Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.1 del 14/07/80 - Legislatura n. III - Sedute dal 9 giugno 1980 al 11 maggio 1985

Scarica PDF completo

Argomento:


SANLORENZO DINO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Discorso inaugurale del Presidente provvisorio


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

La seduta è aperta.
Signori Consiglieri, nella mia qualità di Presidente uscente e Consigliere rieletto assumo la presidenza di questa assemblea e do inizio ai lavori della terza legislatura regionale piemontese, rivolgendo a tutti voi un cordiale benvenuto. Chiamo a svolgere la funzione di Segretari i Consiglieri Benzi e Petrini, in quanto Consiglieri Segretari uscenti e rieletti.
Questa prima seduta presenta, rispetto alle due precedenti occasioni alcune novità che danno in parte il segno del cammino già percorso in questi dieci anni dall'istituzione regionale. Innanzitutto ci riuniamo nella nostra sede, in Palazzo Lascaris dove, da poco meno di un anno, hanno trovato funzionale e, credo, decorosa collocazione tutti i servizi consiliari. In secondo luogo, abbiamo un Regolamento definitivo ed organico che disciplina i nostri lavori e che ha sostituito quello precedente incompleto e approvato, come alcuni di noi ricordano, ancora prima dello Statuto e, quindi, con, questo, addirittura, talora contrastante. In terzo luogo, proprio in applicazione di questo Regolamento, la prima seduta non è presieduta dal "Consigliere più anziano di età", ma dal Presidente uscente proprio a sottolineare la continuità dei nostri lavori da una legislatura all'altra.
Ma è del tutto evidente che l'interesse che circonda questa nostra prima seduta, deriva non solo dal fatto che è la prima riunione degli eletti al Consiglio regionale, e cioè dell'assemblea legislativa piemontese, non solo dal fatto che essa si tiene regolarmente alla scadenza prevista dalla legge, ma dall'interrogativo che nell'opinione pubblica si è posto da parecchie settimane, e cioè se le istituzioni regionali intraprenderanno concretamente il via , da questo stesso giorno, o se rinvii e paralisi verranno a minare la stabilità delle istituzioni, a violare la lettera e lo spirito dello Statuto, a segnare negativamente l'avvio della terza legislatura. Questo credo non debba avvenire, questo sono certo non avverrà. Sarebbe assai grave se di fronte, a decine di migliaia di lavoratori che possono perdere il loro posto di lavoro, se di fronte ai provvedimenti che la Regione deve assumere e concorrere a far assumere al Governo, le forze politiche del Consiglio non fossero in grado di assolvere a quello che è un loro dovere, e cioè darsi gli organi, anche solo provvisori, ma che siano tali però da evitare colpevoli paralisi. Non è affatto vero che una, o due settimane prima o dopo siano la stessa cosa rispetto all'adempimento puntuale degli impegni Questa concezione può far parte di chi considera non centrale il ruolo delle istituzioni, di chi pensa che esse possano essere difese senza farle funzionare. Non :è stata non può essere, questa, la concezione e la filosofia di questa assemblea.
Siamo rimasti al nostro posto, le abbiamo difese queste istituzioni, in questi anni, dal pericolo micidiale del terrorismo ; non certo per considerarle subordinate ai pur necessari tempi del confronto politico.
Sono questi tempi che devono piegarsi a quella filosofia e non viceversa.
Come potremmo rivendicare lo Stato delle autonomie; conte difenderci dal pericolo, oggi assai incombente, di un neocentralismo, come potremmo combattere efficacemente le anomalie e le disfunzioni dello Stato .se, noi assemblee regionali, che sono parte essenziale dello Stato non fossimo in grado di rispettare i tempi del nostro stesso autogoverno? Ed allora, ecco i compiti cui dobbiamo assolvere in questa nostra riunione. Essi sono fissati dallo Statuto e devono essere svolti secondo le modalità del Regolamento. Quale è l'idea- forza di queste norme? E' quella contenuta in tutti gli Statuti regionali che nacquero nel 1970 e tennero conto dell'esperienza politica delle assemblee elettive, sia locali, che dei due rami del Parlamento. E giustamente sancirono dei meccanismi che avevano una sola logica: quella di dare fin dalla prima seduta, al Consiglio, l'organismo cui spetta il compito di dirigere i lavori dell'assemblea, assicurandone la funzionalità con criteri di imparzialità.
Osservava giustamente il compianto prof. Levi, autore dell'unico commento organico al nostro Statuto, che le norme a suo tempo scritte (ed alcuni dei Consiglieri che sono presenti in questa assemblea sin dalla prima legislatura, lo ricordano bene) "dimostrano" di volere che sia eletto, in ogni caso, ed al più presto, il Presidente del Consiglio, per il buon funzionamento del massimo organo regionale, contro ogni possibile ostruzionismo. Questa esigenza non è un'astratta idea di efficientismo. E' solo l'elezione e l'insediamento dell'intero Ufficio di Presidenza, anche provvisorio, che permette di dare corso alle numerose incombenze che l'attendono e cioè: la costituzione dei Gruppi, la nomina delle Commissioni ed in particolare della Giunta delle Elezioni, cui spetta la delicata incombenza di procedere alla verifica della condizione degli eletti. E' poi del tutto evidente che solo un Presidente regolarmente eletto, risolverà ogni dubbio circa la legittimità della convocazione delle successive sedute del Consiglio regionale prima fra tutte quella che dovrà eleggere gli altri due organi della Regione, e cioè il Presidente della Regione e la Giunta.
Signori Consiglieri, trentadue sono i Consiglieri che, dopo aver terminato insieme a noi la seconda legislatura, non si sono ripresentati o non sono stati rieletti: ad essi, molti dei quali sono oggi presenti fra il pubblico, va il nostro cordiale saluto ed augurio.
Di conseguenza, trentadue sono i nuovi Consiglieri, anche se per alcuni di loro, si tratta di un ritorno dopo una più o meno breve assenza. Più di metà del Consiglio si è quindi rinnovato e anche questo è un dato che caratterizza la terza legislatura rispetto alle precedenti. L'augurio che formulo loro è quello di integrarsi rapidamente con la continuità, pur necessaria, rappresentata dai Consiglieri che ritornano, in quest'aula, per la seconda o la terza volta. Tutti gli organismi hanno bisogno di rinnovamento, nella continuità e credo che siamo in presenza di ambedue queste condizioni di vitalità.
L'augurio che assieme, possiamo rivolgerci è che con oggi la terza legislatura inizi il suo cammino, si dia presto i suoi organi, non subisca interruzioni e possa liberamente operare per contribuire a far uscire la nostra Regione e il nostro Paese dalla crisi ed ultimata la fase costituente possa essere un elemento attivo di quella riforma dello Stato per la quale le Regioni furono create.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Costituzione dell'Ufficio di Presidenza provvisorio


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Ai sensi dell'art. 3, secondo comma, del Regolamento prego i Consiglieri, Germano Benzi e Luigi Petrini, unici Consiglieri Segretari rieletti, a fungere da Segretari provvisori del Consiglio. Invito pertanto, il Consiglio regionale a prendere atto di queste comunicazioni ed i due Consiglieri Segretari menzionati di prendere posto al banco della Presidenza.



(Il Consiglio prende atto)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Consegna del verbale da parte dell'Ufficio centrale regionale


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

In virtù dell'art. 15, penultimo comma, della legge 17 febbraio 1980 n.
108, è stato consegnato, da parte dell'Ufficio centrale regionale l'esemplare del verbale redatto dall'Ufficio stesso ed i relativi allegati e che di tale consegna è stata rilasciata regolare ricevuta.
I verbali stessi sono a disposizione dei Consiglieri presso la Segreteria Generale del Consiglio regionale.
Da tale verbale risulta che sono stati proclamati eletti i seguenti Consiglieri regionali. Prego un Consigliere Segretario di voler fare l'appello. Ciascun Consigliere abbia la cortesia di rispondere "presente" per la necessaria elencazione e determinazione della validità dell'assemblea e anche per la conoscenza reciproca.



