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Dettaglio seduta n.9 del 02/10/75 - Legislatura n. II - Sedute dal 16 giugno 1975 al 8 giugno 1980

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SANLORENZO


Argomento: Diritti umani - Commemorazioni

Commemorazione dei cinque giovani giustiziati dal regime franchista in Spagna


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Egregi Consiglieri, credo che tutti voi abbiate, in questa giornata, in questo momento nel quale milioni di uomini in tutta Europa manifestano la loro alta, civile, democratica e forte protesta contro gli assassinii commessi dal regime franchista in Spagna, anche il cuore colmo di amarezza per non essere riusciti, assieme alle forze democratiche del mondo intero a salvare cinque giovani dalla morte, anche se la vastità della protesta internazionale ha fermato l'esecuzione di altri sei patrioti ed ha soprattutto indotto il Governo di Arios Navarro a rinviare i processi contro altre decine di combattenti per la libertà del loro Paese.
Ci inchiniamo di fronte a coloro che sono caduti: abbiamo abbrunato la nostra bandiera, ed è qui quella di Torino, per tutto il Piemonte, perch li sentiamo nostra fratelli, uomini di una Europa dei popoli che vogliamo libera, democratica, antifascista, come quella disegnata e sognata nelle lettere dei condannati a morte della Resistenza europea, che deve per ancora compiersi definitivamente. Non dovevano morire loro: deve morire il regime di Franco. Per liquidare non solo Franco ma il franchismo il terrorismo non serve, come hanno ripetuto ieri tutti i partiti antifascisti spagnoli. Ma quelli che sono stati fucilati non dovevano morire: i tribunali che li hanno condannati non li avevano nemmeno giudicati: hanno eseguito ordini, hanno fatto uso di una legge eccezionale che non prevedeva neppure la sospensione della pena per le due donne condannate, che sono incinte, che permette di far funzionare quella parodia della giustizia che sono i consigli di guerra, non con liberi magistrati ma con corti marziali costituite da tristi esecutori degli ordini di un regime rifiutato dalla maggioranza del Paese e nei confronti del quale si sta levando oggi la coscienza dell'Europa democratica. Non è bastata l'alta parola del Papa e il richiamo del mondo cattolico, non è stata sufficiente l'iniziativa dei Governi.
Sulle monete da 25 e da 50 pesos è impressa, con il nome del Caudillo la dicitura "por gratia de Dios", motto della monarchia spagnola che Franco ha fatto proprio. Ma colui che ha negato la grazia a cinque giovani non è più né un cattolico né un capo di Stato: è un boia atterrito. Ora il regime franchista deve esser messo di fronte ad un tale schieramento di forze, ad una tale pressione internazionale da trovarsi nell'impossibilità di perpetrare gli altri assassinii che si minacciano. Devono riuscire, questa volta, le forze antifasciste a salvare altre vite minacciate, che non sono state risparmiate nei giorni scorsi dal terrore omicida di Franco.
Si sta compiendo un atroce parabola. Il gruppo di generali traditori di Franco cominciò la sua rivolta il 17 luglio '36, massacrando in Marocco dirigenti politici e sindacali, ufficiali e soldati dissidenti, o sospetti di esserlo. Così nacque il franchismo. Esso cerca di prolungare oggi la sua agonia con il terrore e la morte. Non ci possono essere esitazioni o indugi ad unire tutte le forze, a dedicare le energie disponibili per condurre una lotta che è allo stesso tempo di solidarietà con uomini che combattono per una causa giusta, per liquidare i metodi delle torture e la pratica delle condanne a morte, per affermare il primato del diritto sull'arbitro, per portare avanti la causa della solidarietà umana e della libertà.
Ma non solo per questo siamo qui uniti oggi, come tante altre volte in questi anni. Siamo qui per prendere coscienza, ancora una volta, sempre di più, che l'Europa non potrà mai avere un suo avvenire democratico e autonomo se non si libererà una volta per tutte del fascismo. Fino a quando a Madrid non tornerà la libertà, un pericolo incomberà non solo sul popolo spagnolo ma sul nostro Paese, su altri Paesi del Mediterraneo, sull'Europa.
Certo, nessuno può pensare che qualcosa possa sostituire la lotta che il popolo spagnolo conduce per la riconquista della sua libertà, ma è altrettanto vero che nessun Paese e nessun popolo europeo può sottrarsi al dovere di fare tutto ciò che è nelle sue forze per liberare l'Europa e la Spagna del franchismo fascista. Ci battiamo, quindi, per una causa che è intimamente e profondamente nostra. Sappiamo anche che le forze della libertà, della democrazia, dell'umanesimo oggi sono già più forti e possono vincere. Oggi forse dobbiamo e possiamo pagare il debito che l'Europa democratica ha con la Spagna, che, unico Paese, pagò con un milione di morti la sua lotta al fascismo e si trova ancora, trascorsi ormai trent'anni dalla fine della guerra mondiale, a subire gli ultimi colpi di coda della dittatura di Franco. Quel tempo forse non è lontano. Lo hanno detto nelle strade di Barcellona e di Bilbao le nuove generazioni nate tra le due guerre. Dice un poeta spagnolo: "Quand'era primavera, in Spagna davanti al mare i riflessi rompevano i parapetti e il gelsomino allargava la sua minuta stella fino a raggiungere l'estremo del suo aroma della notte. Quando era primavera..." Tornerà la primavera dei poeti, la primavera per il popolo spagnolo. E forse sarà già la prossima primavera. E sarà primavera anche per noi: una nuova primavera per l'Europa, liberata per sempre dall'onta del fascismo.
Propongo un minuto di raccoglimento del Consiglio Regionale per i Caduti della Spagna.



(Tutti i consiglieri in piedi osservano un minuto di rigoroso silenzio)



PRESIDENTE

Come i Consiglieri sanno, su proposta delle organizzazioni sindacali internazionali europee, oggi sarà osservato un breve periodo di astensione dal lavoro. Propongo che l'Assemblea Regionale del Piemonte, pertanto sospenda i lavori per dieci minuti. Le forze politiche si incontreranno intanto per formulare il testo di un ordine del giorno che potrebbe contenere la presa di posizione del Consiglio Regionale su questo tema.



(La seduta sospesa alle ore 9,50 riprende alle ore 10)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Chiede di parlare il Capogruppo della Democrazia Cristiana. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, la situazione politica e storica cui lei ha fatto riferimento con parole così elevate non può, a mio avviso, essere adeguatamente sottolineata da uno dei consueti ordini del giorno, il cui tono finisce sempre con l'essere burocratico o rituale. Poiché lei, signor Presidente, ha saputo trovare gli accenti giusti, ha dato giudizi interpretativi della coscienza democratica espressa in questo Consiglio ritengo sia molto più aderente alla situazione, molto più valido trasformare il suo discorso in ordine del giorno letteralmente così come è stato pronunciato ed approvarlo.



PRESIDENTE

Vi sono obiezioni a questa proposta? Chiede di parlare il Consigliere Besate. Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Il Gruppo comunista, mentre ritiene di non dover aggiungere nulla alle parole del Presidente del Consiglio, in quanto sarebbe retorica fuori luogo, e udita la proposta del Capogruppo della Democrazia Cristiana ritiene di dover proporre a sua volta al Consiglio che in luogo dell'approvazione del documento, peraltro perfetto, vengano approvate ed assunte come ordine del giorno le dichiarazioni e le espressioni qui rese dal Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni? La parola al Consigliere Bellomo.



BELLOMO Emilio

Dichiaro, a nome del Gruppo socialista, che ci associamo in pieno alla proposta fatta dal collega Bianchi di trasformare il discorso del Presidente in documento politico da votare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robaldo.



ROBALDO Vitale

Anche il Partito repubblicano si associa alla proposta avanzata dal Consigliere Bianchi.



PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni? Possiamo allora accogliere la proposta del Consigliere Bianchi e considerare chiusa la questione, con in cuore l'augurio che non ci tocchi mai più di dover affrontare in questa sede problemi di questa natura.


Argomento:

Commemorazione dei cinque giovani giustiziati dal regime franchista in Spagna

Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

I Consiglieri hanno preso conoscenza dell'ordine del giorno, di cui vorrei esimermi dal leggere i punti iscritti, piuttosto lunghi. Chiederei soltanto se vi sono obiezioni a che si segua l'ordine dei lavori specificato. Poiché nessuno chiede di intervenire, credo di poter ritenere approvato l'ordine del giorno dei lavori del nostro Consiglio.


Argomento:

Ordine del giorno della seduta

Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

Il processo verbale della seduta del 16 settembre è stato trasmesso ai singoli Consiglieri per posta, unitamente all'ordine del giorno. Se non vi sono osservazioni o richieste di modifica il processo verbale va considerato approvato.


Argomento: Artigianato

Interrogazione del Consigliere Cerchio "Richiesta di chiarimenti a proposito di un servizio giornalistico riguardante il finanziamento alle imprese artigiane"


PRESIDENTE

Il punto secondo dell'o.d.g. reca "Interpellanze ed interrogazioni".
Il Vice Presidente della Giunta, Libertini, ha chiesto di poter rispondere subito all'interrogazione del Consigliere Cerchio: "Richiesta di chiarimenti a proposito di un servizio giornalistico riguardante il finanziamento alle imprese artigiane" A meno che vi siano obiezioni da parte degli altri interroganti, i quali peraltro riceveranno tutti risposta ai loro quesiti, dò quindi subito la parola al Vice Presidente Libertini.



LIBERTINI Lucio, Vice Presidente della Giunta Regionale

Premetto che i giornali svolgono sì una funzione importante, in condizioni molto difficili, ma che evidentemente essi non sono da considerare la "Gazzetta Ufficiale" della Regione.
Per quel che riguarda la notizia alla quale si riferisce l'interrogazione, devo dire che ci sono due errori. Il primo riguarda la cifra: io non ho affatto parlato di due miliardi ma di quasi dodici miliardi, la somma che le banche mettono a disposizione in base al contributo regionale; in quella occasione mi riferii al fatto che la legge regionale che riguarda l'artigianato mette in moto, con un contributo di 350 milioni, crediti per complessivi 12 miliardi. In secondo luogo, non mi sono mai sognato di dire che io o la Giunta - si può parlare al massimo di Regione, che mette a disposizione 350 milioni, ma in pratica sono le banche a concedere 12 miliardi di crediti sulla base di 350 milioni distribuiti dalla Regione - ci arroghiamo delle benemerenze in proposito. Posso assicurare che fin quando questa Giunta rimarrà in carica, mai circoleranno telegrammi o notizie per attribuire il merito di certe erogazioni a questo o quell'Assessore, come a volte e accaduto per i ministri. Perché si tratta di denaro pubblico prelevato dalla collettività ed erogato alla collettività. Sono leggermente rincresciuto che lei abbia potuto pensare che io abbia fatto una dichiarazione in quei termini, così in contrasto con il costume mio personale e del partito in cui milito.
Voglio anche aggiungere che di questa questione avevo già parlato in Consiglio Regionale, per sottolineare come questa legge si fosse dimostrata utile, e per rilevare di aver avuto dalle categorie interessate valutazioni molto positive rispetto al lavoro fatto dai miei predecessori, i colleghi Petrini prima e Paganelli poi, valutazioni che evidentemente si riferiscono non tanto al lavoro di questa Giunta quanto a quello della Giunta precedente.
Colgo infine l'occasione che lei mi ha dato per dire che quasi tutta la somma prevista dalla legge è stata erogata, quest'anno. Domani vi sarà l'ultima seduta del Comitato tecnico, nella quale liquideremo le ultime 150 domande. Il problema che è emerso, invece, nella prima riunione della Consulta delle organizzazioni artigiane, cui partecipano anche i Consiglieri dei diversi Gruppi, è la necessità che la legge, che ha dato buoni risultati, sia migliorata, soprattutto in ordine ad un problema: le organizzazioni artigiane riunite nella consulta e nel comitato tecnico sottolineano la necessità che il primo parere venga dato non dalle banche ma dal Comitato tecnico. Perché se il Comitato tecnico si limita ad esaminare le domande dopo che le hanno esaminate le banche, la sola selezione è quella bancaria, che certo va fatta ma non può essere la prima e la determinante se si vuol fare una politica di settore.
In definitiva, colgo l'occasione per ribadire il giudizio positivo sulla legge e la necessità di procedere ad un miglioramento, miglioramento che evidentemente avverrà nel Consiglio e per il quale vi sarà una discussione assai prossima della Consulta artigiana, cui presenziano i diversi Consiglieri dei diversi Gruppi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio per la risposta.
In effetti, mi ero deciso a presentare l'interrogazione ai primi di agosto, allorché negli organi di stampa era apparsa una notizia che, come giustamente lei ha indicato, poteva dare l'impressione al fruitore del servizio, cioè al lettore quotidiano, che la nuova Amministrazione socialcomunista della Regione Piemonte avesse, con la bacchetta magica elargito alcuni miliardi in ordine al problema dell'artigianato; una notizia che poteva finire con l'illudere queste componenti del mondo del lavoro.
Due sono le motivazioni della mia interrogazione. In primo luogo, il desiderio che questo errore, commesso in pratica, anche se forse non dipeso tanto dalla volontà dell'Assessore, come è stato precisato, non continuasse ad influenzare l'opinione pubblica; accetto quindi quanto lei ha detto come fatto correttivo a quella impostazione di massima, e quindi proprio come assicurazione che non si intende usare un modo di informazione che pu essere per l'opinione pubblica deformante della realtà effettiva delle cose. La seconda motivazione mi pare di vederla rispecchiata dalle sue parole nell' affermazione che la legge, resa operante solo dall'inizio del '75, per una serie di circostanze, ha operato positivamente come fatto di programmazione nello sviluppo dell'economia artigiana della Regione e dovrà trovare forse dei correttivi in conseguenza della esperienza fatta in questi mesi.
Lei ha prospettato l'opportunità di non lasciare più che facciano da filtro preventivo gli istituti di credito, giacché questi, con un'ottica che è loro tipica, badano soprattutto alle garanzie, non esistendo le quali non esitano a bloccare certe impostazioni di carattere di politica programmatica a livello di artigianato. D'accordo su questo punto, in quanto è vero che il potere politico, nel caso specifico l'Ente Regione deve farsi carico di una programmazione che vada al di là di un fatto puramente fiscale o di garanzia previsto dalle banche; rilevo però che vi è un rischio, per cui bisognerà forse contattare periodicamente le organizzazioni sindacali: quello di aumentare i tempi tecnici per la concessione dei crediti agevolati, che sarebbe invece interesse degli artigiani veder ridotti al massimo; la Regione Piemonte, l'Ente pubblico quindi, può si fare una programmazione preventiva; però, può darsi che la banca, ricevuta la pratica approvata, eccepisca per l'impossibilità di avere adeguate garanzie, con ulteriore aumento, dunque, dei tempi tecnici.
Comunque, si potrà, con la collaborazione delle organizzazioni degli artigiani, studiare il modo migliore per ridurre il più possibile i tempi tecnici operativi di questa legge.



PRESIDENTE

Vi sarebbero ora varie interrogazioni presentate dal Consigliere Armella, alle quali non è però possibile dare ora risposta non essendo in aula l'interrogante.
Chiede di parlare in merito il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Mi pare che il Consigliere Armella intendesse rinunciare ad una risposta in aula: credo avesse anzi già detto all'Assessore che si sarebbe accontentato di risposte o spiegazioni scritte, o anche verbali, in privato.



PRESIDENTE

Ringrazio il Capogruppo della Democrazia Cristiana.


