dalla soluzione che viene data a singoli fatti specifici un piano che affida a chi ha la responsabilità della sua gestione a livello regionale e a livello locale la pratica attuazione delle indicazioni fornite; si presenta quindi come un piano aperto e non tale da creare delle rigide condizioni di riferimento.
E' un piano che nei lavori della Commissione, dopo l'arresto che ha avuto la scorsa estate, non ha al suo interno quei germi di forzatura ideologica; è un piano che per alcuni aspetti riprende, anzi, delle indicazioni date dal nostro partito.
Certo vi sono degli elementi di divergenza nelle valutazioni. Il fondamentale ci sembra essere il nodo di Torino che pure ha una così rilevante importanza nell'impostazione e gestione del piano. Ci sembra che la sistemazione definitiva dell'organizzazione sanitaria nelle singole Unità abbia tenuto in troppo conto delle spinte e delle esigenze che le diverse forze politiche avevano nelle zone su cui si discuteva.
In questo senso la nostra dichiarazione di "irritazione" nella discussione dell'allegato 28, cioè vedere come all'ultimo momento la maggioranza si autoemendasse su pressioni di questa o di quella parte politica, ha avuto un effetto che ci ha ancora più convinti ad astenerci sul piano, perché ci sembra abbia portato ad una maggiore attenzione delle riserve dell'opposizione.
Siamo convinti che nel disegno complessivo del piano gli emendamenti dell'ultima ora non siano stati costruttivi rispetto al disegno complessivo che il piano si proponeva.
Quindi il voto di astensione nel quale vi è anche un atto di orgoglio delle forze politiche piemontesi, che accomuna le forze di maggioranza e le forze di opposizione.
Penso sia significativo che la Regione Piemonte, nel lavoro intenso delle diverse forze politiche, arrivi tempestivamente a dare le gambe all'elemento di fondo della riforma sanitaria, cioè un diverso modo di organizzare sul territorio le prestazioni sanitarie.



PRESIDENTE

La parola alla collega Vetrino.



VETRINO Bianca

Prima di accingermi a porgere al Consiglio la dichiarazione ufficiale del Partito Repubblicano con il conseguente voto, debbo comunicare che la dichiarazione resa dal Consigliere repubblicano all'assemblea è una dichiarazione di tipo personale, nel cui voto il Partito Repubblicano non si riconosce. D'altra parte lo stesso Consigliere Gastaldi ha ammesso che la sua posizione deriva da una sua esperienza professionale, riferita peraltro ad una zona che per quanto significativa è una zona limitata della realtà sanitaria regionale. Chi ha la responsabilità politica regionale in senso assoluto deve tener conto di una realtà globale e questo è il motivo di fondo della differenziazione di fondo tra il Capogruppo del Partito Repubblicano e il Consigliere Gastaldi.
Nell'accingermi quindi a motivare la posizione del Partito Repubblicano, soprattutto al termine di questo dibattito, credo non si possa non rilevare come la carenza di tensione morale che il Consiglio ha evidenziato di fronte al piano, carenza di tensione che peraltro si è rivelata in occasione della discussione sull'allegato 28 (ma credo che quella tensione non avesse molto di morale) probabilmente era una tensione che si poteva definire diversamente.
D'altra parte sarebbe stato giusto che il Consiglio regionale avesse dimostrato questa tensione morale. Non dimentichiamo che con il piano di sviluppo il piano socio-sanitario rimane il più importante atto politico riservato all'amministrazione regionale. Noi crediamo che questa assenza sia in fondo la logica conseguenza della poca considerazione che la Giunta ha posto alla richiesta che veniva dal Partito Repubblicano di un'impostazione di dibattito consiliare in tempi meno rigidi e sopratutto meno preordinati.
Ci sembrava quasi incomprensibile di avere deciso di accelerare all'improvviso la presentazione del piano al Consiglio, proprio nel momento più importante, cioè nel momento in cui con l'ingresso nell'aula consiliare il piano veniva consegnato alla comunità attraverso le forze politiche che l'avevano preparato e che in quest'aula esso dovesse essere discusso confrontato, emendato e votato in un'atmosfera diversa e di maggior respiro.
Queste richieste ci sembravano sacrosante ma non sono state ascoltate.
Questo atto è da noi valutato come atto di poco rispetto dei diritti che ai Gruppi e al dibattito consiliare competono in quell'ambito di centralità delle forze politiche e dell'assemblea consiliare che da più parti è stata rivendicata.
Non abbiamo insistito oltre nella nostra rivendicazione. Devo dire che ci saremmo aspettati anche dalle altre forze di minoranza un maggior sostegno rispetto a questa nostra richiesta. Debbo dire che la Democrazia Cristiana, che peraltro rappresenta in quest'aula credo un milione di elettori, non ha insistito più di tanto, forse perché la D.C., che in quest'aula ha ricevuto dimostrazioni abbondanti di coprotagonista in questo piano, si è sentita coinvolta nel rispetto delle forze della Giunta. Ho seguito con molta attenzione l'intervento del Consigliere Beltrami e devo dire che per la pacatezza, per la conoscenza del problema, per la consapevolezza vi ho colto un tono addirittura assessorile. Possiamo anche comprendere che la Democrazia Cristiana, che ha partecipato così attivamente al piano, in fondo essa stessa volesse pervenire alla sua definizione entro l'anno assecondando in questo quell'orgoglio - che io ho riconosciuto giusto - della Giunta, orgoglio peraltro che noi vorremmo che la Giunta portasse in settori altrettanto importanti se non più importanti di quello che abbiamo di fronte, quale per esempio il piano di sviluppo.
Non ci siamo sentiti colpiti dalle accuse di ostruzionismo che in quest'aula alla minoranza sono state mosse. Non è nel nostro stile.
Siamo qui, nonostante tutto, anche se il motivo fondamentale per il quale siamo qui è il rispetto di quei cittadini che ci hanno chiamati al dovere di sviluppare i nostri rapporti in interventi che siano sempre di costruzione.
Noi crediamo che un piano sanitario regionale sia valido quando riesca a determinare le condizioni per raggiungere taluni determinati obiettivi.
Per questo abbiamo voluto nella nostra analisi definire gli obiettivi e chiederci se il piano sanitario regionale della Regione Piemonte rendesse come primo obiettivo, il servizio sanitario accessibile effettivamente e in pari misura a tutti i cittadini e su tutto il territorio regionale, se come secondo obiettivo, aggiornasse culturalmente e tecnicamente le prestazioni offerte mettendole al passo con il progresso della conoscenza scientifica, se, come terzo obiettivo, realizzasse questa accessibilità e questo aggiornamento ad un costo ragionevole e controllato.
E' appena il caso di notare che si tratta di obiettivi inscindibili, la maggioranza dei piemontesi non approverebbe un sistema che fosse più giusto, ma tecnicamente scadente e di costo eccessivo, oppure, un sistema tecnicamente evoluto e di costo sopportabile, ma socialmente iniquo.
Il collega Gastaldi ha già indicato che il piano, privilegiando, per esempio, l'obiettivo "bambini" a scapito dell'obiettivo "anziani" (e questo è un solo esempio e se ne potrebbero fare altri), sembra aver poco perseguito il criterio dell'accessibilità in pari misura. E' vero che un piano sanitario prima che la tutela della salute deve garantire la sopravvivenza - e questa è una Regione nella quale la mortalità infantile ha ancora una grossa percentuale - ma è anche vero che la natalità è decrescente e, per contro, aumenta l'età media per cui se oggi si può già parlare del problema degli anziani esso si aggraverà negli anni a venire.
Il problema dell'accessibilità richiama quello della territorializzazione dei servizi e a questo riguardo la nostra critica risale a molto lontano. Noi avevamo espresso forti riserve sulla legge 41 del 1976, sulla zonizzazione e, per quanto riguarda Torino, noi avevamo indicato come modello ottimale di Unità Sanitaria metropolitana un ambito territoriale di 200 mila utenti. Continuando a lasciare scoperto Torino, il piano continua ad apparire incompleto, anche se l'art. 36 può rappresentare un impegno ad una sua definizione. Ma, continuare a concentrare tutti i poteri nell'U.S.L. 1-23 richiama quei dubbi che ieri esprimeva lo stesso Consigliere Viglione di rinuncia della Regione alle funzioni di coordinamento e di indirizzo dei servizi riservati ad oltre un milione di abitanti.
Il piano sembra voler perseguire il secondo obiettivo di un aggiornamento culturale e tecnico delle prestazioni. L'aver diviso il territorio in quadranti sanitari può probabilmente favorire questa programmazione sanitaria quale mediazione o composizione tra le contrastanti spinte all'accentramento e al decentramento. Secondo un punto di vista universalmente accettato la moderna organizzazione dell'attività sanitaria, a differenza dell'organizzazione tradizionale che aveva il proprio fulcro nell'attività ospedaliera, dovrà fondarsi sulla cosiddetta medicina residenziale, cioè sull'insieme delle attività sanitarie che sono più vicine ai luoghi dove la gente normalmente vive, lavora e quindi si ammala; e, dunque, sull'insieme delle attività sanitarie di tutela dell'ambiente, di medicina di famiglia e di medicina specializzata non ospedaliera. Tale moderna concezione dell'organizzazione sanitaria si rifà all'idea più vasta di una medicina nuova, che a differenza della medicina del passato, è rivolta principalmente alla prevenzione.
Questo piano - lo ha ammesso lo stesso Capogruppo del Partito Socialista - ha un punto debole, proprio quello della prevenzione.
Sappiamo che questo obiettivo non è facile perché la natura delle malattie prevalenti è tale per cui è necessario impegnare nell'attività preventiva simultaneamente tutti i settori sanitari e piegarli contemporaneamente alla logica del disegno di prevenzione. Di qui la necessità che la conoscenza medica e l'attività medica si organizzino quali centri di informazione, di stimolo e di verifica delle decisioni politiche in materia di urbanistica, di edilizia, di insediamenti industriali, di trasporti, di organizzazione del lavoro, dell'istruzione e del tempo libero.
Se le cose stanno così, ciò che deve essere fatto è esattamente il contrario di quello di creare nuovi servizi di medicina preventiva. Questo presuppone anche la riorganizzazione del lavoro medico ed il rinnovamento della cultura professionale medica attraverso la riforma dei corsi di studio universitari da un lato e dall'altro attraverso forme obbligatorie di aggiornamento e di formazione permanente. Questo vale anche per il personale paramedico. Nel nostro Paese non esiste nemmeno l'embrione di ci che si intende per servizio infermieristico e questa è certamente una causa non secondaria del livello scadente del servizio pubblico.
Per verificare il nostro piano alla luce del terzo obiettivo, debbo soffermarmi sulla spesa sanitaria e sul suo controllo. Due sono i dati che balzano subito agli occhi anche dall'analisi di alcuni semplici indicatori che riguardano l'azienda pubblica sanità. Essa non solo si limita a fornire ai cittadini un prodotto di qualità scadente, ma lo fa a costi crescenti.
Questa consapevolezza dell'entità della spesa sanitaria richiede che tutte le sedi in cui la spesa viene decisa si comportino in modo coerente ed il primo presupposto di questo comportamento è la realizzazione di condizioni di certezza: bisogna cioè che ciascuna sede di spesa sappia con precisione ciò che può e ciò che deve fare e, una volta precisato questo, che ciascuna sede faccia soltanto ciò che può fare e tutto ciò che deve fare.
La legge 833 definisce i criteri generali di ripartizione delle responsabilità e stabilisce diritti e doveri dello Stato, delle Regioni e dei Comuni, ma ciascuna di queste sedi ha dimostrato una tendenza ad interpretare la legge in senso del tutto riduttivo per quanto riguarda i propri doveri ed in senso massimamente liberale per quanto riguarda i propri diritti. Un'efficace e coerente programmazione della spesa sanitaria presuppone poi forme di controllo non soltanto e non tanto di tipo ispettivo o giuridico o contabile, ma altresì e soprattutto forme di controllo volte a correggere le eventuali deviazioni del sistema ed a riportarlo sulla strada giusta dell'efficacia e dell'efficienza.
Il carattere di non rigidità che presenta il piano del Piemonte - e Gastaldi nel suo intervento di ieri rilevava questo aspetto positivo dovrebbe consentire questi aggiornamenti e dunque una tempestività di interventi correttivi quando occorra.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il documento che abbiamo di fronte non è più il libro dei sogni ad indirizzo filosofico ed utopistico di qualche anno fa. E' un documento che ha cercato di interpretare le istanze sanitarie della comunità anche se esso appare ancora molto ambizioso. E' un documento che ha realizzato attraverso la partecipazione e la consultazione il coinvolgimento sin dal suo sorgere della comunità anche se a volte queste consultazioni hanno determinato dei compromessi politici non indifferenti, che hanno avuto probabilmente degli strascichi in quest'aula e noi speriamo che la motivazione del compromesso sia sempre stata una motivazione tecnica e non clientelare.
Questo piano ha mediato le esigenze prioritarie della sanità pubblica volute dalla legge 833 con le realtà organizzate private (quando diciamo private intendiamo tutte le realtà private e non soltanto quelle ecclesiastiche o paraecclesiastiche) e in questo riconosciamo un dato positivo poiché gli anni dal 1975 all'80 avevano, ritardando soluzioni di tipo pubblico, favorito la medicina privata. Crediamo che l'interregno tra un sistema che la legge 833 dichiarava morto ed un sistema che stenta a nascere determini condizioni per una coesistenza di reciproco supporto anche se per assurdo in questo interregno quel privato che la riforma intendeva gradualmente annullare si è visto esaltato.
Questo piano nel suo iter di progetto di legge ha saputo sviluppare l'impegno dei Commissari che indipendentemente dal loro ruolo di oppositori o di governanti: hanno risposto soprattutto alla loro funzione di legislatori - e va riconosciuto un grande merito al Presidente della V Commissione, collega Beltrami, anche se mi sento di rivolgere un elogio al Consigliere Viglione per l'opera di mediazione portata in questa situazione. Viglione, come molti di noi ma forse più di molti di noi, ha compreso che questo non era un piano, un progetto da portare in questo Consiglio, ma contro la comunità e quindi contro quelle forze che all'interno del Consiglio rappresentano l'altra metà del Piemonte, ma era un progetto per la comunità e quindi che fosse giusto, nei limiti del possibile e dell'onesto, mediare quelle posizioni che potessero portarci serenamente alla valutazione del piano.
Questo piano non è perfetto. E proprio perché è un progetto può, nella parte delle enunciazioni e dei principi, essere se non del tutto sostanzialmente condiviso. Compito di una forza politica di opposizione è quello di misurar e L' amministrazione nell'esplicazione di principi e quindi dei fatti concreti che saprà far discendere da questi principi.
E' quello che faremo con l'obiettività di sempre. Per questo il nostro giudizio è sospeso e questa sospensione, unita alla consapevolezza che le difficoltà economiche, sociali, ma anche di stabilità politica nelle quali il nostro Paese e la nostra Regione si dibattono obbligano tutti noi a rinunciare a posizioni di scontro e di chiusura e a ricercare i punti e le occasioni del confronto e della mediazione. Per queste ragioni siamo indotti ad esprimere un voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mignone.



