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Dettaglio seduta n.42 del 19/02/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Beltrami, Dameri, Leo, Maccari Marchini, Porcellana, Riba e Tapparo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

b) Richiesta di comunicazione della Giunta regionale in merito all'installazione del Re-Sol presso lo stabilimento ACNA


PRESIDENTE

Comunico che i Consiglieri Staglianò, Segre, Miglio e Marino, in base all'art. 51, quinto comma, del Regolamento, hanno richiesto una comunicazione della Giunta regionale in ordine alla deliberazione della Giunta regionale della Liguria n. 502 del 6/2/ 1991 che ha autorizzato la ditta ACNA all'installazione e all'esercizio del nuovo impianto Re-Sol.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame proposta di deliberazione n. 82: "DGR n. 84-2303 - Approvazione del bando pubblico di concorso per l'assegnazione di contributi in conto capitale per le finalità previste dal decimo comma dell'art. 2 della legge 25/3/1982, n. 94 (Buoni Casa)" e votazione ordine del giorno n. 120


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n, 82, di cui al punto 7) all'o.d.g. Ha facoltà di intervenire l'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la Giunta regionale ha ritenuto di proporre questo provvedimento al Consiglio regionale per tentare di offrire un'altra proposta al problema della tensione abitativa.
Problema che è presente nella nostra Regione, soprattutto in quelle aree dove la tensione è forte e ha raggiunto anche livelli di preoccupazione.
Queste aree sono note, sono í capoluoghi di provincia, quindi il capoluogo regionale: la città di Torino, la prima cintura, una serie di aree nelle quali è necessario che la Regione, per i compiti che ha di programmazione di indirizzo e di erogazione di contributi per interventi nell'edilizia residenziale abitativa pubblica, accentui la sua azione di governo, aree nelle quali i soggetti attuatori (i Comuni, gli IACP, i Consorzi di Comuni per quanto riguarda l'edilizia sovvenzionata, le Cooperative ed i Consorzi di impresa per l'edilizia agevolata) debbono realizzare le condizioni perché questi finanziamenti possano decollare.
I problemi della casa sono complessi, attengono a questioni anche urbanistiche, in quanto ci si è resi conto che molte risorse messe in campo dalla Regione in questi anni non sono decollate per problemi urbanistici per mancanza di aree. Questo attiene ovviamente alle nuove costruzioni altri finanziamenti della Regione in ordine al recupero edilizio non sono decollati perché per il recupero edilizio occorre un'azione concertata che consenta a chi oggi vive all'interno di questi comparti di essere provvisoriamente ospitato in altri alloggi per consentire questi recuperi.
Quindi occorre un'azione da parte della Regione e degli enti gestori che determini delle condizioni tali da uscire da un'emergenza che indubbiamente esiste, ripeto, soprattutto in queste aree a forte tensione abitativa.
Emergenza che è molto sentita segnatamente nella città di Torino e nella prima cintura. Episodi che noi abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, spesso anche drammatici, di famiglie che hanno il problema dello sfratto impellente e che non sanno dove andare a vivere - proprio per mancanza di offerta di alloggi in locazione nella nostra città ed in alcune zone della nostra Regione - mi fanno dire che è assolutamente indispensabile un'azione forte di governo da parte della Regione su questa materia. Mi limito a parlare di questo provvedimento perché la materia è molto ampia e molto complessa. Avremo comunque occasione in Consiglio regionale di parlarne: io mi sono impegnato in Commissione ad una relazione ampia sul problema casa nella nostra Regione e avremo occasione in quella sede di affrontare in termini più generali questo problema che dal punto di vista sociale ripeto, ci preoccupa molto. Io mi limiterei, oggi, alla deliberazione che è all'attenzione del Consiglio regionale. Il buono casa è uno degli strumenti che la Regione può mettere a disposizione dei cittadini per risolvere parzialmente questi problemi. In cosa consiste il buono casa i colleghi lo sanno, consiste in un contributo a fondo perduto della Regione da 22 a 30 milioni: 22 milioni contributo a fondo perduto per redditi fino a 30 milioni 26 milioni di contributo per redditi fino a 25 milioni 30 milioni di contributo per redditi fino a 21 milioni per acquistare la prima casa.
Noi non avevamo un provvedimento nazionale di buoni casa organico come c'è stato negli anni passati; abbiamo avuto tre tornate di buoni casa nell'ultimo decennio, l'ultima è stata cinque anni fa, ma abbiamo - proprio per cercare di offrire un contributo anche straordinario per certi versi raccolto le economie di questi anni passati, abbiamo come si dice "raschiato il fondo del barile", abbiamo recuperato una somma vicina ai 30 miliardi che ci consente di proporre questi 1,100 buoni casa circa. Ripeto che si tratta di un provvedimento per certi versi straordinario, oggetto di recupero di queste risorse, in attesa che il Governo arrivi ad un provvedimento nazionale nuovo di buoni casa, che è allo studio del Governo e del Ministro ai LL.PP., che ci possa consentire di riproporre un pacchetto di buoni casa consistente. L'ultimo è stato di poco inferiore ai 5.000, per continuare a intervenire e consentire, a chi ne ha la volontà e le condizioni, di poter accedere alla casa in proprietà. Quindi, dicevo abbiamo raccolto queste risorse e abbiamo proposto questo provvedimento di buoni casa seguendo un po' la falsa riga dei vecchi buoni casa. Avevamo proposto nella deliberazione iniziale della Giunta di privilegiare sostanzialmente con i punteggi chi aveva un provvedimento di sfratto assegnando 8 punti; le giovani coppie, come peraltro è previsto dalla legge nazionale, alle quali davamo 5 punti; le famiglie che hanno al proprio interno un portatore di handicap, alle quali proponevamo 7 punti; le coppie anziane, cui per fasce di età venivano assegnati 2 punti tra i 50 e i 60 anni, 4 punti tra i 60 e i 70 anni, 6 punti oltre i 70 anni. Si esprimeva con quel provvedimento un'attenzione particolare alle coppie anziane ed un'attenzione ai nuclei familiari numerosi. Questa era la proposta iniziale della Giunta, poi in Commissione ci siamo confrontati in due sedute successive; abbiamo approfondito molto questo argomento con i Consiglieri e sono emerse alcune valutazioni da parte della Commissione che la Giunta ha accolto. La proposta iniziale della Giunta era limitata a Torino e alla prima cintura, non era cioè riferita a tutto il territorio regionale, ma all'area che ha una tensione abitativa più forte, che è la città e la prima cintura. Nel confronto avvenuto in Commissione invece si è scelto di intraprendere una strada diversa e si è deciso di offrire il buono casa a tutto il territorio regionale e quindi a tutti i cittadini che risiedono in Piemonte, introducendo un punteggio aggiuntivo di 5 punti per coloro che risiedono nei Comuni a forte tensione abitativa, utilizzando per definirli la legge n, 61 dello Stato del 1989 che in modo specifico individua i Comuni della Regione Piemonte ad alta tensione abitativa. In Commissione si è realizzato un cambiamento di impostazione che la Giunta ha ritenuto di accogliere. Sono state altresì definite altre modifiche, la più importante delle quali mi sembra quella di aver graduato il punteggio sulla base del momento nel quale si colloca un richiedente rispetto al processo di sfratto, che come sappiamo è un processo molto lungo che inizia con il preavviso di recesso che il proprietario dell'alloggio invia al locatario e culmina con il provvedimento di monitoria di sgombero che viene disposto dall'Ufficiale giudiziario. Allora la Giunta, d'accordo con la Commissione ha deciso di graduare questi provvedimenti in modo da non assegnare lo stesso punteggio ad un percorso che è molto lungo, perché sappiamo dura 3/4/5, anni e che ha ovviamente al suo interno dei livelli diversi di tensione e dei tempi diversi anche di scadenza e quindi si sono dati appunto i 2 punti per chi ha ricevuto questo preavviso di recesso dal proprietario, 4 punti per chi è sottoposto a provvedimento di sfratto convalidato ma non esecutivo, 8 punti a chi ha lo sfratto esecutivo e 12 punti a chi è sottoposto a monitoria di sgombero disposta dall'Ufficiale giudiziario.
E' parso alla Commissione e alla Giunta che una graduatoria di questo tipo fosse molto più equa rispetto ad una proposta iniziale che prevedeva 8 punti per tutti a prescindere dal momento nel quale si colloca il richiedente in questo processo.
In Commissione c'è stato un confronto molto positivo che ha sviscerato e approfondito tutti gli aspetti di un provvedimento che - ripeto - non è certo risolutivo di tutte le questioni che abbiamo nella nostra Regione, ma che indubbiamente vuole significare un impegno forte della Giunta ad utilizzare tutte le risorse e gli strumenti di cui dispone per cercare di offrire delle opzioni a chi si trova in situazioni di difficoltà.
Le situazioni di difficoltà non attengono solo agli sfrattati. Lo sfratto è una situazione drammatica soprattutto quando è alla fase conclusiva e quindi è un momento particolarmente delicato rispetto al quale le istituzioni sono attente.
Colgo l'occasione per dire come ancora recentemente in un incontro con il Prefetto, presenti l'Assessore alla casa della Città di Torino e il Presidente dell'Istituto Autonomo Case Popolari, abbiamo trovato nell'Eccellenza Lessona la disponibilità a collaborare con le istituzioni per graduare gli sfratti in modo da avere ad uno sfratto esecutivo una risposta abitativa. Ritengo di poter tranquillizzare i colleghi del Consiglio regionale (mi riferisco a Torino perché proprio a Torino c'è l'emergenza più grave) perché nel Prefetto abbiamo trovato grande disponibilità a graduare questo provvedimento in modo da evitare di trovarsi nella situazione di non saper dove collocare delle famiglie. So che nei colleghi c'è molta preoccupazione in ordine a questa questione quindi credo di dover dare questo segnale di tranquillità che mi è venuto da questo colloquio Comunque il problema esiste ed è vissuto con drammaticità dalle famiglie.
Con l'Assessore alla casa della Città di Torino, con i Sindaci dei Comuni della prima cintura e con i Sindaci delle città capoluogo di provincia, dove esiste il problema di emergenza sfratti, stiamo individuando una serie di interventi di edilizia residenziale sovvenzionata che diano una risposta a chi ha diritto ad entrarvi. Con le Cooperative e i Consorzi di impresa stiamo individuando degli strumenti che accelerino le difficoltà spesso urbanistiche.
L'Assessorato all'urbanistica si è dato un'organizzazione del lavoro che accelera in modo energico i processi di approvazione degli strumenti urbanistici attuativi per realizzare dell'edilizia residenziale pubblica che ormai riusciamo ad approvare nel giro di pochi mesi, proprio per consentire il decollo di 8-10.000 alloggi che sono finanziati alle Cooperative e ai Consorzi di impresa nel terzo, quarto, quinto e sesto biennio, che purtroppo non sono ancora decollati per mancanza di aree. E' un'azione concertata fra il Settore casa e il Settore urbanistica del mio Assessorato che spero nei prossimi mesi possa dare i primi frutti. Quando avrò tutti gli elementi farò una relazione in Consiglio dove potremo più ampiamente approfondire questi aspetti e trovare quelle soluzioni che sono da tutti auspicate.
Sono stati presentati degli emendamenti, ma interverrò man mano che saranno discussi.



PRESIDENTE

L'Assessore ha anticipato che sono stati presentati alcuni emendamenti e altri stanno arrivando.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Fiumara. Ne ha facoltà.