Argomento: Comprensori

Interpellanza del Consigliere Gandolfi ed interrogazione del Consigliere Martini sui chiarimenti circa la circolare relativa all'istituzione dei Comprensori inviata ai Comuni del Piemonte e circa il criterio di distribuzione della pubblicazione "I Comprensori piemontesi"


PRESIDENTE

Interpellanza presentata dal Consigliere Gandolfi sui "Chiarimenti circa la circolare relativa all'istituzione dei comprensori inviata ai Comuni del Piemonte". Il presentatore desidera illustrarla? La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Ho voluto, con questa interpellanza, sottolineare una certa perplessità che è emersa in merito alla procedura adottata dalla Giunta nell'invitare i Comuni ad aderire alla creazione dei comprensori.
La proposta di delimitazione dei comprensori inviata ai Comuni si attiene alla ripartizione in aree ecologiche fatta dall'Ires, che già in passato (ricordo alcune discussioni che avevamo fatto alla fine della scorsa legislatura in I Commissione) aveva suscitato molte perplessità.
La ripartizione in comprensori non è un fatto neutro ma dev'essere funzionale ad alcuni obiettivi di programmazione regionale: in particolare mi riferisco alla suddivisione in aree ecologiche della Provincia di Torino. Per la Provincia di Torino era emersa già nell'ambito della I Commissione la convinzione che la dimensione del comprensorio di Torino fosse eccessiva rispetto ad alcuni obiettivi che dovevano puntare all'equilibramento ed alla creazione di poli di equilibrio rispetto a Torino. Si era sottolineata allora l'esigenza che la suddivisione in aree ecologiche fatta dall'Ires venisse rivista tenendo conto della necessità di potenziare al massimo, già in partenza, come fatto di aggregazione comunale e sovracomunale, le altre aree della provincia di Torino, in particolare quelle di Pinerolo e di Ivrea. Altri problemi, poi, di minore importanza erano comunque nati con riferimento ad altre aree ecologiche in altre zone del Piemonte.
Ha sorpreso che la Giunta abbia inviato la ripartizione in aree ecologiche dell'Ires ai Comuni senza un commento, senza una indicazione esplicativa atta a permettere ai Comuni, specialmente ai Comuni delle zone sulle quali c'erano state in passato maggiori discussioni, di arrivare a delle valutazioni, e quindi ad atti di adesione alla proposta della Giunta che fossero un tantino più meditate, che potessero permettere valutazioni più approfondite ed anche possibilmente delle scelte. Devo sottolineare che l'epoca - mi sembra il principio di agosto -- in cui è stata inviata la circolare del Presidente della Giunta avrebbe permesso comunque, pur essendo in presenza di scadenze previste dalla legge istitutiva dei comprensori, una consultazione delle forze politiche, se non altro un approfondimento del problema in I Commissione, per arrivare a sottoporre ai Comuni non un documento così scarno ma un documento che evidenziasse gli aspetti più problematici e permettesse anche ai Comuni valutazioni di carattere più approfondito.
L'interpellanza è stata presentata subito nella speranza che potesse essere discussa in Consiglio più sollecitamente, che si potesse arrivare con una discussione nelle Commissioni consiliari competenti, anche a fornire ulteriori indicazioni in questo senso ai Comuni. Ci rendiamo conto che è passato ormai più di un mese, e che forse, quindi, le scadenze che abbiamo davanti non ci permettono più di riprendere il problema: ma vorremmo conoscere le valutazioni che esprime la Giunta su questo problema e se non è possibile ancora, specialmente, ripeto, per le aree per le quali il problema si pone in maniera più delicata, intervenire, determinare un ulteriore intervento della Regione che permetta una valutazione più attenta, più approfondita di questi problemi da parte dei Comuni.



PRESIDENTE

Poiché l'interrogazione del Consigliere Martini: "Chiarimenti circa il criterio di distribuzione della pubblicazione 'I comprensori piemontesi' e richiesta di copie della lettera circolare 18.8.'75 n. 3198", è sulla stessa materia e ha pertanto lo stesso interlocutore nella Giunta pregherei l'Assessore Simonelli di voler rispondere contemporaneamente all'interpellanza del Consigliere Gandolfi e all'interrogazione del Consigliere Martini. Interpellante ed interrogante potranno poi dichiararsi soddisfatti o meno. La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione

Come i Consiglieri ricordano, la legge sui comprensori, nelle sue norme transitorie, fissava un termine di sei mesi per l'assolvimento di due adempimenti: 1) adesione di massima da parte dei Comuni al sistema dei comprensori così come indicato dalla legge, che è condizione per l'entrata in vigore della legge, adempimento formale necessario per il passaggio alla elezione degli organi del comprensorio, in quanto la norma transitoria stabilisce che la prima costituzione degli organi dei Comitati comprensoriali è subordinata alla espressione di parere favorevole da parte dei Comuni di ciascun comprensorio in misura tale da rappresentare almeno la metà della popolazione residente e almeno un terzo dei Comuni 2) delimitazione dei comprensori, e cioè assegnazione dei singoli Comuni ai diversi comprensori. Questo secondo punto della norma transitoria suona così: "Il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta, e sentiti gli Enti locali, delibera entro lo stesso termine di sei mesi, ai fini della prima costituzione dei comprensori, la ripartizione del territorio regionale".
La nuova Giunta, non appena avuto annuncio dell'approvazione della legge da parte del Governo, si è posto il problema di dare tempestivamente inizio alle procedure di attuazione della legge, per consentire non solo che il termine di sei mesi fosse rispettato, così che i comprensori potessero essere costituiti fin dai primi mesi del '76, ma anche perché si potesse dar luogo in merito al secondo aspetto, quello della delimitazione dei comprensori, entro lo stesso termine, ad un amplissimo confronto, quale il Consigliere Gandolfi ha giustamente auspicato.
Abbiamo però ritenuto che, per poter procedere a questo confronto amplissimo, la Giunta dovesse intanto fare una proposta, come punto di partenza, perché non è possibile muovere dal nulla: è necessario muovere dal dato di fatto da cui siamo partiti tutti discutendo di questa materia cioè esistenza di aree ecologiche individuate dall'Ires, che sono state prese come punto di riferimento per la costituzione dei comprensori. Se non si prendessero le mosse da questo punto fermo, se lasciassimo ai Comuni la facoltà di esaminare essi stessi come devono esser fatti tutti i comprensori, evidentemente ci avvieremmo ad una situazione di caos totale senza possibilità di giungere a conclusioni. Anche perché la legge, senza delimitarli nel dettaglio, individua i comprensori all'art. 2, con il nome del capoluogo, e, nei casi di comprensori multipolari, dei centri che li compongono.
Nella lettera inviata ai Comuni il 18 agosto - un periodo nel quale fra l'altro, non c'era sessione di Consiglio, di Commissione - si dice: "Com'è noto, i comprensori sono stati indicativamente individuati sulla base della ripartizione del Piemonte in aree ecologiche effettuate dall' Ires, di cui si allega copia". Anche perché molti Comuni non conoscono questa delimitazione, non sanno in quale comprensorio e con quali altri Comuni sono stati inseriti, "Tale ripartizione risponde ai criteri a cui è stata informata la elaborazione fin qui svolta dal Piano di sviluppo regionale. I Comuni che intendono proporre il loro inserimento in altro comprensorio - dice la lettera,- anche in base ai rilievi formulati in sede di consultazione sul disegno di legge, prima della sua approvazione dovranno far pervenire le relative proposte alla Giunta Regionale".
Si dà, cioè, per scontato che ci siano delle perplessità, dei dissensi e anche delle proposte precise di modifica delle delimitazioni territoriali dell'Ires, e si fa riferimento proprio a quel che è avvenuto in sede di consultazione, come ricordava il Consigliere Gandolfi, cioè in un momento in cui sono emerse queste indicazioni, per invitare i Comuni a far pervenire delle proposte. Sulla base di queste indicazioni - che devono necessariamente riguardare tutti i Comuni, perché, al di là delle possibilità di consultazione, noi dobbiamo sapere cosa pensano in proposito i 1209 Comuni. La Giunta farà la sua proposta al Consiglio, e in quella sede, evidentemente, verranno poi prese le decisioni ed eventualmente saranno risentiti, accorpati per comprensorio, i Comuni che presentano dei problemi, delle zone che presentano dei problemi.
Noi abbiamo ritenuto opportuno, in prima istanza, dirimere intanto il problema per l'insieme del territorio regionale. Quando vedremo che su 1209 Comuni i problemi di un diverso accorpamento, di una diversa dislocazione ne interesseranno 50, 100, 200 al massimo, avremo intanto risolto gli altri problemi, dei quali non si parlerà più, e potremo concentrare l'attenzione del Consiglio e delle Commissioni, anche attraverso ulteriori consultazioni dei Comuni, solo sulle questioni controverse, cioè su quelle che necessitano effettivamente delle scelte anche di tipo politico, che riguardano le zone di frontiera, soprattutto tra un comprensorio e l'altro.
Che poi i Comuni, o alcuni Comuni, si diano già carico, rispondendo a questa richiesta della Giunta, di cominciare già a vedere il problema in modo globale non può che farci piacere. Per esempio, noi abbiamo ricevuto una lettera del Sindaco di Castellamonte, il quale solleva proprio lo stesso problema che solleva il Consigliere Gandolfi, ma ha inteso la circolare della Regione per quello che è. "E' mia convinzione - egli scrive che i nostri Comuni, ubicati al confine fra i comprensori di Torino e di Ivrea, debbano fare la suddetta scelta tenendo conto non solo del fattore di gravitazione ma anche della possibilità di ottenere una sufficiente considerazione nell'attività pianificatrice e nelle altre attività di questo nuovo istituto. Ritengo pertanto utile una preventiva consultazione fra tutti i Comuni della zona per dare delle risposte omogenee". Altri Comuni si stanno organizzando a loro volta per tenere delle consultazioni insieme sugli stessi problemi. Mi pare, quindi, che si sia innescato un meccanismo che in questa fase dobbiamo necessariamente lasciare ai Comuni anche per l'impossibilità materiale di andare a cercare il confronto diretto con 1209 amministrazioni comunali. Quando avremo limitato l'area dei problemi, su quest'area potremo approfondire insieme il discorso in seno alla Commissione. Questo era lo spirito, lo scopo della lettera.
A questa ha fatto seguito poi una seconda lettera ai Comuni, con la quale si è trasmessa una delibera-tipo. Devo dire che non riteniamo soddisfacente questa procedura, perché abbiamo notato una certa incertezza riceviamo risposte dai Comuni con la richiesta di ulteriori chiarimenti.
Faremo perciò un'altra delibera-tipo, per i Comuni che non hanno problemi di delimitazione di territorio, e quindi che ritengono non solo di aderire alla istituzione del sistema dei comprensori ma sono già in grado di dare il loro parere sul comprensorio nel quale sono inseriti: i Comuni che non hanno problemi di delimitazione di territorio, e quindi che ritengono non solo di aderire alla istituzione del sistema dei comprensori ma sono già in grado di dare il loro parere sul comprensorio nel quale sono inseriti dovranno fare una deliberazione nella quale dicono che aderiscono al sistema dei comprensori e aderiscono al comprensorio di Torino, di Fossano di Cuneo eccetera; i Comuni che invece hanno dei problemi che vogliono discutere, o comunque chiedono un mutamento nella loro collocazione rispetto a quella indicata nel documento allegato, faranno una delibera nella quale, dichiarato, se ritengono, la loro adesione al sistema dei comprensori, chiedono una collocazione diversa da quella prevista nel piano dell' Ires. Questo perché il problema sia chiarissimo agli Amministratori Comunali che devono fare le loro scelte.
La preoccupazione che ci ha mosso è stata evidentemente quella di non lasciar perdere alcun tema, ma anzi di arrivare a quel confronto che il Consigliere Gandolfi ha auspicato, sulla cui opportunità la Giunta concorda, che dovrà essere molto attento e fatto fra le forze politiche nelle Commissioni, forse non solo nella prima ma anche nella seconda, o magari nella prima e nella seconda congiunte, sulla base di un pronunciamento dei Comuni che, ripeto, ci consenta di mettere a fuoco solo i problemi che saranno evidenziati, evitando di discutere di nuovo su tutti i 1209 Comuni.
Mi pare di avere così risposto anche alla prima parte della interrogazione del Consigliere Martini, in cui si chiedono chiarimenti in ordine a questa lettera, che, ripeto, è stata poi seguita da una seconda con la quale si trasmetteva una bozza di delibera-tipo, e che sarà seguita da una terza per un ulteriore chiarimento di questo problema, in cui si precisa che due sono i momenti distinti nei quali i Comuni sono chiamati a pronunciarsi: l'adesione al sistema delineato dalla legge, che prescinde dalla collocazione nei singoli comprensori, partitamente la collocazione nel comprensorio. Occorre chiarire che i momenti sono due, che le richieste che la Giunta ha fatto sono due, anche perché la grande maggioranza dei Comuni non hanno il secondo problema: per essi basta una delibera di adesione, non discutono la delimitazione effettuata sulla base delle aree ecologiche.
Per quanto riguarda, invece, la seconda questione sollevata nella interrogazione del Consigliere Martini, non sono in grado di dare una riposta precisa, quantificando i termini. Chiede il Consigliere Martini quale criterio di distribuzione sia stato adottato per la pubblicazione "I comprensori piemontesi", inviata ad un numero ridotto di Comuni e non ancora recapitata ai Consiglieri Regionali. Non sono in grado di dargli delle risposte precise in ordine alle quantità per la semplice ragione che la pubblicazione "I comprensori piemontesi" non è stata edita dalla Giunta ma dal Consiglio Regionale, tra l'altro nella prima legislatura, quindi credo dall' Ufficio di Presidenza del primo Consiglio. La prassi seguita per questa come per altre pubblicazioni è comunque di approntare diverse migliaia di esemplari e di farne pervenire copia a tutti, credo, i Consiglieri Regionali, ciò che penso sia stato fatto, forse successivamente alla presentazione della sua interrogazione (può darsi che lei l'abbia ricevuta solo in un secondo tempo, probabilmente perché in prima istanza è stata inviata ai Consiglieri uscenti, visto che se n'è occupato il vecchio Ufficio di Presidenza, ed inoltre ai Comuni, alle forze politiche che ne fanno richiesta, agli Enti locali e via dicendo). Tra l'altro, è consuetudine che queste pubblicazioni siano inviate in svariate centinaia di copie ai Gruppi consiliari, i quali poi le distribuiscono a loro criterio agli amministratori periferici, ai quadri amministrativi e così via. Ma non vorrei prevaricare rispetto ad un problema che non è di Giunta arrogarmi il titolo ad una risposta che non mi compete, e che, se lo riterrà opportuno, nelle sedi e nei modi idonei, potrà dare l'Ufficio di Presidenza.
Per quel che ne so, questa è la situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Devo far rilevare che la risposta della Giunta su questo punto è contraddittoria. Non si può sostenere che la lettera inviata ai Comuni sia stata una richiesta di adesione di massima al sistema dei comprensori visto che in certe frasi lette dall'Assessore Simonelli si chiede invece ai Comuni di pronunciarsi di fatto sulla ripartizione in aree ecologiche dell'Ires.
Quale sarebbe stata la procedura corretta? Chiarire bene ai Comuni che si trattava di una richiesta di adesione di massima al sistema dei comprensori, senza metterli ancora di fronte ad una proposta di ripartizione, rimandando cioè il discorso della ripartizione alle consultazioni che il Consiglio Regionale avrebbe poi fatto al momento di assumere la delibera; oppure, quella opposta, di partire subito con una discussione nelle sedi competenti del Consiglio sulla delimitazione, o su una proposta già sufficientemente definita di delimitazione dei comprensori, da inviare ai Comuni come proposta formale del Consiglio Regionale, con delle motivazioni, il più Possibile precise e approfondite di obiettivi di programmazione regionale che si collegavano a questa proposta di ripartizione.
La Giunta ha finito con l'adottare una via intermedia fra l'uno e l'altro metodo, il che mette fra l'altro in grave imbarazzo i Comuni specialmente i piccoli Comuni, Perché la Giunta non propone un discorso di programmazione regionale che sia di orientamento per le scelte: invia un documento che ha tutti i caratteri per essere una proposta precisa della Giunta di ripartizione dei comprensori e mette molti piccoli Comuni nella pratica impossibilità addirittura di pronunciarsi su delle scelte opzionali. Il caso del Comune di Castellamonte lo conosco, l'ho seguito, ma è un Comune di una certa dimensione.



RIVALTA Luigi, Assessore ai piani comprensoriali

Si può dire: comprensorio di Torino, comprensorio di Ivrea.



