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Dettaglio seduta n.56 del 28/01/20 - Legislatura n. XI - Sedute dal 26 maggio 2019

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Argomento:


GAVAZZA GIANLUCA



(I lavori iniziano alle ore 9.31 con l'esame del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 4 presentata da Frediani, inerente a "Dossier Olimpiadi 2026"


PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Iniziamo i lavori del sindacato ispettivo proponendo l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 4.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente; buongiorno, Assessore.
Quest'interrogazione è un po' datata perché l'ho depositata a luglio quindi non so bene quale possa essere la risposta a oggi. Però può essere comunque utile per fare un po' il punto sulla situazione. C'è questa interrogazione unita alla successiva che riguarda, invece, la gestione liquidatoria della società che gestisce gli impianti.
In particolare, quest'interrogazione riguardava alcune dichiarazioni che aveva rilasciato il Presidente Cirio a luglio, riferite a un dossier per le Olimpiadi. Leggo la citazione, perché è passato un po' di tempo quindi pu essere utile rinfrescare la memoria: "Il dossier è quasi pronto per Roma.
Lo presenteremo presto al Sottosegretario Giancarlo Giorgetti, certi che qualcosa di buono per le montagne del Piemonte possa arrivare". Parla il Governatore Cirio e ovviamente si fa riferimento alle Olimpiadi invernali che sono poi state assegnate a Milano e Cortina. Il Presidente Cirio all'epoca stava cercando di far rientrare il Piemonte nel discorso e, in qualche modo, di poter interessare l'organizzazione per utilizzare qualche impianto rimasto sul nostro territorio dopo le Olimpiadi del 2006.
Questo dossier ha suscitato la nostra curiosità, quindi la nostra interrogazione era finalizzata a sapere chi avesse commissionato il dossier citato dal Presidente Cirio, anche perché ricordiamo che il Presidente Cirio si era appena insediato. Pertanto, ci chiedevamo chi fosse stato il committente di questo dossier e, soprattutto, chi l'avesse realizzato, e poi quale fosse il contenuto, in particolare rispetto all'ipotesi di riutilizzo degli impianti durante la prossima edizione delle Olimpiadi invernali 2026.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ricca per la risposta.



RICCA Fabrizio, Assessore allo sport

Grazie, Presidente, e grazie alla Presidente Frediani, che mi dà la possibilità di raccontare quello che è successo nel nostro primo mese di governo del Piemonte.
Ci siamo incontrati io, il Presidente, il Sindaco Appendino e l'Assessore Finardi. Abbiamo ragionato insieme sulla possibilità di cercare di creare uno spazio per inserire le montagne del Piemonte all'interno delle Olimpiadi invernali del 2026. Da quel momento, abbiamo iniziato a fare un lavoro comune tra Città di Torino e Regione Piemonte per sviluppare quello che era il nostro patrimonio olimpico, che - adesso le racconterò bene viene inserito all'interno di questo dossier che ho consegnato all'ex Sottosegretario Giancarlo Giorgetti il 6 agosto.
Evidenzio quanto è scritto all'interno del dossier.
"La Regione Piemonte crede che le Olimpiadi invernali del 2026 sarebbero un valore aggiunto per la nostra Regione. In tale ottica, anche dopo l'annuncio del 24 giugno 2019 del CIO, che ha assegnato le Olimpiadi 2026 a Milano e Cortina, è stata predisposta dagli uffici regionali del Settore Promozione della Cultura, del Turismo e dello Sport, in collaborazione con la Fondazione Olympic Park, una ricognizione completa degli impianti olimpici con indicazione dei relativi costi di costruzione, le infrastrutture esistenti sia a Torino sia nei Comuni olimpici montani, da poter mettere a disposizione del Governo.
In linea con le linee guida del CIO in tema di sostenibilità ed eredità olimpica, il Piemonte potrebbe contribuire con le Regioni coinvolte alla promozione di un modello virtuoso, innovativo, efficace e attento al riuso degli impianti già esistenti, riducendo il costo totale del dossier massimizzando l'utilizzo dei lasciti materiali e immateriali.
La Regione Piemonte, oltre a essere custode di un eccellente patrimonio di infrastrutture sportive e olimpiche, avendo già ospitato sul proprio territorio una macchina complessa come l'evento olimpico e paraolimpico invernale 2006, possiede un'esperienza unica che può mettere a disposizione di Lombardia e Veneto. L'eredità olimpica piemontese, esperienza maturata in modelli di gestione e manutenzione già collaudati, potrebbero rappresentare importanti driver economici di sviluppo sostenibile per il nostro territorio, nonché esempio di valorizzazione e riuso degli impianti esistenti".
L'Amministrazione regionale, favorevole alla partecipazione, si è fatta avanti per ospitare anche discipline senza medagliere quali, ad esempio, lo sci alpinismo e il chilometro lanciato. Come dicevo, anche questa proposta è stata formalizzata nel documento depositato al vecchio Governo. Diciamo inoltre: "La Regione resta disponibile con vari soggetti istituzionali coinvolti nelle Olimpiadi 2026 ad approfondire in qualsiasi momento l'ottimizzazione delle risorse, tempi e impatto ambientale che si avrebbe utilizzando gli impianti piemontesi invece di realizzare nuove strutture auspicando in tal senso una rivisitazione del dossier che includa il Piemonte".
Grazie, Presidente.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 132 presentata da Frediani, inerente a "Salvaguardia dei lavoratori dell'azienda Moreggia C. SpA"


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame dell'interrogazione indifferibile e urgente n. 132.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Anche quest'interrogazione non è recentissima, quindi può darsi che, nel frattempo, la situazione si sia già risolta, spero positivamente, ma le premesse non sono delle migliori. Parliamo della Moreggia SpA, un'azienda con sede legale a Napoli con due stabilimenti a Collegno. È un'azienda creata nel 2007 che opera nel settore della progettazione e produzione di componenti aeronautici e aerospaziali. Nel 2018, purtroppo, c'è stato un calo delle commesse e l'azienda ha accumulato tre milioni di debito ulteriormente aumentato nel 2019, mentre il fatturato in quattro anni si è dimezzato, a causa dell'alternanza dei cicli che caratterizza il mercato e anche della scelta dei committenti che hanno preferito sviluppare nuovi modelli di business.
Lo scorso novembre 2019 la Moreggia ha deciso di procedere al licenziamento della totalità del personale occupato nell'impresa e parliamo di 77 dipendenti, di cui 48 presso le sedi di Collegno. Ci sono due sedi a Collegno: una in corso Pastrengo con 43 dipendenti, l'altra in via De Amicis con cinque dipendenti.
La dirigenza dell'azienda ha dichiarato di non essere in grado di sostenere i costi relativi all'avvio del processo di riorganizzazione e ristrutturazione, necessario a risollevare l'impresa. I tentativi messi in atto dalla società per trasferire uno o più rami di attività che la caratterizzano non sono andati a buon fine. Alla luce di quanto appena esposto, non era nemmeno possibile il ricorso agli ammortizzatori sociali.
L'interrogazione è stata depositata all'inizio di dicembre e chiedeva se la Giunta stesse lavorando in collaborazione con il Ministero - perch comunque, si tratta di un'azienda che ha più sedi sul territorio nazionale per trovare una soluzione e se si siano messi in atto dei provvedimenti per aiutare l'azienda e, soprattutto, i lavoratori.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Chiorino per la risposta.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
L'interrogazione della Consigliera è del 6 dicembre. Effettivamente ci sono stati degli sviluppi nei giorni immediatamente successivi. Un primo passaggio è del 9 dicembre, in cui la società ha presentato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un'istanza al fine della concessione della cassa integrazione straordinaria per la durata di 12 mesi, per un totale complessivo pari a 72 lavoratori occupati presso tutte le sedi, tra cui 44 lavoratori impiegati in quelle piemontesi.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in seguito a questo, il 19 dicembre ha convocato presso la sede del Ministero le parti, tra cui anche la Regione Piemonte, al fine di espletarne l'esame congiunto.
In quest'ambito l'Assessorato al Lavoro si è attivato, oltre che per mediare il negoziato tra le parti al fine di evitare soprattutto i licenziamenti nel termine previsto dalla procedura di licenziamento collettivo, ovvero nei 120 giorni dal termine della stessa anche con mancato accordo, per promuovere e sostenere la cassa integrazione con un apposito accordo che poi, effettivamente, è stato sottoscritto con l'azienda il 16 dicembre, quindi addirittura precedentemente all'incontro del 19 dicembre al Ministro del Lavoro.
Questo ci ha consentito di riuscire ad arrivare al Ministero con una posizione di maggior tutela, anche rispetto ai lavoratori. Tutto questo è stato volto all'attivazione di un intervento di politiche attive per il lavoro regionali (PAL) per i lavoratori a rischio esubero, che consentirà anche di ottenere l'esito positivo per l'istanza presentata al Ministero del Lavoro e posta dell'azienda in questi termini.
Abbiamo dunque seguito la vicenda, come Assessorato, sia a livello regionale, proprio per addivenire a quest'accordo, sia a livello nazionale dove eravamo presenti ai tavoli e dove abbiamo seguito la vicenda. Abbiamo detto fin da subito, e qui lo ribadiamo, come, in tutte queste situazioni metteremo a disposizione dei lavoratori tutte le varie linee d'intervento per favorirne la ricollocazione per gli eventuali casi di esubero.
Da evidenziare, in ogni caso che, nell'ambito degli ammortizzatori, gli stessi lavoratori fruiranno, dopo la cassa integrazione straordinaria anche della NASPI per un periodo sino a 24 mesi.
Il quadro a oggi è questo.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ricordo a tutti i Consiglieri che non hanno presentato interrogazioni o agli Assessori che non devono rispondere a interrogazioni, se rimangono in aula, di rimanere in silenzio.


Argomento: Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 133 presentata da Frediani, inerente a "Gestione liquidatoria Olimpiadi 2006"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione a risposta indifferibile e urgente n. 133.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Parliamo delle Olimpiadi o, meglio, questa volta parliamo dell'eredità che le Olimpiadi del 2006 hanno lasciato sul nostro territorio.
Quest'interrogazione fa parte di una serie d'interrogazioni che ho presentato nel tempo, anche nella scorsa legislatura, riferita alla situazione degli impianti. In particolare, più volte mi sono occupata anche con sopralluoghi in loco, della pista da bob di Cesana, che è un po' l'emblema di quello che è rimasto sul territorio e non è riuscito a essere successivamente valorizzato.
Quest'interrogazione fa riferimento anche a un servizio che è andato in onda su una rete nazionale e che ha un po' risollevato il tema. Questo servizio si intitolava "I tedofori" , è andato in onda il 25 novembre scorso e ha fatto un po' un excursus della storia degli impianti e della loro situazione attuale, in riferimento alla gestione liquidatoria dell'Agenzia che ha il compito di pagare tutti i debiti rimasti dopo lo svolgimento della manifestazione e, in seguito, liquidata.
Cito, come esempio molto significativo, una dichiarazione del Sindaco di Cesana, che dice: "Finiti i giochi, sono spariti tutti". Così raccontava il Sindaco di Cesana, dove è stata realizzata la pista di bob. "Frattini e Chiamparino erano tutti a favore dell'impianto e poi hanno lasciato le comunità locali da sole". Questo è il più grande timore che abbiamo quando si parla di grandi eventi perché poi, di fatto, questi grossi impianti rischiano di non essere più utilizzati e valorizzati com'è successo a Cesana, per non parlare anche di Pragelato e di altri impianti sul territorio.
In particolare, l'interrogazione si focalizza sulla gestione liquidatoria dell'Agenzia che, ricordiamoci, è definita dalla legge n. 65 del 2012.
Cogliamo l'occasione per fare un po' il punto sulla situazione dell'impianto, ovviamente se l'Assessore è d'accordo, e poi per capire un po' quale sia la situazione di quest'Agenzia, che dovrebbe essere già liquidata da diversi anni.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Frediani.
La parola all'Assessore Ricca per la risposta.



RICCA Fabrizio, Assessore alle opere post-olimpiche

Grazie, Presidente.
Colgo quest'interrogazione come un'occasione per spiegare come stanno le cose a oggi.
Giustamente la Consigliera Frediani interroga la Giunta per conoscere quali siano i tempi necessari per concludere definitivamente le procedure della gestione liquidatoria dell'Agenzia Torino 2006, come previsto dalla legge n. 65 del 2012 (appena citata), però tengo a precisare che non alla Giunta regionale, bensì al Governo sono da ricondurre le decisioni e le disposizioni inerenti alla gestione commissariale dell'Agenzia Torino 2006 in essere dal 2008. Infatti, la legge finanziaria del 2008, n. 244/2007 all'articolo 3, comma 25, ha disposto: "A decorrere dal 1° gennaio 2008, un Commissario liquidatore, nominato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Ministero dell'Economia e delle Finanze, svolga le residue attività dell'Agenzia Torino 2008".
Nell'ultima legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019, il bilancio pluriennale nel triennio 2019-2021 l'articolo 1, comma n. 1.113, prevede la proroga del termine delle attività residue affidate al Commissario liquidatore dell'Agenzia Torino 2008 fino al 31 dicembre 2020.
Pertanto, la gestione commissariale è tuttora in corso e il termine delle attività è fissato da norma statale al 31 dicembre 2020.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.
Passiamo ora all'esame delle interrogazioni ordinarie.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

Interrogazione n. 85 presentata da Rossi, inerente a "Pianta organica della polizia stradale di Borgomanero"


PRESIDENTE

Ricordo che per le interrogazioni ordinarie non è prevista l'illustrazione da parte dell'interrogante. Vi è la risposta della Giunta regionale ed è prevista la replica dell'interrogante per cinque minuti.
Esaminiamo l'interrogazione ordinaria n. 85.
La parola all'Assessore Ricca per la risposta.



RICCA Fabrizio, Assessore alla polizia locale

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il Consigliere Rossi, che mi dà la possibilità di raccontare quello che è stato fatto in questi mesi.
In data 5 novembre 2019, il Consigliere Rossi depositava l'interrogazione a risposta orale n. 85, avente a oggetto "Pianta organica della polizia stradale di Borgomanero". Nella predetta interrogazione si chiedeva all'Assessorato di farsi tramite con il Governo per aumentare l'organico delle forze dell'ordine del Piemonte e di conoscere quali misure s'intendano adottare per potenziare, in particolar modo, l'organico del distaccamento di polizia stradale di Borgomanero, riportandolo ai livelli del 2011.
In data 21 novembre 2011, con il protocollo n. 132, ho prontamente inoltrato al Ministero dell'Interno la formale richiesta di appuntamento per sottoporre la problematica indicata dal Consigliere Rossi. A oggi siamo ancora in attesa che sia fissato l'incontro. Sarà mia cura, una volta ottenuto l'appuntamento con il Ministro Lamorgese, riferire l'esito in Aula.
In riferimento alla richiesta in oggetto, si rende noto che la polizia stradale non rientra nelle competenze della Regione, ma comunque tale richiesta sarà oggetto di discussione, come ho detto prima, con il Ministro dell'Interno.
Se lei ha piacere, anche tramite esponenti del Partito Democratico, oggi in maggioranza di Governo, potremmo provare a fissare insieme un appuntamento magari, il Ministro potrà essere più sensibile al Sottosegretario del suo partito, per fissare l'appuntamento. Io sono totalmente disponibile ad accompagnarla e cercare di riportare la pianta organica ai livelli del 2011, così come indicato da lei.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Ricca.
Il Consigliere Rossi non intende replicare.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazione n. 114 presentata da Valle, inerente a "Problematiche relative alla cessione in proprietà di immobili assegnati in proprietà indivisa siti nel territorio della Provincia di Torino"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 114 del Consigliere Valle.
La parola all'Assessore Caucino per la risposta.



CAUCINO Chiara, Assessore alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa

Grazie, Presidente.
Anzitutto, occorre premettere che gli alloggi di edilizia agevolata realizzati dalle cooperative edilizia a proprietà indivisa, per finalità statutaria, sono destinati alla locazione permanente in capo ai soci già assegnatari e che la prima finalità dell'aiuto pubblico a soggetti svantaggiati si esplica proprio nella garanzia di un rapporto locativo senza scadenza temporale legalmente imposto.
La facoltà di acquistare alloggi, di cui i soci risultino già assegnatari non si esercita in virtù di un diritto soggettivo in capo ai soggetti interessati, bensì deve scaturire da una decisione del Consiglio d'Amministrazione della Cooperativa, avente a oggetto un piano di cessione degli alloggi nel pieno rispetto dei disposti contenuti nelle normative vigenti in materia e previa autorizzazione regionale.
Si sottolinea che, a oggi, in relazione all'intervento realizzato in Collegno, piazza Pertini n. 8, la Cooperativa Di Vittorio non ha inoltrato alcuna formale richiesta d'autorizzazione alla vendita nelle modalità previste dalla determinazione dirigenziale del 15 giugno 2005, n. 103, ma ha richiesto, nel gennaio 2018, una stima dei contributi da restituire per la cessione in proprietà degli alloggi, finalizzata a una prima valutazione economica da parte dei soci.
In risposta a tale richiesta è stato dato riscontro da parte della Regione con nota n. 1830-2-6-A-157A del 9 aprile 2018, contenente la quantificazione della parte di contributo statale e della parte di contributo integrativo regionale da restituire alla Regione, in ordine al finanziamento originariamente concesso alla Cooperativa richiedente.
Nello specifico, il suddetto intervento edilizio realizzato nel Comune di Collegno risulta destinatario di un finanziamento concesso, ai sensi della legge 5 agosto 1978, n. 457, pari a euro 723.039,66, e di un contributo regionale integrativo concesso ai sensi della legge regionale 17 maggio 1976, n. 28, pari a euro 561.920,09.
Nella nota regionale sopra richiamata, pertanto, il calcolo degli importi in restituzione è stato determinato prendendo in considerazione i seguenti parametri: anzitutto, del parametro legato al finanziamento statale, quindi si è tenuto conto dell'importo complessivo comunicato dall'istituto di credito mutuante quale differenza tra i contributi erogati per l'assegnazione in locazione permanenti e quelli relativi ad assegnazioni in proprietà individuale e lo si è ridotto del 50%, ottenendo il rimborso al metro quadrato per la parte di contributo statale ricevuta; per la parte invece, di contributo regionale, dall'importo complessivo dei contributi erogati dalla Regione Piemonte a integrazione dei mutui bancari concessi dalla Cooperativa Di Vittorio, è stato detratto l'ammontare richiesto semestralmente dalla Regione, fino all'applicazione dell'articolo 9, legge regionale n. 28 del 1976, comprendendo anche (questo lo voglio sottolineare) la rata del 30 aprile 2018, non ancora versata al momento della presentazione della richiesta.
Il risultato così ottenuto è stato ridotto del 50% e rappresenta l'importo da restituire al metro quadrato per la parte dei contributi regionali versati alla Cooperativa. Invece, il rimborso complessivo al metro quadrato, ottenuto dalla somma di entrambi gli importi al metro quadrato di cui al punto 1) e al punto 2) di cui ho appena detto, è stato moltiplicato per i metri quadrati di ogni singolo alloggio, determinando l'importo totale dovuto dalla Cooperativa per rogiti da stipulare entro il 31 ottobre 2018.
Nel caso di specie, risultando concluso l'ammortamento dei mutui riferiti all'intervento, l'unico valore in grado di influenzare per il futuro il conteggio degli importi in restituzione in caso di cessioni in proprietà è l'importo di rivalutazione affitti che la Cooperativa è tenuta a versare ogni semestre alla Regione. Per effetto di tali versamenti, gli importi totali in restituzione saranno progressivamente suscettibili di variazioni in diminuzione.
Nel merito dei punti dell'interrogazione in esame, si specifica che, in ordine al primo punto, si conferma la correttezza degli importi stimati e comunicati con la succitata nota regionale del 9 aprile 2018. In ordine al secondo punto, si sottolinea che, stante quanto previsto in particolare dalla DGR 6-3878 del 21 maggio 2012, in coerenza con quanto disposto dall'articolo 18 della legge 179 del 1992, il costo di acquisto dell'alloggio è dato dal valore del medesimo aggiornato annualmente con l'approvazione del bilancio da parte della Cooperativa edilizia, oltre che l'importo da restituire alla Regione in un'unica soluzione, pari al 50% dei contributi statali e regionali erogati.
Ne deriva che, in caso di cessione di proprietà ai soggetti assegnatari, la competenza regionale è limitata al conteggio degli importi che la Cooperativa è tenuta a restituire per la parte di contributo regionale statale ricevuto in relazione al finanziamento concesso, non già al controllo del prezzo finale praticato dalle Cooperative per il quale la Regione non reputa assolutamente, Consigliere Valle, almeno al momento necessario istituire apposita struttura a ciò finalizzata.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Caucino.
La parola al Consigliere Valle per la replica.