FIUMARA Francesco

Assieme al collega Cavallera sono firmatario dell'emendamento relativo al punto 6) dell'art. 5 del bando. Chiediamo di limitare ai Comuni elencati nell'emendamento il punteggio di cinque punti perché riteniamo che nei Comuni piccoli il problema degli sfratti sia molto limitato, per non dire che non esiste. Riteniamo invece più giusto concentrare la nostra attenzione ai Comuni che la legge stessa definisce "Comuni ad alta tensione abitativa.".
Nell'annunciare il voto favorevole del mio Gruppo, e credo a nome della maggioranza, devo dire che condividiamo appieno l'analisi che ha fatto l'Assessore Carletto. Siamo convinti tuttavia che tutto quello che si fa per risolvere i problemi della casa sia sempre poco. Bisogna fare di più ed è per questo che apprezziamo lo sforzo di ricavare delle risorse per risolvere uno dei problemi più drammatici del nostro tempo. Solo chi non ha avuto uno sfratto non sa cosa vuol dire trovarsi da un giorno all'altro in mezzo alla strada. Riteniamo che questo intervento vada qualificato, è un intervento che deve risolvere qualche problema ed ecco perché noi abbiamo proposto l'emendamento. Siamo d'accordo sul testo della deliberazione siamo d'accordo anche nei criteri del punteggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la prima osservazione che devo fare è inerente alla procedura che la maggioranza, e l'Assessore in particolare, ha deciso di seguire nell'esame della deliberazione.
La deliberazione concerne il finanziamento di un certo numero di buoni casa (forse 1,000, forse qualcuno di meno o di più). La vicenda dei bandi dei buoni casi ha già avuto protagonista la Regione Piemonte negli scorsi anni, in quanto circa 5,000 buoni casa erano stati messi a bando negli anni passati. Noi avevamo chiesto all'Assessore di cogliere l'occasione dell'avvio di un nuovo bando di buoni casa per fare il punto della situazione per quanto riguardava l'esperienza passata, anche perché di questi 5.000 buoni casa ancora 1,500 devono essere erogati. C'è quindi un grosso ritardo e di conseguenza un grosso arretrato.
L'Assessore ha fornito in Commissione alcuni dati, ma non ha fornito un quadro complessivo che permettesse un giudizio su questo provvedimento sulla base dell'esito che avevano dato i bandi precedenti.
Nella riunione del 7 febbraio, in assenza di una accurata documentazione che permettesse di fare il punto della situazione, la maggioranza, secondo una prassi oramai troppo utilizzata, ha deciso comunque, visto che aveva i numeri, di procedere all'approvazione del documento, anche in assenza dei dati che consentissero di esprimere un giudizio corretto.
Quello che dico è tanto vero in quanto solo venerdì scorso, 15 febbraio, è giunto al Gruppo un documento che aggiunge alcune delle informazioni che avevo richiesto; se fosse stato consegnato a tempo e fosse stato possibile discuterlo in Commissione a mio parere avremmo fatto un buon lavoro, cosa che non è possibile fare in sede di Consiglio. I dati forniti riguardano gli ultimi 5 bandi. Quindi le osservazioni fatte in sede di Consiglio non possono essere accurate né possono confrontarsi con compiutezza con gli altri colleghi. Dovrò quindi limitarmi, per le informazioni che mi sono state date tre giorni fa, a una considerazione di carattere generale. La considerazione è questa: la procedura con la quale vengono erogati i buoni casa è di una lentezza e di una farraginosità impensabili! Oggi si dice "approviamo i buoni casa", ed i cittadini sperano di poter accedere al buono casa in tempi rapidi. Non si illudano, se le cose vanno come è possibile leggere da questi dati, c'è un bando nel quale dopo un anno in luogo di 1.000 buoni ne sono stati distribuiti 18. Dopo un anno! Ma pensate che nel primo bando del 1980 c'erano 8 miliardi da distribuire per buoni casa, ne sono andati a residuo passivo 7! Nel secondo bando su 32 miliardi sono andati a residuo passivo 5 miliardi e 700 milioni. Pensate che di tutti questi bandi, dal 1980 a oggi, il numero delle domande non finanziate è pari al 45%! Se poi leggete - ma sono cose che in Consiglio mi rendo conto di non poter discutere accuratamente - la relazione a pag. 3 dove si dice in modo abbastanza accurato come procedono le erogazioni dei buoni casa, c'è da esclamare "che fatica!". Che fatica per erogare questi buoni casa! Sembra che in realtà i buoni casa non abbiano corrisposto a dei bisogni pressanti sembra quasi che la Regione abbia dovuto insistere, andare a cercare i soggetti cui versare i buoni casa, con una procedura di una fatica e di una lentezza incredibili. Pare che il buono casa non corrisponda ad un'urgenza e a un bisogno precisi. Pensate che ci sono pratiche che giungono al quarto o addirittura quinto sollecito! Nel primo bando, l'85% delle domande è stato escluso con un lavoro che è durato quattro anni! Seicentosette domande del bando 1985 iniziano l'istruttoria al gennaio 1990: si sono avviate nel gennaio dell'anno scorso 607 domande del bando di 5 anni prima! Ora, voi capite che se si fosse potuto discutere di questi elementi, la sostanza di questa discussione sarebbe cambiata. Nel bando numero 3, quello del 1985, il 33% delle domande non ha avuto esito perché è rimasto inevaso il secondo sollecito, perché il cittadino interessato non ha risposto per due volte ai documenti che l'amministrazione gli richiedeva. Ma che bisogno c'è dietro questa indifferenza? Alcuni avevano una doppia proprietà o redditi superiori. La prima osservazione è la seguente: la vicenda di questi buoni casa, se devo leggerla sulla base di questa relazione, che non abbiamo potuto discutere approfonditamente, non consegue risultati validi. Nutro serissimi dubbi che, con una procedura come quella che è stata qui proposta (la forzatura di maggioranza per fare la conferenza stampa e dire che ci sono 1.000 buoni casa pronti da distribuire), sortiranno analoghi risultati. Ritengo che in assenza di un'analisi puntuale delle cause di questo disastro, perché è un disastro dopo dieci anni avere l.500 buoni casi su 5.000 da erogare diventi poco produttivo avviare un nuovo programma per 1.000 nuovi buoni casa in questa situazione.
La seconda osservazione è di carattere più generale. Questo provvedimento utilizza 30 miliardi di lire da distribuire o da non distribuire, comincio infatti a pensare ad una "non distribuzione" dei buoni casa.
Sulla utilità del "buono casa" personalmente esprimo moltissimi dubbi non penso che questo sia uno dei settori dove impiegare in modo decisivo delle risorse pubbliche. Dovendo scegliere nell'imponente campo del problema della casa un settore prioritario di investimento da parte dell'ente pubblico non esito a dire che sarei favorevole a scegliere un imponente intervento a favore dell'affitto per dilatare la possibilità per i cittadini italiani di accedere a case in affitto. Da questo punto di vista il provvedimento del buono casa appare sempre più come una delle tante "lotterie casa" che in campo nazionale si bandiscono e che poi hanno esiti che mi sembra non corrispondano a criteri di priorità, ad effettivi ed urgenti bisogni.
Tutto ciò premesso vengo agli emendamenti che ho presentato, e soprattutto a un ordine del giorno che ho presentato collegato a questa deliberazione. Questo bando dei buoni casa, anche se non è riservato in modo esclusivo agli sfrattati, dedica però agli sfrattati dei punteggi che ne fanno un bando che privilegia questi soggetti. Ho presentato insieme ad altri colleghi un ordine del giorno sul problema degli sfratti nel quale si richiede che, per le persone che hanno superato i 65 anni di età, venga impedita la possibilità di eseguire uno sfratto, a meno che non ci sia a disposizione un'altra abitazione. E' il problema degli anziani, degli ultrasessantacinquenni; lo sfratto - lo diceva prima il collega Fiumara, ma penso che su questo siamo tutti d'accordo - è un provvedimento gravissimo e traumatico per tutti.
Io penso che di fronte a un provvedimento di questo tipo la società civile debba porre un limite quando i soggetti del provvedimento in questione sono gli anziani. Ci sono persone anziane che vedono distrutta la loro prospettiva di vita a causa di un provvedimento per il quale non vedono possibilità di risoluzione. Ritengo che nella nostra società questo concetto vada affermato; le procedure e l'esecuzione degli sfatti per gli affittuari ultra sessantacinquenni devono prevedere dei limiti per impedire delle crudeltà.
Mi rendo conto che questo ordine del giorno si rivolge al Parlamento perché è il Parlamento che può legiferare in questo senso, però so anche che una presa di posizione della Regione su questo tema influisce sull'attività parlamentare. Penso anche che approvando un ordine del giorno di questo tipo, si promuovano azioni di carattere legislativo. Mi sembra giunto il momento che sul tema degli sfratti agli anziani la società rifletta ed impedisca atti distruttivi di una prospettiva di vita per persone che, a quell'età, sono in particolari condizioni di fragilità.
Quindi prego di esaminare questo ordine del giorno e di votarlo. Ho poi proposto una serie di emendamenti, su alcuni non mi soffermo perché sono emendamenti che tendono ad abbreviare i tempi di presentazione dei documenti e si inseriscono nella logica di riuscire ad erogare i buoni casa in fretta.
Vi è poi un emendamento che ha una valenza più politica, di scelta e di discrezionalità, sul quale ci sono dei dubbi da parte di altri colleghi.
Comunque l'emendamento è stato presentato e mi sento di sostenerlo e concerne i grandi frazionamenti.
Il problema della vendita di grandi complessi immobiliari in Italia è un problema che probabilmente non è stato affrontato e definito dal punto di vista giuridico. Viceversa, i grandi frazionamenti dei complessi immobiliari con 100/300 alloggi generano un disagio e tensione sociale acuti. Ritengo che sia un problema che va affrontato con una normativa specifica, con norme e leggi che individuano i grandi frazionamenti come atti di passaggio di proprietà che non possono essere trattati allo stesso modo dei minuti passaggi di proprietà. Bisogna riconoscere questo fatto.
Innanzitutto creano una emergenza, perché sottraggono in punti limitati del territorio una grande quantità di alloggi all'affitto; interessano nello stesso momento centinaia e centinaia di famiglie; interessano valori immobiliari elevatissimi, il più delle volte questi valori immobiliari fanno capo ad istituti pubblici o a partecipazione pubblica. Ritengo che sia necessaria una legislazione che fissi procedure adeguate per controllare le modalità, secondo le quali si avviano i grandi frazionamenti, sia per i riflessi sociali, sia per l'imponenza delle risorse messe in gioco. Per quanto ne so, ma posso sbagliarmi, non esiste a tutt'oggi una normativa di questo genere, ma ritengo che sia giunta l'ora di inserirla. Chi ha amministrato sa che si è trovato di fronte a questo problema: interi stabili o gruppi di stabili messi in vendita; gli inquilini che si rivolgono alle pubbliche amministrazioni, il più delle volte ai Comuni, per chiedere aiuto. Bisogna fare un punto su questa situazione, pertanto in questo quadro ho proposto un emendamento che tende a riconoscere i grandi frazionamenti come uno dei punti di tensione sociale maggiore, quindi uno dei soggetti che può essere privilegiato con l'assegnazione di un punteggio. L'ipotesi che è stata fatta nell'emendamento è che i grandi complessi siano quelli costituiti da più di 50 alloggi e che agli inquilini, affittuari e residenti anagraficamente in questi complessi, che fanno domanda per il buono casa, venga assegnato un punteggio aggiuntivo. Ho indicato cinque punti; il limite del punteggio pu essere ovviamente discusso, ma segnala il fatto che si ritiene giusto riconoscere la specificità di alta tensione sociale agli inquilini che sono residenti in grandi complessi, soggetti a vendita frazionata. Questi sono i due emendamenti più importanti, gli altri li illustrerò quando saranno messi in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Anch'io credo che su una materia di questo tipo, una documentazione più approfondita sarebbe stata utile, anche per sviluppare un lavoro istruttorio da parte della minoranza che poteva dare un contributo più efficace. Purtroppo non ho potuto partecipare ai lavori della Commissione la settimana scorsa e non ho la memoria che ha avuto il collega Chiezzi tuttavia qualche considerazione voglio farla, anche perché ho presentato un emendamento di carattere generale.
Premesso che questo intervento è un intervento episodico che si inserisce in una azione più ampia da parte regionale, tuttavia, pur essendo un'azione episodica, l'entità dell'intervento non è così irrilevante perché 30 miliardi sono pur sempre una cifra significativa, sia pur essendo il frutto di una mancata spesa negli anni passati e un raschiamento di barile, come accennava l'Assessore Carletto. Soldi che, sia pure in questa dimensione più ridotta, ma comunque significativa, vanno investiti e spesi nel migliore dei modi.
Pare anche a me - come rilevava il collega Chiezzi - che vi sia una contraddizione, se esaminiamo il passato, tra l'urgenza del provvedere e la lungaggine delle procedure. Questo è un tema che è soprattutto evidente nel passato e nelle memorie che abbiamo avuto. Anche rispetto ai buoni casa che sono stati erogati si è attivato in minima parte l'intervento (neanche il 50%), per vedere quali possibilità reali ci sono per far sì che, di fronte al disagio che è immediato, vi sia una risposta la più puntuale, la più efficacia e la più rapida possibile.