GANDOLFI Aldo

Quando la Giunta manda un documento che di fatto viene interpretato dai Comuni come proposta di ripartizione sostenuta dalla Regione è molto difficile che un Comune di 500-700-1000 abitanti possa arrivare a formulare delle valutazioni di carattere generale che lo portino a sostenere che la sua collocazione deve andare piuttosto nel comprensorio di Torino che in quello di Ivrea, o piuttosto in quello di Pinerolo che in quello di Torino.
Quello che dobbiamo far rilevare - siamo Peraltro forse ancora in tempo, se la Giunta deve ancora fare una circolare ai Comuni - è che noi in questo momento, chiediamo, in sostanza, ai Comuni una adesione di massima al sistema dei comprensori; la definizione delle questioni marginali per queste zone ma abbastanza importanti nel complesso dei problemi della programmazione regionale verrà affrontata in una fase successiva.
Io pregherei la Giunta di adottare questo tipo di criterio, perché ci sono dei problemi, non irrilevanti, almeno per alcuni comprensori particolarmente in provincia di Torino, che vanno chiariti e rispetto ai quali è importante non mettere dei piccoli Comuni nella pratica impossibilita di assumere orientamenti, tenuto conto del tono e della impostazione della prima circolare.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Martini



MARTINI Mario

Anche se la mia interrogazione era finalizzata ad un altro scopo, che mi permetterò poi di evidenziare, dichiaro di accettare in linea di massima la prassi possibilistica seguita dalla Giunta, perché ad un certo punto bisogna pur scegliere, visto che ci sono dei limiti imposti dalla stessa legge regionale istitutiva dei comprensori. Però, è evidente che esiste, e va tenuto presente e valutato, il problema di Comuni che si trovano in zone marginali e che in questo momento sono in condizione di fare soltanto delle scelte, direi, a livello puramente sentimentale, perché non hanno avuto la possibilità di un confronto quanto meno sulle prospettive che la Regione offre loro per invitarli ad inserirsi in questo o in quell'altro comprensorio. Ciò emergerà dalle risposte che verranno anche dai Consigli comunali. In quelle zone di confine, normalmente, vengono a scontrarsi delle ipotesi di scelte di sviluppo che sono poi le ipotesi più interessanti ed importanti. Normalmente la scelta è tra l'inserimento in un certo contesto economico-sociale tradizionale e l'inserimento, in prospettiva, in un contesto dove la proiezione in senso positivo della maturazione economica- sociale era vista finora soltanto a livello di industrializzazione. Sappiamo che è un parametro che non può assolutamente essere preso come parametro fisso e da solo assolvente, in questo senso, di maturazione sociale.
Però, ripeto, il punto focale della mia interrogazione era un altro, e ci tengo ad evidenziarlo. L'Assessore, in proposito, si è trovato in difficoltà a darmi una risposta, in quanto Assessore, perché la domanda interessa- va soprattutto l'attuale Presidente della Giunta, che prima era Presidente del Consiglio. Nel senso che la distribuzione dei testi era stata fatta dalla precedente Presidenza del Consiglio.
Mi permetterei di sottolineare i motivi basilari della mia interrogazione, che sono motivi rivolti a chiarire la metodologia dell'informazione, sia dell'informazione interna sia di quella esterna al Consiglio.
Abituato ad un ambiente diverso, dove certi rilievi non sono mai stati fatti (quando ero Presidente dell'Amministrazione provinciale di Cuneo non mi sono mai stati fatti dalle minoranze, in quanto vi era la massima possibilità di informazione), quando sono entrato in quest'aula ho sentito avanzare lamentele per una non adeguata informazione del Consiglio. Ho cercato allora di vedere se nella metodologia ora seguita fosse rispecchiato un mutamento di indirizzo in questo campo. Ho così preso in esame la circolare inviata dal Presidente della Giunta a tutti i Sindaci relativa all'istituzione dei comprensori. Ma ai comprensori sono interessate anche le Province, anche i Presidenti delle Comunità montane che in quanto tali entrano nei comprensori con voto consultivo. Quindi quanto meno, bisognava anche avvisare, e informare di questo inizio di attività anche questi enti. Nello stesso tempo ritengo che i Consiglieri avrebbero dovuto essere direttamente interessati, perché è per lo meno sconcertante, spostandosi nell'ambito regionale, vedersi presentare delle circolari della Giunta. Non dico che tutte le lettere che partono dalla Giunta Regionale debbano essere notificate anche ai Consiglieri, ma dovrebbero esserlo quanto meno quelle che danno l'avvio all'attuazione di una legge, perché essi possano essere preparati a dare in merito proposte esaurienti, anche per quel senso di dignità e di rispetto che ognuno di noi deve avere non solo per se stesso ma anche per la credibilità dell'ente che è chiamato a rappresentare.
Ho visto che, ad esempio, le norme attuative della legge che stabilisce particolari benefici ed interventi nel settore del commercio sono state spedite a diversissimi enti e categorie interessate, ma con in testa l'indirizzo: "A tutti i Consiglieri Regionali". Mi pare che questa sia una forma corretta.
Ritengo che dalla denuncia che è stata fatta, di una non corretta informazione per il passato, si debba passare ad una proposta di metodologia di informazione. Solo così faremo quanto meno un passo avanti ed ognuno di noi potrà dire la sua parola e dare un proprio giudizio sull'impostazione che viene proposta.
C'é poi anche il problema dell'informazione all'esterno del Consiglio.
Io mi sono anche lamentato in proposito. Chi mi ha risposto è stato, per la verità, estremamente cortese, perché poteva replicarmi che le pubblicazioni erano presso la sede del mio Gruppo: di questo io, nuovo dell'ambiente, non mi sono reso conto che in ritardo, quando avevo già presentato la mia interrogazione. Comunque, si tratta di pubblicazioni costose, e noi abbiamo il dovere, tutti assieme, di trovare il modo di spendere bene il denaro e soprattutto di rendere efficiente questo nostro servizio di informazioni.
Faccio questa osservazione anche perché in questa sede, e non soltanto in questa sede, sono stati sollevati problemi di questo genere: moralizzazione della vita pubblica, necessità di spendere bene il denaro pubblico. Quando si tratta di distribuire delle pubblicazioni, di arrivare ad una informazione all'esterno del Consiglio Regionale, è necessario seguire dei criteri che garantiscano che non avvengono sprechi. Dico questo non soltanto per motivi di efficienza, alla quale sono interessato come tutti voi, ma anche per moralità nella gestione della spesa pubblica; moralità nella quale profondamente credo. Io mi auguro che dalla Giunta o dal Consiglio, a seconda delle competenze (perché le pubblicazioni, a meno di una trasformazione rispetto al passato, sono informazioni della Giunta e informazioni del Consiglio che vanno all'esterno) mi verrà offerta una metodologia di riferimento.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, non ho finora interloquito anche perché l'argomento da lei sollevato è di particolare interesse. Però, fino a quando avr l'incarico di presiedere questa assemblea farò del mio meglio per far rispettare il regolamento che ci siamo fissato. Devo quindi farle presente che lei sta superando di gran lunga i cinque minuti concessi ad un interrogante per esprimere la sua soddisfazione o meno per la risposta ricevuta. Prosegua pure, ma abbia la cortesia di tener conto di questo richiamo.



MARTINI Mario

Mi avvio senz'altro alla conclusione facendo una denuncia che mi sembra doverosa e connessa alla interrogazione che ho presentato. Perché c'è anche un'etica della informazione alla quale ciascuno di noi è tenuto. Mi spiace dover dire che recentemente, nel convegno dell'ANCI regionale, il rappresentante ufficiale della Regione Piemonte,Assessore Bajardi intervenuto per conto non so se del Consiglio o della Giunta (ma rientra anche questo nell'etica dell'informazione), ha dato una informazione che non risponde al vero quando ha affermato, in polemica con un rappresentante di un Comune del Piemonte, che il Consiglio Regionale ha risparmiato settecento milioni togliendo decine di macchine e di autisti agli amministratori.
Anche per questo io mi riservo di fare eventualmente una interpellanza per avere una risposta globale sul sistema di informazione, che la Giunta intende seguire per differenziarsi dai sistemi precedentemente adottati.



PRESIDENTE

Sulle questioni sollevate dalla interrogazione del Consigliere Martini ha chiesto di fare delle dichiarazioni il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Signori. Consiglieri, le dichiarazioni che ha reso il Consigliere Martini per certo verso possono essere qui colte anche per alcune spiegazioni.
Per quanto riguarda l'informazione, debbo dire che la nuova Giunta, per la prima volta, ha trasmesso tutte le deliberazioni del passato quinquennio al Consiglio a titolo di informazione e trasmette preventivamente l'ordine del giorno della Giunta, unitamente a tutte le deliberazioni, appena queste sono assunte. Vorrei anch'io che queste deliberazioni fossero trasmesse direttamente ai Consiglieri; ma il compito della Giunta non è quello di dialogare direttamente con i Consiglieri, perché questo spetta al Consiglio, al Parlamento regionale, ed al Parlamento regionale la Giunta trasmette tutte le notizie e tutte le informazioni che possano essere di qualche utilità nell'esercizio del mandato. Così come sono trasmesse le circolari: circolari che peraltro, Consigliere Martini, sono pubblicate sul bollettino ufficiale della Regione Piemonte, e che vengono messe a conoscenza, attraverso anche il bollettino, di chiunque possa averne interesse.
Le sue parole di invito alla moralizzazione, di denuncia, debbono dunque riguardare specificamente un fatto, che vorrei lei lo citasse qui Non basta dire genericamente: io denuncio, bisogna dire quale fatto si denuncia.
Anche per la distribuzione dei cosiddetti, "quaderni d'informazione" si segue una metodologia precisa. All'interno del Consiglio (non spetta a me in questo momento, perché per quanto mi riguarda è il passato) sono stati distribuiti prima ai Gruppi che ne facevano richiesta, poi ai Consiglieri, alle comunità locali, ai Partiti. Perché dobbiamo rilevare per prima cosa, che evidentemente sono le forze politiche che hanno più interesse a studiare i problemi, e sono anche le forze politiche quelle che promuovono costantemente e portano avanti questi problemi. Quindi, dobbiamo dire che sempre ogni pubblicazione del Consiglio è stata correttamente inviata direttamente a queste forze: all'interno del Consiglio ai Gruppi ai Consiglieri che ne hanno fatto richiesta, alle istituzioni locali, ai Partiti politici; un arco, mi pare, sufficientemente vasto, tale da permettere di dire che l'informazione è andata a fondo.
Se si vuole poi obiettare sul fatto che in qualche festival sia stato allestito anche uno stand della Regione (è questo probabilmente che più la infastidisce), le devo dire che, secondo me, questa, che sia la Giunta sia l'allora Ufficio di Presidenza hanno seguito , è una gran bella iniziativa: perché il fatto di far conoscere le attività della Regione e la Regione stessa rientra, va esattamente nei compiti istituzionali della Regione.
Respingo quindi nettamente, perché non sostenuta neppure da un fatto la sua denuncia. Lei deve esporre qui un fatto che abbia portato sia la Giunta sia il precedente Consiglio a non comportarsi correttamente in rapporto a questi problemi.
Per quanto attiene alla circolare, è stata inviata a tutti i Comuni, è stata pubblicata, è stata inviata al Consiglio Regionale come tale. Se il Consiglio è disposto a spogliarsi delle sue prerogative e invita la Giunta a dialogare con i singoli Consiglieri, evidentemente questi atti potranno essere anche rimessi direttamente, ma è cosa che, anche se me ne fosse data occasione e competenza, non accetterei: perché vi è una divisione di compiti che abbiamo già stabilito, e quindi praticamente la Giunta non potrà mai far questo. La Giunta dialoga con il Consiglio, rimette al Consiglio ogni atto; il Consiglio rimette alle Presidenze dei Gruppi ed ai Gruppi questi atti; all'interno dei Gruppi le singole forze politiche dialogano e si informano. Il resto mi pare sia stato del tutto chiarito.
Respingo quindi nettamente la sua denuncia, fin quando non vi sarà una prova non potremo considerare quanto lei ha detto minimamente rispondente al vero.



(Il Consigliere Martini chiede di poter interloquire nuovamente)



PRESIDENTE

Indubbiamente la discussione che si è aperta è interessante, credo anzi di poter annunciare senz'altro che i problemi più di fondo che sono stati ora sollevati dovranno essere esaminati dal Consiglio (già è cominciato da parte della Commissione Regolamento il lavoro per addivenire ad un secondo Regolamento del Consiglio Regionale, ed è già allo studio dell'Ufficio di Presidenza un apposito disegno di legge per l'attuazione piena, in tutti i suoi dettagli, dell'art. 8 dello Statuto, inerente l'informazione).
Se io concedessi ora a lei di parlare nuovamente, e qualche sua osservazione comportasse l'intervento di un altro Assessore, finirebbe con essere stravolto tutto l'ordine del giorno della seduta.



MARTINI Mario

Credo che la parola debba essermi comunque concessa per fatto personale.



PRESIDENTE

La invito però ad attenersi strettamente al fatto personale.



MARTINI Mario

Respingo recisamente l'interpretazione che è stata data dal Presidente della Giunta al mio intervento. Io ho fatto una denuncia in modo specifico citando nome e cognome; le altre denunce le ho fatte invece in un contesto molto più generale.



PRESIDENTE

L'incidente è chiuso. Passiamo alla risposta ad altre interrogazioni.


Argomento: Albo professionale agricolo

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello e Chiabrando sulla grave situazione dei produttori latte nella provincia di Torino; richiesta di chiarimenti circa le misure che la Giunta intende adottare


PRESIDENTE

C'è una interrogazione urgente dei Consiglieri Bertorello e Chiabrando che suona in questi termini: "Grave situazione produttori latte della provincia di Torino, richiesta di chiarimenti circa le misure che la Giunta intende adottare" . Risponde l'Assessore Ferraris.



FERRARIS Bruno, Assessore all'agricoltura e foreste

L'interrogazione, se non sbaglio, si riferisce al mancato pagamento del latte da parte della Centrale di Torino ad alcune cooperative.
Il problema, come avrete appreso anche dalle notizie dei giornali di questa mattina, si sta ingrossando ed è in continua evoluzione: se avessi dovuto rispondere ai Consiglieri interroganti giovedì scorso, avrei detto cose diverse da quelle che dirò adesso, e probabilmente fra qualche giorno ci saranno altre variazioni.
Per il fatto specifico del pagamento del latte a quelle quattro Cooperative, è stata data giorni fa assicurazione che, pur permanendo le difficoltà della Centrale, che, tra l'altro, l'hanno portata a chiedere l'aumento del prezzo e ad aprire quindi una certa questione, quelle specifiche interne che avevano bloccato i pagamenti erano in via di superamento, per cui sarebbe stato emesso martedì 30 settembre un pagamento di 21 milioni, riferito al credito di tutto luglio e di una prima parte di agosto. Mi pare che questo dato di fatto sia riconosciuto anche da alcune delle cooperative che sono state ancor ieri contattate.
Successivamente, martedì, c'è stato un ultimo incontro, al quale ho partecipato, quello su cui riferiscono i giornali di questa mattina. Nel corso di questa riunione vi è stata una marcia indietro da parte di alcuni dirigenti della Centrale rispetto a quella intesa che sembrava si fosse ormai avviati a definire, nel senso di esaminare il problema dell'aumento del prezzo che chiede la Centrale in un quadro diverso e in collegamento alla legge regionale per la costituzione delle associazioni di produttori e soprattutto alla parte che si riferisce alla determinazione del prezzo del latte (operazione che vorremmo portare in porto entro questo mese e per la quale si sta lavorando), rinviando quindi tutto il discorso alla fine del mese, per esaminare tutti i problemi di carattere contingente, che si riferiscono ai prezzi, alle garanzie di occupazione, e incominciare ad impostare un discorso di prospettiva sul futuro di questa struttura che noi riteniamo debba essere salvaguardata, debba essere collegata ad altre strutture che operano nel settore, perché concorra a definire quel sistema regionale delle Centrali del latte che è stato più di una volta prospettato agli Assessori precedenti, alle precedenti Giunte dalle organizzazioni dei produttori e dalle organizzazioni sindacali, attraverso un documento comune. Tutto torna dunque in alto mare, salvo la questione del pagamento che dovrebbe essere stato comunque fatto, almeno per quanto riguarda luglio e la prima parte di agosto.
Già vi sono state per questa questione parecchie riunioni congiunte (l'Assessore al Commercio della Regione e quello dell'Agricoltura assieme all'Assessore dell'Agricoltura della Provincia, assieme all'Assessore ai problemi dell'Annona del Comune di Torino), e ad alcune ha partecipato personalmente lo stesso Sindaco di Torino. Nei prossimi giorni si dovrà affrontare la nuova situazione, riconvocando tutte le parti, le organizzazioni professionali, quelle che rappresentano i lavoratori, per trovare una soluzione che sia valida e garantisca il ritiro del prodotto dai produttori e il suo pagamento, che garantisca i livelli di occupazione e soprattutto il rifornimento al più presto di questo prodotto alla cittadinanza.
Queste le informazioni che sono in grado di dare. Sarò più preciso prossimamente, poiché credo che questa materia meriti un'ampia discussione in sede di Commissione e successivamente anche di Consiglio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro

Non posso certamente dichiararmi soddisfatto della risposta dell'Assessore. Con il denunciare che questa situazione si sta aggravando come i giornali fanno quotidianamente, io ritengo che attorno a questo problema si stia sollevando un grosso polverone, cioè lo si stia dimensionando al di là del giusto, volendo, con riunioni e contatti continui, salvaguardare un po' tutto, l'occupazione, il prezzo al consumo il prezzo alla produzione eccetera, elementi, secondo me, difficilmente conciliabili.
A mio avviso è necessario prima di tutto fare una scelta, quella di garantire la corresponsione del prezzo vecchio ai produttori. Il prezzo del latte equivale per i produttori al salario: se ad ottobre è stato corrisposto soltanto quanto dovuto per il mese di luglio e per una parte di quella di agosto è facile comprendere la difficoltà e il disagio che viene a crearsi in campagna. Nell'affrontare questi problemi, si deve dare la priorità alla salvaguardia del vecchio prezzo del prodotto, rinviando il discorso più generale dell'aumento, che dovrà essere fatto tenendo conto ovviamente del prezzo al consumo, dell' occupazione e via dicendo. Quindi io raccomando vivamente di tenere nella massima evidenza e considerazione prima di tutto il pagamento del prezzo vecchio del latte al produttore, che ha sacrosanto diritto di riceverlo tempestivamente dato che questo costituisce appunto il suo salario.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Cerchio sull'attuazione della legge regionale sui trasporti pubblici relativamente al consorzio dei Comuni del Chierese


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione del Consigliere Cerchio: "Attuazione della legge regionale sui trasporti pubblici relativamente al Consorzio dei. Comuni del Chierese".
Risponde l'Assessore Bajardi.