VALLE Daniele

Grazie, Presidente.
Brevemente, innanzitutto per richiedere una copia scritta della risposta stante la natura decisamente tecnica del contenuto, del quale non ho motivo di dubitare.
Faccio solo una considerazione politica, che penso potremmo sicuramente condividere e poi magari trovare lo spazio per concretizzare in un atto d'indirizzo.
È chiaro che, in questo contesto, la Regione ha le mani legate, ma è anche un contesto in cui la rigidità della norma fa venire meno le ragioni del riscatto della proprietà indivisa, nel momento in cui il mercato offre dei prezzi che diventano più concorrenziali di quella che dovrebbe essere l'edilizia agevolata. Noi, oggi, viviamo un momento in cui il rallentamento del settore dell'edilizia, la sovrabbondanza di strutture disponibili e il combinato disposto dei due aspetti ha fatto sì che i prezzi degli affitti come i prezzi delle compravendite, siano in continuo calo.
È evidente che strumenti che noi avevamo pensato per un mercato che invece, tendenzialmente doveva crescere in maniera indefinita, oggi non sono più adeguati a rispondere alle esigenze di una fascia sociale che non è fragilissima, ma ha le sue fragilità, pertanto necessita di maggiore tutela.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Valle.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione del sindacato ispettivo.



(Alle ore 10.00 il Presidente dichiara esaurita la trattazione del punto all'o.d.g. inerente a "Svolgimento interrogazioni e interpellanze")



(La seduta inizia alle ore 10.05)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Do atto che l'o.d.g. è stato comunicato con la convocazione.
Non essendovi proposte di modifica, l'o.d.g. è approvato, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento interno del Consiglio regionale.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico: a) Congedi Hanno chiesto congedo Carosso, Cirio, Graglia, Icardi, Lanzo, Ricca e Tronzano.
b) Presentazione progetti di legge L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Approvazione processi verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g. "Approvazione processi verbali precedenti sedute", comunico che sono stati approvati i processi verbali del 19, 26 e 27 novembre 2019.


Argomento:

Programmazione dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Preioni; ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Chiederei un'inversione all'o.d.g. odierno, rinviando la discussione e votazione della legge sulla navigabilità del Po, il disegno di legge n. 43 al pomeriggio, in quanto l'Assessore Gabusi ci ha comunicato che sarà presente nella seduta pomeridiana, andando avanti nella mattinata con gli altri ordini del giorno.



PRESIDENTE

A questo punto, proseguirei con il punto n. 4) dell'o.d.g. odierno.
GRIMALDI Marco (fuori microfono) Come verrebbe spostato?



PRESIDENTE

Da quel che ho percepito, l'Assessore Gabusi arriverebbe in tarda mattinata, per cui subito alle ore 15 potrebbe iniziare la discussione del disegno di legge sulla navigabilità del fiume Po. Non ho idea e percezione se il punto n. 4) all'o.d.g. odierno si esaurirà nella mattinata o se necessiterà di altro tempo; nella situazione inversa, si potrebbe proseguire con gli ordini del giorno successivi.
Prego, Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Visto che il Consigliere Preioni ha sbagliato le proiezioni, oggi siamo molto clementi con lui e ovviamente acconsentiamo.



(Commenti fuori microfono)



GRIMALDI Marco

Sulla Calabria anche Fassino l'avrebbe azzeccata.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Grimaldi, sa che non si parla degli assenti. Prego.



GRIMALDI Marco

È un parlamentare Fassino, è sempre con noi comunque.
Va bene l'inversione all'o.d.g., però anche alla Conferenza dei Capigruppo c'eravamo detti che questa mattinata, fino alle votazioni finali (e senza sospensione del voto finale), l'avremmo dedicata all'emergenza climatica ambientale, al tema del Green Deal europeo e alle ricadute su questa Regione. Pertanto - lo dico sommessamente, ma non so se i colleghi sono d'accordo - sarebbe bello che la Giunta regionale, prima del rimpasto (per fortuna l'Assessora Chiorino arriva in soccorso della Giunta) arrivasse a un certo punto.
Di sicuro non pensi, Presidente, che si possa fare una discussione così delicata senza il Presidente Cirio e gli Assessori Carosso e Marnati; che almeno siano presenti il Presidente, il Vicepresidente e l'Assessore competente.



PRESIDENTE

A parte le tempistiche della richiesta, di cui mi scuso con l'Aula, perch non avevo visto che il Consigliere Preioni aveva chiesto la parola durante l'approvazione dei verbali e le richieste di modifica, l'intesa era di discutere nella mattinata gli ordini del giorno sull'emergenza climatica e sull'ambiente.
Non avendo sicuramente la percezione di quanto possa durare la discussione si può, se dovessimo concludere nella mattinata gli ordini del giorno proseguire con l'elenco degli ordini del giorno successivi, fino all'arrivo dell'Assessore Gabusi nel primo pomeriggio. Il Vicepresidente Carosso e il Presidente Cirio sono attualmente in congedo, mentre l'Assessore Marnati arriverà fra poco o è già arrivato a palazzo.
Per il Presidente Cirio e il Vicepresidente Carosso non c'è possibilità di.



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Volevo solo ricordare che è rimasto in sospeso l'esame dell'ordine del giorno relativo all'Embraco.



PRESIDENTE

Sì, avevamo sospeso la discussione relativa all'ordine del giorno inerente all'Embraco.
L'Assessore Chiorino è disponibile in tal senso, ma l'intesa prevedeva di affrontare prima gli atti d'indirizzo sull'ambiente.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PRESIDENTE

La sua, quindi, è una richiesta d'inversione punti all'o.d.g.? Prego, Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Mi permetto di ricordarle che l'intesa era di discutere, come primo punto qualora l'Assessore fosse disponibile, l'ordine del giorno relativo all'Embraco.
Non so per quale motivo, poi, nell'o.d.g. dell'odierna seduta il punto sia finito dietro a quello relativo agli atti d'indirizzo sull'emergenza climatica. In ogni caso, l'intesa in Aula la scorsa settimana era questa.



PRESIDENTE

Va bene, allora possiamo passare all'esame del punto 5) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ravetti; ne ha facoltà.



RAVETTI Domenico

Ho chiesto di intervenire solo per precisare che accettiamo la proposta di modifica indicata dal collega Preioni, non ci sono problemi in tal senso.
L'unico accorgimento, se possibile, è avere l'interlocuzione con un Assessore rispetto ai temi dell'ambiente: se c'è l'Assessore Marnati bene se è assente, ma nel frattempo è presente l'Assessore Chiorino, discutiamo con lei dall'inizio alla fine di questi argomenti.
Per noi è fondamentale capire con chi discutiamo della Giunta semplicemente questo.
So che non è una sua competenza, Assessore Chiorino, però discutere con lei è sempre un piacere.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Nella Conferenza dei Capigruppo era stato concordato che se c'era l'accordo con la Giunta si poteva discutere; mancando ancora l'Assessore Marnati possiamo proseguire con l'esame dell'ordine del giorno n. 177, inerente a "Impegno della Regione Piemonte per i lavoratori ex Embraco", per proseguire successivamente con l'esame degli atti d'indirizzo relativi al sistema climatico-ambientale.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Proseguimento esame ordine del giorno n. 177 presentato da Frediani Bertola, Sacco, Valle e Marello, inerente a "Impegno della Regione Piemonte per i lavoratori ex Embraco"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 177, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Nella seduta antimeridiana del 21 gennaio la Consigliera Frediani aveva illustrato l'ordine del giorno. Successivamente, l'Assessore Chiorino aveva suggerito il rinvio dalla discussione, in attesa di ulteriori sviluppi della situazione. Il Consigliere Valle e la Consigliera Frediani avevano concordato sulla proposta.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola l'Assessore Chiorino; ne ha facoltà.



CHIORINO Elena, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente.
La settimana scorsa avevo chiesto un rinvio - proprio perché in questi giorni era in evoluzione la questione - semplicemente per avere qualche elemento in più, al fine di ipotizzare, comunque, un cronoprogramma chiamiamolo così, finalizzato ad alcune azioni pragmatiche concrete.
Proprio perché sul caso ex Embraco Ventures, ahimè, purtroppo, abbiamo sentito davvero tanto chiacchiericcio nel tempo, tante notizie e proclami sui giornali, per cui ritengo che sia dovere dell'Assessorato - sensibilità condivisa anche da parte del Consiglio regionale - non ragionare tanto per proclami, quanto per riuscire effettivamente a ottenere possibili soluzioni concrete.
In questi termini, è stato convocato - questo è dunque un aggiornamento rispetto alla settimana scorsa - il tavolo al MISE a Roma per lunedì 3 febbraio, in cui, evidentemente, la Regione sarà presente.
Nel frattempo, si è letto sui giornali di "potenziali imprenditori", uno in particolare, che parrebbero interessati e disponibili a valutare degli investimenti per quanto riguarda l'ex Embraco, di cui, però, la Regione Piemonte in questo momento non sa nulla, se non quanto letto sui giornali.
Forse perché l'eventuale proposta è stata fatta al MISE. Forse perch l'eventuale proposta verrà presentata a tutti lunedì 3 febbraio a Roma.
In ogni caso, sarà fondamentale l'incontro del 3 febbraio, in cui auspico come più volte ho scritto al MISE, che sia effettivamente presente Whirpool o una rappresentanza titolata a prendere delle decisioni anche per Whirpool, così com'era stato chiesto che fosse presente Invitalia, che rappresenta un altro nodo cruciale. Perché Invitalia può dare un quadro della situazione e dei potenziali strumenti a supporto che di certo sono utili a chiarire tutto il contesto.
In più, si vedrà se in quella sede l'imprenditore che ha dichiarato di essere potenzialmente interessato avrà parola e presenterà delle relazioni o se il MISE ci relazionerà su quello che, eventualmente, l'imprenditore ha presentato a loro. Sulla base di ciò, ritengo che sarà bene lavorare, così come richiesto da quest'ordine del giorno, su un tavolo regionale, andando a vagliare tutte le possibilità proprio nell'ottica della massima tutela dei 407 lavoratori dell'Embraco.
Ribadisco che, in base a come si evolverà il tutto, saranno sicuramente messe in campo, da parte dell'Assessorato al lavoro, tutte le misure possibili, anche in termini di eventuale e necessaria riqualificazione piuttosto che di ricollocazione dei lavoratori. Su questo, dunque l'Assessorato conferma, in ogni caso, la disponibilità a mettere in atto tutte le misure necessarie. Sottolineiamo l'importanza di un tavolo regionale, proprio perché, a un certo punto, se ci fossero interessi di un certo tipo, oppure se fosse definita a Roma la situazione con Invitalia e Whirlpool, sicuramente una parte più snella potrebbe essere portata avanti dal tavolo regionale, per poi relazionare, ovviamente, anche al Ministro dello Sviluppo Economico.
Per quanto mi riguarda, il parere è assolutamente favorevole rispetto all'ordine del giorno in oggetto, chiedendo poi di declinarlo successivamente alla riunione del 3 febbraio per i motivi che ho appena illustrato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento, indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 177, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Esame ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale"; ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta, Valle, Giaccone, Marello, Rossi Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale"; ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti, Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti"; ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi, Fava, Cane Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca, inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti"; ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco Martinetti, Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico"; ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani Disabato, Martinetti, Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso"; ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici"


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno di cui al punto 4) all'o.d.g.
. ordine del giorno n. 150 presentato da Marrone, Ruzzola, Biletta e Riva Vercellotti, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: politiche concrete di competenza regionale" . ordine del giorno n. 152 presentato da Grimaldi, Canalis, Avetta Valle, Giaccone, Marello, Rossi, Sarno e Valle, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale" . ordine del giorno n. 171 presentato da Biletta, Riva Vercellotti Ruzzola e Zambaia, inerente a "Green Deal, la specificità del bacino padano venga riconosciuta con adeguati investimenti" . ordine del giorno n. 173 presentato da Preioni, Cerutti, Demarchi Fava, Cane, Perugini, Nicotra, Zambaia, Dago, Gagliasso, Marin e Mosca inerente a "Riconoscimento del Piemonte quale area svantaggiata per lo smaltimento degli inquinanti" . ordine del giorno n. 167 presentato da Disabato, Sacco, Martinetti Frediani e Bertola, inerente a "Dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale in Regione: impegni per contrastare il cambiamento climatico" . ordine del giorno n. 168 presentato da Frediani, Disabato, Martinetti Sacco e Bertola, inerente a "Stato di emergenza climatica e ambientale: interruzione della NLTL, opera con un bilancio ambientale disastroso" . ordine del giorno n. 181 presentato da Grimaldi, inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici" Come concordato nella scorsa adunanza consiliare, ai sensi dell'articolo 102 del Regolamento interno, procediamo con la discussione congiunta di tutti gli atti d'indirizzo citati, in quanto vertenti su argomenti analoghi o connessi.
La parola al Consigliere Marrone per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 150.