Per quanto riguarda l'ambito dell'intervento, abbiamo subito fatto rilevare in Commissione che ci pareva poco chiara la limitazione dell'area che in prima battuta era riferita a Torino e al suo hinterland e successivamente, anche per l'azione del nostro Gruppo, si è estesa all'intera regione Piemonte. Anche se, per la verità, c'è il grosso limite dei Comuni ad alta tensione abitativa che, sia pure discendendo da un elenco formulato a livello statale, ho seri dubbi che possa essere aggiornato e credibile. Se è vero che l'area torinese e il suo hinterland sono certamente ad alta tensione abitativa, mi meraviglia il fatto che Novara e il suo hinterland, rispetto a tutte le altre realtà del Piemonte abbiano questa analogia. Mi sembrava più il portato di un'istruttoria fatta, magari più diligentemente, a livello di alcune Province che non di altre, che la registrazione effettiva di uno stato generale dell'intero Piemonte. Credo che sarebbe stato opportuno avere dei dati più aggiornati anche consultando l'Istituto Autonomo Case Popolari che ha un quadro certamente più recente della situazione, del fabbisogno e della domanda abitativa. D'altra parte anche l'emendamento proposto dal collega Fiumara mi pare non risolva completamente la questione, perché se l'eliminazione dei piccoli Comuni, forse evita il fatto clamoroso che certi fondi vadano in zone che effettivamente non registrano una drammatica situazione tuttavia non risolve le problematiche e i dubbi che abbiamo e le perplessità che suscita l'elenco fornito.
Altra considerazione è sull'oggetto dell'emendamento che ho presentato relativamente agli sfrattati. Certamente all'interno del bando di concorso essi hanno anche dei punteggi più alti, perché lo spirito della legge era di far si che gli interventi andassero soprattutto in quella direzione e se facciamo riferimento al fatto che il supporto di questo provvedimento che assume la Regione Piemonte è la legge 25 marzo 1982 n, 94, norme per l'edilizia residenziale e provvidenze in materia di sfratti. Tuttavia ritengo che all'interno di queste situazioni di sfratto ci siano situazioni altrettanto drammatiche di presfratto o di preavvisi di sfratto, come d'altra parte vengono evidenziate anche dalla stessa applicazione di leggi regionali. Cito la legge regionale 10/12/1984 n. 64 che all'art. 21, per quanto riguarda gli assegnatari con redditi superiori al limite stabilito riporta la clausola di decadenza. Direi che anche in questo caso, pur per la parte limitata a questi, potrebbero essere interessati i soggetti destinatari di questi provvedimenti per la fascia che va dai 27 milioni ai 30 milioni, interessati anch'essi a poter accedere a questa proposta deliberativa e quindi alla possibilità di erogazione dell'intervento tenuto conto che anche per questo la situazione è generalizzata sull'intero ambito piemontese. Nell'emendamento dicevo che potevano avere due punti coloro che ricevono dall'ente gestore preavviso di sfratto ai sensi dell'art. 21 della legge regionale 10/12/ 1984 n, 64. Ci sono altri emendamenti, che saranno discussi successivamente, su cui magari il nostro Gruppo chiederà un attimo di sospensione per poterli esaminare più efficacemente. Un provvedimento di questo tipo poteva magari essere considerato in un'ottica diversa anche per il coinvolgimento degli enti locali, di una realtà più generalizzata. Credo che si potesse anche pensare che a gestire questa partita potessero essere le Province o comunque poteva essere immaginato un ruolo diverso degli enti locali nella gestione di questo contributo. Ma questo lo lascio ai successivi provvedimenti in ordine a questa problematica, anche perché credo che gli enti locali abbiano urna conoscenza più diretta del territorio che potrà essere utile ad un provvedimento di carattere generale che lasci alla Regione dare linee programmatiche generali e lasci la gestione alle Province e ai Comuni. Un altro rilievo che avevamo fatto a livello di Commissione è che probabilmente c'è stato anche un errore di partenza, perché la legge a cui si rifà questo provvedimento, la legge 25/3/1982 n, 94, permetteva la possibilità di dare in conto interessi. Qui le concessioni sono fatte in conto capitale. Però era una possibilità. Si è esclusa l'altra possibilità perché l'istruttoria è partita in un certo modo, credo invece che sarebbe stato più opportuno che i30 miliardi potessero innescare un maggior volume di intervento sul piano finanziario se si fosse partiti con il discorso del conto interessi, ma questa era una partenza diversa che doveva essere già prevista inizial-mente. Sostanzialmente voglio dire che mi spiace non aver potuto raccogliere alcune consulenze da parte dei nostri esperti presenti a livello di Istituto Autonomo Case Popolari per fare degli emendamenti anche più pertinenti, più congrui che avrebbero potuto recare un contributo al perfezionamento della proposta di deliberazione. D'altra parte mi è stato detto anche che il tempo è estremamente ridotto, certamente noi siamo ben consapevoli di non voler porre freni alla rapidità dei provvedimenti che auspichiamo anche siano altrettanto rapidi in sede di gestione dell'intero bando di concorso per mettere al servizio della gente che ne ha bisogno, e quindi degli sfrattati, il più rapidamente possibile questi buoni casa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Signor Presidente, anche se l'occasione non è molto propizia, desidero fare alcune considerazioni di carattere generale partendo da questa deliberazione, che mi sembrano opportune, anche in rapporto ad alcune schermaglie di questa mattina su cui poi abbiamo sorvolato. Prendo lo spunto da questa deliberazione e non dalle due precedenti, da cui mi sono volontariamente estraniato, perché mi parevano di usuale cucina regionale.
Questa ha l'intenzione seria e condivisibile di venire incontro a necessità immediate e reali; dobbiamo chiederci però se lo scopo è realmente raggiungibile e qual è il metodo di lavoro che dobbiamo darci per quanto riguarda i rapporti tra la Giunta e il Consiglio.
In questi giorni stiamo lavorando a più livelli sulla legge n, 142; ho letto e sentito buoni propositi, ma mi chiedo se vogliamo farne vera applicazione, dal momento che un bando del 1985 ha ancora praticamente un terzo dei fondi da destinare. E la prospettiva è che, nonostante l'impegno e la generosità dell'Assessore, cominceremo ad attribuire alcuni di questi buoni probabilmente fra un anno, un anno e mezzo; il che vuol dire che gran parte dello scopo prefissoci, specie per gli sfrattati, viene meno.
Queste iniziative a livello regionale sono francamente ingestibili perché non c'è un controllo vero e immediato sulle domande. Quante domande sono presentate solo per tentativo? Quante dichiarazioni, sostitutive di atto notorio, sono risultate false? Pertanto chiedo se la Regione non deve per il futuro, darsi un modo diverso di lavorare.
Stamattina un Assessore diceva che la Giunta lavora e vorrebbe anche far di più, ma a questo proposito occorre definire meglio le competenze del Consiglio regionale e della Giunta, e soprattutto stabilire anche quello che necessariamente dovremo delegare alle Province e ai Comuni.
Diversamente ritengo che questa aria di incomunicabilità fra Giunta e Consiglio, questo andare a rilento nelle Commissioni, continuerà e si accentuerà. In materie come quelle delle presenti deliberazioni la Giunta deve dare le direttive, stilare i bandi, ma la gestione va lasciata a livello decentrato, dove è immediata la percezione e il controllo delle domande di chi veramente ha diritto, dove si può arrivare al termine in tempi ragionevoli. Se non facciamo questo produciamo un'azione amministrativa di basso profilo, che non è propria di una Regione che deve occuparsi invece di azioni amministrative di alto livello come ha fatto in questi giorni l'Assessore all'ambiente con la firma dell'accordo a livello nazionale per grandi interventi su tutto il territorio. Questa è la vera azione della Regione e degli Assessori, altrimenti ci impantaniamo.
La Giunta si ritiene quasi frenata dal Consiglio, le Commissioni si ripetono con routine. Stabiliamo se molti provvedimenti debbano o meno venire in Commissione, stabiliamo un minimo di protocollo fra Giunta e Consiglio sulle competenze.
Questo provvedimento é stato analizzato in Commissione, e anche seriamente; per questo non ritorno su quanto già detto in Commissione, ma ritengo che purtroppo, nonostante l'impegno e la generosità dell'Assessore e dell'Assessorato, provvederemo fra un paio di anni sulla necessità immediata degli sfratti. Debbo dire, purtroppo, che il provvedimento è inadeguato sotto questo profilo, anche se ne comprendo la finalità, perch dovrebbe essere molto più immediato. Chi è sfrattato in genere non ha neppure la possibilità di pagare l'affitto, come può avere i milioni eccedenti i 25 o 30 del contributo? Ed è per questo che tante domande restano inevase. Un provvedimento del genere è stato fatto dal Comune di Torino in due riprese, senza riuscire ad attribuire tutti i buoni casa agli sfrattati.
Se poi - e questa è una indicazione di carattere generale - non si arriva al cuore, cioè agli sfrattati, immediatamente, allora è giusto che i buoni casa vengano distribuiti su tutto il territorio, pur dando preferenza a Torino e alla prima cintura; mentre l'estensione ai capoluoghi di provincia (dichiarati zona ad alta intensità abitativa) solo perché sono tali mi pare dubbia.
Detto ciò, mi auguro che questo sia l'ultimo provvedimento così strutturato; per il futuro, ripeto, dobbiamo arrivare ad azioni mirate, con deleghe, alle particolari situazioni locali.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Prendo la parola per illustrare i due emendamenti presentati dal nostro Gruppo. Con piacere ho visto che l'Assessore Carletto ha ripreso un nostro emendamento facendolo suo. Sull'emendamento relativo all'emigrazione di rientro, cioè i piemontesi che sono emigrati all'estero e che stanno rientrando, noi avevamo previsto un punteggio ulteriore per questa fascia di persone, individuate ai sensi della legge regionale del 9 gennaio 1987.
Non ho capito perché l'Assessore Carletto ha aggiunto:"ed essere rientrato in Italia entro i tre anni antecedenti alla data di pubblicazione". Non riusciamo a capire questa differenza. Se gentilmente ce la spiega ci fa veramente piacere.
L'altro emendamento da un lato tocca la questione di quest'area che non è stata ancora ben definita. Noi siamo contrari a limitare a una certa area del Piemonte, o comunque a favorire solo una certa area del Piemonte con un punteggio ulteriore in questo bando. Noi riteniamo che anche in centri come Biella. Pinerolo o Ivrea possano esistere dei casi sociali, dei problemi abitativi, anche se in numero molto limitato. Il fatto che questo bando di concorso preveda un punteggio decisamente elevato per chi ha lo sfratto esecutivo all'ultimo stadio favorisce comunque la fascia urbana torinese.
Obiettivamente vedere nell'elenco Comuni come Arona, che tra le altre cose è un centro turistico, o Cameri o Galliate e vedere escluso Pinerolo o Ivrea o Chieri o Chivasso mi pare abbastanza illogico. Per cui noi abbiamo presentato questo emendamento che da una parte abroga questa forma di punteggio, cioè elimina quest'area e lascia aperto il bando a tutto il territorio regionale. Però aggiunge - questa è una proposta nostra - un ulteriore punteggio per gli anni di residenza in Regione. Noi riteniamo che chi è residente da quindici anni piuttosto che da un anno abbia più diritto ad avere questa sovvenzione, per cui noi abbiamo fatto una scaletta da uno a otto punti in base alla residenza in Regione. Indicativamente, per tirare un po' le somme, noi non siamo totalmente contrari a questo bando di concorso. E' indubbio che due o tre modifiche dovremmo vederle. Ci riserviamo di votarlo o meno in base alle risposte dell'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Illustro gli emendamenti che abbiamo presentato. Il primo riguarda un'aggiunta. In verità il desiderio era di presentare un emendamento soppressivo al punto 6 dell'art. 5, Effettivamente quando in premessa si dice che, per quanto riguarda l'erogazione dei buoni casa, il cittadino che presenta richiesta deve essere residente in un Comune del territorio piemontese e poi si va a privilegiare le residenze in una serie di Comuni per alcuni dei quali non ci si spiega perché, il desiderio sarebbe quello di chiedere la soppressione di questo punto.
Ma stando alla logica che può avere seguito l'Assessore nel proporre un emendamento ulteriormente modificativo rispetto alla proposta presentata in Commissione e alla proposta presentata in quest'aula di riduzione dei Comuni compresi nel punto 6 (questa logica pare restrittiva rispetto all'elenco iniziale, pare però uniformarsi il fatto che vi siano comunque presenti i capoluoghi di provincia), allora noi chiediamo semplicemente il rispetto dei deliberati del Consiglio regionale per quanto riguarda realtà come Biella e Verbania, soprattutto Biella, ma credo sia giusto ricordare e comprendere anche Verbania, in procinto di diventare capoluoghi di provincia. In una delibera che guarda al futuro e che assegnerà in futuro questi buoni casa, credo sia come minimo necessario comprendere queste due realtà per le ragioni che brevemente ho voluto ricordare. Trattasi di realtà che hanno problemi di sfratti, di necessità di casa e anche di possibilità, per quanto riguarda i cittadini residenti, di accedere con i requisiti richiesti da questo bando di concorso, all'assegnazione di questi buoni casa.
Il secondo emendamento riguarda invece una questione di principio e di equità. Per quanto riguarda il punteggio vediamo assegnare ben cinque punti, e mi pare anche giusto, a cittadini residenti nella nostra regione che si siano sposati entro il 1985. Si assegnano cinque punti e quindi si vuole facilitare l'acquisto della casa e l'erogazione di questi buoni a giovani coppie. Così come il punteggio viene assegnato a cittadini che facciano domanda con età superiore ai 60 anni, con il variare del punteggio come è indicato nella proposta di delibera.
Però noi abbiamo anche altre realtà nella nostra società che muta, come quella di coppie che si separano, di cittadini che rimangono soli, magari con figli minori a carico e con necessità di acquistare la casa. Noi riteniamo che a questi cittadini vada rivolta l'uguale attenzione che è rivolta alle giovani coppie e ai cittadini anziani, assegnando un punteggio particolare almeno pari a quello delle giovani coppie. In questo senso abbiamo presentato un emendamento e chiediamo che venga preso in considerazione e votato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.