(Si procede all'appello nominale)



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Acotto Ezio Alasia Giovanni Battista Ariotti Anna Maria Astengo Giovanni Avondo Giampiero Bajardi Sante Bastianini attilio Beltrami Vittorio Benzi Germano Bergoglio Cordaro Emilia Biazzi Guido Bontempi Rinaldo Borando Carlo Brizio Falletti di Castellazzo Gian Paolo Gabriele Bruciamacchie Mario Carazzoni Carlo Carletto Mario Cerchio Giuseppe Cernetti Bertozzi Elettra Cerutti Giuseppe Chiabrando Mauro Devecchi Armando Enrietti Ezio Fassio Ottaviano Luigia Ferrari Maria Sofia Ferraris Bruno Ferrero Giovanni Gandolfi Aldo (non risponde "presente") Gastaldi Enrico Genovese Piero Arturo Guasso Nazzareno Lombardi Emilio Majorino Gaetano Marchesotti Domenico Marchiaro Maria Laura Marchini Sergio Martinetti Bartolomeo Martini Mario Michele Mignone Andrea Montefalchesi Corrado Moretti Michele Paganelli Ettore Penasso Alfredo Petrini Luigi Picco Luigi Ratti Aldo Reburdo Giuseppe Revelli Francesco Rivalta Luigi Salerno Gabriele Salvetti Giorgio Sanlorenzo Bernardo Sartoris Riccardo Simonelli Claudio Testa Gianluigi Giuseppe Turbiglio Antonio Valeri Gilberto Viglione aldo Villa antonino



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Sono presenti 58 Consiglieri regionali eletti, dichiaro valida la seduta.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Adempimenti di cui all'art. 14 dello Statuto della Regione Piemonte, previa eventuale surroga di Consiglieri


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Passo all'ordine del giorno, che reca: "Adempimenti di cui all'art. 14 dello Statuto della Regione Piemonte, previa eventuale surroga di Consiglieri".
Poiché il Consigliere regionale Francesco Revelli, eletto nella lista n. 1 del P.C.I. sia nella circoscrizione di Cuneo che in quella di Torino con lettera datata 27 giugno 1980, ha optato per la circoscrizione di Torino, occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17 febbraio 1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che alla stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Cuneo segue immediatamente il signor Primo Ferro, al quale deve essere pertanto attribuito il seggio resosi vacante. Pongo quindi ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Francesco Revelli subentra nella circoscrizione di Cuneo, ai sensi dell'art. 16 della citata legge 108, il signor Primo Ferro.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Propongo ora che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Francesco Revelli con il signor Primo Ferro sia dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art. 49 della legge 10 febbraio 1953 n. 62. Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata all'unanimità dei presenti.
Dichiaro pertanto, la predetta deliberazione, immediatamente eseguibile e invito il signor Primo Ferro, il quale con dichiarazioni inviate il 6 luglio 1980 ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere, Primo Ferro prende posto)



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Inoltre, poiché il Consigliere regionale Aldo Gandolfi, eletto nella lista n. 8 del Partito Repubblicano Italiano nella circoscrizione di Torino, con lettera datata 11 luglio 1980 si è dimesso, occorre procedere ai sensi dell'art. 16 della legge 17 febbraio 1968 n. 108, alla surrogazione del Consigliere stesso. Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista di circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dagli Uffici centrali regionali.
Dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto nel Gruppo P.R.I. nella circoscrizione di Torino segue immediatamente la signora Vetrino Bianca in Nicola, alla quale deve pertanto essere attribuito il seggio resosi vacante. Pongo quindi ai voti la proposta che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Aldo Gandolfi subentra nella circoscrizione di Torino, ai sensi dell'art. 16 della citata legge 108, la signora Vetrino Bianca in Nicola.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Propongo ora che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Aldo Gandolfi con la signora Vetrino Bianca in Nicola sia dichiarata immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 49 della legge 17 febbraio 1968 n. 62. Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio regionale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Dichiaro pertanto la predetta deliberazione immediatamente eseguibile e invito la signora Vetrino Bianca in Nicola, la quale con dichiarazione inviata il 14 luglio 1970 ha accettato la nomina a Consigliere, a prendere posto in aula qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il neo Consigliere Vetrino Bianca in Nicola, prende posto)



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Per quanto attiene alla convalida, l'art. 17 della legge n. 108/1968 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti secondo le norme del suo Regolamento interno". A tal fine l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla costituenda Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione dell'Ufficio di Presidenza, a norma dell'art. 14 dello Statuto della Regione Piemonte e dell'art. 4 del Regolamento del Consiglio regionale


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Passiamo ora all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, a norma dell'art.
14 dello Statuto della Regione Piemonte e dell'art. 4 del Regolamento del Consiglio regionale.
Vi do lettura dell'art 14 dello Statuto: Elezione dell'Ufficio di Presidenza "Il Consiglio, come suo primo atto,procede all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, composto dal Presidente, due Vicepresidenti e da due a quattro Segretari.
L'Ufficio di Presidenza deve essere composto in modo da assicurare la rappresentanza della minoranza.
L'elezione del Presidente del Consiglio ha luogo a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio. Se nessun candidato ottiene tale maggioranza, si procede ad una votazione di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, è eletto il più anziano di età.
All'elezione dei Vicepresidenti e dei Segretari si procede con votazioni separate e ciascun Consigliere vota, a scrutinio segreto, con le modalità stabilite dal Regolamento.
I componenti l'Ufficio di Presidenza restano in carica trenta mesi e sono rieleggibili".
Poiché tutti i Consiglieri sono edotti delle caratteristiche della votazione, anche se questo potrebbe essere considerato un seggio elettorale, seguiamo tuttavia la prassi delle precedenti legislature che consente di fare delle brevi dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per primo il Consigliere Bontempi. Ne ha facoltà.



BONTEMPI Rinaldo

Signori Consiglieri, la prassi instaurata in questo Consiglio, fin dagli inizi della sua attività, vuole che la prima seduta, riservata secondo la norma statutaria, all'elezione dell'Ufficio di Presidenza, non costituisca seggio elettorale, così come lettera e ratio della norma vorrebbero, in analogia a quanto avviene in Parlamento, permettendo quindi, di fare precedere al voto delle brevi dichiarazioni che, per l'appunto, il mio intervento tende ad avviare. E' bene ricordare questa anomalia procedurale richiamata dal Presidente, perché, in buona misura, da essa discendono caratteri e limiti di questa discussione che è, e deve essere funzionale, all'adempimento statutario, di cui all'art. 14, testè richiamato.
Fatta questa premessa, credo di poter legittimamente anticipare la soddisfazione del nostro Gruppo, per lo sbocco positivo che questa seduta è destinata ad avere. Noi comunisti abbiamo costantemente, coerentemente operato, nel corso di questo tempo che ci separa dalle elezioni dell'8 e del 9 giugno, affinché, insieme e parallelamente al lavoro per la definizione di una maggioranza politica coerente con il giudizio dell'elettorato, capace di governare i gravi problemi che travagliano la nostra Regione, venisse comunque raggiunto il risultato di garantire il principio sostanziale del funzionamento dell'assemblea, rispettando i tempi dettati dallo Statuto. Altri, in dichiarazioni anche molto recenti apparse sulla stampa cittadina, hanno affermato a motivazione di un rinvio a lungo proposto e sostenuto, sia sul piano politico che su quello giuridico, che sarebbe stata una forzatura giungere all'elezione dell'Ufficio di Presidenza senza una preventiva e totale definizione dell'accordo politico per la Giunta.
Sono gli stessi che, pur di arrivare ad un rinvio, sono giunti a dare interpretazioni singolari della norma statutaria, la cui lettera è invece chiara ed ispirata da una ratio univoca che fu ben presente al legislatore costituente, quella appunto di evitare vacanze o vuoti istituzionali. Di fronte a queste posizioni, noi comunisti, abbiamo invece sottolineato con forza la necessità di evitare ritardi, vuoti, vacanze, fosse anche per una sola settimana. E non è stato il nostro, un atteggiamento di mero rispetto delle forme; anche se vorrei ricordare, a tutti, che non può sfuggire il fatto che dentro le norme presiedenti le regole del gioco democratico ed istituzionale, stanno contenuti sostanziali e politici rispondenti a fini ed obiettivi di fondo dell'ordinamento, pertanto, largamente rilevanti sulla vita della comunità e dei cittadini. Abbiamo, infatti, derivato ulteriore convinzione e decisione ad operare perché non si fallisse questo primo appuntamento dalle grandi urgenze che provengono dalla comunità piemontese in un momento così grave e complesso per la vita della nostra Regione.
La crisi della Fiat e la minaccia di massicci licenziamenti che l'azienda continua a riproporre; gli oltre 6.000 lavoratori dell'Indesit da più di un mese a Cassa Integrazione a zero ore, con davanti il buio di prospettive per l'autunno; i casi Olivetti e Montefibre; questi, insieme ai molti altri punti di crisi di piccola e media dimensione e agli effetti che ancora sono da verificarsi, sono altrettanti segni tangibili e molto concreti dei rischi di una recessione di dimensioni senza precedenti per la nostra Regione. Sono problemi assolutamente urgenti che anche l'assemblea regionale deve e vuole affrontare, nella pienezza delle sue funzioni. A questi problemi, dietro cui stanno volti, vite, angosce di migliaia di lavoratori e di cittadini, ci siamo costantemente e continuamente riferiti quando, come abbiamo fatto e in tutto questo tempo abbiamo chiesto che intanto da parte delle forze politiche del Consiglio si desse una prova di serietà e di rispetto di fronte alla legge e ai suoi problemi, facendo il nostro dovere con l'entrata in funzione del Consiglio. Operando verso questo obiettivo pensiamo a quel 16 % circa dell'elettorato che non ha votato, a quel famoso partito delle schede bianche, nulle, o di chi non si è recato ai seggi che è il nuovo, indefinibile, inquietante soggetto politico dei nostri tempi alla cui crescita anomala e preoccupante, siamo certi, un non piccolo contributo lo ha dato nel nostro Paese una pratica di governo trentennale, strutturata attraverso non decisioni, rinvii attraverso il prevalere degli interessi di parte rispetto agli interessi del Paese.
Eleggere, oggi, l'Ufficio di Presidenza, iniziando a farlo funzionare cominciando a mettere in moto l'istituzione e anche una concreta, seria risposta a questi cittadini, è un modo corretto di farsi davvero carico della governabilità. Alla luce di queste considerazioni assume quindi importanza e rilievo politico il fatto che dalla riunione di tre partiti: il Partito Comunista, il Partito Socialista, il Partito Socialdemocratico sia scaturita la comune decisione di garantire, sin da questa prima seduta il pieno funzionamento del Consiglio, attraverso l'elezione di un Presidente e di un Ufficio di Presidenza provvisori. E' significativo che le dichiarazioni apparse in questi giorni e rilasciate da esponenti di altri partiti, abbiano colto il senso dell'appello che PCI, PSI, PSDI hanno rivolto con il loro comunicato congiunto, quando auspicavano che attorno a questa proposta si realizzasse la convergenza delle altre forze politiche democratiche presenti in Consiglio. Questo è dunque il senso e la portata della proposta nata, come ho precedentemente illustrato, da una nostra insistente richiesta di pieno funzionamento dell'istituzione. Come potrebbe essere altrimenti, signori Consiglieri, come altrimenti potevamo comportarci, noi comunisti, in una Regione in cui per cinque anni, il ruolo di questa istituzione, di questo Consiglio, dell'Ufficio di Presidenza e del suo Presidente, il compagno Dino Sanlorenzo sono stati determinanti nella battaglia per la difesa della democrazia, nella lotta al terrorismo per instaurare un rapporto diverso tra governanti e governati, per percorrere quel lento e faticoso cammino di un processo di trasformazione che allarghi la libertà di tutti e di ciascuno? Ma se questo dunque è il senso e la portata della proposta offerta dai tre partiti a tutte le altre forze politiche e democratiche, ci auguriamo per parte nostra che nella risposta positiva e nell'adesione delle altre forze politiche non vi siano margini per strumentalismi od opportunistiche letture. Consapevoli del ruolo pieno, ma al tempo stesso provvisorio e transitorio di questo Ufficio di Presidenza che andiamo ad eleggere, avevamo proposto la rielezione del Presidente e comunque di quella parte, all'insegna della continuità dell'Ufficio di Presidenza finora in carica; ma, abbiamo concordato questa nuova proposta, proprio perché crediamo che il Consigliere Benzi sarà, ne sono pienamente convinto, garante dei compiti che oggi gli affidiamo e non dei tempi lunghi che qualche forza politica vorrebbe per la formazione della Giunta.
Permettetemi un'ultima considerazione anche se questa non è la sede più propria. L'urgenza di eleggere l'Ufficio di Presidenza ci richiama l'occorrenza di dare presto un governo stabile alla Regione. Si è parlato in queste settimane, anche recentemente, di una proposta, di una possibilità di Giunta laica: sono note le ragioni del nostro "no" a questa proposta, il responso elettorale ha indicato chiaramente la necessità della conferma dell'esperienza di governo realizzata in Piemonte dal '75 all'80 del consolidamento dell'alleanza dei partiti di sinistra aperta a nuovi contributi programmatici e politici. Una Giunta laica priva di una solida maggioranza non sarebbe in grado, oltreché difficilmente componibile anche per problemi tecnici che non richiamo, di far fronte ai gravi problemi del Piemonte, alla crisi che avanza e negherebbe nei fatti quell'esigenza di governabilità che è al centro di tutte le richieste delle forze di sinistra.
L'unica soluzione rispondente alle esigenze della nostra Regione all'appello che in queste ore ci viene rivolto dai sindacati e dal movimento dei lavoratori, una soluzione capace di garantire il confronto con tutti i partiti democratici, è quella di un governo che veda Protagoniste sulle basi di una pari dignità Politica e dichiari i contenuti programmatici, le forze democratiche di sinistra, senza pregiudiziali esclusioni.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