MARRONE Maurizio Raffaello

Grazie, Presidente.
Abbiamo deciso di presentare quest'ordine del giorno e siamo contenti che abbia riaperto un dibattito che, a quanto pare, ha stimolato gran parte del Consiglio regionale e tante altre forze politiche. Ha creato forse un po' di sorpresa e un po' di scompiglio nella maggioranza il fatto che proprio da Fratelli d'Italia partisse una richiesta di dichiarazione di emergenza climatica e ambientale. Però vogliamo cogliere quest'opportunità di dibattito proprio per chiarire bene la nostra posizione, che è ben desumibile anche dalla lettura del documento.
Pensiamo che dal Consiglio regionale aperto che ha trattato questo tema sia emerso un messaggio sbagliato o, meglio, che il messaggio della maggioranza sia stato travisato e forse, inconsapevolmente, un po' strumentalizzato.
Infatti, sinceramente non abbiamo apprezzato che sia passato un messaggio di chiusura a qualsiasi richiesta esterna e mancanza di sensibilità sulla questione ambientale e climatica quando, in realtà (ricordiamolo) il fatto di indire un momento di dibattito aperto in quest'Aula è stato accolto e promosso proprio da questa maggioranza.
Infatti, la tribuna anche politica e istituzionale ai movimenti giovanili che s'impegnano sul tema è stata assolutamente garantita e favorita da questa maggioranza e da questo centrodestra e l'impegno concreto su questo tema è stato non solo annunciato e confermato dialetticamente a verbale, ma anche mantenuto con l'azione politica concreta. Ed è per questo che abbiamo voluto ripresentare un atto d'indirizzo che vada sì ad accettare e quindi dichiarare formalmente questo stato di emergenza climatica e ambientale come molti altri enti pubblici e rappresentativi hanno fatto, però con una differenza di mentalità importante: non fermarsi a un approccio ideologico di dichiarazione solo simbolica e propagandistica, bensì andare a riempire questa dichiarazione con dei contenuti molto forti e anche concreti proprio perché di reale competenza regionale.
Questo perché? Perché l'attenzione al territorio e alle grandi ripercussioni anche relative alla stabilità idrogeologica e al grande disastro climatico che va a colpire tante comunità della nostra Regione non hanno mai lasciato indifferente questa maggioranza, anzi. Però riteniamo che - per fare un esempio un po' scherzoso - quando il Po va a esondare non consulta prima la lista dei Comuni che hanno dichiarato o meno lo stato di emergenza climatica per vedere dove andare a straripare. Per carità, la natura sicuramente ha una sua dinamica incontrollabile, ma la politica, in quanto amministrazione della cosa pubblica, deve porsi il tema di tutelare il territorio e anche l'ambiente, per evitare tutte le conseguenze dannose che derivano da questa emergenza, ma lo deve fare con un piglio assolutamente pragmatico. Altrimenti si rischia di andare a frustrare proprio quegli obiettivi che penso siano largamente condivisi, al di là delle appartenenze ideologiche.
Per questo voglio sottolineare - anche in coerenza con quanto detto in quel dibattito dal mio collega Bongioanni, che condivido - che non ha senso andarci a scannare su un dibattito, che è in realtà propriamente scientifico, su quella che è la dimensione quantitativa dell'impatto dell'azione antropica sull'equilibrio climatico ambientale, non perché noi vogliamo sottovalutare l'importanza di questo tema, ma proprio perché lo riteniamo massimamente importante.
Riteniamo che debbano essere gli esperti in ambito scientifico a esprimersi e che debba essere un dibattito scientifico, che sappiamo essere vivo e anche controverso, a dare le risposte in tal senso. Ma questo noi non la viviamo come uno scarico di responsabilità. Tutt'altro, noi riteniamo che a prescindere da quelle che saranno le evoluzioni del dibattito scientifico sul tema, la politica debba comunque dare delle risposte di grande responsabilità. Ed è per questo che l'ordine del giorno che noi presentiamo è pieno d'indicazioni e politiche molto concrete, che vado brevemente a enumerare.
Rivendico che queste tematiche sono assolutamente espressione della nostra visione del mondo e delle nostre linee programmatiche di centrodestra e arrivo dire, anche di destra. In realtà, la sensibilità e l'ambiente non è appannaggio di una sola forza politica, ma noi preferiamo portarle avanti con delle proposte molto concrete.
La prima che vogliamo enumerare è il tema delle grandi infrastrutture e delle grandi opere. Non possiamo pensare di rispondere all'inquinamento dell'aria, delle micropolveri e dell'inquinamento atmosferico solo con i blocchi dei singoli veicoli dei privati. Le nostre tangenziali e le autostrade della Pianura Padana sono intasate soprattutto dal traffico commerciale e dai flussi commerciali su gomma.
Riteniamo strategico, per migliorare la qualità dell'aria, investire su un'infrastruttura strategica come l'alta velocità, che non è solo la Torino Lione, ma è quel canale infrastrutturale che consentirà di spostare prevalentemente su ferro, quindi su rotaia, tutto quel flusso commerciale che valica le nostre Alpi adesso su gomma e che poi sarà in grado di connettere quei grandi flussi che, dal porto di Genova arrivano dal Mediterraneo e si dirigono al nord dell'Europa e poi a est verso Milano.
Questo è il primo tema su cui noi gradiremmo, anche per responsabilizzare il dibattito, che anche i Fridays For Future si esprimessero, perch abbiamo ravvisato una certa ambiguità sul tema, una certa sospensione di giudizio. Vediamo che le loro propaggini locali della Valle di Susa, sempre che non vado errato - ma mi sembra di essere abbastanza confortato su questa notizia - abbiano sposato il movimento No TAV e partecipino attivamente alle manifestazioni contrarie all'alta velocità ma, a livello di vertice, a livello torinese, a livello nazionale e internazionale non è chiara la posizione di quel movimento in proposito. Invece la nostra posizione è assolutamente cristallina.
Nell'ordine del giorno, proseguiamo poi con la promozione di progetti di ricerca propedeutici al rinnovamento industriale, nell'ambito dei progetti di area di crisi complessa, in particolare sul tema della mobilità sostenibile. Noi siamo i primi a credere nelle soluzioni strutturali al tema ambientale, quindi a pensare che la soluzione non sia tenere nel garage la vecchia panda del pensionato, del commerciante o dell'artigiano ma portare tutto il sistema a un salto di qualità che vada a spostare tutta la produzione, quindi anche il consumo, su sponde che siano ecosostenibili.
Questo, se vogliamo trasformarlo in politica concreta, non può essere affrontato in modo ideologico.
Vietare i diesel, vietare i motori inquinanti, limitare il traffico in tal senso, quando poi la grande produzione manifatturiera del nostro territorio è ferma a quelle tipologie di prodotto, crea semplicemente disoccupazione.
Noi viviamo uno stillicidio d'imprese, anche e soprattutto connesse all'indotto dell'automotive, che sta vivendo un vero tracollo, con storie drammatiche di operai e delle loro famiglie costrette a picchettare in pieno dicembre, durante le feste natalizie, per cercare di mantenere viva l'attenzione sul loro destino e non possiamo, sinceramente, andare di fronte a quegli operai - dove tutti noi siamo andati, di destra e di sinistra e Movimento 5 Stelle - a rispondere che devono rimanere in mezzo a una strada perché producono un bene che non è in sintonia con gli standard ambientali.
Riteniamo che la produzione vada, effettivamente, ammodernata in senso ecosostenibile, però richiamiamo anche le forze politiche, che sono espressione dell'attuale Governo, a un senso di responsabilità. Una crisi complessa verte soprattutto come progetto regionale proprio sui progetti di ricerca che vadano a investire sul motore elettrico e sulla mobilità ecosostenibile, ma hanno bisogno non solo di progettualità che la Regione garantisce, non solo di compartecipazione - parliamo di decine di milioni di euro - che la Regione e la Giunta regionale ha garantito dai fondi europei, ma ha bisogno d'impegni concreti e non di parole da parte del Governo centrale.
Prima abbiamo sentito una promessa di 150 milioni di euro, ma quando ci è stato portato in versione Babbo Natale a Palazzo Civico, abbiamo sentito ridurre la cifra a 50 milioni e nella finanziaria non abbiamo visto ancora un euro. Decreti sulle crisi complesse il Governo ne ha promulgati da quel giorno, ma a Torino non l'abbiamo mai vista comparire.
Riteniamo che, in tal senso, non basti incontrare Greta Thunberg stringerle la mano e creare photo opportunity, ma bisogna portare i quattrini, bisogna portare i milioni di euro per costruire veramente motori elettrici e non vietare semplicemente i motori inquinanti ai consumatori che li avranno comprati legittimamente.
Proseguo con l'illustrazione del mio ordine del giorno. La predisposizione di bandi di accesso a fondi strutturali europei indiretti, che premino forme di economia circolare, ammodernamento edilizio ecosostenibile, il riciclo dei rifiuti, l'agricoltura a chilometro zero e il rifiuto delle culture OGM. Ricordo che quando Greta Thunberg doveva ancora nascere, con la destra sociale dell'allora Alleanza Nazionale, l'impegno sul contrasto agli organismi geneticamente modificati per salvaguardare la qualità a livello genetico delle colture italiane piemontesi la sposava proprio la nostra componente politica. Purtroppo è una battaglia su cui, nonostante tutto, abbiamo ceduto dei passi. Tuttavia, sono dei temi fondamentali: c'è l'agricoltura biologica, c'è anche la poco conosciuta idrocoltura, tutte tecniche all'avanguardia che noi dobbiamo sostenere. So che anche la Giunta, con l'Assessore Marnati, su questo ha già anticipato un impegno molto concreto.
Ho già parlato delle limitazioni al traffico. Bisogna assolutamente tamponare l'emergenza, ma con misure che siano di sostegno, che siano incentivanti, non con misure repressive che, invece, vanno solo a mortificare il nostro tessuto economico.
Concludo con un passaggio che, davvero, ci vede ribaltare anche un po' sui nostri avversari politici, ma mi sento di dire, anche soprattutto con quel movimentismo ambientale con il quale vogliamo avere un'interlocuzione, ed è l'ultimo punto dell'invito, che è il tema dei dazi di civiltà. Qui potrebbe sembrare una battaglia ideologica, ma non è così. È il riportare tutti, nel pieno rispetto dell'intelligenza di ciascuno di noi, che il tema del mantenimento degli impegni ambientali è efficace se è globale, perch l'Europa ha un impatto infinitesimale sul degrado climatico-ambientale di tutto il globo.
Finché noi ci ritroveremo ad avere controparti in ambito asiatico, in ambito sudamericano, in tanti altri ambiti che svolgono una concorrenza pesantissima - e mi sento di dire anche sleale - nei confronti dei nostri attori economici, rispetto ai costi di produzione e poi non sono minimamente vincolati al rispetto dei diritti del lavoro, in questo caso anche dei parametri di produzione ecosostenibile e sono liberissimi di inquinare quanto, dove e come vogliono, allora vi rendete conto che tutto l'impegno mantenuto in ambito occidentale diventa assolutamente inutile.
Anzi, diventa penalizzante per i produttori occidentali. Gli impegni li vogliamo portare avanti, ma in senso vincolante per tutti. I Paesi che ritengono di approfittare del mercato globale e di non rispettare questi standard internazionali vanno sanzionati.
Spero che la nostra Greta Thunberg, che ha lanciato un messaggio importante (se siamo qui a discuterne, evidentemente, è un messaggio che ha bucato) non si limiti a manifestare nelle città occidentali, dove il diritto di libera espressione è assolutamente garantito, anzi dove i potenti e i governanti sgomitano per andare a stenderle tappeti rossi, a stringerle la mano e a farsi fotografare inchinati a livello della sua altezza, ma che invece, questo movimento abbia il coraggio di porre questo tema anche a livello internazionale.
Sono contento che il Fridays For Future venga nel nostro capoluogo piemontese a celebrare il suo meeting estivo, ad agosto, però credo sarebbero stati più incisivi se l'avessero indetto magari a Pechino contro l'inquinamento climatico o a Riyad per protestare contro l'inquinamento da idrocarburi. Però questo sinceramente, non per essere pessimista, temo che non lo vedremo mai.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo a tutti di rimanere nei tempi, che sono dieci minuti.
L'intervento è stato di dieci minuti e altri due minuti, che è il 20% in più, considerevole come tempo aggiuntivo.
Procediamo con l'esame dell'ordine del giorno n. 152.
La parola al Consigliere Grimaldi per l'illustrazione.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
In realtà, non ho ancora capito perché la destra ce l'abbia così tanto con chi, nell'ultimo anno della sua vita, ha dedicato tutta la sua passione a rivitalizzare una discussione pubblica, che è rimasta per troppo tempo solo nelle università, nei movimenti ecologisti, nelle piazze dell'austerity e del liberismo. Lo dico perché, purtroppo, anche in quest'aula sono state tuonate parole davvero fastidiose, come "vieni avanti Gretina" o "siete dei catastrofisti".
Vi è andata male, colleghi. Questa legislatura, purtroppo, è nata sotto un segno davvero negativo: anzitutto, avete bocciato la discussione iniziale di questa legislatura proprio sui cambiamenti climatici; poi avete provato ad aprire la discussione con i ragazzi del Fridays For Future, per poi di nuovo frustrarne ogni aspettativa, bocciando prima la dichiarazione di emergenza ambientale e poi facendo ancora peggio.
Voi siete i classici esempi di negazionisti un po' "corretto grappa", alla piemontese, cioè un giorno dichiarate l'anno di svolta ambientale, magari perché Greta Thunberg è qui davanti al Palazzo della Regione e il giorno dopo spiegate che, poiché le misure dovrebbero essere strutturali e quindi, i blocchi non sono sufficienti, alla fine, senza alternativa e senza davvero mettere in campo risorse straordinarie, sia del nostro bilancio, come vi abbiamo chiesto, sia dei fondi strutturali europei riuscite solo a prevedere deroghe nel vostro futuro.
Non so se vi è chiaro, lo diciamo da mesi: magari tutta la lobbying Consigliere Marrone, che in questi anni i governatori del Nord hanno speso per l'autonomia, l'avessero anche solo in parte spesa per quella che è l'emergenza più grande del Nord Italia, che ci vede tutti accomunati, fino all'Emilia-Romagna, ed è quella ombra nera che ogni giorno respiriamo, che ogni giorno rende un po' più breve e un po' più corta anche la nostra aspettativa di vita! Già, perché l'appello che facciamo in quest'aula a tutti i parlamentari europei e italiani è proprio quella di unirsi, di unire il Nord per la nostra sopravvivenza.
Forse, quello che non avete colto della dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale (altro che, Consigliere Preioni, "disagio ambientale", si chiama "emergenza climatica"!), è che prima di tutto sono a rischio le nostre attività, quelle produttive, quelle con caratteristiche economiche, e mi riferisco ai nostri vigneti, alle nostre api, alla nostra agricoltura, ma al centro sta un discorso ben più grande: senza giustizia ambientale non c'è neanche giustizia sociale.
Sapete benissimo che con noi non attaccano le polemiche su quanto sono giuste o no le piccole misure che prevedono la congestion charge nel centro di Torino. Voi le criticate perché sono di natura troppo ambientalista? Ecco, per noi sono timide e spesso anche inutili! Per noi, che pensiamo alla pedonalizzazione dei centri storici e alla moderazione del traffico su tutte le città, pensiamo che però non si possa banalizzare il tema del trasporto privato. Per questo, nella nostra dichiarazione di emergenza ambientale c'è una sfida alla città di Torino, ma prima di tutto a noi stessi: troppo comodo, troppo comodo, la sfida fra pellet e mezzi privati anzi, direi inutile! Come si fa a dividere questa discussione fra emissioni, sostanze inquinanti e cause di una vicenda che, certo, ha una storia di trent'anni? Per intenderci, nessuno pensa di dover smentire pubblicamente il Direttore dell'ARPA quando dice che la qualità dell'aria è migliorata. Certo, se consideriamo gli ultimi trent'anni, sono proprio le misure strutturali che hanno migliorato la nostra qualità dell'aria. Le misure strutturali sono quelle che hanno cambiato un pezzo di produzione, che ne hanno anche vista meno; oggettivamente, la Città di Torino con il piano regolatore, dal 1990 al 2006, ha visto la riconversione della più grande parte dei suoi spazi industriali. Pensate a Parco Dora e a quella che è stata Italia 150.
Abbiamo visto la linea 1 della Metropolitana; siamo la più grande città teleriscaldata d'Italia! Solo che a un certo punto la curva, come emerge dai dati sulle emissioni di PM10 e di polveri sottili, si è fermata: questo drastico miglioramento è fermo da troppi anni.
Assessore Marnati, varrebbe la pena citare le metafore o tirarle dalla propria parte - glielo dicevo l'altro giorno in Commissione - per intero.
Il CNR ci fa notare che, se una stanza è chiusa e ci sono dieci persone che fumano, forse non ha poi così senso chiedere solo a due o tre persone di smettere di fumare. Perché? Perché, se non si spalancano le finestre quella riduzione è poco sensibile per gli altri otto che continueranno a respirare; sicuramente, per quei due che smetteranno di fumare, ma anche per gli altri otto che continueranno a farlo.
Il punto è semplice, Assessore Marnati: le Alpi non si possono abbattere, i tunnel - per quanto vi piacciano e siate ossessionati da loro - non servono a trasportare l'aria cattiva dall'altro lato delle Alpi (per fortuna perché non ce la caviamo spostando le emissioni!). Il punto è se siete d'accordo, stato di emergenza climatica e ambientale o no, a dire che la priorità di ogni nostra politica, così come vi abbiamo detto durante la discussione sulla crisi occupazionale, ha al centro la riconversione ecologica della nostra economia.
La dico in modo molto semplice: la vicenda FCA-PSA ha al centro (il cuore) un ritardo tecnologico, promesse mancate del gruppo che ha avuto il cuore e la testa in questa città, ma anche un pezzo di futuro della mobilità sostenibile; senza dubbio.
Anche se noi mettessimo tutte le risorse pubbliche regionali sul tema dell'elettrico e delle batterie, che vede nei nostri atenei piemontesi un'eccellenza (penso alle tante donne del Politecnico, una in particolare tra l'altro, che è appena stata nominata all'EDISU proprio dagli atenei che hanno vinto tutti i concorsi europei proprio per la progettazione delle batterie del futuro), la componentistica di quelle auto e i numeri che faranno le auto elettriche del gruppo FCA non basterebbero neanche a mantenere l'occupazione a Mirafiori; figuratevi nell'indotto.
Che cosa vuol dire tutto questo? Che serve l'attenzione del Governo italiano, Consigliere Marrone? Sì, eccome, ma serve l'attenzione di tutta l'Unione Europea.
Vi do una notizia: l'Europa chiama il Piemonte. Io non so se avete sentito se siete in ascolto, ma siamo una delle quattro Regioni potenzialmente beneficiarie dei fondi in più del Green Deal. Abbiamo la possibilità, con la Lombardia - visto che ne siete così attratti, per una volta, discutiamo in una maniera più larga - la Liguria, il Veneto e l'Emilia Romagna, di studiare il più grande piano di trasporto pubblico mai esistito in questo Paese dai tempi di Cavour.
Ci avete rotto i polmoni a discutere se è o no strategica l'alta velocità senza spendere mai un minuto del vostro tempo a parlare di quanto sia necessario ridurre le emissioni su gomma o incentivare quello che è ormai un tappo vero nell'economia italiana: il fatto che le merci su ferro non è che non vanno a Lione, ma non vanno proprio da nessuna parte! Noi saremmo i primi a voler discutere con il "Consigliere sovranista energetico per un giorno" di quanto è importante non solo lasciare alle porte le politiche della Cina a chilometro zero, perché, Consigliere Marrone, non so se ha notato, ma il liberismo è entrato già dentro di noi.
Tra l'altro, continua a sbagliare: i Fridays For Future non fanno le conferenze in Cina, perché è una conferenza europea e - sa com'è! - non la fanno né in India né la possono fare.



MARRONE Maurizio Raffaello (fuori microfono)

Era quello che intendevo.



GRIMALDI Marco

Era quello che intendeva, però è un'occupazione un po' inutile. Peccato però, che, invece di estendere i diritti in Cina, per vent'anni ci avete spiegato - liberisti per un giorno - di dover mettere quei diritti e quelle garanzie qua, proprio per difendere gli interessi di quelle multinazionali.
Già, perché, in tutta questa discussione, non discutiamo mai di chi ogni giorno ci depreda un pezzo di futuro o di chi ogni giorno è generatore di crisi. Nessuno paga le loro politiche scellerate! Addirittura, permettiamo a un signore, seduto nel suo salotto borghese in Svizzera, di spiegarci cosa fanno gli italiani e cosa dovrebbero fare, dopo aver ammazzato nel nostro territorio centinaia e centinaia di persone! Sì, le multinazionali non pagano mai i loro disastri climatici e noi lo diciamo per una volta: non serve solo investire il 50% dei fondi strutturali europei nella riconversione, ma c'è bisogno di far pagare una parte di questa riconversione ecologica a chi quei privilegi li ha messi nei propri forni.
Continuate a dire "poverine, poverine" a queste grandi imprese, ma guardate che negli ultimi dieci anni hanno versato il 60% in meno delle loro entrate nella nostra Regione (guardate che devasto hanno fatto sull'IRAP) e non hanno investito neanche un terzo delle proprie risorse per far sì che la loro impronta ambientale fosse ridotta.
Noi vi sfidiamo: siete pronti a fare il primo testo unico, voi che volete cancellare le leggi, sull'impronta ambientale? Siete pronti a chiedere a tutte le grandi imprese che stanno in Piemonte di calcolare le loro emissioni e di ricompensarle qui dentro, non in altri Paesi? Fate i sovranisti e su questo no? Qua! Non avete risorse per i parchi, non ve ne frega niente? Utilizziamo le risorse dei privati! Non ci sono risorse per fare le quinte verdi nelle nostre statali, nelle nostre provinciali? Facciamole pagare a chi continua a inquinare questo Piemonte! Già, perché la giustizia ambientale e sociale passa anche da questo.
Siamo d'accordo, non possono pagarla i più deboli, non può essere un oggetto, ancora di più, di aumento delle diseguaglianze - e ho finito Presidente - ma, se vogliamo stare nel merito, allora, per la prima volta Presidente Cirio e Assessore Marnati, facciamo il ponte più ambientalista possibile, proviamo a scavallare i muri che ci sono ancora fra noi proviamo a riscrivere la storia dei fondi strutturali europei e proviamo a riscrivere l'agenda politica in Piemonte.
Su questo, dichiarazione ambientale o no, siamo pronti alla sfida e credo che quei ragazzi, invece di essere tacciati di catastrofismo, dovrebbero essere coinvolti, giorno dopo giorno, per il futuro di questa Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie.
Ricordo che gli interventi devono essere contenuti nei dieci minuti, sia per la maggioranza sia per la minoranza.
La parola alla Consigliera Biletta per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 171.