MAJORINO Gaetano

Anche io come i colleghi che mi hanno preceduto intervengo sugli emendamenti proposti e mi colloco su alcuni di quelli illustrati da altri colleghi in quanto nel complesso, e al di là delle riserve che sui provvedimenti di assegnazione di buoni casa sono state formulate, alcune riserve formulate dal collega Squillano sono condivisibili, su questo provvedimento in concreto siamo decisamente e chiaramente favorevoli.
Il primo emendamento riguarda l'art. 5 laddove si prevedono, dopo l'indicazione di requisiti soggettivi base principali che riguardano il reddito ed altri requisiti soggettivi di rilievo, i criteri di priorità. Un primo emendamento tende ad assegnare un punteggio proposto in dodici, ma questo poco importa nel senso che non è sul punteggio che ci si arrocca in particolare a una determinata categoria di cittadini piemontesi, cioè a dire a coloro í quali hanno già subito lo sfratto negli ultimi tre mesi a partire dalla data del bando. Questo perché innanzitutto, come emerge dal provvedimento, dalla proposta di delibera, non è un bando riservato agli sfrattati nel senso di sfrattandi, ma è un bando che è riservato a tutti coloro i quali tendono ad acquisire un'abitazione, che hanno un determinato reddito, che appartengono a una fascia di reddito basso e nell'ambito dei criteri di prelazione, di priorità, vengono presi in particolare considerazione gli sfrattati, o meglio gli sfrattandi. E questo emendamento che tende a far entrare nel gioco ai fini dell'attribuzione di un determinato punteggio anche gli sfrattati, parte appunto da una considerazione che chi ha ricevuto lo sfratto negli ultimi tre mesi appartiene a una fascia di cittadini meritevoli di tutela, meritevoli di tutela ai fini della priorità, perché è chiaro che anche lo sfrattato - che sia già stato sfrattato non solo tre mesi fa come si propone ai fini del punteggio nell'emendamento, ma anche chi sia stato sfrattato sei mesi fa o un anno fa - può evidentemente proporre la domanda, purché abbia quella determinata fascia di reddito e poi ai fini delle priorità potrebbe fruirne di qualcun'altra inserita nel provvedimento o in ipotesi di nessun'altra priorità salvo a vedere la sua graduatoria alla fine. Quindi lo scopo dell'emendamento è quello di prendere in considerazione la normativa e di dare rilevanza anche alla fascia degli sfrattati degli ultimi tre mesi questo è l'emendamento n. 1. Il residuo degli emendamenti all'art. 5, cioè una parte del residuo riguarda esclusivamente una migliore formulazione ai fini della chiarezza e soprattutto ai fini di evitare un futuro contenzioso. Quindi gli emendamenti dal secondo in avanti hanno solo lo scopo di essere chiari. Nella proposta della delibera di Giunta si prende in considerazione colui il quale sia sfrattato e abbia già ricevuto la monitoria di sgombero, colui il quale abbia la sentenza esecutiva di sgombero la cui data di esecuzione non sia ancora scaduta e qui nel dettaglio si tende a considerare colui il quale abbia ricevuto, in data anteriore alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, la certificazione della monitoria, ovviamente per una data successiva alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione e con il medesimo proposto punteggio si chiede di prendere in considerazione non colui il quale non riceverà mai la monitoria, ma colui il quale l'abbia già ricevuta mesi addietro, abbia ricevuto il primo accesso dell'Ufficiale Giudiziario e abbia avuto una dilazione, perché sono situazioni sostanzialmente identiche. Poi si prende in considerazione espressa e dettagliata il caso della sentenza di sfratto, della convalida di sfratto nella quale sia contenuta una data di rilascio che non si è ancora verificata e l'ipotesi della data invece già verificatesi ma anteriore alla monitoria. Lo so che può apparire pedante, ma indubbiamente ai fini della certezza del diritto e della chiarezza del bando questi emendamenti meriterebbero accoglimento. La parte finale dell'emendamento prevede poi, sempre sulla scia della proposta di Giunta, ma con migliore chiarezza, tutte le ipotesi dei criteri non meritevoli di priorità. Sono coloro i quali abbiano subito uno sfratto per morosità oppure abbiano avuto lo sfratto per risoluzione contrattuale dipendente da fatto o colpa propri.
Fatte queste considerazioni passo a illustrare un altro emendamento. E' un emendamento che tende ad attribuire un certo punteggio ai fini della priorità a coloro i quali acquistino l'alloggio nel quale già abitano e che già conducono in locazione. Sono stato indotto a presentare questo emendamento perché la legge statale n. 25 del 15/2/1980, una legge alla quale si fa sovente riferimento nei congrui casi da parte delle leggi regionali, all'ari, 9 prevede che, ai fini di promuovere la proprietà della casa fra le categorie meno abbienti (questo è anche uno scopo del buono casa), la concessione di mutui agevolati assistiti da contributo statale a favore dei quali intendano utilizzarli per l'acquisto dell'abitazione occupata a titolo di locazione. Se c'è nella nostra legislazione questo principio di volere agevolare, con mutui agevolati degli istituti fondiari coloro i quali acquistano la prima casa allorquando la prima casa è da essi stessi condotta in locazione, penso che ai fini della priorità nella nostra proposta di delibera ben possano starci, visto quella che era la ratio legis statale, anche coloro che intendono acquistare come prima casa l'alloggio nel quale abitano.
Infine mi colloco sull'emendamento del collega Chiezzi. Devo dire molto sinceramente che è un emendamento che mi ha, per così dire, tormentato in quanto attraverso un primo esame dell'emendamento stesso ritenevo - forse anche un po' per deformazione professionale - che ci si trovasse di fronte ad un criterio di priorità, quello di attribuire punteggio a coloro i quali siano sfrattati nell'ambito di un alloggio che fa parte di un complesso che viene frazionato, e che ci si trovasse di fronte ad un'illegittimità per disparità di trattamento fra categorie di piemontesi, fra categorie e categorie. Meglio ragionando e meglio riflettendo ho fatto questa osservazione, che in definitiva all'art. 5 della proposta di delibera nello stabilire i criteri di priorità, si fanno delle scelte discrezionali da un canto, ma nello stesso tempo tenendo conto delle fasce meritevoli di tutela. Ora, ci sono gli sfrattati, ci sono le giovani coppie, ci sono gli anziani e via dicendo e quindi non si vede perché nell'ambito di questa scelta non si possano prendere in considerazione normativa, ai fini di attribuire un punteggio, anche coloro i quali abitano in un alloggio che fa parte di un complesso il cui frazionamento, le cui vendite, sono in corso.
E' una categoria anche questa ben definita. Allora si arriverebbe all'assurdo se io stesso seguissi il mio originario ragionamento della disparità di trattamento, di dire che ogni criterio di priorità è una disparità di trattamento, perché allora si può dire "perché le giovani coppie devono avere un punteggio?", "perché lo devono avere gli ultrasettantenni?", perché gli sfrattati con semplice lettera di invito a rilasciare l'alloggio? E' una categoria che ha certe caratteristiche soggettive che riteniamo meritevoli di tutela e che quindi può essere inserita. Cadutomi quindi il dubbio di legittimità del criterio ritengo, per le motivazioni di merito che sono state addotte, che sia un emendamento seriamente meritevole di tutela e quindi di essere inserito.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La discussione generale è conclusa, Passiamo all'esame dei numerosi emendamenti presentati.
Emendamenti presentati dall'Assessore Carletto: all'art. 1 del bando di concorso, dopo le parole "Data apertura del Bando"aggiungere le parole "10 aprile 1991 "e dopo le parole "Data chiusura del Bando" aggiungere le parole "31 maggio 1991 ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
All'art. 2 del Bando di concorso, nel primo capoverso, dopo le parole "alla data del" aggiungere "10 aprile 1991 ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
All'art, 4 del Bando di concorso, nel secondo capoverso, dopo le parole "entro e non oltre il" aggiungere "31 maggio 1991" Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
All'art. 5 del Bando di concorso, nel primo capoverso, dopo le parole "riferiti alla data del" aggiungere "10 aprile 1991 ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
All'art. 5 del Bando di concorso, nell'ultimo capoverso, dopo le parole "in data" aggiungere "11 settembre 1991 ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
All'art. 6 del Bando di concorso, nel primo capoverso, dopo le parole "entro il" aggiungere "29 novembre 1991 ".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.
Emendamenti presentati dal Consigliere Majorino: all'art. 5, punto 1), sostituire come segue: "1) L'avere subito l'esecuzione dello sfratto in seguito alla monitoria di cui all'ari. 608 C.P.C, nei tre mesi anteriori alla pubblicazione sul BUR del presente Bando: punti 12.
2) L'avere ricevuto la notificazione a mezzo di Ufficiale Giudiziario della monitoria di sgombero di cui all'ari 608 C.P.C, con indicazione del giorno del rilascio per una data successiva alla pubblicazione sul BUR del presente Bando: punti 10.
3) L'avere conseguito nella sede della procedura di rilascio di cui all'ari 608 C.P.C, rinvio dell'esecuzione dello sfratto da parte dell'Ufficiale Giudiziario procedente per una data successiva alla pubblicazione sul BUR del presente Bando: punti 10.
4) L'avvenuta pronunzia di sentenza di sfratto munita di formula esecutiva oppure di ordinanza di convalida di sfratto o di licenza per finita locazione, la cui esecuzione ai sensi dell'art. 56 Legge n, 392/78 sia stata fissata entro la data di pubblicazione del presente Bando: punti 8.
5) L'avvenuta pronunzia di sentenza di sfratto munita di formula esecutiva oppure di ordinanza di convalida di sfratto, o di licenza per finita locazione, la cui esecuzione ai sensi dell'art. 56 Legge n. 392/78 sia stata fissata per una data successiva alla pubblicazione sul BUR del presente Bando: punti 6.
Non sono applicabili i criteri sopra menzionati: a)nel caso di esecuzione fondata su sentenza esecutiva di rilascio o su ordinanza di convalida di sfratto fondate sulla morosità del conduttore b) nel caso di esecuzione fondata su sentenza di sfratto pronunziata per risoluzione contrattuale conseguente a inadempimento del conduttore c) nel caso in cui il Pretore competente abbia, pronunziato il provvedimento previsto dall'art. 2, comma terzo, legge 21/2/1989 n. 61 conseguente al verificarsi di una delle ipotesi previste dal primo comma del medesimo art, 2 (avvenuto abbandono dell'immobile; disponibilità non precaria di altro alloggio; inadempimenti sopravvenuti alla, precorsa pronunzia giudiziale)".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

L'emendamento va diviso in due parti. La prima parte, che tende a portare nella fascia dei criteri di priorità gli sfrattati di questi ultimi tre mesi, ha una sua autonomia. Chiedo pertanto la votazione separata.
La seconda parte si riferisce a dettagli del testo della deliberazione e quindi può essere votata in blocco.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Per la seconda parte dell'emendamento si tratta di una riscrittura che il collega Majorino propone al Consiglio sostanzialmente ripetendo i punteggi e le fattispecie con una dizione diversa rispetto a quella utilizzata dalla Giunta nella formulazione del bando. Mi sembra che il risultato non cambi, nel senso che le fattispecie sono abbastanza chiare e definite. Un aspetto che attiene alla fattispecie cui si affidano punti quattro è stato chiarito attraverso un mio emendamento, su suggerimento del Consigliere Majorino. Quindi non accolgo questa parte dell'emendamento perché gli stessi principi sono contenuti nel testo della Giunta, in quanto abbiamo definito una formulazione, tra l'altro confrontata con la Prefettura e con gli organismi con i quali siamo in collegamento che valutano questi aspetti. Altrettanta dignità hanno i testi e la terminologia usata dal collega Majorino, pertanto mi sembra di poter dire che non viene accolto nel lessico, ma nella sostanza è già accolto dal testo della Giunta. Quindi non lo accogliamo.
La prima parte si riferisce ad una questione di merito. A collega Majorino propone di assegnare dodici punti anche a chi ha avuto l'esecuzione dello sfratto nei tre mesi anteriori alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. La Giunta ritiene invece che l'attribuzione dei dodici punti debba avvenire a chi ha lo sfratto successivamente alla data del bando. Si tratta di una differenza di valutazione. Secondo noi quei tre mesi sono un elemento temporale assolutamente discrezionale che non ha alcun riferimento, pertanto abbiamo scelto, come peraltro avveniva nei bandi precedenti, la data di entrata in vigore del bando come punto di riferimento per far decorrere i titoli per avere questi punteggi. Per ragioni diverse non accogliamo gli emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il primo emendamento del Consigliere Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 7 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astensioni.
Pongo ora in votazione il secondo emendamento del Consigliere Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 7 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: al punto 1) dell'art. 5 il capoverso contraddistinto con punti 4 viene così sostituito: " essere sottoposto a provvedimento di sfratto il cui termine di esecuzione non sia ancora scaduto e che non risulti eseguito alla data del 10 aprile 1991: punti 4".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 22 voti favorevoli e 11 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: al punto 1) del primo capoverso dell'art. 5 del Bando di concorso, il capoverso contraddistinto con "punti 2" viene così variato: "aver ricevuto dal proprietario lettera raccomandata di disdetta dei canoni di locazione ai sensi dell'art. 3 della legge 27/ 7/1978, n. 392: punti 2".
Ha chiesto la parola il Consigliere Majorino. Ne ha facoltà.