MIGNONE Andrea

Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del Gruppo socialdemocratico al piano socio-sanitario. Del resto già nella relazione abbiamo avuto modo di illustrare gli argomenti in base ai quali c'era per noi un atteggiamento di assenso al piano.
E' un piano che riteniamo atto fondamentale in questa fase, per consentire alle U.S.L. di operare secondo obiettivi cui traguardare: è pertanto un quadro di riferimento "certo" all'azione delle U.S.L.
Anche noi vogliamo dare atto a tutti i Consiglieri di opposizione e di maggioranza di aver lavorato - all'interno della V Commissione - con serietà, impegno e con continuità. Vogliamo anche dare atto al fatto che questo documento è un documento su cui ampiamente si è confrontata tutta la comunità piemontese. Credo sia uno dei fatti che più ha avuto un rapporto dialettico con le forze sociali, con gli Enti locali, con la comunità.
In questo piano si dà una scadenza, si indicano delle tappe, si individua un momento di processualità e di gradualità secondo un'indicazione che da sempre abbiamo dato. Vi è ancora il nodo di Torino e di una maggior spinta verso il riequilibrio territoriale, ma credo che in questa processualità possiamo recuperare queste due esigenze. Con queste brevi indicazioni esprimiamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ratti.



RATTI Aldo

Signor Presidente, Consiglieri, la posizione della D.C. sul disegno di legge n. 121 è stata ampiamente espressa dai Commissari D.C. nell'ambito della V Commissione e poi in aula dagli interventi di Martinetti, Devecchi Petrini, Bergoglio, Lombardi e Beltrami.
Possiamo ben dire che il piano socio-sanitario è stato illustrato più dall'opposizione che dalla Giunta e dalla maggioranza.
La Regione Piemonte, tra le più sollecite in Italia, si accinge a varare il primo piano triennale socio-sanitario battendo sul tempo quello nazionale nel cui ambito, per lo spirito e la lettera della legge 833 dovrà però rientrare.
Questo anticipo, che ben comprendiamo perché, come ha osservato responsabilmente il collega Martinetti nella sua relazione, è opportuno "dare qualche maggior elemento di certezza agli operatori che sul territorio piemontese affrontano, tra le gravi difficoltà a tutti note, i primi passi della riforma sanitaria", avrebbe dovuto consigliare la massima prudenza per non correre il rischio di dover disfare o mutare, con danno del cittadino, quanto troppo dettagliatamente si è qui voluto prevedere.
I ritardi nell'emanazione del piano sanitario nazionale derivano infatti, non da "cattiva volontà" ma dal profondo processo di "riconsiderazione" dell'intera materia dell'assistenza sanitaria da parte di tutte le forze politiche.
E' infatti indubitabile che la legge 833 - approvata nel 1978 a larghissima maggioranza - alla prova dei fatti, e della situazione economica del Paese, è diventata in molte parti, come qualcuno ha detto, un "libro dei sogni", non per cattiva volontà del legislatore o del Governo ma perché gli obiettivi in essa indicati - e i tempi previsti per raggiungerli - erano troppo "superiori" alle effettive capacità politiche amministrative e gestionali a tutti i livelli, nonché alle possibilità economiche del Paese.
Come ha detto Petrini "un conto è sancire un diritto sulla carta, un altro è illudersi che la sua applicazione pratica sia indolore ed esente da errori".
Ci pare quindi un atto di responsabilità, se non vogliamo dire di coraggio - e non di conservatorismo o di boicottaggio della riforma ammettere che nel 1978 tutte le forze politiche che hanno approvato la riforma hanno probabilmente compiuto un errore di valutazione sulle effettive capacità della legge 833 di modificare radicalmente in meglio e in tempi rapidi l'assistenza sanitaria a tutti i livelli e in tutti i suoi aspetti.
Questo è anche il pensiero del Presidente Enrietti che in settembre come ha ricordato anche Beltrami, dichiarava a "La Stampa": "La riforma sanitaria. appare come un treno al quale si sono volute cambiare le ruote mentre camminava".
Non crede il Presidente Enrietti che la Giunta con il "piano" che propone possa correre il rischio di commettere lo stesso errore? Egli continuava: "Per questo dico che bisogna ripensare in termini politici la riforma sanitaria. La cosa peggiore è continuare ad andare avanti così".
Se è vero, dunque, che è in atto un processo di "ritaratura" degli obiettivi originariamente previsti dalla 833, processo che troverà la sede naturale nella programmazione sanitaria nazionale, ne consegue non solo l'opportunità, ma la necessità di camminare - su piano regionale - con i piedi di piombo: la materia dell'assistenza sanitaria è troppo delicata ed importante e coinvolge troppo ogni singolo cittadino perché essa possa trasformarsi in occasione di "pubblicità" o di dimostrazione di essere "il primo della classe".
La proposta di piano oggi in esame risale, nella sua ossatura, a più di due anni fa. Essa fu, infatti, approvata dalla Giunta nel febbraio 1980, a conclusione di un lavoro di sei mesi.
Anche se la proposta è stata strutturalmente re impastata in modo notevole dopo le consultazioni della primavera-estate 1981, e se si eccettuano gli emendamenti apportati dalla V Commissione, l'impostazione risente del clima politico e culturale di due-tre anni fa, quando ci si illudeva che bastasse l'emanazione di norme per passare dall'assistenza sanitaria fino ad allora vigente ad una nuova assistenza sanitaria "riformata".
Ne è conseguito un documento di tale mole da essere probabilmente in larga parte difficilmente attuabile, nell'arco di tempo che esso copre, da parte delle strutture, quali le Unità Sanitarie Locali, che hanno ancora, e avranno ancora per un certo tempo, problemi di organizzazione interna, di ricerca di equilibri politici ed amministrativi, di funzionalità e di efficienza.
Strutture, quindi, che è sbagliato ed improduttivo oberare di compiti e responsabilità sproporzionate alle loro effettive attuali capacità.
Piano ampiamente dettagliato ed articolato, ma con un'enorme lacuna: la città di Torino. Il piano ha un buco che contiene un terzo della popolazione del Piemonte.
Il Comune di Torino, dopo aver cementato in un unico blocco le 23 U.S.L. della città - scavalcando la legge - riceve licenza di autodeterminare le strutture di assistenza sanitaria che desidera, con l'orientamento regionale limitato alle cose ovvie o - come ha detto Beltrami - uno pseudo orientamento che fotografa l'assetto esistente.
Il piano recepirà poi le decisioni della città.
Concludendo, quindi: per tutte le osservazioni fatte dai Consiglieri della Democrazia Cristiana nei loro interventi per le insufficienti indicazioni relative alla città di Torino per la scarsa aderenza alle realtà locali per la rigidezza della sua impostazione per i pericoli derivanti dalla previsione di smantellamenti considerati necessità primaria di "riordino" senza prima prevedere l'efficienza dei sistemi sostitutivi per le sperequazioni rilevate da Lombardi per la distribuzione delle strutture nelle varie U.S.L. indicate nell'allegato 28 non sempre coerente con la filosofia e i principi del piano ma a volte influenzata dalla logica della maggioranza per la mancanza di indicazioni finanziarie che lascerà molte prospettive nel campo delle "astratte ipotesi".
Per queste motivazioni di ordine generale, tralasciando i numerosi dissensi sui particolari, la Democrazia Cristiana vota contro a questo piano che finora ha suscitato tra gli operatori sanitari del Piemonte assai più apprensione che fiducia. Ma il voto su questo piano determina anche dei fatti politici perché tale deve essere considerato, nella sua ovvia libertà di opinione, l'atteggiamento del Consigliere Gastaldi, atteggiamento che per la verità non ci stupisce nemmeno tanto essendo da sempre in quest'aula il suo comportamento appiattito sulle posizioni della maggioranza.
Il Gruppo della D.C., pur dando atto al Consigliere Vetrino della sua dichiarazione ufficiale, ricorda che nell'ambito dell'opposizione nonostante la sua forza, si è sempre fatta carico della necessità di rappresentanza dei gruppi minori e deve pertanto necessariamente, ad ogni effetto, prendere atto di questa posizione.
Registro la situazione e non vado oltre essendo ovviamente il caso competenza del Gruppo, la cui posizione nel momento opportuno sarà espressa dal nostro Capogruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, confesso che la sensazione che predomina in questo momento, insieme alla stanchezza fisica per la lunga maratona di questi mesi di lavoro, non è né di trionfalismo né di orgoglio.
E' quasi la necessità e il rigore di umiltà in particolare nel momento in cui andiamo a varare questo atto così importante. Dico umiltà perché se ha un senso l'enorme mole di lavoro, di scienza, di analisi, di discussioni e perché no, anche di litigi che hanno caratterizzato questa lunga maratona è quello di averci permesso per la prima volta di capire un po' di, più il significato di questo pianeta della sanità.
E' qualcosa conosciuto a pezzi e a bocconi, conosciuto nei riflessi dell'esperienza immediata, conosciuto dal lato attendibile della visuale dei cittadini, ma, in realtà, la riforma ha portato la volontà di varare questo piano discutendolo, permettendo di acquisire un livello più alto di consapevolezza. Questo elemento di umiltà è quello che deve assisterci anche per la fase ulteriore.
Il piano è il frutto della mediazione tra un disegno con una sua grande dignità e la complessità e lo spessore della realtà.
C'è stato un impegno cospicuo e serio che ha aiutato anche noi a capire di più.
Vorrei esprimere la soddisfazione ed un ringraziamento particolare agli Assessori alla sanità e all'assistenza che hanno voluto che la loro azione di governo e di gestione si trasformasse in un atto più alto e più importante; un ringraziamento ai tecnici, a cui dobbiamo una mole rilevantissima di ricerca ed anche un'assistenza preziosa. Ringrazio in modo particolare i colleghi Mignone, Montefalchesi e in modo speciale il compagno Viglione a cui si deve in gran parte il merito se la difficile gestazione di queste due giornate di discussione può approdare al voto.
Da ultimo permettetemi di ringraziare i miei compagni in Commissione: Acotto, Ferrari, Reburdo che hanno svolto un lavoro che è stato la base fondamentale per portare fino in Consiglio il piano, un lavoro che spesso è stato oscuro, di cui mi dolgo con loro. A loro va un ringraziamento anche perché questo sforzo che hanno compiuto è stato per tutti loro, nuovi come Consiglieri regionali, anche un importante apprendistato per affrontare la parte successiva.
Chiudo dichiarando un "si" convinto, pieno di quell'umiltà di cui dicevo, deciso e consapevole della necessità di un confronto successivo con tutti, ma anche nella consapevolezza di un atto importante, di quelli che non si compiono sempre nel corso di una legislatura.