BAJARDI Sante, Assessore alla viabilità e trasporti

E' noto ai Consiglieri, in modo particolare al Consigliere Cerchio, che il problema della pubblicizzazione dei trasporti nel Chierese si è presentato nel 1974, come riflesso nella vita del nostro Consiglio Regionale, quando si discusse il problema dell'aumento delle tariffe dei trasporti in Piemonte.
Nel maggio '74 la Regione, tramite l'Assessorato competente, espose le spese presumibili di una organizzazione diversa del servizio sia tramite la pubblicizzazione sia tramite la gestione; gestione che si pensava di poter affidare all'ATM di Torino con gestione autonoma dei capitoli di spesa.
Furono indicati anche i contributi che la Regione avrebbe potuto accordare con le leggi in vigore e fu prospettata una ripartizione del disavanzo residuo fra i Comuni, E' noto, pero, che i Comuni minori del Chierese avanzarono perplessità di fronte a questa ipotesi di ripartizione.
Successivamente, nel marzo '75, soprattutto da parte del Comune di Chieri fu ripreso il discorso e avvennero colloqui fra l'Assessorato, le Province interessate e l'Assessore Vigliano, del Comune di Torino. Ma non si pervenne a conclusioni operative.
Nel frattempo, il Comune di Chieri, per risolvere autonomamente alcune esigenze locali, nell'aprile '75 istituiva il servizio intercomunale, con servizio urbano in Chieri, tra via Borgo Madonna della Scala-Chieri-Airali Chieri, per il quale la Regione dava un contributo di tre milioni all'acquisto di tre autobus, per un valore di 48 milioni.
Cosi riassunti i fatti, la Giunta afferma la propria disponibilità, in coerenza con l'interrogazione avanzata, affinché il problema dei trasporti nel Chierese sia affrontato in modo adeguato e rapido. Ciò vuol dire: 1) tener conto dell'inizio di avvio della istituzione dei comprensori ai quali è augurabile siano affidate funzioni e deleghe. In tal senso intende muoversi l'Assessorato, in tal senso l'Assessorato, assieme al Dipartimento, ha riferito ieri alla II Commissione 2) varrà la pena di riflettere sulla ipotesi a suo tempo avanzata, e ricordata dal Consigliere Cerchio, relativa alla creazione di un consorzio apposito dei Comuni del Chierese, la cui costituzione, per poter produrre atti giuridicamente validi di tipo amministrativo, dovrebbe attendere l'approvazione del suo statuto, cosa che si protrarrebbe certo nel tempo sei mesi, un anno -, il che ci induce a considerare, senza escludere a priori l'approdo ad una istituzione consortile che si dovrà verificare, la ricerca di una soluzione transitoria di tipo convenzionale (cosa gia in atto in altre zone, potrei citare l'Astigiano) tra i Comuni interessati coinvolgendo anche la Provincia.
La Giunta auspica pertanto una ripresa di contatto tra i vari Enti territoriali che permetta di accertare gli orientamenti che possono essere emersi nelle assemblee dopo il loro recente rinnovo (ciò può valere in particolare per il Comune di Torino) e in secondo luogo di decidere sulle forme concrete con cui organizzare l'intervento della Regione a sostegno degli orientamenti che emergeranno. Nella ipotesi che la Giunta non si augura, che non si raggiunga l'unità degli intenti degli Enti locali interessati, la Giunta non rinuncerà ad un intervento più puntuale per corrispondere alla attese delle popolazioni del Chierese.
La Giunta è pertanto disponibile a raccogliere tutti i contributi e suggerimenti, in primo luogo dei Consiglieri, non solo per quanto concerne il Chierese ma tutte le altre zone in cui sono più vistosamente evidenti le carenze di funzionamento del sistema dei trasporti, affinché si possa con la massima sollecitudine dare soddisfazione alle attese delle popolazioni non solo del Chierese ma anche delle altre zone del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola, per la replica, al Consigliere Cerchio.



CERCHIO Giuseppe

Ringrazio l'Assessore Bajardi per la sua risposta. Non ho nulla da obiettare in ordine alle ipotesi relative al Chierese e alla soluzione dei problemi di trasporto, di una pubblicizzazione del servizio. Ho qualche perplessità in ordine alla evidente mancanza di una regia da parte dell'Ente Regione, in questi mesi, su un problema così importante, che era stato, direi, quasi quotidianamente all'ordine del giorno per un anno da parte dei Comuni, degli Enti locali minori del Chierese, in una collaborazione che aveva visto impegnati prima la Regione Piemonte successivamente anche il Comune di Torino - mi pare che molto meno impegnata sia stata la Provincia, dal che l'invito all'Assessorato alla Regione non solo a chiamare in causa la Provincia attraverso disamine critiche sulla mobilità delle persone, convegni, atti, ma a tradurre una partecipazione operativa, e quindi anche percentuale, della Provincia nel coinvolgimento di queste forme o di consorzio o comunque di partecipazione attraverso anche l'ipotesi del comprensorio, com'è stato indicato.
Sappiamo tutti che il caso del Chierese è "patologico". Un recente studio fatto a Chieri indica che il 40 per cento della popolazione di Chieri si sposta, e lo stesso dicasi per il 37 per cento di quella di Pino per cinque giorni la settimana. Non essendo possibile un trasferimento per ferrovia per gli ovvi motivi del ramo secco di Chieri (la lentezza, gli orari scomodi, la qualità del prodotto offerto, il cambio di Trofarello) l'unica forma di trasferimento non su mezzi privati dei pendolari è la filovia privata dell'Autoindustriale Vigo, periodicamente bloccata dagli utenti e dai sindacati per i prezzi altissimi che pratica, che non hanno alcun riscontro in altri mezzi di trasporto, per l'affollamento, per la scomodità dei mezzi e la loro insicurezza.
A mio avviso, la Regione deve assumere sollecitamente la regia di questa iniziativa, soprattutto del coinvolgimento degli altri organismi.
Giustamente l'Assessore rilevava la non disponibilità di certi piccoli Comuni (non parlo ovviamente di Chieri, che ha 33 mila abitanti, e neppure di Pino, che ha ormai raggiunto i 10 mila, ma della maggior parte degli altri Comuni del Chierese, che hanno una media variante dai 300 abitanti ad un massimo di 800-900) a partecipare ad un consorzio, con spesa che per amministrazioni con bilanci di dieci milioni ed anche meno comporta un grosso problema. Si dovranno trovare, evidentemente, delle formule che possano tradurre questa pubblicizzazione del servizio in termini di acceleramento della soluzione del problema. E io invito l'Assessorato a farsi carico proprio della regia di queste cose, specie sotto l'aspetto del coinvolgimento di responsabilità. Per quanto concerne la presenza e la partecipazione degli Enti locali minori, questa esiste, e avremo modo di concordarne i termini tecnici ed operativi.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione del Consigliere Borando sulla situazione del personale regionale trasferito e comandato


PRESIDENTE

Passiamo alla interrogazione del Consigliere Borando: "Situazione del personale regionale trasferito e comandato".
Risponde il Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

L'interrogazione del Consigliere Borando verte su un argomento che noi consideriamo della massima importanza: la situazione del personale alla Regione Piemonte. Già in sede di programma e di dichiarazioni abbiamo evidenziato come questo problema sia prioritario rispetto ad ogni altro perché riteniamo che l'inquadramento, la legge per le strutture, la maggiore responsabilizzazione del personale, una migliore sistemazione economica consentirebbero una maggiore efficienza, una migliore operatività all'interno della istituzione.
Entrando più specificamente nell'argomento, informo il Consigliere Borando che sono stati inquadrati e sistemati totalmente 520 avventizi sono stati altresì inquadrati 342 dipendenti provenienti dallo Stato trasferiti o comandati, di cui 48 con la qualifica di dirigente di settore (i dirigenti di settore erano 49: quindi hanno ottenuto l'inquadramento nella quasi totalità, fatta eccezione per uno), 104 con la qualifica di caposervizio, 189 con la qualifica di capoufficio, uno con la qualifica di segretario.
Totalmente, abbiamo una situazione del personale della Regione che investe 1516 dipendenti, alla data odierna 1470 (il numero varia continuamente, in quanto vi sono dimissioni, o pensionamenti, quasi ad ogni settimana), di cui 862 erano avventizi che hanno trovato collocazione definitiva a mezzo di un esame e 342 erano elementi provenienti dallo Stato o da altri Enti locali, ai quali e stato dato regolare inquadramento.
Sono state annullate 426 delibere per mancanza di requisiti per l'inquadramento di cui al combinato disposto degli art 4 e 65 della legge regionale n 22. Cosa vuol dire? Che si faceva riferimento ad un titolo di studio, come il Consigliere Borando sa, che invece trovava collocazione a livello superiore al momento del primo inquadramento, in base a quanto aveva disposto la Commissione paritetica, che non ha però trovato accoglimento da parte della Commissione di controllo per gli atti regionali. Ne sono state annullate 179 per la parte inerente alla ricostruzione economica della carriera (lei sa anche che nonostante la Commissione paritetica e la Giunta precedente avessero stabilito un certo tipo di rapporto, il meccanismo della ricostruzione non ha trovato accoglimento da Parte del Commissario di Governo). Per 43 vi è stata approvazione subordinata all'accertamento da parte dell'Amministrazione regionale dei requisiti per l'inquadramento. Rimangono 54 deliberazioni che possono considerarsi riproponibili, in quanto bloccate per osservazioni circa i documenti, circa la documentazione della ricostruzione della carriera o comunque di idoneità per certi titoli.
Ciò significa che alla fine del mese di ottobre, o comunque ai primi di novembre, avranno finalmente trovato collocazione nei ruoli regionali, nel complesso 910-915 dipendenti. In conseguenza, sui 1516 per cui scatta la legge di inquadramento restano 600 dipendenti per i quali non vi è ancora inquadramento nè alcun altro provvedimento definitivo.
A questo punto si presentano dei problemi. Riproporre le delibere annullate è assolutamente impossibile: contro l'annullamento non c'è altra possibilità che il ricorso eventuale al TAR. Un altro rimedio potrebbe essere quello di cui si era già parlato a suo tempo (anzi, su questo punto mi pare fosse già intervenuto un rinvio da parte del Governo): un disegno di legge atto a modificare il meccanismo per quel che concerne il primo inquadramento, nel senso che per i trasferiti e i comandati si fa riferimento, in primo inquadramento, non soltanto al titolo di studio bensì, per una certa parte, anche alle funzioni; o altri meccanismi per i quali l'equiparazione di provenienza dallo Stato o dagli Enti locali possa consentire il livello superiore. Si ripropone altresì un disegno di legge atto a recepire un diverso meccanismo di ricostruzione della carriera.
Vi sono poi dei problemi minori che attengono a docenti delle scuole professionali, che emergono anche dal disegno di legge che è stato già inoltrato dalla Giunta al Consiglio. Lei conosce, Consigliere Borando tutta la storia dei docenti delle scuole professionali. Per molti di essi evidentemente non vi era alcuna speranza di inquadramento, sulla base del criterio di selezione legato al titolo di studio: un ebanista, un insegnante di sartoria, un insegnante di falegnameria, di meccanica, che erano artigiani trasformatisi via via in insegnanti, non disponevano certo del titolo di studio richiesto per il livello nel quale la Commissione paritetica aveva proposto di collocare questi dipendenti.
Resta, certo, un problema di fondo a cui dobbiamo far richiamo (ne abbiamo già discusso, sia pur brevemente, nella sede dei Presidenti dei Gruppi): questo provvedimento deve in primo luogo trovare accettazione nell'unanimità del Consiglio, in secondo luogo deve trovare sostanziale accoglimento da parte del Governo. Non si tratta di qualcosa che spunta isolatamente nel contesto delle Regioni italiane, perché questi principi sono già stati affermati: la Lombardia, l'Emilia Romagna o la Toscana, per citare qualche caso, negli anni passati hanno recepito in atti legislativi questo principio, di consentire nel primo inquadramento, data la diversità della provenienza (perché bisogna tener conto che nella provenienza ci sono Enti locali, Comuni, Province, e quindi ciò comporta una diversità nel meccanismo scattato a favore di ciascuno di questi dipendenti) il raggruppamento in un unico principio che consenta un adeguamento. Certo l'unanimità delle forze politiche rispetto a questo problema è una delle condizioni essenziali per ottenere l'approvazione di questa procedura eccezionale.
Il disegno di legge è già stato trasmesso, credo sia già davanti alla competente Commissione: la Giunta si augura che sia approvato dal Consiglio e favorevolmente accolto dal Governo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Borando. Ne ha facoltà.



BORANDO Carlo

Ringrazio il Presidente della Giunta di aver voluto dare una spiegazione ampia ed esauriente, oltre a ragguagliare il Consiglio sulla situazione dei dipendenti.
Dai dati che sono stati enunciati si rileva che purtroppo una parte di personale, circa seicento persone, non ha ancora trovato sistemazione definitiva. Non parlo per muovere colpe ad alcuno, amici miei, perché so bene quale sia stato il travaglio della Commissione paritetica che per conto della Giunta ha trattato questi problemi: dico però che mi pare doveroso e giusto preoccuparsi di dare una collocazione ben definita anche a questo personale. Occorre agire in profondità e con estrema determinazione per approntare un dispositivo legislativo che sia accettato e che consenta l'applicazione dei meccanismi che si intendono adottare.
E' evidente che se ci si limita a considerare i titoli di studio basta classificare questi e si saprà se con un titolo di studio si può essere qualificati in un modo piuttosto che in un altro. Qui, trattandosi della impostazione di un Ente creato ex novo con gente fatta affluire da ogni direzione, trasferita, comandata con gradi diversi, con necessità di operare in fretta, perché bisognava avviare un certo lavoro, nell'esame di ognuno di questi dipendenti non ci si è limitati al titolo di studio ma si è anche tenuto conto delle funzioni svolte precedentemente e di quelle che sono state loro affidate nell'ambito della Regione. Sarebbe indubbiamente ottima cosa nei confronti di questo personale tradurre questo spirito in norma legislativa e poi applicarla.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Borando sulla situazione del personale regionale trasferito e comandato

Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Abbiamo così ultimato l'esame del secondo punto dell'ordine del giorno e possiamo passare al terzo: "Comunicazioni del Presidente".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Aveva chiesto congedo per poche ore di questa mattina il Consigliere Oberto, che ha voluto perfezionare il sistema del congedo addirittura chiedendolo, con estrema correttezza della quale lo ringrazio, per alcune ore della giornata, ed ora ha già preso posto nel suo banco.
Credo abbia fatto piacere a tutti i Consiglieri constatare che ha ripreso la sua attività fra noi anche l'Assessore Fiorini: credo di potergli rivolgere a nome di tutti gli auguri di una completa guarigione dalla malattia che l'ha recentemente colpito.


Argomento:

b) Presentazione disegni di legge


PRESIDENTE

Devo annunciare la presentazione da parte della Giunta Regionale di alcuni disegni di legge: n. 2 - "Interventi regionali in materia di sistemazione di bacini montani, opere idrauliche o forestali, opere idrauliche di competenza regionale" n. 3 - "Istituzione del Servizio di Tesoreria della Regione Piemonte" n. 4 - "Rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 1974" n. 5 - "Convalida del decreto del Presidente della Giunta Regionale n.
3448 in data 8 agosto '75 relativo a prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste" n. 6 - "Pubblicazione di atti amministrativi degli organi della Regione per i quali è prescritta la pubblicazione nella "Gazzetta Ufficiale" o nel "Foglio annunci legali" delle Province Il Presidente della Giunta ha poi già comunicato la presentazione del disegno di legge regionale n. 7: Modifiche alla legge regionale 12/8/'74 n. 22, "Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale Norme transitorie per il primo inquadramento" Tutti questi disegni di legge sono stati assegnati alle Commissioni rispettivamente competenti.


Argomento:

c) Risposte scritte ad interrogazioni


PRESIDENTE

Oltre alle risposte che sono state date questa mattina alle interrogazioni presentate dai Consiglieri, vengono date risposte scritte ad interrogazioni da parte dell'Assessore Moretti al Consigliere Cerchio sulla "richiesta di contributo alla Regione per ristrutturazione degli alberghi Duchi d'Aosta e Torre di Sestriere", e da parte dell'Assessore Ferraris al Consigliere Colombino circa "iniziative urgenti da prendere in Consiglio Regionale in favore dei Comuni e di coltivatori diretti di San Sebastiano Po, Monteu da Po Cavagnolo, Brusasco, Castagneto Po, colpiti da avversità atmosferiche".