MAJORINO Gaetano

Signor Presidente, il Gruppo MSI esprimerà voto favorevole a questo emendamento perché effettivamente è il primo scalino della procedura di sfratto, anche se devo esprimere la perplessità su quella che sarà, per così dire, la sincerità di questa acquisizione di punteggio, perché sarà estremamente facile ottenere una lettera raccomandata di disdetta dal proprietario. Però - ripeto - mi rendo conto che va tutelato questo primo scalino.
Pur con questa perplessità esprimiamo assenso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.



VAGLIO Roberto

Annuncio il voto contrario del nostro Gruppo proprio per i motivi che così chiaramente ha illustrato il collega Majorino.
Riteniamo che una lettera raccomandata da parte del proprietario riusciranno ad averla tutti coloro che presenteranno domanda e a questo punto diventa perfettamente inutile fare questo tipo di aggiunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Ricordo al colleghi che la lettera raccomandata ai sensi della legge n, 192 deve essere inviata sei mesi prima e quindi mi sembra che la preoccupazione dei colleghi sia assolutamente infondata.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli, 3 contrari e 9 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Bortolin e Chiezzi: aggiungere al punto 1) dell'art. 5: "Coloro che hanno ricevuto dall'Ente gestore preavviso di sfratto ai sensi dell'art 21 della L.R. 10 12/ 1984, n. 64: punti 2".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

La Giunta ritiene di non poterlo accogliere. A mio parere è stata fatta un po' di confusione tra chi ha diritto ad entrare nell'edilizia sovvenzionata e chi entra nell'edilizia agevolata, l'una in locazione l'altra in proprietà, con i buoni casa. Questa legge attiene a coloro che abitano attualmente le case di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e che per effetto del reddito che è cresciuto dovrebbero lasciare la casa di ERPS (edilizia residenziale pubblica sovvenzionata).
Devo intanto considerare che di sfratti di questo tipo non ne esistano.
Nessuno IACP ha attuato sfratti di questo tipo e quindi gradirei capire a quale IACP si riferisce un'ipotesi di questo tipo.



BORTOLIN Silvana

Allo IACP di Biella, il cui Presidente ha effettuato sfratti di questo tipo.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

In secondo luogo si tratta di cittadini che hanno usufruito di ERPS per anni, che per effetto di un reddito cresciuto non ne hanno più diritto. Mi sembra giusto che accedano, se hanno i punteggi, alla graduatoria dei buoni casa, ma non mi sembra corretto rispetto a tantissimi altri cittadini potenziali destinatari che possono entrare in graduatoria, privilegiarli con due punti. Non capisco quale tipo di ragione ci sia alla base di un'assegnazione di due punti a questi soggetti rispetto ad altri che non hanno usufruito dell'ERPS magari per anni e che possono entrare loro stessi in graduatoria con pari dignità rispetto a questi. Con parità di reddito attenzione, perché noi discriminiamo, a parità di reddito, tra chi ha usufruito di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e chi non ne ha mai usufruito. Non mi sembra che sia un atto equo, quindi noi li equipariamo. Questi soggetti hanno la possibilità di accedere al buono casa, ma sono equiparati nel punteggio rispetto ad altri soggetti che non escono dall'edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Quindi mi sembra una proposta che non mette nella stessa condizione cittadini che provengono da esperienze diverse. Ritengo pertanto che l'emendamento non sia accettabile.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'emendamento testè discusso, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 19 contrari e 3 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Buzio e Coppo: all'art. 5, dopo il punto 2) aggiungere il seguente punto 2 bis): "2 bis) - essere coniuge separato legalmente, divorziato, vedovo, con uno o più figli minori a carico: punti 5 ".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Anche in questo caso si propone di introdurre una condizione che ritengo impropria rispetto alla filosofia della legge nazionale. Come il precedente, si tratta di un emendamento che introduce delle disparità su elementi che sono di una discrezionalità molto forte. Abbiamo cercato di fare un provvedimento che sia il più oggettivo possibile e legato a parametri precisi, i più definiti possibili. Giustamente veniva richiamato i aspetto dei comuni ad alta tensione abitativa nei confronti dei quali abbiamo individuato un punteggio di cinque punti per i residenti. L'elenco di quei Comuni è contenuto in una legge nazionale del 1989 che individua anche per il Piemonte i Comuni ad alta tensione abitativa.
Ribadisco che abbiamo voluto individuare dei riferimenti il più possibili certi e definiti nei tempi e nelle modalità organizzative proprio per evitare che l'introduzione di tutta una serie di elementi discrezionali, che sicuramente hanno dignità, possa dare la stura ad una serie di tante altre ipotesi che possono essere proposte e che alla fine impediscono di chiudere il provvedimento con elementi definiti e certi che abbiamo assunto come punti di riferimento, ovvero sono gli anziani, le giovani coppie, le famiglie numerose, i portatori di handicap, lo sfratto.
Questi riferimenti sono contenuti nella legge nazionale e conseguentemente nella proposta della Giunta che sono stati accolti e votati dalla Commissione.
Eventuali altre proposte, pur avendo valore, che deviassero da quello che è il percorso principale che con questo provvedimento si è inteso privilegiare (le fattispecie elencate prima) mi vedranno contrario.
Per questo motivo non posso accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Signor Presidente, non posso concordare con le osservazioni e le considerazioni che faceva l'Assessore, perché questa è una categoria di cittadini che purtroppo va crescendo anche nella nostra regione. Se un coniuge, con uno o più figli minori a carico, non ha la possibilità di acquistare un alloggio, può ricevere un aiuto attraverso il buono casa e risolvere il problema dell'abitazione in modo definitivo: per questo motivo, stante la condizione particolare in cui viene a trovarsi proponiamo gli venga assegnato un punteggio anche minimo. Non credo che sia una categoria diversa di cittadini rispetto agli anziani ultrasettantenni.
che certamente vanno aiutati, ma credo siano pochissimi gli anziani ultrasettantenni che intendono acquistare una casa, perché anche l'età conta rispetto al futuro. Non credo che la nostra proposta significhi deviare da quella che è l'indicazione di legge o l'intendimento che il Consiglio regionale intende seguire per quanto riguarda l'approvazione della deliberazione.
Mi permetto di insistere perché questa categoria riguarda soprattutto le donne e ci sono donne, che sono vedove, separate o divorziate, e in questo modo potrebbero risolvere la situazione abitativa in modo definitivo. Insisto nel dire che anche le realtà nuove, che sono venute avanti in questi anni, vanno tenute in considerazione, al di là degli schemi passati che possiamo ancora avere e che, a mio parere, vanno comunque superati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Le ragioni addotte dalla collega Bortolin sono sicuramente importanti.
La nostra preoccupazione è che questa possibilità si apra ad una serie di situazioni che determinerebbero un risultato finale diverso da quello che ci eravamo prefissati. Capisco che questa è una condizione molto limitata allora, per le ragioni espresse dalla collega Bortolin, per la situazione sociale particolarmente difficile di chi è in questa condizione, potrei accogliere questo emendamento. Lo accolgo perché si riferisce ad una condizione di particolare disagio, sulla quale è giusto che il Consiglio regionale dimostri una certa attenzione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testè discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 32 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dal Consigliere Majorino: all'art. 5, dopo il punto 5) aggiungere il seguente punto 5 bis) "5 bis) - per l'acquisto dell'abitazione occupata a titolo di locazione o di comodato: punti 10".
La parola al Consigliere Majorino per l'illustrazione.



MAJORINO Gaetano

L'accoglimento dell'emendamento della collega Bortolin mi incoraggia ad insistere sull'emendamento da me presentato.
Come ho già ricordato, la legge nazionale n, 25 del 1980 conteneva all'art. 9, una espressa previsione di consentire un mutuo agevolato garantito dallo Stato a favore di coloro i quali - segnatamente giovani coppie - intendevano acquistare la casa che conducevano in locazione.
Anche in considerazione di quanto ha detto l'Assessore, a proposito del suo atteggiamento contrario ad altri emendamenti, cioè a dire non rientrano nello spirito di altre leggi nazionali che abbiano preso in considerazione i criteri di priorità ai fini di mutui agevolati o di buoni casa, rilevo che vi è una norma espressa che ha ritenuto di prendere in considerazione questa categoria, e il primo comma dell'articolo 9 precisa espressamente il fine della norma: "ai fini di promuovere la proprietà della casa fra le categorie meno abbienti" e poi individua, in questa fattispecie, la categoria meno abbiente e qui il meno abbiente è già ancorato a quel tetto di reddito indicato nella prima parte della proposta di deliberazione. Si tratta quindi di persone che intendono acquistare la prima casa che già abitano; se si volesse sottilizzare questo ulteriore punteggio dovrebbe essere dato a quelle giovani coppie, i coniugati post 1985, che, oltre ad avere questo requisito, tendono ad acquisire l'alloggio nel quale abitano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

L'emendamento del collega Majorino è chiaro e sicuramente non contrario allo spirito ed al dettato della legge n, 25, ma il senso della mia risposta è questo: noi dovremmo dare, collega Majorino, 10 punti in più a chi compra l'alloggio nel quale abita rispetto alla condizione equivalente di chi acquista un alloggio nel quale non abita. Questo è il risultato dell'emendamento, cioè di signor A, che acquista l'alloggio dove abita, ha 10 punti in più rispetto al signor B, che non acquista l'alloggio in cui abita perché magari il proprietario non glielo vende e compra l'alloggio accanto. Lo spirito della legge n, 25 era di dare il contributo* il buono casa, a chi compra l'alloggio in cui abita o un altro alloggio. Quindi, è chiaro che si può immaginare che molti inquilini possano comprare l'alloggio in cui abitano, ma non capisco perché questi debbano essere privilegiati con 10 punti rispetto ad altri cittadini che hanno lo stesso punteggio potenziale senza l'emendamento.
Collega Majorino, il suo emendamento determina un fatto discriminante nei confronti degli inquilini perché dipende dalla volontà dei proprietari degli alloggi, gli uni disposti a vendere, gli altri no; mi sembra quindi un'ingiustizia. E' per questo ragionamento che mi sembra non utile accogliere l'emendamento proposto.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento presentato dal Consigliere Majorino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 2 voti favorevoli, 20 contrari e 13 astensioni. Emendamento presentato dai Consiglieri Fiumara e Cavallera: il punto 6) dell'art. 5 del Bando di concorso allegato alla deliberazione è sostituito dal seguente: "essere residente in uno dei seguenti Comuni: Alessandria AL Asti AT Cuneo CN Arona NO Cameri NO Galliate NO Novara NO Trecate NO Alpignano TO Beinasco T0 BorgaroT. TO Carmagnola TO Caselle TO Collegno TO Grugliasco TO Leinì TO Moncalieri TO Nichelino TO Orbassano TO Pino T.TO.
Rivalta di Torino TO Rivoli TO San Mauro TO Settimo TO Torino TO Venaria TO Vinovo TO Vercelli VC" Sullo stesso punto sono stati presentati due sub-emendamenti.
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Bortolin, Buzio e Coppo: aggiungere, dopo "Vercelli", "Biella e Verbania.".
Sub-emendamento presentato dai Consiglieri Zacchera e Majorino: all'elenco dei Comuni di cui al punto 6) dell'art. 5, aggiungere, dopo "Vercelli", "nonché Biella e Verbania, tenuto conto delle nuove esigenze abitative conseguenti alla loro individuazione come prossimi nuovi capoluoghi di Provincia".
La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Ritengo sia più giusta la prima indicazione dell'Assessore relativa solo a Torino e alla prima cintura, mentre è opportuno togliere tutti i capoluoghi di provincia inseriti nella legge nazionale. Però è evidente che se si vogliono mantenere le sei province esistenti, allora anche Biella e Verbania, che diventeranno prossimamente Province, devono essere inserite.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Per quanto ci riguarda come presentatori dell'emendamento, rimaniamo per il momento della nostra idea, nel senso che facciamo riferimento soprattutto a quelli che sono stati i lavori della Commissione. Sappiamo che il provvedimento dell'Assessore Carletto è giunto in Consiglio con una certa dizione e con un certo contenuto. Nell'ambito della Commissione si è svolto un dibattito con osservazioni che sono provenute da tutti i Consiglieri membri della Commissione compreso il Vicepresidente Squillario.
In questa sede possiamo anche dare atto che il testo originario proposto dalla Giunta forse era quello più idoneo data l'emergenza abitativa che rileviamo nell'area metropolitana torinese. Direi però che non è una questione insormontabile; si può ragionare anche sulle proposte che abbiamo sentito successivamente, ma noi dobbiamo esaminare quelle che provengono dalle Commissioni, compreso il testo dell'emendamento concordato in tale sede.
Per quanto ci riguarda noi ribadiamo il testo dell'emendamento così come è stato proposto, fermo restando il giudizio della Giunta che ci riserviamo di ascoltare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera



ZACCHERA Marco

Innanzitutto, faccio presente che avendo già emendato in alcuni punti la proposta licenziata dalla Commissione, è possibile emendarla ancora.
Per quanto riguarda il nostro emendamento ricordo che Verbania non era stata inserita nel primo elenco dei Comuni ad alta tensione abitativa, non perché non ci sia l'alta tensione abitativa, ma solo perché un marchingegno perverso della legge diceva che "non erano compresi i Comuni con una popolazione in diminuzione". Poiché Verbania, negli anni di riferimento (1980), non aveva aumentato del 4,32% la popolazione, non poteva essere considerato Comune ad alta tensione abitativa. Il Comune di Verbania aveva però fatto innumerevoli richieste di essere inserito in quella legge ed ora, se fosse stato applicato il criterio della legge del 21/2/1989 nell'elenco dei Comuni capofila ci sarebbe stata anche Verbania.
Oltre ai due motivi già detti, questa legge è un'ulteriore necessità obiettivamente sentita in zona.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

La questione è quella che ho richiamato prima nel mio intervento in risposta ad un altro emendamento. Nella proposta della Giunta per l'assegnazione di 5 punti riferiti a residenti in Comuni ad alta tensione abitativa, abbiamo fatto riferimento ad -un provvedimento nazionale del 1989, che individua quali sono i Comuni in Piemonte ad alta tensione abitativa. Abbiamo preso quell'elenco e l'abbiamo inserito in deliberazione senza nulla aggiungere e senza nulla togliere, sapendo bene che probabilmente oggi, 1991, le situazioni di tensione abitativa in Piemonte si sono un po' modificate: Quindi oggi ci può essere qualche Comune che non fa parte di quell'elenco, ma che dovrebbe farne parte, mentre c'è qualche Comune che ne fa parte, e invece dovrebbe essere cancellato; ma per avere un riferimento oggettivo si è scelta la strada di quell'elenco. Non dipende cioè dal fatto di essere o non essere capoluoghi di provincia, oppure Comune di prima o seconda cintura; si tratta di un elenco dettagliato in quanto ci sono Comuni di varie province. E' un criterio oggettivo che è stato inserito nella deliberazione.
L'emendamento presentato dai Consiglieri Cavallera e Fiumara non fa altro che eliminare da questo elenco i Comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, ritenendo che in questi Comuni la tensione abitativa sia inferiore agli altri Comuni.
Ritengo di accogliere questo emendamento perché pare anche a me che Comuni sotto i 5000 abitanti non abbiano una forte tensione abitativa.
Gli emendamenti presentati da altri colleghi che si riferiscono a Biella e a Verbania, pongono una questione diversa. In queste due città c'è tensione abitativa; così come esiste tensione abitativa in altre città magari di minore importanza, penso a città intorno ai 10/ 15/20 mila abitanti che non sono inserite nell'elenco, perché non sono contenute nell'elenco della legge nazionale. Non è che noi possiamo ragionare su Biella e Verbania in termini di futuri capoluoghi di provincia, perché non è questo il metro utilizzato per individuare quell'elenco; allora facciamo attenzione perché da un riferimento oggettivo normativo nazionale, passiamo accettando questi emendamenti - a scelte che sono anche discrezionali. E quando noi facciamo delle scelte discrezionali, può essere chiesto; perch Biella e Verbania sì e non Tortona o Casale, o altre città dove magari ci sono tensioni abitative simili a quelle di Biella e Verbania? Concludo dicendo che questo aspetto non è sfuggito alla Giunta, questo elenco sicuramente oggi non interpreta fedelmente la tensione abitativa nelle città del Piemonte; non abbiamo uno strumento più aggiornato di riferimento (speriamo di averlo fra qualche tempo), ci è parso quindi, allo scopo di evitare le discrezionalità, i particolarismi; i campanilismi, di far riferimento a questo elenco oggettivo contenuto in una legge nazionale del 1989.
Per queste ragioni mi sembrerebbe non utile oggi accettare un ampliamento o un restringimento di questo elenco, con il criterio contenuto nell'emendamento di togliere i Comuni sotto i 5.000 abitanti, quindi con una scelta abitativa rispetto al numero di abitanti. Mi sembrerebbe poco opportuno oggi accogliere questo emendamento, pur riconoscendo a Biella e a Verbania che c'è, probabilmente, una tensione abitativa, ma - ripeto - che non c'è solo a Biella e a Verbania, c'è in molte altre realtà della nostra Regione non contenute in questo elenco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera



ZACCHERA Marco

L'Assessore non può non sapere che l'elenco dei Comuni della legge 21/2/1989 è preso pari pari da una legge del 1977, quindi una realtà di 14 anni fa, non di due anni fa.
Dovendo rappresentare la provincia di Novara, faccio presente che i Comuni eliminati sono tutti e solo quelli della Provincia di Novara. Ho notato però un aspetto che intendo denunciare in questa assemblea: sono rimasti i Comuni della cintura di Torino, quelli della cintura di Novara e un solo Comune in tutta la regione che non è né cintura di Novara n capoluogo di provincia né cintura di Torino, si tratta della città di Arona dove, a questo punto dico "per combinazione", abita un Assessore. Possiamo inventare tutti i criteri che vogliamo, però se questa Regione non vuol fare discriminazioni nel momento in cui dice che Verbania e Biella devono ancora diventare capoluogo di provincia, a questo punto non capisco perché non si debba tener conto anche di questa realtà, altrimenti diciamoci pure che queste scelte provengono da scelte pilotate da un punto di vista partitico e che qui non ci si vuole rendere conto di quella che è la realtà.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.



ZANOLETTI Tomaso

A me sembra evidente che questo elenco non rispecchia la realtà, per mi pare molto importante la dichiarazione che ha fatto l'Assessore Carletto di disponibilità e volontà a rivederlo, cioè fare indagini, riflessioni e attenzioni nuove per arrivare a una fotografia più aggiornata e più veritiera della situazione del Piemonte. Con questa assicurazione voterò il documento presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Personalmente sono per l'abolizione di tutti i capoluoghi di provincia perché, a mio parere, non hanno il requisito della tensione abitativa, che può essere invece riconosciuto a Torino e ai Comuni della prima cintura. Il decreto non fa alcun riferimento nominativo ai Comuni allorquando dice "i capoluoghi di provincia"; individua cioè semplicemente i capoluoghi di provincia. Se all'epoca del decreto, che risale a molti anni fa. Verbania e Biella fossero stati tali, sarebbero stati inseriti non in quanto città specifiche. L'orientamento della Giunta a riconoscere a queste due città l'estensione di ogni provvedimento, è un fatto acquisito: ogni volta che si è parlato di province si sono sempre aggiunte Biella e Verbania.



PRESIDENTE

Il Consigliere Rabellino ha presentato in questo momento il seguente emendamento: - all'art. 5 il punto 6) del Bando di concorso è soppresso.
La parola al Consigliere Rabellino, per l'illustrazione.



RABELLINO Renzo

Avevamo presentato un emendamento sostitutivo: a questo punto lo dividiamo e lo facciamo diventare abrogativo, praticamente eliminiamo questa tabella, lasciamo il bando aperto a tutto il territorio piemontese evitando ulteriori distinzioni. Mi pare che così si eviti la discussione: mettiamo Biella, togliamo Verbania, aggiungiamo altro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Si fanno tanti ragionamenti e ne ho sentiti parecchi di interessanti quest'oggi in ordine a una serie di questioni; ad esempio la decisione, di compagnie di assicurazione o di fondi pensione, di alienare palazzi pervertire incontro a queste esigenze. Ciò avviene soprattutto in alcune aree ad alta e forte tensione abitativa. Se noi accogliessimo l'emendamento del collega Rabellino metteremmo tutto il Piemonte nella stessa condizione.
La valutazione di partenza della Giunta era stata la seguente: visto che sono solo 1.100 i buoni casa (quindi non è una quota di buoni casa normale perché - ripeto questo concetto che ho già espresso tante volte - una quota normale sarebbe 5.000) messi a disposizione di tutto il territorio regionale senza che ci sia un peso per la forte tensione abitativa di alcuni Comuni, essi finirebbero per essere ininfluenti rispetto a una serie di questioni legate agli sfratti che noi per contro, con altra parte del provvedimento circa i punteggi, vogliamo privilegiare.
Vorrei dire che la questione sfratti è diversa da Biella a Torino, è grandemente diversa, ed analogamente è fortemente diversa da Biella a un Comune di 3,000 abitanti in qualsiasi parte della nostra regione sia collocato. Se noi vogliamo continuare a equiparare, dimostriamo di non avere capacità di governo, e soprattutto capacità di selezione dei problemi. Vogliamo avere una volta tanto capacità di dare gradualità ai nostri interventi o vogliamo continuare ad appiattire tutto? Ad esempio il Comune di Pecetto - e il collega Penasso lo sa bene e lo ringrazio per il grande senso di responsabilità che lui dimostra oggi essendo Consigliere regionale di un Comune che viene tolto - è un Comune in cui c'è una tensione abitativa chiaramente diversa da Moncalieri o da Torino. Dobbiamo saper selezionare i problemi e graduarli perché siamo amministratori regionali, questo è il Consiglio regionale, quindi o cerchiamo di avere una visione complessiva dei problemi del territorio regionale, o appiattiamo tutto e allora l'emendamento di Rabellino rientra in questa politica e i l.100 buoni casa non saranno fruiti da persone che abitano in zone dove davvero il problema della casa è pesante.
Dobbiamo saperlo e dobbiamo dirlo alla gente che è oggi presente. La gente deve sapere che la Giunta è partita con la scelta coraggiosa di assumersi la responsabilità, essendo anche impopolare in molta parte della Provincia e nelle altre Province, di limitare l'intervento a Torino e alla prima cintura perché vi sono migliaia di sfratti ai quali si deve dare una risposta. In Commissione si è trovata la mediazione di aprire il bando a tutto il territorio regionale, ma privilegiando i Comuni ad alta tensione abitativa e non abbiamo avuto altri riferimenti se non l'elenco di cui alla legge nazionale. Tutto il resto è un fatto di valutazione assolutamente personale perché non ci sono elementi.
Caro collega Squillano, qui siamo amministratori regionali, né di Torino, né di Biella, né di Mondovì, è necessario quindi una visione regionale del problema. Abbiamo accolto la strada di aprirlo a tutto il territorio privilegiando con cinque punti, che tra l'altro non sono tantissimi, le aree ad alta tensione abitativa. Se nel 1989 il Governo ha reinserito questo elenco, per quanto riguarda il Piemonte, fra i Comuni ad alta tensione abitativa nazionale, io ne ho sentite di tutti i colori su questa scelta e su cosa ci sta dietro. Non mi interessa, perché io sono nelle istituzioni, e nelle istituzioni bisogna avere il rispetto dei provvedimenti che vengono assunti. Semmai ci sono responsabilità politiche ma quando si fa riferimento ad un elenco che è contenuto in una legge dello Stato, il senso dello Stato ci fa dire che questo è l'elenco più aggiornato che abbiamo. Tutto il resto sono chiacchierate, sono valutazioni.
Credo che la Giunta abbia scelto la strada della trasparenza e della chiarezza, cioè di un elenco fissato da una legge dello Stato.
L'emendamento di Rabellino non è accoglibile perché viene meno la scelta di fondo della Giunta che è stata quella di assumere un provvedimento limitato alle aree che sono oggi, a valutazione unanime ritenute quelle a più alta tensione abitativa per via degli sfratti, che sono Torino e prima cintura.
Questa è una scelta di mediazione, oltre questa non ritengo che si debba andare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.