PRESIDENTE

Ringrazio tutti gli intervenuti. Il dibattito sul piano socio-sanitario si chiude qui. Pongo pertanto in votazione l'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 52 hanno risposto SI 32 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Problemi energetici

Costituzione del Comitato misto per l'insediamento nucleare in Piemonte


PRESIDENTE

In adempimento a quanto disposto dall'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale il 18/3/1981, in merito alla costituzione di un Comitato misto per l'insediamento nucleare in Piemonte, comunico che si è provveduto alle seguenti designazioni: Da parte della Giunta regionale Ezio Enrietti Presidente della Giunta regionale Dino Sanlorenzo Vicepresidente della Giunta regionale, delegato ai problemi del lavoro occupazione industria Gabriele Salerno Assessore per l'ambiente e l'energia Luigi Rivalta Assessore alla pianificazione territoriale Giuseppe Cerutti Assessore ai trasporti e alla viabilità Da parte della VII Commissione Sergio Marchini Luigi Petrini Mario Carletto Primo Ferro Mario Bruciamacchie Aldo Viglione (ai sensi del sesto comma, art. 22, Regolamento interno del Consiglio regionale) Andrea Mignone (ai sensi dell'ottavo comma, art. 22, Regolamento interno del Consiglio regionale) Bianca Vetrino (ai sensi dell'ottavo comma, art. 22, Regolamento interno del Consiglio regionale) Corrado Montefalchesi (ai sensi dell'ottavo comma, art. 22, Regolamento interno del Consiglio regionale) Gaetano Majorino (ai sensi dell'ottavo comma, art. 22, Regolamento interno del consiglio regionale) Da parte dell'Enel ing. Roberto Rosnati Direttore del competente Compartimento di Torino dr. Umberto Belelli Vice Direttore Centrale della Presidenza ing.
Franco Velona' Vice Direttore Centrale per la parte nucleare della Direzione delle Costruzioni Da parte del Cnen ing. Giovanni Naschi ing. Claudio Sennis dr. Antonello Antonelli


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame progetto di legge n. 177: "Istituzione del Comitato regionale di solidarietà e partecipazione della Regione a Comitati di soccorso"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 177: "Istituzione del Comitato regionale di solidarietà e partecipazione della Regione a Comitati di soccorso".
Procediamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 (Interventi di soccorso) "Il Consiglio regionale può deliberare nell'ambito delle competenze regionali interventi di soccorso a favore di popolazioni colpite da calamità naturali o catastrofi.
Il Consiglio regionale può estendere gli interventi di soccorso ad altre situazioni che importino grave danno o pericolo di grave danno alla incolumità delle persone e ai beni.
Le deliberazioni di cui ai commi precedenti sono assunte a maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri assegnati alla Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 (Limiti delle competenze regionali) "Gli interventi regionali di cui all'articolo precedente devono essere assunti nel rispetto delle competenze dei Comuni ai sensi dell'art. 25 del D.P.R. 24/7/1977, n. 616.
In ogni caso gli interventi regionali si svolgono nel rispetto delle funzioni di organizzazione, di direzione e di coordinamento del Ministro per l'Interno e delle funzioni del Comitato regionale per la protezione civile, previsti dalla legge 8/12/1970, n. 996".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 (Comitato regionale di solidarietà) "Gli interventi di soccorso di cui all'art. 1 sono adottati su proposta del Comitato regionale di solidarietà.
Il Comitato regionale di solidarietà dura in carica l'intera legislatura ed è composto dal Presidente del Consiglio regionale che lo presiede, da un rappresentante per ciascun Gruppo consiliare e da un rappresentante della Giunta regionale.
Il Comitato ha sede presso la Presidenza del Consiglio regionale e si avvale delle strutture regionali e di quelle eventualmente messe a disposizione dagli Enti locali o da altri soggetti.
Per quanto non disposto dalla presente legge, al Comitato si applicano le norme previste dal Regolamento del Consiglio regionale per le Commissioni consiliari permanenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 (Altre funzioni del Comitato regionale di solidarietà) "Oltre alle funzioni di cui all'articolo precedente, il Comitato regionale di solidarietà: a) promuove pubbliche sottoscrizioni di denaro da fare affluire al capitolo di bilancio di cui al successivo art. 6, nonché [a raccolta di beni e servizi da destinare, attraverso la Regione, agli interventi di soccorso b) indica le destinazioni del denaro, dei beni e dei servizi che enti e privati mettono comunque a disposizione per soccorrere le popolazioni colpite c) avanza proposte circa la destinazione del residuo dopo l'utilizzo ai sensi dei commi precedenti.
Il Comitato presenta annualmente al Consiglio regionale in occasione della discussione del bilancio preventivo, una relazione sul proprio operato.
La Giunta regionale adotta i provvedimenti opportuni per l'attuazione delle proposte del Comitato regionale di solidarietà".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 (Partecipazione a Comitati di soccorso o di beneficienza) "Il Comitato regionale di solidarietà propone altresì alla Regione la partecipazione a Comitati di soccorso o beneficienza ai sensi degli artt.
39 e seguenti del Codice Civile, costituiti per i fini di cui all'art. 1 e che si impegnino a fornire alla Regione un rendiconto annuale della propria attività.
La partecipazione ed il relativo onere finanziario sono deliberati dal Consiglio regionale con la maggioranza di cui all'ultimo comma dell'art. 1 della presente legge".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 (Norma finanziaria) "Per l'attuazione della presente legge è istituito un apposito capitolo dello stato di previsione della spesa del bilancio regionale denominato 'Interventi regionali di soccorso'.
Nello stato di previsione dell'entrata è corrispondentemente istituito apposito capitolo con analoga denominazione al quale affluiscono anche le sottoscrizioni di cui all'art. 4".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 51 hanno risposto SI 51 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARCHIARO


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 175: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio sul bilancio per l'anno finanziario 1982"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame del progetto di legge n. 175: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio sul bilancio per l'anno finanziario 1982".
La parola al relatore, Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo, relatore

La presentazione del documento sull'esercizio provvisorio per l'anno 1982 si è resa necessaria da una serie di vicende che hanno scosso il nostro Paese e che legano inscindibilmente la politica finanziaria regionale a quella nazionale proprio per la particolarità e la peculiarità della finanza derivata, e spesso finalizzata, che ha scarse capacità proprie.
Conosciamo le vicende nazionali: l'inflazione ha superato il 20 %. Oggi i giornali ci dicono che stiamo tornando al 19 % il che vuol dire che la politica del pentapartito ha prodotto i suoi risultati di rallentamento. Il Governo si è però proposto di giungere ad una inflazione non superiore al 16 % anche perché nel contesto dell'Europa alcuni Paesi sono al di sotto del 10 %, altri poco al di sopra. La Francia mitterrandiana ha scelto la strada degli investimenti perché l'occupazione non cadesse provocando nello stesso tempo il rialzo del sistema inflattivo.
Questa politica è necessaria come punto di riferimento e di competitività sui mercati e ha trovato opinioni favorevoli e meno favorevoli. Tuttavia non sarebbe stato possibile operare diversamente perché se si fosse seguita una strada diversa, probabilmente il Paese avrebbe avuto uno sconquasso dal punto di vista economico e finanziario.
La politica regionale si colloca nella vicenda nazionale. I decreti Andreatta hanno generato tagli netti alla spesa regionale, anche se ciò non è costituzionale avendo la Regione un impianto derivato dalla Costituzione per cui una legge del Parlamento non può modificare radicalmente le attribuzioni finanziarie di destinazione alle Regioni. In questo contesto il Governo ha chiesto l'esercizio provvisorio per il 1982. In questo quadro di incertezza legislativa e di assetto governativo, la Regione non è in grado di verificare con esattezza le prospettive che emergeranno dal piano triennale La Malfa, dalle iniziative governative, dal piano energetico e da una serie di altri momenti presenti all'interno del Paese.
Che cosa si doveva fare? La mia opinione personale sarebbe stata quella di andare allo scoperto come i giocatori d'azzardo: stabilire delle cifre e dire che esse spettano alla Regione perché per esse tanto ci siamo battuti e abbiamo anche proposto ricorso alla Corte Costituzionale.
Ma, sarebbe stato utile questo nel momento in cui il Governo opera per risanare la situazione economica e finanziaria? Me lo sono chiesto e, dopo lunghissime discussioni con i compagni della maggioranza e con membri autorevoli dell'opposizione, ho ritenuto di dare il consiglio al governo regionale di andare verso l'esercizio provvisorio.
Quella di oggi è una discussione più di carattere tecnico operativo che di carattere programmatorio. Ci troviamo di fronte ad un fatto sì politico ma anche di scelta. E' stata giusta la scelta della Giunta di andare in questa direzione e di rimettere al Consiglio un bilancio collegato ad un piano che via via verrà formandosi e modellandosi a seguito delle risultanze della politica nazionale. Questo comportamento è giusto e chiaro.
Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo ci confronteremo per vedere come destinare le risorse che ci sono consentite dalla politica di restrizione monetaria. Il che vuol dire fare la politica, da sempre richiesta, di confronto e di coinvolgimento e di prendere fiato rispetto a posizioni e a schiarite che permetteranno al Governo, insieme con noi, di compiere gli atti per il 1982 e per gli anni che verranno.
Recenti indagini e studi ci consentono di intravedere una ripresa attorno agli anni '83/'84. Abbiamo quindi di fronte a noi un periodo ancora abbastanza lungo di crisi.
Come si collocherà la Regione Piemonte? Il Piemonte non deve perdere questa occasione, deve inserirsi nei meccanismi di ripresa. Quali saranno questi meccanismi avremo il tempo di deciderlo.
Per ora rassegniamo questo disegno di legge che permette di provvedere alle necessità più urgenti e ci impegniamo ad un confronto generale per quelle scelte che potranno far riemergere la politica economica e finanziaria del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bastianini. Ne ha facoltà.