Argomento:

c) Risposte scritte ad interrogazioni

Argomento:

d) Conclusione vertenza "Gazzetta del Popolo"


PRESIDENTE

Si è concluso il lungo periodo di autogestione della "Gazzetta del Popolo", durato quattordici mesi, durante i quali i lavoratori del giornale hanno sofferto e lottato per salvaguardare l'esistenza dell'antica testata e con essa la garanzia del pluralismo dell'informazione in Piemonte Ricordando la pronta adesione di questo Consiglio Regionale alla causa del giornale torinese durante il mese di agosto dello scorso anno ed in ogni momento successivo della lunga vertenza, rinnoviamo l'espressione della nostra viva simpatia ai componenti della Redazione ed a tutti i lavoratori della "Gazzetta del Popolo" e nostro augurio al nuovo direttore, Michele Torre, insediato oggi nella carica come primo momento della collaborazione fra il nuovo editore e la Cooperativa dei giornalisti.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di documento su compiti e funzioni della Commissione consiliare per le nomine


PRESIDENTE

Passiamo ora al quarto punto all'ordine del giorno: "Proposta di documento su compiti e funzioni della Commissione consiliare per le nomine".
La Commissione si e riunita due volte ed ha convenuto di affidare al Presidente della Commissione, che e anche Presidente del Consiglio l'incarico di relazionare brevemente e di proporre il documento al Consiglio per l'approvazione.
Questa è la relazione.
"Il giorno 9 settembre 1975 si è insediata la Commissione consultiva per le nomine prevista dallo Statuto (art 24) Ciò e stato possibile per la sollecitudine del Consiglio nel comporre la Commissione e per la volontà politica della Giunta di rispettare lo Statuto.
Il nostro Statuto, infatti, è il solo, insieme con quello della Liguria, che conosce una simile Commissione Consiliare.
L'importanza e la peculiarità di questa Commissione emerge dal fatto che, con la Commissione per il regolamento, è l'unica che si componga di Consiglieri rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio, in proporzione alla consistenza numerica dei vari Gruppi.
Una prima sommaria analisi delle nomine di competenza della Giunta Regionale sulle quali la Commissione sarà chiamata ad esprimere il parere è indicativa del rilievo che questa Commissione può avere nel quadro di una corretta partecipazione di tutte le componenti politiche alla gestione e al controllo del potere esecutivo.
Si possono citare, ad esempio, alcuni Enti presso i quali la Giunta ha competenza a nominare Consiglieri, esperti, funzionari.
E.S.A.P.: La Giunta nomina il Presidente Comitato Consultivo Vitivinicolo: La Giunta nomina 20 membri esperti in problemi vitivinicoli Istituti Professionali di Stato: la Giunta nomina 2 membri nel Consiglio di Amministrazione Comitato regionale studi sulla Programmazione: Lo stesso Presidente della Giunta ha funzioni di Presidente Enti Ospedalieri: La Giunta nomina un rappresentante - in totale 71 collegi dei revisori con scadenze diversificate Ente Ospedaliero S. Giovanni Battista (Torino): La Giunta nomina un revisore dei Conti, ecc.." In questo senso la dizione letterale dell'art. 24 dello Statuto là dove precisa che la Commissione "viene consultata dal Presidente della Giunta" deve essere interpretata nel senso che è auspicabile e certamente conforme al principio ispiratore dell'articolo dello Statuto che il Presidente della Giunta "deve" richiedere la convocazione della Commissione per ogni nomina di sua competenza. Nello stesso tempo è parere della Commissione che l'eventuale inerzia del Presidente della Giunta nel richiedere questo parere configuri la facoltà per i Consiglieri di richiedere la convocazione della Commissione. Per tale evenienza è opinione della Commissione che valgano le stesse norme previste per la carenza di convocazione delle Commissioni permanenti e cioè la richiesta deve essere fatta da un "numero di commissari rappresentanti almeno un quarto dei componenti il Consiglio Regionale" (art. 4 - regolamento commissioni).
La Commissione, posta davanti ad alcuni casi concreti, ha elaborato un documento sviluppante i criteri e i ruoli della Commissione consultiva per le nomine per procedere alla designazione dei suoi rappresentanti.
Criteri che possono essere riassunti nella diversificazione, delle competenze in merito alla Giunta e al Consiglio, nell'accettazione o meno della contrapposizione formale tra politici e tecnici, nell'approfondimento della funzione politica della Commissione, nello studio della rotazione e nell'incentivo allo sviluppo della partecipazione.
Apro la discussione sulla relazione della Commissione e sul documento che è stato consegnato stamani a tutti i Consiglieri. Naturalmente la Commissione ha approvato all'unanimità il documento stesso.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, chiedo di intervenire perché mi corre l'obbligo, anche in relazione all'ultima affermazione fatta dal Presidente del Consiglio, di una precisazione che faro in chiave politica.
La costituzione della Commissione per le nomine, come è stato sottolineato e ricordato, non fa altro che dare, finalmente, attuazione ad un preciso articolo dello Statuto, che nel corso della prima legislatura era stato colpevolmente disatteso. Pertanto l'iniziativa non può che essere accolta con compiacimento e con favore non solo dalla mia parte politica ma credo da tutte le componenti di questo Consiglio Regionale.
I criteri di lavoro della Commissione stessa, esaminati per così dire in astratto, sono altresì validissimi ed accettati e sinceramente non si vede come sia possibile non essere d'accordo sulle enunciazioni di principio che sono state condensate nel documento portato adesso all' esame del Consiglio Regionale.
Ma se (ed era la premessa che avevo fatto) si vuole accompagnare ad una valutazione tecnica del contenuto del documento, una necessaria e indispensabile valutazione politica, allora sorge il dubbio - che io spero di poter facilmente suffragare a fronte del Consiglio Regionale - che non si vada, assolutamente oltre ad una serie di enunciazioni di principio destinate a non avere alcuna pratica attuazione nella prassi seguita da questo Consiglio.
Si legge, ad esempio, nel documento - anzi è collocato esattamente, al primo posto - che uno dei criteri cui la Commissione informerà il proprio atteggiamento sarà quello di operare per garantire il diritto di rappresentanza a tutte le forze politiche e or ora il Presidente del Consiglio ha ribadito questo concetto.
In sé - e qui vengo alla precisazione, cioè all'assenso che personalmente avevo espresso in sede di Commissione - questo principio non può essere che accettato; ma quando poi troviamo, in questa medesima seduta del Consiglio Regionale, una lunga designazione di rappresentanti in Enti diversi, e soprattutto quando sappiamo, perché è noto, che tutte queste nomine sono state determinate avendo come concetto base la discriminazione nei confronti della Destra Nazionale, allora è evidente che noi arriviamo facilmente alla conclusione che il documento non è che un pezzo di carta perché riassume in sé propositi e intendimenti che vengono ad esser contraddetti e disattesi nella pratica applicazione.
Al punto 5) dell'ordine del giorno devono essere eletti tutti i rappresentanti del Consiglio nel Comitato di controllo sulle Province e nelle sezioni decentrate dei CO.RE.CO. Ebbene, l'accordo politico intervenuto tra i Gruppi ha portato ad una suddivisione di posti che non ha tenuto in alcuna considerazione la nostra partecipazione, la nostra presenza numerica in quest' aula e quindi il nostro diritto, che pure ci veniva riconosciuto da una distribuzione aritmetica di posti, ad essere presenti in questa sede.
E' egualmente potrei citare il caso che si incontrerà più oltre del Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo, i cui posti sono stati fatti oggetto di baratto tra i Partiti del cosiddetto arco costituzionale ma sempre partendo dalla premessa di voler escludere una forza politica che, comunque la si voglia giudicare, è legittimata dal consenso di larghe fasce di opinione pubblica non soltanto alla presenza in quest'aula, ma allo svolgimento dei propri compiti di controllo e di funzione politica.
Ed allora, anche per riassumere perché questo intervento ha più che altro il carattere di una dichiarazione di voto, io devo concludere, a nome del Gruppo della Destra Nazionale, dicendo che se il problema fosse quello di giudicare e quindi di votare in astratto il documento che ci è stato presentato, ad esso non potrebbe mancare consenso nostro. Ma se, come va fatto d'altra parte, si ha presente che poi le norme qui enunciate devono trovare rispetto nell'applicazione pratica, allora la conclusione altro non può essere che quella che il documento portato al nostro esame e un documento falso ed ipocrita, sul quale noi daremo voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi



BIANCHI Adriano

Brevemente, signor Presidente, confermando che ho approvato il documento e quindi non faccio rilievi ad altri o a me stesso, ma suggerirei, se ce ne fosse ancora la possibilità, ad evitare equivoci, là dove si enuncia il principio che dovrebbe reggere la nomina "La presenza di funzionari regionali in Comitati e Commissioni", poiché la presenza di funzionari in questi organismi ha una ragione tecnica di apporto di competenza, se dovessimo temperare e non ridurre il concetto, di introdurre un inciso: "La Presenza dei funzionari regionali in Comitati e Commissioni presenza spesso indispensabile alla stessa Regione, sarà disciplinata secondo il criterio che prevede la rotazione in tali incarichi tra più funzionari -- compatibilmente con l'esigenza di garantire il necessario apporto tecnico alle Commissioni e la loro funzionalità" Mi sembra che un principio formale faccia premio su quello sostanziale.



PRESIDENTE

Vi sono altre proposte, suggerimenti? Io pregherei il Consigliere Bianchi di portarmi la dizione letterale dell'aggiunta, perché mi pare che sia corretta la frase.
La parola al Presidente della Giunta.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Signori Consiglieri, già nella sede della conferenza dei Presidenti dei Gruppi, la Giunta ebbe a dichiarare che condivideva il documento.
D'altronde già nel programma e nelle mie dichiarazioni al momento dell'insediamento questo era stato un principio che avevamo affermato con forza.
Desideriamo ancora qui, in questa sede, riaffermare che la Giunta si atterrà puntualmente a quanto è previsto nel documento, che non si procederà ad alcuna nomina (parlo di nomine di carattere politico) che non sia stata preventivamente discussa nella sede della conferenza dei Presidenti dei Gruppi, elaborata dalle forze politiche per vedere poi, per quanto e di spettanza della Giunta, maturare una soluzione che viene recepita.
Quindi desideriamo ancora assicurare e all'interno e all'esterno del Consiglio (perché il problema mi è stato posto anche all'esterno più volte) che non si procederà a delle nomine che abbiano caratteristiche politiche se non attraverso questa elaborazione che vede i Gruppi politici dialogare confrontarsi, esaminare il candidato, perché si parla anche di un curriculum del candidato, ed è giusto affinché si sappia chi va a ricoprire questi posti.
Infine, come abbiamo già affermato e nel nostro programma e nelle dichiarazioni, le nomine saranno precedute da un dibattito all'interno del Consiglio.
E' sorta questa formale distinzione per cui si diceva che quando vi era difformità fosse risolta all'interno o della Commissione o del Consiglio.
Non è da intendersi in modo rigoroso questo, noi facciamo riferimento costante al Consiglio e alle forze politiche per risolvere i problemi che a mano a mano sorgono, non ne facciamo puramente una questione di forma diciamo che in via di massima tutti i contrasti che possono sorgere debbono essere risolti all'interno del Consiglio Regionale, sia formalmente o anche informalmente, attraverso il contributo delle forze politiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Per una breve dichiarazione di voto.
Devo dire intanto che sono d'accordo con la proposta fatta dal Consigliere Bianchi di inserire quell'emendamento e pertanto lo approveremo nel momento in cui sarà formalizzato.
Desidero solo dichiarare, a nome del mio Gruppo, che noi attribuiamo a questa, e credo sia una delibera, o è un atto politico del Consiglio?



PRESIDENTE

E' un documento approvato dal Consiglio.



BERTI Antonio

Noi gli attribuiamo una notevole importanza poiché consegue alle dichiarazioni che sul piano programmatico e personalmente dal Presidente della Giunta, sono state fatte. Senza volerle attribuire più importanza di quanto non abbia, è indubbio che questa decisione assunta all'unanimità da tutti i partiti corrisponde a un modo nuovo di operare, le nomine non devono essere oggetto di trattative segrete, ma oggetto di discussione da parte di tutte le forze politiche e si premia la competenza, più che la partecipazione dei proposti. Del resto un'esperienza è già stata fatta nella riunione dei Capigruppo a proposito della nomina del Comitato provvisorio per il Centro di calcolo quando, per quanto riguarda il Comitato scientifico, tutte le forze politiche, già ispirandosi a questi criteri, hanno operato all'insegna della capacità e dell'efficienza dei proposti piuttosto che a criteri di divisione partitica. E' un elemento che va sottolineato.
Desidero ancora aggiungere che respingo l'insinuazione che questo è un documento ipocrita, perché in effetti l'esclusione dei rappresentanti del MSI è un'esclusione voluta, noi riteniamo che nell'arco delle forze politiche nazionali e soprattutto in questi giorni, chi è amico del regime di Franco debba essere escluso e su questa questione noi siamo molto chiari e fermi, non abbiamo altro da aggiungere.



PRESIDENTE

Altri chiedono la parola? Concludendo la discussione, mi pare che vi sia il consenso nei confronti dell'emendamento presentato dal Consigliere Bianchi.
Per quanto riguarda l'osservazione rivolta dal Consigliere Carazzoni io devo confermare che il documento è molto chiaro per quanto concerne i principi, là dove dice "operare per garantire il diritto di tutte le forze politiche e democratiche" e voglio chiarirle, Consigliere Carazzoni, che la questione è stata ampiamente discussa dalla Commissione, dopo di che le forze politiche democratiche hanno fatto una scelta politica e sulla base di quella scelta hanno proceduto. Quindi le sue insinuazioni circa quello che sarà il comportamento futuro della Commissione e della applicazione dei principi per il momento sono insinuazioni, lo vedremo al punto successivo prima non c'era neanche la Commissione e non c'erano i principi informatori che sono chiaramente scritti nel documento; e questa è una scelta che le forze politiche hanno la piena legittimità di fare.
La discussione è quindi conclusa.
Si passa adesso a deliberare sui criteri di carattere generale previsti dall'art. 24 dello Statuto, nel seguente testo che adesso leggo: "La Commissione Consultiva per le nomine è costituita in attuazione dell'art. 24 dello Statuto: "Una Commissione di cui fanno parte Consiglieri rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio in relazione alla loro consistenza, secondo modalità previste nel regolamento viene consultata dal Presidente della Giunta sui criteri di carattere generale in base ai quali la Giunta stessa o il suo Presidente provvedono alle nomine di loro competenza negli Enti e negli organismi cui la Regione partecipa".
La Commissione, qualora si debba procedere alla nomina di esperti presso Enti di istituzione regionale ed Enti a compartecipazione regionale seguirà i seguenti criteri: operare per garantire il diritto di tutte le forze politiche e democratiche ad essere presenti nel controllo della gestione degli Enti tenendo conto del necessario rapporto tra maggioranza e minoranza evitare la netta contrapposizione tra politici e tecnici delegando quali rappresentanti della Regione persone che alla qualificazione politica uniscano la capacità di offrire un positivo apporto di carattere tecnico alla vita amministrativa degli Enti presso i quali saranno delegati. La scelta del candidato dovrà essere sempre motivata da un curriculum che sia indicativo della effettiva rispondenza del candidato all'incarico da ricoprire.
La presenza di funzionari regionali in Comitati e Commissioni presenza spesso indispensabile alla stessa Regione, sarà disciplinata secondo il criterio che prevede la rotazione in tali incarichi tra più funzionari - compatibilmente con l'esigenza di garantire il necessario apporto tecnico alle Commissioni e la loro funzionalità - comunque non retribuiti per la parte che svolgono durante l'orario d'ufficio, in modo da non venire in contrasto con l'altro interesse della Regione di poter disporre a tempo pieno dei propri funzionari.
La rotazione deve comunque essere sempre un criterio informatore delle nomine della Regione, al fine di evitare il crearsi di situazioni di cristallizzazione di potere dovuta all'eccessiva, ingiustificata permanenza di certe persone nelle stesse cariche.
I criteri che presiedono alle nomine regionali devono comunque essere improntati al maggior sviluppo della partecipazione, favorendo la consultazione degli organi periferici al Governo regionale, interessati alla materia specifica della nomina.
Esaminato l'articolo 16 dello Statuto che attribuisce al Consiglio la competenza a provvedere "alle nomine di competenza della Regione, salvo quelle attribuite al Presidente della Giunta da leggi o provvedimenti" la Commissione ha stabilito che la dizione "competenza della Regione" debba pertanto essere intesa come "competenza del Consiglio Regionale", fatta salva evidentemente l'espressa competenza della Giunta e del suo President.e Questo criterio deve però tenere conto di una esigenza di continuità giuridica con la competenza precedente degli organi statali.
Si è precisato inoltre che in caso di controversia sull'attribuzione della competenza la Commissione consultiva per le nomine avrà una funzione dirimente: dovrà esprimere il suo motivato parere".