BILETTA Alessandra Hilda Francesca

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato quest'ordine del giorno perché anche noi sappiamo che le tematiche ambientali sono prioritarie e anche noi abbiamo appreso del Green Deal, il patto da mille miliardi che impegnerà la Commissione europea e gli Stati membri, nei prossimi mesi, per la riduzione e l'azzeramento dell'emissione di gas serra e per combattere il cambiamento climatico.
È un patto molto ambizioso, che rappresenta un'opportunità unica per l'Italia e soprattutto per il Piemonte che, com'è noto, conosce un serio problema legato alla qualità dell'aria, proprio a causa della naturale conformazione orografica dell'arco alpino che lo circonda, che riduce fortemente la circolazione dell'aria. Problema purtroppo noto a tutte le Regioni del bacino padano: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia, tutti territori fortemente antropizzati e industrializzati.
Ogni anno i dati riportati ci dicono che soltanto nel bacino padano, a causa dell'inquinamento, ci sono 90.000 morti.
Con quest'ordine del giorno, chiediamo che la Giunta si adoperi affinch sia riconosciuta, sia a livello nazionale sia a livello comunitario, la specificità delle Regioni che compongono il bacino padano e che sulla base di questa specificità vengano ripartite le risorse.
Riteniamo debba essere rivisto il criterio di riparto delle risorse stesse che non può essere soltanto e soprattutto quello del numero di abitanti del territorio. Sappiamo, infatti, che per il nostro territorio sono necessari sforzi e investimenti decisamente maggiori rispetto a quelli fatti per altre aree italiane ed europee.
Chiediamo anche che il Piemonte, insieme con le altre Regioni del bacino padano, predisponga un piano pluriennale straordinario che preveda misure strutturali per la qualità dell'aria e la riduzione delle emissioni climalteranti.
Infine, chiediamo che tutti i progetti che verranno proposti all'Unione Europea possano e debbano tener conto della specificità e delle criticità di questo territorio.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Preioni per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 173.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Ha visto, Consigliere Grimaldi? Lei pensa che quelli della Lega siano tanto poco democratici, invece si è trovato un Presidente del Consiglio che la lascia parlare per 15 minuti. Tutto questo tacciarci di poca democraticità viene sempre smentito nei fatti.
Volevo illustrare, in parte, l'ordine del giorno che comunque è agli atti ma fare anche alcuni ragionamenti con voi.
Si è visto che il blocco del traffico riduce, al massimo, del 10% il danno da inquinamento. Quando andiamo a bloccare il traffico con gli euro 1, euro 2 ed euro 3, chi colpiamo? Colpiamo la povera gente. La povera gente che già in questo Paese soffre; la povera gente che già in questo Paese ha poche risposte. Per questo, pur avendo solo un piccolo beneficio, andiamo a colpire le fasce più deboli della nostra società.
Che cosa sta facendo il nostro Assessore Marnati? Sta facendo tanto: la Regione Piemonte diventerà la prima Regione in Europa a utilizzare treni a idrogeno e si vuole arrivare ai pullman elettrici, perché se lasciamo a piedi la gente e poi la carichiamo su dei pullman che magari sono euro 1 o euro 2, che inquinano molto di più delle loro auto, non ha molto senso.
Sembra quasi una barzelletta, ma arriviamo a questi estremi.
L'unica parte d'intervento che posso e possiamo condividere con il collega Grimaldi è la parte riferita alla necessità di fondi strutturali. Il nostro Assessore Marnati sta lavorando a questo, perché bisogna andare in Europa con tutta la Pianura Padana, per recuperare quelle centinaia e centinaia di milioni di euro che ci sono e che servono per fare misure serie strutturali e grandi d'investimento, se vogliamo veramente ridurre questa cappa d'inquinamento e inquinanti che abbiamo sopra la nostra testa.
Naturalmente condivido appieno, con il collega Marrone, il fatto che i veri responsabili sono Cina e India e queste economie che non hanno alcuna norma di salvaguardia ambientale. Hanno da fare ancora decenni di studi e d'innovazioni tecnologiche per arrivare a livello di ecologia ambientale dell'Europa. Oggi sono loro che buttano in atmosfera tonnellate e tonnellate di CO2 che trasformano il nostro clima e fanno sì che nella Pianura padana passi così tanto tempo senza precipitazioni.
Dobbiamo dircelo: l'Europa, l'Occidente ha avuto e ha degli standard alti in questa materia. Queste economie non hanno ancora vissuti passaggi storici - e li vivranno - però hanno delle responsabilità ambientali pesantissime.
È la realtà dei fatti, perché nascondere questo e dire che non esiste? Basta andare a digitare su qualsiasi motore di ricerca e si vedrà la qualità e le struttura delle fabbriche in queste Regioni per capire subito qual è la questione.
La nostra Regione porterà avanti una grande lotta sulla plastica.
L'Assessore Marnati, insieme con l'Assessore Ricca, ha già fatto delibere in questo senso, per arrivare a manifestazioni sportive senza plastica plastic free. È importantissimo, ma anche questo va fatto con testa e con moderazione, perché non si può fare come il Governo romano che vuole imporre, dall'oggi al domani, tasse pesantissime sulla plastica, colpendo un intero settore della nostra economia, mettendo a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro e facendo sì che magari qualche imprenditore che ha ancora resistito in questo Paese, gli venga in mente di delocalizzare e di andare in altri Paesi dove non hanno quest'ulteriore tassazione.
Al plastic free bisogna arrivarci, però bisogna arrivarci con testa e senza mettere a rischio, in un'economia debole e sofferente come quella italiana ulteriori posti di lavoro. E noi ci stiamo arrivando.
L'altro tema è che questo dimostra la bontà e il fatto di essere sempre più convinti della realizzazione della TAV. Un conto sono le piccole macchine (le macchine della povera gente), altro conto è il trasporto su gomma, con i camion e i grandi TIR, che certo influiscono maggiormente.
Peraltro, con la realizzazione della TAV una grossa percentuale di questa tipologia di trasporto si riverserà su rotaia: il treno rappresenta sicuramente un mezzo di trasporto molto più ecologico; dunque, è parte di una soluzione che non ci può che vedere concordi.
Non concordo, invece, con chi sostiene che questo spostamento di merci non ci sarà, perché noi vogliamo vedere lo sviluppo europeo e italiano in chiave positiva; vogliamo anche avere speranze per il futuro sul fatto che prima o poi, riusciremo a uscire da questa devastante crisi economica.
Dunque, ben vengano le grandi opere; ben vengano i fondi strutturali europei sui grandi progetti, che puntano a risolvere realmente questa problematica; ben vengano ragionamenti di tipo politico che facciano capire a Paesi come Cina o India che hanno delle grandi responsabilità al riguardo, e che devono mettersi al passo con l'Europa e con l'Occidente in generale.
Invece, andiamo a stigmatizzare tutte quelle misure che vanno a penalizzare ulteriormente i cittadini, i quali hanno già mille problemi e una vita tormentata. Mi riferisco, soprattutto, alla povera gente, perch ribadisco il concetto di prima - la persona che ha un'automobile euro 1 euro 2 o euro 3 non è sicuramente una persona che ha visioni iperliberali pro-grandi industrie; semmai, è una persona che ha sicuramente delle difficoltà economiche.
Ribadisco che non è assolutamente compito della politica di questa Regione andare ulteriormente a penalizzarli o a far pagare loro delle colpe che non gli appartengono.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
La parola alla Consigliera Disabato, per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 167.



DISABATO Sarah

Grazie, Presidente.
Francamente, sono un po' confusa, perché non ho capito di quale argomento stiamo parlando: stiamo discutendo d'inquinamento, di ZTL, di traffico, di PM10 o siamo tornati alla dichiarazione dello stato d'emergenza climatica? Perché sono due aspetti totalmente diversi.
Il Gruppo della Lega ha espresso il suo disagio, in termini ambientali relativamente al problema dell'inquinamento. C'è da dire, però, che quest'argomento non ha nulla a che fare con il riscaldamento climatico.
Cioè le emissioni inquinanti sono una cosa differente dalle emissioni climalteranti dovute alla CO2 e a quei gas che contribuiscono all'aumento della temperatura media globale. Insomma, stiamo parlando di cose totalmente diverse.
Capisco che si stia cercando di strumentalizzare l'ambiente o che si stia cercando di usare le tematiche ambientali come materia di ricatto a livello torinese e anche a livello nazionale, ma non riesco a capire dove si voglia andare a parare.
Per questo motivo, sono confusa e non riesco a comprendere se devo parlare di una certa problematica o se devo intervenire su qualcos'altro.
Poiché vengono continuamente ripetute le problematiche relative al blocco del traffico, al danno arrecato ai cittadini, quasi come se ci fosse solo una parte politica che vuole effettuare questi blocchi, ci tengo a rammentare che l'accordo siglato del bacino padano impegna tante altre Regioni: non soltanto il Piemonte, ma anche il Veneto, ovvero amministrazioni di ogni forza politica e di ogni schieramento politico.
Che cosa stiamo cercando di dimostrare? Quello è un accordo sottoscritto da tutte le forze politiche. È un accordo di buonsenso, che mira a ridurre l'inquinamento nell'immediato, con misure emergenziali. Poi ci saranno sicuramente anche delle misure strutturali, ma stiamo parlando di un'altra cosa.
Torniamo, quindi, all'argomento cui ci stiamo dedicando in questa discussione, che è la dichiarazione dello stato d'emergenza climatica e ambientale.
Lo ricordo soltanto io che il 15 ottobre in Aula abbiamo ascoltato le dichiarazioni e gli interventi di numerosi esperti, tecnici e climatologi? C'erano personalità addirittura provenienti da altre parti del mondo per raccontarci gli effetti del riscaldamento globale, anche solo sul nostro territorio.
Guardate che non è una questione limitata alla Cina o al terzo mondo: stiamo parlando di problematiche che hanno un effetto immediato sul nostro territorio, sulla nostra agricoltura, sulle nostre infrastrutture e sulle produzioni agronomiche, che rappresentano un'eccellenza del Piemonte.
Ricordiamo, per esempio, i danni alla viticultura; ricordiamo i danni alla produzione di nocciole; addirittura, c'è chi parla di danni dovuti al riscaldamento climatico, quindi al cambio del clima, sulla produzione di tartufi.
Proprio in questi giorni stiamo promuovendo un'eccellenza piemontese a livello mondiale. So che il Presidente Cirio e il Vicepresidente Carosso hanno partecipato anche a una conferenza sulla tematica. Questa è una produzione che viene messa ad alto rischio dal riscaldamento climatico.
Comunque, noi abbiamo negato la dichiarazione di stato d'emergenza il 15 ottobre, di fronte a tutti questi esperti e di fronte ai ragazzi del Fridays For Future, che si sono sentiti praticamente definire "invasati".
Lo stesso Assessore all'ambiente ha chiesto loro: "Voi che cosa state facendo per cambiare lo stato delle cose? Voi urlate e vi scattate foto con Greta Thunberg, però cosa state facendo?". Peccato che lei glielo stesse dicendo con un bicchiere di plastica in mano! Certo non stava dando proprio il buon esempio.
Ma è proprio questo l'approccio che non dobbiamo tenere; sono queste le risposte che non dobbiamo dare ai ragazzi: non si devono sentire colpevolizzati per aver chiesto un'azione diretta al Governo della Regione o al Governo nazionale per andare incontro a quelle che sono le esigenze del futuro per quanto riguarda la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Non si devono vergognare di venire qua a farci queste richieste! Non si devono vergognare di andare in piazza a farsi le foto con Greta Thunberg! L'atteggiamento di questa Giunta è stato davvero vergognoso, ci tengo a sottolinearlo. Tant'è che oggi ci ritroviamo in questa sede a parlare, di nuovo, della dichiarazione dello stato d'emergenza climatica a tre mesi di distanza da quella discussione.
Perché vi siete risvegliati di colpo? Vogliamo usare anche la dichiarazione dello stato d'emergenza climatica come dato di strumentalizzazione? Vogliamo allegarlo ad altri ricatti, magari da porre alla Giunta Appendino, sui blocchi del traffico, che non hanno alcuna correlazione con il discorso dell'inquinamento? Perché stiamo parlando di due cose totalmente differenti, ci tengo a sottolinearlo.
Qual è l'obiettivo, oggi? Perché l'Assessore Marnati in Commissione, la scorsa settimana, durante la discussione sul DEFR, ha detto che queste dichiarazioni lasciano il tempo che trovano. Gliel'abbiamo dovuto dire noi che era stato presentato un ordine del giorno - anzi, più di uno - che chiedeva, invece, la dichiarazione di stato d'emergenza climatica! Dunque, non siamo stati noi della minoranza a stupirci di questo atto: è il vostro Assessore che si è stupito, tant'è che è stato presentato anche un ordine del giorno che non chiede la dichiarazione dello stato di emergenza climatica, ma contiene una dichiarazione di disagio ambientale.
La volta scorsa, invece, abbiamo chiesto di riconoscere l'emergenza globale. Oggi, invece, che cosa ci stiamo apprestando a fare? Ricordiamo che la dichiarazione dello stato d'emergenza climatica - non sono parole gettate al vuoto! - è un impegno concreto che si sono assunti anche altre nazioni, tra cui l'Italia nel novembre 2019, la Spagna l'Irlanda, addirittura il Bangladesh, e che richiede la riduzione a zero delle emissioni di gas climalteranti entro un determinato tempo specifico.
Non è che stiamo dando un contentino tranquillo anche ai ragazzi del Fridays For Future, che ci hanno messo pressione: noi stiamo dichiarando una cosa ben precisa e non possiamo sicuramente limitare la discussione a quelle tre o quattro richieste presenti negli atti della maggioranza che stanno cercando di mettere una pezza a quello che è successo il 15 ottobre.
Perché, ricordiamolo, è quello il fatto: ci stiamo ripresentando tre mesi dopo con questa dichiarazione di stato d'emergenza climatica.
Noi c'eravamo e avevamo presentato un documento completo che conteneva misure concrete volte alla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti e l'abbiamo riproposto ulteriormente oggi. Ricordo, una tra le tante, la nostra proposta di legge regionale a prima firma del collega Sacco, che richiede l'istituzione del reddito energetico regionale. Non stiamo sbandierando questa richiesta di dichiarazione così, tanto per far qualcosa, ma stiamo chiedendo misure concrete. Chiediamo di sostenere con fermezza tutte le misure individuate dal Piano regionale della qualità dell'aria e ricordiamo che in quel documento c'è anche l'ampliamento delle zone a traffico limitato. È contenuto nel Piano regionale della qualità dell'aria, quindi redatto dalla Regione.
Quando si decide di fare propaganda sui temi ambientali, magari tacciando una forza politica di essere estremista e demagogica da quel punto di vista, si devono prima leggere i documenti che presentiamo e che firmiamo per verificare effettivamente che non stiamo dicendo qualche cavolata in merito. Abbiamo chiesto di avviare un dialogo con il mondo industriale e produttivo piemontese per la predisposizione di un percorso di transizione da un modello di sviluppo lineare a uno circolare. Abbiamo chiesto di abbattere il costo dell'energia per le aziende, attraverso una maggiore quota di cofinanziamento regionale per l'efficienza energetica a fonti rinnovabili delle imprese e a definire anche nuovi criteri per l'efficientamento energetico degli edifici privati, privilegiando chi oltre ad agire sul risparmio energetico, interviene anche installando impianti che permettano di sopperire al fabbisogno residuo attraverso fonti rinnovabili. Abbiamo chiesto un programma di riqualificazione energetica degli edifici dell'Amministrazione regionale e delle pianificazioni regionali, affinché l'obiettivo generale sia il contrasto al cambiamento climatico.
Ci tengo a dirlo: questo Governo ha emanato il decreto clima, che è il primo atto concreto dedicato completamente alla lotta al cambiamento climatico. In questo decreto clima sono contenuti, ad esempio, gli stanziamenti per l'ecobonus della mobilità verde. Questi sono fondi subito disponibili per andare incontro alle esigenze del rinnovo del parco mezzi delle auto private. E ricordiamo che la nostra proposta, a prima firma del collega Bertola, che prevedeva l'ecobonus a livello regionale, è stata respinta e ci era stato detto che sarebbe stato fatto. Noi stiamo ancora attendendo, perché a livello nazionale invece l'abbiamo fatto. Dobbiamo dirlo: a un lombardo cambiare la propria auto costa molto meno che a un piemontese. Noi dobbiamo ridurre anche le distanze tra Regione e Regione perché non è possibile che per comprare la stessa auto in Lombardia e in Piemonte ci sia una differenza di 6.000 euro. Questo non è virtuoso per una Regione come la nostra. Noi dobbiamo andare a ridurre effettivamente gli inquinanti e i gas climalteranti e dobbiamo farlo con misure concrete che siano visibili e toccabili.
Nel decreto clima sono previsti bonus per le corsie preferenziali e bus per il trasporto scolastico con mezzi ecologici, per la riforestazione e l'installazione di green corner all'interno dei negozi e degli esercizi commerciali in cambio di un contributo, pubblicità dei dati ambientali e quindi la pubblicazione dei dati ambientali, rendendoli pubblici e accessibili. Queste sono azioni che sono state fatte dal nostro Governo e non soltanto, perché ad esempio l'8 luglio 2019 il Ministro Luigi Di Maio e Sergio Costa hanno firmato il decreto FER1, che ha l'obiettivo di sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030 definiti nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Quindi, a livello nazionale passi in avanti se ne stanno facendo.
A livello regionale, invece, noto, purtroppo con tanto dispiacere, che si stanno facendo attacchi e si stanno facendo ricatti all'Amministrazione e si sta utilizzando il tema dell'ambiente per fare fuffa, perché dopo tre mesi tornare in Aula con questa discussione dopo non aver dichiarato lo stato d'emergenza climatica durante il Consiglio regionale aperto sul tema è una delusione, ed è un fallimento da parte di questa Giunta.
Stiamo cercando di mettere una pezza, quindi l'Assessore Marnati non venga a dirci in Commissione che la dichiarazione dello stato d'emergenza è inutile, ma lo dica davanti a tutte le forze politiche che hanno ripresentato oggi quell'atto, perché bisogna avere anche il coraggio di prendersi la responsabilità delle proprie dichiarazioni e delle proprie azioni. Se c'è qualcuno che deve fare dichiarazioni in merito, le faccia adesso alla propria maggioranza, perché lei, Assessore, a quanto pare nemmeno sapeva della deposizione di questi atti, o sbaglio? È caduto dal pero in Commissione, diciamoci la verità! Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Disabato.
La parola alla Consigliera Frediani per l'illustrazione dell'ordine del giorno n. 168.