BASTIANINI Attilio

La discussione e il voto sull'esercizio provvisorio è nella tradizione una discussione e un voto di routine. Ma, questa volta, almeno per quanto ci riguarda, non è così.
L'esercizio provvisorio in genere si motiva con ritardi ed inadempienze di chi governa; nel caso in esame si giustifica invece con l'opportunità di meglio decidere del bilancio della nostra Regione, una volta note le linee di politica economica del Governo centrale. Questa opportunità è condivisa nell'attuale difficile momento che il Paese attraversa dal Gruppo del Partito Liberale.
Non è quindi contro l'esercizio provvisorio, non è quindi contro i contenuti stessi dell'esercizio provvisorio presentati dall'Assessore Testa, con la consueta franchezza e capacità, che si mira l'opposizione liberale.
L'opposizione liberale è contro la Regione che, dalle cifre dell'esercizio provvisorio, impietosamente emerge. Ma anche questo giudizio di per sé non basta a caratterizzare in positivo la posizione della mia forza politica. Cercherò quindi, forzando la logica tradizionale, di rovesciare i termini del problema premettendo le conclusioni del mio intervento e cercando poi nella lettura di sintesi delle cifre, di trovare le ragioni della posizione liberale.
Questa Regione non va. I motivi della preoccupazione mi sembra debbano essere non solo dell'opposizione ma anche della maggioranza. Abbiamo davanti una serie di fatti dovuti alla congiuntura economica del Paese alla politica dei Governi centrali, alle decisioni passate della Regione alle sue scelte attuali che concorrono tutte insieme a depotenziare il ruolo della Regione. Su questo dobbiamo riflettere.
Mancano, risorse, i trasferimenti dello Stato si riducono ed è grave che si riducano specie nel settore dei fondi di sviluppo scesi ad oggi a meno del 10 % delle risorse trasferite, mentre questo doveva essere invece il punto di stimolo dallo Stato ad una diversa azione regionale. Le Regioni tardano a decidere e a programmare e lo Stato in importanti settori trasferiti tende a recuperare poteri legislativi e funzioni amministrative.
Negli anni passati in questa Regione si è allargato l'apparato burocratico e sviluppato una politica per settori con impegni di bilancio che oggi irrigidiscono le possibilità regionali quasi esclusivamente della spesa corrente.
Si tarda ora a definire, malgrado le condizioni del Piemonte siano gravi, la programmazione per lo sviluppo. Ricordo a questo proposito al Vicepresidente Sanlorenzo che aspettiamo per la fine dell'anno il secondo piano di sviluppo.
Se, per caso, ce lo darà per il 15 di gennaio va bene lo stesso.



SIMONELLI Claudio, Assessore al bilancio pluriennale

Ci sarà per il 15 di febbraio. Sia messo a verbale.



BASTIANINI Attilio

A verbale anche questo.
Il ritardo nella definizione del piano di sviluppo induce ad essere ancora larghi nelle politiche di settore pregiudicando le disponibilità per interventi strategici.
Quattro elementi negativi, quindi, che in modo convergente maturano contemporaneamente i propri effetti.
Questo bilancio va letto anche tenendo presente che cosa la Giunta sta facendo. In un'analisi pacata noi siamo convinti che la Giunta sia cosciente di questo fatto, ne è cosciente nel tentativo in corso di trovare nuovi ruoli, nuovi passaggi per l'azione regionale, ne è cosciente in alcune scelte e indicazioni del documento di bilancio predisposto dall'Assessore.
La Regione tende, a fronte delle minori risorse disponibili ad accrescere le sue funzioni in quattro direzioni: la predisposizione preventiva di progetti di intervento in settori infrastrutturali dell'azione sociale per accelerare la spesa statale lo stimolo, il coordinamento nell'azione degli Enti locali e delle risorse private per mobilitare la totalità delle risorse disponibili l'accordo con convenzioni a soggetti pubblici e privati per accrescere nella Regione una capacità di risposta alle sfide e ai problemi della società nuova l'assunzione di un ruolo attivo nel confronto tra le parti sociali nei punti di crisi.
Sono quattro linee di azione su cui, con riserve per la quarta, noi concordiamo, ma dobbiamo insieme convincerci che su questa strada la Regione è perdente.
La Regione dei liberali è diversa. Il governo della Regione è cosa diversa dalla sua amministrazione. Il governo della Regione è concentrare sforzi e risorse nei grandi progetti strategici di cambiamento, ma questo non è fattibile se la Regione non ha risorse manovrabili.
Il coordinamento nell'azione degli Enti locali e dell'azione privata per progetti che modifichino i comportamenti tradizionali sono possibili solo se si dispone di risorse manovrabili. Senza queste risorse gli Enti locali rifiutano il ruolo della Regione, i privati non hanno stimoli a modificare le ragioni dei loro investimenti.
Serve una capacità autonoma di spesa della Regione nei progetti strategici, anche per consentire un diverso impiego dei fondi statali a destinazione vincolata (ad esempio, nell'edilizia e nell'agricoltura); in caso contrario i fondi a destinazione vincolata non fanno politica per lo sviluppo, ma mantengono per la Regione i caratteri dell'amministrazione ordinaria e non del governo del cambiamento.
Serve una capacità autonoma di spesa della Regione nei progetti strategici, anche perché solo su questi, a condizioni che si operi con realismo, è possibile attivare il ricorso al mercato del credito. Su questi temi si dovrà riflettere per ridare, ad esempio, alla Finpiemonte una capacità finanziaria finora venuta meno e per recuperare il complesso degli enti strumentali, che sempre più tendono ad essere corpi separati e non strumenti di una complessa azione regionale.
Questo bilancio provvisorio denuncia che non vi sono risorse.
I 2.650 miliardi complessivi di cui poco meno di 2.000 bloccati dal fondo sanitario, 200 miliardi di assegnazioni statali a destinazione vincolata (mancano ancora i fondi per l'edilizia), lasciano 520 miliardi di risorse libere, di cui 180 miliardi imputabili all'accensione di mutui.
Disaggreghiamo questa cifra: 200 miliardi di annualità, slittamenti e fondi perenti; 23 di ammortamenti, 67 di disavanzo, 93 di funzionamento: lasciano 140 miliardi circa, di cui 111 assorbiti dalle spese gestionali di settore e solo 27,8 per nuovi investimenti (3,8 impegnati per le aree attrezzate e 24 a disposizione).
Sono cifre costruite sulle scelte cautelative radicali del bilancio provvisorio che troveranno delusioni nel bilancio preventivo e ancor più nell'assestamento.
L'Assessore Testa è certo severo. Ci presenta il bilancio provvisorio che blocca le spese di funzionamento, che dimezza le disponibilità sulle diverse leggi, salvo quelle che sicuramente e unanimemente hanno in questo Consiglio una riconosciuta finalità di sostegno al piano di sviluppo.
Ma, quando nel formare il bilancio preventivo, la giacca di Testa sempre così elegante, sarà sformata per le tirate dei diversi Assessori poco resterà di quella somma di 24 miliardi di cui alle contabilità speciali e poco resterà quindi per il piano di sviluppo.
Piace, nel documento presentato, la franca denuncia del disavanzo che non ricorrendo ad artifici di cassa, chiarisce ed azzera una situazione piacciono alcune scelte, quasi provocatorie, che impegnano a rimeditare sull'area dello spreco e sul rischio di un ulteriore dilatarsi delle spese di funzionamento; piace il segnale, con la previsione del 50 % per gli stanziamenti delle leggi, che occorre rivedere alla luce delle risorse disponibili molte leggi regionali.
Convince meno la solita manovra sui mutui inseriti in entrata per la loro totalità ed imputati in uscita in modo non corrispondente al complesso delle rate di ammortamento.
Ma l'azione di pulitura del bilancio deve essere accompagnata da una parallela azione di revisione nell'impegno della Giunta, che riprenda gli orientamenti e gli stimoli di cui alla prima parte del mio intervento.
Questa azione di revisione, quasi di reinvenzione di una Regione diversa, che non rinunci agli obiettivi alti che ne giustificano l'istituzione, ma che modifichi i suoi comportamenti, nei grandi e nei piccoli fatti, a fronte delle modificate disponibilità economiche, questa azione di disboscamento e di recupero - dicevo - deve essere impegno comune alle forze politiche.
In questo senso, con chiarezza, ci dichiariamo disponibili ma non mi sembra che vi sia adeguata attenzione in questa direzione da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brizio.