BIANCHI Adriano

La mia è un'obiezione formale, ma dato che è un documento che approva il Consiglio, la dove dice "Il criterio della rotazione deve comunque essere sempre il criterio informatore delle nomine della Regione, al fine di evitare il crearsi di situazioni di cristallizzazione di potere, dovuta all'eccessiva, ingiustificata permanenza di certe persone, bisognerebbe dire delle stesse persone" perché dire "certe persone" sembra che siano persone identificate o identificabili.



PRESIDENTE

Mi sembra accoglibile il perfezionamento del documento.



BIANCHI Adriano

E poi occorre togliere "ingiustificata".



PRESIDENTE

Certo, "permanenza delle stesse persone" perché ingiustificata vuol dire che è censurabile prima ancora che ci sia.
Questo è il testo che pongo all'approvazione del Consiglio.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
La delibera è approvata a maggioranza.


Argomento: Nomine

Elezione dei rappresentanti del Consiglio Regionale nel Comitato di Controllo sulle Province e nelle sezioni decentrate del Comitato di Controllo sugli atti degli Enti locali di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara Torino, Vercelli, Alba Bra, Biella, Casale, Ivrea, Mondovì e Pinerolo (3 effettivi e 2 supplenti)


PRESIDENTE

Punto quinto dell'ordine del giorno: Elezione dei rappresentanti del Consiglio Regionale nel Comitato di Controllo sulle Province e nelle sezioni decentrate del Comitato di Controllo sugli atti degli Enti locali di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli, Alba-Bra, Biella Casale, Ivrea, Mondovì e Pinerolo (3 effettivi e 2 supplenti).
Prima di passare alla votazione il Presidente della Giunta ha chiesto di fare delle dichiarazioni.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Signori Consiglieri, l'impegno che aveva assunto la Giunta in occasione del suo insediamento, prevedeva anche che in occasione delle nomine particolarmente importanti e significative della Regione si aprisse un dibattito. Noi intendiamo oggi, sia pure brevemente, dar corso a questo impegno, fornendo insieme, e non soltanto la Giunta, a quanti saranno chiamati a svolgere questo compito all'interno dei Comitati di Controllo alcuni dati. Prospettive si aprono per un miglioramento di questa funzione e questa è la prima occasione, assai importante a nostro giudizio, per confrontarci anche su alcuni temi che specificamente riguardano l'esercizio del controllo e in genere l'attività della Regione.
Dobbiamo per intanto osservare che gran parte dell'attività degli uffici regionali è riservata ad attività puramente di controllo sugli atti degli Enti locali, degli strumenti urbanistici, di determinati atti ospedalieri, dei progetti tecnici, perciò il Governo regionale, insieme alle forze politiche del Consiglio, ritiene di dover provvedere rapidamente a riformare ed a migliorare la situazione.
Se dovessimo sommare questa attività, dovremmo dire che ben oltre il 50% dell'attività della Regione nella passata legislatura si è incentrata in questa direzione, talché la funzione propria della Regione, che è funzione di promozione legislativa, di promozione economica programmatoria, pianificatrice di studio, di ricerca e di intervento per la modificazione del quadro economico e sociale, viene ad avere all'interno stesso della Regione uno spazio assai limitato. Negli anni scorsi ha avuto scarso spazio, si è esaurita invece in attività di puro controllo divorando in conseguenza notevoli risorse e fornendo scarsi risultati.
Nella nuova realtà regionale della seconda legislatura, affrontiamo per primo in quest'ottica il problema dei Comitati di controllo sugli atti degli Enti locali che presenta alcuni aspetti che possono essere riassunti in modo nuovo, come un rapporto democratico, un rapporto di reali competenze e infine un rapporto di funzionamento.
In questo quadro e per modificare la situazione attualmente esistente la Giunta Regionale sta predisponendo uno strumento legislativo, che è la legge che dovrebbe modificare il vecchio regolamento per il funzionamento dei Comitati di controllo e dare un nuovo volto all'esercizio dei controlli.
D'altronde questo ci è stato sollecitato da tutti gli Enti locali dalle comunità regionali, da quanti hanno operato nei cinque anni scorsi ricorderete tutte le lamentele che sono venute a questo riguardo.
Farei ora un breve esame dell'ultimo punto, quello del funzionamento dei Comitati di Controllo.
Stamattina ho esposto alla Presidenza del Consiglio la situazione del personale, dei Comitati di controllo e degli uffici regionali perch onestamente, se non si ha presente questo quadro, sfuggono moltissime cose.
Gli uffici sono 13, i funzionari dipendenti che si occupano specificamente del problema dei controlli 160, la spesa relativa risulta di 900 milioni circa annui (con l'inquadramento ed il lavoro straordinario) 400 milioni circa sono per i gettoni di presenza ai 65 membri dei Comitati di controllo, oltre 300 per altre spese a causa della mutata realtà economica, dell'aggravamento dei costi di affitti, telefoni, posta ecc.
Il totale di tutto questo porta esattamente a un miliardo e 600 milioni che, suddiviso per gli atti, risulta che ogni atto controllato dai Comitati ha un costo di 5.000 lire.
Come si rimedia a questa situazione? Noi riteniamo che il personale addetto sia irrazionalmente collocato e spesso troppo numeroso.
Abbiamo circa 345.000 atti annui che debbono essere riprodotti in qualche modo, sia pure manualmente; il disegno di legge prevede che l'istruttoria degli atti non sia compiuta dall'ufficio, bensì dai componenti l'organo di controllo, il che ci pare giusto perché ha un duplice scopo: quello del risparmio, che è evidente, e quello di far conoscere la vera realtà facendo affrontare tutti i temi dai Commissari voi sapete che alcuni consessi svolgevano anche quattro o cinque riunioni settimanali, spesso di poche ore e quindi con un costo elevato; la posizione dei supplenti rispetto ad una corretta interpretazione per cui il supplente deve essere presente soltanto nel momento in cui viene veramente a sostituire il membro di diritto; infine la rotazione dei Presidenti, cosa che ha già trovato un certo accordo tra le forze politiche, ma che dovremo sancire in un disegno di legge.
Per le competenze il disegno di legge prevede di ricondurre tutto in un quadro di legittimità e questo che cosa comporta? Comporta che il controllo sugli atti atipici, che erano quelli di merito riservati al Prefetto, sia assorbito dal normale controllo di legittimità e quindi si venga ad ovviare ad una situazione che si era determinata negli anni scorsi con l'esclusione dei controlli tecnici. Voi sapete che tutta la procedura i Comitati di controllo la volevano incentrata sull'esame degli elaborati tecnici, quando invece l'esame del Comitato di controllo deve essere condotto puramente a un momento di legittimità dell'atto stesso, escludendo ogni strumento tecnico, urbanistico, di attuazione, di esecuzione. Questi sono dei dati che ho voluto dare anche per significare quale sarà il disegno di legge che la Giunta andrà a consegnare al Consiglio.
Infine vi è il rapporto democratico che riteniamo il più importante.
Che cosa vuol dire rapporto democratico? Non certamente un fatto subalterno fra l'organo che controlla e l'Ente controllato, ma un rapporto corretto di confronto e di dialogo e pubblicità delle sedute. Loro sanno, signori Consiglieri, che nella passata legislatura proprio questo fu uno dei nodi centrali del regolamento e si ritenne di non dare pubblicità alle sedute ma non si vede perché la seduta del Comitato di controllo non debba essere pubblica Si è detto che vi sono poche sedie, ma si può rispondere che anche quest'aula, essendo 4.500.000 i cittadini piemontesi, ha solo cento posti.
Evidentemente il problema non è questo, ma che vi sia un controllo esterno sull'operato della Commissione di controllo. Molte Regioni l'hanno già fatto, non vedo perché non dobbiamo farlo anche noi. Che sulle materie delegate dalla Regione avvenga un controllo da parte dei singoli organismi che avvenga un confronto continuo fra amministratori, forze sindacali Comitato di controllo, là dove si renda necessario, è giusto.
Ma il fatto più importante a cui vogliamo fare riferimento in questo momento è che il controllo di merito sia corretto, ma soprattutto sia indirizzato alla corrispondenza degli atti e finalità del piano di sviluppo e della programmazione.
Che cosa vuol dire tutto questo? Vuol dire che i CO.RE.CO.
eserciteranno altresì un controllo sulla corrispondenza degli atti e finalità del piano di sviluppo e della programmazione. Evidentemente la Regione non può assumersi questo carico, nel momento in cui va a dare degli indirizzi, non può poi accertare singolarmente se ogni Comune o Provincia abbia corrispondenza con gli indirizzi stessi.
Noi vogliamo razionalizzare questo servizio, renderlo diverso ricondurlo nel suo ambito costituzionale, ciò vuol dire che intendiamo se non dimezzare certamente ridurre notevolmente la spesa del controllo che non può continuare ad essere di un miliardo e 600 milioni, 5000 lire per ogni atto controllato è una somma enorme.
Si e pensato altresì di soddisfare delle richieste che da molti anni provengono dal Cusio Verbano, istituendo un Comitato di controllo nel Cusio Verbano. Alla conferenza dei Presidenti dei Gruppi politici è sorto questo problema che la Giunta ha ritenuto di far proprio, ma in modo che non gravi sul bilancio regionale.
Tra breve la Giunta andrà a predisporre questo disegno di legge e lo consegnerà al Consiglio affinché col 1° gennaio, abbia ad essere soddisfatta la richiesta degli abitanti del Cusio Verbano.



CALSOLARO Corrado

Ossola.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Non facciamo questa polemica perché è già probabilmente quella che ha impedito che fosse soddisfatta questa richiesta.
Queste sono le linee di intervento che la Giunta intende seguire col suo disegno di legge e con tutta una serie di rapporti con quanti saranno nominati e con gli uffici onde poter fra qualche mese dire che su questo capitolo importanti risparmi sono stati attuati e che il controllo è stato ricondotto nello spirito del costituente, ma soprattutto che l'innovazione rispetto alla precedente e quella della costante, continua verifica del Comitato di controllo agli atti del piano di sviluppo e della programmazione regionale piemontese.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

La discussione trai Capigruppo su questa questione si è dimostrata valida dal punto di vista di un confronto positivo che si è in ultima analisi, concluso con questo accordo politico che viene presentato da tutte le forze del Consiglio e quando dico "tutte", intendo sempre quelle dell'arco costituzionale.



CARAZZONI Nino

Non sono più insinuazioni le mie affermazioni di prima!



BERTI Antonio

No no, è una scelta politica e lo ribadisco e credo che lo faranno anche gli altri Gruppi.
Questo mio breve intervento vuole sottolineare alcuni aspetti essenziali di questa deliberazione: 1) le questioni che ha adesso esposto il Presidente della Giunta e che attengono ad un nuovo regolamento dei CO.RE.CO. in cui saranno, nelle forme che vedremo nella proposta di legge, introdotte delle modifiche, alcune delle quali di carattere sostanziale. A nostro giudizio tali modifiche consentiranno di trasformare gli attuali Comitati di controllo da organi molte volte giudicati, nel senso negativo della parola "di controllo" organi chiusi, in servizi resi agli Enti locali. Da questo punto di vista sono estremamente importanti la razionalizzazione del funzionamento dei servizi, le eventuali economie che si possono fare, ma soprattutto stabilire il metodo di lavoro che noi giudichiamo debba essere più democratico di quanto non sia stato sino ad oggi. Le sedute aperte ai Comuni, ai Sindaci che avranno il diritto di andare a controbattere, ad interloquire, ad esporre le proprie ragioni, sono già uno di questi elementi.
2) La rotazione dei Presidenti, cioè che i tre membri elettivi che andiamo ad eleggere nell'arco dei cinque anni assumeranno per venti mesi ciascuno la Presidenza del CO.RE.CO. toglie la caratteristica di padrone assoluto di questi organismi che in molti casi ha assunto la figura del Presidente che assume invece il carattere molto più democratico del coordinatore dei servizi.
3) La funzione diretta e di responsabilizzazione che i membri del CO.RE.CO. assumono, come sentiamo dalle proposte fatte dal Presidente, non c'è più il funzionario che istruisce e il membro del CO.RE.CO. che appone la firma, c'è una presenza attiva dei rappresentanti eletti nel CO.RE.CO. i quali devono essere pienamente responsabili.
Potrebbe essere ovvio, ma ritengo opportuno affermare che rimane ferma l'esigenza di operare perché il Parlamento approvi rapidamente la legge sul controllo. Questi atti devono proprio essere tutti quanti esaminati e dal punto di vista della legittimità e alcuni dal punto di vista del merito? Per noi rimane ferma l'esigenza che siano eliminati molti di questi controlli responsabilizzando i Sindaci, responsabilizzando i Presidenti di Provincia e limitando il controllo ad alcuni atti fondamentali programmatori quali il bilancio, il conto consuntivo ecc. Questo consentirà, nel momento in cui il Parlamento approverà la legge, di rivedere il tutto, fino ad arrivare alla eliminazione delle sezioni decentrate. Noi daremo un carattere provvisorio a questo stato di cose, ma nel frattempo operiamo perché per intanto si svolga in modo diverso, cioè come un servizio reso alla comunità, per cui le proposte che sono annunciate secondo noi sono valide e devono essere approvate rapidamente.
Devo aggiungere che un principio importante è stato introdotto ed accettato da tutte le forze politiche nella conferenza dei Capigruppo: quello che non ci sia soltanto il diritto di rotazione, ma anche il diritto per tutte le forze politiche minori di essere presenti a livello di presidenza dei CO.RE.CO. Questo dimostra che noi ci siamo mossi con senso di responsabilità in questa direzione, con l'intenzione di non assumere il massimo di posti di potere, ma di consentire a tutte le forze politiche di assumere, naturalmente a seconda del rapporto di forze, le massime responsabilità. Questo è avvenuto con l'accordo di tutti i Partiti e oggi il quadro che si presenta è un quadro concordato e che consente già inizialmente, a tutti i Partiti dell'arco costituzionale, di partire con una presidenza dei CO.RE.CO.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo noi abbiamo rinunciato, senza nessun sacrificio, a quei posti che ci venivano da una ripartizione puramente proporzionale appunto per consentire una maggiore dialettica, per consentire ai Gruppi minori di essere rappresentati. Non solo, ma desidero qui annunciare che abbiamo successivamente acceduto all'invito che ci è stato fatto di consentire anche ad altre forze politiche una maggiore rappresentanza; da questo punto di vista noi riteniamo indispensabile che il Partito socialista sia presente in due importanti Comitati di controllo quello di Torino e quello di Novara da cui era escluso, assegnandogli il posto di supplente che verrebbe a noi. Questo per consentire una presenza a livello del CO.RE.CO. di una forza così importante qual'è quella socialista. Tutto questo all'insegna di un atteggiamento che, ripeto, tende ad istituire un metodo che non fa dei posti una politica, ma fa una politica di rappresentanza per tutte le forze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Intervento brevemente riallacciandomi soprattutto a quanto ha affermato il Presidente della Giunta circa i nuovi criteri che dovrebbero regolare il funzionamento dei Comitati di controllo.
Io credo che l'esperienza di cinque anni abbia messo in risalto luci ed ombre di questi organismi, soprattutto per ciò che concerne certe difformità tra Comitato e Comitato, certe diversità anche interpretative tra i vari Comitati, ma soprattutto nel rapporto con gli Enti locali e con gli amministratori.
Io penso che tutti gli sforzi che faremo perché i Comitati di controllo diventino un punto di riferimento concreto per gli amministratori soprattutto dei piccoli Comuni, saranno degni perché potranno permettere sovente il superamento di piccoli o grandi problemi di fronte ai quali i Comuni minori spesse volte si trovano imbarazzati.
E così ci accingiamo a votare i nuovi Comitati di controllo, a insediarli in questa nuova visione, con lo sveltimento delle loro mansioni e soprattutto con una maggiore responsabilizzazione a livello amministrativo.
Io devo dare atto - lo dico con franchezza - che nel momento in cui abbiamo trattato per risolvere, anche dal punto di vista numerico, le presenze dei vari schieramenti politici nei Comitati di controllo, abbiamo trovato da parte dei Partiti maggiori il necessario riconoscimento nel valorizzare la presenza di quelli che, a torto o a ragione, consideriamo almeno numericamente, i Partiti minori. Ma devo dare atto soprattutto al PCI di una notevole disponibilità a facilitare questo tipo di rappresentanza, senza pretendere il numero che gli spetta di diritto.
Quindi al momento di votare noi vogliamo ribadire la concorde solidarietà con l'impostazione nuova che si intende dare al funzionamento dei Comitati di controllo e votare i nominativi che l'accordo ha consentito di inquadrare in una visione generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, il mio Gruppo è d'accordo a che si persegua una linea di perfezionamento ed approfondimento delle funzioni dei Comitati regionali di controllo attraverso l'adozione di tutte le misure che valgano a responsabilizzare e ad impegnare nel giusto modo ed al giusto livello i Commissari che ci accingiamo a nominare e quelli che ripetono la loro nomina da altra fonte, ma vorrei sottolineare che le misure annunciate dal Presidente della Giunta non costituiscono, né possono costituire, una specie di quasi punizione che finisca in concreto per paralizzare i lavori dei Comitati regionali di controllo. Sono d'accordo che si debba qualificare (mi associo ad altri interventi) la funzione del controllo con una migliore cernita degli atti che devono essere sottoposti ad un attento esame, nella quantità la qualità finisce per perdere e la funzione del controllo finisce per perdere il suo rilievo istituzionale, che rimane valido e corretto.
Questa osservazione non è un processo alle intenzioni, ma le discussioni, se non sono riti, servono appunto a questo, a precisare, a qualificare il taglio che si intende dare alle decisioni che si stanno per assumere.
Noi ci auguriamo che progressivamente, attraverso semplificazioni e di sedi e di funzioni, si vada verso una forma di controllo sempre più democratica e nello stesso tempo sempre più efficiente, altrimenti si prosegue solo su una linea tradizionale che finisce per non avere alcun significato costruttivo.
Le forze politiche hanno discusso le modalità per addivenire a questa elezione; si è intanto riconosciuto valido il principio della rotazione tra i membri effettivi per la presidenza che in qualche modo concorre, credo, a spoliticizzare degli aspetti politici non positivi, la funzione dei Presidenti dei Comitati di controllo, accentuando invece l'aspetto politico positivo di un controllo generale che assimila e responsabilizza ogni Commissario. Questa rotazione sarà la conseguenza di una modifica che prevede come nell'arco della nostra legislatura ogni venti mesi cambi il Presidente.
E' stato poi adottato il criterio fondamentale, che è quello della proporzionale, con il correttivo della rappresentanza dignitosa di tutte le forze politiche e anche il mio Gruppo vi ha concorso, rinunciando rispetto al principio proporzionalistico a diverse posizioni, sacrificando alcune presenze in posizioni significative, nella fiducia che l'insieme del risultato sarà frutto di una collaborazione tecnico-politica, da affinare ulteriormente in questa seconda legislatura.
In ordine alla rappresentanza delle minoranze non voglio fare il discorso ipocrita, perché noi non usufruiamo di qualche posizione persa da altri, diciamo solo che nella rappresentanza delle minoranze non riteniamo per ragioni politiche, che sono ovvie, di compiere degli atti positivi o negativi che portino a determinati risultati. Questo non ci poteva essere chiesto sul piano politico, nessuna violenza è stata fatta alla correttezza della procedura formale per giungere al risultato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Robaldo.