FARASSINO Giuseppe

Noi siamo d'accordissimo con l'Assessore che ci ha sgridati se abbiamo presentato questo emendamento. Abbiamo visto quanto si è infervorato. Noi che siamo per i temperamentosi, apprezziamo il suo temperamento. Siamo d'accordissimo con la sua prima proposta di limitare l'intervento a Torino e cintura perché sappiamo - abbiamo visti fuori dal palazzo parecchi dei 1.400 sfrattati per finita locazione -, conosciamo la situazione. Allora limitiamo il provvedimento a Torino e cintura e noi siamo qui pronti per approvarlo. Ma non riusciamo a capire certe discriminazioni: perché si mette in una lista di Comuni ad alta densità di popolazione, con problemi di sfratti, addirittura Pino Torinese? Se permette io ho abitato 25 anni a Pino Torinese, che è il luogo di residenza, è il dormitorio della media e grassa borghesia.
Non penso che ci siano tensioni di sfratti nemmeno in Comuni come Arona e Cameri. Per questo motivo noi abbiamo proposto un emendamento che avvantaggi tutto il territorio del Piemonte, perché non comprendiamo questa politica discriminatoria e, a maggior ragione, perché si fa riferimento a una legge dello Stato. Proprio di quello Stato che noi non riconosciamo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera



ZACCHERA Marco

Assessore Carletto, io non accetto che lei dica che noi non abbiamo senso dello Stato. Noi stiamo approvando una legge che darà mille buoni casa e non risolverà quindi tutti i problemi del Piemonte. Per questo motivo voterò con convinzione l'emendamento dei colleghi della Lega Nord perché si mettano tutti sullo stesso piano. Con questi mille buoni casa dobbiamo risolvere mille situazioni esasperate, non risolveremo comunque il problema dei cittadini di Torino, come non possiamo risolvere quelli dei cittadini di Novara o di altri posti. Però dobbiamo entrare su posizioni che sono sovente al limite della sopravvivenza. Allora mi dovete spiegare perché, se c'è una famiglia con un portatore di handicap che non pu entrare in casa, la situazione sia diversa tra Torino e qualsiasi altro Comune del Piemonte. Quindi non citiamo, per piacere, in queste dichiarazioni, le capacità di governo o il credere nelle istituzioni ed il rispetto dello Stato, perché qui si è scelta una strada volutamente discriminatoria. Allora io dico, se è vero quello che ha detto l'Assessore perché Cameri e Galliate sono in un elenco che è di 13 anni fa? Allora diciamo "i Comuni sopra i 50.000 abitanti"! La strada più equa e seria è di valutare delle situazioni ad personam di singoli nuclei familiari in estrema difficoltà. Potrà esserci anche nel Comune di 1,000 abitanti la famiglia che veramente ha bisogno. Se non risolviamo il problema di tutta la Regione, prendiamo comunque 1,000 casi limite che non devono essere condizionati da 5 punti che sono tanti, perch significa parametrare per esempio un nucleo familiare di sei persone a una coppia (un portatore di handicap comporta 7 punti, quindi 5 sono tanti).
In conclusione, dichiaro che voterò a favore della proposta della Lega Nord che ha lo scopo di annullare odiose discriminazioni che dipendono da scelte clientelari della legge dello Stato. Poi, siccome anche l'Assessore lo sa, ed ha detto "ne ho sentite mille di queste", eliminiamo l'elenco fatto se veramente ci crediamo, altrimenti anche noi ci prestiamo a discriminazioni obiettivamente infondate e ingiuste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.



PICCHIONI Rolando

Signor Presidente, ho raccolto dall'Assessore la raccomandazione che ha fatto rispetto ad una pluralità di alternative che sono state qui presentate, cioè la raccomandazione di avere un senso della cosa pubblica e non da politica dei cento fiori come qui si vorrebbe. E non vorrei che il condizionamento di un ex Ministro dei LL.PP, venisse oggi ad essere equiparato a proposte che vengono da questo o quel Consigliere, per cui il risultato sarebbe identico. Allora mi pare che, stante l'analisi della situazione e lo stato di emergenza della città di Torino e della prima cintura, quanto ha detto l'Assessore Carletto possa essere oggetto di un nostro ripensamento, per cui a nome della DC propongo che la limitazione geografica delle aree di intervento venga contenuta alla città di Torino e alla sua prima cintura. Altrimenti anch'io potrei avere delle preferenze per questo o quel Comune della provincia ad alta intensità abitativa. Credo quindi che il suggerimento dell'Assessore Carletto possa essere razionalizzante rispetto alle varie istanze che sono state qui presentate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Squillario.



SQUILLARIO Luigi

Sono profondamente d'accordo con le indicazioni generali dell'Assessore Carletto, il quale nel mese di dicembre illustrò la deliberazione n, 75 in Commissione proponendo che dei 44 miliardi di edilizia sovvenzionata ne fossero attribuiti 25 a Torino, 1,6 a Vercelli, 1,7 a Biella, 4 a Novara 1,8 ad Asti, 4 ad Alessandria. Aggiunse inoltre che l'emergenza sfratti a Torino richiedeva una attribuzione straordinaria di altri 13 miliardi e 800 milioni allo IACP di Torino perché acquistasse 70 alloggi di celere utilizzo. La Commissione fu perfettamente d'accordo con l'Assessore, perch si trattava di un contributo immediato a sollievo parziale del problema impellente di Torino. Quando la Commissione esaminò il provvedimento oggi all'esame del Consiglio, l'Assessore sulle considerazioni che si trattava solamente di 1,000 buoni casa, propose di limitarli a Torino e alla prima cintura. La motivazione fu ancora l'emergenza sfratti, che però sollevò più di un dubbio perché i buoni, dati in base alla legge sul diritto alla casa non potevano essere limitati ad un ambito territoriale ristretto.
Nella seconda seduta della Commissione l'Assessore Carletto ammise l'esistenza di dubbi sulla legittimità della proposta, modificandola nel senso di riconoscere un certo numero di punti a chi abita in questi Comuni.
Il che è accettabile ma non risolve l'emergenza sfratti, perché gli sfrattati attuali non possono aspettare un anno e mezzo o due. Non sono invece d'accordo di dare indistintamente 5 punti anche ai non sfrattati residenti in altri Comuni dove la tensione abitativa è uguale. In definitiva, la prima proposta dell'Assessore Carletto di dare quel punteggio al Comune di Torino e alla prima cintura è la più sensata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fiumara.



FIUMARA Francesco

Credo che su questa proposta di deliberazione si possa dire tutto e il contrario di tutto, quando è lasciato ad ogni Consigliere esprimere un desiderio. Penso occorra richiamarsi a criteri oggettivi per individuare quali Comuni inserire in questa fascia a cui vanno cinque punti in graduatoria. Come criterio oggettivo mi permetto di suggerire all'Assessore come avevo già fatto in sede di II Commissione - di partire dai Comuni aderenti al CIT e cioè quasi tutti i Comuni dell'area metropolitana torinese. Quindi abbiamo un criterio oggettivo per fare una scelta che non dipende né dalle mie aspirazioni né da quelle degli altri colleghi.
Suggerirei quindi di inserire i Comuni facenti parte del CIT con diritto ad avere i cinque punti in più. A questi Comuni aggiungerei solamente Venarla.



PRESIDENTE

Propongo un attimo di riflessione perché mi pare stiano emergendo troppe posizioni. La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18,35, riprende alle ore 18,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiede di parlare l'Assessore Carletto. Ne ha facoltà.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

In merito ai quattro emendamenti presentati che attengono alla questione territoriale propongo di respingerli perché stiamo preparando un emendamento, che mi pare raccolga le indicazioni di gran parte del Consiglio, nel quale si conferma che i buoni casa vengono ad operare su tutto il territorio regionale e si dà un punteggio di cinque punti a coloro che risiedono in una delle seguenti città: i sei capoluoghi di provincia (Torino, Novara, Vercelli, Asti, Alessandria e Cuneo), le due città sede di istituende Province Biella e Verbania) e i Comuni confinanti con Torino con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti.
L'emendamento è in fase di preparazione e per non creare equivoci indicheremo l'elenco di tutte le città. Se il Presidente lo ritiene si potrebbero intanto porre in votazione i quattro emendamenti in attesa dell'emendamento della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Ritiro l'emendamento a condizione che nell'elenco indicato nell'emendamento della Giunta siano compresi i Comuni di Rivoli ed Orbassano.



PRESIDENTE

La Giunta è d'accordo.
La parola al Consigliere Bortolin.



BORTOLIN Silvana

Ritiriamo il nostro emendamento perché la nostra proposta viene accolta, però vorrei impegnarmi nei confronti dell'Assessore a fornire un dato che secondo me può anche rimettere chiarezza e anche giustizia rispetto alla discussione che abbiamo fatto: il numero di sfratti della città di Biella in rapporto alla popolazione e ai nuclei familiari residenti. Analogo impegno potrebbe essere assunto dagli altri Consiglieri o comunque richiesto alle altre città capoluogo di Provincia al fine di confrontare tali dati con la tensione abitativa di Torino e quindi avere un quadro delle principali città del nostro Piemonte. Questo dato, se raccolto anche a livello più generale (città con popolazioni superiori ai 10/20.000 abitanti), potrebbe fornire in futuro elementi di maggiore chiarezza e possibilità di scelta rispetto a quanto abbiamo discusso oggi.



PRESIDENTE

Pertanto gli emendamenti presentati dai Consiglieri Fiumara e Cavallera, dai Consiglieri Bortolin, Buzio e Coppo, dai Consiglieri Zacchera e Majorino e infine dal Consigliere Rabellino, si intendono ritirati.
Passiamo all'emendamento predisposto dall'Assessore Carletto che, dopo ampia ed articolata consultazione consiliare, così recita il punto 7) dell'art. 5 del Bando di concorso allegato alla deliberazione è sostituito dal seguente: "essere residente in uno dei seguenti Comuni: Alessandria AL Asti AT Cuneo CN Novara NO Vercelli VC Biella VC Verbania NO Torino TO Beinasco TO Borgaro T. TO Collegno TO Grugliasco TO Moncalieri TO Nichelino TO Orbassano TO Rivoli TO San Mauro TO Settimo TO Venaria TO".
Si tratta quindi dei Comuni capoluoghi di Provincia, delle due nuove istituende Province di Biella e Verbania e dei Comuni confinanti con Torino con popolazione superiore ai 10.000 abitanti.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Chiezzi.
Ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi, io non condivido questa proposta, peraltro nata informa molto affrettata, per questo motivo: i Comuni ad alta tensione abitativa sono stati individuati con procedure molto discutibili (condivido le osservazioni che aveva fatto il collega Picchioni), però altrettanto discutibile è riferirsi a un'area territoriale in termini - non voglio essere offensivo - un po' grossolani. L'area di Torino e dei Comuni della cintura è senz'altro un'area delicata, però ci sono altri punti di tensione abitativa che la legge nazionale ha giustamente individuato e che, con la proposta della Giunta, verrebbero esclusi. Verrebbero esclusi i Comuni di Alpignano, Carmagnola, Leinì Rivalta e Vinovo. Mi lascia perplesso questa procedura; preferirei di gran lunga segnalare i Comuni ad alta tensione abitativa con popolazione superiore a 10.000 abitanti. Riconosco una certa congruità, per quanto riguarda l'area torinese, della legge che definiva i Comuni ad alta tensione abitativa. Congruità che assolutamente non verifico per i Comuni della Provincia di Novara, ma queste sono le osservazioni già svolte da altri colleghi.
Pertanto ripropongo l'alta tensione abitativa limitata ai Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Sull'emendamento presentato dall'Assessore mi astengo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 24 voti favorevoli e 4 astensioni.
Passiamo ora all'emendamento presentato dai Consiglieri Vaglio Rabellino e Farassino, che recita: all'art. 5 del Bando di concorso, il punto 6) viene sostituito dal seguente: "6) - essere residenti in un Comune della Regione Piemonte: a) complessivamente da 3 a 6 anni: punti 1 b) complessivamente da 6 a 9 anni punti 2 c) complessivamente da 9 a 15 anni punti 4 d) dalla nascita: punti 8".
Ritengo che questo emendamento debba essere ritirato.