E' iscritto a parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Vorrei rivolgere un saluto rispettoso e cordiale a lei, signor Presidente, e ai colleghi di tutti i Gruppi. Diamo l'avvio con questo intervento all'azione del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale che, nel corso della terza legislatura regionale, fedele e coerente con gli impegni assunti con il proprio elettorato, intende qualificarsi in questa assemblea come forza politica di alternativa e di opposizione. A tale funzione, tra l'altro, lo annotiamo per inciso, ineccepibile secondo una valutazione democratica, se è vero come è vero che un'autentica democrazia presuppone l'esistenza accanto ad una maggioranza di una o più minoranze diverse; a tale funzione, dicevamo, provvederemo oggi esprimendo una chiara e motivata posizione di principio, sull'atto che il Consiglio regionale è chiamato a compiere, cioè l'elezione dell'Ufficio di Presidenza. Non daremo, in questa che vuole essere soltanto una dichiarazione pregiudiziale, alcun giudizio politico sull'accordo di compromesso che dopo 40 giorni di inutili trattative e dopo il balletto delle formule, condotti ignorando la realtà degli urgenti e gravi problemi presenti in Piemonte a cui faceva riferimento poc'anzi il Capogruppo comunista, rende oggi possibile la soluzione del socialdemocratico Benzi, candidato Presidente del Consiglio regionale da uno schieramento di voti esteso dalla DC al PCI passando in un nuovo tipo di "ammucchiata" per il Partito Socialista, per il Partito Repubblicano, per il Partito Liberale. Questo giudizio, che sarà un giudizio assai severo, quale le scelte subite o compiute impongono, lo renderemo al momento in cui saremo chiamati a rieleggere l'esecutivo regionale. In merito vorremmo introdurre solo marginalmente una considerazione. Poiché lo Statuto dice all'art. 14 che l'Ufficio di Presidenza deve essere composto in modo da assicurare la rappresentanza della minoranza, ebbene, noi desidereremmo sapere, visto il compromesso raggiunto, chi siano coloro chiamati a rappresentarla perché non è a noi comprensibile, considerata la preclusione nei nostri confronti, come si possa individuare una minoranza all'interno di un'assemblea che non ha maggioranza. Non è questo soltanto un sottile quesito giuridico che attiene alla corretta interpretazione della norma statutaria, ma è soprattutto un mezzo per evidenziare, per denunciare le confuse contraddizioni cui si sono dovuti piegare i partiti cosiddetti dell' "ammucchiata".
Ma, tornando al punto del nostro discorso, vogliamo protestare in questo momento per la logica assurda e antidemocratica che ha portato a prefigurare la composizione dell'Ufficio di Presidenza partendo dall'aprioristica decisione di escludervi comunque, il Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale. E' contro questa volontà discriminatoria che prendiamo posizione, perché stiamo in questa assemblea elettiva, giova ricordarlo, a pieno titolo, avendo doveri e diritti pari a tutti quelli degli altri eletti e non possiamo dunque consentire che l'Ufficio di Presidenza, che dovrebbe essere presidio garantista per ciascuno di noi, in realtà, si riduca e anche si mortifichi - ci si passi l'espressione- ad essere soltanto l'espressione di una parte, pur cospicua, del Consiglio regionale, costituito così com'è, secondo lo spirito aberrante dell'arco costituzionale che è poi lo spirito della discriminazione contro la destra.
Tanta faziosità noi non la riscontriamo in altre assemblee elettive: non è così infatti al Parlamento Europeo dove il Movimento Sociale - Destra Nazionale è legittimamente presente nell'Ufficio di Presidenza e neppure al Parlamento italiano nei cui Uffici di Presidenza della Camera e del Senato siedono i rappresentanti missini.
Nel Consiglio regionale del Piemonte, invece, ci si ostina a tenere in piedi anacronistiche e settarie emarginazioni che non soltanto fanno a pugni con ogni corretta interpretazione di democrazia, ma anche vengono a figurare situazioni, illegittime quali ad esempio quella che si riscontra nell'Amministrazione del Fondo di solidarietà e di previdenza del Consiglio regionale, che da un lato viene alimentato anche dai nostri contributi obbligatori che la nostra parte politica è tenuta a dare, ma dall'altro lato vede la gestione riservata esclusivamente all'Ufficio di Presidenza dal quale noi siamo esclusi, privati dunque del diritto di gestire soldi nostri. Nè ci si venga a rispondere che queste osservazioni, magari valide in linea di principio, nel merito trovano poi un invalicabile ostacolo nel numero di posti a disposizione dell'Ufficio di Presidenza che non permette la rappresentanza di tutti i Gruppi politici.
L'obiezione è facilmente superabile ove si ammetta il principio che alle sedute dell'Ufficio di Presidenza abbiano a partecipare, come avviene anche in altre Regioni, i Capigruppo delle forze politiche che non vi sono rappresentate. E' una richiesta che avanziamo qui formalmente e che ufficializzeremo a tempi brevi attraverso una proposta di modifica del Regolamento.
Per adesso, richiamandoci alle argomentazioni esposte, e ribadendo la nostra protesta, possiamo solo esprimere il giudizio negativo del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale sull'Ufficio di Presidenza che si va ad eleggere. Diciamo perciò pacatamente, ma molto fermamente, che a prescindere dal fatto che al Consigliere Germano Benzi, neo - designato Presidente del Consiglio regionale, ci legano sentimenti di amicizia personale, di viva stima, di rispetto per la comunanza di lunghi anni di lavoro portata avanti insieme. Noi da questo Ufficio di Presidenza non ci sentiamo né tutelati né tanto meno rappresentati. Aggiungiamo, a conclusione e per debito di chiarezza, che nella votazione per l'elezione del Presidente del Consiglio i voti disponibili del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale saranno dati al suo Capogruppo.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