ROBALDO Vitale

Voglio dare atto dello spirito estremamente aperto che è stato dimostrato da parte dei Partiti maggiori, in particolare dal Partito comunista, nell'individuazione della rappresentanza dei vari Gruppi politici dell'arco democratico a ricoprire i posti di Commissari nei Comitati regionali di Controllo. E' stata un'impostazione estremamente corretta che ha voluto salvaguardare non solo la presenza numerica, ma le presenze politiche dei vari Gruppi della minoranza democratica.
Per la verità nelle riunioni alle quali ha partecipato, il Presidente della Giunta era rimasto molto nel vago circa il nuovo indirizzo che la Giunta si riservava di dare ai Comitati di controllo. Stamani abbiamo appreso che si tratta di un indirizzo interessante, però non possiamo accettarlo tout court, indubbiamente dovrà essere discusso e approfondito.
Siamo gia fin d'ora d'accordo di limitare il controllo soprattutto alla legittimità, dobbiamo però valutare anche certe forme procedurali; si dice rendiamo pubbliche le discussioni, ma qual è la normativa che stabiliamo proceduralmente per questa discussione? Potremmo anche arrivare a certe forme che per essere troppo democratiche potrebbero essere di intralcio.
Sono comunque valutazioni che non voglio fare in questo momento, ma che comporteranno un approfondimento sotto l'aspetto procedurale, sotto l'aspetto tecnico-giuridico, cosa che andremo a fare non appena avremo in mano il documento che la Giunta ci proporrà per l'esame della convenzione in decreto legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Borando.



BORANDO Carlo

Dalle comunicazioni del Presidente prendo atto con soddisfazione del proposito di costituire il Comitato di controllo nel Verbano-Cusio-Ossola cosa necessaria anche se non assolutamente indispensabile.
Una delle cifre dette mi ha impressionato in modo particolare: un miliardo e 600 milioni, di cui 400 milioni destinati ai 65 membri; ho fatto una rapida operazione aritmetica e ho visto che ognuno dei membri del Comitato di controllo costa sei milioni 150.000 lire: non è poco.
In relazione alla costituzione del Comitato di controllo Verbano Cusio Ossola, ho sentito dire, che non deve gravare sul bilancio della Regione.
Sono d'accordo, nella cifra globale ci può stare dentro abbondantemente, ma non nella cifra della Provincia di Novara. Io mi sono sempre chiesto: come mai la Provincia di Novara, che è l'unica ad avere un solo Comitato di controllo con 14 funzionari, controlla gli atti di 180 comuni circa; mentre in altre Province (tanto per fare un esempio il CO.RE.CO. di Biella Vercelli, Casale, Alessandria) con 10/12 funzionari ciascuno controllano presso a poco gli atti di un numero di Comuni pari alla metà? Delle due l'una: o quelli di Novara superlavorano o gli altri rendono meno.
In definitiva, siccome i funzionari del Comitato di controllo di Novara si sono sempre lamentati di un certo superlavoro, non vorrei accadesse che perché si fa il Comitato di controllo del Verbano - Cusio Ossola, se ne prendono metà di qua per metterli là. Mettiamoli tutti in condizioni di poter lavorare decentemente, perché margine per risparmiare ho l'impressione che ce ne sia.
Questo è il significato del mio intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Anzitutto, signor Presidente del Consiglio, desidero rappresentarle come, almeno ora, sia caduta la presunzione di insinuazioni da lei attribuite alle affermazioni prima fatte dal Consigliere Carazzoni, perch esse, ora, diventano pertinenti.
Passando alla dichiarazione di voto: poiché anche in questa legislatura si intende procedere alla costituzione dei Comitati regionali di controllo non secondo logici ed auspicabili criteri di competenza, ma, come peraltro è affiorato anche dalla discussione che si è ora svolta, secondo requisiti di mera appartenenza politica, e poiché nella determinazione di tali requisiti si è adottato il metodo della discriminazione nei confronti della nostra parte, dichiaro che il Gruppo del MSI-Destra Nazionale non parteciperà alla votazione e le chiedo che si dia atto di questo nel verbale della seduta.



PRESIDENTE

Mi pare che la discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Giunta si possa considerare conclusa e pertanto si possa passare alle votazioni.
Intanto propongo questo ordine di votazioni: Comitato di controllo sulle Province, prima di tutto, poi quello dei CO.RE.CO. di Alessandria Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli, Alba-Bra, Biella, Casale Monferrato Ivrea, Mondovì, Pinerolo.
In base alla legge che i Consiglieri già conoscono, ogni Consigliere può votare per i membri effettivi fino a due nomi, per i membri supplenti solo un nome. I nominativi da votare derivano da un accordo politico di cui si è ampiamente discusso questa mattina, per cui ogni Gruppo e ogni Consigliere a questo punto dovrebbe sapere per chi votare e non dovrebbero esserci problemi.
Con questa procedura e auspicando che ciascun Consigliere abbia già di fronte a sé almeno la prima scheda per votare si può procedere alla votazione del Comitato di controllo sulle Province.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 56 Votanti n. 54 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Orlandini Gianfranco n. 28 Mercurio Domenico n. 28 Bruno Francesco n. 26 Componenti supplenti: Rizzo Giuseppe n. 28 Marchini Sergio n. 26 che proclamo eletti.
Si passi alla votazione per il Comitato regionale di controllo di Alessandria.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 56 Votanti n. 54 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Punzo Massimo n. 28 Ubaldeschi Dario n. 28 Rossi Vincenzo n. 26 Componenti supplenti: Pizzorno Diolinda n. 28 Muzzana Attilio n. 26 che proclamo eletti.
Si proceda alla votazione per il Comitato regionale di controllo di Asti.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 54 Votanti n. 52 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Gaeta Giuseppe n. 26 Cirio Giuseppe n. 26 Marchia Cesare n. 26 Componenti supplenti: Cha Pier Lauro n. 26 Bolla Mario n. 26 che proclamo eletti.
Il Presidente della Giunta mi fa presente che vi è una delegazione dei lavoratori dei tessili rappresentanti tutte le fabbriche che chiedono un incontro e stanno già avendone uno presso la sede della Giunta. Se i Gruppi volessero designare un loro rappresentante possono farlo, poiché in sostanza le votazioni non sono aperte a risultati che i Gruppi non abbiano già del tutto previsto. Ad ogni modo valutino i Gruppi, l'invito è stato fatto.
Si proceda ora alla votazione per il Comitato regionale di controllo di Cuneo.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione per l'elezione del Comitato di controllo di Cuneo ha avuto il seguente esito: Presenti n. 52 Votanti n. 50 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Musella Franco n. 25 Gasco Mario n. 25 Guarino Sebastiano n. 25 Componenti supplenti: Viara Franco n. 25 Lazzari Giuseppe n. 25 che proclamo eletti Si passi alla elezione del Comitato di controllo di Novara.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 52 Votanti n. 50 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Maulini Pasquale n. 25 Donetti Rolando n. 25 Milanesi Angelo n. 24 Milani n. 1 Componenti supplenti: Barisonzo Romolo n. 25 Rago Nicolino n. 25 Proclamo eletti i signori: Maulini, Donetti, Milanesi (componenti effettivi), Barisonzo e Rago (componenti supplenti).
Si passi alla elezione del Comitato di controllo di Torino.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 47 Votanti n. 45 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Passoni Luigi n. 25 Vinciguerra Sergio n. 19 Mortarino Giorgio n. 20 Componenti supplenti: Liveriero Carlo n. 21 Piacenza Domenico n. 19 Comoli n. 1 Proclamo quindi eletti i signori: Passoni, Vinciguerra e Mortarino (componenti effettivi), Liveriero e Piacenza (componenti supplenti).
Si passi alla elezione del Comitato di controllo di Vercelli.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 48 Votanti n. 46 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Bosso Giuseppe n. 24 Scianguetta Eduardo n. 24 Comoli Roberto n. 22 Componenti supplenti: Nobilucci Guido n. 24 Prealoni Renzo n. 22 che proclamo eletti.
Procediamo ora alla votazione per il Comitato di controllo di Alba-Bra.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 44 Votanti n. 42 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Carniccio Costantino n. 22 Gaja Rodolfo n. 20 Cerrato Giuseppe Ugo n. 20 Componenti supplenti: Chiarena Carlo n. 22 Gauda Piero n. 20 che proclamo eletti.
Procediamo all'appello per l'elezione del Comitato di controllo di Biella.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 44 Votanti n. 42 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Barbone Giovanni n. 22 Marcone Giuseppe n. 20 Aglietta Giuseppe n. 20 Componenti supplenti: Molinari Maurizio n. 22 Guzzo Angiolino n. 18 che proclamo eletti.
Si passi all'elezione del Comitato di controllo di Casale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 44 Votanti n. 42 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Soraci Evasio n 24 Boverio Francesco n. 17 Gerini Armando n. 17 Componenti supplenti: Piffari Simeone n. 24 Federico Mario n. 17 scheda bianca n. 1 che proclamo quindi eletti.
Si passi alla votazione per il Comitato di controllo di Ivrea.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 49 Votanti n. 47 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Grosso Giuseppe n. 24 Mussano Gaudenzio n. 24 Lombardi Giorgio n. 22 Componenti supplenti: Viano Giulio n. 24 Amosso Mattea Antonio n. 22 scheda nulla n. 1 che proclamo quindi eletti.
Si passi all'elezione del Comitato di controllo di Mondovì.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti n. 49 Votanti n. 47 Consiglieri Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Turco Giacchello Franca n. 25 Mortarotti Alessandro n. 22 Zoccola Pietro n. 22 Componenti supplenti: Gallo Lorenzo n. 25 Bresciano Emilio n. 21 che proclamo eletti Si passi all'elezione per il Comitato di controllo di Pinerolo.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Intanto siano distribuiti, a cura dei Gruppi, secondo le intese politiche raggiunte nella conferenza dei Capigruppo, nomi delle terne per l'elezione del Comitato di controllo sugli atti della Regione.
La votazione per il Comitato di controllo di Pinerolo ha avuto il seguente esito: Presenti n. 45 Votanti n. 43 Non hanno partecipato alla votazione n. 2 Consiglieri.
Hanno riportato voti: Componenti effettivi: Pron Cecilia n. 25 Troina Carmelo n. 25 Fiore Piero n. 18 Componenti supplenti: Deorsola Sergio n. 25 Baitone Carlo n. 16 che proclamo eletti.
Con ciò abbiamo concluso il punto quinto all'ordine del giorno.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Designazione di due terne di esperti nelle discipline amministrative per la costituzione della Commissione di controllo sugli atti della Regione


PRESIDENTE

Passiamo alla trattazione del sesto punto all'ordine del giorno: "Designazione di due terne di esperti nelle discipline amministrative per la costituzione della Commissione di controllo sugli atti della Regione".
Anche in questo caso la votazione avviene a scrutinio segreto. I nominativi per le due terne verranno scelti nel modo seguente: due esperti per le discipline amministrative, quali membri effettivi della Commissione di controllo prevista dall'art. 41 della legge 10.2.1953 n. 62, nonché un esperto quale membro supplente. I designati dovranno essere iscritti nelle liste elettorali di un Comune della Regione relative ai cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei Deputati. Ogni Consigliere Regionale vota per una sola terna.
Ricordo che sono state proposte le due terne seguenti: la prima composta da Gliozzi Ettore, Scaparone Paolo e Carli Annibale; la seconda da Ferreri Paolo Emilio, Vera Fernando e Giorgio Cansacchi di Amelia.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: la prima terna ha conseguito 25 voti la seconda ne ha conseguiti 22 una scheda bianca.
Le due terne di esperti di cui all'art. 41 della legge 10.2.1953 n. 62 risultano composte nel modo sopra indicato e votato e cioè: Gliozzi Scaparone, Carli con voti 25; Ferrera, Vera e Cansacchi di Amelia con voti 22.


Argomento: Nomine

Comitato tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il Credito delle imprese artigiane. Sostituzione del rappresentante della Regione, con funzioni di Presidente.


PRESIDENTE

Si passa all'esame del punto settimo all'ordine del giorno: "Comitato tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il credito delle imprese artigiane. Sostituzione del rappresentante della Regione, con funzioni di Presidente".
Il Consiglio Regionale infatti deve provvedere alla sostituzione perch era stato eletto nella precedente tornata della prima legislatura l'Assessore competente per materia e la legge prevede esattamente questo quindi si tratta di procedere alla votazione. Si distribuiscano le schede.
Il candidato a questa elezione è ovviamente l'Assessore competente che è il Vice Presidente della Giunta Regionale Libertini. Tutto ciò in applicazione dell'art. 1 della legge 7 agosto 1971 n. 685 che prevede un Comitato tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il credito delle imprese artigiane.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 45 Lucio Libertini: voti n. 27 schede bianche n. 17 schede nulle n. 1 Ma la formalità non è esaurita perché occorrerà votare la delibera che autorizza la sostituzione e che suona: "Il Consiglio Regionale Vista la legge 7 agosto 1971 n. 685 la quale prevede la costituzione e la composizione del Comitato tecnico regionale per la concessione del contributo nel pagamento degli interessi sulle operazioni di credito artigiano effettuate ai sensi della legge 25 luglio 1957 n. 949 e successive modificazioni Atteso che, in seguito alle dimissioni presentate in data 7 agosto 1975, dall'Avv. Ettore Paganelli, è necessario provvedere alla nomina, ai sensi dell'art. 1 della predetta legge n. 685, del rappresentante della Regione, che assumerà la carica di Presidente del Comitato tecnico regionale per il Piemonte della Cassa per il credito alle imprese artigiane Vista la proposta della Giunta Regionale in data 5 settembre 1975 Visto l'art. 16 (lett. o - p dello Statuto Regionale) Effettuata la votazione a scrutinio segreto, che ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 45 Lucio Libertini voti n. 27 Schede bianche n. 17 Schede nulle n. 1 delibera in sostituzione dell'avv. Ettore Paganelli, dimissionario, e nominato rappresentante della Regione in seno al Comitato Tecnico Regionale per il Piemonte della Cassa per il Credito alle imprese artigiane, con funzioni di Presidente, il Dr. Lucio Libertini, Vice Presidente della Giunta Regionale incaricato delle funzioni in materia di artigianato".
La presente deliberazione sarà pubblicata sul B.U. della Regione ai sensi dell'art. 65 dello Statuto.
Chi e d'accordo con questa delibera e pregato di alzare la mano.
La delibera è approvata con due astensioni.