FREDIANI Francesca

Grazie, Presidente.
Il mio ordine del giorno si focalizza soltanto su un punto, perché quello dei colleghi appena illustrato è più generale, che è stato associato all'atto d'indirizzo relativo all'emergenza climatica. Invece il mio ordine del giorno si concentra, in particolare, sul primo tema posto dal Consigliere Marrone, che è quello relativo alla realizzazione della nuova linea Torino-Lione.
Come sempre, quando si affronta questo tema, lo si fa in modo piuttosto approssimativo e ideologico. Si ripresenta questa nuova linea come la soluzione di problemi che, in realtà, in primis probabilmente nemmeno esistono, ma che sicuramente non richiedono come soluzione la costruzione di un'opera che, invece, nell'immediato soprattutto, è altamente impattante.
Ho trovato un articolo - ne ho preso solo qualche estratto per non tediarvi con troppi numeri - che riassume un po' quelli che sono i dati reali e che purtroppo, mancano sempre quando si discute di questo tema. Nel tunnel autostradale del Frejus, dipinto dai sostenitori del nuovo traforo ferroviario come un inferno di asfalto intasato da numerosi TIR che inquinerebbero tutto l'arco alpino, ogni giorno passano 2.154 mezzi pesanti. Sulla tangenziale di Torino di camion ne passano ogni giorno non 2.000, ma 37.000. Ed è vero che il collega Marrone ha proprio citato il traffico della tangenziale come motivo d'inquinamento, ma non ha saputo spiegarci la correlazione tra il traffico della tangenziale e quello che passa o passerebbe nel tunnel del Frejus, semplicemente perché non c'è correlazione, sono due tipi di traffico profondamente diversi. Tant'è che sull'autostrada Torino-Milano ogni giorno corrono 13.500 mezzi pesanti.
Parliamo di quasi dieci il minuto, uno ogni sei secondi, e il traffico è sei volte quello del traforo autostradale del Frejus. Quindi, la domanda che sorge spontanea è perché non si è spostato questo traffico su gomma sulla rete ferroviaria ad alta velocità che è già stata costruita. A questa domanda nessuno, immagino, sa dare una risposta.
In realtà, tutti noi dovremmo ricordare bene per quale motivo è nato il progetto dell'alta velocità, della nuova linea Torino-Lione: per spostare i passeggeri. Inizialmente quello era lo scopo. In seguito si è scoperto che in realtà, non c'era una tale richiesta di spostamento di passeggeri e quindi si è inventata la scusa dello spostamento merci. Una scusa che, tra l'altro, si sta ancora utilizzando, senza che ci siano delle solide basi per giustificarla. Il grande imbroglio è proprio questo. Non c'è nessun intasamento di merci su quella direttrice, il traffico merci non può essere tolto dalla strada perché i mezzi che creano traffico sulle nostre strade in particolare sulla tangenziale, sono mezzi che fanno spostamenti brevi, è un traffico di breve gittata.
Prendiamo un altro dato come esempio. Sull'autostrada A32, Torino Bardonecchia, quindi quella che porta all'imbocco del tunnel del Frejus ogni giorno transitano 3.300 mezzi pesanti ma, come abbiamo detto prima solo 2.154 attraversano il tunnel che collega l'Italia alla Francia. Questo significa che un terzo del traffico che inquina la Valle di Susa è un traffico che non è diretto in Francia, ma è un traffico d'interesse locale e quindi non partecipa a questo fantomatico grande flusso di merci che dovrebbe attraversare il territorio dell'Europa. Un tempo si diceva da Kiev a Lisbona, ma ora abbiamo visto che, piano piano, vengono a mancare sempre più dei pezzetti alle estremità perché nessuno crede più realmente a questo progetto, tranne pochi che siedono in questa e, purtroppo, in altre aule.
Questo dato è un'ulteriore conferma del fatto che la strozzatura del traffico merci è un'invenzione propagandistica e mirata a realizzare un'opera, in pratica a creare cantieri che, di fatto, non porteranno nessun beneficio.
Tra l'altro, ricordiamo che - e qua c'è un altro paradosso - si vogliono fermare i TIR a Torino per caricarli su un treno. Tutti noi sappiamo che il centro intermodale si trova a Orbassano e quindi cosa succederebbe? Che i camion provenienti da Milano, dalla A4, anziché tirare dritti verso Bardonecchia, verrebbero portati sulla tangenziale torinese, aumentando ulteriormente il traffico. Se vi sembra una cosa sensata questa! Il traffico che immaginiamo di sottrarre alle Alpi, noi lo concentriamo sulla tangenziale di Torino, aumentando ulteriormente l'inquinamento che già opprime questa città.
Sempre guardando i dati, leggiamo che la Torino-Lione presuppone, nelle sue premesse, un aumento dei traffici da tre a cinque volte quelli attuali, in tutte le modalità, inclusi i camion. Dopodiché, forse, e ribadisco forse quando sarà costruita tutta - quindi non parliamo solo di quel tunnel di cui stiamo parlando in questi anni che ricordiamo è soltanto un minuscolo pezzo di quella che avrebbe dovuto essere l'intera linea finanziata dall'Europa, quando sarà costruita tutta, se e quando sarà costruita tutta forse, con adeguati incentivi, che già adesso dovremo prevedere, ma in realtà non esistono e nessuno li prevede perché siamo a livello di chiacchiera da bar quando si parla di TAV - si trasferirà dalla strada alla ferrovia soltanto il 30-40% di quel traffico. L'invito è, quando si parla di questo tema, di non infilarlo dappertutto come se fosse la soluzione, la panacea di tutti i mali, perché non lo è.
Se volete fare una discussione, facciamola con i dati, invitiamo anche persone competenti, affrontiamo una volta per tutte il tema, altrimenti evitiamo di parlarne in Consiglio regionale. Evitiamo di parlarne. Per parlarne come se fosse uno slogan e uno spot, in questo modo non portiamo nessun beneficio ai cittadini piemontesi.
Nell'atto d'indirizzo che ho presentato, che chiede di porre fine e di interrompere la realizzazione di quest'opera, troviamo anche dei riferimenti all'analisi costi-benefici. Non parlo di quella del professor Ponti, ma di quella contenuta nel "Quaderno 8" dell'Osservatorio.
Osservatorio che in questi giorni è tornato alla ribalta. Osservatorio occupato e autogestito da Foietta, che non serve a nulla, se non a far prendere il caffè ad alcune persone che stanno lì a chiacchierare, a inventarsi in un futuro che non esiste, a parlare di economia di sviluppo tra amici. Tanto cosa ci costa? Ci costa e sarebbe ora di chiuderlo.
Nel Quaderno 8, quindi un documento realizzato dall'Osservatorio, viene evidenziato un dato allarmante nel paragrafo del bilancio del carbonio risultante dalla stima delle tonnellate equivalenti di CO2 prodotte nelle fasi del progetto. Un'analisi dello stesso proponente, che ha sopravvalutato di molto le stime in esercizio, come ammesso dallo stesso Osservatorio nel successivo Quaderno 10 - che immagino tutti voi avete letto, perché tutti voi conoscete a fondo la grande opera inutile, tutti voi avete letto tutti i Quaderni dell'Osservatorio e conoscete perfettamente i dati, motivo per cui ne chiedete a gran voce la prosecuzione - ha evidenziato che l'impatto netto del progetto sarà positivo, a partire dal venticinquesimo anno dall'inizio del progetto quindi nel 2045.
Vorrei che qualcuno mi rispondesse su questo punto e mi spiegasse l'utilità di aumentare l'inquinamento in questi anni per realizzare un'opera che semmai verrà realizzata, quando sarà realizzata, oltre a essere inutile sarà talmente obsoleta e avrà inquinato tantissimo, in un momento in cui siamo qui a chiedere degli interventi per contrastare l'emergenza climatica.
Mi rivolgo anche al Consigliere Marin: lei sa che cosa succederà in alta valle, a Salbertrand? L'incredibile giro di camion di smarino che avremo in alta valle? All'ingresso del Gran Bosco di Salbertrand, di un parco naturale? Credo che tutti i Consiglieri del territorio dovrebbero unirsi per impedire questa follia. Altrimenti non possiamo dire che amiamo la montagna, che amiamo il territorio, ma dovremmo solo vergognarci, stare zitti ed evitare di toccare il tema. Altrimenti dimostriamo di essere semplicemente incoscienti, di non avere le conoscenze necessarie, oppure di "fregarcene" del territorio.
Poiché non credo che questo sia vero, invito veramente chi non conosce il progetto ad approfondirlo prima di aprire bocca e invocare cantieri, camion che girano e magari pensare a cosa succederebbe se un'opera di questo tipo venisse realizzata sul proprio territorio, sulle proprie montagne, magari nel Nord Piemonte.



PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro conclusa l'illustrazione degli ordini del giorno e procediamo con la discussione generale.
La parola al Consigliere Segretario Bertola, che interviene in qualità di Consigliere.



BERTOLA Giorgio

Grazie, Presidente.
Dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale: ho un déjà-vu.
Sembra di rivivere una cosa già vista, come in quel film dove un tizio ogni giorno si sveglia e rivive lo stesso giorno per tante volte. Sarà una mia impressione o, forse, è la prima discussione che abbiamo affrontato in Consiglio regionale in questa legislatura? È assolutamente la prima discussione che abbiamo affrontato in questa legislatura.
Adesso il Consigliere Marrone dice che abbiamo voluto aprire un dibattito ma qualcuno l'ha aperto l'estate scorsa e qualcun altro l'ha chiuso in malo modo, bocciando atti d'indirizzo che chiedevano uno stato d'emergenza climatica e ambientale e facendo passare una non meglio precisata emergenza totale e globale: assolutamente nulla.
Per carità, è già meglio, è già un passo avanti rispetto al benaltrismo e al negazionismo che abbiamo visto finora, nel migliore dei casi, perché in molti casi, riferendomi anche a persone che siedono dall'altra parte di questo emiciclo, abbiamo visto anche di peggio: quando non si riesce a confutare qualcosa, è più facile offendere chi si trova di fronte. Allora offendiamo Greta e abbiamo risolto il problema! Offendiamo Greta, perch non ci piace e sparisce l'emergenza climatica, siamo tranquilli e stiamo bene.
È più facile offendere e anche un po' bullizzare sui social, una ragazzina di 16 anni (può piacere o no, ma è una ragazzina di 16 anni), postando immagini o scrivere addirittura "azzo guardi?", oppure essere d'accordo con chi la definisce "brutta", "incazzata" e "diabolica". Io non ho figli, per mi chiedo se chi in questo emiciclo ha figlie e sono "diversi", mi chiedo cosa farebbe se qualcuno offendesse così la loro figlia. Che cosa farebbero? Forse, andrebbero alla Polizia Postale. In ogni caso.
Ripeto, è già un passo avanti. Poi, per carità, si offrono inutili soluzioni a un problema, mettendo dentro il TAV, che ormai è il nuovo prezzemolo, che va bene dappertutto e su tutto.
Poi sentiamo la Lega che, nella persona del suo Capogruppo, non sa fare nulla di meglio che sovrapporre completamente la questione dei cambiamenti climatici, legata soprattutto alle emissioni climalteranti, con l'inquinamento da PM10, sovrapponendoli completamente: per la Lega sono la stessa cosa. Eh, no. Non è proprio così. Per carità, la questione dell'inquinamento da PM è importantissima, perché muoiono milioni di persone, ogni anno. Forse, vado a toccare delle corde che interessano anche da quella parte: salute e soldi. Vi dice qualcosa? Probabilmente, sì quindi magari bisogna fare qualcosa anche da quel punto di vista. Per sovrapporre completamente le due questioni è qualunquismo.
Eh, ma si dice: tanto la Cina, ormai, tanto la Cina. Fermano gli euro 2 e poi la Cina che fa? Però parliamone. Parliamo pure anche di questo, perch c'è un Piano regionale sulla qualità dell'aria che prevede la ZTL che non è stato cambiato. Il Documento di economia e finanza regionale in discussione che verrà approvato ora, anche come emendato dall'Assessore Marnati prevedere le ZTL e prevede incentivi ai Comuni che istituiscono e allargano le ZTL.
Penso che nessuno, qui dentro, riesca a immaginare che una vera ZTL sia dalle 7.30 alle 10.30. Dalle 7.30 alle 10.30 è la colazione dell'hotel, non è la ZTL, perché le ZTL serie sono qualcosa di diverso. Discutiamone e allora facciamoci una domanda: dove sono finiti gli incentivi per i privati che vogliono sostituire la loro autovettura con un mezzo meno inquinante? Dove sono finiti? Io li cerco da un po': ogni mattina guardo su Internet sul sito della Regione, magari esce qualcosa. Faccio F5, contino ad aggiornare, ma non esce nulla.
Ricordo che lo scorso autunno è stato bocciato un mio atto d'indirizzo con il quale chiedevo, poiché dei sei milioni di euro per la sostituzione dei mezzi commerciali ne erano stati spesi soltanto 600 mila euro, di provare a includere i privati, così come fa la splendida, la perfetta e la meravigliosa Lombardia. Mi è stato detto: "Sì, però, lo stiamo già facendo". Cioè, non possiamo approvare un atto d'indirizzo su una cosa che stiamo già facendo. Mi è stato detto che, al limite, potevo scrivere: "Bravo, Assessore, che lo stai già facendo". Quindi diventava un atto d'indirizzo per rafforzare l'autostima della Giunta regionale.
Peccato, però, che siamo al 28 gennaio, ma questi incentivi non ci sono quindi, se vogliamo ragionarne, parliamone. Perché, fin qui ho visto un ordine del giorno del centrodestra che, per com'era partito, è poi diventato qualcosa di diverso; è stato un po' trasformato, quando è diventato legge, ma quando è partito come ordine del giorno, sembrò più un modo per avere uno sconticino per prendere un SUV nuovo.
Parliamo anche degli OGM. Perché condivido, certamente, il no agli OGM presente nell'atto d'indirizzo del collega Marrone, che è una delle poche cose che condivido in quell'atto d'indirizzo, però diciamo anche questo perché Fratelli d'Italia ha una posizione sull'OGM che conosco e che riconosco.
Fratelli d'Italia è in una Giunta regionale, in una coalizione con Forza Italia, presieduta dal Presidente Cirio, che è lo stesso che stava a Bruxelles fino a poco tempo fa. Così, per caso, navigando su Internet sono andato a vedere un po' di cose, perché si svolge un lavoro importante al Parlamento europeo, anche sugli OGM, certo. Ho trovato una dichiarazione dell'8 giugno 2016 fatta a Strasburgo da Alberto Cirio, il quale dichiara: "Ho votato a favore di questa risoluzione, poiché sono d'accordo con l'interruzione del commercio di questo prodotto, che è un prodotto OGM" quindi, il Presidente Cirio dice di interrompere il commercio di quel prodotto - "o perlomeno ritengo che l'Unione Europea debba agire in maniera più coerente quando si parla di OGM. Non ha, infatti, senso, per la nostra produzione interna, permettere il commercio e non autorizzare la coltivazione".
È un fatto di concorrenza: no agli OGM, perché ce li fate solo arrivare e non li facciamo noi! Allora, fateceli produrre e si possono anche vendere! A me non sembra proprio un no all'OGM, ma si può sempre migliorare.
Possiamo parlare di tutto quello che desideriamo, possiamo fare discorsi possiamo dividerci, possiamo scannarci su questioni scientifiche, ma la verità è che siamo in una transizione globale. Una transizione globale che è una transizione europea, che è una transizione nazionale e che è anche una transizione regionale.
Pertanto, poiché non pretendo di parlare di massimi sistemi, dico che qui a casa nostra, ci vogliono le risorse per governare questa transizione, ci vuole un Governo regionale che sappia riconoscere che siamo in una transizione e che sappia governare questo processo. Diversamente, questo processo lo si subisce, perché tutte quelle misure che dobbiamo andare ad adottare, signori, sono anche una risposta alle crisi aziendali. È tutto connesso, nessuno di noi può più permettersi di ragionare per compartimenti stagni, perché siamo in un grande argomento che riguarda la nostra economia, il lavoro, lo sviluppo e la salute. Tutto insieme. Una transizione globale.
Tutto il resto sono soluzioni di breve respiro, sono qualunquismo da bar: "Eh, però la Cina.".
Eh, la Cina!



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Bertola.
La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Presidente, colgo quest'occasione per ribadire che, quando intervengo a nome mio e a nome del Gruppo, offro un punto di vista, non ho l'ambizione e neanche l'arroganza di intervenire esponendo delle verità. Sono punti di vista, quindi è tutto opinabile, come in politica.
Rispetto alla discussione di oggi, promossa da Fratelli d'Italia, ho questo punto di vista sul tema dell'ambiente: a metà ottobre, in uno dei Consigli regionali aperti più importanti di questa prima parte di legislatura Fratelli d'Italia e gran parte della maggioranza sono usciti con le ossa rotte dal confronto sui temi dell'ambiente; in particolare, nel confronto con le nuove generazioni. Erano qui alcuni a rappresentare i ragazzi di Friday For Future, ma la sensazione che abbiamo avuto è più in generale e non soltanto nei confronti dei ragazzi: è che il punto di vista della maggioranza sul tema dell'ambiente sia stato molto debole; un confronto dove ne sono usciti non bene. Hanno tentato (questa è la sensazione che ho) di riprendere l'argomento adesso, cercando di posizionarsi politicamente per dire che anche loro hanno un'idea di futuro rispetto ai temi ambientali. Solo che (ancora una volta, è un mio punto di vista) fanno un po' la figura, non solo in quest'Aula, ma in Italia, di quelli che non conoscono bene l'argomento; perlomeno non è l'argomento principale, non è l'ambiente l'argomento che segna il profilo politico della destra italiana.
Per onestà intellettuale, state facendo un po' la figura che abbiamo fatto noi all'inizio, a metà degli anni Novanta, quando ci parlavano di globalizzazione. Noi avevamo l'arroganza di rispondere che la globalizzazione avrebbe portato soltanto gioie e felicità; in verità, non leggevamo bene gli effetti della globalizzazione soprattutto per la parte più debole della società.
Su quest'argomento, che - ha ragione il collega Bertola - è un argomento storico, di condizionamento radicale della vita dell'uomo nell'unico pianeta che ha a disposizione, voi siete (questa è la sensazione che ho) in netto ritardo culturale programmatico. Devo dire che, soprattutto da parte della destra, alcune frange della Lega, ma particolarmente di Fratelli d'Italia, sul tema dell'ambiente si costruisce una narrazione dove ogni tre parole una è dedicata a Greta Thunberg.
Io credo che anche qui si vada alla ricerca, più che della soluzione dei problemi, dell'individuazione - in questo caso - di un avversario perlomeno nell'immaginario collettivo.
E allora, quella di oggi è una discussione in colpevole ritardo o è una discussione cui dobbiamo dare un senso. Noi proviamo a dare questo significato e lo facciamo, così come ci è stato detto, cercando dati scientifici.
Il rapporto sul Global Environment Outlook, cui hanno lavorato 250 scienziati provenienti da 70 Paesi diversi, per sei anni, determina quanto segue: "Un decesso prematuro su quattro è dovuto a cause legate all'ambiente". Ripeto: un decesso prematuro su quattro è dovuto a cause legate all'ambiente. Questo, pubblicato a marzo del 2019.
Credo si debba tenere in considerazione il dramma di questo rapporto; come non deve sfuggirci, sempre da un punto di vista scientifico, che nel 2050 così continuando, il collasso degli ecosistemi riguarderà l'intero Artico l'Amazzonia e l'intera barriera corallina e il 35% della superficie terrestre, dove vive il 55% della popolazione mondiale, verrà travolta da ondate di calore letali.
Potrei continuare. Il 2050 è dietro l'angolo e noi siamo sulla porta della via del non ritorno. Sta a noi decidere se fermarci e cambiare strada; se non per noi, almeno per i nostri figli.
Leggendo i testi depositati - testi della destra, ovviamente - oggi vedo un po' di rassegnazione. Non dico negazionismo, perché sbaglierei strumentalizzerei questa discussione a mio favore e commetterei un errore ma noto una non piena consapevolezza del problema.
In fin dei conti, vi muovete su un terreno a voi poco noto. Non è su questo che raccogliete, di norma, il consenso e non è sulla discussione di mezza giornata in Consiglio regionale che potrete cambiare il senso delle cose tant'è che, di fronte a questa che noi abbiamo definito "emergenza", voi rispondete con un'altra parola: "disagio". Rispondete con la parola "disagio".
Il disagio è una situazione sgradevole. Lo dico in particolare alla Lega: è sgradevole. Vi ho detto che siamo sulla via del non ritorno e che dalle nostre azioni quotidiane dipende il cambiamento, dalle nostre azioni quotidiane, dalle scelte che in quest'Aula compiamo; dalle scelte che quando siamo a casa adottiamo. Altro che disagio e situazione sgradevole! No, non avete consapevolezza dell'insieme dei problemi che dobbiamo affrontare adesso e su alcuni, l'ho detto prima, siamo anche particolarmente in ritardo.
Parlate di Cina, parlate di India, anziché parlare di noi e del ruolo che il Piemonte deve avere in Italia e nella relazione, con una parola che non pronunciate mai nell'accezione positiva, che è "Europa". Anche volendo sfidare i Paesi che calpestano l'idea di compatibilità ambientale tra l'uomo e il pianeta, come potreste farlo? Forse con il sovranismo piemontese? Guardate che quelle sfide si affrontano con una dimensione europea adatta a essere perlomeno ascoltati, per provare a cambiare il percorso.
Anche rispetto alle scelte di molte città da voi amministrate, non sempre le città amministrate da altri, vi ho sentiti molto afoni: non è che in Piemonte non ci sono città amministrate da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Ci sono, e che indicazioni date? Forse che il piano del traffico non è così importante? Ma non è questo il linguaggio. Sbagliate proprio il linguaggio. Ve lo dico ancora una volta: è un punto di vista, non è la verità. Non si tratta di drammatizzare la discussione, ma di averne consapevolezza, anche rispetto alla necessità di rendere le città più a misura d'uomo. Anche questo significa avere il coraggio di cambiare l'esistente e di farlo rispettando l'ambiente, sapendo che non basta una questo è vero - soluzione, occorre metterne in fila un po' sull'asse del tempo, ma con determinazione e agire anche velocemente.
Mi perdoneranno la battuta, ma anche qua è il sapore della politica, niente di più. Nelle discussioni legate all'ambiente c'è sempre il tema della biodiversità, della perdita della biodiversità. Tenendo conto della diversità della coalizione di centrodestra, daremo una mano votando a favore dell'ordine del giorno di Forza Italia, per evitare la perdita della diversità politica all'interno della coalizione del centrodestra. È una battuta per dire che ci ha convinto, invece, l'ordine del giorno di Forza Italia.
Per le ragioni che vi ho detto prima, voteremo contro la posizione di Fratelli d'Italia. Per le conclusioni inaccettabili, troppo deboli e troppo inadeguate rispetto al problema, non potremo assolutamente sostenere l'ordine del giorno della Lega.
È nostro, pur firmato anche dal Consigliere Grimaldi, il 152; mentre voglio essere molto chiaro rispetto al 167 e al 168, Presidente, anche se uso due minuti in più come gli altri, anche se non ci sono dichiarazioni di voto.
Noi abbiamo i medesimi obiettivi rispetto a quelli del Movimento 5 Stelle sul tema dell'ambiente. Lo voglio dire con molta chiarezza, tant'è che una delle ragioni di fondo che ci permette di governare l'Italia insieme è proprio perché gli investimenti sull'ambiente, che dovrebbero essere sempre maggiori, iniziano a essere sufficientemente adeguati. Non adeguati sufficientemente adeguati.
In Piemonte c'è una posizione - non dico niente di nuovo, non sar originale - diversa sul tema della Torino-Lione. È evidente che questo non ci permette, per coerenza, di sostenere ordini del giorno che vanno in una direzione differente.
Pertanto, se dovesse tornare utile alla maggioranza, noi siamo sempre disponibili a discutere di ambiente. Non fatelo soltanto perché su questo terreno perdete consensi, come dimostrato dalle ultime elezioni in Emilia Romagna.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ravetti.
Ha chiesto di intervenire sulla discussione generale il Consigliere Preioni, ne ha facoltà.