BRIZIO Gian Paolo

Anche il nostro Gruppo giudica l'esercizio provvisorio per l'anno 1982 un atto tecnicamente necessario in mancanza di una legge finanziaria che seppure in avanzata gestazione, non ha ancora visto la luce, con tutte le conseguenti incertezze sulle risorse destinabili alla Regione: è un atto necessario anche a causa delle incertezze della Giunta per la mancata presentazione del piano di sviluppo che attendiamo dall'inizio della legislatura.
Quindi non ci esprimiamo contro l'esercizio provvisorio. Il nostro giudizio è invece sul merito del documento e su quanto questo documento sottende. Da esso emerge la gravità della situazione finanziaria della Regione, la scarsità delle risorse, la mancanza di mezzi.
D'accordo, ci sono difficoltà oggettive connesse alla situazione economica del Paese, all'inflazione, alla scarsità di reddito nazionale, al continuo aumento della spesa pubblica che si cerca di contenere entro i 50 mila miliardi, alla difficoltà per l'Ente Regione di avere risorse proprie in un sistema di finanza derivata che limita il trasferimento dei fondi regionali. Ma li limita oggi, si badi bene. Come già abbiamo ricordato fino al 1982, le Regioni si sono avvalse di un aumento di risorse da parte dello Stato ben superiore alla percentuale consentita agli altri Enti locali. Quindi ci sono difficoltà finanziarie che emergono oggi pesantemente, ma ci sono conseguenze di una gestione precedente che ha bruciato molte possibilità, che ha posto la Regione di fronte ad impegni nel tempo difficili da modificare. Si è creata, come ha detto il Consigliere Bastianini, una struttura pesante, una serie di spese fisse che non possono, senza interventi eccezionali, essere rimosse. E' una situazione dalla quale non si può assolutamente prescindere nella presentazione di un bilancio, malgrado la disponibilità a ripartire da zero, cui faceva riferimento l'Assessore Testa.
In realtà ci troviamo di fronte ad un bilancio fortemente condizionato dalla gestione precedente. E' un condizionamento pesantissimo, molto più grave della scarsità di risorse.
Il disavanzo è di 67 miliardi. Certo, questa denuncia è un atto di chiarezza. D'altra parte non ci sono alternative: o riportare i mutui tra i residui attivi in base alla nuova legge di contabilità (tra l'altro non ancora operante) o denunciare il disavanzo. Queste ipotesi le avevamo fatte presenti al momento dell'assestamento di bilancio 1981. Ci fu detto che non sarebbe stato così. Invece, due mesi dopo, tocchiamo con mano che il disavanzo esiste, è reale, è connesso alla mancata contrazione di mutui, è un disavanzo che significa che ci sono delle opere impegnate nell'esercizio 1982 con i mutui che andremo a contrarre.
Questa volta l'Assessore Testa, aderendo alle nostre indicazioni, ha predisposto un calcolo esatto e corretto che conferma le capacità di indebitamento in 180 miliardi, tenuto conto di quei miliardi che sono stati impegnati sul 1981 e che sono in via di definizione; ma di questi 180 miliardi, 67 coprono opere che vanno sul disavanzo, quindi solo 113 miliardi sono disponibili.
Se vogliamo guardare al futuro della Regione dobbiamo chiederci: che cosa sarà il 1983? (Oggi è presente anche l'Assessore al bilancio pluriennale e alla programmazione).
Se dovremo contrarre i mutui per coprire le spese del 1983 presumendo un aumento pari al tasso di inflazione delle entrate (non possiamo presumere che ci venga ritornato un aumento del 40 % come negli anni delle cicale) avremo nel 1983 un'ulteriore capacità di indebitamento che sarà di 20-25 miliardi! Dobbiamo non solo pensare al 1982, ma anche a quello che sarà il 1983.
Voglio riprendere alcune cifre che ha citato il Consigliere Bastianini ma con un'ottica diversa.
Abbiamo 2.650 miliardi di entrata, quasi 2.000 miliardi circa di fondo sanitario, quindi 700 miliardi disponibili di cui 200 miliardi di spese vincolate. Però, dei 520 miliardi a cui faceva cenno il Consigliere Bastianini, 290 sono bloccati per i residui degli anni precedenti (quasi il 60 % delle disponibilità libere). Quindi, gli slittamenti, il deficit e le annualità limitano le capacità di bilancio.
In una situazione come questa anche la riduzione delle spese di funzionamento, anche il tentativo di attuare una politica rigorosa ha margini scarsi di azione senza interventi sulle strutture. Si è ridotta l'area di attività che riguarda le spese generali. E' un tentativo che vuole indicare una linea, però avrà scarse possibilità di gestione.
Allora, la cifra che rimane disponibile per gli investimenti è modestissima e si corre un altro rischio: di trovare queste poche risorse facilmente e rapidamente impegnate e bruciate prima ancora che sia approvato il bilancio definitivo. Ci troveremo di fronte al bilancio definitivo senza le risorse necessarie, proprio nel momento in cui disporremo del piano di sviluppo e nel momento in cui si dovrà portare avanti una politica di investimenti conseguente.
Chiediamo una linea più rigorosa di gestione. Se vogliamo essere rigorosi non soltanto negli stanziamenti dobbiamo porre nella legge il vincolo di spesa o di impegno relativamente ai dodicesimi. L'Assessore ci ha detto che per quanto riguarda la parte corrente ha già fatto pesanti tagli per cui se non c'è una certa agilità non può operare e non pu muoversi. Non chiediamo uno stretto vincolo dei dodicesimi, ma chiediamo un vincolo limitato all'intero periodo, chiediamo che con questa legge non si impegnino spese che superino i tre dodicesimi.
A maggior ragione questa richiesta la formuliamo per gli investimenti proprio per la scarsità di risorse, corriamo il rischio di trovarci nel mese di marzo, quando approveremo il bilancio definitivo, senza disponibilità. Il bilancio richiederà un aggiustamento così pesante che non ci consentirà di operare.
Formuliamo questa richiesta che deve essere accolta come dimostrazione che si vuole avviare una politica di rigore in una fase così difficile della vita regionale.
Si sta parlando di un nuovo ruolo della Regione, di nuovi spazi. L'ho già detto durante il dibattito sull'assestamento e lo ripeto. Credo che la Regione debba ritornare al suo ruolo originario di ente di programmazione.
Non si può programmare senza risorse, tuttavia, facendo più programmazione e meno gestione, si utilizzano meglio le risorse e si può utilizzare in un modo migliore quel poco che c'è di disponibile nell'interesse della comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vetrino.



VETRINO Bianca

Il Partito Repubblicano si rende conto che a questa data e nella situazione di incertezza della finanza locale per il 1982 l'unica via tecnicamente praticabile per dare certezza alle nostre necessità di gestione finanziaria per il prossimo anno è quella dell'esercizio provvisorio. In verità, in sede di dibattito sull'assestamento abbiamo avanzato questa ipotesi, abbastanza scontata, peraltro condivisa dalle altre Regioni. In quell'occasione, pur apprezzando l'ottimismo dell'Assessore Testa, considerammo eccessivo questo ottimismo e lo invitavamo ad un maggiore realismo.
Sempre in occasione dell'assestamento sul bilancio 1981, dicevamo che ci saremmo rifiutati di prendere in considerazione ogni documento di impegno di bilancio per il 1982 se prima il Consiglio non avesse affrontato, almeno nelle sue linee fondamentali, il piano di sviluppo regionale. Non era una posizione di preconcetto ed era una necessità che avvertivamo e che avvertiamo e che la sensibilizzazione ad un modo diverso di affrontare i problemi, che tenesse conto delle difficoltà nelle quali si dibatte il nostro Paese e segnatamente la nostra Regione dovesse avere un segnale di adesione anche in questa Regione che, per l'importanza economica, politica e sociale che ricopre nel contesto generale del panorama Italia ha più di altre Regioni responsabilità anche su politiche nuove di gestione della spesa pubblica.
Se, quindi, la Giunta avesse avuto questa sensibilità l'esercizio provvisorio da atto tecnico, così come viene presentato, poteva divenire un atto profondamente politico e se alle dichiarazioni di principio si vogliono far seguire i fatti, questo esercizio non doveva finanziare nessun intervento ordinario, non doveva prevedere il rifinanziamento di nessuna legge regionale, anche perché il tempo che abbiamo previsto consentirebbe ampiamente il raggiungimento di due obiettivi che avevamo indicato: definire le linee del piano di sviluppo e collocare l'esercizio del 1982 nella logica del secondo piano di sviluppo.
L'Assessore Testa, di fronte a questa nostra posizione in sede di Commissione consiliare, ci ha detto che realisticamente vede la possibilità di perseguire questi due obiettivi in occasione dell'assestamento del 1982.
Abbiamo ripetutamente avvertito che aggiungendo rinvii a rinvii il piano di sviluppo del Piemonte arriverà alla comunità regionale quando questo quinquennio starà per spirare e sarà difficile, o forse molto facile valutare politicamente la sua gestione.
Non abbiamo ignorato il tentativo di rigore introdotto in questo documento. Crediamo che l'elemento di rigore fondamentale sia l'applicazione del disavanzo già in sede di esercizio provvisorio, quindi di bilancio, e non in sede di assestamento come di solito avveniva negli altri anni.
Questo riconoscimento di rigore ci consente di riprendere la critica di fondo che facevamo all'assestamento di bilancio che di fatto presentava un disavanzo reale, che peraltro nella prima pagina questo esercizio provvisorio ci presenta.
C'è un'anomalia in questo documento, pur provvisorio, che vorrei rilevare. L'esercizio provvisorio contempla l'iscrizione nella parte delle entrate e quindi nelle uscite dei fondi riguardanti l'attività sanitaria.
Noi riteniamo questa iscrizione assolutamente inutile in quanto nella realtà il Ministro del Tesoro mette a disposizione delle tesorerie provinciali le somme destinate alle Unità Sanitarie sulla base del riparto generale rispondente ai criteri che la Regione ha adottato. Iscrivere queste somme significa che la Regione dovrà incassare in modo fittizio le somme a disposizione, ma per fare questo le Unità Sanitarie, che sono le intestatarie dei mandati di pagamento da parte del Ministero del Tesoro devono far dei mandati di pagamento a favore della Regione; quindi la Regione dovrà fare i mandati per accreditare le spese alle Unità Sanitarie.
Se pensiamo che questo avviene mensilmente, non occorrono commenti alla confusione generalizzata determinata da procedure amministrative volutamente macchinose e pedantemente burocratiche.
Ci rendiamo conto della posizione politica che sta dietro a questa decisione.
Noi crediamo però che il modo migliore per un'amministrazione regionale per dimostrare la sua volontà di governare la spesa sanitaria sia quello di dare indirizzi precisi in grado di esercitare il coordinamento e il controllo su di essa. Non per niente abbiamo da poco approvato il piano socio-sanitario.
Riconosciamo una carenza del Governo a questo riguardo perché l'aver lasciato libere le singole Regioni di definire i confini delle rispettive zone di competenza attraverso la politica dei colpi di mano e dei fatti compiuti ha determinato uno stato di caos a tutti noto. Era il Ministro della Sanità che, di concerto con il Ministro del Tesoro, avrebbe dovuto definire preventivamente i rapporti tra Stato e Regioni e quindi i rapporti tra Regioni, Comuni e U.S.L., perché occorre evitare che al vecchio accentramento statale si sostituisca una nuova forma di accentramento regionale.
Con queste considerazioni, nell'ottica di quella trasparenza di bilancio sovente invocata, ci sembra che le somme riguardanti la sanità non avrebbero dovuto essere iscritte.
Al di là della sanità e dei suoi stanziamenti, resta il fatto che la Giunta, attraverso il documento che abbiamo di fronte, rinunciando peraltro alla gestione per dodicesimi, ha nuovamente precluso per il 1982 le possibilità di manovra di revisione degli interventi regionali. Ricordo brevemente alcune considerazioni fatte in quest'aula relativamente alla politica finanziaria. Per esempio, è assodato che negli anni scorsi la Regione privilegiò i contributi negli interessi in tutti i settori dell'agricoltura, dell'artigianato, delle opere pubbliche nel presupposto di mobilitare un maggior volume di investimenti, ma l'assenza di equilibrio fra questo tipo di intervento ed i finanziamenti in conto capitale ha contribuito ad irrigidire il bilancio regionale e pertanto a ridurre le future possibilità di manovra degli investimenti.
Avevamo chiesto anche un ripensamento sulle politiche di bilancio relative all'utilizzo delle assegnazioni statali con specifica destinazione. Non dobbiamo nascondere che negli anni passati si sono utilizzati finanziamenti statali per dare copertura agli interventi ordinari della Regione. Noi siamo favorevoli ad una finanza trasferita più libera nella destinazione, ma, fino a che le risorse arrivano alla Regione in questo modo, occorre che la stessa si attenga e non stravolga le cifre alla faccia della trasparenza di bilancio.
Non entriamo nei capitoli specifici dell'esercizio provvisorio. Ci sarà spazio in occasione del dibattito vero sul bilancio nella consapevolezza che le prospettive non sono rosee. Le previsioni per il 1982 dovranno tenere conto infatti dei debiti e dei vincoli del passato, le scelte, o meglio le non scelte, degli anni appena trascorsi che condizioneranno pesantemente il presente e influenzeranno fortemente il futuro.
Abbiamo stimato, crediamo con una certa approssimazione, che le disponibilità finanziarie per l'attuazione del secondo piano di sviluppo ammonteranno a poco più di 10 miliardi nel 1982, a circa 45 miliardi nel 1983, a 50-55 miliardi nel 1984, poiché le spese fisse sono inderogabili e le spese di funzionamento, i debiti pregressi, i vincoli sono stimati intorno ai 550 miliardi nel 1982 e rispettivamente a 430 e 460 miliardi negli anni successivi.
Ecco perché la consapevolezza del momento di crisi e dei mezzi ridottissimi per affrontarla non poteva non essere colta dalla Giunta che doveva sentirsi obbligata alla presentazione di un vero esercizio provvisorio non potendosi più rinviare la definizione delle priorità di intervento e la scelta dei progetti da realizzare compatibilmente con le risorse disponibili.
Noi conosciamo ed apprezziamo la volontà impiegata dall'Assessore al bilancio nella predisposizione di questo documento di contenere le spinte che anche in questa occasione gli sono venute e chiediamo allo stesso di essere sempre più fermo e alla Giunta di essere più contenuta nelle sue richieste settoriali.
Questo è un consiglio che il Partito Repubblicano si permette di rivolgere da sempre, ma da sempre ha ottenuto poco successo. Per questi motivi e con le considerazioni che ho portato la nostra posizione rispetto al disegno di legge è negativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Biazzi.