E' iscritto a parlare il Consigliere Paganelli. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel momento di avvio della terza legislatura regionale desidero mantenere, per convinzione oltrech per gli accordi che sono intervenuti, questo intervento nei limiti che sono suggeriti dalle finalità proprie di una seduta di insediamento.
A chi ha vissuto tutta l'esperienza regionale viene spontaneo in questo momento, oltre al saluto che come Gruppo si rivolge agli altri Gruppi politici con i quali, in consenso o dissenso, si svilupperà il pressoch quotidiano dialogo, indirizzare ai Consiglieri di prima elezione, così come ha già fatto il Presidente Sanlorenzo, e sono tanti, l'augurio di buon lavoro.
Anche il nostro Gruppo si presenta notevolmente rinnovato; sono dieci su venti i colleghi eletti per la prima volta e gli stessi porteranno assieme all'entusiasmo per il nuovo impegno, il frutto di esperienze maturate in tanti campi della vita pubblica e civile, al servizio sempre di vaste comunità. Uno sguardo fugace ai risultati elettorali - e limitato alla nostra parte - se da un lato non ci autorizza come Gruppo a facili entusiasmi o a esaltanti considerazioni, dall'altro ci impone richiami che è bene siano presenti sin da oggi nella loro giusta e realistica portata e nelle conseguenti responsabilità.
La D.C. con le elezioni del 1980 è tornata ad 'essere, rispetto al voto del '75, il primo partito del Piemonte e se il fatto non ha riscontro obiettivo nel numero di seggi, ha un innegabile riferimento nei voti in assoluto e percentuale con i quali si analizza un risultato elettorale. Il voto del 1975, con le conseguenti note vicende, ci vide per l'intera legislatura collocati all'opposizione alla quale abbiamo dato, fin dall'inizio,un significato non discriminatorio o emarginante e tutta l'azione dei cinque anni passati è stata condotta non come forza isolata ma come forza viva, interprete della società, come forza di governo dall'opposizione. I colleghi della passata legislatura sanno che questa è stata la linea di Adriano Bianchi. Chi parla oggi dal banco che fu suo, e l'intero Gruppo della DC, richiamano la sua guida, la sua linea non per un formale atto di omaggio, ma come modello cui ispirarsi sempre, come concezione politica ed umana, come stile, come impegno nel ruolo che dovremo esercitare in quest'aula e che possiamo legittimamente pensare anche diverso da quello passato, perché gli elettori il nostro ruolo di forza di governo dall'opposizione l'hanno capito e riportandoci a primo partito del Piemonte ci legittimano ad esercitare nuovi compiti e nuove responsabilità.
Il governo del Piemonte è considerato oggi - con i risultati dell'8 e 9 giugno - un governo non facile da formare ed il difficoltoso muoversi delle forze politiche in questo mese ha di certo avvalorato quanto emergeva dalle prime analisi del voto che (mi si consenta un brevissimo riferimento al collega ed amico Bontempi) non sono di così tranquilla conferma della maggioranza che è uscita.
Per quanto ci riguarda riteniamo opportuno ricordare alcuni principi su cui si muove la nostra forza politica: perseguire obiettivi al servizio della società, nessuna ricerca di ruoli egemonici, ma una presenza viva rispondente alla nostra forza ed ai nostri principi per guidare ed indirizzare la complessa realtà di cui dobbiamo occuparci. La gravità della situazione economica, già ricordata, dell'occupazione e il carattere specifico della crisi industriale piemontese sono ben presenti in tutti noi e richiedono forte e coordinato impegno. Alla luce di chiare intese programmatiche sulle quali non mancherebbero nostre proposte, siamo disponibili a favorire quelle soluzioni che assicurino ampia, rapida e stabile governabilità, che non rappresentino forzatura rispetto al risultato elettorale, che siano rispettose degli impegni che ogni forza politica ha assunto di fronte all'elettorato pur consentendo quelle aggregazioni che è necessario ricercare e che si inseriscano in un quadro politico non totalmente incompatibile con quello nazionale.
Intanto oggi siamo chiamati ad eleggere il Presidente del Consiglio regionale e l'Ufficio di Presidenza. Viene proposta in via transitoria l'elezione del Consigliere Benzi ed il Partito Socialdemocratico ci ha espressamente richiesto il voto per questo suo esponente. Nel senso vivo delle istituzioni che abbiamo (e non di nessuna "ammucchiata", Consigliere Carazzoni) assicuriamo questo voto per il rispetto e la stima che portiamo al designato, per i positivi rapporti intercorrenti tra le due forze politiche e perché condividiamo appieno l'opportunità di dare, per intanto in questo modo, in via transitoria, una guida all'assemblea regionale. Le forze politiche si misureranno nel frattempo, rapidamente anche, sul governo da dare al Piemonte e noi rileviamo con soddisfazione che precise e fattibili proposte negli ultimi giorni sono state avanzate.
Con la seduta odierna parte la terza legislatura regionale; non sappiamo ora, quale ruolo sarà riservato al nostro Gruppo. Siamo stati al governo nella prima legislatura, siamo stati all'opposizione nella seconda e non ci siamo mai sentiti emarginati, sappiamo anche oggi quale forza ideale e numerica noi rappresentiamo. Desideriamo anche in questa legislatura, comunque, da qualsiasi ruolo, essere dei protagonisti nella guida e nella vita del Piemonte. Con molta umiltà, ma con tanto impegno il Gruppo democristiano opererà con questo proposito.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

E' iscritto a parlare il Consigliere Montefalchesi. Ne ha facoltà.