PREIONI Alberto

Grazie, Presidente.
Solo per chiarire che qua nessuno sta facendo discorsi da bar qualunquisti o con poca coscienza, senza sapere le cose e mischiandole.
Con l'apporto di miliardi di tonnellate di CO2 di Cina e India, che cosa succede a questi famosi e vituperati cambiamenti climatici? Le stagioni cambiano, il clima cambia: il clima impazzisce e sulla nostra Pianura Padana non piove per tantissimi giorni.
Il fatto, poi, che non ci siano precipitazioni (che invece dovrebbero essere normali durante la stagione invernale), comporta che s'innalzi il livello di PM10 e degli inquinanti. Dunque, nessuno qua è impreparato o non sa quello che dice o è poco informato. Fortunatamente, questi argomenti sono nell'agenda politica di tutti e sono ampiamente discussi sui giornali.
Questa è la prima precisazione.
La seconda è un'informativa che vorrei rivolgere alla Presidente di Gruppo Frediani: vorrei ricordarle che il suo Governo, con il suo Presidente del Consiglio Conte, è favorevole - sta predisponendo tutti gli atti in tal senso - alla realizzazione della TAV.



(Commenti della Consigliera Frediani)



PREIONI Alberto

Se anche lei fa parte dei numerosi che stanno abbandonando la nave del Movimento 5 Stelle - in tal caso, lo comunichi a quest'Aula - prenda atto che il suo Governo, che non è certo appoggiato da noi, è a favore (fortunatamente, dico io) della realizzazione di questa importante e strategica opera.



GAVAZZA GIANLUCA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Preioni.
Ha chiesto la parola la Consigliera Frediani; ne ha facoltà.



FREDIANI Francesca

Anche su questo, il Presidente Preioni dimostra di essere poco informato, perché lo sanno anche i sassi che, rispetto a questa scelta sono in dissenso con il Presidente Conte.
Mi sembra che non abbia scoperchiato nessuna pentola, mi spiace per lei; non mi mette nemmeno in imbarazzo, perché lo sto dicendo da mesi in tutte le sedi e con tutti i mezzi.
Ribadisco che non condivido quella dichiarazione: dico "dichiarazione" perché non è seguito nessun atto formale.
Se, invece, è a conoscenza di qualche atto formale, me lo mostri pure perché non mi risulta che il Governo abbia scritto alcun documento; anche questo, quindi, dimostra quanto sia approssimativa la conoscenza dei fatti del Capogruppo Preioni.
PREIONI Alberto (fuori microfono) Vanno avanti!



PRESIDENTE

Consigliere Preioni, per cortesia!



FREDIANI Francesca

Vanno avanti, ma non c'è alcun atto formale da parte del Governo.
Poi tutta quest'ansia di scavare le montagne.
Lei è un ragazzo di montagna, abita a Domodossola. Come mai sul TAV non assume una posizione diversa? Le piace bucare le montagne? Non so, 300 metri di montagna non la convincono che forse il territorio va preservato? Proprio lei, ragazzo di montagna, come ha detto più volte.
Comunque era solo per intervenire per fatto personale, per ribadire e confermare la mia contrarietà, che va in dissenso rispetto a quanto definito dal Presidente Conte in una diretta Facebook e non con atti formali. Questo lo dico per completezza d'informazione rispetto alla solita informazione approssimativa che ha fornito il collega Preioni.



PRESIDENTE

Grazie per la precisazione, Consigliera Frediani.
Ha chiesto la parola il Consigliere Sacco; ne ha facoltà.



SACCO Sean

Grazie, Presidente.
Sono state toccate numerose questioni durante l'illustrazione degli ordini del giorno, anche in fase di discussione generale.
Vorrei iniziare il mio intervento con qualche piccola riflessione partendo proprio dalla visione che ha questa maggioranza sulla salvaguardia del comparto automobilistico in Piemonte.
Considerato che siamo estremamente in ritardo, come abbiamo sottolineato nei precedenti Consigli regionali, rispetto all'innovazione.
Adesso FCA ha introdotto delle nuove linee, dove verranno prodotte ibride, plug-in e auto elettriche, ma siamo comunque in ritardo rispetto al resto d'Europa e al resto del mondo.
Il fatto di pensare che facciamo loro un favore se ci incaponiamo sull'incentivazione dei mezzi diesel, è estremamente sbagliato, oltre che pericoloso.
Vi dirò di più: essere in ritardo non è sempre un male, perché ci permette, talvolta, di vedere che cosa è successo intorno e magari non commettere gli stessi errori che sono stati commessi altrove.
Se pensate che attraverso il sostegno ai veicoli diesel facciamo un favore a FCA, vi state sbagliando: gli faremmo un favore se gli dessimo una mano nella transizione o se li spingessimo a produrre dei veicoli competitivi non solo a livello piemontese, ma anche a livello internazionale. In Piemonte il cambio del parco mezzi è comunque limitato di anno in anno, per cui non salveremmo certo il bilancio di FCA con le auto che comperiamo nella nostra regione. Ma se li aiutassimo, facendo anche un certo tipo di pressione a livello territoriale, a produrre nei prossimi anni automobili competitive a livello internazionale, allora sì che ridurremmo le esternalità negative di questa transizione dal punto di vista occupazionale.
Sembra, inoltre, che la soluzione a tutti i mali sia l'introduzione dei dazi. Lo stesso collega Preioni ricordava i fantastici risultati ottenuti dal Presidente Trump: mi sembra che il Presidente Trump abbia generato invece, tutta una serie di problemi legati ai dazi che ha introdotto durante la sua Presidenza, a partire da quelli sull'acciaio, che hanno messo in totale crisi l'industria europea. Dunque, l'idea di introdurre dazi nei confronti di altri Paesi, comporterebbe una reazione nei nostri confronti. Perché un conto è fra Cina e Stati Uniti, dove il Presidente Trump ha iniziato una politica protezionistica e la Cina si è difesa introducendo, a sua volta, dei dazi su prodotti simili. Altro discorso è una guerra fra dazi.
Guardate che nella guerra fra dazi non vince nessuno, si perde sempre.
Anzi, attraverso la nostra pressione internazionale, se ancora ne abbiamo a livello di Unione Europea, possiamo intervenire su quelle che sono le politiche economiche a livello mondiale, ma dobbiamo ragionare uniti e con un fine condiviso, perché come Italia a livello mondiale siamo piccolini contiamo poco. Siamo pesanti se riusciamo a fare un lavoro sinergico insieme alle altre nazioni. E pensate che l'introduzione di dazi non colpirà anche la nostra produzione di autoveicoli? Dove le venderemo le auto, se aumenteranno ulteriormente i dazi sulle auto che produciamo in Piemonte? Perché poi bisogna chiedersi anche questo quando si fanno delle proposte, perché se queste sono le ricette, Dio ce ne scampi! Di opere su cui si può investire per ridurre l'impatto delle emissioni ce ne sono e il Governo l'ha dimostrato con lo stanziamento (faccio solo un esempio) degli 800 milioni per la Metro 2, che ci permetterà di ridurre il traffico di superficie legato ai mezzi privati attraverso una nuova linea di metropolitana che consentirà un trasporto delle persone a impatto quasi zero. È questo il discorso, cioè i soldi vanno spesi per fare delle opere che siano utili, non vanno previste le opere per il semplice fine di spendere soldi, com'è stato previsto per la Torino-Lione.
Vi dico ancora una cosa: al di là del fatto che il bilancio di CO2 della Torino-Lione è negativo, quindi vuol dire che produrrà più CO2 di quella che salverà, se mai dovesse essere realizzata. Ma nel 2045 - ammesso che in quell'anno finiranno l'opera e dovrebbe iniziare a produrre degli effetti positivi, ma ho dei dubbi che sarà finita nel 2045 - qualcuno pensa che ci saranno ancora dei mezzi di trasporto basati sul gasolio o sul petrolio? Perché vuol dire avere poca immaginazione e poca visione. Guardate solamente il livello di progresso che ha avuto l'auto elettrica in questi ultimi due-tre anni, anche in relazione alla riduzione del costo delle batterie. Le batterie fino a cinque anni fa costavano quasi sei volte quello che costano oggi e avevano capienze più ridotte. Oggi, invece, con l'introduzione di nuovi modelli sul mercato da parte di diverse case automobilistiche, le automobili costano esattamente come un'auto a benzina o a gasolio con un ottimo range di autonomia. Dal nostro punto di vista bisogna investire in questa direzione.
Voglio rilevare ancora una volta che l'accordo di bacino padano è stato sottoscritto anche da Regioni di centrodestra, perché la Pianura Padana è una delle zone più inquinate d'Europa. Cambiamento climatico o meno dobbiamo smettere di inquinare la nostra aria e o decidiamo oggi - ripeto oggi - che cambiamo passo, altrimenti saremo sempre in ritardo ulteriormente in ritardo e non ne usciremo più.
Sulla questione degli OGM voglio sottolineare una cosa: se il cambiamento climatico continuerà con questo grado di velocità, saremo costretti a utilizzarli per salvarci. Non per una scelta politica o altro, ma dovremo modificare geneticamente addirittura le piante per essere in grado di sopravvivere senza acqua o senza le condizioni atmosferiche in cui normalmente un organismo naturale è predisposto per crescere. Questa sarebbe la catastrofe assoluta, non solo da un punto di vista della salvaguardia della biodiversità, ma anche dal punto di vista della salute e dell'economia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Sacco.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sarno; ne ha facoltà.



SARNO Diego

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Marello per avermi lasciato intervenire prima di lui.
Ci tenevo a intervenire per sollecitare solo un punto che credo sia utile in questa discussione in Consiglio.
Chiedo alla Giunta, in particolare all'Assessore Marnati, come si vuole procedere su un tema che differenzia alcuni dei documenti presentati, cioè il tema della valutazione di come interagire con il livello europeo. Credo che la maggioranza - in particolare, penso al Gruppo della Lega - abbia qualche difficoltà nel riconoscere la reale potenzialità delle politiche europee. Lo dico perché è vero che, negli ultimi mesi, ormai la considerazione politica sull'Europa è cambiata anche tra di voi, ma su un tema del genere abbiamo bisogno paradossalmente di avere più Europa e non meno Europa.
È vero che oggi stiamo ridiscutendo in qualche modo lo stato di emergenza climatica per dichiararlo a livello piemontese, ma il livello europeo, lo ribadisco, è il livello essenziale, il minimo di discussione, nel senso che possiamo fare dei ragionamenti per contribuire, come dobbiamo fare - e alcuni ordini del giorno vi pongono alcune questioni - con strumenti piemontesi per migliorare l'elemento climatico, ma noi abbiamo bisogno di avere maggiore Europa e non meno Europa.
Ritengo, anche in termini più concreti, che dovremmo spingere, dal governo regionale a quello nazionale, per condizionare il livello europeo, per avere un'Europa capace di trasformarsi sempre più come uno Stato, cioè un luogo nel quale si prendono le decisioni non con trattati non vincolanti che suggeriscono alcune decisioni, ma avere la capacità di condizionare politicamente delle politiche europee ambientaliste vere, dove gli Stati devono prendere non come opzionale quell'ipotesi e quei piani di lavoro, ma in maniera concreta.
Ci tenevo a intervenire molto brevemente, anche perché non è partito il tempo a mia disposizione, ma sto comunque abbondantemente dentro ai tempi perché volevo darvi questo come elemento, cioè avere anche quell'attenzione di portare non solo questi ordini del giorno, ma un vero piano rispetto alle politiche europee. Credo che da questo Consiglio regionale si debba provare a fare dei ragionamenti insieme per raccontare e portare in Europa un concetto di Europa diverso. Se non facciamo così, le politiche ambientaliste e ambientali avranno, comunque, dei limiti strutturali.
È importante che la Regione si assuma delle prerogative e si assuma dei compiti e degli obiettivi, ma questi devono avere quel respiro e non altro.
Un respiro europeo e non solo regionale.
Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marello; ne ha facoltà.



MARELLO Maurizio

Grazie, Presidente e buongiorno a tutti.
Volevo svolgere alcune brevissime considerazioni, stante l'importanza dell'argomento che stiamo trattando, cioè quello dei cambiamenti climatici e dell'emergenza climatica e ambientale.
Penso di potere dire che concordiamo sull'analisi del problema, perché è difficile dire che il grido di allarme che ci viene dai giovani, in modo particolare dalle piazze di tutto il mondo, anche dalle nostre, non sia un grido fondato su dati scientifici e su un'analisi corretta della realtà.
Questo a prescindere dalle posizioni politiche. Che l'aumento delle temperature sia un dato non semplicemente legato alla ciclicità del trascorrere del tempo, ma sia stato accelerato dal processo dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento è un dato di fatto. Così come l'inquinamento soprattutto quello dell'aria, nonostante siano state fatte politiche e interventi anche significativi.
Mi viene in mente un certo tipo d'inquinamento, quello delle acque. Pensate a come erano le nostre acque negli anni Sessanta e Settanta quando non c'erano ancora i depuratori, quindi non nascondiamoci che alcuni passaggi in termini di miglioramento ambientale sono stati fatti anche in passato.
Il dato dell'inquinamento è un dato preoccupante, così come quello del consumo del suolo e anche quello dell'impoverimento del suolo, su cui secondo me si discute troppo poco. L'infertilità del suolo è anche causata da un modello di coltivazione agricola imperante nel mondo. Anche qui da noi, dagli anni Settanta fino a oggi, finalmente si può dire che le cose stanno un po' cambiando, fino ad arrivare alla situazione attuale.
Così come credo che non possiamo non condividere tutti, a prescindere dalle posizioni politiche, le conseguenze di fatti che ho descritto in termini di salute e di mortalità. In termini anche di fenomeni migratori che probabilmente, s'intensificheranno ancora, legati alla progressiva desertificazione di certe aree del pianeta, anche in termini economici.
Tutte conseguenze che potranno peggiorare ulteriormente, se non interveniamo. Il Consigliere Grimaldi ha fatto un passaggio interessante su cui riflettiamo poco, sulle conseguenze in agricoltura determinate da produzioni agricole tipiche delle nostre zone. Penso ai vini, ad esempio che potrebbero essere fortemente pregiudicati dall'aumento della temperatura.
Le maggiori differenze in quest'Aula, come nel dibattito politico italiano e non solo, mi pare s'insinuino sono sulle soluzioni al problema. La politica non si deve limitare, ai vari livelli, a fare delle analisi - come fanno gli scienziati o come possono fare i sociologi e come possono fare le persone che si accostano ai problemi - ma deve essere in grado, fatte le analisi, di dare delle risposte. È vero che noi attenderemo la Giunta e i provvedimenti concreti.
L'Assessore Marnati proprio questa mattina in Commissione ci ha descritto il Documento di economia e finanza per quanto riguarda il comparto ambientale, tuttavia mi sento di dire che in questi mesi, com'è già stato sottolineato, sono emerse posizioni diverse, tra la vostra maggioranza di centrodestra e la nostra opposizione, dal punto di vista dell'approccio al problema climatico e ambientale ma, soprattutto, soluzioni un po' diverse nelle forme. Io, francamente, faccio fatica a comprendere le ragioni per cui vi siete ostinati a non chiedere con forza e aderire con forza alle nostre richieste sulla dichiarazione di emergenza climatico-ambientale, che è un dato di fatto, che comporta un messaggio forte, che aiuta i nostri cittadini a prendere coscienza fino in fondo della realtà ma, soprattutto sulle politiche da mettere in pista.
Da questo punto di vista ricordo un po' emblematica anche la frase del Presidente Cirio durante il precedente dibattito fatto qualche mese fa quando invocò a più riprese - ma questa è una parola che anche nel dibattito nazionale sento spesso dal centrodestra - l'uso del buonsenso: cerchiamo, di fronte a questi problemi, di usare il buonsenso. Io mi permetto di dire che il buonsenso è necessario in tutto ma, quando ci sono dei problemi così forti e così urgenti, il buonsenso da solo non è sufficiente. Il tema ambientale va affrontato con un approccio radicale e per usare un termine politico a me molto caro, riformismo. Credo che il riformismo non sia più sufficiente, ma tenuto conto dei tempi e della gravità della situazione sia necessaria una vera e propria rivoluzione. Una vera e propria rivoluzione che tocca, chiaramente, gli stili di vita delle persone, che tocca anche le politiche ambientali che vogliamo mettere in atto, ma che tocca, soprattutto, il modello economico (il nodo più difficile).
La nostra economia si è fondata per decenni, dalla rivoluzione industriale in poi, prima sul carbone e poi sul petrolio, quindi tutto il nostro sistema, non nascondiamocelo, è costruito in quel modo e quindi, già di per sé, non è facile da riformare in tempi brevi, ma è evidente che se questo sistema viene aggredito, come deve essere aggredito, questo sistema reagisce e reagiscono le lobby. Non c'è da stupirsi se una parte della politica, non solo in questo Paese - pensiamo a quello che accade negli Stati Uniti, pensiamo alle posizioni del Presidente Trump - è sensibile a questi interessi. Sapendo che questo sistema non potrà che finire perché le risorse non sono infinite.
Questo sistema ha creato, e sta creando, danni ambientali enormi, per cui il futuro non può essere quello che di economie diverse per l'ambiente, ma anche per i posti di lavoro e anche per le imprese: le economie riconducibili alla cosiddetta green economy, alle economie ambientali compatibilmente alle nuove energie.
Certo, bisogna mettere in discussione tutto: il sistema economico, il sistema sociale, il nostro modo di vivere, ma proprio per questo credo ci debba essere non semplicemente un approccio di buonsenso e di riformismo in materia ambientale, ma un approccio di coraggio. Direi che le due posizioni che finora in questi mesi sono emerse in Aula sono il buonsenso da parte vostra e, da parte nostra, la richiesta di un forte coraggio, che mi piacerebbe però ci vedesse tutti uniti, perché abbiamo bisogno di coraggio per affrontare temi che altrimenti non si risolvono da soli.
Noi, ovviamente, dovremmo affrontarli nella dimensione piemontese, perch questo è il nostro compito, ma necessitano di essere, come dicevo aggrediti e non semplicemente assecondati, perché di tempo per salvare questo pianeta non ce n'è molto. Pertanto, condivido il grido d'allarme e la preoccupazione, anche disperata, dei giovani che, a differenza di quanto non possiamo fare noi, vedono il loro futuro che è ancora, per fortuna molto lungo, anche grazie alla medicina. Insomma hanno prospettive di vita molto lunghe, vedono questo loro futuro fortemente pregiudicato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALLASIA



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Riva Vercellotti.