BIAZZI Guido

Il nostro Gruppo è favorevole all'esercizio provvisorio. Del resto gli altri Gruppi hanno ampiamente sottolineato come si tratti di una legge essenzialmente tecnico-amministrativa, che in genere ha trovato una discussione di routine. E' una legge che deriva soprattutto dalle incertezze che permangono sulle decisioni degli organi centrali dello Stato, Parlamento e Governo in materia di finanza regionale e locale.
La situazione generale ha spinto la discussione oltre la routine normale nonostante l'ora e i temi già affrontati. Penso che, con maggior respiro, si potrà discutere dei problemi che sono stati enunciati nella prossima discussione sul bilancio di previsione per il 1982, che non potrà prescindere da tematiche più generali e dal confronto sulle prospettive della Regione.
In questo anno e mezzo di terza legislatura in Consiglio regionale si sono tenuti numerosi e serrati dibattiti sulle prospettive della Regione e sulle evoluzioni in materia finanziaria che sono intervenute dalla metà dell'anno 1980 alla fine del 1981. Si è discusso e si sono fatte anche proposte. L'elaborazione ed il confronto potranno trovare una sintesi più precisa nella discussione sul bilancio di previsione del 1982 e nella redazione del piano di sviluppo.
E' un fatto che la Regione deve ora agire in presenza di scarsità di risorse. Questo impone un comportamento nuovo che deve stimolare iniziative che vadano oltre il bilancio regionale, in senso contabile, per mobilitare altre risorse della comunità. Il Consiglio regionale sa che si è percorsa questa strada per coordinare e mobilitare risorse all'esterno del bilancio regionale.
Ai primi di gennaio ci sarà un incontro con il Governo che dovrebbe avere carattere operativo ai fini di questa mobilitazione di risorse. Si pensi ai temi generali della viabilità, ai trasporti, alle ferrovie all'energia. Si tratta di decine di miliardi che la Regione, con le proprie risorse libere, non sarebbe mai stata in grado di mobilitare.
Per quanto riguarda la parte strettamente legata alla gestione del bilancio della Regione non si è stati fermi: nel 1980, 1981 e 1982 rispetto alle previsioni delle leggi ancora in vigore, saranno recuperati tagli per circa 90 miliardi nel 1981 e una riduzione delle prospettive di entrata per il 1982, ridotte al 16 %, coprendo a malapena l'inflazione. La Giunta ha limitato e contenuto al massimo soprattutto le spese correnti. Si tratta di continuare in questa direzione, perché le poche risorse a disposizione siano mobilitate in direzione di interventi di settore in grado di mobilitare altre risorse e di incidere in modo positivo nel tessuto economico del Piemonte. Si tratta, in altre parole, di non avere un atteggiamento rinunciatario e passivo, ma di far svolgere alla Regione un ruolo di propulsione e di coordinamento delle risorse di tutta la comunità.
Questo è un compito che spetta alla Regione, non facile certo ma che può dare un contributo importante a far superare al Piemonte la grave crisi che lo ha colpito.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale Sanlorenzo per la replica.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente della Giunta regionale

Sono del tutto d'accordo con la caratterizzazione che il Consigliere Bastianini ha fatto del tentativo che è in atto da parte della Giunta regionale, ma è un tentativo che investe tutte le forze del Consiglio, di definire, scoprire, ricercare assieme un ruolo nuovo della Regione e penso anche delle Regioni. Non è una grande idea, è un'idea che ci viene dettata dall'esigenza, dalle necessità, dai tagli della spesa pubblica, dalla crisi economica. Quanto il Consigliere Bastianini ha caratterizzato nei quattro punti è esattamente quello che cerchiamo di fare.
Quello che mi distingue dalla sua conclusione è l'apprezzamento meno fiducioso che ha voluto fare del fatto che "ce la faremo". Certo, non si sa se ce la faremo.
Qualche cosa però si sta muovendo nella direzione di sperare e di verificare che forse ce la faremo. Mi riferisco a due questioni di cui non abbiamo avuto il tempo di parlare, ma che sono successe ieri e oggi, che possono portare qualche elemento di fiducia e di concretezza. Come sapete il Governo ha deciso lo stanziamento di 240 miliardi per il settore dell'elettronica. Non voglio ricordare che questo fatto porterà probabilmente ad una diversa soluzione da quella che tutti abbiamo paventato per quanto riguarda l'Indesit. Voglio invece parlare del problema generale. Un mese fa l'orientamento prevalente non era quello della decisione presa in questi giorni. Non era quella, e non tutti eravamo preoccupati che non fosse quella perché questo avrebbe voluto significare 1.900 licenziamenti. Questa era una preoccupazione occupazionale grave ma voleva anche dire che ci si orientava a sostegno di uno dei settori trainanti per un diverso sviluppo dell'industria italiana.
La decisione di stanziare 240 miliardi (120 miliardi per il 1982, 120 miliardi per il 1983), di far assumere alla GEPI un ruolo finanziario oltre a creare le condizioni per quel consorzio che qui abbiamo votato, mi pare che abbia premiato non solo un ruolo della nostra Regione, ma delle altre Regioni interessate a questa scelta, tale da fare imboccare una strada propositiva.
Duecentoquaranta miliardi sono dieci volte tanto i soldi disponibili che la Regione potrà investire.
Il secondo fatto che mi fa dire che forse ce la facciamo è quello che è successo oggi, cioè l'intesa, prima in Italia, fra tutte le parti sociali e tutte le parti dello Stato (Regioni, Stato, imprenditori, sindacati).
In una situazione di crisi, in cui sembra che nessuno si metta mai d'accordo su niente, in una Regione come il Piemonte, a quattro mesi dopo aver presentato questa proposta come uno dei progetti della Regione, si arriva all'intesa unanime sulla mobilità, argomento complicato quasi come la distensione internazionale. Naturalmente con questo non è risolto il problema della mobilità da posto a posto di lavoro. Basta ricordare le polemiche e i dibattiti che svolgemmo in quest'aula un anno fa, quando ci fu lo scontro sociale alla Fiat, per dire che qualche passo in avanti si è compiuto.
Se abbiamo avuto l'intuizione di affrontare questa strada impervia anche soltanto a luglio, ebbene, quattro mesi dopo un risultato lo abbiamo ottenuto. Tutti hanno fatto la loro parte.
Credo che nell'incontro che si avrà con il Governo altri punti di quella piattaforma e di quella tesi che stiamo perseguendo forse faranno dei passi in avanti, per esempio, nel settore degli investimenti pubblici.
E' una strada difficile e non sempre le colonne dei giornali riportano tutta la verità. Il risultato dell'incontro del Governo nell'Alto Novarese non è stato entusiasmante e noi non siamo soddisfatti, ma non è nemmeno vero che non si è mosso niente: la centrale della SISMA (sono decine di miliardi), la centrale di Pieve di Lago, le centraline elettriche, le case della SISMA, sono questioni non più allo stesso punto in cui erano tre mesi fa. Si è aperta una possibilità di condurre avanti questa politica che tradotta in soldi, significa tre - quattro - cinque volte il bilancio regionale.
C'è la possibilità di camminare su questa strada. Questo non vuol dire trasformare la Regione in un nuovo soggetto, dopo il Parlamento, i sindacati, le forze politiche. Facciamo tutto questo perché la crisi del Paese spinge ad avere un ruolo di programmazione delle proprie risorse ed anche di quelle altrui.
E' una strada che può essere ricca di risultati. Naturalmente bisogna essere in tanti per portarli avanti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio annuale

Abbiamo dato all'esercizio provvisorio un taglio preciso che ha lo scopo di salvaguardare le risorse regionali per la ripartizione successiva da farsi in sede di bilancio definitivo e in sede di piano di sviluppo.
Sono state compresse tutte le spese correnti. Il dato di Bastianini non è esatto perché non sono 93 miliardi, ma sono 105. L'obiettivo è di conseguire sull'area di attività una spesa totale di 110 miliardi pari a quella conseguita nel 1981.
La signora Vetrino, fra un anno mi rimprovererà di essere stato troppo ottimista. Dico subito che è un tentativo.
L'esercizio provvisorio è stato fatto con una scelta precisa dell'esercizio provvisorio, tenendo conto di non applicare i dodicesimi.
Intanto, leggi finanziate per investimenti ce ne sono pochissime. C'è quella delle aree industriali attrezzate. Se noi applichiamo i dodicesimi sulle aree industriali attrezzate non faremmo mai un appalto perché il dodicesimo non è sufficiente a far partire nessuna opera.
D'altronde l'obiettivo della tutela delle risorse rimanenti, di cui parlava Brizio, è già conseguito dall'esercizio provvisorio che ha dei fondi di riserva a differenza degli altri esercizi presentati. Se dovevamo applicare i dodicesimi facevamo l'esercizio provvisorio con dentro tutte le risorse. A noi sembrava più serio fare un esercizio provvisorio che non utilizzasse tutte le risorse disponibili, che ne accantonasse una parte e per la parte non accantonata ne potesse disporre.
Le leggi regionali non sono finanziate, a parte quelle che servono in questi tre mesi a mantenere avviate le macchine.
Al documento che è stato consegnato viene fatta un'aggiunta che ha il recepimento di quei contributi dello Stato che nel frattempo ci sono stati segnalati (10 miliardi per l'assegnazione di fondi per la realizzazione di interventi urgenti nei bacini a carattere regionale nonché di opere per le vie di navigazione - legge 298 del luglio 1980). Il totale della nota aggiuntiva è di 14 miliardi.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma penso sia opportuno rinviarle in sede di discussione di bilancio.