Argomento: Nomine

Sostituzione di un rappresentante dell'Amministrazione regionale nel Consiglio di Amministrazione dell'E.N.I.T. (rinvio)


PRESIDENTE

Punto ottavo dell'o d.g.: "Sostituzione di un rappresentante dell'Amministrazione Regionale nel Consiglio di Amministrazione dell'ENIT".
In data 25 settembre il Presidente della Giunta mi ha comunicato che: "L'art. 3 della legge 2.8.75 n. 365 prevede un rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione dell'ENIT. Il Consiglio Regionale, con deliberazione n. 187 C.R. 790, designò in data 5.2.75 quale rappresentante di questa amministrazione l'Assessore al turismo in carica Mario Debenedetti. Dovendosi provvedere alla sostituzione del rappresentante regionale nel Consiglio dell'Amministrazione dell'ENIT e poiché il nuovo Assessore al turismo e il signor Michele Moretti, la prego di voler portare all'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Regionale la relativa proposta di delibera".
E ciò è stato fatto.
La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Devo introdurre un argomento di cui non ero a conoscenza nel momento in cui, nella conferenza dei Capigruppo, fissammo l'ordine del giorno: la delibera regionale di designazione dell'avv. Debenedetti come rappresentante del Consiglio di Amministrazione dell' ENIT, ha avuto ratifica con decreto del Ministro. Noi correremmo il rischio, votando oggi di avere una sovrapposizione perché non essendoci dimissioni dell'avv.
Debenedetti e il decreto quindi essendo valido, ci sarebbe un doppione non risolvibile. D'altra parte nell'ambito generale, mi diceva l'avv.
Debenedetti, è stata valutata la possibilità di chiarire questa situazione dopo il nuovo quadro che si è determinato con l'inizio della seconda legislatura regionale.
Chiederei quindi di soprassedere a questa nomina per un chiarimento che non ci vede impegnati a sostenere una battaglia di presenza a tutti i costi, ma che può chiarire a livello di forze politiche questo inconveniente che non era stato previsto.



PRESIDENTE

Se permette, Consigliere Cardinali, qui vi sono due procedure assai differenti, ogni Gruppo si assume la responsabilità della procedura che intende seguire. Il precedente punto all'ordine del giorno è stato possibile trattarlo perché l'allora Assessore Paganelli diede le dimissioni, correttamente, dal suo incarico e questo rese possibile la segnalazione da parte della Giunta e la iscrizione dell'argomento all'ordine del giorno e la sua trattazione. Forse l'Assessore Debenedetti non ha provveduto a mandare le sue dimissioni e per questo motivo nasce il problema.
La parola al Consigliere Debenedetti



DEBENEDETTI Mario

Chiedo la parola per fatto personale perché è bene che si precisino alcuni aspetti.
Nella riunione del Consiglio di Amministrazione dell'ENIT il problema è rimbalzato, anche perché esistono dei casi analoghi in altre Regioni ed è stato sollevato il problema specifico ricordato da Cardinali, ossia la necessità di intesa con il Ministro per provvedere alle sostituzioni.
Nell'ultimo Consiglio di Amministrazione, alla presenza di tutti i rappresentanti regionali interessati, si era convenuto di soprassedere per chiarire la procedura da seguire e cioè se bisognava rassegnare le dimissioni direttamente al Ministro o se viceversa il Ministro poteva operare le nuove nomine senza dimissioni, per cui siamo rimasti in uno stato di incertezza.
Dichiaro comunque che sono disposto a dare immediatamente le dimissioni. Peraltro avevo fatto presente al mio Capogruppo questa decisione di aspettare un indirizzo univoco da parte di tutte le Regioni nel comportamento da adottare per questo caso specifico; ma, ripeto, sono prontissimo a firmare le dimissioni adesso.



PRESIDENTE

Ho capito benissimo.
Il chiarimento politico è avvenuto, ma chiedo ai Gruppi: procediamo alla trattazione di questo punto all'ordine del giorno, oppure lo sospendiamo? La Giunta cosa dice?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Sospendiamo.



PRESIDENTE

Vi sono opinioni contrarie? Nessuna.
Il punto ottavo all'ordine del giorno viene sospeso.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Elezione Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo (rinvio)


PRESIDENTE

Punto nono dell'o.d.g.: "Elezione Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo".
I Consiglieri apprenderanno adesso da me, ma devono già averlo letto sui giornali, l'importante rilievo che ha questo Comitato perché finisce di essere uno dei primi atti di attuazione della legge di riforma della RAI-TV cui, mi consta, una sola Regione ha provveduto, ma vi ha provveduto addirittura alla fine della precedente legislatura. La nostra sarebbe, se svolgessimo questo punto oggi o nei prossimi giorni, la prima Regione italiana che mette in piedi il Comitato e mi pare che sia un atto significativo ed importante, anche perché mi sono permesso di avanzare una proposta che i giornali cittadini e nazionali hanno pubblicato, appurata in sede di RAI-TV, di procedere immediatamente ad una modifica dei programmi televisivi quotidiani che, come voi ben sapete, prevedono la trattazione delle cronache italiane prima del giornale radio.
Pare che vi siano rilevanti possibilità che a tempi brevissimi (non vi sono difficoltà tecniche) questa trasmissione possa essere trasformata in una trasmissione quotidiana di informazione, di servizio delle Regioni. Ma questo è possibile se le Regioni nel loro complesso provvedono sollecitamente a creare il Comitato consultivo e quindi anche a fornire indicazioni ed orientamenti perché la proposta che mi sono permesso di avanzare trovi immediata applicazione. Di qui nasce l'urgenza della designazione e dell'elezione del Comitato, dopo di che l'argomento è introdotto e dò senz'altro la parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Devo comunicare che il Gruppo socialista, per una svista da me commessa nella trasmissione dell'ordine del giorno agli organi del Partito, non ha i due nominativi da indicare. Non mi oppongo tuttavia a che il Consiglio Regionale elegga gli altri membri, lasciando i due posti scoperti da eleggere nella prossima seduta.



PRESIDENTE

Devo dire che tutti i Gruppi sono d'accordo sulla utilità del Comitato ed hanno raggiunto un'intesa politica, come già per le altre nomine, in modo egregio e con grande soddisfazione di tutti, se però vi è una difficoltà del Gruppo socialista, da qualsiasi motivo determinata, non si tratta di farne una tragedia, vuol dire che alla prima seduta si eleggerà il Comitato.
Io lascerei comunque la parola anche agli altri Gruppi perché esprimano il loro parere.
Se si è pronti sarebbe meglio oggi, se non si è pronti si deve rinviare.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Io chiederei cinque minuti di sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 14,20 riprende alle ore 14,30)



PRESIDENTE

La sospensione richiesta dal Presidente della Giunta è stata particolarmente opportuna perché ci ha permesso di venire a conoscenza di una lettera inviata a tutti i Capigruppo del Consiglio Regionale, firmata da un Comitato di coordinamento di tre Consigli Regionali: Veneto Lombardia e Romagna. Essa dice: "Cari colleghi, il Comitato di coordinamento interregionale delle Regioni per la riforma della RAI-TV ritiene opportuno scrivervi questa lettera per richiamare alla vostra attenzione il problema della nomina dei Comitati Regionali previsti dall'art. 6 della legge n. 103.
Poiché prima delle ferie è materialmente impossibile provvedere, ci sembra utile sottoporre il problema a tutte le forze politiche chiedendo che in una delle prime riunioni del mese di settembre si proceda alla elezione dei Comitati. In considerazione anche dell'intesa realizzata con i sindacati e con la Federazione della Stampa in tutta la battaglia per la riforma pur tenendo conto dei criteri di elezione fissati dalla legge siamo a segnalare alle forze politiche la opportunità che fra i 9 eletti si faccia posto a un rappresentante delle organizzazioni sindacali e uno della Federazione della Stampa.
Il problema dei rapporti fra le forze politiche quindi dovrà essere valutato e risolto con quello spirito di collaborazione costruttiva che ha sempre informato il lavoro delle Regioni per la riforma.
Il Comitato quindi mentre segnala alle forze politiche - regionali il problema per una valutazione, ritiene opportuno programmare nella prima metà di settembre un incontro delle Regioni per fare il punto della situazione e assumere tutte le iniziative conseguenti.
Certi della vostra collaborazione vi salutiamo cordialmente.
p. il Comitato di Coordinamento Nello Beghin (Consiglio reg.le Veneto) Alessandro Fontana (Cons. reg.le Lombardia) Adamo Vecchi (Consiglio reg.le Romagna)" Vi sono anche altre proposte che non attengono al nostro lavoro immediato, ma questa mi pare sensata e soprattutto riflette un accordo gia intercorso. Questa si che è una motivazione per sospendere un attimo la votazione, d'altra parte credo che alla prossima seduta del Consiglio saremo senz'altro in grado di procedere all'elezione del Comitato.
Vi sono delle obiezioni a questa procedura? Non ne vedo.


Argomento: Nomine - Sistema informativo regionale

Nomina del Comitato provvisorio per la progettazione e preparazione dell'attività del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione e nomina del Comitato scientifico (rinvio)


PRESIDENTE

Punto decimo dell'o.d.g.: "Nomina del Comitato provvisorio per la progettazione e preparazione dell'attività del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione e nomina del Comitato scientifico", secondo L'art. 6 della nostra legge regionale n. 48.
Tutti i Gruppi sono pronti a procedere alla elezione? La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Noi siamo pronti a procedere alla nomina del Comitato provvisorio, ma poiché sono sorti problemi non tanto sui nomi, quanto per una più approfondita valutazione dei quesiti che insorgono in ordine a questo passaggio da una situazione ad un'altra ed alla nomina del Comitato scientifico, chiederei che quanto meno per questa seconda parte si avesse un breve momento di riflessione tra questa e la prossima seduta. Del resto era un nodo che non avevamo interamente sciolto anche in sede di Capigruppo perché avevamo recepito delle proposte in ordine alle quali vi erano ancora delle riserve di verifica e di valutazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Noi abbiamo sottolineato nella conferenza dei Capigruppo l'urgenza di addivenire alla nomina dei due Comitati amministrativo e scientifico per motivi ovvi e inutile stare a sottolinearli, Noi eravamo pronti per adempiere a questo mandato. Mi rendo conto delle obiezioni sollevate dal Capogruppo D C., che per la verità si era riservato il diritto di fare presente eventuali difficoltà sopraggiunte, ne prendo atto e propongo allora di eleggere il Consiglio di amministrazione e di rinviare alla prossima seduta il Comitato scientifico.



PRESIDENTE

Nessuna obiezione a questa procedura? Non ne vedo.
E' mio dovere allora leggere l'art 6 per conoscenza dei Consiglieri che non sono Capigruppo e che non hanno partecipato alla discussione su questo argomento.
L'art. 6 della nostra legge regionale dice "In attesa dell'approvazione da parte dei competenti organi ministeriali dell'atto costitutivo del Consorzio per il trattamento automatico dell'informazione, di cui alla presente legge, è istituito presso la Regione Piemonte un Comitato provvisorio per la progettazione e preparazione dell'attività del Consorzio. E' compito del Comitato provvisorio svolgere un'attività di studio e progettazione in preparazione dell'attività del Consorzio quale definita dall'art 3 della presente legge. Fanno parte del Comitato provvisorio il Presidente della Giunta Regionale, l'Assessore alla programmazione e tre membri nominati dal Consiglio Regionale del Piemonte".
Secondo le parole del Consigliere Berti, a cui nessuno ha obiettato nulla, adesso saremo forse in grado di eleggere questi tre membri.
"I membri di nomina del Consiglio Regionale sono eletti a scrutinio segreto ed ogni Consigliere Regionale non può votare più di due nomi.
Fanno inoltre parte del Comitato provvisorio tre membri nominati dall'Università degli Studi di Torino e due membri nominati dal Politecnico di Torino. Il Comitato provvisorio presieduto dal Presidente della Giunta Regionale o, su delega, dall'Assessore alla Programmazione. Il Comitato provvisorio si avvale per i suoi lavori della collaborazione di un Comitato scientifico composto di dieci membri, dei quali due nominati dalla Giunta Regionale e tre nominati dal Consiglio Regionale del Piemonte, secondo le modalità previste al quarto comma del presente articolo per la nomina dei membri del Comitato provvisorio, tre nominati dalla Città di Torino, due nominati dal Politecnico di Torino.
Il Comitato provvisorio ha sede presso la Giunta Regionale del Piemonte".
E' questa seconda parte in sostanza che il Consigliere Bianchi chiede di poter posticipare alla prossima seduta.
E' tutto chiaro?



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

Io direi che il rinvio deve essere totale, se no che significato ha?



BERTI Antonio

La pratica del rinvio è una cosa molto antipatica.



VIGLIONE Aldo, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è per votare oggi, ma se ragioni di opportunità consigliano di rinviare, allora chiedo un rinvio generale.



BIANCHI Adriano

Io sarei dell'opinione del Presidente, effettivamente se resta monco non è che entri in funzione, farlo oggi o farlo fra sette giorni non cambia nulla. Dato che ero io che facevo la proposta non volevo chiedere rinvii se non per la parte che lo richiedeva in modo stretto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Mi pareva di essere stato anche fin troppo chiaro, non voglio aggiungere niente e neanche contrappormi al Presidente della Giunta, quindi accetto la sua richiesta.



PRESIDENTE

Viene perciò rinviata la nomina del Comitato provvisorio alla prossima seduta del Consiglio.
Ci terrei però in questo caso, per accogliere la sostanza e lo spirito delle cose che sono state dette qui, che come primi due punti dell'o.d.g.
della prossima seduta, senza tante discussioni vengano iscritti la nomina del Comitato per la Radiotelevisione e la nomina del Comitato provvisorio per la progettazione e preparazione dell' attività del Consorzio.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno in merito alla critica situazione della Nebiolo


PRESIDENTE

Una delegazione di lavoratori della Nebiolo ha atteso pazientemente questo momento, è stata ricevuta dal Vice Presidente del Consiglio Bellomo e da esponenti dei Gruppi ed hanno suggerito l'opportunità di un ordine del giorno che ho qui sotto i miei occhi e che vorrei leggervi per sentire se vi sono approvazioni, consensi. Io auspico consensi perché servirebbe per la loro battaglia.
"Il Consiglio Regionale, a conoscenza della situazione di crisi esistente alla Nebiolo, che trova in questo momento circa 400 operai in cassa integrazione a conoscenza altresì che nei disegni della direzione aziendale si prospetta la possibilità di un massiccio licenziamento delle maestranze occupate (circa un terzo) come ipotetica soluzione alla crisi aziendale esprime solidarietà alla lotta dei lavoratori della Nebiolo, impegnati a salvare la produzione aziendale e con essa i livelli occupazionali si impegna, nella propria sfera di azione, di vigilare con ogni mezzo consentito, affinché il diritto al lavoro delle maestranze della Nebiolo sia garantito e consolidato".
Possiamo considerarlo firmato da tutti i Capigruppo e dalla Giunta? Vi sono obiezioni? Chi è d'accordo alzi la mano. E' approvato.
Ho anche il dovere, come Presidente dell'Assemblea, di comunicare che il Gruppo del MSI non ha voluto dissociarsi dalla commemorazione che abbiamo tenuto in apertura di seduta. Il mio dovere l'ho svolto.
Viene ora data lettura delle interrogazioni ed interpellanze pervenuteci.
Subito dopo verrà convocato l'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale.


Argomento:

Ordine del giorno in merito alla critica situazione della Nebiolo

Argomento:

Interpellanza ed interrogazioni (annuncio)


FABBRIS Pierina, Consigliere Segretario

Interpellanza dei Consiglieri Graglia e Dadone sulla necessità di un intervento presso la Società Vernante-Pennitalia che ha messo in cassa integrazione a zero ore 50 lavoratori.
Interrogazione dei Consiglieri Oberto e Cerchio relativa all'indilazionabile restauro della Chiesa di S. Bernardino in Chieri.
Interrogazione del Consigliere Colombino in merito ai provvedimenti da assumere in difesa delle coltivazioni silvo-pastorali danneggiate dai raccoglitori di funghi.
Interrogazione urgente del Consigliere Rossotto sulla possibilità di determinare con precisione scientifica il costo del lavoro.
Interrogazione del Consigliere Bertorello sull'accumulo di domande relative al premio di nascita di vitelli previsto dal Regolamento CEE.
Interrogazione dei Consiglieri Cerchio e Colombino concernente l'opportunità di stimolare il settore dell'editoria regionale e di promuovere una fiera internazionale del libro.
Interrogazione urgente dei Consiglieri Lombardi, Martini, Paganelli e Soldano in merito all'assegnazione dei contributi per l'acquisto di scuolabus.
Interrogazione del Consigliere Cerchio in merito alle iniziative a favore di una "politica turistica" nelle zone montane della Regione e sull'opportunità di partecipare al Salone della Tecnica e della Montagna.
Interrogazione del Consigliere Cerchio concernente le iniziative da assumere in seguito alla grandinata abbattutasi il 19 settembre nel Canavese e nella Valchiusella.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14,45)



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