RIVA VERCELLOTTI Carlo

Grazie, Presidente.
Ho firmato con convinzione l'ordine del giorno del nostro Gruppo, a prima firma Biletta, che mette in luce il tema dell'emergenza climatica ambientale, finanche sanitaria, citando cifre che devono interpellare le coscienze, non soltanto di noi piemontesi, ma degli italiani e degli europei: 90 mila decessi dovuti alle conseguenze dell'inquinamento atmosferico, in Italia rappresentano un dato che deve interpellare le coscienze di tutti noi.
Così anche il portare in Piemonte maggiori risorse e porre la questione della specificità del Bacino padano sono temi che, in parte, avevamo già affrontato nella lunga discussione del 15 ottobre e che anche oggi emergono con forza.
Ho firmato un altro ordine del giorno, quello a prima firma Marrone; ordine del giorno che mi ha convinto per due motivi principali: anzitutto, perch afferma che esiste un'emergenza climatico-ambientale e credo che sia fondamentale che oggi, per evitare equivoci, nel centrodestra emerga questa posizione. Non lo nascondiamo: c'è un'emergenza climatico-ambientale e aggiungerei anche sanitaria, sulla quale va posta l'attenzione di tutte le Amministrazioni della nostra Repubblica: dallo Stato, alle Regioni, alle Province, fino ai nostri Comuni.
L'altro punto che mi ha particolarmente convinto è quello sui dazi.
Presidente, io sono vercellese e, come a Novara, come ad Alessandria e come a Biella, in queste terre c'è buona parte della produzione del riso dell'Italia e dell'Europa e ogni anno viviamo una concorrenza sleale dai Paesi dell'Estremo Oriente, che praticano non soltanto il dumping sociale cioè non soltanto sfruttano la manodopera in modo vergognoso, non soltanto sfruttano i minorenni, addirittura dei bambini, nelle risaie, ma applicano quello che dobbiamo definire "dumping ambientale": usano quantità di fitofarmaci, che da noi non sono consentiti; usano pesticidi, come se non ci fosse alcun problema, a differenza dei nostri risicoltori che, invece si trovano a rispettare - giustamente - tutte le norme italiane, non soltanto per quanto riguarda il tema della tutela del lavoro, ma anche per quanto riguarda la tutela ambientale.
Ho trovato passaggi molto interessanti anche negli altri ordini del giorno: sia in quello di Grimaldi che in quello della collega Disabato, fino a quello di Preioni, con il quale concordo sul fatto che bisogna richiedere più fondi allo Stato, vista la specifica situazione piemontese.
Sulla proposta di Grimaldi concordo su alcuni passaggi; il bilancio ambientale per esempio, deve iniziare a farci riflettere.
Quello che mi stupisce, e mi sono permesso di dirglielo fuori microfono, è il fatto che fino a un anno fa c'era un'altra Amministrazioni in Regione e allora tanti spunti, anche intelligenti, tante proposte d'informazione, di educazione e di formazione dei giovani, tante proposte anche coraggiose come per esempio ridurre la velocità delle auto sulle autostrade e sulle strade a scorrimento veloce, ecco mi chiedo come mai non sono state portate all'attenzione in passato, o non vengono ancora fatte oggi dal Governo nazionale.
Dico questo, perché, in passato, sui temi ambientali mi sono scontrato anche in modo deciso, con la Regione: temi oggetto di discussione proprio oggi. Quante polemiche e quante battaglie sull'abbruciamento delle stoppie che è stata una delle cause dell'inquinamento atmosferico nel Piemonte orientale e se oggi questa pratica antica è finita a seguito di una legge regionale, è solo per le sollecitazioni che sono arrivate dal mondo delle Autonomie locali del territorio vercellese.
Penso alle infrastrutture, non soltanto alla TAV, ma anche alle medie infrastrutture.
Nel mio territorio si parla, ormai da decenni, di un'infrastruttura: la Pedemontana piemontese. Quando mi sono permesso, in tante occasioni, di evidenziare il tema del bilancio ambientale (prima, Grimaldi citava la questione proprio delle quinte ambientali), non ho avuto risposte e se oggi qualcuno andasse a vedere quel progetto, promosso da ANAS insieme all'allora Amministrazione regionale (noi l'abbiamo semplicemente ereditato), vede un progetto che di attenzione ambientale ne ha davvero poca, per non dire nulla.
Penso al tema della tutela delle aree di ricarica di falda, a Valledora e in tutto il Piemonte. Penso al tema dei controlli sulle caldaie, quando tante Amministrazioni dicevano: "Cara Regione, è inutile che dici che l'aria è inquinata anche a causa dell'inefficienza delle caldaie e quando il soggetto cui deleghi la funzione, le Province e la Città metropolitana ti chiede i soldi per effettuare i controlli, non viene messo nelle condizioni di poterli fare, proprio perché non dai le risorse". Oppure penso ai tagli sul trasporto pubblico locale, che hanno impedito a tanti studenti di andare a scuola il sabato mattina, perché non c'erano più mezzi, o al taglio di corse fondamentali invece di incentivare la gente a non usare la macchina, ma i mezzi di trasporto.
Penso, ancora, agli investimenti zero sull'efficientamento energetico nel campo dell'edilizia scolastica, ben sapendo che in Piemonte è stata data la priorità al tema sismico, che è certamente rilevante, anche se siamo una regione che ha il 70% del territorio in zona 4, non sismica.
Queste sono considerazioni che ci devono portare a riflettere e dire che le questioni ambientali sono tutte delicate e importanti. Tuttavia, la volta scorsa già lo dissi nell'intervento che feci su questo argomento: è importante dare centralità all'Assessorato all'ambiente rispetto alle politiche della Regione Piemonte. Ed è soprattutto importante (questo passaggio lo ritrovo sia nell'ordine del giorno del collega Marrone sia in un passaggio dell'ordine del giorno della Consigliera Disabato) dar vita ad azioni concrete, perché è inutile fare grandi voli pindarici, grandi proclami se poi non chiediamo ai nostri Direttori delle ASL di cambiare quelle macchine "marce" degli anni Novanta, che costano e inquinano.
Diamo degli esempi concreti, siamo pragmatici.
La Consigliera Disabato parla di riqualificazione degli edifici dell'Amministrazione regionale. Io, nell'ordine del giorno di ottobre proposi proprio questo e sarebbe importante andare in quella direzione. E anche se non si è particolarmente attenti alle questioni ambientali e alla salute dei nostri concittadini piemontesi, almeno lo si faccia per ragioni di ordine economico, perché tanto più oggi investiamo in quel settore come Regione - tanto più risparmieremo nel prossimo futuro, per quanto riguarda le spese correnti che dovremo stanziare ogni anno per la manutenzione.
Per questi motivi, ritengo che il dibattito di oggi debba portarci a dire che vanno benissimo le parole, ma servono prima di tutto i fatti.
È importante che l'opposizione sia di continuo stimolo nei confronti della maggioranza e del Governo della Regione Piemonte e che la maggioranza sia anch'essa di stimolo affinché le politiche di tutela ambientale, da un lato, e la decisione di andare a chiedere allo Stato e all'Europa le risorse necessarie affermando la specificità del Piemonte e del bacino padano sui problemi dell'inquinamento atmosferico, dall'altro, vengano messe come priorità della nostra Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riva Vercellotti.
La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Alla fine, Presidente, se si toglie dalla scena pubblica il continuo richiamo al catastrofismo, agli errori degli altri e mai a quelli nostri mai al nostro stile di vita, rimane davvero poco di questa discussione pubblica.
Secondo me, Presidente, la dichiarazione d'emergenza ambientale e climatica non l'avete colta fino in fondo: dichiarare lo stato di emergenza non vuol dire mettere un bollino, ma far diventare paradigmatica ogni nostra scelta.
A questo punto, vorrei spiegare meglio alcune questioni che erano previste sia nel documento che avete bocciato la scorsa volta sia nelle politiche d'incentivo del trasporto pubblico. Per questo, ho fatto una proposta (l'ho fatta fuori verbale anche al Consigliere Preioni, al Gruppo di Forza Italia e al Consigliere Marrone): provare - ovviamente se c'è l'autorizzazione anche sua, Presidente - a togliere almeno una delle tante politiche che abbiamo proposto e metterla in un ordine del giorno a parte.
Faccio un esempio: in merito alla città di Torino, noi vi abbiamo detto che cosa pensiamo, cioè noi crediamo che uno degli investimenti per il futuro un mutuo sostenibile - mettiamola così - un indebitamento sostenibile passi, per esempio, dal provare a cambiare tutta la flotta su strada e su ferro. Quindi, ripensare le dieci linee forti che tracciano la storia di questa città, che forse da troppo tempo non sono ripensate, come la vera metropolitana su strada che tutti i giorni i torinesi potrebbero prendere.
Come sapete, una delle vicende che vi abbiamo posto e vi continueremo a porre è l'investimento di 200 milioni di euro, che potremo fare in cofinanziamento con i fondi strutturali europei e con il Green Deal della Commissione europea.
Con 200 milioni di euro, si potrebbe cambiare tutto il parco mezzi che continuiamo a utilizzare ogni giorno, noi torinesi. Lo dico anche a chi viene da fuori: sapete benissimo che chi parcheggia, per esempio, in Barriera di Milano, all'entrata della Torino-Milano, ha la linea 4, che inizia addirittura a essere vecchia dopo solo dieci anni. Pensate a chi come me, è nato in Vanchiglietta e, da Sassi all'altra parte della città utilizza ancora quei tram arancioni, alcuni dei quali sono addirittura di fine anni Cinquanta. Certo, mi direte che sono indistruttibili; verissimo come tanti prodotti della metà del Novecento, forse anche perché non c'era la cosiddetta obsolescenza programmata.
Dopodiché, possiamo dirci che la velocità commerciale di quei mezzi è imbarazzante, oltre a non essere accessibili per la gran parte della popolazione: penso alle carrozzine dei bambini, ma anche a chi è costretto in sedia a rotelle (conoscete benissimo questa realtà).
Presidente, questa vicenda sarà al centro di tante altre discussioni e immagino - ho capito dall'orientamento del centrodestra - che in questo momento non si ha tanto la volontà di affrontarla anche per il conflitto in atto - se capisco bene - con la Città di Torino.
C'è una vicenda, che invece secondo me potrebbe essere condivisa da tutte le forze di quest'Aula, che è una vicenda che avevamo affrontato anche nel capoluogo torinese. Vi ricordate che fino al metro di altezza (potete ironizzare sulla mia statura, più o meno non ho pagato fino ai 18 anni) c'era la gratuità su tutti i mezzi pubblici? Oggi la normativa è cambiata e, come sapete, la nostra generazione è stata una delle ultime ad andare, fin dalla quarta e quinta elementare, a piedi a scuola. Oggi i bambini devono essere accompagnati fino a che, di fatto sono adolescenti, quindi fino alla terza media.
Noi vi proponiamo non tanto la gratuità (sarebbe bello dire: gratuità su tutti i mezzi pubblici per gli under 14, compresi i quattordicenni, quindi fino alla terza media), ma abbiamo pensato a un fondo perequativo che, in realtà, rischia di generare addirittura più risorse economiche per il trasporto pubblico locale e per le ferrovie.
Che cosa intendo? Immaginatevi - lo dico all'Assessore Marnati, ma anche a chi si occupa di trasporto pubblico - una sorta di abbonamento genitori una sorta di flag che vale come gratuità per un abbonamento under 14 quindi gratuità per tutti gli under 14, ma accompagnati da un maggiorenne che faccia l'abbonamento.
Il rischio - tra virgolette - è che il fondo perequativo in realtà diventi un fondo di garanzia, perché la gran parte delle persone che a quel punto possono accompagnare gli under 14 potranno prendere finalmente un abbonamento, con una sorta di politica incentivante.
Per questo, Presidente, se me lo consente, toglieremmo quel passaggio e scriveremmo, per attrazione: "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici". Per attrazione, in modo da poterlo votare a parte ovviamente se ci sarà l'accoglimento, anche con le modifiche, dei Consiglieri di centrodestra.



PRESIDENTE

Grazie.
Poiché siamo in discussione generale e l'attrazione degli ordini del giorno deve essere richiesta prima, proporrei una sospensione di alcuni minuti per accordarci con i Capigruppo, che invito al banco della Presidenza per delineare la procedura più corretta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.31, riprende alle ore 12.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In via del tutto eccezionale, essendo ormai in discussione generale, e andando fuori dal Regolamento, si accoglie la presentazione dell'ordine del giorno n. 181 a prima firma del Consigliere Grimaldi.
Essendoci l'accordo di tutti i colleghi, do la parola al Presidente Grimaldi per illustrare le modifiche.



GRIMALDI Marco

Grazie, Presidente.
Almeno fra Capigruppo ci siamo intesi e aspettiamo nel pomeriggio la conferma anche dell'Assessore Gabusi, avendo, per adesso, informato solo l'Assessore Marnati.
Il senso della diatriba, solo perché l'accogliessero anche gli altri colleghi, era questo: inizialmente il testo parlava di un fondo perequativo per incentivare, per i minori sotto i 14 anni, la gratuità del trasporto pubblico, vincolato all'acquisto di un abbonamento per accompagnatori. Che cosa s'intende? Proprio perché ormai fino ai 14 anni bisogna essere accompagnati, se di fatto l'adulto - diciamo il genitore, per semplificare fa un nuovo abbonamento, avrà una sorta di flag (ormai è tutto elettronico) per avere un altro abbonamento gratuito per il figlio fino ai 14 anni. Parliamo in generale di accompagnatori, per evitare una figura impropria, cioè quella del controllore che chiede al ragazzino sotto i 14 anni se è accompagnato e quindi per evitare usi impropri di questa gratuità.
Qual era l'oggetto di fondo? Il Consigliere Marrone chiedeva che fosse senza oneri per l'Amministrazione regionale o, in alternativa, che ci fossero in discussione anche altre politiche degli Enti locali. Così come esiste un'agenzia piemontese che già dà linee d'indirizzo al TPL - per intenderci, già la gran parte degli attori pubblici e privati per gli over 65 fa delle promozioni - noi abbiamo suggerito semplicemente di creare una sorta di abbonamento per l'accompagnatore di minorenni sotto i 14 anni (per i genitori, se volete semplificare) per rendere su tutto il territorio regionale la gratuità dei trasporti sia sui treni sia sui pullman per tutti i giovani fino ai 14 anni. Questa può essere una sorta di politica trainante, così come fanno già tante imprese, ad esempio nello sci, dove c'è la gratuità per un minore magari fino sotto a una certa età.
Crediamo che il trasporto pubblico possa essere incentivato grazie al fatto che giovani nuovi genitori possano utilizzare il trasporto pubblico e i ragazzini, tra l'altro, imparino da subito ad andare sui mezzi pubblici.
Perché se fino a 14 anni sono andati a scuola tramite i mezzi con i loro genitori, magari continueranno a farlo dopo anche da studenti. Questo è un po' il senso della mediazione che abbiamo fatto e il possibile emendamento al testo è già depositato presso l'Ufficio di Presidenza.
Grazie.



PRESIDENTE

Proseguiamo la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Demarchi; ne ha facoltà.



DEMARCHI Paolo

Grazie, Presidente.
Intervengo anch'io in questa discussione generale su ambiente e clima.
Io arrivo da un mondo produttivo del settore agricolo, precisamente la zootecnia, che molte volte è vista come fonte d'inquinamento, quando si dice che gli agricoltori producono inquinamento o, comunque, non rispettano i canoni per un buon utilizzo dell'ambiente.
Questo non è assolutamente vero, perché dove non c'è la presenza dell'azienda agricola con i suoi animali, soprattutto nelle zone più svantaggiate o magari nelle zone montane, si vede come il territorio ne soffra. Abbiamo di fronte (e lo vediamo) un depauperamento progressivo delle zone montane, con relativo imboschimento.
Senza l'attività agricola dell'uomo e, in modo particolare dell'allevamento, si rischia di non vedere zone produttive, ma incolte.
Questa sicuramente non è una cosa positiva, perché avrà delle ripercussioni su tutto l'ambiente e l'ecosistema montano. Si hanno anche delle ripercussioni sull'assetto idrogeologico e vediamo proprio in questa regione come le piogge per più giorni causano problemi sull'assetto idrogeologico.
Venendo all'intervento che ha fatto prima il collega Consigliere Sacco riguardo agli OGM, devo dire che non sono né un difensore né un accusatore degli OGM, però bisogna constatare la realtà dei fatti. La realtà dei fatti dice che gli organismi geneticamente modificati in Italia non si possono coltivare, ma si possono importare. Questa sicuramente non è una buona cosa, perché noi importiamo un valore di oltre un miliardo di euro di mais in Italia. Questo mais viene destinato soprattutto all'industria alimentare, quindi al settore dei mangimifici, ma non solo, anche per l'alimentazione umana, ad esempio la pasta o quant'altro.
Non è sicuramente una buona cosa poter importare gli organismi geneticamente modificati, ma non poterli coltivare. Questo provoca anche delle ripercussioni nel mondo agricolo. Vediamo come, per esempio, in Italia, negli ultimi anni, si è arrivati al 50% in meno di produzione di mais. Questo non è un bene, perché il mais, soprattutto nelle aziende alimentari mangimistiche, dev'esserci per forza, ragion per cui viene importato soprattutto dall'Est Europa o dal Sudamerica. Così come la soia.
Importiamo soia che contiene il 95% di organismi geneticamente modificati che abbiamo ovunque, anche nelle banconote. Le trame di cotone che usiamo per fare le banconote usano organismi geneticamente modificati. Bisogna fare una fotografia dei fatti e i fatti dicono che non si possono produrre ma si possono importare.
Arriviamo, quindi, a una conclusione secondo cui dobbiamo essere tutti quanti trattati allo stesso modo: se li possiamo importare, dobbiamo poterli produrre, altrimenti non li utilizziamo per niente.
Grazie.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, la parola all'Assessore Marnati per la replica.