MONTEFALCHESI Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, a noi sembra che ci troviamo in una situazione paradossale: ci viene proposta l'elezione a Presidente del Consiglio regionale del Consigliere del Partito Socialdemocratico Germano Benzi e questo, in contraddizione con il risultato del voto dell'8 giugno che, inequivocabilmente, ha rafforzato la sinistra, che cresce in percentuale e si ripropone come forza di governo nella nostra Regione.
Ha rafforzato i partiti della sinistra, il Partito Comunista e il Partito Socialista e noi del PDUP che entriamo, per la prima volta, nel Consiglio regionale con il riconoscimento, da parte degli elettori piemontesi, della proposta alternativa ed unitaria della sinistra e del movimento di massa.
La nostra affermazione è tanto più importante in quanto è decisiva per ripetere da parte della sinistra il risultato del 1975, ossia trenta Consiglieri. Risultato questo che se assunto nel suo valore politico di unità della sinistra può permettere alle stesse forze di sinistra di avere un ruolo centrale nel governo della Regione. Il voto nega alla DC, che arretra rispetto al '79, un ruolo centrale negli equilibri regionali, nelle grandi aree urbane ed in molti centri della Regione. Del resto, seppure questo sia stato un voto positivo per la sinistra, tuttavia ha messo in luce, attraverso il voto bianco e l'astensione, una frattura tra le istituzioni e i settori della società. E' necessario avviare una ricomposizione di questa frattura: ciò significa, per la sinistra, porsi l'obiettivo di consolidare la sua unità come condizione per iniziare un progetto ed una cultura di trasformazione, per ridare fiducia ad una prospettiva di cambiamento, che abbia come base per un suo sviluppo, la costruzione di sedi di democrazia diretta e di un'estensione della democrazia. La gravità della situazione sociale e dei problemi implica non solo un immediato e qualificato funzionamento degli organismi istituzionali, Presidente e Ufficio di Presidenza, che rispecchi la "centralità" delle forze di sinistra, ma è necessario, a nostro avviso l'avvio di un immediato confronto programmatico tra i partiti della sinistra e quelle forze laiche disponibili, con la coscienza che la drammaticità dei problemi non permette a nessuna forza di eluderla e del resto non consente una pura gestione dell'esistente o peggio una gestione a valle degli squilibri determinati da uno sviluppo selvaggio gestito e guidato dalla libertà d'impresa. Libertà d'impresa che si pone l'obiettivo di uno sviluppo economico competitivo con le aree forti d'Europa e che stante l'attuale struttura produttiva, significa un attacco a fondo all'occupazione; alle condizioni di vita dei lavoratori; al potere ed alle conquiste democratiche dei lavoratori nei luoghi di lavoro, accentuando la frattura nord-sud. Infatti, in queste settimane verifichiamo il ritorno alla carica della Olivetti con richiesta di Cassa Integrazione e licenziamenti in sintonia con altre fabbriche del settore che prefigurano un drastico ridimensionamento di un settore qualificato, qual è l'elettronica, accentuando la dipendenza del nostro Paese dagli Stati Uniti e dalla Germania Federale.
Verifichiamo il precipitare della situazione di crisi alla Montefibre con il pericolo di licenziamenti anche in seguito alle inaccettabili decisioni del Ministro Demichelis di licenziare migliaia di lavoratori del Gruppo. Verifichiamo la crisi dell'Indesit con la messa in Cassa Integrazione di migliaia di lavoratori per i quali è anche incerta la copertura retributiva. Infine, non certo per importanza, la Cassa Integrazione e la richiesta di licenziamenti alla Fiat. Tutto questo in assenza, da parte del Governo, di qualsiasi politica di programmazione e di sviluppo nei settori determinanti per la nostra economia e per la difesa dell'occupazione e con provvedimenti economici puramente congiunturali che operano un inaccettabile trasferimento di reddito dai lavoratori alle tasche dei padroni, senza nessun vincolo e nessuna garanzia per l'occupazione ed i processi di ristrutturazione aprendo in questo modo la strada ad un attacco ancora più a fondo alla scala mobile e all'occupazione.
Voglio ritornare brevemente sulla situazione Fiat per le ripercussioni drammatiche che si avrebbero per l'economia piemontese e nelle fabbriche collegate alla Fiat e dell'indotto nel caso passassero i licenziamenti richiesti da Agnelli. Voglio solo qui ricordare che fino a qualche mese fa la Fiat non solo assumeva, ma chiedeva agli Enti locali, quindi anche al Consiglio regionale, la possibilità di ampliare i suoi stabilimenti mentre, oggi, chiede di mettere sul lastrico migliaia di famiglie. Questi sono i problemi con i quali deve misurarsi il Consiglio regionale, e le forze che dovranno dare un governo stabile alla nostra Regione non possono certo assumere un atteggiamento di equidistanza o neutralità, ma debbono schierarsi dalla parte dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali.
Dobbiamo chiaramente dire che con la Fiat non è vero che si può coesistere ma è necessario costringerla a stare all'interno di un quadro di sviluppo e di programmazione economica nazionale al quale le Regioni devono dare il loro contributo determinante, assumendo, come soggetti di programmazione non la libertà di impresa, ma il movimento di massa e le sue proposte.
Stare dalla parte dei lavoratori, scongiurare un drammatico attacco all'occupazione ed all'economia della nostra Regione, da subito, significa: dare un esplicito appoggio del Consiglio regionale allo sciopero del 17 con un ordine del giorno e la partecipazione alle manifestazioni dei lavoratori del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza che questa seduta dovrà eleggere. Significa la convocazione urgente di un Consiglio regionale aperto per un confronto con le forze sociali sui problemi prima esposti per rispondere positivamente all'esigenza recentemente manifestata dalla Federazione regionale CGIL - CISL - UIL di investire le istituzioni sui problemi di politica industriale, programmazione e difesa dell'occupazione.
Questo come condizione perché il programma della futura Giunta regionale sia in grado di avviare una risposta a questi problemi, per uno sviluppo della nostra Regione all'interno di un quadro di programmazione nazionale alternativo a quello dei Paesi forti d'Europa, e che sia in grado di avviare uno sviluppo in settori essenziali per rispondere ai bisogni sociali.
Per quanto concerne l'elezione del Presidente e dell'Ufficio di Presidenza noi riteniamo che non sia rinviabile questo adempimento statutario e che quindi avvenga nella giornata odierna non solo in ossequio a quanto stabilito dallo Statuto, ma come segnale politico che sottolinea l'urgenza di far funzionare le istituzioni in un momento di estrema gravità per la nostra Regione.
Per quanto ci riguarda rifiutiamo qualsiasi posizione che tenda a procrastinare questo adempimento in quanto esistono in quest'aula le forze sufficienti ad eleggere i suddetti che a nostro avviso deve avvenire in un quadro di continuità politica con il passato. Nessuno può sottrarsi a questa esigenza in quanto il voto dell'8 giugno ha ampiamente dimostrato il livello di guardia raggiunto nel rapporto tra istituzioni e società civile.
Solo irresponsabili giochi di potere, incomprensibili ed inaccettabili dalla popolazione, potrebbero procrastinare nel tempo questo obbligo. Chi si sciacqua la bocca con affermazioni di governabilità è qui chiamato a dire con chiarezza che tipo di governabilità vuole: se quella che reclamano i lavoratori e le loro organizzazioni, i giovani, i disoccupati, gli emarginati dai processi produttivi, o quella legata a miseri tornaconti personali o di partito. Per questo la scelta che ci viene qui sottoposta dal PCI, PSI e PSDI non può trovare il nostro consenso: essa avviene non solo slegata dalle questioni sopra ricordate, ma in assenza di qualsiasi esplicito impegno da parte dei partiti che questa scelta ci propongono circa la definizione di indirizzi programmatici ed accertata volontà politica di dare vita ad una Giunta di sinistra e democratica capace di affrontare i problemi della Regione, così come negli incontri avuti con i compagni del PCI e del PSI avevano concordemente convenuto. Paghiamo qui il prezzo di differenti valutazioni tra le forze di sinistra attorno al dato che escluda la DC da potersi proporre come perno di un'alleanza alternativa alla centralità delle forze di sinistra. Per questo noi del PDUP manifesteremo con l'astensione il nostro dissenso nei confronti di tale scelta.
Avviandomi alla conclusione voglio tuttavia, affermare che siamo disponibili a manifestare il nostro assenso se ,rapidamente, si giungerà alla costituzione di una maggioranza che veda protagoniste le forze di sinistra insieme alle altre forze democratiche nel governo della Regione e che indichino un compagno, che sia garanzia ed espressione di tale maggioranza ed al tempo stesso di continuità rispetto alla precedente legislatura. Per sottolineare questa nostra disponibilità voteremo per la composizione dell'Ufficio di Presidenza i compagni del PCI e PSI astenendoci dall'essere presenti in un Ufficio di Presidenza che, pur nella sua auspicabile transitorietà, non risponde alle esigenze fin qui sommariamente motivate.
Convinti che questi problemi non si risolvono solo nel chiuso delle aule regionali, da questa tribuna invitiamo i lavoratori, i cittadini democratici e le loro organizzazioni di massa a sviluppare il massimo di mobilitazione e di iniziativa per stroncare sul nascere atteggiamenti irresponsabili che possano pregiudicare la rapida costituzione di una Giunta democratica di sinistra aperta al contributo di altre forze democratiche, come il voto dell'8 giugno ha inequivocabilmente richiesto.
Siamo consapevoli che questa mobilitazione, la partecipazione ed il controllo delle grandi masse sulle istituzioni, la loro spinta per una profonda trasformazione più democratica e partecipata delle stesse è l'esigenza da raccogliere e la scommessa che le forze di sinistra in quest'aula e nella nostra comunità regionale debbono vincere per far sì che noi, eletti dal popolo, recuperiamo in questo modo quella credibilità e fiducia che così pesantemente la società nega.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

E' iscritto a parlare il Consigliere Vetrino. Ne ha facoltà.