RABELLINO Renzo

No, non è ritirato, si trasforma in emendamento aggiuntivo. Proponiamo quindi di aggiungere il punto "essere residenti in un Comune della Regione Piemonte" alla tabella allegata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

La Giunta non accoglie l'emendamento



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 2 voti favorevoli, 19 contrari e 7 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: al primo capoverso dell'art. 5 del Bando di concorso, dopo il punto 7) viene aggiunto: "8) - Possedere la condizione di emigrato di origine piemontese - così come definito dall'art. 2 della L.R. 9/1/1987 n. 1 - ed essere rientrato in Italia entro i tre anni antecedenti alla data di pubblicazione del presente Bando di concorso: punti 5".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Siccome il Consigliere Rabellino ha posto un quesito in ordine a questo emendamento nel corso del suo intervento, approfitto dell'illustrazione dell'emendamento per rispondergli.
Si tratta di un emendamento che accoglie quanto previsto dalla legge regionale n, 1/87 (legge Cerchio). Abbiamo dovuto indicare il limite dei tre anni in quanto previsto dalla legge Cerchio. Abbiamo quindi fatto la nostra quarta norma.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.



RABELLINO Renzo

Tutto ciò va bene, ma a mio parere non dobbiamo per forza inserire questa norma all'interno del bando di concorso. Ritengo che sia possibile non indicare il limite dei tre anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.



MAGGIOROTTI Piergiorgio

Io dichiaro di essere assolutamente contrario a questo emendamento in quanto introduce un principio di discriminazione di tipo etnico e sociale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Nel testo originario non era stata indicata questa norma perché per certi versi avevamo valutato il problema tenendo conto anche dell'aspetto sottolineato dal collega Maggiorotti. Non possiamo però non prendere atto che esiste una legge regionale che disciplina questa materia in termini molto precisi. E' detto infatti in modo molto puntuale che la Regione dovrà tenere conto di queste situazioni allorquando attui dei provvedimenti di sovvenzione edilizia. Si tratta quindi di una legge mirata proprio a questo provvedimento che pertanto la Giunta regionale non può non fare propria però la attua nei termini previsti dalla legge ed è per questo motivo che non accogle la proposta del Consigliere Rabellino.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Carletto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 23 voti favorevoli, 1 contrario e 5 astensioni.
Passiamo quindi ad altro emendamento presentato dall'Assessore Carletto: al primo capoverso dell'arte 6 del Bando di concorso, dopo la lettera ) viene aggiunta la lettera g): "g) copia autentica dei certificati rilasciati dalle autorità consolari ovvero dei documenti rilasciati da autorità o enti previdenziali stranieri o italiani ovvero, in mancanza di questi, dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà resa ai sensi dell'art. 4 della legge 4/1/1968 n.
15, atti a comprovare il punteggio preferenziale indicato al punto 8) dell'art. 5 del presente Bando di concorso".
Al terzo capoverso dell'art. 6 del Bando di concorso, dopo la sequenza di lettere "c), d), e)" vengono aggiunte le lettere "f), g) ".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 23 voti favorevoli, 1 contrario e 5 astensioni.
Emendamento presentato dai Consiglieri Rabellino, Vaglio e Farassino: all'arte 5 del Bando di concorso, dopo il punto 6) viene aggiunto il seguente punto 7): "7) emigrati di origine piemontese, individuati ai sensi della L.R. 9/1/1987, n. 1: punti 5 ".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti e Miglio: all'arte 5; dopo il punto 6) aggiungere il seguente nuovo punto: "7) essere conduttore affittuario, residente anagraficamente, di alloggio facente parte di grandi complessi (più di 50 alloggi soggetti a vendita frazionata alla data di approvazione del presente Bando: punti 5 ".
L'emendamento è chiarissimo, non ha perciò bisogno di essere illustrato.
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Non posso accogliere questo emendamento intanto perché sono d'accordo con la prima impostazione del collega Majorino, cioè che questo emendamento assegna 5 punti a chi è sfrattato ed abita in un complesso con più di cinquanta alloggi. Ovviamente questo vuol dire che chi è sfrattato e risiede in una casa che ha un numero di alloggi inferiore a cinquanta non ha questi 5 punti. Questo è un aspetto palese di illegittimità perch discrimina fra due condizioni assolutamente equiparabili, ovvero avere ricevuto lo sfratto: è come se noi decidessimo di dare 5 punti a chi viene sfrattato ed abita in una casa con le tapparelle verdi. Il collega Majorino ieri era molto convinto dal punto di vista giuridico della non legittimità di questo emendamento che determina un rischio enorme di non approvazione da parte del Commissario di Governo, della deliberazione. In secondo luogo determina un grosso rischio di ricorsi da parte di eventuali persone escluse dalla graduatoria perché non usufruenti di questi 5 punti.
Inoltre, dal punto di vista sociale, non è corretto valutare diversamente lo sfrattato che abita in un grosso condominio rispetto a quello che abita in una casa più piccola. Mi sembra una scelta che non mette nella stessa condizione persone che si trovano in una situazione analoga nel loro percorso abitativo perché, solo per il fatto di aver avuto la fortuna o la sfortuna di abitare in una casa con 55 alloggi o in una con 42 alloggi, si discrimina in modo assolutamente inaccettabile.
L'emendamento pertanto non viene accolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non condivido per nulla le argomentazioni portate dall'Assessore Carletto per giustificare il suo dissenso su questo emendamento. Non solo mi sembra che si dimostri una scarsa sensibilità sociale, ma si nega un fatto incontrovertibile: che i grandi patrimoni immobiliari, il più delle volte di proprietà di organismi soggetti a una qualche forma di controllo pubblico, sono uno dei punti nodali per affrontare seriamente la politica della casa. Questo l'Assessore Carletto si dimentica di averlo detto implicitamente in altri suoi interventi quando aveva affermato la necessità di giungere ad esaminare la gestione dei grandi patrimoni immobiliari degli istituti di assicurazione e di previdenza. E' giusto fare così perché la garanzia del controllo di gestione dei grandi patrimoni immobiliari è una delle leve a disposizione della pubblica amministrazione per affrontare il problema della casa. Non si tratta quindi di tendere a ridicolizzare l'emendamento con la storia questa sì ridicola, delle tapparelle verdi; si tratta di individuare come soggetti autonomi nell'ambito del problema della casa le vicende legate al frazionamento di grandi entità immobiliari accorpate che colpiscono un insieme notevole di famiglie e che vanno trattate in modo diverso dalla gestione minuta delle piccole compravendite.
Le grandi proprietà immobiliari devono essere considerate, dal punto di vista della gestione e della normativa, altrimenti dalla piccola compravendita. Siamo nell'ambito della discrezionalità che peraltro utilizziamo, lo diceva giustamente il collega Majorino. Perché dare dei punti alle giovani coppie o agli anziani? Perché si ritiene di individuare nelle giovani coppie un soggetto per il quale occorre destinare delle risorse in modo privilegiato rispetto ad altre. Ritengo che la gravità che consegue alla vendita frazionata di grandi stabili generi un conflitto, una tensione sociale che merita attenzione da parte della pubblica amministrazione, ad esempio consentendo, in presenza dell'uscita dal mercato dell'affitto di un grande patrimonio immobiliare, agli inquilini di questo patrimonio immobiliare, spesse volte di assicurazioni o istituti di previdenza, di poter accedere all'utilizzo del buono casa. Riconfermo quindi la validità politica e sociale di questo provvedimento, e annuncio il mio voto favorevole.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento testè discusso, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 9 voti favorevoli, 19 contrari e 3 astensioni.
Emendamento presentato dall'Assessore Carletto e dai Consiglieri Bortolin e Buzio: al primo capoverso dell'art. 6 del Bando di concorso, dopo il documento indicato con la lettera d), viene aggiunta la seguente lettera e): "e) copia autentica del verbale di separazione consensuale omologato ovvero copia autentica della sentenza di separazione giudiziale ovvero copia autentica della sentenza di cessazione degli effetti civili di matrimonio religioso o di scioglimento di matrimonio civile (divorzio)".
Si tratta di un emendamento tecnico; procedo alla sua votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti e Calligaro: all'art. 6, secondo comma, dopo le parole "alle lettere a) e b)" aggiungere le parole "c), d), e), f), g)".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti e Calligaro: all'art. 7, secondo comma, sostituire le parole "6 mesi" con le parole "2 mesi" all'art. 7, secondo comma, lettera f), alla quarta e decima riga sostituire le parole "6 mesi" con le parole "2 mesi".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Capisco che l'obiettivo dei colleghi è quello di accelerare le procedure, noi abbiamo cercato di permeare tutto il provvedimento di questa condizione, riteniamo che due mesi di tempo rappresentino un termine forse troppo stretto, quindi proporrei di portare i sei mesi a quattro.



PRESIDENTE

I firmatari dell'emendamento accolgono la modifica proposta dall'Assessore Carletto. Pongo quindi in votazione l'emendamento così modificato.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità dei 31 Consiglieri presenti.
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'edilizia

Voglio ringraziare i colleghi per il lavoro fatto insieme. E' stato un lavoro non facile in quanto si tratta di un provvedimento piuttosto complesso, ma credo che il risultato finale sia positivo.
Desidero fare solo una annotazione. Credo che sia un pochino superficiale immaginare che gli Assessori che hanno gestito i buoni casa in questa Regione (io sono il quarto Assessore a gestire questa partita), non siano riusciti a inventare un meccanismo che sia in grado di rispondere in modo efficace a questo problema. Il buono casa è un provvedimento complesso la cui gestione non è facile; voglio qui dare atto ai miei dirigenti e ai miei funzionari, che sono gli stessi che hanno gestito con i precedenti Assessori questo pacchetto, dell'impegno che hanno messo nella gestione di questi buoni casa.
Collega Chiezzi, non era possibile spendere tutte le risorse, e abbiamo recuperato tutto ciò che c'era per fare questi buoni casa, perché i vecchi bandi consentivano di poter accedere solo ad un punteggio di 1 punto immediatamente inferiore a quelli entrati in graduatoria per integrare le rinunce. Con questo meccanismo succede che, una volta definita la graduatoria, c'è grosso modo il 30% di persone entrate in graduatoria, le quali o hanno presentato i documenti insufficienti o li hanno presentati sbagliati, o non integrano o rinunciano. I vecchi bandi consentivano di poter riaprire solo al punteggio immediatamente inferiore all'ultimo utile ciò ha portato ad avere dei quattrini non utilizzati. Non è una questione di gestione; la gestione ha i suoi tempi, purtroppo, in questo bando non è stata inserita quella clausola, quindi siamo in grado di riaprirlo sui punteggi inferiori in modo da utilizzare fino all'ultima lira.
Infine voglio dire che mi dispiace che i colleghi abbiano ritenuto insufficiente una documentazione che, se pure in fasi successive, ritengo molto articolata e tale da fornire il quadro complessivo di questa materia.
In futuro potranno essere forniti ulteriori elementi, soprattutto rispetto alla questione delle aree a forte tensione abitativa.
Ribadisco, in conclusione, che questo provvedimento ha avuto sia in Commissione che in aula un confronto molto approfondito, il cui risultato è positivo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione la proposta di deliberazione n, 82, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 21 voti favorevoli e 7 contrari.
Pongo infine in votazione l'ordine del giorno n, 120, presentato sullo stesso argomento dai Consiglieri Chiezzi, Monticelli, Buzio e Gissara, a cui si sono aggiunte le firme dei Consiglieri Picchioni, Rossa, Gallarini Carletto, Rabellino e Maggiorotti, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte, rilevato con grave allarme che nella Regione Piemonte il problema degli sfratti determina una crescente emergenza sociale per il dramma che le famiglie sono costrette a vivere nel momento in cui vengono private della disponibilità di una casa: ritenuto che tale drammatica situazione sia inaccettabile, dal punto di vista di una società civile e solidale, per le persone ultra 65enni, per le quali rappresenta un problema irrisolvibile che mina alla radice le possibilità di una quieta esistenza e di tranquillità per il futuro in un'età che dovrebbe essere tutelata nei diritti primari dall'organizzazione civile della società: chiede al Parlamento il blocco degli sfratti per le persone con più di 65 anni di età che non dispongano di soluzione abitativa alternativa chiede al Prefetto di sospendere l'esecuzione degli sfratti per le persone con più di 65 annidi età che non dispongano di alloggio alternativo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 28 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ricordo che domani alle ore 12 è convocata la Conferenza dei Capigruppo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.30)



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