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Anzitutto, mi scuso per non essere stato presente all'inizio della discussione, ma ero a un evento legato al tema dei giovani che vogliono intraprendere l'attività di manager. Anche lì si è parlato dei temi che sono oggi all'ordine del giorno.
Oggi si è parlato un po' di tutto, dei tanti temi globali, nazionali e regionali e sarà un po' difficile fare la sintesi di tutto e in pochi minuti. Tuttavia, dai discorsi emersi, in attesa di conoscere che cosa deciderà il Consiglio sugli ordini del giorno presentati, posso dirvi che il Piemonte - quando vado in rappresentanza di questa Giunta, lo faccio con molto orgoglio - è una Regione virtuosa.
Da alcuni interventi di oggi sembra quasi che il Piemonte stia collassando su sé stesso sui temi ambientali, ma non è così. E non è così neanche sui temi della qualità dell'aria. Proverei un po' più di vergogna se fossi, ad esempio, un Assessore del Comune di Roma, dove sul tema dei rifiuti, in questo momento, non sono riusciti a risolvere alcunché: in Piemonte non c'è un'emergenza di quel tipo. Questo bisogna dirlo.
Chi è venuto l'altro giorno agli Stati generali dell'energia - ho visto i Consiglieri Riva Vercellotti, Biletta e Ruzzola - nella presentazione del Ministero dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente dedicato al Piemonte, ha potuto verificare che il Piemonte è quasi sempre sul podio. Sul podio per quanto riguarda le energie rinnovabili, sul podio per quanto riguarda l'uso degli incentivi e sul podio in quasi tutti i settori. Partiamo da una base molto importante su cui bisogna costruire ovviamente i prossimi dieci vent'anni, anzi trenta, perché la sfida per il Piemonte, l'Italia e l'Europa è di conseguire gli obiettivi del 2050.
Emergenza climatica piemontese. Mi chiedo che cosa significhi questo, che cosa comporta avere un riconoscimento di questo genere. Se poi andiamo a vedere effettivamente qual è il significato, a parte che non esiste nell'ordinamento giuridico italiano, al massimo viene specificato "stato di pericolosità". In Piemonte che stato di pericolosità esiste? Uno può essere di emergenza immediata. La qualità dell'aria incide, com'è stato bene affermato, su alcune morti derivanti da problemi polmonari. Un altro fattore di pericolosità sono le frane nel periodo invernale sulle montagne del VCO e del Cuneese, oppure i viadotti. Queste le interpreto come emergenze immediate su cui bisogna intervenire.
Sul processo di transizione per le sostanze climalteranti, ovviamente sono necessari, ma questo è imprescindibile, almeno 10-20 anni per riuscire a raggiungere quella parità delle emissioni: tanto emetto e tanto consumo.
Arrivo da un incontro importantissimo con un'altra realtà come il Piemonte Auvergne-Rhône-Alpe, la più importante Regione francese, in cui abbiamo toccato i temi che ci riguardano come le Alpi che ci dividono, la realizzazione della Torino-Lione (i francesi la chiamano Lione-Torino) e i temi dell'idrogeno. Ho voluto fare quest'incontro importante e per la prima volta abbiamo sottoscritto, e a breve la Giunta andrà a renderlo istituzionale, un team misto tra le due Regioni, che scambieranno le buone pratiche e le esigenze che oggi servono per portare avanti tutte queste tematiche.
Sull'idrogeno i francesi sono molto più avanti. Stanno per inaugurare una rete di rifornimenti: mentre noi oggi possediamo solo una rete per il diesel e la benzina, loro hanno già venti impianti in tutto il territorio regionale. Hanno le biciclette a idrogeno, vogliono fare i battelli a idrogeno che porteranno merci, quindi sfrutteranno il Rodano come via di collegamento, e produrranno l'idrogeno in loco. La differenza è che noi oggi importiamo carburante e gas, invece loro lo producono esattamente dove ha sede lo stabilimento di erogazione del carburante attraverso processi di elettrolisi, con energia di fonti rinnovabili.
Sulle fonti rinnovabili, i francesi sono al 50%, noi siamo a più del 30%.
L'obiettivo della Regione Piemonte è arrivare al 50%. Possiamo raggiungere questa percentuale se rafforziamo le nostre centrali idroelettriche e il fotovoltaico: queste sono le due uniche realtà su cui possiamo insistere perché sull'eolico non esiste quasi nulla in Piemonte. Lo possiamo fare attraverso l'ammodernamento. Infatti, a breve, ci sarà una grande ed epocale discussione sull'idroelettrico, perché andremo a gestire direttamente tutte le centrali e le grandi concessioni.
Parlandone con il mio Gruppo, abbiamo convenuto che forse in Piemonte bisogna ragionare per creare nuovi invasi. Se, infatti, oggi abbiamo queste grandi opportunità, è perché novant'anni fa qualcuno decise di costruire centrali idroelettriche, dando sviluppo alle nostre valli. Ci sono alcune valli in Piemonte che non hanno neanche uno sviluppo turistico e industriale, per cui forse potrebbe essere un'occasione per realizzare nuove centrali idroelettriche in Piemonte, ma anche per sviluppare turismo.
Quando ho visitato la centrale della Valle d'Orco in provincia di Torino mi sono reso conto che quell'invaso è stato sfruttato non solo per finalità energetiche e per garantire la potabilità dell'acqua, ma anche a livello turistico, perché c'è tutto un processo che sta andando avanti in tal senso. Diciamo che ci sono le occasioni per lo sviluppo e io credo che su questo il Piemonte sia all'avanguardia.
Avete parlato della Torino-Lione. Come dicevo prima, c'è grande voglia di costruire questa realtà, perché in modo un po' egoistico si parla sempre della parte italiana, ma se si passa dall'altra parte del traforo (tra l'altro, con un costo di 80 euro, per raggiungere la Francia, quindi neanche tanto economico), c'è un'area (mi hanno fatto vedere delle foto) molto inquinata a causa dei camion. Da loro c'è una valle di montagna quindi non hanno grandi emissioni, ma sono quelle che arrivano dal trasporto delle merci. Oggi, per portare le merci o le persone dal Piemonte alla Francia si deve passare da lì. Quella sì che è un'emergenza climatica perché c'è una cappa d'inquinamento che, sia da una parte sia dall'altra non ci permette di respirare.
FREDIANI Francesca (fuori microfono) Che cosa sta dicendo?



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

C'entra, perché.



(Commenti della Consigliera Frediani)



MARNATI Matteo, Assessore all'ambiente

Beh, allora la prossima volta verrà con me, così vedremo tutta la tecnica che è stata sviluppata da entrambe le Regioni e andremo ad approfondire la tematica. Oggi c'è bisogno di portare le merci su ferro, cioè costruire quelle infrastrutture di collegamento ferroviario, peraltro, previsto dalla Commissione europea, che dice di portare almeno il 30% delle merci su ferrovia, ma se non costruiamo infrastrutture, questo non sarà possibile.
Voglio portare l'attenzione sulla strategicità del Piemonte per quanto riguarda le infrastrutture. Ricordo che abbiamo la fortuna di trovarci nell'incrocio del corridoio tra la Genova-Rotterdam e la Torino-Lione-Kiev che ci permetterà di sviluppare la parte logistica di questa Regione quindi una grande opportunità per il nostro territorio: un punto fermo sul quale, secondo me, una realtà industriale come la nostra deve intervenire perché oggi i collegamenti e i tempi sono fondamentali per essere competitivi a livello europeo. Non possiamo permetterci di non avere infrastrutture di questo genere, assolutamente! Abbiamo parlato di rottamazione dei bandi. Qui, invece, ringrazio il Movimento 5 Stelle, perché ha fatto uno spot politico per noi, nel senso che ha raccontato che con la vecchia Amministrazione, Giunta Chiamparino non si è fatto nulla per i bandi, perché il bando per la rottamazione dei veicoli privati, dei veicoli commerciali e dei veicoli degli enti pubblici lo stiamo avviando noi, e se ancora non sono partiti i bandi è perché manca il bilancio.
Non è stato ancora approvato il bilancio, quindi non posso fare un'attività di questo genere, cioè avviare i nostri bandi, perché non ho ancora l'impegno. Già a settembre ho chiesto in merito all'Assessorato al bilancio e avevo presentato al Gruppo di maggioranza la possibilità di destinare dei fondi per questi bandi, che a breve partiranno.
Visto che mi avete appena tirato per la giacchetta, ricordo che quello precedente sulla rottamazione dei veicoli non ha funzionato, nel senso che in Piemonte sono stati rottamati 155 veicoli, un dato particolarmente drammatico, perché investire cinque milioni e riuscire a rottamare solamente 155 veicoli significa che c'è stato un problema, secondo me organizzativo; non d'intento, perché l'intento era positivo, ma non ha funzionato, quindi è necessario rivedere i criteri di assegnazione.
Una vera emergenza, invece, non sono i rifiuti, ma i fanghi da depurazione questo l'ho detto anche Commissione. In Piemonte, abbiamo un problema di emergenza rappresentato dai fanghi che si producono: se vogliamo bere l'acqua potabile dai nostri depuratori si producono i fanghi da depurazione. Qui vogliamo intervenire in maniera urgente e abbiamo già avviato un tavolo non solo con le multiutilities, ma anche attraverso un piano del mio Assessorato, per capire come e cosa fare. L'idea è quella di creare, attraverso la prossima programmazione dei Fondi di sviluppo e coesione, un investimento importante per un'infrastruttura per gestire questi fanghi che, a oggi, sono utilizzati in agricoltura, per la parte più ricca, ma la gran parte non può essere utilizzata, perché contiene metalli pesanti. Oggi vengono sotterrati in discarica, ma in realtà c'è la possibilità di utilizzarle attraverso un processo di essiccazione, per farlo diventare un combustibile da sostituire al carbone.
Questa è una delle ipotesi che il Politecnico di Torino sta portando avanti, quindi, aspettiamo che ci siano tutte queste possibilità tecnologiche di ricerca che ci diano delle soluzioni, ma siamo sul pezzo per quanto riguarda questa tematica importante.
I rifiuti, invece, non rappresentano un problema in Piemonte, perché oggi c'è un equilibrio che ci permette di stare in piedi e non avere rifiuti in strada. L'obiettivo è di raggiungere il 65% entro un paio di anni, oggi siamo al 61,4, con un trend positivo. A breve firmeremo tre accordi con il Consorzio di Chieri, Saluzzo, Novi, Acqui e Tortona, pari quasi a due milioni, per sostituire i mezzi vecchi e avviare la raccolta differenziata dove in questo momento è un po' più latente o incentivare ancora di più dov'è virtuosa. Questo è uno dei primi, poi andremo a farlo anche tutti gli altri Consorzi. Quindi, aumentare la raccolta differenziata, riciclare più rifiuti possibili e diminuire la parte dei rifiuti indifferenziati.
Quando avete parlato di area di disagio, in realtà, su questo noi siamo differenti da altre Regioni. Infatti, mentre sui cambiamenti climatici il problema è mondiale, nel senso che tutti emettono principalmente la CO2, da cui dipende l'aumento della temperatura, in Piemonte e, in particolare, in Lombardia, Veneto e in Emilia abbiamo un problema orografico, cioè i rilievi montuosi non permettono di fare uscire questi inquinanti. È bastata mezza giornata, la settimana scorsa, di vento e di pioggia e i valori sono passati, in media, da 88/100 microgrammi per metro cubo a 8/10. Questa è stata una soluzione che ha spazzato via tutti i nostri inquinanti che erano presenti sul nostro territorio. Per questo, il Direttore del CNR ha detto che non servono perché, una volta che si è entrati in emergenza, le misure emergenziali messe in atto anche dalla Città metropolitana di Torino non hanno funzionato.
Qui ci poniamo il dubbio, politicamente parlando: se chiedo ai cittadini un grande sacrificio, almeno questo grande sacrificio deve portare un beneficio, ma così non è stato. Così abbiamo spostato un po' l'asse verso il pellet o le biomasse, perché ci risulta che, spesso, ci sono delle frodi: aziende che vendono il materiale pellet che, in realtà, non è legno ma contiene materiale molto inquinante, quindi dannoso e, questo sì, molto pericoloso per la popolazione. Attendiamo la fine delle operazioni effettuate dal nucleo dei Carabinieri forestali, su cui, insieme con ARPA a breve, mi faranno avere i risultati, che, ovviamente, porterò alla vostra attenzione.
Credo sia opportuno lavorare a 360 gradi su tutti gli inquinanti che portano al blocco del traffico. Ricordo che, a differenza di quanto dice qualcuno, il blocco del traffico viene decise in base alle concentrazioni e non alle emissioni. Dobbiamo valutare le concentrazioni che sono nei nostri filtri delle centraline di ARPA: si dice che, in Piemonte, il 50% arriva dalla combustione di biomassa e, in minima parte, dai veicoli. A Torino che è una metropoli, è diverso, ma si equiparano: 45 biomassa, 50 i veicoli.
Per questo, dico che non basta colpire esclusivamente un settore: bisogna ragionare un po' più a largo respiro, affinché tutti vadano a contribuire.
Abbiamo investito 800 mila euro per creare la più grande infrastruttura di alberi: 65.000 alberi (l'autostrada degli alberi su un fiume), perch ricordo che quando si parla di ambiente non si parla solo di aria. Abbiamo 1.500 siti di bonifica che derivano dalla politica industriale degli ultimi sessant'anni, che oggi le nostre generazioni stanno pagando, e anche su questo occorre intervenire in maniera abbastanza rapida.
Ricordo, visto che avete parlato dei fondi della Commissione europea, che l'Italia, nel saldo, è in negativo, cioè noi diamo più soldi alla Commissione europea di quanto ci ritorna. È nata qui l'idea - il 31 gennaio incontro gli Assessori Cattaneo, della Lombardia e Bottacin, del Veneto non so chi sia l'Assessore dell'Emilia Romagna, ma farà ancora le veci Gazzolo, in attesa che venga composta la nuova Giunta - per capire se la Commissione europea può dedicare dei fondi extra a tutte quelle aree che dicevo prima, disagiate per un problema orografico, che sono 13 in Europa e che producono un quarto del PIL europeo, per colpire gli inquinanti come le polveri sottili e gli ossidi di azoto, perché questa è una caratteristica esclusivamente nostra, a differenza di quando si parla del clima o delle sostanze climalteranti, che, invece, comprendono tutti.
In attesa, a breve, di sapere come saranno erogati i soldi dei Green Deal ricordo - sono voci di corridoio, ma aspettiamo l'ufficialità - che non ci sono fondi freschi. In realtà, c'è uno studio per utilizzare i fondi europei che sono già dati alle Regioni, quindi usufruire di quelli che ci danno in questo momento, che nella programmazione sono circa, con il FESR un miliardo di euro.
Pertanto, sarei molto prudente a sventolare la vittoria, perché, se è così in Piemonte arriverebbero dieci milioni di euro l'anno. Oggettivamente, con dieci milioni di euro l'anno di transizione energetica per le imprese, si fa - perché tutto fa - ma non si cambia sicuramente il mondo. Su questo sarei molto prudente, in attesa di avere informazioni più concrete.
L'impegno è assolutamente di aprire un Tavolo con la Commissione europea e avere dei fondi extra per il bacino padano, perché è un problema che riguarda principalmente noi. Ricordo che, delle 13 regioni che rappresentano 80 milioni di persone in Europa, il bacino padano ne ha 22 milioni, quindi quasi un quarto. Pertanto, è un problema che riguarda principalmente noi.
Queste sono le politiche che stiamo avviando. È previsto il Piano strategico, che prevede diverse iniziative per 180 milioni, che non racconto nel dettaglio.
Direi che, sui temi energetici e ambientali, il Piemonte (questa Giunta questo Consiglio) è sul pezzo e non neghiamo nulla, anzi lavoriamo per creare più occupazione e sviluppare finalmente una politica di economia verde, che finora è stata latente.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Marnati.
La parola alla Consigliera Frediani.



FREDIANI Francesca

Presidente, le chiedo di rimandare il voto, perché mi pare non ci sia un'identica visione tra la Giunta e la maggioranza o, almeno, tra i firmatari dell'ordine del giorno e l'Assessore. Voglio capire se hanno bisogno di tempo per decidere come votare rispetto all'atto d'indirizzo.
Dico questo per agevolare le decisioni della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ravetti.



RAVETTI Domenico

Ci spiace, Presidente, perché impegnarci in un confronto è sempre utile (il tempo per il confronto non è mai sprecato), però che ci fosse una visione differente tra le opposizioni e l'Assessore era scritto nella realtà delle cose, ma che una parte importante della maggioranza chiedesse un dibattito per scoprire che ha posizioni differenti rispetto all'Assessore è un impegno del tempo che abbiamo a disposizione in Consiglio del tutto anomalo.
Per questo, forse è il caso - Presidente, valuti lei - di andare a mangiare e magari chiarirsi le idee.
Quando torniamo, vediamo cosa votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Grimaldi.



GRIMALDI Marco

In attesa dell'arrivo dell'Assessore Gabusi, credo sia utile un pranzo tête à-tête fra Marrone e Marnati: prima s'incontrino fra loro e risolvano i problemi sulle OGM e sullo stato d'emergenza climatica. Se vuole, pu andare anche il Consigliere Preioni, così parla loro del disagio ambientale. È una cosa che ha inventato lui! Ci andrei anch'io a pranzo con il Consigliere Preioni per capire cos'è il disagio ambientale, ma ci sarebbe disagio assoluto! Per far terminare il disagio che abbiamo anche noi dell'opposizione, le chiedo di chiudere la seduta e mandarci a fare un pranzo riflessivo diciamo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Marrone, che è il primo firmatario, cosa intende fare? Poiché l'intesa era di proseguire nelle votazioni nella mattinata.



MARRONE Maurizio Raffaello (fuori microfono)

Rinviamo pure.



PRESIDENTE

Consigliere Preioni...



(Commenti del Consigliere Preioni)



PRESIDENTE

Mettiamo in votazione?



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Procediamo con le votazioni, tranne per l'ordine del giorno n. 181 rinviato al pomeriggio, in attesa dell'Assessore Gabusi.
Il numero legale è 23.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 150, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 152, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 171, il cui testo come modificato, verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 173, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 167, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese sull'ordine del giorno n. 168, il cui testo verrà allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio non approva.
Rimane l'ordine del giorno n. 181 presentato dal Consigliere Grimaldi inerente a "Incentivo all'uso e all'educazione all'uso dei mezzi pubblici" che viene rinviato al pomeriggio, in attesa dell'Assessore Gabusi.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.20)



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