VETRINO Bianca

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei anzitutto mi fosse riservato nella mia qualità di nuovo membro di questo Consiglio regionale anzi di ultima arrivata in quanto la mia proclamazione è di pochi minuti di rivolgere un saluto a lei signor Presidente e a tutti i membri di questo Consiglio ed un augurio per un'attività foriera di ampi risultati per la Regione Piemonte. Come lei ha detto, sono 32 i Consiglieri nuovi: il Consiglio potrà quindi contare sull'esperienza di Consiglieri che hanno vissuto la vita del Consiglio regionale, alcuni anche in due legislature, e quella di nuovi Consiglieri che potranno portare l'esperienza della loro attività di lavoro, del loro entusiasmo e - mi auguro - anche della loro fantasia poiché, a 40 giorni dalla crisi, forse è anche necessario ricorrere alla fantasia per trovare una soluzione a questa situazione di stallo e di impasse.
Per superare la norma statutaria che impone, come primo atto del Consiglio, la nomina del Presidente, ci è stata proposta la soluzione provvisoria che vede nel Consigliere Benzi un'indicazione per l'elezione del Presidente. E ciò avviene contrariamente a quella che sarebbe stata la prassi corretta e politicamente più chiara: questa designazione cioè avrebbe dovuto essere il risultato di una riunione tra i Gruppi che concordemente avrebbero anche potuto giungere a questa stessa indicazione.
Viceversa ci siamo trovati di fronte ad un accordo preventivo del Partito Socialdemocratico con il Partito Comunista ed il Partito Socialista. Voglio dire che i padrini veri di questo Presidente in pectore sono il Partito Comunista ed il Partito Socialista, mentre i padrini adottivi sono la DC e il Partito Liberale. Per quanto ci riguarda, devo dire che siamo stati contattati per telefono per dare il nostro consenso a questa soluzione e debbo dire che l'essere diventata madrina per telefono del Consigliere Benzi non mi ha fatto molto piacere: avrei preferito dirgli di persona la nostra stima e il nostro impegno a sostenere la sua candidatura in quanto noi voteremo a favore di questa designazione, in quanto riteniamo la soluzione capace di farci superare questa impasse anche se c'è il segno della provvisorietà della stessa; questa provvisorietà dovrebbe, anzi essere di stimolo a tutti affinché entro breve possiamo arrivare ad una soluzione definitiva, innanzitutto per affrontare i tanti problemi aperti del Piemonte, secondariamente per dare le indicazioni definitive alle Amministrazioni locali del Piemonte che, a loro volta, vivono situazioni di incertezza e di tensione, in attesa che la Regione Piemonte abbia una sua definizione politica chiara. Vorrei, quindi, chiarire la nostra posizione di fronte alla situazione attuale anche se le nostre dichiarazioni sono state sempre raccolte dalla stampa che credo vada ringraziata per l'attenzione particolare che ha riservato in questi 40 giorni ai problemi regionali anche quando non c'era assolutamente niente da dire in quanto si sono registrati silenzi incredibili pur in presenza di gravi problemi aperti.
E vorrei far precedere il nostro intervento da alcune considerazioni di fondo.
L'ampliamento dei poteri amministrativi, per effetto del decentramento renderà gli Enti locali direttamente responsabili della qualità e dell'efficienza dei servizi fondamentali per la vita della comunità, dalla sanità all'assistenza, ai trasporti, ecc. Questo presuppone un collegamento costante ed un rapporto arricchito tra i livelli istituzionali, i quali non devono agire in conflittualità o in situazione di soggezione, ma con pari dignità e in situazioni integrative e collaborative: Regione, Province e Comuni dovranno, cioè, avere rapporti più solidi e maggiormente istituzionalizzati di quanto non sia avvenuto in passato.
D'altro lato l'entità dei finanziamenti garantiti impone un raccordo tra politica economica nazionale e le scelte di Comuni, Province e Regione in un'ottica di programmazione, razionalizzazione e qualificazione della spesa pubblica, secondo una costante e nota ispirazione del Partito Repubblicano.
Alla luce di queste fondamentali esigenze noi crediamo di dover porre come condizione per un accordo di governo a livello locale, segnatamente nel caso della Regione Piemonte, la richiesta di comportamenti amministrativi rigorosi e di basi programmatiche commisurate alla gravità dei problemi. E' noto il nostro atteggiamento di fronte alla spesa pubblica ma, in futuro, esso sarà ancora più rigido e ci opporremo con maggiore determinazione e fermezza di quanto abbiamo fatto in passato in tutti i livelli in cui abbiamo avuto l'opportunità di incidere, sulla degenerazione finanziaria, figlia troppo spesso di erronee scelte amministrative o di spinte settoriali o corporative.
Nell'accingerci a riaprire una serie di trattative in vista della formazione della maggioranza non si può non tener conto della crisi che si sta abbattendo sul sistema produttivo del Piemonte, di cui oggi avvertiamo soltanto i primi sintomi. La riduzione di attività della Fiat dell'Indesit, della Sip, sarebbe un fatto ancora gestibile, anche a costo di alti sacrifici umani e sociali, se non inducesse analoghi fenomeni alle piccole e medie aziende fornitrici e soprattutto se non si accompagnasse con la tendenza delle grandi aziende, a dilazionare i pagamenti. Fattori di questo genere rischiano di produrre effetti devastanti e di far saltare i conti economici anche della piccola imprenditoria che ha costituito una parte sostanziale dell'economia italiana in questi ultimi anni, e rischiano di minacciare i posti di lavoro in una misura difficile da quantificare ma sicuramente superiore alle previsioni di questi ultimi giorni. Ecco perch questa lentezza e questo ormai grave ritardo devono preoccupare, così come preoccupa, la mancanza di un dibattito programmatico e serio che metta a fuoco i gravi problemi, proponga priorità e soluzioni idonee.
Ed ecco perché, a nostro avviso, occorre una maggioranza non soltanto solida numericamente, ma anche capace di varare programmi differenziati ed incisivi nel breve e nel lungo termine.
Inoltre, se il fattore produttivo è certamente determinante per uno sviluppo economico e sociale, non va dimenticato che una condizione di base perché questo sviluppo quantitativo e qualitativo sia assicurato, è rappresentata dal coinvolgimento e dalla responsabilizzazione di tutte le energie umane disponibili; di qui la necessità in questo sviluppo dell'apporto dell'elemento umano, che va quindi valorizzato. Andiamo verso tempi nei quali dovremo chiedere ai nostri cittadini più impegno, più professionalità, più sacrifici, più austerità, più senso del dovere, meno assenteismo ed anche più partecipazione, più responsabilizzazione e presa di coscienza dei problemi che derivano dal loro ruolo di cittadini di uno Stato in grande crisi e di una Regione con grandi problemi aperti. Ma per poter chiedere tutto questo dobbiamo garantire ai nostri cittadini quei servizi e quelle strutture che possano favorire la loro valorizzazione in quanto cittadini e lavoratori. Parlo della casa, dei Servizi legati alla salute, dell'istruzione superiore e professionale, della cultura. Per fare e per dare tutto questo, in un quadro politico più che mai caratterizzato da elementi d'incertezza e di tensione, è necessario guardare in faccia la realtà con la consapevolezza che qualunque soluzione dovrà evitare di approfondire solchi e provocare fratture irrimediabili tra le forze democratiche; così come giudichiamo deleteria una situazione di governo che si ponga come rottura di un quadro di raccordo fra i vari livelli di governo del Paese nella coscienza di un'emergenza nazionale che perdura e di una crisi del Piemonte che si aggrava.
Il nostro partito fin dal 10 giugno, dopo i risultati elettorali, ha indicato come indirizzo generale e come ipotesi anche per la Regione Piemonte, la ricerca di una maggioranza che, dove è possibile - e nel Piemonte è possibile - favorisca (nel presupposto per noi irrinunciabile di un adeguato rigore programmatico) soluzioni omogenee ed affini alla coalizione governativa che ha, finora, assicurato stabilità all'esecutivo nazionale.
Questo non significa che siamo chiusi all'esplorazione ed alla considerazione di nuove soluzioni, sempre nel presupposto e nel rispetto delle nostre premesse fondamentali, di cui il programma ed i suoi contenuti ne saranno gli obiettivi ed il fulcro.
Vorrei da ultima confermare quello che sarà il nostro atteggiamento in quest'aula consiliare, indipendentemente dal tipo di governa i che si insedierà e indipendentemente da quella che sarà la nostra posizione di astensione, o favorevole o contraria.
In ogni occasione ricercheremo l'unità al posto della divisione riservando al voto contrario la funzione di ultima ratio, quando tutti i mezzi per conciliare le differenti vedute saranno falliti. Questo presupporrà un'impostazione dei rapporti tra le forze politiche che vedrà al posto dello scontro il confronto.
Questo è l'atteggiamento che continueremo a tenere anche negli incontri che da domani speriamo si concretizzino per realizzare l'accordo su un programma in grado di raccogliere il massimo dei consensi e del quale alla maggioranza sarà affidata la gestione ed alla minoranza il controllo.
Questo - crediamo - è quanto gli elettori del Piemonte si aspettano da noi. Su questo solco i repubblicani lavoreranno. Grazie.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

E' iscritto a parlare il Consigliere Cerutti. Ne ha facoltà.



CERUTTI Giuseppe

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel fare questa breve dichiarazione di voto (così mi sembra, avendo rinviato al momento dell'elezione della Giunta il dibattito politico), vorrei doverosamente ringraziare lei, signor Presidente, per gli auguri che ha voluto indirizzare all'assemblea, soprattutto a chi, come me, siede per la prima volta su questi banchi, e i colleghi che nelle loro dichiarazioni di voto hanno voluto attestare con la loro stima la scelta, seppure provvisoria del compagno Benzi quale Presidente del Consiglio.
Di fronte alla necessità di rispettare una scadenza istituzionale l'intera assemblea doveva darsi un Presidente. La persona di Benzi ha tutte le caratteristiche per assicurare il pieno funzionamento di questo Consiglio. La sua nomina è provvisoria proprio per consentire ai partiti una definizione di carattere politico ed una serie di proposte programmatiche.
I quotidiani di questi giorni hanno ripetutamente sottolineato la posizione del PSDI, osservando che il nostro partito è l'ago della bilancia nel ritrovare una soluzione per l'elezione della nuova Giunta. Noi rifiutiamo questo ruolo perché, come Gruppo di soli tre Consiglieri, non abbiamo la presunzione -almeno sotto l'aspetto numerico - di determinare una scelta così importante. Il Partito Socialdemocratico può essere invece, in grado di portare il suo modesto contributo per risolvere i problemi di carattere istituzionale e di tipo operativo.
L'attenzione rivolta da parecchi partiti al nostro Gruppo non è tanto dovuta ad una somma di numeri, il che ci mortificherebbe, quanto al tipo di apporto concreto che il PSDI è in grado di portare in questa assemblea. A questo proposito, abbiamo formulato politicamente una proposta estesa agli altri partiti dell'arco costituzionale. In questi giorni ritengo che ci saranno delle risposte ed una definizione sollecita di carattere politico e programmatico. La Presidenza del Consigliere Benzi ha appunto la prospettiva di definire nel tempo strettamente necessario questo problema per poterci ripresentare in quest'aula quanto prima, con la soluzione definitiva della Giunta.
Ci riserviamo, nel momento del dibattito politico di esprimere le nostre valutazioni programmatiche sui problemi drammatici che sono in attesa di una soluzione. Grazie.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio.