PRESIDENTE

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto. La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Desidero ancora fare un'osservazione, non più come relatore ma come Capogruppo.
Le difficoltà di questo bilancio stanno nella decurtazione delle somme ma anche nella filosofia che si va conducendo nel Paese nel campo del credito. Negli anni che vanno dal 1970 al 1980 veniva utilizzato il volano del credito. Oggi, ci mancano due momenti importanti: quello che permetteva di disporre di somme anche non rilevanti (40-50 miliardi) che generavano 500 miliardi di opere e quello della Cassa DD.PP. che mobilitava il credito.
Mandando queste due braccia i riflessi si sentiranno ancora negli anni 1983 e 1984 perché si ridurranno le entrate della Regione e i bilanci avranno una loro obiettiva difficoltà.
Dovremo chiudere i battenti della Regione? Non siamo tra quelli che vogliono chiuderne i battenti. Occorrerà cercare nella fantasia e nella capacità di elaborazione quegli elementi che permetteranno di mobilitare ed aggregare la società in modo che i risultati possano venire quand'anche non vi siano le risorse finanziarie.
Noi voteremo favorevolmente questo disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Il Gruppo della D.C. non ha mai contestato il ricorso all'esercizio provvisorio. Quando il Consigliere Viglione e l'Assessore che prima avevano teorizzato la presentazione di un bilancio vero e proprio hanno poi detto che ritenevano opportuno ricorrere all'esercizio provvisorio, noi abbiamo detto che su quella valutazione eravamo concordi. Siamo in quest'aula a consentire, come direbbe la formulazione burocratica delle Commissioni di Governo, "l'ulteriore corso", cioè a consentire che la Regione funzioni.
E' un ruolo difficile il nostro in questo momento. La nostra è una forza politica che ha lo stesso numero di Consiglieri che ha il principale partito che forma la Giunta di questa Regione e noi lo vediamo in ogni occasione. Ho visto poco fa, quando il collega Brizio ha reiterato l'istanza di delimitazione dell'esercizio provvisorio, la baldanza giovanile dell'Assessore Ferrero che sussultava nel pensiero di non poter disporre di tutte...



FERRERO Giovanni, Assessore all'istruzione

Paganelli Ettore, se vuoi precisiamo. Provo fastidio nel sentire qualunque argomento alle nove e mezzo di sera.



PAGANELLI Ettore

Allora replico a questa battuta. Ferrero, mi interrompe in un intervento che era in tutt'altra direzione. Volevo ricordare a Revelli, a Sanlorenzo e a quelli che erano nella prima legislatura che quando si portava l'esercizio provvisorio, non solo si chiedeva la limitazione mensile, ma si imponeva più volte - e noi lo avevamo accettato - che in quei mesi si spendesse solo sulla spesa corrente e non sulla spesa di investimento.



REVELLI Francesco

Sai bene chi era Calleri!



PAGANELLI Ettore

Non provocate. Se volete questo, noi ci assentiamo e se sarete in trentuno vi approvate l'esercizio provvisorio.
Non accettiamo le interruzioni provocatorie. Calleri non deve essere offeso e non deve essere insultato da nessuno.
Il nostro ruolo è difficile e lo abbiamo visto in questo caso.
L'interruzione di Ferrero lo conferma.
Nel dibattito di poco fa siamo stati tra la brace, tra le spine.
Abbiamo dovuto lottare per far emergere la posizione della D.C. che certamente non aveva boicottato, ma che era stata presente, che aveva consentito alle Commissioni di funzionare, che aveva assunto una posizione di proposta. Dall'altro lato, sia pure amabilmente, ci siamo sentiti dire dalla rappresentante repubblicana di non essere stati sufficientemente con lei nel chiedere il rinvio di un dibattito perché la sua forza politica non era riuscita ad avere tempo sufficiente di meditazione.
Per entrare nel merito dell'esercizio provvisorio, riteniamo che in questa Regione ci siano tanti, troppi ritardi. Questo esercizio provvisorio è sì necessitato da eventi nazionali, ma - non nascondiamocelo - è necessitato anche da eventi regionali.
Come si sarebbe raccordato un bilancio con un piano che non è ancora presentato a un anno e mezzo dall'entrata in funzione della Giunta? E' il terzo bilancio che è fatto senza un raccordo con il piano.
All'interno della Giunta ci sono incertezze e si sono manifestate più volte in quest'aula. Bontempi è stato abile invece a cogliere nella maggioranza un momento unificante che è quello del voto e della predisposizione del piano socio-sanitario.
Questo non basta. Altre prove la maggioranza dovrà dare e noi avremo il dovere di chiedere queste prove. Con l'avvio del 1982 il Gruppo D.C. si sentirà impegnato in questa linea.
Le critiche all'esercizio provvisorio le ha espresse il collega Brizio.
Non mi ripeto. La maggioranza si approvi l'esercizio provvisorio. Noi siamo qui ad esprimerci con un voto contrario ma, con la nostra presenza consentiamo l'opportunità di un adempimento che consente alla Regione di continuare a camminare in un momento difficile.
Il bilancio preventivo del 1982 sarà un appuntamento chiave cui bisogna guardare da domani, sarà un momento di grande responsabilità della maggioranza e dell'opposizione, ma forse è meglio dire delle forze politiche. Noi, per quanto ci riguarda, le nostre responsabilità ce le assumeremo. Ottimisti, pessimisti (per incanalarci nel discorso di Sanlorenzo) non saprei. Certo, guardiamo ai mesi futuri con speranza (la speranza per noi è anche una virtù cristiana e noi la ricordiamo avvicinandoci ad una grande festività come quella del Natale) che operino in tanti, come ha detto Sanlorenzo, e noi concordiamo, la speranza che ci sia concordia, e concordiamo anche con questo; ma noi speriamo anche che emerga sempre la verità su tutte le posizioni che sono state espresse nei vari momenti e, aggiungo, anche che speriamo che la verità emerga per tutte le forze politiche, signori della Giunta! Dobbiamo lamentare che ancora ieri su un quotidiano, a spese della Regione, a spese della comunità regionale, sia apparsa solo la posizione di alcune forze politiche. E' un quotidiano di Milano e sono convinto che quell'inserto costerà alcuni milioni alla Regione. Controllerò le deliberazioni.
Volete la concordia, volete l'apporto delle forze politiche? Noi per la nostra parte lo diamo, ma questa concordia e questo apporto devono poi risultare all'esterno in misura uguale per tutte le forze politiche.
Queste sono le osservazioni che facciamo alla fine di quest'anno. Dico sinceramente che le avrei fatte molto più volentieri se alcune interruzioni non mi avessero riempito l'animo di grande amarezza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bontempi.



BONTEMPI Rinaldo

In sede di dichiarazione di voto devo confermare una linea che è stata ampiamente esposta dal Consigliere Viglione.
A scanso di equivoci dico subito che sul punto delle scelte, quindi del bilancio vero e proprio, crediamo di dover rivolgere un'attenzione particolare.
Riteniamo di raccogliere quello che Bastianini, questa volta in maniera sintetica ed organica, ha riproposto come un rilancio del nuovo modo di essere della Regione.
Quanto ha detto Sanlorenzo va ripreso per il fatto che segni, elementi vanno in una direzione di un'azione di governo di cui si è fatta carico spesso con problemi anche più grandi dei suoi. Si tratta di ancorare questi elementi nel bilancio con quelle proposte che in sede di dibattito sul personale abbiamo espresso. Sono cose non piccole per quanto riguarda l'organizzazione di una nuova Regione.
Quello del bilancio è un momento di grande importanza. Credo che questa fase dell'esercizio provvisorio sia una fase in cui si utilizza bene il tempo.
Gli sforzi che qui hanno solo eco politica, in qualche misura tendono un po' troppo a conclusioni politiche: la Regione dei liberali, dice Bastianini. Continuo ad essere convinto che una Regione dei liberali, che presupporrebbe un'altra maggioranza, non sarebbe in grado di "farcela" nel fare le cose che Bastianini dice. Certo, è possibile, perché siamo in democrazia.
Dico soltanto questo: in un momento in cui la programmazione ristagna dappertutto o viene disfatta, noi qui abbiamo approvato un atto di programmazione significativo sulla base di una proposta di questa maggioranza.
E' quindi un atto di governo concreto.
Non ci guardiamo indietro per compiacerci, ma per raccogliere tutte le fila, che sono suggestive, e le implicazioni che occorre trarre dalle sfide che vengono lanciate. E' davvero una rivoluzione abbastanza corposa e l'indirizzo che dava Viglione di una grande interazione con la comunità è un elemento di forza.
Per quanto riguarda gli aspetti politici della vicenda credo di aver detto già qualche cosa. Siamo accusati di essere in ritardo, forse perch più monolitici e più lenti. C'è però la dialettica tra le forze politiche che in questi tempi non solo consideriamo legittima, ma in qualche caso, se indirizzata a produrre, ad osservare certi contenuti, diventa un elemento di forza e di maggiore adesione ad una realtà molto complessa che non si basa su una sola ottica per interpretare.
Chiudiamo quest'anno con un appuntamento serio che è quello del bilancio definitivo. Lo chiudiamo anche nella consapevolezza di un lavoro molto difficile e tormentato che è stato fatto, ma di un lavoro che comincia a delineare dei risultati di rilievo. A quei risultati dobbiamo richiamare la nostra attenzione perché per semplificazioni di tipo politico strumentale si tagli fuori la realtà. Siamo nel mezzo di una crisi. Credo che questa comunità e questa maggioranza stiano assolvendo il grande senso di quello che bisogna fare con la speranza di traguardi importanti per centrare gli obiettivi di fondo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Montefalchesi.