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Bastianini. Ne ha facoltà.



BASTIANINI Attilio

Signor Presidente, signori Consiglieri, il rispetto delle istituzioni ci deve scoraggiare da ogni tentativo di interpretazione sulle procedure con le quali si è giunti a questa designazione unitaria nel nome dell'amico Consigliere Benzi e per una soluzione paritaria per il comitato di presidenza. Noi non accettiamo quindi né l'interpretazione data dal Partito Comunista, che tende ad appropriarsi di una primogenitura per questa indicazione, né il pur comprensibile risentimento dei repubblicani che avrebbero visto meglio maturare questa soluzione da una contemporanea e parallela convergenza delle diverse forze politiche. Noi diamo a questa soluzione l'interpretazione che, siamo sicuri, è quella del Consigliere Benzi, cioè di una responsabile scelta contemporanea e parallela delle forze politiche per rispettare una importante scadenza statutaria, per avviare in tempi stretti i tempi di chiusura delle verifiche politiche, per dare un governo alla Regione Piemonte.
Voglio spendere alcune parole per difendere questa fase della vita democratica del Piemonte, questi 40 giorni di assenza del governo dopo il voto dell'8 giugno, per difendere queste istituzioni da accuse qualunquistiche come se non fosse lecito e legittimo che le forze politiche di fronte ad un voto contraddittorio, un voto complesso, una realtà sociale difficile qual è quella piemontese, avessero preso 30, 40 giorni di tempo per individuare il governo per la Regione Piemonte. E per difendere questa fase, oltre che da questi attacchi qualunquistici che forse concorrono a spiegare il crescere dell'area di disinteresse alle consultazioni elettorali, da interpretazioni strumentali, cioè da chi ha voluto nei giorni passati fare fretta, dando per scontato che il voto dell'8 giugno aveva dato un'indicazione a sinistra. Noi siamo per risolvere questa crisi per risolverla bene, per risolverla nei tempi più brevi possibili, ma non siamo per coprire con l'urgenza una semplicistica indicazione del voto che non ha dato un'indicazione a sinistra.
Perché difendiamo la linearità di questa vicenda della democrazia piemontese? Per cinque punti che voglio ricordare in questa sede: la responsabile presa di posizione del Partito Socialista che ha rifiutato la propria disponibilità a soluzioni ancora una volta mercenarie per questo Consiglio regionale la legittimità, riconosciuta dal P.L.I., al Partito Socialista e al Partito Comunista di chiedere ad al tre forze politiche di concorrere alla continuità delle Giunte di sinistra. Tentativo legittimo che deve svolgersi sia chiaro - senza sollecitazioni esterne. Il governo alla Regione Piemonte lo danno le forze politiche, non lo danno le pressioni sindacali non lo danno le pressioni del movimento operaio l'individuazione di ipotesi alternative. Nel corso di questo periodo sono emerse, dalle posizioni responsabili dei socialdemocratici, dei repubblicani, dei democristiani, dei socialisti, dei liberali, anche ipotesi alternative per il governo della Regione Piemonte con pari stabilità di un'eventuale Giunta di sinistra, numericamente in termini addirittura maggiori, e su questa strada il nostro partito intende muoversi con pari dignità con le altre forze politiche il reale ruolo che ha assunto la centralità socialista in questa vicenda, centralità socialista intesa come momento di aggregazione e di riferimento per i partiti di democrazia socialista e laica, capaci, forse capaci, davanti ai quali si apre forse la possibilità di rompere l'egemonia democristiana e comunista. In questa linea noi valutiamo positivamente il contributo e il richiamo continuo ai problemi programmatici che è venuto dal Partito Repubblicano la soluzione concordata per dare seguito agli adempimenti statutari per l' individuazione del Presidente e del comitato di presidenza dell'assemblea regionale.
In questo spirito, noi come liberali votiamo volentieri e con piena fiducia il Consigliere Benzi. E' una soluzione tecnica che ci convince abbiamo fiducia, perché l'abbiamo sperimentato in altre occasioni, nella qualità e nella lealtà dell'uomo. Siamo sicuri che questa Presidenza sarà rispettosa e garante delle azioni delle forze politiche per dare, a tempi brevi, con le ultime verifiche e decisioni, una soluzione al governo della nostra Regione. Grazie.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

E' iscritto a parlare il Consigliere Enrietti. Ne ha facoltà.



ENRIETTI Ezio

Signori Consiglieri, a nome del partito che ha guadagnato consensi elettorali in questa campagna credo di dover rivolgere un fraterno saluto a tutti i nuovi eletti e ai lavoratori in lotta per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Siamo all'inizio della terza legislatura regionale che si presenta per il Piemonte estremamente difficile e drammatica. Credo che non sfugga a nessuna forza politica la drammaticità del momento. Appunto perché sono momenti drammatici e difficili, il mio partito, sia sul piano nazionale che sul piano regionale, ha scelto la linea politica della governabilità del Paese e quindi delle istituzioni.
Il nostro successo elettorale si è basato su due linee fondamentali quella della difesa della Giunta regionale di sinistra, giusta e legittima non soltanto perché abbiamo lavorato, ma per le realizzazioni di questi cinque anni, e quella della battaglia politica per dare governabilità al Paese: siamo entrati nel Governo nazionale per dare risposta ai problemi urgenti del Paese.
Queste due linee possono definirsi nella corretta e giusta ambiguità socialista, che vuole dare governabilità ad ogni livello, nel governo nazionale e nel governo regionale, partendo dalla coscienza e dall'esame dei problemi drammatici nelle situazioni locali.
In queste elezioni siamo aumentati di un seggio regionale con una battaglia difficile e dura secondo questa linea e secondo questi impegni.
Siccome siamo coscienti di dover rispondere al nostro elettorato in ogni momento, oggi, dando i giudizi per la formazione dell'Ufficio di Presidenza e per la formazione della Giunta regionale, non possiamo che mantenere in queste valutazioni il giudizio positivo per ciò che abbiamo fatto in passato e quindi legare ciò che abbiamo fatto nel passato agli obiettivi futuri che allargano il disegno democratico che ci siamo prefissi.
E' per questo che perseguiamo con tenacia e con forza il discorso della costruzione di una Giunta democratica di sinistra che trova il perno nella centralità socialista, non intesa questa, come forza centrale che tiene conto nella stessa misura delle realtà sociali presenti in Piemonte, ma che affronta i problemi reali del Piemonte: sono i problemi drammatici dell'occupazione, problemi che i Consiglieri qui intervenuti ci hanno sottoposto, problemi difficili, ai quali occorre dare risposta non con governi posticci o senza maggioranza, non solo con governi che abbiano una validità come espressione politica ma che non abbiano consistenza numerica ma con un governo tale da poter reggere al grosso urto che ci sarà sicuramente in Piemonte. Il Piemonte ha bisogno di una guida politica decisa e forte, sorretta da una maggioranza politica numericamente qualificata. Valorizzando le cose che si sono fatte in passato e dando questa valutazione di carattere politico, non credo che ci siano altre soluzioni a quelle da noi prospettate, pur valutando come fatto politico importante il giudizio che i compagni e gli amici socialdemocratici hanno dato nella definizione della loro piattaforma politica e della loro proposta di una Giunta laica.
Ma noi non riteniamo - il mio partito lo valuterà in questi giorni - di poter accedere ad una proposta di questo tipo, perché non la riteniamo corrispondente alle esigenze e ai bisogni del Piemonte, anche se, sotto l'aspetto politico, ha una rilevanza notevole. La politica dei piccoli passi ci ha fatto pervenire sabato mattina, dopo una lunga riunione con i compagni comunisti e socialdemocratici, alla definizione della proposta di eleggere il compagno Benzi, al quale va la mia totale e completa stima sul piano personale, e che in questa sede vorrei riqualificare in termini politici più precisi. Non siamo qui soltanto per fare discorsi di carattere formale, ma per scendere all'interno delle questioni e dire le cose così come si presentano.
Quindi, per dare una definizione politica precisa, la nostra impostazione per l'elezione del compagno Benzi alla Presidenza del Consiglio regionale ha il significato della concretizzazione della linea politica che è l'espressione di quella che noi abbiamo definito la formazione di una Giunta democratica di sinistra. C'è anche il problema dell'urgenza di risolvere fino in fondo i problemi del Piemonte, ed allora con l'iniziativa del PSI, abbiamo voluto stringere con la politica dei piccoli passi, anche se non è completamente definita l'impostazione politica generale, per dare governabilità all'aspetto istituzionale del Piemonte. Valutiamo in modo estremamente positivo l'aver dato risposta ai problemi istituzionali che ci sono di fronte.
Credo che con questa impostazione si possa arrivare in termini brevi alla definizione del governo regionale. Concordo con chi, questa mattina ha sottoscritto l'urgenza di arrivare alla definizione del governo regionale; anche se non vogliamo con l'urgenza, scavalcare ogni ipotesi e quindi arrivare, magari, a non costruire un'ipotesi corretta e a dare un obiettivo serio.
Abbiamo fretta, ma la fretta certe volte può essere cattiva consigliera; fretta sì, intesa come conseguimento di un accordo politico nel giro di pochi giorni, anche in conseguenza del dibattito nazionale, per poter arrivare alla definizione della Giunta regionale del Piemonte.
I compiti che ci sono di fronte sono sicuramente drammatici e difficili. Però, in questo Consiglio, così come è stato in passato, ci saranno le forze sufficienti sia sul piano politico che sul piano morale per dare grande risposta e rilievo nazionale ai problemi che ci sono nel Piemonte, per dare un respiro maggiore di quanto non ci sia stato nel passato per la risoluzione dei problemi del Piemonte.



PAGANELLI Ettore

Chiedo la parola.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Gliela do volentieri, qui però si cambiano i termini dell'accordo.



PAGANELLI Ettore

Intervengo per chiedere al candidato designato con quale spirito accetta la designazione.
Molti interventi hanno dato alla candidatura del Consigliere Benzi un certo significato, mentre l'intervento del rappresentante del PSI ne dà un altro.
Non intendo proseguire il dibattito, pongo soltanto questa domanda.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

La parola al Consigliere Benzi.



BENZI Germano

La designazione, che era stata stabilita tra i vari partiti, è stata accettata dal sottoscritto con l'intesa che io rappresento temporaneamente il Consiglio regionale di fronte alle incombenze del 14 luglio. Perciò le dichiarazioni che possono venire da qualche collega, di qualsiasi parte sono, a mio avviso, di carattere personale o di partito, ma non vengono a scalfire la mia determinazione di essere Presidente di questa Assemblea.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione del Presidente del Consiglio regionale


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

La discussione è conclusa. Possiamo passare alla votazione del Presidente. La votazione deve avvenire a scrutinio segreto. Risulterà eletto il Consigliere che avrà riportato la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Consiglio (almeno 31 voti).
Prego provvedere alla distribuzione delle schede ed invito un Consigliere Segretario a procedere all'appello dei presenti.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Comunico il risultato della votazione: presenti n. 60 votanti n. 58 hanno riportato voti: Benzi Germano n. 55 Carazzoni Carlo n. 2 Sanlorenzo Bernardo n. 1 non hanno partecipato alla votazione n. 2 Dalle risultanze dell'urna proclamo eletto Presidente il Consigliere Germano Benzi che ha riportato 55 voti.
La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Signor Presidente, come avevo preannunciato, chiedo una brevissima sospensione per consentire ai Consiglieri di sedere nell'aula secondo le caratteristiche dei Gruppi, anche se non ancora costituiti, in modo da poter più agevolmente concordare gli adempimenti che la votazione richiede.



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Alcuni minuti di sospensione perché ogni Consigliere possa sistemarsi dove ritiene opportuno, ancorché questa non è la soluzione definitiva dovendosi ancora costituire i Gruppi.



(La seduta, sospesa alle ore 12,20 riprende alle ore 12,25)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione dei Vice Presidenti del Consiglio regionale


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Si procede ora alla votazione dei due Vice Presidenti. Ai sensi del settimo comma dell'art. 4 del Regolamento, ciascun Consigliere può votare un solo nome.
Il PCI designa quale Vice Presidente il Consigliere Ferrero. La DC designa il Consigliere Picco.
Si distribuiscano le schede per la votazione e si proceda all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Comunico il risultato della votazione: presenti n. 60 votanti n. 60 hanno riportato voti: Ferrero Giovanni n. 32 PICCO Giovanni n. 25 schede bianche n. 3 Proclamo eletti Vice Presidenti del Consiglio regionale i Consiglieri Giovanni Ferrero e Giovanni Picco.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione dei Consiglieri Segretari del Consiglio regionale


SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Si procede ora alla designazione dei Consiglieri Segretari dell'Ufficio di Presidenza. L'art. 14 dello Statuto prevede la nomina da due a quattro Segretari. Le intese raggiunte nella riunione dei designati dei Gruppi svoltasi in precedenza mi consente di avanzare al Consiglio la proposta di nominare tre Segretari. Le candidature sono del Consigliere Marchini per il PLI, del Consigliere Cernetti Bertozzi per il PSI e del Consigliere Vetrino Nicola per il PRI.
Pongo in votazione per alzata di mano la proposta di nominare tre Consiglieri Segretari.
Tale proposta è approvata con il seguente esito: presenti n. 60 votanti n. 60 favorevoli n. 58 astenuti n. 2 Si procede ora alla votazione a scrutinio segreto per la nomina dei tre Segretari. Ai sensi dell'ottavo comma dell'art. 4 del Regolamento, ciascun Consigliere può votare non più di due nomi se i Segretari da eleggere sono tre.
Si distribuiscano le schede e si proceda all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



SANLORENZO Dino, Presidente provvisorio

Comunico il risultato della votazione: presenti n. 60 votanti n. 60 hanno riportato voti:



VETRINO NICOLA Bianca n. 36



CERNETTI BERTOZZI Elettra n. 33

MARCHINI Sergio n. 27 schede bianche n. 2 Proclamo eletti Segretari del Consiglio regionale i Consiglieri Bianca Vetrino Nicola, Elettra Cernetti Bertozzi e Sergio Marchini.
Invito tutto l'Ufficio di Presidenza eletto a prendere posto alla Presidenza e ad insediarsi.



(Il Presidente Germano Benzi raggiunge il suo seggio di Presidente seguito dai Vice Presidenti e dai Consiglieri Segretari)



BENZI GERMANO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Discorso di insediamento dei Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENZA DEL DEL PRESIDENTE BENZI

Egregi colleghi, come Presidente, anche se provvisorio, di questo Consiglio, ritengo anche a nome di tutti voi, di mandare un saluto ai cittadini piemontesi che ci hanno eletti in questa assemblea con l'impegno da parte nostra di promuovere nuove leggi, di modificare quelle eventualmente non rispondenti alle esigenze e di fare il possibile perch il Piemonte possa superare la grave crisi che è all'orizzonte.
Ringrazio i colleghi che mi hanno votato e ringrazio con la stessa amicizia anche coloro che non mi hanno votato. Ognuno deve essere libero nella propria coscienza di scegliere la persona che più gli aggrada. Porto il saluto ai nuovi Consiglieri, che sono numerosissimi, e voglio portare un saluto affettuoso, caldo e amichevole, ai 12 superstiti della prima legislatura, diventati ormai una minoranza in mezzo a tanti giovani. Vorrei inoltre portare un saluto alla stampa ed alla TV che permettono ai cittadini di conoscere le discussioni che facciamo, le leggi che approviamo e alla Regione di essere più vicina agli interessi dei cittadini stessi.
Rivolgo anche un saluto particolare al personale del Consiglio che in questi anni ha lavorato duramente e spero che così continui a lavorare perché tutto si svolga in modo normale.
Vorrei dire qualche cosa del Presidente effettivo che mi ha preceduto in questi cinque anni. E' impossibile ricordare brevemente tutto quello che ha fatto, alcuni dei problemi che ha saputo centrare con maggiore forza: il terrorismo, l'antifascismo, la difesa per la libertà dei popoli che soffrono. Ci sono state in svariati periodi, a seconda dei momenti storici e dei fatti che avvenivano all'estero, delegazioni che chiedevano aiuto al popolo piemontese e da noi hanno sempre avuto risposte affermative: merito soprattutto dell'amico Sanlorenzo. Ci sono stati momenti duri, ricordo il Friuli, quando il Piemonte per primo è andato in aiuto dei nostri fratelli sinistrati: , tutto questo sotto la spinta dinamica di Sanlorenzo. Ricordo ancora la Consulta femminile, la Consulta europea, la Conferenza sull'energia nucleare.
Le forze politiche concordemente intendevano rispettare le norme dello Statuto della Regione in ordine alla prima seduta del Consiglio: sarebbe stata una grave mancanza nei confronti dei cittadini non osservarle.
Qualcuno ha osservato che il Piemonte sta attraversando una crisi molto dura; si è parlato di licenziamenti, di aziende in crisi, si può parlare anche di coloro che sono senza casa, dei giovani, tutti problemi che debbono spingere i partiti presenti in quest'aula a fare tutto a possibile perché si riesca in tempi brevi a dare un governo stabile, capace di affrontare seriamente e serenamente i problemi che sono davanti a noi. Dai segnali che abbiamo possiamo prevedere un autunno piuttosto drammatico.
L'intervento della Regione potrebbe alleviare queste situazioni, perci in qualità di Presidente provvisorio chiedo di dare rapidamente una Giunta stabile al Piemonte. In questi giorni il Piemonte è stato testimone di un fatto storico: l'apertura del traforo del Frejus. Il Piemonte è più strettamente unito all'Europa. La nostra Regione da sempre è europea questa vocazione non la scopriamo oggi, ma è nata in noi da molti anni.
L'apertura del Frejus vuol dire possibilità di scambi industriali e commerciali più rapidi e forse possibilità di occupazione anche alle maestranze che in questi giorni temono per le loro sorti.
Con questi auspici, nella nostra particolare situazione di gente europea, mi auguro che i colleghi Consiglieri riescano a dare una Giunta duratura alla Regione.
I nostri lavori sono così finiti.
Convoco i Capigruppo nel mio ufficio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.50)



< torna indietro