MONTEFALCHESI Corrado

Il nostro voto è favorevole. Non so se debbo essere ottimista o pessimista. Le informazioni date dall'Assessore Sanlorenzo meriterebbero ulteriori considerazioni sul ruolo importante e positivo svolto dalla Regione su tutte le questioni. Sono considerazioni che preferisco rimandare al 1982 anche per non rischiare di concludere questa seduta per esaurimento fisico dei Consiglieri



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

E' stato detto - ed è circostanza pacifica - che l'esercizio provvisorio costituisce un fatto tecnico necessario: ma è anche un fatto politico ed è noto che si concreta in un mandato fiduciario alla Giunta.
Anche se la motivazione di questo esercizio provvisorio risiede nell'attuale incertezza del quadro finanziario che deriverà dalla legge statale di prossima emanazione, non ci sentiamo di concedere questo mandato fiduciario la cui esecuzione, anche per i non chiari limiti oggettivi, si tradurrà necessariamente nella proiezione e nella prosecuzione, per i prossimi mesi, di scelte politiche prima d'ora già fatte dalla Giunta scelte che non possiamo condividere per le ragioni che vennero a suo tempo esposte nel corso della discussione dell'ultimo bilancio preventivo.
Per questa essenziale ragione il nostro voto è contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto passiamo alla votazione dell'articolato.
Art. 1 "La Giunta regionale è autorizzata, ai sensi dell'art. 79 dello Statuto, ad esercitare provvisoriamente, fino a quando non sia approvato per legge e non oltre il 31 marzo 1982, il bilancio per l'anno finanziario 1982, secondo gli stati di previsione e le norme contenute nel relativo disegno di legge all'esame del Consiglio regionale, in conformità alla disciplina dettata dagli artt. 34 e 35 della legge regionale 14 marzo 1978 n. 12, senza alcuna limitazione all'entità degli stanziamenti utilizzabili".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 "E' autorizzato l'esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1982 presentato dall'Azienda regionale Tenuta 'La Mandria' con gli stessi vincoli indicati al precedente art. 1".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte ai sensi dell'art. 45, sesto comma, dello Statuto".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Passiamo alla votazione sull'intero testo della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 178: "Integrazione della legge regionale n. 52 del 23/12/1981"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'ordine del giorno l'esame del progetto di legge n. 178: "Integrazione della legge regionale n. 52 del 23/12/1981".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è accolta all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.
La parola all'Assessore Testa.



TESTA Gianluigi, Assessore al bilancio annuale

Nel passaggio del disegno di legge sulla legge Finanziaria dalla Commissione al Consiglio è stato omesso l'articolo sull'urgenza.



PAGANELLI Ettore

Questo è un fatto tecnico. Noi ci asteniamo.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell'articolato.
Articolo unico "La legge regionale n. 53 del 23/12/1981 avente per oggetto: 'Disposizioni finanziarie concernenti autorizzazioni di spesa per l'esercizio 1982, nonché devoluzione di quote di assegnazioni statali nell'area di intervento agricoltura e variazioni agli stanziamenti di alcuni capitoli del bilancio per l'anno 1981', è integrata con il seguente articolo: 'Articolo 16 - (Urgenza) La presente legge sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ed è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione'".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 17 Consiglieri L'articolo unico è approvato.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame deliberazione della Giunta regionale n. 86.5560: "Legge regionale 15/6/1979, n. 29. Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta. Determinazione ai sensi art. 16 limiti massimi misura indennità di carica, gettoni di presenza, spese di viaggio ed indennità trasferta"


PRESIDENTE

Procediamo ancora all'esame della deliberazione della Giunta regionale n. 86-5560: "Legge regionale 15/6/1979, n. 29. Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Determinazione ai sensi art. 16 limiti massimi misura indennità di carica, gettoni di presenza spese di viaggio ed indennità trasferta". Ve ne do lettura: "Il Consiglio regionale vista la legge regionale n. 29 del 15/6/1979 sull'organizzazione e funzionamento dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta visti gli artt. 16, 14, 10 della legge medesima vista la proposta di deliberazione al Consiglio regionale, della Giunta regionale n. 86-5560 del 7/4/1981, che determina i limiti massimi della misura dell'indennità di carica, dei gettoni di presenza, delle spese di viaggio e dell'indennità di trasferta per i membri degli organi rappresentativi rilevato che tale proposta di deliberazione ha lo scopo di formalizzare le intese intervenute fra le Giunte regionali del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta nei limiti fissati dai rispettivi Consigli regionali vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 155 C.R. 5260 che ha approvato con modifiche le intese intervenute tra le Giunte regionali del Piemonte, della Liguria e della Valle d'Aosta rilevata la disparità della normativa esistente nella stessa materia tra la Regione Piemonte e Liguria e Valle d'Aosta ritenuto di uniformare per tutte le tre Regioni la normativa in parola al fine di assicurare il buon funzionamento degli organi responsabili dell'Istituto Zooprofilattivo ritenuto pertanto di dover annullare la precedente deliberazione di questo Consiglio regionale n. 155 C.R. 5260 visto il parere favorevole espresso dalla I Commissione consiliare delibera i seguenti limiti massimi della misura dell'indennità di carica, del gettone di presenza, delle spese di viaggio, dell'indennità di trasferta per il Presidente dell'Istituto Zooprofilattivo sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d'Aosta, per il Presidente del Collegio dei Sindaci, per i Consiglieri e per i componenti esterni del Comitato Tecnico Scientifico: 1) al Presidente dell'Istituto viene riconosciuta un'indennità di carica entro la percentuale massima del 65 % di quella spettante ai Consiglieri regionali della Regione Piemonte.
2) Al Presidente del Collegio dei Sindaci viene riconosciuta un'indennità di carica pari al 20 % di quella spettante al Presidente dell'Istituto.
3) Al Presidente dell'Istituto, ai Consiglieri ed ai componenti esterni del Comitato Tecnico Scientifico spetta per ogni seduta del Consiglio di amministrazione, della Giunta esecutiva, e del Comitato Tecnico Scientifico, un gettone di presenza pari a quello spettante ai Presidenti di organi collegiali, previsto dalla legge regionale 2/7/1976, n. 33 all'art. 1.
4) Ai Sindaci, che ai sensi dell'art. 14 presenziano alle sedute del Consiglio di amministrazione e della Giunta esecutiva, viene riconosciuto il gettone di presenza di cui al precedente punto 3.
5) Al Presidente dell'Istituto, ai Consiglieri, al Presidente del Collegio sindacale, ai Sindaci, ai componenti esterni del Comitato Tecnico Scientifico di cui all'art. 15 della legge regionale n. 29/1979, nonché ai componenti del Comitato di cui all'art. 19 della stessa legge, spetta il rimborso delle spese di viaggio oppure l'indennità per il mezzo di trasporto, nonché l'indennità di trasferta previsti dall'art. 3 della legge regionale 2/7/1976, n. 33.
Qualora il Consiglio di amministrazione ritenga di attribuire particolari incarichi ai componenti la Giunta esecutiva può riconoscere ad essi un'indennità mensile comunque contenuta entro la misura massimo del 20 dell'indennità spettante al Presidente dell'Istituto.
La presente deliberazione annulla a tutti gli effetti la deliberazione del Consiglio regionale n. 155 C.R. 5260".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 47 Consiglieri presenti in aula.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BENZI


Argomento: Nomine

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo infine ad un altro punto all'ordine del giorno che reca: "Nomine".
La parola al Consigliere Bastianini.



BASTIANINI Attilio

Sulle nomine c'è un'intesa dei Capigruppo che risale a metà di novembre. Chiedo che quell'intesa sia onorata.



PRESIDENTE

La nomina richiesta dal collega Bastianini riguarda il CUR.



BONTEMPI Rinaldo

Abbiamo ricevuto una lettera che accusa la Regione di collasso finanziario e gestionale dei parchi. Non credo che si possa non avere la responsabilità di compiere quanto ci compete. Chiedo di passare alla nomina dei rappresentanti che sono già concordati.



PAGANELLI Ettore

Nell'ultima riunione dei Capigruppo ci eravamo lasciati con l'intesa della nomina del CUR, del CROP e della formazione professionale. Sui parchi non siamo pronti. C'è un problema di valutazione generale. Chiedo che questo punto venga rinviato.



ASTENGO Giovanni

Per quanto si riferisce alle nomine del CUR chiedo se i candidati che sono stati proposti dai vari partiti hanno depositato la dichiarazione richiesta dall'art. 76 di non assumere nell'ambito del territorio regionale incarichi di progettazione di strumenti urbanistici. Chiedo formalmente che vengano depositate alla Presidenza del Consiglio le dichiarazioni con questo impegno e che il Consiglio venga informato che gli impegni sono stati sottoscritti.



VIGLIONE Aldo

Una volta proclamati i risultati, la Presidenza del Consiglio regionale provvederà a far depositare, prima del 31/12/1981, la dichiarazione.
Dopodiché si predisporrà la deliberazione.



MONTEFALCHESI Corrado

Il collega Viglione mi ha preceduto. In sede di Commissione Nomine avevamo concordato che prima di procedere alle nomine si dovessero accertare i curriculum e le dichiarazioni dei redditi.



BONTEMPI Rinaldo

Prima di passare alle votazioni chiedo che venga registrato dall'Ufficio di Presidenza che, sulla base di una richiesta precisa e motivata fatta dal nostro Gruppo, c'è stata una risposta da parte del Gruppo D.C. di arrivare entro la prima seduta alla nomina di tutti i rappresentanti dei parchi e della pesca.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi passiamo alle seguenti nomine:


Argomento: Nomine

a) Comitati tecnici dei piani per insediamenti produttivi delle AIA: nomina di un rappresentante per Casale Monferrato.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti: Tarello Pier Carlo n. 28 schede bianche n. 16 Proclamo eletto il signor Pier Carlo Tarello.


Argomento: Nomine

b) Comitati tecnici dei piani per insediamenti produttivi delle AIA: nomina di un rappresentante per Pray Biellese e Varallo Sesia.


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede per la votazione.



PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 ha riportato voti: Gaietta Giorgio n. 24 schede bianche n. 20 Proclamo eletto il signor Giorgio Gaietta.


Argomento: Nomine

c) Commissione per la formazione professionale: nomina di esperti non superiori a 11 (art. 9, legge regionale 25/2/1980, n. 8).


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 44 hanno riportato voti: Pecchio Giorgio n. 29 Dina Angelo n. 29 Canale Alberto n. 29 Basteris Fulvio n. 29 Sabatini Margherita n. 29 Cesini Giorgio n. 29 Conti Domenico n. 15 Soldano Albertina n. 15 De Witt Giovanni n. 15 Desana Gianni n. 14 Richetta Liliana n. 14 Li proclamo eletti.


Argomento: Nomine

d) Comitato regionale per le opere pubbliche: 8 esperti di particolare competenza nelle materia dei LL.PP, con voto limitato a 5 (art. 18, legge regionale n. 28 del 16/5/1975).


PRESIDENTE

Si distribuiscano le schede e si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 43 hanno riportato voti: Barone Emilio N. 29 Ferri Marco N. 29 Goletto Roberto N. 29 Caretta Marcello N. 29 Franco Piero N. 28 Marello Livio N. 14 Palumbo Piero N. 14 Pessina Pier Paolo n. 12 Li proclamo eletti.
e) Comitato Urbanistico Regionale: 9 esperti con voto limitato a 5 (art. 76, legge regionale 5/12/1977, n. 56).
Si distribuiscano le schede per la votazione.
(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 45 hanno riportato voti: Arnaudo Giovanni n. 30 Todros Alberto n. 30 Bonifetto Ermanno n. 30 Lombardo Fedele n. 30 Anselmo Gianfranco n. 30 Varnero Gian Paolo n. 15 Vezzari Renato n. 15 Barbieri Mario n. 15 Fiocchi Annibale n. 13 Li proclamo eletti.
Le nomine sono così terminate.
Siamo così giunti alla conclusione della seduta e colgo l'occasione per formulare a voi tutti ed ai presenti i migliori auguri per [e prossime festività.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 22,45)



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